L'opera di Khira (/viewuser.php?uid=156484)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Dalle ceneri io mi reincarnerò ***
Capitolo 2: *** Sconvolgimento ***
Capitolo 3: *** Personalità ***
Capitolo 4: *** Una nuova visione del mondo ***
Capitolo 1 *** Dalle ceneri io mi reincarnerò ***
Dalle ceneri io mi reincarnerò
L'
opera.
Dalle
ceneri io mi reincarnerò
Il
Dio del nuovo mondo, Kira, morto, sconfitto, tradito dall'umanità
che solo doveva essere a lui riconoscente.
Voleva
epurare il male dal mondo, voleva eliminare la feccia della società,
anche se la feccia è la società stessa.
Dal
regno degli dei della morte osserva, in silenzio, i comuni mortali,
senza di lui destinati ad una esistenza di sofferenza, in un mondo
dove i deboli per nulla vengono difesi.
Si
limita ad osservare?, neanche l'autore ne è consapevole, si fa
carico solo di narrare ciò che il prescelto ha voluto tramandare.
Accasciato ormai morente su di una scalinata,
abbandonato dal mondo, tradito dagli stessi umani che stava
proteggendo con tanto ardore.
Light Yagami, Kira, è ormai giunto al capolinea,
sconfitto, sconfitto da un particolare che malgrado la sua
incredibile genialità, è stato in grado di incastrarlo, ponendo
fine al suo presunto regno, al suo presunto mondo perfetto.
"E' ora Light, mi sono divertito con te, è stato
un bel passatempo", tetre le parole di Ryuk, soavi uscenti dalle
proprie labbra scure e terrificanti, un maligno ammiccamento dalle
stesse.
"E così questo sarebbe il nulla, è qui che mi
troverei?" domanda rivolta a nessuno quella di Light in un mondo
apparentemente disabitato, arido, privo di qualsiasi forma di vita;
un luogo lugubre, tremendo nella propria desolazione.
"Hehe..." una risata alle spalle del ragazzo,
conosciuta, già molte volte udita in passato, in vita: Ryuk.
"Ryuk...immaginavo fossi arrivato prima o poi ad
allietarmi il soggiorno in questa landa desolata" senza mancare
mai della solita ironia sottile, che talvolta solo lui riesce a
comprendere; "Hehe, guarda guarda chi c'è, salve
Light...benvenuto nel mio mondo, il mondo degli Shinigami".
Un silenzio inizialmente agghiacciante separa un istante
i due, ormai definibili come amici, forse, uno di quei rapporti
indefinibili, forse di semplice rispetto reciproco.
"Quindi è qui che mi troverei...ma dimmi Ryuk, non
hai intenzione di riprendere il tuo death note?, o almeno quello che
ancora permane sulla terra?" domanda sibillina, secca ma con la
solita malizia; "Eh?, ah già...no perchè dovrei, magari il
divertimento non è ancora finito, che ne dici Light?, hehe".
Veloci e glaciali gli occhi del ragazzo cercano quelli
del dio della morte, implacabili verso il loro obbiettivo "Chi
può mai dirlo".
Sguardo puntato verso il cielo quello di Light ora,
stranamente sicuro di se, la perdita del Death Note non gli ha fatto
perdere la memoria evidentemente, sarà per la situazione in cui si
trova in questo momento.
Il nulla dinnanzi a lui, il nulla o quasi, se le rocce
possono costituire un qualcosa in una arida terra desolata in un
altra dimensione.
"Hehe" sinistra ancora risuona la risata di
Ryuk, "Caro Light, non ti resta che osservare la tua amata terra
da quassù, meglio di niente non trovi?", parole quasi
rincuoranti quanto nostalgiche quelle pronunciante dall'angelo della
morte.
"Hai ragione Ryuk, mi limiterò a guardare..."una
sospensione e un sorriso malefico seguono la frase, quasi a voler
significare qualcosa, un qualcosa che certamente rimane celato in
quella smorfia di superbia e superiorità.
Sulla
terra
La vita riprende quasi normalmente per il gruppo di
indagine del caso Kira, ognuno torna alle proprie famiglie, alle
proprie abitudini, alla propria routine, tutti a parte un bambino,
Near, colui che a conti fatti, è riuscito a sconfiggere il grande
Kira.
In un luogo dominato da una semioscurità quasi
inquietante, probabilmente il quartier generale dello stesso, è in
compagnia del giovane membro dell'organizzazione Matsuda, convocato
per una missione di non poca importanza.
"Allora Matsuda hai capito alla perfezione quello
che devi fare?" una domanda semplice quella del ragazzino dai
capelli argentei, semplice quanto fondamentale; "Si Near,
scorterò il Death note dove non possa essere mai più utilizzato,
ovvero nel caveau da lei appositamente progettato, domani...16:00 in
punto...o...ovviamente scortato dai suoi uomini...ma...se posso
chiedere, perchè proprio me per questo incarico?, forse era di
maggior competenza l'agente Aizawa o...beh...non che io non possa
ma..."parole balbettate e tremolanti le sue, forse per il
semplice fatto che l'ansia che tale oggetto gli arreca è di una tale
proporzione da non concedergli la ben che minima concentrazione.
