New Life -

di SusiGio
(/viewuser.php?uid=164137)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1° Capitolo ***
Capitolo 2: *** 2° Capitolo ***
Capitolo 3: *** 3° Capitolo ***
Capitolo 4: *** 4° Capitolo ***
Capitolo 5: *** 5° Capitolo ***
Capitolo 6: *** 6° Capitolo ***
Capitolo 7: *** 7° Capitolo ***
Capitolo 8: *** 8° Capitolo ***
Capitolo 9: *** 9° Capitolo ***
Capitolo 10: *** 10 Capitolo ***
Capitolo 11: *** 11° Capitolo ***
Capitolo 12: *** 12° Capitolo ***
Capitolo 13: *** 13° Capitolo ***
Capitolo 14: *** 14° Capitolo ***
Capitolo 15: *** 15° Capitolo ***



Capitolo 1
*** 1° Capitolo ***


 
Mi affretto a uscire dalla doccia per mettermi l'accappatoio, odio quello sbalzo di temperatura dall'acqua bollente all'aria fredda.
Lo specchio era un po' appannato, ma riuscivo a vedermi, alta, carnagione chiara, capelli e occhi scuri.
Ero la tipica ragazza sedicenne, senza qualche talento in particolare.
Mi asciugo i capelli e li lascio mossi, indosso dei pantaloncini rossi e una maglietta bianca con scritto sopra ' I love Italy '.
Mi ero trasferita ormai da due anni e conoscevo bene tutte le strade e scorciatoie di Ramsgate, una piccola cittadina nel sud-est dell'Inghilterra. Erano circa 40.000
abitanti e amavo conoscere sempre gente nuova. Davo spesso delle feste in spiaggia, per questo ero abbastanza popolare.
Tutti sanno che il mio nome è Janet, Jane per gli amici, ma nessuno sa la verità sul mio trasferimento.
 
 
 
 
Tutto è iniziato il giorno in cui la mia nuova famiglia inglese mi fece visitare il college. Claire guidava con attenzione, era una donna 'grossa', come il marito John,
ma dopo tutto erano propietrari di diverse pasticcerie, e con quello che mi davano da mangiare, presto lo sarei stata anche io. Scesa dalla macchina tutti guardavano me, o la
Ferrari tirata a lucido alle mie spalle. 
 
Prima di trasferirmi mi avevano detto quanto fosse benestante questa famiglia, ma dopo aver visto quanta passione mettevano nel loro lavoro avevo capito che i soldi
erano meritati.
 
Con me c'era la mia nuova sorella adottiva Kim, ero più piccola di lei di due mesi ed eravamo molto in sintonia. Lei ci fece strada fino a una stanza dove su un cartello c'era
scritto 'Dean'. Bussai e una voce dall'accento oxfordiano mi disse di entrare.
Stavo per spingere la maniglia quando la porta si aprì e comparve un ragazzo alto e dagli occhi spaventosamente belli. E non solo quello pensai successivamente.
Uscì molto velocemente facendosi spazio tra me e Kim. 
Il preside ci fece sedere, voleva farmi delle domande, sapere se ero degna di stare in una scuola di quel livello. Mi ero preparata un discorso, ma ero troppo 
distratta dal ragazzo di prima, quindi improvvisai. Avevo una voglia assurda di chiedere a Kim il nome di quel ragazzo ma mi trattenni.
- Kim mi puoi accompagnare al bar?- le lanciai un'occhiata.
- Janet devi proprio avere fame ora?-
-Per favore, non è colpa mia!-.
 
Una volta abbastanza lontane da Claire e John le chiesi chi fosse il ragazzo che avevamo incontrato.
-Ah, allora l'hai notato?-
-Come si chiama?-
-E' una lunga storia, andiamo, te ne parlo al bar-.
 

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** 2° Capitolo ***


 
Entrate nel bar ordinammo due cappuccini e ci sedemmo in un tavolo appartato.
-Allora Kim, raccontami tutto.-
-Louis Tomlison, ultimo anno e mio ex ragazzo.-
-Se non vuoi parlarne per me va bene.- sorrisi.
-Sarai mia sorella per molto tempo, meglio che queste cose le sappia da me.-
Fece una pausa, e incominciò a parlare.
-Tutti sanno chi è Louis, tipico ragazzo simpatico, che non ha paura di abassarsi i pantaloni davanti a tutti.- Mi guardò e si mise a ridere.
Sgranai gli occhi, - No ti prego, dimmi che non l'ha fatto davvero!-
- Purtroppo l'ha fatto!- si passò una mano fra i capelli e riprese il discorso.
- È stato bello finché è durato, ma non eravamo fatti l'una per l'altro.-
Rimasi in silenzio e le feci segno di continuare.
-Stavamo insieme da quasi 3 mesi, quando una mattina Ashley, una mia amica, mi manda un messaggio con scritto 'il tuo ragazzo è preso per mano con una bionda', peccato che lei non sapesse che quella fosse la sorella. Piansi tantissimo e mi decisi di vederlo. Gli mollai uno schiaffo davanti a tutti. Solo dopo chiarimmo, e avevamo deciso che se forse se non riuscivamo a fidarci l'uno dell'altro non potevamo stare assieme.-
- Ci pensi ancora ?-
-Non proprio- sorrise.
A un certo punto la vidi alzare lo sguardo sopra la mia testa,
-Niall! Hey! -
Mi girai e vidi un ragazzo alto e biondo, quando si avvicinò per abbracciare Kim notai anche che aveva gli occhi blu, ma non come quelli che si vedono ovunque, i suoi avevano qualcosa che li rendevano speciali.
-Ciao, tu sei quella nuova ? Janet, giusto? Kim mi ha parlato di te.-
-Piacere, Niall giusto?-
Annuì sorridendo, - Ragazze scusate sono in ritardo devo finire alcune cose per la festa di dopodomani, tieni Janet, per confermare la partecipazione manda un messaggio a questo numero.- dopo avermi lanciato un fogliettino si girò e se ne andò.
-È la festa di inizio anno, non puoi mancare!-
-Mi accompagnerai a fare shopping?- non avevo portato molta roba dall'Italia.
-Certo Janet.- Rideva mentre ci alzavamo. Mi faceva piacere vederla felice.
Presi il Blackberry e mandai un messaggio al numero nel biglietto con scritto 'Ciao, mi metti in lista per la festa?', subito dopo averlo inviato pensai che mi ero dimenticata di firmarmi, ma quando lessi la risposta rimasi stupita.
'Certo Janet, non vedo l'ora di conoscerti, Harry.'
Evidentemente tutti sapevano chi fossi. Salimmo in macchina e partimmo.

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** 3° Capitolo ***


 
-Janet guarda qui!-
Girai l'angolo e vidi che Kim praticamente era una cosa sola con la vetrina.
-Queste scarpe sono perfette per l'abito che hai preso!-

 
Avevamo fatto 2 ore di viaggio in treno, e finalmente ci trovavamo a Picadilly. In automatico guardai l'enorme busta che avevo con la mano. Ero entrata in quel negozio sperando di trovare qualcosa di decente, ma avevo una sorella meravigliosa che aveva preso pieno possesso del negozio. Neanche cinque minuti e aveva già in mano un abito dorato con delle decorazioni nere.
 
-Wow Janet, ti sta da dio!-
Mi fasciava bene, metteva in risalto le curve. Sì, potevo ammettere che mi stava bene.

 
-Arrivo, dammi tempo!- dissi mentre cercavo di arrivare alla vetrina senza cadere per il peso delle buste.
-Kim sono meravigliose, ma hai visto il prezzo?- Si tolse gli occhiali da sole.
-Cazzo!-
-Sei molto fine sorellina.- Aveva fatto una specie di promessa, si era accorta di avere il linguaggio di uno scaricatore di porto, e non voleva più dire parolacce.
-Non ho tutti questi soldi nella carta.- sospirai.
-Jane, tu forse no, ma io avrei qualcosa da parte.- stava per spuntare un sorriso sulla sua faccia.
 
Ricevevo circa cinquecento sterline al mese, non vivevo in un posto esattamente economico. Non volevo spendere tutti quei soldi, ero stata molto fortunata a trovare una famiglia così ospitale e ben agiata, non volevo approfittarne.
 
-Senti sei mia sorella minore, è mio dovere farti fare bella figura, facciamo che tu contraccambi facendomi un grosso favore.-
-Parla.- l'argomento si fece interessante.
-Devi scoprire cosa ci faceva Louis in presidenza.-
-Come dovrei fare a scoprirlo?!-
-Te lo spiego mentre ti provi le scarpe.- eccolo, il suo sorriso di vittoria.

 
-Salve, vorrei provare le scarpe che ci sono in vetrina.-
 
Ci sedemmo nelle poltroncine in pelle e Kim iniziò a parlare,
-Devi riuscirlo a chiedere a Harry, il ragazzo del messaggio, due drink e alla festa ti dirà tutto.-
-Io ci provo, ma se non ci riesco, le scarpe me le tengo.- ridevo mentre pagava.

 
Nel pomeriggio stavo per andare a farmi una doccia prima di prepararmi, quando Claire entrò in camera.
-Janet posso parlarti?-
-Certo entra pure.-
Si sedette sul letto e guardandomi negli occhi disse - Devo farti il discorsetto. -
Quel 'il' mi fece capire quale discorso.
-Claire sta tranquilla okay ? Non tornerò a casa completamente ubriaca, starò attenta che non mi aggiungano niente nel bicchiere e il discorso del sesso lo so già.- avevo scelto bene le parole da dire, sorrisi.
Stava per alzarsi e andarsene ma la fermai.
-Claire aspetta, volevo dirti anche io una cosa.-
Mi guardò curiosa,
-Ti voglio bene.-
Ci guardammo e l'abbracciai, poi uscì.

 
Feci per entrare nella vasca quando mi mancò l'aria. Sapevo cosa fare, ci si fa l'abitudine. Mi misi spalle al muro e feci respiri profondi, piano piano il respiro tornò normale.
Dovevo stare attenta, i ricordi tornavano a galla. Mi immersi nell'acqua e giocai un po' con la schiuma.

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** 4° Capitolo ***


-Attenta a dove metti i piedi.- John mi stava aiutando a scendere dalla macchina.

-Allora siamo già d'accordo che la madre di Lauren vi da un passaggio a casa?-

-Sì papà, tutto a posto, ora vai e non aspettarci sveglio!- diceva Kim mentre accompagnava il padre al posto di guida.


Mentre avanzavamo nel cortile riuscivo già a sentire la musica,

-Non male!- le feci segno di ascoltare.

-Penso di sapere chi è il dj, te lo farò conoscere.- sorrideva. Aveva in mente qualcosa.
 
Stavamo per entrare, quando qualcuno fece il nostro nome,

-Kim, Janet!- neanche il tempo di girarci che Niall ci stava già abbracciando, o meglio, stritolando. Mi piaceva quel ragazzo, era così simpatico, affettuoso e spontaneo.

-Niall i capelli!-

-Oh, scusa Janet.- rideva, come faceva sempre. Risi anche io in risposta senza neanche sapere il perché.
 
Una volta entrati Niall ci disse che andava a prendere da bere,

-Vieni Jane ti presento qualcuno.-

-Magari iniziando dal dj, vero ?- alzò gli occhi al cielo.


