Il mio istruttore di scuola guida.

di Lully Cullen
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 - Porcospino? ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3. ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6. ***
Capitolo 7: *** capitolo 7. ***
Capitolo 8: *** capitolo 8 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


Salve ragazze, so che ho già in corso due storie, ma l’ispirazione è stata troppo forte!
Fatemi sapere cosa ne pensate, l’ho scritta giù di getto e non so davvero come sia venuto giù il primo capitolo.
Se non è di vostro gradimento la cancellerò.
Un bacio, Buona lettura, Lully^^
Per qualsiasi cosa, aggiungetemi alla pagina face book : http://www.facebook.com/pages/Lully-Cullen/364455126902230


Capitolo 1.





Il mio istruttore di scuola guida.

 

 

 

Scesi dalla macchina di mio padre e guardai l’enorme insegna che di trovava davanti a me “ Cullen DriveSchool “, sospirai e chiusi gli occhi: dovevo essere ottimista, sarebbe andato tutto bene. Mi ero ripromessa di non arrossire, di non balbettare, e di non guardarlo nemmeno una volta; se fosse stato necessario mi sarei chiusa nel mutismo per evitare di fare qualche figuraccia.

 

La Cullen DriveSchool era l’unica in tutta Forks, e l’affluenza era enorme, non tanto per il fatto che fosse la sola autoscuola in tutto il paesino, ma perché la suddetta autoscuola era dei Cullen, o meglio, dei più fighi di Forks. L’idea dell’autoscuola era stata di Emmett a quanto pare, ed in seguito era diventata un’impresa familiare; ci lavoravano part-time Alice, la sorella di Emmett, e Rosalie, la sua ragazza. E fin qui tutto bene, ma qualche mese fa, a far parte dell’allegra combriccola era entrato anche Edward, il fratello minore. Non c’è bisogno di dirvi che l’affluenza era raddoppiata, e che persino le ragazze di La Push venivano fin qui.

 

Io avevo avuto la fortuna di vedere Edward Cullen un paio di volte, quando ero ancora alla teoria; e da lì ha popolato i miei sogni più caldi.
Ha traviato la mia innocenza!
Non sapevo nemmeno cos’era un sogno erotico prima che lo vedessi!

Si beh, le mie figuracce quando lo vedevo,toccavano il picco. Un pomeriggio dopo che finì la lezione di teoria, lo vidi, e invece di tornare a guardare la strada che avevo davanti, i miei occhi non ne vollero sapere di voltarsi; così beccai in pieno la porta di vetro che mi era davanti. Tutti ( anche lui ) mi chiesero come stessi, e quando incrociai i suoi occhi balbettai un “ sto bene “ e fuggii.
Mi ci volle mezzo chilo di gelato al cioccolato per reprimere del tutto il mio senso di inadeguatezza e di inferiorità.

Il problema vero e proprio era che ora sarebbe stato lui il mio istruttore di scuola guida; questo equivaleva a più incidenti, e più vittime.
Una pacchia insomma.
Scossi il capo e facendomi forza entrai nell’edificio.

<< Buon pomeriggio. >> mormorai salutando Lizzie, la segretaria.

<< Ciao Bella >> rispose sorridendomi << Vieni a firmare qui,per favore? >>  Annuii e mi diressi verso il banco, firmai un paio di fogli e mi sedetti sulla poltroncina rossa, aspettando l’istruttore.
“ Forse Dio mi grazia e non c’è “ pensai tra me e me. Ero una totale imbranata con la macchina; non ne avevo mai guidata una, Charlie si era sempre rifiutato, troppo affezionato alla vita.
Il campanello della porta suonò non appena qualcuno la aprì, alzai lo sguardo e vidi il mio danno personale:
Edward Cullen, un metro e novanta di bellezza dai capelli ramati e dagli occhi verdi. Si tolse i ray-ban e mi sorrise.

<< Ciao Isabella. Inizi le guide? >>  sorrisi ed annuii, non mi fidavo della mia voce. Edward si appoggiò al bancone e iniziò a sfogliare il calendario delle guide.

