On the road

di Klaineinlove
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** capitolo 6 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8 ***
Capitolo 9: *** capitolo 9 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


Questo che sto scrivendo è del tutto insensato. Non è una storia seria, anzi tutt’altro. Serve per ridere un po’ con i nostri due personaggi preferiti.
Kurt e Blaine sono in viaggio e tutto ciò che vi anticipo. Nelle storia ci saranno scene demenziali(soprattutto i discorsi) scene “hot” (se così vogliamo chiamarle) ma anche un po’ di fluff. Ah si sicuramente sotto c’è una trama vera e propria.
Non voglio dare impegni sulle date di pubblicazione visto che scrivo solo quando ho la vena ironica.
E' una cosa che ho scritto in vnti minuti, quindi fatemi sapere se è il caso di continuarla o no.


Come gli era venuto in mente di andare in Ontario? Era stato assolutamente folle andare lì a festeggiare il suo diploma. Perché adesso Kurt si trovava: solo, con una macchina prestatagli da un amico per tornare di nuovo a Lima. In Ohio. Non proprio dietro l’angolo.
Avrebbe dovuto prendere anche una nave probabilmente e una semplice mappa non era in grado di definirgli con precisazione dove si trovasse. Il navigatore satellitare si rifiutava di parlare. Ma il satellite era collegato in quel punto sperduto dove si era fermato?
In più la macchina faceva strani versi. Si, versi. Erano strani lamenti. Kurt se ne intendeva di auto, insomma aveva suo padre che era il miglior meccanico di Lima, ma non aveva mai sentito una macchina verseggiare.
Faceva caldo, troppo caldo per i gusti di Kurt e dei suoi capelli ormai bagnati dal sudore e appiccicati sulla fronte. Lui era semplicemente disperato.
Era su un’autostrada che sembrava non avere ne inizio e ne fine, in più non poteva fermarsi per chiedere informazioni, semplicemente perché non c’era nessun posto dove fermarsi.
Per fortuna un cartello stradale gli aveva informato che un paio di chilometri dopo ci sarebbe stato un autogrill.
Precisamente due ore prima. Ma i cartelli stradali conoscevano i chilometri?No perché lui ne aveva fatti molto di più di “un paio” Forse in Canada un paio intendevano come un “guida e scopritelo da solo”
Kurt stava semplicemente impazzendo, ragionare da solo in quel modo era pura follia. Quando finalmente vide una stradina decise di svoltare, così da notare molte più macchine e sperando in un vero autogrill che lo aiutasse.
Stava per girare verso destra quando dovette frenare bruscamente perché qualche villano stava svoltando verso la sua strada facendo in modo che si scontrassero.
Kurt fece un enorme sospiro e scese dall’auto. Aveva troppa rabbia accumulata e probabilmente se la sarebbe presa con quel malcapitato.
“Chi ti ha dato la patente? Spongebob?” urlò contro il ragazzo sulla sua decapottabile che lo guardò divertito.
“Senti chi parla! Tu e il tuo catorcio siete illegali in queste strade, non lo sapevi?”
Kurt alzò un sopracciglio osservando il ragazzo che rideva mentre si rispecchiava i denti bianchi nel suo specchietto retrovisore. Stava offendendo la sua auto?No, no aspetta! Stava offendendo lui? Diplomato con il massimo dei voti e con un premio delle Nazionali vinto grazie al suo glee club?
Kurt sbuffò divertito.
“Senti un po’ Michael Jackson, e ti chiamo così solo per il colore della tua pelle, ma sai che la giacca che indossi non si porta più da ormai…un’eternità? Probabilmente siete voi due ad essere illegali nel resto del mondo!”
Kurt incrociò le braccia al petto soddisfatto per come aveva risposto al ragazzo. Osservò i suoi capelli nero corvino e gli occhi color miele. E, aspetta….erano occhiali fucsia quelli poggiati sul capo?
“Hai criticato il mio colore della pelle? Senti chi parla, il fantasmino Casper!”
Okay, questo era troppo per Kurt, lui adorava la sua pelle nivea.
“Non sono un fantasmino”
“Bella risposta moccioso”
Kurt batté violentemente il piede sul terreno polveroso e si infilò in auto non prima di recitare le sue ultime parole “Meglio che vada. Credo di aver sprecato secondi vitali con te.”
“Io invece credo siano stati i migliori della tua vita”
Entrambi rimisero in moto, l’altro ragazzo molto più velocemente di Kurt e corse via facendo alzare un polverone e Kurt fu costretto a chiudere il finestrino per non inalare quell’aria sporca.
 
Finalmente trovò l’autogrill, parcheggiò e scese per mangiare qualcosa. Aveva anche uno zaino pieno di cibo che aveva preparato prima di partire, ma preferiva conservarli in casi di pericolo.
Entrò nella piccola tavola calda e purtroppo per sua sfortuna non offriva nulla che fosse fritto in padella o condito con roba disgustosa. Probabilmente anche l’insalata era fritta.
Sospirò amareggiato e ordinò un panino. Avrebbe sicuramente smaltito in qualche modo quel grasso che si sarebbe insinuato nel suo corpo. Nei suoi fianchi. Nei suoi adorabili fianchi.
Dopo aver mangiato, si concesse una pausa al bagno e decise di tornare subito in auto. Avrebbe dovuto sostare in un motel ma finché era in tempo preferiva guidare, nemmeno lui era capace di capire quanti giorni ci sarebbero voluti per arrivare in Ohio.
Chiuse lo sportello dell’auto e mise in moto. Poi un botto. Un altro ancora e poi del fumo uscì dal suo cofano anteriore dell’auto.
“Oddio no, fa che non sia morto il motore” pregò mentalmente non sapendo nemmeno a chi, e scese dall’auto. Aprì lo sportello e il fumo lo colpì in volto.
“Il motore è andato amico”
Si voltò trovando un benzinaio “Come posso fare?Mi può aiutare?” domandò disperato.
“Hey, io metto la benzina non faccio il meccanico!”
“Ma dovrebbe pur sapere qualcosa di auto no?” chiese stizzito Kurt. Fissò i suoi vestiti e si ritrovò con una macchia di Ketchup. Perché diamine aveva messo il Ketchup?Solo perché la confezione diceva “0 grassi?”
Fece un respiro profondo mentre il benzinaio si alzò dalla sedia per servire l’altro cliente che aveva appena parcheggiato.
Dopo il danno la beffa, pensò Kurt. Perché il tipo che aveva appena fermato l’auto accanto alla sua era proprio il ragazzo con cui aveva litigato ore prima.
“Hey Casper!” esclamò divertito mentre scendeva dall’auto e passava una banconota per il pieno al benzinaio.
Kurt fece finta di non vederlo.
“Problemi con l’auto?Vedo del fumo”
“No, va tutto bene. E’ solo un effetto scenico, sai sono un attore e questo è un attrezzo di scena”
Il ragazzo scoppiò a ridere non credendo minimamente alle parole di Kurt, che in effetti, chi ci avrebbe creduto?
Arreso Kurt sbruffò “Devo tornare a Lima e la macchina mi ha appena abbandonato e non so nemmeno a quanti chilometri ci sia il primo motel” confessò con gli occhi fissi sul terreno.
“Lima. In Ohio giusto?” chiese interessato il ragazzo, solo a quel punto Kurt lo fissò negli occhi.
Era sexy maledizione! E la giacca poteva anche essere del paleolitico ma gli stava maledettamente bene addosso. Kurt si morse un labbro mentre continuava a fissare quei pantaloni che gli fasciavano le gambe mentre i piedi erano coperti da stivali di vernice.
“S-si Ohio giusto” balbettò strizzando gli occhi e tornando alla realtà.
“Sei fortunato! Perché io sto andando a Westerville che è proprio un’ora da lì.”
Kurt spalancò gli occhi battendo le mani
“Questo è fantastico! Oddio una manna dal cielo, non l’avrei mai detto” si voltò aprendo la sua auto e prendendo le borse che aveva con se poi si voltò verso il ragazzo che era già in auto e aveva alzato il tettuccio, forse per il freddo che sarebbe arrivato verso sera. Kurt si avvicinò alla portiera ma scattò la serratura.
“Ma che fai?” domandò dubbioso. Sentì il ragazzo scoppiare a ridere.
“Ho detto che sto andando in Ohio ma non che ti davo un passaggio, sai io e la mia giacca siamo troppo vecchi per te”
Maledetto, attraente, farabutto che non è altro. Pensò Kurt.
“Ma…ma hai detto che era il mio giorno fortunato!”
“L’ho detto?” fece l’altro fingendo la dimenticanza “Mi dispiace non me lo ricordo. Aspetta un po’ magari passa Spongebob che ti da un passaggio”
E con quella frase filò via.
Kurt rimase lì incredulo con tutte le borse ancora in mano maledicendo quella testaccia dai ricci neri. Che altro poteva pretendere da uno sconosciuto?
Si infilò in auto cercando di farla partire sapendo che era inutile. Rimase fino a sera lì e decise di cenare di nuovo nella tavola calda. Non voleva chiamare suo padre, non voleva sentirsi dire: “te l’avevo detto, sei troppo giovane per fare un viaggio da solo”
Ma suo padre aveva ragione, ed ora lui era lì a congelarsi in auto senza sapere cosa diamine fare. Chiuse gli occhi stanco della lunga e stressante giornata, finché non sentì picchiettarsi sul vetro.
“ANCORA TU?” Urlò al moro che lo salutava dall’esterno.
“Ho cambiato idea, su vieni con me”
“Perché? Che intenzioni hai? Guarda se vuoi derubarmi sappi che non ho soldi.” Il ragazzo roteò gli occhi.
“Muoviti o ti lascio qui. Sul serio questa volta!”
Kurt sospirò. Dopotutto che aveva da perdere?
“Accetto, ma solo perché ho paura di essere massacrato dai lupi” aprì la portiera ancora un po’ incerto ma poi vide l’altro ragazzo prendere un suo zaino per aiutarlo.
“Non ci sono lupi…credo”
“Allora forse che ne so…canguri?”
“I canguri non massacrano e poi li trovi in Australia”
Oddio ma che discorsi stavano facendo? Si infilarono entrambi in auto e il moro mise in moto.
“Comunque io mi chiamo Blaine! Tu sei Hummel giusto?”
“C-come hai…”
Blaine lo interruppe “L’etichetta sullo zainetto” gli fece notare il ragazzo.
“Comunque grazie. Mi sa che ti ho giudicato troppo presto”
Anche se giudicarlo attraente per Kurt era l’unica cosa certa.
“Nessun problema. Allora, si parte?”

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


“Quindi vieni da Westerville”
“Si Hummel! E’ la terza volta che me lo domandi in mezz’ora, soffri per caso di sindrome di Alzheimer?”
Kurt sbruffò tirando sulle gambe il suo zainetto. “E che non dici una parola, so solo che ti chiami Blaine e vieni da Westerville”
Blaine diede un occhiata al ragazzo e poi tornò a guardare la strada
“Ho fame! Troppa fame. E’ da stamattina che guido. Dimmi un po’….” Blaine buttò gli occhi sullo zainetto. “Che hai li dentro?”
“Molto invadente” borbottò Kurt infastidito mentre apriva la sua borsa.
“Come?”
“Ho semplicemente detto, che di certo non c’è pasta al dente” finse Kurt mentre apriva un pacco di fette biscottate, Blaine le guardò sbigottito.
“Okay che non mi aspettavo delle lasagne o del pollo al forno, ma sul serio? Fette biscottate?Dimmi che sono integrali e ti faranno compagnia nell’autostrada deserta”
Kurt portò il pacco a se abbracciandolo come un peluche. “Bene le mangerò da solo. Ci tengo alla mia linea”
“Si vede…” disse Blaine lasciandosi andare in un fischio. Kurt arrossì. Non era abituato a questo tipo di complimenti. Non da sconosciuti, almeno.
“Hey Hummel stai arrossendo, con il tuo volto così illuminato puoi accecarmi mentre guido, fai attenzione!” lo stuzzicò Blaine
“Sai Blaine-non-mi-hai-detto-il-tuo-cognome, non sei molto simpatico” Blaine alzò il sopracciglio
“Iniziamo con il fatto che io non so nemmeno il tuo nome ed evita di dirmi se ti sono simpatico o meno, ti sto riportando a casa!”
Kurt ancora una volta infastidito, incrociò le braccia al petto.
“Bene, parleremo solo se è strettamente necessario”
Blaine si trattenne dal ridere e poi diede un’occhiata all’orologio. Era veramente tardi, dovevano trovare un motel al più presto.
Accese la radio lasciandosi andare nella prima canzone che trasmettevano e iniziò a cantare.
The show must go on 
The show must go on, yeah 
Inside my heart is breaking 
My make-up may be flaking 
But my smile still stays on 