 Mentre si faceva spazio fra la folla, Kim salutò un po' di gente, in particolare una ragazza piuttosto bassa e con i capelli rossi. Una volta che ebbe girato le spalle mi disse che si chiamava Anne e che aveva una cotta per Louis da sempre.

Niall ci raggiunse con i bicchieri.

-Sono rossi!-

-E dopo?- continuava a fissarli come se non avesse notato qualcosa.

-Come nelle feste dei film americani!-

-Janet sei sicura di non aver già bevuto? Andiamo ti presento Zayn.-

-Chi è?-

-Il dj, babe, seguimi!-

Ci fece scendere delle scale piuttosto strette ed arrivammo in una stanza dove c'erano due divani messi ad angolo ed una tv.

-Allora la vera festa è qua giù!- dissi mentre mi guardavo in giro.

-Ci hai scoperti bellezza!- Un ragazzo mi stava venendo incontro, feci per presentarmi ma mi interruppe,

-Sì lo so, sei Janet, Kim ti ha descritta bene, io sono Zayn.- sorrise.


Fermiamoci per tre secondi. Chiunque in questo mondo può sorridere, ma lui lo faceva in modo speciale. C'è chi sa cantare, chi sa ballare, lui sapeva sorridere come pochi.
In un primo momento non avevo notato il ragazzo dietro di lui,

-Lui è Liam.- Zayn si spostò per indicarlo.

-Piacere, Janet.-

Il ragazzo di nome Liam era diverso da Zayn , era bellissimo anche lui, ma aveva i tratti più dolci.

-Avete visto Harry? - chiese Kim.

In un istante mi ricordai di avere una 'missione'.

-Sì, è andato a vedere come se la cava il dj che mi sostituisce per la pausa.-

-Io e Janet andiamo ma ballare, ci vediamo dopo.-

-Ragazze tra un po' arriva Dj Malik a farvi ballare!- le risate si sentirono anche da lontano.
 

Mi stavo divertendo, erano tutti così carini qui. A un certo punto la musica cambiò, divenne più regolare, e sentì una voce familiare,

-Dj Malik, Dj Malik!-

Tutti iniziarono a urlare e a saltare e ci unimmo anche io e Kim.

Quel ragazzo era bravissimo, non avevo mai ballato così volentieri.

-Hey sto uscendo a prendere una boccata d'aria.- le avevo urlato nell'orecchio ma dubitavo che Kim mi avesse sentita.


Mentre mi appoggiavo alla ringhiera del balcone non mi accorsi della persona seduta nel divanetto in fondo, e per poco non urlai.


-Scusa, non volevo spaventarti.- non distinguevo bene la figura, scorgevo solo gli occhi e i denti mentre sorrideva, non mi sembrava di conoscerlo.
 
-Tranquillo, sono io che non ti avevo visto.- sorrisi, la situazione mi risultava stranamente comica.

-Piacere, Harry.- non vedevo se mi stava porgendo la mano quindi dissi soltanto -Io sono Janet.-

- La famosa Janet?-

-Non sapevo di essere 'famosa'-

-Mia madre è la migliore cliente della pasticceria di Claire, quindi so che doveva prendere in affido una ragazza italiana. Anche se il nome non mi sembra di quelle origini?-

-Mia mamma era molto legata con la moglie di mio zio che è francese, e l'hanno deciso insieme.-

Scese un silenzio imbarazzante.

-Vuoi da bere? Vado a prendere qualcosa.-

-Sì, grazie.-


Rimasi sola il tanto giusto per organizzare quello che dovevo dire.

-Ecco tieni.- mi porse il bicchiere.
 
-Grazie Harry.- presi un respiro profondo e inizia il discorso.

-Ho conosciuto quasi tutti i tuoi amici, Niall, Zayn e Liam. Louis l'ho incontrato all'uscita della presidenza. A quanto ho capito è sempre lì.-

-Ah sì..- voleva cambiare discorso, si capiva.

-E perché l'altro giorno era lì ?- avevo un'aria innocente. Meritavo un premio.

-Non è andato a scuola per una settimana, doveva giustificare dal preside.- Forse non era tutta la verità, ma almeno aveva detto qualcosa.
Avevamo bevuto troppo tutti e due, non ero neanche sicura di reggermi in piedi con quei tacchi troppo alti. Un brivido mi vece tremare notevolmente.

-Sono troppo ubriaco per ballare, vuoi andare al piano di giù? Si dovrebbe star bene lì.-

-Okay andiamo.-

Stavo andando in una stanza isolata con un ragazzo che conoscevo da venti minuti, ma in quel momento non ci pensai.
Una volta arrivati mi levai la giacca, e mi sedetti nel divano.

-Vuoi giocare?- aveva un joystick in mano.

-Se è di lotta sì!-


Non ho mai imparato a giocare alla Play, ma c'è una regola, se si cliccano i tasti a caso, soprattutto se stai sfidando un ubriaco, vincerai di sicuro.


-Non vale hai barato!-
 
- Non lo farei mai!- mentre ridevamo presi un cuscino da dietro alla schiena e lo lanciai in piena faccia a Harry.

-L'hai voluto tu signorina!- disse ,entre si buttava su di me per farmi il solletico.

-Harry, no basta! Ti prego!-

Non sentii Kim aprire la porta.


-Jane ti ho cercata ovunque, la mamma di Lauren è arrivata, andiamo?-
 
-Se ti sposti forse riesco ad alzarmi!- Harry era sopra di me.

Mi sistemai il vestito, misi la giacca e Kim mi passò una mentina per evitare che in macchina si sentisse odore di alcool.

-Ciao Harry!- mi avvicinai per baciarli la guancia e notai che aveva gli occhi di un verde intenso. Rimasi un po' a fissarli e poi mi allontanai.


La madre di Lauren, che probabilmente si era anche presentata ma non mi ricordavo il nome, ci diede un passaggio fino a casa.


Avevamo deciso di non fare le scale e che per quella notte avremmo dormito al piano terra.

-Cosa ti ha detto Harry?- Kim era impaziente.

-È stato assente per una settimana da scuola, doveva giustificare.-

Eravamo sotto le coperte, e il caldo del piumone mi stava facendo piano piano addormentare.

-Chissà perché..-

-Kim dormi, ne parliamo domani.-

-Ti piace Harry?- sentii che si era seduta su letto per guardarmi meglio.

-Lo conosco da neanche tre ore, dormi e spegni quella cazzo di luce!- dissi mettendomi il cuscino sopra la testa.

-Okay, ma domani ne parliamo.-

Ci addormentammo lì al caldo.

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** 5° Capitolo ***


 
Sono seduta per terra spalle al muro. Non riesco a muovermi sono legata. Sento dei passi dietro la porta, si fa sempre più vicino. Il parquet sotto il peso dell'uomo fa un rumore stridulo, quasi acuto. La maniglia si abbassa, ho la consapevolezza che sono i miei ultimi secondi di vita..
 
Mi sveglio. Sono confusa, guardo l'orologio sul comodino, sono le quattro del mattino, ho dormito due ore. Tasto il materasso e capisco che sono coricata. Mi metto a sedere ma la testa incomincia a girare.
Faccio appena in tempo ad arrivare al cesso per vomitare. All'improvviso vedo la luce accendersi e delle mani fredde mi tengono i capelli.
-Hai finito?-
-Sì.- mi sentivo già meglio e la stanza aveva smesso di girare.
Mi lavai la bocca e tornai a letto.
-Va meglio?-
-Sì, grazie Kim.-
-Cosa può essere?-
-Non lo so, forse non avrei dovuto bere così tanti drink.-
-Va bene, se ti senti male non esitare a chiamare.-
Tornai a dormire e il sonno fu abbastanza tranquillo.

 
'Driin driin driin'. Maledetta sveglia. Mi misi a sedere e accesi il cellulare. Iniziò a vibrare e comparve la scritta '10 chiamate perse', non era un numero salvato in rubrica. Non feci in tempo a chiudere la finestra delle chiamate che squillò il cellulare.
-Pronto?-
-Janet? Sono Harry come stai?-
-Ora bene grazie, chi ti ha detto che sono stata poco bene?-
-Kim mi ha chiamata furiosa dicendo che ti avevo aggiunto qualcosa nel bicchiere! Giuro Jane, non l'avrei mai fatto!-
-Harry, calmati, lo so che non sei stato tu okay?-
-Verrai domani a scuola?-
-Penso di sì, non posso perdermi il primo giorno.-
-Fammi sapere in tempo reale tutte le novità, mi hai fatto preoccupare.-
-Va bene, prometto che ti mando un messaggio appena sto meglio.-
Mentre chiudevo la chiamata mi accorsi di sorridere in modo ebete.
E quel sorriso non se ne andò per tutta la mattinata.
Per fortuna la fame non mi era passata e riuscì a non destare sospetto a Claire e Jhon.

 
La mattina dopo ci alzammo alle 6 per prepararci bene, indossai la divisa scolastica, preparai la borsa con qualche quaderno e delle penne, e infine, prima di uscire, ci guardammo nello specchio della camera.
Ero abbastanza nervosa, avevo un'orario diverso da quello di Kim, ci saremmo potute incontrare solo per Letteratura e Biologia. Per me era una cosa diversa, ero abituata ad avere i soliti compagni.
-Cos'hai alla prima ora?-
Presi il foglio e lessi, -Matematica, e anche alla seconda.-
-Non ti invidio Jane!-
Le lezioni iniziavano alle 9 e noi eravamo in anticipo di circa mezz'ora, andammo al bar dove ci saremmo dovute incontrare con Niall e Zayn.
-Sono in ritardo, strano.- disse con aria sarcastica Kim.
-Hey ragazze!-
Ci girammo e Niall e Zayn stavano prendendo una sedia per aggiungersi al nostro tavolo.
-Sei nervosa Jane?-  Zayn mi stava poggiando una mano nella spalla.
-Se devo essere sincera, sì abbastanza!-
-Passami il tuo orario vediamo se abbiamo lo abbiamo simile.-
Mentre cercavo il foglio sentii dire a Niall che sarebbe arrivato Harry a momenti. Diventai ancora più nervosa.
-Tieni Zayn.-
Dopo pochi minuti arrivò Harry che mi abbracciò come se non ci vedessimo da mesi.
-Che fate?- si stava sedendo.
-Confrontiamo gli orari.-
-Tieni anche il mio, aspetta lo cerco.-
Tolse un sacco di roba dalla borsa ma alla fine lo trovò.
-Allora, Kim, Janet e Niall condividete biologia, Harry io e Louis matematica, Louis Kim e Janet letteratura, infine Harry e Janet francese.-
 
Alle nove meno dieci uscimmo dal bar ed incontrammo Louis e Liam. Quest'ultimo era preso per mano con una ragazza alta e mora.
-Janet lei è Jessica.-
La ragazza si allungò per tendermi la mano.
-Piacere di conoscerti.-
-Piacere mio, chiamami Jess.-
Se da una parte c'era nervosismo causato da Kim e Louis, dall'altra c'era amore puro. Quasi lo si poteva toccare.
-Ci vediamo dopo amore, mi mancherai.- Liam stava baciando Jessica. Si guardarono negli occhi per pochi istanti e poi si separarono.
Sentii suonare la campanella ed esclamai -Merda! Sono in ritardo.- forse non mi sentirono nemmeno. Ma per me era importante andare bene a scuola. Dovevo soddisfare le aspettative di Claire e Jhon.
 
