I Just Wanted The Wanted

di madeforsykes
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** I'm looking for something more then this; ***
Capitolo 2: *** And if I fall my heart holds on to you; ***
Capitolo 3: *** You're more then just a mannequin to me; ***
Capitolo 4: *** You're my wonderwall; ***
Capitolo 5: *** Some people fall to hold on to their tears; ***
Capitolo 6: *** You say angels from the sky don’t walk the earth; ***
Capitolo 7: *** She's my weakness; ***
Capitolo 8: *** Believe in your dreams; ***
Capitolo 9: *** The pain you caused, has left me dead inside, i'm gonna make sure you regret that night; ***
Capitolo 10: *** You said, you said that you would die for me; ***
Capitolo 11: *** All that counts is you and now, my universe will never be the same, I'm glad you came; ***
Capitolo 12: *** Don't let me be the last to know; ***
Capitolo 13: *** A look from her is like oxygen, how would I keep breathing without her? ***
Capitolo 14: *** The night is ours; ***
Capitolo 15: *** You don't know what the future holds; ***
Capitolo 16: *** You cast a spell on me; ***
Capitolo 17: *** When your lips touch mine it's the kiss of life; ***
Capitolo 18: *** We try and we fall and we live another day; ***
Capitolo 19: *** And I love you more then I did before; ***
Capitolo 20: *** you didn't care before; ***
Capitolo 21: *** I just hope that you find what you're looking for; ***
Capitolo 22: *** She's moving to the beat of my heart, me was so lost until tonight; ***



Capitolo 1
*** I'm looking for something more then this; ***


I'm looking for something more then this;
 


La vita non è sempre facile. Tantomeno lo è a diciannove anni. Sembrava ieri di frequentare le superiori, con i vecchi amici. Ma non era la realtà anche se per lei non era cambiato poi molto. La sua migliore amica era stata sempre con lei, come poteva voltarle le spalle ora? Ed era proprio così che avevano deciso di frequentare l’università insieme. Bologna per loro, abituate in un paesino nella Marche era il massimo. Il treno annunciò la fermata ed Isabella si destò dai suoi pensieri. I suoi lunghi capelli biondi e lisci, ondeggiavano ad ogni movimento del treno e i suoi occhi azzurri come i lapislazzuli scintillavano dalla felicità. Un cielo limpido, non nascondeva le stelle splendenti.
«Ehi siamo già arrivate! Dai prendiamo le valigie e svegliati Bella!» esclamò Chanel guardando gli occhi vacui della sua amica. Poi fece per darle un pizzicotto ma la ragazza si destò.
«Ero sovrappensiero scusa! Andiamo su, altrimenti non riusciremo a scendere.»
Così entrambe, con le mani impegnate dalle valigie scesero nella stazione semideserta data l’ora.
«Ma ti prego ricordami per quale motivo abbiamo preso il treno delle dieci?» il tono di Chanel era sarcastico questa volta.
«Semplice» squittì Isabella «perché in questo modo non sarebbe stato affollato! E poi se ci fossimo venute con il treno di mezzogiorno saremmo morte di caldo!» continuò la ragazza.
Chanel si avviò verso il sottopassaggio scuotendo la testa e ridacchiando. Una macchina dal colore rossastro le stava aspettando. La cugina di Chanel era arrivata. Caricarono le valigie nel portabagagli e si sedettero in macchina.
«Ciao ragazze tutto bene? Scusatemi se vi porto subito all’appartamento, ma sono stanca morta. Parleremo domani.» la voce della ragazza tralasciava qualche sbadiglio di tanto in tanto.
«Non preoccuparti Angy, anzi grazie per essere venuta a prenderci a quest’ora.» anche la voce di Chanel era stanca.
Accelerò di botto e dopo un innumerevole susseguirsi di curve, si ritrovarono davanti ad un palazzo dall’aria moderna, completamente illuminato e poco distante dal centro. Il colore giallo era predominante sulla struttura che veniva illuminata da innumerevoli lampioni.
«Queste sono le chiavi col numero dell’appartamento. Ho pensato a tutto io non vi preoccupate.» Isabella afferrò al volo le chiavi.
Le ragazze ringraziarono Angelina e poi presero le valigie. Aspettarono la macchina allontanarsi per poi urlare all’unisono un ‘’Oh santo cielo’’ di felicità. Erano indipendenti. Finalmente potevano realizzare i propri sogni lontano da posti che avevano sempre disprezzato.
«Okay accendi la luce, così andiamo nel nostro appartamento.» Per quanto fosse buio, Chanel percepì gli occhi di Bella brillare. I lunghissimi capelli neri di Chanel si mescolavano con il buio del corridoio creando un perfetto stacco con i suoi occhi verdi come smeraldi. Dopo qualche giro di chiave, la porta si aprì. Accesero le luci e con enorme sorpresa trovarono un salone enorme perfettamente arredato con tanto di cucina. Gettarono le valigie a terra e corsero a visitare le stanze. Quando Angelina diceva “ho pensato a tutto io” era proprio vero! Erano presenti tre stanze, le quali erano arredate con ogni sorta di cosa. Il bagno era enorme e al suo interno c’era addirittura un idromassaggio. Erano state fortunate quando il nonno di Bella aveva proposto loro di andare a vivere nel suo ‘’vecchio’’ appartamento.
«Caspita che roba! Questa è mia!» disse Bella gettandosi a peso morto sul letto della stanza a sinistra del salone.
«Non c’è alcun problema! Io ho trovato la mia!» Chanel stava indicando quella accanto alla cucina.
«Beh la stanza di fronte al bagno la terremo per ospiti speciali» concluse strizzando l’occhio. E scoppiarono a ridere.
«Ehi Isa!»
«Si?»rispose la ragazza sdraiata a pancia in giù sul letto azzurro.
«Volevo solo dirti che sono felice di essere qua con te e…»
«e?»
«e TROLOLOL!» scoppiarono entrambe a ridere.

«Chanel hai sonno?»
«No e tu?»
«Neanche. Stavo pensando..ricordi quella promessa che ci facemmo tanti anni fa? Quella che quando saremmo venute all’università avremmo passato almeno una settimana a Londra?»
«Certo che la ricordo.»
«E se prendessimo e partissimo? Le valigie le abbiamo già pronte, l’università inizierà tra tre settimane, e i nostri genitori non lo sanno.»
«Ehi mi stai forse sfidando?»
«Se servirà a farti partire sì!» rise Isabella.
«E allora cosa aspetti? Andiamo che magari troviamo un volo libero! La stazione dei taxi non è molto lontana da qui, possiamo arrivarci a piedi!» Si guardarono con aria sognatrice poi afferrarono le valigie e corsero per le scale del palazzo facendo un baccano assurdo. 

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Capitolo 2
*** And if I fall my heart holds on to you; ***


And if I fall my heart holds on to you;


«Ehi quella mi sembra un’insegna gialla! Ci siamo!» affrettarono il passo e caricarono le valigie su un taxi completamente bianco sotto l’attento sguardo del proprietario e si avvicinarono urlando «all’aeroporto!»
L’uomo dall’aspetto trasandato salì in macchina e sempre in silenzio continuò a guidare verso l’aeroporto.
«Fanno 34 e 50»
«Ecco a lei.» disse irritata Bella.
«Parla solo per chiedere soldi quello?!» esclamò una volta scesa dal taxi.
«Non lamentarti e corri!» rise Chanel. Col fiatone e quasi completamente svestite si presentarono al banco prenotazioni.
«Salve! Volevamo sapere se erano disponibili due posti turistica per Londra.»
«Siete fortunate ne sono rimasti soltanto tre! Il volo parte fra quarantacinque minuti ecco.» disse gentilmente la ragazza porgendo i biglietti.
«La ringrazio» incalzò Chanel porgendo le loro carte di credito. ‘’Almeno non sapremo quanto diavolo abbiamo speso ’’ bisbigliarono. I quarantacinque minuti volarono al check-in. «Ti rendi conto della pazzia che stiamo per fare?»
«Sì ed ancora non ci credo!» squittì di felicità Bella.  

Varcarono il portellone dell’aereo sedendosi rispettivamente  nei posti B-16 e H-27. Non erano vicine, ma stavano andando a Londra!  L O N D R A!  Bella si addormentò quasi subito con le cuffie dell’i-pod nelle orecchie mentre Chanel era presa da un libro che stava leggendo. Le due ore e mezza di viaggio non sembrarono neanche essere cominciate.  E in men che non si dica erano a Londra. Recuperarono le valigie, ma per un momento rimasero estasiate dalle voci degli inglesi.
«Okay ora troviamo un taxi che ci porti al nostro albergo e poi usciamo! E’ solo mezzanotte grazie al fuso orario.» disse entusiasta Chanel.
«Aspetta aspetta. Quale Hotel?» Bella aveva gli occhi completamente dilatati.
«Quello che naturalmente ho controllato io mentre eravamo in volo! Eccone uno! Corri!» Continuò Chanel.
Entrambe si fiondarono nella direzione del taxi giallo e caricarono le valigie. Ora veniva il momento di sfruttare tutto l’inglese che conoscevano.
«Salve, può portarci al Palace Trim Hotel?»
«Certamente!» Le due ragazze si affacciarono dal finestrino ammirando i lampioni e le classiche ma rare cabine telefoniche rosse.
«Siamo arrivati! Fanno 15 sterline.» «Grazie!» disse Bella consegnando i soldi cambiati all’aeroporto.
«Andiamo alla reception dai sbrigati!» strillò Chanel.
«Okay arrivo!» rispose stizzita la bionda.
«Salve volevamo sapere se avevate una camera libera?» La vecchietta le guardò da sotto gli occhiali a luna e con uno sguardo maligno chiese
«una?».
«Si una.» rispose irritata Bella.
«Ecco a voi. Fanno 10 sterline al giorno compresa la colazione.»
Le due ragazze biascicarono un  grazie e corsero nella camera. Aprirono la porta, dando vita ad una visione un po’ lugubre, ma non ci badarono. Lanciarono le valigie in un angolo, presero due vestiti molto corti, scarpe col tacco, borsetta  e si cambiarono. Si truccarono velocemente e poi si avviarono per le vie di Londra.
«Ma dove stiamo andando?» chiese spazientita Chanel.
«Ancora un po’ e ci siamo.»
«Non che non mi fidi, ma onestamente, non sei mai stata a Londra, come diavolo sai d..»
«Eccoci!» La interruppe la bionda. Un’enorme scritta rossa e lampeggiante le sovrastava. The Ministry Of Sound.
«E’ il locale più famoso di Londra.» esordì Bella lasciando a bocca aperta l’amica.
«Mentre eravamo sull’aereo mi sono presa la briga di prenotarci due biglietti per entrare.Come vedi non sei l’unica che sipreoccupa » a questa affermazione Isabella schioccò un occhiolino all’amica.  
Si avvicinarono al bodyguard che freddamente disse ‘’nome?’’.
«Isabel Smith. Due biglietti.» 
«Potete passare.» e con l’enorme mano tolse la corda rossa che bloccava l’accesso lasciando sbalordita l’enorme folla che cercava di entrare.
«Hai mentito sul tuo nome Isa?»
«Diciamo che ho omesso di dirgli il mio vero cognome» sdrammatizzò la ragazza. Appena  entrata, il suo sguardo si posò su un ragazzo sul palco, che stava suonando il pianoforte e cantando. Indossava un giubbetto di pelle marrone ed un cappello bianco come la maglietta della NY.
«E’ bizzarro vedere in una discoteca uno che suona il pianoforte!» sghignazzò Chanel. Ma Bella non la stava ascoltando. Era come estasiata dalla voce del ragazzo e si avvicinò lasciando la ragazza in piedi come un salame.
«Chanel?»
«Sì Isa?»
«Credo di essermi appena innamorata!» disse quasi sbavando.
La mora alzò lo sguardo e scrutò il ragazzo al pianoforte. «Non è male. Perché non vai a parlarci dopo che ha finito di cantare?»
«Ma sei scema? Non mi cagherà mai.»
Nel frattempo il ragazzo aveva smesso di suonare. Fece un debole inchino mimando un grazie e scese dal palco. Si sedette al bar.
«Un applauso al ragazzo! Ed ora andiamo avanti con la serata karaoke!» strillò un uomo dall’aspetto molto curato.
«Isa ho appena visto il padre dei miei figli, ti dispiace se..»
«Vai pure!» rise Isabella vedendo l’amica avvicinarsi ad un ragazzo moro, alto e magro.
‘’Okay Isa fatti forza. Vai li e siediti vicino a lui. Almeno gli starai a meno di trenta centimetri. Meglio di niente.’’ Pensò tra sè e sè.  Si mosse sinuosamente fino allo sgabello accanto a quello del ragazzo.
«Posso o è occupato?» chiese timidamente Bella.
«E’ tutto tuo.» rispose il ragazzo facendole l’occhiolino.
«Io sono Nathan comunque. Piacere.» le tese la mano e le sorrise.
«Io mi chiamo Isabel ma preferisco Bella.» La ragazza appoggiò la mano su quella di Nathan che con delicatezza la baciò da perfetto gentiluomo.
«Hai una bellissima voce Nathan.» ruppe il ghiaccio la ragazza.
«Grazie Bella.» Pronunciò l’ultima parola con particolare malizia. Le guance della ragazza avvamparono.
«Non sei di queste parti vero? Lo deduco dal tuo accento» disse Nathan con poco tatto.
«Ehm infatti sono Italiana.»
«Davvero? Amo le ragazze italiane.» le schiocco un altro occhiolino.
Okay era chiaro. Ci stava forse provando?

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Capitolo 3
*** You're more then just a mannequin to me; ***


You're more then just a mannequin to me;
 

Bella non poté far altro che sorridere di rimando. Era bellissimo. Aveva i capelli castani con una frangia che divisa su un lato gli copriva parte della fronte. Poi posò lo sguardo sui suoi occhi. Bella si soffermò parecchio su di essi. Azzurri. Ma non un azzurro chiaro. Era un azzurro diverso. Passarono molto tempo a chiacchierare e a bere.
«Bellaaa!» Bella si sentì chiamare e si voltò. Chanel stava tornando con lo stesso ragazzo di prima.
«Ti stavo cercando ovunque! Ah comunque lui è Tom.»
«Ciao Tom!» salutò velocemente Bella. Tom le fece un sorriso di approvazione.
«E lui chi è?» le sorrise l’amica.
«Ah che sbadata. Lui è Nathan! Nathan lei è Chanel la mia amica di cui ti ho parlato!»
«Piacere Chanel.» Nathan le fece l’occhiolino e a Bella non piacque affatto. Nathan forse capendo si affrettò stringere la mano a Tom.
«Bella io me ne vado. Ma mi farebbe piacere rivederti. Mi lasceresti il numero?»
«Sì certo.» gli occhi le brillavano. Prese un rossetto dalla borsetta minuscola ed iniziò a scrivere il suo numero sulla pelle perfettamente liscia di Nathan.
«Beh farebbe piacere anche a me, sempre se per te va bene.» aggiunse Tom imbarazzato.
«Certo Tom ecco il mio numero!» gli sorrise Chanel prendendo in mano il rossetto dell’amica.
«Signore noi andiamo!» esordì Nathan. «E stato un piacere!» continuò Tom.
Le due ragazze si scambiarono uno sguardo malizioso e ridendo si allontanarono dal locale con le scarpe in mano. Le due ragazze stanche morte si buttarono sul divano.
«Beh non è andata poi tanto male per essere la prima serata non credi?» rise Chanel.
«Ehm direi proprio di no!» rispose la ragazza bionda rannicchiata in un angolo del divano con la testa sul bracciolo.
«Sai ho sonno. Credo che sia meglio se andiamo a dormire» ma detto ciò le due ragazze si addormentarono.
*drin drin*
«Ma che cazz..?» Bella si svegliò tastando di qua e di là per cercare un appiglio. Il rumore infernale non cessava di smettere. Cadde dal divano facendo un ruzzolone all’indietro e finendo a sbattere contro il muro. Chanel farfugliò qualcosa ma tornò a dormire. Il telefono uscito dalla borsetta continuava a suonare e vibrare producendo una piacevole luce bianca. La ragazza assonnata si affrettò ad afferrare tra le mani il cellulare. Numero Sconosciuto.
«Pronto?»
«Ehi ti ho per caso svegliata? Scusami!» disse la voce sconosciuta all’altro capo del telefono.
«Ma chi parla?»
«Andiamo Bella sono io! Nathan!»
«Oddio non ti avevo riconosciuto scusa!» Ora si sentiva davvero imbarazzata.
«Non preoccuparti. Senti mi chiedevo se ti andava di venire a fare pranzo con me, così ti avrei fatto un po’ da guida per le strade di Londra, dato che mi hai detto che non ci sei mai stata!»
«Pranzo? Ma che ore sono?»
«E’ quasi mezzogiorno tesoro!» la voce di Nathan sembrava maliziosa ma al tempo stesso sarcastica.
«Ehm sì, mi vesto e poi ci vediamo! Dove devo farmi trovare?»
«Per me va benissimo se vieni anche senza niente» ridacchiò il ragazzo. Bella sgranò gli occhi a quella affermazione e sorrise.
«Dimmi il nome dell’hotel così ti passo a prendere.» continuò il ragazzo.
«Palace Trim Hotel» rispose.
«Okay tra mezz’ora sarò lì. A dopo! Un bacio!» - e riattaccò.
Bella non sapeva se urlare o semplicemente tenerselo dentro, ma decise semplicemente si buttarsi sulla sua amica che ancora dormiva beatamente.
«Channnnnnnnn! Svegliati per la miseria! Nathan mi ha chiesto di uscireee!» Chanel si svegliò di soprassalto urlando.
«Ma sei pazza? Mi farai prendere un infarto!» si lamentò massaggiandosi il braccio che aveva sbattuto contro il bracciolo.
«Nathan ti ha chiesto di uscire?» continuò.
«Sì esatto! Pranziamo insieme e poi mi fa fare un giro! Arriva tra mezz’ora!» esclamò entusiasta la bionda.
«E stai ancora così? Vatti a cambiare veloce!» le strillò contro.
«Si signora!» e corse in bagno. “Fantastico lei esce con Nathan e io mi attacco al cazzo. Tom mi ha presa in giro. Stupendo” pensò. Distrattamente prese la sua borsa. Prese il cellulare e vide tre messaggi e due chiamate perse da parte di un numero sconosciuto.
Lesse i messaggi. Il primo era abbastanza lungo :
 

