The Ways Of Life

di lella23
(/viewuser.php?uid=34276)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 28 Ottobre 1981 ~ Beginning ***
Capitolo 2: *** Domande Senza Risposta ***
Capitolo 3: *** Promesse Spezzate ***
Capitolo 4: *** Il Passato ~ Atto I ***
Capitolo 5: *** Il Passato ~ Atto II ***
Capitolo 6: *** Il Passato ~ Atto III ***



Capitolo 1
*** 28 Ottobre 1981 ~ Beginning ***


28 Ottobre 1981 ~ Beginning

28 Ottobre 1981, Londra

L'oscurità della notte era scesa sulla città garantendo protezione da sguardi indiscreti, il silenzio la faceva da padrone non si udiva che il vento, fatto molto insolito in quei giorni di guerra. Nelle vie più nascoste di Londra un'ombra si muoveva cercando di non produrre alcun suono, aveva il fiato corto e teneva tra le braccia un fagottino. Doveva trovare al più presto il passaggio, si appoggiò al muro cercando di calmarsi.

Doveva restare lucida, aveva pianificato tutto nei minimi dettagli, sarebbe andato tutto bene. Dopo aver fatto un respiro profondo rimoniciò la sua corsa. Arrivò nel posto prestabilito e attese. Cullò un pò il fagotto tenendo all'erta i suoi sensi e con la bacchetta sempre a portata di mano. Guardò l'ora... erano le 3 di notte, doveva già essere lì!

Si morse il labbro inferiore agitata, non poteva fallire!

All'improvviso però apparve dal nulla una teiera dall'aria malconcia e alla vista dell'oggetto la donna incapucciata quasi pianse per il sollievo. Tenendo ben stretto a se il fagotto toccò l'oggetto, sentì il famigliare strattone all'ombelico e si ritrovò in un parco. Guardò il cielo stava imbrunendo, presa da un nuovo entusiasmo continuò la sua ricerca.

Dal carico che teneva fra le braccia all'improvisso di levò un lamento. La donna cullò cercando di farlo riaddormentare.

-Shhh piccola mia... tra poco sarai al sicuro- sussurrò.

Poco dopo la bambina si calmò e lei arrivò davanti ad un casa.

"Deve essere questa..." pensò stringendo a sè la creaturina.

Bussò con un groppo in gola, sperava con tutto il cuore di riuscire nell'impresa, non poteva pensare di fallire... non l'avrebbe permesso!

La porta si aprì poco e lei riuscì a intravedere un uomo che la esaminava.

-Chi sei? Che ci fai qui?- chiese bruscamente.

Dopo un attimo di esitazione di fronte a quell 'accoglienza rispose.

-Sono io... la figlia di Alcestis-

-Diaspro?- pronunciò sorpreso.

Aprì del tutto e si trovò davanti una donna con in braccio un bambino. Lei entrò di corsa e chiuse la porta dietro di sè.

-Che ci fai qui? Penso fossi a Londra! Chi è questo bambino?-

-Edward ti spiegherò tutto, ma adesso ho bisogno di un attimo di respiro- disse esausta, tutte quelle emozioni l'aveva sfiancata più di quanto avesse immaginato.

Andarono in salotto dove Diaspro si sedette stancamente stringendo ancora a sè la bambina. Edward portò qualcosa di caldo per la donna e lei gli sorrise riconoscente, la guardò per un attimo e si soprese di quanto assomigliasse a sua madre: gli stessi capelli biondi, gli stessi occhi verdi... distolse lo sguardo sentendo il famigliare dolore al petto di quando ripensava ad Alcestis.

-Ho bisogno di aiuto Edward... di un grosso aiuto-

L'uomo la ascoltò con attenzione, di cosa aveva bisogno?

-Edward... voglio che tu prenda con te mia figlia, Halinor- disse guardandolo con gli occhi lucidi.

-C-cosa?!- esclamò allibito.

-Ti prego... a Londra c'è una guerra! Voldemort sta prendendo sempre più potere e io non voglio che Halinor rischi la vita come me-

-Ma Diaspro... non posso-

-Ti prego! Sono disperata! Anche i miei amici... i loro figli sono in pericolo! Halinor non deve rischiare! Non posso permettere che mia figlia muoia!- stava per scoppiare in lacrime, un comportamento che lei non aveva mai avuto, ma avrebbe fatto di tutto pur di proteggere la sua bambina.

Vedendo con quanta foga la donna gli stesse dicendo quelle cose Edward non potè non considerare quella richiesta. Guardò nel fagotto e vide una splendida bambina con capelli d'oro e occhi grigi, argento quasi. Poi fissò Diaspro, ormai in lacrime, e prese la decisione che avrebbe per sempre cambiato la sua vita.

-Va bene... Halinor starà qui con me-

-Oh Edward! Grazie! Grazie!- sorrise tra le lacrime, finalmente Halinor sarebbe stata al sicuro, ma insieme a quello era arrivato anche il momento dell'addio. Guardò la sua piccola mentre lei ricambiava lo sguardo, quasi stesse capendo la situazione.

-Piccola... starai bene e la mamma verrà a prenderti quando tutto sarà apposto, va bene? Verrà anche papà! Non preoccuparti, non ti lasceremo!- le baciò la fronte e diede la figlia in braccio ad Edward.

Un dolore al petto la prese, ma sapeva che quella era la cosa più giusta da fare, Halinor non correva pericoli e lei sarebbe ritornata a riprenderla appena Voldemort fosse stato eliminato.

-Abbi cura di lei-

-Lo farò sicuramente!-

Diaspro annuì e uscì dalla casa, cercò disperatamente di non voltarsi, di non tornare indietro e riprendersi sua figlia. Strinse i pugni e l'aria pungente di Ottobre le colpì il viso, qui a Salem Halinor sarebbe stata al sicuro, lontana dalle lotte dei Mangiamorte contro l'Ordine.

Tirò sù il suo cappuccio, percorse alcuni metri quando sentì una presenza che la seguiva, il cuore le fece un balzo nel petto. Fingendosi tranquilla continuò a camminare tenendo la bacchetta stretta tra le mani.

Senza nessun preavviso si girò e pronunciò -Stupeficium!-

-Protego!- rispose l'altro -Diaspro! Sono Tristan, non voglio farti del male!-

Diaspro rimase sbigottita, Tristan? Come era possibile? Non sentiva più suo cugino da anni ormai era convita che fosse morto.

-Tristan?!- disse lei incredula.

-Si... sono veramente io. Sono scappato, non morto-

-Finalmente hai capito dove sta la ragione?-

-Può essere, ma non voglio essere coinvolto, per questo sono qui a Salem-

-Il solito codardo- sibillò Diaspro.

-Non mi sembra che tu sia a Londra in questo momento- disse infastidito.

-Sto ritornando a Londra adesso per tua informazione-

-Allora che ci facevi qui?- chiese dubbioso.

-Tristan non penso siano affari tuoi...-

-Davvero? Lo scoprirò prima o poi, abito qui-

Diaspro si voltò di scatto verso di lui, furiosa.

-Tu non hai il diritto di sapere niente chiaro!? Dopo quello che hai fatto mi chiedo con che coraggio ora vieni a parlarmi!-

-Diaspro...- disse addolorato Tristan, perchè? Perchè doveva essere sempre così?

-Addio Tristan...-

Diaspro sparì smaterializzandosi, quella fu l'ultima volta che Tristan la vide.



















Ecco qui la mia prima LongFic su Harry Potter, so di avere altre storie in corso, ma questa FanFic mi girava in mente da molto tempo... da quando avevo letto per la prima volta questo stupendo romanzo e non avevo mai provato a trascriverla. Adesso però è tornato prepotente la voglia di scrivere qualcosa di nuovo e farò di tutto per aggiornarla regolarmente visto però che ho altre storie in corso sarà difficile... 

Adesso magari sarete un pò confusi, ma andando avanti si capiranno molte cose!

Ditemi cose ne pensate ^^ 

Baci^^

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Domande Senza Risposta ***


Domande Senza Risposta

23 Maggio 1989, Salem


Era una mattina serena, il cielo era terso neanche un nuvola in vista. Una bambina dai lunghi capelli biondi stava ancora dormendo nel suo letto, era un sonno agitato il suo. Si svegliò di soprassalto mentre al piano di sotto sentì un gran baccano, fece dei profondi respiri per calmarsi.

Ogni anno era sempre la stessa storia, faceva quel sogno una donna che teneva un fagotto, un bambino probabilmente e finiva sempre con lei che cercava di avvertirla del pericolo ma un uomo incapucciato la colpiva sempre con un raggio verde. Si svegliava sempre in quell'istante, con una strana sensazione che non aveva mai identificato che le serpeggiava nel corpo.

Sentì la camicia da notte che le si era appiccicata tutta addosso per il sudore, sbuffò e guardò le ore, erano quasi le otto. Dei passi sulle scale le annunciavano l'arrivo di qualcuno e sorridendo capì chi fosse.

La porta si aprì e vide il suo meraviglioso nonno che aveva in mano il vassoio della colazione pieno di leccornie che lei adorava.

-Già sveglia la festeggiata?- disse lui sorridendo.

Le sensazioni di quel sogno andarono via, quel giorno era il suo compleanno compiva 9 anni.

-Si!-

Il nonno appoggiò il vassoio sul comodino e si sedette sul letto dandole un bacio sulla fronte. Da che avesse memoria aveva sempre vissuto con lui, non aveva mai conosciuto i suoi genitori e non aveva chiesto niente al nonno perchè quando ci provava vedeva che diventava davvero molto triste.

-Allora cosa vuoi fare oggi?-

Sempre chiedeva cosa voleva fare, anche se sapeva esattamente quale sarebbe stata la sua risposta, non capiva perchè continuasse a chiederlo, forse sperava che rispondesse qualcos'altro?

-Voglio andare a Londra!- disse decisa.

Non sapeva il perchè, ma da quando il nonno aveva iniziato ad insegnarle leggere e scrivere, le aveva anche parlato del Mondo Magico. Era rimasta così affascinata da Londra e da Hogwarts... al suo sesto compleanno infatti aveva deciso di andarci e da lì ci era andata ogni anno. Vedeva che il nonno era restio a portarla, ma lo desiderava così tanto.

Il nonno sospirò rassegnato, ma riprese subito il suo sorriso, anche se era meno lumiso di prima.

-Va bene Halinor, tutto quello che vuoi per il tuo compleanno!-

-Potrò vedere Hogwarts?- chiese speranzosa.

-Mi dispiace piccola, ma Hogwarts la puoi vedere solo se ti arriverà la lettera per andarci-

Halinor delusa si guardò le mani, avrebbe voluto così tanto andare ad Hogwarts, ma sapeva che non sarebbe andata lì, l'Istituto delle Streghe di Salem l'aspettava.

Sentì una mano accarezzarle il capo e alzò lo sguardo.

Il nonno la guardava in modo strano, quasi triste. Era molto giovane per essere un nonno, aveva ancora i capelli tutti neri e gli occhi verdi circondati da poche rughe. L'aveva capito guardando i nonni degli altri bambini al parco, ma non aveva mai avuto il coraggio di domandare.

-Su fai colazione intanto vado a preparare le cose per la nostra gita-

Halinor annuì cercando di sorridere, prese il vassoio e iniziò a mangiare mentre il nonno usciva. L'appettito era andato, ma si sforzò lo stesso di ingogliare qualche boccone.

Quando finì di mangiare si alzò e andò alla finestra, il sole iniziava ad illuminare le strade, non vedeva l'ora di essere a Londra! Lì doveva essere pomeriggio ormai, non vedeva l'ora di camminare nella caotica Diagon Alley e mangiare il gelato da Fortebraccio. Sorridendo si vestì, andò al piano di sotto e trovò il nonno che si stava mettendo il mantello.

-Pronta?-

-Si!-

A quel punto allora la prese per mano e andò nel camino con nell'altra mano la polvere volante.

-Paiolo Magico!- disse chiaro e forte l'uomo.

Tendendosi stretta al nonno e con gli occhi chiusi Halinor arrivò al Paiolo, sentiva il vociare della gente. Diende uno sguardo al locale, sorridendo per essere lì stava per andare, ma il nonno la trattenne per un braccio.

-Calma! So che non vedi l'ora di andare, ma non sai ancora bene la strada!-

Lei sbuffò, ma lo aspettò. Trepidava per andare nelle vie di Diagon Alley, ma non voleva perdersi. Dopo che il nonno ebbe salutato alcuni conoscenti andarono nella stanza che portava alla piccola cittadina.

