Shelter

di Lully Cullen
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2. ***
Capitolo 3: *** I Remember ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4. ***
Capitolo 5: *** Total Eclipse of the Heart. ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6. ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 8: *** capitolo 8. ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


Buona Immacolata ragazze!

Eccomi qui con una nuova storia; mi è venuta l'ispirazione e ho detto: perchè no? Lo so, ho già TSSML in corso, ma beh, quando l'ispirazione c'è, non puoi cacciarla a calci.

Non so dove mi porterà la storia, è una cosa scritta di getto; fatemi sapere cosa ne pensate gentilmente!

Buona lettura ragazze; un bacio, Lully.

Ps: ho cambiato il nome alla storia, poi capirete perchè :)


 

Capitolo 1.

 

C'era qualcuno che diceva che il passato prima o poi torna sempre. Io invece avevo sempre fatto di tutto per far sì che il passato rimanesse tale, avevo sempre programmato la mia vita; non amavo gli imprevisti..ma potevo dire che l'imprevisto che avevo ora davanti, era tornato direttamente dal passato, non so per quale motivo. Una cosa era certa però, io con il mio passato avevo chiuso per sempre.

<< Jacob, lui è Edward Cullen, il figlio di uno dei nostri soci più importanti. >> La presa sulla mia mano si affievolì, fino a scomparire del tutto. << Piacere, io sono Jacob, e lei è la mia fidanzata Isabella Swan >> Il suo sguardo si posò sulla mia figura e un sorriso gli illuminò il volto. << Incantato signorina; lei invece è Irina, la mia futura moglie >>. Il mio sguardo si posò sulla donna bionda al suo fianco, i capelli raccolti in uno chignon elegante, gli occhi azzurri, e il fisico sofisticato.

Ingoiai un groppo infuocato che stava attraversando la mia gola, e feci un sorriso forzato, e scusandomi mi allontanai, dirigendomi sulla terrazza, il posto meno affollato. Uscii e l'aria pungente di Novembre mi fece rabbrividire, afferrai il pacchetto di Merit dalla mia pochette, e accesi la sigaretta, inalando con rabbia il fumo e gettandolo fuori allo stesso modo; mi strinsi il braccio sinistro attorno al corpo, mentre quello destro tornava verso le mie labbra per un secondo tiro dalla sigaretta.

<< Non dovresti stare fuori con questo freddo, Isabella >> Non mi premurai nemmeno di voltarmi, quella voce l'avrei riconosciuta a distanza di anni; quella voce che un tempo avevo amato con tutta me stessa, ora era la cosa che più odiavo al mondo. Inalai nuovamente una boccata di fumo, e mantenni lo sguardo sul giardino dell'immensa villa Black.

<< Non sono affari tuoi >> risposi, ignorando le buone maniere, che in questo caso non servivano. La sua figura si avvicinò a me, e si appoggiò alla ringhiera di marmo, in modo da essermi di fronte. I suoi capelli ramati erano sparati in tutte le direzioni, gli occhi color giada al buio erano verde ottanio, e i lineamenti erano resi più delicati dai raggi della luna.

<< Siamo diventate scontrose, Isabella? Non ti ricordavo così..>> sul suo volto comparve un ghigno, che io ingorai. Spensi la sigaretta e mi voltai verso l'entrata del salone. Una mano però mi afferrò e mi fece voltare.

<< Cosa vuoi Edward? >> lo fulminai con lo sguardo, e cercai di trasmettergli tutto il rancore che provavo.

<< Parlare..>> rispose avvicinandosi a me.

<< Non abbiamo più nulla da dirci >> alzai lo sguardo al cielo, e un sorriso ironico mi si dipinse sul volto.

<< Io invece penso di sì.. insomma non ci siamo lasciati bene l'ultima volta che ci siamo visti. >> Mi scrollai dalla sua presa e riportai una ciocca di capelli dietro l'orecchio. In quel momento mi prudevano le mani dalla rabbia; ma sarei stata superiore a lui, non ero più la sciocca Isabella di un tempo.

<< Fatti bastare quel ricordo; perchè non avrai più nulla da me. Comportati come se non esistessi, perchè io farò lo stesso. >> Girai i tacchi, credendo di lasciarmi il passato alle spalle, e tornai da Jacob, quello che consideravo il mio futuro.

 

 

--

Allora ragazze, cosa ne pensate? Fatemi sapere.

Un bacio, Lully.

Irina:

Jacob:

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Capitolo 2
*** Capitolo 2. ***


Ciao a tutte ragazze!

Buon Sabatoooooooo!!

... allora, ho una domanda.. per caso non vi piace la storia? Lo so, è solo l'inizio, ma io sono paranoica non posso farci nulla xD

Quindi, per illuminarvi un pò di più sulla storia, ho deciso di scrivere questo secondo capitoletto, ci saranno molti flashback come potrete vedere, che servono a far capire la storia; nel caso non vi trovaste con questo metodo, farò capitoli a parte:)

Ci tengo a precisare che Edward e Bella hanno 26 anni e i flashback sono nel periodo in cui loro avevano 17 anni, ok?

Bene, vi lascio alla storia :) fatemi sapere!

Capitolo 2.


 

 

9 anni prima.

<< Speriamo che la prova di evaquazione si faccia nell'ora di Biers, non sopporterei di essere interrogata sugli integrali >> sbuffò Jessica, la mia compagna di banco nell'ora di letteratura inglese; era una ragazza molto civettuola e vittimista, permalosa, e amava sparlare degli altri..si insomma non era il prototipo di ragazza perfetta, ma quando si trattava dei suoi migliori amici era la prima che si faceva in quattro quando uno di essi aveva qualche problema.

<< Dai Jess, non farne un dramma; inoltre si tratta solo di una perdita di tempo questa, quando ci sarà davvero il terremoto non credo che Biers abbia come primo pensiero quello di prendere il registro, sarà sicuramente quello che scapperà per primo >> mormorai sfogliando l'opuscolo che ci aveva dato la scuola contro le catastrofi naturali.

Si, certo era molto utile, ma chi invece di salvarsi, avrebbe pensato di recuperare il registro, o suonare una stupida campanella per avvisare gli studenti del pericolo? Solo un matto.

<< Già, su questo spezzo una lancia a tuo favore; Biers è un gran caghasotto, si spaventa persino degli aerei, figurarsi di un terremoto >> chiusi l'opuscoletto e lo riposi in cartella, sorridendo verso Jessica che aveva preso a mangiucchiarsi le unghia.

<< Smettila Jess, se continui così non ti cresceranno mai. >> la ripresi, guardando il professor Molina che faceva uno schema del ciclo di vita di una stella.

<< Hai ragione, è che sono troppo nervosa. Ultimamente Mike non fa altro che sbavare per Erika. Ma l'hai vista? Farebbe prima ad andare in giro in mutande >> alzai gli occhi al cielo ma restai in silenzio. Erano circa due anni che Jessica Stanley aveva una cotta di dimensioni colossali per Mike Newton; tuttavia lui la considerava solo " la sua amica di fiducia", perciò si divertiva a fare il galletto con qualsiasi essere di sesso femminile che gli passava davanti. La nostra attenzione fu catturata dal suono irregolare della campanella, che ci avvertiva dell'inizio della simulazione, e quindi del finto terremoto; afferrai Jessica per mano, come suggeriva il protocollo; e mentre Molina ci diceva di uscire con calma e non correre, fui travolta fino a cadere per terra  da un ragazzo, che si scusò e mi porse la mano. Fu allora che li vidi; due smeraldi che mi fissavano.

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<< Bella, si può sapere dove sei stata? Ti stavo cercando. >> mormorò Jacob, afferrandomi per i fianchi e poggiando il mento sulla mia spalla destra.

<< A fumare Jake, avevo bisogno di nicotina >> risposi guardando l'ammasso di gente che era nel salone.

<< Infatti puzzi di fumo >> alzai gli occhi al cielo e mi indispettii << Allora non starmi vicino se puzzo, no? >> lui scoppiò a ridere e mi strinse a sè ancora di più << Bella, ti stare vicino anche se fossi appena uscita da una discarica. >> Sorrisi e lo abbracciai, inspirando il profumo della sua acqua di colonia, forte ma dolce allo stesso tempo.