Ciao Chanel sono Tom, quello del Ministry Of Sound ricordi?
Volevo chiederti se ti andava di uscire con me..
mi farebbe davvero piacere. Ho una sorpresa per te quindi ti prego rispondi. Un bacio xx 

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Capitolo 4
*** You're my wonderwall; ***


You're my wonderwall;
 

Chanel sorrise. Lesse il secondo messaggio in cui Tom la supplicava di rispondere e decise di rispondergli indicando nel messaggio il suo hotel.
La risposta di Tom non tardò ad arrivare.
«Bella non ci sono neanche io! Tom mi ha chiesto di uscire perché ha una sorpresa per me!» strillò.
«Davvero? Voglio la telecronaca del momento eh!» strillò di rimando la ragazza nel bagno.
Il telefono della camera suonò.
«Pronto?» rispose Chanel.
«La signorina Smith è desiderata da un giovane ragazzo che dice di essere Nathan. Lo faccio salire?» disse il consierge.
«Sì lo faccia salire.» e riattaccò.
«Isabella, Nathan sta salendo esci da quel cavolo di bagno!»
«Arrivooo!» Uscì dal bagno con in dosso un paio d jeans chiarissimi, una maglietta con la bandiera inglese stampata, un paio di ballerine marroni e la cintura minuscola dello stesso colore.
«Come sto?» disse.
«Sei uno schianto!» rispose Chanel.
Il campanello suonò. Bella si avvicinò alla porta prese un gran respiro ed aprì. Nathan era li davanti a lei. Bello come sempre e con il suo amato cappello, che però questa volta non era della NY.
«Sei bellissima.» disse timidamente.
«Grazie sei gentile» rispose sorridendo.
«Allora le va di venire con me?» le porse il braccio.
«Con molto piacere signor…» si bloccò.
«Sykes» completò lui. «Signor Sykes» ridacchiò Bella prendendolo sottobraccio.
«Divertitevi ragazzi!» urlò Chanel mentre i due ragazzi la salutavano. Scesero le scale e si avviarono verso la macchina d Nathan.
«Allora dove mi porti?» chiese Bella mentre saliva in macchina.
«E’ un ristorante non molto lontano da qui, vedrai ti piacerà!» rispose lui chiudendo lo sportello del passeggero.
«Sei mai stata sul Tamigi?»
«No, te l’ho detto è la prima volta che vengo qui. Ma sono andata ad Edimburgo una volta!» disse la bionda entusiasta.
«Edimburgo eh? Non ci sono mai stato.» disse pensieroso.
«Cosa c’è che non va Nath?»
«Nulla davvero. E’ che è strano. Di solito quando conosco qualche ragazza e le chiedo il numero, non la richiamo mai. Ma con te è diverso..stamattina ho sentito di doverti chiamare perché volevo rivederti. Potrà sembrarti strano perché è davvero poco che ci conosciamo, ma credo di tenere a te.» sbottò il ragazzo liberandosi dell’enorme peso che aveva sullo stomaco.
«Non le richiami mai è? Wow dovrebbe essere consolatorio detto così?»
«No ti prego non fraintendermi, volevo solo che tu capissi che per me sei importante, tutto qui» premette un po’ di più il piede sull’acceleratore quasi come se arrivando prima avesse avuto la speranza che la conversazione che lui aveva iniziato cessasse.

«Siamo arrivati. E’ un pub stupendo. Ci sono stato parecchie volte ad esibirmi, sono sicuro che ti piacerà!»
«Bella tattica quella di cambiare discorso Mister Sykes» rise Bella.
Nathan uscì dalla macchina, avvicinandosi allo sportello della ragazza per farla scendere.
«Sei proprio un vero gentiluomo eh?»
«Non sempre e te ne accorgerai» le schioccò un occhiolino. Si avviarono all’entrata dove delle scalette con un tappeto rosso li attendevano.
«Wow è davvero bellissimo» esclamò estasiata la ragazza.
«Sapevo che ti sarebbe piaciuto» le sorrise.
«Nathan tesoro! Quanto tempo!» Una voce fuoricampo si stava avvicinando.
Bella non ebbe neanche il tempo di voltarsi che una rossa stava abbracciando -anzi stritolando- Nathan.
La ragazza si voltò. Era bellissima. La carnagione un po’ scura faceva da perfetto contrasto con i suoi capelli quasi rossicci.
«E questa chi è?» chiese la rossa con astio. Nathan sorrise.
«Lei è Isabel.» Le prese la mano.
«Isabel lei è Katie la mia ex ragazza e cara amica» continuò.
‘’Okay la parola ex ragazza e cara amica non possono stare nella stessa frase. A S S O L U T A M E N T E NO.’’ Pensò.
«Piacere» si sforzò di sorridere Bella. Ma Katie la guardò e si girò dall’altra parte prendendo Nathan sottobraccio e lasciandola lì. 

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Capitolo 5
*** Some people fall to hold on to their tears; ***


Some people fall to hold on to their tears


‘’Grandioso, bel primo appuntamento! Davvero figo!’’ pensò guardando il giovane ragazzo allontanarsi.  
Bella si sedette al tavolo più vicino, nell’attesa che le venisse in mente qualcosa.
«Nath è così bello averti qui! Era una vita che non ti vedevo!» esclamò Katie stringendo a sé Nathan.
«Katie perché ce ne siamo andati? Non posso lasciare Bella lì da sola, dopotutto dovevamo stare insieme!»
«Ah avanti non dirmi che ti piace! Meriti di meglio, non quella sciacquetta!»
Nathan si alterò. «Kat, modera il linguaggio e non chiamarla sciacquetta! Ne avevamo già parlato! Fra me e te  è tutto finito! Devi accettarlo!»
«Nathan non potrò mai accettarlo, io ti amo! Non è mai cambiato per me! E te ne accorgerai anche tu prima o poi!» La ragazza ora stava urlando.
«Non mi interessa! Ho messo la parola fine a quella storia tempo fa! Ed ora scusa ma ho un appuntamento da salvare.»
Nathan si divincolò dalla presa lasciando la ragazza rossa di capelli che gli stava urlando contro.
 
Ma Nathan non la ascoltava. L’unico pensiero fisso che aveva era Bella. Scorse da lontano la ragazza seduta al tavolo che girava e rigirava il suo J20 con lo sguardo perso nel vuoto.
«Bella scusami, avevo delle cose da sistemare» la voce di Nathan era talmente flebile che persino Bella fece fatica a sentirlo.
«Ah tranquillo! Spero che il vostro appuntamento sia andato meglio del nostro!» Detto ciò si alzò dalla sedia, prese la borsa e se ne andò. Nathan rimase basito e non sapendo come reagire si prese la testa fra le mani. Con un gesto inconsulto si levò dalla sedia rincorrendo il fantasma di Bella che fino a poco fa era lì. Pioveva.
«Bella! Bella ti prego aspettami! Ti supplico!»

Ma Bella non si voltò. Sapeva fin troppo bene come erano i ragazzi come lui. Una lacrima le rigò il volto. ‘’Bella che diavolo stai facendo? Piangi? Lo conosci da due giorni e già sei arrivata al punto di piangere per lui? Oh magari era solo una goccia di pioggia. Sì lo era sicuramente. Una goccia salata.’’ questo pensiero la martellava. Nathan iniziò a correre nella pioggia, riuscendo ad afferrare il polso di Bella che però gli scivolò a causa delle mani bagnate dall’acqua. Bella si voltò. I suoi occhi erano chiaramente lucidi. Sembrava quasi paradossale. Si conoscevano da così poco, ma tenevano già così tanto l’uno all’altra da stare in piedi lì, nella pioggia guardandosi negli occhi.
«Mi dispiace non volevo lasciarti da sola. Non volevo davvero!» la supplicò Nathan. «Sai non mi interessa se hai preferito passare il pomeriggio con la tua ex o qualunque cosa sia! La cosa che mi da più fastidio è che io sia stata ad aspettarti e che ora soffra per questo! Non ti conosco! Non so chi sei! Io non po..»
Nathan la afferrò per le spalle e la baciò. Bella chiuse gli occhi e quel momento  sembrava non finire mai. Nathan si staccò e le accarezzò la guancia per asciugarle una lacrima ribelle, che si fuse con le gocce della pioggia.
«Non devi mai piangere! Soprattutto non voglio che tu pianga per me. Mai! Mi dispiace! E se me ne darai l’occasione ti spiegherò tutto.» il tono dolce della sua voce entrò dentro Bella, lasciandola affascinata. Senza dubbio sapeva come far star zitta una ragazza.
 
«Andiamo nel mio appartamento! Siamo fradici!» rispose Bella, cambiando velocemente discorso.
Salirono in macchina. Il viaggio fu il più imbarazzante di tutta la sua vita, poi si vece coraggio e disse «Okay, ho capito. Mi dispiace di aver reagito così male. Le stavi solo parlando dopotutto. Volevi solo chiarirle che era davvero finita. Sono una stupida.»
«Non sei stupida, chiunque al tuo posto avrebbe reagito così!» La rassicurò Nathan. Poi le sorrise.
Davanti a quel sorriso disarmante, Bella non poté far altro che sorridergli di rimando, sentendosi sciogliere.
«Siamo arrivati, corri ed asciugati altrimenti ti ammalerai!» le disse Nathan.
«Sei fradicio! Ti ammalerai anche tu! Sali dai!»
«No Bella, davvero non mi sembra il caso, è solo il primo appuntamento e ho già mandato tutto all’aria, non vorrei peggiorare le cose con qualche istinto irrefrenabile.» la sua voce rimarcò le ultime due parole ammiccando.
«Nathan devi cambiarti ed asciugarti, non dobbiamo girare un film porno!» Isabella scoppiò a ridere.
Scese dalla macchina e lo aspettò nell’atrio dello stabile giallo. Nathan parcheggiò e chiuse la sua macchina e con ancora il sorriso sulle labbra, si avvicino a Bella cingendola per la vita.

 
«Tom dove mi stai portando? Non vedo niente con questa benda sugli occhi!» strillò Chanel scocciata.
«Ancora un attimo di pazienza, ci siamo quasi!» rispose Tom. Fermò la macchina, scese  e prendendo un ombrello coprì Chanel che era pronta a scendere dalla macchina. «Spero solo che ti piaccia il fresco Chanel!» rise Tom.
«In che senso?» rispose la ragazza. Entrarono dentro ad un edificio.
«Guarda tu stessa!» e tolse la benda. Gli occhi di Chanel si schiusero.
Davanti a lei una distesa di ghiaccio bianco ed in mezzo alla pista uno sgabello ed una chitarra.
«L’ho presa solo per noi» sorrise Tom.
Chanel non poteva credere ai suoi occhi. Si voltò verso Tom e lo abbracciò.
«Bhè mi aspettavo un po’ di più ma come ringraziamento, per il momento è sufficiente» ammiccò.
Chanel gli diede un pugno leggero sullo stomaco, afferrò i pattini verdi a bordo pista e si lanciò nella distesa bianca.
«Avanti signor Parker!»
«Cos’è una sfida?» si mise i pattini blu e la raggiunse.
Quello che venne dopo fu un susseguirsi di cadute, risate e abbracci.
«Vieni qui, vorrei farti sentire una cosa» Tom era serio.
«Certo!» Chanel si avvicinò.
 Tom prese con se la chitarra, si sedette sullo sgabello facendo ben attenzione a non scivolare e iniziò a suonare una melodia meravigliosa. Chanel rimase estasiata. Poi Tom iniziò a cantare. Wonderwall degli Oasis. La voce un po’ roca di Tom le percuoteva l’animo, lasciandola in uno stato di benessere. Rimase estasiata.  
«Ti è piaciuta?» le chiese.
«Io non ho parole Tom! Hai una voce fantastica!» rispose.
«Sai avevo letto l’altro ieri che stanno organizzando un casting per creare un nuovo gruppo! Ci sarà Jayne Collins in persona! Mi sarebbe piaciuto poter partecipare!»
«Tom tu DEVI partecipare! Hai un talento innato! Hai una voce meravigliosa! Ti prego iscriviti!»
«Ci penserò su!» le rispose.
«Oh no mio caro! Domani ti accompagnerò alle audizioni di persona!» gli fece l’occhiolino.
Le labbra di Tom dischiusero un sorriso e Chanel non poté resistere.

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Capitolo 6
*** You say angels from the sky don’t walk the earth; ***


 
You say angels from the sky don’t walk the earth

«Oh santo cielo Nathan! Esci o no da quella doccia?»
«Puoi sempre venire e tirarmi fuori con la forza!» le rispose.
«Ne abbiamo già parlato Nath!» Bella scoppiò a ridere. Si girò per andare nella sua stanza quando dal bagno uscì Nathan.
L’unica cosa che lo copriva era un asciugamano azzurro che andava dalla vita al ginocchio. I suoi capelli gocciolavano sul petto nudo e con un altro asciugamano cercava di asciugarsi i ricci ribelli. Bella rimase lì a bocca aperta.
«Credo che andrò a prendere i tuoi vestiti nell’asciugatrice!» si affrettò a dire.
«Non preoccuparti, me li prendo da solo! Vatti ad asciugare piuttosto!» il tono della voce era premuroso.
«Okay» rispose Bella ancora estasiata per la visione angelica. 
Bella uscì dalla doccia, si asciugò e si mise addosso una canottiera e dei pantaloncini corti. Uscì dal bagno con i capelli gocciolanti.
Nathan era seduto sul divano ed aveva acceso la stufa. «Io sono perfettamente asciutto!» disse con entusiasmo.
«Lo vedo!» sorrise Bella.
«Vieni qui!» Bella si sedette accanto a Nathan che le mise il braccio intorno alle spalle, stringendola a sé.
«Sembra una scena di un film Nath» sorrise.
«Sì è vero! Chi l’avrebbe detto che la mia vita sarebbe cambiata con soli 2 giorni?» ora la stava guardando negli occhi.
«Ecco, a proposito..» continuò Bella. «Io rimarrò qui solo una settimana. Come ti avevo già detto, sono qui in vacanza con una mia amica. Poi riprenderemo l’università e noi non..Bhè Nathan noi..»
«Mancano ancora un sacco di giorni. Ci verrà in mente qualcosa.» la interruppe il ragazzo chiaramente turbato.
La strinse più forte e fissando la stufa davanti a loro, che emanava calore, si addormentarono abbracciati sul divano. 


«Grazie per avermi riaccompagnata a casa Tom! Vuoi salire a bere qualcosa?»
«Oh no non ti preoccupare, preferisco andarmene a letto! Ti chiamo domani così decidiamo quando mi accompagnerai al casting!» disse Tom sorridendo.
«Casting? Oh mio Dio quindi ci andrai!»urlò la ragazza.
«Certo, ora vai che è tardi!»
«Notte Tom!»
«Notte Chanel!» e mimando un bacio con la mano, la ragazza si allontanò.
Chanel era in piedi davanti alla porta alla disperata ricerca delle chiavi. Le infilò nella serratura ed aprì la porta. Ora lo stupore era dipinto sul suo volto. Sul divano uno sopra l’altra, dormivano beatamente abbracciati Bella e Nathan. Chanel sorrise, spense la luce e si diresse nella sua camera da letto.
 
