L'opera

di Khira
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Dalle ceneri io mi reincarnerò ***
Capitolo 2: *** Sconvolgimento ***
Capitolo 3: *** Personalità ***
Capitolo 4: *** Una nuova visione del mondo ***



Capitolo 1
*** Dalle ceneri io mi reincarnerò ***


Dalle ceneri io mi reincarnerò

L' opera.




Dalle ceneri io mi reincarnerò




Il Dio del nuovo mondo, Kira, morto, sconfitto, tradito dall'umanità che solo doveva essere a lui riconoscente.
Voleva epurare il male dal mondo, voleva eliminare la feccia della società, anche se la feccia è la società stessa.
Dal regno degli dei della morte osserva, in silenzio, i comuni mortali, senza di lui destinati ad una esistenza di sofferenza, in un mondo dove i deboli per nulla vengono difesi.
Si limita ad osservare?, neanche l'autore ne è consapevole, si fa carico solo di narrare ciò che il prescelto ha voluto tramandare.




Accasciato ormai morente su di una scalinata, abbandonato dal mondo, tradito dagli stessi umani che stava proteggendo con tanto ardore.
Light Yagami, Kira, è ormai giunto al capolinea, sconfitto, sconfitto da un particolare che malgrado la sua incredibile genialità, è stato in grado di incastrarlo, ponendo fine al suo presunto regno, al suo presunto mondo perfetto.
"E' ora Light, mi sono divertito con te, è stato un bel passatempo", tetre le parole di Ryuk, soavi uscenti dalle proprie labbra scure e terrificanti, un maligno ammiccamento dalle stesse.


"E così questo sarebbe il nulla, è qui che mi troverei?" domanda rivolta a nessuno quella di Light in un mondo apparentemente disabitato, arido, privo di qualsiasi forma di vita; un luogo lugubre, tremendo nella propria desolazione.
"Hehe..." una risata alle spalle del ragazzo, conosciuta, già molte volte udita in passato, in vita: Ryuk.
"Ryuk...immaginavo fossi arrivato prima o poi ad allietarmi il soggiorno in questa landa desolata" senza mancare mai della solita ironia sottile, che talvolta solo lui riesce a comprendere; "Hehe, guarda guarda chi c'è, salve Light...benvenuto nel mio mondo, il mondo degli Shinigami".
Un silenzio inizialmente agghiacciante separa un istante i due, ormai definibili come amici, forse, uno di quei rapporti indefinibili, forse di semplice rispetto reciproco.
"Quindi è qui che mi troverei...ma dimmi Ryuk, non hai intenzione di riprendere il tuo death note?, o almeno quello che ancora permane sulla terra?" domanda sibillina, secca ma con la solita malizia; "Eh?, ah già...no perchè dovrei, magari il divertimento non è ancora finito, che ne dici Light?, hehe".
Veloci e glaciali gli occhi del ragazzo cercano quelli del dio della morte, implacabili verso il loro obbiettivo "Chi può mai dirlo".
Sguardo puntato verso il cielo quello di Light ora, stranamente sicuro di se, la perdita del Death Note non gli ha fatto perdere la memoria evidentemente, sarà per la situazione in cui si trova in questo momento.
Il nulla dinnanzi a lui, il nulla o quasi, se le rocce possono costituire un qualcosa in una arida terra desolata in un altra dimensione.
"Hehe" sinistra ancora risuona la risata di Ryuk, "Caro Light, non ti resta che osservare la tua amata terra da quassù, meglio di niente non trovi?", parole quasi rincuoranti quanto nostalgiche quelle pronunciante dall'angelo della morte.
"Hai ragione Ryuk, mi limiterò a guardare..."una sospensione e un sorriso malefico seguono la frase, quasi a voler significare qualcosa, un qualcosa che certamente rimane celato in quella smorfia di superbia e superiorità.