"E' molto semplice Matsuda, lei è quello che a mio
parere è stato coinvolto maggiormente psicologicamente; la morte del
padre di Light, le sue continue menzogne, hanno fomentato in lei un
odio totale per tale oggetto."una breve pausa, per notare
sicuramente lo stupore dell' analisi correttamente fatta dal ragazzo
nei confronto del giovane agente.
"Non posso certamente scortarlo io, per me
sarebbe...una tentazione troppo forte"un brivido lungo la
schiena dei presenti, tale affermazione da parte di Near non è
effettivamente delle più rassicuranti.
"Ho...ho capito, scortero il Death Note io stesso
Near, porterò a termine il compito..." altra breve pausa, per
metabolizzare il discorso fatto, sicuramente non dei più facili da
digerire.
L'operazione ha quindi inizio, seguito dalle guardie
appositamente disposte, il giovane Tota Matsuda si dirige nel luogo
previsto per il deposito del Death Note.
Agghiacciante la situazione per l'agente gravato di un
così grande fardello, -dovrei vedere lo shinigami a questo
punto...oddio ma perchè proprio io...-.
Celere e sempre sotto scorta, raggiunge un edificio
apparentemente senza alcuna particolarità. Entrato, dopo alcune
svolte in corridoi totalmente spogli e scarsamente illuminati,
raggiunge il caveau destinato al contenimento dell'arma definitiva.
-Non ho ancora visto niente di strano, e spero di
non vedere nulla di strano mai nella mia vita, il caso Kira mi ha già
abbastanza devastato- pensieri congelati dall'ansia
immediatamente ritornata al povero giovane, ormai provato dal
semplice ma estenuante compito.
"Sono solo..." un sussulto, un sussulto
nell'aprire la 24 ore contenente il sacro e devastante Libro della
morte, diario di massacri, massacri a fin di bene certo, ma pur
sempre massacri, la sola arma in grado di epurare il male dal genere
umano.
Una pulsione poi, uno strano senso di mancamento, una
perdita temporanea dei sensi, ed una pagina da esso viene strappata,
una singola pagina, voracemente accartocciata e riposta in una tasca
del completo da lui indossato.
Uno sguardo da parte delle guardie, che dopo 40 secondi
esatti si precipitano all'interno della camera blindata per
assicurarsi della salute di Matsuda.
"Tutto apposto, po...possiamo andare"un cenno
segue queste fugaci parole, confuse, sconvolte dall'azione appena
compiuta.
-Ho strappato una pagine dal Death Note, si, l'ho
fatto...era necessario infondo, prudenza Matsuda prudenza, armati con
l'arma che potrebbe avere il tuo nemico- pensieri contorti i
suoi, per nulla appartenenti alla sua mente.
Non si riconosce, cosa gli sta accadendo?, perchè tale
gesto?, potere?, vendetta?, sicurezza?, ma da quale pericolo?.
E' notte ormai, la pagina accuratamente riposta in un
cassetto della scrivania in camera sua, occhi sbarrati miranti al
soffitto.
E' coricato sul letto, esausto, perplesso, un atto forse
atroce ha commesso.
Un rumore sinistro poi, una folata impalpabile di aria
calda, e poi il gelo più totale.
"Hehe, ciao Matsuda, io sono Ryuk",
troneggiante ed impassibile, l'angelo della morte irrompe nella
stanza.
Il ragazzo sviene, non ci può credere, non è
possibile, non può essere accaduto proprio a lui.
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Capitolo 2 *** Sconvolgimento ***
Sconvolgimento
L'opera
Sconvolgimento
Tutti
devono morire prima o poi, senza nessuna eccezione.
Il
destino è un lusso di pochi, solo gli dei hanno questo
potere:concedere un destino alle persone.
Chi
non lo possiede è un semplice essere umano, vive la sua vita, nella
totale casualità degli eventi.
Al
contrario, chi ne possiede uno, non vi scappa, ed inconsapevolmente
porterà a termine il proprio compito.
Sudore, forse febbre, malessere, terrore.
Gli occhi pian piano si riaprono, ancora lucidi, ancora
pieni di uno sconvolgimento totale, diversi, forse addirittura di una
tonalità più spenta, quasi assopita.
Così Matsuda si risveglia dallo shock subito, ora più
che mai intento a capire se ciò che ha visto è pura finzione della
propria mente, o drammatica realtà.
"Hehe, buon giorno Matsuda, vedo che ti sei
svegliato finalmente...mmmh, hai mica una mela in casa?".
Silenzio, nessuna risposta da parte del ragazzo,
sicuramente in preda al delirio per la realizzazione che quello che
aveva poc'anzi fatto non era un sogno bensì la assurda realtà.
"Cosa...cosa sei tu?, uno Shinigami?, mi
ucciderai?, mi trasformerai in un tuo spietato schiavo?, come è
successo con Light Yagami?!", urlate tali parole, forse per quel
poco coraggio che il giovane è riuscito a raccogliere riacquistata
quel poco di lucidità necessaria a tale situazione.
"Eh?, io avrei trasformato Light in ciò che
dici?,...hehe, no Matsuda, per nulla, Light Yagami ha fatto tutto da
solo, io non gli ho imposto proprio nulla, anzi, sono stato solo a
guardare, molto divertito per dirla tutta.", un attimo di
assurdo silenzio, e ancora poi "Ma comunque, hai mica una mela?,
Light me ne dava sempre, ooh, così succose le mele degli umani!".
Incredulità, disperazione, ma anche una sensazione di
sollievo.