Saltellando Halinor camminò davanti a lui, quella bambina era davvero un tornado pensò sorridendo. Da quella notte si era preso cura di Halinor per ben 8 anni e non si era mai pentito, ma quando pochi giorni dopo la notizia della caduto di Voldemort da parte del Bambino Sopravvissuto Diaspro non era ancora tornata aveva capito che non ce l'aveva fatta.

Era andato a Londra per cercare di trovare il padre della piccola, ma le notizie che aveva ricavato non erano confortanti, non poteva prendersi cura della bambina. Quando scoprì la tomba di Diaspro aveva giurato che si sarebbe preso cura della bambina a qualunque costo. Non poteva dire niente ad Halinor, non voleva darle un dolore così grande, anche se leggeva in lei la voglia di sapere, la cuoriosità legittima di voler conoscere le sue origini. Era davvero un egoista, ma avrebbe fatto di tutto pur di proteggere quel sorriso che gli aveva dato una nuova speranza dopo che la vita gli aveva portato via Alcestis.

-Nonno! Nonno! Andiamo al Ghirigoro!- disse entusiasta Halinor.

-Si si, andiamo piccola- rise Edward.

Andarono alla libreria, Halinor adorava leggere non faceva altro che prendere libri. Appena entrati la bambina si fiondò al reparto bambini, mentre lui gironzolava tra gli scaffali senza uno scopo preciso tenendo sempre d'occhio la bambina.

Sorrise nel vederla concentrata nella ricerca, le voleva bene come se fosse davvero sua nipote e poteva esserlo se la vita fosse stata più giusta con lui e Alcestis.

Scosse la testa scacciando quei pensieri, anche se aveva ormai 49 anni non era mai riusci a dimenticarla, nessuna donna sarebbe mai stata come lei. Perso in questi pensieri quasi non si accorse del tintinnio che annunciava l'entrata di qualcuno nel negozio.

Edward si girò e vide un giovane uomo entrare, aveva capelli chiari e qualche cicatrice sul viso stanco, era vestito in modo un pò trasandato. Non sapeva come ma gli era famigliare, perplesso spostò il suo sguardo.

Intanto Halinor stava cercando un libro, uno che la colpisse, ma non ne trovava nessuno. Sbuffò riponedo l'ennesimo volume. Guardò il nonno che stava parlando con il commesso, doveva annoiarsi in quel momento, le dava sempre tutto il tempo che voleva anche se doveva stare molto tempo ad aspettare.

Andò nel reparto degli adulti, magari lì avrebbe trovato qualcosa di più interessante, cercò di non farsi vedere dal nonno, lui non voleva che leggesse quei libri, diceva che non erano adatti a lei. Stava guardando indietro quando andò a sbattere contro qualcosa.

-Oh scusa! Ti sei fatta male?-

Halinor alzò il viso e si trovò davanti un uomo, aveva il viso con delle cicatrici e gli occhi chiari come i capelli. Lo vide trattenere il respiro e guardarla con gli occhi sbarrati, confusa si chiese il motivo.

-Come è possibile...?- sussurrò lui.

-Signore... si sente bene?-

-Halinor! Halinor! Dove sei?-

Al sentire il suo nome l'uomo impallidì a vista d'occhio, era come congelato. Lei si preoccupò, cosa aveva?

-Halinor!- il tono del nonne la indusse a rispondere.

-Nonno sono qui!-

Arrivò subito e trovò il giovane che aveva visto entrare insieme ad Halinor, era molto pallido come se avesse visto un fantasma.

-Non è possibile...- mormorava.

Edward lo guardò con sospetto, prese per mano Halinor, non voleva stare lì un minuto di più.

-Andiamo piccola dobbiamo tornare a casa...- disse frettolosamente.

-Ma... ma non abbiamo neanche preso il gelato!- protestò la bambina.

-Mi dispiace ma dobbiamo andare...- stava per andare quando l'altro dopo essersi ripreso lo richiamò.

-Aspetti!-

-Cosa vuole?- disse brusco voltandosi verso di lui.

-Lei... la bambina... è davvero sua nipote?- chiese per nulla non scoraggiato dal suo atteggiamento.

-Non penso siano affari suoi!-

-La prego! Io... ho bisogno di saperlo!-

Halinor guardava confusa lo scambio di battute, perchè chiedeva una cosa del genere? Lui era suo nonno, non c'erano dubbi su quello!

-Nonno ma che sta dicendo?- chiese con una voce che non riconobbe come sua, si sentiva uno strano nodo allo stomaco.

-Niente piccola, questo signore si deve essere confuso!- disse conciliante, lanciando uno sguardo duro al giovane.

Andarono via lasciandolo lì a guardarli.

-Halinor... non può che essere lei, la figlia di Diaspro e...- sussurrò interrompendosi dolorosamente.

Quel giorno il passato era tornato a bussare alla porta dei suoi pensieri.

Intanto Halinor guardava arrabbiata e insieme preoccupata il nonno mentre attraversarono in tutta fretta le vie di Diagon Alley. Non lo aveva mai visto così, era sempre stato tranquillo e gentile, ma ora era teso e corrucciato. Perchè? Erano le parole di quel signore? Andarono subito al Paiolo Magico dove presero la metropolvere.

Quando atterrarono nel loro camino, Halinor corse subito in camera Edward non cercò nemmeno di fermarla, sapeva quanto la piccola fosse arrabbiata... era il suo compleanno e l'unica cosa che chiedeva come regalo lui glielo aveva tolto. Sospirò sedendosi sul divano e prendendosi il capo tra le mani, ma aveva avuto paura... quel giovane... doveva conoscere Diaspro, ecco perchè gli era sembrato familiare, non riusciva però a ricordare dove l'avesse giò visto.


Halinor dopo aver pianto stava a guardare il soffitto, sentiva che anche la rabbia stava andando, ma per orgoglio non voleva essere la prima ad andare dal nonno. Guardò l'orologio, erano passate delle ore da quando erano tornati da Londra, era pomeriggio inoltrato. Sbuffando andò alla finestra, la giornata era così bella... sembrava uno spreco passarla in casa! Mordendosi il labbro inferiore la bambina guardò la strada... prese la decisione e si arrampicò sulla finestra, in piedi sul cornicione si lasciò andare e concentrandosi atterrò in piedi.

Aveva scoperto quel trucco quando stava cercando di afferrare una farfalla a 5 anni e per sbaglio era caduta dalla finestra, ma si era trovata tutta intera sulla strada. Da lì aveva usato spesso quello stratagemma per uscire di casa senza essere scoperta. Sorridendo furbescamente andò al parco, aveva un'importante appuntamento!

Andò nel verde, doveva cercare l'albero dove si incontrava con lui. Trovato si sedette sotto i rami e aspettò.

Ricordava la prima volta che l'aveva incontrato, aveva 6 anni, dopo essere stata a Londra aveva fatto una passeggiata al parco mentre il nonno era seduto su una delle panchine a leggere Il Corriere di Salem. Si era inoltrata negli alberi e aveva trovato un uomo seduto sotto un albero mentre dormiva. Lo aveva guardato con curiosità e anche divertita, chi si addormentava sotto un albero? Si era accovacciata sui talloni guardandolo meglio, aveva dei riccioli scuri che gli coprivano appena la fronte. In quell'istante aveva aperto gli occhi e l'aveva guardata non sembrava sorpreso e questo non avea fatto altro che incuriosirla di più.

-Ciao- le aveva detto tranquillo.

-Ciao!-

Lui aveva piegato la testa di lato, la guardava con una strana luce negli occhi che non riusciva a comprendere.

-Come ti chiami?-

-Halinor... e tu?-

L'uomo aveva sorriso, sembrava quasi che lo sapesse già.

-Tristan-

Avevano parlato tanto e quando lui le aveva dato un regalo, un libro su Hogwarts, dicendole solo che sapeva che era il suo compleanno. Lei non aveva fatto molte domande, era piccola e un libro non si poteva rifiutare.

Ora era ancora lì, sotto i rami di quel castagno ad aspettare Tristan. Si era chiesta molte volte chi fosse e quel giorno aveva intenzione di fare delle domande, aveva troppi dubbi e voleva avere delle risposte.

Sentì i passi in lontananza e capì subito che era lui, infatti saltò fuori da dietro un albero.

-Ciao Halinor! Buon compleanno- disse per poi prendere un regalo incartato e darle il pacco.

-Grazie...-

Tristan la guardò perplesso, di solito faceva era più entusiasta per il regalo.

-Ehy... cosa succede?-

-È che... sono stufa!-

-Di cosa?-

-Di non sapere mai niente! Tu... Tristan... conosci i miei genitori?-

Quella domanda lo prese in contropiede, non si era mai aspettato di sentirla, ma cosa poteva rispondere? Non voleva mentire, ma la verità era davvero meglio?

-Si...- sospirò infine.

-Davvero? Come sono? Perchè non sono qui con me?- disse parlando a raffica e alzando la voce nella foga.

-Calma, calma! Non so il motivo preciso, ma penso che tua madre voleva che tu fossi al sicuro...-

-Come si chiama... mia mamma?- disse felice finalmente di dirlo ad alta voce.

Tristan chiuse per un attimo gli occhi, la piccola non sapeva proprio niente...

-Tua madre... si chiamava Diaspro-

Halinor guardò fisso davanti a sè, chiamava... allora davvero non c'era più. Ci aveva pensato tanto, ma la speranza che fosse ancora viva da qualche parte era sempre stata presente in lei.

-Mi dispiace Halinor...-

-Perchè la conoscevi?- disse cambiando discorso, non voleva parlare di quello.

-Perchè era mia cugina-

La bambina spalancò gli occhi sorpresa, perchè non lo aveva detto prima?

-Perchè non me lo hai detto?- esclamò adirata, tutti che le nascondevano le cose.

-Non volevo tenerlo nascosto, ma a cosa sarebbe servito dirtelo?-

-Io... potevi parlarmi di mia mamma!-

-Posso solo dirti questo: era davvero una persona buona, simpatica e...- si fermò cercando di arginare i ricordi, era sempre stata così, peccato che con lui si comportava in maniera completamente diversa. Non poteva certo biasimarla, non dopo tutto quello che aveva passato e che lui aveva in parte colpa. Era difficile parlare di lei, anche dopo 8 anni, e stare di fronte alla sua copia in miniatura non aiutava le cose.

-E cos'altro?- lo spronò Halinor.

-E basta, vai a casa piccola, tuo nonno potrebbe essere preoccupato non trovandoti-

-Ma non ho ancora finito!- fece appena in tempo a finire la frase che Tristan era già scomparso.

Pestò un pugno sull'albero per la rabbia, prese il regalo ancora impacchettato e ritornò indietro. Ormai si erano fatte le sei, le brontolava lo stomaco, non aveva mangiato a mezzogiorno e non vedeva l'ora di mettere qualcosa sotto i denti.

Stava per entrare ancora dalla finestra quando sentì delle voci nel salotto, incuriosita andò sotto la finestra per ascoltare.

-Così saresti tu... colui che aveva provato ad infangare il nome dei Gardiner...- disse una voce fredda, sentì addirittura la pelle d'oca.

-Asmodeus, finalmente vedo chi ha rovinato la vita ad Alcestis...- rispose il nonno con un tono che lei non aveva mai sentito, un misto tra odio e... ribrezzo.

-Ahahah... rovinato... che parolona! Le ho dato un nome! E lei mi ha ripagato continuato a sentirsi con te... che moglie ingrata-

-Non parlare in questo modo di Alcestis!- disse furioso.

Halinor strinse forte a se il regalo, aveva paura... perchè il nonno era così arrabbiato? E chi era quel signore? Non osava alzare la testa per sbirciare.

-Ancora innamorato vedo... di un cadavere-

-Non penso tu sia venuto fin qui solo per farti beffe di me... cosa vuoi?-

-Ah si... sono qui per portare mia nipote Halinor con me-

Halinor spalancò gli occhi, cosa? Aveva sentito bene?

-Non so di cosa tu stia parlando- disse impassibile Edward.

-Oh non prendermi in giro Mezzosangue... dimmi dove è!-

-Perchè dovrei averla qui?-

-Perchè quella stupida di mai figlia non poteva che darla a te!-

-Ti sei sbagliato... qui non c'è... e anche se fosse qui, perchè dovresti venire a portarla via? Che diritti hai su di lei?-

-Perchè sono suo nonno no? Diaspro è stata davvero un'ingrata a voltare le spalle alla famiglia, ma almeno ha avuto la testa di fare una figlia con un rampollo di una famiglia Purosangue!-

-Te lo ripeto, Halinor non è qui-

-Ritornerò Mezzosangue... so che è qui, e se la prossima volta non me la consegni, sarò costretto ad usare le maniere forti!-

Halinor era immobile, con il regalo di Tristan ancora stretto tra al petto, cosa stava succedendo alla sua vita?
