Sulla terra


La vita riprende quasi normalmente per il gruppo di indagine del caso Kira, ognuno torna alle proprie famiglie, alle proprie abitudini, alla propria routine, tutti a parte un bambino, Near, colui che a conti fatti, è riuscito a sconfiggere il grande Kira.
In un luogo dominato da una semioscurità quasi inquietante, probabilmente il quartier generale dello stesso, è in compagnia del giovane membro dell'organizzazione Matsuda, convocato per una missione di non poca importanza.
"Allora Matsuda hai capito alla perfezione quello che devi fare?" una domanda semplice quella del ragazzino dai capelli argentei, semplice quanto fondamentale; "Si Near, scorterò il Death note dove non possa essere mai più utilizzato, ovvero nel caveau da lei appositamente progettato, domani...16:00 in punto...o...ovviamente scortato dai suoi uomini...ma...se posso chiedere, perchè proprio me per questo incarico?, forse era di maggior competenza l'agente Aizawa o...beh...non che io non possa ma..."parole balbettate e tremolanti le sue, forse per il semplice fatto che l'ansia che tale oggetto gli arreca è di una tale proporzione da non concedergli la ben che minima concentrazione.
"E' molto semplice Matsuda, lei è quello che a mio parere è stato coinvolto maggiormente psicologicamente; la morte del padre di Light, le sue continue menzogne, hanno fomentato in lei un odio totale per tale oggetto."una breve pausa, per notare sicuramente lo stupore dell' analisi correttamente fatta dal ragazzo nei confronto del giovane agente.
"Non posso certamente scortarlo io, per me sarebbe...una tentazione troppo forte"un brivido lungo la schiena dei presenti, tale affermazione da parte di Near non è effettivamente delle più rassicuranti.
"Ho...ho capito, scortero il Death Note io stesso Near, porterò a termine il compito..." altra breve pausa, per metabolizzare il discorso fatto, sicuramente non dei più facili da digerire.
L'operazione ha quindi inizio, seguito dalle guardie appositamente disposte, il giovane Tota Matsuda si dirige nel luogo previsto per il deposito del Death Note.
Agghiacciante la situazione per l'agente gravato di un così grande fardello, -dovrei vedere lo shinigami a questo punto...oddio ma perchè proprio io...-.
Celere e sempre sotto scorta, raggiunge un edificio apparentemente senza alcuna particolarità. Entrato, dopo alcune svolte in corridoi totalmente spogli e scarsamente illuminati, raggiunge il caveau destinato al contenimento dell'arma definitiva.
-Non ho ancora visto niente di strano, e spero di non vedere nulla di strano mai nella mia vita, il caso Kira mi ha già abbastanza devastato- pensieri congelati dall'ansia immediatamente ritornata al povero giovane, ormai provato dal semplice ma estenuante compito.
"Sono solo..." un sussulto, un sussulto nell'aprire la 24 ore contenente il sacro e devastante Libro della morte, diario di massacri, massacri a fin di bene certo, ma pur sempre massacri, la sola arma in grado di epurare il male dal genere umano.
Una pulsione poi, uno strano senso di mancamento, una perdita temporanea dei sensi, ed una pagina da esso viene strappata, una singola pagina, voracemente accartocciata e riposta in una tasca del completo da lui indossato.
Uno sguardo da parte delle guardie, che dopo 40 secondi esatti si precipitano all'interno della camera blindata per assicurarsi della salute di Matsuda.
"Tutto apposto, po...possiamo andare"un cenno segue queste fugaci parole, confuse, sconvolte dall'azione appena compiuta.
-Ho strappato una pagine dal Death Note, si, l'ho fatto...era necessario infondo, prudenza Matsuda prudenza, armati con l'arma che potrebbe avere il tuo nemico- pensieri contorti i suoi, per nulla appartenenti alla sua mente.
Non si riconosce, cosa gli sta accadendo?, perchè tale gesto?, potere?, vendetta?, sicurezza?, ma da quale pericolo?.
E' notte ormai, la pagina accuratamente riposta in un cassetto della scrivania in camera sua, occhi sbarrati miranti al soffitto.
E' coricato sul letto, esausto, perplesso, un atto forse atroce ha commesso.
Un rumore sinistro poi, una folata impalpabile di aria calda, e poi il gelo più totale.
"Hehe, ciao Matsuda, io sono Ryuk", troneggiante ed impassibile, l'angelo della morte irrompe nella stanza.
Il ragazzo sviene, non ci può credere, non è possibile, non può essere accaduto proprio a lui.

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Capitolo 2
*** Sconvolgimento ***


Sconvolgimento

L'opera




Sconvolgimento




Tutti devono morire prima o poi, senza nessuna eccezione.   
Il destino è un lusso di pochi, solo gli dei hanno questo potere:concedere un destino alle persone.
Chi non lo possiede è un semplice essere umano, vive la sua vita, nella totale casualità degli eventi.
Al contrario, chi ne possiede uno, non vi scappa, ed inconsapevolmente porterà a termine il proprio compito.