<< Ti amo Bells >>

<< Anche io Jake >>. Il terreno sotto ai nostri piedi iniziò a tremare, e lo stesso fece il lampadario che iniziò ad oscillare avanti e indietro; le persone iniziarono ad urlare, e a scappare da tutti i lati. Fui spinta a terra e caddi, e mentre cercavo di rialzarmi, una mano mi afferrò per il braccio e mi trascinò con sè per le scale anti incendio, fino ad arrivare nella parte posteriore del giardino. La scossa cessò.

<< Sempre la solita sbadata Isabella? >> nonostante fosse buio, riconobbi lo stesso verde di allora; chiaro e limpido, come un campo di erba selvatica in primavera.

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<< Scusami, ti ho fatto male? >> Afferrai la sua mano e mi alzai; cercando di non essere investita dalle persone che correvano verso l'uscita.

<< No, tranquillo. >> Risposi sorridendo e abbassando lo sguardo. Era Edward Cullen, capitano della squadtra di Football, studente modello, sogno erotico del corpo studentesco femminile, e fidanzato di Tanya Cooper, capo cheerleader.

<< Sicura? Ti sono venuto addosso come se fossi un elefante >> Alzai gli occhi, e vidi sul suo volto comparire un sorriso.

<< Sicurissima. Ora è meglio andare, se ci fosse stato davvero il terremoto saremmo già morti. >> Dissi mentre iniziavo ad incamminarmi verso l'uscita, seguita da lui.

<< E dimmi, esaudiresti l'ultimo desiderio di un povero ragazzo? >> continuò iniziando a camminare all'indietro, con le spalle rivolte all'uscita e il viso rivolto a me.

<< Dipende da quale. >> rallentai il passo in modo da vedere cosa aveva da dirmi.

<< Mi diresti il tuo nome? >> Scossi il capo e mi portai una ciocca di capelli dietro l'orecchio.

<< Isabella, Isabella Swan >>

<< Bene Isabella, credo di essere già in paradiso >> E riservandomi un ultimo sorriso, uscì dall'istituto.

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<< Non avevo bisogno del tuo aiuto Cullen, so perfettamente cavarmela da sola >> lo aggredii stringendomi tra le braccia a causa del freddo.

<< Invece a mio parere, possiedi un grande scoordinamento nei momenti di pericolo, infatti cadi sempre a terra, o sbaglio? >> Disse con un ghigno di scherno stampato sul volto.

<< Sbagli mio caro, non è colpa mia se le persone per salvarsi la pelle, mettono in pericolo quella degli altri >> lui si avvicinò a me e mi posò una mano sulla guancia.

<< Sei sempre stata troppo delicata e buona, Isabella >>iniziò ad accarezzarmi la guancia, e per un momento caddi in trance, poi mi ripresi e mi allontanai.

<< Hai ragione; e ora se vuoi scusarmi devo tornare da Jake >> lo scostai e feci qualche passo in direzione dell'entrata principale, il suono della ghiaia fu coperto dalla voce di Edward.

<< Non respingermi Isabella. Non mi allontanare dal Paradiso >> mormorò abbassando lo sguardo.

<< Mi dispiace Edward, il Paradiso lo hai perso tantissimo tempo fa. Non c'è una seconda possibilità >> Sembrava che soffrisse, ma può davvero un uomo come lui soffire? E lasciandolo indietro, tornai dal mio futuro marito.

 

 

 

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Sono pronta a ricevere i vostri commenti XD ( e a non riceverne proprio).

Un bacione, Lully.

 

 

 

 

 

 

 

 


 


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Capitolo 3
*** I Remember ***


Buona Domenica ragazze, come state?

Scusate il ritardo ma ci sono stati vari problemi..inoltre sono in uno stato di ansia\panico in quanto dalle mie parti ultimamente ci sono delle scosse di terremoto quasi tutti i giorni..

Beh, meglio non pensarci.

Ragazze mi rendete triste, la storia è seguita da molte persone ma nessuna di voi recensisce, come mai? :(

Lo so che magari vi vergognate a recensire, ma a me farebbe molto piacere sapere cosa ne pensate, cosa cambiereste e cosa no..insomma il parere del lettore è fondamentale per noi.. Quindi fatevi avanti ragazze :) ( sembra di essere al tiro al bersaglio " forza signori due euro a tiro e la fortuna vi sorriderà XD)

Vi lascio alla storia mie donzelle

Buona lettura, Lully.

 

 

 

Capitolo 3

 Lo ricordo bene,
La prima volta che ho visto la tua testa dietro la porta
Perchè la mia smise di funzionare
Lo ricordo bene,
I tuoi capelli erano bagnati
Io ero imbambolata a fissare, e il tempo si fermò

( I remember- Damien Rice)

 

<< Fare dieci giri della palestra senza fermarci? Ma Scott è uscito di testa per caso? >> Mi voltai verso Angela Weber, la figlia del pastore, che annaspava ormai senza fiato, mentre cercava di continuare a correre, ma senza successo.

<< Angela, sai com'è fatto Scott, appena lo fai arrabbiare esagera sempre. >>

<< Appena acchiappo quei due cretini di Mike e Eric, li ammazzo. Che necessità avevano di simulare due che scopavano? Non li capirò mai >> Scoppiai a ridere, ripensando alla scena in cui Scott aveva beccato Mike e Eric fare quelle porcherie a terra. Subito dopo averci fatto una ramanzina, ci aveva dato la punizione di correre intorno alla scuola per dieci volte, senza fermarci..pazzo.

<> Angela mi fissò con un cipiglio dubbioso, come se stessi parlando in aramaico.

<< Pensare a qualcosa, arrabbiarmi, e correre, è l'unica cosa che mi impedisce di cadere a terra ogni volta che corro. Quando pensi a qualcosa che ti fa infuriare è un pò difficile cadere a terra..>> le dissi facendole l'occhiolino. Lei annuì e iniziò a correre.

Mi voltai e vidi la squadra di Football e le Cheerleader che stavano andando verso Scott, il mio occhio si spostò subito su Edward che rideva e scherzava con gli amici; scossi il capo facendolo uscire fuori dai miei pensieri, e mettendo le cuffiette iniziai a correre.

 


Lontano
questa nave mi sta portando lontano
lontano dai ricordi delle persone
alle quali importa se vivo o muoio

luce delle stelle,
io seguirò la tua luce delle stelle
fino alla fine della mia vita
non so ne è ancora degna ..*

 

--

Iniziai a correre più velocemente rispetto a prima, la rabbia e la musica erano il mio dopin. Correre nel Flushing Meadows Park, un fantastico parco con fontane e vialetti pieni di fiori e alberi, era un modo per scaricare tutto il mio nervosismo. Ad un tratto mi ritrovai con il sedere per terra.

<< Guarda dove vai accidenti. >> Alzai lo sguardo su chi stava imprecando contro di me, e sbarrai gli occhi.

<< Bella? Possibile che a distanza di anni tu debba sempre combinare danni? >> Il colosso davanti a me mi porse la sua mano per aiutarmi ad alzarmi; e poi mi abbracciò.

<< Emmett, mi stai soffocando! >> Mormorai senza fiato ricambiando la stretta. Emmett Cullen, fratello di Edward e mio grandissimo amico, non lo vedevo da un bel pò, era andato al college il Alaska e si era innamorato di una bellissima nordica, Rosalie Hale. Era un ragazzo a cui piaceva molto scherzare, era gentilissimo e di cuore.. ai tempi delle scuole superiori era diventato il mio migliore amico...

<< Come sei cresciuta piccola Bambi sei diventata bellissima! >> Mi allontanò e mi fece fare una giravolta, scoppiai a ridere e lo riabbracciai.

<< E tu Emmett? Come stai? >> lui scrollò le spalle.

<< Benissimo B., anzi per fortuna ti incontro.. ti devo dare l'invito per il mio matrimonio >> mi fece l'occhiolino e iniziò a ridere.

<< No, ti sposi! E io? Mi molli in questo modo? Che ne è stata della tua promessa? La nostra luna di miele sulla luna... Emmett, mi hai ferita >> dissi mettendo su il muso.

<< Scusa B., ma.. ecco all'epoca soffrivo di doppia personalità..e con il tempo la mia malattia si è trasformata fino a diventare Helzaimer.. e beh..mi ero scordato >> mi guardò serio e scoppiammo a ridere.

<< Sarei davvero felice di poter venire e conoscere la tua Rosalie >> Ci scambiammo i numeri di cellulare e ognuno riprese la sua strada.

--

Mentre correvo sentii qualcuno affiancarmi e togliermi una cuffia.

