Addio al passato

di Leo
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 01-La rinascita del Rat-Man ***
Capitolo 2: *** 02-Fuga ***
Capitolo 3: *** 03-Rat-Man per sempre ***



Capitolo 1
*** 01-La rinascita del Rat-Man ***


La rinascita del Rat-Man

“Signore! Il guardiano è tornato!”. Valker si girò verso il suo assistente. “Davvero? Ed è riuscito a prendere questo supereroe misterioso?”. Jorgesson esitava. “Ecco…”. “Jorgesson sii chiaro…sai cosa succede se non riesco a capire al volo…”. “Gia…” disse Jorgesson guardandosi l’ingessatura alla gamba. “Allora?!”. “Beh, temo di dovervi dare una brutta notizia: il guardiano è tornato a mani vuote!”. “Che cosa?! Non può essere: è stato costruito con l’ordine di colpire fino a morte certa!”. “Il guardiano non ha colpito nulla…”. Valker rimase a riflettere. Si girò verso il computer. Continuando il suo lavoro. “Signore…cosa dobbiamo fare?!”. “Ci sono due ipotesi Jorgesson…o il supereroe è riuscito a fuggire dai sensori del guardiano…o è riuscito a fare paura al guardiano…”. “È impossibile signore! Il guardiano è una macchina, non prova sentimenti come la paura!”. “Il guardiano è programmato per ritirarsi se il nemico è troppo forte.”. Si girò verso il suo assistente. “Non so chi sia…ma dovremo abbatterlo in altro modo…se è così pericoloso da bloccare il guardiano, potrebbe darci troppo filo da torcere!”.

Nello stesso momento l’ormai non più Rat-Man (che per convenzione in questa storia verrà chiamato solo Rat-Man) era nella sua casa. In bagno. Con la nuova copia di smanazza. “Signore…ha bisogno di qualcosa?!”. “No grazie Arcibaldo! Sono a posto così…”. Ma passiamo a quando Rat-Man è già uscito. “Arcibaldo…tu credi che il Rat-Man dovrebbe tornare?”. Arcibaldo non mosse un ciglio. “Signore: se far tornare Rat-Man significa far tornare nuovamente le ombre come è stato una settimana fa…le consiglierei di evitare!”. Rat-Man abbassò tristemente la testa. Si girò verso la finestra. Ci fu un attimo di silenzio assoluto. Poi si voltò nuovamente verso Arcibaldo. “E se tornassi come ‘SuperTopo’!”. Arcibaldo si girò verso il padrone di casa. “Signore, so quanto le manca la lotta contro il crimine…ma deve fare uno sforzo. Si ricordi cosa è successo! Si ricordi perché ha dovuto abbandonare la propria maschera…”. Ci fu un altro lungo silenzio. “Consideri tutto ciò come la missione più grande della sua vita…”. A quelle parole, Rat-Man alzò le braccia al cielo. “YUHUU! Sono in missione!”. Arcibaldo non seppe cosa rispondere. “Vado a mettermi subito il costume!”. E corse via, lasciando Arcibaldo senza parole.

“I sensori del guardiano stanno segnalando la presenza di un supereroe!”. “Bene!”. “Cosa faccio?! Lo lascio libero?”. “No Jorgesson…se quest’uomo è davvero così potente da riuscire a fermarlo sarebbe inutile lasciare che se ne occupi il guardiano.”. “Allora cosa vuole che faccia signore?”. “Prepara un auto…”. Jorgesson non capiva. “Con queste mani…romperò il collo a questo essere!”. Il suo assistente lo guardò con un po’ di paura addosso. Poi, esitante, cominciò a parlare. “C’è un problema, signore.”. “Quale?!”. “Lei non possiede un auto…”. Valker si girò; fissò il suo assistente negli occhi. Rimasero immobili per un po’. “Ho capito signore…”. E si avviò con una mazza da Baseball verso la porta d’ingresso. Si sentirono un paio di tonfi e un grido smorzato. Poi Jorgesson entrò nuovamente nella stanza. “Le dispiace se è un po’ ammaccata?!”.