Ecco qui il capitolo! Ci sono ancora domande senza risposta, ma per quello dovrete aspettare! Fanno la comparsa un certo Asmodeus e uno strano signore alla libreria, penso che abbiate già capito chi sia! 

Erikina_Di_Milano : Ciao! Grazie per i complimenti! Lo so, il prologo non spiegava molto e neanche questo capitolo, ma man mano che la storia andrà avanti si capiranno moltre altre cose! Baci^^

mattamaty :  Ciao! Sono felice che ti piaccia anche se il prologo è stato molto enigmatico, eh si dovrai aspettare un pò per capire tutto! Spero davvero che questo capitolo non ti abbia deluso! Baci^^

Al prossimo capitolo!

Baci^^

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Promesse Spezzate ***


Promesse Spezzate

La stanza era immersa in un buio quasi confortante, era avvolta completamente nelle lenzuola come per tenere il modo fuori, per non rischiare di cadere in pensieri, in parole... ma era impossibile non rimuginare su quello che era successo.

Le lacrime rotolarono sulle guance, cosa stava succedendo alla sua vita? Perchè era tutto così difficile? I suoi genitori... avrebbe tanto voluto sapere più su di loro. Erano morti? Sua madre si, ma... suo padre? Era ancora vivo? Non voleva crearsi false speranze, ma non riusciva ad impedirselo.

Si girò nel leto, quella sera il nonno era stato zitto per tutta la cena e lei non era riuscita a parlare a causa di quello che aveva sentito, non aveva avuto nemmeno la forza di guardarlo in faccia.

Stavano succedendo troppe cose... il nonno improvvisamente era diventato un'estraneo, un uomo di nome Edward che l'aveva accudita per anni facendole da nonno.

Si alzò, era stufa di pensare, asciugò le guancie stizzita. Andò al piano di sotto con l'intenzione di prepararsi un pò di latte per conciliare il sonno quando vide il nonno alla porta intento a parlare con qualcuno. Non riusciva a vedere chi potesse essere.

-Non so come tu sia qui, ma tu e tuo zio avete sbaglaiato persona- disse il nonno.

-Edward non sono qui per conto di Asmodeus!-

Halinor spalancò gli occhi, che ci faceva lì Tristan?

-Dovrei crederti?-

-So che Halinor è qui, ho parlato con lei-

-Cosa?!-

-Si, assomiglia così tanto a Diaspro...-

Il nonno sembrava spiazzato, non era sicuro di potergli credere.

-Non voglio che Asmodeus metta le mani su di lei, non voglio che passi le stesse cose che ha dovuto subire Diaspro, anche per quello è venuta da te!-

Edward con un sospiro rassegnato lo lasciò passare chiudendo poi subito la porta.

-Allora che hai intenzione di fare?- domandò scettico.

-Dovremmo portare via Halinor...-

-Credi davvero che sarebbe una buona idea? Halinor è sempre vissuta a Salem-

-Qui è troppo esposta, ormai Asmodeus sa che è con te!-

-E dove vorresti portarla?-

-Lontano da qui, dobbiamo aspettare fino a quando non riceverà la lettera per Hogwarts poi lì finalmente sarà al sicuro-

A sentire Hogwarts la bambina stava per farsi scappare un urletto che prontamente aveva comperto con la mano, voleva assolutamente saperne di più!

-Perchè vuoi aiutare Halinor? Diaspro... lei mi ha sempre detto che stavi con gli altri...-

-Diaspro per quanto intelligente fosse, ha sempre visto quello che voleva vedere- disse quasi gelido Tristan.

-Tutti possono essere presi dal pregiudizio, anche le menti più eccelse-

-Ma non l'ho mai biasimata per quello, anchio al suo posto avrei fatto le stesse identiche cose...-

Halinor non capiva molto di quello che stavano dicendo, ma aveva colto il senso generale... volevano farla andare via dalla sua casa. Non poteva permetterlo! Lei non voleva andare via da Salem, era sempre vissuta lì! Mentre cercava di tornare in camera senza far rumore ecco che inciampò nel tappeto provocando un tonfo che non passò in osservato ai due in salotto.

-Ma che...?-

-Halinor! Vieni subito qui!- disse Edward.

La bambina strinse gli occhi, sbuffando.

"Beccata..."

Si alzò, entrò in salotto a testa bassa e con le braccia incrociate. Sentì il nonno sosprirare, strinse i pugni.

-Halinor... cosa hai sentito?-

Il tono del nonno era stanco, perchè? Cosa stava succedendo a tutti? Dov'era andata a finire la sua tranquilla vita?

-Non voglio andare via da qui!- disse senza riuscire a frenarsi.

Halinor sentì il nonno avvicinarsi a lei e abbasarsi in modo da vederla in faccia, ma lei ostinata guardava in basso.

-Halinor devi capire... qui non possiamo più stare...-

La bambina scosse la testa, non voleva sentire ragioni lei non voleva andare via da quella casa.

-Edward... potrei fare il Custode Segreto...- propose Tristan, vedeva che Halnor non avrebbe ceduto e loro aveva sempre meno tempo.

-Scusa Tristan, ma no. Non voglio condannarla alla reclusione... e non mi fido di te così tanto... guarda i Potter, il loro custode era un buon amico...-

Tristan strinse i pugni, era noto a tutti che il Custode Segreto dei Potter li aveva traditi, ma quasi nessuno sapeva che Sirius Black sarebbe morto piuttosto che tradire un suo amico, soprattutto James Potter. Non era mai stato un gran sostenitore di Black, anzi, già dai tempi di Hogwarts tra di loro c'era un odio profondo, ma un Mangiamorte non lo era mai stato. Non riusciva a capacitarsi invece che tutti, pure Lupin, avevano tranquillamente dato per vero il tradimento di Black. Eppure non si spiegava quello che era successo, non era stato abbastanza tempo tra i Mangiamorte per scoprire chi era la talpa.

-Io non prenderei per vero tutto quello che dicono su quello che è successo- disse solamente.

Edward ebbe la tentazione di girarsi, ma Halinor aveva la precedenza. Prese il mento della bambina tra le dita e lo sollevò.

-Piccola cerca di capire... ti prego...-

Halinor sapeva che si stava comportando in modo infantile, ma aveva paura... era così abituata a stare in quella casa con lui che un cambiamento la faceva tremare. Capì allora che non importava se lui fosse o no davvero suo nonno, gli voleva bene e sapeva che anche lui ne voleva a lei, solo quello era importante.

-Ho paura...- disse semplicente, guandandolo negli occhi.

Edward l'abbracciò, capiva perfettamente quello che provava, cercò di darle tutto il conforto possibile.

-Lo so piccola, ma dobbiamo andare... qui non siamo al sicuro-

Halinor lo guardò, si fidava ciecamente di lui, ma qualcosa dentro di lei, una sensazione sgradevole che le aveva preso lo stomaco, diceva che sarebbe successo qualcosa di brutto.

-Halinor... giuro che ti proteggeremo!- disse all'improvviso Tristan, catturando la sua attenzione.

I suoi occhi erano sinceri, lo sapeva, si fidava pure di lui, ma... aveva paura lo stesso.

-Piccola fidati di noi... non succederà niente! Adesso vai a fare i bagagli... ti giuro che domani mattina andremmo a fare colazione in uno di quei bar Babbani che ti piacciono tanto!-

Il sorriso del nonno la indusse ad obbedire e poi lei adorava i bar Babbani, c'erano sempre così tante persone strampalate! Andò nella sua camera a prendere la valigia dove mise dentro tutto quello possedeva, il nonno aveva fatto un Incantesimo di Estenzione Irriconscibile e quindi poteva mettere dentro tutto quello che voleva senza nessun problema.

Intanto al piano di sotto Tristan e Edward stavano discutendo.

-Potremmo andare in Inghilterra... Asmodeus non sospetterebbe mai che siamo proprio lì...- propose Edward.

-Non ne sono così sicuro... Edward forse è meglio stare negli Stati Uniti ancora un pò... magari cambiare spesso città...-

-Non so se questo farebbe bene a Halinor...- sospirò l'altro passandosi una mano tra i capelli.

-Lo so che questo è un sacrificio... ma per la sua salvezza dobbiamo fare tutto quello che è in nostro potere- disse deciso Tristan.

Edward vedeva i suoi occhi quasi fiammeggiare, un pensiero strano gli passò per la testa, se la prendeva troppo a cuore anche per essere solo un cugino, si impegnava troppo.

-Tristan...-

Tristan gli vide l'espressione di compatimento in faccia, distolse subito lo sguardo senza la forza di sorregere oltre quello sguardo. Strinse i pugni, possibile che tutti dovessero capirlo? Era così chiaro leggere i suoi pensieri?

-Mi disp...-

-Non mi sembra nè il luogo nè il momento adatto per parlare di queste cose. La cosa più importante adesso è portare Halinor al sicuro- disse chiudendo bruscamente quel discorso appena accennato.

Edward lo capiva bene, quella sofferenza era stata parte di lui negli ultimi ventanni, ma comprendeva anche il suo bisogno di non parlarne.

-Nonno! Ho fatto- la voce di Halinor sollevò la tensione che si era andata a creare.

-Bene...- sospirò Edward prendendo la valigia della bambina.

-Dobbiamo proprio andare, eh?- domandò sussurrando Halinor.

L'uomo diede una carezza sui suoi capelli, non avrebbe voluto che tutto questo succedesse, ma era impossibile ormai fermare la catena di eventi che si era succeduta.

-Si piccola... ma lontano da qui sono sicuro saremo più felici-

La biondina lo guardò dubbiosa, lì aveva vissuto così tante cose belle perchè avrebbe dovuto essere felice in un'altro posto? Ma tenne per sè quella domanda, capiva che quello non era il momento e che doveva farsi forza.

-Bene... è stata una fortuna che Halinor abbia sentito tutto, possiamo andare subito... il tempo è prezioso- disse Tristan guardando fuori dalla finestra.

-Andiamo Halinor...- mormorò Edward prendendo la mano della bambina.

Halinor si guardava intorno, la sua casa... la stava lasciando, forse per sempre. Una profonda malinconia partì dal suo cuore, non si sarebbe più lamentata per le scale che scricchiolavano, non avrebbe più fatto colazione nella sua camera il giorno del suo compleanno, non si sarebbe più sentita così protetta come in quelle quattro mura. Era quasi come lasciare una parte di sè andandosene via, aveva solo 9 anni eppure... in qualche modo sapeva che lì non sarebbe più tornata.

Strinse la mano del nonno cercando quasi di aggrapparsi ancora a quei ricordi, a quelle sensazioni che presto sarebbero svanite lasciando il posto ad altre.

-Merda!- imprecò Tristan.

-Che succede?- chiese subito allarmato Edward.

-Asmodeus non ha perso tempo...- rispose funereo.

Bastarono suelle poche parole per gelare l'uomo, era già lì?

-M-ma aveva detto d-domani...- disse incredulo.

-E da quando quell'idiota di mio zio fa quello che dice? Dobbiamo sbrigarci... Edward hai una porta sul retro?-

-S-si... va al giardino...-

Andarono subito alla porta sul retro, Halinor iniziò a provare davvero paura, chiunque fosse quell'Asmodeus doveva essere davvero cattivo, si domandava però come una persona del genere fosse davvero suo nonno.

Il giardino della casa confinava con un bosco, Tristan ne fu davvero sollevato, doveva per forza portare al parco. Edward prese in braccio la piccola che aveva inciampato nella corsa, non potevano fermarsi.

-Credevate davvero di potere scappare?-

La voce li fece fermare, quella voce così fredda... che ti gelavano le ossa per la sua crudeltà. Edwarda strinse forte a sè la piccola, non avrebbe permesso che Asmodeus mettesse le mani su di lei. Mai!

-Lo so che siete in questo bosco... non sarà difficile trovarvi...-

-Tristan... pendi la bambina e correte via- disse deciso l'uomo dando Halinor in braccio a lui.

-Nonno no!- protestò la bambina.

Quella strana sensazione era tornata ancora più forte in quel momento, non voleva che il nonno se ne andasse! Aveva paura, così tanta paura!

-Halinor, calmati! Ritornerò! Lo prometto... ma tu devi andare via da qui il più in fretta possibile!-

-Edward... è una follia!- sibillò Tristan prendendo Halinor.

-Sarà anche una follia... ma lo devo fare- detto questo diede un bacio sulla fronte della bambina e sparì dietro agli alberi.