<< Accidenti, sembra che hai i creditori alle calcagna.. mi devo preoccupare? >> Guardai il ragazzo che correva insieme a me e sorrisi.

<< Edward, scusa, quando corro non mi rendo conto di quello che faccio >> mormorai arrossendo. Guardai la sua figura slanciata e i suoi muscoli coperti dalla leggera stoffa della maglietta a maniche corte grigia e del pantaloncino corto, distolsi lo sguardo velovemente per paura che mi vedesse squadrare il suo corpo.

<< Tranquilla, era un complimento..non ho mai visto qualcuno correre così velocemente >> mi sorrise e iniziammo a correre di nuovo.

<< E così siete finiti in punizione? >> alzai gli occhi al cielo e lo vidi ridere sotto i baffi.

<< Non c'è niente da sghignazzare, sai? Non sei tu quello che deve fare venti giri della scuola per punizione. >> Dissi fintamente arrabbiata.

<< Hai ragione.. io ne devo fare solo venti, più cento addominali.. >> rispose con un sorrisetto ironico stampato in volto.

<< Ops.. ehm.. mi sotterro subito o aspetto a sotterrarmi? >> 

 << Sarebbe un peccato se una così bella ragazza si sotterrasse >> mi voltai verso di lui e sorrisi.

<< E' vero, sono troppo bella per sotterrarmi.. sfoggerò un pò di bellezza su voi altri umani per altri novant'anni e poi potrò morire felice. >> 

<< Sei assurda Scheggia >> mormorò mettendosi una mano dietro la nuca.

<< Perchè? Scheggia? >> domandai meravigliata da quel soprannome.

<< Scheggia per la tua velocità..e sei assurda era una connotazione positiva.. >> disse sorridendo.

<< Ah..beh Grazie Edward.. >> scosse il capo e mi diede un bacio sulla guancia.

<< Ora devo andare scheggia.. ci vediamo >> E così com'era arrivato se ne andò, lasciandomi con un sorriso ebete e un mare di sogni da quindicenne innamorata.

                                                              

 

 

 


--

Quando la sera uscii dall'ospedale decisi di andare a fare la spesa al supermarket vicino casa, naturalmente ero a piedi, in quanto avevo deciso di fare una bella camminata.. il tempo però non era dalla mia parte in quanto iniziò a piovere, per quanto potessi mi misi a correre per cercare un riparo dalla pioggia; mi misi sotto un gazebo di un bar e poi iniziai a fissare la pioggia che cadeva.

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<< Scheggia >> mi voltai verso Edward che era bagnato da capo a piedi come me, i suoi capelli si erano attaccati alla fronte, e piccolissime gocce d'acqua scendevano sul suo viso.

<< Edward.. accidenti che tempaccio >> mormorai fissando la pioggia. Lui annuì e si con una mano si riportò i capelli all'indietro.

<< Già.. e io proprio oggi dovevo andare a mettere la macchina lontana >> Sbuffò irritato.

<< E io proprio oggi dovevo venire senza macchina >> dissi facendogli la linguaccia. Lui scoppiò a ridere e mi scompigliò i capelli ormai zuppi.

<< Facciamo così, vado a recuperare la macchina e ti do un passaggio. Aspettami qui. >> Corse via e dopo qualche minuto lo vidi davanti a me che mi faceva segno di entrare in auto .

<< Brr, che freddo accidenti.. e pensare che siamo a fine  Settembre. >> mormorò accendendo i riscaldamenti a palla.

<< Sei freddoloso Ed? >> lui inarcò un sopracciglio e restò in silenzio.

<< Freddoloso? Direi più focoso? >> disse facendo svettare le sue sopracciglia in alto più volte.

<< Oh, immagino.. sei tutto un fuoco >> scoppiammo a ridere e ripartì.

<< Allora, dove la porto signorina? >> 

<< Sulla luna.. >> mormorai pensando a quel grandissimo satellite che guardavo ogni sera prima di addormentarmi.

<< Perchè proprio sulla luna? >> domandò guardandomi.

<< Perchè è una delle cose più vicine all'uomo, ma allo stesso tempo lontana..il sole sarebbe troppo caldo.. invece la luna.. beh, è una cosa romantica..>> imbarazzata spostai lo sguardo verso il paesaggio che scorreva fuori, e arrossii.

<< Non è una brutta cosa essere romantici >> La voce di Edward era diventata dolce, e i suoi occhi erano diventati di un verde intenso, quasi surreale. Sorrisi, ma restai in silensio.

<< Allora stasera preparati, ti passo a prendere alle otto..>> mi disse quando si fermò davanti casa mia.

<< Cosa? E dove vorresti portarmi? >> 

<< Sulla luna.>> 

--

 

                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                         * Muse - Starlight

Le cose iniziano a diventare un poco poco più chiare?

Secondo voi cosa è successo tra Edward e Bella?

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Capitolo 4
*** Capitolo 4. ***


Buongiorno ragazze!

Tanti auguri di buon Natale in ritardo :D e beh, auguri in anticipo per un buon anno nuovo.

Come al solito sono in ritardo, lo so, e come al solito sono di fretta quindi dirò pochissime cose:

1 =D Ringrazio davvero tutte di cuore! Siete come al solito fantastiche!

2 =D in questo capitolo ho preferito parlare della quotidianità di Bella; per vari fattori

3 =D Per tutte coloro che mi hanno chiesto quando posto: non c'è una data precisa, quando sono libera e quando riesco posto. Per esempio potrei postare anche domani il prossimo capitolo se sono libera, o potrei postarlo la settimana prossima se non ho tempo. Lo so, è una cosa discontinua, ma di solito il massimo ritardo che ho avuto nel postare è stato di due settimane.

Detto questo; non so se ce la faccio a rispondere alle recensioni... lo farò appena possibile! ( non riesco nemmeno a mettere la copertina)

Detto ciò: ancora buon anno!

Buona lettura, Lully.

 

 

 

 

 

Capitolo 4.

 

 

 

Sveglia
Con ogni tua comparsa, accechi i miei occhi
Ricordo difficilmente l'ultima volta che mi sono sentito così
Sei un angelo mascherato
E stai continuando a mentirmi
ma il tuo battito è veloce come il mio

( Awake - Secondhand Serenade )

 

 

 

 

Soffocai uno sbadiglio e richiusi gli occhi,cullata dal silenzio che regnava in casa; mi coprii per bene e mi girai dall’altra parte del letto,strofinando la guancia contro il cuscino.  Quella notte non avevo chiuso occhio e il sonno arretrato si stava facendo sentire come un macigno pesantissimo; tutta colpa di Emmett. Certo gli volevo bene come a un fratello e non mi sarei persa per nulla al mondo il suo matrimonio; ma andare al suo matrimonio avrebbe implicato il vedere Edward e Dio solo sa quanto ne avrei fatto volentieri a meno. La sveglia suonò nuovamente, puntuale come un orologio svizzero e mi arresi all’evidenza: non avevo possibilità di poter scampare alla mia disastrosa e imprevedibile giornata.

Entrai nel reparto di Chirurgia Pediatrica al St. Andrews ed entrai nel mio ufficio, infilai il camice e mi raggiunse subito Nathan, mio collega, compagno di studi universitari e amico.

<< Bells, buongiorno. Sei pronta per il giro delle visite? >> Disse appoggiando il bicchierino di plastica bianco con all’interno del caffè fumante.

<< Buongiorno a te Nat. Si sono pronta; dimmi un po’, Matt si è risvegliato dall’anestesia di ieri sera? >>  Presi le cartelle dalla mia scrivania e ci incamminammo per i corridoi per il primo giro di visite.

<< Si Bells, è da stamattina  che chiede di te >> Sorrisi e annuii. Matt Davis aveva nove anni, e diceva che da grande sarei diventata sua moglie; si perché ora ero la sua fidanzata ufficiale e non voleva correre affrettando i tempi. Avevo scelto chirurgia pediatrica proprio per questo: lavorare con i bambini, stare a contatto con la loro semplicità, aiutarli e salvarli mi faceva stare bene. Entrammo nella camera 01 e trovai Allyson che faceva colazione con il latte.

<< Buongiorno e buon appetito Ally >> lei alzò gli occhi su di me e mi sorrise.

<< Ciao Bella! Sai che i globuli bianchi mi sono scesi? >> Controllai il referto e annuii. Allyson Pierce aveva avuto un anomalo rialzo dei globuli bianchi, che erano arrivati a toccare i venticinque mila; cosa molto insolita.