Sudore, forse febbre, malessere, terrore.
Gli occhi pian piano si riaprono, ancora lucidi, ancora pieni di uno sconvolgimento totale, diversi, forse addirittura di una tonalità più spenta, quasi assopita.
Così Matsuda si risveglia dallo shock subito, ora più che mai intento a capire se ciò che ha visto è pura finzione della propria mente, o drammatica realtà.
"Hehe, buon giorno Matsuda, vedo che ti sei svegliato finalmente...mmmh, hai mica una mela in casa?".
Silenzio, nessuna risposta da parte del ragazzo, sicuramente in preda al delirio per la realizzazione che quello che aveva poc'anzi fatto non era un sogno bensì la assurda realtà.
"Cosa...cosa sei tu?, uno Shinigami?, mi ucciderai?, mi trasformerai in un tuo spietato schiavo?, come è successo con Light Yagami?!", urlate tali parole, forse per quel poco coraggio che il giovane è riuscito a raccogliere riacquistata quel poco di lucidità necessaria a tale situazione.
"Eh?, io avrei trasformato Light in ciò che dici?,...hehe, no Matsuda, per nulla, Light Yagami ha fatto tutto da solo, io non gli ho imposto proprio nulla, anzi, sono stato solo a guardare, molto divertito per dirla tutta.", un attimo di assurdo silenzio, e ancora poi "Ma comunque, hai mica una mela?, Light me ne dava sempre, ooh, così succose le mele degli umani!".
Incredulità, disperazione, ma anche una sensazione di sollievo.
"Ok, ok....quindi ne deduco che non mi accadrà nulla di male...comunque, allora Light era consapevolmente cosciente di quello che stava facendo."
Ancora silenzio, pensieri sconnessi si palesano nella mente dell'agente -perchè ho strappato la pagina dal Death Note, quale' è stato il motivo di tale azione?, precauzione?, forse, infondo anche Near potrebbe aver fatto la mia stessa assurda mossa-.
"Una mela dici?, in cucina...al piano di sotto, nessuno a parte me può vederti in effetti giusto?", risposta affermativa quella di Ryuk che nel frattempo si era già fiondato nella stanza indicata per riscuotere il bottino.
-Cosa devo fare adesso?, quale sarà la mia sorte con un arma di tale portata nelle mie mani...-, un sospiro ricco di disperazione annebbia la vetrata della finestra sulla quale ora si trovava a poggiare la testa il giovane Tota Matsuda.
-Forse dovrei discuterne con Near, anche se non smetterebbe più di interrogarmi sul perchè di tale azione...mmmh, calmati Matsuda, diamo tempo al tempo, farò passare qualche giorno, vediamo come si evolverà la situazione.-
Occhi fissi sulla strada al di sotto della propria abitazione, inespressivi, apparentemente senza un anima, un viso pallido, come se la vita gli fosse stata tutta ad un tratto risucchiata dal corpo.
"Hehe, molto gustosa" parole preannunciate da un gorgoglio sinistro quanto disgustoso da parte dello Shinigami ora alle spalle del ragazzo.
"Cosa avresti intenzione di fare ora?, se posso chiederlo ovviamente" faccia inespressiva la seguente, come se in realtà quasi non gli importasse della risposta.
"Non...non lo so, forse lo comunicherò a Near...quello che ho fatto intendo...insomma...." il discorso cessa, immediatamente, mozzato dalla bocca di Matsuda, intento ancora a scrutare al di fuori della propria finestra.
"Ma si...penso che comunicherò tutto a Near, sono consapevole della spregevole azione che ho compiuto, e sono pronto a subirne le conseguenze", con un sorriso, Ryuk ammica ancora alle sue spalle, divertito dalla situazione in cui si trova il nuovo "protetto".
Al telegiornale intanto, viene comunicato un caso singolare, singolare almeno fino a quel momento.
Un uomo ha appena assassinato la moglie e rapito i due figli, ed ora si sta dando alla fuga più sfrenata in auto, inseguito dalla polizia lungo la strada principale.
Al tempo di Kira, questo non sarebbe successo, forse neanche cominciato.
Ed ecco ancora una pusione attagliante nel petto di Matsuda, cosa gli accade?!, suda, si agita, si contorce ora al suolo.
Urla, urla sconnesse le sue, senza un senso, senza una apparente provenienza o causa scatenante.
Il volto è cambiato, pallido ancor più del solito; due pesanti occhiaia si palesano al disotto delle orbite, contenenti ora due occhi folli, completamente estranei al corpo di Matsuda.
Veloce, senza controllo del proprio corpo e della propria mente, striscia verso il comodino raccattando nel frattempo una penna, e, maledettamente, la pagina strappata del Death Note.
"Eliminato!!", un grido di trionfo infine.
Gli occhi rimangono sbarrati fissanti il televisoro che ha appena trasmesso foto e nome del folle in fuga.
Un viso tremendo il suo, terrificante, carico di estranea pazzia, di totale smarrimento ma nel contempo controllo gelido delle proprie movenze.
Torna alla normalità infine, in ginocchio, con la faccia impregnata da rigolii di lacrime copiosamente uscenti dai propri or non più folli occhi.
"Un momento!, l'auto sembra essersi fermata!; ora raggiunta dalla polizia!", suonano sinistre le parole dal televisore.
"E' morto, si è ufficiale, il signor Takada è morto!; senza alcun preavviso parrebbe esserersi accasciato senza vita al volante, andando a schintarsi contro il guard rail."una breve pausa poi, colma di disperazione, "I bambini stanno però bene, sono sani e salvi ora, sia ringraziato il cielo."
Occhi ancora persi al suolo quelli di Matsuda.
Cosa ha fatto?, perchè lo ha fatto?, cosa gli sta succedendo?!.
"Che cosa ho fatto!!" un urlo acuto, carico di dolore e rammarico, colmo ed impastato da un pianto ora sempre più ingente.
Ha ucciso una persona, non si torna indietro; ha usato il Death Note, senza alcun motivo apparente.
Si lascia cascare su un fianco infine, senza forze, senza opporsi alla propria stanchezza.
E' stremato, non si riconosce, è inrappolato nel proprio corpo, ora dominato da un forza esterna, da una forza che mai aveva provato; totalmente estranea, totalmente diversa.
"Hehe, ti stai già dando da fare vedo...eh Matsuda?"quasi senza farlo apposta, l'angelo della morte sussurra tali sinistre parole, distruggendo totalmente il ragazzo, ora in preda ad un terrore mai provato, un terrore per se stesso, incontrollato, nato senza un reale e razionale motivo.