Kurt spense subito la radio “Ma sei impazzito?Potresti svegliare qualcuno.”
Blaine lo guardò tra lo scioccato e il sorpreso. Possibile che un ragazzo così bello fosse così stupido?
“Sei sempre serio Hummel? Chi sveglio i lupi?”
“Ma-ma tu mi hai detto che non c’erano lupi in queste zone”
Blaine alzò gli occhi al cielo poi però adocchiò delle luci intermittenti “Finalmente un motel!” esclamò parcheggiando.
Appena spense il motore, Blaine si voltò verso Kurt. “Ascoltami bene, adesso quando entreremo nel motel dovrai soltanto acconsentire a quello che ti dirò, vedrai troveremo un sacco di vantaggi”
Kurt lo guardò confuso e alzò un dito per replicare ma l’altro gli fece cenno con la testa di non dire nulla.
Kurt acconsentì prendendo tutte le sue cose e Blaine gli diede una mano. Quando entrarono il motel sembrava cadere a pezzi: un neon in alto, sul soffitto marcio d’acqua, continuava ad andare ad intermittenza, il pavimento era piuttosto sudicio, probabilmente non si lavava da giorni lì, così come il proprietario. Un uomo di grossa stazza se ne stava appollaiato sul bancone con un sigaro in bocca e una Tv ancora in bianco e nero accesa.
Kurt rabbrividì “Sai Blaine” borbottò avvicinandosi all’orecchio del ragazzo “mi hanno detto che dormire in macchina è salutare”
Blaine lo guardò confuso “Che diamine di programmi guardi Hummel?”
Kurt lo guardò: possibile che un ragazzo così attraente fosse così tardo a capire le cose?
“Buonasera!” esclamò Blaine facendo voltare l’uomo “Vogliamo una matrimoniale. Sa siamo in luna di miele” Blaine fece un enorme sorriso
“N-noi c-cosa?” borbottò Kurt voltandosi verso Blaine. Quest’ultimo gli diede uno schiaffo sul sedere per poi stringerlo per i fianchi.
“Amore, sei stanco meglio che tu non parli troppo!
Kurt si ricordò del discorso fatto pochi minuti prima dal ragazzo e nella sua testa si accese una lampadina.
“Oh certo! Ci siamo appena sposati. Las Vegas, grandioso non è vero?”
Blaine si diede uno schiaffo sulla fronte.
“Prendete la 394 è la nostra camera per le lune di miele. Non disturbate i vicini” l’uomo annoiato gli passò una chiave e tornò a guardare il televisore.
 
I ragazzi entrarono in camera e poggiarono le loro cose sul letto.
“La…la migliore? Questa stanza fa pena!” esclamò Kurt
“Quindi immagina le altre come sono. Ecco perché ho finto che siamo in viaggio di nozze, vedrai che domani ci faranno pagare la metà. E, aspetta Hummel. Las Vegas? Ci sposiamo a Las Vegas e veniamo a fare il viaggio di nozze qui?” domandò con assurdità Blaine ancora sconcertato. Kurt ci pensò su: in effetti aveva ragione non era stata una grande mossa, ma ci avrebbe pensato il giorno dopo.
 
Il proprietario del motel si era quasi appisolato, quando venne interrotto da un uomo che soggiornava lì comunicandogli che nella camera accanto, provenivano urla alquanto ambigue. L’uomo si alzò sistemandosi i pantaloni calati sotto al suo pancione e seguì l’altro.
Più si avvicinavano alla camera più riusciva a sentire anche lui quelle strane urla.
“Oddio, vai Blaine, ti prego, ti prego!”
Rimase un attimo basito non sapendo cosa fare e guardò l’uomo che aveva fatto reclamo
“Domani devo partire, ho bisogno di riposo!” aveva giustificato.
“Sono due ragazzi in luna di miele, non pos-“ il proprietario guardò di nuovo l’uomo seccato, era comunque anch’egli un cliente.
“Blaine più forte, più forte!”
Bussò e ci fu silenzio. Quando la porta si aprì l’uomo alzò un sopracciglio sconcertato.
“C-che diamine sta succedendo?”
Vide Kurt in piedi sul letto mentre si mangiava le unghie e Blaine, che aveva aperto la porta, con una scarpa tra le mani.
“C’è uno scarafaggio. Sto cercando di ammazzarlo, ma con le urla del mio uomo l’animaletto scappa via spaventato” Blaine si girò e fece un’occhiataccia a Kurt che sembrava realmente dispiaciuto.
“Oh…io…va bene. Non fate rumore, c’è gente che ha bisogno di dormire”
 
Mandato via lo scarafaggio, Kurt si fece la doccia. Uscì con un asciugamano sulle spalle e solo con addosso dei boxer bianchi.
“Ci sarà del porno gay secondo te in tv?” domandò Blaine che non aveva nemmeno notato l’abbigliamento, o quasi abbigliamento di Kurt.
“P-porno gay? Ma quindi sei realmente gay?”
Solo in quel momento Blaine si voltò sgranando gli occhi alla vista di Kurt.
“Si, perché?”
“Perché pensavo che mi volessi prendere in giro.”
Blaine lo guardò stranito “Aspetta, quindi anche tu sei gay?”
Kurt sbruffò “sembriamo tanto ‘Caramba gay a sorpresa ’”
Blaine deglutì “Quindi non ti offendi se ti dico che hai un bel sedere?”
Kurt lanciò un piccolo urlo “Oddio, tu sei gay ed io sono nudo dinanzi a te!” corse a prendere i pantaloni del pigiama.
“Sai Hummel” fece con tono vago Blaine “forse non sono sicuro di essere gay, dovrei controllare, magari se ti togli i boxer…”
“Blaine!” fece serio Kurt “fila a lavarti e poi muoviti a dormire
“Ma siamo in luna di miele!” esclamò con ovvietà il moro. Kurt si voltò senza rispondergli.
Quando Blaine uscì dalla doccia vide che Kurt aveva sistemato un cuscino e un paio di coperte sul pavimento.
“E’ la cuccia del nostro cane?” domandò curioso Blaine mente si passava l’asciugamano tra i capelli. Kurt si infilò nel letto matrimoniale, solo, con tutta l’intenzione di rimanere in quello stato.
“E’ il tuo letto. Buonanotte Blaine”  spense la luce e si accomodò sul cuscino. Blaine la riaccese.
“Che cosa?! Io non ci dormo a terra, paghiamo entrambi questo posto. Fammi spazio nel letto”
“Io non dormo con gli sconosciuti”
Kurt spense la luce.
Blaine la riaccese.
“Allora togliti i boxer e conosciamoci così possiamo dormire insieme.”
“Vai a fare questi sogni sul pavimento Blaine”
Kurt spense la luce.
Blaine la riaccese.
“Hummel non scherzare, sono giorni che guido, ho bisogno di riposarmi.”
Kurt sospirò “Okay a patto che resti lontano da me.”
“Non ti violenterò tranquillo”
“No Blaine. Io lo dico per il tuo bene”
Ed era vero, perché Blaine alle 4.00 del mattino stava imprecando in Aramaico antico, perché Kurt aveva scalciato per tutta la notte colpendolo nello stomaco e gli era addirittura arrivata una spallata sotto il mento. Tuttavia riuscì a dormire un paio d’ore tranquillamente e quando si svegliò, capì il perché. Kurt nel letto non c’era.
Si alzò di fretta e uscì fuori per controllare dove fosse e lo trovò al bancone a chiacchierare con il padrone del motel, o almeno solo Kurt stava parlando.
“….e poi c’erano tanti fiori, fiori bianchi e abbiamo ballato tutta la notte ed è stato meraviglioso ed io ho cantato e sa ho la voce da usignolo e tutti mi hanno applaudito perché cantavo per il mio adorat-“
“Che diamine stai combinando?” lo domandò scioccato Blaine. Lo prese per un gomito e lo trascinò con se. Probabilmente l’uomo seduto al bancone gli avrebbe regalato la camera solo per aver portato via Kurt.
“Ma stavo raccontando il nostro matrimonio, volevo che fosse credibile!”
Entrarono in camera e Blaine iniziò a mettere le cose nello zaino e si cambiò in pochi minuti.
“Parlavi di fiori bianchi e canzoni….non dirmi che ci siamo sposati all’aperto”
“Si, in una grande villa con vista sul mare. Ah tranquillo ho raccontato anche come mi hai fatto la dichiarazione”
Blaine sbatté le mani frustato “perfetto, ci farà pagare il doppio!”
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Note: Che dire di questo capitolo...non lo so, è stato ironico?O la mia vena ironica in realtà non esiste proprio?In tal caso non prendete
troppo sul serio questi due pazzi, il viaggio è lungo quindi immaginate cosa combineranno!
Ah mi dispiace non aver risposto alle recensioni precedenti ma le ho lette. Ad ogni prossima recensione (che spero mi farete)vi risponderò!

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


Kurt e Blaine si misero in viaggio con l’intenzione di fermarsi solo per l’ora di pranzo.
Avevano saltato la colazione, anche perché in quel motel non erano nemmeno sicuri che il latte che offriva fosse fresco o probabilmente era scaduto così come tutto quello che dominava quel posto.
Kurt frugò nello zaino e Blaine aveva il terrore che tirasse fuori qualche altra cosa integrale.
Ma la cosa andò peggio.
“Gallette di riso!” esclamò Kurt “non ricordavo di averle messe qui!”
“Oddio sono favolose, passami il pacco” enfatizzò Blaine con finto entusiasmo che Kurt non riuscì ad intuire troppo sopraffatto dal suo. “le adoro”
“Sul serio Blaine?” domandò Kurt passandogli il pacco sorridendo.
“No” fece l’altro gettando il pacco fuori dal finestrino.
Kurt sgranò gli occhi “Blaine se continui a gettare cibo dal finestrino non ci rimarrà nulla”
“E quello lo chiami cibo? Andiamo deve pur esserci qualcosa di sostanzioso qui dentro”
Kurt si arrese e gli passò un pacco di biscotti al cioccolato. Blaine lo aprì con una mano mentre con l’altra guidava e se ne infilò un paio in bocca mentre Kurt lo guardava disgustato.
“Perché li tenevi nascosti?” bofonchiò Blaine mentre masticava rumorosamente.
“Perché sono i miei preferiti e non capisco perché li sto dando ad uno sconosciuto.”
Blaine deglutì prima di parlare.
“Uno: ti sto portando a casa, due:sul serio, sconosciuto?Hummel abbiamo dormito nel letto insieme e ci tengo a sottolineare che è stato un errore gravissimo!”
“Beh ma io ti avevo avvisato”
 
Per un po’ calò il silenzio nell’auto. Non c’era imbarazzo ma volevano soltanto un momento di tranquillità, che non durò molto.
“Allora come mai sei venuto fin qui?” domandò Blaine
“Sono stato con alcuni amici a festeggiare il nostro diploma. Ho deciso di tornare a casa da solo perché….diciamo che non avevo più voglia di stare lì”
“Diciamo pure che non vuoi raccontarmelo ma va bene.”
Kurt lo guardò sott’occhi ma non disse il vero motivo di tanta fretta di tornare a casa.
“Tu invece? Che ci facevi da queste parti?”
Kurt vide Blaine mordersi le labbra un po’ nervoso. Dannate labbra ma perché erano così rosse? Kurt stava quasi per chiedergli se avesse usato qualche lipstick particolare per renderle in quel modo, così…provocanti.
“Sono in giro, mi piace essere sempre in viaggio.” Rispose Blaine senza dare maggiori dettagli.
“Continueremo con la storia del matrimonio per le prossime volte che alloggeremo?” chiese Kurt tornando a fissare Blaine ma notò un particolare.
“Beh solo se ti lim-“
“Oddio….hai delle sopracciglia, così triangolari. Ma sono perfette! Scommetto che a scuola i professori inventavano problemi di geometria su di esse”
Kurt si avvicinò un po’ di più guardandolo a bocca aperta. Blaine fece fatica a tenere gli occhi sulla strada.
Chissà se Kurt fosse sopravvissuto se lo avesse gettato vicino ad un dirupo lungo la strada.
“Hummel smettila di guardare le mie sopracciglia,mi stai mettendo a disagio.”
“No Blaine sono serio, qual è il loro perimetro?”
“Hummel smettila”
“Ma”
“Smettila”
Kurt si rimise a sedere incrociando le braccia al petto. “Kurt” borbottò chiamandosi per nome.
“Scusa?” domandò confuso Blaine.
“Il mio nome è Kurt. Smettila di chiamarmi per cognome. Poi dici che non dovrei considerarti uno sconosciuto, non mi hai chiesto nemmeno come mi chiamo” si lamentò il ragazzo sembrando realmente offeso. Questo Blaine non se lo sarebbe aspettato.
“M-mi dispiace”
“Lascia perdere”
 
Finalmente venne l’ora di pranzo e trovarono una tavola calda su un’autostrada piuttosto soleggiata.
Blaine ordinò di tutto, anche quello che probabilmente non avrebbe mangiato ma lo avrebbe portato con se e Kurt anche sul punto di morte, non lo avrebbe assaggiato. Lui aveva le sue gallette. No aspetta, quelle erano su una strada ormai persa.
“Finalmente cibo” esclamò Blaine addentandosi su un panino. Anche Kurt ne aveva preso uno con insalata e pollo anche se il desiderio di un buon piatto di pasta al forno preparato da Carole era un utopia in quel momento.
“Mangia piano o avrai mal di stomaco” lo ammonì Kurt mentre Blaine beveva con ancora con la bocca piena.
“Uff odio mangiare così poco salutare, dopo non so come smaltire questo panino visto che passiamo giorni interi tra auto e letto di squallidi motel.”
“Io direi” Blaine si pulì le labbra “che c’è un modo per, come dire…smaltire il tuo grazioso panino”
“Come?”
“Io sono gay…tu sei gay….basta chiudere gli occhi nello squallido motel e poi il tuo caro Blaine ci penserà a farti smaltire tutti i panini che vuoi, in queste cose sono un leone”
Kurt era leggermente arrossito e non tanto per le cose dette da Blaine ma perché la cameriera era lì immobile con il conto alla mano che aveva ascoltato tutto.
Quando Blaine se ne accorse mostrò un enorme sorriso. “Parlavo di jogging, trekking non si faccia strani film” si giustificò alla cameriera che lo guardò con occhi adirati.
“Si prega di lasciare la mancia Simba”
Kurt scoppiò a ridere tenendosi le mani sullo stomaco mentre Blaine pagò per entrambi il pranzo.
 
