Il popolo del serpente piumato

di Bani chan
(/viewuser.php?uid=164873)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Arrivo ***
Capitolo 2: *** Rivelazioni ***
Capitolo 3: *** Ombre nella notte ***
Capitolo 4: *** Come è morto ***
Capitolo 5: *** L'indigena ***
Capitolo 6: *** Scomparso ***
Capitolo 7: *** Raggio di luna ***
Capitolo 8: *** Di piani e acque magiche ***
Capitolo 9: *** Alla riscossa! ***
Capitolo 10: *** E guerra sia! ***
Capitolo 11: *** All'attacco! ***
Capitolo 12: *** AVVISO! ***



Capitolo 1
*** Arrivo ***


Arrivo

Anno Domini  1520

Una dozzina di caravelle  spagnole, stava viaggiando a vele spigate verso il nuovo mondo. I conquistadores, che erano approdati su quei territori vergini alcuni mesi prima, avevano fatto appello ai reggenti di Spagna per poter ottenere che alcune navi salpassero da Palos al più presto possibile per inviare provviste e munizioni. Il viaggio sarebbe durato molto, ma in quel momento non era tra le preoccupazioni dell’ammiraglio la cui nave svettava su tutte le altre per grandezza e magnificenza. Era stata richiesta la sua partecipazione dagli stessi sovrani, e di certo non avrebbe deluso le loro aspettative, discendeva da una famiglia che serviva e proteggeva la famiglia reale da generazioni, fin da quando se ne ha memoria, e non sarebbe stato di certo lui ad infangare il loro, il suo titolo, di ambasciatori sempre al servizio della corona.

L’aurora stava spuntando all’orizzonte dipingendo alla pallida luna, quasi malaticcia,  le rotonde gote di rosa, come stesse arrossendo. L’ammiraglio ne era estasiato e, nonostante fosse uno degli spettacoli che da giorni lo intrattenevano, ne rimaneva continuamente affascinato: l’alba di un nuovo giorno era sempre più bella di quella dei giorni precedenti, svelando ogni volta particolari sempre nuovi, sfuggiti nelle precedenti contemplazioni. Come tutte le cose belle però anche questa stava ormai per finire: il sole, infatti, stava ormai facendo capolino affacciandosi timidamente da sotto la linea dell’orizzonte, e illuminava con i suoi caldi raggi un mare cristallino, la cui calma era infranta solo dal passaggio della piccola flotta di navi.

 

 

Il sole era ormai alto nel cielo, il torrido caldo era alleviato solo dalla brezza che gonfiava le candide vele. Guardandosi intorno, si poteva notare un ciurma impegnata ormai da qualche ora nell’aggiustare la rotta, a pulire il ponte e a controllare che i nodi delle cime fossero ben saldi per affrontare qualsiasi evenienza: il mare poteva esserti favorevole ma poteva anche esserti avverso, perciò era meglio non sfidarlo, e questo lui lo sapeva.

Ormai era questione di poco tempo e avrebbe finalmente toccato le terre di cui suo fratello gli aveva parlato con tale trasporto nelle pagine nelle sue lettere da lasciarlo stupefatto: nessuno avrebbe mai pensato che potesse esistere un luogo tanto simile al paradiso. Voleva sapere, doveva, e ben presto sarebbe stato tutto a portata di mano, così chiaro ai suoi occhi che solo il pensiero scatenava in lui una gioia che avrebbe voluto urlare ai quattro venti cosicché tutti sapessero che si era trovato ad un passo dall’essere redento. Ma questo non era nella sua indole, non lo era mai stato, gli era stato sempre insegnato da suo padre che i sentimenti hanno pessimi effetti: ti rendono debole, ti consumano e ti rendono un viscido verme senza spina dorsale, un uomo immeritevole di essere considerato tale.

Tornò a scrutare le carte nautiche, fermandosi qualche volta per guardare anche solo le nuvole che solcavano il cielo, quasi fossero lo specchio della sua nave che procedeva a grande velocità. Tutto sembrava procedere tranquillamente … o almeno così credeva.

“SASUKE!!!!” . Finita la tregua.

Quella voce tanto squillante quanto irritante fece sobbalzare il moro, facendo nascere in lui un istinto omicida che riuscì a stento a reprimere.

“ Vorrei ricordarti, Naruto, che su questa nave, finché tu starai qui a tormentarmi con la tua inutile presenza, dovrai chiamarmi ammiraglio. Hai capito brutta testa quadra!”

“Ehi Ehi Ehi! Come siamo così permalosi stamattina? cos’è successo ti sei sognato per l’ennesima volta Mercedes? Maria? Carmen? Victoria? O forse meglio anc- ”

“La vuoi smettere di blaterare!!! Perché non vai ad infastidire Neji, Shikamaru, o Sai! Così almeno mi lasci in pace fino a quando non sbarchiamo!” sbraitò. Di certo non era affar suo cosa lo spingesse a passare le sue notti ogni volta con donne sempre diverse, dopotutto se lo poteva permettere: aveva un fisico che sembrava scolpito nel marmo, la sua pelle diafana contrastava con i suoi capelli corvini e gli occhi paragonabili a due pietre d’onice,  profonde e magnetiche, le sue erano labbra sottili, e da queste uscivano parole che, se pronunciate con la sua voce profonda e sensuale, avrebbero fatto cadere qualsiasi donna ai suoi piedi annebbiandole a tal punto i sensi che la poverina l’avrebbe pregato, quasi supplicato di poter avere il privilegio di passare anche solo una notte in sua compagnia, da soli, lontano dagli occhi del mondo. Sasuke non se ne lamentava, una valeva l’altra: erano solo degli stupidi giocattoli alla sua mercé, di cui avrebbe potuto sbarazzarsi in qualsiasi momento. Non era ancora intenzionato a vincolarsi ad una sola donna finché morte non li avesse separati. C’erano ancora un’infinita di cose che non aveva fatto, posti che non aveva ancora visto, mari che non aveva solcato, e non era per niente intenzionato a perdere tutto per una stupida cerimonia che, secondo la sua opinione, era priva di qualsiasi significato.

“Con loro non c’è gusto non riesco a stuzzicarli come faccio con te … e poi Sai non mi convince … ha un sorriso che m’inquieta solo a pensarci … brrrrr … quando pensi che arriveremo? Sono ormai settimane che siamo su questa bagnarola e io comincio a stufarmi ...” . Silenzio.

“Bastardo, ci sei? sto parlando con te!” Ancora silenzio …

“Ma mi stai ascoltando si o no?” Se c’era una cosa che dava fastidio al biondo era essere ignorato … chi diavolo si credeva di essere! Era vero che Sasuke era un nobile … ma per Dio era un nobile anche lui!!! Un minimo di rispetto accidenti!

“Hn.” fu l’unica replica che ricevette dal moro.

“Senti tu brutto-” Naruto era ormai intenzionato a pestarlo a sangue, quando ad un tratto dalla cima dell’albero maestro si sentì gridare:

“TERRA!!! TERRA!!!”

I due si interruppero immediatamente e guardarono dritti a prua scorgendo le terre che emergevano dall’acqua slanciandosi con i suoi verdi monti e le sue dolci colline verso in cielo …

“Hmp … Hai visto idiota? siamo arrivati”. In quel momento un urlo di gioia si libro nell’aria, ormai il viaggio era giunto a termine.

 

Appena sbarcati, Sasuke trovo sulla sua strada un paio di braccia che lo accolsero in un forte abbraccio

“Benvenuto nel Nuovo Mondo, nipote.”

Gli sguardi dei due si incrociarono, gli occhi del giovane sembravano specchiarsi negli occhi di colui che lo aveva accolto così affettuosamente, il  colore delle loro iridi era lo stesso: nero pece. Solo che davanti a lui si ergeva un uomo dai lunghi capelli corvini, con un viso solcato da qualche ruga di vecchiaia.

“Grazie, è un immenso onore per me essere qui … zio Madara.”

 

 

Piccolo Angolino Autrice

 

Eccomiiii finalmente ho preso un po’ di coraggio e ho pubblicato la mia prima fic in assoluto !!!!!

Prima di tutto ci tengo a ringraziare in maniera particolare SunliteGirl e FuyuShounen per avermi incoraggiato a pubblicare questo mio primo capitolo.

Per il momento non so con esattezza quando riuscirò ad aggiornare, spero comunque prestissimo.

Grazie per aver perso qualche minuto del vostro tempo per leggere la mia fic…

Al prossimo aggiornamento!!!

                 

                                                                  Bani chan

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Rivelazioni ***


Rivelazioni

Lo zio di Sasuke li accolse a braccia aperte, è sempre stato un uomo molto severo con se stesso e gli altri ma con il nipote più piccolo ha sempre avuto un occhio di riguardo, questo cambiamento avvenne  dopo la spiacevole notizia di ciò che accadde all’altro suo nipote poco tempo addietro.

Madara scortò i neo arrivati all’accampamento, circondato da alte e robuste palizzate difensive e sorvegliato da guardie lungo tutto il perimetro.

“La prudenza non è mai troppa, il territorio è ricco e florido come nessuno si sarebbe mai aspettato, ma bisogna guardarsi bene da coloro che lo abitano.” disse quando rimase da solo con i cinque ragazzi.

Le sue parole erano enigmatiche e il gruppo era pronto a lasciar terminare lì il discorso, quando la solita voce che aveva disturbato Sasuke quella mattina si fece sentire squillante come sempre:

“Non sapevo che ci fossero degli indigeni da queste parti. Sapevamo che si erano ritirati sulle montagne.”

“Era quello che credevamo anche noi, ma ora sono tornati più forti e spietati che mai. Ogni giorno riceviamo notizie di ripetuti attacchi che con l’andare del tempo hanno decimato i nostri uomini, pochi sono sopravvissuti per poterlo raccontare e non sono certo delle storielle che conciliano il sonno.” era sicuramente un’affermazione ironica, ma nessun sorriso solcò il suo volto.

“Non pensate che se cercassimo di comunicare con loro-”

“Stupido!” la voce di Madara si fece dura e i suoi occhi assunsero una sfumatura rosso cremisi “Tu non ti rendi conto della gravità della situazione” sbraitò fuori di se dalla rabbia “quella non è gente che scende a patti! Sono mostri, demoni della notte venuti dagli inferi e assetati del nostro sangue, mercenari di Huitzilopochtli!” le sue parole erano veleno e il suo cuore era gonfio di odio, poche erano le volte che perdeva il controllo di sé e, di sicuro, non era per delle sciocchezze.

“Cos’è questo Huitzilopochtli?” si azzardò a domandare Shikamaru, che a differenza di Naruto era rimasto silenzioso fino a quel momento in cui la sua curiosità ebbe la meglio su di lui, il ragazzo aveva dei capelli corti raccolti in una coda alta e i suoi occhi erano scuri, ma non come quelli che caratterizzavano la famiglia Uchiha, non era una persona di molte parole preferiva pensare e amava la compagnia dei libri più di quella di una donna, le definiva una palla al piede capaci solo di lamentarsi.

“Non che cos’è” rispose Madara ormai ritornato in possesso della sua calma “ma chi è. Huitzilopochtli è il loro dio del sole, un’entità pagana spregevole e vendicativa, per evitare che la sua ira si avventi sulla popolazione intera sterminandola, gli offrono regolari sacrifici, ma non si accontenta di semplici animali; donne, uomini, bambini, nessuno si sottrae se lui li chiama a sé. Le sue vittime vengono squartate vive e fiumi di sangue scorrono su quelli altari maledetti!”  nonostante non fosse la prima volta che sentivano delle crudeltà degli indigeni durante le conversazioni alle varie cene nobiliari, al sentire quelle parole pronunciate con tanta amarezza,  i cinque ragazzi sentirono scorrere lungo la schiena un brivido gelido, che razza di bestie erano per poter commettere delle simili carneficine. Mai nessuno di loro avrebbe potuto immaginare che quello che loro credevano fosse il più bel sogno della loro vita si sarebbe trasformato nel peggiore incubo dal quale, probabilmente, nessuno avrebbe potuto uscirne vivo.