"Ok, ok....quindi ne deduco che non mi accadrà
nulla di male...comunque, allora Light era consapevolmente cosciente
di quello che stava facendo."
Ancora silenzio, pensieri sconnessi si palesano nella
mente dell'agente -perchè ho strappato la pagina dal Death Note,
quale' è stato il motivo di tale azione?, precauzione?, forse,
infondo anche Near potrebbe aver fatto la mia stessa assurda mossa-.
"Una mela dici?, in cucina...al piano di sotto,
nessuno a parte me può vederti in effetti giusto?", risposta
affermativa quella di Ryuk che nel frattempo si era già fiondato
nella stanza indicata per riscuotere il bottino.
-Cosa devo fare adesso?, quale sarà la mia sorte con
un arma di tale portata nelle mie mani...-, un sospiro ricco di
disperazione annebbia la vetrata della finestra sulla quale ora si
trovava a poggiare la testa il giovane Tota Matsuda.
-Forse
dovrei discuterne con Near, anche se non smetterebbe più di
interrogarmi sul perchè di tale azione...mmmh, calmati Matsuda,
diamo tempo al tempo, farò passare qualche giorno, vediamo come si
evolverà la situazione.-
Occhi fissi sulla strada al di sotto della propria
abitazione, inespressivi, apparentemente senza un anima, un viso
pallido, come se la vita gli fosse stata tutta ad un tratto
risucchiata dal corpo.
"Hehe, molto gustosa" parole preannunciate da
un gorgoglio sinistro quanto disgustoso da parte dello Shinigami ora
alle spalle del ragazzo.
"Cosa avresti intenzione di fare ora?, se posso
chiederlo ovviamente" faccia inespressiva la seguente, come se
in realtà quasi non gli importasse della risposta.
"Non...non lo so, forse lo comunicherò a
Near...quello che ho fatto intendo...insomma...." il discorso
cessa, immediatamente, mozzato dalla bocca di Matsuda, intento ancora
a scrutare al di fuori della propria finestra.
"Ma si...penso che comunicherò tutto a Near, sono
consapevole della spregevole azione che ho compiuto, e sono pronto a
subirne le conseguenze", con un sorriso, Ryuk ammica ancora alle
sue spalle, divertito dalla situazione in cui si trova il nuovo
"protetto".
Al telegiornale intanto, viene comunicato un caso
singolare, singolare almeno fino a quel momento.
Un uomo ha appena assassinato la moglie e rapito i due
figli, ed ora si sta dando alla fuga più sfrenata in auto, inseguito
dalla polizia lungo la strada principale.
Al tempo di Kira, questo non sarebbe successo, forse
neanche cominciato.
Ed ecco ancora una pusione attagliante nel petto di
Matsuda, cosa gli accade?!, suda, si agita, si contorce ora al suolo.
Urla, urla sconnesse le sue, senza un senso, senza una
apparente provenienza o causa scatenante.
Il volto è cambiato, pallido ancor più del solito; due
pesanti occhiaia si palesano al disotto delle orbite, contenenti ora
due occhi folli, completamente estranei al corpo di Matsuda.
Veloce, senza controllo del proprio corpo e della
propria mente, striscia verso il comodino raccattando nel frattempo
una penna, e, maledettamente, la pagina strappata del Death Note.
"Eliminato!!", un grido di trionfo infine.
Gli occhi rimangono sbarrati fissanti il televisoro che
ha appena trasmesso foto e nome del folle in fuga.
Un viso tremendo il suo, terrificante, carico di
estranea pazzia, di totale smarrimento ma nel contempo controllo
gelido delle proprie movenze.
Torna alla normalità infine, in ginocchio, con la
faccia impregnata da rigolii di lacrime copiosamente uscenti dai
propri or non più folli occhi.
"Un momento!, l'auto sembra essersi fermata!; ora
raggiunta dalla polizia!", suonano sinistre le parole dal
televisore.
"E' morto, si è ufficiale, il signor Takada è
morto!; senza alcun preavviso parrebbe esserersi accasciato senza
vita al volante, andando a schintarsi contro il guard rail."una
breve pausa poi, colma di disperazione, "I bambini stanno però
bene, sono sani e salvi ora, sia ringraziato il cielo."
Occhi ancora persi al suolo quelli di Matsuda.
Cosa ha fatto?, perchè lo ha fatto?, cosa gli sta
succedendo?!.
"Che cosa ho fatto!!" un urlo acuto, carico di
dolore e rammarico, colmo ed impastato da un pianto ora sempre più
ingente.
Ha ucciso una persona, non si torna indietro; ha usato
il Death Note, senza alcun motivo apparente.
Si lascia cascare su un fianco infine, senza forze,
senza opporsi alla propria stanchezza.
E' stremato, non si riconosce, è inrappolato nel
proprio corpo, ora dominato da un forza esterna, da una forza che mai
aveva provato; totalmente estranea, totalmente diversa.
"Hehe, ti stai già dando da fare vedo...eh
Matsuda?"quasi senza farlo apposta, l'angelo della morte
sussurra tali sinistre parole, distruggendo totalmente il ragazzo,
ora in preda ad un terrore mai provato, un terrore per se stesso,
incontrollato, nato senza un reale e razionale motivo.
"Arresto cardiaco...la cosa mi suona famigliare
quanto stramba ed inquetante signori miei" gelide le parole di
Near, rintanato in non si sa quale edificio di Tokio.
