La rivolta DELLE Mary Sue

di avalonne
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1. L’epoca dei Malandrini - L’ibrido ***
Capitolo 2: *** 2. L’epoca dei malandrini – Quella che non vuole una storia seria. ***
Capitolo 3: *** 3. L’epoca dei malandrini – L’ibrido e il Lupo Mannaro ***
Capitolo 4: *** 4. L’epoca dei Malandrini – Quella che non vuole una storia seria, ma una carriera seria sì! ***
Capitolo 5: *** 5. L’epoca dei Malandrini – La rivale di Lily Evans. ***
Capitolo 6: *** 6. L'Epoca dei Malandrini - La festa di Lumacorno ***
Capitolo 7: *** 7. Il clichè Lily Evans ***
Capitolo 8: *** 8. Al tempo di Harry - La nata babbana Dark ***
Capitolo 9: *** 9: Al tempo di Harry – Dolce come il fiele ***



Capitolo 1
*** 1. L’epoca dei Malandrini - L’ibrido ***




Ebbene sì: avete letto bene. Non è la solita rivolta contro le Mary Sue ma è una rivolta delle Mary Sue. Queste povere creature innaturalmente belle sono costrette ad essere perfette e a innamorarsi dei personaggi principali della saga. Ma se non fossero davvero così? Se anche loro avessero un  cervello, ma un cervello vero non solamente descritto a parole, e una propria volontà? Perciò ecco a voi delle Mary Sue per ogni generazione pronte a prendere la loro strada.

Il primo capitolo inzia con le origini: i Malandrini. Ecco i nostri eroi al loro ultimo anno pronti ad affrontare la nuova minaccia!


 


 
L’epoca dei Malandrini - L’ibrido
 
Il presentimento
 
1 Settembre, King’s Cross.
 
Remus Lupin e Peter Minus erano in attesa, come tutti gli anni, dell’arrivo dei loro amici James e Sirius. Il ritardo era una loro peculiarità che, da quando Sirius si era trasferito a casa Potter, stava prendendo carattere cronico.
All’improvviso il vento cambiò e l’istinto animale di Lupin lo avvisò che nell’aria c’era odore di novità, se queste fossero positive e negative non era dato saperlo.
- Remus, tutto bene? – Chiese un preoccupato Peter all’amico che aveva iniziato a sfregarsi furiosamente il naso.
- Non saprei. È come se all’improvviso avessi avuto una premonizione! –
- Fa parte dei tuoi poteri da tu sai da cosa intuire le cose prima del tempo? –
- No Peter. La divinazione non fa parte del background dei Licantropi, non ne ha mai fatto parte ne mai lo farà! –
Non sapeva, il tapino, che quando una Mary Sue compare nel mondo dei nostri eroi anch’essi mutano misteriosamente.
- È una sensazione difficile da spiegare: sento un odore diverso nell’aria. – Continuò Remus.
- Sì Lunastorta, si chiama vernice! Hanno ridipinto il treno quest’anno, non te ne eri accorto? – Appena arrivato Sirius non poté esimersi dallo spargere un po’ di sarcasmo tutto intorno a lui.
- Lascia stare il nostro piccolo Remus! Questo sarà un anno mirabolante! E non sto parlando dei M.A.G.O.! – James abbracciò i suoi amici e tutti insieme si avviarono a prendere posto su una carrozza dell’Hogwarts Express.
 
La misteriosa creatura
 
In realtà il nuovo sesto senso di Lupin aveva funzionato: in coda al treno era salita una nuova studentessa. Sebbene si fosse seduta in uno scompartimento vuoto era impossibile non notarla: aveva lunghi capelli color verde-acqua, dolci occhi dall’insolito colore dorato ed era di una bellezza devastante. La giovane misteriosa studentessa, inoltre, custodiva un segreto: sebbene avesse fattezze umane era la figlia di una sirena e di un avvicino. Come fosse possibile che da due creature marine, entrambe piuttosto brutte, fosse nata una giovane splendida e all’apparenza umana sono misteri che non ci competono. Lei era figlia di due creature marine ed era bellissima. Punto. L’unica caratteristica che aveva ereditato dai genitori era che, una volta al mese, durante la luna piena, dovesse passare una notte immersa nelle gelide acque del Lago Nero. Come? L’idea della creatura simil umana che con la luna piena rischia di trasformarvi non vi è nuova? Non stupitevi, non vi deve essere nuova ma deve farvi scattare un campanello d’allarme: chi sarà il giovane destinato a scoprire il suo segreto? Il mistero non è poi così misterioso.
 
L’incontro
 
La giovane studentessa sarebbe rimasta volentieri da sola nel suo scompartimento ma il destino, personificato in un’Autrice, decise che ogni altra carrozza del treno fosse piena perciò i quattro Malandrini si trovarono costretti a emigrare verso la coda del treno. Lily Evans sarebbe stata fiera di James: in qualunque altra occasione lui e i suoi amici avrebbero trovato un posto a forza, magari a scapito di qualche Serpeverde, invece la flemma di Lupin li convinse a camminare lemmi e baldanzosi allo stesso tempo, incuranti della contraddizione, verso l’unico scompartimento parzialmente libero.
- È libero? – Chiese Remus all’unico occupante.
Una testa dal colore improponibile si voltò verso di lui: la ragazza sconosciuta aveva un viso dall’ovale perfetto, labbra dolci color fragola, un nasino piccolo e delicato e soprattutto grandi occhi dalle pupille dorate e lunghissime ciglia scure. La misteriosa creatura aveva, inoltre, un fisico perfetto sebbene nascosto da un maglione troppo grande, i pantaloni, al contrario erano stretti come fuseaux, in netto anticipo di quasi un decennio sulla moda.
- Certo, entrate pure. – La sua voce era morbida e vellutata e un discreto velo di rossore si diffuse sulle sue gote, donandole incredibilmente un incarnato color pesca invece che imbarazzanti chiazze come a tutti i comuni mortali.
I quattro ragazzi entrarono leggermente sconcertati.
- Sei nuova? Non ti ho mai vista a Hogwarts. – Era stato James a parlare, come sempre quando si trattava di rompere il ghiaccio.
- Sì, è il primo anno per me a Hogwarts anche se ho diciassette anni. Fino ad ora ho studiato a casa a causa di un mio piccolo problema … - squamoso avrebbe voluto aggiungere ma non lo fece.
- Come ti chiami? – Chiese Peter. Strano, pensò la ragazza; qualcosa nel suo subconscio le diceva che il quarto ragazzino, quello grasso, non doveva far altro che mangiare e idolatrare il primo che aveva parlato, invece si comportava come un essere senziente.
- Mi chiamo Ariel Aquata Andr… lasciamo stare, chiamatemi Ariel. – Era abbastanza imbarazzante avere sette nomi e un cognome assurdamente francese, non aveva voglia di farsi prendere in giro fin dall’inizio.
Il tempo nello scompartimento passò veloce e Ariel iniziò a conoscere i nuovi compagni. Qualcosa dentro di sé la spingeva verso Remus che, lo sentiva, custodiva un oscuro segreto. Eppure lo trovava noioso. Non poteva farci nulla: il ragazzo era arguto, sagace, intelligente, paziente ma James e Sirius erano sicuramente più divertenti e scanzonati. Qualcosa stava andando storto nel fantastico mondo della Mary Sue.
 
Lo smistamento
 
Era arrivato il momento che tutti stavano aspettando: lo Smistamento della nuova arrivata.
Un coro di “Ooohh” aveva accompagnato il suo ingresso in Sala Grande: nessuno aveva mai visto una ragazza così bella e particolare a Hogwarts. Quando la McGranitt la chiamò Ariel desiderò sotterrarsi: - Ariel Aquata Andrina Arista Attina Adella Alana DeLaMere! -
Per una volta chi aveva deciso che dovesse essere dolce e timida aveva fatto centro: avrebbe voluto sprofondare sotto terra mentre l’intera Sala Grande scoppiava a ridere. Fortunatamente il Cappello Parlante le calò sugli occhi nascondendola alla vista degli altri.
“Sei una ragazza sui generis non c’è che dire.” Le mormorò il Cappello nella testa.
“Non dirlo a me!”
“Sento che sebbene tu finga di voler essere normale, la tua diversità ti diverte. Non ti fai problemi per quello che sei. Nonostante la tua apparente timidezza sei molto costante: sei vuoi ottenere qualcosa ti impegni a fondo per ottenerlo e sei capace di grande pazienza. Credo che la tua Casa ideale sia Tassorosso.”
“Come? Ma non è la Casa degli sfigati?”
“COME OSI? Ogni Casa di Hogwarts ha pari dignità! La Casa di Tosca richiede costanza, tolleranza, pazienza e correttezza e non c’è modo che queste qualità vengano confuse con la mollezza e l’ignavia!”
“Scusami, io ripetevo solo quello che avevo sentito dire! Però mi piace come l’hai descritta: posso ancora essere una Tassorosso?”
“Certo cara.” – Tassorosso! – Urlò il Cappello.
La McGranitt la fece alzare e Ariel si avviò verso la casa giallonera senza voltare il capo verso Remus Lupin seduto alla tavola dei Grifondoro.
La storia si avviava a prendere una piega inaspettata.
 
 
 
 
 
Eccoci alla fine del primo capitolo, ma ovviamente non della storia di Ariel … DeLaMere!
Come avrete intuito il suo nome deriva dalla “Sirenetta” Disney, è composto, infatti, dai nomi di tutte le figlie del Re Tritone. Anche il cognome, francese senza alcun motivo, richiama la sua origine acquatica.
Come avrete intuito Ariel è la Mary Sue che dovrebbe essere abbinata a Remus, anche se in genere nelle fanfic ci si ostina a pensarlo gay e innamorato di Sirius: ora capisco perché Tonks ci abbia messo tanto a convincerlo a sposarla! A quanto pare, però, la nostra eroina dai capelli improbabili non sembra così attratta dal nostro Licantropo. E la sua ribellione inizia fin da subito dalla Casa di appartenenza: quando mai si è vista una Mary Sue che non finisce a Grifondoro o Serpeverde? Come dice il Cappelloi ogni Casa ha la sua dignità, date dunque il benvenuto alla prima Mary Sue Tassorosso.
Ci vediamo presto, non vorrete mica che il povero Sirius resti single ora che il suo Remmie ha altro a cui pensare???
Kiss kiss
 
P.S.
Recensite se vi ha fatto piacere leggere questa sciocchezza o se pensate ce io debba essere corretta in qualche modo… mi ferirebbe sapere che l’avete letta, avete pensato “che idiozia e che mi lasciate continuare senza dire ba!

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Capitolo 2
*** 2. L’epoca dei malandrini – Quella che non vuole una storia seria. ***


Aggiornamento in tempi record visto che la neve tiene tutti bloccati a casa.
Secondo capitolo delle Mary Sue in rivolta, mi dispiace per chi si aspettava di vedere cosa sarebbe accaduto a Ariel ma questo capitolo è dedicato ad un’altra Mary Sue del tempo dei Malandrini.




 
L’epoca dei malandrini – Quella che non vuole una storia seria.
 
Settembre 1977
 
L’incubo
 
Cassandra Danae Persefone Middleton camminava per i sotterranei di Hogwarts. La gonna, accorciata ad arte, copriva ben poco delle lunghe e sinuose gambe, la camicetta leggermente sbottonata e la cravatta negligentemente allentata mostravano una generosa scollatura e un seno pieno e sodo. Cassandra scosse i lunghi capelli corvini, così scuri che sembravano capaci di catturare la luce: lei era così sole e ombra, Purosangue e Grifondoro e la sua chioma selvaggia sembrava voler gridare che non aveva padroni.
- Guarda guarda chi è capitata nella tana del serpente. Non sai che è pericoloso girare quaggiù di notte? – La voce strascicata di Lucius Malfoy interruppe i suoi pensieri.
Gli occhi d’ametista della ragazza si posarono sul Serpeverde, le lunghe ciglia ne schermavano lo sguardo d’odio che stava lanciando al Purosangue.
- Io non ho paura dei serpenti Malfoy, di solito mi limito a schiacciarli. – Replicò sprezzante. 
- Non hai paura? Dovresti! – Con un incantesimo non verbale fece saltare via la bacchetta dalla mano della ragazza, che era comunque abbastanza sorpresa di averla in mano visto che non ricordava di averla impugnata.
Rapido come un cobra Malfoy si avvicinò alla bellissima Cassandra e iniziò a blandirla con parole lascive.
- Lasciati andare tesoro, sono sicuro che noi due ci divertiremo molto insieme. Se fai la difficile potrei anche farti male e noi non vogliamo questo, vero? Su coraggio, io sono il Re del Sesso qui a Hogwarts, è noto e anche tu sei molto esperta a quanto dicono. – Cassandra era bloccata contro il muro, la mano sinistra del ragazzo le teneva il capo rivolto verso di lui, la mano destra le accarezza la coscia e in modo inspiegabile era anche riuscito a slacciare quel poco che rimaneva dei bottoni della camicetta.
- Lasciala andare Malfoy! – L’urlo di Sirius Black interruppe quel momento così romantico e lo Schiantesimo scagliò il Serpeverde a qualche metro di distanza. La mano dell’intrepido Grifondoro era pronta a scagliare su di lui una Maledizione Senza Perdono quando fu fermato dalla voce argentina della ragazza, la cui trachea non sembrava aver subito danni sebbene fosse stata appena liberata dalla stretta ferrea dell’uomo.
- Fermo Sirius! Non vale la pena di finire ad Azkaban per un verme come Malfoy. – Anche perché presto ci finirai ugualmente, anche se innocente avrebbe voluto continuare, ma riuscì a controllarsi a inghiottire lo spoiler. Ebbene sì, Cassandra non solo aveva tre nomi greci come da tradizione di famiglia, quella stessa famiglia da cui un giorno sarebbe nata la sposa dell’erede al trono di Inghilterra (evidentemente una magonò visto che la famiglia era di Purosangue) ma aveva anche il dono di saper vedere nel futuro ma la maledizione di non essere mai creduta, proprio come la Cassandra di cui portava il nome.
- Cassandra ma sai cosa stava per farti? –
“Sì idiota, forse non te ne sei accorto ma ero lì” pensò la ragazza ma non lo disse. Si limitò ad alzare la bacchetta con uno sguardo allucinato che ghiacciò Malfoy sul posto e a schiudere le labbra pronta a pronunciare un incantesimo che neppure Silente in persona conosceva.
 
Con un urlo strozzato Lucius si svegliò nel suo letto a Villa Malfoy prima di essere vittima di quella pazza; rivoli di sudore gelido correvano lungo la sua pallida schiena.
- Amore, cosa c’è? – Mormorò un’assonnata Narcissa Black in Malfoy dal cuscino accanto al suo.
- Cissy, ho avuto un terribile incubo! Io ho sognato che ero di nuovo a scuola! –
Sua moglie si limitò a sbuffare: - Da come urlavi sembrava che stessi per essere evirato. –
- Sì, probabilmente anche quello, ma credimi la cosa peggiore è che avrei dovuto rifare i M.A.G.O.!- E con un sospiro terrorizzato si rimise a dormire, sperando di non sognare mai più di tornare indietro di ben sette anni.
 
La realtà
 
Cassandra Danae Persefone Middleton camminava furiosa per i corridoi di Hogwarts diretta verso la Torre di Grifondoro chiedendosi come facessero i suoi compagni di scuola a essere così pettegoli. L’incidente della gonna aveva fatto il giro della scuola in così poco tempo ch non si sarebbe meravigliata se il giorno dopo fosse comparso anche sulla Gazzetta del Profeta. Il problema era che neppure un particolare corrispondeva al vero.
Di fronte al ritratto della Signora Grassa quasi si scontrò con Black.
- Sirius … -
-Cassandra aspetta! Volevo solo dirti che io non c’entro nulla con l’incidente della tua gonna. In quel momento ero in infermeria. Sai, Remus non si sentiva molto bene questa mattina.-
- Sì, non ti preoccupare, lo so. – Era il giorno dopo la luna piena e la giovane dai capelli di ossidiana sapeva che il povero licantropo doveva essere distrutto. In realtà il fatto che il giovane Lupin fosse un lupo mannaro era un segreto, ma la ragazza era un’ottima veggente e sapeva sempre tutto. Quasi più di Silente in persona.
Inoltre, l’incidente della gonna non era davvero colpa di Black. Un ragazzo del primo anno aveva tentato di accendere una candela con la bacchetta ma la fiammata non era stata ben diretta e la sua gonna aveva preso fuoco. Un banalissimo incidente, risolto con un altrettanto banale Aguamenti, si era trasformato nel gossip dell’anno. A quanto dicevano le male lingue Sirius aveva fatto Evanescere la gonna della Middleton e quest’ultima lo aveva spedito in infermeria, proprio come aveva fatto la Evans con Potter per solidarietà femminile. Cassandra doveva ancora capire perché tutti fossero convinti che tra lei e Black ci fosse un rapporto di odio e sesso e perché tutti si ostinassero a indicarla come la migliore amica della Evans. Con entrambi si limitava ad avere un rapporto civile come si conveniva a semplici compagni di Casa!
 