“Adesso basta.” sentenziò Madara, “Avremo tempo di discutere su queste cose con più calma in un altro momento, per ora, sarà meglio che andiate a sistemarvi nei vostri alloggi, spero che siano di vostro gradimento. Qui i soldati dormono in gruppo, bisogna restare uniti, per sopravvivere. Per quanto riguarda te Sasuke, vorrei che questa sera tu venga nei miei di alloggi, abbiamo cose di cui parlare noi due, dopotutto, è da un po’ che non abbiamo modo di chiacchierare.” “Vorrai dire troppo, zio” lo corresse Sasuke, non amava particolarmente intrattenere conversazioni, ma era suo zio e non poteva negare a un suo parente qualche attimo del suo tempo.

Accomiatatisi da Madara, il gruppo di ragazzi si avviò verso la loro tenda, dove avrebbero dormito tutti insieme. L’unico biondo della compagnia fu il primo che, sdraiatosi su quello che aveva deciso sarebbe stato il suo letto, interruppe quel silenzio velato; “Secondo voi cosa succederà adesso? Non sono venuto qui per combattere.” “Nessuno è qui per combattere Naruto, ma dovremo farlo qualora fosse necessario. O noi o loro, si chiama sopravvivenza, se non ti fosse ancora chiaro il concetto.” lo zittì il ragazzo dai lunghi capelli color del bronzo e gli splendidi occhi perlacei. “Questo l’avevo capito anche io, Neji. Senza che continui a fere il saccente, guarda Shikamaru, è più intelligente di te, ma non mi ha ancora insultato non è vero Shika-” ma nel voltarsi, vide il ragazzo profondamente assopito lungo disteso sul letto, “-maru.”

“Ha! Ci credo che non ti insulta! Finche se la dorme come un ghiro, è particolarmente difficile che ti possa dare dell’imbecille” lo punzecchio un ragazzo che se non fosse stato per i capelli lisci, sarebbe stato una copia perfetta di Sasuke. “Ha. Ha. Ha. Molto simpatico Sai, davvero, ci mancavi solo tu! Come se già non bastasse Hyuuga a rendermi la vita impossibile” piagnucolò Naruto, mentre Neji aveva iniziato a ridere come non faceva da tempo, nella sua casata infatti, come in quella degli Uchiha a cui apparteneva Sasuke, vigevano rigide regole che non potevano essere infrante per nessuna ragione. Proprio per questo, erano poche le volte in cui si poteva ridere senza paura di ricevere punizioni corporali. Secondo l’opinione di suo padre il riso deformava il volto rendeva gli uomini simili alle scimmie, ed era un atteggiamento poco consono ai nobili di alto lignaggio come quelli appartenenti alla potente casata Hyuga.

“ADESSO BASTA!” tuonò Sasuke “Ma guardati sembri un neonato Naruto, e tu Neji mi aspettavo più contegno da te!”

“Suvvia Uchiha, per una volta che siamo lontani da casa senza nessuno che possa dirci come comportarci, o criticarci per la nostra inosservanza di quelli che nel mondo civilizzato chiamano buoni costumi, e tu continui a fare il perfettino? Ma lasciati andare qualche volta! Anche se mi pare tu ti sia già tolto qualche grossa soddisfazione con la figlia dell’ambasciatore, due sere prima della partenza” .

Ora aveva esagerato, ma Sasuke non gliela fece passare liscia: “Ma possibile che qui dentro a tutti interessi solo dei miei divertimenti? O è solo gelosia perché nessuna donna vi ha ancora chiesto di prenderla e di possederla? Come mi fate pena! Ho sentito che qui le indigene sono delle cavalle focose, perché non provate a vedere se tra loro ce n’è una talmente disperata da soddisfare la vostra frustrazione sessuale?” sul volto dell’Uchiha comparve un ghigno di soddisfazione nel vedere la rabbia  impossessarsi delle loro guance, tingendole di un rosso che diveniva sempre più acceso. “Scusate se non mi intrattengo con voi ancora per un po’, ma voglio andare a fare un giro di perlustrazione del campo, per non aggiungere il fatto che io e mio zio abbiamo faccende molto più serie di queste in sospeso di cui discutere. Questioni da uomini per l’esattezza. Quindi tolgo il disturbo, non vorrei mai fare tardi per colpa vostra” detto questo usci dalla tenda, lasciandosi catturare dal meraviglioso cielo che si stava imporporando sotto le luci del tramonto.

 

My little corner

 

Ben ritrovati a tutti!!! ecco il nuovo episodio della mia fic, volevo aggiornare verso fine settimana ma il capitolo era li pronto per essere pubblicato e non ho saputo proprio resistere alla tentazione …

Passiamo ai ringraziamenti:

un grazie particolare va a La figlia di Giotto, SunliteGirl e FuyuShounen, che hanno recensito il mio primissimo capitolo, siete fantastici!

Ringrazio inoltre tutti gli altri lettori che rimangono nell’ombra.

Spero che il capitolo vi sia piaciuto.

Alla prossima!

Bani chan

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Ombre nella notte ***


Ombre nella notte

Se c’era una cosa che piaceva a Sasuke, quella era camminare in solitudine  all’aria aperta, come faceva spesso durante i suoi soggiorni a villa Uchiha: un elogio alla bellezza, in tutta la Spagna, non esisteva nessuna reggia che la eguagliasse per splendore. Tutta la villa poteva ospitare i reggenti e la loro corte senza alcun problema per molte notti, lasciando addirittura delle stanze vuote, i pavimenti erano in marmo bianco e venivano lucidati regolarmente, le sale erano affrescate con le gesta degli antenati che fecero grande e potente il casato, la grande biblioteca conservava al suo interno i più rari e antichi manoscritti di tutto il mondo, gli alloggi erano ampi e i letti a baldacchino dominavano l’intera stanza all’interno della quale scoppiettava sempre, durante l’inverno, il fuoco del caminetto. Ma la parte della casa a cui il moro teneva di più in assoluto, quella era il giardino, dove gli alberi crescevano alti e rigogliosi, i roseti profumavano l’aria con la loro soave essenza e una leggera brezza aleggiava sempre nell’aria; adorava particolarmente attraversare il giardino con un tragitto in barca, attraverso i lunghi canali che scorrevano attraverso tutto l’enorme parco; con il rumore dello spostamento dell’acqua provocato dall’avanzare della piccola barca sotto i suoi piedi si sentiva sereno e privo di ogni preoccupazione: era libero.

Sebbene se ne fosse appena allontanato, Sasuke sentiva già la mancanza di quel luogo che custodiva i momenti felici che trascorse con la sua famiglia, con suo fratello … già … suo fratello.

Il solo pensiero fece scendere un’ombra su Sasuke, suo fratello era sempre stato il suo unico confidente, l’unica persona che lo capiva veramente e lo accettava per quello che era, ma ora … lui non c’era.

Il sole era già tramontato e le torce con la loro fiamma che danzava allegra, illuminavano l’accampamento a giorno.

Era ormai giunto il momento per lui di andare al suo appuntamento con lo zio, voleva delle risposte … e le avrebbe ottenute a qualsiasi costo.

Il desiderio di conoscerne di più sull’accaduto, impedì al giovane di accorgersi che non molto lontano, qualcuno lo stava spiando …

 

Non molto lontano su una collinetta un gruppo di ombre stavano spiando l’accampamento. Alcune figure snelle e femminili, nascoste tra i cespugli e la fitta boscaglia, scrutavano indisturbate i movimenti dei soldati braccati come dei topi all’interno di un “recinto” che stava iniziando a diventare fin troppo stretto per poterli contenere tutti.

“Maledizione! Sono arrivati altri demoni di ferro! Dannati schifosi!” imprecò la prima figura dai capelli color dei raggi del sole

“Calmati maialina, perdere il controllo non servirà a nulla, ci farà solo scoprire e moriremo ancor prima di poter informare il concilio. E’ questo quello che vuoi?” la rimproverò la seconda dall’insolito colore dei capelli: un meraviglioso rosa.

“Oh avanti fronte spaziosa, io proprio non ti capisco! Hanno sterminato la nostra gente senza pietà, e tu vorresti farmi credere che non vorresti vederli tutti morti?!”

“Sakura non sta dicendo questo Ino, pensa solo che sarebbe meglio calmarsi e ragionare a mente fredda, non servirebbe a nulla lanciarsi a capofitto in un attacco suicida” fece la terza ragazza con i capelli raccolti in due meravigliosi chinion.

“Grazie, Ten Ten , hai visto maialina, che qualcuno, a differenza di te, usa la testa? E si che non ci vuole poi molto.” ribatté acida la rosa.

“Ha ha ha che ridere Sakura davvero, non credere che solo perché tu sei l’allieva di Tsunade e futura sacerdotessa, ciò ti dia il diritto di spadroneggiare su tutto e tutti!”

“Sto solo cercando di agire per il bene di tutti. Quindi ascoltami bene Ino, perché te lo dirò una sola volta, o smetti di pensare alla vendetta o giuro che non vedrai la battaglia nemmeno dalla città delle anime, sono stata abbastanza chiara?! Metterti in pericolo e rischiare la tua vita non ti restituirà tuo fratello, hai capito?!”

La bionda rimase sconvolta dalle parole dure e affilate della rosa che le perforarono il petto come una coltellata dritta al cuore. La poverina corse via con le lacrime che le rigavano il volto e gli occhi che iniziavano ad arrossarsi e a gonfiarsi.

“Hai esagerato Sakura, e questo tu lo sai benissimo.” Affermò la mora con una punta di tristezza nel tono della voce.

“Lo so Ten Ten, ma lo sto facendo per il suo bene, non è stata l’unica a perdere qualcuno, almeno a lei rimangono i genitori. Ci sono alcuni dei nostri compagni che non hanno più nemmeno quelli. Tu torna indietro, trova Ino e portala a casa. Io resto qui ancora un po’ … voglio capire cosa vogliono questi demoni di ferro dalla nostra gente”

“Sakura non ti lascio qui da sola sai che è pericoloso!” replicò alla rosa

“Quella che ora è in pericolo è Ino, sconvolta com’è, potrebbe essere un bersaglio troppo facile, la catturerebbero e la torturerebbero per estorcerle informazioni su dove si trova il resto della nostra gente. Basta con le scuse, vai a cercarla Ten Ten.”

“Ma Sakura-”

Ora.” Il tono della rosa non ammetteva repliche, poche erano le volte che Sakura impartiva ordini, nonostante il suo ruolo glielo permettesse, preferiva parlare come persone alla pari e non come un comandante al suo sottoposto ricorreva al suo tono autoritario solo in casi di estrema necessità, ed era proprio in quei casi che conveniva non farla arrabbiare.

Arresasi, Ten Ten iniziò a correre nel fitto della foresta nella direzione in cui era fuggita la prima ragazza.

Quando la sua figura fu inghiottita dal buio Sakura ritornò al suo appostamento, ma improvvisamente un lancinante dolore alla testa la fece accasciare a terra, prima di essere avvolta dall’oblio di tenebra che avanzava inesorabile, la ragazza riuscì ad udire solo poche parole:  “Ti abbiamo presa, selvaggia!” . Poi tutto divenne buio.

 

 

La tenda di Madara era collocata al centro dell’accampamento, quindi non fu molto difficile per Sasuke trovarla, appena entrato l’attenzione del moro venne attirata da due distinti gentiluomini che stavano intrattenendo un’accesa conversazione con suo zio.

“Ben ritrovato nipote” lo accolse Madara ostentando un sorriso.

“Permettimi di presentarti i miei-”

“Non ce ne sarà alcun bisogno” lo interruppe uno dei due sconosciuti, “Permettete di presssentarci da sssoli” la sua voce era sibillina, come quella di un serpente.

“Il mio nome è Orochimaru e quesssto, è il mio fedele apprendista Kabuto” il secondo fece un accenno ad un inchino e rialzatosi si risistemò gli occhiali rotondi sul naso.

“E’ un piacere fare la vostra conoscenza signori, io sono Sasuke Uchiha, il nipote di Madara” rispose ossequioso il moro.

“Oh, il piacere è tutto nossstro … Sasssuke”.

