La usurpatrice

di Chingensai
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


“Non me lo sarei mai aspettato che una famiglia come quella di Philoneil di Sailoon potesse andare così tristemente in rovina…pare che la figlia si sia messa a produrre…” Vargarv alzò un attimo gli occhi dal giornale “fiori di carta!!! Ma mi stai ascoltando?”
Naga sospirò bevendo un altro calice di brandy “No…sei così noioso…mi stai facendo venire il mal di testa…” sospirò con fare suadente, poi si alzò abbandonando il grande salone dove fino pochi attimi prima, in mezzo ad altre orde di commensali, i due stavano intavolando un melenso tête-a-tête.
“Dove vai?!” esclamò il ragazzo alzandosi.
“A darmi una rinfrescata…sciocccone!” ribatté prontamente Naga facendo sbavare un po’ di vecchi morbosi che li circondavano! Eh sì in queste situazioni era inevitabile che ve ne fossero, ancor più che per permettersi una cenetta in un locale come quello bisognava aver sgobbato tutta la vita per accumulare un’immensa ricchezza, oppure aver ereditato tale ricchezza da avi che avevano sgobbato a loro volta, oltre naturalmente alla più semplice delle soluzioni: aver un corpo bellissimo come quello di Naga. E proprio a questo stava pensando mentre ballonzolava verso un gabinetto per darsi una rinfrescata: come avrebbe avuto la voglia di tornare da suo marito, quel tonto bambaccione di Gourry e dai marmocchi lasciati dalla sua ex-moglie!?
A volte nella vita però le soluzioni, o forse dovremmo dire le tentazioni visto l’evenienza, si presentano da sole e così mentre si sciacquava il viso a Naga si rivolse una ragazza, dai capelli neri, più bassa di lei, ma che aveva qualcosa di eccezionalmente familiare: “signorina si sente bene? Le serve aiuto?” disse Amelia appressandolesi, accorgendosi che era sull’orlo di una crisi.
“No…” ruggì Naga voltandosi a fissarla e per un attimo in un alone annebbiato le parve di vedere la sua copia identica di fronte…ed effettivamente stava ancora guardando lo specchio!
“Sei tu che hai parlato?”
“Signorina, temo le serva aiuto!” proruppe ancora una volta Amelia!
“Sì è vero…” sussurrò Naga toccando la sua immagine riflessa nello specchio, poi si voltò, piroettò, come una bottiglia di scotch vuota e afferò Amelia per il collo.
“Mi devi aiutare!” esclamò, poi seguirono minuti di risate isteriche, di pianto improvviso e di rabbia. Nel minuto di rabbia Naga cominciò a gridare a squarciagola senza alcun motivo apparente.
“La prego la prego!!!” si affrettò Amelia temendo che fosse sull’orlo di una crisi isterica: “si calmi!”
“Mi calmerò solo ad una condizione…” sussurrò Naga ridestandosi: “solo se tu sarai ME!!!”
“COSA?!?!” squillò Amelia allarmata pensando ad una proposta sessuale morbosa.
“io dovrei essere lei, in che senso scusi?!”
“Nel senso…” proferì Naga reggendosi a malapena in piedi “che io li odio? Hai capito?!?!?”
“Sì” No. Amelia non aveva capito assolutamente di cosa stava parlando, ma sperava che assecondandola l’avrebbe calmata potendo chiamare un medico!
“Dai scambiamoci i vestiti!” squittì Naga.
“Oh no, povera me!!!” pensava Amelia col cuore in mano! “Questa vuole introdurmi a qualche pratica sessuale da film a tre ics!!!”
“Tu sei uguale a me, mi sostituirai nella mia famiglia, con quel babbeo di mio marito, non si accorgerà mai di nulla! Così io potrò continuare a fare la sciacquetta con il culo sul Ferrari di questi ricchi bambolotti!” Si spiegò la ragazza stringendo sulla povera cameriera.
“Lei sta veramente male, siamo del tutto diverse, non funzionerebbe mai!” Osservò Amelia in preda al panico. Non aveva idea che cosa fare! Intanto Naga le stava infilando addosso i suoi vestiti: “muoviti sgualdrina, che mi aspetta del sesso facile e non voglio perdere altri minuti preziosi con te!”. Così in un attimo l’aveva coperta con il budello di seta e il turbante finto-oro in testa.
Amelia si sentiva a disagio: “sembro un lombrico che si è immerso nel profumo J’adore!”
“Non dire baggianate!” esclamò Naga portentosa e la trascinò presso Vargarv che era in preda ad allucinazioni dovute al troppo alcool.
“Oh sei tornata...la mia larva sta per schiudersi in una bella farfalla” gorgogliò il ragazzo in preda all’incoscienza.
“FUNZIONA!” esplose nuovamente Naga gettandosi a rompicollo sul tavolo. “Babbeo questa qui è solo una sosia, una misera sosia che imbroglierà quel mammalucco di mio marito e la sua stolida famiglia!”
“Mammalucco?!” si interrogò Amelia vedendosi già in un harem orientale a ballare in mezzo ad altre concubine del sultano.
NO PER CARITA’!!!
Furono le uniche parole che scorsero per la sua mente prima di gridare davanti a tutti: “Non lo farò mai” e inciampando nella veste di seta finto-oro rotolò via dal grande salone.
“Una ladra!!!” urlò Naga mentre uno sciame di vecchi decrepiti si alzava in suo soccorso nella speranza che ciò potesse in alcun modo essere di aiuto alla loro deplorevole condizione sessuale.
Amelia balzò in piedi circondata da un muro umano mentre una guardia in borghese la afferrò; Naga stava sopraggiungendo.
“E’ questa la ladra?”
“Sì…agente…” commentò Naga toccandosi il seno con entrambe le mani “ha rubato il mio bellissimo vestito…lei non crede che sia bellissimo?”
“Sì sono bellissime…a…è bellissimo..sì!” considerò il poveretto in preda ai sensi!
“Non lo rubato, me lo ha dato lei!!!” si giustificò Amelia dimenandosi!
“E’ ubriaca!” commentò Naga: “Non sa quello che dice: perché mai una raffinata nobildonna come me dovrebbe cedere le sue vesti ad una mocciosa sguattera come lei?!”
IL’agente continuava ad annuire: “Effettivamente è un’argomentazione sensata: perché avrebbe dovuto farlo?!” strinse ancora più forte il braccio di Amelia!
“Perché vuole che io la sostituisca, perché io sia lei!”
“Ma se non vi assomigliate affatto!” osservò l’agente acuto, mentre Amelia si sentiva precipitare in un vortice monocromatico. Avrebbe voluto urlare, ma non lo fece; in compenso si mise a piangere, poi a ridere: “Mi ha fregata!” rideva a squarciagola.
Tra la gente tutto attorno correva un sottile vociferio: “Povera ragazza così giovane e così insana! Alla sua età!” Una nobildonna svenne per gli eventi poco consoni alla sua fine natura.
L’agente intanto si appressò a Naga: “vuole sporgere denuncia?!”
“No…non ancora!” ghignò la ragazza mentre dietro di lei pareva alzarsi una cupa, tetra e tenebrosa ombra che pervadeva ogni cosa e calava sulla povera Amelia: “Non ancora!"

