The Ways Of Life di lella23 (/viewuser.php?uid=34276)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 28 Ottobre 1981 ~ Beginning ***
Capitolo 2: *** Domande Senza Risposta ***
Capitolo 3: *** Promesse Spezzate ***
Capitolo 4: *** Il Passato ~ Atto I ***
Capitolo 5: *** Il Passato ~ Atto II ***
Capitolo 6: *** Il Passato ~ Atto III ***
Capitolo 1 *** 28 Ottobre 1981 ~ Beginning ***
28 Ottobre 1981 ~ Beginning
28
Ottobre 1981, Londra
L'oscurità
della notte era scesa sulla città garantendo protezione da sguardi
indiscreti, il silenzio la faceva da padrone non si udiva che il
vento, fatto molto insolito in quei giorni di guerra. Nelle vie più
nascoste di Londra un'ombra si muoveva cercando di non produrre alcun
suono, aveva il fiato corto e teneva tra le braccia un fagottino.
Doveva trovare al più presto il passaggio, si appoggiò al muro
cercando di calmarsi.
Doveva
restare lucida, aveva pianificato tutto nei minimi dettagli, sarebbe
andato tutto bene. Dopo aver fatto un respiro profondo rimoniciò la
sua corsa. Arrivò nel posto prestabilito e attese. Cullò un pò il
fagotto tenendo all'erta i suoi sensi e con la bacchetta sempre a
portata di mano. Guardò l'ora... erano le 3 di notte, doveva già
essere lì!
Si
morse il labbro inferiore agitata, non poteva fallire!
All'improvviso
però apparve dal nulla una teiera dall'aria malconcia e alla vista
dell'oggetto la donna incapucciata quasi pianse per il sollievo.
Tenendo ben stretto a se il fagotto toccò l'oggetto, sentì il
famigliare strattone all'ombelico e si ritrovò in un parco. Guardò
il cielo stava imbrunendo, presa da un nuovo entusiasmo continuò la
sua ricerca.
Dal
carico che teneva fra le braccia all'improvisso di levò un lamento.
La donna cullò cercando di farlo riaddormentare.
-Shhh
piccola mia... tra poco sarai al sicuro- sussurrò.
Poco
dopo la bambina si calmò e lei arrivò davanti ad un casa.
"Deve
essere questa..." pensò stringendo a sè la creaturina.
Bussò
con un groppo in gola, sperava con tutto il cuore di riuscire
nell'impresa, non poteva pensare di fallire... non l'avrebbe
permesso!
La
porta si aprì poco e lei riuscì a intravedere un uomo che la
esaminava.
-Chi
sei? Che ci fai qui?- chiese bruscamente.
Dopo
un attimo di esitazione di fronte a quell 'accoglienza rispose.
-Sono
io... la figlia di Alcestis-
-Diaspro?-
pronunciò sorpreso.
Aprì
del tutto e si trovò davanti una donna con in braccio un bambino.
Lei entrò di corsa e chiuse la porta dietro di sè.
-Che
ci fai qui? Penso fossi a Londra! Chi è questo bambino?-
-Edward
ti spiegherò tutto, ma adesso ho bisogno di un attimo di respiro-
disse esausta, tutte quelle emozioni l'aveva sfiancata più di quanto
avesse immaginato.
Andarono
in salotto dove Diaspro si sedette stancamente stringendo ancora a sè
la bambina. Edward portò qualcosa di caldo per la donna e lei gli
sorrise riconoscente, la guardò per un attimo e si soprese di quanto
assomigliasse a sua madre: gli stessi capelli biondi, gli stessi
occhi verdi... distolse lo sguardo sentendo il famigliare dolore al
petto di quando ripensava ad Alcestis.
-Ho
bisogno di aiuto Edward... di un grosso aiuto-
L'uomo
la ascoltò con attenzione, di cosa aveva bisogno?
-Edward...
voglio che tu prenda con te mia figlia, Halinor- disse guardandolo
con gli occhi lucidi.
-C-cosa?!-
esclamò allibito.
-Ti
prego... a Londra c'è una guerra! Voldemort sta prendendo sempre più
potere e io non voglio che Halinor rischi la vita come me-
-Ma
Diaspro... non posso-
-Ti
prego! Sono disperata! Anche i miei amici... i loro figli sono in
pericolo! Halinor non deve rischiare! Non posso permettere che mia
figlia muoia!- stava per scoppiare in lacrime, un comportamento che
lei non aveva mai avuto, ma avrebbe fatto di tutto pur di proteggere
la sua bambina.
Vedendo
con quanta foga la donna gli stesse dicendo quelle cose Edward non
potè non considerare quella richiesta. Guardò nel fagotto e vide
una splendida bambina con capelli d'oro e occhi grigi, argento quasi.
Poi fissò Diaspro, ormai in lacrime, e prese la decisione che
avrebbe per sempre cambiato la sua vita.
-Va
bene... Halinor starà qui con me-
-Oh
Edward! Grazie! Grazie!- sorrise tra le lacrime, finalmente Halinor
sarebbe stata al sicuro, ma insieme a quello era arrivato anche il
momento dell'addio. Guardò la sua piccola mentre lei ricambiava lo
sguardo, quasi stesse capendo la situazione.
-Piccola...
starai bene e la mamma verrà a prenderti quando tutto sarà apposto,
va bene? Verrà anche papà! Non preoccuparti, non ti lasceremo!- le
baciò la fronte e diede la figlia in braccio ad Edward.
Un
dolore al petto la prese, ma sapeva che quella era la cosa più
giusta da fare, Halinor non correva pericoli e lei sarebbe ritornata
a riprenderla appena Voldemort fosse stato eliminato.
-Abbi
cura di lei-
-Lo
farò sicuramente!-
Diaspro
annuì e uscì dalla casa, cercò disperatamente di non voltarsi, di
non tornare indietro e riprendersi sua figlia. Strinse i pugni e
l'aria pungente di Ottobre le colpì il viso, qui a Salem Halinor
sarebbe stata al sicuro, lontana dalle lotte dei Mangiamorte contro
l'Ordine.
Tirò
sù il suo cappuccio, percorse alcuni metri quando sentì una
presenza che la seguiva, il cuore le fece un balzo nel petto.
Fingendosi tranquilla continuò a camminare tenendo la bacchetta
stretta tra le mani.
Senza
nessun preavviso si girò e pronunciò -Stupeficium!-
-Protego!-
rispose l'altro -Diaspro! Sono Tristan, non voglio farti del male!-
Diaspro rimase
sbigottita, Tristan? Come era possibile? Non sentiva più suo cugino
da anni ormai era convita che fosse morto.
-Tristan?!- disse
lei incredula.
-Si... sono
veramente io. Sono scappato, non morto-
-Finalmente hai
capito dove sta la ragione?-
-Può essere, ma
non voglio essere coinvolto, per questo sono qui a Salem-
-Il solito
codardo- sibillò Diaspro.
-Non mi sembra che
tu sia a Londra in questo momento- disse infastidito.
-Sto ritornando a
Londra adesso per tua informazione-
-Allora che ci
facevi qui?- chiese dubbioso.
-Tristan non penso
siano affari tuoi...-
-Davvero? Lo
scoprirò prima o poi, abito qui-
Diaspro si voltò
di scatto verso di lui, furiosa.
-Tu non hai il
diritto di sapere niente chiaro!? Dopo quello che hai fatto mi chiedo
con che coraggio ora vieni a parlarmi!-
-Diaspro...- disse
addolorato Tristan, perchè? Perchè doveva essere sempre così?
-Addio Tristan...-
Diaspro sparì
smaterializzandosi, quella fu l'ultima volta che Tristan la vide.
Ecco qui la mia prima LongFic su Harry Potter, so di avere altre storie
in corso, ma questa FanFic mi girava in mente da molto tempo... da
quando avevo letto per la prima volta questo stupendo romanzo e non
avevo mai provato a trascriverla. Adesso però è tornato
prepotente la voglia di scrivere qualcosa di nuovo e farò di
tutto per aggiornarla regolarmente visto però che ho altre
storie in corso sarà difficile...
Adesso magari sarete un pò confusi, ma andando avanti si capiranno molte cose!
Ditemi cose ne pensate ^^
Baci^^
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Capitolo 2 *** Domande Senza Risposta ***
Domande Senza Risposta
23
Maggio 1989, Salem
Era una mattina
serena, il cielo era terso neanche un nuvola in vista. Una bambina
dai lunghi capelli biondi stava ancora dormendo nel suo letto, era un
sonno agitato il suo. Si svegliò di soprassalto mentre al piano di
sotto sentì un gran baccano, fece dei profondi respiri per calmarsi.
Ogni anno era
sempre la stessa storia, faceva quel sogno una donna che teneva un
fagotto, un bambino probabilmente e finiva sempre con lei che cercava
di avvertirla del pericolo ma un uomo incapucciato la colpiva sempre
con un raggio verde. Si svegliava sempre in quell'istante, con una
strana sensazione che non aveva mai identificato che le serpeggiava
nel corpo.
Sentì la camicia
da notte che le si era appiccicata tutta addosso per il sudore,
sbuffò e guardò le ore, erano quasi le otto. Dei passi sulle scale
le annunciavano l'arrivo di qualcuno e sorridendo capì chi fosse.
La porta si aprì
e vide il suo meraviglioso nonno che aveva in mano il vassoio della
colazione pieno di leccornie che lei adorava.
-Già sveglia la
festeggiata?- disse lui sorridendo.
Le sensazioni di
quel sogno andarono via, quel giorno era il suo compleanno compiva 9
anni.
-Si!-
Il nonno appoggiò
il vassoio sul comodino e si sedette sul letto dandole un bacio sulla
fronte. Da che avesse memoria aveva sempre vissuto con lui, non aveva
mai conosciuto i suoi genitori e non aveva chiesto niente al nonno
perchè quando ci provava vedeva che diventava davvero molto triste.
-Allora cosa vuoi
fare oggi?-
Sempre chiedeva
cosa voleva fare, anche se sapeva esattamente quale sarebbe stata la
sua risposta, non capiva perchè continuasse a chiederlo, forse
sperava che rispondesse qualcos'altro?
-Voglio andare a
Londra!- disse decisa.
Non sapeva il
perchè, ma da quando il nonno aveva iniziato ad insegnarle leggere e
scrivere, le aveva anche parlato del Mondo Magico. Era rimasta così
affascinata da Londra e da Hogwarts... al suo sesto compleanno
infatti aveva deciso di andarci e da lì ci era andata ogni anno.
Vedeva che il nonno era restio a portarla, ma lo desiderava così
tanto.
Il nonno sospirò
rassegnato, ma riprese subito il suo sorriso, anche se era meno
lumiso di prima.
-Va bene Halinor,
tutto quello che vuoi per il tuo compleanno!-
-Potrò vedere
Hogwarts?- chiese speranzosa.
-Mi dispiace
piccola, ma Hogwarts la puoi vedere solo se ti arriverà la lettera
per andarci-
Halinor delusa si
guardò le mani, avrebbe voluto così tanto andare ad Hogwarts, ma
sapeva che non sarebbe andata lì, l'Istituto delle Streghe di Salem
l'aspettava.
Sentì una mano
accarezzarle il capo e alzò lo sguardo.
Il nonno la
guardava in modo strano, quasi triste. Era molto giovane per essere
un nonno, aveva ancora i capelli tutti neri e gli occhi verdi
circondati da poche rughe. L'aveva capito guardando i nonni degli
altri bambini al parco, ma non aveva mai avuto il coraggio di
domandare.
-Su fai colazione
intanto vado a preparare le cose per la nostra gita-
Halinor annuì
cercando di sorridere, prese il vassoio e iniziò a mangiare mentre
il nonno usciva. L'appettito era andato, ma si sforzò lo stesso di
ingogliare qualche boccone.
Quando finì di
mangiare si alzò e andò alla finestra, il sole iniziava ad
illuminare le strade, non vedeva l'ora di essere a Londra! Lì doveva
essere pomeriggio ormai, non vedeva l'ora di camminare nella caotica
Diagon Alley e mangiare il gelato da Fortebraccio. Sorridendo si
vestì, andò al piano di sotto e trovò il nonno che si stava
mettendo il mantello.
-Pronta?-
-Si!-
A quel punto
allora la prese per mano e andò nel camino con nell'altra mano la
polvere volante.
-Paiolo Magico!-
disse chiaro e forte l'uomo.
Tendendosi stretta
al nonno e con gli occhi chiusi Halinor arrivò al Paiolo, sentiva il
vociare della gente. Diende uno sguardo al locale, sorridendo per
essere lì stava per andare, ma il nonno la trattenne per un braccio.
-Calma! So che non
vedi l'ora di andare, ma non sai ancora bene la strada!-
Lei sbuffò, ma lo
aspettò. Trepidava per andare nelle vie di Diagon Alley, ma non
voleva perdersi. Dopo che il nonno ebbe salutato alcuni conoscenti
andarono nella stanza che portava alla piccola cittadina.