 

 

 

 

 

My little corner

 

Eccomi!!! Finalmente sono tornata! Vi sono mancata? (lettori:assolutamente no!)  Bhuhu che tristezza!!!  T^T    Bani chan ora è triste (ma chi se ne frega! ndPio)

Quasi dimenticavo lui è Pio e da adesso in poi sarà la mia piccola mascotte. Mi farà compagnia alla fine di ogni capitolo (Mph sai che divertimento! ndPio) Adesso basta piccolo rompiscatole! (GneGneGneGneGne sai che paura) * Bani chan tira fuori un libro di cucina *  vediamo come ti posso cucinare in crosta di sale? All’arancia? No direi che un bel brodo classico è l’ideale (Eheheh … non farai mica sul serio … avanti siamo soci tu hai bisogno di me! ndPio) primo passo procurarsi un pollo … bhe penso che un pulcino vada benissimo allo stesso! (va bene va bene d’accordo VA BENE! Non lo faccio più non mi mangiare ho moglie e figli a cui badare!! ndPio) ma se sei nato solo ieri! come è possibile che tu abbia una moglie e dei figli?! (non si sa mai … un giorno potrei anche averne ndPio) Ah lasciamo perdere per carità. Chiudiamo questa cosa in fretta! Pio vuoi fare tu gli onori? (Mi sembrerebbe il minimo pasticciona come sei sbaglieresti tutto ndPio) sempre gentile tu … se la metti così allora concludo io!

Allora cari lettori dopo questo piccolo sclero, ritorniamo alla nostra storia: finalmente entrano in scena Orochimaru e Kabuto inizialmente non avranno un ruolo importantissimo ma più avanti vedrete cosa succederà!!

Spero che il capitolo sia stato di vostro gradimento.

Al prossimo aggiornamento! (che avverrà tra una settimana)

Ciao ciao!

Bani chan e Pio

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Come è morto ***


Come è morto




“Vogliate scusarci Lord Orochimaru, ma adesso io e mio nipote abbiamo delle cose molto importanti di cui discutere”

Orochimaru fu costretto a distogliere con uno scatto improvviso i suoi occhi dall’insolito colore giallo dal giovane, per dirigere lo sguardo verso l’imponente figura di Madara.

“Come desiderate, riprenderemo il nossstro discorso in un altro momento. Andiamo Kabuto, sono stanco e ho bisogno di riposare. Buona serata ad entrambi”

Detto questo, si diresse verso l’uscita della tenda, ne scostò leggermente un lembo e, seguito dal suo apprendista, scomparve dalla loro vista.

Era calato un inquietante silenzio tra i due Uchiha. La presenza di quei due individui era molto inquietante, ma il non sapere dove fossero era ancora peggio.

“Chi erano quei due, zio?” fu Sasuke a parlare per primo, il fatto che Madara non avesse ancora proferito parola lo irritava parecchio; dopotutto era stato lui a chiamarlo per discutere, no?

“Credevo fossi stato attento a quello che hanno detto quei gentiluomini: uno era Lord Orochimaru e l’altro era il signor Kabuto.”

“So chi sono zio, ci sento benissimo fino a prova contraria. La mia domanda è perché sono qui ?”

Il giovane stava per perdere la pazienza, suo zio scherzava nei momenti sbagliati … e questo lo irritava profondamente.

“Calmati nipote, non serve agitarsi per queste sciocchezze. Lord Orochimaru è qui per offrirci i suoi generosi servigi. Non è la prima volta che viene qui, si imbarco da Palos con Colombo il 3 agosto del 1492, e fu uno dei pochi che sbarcò qui il 12 ottobre dello stesso anno … mentre si dedicavano alla perlustrazione dei territori, entrarono in contatto con alcuni gruppi di indigeni. Orochimaru ne apprese gli usi e i costumi catalogandoli in numerosi diari, è grazie a lui che ora abbiamo a disposizione tutte le informazioni che ci permettono di fronteggiare il nemico e impediscono a quei mostri di ucciderci tutti.”

“Non mi sembra una persona molto affidabile … sei sicuro che ci possiamo fidare di quell’individuo?” chiese titubante Sasuke.

“Non ti preoccupare nipote, ho avuto il piacere di assistere a diverse delle sue lezioni, che furono programmate dopo il suo ritorno da queste terre e devo ammettere che le ho trovate molto … interessanti. Se solo mi fossi accorto prima che avevamo bisogno di un esperto … Itachi sarebbe …”

le parole gli morirono in gola, era doloroso per lui ricordare: le immagini di quel giorno riaffioravano nella sua mente, e non poté impedire ad una piccola lacrima di solcargli il volto.

“Parlami di come è morto.” Sasuke aveva bisogno di saperlo e non avrebbe tollerato un no come risposta.

“Sasuke non servirà a nulla, riapriresti solo una ferita che ha iniziato a rimarginarsi e …”

“IO HO IL DIRITTO DI SAPERE COME E’ MORTO MIO FRATELLO!!”

il giovane era fuori di se dalla rabbia, l’unico uomo che poteva raccontargli come era veramente morto Itachi non voleva farsi sfuggire un dettaglio, e questo non lo poteva proprio sopportare era al culmine e il vaso era traboccato. “Scusami zio, non so che cosa mi è preso, ma non sapere come stanno veramente le cose mi irrita. Era mio fratello, voglio capire perché! Perché è dovuto morire?! Che colpe ne aveva lui per la guerra che si è scatenata?!”

“L’unica colpa che ha avuto tuo fratello … è stata trovarsi nel luogo sbagliato al momento sbagliato … vuoi davvero sapere come è morto tuo fratello? Ne sei davvero sicuro?” Sasuke fece un lieve accenno con il capo, segno del suo muto consenso.

“E allora ti racconterò come è morto tuo fratello.” Madara fece un respiro profondo, si accomodo su una sedia e chiese a Sasuke di fare lo stesso con un lieve cenno della mano, il giovane si sistemò sulla sedia vicino a Madara e rimase in silenzio, in attesa di sentire ciò che Madara aveva da dirgli.

“Era notte e stava piovendo, io e Itachi avevamo deciso di prendere un piccolo manipolo di soldati per eseguire una missione di ricognizione nei pressi di un villaggio di indigeni, volevamo sapere che cosa stavano tramando per poterci preparare e non farci cogliere impreparati al loro attacco, così ci dirigemmo verso il villaggio che sapevamo con certezza fosse ubicato vicino ad una cascata. Tutto taceva, sembrava che tutti stessero dormendo e avanzammo incautamente … li avevamo sottovalutati … gli indigeni avevano allestito un’imboscata e un piccolo gruppo dei loro guerrieri ci attacco alla sprovvista. il terreno era accidentato e si doveva stare attenti a dove si mettevano i piedi oltre che concentrarsi sui nemici che arrivavano da tutte le parti. Eravamo esausti e quei demoni erano irriducibili. Itachi si era trovato a fronteggiare un nemico più forte del previsto, quel maledetto aveva spinto tuo fratello al margine della cascata, fu tutto questione di attimi, una spinta sleale, il terreno che franava e ho visto mio nipote cadere, inghiottito dall’acqua … sparito nel nulla. Un urlo di trionfo riempì la gola di quel demonio che aveva portato via la vita a Itachi, e come erano venuti, scomparvero nel nulla. Il giorno dopo iniziammo le ricerche con la speranza di ritrovarlo. Passavano i giorni … ma di tuo fratello sembrava sparito nel nulla, volatilizzato come un soffio di vento.”

“Perché avete interrotto le ricerche?” la voce di Sasuke si fece bassa e le parole facevano fatica a uscire dalle sue labbra.

Madara si alzò lentamente dalla sedia e a passi pesanti si incamminò verso un piccolo fagotto, appoggiato sopra un’enorme baule collocato in un angolo della tenda, lo prese e avvicinandosi a Sasuke iniziò a sciogliere lentamente i lacci che lo legavano, l’involucro scivolò delicatamente al suolo rivelando una meravigliosa spada, dove sul fodero era inciso un ventaglio: il simbolo del casato Uchiha.

Sasuke la prese in mano, strappandola da quelle dello zio per poterla osservare meglio, non c’erano dubbi: era la spada di suo fratello.

Le mani iniziarono a tremare e le lacrime scendevano copiose dal viso del giovane.

“Mi vendicherò zio … vendicherò la memoria di mio fratello. Non avrò pace finché non li vedrò bruciare tutti all’inferno da dove provengono!”

Gli occhi di Sasuke si fecero di un intenso rosso cremisi e l’odio iniziava a consumarlo, ora finalmente sapeva cosa fare: gli avrebbe strappato il cuore per poi bruciarlo. Nessuno avrebbe potuto ostacolarlo.

Sul volto di Madara si dipinse un sorriso malvagio, accompagnato da uno sguardo vittorioso che si premurò di nascondere prima di parlare:

“Non ti preoccupare nipote, dai tempo al tempo, e ti prometto che avrai la tua vendetta. Te lo giuro sulla mia anima.”

 

Improvvisamente si sentirono grida di gioia provenire dall’esterno della tenda. Madara si affrettò ad uscire dalla tenda.

“Che diavolo succede qui fuori siete per caso impazziti?!”

“Comandante” un soldato si avvicinò a Madara e si inchinò.

“Soldato, fate rapporto, immediatamente.”

“Siamo andati in ricognizione nella foresta signore, e …”

“E cosa soldato, sto iniziando a perdere la pazienza, non ti conviene abusare della mia generosità”

Ne abbiamo preso uno.”

Gli occhi di Madara si illuminarono quando si vide trascinare davanti una giovane ragazza dagli insoliti capelli rosa.

Le cose si stavano evolvendo per il meglio, oltre ogni sua più rosea aspettativa.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

My little corner

Buonasera a tutti eccoci qua con un nuovissimo capitolo! * Pio saltella sulla tastiera * o meglio solo io … Pio. Vi domanderete dove si trova quell’incapace della mia collaboratrice … bhè a dirla tutta non lo so e non m’interessa … l’unica cosa di cui sono sicuro e che ora sono qui a zampettare avanti e indietro su una tastiera per scrivere questo spazio autrice al posto di Bani chan … e sono tenuto da contratto a scrivere ciò che mi è stato detto altrimenti mi tira il collo … che tristezza … mi domando dov’è finita la libertà di esprimere le proprie opinioni … sob sob T^T

Bando alle ciance e torniamo all’argomento storia!

Come avete potuto constatare la situazione ha iniziato a prendere una brutta piega … e questo è solo l’inizio !!

Se il capitolo vi è piaciuto o anche solo per fare una critica fatelo sapere all’autrice con una recensione! Saranno apprezzate moltissimo tutti e due i tipi di valutazione! Anche il più piccolo dettaglio può essere rilevante!

Grazie a tutti per essere arrivati fino in fondo e per aver perso dieci minuti del vostro tempo per la mia fic!

Aggiornamento previsto per lunedì prossimo!

A presto!

Bani chan e Pio

 


Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** L'indigena ***


L'indigena




L’accampamento era in fermento: l’arrivo di un prigioniero era sempre una buona occasione per estorcere al malcapitato informazioni preziose che permettessero di conoscere meglio con chi avessero a che fare.

L’enorme trambusto svegliò di soprassalto i quattro ragazzi che erano rimasti all’interno della loro tenda per riposarsi dalle fatiche del lungo viaggio.

Mentre i suoi compagni si alzavano pigramente dalla branda, Neji uscì per primo dalla tenda e vedendo tutti i soldati affluire in una stessa direzione ne fermò uno con l’intento di chiedere spiegazioni:

“Soldato, che diamine succede! Cos’è questa baraonda del diavolo! Nel pieno della notte per giunta!” dal tono era parecchio irritato per l’interruzione del suo riposo. Nel frattempo anche gli altri erano usciti dalla tenda.

“Perdonate signori, ma è appena ritornata una nostra pattuglia e sono riusciti a catturare un’indigena nelle vicinanze dell’accampamento, probabilmente ci stava spiando.”

“Dove si trovano ora?” chiese Sai incuriosito

“Hanno portato quella selvaggia alla tenda del capitano Madara. Deciderà lui che farne di quel demonio. Spero che le dia una morte lenta e dolorosa. Che paghi per quello che lei e tutta la sua razza ci hanno causato.”

“Mi sembra che valga la pena andare a vedere questa selvaggia, così potremo farci un’idea del problema a cui dobbiamo far fronte” Shikamaru non aveva fatto tempo a concludere il suo discorso che un lampo giallo scattò in avanti lasciando i tre compagni alquanto perplessi, anche se un comportamento del genere era da aspettarselo da uno come quella testa quadra di Naruto.

“Avanti che state aspettando! Muovetevi non abbiamo tutta la notte! Vi sbrigate o vi pesa troppo il culo per darvi una mossa!”

Neji, Shikamaru e Sai si guardarono con aria di rassegnazione e tutti e tre, sospirando, esclamarono: “Naruto, sei il solito BAKA!!!”