<< Dovrebbe esserci anche Lauren >> Cosa? Lauren? Mi avrebbe presa in giro a vita quella smorfiosa!
E si sa, quando parli del diavolo, spuntano le corna.
Fece il suo ingresso quella biondona ossigenata, con un jeans attillatissimo e una magliettina scollata. Era Novembre diamine! Che fine avevano fatto le vecchie e care felpe?
Rabbrividii guardando il modo in cui si era vestita e mi strinsi nella mia felpa.

<< Bene, ci siamo. Forza ragazze, è ora di guidare. Lauren, vai a mettere in moto intanto. >> Lauren prese le chiavi e sparì.

<< Isabella, hai mai guidato ? >> mi domandò afferrando la sua giacca di pelle. Scossi il capo.

<< No, Charlie teme di ritrovarsi abbracciato ad un albero >> Scoppiò a ridere, e mi stupii di non aver balbettato.

<< Okay, allora appena finisce Lauren, la riaccompagniamo, in modo da spiegarti tutto con calma >> Uscimmo e un senso di panico mi invase.
Io e lui?
Soli?

 

 

--

A voi la parola ragazze, recensite!

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 - Porcospino? ***


Buonasera ragazze.

Sto aggiornando questa storia per non pensare. Avevo bisogno di staccare la spina da tutto e da

tutti.. Ieri mio zio è stato operato d'urgenza e dopo aver passato tutta la giornata con lui sono tornata a casa stremata, volevo evitare di pensare  e solo scrivendo posso farlo.

Ho deciso di aggiornare questa fiction perchè è " leggera ", basata sull'ironia e sul buon umore, cosa che serve a me.

mi dispiace se non dovesse essere di vostro gradimento questo capitolo, ma.. ne avevo bisogno.

Ringrazio chi ha recensito lo scorso capitolo, e chiedo loro di scusarmi se non rispondo alle recensioni, appena potrò, sarà la prima cosa che faccio.

Non so quando aggiornerò Shelter, o TSSML, ma ora ho bisogno di qualcosa che mi tiri su il morale

Vi ringrazio come sempre per il vostro affetto ragazze, siete straordinarie.

Un bacione, Lully Cullen.

 

 


 

 

La mia pagina, dove potete trovare vari spoiler e notizie : http://www.facebook.com/pages/Lully-Cullen/364455126902230

 

Capitolo 2.

 

 

<< Inizia a frenare, scala! Isabella, scala! Frena! Il signor Morrison sta uscendo dal suo viale! >> premetti con forza la frizione e il freno e mi voltai verso il mio interlocutore.

<< La vuoi smettere? Mi metti ansia! Sto guidando una macchina, non un aereo Kamikaze! >> sbottai in preda al nervosismo. Mi passai una mano tra i capelli e scesi dall'auto, guidare non faceva per me.

<< Si può sapere dove vai? Bella, non puoi lasciare la macchina in mezzo alla strada! >> brontolò Charlie scendendo anche lui e appoggiandosi allo sportello mentre si toccava i baffi.

<< Papà, ti giuro, io ci ho provato a guidare con te; ma mi metti ansia! Isabella fai quello, Isabella un porcospino sta attraversando la strada, Isabella, una foglia evita di calpestarla! >> dissi mentre facevo avanti e indietro con l’intento di calmarmi.

Ma chi me lo aveva fatto fare? Stavo così bene in camera mia a bestemmiare contro la trigonometria! Non mi ero sentita di declinare la proposta di Charlie “ Isabella vieni, ti faccio guidare! “, lo avevo guardato di sbieco cercando di leggere nei suoi occhi una traccia di non so cosa, sperando che scherzasse; ma quando lessi nel suo sguardo ‘ fiducia ‘ , mi si strinse il cuore. “ Non hai paura di andare a schiantarti? “ gli dissi mentre mi alzavo dalla sedia della scrivania; “ ma no, tutti i genitori insegnano ai propri figli a guidare”. Ero felice all’idea che Charlie si fidasse di me, ma quando entrai in auto e misi a moto facendo ruggire il motore della sua vecchia Volkswagen, il suo volto impallidì, e iniziò a impartirmi ordini e a mettermi ansia.