Saltellando
Halinor camminò davanti a lui, quella bambina era davvero un tornado
pensò sorridendo. Da quella notte si era preso cura di Halinor per
ben 8 anni e non si era mai pentito, ma quando pochi giorni dopo la
notizia della caduto di Voldemort da parte del Bambino Sopravvissuto
Diaspro non era ancora tornata aveva capito che non ce l'aveva fatta.
Era andato a
Londra per cercare di trovare il padre della piccola, ma le notizie
che aveva ricavato non erano confortanti, non poteva prendersi cura
della bambina. Quando scoprì la tomba di Diaspro aveva giurato che
si sarebbe preso cura della bambina a qualunque costo. Non poteva
dire niente ad Halinor, non voleva darle un dolore così grande,
anche se leggeva in lei la voglia di sapere, la cuoriosità legittima
di voler conoscere le sue origini. Era davvero un egoista, ma avrebbe
fatto di tutto pur di proteggere quel sorriso che gli aveva dato una
nuova speranza dopo che la vita gli aveva portato via Alcestis.
-Nonno! Nonno!
Andiamo al Ghirigoro!- disse entusiasta Halinor.
-Si si, andiamo
piccola- rise Edward.
Andarono alla
libreria, Halinor adorava leggere non faceva altro che prendere
libri. Appena entrati la bambina si fiondò al reparto bambini,
mentre lui gironzolava tra gli scaffali senza uno scopo preciso
tenendo sempre d'occhio la bambina.
Sorrise nel
vederla concentrata nella ricerca, le voleva bene come se fosse
davvero sua nipote e poteva esserlo se la vita fosse stata più
giusta con lui e Alcestis.
Scosse la testa
scacciando quei pensieri, anche se aveva ormai 49 anni non era mai
riusci a dimenticarla, nessuna donna sarebbe mai stata come lei.
Perso in questi pensieri quasi non si accorse del tintinnio che
annunciava l'entrata di qualcuno nel negozio.
Edward si girò e
vide un giovane uomo entrare, aveva capelli chiari e qualche
cicatrice sul viso stanco, era vestito in modo un pò trasandato. Non
sapeva come ma gli era famigliare, perplesso spostò il suo sguardo.
Intanto Halinor
stava cercando un libro, uno che la colpisse, ma non ne trovava
nessuno. Sbuffò riponedo l'ennesimo volume. Guardò il nonno che
stava parlando con il commesso, doveva annoiarsi in quel momento, le
dava sempre tutto il tempo che voleva anche se doveva stare molto
tempo ad aspettare.
Andò nel reparto
degli adulti, magari lì avrebbe trovato qualcosa di più
interessante, cercò di non farsi vedere dal nonno, lui non voleva
che leggesse quei libri, diceva che non erano adatti a lei. Stava
guardando indietro quando andò a sbattere contro qualcosa.
-Oh scusa! Ti sei
fatta male?-
Halinor alzò il
viso e si trovò davanti un uomo, aveva il viso con delle cicatrici e
gli occhi chiari come i capelli. Lo vide trattenere il respiro e
guardarla con gli occhi sbarrati, confusa si chiese il motivo.
-Come è
possibile...?- sussurrò lui.
-Signore... si
sente bene?-
-Halinor! Halinor!
Dove sei?-
Al sentire il suo
nome l'uomo impallidì a vista d'occhio, era come congelato. Lei si
preoccupò, cosa aveva?
-Halinor!- il tono
del nonne la indusse a rispondere.
-Nonno sono qui!-
Arrivò subito e
trovò il giovane che aveva visto entrare insieme ad Halinor, era
molto pallido come se avesse visto un fantasma.
-Non è
possibile...- mormorava.
Edward lo guardò
con sospetto, prese per mano Halinor, non voleva stare lì un minuto
di più.
-Andiamo piccola
dobbiamo tornare a casa...- disse frettolosamente.
-Ma... ma non
abbiamo neanche preso il gelato!- protestò la bambina.
-Mi dispiace ma
dobbiamo andare...- stava per andare quando l'altro dopo essersi
ripreso lo richiamò.
-Aspetti!-
-Cosa vuole?-
disse brusco voltandosi verso di lui.
-Lei... la
bambina... è davvero sua nipote?- chiese per nulla non scoraggiato
dal suo atteggiamento.
-Non penso siano
affari suoi!-
-La prego! Io...
ho bisogno di saperlo!-
Halinor guardava
confusa lo scambio di battute, perchè chiedeva una cosa del genere?
Lui era suo nonno, non c'erano dubbi su quello!
-Nonno ma che sta
dicendo?- chiese con una voce che non riconobbe come sua, si sentiva
uno strano nodo allo stomaco.
-Niente piccola,
questo signore si deve essere confuso!- disse conciliante, lanciando
uno sguardo duro al giovane.
Andarono via
lasciandolo lì a guardarli.
-Halinor... non
può che essere lei, la figlia di Diaspro e...- sussurrò
interrompendosi dolorosamente.
Quel giorno il
passato era tornato a bussare alla porta dei suoi pensieri.
Intanto Halinor
guardava arrabbiata e insieme preoccupata il nonno mentre
attraversarono in tutta fretta le vie di Diagon Alley. Non lo aveva
mai visto così, era sempre stato tranquillo e gentile, ma ora era
teso e corrucciato. Perchè? Erano le parole di quel signore?
Andarono subito al Paiolo Magico dove presero la metropolvere.
Quando atterrarono
nel loro camino, Halinor corse subito in camera Edward non cercò
nemmeno di fermarla, sapeva quanto la piccola fosse arrabbiata... era
il suo compleanno e l'unica cosa che chiedeva come regalo lui glielo
aveva tolto. Sospirò sedendosi sul divano e prendendosi il capo tra
le mani, ma aveva avuto paura... quel giovane... doveva conoscere
Diaspro, ecco perchè gli era sembrato familiare, non riusciva però
a ricordare dove l'avesse giò visto.
Halinor dopo aver
pianto stava a guardare il soffitto, sentiva che anche la rabbia
stava andando, ma per orgoglio non voleva essere la prima ad andare
dal nonno. Guardò l'orologio, erano passate delle ore da quando
erano tornati da Londra, era pomeriggio inoltrato. Sbuffando andò
alla finestra, la giornata era così bella... sembrava uno spreco
passarla in casa! Mordendosi il labbro inferiore la bambina guardò
la strada... prese la decisione e si arrampicò sulla finestra, in
piedi sul cornicione si lasciò andare e concentrandosi atterrò in
piedi.
Aveva scoperto
quel trucco quando stava cercando di afferrare una farfalla a 5 anni
e per sbaglio era caduta dalla finestra, ma si era trovata tutta
intera sulla strada. Da lì aveva usato spesso quello stratagemma per
uscire di casa senza essere scoperta. Sorridendo furbescamente andò
al parco, aveva un'importante appuntamento!
Andò nel verde,
doveva cercare l'albero dove si incontrava con lui. Trovato si
sedette sotto i rami e aspettò.
Ricordava la prima
volta che l'aveva incontrato, aveva 6 anni, dopo essere stata a
Londra aveva fatto una passeggiata al parco mentre il nonno era
seduto su una delle panchine a leggere Il Corriere di Salem. Si era
inoltrata negli alberi e aveva trovato un uomo seduto sotto un albero
mentre dormiva. Lo aveva guardato con curiosità e anche divertita,
chi si addormentava sotto un albero? Si era accovacciata sui talloni
guardandolo meglio, aveva dei riccioli scuri che gli coprivano appena
la fronte. In quell'istante aveva aperto gli occhi e l'aveva guardata
non sembrava sorpreso e questo non avea fatto altro che incuriosirla
di più.
-Ciao- le aveva
detto tranquillo.
-Ciao!-
Lui aveva piegato
la testa di lato, la guardava con una strana luce negli occhi che non
riusciva a comprendere.
-Come ti chiami?-
-Halinor... e tu?-
L'uomo aveva
sorriso, sembrava quasi che lo sapesse già.
-Tristan-
Avevano parlato
tanto e quando lui le aveva dato un regalo, un libro su Hogwarts,
dicendole solo che sapeva che era il suo compleanno. Lei non aveva
fatto molte domande, era piccola e un libro non si poteva rifiutare.
Ora era ancora lì,
sotto i rami di quel castagno ad aspettare Tristan. Si era chiesta
molte volte chi fosse e quel giorno aveva intenzione di fare delle
domande, aveva troppi dubbi e voleva avere delle risposte.
Sentì i passi in
lontananza e capì subito che era lui, infatti saltò fuori da dietro
un albero.
-Ciao Halinor!
Buon compleanno- disse per poi prendere un regalo incartato e darle
il pacco.
-Grazie...-
Tristan la guardò
perplesso, di solito faceva era più entusiasta per il regalo.
-Ehy... cosa
succede?-
-È che... sono
stufa!-
-Di cosa?-
-Di non sapere mai
niente! Tu... Tristan... conosci i miei genitori?-
Quella domanda lo
prese in contropiede, non si era mai aspettato di sentirla, ma cosa
poteva rispondere? Non voleva mentire, ma la verità era davvero
meglio?
-Si...- sospirò
infine.
-Davvero? Come
sono? Perchè non sono qui con me?- disse parlando a raffica e
alzando la voce nella foga.
-Calma, calma! Non
so il motivo preciso, ma penso che tua madre voleva che tu fossi al
sicuro...-
-Come si chiama...
mia mamma?- disse felice finalmente di dirlo ad alta voce.
Tristan chiuse per
un attimo gli occhi, la piccola non sapeva proprio niente...
-Tua madre... si
chiamava Diaspro-
Halinor guardò
fisso davanti a sè, chiamava... allora davvero non c'era più. Ci
aveva pensato tanto, ma la speranza che fosse ancora viva da qualche
parte era sempre stata presente in lei.
-Mi dispiace
Halinor...-
-Perchè la
conoscevi?- disse cambiando discorso, non voleva parlare di quello.
-Perchè era mia
cugina-
La bambina
spalancò gli occhi sorpresa, perchè non lo aveva detto prima?
-Perchè non me lo
hai detto?- esclamò adirata, tutti che le nascondevano le cose.
-Non volevo
tenerlo nascosto, ma a cosa sarebbe servito dirtelo?-
-Io... potevi
parlarmi di mia mamma!-
-Posso solo dirti
questo: era davvero una persona buona, simpatica e...- si fermò
cercando di arginare i ricordi, era sempre stata così, peccato che
con lui si comportava in maniera completamente diversa. Non poteva
certo biasimarla, non dopo tutto quello che aveva passato e che lui
aveva in parte colpa. Era difficile parlare di lei, anche dopo 8
anni, e stare di fronte alla sua copia in miniatura non aiutava le
cose.
-E cos'altro?- lo
spronò Halinor.
-E basta, vai a
casa piccola, tuo nonno potrebbe essere preoccupato non trovandoti-
-Ma non ho ancora
finito!- fece appena in tempo a finire la frase che Tristan era già
scomparso.
Pestò un pugno
sull'albero per la rabbia, prese il regalo ancora impacchettato e
ritornò indietro. Ormai si erano fatte le sei, le brontolava lo
stomaco, non aveva mangiato a mezzogiorno e non vedeva l'ora di
mettere qualcosa sotto i denti.
Stava per entrare
ancora dalla finestra quando sentì delle voci nel salotto,
incuriosita andò sotto la finestra per ascoltare.
-Così saresti
tu... colui che aveva provato ad infangare il nome dei Gardiner...-
disse una voce fredda, sentì addirittura la pelle d'oca.
-Asmodeus,
finalmente vedo chi ha rovinato la vita ad Alcestis...- rispose il
nonno con un tono che lei non aveva mai sentito, un misto tra odio
e... ribrezzo.
-Ahahah...
rovinato... che parolona! Le ho dato un nome! E lei mi ha ripagato
continuato a sentirsi con te... che moglie ingrata-
-Non parlare in
questo modo di Alcestis!- disse furioso.
Halinor strinse
forte a se il regalo, aveva paura... perchè il nonno era così
arrabbiato? E chi era quel signore? Non osava alzare la testa per
sbirciare.
-Ancora innamorato
vedo... di un cadavere-
-Non penso tu sia
venuto fin qui solo per farti beffe di me... cosa vuoi?-
-Ah si... sono qui
per portare mia nipote Halinor con me-
Halinor spalancò
gli occhi, cosa? Aveva sentito bene?
-Non so di cosa tu
stia parlando- disse impassibile Edward.
-Oh non prendermi
in giro Mezzosangue... dimmi dove è!-
-Perchè dovrei
averla qui?-
-Perchè quella
stupida di mai figlia non poteva che darla a te!-
-Ti sei
sbagliato... qui non c'è... e anche se fosse qui, perchè dovresti
venire a portarla via? Che diritti hai su di lei?-
-Perchè sono suo
nonno no? Diaspro è stata davvero un'ingrata a voltare le spalle
alla famiglia, ma almeno ha avuto la testa di fare una figlia con un
rampollo di una famiglia Purosangue!-
-Te lo ripeto,
Halinor non è qui-
-Ritornerò
Mezzosangue... so che è qui, e se la prossima volta non me la
consegni, sarò costretto ad usare le maniere forti!-
Halinor era
immobile, con il regalo di Tristan ancora stretto tra al petto, cosa
stava succedendo alla sua vita?