Entrai in aula e per fortuna anche il professore era in ritardo. Mi sedetti a fianco a una ragazza di colore, non parlammo molto ci presentammo e mi disse di chiamarsi Kesha. Me ne ricordai solo per associazione alla cantante.
Mentre il professore parlava dell'importanza dello studio costante per tutto l'intero anno scolastico mi misi a pasticciare un foglio e a pensare alle nuove amicizie e alla mia nuova vita.
Ad un certo punto questo pensare divenne piuttosto 'fitto'. Analizzai tutto quello che mi stava succedendo. Claire e Jhon stavano diventando i miei genitori, e forse li avrei dovuti chiamare mamma e papà, ma ancora non me la sentivo.
 
Alla seconda ora il professore di mise a spiegare cose che io avevo già fatto in Italia, se non sbaglio si trattava di trigonometria, stavo piano piano dimenticando le parole in italiano.
Quando suonò la ricreazione mandai un messaggio a Kim dicendole che non l'avrei incontrata. Poi aprii la rubrica e feci per la prima volta una chiamata internazionale.
-Pronto?-
-Sono Janet.-
Sentii un tonfo forse le era caduto il cellulare.
-Hey, stai bene?- urlai per farmi sentire.
-Jane mi chiedi se sto bene? Non ti vedo dal quel giorno. Sono passati quattro mesi senza una tua cazzo di telefonata.-
Avevo un groppo in gola e una lacrima era già scesa.
-Scusa, ti prego scusami. Il cellulare è andato perduto, poi c'è stata l'adozione e.. e io non ho trovato il coraggio di chiamarti.-
Ormai stavo piangendo.
-Jane, va bene respira, basta che mi prometti che non passeranno altri quattro mesi dalla tua prossima chiamata.-
-Te lo prometto. Non c'è giorno in cui io non pensi a te, mi manchi davvero. Ti voglio bene Erika.-
-Ti voglio bene anche io.-
Chiusi la chiamata e mi misi davanti allo specchio per sistemarmi. La prossima lezione sarebbe stata quella di francese.

Mentre cercavo l'aula ripetevo a mente 'aula ventinove' e leggevo i numeri sulle porte. All'improvviso mi trovai con il sedere a terra senza nemmeno accorgermene.
-Scusami, non ti avevo vista.- rideva.
-Harry dimmi cosa ci trovi di divertente nel venirmi addosso?- perché queste cose succedono solo nelle scuole americane o inglesi?
-Mi dispiace ma sei tu che non guardi dove vai.- mi stava aiutando ad alzarmi.
Con aria indifferente entrai nell'aula e mi sedetti in un banco vicino alla finestra.
-Posso sedermi o vuoi saltarmi addosso di nuovo?-
-Io non ti salto addosso!-
-Perché? Non mi trovi irresistibilmente bello?- mentre lo diceva faceva finta di essere un modello e muoveva i capelli come se fossero scossi dal vento.
Mi misi a ridere e presi il libro di francese.
Il professore era un tipo strano, quando era venuto a sapere che avevo una zia francese mi aveva fatto leggere un brano lunghissimo.
Mentre mi immedesimavo nella pronuncia francese Harry mi osservava. Pensai al programma che davano su un canale italiano, per poco non mi girai per dirgli 'che minchia guaddi?'. Mentre ci pensavo mi sfuggì un sorriso e mi guardò incuriosito con quegli occhi così verdi.
Quando finì di leggere Harry mi si avvicinò all'orecchio per dirmi -Lo licenzieranno per farti insegnare.- e io in risposta mimai un inchino. Era così facile ridere con lui.

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** 6° Capitolo ***


 
Il suono della campanella determinò la fine delle lezioni. Un'altra cosa di cui mi sarei dovuta abituare sarebbe stata la mensa. Dovevo incontrare Kim e gli altri ai tavoli. Presi un po' di tutto da mettere nel vassoio. Si dice che gli inglesi non sappiano cucinare. Non è del tutto vero, di solito non mangiavo molto, ma il cibo della mensa era buonissimo.
 
I tavoli di legno erano messi l'uno a fianco a l'altro e formavano lunghe tavolate. Le giornate proseguirono così, di mattina si faceva colazione al bar, ogni tanto ci si incontrava a lezione e poi si pranzava mentre si discuteva dei vari problemi o della giornata.
 
Avevo anche stretto amicizia con Louis. Forse avevo capito perché Kim se ne era innamorata. Era spontaneo e simpatico come Niall, ma con lui non si stava mai fermi, aveva sempre qualcosa di divertente da fare.
 
-Non si prevede una bella giornata domani, che ne dici se rimaniamo a casa?-
-Stai scherzando? Domani è prevista una battaglia di palle di neve epica!- Kim stava bevendo della cioccolata.
-L'ultima volta sono tornata fradicia a casa e ho avuto la febbre per tutto il giorno!- mi alzai e andai a mescolare dell'altra cioccolata che era quasi pronta.
-Ti prego Jane vieni!-
 
Annuì con poco entusiasmo mentre mi sedevo davanti alla tv.
Il giorno dopo convincemmo i professori a non fare lezione con la scusa dell'ultimo giorno prima delle vacanze e uscimmo a giocare a palle di neve. Kim era uscita un'ora prima perché un suo professore era malato e mi aspettava a casa.
Mi sedetti sotto la pensilina ed aspettai il pullman. In quei giorni Claire e Jhon stavano lavorando fuori città e tornavano a casa tardi. Faceva molto freddo e avevo paura che iniziasse di nuovo a nevicare. Passarono dieci minuti e del pullman neanche traccia. Ormai non mi sentivo più le dita dei piedi e iniziai a lacrimare.
 
Ero così concentrata a riscaldarmi e a guardare una pozzanghera ormai completamente ghiacciata che non sentii Harry arrivare.
 
-Hey Jane non penso che passi il pullman, le strade sono bloccate per colpa del ghiaccio.-
-E io come torno a casa?-
Ci pensò un po' su e poi parlò, -Non puoi aspettare qua che aprano le strade, vieni a casa e mangiamo qualcosa?-
 
Non avevo altra scelta e lo seguì. Casa sua non era molto lontano, si andava sempre dritti e si girava alla prima a sinistra.
Quando arrivammo a casa il sangue iniziò di nuovo a scorrere fino al cervello.
 
-Dammi il giubbotto lo metto ad asciugare.-
-Grazie.-
 
Mentre Harry andava a poggiare la roba ebbi tempo per guardarmi attorno. Avevo conosciuto la madre un po' di tempo prima quando mi trovavo alla pasticceria. La casa era bellissima, mi affascinò soprattutto la cucina.
 
-Hai fame?-
Non mi accorsi che fosse tornato.
-Un po', cosa si mangia?- gli sorrisi.
Si mise un grembiule e mentre si infilava un cappello da chef disse - Quello che vuole Signorina, pizza o pasta alla carbonara?-
-Direi pizza Signor Chef!- accesi la televisione e mi buttai sul divano come se fossi a casa mia.
 
Le previsioni per la giornata non erano confortevoli.
-Qua dicono che nevicherà fino a domani mattina! Come faccio a tornare a casa?- Mentre parlavo il mio stomaco fece rumore ed evidente lo sentì anche lui.
-Ci pensiamo dopo, ora mangia.- rideva mentre ci sedevamo a tavola.
 
Anche se la pizza era bollente la mangiai in tre minuti. Lo aiutai a sparecchiare e mi sedetti nel divano. Mi raggiunse con una coperta e lo ringraziai.
 
-L'ultima volta ero ubriaco, ora voglio la rivincita.- mi lanciò un joystick.
-Questo coso non funziona!- stavo perdendo nettamente, ero quasi morta.
-Quel 'coso' lo romperai tu a furia di schiacciare i tasti così forte!-
Vinse e si alzò a fare 'la danza della vittoria' come la chiamava lui.
-Ora guardiamo un film a mia scelta.- mi alzai e mi diressi verso uno scaffale pieno di film. Ne presi uno e lo inserii nel lettore DVD.
-Love Actually, bella scelta.- commentò Harry.
 
Era uno dei miei film preferiti ma mi addormentai dopo circa mezz'ora. Quando mi svegliai ero coricata ed Harry mi accarezzava i capelli. Aprii gli occhi e guardai l'ora su l'orologio.
-Merda sono le sei, devo tornare a casa, Claire sarà preoccupata!- fuori nevicava ancora.
-Non ti preoccupare mi sono permesso di rispondere al tuo telefono e le ho detto che dormi da me.-
-E non ha pensato male?-
-Mi conosce da quando ho tre anni, non penso.- sorrideva.
 
Mi accorsi di avere un po' di mal di testa, e quando lo dissi a Harry mi portò un'aspirina e un termometro.
-Misurati la temperatura, mi sei sembrata un po' calda.-
Se ne stava per andare quando lo fermai.
-Dov'è Anne?-
-Non la fanno passare, ci sono le strade ghiacciate.- mi accorsi che ero ancora attaccata al suo braccio e lo mollai.
Quando tornò con altre coperte gli dissi che non avevo così freddo.
-Sono per me, tu dormi in camera mia e io sul divano.-
Protestai ma non ci fu verso di fargli cambiare idea.
 
Prima di cena ci furono molte chiamate, Harry chiamò Louis, Niall, Zayn e Liam per chiedergli come stessero e io chiamai Kim che era rimasta sola a casa perché i genitori erano rimasti bloccati a Londra.
 
Dopo aver mangiato guardammo un programma in tv, i concorrenti dovevano superare delle prove di abilità ed Harry a volte commentava con un 'è troppo semplice' o un 'non ce la farà mai'.
Verso le 11 andai a dormire e diedi la buonanotte a Harry.
 
Quando mi svegliai non mi ricordavo più che sogno avessi fatto. Eppure doveva essere bello perché mi sentivo stranamente leggera e felice.
Quando entrai in camera da pranzo dovetti trattenere le risate. Harry era coricato sul pavimento, evidentemente era caduto dal divano durante il sonno e non si era svegliato. Si sarebbe alzato con il mal di schiena se fosse rimasto lì ancora un po'.
-Harry? Hey, svegliati.- quando aprì gli occhi sorrisi ed esclamai un 'alleluia'. Per colazione preparai delle uova fritte e del bacon.
-In Italia mangiavi questo per colazione?-
-No, bevevo una tazza di latte, lì si usa mangiare leggero.- per poco non mi bruciai la lingua con l'uovo ancora caldo.
-E cosa farai nelle vacanze di natale?- lui aveva già finito.
-Penso rimarrò a casa a non fare niente, e il giorno di natale andremo dai genitori di Jhon. Tu?-
-Cerco di convincere mamma ad andare a fare la settimana bianca, è da un po' che ci pensa su ma non si decide.-
Mi stavo cambiando in camera di Harry quando mi disse - Mettiti qualcosa di pesante.-
Aprii l'armadio e vidi un giubbotto abbastanza spesso, uscii dalla camera e vidi che aveva in mano un cappello di lana, me lo mise in testa e sorrise soddisfatto.
 