<< Ti prometto che non dirò più nulla >> mormorò sorridendomi e venendomi incontro. Scossi il capo e salii dalla parte del passeggero.

<< No papà, guida tu è meglio. Non voglio averti sulla coscienza >> gli sorrisi rassicurante e dopo qualche sbuffo si mise al volante e partimmo per arrivare all’autoscuola.
La prima lezione era stata un vero e proprio disastro, leggevo negli occhi di Edward la voglia di prendersi a schiaffi da solo; si, perché mentre lui diceva una cosa, io presa dal panico facevo la cosa opposta. Insomma, credo che il “mio “ caro istruttore quella sera, fosse andato a dormire con un senso di ira inimmaginabile.

<< Buonasera >> valicai la soglia dell’entrata e vidi Emmett ed Edward discutere. Sicuramente quest’ultimo stava supplicando il fratello di prendermi con sé.

<< Ciao Isabella >> rispose Edward sorridendomi. ‘ Lo fa perché sta per scaricarti ‘ pensai firmando il foglio delle presenze.

<< Bellina, come stai? Mi mancano tanto le lezioni di teoria con te >> mormorò Emmett venendomi ad abbracciare. Sorrisi e scossi il capo. Io ed Emmett avevamo legato tanto, era l’unico con cui scherzavo senza pensare alle conseguenze, le lezioni di teoria erano fatte di veri e propri battibecchi tra me e lui.

<< Ti manca il senso opprimente del suicidio? >> risposi tirandogli una pacca sulla spalla.

<< No, quella è l’unica cosa che non mi manca del nostro rapporto. Anche delle emicranie ne faccio volentieri a meno. Piuttosto, mi hanno detto che tuo padre è combattuto tra il senso del dovere, ovvero consegnarti alla centrale come pirata della strada, e il senso etico paterno, difenderti da tutto e da tutti. >> Inarcai un sopracciglio e lo fulminai.

<< Sai che la calunnia e la diffamazione sono un reato? >> Alzò le mani come a discolparsi e mi sorrise.

<< Mea Culpa. Ma si dice in giro che tu sia un pericolo per i pedoni, e non solo >> continuò imperterrito.

<< Non è colpa mia, okay? Quel porcospino non lo avevo visto! >> risposi con foga.

<< Porcospino ? >> domandò Edward inarcando un sopracciglio e appoggiandosi con la schiena al bordo liscio della scrivania in mogano. Mi resi conto della mia enorme gaffe e arrossii.

<< Porcospino ? >> ripetei di rimando. << Chi ha parlato di un porcospino ? >> continuai.

<< Tu Bella >> Trucidai Emmett con lo sguardo e scrollai le spalle.

<< Avrete capito male >>

<< Su, andiamo >> disse Edward sorridendomi. << .. Andiamo  a far fuori qualche altro porcospino >> e ridendo si avviò verso l’uscita.
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<< Isabella, devi premere a fondo la frizione per cambiare le marce >> era la terza volta che me lo ripeteva. Non era colpa mia se ero convinta sempre che la frizione fosse premuta fino in fondo!

<< Okay ora metti la terza >> continuò.  Mi voltai verso di lui e lo fulminai.

<< Non possiamo continuare a camminare in seconda? >> mormorai preparandomi alla mia prossima figura di merda. Avrei potuto scrivere un libro: Isabella e le figure di merda del nuovo secolo.

<< No, altrimenti la macchina va sottogiri. La sai mettere la terza, vero? >>

<< Edward,se sapevo mettere la terza, a scuolaguida non ci ero venuta! >> scoppiò a ridere e mise la sua mano sulla mia. Iniziai a sentire subito caldo ed arrossii.

Dio benedica la notte!