Halinor tentò in tutti i modi di liberarsi dalla presa di Tristan, non voleva andarsene senza il nonno.

-Lasciami! Lasciami!- ripeteva lanciando calci e pugni.

-Halinor! Calmati! Edward ritornerà! Te lo ha promesso!- cercò di rabbonirla lui tenendo la presa ferrea.

L'ultima cosa che voleva in quel momento è che lei andasse direttamente in bocca ad Asmodeus, non era sicuro che Edward sarebe ritornato, ma la cosa importante era che Halinor fosse al sicuro e lì non lo era di certo.

Si sentivano i rumori dello scontro, ad ogni colpo che faceva quasi tremare la terra Tristan stringeva a sè la bambina che sembrava essersi arresa, cosa che sorprese molto il giovane. Sapeva che aveva preso dai suoi genitori in quanto ad ostinazione... e quella calma non faceva altro che farlo insospettire.

La corsa lo stava affaticando molto più del dovuto, la causa era anche il peso aggiuntivo della bambina, anche solo la forza di volontà non bastava. Dovette fermarsi e lì fu un errore fatale, Halinor aproffittando del momento di stanchezza del giovane sgusciò via dalla sua presa e corse indietro.

Tristan imprecò a gran voce e la rincorse, ma ad un certo punto le gambe si bloccarono. Non era la stanchezza, no... era paura. Lo sapeva che se Asmodeus lo avesse visto per lui sarebbe finita, dopo che era scappato dai mangiamorte suo zio aveva fatto di tutto per cercarlo e ucciderlo per levare l'onta di cui la sua famiglia era stata ricoperta a causa del suo tradimento.

Perchè? Doveva muoversi! Lo doveva fare per Halinor eppure... le sue gambe non accennavano ad un movimento.

Dopo tutti gli sforzi, dopo tutto quello che aveva cercato di fare per redimersi... era ancora bloccato dalla paura!

Le mani tremavano... la morsa allo stomaco non gli dava tregua mentre vedeva per l'ultima volta il ciuffo biondo di Halinor sparire dietro un tronco. Cadde in ginocchio prendendosi il viso tra le mani mentre le incessanti parole di Diaspro gli rimbombavano nella testa.

"Il solito codardo!"

Halinor correva, correva con tutto il fiato che poteva, con tutta la volontà e la forza di cui era capace. Doveva raggiungere il nonno, non poteva lasciarlo andar via, come avrebbe potuto fare senza di lui? Con chi avrebbe vissuto? Non poteva pensare di vivere in una casa che non fosse quella lì a Salem, non poteva immaginare di festeggiare un compleanno senza di lui!

Le gambe iniziavano a farle male, ma non voleva rallentare e in lontananza vide delle luci e seppe di essere vicina, questo le diede un nuovo slancio, un nuovo entusiasmo.

Quasi sorridendo arrivò.

La scena che le si presentò davanti agli occhi però le tolse qualsiasi felicità. Quasi non credette a quello che vide.

Un uomo alto con lunghi capelli neri a tratti bianchi legati da un codino stava sovrastando il corpo, chiazzato di quello che le sembrava sangue, del nonno.

-Povero Mezzosangue... pensavi davvero di sconfiggermi? Ah! Patetico!-

Edward cercò di tirarsi su in posizione eretta, anche solo quello sembrava uno sforso immane, ma in qualche modo ci riuscì. Sputò del sangue, ma lo guardò negli occhi fieramente.

-Non sarò io... ma qualcuno sicuramente lo farà!-

Halinor seguiva la scena con gli occhi sbbarrati, la stretta allo stomaco sembrava quasi piegarla in due. Non aveva avuto paura per lei... ma per il nonno!

-Addio Mezzosangue... Avada Kedavra!-

Il raggio verde partì dalla bacchetta di Asmodeus e lo colpì in pieno petto.

La bambina vide tutto, vide suo nonno prendere la Maledizione Senza Perdono, vide il suo corpo ormai morto cadere all'indietro sollevando delle foglie che erano cadute dagli alberi, vide le ferite, aperte in precedenza, sanguinare su quel verde.

Era immobile, quasi non credeva a quello che le si presentava davanti agli occhi con così tanta prepotenza, non era possibile... suo nonno non poteva essere... dovevano fare ancora così tante cose!

"Me lo avevi promesso! Avevi promesso che saremmo andati al bar, che avremmo fatto colazione! Avevi promesso che non sarebbe successo niente! Avevi promesso..." pensò urlando.

Halinor si avvicinò lentamente al corpo riverso a terra del nonno, si inginocchiò di fianco. Le tremavano appena la mano mentre la sollevava per toccarlo.

-Me lo avevi promesso...- sussurrò con voce spezzata.

Una piccola lacrima le sfuggì dagli occhi finendo per terra causando un suono sordo che attirò l'attenzione di Asmodeus.

Gli occhi azzurrò ghiaccio si fermarono sulla sua figura, sentiva il suo sguardo gelido su di sè e lo guardò. Qualcosa nasceva lentamente nel suo cuore, qualcosa che non aveva mai provato prima di allora, qualcosa di così assoluto che non sarebbe più andato via, immortale...

Per la prima volta in tutta la sua vita provò Odio.

Un odio così profondo che sembrava acido, un odio che quasi superava il dolore della perdita...

-Eccoti qui... Halinor-

Ormai quella voce non le feceva più gelare le ossa, no, aumentava solo il rancore. Lo guardò con tutto l'odio che aveva dentro, mentre le lacrime le riempivano gli occhi. L'unica reazione che suscitò a quell'essere fu solo una breve risata senza calore.

-Pensi di farmi paura mocciosa? Tale e quale a tua madre... ma stai tranquilla, ti farò diventare una perfetta purosangue...-

-Tu... non mi farai diventare niente!- urlò la bambina tremante.

Asmodeus assottigliò gli occhi, avrebbe dovuto estirpare quell'atteggiamento dalla bambina... aveva fallito con Diaspro, ma non con sua nipote.

La prese per un braccio ignorando le proteste e si smaterializzò lasciando il corpo di Edward immerso nel verde.




















Ecco qui il nuovo capitolo! Arrivato un pò in ritardo, lo so, ma ho fatto il possibile per scriverlo velocemente. E' stata dura scrivere della morte di Edward, mi ero affezzionata al suo personaggio =( ma la trama esigeva la sua dipartita... 

Al prossimo capitolo!

Baci^^

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Il Passato ~ Atto I ***


Il Passato ; Atto I

Quanto tempo era passato? Ore, minuti? Giorni, mesi?

Da quando Asmodeus l'aveva portata in quella stanza lei non si era mossa da quell'angolo. Ogni tanto dei strani esseri con delle orecchio da pipistrello venivano a portarle da mangiare, la prima volta che ne aveva visto uno per poco non si era messa ad urlare per lo spavento, ma ben presto aveva imparato ad ignorarli, soprattutto per il fatto che sembravano avere molta più paura di lei.

Aveva mangiato ben poco, quasi niente, non aveva fame... e dormire era un lusso che non si voleva concedere visti gli incubi di cui era protagonista. Appoggiò il capo al muro mentre lentamente delle linee sottili di lacrime le rigavano le guance. Ancora le sembrava impossibile tutto quello che era accaduto, a volte pensava che presto si sarebbe svegliata e avrebbe trovato suo nonno seduto sul suo letto a sorridere sornione e a prenderla in giro per aver dormito così tanto. Strinse gli occhi, no... non era un sogno, lei non si sarebbe più svegliata in quel letto, non avrebbe più riso con suo nonno, non sarebbe più andata a Londra per il suo compleanno.

Ora viveva lì, in quella stanza che sembrava avere le stesse dimensioni di un salotto, così cupa con una sola finestra dove a mallapena arrivava un raggio di sole. Era la prima volta da quando era lì che guardava davvero quel luogo. Era davvero enorme, un letto a baldacchino capeggiava addossato al centro della parete davanti a lei, mentre di fianco c'era l'enorme armadio di mogano intagliato. Le pareti erano rivestite da tessuti di un rosso cupo che rendeva la stanza ancora più ombrosa.

Si strinse le ginocchia al petto, aveva così tanta voglia di parlare con qualcuno in quel momento... anche uno quei strani cosi che venivano a portarle da mangiare andava bene, si sentiva così sola.

Proprio in quel momento comparì davanti a lei uno di quei strani esseri. Halinor si morse il labbro inferiore mentre quello metteva davanti a lei un piatto fumante e prendeva l'altro freddo e intatto.

-C-come ti chiami?- chiese con voce roca la bambina.

Lui sobbalzò e la guardò con i suoi grandi occhi verdi, tremava vistosamente. Agrottò le sopracciglia, sembrava terrorizzato... da lei.

-Non ti voglio fare del male...- cercò di tranquillizzarlo, ma nulla valse quello non finiva di tremare.

-Trusty non può parlare con la signorina... Trusty verrà punito...- balbettava.

Halinor si preoccupò seriamente, le faceva così pena...

-Calmati, non lo dirò a nessuno...- ma non fece in tempo a finire la frase che quello si era smaterializzato.

Si morse il labbro inferiore stringendo i pugni. E adesso che avrebbe fatto? Si sentiva sola più che mai... ma una forza dentro di se la stava spingendo a reagire, a non subire tutto quello che le accadeva intorno passivamente... era ora di fare qualcosa della sua vita! Il nonno non sarebbe stato felice di quel suo comportamento. Cercò di alzarsi le gambe le formicolavano... chissà quanto tempo era passato da quando si era seduta in quell'angolo.

Mosse qualche passo e man mano che camminava il formicolio se ne andava lasciando le gambe un pò intorpidite. Si diresse verso la porta, provò ad aprirla, ma non successe niente. Se l'era aspettata, di certo non l'avrebbero lasciata scappare così facilmente. Sospirò, chiedendosi però cosa avrebbe fatto una volta scappata aveva solo 9 anni, non aveva famiglia, nessuno, solo un padre ancora ignoto.

Non aveva scampo...

Stava ancora appoggiata alla porta quando sentì un rumore alle spalle... si volto e vide che uno di quei esseri si era smaterializzato. Cosa poteva volere? Il cibo era stato portato da poco. Sembrava basita quando la vide, come se avesse appena visto un fantasma...

-Signora Diaspro?- sussurrò con gli occhi sgranati.

Halinor corrugò la fronte, l'aveva chiamata con lo stesso nome di sua madre? Ma allora... la conosceva!

-Non sono Diaspro... conoscevi mia mamma?- chiese ansiosa di sapere.

-Champy non sapeva... voi siete la figlia della Signora Diaspro? Siete uguale a lei...-

Halinor si avvicinò titubante, l'altro, quel Trusty, era così spaventato alla sola idea di parlare con lei che voleva essere cauta con Champy.

-Tu... davvero la conoscevi?-

-Certo! Sono stata l'Elfa Domestica personale della Signora Diaspro fin dalla nascita!- annunciò quella orgogliosa.

Ecco cosa erano! Elfi Domestici! Che stupida... aveva letto di quelle creature in un libro, servivano i Maghi ed erano legati a loro da incantesimi che punivano quelel povere creature se disobbedivano al loro padroni... Halinor aveva sempre trovato quella cosa davvero ingiusta, ma sapeva che potevano essere liberati soltanto se il padrone dava loro un indumento. Adesso capiva il comportamento di Trusty prima, gli avevano ordinato di non rivolgerle la parola! Chissà perchè, pensò sarcastica.

-Champy, giusto? Perchè tu puoi parlarmi?- chiese stranita, se avevano vietato l'altro Elfo perchè non anche a lei?

-Perchè Champy non è più l'Elfa Domestica degli Aylamr!- disse alzando la testa -Champy è l'Elfa della Signora Diaspro e voi che siete sua figlia sarò anche la vostra Elfa-

Halinor rimase un attimo perplessa, come faceva ad essere solo l'Elfa di sua madre e essere lì in quel maniero? E poi... Aylmar?

-Champy... non riesco a capire...- disse confusa.

-Champy capisce... questa stanza apparteneva a vostra madre quando abitava qui...-

-Davvero?- sussurrò.

Non ci poteva credere... quella stanza così cupa... apparteneva a sua madre, ci aveva vissuto per tanti anni.

-Si... sicuramente troverete ancora le sue cose, Champy ha cercato di tenere più cose possibili sulla Signora Diaspro senza farsi scoprire dagli altri-

Halinor ascoltava appena, adesso vedeva quella camera con occhi diversi, curiosi se, come aveva detto l'Elfa, c'erano ancora oggetti di sua madre era ansiosa di scoprirli e magari di trovare delle foto di lei.