Una volta usciti di casa dissi che ero così imbacuccata che se fossi caduta sarei rotolata fino a casa. Mai lo avessi fatto, Harry mi spinse e caddi sulla neve.
Lo guardai arrabbiata, -Aiutami ad alzarmi.-
Quando preoccupato che ci fossi rimasta male mi porse la mano lo tirai giù e mi cadde addosso.
-Ti odio!- stava ridendo.
-Non è vero mi ami.- si stava alzando e i nostri visi erano troppo vicini quando lui disse -Sì, può darsi.-
Quando sentimmo una macchina arrivare ci alzammo, Jhon era venuto a prendermi.
-Mi raccomando, tenetela al caldo, aveva un po' di febbre ieri.- mi chiuse lo sportello e mi salutò.
-Ci vediamo a scuola Jane.-
-Ciao Harry.-
Guardò la macchina andare via mentre ci salutava.
 
 

Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** 7° Capitolo ***


 
Sono sulla poltrona da stamattina, ormai ci vivo. Kim si sta preparando per uscire, mi aveva chiesto se volevo andare con lei, ma l'avevo liquidata con un 'No, sono stanca, non ho dormito bene'. La verità era che mi sentivo come se mi mancasse qualcosa. O meglio, qualcuno.
 
Non sono mai stata una ragazza perennemente fidanzata, anzi. Di solito non amavo avere legami seri con i ragazzi, anche perché ho sempre avuto qualche difficoltà a mollarli.
Non pensavo di essere innamorata di Harry, dopotutto eravamo solo amici. Ma allora dovevo smetterla di sognarlo o di immaginare di vederlo spuntare in mezzo alla folla.
 
-Kim aspetta, ci ho ripensato, vengo anch'io!-
-Jane muoviti!-
 
Entrai correndo in camera e presi la prima cosa pesante che vidi. Nel giro di dieci minuti ero pronta.
Il programma era di incontrarci con Niall, Jess e Lauren da Starbucks.
Le vacanze natalizie stavano per finire e la neve si era già sciolta da un pezzo, ma comunque il freddo pungente era rimasto.
 
Quando entrammo vidi subito i capelli biondi di Niall e mi diressi verso il loro tavolo. Li salutai e chiesi subito come avessero passato le vacanze.
Jess ci disse che aveva passato alcuni giorni nella casa in montagna del nonno di Liam ma in seguito si erano dovuti dividere per passare la vigilia con i propri parenti.
-Devo dirgli di organizzare una gita, sarebbe bellissimo andarci tutti insieme!-
 
L'avevo conosciuta meglio nell'ultimi tempi, era una ragazza dolce e soprattutto amava Liam più di se stessa, ora che aveva in mente una cosa nessuno l'avrebbe distolta dal farlo.
Niall invece era rimasto in città e aveva festeggiato con tutti i suoi parenti.
 
-Alla fine si è saputo qualcosa di Louis?- Quella domanda l'avrebbe voluta fare Kim già da un bel pezzo perché il compleanno di Lou sarebbe caduto il giorno della vigilia di natale e ci aveva avvisato che per quest'anno non avrebbe festeggiato ma senza darci un motivo valido.
 
-No Jane ancora non mi ha chiamato, oggi andrò direttamente a casa sua a vedere se è tutto a posto.- quando Niall lo disse a fianco a me Kim si rilassò.
 
La mia amicizia con quest'ultimo stava diventando sempre più stretta. Avevamo una passione in comune, il cibo. A volte mi capitava di sentirmi triste e di dirglielo e lui era sempre lì a dirmi 'cura da abbuffata?'. Era capace di farmi sorridere e sospettavo che potesse leggere nel pensiero. Una volta a pranzo mi aveva detto:
-Chi cerchi?-
-Cosa?- l'avevo guardato negli occhi, era sempre piacevole incontrarli, erano così azzurri.
-Hai preso un cappuccino e non l'hai nemmeno toccato, ti stai guardando attorno da mezz'ora.-
-Scusa.- abbassai lo sguardo.
-Hey stai tranquilla, se vuoi parlare di lui io sono qui.- si spostò in avanti con la sedia e mi abbracciò. Appoggiai il viso nella sua spalle e sentii meglio il suo profumo. Era così buono.
Mentre tornavo a casa pensai a come avesse fatto a capirlo, forse ce lo avevo scritto in fronte?
 
Il cellulare che vibrava mi fece tornare alla realtà.
-Scusate ragazzi devo rispondere.- dissi mentre spostavo la sedia per alzarmi.
Guardai il numero, era uno sconosciuto.
-Pronto?-
-Ciao Jane!-
Quella voce popolava i miei sogni, me la immaginavo mentre camminavo tra la folla e non la sentivo da quasi due settimane.
-H-Harry?-
-Sì sono io, scusa se non ti ho chiamato ma qua in montagna c'è stata una forte nevicata e il cellulare non prendeva, e quando la linea è tornata mi sono accorto di non avere credito!.-
-Tranquillo, non fa niente. Sono contenta che siate riusciti a partire.- uscì dallo Starbucks e mi appoggiai al muro.
-Sì ci stiamo divertendo molto, ma domani torniamo.-
Ci vediamo a scuola allora?- non volevo che quella chiamata finisse, avevo bisogno di sentirlo. Me lo immaginavo mentre era al telefono, con quei pantaloni bassi e una cintura poco utile che si dondolava come una bambino.
-Mi manchi, che ne dici se ci vediamo prima del rientro per un caffè?-
-Oh, va bene, fammi sapere quando puoi, io sono sempre libera.- mi aveva colta di sorpresa.
-Ci vediamo saluta gli altri, un bacio.-
-Ciao Harry.- chiusi con una risatina isterica.
 
Presi un bel respiro e rientrai.
-Chi era?- chiese Jess.
-Harry, non si è potuto mettere in contatto con noi per via del brutto tempo e vi saluta.- almeno non mi avrebbero bombardato di domande su di lui.
Sorrisi e cercai di evitare di sembrare troppo felice. Ma c'era qualcuno a cui era impossibile nascondere qualcosa.

Ritorna all'indice


Capitolo 8
*** 8° Capitolo ***


 
[Harry]
Ero in ansia, ma che dico, ogni mia singola cellula era in ansia. Aspettavo dietro quella porta che Jane mi venisse ad aprire. Avevo fatto due respiri profondi prima di suonare il campanello.
Avevo pure chiesto a Niall dove potevo portarla visto che erano molto legati lui poteva conoscere meglio i suoi gusti e mi aveva suggerito che al posto di un caffè l'avrei potuta portare a cena e che ne sarebbe stata felice. Quando glielo avevo chiesto mi era sembrata contenta.
Avevo frequentato molte ragazze nel corso della mia ancora breve vita, da quelle basse a quelle alte, more o bionde. Janet non mi aveva colpito per la sua bellezza ma per il suo sorriso. Da quando, in quel balcone alla festa, mi disse -Tranquillo, sono io che non ti avevo visto.- mi ero innamorato del suo sorriso. Avevo bisogno di vederla ridere, mi faceva dimenticare tutto il resto.
Quando la vidi apparire il mio cure di dimenticò di battere, quanto mi era mancata.

 
[Janet]
Era lì che mi fissava, con quegli occhi meravigliosi.
-Ciao Jane!-
-Hey Harry, da quanto tempo!- lo abbracciai e gli scompigliai un po' i capelli.
-Sei pronta?- disse sistemandosi i capelli.
-Sì, un attimo che prendo le chiavi.- entrai di nuovo in casa, presi la borsa e mentre uscivo mi guardai nello specchio del corridoio. Mi ero chiesta come ci saremmo spostati, visto che Harry non aveva ancora la patente per la macchina.
 
-Una moto?!-
-Non è bellissima?- la guardava come se fosse sua figlia.
-Sì, sì.- ridevo, ma ero decisamente preoccupata. Non solo per i miei capelli ma anche dal fatto che Harry aveva la fama di non essere un ragazzo prudente.
Salì sulla moto, misi il casco e mi aggrappai fermamente a lui.
-Se non muoio in un incidente sarai tu a strozzarmi.-
-Oh, scusa!- allentai la presa ed Harry ridendo mise in moto.
Chiusi gli occhi. Sentivo il vento scompigliarmi i capelli. Le parti peggiori erano le curve, avevo il terrore di cadere. Poi, dopo qualche minuto, la moto si fermò.
-Ora puoi riaprire gli occhi.-
Obbedì e lo vidi chinare la testa verso destra.
-Stai bene?-
-Benissimo, ma probabilmente andrò a comprarmi un biglietto del pullman.-
 
Ci dirigemmo verso l'entrata e mi aprì la porta.
-Un ristorante italiano?-
-Sì, ti mancano gli spaghetti al sugo?-
Anche se non andavo pazza per la pasta risposi con un 'Sì molto',
Ordinò lui per tutti e due e la serata andò avanti molto tranquillamente tra sorrisi e risate.
Arrivato il momento del conto ero in imbarazzo totale, non volevo salire di nuovo sulla moto, ma nemmeno tornare a casa da sola e salutarci lì.
-Facciamo una cosa, Louis mi ha mandato un messaggio chiedendomi se lo raggiungiamo a casa sua, però prima devo passare nella mia per prendere una cosa da dargli, te la senti?-
-Non ho paura, semplicemente sembro uno scimpanzé con questi capelli e invece i tuoi ricci sono ancora perfetti.-
-Sei sempre bellissima.- disse mettendosi il casco.
-Grazie.- gli urlai nell'orecchio ma ormai eravamo partiti e probabilmente non mi sentì.
Questa volta tenni gli occhi aperti, e dopotutto non andava così veloce.
 
Casa sua non era cambiata, solamente, ora, non c'era più la neve a incorniciare il tutto.
Aprì la porta e mi disse che se avevo sete potevo prendere dell'acqua dal frigo. Feci come mi aveva indicato lui, presi una bottiglia e un bicchiere. Nel versarmi da bere mi resi conto che il bicchiere era bagnato e mi scivolò dalle mani.
-Cosa è successo?-
-Scusa Harry, era bagnato.-
-Tranquilla, tanto era vecchio, prendo la scopa.-
Nel giro di pochi istanti era già tornato, e dopo aver raccolto i cocci disse -Fatto!-
.
Mise tutto a posto e prima di uscire disse -Solo una cosa prima di andare.-
Spostando lo sguardo dagli occhi alla bocca si avvicinò a me sempre più, fino a far congiungere le nostre labbra. Colta di sorpresa non ricambia subito il bacio. Quando fece per girarsi e andarsene dissi -Aspetta.- e prima che potesse rispondere lo baciai. Se il suo era stato un bacio delicato, dolce, il mio ora era ricco di passione, e lo avrei ammesso a tutti, lo desideravo come non mai.
Mentre finivo contro al muro mi chiesi dove fosse finita Anne, ma sinceramente in quel momento non mi interessava.
 
-Sei sicura?-
-La mia unica certezza è che voglio stare con te.- speravo di non essere stata troppo sdolcinata ma quando mi tolse la maglietta capii che avrei potuto dirgli qualunque cosa, tanto lui era concentrato su altro.