Una nuova prospettiva di vita
 
La ragazza si era appena gettata di peso su uno dei divani della sala comune con in mano un tomo di Trasfigurazione Avanzata quando Paul Clarke, un Grifondoro del sesto anno, le si avvicinò sinuoso.
- Ciao Middleton. –
- Clarke … - Rispose lei senza alzare gli occhi dal libro.
- Non mi dirai che stai studiando? –
“Veramente sì!” Avrebbe voluto rispondere lei, immaginando cosa le stava per proporre il ragazzo, invece si limitò a rispondere: - Perché questa domanda? –
- Sai benissimo che sei troppo intelligente per passare il tuo tempo su volumi polverosi, piuttosto è vero che ti sei lasciata con Morris? –
Jack Morris era un Tassorosso del settimo anno. Erano usciti insieme due settimane poi Cassandra lo aveva lasciato perché il ragazzo stava diventando troppo appiccicoso. La stessa sorte era accaduta a Mark Price, Alden Cook, Ryan Fisher, Trevor Owen e molti, troppi altri, in precedenza. La Middleton non era tipa da storia seria, lo sapevano tutti. Lei usava i ragazzi senza mai farsi coinvolgere, eppure la situazione stava iniziando a farsi pesante. Lei non voleva essere così, lei non era così! Una forza oscura la spingeva a comportarsi in quel modo mentre lei avrebbe voluto semplicemente avere un ragazzo con cui andare a Hogsmeade, tenersi mano nella mano, raccontarsi i sogni per il futuro. Il futuro … che futuro poteva avere Cassandra Middleton?  I suoi voti veleggiavano tra l’Accettabile e l’Oltre Ogni Previsione senza che dovesse passare le notti china sui libri. Nulla sembrava appassionarla abbastanza. In realtà lei aveva dei sogni, dei progetti …
- Visto che vi siete lasciati che ne diresti di uscire con me? Niente di impegnativo, solo un po’ di sano divertimento! – Clark continuava a sproloquiare con una mano fin troppo vicina a lei per i sui gusti e Cassandra decise che era ora di dare una svolta alla sua vita!
- Paul, mi dispiace, non ho intenzione di uscire con te, a essere sincera non ho intenzione di uscire con nessuno in questo momento. Ho deciso che è ora di pensare al mio futuro. –
Così dicendo chiuse il libro e lasciando inebetiti tutti gli occupanti della sala comune, si diresse fuori dal ritratto.
Solo una persona poteva aiutarla nel suo nuovo progetto di vita e non si trattava né di Sirius Black, né di Lily Evans.  Con un sospiro profondo si accinse a bussare all’ufficio della McGranitt.
 
 
 
 

Quando una Mary Sue arriva a chiedere aiuto alla McGranitt vuol dire che è davvero disperata! Ecco a voi dunque Cassandra, la Mary Sue che è destinata a passare da un ragazzo all’altro senza potersi mai fermare. La perfetta compagna di vita di Sirius Black, no? No. Cassandra non ha alcuna intenzione di innamorarsi del bel Black dagli occhi grigi ed è decisamente stufa della sua nomea. Come darle torto in effetti?
In questo capitolo non sono mancati rifermenti a un altro “eroe” se così si può chiamare della saga di Harry Potter: Lucius Malfoy. L’unica occupazione del povero Serpeverde sembra essere tentare di violentare povere Mary Sue di passaggio che l’altrettanto povero Sirius deve salvare. Ci credo che Lord Voldemort non è contento del suo operato! Ho anche cercato di sottolineare che Lucius non era a scuola con i Malandrini, credo che abbia finito lo stesso anno in cui loro hanno iniziato.
Fa il suo ingresso in scena, inoltre, Lily Evans. Una povera pazza sclerata che passa il suo tempo a mandare in infermeria James Potter, almeno a quanto dicono voci di corridoio. Non scordatevi di lei, prima o poi tornerà sulle scene.
Ci vediamo il prossimo capitolo con il ritorno di Ariel.
 
Grazie a coloro che hanno recensito e a chi ha letto la mia storia, spero che il secondo capitolo sia all’altezza del precedente!

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Capitolo 3
*** 3. L’epoca dei malandrini – L’ibrido e il Lupo Mannaro ***


Eccomi tornata con le fantastiche avventure di Ariel. Sì ci starebbe la musichetta Disney a questo punto ma purtroppo non siamo in fondo al mar ma a Hogwarts! Come potete vedere sto cercando di intercalare le avventure delle Mary Sue che stanno affollando l’ultimo anno di scuola dei Malandrini (come se non avessero abbastanza problemi con i M.A.G.O. da affrontare e una guerra alle porte). Avrei voluto mantenere una coerenza temporale tra le due storie ma mi è stato impossibile per motivi di trama perciò accettate i salti temporali tra ciò che accade a Cassandra e le avventure di Ariel.
 

 
 
L’epoca dei malandrini – L’ibrido e il Lupo Mannaro
 
Settembre 1977
 
Una banale amicizia
 
La vita nella Casa di Tosca Tassorosso era scorsa tranquilla per la giovane Ariel Aquata Andrina Arista Attina Adella Alana DeLaMere, nonostante le battutine sul suo improbabile nome fossero continuate per giorni.
I suoi compagni di Casa erano simpatici e, in pochi giorni, aveva trovato degli amici leali su cui sentiva di poter contare.
La ragazza con cui aveva instaurato il miglior rapporto, Ann Carrey, aveva fenomenali capelli castani, occhi nocciola, era alta, udite udite un banalissimo metro e sessantasette e portava una quanto mai comune seconda abbondante di seno. La miglior dote della ragazza era il senso dell’umorismo, non era stupida e non brillava straordinariamente, le piaceva un ragazzo di Corvonero, ma non aveva mai avuto il coraggio di dichiararsi, non apparteneva alla squadra di Quidditch ma seguiva le partite. In poche parole Ann Carrey era una ragazza normale! Il fatto che una creatura così banale fosse amica di una così straordinaria quale Ariel rompeva un migliaio di regole non scritte ma, come disse Albert Einstein: “Tutti sanno che una cosa è impossibile da realizzare, finché arriva uno sprovveduto che non lo sa e la inventa.” Ariel non sapeva che dal primo momento in cui aveva messo piede a Hogwarts aveva iniziato la sua personale piccola rivoluzione.
 
Serpeverdi e pregiudizi
 
Nonostante la superba intelligenza di cui era dotata la protagonista di codesta storia, la vita scolastica di Ariel era piuttosto fitta Le lezioni erano impegnativa soprattutto per chi, come lei, aveva avuto un’educazione casalinga e il tempo libero lasciato dai compiti era alquanto esiguo visto che quello sarebbe stato l’anno dei M.A.G.O. Ciò nonostante sembrava che il tempo per incrociare Remus Lupin nei corridoi fosse sempre più che abbondante. Le scale, si sa, a Hogwarts amano cambiare e così il povero malandrino si trovava sempre più spesso a essere trasportato sullo stesso cammino della ragazza dai capelli verde-acqua. Non che a lui o ai suoi amici dispiacesse incontrarla, Peter in particolare era alquanto soddisfatto della piega che stavano prendendo le sue giornate, ma alla lunga la faccenda poteva rivelarsi stancante, specialmente se eri in ritardo a una lezione di Trasfigurazione con un’intransigente McGranitt!
Anche quella mattina, difatti, le scale avevano deciso di muoversi a loro piacimento così che Ariel, Ann e due loro compagni Tassorosso si trovarono faccia a faccia con i Malandrini, due Serpeverdi noti per la loro poca affabilità e tre poveri innocenti primini di Corvonero che, probabilmente, sarebbero rimasti traumatizzati a vita.
In un giorno qualunque Avery e Mulciber si sarebbero attaccati con i quattro Grifondoro lasciando in pace gli altri, considerati semplicemente troppo inferiori anche solo per essere presi in giro ma la presenza di Ariel scombinò i piani.
- Ciao splendore! Cosa fai in giro con questa feccia? – la apostrofò, infatti, uno dei due.
La ragazza sospirò scocciata. Da quando aveva iniziato la scuola era stata già chiamata splendore, bellezza, fata, sirena, meravigliosa, bambina, bambolina, pupa, luce della mia vita e sinonimi vari un’infinità di volte da tutti coloro che si concentravano sulla sua avvenenza tralasciando i suoi stupidi nomi. La maggior parte dei ragazzi, fortunatamente, aveva smesso dopo che un’esasperata McGranitt aveva minacciato di trasfigurare un idiota in uno Schiopodo Sparacoda se avesse nuovamente interrotto la sua lezione per lanciarle bigliettini d’amore. Qualcuno, tuttavia, persisteva.
La ragazza tentò si sorpassare i due Serpeverdi senza rispondere ma l’altro, la cui identità non era poi così importante, le bloccò il passo.
- Lasciala stare! – Interruppe una voce maschile che, sorprendentemente, non apparteneva a Lupin ma a uno dei suoi compagni di Casa.
- E tu chi saresti per mettere bocca? –
- Samuel Cole, se ti interessa. Ora lasciaci passare. –
- Cole? Non mi sembra di conoscere nessun Purosangue con questo nome. –
- Infatti mio padre è un babbano. – Rispose il ragazzo con una notevole dose di sangue freddo, aiutato anche dal fatto che, in un ipotetico duello, sarebbero stati otto contro due, contando anche i Grifondoro. –
- Ti circondi delle persone più schifose DeLaMere! Mezzosangue, traditori del loro sangue – con un cenno del capo accennò a Sirius – e bestie immonde! – L’ultimo riferimento, al povero Lupin era quantomeno inspiegabile visto che nessuno, tranne i suoi migliori amici e Piton conosceva il suo segreto.
I Malandrini fremevano mentre una forza sconosciuta li costringeva a restare immobili durante quello scambio di battute, quando avrebbero lanciato volentieri qualche fattura ai due odiati Serpeverde.
Per tutta risposta Ariel alzò un sopracciglio, uno solo, coerentemente con i suoi poteri da creatura marina, e disse: - Hai ragione, ho di fronte a me gente davvero orribile, quindi per favore levati dalla mia vista così che io possa tornare a bearmi del panorama di questo interessantissimo corridoio! –
Mulciber, o forse era Avery, sbiancò alla risposta.
- Come osi? Non sarai anche tu una qualche Sanguesporco? –
- Dipende. Di che colore è il sangue puro? –
Con un leggero tocco di bacchetta e un incantesimo non verbale si aprì un piccolo graffio su un dito dal quale colò una splendida goccia di sangue blu cobalto.
I due Serpeverdi, e a onor del vero anche i poveri primini Corvonero, fecero un balzo indietro.
- Che razza di stregoneria è mai questa? – Chiese Avery, o Mulciber, dimostrando ben poco acume considerando che frequentava una Scuola di Magia e Stregoneria.
- Non conosci le proprietà del sangue dei DeLaMere? Dovresti stare molto attento che esso non ti sfiori neppure! – Disse Ariel muovendo minacciosamente il dito verso di lui. Schifato, il ragazzo si spostò e si affrettò a salire le scale seguito a ruota dal suo amico e dai Corvonero che non vedevano l’ora di sfuggire a quei matti.
Appena si furono allontanati i ragazzi rimasti scoppiarono a ridere.
- Forte Ariel! Ma il tuo sangue ha davvero proprietà magiche? – Chiese Daniel Foster, l’altro Tassorosso amico Samuel Cole.
- Certo che no Danny! Il mio sangue è tale quale al tuo, l’ho solo trasfigurato in un altro colore per fare un po’ di scena! Credevi, forse, che fossi un unicorno?–
- Fico! – Interloquì Sirius – Assomiglia tanto al gioco “Sposta Remus con un dito!” ~.
- Cosa? – Chiese l’interessato vagamente preoccupato.
- Sai come si sposta un Remus con un dito? – Chiese ancora Sirius felice di poter fare un po’ si show.
- Questa è vecchia Felpato! – Lo interruppe James. Il ragazzo si leccò un dito e lo avvicinò al povero Lupin che si scansò schifato con un balzo. Potter, Black e Minus scoppiarono a ridere, seguiti a ruota da Cole e Foster mentre le due ragazze li guardavano con malcelata sufficienza e Remus tentava di recuperare un po’ di orgoglio.
- Questa me la paghi James! – biascicò tra i denti.
 
 
 
Un bagno fuori programma
 
Novembre 1977
 
- Ann, hai visto Ariel? – Chiese una sera un preoccupato Samuel Cole. –
- È in Infermeria, ha detto di non sentirsi troppo bene. – Rispose la ragazza alzando a mala pena gli occhi dal libro di Pozioni Avanzate.
- Questo è il terzo mese consecutivo che passa una notte in Infermeria, non ti sembra strano? – Domandò Cole dimostrando un’arguzia da Corvonero, giacché la stessa cosa era accaduta a Lupin per ben sette anni e nessuno, tranne i suoi più stretti amici, si era posto la questione.
- Ariel è una ragazza e una volta al mese non si sente bene, non mi sembra poi così strano. – Ribatté Ann dimostrando che nascondere un piccolo segreto squamoso per una ragazza è più facile che nascondere un piccolo problema peloso per un ragazzo.
- La tua spiegazione è troppo banale, sono convinto che sotto ci sia un mistero! – Dichiarò senza alcuna logica Samuel, dimostrando meno arguzia di prima ma una buona dote di Divinazione.
- Non è che hai una cotta per Ariel? – Indagò Ann con il sorriso sulle labbra.
Samuel per tutta risposta arrossì e alzò un poco elegante dito medio all’indirizzo della ragazza, prima di sparire fuori dalla sala comune.
 