Ecco qui il
capitolo! Ci sono ancora domande senza risposta, ma per quello dovrete
aspettare! Fanno la comparsa un certo Asmodeus e uno strano signore
alla libreria, penso che abbiate già capito chi sia!
Erikina_Di_Milano
: Ciao! Grazie per i complimenti! Lo so, il prologo non spiegava molto
e neanche questo capitolo, ma man mano che la storia andrà
avanti si capiranno moltre altre cose! Baci^^
mattamaty : Ciao!
Sono felice che ti piaccia anche se il prologo è stato molto
enigmatico, eh si dovrai aspettare un pò per capire tutto! Spero
davvero che questo capitolo non ti abbia deluso! Baci^^
Al prossimo capitolo!
Baci^^
|
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Capitolo 3 *** Promesse Spezzate ***
Promesse Spezzate
La
stanza era immersa in un buio quasi confortante, era avvolta
completamente nelle lenzuola come per tenere il modo fuori, per non
rischiare di cadere in pensieri, in parole... ma era impossibile non
rimuginare su quello che era successo.
Le
lacrime rotolarono sulle guance, cosa stava succedendo alla sua vita?
Perchè era tutto così difficile? I suoi genitori... avrebbe tanto
voluto sapere più su di loro. Erano morti? Sua madre si, ma... suo
padre? Era ancora vivo? Non voleva crearsi false speranze, ma non
riusciva ad impedirselo.
Si
girò nel leto, quella sera il nonno era stato zitto per tutta la
cena e lei non era riuscita a parlare a causa di quello che aveva
sentito, non aveva avuto nemmeno la forza di guardarlo in faccia.
Stavano
succedendo troppe cose... il nonno improvvisamente era diventato
un'estraneo, un uomo di nome Edward che l'aveva accudita per anni
facendole da nonno.
Si
alzò, era stufa di pensare, asciugò le guancie stizzita. Andò al
piano di sotto con l'intenzione di prepararsi un pò di latte per
conciliare il sonno quando vide il nonno alla porta intento a parlare
con qualcuno. Non riusciva a vedere chi potesse essere.
-Non
so come tu sia qui, ma tu e tuo zio avete sbaglaiato persona- disse
il nonno.
-Edward
non sono qui per conto di Asmodeus!-
Halinor
spalancò gli occhi, che ci faceva lì Tristan?
-Dovrei
crederti?-
-So
che Halinor è qui, ho parlato con lei-
-Cosa?!-
-Si,
assomiglia così tanto a Diaspro...-
Il
nonno sembrava spiazzato, non era sicuro di potergli credere.
-Non
voglio che Asmodeus metta le mani su di lei, non voglio che passi le
stesse cose che ha dovuto subire Diaspro, anche per quello è venuta
da te!-
Edward
con un sospiro rassegnato lo lasciò passare chiudendo poi subito la
porta.
-Allora
che hai intenzione di fare?- domandò scettico.
-Dovremmo
portare via Halinor...-
-Credi
davvero che sarebbe una buona idea? Halinor è sempre vissuta a
Salem-
-Qui
è troppo esposta, ormai Asmodeus sa che è con te!-
-E
dove vorresti portarla?-
-Lontano
da qui, dobbiamo aspettare fino a quando non riceverà la lettera per
Hogwarts poi lì finalmente sarà al sicuro-
A
sentire Hogwarts la bambina stava per farsi scappare un urletto che
prontamente aveva comperto con la mano, voleva assolutamente saperne
di più!
-Perchè
vuoi aiutare Halinor? Diaspro... lei mi ha sempre detto che stavi con
gli altri...-
-Diaspro
per quanto intelligente fosse, ha sempre visto quello che voleva
vedere- disse quasi gelido Tristan.
-Tutti
possono essere presi dal pregiudizio, anche le menti più eccelse-
-Ma
non l'ho mai biasimata per quello, anchio al suo posto avrei fatto le
stesse identiche cose...-
Halinor
non capiva molto di quello che stavano dicendo, ma aveva colto il
senso generale... volevano farla andare via dalla sua casa. Non
poteva permetterlo! Lei non voleva andare via da Salem, era sempre
vissuta lì! Mentre cercava di tornare in camera senza far rumore
ecco che inciampò nel tappeto provocando un tonfo che non passò in
osservato ai due in salotto.
-Ma
che...?-
-Halinor!
Vieni subito qui!- disse Edward.
La
bambina strinse gli occhi, sbuffando.
"Beccata..."
Si
alzò, entrò in salotto a testa bassa e con le braccia incrociate.
Sentì il nonno sosprirare, strinse i pugni.
-Halinor...
cosa hai sentito?-
Il
tono del nonno era stanco, perchè? Cosa stava succedendo a tutti?
Dov'era andata a finire la sua tranquilla vita?
-Non
voglio andare via da qui!- disse senza riuscire a frenarsi.
Halinor
sentì il nonno avvicinarsi a lei e abbasarsi in modo da vederla in
faccia, ma lei ostinata guardava in basso.
-Halinor
devi capire... qui non possiamo più stare...-
La
bambina scosse la testa, non voleva sentire ragioni lei non voleva
andare via da quella casa.
-Edward...
potrei fare il Custode Segreto...- propose Tristan, vedeva che Halnor
non avrebbe ceduto e loro aveva sempre meno tempo.
-Scusa
Tristan, ma no. Non voglio condannarla alla reclusione... e non mi
fido di te così tanto... guarda i Potter, il loro custode era un
buon amico...-
Tristan
strinse i pugni, era noto a tutti che il Custode Segreto dei Potter
li aveva traditi, ma quasi nessuno sapeva che Sirius Black sarebbe
morto piuttosto che tradire un suo amico, soprattutto James Potter.
Non era mai stato un gran sostenitore di Black, anzi, già dai tempi
di Hogwarts tra di loro c'era un odio profondo, ma un Mangiamorte non
lo era mai stato. Non riusciva a capacitarsi invece che tutti, pure
Lupin, avevano tranquillamente dato per vero il tradimento di Black.
Eppure non si spiegava quello che era successo, non era stato
abbastanza tempo tra i Mangiamorte per scoprire chi era la talpa.
-Io
non prenderei per vero tutto quello che dicono su quello che è
successo- disse solamente.
Edward
ebbe la tentazione di girarsi, ma Halinor aveva la precedenza. Prese
il mento della bambina tra le dita e lo sollevò.
-Piccola
cerca di capire... ti prego...-
Halinor
sapeva che si stava comportando in modo infantile, ma aveva paura...
era così abituata a stare in quella casa con lui che un cambiamento
la faceva tremare. Capì allora che non importava se lui fosse o no
davvero suo nonno, gli voleva bene e sapeva che anche lui ne voleva a
lei, solo quello era importante.
-Ho
paura...- disse semplicente, guandandolo negli occhi.
Edward
l'abbracciò, capiva perfettamente quello che provava, cercò di
darle tutto il conforto possibile.
-Lo
so piccola, ma dobbiamo andare... qui non siamo al sicuro-
Halinor
lo guardò, si fidava ciecamente di lui, ma qualcosa dentro di lei,
una sensazione sgradevole che le aveva preso lo stomaco, diceva che
sarebbe successo qualcosa di brutto.
-Halinor...
giuro che ti proteggeremo!- disse all'improvviso Tristan, catturando
la sua attenzione.
I
suoi occhi erano sinceri, lo sapeva, si fidava pure di lui, ma...
aveva paura lo stesso.
-Piccola
fidati di noi... non succederà niente! Adesso vai a fare i
bagagli... ti giuro che domani mattina andremmo a fare colazione in
uno di quei bar Babbani che ti piacciono tanto!-
Il
sorriso del nonno la indusse ad obbedire e poi lei adorava i bar
Babbani, c'erano sempre così tante persone strampalate! Andò nella
sua camera a prendere la valigia dove mise dentro tutto quello
possedeva, il nonno aveva fatto un Incantesimo di Estenzione
Irriconscibile e quindi poteva mettere dentro tutto quello che voleva
senza nessun problema.
Intanto
al piano di sotto Tristan e Edward stavano discutendo.
-Potremmo
andare in Inghilterra... Asmodeus non sospetterebbe mai che siamo
proprio lì...- propose Edward.
-Non
ne sono così sicuro... Edward forse è meglio stare negli Stati
Uniti ancora un pò... magari cambiare spesso città...-
-Non
so se questo farebbe bene a Halinor...- sospirò l'altro passandosi
una mano tra i capelli.
-Lo
so che questo è un sacrificio... ma per la sua salvezza dobbiamo
fare tutto quello che è in nostro potere- disse deciso Tristan.
Edward
vedeva i suoi occhi quasi fiammeggiare, un pensiero strano gli passò
per la testa, se la prendeva troppo a cuore anche per essere solo un
cugino, si impegnava troppo.
-Tristan...-
Tristan
gli vide l'espressione di compatimento in faccia, distolse subito lo
sguardo senza la forza di sorregere oltre quello sguardo. Strinse i
pugni, possibile che tutti dovessero capirlo? Era così chiaro
leggere i suoi pensieri?
-Mi
disp...-
-Non
mi sembra nè il luogo nè il momento adatto per parlare di queste
cose. La cosa più importante adesso è portare Halinor al sicuro-
disse chiudendo bruscamente quel discorso appena accennato.
Edward
lo capiva bene, quella sofferenza era stata parte di lui negli ultimi
ventanni, ma comprendeva anche il suo bisogno di non parlarne.
-Nonno!
Ho fatto- la voce di Halinor sollevò la tensione che si era andata a
creare.
-Bene...-
sospirò Edward prendendo la valigia della bambina.
-Dobbiamo
proprio andare, eh?- domandò sussurrando Halinor.
L'uomo
diede una carezza sui suoi capelli, non avrebbe voluto che tutto
questo succedesse, ma era impossibile ormai fermare la catena di
eventi che si era succeduta.
-Si
piccola... ma lontano da qui sono sicuro saremo più felici-
La
biondina lo guardò dubbiosa, lì aveva vissuto così tante cose
belle perchè avrebbe dovuto essere felice in un'altro posto? Ma
tenne per sè quella domanda, capiva che quello non era il momento e
che doveva farsi forza.
-Bene...
è stata una fortuna che Halinor abbia sentito tutto, possiamo andare
subito... il tempo è prezioso- disse Tristan guardando fuori dalla
finestra.
-Andiamo
Halinor...- mormorò Edward prendendo la mano della bambina.
Halinor
si guardava intorno, la sua casa... la stava lasciando, forse per
sempre. Una profonda malinconia partì dal suo cuore, non si sarebbe
più lamentata per le scale che scricchiolavano, non avrebbe più
fatto colazione nella sua camera il giorno del suo compleanno, non si
sarebbe più sentita così protetta come in quelle quattro mura. Era
quasi come lasciare una parte di sè andandosene via, aveva solo 9
anni eppure... in qualche modo sapeva che lì non sarebbe più
tornata.
Strinse
la mano del nonno cercando quasi di aggrapparsi ancora a quei
ricordi, a quelle sensazioni che presto sarebbero svanite lasciando
il posto ad altre.
-Merda!-
imprecò Tristan.
-Che
succede?- chiese subito allarmato Edward.
-Asmodeus
non ha perso tempo...- rispose funereo.
Bastarono
suelle poche parole per gelare l'uomo, era già lì?
-M-ma
aveva detto d-domani...- disse incredulo.
-E
da quando quell'idiota di mio zio fa quello che dice? Dobbiamo
sbrigarci... Edward hai una porta sul retro?-
-S-si...
va al giardino...-
Andarono
subito alla porta sul retro, Halinor iniziò a provare davvero paura,
chiunque fosse quell'Asmodeus doveva essere davvero cattivo, si
domandava però come una persona del genere fosse davvero suo nonno.
Il
giardino della casa confinava con un bosco, Tristan ne fu davvero
sollevato, doveva per forza portare al parco. Edward prese in braccio
la piccola che aveva inciampato nella corsa, non potevano fermarsi.
-Credevate
davvero di potere scappare?-
La
voce li fece fermare, quella voce così fredda... che ti gelavano le
ossa per la sua crudeltà. Edwarda strinse forte a sè la piccola,
non avrebbe permesso che Asmodeus mettesse le mani su di lei. Mai!
-Lo
so che siete in questo bosco... non sarà difficile trovarvi...-
-Tristan...
pendi la bambina e correte via- disse deciso l'uomo dando Halinor in
braccio a lui.
-Nonno
no!- protestò la bambina.
Quella
strana sensazione era tornata ancora più forte in quel momento, non
voleva che il nonno se ne andasse! Aveva paura, così tanta paura!
-Halinor,
calmati! Ritornerò! Lo prometto... ma tu devi andare via da qui il
più in fretta possibile!-
-Edward...
è una follia!- sibillò Tristan prendendo Halinor.
-Sarà
anche una follia... ma lo devo fare- detto questo diede un bacio
sulla fronte della bambina e sparì dietro agli alberi.