Ritorna all'indice


Capitolo 9
*** 9° Capitolo ***


 
[Janet]
Driin Driin
Il mio cellulare squillava sopra il comodino, allungai il braccio per cercare di prenderlo senza alzarmi o aprire gli occhi. Si stava così bene sotto le coperte.
-Pronto?- risposi con voce assonnata.
-Janet dove cazzo sei finita? Hai dieci minuti prima che mamma e papà entrino in camera e si accorgano che non hai dormito qui.- Kim mi chiuse il telefono in faccia.
-Merda.- bisbigliai mentre cercavo di alzarmi, ma una forza sconosciuta mi teneva ancorata al ragazzo a fianco a me.
 
-Hey, Jane stai già scappando?-
-No Harry, preparati dovresti riaccompagnarmi a casa.-
-Che ore sono?- non voleva alzarsi.
-Le otto e un quarto, devo aver lasciato la maglietta giù vado a prenderla se non ti trovo vestito prendo le chiavi dalla moto e vado da sola.-
Non l'avrei mai fatto ma probabilmente mi aveva preso sul serio perché in tre secondi era già in piedi.
-Aspetta un attimo.- le sue mani mi presero per i fianchi e mi avvicinò a se per un ultimo bacio. Quanto avevo desiderato, sognato e aspettato questo momento. A volte, nei libri, si legge 'tu sei la mia droga'. Ma per me lui era di più, non potevo associarlo a qualcosa di così brutto. Era una nuova medicina che mi rendeva felice.
-Se continuiamo così non torno più a casa.- sorridendo mi staccai da lui.
Feci le scale in fretta e andai a recuperare la maglietta sotto al tavolo senza accorgermi che qualcuno mi stava fissando.
 
-Louis che ci fai qui?-
-Lo dovrei chiedere io a te, mi ha fatto entrare Anne!-
-ANNE?- si era aggiunto anche Harry alla conversazione.
-Facciamo così, esco dalla porta posteriore, e inventatevi qualche scusa ma tu..- mentre parlavo puntavo il dito verso il riccio -.. mi devi accompagnare velocemente a casa!-
Uscii e aspettai che Anne entrasse dentro casa per potermi avvicinare alla moto. Dopo pochi minuti Harry arrivò tenendo in mano due caschi.
-Sbrigati!- avevo moderato il tono della voce in modo che mi sentisse solo lui.
Durante la strada del ritorno avevo avuto tempo di pensare alla situazione. Ora eravamo una coppia? Speravo comunque che le cose a scuola non cambiassero.
Quando arrivammo vicino a una decina di metri da casa mia, fermò la moto e mi fece scendere.
-Ti lascio qui, si potrebbero insospettire vedendo che sei tornata in moto.- disse sarcasticamente, mentre due fossette gli incorniciavano il sorriso.
-Sì probabile.- ridevo, quasi malinconicamente, non potevamo stare tutto il giorno insieme. Inclinò la testa per guardarmi bene negli occhi e dopo qualche secondo parlò.
-Hai gli occhi così scuri.-
-Non tutti possono avere degli occhi belli come i tuoi o quelli di Niall.-
-Hai frainteso, per me non è importante il colore degli occhi della mia ragazza ma come mi guarda. E tu mi fai sciogliere, quasi mi sento importante.-
-Tu sei importante.-
Penso che se il mio cuore avesse potuto sarebbe uscito dal mio corpo. 'La mia ragazza'. Lo aveva detto.
Una lampadina si accese nella mia testa.
-Devo andare!- prima di allontanarmi alzai leggermente il capo per baciarlo. Un bacio leggero, dolce e senza un seguito.
-Ci vediamo domani.- mi spostai sul marciapiede per guardarlo andare via. Spostò i capelli da una parte, si mise il casco e partì.
 
Girai l'angolo correndo, e mi accorsi che Claire stava facendo giardinaggio. Mi ero fatta una coda e speravo di sembrare almeno un po' stanca.
-Claire! Scusa non volevo svegliarvi, ma sono andata a fare una passeggiata di primo mattino.-
-Tranquilla, in effetti oggi è proprio una bella giornata per fare un po' di movimento.-
Guardai il cielo senza nemmeno una traccia di nuvole, - Sì, proprio una bella giornata.-
Vidi Kim affacciarsi alla finestra del piano superiore e farmi un cenno. Salutai Claire e le dissi che andavo a farmi una doccia.
Arrivata in camera mia trovai Kim con le braccia conserte fissarmi con aria arrabbiata.
-Ti ho chiamato dieci volte ieri sera.-
-Lo so, scusami.-
-Me lo ha dovuto dire Louis che eri con Harry.-
Non risposi e mi sedetti sul letto.
-E naturalmente non ti sei nemmeno preoccupata di mandarmi un messaggio tipo 'oggi non torno a casa' o 'coprimi sono a divertirmi mentre ti lascio nei casini'.-
-Kim! Ti prometto che ti racconto tutto dopo essermi fatta una doccia,respira e calmati.- la abbracciai e le sussurrai in un orecchio 'Grazie'.

 
[Harry]
Quando entrai in camera seguito da Louis il profumo di Jane si poteva ancora sentire. Le lenzuola erano disordinate e decisi di metterle a posto.
-Non ti sembra un po' rischioso andare a letto con la sorella di Kim?- il mio migliore amico interruppe i miei pensieri.
-Cioè?- non capivo di cosa stesse parlando.
-Come reagirà quando verrà a sapere che l'hai usata?-
-No amico, non hai capito. Lei mi piace veramente, è diversa.-
Lou mi guardava contrariato.
-Non fare così! Anche a te piaceva Kim.- avevo toccato un tasto dolente.
-Lo so, ma è strano..- guardava imbarazzato il letto.
-Hey, senti qualunque cosa succeda, ora con Jane o in futuro con qualcun altro, per te ci sono sempre. Non abbandono i miei migliori amici.-
Gli battei una pacca sulla spalla. Sapevo quanto avesse sofferto e soffriva ancora tuttora dopo la rottura con Kim. Eravamo amici ormai da tantissimo tempo, insieme potevamo superare tutto.

Ritorna all'indice


Capitolo 10
*** 10 Capitolo ***


 
[Kim]
Una volta uscita dalla doccia Janet mi raccontò tutto quello che era successo quella notte ed era così felice. Quasi glielo si leggeva negli occhi che era pazza di Harry. Sorridevo ma non ero felice, mi aveva detto che aveva incontrato Louis e aveva risvegliato dei vecchi sentimenti. Perché doveva essere tutto così difficile? Jane sembrava così contenta, perché non potevo esserlo anch'io?
Non lo dicevo ad alta voce ma potevo ammetterlo a me stessa, amavo Louis. Stavo male fisicamente, il mio stomaco non accettava cibo, il cuore saltava qualche battito in sua presenza. Solo ricordare i nostri momenti insieme mi faceva piangere. È proprio vero 'Non apprezzi mai le cose finché non le perdi' e io ormai avevo perso l'unico ragazzo che poteva rendermi felice.
Ma non potevo passare le giornate a deprimermi, dovevo uscire alla luce del sole, sorridere e dire 'Sì, sto bene'. Ma la verità era che volevo strapparmi il cuore e smettere di amare, strapparmi gli occhi e smetterla di piangere. Ero tutto quello che non volevo essere, una donna che piange. I primi tempi vomitavo, tremavo. Ma ero sola e nessuno mi teneva per mano mentre soffrivo. Poi tutto era passato, ed era arrivata Janet. Il suo sorriso aveva popolato le mie giornate e un po' me l'aveva contagiato. Mi portava alle feste e facevamo shopping.
Mentre si asciugava i capelli mi parlava di una festa che voleva organizzare per il suo compleanno ma non aveva idee. Si stava anche lamentando, diceva 'Perché sono nata il primo febbraio? È proprio in periodo scolastico!' e cercava di trovare una soluzione. Harry e Janet erano nati lo stesso giorno quindi l'unica cosa certa era che avrebbero festeggiato insieme.

 
[Janet]
Dopo un mese ero finalmente riuscita a organizzare un compleanno come si deve. La parte più difficile era stata trovare una location. Kim mi aveva convinta a chiedere a Claire e John di poter dare una festa in casa, in un primo momento non erano stati d'accordo ma in seguito mi avevano concesso di prendere possesso della casa per una sera e che loro sarebbero tornati dalla casa al mare la mattina dopo. Avevo un programma perfetto, gli invitati erano stati scelti uno per uno e c'era una vera e propria lista con i nomi. Avevo fatto sgombrare la casa dagli oggetti preziosi e avevano aggiunto qualche tavolo in giardino, in modo da non avere tutta la gente concentrata in casa.
Claire e John erano partiti di mattina e al ritorno da scuola io e Kim avevamo iniziato a preparare la casa, poi verso le otto, quando eravamo già pronte, arrivò Harry.
Mi ero assicurata che l'invito fosse arrivato anche a Louis, e soprattutto che venisse. Non potevo sopportare di vedere Kim così triste, le cose andavano sistemate subito.
Alle nove e mezza iniziarono ad arrivare i primi invitati tra cui Liam con Jessica, Niall e Lauren. Avevo programmato di mettere tutti i regali in una stanza, la quale piano piano iniziò a riempirsi.

 
[Kim]
La festa stava andando benissimo, Jane era stata proprio brava nell'organizzazione, ma non riuscivo a stare tranquilla, ero in giardino e continuavo a guardarmi in giro. Verso le nove però arrivò Louis, e decisi che la situazione andava chiarita, potevamo almeno essere amici.
-Ciao Kim.- sembrava preoccupato e non si sentiva a proprio agio.
-Ciao, stai bene?- forse non ero la persona con cui voleva parlare dei suoi problemi ma poteva essere un nuovo inizio.
-Non proprio, dove possiamo parlare da soli?-
-Seguimi.- le uniche stanze libere erano al piano di sopra, aprì la porta della mia camera e lo feci entrare.
Si era seduto sul letto e prima di parlare si era guardato intorno e aveva fatto un respiro profondo.
-Allora, l'anno scorso i miei si sono separati e l'hanno ufficializzato da poco. Non so cosa fare è tutto così strano ora.-
-Lou mi dispiace.- mi avvicinai e mi sedetti a fianco a lui.
-Mi dispiace soprattutto non esserci stata.-
Finalmente si voltò a guardarmi e disse,
-Come siamo arrivati a non parlarci nemmeno?-
-Non lo so, devo essermi persa qualche passaggio.- un sorriso amaro si fece strada sul mio viso.
Poi successe una cosa che non mi sarei mai aspettata, Louis aveva avvicinato il suo viso al mio, fino a quasi far sfiorare i nostri nasi, e poi mi baciò. Quando dopo pochi secondi si staccò mi guardava con paura, come se si aspettasse un schiaffo da un momento all'altro.
-Mi sei mancato.-
-Anche a me. Ti prego proviamoci di nuovo. Diamo sempre una seconda possibilità agli altri, ora diamola a noi stessi.-
Per rispondergli 'Sì' lo baciai a mia volta, speravo capisse quanto avevo sofferto. Quando i baci divennero più energici e passionali sapevo come sarebbe andata la storia. Già un'altra volta Louis era entrato nella mia camera e non certo per parlare.
-Non per dire, ma al piano inferiore c'è la festa di mia sorella.- mi ero staccata da lui il tanto necessario per parlare.
-E del mio migliore amico, ma sai cosa? Non mi interessa.- così dicendo mi fece distendere sul letto e alzando il bacino mi sfilò i pantaloni. E poi il resto è uguale a tante altre storie...