"Arresto cardiaco...la cosa mi suona famigliare quanto stramba ed inquetante signori miei" gelide le parole di Near, rintanato in non si sa quale edificio di Tokio.
Volge uno sguardo vitreo ad uno dei suoi uomini, "Fai arrivare qui tutti gli ex membri del gruppo di indagine del caso Kira, abbiamo di che colloquiare..."deglutisce, raccogliendo l'ex pupazzetto
personificante Kira da un tavolino, "Falli venire qui dopo domani ,alle ore 16:00 in punto...mentre domani stesso, alla medesima ora, scorta con la massima cautela...il signor Matsuda".
Uno sguardo di intesa con l'uomo al quale si stava rivolgendo, "Subito signore, provvedo immediatamente ad avvisare chi di precisato".
"Una cosa soltanto", lo interrompe ancora una volta il ragazzino dai capelli candidi; "Abbi una premura particolare per il signor Matsuda, mi raccomando, è della massima importanza."

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Capitolo 3
*** Personalità ***


Personalità

L'opera




Personalità




Essere puri ed inconsapevoli è l'unico modo per riuscire a non essere sospettati.
Non credere di aver commesso un crimine, creare una diversa realtà nella propria mente, è l'unico modo per sfuggire a chi ti da la caccia, a chi vuole, per la seconda volta, avere la meglio su l'unico male che vuole salvare il mondo.




Il telefono squillò improvvisamente in casa Matsuda, il cellulare del ragazzo per l'esattezza, quello destinato al lavoro, al gruppo di indagine del caso Kira.
-Ovvio, Near attribuirà immediatamente la morte del criminale a me, e a chi sennò?, sono l'ultima persona ad aver toccato il Death Note-.
L'omicidio è stato ormai compiuto, non si torna indietro.
"Pro...pronto?, qui e Tota Matsuda, chi parla?", sicure le ultime parole della frase, da dove viene tale certezza e sicurezza?, da quando il giovane agente possiede tali caratteristiche?.
"Matsuda, sono Near...gradirei incontrarti personalmente domani stesso alle 16:00 se per te non è un problema, ovviamente verrai scortato dai miei uomini.".
Richiesta certamente già prevista, -Ecco lo sapevo, eh mo che faccio?, devo andare, questo è certo; il contrario significherebbe irrimediabilmente la confessione della mia nuova natura-.
Le pupille si dilatano, le palpebre quasi scompaiono, la bocca si socchiude leggermente.
-Un momento?!, nuova natura?, cosa mi sta succedendo!!, io non voglio essere un assassino!; io non voglio essere Kira!, non voglio fare parte di tutto questo!- pensiere sconnessi, sospesi solo con qualche immagine di un presunto e plausibile futuro: lui, il nuovo Kira, a capo di un nuovo mondo.
"Perchè?!!" un urlo tonante il seguente, carico di disperazione e di odio contro se stesso, odio contro la persona che sta diventando, senza nemmeno un motivo per altro, lui non vuole diventare Kira, lui odia Kira, non appartiene a quella realtà.
"Perchè!, Perchè!, cosa mi stai facendo brutto mostro!!" ora le grida rivolte Ryuk, per nulla scomposto da tale scenata, anzi , parecchio divertito.
"Hehe, niente Matsuda...perchè mi accusa di una tale sciocchezza, io non posso manipolare la mente degli esseri umani, e poi...non ne vedrei una utilità, stai facendo tutto da solo...hehe".
Un altro urlo straziante proviene isterico dalla bocca di Matsuda, ora in ginocchio nuovamente, fissante il pavimento ormai assente, totalemente sconvolto.
"Io...Io...non sono un assassino...non....non lo sono" dei biascichii i suoi, non più parole, distrutte da una disperazione sempre più incalzante, ormai al culmine, all'apice della sua devastazione.
Non getta la pagina del Death Note però, l'idea non gli passa nemmeno per la mente, perchè?, perchè tanto dolore e sofferenza e non pensare nemmeno di gettarne la causa?.