Aveva girovagato a lungo nei corridoi del castello e, mentre stava ringraziando la sua buona stella per non essersi imbattuto in insegnanti o Prefetti, era quasi inciampato su Mrs. Purr, l’infernale gatta di Mastro Gazza. Per questa ragione Samuel correva come un disperato protetto solo dalle ombre scure, inseguito dai bisbigli offesi dei quadri e da un infuriato custode. All’improvviso, dietro un angolo, gli sembrò di udire sussurri concitati di studenti, ma una volta svoltato si ritrovò di fronte il nulla smosso solo da un’invisibile corrente d’aria. Gazza ormai era alle sue spalle quando un’insperata ancora di salvezza fece apparire di fronte ai suoi occhi un passaggio segreto che lo condusse nel parco.
All’esterno il vento novembrino lo fece rabbrividire: non aveva indossato neppure un mantello e l’impalcabile clima scozzese sembrava ricordargli che si trovava in un grosso guaio, non sapendo neppure come rientrare senza essere scoperto.
Tutto sembrava immobile, eccezione forse per il Lago Nero che si increspava a ondate regolari. Sicuramente si trattava della Piovra Gigante, ciò nonostante Samuel decise di avvicinarsi. Mentre i suoi passi lo conducevano là, continuava a ripetersi di essere un imbecille: era fuori dal suo dormitorio, senza permesso, addirittura nel parco, di notte, faceva un freddo bestia e lui si stava avvicinando al lago! Se il Preside lo avesse espulso perché troppo stupido per frequentare Hogwarts non avrebbe potuto ribattere nulla.
Niente. La superficie del lago era una tavola, persino il vento si era calmato. Probabilmente la Piovra e le altre creature marine dormivano tranquille sul fondo. Dall’alto del molo Samuel sfiorò l’acqua con le dita: sentiva che era ad un passo dallo scoprire qualcosa di importante ma qualunque cosa fosse gli scivola via come l’acqua scura tra le mani.
Un ululato interruppe i suoi pensieri. Si voltò e il sangue gli si gelò nelle vene: un Lupo Mannaro completamente sviluppato lo fissava rabbioso dal limitare della foresta. Per alcuni interminabili attimi si guardarono negli occhi poi la creatura caricò e iniziò a correre verso di lui. Altre due sagome scure sembravano seguirlo ma l’attenzione di Samuel era concentrata solo sulla bestia assetata di sangue che correva nella sua direzione. Il buon senso lo aveva abbandonato, si sentiva pietrificato e incapace di muoversi per il terrore. Una mano sbucata dal lago lo afferrò in tempo prima che gli artigli del Lupo Mannaro lo ghermissero. Cole fu trascinato sempre più nelle acque scure e, mentre pensava che quella sarebbe stata la sua fine, la creatura che lo aveva afferrato iniziò a farlo risalire. Sputacchiando poco finemente tutto intorno, riemerse a una certa distanza dalla sponda. Sulla riva, nel frattempo, un enorme cane nero e un cervo cercavano di spingere il Lupo nuovamente nella foresta proibita. Si voltò verso chi lo aveva salvato e non fu poi così stupido di ritrovarsi perso nelle iridi dorate di Ariel.
- Hai intenzione di rimanere a fissarmi come un baccalà ancora a lungo o mi dici che ci fai qui? – Chiese lei distruggendo l’atmosfera romantica.
- Che ci fai qui? –
- No, ero io che lo chiedevo a te Cole! Che diavolo ci fai qui? –
- Perché sei nel Lago Nero e non in Infermeria con le tue cose? – Il romanticismo sembrava essersi concesso una vacanza quella sera.
- Perché le mie cose le ho avute la settimana scorsa! E poi in questa forma avere le mestruazioni potrebbe rivelarsi complicato. – Ribatté Ariel mostrando la lunga coda che partiva dal suo ventre.
- Così tu sei una mezza sirena! –
- Sì, mia madre è una Sirena e mio padre un Avvicino. Ora inizierai la tiritera sul fatto che io sia un mostro, giusto? –
- Scherzi? Io credo che sia la cosa più figa che abbia mai visto! Riesce quasi a superare il Lupo Mannaro che stava per divorarmi! –
Ariel lo guardò perplessa e poi scoppiò a ridere. – Lo dicevo io a Silente che era una figata e non un oscuro segreto da difendere a costo della vita! –
- Posso farti solo una domanda? –
- Vuoi sapere quali sono i miei poteri da creatura marina? –
- No, volevo sapere da quando in qua le sirene portano il pezzo sopra del bikini, non mi sembra poi così coerente, dovresti toglierlo. –
Ariel rimpianse di non aver lasciato Samuel al Lupo Mannaro.
 
Un’Infermeria affollata
 
Sarebbe stato bello parlare e scherzare con Ariel per tutta la notte ma le acque del Lago Nero possono essere incredibilmente gelide in una notte di novembre, perciò Samuel si trascinava stancamente per i corridoi diretto alla sua sala comune. Nonostante si fosse asciugato con un getto d’aria calda fatto scaturire dalla bacchetta continuava a tremare e a starnutire. Un fastidioso pizzicore alla gola e un dolore diffuso a tutte le ossa sembravano far presagire un’influenza con i fiocchi. I passi erano sempre più lenti, ogni metro una sfida insormontabile.
Una voce imperiosa interruppe il suo girovagare: - Cosa ci fa Lei nei corridoi a quest’ora di notte? –
Samuel si girò verso l’austera figura e un sorriso increspò le sue labbra.
- Professoressa McGranitt! Non sa come sono felice di vederla! La prego mi porti in Infermeria, non mi sento affatto bene. –
La strega alzò un sopracciglio perplessa: solitamente gli studenti che sorprendeva fuori dai loro dormitori non erano così contenti di vederla. Si avvicinò sospettosa al ragazzo: aveva gli occhi lucidi, era pallido con chiazze rosse sulle guance e bruciava di febbre. Per una volta si sentì incline a perdonare e lo condusse immediatamente da Madama Chips.
 
Nel frattempo, dalle parti della Stamberga Strillante, James e Sirius facevano sempre più fatica a trattenere Remus. Da tre mesi a quella parte nelle notti di luna piena il Lupo Mannaro sentiva l’impulso irresistibile di avvicinarsi al Lago Nero. Solitamente l’unico problema era il rischio di essere visti ma quella notte uno studente aveva rischiato di essere sbranato e i Malandrini non sapevano neppure se fosse affogato o meno. Peter, mandato a controllare, aveva riferito che una creatura lo aveva trascinato in acqua e, almeno all’apparenza, lo stava tenendo a galla, ma di chi si trattasse non era dato sapere.
 
La mattina dopo Peter entrò saltellante in Infermeria. Lupin si stava riprendendo dalla nottata e Madama Chips aveva insistito per ricoverare anche Black e Potter che sembravano reduci da un incontro di wrestling. La perspicacia della strega doveva essere in vacanza come il romanticismo, dacché non aveva collegato le condizioni dei due ragazzi con la natura del loro amico. Poco più il là riposavano Cole, ancora febbricitante, e Ariel che, nonostante stesse benissimo, era costretta a passare le mattine dopo la luna piena in Infermeria.
Quando Minus aprì rumorosamente la porta i ragazzi si svegliarono tutti di soprassalto.
Ci fu un lungo minuto di silenzio durante il quale si osservarono a lungo.
Ariel e Samuel non potevano ignorare le cicatrici sul corpo di Lupin e le ferite aperte dei suoi amici, i Grifondoro, da parte loro avevano riconosciuto il ragazzo in riva al lago e si erano ricordati del curioso colore dei capelli della creatura che lo aveva trascinato in acqua.
- Siamo tutti d’accordo a far finta che ieri notte non sia successo nulla? – Domandò con aria complice James.
- Se voi preferite così … - Rispose Ariel.
- Per me non c’è problema. – Disse Samuel.
- Va bene. – Interloquì una terza voce alle loro spalle.
Tutti si girano sorpresi. Sdraiata su un letto e circondata da due amiche c’era una ragazza dai capelli color arcobaleno e la pelle di porcellana.
- E tu chi saresti? – Domandò Minus con voce strozzata.
- Emily Chantal Artemisa Falbalà. Frequento il terzo anno ma, siccome sono una Corvonero, nessuno mi calcola mai. Nelle notti di luna piena mi trasformo in metà centauro e in metà unicorno e ieri ho assistito a tutta la scena. –
- Quanti altri ibridi ci sono in questa scuola? – Si chiese Lupin sempre più sorpreso.
Un sonoro russare interruppe la sua domanda. Sirius stava già per scattare e aprire la tenda che nascondeva l’ultimo occupante dell’Infermeria ma Remus lo bloccò.
- No Felpato, non lo voglio sapere! –
 
 







Ed eccoci arrivati anche alla fine di questo capitolo dedicato alla nostra Barbie Sirena! Il suo segreto è stato finalmente svelato, anche se Ariel non sembra poi così dispiaciuta! Per gli amanti delle storie d’amore è entrato prepotentemente in scena Samuel Cole un affascinante e normalissimo Tassorosso in piena crisi ormonale! Normale quasi quanto la migliore amica di Ariel! Incredibile quanta gente normale frequenta Hogwarts! Per bilanciare un po’ le cose ho fatto comparire Miss Falbalà (il nome è tratto dai fumetti di Asterix) che è una Mary Sue ingiustamente ignorata per il razzismo strisciante che colpisce le Case Di Tassorosso e Corvonero.
Potevano inoltre mancare i soliti cattivoni di Serpeverde? Ovviamente no! Ed ecco a voi Avery e Mulciber che sono passati all’onore delle cronache perché la fantastica e inimitabile Lily Evans li ha nominati una volta! Due personaggi così importanti che sono facilmente intercambiabili!


 

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Capitolo 4
*** 4. L’epoca dei Malandrini – Quella che non vuole una storia seria, ma una carriera seria sì! ***


Scusate per il ritardo ma questo capitolo è stato un bel parto! Cassandra Middleton è un personaggio non semplice da gestire perché paradossalmente più umana! La sua caratteristica principale è la bellezza e forse la “cattiva nomea” ma si sta applicando per correggerla!
Ci sarà anche una piccola particella per Emily Falbabà, la Mary Sue che è comparsa nello scorso capitolo.
A voi la lettura con i progetti di vita per la nostra Mary Sue!

 
 
 
L’epoca dei Malandrini – Quella che non vuole una storia seria, ma una carriera seria sì!
 
Progetti di vita
 
La McGranitt rispose al bussare alla porta del suo ufficio con un seccato – Sì? –
Non era una professoressa che veniva disturbava molto spesso, chi lo faceva doveva avere un motivo molto serio. Per questa ragione rimase stupita nel veder comparire sul vano della soglia Cassandra Middleton. La ragazza teneva lo sguardo basso, calze pesanti le coprivano le belle gambe, la camicetta era allacciata fino all’ultimo bottone, la cravatta impeccabile, i capelli raccolti in una treccia severa. L’aspetto serio lasciò un’impronta vagamente soddisfatta sul volto della professoressa ma non sarebbe certo bastata l’apparenza a influenzare il suo insindacabile giudizio.
- Signorina Middleton. A cosa devo la sua presenza qui? –
- Mi dispiace disturbarla professoressa, ma avrei bisogno di un consiglio sul mio futuro. –
La ragazza alzò i suoi stupendi occhi viola verso il viso della donna più anziana che vi lesse dentro apprensione e timori. Qualunque cosa dicessero le malelingue di Hogwarts di fronte a lei stava una ragazzina di diciassette anni, confusa sul proprio destino e la professoressa, come essere umano prima e come direttrice della sua casa poi, era disposta ad ascoltarla.
- Si sieda e mi parli dei suoi dubbi. –
 
La McGranitt sapeva, dopo anni di interrogazioni, che la ragazza poteva essere un fiume in piena, eppure riuscì a cogliere i punti salienti del suo sfogo. Cassandra era stufa di essere considerata la bambolina di turno, una bella ragazza senza cervello che un giorno avrebbe sposato un ricco mago o avrebbe convissuto con un povero mago, insomma non voleva che il suo futuro fosse ancorato a un uomo. Ancora meno voleva passare da un ragazzo all’altro senza criterio, un giorno avrebbe voluto accanto a sé un uomo che la amasse, ma per il momento non si voleva curare del genere maschile. Il suo sogno era proseguire negli studi come Ricercatrice Magica, una carriera accademica che, per essere intrapresa, richiedeva un’uscita da Hogwarts con il massimo dei voti in tutti i M.A.G.O.
- Professoressa, voglio che Lei sia sincera con me. Ho le capacità per intraprendere questa strada? –
Minerva McGranitt si tolse gli occhiali dal naso e fissò la ragazza negli occhi.
- Hai il coraggio per iniziare un intenso programma di studi, da qui alla fine dell’anno? Senza distrazioni o sciocchezze varie? –
Lo sguardo stanco che ricevette per risposta le bastò.
- Molto bene. Ti aiuterò a organizzare un programma delle varie materie, parlerò anche con gli altri professori. Ti aspetta un anno di duro lavoro, ma sono certa che riuscirai brillantemente! –
Cassandra sorrise e anche gli occhi tornarono a splendere come due gemme.
Una nuova ragazza era nata.
 
Una nuova studentessa: questo è amore!
 
Novembre 1977
 
La notizia ormai si era sparsa a macchia d’olio da quasi due mesi: Cassandra Middleton era cambiata! Non usciva più con i ragazzi, passava le sue giornate a studiare e i suoi voti erano lievitati fino all’Eccellente. Nessuno aveva più dubbi: era innamorata. L’idea che avesse semplicemente deciso di studiare in vista degli esami finali aveva sfiorato solamente Lily Evans che era stata brutalmente messa a tacere e tacciata di scarso romanticismo.
Fu l’incidente della sedia che fece nascere in tutta la scuola che l’amore segreto della Middleton fosse proprio Sirius Black. Un giorno in biblioteca (ebbene sì anche il prode e bellissimo Black ogni tanto deve fare i compiti se non vuole essere bocciato) urtò leggermente la sedia di Cassandra, portandola a sbafare una lettera del lungo tema di Incantesimi che stava scrivendo. Il fatto che la ragazza non lo avesse appeso al lampadario per le mutande ma che si fosse limitata a rispondere alle sue scuse con “Non è niente” fece nascere in tutti la convinzione dell’amore tormentato e segreto che la legava al ragazzo. I pettegolezzi operano in modo oscuro e misterioso.
Cassandra rinunciò presto a correggere le idee malsane dei suoi compagni di scuola: fin tanto che fossero convinti che lei fosse una proprietà di Black la lasciavano in pace e lei poteva continuare a dedicarsi ai suoi studi senza problemi.
 
Una pozione ben riuscita
 
Lezione: Pozioni.
Insegnante: Lumacorno.
Cassandra Middleton, da brava Grifondoro, odiava le lezioni di Pozioni. Ogni Grifondoro che si rispetti le odia. La Evans è esentata. Perché l’eccezione che conferma la regola ci vuole sempre. E poi lei è Lily Evans, rendo l’idea?
In ogni caso Cassandra, sebbene non amasse quella materia, si stava davvero impegnando. Con una mano mescolava, il calderone, con l’altra sfogliava le pagine del libro e con l’altra aveva afferrato della polverina dal colore strano. Cassandra osservò orripilata il suo corpo: le mani erano tornate a essere due, forse era la stanchezza o i vapori che le facevano credere cose strane. Si asciugò la fronte con una delle sue innumerevoli mani e aggiunse l’ultimo ingrediente: per la prima volta una delle sue pozioni aveva la giusta consistenza e il giusto colore, un sorriso spontaneo le sfuggì dalle labbra.
Lumacorno si avvicinò lentamente. Osservò con attenzione la pozione.
 – Minerva mi aveva detto che avevi intenzione di concentrarti maggiormente sugli studi e a quanto pare aveva ragione. Questa pozione è la meglio riuscita della classe, neppure Lily o Severus sono riusciti a dargli la giusta consistenza. Il tuo lavoro merita una E senza dubbio. –
Dal fondo dell’aula qualcuno giurò di aver visto Piton digrignare i denti, ma forse era solo perché Potter gli aveva fatto planare una sanguisuga sui capelli. Altri si dissero convinti che dopo le parole del professore la Evans fosse sbiancata e si fosse accasciata sul banco, ma forse solo perché le erano tornate in quel momento (ebbene sì, anche Lily Evans ha le mestruazioni e le fa male la pancia). L’unica certezza di quella lezione fu che Lumacorno le chiese di trattenersi un attimo finita la lezione.
 
- Come saprai, mia cara, questo Natale indirò una festa nel mio ufficio. Nulla di che, una cosa tra amici, come ogni anno. So che tu non hai mai amato partecipare alle mie piccole riunioni, anche se ne avrei avuto molto piacere, ma vorrei davvero che questa volta venissi. Ci sarà anche un importante ricercatore del MIT, il Magic Institute of Transfiguration, e credo che sarebbe utile alla tua carriera futura se volessi parlare con lui. –
Cassandra si era sempre tenuta alla larga dal Lumaclub, un raduno per gente viscida dai dubbi talenti secondo la sua opinione, ma quella poteva essere davvero un’ottima occasione.
- Va bene professore, la ringrazio dell’invito, parteciperò. –
- Ottimo. Ovviamente dovrai essere accompagnata da un cavaliere, ma sono certo che non avrai difficoltà a trovarne uno. Ora puoi andare mia cara. –
Fregata. Cassandra Danae Persefone Middleton era ufficialmente fregata.
 
Alla ricerca di un cavaliere
 
Trovare un ragazzo che la accompagnasse alla festa di Lumacorno non era difficile per la ragazza più bella della scuola. Sulla carta. Nella realtà era maledettamente difficile.
Cassandra si rifugiò in Biblioteca. Da quando aveva deciso di cambiare vita e atteggiamenti passava molto tempo in quel luogo. Gli piaceva la calma e il fatto che nessuno potesse importunarla, senza subire le ire Madama Pince. E quella donna non scherzava. Cassandra aveva iniziato ad ammirarla. Una donna forte, che non aveva bisogno di nessuno per farsi rispettare. Avrebbe voluto essere come lei. Avrebbe voluto essere rispettata, era stufa di essere adulata.
I suoi occhi di ametista frugarono la Biblioteca in cerca del candidato ideale. Cercava un ragazzo, uno qualunque, che volesse andare con lei alla festa per parlare con il ricercatore del MIT, non per appartarsi con lei in un angolo buio. Impresa maledettamente difficile. Lo aveva già detto per caso?
 