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


“Zoom zoom!” ripeteva ossessivamente una vecchia rimbambita con i capelli a mo’ di sedano. “E’ l’unica cosa che i giovani sanno fare! Discoteca e zoom zoom!”
“Oh non si agiti!” accorse Filia porgendo della canfora sotto il naso della vecchia.
“No, no! Non mi agito! Zoom zoom! Io non mi agito mai! Non faccio zoom zoom io! Non sono quella squinternata di Naga!” Rammentò l’anziana aspirando la canfora per rilassarsi.
Filia si strinse in tristezza: “Purtroppo il signor Gourry è così innamorato di lei!”
“Zoom zoom…innamorato un corno!” Esclamò Aqua gettando la canfora ovunque. “Quand’è che avrò nella mia casa quella sciagurata cagnetta?!”
“Tra due ore…almeno così ha detto!” disse la domestica impacciata a levare la canfora dalla moquette.
“Tra due ore zoom zoom!” ricominciò Aqua: “E’ il momento della nostra preghiera!”
“Ma sto pulendo proprio il pavimento…” piagnucolò Filia.
“Per la Madre di Oceano, ora vieni subito a pregare con me che è più importante accaparrarsi un po’ di santi in paradiso che pulire quello schifo!”
Filia si avvicinò affranta.
Aqua proruppe: “Preghiamo!!!”
Poi cadde in catalessi.

“Come ho fatto ad essere così stupida da accettare!” Si continuava a ripetere Amelia mentre il suo aereo sfrecciava per i cieli verso la casa della famiglia Gabriev. “Era meglio la prigione che questa trappola mortale! Mi scopriranno subito, quella Naga dev’essere pazza!”
I suoi pensieri vennero interrotti da una hostess che la avvicinò: “Gradisce qualcosa signorina?!” sorrise costei con fare affabile.
“No, grazie mille” ribatté Amelia serenamente.
“NO?! NO?! Ecco, io faccio tutto per lei!!! Le pulisco il seggiolino, la avverto di allacciare le cinture, penso 24 ore su 24 a lei! E come sono ricompensata?!?! Con un NO!!! Non le piace nulla di quello che faccio?!?!?” esplose improvvisamente la donna mentre una tinta di follia le impregnò il viso: “Forse gradirebbe un paio di guanti fatti a mano!!!” ringhiò con gli occhi di una scrofa inferocita.
“No…” sibilò Amelia in preda al terrore, mentre la donna accanto a lei le vomitò a dosso per lo spavento. La povera ragazza guardò la hostess come a dire: vede che cosa ha fatto. Ma nessuna parola uscì dalle sue labbra.
“Ecco, vedi cosa hai fatto!!!” urlò la hostess in preda all’insania.
Così dicendo se ne andò in pompa magna verso la cabina di pilotaggio. Amelia puzzava da morire, ma pregava allo stesso tempo di non doverla rincontrare nuovamente.