Dopo circa un’ora, Kurt cominciò a lamentarsi.
“Devo fare pipì”
“Kurt non sei andato in bagno quando siamo stati alla tavola calda?” domandò un po’ seccato Blaine.
“Si, ma poi tu mi hai fatto ridere e ho bisogno di andare in bagno”
“Beh tienitela perché chissà quanto ci fermeremo”
“Ma io ho bisogno di fare pipì Blaine”
Il moro sbruffò. Allungò una mano sotto al sedile e prese una bottiglia di plastica vuota.
“Tieni falla qui, non hai tutti quei problemi come le ragazze”
Kurt lo guardò sbigottito
“Non farò mai pipì qui dentro”
“Oddio Kurt sembri un bambino, la smetti di dire pipì?Non puoi dire che ne so ho dei bisogni? Devo urinare?”
“Parla quello che voleva guardare il porno gay alle 2.00 di notte. E comunque devo fare pipì”
Blaine accostò l’auto e fece scendere Kurt.
“Non guardare”
“Kurt sei di spalle anche se guardassi non potrei vedere nulla” poi aggiunse “purtroppo”
“Si ma non mi esce se so che mi guardi”
Per tutti i papillon del mondo, ma questo come gli era capitato tra le mani? Avrebbero dovuto creare un premio Nobel per sopportazione fino allo sfinimento e poi lo avrebbero dovuto premiare.
Dopo che Kurt fece i suoi bisogni, Blaine decise di lasciarlo guidare. Erano giorni che era al volante e riposarsi un paio d’ore non sarebbe stato affatto male.
“Allora, fingeremo la storia che siamo sposati?” domandò di nuovo Kurt riprendendo il vecchio argomento.
“Solo se la smetti di descrivere il nostro matrimonio” bofonchiò Blaine che teneva gli occhi chiusi per la stanchezza.
“Andiamo Blaine è divertente!”
Il moro decise di arrendersi, era inutile iniziare una battaglia con quello lì
“Okay come vuoi”
“Perfetto. Dirò che Elton John è venuto a suonare per noi!” esclamò Kurt con entusiasmo.
“Allora anche Katy Perry” aggiunse Blaine.
“Blaine sul serio? Katy Perry? Sta appena divorziando con il marito, non credo che venga a cantare ai matrimoni.”
“Certo, perché Elton John si è preso la briga di venire a cantare per noi”
“Si, perché tuo padre: uomo di tanta ricchezza,lo ha chiamato e gli ha spiegato la faccenda e avendo in passato aiutato un parente di Elton John in una causa in tribunale, perché tuo padre è avvocato, lui si è reso disponibile per noi”
Blaine non poteva credere che il ragazzo stesse parlando sul serio e aveva anche paura di chiederglielo.
“Hummel, per caso…ti fumi gli arcobaleni? No perché non credo che tu stia sul serio descrivendo nei minimi dettagli qualcosa che non esiste”
“Mi piace organizzare i matrimoni, un paio di anni fa ho organizzato quello di mio padre e della sua nuova moglie”
Blaine non rispose e quando Kurt si voltò per capire il perché, notò che si era addormentato.
 
Si fece sera e quando Blaine si svegliò, non poté far a meno di lanciare un urlo. Kurt lo stava fissando dritto in volto con aria incuriosita.
“K-Kurt m-mi stai terrorizzando che c’è”
“Shh” fece Kurt senza distogliere lo sguardo dal volto di Blaine. “Sto cercando di capire se puoi allevare piccoli pulcini sulle sopracciglia, sono così folte”
Blaine sbruffò “Andiamo quando la smetterai?”
Kurt rise “Sto scherzando. Siamo fermi perché non so più dove andare ma non volevo svegliarti sembrava un pulcino addormentato”
“La storia dei pulcini andrà avanti a lungo non è vero?” domandò Blaine conoscendo già la risposta.
“Può darsi” rispose Kurt con un ghigno divertito
 
Si trovarono in un paesino e Blaine era certo che la strada fosse giusta.
“Oh guarda, qui c’è gente normale” Fece notare Blaine.
“Che intendi dire?Sei tu l’anormale con quelle sopracciglia”
“E tu che viaggi con gallette di riso per giorni?”
“Okay Blaine” fece Kurt voltandosi verso di lui. “facciamo una tregua. Smettiamola di prenderci in giro per…per… Oh non ci riesco a guardarti in volto con quelle cose sulla fronte” Kurt tornò a ridere. Blaine cercò di non far notare il nervosismo e cercò di trovare un modo per abbandonare Kurt da qualche parte e scappare via. L’unica motivo per cui Kurt era ancora in macchina con Blaine era perché era gay e aveva un bel sedere.
“Kurt abbassa il finestrino e chiedi informazioni a questi passanti per un motel.”
Kurt seguì l’ordine attirando l’attenzione di due ragazze che camminavano lungo la strada.
“Buonasera dolce fanciulle vi vorremmo chiedere un’informazione.” Le due ragazze si fermarono sorridendo a Kurt.
“Io e sopracciglio barbuto stiamo cercando un motel per sostare questa notte”
“C’è un motel a pochi metri da qui, vedete” fece una delle due allungando un braccio per indicare il posto.
“E proprio vicino al locale dove stiamo andando noi. Potete posare le vostre cose e farci un salto. Tu e il tuo amico con il sop-“
Blaine la interruppe. Okay che Kurt avesse un bel sedere e lo lasciava prendere in giro, ma le ragazze no diamine!
“Sei stata gentile grazie” Blaine chiuse in finestrino sotto lo sguardo infastidito di Kurt.
“Sei stato poco cortese”
“Oh mi farò perdonare appena andremo nel locale”
“Nel locale? Blaine io voglio riposare.”
“Ed io mi voglio divertire. Tu verrai con me”

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Note: Non ho molto da dire su questo capitolo, a parte che questi due sono sempre più idioti xD Beh nel prossimo capitolo vanno nel locale, nel locale si beve e ci si ubriaca e quindi cerchiamo di immaginarci questi due ubriachi cosa combineranno.
Spero che la storia vi stia piacendo e sopratutto spero di non deludervi.

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***


Dopo aver posato le borse nella camera del motel,apparentemente migliore di quello precedente, Blaine aveva trascinato, nel vero senso della parola, Kurt, con se nel locale.
Si sedettero al bancone mentre Blaine ordinava per entrambi due alcolici giustificandosi che avevano bisogno di svagare un po’ la mente per questo viaggio stressante.
“Devo ammettere che è carino questo locale, poi c’è molta gente” disse Kurt sorseggiando il drink.
“Te l’avevo detto io. Barman passaci altri due drink”
Al quinto bicchiere entrambi i ragazzi erano piuttosto sbronzi. Blaine aveva fatto mettere “un po’ di tutto” nei loro bicchieri, dicendo che non avrebbero dovuto guidare e che quindi potevano concedersi qualche bicchierino di più.
“…ed io ero veramente innamorato di lui mi capisci Blaine? O almeno credevo di essere innamorato di lui, ora non ricordo nemmeno come si chiama.”
Kurt aveva la testa poggiata sul bancone mentre Blaine apparentemente lo ascoltava guardandosi intorno.
“Aspetta non mi ricordo di cosa stavamo parlando. Eri innamorato di chi? Hello Kitty? E cos’è la storia di Jim?”
“Finn. Blaine. Ho detto Finn e lascia perdere perché neanche io ricordo cosa stavo dicendo”
Blaine continuò a guardarsi intorno mentre la gente ballava in mezzo alla pista, poi adocchiò qualcosa o meglio qualcuno.
“Kurt!” lo chiamò dandogli uno schiaffetto sulla schiena e l’altro fu costretto ad alzare la testa.
“Guarda, ci sono le ragazze che ci hanno indicato la strada. Ci stanno fissando e credo pure da un po’”
Kurt si voltò e Blaine aveva ragione: le due ragazze li stavano fissando con sguardi peccaminosi.
“Oddio, immagina la delusione se sapessero che siamo gay” disse Kurt mentre prendeva un altro sorso dal suo bicchiere. O quello di Blaine. O quello del tizio seduto accanto a loro.
Improvvisamente sul volto del moro si formò un sorriso stile Stregatto o meglio Joker il nemico di Batman.
“Kurt se faccio una cosa prometti di non urlare come una checca isterica?”
Blaine si voltò verso l’amico per guardarlo negli occhi.
“Cosa?”
“Tu…non urlare. Ci divertiamo”
Blaine tolse il bicchiere dalle mani di Kurt mentre si avvicinava sempre di più a lui e più si avvicinava più buttava lo sguardo verso le due ragazze che li stavano fissando. Prese il volto di Kurt tra le mani e cominciò a baciargli il labbro inferiore prima con delicatezza e poi con più decisione.
Kurt per un istante trattenne il respiro ma poi si lasciò andare avvicinandosi di più a Blaine.
Mentre si baciavano Blaine buttò un altro occhio alle ragazze che sembravano piuttosto deluse: le loro bocche aperte per la sorpresa la diceva lunga.
Quando Blaine si staccò, vide che le due ragazze si erano alzate per andare chissà dove.
“Lo sapevo che ci sarebbero rimaste di-” non riuscì a finire la frase che Kurt lo aveva preso per il colletto della camicia e lo aveva cominciato a baciare.
Insieme andarono a ballare nella pista non curandosi degli occhi della gente che li circondava mente loro continuavano a pomiciare ballando e bevendo contemporaneamente.
“VIENI BLAINE” gli urlò Kurt tirandolo vicino al bancone. Prese il suo bicchiere contornato di ciliegine e se ne mise una tra i denti. Blaine capì che intendesse l’amico e si avvicinò prendendo la ciliegina dalla bocca di Kurt per poi completare tutto con un altro bacio.
Improvvisamente Kurt salì sul bancone del locale, non curandosi del reclamo del barista che gli diceva di scendere, e allargò le braccia.
“Sto volando Jack. Sto volando!”
Blaine, che apparentemente reggeva di più l’alcol, rispetto a Kurt, non poté far a meno di ridere per poi cercare di convincerlo a scendere.
Quando Kurt saltò giù dal bancone si aggrappò al collo di Blaine.
“Dimmi che non hai la vagina. Se è così, portami subito in camera!”
 