Rat-Man era davanti allo specchio. Aveva appena finito di indossare nuovamente il suo vecchio costume. “E adesso tutti dovranno di nuovo temere la potenza del Rat-Man!”. E cominciò a sogghignare. “Non penso che sia una buona idea signore…”. “Ah, non preoccuparti Arcibaldo! Vedrai che andrà tutto per il meglio!”. “Diceva così anche all’attentato del papa…”. “Questa volta sono sicuro che andrà tutto bene!”. “Lo spero signore!”. Rimasero immobili. “Cosa ha intenzione di fare, signore?”. “Aspetterò la solita chiamata di Brakko!”. “Signore! Le ricordo che ha assicurato al capitano Brakko che sarebbe stato lei a chiamare!”. “Allora forse è ora di alzare il telefono…”. E scese di corsa per le scale.

“Ecco signore! È qui che è stata rilevata la sua presenza!”. “Bene Jorgesson…andiamo a farci annunciare!”.

Arcibaldo aprì la porta trovandosi di fronte due uomini: uno con un paio di occhiali e un lungo impermeabile marrone e una pistola in mano, l’altro con un camice da scienziato, senza un braccio e con una gamba ingessata. L’uomo in impermeabile si voltò verso l’altro. “Ora che ci penso…Jorgesson…ma come hai fatto a guidare l’auto?!”. Jorgesson si voltò verso il suo signore. Rimasero in silenzio. Poi entrambi si girarono verso Arcibaldo. “Salve! È in casa Rat-Man?”. Caricò la pistola. “Dovremmo ucciderlo…”. Arcibaldo scrutò i due uomini. “Si, signori! Ma in questo momento è al telefono. Volete attenderlo?”. “Si grazie!”. “Prego, accomodatevi! Volete una tazza di tè?”. “No grazie!”. “Vado ad annunciarvi.”. “Grazie.”.

“Signore! Ci sono visite.”. “Chi è?”. “Due signori. Hanno detto di volerla uccidere.”. “Hai detto che sono a telefono?”. “Si, signore!”. “Perfetto! Assicura che sarò da loro a momenti!”. “Si, signore!”.

“Il signore vi riceverà a breve!”. “Grazie!”.

Dopo una decina di minuti, Rat-Man capì ciò che il maggiordomo aveva detto. (Però! È stato veloce!). “Accidenti…è ora di usare la trappola per ospiti indesiderati!”. Si avvicinò a una leva. “Eheheh! L’avevo costruita per Cinzia, ma la userò per scopi migliori!”. Abbassò di colpo la leva.

“Signore! Ha notato la targa con su scritto ‘Trappola per ospiti indesiderati’?”. “Si Jorgesson, ma non preoccuparti! Vedi?! C’è un’altra targa con su scritto ‘In rifacimento’!”.

“Maledizione! La trappola non funziona! Devo scappare per la porta posteriore! Arcibaldo!”. “Si, signore?!”. “Io devo scappare, racconta una qualsiasi storia ai signori e mandali via!”. “Va bene, Signore!”. Arcibaldo si avviò verso la sala dove i due uomini attendevano, mentre Rat-Man si diresse verso una piccola porta che dava all’esterno. “Non riusciranno a prendermi! Non ci riusciranno! Io sono Rat-Man! Non un uomo qualunque!” e continuò a correre.

“…e questa era la storia di Cappuccetto Rosso!”. Valker aveva una lacrima in viso. “Povero lupo…non è giusto che abbia fatto questa fine!”. Si asciugò gli occhi, e guardò il maggiordomo. “ma perché ci ha raccontato questa storia?”. “Mi è stato ordinato dal signor Rat-Man!”. “Si, ma adesso lui dov’è?!”. “Oh…è dovuto scappare! Mi ha raccomandato di accompagnarvi alla porta!”. “Ah! Va bene! Quando lo possiamo trovare?”. “Non saprei…provate verso ora di cena!”. “D’accordo, grazie mille!”. “Arrivederci!”. E andarono via.

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Capitolo 2
*** 02-Fuga ***


Fuga

 

“Jorgesson…”. “Si, Signore?!”. “Non ti sembra strano il nostro comportamento? Insomma…siamo stati gentili!”. “Ha perfettamente ragione, signore!”. “E allora perché ce ne stiamo andando, Jorgesson?”. I due si guardarono negli occhi.

“Si?”. Arcibaldo non potè dire altro; un pugno raggiunse il suo volto facendolo svenire. “Jorgesson! Cerca per tutta la casa!”. “Si, signore!”. Valker con pazienza cominciò a legare il corpo incosciente di Arcibaldo. “Signore!”. “Che c’è?!”. “In casa non c’è anima viva!”. “Sarà scappato…e va bene! Lo aspetteremo! Adesso abbiamo anche un ostaggio…un vero supereroe non lo lascerebbe solo…”.