Anche Filia e Aqua pregavano: “Oh grande Oceano! Fai morire quella zoom zoom di Naga!”
La domestica sospirò appena: “Ma non dovremmo perdonarla e non chiedere la sua morte?!”
“Non voglio mica finire all’inferno per ipocrisia!” proruppe la vecchia: “Sa fare solo zoom zoom, che altro dovrei chiedere?!”

“Un taxi per favore!” supplicò Amelia al banco informazioni dell’aeroporto.
“Non penso che una puzzona come lei avrebbe i soldi per pagarlo.” Osservò Mazenda adetta al bancone informazioni.
“Me lo potrebbe chiamare per favore, fuori non ce ne sono!”
“Saranno scappati per il puzzo da fogna.” Considerò con fare saggio l’impiegata.
“Questo viaggio è un vero disastro!!!” piagnucolò la ragazza cercando di sistemarsi il turbante color oro-finto che aveva in testa.
“NAGA!” un’ombra le si rivolse dalle spalle. Amelia si voltò in preda allo shock!

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


“NAGA! Ma come ti sei conciata?!” le domandò con fare da calamaro un biondino, alto e forzuto. Amelia era presa alla sprovvista e non sapeva che cosa ribattere esattamente.
“Allora? Stai bene? Mi sembri un po’ rimpiccolita!” riprese costui con fare intelligente: “certo che queste cure sono più spossanti di quanto credessi, non ti avrei quasi riconosciuta!” poi esclamò giulivo battendole delle pacche sul capo: “per fortuna che hai questo turbante da maraja!”
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“Zoom zoom!” riprese la vecchia rintronata in casa Gabriev: “dove è finito il mio nipotino, zoom?”
Filia interruppe la meditazione seguita alla preghiera: “Penso sia andato incontro a sua moglie!”
“Na….zoom zoom…ga!” strinse i pugni Aqua: “Presto Filia, dammi la mia medicina, non sopporterò di vederla qui senza quella.”
“La prego buona Aqua, non faccia così!” La supplicò la ragazza.
“La preghiera è finita poco fa! Cominci a prenderti anche tu gioco di me?! Non ti faccio neanche un po’ di pena?! La mia famiglia è distrutta! Zoom zoom! La fabbrica Gabriev è in rovina, mio nipote ha sposato quella zoom zoom e io sono ridotta a questo letto da moribonda. VOGLIO LA MIA MEDICINA!” strepitò l’anziano porro sdraiato nel letto, al che Filia dovette cedere per l’ennesima volta portandole la sua solita bottiglia di skotch.
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“Tu sei Gourry…” osservò Amelia con fare incerto. Il giovanotto parve accigliarsi per un attimo: “Certo che sono io! Mica mi avrai dimenticato?!”
“Oh no no…” sorrise Amelia un po’ imbarazzata, mentre per la sua mente svolazzava un pensiero impuro recitando: “quanto me lo scoperei!” Ma subito la sua coscienza ribatteva vigorosa: “Ma cosa stai pensando! Lui è l’uomo di quella sgualdrina e tu devi sostituirla, non puoi scopartelo…ricordi i 29 comandamenti?! Non scopare la donna d’altri!”
In altri momenti la parte impura della sua coscienza avrebbe detto: “è solo una regola per uomini o lesbiche, se ci fossero stati solo 10 comandamenti avrei capito anche la sintesi, ma con 29 significa che per le donne proprio non c’è una regola simile!” Ahimè le mancava il tempo per perdersi in digressioni filosofiche e doveva cercare di apparire il più naturale possibile, e così fece:
“Allora io sono NAGA! Capito?! NAGA! Ho avuto molti problemi. Alcuni dei quali in aereo. Io NAGA ahimè ho perso un po’ la memoria con questa cura dunque tu MIO MARITO, dovrai aiutarmi a riprendere confidenza con la quotidianità!”
Gourry strinse gli occhi con fare da salamandra: “Povera mia, stai proprio male! Ma meglio se andiamo via che dev’essere arrivato un carico di maiali da Osaka, che c’è un puzzo che si soffoca!”
“Ecco temo di essere io…” confidò Amelia affranta dal proprio odoraccio.
“Sei un carico di maiali?” rifletté Gourry “ricordami di fare causa al tuo ospedale!”
Così dicendo la accompagnò alla sua ShaBranWu nuova fiammante con la quale sfrecciò fino a casa sterzando nel vialetto della villa e beccando su cinquecento metri di asfalto i 50 centimetri di una pozzanghera e coprendo di fango il giardiniere Milgazia.
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“E’ arrivata!” esclamò Filia.
“E’ arrivata!!!” strepitò la serva sciacquetta di Naga: Martina.
“E’ arrivata….” Commentò depresso Milgazia.
“Zoom zoom! Non è lei!” spalancò gli occhi Aqua vedendola scendere dall’auto!

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