Era già mattina ed un silenzio faceva da sovrano. In sottofondo solo rumori di pentole che sbattevano. Uno spiffero d’aria trapelò dalla finestra semiaperta nel salotto, svegliando Bella. Aprì confusamente gli occhi, e subito si accorse che mancava qualcosa. O meglio, mancava qualcuno. Si alzò dal divano, e inciampando si aggrappò alla spalliera posteriore, che era esattamente di fronte alla cucina. E poi lo vide. In quel momento Bella si soffermò sulla dolce curva del collo di Nathan, che creava fondendosi con la spalla. Chiuse gli occhi e prese un'enorme respiro. Il suo profumo invase le sue narici, fino a riempirle i polmoni. Nathan sembrava non essersi accorto della sua presenza. Bella si voltò per prendere le scarpe e mentre si stava sedendo sul divano, sentì una forza afferrarle il polso e portarla a sé. Nathan la abbracciò e le posò la testa sulla spalla. Bella trasalì, spaventata dall'inaspettato gesto.
«Spero di non averti svegliata» le disse dolcemente il ragazzo.  
«Tu…no..cioè non mi hai svegliata!» balbettò imbarazzata la ragazza.
«Ah menomale!» sorrise di rimando Nathan staccandosi dalla ragazza. «Ho preparato la colazione, ma devo scappare!» abbassò lo sguardo «sai la scuola e tutte quelle cose!» continuò.
Le diede un bacio tanto velocemente che Bella non ebbe neanche il tempo di arrossire che il ragazzo era uscito dalla porta. 
Bella rimase lì, a fissare la porta e stringendosi in un abbraccio automatico, ripensando al ragazzo che vi era appena uscito.  Si diresse verso il tavolo di quella stanza che lei avrebbe definito topaia e si sedette. Il suo sguardo era perso nel vuoto, ma un grande sorriso le era spuntato in viso. La tavola era imbandita con ogni sorta di prelibatezza : succo d’arancia, porridge, cereali, frittelle bruciacchiate e cioccolata. Entusiasta prese una frittella e mentre stava per addentarla, una mano lesta gliela sfilò dalla forchetta. Una risata inconfondibile non tardò ad arrivare.
«Chanel quella era la mia frittella»  disse con voce decisa Bella.
«Ne hai cucinate almeno venti, cosa vuoi che cambi se ne ho presa una!»
«Non le ho cucinate io» sorrise.
«E chi sennò?» chiese curiosa Chanel.
«Ecco, siccome ieri, bhè il nostro appuntamento non era andato proprio benissimo per colpa della sua ex…così…ehm ci siamo baciati ed eravamo zuppi e poi..»
«Voi vi siete cooosa? E comunque fai proprio schifo quando racconti le storie, sai?» scoppiò a ridere l’amica.
«E’ solo che non è semplice da raccontare ecco!» «Magari a stomaco pieno ci riuscirai»
«Nathan comunque cucina bene!» continuò Chanel azzannando un altro pezzo di frittella.
Le due ragazze si guardarono e scoppiarono a ridere. 
«Con Tom come è andata?» chiese impaziente Bella.
«Oh benissimo! Mi ha portata in una pista da pattinaggio solo nostra, mi ha cantato una canzone e ci siamo baciati» - i suoi occhi brillavano.
«Oh mio Dio ti ha cantato una canzone?»
«Sìììì!» rispose sognante.
«Sai ha una voce sorprendente, e mi ha parlato di una specie di casting per creare una nuova band! L’ho anche convinto a partecipare!» continuò Chanel.
«Un casting? Magari potrei convincere Nath a partecipare!» rispose Bella alzandosi e dirigendosi verso la camera.  
«Magari li prendono entrambi!» ironizzò Chanel.
«Ti immagini? Sarebbe una vera figata!» urlò Bella dall’altra stanza.
«Come mai non esci con Tom?» chiese Bella, appena tornata.
«Lavora! E come mai non esci con Nathan?» chiese ironizzando la mora.
«Scuola..» sussurrò Bella.
«Scuola? Bella ma quanti anni ha?» chiese spalancando gli occhi in cerca di una risposta.
«Ehi calma! College!»
«Ahhh!» si rassicurò la ragazza.
«Non abbiamo bisogno di loro! Usciamo un po’ noi due! E poi oggi pomeriggio li accompagniamo alle audizioni!» propose la bionda.
«Ma intendi informare Nathan del fatto che vi parteciperà?»
«Oh hai ragione!» Si affrettò subito a cercare il suo telefono e a mandargli un semplice messaggio con scritto “chiamami!” Bella aspettò sia una risposta - che non arrivava – sia la sua amica che era andata a vestirsi e che, come al solito ci impiegava una vita.

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Capitolo 7
*** She's my weakness; ***


She's my weakness;

«No ma ce l’hai fatta insomma!» disse stizzita Bella. Chanel si limitò a schioccarle un’occhiataccia.
Uscirono chiudendosi la porta alle spalle. 
I corridoi della scuola non erano mai stati così affollati. Nathan veniva spintonato a destra e a manca.
«Ma che diamine!» urlò stizzito il ragazzo reagendo ad una gomitata nello stomaco. «Dannato Talent Show della scuola!» continuò.
Si diresse verso il suo armadietto e prese la chiave per poterlo aprire. Appena lo sportello di metallo si aprì, cadde un volantino. Nathan si fermò a scrutarlo dall’alto e poi con un gesto atletico lo afferrò da terra. «Ehi Nathan! Dove eri finito ti stavo cercano ovunque!» disse una ragazza bionda che ora, stava in piedi di fronte a lui.
«Ehi, ehm ciao..» lasciò in sospeso la frase.
«Brittany!» completò lei.
«Certo Brittany!» sorrise nervosamente lui.
«Avevi detto che mi avresti richiamata, ma è passato quasi un mese ormai!»
Ora Nathan era davvero nella merda.
«Giusto..ecco vedi, ho avuto alcuni problemi e..» -tutte le scuse che gli venivano in mente non erano abbastanza plausibili. «davvero mi dispiace Britney!»
«Brittany.» lo corresse lei spazientita.
«Sì giusto!» rise nervosamente. «Ecco, ehm devo andare! E’ stato un piacere Bridget!»  gridò Nathan allontanandosi.
«Mi chiamo Brittanyyyyyy!» urlò la bionda. 
Nathan ridendo tra sé e sé, imboccò l’uscita secondaria della scuola ed istintivamente si sfilò dalla tasca il cellulare. C’era un messaggio di Isabella. Appena lesse il messaggio – di poche parole- la chiamò. Il cellulare squillava e Nathan aspettava con ansia una risposta dall’altro capo.
«Pronto? Nathan?»
«Ehi sì sono io! Ho letto solo ora il messaggio scusami! E’ successo qualcosa di grave?»
«Oh nono! Tranquillo!» lo rassicurò. «Ecco vedi, Chanel mi ha parlato di un casting per creare una nuova band..e ti prego partecipa! Hai una voce meravigliosa! E poi non sarai da solo, ti accompagnerò io! E pensa perfino Tom  ci va!» lo supplicò la ragazza.
Nathan rimase alcuni secondi in silenzio.
«Io non posso!» si limitò a dire.
«Come non puoi?»
«Oggi ho il talent show a scuola! Non farei in tempo!»
«Nathan James Sykes che tu voglia o no parteciperai.»
«Bella davvero io non..»
«A che ora hai la tua esibizione?» lo interruppe fremendo.
«Alle 4 più o meno!» rispose Nathan.
«Allora mi avvio subito così ti vengo a vedere e dopo la tua esibizione ti trascinerò a forza ai provini!» Bella schioccò un bacio e riattaccò in faccia la ragazzo prima che potesse dirgliene di tutti i colori.
‘’Fantastico non bastava mia madre a vedermi!’’ pensò il ragazzo.


«Che cosa ha detto Nathan?» domandò Chanel bevendo il suo frappuccino appena preso.
«Prima di no, poi mi ha detto che fra poco si esibisce al Talent Show della sua scuola!»  
«E’ incredibile come riesci a far cambiare idea alle persone!» disse sconcertata Chanel.
«Bhè, non gli ho fatto proprio cambiare idea! Diciamo che gli ho riattaccato prima che rispondesse!» scoppiò a ridere.
Chanel sorrise e prese la sua amica sottobraccio cercando disperatamente un taxi. Isabella alzò un braccio in segno di richiamo verso un taxi giallo che le stava passando davanti, che appena la vide inchiodò. Soddisfatta la ragazza si voltò verso la sua amica esclamando «Era una vita che volevo farlo!». Le due entrarono nella vettura che appena conosciuta la destinazione sfrecciò verso di essa.
«Dici che si arrabbierà quando mi vedrà? Non era tanto contento del fatto che lo andavo a vedere! Credo che i qualche modo si vergogni di me» il tono di Bella era chiaramente frustrato.
«Ehi dai non dire sciocchezze! Era solo imbarazzato!» Le parole di Chanel riuscivano sempre a rassicurare l’amica che con un grande sospiro, appoggiò la testa al finestrino. All’improvviso una musica quasi assordante le fece urtare la testa contro il vetro. Il cellulare di Chanel stava squillando.
«Ma cambia suoneria a quel coso cazzo!» Chanel facendo finta di non aver sentito Bella, rispose al cellulare.
«Pronto Tom?»
«Ciao! Volevo chiederti..ehm a che ora passo a prenderti?»
«Capiti proprio a fagiolo! Ecco è una storia lunga ma ti basti sapere che io ti aspetto al college di Nathan! Poi ti spiego!»
«Ehm okay!» e riattaccarono insieme.


“Nathan ti proibisco di essere nervoso. Lo hai fatto milioni di volte da piccolo! Cosa vuoi che cambi? Sì magari non c’era lei che ti guardava, ma ti ha già sentito cantare una volta no?” si ripeteva il ragazzo facendo su e giù per il corridoio della scuola.
Si sistemò il cappello nero e si allacciò la felpa rossa.
«Nathan tra poco tocca a te!»
«Grazie amico! Felice di saperlo.»
«Non usare questo tono sarcastico, è una cosa normale per te ormai!»
«Sì hai ragione Stefan! Grazie.»
«Di niente Nath!» Nathan corse dietro al palco e aprì un po’ la tenda per vedere quanta e quale gente ci fosse. Per ora vedeva solo sua madre. Chiuse la tenda, prese un grosso respiro e si sedette aspettando il suo turno. 
«Signori e Signore è un piacere continuare con le nostre esibizioni. Canterà accompagnandosi al pianoforte Nathan Sykes!» urlò la ragazza che presentava.
Nathan si alzò dalla sedia e si diresse verso il palco allestito rovinosamente in fretta. Era spoglio e al centro c’era solo un pianoforte ed uno sgabello.
Nel momento in cui si stava sedendo davanti al pianoforte, Bella e Chanel entrarono. Nathan le sorrise e lei mentre si faceva spazio per avanzare, gli sorrise di rimando. Le mani di Nathan sfioravano delicatamente i tasti del pianoforte e la sua voce iniziò a cantare Broken Strings. Il suo sguardo era sempre rivolto a Bella.
Ogni singola parola che pronunciava era un tonfo al cuore della ragazza.

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Capitolo 8
*** Believe in your dreams; ***


Believe in  your dreams;

«Chanel , mi sto sentendo male! Sto per scoppiare a piangere giuro!» confessò Isabella alla sua amica lì accanto.
«Non fargli vedere che piangi o magari pensa che non ti è piaciuta la canzone!»
Bella chiuse la conversazione con un’ “idiota” detto affettuosamente. Poi le diede un colpettino per segnalare che Tom era arrivato.
«Vai non ti preoccupare!»
«Grazie Bella!»
Nathan lanciò un ultimo sguardo ad Isabella con gli occhi ormai gonfi e fece l’inchino.
Bella lo raggiunse dietro al palco e appena lo vide gli saltò addosso abbracciandolo.
«Sei stato fantastico!»
«Credevo non ti fosse piaciuta!»
«Stai zitto scemo!» e lo baciò.
«Nathan tesoro sei stato meraviglio..» la voce della donna si bloccò.
Nathan sgranò gli occhi e si staccò immediatamente.
«Mamma!» urlò sconcertato.
«Magari torno dopo eh..» balbettò la donna chiaramente imbarazzata.
Ma quella più  imbarazzata in quel momento era Bella che era sbiancata all’istante.
«Mamma lei è Isabella..la mia erm..amica italiana! E Bella lei è mia madre Karen!» disse completamente paonazzo.
«Piacere signora» Bella tese debolmente la mano.
«Piacere cara!»
«Nathan io vado a casa, torna quando ti è più comodo tesoro!» continuò la donna che subito tolse il disturbo.  
«Che gran figura di merda!» esclamò Bella scoppiando a ridere sulla spalla di Nathan che le accarezzò la testa scoppiando, anche lui, in una fragorosa risata.
«Ma questo non mi impedirà di trascinarti a forza dove tu ben sai dobbiamo andare!»
«Bella ma davvero, non è il caso!» Bella gli lanciò uno sguardo a dir poco cattivo che convinse una volta per tutte il ragazzo a partecipare.
«Okay hai vinto! Andiamo!» Persa ormai ogni speranza, Nathan prese la mano della ragazza alla ricerca di Chanel e Tom.

Una volta trovati si diressero al parcheggio della scuola. La macchina di Tom era parcheggiata praticamente quasi dentro l’entrata della scuola. I tre si guardarono sconcertati mentre Tom si apprestava ad aprire la sua macchina rossa. Nathan e Bella si sedettero dietro, mentre Tom al posto di guida e Chanel era seduta accanto a lui.
«Dove sarebbe di preciso questo casting?» chiese Tom impegnato al volante.
«Tieni!» rispose Chanel porgendogli un volantino. Tom lesse l’indirizzo e con un cenno di assenso fece una brusca curva a sinistra. Bella andò sopra a Nathan che non emise neanche un suono. Era chiaramente preoccupato.
«Ehi Nath, che c’è?» chiese la ragazza fissandolo.
«Nulla solo un po’ d’ansia, sai è una cosa importante questa.» Bella mimò un “lo so” con le labbra e gli si strinse contro.  Tom frenò di botto.
«Siamo arrivati. E’ qui!» esordì.
Una folla infinita entrava ed usciva dall’edificio. I quattro parcheggiarono e scesero dalla macchina. Si avvicinarono all’entrata e con trepidazione si diressero verso il banco iscrizioni.
«Salve!» gridò Tom in mezzo al baccano delle voci dei vari concorrenti.
«Salve! Siete qui per iscrivervi immagino! Siete fortunati fra poco chiudiamo le iscrizioni!»rispose educatamente la donna.
«Siete in quattro giusto?» continuò.
«No siamo due! Loro ci accompagnano!» rispose Nathan indicando Chanel e Bella.
«Eccovi i moduli, i numeri e buona fortuna!»
«Grazie!» risposero in coro i due ragazzi.
Tom attaccò con le spillette il numero a Nathan e Nathan fece la stessa cosa. Compilarono frettolosamente i moduli. Erano pronti.
 


La parola d’ordine era chiara. ANSIA.  I ragazzi erano entrati già da un quarto d’ora e Bella e Chanel non facevano altro che camminare su e giù nervosamente. Non avevano idea di quando i ragazzi si sarebbero esibiti e di conseguenza l’unica cosa che potevano fare era stare in ansia. Le ragazze ormai stanche, si sedettero su una panchina di plastica situata al lato del banco iscrizioni.
«Credi che abbiano fatto?» chiese nervosamente Chanel alla sua amica.
«Non lo so Chan, non ne ho la più pallida idea!» si fermò. «Credo che se si fossero già esibiti, sarebbero già usciti no?» continuò.  
«Credo tu abbia ragione..» ma non fece neanche in tempo a finire la frase che Tom uscì dallo stretto corridoio che portava alle audizioni.
Chanel si alzò di scatto andando in contro al ragazzo super contento.
«Allora come è andata?» chiese freneticamente Chanel.
«Uhm, bhè..direi..BENISSIMO!» rispose Tom con il sorriso ancora sulle labbra.
Bella si alzò e si avvicinò anche lei al ragazzo.
«Tom sai se per caso anche Nathan si è esibito?»
«Doveva farlo dopo di me quindi credo che stia a momenti!»
«Oh grazie al cielo, non ne posso più di stare in ansia!» disse la ragazza mentre riprendeva nervosamente a fare su e giù.
«Tom dai raccontami tuuuutto!» Continuò Chanel.
«Sono passato alla prossima fase, che però si svolgerà tra qualche mese! Non vedo l’ora» disse stringendo a sé la ragazza e baciandola per la felicità.
               