 
[Janet]
La festa migliore della mia vita. Tutto andava benissimo, avevo visto Kim e Lou salire al piano superiore e non mi importava il modo, ma dovevano far pace. Avevo paura che Niall si annoiasse visto la presenza di molti alcolici e pochi panini, ma aveva trovato qualcosa da fare nella bocca di Lauren. A completare il quadro c'era Harry, si stava comportando da uomo di casa e mi aiutava a ringraziare e salutare gli invitati. Sul tardi, quando la maggior parte delle persone se ne era andata, mi prese in disparte e quando iniziò una canzone un po' più lenta cinse i miei fianchi e iniziammo a ballare. Più che altro sembrava un ballo del mattone, ma non mi interessava.
-Tanti auguri a te, tanti auguri a te..- sentivo il suo alito caldo sulle spalle scoperte.
-Auguri anche a te tesoro.- sentì le sue mani scorrere per tutta la schiena fino a che non scesero più in basso.
-Ti amo.-
-Dimmelo quando sarai più sobrio e ci crederò.- gli sorrisi quando lui mise la sua bocca vicino al mio orecchio e canticchiò,
-Isn't she lovely 
Isn't she wonderful 
Isn't she precious ..-

Ritorna all'indice


Capitolo 11
*** 11° Capitolo ***


Quando tutto va bene, prima o poi, arriverà qualcosa che distruggerà l'armonia creata.
 
Erano passati due mesi dal mio compleanno e finalmente avevamo trovato un fine settimana libero per fare una gita nella casa in montagna del nonno di Liam. Dopo due ore di viaggio in macchina arrivammo a destinazione, scendendo dal mezzo rimasi a bocca aperta. Il giardino sembrava immenso, sul prato verde sorgeva un'abitazione in pietra, trovavo la cosa molto romantica. Mi girai per guardare Liam e Jessica e mimai con il labiale la parola 'Wow'. Dopo aver poggiato le valigie nella camera che dividevo con Harry, feci una passeggiata per guardarmi un po' attorno. Nel retro della casa scoprì che c'era un laghetto.
 
-Ti piace?- sentì una voce femminile provenire da dietro di me.
-Tantissimo, è meraviglioso qui.-
Mi girai e vidi Jessica sorridermi.
-Sai sei stata un esempio per me.- lei sì avvicinò e mi guardò incuriosita.
-Tu e Liam state insieme da quanto? Ormai sarà quasi un anno.-
-Sì circa.-
-Siete così felici, spero di durare anche io con Harry così tanto, non sopporterei di separarmi da lui.-
-Penso che il segreto sia di goderti ogni singolo giorno come se fosse l'ultimo.-
-Allora sono sulla buona strada.-

Mi trovavo benissimo con Jessica, era un'amica splendida e soprattutto era sincera. L'unica cosa che disturbava quel paesaggio era il mio cellulare che squillava. Il numero risultava essere della mia migliore amica quando vivevo in Italia.
-Ciao cara!-
-Hey Janet, ho una notiziona! Immagina un rullo di tamburi.- e dopo poco disse,
-Verrò a trovarti!-
Per poco non mi cadde il telefono di mano, era una notizia bellissima, desideravo tanto farle vedere come vivevo ora e magari farle conoscere i miei nuovi amici.
-Ma non verrò da sola, ci saranno anche tuoi zii.- se prima il telefono mi stava per scivolare di mano, ora sembrava acqua fra le mie dita.
Quando i miei genitori erano morti, non avevano voluto tenermi con loro. Non li sentivo da quasi un anno, cosa volevano ora?
Chiesi a Erika di darmi un po' di tempo per immagazzinare la cosa, quando in silenzio Harry si avvicinò per abbracciarmi.
-Tutto bene?- mi girai e lo guardai preoccupata negli occhi,
-Non proprio.- dissi e gli raccontai cosa era successo.
 
-Magari gli manchi.-
-Non è possibile.. E se volessero portarmi via?-
-No! Non puoi andartene!- sembrava veramente terrorizzato da questa ipotesi.
-Hai ragione, dopotutto sono già stata adottata dai John e Claire.-
-Non lasciarmi mai.- mi abbracciò più forte.
-Ti pentirai di quello che hai detto quando scapperai via da me urlando.-
Le nostre risate vennero interrotte da Zayn che ci chiamava per la cena,
-Hey, piccioncini venite ad aiutarci!-

Da quanto avevo visto alla festa Niall e Lauren stavano insieme ma purtroppo lei non era potuta venire.

-Jane mi aiuti a portare il tavolo fuori?- Kim mi stava chiamando.
Una volta raggiunta in camera da pranzo le dissi perché non aveva chiesto a un ragazzo visto che sicuramente erano più più muscolosi di me.
-Non ti ho mai detto che quando sono venuta qua, tempo fa, stavo con Zayn.-
-Te li sei girata tutti allora?- feci una smorfia teatrale, fingendo di essere sorpresa.
Quando mi diede un colpo sul braccio me lo massaggiai dolorante. Non volevo rovinare questa atmosfera dicendogli dell'arrivo di miei zii.
Se qualche anno prima mi avessero detto che avrei trovato degli amici così meravigliosi non ci avrei creduto. Mi sentivo come in un film, guardavo il tramonto con il mio ragazzo e i miei migliori amici.
 
-Non mi hai mai detto come sono morti i tuoi genitori.- non potevo dirgli tutta la verità, non ora almeno.
-Un brutto incidente stradale.- sospirai, speravo non si notasse troppo che stavo mentendo.
-Mi dispiace. Come posso farti dimenticare tutti i tuoi problemi?- Harry era sdraiato e aveva poggiato la testa sulle mie gambe, la sua guancia mi toccava la pancia e gli accarezzavo i capelli.
-Potremmo rimanere qui per sempre.- mi ero innamorata di quel posto, sembrava una bolla e al suo interno tutto era tranquillo.
-Il nonno di Liam sarebbe felice. Qualche anno fa una ragazza strappò il cuore al nipote tradendolo. È stato molto male, quindi ora se siamo felici noi lo è anche lui.-
Dopo che ebbe parlato calò il silenzio. Dopo qualche minuto mi venne improvvisamente sonno e poggiai la testa sul bracciolo.
-È ora di andare a dormire.- sentii Harry alzarsi.
-Posso rimanere qui?- non avevo voglia di muovere nemmeno un muscolo.
-Ho capito.- due braccia mi sollevarono dal divanetto, avrei voluto dirgli che sarei andata a letto con le mie gambe ma anche muovere la bocca avrebbe voluto dire stancarsi. Il giorno dopo mi svegliai sul letto, della sera prima ricordavo di essermi addormentata mentre facevamo le scale, o meglio, le faceva lui.

Ritorna all'indice


Capitolo 12
*** 12° Capitolo ***


-Hey?- sentii una carezza sulla guancia. Quando aprì gli occhi Harry mi guardava con un sorriso a trentadue denti.
-Era ora dormigliona!-
Lo sguardo mi cadde sulla sveglia poggiata sul comodino. I numeri verdi segnavano le 7.00 del mattino.
-Sei pazzo? Perché mi svegli così presto?- con un po' di difficoltà riuscii a mettermi il cuscino sul viso.
-Visto che sono il ragazzo più dolce del mondo ho pensato che prima di tornare a casa ti andrebbe di fare una gita in una località segreta.-
Lentamente alzai il cuscino per guardarlo bene. -Di preciso dove?-
-Se vuoi scoprirlo alzati.- mi stampò un bacio veloce sulle labbra e si alzò.
Rimasi a letto per qualche minuto e dopo andai a farmi una doccia.
 
-Muoviti! Se continui ad andare così piano arriviamo domani!- Harry mi incitava ad accelerare il passo.
Mi trovavo in un bosco e camminavamo da quasi un'ora.
-Sono caduta circa dieci volte, pensi che per la ventesima saremo arrivati?- rideva sotto i baffi ma io ero decisamente stanca.
-Ancora qualche secondo.- neanche il tempo di finire la frase che già scorgevo qualcosa in lontananza. Dopo una decina di metri riuscivo a distinguere i contorni di una casa.
-Cosa sarebbe questa cosa?- non volevo sembrare scortese ma le parole mi uscirono irrefrenabilmente.
 
Se c'era qualcosa in cui io ed Harry eravamo differenti era la passione per le cose 'da brivido'. Lui aveva visto ogni tipo di film horror, a me bastava anche il racconto di Cappuccetto Rosso per non farmi dormire.
 
-La mia casa preferita, Liam ed io l'abbiamo scoperta parecchi anni fa!-
Con passi veloci di diresse verso una casa abbandonata e piuttosto decadente. Quando aprì la porta un cigolio interruppe il silenzio che ci circondava.
-So che sarebbe stupido ma possiamo tornare a casa, non mi va di stare qui.- le parole mi si bloccarono in gola perché Harry era scomparso dietro la porta.
-Cazzo aspettami!- solo l'amore poteva portarmi a seguire una persona dentro quel postaccio.
L'interno era piuttosto buio e polveroso. Ebbi un mini infarto quando un topo spuntò da sotto un tappeto.
-Non lo trovi affascinante?- mi prese per i fianchi e iniziò a dondolarmi come fossi una bambina.
-Definisci la parola 'affascinante'-.
-Non hai idea di quante volte ho giocato a nascondino qua. Una volta ho pure trovato una mappa!- sentivo che non vedeva l'ora di raccontarmi quella storia.
-Era al piano di sopra, dovrebbe ancora esserci la scrivania.-
 
Alzai lo sguardo verso le scale. In neanche un battito di ciglia il sangue si gelò nel mio corpo e l'istinto di sopravvivenza si impossessò di me. Due occhi mi fissavano dalla finestra sul fondo della stanza. Con uno scatto presi la mano del mio ragazzo che non oppose resistenza, forse aveva visto la paura nei miei occhi.
-Corri, ti prego corri! C'è qualcuno!- per fortuna non se lo fece ripetere.
Dopo qualche centinaio di metri mi fermai e mi gettai fra le braccia di Harry.
-È strano, ma ti giuro c'era qualcuno e sembrava..- non riuscii a finire la frase perché iniziai un pianto isterico.
-Hey, hey, ti credo! Ora calmati risolviamo tutto subito.- mentre con un braccio mi teneva stretta a sé, con l'altro prese il suo cellulare e compose un numero.
-Louis sono io, prendi in fretta la macchina e vieni a un centinaio di metri prima della vecchia casa, segui il sentiero, Jane si è fatta male, non può continuare e sta per piovere.-
Guardai il cielo e in effetti si era rannuvolato.
-Così si muoverà.- mi sorrise e chiuse la chiamata. Annuì ma non ero tranquilla, quel posto era così silenzioso, anche troppo.
Dopo neanche cinque minuti una macchina nera si fermò a pochi metri da noi. Harry mi aprì la portiera e salì.
-Non sembri tanto rotta.- a parlare era stato Zayn.
Non avevo voglia di parlare e per me lo fece il ragazzo dagli occhi verdi vicino a me.
Risentire quello che era successo lo faceva sembrare ancora più strano. Cosa mi era saltato in mente? Magari era solo un boscaiolo.
Louis che era stato in silenzio ad ascoltare parlò,
-Sai che quando eravamo piccoli proprio in questo bosco è scomparso un bambino? Tutti raccontavano del fatto che i genitori avessero bisticciato malamente e lui scappò di casa. Non è mai stato ritrovato.-
-Ma non può essere, è stata la suggestione del posto, non dovevo reagire così..- appoggiai la testa al finestrino e guardai le prime abitazioni che comparivano sulla strada.
-Non si sa mai, meglio avvisare la guardia forestale dell'avvistamento, se ne occuperanno loro.-
-E almeno avrai qualcosa da raccontare a tuoi zii.- aggiunse Harry.
-È vero i miei zii..-
-Vedo che il mio intento di farti dimenticare di loro è riuscito.-
-La prossima volta evita!- lo guardai male ma poi mi avvicinai per baciarlo. A casa mi aspettava Kim, già sentivo le prese in giro.