 

 

 

 

Attorno alla tenda di Madara si era radunata una grande folla, al centro i due Uchiha contemplavano in silenzio la povera ragazza che era stata sbattuta brutalmente al suolo, il più giovane, ancora sconvolto dalle rivelazioni ricevute dallo zio, guardava quell’esile corpicino con immenso disprezzo ed impugnava saldamente l’elsa della spada del fratello, pronto ad usarla al primo tentativo di ribellione della prigioniera; il secondo invece aveva negli occhi una punta di eccitazione, tutto si stava rivelando più facile del previsto, questa cattura era una vera e propria manna dal cielo … finalmente era ad un passo dal raggiungere il suo obbiettivo, mancava poco al traguardo … era solo una questione di poco tempo.

 

 

 

Il primo arrivato sul posto fu Naruto, seguito a ruota da Neji, Sai e Shikamaru. Subito iniziarono a farsi strada tra l’ammasso di soldati fino ad arrivare in prima fila, ciò che videro dopo non gli piacque per nulla.

Inginocchiata davanti a loro c’era un’esile fanciulla dallo stano colore dei capelli. La rosa alzò leggermente il capo, il suo volto era privo di ogni tipo di emozione: paura, rabbia … non era dato conoscerlo … stava li immobile ad osservare quella realtà che aveva potuto ammirare solo in lontananza.

Attorno a lei tutti la guardavano con sguardi più o meno minacciosi.

 

Madara si avvicinò a lei con passi lenti ma decisi, e iniziò a girarle attorno con fare esaminatore, allungò la mano e passò le sue dita tra i setosi capelli della ragazza.

“Che curioso colore hanno i tuoi capelli. Sono naturali o hai usato delle tinture speciali? Sai, anche nel nostro paese le dame si tingono i capelli, quasi per ingannare il tempo che passa e avere l’illusione di essere sempre giovani.”

Nessuna risposta. La ragazza continuava a fissare il vuoto, era assorta nei suoi pensieri, ma uno schiaffo improvviso e in pieno volto la fece ritornare alla realtà dei fatti.

“Mio zio ti ha fatto una domanda per cui vedi di rispondere brutta sgualdrina!”

Nonostante la guancia rossa e pulsante di dolore la rosa non pronunciò un singolo lamento e lentamente volse i suoi occhi smeraldini verso quelli del moro. Il giovane sentì una forte scossa percorrergli tutto il corpo e un’ulteriore attacco d’ira si fece strada nel suo animo: come si permetteva quell’impura di guardarlo negli occhi?!

Stava per assestare un altro schiaffo sul volto della ragazza quando fu bloccato dalla mano dello zio, che con una presa salda come il ferro lo afferrò per il polso iniziando a stringere con la sua sovrumana forza.

“Fermati nipote. Non servirà a nulla picchiarla in questo modo, per quanto questa … nostra ospite sia abituata a resistere al dolore, nelle tue condizioni attuali, sconvolto come sei, finiresti molto probabilmente per ucciderla, e sappiamo tutti e due molto bene che lei ci serve viva per raggiungere i nostri scopi. O l’hai già dimenticato mio caro nipote?” detto ciò, allentò la presa al polso di Sasuke lasciandogli a poco a poco libera la mano.

Subito indico un palo conficcato nel terreno, proprio vicino alla sua tenda.

“Legatela lì. Niente cibo né acqua per quattro giorni. Il primo che scopro nel tentativo di aiutarla verrà severamente punito. Molto probabilmente con una pena più pesante di quella che potrebbe spettare a questa selvaggia.” Prese il mento della ragazza tra due dita in modo che lei lo guardasse bene negli occhi.

“Vedremo se poi sarai più disponibile alla collaborazione.”

La giovane venne subito presa di peso da un paio di soldati e legata strettamente al palo e lasciata lì, per la durata di tutti i quattro giorni senza cibo e senza acqua, come Madara aveva ordinato.

Durante tutto quel tempo Sasuke provò una nota di soddisfazione nel vedere quella strega soffrire, anche se riteneva che il suo dolore non era paragonabile al dolore che lo stava dilaniando.

 

 

 

 

Diario di viaggio                                                 17 marzo 1520    

 

La vita nel campo sta proseguendo tranquilla i soldati vedono ormai un piccolo bagliore di speranza, da troppo aspettavano di ottenere una vittoria definitiva contro gli indigeni.

Poveri illusi! L’inferno è appena iniziato, il sangue sgorgherà ancora più copiosamente, e sono stati proprio loro ad aver firmato questa condanna gettandosi a capofitto nella tana del demonio, portando tra noi un lupo travestito d’agnello.

Con la grazia di Dio spero di poter portare a compimento la missione assegnatami dai reggenti di Spagna.

                               

                                           Per sempre fedele al mio paese

                                                        

                                                          Madara Uchiha

 

 

 

 

 

My little corner

 

Eccoci qui con il nuovissimo capitolo mi è costato una faticaccia scriverlo anche perché essendo un capitolo di passaggio dovevo cercare di farlo sembrare il meno noioso possibile.

ndPio per te qualsiasi cosa è un’impresa titanica … se fosse per me non ti    affiderei nemmeno il lavoro più stupido della terra!

ndMe perché quale sarebbe?  fare il pulcino?

ndPio ecco visto come mi tratta! T^T guarda te che cosa mi tocca subire!!

ndMe avanti non iniziare a piagnucolare!! Sei insopportabile! Ricomponiti che dobbiamo fare un avviso …

ndPio quale avviso?

ndMe ma come quale avviso quello di cui abbiamo parlato ieri sera

ndPio ah quell’avviso!

ndMe c’è arrivato! Muoviti a presentarlo coraggio non abbiamo tutto il tempo di questo mondo!!

ndPio e va bene va bene va bene eccolo qui:

 

 

AVVISO PER GLI APPASSIONATI DI  NARUHINA!!!

Come ho promesso in una mia recensione a SunliteGirl, che non smetterò mai di ringraziare abbastanza per avermi convinto a pubblicare la mia fic, dopo il prossimo capitolo ce ne sarà uno (o forse due, devo vedere come mi gira la giornata) dedicato a questa strepitosa coppia che io apprezzo moltissimo!

 

Bene, dopo questa breve parentesi, spero che vi sia piaciuto il capitolo se volete fatemelo sapere con una recensione anche piccola !

Grazie per aver letto! Spero che l’aver aggiornato in anticipo non abbia causato problemi!!

Alla prossima!

 

Bani chan e Pio

 

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** Scomparso ***


6 Scomparso


 

I quattro giorni erano passati e la rosa ere stata scortata nella tenda del capitano Madara per l’interrogatorio. Fu richiesta anche la presenza di Lord Orochimaru e del suo apprendista Kabuto, probabilmente per un’eventuale traduzione delle parole della prigioniera. Non fu acconsentito l’accesso alla tenda a nessuno dei soldati, ma cosa più eclatante non fu concesso di entrare nemmeno a Sasuke e ai suoi amici. Furono liquidati con un semplice “Sono questioni che dei ragazzi come voi non possono capire, lasciate fare a noi.”

La cosa era alquanto frustrante per i cinque giovani, rispetto a Madara erano molto più giovani ma ciò non significava che fossero meno esperti!

Sta il fatto che nonostante le loro insistenze per partecipare all’interrogatorio , si ritrovarono tutti e cinque a lamentarsi dell’accaduto all’interno della loro tenda comune.

“Non è giusto! Perché quel Lord da strapazzo e il suo leccapiedi si e noi no! Non è giusto, non è giusto, non è giusto!” piagnucolò Naruto

“Non servirà a niente frignare come un lattante testa quadra, non cambierai le cose. Rimane il fatto che loro sono dentro e noi siamo fuori.”

“Neji ha ragione Naruto. Alla luce dei fatti non ci resta altro da fare se non aspettare … e sperare che una volta finito abbiano la creanza di dirci  che cosa hanno scoperto sulla situazione in generale. Io per il momento mi riposo un po’. Voi fate come meglio credete.”

“E dai Shikamaru. Non essere così asociale. Ho letto su un libro che questo comportamento può portare a gravi disturbi che …”

“Va bene. Va bene,  Sai, ho afferrato il concetto non ti preoccupare” disse Shikamaru impedendo al ragazzo di terminare il suo discorso e iniziando a sedersi pigramente sulla branda.

Mentre tutti quanti iniziarono a discutere del più e del meno, Sasuke continuò ad osservare in silenzio la spada di Itachi. Lui e suo fratello erano legatissimi e ancora non si era arreso all’idea che il suo adoralo fratellone fosse morto, Madara aveva ragione, conoscere la verità lo avrebbe fatto soffrire moltissimo, però ora aveva la possibilità di sfogare tutto il suo dolore contro quelle bestie che glielo avevano strappato via. Non avrebbe avuto pietà per nessuno. Nessuno.

Le ore trascorrevano e non era giunta ancora alcuna notizia di come stesse procedendo l’interrogatorio e mai e poi mai un soldato avrebbe osato interrompere il comandante in una situazione delicata come quella.

“Basta io non ce la faccio più a stare qui con le mani in mano. Vado a sgranchirmi le gambe”

“Fai come vuoi Naruto. Sappi però che se non torni per l’ora di cena noi quattro ci spartiremo la tua razione” disse sai cogliendo la possibilità di potersi riempire meglio lo stomaco.

“Fate pure come volete. Tanto avevo già in mente di non mangiare … mi si è chiuso lo stomaco …”

Detto ciò il biondo si incamminò fuori dalla sua tenda in giro per l’accampamento, ormai si stavano accendendo i fuochi per la notte, ormai mancava poco al sorgere della luna che iniziava a fare capolino alta nel cielo.

Il giovane era talmente assorto nei suoi pensieri che non si accorse di essere arrivato ormai nelle vicinanze della tenda dello zio di Sasuke.

“Mio sssignore la prigioniera non ha aperto bocca, neppure una parola. Cosa possiamo fare?” era sicuramente Orochimaru.

“Non possiamo fare nulla! Maledizione! Ci mancava pochissimo! Ormai potevo assaporare la vittoria!”

“Dobbiamo riussscire a trovare un altro indigeno, per proteggersi a vicenda saranno cossstretti a parlare!”

“Cosa credete che i selvaggi crescano sugli alberi? Credete che sia facile catturarne uno? Lo avete potuto constatare voi stesso che no è per niente facile!”

Naruto continuò ad origliare ma quello che senti dopo gli fece raggelare il sangue. Ora capiva quali erano i loro veri scopi. Non c’era tempo da perdere! Doveva avvertire subito tutti di quello che stava per accadere!

Lentamente iniziò ad indietreggiare ma un improvviso colpo alla nuca lo fece cadere a terra.

“Il ragazzo ha sssentito tutto. Non possiamo permetterci di lasssciarlo libero. Spiffererebbe tutto. Non possiamo permetterglielo! Soprattutto ora che ora sono io a comandare! Kabuto sbarazzatene immediatamente. Veloce prima che i soldati tornino dalla mensa! Vai a …”

Le parole che seguirono sono un mistero. Naruto ormai era stato inghiottito da un baratro di ombre. In balia del destino e dei suoi aguzzini.

 

 

 

 

 

Il giorno dopo, nella tenda dei ragazzi un branda era rimasta inutilizzata.

In un primo momento tutti non se ne preoccuparono più di tanto, erano abituati a questi strani atteggiamenti del biondo, gli venne alla memoria che una volta aveva avuto il coraggio di sparire senza lasciare traccia, nessuna lettera ne altro tipo di avviso, e cinque giorni dopo si era ripresentato a casa annunciando alla sua famiglia e ai sui amici,  come se niente fosse accaduto, che era andato a farsi una “vacanza”  sulla costa. Il motivo? La vita a corte lo stava soffocando. Tipico di una persona come quella testa quadra.

Sfortunatamente non era andata così anche questa volta. Nella tenda irruppe Madara annunciandogli che il loro amico Naruto era sparito nel nulla. Gli disse che l’ultimo a vederlo fu Kabuto, questo si accorse che il biondo stava uscendo dall’accampamento, aveva cercato di fermarlo con tutte le sue forze, ma non ci furono storie: voleva uscire, aveva promesso che sarebbe stato attento e avrebbe costeggiato la palizzata … ma anche questa precauzione non servì a nulla. Probabilmente i selvaggi avevano mandato un gruppo dei loro soldati nel tentativo di salvare la loro compagna, ma si sono trovati davanti una preda molto più facile e hanno colto l’occasione. Stava il fatto che ora non sapevano più in che condizioni si trovasse Naruto.  Se fosse vivo o morto. Sperarono con tutto il cuore che non fosse la seconda. Ma di una cosa erano certi il loro amico era scomparso e loro non hanno potuto fare nulla per impedire che tutto ciò avvenisse.