<< Ora segui il mio movimento >> strinse la mia mano e mettemmo la terza.

<< Hai capito come si fa ? >> Se lo rifacciamo insieme ti dico di no,pensai. Annuii e presi profondi respiri. Quel tocco mi avrebbe segnato in eterno.

<< Riproviamo. Ora scaliamo e rimettiamo la terza >> ripetemmo l’operazione due volte e sentii il mio cuore che rallentava ogni volta che posava la sua mano sulla mia.

 Sospirai e mi resi conto che ero l’unico essere a non essere portata a far nulla: ero goffa, la mia carenza di affetto mi portava ad abbracciare ripetutamente l’asfalto durante la giornata, non sapevo guidare e in amore la situazione era disastrosa.

Sarei diventata una suora di clausura, me lo sentivo.

<< Che c’è ? >> mi domandò Edward sorridendomi.

<< Stavo pensando che se esistesse una patente per i pedoni, sicuramente non prenderei nemmeno quella >> mormorai tra me e me. Scoppiò a ridere.

<< Perché >> il suo sguardo non si staccava dal mio, e io iniziavo a sentirmi in soggezione.

<< Beh, a piedi faccio un sacco di incidenti: cado, sbatto.. cado.. passo la mia giornata tra la scuola e le cadute. Pensa a quando avrò la patente, farò un sacco di vittime, e la popolazione di Forks diventerà esigua! >> Riprese a ridere, con più vigore e sorrisi.

<< Ti faccio ridere? >> domandai guardandolo con la coda dell’occhio.

<< Sei un portento Bella, non conosco nessuna ragazza con il tuo senso dell’umorismo. E poi, abbi fiducia in te, per essere la seconda lezione te la stai cavando egregiamente! >>

<< Lo dici tanto per dire >> risposi scoraggiata.

<< Guarda il lato positivo >>

<< Spara. >>

<< Ancora non hai fatto fuori nessun porcospino >> disse scoppiando a ridere. E dopo averlo trucidato con lo sguardo, mi unii anche io a lui.

 

 

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Qual'è stata la cosa che più ha fatto arrabbiare vostro padre ( o vostra madtre ) mentre guidavate? Vi incutevano ansia?

Alla prossima, Lully.

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Capitolo 3
*** Capitolo 3. ***


Buongiorno ragazze eccomi qui a riaggiornare la storia. Non farò discorsi lunghi, quindi ringrazio tutte di cuore per il vostro affetto!

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Buona lettura. Le note a fine capitolo!

 

Capitolo 3.

 

Bells, non posso venirti a prendere, c’è un’emergenza.

Mi spiace, Charlie.

 

Sbuffai e misi il cellulare nella tasca del cappotto.

 

Una merda, quella settimana era decisamente una merda. E non c’entrava nulla il fatto che Emmett avesse cancellato le mie guide in questa settimana perché dovevano esercitare per bene quelli degli esami, non c’entrava nulla il fatto che io non avrei potuto vedere Edward. Nulla.

 

 

Mi strinsi nel bomberino blu e nascosi il naso nella sciarpa. Il freddo pungente di Novembre mi entrava nelle ossa e il cielo era completamente bianco; tempo da neve insomma. Sperai con tutta me stessa che non iniziasse a nevicare in quel momento, perché dopo altro che scaricatore di porto, mi sarei trasformata in una camionista repressa sessualmente.

 

Accesi l’ipod e iniziai ad incamminarmi verso casa; non c’era nessuno ormai a scuola e quindi non potevo chiedere passaggi; se solo Charlie avesse mandato quel messaggio dieci minuti prima!

Guardai l’orologio che segnava le 14:30; perfetto, per le 15: 30 sarei arrivata a casa. Sbuffai di nuovo e alzai il volume della canzone al massimo, la canzone era Chasing cars di Snow Patrol. Adoravo quella canzone. Dopo qualche metro sentii un clacson suonare, ma non mi girai, anzi aumentai il passo, di sicuro era qualche stupido esibizionista.