<< Bene Allyson, allora oggi ti sei proprio meritata una doppia razione di minestrina >> Nat mascherò la sua risatina con un colpo di tosse, mentre Allyson storse il naso.

<< No, grazie. Preferisco morire di fame >> Il classico dei bambini era non mangiare la verdura. L’unico bambino che impazziva per la verdura era stato Morgan, che a causa della mancanza di ferro nel sangue era diventato anemico.

<< Ma dai Ally, la verdura è buona! Se vuoi diventare sana e  forte devi mangiarne tanta! >>  la bambina guardò attentamente Nat e gli sorrise.

<< Va bene Nat, oggi ne mangerò tanta tanta >> scossi il capo e sorridendo salutai quella peste.

<< Potresti smetterla di usare il tuo Karma sulle bambine ingenue? >> Nat scoppiò a ridere per poi fermarsi in mezzo al corridoio.

<< Dì un po’… sei gelosa per caso? >> Mi voltai verso di lui con gli occhi sgranati e poggiai una mano sul cuore.

<< Era ora che te ne accorgessi! Senza te non posso stare! >>

<< Ah Ah Ah >> rispose sarcasticamente.

<< Ora muoviti, dobbiamo finire il giro >> .

 

 

All’ora di pranzo, dopo aver finito il nostro giro di visite, scendemmo a mensa per mangiucchiare   qualcosa: io preferii andare sul leggero, con un piattino di insalata e una sprite; mentre Nathan aveva deciso di prendere due porzioni di lasagna e una coca cola..alla faccia della dieta.

<< Uhm, ho sentito che verso le due arriverà il nuovo primario del nostro reparto. Pare che abbia la nostra età >> mormorò Nathan con la bocca piena.

<< E chi è? >>

<< Non saprei, ho sentito solo che è un figlio di papà. Sarà per questo che è diventato primario così giovane >> annuii e inforchettai un altro paio di foglie di insalata.

<< Non ci resta che vedere il nostro nuovo e qualificato primario >> dissi prima di veder passare nel corridoio qualcuno con dei capelli a me familiari.

Dopo aver finito il nostro pasto, prendemmo l’ascensore per arrivare al nostro reparto che si trovava al terzo piano.

<< Ho fame >> disse Nat guardandomi con occhi da Bambi e poggiandosi una mano sullo stomaco.

<< Ma se hai appena finito di mangiare due porzioni di lasagna e la torta alle mele che ti ha offerto la signora Winke >> lui scrollò il capo e mi guardò male.

<< Quello non è un pranzo, è una merenda! >> sbarrai gli occhi e mi appoggiai alla parete dell’ascensore guardandolo da capo a piedi.

<< Prima o poi mi dirai dove lo metti tutto quel cibo, dato che mangi come un maiale in calore. >> Il nostro sproloquio fu interrotto dal campanello dell’ascensore e dalle porte che si chiudevano.

<< Isabella, Nathan, venite >> Carl, il medico più anziano del reparto ci chiamò nel suo ufficio. Entrammo e restammo sulla porta.

<< Lui è Edward Cullen: il nostro nuovo primario. >> Mi appoggiai alla porta per non cadere e sgranai gli occhi. Se prima credevo di poter far fronte ai miei problemi evitandolo… ora ero sicura che i miei problemi erano appena iniziati.

Feci finta di non conoscerlo, mi presentai e mi scusai dicendo di essere in ritardo per un appuntamento; entrai nel mio ufficio, mi tolsi il camice in fretta e furia e afferrai il cappotto.

<< Isabella >> mi bloccai all’istante e mi voltai verso la persona che mi aveva chiamata.

<< Accidenti,cosa vuoi Edward? >> lui si avvicinò e appoggiò una mano sulla mia guancia.

<< Te. Voglio conquistarti di nuovo, voglio che tu sia mia accidenti. Non c’è giorno o notte che io non passi a maledirmi per quello che ho fatto… per quello che ti ho fatto. Ma sono troppo egoista per lasciarti andare via Bella. Sono troppo egoista per vederti con qualcuno che non sia io. Ti prego, perdonami. >> mormorò stringendo una mia mano.

<< Mi dispiace Edward… non si torna indietro. >> E togliendo la mia mano dalla sua; capii che quel passato che avevo tentato di far annegare più volte; stava tornando a galla inesorabilmente .

 

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Capitolo 5
*** Total Eclipse of the Heart. ***


Buon Sabato ragazze belle, eccomi qui con l’aggiornamento e con un torcicollo lancinante >-<

Questo capitolo è davvero *-*  a me piace davvero molto ( -.- )

Bon, vi lascio con il capitolo, ma come sempre vi ringrazio di cuore <3

Buona lettura, Lully.

 

 

 

 

Capitolo 5.


Una volta ero innamorata
Ma ora sto solo cadendo a pezzi
Non c'è nulla che possa fare
Un'eclisse totale del cuore
Una volta nella mia vita c'era la luce
Ma ora c'è solo l'amore nelle tenebre
Nulla che possa dire
Un'eclisse totale del cuore

( Total Eclipse Of The Heart – Bonnie Tyler)

 

 

 

 

Spensi la tv annoiata dai soliti reality stupidi, come si poteva vendere la propria dignità solo per la fama? Scrollai il capo e mi alzai, mi diressi in cucina per prepararmi una cioccolata calda; presi il latte dal frigorifero e il Ciobar dalla credenza, e posizionai sul fornello un pentolino pieno di latte. La mia operazione fu interrotta dal suonare del campanello, aprii e davanti mi ritrovai un Jake sorridente.

<< Bells >> Mi afferrò per la vita e mi sfiorò le labbra con le sue.

<< Hei, cavaliere della notte… non saresti dovuto essere ad una cena di lavoro? >> Si tolse la giacca e la posò sul divano e sorridendomi venne verso di me.

<< Sono riuscito a fuggire, ma se vuoi posso tornare nella fossa dei leoni >> Gli cinsi il collo con le mie braccia e  avvicinai il mio naso al suo.

<< E tu vorresti lasciarmi sola con una bella cioccolata calda? Va bene, se proprio vuoi… >> mi schioccò un bacio sulla guancia e andai ad accendere il fornello con sopra il latte il latte; ci versai io Ciobar  e presi a girare lentamente il miscuglio di latte e cacao.

<< Che ne dici se andiamo a vedere l’eclissi di luna stasera? >> Jake mi abbracciò da dietro e io abbassai lo sguardo sul composto cioccolatoso quasi denso. L’ultima volta che avevo visto qualcosa come le stelle o la luna era stata in compagnia di Edward, e custodivo quel ricordo gelosamente, era stata una delle serate più belle della mia vita.

<< Non mi sento molto bene Jake, scusami >> lui sorrise e mi tranquillizzò.

Dopo una mezzoretta andò via, dicendo che il giorno dopo si sarebbe dovuto alzare presto, lo accompagnai alla porta e lo salutai, e quando posai lo sguardo su quel cielo stellato, entrai di corsa in casa, mi cambiai e afferrai le chiavi della macchina, diretta verso la spiaggia di Shelter Island.



 

<< Scusa il ritardo Edward >> dissi entrando nella sua macchina con il fiatone; avevo fatto tre volte di seguito le scale correndo; ero così emozionata che se avessi dimenticato la testa in camera da letto non me ne sarei stupita.

<< Tranquilla Scheggia >> si avvicinò e mi diede un bacio sulla guancia. Allacciai la cintura ma lui prese una benda dalla tasca e si sporse verso di me.

<< E con quella cosa ci devi fare? >>  mormorai stralunata.

<< E’ una sorpresa, e se vedi dove ti porto, non è più una sorpresa >> Dopo cinque minuti buoni di battibecco mi convinse a mettere la benda, e ci dirigemmo verso la mia sorpresa. Passarono una ventina di minuti dalla partenza e quando sentii la macchina fermarsi, l’impulso di togliermi la benda fu forte, ma respinsi l’impulso. Edward aprii il mio sportello e mi aiutò a scendere, sentii la sabbia entrare nelle mie ballerine e quando Edward mi tolse la benda davanti a me vidi il panorama più suggestivo del mondo: un telo da mare enorme con tanti cuscini; un paio di fiaccole e il mare di notte. Sentii un groppo in gola; sorrisi a Edward e lo abbracciai.

<< Non che mi dispiaccia; ma come mai mi hai portata qui? >> Mi sedetti sul telo e Edward mi affiancò.