 

 

 

 

My little corner

 

Eccomi sono tornata!! *da ogni dove vengono scagliate frecce e avnzi della cena (BLEAH!!!!) *

Vi chiedo perdono per il mega ritardo ma mi sono andata a fare un bel viaggetto in Inghilterra!! Ma siccome sono sicura che non vi interessa torniamo subito alla storia!

Conto alla rovescia per il capitolo NARUHINA !!

Ormai ci siamo fan della coppia il prossimo capitolo sarà incentrato proprio su di loro! E la scena sara basata sul POV di Naruto.

Vi ringrazio per aver dedicato un briciolo del vostro tempo per leggere la mia fic! Se vi è piaciuta vi prego lasciate un commentino per farmi sapere cosa ne pensate!

Anche Pio vi saluta tantissimo e si scusa per non essere presente ma si sta divertendo scarrozzando per casa con il treno giocattolo che gli ho portato da Oxford.

Grazie mille ancora per la vostra attenzione!

Al prossimo aggiornamento!

 

Bani chan e Pio

 


Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** Raggio di luna ***


Raggio di luna



 

 

La testa aveva iniziato a farmi molto male. Il colpo che mi avevano dato per stendermi non era di certo paragonabile ad una carezza, probabilmente sarebbe restato il livido … ma sentitemi! Se qui ci fosse stato quell’acido di Neji sicuramente mi avrebbe dato della donnetta. Poco male, non è di lui che mi devo preoccupare adesso. Devo capire dove mi trovo, di sicuro non all’accampamento, che senso avrebbe avuto altrimenti tramortirmi per poi lasciarmi lì anche se però sento che c’è qualcosa che dovevo ricordarmi … ma non so cosa diamine sia.

Cerco a fatica di aprire gli occhi, ma vengo improvvisamente investito da una forte luce, potrei dire quasi accecante. Cerco di alzarmi seduto ma il mio corpo e troppo debole e perdo le forze, sono pronto all’urto con il terreno quando sento qualcosa afferrarmi per le spalle e riadagiarmi lentamente disteso. Gli occhi non si erano ancora abituati alla luce o forse ero io che ero troppo debole anche solo per mettere a fuoco la visuale. Tutto ciò che riusii a percepire furono solo poche parole:

“N-non affaticatevi, siete ancora d-debole per muovervi. R-riposatevi sereno, qui siete al sicuro.” Era la voce di una ragazza. Sono stato salvato da una ragazza!

Con questo pensiero scivolai ancora in un profondo torpore.

 

 

Non so per quanto tempo io abbia dormito, l’unica cosa certa era che ormai la luna aveva preso il posto del sole nel cielo.

Cautamente iniziai a guardarmi intorno. Girando pigramente la testa mi resi conto che mi trovavo all’interno di una capanna, non era grande ma disponeva di tutto ciò che serviva per viverci: cibo, acqua, legna per il fuoco, coperte e molto altro ancora.

Improvvisamente sentii un rumore che mi fece sussultare, mi girai verso l’ingresso della capanna e notai un’ombra che si avvicinava piano, ma era solo un’ombra e non riuscivo ad identificare chi fosse.

La figura si avvicinò con passo titubante, entrò nella capanna e la luce del fuoco che scoppiettava rivelò un’esile corpo di ragazza. Tra le mani teneva una cesta contenente diverse radici e piante a me sconosciute. Iniziai a guardare con molto sospetto quei curiosi vegetali, quando la sua voce vibrò cristallina nell’aria: “Non vi preoccupate, non sono piante velenose. C-che senso avrebbe salvarvi la vita, p-per poi avvelenarvi io di persona? A-avrei potuto lasciarvi morire d-dove eravate e sarebbe stato un peso in meno n-non trovate?”

La ragazza aveva ragione: un’azione simile sarebbe stata a dir poco inutile. Una domanda però in quel momento balenò spontanea nella mia mente:

“Allora perché?”

La ragazza, che nel frattempo aveva aggiunto dell’altra legna sul fuoco per ravvivarlo, si voltò di scatto verso di me scrutandomi con uno sguardo interrogativo.

“P-perché cosa?”

“Perché mi avete salvato? Nessuno vi obbligava a farlo.”

“Il nostro popolo è molto ospitale e si prende cura degli stranieri … se loro sono gentili con noi, a nostra volta lo siamo, ma se ci sono ostili e ci puntano contro delle armi, noi rispondiamo allo stesso modo.”

“Il tuo popolo … sei una selvaggia?” mi rese immediatamente conto della gravità del guaio in cui mi ero cacciato: ero caduto nelle mani del nemico. Stranamente non ne ero turbato, anzi, la presenza di quella ragazza mi infondeva una stana sensazione di protezione.

“T-ti prego di non chiamarmi così. A-anche io potrei d-dire lo stesso di te. M-ma ti sto portato rispetto. E comunque i-io ho un nome.”

La ragazza si era messa in posizione di difesa … ero stato uno stupito non avrei mai dovuto insultarla così, era l’unica persona con cui potevo parlare e offenderla non era di certo un buon modo per iniziare un rapporto di amicizia.

“Perdonami, sono stato irrispettoso nei tuoi riguardi non avrei dovuto chiamarti così … mi dispiace tantissimo.” Mio sentivo in colpa … lei era stata così gentile con me ed io ho iniziato subito a giudicarla, tutto per degli stupidi pregiudizi, che ora scoprivo non avevano alcun fondo di verità.

Fortunatamente la situazione si era tranquillizzata e la ragazza, che prima era tesa e a disagio, adesso era ritornata leggermente più rilassata.

“Potrei sapere allora il nome della mia salvatrice?” azzardai calibrando bene il peso delle mie parole.

La ragazza sorrise dolcemente, sembrò che il suo viso avesse iniziato a brillare di luce propria e solo allora mi accorsi dei suoi meravigliosi occhi di un lilla che aveva un non so che di spettacolare, e della sua pelle liscia e nivea, priva di imperfezioni.

“H-hinata. Mi chiamo Hinata.” Disse lei con quella sua voce così delicata da sembrare una Hinata”

“Piacere mio Hinata. Io mi chiamo Naruto. Naruto Uzumaki.”

“Na-ru-to”  iniziò a osservarmi attentamente, devo ammetterlo iniziavo a sentirmi leggermente a disagio … c’era qualcosa che non andava? Questo silenzio era quasi inquietante, ad un certo punto Hinata iniziò a sghignazzare sommessamente per poi scoppiare in una risata

“Che c’è da ridere ho detto qualcosa che non va?” iniziavo a sentire una vampata di calore percorrermi tutto il corpo … stavo arrossento come un femminuccia.

“N-no no non ti preoccupare, è solo la tua faccia … hahaha … è troppo buffa … hahaha”

Fantastico, chissà cosa si dirà di me se questa cosa viene a galla quando tornerò all’accampamento … sarei lo zimbello di tutti. Io Naruto Uzumaki preso in giro da una ragazza era il colmo!

Il viso di Hinata aveva iniziato ad assumere una leggera sfumatura di rosso sulle guance e i suoi occhi si erano nascosti dietro la frangetta che gli calava sulla fronte … anche quando arrossiva era bellssima.

“Scusami non avrei dovuto farlo … è s-stato poco gentile riderti in faccia, è solo che mi sono lasciata prendere troppo dalla situazione, era da tanto che non vedevo qualcosa di così divertente che…”

“Non ti preoccupare” la interruppi “anche i miei amici ogni tanto si mettono a ridere quando tengo certi comportamenti … dicono che sono un burlone nato!”

“B-bhe non hanno tutti i torti, s-se ti riesce così naturale significa che hai un bel talento, i-io trovo che sia meraviglioso far ridere le persone, gli permetti di dimenticarsi subito di tutte le cose brutte che sono successe e anche se per pochi secondi, si possono sentire libere dagli affanni…”

Quell’affermazione mi scosse dalla testa ai piedi … nessuno aveva mai visto questa mia caratteristica come un pregio … tutti la ritenevano un atteggiamento poco nobile e irrispettoso, Hinata era proprio una ragazza speciale in tutti i sensi.

Dopotutto che fretta c’è di tornare all’accampamento? qui si sta molto bene ed il posto è tranquillo, e poi …

la compagnia non era poi così male.

 

 

 

 

 

My little corner

 

Buon pomeriggio a tutti!

Per prima cosa vorrei scusarmi per l’immenso ritardo nell’aggiornare … PERDONOOOOOO!!!! È solo che la scuola mi sta letteralmente uccidendo! Sono praticamente lunga distesa sui libri e non ho mai un momento per scrivere un capitolo decente per continuare!

Seconda cosa ecco finalmente il capitolo NaruHina che vi ho promesso! Spero che vi sia piaciuto!  * Pio, leggermente alterato,  sventola una gigantesca bandiera con sopra scritto “NARUHINA POWER! <3” *

Oh accipicchia Pio quante volte te lo devo dire che mangiare troppi zuccheri ti fa male guarda come ti sei ridotto! Mi va anche bene la bandiera ma la danza del ventre è oscena!!! Vabbè con questo e tutto gente! Ci vediamo al prossimo aggiornamento! Che spero di riuscire a pubblicare presto anzi prestissimooooo!!!

 

Dedico questo capitolo a SunliteGirl, FuyuShounen e vale_hina che mi seguono dall’inizio di questa fic! Grazie mille di tutto!

 

 

Byeee!!

 

Bani chan e Pio

 

 

 

 

 

 


Ritorna all'indice


Capitolo 8
*** Di piani e acque magiche ***


Di piani e acque




Saranno già trascorsi più o meno tre giorni dalla scomparsa di Naruto dal campo e i gruppi continuavano ininterrottamente da ore la perlustrazione della foresta, ma di lui non era risultata ancora nessuna traccia, ormai tutti erano pronti ad affrontare la situazione e interrompere le ricerche: il fatto che non si trovasse nessun genere di pista significava che molto probabilmente era stato catturato dagli indigeni, e se così fosse molto probabilmente non avrebbero più rivisto il loro compagno … vivo. Esattamente come era successo ad Itachi, per questo Sasuke ancora più degli altri non sopportava l’ennesimo fallimento, per la seconda volta aveva permesso che qualcuno a lui caro venisse portato via da quegli assassini.

“Adesso basta!” la pazienza di Sasuke era arrivata al culmine era giunto il momento di prendere le redini della situazione. “Quei demoni vogliono la guerra?  Allora guerra avranno!”  Si stava dirigendo verso l’accampamento quando improvvisamente venne preso per il braccio e trattenuto da Neji

“Sasuke, dove diavolo pensi di andare?!”

“Torno all’accampamento a studiare una strategia d’attacco! Sono stufo di restare qui con le mani legate mentre cerchiamo qualcuno che probabilmente è già morto!”
“Ti rendi conto di quello che hai appena detto?! Stai per caso insinuando che Naruto è morto? Lui era tuo amico e se succedesse una cosa simile a te lui ti verrebbe a cercare in capo al mondo pur di salvarti!”

“Si però io non sono Naruto e non lo sarò mai! Fattene una ragione Neji,  c’è solo una cosa che possiamo fare per lui!”

“E quale sarebbe? Sono curioso. Ricordarlo come un amico fedele? Andiamo Sasuke, Naruto non era un cane al quale tiravi la palla e subito scodinzolava! Era il tuo migliore amico! Capisci il significato della parola?!” nessuno aveva mai visto Neji arrabbiarsi in quel modo, era sempre stato molto calmo e distaccato, un blocco di freddo ghiaccio. Ma questa volta Sasuke aveva superato il limite.

“So cosa significa avere un amico, ed è proprio per questo che voglio tornare all’accampamento per studiare una strategia … voglio VENDICARE  il mio amico! L’ho giurato anche ad Itachi e questa è l’ennesima prova che se non agiamo in fretta, altre persone ci lasceranno la pelle! Il prossimo potrei essere io come lo potrebbe essere Shikamaru o Sai … persino tu potresti esserlo. Aiutami ad elaborare un piano di attacco e ci potremo liberare di quei mostri una volta per tutte.” Sasuke era convinto della sua decisione e lo dimostro tendendo in avanti la mano incitando l’amico a fare lo stesso.