Aprirono la porta della loro stanza con forza mentre le loro mani strusciavano per i loro corpi sudati.
“Non dovremmo conoscerci meglio prima di andare avanti?” fece Kurt mentre baciava Blaine che intanto cercava di togliersi la camicia di dosso e anche quella di Kurt.
“Certo dimmi tutto quello che vuoi. Hai dieci secondi, il tempo di toglierti i vestiti.”
“Allora” fece Kurt mentre si sbottonava i pantaloni. “Ho frequentato il McKinley di Lima e ho già avuto ragazzi in passato. Frequentavo il glee club e abbiamo vinto le nazionali dopo tre volte che ci abbiamo provato”
“Oh credimi tutto questo è fondamentale per farmi mettere le mani sul tuo sedere”
Entrambi risero e mentre Blaine scendeva a baciargli il collo, Kurt continuò “adoro cucinare, le creme per il corpo e i Musical”
“Fantastici i musical” borbottò Blaine poco interessato mentre gli toglieva la t-shirt bianca. Kurt fece lo stesso, poi venne sbattuto sul letto di schiena. Erano entrambi in boxer che si fissavano.
“Hai da dirmi qualcos’altro prima che continui?” domandò Blaine sperando di zittire il ragazzo.
Kurt parve pensarci qualche secondo.
“Si devo dirti una barzelletta”
Se qualcuno avrebbe potuto descrivere lo sguardo di Blaine in quel momento lo avrebbe definito come uno di quei tipici cartoni animati che dallo stupore gli cadono gli occhi dalle orbite e la mascella crolla a terra.
Kurt intanto continuava a ridere, probabilmente pensando alla barzelletta e rideva da solo, in più l’alcol lo stava aiutando parecchio.
“C’è…c’è un pazzo in un manicomio…” iniziò Kurt mentre Blaine, che era già posizionato tra le sue gambe, dovette accovacciarsi per ascoltarlo o probabilmente non avrebbe ottenuto nulla.
“….questo pazzo” fece una pausa.
“Continua Kurt, fai presto maledizione!” certo tenere un ragazzo coperto da solo un paio di boxer, davanti a lui, per Blaine non era salutare.
“L’ho dimenticata!” fece Kurt ridendo mettendosi le mani sul volto. Allora Blaine si accovacciò e tornò a baciarlo. Prima sulle labbra poi gli torturò un orecchio con i denti fino a scendere ai suoi capezzoli, poi Kurt urlò.
Blaine fece un passo indietro impaurito.
“Ti ho fatto male?”
“NO. ORA LA RICORDO!” Esclamò felice Kurt “il pazzo nel manicomio inizia a fare un cerchio sul pavimento e comincia a saltarci dentro”
Blaine avrebbe voluto prendersi a schiaffi. In realtà avrebbe voluto prendere a schiaffi anche Kurt.
“e il medico va e dice: cosa sta facendo. Tieniti forte Blaine eh”
Blaine cominciò a riflettere nella sua mente: Blaine è un bravo ragazzo, ora siete ubriachi, sta tranquillo, è docile e tu ora riderai a questa battuta o il ragazzo con questi occhi meravigliosi e il sedere da esplorare non si lascerà andare.
“il pazzo dice: faccio un salto in centro, le serve qualcosa?”
No. Questo era veramente troppo.
Troppo.
Più del dovuto.
Fuori misura.
Blaine fece un sospiro e poi cominciò a ridere ma la cosa che più lo sorprendeva e che Kurt rideva come un forsennato della sua stessa barzelletta.
“E’ stata spassosa Hummel, ora si continua” Blaine tornò a baciarlo lentamente sul petto mentre Kurt borbottava qualcosa e passava le mani nei capelli ricci e scuri di Blaine. Quando quest’ultimo si spostò con la bocca sui fianchi e con le mani cercò di togliere i boxer di Kurt, lui iniziò a ridere. Di nuovo.
Blaine si chiedeva se avesse mai avuto un crollo psicologico durante un rapporto sessuale. Apparentemente stava per averne uno per la prima volta.
“Che hai ora Hummel?” domandò seccato
“I fianchi, mi fai il solletico” poi continuò “e sto ripensando alla barzelletta di prima”
Blaine cercò di non considerarlo e quando le sue mani finalmente erano posate su quei boxer che non vedeva l’ora ti togliere, Kurt gli bloccò le mani.
“Devo vomitare”
Corse verso il bagno e si chiuse dentro sbattendo la porta.
Blaine cadde sconfitto sul letto. Ma perché era così complicato quel ragazzo? Rimase ad aspettarlo per un po’, ad un certo punto Blaine era convinto che fosse morto. Con Kurt non si poteva mai sapere.
Bussò una volta, due, ma Kurt non apriva, così decise di farlo lui.
Lo trovò seduto che abbracciava il water con gli occhi chiusi.
“Che fai Kurt?”
Blaine provò a spostarlo per i fianchi e Kurt si lasciò tirare “Scusami credevo fossi tu”
Se Kurt avrebbe visto l’alzarsi delle sopracciglia di Blaine, sicuramente lo avrebbe preso in giro per giorni, anzi per tutta la vita.
“Mi hai scambiato per il water?” chiese sbigottito Blaine e da quel momento aveva imparato una nuova lezione: non far bere Kurt Hummel.
“Uh, si credo di si”
Kurt si fece adagiare sul letto e Blaine lo coprì con le lenzuola e poi si stese accanto a lui. Avrebbe voluto dormire sul pavimento ma aveva freddo e la voglia di vestirsi era poca.
“Sai Tayler” borbottò Kurt dal sonno “davvero ero innamorato di te”
Blaine lo fissò per qualche istante. No probabilmente ora Kurt non stava delirando ma stava pensando ad un suo brutto ricordo. Istintivamente Blaine gli accarezzò il volto e i capelli. Gli lasciò un bacio sulla fronte e si addormentò.
 
Il mattino seguente non ci fu sveglia peggiore per Blaine che quella di essere preso a calci e buttato sul pavimento, arrotolato tra le lenzuola con Kurt che urlava come una gallina.
“Non dirmi che abbiamo fatto sesso? No dimmelo, lo abbiamo fatto?No aspetta non dirmelo”
Blaine si toccò il capo cercando il punto in cui aveva preso la botta e poi si alzò poggiandosi con le braccia sul letto.
“Buongiorno anche a te, Kurt. Si ho dormito bene grazie per avermelo chiesto.”
Kurt saltò dal letto cercando invano i suoi pantaloni.
“Dove sono?!”
“chi?”
“I miei pantaloni e i tuoi. Perché abbiamo fatto sesso maledizione”
Blaine pensò di divertirsi, giusto per vendetta. Si alzò arrotolandosi di nuovo nelle lenzuola e si mise sul letto.
“Kurt non credevo fossi così forte a letto, sono sorpreso lo devo ammettere. Continuavi ad urlarmi ho ti prego Blaine, di più, di più, fammi male, sono tuo”
Blaine fece una strana vocina accompagnata da alcuni gridolini, Kurt scappò in bagno.
“Devo vomitare”
“Vomitare? Stanotte non la pensavi così”
 
Kurt uscì circa un’ora dopo dal bagno. Blaine gli fece trovare la colazione.
“Ho controllato, è buona. Niente di scaduto”
Kurt lo guardò dubbioso “è la colazione post-sesso? Senti Blaine a me disp-“
Blaine lo interruppe. Infondo si era divertito abbastanza.
“Calmati Kurt. Siediti. Non è successo nulla te lo giuro. Non abbiamo fatto niente di niente. Beh a parte il tuo piccolo spogliarello nella pista da ballo, ma ti ho fermato in tempo anche perché probabilmente ci avrebbero arrestato.”
Kurt sbruffò sedendosi sul letto.
“Posso chiederti una cosa Kurt?”
Il ragazzo lo fissò infilandosi un croissant in bocca annuendo.
“Chi è Tayler?”
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Note: okay non ho praticamente nulla da dire, solo....fatemi sapere che ne pensate!
Ah Beh se qualcuno è interessato a chiedermi qualcosa che non può fare qui su EFP oppure informarsi sugli aggiornamenti, può passare qui
in pagina:
http://www.facebook.com/pages/Klaineinlove-EFP-fanfiction/243771392359609

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Capitolo 5
*** Capitolo 5 ***


“Chi è Tayler?” domandò Blaine.
“Chi è Tayler?” ripeté Kurt.
“Su Kurt non fare lo stupido, dimmelo” lo incoraggiò il ragazzo ancora avvolto nelle lenzuola.
“Non so di cosa stai parlando Blaine e questi croissant fanno pena” Kurt gettò la sua colazione sul piccolo vassoio piuttosto frustato. Si alzò per allontanarsi ma Blaine lo bloccò per un polso. Si guardarono dritto negli occhi.
“Sono serio Kurt!” disse in tono deciso Blaine.
“Anche io sono serio Blaine, quando dico che tu e la figlia di Madonna dovreste trovare un buon estetista per le vostre sopracciglia” Kurt sgusciò via dalla presa di Blaine e si chiuse in bagno.
“Hai detto che lo amavi!” esclamò Blaine dall’altro lato della porta “quando ieri ti sei addormentato, hai detto di essere innamorato di lui”
Ci fu qualche minuto di silenzio, poi Kurt aprì la porta e lentamente si sedette accanto a Blaine.
Sospirò.
“l’ho conosciuto quest’anno. Ecco perché ho fatto questa vacanza assurda mettendomi contro mio padre. E’ sempre stato un ragazzo gentile con me. Sii da quando ci siamo conosciuti. E’ stato mio fratello Finn a presentarmelo, mi disse che era gay è visto che io non uscivo mai con nessuno forse chiacchierare con qualcuno che mi capisse in certe situazioni era utile.” Si prese una pausa, senza guardare Blaine, senza nemmeno capire che espressione avesse o cosa stesse pensando.
“Stavamo sempre insieme, ed era bello. Lui mi dava tanti consigli mi abbracciava sempre e diceva che io ero il suo tesoro” disse l’ultima parola smorzando un sorriso triste.
“Poi mi disse che dopo il diploma potevamo venire tutti in Ontario a festeggiare la fine della scuola, lui abita qui.”  Fece un’altra pausa.
“E adesso viene la parte dura vero?” gli disse Blaine notando la lunga pausa dell’altro.
“Sono venuto qui, ero deciso a dirgli che ero innamorato di lui e che ormai libero dalle scuole superiori ero molto più indipendente….E’ fidanzato. Sono arrivato a casa sua e c’era il fidanzato, no ma la cosa bella e che sono fidanzati da due anni ma lui non mi ha mai accennato nulla e quindi io sono partito con i miei film mentali”
Questa volta fu Blaine a rimanere in silenzio, poi cercò di consolarlo.
“Mi dispiace”
“Ah non è vero, sei solo uno stronzo che ha cercato di portarmi a letto mentre ero ubriaco”
Blaine rise “non è vero, sei tu che mi hai dato la ciliegina”
Kurt si voltò sconvolto “quale ciliegina?”
Blaine boccheggiò qualche istante prima di rispondere “mi hai dato la ciliegina che stavi mangiando e poi mi hai chiesto se avevo la vagina”
“TI HO CHIESTO COSA?” Urlò Kurt sobbalzando dal letto.
“Kurt calmati. Ormai è passato, come vedi stiamo avendo una normale conversazione tra amici gay in boxer. Se ci pensi possiamo trovare un altro lato in questa storia, basta che non comprendono le barzellette”
Kurt fece un lungo sospiro “Okay credo che andrò a vestirmi e poi dritto a suicidarmi”
Blaine rise prendendo con una mano il resto del croissant che Kurt aveva lanciato e se lo infilò in bocca.
 
Uscirono dalla stanza intorno alle 13.00, non si erano resi conto di quanto tempo avessero dormito a causa della sbornia precedente, così decisero di rimanere lì per il pranzo per poi continuare il viaggio.
Quando Blaine uscì dalla camera, trovò Kurt chiacchierare su un piccolo divano del motel, con un ragazzo. Pensò al peggio, che stesse raccontando il loro matrimonio ma invece era l’altro tipo a parlare e Kurt sembrava pendere dalle sue labbra.
“Salve” disse Blaine cercando di attirare l’attenzione, ma nessuno dei due gliela diede.
Così tossì “Ho detto…salve”
“Oh Blaine sei arrivato!” esclamò Kurt ancora con le lacrime agli occhi per le lunghe risate.
“Questo è Jonathan. Jonathan lui è tappo di sughero…ehm volevo dire Blaine!”
Il nominato fece una smorfia “Ah ah, divertente Hummel” ironizzò con un broncio, poi strinse la mano dell’altro ragazzo.
“Piacere”
“Hai una faccia familiare lo sai Blaine?” disse il ragazzo squadrandolo. Blaine si incupì
“Forse perché il mio viso è simile a quello dei fotomodelli” scherzò il ragazzo.
“O ai nani da giardino” ribatté Kurt
“Sei divertente come una spina nel sedere Hummel” Blaine parve innervosirsi
“Sono sicuro che ci troveresti un lato positivo in una spina nel sedere Blaine!”
Il moro arreso alzò le braccia al cielo.
“Vado a farmi un giro”
 
Blaine passò circa un’ora, da solo gironzolando per le strade del paese e quando il suo stomaco cominciò a farsi sentire, decise di ritornare indietro. Vicino all’auto con le braccia incrociate al petto, c’era Kurt.
“Come mai non ti va più a genio la mia ironia?” Questa volta Kurt sembrava essere serio.
Blaine scrollò le spalle “dopo un po’ stanchi, lo sai Hummel? Sei…sei divertente con le tue battutine e okay hai un sedere da urlo ma ad un certo punto con tutte queste frecciatine su come sono fatto, sui miei vestiti, sopracciglia o la mia altezza, mi stufi. Forse capisco perché quel Tayler non era innamorato di te. Chi si innamorerebbe di te che infastidisci ogni secondo! Sai che ti dico: ho sbagliato a portarti con me, dovevo lasciarti in quell’autog-…Kurt?” Blaine si interruppe quando vide che dagli occhi limpidi di Kurt scendevano delle lacrime.
“Tu non puoi giudicare la mia storia con Tayler, non hai nessun diritto. Ed io sono stato uno stupido a raccontartela” Aprì lo sportello dell’auto e prese uno dei suoi zainetti,
“Che fai?” domandò Blaine cercando di allungare l’occhio per non avvicinarsi a Kurt.
“Me ne vado. Nessuno ti ha costretto a darmi un passaggio. Sono carino e ho un sedere da favola come hai detto tu, non ci metterò molto a trovare qualcun altro che mi accompagni in Ohio. Addio Blaine”
Kurt si mise lo zainetto sulle spalle e si allontanò
“Aspetta Kurt!” non appena Blaine cercò di raggiungerlo, l’altro cominciò a correre.
Blaine tornò nella camera del motel, incavolato. Ma che motivo aveva di arrabbiarsi? Quel ragazzo era un semplice sconosciuto a cui stava dando un passaggio.
Eppure quell’ansia di sapere dove fosse finito, era troppa. Uscì fuori e chiese alle persone che soggiornavano in quel motel se lo avessero visto. Andiamo, era impossibile non notare Kurt Hummel, solo per come urlava e per come si vestiva, anche un ceco avrebbe saputo indicare la sua direzione. Ma invece no, nessuno. Nemmeno quel Jonathan con cui aveva chiacchierato la mattina sembrava lo avesse visto. Blaine si incavolò ancora di più quando il suddetto ragazzo disse di essersi ricordato di lui per le sopracciglia che Kurt gli aveva spiegato attentamente tutta la mattinata.
Bene un altro motivo per non andarlo a cercare. Ma invece Blaine continuò ad andare in giro per tutto il paesino.
 