Il giorno dopo, 16:00 in punto.
Lo sguardo sgomento fisso al pavimento, con passi indecisi e strascinati il giovane Matsuda si dirige verso la stanza nella quale si trova Near.
"Ben arrivato Matsuda, sono felice di averti qui" immediate le parole del bambino appena entrato l'ospite nella stanza.
"Verrò subito al sodo con te Matsuda...hai visto il telegiornale ieri?", un breve silenzio, e subito la risposta, quasi inaspettata dai presenti "No Near, purtroppo non l'ho visto, che è accaduto?, spero nulla relativo il caso Kira?".
Si è irrimediabilmente tradito, stolto Matsuda, assolutamente neanche lontanamente alla pari con Light.
"Io non ho certo parlato del caso Kira Matsuda, ho solo fatto una semplice domanda, perhcè menzioni il passato ora?, sono quindi sicuro che ti riferisce alla causa della morte del criminale alla guida dell'auto", una pausa, come a voler somministrare ulteriore ansia nel cuore dei presenti, "Arresto cardiaco, ti ricorda qualcosa Matsuda?", gli occhi dell'agente sono ora già nuovamente persì, in crisi immediatamente, pare non abbia resistito nemmeno alla prima "battuta".
"Già...strano, chi supponi sia stato, potrebbe esserci un qualsiasi collegamento con un altro possessore di Death Note?", occhi fissi su quello che ora potrebbe rappresentare un avversario.
"Possibile, certo ovviamente tu sei in cima alla lista dei sospettati, con un 70 percento delle possibilità di essere il colpevole.", altra la pausa tra un discorso e l'altro, "Lo supponevo Near, in fondo sono stato l'ultima persona ad entrara in contatto con il Death Note, chi altri avrebbe potuto ...", deduzione semplice ma corretta la sua, "I tuoi uomini però immediatamente mi hanno seguito nel caveau, e soprattutto, non farei mai una cosa del genere!".
"Esatto signor Matsuda, lei non farebbe mai una cosa del genere, pur tuttavia le sue deduzioni non la tolgono affatto dal primo posto tra gli indiziati, che per tutta verità, comprende solo e soltanto lei.",il silenzio dei presenti non lascia scampo al giovane agente, il quale lentamente, sprofonda in una crisi sempre più nera; come può tenere testa ad una avversario tanto scaltro?.
"Se non le dispiace infatti, vorrei andare a dare un occhiata al Death Note che senz'altro, ora si dovrebbe trovare al sicuro e soprattutto immutato nella propria cella."
"No...no...certo, controlli pure senza problemi, almeno in questo modo potrò uscire da tale situazione." veloce la sua risposta, stranamente sicura di se.
"Po...posso andare ora?", uno sguardo agghiacciante ancora da parte di Near, "Certamente signor Matsuda, non la tratterrò un minuto di più".
Sconfitto, sconfitto in partenza il presunto nuvo Kira, forse, almeno questi sono i fatti sino ad ora mostrati.
-Ora cosa faccio, io sono consapevole dei crimini che ho fatto, perchè mi sto opponendo?, perchè?, non posso essere scoperto però, che ne sarà di me successivamente?, qual'è il destino che mi attende?!, è ora di agire, ormai è tardi, il guaio è stato fatto-.
Pensieri naturali nella sua mente, puro istinto di sopravvivenza, quasi come un bambino consapevole di aver compiuto una marachella.
Torna a casa, a piedi, un passo dopo l'altro, continuando a pensare, pensare alla propria vita, a quello che era capitato.
Come è possibile?, il buono e puro agente Matsuda, accanito nemico di Kira, aspro oppositore, ora si ritrova nei suoi stessi panni, perchè tutto ciò?, perchè.
Domanda che continua a rimanere in sospeso, annebbiata nella menta del ragazzo.

Si sdraia sul letto, è esausto, accende il televisore della propria stanza.
"E' in corso un blitz da parte della polizia nella città di Osaka a danni della mafia giapponese, il latitante da ormai venti anni Atsumori Baiko è stato scoperto dalla polizia la quale si sta immediatamente dirigendo sul posto".
Sta succedendo di nuovo.
Quasi d'istinto Matsuda si scaglia sul comodino raccogliendo in preda ad una frenetica follia la pagina strappata del Death Note.
"Eliminato!, Eliminato!, Eliminato!" urla tetre, riecheggianti in tutta l'abitazione.
Intanto Ryuuk è ormai apparso al suo fianco, intento a cercare mele nella casa dell'agente, "Hehe, sei cambiato Matsuda, non ti riconsco più davvero...ma quardati un po'".
-Un altra volta, ho ucciso ancora, un altro nome sulla pagine del diario della morte, è mio ora....è soltanto mio...- è travolto da una sinistra forza, da una psiche ormai distrutta, da una personalità ormai scomparsa.
-Ho ucciso ancora, ormai non mi controllo più, questo non sono io....non posso essere io.-, sguardo che va a portarsi prima alla ricerca di quello di Ryuuk, poi al televisore, atterrito, spento.
-Devo ucciderlo, a questo punto è l'unica cosa che mi resta da fare...non vi è altra soluzione.-, il pensiero truce congela la mente del ragazzo, ormai svanito nella sua stessa mente, ormai perso in mille personalità, da lui per nulla riconosciute, bensì ormai dominanti.

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Capitolo 4
*** Una nuova visione del mondo ***


Una nuova visione del mondo

L'opera




Una nuova visione del mondo


Chi non vorrebbe vivere in un mondo più sereno e più felice.

Se la causa della morte viene scritta entro 40 secondi dopo aver scritto il nome della persona, questa si verificherà.
Dopo aver scritto la causa della morte, i dettagli della stessa dovranno essere scritti nei seguenti 6 minuti e 40 secondi.
Ci sono molte cose concernenti il Death Note che nemmeno lo stesso dio della morte al quale esso apparteneva in precedenza conosce.