Volge uno sguardo vitreo ad uno dei suoi uomini, "Fai
arrivare qui tutti gli ex membri del gruppo di indagine del caso
Kira, abbiamo di che colloquiare..."deglutisce, raccogliendo
l'ex pupazzetto
personificante Kira da un tavolino, "Falli venire
qui dopo domani ,alle ore 16:00 in punto...mentre domani stesso, alla
medesima ora, scorta con la massima cautela...il signor Matsuda".
Uno sguardo di intesa con l'uomo al quale si stava
rivolgendo, "Subito signore, provvedo immediatamente ad avvisare
chi di precisato".
"Una cosa soltanto", lo interrompe ancora una
volta il ragazzino dai capelli candidi; "Abbi una premura
particolare per il signor Matsuda, mi raccomando, è della massima
importanza."
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Capitolo 3 *** Personalità ***
Personalità
L'opera
Personalità
Essere puri ed inconsapevoli è l'unico modo per
riuscire a non essere sospettati.
Non credere di aver commesso un crimine, creare una
diversa realtà nella propria mente, è l'unico modo per sfuggire a
chi ti da la caccia, a chi vuole, per la seconda volta, avere la
meglio su l'unico male che vuole salvare il mondo.
Il telefono squillò improvvisamente in casa Matsuda, il
cellulare del ragazzo per l'esattezza, quello destinato al lavoro, al
gruppo di indagine del caso Kira.
-Ovvio, Near attribuirà immediatamente la morte del
criminale a me, e a chi sennò?, sono l'ultima persona ad aver
toccato il Death Note-.
L'omicidio è stato ormai compiuto, non si torna
indietro.
"Pro...pronto?, qui e Tota Matsuda, chi parla?",
sicure le ultime parole della frase, da dove viene tale certezza e
sicurezza?, da quando il giovane agente possiede tali
caratteristiche?.
"Matsuda, sono Near...gradirei incontrarti
personalmente domani stesso alle 16:00 se per te non è un problema,
ovviamente verrai scortato dai miei uomini.".
Richiesta certamente già prevista, -Ecco lo sapevo,
eh mo che faccio?, devo andare, questo è certo; il contrario
significherebbe irrimediabilmente la confessione della mia nuova
natura-.
Le pupille si dilatano, le palpebre quasi scompaiono, la
bocca si socchiude leggermente.
-Un momento?!, nuova natura?, cosa mi sta
succedendo!!, io non voglio essere un assassino!; io non voglio
essere Kira!, non voglio fare parte di tutto questo!- pensiere
sconnessi, sospesi solo con qualche immagine di un presunto e
plausibile futuro: lui, il nuovo Kira, a capo di un nuovo mondo.
"Perchè?!!" un urlo tonante il seguente,
carico di disperazione e di odio contro se stesso, odio contro la
persona che sta diventando, senza nemmeno un motivo per altro, lui
non vuole diventare Kira, lui odia Kira, non appartiene a quella
realtà.
"Perchè!, Perchè!, cosa mi stai facendo brutto
mostro!!" ora le grida rivolte Ryuk, per nulla scomposto da tale
scenata, anzi , parecchio divertito.
"Hehe, niente Matsuda...perchè mi accusa di una
tale sciocchezza, io non posso manipolare la mente degli esseri
umani, e poi...non ne vedrei una utilità, stai facendo tutto da
solo...hehe".
Un altro urlo straziante proviene isterico dalla bocca
di Matsuda, ora in ginocchio nuovamente, fissante il pavimento ormai
assente, totalemente sconvolto.
"Io...Io...non sono un assassino...non....non lo
sono" dei biascichii i suoi, non più parole, distrutte da una
disperazione sempre più incalzante, ormai al culmine, all'apice
della sua devastazione.
Non getta la pagina del Death Note però, l'idea non gli
passa nemmeno per la mente, perchè?, perchè tanto dolore e
sofferenza e non pensare nemmeno di gettarne la causa?.
Il giorno dopo, 16:00 in punto.
Lo sguardo sgomento fisso al pavimento, con passi
indecisi e strascinati il giovane Matsuda si dirige verso la stanza
nella quale si trova Near.
"Ben arrivato Matsuda, sono felice di averti qui"
immediate le parole del bambino appena entrato l'ospite nella stanza.
"Verrò subito al sodo con te Matsuda...hai visto
il telegiornale ieri?", un breve silenzio, e subito la risposta,
quasi inaspettata dai presenti "No Near, purtroppo non l'ho
visto, che è accaduto?, spero nulla relativo il caso Kira?".
Si è irrimediabilmente tradito, stolto Matsuda,
assolutamente neanche lontanamente alla pari con Light.
"Io non ho certo parlato del caso Kira Matsuda, ho
solo fatto una semplice domanda, perhcè menzioni il passato ora?,
sono quindi sicuro che ti riferisce alla causa della morte del
criminale alla guida dell'auto", una pausa, come a voler
somministrare ulteriore ansia nel cuore dei presenti, "Arresto
cardiaco, ti ricorda qualcosa Matsuda?", gli occhi dell'agente
sono ora già nuovamente persì, in crisi immediatamente, pare non
abbia resistito nemmeno alla prima "battuta".
"Già...strano, chi supponi sia stato, potrebbe
esserci un qualsiasi collegamento con un altro possessore di Death
Note?", occhi fissi su quello che ora potrebbe rappresentare un
avversario.