Si fece sera e Blaine era fortemente convinto che ormai Kurt avesse trovato un passaggio per tornare a casa. Dispiaciuto e con i sensi di colpa per quello che gli aveva detto, tornò in camera e se lo trovò seduto a letto.
“Kurt! Sei tornato!” il tono felice che usò Blaine, sorprese un po’ Kurt, che però aveva la testa abbassata per non guardalo in faccia.
“Che ti è successo?” domandò Blaine vedendo una macchia di sangue su un ginocchio.
“Sono caduto” rispose Kurt con il tono di un bambino dispiaciuto.
Blaine si avvicinò e si sedette accanto a lui.
“Perché non mi fai vedere? Mi faccio dare il kit medico dal motel”
Kurt non rispose ma tirò su con il naso. Blaine capì che doveva scusarsi.
“Mi dispiace, non avrei dovuto dire quelle cose, hai ragione non ho nessun diritto. E se vuoi continuare il viaggio con me io ne sarei felice, e per punizione accetto tutte le tue battutacce sulle mie sopracciglia”
Dalla testa calata di Kurt, riuscì a sentire una piccola risata.
“Allora non ti offendi se dico che nonostante sei un hobbit d’altezza hai dei piedi mostruosamente lunghi?”
Nonostante la battuta, Kurt stava piangendo, Blaine poteva sentirlo. Così gli alzò il volto.
“Dimmi che è successo”
Kurt si riprese un istante. “E’ STATO ORRIBILE! Ho camminato per un po’ e quando ho fatto l’autostop si è fermata una donna anziana. Le ho detto che andavo a Lima e lei mi ha fatto salire in macchina.  Ho provato ad essere gentile con lei. Ma…ad un certo punto ha iniziato a farmi il piedino. Il piedino Blaine”
L’altro ragazzo subito lo interruppe “aspetta come poteva farti il piedino se guidava?”
Kurt lo guardò con un sopracciglio alzato “E’ questo che ti interessa? Stavo per essere violentato da una nonnina!”
Blaine trattenne la risata, ma l’immagine nella sua mente di Kurt e la nonnina sembrava abbastanza divertente.
“Sono scappato via. Ho iniziato a correre e sono caduto”
Blaine si alzò dal letto.
“Togliti i pantaloni, niente cosacce lo giuro, vado a prendere il kit medico”
 
Blaine tornò poco dopo con una bottiglietta e delle fascette. Si sistemò ai piedi di Kurt e gli fasciò il ginocchio.
“Non è niente di grave, qualche graffietto” sentenziò non appena finì di sistemare la benda. Poi gli diede un leggero bacio sopra.
“Ecco. Mia madre diceva sempre che i baci curano molto di più” Kurt rise e si infilò il pigiama e si sistemò nel letto. Blaine lo seguì e gli avvolse le braccia intorno ai fianchi.
“Che diavolo stai facendo?” domandò Kurt voltandosi con la testa per guardarlo.
“Mia madre mi coccolava pure, dopo essermi fatto male”
Kurt scosse la testa e poi la voltò per appoggiarla sul cuscino.
“Su sfogati, di tutto quello che ti passa per la mente, è terapeutico. Mia madre è psicologa e lei ha sempre cercato di aprirmi il cervello, sii da quando ero piccolo. Questo era frustrante perché ero sempre stato un angioletto e lei si preoccupava perché diceva che i bambini a quell’età erano delle piccole pesti. Poi sono cresciuto e ho cominciato a fare le marachelle scolastiche e lei diceva che-“
“BLAINE” Kurt lo interruppe bruscamente.
“Che c’è?” domandò l’altro sorpreso.
“Non dovevo essere io a sfogarmi? No perché se devi raccontarmi tutta la tua vita allora mi addormento”
“Okay, okay mi arrendo. Parla pure, io ti ascolto. Anche mia madre mi ascoltava sempre, o faceva finta non so. Era anche una brava attrice” Blaine guardò di nuovo l’espressione torva di Kurt.
“scusa. Parla pure”
Kurt rise “Non scusarti, infondo sei più divertente delle mie battute.” Sospirò “Non ridere Blaine ma…mi abbracceresti per tutta la notte?”
Blaine non poteva vedere il viso arrossato di Kurt e pensò anche a qualche battutina divertente da dirgli, ma decise di tenersela e abbracciò Kurt ancora più stretto a se.

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Capitolo 6
*** capitolo 6 ***


Kurt si svegliò il mattino successivo con la vibrazione del suo cellulare. Stiracchiò le braccia e ne allungò uno per prendere il cellulare. Vide che era suo padre ma decise di non rispondere: doveva assimilare prima una buona scusa per dirgli che stava tornando a casa e poi doveva cercare di non fargli venire un altro infarto mentre gli spiegava che era con uno sconosciuto.
Con uno sconosciuto che era nel letto con lui.
Con uno sconosciuto che teneva una mano in mezzo alle sue gambe.
“Blaine che fai! Togli questa mano!” gli urlò Kurt spostandolo bruscamente. L’altro ragazzo spostò la mano intorno alla su vita e strinse Kurt più vicino a se.
“Scusami ho sentito che eri sveglio e volevo testare se tutte le parti del tuo corpo fossero attive. Mi preoccupo lo sai, dopo la botta al ginocchio” borbottò Blaine con nonchalance e ancora gli occhi chiusi.
Kurt alzò un sopracciglio sconcertato “tu per vedere se il mio ginocchio sta bene infili una mano tra le mie gambe?”
Blaine fece finta di pensarci “ehm…si”
“Bene con questo mi hai dato l’OK per tornare a prenderti in giro. Quindi ottavo nano alzati  vestiamoci che dobbiamo metterci alla guida.”
 
Kurt richiamò suo padre ma non ebbe il coraggio di dirgli che stava tornando a casa, così finse che era ancora in Ontario a divertirsi, a casa avrebbe spiegato tutto. Si misero in macchina e fu Blaine a prendere la guida mentre Kurt era seduto con un giornale tra le mani che aveva comprato poco prima di partire.
“Sai dicono che chi è alto più di 1.70 ha un quoziente intellettivo molto più sviluppato” fece Kurt fingendo di leggere sul giornale.
“Allora non abbiamo problemi, io sono più alto di 1.70”
Kurt lo guardò torvo.
“Blaine le bugie hanno le gambe corte lo sai? E secondo me tu ne hai dette parecchie in vita tua”
“farò finta di non averti sentito”
 
Continuarono a guidare per ore, alternandosi ogni volta che qualcuno cominciasse a sentire la stanchezza o avesse qualche bisogno particolare. Non ci furono troppi chiacchiericci c’era solo la musica alla radio a tenerli compagnia.
Radio:TgFlash. E’ passato ormai più di un anno da quando si cerca Anderson B-“
“Stupida radio, volevo ascoltare la musica non i Tg” disse Blaine con un filo di irritazione dopo aver spento la radio con velocità.
“Scusa tanto se il mondo vuole metterti al corrente di quello che succede intorno a te.” Gli rispose Kurt che si era appisolato sul sedile tenendo le braccia strette al grembo. Blaine fece una smorfia ma non rispose.
“OH MIA DEA FERMA!” Urlò improvvisamente Kurt e dalla paura Blaine fece una frenata brusca con il cuore che gli batteva violentemente.
“Kurt, stai bene? Ti senti male?” gli chiese impaurito mentre Kurt teneva la testa fuori dal finestrino.
“C’è un micio!”
“C-Cosa?” Blaine finse e sperò di non aver capito bene.
“Dall’altro lato della strada, c’è un micio guarda”
Beh Kurt doveva avere un’ottima vista perché Blaine vedeva solo un coso nero che sembrava un sacchetto della spazzatura.
“Dobbiamo prenderlo assolutamente!”
“Scordatelo Kurt” Blaine provò a mettere in moto l’auto ma Kurt corse fuori attraversando la strada, prese il gatto e lo portò dentro in macchina con se.
“Guardalo quanto è bello!”
Blaine lo guardò disgustato
“Kurt, sul serio? Fa schifo, avrà le pulci ed è nero. Io non sono razzista ma ho sentito dire che i gatti neri portano sfiga”
Kurt come tutta risposta gli fece la linguaccia troppo impegnato a coccolare il micio che sembrava fare le fusa tra le sue braccia.
“Lo chiamerò palla di pelo nera.” Blaine era convinto dell’intelligenza di Kurt,andiamo gli aveva detto che era uscito con il massimo dei voti dalla sua scuola.
“Kurt non imparerà mai il suo nome così” fece con tono tranquillo Blaine mentre tornava a guidare.
“Nerino?” propose Kurt? “non so nemmeno se è maschio o femmina. Appena troverò un veterinario gli farò fare una controllata e in più noi dichiareremo che siamo i suoi genitori”
“TU, dichiarerai che sei il suo genitore, io sono quello che ha rischiato l’infarto per il tuo urlo. Guarda mi sto affezionando a te Kurt ecco perché ti tengo ancora qui in auto con me”
Kurt sorrise mentre guardava il suo nuovo amichetto poi si allungò verso Blaine e gli porse un bacio sulla guancia. Blaine gelò in un istante.
“Grazie Blaine”
 
Dopo aver mangiato e passato circa un’ora in un bagno di un autogrill per pulire il gatto, Blaine si era disteso nei sedili posteriori per una dormita mentre Kurt guidava.
Il piccolo Nemo(chiamato così da Kurt dicendo che aveva il labbro a forma di pesciolino, cosa che Blaine gli aveva spiegato che era praticamente impossibile che il gatto assomigliasse ad un pesce, ma Kurt non aveva voluto sentire altre ragioni) si era sistemato anche lui dietro con Blaine.
“Oh…Kurt, uh cavolo”
Il nominato alzò un sopracciglio e decise di guardare dallo specchietto: Blaine lo stava chiamando in modo seducente. Poi vide il piccolo micio leccare la faccia del moro e gli scappò una risatina.
“Kurt oddio perché mi lecchi?Dammi un bacio ti prego”
Kurt sghignazzò sottovoce evitando di svegliare Blaine che veniva leccato da Nemo.
“Oh si…il collo, oddio Kurt”
Kurt guidò tranquillamente mentre aspettava il momento per far scoppiare la sua risata.
Quel momento arrivò.
Blaine aprì gli occhi e iniziò ad urlare dimenandosi nell’auto.
“Che schifo, questo topo mi leccava, oddio che orrore! Ma come hai potuto permettergli di farmi fare una cosa del genere?”
“Andiamo non sbraitare Blaine, dopotutto ti piaceva”
 