Ritorna all'indice


Capitolo 13
*** 13° Capitolo ***


 
-Claire ti serve aiuto?- una goccia di sudore le cadeva sul viso già truccato.
-No cara, vai pure a sistemarti, arriveranno a momenti.- era nervosa si vedeva. La casa non era mai stata così splendente. Aveva spolverato il tavolo e i mobili di legno, fatto lavare i vetri da una ragazza e sistemato tutti gli oggetti di valore e le foto di famiglia sul davanzale. Aveva aggiunto anche un'ultima foto che mi ritraeva.
Anche io ero nervosa. Volevo sapere perché miei zii venivano a trovarmi. Era un bella giornata di maggio e il sole splendeva alto nel cielo. Indossavo una maglietta a maniche corte e dei jeans molto stretti. I capelli ormai molto lunghi mi cadevano fino a sotto il seno. Se c'era qualcosa che amavo di quel posto era l'assenza di umidità. Se mi facevo la piastra i capelli rimanevano lisci per tutta la giornata.
La macchina di John comparve da dietro l'angolo, si era offerto di andarli a prendere alla stazione. La prima a scendere fu Erika. Si guardò un po' intorno e quando mi vide mi corse incontro e mi abbracciò.
-Finalmente ci rivediamo.- mi disse.
-Prima o poi.- piangevo, sarebbe stato un giorno bellissimo se dietro di lei non ci fosse stata la mia vecchia famiglia.
-Ciao.- salutai mia zia che era più larga che lunga e mi era sempre stata antipatica.
Feci le presentazioni e dopo che miei zii ebbero poggiato i bagagli ci mettemmo a tavola. Mio zio per questioni di lavoro parlava inglese ma mia zia non molto.
La conversazione andò avanti forzatamente e quando all'improvviso chiesi in italiano -Perché siete venuti?- Simona prese un bel respiro e parlò.
-Ti piacerebbe tornare in Italia?-
-Nemmeno se mi portate di peso.- risposi in italiano. Ero così arrabbiata che mi scusai e uscì di casa.
Mi misi a correre fino ad arrivare al parco. Il sole batteva ancora forte. Mi sdraiai sull'erba e feci respiri profondi. Dopo qualche minuto non vidi più la luce. Aprì gli occhi, un ragazzo mi faceva ombra.
 
-Così ti sporcherai la maglietta.- anche se era controluce riuscivo a vederlo. Era uno dei ragazzi più belli che avevo mai visto dopo Harry.
-La farò lavare.- cosa voleva da me?
-Tua madre deve saper lavare bene allora.-
-Mia madre è morta. Come mio padre.-
-Lo so, mi dispiace.- si sedette a fianco a me.
-Come lo sai? Non mi conosci.-
-Invece sì, vado nella tua stessa scuola.-
-Oh, non ti ho mai visto.- avevo assunto un comportamento meno scontroso.
-Ma tu non passi inosservata.- sorrisi, non capitava di fare certi incontri tutti i giorni.
-Dovresti sapere che sono fidanzata allora.-
-Purtroppo lo so.-
Dovevo tornare a casa, non potevo lasciare John e Claire nelle mani dei miei zii.
-Scusa, devo andare a casa.-
-Ci si rivede allora.-
Feci spallucce e dissi -Sì. Penso di sì.- quando mi girai verso la strada di casa lo sentii urlare.
-Hey, aspetta! Come ti chiami?
-Janet!- lo salutai con la mano e mi accorsi che lui non mi aveva detto il suo nome quando arrivai a casa.
Mi affacciai alla camera da pranzo per dire che sarei andata a studiare. Salì le scale e mi diressi verso camera mia.

 
Il giorno dopo all'uscita di scuola rividi Harry.
-Com'è andata la verifica?-
-Male.. Come faccio? Non ci ho capito niente!-
-Tranquilla. Puoi andare a ripetizioni!-
-E da chi?- lo guardai negli occhi come una bambina guarda il padre dopo aver perso una bambola.
-Un mio amico, ci andavo anche io. Stasera lo chiamo.-
-Come farei senza di te!- quel ragazzo era la mia salvezza. Non vedevo l'ora arrivasse l'estate per passare più tempo insieme. Mi aveva anche promesso che avremmo fatto un viaggio.
-Stasera vieni a casa?-
-Perché no.- era da molto tempo che non stavo un po' da sola con lui.
Tornai a casa e dissi a Kim i miei piani per la sera.
-Potrei uscire con Erika e rientrare solo quando i nostri genitori staranno dormendo!-
Mi dispiaceva lasciare la mia amica da sola ma ero sicura si sarebbe divertita.
 
Ci preparammo ed andammo in giro per negozi. Avevo detto a Harry di vederci al porto. Non sarebbe tornata molto presto Erika, quindi presi il Blackberry e scattai una foto insieme alle mie migliori amiche che poi avrei stampato e incorniciato.
Quando arrivò il mio ragazzo lo presentai alla mia amica italiana e dopo salì sulla sua moto per andare a casa sua.
Neanche il tempo di chiudere la porta che Harry mi girò per i fianchi e mi baciò. Ogni volta che le nostre labbra si sfioravano una scossa di adrenalina mi attraversava le vene. Sapevo che gli dava fastidio quando gli toccavano i capelli quindi lo tenevo per il collo mentre lo baciavo.
Senza interrompere il contatto mi prese in braccio e mi portò in camera sua. Le sue mani nel mio corpo di fecero frenetiche, desiderose di rimuovere degli inutili vestiti. Nella mia testa passavano tanti pensieri ma alla fine rimasi zitta. Non era quello il momento di parlare.

Ritorna all'indice


Capitolo 14
*** 14° Capitolo ***


 
La moto si fermò dinanzi a una villa.
-Ti passo a prendere tra un'ora?-
-Sì, grazie Harry.- gli restituì il casco.
-Vai e fatti valere, puoi farcela.- mi avvicinai per salutarlo con un bacio.
-L'umanità ha bisogno che io sappia la matematica!- sospirai e lo vidi allontanarsi.
 
Suonai il citofono ma intuì che non funzionasse, quindi decisi di passare per il giardino. Le piante sembravano dei capolavori di qualche scultore sconosciuto, dei fiori rosa mi indicavano il sentiero. Quando arrivai alla porta mi aprì un uomo che sembrava appartenere ad un'altra epoca.
-Lei è la signorina Janet?-
-Sì, sono io.-
-La prego di accomodarsi qui mentre aspetta il signorino Andy.- mi indicò un salottino. Pensai a quanto potesse essere ricca una persona che aveva i maggiordomi. Ero un po' intimidita. Sentì dei passi provenire da lontano.
-Non ci credo! Non tu!- qualcuno stava urlando e disturbava la tranquillità di quella casa. Quando mi girai rimasi sorpresa.
-Il ragazzo del parco!- era proprio lui.
-Non è proprio il mio nome, ma sì sono io.- mi tese la mano e io la strinsi.
-È destino.- dissi ridendo. Ora che non era sudato sembrava ancora più bello. Certo non mi avrebbe aiutato a concentrarmi sulla matematica. Tra un esercizio e l'altro mi raccontò che viveva da solo perché il padre era sempre in viaggio per lavoro e la madre viveva con il suo fidanzato in America.
 
Quando si fece ora di andare via mi disse che sabato ci sarebbe stato il suo compleanno ma non avrebbe festeggiato.
-Non sono tipo da feste.- mi aveva detto.
-Con questa casa? Sai quanta gente ci starebbe!- ma non mi sembrava molto convinto. Quindi aggiunsi :
-Facciamo una cosa, tu mi dai la disponibilità della casa, budget illimitato e io ti organizzo la festa!-
Ci pensò un po' su, poi mi guardo e acconsentì.
-Ho anche una piscina se può servire.-
Mi illuminai e lui se ne accorse. -Eccome se ci serve! Possiamo dare una festa in piscina.-
-Oh, fai tutto tu per me va bene qualsiasi cosa.- sorrise e quasi non mi accorsi che era arrivato Harry.
-Grazie per avermi aiutato, ci vediamo domani a scuola per organizzarci un po'.- gli strinsi la mano e mi allontanai.
 
-Com'è andata?- rivedere Harry dopo una lezione di matematica era il massimo, anche dopo mesi ogni volta che lo baciavo era come la prima volta. Mi completava, mi rendeva felice come non mai. Gli raccontai cosa avevo in mente per il sabato successivo.
-Sarà divertente, è da molto che non andiamo ad una festa!-
-Non vedo l'ora! Senti mi puoi lasciare a metà strada sul lungomare? Mi dovrei vedere con Lauren.-
-Sali a bordo piccola!-
Neanche cinque minuti che già vedevo la chioma bionda della mia amica.
Scesi dalla moto, salutai Harry e mi diressi verso Lauren per darle la notizia sui nuoci programmi.