<< C’è l’eclissi di luna stasera >> sgranai gli occhi. Ero convinta che fosse domani!

<< Me ne ero completamente dimenticata! >> scoppiò a ridere e mi fece l’ occhiolino.

<< E io a cosa servo? >>

Ci ritrovammo distesi sul telo a parlare del più e del meno; Edward era un ragazzo davvero dolce; e devo dire che l’aspetto da spocchioso e snob figlio di papà non gli si addiceva proprio. Il mio sguardo fu catturato dall’inizio dell’eclissi.

<< Edward, guarda! >>  restammo a contemplare fino a che quella meraviglia non raggiunse il culmine, l’eclissi totale fu accompagnata da due stelle cadenti e io espressi subito il mio desiderio. Chiusi gli occhi e desiderai con tutta me stessa che Edward si innamorasse di me. Fantasia adolescenziale? Forse.

<< Hai espresso il tuo desiderio? >> Annuii. Lui scostò una ciocca di capelli dal mio viso e mi sorrise.

<<  E tu? >> Annuì anche lui e si avvicinò a me.     

<< Il mio si sta per avverare >> Subito dopo sentii le sue labbra sulle mie; mi aggrappai a lui, cingendogli il collo con le mie braccia. Potevo essere più felice di così? No. L’immagine di Edward e Tanya insieme però, mi apparve come un fulmine a ciel sereno; così mi allontanai.

<< Non possiamo. >> mormorai a denti stretti, accorgendomi di aver appena fatto una cazzata.

<< Perché no? >> 

<< Tu sei fidanzato con Tanya,Edward. Io non voglio essere un giocattolo nascosto.. >> mi alzai, e mi diressi verso il bagnasciuga.  Edward mi raggiunse e dopo avermi sorriso guardò le stelle.

<< Io non amo Tanya; o meglio, pensavo di amarla all’inizio, ma poi mi sono reso conto di quanto sia frivola. Bella, credimi quando ti dico che per te provo qualcosa che non ho mai provato prima;  e per quanto riguarda Tanya, beh, io avevo intenzione di lasciarla. >> mi voltai stupita verso di lui.

<< Davvero? >>

<< Davvero Scheggia >> Si avvicinò e mi baciò di nuovo. Forse la stella non c’entrava con quella situazione; o forse sì. Ringraziai lo stesso quelle due stelle, perché quella scena l’avrei portata dentro di me per sempre.

 

 


<< Isabella >>  mi voltai verso quella voce e vidi davanti a me Edward, con i Jeans arrotolati fino a sotto le ginocchia, e con le scarpe in mano.

<< Edward… scusa, stavo andando via >> Feci qualche passo ma mi bloccò per il polso.

<< Cosa ci facevi qui? >> mormorò come se fosse dilaniato dal dolore.

<< Non credo siano affari tuoi >> risposi a denti stretti. Lui mi lasciò il polso e iniziai ad avanzare verso la mia auto.

<< Io sono venuto qui per ricordare, quella sera è stata una delle sere più belle della mia vita, anche se tu non ci credi >> mi voltai verso di lui, che aveva lo sguardo puntato nell’eclissi.

<< Lo so, ho sbagliato Bella, ma ti prego, sono davvero pentito, darei la mia stessa vita pur di tornare indietro, e rivivere anche solo per un secondo l’emozione che provavo quando mi sfioravi o quando mi baciavi. Dammi la possibilità di dimostrarti che sono cambiato; che non sono più quello sciocco ragazzino che si faceva guidare dalla popolarità, dammi la possibilità di dimostrarti che quando ero con te, ero davvero me stesso >> Si voltò verso di me e sulle sue labbra si sorrise un sorriso amaro.

<<   Ormai ci siamo ricostruiti una vita Edward, basta vivere nel passato. Siamo cresciuti, siamo maturi. Così ci facciamo solo del male. >> mormorai puntando il mio sguardo nel suo. Cosa avrei dato per sentirgli pronunciare quelle parole qualche anno fa, mentre in lacrime mi struggevo per lui. Cosa avrei dato ora, per  poterlo abbracciare. Il mio cure palpitava ancora per lui nonostante tutto; ogni volta che lo vedevo sentivo i battiti aumentare all’impazzata. E mentre il mio cuore diceva lasciati andare; la mia mente urlava: potrebbe ferirti ancora.

<< Io mi faccio del male sapendo che tu sei ad un passo da me, ma che non posso sfiorarti; sapendo che tu mi odi… Ti prego Bella, dammi una possibilità. >> Sentii le sue mani alzarmi il viso, e i miei occhi si scontrarono con i suoi.

<< Ti amo Bella, non ho mai smesso di amarti >> E vedendo nei suoi occhi lo specchio della mia sofferenza, le mie labbra e il mio cuore, pronunciarono quelle parole autonomamente.

<< Dimostramelo Edward, dimostrami che mi ami ancora >>

E poco dopo sentii solo le sue labbra sulle mie.

 

--

Non sono tenerosi?

Nel prossimo capitolo si inizierò a scoprire qualcosa su cosa è successo in passato.

Ps: Shelter Island esiste davvero, quando ho visto il nome della spiaggia su Google per poco non mi sono commossa pensando alla botta di fortuna che ho avuto xD

Okay, vi lascio; fatemi sapere cosa ne pensate: recensite… o  mi metto in sciopero xD

 

 

 

Mossa xD

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Capitolo 6
*** Capitolo 6. ***



Buongiorno ragazze, come state?
Ho deciso di aggiornare Shelter invece si TSSML perché avevo più ispirazione per questa, quindi scusatemi per il ritardo, ma aggiornerò l’altra storia il più presto possibile.
Ecco il capitolo delle rivelazioni!
Siete emozionate? XD
Ringrazio come sempre tutte di cuore, le 13 persone che hanno recensito lo scorso capitolo e tutte quelle che hanno messo la storia tra le ricordate, le seguite e le preferite.
Ora vi lascio, ci sentiamo giù. Buona lettura, Lully ^^



Capitolo 6.

 
Sono venuto per incontrarti, dirti che mi dispiace
Non sai quanto sei bella.
Dovevo trovarti per dirti quanto ho bisogno di te
Dirti che ti ho trascurata

Dimmi i tuoi segreti e fammi le tue domande
Ricominciamo tutto da capo.
Correndo in cerchio, si vedono le code
le teste sono in un silenzio a parte

( Coldplay- The Scientist)

 

Edward Pov.

Rientrai in casa, facendo attenzione a non far rumore, mi sedetti sul divano e misi le mani tra i capelli. Ero perso tra i miei pensieri fino a quando la luce del salotto non si aprì.
<< Edward amore, si può sapere dove sei stato? >> mormorò preoccupata Irina sedendosi al mio fianco.
<< Sono andato in ospedale, ci sono stati dei problemi >> Volevo molto bene a Irina, era una ragazza dolce, gentile e premurosa, ma nonostante avessi passato molti anni con lei illudendomi che avrebbe potuto sostituire in qualche modo Isabella, avevo capito che lei non poteva essere sostituita da nessuno e in nessun modo.
Avevo detto a Bella che le avrei dimostrato quanto l’ammassi e quanto ero pentito di ciò che avevo fatto, e lo avrei fatto davvero. La amavo più di qualsiasi cosa al mondo, avrei dato la mia vita per dimostrarglielo. Ora il problema era Irina, era dirle la verità senza farla soffrire. Era una cosa che mi stava a cuore, ma era impossibile lasciarla senza crearle alcuna sofferenza.
<< Dai, andiamo a dormire, è tardi e tu sei stanco >> mormorò scompigliandomi i capelli. Annuii e svogliatamente mi alzai dal divano e mi diressi in camera da letto, mi spogliai e mi infilai nel letto. Irina si addormentò qualche minuto dopo, mentre io passai la notte in bianco a pensare a quanto stupido fossi stato allora, lasciando Isabella e non combattendo per lei, avevo omesso tante cose l’altra sera; avrei voluto dirle che quell’allontanamento era stato forzato, che io ero stato proprio come lei,vittima della situazione. Ma mi avrebbe creduto? No.