-Adesso Champy deve andare... potete cercare anche il diario segreto dell Signora... l'aveva nascosto, ma Champy non l'ha mai trovato...-

-O-ok...- riuscì solo a dire Halinor prima che l'Elfa sparisse.

Sua madre era stata in quella stanza per tanti anni, e aveva lasciato lì un diario segreto... doveva assolutamente trovarlo!

Guardò nell'armadio, ma vi trovò solo vecchi abiti, setacciò tutti i cassetti ma niente... si sedette sul letto con un sospiro rassegnato, non avrebbe mai trovato il diario. Come poteva pensare di trovarlo lei che a malapena conosceva il nome di sua madre invece dell'Elfa che l'aveva allevata?

Avrebbe voluto così tanto sapere di sua madre, del perchè l'avesse lasciata dal nonno... e sapere chi fosse suo padre.

Si guardò i piedi rassegata, chissà cosa le sarebbe successo adesso... Asmodeus non si era proprio fatto vedere da quando l'aveva rinchiusa in quella stanza, non che questo la redeva triste, solo era inquieta non aveva idea di quali erano le intenzioni di quel mostro.

Prese dal comodino una pallina di vetro che aveva visto e la prese tra le mani cercando di studiarla. Era da molto tempo che era lì eppure non c'era polvere molto probabilmente opera di Champy. La rigirò tra le mani e senza che riucisse a fermarla le cadde per terra e rotolò sotto il letto.

Sbuffando Halinor la cercò, ma proprio mentre prede la palla vide che c'era un disegno su un asse del pavimento. Incuriosita lo spazzolò visto il sottile strato di polvere che si era andato a creare. C'era disegnato un leone d'oro e le piacque subito e proprio nella bocca spalancata trovò un buco. Mordendosi il labbro inferiore ci infilò il dito e sollevò l'asse, e quando vide il contenuto di quel nascondiglio trattenne il respiro incredula.

Prese tutto tra le braccia e ritornò da sotto il letto con tantissime cose: foto, disegni, pezzi pergamena e... un diario davvero bello.

Halinor si concesse un sorriso estatico, finalmente... avrebbe saputo tutto su sua madre! Prese subito il diario, era pesante ed era rilegato con pelle di drago e bordata d'oro sulla copertina capeggiava una scritta elegante,"Diario di Diaspro" diceva.

Prese un profondo respire e finalmente la bambina aprì il diario alla prima pagina.


12 Marzo 1971

Caro Diario,

non ho mai avuto un diario... veramente non ho mai pensato di scrivere della mia vita su un pezzo di carta. Però sei un regalo, un regalo di una persona a cui voglio più bene, mia mamma. Oggi è il mio compleanno e lei mi ha donato questo diario magico dove solo io posso leggere le pagine almeno fin quando morirò! A quel punto non penso mi interesserà poi molto se qualcuno lo leggerà.

Non mi sono ancora presentata, mi chiamo Diaspro Aylmar, 11 anni oggi, vengo da una famiglia a cui importa solo il ceto sociale e la purezza del sangue... sono crescuita in questo maniero appartenuto alla famiglia di mio padre da generazioni. Gli Aylmar sono una delle famiglie più potenti e "pure" del mondo Magico insieme ai Black e ai Malfoy.

Non lo dico per vantarmi o altro... è solo un dato di fatto.

Mio padre è una persona fredda, calcolatrice e incarna perfettamente tutti i valori dei purosangue... lo odio. Si lo odio, so che magari è una cosa davvero brutta da dire, ma non ho mai provato affetto per lui, non si è mai meritato il mone di padre. Le punizioni, le occhiate gelide che riservava a me e a mia madre per avergli dato solo una femmina, hanno fatto si che il dolore di quella distanza si trasformasse in rabbia e poco a poco sfociasse in odio. Penso che lui lo sappia, ma questo sembra importagli ben poco. Vorrei poter dire che la cosa non mi faccia soffire, ma... direi una bugia.

Ho sempre vissuto in questo mainiero così grande, ma che mi è sempre sembrato una prigione che piano piano sta facendo appassire anche mia madre. Sembra come spenta, lo capisco dallo sguardo, i suoi occhi non sono più luminosi come prima, sono verdi come le foglie poco prima dell'autunno, cupi... senza vita. Ha rinunciato a tutto per colpa della sua famiglia, per colpa mia e seppur io sia il frutto di un'unione che ha sempre detestato mi ha amata come solo una madre può fare.

Forse sarai un pò confuso... be ti racconterò la storia dall'inizio.

Mia madre Alcestis viveva tranquillamente con i suoi genitori, Cimon e Galatea Gardiner, e il fratello, Nereus, a Salem. Anche la loro era una famiglia orgogliosamete purosangue e mia madre frequentava la Scuola delle Streghe di Salem, non era mai stata influenzata a pensare che i mezzosangue fossero spazzatura per quanto i genitori e il fratello più grande la incoraggiassero così. Al quinto anno di scuola, però, incontrò un ragazzo... si chiamava Edward...


Halinor spalancò gli occhi, nonno... le si inumidirono gli occhi e continuò a leggere con più foga di prima, affamata di quelle righe.


Edward, da quello che mi ha confessato mia madre, era un ragazzo davvero carino, genitile e sempre con il sorriso sulle labbra. Si erano incontrati per caso in biblioteca, stavano cercando lo stesso libro e mentre lo stavano prendendo si resero conto si non essere soli. Si guardarono e scoppiarono a ridere, mia madre era molto sopresa di non aver mai visto a scuola Edward eppure anche se erano nella stessa classe lei non l'aveva mai notato. Iniziarono a frequentarsi, parlarono di tutto, dei loro interessi... Alcestis scoprì che il ragazzo era figlio di Babbani, ma non le importò molto la sua unica preoccupazione era che i suoi genitori lo scoprissero. 

Ben presto iniziarono a provare qualcosa l'una per l'altro e inevitabilmente scoccò l'amore. Si incontravano di nascosto, erano sempre prudenti, ma... non poteva durare. I genitori di mia madre scoprirono tutto, indignati dal suo comportamento la portarono in Inghilterra spezzando loro il cuore. Iscrissero Alcestis ad Hogwarts e organizzarono subito il matrimonio che sarebbe avvenuto dopo la fine degli studi con il rampollo della famiglia Aylmar, Asmodeus, di 14 anni più grande.

Due anni dopo arrivai io, figlia femmina non voluta... chi avrebbe portato il nome degli Aylmar? Dei fratelli di mio padre solo Pythia era sposata con figli ma l'altro maschio, Clovis, non sembrava proprio intenzionato a sposarsi.

Quindi ero e sono un problema...e mia madre non può più avere figli, è addittata peggio di una traditrice solo per il fatto di non aver partorito un perfetto erede maschio.

Davvero assurdo, davvero...

E come se non bastasse sarei anche una delusione come purosangue, oltre al fatto di essere "colpevole" per essere nata femmina, a farli infuriare era anche il mio più totale disinteressamento per l'etichetta e la purezza del sangue.

"Una signorina non corre in giro per casa rincorrendo un gatto!"

"Una signorina non gioca con gli Elfi Domestici!"

"Una signorina non si mette a far volteggiare le cose in aria!"

"Una signorina sta sempre composta!"

Ecco i riproveri che mi fanno più spesso le nonne, Galatea e Calypso, mi sembra quasi di sentirle adesso. I ripoveri, ma anche le punizioni, a volte mi lasciavano senza cibo per due giorni o mi sculacciavano e mi portavano nelle segrete del castello lasciandomi lì per chissà quanto tempo. Non sono mai andate per il sottile quelle vecchie arpie, come anche i miei cugini. Mia madre soffre per questo, lo so, si sente impotente e per questo si sta debilitando ancora di più, solo quando riceve una delle rare lettere segrete che si scambia con Edward sembra ritrovare un pò di serenità.

I miei cugini... i quattro figli di Pythia, hanno ereditato la freddezza e la mancanza di qualsivoglia sentimento che sembra appartenere agli Aylmar. Julian, il maggiore, ha 5 anni in più di me ed è il peggiore di tutti sembra nato con il solo scopo di rendere la mia vita insopportabile, inutile dire che è il pupillo di nonna Calypso. Poi vengono i gemelli, Sylvie e Solon, hanno un anno in più di me e sono quasi sempre insieme e Silvie è davvero un'arpia degna di sua madre e Solon un ragazzo con manie di grandezza e sembra provare disprezzo per tutto e tutti, meno che i suoi famigliari eccetto me. L'ultimo, Paride, ha la mia stessa età ed è sempre taciturno e sembra che il mondo gli interessi ben poco.

Ma certo mi sono dimenticata di uno! Il figlio di Nereus, fratello di mia madre, si chiama Tristan anche lui ha la mia età è diverso dagli altri... ma non so in che modo ancora, l'ho visto poche volte a differenza degli altri lui non abita ad Aylmar Manor e zio Nereus si concede poche visite.

Per fortuna però in questi mesi ho potuto stare tranquilla visto che Sivie, Solon e Julian sono ad Hogwarts ho quasi tutta Aylmar Manor per me, Paride non mi ha mai dato fastidio... vista la sua totale indifferenza, sarebbe stato tutto perfetto senza le nonne e mio padre, ma non si può avere tutto.

Ma per fortuna tra 7 mesi anchio sarò ad Hogwarts, non vedo l'ora... lontata da questo maniero, lantana dalle arpie, lontana dalla fredezza di mio padre... ma anche lontana dalla mamma. Ho paura per lei, paura che se me ne andrò lasciandola sola potrebbe spezzarsi. Sono stata la sua forza, me ne rendo conto ogni giorno sempre di più, da come mi ha guardata per tutto il tempo passato, da come è sempre sollevata di vedere la sua immagine sul mio viso e non la copia di Asmodeus.

Assomiglio molto a mia madre, gli stessi capelli, gli stessi occhi... oltre che distinguermi nel modo di pensare sono diversa anche fisicamente da tutti i miei cugini, vedermi in mezzo a loro è un pungo in un occhio me ne sono accorta qunado abbiamo dovuto fare il ritratto di famiglia, loro sono tutti mori o castani con occhi azzurri o neri e l'unica nota di luce siamo io e mia madre.

Mi sono accorta di aver scritto davvero tanto sulla mia famiglia e di non aver detto proprio niente sul mio migliore amico. Eh si anche se ho dei parenti così ho avuta la fortuna di aver trovato un amico! L'ho incontrato per caso a dir il vero...

Avevo sette anni quando un giorno le mie nonne mi stavano trascinando a casa di una delle famiglie che ritenevano degne, ovviamente io non volevo andarci, incontrare altri purosangue esaltati? No grazie mi pastavano quelli che aveva a casa. Ma non servirono a nulla le mie proteste, dovetti andarci lo stesso mentre i miei cugini se ne stavano a casa, ovviamente loro se dicevano di no nonna Calypso non insisteva.

Andammo a Londra, a Grimmauld Place per la precisione... entrai in una casa fastosa, ma allo stesso tempo oscura, mi mise una certa ansia era come se sulle pareti si fosse impregnato l'oscurità, la malvagità degli abitanti di quella casa. Rabbrividii stringedomi nel mantello che indossavo, ad accoglierci c'era un Elfo Domestico che subito mi ispirò antipatia, ed è strano perchè gli Elfi mi erano sempre stati simpatici. Prese i nostri mantelli e ci portò nel salotto dove trovammo la padrona di casa.

Walburga Black era altezzosa, antipatica e insensibile... una perfetta purosangue insomma. Già dal primo sguardo capii che era tale e quale a mio padre. Salutò le mie nonne con fredda cortesia e lo stesso ricambiarono loro, quando mi guardò sembrava cercare di carpire i miei pensieri, probabilmente aveva sentito parlare di me dalle arpie. Dopo l'esame chiamò l'Elfo e gli disse di accompagnarmi nella sala riservata ai bambini.

Entrai titubante nella sala, dove trovai solo un bambino che sopra al tappeto davanti al camino stava leggendo, non alzò nemmeno lo sguardo per vedere chi era entrato. Era moro, aveva gli occhi grigi e dall'espressione dedussi che era proprio il figlio di Walburga.

Stetti lì un bel pò a fissarlo senza sapere cosa fare, mi guardai poi intorno stufa di essere ignorata. In quel momento la porta si aprì di scatto facendomi trasalire...


-La padrona ha detto che il signorino non può andare in giro quando si sono ospiti! Kreacher non permetterà che la padrona venga disobbedita!-

Diaspro guardò curiosamente chi si presentava seguito da quell'elfo antipatico.

-Pff stupido Elfo...- borbottò.