Rat-Man correva per i vicoli della Città senza nome. “C’è il rischio che Arcibaldo sia stato preso in ostaggio…cosa devo fare? Dovrei salvarlo?”. Si fermò per un paio di secondi a riflettere. Poi scrollò le spalle. “Naa…un vero supereroe è in grado di fare delle rinuncie!”. E continuò a correre. “Adesso c’è un problema più grande…chi sono quei due? Perché mi vogliono morto? Accidenti…uno dei due assomigliava a una persona che io ho gia visto…ma chi? Chi è quest’uomo? Devo scoprirlo!”. Si fermò un’altra volta a riflettere. “Chiederò aiuto a Brakko! Lui mi salverà!”.

“Signori…potrei chiedervi una cortesia?”. “Dica!”. “Mi fanno un po’ male le mani…potreste allentare un po’ la stretta?”. “Certamente!”. Jorgesson allentò la stretta delle corde che legavano il corpo di Arcibaldo. “La ringrazio!”. “non c’è di che…”. “Jorgesson!”. Lo scienziato si avviò verso la cucina, dove Valker cercava indizi. “Jorgesson…forse ho trovato!”. “Bene, signore…”. “L’ultima chiamata registrata su questo telefono è stata fatta a un certo Tadeus Brakko…è il capitano della polizia della città senza nome!”. “Allora?! Che si fa, signore?!”. “Metti in moto la macchina, Jorgesson! Andiamo a fare una visitina a questo Brakko!”.

“Ecco, sono arrivato! Per fare presto ho dovuto usare la mia super velocità, ma almeno sono sicuro che quei due non possono essere già qui!”. Si avviò verso la porta d’ingresso; ma si bloccò quando sentì sopraggiungere un auto. Si nascose dietro un cespuglio. “Accidenti, Jorgesson! Questa macchina è lentissima…sembrava di essere a cavallo di una lumaca!”. “Mi perdoni signore…non ne ho trovata una migliore!”. “Adesso andiamo a bussare a casa di Brakko!”. I due si avviarono, osservati da Rat-Man. “Accidenti, sono già qui!”. Si voltò intorno. “Devo trovare un altro posto dove andare.”. Rimase immobile per un po’. “Krik è scomparso da parecchio tempo…non posso contare su di lui…Cinzia…Accidenti…ah già! C’è sempre Jordan!”. Abbassò la testa. “Ah, no…Jordan è fuori città…mi sa che dovrò andare da Cinzia…”. Inorridì in volto. “E va bene…se è l’unico modo per salvarmi farò così!”. Si alzò in piedi. “SUPERVELOCITA’!”. E dopo cinque minuti era a tre metri di distanza dal cespuglio dove era nascosto.

“Salve signor Brakko!”. “Buonasera…”. “Vorremo farle qualche domanda!”. “prego, entrate pure!”. I tre si accomodarono in salotto. “Allora…cosa volete chiedermi? Sarò felice di rispondere alle vostre domande!”. “Lei conosce Rat-Man?”. “Si, signori! Era il mio miglior amico, ma è da una settimana che non lo vedo…dopo l’apparizione di quel mostro all’arena, aveva abbandonato la sua identità…poi una decina di minuti fa mi ha chiamato, per dirmi che era già in missione, e che per qualsiasi cosa potevo contare su di lui!”. “Ah, è così? E dov’era dieci minuti fa?”. “Io?! A telefono con Rat-Man!”. Ci fu un secondo di silenzio. “Io parlavo di Rat-Man…”. “Ah, Rat-Man! Beh, mi aveva detto che era a casa…ha attaccato dicendo che aveva delle visite!”. “Bene…e dove andrebbe Rat-Man, se dovesse scappare da qualcosa?”. Brakko cominciò a ridere. “Beh…sono sicuro che verrebbe da me!”. “Bene…le dispiace se lo aspettiamo qui?”. “Chi?”. “Rat-man, signor Brakko! Le dispiace se aspettiamo Rat-Man qui a casa sua?”. “Ah, si! Per me non c’è problema! Avverto Clara che abbiamo ospiti a cena!”.