Finalmente intravide un ragazzo che sembrava adatto. Aveva la divisa bronzo e blu dei Corvonero e non poteva avere più di quindici anni. Aveva capelli corti e neri a spazzola, occhi castani leggermente rivolti all’ingiù che gli donavano un’aria triste e qualche piccolo brufolo che faceva capolino sotto un primo accenno di barba. Lo aveva visto varie volte in Bibòlioteca e ogni volta era sommerso da spessi libri che sfogliava avidamente. Inoltre, anche in quel momento, stava studiando invece che osservare lei o la bella ragazza dai capelli multicolori che scriveva china su un tavolo a poca distanza.
Era solo un bambino, ma Lumacorno non aveva precisato che dovesse portare qualcuno della sua età e con cui avesse una relazione! Cassandra fece un sospiro e si decise ad entrare in scena. Esisteva nulla di più patetico?
La mano corse all’elastico che fermava i suoi splendidi capelli d’onice la si fermò in tempo. Merlino, era solo un ragazzino, non doveva mica sedurlo! Si alzò lentamente, senza dar retta a quel fastidioso sesto senso che le diceva che sarebbe stata una disfatta su tutta la linea.
-Ciao scusa se ti disturbo. Mi chiamo Cassandra, tu sei? –
- Oliver. Oliver Bell. –
Il ragazzo era quantomeno curioso di sapere perché una bella Grifondoro del settimo anno gli stesse rivolgendo la parola. D’altro canto anche quel tomo di Trasfigurazione aveva il suo fascino.
- Ciao, Oliver. Sarò franca. Sono stata invitata dal professor Lumacorno alla festa di Natale dove sarà presente un ricercatore del MIT e sarebbe opportuno se gli venisse presentato anche un altro studente meritevole. Visto che sei spesso in Biblioteca volevo proporlo a te. –
Una mezza verità. Qualcosa di meno umiliante della verità.
Oliver Bell divenne bordò, si allentò la cravatta e infine … declinò l’invito con gentilezza.
- Ti ringrazio molto, ma il fatto è che io sono già stato invitato alla festa. Da Emily. – E si girò verso la splendida ragazza che studiava dietro di lui. Lei si alzò e Cassandra potè notare che oltre ai luminosi capelli multicolori aveva anche una splendida coda folta che le spuntava dalla gonna. Un lampo le attraversò a mente e vide, nitido come una fotografia, uno sprazzo del futuro in cui i babbani sarebbero impazziti per un nuovo gioco chiamato “Miny pony”. Scacciò l’immagine dalla sua mente e si concentrò sui due studenti Corvonero che aveva davanti.
- Certo. Capisco. In ogni caso alla festa farò in modo di presentarti al ricercatore. Credo che tu lo meriti. Davvero. Grazie. Scusate se vi ho disturbato. –
Tornò mogia mogia al suo posto. Merlino, esisteva nulla di più patetico?
- Midldeton! Ci provi con i bambini? –
La voce di Sirius Black la riscosse dai suoi pensieri e seppe che sì, esisteva qualcosa di più patetico.
- Ti prego … - pigolò lei, riuscendo, anche in quel frangente, a sembrare sensuale.
Il ragazzo le si avvicinò e si sedette pesantemente su una sedia.
- Facciamo così. Tu mi racconti come sei finita in questo casino e io evito di sputtanarti, che ne dici? – Non era colpa sua, in fin dei conti, se era dannatamente curioso!
Con un sospiro Cassandra iniziò a raccontare di come Lumacorno l’avesse incastrata.
 
- E questa è la mia storia. – Concluse lei. – Tu invece come mai sei qui da solo? –
- La verità? Non lo so! È da qualche mese che una forza oscura mi spinge a fare le cose più strane, tipo recarmi in biblioteca, oggi, da solo. Ti prego, non ridere. Qui c’è sotto qualcosa. È successo anche a Remus. Ogni tanto si ritrova da solo in luoghi dove non dovrebbe stare, vicino ai dormitori di Tassorosso, ad esempio. Non è normale! –
Cassandra lo guardò attentamente. Il ragazzo era davvero preoccupato e, in effetti, aveva notato che spesso Sirius aveva l’aria di chiedersi perché fosse finito in un certo luogo. C’erano cose davvero strane in quella scuola.
 
- Insomma, vuoi un ragazzo bravo, studioso, che non pensi costantemente alle ragazze e che abbia voti eccellenti da portare alla festa? Magari uno sfigato di quelli che non alzano il naso dai libri o dai calderoni, esatto? – Riassunse il problema Black.
- Esatto! –
In quel momento Severus Piton fece il suo ingresso in Biblioteca. Gli untuosi capelli neri gli coprivano quasi totalmente il viso, solo il lungo naso spuntava per essere immerso in un tomo di pozioni dall’aria altrettanto sudicia del suo proprietario.
- Forse ho trovato il candidato ideale! – Disse Sirius indicando un ragazzo biondo seduto a un tavolo a poca distanza da loro, mentre dava le spalle a Moccius.
 
Il ragazzo aveva un viso appuntito ma dai lineamenti dolci, gli occhi azzurri erano nascosti da un paio di occhiali dalla montatura in metallo, i capelli biondi pettinati all’indietro e le mani, dalle unghie curatissime veleggiavano tra una pergamena e l’altra.
- Andrew Felton. Settimo anno, Corvonero. Non ha mai preso un voto inferiore a Oltre Ogni Previsione. È un genio in Trasfigurazione. Lo so perché ha trasformato James in un ermellino un giorno che avevamo esagerato un po’. Ah poi c’è il tocco finale: non sarà mai interessato a te perché è felicemente, anche se segretamente, fidanzato con Anthony Dixon! –
Bello, gay e intelligente. Il candidato perfetto!
Cassandra gli si avvicinò sinuosa. Il suo sesto senso, contrariamente a prima, prevedeva un successo su tutta la linea!
Sirius Black si allontanò soddisfatto. Come se una maledizione si fosse rotta si sentiva nuovamente libero di muoversi a suo piacimento. Incredibilmente Remus aveva avuto nuovamente ragione: aiutando la Middleton a trovarsi un cavaliere si era liberato di quella oscura forza che gli governava le azioni.
 
 
 
 
Speravo di finire con questo capitolo le avventure di Cassandra ma manca ancora la festa di Lumacorno, dove saranno riunite tutte le Mary Sue.
Approvate la decisione della bella Middleton di lasciar stare per un po’ gli uomini e pensare al futuro?
Non ho potuto evitare di inserire Sirius, visto che dovrebbe essere il naturale compagno di questa Mary Sue, spero di non averlo reso troppo OOC! Come avrete capito non è lui a volerla seguire ma è colpito dalla Maledizione dell’Autrice che lo ficca sempre dove si trova la protagonista, a prescindere da quello che lei stia facendo!
 
Un’ultima menzione su Piton … ero tentata davvero di tormentarlo un po’ di più ma alla fine ho deciso di lasciarlo nell’ombra! In fin dei conti avrà tempo per essere preso di mira al tempo di Harry! ;)
Ora vi lascio, sono indecisa se incentrare il prossimo capitolo nuovamente su Ariel (e sarebbe l’ultimo) o far comparire l’ultima delle Mary Sue dell’età dei Malandrini: la rivale di Lily Evans!
 
Fatemi sempre sapere cosa ne pensate di questa storia e se val la pena di proseguire anche con le prossime epoche! (Quella di Harry & Co. e la Nuova Generazione)

Grazie in ogni caso a tutte quelle che seguono, leggono e recensiscono! E' importante. Davvero! :)

 

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Capitolo 5
*** 5. L’epoca dei Malandrini – La rivale di Lily Evans. ***



Rieccomi qua! Scusate il ritardo ma mi sono fatta male ad una mano e questo rallenta di molto la scrittura al computer! In ogni caso vi propongo oggi un breve capitolo, tutto dedicato a una nuova Mary Sue che farà una brevissima comparsata nella storia: la rivale di Lily Evans! Non so se vi è mai capitato ma io mi sono imbattuta in un paio di fic in cui Lily si accorge di amare James solo nel momento in cui l’oca di turno, ovviamente bionda, cerca di sedurlo, perciò ho deciso che avrei difeso l’onore anche di questa categoria di Mary Sue.
Fatemi sapere che ne pensate del capitolo che mi lascia un po’ perplessa.

 
 
L’epoca dei Malandrini – La rivale di Lily Evans.
 
Ottobre 1977
 
Blu o nero? Il tremendo dubbio attanagliava Lily Evans che, china sulla sua scrivania, dava le spalle alla porta. Se così non fosse stato avrebbe sicuramente visto arrivare la ragazza dalle scale e sarebbe riuscita a dileguarsi in tempo.
- Lily Lils! – urlò una studentessa Grifondoro spalancando la porta del dormitorio con una foga eccesiva.
- Oh, ciao Mimosa. – Mormorò Lily con scarso entusiasmo.
Mimosa Brown, Grifondoro del settimo anno, era una ragazza moderatamente anonima: ricci capelli castani, occhi azzurri, lentiggini e brufoli equamente distribuiti sul viso. La sua occupazione preferita era il gossip, seguito a ruota dalla “missione” che si era imposta dall’anno prima: trasformare Lily Evans da normale studentessa a star della scuola. Tutto ciò, ovviamente senza il beneplacito della povera malcapitata; fortunatamente per lei, anche se ancora non poteva saperlo, il passatempo di Mimosa si sarebbe terminato quel Natale, quando a una festa organizzata dalla sua prozia, avrebbe incontrato il suo lontano cugino Robert Brown, conoscenza che avrebbe dato origine a una melensissima storia d’amore.
- Cosa fai chiusa qua dentro? – gridò ancora la Brown.
Lily si massaggiò le tempie: pur non amando Divinazione riusciva a prevedere l’arrivo di un terribile mal di testa.
- Mi stavo chiedendo se sarebbe meglio blu o nero per … -
- Stai scherzando? Sicuramente nero! Con i tuoi capelli si abbina da F-A-V-O-L-A!!!!! Ma di cosa stiamo parlando? Vestito, scarpe, trucco? –
- Veramente dell’inchiostro che avrei usato per scrivere il tema di Trasfigurazione. –
- Stai scherzando vero? Mentre tu stai qua a scrivere quell’inutile tema c’è già chi si sta operando per rubarti il fidanzato! –
- Cosa che vedo difficile visto che non ho un ragazzo! –
- Sciocchezze! Vieni con me! Dobbiamo assolutamente fermare quella viscida pu … - si interruppe vedendo l’occhiata dell’amica - … lzella di Diana Melody! –
 
Trascinata da Mimosa, Lily fu costretta a scendere di corsa le scale dei dormitori mentre veniva edotta sul terribile pericolo!
- Cioè, tu non puoi capire!!! –
- In effetti, se non ti spieghi. –
- Quella sciacquetta, nonostante faccia solo il sesto, non perde occasione per stare appiccicata a James Potter! Come se non sapesse che lui è tuo! –
- Non lo sa perché Potter non è affatto mio! –
- Sì, insomma lo sappiamo tutti che alla fine voi vi mettere insieme e sfornerete una miriade di piccoli Potter che formeranno una stupenda squadra di Quidditch! –
Una marea di mocciosi, egocentrici come Potter, che urlano e si inseguono per casa a cavallo di scope: il sogno di ogni ragazza di diciassette anni!
Le due ragazze erano finalmente giunte alla sala comune e, come previsto da Mimosa, James era lì, accanto a una bionda favolosa.
Diana Melody aveva lunghi capelli dorati che le ricadevano in morbide onde sulle spalle, i suoi occhi color del mare erano circondati da folte ciglia scure che ombreggiavano il suo sguardo rendendolo misterioso. Inutile dire che era alta il giusto, con lunghe gambe snelle, un vitino da vespa e un seno formoso.
- La vedi? – mormorò la Brown, per una volta un’ottava sotto il suo solito tono di voce. – Eccola lì, protesa verso di lui a vendere le sue grazie e pronta a baciarlo! –
- Veramente se si sporgesse un po’ di più al massimo potrebbe baciare il banco. – sussurrò in risposta Lily, giacché la bionda era china su un foglio appoggiato al banco.
- Sei sempre troppo buona tu! Ora ci penso io! – Prima che la Evans potesse fermarla, Mimosa entrò prepotentemente in scena urlando: - Scostumati! Proprio qui, in sala comune? Non vi vergognate? Tu Potter, che sei Caposcuola! E tu Melody, non ti vergogni a tentare di sedurlo? –
I due ragazzi sobbalzarono violentemente lanciandosi uno sguardo stupido. Lily Evans si sentì morire, imbarazzata per la Brown e anche per se stessa, non dubitava che James avrebbe approfittato per chiederle se era per caso gelosa. Per una volta, però i suoi timori si rivelarono infondati. Il ragazzo non badò a lei ma si rivolse, invece, a Mimosa, con il tono calmo che si usa solitamente con i pazzi o con i bambini capricciosi, descrizioni che si addicevano perfettamente alla Brown.
- Diana mi aveva chiesto se potevo intercedere presso la McGranitt a proposito degli orari dei ragazzi del sesto: la loro ora di Pozioni è subito dopo Divinazione e non hanno il tempo materiale di scendere dalla torre ai sotterranei. –
- E sentiamo, perché si sarebbe rivolta a te? – chiese Mimosa implacabile.
- Perché sono Caposcuola magari? – rispose James e il sorriso malandrino fece capolino sul suo volto.
- E perché … - Mimosa non aveva intenzione di arrendersi ma Lily decise che era ora di intervenire.
- Basta ora! Non ho intenzione di lasciarti fare un processo a due persone solo perché stavano parlando! Melody, Potter, scusatela! È ora che anche lei impari a farsi gli affari suoi! –
- Lily! Come puoi parlarmi così! Io lo faccio per il tuo bene! Non capisci che questa qui sta cercando di rubarti Potter? –
Tre paia di occhi sgranati la fissarono dopo l’ultima affermazione. Il sorriso di James si allargò ancora di più mentre Lily si sentì morire d’imbarazzo. Su tutto si sentì la voce cristallina di Diana che timidamente si inserì nella conversazione.
- Scusate, credo che ci sia stato un equivoco. Potter, ti ringrazio molto per il tuo aiuto ma non avevo secondi fini. Io sono fidanzata con Richard Davies, il Cercatore di Corvonero. –
- Tranquilla Diana, non c’è problema! Anche se fraternizzare così con il nemico … - James non poté esimersi dall’ironizzare sul suo avversario del campo da Quidditch.
- E voi gli credete? Io non … - ma Mimosa non poté finire la frase che Lily Evans le lanciò sul Silencio, prontamente apprezzato dagli altri presenti. Offesissima lasciò la stanza a grandi falcate.
- Grazie Evans! – Esclamò James.
- Figurati. – E Lily sorrise.
Sentendosi improvvisamente di troppo Diana ringraziò frettolosamente i due ragazzi e scese in cortile, dove Richard Davies la stava aspettando.
 
- Sono carini insieme. – Commentò James osservando i due ragazzi dall’alto della finestra.
- Già! –
- Certo che però uscire con il Cercatore della squadra avversaria è Alto Tradimento! Non so se intercederò per lei con la McGranitt! –
Una risatina e una gomitata furono la risposta di Lily alla sua battuta. Non dissero altro, godendosi il silenzio e il tenue contatto tra le loro due spalle che si era venuto a creare.
 
 

Eccovi qua giunti al termine di questo capitolo. Vi è piaciuto? Cosa ne pensate della povera Diana Melody? Il cognome Davies è lo stesso di quello del ragazzo che va al Ballo del Ceppo con Fleur. Ho supposto che, essendo lei in parte Veela, avesse scelto un bel ragazzo come cavaliere e pertanto chi meglio del figlio di una Mary Sue??
Mimosa Brown è, ovviamente, la madre di Lavanda Brown. Ho scelto di dare a lei e al suo futuro marito lo stesso cognome a difesa di tutte quelle donne che nelle storie su EFP hanno lo stesso cognome delle figlie, principio anche giusto in linea teorica, ma che non rispetta l’usanza inglese!
Avrete notato che Lily Evans non è isterica e non odia Potter … non capisco perché dovrebbe essere così! In fin dei conti lei al settimo anno inizia a rivalutarlo e lui inizia a mettere la testa a posto e questo mi sembrava un buon momento per far iniziare il cambiamento!
 