"Possibile, certo ovviamente tu sei in cima alla
lista dei sospettati, con un 70 percento delle possibilità di essere
il colpevole.", altra la pausa tra un discorso e l'altro, "Lo
supponevo Near, in fondo sono stato l'ultima persona ad entrara in
contatto con il Death Note, chi altri avrebbe potuto ...",
deduzione semplice ma corretta la sua, "I tuoi uomini però
immediatamente mi hanno seguito nel caveau, e soprattutto, non farei
mai una cosa del genere!".
"Esatto signor Matsuda, lei non farebbe mai una
cosa del genere, pur tuttavia le sue deduzioni non la tolgono affatto
dal primo posto tra gli indiziati, che per tutta verità, comprende
solo e soltanto lei.",il silenzio dei presenti non lascia scampo
al giovane agente, il quale lentamente, sprofonda in una crisi sempre
più nera; come può tenere testa ad una avversario tanto scaltro?.
"Se non le dispiace infatti, vorrei andare a dare
un occhiata al Death Note che senz'altro, ora si dovrebbe trovare al
sicuro e soprattutto immutato nella propria cella."
"No...no...certo, controlli pure senza problemi,
almeno in questo modo potrò uscire da tale situazione." veloce
la sua risposta, stranamente sicura di se.
"Po...posso andare ora?", uno sguardo
agghiacciante ancora da parte di Near, "Certamente signor
Matsuda, non la tratterrò un minuto di più".
Sconfitto, sconfitto in partenza il presunto nuvo Kira,
forse, almeno questi sono i fatti sino ad ora mostrati.
-Ora cosa faccio, io sono consapevole dei crimini che
ho fatto, perchè mi sto opponendo?, perchè?, non posso essere
scoperto però, che ne sarà di me successivamente?, qual'è il
destino che mi attende?!, è ora di agire, ormai è tardi, il guaio è
stato fatto-.
Pensieri naturali nella sua mente, puro istinto di
sopravvivenza, quasi come un bambino consapevole di aver compiuto una
marachella.
Torna a casa, a piedi, un passo dopo l'altro,
continuando a pensare, pensare alla propria vita, a quello che era
capitato.
Come è possibile?, il buono e puro agente Matsuda,
accanito nemico di Kira, aspro oppositore, ora si ritrova nei suoi
stessi panni, perchè tutto ciò?, perchè.
Domanda che continua a rimanere in sospeso, annebbiata
nella menta del ragazzo.
Si sdraia sul letto, è esausto, accende il televisore
della propria stanza.
"E' in corso un blitz da parte della polizia nella
città di Osaka a danni della mafia giapponese, il latitante da ormai
venti anni Atsumori Baiko è stato scoperto dalla polizia la quale si
sta immediatamente dirigendo sul posto".
Sta succedendo di nuovo.
Quasi d'istinto Matsuda si scaglia sul comodino
raccogliendo in preda ad una frenetica follia la pagina strappata del
Death Note.
"Eliminato!, Eliminato!, Eliminato!" urla
tetre, riecheggianti in tutta l'abitazione.
Intanto Ryuuk è ormai apparso al suo fianco, intento a
cercare mele nella casa dell'agente, "Hehe, sei cambiato
Matsuda, non ti riconsco più davvero...ma quardati un po'".
-Un altra volta, ho ucciso ancora, un altro nome
sulla pagine del diario della morte, è mio ora....è soltanto
mio...- è travolto da una sinistra forza, da una psiche ormai
distrutta, da una personalità ormai scomparsa.
-Ho ucciso ancora, ormai non mi controllo più,
questo non sono io....non posso essere io.-, sguardo che va a
portarsi prima alla ricerca di quello di Ryuuk, poi al televisore,
atterrito, spento.
-Devo ucciderlo, a questo punto è l'unica cosa che
mi resta da fare...non vi è altra soluzione.-, il pensiero truce
congela la mente del ragazzo, ormai svanito nella sua stessa mente,
ormai perso in mille personalità, da lui per nulla riconosciute,
bensì ormai dominanti.
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Capitolo 4 *** Una nuova visione del mondo ***
Una nuova visione del mondo
L'opera
Una
nuova visione del mondo
Chi
non vorrebbe vivere in un mondo più sereno e più felice.
Se
la causa della morte viene scritta entro 40 secondi dopo aver scritto
il nome della persona, questa si verificherà.
Dopo
aver scritto la causa della morte, i dettagli della stessa dovranno
essere scritti nei seguenti 6 minuti e 40 secondi.
Ci sono molte cose
concernenti il Death Note che nemmeno lo stesso dio della morte al
quale esso apparteneva in precedenza conosce.
-Lo devo eliminare, è l'unico modo- è l'unico
pensiero che attanaglia la mente di Matsuda, il suo unico problema in
questo momento.
In preda alla follia, alla pazzia più totale, il
giovane agente non riflette, non pensa, non riesce minimante a
concentrarsi.
Ha ucciso, ben due uomini, utilizzando il Death Note, ed
ora si ritrova a combattere contro gli stessi amici con i quali poco
tempo fa ha condiviso tutto, soprattuttto un obbiettivo comune,
sconfiggere Kira.
Già Kira, il personaggio che in realtà starebbe
impersonificando lui stesso in questo momento.
Non può sfuggire a coloro che ora gli danno la caccia.