Era un bambino anche lui, dai capelli lunghi fino alle spalle che gli ricadevano distrattamente sugli occhi dandogli un'aria di noncuranza, ma la rigida educazione dei purosangue aveva fatto si che l'eleganza innata fosse ormai una cosa distintiva. Gli occhi grigi perlustrarono la stanza fermandosi per un secondo sul bambino che stava leggendo, la bionda vide un'impercettibile smorfia sul suo volto e si chiese se per caso non fosse suo fratello, si assomigliavano seppur il nuovo arrivato avesse lineamenti nettamente più belli e raffinati.

Poi infine la guardò, i loro occhi si incrociarono finalmente.

Nei loro sguardi in cui vi trovarono qualcosa che vedevano sempre quando si specchiavano. In un primo momento l'aveva fissata insensamente studiandola, erano quelle occhiate che Diaspro personalmente odiava. Lo guardò negli occhi sfacciatamente, come per sfidarlo e lui alzò un soppracciglio sorpreso, probabilmente non l'aveva mai fatto nessuno. La bionda fece un mezzo sorriso, aveva ridimensionato un pò l'orgoglio di quel viziatello, anche se... non era come i suoi cugini, l'aveva capito dai suoi occhi.

Passarono dei minuti in cui continuarono a studiarsi, guardinghi, cercando di capire le intenzioni dell'altro. A interrompere il silenzio fu, a sorpresa di Diaspro, il bambino con il libro.

-Cosa hai combinato questa volta?- domandò seccato, senza alzare nemmeno per un secondo il viso dalle pagine.

L'altro sbuffò ignorandolo completamente, tornando invece a guardarla.

-E tu chi sei?-

-Perchè dovrei dirtelo?-

-Perchè sei a casa mia!- rispose subito lui.

Diaspro ruotò gli occhi seccata.

-Sono Diaspro Aylmar, le mie nonne mi hanno trascinato in questa casa perchè erano state invitate per il té- spiegò brevemente.

Lui ghignò soddisfatto, anche se era strano che delle "amiche" di sua madre portassero i nipoti o figli. La guardò meglio, il nome Aylmar non gli era nuovo, aveva sentito nei discorsi tra i asuoi genitori che erano una delle famiglie più potenti e purosangue. Fece una smorfia, certo Walburga non avrebbe invitato per il té il primo che passava per strada.

-Adesso però tocca a te!- continuò la bionda.

-Sono Sirius Black e vivo qui...-

Diaspro rimase un pò delusa, non si era sprecato poi tanto...


Allora non immaginavo nemmeno che quello sarebbe stato l'inizio di una splendida amicizia. Nel tempo venni più spesso portata a Grimmuald Place, legai molto con Sirius trovandomi sempre di più in sintonia con lui. Eravamo molto simili, cresciuti in famiglie bigotte con ideali per noi inconcepibili, però devo dire di essere stata più fortunata di lui... io ho avuto mia madre che mi è sempre stata vicino. 

Ma dal nostro primo incontro mi accorgo che siamo indispensabili l'una per l'altro per sopravvivere nel mondo delle nostre famiglie.














Eccoci qui con il nuovo capitolo! Il primo del 2011! Prima di tutto auguri di buon anno! (Anche se un pò in ritardo ^^'') Da adesso in poi di scoprirà il passato di Diaspro, ero indecisa se farlo o meno, ma per comprendere meglio la storia bisogna partire dalla mamma di Halinor... scoprirete nei prossimi capitoli molte cose e sprero abbiate capito un pò la famiglia numerosa degli Aylmar! 

Al prossimo capitolo! 

Baci^^

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** Il Passato ~ Atto II ***


Il Passato ~ Atto II

20 Aprile 1971


Caro Diario,

è una giornata piovosa, non che sia così strano qui, ma non è di questo che volevo parlare. Oggi c'era un'aria strana in casa... le nonne parlottavano tra di loro quasi entusiaste, mia madre invece era agitata. Stranamente anche Asmodeus sembrava soddisfatto. Questa situazione non mi piace per niente, mi sento agitata e qualunque cosa entusiami quelle arpie e soddisfi mio padre non può essere nulla di buono.

Oggi dobbiamo andare a Grimmauld Place...


-Diaspro! Sbrigati!-

L'urlo di Galatea le fermò la mano. Diaspro sospirò we chiuse con riluttanza il diario. Non aveva assolutamente voglia di andare alla residenza dei Black, sebbene ci fosse Sirius. Sorrise pensadno all'amico, era l'unica persona, oltre a sua madre, a cui teneva veramente. Anche lui nell'ultimo periodo aveva notato lo strano comportamente che semrava aver contagiato tutti gli adulti.

Diaspro si alzò velocemente dal letto, era mgelio non fare aspettare le nonne, prese al volo il mantello non prima di aver nascosto il diario sotto il letto. Anche se la magia era potente non voleva assolutamente rischiare che qualcuno lo leggesse. Come si aspettava quando si trovò davanti alle nonne non fecero che rimproverarla. Stringendo i pugni cercò di ignorare loe loro parle, non voleva finire in punizione doveva parlare con Sirius magari lui ne sapeva qualcosa di più.

In poco tempo si trovarono nel salotto dei Black, come sempre la spedirono nella stanzas dei bambini dove trovò come sempre Regulus chino su un libro. Spesso si chiedeva se facesse qualcos'altro oltre leggere. Cercò con lo sguardo Sirius e non trovandolo si preoccipò.

-Sirius è in punizione, quindi è inutile che lo cerchi-

La voce del ragazzino fece sfumare i suoi progetti di un pomeriggio almeno un pò divertente. Sbuffando si sedette davanti al camino che nonostante fosse molto grande non riuscì a scaldarla.


Oggi Sirius non c'era, non che fosse la prima volta che i suoi genitori lo puniscono, ma volevo davvero parlargli... sta succendendo qualcosa, lo sento, qualcosa che non so spiegarmi e che mi spaventa.



29 Agosto 1971


Caro Diario,

odio i miei cugini... li odio! Non ce la faccio a sopportarli ancora per molto per fortuna manca poco e sarò ad Hogwarts! Sono così emozionata! Oggi siamo andati a Diagon Alley a predendere libri, divisa e la mia bacchetta! Salice, undici pollici, corda di cuore di drago... la adoro.

C'era anche Sirius per fortuna e ci siamo defilati andando al negozio di animali, volevo prendere un gatto e mentre Sir rideva dicendo che per una ragazza era troppo prevedibile prendere un gatto sono stata attirata da una gabbietta in cui c'era un falco. Mi fissava dritto negli occhi con uno sguardo davvero intelligente, aveva le piume marroncino chiaro e gli occhi blu. Beh presi lui, la faccia sorpresa di Sirius mi fa ridere anche adesso.

Che nome posso mettergli? Non mi viene in mente niente che possa andar bene...


Diaspro smise di scrivere e guardò il suo falco che stava attentamente a guardarla. Si alzò per portargli un pò di mangime, mentre lo osservava mangiare pensò al nome. Non era mai stata brava a scegliere nomi, le sembravano sempre inadeguati... chissà che nome voleva il falco. Sorrise appena, come se potesse parlare. Bussarono alla porta, doveva essere Champy con i vestiti lavati che avrebbe portato ad Hogwarts.

Andò ad aprire, ma si trovò davanti Tristan. Zio Nereus era arrivato quel pomeriggio con famiglia, sarebbero andati tutti insieme all'espresso visto che anche Tristan iniziava quell'anno Hogwarts.

-Tristan?-

-Ehm... io... ecco-

Il ragazzino sembrava imbarazzato e la guardava appena.

-Cosa c'è?- chiese un pò seccata, si comportava sempre così con i suoi famigliari rasentando la maleducazione, le veniva naturale con le persone che non sopportava.

-I-io.... scusa ma... fa niente... ci vediamo domani, notte Diaspro- sussurrò l'ultima parte e se ne andò prima che lei potesse rispondere.

Diaspro rimase impalata sulla porta, ma cosa stava succedendo? Sosprirò e fece per chiudere, ma arrivò Champy con la cesta dei vestiti puliti.


Chissà cosa voleva Tristan... non ho proprio idea del motivo della sua visita. Forse era solo uno dei soliti scherzi dei miei cugini e lui non ha avuto il coraggio di andare fino in fondo. Non è la prima volta che gli altri mi fanno scherzi... certo nemmeno io sono da meno, non posso certo subire senza rispondere!

Alcuni scherzi li avevamo proggettati insieme io e Sirius, che ridere in quei pomeriggi... e adesso sarà ancora più bello poterlo fare ad Hogwarts, non vedo l'ora.


1 Settembre 1971


Caro Diario,

non ci credo! Mancano solo poche ore! Mi tremano quasi le mani per la felicità, non vedo l'ora di essere ad Hogwarts! Sono sull'Espresso che mi porterà nella mia nuova casa.

Questa mattina però, per quanto fossi euforica, sentivo che mia madre soffriva e non so spiegare lo stato d'animo che ho avuto salutandola alla stazione. Mi ha abbracciata forte quasi non volesse farmi andare via...


-Mi raccomando Diaspro... fai la brava-

La voce di sua madre tremava impercettibilmente. Il fischio del treno irruppe segnalando l'imminente partenza. Diaspro la strinse a sua volta, sapeva che per lei era più dura di quanto desse a vedere. Respirò a fondo il profumo di fiori che sua madre aveva da sempre e che ormai associava a lei.

-Ti manderò lettere ogni giorno...- disse.

Alcestis sciolse l'abbraccio a malincuore e le sorrise.

-Lo so e io farò lo stesso...- detto questo le diede un bacio sulla fronte -goditi ogni momento piccola, non pensare a me! E in qualunque casa tu vada io ti vorrò comunque bene- questo lo sussurrò al suo orecchio.

Diaspro strinse forte gli occhi, lo sapeva... la sua paura di entrare nei Serpeverde come i cugini e quindi di deluderla. Annuì e le sorrise, poi salutò freddamente gli altri parenti, per fortuna Asmoeus non c'era, non aveva assolutamente voglia di averlo tra i piedi anche quel giorno. Trascinò le sue valige sull'Espresso dietro i cugini. Sbuffando li seguì senza troppo convinzione guardandosi intorno cercando Sirius senza nessun risultato. Possibile che non ci fosse? Scosse la testa, no doveva essere già salito o in ritardo.

-Sbrigati Diaspro!-

Diaspro strinse gli occhi cercadno di controllarsi, sarebbe volentieri saltata al collo di Silvie.

-Perchè ce la dobbiam sorbire noi? Non può andare con qualcun'altro?- si lamentò Solon.

-Perchè le nonne non vogliono che socializzi con qualche mezzo sangue...- spiegò irritato Julian.

Diaspro, arrabbiata che stessero parlando di lei come se non ci fosse, sbottò.

-Io faccio amicizia con chi mi pare, non siete certo voi che mi dovete dire cosa fare!- detto questo se ne andò.

Entrò in uno e dentro c'erano un bambino dai capelli neri unticci e il naso adunco e la bambina dai capelli rossi che aveva visto prima.

-Ciao posso stare qui?- chiese esitante.

-Oh certo!- disse la rossa con un sorriso, mentre l'altro non disse niente. Dopo che ebbe sistemato la sua roba l'altra ragazzina si presentò.

-Io sono Lily e lui è Severus-

-Diaspro-

-Che strano nome!- commentò Lily.

-Già! Ma a me piace...-

Per tutto il viaggio parlarono e in qualche occasione parlò anche Severus. Non sembrava un tipo logorroico, ma dallo sguardo perplesso di Lily capì che però non era neanche così difficile parlarci. Forse era lei di troppo, si mosse sul sedile un pò a disagio, poi vedendo una vecchia che trasportava dolci colse l'occasione per allontanarsi.

-Ehm vado a prendere un pò da mangiare! Volete qualcosa?-

Loro risposero di no e lei usci dallo scompartimento con un sospiro, non voleva essere di troppo, già molte volte si era sentita così e di certo non voleva rivivere quella sensazione.

Si avvicinò a quella vecchia e prese delle cioccorane e gelatine tuttigusti+1. Si stava avviando allo scompartimento quando però di scontrò contro qualcuno.

-Ahio!-

-Scus...Diaspro?-

La ragazzina sollevò la testa e incontrò due occhi grigi.

-Sirius!- esclamò contenta per poi abbracciarlo.

Per foruna l'aveva trovato alla fine, anche lui ricambiava la stretta. Quando sentì qualcuno tossicchiare si staccò subito dall'amico, vide un'altro ragazzino dai capelli neri e gli occhiali.