Sentii nuovamente dei colpi di clacson e una macchina accostarsi vicino a me; mi voltai per dirne quattro allo sgallettato ma le parole mi morirono in bocca quando vidi il finestrino abbassarsi e rivelare il volto di Edward.

<< Isabella,non fa un po’ freddo per il trekking? >> mi domandò facendomi quel sorriso sghembo da stupro.

<< Scusa, è la menopausa che mi fa sentire caldo >> gli risposi mentre il mio respiro creava nuvolette bianche. Con Edward si era stabilito un rapporto fatto di scherzi e battutine; insomma eravamo buoni amici e da quando aveva capito che con me si poteva scherzare non faceva altro che stuzzicarmi.

 

<< Si, in effetti non hai un bell’aspetto. >> mi corrucciai e lui scoppiò a ridere.

 

<< Forza Sali, ti do uno strappo >> alzai gli occhi al cielo e il sorriso che mi stava per nascere sulle labbra mi morì quando Edward scese e si andò a sedere dall’altra parte della macchina.

 

<< Beh, che fai? >> domandai mentre lui mi faceva cenno di sedermi al posto di guida.

 

<< Guidi tu >> sgranai gli occhi. Era per caso impazzito?

 

<< Puoi ripetere scusa? Credo di aver capito male! >> battè la mano sul sedile e mi indicò.

 

<< Tu guidare mia auto >>

 

<< Potrei sapere perché? Ti sei slogato un polso? No, quindi guida tu >> mormorai piccata. Non per qualcosa, ma credetemi, mi ero scordata tutto.

 

<< Oh, avanti non fare la capricciosa, sali e basta. Questa settimana non hai guide, e dato che ci troviamo in questa situazione, tanto vale approfittarne, no? >> scossi il capo e mi tolsi lo zainetto eastpak per metterlo nei posti di dietro.

 

<< Te ne pentirai Ed, io lo dico per il tuo bene! >> scoppiò a ridere e mi scompigliò i capelli.

 

<< Isa, in una settimana hai imparato a guidare, a parte qualche piccolo errore non hai grandi problemi >> replicò accendendo i riscaldamenti al massimo.

 

<< Non mi ricordo di averti pagato per dire queste cose >>

 

<< Scusa, è la vecchiaia. I miei ventisei anni si fanno sentire >> scoppiai a ridere e ingranando la prima partii. Dopo due secondi sbadigliai e non mi premurai nemmeno di mettere la mano davanti alla bocca.

 

<< Hai sonno? >> Annuii e mi coccolai nel torpore che mi stava regalando il riscaldamento.

 

<< Chi dorme non piglia pesci, Bells >> lo guardai per qualche secondo per poi riportare la mia attenzione sulla strada.

 

<< Non so tu, ma io i pesci quando dormo li prendo >> risposi cambiando marcia.

 

<< Che pesci? >> la sua mascella toccò l’asfalto e i suoi occhi si sgranarono.

 

<< Tu che pesci hai capito? >>

 

<< I pesci che hai capito tu >>

 

<< Allora hai sbagliato pesci >> mormorai arrossendo e capendo che il dialogo che avevamo appena fatto era intriso di doppi sensi.

 

<< Non sono Cefali? >> domandò con il suo sorrisetto sghembo. Negai con il capo e risposi al suo sorrisetto con un occhiolino.

 

Arrivai alla rotatoria di Forks ( l’unica ) e mi fermai.

 

<< Cazzo, tutte ora passano le macchine? >> domandai a me stessa vedendo che gli automobilisti si erano dati alla pazza gioia.

 

<< Ah, dimenticavo che tu quando c’è traffico diventi uno scaricatore di porto >> ridacchiò Edward.

 

<< Vorresti dirmi che tu non lo fai mai ? >>

 

<< Se non avessi pazienza non potrei fare l’istruttore di scuola guida, ti pare? >>

 

<< Touchè >> risposi mettendomi nel traffico.

Arrivai davanti casa, misi la prima, spensi la macchina e tirai il freno a mano.