 

 

 

 

<< Edward ci guardano tutti >> mormorò rinforzando la  presa sulla mia mano intrecciata alla sua.
<< Sono solo invidiosi >> risposi sorridendole e dandole un bacio sulla tempia.
<< Invidiose vorrai dire e inoltre non credo che Tanya e la squadra delle cheerleader abbiano preso bene la vostra rottura >> ribattè mettendosi davanti al suo armadietto. In effetti Tanya non aveva di certo fatto i salti di gioia quando l’avevo “lasciata”, tra l’altro non stavamo nemmeno insieme, era solo sesso, tanto e trasgressivo sesso.
<< Beh, di certo non ha fatto una festa, ma non si è nemmeno suicidata dal dolore >> aveva giusto scaraventato qualche soprammobile verso di me, ma nient’altro.
<< Ti dirò io cosa farà a causa del dolore: ingaggerà una squadra di serial killer professionisti e mi darà la caccia come se fossi l’ultimo visone della terra per farsi una pelliccia >> disse chiudendo con forza il suo armadietto.
<< E io cosa ci sto a fare qui? Oltre che suo ragazzo sarò anche la sua guardia del corpo Milady. Da ora in poi mi chiami Sedward. >> feci un inchino e le baciai una  mano.
<< Piantala di fare lo stupido, ci stanno guardando tutti. >>
<< E facciamoli guardare, anzi.. >> la presi per la vita e l’avvicinai a me, per poi unire le mie labbra alle sue. Baciare Isabella era come bere da un’oasi del deserto dopo ore e ore di viaggio. Era fresca, era vitale, era la persona più importante in quel momento per me; al diavolo Tanya, al diavolo le cheerleader; c’eravamo solo io e lei. Ci staccammo e mi sorrise.
<< Perché proprio Sedward? >>
<< S per Super, e Edward è il mio nome. Non è carino? >>
<< Fa schifo >> scoppiò a ridere e io mi unii a lei.
<< Lo so . >>

 

 

 

 

Passò una settimana da allora, e le cose tra me e Bella andavano a gonfie vele; mi sentivo strano però, avevo una brutta sensazione, come se potesse succedere qualcosa di brutto da un momento all’altro.
Ero nello spogliatoio maschile da solo, i miei compagni se n’erano andati prima di me, perché io ero rimasto ad allenarmi un po’ di più. Mi infilai la maglietta e afferrai i jeans, quando davanti a si parò davanti a me qualcuno : Tanya.
<< Si può sapere cosa vuoi? >> le domandai continuando a vestirmi.
<< Parlare. Non mi va proprio giù che io stia qui a piangere per te, mentre tu te ne sbatti e stai con la Swan >> rispose incazzata
<< Te l’ho detto Tanya, non ti amo. >> puntai il mio sguardo nel suo e ci lessi tanta cattiveria.
<< Io invece sì Edward, e non lascerò che una secchioncella da quattro soldi ti porti via da me. Quindi decidi, o torni da me e la lasci, o lei si farà molto male >> Un sorriso maligno si dipinse sul suo volto.
<< Cosa intendi dire? >>
<< Ci sono un paio di persone là fuori, che al mio segnale, se tu non tornerai da me, faranno tanto male a Isabella. E tu non vuoi questo vero? >>  Mi sedetti sulla panca massacrandomi i capelli con le mani. E ora? Quella bastarda mi aveva incastrato.
<< Sei una lurida puttana >> le sputai a denti stretti, mentre una voglia di picchiarla si faceva strada in me. Tanya non era una donna, ma un mostro.
<< Non parlarmi così, potrei vendicarmi in qualsiasi momento >>
<< E va bene, tornerò con te, ma se le torcerai un solo capello, giuro che ti ammazzo con le mie stesse mani >> Scoppiò a ridere e mi abbracciò.
<< Ti amo anche io amore; ora vai a lasciarla. >> E sconfitto, assecondai Tanya nella sua malata messa in scena.

 

 

 

 

 

La notte  non avevo chiuso occhio, avevo la malsana idea di dire tutto a Bella, e di vivere la nostra storia d’amore nascosti, ma se Tanya lo avesse scoperto, avrebbe sicuramente trovato il modo di farcela pagare. E mentre mi dirigevo verso Isabella, feci appello a tutte le mie forze per controllarmi.
<< Buongiorno amore >> mormorò dandomi un bacio a stampo. Non risposi e mi allontanai da lei.
<< Dobbiamo parlare Isabella >> il sorriso sulle sue labbra si spense e annuì.
<< Ni sono reso conto che stare con te non fa per me. Io sono abituato alla popolarità, sono abituato a cose che a te non piacciono e… Bella, non credo che la nostra storia possa andare avanti >> lei abbassò lo sguardo e quando lo rialzò, il cioccolato fuso dei suoi occhi si era indurito.
<< Sai, lo sapevo che le persone come te non cambieranno mai. Resteranno sempre le stesse persone ciniche, egoiste e cattive che sono sempre state. E io mi pento tantissimo di essermi illusa Edward; ma  tranquillo, sarà come se non fossi mai esistita >>  E con lei se ne andò anche il mio cuore.
Passarono i mesi più brutti della mia vita e Isabella stava tenendo fede alla sua parola, era come se non esistesse in quella scuola, non la vidi più in quei mesi, lo rividi solo il giorno del diploma. Quando si alzò per andare a ritirare il suo diploma non potei fare a meno di notare come fosse diventata più bella, ma era dimagrita davvero un sacco. E quando scese da quel palco, fu davvero l’ultima volta che vidi Isabella Swan.
Tanya grazie a Dio mi lasciò quell’estate, aveva trovato uno più ricco e più bello di me. Così quando decisi di tornare da Isabella per spiegarle tutto, il padre mi disse che se n’era andata.

Bloccai la sveglia che stava per suonare e mi alzai, contento perché l’avrei rivista. C’erano due parti di me che stavano combattendo in quel momento: la parte razionale che mi diceva di dire tutto a Isabella, dall’inizio, spiegandole di Tanya e del suo piano, e la parte istintiva, che mi diceva che Isabella non ci avrebbe creduto, e che era giusto che continuassi a dirle che era a causa mia che ci eravamo lasciati.
Quale delle due avrebbe vinto?

--


Eccoci qui.
Siete sorprese? Piacevolmente stupite, o negativamente stupite?
Edward è stato costretto da Tanya a lasciare Bella, poiché la viperozza aveva minacciato di fare del male a Bella, così Edward si è sentito in dovere di proteggerla. ( tenero *-* )
Il problema è che Edward non le ha detto questo piccolo particolare perché temeva ( e teme ) che Bella non gli creda. Cosa succederà?

 Un bacione, recensite in tante!! Lully^^

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Capitolo 7
*** Capitolo 7 ***


Toc- Toc!
C’è nessuno?
*Grilli di sottofondo*
Buonasera ragazze, scusate il ritardo, ma questa settimana è stata davvero pesantissima!
Bon, dovrei chiedervi una cosa: vorrei fare una pagina facebook, ma la mia incompetenza tecnologica non me lo permette -.- Devo fare un account o creare una pagina? Vi ringrazio già da ora!
Ringrazio come sempre tutte per il vostro affetto, se siete arrivate fin qui vuol dire che questa storia vi piace e ne sono davvero felice.
Vi lascio al capitolo, Buona lettura, Lully ^^

 

 

 

 

Capitolo 7.

 

 

 

 

 

 

Così, giacendo sotto i cieli in tempesta
Lei disse “io so che il sole dovrà sorgere,
e sarà il paradiso”.
 Coldplay- Paradise



 

 

 

 

 

 

 

Chiusi gli occhi e sospirai, era tutta la notte che pensavo al comportamento che avevo avuto con Edward la sera precedente. Troppo affrettata? Sì. Pentita? No. Nonostante sapessi che in passato Edward avesse sbagliato, ora ero più che sicura che non mi avrebbe fatto soffrire più, glielo avevo letto negli occhi, in quel verde smeraldo che risplendeva come in passato, quando sorrideva e diceva di amarmi.
Non volevo tornare indietro, non volevo che i miei presentimenti fossero sbagliati, ero piuttosto ottimista, ma un senso di angoscia mi attanagliava lo stomaco.
E poi c’era Jake, cosa gli avrei detto? Ti lascio per Edward Cullen, è stato bello conoscerti, ciao.  No, assolutamente no.Jacob era una persona squisita, lo avevo conosciuto in un pub piuttosto desolato, stile anni Sessanta e nonostante lo stile “ sono vecchio e depresso “ la cucina avrebbe potuto far resuscitare persino un morto. Provavo un profondo affetto verso di lui, ma non era amore… non provavo i brividi quando mi sfiorava, non sentivo le farfalle nello stomaco quando mi diceva di amarmi, prima che ricomparisse Edward nella mia vita pensavo che Jacob era tutto quello di cui avevo bisogno: un ragazzo dolce, che mi amava, che mi faceva stare bene. Ma pensandoci Jake era solo una vittima di quella questione e io dovevo trovare il modo per fargli capire che non ero la persona giusta per lui; infondo era davvero così, Jacob meritava il meglio e io non lo ero.