-Diaspro lui è James, James lei è Diaspro-

-Ciao!- fece quello.

-Ciao!- rispose lei per tornare dal suo amico. -Dove cavolo ti eri cacciato?-

-Ero qui... sei te che eri introvabile!-

-Sarà...-

-Hai fatto le scorte, eh?- ghignò Sirius vedendo i dolci presi dalla bionda.

Lei gli fece la linguaccia sorridendo.

-Be adesso vado, ci vediamo dopo... ciao James-

-Aspetta Diaspro! Vieni nel nostro scompartimento! Così mi spieghi cosa hai fatto...-

Diaspro ci pensò un pò su, Lily era davvero simpatica, ma la presenza di Severus la rendeva nervosa e la metteva a disagio. Le dispiaceva lasciarla, ma l'occasione di stare un pò con Sirius senza la pesante presenza di qualcuno come suo fratello era davvero allettante.

-Va bene! Aspettate che vado a prendere le mie cose!-

Andata nello scompartimento disse a Lily che aveva trovato un amico che non vedeva da mesi e con cui desiderava stare. Lily sembrò delusa ma non la trattenne, dopo essersi scambiate la promessa di vedersi dopo la bionda uscì e andò verso Sirius che l'aspettava davanti al suo scompartimento.

Entrarono e Diaspro vide altri due ragazzini che prima non erano con James e Sirius.

Uno aveva l'aria malaticcia e con delle piccole cicatrici sulle mani, i capelli biondicci e occhi castano chiaro, sembrava abbastanza timido, ma le ispirava subito simpatia. L'altro era cicciotto capelli chiari e occhi acquosi, dal modo in cui faceva girare frettolosamente gli occhi per lo scompartimento, Diaspro capì che era come sopreso di trovarsi lì.

-Allora questa è la mia amica Diaspro, Diaspro loro sono Remus e Peter-

Remus le fece un cenno con il capo accompagnato da un leggero sorriso, mentre Peter le diede una breve occhiata e squitì un -Ciao-

Quel tipo le dava davvero una strana impressione, come qualcosa di viscido che le passava sulla schiena, ma Sirius la richiamò alla realtà.

-Dai Dia, dì a James cosa hai combinato quest'estate con i tuoi cugini, non ci crede!- disse ghignando.

Diaspro alzò gli occhi al cielo sorridendo, impaziente come al solito. La ragazzina si sedette e iniziò a raccontare.

-Mia cugina Sylvie meritava una lezione e così anche il suo gemello Solon, mi avevano nascosto i miei libri. Ero davvero arrabbiata, allora ho ideato un piano per vendicarmi. Sono entrata in camera di Sylvie e le ho fatto a pezzi tutti i suoi preziosi vestiti, ho preso il suo gattaccio e l'ho legato con il magiscoch al lampadario. Poi sono andata nella camera di Solon e gli ho riempito il letto di caccabombe, ma non ho fatto in tempo a finire il lavoro quando Sylvie era entrata in camera sua e ha scoperto tutto. Ha urlato per tutto il pomeriggio!-

Sirius prese a ridere, come anche James.

-Avrei voluto vederla la faccia di tua cugina!-

-Già, non sai cosa ti sei perso!-

-Peccato che però hai avuto una punizione bella lunga... Regulus rompeva davvero troppo!-

-Ti prego non nominarmi tuo fratello! Almeno quest'anno non me lo devo sopportare! Già con i miei cugini sarà un inferno!-

-Dipende anche in che casa vai...- disse James.

Lei fece una smorfia.

-Loro sono tutti Serpeverde, a parte Tristan e Paride che entrano quest'anno, ma anche loro andranno lì...-

-Non vuol dire che andremo lì!- ribattè Sirius.

-Già!- sorrise la biondina.

Il viaggio proseguì senza altri avvenimenti, verso sera i ragazzi si cambiarono mettendosi la divisa della scuola. Il treno fischiò di nuovo per segnalare l'arrivo ad Hogwarts, Diaspro fremeva per l'eccitazione, non vedeva l'ora di vedere quella che sarebbe stata la sua casa per i prossimi 9 mesi.

Scesero dal treno e lei quasi saltava dalla gioia e quando vide in lontananza il castello nulla l'aveva preparata a un tale spettacolo. Spalancò gli occhi meravigliata, rimase lì impalata finchè non sentì una voce prorruppere nei suoi pensieri.

-Primo Anno! Primo Anno!-

A urlare era un omone con barba e folti capelli neri, a prima vista incuteva un certo timore ma dallo sguardo si capiva la sua tranquillità.

Diaspro andò verso di lui seguita dai quattro ragazzini. Attraversarono il Lago Nero intanto guardava l'acqua incuriosita.

-Perchè guardi il lago?- chiese annoiato Sirius, era salito con lei sulla barca, seppur si era sorpreso anche lui dalla vista del castello l'attraversata non lo entusiasmava molto.

La biondina fece un sorriso furbo, sapendo bene che quello che stava dicendo avrebbe ridotto la sua noia.

-Be vedi... ho letto che in questo lago c'è una Piovra Gigante-

L'altro la guardò subito attento e anche lui prese ad setacciare con lo sguardo la superfice. Purtroppo non videro niente e, finita l'attraversata, l'omone li accompagnò alle porte del castello. Entrarono nell'atrio, Diaspro sorrideva emozionata, finalmente era ad Hogwarts!

In lontananza vide Paride e Tristan che confabulavano e anche Lily che appena la vide la salutò lei rispose sorridendo.

-Manca poco...- disse Sirius rigido.

Diaspro lo guardò attentamente, percepiva la tensione dell'amico e ne capiva il motivo... aveva paura, come lei d'altronde, dello Smistamento. Decisa gli prese la mano tra le sue e quando Sirius la guardò sorpreso sorrise.

-Sir, non ti devi preoccupare! Non importa in quale Casa andremo saremo sempre amici... e poi non l'hai mica detto tu che siamo noi i soli padroni della nostra vita? E che i nostri parenti non avrebbero mai interferito?-

Dopo quelle parole il moro ricambiò la stretta sorridendo appena.

-Hai ragione... al diavolo i parenti serpenti!-

Lei rise annuendo.

-Grazie Dia...-

-Di niente, siamo amici, no?-

In quel momento le porte si aprirono e dovettero smettere di parlare, ma non scolsero la stretta delle loro mani. Il Cappello Parlante prese a intonare la solita filastrocca dopodichè la professoressa McGranitt, che aveva parlato loro prima iniziò a leggere i nomi da smistare. Andarono prima due ragazzini che erano stati smistati a Corvonero quando chiamarono il suo nome.

-Aylmar Diaspro!-

Con un sospiro e un'ultima stretta lasciò la mano di Sirius. Si avviò con finta sicureza allo sgabello e ci si sedette. Appena il cappello le fu messo in testa iniziò a sentire una voce nella sua testa che ben presto scoprì essere del capello stesso.

-Uhm vediamo... vedo coraggio, intelligenza.... forza da vendere e... grande voglia di ribbellarsi... si tu sei... GRIFONDORO!-

Diaspro arrestò la respirazione mentre il tavolo dei Grifondoro applaudiva, guardò i suoi cugini tutti accampati a quello di Serpeverde. Loro la fissavano scuotendo la testa disgustati, vedendoli così la ragazzina sorrise loro sprezzante e andò al tavolo di Grifondoro con orgoglio.

Poco dopo di lei andò anche Sirius, rimase lì per un pò, ma alla fine il capello scelse Grifondoro. La ragazzina applaudì euforica, era davvero un sollievo essere nella stessa casa!


Grifondoro! Ancora non ci credo! Oddio... e addirittura nella stessa casa di Sir! Sono davvero troppo felice! Certo poco fa ho ricevuto una Strilettera dalle nonne che mi diceva di essere la vergogna della famiglia ecc ecc... solo perchè sono a Grifondoro invece di Serpeverde dove ovviamente Paride e Tristan sono finiti.

Sono sicura che qui mi troverò bene, poi anche Lily è arrivata nella mia stessa casa come anche James, Remus e Peter. Ho trovato già il primo giorno tanti amici, sono davvero felice! Oh, è arrivata la lettera della mamma, l'aspettavo ti scriverò domani per dirti come è andato il primo giorno! Buona Notte!


7 Settembre 1971


Caro Diario,

la prima settimana qui ad Hogwarts è passata in un lampo, tra le lezioni e le cose nuove da imparare mi sono completamente dimenticata di scrivere. Mamma mi scrive quasi tutti i giorni e io faccio lo stesso, come promesso, invece gli altri non si sono fatti più senitre dopo la strilettera.

Chissà come Asmodeus ha preso la notizia... si sarà infuriato? Oppure non si è scoposto come al solito?

Be comunque non mi importa, mi piace stare a Grifondoro e con gli amici che ho adesso non posso che essere contenta di essere salva dalla presenza costante dei miei cugini.

Lily è davvero un'amica, mi trovo bene con lei. Se non fosse che sono amica anche di Sir, Jamie e Rem... eh già Lily odia a morte James, ancora non ho capito il perchè, ma ho come l'impressione che la cosa riguardi Severus.

Quel ragazzo non l'ho capito... con gli altri si mostra così freddo e quasi sprezzante, ma quando l'ho visto insieme a Lily è tutt'altra persona, ha uno sguardo completamente diverso, quasi... dolce.

Comunque sia devo fare ancora i compiti di Trasfgurazione per domani, ma oggi ho un incontro con una specie di circolo fondato da Lumacorno, il professore di Pozioni. Sinceramente la cosa non mi attira per niente... sembra quasi una cosa fatta per ingraziarsi favori, sono stata invitata solo per il mio cognome ne sono certa. Però ci sarà anche Lily, penso sia stato molto colpito dalla sua bravura con le pozioni nelle sue lezioni. Almeno non sarò sola! Però verrà anche Sir e James... be vedremo cosa accadrà anche se penso niente di buono...

22.00

Ti scrivo solo per dire che il pomeriggio è stato davvero una noia, Sir e James non si sono visti hanno accampato uan scusa e tanti saluti. Io e Lily abbiamo dovuto sopportare tre ore di monologhi di Lumacorno... quando siamo tornate finalmente in sala comune c'erano quei due spaparanzati su una poltrona a ghignare. Lily li ha fulminati con lo sguardo e se ne è andata su in camera mentre io sono rimasta lì...


-Certo che potevate venire...- sbuffò Diaspro sedendosi sul divano.

-I nostri impegni erano inderogabili, mi dispiace Dia...- disse fintamente serio James.

La biondina alzò gli occhi al cielo però sorridendo.

-Allora di cosa avete parlato? Di come i biscotti a pranzo erano pochi?- scherzò Sirius.

-Oppure se la McGranitt a quell'espressione di disappunto anche quando sta dormendo?- disse ancora l'altro.

Diaspro scoppiò a ridere, scuotendo la testa, erano davvero due idioti.

-Lo sentirete voi alla prossima riunione!- sorrise lei furba.

-Sese tanto non ci veniamo...-

-Io credo invece che la prossima volta non riuscirete a scamparla...-

I due si guardarono un pò preoccupati.

-Be io vado a finire Trasfigurazione... ci vedimo dopo!-


Sarà divertente la prossima "riunione" del Lumaclub... pure il nome è noioso!

Be vado a letto, sono stanchissima e non vedo l'ora di inizare le lezioni di volo! Sarà davvero uno spasso... anche se James ha già iniziato a vantarsi dicendo che è bravissimo ecc, come al solito! Vedremo domani! Buona notte!

Ps. Ho chiamato il falco Athos, si lo so un nome un pò stupido, ma ho letto questo libro babbano "I Tre Moschettieri" e mi sono letteralmente innamorata di Athos... e poi sembra che a Athos piaccia molto il suo nome.
























Ecco qui il capitolo finalmente! Ho avuto dei problemi con il PC ma per fortuna tutto risolto! In questo capitolo si inizia a vedere la vita ad Hogwarts di Diaspro, è solo il primo anno... nel prossimo sarà ancora nel primo e forse inizierà anche il secondo anno, devo vedere bene ancora come strutturarlo... comunque sia spero vi sia piaciuto e spero di trovare le vostre opinioni!

Al prossimo capitolo! 

Baci^^

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** Il Passato ~ Atto III ***


Passato ~ Atto III


31 Ottobre 1971


Caro Diario,

è la prima volta che festeggio Halloween, e devo dire che mi piace un sacco! Al maniero nessuno festeggia niente, se non i compleanni dei miei cugini o qualche noiosissimo ballo della società Purosangue, puah.