Halinor
tentò in tutti i modi di liberarsi dalla presa di Tristan, non
voleva andarsene senza il nonno.
-Lasciami!
Lasciami!- ripeteva lanciando calci e pugni.
-Halinor!
Calmati! Edward ritornerà! Te lo ha promesso!- cercò di rabbonirla
lui tenendo la presa ferrea.
L'ultima
cosa che voleva in quel momento è che lei andasse direttamente in
bocca ad Asmodeus, non era sicuro che Edward sarebe ritornato, ma la
cosa importante era che Halinor fosse al sicuro e lì non lo era di
certo.
Si
sentivano i rumori dello scontro, ad ogni colpo che faceva quasi
tremare la terra Tristan stringeva a sè la bambina che sembrava
essersi arresa, cosa che sorprese molto il giovane. Sapeva che aveva
preso dai suoi genitori in quanto ad ostinazione... e quella calma
non faceva altro che farlo insospettire.
La
corsa lo stava affaticando molto più del dovuto, la causa era anche
il peso aggiuntivo della bambina, anche solo la forza di volontà non
bastava. Dovette fermarsi e lì fu un errore fatale, Halinor
aproffittando del momento di stanchezza del giovane sgusciò via
dalla sua presa e corse indietro.
Tristan
imprecò a gran voce e la rincorse, ma ad un certo punto le gambe si
bloccarono. Non era la stanchezza, no... era paura. Lo sapeva che se
Asmodeus lo avesse visto per lui sarebbe finita, dopo che era
scappato dai mangiamorte suo zio aveva fatto di tutto per cercarlo e
ucciderlo per levare l'onta di cui la sua famiglia era stata
ricoperta a causa del suo tradimento.
Perchè?
Doveva muoversi! Lo doveva fare per Halinor eppure... le sue gambe
non accennavano ad un movimento.
Dopo
tutti gli sforzi, dopo tutto quello che aveva cercato di fare per
redimersi... era ancora bloccato dalla paura!
Le
mani tremavano... la morsa allo stomaco non gli dava tregua mentre
vedeva per l'ultima volta il ciuffo biondo di Halinor sparire dietro
un tronco. Cadde in ginocchio prendendosi il viso tra le mani mentre
le incessanti parole di Diaspro gli rimbombavano nella testa.
"Il
solito codardo!"
Halinor
correva, correva con tutto il fiato che poteva, con tutta la volontà
e la forza di cui era capace. Doveva raggiungere il nonno, non poteva
lasciarlo andar via, come avrebbe potuto fare senza di lui? Con chi
avrebbe vissuto? Non poteva pensare di vivere in una casa che non
fosse quella lì a Salem, non poteva immaginare di festeggiare un
compleanno senza di lui!
Le
gambe iniziavano a farle male, ma non voleva rallentare e in
lontananza vide delle luci e seppe di essere vicina, questo le diede
un nuovo slancio, un nuovo entusiasmo.
Quasi
sorridendo arrivò.
La
scena che le si presentò davanti agli occhi però le tolse qualsiasi
felicità. Quasi non credette a quello che vide.
Un
uomo alto con lunghi capelli neri a tratti bianchi legati da un
codino stava sovrastando il corpo, chiazzato di quello che le
sembrava sangue, del nonno.
-Povero
Mezzosangue... pensavi davvero di sconfiggermi? Ah! Patetico!-
Edward
cercò di tirarsi su in posizione eretta, anche solo quello sembrava
uno sforso immane, ma in qualche modo ci riuscì. Sputò del sangue,
ma lo guardò negli occhi fieramente.
-Non
sarò io... ma qualcuno sicuramente lo farà!-
Halinor
seguiva la scena con gli occhi sbbarrati, la stretta allo stomaco
sembrava quasi piegarla in due. Non aveva avuto paura per lei... ma
per il nonno!
-Addio
Mezzosangue... Avada Kedavra!-
Il raggio verde partì dalla
bacchetta di Asmodeus e lo colpì in pieno petto.
La bambina vide tutto, vide suo
nonno prendere la Maledizione Senza Perdono, vide il suo corpo ormai
morto cadere all'indietro sollevando delle foglie che erano cadute
dagli alberi, vide le ferite, aperte in precedenza, sanguinare su
quel verde.
Era immobile, quasi non credeva
a quello che le si presentava davanti agli occhi con così tanta
prepotenza, non era possibile... suo nonno non poteva essere...
dovevano fare ancora così tante cose!
"Me lo avevi promesso!
Avevi promesso che saremmo andati al bar, che avremmo fatto
colazione! Avevi promesso che non sarebbe successo niente! Avevi
promesso..." pensò urlando.
Halinor si avvicinò lentamente
al corpo riverso a terra del nonno, si inginocchiò di fianco. Le
tremavano appena la mano mentre la sollevava per toccarlo.
-Me lo avevi promesso...-
sussurrò con voce spezzata.
Una piccola lacrima le sfuggì
dagli occhi finendo per terra causando un suono sordo che attirò
l'attenzione di Asmodeus.
Gli occhi azzurrò ghiaccio si
fermarono sulla sua figura, sentiva il suo sguardo gelido su di sè e
lo guardò. Qualcosa nasceva lentamente nel suo cuore, qualcosa che
non aveva mai provato prima di allora, qualcosa di così assoluto che
non sarebbe più andato via, immortale...
Per la prima volta in tutta la
sua vita provò Odio.
Un odio così profondo che
sembrava acido, un odio che quasi superava il dolore della perdita...
-Eccoti qui... Halinor-
Ormai quella voce non le feceva
più gelare le ossa, no, aumentava solo il rancore. Lo guardò con
tutto l'odio che aveva dentro, mentre le lacrime le riempivano gli
occhi. L'unica reazione che suscitò a quell'essere fu solo una breve
risata senza calore.
-Pensi di farmi paura mocciosa?
Tale e quale a tua madre... ma stai tranquilla, ti farò diventare
una perfetta purosangue...-
-Tu... non mi farai diventare
niente!- urlò la bambina tremante.
Asmodeus assottigliò gli
occhi, avrebbe dovuto estirpare quell'atteggiamento dalla bambina...
aveva fallito con Diaspro, ma non con sua nipote.
La prese per un braccio
ignorando le proteste e si smaterializzò lasciando il corpo di
Edward immerso nel verde.
Ecco qui il nuovo capitolo! Arrivato un pò in ritardo, lo so, ma
ho fatto il possibile per scriverlo velocemente. E' stata dura scrivere
della morte di Edward, mi ero affezzionata al suo personaggio =( ma la
trama esigeva la sua dipartita...
Al prossimo capitolo!
Baci^^
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Capitolo 4 *** Il Passato ~ Atto I ***
Il Passato ; Atto I
Quanto tempo era passato? Ore,
minuti? Giorni, mesi?
Da quando Asmodeus l'aveva
portata in quella stanza lei non si era mossa da quell'angolo. Ogni
tanto dei strani esseri con delle orecchio da pipistrello venivano a
portarle da mangiare, la prima volta che ne aveva visto uno per poco
non si era messa ad urlare per lo spavento, ma ben presto aveva
imparato ad ignorarli, soprattutto per il fatto che sembravano avere
molta più paura di lei.
Aveva mangiato ben poco, quasi
niente, non aveva fame... e dormire era un lusso che non si voleva
concedere visti gli incubi di cui era protagonista. Appoggiò il capo
al muro mentre lentamente delle linee sottili di lacrime le rigavano
le guance. Ancora le sembrava impossibile tutto quello che era
accaduto, a volte pensava che presto si sarebbe svegliata e avrebbe
trovato suo nonno seduto sul suo letto a sorridere sornione e a
prenderla in giro per aver dormito così tanto. Strinse gli occhi,
no... non era un sogno, lei non si sarebbe più svegliata in quel
letto, non avrebbe più riso con suo nonno, non sarebbe più andata a
Londra per il suo compleanno.
Ora viveva lì, in quella
stanza che sembrava avere le stesse dimensioni di un salotto, così
cupa con una sola finestra dove a mallapena arrivava un raggio di
sole. Era la prima volta da quando era lì che guardava davvero quel
luogo. Era davvero enorme, un letto a baldacchino capeggiava
addossato al centro della parete davanti a lei, mentre di fianco
c'era l'enorme armadio di mogano intagliato. Le pareti erano
rivestite da tessuti di un rosso cupo che rendeva la stanza ancora
più ombrosa.
Si strinse le ginocchia al
petto, aveva così tanta voglia di parlare con qualcuno in quel
momento... anche uno quei strani cosi che venivano a portarle da
mangiare andava bene, si sentiva così sola.
Proprio in quel momento comparì
davanti a lei uno di quei strani esseri. Halinor si morse il labbro
inferiore mentre quello metteva davanti a lei un piatto fumante e
prendeva l'altro freddo e intatto.
-C-come ti chiami?- chiese con
voce roca la bambina.
Lui sobbalzò e la guardò con
i suoi grandi occhi verdi, tremava vistosamente. Agrottò le
sopracciglia, sembrava terrorizzato... da lei.
-Non ti voglio fare del
male...- cercò di tranquillizzarlo, ma nulla valse quello non finiva
di tremare.
-Trusty non può parlare con la
signorina... Trusty verrà punito...- balbettava.
Halinor si preoccupò
seriamente, le faceva così pena...
-Calmati, non lo dirò a
nessuno...- ma non fece in tempo a finire la frase che quello si era
smaterializzato.
Si morse il labbro inferiore
stringendo i pugni. E adesso che avrebbe fatto? Si sentiva sola più
che mai... ma una forza dentro di se la stava spingendo a reagire, a
non subire tutto quello che le accadeva intorno passivamente... era
ora di fare qualcosa della sua vita! Il nonno non sarebbe stato
felice di quel suo comportamento. Cercò di alzarsi le gambe le
formicolavano... chissà quanto tempo era passato da quando si era
seduta in quell'angolo.
Mosse qualche passo e man mano
che camminava il formicolio se ne andava lasciando le gambe un pò
intorpidite. Si diresse verso la porta, provò ad aprirla, ma non
successe niente. Se l'era aspettata, di certo non l'avrebbero
lasciata scappare così facilmente. Sospirò, chiedendosi però cosa
avrebbe fatto una volta scappata aveva solo 9 anni, non aveva
famiglia, nessuno, solo un padre ancora ignoto.
Non aveva scampo...
Stava ancora appoggiata alla
porta quando sentì un rumore alle spalle... si volto e vide che uno
di quei esseri si era smaterializzato. Cosa poteva volere? Il cibo
era stato portato da poco. Sembrava basita quando la vide, come se
avesse appena visto un fantasma...
-Signora Diaspro?- sussurrò
con gli occhi sgranati.
Halinor corrugò la fronte,
l'aveva chiamata con lo stesso nome di sua madre? Ma allora... la
conosceva!
-Non sono Diaspro... conoscevi
mia mamma?- chiese ansiosa di sapere.
-Champy non sapeva... voi siete
la figlia della Signora Diaspro? Siete uguale a lei...-
Halinor si avvicinò titubante,
l'altro, quel Trusty, era così spaventato alla sola idea di parlare
con lei che voleva essere cauta con Champy.
-Tu... davvero la conoscevi?-
-Certo! Sono stata l'Elfa
Domestica personale della Signora Diaspro fin dalla nascita!-
annunciò quella orgogliosa.
Ecco cosa erano! Elfi
Domestici! Che stupida... aveva letto di quelle creature in un libro,
servivano i Maghi ed erano legati a loro da incantesimi che punivano
quelel povere creature se disobbedivano al loro padroni... Halinor
aveva sempre trovato quella cosa davvero ingiusta, ma sapeva che
potevano essere liberati soltanto se il padrone dava loro un
indumento. Adesso capiva il comportamento di Trusty prima, gli
avevano ordinato di non rivolgerle la parola! Chissà perchè, pensò
sarcastica.
-Champy, giusto? Perchè tu
puoi parlarmi?- chiese stranita, se avevano vietato l'altro Elfo
perchè non anche a lei?
-Perchè Champy non è più
l'Elfa Domestica degli Aylamr!- disse alzando la testa -Champy è
l'Elfa della Signora Diaspro e voi che siete sua figlia sarò anche
la vostra Elfa-
Halinor rimase un attimo
perplessa, come faceva ad essere solo l'Elfa di sua madre e essere lì
in quel maniero? E poi... Aylmar?
-Champy... non riesco a
capire...- disse confusa.
-Champy capisce... questa
stanza apparteneva a vostra madre quando abitava qui...-
-Davvero?- sussurrò.
Non ci poteva credere... quella
stanza così cupa... apparteneva a sua madre, ci aveva vissuto per
tanti anni.
-Si... sicuramente troverete
ancora le sue cose, Champy ha cercato di tenere più cose possibili
sulla Signora Diaspro senza farsi scoprire dagli altri-
Halinor ascoltava appena,
adesso vedeva quella camera con occhi diversi, curiosi se, come aveva
detto l'Elfa, c'erano ancora oggetti di sua madre era ansiosa di
scoprirli e magari di trovare delle foto di lei.