Near sa benissimo che è lui il nuovo Kira, o almeno chi
ha commesso i delitti da poco eseguiti; chi altri avrebbe potuto
commetterli senno?, e soprattutto, chi altri avrebbe potuto emulare
tale metodo di assassinio?, nulla da fare, solo il Death Note concede
tale possibilità.
Il tempo passa, lento ma inesorabile, che come l'acqua
di un fiume, corrode la mente del giovane Matsuda, ormai totalmente
fuori controllo.
Sa benissimo che non può scrivere il nome della vittima
che si è designato come obbiettivo, ovviamente, verrebbe
immediatamente incastrato.
-Mi recherò insieme a Near a controllare il Death
Note, magari sto solo sognando, si, è sicuramente così, andrò la,
e semplicemente scoprirò che quello che avevo in tasca è solo un
semplice foglio di carte, e i nomi che vi ho scritto, non sono per
nulla la causa della morte di quelle persone.-.
Un pensiero interrotto solo da qualche folle versetto,
solo da quache singhiozzo, ma che lentamente sembra avere un effetto
tranquillate sull'ormai devastato Matsuda.
-Ma si, è solo un sogno, vedrai Matsuda...-.
Si alza, ciondolando e scivolando più volte sul
pavimento; intanto Ryuuk assiste impassibile alla scena, senza
irrompervi però, egli stesso percepisce che non sarebbe corretto
assalire nuovamente la mente ormai spezzata di Matsuda.
Non vuole crederci infatti, e di passo felpato ma
strascicato si reca presso il mobile sul quale è riposto il
telefono.
Uno squillo soltando ed immeditamente una voce
dall'altro capo del cellulare rispode.
"Pro...pronto?" parole tremanti ed insicure le
sue.
"Si, chi parla?", un attimo di pausa, ed
immediatamente "Sono Matsuda, vorrei parlare con Near, è
importante:", senza un attimo di attesa, ecco la risposta: "Mi
dica Matsuda, voleva dirmi qualcosa?".
"Si...cioè...volevo chiederle se potevo
partecipare all'esaminazione del Death Note con lei...se non le
dispiace, solo per dimostrarle che non ho assolutamente manomesso il
libro".
Un lungo silenzio, un lungo angosciante silezio segue la
richiesta del ragazzo, il quale aspetta attonito una risposta della
ormai controparte:"Ma certo signor Matsuda, venga pure...sono
sicuro che risolveremo il tutto immediatamente".
Il telefono riaggancia sordo, lascia tra i due
interlocutore un silezio quasi irreale.
"La storia si ripete", pensando ad alta voce
enuncia il ragazzo dai capelli argentei, "abbiamo a che fare con
un altro pazzoide che si crede il Dio del mondo."
Una breve pausa intercorre tra una frase e un altra,
destinata ad incrociare lo sguardo di uno dei suoi uomini, il quale
subisce passivamente il gelo prodotto da tale situazione senza il
minimo sforzo.
"Ormai non ho più dubbi, Matsuda ha in qualche
modo manomesso il Death Note, e lo ha utilizzato per uccidere quei
due criminale."
Piega leggermente il capo Near, intento a raccattare
nuovamente i suo giocattoli, "la mia unica domanda è...perchè?".
Tale affermazione lascia un vuoto pieno di sgomento tra
le guardie e gli agenti ora presenti nella stanza in cui si trova il
ragazzino.
"Dovremo agire con la massima cautela...e...fatemi
chiamare immediatamente gli altri agenti del gruppo di indagine al
caso Kira...", solo un istante, e la richiestra viene
prontamente eseguita.
"Signori, il messaggio che vi lascio è il
seguente...se l'in domani morirò, sappiate che il nuovo presunto
Kira è Tota Matsuda, non vi sono dubbi a riguardo...spero quindi che
nel peggiore dei casi sappiate gestire la situazione ed agiate di
conseguenza", un altra estenuante pausa, un breve respiro, "E
mi raccomando, non abbiate pietà per lui, poichè lui potrebbe non
averne...con questo inoltre, il nostro incontro si terrà presso il
caveau dove è custodito il Death Note, li, come per l'ultima volta,
avremo le risposte che cerchiamo."
Nessun altro comando, strano, poche e semplici
istruzioni quelle date da Near questa volta.
Sudore, ansia, tachicardia.
Un malessere generale divora dall'interno il povero
Matsuda, ormai totalmente sconvoldo e in balia degli eventi, non più
padrone della propria mente e del proprio corpo.
-Non vi è altra soluzione, era l'unico modo per
continuare a vivere, l'unico modo per lasciarsi alle spalle questo
tremendo momento- pensieri sconnessi, senza un senso apparente i
suoi.
Si alza d'impeto dal letto poi, come preso da un altro
raptus, mano al Death Note.
Scrive, scrive e scrive ancora, una lunga serie di
eventi, un piano, addirittura un piano, ormai dominato da convulsioni
e follia, il corpo e le mani di Matsuda scrivono incessantemente sul
quaderno della morte.
-Si...si perfetto, così dovrebbe funzionare, mi
dispiace amici miei, ma d'altronde non c'era altro modo-,
singhiozza poi, ha terminato.
Si lascia cascare all'indietro, sullo schienale della
sedia sul quale si era poc'anzi accasciato, apparentemente senza
vita, dominato dalla solita pazzia, ormai purtroppo così definibile.