-Festa in piscina? E dovremmo anche fare il bagno?- non sembrava molto contenta della mia proposta.
-Con il caldo che fa sicuramente ! Dai cerchiamo qualche costume!- la presi per il braccio e la portai dentro il primo negozio di costumi che vidi.
-Tieni prova questo.- le allungai un costume color rosa antico che le sarebbe stato bene.
Quando aprì la tendina del camerino non feci in tempo a vederla che subito la chiuse.
-Hey!- dissi quasi infastidita.
-Non ti posso far entrare.- sembrava preoccupata.
-Dai Lauren, fammi vedere!-
-Prometti di farmi spiegare ?- si era avvicinata alla tenda in modo che la sentissi solo io.
Non capivo di cosa stesse parlando. Una volta entrata la guardai in faccia come per chiederle 'Cosa succede?' poi lei indicò il suo corpo. Sotto la luce fiocca della lampadina del camerino non si distinguevano subito ma quando la vista si adatto le vidi. Piccole e lunghe cicatrici le segnavano la pancia, le cosce e le gambe.
-Sì, ti devi decisamente spiegare.-
In silenzio mi accompagnò in un bar piuttosto tranquillo, ci sedemmo in un tavolo appartato e iniziò a parlare.
-Soffro di autolesionismo.- lo disse come se ci fosse dell'altro ma la interruppi.
-E Niall lo sa?-
-Sì, le ha viste la prima volta che.. Be' mi hai capito, e da allora mi sta aiutando molto, davvero è una lotta giornaliera ma ora va meglio.-
Dallo sguardo capì che non mi aveva tranquillizzato.
-Senti lo so che è strano, ma sono solo cicatrici, è passato.-
-E io so che queste parole saranno inutili ma giurami che se Niall non sarà raggiungibile chiamerai me se hai bisogno di aiuto.-
-A qualsiasi ora?-
-A qualsiasi ora!-

 
Il giorno della festa ero parecchio preoccupata, non ero sicura che tutti fossero stati invitati tutti e soprattutto stava per piovere. Grosse nuvole nere si avvicinavano piene di pioggia. Alle nove del mattino mi ero presentata a casa di Andy con l'intenzione di sistemare le ultime cose ma alla fine il programma era saltato. Dovevo organizzare una festa dentro casa in poche ore.
Il cellulare si mise a squillare proprio mentre un'idea si faceva spazio fra i miei pensieri.
-Harry?-
-Sì sono io, ho saputo che la festa non si fa più in piscina, hai bisogno di aiuto nei preparartivi?-
-Be' ora che ci penso tu e Niall potreste farmi un piccolo favore.-
-La cosa mi intriga, parla!-
-Passa al negozio di Claire e ritira il pacco che ti faccio preparare.-
-Okay, ci vediamo tra un'ora.-
-Grazie tesoro, ti amo.-
-Ti amo anch'io.-
Feci il numero della pasticceria e chiamai mia madre per un'interessante proposta.

Ritorna all'indice


Capitolo 15
*** 15° Capitolo ***


Suonò il campanello e Alyssa, la ragazza che mi aiutava nel sistemare la casa andò ad aprire. Harry e Niall arrivarono tenendo in mano grandi cartoni bianchi con decorazioni rosa pallido. Proprio quello che avevo chiesto a Claire. Dissi all'aiutante di sistemare le torte nel frigo.
-Lo sapevo che erano torte! Il mio olfatto non mi inganna.- disse Niall ridendo.
-Non ne dubitavo!- lo abbracciai, era da un po' che non stavamo insieme da soli, Harry occupava tutti i miei tempi liberi.
-Allora raccontaci cosa hai intenzione di fare.- stavo per rispondere al moro quando il campanello suonò una seconda volta.
-Alyssa puoi andare tu?- gridai.
-Povera ragazza, la stai uccidendo.- feci appena in tempo a guardare male il mio ragazzo che Zayn era già comparso nella stanza
-Hey bella gente avete richiesto il mio aiuto?- batté un cinque a tutti e poi incrociò le braccia.
-Io ho bisogno di un favore! Niall e Zayn mi dovreste aiutare con particolari ehm..- non mi veniva in mente la parola giusta.
-Quelle cose lì in fondo coperte da un telo azzurro?- Niall indicò gli spara-schiuma.
-Esatto! Tu Harry fai compagnia a.. Andy! Vai via!- una testa biondo cenere si era affacciata dalla porta.
-Ecco devi evitare che veda qualcosa, si annoia là fuori.- spinsi il mio ragazzo fuori di casa e mi assicurai che stesse con Andy.
Una volta raggiunti i ragazzi mi aiutarono a sistemare la stanza principale dove sia sarebbe tenuta la festa.
 
 
All'ora di pranzo era già tutto pronto, era piovuto poco e la temperatura si teneva intorno ai venti gradi. Tornai a casa per pranzare e mi preparai insieme a Kim.
-Non c'è scritto da nessuna parte come vestirsi per uno schiuma-party!- mia sorella si lamentava guardando l'armadio.
-Mettiti questi e non rompere!- le lanciai un paio di pantaloncini veramente corti.
-Spero per te che vadano bene!-
E io speravo andasse tutto bene. Avevo una strana sensazione, ma ero certa di aver programmato tutto secondo i miei piani.
Mi ero messa una maglietta bianca con alcune scritte che dicevano 'peace' 'love' e cose simili, i pantaloncini in jeans si intravedevano da sotto. Quando sentii il campanello suonare scesi al piano inferiore insieme a Kim e ci trovammo Louis, Harry ed Andy.
-Pronte?- ci incitò il biondo.
-Sì e ancora auguri.- mi avvicinai e lo abbracciai, per quanto potessi conoscerlo da poco era un bravo ragazzo.
-Grazie a te bellezza!-
Vidi Harry irrigidirsi e la cosa mi fece sorridere, era geloso.
Louis ci aprì gli sportelli e con il Range Rover arrivammo alla festa, molti degli invitati stavano aspettando fuori. 
 
-Vai sulla scala e fai un piccolo discorso.- mi incitò Kim. Passai dalla porta sul retro e mi diressi al piano superiore, nel mentre Alyssa apriva la porta principale per far entrare gli ospiti.
Quando la gente si accumulò sotto di me iniziai a pentirmene. "Ma chi me l'ha fatto fare." 
-Salve a tutti, posso chiedere al festeggiato di venire qui?-
Una testa bionda si mosse tra la folla e salì le scale fino al gradino sotto al mio. 
Presi fiato e iniziai a parlare. -Anche se è stato per un brutto voto in matematica, sono felice di averti conosciuto Andy.- troppo smielata, meglio passare al sodo.
-Da questa porta- indicai alla mia destra -potete accedere a una stanza speciale, e per questo vorrei ringraziare il Signor Meester per avermi fornito l'attrezzatura con così poco preavviso. Divertitevi.-
  Andy mi prese per mano e mi aiutò a scendere le scale. Quando vide quella che prima era la sua camera da pranzo rimase sorpreso. Un telo di plastica spesso copriva il pavimento dove vi erano almeno dieci centimetri di schiuma ed altra ne arrivava da dei cannoni che sembravano produrla.-Wow.- disse.
-Sai potresti dire "Grazie Jane, è la festa migliore che abbia mai avuto.- 
Si girò verso di me e mi rivolse un sorriso. Speravo nessuno ci avesse visto perché era stato un momento stranamente intimo.
Delle mani mi circondarono improvvisamente i fianchi e le identificai subito. Forti e grandi, ma allo stesso momento delicate e morbide sul mio corpo.
-Non male per essere una festa da bambini di cinque anni.- 
-Harry forse oggi non ti ho mandato ancora a cagare, non approfittarne.- risposi al riccio.
Tenendomi per una mano mi allontanò da Andy e mi fece entrare nella stanza dei spara-schiuma. Ci trovavamo al centro della stanza quando grazie alla mia scoordinazione scivolai.
-Sono completamente fradicia.- esclamai.
-Ti amo anche se sei così impedita.-  disse Harry prima di baciarmi. Quelle parole mi entrarono in testa fino a rimbombare. "Ti amo, ti amo.." In Italia non avevo una vita sentimentale molto attiva anzi, quella dei vecchietti di uomini e donne era migliore. Aver incontrato un ragazzo che mi capiva, che mi sopportava in qualunque momento e che.. Be' sì, mi amava, lo ripeteva sempre, giorno e notte. E io gli credevo.
 
 
Mi diressi verso il bagno per asciugarmi un po' quando una mano mi prese per il braccio e mi tirò dentro una stanza. Per poco non urlai.
-Andy sei impazzito?-
-Ti devo parlare.-
-Non puoi parlarmi nel corridoio?- lo vedevo strano, le mani gli tremavano un poco e la fronte era sudata.
-Tu probabilmente mi hai notato solo quel giorno, al parco, ma io no.- fece una pausa e nel mentre mi guardava con occhi furiosi e un po' tristi. -Il giorno in cui sei scesa dal treno, alla stazione, io ero lì, stavo comprando un biglietto per mia nonna.- fece un'altra pausa, sembrava aver perso il filo del discorso, come quando hai studiato una parte a memoria e all'improvviso hai un blocco.
-Quel giorno eri triste, e allora non ne sapevo il perché, ma allo stesso tempo eri felice come una bambina che visita la sua città preferita. Ti guardavi intorno come se ti trovassi nel paese delle meraviglie.- Andy si avvicinò a me e mi accarezzò la guancia.
-Eri mia, volevo conoscerti. Sai non credo nel colpo di fulmine, ma tu eri qualcosa molto simile ad esso. Poi è arrivata la festa e con lui Harry. Ma certo, Harry il rubacuori! Chiedi in giro, tutte sono innamorate di lui. Il primo anno di liceo sono andato in palestra e dal parrucchiere per rendermi carino, ma a letto se le portava tutte lui, anche più di una al giorno e a volte anche due insieme.- si avvicinava sempre di più, fino a far sfiorare i nostri nasi. Nei secondi prima che mi baciasse pensai a Harry, a Kim che si era impegnata per farmi diventare una ragazza popolare e alle ragazze che mi avrebbero dato della troia se avessero saputo quello che stava per succedere. Non riuscii a liberarmi, dentro di me una voce diceva "Allontanati, Harry non lo farebbe mai, sei fidanzata, vattene!" ma ogni mio muscolo era immobilizzato.
Non era stato un bacio passionale, era stato sfuggente, quasi triste e un po' sofferto. Quello che successe dopo fu tutto molto confuso e veloce. Riaprendo gli occhi vidi dei capelli rossi, anzi i capelli rossi di quella troietta di Lizzie Edwards, famosa per gestire il gossip, con un telefono in mano.
Foto, tradimento, internet, Harry, la mia fine. Tutti questi punti si collegarono solo dopo che Andy fu uscito dalla stanza per prendere il cellulare alla sgualdrina.
Avevo solo una via d'uscita. Scappare da quella confusione. Presi la borsetta dove c'era il portafoglio e il cellulare e mi diressi verso la stazione. Appena arrivata presi un biglietto.
"Ultima chiamata per il treno Ramsgate-Londra binario 5"
Mi misi a correre e salì nell'ulimo vagone, c'erano sì e no dieci persone e non conoscevo nessuno. Prima di rimuovere la scheda inglese feci una chiamata a mia madre spiegandole che avevo bisogno di tempo per una pausa da tutti e che sarei stata all'hotel dove mesi prima aveva conosciuto la sua seconda figlia. Una volta inserita la scheda italiana mi coricai nei sedili, insomma una posizione poco english, ma mi aspettavano due ore di viaggio, dovevo mettermi comoda.
Non dormii, rimasi in una sorta di dormiveglia per molto tempo. Ripensai a tutto quello che era successo, al casino che avevo combinato.
Quando il treno sì fermò era ormai buio e decisi che avrei preso un taxi per arrivare all'hotel.
Ne passò uno libero e lo fermai. Quando una mano che non era la mia aprì lo sportello urlai un "Hey amico ci sono prima io!". Quando il ragazzo si girò riconobbi quei capelli rossi e le lentiggini.
-Josh sei tu?- 



My space;
allora, salve a tutti, ho avuto per mesi un blocco assurdo e non riuscivo più a continuare questa FF çç
Spero non faccia troppo cagare, so che è noioso ma mi serve per includere un nuovo personaggio e iniziare a finire questa FF :)
Byyye.

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=946051