-Adesso Champy deve andare...
potete cercare anche il diario segreto dell Signora... l'aveva
nascosto, ma Champy non l'ha mai trovato...-
-O-ok...- riuscì solo a dire
Halinor prima che l'Elfa sparisse.
Sua madre era stata in quella
stanza per tanti anni, e aveva lasciato lì un diario segreto...
doveva assolutamente trovarlo!
Guardò nell'armadio, ma vi
trovò solo vecchi abiti, setacciò tutti i cassetti ma niente... si
sedette sul letto con un sospiro rassegnato, non avrebbe mai trovato
il diario. Come poteva pensare di trovarlo lei che a malapena
conosceva il nome di sua madre invece dell'Elfa che l'aveva allevata?
Avrebbe voluto così tanto
sapere di sua madre, del perchè l'avesse lasciata dal nonno... e
sapere chi fosse suo padre.
Si guardò i piedi rassegata,
chissà cosa le sarebbe successo adesso... Asmodeus non si era
proprio fatto vedere da quando l'aveva rinchiusa in quella stanza,
non che questo la redeva triste, solo era inquieta non aveva idea di
quali erano le intenzioni di quel mostro.
Prese dal comodino una pallina
di vetro che aveva visto e la prese tra le mani cercando di
studiarla. Era da molto tempo che era lì eppure non c'era polvere
molto probabilmente opera di Champy. La rigirò tra le mani e senza
che riucisse a fermarla le cadde per terra e rotolò sotto il letto.
Sbuffando Halinor la cercò, ma
proprio mentre prede la palla vide che c'era un disegno su un asse
del pavimento. Incuriosita lo spazzolò visto il sottile strato di
polvere che si era andato a creare. C'era disegnato un leone d'oro e
le piacque subito e proprio nella bocca spalancata trovò un buco.
Mordendosi il labbro inferiore ci infilò il dito e sollevò l'asse,
e quando vide il contenuto di quel nascondiglio trattenne il respiro
incredula.
Prese tutto tra le braccia e
ritornò da sotto il letto con tantissime cose: foto, disegni, pezzi
pergamena e... un diario davvero bello.
Halinor si concesse un sorriso
estatico, finalmente... avrebbe saputo tutto su sua madre! Prese
subito il diario, era pesante ed era rilegato con pelle di drago e
bordata d'oro sulla copertina capeggiava una scritta elegante,"Diario
di Diaspro" diceva.
Prese un profondo respire e
finalmente la bambina aprì il diario alla prima pagina.
12
Marzo 1971
Caro
Diario,
non
ho mai avuto un diario... veramente non ho mai pensato di scrivere
della mia vita su un pezzo di carta. Però sei un regalo, un regalo
di una persona a cui voglio più bene, mia mamma. Oggi è il mio
compleanno e lei mi ha donato questo diario magico dove solo io posso
leggere le pagine almeno fin quando morirò! A quel punto non penso
mi interesserà poi molto se qualcuno lo leggerà.
Non
mi sono ancora presentata, mi chiamo Diaspro Aylmar, 11 anni oggi,
vengo da una famiglia a cui importa solo il ceto sociale e la purezza
del sangue... sono crescuita in questo maniero appartenuto alla
famiglia di mio padre da generazioni. Gli Aylmar sono una delle
famiglie più potenti e "pure" del mondo Magico insieme ai
Black e ai Malfoy.
Non
lo dico per vantarmi o altro... è solo un dato di fatto.
Mio
padre è una persona fredda, calcolatrice e incarna perfettamente
tutti i valori dei purosangue... lo odio. Si lo odio, so che magari è
una cosa davvero brutta da dire, ma non ho mai provato affetto per
lui, non si è mai meritato il mone di padre. Le punizioni, le
occhiate gelide che riservava a me e a mia madre per avergli dato
solo una femmina, hanno fatto si che il dolore di quella distanza si
trasformasse in rabbia e poco a poco sfociasse in odio. Penso che lui
lo sappia, ma questo sembra importagli ben poco. Vorrei poter dire
che la cosa non mi faccia soffire, ma... direi una bugia.
Ho
sempre vissuto in questo mainiero così grande, ma che mi è sempre
sembrato una prigione che piano piano sta facendo appassire anche mia
madre. Sembra come spenta, lo capisco dallo sguardo, i suoi occhi non
sono più luminosi come prima, sono verdi come le foglie poco prima
dell'autunno, cupi... senza vita. Ha rinunciato a tutto per colpa
della sua famiglia, per colpa mia e seppur io sia il frutto di
un'unione che ha sempre detestato mi ha amata come solo una madre può
fare.
Forse
sarai un pò confuso... be ti racconterò la storia dall'inizio.
Mia
madre Alcestis viveva tranquillamente con i suoi genitori, Cimon e
Galatea Gardiner, e il fratello, Nereus, a Salem. Anche la loro era
una famiglia orgogliosamete purosangue e mia madre frequentava la
Scuola delle Streghe di Salem, non era mai stata influenzata a
pensare che i mezzosangue fossero spazzatura per quanto i genitori e
il fratello più grande la incoraggiassero così. Al quinto anno di
scuola, però, incontrò un ragazzo... si chiamava Edward...
Halinor spalancò gli occhi,
nonno... le si inumidirono gli occhi e continuò a leggere con più
foga di prima, affamata di quelle righe.
Edward,
da quello che mi ha confessato mia madre, era un ragazzo davvero
carino, genitile e sempre con il sorriso sulle labbra. Si erano
incontrati per caso in biblioteca, stavano cercando lo stesso libro e
mentre lo stavano prendendo si resero conto si non essere soli. Si
guardarono e scoppiarono a ridere, mia madre era molto sopresa di non
aver mai visto a scuola Edward eppure anche se erano nella stessa
classe lei non l'aveva mai notato. Iniziarono a frequentarsi,
parlarono di tutto, dei loro interessi... Alcestis scoprì che il
ragazzo era figlio di Babbani, ma non le importò molto la sua unica
preoccupazione era che i suoi genitori lo scoprissero.
Ben presto
iniziarono a provare qualcosa l'una per l'altro e inevitabilmente
scoccò l'amore. Si incontravano di nascosto, erano sempre prudenti,
ma... non poteva durare. I genitori di mia madre scoprirono tutto,
indignati dal suo comportamento la portarono in Inghilterra spezzando
loro il cuore. Iscrissero Alcestis ad Hogwarts e organizzarono subito
il matrimonio che sarebbe avvenuto dopo la fine degli studi con il
rampollo della famiglia Aylmar, Asmodeus, di 14 anni più grande.
Due
anni dopo arrivai io, figlia femmina non voluta... chi avrebbe
portato il nome degli Aylmar? Dei fratelli di mio padre solo Pythia
era sposata con figli ma l'altro maschio, Clovis, non sembrava
proprio intenzionato a sposarsi.
Quindi
ero e sono un problema...e mia madre non può più avere figli, è
addittata peggio di una traditrice solo per il fatto di non aver
partorito un perfetto erede maschio.
Davvero
assurdo, davvero...
E
come se non bastasse sarei anche una delusione come purosangue, oltre
al fatto di essere "colpevole" per essere nata femmina, a
farli infuriare era anche il mio più totale
disinteressamento per l'etichetta e la purezza del sangue.
"Una
signorina non corre in giro per casa rincorrendo un gatto!"
"Una
signorina non gioca con gli Elfi Domestici!"
"Una
signorina non si mette a far volteggiare le cose in aria!"
"Una
signorina sta sempre composta!"
Ecco
i riproveri che mi fanno più spesso le nonne, Galatea e Calypso, mi
sembra quasi di sentirle adesso. I ripoveri, ma anche le punizioni, a
volte mi lasciavano senza cibo per due giorni o mi sculacciavano e mi
portavano nelle segrete del castello lasciandomi lì per chissà
quanto tempo. Non sono mai andate per il sottile quelle vecchie
arpie, come anche i miei cugini. Mia madre soffre per questo, lo so,
si sente impotente e per questo si sta debilitando ancora di più,
solo quando riceve una delle rare lettere segrete che si scambia con
Edward sembra ritrovare un pò di serenità.
I
miei cugini... i quattro figli di Pythia, hanno ereditato la
freddezza e la mancanza di qualsivoglia sentimento che sembra
appartenere agli Aylmar. Julian, il maggiore, ha 5 anni in più di
me ed è il peggiore di tutti sembra nato con il solo scopo di
rendere la mia vita insopportabile, inutile dire che è il pupillo di
nonna Calypso. Poi vengono i gemelli, Sylvie e Solon, hanno un anno
in più di me e sono quasi sempre insieme e Silvie è davvero
un'arpia degna di sua madre e Solon un ragazzo con manie di grandezza
e sembra provare disprezzo per tutto e tutti, meno che i suoi
famigliari eccetto me. L'ultimo, Paride, ha la mia stessa età ed è
sempre taciturno e sembra che il mondo gli interessi ben poco.
Ma
certo mi sono dimenticata di uno! Il figlio di Nereus, fratello di
mia madre, si chiama Tristan anche lui ha la mia età è diverso
dagli altri... ma non so in che modo ancora, l'ho visto poche volte a
differenza degli altri lui non abita ad Aylmar Manor e zio Nereus si
concede poche visite.
Per
fortuna però in questi mesi ho potuto stare tranquilla visto che
Sivie, Solon e Julian sono ad Hogwarts ho quasi tutta Aylmar Manor
per me, Paride non mi ha mai dato fastidio... vista la sua totale
indifferenza, sarebbe stato tutto perfetto senza le nonne e mio
padre, ma non si può avere tutto.
Ma
per fortuna tra 7 mesi anchio sarò ad Hogwarts, non vedo l'ora...
lontata da questo maniero, lantana dalle arpie, lontana dalla
fredezza di mio padre... ma anche lontana dalla mamma. Ho paura per
lei, paura che se me ne andrò lasciandola sola potrebbe spezzarsi.
Sono stata la sua forza, me ne rendo conto ogni giorno sempre di più,
da come mi ha guardata per tutto il tempo passato, da come è sempre
sollevata di vedere la sua immagine sul mio viso e non la copia di
Asmodeus.
Assomiglio
molto a mia madre, gli stessi capelli, gli stessi occhi... oltre che
distinguermi nel modo di pensare sono diversa anche fisicamente da
tutti i miei cugini, vedermi in mezzo a loro è un pungo in un occhio
me ne sono accorta qunado abbiamo dovuto fare il ritratto di
famiglia, loro sono tutti mori o castani con occhi azzurri o neri e
l'unica nota di luce siamo io e mia madre.
Mi
sono accorta di aver scritto davvero tanto sulla mia famiglia e di
non aver detto proprio niente sul mio migliore amico. Eh si anche se
ho dei parenti così ho avuta la fortuna di aver trovato un amico!
L'ho incontrato per caso a dir il vero...
Avevo
sette anni quando un giorno le mie nonne mi stavano trascinando a
casa di una delle famiglie che ritenevano degne, ovviamente io non
volevo andarci, incontrare altri purosangue esaltati? No grazie mi
pastavano quelli che aveva a casa. Ma non servirono a nulla le mie
proteste, dovetti andarci lo stesso mentre i miei cugini se ne
stavano a casa, ovviamente loro se dicevano di no nonna Calypso non
insisteva.
Andammo
a Londra, a Grimmauld Place per la precisione... entrai in una casa
fastosa, ma allo stesso tempo oscura, mi mise una certa ansia era
come se sulle pareti si fosse impregnato l'oscurità, la malvagità
degli abitanti di quella casa. Rabbrividii stringedomi nel mantello
che indossavo, ad accoglierci c'era un Elfo Domestico che subito mi
ispirò antipatia, ed è strano perchè gli Elfi mi erano sempre
stati simpatici. Prese i nostri mantelli e ci portò nel salotto dove
trovammo la padrona di casa.
Walburga
Black era altezzosa, antipatica e insensibile... una perfetta
purosangue insomma. Già dal primo sguardo capii che era tale e quale
a mio padre. Salutò le mie nonne con fredda cortesia e lo stesso
ricambiarono loro, quando mi guardò sembrava cercare di carpire i
miei pensieri, probabilmente aveva sentito parlare di me dalle arpie.
Dopo l'esame chiamò l'Elfo e gli disse di accompagnarmi nella sala
riservata ai bambini.
Entrai
titubante nella sala, dove trovai solo un bambino che sopra al
tappeto davanti al camino stava leggendo, non alzò nemmeno lo
sguardo per vedere chi era entrato. Era moro, aveva gli occhi grigi e
dall'espressione dedussi che era proprio il figlio di Walburga.
Stetti
lì un bel pò a fissarlo senza sapere cosa fare, mi guardai poi
intorno stufa di essere ignorata. In quel momento la porta si aprì
di scatto facendomi trasalire...
-La padrona ha
detto che il signorino non può andare in giro quando si sono ospiti!
Kreacher non permetterà che la padrona venga disobbedita!-
Diaspro guardò
curiosamente chi si presentava seguito da quell'elfo antipatico.
-Pff stupido
Elfo...- borbottò.