 

<< Vuoi entrare? Ti offro qualcosa >> arrossii dall’imbarazzo nel fare quella proposta.

 

<< Ti ringrazio Bella, ma devo andare a prepararmi il pranzo. >>

 

<< Beh, anche io dovrei pranzare… potresti pranzare da me >> Al diavolo il pudore, stupralo direttamente fuori!

 

<< Okay, ma io ti aiuto >> annuii entusiasta ed entrammo in casa.

Ci dividemmo i compiti, io avrei cucinato e lui avrebbe apparecchiato.

Decisi di preparare il mio piatto forte, la pasta alla norma e come secondo avrei preparato delle cotolette.

 

<< Accidenti che buon profumo, mangerei anche le pentole dalla fame >> Edward entrò in cucina con il suo solito sorrisetto e io mi voltai facendo finta di girare il sugo. Quella scena mi sembrava surreale; io e lui insieme a pranzo.. non era un’immagine di una coppia di fidanzatini?  Arrossii di botto e mi sventolai con una mano.

 

<< Di là ho fatto tutto, potrei aiutarti qui se vuoi >> scoppiai a ridere e mi voltai.

 

<< Ci tengo alla cucina, è nuova >> risposi ghignando. Lui venne verso di me e iniziò a farmi il solletico.

 

<< Io sono un cuoco provetto ! >>

 

<< Certo, come no! >> risposi tra le risate.

 

<< Ti farò vedere prima o poi. Resterai a bocca aperta >> mi liberai dalla sua presa e lui riavvicinandomi mi diede un bacio sulla fronte.

<< Ci conto >>.

Pranzammo e Edward fece il bis di tutto, poi mi aiutò a sparecchiare e mentre io lavavo i piatti lui li asciugavo.

<< La smetti di prendermi in giro? >>

 

<< Oh andiamo, non puoi averlo fatto davvero >> continuò tra le risate.

 

<< Ah ah ah >> lo scimmiottai . Presi un bicchiere d’acqua e glielo buttai addosso. Lui si zittì subito e mi guardò male.

<< Ops >> mormorai lasciando il piatto insaponato e iniziando a correre.

Lo sentivo dietro di me e mi girò, aveva una bottiglietta d’acqua nella mano destra e con la sinistra mi bloccava.

<< Ti prego Edward, ti voglio bene >>

<< Si anche io. Ma la devi pagare >> rispose piccato.

Cercai di togliergli la bottiglietta dalle mani, mi strinsi a lui e ci bagnammo insieme. Lui mi guardò di traverso e cercò di farmi nuovamente il solletico; lo bloccai e ci guardammo negli occhi. E poi le sue labbra furono sulle mie.

 

 

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Sarò sincera, il capitolo non mi piace molto; anzi direi che non mi piace proprio.

E non lo dico per impietosirvi, ma perché lo penso davvero.

Si sono baciati, siete contente?

A voi il giudizio! Baci

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***


Buongiorno ragazze eccomi qui a riaggiornare la storia. Non farò discorsi lunghi, quindi ringrazio tutte di cuore per il vostro affetto!

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Buona lettura. Le note a fine capitolo!

 

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Staccò le sue labbra dalle mie e mi fissò accarezzandomi la guancia.

<< Scusami non avrei dovuto, è stato uno sbaglio >> Sbattei le ciglia un paio di volte e cercai di inalare più aria possibile.

<< Tu.. >>

<< Scusami Bella, è meglio che io vada, dimentica tutto >> e prendendo la sua giacca andò via.

 

 

 

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Scherzetto! Ah ah si so che ci siete rimaste male, ma la mia mente sadica non ha potuto farne a meno! Al diavolo le ciance, buona lettura!

 

 

 

 

Capitolo 4.

 

 

Dischiusi le labbra e mi strinsi ancora di più a lui, infilando le mani nei suoi capelli ramati e soffici ; il sapore delle sue labbra era qualcosa di indescrivibile: erano una miscela di miele e menta, e le sue labbra ruvide e passionali. Mi allontanai e abbassando lo sguardo sulle sue labbra sfregai il suo naso contro il mio.