A presto con il prossimo capitolo, che sarà anche l’ultimo dell’epoca dei Malandrini (escluso uno a se stante dedicato a lei, la Mary Sue per eccellenza, Lily Evans!!!)
 
Grazie ancora a tutte coloro che seguono e recensiscono!! <3

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Capitolo 6
*** 6. L'Epoca dei Malandrini - La festa di Lumacorno ***


Innanzitutto scusate scusate scusate!!!! C’è ancora qualcuno che legge, vero?
Mi dispiace moltissimo per il ritardo con cui posto questo capitolo ma sono stati giorni un po’ intensi e poi questa stramaledetta festa di Lumacorno non voleva farsi scrivere!
Bando agli indugi per ora e vi lascio al capitolo finale dei Malandrini, in compagnia, come sempre, di Ariel e Cassandra e con la partecipazione straordinaria delle altre Mary Sue!

 

 
L’epoca dei Malandrini – La festa di Lumacorno
 
Dicembre 1977
 
Un invito non gradito
 
Remus si guardò intorno sospettoso, il suo nuovo sesto senso aveva iniziato a pizzicare: un nuovo pericolo si profilava all’orizzonte. Scrutò con attenzione il corridoio circostante: i suoi amici si erano allontanati e solo un’altra figura si stagliava nella penombra, una figura dai lunghi capelli verde-acqua. All’improvviso le sue narici sottili captarono l’odore del pericolo: un misto di lozione dopobarba e pozioni andate a male. Una mano calò sulle sue spalle.
 
Ariel era inquieta. Qualcosa le diceva che si stava per profilare all’orizzonte una grande scocciatura a cui sarebbe stato difficile sottrarsi. Perché non aveva seguito Ann in dormitorio? Nel corridoio con lei c’era solo Lupin, il Lupo Mannaro Grifondoro e anche lui non sembrava tranquillo. All’improvviso una sagoma imponente sbucò da una porta e sembrò aggredire il ragazzo.
 
- Buonasera miei cari! Qual buon vento vi porta qua? – Domandò gioviale il professor Lumacorno, ignaro dell’infarto che aveva rischiato di provocare a Remus.
- Buonasera professore! – Replicò questi quando fu di nuovo in grado di parlare. Ariel non rispose: la puzza di scocciatura si era fatta più forte che mai.
- Sono proprio felice di avervi trovato! Ho una proposta che non potete rifiutare! Dovete assolutamente venire alla mia festa di Natale del Lumaclub. Sono sicuro che sareste una coppia magnifica! Signorina DeLaMere, sarei davvero onorato di averti tra noi e in quanto a te, giovanotto, ti farebbe bene passare del tempo lontano da certe cattive compagnie! –
Remus quasi si strozzò con la saliva. La sua serata era già programmata, come ogni volta che si svolgeva una delle feste del Lumaclub: lui, Sirius e Peter avrebbero consolato James, in lutto dopo l’ennesimo rifiuto di Lily. Come poteva spiegare il motivo della sua rinuncia al professore? E la ragazza? Sicuramente il suo sogno non era quello di andare alla festa con lui, ma rifiutare poteva essere scortese!
Dal canto suo Ariel si riteneva offesa. Lumacorno aveva deciso di accoppiarli così solo perché sapeva che entrambi non erano del tutto umani! Non aveva nulla contro Lupin, per carità era un’ottima persona, ma non per questo doveva sposarselo. Lo guardò con attenzione: anche il ragazzo sembrava a disagio, sicuramente anche il suo sogno non era andare alla festa con lei.
- Professore, non per essere scortese, ma non credo sia una buona idea. – Iniziò Remus titubante.
- No, infatti. Ecco io avrei già un invito per quella sera, per la festa. – Ecco, l’aveva detto. Ora non restava che sperare che Samuel non cambiasse idea all’improvviso!
Lupin annuì soddisfatto dall’intervento della ragazza: - Ecco vede, non era una buona idea. Ora se lei ci potesse scusare … -
Prima che Lumacorno avesse il tempo di rispondere i due ragazzi erano spariti dal corridoio in direzioni opposte.
 
Rissa, rissa, rissa!
 
I pettegoli di Hogwarts, che si erano moltiplicati dall’entrata in scena delle Mary Sue in quella che, fino a pochi mesi prima, era una scuola normale in cui ognuno si faceva i fatti propri, erano estremamente delusi. Non solo Cassandra Middleton non sarebbe andata alla festa di Lumacorno con Sirius Black, ma aveva anche invitato un insulso biondino sotto consiglio dello stesso Black! Cose da pazzi. Di cosa si poteva parlare se le celebrità facevano di tutto per comportarsi normalmente? Persino Potter e la Evans sembravano essersi dati una calmata; dichiarazioni e rifiuti non erano più all’ordine del giorno.
La succitata Cassandra stava camminando normalmente in Sala Grande, diretta al suo tavolo, quando qualcosa accadde. E non si trattava del solito primino che sveniva alla vista delle sue gambe, o per i postumi di un incantesimo mal riuscito. Un ragazzo alto e moro, con lo stemma dei Corvonero appuntato sul petto, le si parò davanti.
- Tu sei Cassandra Middleton, vero? – Chiese il bel tenebroso.
- Sì, perché? – Rispose la ragazza senza scomporsi. Era una Grifondoro in fin dei conti e perciò, per definizione, non ascoltava mai la voce della ragione.
- Hai intenzione di andare alla festa del Lumaclub con Andrew Felton? – Chiese ancora, più minaccioso, lo sconosciuto.
- Sì, perché? – Cassandra iniziava a essere stufa di quello scambio di battute.
- Io non credo proprio che potrò permetterlo! – Replicò lui sfoderando un ghigno poco rassicurante.
Un mormorio concitato si alzò da tutti i tavoli: finalmente qualcosa rompeva la monotonia, se erano fortunati il bel tenebroso sconosciuto (non tanto sconosciuto in realtà, i suoi compagni di Casa sapevano benissimo chi era, così come altri studenti, ma non era il caso di sottilizzare) avrebbe rapito la Middleton dalle mani dell’insulso biondino per costringerla ad andare alla festa con lui e Black sarebbe stato costretto a salvarla!
Cassandra, che era perfettamente in grado di salvarsi da sola, stava iniziando a scocciarsi: - Senti, intanto tu chi sei, per Merlino? –
- Mi chiamo Anthony Dixon1 e … -
- Ah! – Esclamò soddisfatta la ragazza. – Ho capito. –
Lo sconosciuto, ora dotato di nome, rimase un attimo perplesso di fronte al cambio di atteggiamento di lei.
- No, guarda non credo che tu abbia capito … -
- No, no. Ho capito benissimo. – Rispose Cassandra di fronte alla Sala Grande che, invece, non capiva un bel nulla.
- Non puoi aver capito perché tu non sai. –
- Ho capito perché so. – E calcò l’accento sull’ultima parola.
- Ah. – Rispose Anthony, improvvisamente consapevole.
In quel momento di stasi, il suo principe azzurro, Felton, non Black, decise di intervenire.
- Cosa sta succedendo qui? –
- Niente! – Risposero in coro Cassandra e Anthony.
- Ci si becca in giro Dixon. – Lo salutò la ragazza.
- A presto Middleton. – Replicò il Corvonero, lasciando l’intera Sala Grande a bocca asciutta.
 
I preparativi per la grande serata
 
La serata della festa del Lumaclub era dunque giunta, un po’ in anticipo rispetto al Natale per permettere a coloro che avessero voluto, di tornare a casa per le vacanze.
Mancavano due ore al grande evento e tutti sanno che quella è l’ora peggiore per qualunque Mary Sue che si rispetti, perché è l’ora dei preparativi.
 
- Dove siete stati? – Chiese un sospettoso Remus ai suoi due migliori amici, Potter e Black, che tornavano in Sala Comune con un sorriso malandrino in volto.
- Siete andati a spiare le ragazze che si vestivano? – Domandò Peter.
I due ragazzi si guardarono: - Ramoso, sei un idiota! Perché non ci abbiamo pensato prima? – Abbaiò Sirius.
- Se non ci abbiamo pensato in due perché l’idiota sono solo io? – Rispose coerentemente James.
- Ma insomma dove siete stati? E cosa avete combinato? – Il ragazzo più serio del gruppo si stava iniziando a preoccupare.
- Oh abbiamo solo fatto un favore alla Evans e alla Middleton. – Rispose con nonchalance James.
- Abbiamo rinchiuso Mimosa Brown nel ripostiglio delle scope! – Chiarì Sirius.
- Voi avete fatto cosa??? –
- Ehi ci hanno promesso di farci copiare tutti i compiti di Pozioni per un mese! E poi sai che Ramoso non rifiuterebbe mai un favore alla sua donna! – E così dicendo Black strizzò un occhio agli amici e si spaparanzò di fronte al camino.
 
In effetti l’aria nel dormitorio femminile di Grifondoro si era fatta decisamente più leggera senza la presenza intossicante della Brown sempre pronta a dispensare consigli non richiesti.
Lily Evans poté finalmente indossare il suo abito color avorio, dalla vita stretta e le maniche ampie, senza che Mimosa potesse obbligarla ad accorciarlo a una lunghezza indecente. Dal canto suo Cassandra aveva rivoltato inutilmente il suo baule alla ricerca di abito poco appariscente, ma senza risultati apprezzabili. Si era così decisa a indossare un abito rosso fuoco, che la stola prestatole da Lily smorzava leggermente. Peccato che non ci fossero gite a Hogsmeade programmate per i giorni prima delle grandi occasioni. L’ultima cosa che la Middleton desiderava era essere nuovamente additata come la donna scarlatta. Per quella sera l’unica cosa di quel colore abbinata al suo nome doveva essere l’abito!
- Stai molto bene. – Le disse Lily.
- Grazie. –
- Grazie a te per avermi trovato il cavaliere giusto! –
Cassandra rispose con una strizzatina d’occhio (un’altra cosa paurosamente in comune con Black) e sospinse dolcemente l’amica verso le scale.
- Avanti allora! Che la tortura abbia inizio! –
 
Nella sala comune James era sempre più nervoso. Non poteva farci nulla ma la sola idea che Lily andasse al ballo con un ragazzo che non era lui gli faceva ribollire il sangue nelle vene. L’euforia per il tiro mancino giocato a Mimosa Brown si era rapidamente spenta, sostituita da un velo di amarezza che gli altri Malandrini cercavano inutilmente di dissipare. Questa cornice di dolore strappalacrime, che sta annoiando i lettori quasi più della preparazione delle Mary Sue, venne interrotta dalla discesa di Lily. Una vera e propria apparizione celeste: con l’abito bianco che faceva risaltare ancor di più i suoi capelli tiziani, i suoi occhi verdi, le sue forme perfette … insomma con l’abito ci aveva azzeccato. Mentre James rimaneva immobile a guardarla, rafforzando in lei la convinzione che troppi bolidi in testa gli avessero procurato un trauma cranico permanente, i suoi amici erano rimasti a corto di salivazione per l’apparizione di Cassandra. Sirius deglutì a vuoto: non era sicuramente la donna della sua vita, ma era pur sempre una gran figa! Lily salutò timidamente i ragazzi con la mano, Cassandra si limitò a un cenno della testa e insieme uscirono dal ritratto della Signora Grassa. Sirius si sporse con la testa per finire di contemplare il panorama che gli veniva fornito dal lato B di Cassandra, ma improvvisamente scoppiò a ridere e diede una robusta pacca sulle spalle di James: - Amico mio, hai finito di preoccuparti! –
Potter lo guardò perplesso.
- Non hai chiesto alla Evans chi è il suo accompagnatore, vero? –
Cenno di diniego.
- Andrà alla festa con Anthony Dixon! Non credo che la molesterà più di tanto, al massimo rischierà di essere lasciata in un angolo a far da tappezzeria con la Middleton! –
E con una risata liberatoria i quattro Malandrini si accinsero a passare una serata in tranquillità.
 
Anche nei dormitori di Tassorosso, nel frattempo, c’era un gran fermento.
- Sei sicura che sia necessario vestirsi in pompa magna per una festa data nello studio di un professore? – Stava chiedendo Ariel alla sua amica Ann.
- E che ne so io? Non sono mai stata invitata! Però che gusto ci sarebbe ad andare in divisa? –
- Ma io non ho un abito da cerimonia! Nessuno mi aveva prognosticato un ballo! –
- Potremmo cercare di trasfigurare un tuo vecchio vestito … - Propose Ann dubbiosa.
Detto fatto, stesero sul letto un abito azzurro a fiori lungo quasi fino alle caviglie.
- Ti prego, dimmi che non vai in giro con questa roba! – Mormorò Ann sconvolta.
- Forse non sarà di moda tra i maghi, ma nella Londra babbana se ne vedono molti di abiti così! Basta abbinarci degli occhialoni da sole e … -
- Da quando ti intendi di moda babbana tu? –
- Credi che abbia sempre vissuto in un acquario? –
Dopo l’ultima affermazione Ann decise di non chiedere più nulla e si applicò alla Trasfigurazione dell’abito. Come prima cosa lo resero tinta unita, un bell’azzurro scuro da abbinare ai fenomenali capelli di Ariel, successivamente venne allungato fino a coprire i piedi e leggermente ristretto in vita; le maniche vennero semplicemente tagliate via e le cuciture risistemate con un Reparo.
- Continua a non essere il massimo dell’eleganza, ma meglio di prima è! – Commentò Ann leggermente abbacchiata.
- Lo migliorerò con qualche accessorio e un’acconciatura sobria. In fin dei conti non devo neppure uscire dal castello e Samuel mi ha già visto con una coda di pesce, peggio di così … -
 
Samuel Cole, dal canto suo, veleggiava tra l’essere estasiato e l’essere terrorizzato. Dopo l’avventura nel lago, quando Ariel lo aveva prima salvato e poi tentato di affogare per un suo commento di troppo, aveva iniziato a passare sempre più tempo insieme alla bella creatura marina, o lacustre che dir si voglia. Dopo molti tentennamenti, e la minaccia di un Imperio da parte di Danny, il suo migliore amico, si era finalmente deciso a invitarla all’annuale festa del Lumaclub. Per dir la verità si era autoinvitato perché un insulso Tassorosso non avrebbe mai avuto l’onore di varcare le porte dell’ufficio del vecchio Horace, a meno che esso non appartenga a una qualche specie rara e non ancora classificata! Era rimasto assai stupido dell’immediata risposta positiva della ragazza e in quel momento, attendeva ansioso, nella sala comune. E se Ariel avesse cambiato idea e fosse andata alla festa con Lupin? Aveva sentito dire che il professore di Pozioni aveva tentato di accoppiarli. Fortunatamente per i lettori che temono l’avvento di un James il Depresso 2 la Vendetta, Ariel scese le scale e dedicò a Samuel un sorriso radioso, di quelli che incantano i poveri malcapitati, ereditato da una qualche parente Veela, che ogni Mary Sue che si rispetti ha nella sua genealogia. Dopo che Daniel lo fece riprendere dal trance con un potente scappellotto sulla nuca, il giovane Cole offrì il braccio alla sua Dama Azzurra e insieme varcarono la soglia della sala comune.
 
La festa al Lumaclub
 
La serata nel Lumaclub proseguiva noiosa, come tutti gli avvenimenti organizzati dai professori, siano essi maghi o babbani.
Lily, all’ennesima crisi di gelosia del suo cavaliere verso Andrew Felton e qualsiasi essere maschile gli ronzasse intorno, stava per buttare nel cesso di Mirtilla Malcontenta anni di autocontrollo e perfezione per fiondarsi in sala comune Grifondoro e ubriacarsi con i Malandrini (“Stiamo parlando di Potter e Black, devono avere per forza del Whisky Incendiario di contrabbando o sapranno come procurarselo” ripeteva a se stessa). All’ennesimo sguardo truce di Anthony, si voltò intorno alla ricerca di un’ancora di salvezza. La bella e bionda Diane, lungi dal pensare a Potter o a chiunque altro, aveva incatenato i suoi occhi meravigliosamente azzurri a quelli di Richard Davies e sembrava che neppure una Guerra Magica potesse distrarli. Poco più indietro una ragazza dalla chioma multicolore faceva mulinare in giro la sua splendida coda rischiando di rovesciare la caraffa del punch.
Cercò, invano, lo sguardo della sua compagna di stanza, ma Cassandra sembrava scomparsa nel nulla. Lily sospirò depressa e con sorpresa si ritrovò a pensare che le mancavano davvero le risate dei Malandrini; forse non era troppo tardi per tornare in sala comune.
 