“hanf…hanf…sono quasi arrivato…”. Dopo un’ora di corsa Rat-Man era riuscito a percorrere i cento metri che separavano la casa di Brakko da quella di Cinzia. “Chi bussa alla porta di una splendida ragazza?”. Cinzia andò ad aprire. “TU?! TU QUI?!”. “Ciao Cinzia…”. “Oh mio Dio…non ci credo…”. “Ecco brava Cinzia! Chiudi gli occhi, che ti faccio vedere che è stata tutta un’illusione!”. Cinzia afferrò Rat-Man per le orecchie e lo fece sedere su una poltrona. “Non ci posso credere! Sono così emozionata! Finalmente hai capito cosa ti perdevi e sei venuto per farmi tua!”. “Magari fossi mia…ti potrei regalare al primo che incontro…comunque! Cinzia sono qui per un motivo specifico! Sono in pericolo di vita!”. “Davvero?! Povero rattino mio! Vieni fra le braccia della tua adorata Cinzia! Così sarai al sicuro!”. “Meglio se mi consegno a quegl’uomini…”. “Quali uomini!”. “non li conosco…però uno mi pare di averlo già visto…comunque…mi serve un posto sicuro dove passare la notte!”. “Perfetto! Ho appena finito di montare un letto a due piazze, con rete leopardata!”. “Penso che dormirò sul divano…”.

“Mi sa che non verrà! Sarebbe già dovuto essere qui da un pezzo!”. “Probabilmente ha ragione signor Brakko! Ci scusi per averle fatto perdere del tempo prezioso!”. “Ma figuratevi! Tornate quando volete!”. “Grazie per l’ospitalità signor Brakko!”. “Arrivederci signor…signor?”. “Valker! Janus Valker!”. “Ah bene…arrivederci signor Janus Valker!”. Chiuse la porta. “Janus Valker…mi sembra di averlo già sentito…mah!”.

 

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Capitolo 3
*** 03-Rat-Man per sempre ***


Rat-Man…per sempre!

 

“Devo tornare a casa! Arcibaldo avrà bisogno d’aiuto!”. “Non puoi tornare! E se incontri un’altra volta quei brutti ceffi?”. “È un rischio che devo correre! Non posso lasciare Arcibaldo!”. “Allora verrò con te!”. “No Cinzia! Resta qui!”. “Non puoi impedirmelo! Potresti essere in pericolo!”. “Appunto! Resta qui!”. Rat-Man si avviò verso la porta, mentre Cinzia lo osservava in lacrime. “Io ti aspetterò Rat-man…ti aspetterò!”.

“Impossibile…è riuscito a farci perdere le sue traccie! Come ha fatto Jorgesson?!”. “È un supereroe signore! È un supereroe!”. “NON ESISTONO I SUPEREROI JORGESSON!”. L’assistente fece silenzio. “No Jorgesson! Non mi arrenderò così! Torniamo a casa sua!”. “Va bene signore!”.

Rat-Man esitava ad entrare. Aprì lentamente la porta. Si fiondò dietro al divano. Guardò intorno. Saltò dietro una pianta. Voltò la testa in tutte le direzioni. Fece una capriola, e arrivò dietro Arcibaldo, ancora legato. Osservò attentamente tutta la stanza. “Signore!”. “Shhh! Sto cercando Arcibaldo!”. “Si, signore!”. Si catapultò in cucina. Mise sottosopra tutta la stanza. Poi salì ai piani superiori, ma di Arcibaldo non c’era traccia. “Accidenti! Non l’ho trovato!”. Scese nuovamente e si sedette sul divano abbattuto. “Non c’è nessuno…”. Si voltò verso Arcibaldo. “Ehi Arcibaldo! Portami un bicchiere di tè!”. “Si, signore! Prima però le vorrei chiedere di slegarmi!”. “Arcibaldo! Alla tua età dovresti saperlo fare da solo! Questa è l’ultima volta che lo faccio, poi dovrai cavartela da solo!”. Si alzò dal divano, slegò il maggiordomo che si alzò e andò in cucina. Rat-Man si buttò nuovamente sul divano, aspettando il suo bicchiere di tè. In breve Arcibaldo tornò nel salotto con un vassoio. “Ecco il suo tè, signore!”. “Grazie Arcibaldo!”. Rat-Man bevve tutto d’un fiato il tè, e poi lo appoggiò di nuovo sul vassoio. “Accidenti…non sono riuscito a salvare Arcibaldo…ti rendi conto?”. “È una vera sfortuna signore…”. “Già…”. Si alzò in piedi. “E va bene! Se non sono riuscito a trovarlo, troverò i due uomini e lo vendicherò! Arcibaldo! Prepara la mia attrezzatura!”. “Si, signore! Subito!”. Ma mentre il maggiordomo si avviava nel ripostiglio per prendere il rat-dardo da consegnare al suo signore, un colpo sfondò la porta della casa del supereroe. “Toc toc!” disse Valker entrando lentamente. Rat-Man non sapeva che fare. “State indietro, maledetti!”. “Altrimenti?!”. “Altrimenti utilizzerò il mio colpo segreto!”. “Divertente! Vediamo com’è questo colpo!”. Rat-Man cominciò a sorridere. “Eh eh…non sai a cosa vai incontro!”. Prese una piccola bombetta, e la buttò a terra. “Tecnica del gas soporifero!”. Dalla bombetta uscì una piccola nuvoletta di gas completamente inutile. Rat-Man guardò Valker; poi raccolse la bombetta. La scrutò attentamente. “Ma guarda! Qui c’è scritto che scadeva nell’80!”. Valker colpì Rat-Man, che cadde a terra rovinosamente. Poi gli puntò addosso la pistola. “Prima di eliminarti…vediamo quale inutile uomo si nasconde sotto questa maschera…”. Gli sfilò la maschera.