Sul suo volto si dipinse un sorriso sghembo divertito e mi lasciò un bacio sulla fronte.

<< Non so cosa tu mi abbia fatto Isabella, ma è la cosa più meravigliosa che mi sia potuta accadere. >> mormorò stringendomi a sé.

<< Spero sia una cosa positiva >> Posai la mia testa sulla sua spalla e mi lasciai coccolare dalle sue mani che disegnavano ghirigori sulla mia schiena. Inalai una gran quantità d’aria e sospirai: mi sembrava di essere in un sogno ad occhi aperti, e avevo il terrore che questo sogno sarebbe finito da un momento all’altro, lasciandomi un senso di malinconia e tristezza.

<< Beh, credo che desiderare ardentemente una persona sia una cosa più che positiva. Credimi quando ti dico che agli occhi di un estraneo tutto questo può sembrare sbagliato; e credimi anche quando ti dico che non me ne importa nulla, perché l’unica certezza che ho ora sei tu. Non credo che questo sia amore, ma non è nemmeno una semplice amicizia Bella. >> la sua voce diventava ad ogni parola sempre più roca, mentre i suoi occhi verde smeraldo diventavano giada.

Sorrisi e gli afferrai il mento tra il pollice e l’indice.

<< Non mi interessa nulla di quello che pensano gli altri Edward, mi interessi tu >> In risposta mi avvicinò a sé e fece di nuovo unire le sue labbra con le mie, in una delle danze più antiche del mondo.

 

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Mi manchi.

Smettila di usare il cellulare Ed, dovresti aiutare chi ti sta a fianco nella guida, è più di venti minuti che parli con me, non che questo mi dispiaccia. E di grazia, posso sapere dove hai preso il mio numero? Non mi hai ancora risposto. Ps: mi manchi anche tu.

 

Usare il cellulare? Cosa dici? Io sto scrivendo con il pensiero! E per quanto riguarda il numero: è top secret.

Sorrisi alla sua battuta come una deficiente, rotolandomi tra le lenzuola e lasciando cadere il libro di filosofia. Al diavolo Aristotele e la sua fisica, Edward era molto meglio.

Mi aveva inviato il primo messaggino circa venti minuti fa, cercando di farmi uno scherzetto squallido, ma poi vedendo che non rispondevo aveva subito vuotato il sacco, dicendomi che era lui e che si era procurato il mio numero.

Ero sicura che avesse chiesto a qualcuno, ma mi domandavo chi.

Si lo so, è irrilevante, ma la curiosità è femmina, che ci volete fare?

Forse a scuola guida. Ma certo!

Sai che non si sfogliano i documenti privati di un allievo?

 

Touchè.

Sorrisi nuovamente davanti al messaggio, ma la vibrazione del telefono mi avvertì dell’arrivo di un nuovo sms.

Se vuoi lo cancello. Farò finta di non averlo mai rubato, va bene?

 

Il sorriso mi morì sulle labbra. Si era davvero arrabbiato?

Cosa? Dai, scherzavo? Ti sei arrabbiato?

Si, molto.

Dai Ed, scusami. Lo sai che scherzo sempre, era semplice curiosità!

Il panico mi assalì. Ma perché non ne combinavo mai una giusta? Infondo non gli avevo detto nulla, volevo sapere solo dove aveva preso il mio numero, maledizione!

Scherzavo, non lo avrei mai cancellato ;D Ora scusa, ma devo stare attento a questi piccoli potenziali suicida. A dopo.

 

Fottiti Ed.

 

Afferrai il libro di filosofia e iniziai a studiare quel simpaticone di Aristotele. Filosofia: che brutta materia, avrei volentieri preso a schiaffi quegli stupidi che non avevano avuto una prosperosa vita sessuale e che per riparare ai loro deficit mentali si erano messi a fare quelle teoria.