Qualche ospite più in là, Cassandra stava finalmente per coronare il suo sogno. A scanso di equivoci è sempre bene ripetere che questo non riguardava in alcun modo Sirius Black, e tanto meno lui e la cioccolata rubata a Remus Lupin, come sostenevano malelingue molto maliziose. Cassandra Danae Persefone Middleton stava finalmente per incontrare il responsabile del M.I.T., l’uomo per il quale aveva addirittura accettato di partecipare a quella barbosissima festa. Insieme a Andrew strinse la mano dell’alto mago dai capelli argentati. Non stava neppure ascoltando Lumacorno, che si sperticava in inutili lodi sull’eccentrica coppia, totalmente assorbita dallo scorcio di futuro che aveva appena intravisto. Niente affascinati maghi dagli occhi grigi, nessuna festa importante di fidanzamento, ma un bellissimo ufficio in America dove condurre interessanti studi di Trasfigurazione Avanzata accanto ad un nuovo simpatico amico, finalmente libero da un fidanzato oppressivo. Insomma la ruota stava per girare anche per Cassandra e il suo futuro si srotolava roseo di fronte a lei, lontano dalla Guerra e dai lutti che avrebbero presto scosso il mondo magico inglese.
 
Ariel, invece, era perplessa: tutta quell’aspettativa per una riunione di studenti nello studio di un professore? Davvero non capiva cosa rendesse speciale quella festa. Vero era che di balli o feste non se ne organizzavano solitamente a Hogwarts, ma se i risultati dovevano essere quelli era più che felice della cosa. Le ragazze erano tutte incredibilmente in tiro e avevano stampata in viso quella particolare espressione che sembra gridare al mondo intero: perché ho sprecato due ore della mia vita a truccarmi se devo ritrovarmi a parlare con il mio compagno di banco?
Intercettò lo sguardo di una ragazza con i capelli rossi che sembrava sull’orlo del suicidio e decise che era ora di dare una svolta alla serata. Si voltò verso Samuel che sorseggiava una Burrobirra leggermente imbarazzato.
- Ti andrebbe di prendere un po’ d’aria? – Gli chiese gentilmente. – Questa festa non mi sembra … ecco … molto riuscita. –
Il ragazzo abbandonò la Burrobirra su un tavolino e la scortò galantemente fuori dall’ufficio. Appena giunti in corridoio Cole tirò un sospiro profondo e con una faccia da funerale si apprestò a iniziare quello che aveva tutta l’aria di essere un discorso serio.
- Ariel … mi dispiace molto che tu ti sia annoiata. Forse se tu fossi venuta con Lupin ti saresti divertita di più. – Sputò fuori tutto d’un fiato.
- Lupin? – Domandò Ariel perplessa.
- Sì. – Samuel era arrossito fino alle orecchie. – Ho saputo che hai ricevuto un suo invito per questa sera e … -
La ragazza lo interruppe prima che potesse dire altre idiozie.
- Senti, non è stato Lupin a invitarmi, ma era Lumacorno che ci aveva proposto di venire alla festa insieme. Lupin non aveva nemmeno intenzione di venire! E poi mi sembra che io sia qui con te, o sbaglio? Non mi sembra di essermi fiondata tra le braccia del Licantropo quando l’abbiamo incontrato sulle rive del Lago Nero, ma sei tu che ho salvato! Infine, se devo essere sincera, tu sei molto più carino di Lupin e anche più simpatico. – Ariel ringraziò il suo sangue freddo, era pur sempre figlia di creature marine, che le impediva di arrossire mentre pronunciava l’ultima frase. Era vero, Samuel era un bel ragazzo, alto, con dolci occhi azzurri e soffici capelli castani, mentre Lupin non era esattamente un adone, con quell’aria così emaciata e le cicatrici che attraversavano il suo corpo troppo magro. – Lupin dovrà trovarsi un’altra Tassorosso dal nome improbabile e dai capelli multicolore2! – Concluse sorridendo.
- Davvero? – Samuel, invece, era decisamente arrossito. – Allora che ne diresti di fare un giretto io e te? Sulle rive del Lago, magari questa volta senza Lupi Mannari in giro. –
Ci fu un breve attimo di silenzio mentre i visi dei due ragazzi si avvicinavano per il loro primo bacio. Un secondo prima che le loro labbra si sfiorassero un fastidioso miagolio li interruppe sul più bello. Meditando di prendere a calci Miss Purr da quel momento sino alla fine dell’anno scolastico, Samuel cercò di riprendere un po’ di contegno: - Forse sarebbe meglio rientrare in sala comune, gli altri dovrebbero essere a letto e quindi nessuno ci disturberà! –
- Se no esiste sempre il corridoio proibito dl terzo piano … -
- Sarebbe divertente, sebbene … - Samuel si mordicchiò un labbro timoroso.
- Hai paura di trovarci un cane gigante a tre teste3? –
- Non ti è mai capitato di incontrare la McGranitt nei corridoi di notte, vero? Affronterei molto più volentieri il cane gigante a tre teste! –
Ridendo si avviarono verso i dormitori di Tassorosso, mano nella mano, e poco prima di attraversare la porta si scambiarono il famoso e atteso primo bacio, con buona pace di Remus che finalmente non venne più tormentato da strani istinti e da scale dotate di propria volontà.
 
 
 
Note:
1 – Per chi non se lo ricordasse Anthony Dixon è il fidanzato segreto di Andrew Felton, il ragazzo Corvonero che andrà alla festa del Lumaclub con Cassandra.
2 – E anche Ariel dimostra di avere Eccellente in Divinazione … Tassorosso, nome improbabile e capelli multicolore = Ninfadora Tonks!
3- Altro esempio di doti divinatorie: il corridoio del terzo piano ospiterà Fuffi il primo anno di Harry.
 
 
Wow! Ci siamo: è finita! Ci sarebbe ancora l’ultimo capitolo, ma quello sarà dedicato solo a LEI, la Mary Sue tra le Mary Sue, la ragazza che tutti amano, la Prefetta Perfetta, insomma Lily Evans!!!
Nonostante il ritardo sono un po’ soddisfatta, soprattutto perché ho rotto il cliché dei cliché: l’abito per la festa! Ecco a voi Ariel, la prima Mary Sue a NON avere un abito da cerimonia! E perché dovrebbe averlo, poi? Va a scuola, mica a un rave party! Perciò si è dovuta accontentare di trasfigurare un vecchio abito (ho cercato di immedesimarmi nella moda fine anni ’70), per la serie la magia servirà pure a qualcosa! Per quanto riguarda Cassandra e la Evans ho supposto che, essendo abitualmente invitate alle feste di Lumacorno (anche se solitamente la Middleton non partecipa) si siano organizzate! Ah Sirius giura e spergiura che è sempre colpa della Malefica Autrice se si è soffermato sul lato B di Cassandra, ma non so se credergli o no!
Quindi ora che è finito: via ai commenti! Siete soddisfatte delle scelte delle nostre eroine? Per Cassandra non avevo dubbi: ormai si è lanciata nella carriera, in quanto al ragazzo di Ariel … Samuel ha perso un po’ di smalto, ma bisogna capirlo, era il suo primo bacio, è normale un po’ di insicurezza! Eh sì, i miei studenti di Hogwarts sono un po’ timidoni, non hanno all’attivo così tante esperienze sessuali da poter scrivere un manuale, spero che li possiate perdonare! J
Ora davvero basta e … a voi la mano per i commenti! ;)

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Capitolo 7
*** 7. Il clichè Lily Evans ***


Capitolo brevissimo dedicato a lei, la regina delle Mary Sue, l'unica, inimitabile ... LILY EVANS!!!!!!




L’epoca dei Malandrini: il cliché Lily Evans

 

James guardava rapito la figura dinnanzi ai suoi occhi: i capelli avevano una sfumatura rosso rubino, gli occhi erano due smeraldi e le labbra, che avrebbe tanto voluto baciare, avevano lo stesso colore della chioma.

- È bellissima. – mormorò estasiato.
  • - Per una volta devo concordare con te Ramoso: è la cosa più bella che abbia mai visto! – Annuì Sirius.
  • - Lily! Esci con me stasera? – Tentò la sorte James.
  • - Non posso Potter. Stasera sono occupata! – Rispose la sua donna dall’altra stanza.
  • - Dolente di dirtelo Jam, ma credo che Lily abbia appuntamento con un altro uomo! – Si sentì in dovere di avvisarlo il giovane Black.
  • - Già. – Si intromise Remus. – Non so se lo conosci: si chiama Harry, ha i capelli, neri, gli occhi verdi, ti assomiglia come una goccia d’acqua ed ha quasi un anno! –
  • James rise vedendo entrare in quel momento sua moglie con in braccio il suo bambino.

    - Per questa volta sei scusata Evans. –
    - Potter. Per causa tua sono Potter ormai! Piuttosto vedi di rimettere a posto tutto quel disordine. –
    Il giovane marito sospirò, iniziando a radunare i pastelli magici Colori di gemme e rimettendoli dentro la scatola. – Pazienza. – Disse riprendendo in mano il disegno che stava ammirando prima. – Stasera mi accontenterò di ammirare questo capolavoro. –
    Sulla carta un viso dalla forma oblunga occupava quasi tutto lo spazio, strisciate rosse rappresentavano i capelli, due macchie verdi gli occhi, ma per un padre e per suoi fidati amici non c’era niente di più bello dello scarabocchio di un bambino che aveva tentato di disegnare la sua mamma.


    E con questo rapidissimo scorcio di vita futura dei Potter concludo l'epoca dei Malandrini, ma non temete presto arriverà il turno di Harry e company di incontrare nuove Mary Sue pronte a ribellarsi al loro destino di bamboline perfette!

    Intanto che ne dite di questo capitolo?

    A presto

    Avalonne

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    Capitolo 8
    *** 8. Al tempo di Harry - La nata babbana Dark ***


    Bentrovati o voi che ancora leggete! Eccoci dunque giunti al tempo di Harry & co. Partirò direttamente dal quinto anno, visto che prima sono un po’ troppo piccoli per dare soddisfazioni in una storia d’amore (in fin dei conti sappiamo che quando c’è una Mary Sue di mezzo si parla sempre e solo d’amore. Cosa Cassandra Middleton non è d’accordo? Oh, va bè diciamo quasi sempre!).
    Perciò mettetevi comodi sull’Hogwarts Express perché è sempre da qui che si parte!

     
      
     
     
    Capitolo 8: Al tempo di Harry - La nata babbana Dark
     
    1 Settembre 1995
     
    Il solito incontro sul treno
     
    V anno. Mentre Harry Potter era alle prese con le sue paturnie per tutto quello che gli era accaduto fino a quel momento (bisogna anche capirlo: essere attaccati da un Dissennatore, dover difendere il proprio cugino odioso, essere processati e non ricevere la spilla da Prefetto, possono seriamente minare autostima e equilibrio psichico), Draco Malfoy si sentiva soddisfatto. Un nuovo anno stava per iniziare e Potter si era già messo nei guai con il Ministero: la vita gli sorrideva. Se avesse saputo a cosa andava incontro avrebbe sicuramente fatto ricorso con suo padre!
    Camminava bel bello (come il Don Abbondio di manzoniana memoria) per il corridoio dell’Hogwarts Express alla ricerca di uno scompartimento vuoto da dividere rigorosamente con Tiger e Goyle, quando andò a sbattere contro qualcuno. I treni sono posti pericolosi per gli incontri, il suo ex professore di Difesa Contro le Arti Oscure Lupin glielo avrebbe potuto confermare.
    - Guarda dove metti i piedi! – Sibilò minaccioso Malfoy.
    - Sei tu che mi sei venuto addosso! – Rispose a tono la persona contro cui aveva sbattuto.
    Draco stava per rispondere acidamente ma rimase sbalordito alla vista della ragazza che aveva di fronte: era la strega più bizzarra che avesse mai visto. I capelli, in origine scuri, erano attraversati da ciocche rosso acceso e le punte presentavano traccia delle precedenti colorazioni. Portava un top nero che le lasciava scoperte le spalle, mentre le braccia erano inguainate in guanti lunghi fino al gomito e dalle dita mozzate. La gonna, di foggia scozzese, aveva una lunghezza (o cortezza che dir si voglia) che avrebbe procurato facilmente un infarto alla McGranitt e le calze a rete strappate terminavano dentro anfibi neri militari. Orecchini, piercing e spillette varie decoravano tutta la sua persona e, a completare l’opera, soffriva di eterocromia, avendo un occhio azzurro e uno dorato. Nonostante la descrizione da film horror era una delle ragazze più belle mai apparse sulla terra, ma non è per questa ragione che Malfoy la stava osservando con gli occhi fuori dalle orbite; il povero Draco era sotto shock alla vista di quell’insulto vivente al decoro dei maghi.
     
    Di insulti e pregiudizi
     
    - Ma come sei conciata? E quei capelli … - Draco Malfoy osservava disgustato la capigliatura della ragazza di fronte a lui. Lei lo squadrò di sbieco e accennò ai suoi biondissimi capelli: - Almeno io non mi faccio la doccia con l’acqua ossigenata! –
    - Con l’acqua che? È un nuovo tipo di liquore, come l’Acqua Viola? –
    La ragazza rise e il biondo avvampò di rabbia: nessuno poteva osare ridere di un Malfoy!
    - Ma quale liquore! Non te lo consiglio proprio un bel bicchiere di acqua ossigenata. Il perossido di idrogeno si usa di solito come disinfettante, ma se lo diluisci lo puoi utilizzare per decolorarti i capelli. Ehi, se ho sbagliato e sei albino, scusami, non volevo offenderti! –
    Draco era sempre più allucinato, non riusciva a capire di cosa stesse parlando quella strana strega e soprattutto odiava sentirsi trattato con condiscendenza.
    - Io non mi decoloro i capelli: sono un tratto caratteristico della mia famiglia. – Poi, obbligato dalle regole dell’etichetta, si presentò. – Il mio nome è Draco Malfoy e tu saresti? –
    - Amaryllis Magica Eterea Nyxen Vivian Arabella Malinconie Nivea Dark, ma tutti mi chiamano Lux. – Concluse, sfidando quasi il suo interlocutore a domandarle il perché del soprannome, e porgendogli la mano. Draco ignorò volutamente sia la mano tesa (mai come in quel momento si era sentito vicino a Potter che lo aveva rifiutato il primo anno) che lo pseudonimo e si concentrò sul cognome.
    - Dark? Non mi sovviene nessun Purosangue con questa genealogia. Sei forse parente dei Black? –
    - No, non conosco nessun Black. Forse ti sfugge che i legami di parentela si affidano al sangue piuttosto che alle assonanze! In ogni caso non nessun rapporto con i maghi inglesi. –
    A questo punto sarebbe stato doveroso che la strana strega iniziasse un monologo per presentarsi e raccontare la sua infanzia, le sue estati passate in Italia in compagnia della prozia Magica DeSpell[1](da cui il suo secondo nome), unica altra parente strega che avesse e i suoi dolorosi trascorsi, ma Lux non era tipa da piangersi addosso e tediare il prossimo.
    In ogni caso Malfoy aveva assunto un’aria schifata all’idea che la ragazza che lo aveva urtato avesse origini babbane.
    - Mi vuoi dire che sei una Mezzosangue? Lo dovevo immaginare da come eri vestita! –
    Lux non conosceva il significato della parola Mezzosangue, essendo appena approdata nel Mondo Magico, ma sapeva riconoscere un insulto.
    - Mezzosangue sarai tu, tua madre e tua sorella! –
    - Per tua informazione io sono un Purosangue da generazioni, come anche mia madre; inoltre non ho sorelle, essendo figlio unico. – Replicò Draco con sussiego. Infine si degnò di dare spiegazioni alla stralunata Lux che si chiedeva come potesse una persona essere così scema e boriosa allo stesso tempo. – I Mezzosangue sono maghi con genitori babbani, non magici, e come tali non dovrebbero avere nemmeno il diritto di stare tra noi Purosangue, figuriamoci studiare a Hogwarts! Se non fosse per quel babbanofilo di Silente ... ma prima o poi mio padre riuscirà a farlo cacciare e finalmente non dovremo più sorbirci la vostra compagnia! –
    - Tra te e tuo padre dovreste essere una gran bella compagnia! – Lo schernì Lux. – Fammi indovinare, il sabato sera vi riunite insieme a qualche altro amico deficiente Purosangue e con dei cappucci in testa andate a linciare i Mezzosangue, stile Klu Klux Klan? –
    Malfoy avvampò: - Come fai a sap… Voglio dire come ti vengono in mente certe idee? E ora gira al largo, inquini la mia aria! Salazar non voglia che tu finisca a Serpeverde! – E temendo di potersi tradire, la superò con fierezza, o almeno tentò visto che la strega gli fece uno sgambetto che rischiò di farlo finire a gambe all’aria.
    - E voi due cosa avete da guardare? Filate con il vostro amichetto! – Sbraitò rivolta a Tiger e Goyle, per nulla intimorita dalla loro stazza. I due si allontanarono dietro a Malfoy con la coda tra le gambe; era raro che qualcuno avesse il coraggio di apostrofarli in quel modo.
    - Razza di babbei, altro che babbani. – Bofonchiò Lux mentre cercava uno scompartimento.
     