La risposta non tardò ad arrivare.

 

--------------------------------------------------------------------------------------------------

 

Le giornate stanno trascorrendo molto tranquille, mi domando cosa staranno facendo il teme e gli altri, mi mancano moltissimo e vorrei tornare, ma se lo facessi rischierei di non essere fortunato come l’ultima volta e potrebbero tentare nuovamente di uccidermi, no sarebbe stato troppo rischioso per non parlare del fatto che potrei mettere in pericolo anche gli altri … no, meglio non rischiare. E poi la compagnia di Hinata è molto gradevole, in sua compagnia mi sento … bene … è una ragazza molto premurosa e si è presa cura di me durante la mia convalescenza … è un vero angelo. In cambio, ora che sono completamente tornato in salute, come ringraziamento mi offro di aiutarla con alcune faccende come tagliare la legna o procacciare qualcosa e, anche se non sono pratico di arco e frecce, bisogna accontentarsi servendosi di quello che si ha a disposizione.

Oggi però ci stiamo dirigendo verso una sorgente per fare rifornimento di acqua e raccogliere delle erbe. Non posso dire che il viaggio sia una passeggiata soprattutto per il peso delle bisacce. Accidenti se pesano!

“S-se vuoi ci possiamo fermare a riposare, t-tanto manca poco per arrivare alla sorgente.”

“Bhe visto che ormai ci siamo, allora tanto vale riposarci là, non trovi?”

“M-ma sarai sicuramente stanco, quel-le b-bisacce pesano molto e…”

“Non ti preoccupare Hinata, ho la pelle dura, e poi sono un testardo di prima categoria, prima il dovere e poi il piacere. Ma se tu sei stanca possiamo fermarci.”

Mi girai nella sua direzione e notai che le sue guance avevano assunto una leggera sfumatura rosea e i suoi occhi si erano spalancati all’improvviso.

“Stai bene Hinata-chan?”
“Eh? Oh s-si i-i-io sto b-benissimo no-non ti preoccupare è t-tutto a posto N-naruto.”

“Va bene se lo dici tu ci credo. Allora da che parte bisogna andare?”

“B-bhe … bisogna arrampicarsi su quella rupe e poi proseguire dritti, in poco tempo si arriva direttamente ai piedi della sorgente.”

“Senti Hinata volevo farti una domanda … hai un fiume che scorre a pochi passi dalla tua capanna, perché vuoi venire qui a prelevare l’acqua?”

“Domanda lecita. La fonte che stai per vedere è una fonte sacra per il nostro popolo, si dice che sia un dono degli dei, la leggenda vuole che se una donna in età da marito si immerge nelle sue acque sacre, presto troverà colui che sarà degno di averla al suo fianco per l’eternità.

Ne parlava con così tanto trasporto che per un momento mi sembrò che ci credesse con tutta se stessa. In effetti Hinata si meritava veramente un bravo ragazzo, anche se il fatto che probabilmente non sarò io mi dà molto fastidio, le auguro tutta la felicità possibile.

Ero così perso dei miei pensieri che non mi accorsi di dove eravamo.

“Ecco N-naruto, siamo arrivati. Q-questa è la sorgente.”

Iniziai a guardarmi intorno. Non potevo proprio credere a quello che stavo vedendo … davanti a noi sgorgava un’enorme cascata e i raggi di sole che riuscivano a farsi spazio tra i rami, rendevano le gocce d’acqua simili a cristalli scintillanti. Tutt’attorno, una fitta vegetazione faceva da cornice alla cascata: una vera meraviglia per gli occhi.

“A-adesso devo salire a metà cascata per poter raccogliere meglio l’acqua. Tu intanto aspettami qui e riposati.”

“Ai vostri ordini capitano!”

Non so che avessi detto di tanto buffo, ma ora Hinata stava ridendo, è carina anche quando mostra quel suo incantevole sorriso. Hinata è sempre carina.

Decido di appoggiarmi al tronco di un albero lì vicino, il rumore della cascata mi culla e mi rilassa, è una sensazione meravigliosa …

Un urlo però mi desta improvvisamente e tutto cio che vedo è il corpo di Hinata che cade in acqua.

Senza nemmeno pensarci mi levo in fretta e furia la camicia e mi fiondo in acqua. Prendo un grande respiro e mi immergo nell’acqua. Nuoto, nuoto ma non la vedo, inizio a preoccuparmi; improvvisamente la vedo che deta di liberarsi la caviglia da delle piante che le si sono attorcigliate attorno alla caviglia. Prontamente estraggo il coltello e con facilita riesco a liberarla. Subito iniziamo a risalire in superficie … mi manca l’aria.

Appena riemersi l’aiuto a dirigersi verso la riva, abbiamo tutti e due il fiato corto, non abbiamo neppure la forza di reggerci in piedi, così rimaniamo accasciati sulla terra umida, a guardarci negli occhi. Com’è vero che a volte uno sguardo vale più di cento parole.

“Tu ci credi … Hinata?” in un primo momento lei mi guardo con una faccia alquanto perplessa ed uno sguardo interrogativo, forse non aveva capito che cosa intendevo.

“A c-cosa dovrei credere?”

“Alla leggenda.” dissi iniziando ad avvicinarmi a lei. “Se una ragazza si immerge nella fonte come è appena successo a te, pensi che troverà il ragazzo dei suoi sogni?” ormai eravamo ad un soffio di distanza l’uno dall’altra, e la sua risposta che tardava ad arrivare non mi tranquillizzava.

“I-io penso di si Naruto-kun” disse alzando lo sguardo verso di me.

“A-anzi, io penso di averlo appena trovato”

Il cuore inizio a battere fortissimo, non mi ero mai sentito così felice in tutta la mia vita.

“E io penso di aver trovato la ragazza più fantastica di questa terra”

Non riuscivo più ad aspettare, oserei dire di aver atteso fin troppo a lungo. Azzerai le distanze e finalmente sentii la morbidezza delle calde labbra di Hinata sulle mie, ora lei era diventata il tesoro che avrei dovuto custodire con le unghie e con i denti, ciò che stavamo facendo avrebbe comportato dei rischi e sicuramente molti guai, ma non me ne importa assolutamente nulla, ora che ho trovato una ragione per cui lottare, no mi arrenderò mai e lotterò con le unghie e con i denti per difendere questo nuovo sentimento che sta nascendo tra me e Hinata  e sta diventando sempre più forte mentre scorre il tempo. Non voglio più battermi per le cause degli altri, ora voglio decidere io che farne della mia vita e quella ora si trova con questa ragazza che mi desidera quanto io desidero lei.

Questa volta giuro di non arrendermi mai.

 

 

Parola di Naruto Uzumaki!

 

 

 

 

 

 

My little corner

 

Eccomi qua! Finalmente riesco ad aggiornare! Finalmente siamo arrivati al sodo della questione NaruHina! Era ora penserete!

Mi scuso ancora per l’immenso ritardo che ho avuto anche per aggiornare questo capitolo. Ho avuto il tempo solo oggi per colpa della scuola che non mi lascia in pace nemmeno in vacanza e anche per un improvviso calo di idee per la fic … il cosidetto blocco dello scrittore.

Spero vivamente che mi torni un po’ di voglia nei prossimi giorni …

Se il capitolo vi è piaciuto, vi prego, vi supplico fatemelo sapere, e se non vi è piaciuto fatemelo sapere comunque! Accetto ogni tipo di critica!

Auguri di buona Pasqua a tutti!!


 

Al prossimo aggiornamento!

 

 

Bani chan


Ritorna all'indice


Capitolo 9
*** Alla riscossa! ***


Alla riscossa!


La notte passò velocemente, il sole splendeva alto nel cielo ancora una volta e con i suoi raggi raggiungeva una grande vallata ancora inviolata dai conquistadores. Questa verdeggiante pianura era dominata da una possente montagna, ai piedi della quale, nascosta dalla fitta foresta che avvolge l’intero territorio circostante, fioriva una meravigliosa civiltà protette da imponenti e robuste mura. Addossata alla parete della montagna era stato costruito, scavando nella roccia, un tempio.

Nell’aria regnava un silenzio tombale, ma venne improvvisamente interrotto dal riecheggiare di una voce non particolarmente delicata.

“COOOSA?! PERCHE? NON NE SONO STATA INFORMATA PRIMA?!”

Una furia bionda si aggirava a grandi falcate per il tempio, la notizia appena ricevuta non le deve essere piaciuta, anzi, non le è piaciuta affatto. I suoi occhi ambrati, che normalmente splendono come due pietre preziose,  lasciavano ora trasparire una leggera –si fa per dire- punta di rabbia che li rendeva più simili a due tizzoni ardenti. La sacerdotessa era davvero, ma davvero pronta ad esplodere come un vulcano fuori controllo.

“Perdonatemi Tsunade-sama, sapete come è fatta Sakura-chan. E’ capace di sparire per settimane e poi ricomparire dicendo che aveva bisogno di stare da sola, oppure di trovare delle piante mediche. Nessuno avrebbe immaginato che l’avessero catturata.” Disse la ragazza con i capelli raccolti in due morbidi chignon e gli occhi color nocciola

“Non avrebbe informato voi, ma sicuramente avrebbe avvisato me! Sono la sua maestra dopotutto! Eravate in tre quella maledetta sera, perché non avete fatto qualcosa!”

“E’ stata colpa mia Tsunade-sama” rispose prontamente la bionda con gli cerulei.

La sacerdotessa si fermò all’improvviso e si volto improvvisamente verso le due ragazze, volgendo però la sua attenzione solo alla racazza chhe aveva appena parlato.

“Temo di non aver sentito bene quello che hai appena detto. Ino Yamanaca ti conviene spiegarti in modo esauriente senza azzardarti a tralasciare alcun dettaglio o dirmi qualche bugia. Ti avverto non sono di buon umore in questo preciso istante e sai questo che cosa comporta. Quindi inizia a parlare!!”

“Eravamo appostate a controllare il grande recinto, quello che loro da quel poco che sappiamo chiamano accampamento. Io mi sono lasciata accecare dall’ira, volevo attaccare, nonostante avessi la consapevolezza che sarebbe stato un massacro tre contro un intero esercito. Sakura ha cercato di calmarmi, ma le sue parole mi hanno sconvolta e io sono scappata via, Ten Ten non ci ha messo molto a seguirmi.”

“Aspetta un attimo” interruppe Tsunade “cosa ti ha detto Sakura di così tanto sconvolgente da farti scappare?”

Silenzio.

“Allora? Vuoi rispondermi si o no?”

La povera Ino aveva gli occhi che iniziavano a gonfiarsi di lacrime e le ginocchia che iniziavano a venire meno. Cercava di pronunciare parole che non ne volevano sapere di uscire, si sentiva soffocare e il fatto di sentirsi gli occhi adirati della sacerdotessa addosso non era certo d’aiuto.  Poi però, con la voce rotta dal pianto sussurrò poche parole confuse, simili ad un brontolio.

“Ripeti ad alta voce Ino!”

La ragazza non resisteva più a quella tortura così sfogò in un urlo tutto ciò che serbava dentro, tutto il dolore e la disperazione che ormai si stava portando appresso ormai da troppo tempo:

“MI HA DETTO CHE QUALUNQUE COSA IO TENTI DI FARE NON POTRO’ MAI RIPORTARE IN VITA MIO FRATELLO! IO NON LO RIVEDRO’ MAI PIU’ ”

Le parole rimbombarono per tutto il tempio, un’eco ripeteva quelle parole dette con tanta amarezza nel cuore, affievolendosi sempre di più per poi disperdersi nel nulla.

Nessuno osava parlare, in parte per paura, in parte per rispetto del dolore che stava portando nel petto la povera ragazza. Era successo tutto troppo in fretta, e lei era rimasta coinvolta in una burrasca di sofferenza che la stava consumando dentro. Per coloro che muoiono è facile, ma per coloro che rimangono è dura continuare. La vita è più difficile della morte.

“Molto bene.  Siete congedate tutte e due. Tornate a casa a riposarvi. Per oggi avete concluso. Ora andatevene e lasciatemi sola.”