La sera cominciò a piovere e Blaine sulla strada propose di fermarsi ad un McDonald. Kurt si era lamentato dicendo che lui e Nemo ci tenevano alla loro linea e che in questi fastfood anche le posate erano fritte.
In tutta risposta Blaine se lo trascinò per un orecchio fino ad arrivare alla cassa.
“Mi scusi signore l’animale non può stare qui” disse la cassiera rivolgendosi a Kurt. Quest’ultimo per tutta risposta si voltò verso Blaine “Okay Blaine aspettaci fuori, io e Nemo prendiamo da mangiare e veniamo da te tranquillo”
Blaine si sarebbe dovuto offendere ma ormai si era abituato a queste prese in giro
“Kurt, parla del tuo micio come animale, no io!” rispose combattuto il ragazzo.
Allora Kurt tornò a fissare la commessa “Mi scusi signorina, in questo posto sono sicuro che ci sono chili di sudiciume nascosto negli angoli più remoti. Sicuramente i vostri fornelli saranno incrostati, per non parlare delle friggitrici, quell’olio non si cambierà da secoli! E’ lei ora vuole dirmi che il mio micio a pelo corto non può….può….Blaine, ma quello non sei tu?” Stranito Kurt indicò una parete dell’edificio con sopra attaccato un foglio con la faccia di un ragazzo dai capelli ricci che somigliava tremendamente a Blaine. In più il nome sotto era chiaro: Blaine Anderson
Kurt non finì di leggere cosa c’era scritto sotto il nome di Blaine che quest’ultimo se lo trascinò fuori per un braccio.
Quando si chiusero in macchina Kurt era confuso.
“Io non capisco, eri tu quel ragazzo sul foglio?” domandò Kurt stringendo il micio che si era addormentato tra le sue braccia.
“Okay forse ho un paio di cose che ti devo spiegare”
A quel punto, Kurt spalancò gli occhi e cominciò a sbraitare
“Non ci posso credere! Tu sei un ladro e un assassino. Scommetto che hai ucciso i tuoi genitori, occultato i cadaveri e poi ti sei preso tutta la loro eredità!!”
Blaine lo guardò sbigottito, provò a parlare ma Kurt continuò
“In più avrai rapinato chissà quanti posti per permetterti l’auto e pagare i Motel. Ecco perché non volevi dirmi il tuo cognome. Ora ti stai approfittando di me, così potrai violentarmi, uccidermi e poi rubare tutta la mia collezione di papillon che ho nella borsa!” Kurt sembrava scioccato dalle sue stesse parole
“Hai una collezione di papillon?” domandò curioso Blaine.
“Blaine! Seriamente mi stai parlando dei papillon? Sei un assassino, oddio viaggio con un assassino” Kurt coprì con un suo giacchetto, Nemo e poi uscì fuori colpito dalla violente pioggia.
“Stai lontano da me” disse chiudendo violentemente la porta e incominciando a correre.
Ma quanti telefilm aveva visto quel ragazzo? Blaine lo seguì con l’auto e abbassò il finestrino.
“Kurt sali immediatamente in macchina, ti becchi una polmonite”
“Vai via ladro” Kurt provò a correre più velocemente
“Ma…ma ti rendi conto delle follie che hai detto? Devi smetterla di guardare C.S.I”
“Assassino!” rispose Kurt
Blaine roteò gli occhi “Kurt sono ricercato perché sono scappato di casa!” urlò arreso Blaine. A quel punto Kurt si fermò
“Oh” sospirò “perché diamine non me lo hai detto prima?” aggiunse.
Blaine lo guardò incredulo “perché tu hai fatto quelle mille e assurde teorie e non mi hai lasciato il tempo di spiegare. Sali in macchina adesso”
Kurt seguì l’ordine e un po’ imbarazzato si sedette di nuovo in auto. Blaine parcheggiò in una stradina
“Con questo tempo non possiamo muoverci, dormiremo in macchina, tu dammi questo micio e cambiati con qualcosa di asciutto.”
Kurt annuì silenziosamente e si spostò nei sedili posteriori, prese dalla borsa dei vestiti asciutti e cominciò a cambiarsi. Blaine lo raggiunse lasciando Nemo al posto di guida e sedendosi accanto a Kurt.
“Non guardarmi” gli disse mentre si cambiava.
“Ti ho già visto nudo, non tutto nudo…ma buona parte”
Kurt roteò gli occhi e riuscì ad infilarsi i pantaloni. Blaine lo aiutò con la maglia.
Quando finalmente sembravano calmi, Blaine strinse Kurt a se per riscaldarlo.
“Allora mi spieghi questa storia della fuga?”
Kurt si voltò per fissare dritto Blaine negli occhi.
“Sono scappato un anno fa, perché ero stato espulso a scuola a causa dei miei continui litigi con presunti compagni. Mi sono dichiarato ai miei genitori nello stesso giorno in cui ero stato espulso. Ero così arrabbiato che dovevo sfogare. Poi mia madre mi disse che ne avremmo parlato la sera, ma io non ci pensai due volte e scappai via. Tutto qui”
Kurt elaborò mentalmente le poche informazioni che Blaine gli aveva dato.
“Quindi non sai se i tuoi genitori ti avevano accettato o no?”
Blaine scosse la testa
“E le tue foto come sono arrivate qui?”
“Feci la stupidaggine di usare una carta di credito, ovviamente era sotto controllo e mi rintracciarono in queste zone. Ecco perché ho i soldi”
Kurt per tutta risposta gli diede un pugno in testa
“MA SEI IMPAZZITO?” Urlò Blaine sfiorandosi il capo.
“Tu sei uno stupido! Come sei potuto scappare non sapendo cosa i tuoi genitori pensassero di te? Sei troppo impulsivo”
Blaine come risposta si morse maliziosamente il labbro “a te piacciono i tipi impulsivi Kurt?” domandò avvicinandosi al suo volto. Kurt cominciò a boccheggiare. Blaine si stava avvicinando per unire le loro labbra mentre con le mani teneva Kurt stretto per i fianchi.
“Blaine…io….io…. etchù!!” Kurt lo starnutì dritto in faccia.
Blaine rimase immobile, poi molto lentamente si passò una mano sul volto.
“Potrei scrivere un libro” disse con ancora gli occhi chiusi “gli inutili approcci di Blaine Anderson”
Kurt sghignazzò “Potrei aiutarti a scriverlo”
“Tu saresti il protagonista delle mie storie. Okay mi arrendo ho fallito di nuovo. Ora proviamo a distenderci per dormire.”
 
Blaine provò a dormire nei sedili posteriori con Kurt ma il ragazzo continuava a riempirlo di calci, così si sedette al posto guida insieme a Nemo
“Micio, ma secondo te ci si può innamorare di uno psicopatico compagno di viaggio?”
__________________________________________________________________________________________________________________________
Note: chiedo scusa per questo tremendo ritardo ma sono successe un paio di cose che non mi permettevano di scrivere.
Riguardo a questo capitolo, io lo dico raramente ma non sono per niente soddisfatta, cioè non mi piace proprio come è venuto e credo che
la mia demenzialità(?)stia un pò svanendo. Ovviamente lascio voi giudicare come sempre!!

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Capitolo 7
*** Capitolo 7 ***


Mi giustifico a questo capitolo insensato dicendo che sono malata. Questo è l'effetto che mi fa la febbre xD

Blaine riprese a guidare il mattino presto e continuava a sentire Kurt lamentarsi dietro i sedili posteriori. Quando si voltò per guardalo vide che stava rabbrividendo e le sue guancie erano arrossate.
Allungò una mano per toccargli la fronte e vide che scottava.
“Accidenti Kurt, ti sei beccato la febbre! Hai qualcosa nella borsa con te?”
L’altro ragazzo non rispose ma si strinse in se stesso per il freddo. Blaine cercò di pensare frettolosamente a qualcosa poi quando vide due passanti si fermò e chiese informazioni.
 
“Kurt adesso passiamo in un ospedale così ci facciamo dare qualcosa okay?”
“Sto bene Blaine, davvero…Nemo, dove sei? Blaine per favore vai alla ricerca di Nemo?
“Oddio questo è già strambo di suo, figuriamoci ora che sta delirando con la febbre”
Blaine ci mise un po’ per trovare l’ospedale e per fortuna Kurt parve riprendersi un pochino.
“Dove siamo? Oddio è la sfilata Armani?”
Okay bugia, non si era ripreso per niente.
“Kurt ti aiuto ad entrare in ospedale così ci facciamo dare qualcosa dai medici.
Blaine trascinò Kurt fino alla reception e lo fece sedere su una sedia poi fermò un’infermiera e spiegò l’accaduto.
Lo spostarono in una saletta facendolo sedere su un lettino e poco dopo Blaine lo raggiunse.
“Sta arrivando il medico” comunicò a Kurt cercando di mantenerlo eretto sul lettino.
“Tranquillo Blaine ci penso io, nessuno ti scoprirà”
Il ragazzo alzò il sopracciglio preoccupato “che intendi dire?”
Blaine non ebbe risposta perché il medico arrivò.
“Dottore lui è Jamir” cominciò Kurt “viene dall’india ed è muto. Completamente muto. Dalla nascita.”
Blaine si passò le mani sul volto imprecando mentalmente. Ecco cosa si riferiva Kurt!
Il medico lo guardò interdetto.
“Ma ho parlato con lui circa due minuti fa” gli disse confuso.
Kurt allora saltò dal lettino “MIRACOLO JAMIR PUOI PARLARE!” Si avvicinò e abbracciò Blaine tossendo violentemente a causa dell’urlo.
“Grazie dottore non credevo nei miracoli fino a pochi secondi fa!”
Il dottore ancora più confuso guardò Blaine “m-mi dispiace, sarà l’effetto della febbre” provò a giustificarsi il ragazzo.
“O di qualche stupefacente. Vorrei farvi entrambi delle analisi per vedere se siete drogati”
“Oh io sono stupefacente di mio” rispose Kurt
“Ti prego STA ZITTO” Provò a mormorargli Blaine ma il medico era ancora più dubbioso e si allontanò con un’infermiera.
Blaine sospirò “Bene, adesso ci facciamo questa siringa e non…Kurt?” quando il ragazzo si voltò, Kurt non c’era più. Un anziano che sedeva su un altro lettino, indicò il pavimento. Quando Blaine si abbassò per guardare sotto la barella, ci trovò Kurt spiaccicato per terra.
“Che succede adesso?”
“Non voglio farmi la puntura Blaine!”
“Perché fai uso di droghe?”
“No, ho paura!”
Per un attimo Blaine aveva sperato che Kurt usasse qualche droga, almeno avrebbe trovato una giustifica a tutte le sue follie.
“Non è niente, non sentirai nulla” lo incoraggiò Blaine.
“Mi disse quel medico a quattro anni che poi mi fece piangere per un giorno intero” risposte frustrato Kurt.
Blaine si alzò ormai esaurito. “Bene, allora io me ne vado e ti lascio qui in ospedale. Addio Kurt”
Sapeva che era l’unico modo per far uscire il ragazzo da sotto al lettino ma di certo non si aspettava la risposta dell’altro.
“Non puoi fare questo” disse uscendo mentre gli altri pazienti osservavano la scena.
“Ci siamo baciati, abbiamo quasi fatto sesso ed ora abbiamo Nemo da accudire. Sesso Blaine, abbiamo quasi fatto sesso!”
Il moro rimase immobile sotto gli sguardi dei pazienti piuttosto shoccati. Quindi provò a giustificarsi.
“Ehm…ha detto quasi”
 
Circa un ora dopo Blaine fece le analisi, e Kurt si tranquillizzò dopo aver preso altri medicinali.
“Jamir Santiago per favore non allontanarti”
Kurt era stato messo in un lettino e Blaine era seduto accanto a lui mentre si fissava il cerotto che aveva messo per fermare il sangue dopo la puntura.
“Smettila di chiamarmi così. Smettila di fare lo stupido e smettila di parlare”
Blaine era nervoso, stavano tardando il viaggio di molto e l’unica cosa che voleva fare era tornare a casa e riabbracciare i suoi genitori. Si voltò verso Kurt che pareva essersi abbattuto.
Quando il medico comunicò che erano entrambi puliti, come se non lo sapessero, decise di far rimanere i due ragazzi ancora un po’ almeno per far calare la febbre a Kurt che gli erano stati somministrati pesanti medicinali.
Blaine lasciò Kurt riposare e se ne uscì per prendersi un caffè dalle macchinette. Rimase un tempo illimitato e fu costretto a tornare indietro quando vide da un corridoio un ragazzo correre su una sedia a rotelle. Insieme ad un vecchietto.
Kurt stava facendo una corsa con un vecchietto su una sedie a rotelle.
“HO VINTO!”Urlò quando Blaine gli si avvicinò
“Ma tu non stavi dormendo?” domandò sconcertato.
“Jamir questo vecchietto è proprio un vecchietto ha delle braccia così molli che non è riuscito a superarmi”
Blaine si inginocchiò accanto a Kurt cercando di parlargli con cautela.
“Kurt.” Comincio “favoloso, pazzoide,splendido, sclerato Kurt, sei stressato, hai la febbre e in più sei sclerotico dalla nascita ma ascoltami attentamente: adesso ti metti in un lettino e ti riposi e appena la febbre cala noi due andiamo via, va bene?”
Blaine parlò attentamente con Kurt come se stesse spiegando ad un bambino che certe cose non vanno fatte.
“Uh guarda” fece Kurt poco interessato alle parole di Blaine “quei due poliziotti prima mi hanno chiesto di te. Ma no di te come Blaine, di te come Jamir Santiago”
Blaine si alzò e guardò in direzione dei due uomini che lo stavano fissando. Poi un’idea gli balenò in testa.
“Kurt, come ti è venuto in mente questo nome?”
Kurt fece per pensarci un attimo “Ah si…alla radio dissero che cercavano un tizio con questo nome e che aveva ucciso la sua padrona di casa”
“Oh Merda!” esclamò Blaine “dobbiamo andare via, adesso!” Blaine prese la guida della sedia a rotelle di Kurt e cominciò a correre ma i due poliziotti lo inseguirono fino a bloccarlo.
“Jamir Santiago lei è in arresto”
Blaine sbiancò “ascoltate io non mi chiamo così, il mio nome è Blaine e non sono ne muto ne indiano”
I poliziotti non ascoltarono minimamente le sue parole ma decisero di portarselo via.
Kurt lo salutava con la mano da lontano “torna presto mi raccomando!”
 