Era un bambino
anche lui, dai capelli lunghi fino alle spalle che gli ricadevano
distrattamente sugli occhi dandogli un'aria di noncuranza, ma la
rigida educazione dei purosangue aveva fatto si che l'eleganza innata
fosse ormai una cosa distintiva. Gli occhi grigi perlustrarono la
stanza fermandosi per un secondo sul bambino che stava leggendo, la
bionda vide un'impercettibile smorfia sul suo volto e si chiese se
per caso non fosse suo fratello, si assomigliavano seppur il nuovo
arrivato avesse lineamenti nettamente più belli e raffinati.
Poi infine la
guardò, i loro occhi si incrociarono finalmente.
Nei loro sguardi
in cui vi trovarono qualcosa che vedevano sempre quando si
specchiavano. In un primo momento l'aveva fissata insensamente
studiandola, erano quelle occhiate che Diaspro personalmente odiava.
Lo guardò negli occhi sfacciatamente, come per sfidarlo e lui alzò
un soppracciglio sorpreso, probabilmente non l'aveva mai fatto
nessuno. La bionda fece un mezzo sorriso, aveva ridimensionato un pò
l'orgoglio di quel viziatello, anche se... non era come i suoi
cugini, l'aveva capito dai suoi occhi.
Passarono dei
minuti in cui continuarono a studiarsi, guardinghi, cercando di
capire le intenzioni dell'altro. A interrompere il silenzio fu, a
sorpresa di Diaspro, il bambino con il libro.
-Cosa hai
combinato questa volta?- domandò seccato, senza alzare nemmeno per
un secondo il viso dalle pagine.
L'altro sbuffò
ignorandolo completamente, tornando invece a guardarla.
-E tu chi sei?-
-Perchè dovrei
dirtelo?-
-Perchè sei a
casa mia!- rispose subito lui.
Diaspro ruotò gli
occhi seccata.
-Sono Diaspro
Aylmar, le mie nonne mi hanno trascinato in questa casa perchè erano
state invitate per il té- spiegò brevemente.
Lui ghignò
soddisfatto, anche se era strano che delle "amiche" di sua
madre portassero i nipoti o figli. La guardò meglio, il nome Aylmar
non gli era nuovo, aveva sentito nei discorsi tra i asuoi genitori
che erano una delle famiglie più potenti e purosangue. Fece una
smorfia, certo Walburga non avrebbe invitato per il té il primo che
passava per strada.
-Adesso però
tocca a te!- continuò la bionda.
-Sono Sirius Black
e vivo qui...-
Diaspro rimase un
pò delusa, non si era sprecato poi tanto...
Allora
non immaginavo nemmeno che quello sarebbe stato l'inizio di una
splendida amicizia. Nel tempo venni più spesso portata a Grimmuald
Place, legai molto con Sirius trovandomi sempre di più in sintonia
con lui. Eravamo molto simili, cresciuti in famiglie bigotte con
ideali per noi inconcepibili, però devo dire di essere stata più
fortunata di lui... io ho avuto mia madre che mi è sempre stata
vicino.
Ma dal nostro primo incontro mi accorgo che siamo
indispensabili l'una per l'altro per sopravvivere nel mondo delle
nostre famiglie.
Eccoci qui con il nuovo capitolo! Il primo del 2011!
Prima di tutto auguri di buon anno! (Anche se un pò in ritardo
^^'') Da adesso in poi di scoprirà il passato di Diaspro, ero
indecisa se farlo o meno, ma per comprendere meglio la storia bisogna
partire dalla mamma di Halinor... scoprirete nei prossimi capitoli
molte cose e sprero abbiate capito un pò la famiglia numerosa
degli Aylmar!
Al prossimo capitolo!
Baci^^
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Capitolo 5 *** Il Passato ~ Atto II ***
Il Passato ~ Atto II
20
Aprile 1971
Caro
Diario,
è
una giornata piovosa, non che sia così strano qui, ma non è di
questo che volevo parlare. Oggi c'era un'aria strana in casa... le
nonne parlottavano tra di loro quasi entusiaste, mia madre invece era
agitata. Stranamente anche Asmodeus sembrava soddisfatto. Questa
situazione non mi piace per niente, mi sento agitata e qualunque cosa
entusiami quelle arpie e soddisfi mio padre non può essere nulla di
buono.
Oggi
dobbiamo andare a Grimmauld Place...
-Diaspro! Sbrigati!-
L'urlo di Galatea le fermò la
mano. Diaspro sospirò we chiuse con riluttanza il diario. Non aveva
assolutamente voglia di andare alla residenza dei Black, sebbene ci
fosse Sirius. Sorrise pensadno all'amico, era l'unica persona, oltre
a sua madre, a cui teneva veramente. Anche lui nell'ultimo periodo
aveva notato lo strano comportamente che semrava aver contagiato
tutti gli adulti.
Diaspro si alzò velocemente
dal letto, era mgelio non fare aspettare le nonne, prese al volo il
mantello non prima di aver nascosto il diario sotto il letto. Anche
se la magia era potente non voleva assolutamente rischiare che
qualcuno lo leggesse. Come si aspettava quando si trovò davanti alle
nonne non fecero che rimproverarla. Stringendo i pugni cercò di
ignorare loe loro parle, non voleva finire in punizione doveva
parlare con Sirius magari lui ne sapeva qualcosa di più.
In poco tempo si trovarono nel
salotto dei Black, come sempre la spedirono nella stanzas dei bambini
dove trovò come sempre Regulus chino su un libro. Spesso si chiedeva
se facesse qualcos'altro oltre leggere. Cercò con lo sguardo Sirius
e non trovandolo si preoccipò.
-Sirius è in punizione, quindi
è inutile che lo cerchi-
La voce del ragazzino fece
sfumare i suoi progetti di un pomeriggio almeno un pò divertente.
Sbuffando si sedette davanti al camino che nonostante fosse molto
grande non riuscì a scaldarla.
Oggi
Sirius non c'era, non che fosse la prima volta che i suoi genitori lo
puniscono, ma volevo davvero parlargli... sta succendendo qualcosa,
lo sento, qualcosa che non so spiegarmi e che mi spaventa.
29
Agosto 1971
Caro
Diario,
odio
i miei cugini... li odio! Non ce la faccio a sopportarli ancora per
molto per fortuna manca poco e sarò ad Hogwarts! Sono così
emozionata! Oggi siamo andati a Diagon Alley a predendere libri,
divisa e la mia bacchetta! Salice, undici pollici, corda di cuore di
drago... la adoro.
C'era
anche Sirius per fortuna e ci siamo defilati andando al negozio di
animali, volevo prendere un gatto e mentre Sir rideva dicendo che per
una ragazza era troppo prevedibile prendere un gatto sono stata
attirata da una gabbietta in cui c'era un falco. Mi fissava dritto
negli occhi con uno sguardo davvero intelligente, aveva le piume
marroncino chiaro e gli occhi blu. Beh presi lui, la faccia sorpresa
di Sirius mi fa ridere anche adesso.
Che
nome posso mettergli? Non mi viene in mente niente che possa andar
bene...
Diaspro smise di
scrivere e guardò il suo falco che stava attentamente a guardarla.
Si alzò per portargli un pò di mangime, mentre lo osservava
mangiare pensò al nome. Non era mai stata brava a scegliere nomi, le
sembravano sempre inadeguati... chissà che nome voleva il falco.
Sorrise appena, come se potesse parlare. Bussarono alla porta, doveva
essere Champy con i vestiti lavati che avrebbe portato ad Hogwarts.
Andò ad aprire,
ma si trovò davanti Tristan. Zio Nereus era arrivato quel pomeriggio
con famiglia, sarebbero andati tutti insieme all'espresso visto che
anche Tristan iniziava quell'anno Hogwarts.
-Tristan?-
-Ehm... io...
ecco-
Il ragazzino
sembrava imbarazzato e la guardava appena.
-Cosa c'è?-
chiese un pò seccata, si comportava sempre così con i suoi
famigliari rasentando la maleducazione, le veniva naturale con le
persone che non sopportava.
-I-io.... scusa
ma... fa niente... ci vediamo domani, notte Diaspro- sussurrò
l'ultima parte e se ne andò prima che lei potesse rispondere.
Diaspro rimase
impalata sulla porta, ma cosa stava succedendo? Sosprirò e fece per
chiudere, ma arrivò Champy con la cesta dei vestiti puliti.
Chissà
cosa voleva Tristan... non ho proprio idea del motivo della sua
visita. Forse era solo uno dei soliti scherzi dei miei cugini e lui
non ha avuto il coraggio di andare fino in fondo. Non è la prima
volta che gli altri mi fanno scherzi... certo nemmeno io sono da
meno, non posso certo subire senza rispondere!
Alcuni
scherzi li avevamo proggettati insieme io e Sirius, che ridere in
quei pomeriggi... e adesso sarà ancora più bello poterlo fare ad
Hogwarts, non vedo l'ora.
1
Settembre 1971
Caro
Diario,
non
ci credo! Mancano solo poche ore! Mi tremano quasi le mani per la
felicità, non vedo l'ora di essere ad Hogwarts! Sono sull'Espresso
che mi porterà nella mia nuova casa.
Questa
mattina però, per quanto fossi euforica, sentivo che mia madre
soffriva e non so spiegare lo stato d'animo che ho avuto salutandola
alla stazione. Mi ha abbracciata forte quasi non volesse farmi andare
via...
-Mi raccomando
Diaspro... fai la brava-
La voce di sua
madre tremava impercettibilmente. Il fischio del treno irruppe
segnalando l'imminente partenza. Diaspro la strinse a sua volta,
sapeva che per lei era più dura di quanto desse a vedere. Respirò a
fondo il profumo di fiori che sua madre aveva da sempre e che ormai
associava a lei.
-Ti manderò
lettere ogni giorno...- disse.
Alcestis sciolse
l'abbraccio a malincuore e le sorrise.
-Lo so e io farò
lo stesso...- detto questo le diede un bacio sulla fronte -goditi
ogni momento piccola, non pensare a me! E in qualunque casa tu vada
io ti vorrò comunque bene- questo lo sussurrò al suo orecchio.
Diaspro strinse
forte gli occhi, lo sapeva... la sua paura di entrare nei Serpeverde
come i cugini e quindi di deluderla. Annuì e le sorrise, poi salutò
freddamente gli altri parenti, per fortuna Asmoeus non c'era, non
aveva assolutamente voglia di averlo tra i piedi anche quel giorno.
Trascinò le sue valige sull'Espresso dietro i cugini. Sbuffando li
seguì senza troppo convinzione guardandosi intorno cercando Sirius
senza nessun risultato. Possibile che non ci fosse? Scosse la testa,
no doveva essere già salito o in ritardo.
-Sbrigati
Diaspro!-
Diaspro strinse
gli occhi cercadno di controllarsi, sarebbe volentieri saltata al
collo di Silvie.
-Perchè ce la
dobbiam sorbire noi? Non può andare con qualcun'altro?- si lamentò
Solon.
-Perchè le nonne
non vogliono che socializzi con qualche mezzo sangue...- spiegò
irritato Julian.
Diaspro,
arrabbiata che stessero parlando di lei come se non ci fosse, sbottò.
-Io faccio
amicizia con chi mi pare, non siete certo voi che mi dovete dire cosa
fare!- detto questo se ne andò.
Entrò
in uno e dentro c'erano un bambino dai capelli neri unticci e il naso
adunco e la bambina dai capelli rossi che aveva visto prima.
-Ciao
posso stare qui?- chiese esitante.
-Oh
certo!- disse la rossa con un sorriso, mentre l'altro non disse
niente. Dopo che ebbe sistemato la sua roba l'altra ragazzina si
presentò.
-Io
sono Lily e lui è Severus-
-Diaspro-
-Che
strano nome!- commentò Lily.
-Già!
Ma a me piace...-
Per
tutto il viaggio parlarono e in qualche occasione parlò anche
Severus. Non sembrava un tipo logorroico, ma dallo sguardo perplesso
di Lily capì che però non era neanche così difficile parlarci.
Forse era lei di troppo, si mosse sul sedile un pò a disagio, poi
vedendo una vecchia che trasportava dolci colse l'occasione per
allontanarsi.
-Ehm
vado a prendere un pò da mangiare! Volete qualcosa?-
Loro
risposero di no e lei usci dallo scompartimento con un sospiro, non
voleva essere di troppo, già molte volte si era sentita così e di
certo non voleva rivivere quella sensazione.
Si
avvicinò a quella vecchia e prese delle cioccorane e gelatine
tuttigusti+1. Si stava avviando allo scompartimento quando però di
scontrò contro qualcuno.
-Ahio!-
-Scus...Diaspro?-
La
ragazzina sollevò la testa e incontrò due occhi grigi.
-Sirius!-
esclamò contenta per poi abbracciarlo.
Per
foruna l'aveva trovato alla fine, anche lui ricambiava la stretta.
Quando sentì qualcuno tossicchiare si staccò subito dall'amico,
vide un'altro ragazzino dai capelli neri e gli occhiali.