“Come desiderate, nobile sacerdotessa.” le due giovani si congedarono con un profondo inchino e si avviarono verso l’uscita del tempio.

Nel frattempo la giovane donna era rimasta da sola con i suoi pensieri, e quando fu sicura che le due fanciulle fossero abbastanza lontane, volgendo il suo sguardo in un punto indefinito nell’ombra, ruppe il silenzio.

“Vieni fuori Jiraja. Lo so che sei li brutto porco vieni fuori.”

Una risata profonda emerse da dietro una delle tante colonne presenti nel tempio.

“Hahahahaha! Sai sempre quando ti spio! E’ una cosa inconcepibile, avanti spiegami come fai.” La figura possente emerse dal buio rivelando una folta e lunga chioma argentea, sul viso spigoloso dell’uomo era possibile vedere due linee sottili rosso fuoco che solcavano verticalmente le guance dell’uomo. Sul suo viso era stampato un sorriso che più che a un guerriero faceva pensare ad un buffone. Lei odiava quel sorriso.

“Mi pare logico che sento la tua presenza. L’odore di quella brodaglia che ti porti dietro è insopportabile! Il tuo alito fetido si sente a chilometri di distanza!” scherni acidamente la bionda. Non era il momento di scherzare.

“Accidenti quanti bei complimenti mia signora mi sento lusingato di tutte queste sue attenzioni.” Tsunade lo odiava a morte quando faceva così era una cosa inconcepibile, era insopportabile!

“fai poco il furbo con me sai che non ti conviene. Piuttosto hai sentito anche tu com’è la situazione?”

“Si.”

“Allora sai già cosa fare. Convoca il concilio. Dobbiamo intervenire. Abbiamo lasciato che spadroneggiassero per troppo tempo. E’ ora di passare al contrattacco e rispedirli da dove provengono. Sono stufa di questi sopprusi.”

“E con Kiba come la mettiamo? Non sarà contento di sapere cosa è successo a … bhè insomma ci siamo capiti, no?”

“Si ho capito dove vuoi arrivare Jiraja, e comunque ora Kiba è l’ultimo dei nostri problemi. La guerra è alle porte e noi dobbiamo essere pronti a tutto. Chiama il concilio a raccolta. E’ un ordine. E mi raccomando di dire anche a Shizune di trovarsi nei miei alloggi prima del mio arrivo altrimenti saranno guai per lei e per quello spaventapasseri che si ritrova come marito”

Con queste parole la sacerdotessa si volatilizzò fuori dal tempio lasciando solo Jiraja.

“Che egoista, almeno una palpatina me la poteva lasciar fare. Ma stai tranquilla Tsunade, alla fine dovrai saldare il conto. E’ una promessa.”

Disse con fare pervertito per poi dirigersi ad allestire i preparativi.

Ormai la guerra era alle porte.

 

 

 

My little corner

 

Prima di tutto ci tengo a scusarmi per l’indecente ritardo che ho accumulato. E’ che ho avuto un blocco dello scrittore e non sapevo più come continuare la storia. Diciamo che questo è un capitolo abbastanza insolito … l’inizio è abbastanza drammatico con la storia della cattura di Sakura, del fratello di Ino e via discorrendo … per poi terminare con un finale completamente l’opposto … più che altro l’ho fatto per alleggerire la tensione iniziale e per introdurre un nuovo personaggio per il quale io nutro una sincera ammirazione: il caro vecchio Jiraja!

Spero che il capitolo vi sia piaciuto. Ringrazio tutti quelli che hanno recensito il capitolo precedente, quelli che hanno messo la storia tra le preferite, tra le seguite, le ricordate, e quelli che semplicemente leggono. Grazie davvero di cuore a tutti voi.

 

Alla prossima!

Bani chan

 

Ritorna all'indice


Capitolo 10
*** E guerra sia! ***


E guerra sia!

 

 

Nel frattempo anche i preparativi nell’accampamento stavano procedendo velocemente.

I due Uchiha seguiti a ruota dallo Hyuga stavano effettuando continui  giri d’ispezione per tutto l’accampamento. Tutto doveva essere perfetto affinché il piano riuscisse come avevano programmato, il più piccolo difetto avrebbe potuto essere fatale a tutto quanto il reggimento, erano i rischi che sapevano si sarebbero dovuti affrontare e ora si trovavano a doverne portare il peso, in quanto generali.

A questa scena assisteva incredula l’indigena. Si domandava come potevano delle persone, anche se non si sta parlano di persone ma di mostri, essere così crudeli nei confronti di altre persone. Sicuramente madamigella Tsunade aveva già convocato l’assemblea e si stavano preparando all’offensiva, di certo tra le loro armi e le sputa fuoco di quei mostri c’era un abisso di differenza, ma loro avevano il favore di conoscere quei territori meglio di loro e attirarli in una trappola sarebbe stato facilissimo. Ma nonostante ciò sentiva che non sarebbe bastato … molti cadrebbero da tutte e due le parti se si arrivasse ad uno scontro in campo aperto.

Il flusso dei suoi pensieri venne improvvisamente interrotto da uno scoppio assordante.

“Idiota!” sbraitò quello che, da quello che aveva capito in quei giorni di prigionia, doveva chiamarsi Sasuke, il nipote del generale.

“Chi vi ha detto di sparare! Cosa credete che le munizioni crescano sugli alberi?! Vedete che una cosa del genere non succeda più! Altrimenti dovrete vedervela con me!”

Che arroganza … chi si credeva di essere? In vita sua Sakura non aveva conosciuto mai nessuno così odioso.

Come se le avesse letto nella mente il giovane si volto verso di lei, la scrutava con quegli occhi iniettati di odio, ma anche molto tristi. Lentamente le si avvicinò e le prese il mento con due dita.

“Presto il tuo schifoso popolo pagherà per quello che ha fatto a mio fratello … e per me sarà un grande piacere sgozzarli come delle bestie … eheheheh … ci sarà da divertirsi … poi chi lo sa potrei trovare interessante passare del tempo in tua compagnia … sai non l’ho mai fatto con una selvaggia …”

La mano del giovane inizio a scivolare lungo il fianco della ragazza, scendendo verso le gambe per poi salire lentamente verso l’interno della coscia.  La giovane si sentiva impotente, non poteva reagire le mani erano legate e non aver né mangiato né bevuto per quattro giorni non migliorava di certo le cose.

Avvenne tutto nel giro di attimi, con tutta la forza che le era rimasta sfoderò una poderosa ginocchiata al basso del giovane che si trovò accasciato a terra per il dolore. Sapeva che non l’avrebbe passata liscia, ma in quel momento non le importava, la soddisfazione di vederlo accasciato a terra a dimenarsi come un verme non aveva prezzo. Dopo breve tempo però giunse uno dei suoi compagni: aveva i capelli raccolti in una coda alta e una faccia da prendere a schiaffi, sembrava si fosse appena alzato.

“Diamine Sasuke che cos’è tutto questo casino? Stavo cercando di dormire. Perché sei steso per terra?”

“Non è il momento per le domande Shikamaru ti spiegherò tutto con calma più tardi, ora aiutami a tirarmi su. Cazzo se scalcia questa selvaggia!”

“Stupido anche tu ad andarle vicino. Tuo zio ti aveva avvertito di non scherzarci troppo, continua a non ascoltarlo e vedrai che il clan Uchiha si estinguerà con te.”

“Come hai fatto a capire che …”

“Per piacere Sasuke, sono pigro ma non sono stupido. A breve distanza e debole com’è quell’indigena può aver fatto solo una cosa.”

“Senti chiudiamo qui la questione e torniamo alla tenda sono stanco”

“Come desiderate vostra altezza” disse scherzosamente Shikamaru per poi aiutare l’amico a rialzarsi.

“E smettila per una buona volta di fare il coglione!”

La ragazza cercò di trattenere una risata, che scena!

Forse quel ragazzo non era così cattivo come voleva far credere agli altri. Forse … no, non poteva essere … dopotutto aveva appena cercato  di violentarla … si … doveva sicuramente essere cattivo.

Nel frattempo in lontananza si poteva udire per chi ci avesse prestato attenzione il suono di alcuni corni che infrangevano il silenzio della foresta. Ma nell’accampamento erano tutti troppo impegnati in altre cose per poterci prestare attenzione.

 

 

 

Hinata si svegliò di soprassalto, facendo di conseguenza svegliare anche Naruto che stava dormendo accanto a lei.

“Hinata-chan cosa sta succedendo … perché ti sei svegliata così di soprassalto ... avanti torna a dormire … ” la voce di Naruto era roca e appesantita dal sonno.

“Naruto-kun non c’è tempo da perdere dobbiamo andarcene.”

“Ma cosa stai dicendo Hinata … non-”

“Dobbiamo andare alla città splendente … Tsunade-sama ha convocato l’assemblea.”

“Troppe informazioni, Hinata respira.” Disse Naruto sollevandosi dal giaciglio e prendendo delicatamente Hinata per le spalle “Respira e con calma inizia a spiegarmi tutto.”

“Cercherò di essere sintetica. Tsunade-sama è la nostra sacerdotessa e governa sulla città splendente che è il nucleo del nostro mondo il punto da cui ha preso forma la nostra gente. Ora lo senti il suono dei corni?”

“E’ lieve ma adesso lo sento”

“Ecco, questo è il segnale che Tsunade-sama ha convocato tutte le tribù in città per una grande assemblea durante le quali si deve discutere di questioni importanti.”

“Quanto importanti?”

“Ecco …”

“Hinata, quanto importanti?”

“Probabilmente Tsunade-sama vuole dichiarare guerra alla tua gente, Naruto-kun …”

Dopo questa affermazione calò un silenzio raggelante, Naruto si sentiva diviso tra la patria e la persona a cui teneva di più in assoluto … quale parte avrebbe scelto ? non c’era tempo per pensare e la sua decisione doveva essere presa alla svelta sapendo che qualsiasi cosa scegliesse, il suo destino e quello di Hinata sarebbero stati segnati per sempre.

“Andiamo” la decisione era stata presa e ora Naruto si trovava ad affrontare la sfida più dura di tutta la sua vita.

 

 

 

La sera era calata e Tsunade non era di certo rimasta con le mani in mano.

Come gli aveva ordinato, Jiraja aveva chiamato tutti i capivillaggio a raccolta, era ora di prepararsi e non c’era tempo da perdere.

Tsunade si alzò e senza perdersi in ciance arrivò subito al dunque:

“La situazione è grave: come ben sapete i demoni sputafuoco stanno infliggendo soprusi al nostro popolo ormai da troppo tempo, e come se non bastasse è stata catturata colei che è destinata a succedermi. Questo è un affronto intollerabile. Sono qui per chiedervi di unirvi a me e sopprimere quei maledetti una volta per tutte. Devono imparare a stare al loro posto. Che tornino da Tezcatlipotca! Noi non li vogliamo qui”

“E come pensate di fare?” prese parola uno dei capi tribù. Aveva un fisico possente ed era conosciuto da tutti per la sua forza.

“Abbiamo pianificato di dividerli e attirarne alcuni verso le bocche fumanti, altri nelle grotte oscure e li tendere loro una trappola. Abbiamo il vantaggio di conoscere il territorio meglio di loro … dobbiamo approfittarne.”

“La vostra è una buona proposta Tsunade del Fuoco. Penso che abbiate convinto tutti gli altri capi tribù ad unirsi alla vostra iniziativa, tutti siamo stanchi di questi demoni liberi per le nostre terre e l’affronto recato a voi e alla vostra preferita è a dir poco oltraggioso, ma rimane ancora una cosa da stabilire: chi guiderà le spedizioni? E’ vietato alle donne condurre eserciti in battaglia, lo sapete.”

“Perché avete forse qualcuno da proporre, A della tribù della Nuvola?”

“Sarebbe un onore per-”

“Tsunade-sama lasciate a me il comando ” tra folla si fece spazio un giovane seguito da un possente cane.

“Kiba, pensavo che fossi in perlustrazione”

“Lo ero ma sono tornato per darvi delle brutte notizie … gli sputafuoco si stanno preparando ad attaccare … sono molti e ho scoperto che Sakura è nelle loro mani. Vi prego di concedermi il comando della controffensiva”

I capi tribù si guardarono per cercare un segno di intesa. Alla fine fu Tsunade pronunciare la decisione:

“E sia. Preparati. Si va in guerra.” disse con voce tonante Tsunade seguita da urli di approvazione.