Mi trovo bene qui, sembra quasi la casa che ho sempre voluto, lontana dalle nonne, lontana da mio padre... se solo ci fosse anche mamma sarebbe veramente perfetto. Ma forse è meglio così, cerco tutto il tempo di stare lontana dai miei cugini, la cosa risulta un pò difficile con Paride e Tristan, visto che siamo dello stesso anno, ma credo di cavarmela abbastanza bene nell'ignorarli se solo quella stronza di Sylvie mi lasciasse in pace! Ormai pure Julian e Solon si sono stancati di starmi dietro ma lei no, deve essere così meschina ogni volta. Non la sopporto più, davvero! Per fortuna c'è Sir e Lily che cercano di tirarmi su il morale e anche James a modo suo, molto a modo suo... ma mi fa piacere lo stesso.

Se solo lui e Lily la smettessero di litigare... se solo lui lasciasse in pace Severus... be è inutile pensare ai se e ma, ormai le cose stanno così, spero solo che con il passare del tempo le loro divergenze si attenuino.

A volte mi chiedo però come faccia Lily ad essere amica di Severus, non che lo odi, solo... sono così diversi! Mai visto due opposti così essere amici, l'unica cosa che forse hanno in comune è Pozioni, sono tutti e due così bravi! Io me la cavo, non sono un genio ma nemmeno una frana come Peter.... non penso ci sia nessuno più negato di lui, a volte sospetto pure che non sia un mago.

Comunque sia, le lezioni procedono bene, per fortuna non ho molte difficoltà forse in Storia della Magia che è una noia mortale, ma che puoi pretendere da un professore fantasma?

Le lezioni di volo sono state divertenti anche se sapevo già volare, vedere le cadute di Peter e James che faceva il buffone con Severus è stato esilarante. Certo ho dovuto scusarmi con Lily per aver riso di Severus, ma tutto si è risolto per il meglio.

Scrivo a mamma quasi tutti i giorni, lei è l'unica che sembra felice per la mia assegnazione a Grifondoro e la sua opinione è l'unica che mi interessi. Nei pochi anni che mia madre ha passato a Hogwarts non è stata tra i Serpeverde, ma tra i Corvonero. Siamo le uniche in famiglia a non essere state smistate in quella casa, so che non tutti sono come i miei cugini, ma non posso fare a meno che associare il male a quelli che appartengono a quella Casa.

Bene penso che andrò a dormire... è tardi e domani c'è un test di Pozioni e non voglio assolutamente far saltare in aria il mio calderone. Buona notte!


25 Dicembre 1971


Caro Diario,

Buon Natale! Che bello, per quest'anno ho deciso di non andare a casa per le feste, non ho proprio intenzione di sorbirmi tutte le lamentele sulla mia Casa, preferisco lasciarmi questo "piacere" al mio ritorno a casa per l'estate. In compenso posso passare il Natale con Sir!

Purtroppo siamo gli unici a stare a Hogwarts quest'anno... Peter se ne è andato da sua madre, Rem passerà le vacanze dai suoi zii in Scozia, Jamie con i suoi genitori e Lily idem. Ma anche da soli ci divertiamo lo stesso, dopo anni che ci conosciamo non è forse normale?

Oggi dopo aver aperto i regali, abbiamo ingaggiato una guerra di palle di neve, è stato davvero divertente. Certo lo sarebbe stato di più se Sir dopo aver visto Severus non si fosse intestardito a fargli uno scherzo, io mi sono chiamata fuori... quando fa così proprio non lo sopporto, che senso ha prendere di mira persone che non ti fanno niente?

Anch'io faccio scherzi ok, ma per reazione a qualcosa... e mi chiedo cosa abbia mai fatto quel poveretto di Piton per essere così preso di mira. Ho provato a volte a parlarci quando siamo insieme con Lily, ma più per lei che per una mia curiosità, è veramente un ragazzo chiuso e diffidente, non so proprio che pensare di lui. Spero solo che Lily non soffra per colpa sua. Adesso vado, la cena tra poco sarà servita e Sirius diventa irritante quando non mangia!


10 Gennaio 1972


Caro Diario,

il tempo sta volando, stare con i miei amici, tra lezioni e scherzi, mi rende felice e le ore scorrono veloci anche se a volte vorrei che si fermassero. Sirius mi coinvolge sempre negli scherzi che loro quattro fanno, è divertente certo, anche se non è il massimo quando la McGranitt ti becca a versare della Puzzalinfa nelle borse dei Serpeverde...

A parte questo mi sto davvero affezionando a quei scalmanati, anche se veramente esagitati sono solo Jamie e Sir. Remus è forse il più gentile e tranquillo, sempre sui libri e non si fa in quattro quando gli chiedi un aiuto, peccato che a volte si assenta, accampa sempre una scusa, mi chiedo se sia vero tutto quello che dice...

Invece James è tutto il contrario sempre in cerca di guai, a volte troppo sbruffone, ma se lo si conosce bene si capisce che c'è molto altro, farebbe tutto per i suoi amici e altrettanto tormenta chi ritiene nemico.

Peter è forse quello con cui meno parlo, mi innervosisce il suo modo di rapportarsi... troppo impaurito e tremante, segue gli altri solo per farsi proteggere... non l'ho mai detto a Sir ma non mi piace per niente, spero che sia solo una mia impressione.

Dopo le vacanze Lily mi è sembrata un pò abbattuta, non mi ha detto niente, ma penso sia successo qualcosa a casa sua, spero niente di grave, anche se a volte la trovo a guardare fuori dalla finestra con aria triste. Deve essersene accorto anche James, ogni volta che la vede così cerca in tutti i modi di fare lo scemo per attirare la sua attenzione e puntualmente iniziano a litigare, come sempre Jamie cerca a modo suo di distrarla anche se si fa odiare ancora di più. A volte penso che a lui piaccia un pò, però non ne sono molto sicura...

Il Lumaclub è uno strazio completo, dico davvero, noia completa, a parte forse le rare volte che arriva qualche ospite speciale, ma anche lì non è che sia un granché, per fortuna ci viene anche Lily e qualche volta Sir e Jamie.

Tra poco ci sarà il compleanno di Lily, non so ancora cosa regalarle, avevo pensato di chiedere consiglio a Piton, ma appena mi sono avvicinata a lui non mi ha rivolto che un'occhiata infastidita e ho lasciato perdere.

Se qui sento tranquillità invece nel mondo là fuori si percepisce solo caos e paura, è quello che capisco dalle lettere che mia madre mi manda, è brava a nasconderlo ma io la conosco e non riesce del tutto a dissimulare le sue preoccupazioni. Mi chiedo cosa sta accadendo davvero... sulla Gazzetta del Profeta a volte si legge di morti, sparizioni e via dicendo, ma mi chiedo se questo fantomatico Lord Voldemort che sembra intimorire molti sia la causa di tutto.

In futuro cosa accadrà?

Non so che rispondermi...


12 Marzo 1972


Caro Diario,

Buon Compleanno a me! Oggi compio finalmente 12 anni, è passato un anno da quando mia mamma mi ha regalato questo diario e le sono sempre più grata, qui posso scrivere tutto quello che voglio senza che nessuno possa leggere.

È stato uno dei compleanni più belli, forse perchè è il primo ad Hogwarts o forse perchè sembrano tutti felici di farmi gli auguri, al contrario di Aylmar Manor dove trovo solo freddezza e disapprovazione per essere nata femmina. Ma oggi non voglio pensarci!

Lily mi ha regalato un libro di un'autrice babbana, Orgoglio e Pregiudizio, dice che potrebbe piacermi e io ho accettato con entusiasmo, purtroppo non ho mia avuto l'occasione di poter leggere qualcosa di babbano per colpa dei parenti che mi ritrovo.

Remus un mazzo di Spara Schiocco (lui e gli altri sono rimasti quasi scioccati quando ho detto loro di non averci mai giocato).

James con Sirius mi hanno fatto un regalo un pò originale...


-Si può sapere dove mi state portando?- chiese sospettosa Diaspro alternando lo sguardo da uno all'altro.

-Meno domande e più camminare!- fu la risposta secca di James.

Stavano attraversando tutta la scuola e lei non aveva idea di dove sarebbero andati, aveva quasi paura di pensare a cosa le avevano fatto come regalo. Sirius guardava circospetto in giro e lei fu certa che quello che avevano in mente non era niente di permesso. Sospirò, ma sorrise, cosa si poteva aspettare da quei due?

Strinse quasi inconsapevole la mano con cui Sir la stava trascinando. Percorsero velocemente i corridoi cercando di far meno rumore possibile, fuori il cielo era nero con qualche sprazzo di stelle, stranamente le nuvole di quel pomeriggio si erano completamente dissipate. Diaspro sorrise leggera mentre i suoi amici la guidavano, non poteva che essere più felice.

-Bene adesso Sir tu stai qui, intanto vado a vedere se c'è qualcuno- disse ad un certo punto James.

Sirius annuì mentre l'amico girava l'angolo.

-Non posso proprio saperlo?- sussurrò Diaspro all'orecchio del ragazzino.

Quello cercò di soffocare le risate, scuotendo la testa.

-Sei troppo curiosa Dia, che sorpresa sarebbe se te lo dicessi adesso?- ghignò lui.

La biondina sbuffò, non sopportava stare così sulle spine e il suo amico lo sapeva bene, la irritava apposta ne era sicura. In quel momento arrivò James trafelato, sembrava avesse corso come se avesse qualcuno che lo inseguiva.

-Ho fatto prima che ho potuto...- disse affannato.

Diaspro però non prestava molta attenzione alle parole che stava dicendo guardava invece cosa aveva in mano. Era un manico di scopa! Diaspro non credeva ai suoi occhi, come diavolo avevano fatto a trovare il posto dove le tenevano? E per di più fregarne tre!

-Non so se siete dei pazzi o dei geni...- sussurrò la ragazzina.

-Io sarei più per geni, ma è meglio se ci sbrighiamo!- disse James.

Percorsero l'ultimo tratto che li portava all'ingresso, sorprendentemente il portone era aperto. Uscirono all'aria fredda della sera, Diaspro prese un profondo respiro e sorrise, decisamente aveva capito che razza di regalo gli avevano fatto ma ne era entusiasta.

-Signorina diamo a lei l'onore di partire!- scherzò James porgendole la Comet.

-Sarà un piacere!- rise lei.

Ci salì sopra e fu come se i suoi pensieri si fossero cancellati, adorava volare, era stare sospesa senza niente che la potesse toccare era una sensazione bellissima, era anche elettrizzata se li avessero scoperti avrebbero di sicuro ricevuto una punizione esemplare. Presto anche gli altri due la raggiunsero si divertirono a inseguirsi in aria.

Purtroppo dovettero scendere per tornare nel loro dormitorio, meglio non rischiare di più di quello che stavano già facendo e purtroppo il giorno dopo avrebbero avuto lezione.

Fortunatamente non trovarono né Gazza né la sua odiosa gatta sulla loro strada e infine arrivarono nella Sala Comune sani e salvi.

-È stato il regalo più bello che mi abbiano mai fatto! Grazie davvero ragazzi!- sorrise la biondina nella loro direzione, non si era mai sentita tanto bene.

-Ero sicuro che ti sarebbe piaciuto!- ghignò Sirius e anche Jamie sembrava soddisfatto.

Presa dall'entusiasmo li abbracciò tutti e due, erano davvero degli stupidi boriosi la maggior parte delle volte, ma quando volevano sapeva essere così gentili che non potevi restare indifferente. Li salutò e andò vero il suo dormitorio sorridendo felice e serena.


Sono stata così bene oggi, non vedo l'ora di sapere come potrebbe essere l'anno prossimo, cos'altro potrebbe riservarmi questo compleanno che fino ad adesso mi è sempre sembrato un giorno come un altro. È arrivato anche un regalo di mia madre, un porta gioie che si tramanda nella sua famiglia da generazioni, è davvero bellissimo. È in legno di ciliegio, intarsiato con una rosa sul coperchio, se lo apro si vedono due ballerini incantati per ballare fino a quando non lo richiudo, è pieno di cassetti dove posso mettere tutto quello che voglio visto che sono sotto l'incantesimo di Estensione Irriconoscibile, quindi ho deciso che d'ora in poi starai in questo portagioie. È meglio che vado a dormire è davvero tardi! Buona notte!




















Salve a tutti! E' quasi passato un anno dall'ultima volta che ho aggiornato questa fanfic, purtroppo ho avuto dei problemi di ispirazione e con un'altra storia da scrivere ho preferito continuare l'altra, anche la mancanza di recenzioni ha contribuito, ho deciso lo stesso di continuare se ci sarà qualcuno ancora interessato a questa storia =)
Baci^^

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=600834