-Diaspro
lui è James, James lei è Diaspro-
-Ciao!-
fece quello.
-Ciao!-
rispose lei per tornare dal suo amico. -Dove cavolo ti eri cacciato?-
-Ero
qui... sei te che eri introvabile!-
-Sarà...-
-Hai
fatto le scorte, eh?- ghignò Sirius vedendo i dolci presi dalla
bionda.
Lei
gli fece la linguaccia sorridendo.
-Be
adesso vado, ci vediamo dopo... ciao James-
-Aspetta
Diaspro! Vieni nel nostro scompartimento! Così mi spieghi cosa hai
fatto...-
Diaspro
ci pensò un pò su, Lily era davvero simpatica, ma la presenza di
Severus la rendeva nervosa e la metteva a disagio. Le dispiaceva
lasciarla, ma l'occasione di stare un pò con Sirius senza la pesante
presenza di qualcuno come suo fratello era davvero allettante.
-Va
bene! Aspettate che vado a prendere le mie cose!-
Andata
nello scompartimento disse a Lily che aveva trovato un amico che non
vedeva da mesi e con cui desiderava stare. Lily sembrò delusa ma non
la trattenne, dopo essersi scambiate la promessa di vedersi dopo la
bionda uscì e andò verso Sirius che l'aspettava davanti al suo
scompartimento.
Entrarono
e Diaspro vide altri due ragazzini che prima non erano con James e
Sirius.
Uno
aveva l'aria malaticcia e con delle piccole cicatrici sulle mani, i
capelli biondicci e occhi castano chiaro, sembrava abbastanza timido,
ma le ispirava subito simpatia. L'altro era cicciotto capelli chiari
e occhi acquosi, dal modo in cui faceva girare frettolosamente gli
occhi per lo scompartimento, Diaspro capì che era come sopreso di
trovarsi lì.
-Allora
questa è la mia amica Diaspro, Diaspro loro sono Remus e Peter-
Remus
le fece un cenno con il capo accompagnato da un leggero sorriso,
mentre Peter le diede una breve occhiata e squitì un -Ciao-
Quel
tipo le dava davvero una strana impressione, come qualcosa di viscido
che le passava sulla schiena, ma Sirius la richiamò alla realtà.
-Dai
Dia, dì a James cosa hai combinato quest'estate con i tuoi cugini,
non ci crede!- disse ghignando.
Diaspro
alzò gli occhi al cielo sorridendo, impaziente come al solito. La
ragazzina si sedette e iniziò a raccontare.
-Mia
cugina Sylvie meritava una lezione e così anche il suo gemello
Solon, mi avevano nascosto i miei libri. Ero davvero arrabbiata,
allora ho ideato un piano per vendicarmi. Sono entrata in camera di
Sylvie e le ho fatto a pezzi tutti i suoi preziosi vestiti, ho preso
il suo gattaccio e l'ho legato con il magiscoch al lampadario. Poi
sono andata nella camera di Solon e gli ho riempito il letto di
caccabombe, ma non ho fatto in tempo a finire il lavoro quando Sylvie
era entrata in camera sua e ha scoperto tutto. Ha urlato per tutto il
pomeriggio!-
Sirius
prese a ridere, come anche James.
-Avrei
voluto vederla la faccia di tua cugina!-
-Già,
non sai cosa ti sei perso!-
-Peccato
che però hai avuto una punizione bella lunga... Regulus rompeva
davvero troppo!-
-Ti
prego non nominarmi tuo fratello! Almeno quest'anno non me lo devo
sopportare! Già con i miei cugini sarà un inferno!-
-Dipende
anche in che casa vai...- disse James.
Lei
fece una smorfia.
-Loro
sono tutti Serpeverde, a parte Tristan e Paride che entrano
quest'anno, ma anche loro andranno lì...-
-Non
vuol dire che andremo lì!- ribattè Sirius.
-Già!-
sorrise la biondina.
Il viaggio
proseguì senza altri avvenimenti, verso sera i ragazzi si cambiarono
mettendosi la divisa della scuola. Il treno fischiò di nuovo per
segnalare l'arrivo ad Hogwarts, Diaspro fremeva per l'eccitazione,
non vedeva l'ora di vedere quella che sarebbe stata la sua casa per i
prossimi 9 mesi.
Scesero dal treno
e lei quasi saltava dalla gioia e quando vide in lontananza il
castello nulla l'aveva preparata a un tale spettacolo. Spalancò gli
occhi meravigliata, rimase lì impalata finchè non sentì una voce
prorruppere nei suoi pensieri.
-Primo Anno! Primo
Anno!-
A urlare era un
omone con barba e folti capelli neri, a prima vista incuteva un certo
timore ma dallo sguardo si capiva la sua tranquillità.
Diaspro andò
verso di lui seguita dai quattro ragazzini. Attraversarono il Lago
Nero intanto guardava l'acqua incuriosita.
-Perchè guardi il
lago?- chiese annoiato Sirius, era salito con lei sulla barca, seppur
si era sorpreso anche lui dalla vista del castello l'attraversata non
lo entusiasmava molto.
La biondina fece
un sorriso furbo, sapendo bene che quello che stava dicendo avrebbe
ridotto la sua noia.
-Be vedi... ho
letto che in questo lago c'è una Piovra Gigante-
L'altro la guardò
subito attento e anche lui prese ad setacciare con lo sguardo la
superfice. Purtroppo non videro niente e, finita l'attraversata,
l'omone li accompagnò alle porte del castello. Entrarono nell'atrio,
Diaspro sorrideva emozionata, finalmente era ad Hogwarts!
In lontananza vide
Paride e Tristan che confabulavano e anche Lily che appena la vide la
salutò lei rispose sorridendo.
-Manca poco...-
disse Sirius rigido.
Diaspro lo guardò
attentamente, percepiva la tensione dell'amico e ne capiva il
motivo... aveva paura, come lei d'altronde, dello Smistamento. Decisa
gli prese la mano tra le sue e quando Sirius la guardò sorpreso
sorrise.
-Sir, non ti devi
preoccupare! Non importa in quale Casa andremo saremo sempre amici...
e poi non l'hai mica detto tu che siamo noi i soli padroni della
nostra vita? E che i nostri parenti non avrebbero mai interferito?-
Dopo quelle parole
il moro ricambiò la stretta sorridendo appena.
-Hai ragione... al
diavolo i parenti serpenti!-
Lei rise annuendo.
-Grazie Dia...-
-Di niente, siamo
amici, no?-
In quel momento le
porte si aprirono e dovettero smettere di parlare, ma non scolsero la
stretta delle loro mani. Il Cappello Parlante prese a intonare la
solita filastrocca dopodichè la professoressa McGranitt, che aveva
parlato loro prima iniziò a leggere i nomi da smistare. Andarono
prima due ragazzini che erano stati smistati a Corvonero quando
chiamarono il suo nome.
-Aylmar Diaspro!-
Con un sospiro e
un'ultima stretta lasciò la mano di Sirius. Si avviò con finta
sicureza allo sgabello e ci si sedette. Appena il cappello le fu
messo in testa iniziò a sentire una voce nella sua testa che ben
presto scoprì essere del capello stesso.
-Uhm vediamo...
vedo coraggio, intelligenza.... forza da vendere e... grande voglia
di ribbellarsi... si tu sei... GRIFONDORO!-
Diaspro arrestò
la respirazione mentre il tavolo dei Grifondoro applaudiva, guardò i
suoi cugini tutti accampati a quello di Serpeverde. Loro la fissavano
scuotendo la testa disgustati, vedendoli così la ragazzina sorrise
loro sprezzante e andò al tavolo di Grifondoro con orgoglio.
Poco dopo di lei
andò anche Sirius, rimase lì per un pò, ma alla fine il capello
scelse Grifondoro. La ragazzina applaudì euforica, era davvero un
sollievo essere nella stessa casa!
Grifondoro!
Ancora non ci credo! Oddio... e addirittura nella stessa casa di Sir!
Sono davvero troppo felice! Certo poco fa ho ricevuto una Strilettera
dalle nonne che mi diceva di essere la vergogna della famiglia ecc
ecc... solo perchè sono a Grifondoro invece di Serpeverde dove
ovviamente Paride e Tristan sono finiti.
Sono sicura che
qui mi troverò bene, poi anche Lily è arrivata nella mia stessa
casa come anche James, Remus e Peter. Ho trovato già il primo giorno
tanti amici, sono davvero felice! Oh, è arrivata la lettera della
mamma, l'aspettavo ti scriverò domani per dirti come è andato il
primo giorno! Buona Notte!
7
Settembre 1971
Caro Diario,
la prima
settimana qui ad Hogwarts è passata in un lampo, tra le lezioni e le
cose nuove da imparare mi sono completamente dimenticata di scrivere.
Mamma mi scrive quasi tutti i giorni e io faccio lo stesso, come
promesso, invece gli altri non si sono fatti più senitre dopo la
strilettera.
Chissà come
Asmodeus ha preso la notizia... si sarà infuriato? Oppure non si è
scoposto come al solito?
Be comunque non
mi importa, mi piace stare a Grifondoro e con gli amici che ho adesso
non posso che essere contenta di essere salva dalla presenza costante
dei miei cugini.
Lily è davvero
un'amica, mi trovo bene con lei. Se non fosse che sono amica anche di
Sir, Jamie e Rem... eh già Lily odia a morte James, ancora non ho
capito il perchè, ma ho come l'impressione che la cosa riguardi
Severus.
Quel ragazzo
non l'ho capito... con gli altri si mostra così freddo e quasi
sprezzante, ma quando l'ho visto insieme a Lily è tutt'altra
persona, ha uno sguardo completamente diverso, quasi... dolce.
Comunque sia
devo fare ancora i compiti di Trasfgurazione per domani, ma oggi ho
un incontro con una specie di circolo fondato da Lumacorno, il
professore di Pozioni. Sinceramente la cosa non mi attira per
niente... sembra quasi una cosa fatta per ingraziarsi favori, sono
stata invitata solo per il mio cognome ne sono certa. Però ci sarà
anche Lily, penso sia stato molto colpito dalla sua bravura con le
pozioni nelle sue lezioni. Almeno non sarò sola! Però verrà anche
Sir e James... be vedremo cosa accadrà anche se penso niente di
buono...
22.00
Ti scrivo solo
per dire che il pomeriggio è stato davvero una noia, Sir e James non
si sono visti hanno accampato uan scusa e tanti saluti. Io e Lily
abbiamo dovuto sopportare tre ore di monologhi di Lumacorno... quando
siamo tornate finalmente in sala comune c'erano quei due spaparanzati
su una poltrona a ghignare. Lily li ha fulminati con lo sguardo e se
ne è andata su in camera mentre io sono rimasta lì...
-Certo che
potevate venire...- sbuffò Diaspro sedendosi sul divano.
-I nostri impegni
erano inderogabili, mi dispiace Dia...- disse fintamente serio James.
La biondina alzò
gli occhi al cielo però sorridendo.
-Allora di cosa
avete parlato? Di come i biscotti a pranzo erano pochi?- scherzò
Sirius.
-Oppure se la
McGranitt a quell'espressione di disappunto anche quando sta
dormendo?- disse ancora l'altro.
Diaspro scoppiò a
ridere, scuotendo la testa, erano davvero due idioti.
-Lo sentirete voi
alla prossima riunione!- sorrise lei furba.
-Sese tanto non ci
veniamo...-
-Io credo invece
che la prossima volta non riuscirete a scamparla...-
I due si
guardarono un pò preoccupati.
-Be io vado a
finire Trasfigurazione... ci vedimo dopo!-
Sarà
divertente la prossima "riunione" del Lumaclub... pure il
nome è noioso!
Be vado a
letto, sono stanchissima e non vedo l'ora di inizare le lezioni di
volo! Sarà davvero uno spasso... anche se James ha già iniziato a
vantarsi dicendo che è bravissimo ecc, come al solito! Vedremo
domani! Buona notte!
Ps. Ho chiamato il falco Athos, si lo so un nome un pò stupido,
ma ho letto questo libro babbano "I Tre Moschettieri" e mi sono
letteralmente innamorata di Athos... e poi sembra che a Athos piaccia
molto il suo nome.
Ecco qui il capitolo finalmente! Ho avuto dei problemi con il PC ma
per fortuna tutto risolto! In questo capitolo si inizia a vedere la
vita ad Hogwarts di Diaspro, è solo il primo anno... nel
prossimo sarà ancora nel primo e forse inizierà anche il
secondo anno, devo vedere bene ancora come strutturarlo... comunque sia
spero vi sia piaciuto e spero di trovare le vostre opinioni!
Al prossimo capitolo!
Baci^^
|
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Capitolo 6 *** Il Passato ~ Atto III ***
Passato ~ Atto III
31 Ottobre
1971
Caro Diario,
è la prima
volta che festeggio Halloween, e devo dire che mi piace un sacco! Al
maniero nessuno festeggia niente, se non i compleanni dei miei cugini
o qualche noiosissimo ballo della società Purosangue, puah.