Erano passate cinque ore ormai e Blaine era in questura. Prima era stato messo in una cella e poi si era ritrovato a parlare con il capo della polizia che però gli aveva detto che fin quando non avrebbe ricevuto delle conferme che lui non fosse il fantomatico Santiago, non potevano lasciarlo andare.
Finalmente i cancelli della sua cella si aprirono. “Jamir Santiago, sei libero”
Blaine uscì furioso “Non mi chiamo Jamir Santiago maledizione!” poi si voltò e vide Kurt.
“Tu…tu sei il mio incubo!” indicò Kurt con rabbia, l’altro ragazzo mise le mani in segno di difesa.
“Blaine mi dispiace, ho spiegato tutto, sei libero! Gli ho fatto notare che un indiano non ha delle sopracciglia come le tue”
 Blaine lo guardò interdetto. “mi hanno rilasciato per le mie sopracciglia?”
Kurt sospirò “No, ovviamente hanno chiamato e hanno detto che quel Jamir è stato preso una settimana fa, probabilmente questi poliziotti di periferia non erano stati informati”
Blaine sospirò. Era stanco, molto stanco. “Tu come ti senti? Andiamo in auto devo mettermi almeno una barretta di cioccolata in bocca”
Uscirono insieme dalla stazione di polizia “Io sto meglio, ho ancora un po’ di febbre e per quanto riguarda la barretta l’ha mangiata Nemo” Kurt chiuse gli occhi strizzandoli sapendo che a breve sarebbe arrivata un’altra ramanzina. Ma non fu così
“Lasciamo perdere. Ora però ti attacco sul sedile dell’auto e scendiamo solo quando saremo a poche ore da casa”
“Mi dispiace, sono un disastro. Non dovevo fare quelle scenate in ospedale ma a mia difesa posso dire che quei farmaci erano strani”
Kurt agli occhi di Blaine sembrava seriamente dispiaciuto.
“Hey, lascia stare. Non te la prendere tranquillo, mi ci sto abituando” Blaine sorrise per incoraggiarlo e poi si chiuse in macchina.
Kurt ghignò. L’aveva scampata anche questa volta

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Capitolo 8
*** Capitolo 8 ***


In questo capitolo c'è meno idiozia ma non perchè mi mancava l'ispirazione ma perchè dovevo lasciar spazio ad un momento particolare, spero vi piaccia....
Vi avviso che il prossimo sarà l'ultimo capitolo.


Blaine e Kurt erano ancora in viaggio. Mancava poco al ritorno a casa e i due avevano deciso di fermarsi solo se fosse strettamente necessario. L’aria era un po’ tesa; insomma Blaine era incavolato per tutto quello che gli era successo eppure non riusciva a non odiare Kurt nonostante come ultima e fastidiosa cosa, il suo micio Nemo aveva fatto i suoi bisogni su una cartina geografica che Blaine stava usando per tornare a casa.
“Credo di essere incinto” borbottò improvvisamente Kurt facendo sputare il caffè dalla bocca di Blaine.
“C-Che cosa?” Domandò confuso e shoccato.
“Ma, si guardami: ho messo su pancia in questi giorni e ho continuamente il volta stomaco.” Fece con fare annoiato Kurt. Blaine sembrava preoccupato
“F-fai sul serio Kurt?” si maledisse per averlo realmente chiesto, perché aveva paura della risposta di Kurt. Ma ancora una volta il ragazzo lo sorprese perché scoppiò a ridere.
“Sto scherzando, calma Blaine. Non penserai mica che credo a queste cose. Anche se….non credevo nemmeno a Santa Claus e agli gnomi eppure… eccoti qui”
Blaine roteò gli occhi “Ah ah, simpatico” ironizzò una falsa risata.
Poco dopo si accorse che Kurt lo stava fissando.
“Che c’è adesso? Hai da dirmi che ho le orecchie troppo piccole? Che il mio naso e paragonabile a quello di un mostro?Che-“
Kurt lo interruppe. “Hai un bel profilo” disse con voce calma “anche i tuoi occhi: sono un misto di colori caldi. Sono belli”
Blaine batté le palpebre più volte “Smettila di prendermi in giro”
“Sono sincero”
“Non ti credo”
Tutto d’un tratto entrambi solbazzarono e Kurt strinse forte a se il piccolo Nemo.
“Abbiamo bucato” sentenziò Blaine mentre accostava l’auto ai lati della strada.
 Kurt sbuffò sonoramente. “Bene, almeno non abbiamo problemi se hai la ruota di scorta. Mio padre è meccanico ho imparato molte cose”
Blaine era di nuovo sorpreso ma un po’ sollevato “certo che c’è l’ho la ruota, la prendo subito. Menomale che ci sei perché di auto non ci capisco nulla.”
Blaine scese velocemente prendendo la ruota di scorta e si aspettava che Kurt facesse lo stesso.
“Su vieni Kurt, ho anche alcuni attrezzi che potrebbero esserti utili”
Kurt cacciò la testa fuori dal finestrino “Non ci penso proprio!” esclamò sconcertato.
“Ma-ma tu hai detto che tuo padre….tu…hai imparat- Cavolo Kurt scendi e cambia la ruota!”
Blaine stava tornando ad innervosirsi di nuovo. Kurt invece rimase tranquillo e impassibile.
“Ho detto che so cambiarla, no che voglio cambiarla. Mi sporcherei tutto e le mie braccia sono troppo esili per muovere quell’affare e poi mi sporcherei tutto.”
“Lo hai già detto” gli fece notare Blaine
“E’ la verità. Io devo dare da mangiare a Nemo” Kurt come se nulla fosse aprì lo zainetto con Blaine che lo guardava fuori dall’auto con un attrezzo pesante tra le mani.
“Vieni piccino, piccino del tuo papà, guarda adesso che ti do? Cosa diamo al nostro piccolo Nemo?” Kurt parlava con una piccola voce stridula che suonava in modo irritabile nelle orecchie di Blaine.
“KURT!” Urlò poco dopo. Il ragazzo si voltò tranquillamente
“Si?”
“Muovi il tuo culo perfetto dal sediolino e vieni a sistemare la ruota”
Kurt alzò un sopracciglio “Blaine ma mi hai ascoltato prima?”
“Si che ti ho ascoltato ma se non cambi la ruota adesso, noi non potremmo tornare a casa”
Kurt sbruffò.
 
 
Venti minuti dopo Kurt era in piedi sulla strada e Blaine era in ginocchio tutto macchiato vicino all’auto mentre cercava di stringere i bulloni per tener ferma la ruota.
“Un po’ di forza pappamolle” lo comandò Kurt con le braccia incrociate al petto e il gatto che gli faceva le fusa intorno ai piedi.
Blaine era convinto che dal momento che Kurt era uscito dall’auto si fosse finalmente deciso a cambiare la ruota ma invece il ragazzo era intenzionato a comandare Blaine e indicargli cosa fare.
“Bene ci sono riuscito!” esclamò Blaine esausto mentre si asciugava il sudore dalla fronte.
“Grazie a me, o saremmo morti qui sull’asfalto” disse Kurt riaprendo la portiera.
Blaine stava per replicare su quanto fossero assurde le sue parole ma Kurt parlò prima di lui.
“Blaine, tu non entri tutto sudato in macchina”
“Ma è la MIA macchina!”
Kurt scrollò le spalle e gli lanciò una bottiglia d’acqua tra le mani.
“Datti una sistemata e poi rientri o dovrai subire la mia parlantina per due ore intere. Sai benissimo che ne sono capace!”
E ne era capace eccome! Pensò Blaine. Le sue orecchie chiedevano ancora pietà dopo che Kurt aveva spiegato tutti i suoi completi di Alexander McQueen che aveva nell’armadio o di Marc Jacobs.
Blaine si tolse la maglia e la infilò in una busta e poi fece scorrere tutta l’acqua della bottiglia sul suo volto e sul  petto nudo. Quando si asciugò e tornò in macchina Kurt aveva la bocca semiaperta e le guance arrossate.
“Che hai?” domandò curioso Blaine.
“I-io..n-niente” Kurt aveva la gola tremendamente secca.
 
Non si fermarono per pranzare ma decisero di fermarsi solo per dormire. Un’ultima notte insieme.
Si fermarono a La Crosse nel Wisconsin e mancavano circa nove ore d’auto per ritornare a casa. Avevano trovato l’ennesimo Motel a basso costo e Blaine era seriamente preoccupato perché dopo il cambio della ruota, Kurt era stato piuttosto silenzioso.
Si dovette ricredere non appena il ragazzo si infilò in bagno.
“Blaine non esce l’acqua calda”
Il ragazzo roteò gli occhi “Forse non c’è nemmeno l’acqua calda Kurt” diede per scontato Blaine mentre faceva zapping sulla Tv.
“Vai a domandare per favore”
Dopo l’ennesimo sbuffo, Blaine uscì fuori per chiedere informazioni e quando rientrò per dire a Kurt che doveva alzare la levetta vicino al tubo della doccia, il ragazzo era già seduto a gambe incrociate sul letto che con una salvietta stava pulendo Nemo.
“Già fatto?” domandò sedendosi accanto a lui. Kurt annuì
“Senti Kurt….” Blaine si sedette ai piedi del letto “…tutto bene?”
“Certo che sto bene, perché me lo chiedi?” fece con tono sorpreso Kurt.
“No sai, sei così silenzioso e sto cominciando a preoccuparmi.” Blaine si passò una mano dietro al collo strofinandolo, come segno di timidezza.
“Oh…credevo che ti piacesse che stessi in silenzio, cioè ti ho infastidito per un viaggio intero ho fatto tantissimi danni. Siamo finiti in ospedale, ti ho fatto arrestare, siamo stati nei più squallidi motel e hai dovuto fermare l’auto più volte per i miei bisogni”
Kurt rimase un attimo in silenzio poi continuò “Hey non ho detto pipì hai visto?”
Blaine sorrise rassegnato: anche se cercava di fare un discorso serio, Kurt non ci riusciva a portarlo fino in fondo. Decise di non dirgli nulla ma si alzò e si chiuse in bagno per farsi anche lui una doccia.
Quando uscì Kurt e Nemo erano già sotto le coperte.
“Kurt dorme con noi?” domandò Blaine infastidito; non voleva tenere peli di gatto su tutto il letto.
“Oh guarda che coincidenze e la stessa domanda che mi ha fatto Nemo su di te” fece Kurt sistemando il gatto ai bordi del letto.
“Stenditi, lui resta buono lì. Chissà che dirà mio padre quando lo vedrà. Mi pare che Finn è allergico al pelo di gatto” disse abbattuto Kurt, poi si riprese “tanto meglio, mandiamo via di casa l’omone e ci teniamo il gatto, almeno avremo il frigo pieno per una settimana intera”
Blaine rise fragorosamente; non avevano parlato molto della loro famiglia, in realtà non avevano parlato molto nemmeno di loro stessi, stavano facendo solo questo pazzo e lungo viaggio insieme.
 