Bella continuava a camminare. Non si era mai fermata da quando Nathan era entrato in quel corridoio. Si sentì dolcemente afferrare per il polso e si voltò di scatto. Un sorriso a 32 denti le si parò davanti.
«Nathan sei uscito finalmente!» lo abbracciò. «Come è andata?» chiese la ragazza con la testa ancora appoggiata alla spalla del ragazzo.
«Bene grazie, o almeno credo.» rispose il ragazzo staccandola e guardandola negli occhi.
«Come credi?!»
«Tranquilla sono passato alla prossima fase» le sorrise e la abbracciò di nuovo.  
«Dovremmo festeggiare ragazzi!» si intromise Tom.
«Mi dispiace ma non stasera! Ho scuola domani!» la faccia di Nathan era fra il deluso e l’amareggiato.
«Dai facciamo domani allora!» rispose Chanel. «Bene, andiamo ragazze, vi riportiamo a casa!»

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Capitolo 9
*** The pain you caused, has left me dead inside, i'm gonna make sure you regret that night; ***


The pain you caused, has left me dead inside, i'm gonna make sure you regret that night;

Un’aria gelida mosse la tenda azzurrastra al lato della finestra. Il piede di Bella, scivolato fuori dalle coperte sfiorò il pavimento provocando nella ragazza un brivido che la svegliò. L’unica cosa che notava era un gran mal di testa. Guardò la sveglia. 12:10 .Si alzò confusamente e si diresse verso la camera dell’amica. «Chanel svegliati è ora di pranzo!» rise. Chanel si girò, schiuse  un occhio poi l’altro e mise a fuoco l’amica. Sbadigliò e si alzò.
«Buongiorno cara!» esclamò.
«Giorno!» rispose l’amica.
«Facciamo direttamente pranzo fuori?» continuò.
«Sì bella idea, mi vesto e arrivo!»
Bella  uscì dalla stanza dell’amica e si diresse nella sua. Prese degli shorts e una canotta e se li mise. Poi notò il telefono sopra al comodino e lo accese. 1 chiamata senza risposta.
‘’Sarà Nathan che si è preoccupato, dopotutto non l’ho ancora chiamato!’’ pensò. Aprì il messaggio.
«Una chiamata persa da : Mamma.» disse con fermezza.
‘’Nathan non mi ha chiamata. Perché? Lo fa sempre’’.  Bella richiamò la madre. Numero occupato. Chiuse la chiamata e compose il numero di Nathan.  Premette la cornetta verde. Dopo qualche squillo si attaccò la segreteria. ‘’Starà ancora a scuola probabilmente..’’ Si mise il telefono in tasca e andò da Chanel. 

«Hey babe, sei pronta?»
«Certo Bella!» rispose l’amica chiudendosi la porta dietro.
«Ti dispiace se Tom pranza con noi? Sai voleva stare un po’ con me dato che domani partiamo..»
«Hey sai? Esci pure con lui, così Nathan viene a casa e stiamo insieme dato che come hai detto tu, domani dopo pranzo partiamo!» le rispose Bella fingendo un sorriso di felicità. «Sei la migliore del mondo!» disse Chanel buttando le braccia al collo dell’amica.
Non appena Chanel si staccò, prese la orsa ed uscì. Bella si sfilò dalla tasca il telefono e richiamò Nathan.
«Pronto Bella?»
«Hey Nate, finalmente! Ti ho chiamato anche prima..»
«Sì ho visto.» la interruppe Nathan.
«E allora perché non mi hai richiamata?»
«Ehi Nathan passala a me, voglio parlarci io!» si intromise una voce familiare.  
«Nathan c’è Katie lì con te?!»il tono di Bella era davvero sconvolto.
«Ecco, Isabel vedi..»
«Isabel? Non mi hai mai chiamata con il mio nome intero!»
«Devo parlarti..c’è qualcosa che dovresti sapere e che non voglio dirti al telefono.» sussurrò Nathan.
«Sai, non voglio proprio saperlo! Immagino già! Spero che ti sia divertito a scoparti quella zoccola! Complimenti hai distrutto l’unica cosa bella che c’era nella mia vita!»
«No aspetta..io» - ma Bella riattaccò lasciando la frase di Nathan a metà. Non fece in tempo nemmeno a posare il telefono che scoppiò a piangere.
 

«Oh merda! Ha visto cosa è successo? Dovevi stare zitta!»
«Hey Nath calmati, è lei che è saltata a conclusioni affrettate ma io non ho fatto proprio nulla! Doveva pensarci prima di tradirti!» disse sghignazzando Katie.
«Sai bene che ti te non mi fido, è per questo che l’ho chiamata, volevo sentire cosa mi avrebbe detto! E poi di preciso, dov’è che l’hai vista con quel ragazzo?» chiese il ragazzo. «Bhè..ehm.. l’ho vista, l’ho vista al The Ministry Of Sound, sì!» rispose mentendo Katie.
«Ma sei sicura che fosse lei? Credevo ci fosse qualcosa tra me e Bella..»
«Ma a quanto pare lei ti ha preso solo in giro..dopotutto domani parte, cosa diamine gliene frega di te? Non ti rivedrà più! Sei stato un adorabile passatempo per lei!» lo completò la rossa.
Nathan roteò gli occhi verso il basso abbassando la testa.
«Hey ci sono io qui, non devi star male per lei tesoro.» disse dolcemente Katie accarezzando i capelli del ragazzo.
«Ti prego vai, voglio stare da solo!»
«Okay, ma se hai bisogno, chiamami, sono sicura che il mio numero lo hai ancora!» gli schioccò un occhiolino uscendo dalla porta.
Nathan si prese la testa tra le mani, una lacrima gli rigò il volto.
‘’Il dolore che hai causato mi ha lasciato morto dentro, sono sicuro che rimpiangerai quella notte. Devo imparare a dire addio.’’  Pensò.
Quella frase continuava a tornargli in mente.
Prese un foglio e una penna, iniziò a scriverla, calcando così tanto da inciderla quasi sul tavolo.
Si alzò e si distese sul divano di casa sua e si addormentò stringendo i pugni. 
 
Bella continuava a piangere ininterrottamente. Gli occhi le facevano male e persino il respiro si era fatto affannato per i troppi singhiozzi.
‘’Devo calmarmi. La devo smettere.’’ Un ultimo singhiozzo ruppe il silenzio della casa vuota. Bella piangendo, prese il suo i-pod, si mise le cuffie alzando al massimo il volume e si mise sul divano. 
«Bella, sono a casa! Sapessi quanto mi sono divertita tesoro!» disse entrando Chanel.  
«Fai finta di non sentirmi o cosa?» Chanel si avvicinò poggiando la mano sulla spalla dell’amica. Bella si voltò col trucco ormai arrivato agli zigomi.
«Cos’è successo?» chiese la mora preoccupata.
«Nathan è tornato con Katie.» si limitò a dire la ragazza prima di abbracciare l’amica.
«Oddio, ma che dici? Mi dispiace tantissimo, davvero!» Chanel strinse a sé l’amica.
«Sai che ti dico? Non me ne frega niente, domani ce ne andiamo e mi lascerò tutto alle spalle! Non è giusto che io stia così per una persona del genere!» disse Bella singhiozzando e sollevando la testa dalla spalla di Chanel, asciugandosi le lacrime.
«Così ti voglio! Andiamo a preparare le valige così stasera usciamo un po’ e ti divaghi! Ti va?» chiese speranzosa.
«Sì meglio va!» rispose alzandosi dal divano e dirigendosi verso la camera.  
Prese la grossa valigia e l’aprì. Iniziò a ripiegare i suoi vestiti, lasciando un piccolo spazio per le scarpe. Il risultato fu disastroso.
Aveva comprato talmente tante cose, che la valigia quasi non si chiudeva.
«Ehi Chan, come va con la tua valigia? La mia non si chiude!»
«Ehm, diciamo che la mia si chiude per miracolo!» rispose la ragazza andando nella stanza della sua amica.
«Proviamo così, io mi metto sulla valigia e tu la chiudi!» suggerì Bella ridendo.
«E’ bello vederti finalmente ridere!» disse Chanel chiudendo frettolosamente la cerniera della valigia. 
L’espressione di Bella cambiò velocemente.
«Dio scusa, nono volevo fartelo ricordare..» si giustificò Chanel fissando l’amica.
«Non preoccuparti..» balbettò di risposta la ragazza.
«Che ne dici se usciamo a comprarci un vestito per stasera?» continuò trattenendo a stento le lacrime.
«Ne sei sicura? Se vuoi possiamo rimane..»  «Sicurissima.»  la interruppe freddamente.
«Su muoviamoci! Altrimenti chiudono i negozi!» continuò facendo finta di nulla.
Le ragazze presero le borse ed uscirono di casa.

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Capitolo 10
*** You said, you said that you would die for me; ***


You said, you said that you would die for me


Nathan aprì gli occhi. Si alzò dal divano, credendo che il dolore che provava non fosse più presente, ma non era così.
La mancanza della ragazza che con una settimana aveva cambiato la sua vita c’era ancora, ma era proprio quella ragazza ora, a non essere presente, se ne stava per andare e lui cosa aveva fatto per riaverla? NIENTE. Prese il telefono e chiamò Bella.

«Mio Dio guarda che vestito favoloso!» disse Bella fissando un vestito a fascia bianco e nero.  
«Hai ragione è stupendo!» annuì la ragazza.
«Bella il tuo telefono sta suonando o sbaglio?» continuò.
«Hai ragione!» esclamò estraendolo dalla borsa.  "Nathan chiama."
«Chi è?» si intromise l’amica. Bella si limitò e voltare il display del telefono verso Chanel.
«Rispondi! Fatti spiegare almeno!» la incitò.
«No, non voglio sapere. Fa male. Fa davvero male.» La chiamata cessò. «Visto si è arreso anche lui!»
«Sai che sbagli vero?» la bacchettò Chanel.
«Forse. Mi ha appena mandato un messaggio.»
«E cosa dice?»
«Che vuole incontrarmi per chiarire ciò che è successo. Stasera a quel locale a cui eravamo andate, il Ministry.»
«E tu ci andrai. DEVI andarci.» rispose l’amica.
«No, non voglio.» «Ma io sì, rispondigli che ci andrai! E nel caso fa il coglione, lo faccio picchiare da Tom!» le schioccò un occhiolino.
«E va bene!» Iniziò a scrivere il messaggio. Per quanto si sentiva ferita, non riusciva a nascondere la gioia che provava nell’incontrare Nathan per l’ultima volta.  
«Entriamo, voglio comprarmi quel vestito!» esordì la bionda.
«Così lo stendi da sola senza l’aiuto di Parker!» disse Chanel ridacchiando. Bella le lanciò uno sguardo d’intesa e entrò nel negozio.


‘’Okay. Ha accettato. Cosa diavolo faccio ora? Come le spiego che tra me e Katie non c’è niente? Ma piuttosto come faccio a dirle che so, che è stata con un altro ragazzo?’’  si ripeteva Nathan facendo su e giù per la casa. Prese il telefono e chiamò la madre.
«Hey mamma, stasera non ci sono, esco con degli amici!» Le mani gli tremavano.
«Okay grazie, ti voglio bene!» e terminò la chiamata.
‘’Bene Sykes,  andiamo a vedere cosa ti metterai stasera’’ concluse ridendo.
Prese dall’armadio una t-shirt a righe e la mise sul letto. Prese un paio di pantaloni marroni e li mise accanto alla maglia. Si sfilò i jeans che indossava e si infilò quelli marroni. Si mise la maglia e si avvicinò allo specchio. Si mise le mani nei capelli cercando di sistemarli e lisciò il ciuffo. Ora era pronto.  Scese in salotto e si mise seduto sul divano, cercando di ingannare l’attesa. Appoggiato sotto alla lampada sul mobile accanto al divano, trovò il foglietto che aveva scritto poche ore prima. Rilesse quelle poche righe. Prese una penna e cominciò a scrivere.


«Uscirai mai da quel bagno? Sono ore che sei là! Devo prepararmi anche io!» urlò Chanel dal divano.
Bella uscì barcollando sui tacchi, con il vestito a fascia perfettamente aderente.
«Tra quanto arriva Tom?» chiese.
«Wow sei bellissima! Comunque dovrebbe arrivare tra poco!» le rispose Chanel mentre si dirigeva verso il bagno.
«Bene allora!» Il telefono della camera squillò.
«Chan, Tom è arrivato, sta salendo!»
«Okay arrivo!» urlò la ragazza dal bagno. Bella si avvicinò alla porta aprendola.
«Ciao Tom!»
«Hey Bella, wow sei davvero stupenda!» disse imbarazzato il ragazzo.
«Ah non credo proprio, appena vedrai Chanel muori allora! Dai tesoro, vieni fuori!» rise.
Chanel si avvicinò alla porta lasciando Tom senza fiato. I lunghi capelli neri le ricadevano sulle spalle, facendo da perfetto contrasto con il vestito viola che indossava.
«Chanel, sei, sei stupenda!» balbettò.
«Grazie» rispose timida prendendo sottobraccio il ragazzo.
«Su andiamo è già tardi!» si intromise Bella. I tre si avviarono alla macchina.

 
Posò la penna ed il foglietto, scese le scale che davano sul giardino e si diresse verso la macchina. Era fortunato. Il Ministry Of Sound non era molto distante da casa sua e dopo poche curve arrivò. Parcheggiò la macchina accanto all’entrata. Era nervoso, chiaramente nervoso. Quella ragazza aveva cambiato la sua vita, e per quanto fosse stato male, sapeva che doveva parlarle.
‘’Okay, sei davanti all’entrata. Tra poco si sistemerà tutto vedrai. Sarà facile.’’
Nathan cercava di confortarsi con dei pensieri positivi. Senza neanche accorgersene, ora era in piedi davanti all’enorme buttafuori che con la mano faceva segno di passare. Le gambe gli tremavano, ma non per la stazza di quell’omone, a dire il vero, neanche Nathan sapeva bene perché. Forse era a causa del miscugli di emozioni. Ogni volta che pensava a Bella sentiva solo farfalle nello stomaco e il cuore battere più forte e veloce. Aveva così tante cosa da dirle, ma sapeva che quando sarebbe stato il momento, non avrebbe resistito e l’avrebbe baciata. Gli mancava il sapore delle labbra della ragazza sulle sue, il calore delle sue mani e delle sue carezze, i suoi occhi e tutto ciò che lei era. Si avvicinò ad una poltrona vuota, mettendosi seduto. Non poteva far altro che aspettare, torturandosi le mani. 

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Capitolo 11
*** All that counts is you and now, my universe will never be the same, I'm glad you came; ***


All that counts is you and now, my universe will never be the same, I'm glad you came;


«Ma vi volete muovere?» urlò Tom che ormai era arrivato davanti all’entrata.
«Invece di lamentarti, potresti darci una mano non credi?» rispose Chanel mentre barcollava sui tacchi insieme all’amica.
«Sembrate una coppia di sposini!» li derise Bella, scoppiando in una risatina nervosa. «Voi intanto entrate, io arrivo fra poco!» continuò.
«Ne sei sicura?» chiese Chanel.
Bella annuì con la testa mentre cautamente si dirigeva verso il muretto che circondava l’entrata, mettendosi seduta. Non riusciva ne a pensare ne ad agire. Ora che lucidamente ci pensava, lei era davvero ferita e non voleva vederlo, non dopo quello che gli aveva fatto. Era combattuta fra due parti contenute in un solo corpo. Una le diceva ‘’Cosa aspetti? Corri! Quando ti ricapita un ragazzo come lui?’’ mentre l’altra si limitava a piangere, ferita nell’orgoglio e nel cuore. Doveva prendere una decisione. Quale delle due avrebbe vinto? Decise di entrare. Mostrò il pass comprato al buttafuori che la fece entrare. Scostò la tenta rossa che dava sull’entrata del locale. Il suo sguardo perlustrò ogni centimetro di quel posto, passando da Chanel e Tom comodamente appartati a fare solo dio sa cosa, a lui. 
 