La donna si avvicinò a Jiraja che le si era seduto vicino per sussurargli:

“Speravo lo scoprisse quando fossimo riusciti a trarla in salvo. Tienilo d’occhio mi raccomando. Non vorrei che commettesse una pazzia.” Concluse portandosi il più lontano possibile dalla folla che aveva iniziato a innalzare canti propiziatori in attesa di scendere in battaglia

“Ogni vostro desiderio è un ordine per me, Tsunade” disse l’uomo per poi sparire nel buio della notte.

 

 

 

 

 

 

 

My little corner

 

Ancora una volta ho avuto un ritardo imperdonabile. Spero di riuscire a farmi perdonare con questo capitolo un po’ più lungo degli altri.

Cooomunque, l’ispirazione spero mi sia tornata, e se non lo è la faccio tornare io.

In questo capitolo ho cercato di fare una panoramica complessiva della situazione inquadrandola da tutti i luoghi.

Spero che il capitolo sia stato di vostro gradimento :)

Cercherò di aggiornare al più presto possibile!

Un bacione!

 

Bani chan

 

Ritorna all'indice


Capitolo 11
*** All'attacco! ***


All'attacco!

ATTENZIONE! Prima di iniziare a leggere avviso che verso la fine ci saranno delle scene non adatte a stomaci delicati!

Mi sembrava giusto avvisarvi prima che iniziaste a leggere.

Buona lettura!

 

 

 

 

I preparativi, sotto l’occhio vigile di Sasuke e dello zio Madara, erano stati terminati dopo un’ulteriore giorno di dura fatica e incessante lavoro. E i frutti di questi sforzi erano serviti: un grande arsenale di fucili e pistole pronte a far fuoco, sacchetti di polvere da sparo e pallottole, erano perfettamente allineati vicino alle tende. Nulla era stato lasciato al caso, se gli indigeni avessero deciso di attaccarli, avrebbero ricevuto una gran bella sorpresa.

Avevano individuato un villaggio di indigeni ben popolato e poco protetto verso l’interno della regione e avevano deciso di attaccarlo decidendo di mettersi in marcia entro due giorni, lasciando alcuni soldati alla base poichè necessariamente dovevano rimanere a sorvegliare le vettovaglie. Ma Madara aveva deciso che era meglio se lui li precedeva con una parte dei suoi soldati più fidati. Entro l’ora del tramonto di quel giorno erano già partiti da diverse ore ormai.

Per quanto riguardava quella serpe di Orochimaru e il suo assistente Kabuto erano partiti anche loro con suo zio.

Il giovane Uchiha non si fidava molto di quei due, da quando si erano presentati quel viscido di Orochimaru continuava a fissarlo ininterrottamente con fare quasi maniacale, cosa che provocava in Sasuke un fortissimo senso di nausea e grande indisposizione ogni volta che quell'essere era nelle vicinanze. Durante uno dei loro tanti incontri nella tenda dello zio, l'uomo gli aveva confidato che da quando era entrato in contatto con gli indigeni, questi avevano iniziato a chiamarlo "Hebi"…"Serpente"… e come dargli tutti i torti: le fattezze di quell'uomo erano veramente simili a quelle di una serpe, a partire dagli occhi sottili: orripilanti orbite giallastre, simili appunto a  quelle dei serpenti, ne formavano l'iridi, mentre le palpebre erano segnate da delle pesanti linee violacee, della quale natura, il ragazzo non si era mai preoccupato di indagare.

Per l'assenza dello zio Sasuke si era trovato a gestire tutto da solo, a non gli pesava, perché sedeva che stava facendo tutto questo per una causa che valeva la pena essere combattuta: vendicare Naruto.

Naruto, nonostante i loro battibecchi, era sempre stato molto di più che un compagno di avventure o un amico; anche se non erano consanguinei, il biondo era sempre stato un fratello per lui, si raccontavano ogni cosa, e conoscevano tutto l'uno dell'altro. Ed era per questo che Sasuke non si era mai sentito più orgoglioso del suo operato come in quel momento. Con le sue forze era riuscito ad organizzare un intero reggimento di soldati che ora erano pronti ad affrontare qualsiasi difficoltà.

Aveva speso ogni goccia delle sue forze per quella spedizione e non se ne pentiva nemmeno per un secondo. E tutto questo per Naruto.

Alla fine della giornata un pesante torpore iniziò improvvisamente ad avvolgerlo, prosciugandolo definitivamente delle residue forze, facendolo cadere, stremato, tra i morbidi cuscini del suo letto non appena riuscì ad arrivare trascinandosi nella sua tenda.

 

 

 

 

 

 

……….

 

 

 

“Questo è il piano. Mi raccomando, è estremamente importante che voi eseguiate queste istruzioni alla lettera. E che Quetzalcoatl ci guidi e protegga.” disse prima di calare la maschera sul volto.

 

 

 

………..

 

 

 

 

 

C’era uno stano odore nell’aria … era insopportabilmente pesante … lo stava soffocando …

Sasuke si svegliò di soprassalto, si accorse che la notte era rischiarata da un bagliore alquanto in solito,troppo intenso per essere quello delle poche fiaccole adibite ad illuminare fievolmente l'accampamento ma ciò che lo fece tremare furono le urla agitate dei soldati che squarciavano la quiete della notte, brandi in fretta e furia la spada di suo fratello e si precipitò all'esterno della sua tenda. Subito venne travolto dalla realtà che lo circondava: l’accampamento stava andando a fuoco dalle altre tende si ergevano fiamme che sembravano quasi sfiorare il cielo.

I soldati cadevano uno dopo l’altro sotto i colpi dei barbari, che inspiegabilmente erano riusciti ad eludere le guardie poste di vedetta sulle passerelle del muro di cinta. Sasuke era incredulo. Non poteva credere che un branco di bestie come quelle avesse eluso una sorveglianza così rigida.

Iniziò a lottare con forza disumana, gli occhi che si illuminavano di un intenso cremisi, i muscoli erano incredibilmente tesi, le labbra assumevano una smorfia di rabbia: una furia.

Inizio per lui una dura lotta: pugni, calci, ginocchiate, colpi di spada, ogni espediente era buono per prevalere sull'avversario. Non gli importava la slealtà. In quel momento l'importante era vincere a tutti i costi.

Il sangue sgorgava copioso, riversandosi sul terreno polveroso

Non lo sapeva, Sasuke, da quanto tempo stesse combattendo, ma la cosa certa era che si stava durando da troppo tempo, e l'incursione di barbari non cessava. Più ne uccideva e più ne spuntavano. Come le teste di un'idra implacabile. Solo che lui non era Ercole e tantomeno aveva la sua divina forza.

Sasuke sentiva che ormai ogni sforzo cominciava a divenire vano: la vista cominciava ad annebbiarsi e i muscoli iniziavano a perdere resistenza e velocità di reazione agli attacchi. Tuttavia il moro non riusciva a farsene una ragione. Era come se tutti gli sforzi che aveva fatto durante tutto quel tempo non fossero serviti praticamente a nulla.

Molti pensieri gli stavano attraversando la mente. Dov'erano Shikamaru, Neji e Sai quando aveva bisogno di loro? I barbari erano li per la pelirosa? L'avevano già liberata?

Preso dal filo dei suoi pensieri non si accorse che era stato circondato da un gruppo di nemici, e quando se ne accorse era ormai troppo tardi.

Due energumeni lo bloccarono da dietro e lo costrinsero a inginocchiarsi, con uno scatto brusco gli sollevarono il capo e Sasuke vide per la prima volta la sua fine. Un ragazzo, avrà avuto più o meno la sua età, si avvicinava con fare minaccioso a lui, una maschera calata sul viso e un coltello nella mano.

Stava per sferrare un colpo dritto al cuore di Sasuke quando una figura incappucciata si mire tra il carnefice e la sua preda, salvando il moro che ormai si credeva pronto ad intraprendere un viaggio di sola andata nell'aldilà.

"Questo va con gli altri prigionieri, Kiba. Abbiamo tolto troppe vite stanotte. Ora basta. Sakura l'hanno già portata al sicuro, non abbiamo più motivo per stare qui."

Il ragazzo si tolse la maschera rivelando un volto arrabbiato, deluso per non aver portato a termine il suo operato. Arresosi al comando del misterioso uomo incappucciato, rinfoderò la spada e volatosi di spalle si incamminò verso il resto dei compagni per ordinare la ritirata. In pochissimo tempo il campo di battaglia era stato sgomberato e i prigionieri, Sasuke compreso, erano stati incappucciati e portati via verso un luogo sconosciuto.

L'accampamento era diventata la tomba dei soldati che avevano avuto la disavventura di essere approdati in quelle terre maledette da Dio.

I corpi degli uomini giacevano al suolo. Erano molti i modi in cui erano morti: alcuni erano stati sgozzati come delle bestie da macello, ad altri erano stati brutalmente amputati gli arti, altri ancora erano stati sventrati da parte a parte e le loro interiora erano sparse al suolo. Ma c'era una cosa che rendeva l'atmosfera ancora più inquietante: i loro occhi spalancati a guardare il vuoto, gli sessi occhi che hanno visto in faccia il loro assassino, ora non erano altro che lo specchio della realtà che circondava quel luogo.

Non ci volle molto perché le fiamme raggiungessero anche i corpi martoriati di quei poveracci carbonizzandoli e disperdendone i resti al vento.

E così si compiva il volere di Tezcatlipotca.

 

 

 

 

Le luci dell'alba tingevano ormai di rosa il cielo di un nuovo giorno e un comandante tornava amareggiato da una spedizione risultata fallimentare. Arrivati infatti nel luogo che avevano creduto fosse un villaggio degli indigeni, non trovarono altro che tende vuote e cocci ovunque; dei suoi abitanti però nessuna traccia. Spariti nel nulla come se non fossero mai esistiti. Erano stati beffati per l'ennesima volta! Quegli schifosi si stavano prendendo gioco di loro e questo iniziava ad irritare l'animo di Madara a dismisura. Ma la goccia che face traboccare il vaso fu l'orripilante spettacolo che si trovò davanti quando ritornò a quello che era in suo accampamento. Il fuoco era ormai andato scemando, estinguendosi del tutto. I resti delle membra bruciate dei soldati però erano ancora lì, forse ricoperte dalla cenere, ma ancora lì. E probabilmente anche suo nipote si trovava tra di questi.

Ci volle tutto il suo autocontrollo per non sfogare la sua ira contro il primo malcapitato che gli si recava vicino. Ripreso il controllo di se stesso furono poche le parole che pronunciò ma furono sufficienti a far capire al suo manipolo di uomini che si era ormai arrivati ad un punto di non ritorno:

"Guardate questa scena, soldati, imprimetevela bene nelle vostre memorie, perché presto torreggeremo ancora di fronte a uno spettacolo come questo, ma ci saranno quei bastardi al posto nostro!"

 

 

 

 

 

 

Biblioteca degli autori

Eccomi! Perdonatemi per il ritardo! Mi dispiace infinitamente ! Scusatemiscusatemiscusatemiscusatemiiiiiii!!!!!!

Ma ci sono stati dei problemi e non ho potuto aggiornare prima! (tra i quali  la mancanza di ispirazione!!!!)

Spero comunque che questo capitolo vi sia piaciuto. Per qualsiasi richiesta di chiarimenti, critiche o qualsivoglia altra cosa non esitate a contattarmi! Anche solo per esprimere il vostro parere. Ci terrei moltissimo!

Alla prossima!

 

Bani chan

 

 

 

Ritorna all'indice


Capitolo 12
*** AVVISO! ***


Mi dispiace darvi questa notizia ma purtroppo devo. Ho deciso di interrompere questa long. Purtroppo l'ispirazione va e viene e non riesco ad essere regolare nelle pubblicazioni proprio a causa del motivo sopracitato. Mi dispiace davvero tanto e spero di non avervi deluso. Comunque non appena mi ritornerà l'ispirazione prometto che mi metteró di nuovo all'opera e aggiorneró sicuramente il prima possibile. Ringrazio infinitamente tutti quelli che hanno recensito, e dal primo all'ultimo vi ringrazio perché le vostre recensioni mi hanno sempre scaldato il cuore e mi hanno spronato a continuare cercando di dare il meglio di me stessa in ogni capitolo. Chiedo ancora scusa per questo disagio! Alla prossima! (che spero non tardi ad arrivare) Bani chan

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=943873