 

 

 

<< Buongiorno Dottoressa Swan, come sta? E’ un po’ palliduccia >> Renata, l’infermiera del mio reparto mi salutò con un grandissimo sorriso. Era una donna sulla cinquantina, con capelli color del grano e gli occhi cerulei, i suoi tratti trasmettevano la dolcezza del suo animo e i bambini la consideravano come una nonna.
<< Buongiorno Renata, questa notte non ho chiuso occhio. Lei come sta? >>
<< Bene grazie >> la salutai e mi diressi nel mio studio, afferrai il camice bianco, lo stetoscopio,la cartella clinica con tutti i referti e mi sedetti sulla poltroncina per visionare i dati.
Bussarono alla porta ed entrò Edward.
<< Buongiorno Isabella >> mi salutò sorridendo.
<< Ciao Edward >> mormorai arrossendo. Ripensai alle sue labbra sulle mie e abbassai lo sguardo.
<< Come stai? >> arrivò davanti la mia scrivania e poggiò i polpastrelli sul legno liscio di essa.
<< Bene… bene, tu? >>  
<< Bene, grazie. Volevo chiederti se hai qualcosa da fare a pranzo, magari potremmo mangiare un boccone insieme e parlare >> affermò con titubanza.
<< Sì, per me va bene >> risposi sorridendo. Abbassai nuovamente lo sguardo e vidi la sua mano destra avvicinarsi alla mia, i suoi polpastrelli percorsero la mia pelle delicatamente e mille brividi mi scossero.
<< Allora ti aspetto giù, andiamo a mangiare un boccone  e ci andiamo a fare un giro. Possiamo andare con la mia macchina, e poi ti riaccompagno qui, oppure se ti da fastidio possiamo andare con due macchine. >>
<< Va bene anche andare con una, basta che non mi lasci a piedi al ritorno >> scoppiò a ridere e ritirò la mano.
<< Ci vediamo dopo Isa >> si mise le mani nel camice e così come era venuto se ne andò.

 

 

L’ora di pranzo arrivò subito e io ero ancora nel mio ufficio chiusa nel bagno davanti allo specchio.
<< Sono in uno stato pietoso, guarda che sopracciglia! Sembrano la foresta amazzonica! Per non parlare dei baffetti, dovrei farmi la barba, altro che ceretta! >> mi misi le mani tra i capelli e li tirai all’indietro, mi avvicinai allo specchio e mi guardai.
<< Oh, insomma non ti stai per sposare, è un pranzo di lavoro! >> annuii e mi diressi verso la porta; mi bloccai e tornai indietro, poggiai le mani sui bordi del lavabo e mi fulminai da sola.
<< Ormai il danno lo hai fatto Isabella, ora esci da quella fottutissima porta e scendi giù >> mi feci forza e scesi giù nel parcheggio, dove trovai Edward intento a guardarsi le scarpe con la faccia scura.
<< Scusa il ritardo, avevo perso la borsa >> quando sentì la mia voce alzò il viso di scatto e mi sorrise.
<< Tranquilla, vieni Sali >> mi aprì la portiera ed entrai in auto dove presto mi raggiunse anche lui.
<< Hai qualche preferenza? >> mormorò ingranando la prima e uscendo dal parcheggio.
<< No, come ben sai io mangio di tutto. L’importante è che si mangia >> scosse il capo sorridendo e iniziammo a chiacchierare.
Dopo dieci minuti arrivammo al  Little Italy, parcheggiammo ed entrammo in un ristorante italiano dall’atmosfera tranquilla; ci accomodammo ad un tavolino e quando arrivò il cameriere ordinammo.
<< Isabella, dobbiamo parlare >> il sorriso che avevo sulle mie labbra svanì in un nanosecondo e il mio umore scese allo stesso livello del nucleo  terrestre.
<< E’ difficile da spiegare, ma non voglio più mentirti.. e ti prego di non interrompermi altrimenti non andrò avanti >> i suoi occhi divennero più scuri e io non potevo fare altro che annuire.
<< Vedi, quando ti dissi che non volevo più stare con te… mentivo. Tanya a quel tempo mi minacciò, se io non ti avessi lasciato ti avrebbe fatto del male, e ti avrebbe reso la vita impossibile. All’inizio pensavo che scherzasse, ma quando vidi la cattiveria nei suoi occhi mi spaventai e venni da te inventandomi che tenevo alla popolarità più di qualsiasi altra cosa. Tanya aveva giurato che se non fossi stato con lei ti avrebbe potuto fare del male in qualsiasi momento, e io ero diventato un burattino nelle sue mani. Poi Tanya mi lasciò, e quando io tornai da te per spiegarti tutto tu non c’eri più. Non voglio giustificarmi Bella, ero uno stupido allora, se potessi tornare indietro prenderei Tanya e la butterei da un ponte. Mi dispiace Bella, non sai quanto. Ma come ti ho detto ora sono qui, voglio riparare ai miei sbagli e voglio dimostrarti che ti amo >>  restai in silenzio un paio di minuti per assimilare il fatto e chiusi gli occhi.
<< Hai fatto tutto tu… hai deciso anche per me. Perché non mi hai detto nulla? Potevamo trovare una situazione insieme! >> mormorai amareggiata. Eravamo arrivati a quel punto per colpa di quella stronza rifatta?
<< Cosa avrei potuto dirti? Scusa ti devo lasciare, Tanya mi vuole per sé, e se non mi avrà potrebbe cavarti gli occhi nel sonno >> rispose alzando il tono della voce. Scossi il capo e presi il mio trench.
<< Ho bisogno di stare sola >> Uscii dal locale,  e iniziai a camminare.
Ero arrabbiata. Perché ero sempre l’ultima a sapere le cose? Probabilmente sapevano di più i cammelli del deserto del Sahara rispetto a me. Tornai indietro e andai incontro ad Edward che mi stava raggiungendo.
<< Sai che ti dico? Che quella stronza avrebbe anche potuto torcermi un capello, ma saperti con me, mi avrebbe resa la ragazza più forte del pianeta. E invece tu hai fatto tutto da solo Edward. Cosa ti aspettavi, un premio? >>
<< Bella io..>>  
<< Stai zitto >> lo fissai  e mi gettai tra le sue braccia, appoggiando le mie labbra sulle sue. Mi strinse forte a sé  e mi prese il volto tra le mani.
<< Ti amo Bella.>> Sorrisi alle sue parole e abbassai lo sguardo
<< Cosa c’è? >> mi domandò alzandomi il mento con due dita.
<< E’ arrivata l’ora di dirlo a Irina e Jake >> puntai i miei occhi su di lui  e lo vidi sorridere.
<< Hai ragione. Prima lo facciamo, prima potremmo stare insieme e stare insieme implica il poterti baciare, abbracciare, stringere, mordere e .. >>
<< Okay basta Edward, ho capito l’antifona >> risposi arrossendo.
Scoppiammo a ridere e Edward tornò a posare le sue labbra sulle mie.



--
Beh, cosa ne pensate?? *-*
Recensite, recensite, recensite!!!


Ps: come sempre vado di fretta, quindi se sarà possibile vi risponderò dal cellulare, o in caso contrario appena potrò vi risponderò!


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Capitolo 8
*** capitolo 8. ***


Buon pomeriggio ragazze, come promesso ecco l’aggiornamento!
Si, è passato tanto tempo da quando dovevo aggiornare, ma ora sono qui e con questo capitolo spero di farmi perdonare.
Vi ricordo che per qualsiasi cosa, potete aggiungermi alla mia pagina face book ( http://www.facebook.com/pages/Lully-Cullen/364455126902230 ) Vi ringrazio come sempre, recensite in tante!! *_* please.
( Va a riscaldare le manine che sono ghiacciate )
Buona lettura, Lully ^^




Capitolo 8


Sembra come se ci sia sempre qualcuno che disapprova:
giudicheranno come se conoscessero me e te.
E il verdetto uscirà da quelli che non hanno nient’altro da fare:
la giuria ha deciso, ma la mia scelta sei tu.