 
Era da solo, su una poltrona in un angolo, con in mano un bicchiere. Probabilmente uno dei tanti che si era scolato, guardando lo stato dei suoi occhi verdi con striature quasi azzurre. Bella amava quegli occhi, ma non era preparata a vederli così. Anzi non era preparata a vederlo in quello stato. Forse era questa la cosa di cui aveva bisogno per trovare il coraggio di andare da lui. Se proprio doveva andare male, almeno voleva poggiare un’ultima volta le labbra sulle sue, tanto poi, se ne sarebbe andata. Si avvicinò lentamente verso la poltrona, tenendo d’occhio l’uscita, pensando che se le cose si sarebbero messe male, sarebbe potuta correre via.
«Nathan..» si limitò a dire.
Il ragazzo chiuse gli occhi, quasi come se volesse assaporare il suono del suo nome nella bocca che tanto desiderava. Bella si sedette accanto a lui, aspettando una risposta o un segno. Nathan aprì gli occhi, e voltandosi le prese la mano.
«Mi dispiace. Non so cosa sia successo tra di noi, non so se è colpa mia o colpa tua, o di entrambi, ma so bene cosa voglio ora» disse.
La sua voce aveva assunto una nota di profondità che stupì la ragazza. Nathan le prese il viso tra le mani e fece quello che desiderava ancora di più delle spiegazioni della ragazza. 
La baciò con tutto l’amore e la passione che aveva in corpo, trascinandosela addosso.
La strinse più forte a sé, mettendole una mano sulla schiena seminuda. In quel momento tutti i problemi e i pensieri si erano azzerati. Nathan voleva Bella, e Bella voleva Nathan. Il ragazzo si alzò dalla poltroncina ormai diventata troppo stretta e in vista, e tenendo Bella sempre per mano, si diresse verso il privè. Diede velocemente dei soldi all’uomo che vi era davanti che tolse la corda rossa per delimitare l’entrata. Scostò le tende rosse semiaperte continuando a tenere stretto a sé la ragazza e a baciarla, portandola addosso al muro, incastrata fra il suo corpo e la gelida parete.
Ogni parte del suo corpo era protesa al piacere che l’uno procurava all’altra. Nathan infilò la mano sotto il vestito di Bella, sfilandoglielo e gettandolo a terra. Entrambi erano sicuri e ben consapevoli di ciò che stavano facendo. Bella sfilò la maglia a Nathan e si soffermò per un momento sul petto del ragazzo.
Sorrise soddisfatta e lo baciò procurandogli dei brividi.
Nathan prese Bella di peso e la sdraiò sul divano che c’era all’interno del privè, allontanandosi verso l’entrata della stanzetta.
Si avvicinò alle tende rosse che servivano a coprire l’entrata e le chiuse.

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Capitolo 12
*** Don't let me be the last to know; ***


Don't let me be the last to know;

«Dici che Bella se ne è accorta che ci siamo allontanati per un po’ e siamo tornati a casa?» disse Chanel mentre si stava rivestendo seduta sul divano del suo appartamento.
«No non credo, sono solo le 4! Anzi perché non ricominciamo a..»
«Parker non fare il porco!» lo interruppe Chanel ridendo.
«Ricevuto.» rispose il ragazzo incrociando le braccia.
«Non fare il broncio, sai che non ti riesce! Dobbiamo parlare Tom, e credo tu sappia anche di cosa.» Chanel aveva smesso di ridere e ora fissava il ragazzo con serietà.
«Sì lo so benissimo, e immagino che tu abbia già deciso per entrambi.» rispose.
«Tom, sai bene che io domani mattina torno in Italia, non avrebbe senso vederci  solo durante l’estate!»
«Sì me ne rendo conto..»
«Possiamo sentirci, rimanere amici, tutto quello che vuoi, ma non possiamo avere una relazione, per quanto tu mi piaccia..» Chanel abbassò gli occhi.
Tom le mise la mano sotto al mento e la costrinse a guardarlo negli occhi.
«Hey, non devi preoccuparti, non ce l’ho con te, anche tu mi piace molto, ma capisco che sarebbe impossibile!» Poi le diede un leggero bacio sulle labbra.
«Andiamo a prendere Bella e a chiamare la polizia, probabilmente ha ammazzato Nathan!» sdrammatizzò il ragazzo ridendo.
Chanel sorrise e lo prese sottobraccio. Chiuse la porta e scesero le scale per tornare al locale.

 
«Dimmi la verità, sei davvero stata con un altro ragazzo mentre ci frequentavamo?» chiese Nathan mentre chiudeva la cerniera e riallacciava il bottone dei pantaloni.
Bella sgranò gli occhi. «Cooosa? Ma se sei te quello che è andato a letto con la ex!» rispose arrabbiata.
«Io non sono andato a letto con Katie! Lei mi aveva detto di averti vista con un altro ragazzo e io non c’ho visto più e ti ho chiamata subito! E’ per questo che lei era lì!»
«Bhè complimenti, mossa davvero furba! Sono stata malissimo per te, e tu che hai fatto? Te ne sei fregato! E’ stato tutto un errore! Facciamo finta che non sia successo nulla, anzi che non ci siamo mai conosciuti!» Le scese una lacrima mentre pronunciava quelle parole.
Forse aveva parlato senza pensare. Ma ormai l’aveva detto.
«Dannato vestito che non si chiude!» urlò come per liberarsi da qualcosa.
«Aspetta..» Nathan si avvicinò alla ragazza per chiuderle la zip. «Ecco fatto» disse freddo.
Bella, al tocco delle sue mani, non resistette e scoppiò a piangere.
Non sapeva neanche il perché ma non riusciva più a tenersi tutto dentro. Aveva bisogno di sfogare tutto il dolore, la frustrazione e la vergogna che provava. Nathan la voltò e la tirò a sé e abbracciandola come non aveva mai fatto. «Mi dispiace» le sussurrò. La ragazza strinse i pugni sulle spalle del ragazzo, scompigliandogli la maglia.
«Stai tranquilla, andrà tutto bene, io ci sono..» continuò, accarezzandole i lunghi capelli biondi. Bella staccò la testa dalla spalla del ragazzo notando che aveva bagnato la sua maglia e lo guardò negli occhi, per un’ultima volta.
«Domani torno in Italia. E tu non sarai con me. No, non va tutto bene. Ti prego non cercarmi, sarà più facile per entrambi.» e dicendo ciò prese la borsa e  il giubbino dal quale cadde il foulard che aveva precedentemente indossato e corse via.

Nathan rimase a fissare le tende rosse che coprivano la porta dalla quale la ragazza era uscita correndo. Il suo sguardo incredulo si spostava dal foulard di seta rossa gettato disordinatamente a terra al vuoto delle tende rosse che ancora svolazzavano, segno che qualcuno vi era appena uscito. Non sapeva cosa fare, ogni idea che gli veniva in mente era fuori luogo. Lui si sentiva fuori luogo. Prese in mano il foulard di Bella e scostò le tende correndo  fuori. Si fece strada fra i tantissimi ragazzi ubriachi che ballavano e finalmente raggiunse l’uscita. Ma ormai era troppo tardi. Non c’era segno della ragazza. I suoi occhi ormai lucidi stavano esaminando ogni persona finchè vide Tom, appoggiato al muretto con una gamba piegata – per reggersi - che stava tranquillamente fumando una sigaretta.
«Tom hai per caso visto Bella?» chiese quasi strillando.  
«Trova un motivo per cui dovrei dirtelo! E’ uscita sconvolta!» gli rispose buttando fuori una boccata di fumo e singhiozzando allo stesso tempo.
«Ti prego! E’ importante!»
«Anche volessi Sykes, non saprei dirtelo. Chanel l’ha portata via cinque minuti fa! Onestamente amico, per quanta solidarietà maschile possa esserci tra di noi, portartela a letto e scaricarla è stato proprio un cliché!» concluse gettando la cicca a terra e pestandola.  
«Io non l’ho scaricata! Ah ma che ci parlo a fare con te, sei più ubriaco di me!» dicendo ciò si allontanò dal ragazzo che sorrideva compiaciuto.

Ormai erano le 7 e di Bella nessuna traccia. L’aveva cercata per tre ore intere. I piedi gli facevano male, la testa gli scoppiava e gli occhi arrossati dal troppo alcool gli pulsavano come non mai. Era arrivato perfino a piedi sotto casa della ragazza, ma capì subito che non c’era. Non sapeva più cosa fare. Sapeva bene che Bella non voleva vederlo, l’aveva capito dalle 12 chiamate senza risposta. Nathan si lasciò cadere su una panchina vicino alla stazione dei taxi, a poca distanza dall’appartamento della ragazza. Era stanco. Davvero stanco di tutto. Una fragorosa e inconfondibile risata ruppe il silenzio e gli rimbombò nella testa.
               
«Ma tu sei scema!» disse Bella ridendo.
«Uh ormai ho imparato a prenderlo come un complimento!» le rispose l’amica.
«Tesoro non è per mettere il dito nella piaga ma seduto sulla panchina vicino alla stazione dei taxi c’è Nathan..» continuò abbassando il tono di voce.
Bella scrutò attentamente il ragazzo per poi distogliere immediatamente lo sguardo. 
«Non mi interessa, non ho nulla da dirgli.» rispose freddamente entrando nel taxi. Chanel  scosse la testa entrando, anche lei.
Nathan rimase a fissare l’altra parte di sé entrare nella macchina e scomparire dietro alla curva. Era debole, si sentiva impotente. Era successo talmente in fretta che non aveva avuto neanche il tempo di alzarsi dalla panchina e correrle dietro. Ed ora era lì in piedi, in mezzo alla strada. Sapeva dove stava andando, sapeva che a distanza di massimo un’ora, non l’avrebbe mai più rivista. Prese il telefono e chiamò Tom.
«Sono Nathan!» si limitò a dire.
«Lo so, cosa vuoi?» rispose il ragazzo all’altro capo del telefono.
«Lo sai bene. Voglio fare la stessa cosa che vuoi fare tu. Sono alla stazione dei taxi, passami a prendere, ci andremo insieme» detto ciò riattaccò.
Iniziò a fare su e giù nervosamente, aspettando con ansia la macchina rossa che non tardò ad arrivare. «Avanti sbrigati!» disse Tom aprendo la portiera.
Nathan non se lo fece ripetere due volte e saltò su. 

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Capitolo 13
*** A look from her is like oxygen, how would I keep breathing without her? ***


A look from her is like oxygen, how would I keep breathing without her?
 

 

«Come è andata tra te e Tom?» chiese Bella mentre posava la valigia nel rullo al check-in.
«L’ha presa bene, anche lui ha detto che non avrebbe funzionato con lui in Inghilterra e io in Italia. Mi dispiace però, era davvero un gran figo!» sghignazzò.
«Come darti torto?» rispose Bella ridendo.  
«Non credi di aver esagerato con Nathan?» chiese poi.
«Sì. Ma è meglio che mi odii. Non ci rivedremo più, non voglio che lui senta la mia mancanza. Non voglio sentire la SUA mancanza. Così è tutto più semplice, non credi?»
«No non credo, soprattutto se lui dimostra di tenere così tanto a te!» rispose Chanel indicando i due ragazzi appena entrati.  
«So come sono i ragazzi come lui! Ma l’hai visto? E’ meraviglioso! Come potrebbe tenere ad una come me! Siamo seri, un gran figo come lui, che può avere tutto dalla vita, va a sprecare il suo tempo con me? Ti prego!»
«ne abbiamo già parlato! Certo che credi proprio in te stessa eh! Vai a parlargli almeno! Ha coinvolto persino Tom!» rispose Chanel.
«Davvero, non voglio, altrimenti potrei cambiare idea! Per favore andiamo! Anche perché perderemo l’aereo!» la supplicò.
In quel momento lo sguardo di Bella incrociò quello di Nathan, quasi come se avesse sentito il peso degli occhi azzurri posarsi su di lui. 
Nathan vide gli occhi di Bella incrociare i suoi.
Non poté fare a meno di sorridere. Era felice di vederla. Alzò debolmente la mano, per mimare un saluto. Vide le labbra di Bella prolungarsi e formare un sorriso prima di ricambiare il saluto.
Poche ore prima lo odiava, e adesso erano lì, a fissarsi e sorridere.  Il momento venne interrotto da una voce stridula che annunciò che il volo per l’Italia era imminente.
Vide Bella afferrare la borsa e andare in direzione dell’entrata alle piste accompagnata dalla sua amica che schioccò un bacio mimato a Tom.
«Superman non dovevi riconquistarla?» chiese Tom ironico.
«Mi basta sapere che non mi odia.» concluse il ragazzo sorridendo.

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Capitolo 14
*** The night is ours; ***


The night is ours;


Ormai era passato un anno.  Tante cose nella vita di Isabella erano cambiate. Viveva stabilmente a Bologna insieme alla sua migliore amica, aveva un lavoro, ottimi voti e finalmente, dopo tanto tempo, aveva un ragazzo. Era riuscita a gettarsi alle spalle Nathan, l’Inghilterra e tutto quello che era successo.  Ora amava Kurt, anche lui inglese in un certo senso. Non amava essere definito tale poiché era di Edimburgo, scozzese. Bella trovava strano come la sua vita si svolgesse intorno a quello stato. Lei e Chanel avevano vinto uno stage che le avrebbe fatte stare per tre settimane niente di meno che ad Ibiza. Una fortuna sfacciata.
«Chanel dove hai messo i biglietti?» gridò la ragazza nel mezzo dell’aeroporto. 
«Li ho qui, da qualche parte!» rispose frugando nelle tasche.
«Kurt, tesoro per favore, potresti tenermi un momento la borsa?» chiese gentilmente Bella al ragazzo.
Kurt si limitò ad annuire sorridendo.  
«Grazie!» si affrettò a dire riprendendo la borsa.
Prese il volto biancastro di Kurt fra le mani e lo baciò a lungo prima di salutarlo.
«Già mi manchi» disse Kurt sorridendo e stringendo Bella a sé. Aveva un così strano accento, ma sapeva cavarsela con l’italiano.
«Anche tu!» concluse Bella baciandolo di nuovo per poi correre – trascinata dall’amica- verso la porta per entrare nella pista.
E così erano finite di nuovo su un aereo per una lunga vacanza. Si addormentarono quasi subito, in modo tale che l’ora di viaggio passasse più in fretta. Chanel aprì gli occhi di soprassalto svegliata dalla mano della hostess che le indicava di essere arrivati. La vista fuori dal finestrino era semplicemente spettacolare : il mare era di un azzurro cristallino, quasi invisibile. Diede un leggero pugno all’amica che si svegliò.
«Siamo arrivati?» disse Bella sbadigliando.
«Sìììììììì!» gli occhi di Chanel brillavano. Scesero di corsa e si diressero subito a recuperare i bagagli.
Questa volta l’albero era magnifico. La facciata principale era bianca, e le quattro stelle dorate spiccavano particolarmente. Appena videro il lusso di quell’hotel si tranquillizzarono. La porta girevole, lasciava intravedere un tappeto rosso che arrivava fin davanti la reception. 
«Entriamo dai, non sto più nella pelle!» squittì Chanel. Bella con un segno della testa spinse la porta girevole.
«Salve, siamo le ragazze dello stage, dovrebbero esserci due camere prenotate!»
Il consierge si appuntì i baffi con le dita e poi digitò poche parole sul portatile davanti a lui.
«Si è esatto, ecco a voi le chiavi e per favore, niente ragazzi ubriachi il nostro albergo è di lusso.» Lo sguardo delle ragazze passò dallo sbalordimento ad un tono di offesa personale.
Si limitarono a prendere le chiavi argentate e con aria di sufficienza si allontanarono.
«Ma saranno tutti così simpatici qua?» rise Chanel aggiungendo un ‘LOL’ alla fine della frase.
«Immagino di sì!» rispose l’amica trascinando il trolley su per le scale. Il rumore era infernale, il trolley di entrambe le ragazze continuava a sbattere di scalino in scalino, fin quando -fortuna fortuita- raggiunsero la prima stanza.
«Eccone una! La 310!» disse Bella tirando faticosamente a se la valigia.
«Carta, forbici e sasso?» continuò.
Chanel fece un cenno col capo ed entrambe iniziarono ad agitare le mani.
«Tiè la prima stanza la prendo io!» urlò Chanel.
Bella fece un gesto poco delicato e si diresse per il corridoio. La valigia era ancora molto pesante ma la sua stanza era vicina.
«Vediamo questa è la 318 quindi la mia è quella affianco!» esclamò ad alta voce.
Istantaneamente la porta della 318 si aprì, facendone uscire un ragazzo biondo e riccio che andando di fretta colpì la ragazza. Bella cadde per terra come un  sacco di patate abbandonando la valigia che rimase in piedi. Il ragazzo si affrettò subito ad avvicinarsi alla ragazza, chiedendo molto timidamente se stesse bene. Trovò strano che il ragazzo fosse inglese.
«Bhè mi hai praticamente demolita, ma sto bene grazie.» disse afferrando la mano del ragazzo.
«Scusami, sono in ritardo e dovevo chiamare il mio amico nella stanza accanto!» si giustificò il riccio.
«Per sdebitarmi ti faccio un autografo ed una foto con me!» continuò sorridendo.
«Come un autografo?» chiese la ragazza confusa.
«Non sai chi sono?» chiese imbarazzato il ragazzo.
«No» rispose la ragazza rossa in viso.
«Oh scusami, credevo fossi una delle nostre fan! In questo caso mi presento, mi chiamo Jay!» e le fece l’occhiolino.
«Ciao Jay io sono Isabel ma puoi chiamarmi Bella. Spero non ti sia offeso!»
«E per cosa, è anche meglio, almeno posso avere una persona normale con cui parlare! A questo proposito, Ti va di vederci stasera? Sai siamo arrivati oggi e non abbiamo programmi per stasera! Tranquilla non sono un maniaco!» rise ancora.
La sua risata era bellissima, quasi contagiosa. «Bhè ecco non so, vedi io sono imp..»
«Hey se esci con me ti faccio un autografo!» la interruppe scherzando.
«E va bene!» rise Bella.
«A stasera!» continuò. Salutò il ragazzo e infilò la chiave nella serratura  della sua stanza. 