-Lo devo eliminare, è l'unico modo- è l'unico pensiero che attanaglia la mente di Matsuda, il suo unico problema in questo momento.
In preda alla follia, alla pazzia più totale, il giovane agente non riflette, non pensa, non riesce minimante a concentrarsi.
Ha ucciso, ben due uomini, utilizzando il Death Note, ed ora si ritrova a combattere contro gli stessi amici con i quali poco tempo fa ha condiviso tutto, soprattuttto un obbiettivo comune, sconfiggere Kira.
Già Kira, il personaggio che in realtà starebbe impersonificando lui stesso in questo momento.
Non può sfuggire a coloro che ora gli danno la caccia.
Near sa benissimo che è lui il nuovo Kira, o almeno chi ha commesso i delitti da poco eseguiti; chi altri avrebbe potuto commetterli senno?, e soprattutto, chi altri avrebbe potuto emulare tale metodo di assassinio?, nulla da fare, solo il Death Note concede tale possibilità.
Il tempo passa, lento ma inesorabile, che come l'acqua di un fiume, corrode la mente del giovane Matsuda, ormai totalmente fuori controllo.
Sa benissimo che non può scrivere il nome della vittima che si è designato come obbiettivo, ovviamente, verrebbe immediatamente incastrato.
-Mi recherò insieme a Near a controllare il Death Note, magari sto solo sognando, si, è sicuramente così, andrò la, e semplicemente scoprirò che quello che avevo in tasca è solo un semplice foglio di carte, e i nomi che vi ho scritto, non sono per nulla la causa della morte di quelle persone.-.
Un pensiero interrotto solo da qualche folle versetto, solo da quache singhiozzo, ma che lentamente sembra avere un effetto tranquillate sull'ormai devastato Matsuda.
-Ma si, è solo un sogno, vedrai Matsuda...-.
Si alza, ciondolando e scivolando più volte sul pavimento; intanto Ryuuk assiste impassibile alla scena, senza irrompervi però, egli stesso percepisce che non sarebbe corretto assalire nuovamente la mente ormai spezzata di Matsuda.
Non vuole crederci infatti, e di passo felpato ma strascicato si reca presso il mobile sul quale è riposto il telefono.
Uno squillo soltando ed immeditamente una voce dall'altro capo del cellulare rispode.
"Pro...pronto?" parole tremanti ed insicure le sue.
"Si, chi parla?", un attimo di pausa, ed immediatamente "Sono Matsuda, vorrei parlare con Near, è importante:", senza un attimo di attesa, ecco la risposta: "Mi dica Matsuda, voleva dirmi qualcosa?".
"Si...cioè...volevo chiederle se potevo partecipare all'esaminazione del Death Note con lei...se non le dispiace, solo per dimostrarle che non ho assolutamente manomesso il libro".
Un lungo silenzio, un lungo angosciante silezio segue la richiesta del ragazzo, il quale aspetta attonito una risposta della ormai controparte:"Ma certo signor Matsuda, venga pure...sono sicuro che risolveremo il tutto immediatamente".
Il telefono riaggancia sordo, lascia tra i due interlocutore un silezio quasi irreale.
"La storia si ripete", pensando ad alta voce enuncia il ragazzo dai capelli argentei, "abbiamo a che fare con un altro pazzoide che si crede il Dio del mondo."
Una breve pausa intercorre tra una frase e un altra, destinata ad incrociare lo sguardo di uno dei suoi uomini, il quale subisce passivamente il gelo prodotto da tale situazione senza il minimo sforzo.
"Ormai non ho più dubbi, Matsuda ha in qualche modo manomesso il Death Note, e lo ha utilizzato per uccidere quei due criminale."
Piega leggermente il capo Near, intento a raccattare nuovamente i suo giocattoli, "la mia unica domanda è...perchè?".
Tale affermazione lascia un vuoto pieno di sgomento tra le guardie e gli agenti ora presenti nella stanza in cui si trova il ragazzino.
"Dovremo agire con la massima cautela...e...fatemi chiamare immediatamente gli altri agenti del gruppo di indagine al caso Kira...", solo un istante, e la richiestra viene prontamente eseguita.
"Signori, il messaggio che vi lascio è il seguente...se l'in domani morirò, sappiate che il nuovo presunto Kira è Tota Matsuda, non vi sono dubbi a riguardo...spero quindi che nel peggiore dei casi sappiate gestire la situazione ed agiate di conseguenza", un altra estenuante pausa, un breve respiro, "E mi raccomando, non abbiate pietà per lui, poichè lui potrebbe non averne...con questo inoltre, il nostro incontro si terrà presso il caveau dove è custodito il Death Note, li, come per l'ultima volta, avremo le risposte che cerchiamo."
Nessun altro comando, strano, poche e semplici istruzioni quelle date da Near questa volta.

Sudore, ansia, tachicardia.
Un malessere generale divora dall'interno il povero Matsuda, ormai totalmente sconvoldo e in balia degli eventi, non più padrone della propria mente e del proprio corpo.
-Non vi è altra soluzione, era l'unico modo per continuare a vivere, l'unico modo per lasciarsi alle spalle questo tremendo momento- pensieri sconnessi, senza un senso apparente i suoi.
Si alza d'impeto dal letto poi, come preso da un altro raptus, mano al Death Note.
Scrive, scrive e scrive ancora, una lunga serie di eventi, un piano, addirittura un piano, ormai dominato da convulsioni e follia, il corpo e le mani di Matsuda scrivono incessantemente sul quaderno della morte.
-Si...si perfetto, così dovrebbe funzionare, mi dispiace amici miei, ma d'altronde non c'era altro modo-, singhiozza poi, ha terminato.
Si lascia cascare all'indietro, sullo schienale della sedia sul quale si era poc'anzi accasciato, apparentemente senza vita, dominato dalla solita pazzia, ormai purtroppo così definibile.
Non è più il Matsuda che tutti conoscevano, e questo è un dato di fatto ormai.