E tu dirai “non preoccupare la tua piccola testolina,
le persone lanciano pietre alle cose che brillano
e la vita fa sembrare l’amore difficile.
Gli ostacoli sono grandi, l’acqua è burrascosa,
ma questo amore è nostro”.
( Taylor Swift – Ours )


<< Smettila >> mormorai seppellendomi sotto le coperte lilla del mio letto matrimoniale,mi rannicchiai su me stessa mentre le mani perfide del mio ragazzo cercavano di trovare i miei punti deboli al solletico.

<< Ti arrendi? >> domandò Edward mettendosi a cavalcioni su di me,cercando di scoprirmi.

<< Te lo scordi, preferisco morire >> mi chiusi a riccio ancora di più, ormai sembravo una palla, ma dovevo assicurarmi che quelle mani birichine non trovassero il mio tallone d’Achille, altrimenti non mi avrebbe lasciato scampo, e avrebbe usato il solletico per ricattarmi, come stava succedendo ora.

 

<< Addirittura morire? E poi chi viene con me al matrimonio? >> mi scoprì e iniziò a far vagare le sue mani sul mio corpo, in attesa di qualche segnale che potesse fargli vincere la battaglia.

<< Vai da solo >> risposi alzandomi e buttandomi addosso ad Edward che mi accolse volentieri tra le sue braccia. Era passato un mese da quando avevamo iniziato la nostra nuova vita, mettendo in chiaro le cose con Jake e Irina.
Jacob mi aveva chiesto spiegazioni ed era andato via con l’orgoglio a terra, Irina invece, aveva deciso che il servizio di porcellana era il miglior proiettile della cucina, infatti, aveva utilizzato tutti i piatti a sua disposizione contro Edward, che aveva visto la morte in faccia. Lo stesso istinto che avevo io ora contro il mio ragazzo, che aveva deciso di presentarmi ai suoi genitori come la sua ragazza al matrimonio di Emmett, cosa che io trovavo affrettata.

 

<< Tanto prima o poi lo verranno a sapere, anticipiamo i tempi, no? Inoltre penso che capiranno qualcosa quando ti vedranno appiccicata a me come una piovra >> mormorò inarcando il suo perfetto sopracciglio ramato.

<< Piovra a chi? Devo ricordarti che Mercoledì sera eri tu quello che mi teneva per mano al ristorante? Hai voluto persino accompagnarmi al bagno, e sei stato fuori a fare il palo! >> ribattei incredula.

<< Quel tubino era troppo attillato, non è colpa mia se tutti in quel ristorante erano arrapati! >> Edward allargò le mani con fare ovvio, mi sorrise e mi baciò.

<< La mia piccola piovra >> gli tirai un pugno sul braccio ed emise un urletto di dolore.

<< Ma che mangi, spinaci? Mi hai fatto male >>

<< Io non sono una piovra, sono uno scricciolo! Sono piccola, tenera , indifesa, carina e coccolosa >> mormorai facendo la voce di una bambina piccola.

<< Okay scricciolo, vai a fare la valigia, domani partiamo per andare a Chicago, al matrimonio del grizzly. >>

**
<< Bella! >> Ad aprire la porta fu Emmett, che mi prese in braccio facendomi roteare in aria.

<< Koda, mollami o ti sbrocco tutto addosso >> mormorai mettendomi una mano sullo stomaco non appena mi fece poggiare i piedi a terra.
Edward sbucò alle mie spalle con le nostre valigie, Emmett sgranò gli occhi e corse ad abbracciarlo.

<< Eddy, che piecere rivederti! Allora.. tu e Bellina siete ritornati insieme a fare boom boom >> iniziò Emmett facendo un movimento di bacino inequivocabile. Una mano femminile si andò a scontrare con la nuca dell’orso.

<< Ahia, Rosellina, non si picchia il tuo futuro marito ! >> Dalle spalle di Emm, comparve la sua futura moglie, una ragazza con i capelli biondi lunghissimi, che arrivavano fino a sotto il seno, e ricadevano in morbide onde, gli occhi azzurro cielo e un fisico da paura.

<< Ti sembra il caso di farli stare fuori? E smettila di fare battutine >> mormorò Rose facendo indietreggiare il marito per far entrare noi.

<< Ma io volevo dire i fuochi d’artificio! >> si discolpò Emmett << non è colpa mia se pensi sempre male, paperotta >> continuò sorridendo.
Rosalie alzò gli occhi al cielo e si venne a presentare, mentre salutò Edward con un caloroso abbraccio.

<< Sarete stanchi, vi dispiace dormire nella stessa camera? Purtroppo Ho altre due camere che vanno ad Alice e a Esme e Carlisle, ma se vi crea problemi Jazz può dormire con Ed, e Alice con Bella >> continuò imbarazzata.

<< Tranquilla Rosalie, una matrimoniale andrà benissimo >> ci dirigemmo verso la nostra camera e Rose si congedò, per permetterci di disfare i bagagli.

<< Al matrimonio ci sarà qualcuno che conosco oltre ai tuoi fratelli? Che so, compagni di scuola.. >> domandai mentre mi sedevo sul letto matrimoniale. Edward mi raggiunse e mi abbracciò.

<< Credo che ci saranno Mike e Jessica, e Angela e Ben.. >> rispose affondando il suo naso nell’incavo del mio collo, sospirai e iniziai ad accarezzargli i capelli.

<< Hai paura? >> Edward si alzò fino a far scontrare i suoi occhi con i miei, per leggere la risposta alla sua domanda.

<< Di cosa ? >>

<< Di quello che potranno dire. Insomma, sappiamo che appena ci vedranno di nuovo insieme, chiameranno tutto il corpo studentesco di allora. >>

<< E’ che … mi irrita che non si facciano gli affari loro >> mormorai avvicinando il mio naso al suo.


<<  Non preoccupare la tua piccola testolina,le persone lanciano pietre alle cose che brillano e la vita fa sembrare l'amore difficile. Gli ostacoli sono grandi, l'acqua è burrascosa, ma questo amore è nostro . >>  rispose sorridendomi e appoggiando le sue labbra sulle mie. Edward aveva ragione, questo amore era nostro, e nessuno lo avrebbe distrutto.

Dopo esserci dedicati a varie effusioni,scendemmo in cucina e trovammo Emmett che ballava " I like to move it " di Madagascar, seguendo alla lettera i passi di Re Julien. Misi una mano davanti alla bocca per evitare di scoppiargli a ridere in faccia,mentre Rosalie usciva dalla cucina sgranando gli occhi e Edward si girava di spalle a ridere a crepa pelle.

<< I like to move it, move it .. >> Emmett accompagnava le sue parole con movimenti ondulatori del bacino, mi appoggiai ad Edward e iniziai a ridere anche io, mentre facevo poggiare la mia fronte al suo braccio. Rosalie andò verso il televisore al plasma e chiuse la canzoncina, Emmett sgranò gli occhi e fece scomparire il sorriso dal suo viso.

<< Ma, ma, ma.. >> iniziò a balbettare indicando il televisore. Edward iniziò a ridere più forte, e gli tirai uno scappellotto per farlo smettere.

<< Emm, non sei cambiato di una virgola. Santa Rose che ti sopporta. Sei sicura di volerlo sposare? >> Disse Edward rivolto alla sua futura cognata.

<< Emm è uno spasso, e io lo sposerei anche se si mettesse fuori in mutande a ballare, perché lo amo >> rispose Rosalie sorridendo al suo futuro marito.

<< Guarda e impara >> mormorai a bassa voce ad Edward.

<< Vuoi che inizi a ballare anche io così? >> Alzai gli occhi al cielo e scesi completamente le scale, sedendomi accanto ad Emmett, mentre Rose andava ad aprire la porta.

<< Fratellone, sei uno spasso >> dissi abbracciandolo, lui ricambiò la stretta e mi sorrise.

<< Quel ballo è un portento per fare Zum Zum >> mi rispose con un movimento di bacino. Edward ci raggiunse e si sedette al mio fianco.

<< AH! Fratellini!Dove siete? Il folletto è arrivato ! >> dall’entrata sbucò una ragazza con i capelli sbarazzini e gli occhietti vispi, che teneva per mano un ragazzo biondo dai capelli leonini : Alice e Jasper. Ora la famiglia è al completo.

 

 

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E' entrata in scena il folletto. Cosa succederà?

Recensite :)

Alla prossima, Lully.

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