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Capitolo 15
*** You don't know what the future holds; ***


You don't know what the future holds;


Bussò alla porta.
«Vieni, ho quasi fatto!» rispose una voce che veniva dal bagno.
«Nathan, amico, non puoi capire cosa mi è appena successo!» disse Jay chiudendosi la porta dietro le spalle.
«Cosa? Avanti dimmi!» chiese curioso il ragazzo uscendo dal bagno mentre si pettinava.
«Ho incontrato una ragazza, è semplicemente bellissima, e non sapeva neanche chi fossi!»
«E’ la combinazione perfetta, prendila e scopatela!»
«Sykes sei il solito coglione! Lei non è da una botta e via, mi piace! Bhè però se ci dovesse scappare, non mi tirerei di certo indietro! Ho sentito un vuoto nello stomaco quando i suoi occhi hanno incontrato i miei!»
«Ma come siamo romantici! E come si chiama?» chiese Nathan mettendosi le scarpe.
«Isabel» rispose il ragazzo.
«Oh Isabel? Amico spero non vada a finire come tra me e la mia ex con lo stesso nome!» ghignò.
«Ehi non portare sfiga va!»
Nathan rise.
«Ce la devi presentare una volta che le dirai chi sei!» 
«Certamente! Usciamo stasera! Magari ha un’amica con cui ti mettiamo!»
«Giusto! Mi piace come programma!» sghignazzò il ragazzo aprendo la porta della camera.
«Ora andiamo o Tom ci ucciderà!» continuò.
 

Bella posò la valigia accanto al letto e si diresse verso la finestra. Spalancò le enormi tende rosa scoprendo uno spettacolo mozzafiato. La sua camera dava precisamente sul mare. Rimase a fissare lo spettacolo. Era meraviglioso. La brezza che proveniva dalla finestra  era così fresca che le procurò un brivido. La stanza era di un lusso spaventoso. Posò ciò che aveva e uscì dalla stanza dirigendosi dalla sua amica.
«Chanel apri! Sono Bella!» disse bussando alla 310.
La mora non tardò a rispondere. Aprì la porta invitando la ragazza ad entrare.
«Ho un culo quando sto in vacanza! Ho appena conosciuto un ragazzo bellissimo! Mi ha invitata ad uscire stasera per parlare un po’.» esordì Bella girando su se stessa.
«Sono felice per te! Tu non potrai immaginare chi è affianco alla mia stanza invece!» rispose l’amica con tono più serio. 
«Chi? Non mi viene in mente nessuno!»
«T h o m a s  P a r k e r.» scandì bene le parole.
«Che cosa? Tom? Come diavolo sta qui?!»
«Io non ne ho idea! Stavo chiudendo la porta e l’ho visto sfrecciare fuori!» Esclamò quasi sconvolta.
«Ma lui ti ha vista?»
«Non ancora e sinceramente non ho voglia di fare una rimpatriata.» detto ciò si volto verso la finestra. 
«Andrà tutto bene, troveremo un modo vedrai!» disse Bella accarezzando i capelli dell’amica.
«Ora torno nella mia stanza, tra un po’ forse passa Jay e ci mettiamo d’accordo per stasera!» continuò e si allontanò mimando un bacio.
Bella richiuse accuratamente la porta dietro di se. Si tolse i vestiti e si diresse subito nella doccia.
Afferrò lo shampoo dell’amica e lo aprì. L’acqua calda le scivolava sul corpo e per la prima volte le era tornata in mente una cosa. Non aveva ancora acceso il telefono e non aveva chiamato Kurt. Uscì frettolosamente dalla doccia e si avvolse in un asciugamano. Stava per accendere il telefono quando bussarono alla porta.
«Chanel non l’ho io il tuo shampoo!» disse aprendo la porta. Chi si ritrovò davanti non aveva affatto la forma della sua amica.
«Ehm, io non ho bisogno dello shampoo!» disse scoppiando a ridere.
«Oddio Jay!» I capelli le sgocciolavano sul ristretto asciugamano e l’imbarazzo era evidente. «Ero passato a chiederti per stasera, ma vedo non è il momento adatto!» disse Jay grattandosi morbosamente la mano.
«Ma no, scusami! Dimmi tutto, ma fai in fretta perché vorrei vestirmi» disse la ragazza imbarazzata.
«Ecco sono qui con un paio di amici, e uno di loro vorrebbe venire con noi stasera, così mi domandavo se tu avessi un’amica da portare..»
«un’amica dici? Sì certo!»
«Oh perfetto! Grazie mille! Allora facciamo alle 9 davanti all’hotel?»
«Ma è tra mezz’ora! Comunque si va bene!» rispose la ragazza. Jay le diede il numero, scritto su  un foglietto di carta.
«Bene! E comunque stai benissimo così» disse il ragazzo voltandosi e andandosene. Bella chiuse la porta e l’unico pensiero fu ‘’che figura di merda’’ 
Sì mise un vestito nero corto fino alle ginocchia, le ballerine dello stesso colore ed una borsetta con dentro il telefono e la chiave della stanza.
Uscì e corse nella camera dell’amica, badando che la porta di Tom fosse ben chiusa.
 

‘’Okay Tom, vediamo di fare qualcosa stasera va!” si disse il ragazzo guardandosi allo specchio. Fece una specie di occhiolino e poi prese il telefono. Due chiamate perse. Prese il telefono e ricompose il numero. «Kelsey ciao, cosa volevi?» «Come cosa volevo?! Tom sono la tua fidanzata è ovvio che ti chiami! Sei arrivato da tre giorni e ancora non mi hai chiamata! Sai che mi preoccupo!» «Hai ragione, scusami, sono stato molto impegnato con i ragazzi!» «Sei ad Ibiza con loro, non ci credo che i primi 3 giorni vi siete messi a lavorare!» «Ti prego non ricominciare!» «Come non ricominciare? Sei ridicolo quando fai così!» le rispose la ragazza chiaramente alterata. «Senti Kelsey devo andare.» rispose Tom alterato. «E dove dovresti andare?» «A scoparmi la prima che trovo!» e detto ciò le riattaccò. Prese la sua maglietta blu e la indossò. Colpa di Kelsey, o dei nervi che gli erano venuti, decise di aprire la finestra. Non poté fare a meno di notare Nathan e Jay in piedi davanti all’entrata dell’hotel. “Escono e non mi dicono niente?” pensò.
 

«Muoviti o faremo tardi!»
«Ma io non voglio uscire con uno di cui non so neanche il nome!» disse Chanel scocciata.  
«Fallo per me!» disse la ragazza facendo gli occhi dolci.
«Ti odio» concluse. Bella si avvicinò alla finestra e scorse il ragazzo riccioluto.
«Jay è già di sotto!» «Vedi come è il suo amico!»
«Aspetta è girato di spa..» si interruppe. «OH MIO DIO.» concluse.
«Cosa, che c’è?» chiese curiosa Chanel.
«Na-na-nathan.» rispose.
«Nathan? Quel Nathan?!» chiese Chanel affacciandosi. «Cazzo e adesso?» continuò.
«E adesso io non vengo. Vai tu e digli che non mi sento bene. Anche perché è così.» disse Bella sedendosi sul letto dell’amica.
«Ma non ti lascio qui da sola. E poi Nathan mi riconoscerebbe!» disse aprendo la porta.
Un ragazzo sfrecciò verso il corridoio scendendo le scale.
«Bella, siamo fregate.»
«Perché?» chiese.
«E’ sceso anche Tom.»
«E adesso?» chiese Bella trattenendo a stento le lacrime.
«Eh adesso chiamiamo e li avvertiamo che non usciamo.» fece una pausa. «Ehi non piangere, stai calma.» disse confortandola.
«Non pensavo di rivederlo, tutto qua.»
«Hai un ragazzo, e Jay che ti viene spudoratamente dietro, sfogati.» le disse l’amica strizzandole l’occhio.
«Chiamo Jay, gli dico che mi sento male e che tu mi assisti!» disse decisa prendendo il telefono. 
Attese pochi minuti e vide Chanel che guardando dalla finestra le mimava un ‘’Ha preso il telefono ora risponde!” La risposta non tardò ad arrivare.
«Ehi Jay, scusami ma non mi sento molto bene e la mia amica resterà con me. Vi dispiace? Usciamo un’altra volta!»…«Perfetto, ci sentiamo.»

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Capitolo 16
*** You cast a spell on me; ***


You cast a spell on me;
 

 

«Allora che ti ha detto?» chiese Tom.
«Che non viene, non si sente bene e la sua amica rimarrà con lei» affermò serioso Jay.
«Ah cristo, Jay ti odio!» commentò Nathan.
«E per quale motivo?» chiese Tom quasi come se la domanda fosse stata rivolta a lui.
«Perché così mi ha mandato in bianco!» disse ridendo rumorosamente.
«SYKEEEEES!» urlarono in coro i due ragazzi.
«Però possiamo ancora rimediare!» aggiunse Tom ghignando.
«Tipo?»
«Tipo andiamo in un locale! Siamo ad Ibiza ragazzi e domani pomeriggio iniziamo le riprese!» aggiunse Nathan.
«E va bene, ma non fate cazzate!» L’aria di Jay ormai era rassegnata.  
 
 
«Che schifo di serata!» disse Bella guardando fuori dalla finestra.
«Ti va se usciamo un po’ tra noi? E’ tanto che non lo facciamo!»
«E se li incontriamo?»
«Ma dai Ibiza è piena di discoteche, può star che becchiamo la loro?»
«Ma solo fino alle 2, poi torniamo perché potremmo incontrarli!»
«D’accordo! Ma che poi ti sei chiesta come mai Jay conosce Tom e Nathan? Hai detto che è una specie di ragazzo famoso no?»
«Sì ma non ho avuto la possibilità di approfondire! Non so come facciano a conoscerlo!»
«Dai usciamo un po’! Che ne dici se invece di andare per locali ce ne andiamo un po’ al mare? Tanto è martedì’, chi vuoi che ci sia in giro!» concluse cambiando discorso.
«Ci sto!»
Le ragazze si vestirono frettolosamente e uscirono dall’hotel badando bene di non essere viste da eventuali ospiti. La distanza era minima e così dopo un piccolo – e puzzolente- sottopassaggio, si ritrovarono con le dita tra la sabbia.
«E’ ancora caldissima!» disse sorridendo Bella.
Era uno spettacolo meraviglioso. La distesa di sabbia era immensa e l’impercettibile colore si fondeva sino ad arrivare all’acqua nera a causa della notte. L’unico punto di illuminazione era la luna che facendo specchio sull’acqua permetteva di distinguere le sdraie dalle palme. Le ragazze si sedettero in riva al mare quasi leggendosi nel pensiero e iniziarono a chiacchierare, Ma l’atmosfera era diversa, non come la solita.
 
«Nath ma sei sicuro che ci faranno entrare? Mi pare un po’ pieno!» chiese Jay spingendo in avanti Tom che gli mollò un pugno.
«Siamo i The Wanted cavolo! Oh meglio, la parte migliore!» rise Nathan.
«Sarei felice di sentire l’opinione di Max e Seev!» rispose Tom.
«Ragazzi, quelle davanti a noi hanno i pass!»
«E che vorresti fare, rubarglieli?»
«No, ma ho un’altra idea! Tom, sai cosa devi fare!» disse Jay schioccando un occhiolino all’amico.
«Spiegatemi perché tocca sempre a me!» rispose il ragazzo amareggiato mentre si dirigeva verso una delle ragazze.
Tornò poco dopo con un pass.
«Vedi, il nostro Parker funziona sempre!» scoppiò a ridere Jay. Nathan si portò la mano alla fronte.
«Dai andiamo va!» concluse.
 
«E anche oggi abbiamo fatto la nostra terapia di coppia!» rise Chanel.
«Torniamo? Sono stanca!» rispose l’amica.
Si alzarono scrollandosi la sabbia di dosso e prendendosi sottobraccio si diressero verso l’albergo. Le luci erano spente e silenziosamente salirono le scale che portavano alle loro stanze.
«Ci vediamo domani!» disse Bella. Si cambiarono un bacio sulla guancia e si diressero verso le rispettive stanze.
«Ragazzi mi scoppia la testa!» disse Jay.
«Annnnnnnndiamo divertiti!» disse Tom.
«Non vedo come posso dato che voi siete entrambi già ubriachi!» disse passando lo sguardo da Tom chiaramente ubriaco a Nathan che ballava sul cubo con una bionda.
«Uno di noi deve rimanere sobrio, peccato che non c’è Siva!» concluse.
«Dai su andiamo, abbiamo dato nell’occhio abbastanza!»
«Non pensarci! Noooi rimaniamo qui!» la i suonò un po’ stridula.
«Ma fate un po’ come cazzo vi pare!» disse Jay andandosene.
Alzò un braccio e aspettò che il taxi si fermasse. Era ormai quasi arrivato quando realizzò di non avere la chiave della sua stanza poiché le aveva tutte Nathan, il piccolo della band che avrebbe dovuto essere l’unico sobrio. 

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Capitolo 17
*** When your lips touch mine it's the kiss of life; ***


When your lips touch mine it's the kiss of life;

Bussarono ripetutamente alla porta.
«Jay che diavolo ci fai qui?» disse Bella aprendo.
«Ecco, ho un problema...sono rimasto chiuso fuori dalla stanza e i miei amici non sono ancora rientrati, e onestamente saranno talmente ubriachi che..»  
«Vieni entra dai!» lo interruppe Bella.
«Oh mio Dio.» rispose.
«Cosa è successo ancora?»
«Sei bellissima» disse serioso.
«Bhè in pigiama..non proprio!» rispose la ragazza arrossendo.
«Dico davvero, mi sei piaciuta subito. Appena ti ho vista. E c’è una cosa a cui penso da tutto il giorno.» disse con voce suadente Jay avvicinando il suo viso a quello della ragazza.
«E sarebbe?» chiese Bella sentendo il respiro di Jay sul suo volto.
Jay le mise un dito sotto al mento portandola verso di sé. Le labbra dei due ragazzi si toccarono. Jay allontanò quanto bastava Bella per vedere i suoi occhi, ancora chiusi.
«Era questo.» continuò il ragazzo.
I due si guardarono per un lungo istante negli occhi. Era una strana situazione. Bella sapeva che era fidanzata, ma l’attrazione fisica che provava per Jay era indescrivibile.
E fu in quel momento che lasciò. Lasciò andare la preoccupazione per Nathan, Tom e il suo fidanzato in Italia.
Semplicemente si  lasciò andare. Afferrò il viso di Jay e gli schioccò un bacio. «Molto meglio di quanto mi aspettassi» disse Jay prendendo in braccio la ragazza. Bella gli allacciò le gambe alla vita. Era davvero alto. La ragazza mise una mano tra i ricci di Jay continuando a baciarlo. Il ragazzo non poté fare a meno di sorriderle.
«Te l’ho già detto che sei bellissima?»
«uhm, un paio di volte» rise.  
Jay le sfilò la canottiera, lasciandola con i pantaloncini e il reggiseno.
Bella si sganciò dal ragazzo, mentre con una mano continuava a giocare con i capelli di lui, con l’altra esplorava il suo corpo atletico, passando dalla cintura, all’eccitazione chiaramente evidente del ragazzo.
Sorrise quasi  compiaciuta, come se fosse merito suo. E lo era.
Si mise in ginocchio, slacciò la cintura e sbottonò il bottone sopra la cerniera che non tardò ad aprirsi.
Gli scese i pantaloni molto lentamente mentre con un gesto atletico lui si tolse la maglietta.
Bella si alzò per poter approfittare ancora una volta della bocca carnosa del biondo.
Jay calciò via i pantaloni e prese di peso la ragazza che si lasciò sfuggire una fragorosa risata. 