Il giorno dopo.

Un auto dopo l'altra, tutti i prescelti si ritrovano davanti al locale, ancora una volta, nuovamente difronte ad una immensa minaccia: Kira.
Non capiscono, uccidendo Light hanno posto fine ad un mondo privo di criminalità e violenza, un mondo privo di malvagità ed ingiustizie, ma è troppo tardi, e il suo successore non sembra per nulla da meno ormai.
"Benvenuti signori miei...o meglio, ben ritrovati"silenzio tombale segue le parole di Near, congelati all'istante da quell'atmosfera surreale.
"Vi ho convocati qui tutti, per svelare ancora una volta chi sta dietro agli ormai conosciuti omici di massa e non solo." nessuna risposta ancora da parte dei presenti, se non un commento di Aizawa: "Ancora una volta dici Near?, quindi abbiamo un successore a piede libero...come è possibile?."
Celere lo sguardo del bambino va ad ingaggiare quello dell'interlocutore, paralizzandolo all'istante, "Aizawa, non solo esiste un successore di Kira, ma egli stesso presumo sia qui tra noi.", una breve pausa ed ancora, "vi prego di seguirmi signori.".
Qualche istante è necessario a radunare i membri della "riugnione" all'interno del caveau dove si trova il Death Note.
"Vedete, la mia ipotesi è molto semplice..." ed ecco che lo sguardo va a scagliarsi contro Matsuda, in incredibile fermento ed agitazione per la situazione in cui si trova.
Ne è perfettamente cosciente, sa esattamente quello che deve fare.
Rimane in silenzio per ora, non si esprime, aspetta la mossa del proprio avversario.
"Quello che vi voglio dire è molto semplice, e soprattutto, non sarà facile da digerire per tutti voi."
I presenti sono agitati, in preda al terrore più sfrenato, sanno benissimo che il nuovo Kira potrebbe essere Matsuda, il messaggio lasciato da Near il giorno prima non lascia scampo, devono essere pronto a qualsiasi costo.
Continua la finzione intanto il ragazzino ora ranicchiato sul pavimento, con il solito dito tra i capelli, ed i giocattoli al seguito, schierati come su di una scacchiera, senza essere però toccati.
Ha già in realtà comunicato con gli altri la propria teoria, deve solo guadagnare tempo rispetto Matsuda, e studiarne l'eventuale strategia.
"Il nuovo Kira è Tota Matsuda", un attimo ancora di silenzio, l'affermazione lascia comunque di stucco i presenti, i quali realizzano ancor meglio quello che potrebbe accadere, e quello che comporterebbe la realtà di tale teoria.
"Chi...chi...io?!" lo sguardo e le tremolanti parole di Matsuda si insinuano nella discussione, quasi totalmente inutili, non è mai stato bravo a parole infondo.
"Io sarei il nuovo Kira?!, sei impazzito Near!", silenzio ancora tra i presenti.
"Si Matsuda, e questo Death Note può provarlo, se vi saranno delle manomissioni, non ci sarà prova più definitiva della tua colpevolezza."
Lo sguardo di Matsuda assume un atteggiamento quasi di sfida, come per vedere cosa il suo avversario ha in mente di fare, cosa che il giovane agente spera che faccia.
"Aizawa...", celere la risposta "Si, mi...mi dica", "Potrebbe andare a prendere e contrallare lei stesso il Death Note?, in questo modo ci accerteremo o no della colpevolezza di Matsuda...", "Si...subito" deglutisce, e si accinge ad esegueire il compito assegnato.
Il tempo si ferma, congelato, immobilizzato.
La mano ferma ma insicura di Aizawa si avvicina al quaderno della morte, toccandolo leggermente, facendogli provare un insolito brivido, un insolita sensazione di triste solutine.
Una sensazione che tutti all'interno della stanza provano, tutti a parte l'ormai smascherato Tota Matsuda.
E' un istante poi, e tutti gli ex membri del gruppo di indagine al caso Kira si accasciano a terra, senza vita, in un istante, inaspettatamente, senza alcun preavviso.
Solo, è solo Near, faccia a faccia con il colpevole di tale folle gesto: Tota Matsuda.
"Cosa...C...C...cosa hai fatto Matsuda..."tremolanti, senza fiato escono tali sconvolte parole dalla bocca del bambino, ormai totalemente in preda al terrore.
Non aveva pensato e previsto tale mossa, non da Matsuda almeno, il quale è stato sottovalutato.
Infondo Near non si era minimamente preoccupato per lo meno di fare una copia del Death Note, e lasciar riporre nel caveau il falso da parte di Matsuda; o meglio, non si è minimamente curato di calcora un tale imprevisto.
E' successo però, è la realtà, è ciò che sta accadendo, i colleghi, i preziosi alleati del successore del grande L sono morti, così, senza proferir la minima parola.
"Era...era l'unico modo Near lo capisci!!" la voce in preda alla pazzia di Matsuda esala tali velenose parole, imbrattate di una follia senza precedenza.
"Non mi avreste mai concesso di vivere!!, non dopo quello che ho fatto!!" lacrime ora scendono copiose sul viso del ragazzo.
"Non so perchè ho agito così, non so perchè ho fatto tutto questo, non lo so....non lo so..qualcosa, qualcosa in testa mi devastava da dentro, mi dominava...non lo so...non lo so" tra singhiozzi e in lacrime prosegue il discorso il giovane Matsuda, osservando Near con uno sguardo allucinato, senza il ben che minimo controllo di se.
"Matsuda...Matsuda...perchè...ma cosa hai fatto...io...io...dovevo prevederlo...ma come...come hai ucciso i tuoi vecchi compagni!, come hai potuto!", un attimo di silenzio, ed ecco immediata la spiegazione del giovane ex agente:"Semplice Near, non avevo scelta, o li uccidevo, o non sarei stato più in grado di vivere, non sarei stato più libero, sarei stato sicuramente internato in chissà quale luogo segreto..."un altro singhiozzo, e continua "E' semplice...questo è ciò che ho scritto sul quaderno..."