Mi trovo bene
qui, sembra quasi la casa che ho sempre voluto, lontana dalle nonne,
lontana da mio padre... se solo ci fosse anche mamma sarebbe
veramente perfetto. Ma forse è meglio così, cerco tutto il tempo di
stare lontana dai miei cugini, la cosa risulta un pò difficile con
Paride e Tristan, visto che siamo dello stesso anno, ma credo di
cavarmela abbastanza bene nell'ignorarli se solo quella stronza di
Sylvie mi lasciasse in pace! Ormai pure Julian e Solon si sono
stancati di starmi dietro ma lei no, deve essere così meschina ogni
volta. Non la sopporto più, davvero! Per fortuna c'è Sir e Lily che
cercano di tirarmi su il morale e anche James a modo suo, molto a
modo suo... ma mi fa piacere lo stesso.
Se solo lui e
Lily la smettessero di litigare... se solo lui lasciasse in pace
Severus... be è inutile pensare ai se e ma, ormai le cose stanno
così, spero solo che con il passare del tempo le loro divergenze si
attenuino.
A volte mi
chiedo però come faccia Lily ad essere amica di Severus, non che lo
odi, solo... sono così diversi! Mai visto due opposti così essere
amici, l'unica cosa che forse hanno in comune è Pozioni, sono tutti
e due così bravi! Io me la cavo, non sono un genio ma nemmeno una
frana come Peter.... non penso ci sia nessuno più negato di lui, a
volte sospetto pure che non sia un mago.
Comunque sia,
le lezioni procedono bene, per fortuna non ho molte difficoltà forse
in Storia della Magia che è una noia mortale, ma che puoi pretendere
da un professore fantasma?
Le lezioni di
volo sono state divertenti anche se sapevo già volare, vedere le
cadute di Peter e James che faceva il buffone con Severus è stato
esilarante. Certo ho dovuto scusarmi con Lily per aver riso di
Severus, ma tutto si è risolto per il meglio.
Scrivo a mamma
quasi tutti i giorni, lei è l'unica che sembra felice per la mia
assegnazione a Grifondoro e la sua opinione è l'unica che mi
interessi. Nei pochi anni che mia madre ha passato a Hogwarts non è
stata tra i Serpeverde, ma tra i Corvonero. Siamo le uniche in
famiglia a non essere state smistate in quella casa, so che non tutti
sono come i miei cugini, ma non posso fare a meno che associare il
male a quelli che appartengono a quella Casa.
Bene penso che
andrò a dormire... è tardi e domani c'è un test di Pozioni e non
voglio assolutamente far saltare in aria il mio calderone. Buona
notte!
25 Dicembre
1971
Caro Diario,
Buon Natale!
Che bello, per quest'anno ho deciso di non andare a casa per le
feste, non ho proprio intenzione di sorbirmi tutte le lamentele sulla
mia Casa, preferisco lasciarmi questo "piacere" al mio
ritorno a casa per l'estate. In compenso posso passare il Natale con
Sir!
Purtroppo siamo
gli unici a stare a Hogwarts quest'anno... Peter se ne è andato da
sua madre, Rem passerà le vacanze dai suoi zii in Scozia, Jamie con
i suoi genitori e Lily idem. Ma anche da soli ci divertiamo lo
stesso, dopo anni che ci conosciamo non è forse normale?
Oggi dopo aver
aperto i regali, abbiamo ingaggiato una guerra di palle di neve, è
stato davvero divertente. Certo lo sarebbe stato di più se Sir dopo
aver visto Severus non si fosse intestardito a fargli uno scherzo, io
mi sono chiamata fuori... quando fa così proprio non lo sopporto,
che senso ha prendere di mira persone che non ti fanno niente?
Anch'io faccio
scherzi ok, ma per reazione a qualcosa... e mi chiedo cosa abbia mai
fatto quel poveretto di Piton per essere così preso di mira. Ho
provato a volte a parlarci quando siamo insieme con Lily, ma più per
lei che per una mia curiosità, è veramente un ragazzo chiuso e
diffidente, non so proprio che pensare di lui. Spero solo che Lily
non soffra per colpa sua. Adesso vado, la cena tra poco sarà servita
e Sirius diventa irritante quando non mangia!
10 Gennaio
1972
Caro Diario,
il tempo sta
volando, stare con i miei amici, tra lezioni e scherzi, mi rende
felice e le ore scorrono veloci anche se a volte vorrei che si
fermassero. Sirius mi coinvolge sempre negli scherzi che loro quattro
fanno, è divertente certo, anche se non è il massimo quando la
McGranitt ti becca a versare della Puzzalinfa nelle borse dei
Serpeverde...
A parte questo
mi sto davvero affezionando a quei scalmanati, anche se veramente
esagitati sono solo Jamie e Sir. Remus è forse il più gentile e
tranquillo, sempre sui libri e non si fa in quattro quando gli chiedi
un aiuto, peccato che a volte si assenta, accampa sempre una scusa,
mi chiedo se sia vero tutto quello che dice...
Invece James è
tutto il contrario sempre in cerca di guai, a volte troppo sbruffone,
ma se lo si conosce bene si capisce che c'è molto altro, farebbe
tutto per i suoi amici e altrettanto tormenta chi ritiene nemico.
Peter è forse
quello con cui meno parlo, mi innervosisce il suo modo di
rapportarsi... troppo impaurito e tremante, segue gli altri solo per
farsi proteggere... non l'ho mai detto a Sir ma non mi piace per
niente, spero che sia solo una mia impressione.
Dopo le vacanze
Lily mi è sembrata un pò abbattuta, non mi ha detto niente, ma
penso sia successo qualcosa a casa sua, spero niente di grave, anche
se a volte la trovo a guardare fuori dalla finestra con aria triste.
Deve essersene accorto anche James, ogni volta che la vede così
cerca in tutti i modi di fare lo scemo per attirare la sua attenzione
e puntualmente iniziano a litigare, come sempre Jamie cerca a modo
suo di distrarla anche se si fa odiare ancora di più. A volte penso
che a lui piaccia un pò, però non ne sono molto sicura...
Il Lumaclub è
uno strazio completo, dico davvero, noia completa, a parte forse le
rare volte che arriva qualche ospite speciale, ma anche lì non è
che sia un granché, per fortuna ci viene anche Lily e qualche volta
Sir e Jamie.
Tra poco ci
sarà il compleanno di Lily, non so ancora cosa regalarle, avevo
pensato di chiedere consiglio a Piton, ma appena mi sono avvicinata a
lui non mi ha rivolto che un'occhiata infastidita e ho lasciato
perdere.
Se qui sento
tranquillità invece nel mondo là fuori si percepisce solo caos e
paura, è quello che capisco dalle lettere che mia madre mi manda, è
brava a nasconderlo ma io la conosco e non riesce del tutto a
dissimulare le sue preoccupazioni. Mi chiedo cosa sta accadendo
davvero... sulla Gazzetta del
Profeta a volte si legge di morti, sparizioni e via
dicendo, ma mi chiedo se questo fantomatico Lord Voldemort che sembra
intimorire molti sia la causa di tutto.
In futuro cosa
accadrà?
Non so che
rispondermi...
12 Marzo
1972
Caro Diario,
Buon Compleanno
a me! Oggi compio finalmente 12 anni, è passato un anno da quando
mia mamma mi ha regalato questo diario e le sono sempre più grata,
qui posso scrivere tutto quello che voglio senza che nessuno possa
leggere.
È stato uno
dei compleanni più belli, forse perchè è il primo ad Hogwarts o
forse perchè sembrano tutti felici di farmi gli auguri, al contrario
di Aylmar Manor dove trovo solo freddezza e disapprovazione per
essere nata femmina. Ma oggi non voglio pensarci!
Lily mi ha
regalato un libro di un'autrice babbana, Orgoglio e Pregiudizio, dice
che potrebbe piacermi e io ho accettato con entusiasmo, purtroppo non
ho mia avuto l'occasione di poter leggere qualcosa di babbano per
colpa dei parenti che mi ritrovo.
Remus un mazzo
di Spara Schiocco (lui e gli altri sono rimasti quasi scioccati
quando ho detto loro di non averci mai giocato).
James con
Sirius mi hanno fatto un regalo un pò originale...
-Si può sapere
dove mi state portando?- chiese sospettosa Diaspro alternando lo
sguardo da uno all'altro.
-Meno domande e
più camminare!- fu la risposta secca di James.
Stavano
attraversando tutta la scuola e lei non aveva idea di dove sarebbero
andati, aveva quasi paura di pensare a cosa le avevano fatto come
regalo. Sirius guardava circospetto in giro e lei fu certa che quello
che avevano in mente non era niente di permesso. Sospirò, ma
sorrise, cosa si poteva aspettare da quei due?
Strinse quasi
inconsapevole la mano con cui Sir la stava trascinando. Percorsero
velocemente i corridoi cercando di far meno rumore possibile, fuori
il cielo era nero con qualche sprazzo di stelle, stranamente le
nuvole di quel pomeriggio si erano completamente dissipate. Diaspro
sorrise leggera mentre i suoi amici la guidavano, non poteva che
essere più felice.
-Bene adesso Sir
tu stai qui, intanto vado a vedere se c'è qualcuno- disse ad un
certo punto James.
Sirius annuì
mentre l'amico girava l'angolo.
-Non posso proprio
saperlo?- sussurrò Diaspro all'orecchio del ragazzino.
Quello cercò di
soffocare le risate, scuotendo la testa.
-Sei troppo
curiosa Dia, che sorpresa sarebbe se te lo dicessi adesso?- ghignò
lui.
La biondina
sbuffò, non sopportava stare così sulle spine e il suo amico lo
sapeva bene, la irritava apposta ne era sicura. In quel momento
arrivò James trafelato, sembrava avesse corso come se avesse
qualcuno che lo inseguiva.
-Ho fatto prima
che ho potuto...- disse affannato.
Diaspro però non
prestava molta attenzione alle parole che stava dicendo guardava
invece cosa aveva in mano. Era un manico di scopa! Diaspro non
credeva ai suoi occhi, come diavolo avevano fatto a trovare il posto
dove le tenevano? E per di più fregarne tre!
-Non so se siete
dei pazzi o dei geni...- sussurrò la ragazzina.
-Io sarei più per
geni, ma è meglio se ci sbrighiamo!- disse James.
Percorsero
l'ultimo tratto che li portava all'ingresso, sorprendentemente il
portone era aperto. Uscirono all'aria fredda della sera, Diaspro
prese un profondo respiro e sorrise, decisamente aveva capito che
razza di regalo gli avevano fatto ma ne era entusiasta.
-Signorina diamo a
lei l'onore di partire!- scherzò James porgendole la Comet.
-Sarà un
piacere!- rise lei.
Ci salì sopra e
fu come se i suoi pensieri si fossero cancellati, adorava volare, era
stare sospesa senza niente che la potesse toccare era una sensazione
bellissima, era anche elettrizzata se li avessero scoperti avrebbero
di sicuro ricevuto una punizione esemplare. Presto anche gli altri
due la raggiunsero si divertirono a inseguirsi in aria.
Purtroppo
dovettero scendere per tornare nel loro dormitorio, meglio non
rischiare di più di quello che stavano già facendo e purtroppo il
giorno dopo avrebbero avuto lezione.
Fortunatamente non
trovarono né Gazza né la sua odiosa gatta sulla loro strada e
infine arrivarono nella Sala Comune sani e salvi.
-È stato il
regalo più bello che mi abbiano mai fatto! Grazie davvero ragazzi!-
sorrise la biondina nella loro direzione, non si era mai sentita
tanto bene.
-Ero sicuro che ti
sarebbe piaciuto!- ghignò Sirius e anche Jamie sembrava soddisfatto.
Presa
dall'entusiasmo li abbracciò tutti e due, erano davvero degli
stupidi boriosi la maggior parte delle volte, ma quando volevano
sapeva essere così gentili che non potevi restare indifferente. Li
salutò e andò vero il suo dormitorio sorridendo felice e serena.
Sono stata così
bene oggi, non vedo l'ora di sapere come potrebbe essere l'anno
prossimo, cos'altro potrebbe riservarmi questo compleanno che fino ad
adesso mi è sempre sembrato un giorno come un altro. È arrivato
anche un regalo di mia madre, un porta gioie che si tramanda nella
sua famiglia da generazioni, è davvero bellissimo. È in legno di
ciliegio, intarsiato con una rosa sul coperchio, se lo apro si vedono
due ballerini incantati per ballare fino a quando non lo richiudo, è
pieno di cassetti dove posso mettere tutto quello che voglio visto
che sono sotto l'incantesimo di Estensione Irriconoscibile, quindi ho
deciso che d'ora in poi starai in questo portagioie. È meglio che
vado a dormire è davvero tardi! Buona notte!
Salve a tutti! E' quasi passato un anno dall'ultima volta che ho
aggiornato questa fanfic, purtroppo ho avuto dei problemi di
ispirazione e con un'altra storia da scrivere ho preferito continuare
l'altra, anche la mancanza di recenzioni ha contribuito, ho deciso lo
stesso di continuare se ci sarà qualcuno ancora interessato a
questa storia =)
Baci^^
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