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Capitolo 18
*** We try and we fall and we live another day; ***


We try and we fall and we live another day;



«Ma cosa avrà da ridere a quest’ora?» disse Chanel ad alta voce. Si alzò dal letto e ancora in pantaloncini si diresse verso la stanza della sua amica. Nel momento in cui stava uscendo si ritrovò di fronte due ragazzi. Le loro voci erano inconfondibili.
«Chanel!» esordì uno dei due quasi urlando.
«Shh» si affrettò a dire l’altro barcollando. La ragazza era impietrita. Non sapeva se fuggire, o intrattenere conversazione con i due ubriachi.
«Ciao ragazzi» disse bisbigliando. «
Sei davvero tu?» disse Tom avvicinandosi.
«Ah quanto pare..» Nathan continuava a trascinarsi addosso al muro, fin quando poco più giù del corridoio arrivò alla sua stanza.
«Sembra che qualcuno si stia divertendo» ghignò il ragazzo.
«Perché?» chiese Chanel voltandosi verso il ragazzo che ora, poggiava la testa sulla porta.
«Bhè non so te, ma chiunque ci sia qua, non sta di certo giocando a carte!» rise. «Mi sta venendo da vomitare, devo andare» continuò correndo nella sua stanza e chiudendo frettolosamente la porta.
Ora lei era davvero in una situazione orribile. Un corridoio buio, vuoto, lei e Tom.
«So che la conversazione potrebbe prendere una brutta piega, soprattutto perché credo di aver bevuto un po’, ma come stai?» disse Tom appoggiandosi al muro.
«A giudicare dal tuo alito, più che un po’!» rise la ragazza. «Io sto bene, tu piuttosto, come stai? E’ passato un po’.» continuò.
«Bene, non devi sentirti in colpa o imbarazzata, va tutto bene, non ce l’ho con te» rispose.
Nathan aveva ragione, di sicuro non stavano giocando a carte quei due e prima che Tom potesse aprir ancora bocca per chiedere, se ne uscì con un ’’sono stanca, parliamo domani’’. Tom si trascinò nella sua camera e chiuse la porta. Chanel tirò un sospiro di sollievo e rientrò nella sua stanza, di certo non poteva andare a far compagnia alla sua amica.

 
La luce del sole filtrava attraverso le tende, puntando dritta sugli occhi della ragazza addormentata. Bella schiuse prima un occhio poi l’altro. Si tirò su stiracchiandosi. Si guardò intorno. La stanza era un macello. I suoi vestiti erano sparsi ovunque e le lenzuola tutte attorcigliate.
«Un momento, dov’è Jay?» disse allarmata.
Con un tempismo impeccabile, la porta della sua camera si aprì, lasciando entrare due occhi abbaglianti.
«Ti ho portato la colazione» disse Jay baciandola in fronte.
«Sei stato dolcissimo, credevo che tu grande star, dopo esserti approfittato di me, te ne fossi andato» disse tirando fuori la lingua. Jay rise.
«Devo andare, oggi pomeriggio si inizia a lavorare!» disse sedendosi accanto alla ragazza che sorseggiava un grande bicchiere di succo d’arancia.
«Spiegami cosa fai! Ancora non mi hai detto nulla!» rise.
«Faccio parte di una band, ci chiamiamo The Wanted» disse orgoglioso.
«E come mai siete qui?» incalzò la ragazza.
«Dobbiamo girare il videoclip del nostro nuovo singolo, Glad You Came.»
«La voglio ascoltare! Canta!» gli ordinò la ragazza ridendo.
«Ti dirò solo : All that counts, is here and now, my universe, will never be the same, I’m glad you came!» canticchiò Jay alzandosi.
«Dai così non vale!» gridò la ragazza.
«Vieni ai provini questa mattina, forse il regista ti prende! Poi la ascolterai tutta» rise il ragazzo. La sua risata era magnifica.
«Ci vediamo lì!» disse Bella lanciando il cuscino al ragazzo che stava uscendo.
 
Jay bussò ripetutamente alla porta di Nathan. Nessuna risposta.
«Nathan svegliati! Apri!» urlò. Poco dopo la porta tralasciò la vista del ragazzo. Aveva i capelli scompigliati e le occhiaie chiaramente evidenti.
«Sintomi post sbornia?» chiese Jay sarcastico mentre entrava. Nathan si limitò a lanciargli un occhiataccia.
«Come mai hai gli stessi vestiti di ieri sera?» chiese poi.
«Perché non ho dormito in camera mia! Cioè tecnicamente, ero nella camera affianco» scoppiò a ridere.
«Eri tu? Cristo santo non ho quasi chiuso occhio!»
«Ma finisci a vestirti e non lamentarti!» «Ma era la  ragazza di cui mi parlavi?»
«Sì era lei! Peccato che non la vedrò più dopo Ibiza» rispose Jay.
«E perché?» chiese Nathan mentre si vestiva.
«Perché è qui in vacanza, credo sia italiana.» In quel momento arrivarono dei colpi alla porta.
«Vado io!» continuò Jay.
«Parker!» urlò.
«Non urlare. Ho un mal di testa assurdo. Mi scoppia.» commentò a bassa voce Tom sdraiandosi sul letto disfatto.
«Io ho fatto!» disse Nathan.
«Tieni cambiati la maglia!» continuò gettando la sua maglia a righe a Jay. Jay mimò un “grazie” andandosi a cambiare. Nathan si sdraiò senza forze accanto a Tom.
«Non so se era perché ero ubriaco, ma credo di aver parlato con una persona stanotte.»
«Chi?» chiese Nathan voltandosi verso l’amico.
«Ma se c’eri anche tu! Comunque, Chanel. Te la ricordi? L’amica di..»
«Ricordo.» disse freddamente Nathan.
«Ce l’hai ancora con lei? E non mi sto riferendo a Chanel.» chiese Tom.
«Non ce l’ho mai avuta con lei, è solo che dopotutto questo tempo, mi rendo conto di tenere ancora  a lei come se non se ne fosse mai andata. So che sai di cosa sto parlando.» concluse voltandosi.
Tom capì immediatamente che non voleva più parlarne così si alzò. Poco dopo tornò Jay.
«Avete chiamato Max e Siva per sapere se sono arrivati?» chiese. 
«Sì ci ho parlato io ieri! Ci avrebbero aspettato direttamente oggi pomeriggio.» Detto ciò i tre uscirono dalla stanza. 





Ma ciaaaao! E' la prima volta che scrivo a fine storia! Spero vi piaccia e se avete qualche consiglio, dite pure! :) Recensite mi raccomando ;) Love ya xx

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Capitolo 19
*** And I love you more then I did before; ***


Eccomi qua con un nuovo capitolo! Spero che vi piaccia e che valga la pena continuare.
Recensite, mi piace sapere cosa ne pensate :)
Love ya xx




And I love you more then I did before;



«Quindi fa il cantate?» chiese Chanel.
«Si esatto!»
«Ammazza che culo che hai però!» scoppiò a ridere.
«C’è una cosa che devo dirti» Chanel tornò seria.
«Dimmi!» il volto di Bella aveva assunto la forma di un punto interrogativo.
Chanel iniziò a grattarsi la mano. Era nervosa.
«Tom e Nathan mi hanno vista stanotte. Stavo venendo da te quando li ho incontrati.» respirò a fondo. «Erano entrambi ubriachi, quindi non credo abbiano capito che eravate tu e Jay.»
Gli occhi di Isabella si sgranarono. «Nathan era lì?» disse tremando.
Poteva nasconderlo a tutti. A sua madre, suo padre, al suo fidanzato, alla sua migliore amica, ma non poteva nasconderlo a se stessa. Non aveva mai davvero abbandonato Nathan. Aveva soltanto finto di non interessarsene, ma nel profondo, non c’era giorno in cui non si chiedesse ‘chissà cosa starà facendo’.
Ora che ci rifletteva, persino mentre era con Kurt ci aveva pensato. Era probabilmente il suo ultimo pensiero quando chiudeva gli occhi, ma sapeva bene che era troppo tardi.
Non sarebbero cambiati, non avevano più nulla da dirsi.  Ci aveva provato.
Ci aveva provato davvero a dimenticarlo per sempre, ma per quanto ci provava, non c’era scusa che teneva, lui era parte di lei.
Erano una cosa sola, lo erano sempre stati. L’unica cosa che ricordava era il suono della sua voce, la confortava. La rendeva  più forte.  I suoi occhi. Quegli occhi che le infondevano coraggio.
«Ehi sei ancora con me?» disse l’amica.
Bella scrollò la testa. «Certo! Quindi sa che sono qui?» chiese.
«No, non credo. Ma lo saprà presto.» disse Chanel accarezzandosi la mano.
«Non voglio pensarci. Scendiamo di sotto.» rispose.
Le ragazze presero le borse e scesero lentamente le scale, cercando di non essere viste da Tom o Nathan.
Arrivarono nella Hall. Accanto alla bacheca degli annunci, c’erano alcune ragazze che ridevano fragorosamente.
Si avvicinarono alla bacheca.
Staccarono il volantino.

‘’Cercasi attrice per videoclip musicale. Dai 18 ai 24 anni possibilmente con esperienza alle spalle. Verranno scelte 5 ragazze per girare un video per un’importante band inglese.’’

«Ah credo fosse questo l’annuncio di cui Jay mi parlava! Tentiamo la sorte?» sorrise Bella guardando speranzosa l’amica.
«Ricordi cosa c’è scritto? ‘’possibilmente con esperienza alle spalle’’ noi non abbiamo esperienza!» la controbatté. 
«Bhè ma c’è scritto ‘POSSIBILMENTE’» e scoppiò a ridere. «Abbiamo bisogno di un lavoro, questo è un lavoro no?» continuò la bionda grattandosi il naso.  
«Ti odio, andiamo!» si arrese l’amica.
Si diressero verso la metropolitana che le avrebbe portate direttamente allo studio.
Durante il viaggio nessuna delle due aveva aperto bocca. Entrambe sedute sulla stessa coppia di sedili, ma entrambe così distanti. Ma c’era una cosa che le accomunava in quel momento. La paura. La paura che Jay –avendo chiaramente capito che conosceva sia Nathan che Tom- li avesse portati con se.
Bella prese dalla borsa il cellulare, e finalmente dopo tante esitazioni decise di chiamare Kurt. Le mani le tremavano.
«Ciao amore, ci tengo prima di tutto a chiederti scusa, so di non essermi fatta sentire in questi giorni, ma ho avuto problemi..con il cellulare.» la voce di bella tratteneva a stento le lacrime. «Ora stiamo andando a cercare lavoro..» la sua voce si bloccò.
Bella abbassò lo sguardo e premette la cornetta rossa.
«Cos’è successo?» chiese angosciata Chanel.
«Sì è arrabbiato, mi ha urlato in faccia che ora doveva lavorare e che questa sera mi avrebbe chiamata lui per chiarire.» disse quasi in stato di shock.
I suoi occhi stavano letteralmente fissando il vuoto. Era preoccupata per la sua relazione, ed ancora una volta, la colpa era di Nathan.
Poco dopo si sentì strattonare per il braccio.
«Siamo arrivate, scendi!» La voce di Chanel era alquanto eccitata.
Poteva nasconderlo quanto le pareva, ma le sarebbe davvero piaciuto partecipare ad un video musicale, era quasi un sogno nel cassetto.
Salirono le scale dell’uscita dalla metro e si ritrovarono l’edificio indicato dal volantino di fronte.
«Entriamo dai, non sto più nella pelle!» sorrise Chanel.
«Sì entriamo!»
La porta girevole era interamente in vetro, e lasciava trasparire al suo interno almeno una cinquantina di ragazze messe a cerchio.
«Farà parte del provino?» chiese Bella preoccupata.
«Che ne so io, sto qui con te eh!» rispose l’amica.
«Era una domanda retorica cretina.» le smorzò il tono.
Spinsero la porta e si ritrovarono dall’altra parte. La prima cosa che sentirono fu un gran mucchio di urla. 
Si guardarono sconcertate, poi si sentirono tirare per la mano. Si voltarono di scatto.
«Siete qui per il provino?» L’uomo che aveva appena pronunciato quella frase era davvero grosso e la sua voce cupa non metteva di certo allegria.
«S-sì» rispose a stento Bella. L’uomo le trascinò al banco dati.
«Queste sono le vostre coccarde, tra quindici minuti faremo i provini direttamente con la band.» e detto ciò fece loro segno di andarsene.
Era successo tutto così in fretta. 

Bella continuava a fissare il suo numero sulla coccarda. Trentotto.
«Siamo almeno 40 per i provini e ne sceglieranno solo 5, siamo fregate.» si rivolse Bella alla sua amica.
Chanel si limitò a sospirare guardando a terra.
«Buttiamoci nella mischia, voglio vedere se c’è Jay!» disse poi, trascinandosi dietro Chanel.
A colpi di gomito e scarpe riuscirono a trovare un varco per poter vedere chi c’era al centro del cerchio.
«Guarda! Quello è Jay!» disse Bella con un sorriso a 32 denti.
Chanel seguì la punta del dito della sua amica per scrutare il ragazzo. La sua bocca si spalancò. Diede due colpetti alla spalla della sua amica che si voltò di scatto
«Guarda dietro a Jay.» si limitò a dire Chanel.
Bella si alzò sulle punte per guardare dietro al ragazzo molto alto.
«Ma quello è..» si interruppe.
Sembrava una statua di sale. Il volto di Bella non tralasciava alcuna emozione. Dopo un anno era li. Erano nella stessa stanza.
Era strano vederlo dopo così tanto tempo; anzi no, era strano vederlo circondato da un’orda di ragazzine urlanti che con voce stridula e rotta dal pianto lo supplicavano per una foto o un autografo. Era strano vederlo così confidente e sicuro di sé stesso, consapevole che un suo soffio avrebbe potuto far svenire delle ragazze.
Chi era diventato? Non era più il Nathan che conosceva, a quanto pare ce l’aveva fatta. 

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Capitolo 20
*** you didn't care before; ***


Anche questa settimana ho postato qualcosa, scusate se non è un granchè :/
Spero comunque vi piaccia, RECENSITE e ditemi cosa ne pensate :)
Love ya xx

you didn't care before;


Non poteva negarlo. Sentiva come un vuoto nel suo stomaco, una fitta. Ora che lo vedeva, sentiva che qualcosa le mancava, o meglio qualcuno.
Il bisogno di lui era talmente immenso, che si era trasformato in dolore fisico, atroce. Bella si voltò verso la sua amica.
«Non mi sento bene possiamo..» La sua voce venne interrotta da un altoparlante.
‘’Le ballerine si rechino nella sala verde per il provino, ripeto, nella sala verde’’.
«Hai sentito cosa ha detto l’altoparlante? Tocca a noii!» disse entusiasta Chanel.
Bella annuì con la testa. Riusciva a malapena a camminare, era pallida e ansiosa. Si mise in fila dietro la sua amica mentre guardava attonita i bodyguard spingere la band verso la sala e le ragazze verso l’uscita. Poco dopo tornò quasi il silenzio. Niente più urla, pianti o cori.
Solo bisbigli. ‘’Andrà tutto bene, dopotutto lui non sarà li probabilmente, devo solo restare calma.’’ Si ripeteva.
Continuò a camminare per il corridoio fin quando una donna bionda non le divise.
«Faremo 10 gruppi da 5. Man mano che diremo il nome del gruppo, entrerete da questa porta.» indicò la superficie liscia e blu dell’entrata. «Sceglieremo una ragazza per gruppo. Rimarrete in 10. Domande?» disse con tono autoritario.
Una ragazza minuta si fece spazio tra le ragazze alzando la mano.
«Dimmi!» la ammonì.
«Volevo chiederle, le ballerine non dovrebbero essere 5?» disse timidamente.
«Tra le 10 verranno scelte le 5 protagoniste in seguito. Questo avverrà anche sotto giudizio dei ragazzi. E con questo muoversi, il primo gruppo vada!» strillò.
Bella vide Chanel passare dalla porta blu. La salutò con un debole sorriso e la vide allontanarsi. Lei faceva parte del terzo gruppo, mentre la sua amica del primo.
Iniziò a fare su e giù per il corridoio aspettando che la sua amica tornasse. Non ci sarebbe voluto molto.
Erano passati ormai 10 minuti. Si mise seduta. Iniziò a battere a terra nervosamente i piedi fin quando vide Chanel sedersi accanto a lei e sorriderle.
«Come è andata?» chiese curiosa.
«Uno schifo. Se non fosse stato per Tom non mi avrebbero mai fatto passare!» rispose ridendo.
«Perché?» chiese allarmata.
«Perché le altre 4 ragazze erano più belle, in più c’era una che si è messa a cantare. Io non sapevo fare nulla. La tipa stava per mandarmi via quando Tom le ha detto che secondo lui ero più adatta.» disse sorridendo.
«Alche la donna non ha controbattuto e mi ha fatta passare» scoppiò in una fragorosa risata.
Bella sorrise. «Come sono gli altri 3 della band? Intendo, al di fuori di Jay e Tom!» chiese.
«Ce n’è uno che conosci molto bene cara mia.» detto ciò si alzò.
«Cosa intendi?» chiese la ragazza mentre veniva strattonata verso la porta. «Chaneeeel!» gridò.
Cosa voleva dire che uno di loro lo conosceva molto bene? Ora era ancora più ansiosa. Saltò lo scalino che dava dietro alle quinte del piccolo palco allestito frettolosamente.
Fece due passi a destra per far capolino dalle tende e vide un ragazzo scuro di pelle ridere.
Cercò di vedere chi ci fosse accanto a lui ma venne strattonata dalla donna.
«Mettetevi in fila e al mio segnale entrate.» disse.
Poco dopo fece cenno con la testa di entrare. Bella era la terza nella fila, ma la cosa non la rassicurava affatto. Iniziò a camminare dietro alla ragazza che aveva fatto la domanda prima, cercando di non pestarle i piedi.