-Kanzo Mogi, Shuichi Aizawa, Hideki Ide, Hirokazu Ukita , il giorno 4 gennaio, moriranno di arresto cardiaco entrati nel caveau ideato per la custodia del Death Note, non appena uno di essi toccherà il quaderno.-

Risuonano tetre e sicure le parole di Matsuda, compiaciuto in realtà per la propria sorprendente ed insolita genialità.
"Matsuda...ma....", poi tace, riassumendo quasi un aria rassegnata, Near sa cosa sta per accadere.
La mano destra di Matsuda raggiunge la fondina della pistola riposta all'interno della propria giacca
Le pupille di entrambi si dilatano, sono concetrate sulla scena, impassibili.
All'unisono "E' finita..." ed uno sparo segue quelle breve e pacate parole, cariche di tristezza e malincionia.

4 anni dopo, sul ciglio d un terrazzo, Tokio.

Sono passati 4 anni dalla morte dell'ultimo rivale di Kira, non ve ne sono stati altri, il mondo si è arreso alla supremazia del Dio del nuovo mondo, ormai finalmente compiuto.
Tota Matsuda, con una innata forza, è riuscito a costruirlo, ed ora si ritrova immerso in uno splendido tramonto, sul ciglio del tetto di un altissimo grattacielo di Tokio.
La criminalità è scomparsa dal mondo, le guerre sono del tutto cessate, l'Africa ed i paesi del terzo mondo non sono più definibili tali, anzi, grandi potenze a livello mondiale.
Non vi sono ingiustizie, ognuno vive sereno, al sicuro sotto le ali protettrici del grande Kira.
Il mondo è salvo finalmente.
Si getta dal grattacielo poi, con un sorriso sulle labbra Matsuda, che tanto ha fatto ai fini della grande opera di Light.
Una sola domanda fuoriesce dalla sua bocca: "Perchè?..." e tutto si spegne

La visione di un nuovo mondo, il mondo che tutti dovremmo desiderare.

Light ride nell'aldilà, nel regno degli Shinigami,ride copiosamente, in preda agli spasmi, ce l'ha fatta, ha infine vinto.
Egli infatti, qualche giorno prima della propria sconfitta e morte, ampiamente prevista, scrisse sul Death Note ancora in proprio possesso:

-Tota Matsuda, dopo la morte di Light Yagami, strapperà una pagina dal Death Note, se questo verrà a lui consegnato anche solo per un istante, solo nel caso in cui si trovi in una stanza, ed in completa solitudine.
Ucciderà i primi due crimili di cui conoscerà volti e nomi se entrato in possesso del quaderno, e solo tramite il suo utilizzo.
Qual'ora il Death Note venga toccato da Kanzo Mogi o Shuichi Aizawa o Hideki Ide o Hirokazu Ukita, Tota Matsuda ne scriverà su questo quaderno il decesso immediatamente in seguito a tale atto.
Sparerà dopo 40 secondi a Nate River se compiuta la precedente condizione.
Nei successivi 4 anni, Tota Matsuda ucciderà esattamente 400.000 umani definiti come malvagi dalla comune morale.
Morirà lasciandosi cadere dal ciglio di un grattacielo della città di Tokio, alle 18:00 in punto.-


Come Light abbia potuto compiere tale impresa resta un mistero, in teoria non avrebbe potuto far causare tutti quei decessi alla sua povera vittima, ne conosceva il nome del proprio acerrimo rivale, Near, almeno in teoria, ma è ciò che è successo.
La regola del Death Note è chiara, se la causa della morte di una persona viene specificata ma provocherebbe la morte di terze persone, la persona suddetta morirà, chiara come lo è quella che fa riferimento a doti nascoste del quaderno della morte, doti di cui nemmeno uno shinigami è a conoscienza.
Forse Light ha potuto fare così tanto per il numore delle vittime mietute, per la causa per cui si batteva, per l'elevazione dello spirito dello stesso Light...
Molte potrebbero essere le ipotesi, ma i fatti sono i fatti, e ciò che è successo è a dir poco un miracolo, come sapeva Light di poter usufruire a tal punto del Death Note?, nemmno Ryuuk ne è a conoscienza, solo il Dio del nuovo mondo potrà chiarirci su tale proposisto.
Per ora rimane celato dal mistero...non ci è dato saperlo.

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