Non è più il Matsuda che tutti conoscevano, e questo è
un dato di fatto ormai.
Il giorno dopo.
Un auto dopo l'altra, tutti i prescelti si ritrovano
davanti al locale, ancora una volta, nuovamente difronte ad una
immensa minaccia: Kira.
Non capiscono, uccidendo Light hanno posto fine ad un
mondo privo di criminalità e violenza, un mondo privo di malvagità
ed ingiustizie, ma è troppo tardi, e il suo successore non sembra
per nulla da meno ormai.
"Benvenuti signori miei...o meglio, ben
ritrovati"silenzio tombale segue le parole di Near, congelati
all'istante da quell'atmosfera surreale.
"Vi ho convocati qui tutti, per svelare ancora una
volta chi sta dietro agli ormai conosciuti omici di massa e non
solo." nessuna risposta ancora da parte dei presenti, se non un
commento di Aizawa: "Ancora una volta dici Near?, quindi abbiamo
un successore a piede libero...come è possibile?."
Celere lo sguardo del bambino va ad ingaggiare quello
dell'interlocutore, paralizzandolo all'istante, "Aizawa, non
solo esiste un successore di Kira, ma egli stesso presumo sia qui tra
noi.", una breve pausa ed ancora, "vi prego di seguirmi
signori.".
Qualche istante è necessario a radunare i membri della
"riugnione" all'interno del caveau dove si trova il Death
Note.
"Vedete, la mia ipotesi è molto semplice..."
ed ecco che lo sguardo va a scagliarsi contro Matsuda, in incredibile
fermento ed agitazione per la situazione in cui si trova.
Ne è perfettamente cosciente, sa esattamente quello che
deve fare.
Rimane in silenzio per ora, non si esprime, aspetta la
mossa del proprio avversario.
"Quello che vi voglio dire è molto semplice, e
soprattutto, non sarà facile da digerire per tutti voi."
I presenti sono agitati, in preda al terrore più
sfrenato, sanno benissimo che il nuovo Kira potrebbe essere Matsuda,
il messaggio lasciato da Near il giorno prima non lascia scampo,
devono essere pronto a qualsiasi costo.
Continua la finzione intanto il ragazzino ora
ranicchiato sul pavimento, con il solito dito tra i capelli, ed i
giocattoli al seguito, schierati come su di una scacchiera, senza
essere però toccati.
Ha già in realtà comunicato con gli altri la propria
teoria, deve solo guadagnare tempo rispetto Matsuda, e studiarne
l'eventuale strategia.
"Il nuovo Kira è Tota Matsuda", un attimo
ancora di silenzio, l'affermazione lascia comunque di stucco i
presenti, i quali realizzano ancor meglio quello che potrebbe
accadere, e quello che comporterebbe la realtà di tale teoria.
"Chi...chi...io?!" lo sguardo e le tremolanti
parole di Matsuda si insinuano nella discussione, quasi totalmente
inutili, non è mai stato bravo a parole infondo.
"Io sarei il nuovo Kira?!, sei impazzito Near!",
silenzio ancora tra i presenti.
"Si Matsuda, e questo Death Note può provarlo, se
vi saranno delle manomissioni, non ci sarà prova più definitiva
della tua colpevolezza."
Lo sguardo di Matsuda assume un atteggiamento quasi di
sfida, come per vedere cosa il suo avversario ha in mente di fare,
cosa che il giovane agente spera che faccia.
"Aizawa...", celere la risposta "Si,
mi...mi dica", "Potrebbe andare a prendere e contrallare
lei stesso il Death Note?, in questo modo ci accerteremo o no della
colpevolezza di Matsuda...", "Si...subito" deglutisce,
e si accinge ad esegueire il compito assegnato.
Il tempo si ferma, congelato, immobilizzato.
La mano ferma ma insicura di Aizawa si avvicina al
quaderno della morte, toccandolo leggermente, facendogli provare un
insolito brivido, un insolita sensazione di triste solutine.
Una sensazione che tutti all'interno della stanza
provano, tutti a parte l'ormai smascherato Tota Matsuda.
E' un istante poi, e tutti gli ex membri del gruppo di
indagine al caso Kira si accasciano a terra, senza vita, in un
istante, inaspettatamente, senza alcun preavviso.
Solo, è solo Near, faccia a faccia con il colpevole di
tale folle gesto: Tota Matsuda.
"Cosa...C...C...cosa hai fatto
Matsuda..."tremolanti, senza fiato escono tali sconvolte parole
dalla bocca del bambino, ormai totalemente in preda al terrore.
Non aveva pensato e previsto tale mossa, non da Matsuda
almeno, il quale è stato sottovalutato.
Infondo Near non si era minimamente preoccupato per lo
meno di fare una copia del Death Note, e lasciar riporre nel caveau
il falso da parte di Matsuda; o meglio, non si è minimamente curato
di calcora un tale imprevisto.
E' successo però, è la realtà, è ciò che sta
accadendo, i colleghi, i preziosi alleati del successore del grande L
sono morti, così, senza proferir la minima parola.
"Era...era l'unico modo Near lo capisci!!" la
voce in preda alla pazzia di Matsuda esala tali velenose parole,
imbrattate di una follia senza precedenza.
"Non mi avreste mai concesso di vivere!!, non dopo
quello che ho fatto!!" lacrime ora scendono copiose sul viso del
ragazzo.