Pochi minuti dopo Blaine cadde in un sonno profondo.
“Blaine dormi?” borbottò Kurt scuotendolo leggermente. Il russare di Blaine fu la risposta.
“Blaine ho detto, dormi?” Kurt alzò di più la voce ma l’altro non lo sentiva. Così stufato del russare e di non ricevere una dannata risposta, Kurt gli diede un calcio dietro la schiena fino a farlo scivolare dal letto.
“Che succede?” si alzò allarmato Blaine guardandosi intono.
“Oh scusa, stavi dormendo?” domandò in modo innocente Kurt mentre Blaine alzava un sopracciglio interdetto.
“Che c’è ora Kurt?” domandò infilandosi di nuovo tra le coperte
“Stavo pensando che questa è l’ultima notte che passiamo insieme” istintivamente Kurt si avvicinò di più a Blaine.
“E probabilmente non ci rivedremo più e per te sarà un miracolo, insomma non dovrai più sopportarmi”
Blaine rise ma non riusciva a comprendere il discorso di Kurt.
“Quindi io stavo…stavo pensando…” Kurt non riuscì a spiegarlo con le parole così decise di passare ai fatti. Piazzò le sue labbra su quelle di Blaine donandogli un bacio lento e passionale. Blaine spalancò gli occhi sorpreso ma poi lentamente si lasciò andare allungando la sua mano sulla guancia di Kurt per tirarlo a se.
Continuarono a baciarsi per un tempo indefinito fin quando Kurt non si ritrovò completamente sopra Blaine e quest’ultimo continuava a mordicchiargli un punto preciso tra l’orecchio e il collo.
Kurt si staccò un istante da lui alzandosi e sfilandosi la maglia, Blaine disteso sul letto fece lo stesso.
Le loro bocche si ritrovarono, le lingue si scontravano desiderose e quando Blaine sentì Kurt spingere i fianchi verso i suoi, notò quanto il ragazzo fosse eccitato.
Kurt si girò su un fianco in modo che entrambi potessero guardarsi bene in faccia. Fece un profondo respiro prima di tornare ad incrociare le gambe con quelle di Blaine.
“Kurt…n-noi non abbiamo nulla cioè…” Blaine era preoccupato. Fino a che punto voleva arrivare Kurt?Non erano preparati. Okay la prima sera che avevano passato insieme erano ubriachi e Blaine era solo intenzionato a mettere le mani su quel tondo sedere ma adesso era diverso, adesso provava qualcosa per Kurt.
“Non voglio farlo” precisò Kurt con un forte affanno “non farmi….non farmi sentire solo. Almeno per questa notte”
Blaine ebbe un colpo al cuore. Per quanto Kurt fosse schizzinoso, pazzoide e sclerotico, Kurt aveva dei sentimenti. Sentimenti che erano stati calpestati da un ragazzo al quale lui teneva e adesso tutto quello che voleva era sentirsi desiderato. E Blaine lo desiderava, tanto!
Con la mano Blaine scese lungo la schiena di Kurt fino ad arrivare all’interno del ginocchio. Alzò la gamba e la portò sopra ad uno dei suoi fianchi facendo scontrare di nuovo i loro bacini. Entrambi gemettero insieme. Improvvisamente a Kurt scappò una risatina, lieve di serenità. Blaine si ritrovò a sorridere anche lui “sei bellissimo” . Non lo aveva nemmeno pensato erano parole uscite così, dritte dal suo cuore.
Kurt chiuse gli occhi e fece per rilassarsi mentre Blaine lentamente gli baciava il collo mentre i loro bacini si scontravano sfregando le loro eccitazioni con forte bisogno. Kurt mugugnò stringendo tra le mani i capelli di Blaine ancora umidi per la doccia, il fiato era sempre più affannato e non accennava a fermarsi.
“B-Blaine…” lo chiamò Kurt quasi supplicandolo
“Shh…” Blaine portò di nuovo le sue labbra a quelle di Kurt mentre una sua mano cominciò a scendere tra i loro corpi. La mano di Blaine vagò sul petto di Kurt fino ad arrivare al bordo dei suoi pantaloni.
Kurt soffocò un gemito quando Blaine cominciò ad accarezzargli il membro eccitato da sopra i boxer per poi entrare anche in quelli.
“oddio” si lasciò sfuggire Kurt che non aveva il coraggio e la forza di aprire gli occhi. Blaine sorrise tra le sue labbra aumentato la velocità dei movimenti. I fianchi di Kurt si muovevano a ritmo della mano di Blaine.
I loro corpi erano coperti da una patina di sudore, Kurt continuava a stringere i capelli di Blaine mentre ficcò la testa nell’incavo del collo cercando di non gemere ad alta voce.
Ma Blaine udiva, sentiva perfettamente i sospiri di Kurt ed erano incredibili.
“D-di più”
Si ritrovò a dire Kurt e Blaine capì all’istante aumentando ancora la velocità della sua mano.
“Di più” ridisse Kurt alzando la testa e mordendo violentemente il labbro inferiore di Blaine dove dalla sua bocca uscì un gemito di piacere e dolore per il morso.
Con un veloce movimento di mani Blaine abbassò i pantaloni di Kurt e i suoi facendo scontrare realmente le loro erezioni senza che ci fossero strati di abiti a coprirli.
“Oddio….Blaine, io-“ e mentre soffocava un gemito Kurt venne senza esitazioni. A Blaine non servì altro per venire anche lui. Sentire Kurt così vicino, i suoi gemiti nelle orecchie e il modo in cui lo aveva chiamato in tono supplichevole bastò a dargli piacere.
Era stato un viaggio folle con Kurt ma Blaine lo avrebbe ripetuto sempre e comunque.
“Blaine..:” fece Kurt poco dopo essersi ripreso.
“Si?” domandò l’altro con il fiato che aveva recuperato.
“Assicurati che Nemo stia dormendo”

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Capitolo 9
*** capitolo 9 ***


Blaine era convinto di essere caduto in un sonno profondo e di sognare. Aveva conosciuto un’altra parte di Kurt e diamine amava tutto di quel ragazzo. Era stato un momento davvero intimo ed entrambi si erano sentiti sereni, spensierati, uniti.
Blaine sentiva un leggero venticello provenire da dietro al suo collo. Aveva immaginato, ancora immerso in un sonno più leggero, che il vento provenisse da una leggera brezza causata dalla finestra aperta e sentiva le mani di Kurt stringere i suoi fianchi.
Poi una voce.
Una strana voce.
Una voce bassa e roca
“Blaaaaineeee. Sono l’anima di tua nonnaaaaa”
Ovviamente era Kurt. Blaine grugnì infastidito e cercò di portarsi le coperte sopra il capo.
“Figliolo e lo spirito di tua nonna che ti parla”
“Kurt mia nonna è viva” ruggì Blaine infilando la testa sotto al cuscino.
“Nonno?” chiese Kurt
“vivo”
“zii?Cane, canarino, pesciolino….andiamo Blaine ci deve essere l’anima di qualcuno che ti parli”
“La tua” fece Blaine “se non la smetti subito”
Kurt sbruffò sonoramente “Beh sbrigati che dobbiamo partire ed io sto avendo una crisi di nervi perché stasera parlerò con mio padre e devo spiegargli tutto e devo sfogarmi con te”
Blaine aprì subito gli occhi “sfogarti…sessualmente?”
Kurt alzò un sopracciglio “scordatelo! E non provare a menzionare quello che è successo ieri sera perché sono in imbarazzo anche per quello”
Blaine decise di accettare le condizioni e dopo un’ora stava già sistemando le loro cose in auto mentre Kurt continuava a camminare avanti e indietro mordendosi le unghia in preda ad una crisi isterica.
“Donna con il ciclo ti vuoi calmare?” sbottò Blaine sistemando l’ultimo zaino nel cofano dell’auto.
“Guarda che ho una corda qui dietro e non ho paura di legarti sul sedile fino a riportarti a Lima”
Fece con tono serio Blaine mostrando la corda. Kurt sgranò gli occhi.
“Non lo faresti”
“Invece si”
“Invece no”
Invece…..
 
“Ti prego liberami”
“E’ inutile”
“Farò il buono promesso”
“No”
“Queste corde fanno male liberami”
“Ho detto di no, piantala sei fastidioso e non riesco a concentrarmi sulla strada”
“Ti prego…Kurt….liberami”
Si, perché le cose andarono nettamente in modo diverso da come le aveva immaginate Blaine.
Dopo una lunga battaglia a vincere fu Kurt che dopo aver morso un orecchio a Blaine lo aveva legato sul sedile mentre l’altro chiedeva pietà. Anche perché Nemo continuava a fargli le fusa addosso e Blaine proprio non ce la faceva più.
Si fermarono ad un semaforo, mancava poco al ritorno a casa e Blaine aveva smesso di lamentarsi.
“Hey perché quel tizio è legato?” domandò un uomo in un auto accanto a loro che aspettava il verde per partire. Kurt si voltò sorridendo.
“Oh ci piace fare strani giochi erotici. Io gli dico le cosacce e lui non si può toccare, divertente no?”
Blaine vide l’uomo sgranare gli occhi per poi mettere la marcia e correre via. Kurt ridacchiò.
“Ma…ma ti sei fumato i peli di Nemo, Kurt?” domandò Blaine. “Insomma ieri sera eri tutt’altra persona.”
“sono un po’ come dottor jekyll e mister hyde”
“Ed io sono stupido ad essermi innamorato di te” borbottò Blaine sottovoce, ma Kurt lo aveva sentito.
“I-Innamorato di me?” fece un po’ incredulo.
“NO NON E’ VERO!” provò a fargli credere Blaine ma Kurt aveva già un sorrisino ebete sul volto.
“Blaine è innamorato di Kuuuuurt, Blaine è innamorato di Kuuuuurt” cominciò a canticchiare prendendolo in giro e Blaine dovette starlo a guardare mentre andava avanti con quella stupida canzoncina.
 Poi Kurt frenò e slegò Blaine.
“Guida tu, siamo in Ohio”
Blaine cambiò posizione e si sistemò al posto di guida ma rimase immobile.
“Blaine, vuoi guidare?” fece Kurt seccato. Era chiaro che entrambi erano nervosi perché a breve avrebbero rivisto le loro famiglie.
“Kurt posso chiederti una cosa?
“Sesso in auto no Blaine: è sporco e scomodo in più ci sono troppe borse e ho paura che Nemo abbia un altro trauma. Guardalo da ieri sera ad oggi è dimagrito, forse perché ci ha visto…sai..fare quelle cose”
E quando Blaine pensava di non poter sentire di peggio, doveva ancora una volta ricredersi.
Sospirò “No Kurt. Volevo solo chiederti se ti andava di venire a Westerville con me, sai il tempo che incontro i miei genitori. Non voglio essere solo”
Kurt rimase incredulo a quelle parole. Per la prima volta notò come Blaine fosse realmente preoccupato e capì che gli interessava conoscere qualcosa in più di Blaine. Voleva sapere tutto.
“Non preoccuparti Blaine, ti farò compagnia io, non lascerò che i tuoi genitori credano che tu sia diventato più basso di quello che eri prima di fuggire via.” Disse con tono fermo e sincero lasciando ancora una volta Blaine con la bocca spalancata.
 
Arrivarono a Westerville e Kurt ricordò di esserci stato già qualche volta, quindi dopo non avrebbe avuto problemi ad arrivare a Lima da solo.
Frenarono di fronte ad una villetta e questa volta fu Kurt a spalancare gli occhi dalla sorpresa.
“Tu vivi qui?” domandò a Blaine che annuì
“sempre che mi vogliono ancora” sbruffò “maledizione che gli dico?”
Kurt ci pensò un momento “dai la colpa alle tue sopracciglia. Digli che erano troppo folte e ti vergognavi. Oppure puoi dire che non eri alla loro altezza
Blaine lo guardò torvo e Kurt capì
“Okay questa era cattiva. Scusami. Ma Blaine sono i tuoi genitori, ti amano sicuramente. Vai tranquillo.”
Kurt allungò la mano e afferrò forte quella di Blaine “sono con te”
Blaine annuì e scese dall’auto fino ad arrivare alla porta di casa sua e poi bussò.
Pochi minuti dopo una donna aprì la porta.
“Oddio..” disse tremando alla vista di Blaine. Kurt automaticamente fece qualche passo indietro per lasciare spazio tra di loro.
La madre senza pensarci troppo si buttò tra le braccia del figlio piangendo e chiamando suo marito.
“Richard, corri!E’ Blaine, è tornato”
Kurt notò come anche Blaine stesse piangendo e anche lui tirò su con il naso, visibilmente commosso nel vederli tutti insieme. Quando il padre arrivò lo strinse forse a se continuando a dirgli “non farlo mai più. Noi ti amiamo”
Lo abbracciarono ancora un po’ per poi notare anche la presenza di Kurt.
Blaine sorrise e allungò un braccio facendo avvicinare Kurt a loro.
“Papà, Mamma, lui è un mio amico di viaggio Kurt”
Kurt sorrise e scambiò la stretta di mano. Parlarono qualche minuto poi Kurt decise che era il momento di tornare alla sua di casa.
“E’ meglio che vada” disse cercando di allontanarsi. Blaine comunicò ai suoi genitori di avviarsi dentro che poi li avrebbe raggiunti.
“Grazie Kurt, di tutto”
“sono io che devo ringraziare te Blaine”
Si abbracciarono per un istante poi si fissarono negli occhi.
“Blaine, quando hai detto di essere innamorato di me, eri serio?” domandò Kurt con un pizzico di speranza.
“tu mi ricambieresti?” domandò Blaine cominciando ad azzerare la distanza tra di loro. Kurt non rispose ma lo baciò sulle labbra salate delle sue lacrime. Blaine sorrise e ricambiò il bacio.
“Ho una condizione però Kurt!” fece Blaine mentre lo teneva stretto a se.
“sentiamo”
“Niente più prese in giro.”
Kurt alzò un sopracciglio e lasciò che Blaine continuasse.
“Basta prendermi in giro per la mia altezza, i piedi lunghi, i capelli e soprattutto le mie sopracciglia”
“Ma-ma Blaine è dov’è il divertimento?” domandò Kurt sconfortato.
L’altro lo guardò con uno sguardo di ammonizione.
“Okay ci sto. Farò il bravo promesso. Domani ti riporto l’auto okay?”
Blaine annuì e poi tornò a baciarlo.
“Mi mancherai questa notte.”
“Anche io e Nemo sentiremo la tua mancanza”
Si sorrisero e poi Blaine tornò in casa. Kurt sospirò felice avviandosi nell’auto per poi cercare di metterla in moto, ma non partiva.
Ci riprovò ma niente. Il motore sembrava fuso.
Scese dall’auto e riempì i suoi polmoni d’aria. Poi urlò
“Adorabile hobbit dalle sopracciglia geometriche e i piedi simile a l’uomo delle nevi…l’auto non parte!”
Kurt sentì una sola frase, un grugnire rumoroso provenire dalla casa.
“KURT ME LO AVEVI PROMESSO!”
Kurt sorrise tra se e se.
“Ma ho detto….adorabile!”
Fine.
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Note: Questa storia è iniziata in modo anormale e doveva finire altrettanto. Inutile dirvi quanto sia felice per le vostre recensioni e le vostre
letture. Vi ringrazio infinitamente.
La domanda ora è: tornerò?
Forse si, forse no....Ah certo che si! Non so quando ma tornerò! Grazie a tutti

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