    Lettere e sfigati
     
    Finalmente seduta sulle comode poltrone dell’Hogwarts Express tirò fuori il suo lettore cd e, sotto gli occhi di qualche primino spaesato (sicuramente anche loro Purosangue) si isolò felicemente dal mondo finché non entrarono in funzione le protezioni magiche contro gli oggetti elettrici babbani. Imprecando contro lo Statuto di Segretezza e altre simili sciocchezze, Lux si decise a tirare fuori la lettera che la sua prozia le aveva inviato (rigorosamente via gufo) prima della sua partenza.
     
    “Mia cara nipote, sono così fiera che tu stia finalmente facendo la tua entrata ufficiale nel mondo magico …bla bla bla … mi auguro che darai lustro alle tue origini studiando e conseguendo ottimi risultati … ancora bla bla bla … spero inoltre che non ti accompagnerai a gente di basso livello come fece la tua disgraziata nonna maganò sposando quel babbano …  - malefica stronza – pensò Lux – come si permette di criticare la sorella, lei che è pure rimasta zitella? – Mi auspico che tu possa capitare nella prestigiosa Casa di Serpeverde, che ospita alcuni dei più interessanti rampolli del mondo magico: sarebbe davvero magnifico se nascesse un’amicizia e magari qualcosa di più con uno di essi. Ho saputo, per l’appunto, che il figlio dei Malfoy frequenta Hogwarts e ha la tua età, il suo nome è Draco…” – Oh cazzo! – Esclamò Lux ripensando al borioso biondino con cui si era scontrata prima.
     
    Una volta arrivati a destinazione la strega dai capelli artificialmente colorati (sempre meglio specificare per non confondersi con qualche Metamorfomagus di passaggio) si voltò intorno alla ricerca del mezzo di trasporto che l’avrebbe condotta al castello. Come immaginava, non basta essere una Mary Sue alternativa e strafiga, la regola vale sempre, scuola magica o babbana che sia: se sei nuovo finisci per forza con gli sfigati! Lux guardò l’ultima carrozza rimasta, a bordo c’erano già due ragazzi, sicuramente fratello e sorella, con i capelli più arancioni che avesse mai visto, un ragazzino grassoccio dall’aria insicura, un nerd con gli occhiali, la classica secchiona priva di senso estetico e una bionda New hippie. Si avviò nella loro direzione: sicuramente meglio gli sfigati che lo stronzo pettinato da una leccata di vacca che aveva incontrato sul treno!
     
    Lo Smistamento e il discorso di inizio anno
     
    Il Cappello Parlante calò sui capelli tinti della studentessa ammessa eccezionalmente (non così eccezionalmente da quando esiste il fenomeno Mary Sue) al quinto anno.
    “Serpeverde, Serpeverde, ti prego mettimi a Serpeverde!!” Mormorava Lux nella sua testa.
    L’antico copricapo non era nuovo alle suppliche degli studenti, ma quella ragazza aveva davvero poche caratteristiche in comune con la nobile casata di Salazar.
    “È un desiderio che mi lascia perplesso, sono proprio curioso di sapere come mai lo brami così tanto… E NO!” Le urlò nella mente dopo averle letto i pensieri. “Non ti metterò tra i Serpeverde così che tu possa strappare i gioielli di famiglia a Malfoy e spedirli come orecchini a tua zia!!!”
    - Grifondoro!!!! – Urlò dunque il Cappello, spedendola a far compagnia a quasi tutti gli sfigati con cui aveva appena trascorso il viaggio in carrozza.
     
    Prima di cena Silente si apprestava a concludere il suo discorso di inizio anno quando un delicato colpo di tosse lo interruppe. Il preside si voltò verso il tavolo dei professori dove una donna mai vista prima spiccava come se fosse vestita di rosa. Rivolgendo un’occhiata complice alla docente di Trasfigurazione che lo aveva gentilmente interrotto poco prima, comunicò la novità agli studenti.
    “Come la Professoressa McGranitt mi ha giustamente ricordato, mi accingo a presentarvi la vostra nuova insegnante di Difesa Contro le Arti Oscure: Miss Sally Lucy Marcie Piperita Patty Peanuts!”
    La giovane strega si alzò in piedi, mentre un debole rossore le colorava le gote per l’emozione. Si risedette composta, lasciando al preside l’onore di terminare il discorso, e rivolse la sua attenzione al professore accanto a lei, un uomo nero d’aspetto e d’umore, che sprizzava da ogni poro l’allegria di un pipistrello a un funerale. Miss Sally eccetera eccetera gli regalò un sorriso luminoso, capace di spazzare via le nubi di una giornata uggiosa. Piton si ritrovò a osservare quegli occhi verde menta con pupille di liquirizia, quei capelli che sembravano cioccolato fuso, quei denti bianchi come zucchero filato e quelle labbra fin troppo somiglianti a ciliegie candite. Se quella strega fosse rimasta troppo a lungo a Hogwarts il rischio diabete era assicurato, pertanto Severus rispose alla manifestazione di simpatia che gli era appena stata espressa con una sguardata di disprezzo che avrebbe congelato un vulcano in attività. Il sorriso si smorzò debolmente.
     
     
    Eccoci qua alla fine di questo capitolo che introduce non una, bensì due Mary Sue a Hogwarts! La prima si riferisce a tutte quelle nate babbane che, incredibilmente, rubano il cuore all’algido Principe delle Serpi Malfoy. Per come stanno le cose credo che l’unica possibilità cha abbia Lux sia quella di un’operazione a cuore aperto e vista la simpatia che riscuote Draco non è neppure così improbabile. Ah se vi state chiedendo il perché del soprannome, sappiate che non lo so neppure io! Dopo essermi imbattuta in Mary Sue con nomi e soprannomi totalmente casuali mi sono dedicata anche io alla funzione random! Inoltre non ha senso neppure il fatto che abbia un look dark, ma anche in quetso caso mi sono ispirata a fan fiction trovate su EFP: vi assicuro che le spillette vanno alla grande! Vedremo che ne pensa la McGranitt!
    Ah suppongo che tutti abbiate riconosciuto gli “sfigati” nella carrozza con Lux, vero??
     
    La seconda Mary Sue è tutta per Piton. Ovviamente ha gli occhi verdi (se non ha gli occhi verdi Severus non si innamora, fatevene una ragione) e è bellissima e dolcissima (diabetica) ma per ora non sembra aver fatto breccia nel cuore dell’untissimo. Vi aspettavate la Umbridge all’inizio, eh? Non vi preoccupate, presto saprete perché non è a Hogwarts! In quanto ai nomi della seconda Mary Sue… bè io amo Charlie Brown e company! ;)
     

     


    [1]Magica DeSpell è il nome americano di Amelia, la strega nemica di Paperone! ;)

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    Capitolo 9
    *** 9: Al tempo di Harry – Dolce come il fiele ***


    Sono tornata! Scusate il ritardo con cui aggiorno ma ultimamente sono abbastanza incasinata.
    Il capitolo che segue darà la risposta a un grande interrogativo: perché la Umbridge non è a Hogwarts a insegnare?? Non ve ne frega niente? Spiacente ma la prima parte di questo capitolo è tutta dedicata a lei e alla nuova zuccherosa insegnante.

     
     
    Capitolo 9: Al tempo di Harry – Dolce come il fiele
     
    Londra, 27 agosto 1995
     
    Una donna camminava a passi svelti nei corridoi del Ministero. I suoi tacchi picchiavano feroci il pavimento, le braccia, con pugni chiusi, dondolavano a ritmo di marcia. Le persone che la incrociavano tendevano a cambiare strada, eppure sul suo viso si stendeva un sorriso, il sorriso di un grosso rettile che ha appena consumato un lauto pasto.
    Cornelius, il Ministro, le aveva appena dato il beneplacito, non solo in tre giorni sarebbe andata a Hogwarts, ma avrebbe finalmente avuto il potere di mettere in riga quel vecchio strambo di Silente. Dolores Umbridge sorrise nel suo tailleur rosa stile Jacqueline Kennedy1 (assomigliava a Jacqui come un rospo assomiglia a una libellula, ma non stiamo a formalizzarci), senza sapere che spesso un sorriso soddisfatto può dare il via libera a un terribile incontro. Draco docet.
     
    Appena uscita dal Ministero fu avvicinata da una giovane donna. Dolores la squadrò attentamente e la giudicò di suo gusto. Aveva folti capelli castano scuri, perfettamente acconciati, caldi occhi color smeraldo e una veste da strega azzurra di ottima fattura. Potremmo passare ore a descrivere come l’abito, cadendo e aderendo perfettamente al suo corpo, metteva in risalto la sua bellezza, ma Dolores non approverebbe, quindi andiamo avanti.
    - Signorina Umbridge? Le posso parlare un momento? – La ragazza che le aveva rivolto la parola sembrava leggermente imbarazzata e stringeva tra le mani una lettera spiegazzata. Normalmente la donna in rosa non si sarebbe fatta fermare in modo così inopportuno per strada, ma la voce dell’altra aveva una tonalità ammaliatrice che ricordava il miele che scioglie nel latte caldo, il cioccolato che fonde nel pentolino, un tè con biscotti e altre immagini zuccherose.
    - Certamente mia cara, dimmi pure. –
    - Se per Lei non è di troppo disturbo, la vorrei invitare per un tè, non mi piace parlare in mezzo a una strada. –
    Completamente affascinata, la Umbridge si fece condurre in un legante sala da tè.
     
    - Mi perdoni – esordì la leggiadra fanciulla – non mi sono ancora presentata: il mio nome è Sally Lucy Marcie Piperita Patty Peanuts. –
    - Piacere, Dolores Umbridge, dipendente del Ministero e prossima insegnante di Difesa Contro le Arti Oscure. –
    La ragazza arrossì deliziosamente (lei non si copre di macchie rosse come tutti i comuni mortali, ma la dilatazione sanguigna le procura un incarnato color pesca assolutamente favoloso).
    - Vede, Signorina Umbridge, proprio per questo le volevo parlare. La notizia le sarebbe dovuta essere comunicata per lettera, ma ho preferito farlo a voce. Mi sembrava meno meschino. –
    Ebbene sì, dovete sapere che Sally era estremamente sensibile e delicata, non era colpa sua poverina, ma qualcuno l’aveva dotata di un’eccessiva dose di empatia.
    - Comunicarmi cosa? – Dolores iniziava a vedere le prime crepe di quella perfetta giornata.
    - Il Preside Silente ha affidato a me l’incarico d’insegnante di Difesa Contro le Arti Oscure. –
    La delusione sul volto della rospa, ehm della strega, non era comparabile neppure con quella di Piton.
    - Cosa??? Questa è una decisione che spetta solo al Ministro! Quel vecchio bacucco non può permettersi una cosa del genere, io lo faccio rinchiudere, lo faccio internare! Lo spedisco a ricamare calzini per gli elfi domestici! –
    Sally, che nel tempo libero confezionava calzini per gli elfi, essendo iscritta al C.R.E.P.A. da prima che fosse stato creato, iniziò a alterarsi.
    - Il venerabile preside ha ancora il diritto di nominare gli insegnanti. Il compito spetta al Ministro solo se il preside non trova alcun candidato. Ma in questo caso il candidato c’è! –
    Le due donne si guardarono: era guerra.
    Sally tentò un’ultima via pacifica.
    - Capisco che il Ministero abbia cercato di aiutare il preside in questo triste frangente. Sappiamo tutti che la ricomparsa del Signore Osc…, di Lord Vold…, insomma di Colui Che Non Deve Essere Nominato abbia gettato tutti nel panico e che Caramell in persona si preoccupi del piccolo Potter e di tutti gli altri studenti. Tuttavia Hogwarts è ancora il luogo più sicuro che sia rimasto. –
    “Ma quante idiozie sto dicendo?” Si domandò la ragazza. “Hogwarts è un colabrodo: in quattro anni Voldemort è comparso più volte in quella scuola che nel suo quartier generale. Cosa non si fa per un posto di lavoro al giorno d’oggi!”
    La Umbridge non lesse i pensieri dell’altra, ma si soffermò su quello che aveva detto prima e rise in maniera estremamente sgradevole.
    - Il ritorno di Colui Che Non Deve Essere Nominato? Sciocchezze, baggianate. Non è affatto vero. Lui è morto, scomparso, defunto! –
    - E il ragazzo che è morto l’anno scorso durante il Torneo Tre Maghi? –
    - Un incidente! –
    - Ma lei è quella che se suo marito la picchia dice che ha sbattuto contro la porta? Siamo seri: un Mangiamorte si è introdotto a Hogwarts, ha falsato il torneo e permesso il ritorno del cattivone vestito di nero! Harry Potter l’ha fermato solo momentaneamente! –
    - Non parlarmi di Potter! Quell’odioso ragazzino ha osato ribattere a Cornelius! Colui Che Non Deve Essere Nominato ormai è solo una leggenda! In ogni caso le sue idee non erano poi così sbagliate! – Concluse con un sorriso rivoltante.
    Se fosse stata un po’ più accorta, si sarebbe accorta dell’ira che stava pervadendo la Signorina Peanuts, invece continuò: - Bisogna fare un po’ di pulizia, questi ibridi che girano nel Mondo Magico sono pericolosi e Silente li protegge. Per questo capisco chi guarda sempre con maggior attenzione alla purezza del sangue! –
    La voce le morì in gola nel momento in cui la ragazza seduta di fronte a lei si alzò in piedi. Non sfoderò la bacchetta, si limitò a afferrare la donna per il colletto (la differenza di altezza aiutava) e a scuoterla energeticamente mentre l’altra mano era stretta a pugno.
    - Sottospecie di imbecille, non sai di cosa stai parlando! Cianci di sangue puro e rimpiangi i fasti di terrore che il Signore Oscuro ha sparso nei suoi anni di dominio, ma sei solo una marionetta! –
    Con un gorgoglio strozzato la Umbridge replicò: - Non sai di cosa stai parlando! –
    - Io so benissimo di cosa sto parlando, credimi purtroppo lo so molto bene! Tu non mi credi, vero Dolores? Beh, vediamo...in che altro modo posso convincerti? Immagino che dovrei renderlo più chiaro, semplice e diretto... CREDIMI!!! – Le urlò a un millimetro dalla faccia continuando a scuoterla con forza.
    Il lato Lucy2 stava prendendo il sopravvento sul lato Sally!
    Con un notevole sforzo di volontà Miss Peanuts tornò calma. Come abbiamo già detto era una donna dolcissima e estremamente empatica, ma quando qualcuno la faceva infuriare non ce n’era per nessuno. Come si dice: la calma è la virtù dei forti ma il vaff… è la liberazione di chi si è rotto il ca…o!
    In ogni caso Sally la lasciò andare, si lisciò la gonna e, come se nulla fosse stato, si risedette composta dicendo: - Questa è la lettera in cui le viene comunicato che il suo insegnamento a Hogwarts non è più necessario, mi dispiace. Le auguro una buona giornata. – Finì il suo tè, lasciò sul tavolo la busta spiegazzata e i soldi per pagare la consumazione e se ne andò calma e serafica, lasciando una sbigottita Umbridge a cercare di rimettere insieme i pezzi del puzzle.
     