"Non so perchè ho agito così, non so perchè ho
fatto tutto questo, non lo so....non lo so..qualcosa, qualcosa in
testa mi devastava da dentro, mi dominava...non lo so...non lo so"
tra singhiozzi e in lacrime prosegue il discorso il giovane Matsuda,
osservando Near con uno sguardo allucinato, senza il ben che minimo
controllo di se.
"Matsuda...Matsuda...perchè...ma cosa hai
fatto...io...io...dovevo prevederlo...ma come...come hai ucciso i
tuoi vecchi compagni!, come hai potuto!", un attimo di silenzio,
ed ecco immediata la spiegazione del giovane ex agente:"Semplice
Near, non avevo scelta, o li uccidevo, o non sarei stato più in
grado di vivere, non sarei stato più libero, sarei stato sicuramente
internato in chissà quale luogo segreto..."un altro singhiozzo,
e continua "E' semplice...questo è ciò che ho scritto sul
quaderno..."
-Kanzo
Mogi, Shuichi Aizawa, Hideki
Ide, Hirokazu Ukita , il giorno 4 gennaio, moriranno di arresto
cardiaco entrati nel caveau ideato per la custodia del Death Note,
non appena uno di essi toccherà il quaderno.-
Risuonano tetre e sicure le parole di Matsuda, compiaciuto in realtà
per la propria sorprendente ed insolita genialità.
"Matsuda...ma....", poi tace, riassumendo quasi un aria
rassegnata, Near sa cosa sta per accadere.
La mano destra di Matsuda raggiunge la fondina della pistola riposta
all'interno della propria giacca
Le pupille di entrambi si dilatano, sono concetrate sulla scena,
impassibili.
All'unisono "E' finita..." ed uno sparo segue quelle breve
e pacate parole, cariche di tristezza e malincionia.
4 anni dopo, sul ciglio d un terrazzo, Tokio.
Sono passati 4 anni dalla morte dell'ultimo rivale di Kira, non ve ne
sono stati altri, il mondo si è arreso alla supremazia del Dio del
nuovo mondo, ormai finalmente compiuto.
Tota Matsuda, con una innata forza, è riuscito a costruirlo, ed ora
si ritrova immerso in uno splendido tramonto, sul ciglio del tetto di
un altissimo grattacielo di Tokio.
La criminalità è scomparsa dal mondo, le guerre sono del tutto
cessate, l'Africa ed i paesi del terzo mondo non sono più definibili
tali, anzi, grandi potenze a livello mondiale.
Non vi sono ingiustizie, ognuno vive sereno, al sicuro sotto le ali
protettrici del grande Kira.
Il mondo è salvo finalmente.
Si getta dal grattacielo poi, con un sorriso sulle labbra Matsuda,
che tanto ha fatto ai fini della grande opera di Light.
Una sola domanda fuoriesce dalla sua bocca: "Perchè?..." e
tutto si spegne
La visione di un nuovo mondo, il mondo che tutti dovremmo desiderare.
Light ride nell'aldilà, nel regno degli Shinigami,ride copiosamente,
in preda agli spasmi, ce l'ha fatta, ha infine vinto.
Egli infatti, qualche giorno prima della propria sconfitta e morte,
ampiamente prevista, scrisse sul Death Note ancora in proprio
possesso:
-Tota Matsuda,
dopo la morte di Light Yagami, strapperà una pagina dal Death Note,
se questo verrà a lui consegnato anche solo per un istante, solo nel
caso in cui si trovi in una stanza, ed in completa solitudine.
Ucciderà i
primi due crimili di cui conoscerà volti e nomi se entrato in
possesso del quaderno, e solo tramite il suo utilizzo.
Qual'ora
il Death Note venga toccato da Kanzo
Mogi o Shuichi Aizawa o Hideki
Ide o Hirokazu Ukita, Tota Matsuda ne scriverà su questo quaderno il
decesso immediatamente in seguito a tale atto.
Sparerà dopo
40 secondi a Nate River se compiuta la precedente condizione.
Nei successivi
4 anni, Tota Matsuda ucciderà esattamente 400.000 umani definiti
come malvagi dalla comune morale.
Morirà
lasciandosi cadere dal ciglio di un grattacielo della città di
Tokio, alle 18:00 in punto.-
Come Light abbia potuto compiere tale impresa resta un mistero, in
teoria non avrebbe potuto far causare tutti quei decessi alla sua
povera vittima, ne conosceva il nome del proprio acerrimo rivale,
Near, almeno in teoria, ma è ciò che è successo.
La regola del Death Note è chiara, se la causa della morte di una
persona viene specificata ma provocherebbe la morte di terze persone,
la persona suddetta morirà, chiara come lo è quella che fa
riferimento a doti nascoste del quaderno della morte, doti di cui
nemmeno uno shinigami è a conoscienza.
Forse Light ha potuto fare così tanto per il numore delle vittime
mietute, per la causa per cui si batteva, per l'elevazione dello
spirito dello stesso Light...
Molte potrebbero essere le ipotesi, ma i fatti sono i fatti, e ciò
che è successo è a dir poco un miracolo, come sapeva Light di poter
usufruire a tal punto del Death Note?, nemmno Ryuuk ne è a
conoscienza, solo il Dio del nuovo mondo potrà chiarirci su tale
proposisto.
Per ora rimane celato dal mistero...non ci è dato saperlo.
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