La pistola cadde a terra; Valker non parlava. Si limitava a guardare quell’uomo. “D-Deboroh…”. Rat-man guardò Valker. Poi si girò verso il suo assistente. “Forse sta parlando con lei!”. “Non è possibile…sei tu? Sei proprio tu?”. Rat-Man non sapeva che dire. Si girò di nuovo verso Jorgesson, anche lui ignaro di tutto. “Mi sa che non parla nemmeno con lei…”. “Sei ancora vivo Deboroh?”. “ma chi è Deboroh?”. Valker perse una lacrima. “Deboroh…figlio mio…”. Abbracciò Rat-man. “Ma…chi sei?!”. “Sono il tuo papà…Deboroh…”. Rat-man trasalì. “p-papà?!”. Jorgesson guardava allibito. E ogni tanto metteva in bocca una manciata di pop corn. “Che significa? Papà?!”. “Si Deboroh! Ho perso le tue tracce dopo la storia della seconda squadra segreta…non potevo cercarti…l’ombra me lo impediva! Ma adesso…adesso potremo tornare insieme! Potremo tornare ad essere una famiglia, come lo eravamo allora…”. Rat-Man lo guardava negli occhi. “Non è possibile…”. “Possiamo tornare ad essere una famiglia Deboroh…una famiglia…”. Rat-Man si allontanò. “No…io non sono Deboroh…io non sono nessuno…non ho un’identità al di fuori di Rat-Man…e tu non sei nessuno…non sei mio padre…non ti conosco…”. “Ascoltami Deboroh…tu hai perso la memoria…io ho il tuo tracciato mentale conservato…se mi dai un po’ di tempo di ridarò la tua memoria…tu…tornerai ad avere la tua identità…”. “Non la voglio!”. Valker rimase senza parole. “Se davvero volevi fare una cosa del genere, potevi cercarmi…te ne saresti fregato dell’ombra…io ora non sono nessuno…solo Rat-Man…quindi per favore: vai via…vai via da qui!”. Valker continuava a non parlare. Poi abbassò lo sguardo. “Ho capito…”. Si alzò in piedi e si avviò alla porta. “Andiamo Jorgesson…non abbiamo più nulla da fare qui!”. “Ma…e la missione?”. “Quale missione?!”. Jorgesson capì. “Va bene signore…”. Uscirono e andarono via per sempre. “Signore…il suo rat-dardo! Non riuscivo a trovarlo, poi mi sono fatto forza e ho controllato nel cassetto della biancheria…”. Rat-Man non rispondeva. Continuava a guardare l’auto che si allontanava. Poi, all’improvviso, si voltò verso Arcibaldo. “Io vado a dormire…fai aggiustare quella porta…”. Arcibaldo lo guardò negli occhi. Sorrise. “Si…signore…”.

Rat-Man stava sotto le coperte. Troppi pensieri lo assillavano per poter dormire. “Beh…almeno adesso so qualcosa del mio passato…”. Ci fu un attimo di silenzio. “Povero Arcibaldo…ha fatto davvero una brutta fine…”.

 

Fine

 

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