    Hogwarts, 2 settembre 1995
     
    Al tavolo dei professori c’era fermento quella mattina.
    - Albus, sei impazzito? – Domandò la McGranitt sbalordita alla notizia che aveva appena udito pronunciare al preside.
    - Io l’ho sempre detto. – Mormorò Piton tra i denti, senza degnare di uno sguardo la sua zuccherosa vicina di posto.
    - Ovviamente non è stata una mia scelta. – Interloquì Silente. – Suppongo che il Ministero si sia risentito per la mia decisione di non assumere una loro donna fiducia per il posto di insegnante di Difesa Contro le Arti Oscure e che voglia mettere in chiaro il suo potere. –
    Ci fu un mormorio scomposto tra i professori.
    - Se le cose stanno così, non possiamo far altro che adeguarci! – Disse pratica la professoressa Sprite. – Quali sono le classi a cui dovremo comunicare per prime la notizia? –
    - Vitius si può occupare dei Tassorosso e dei Corvonero del terzo anno, tu Pomona puoi dirlo ai Grifondoro e Tassorosso del settimo e infine … ci sarebbe il quinto anno Serpeverde e Grifondoro con la lezione di Difesa. –
    Un pesante silenzio calò sulla tavola. Potter e Malfoy insieme erano una combinazione fin troppo esplosiva, lo sapevano tutti.
    - Non si preoccupi Preside, ci penso io. – La voce dolce di Sally si levò a sollevare tutti dal grave compito. – Sono certa che capiranno. –
    Nell’ombra Severus ghignò maligno.
     
    Quella mattina Harry e i suoi amici trovarono una sgradita sorpresa di fronte alla classe in cui si sarebbe dovuta tenere la lezione di Difesa Contro le Arti Oscure. Malfoy e l’intero gruppo dei Serpeverde del quinto anno stazionavano già lì.
    - Che cosa ci fate voi qui? – Chiese Hermione.
    - Buffo, potrei farvi la stessa domanda. – Rispose Draco annoiato.
    - Noi abbiamo lezione! – Esclamò Harry.
    - Ti sbagli Potter, questa è la nostra ora! –
    Le bacchette erano già sguainate quando arrivò la professoressa.
    - Calmatevi ragazzi, ora vi spiego tutto! –
    Sally si trovò a affrontare un gruppo eterogeneo e decisamente maldisposto.
    - Il Mistero ha comunicato ieri in tarda serata al Preside che da quest’anno, per promuovere la comunione tra le case, le lezioni svolgano con due classi contemporaneamente. Per il vostro anno è stato disposto che le Case che dovranno seguire insieme la lezione siano Grifondoro e Serpeverde da una parte e Tassorosso e Corvonero dall’altra. –
    Il brusio di malcontento si alzò di diversi toni.
    - Stiamo scherzando? –
    - Non ho alcuna intenzione! –
    - Almeno avremo l’occasione per far fuori Potter e i suoi amichetti! –
    - Non contarci troppo Zabini! –
    - Perché altrimenti che mi farai Paciock? –
    - Questa cosa mi sembra totalmente inutile dal punto di vista didattico! –
    - Per favore Granger, taci! –
    - Non parlare così a Hermione! –
    Su tutto si udì l’urlo: - Mio padre lo verrà a sapere! –
    Lux guardò storto Malfoy e gli fece il verso: - Oh povero piccolo! Il suo paparino lo verrà a sapere! Ma cresci una buona volta! –
    Un Incantesimo Protego impedì che i due si scontrassero a suon di Maledizioni e pugni.
    - Smettetela! – Urlò a voce decisamente non zuccherosa Sally.
    Poi, tornata calma, riprese: - State tranquilli, capisco le vostre perplessità, ma sono certa che riusciremo a collaborare. Il Ministero non riuscirà a sgretolare Hogwarts dall’interno. Ehm, volevo dire: il Ministero avrà certamente agito per il meglio. Ora, non vi chiedo di darvi la mano, ma almeno finché non sarete entrati in classe vorrei che evitaste di uccidervi vicendevolmente. –
    Gli studenti si guardarono torvi e si accinsero a varcare la soglia.
    - Scommetto che era una Tassorosso. – Borbottò Malfoy rivolto verso Tiger e Goyle. – Una così zuccherosa non può appartenere che alla Casa degli sfigati. In non so quante generazioni hanno avuto solo un elemento degno di nota e appena è diventato un po’ famoso l’hanno fatto fuori! –
    A sentir parlare così male del povero Cedric, che aveva visto morire sotto i suoi occhi, a Harry andò il sangue alla testa, ma prima che potesse controbattere una figura argentea scivolò verso di loro.
    - Signorina Peanuts! Mi sembrava di aver riconosciuto la sua voce! –
    - Salve capo3! – Salutò Sally Lucy MARCIE Piperita Patty.
    Il Barone Sanguinario si inchinò leggermente di fronte agli studenti sbalorditi.
    - È sempre un piacere rivederti! Così sei diventata insegnante? Cerca di non essere troppo cattiva con i tuoi alunni! –
    - Sì capo! –
    Il mormorio degli studenti aumentò di volume mentre entravano in aula alla spicciolata.
    - E così la nostra nuova insegnante è una Serpeverde? Finalmente qualcosa inizia a ruotare nel verso giusto! – Confidò Malfoy ai suoi “sgherri” poco prima di essere malamente spinto da parte dalla nuova studentessa Grifondoro, tra le risatine di Harry e dei suoi amici.
     
    Non appena anche l’ultimo alunno si fu seduto, Miss Peanuts iniziò la sua lezione.
    - Miei cari ragazzi, so che in passato avete avuto un’educazione un po’ discontinua in Difesa Contro le Arti Oscure a causa della forzata rotazione degli insegnanti. –
    Harry provò a dire qualcosa ma fu interrotto dalla professoressa che continuò il suo discorso.
    - Questo, unito al difficile periodo, ha portato il Ministero a consigliare caldamente un insegnamento più teorico e meno pratico. –
    - Mi scusi, vorrebbe dire che faremo solo teoria? – Interruppe Potter.
    - Intendo dire che questo è quanto suggerisce il Ministero. –
    - E il Ministero come pensa che ci potremo imparare a difendere? –
    - Il Ministero si interroga sulla necessità di difendersi, sebbene … -
    - Intendo dire dopo il ritorno di Voldemort e … -
    - Sì, appunto stavo dicendo che sebbene … -
    - Caramell pensa forse che potremo sconfiggere il più grande Mago Oscuro di tutti i tempi tirandogli un libro addosso? – Harry si stava scaldando.
    - Signor Potter stavo dicendo che … -
    - Forse lei non c’era l’anno scorso, ma io sì! Voldemort è risorto e ha ucciso Cedric! –
    - Si… -
    - Non so se il suo essere Serpeverde le impedisce di venire a patti con questo, ma io … -
    - Silencio! – Riuscì finalmente a urlare Sally, colpendo in pieno Harry con l’incantesimo.
    - Ora che il Signor Potter si è spontaneamente offerto di tacere posso completare quello che stavo dicendo. Sebbene il Ministero caldeggi un approccio teorico, io sostengo che le due cose vadano a braccetto. Approfittando dell’esempio che Potter ci ha appena fornito, studieremo gli incantesimi non verbali, sebbene sia una materia da sesto anno. Questo tipo di incantesimi è molto utile se non volete far sapere all’avversario le vostre intenzioni. Dopo la spiegazione teorica ci eserciteremo in classe. Signor Potter, spero per lei che i suoi amici siano abbastanza bravi, perché io non ho intenzione di liberarla! –
    Dal fondo dell’aula Malfoy ridacchiò, ma anche molti dei Grifondoro nascosero il viso nelle maniche per non essere sorpresi a fare altrettanto.
    La lezione volgeva ormai al termine. Harry era stato liberato dall’incantesimo silenziante da Hermione, che aveva fatto guadagnare ben venti punti a Grifondoro. Altri dieci punti erano stati assegnati a Lux, che nonostante l’atteggiamento strafottente, dimostrava un’intelligenza acuta e una notevole voglia di imparare. D’altro canto, anche Malfoy e altri due Serpeverde, grazie alle conoscenze impartite loro dai genitori durante l’estate, avevano portato diversi punti alla loro Casa.
    Poco prima dello scadere dell’ora, Draco si rivolse all’insegnante: - Signorina Peanuts, cosa ne pensa lei dei Mezzosangue? Non crede anche lei che non siano all’altezza di noi Purosangue? –
    La reazione dell’aula fu immediata: urla e incantesimi iniziarono a volare da un capo all’altro della stanza.
    - Silencio! – Urlò nuovamente Sally silenziando l’intera classe.
    - Signorina Granger, lei è una Nata Babbana, giusto? – Domandò a Hermione.
    La ragazza rivolse la bacchetta verso di lei, rimosse l’incantesimo e rispose bellicosamente: - Sì, esatto. –
    - Invece lei, Signor Goyle, è un Purosangue? – Il povero Greg si sforzò inutilmente di far uscire qualche suono dalla sua gola bloccata.
    - Lo prendo per un sì. Credo che non sia necessario aggiungere altro. La lezione è finita, potete andare. – Con un leggero svolazzo di bacchetta ruppe l’incantesimo e lasciò liberi i suoi alunni.
     
    Draco Malfoy era furioso. Marciava per i corridoi lamentandosi con i suoi fedeli amici e imprecando contro quella stupida traditrice della Casa di Salazar: come aveva osato mettere in ridicolo i Purosangue? All’ennesima svolta quasi si scontrò con Potter, Weasley e la Mezzosangue.
    - Salve Malfoy! – Interloquì quest’ultima, evidentemente galvanizzata dalla recente vittoria.
    - Sparite dalla mia vista, feccia! –
    - Ci siamo alzati con la luna storta stamattina? – Lo prese in giro Harry. – Sarà meglio che ti ritiro con la coda tra le gambe dopo l’ultima uscita, tu e i tuoi segugi! –
    Le parole di Potter accesero un Lumos nella testa di Draco, finalmente poteva vendicarsi di quello stupido Grifondoro.
    - A proposito di segugi e coda tra le gambe Potter, alla stazione mio padre non ha potuto fare a meno di notare che ti sei fatto un nuovo animaletto domestico. –
    Harry sbiancò leggermente: Sirius lo aveva seguito sotto forma di cane per non essere riconosciuto, ma evidentemente Lucius sapeva che era un Animagus.
    - Me lo hanno prestato. – Inventò come scusa.
    - Menti davvero male, te lo hanno mai detto Potter? –
    - Non capisco a cosa tu ti stia riferendo. –
    - Io credo che tu capisca molto bene. Sotto le spoglie di quell’orribile pulcioso si nasconde Sirius Black, vero? Il famoso ricercato. Il rinnegato della nobile e antichissima casata dei Black. Che schifo. Se penso che si è ridotto a vivere a quattro zampe mi si inacidisce il sangue. È quello che succede a chi si mischia con la feccia! – E occhieggiò a Ron e Hermione.
    - Non osare parlar male del mio padrino! – Urlò Harry.
    - È anche il tuo padrino? È davvero messo male, povero Black! -
    - Non reagire Harry. – Gli mormorò Hermione all’orecchio.
    - Padrino di uno sfigato come te, ridotto in forma canina, diseredato dalla sua famiglia. È il destino di chi sbaglia amicizie Potter! A te accadrà la stessa cosa, non dovevi rifiutare la mia mano il primo anno. D’altro canto forse è stato un bene. Ho come l’impressione che tu porti sfiga Potter! I tuoi genitori sono morti, il tuo padrino è stato rinchiuso per anni a Azkaban e ora è ridotto a vivere per la strana, magari nutrendosi di carogne. Mi auguro che venga presto catturato e che gli sia somministrato il Bacio! Non sai quanto riderò quel giorno e … -
    - Stupeficium! -
    Draco non poté finire la frase perché venne schiantato.
    Ron e Hermione si voltarono verso Harry, che sollevò in aria le due mani vuote. In fondo al corridoio c’era una ragazzina con la bacchetta sguainata. Sembrava più piccola di loro e indossava i colori di Corvonero. I capelli neri, lunghi e leggermente mossi incorniciavano un viso dall’ovale perfetto in cui erano incastonati due occhi grigi brillanti come l’argento. La sua figura emanava sicurezza e grazia. Era bellissima. (Ovviamente).
    Per un po’ nessuno parlò, finché Malfoy riuscì a riprendersi quel poco che gli consentì di pigolare:
    - Me la pagherai! Weasley, Granger: voi siete due Prefetti! Dovete fare qualcosa! –
    Ron guardò prima il ragazzo a terra, poi la sconosciuta e infine si rivolse a Hermione: - Cosa pensi che ci sia per pranzo oggi? –
    Hermione era combattuta: il suo lato Prefetto le diceva che doveva punire la ragazzina, ma d’altro canto si trattava di Malfoy! Quest’ultimo intuì l’indecisione e attaccò: - Mezzosangue! Vedi di fare qualcosa, almeno tu! –
    La Prefetto Grifondoro scosse la testa: non riusciva a capire se Malfoy fosse più stupido o più borioso. Insultarla ancora e poi pretendere che gli obbedisse.
    Si girò verso Ron: - Credo ci sia stinco di maiale arrosto con patate, è meglio affrettarci. –
    Senza rivolgere un altro sguardo ai Serpeverde li abbandonarono nel corridoio. Anche la misteriosa ragazza scomparve.
    - Idioti, non state lì impalati: aiutatemi! – Sbraitò Draco verso Tiger e Goyle.
    I due si stavano precipitando quando udirono un – Bù! – alle loro spalle.
    Lux comparve dal nulla e la sua sola presenza mise in fuga i due gorilla di Malfoy, ancora terrorizzati dopo il primo incontro sul treno.
    - Almeno tu aiutami ad alzarmi! – Chiese Draco.
    - Quali sono le paroline magiche? –
    -Altrimenti ti schianto? –
    La ragazza dark (aggettivo inutile inserito solo per ricordarvi la sua caratteristica principale) scosse la testa: era davvero irrecuperabilmente scemo.
    - Stavo scherzando! – urlò Malfoy intuendo il pericolo.
    Lux non badò alle proteste, lo calpestò, si pulì i piedi sulla sua schiena e lo lasciò sdraiato nel bel mezzo del corridoio.
     
     
     
     
    Note
     

    1 - Il riferimento a Jacqueline Kennedy è dell’autrice, la Umbridge non ha idea di chi sia quella babbana.

    2- Il riferimento è a Lucy dei Peanuts, che è notoriamente collerica indisponente (ma che io adoro).

    3 - “Capo” è l’appellativo con cui Marcie dei Peanuts si rivolge sempre a Piperita Patty.

     
     
    Eccoci qua alla fine di questo secondo capitolo dedicato a Harry e company!
    Innanzitutto ho voluto spiegare perché la Umbridge non fosse a scuola, visto che non mi piace cambiare la trama della Rowling senza spiegazione. Non so voi ma io ho sempre sognato di prendere la cara Dolores per il collo e Sally Lucy eccetera eccetera me ne ha data la possibilità. Lei è l’incarnazione di tutte le Mary Sue eccessivamente dolci e gentili, che però prima o poi tirano fuori le palle, perché nella vita non si può sempre subire! So che così facendo sembra un po’ bipolare, ma pazienza! ;) In ogni caso quanti di voi sospettavano che fosse Serpeverde? Secondo me quella casata è perfetta per lei, ma ditemi che ne pensate! In ogni caso è una Serpeverde un po’ atipica, che non bada alle questioni di sangue, come avete visto. Mi dispiace per le fan del povero Goyle sempre che abbia fan) che è stato ingiustamente bistrattato, ma era l’esempio lampante della non superiorità Purosangue!
    Inoltre ho voluto sottolineare che normalmente Serpeverde e Grifondoro non hanno lezione SEMPRE insieme e che Silente non sniffa strane cose la mattina per farsi venire in mente di unire le Case!!! Ma mi piaceva l’idea di far scontrare i nostri beniamini, in particolare Lux e Malfoy, così ho dato la colpa al Ministero! Non vi preoccupate, il prossimo capitolo sarà maggiormente dedicato a Lux e alle sue peripezie dentro Hogwarts!
    Ah e prossimamente verrà svelato anche il mistero della piccola Corvonero che ha Schiantato Malfoy! Le ipotesi sono sempre ben accette!
     
    Besos!
     
    P.S. So che Harry è sembrato un po’ antipatico in questo capitolo, ma non pensate male, mi è simpaticissimo, solo che a volte ha la tendenza a essere un po’ saccente! Io lo scuso comunque con tutte le sfighe che gli capitano tra capo e collo, spero facciate lo stesso! ;)

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