Venne colpita in viso da una luce fortissima che la lasciò per un momento spaesata. Iniziò a lanciare sguardi a destra e a manca, fin quando localizzò le poltrone dove erano seduti i The Wanted. Iniziò a far scorrere il suo sguardo su di loro. Il ragazzo scuro di pelle, Tom, un ragazzo con i capelli rasati..poi vide Jay che con lo sguardo stupito le faceva l’occhiolino. ‘’ Uno, due, tre, quattro e..?’’ contò nella sua testa. Sposto lo sguardo da Jay al ragazzo seduto al suo fianco. Bella sgranò gli occhi.
Il respiro si fece affannoso ed ora aveva ancora quella fastidiosa sensazione allo stomaco. Si sentiva svenire. Nathan. Ancora lui.
Il ragazzo insicuro che ora era in cima al mondo. Vide lo sguardo del ragazzo alzarsi dal suo telefono per scrutare le ragazze.
I suoi occhi erano rilassati. Rilassati fin quando non arrivò a lei.
 

Nathan aprì gli occhi quasi come credendo che ciò che stesse vedendo non fosse stato reale.
Guardò la fila delle ragazze almeno 6 volte, ma ogni volta il suo sguardo si soffermava su di lei. Senti i suoi occhi dilatarsi e i muscoli delle spalle contrarsi.
Si voltò verso Tom, che a sua volta –forse avendo pensato la  stessa cosa- gli fece un cenno di assenso con la testa. Jay gli si avvicinò.
«E’ lei la ragazza di cui ti parlavo.» disse Jay indicando Bella.
Nathan si voltò di scatto. «Cosa?» disse freddamente.
«E’ lei la ragazza che ho conosciuto qui, l’italiana.» ripeté col sorriso sulle labbra.
Negli occhi di Nathan comparvero lineari vene rosse. Era chiaramente arrabbiato. Si alzò di scatto facendo sbattere la sedia contro la fila di poltrone. La sedia cadde rumorosamente a terra mentre lui, più sicuro che mai se ne stava andando.

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Capitolo 21
*** I just hope that you find what you're looking for; ***


Perdonate l'immenso ritardo ma sono tornata poche ore fa a casa. Sono stata in vacanza e non avevo il pc.
La storia inizia a farsi un po' piú interessante ;) RECENSITE e ditemi cosa ne pensate :)
Love ya xoxo

I just hope that you find what you're looking for;


Bella seguì con lo sguardo ciò che stava accadendo.
Vide Jay avvicinarsi a Nathan e sussurrargli qualcosa. Nathan lanciarle uno sguardo indefinito e poi andarsene.
Rimase lì, impotente. Vide la donna bionda correre per gli scalini fino ad arrivare ai ragazzi. La donna risalì gli scalini poco dopo e si schiarì la voce.
«Bene, cominciamo senza uno dei ragazzi a quanto pare. Via con la prima!» disse.
«Scegliamo la terza, niente provini!» disse Tom alzandosi.
«Cosa?» chiese spaesata la donna.
«Lo hai sentito, Sian!» continuò Jay.
Gli altri due si limitarono ad annuire.
«Okay, potete tornare di là, mentre tu sei obbligata a restare fino ad oggi pomeriggio, quando inizieremo» disse bacchettando Bella.
La ragazza annuì uscendo.
Tom, dopo aver visto allontanarsi la ragazza, corse sulla moquette rossa per raggiungere il suo compagno. Non sapeva cosa fosse accaduto, ma Nathan reagiva raramente così. Aprì la porta di emergenza e lo trovò con la testa tra le mani, seduto sulla scala antincendio.
«Ehi Nate..» disse.
Il ragazzo non sollevò nemmeno la testa. Tom sospirò e gli si mise seduto accanto.
«Se c’è una cosa che ho imparato fin’ora è che niente è perso. Dimmi cosa è successo, anche se immagino.» disse accendendosi un sigaretta.
Nathan tirò lentamente su la testa, voltandosi verso l’amico.
«Jay se l’è scopata.» disse senza giri di parole.
«Chi? Di che parli?» Tom sputò una boccata di fumo incredulo. 
«Parlo di Bella. Era lei la ragazza di cui ci parlava.» rispose guardando nel vuoto.
«Ma certo, Isabel» sussurrò Tom quasi parlando con sé stesso.
«Dammi una sigaretta.» disse Nathan.
«Nath non puoi fumare, hai l’asma ricordi?»
«Dammene una.» ripeté.
Tom scosse la testa prendendo in bocca la sua, mentre dalla tasca tirava fuori il pacchetto. Infilò la sigaretta nella bocca schiusa del suo amico accendendola.
Nathan tirò una boccata di fumo tossendo.
«Ah avanti non prendiamoci in giro, non risolverai i tuoi problemi così!» disse Tom strappando la sigaretta dalla bocca del ragazzo e gettandola a terra.
«So che stai soffrendo, ma non è questa la soluzione.» continuò pestandola.
«Hai ragione.» disse alzandosi in piedi di scatto. Iniziò a correre sempre più velocemente per tornare dentro. Arrivò vicino alle poltrone.
«Jay» strillò.
Il riccio si voltò insieme agli altri compagni. Nathan chiuse il pugno, e con tutta la forza che aveva in corpo gliene sferrò uno dritto in faccia. Il biondo a causa dell’impatto perse l’equilibrio facendo cadere il tavolo davanti a loro. Nathan scrollò la mano in segno di dolore e poi sparì dalla porta di servizio. 
Tom sentendo alcune urla, corse dentro. Trovò le ragazze sul palco pietrificate, Sian ancora ad occhi sbarrati e i suoi due compagni chinati a terra.
«Siva, Max, cosa è successo?» chiese.
Siva si scostò leggermente, dando vita ad uno spettacolo pietoso.
Jay con le mani davanti al naso che cercava di arrestare il flusso del sangue.
«Ma che diavolo..» disse Tom sorpreso.
«E’ arrivato Nathan e gli ha mollato un pugno!» disse Max quasi divertito.
«Oh cristo santo» commentò. «E ora dov’è?» continuò.
«Se n’è andato correndo!» risposero in coro Siva e Max.
«Jay stai bene?» chiese poi. Jay annuì.
«Per quale diavolo di motivo mi ha preso a pugni?» chiese poi, continuandosi a tamponare il naso.
«Non lo sai? Bella era la sua ragazza. Ci teneva molto.» disse Tom.
Jay si voltò incredulo. «Cosa?» disse.  
«Non devi prendertela con nessuno dei due. Bella non sapeva che tu conoscessi Nathan e poi è successo molto tempo fa. E Nate, bhè a quanto pare credo sia geloso.» disse smorzando la voce. «Portate Jay in albergo, io cerco Bella ok?» continuò allontanandosi.
I due ragazzi si guardarono e annuirono. 
 

Bella si sistemò davanti all’entrata dell’edificio. Aveva cercato la sua amica ma di lei nessuna traccia.
Non credeva a ciò che era successo. Nonostante ripercorresse con la mente quel momento, tutto le sembrava inverosimile.
Si sentì tirare per la maglia. Fece leva sul piede per girarsi, trovandosi davanti, a pochi centimetri il viso di Tom.
«Tom..» fu l’unica cosa che riuscì a dire. Tom si scostò un po’ forse capendo l’imbarazzo della ragazza.
«Nathan è sparito, mi aiuteresti a cercarlo? Dobbiamo girare tra poche ore e non ho idea di dove sia.» disse flebilmente.
«Immagino di sì..ma dov’è Jay?» chiese poi la ragazza.
«Te lo spiego dopo, ora andiamo.» disse Tom prendendola per mano.
«Aspetta! Devo trovare Chanel prima!» disse cercando di divincolarsi.
«E’ con i ragazzi, in buone mani non preoccuparti.» rispose voltandosi per guardare ancora una volta lo sguardo spaesato di Bella.
«Portiamola con noi, magari troviamo prima Nathan!»
«Andiamo» la interruppe Tom.
Bella ammutolì non appena sentì la presa alla mano diventare più forte. Vedeva chiaramente che Tom era preoccupato per il suo amico.
«Io cerco nei caffè» disse poco dopo Tom.
«Io provo lungo la spiaggia, a quest’ora è deserta» rispose Bella.
«Non allontanarti troppo» disse di rimando Tom proseguendo lungo il viale fuori dallo Studio.
Bella rimase un momento a scrutare la figura di Tom diventare sempre più piccola e poi decise di muoversi.
Attraversò la strada e entrò nel viottolo che portava alla spiaggia. Era un po’ nuvolo e l’aria fresca rendeva quell’atmosfera quasi piacevole.
Si tolse i sandali e immerse i piedi nella sabbia dorata ancora tiepida.  Iniziò a camminare avvicinandosi sempre di più all’acqua. Si chinò a raccogliere una conchiglia, badando bene di pulirla. Nel momento in cui si alzò, vide una fila di scogli che arrivava quasi a largo. Quasi alla fine di essi, c’era un ragazzo, le ginocchia vicino al petto e le braccia a fargli da corona. Quei capelli, quel corpo erano inconfondibili anche se di schiena. Bella lo fissò a lungo, poi si fece coraggio e iniziò ad avanzare sopra gli scogli. Erano piatti fortunatamente e non dovette fare molta fatica per raggiungerlo.  Si fermò un momento dietro di lui, poi prese un gran respiro e si sedette al suo fianco.
«Ciao Nathan.» disse sicura di sé. 
 
 
 
 

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Capitolo 22
*** She's moving to the beat of my heart, me was so lost until tonight; ***


Ciao bellezze! I'm back con un nuovo capitolo, anche se onestamente non è un granchè ://
Spero vi piaccia comunque, fatemi sapere che ne pensate, GRAZIE! <3 

 


She's moving to the beat of my heart, me was so lost until tonight;


«Che ci fai qui?» chiese in tono duro il ragazzo, continuando a fissare l’orizzonte.
«Quello che tutti stanno facendo. Ti cercavo.» rispose delicatamente la ragazza.
«Non dovresti dopo quello che ho fatto.» disse Nathan fissando un’onda che si infrangeva con forza verso gli scogli.
«Cosa hai fatto?»
«Ho dato un pugno in faccia al tuo ragazzo.» Disse compiaciuto.
Bella sgranò gli occhi. Di certo non si aspettava tale confessione.
«Non è il mio ragazzo.» disse stretta tra i denti.
«Oh giusto, tu sei solita giocare con i sentimenti altrui, quasi dimenticavo.»
«Nathan sono cambiate tante cose da allora. Dire che mi dispiace per quello che è successo non sistemerà le cose, non mi pento di ciò che ho fatto. Era la cosa migliore e tu lo sai.» rispose la ragazza voltandosi per guardare il suo profilo.
Nathan rimaneva impassibile. Non lasciava trapelare nulla. Soltanto rabbia.
«Ma almeno le affievolirebbe.» disse voltandosi a sua volta per guardarla negli occhi.
Bella non sapeva resistere a quegli occhi. Sapeva che avrebbe ceduto prima o poi.
«Se ti fa stare meglio, è stato difficile dimenticarti. Davvero. E alcune volte mi chiedo se ci sia mai riuscita veramente.» disse Bella torturandosi le mani.
Che cosa aveva appena detto? Quelle parole erano davvero uscite dalla sua bocca? Si morse il labbro, rendendosi conto di ciò che aveva appena confessato. Nathan tacque. L’unico rumore che ora si udiva era quello delle onde del mare. Nathan si tolse il giubbetto e lo appoggiò sopra le spalle della ragazza, che sorpresa si tirò all’indietro.
«Tra poco pioverà, tienilo.» disse.
Bella lo guardò. Era possibile che non avesse sentito nulla di tutto quello che gli aveva detto?
«Ma..» disse lei stringendosi la giacca sulle spalle.
«Non voglio metterti in condizione di dover scegliere. Lui è uno dei miei migliori amici, tu sei la cosa più importante per me. Lo sei sempre stata. A mio malgrado non voglio farti soffrire. Lascia stare.» disse lui gettando la testa all’indietro.
«Spiegami il tuo comportamento perché davvero io non lo capisco!»
«Non c’è nulla da spiegare è così.» le diede un bacio in fronte alzandosi e se ne andò.
Bella si voltò e lo vide andare via. Per quanto si sforzasse, non riusciva a capirlo. Era aggressivo e arrabbiato, ma due minuti dopo premuroso e dolce. Rimase a lungo a fissare il mare stringendosi nel giubbetto del ragazzo, che poco prima era seduto accanto a lei.
Aveva il suo profumo. Quel profumo che le piaceva tanto. Scosse la testa e con uno slancio si alzò in piedi e si avviò verso lo studio. Dopo aver fatto “ragionare” Nathan, non poteva essere lei quella in ritardo.
Ripercosse il viottolo per spuntare poi in prossimità della strada. Un tuono in lontananza rimbombò, facendo aumentare la velocità del passo della ragazza.
Spinse la porta scorrevole e rientrò in studio. Trovò ad attenderla la sua amica e altre 3 ragazze. Erano tutte in cerchio, probabilmente era il momento delle presentazioni.
«Oh ecco l’altra di cui vi parlavo!» disse Chanel indicando Bella.
«Salve ragazze, io sono Bella!» disse con un ampio gesto della mano.
Le altre ragazze erano davvero bellissime, due more e una bionda.
«Ciao io sono Caroline!» disse la bionda sorridendo.
«Io sono Ruby!» disse una ragazza mora.
«Ed io sono Joe!» sorrise quella con i capelli più scuri di tutte.
«Piacere ragazze! E così siamo noi le prescelte?» rise Bella.
Le ragazze annuirono tutte insieme.
«Ragazze, le riprese della spiaggia le rimandiamo a domani mattina, con questo tempo non possiamo farle. Ci ritroviamo qui alle 9 per girare quelle nei locali e per strada.» disse Sian.
La donna raccolse il suo cappotto e se ne andò. Le ballerine rimasero per un momento a fissarsi per poi scoppiare in una grande risata.
«Ci vediamo stasera!» dissero Bella e Chanel allontanandosi.
«Eh ora che facciamo fino a stasera? Sono le tre!» chiese Chanel.
«Non lo so.» rispose pensierosa l’amica.
«E di chi è quel giubbetto, ora che ci faccio caso?» chiese ancora.
«Di Nathan.» sillabò Bella prima di cominciare a camminare. 

Uscirono dalla costruzione. Non avevano una meta precisa da raggiungere.
«Ti va di tornare un momento in albergo? Vorrei sapere come sta Jay!» disse Bella accelerando il passo.
«Stai evitando la mia domanda!» rispose l’amica, quasi rincorrendola.«Non dirmi che ci stai ricascando! Ti ricordo che hai un ragazzo! Anche se tecnicamente l’hai tra..»
«Lo so ok?» la interruppe. «Non so cosa mi stia prendendo. Sai che non sono così, non mi piace giocare con le persone..ma Jay mi piace.» continuò.
«E Nathan? E Kurt?» chiese di rimando Chanel, mentre comprava i biglietti della metro.
«Kurt..bhè dovrò parlargli. E Nathan oggi è stato così strano. Mi ha detto di tenere ancora a me. Dopo tutto questo tempo, quello che gli ho fatto, il fatto di stare con uno dei suoi migliori amici, lui mi vuole ancora bene..» rispose entrando nella  metro.
«Ti piace ancora vero?»
«Cosa? No!»
«E allora perché ti stringi tanto in quel giubbetto?» ammiccò l’amica.
«Per quanto io l’abbia nascosto, sì lui mi piace ancora. Mi è sempre piaciuto, ma non posso, lo sai bene. Non voglio far soffrire Jay.» rispose aggrappandosi al palo della metro per non cadere.
«Ma se lo allontani, soffrirete tutti e 3.» rispose Chanel.
«Lasciamo perdere va, è troppo complicato, non voglio pensarci ora!» Un suono metallico risuonò sopra le voci delle persone.
Erano arrivate al capolinea. Aspettarono che le porte si aprissero e poi risalirono le scale mobili che portavano in superficie. Camminarono per un po’ in silenzio, fin quando arrivarono nel loro hotel.
«Prendiamo l’ascensore, faremo prima!» Bella abbozzò un sorriso aspettando un cenno dall’amica, che non tardò ad arrivare. Erano arrivate al terzo piano.
«Chan io vado nella stanza di Jay!»
«Okay, ci vediamo dopo, ti passo a chiamare!» rispose l’amica entrando nella sua.
Bella si diresse verso la stanza del ragazzo e bussò ripetutamente. 

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