Si, lo dico solo perché non mi piace come materia. Probabilmente in tutte le scuole avrei tolto tutte le materie, tranne letteratura inglese; impazzivo per la letteratura inglese, tutti i libri che leggevo erano di letteratura, a partire da Jane Austen fino ad arrivare a Oscar Wilde e Kipling.

Sospirai e mi concentrai su filosofia.

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Erano le sette e io ero sulle stesse due pagine da pomeriggio, ero proprio impedita; sbuffai e scesi in cucina a prendere qualcosa da mangiare. Scesi le scale e il mio percorso fu interrotto dal suono del campanello.

<< Ciao Bells >> Rimasi di sasso davanti alla porta e mi portai una mano tra i capelli per cercare di coprire in malo modo quello chignon da quattro soldi.

<< Edward, cosa ci fai qui ? >> mormorai ricordandomi di avere una delle felpe di Charlie e i pantacollant.

<< Sono venuto a trovarti, disturbo ? >> mi feci da parte e lo lasciai entrare.

<< No, che dici. Solo che sono in condizioni orribili! >> arrossii e abbassai lo sguardo ammettendo quella triste verità.

<< Invece sei sempre Bella, ma io sono di parte >> Scoppiai a ridere e mi buttai tra le sue braccia. Mi era mancato il suo profumo, e mi erano mancate anche le sue labbra, mi era mancato lui, che mi faceva sentire bene e felice.

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Ragazze grazie per le fantastiche parole ma sono di fretta!

Fatemi sapere cosa ne pensate ! Un bacio!

 

 

 

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Capitolo 5
*** Capitolo 5 ***


Buonasera ragazze, rieccomi ( anche se in ritardo ). Sto avendo parecchi problemi è sto pochissimo al pc.

Spero che il capitolo vi piaccia, vi ringrazio come sempre per il vostro affetto!

Vi ricordo la mia pagina face book

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Buona lettura.

 

 

Capitolo 5


<< Ah! Ragazze non potete immaginare quanto sia sexy e affascinante! >> alzai gli occhi al cielo e strinsi ancora di più la mela rossa che avevo tra le mani.

<< Ha un fisico da urlo, lo morderei senza sosta >> continuò la voce squillante di Lauren. Era da quando la conoscevo che non la smetteva di fare apprezzamenti su Edward, certo, all’inizio mi infastidivano, ma ora che ero la sua ragazza avrei preso la sedia e ci avrei picchiato Lauren fino a farle riattivare quei due neuroni ossigenati che si ritrovava nel cervello.

<< Davvero?  Non vedo l’ora di venire a scuola guida anche io, devo rifarmi un po’ gli occhi. >> Morsi la mela nella speranza che il collo dell’ultima arrivata potesse fare la stessa fine di quel pezzo di polpa.

<< Bella! >> Jessica, la mia migliore amica, si sedette al tavolo con il suo pranzo e afferrò la forchetta, sbavando sul piatto di lasagne che aveva davanti.

<< Jess, come mai così tardi? >> Domandai distogliendo l’attenzione dal gruppetto.

<< Banner mi ha interrogata, non mi ha fatto uscire fino a che non ho finito di risolvere il problema, bastardo. >> Scoppiai a ridere e le schioccai un occhiolino.

<< Questo amore prima o poi uscirà allo scoperto >> lei mi guardò male e afferrò il suo boccone di lasagna.

<< Il giorno in cui lo ucciderò. >>

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<< Frena! Lisa, il freno lo devi usare, non lo hanno messo come optional! >> alzai gli occhi al cielo e sospirai. Edward era molto professionale, tanto è vero che da quando mi aveva vista mi aveva salutata con un “ciao “ e da quando eravamo saliti in macchina non mi aveva rivolto parola. Come dicevo, Edward è molto professionale. Forse anche troppo.

<< Ma ce la facevo a passare >> ribattè Lisa guardando male Edward che aveva fermato la macchina al suo posto.

<< La precedenza è sua! Il giorno dell’esame ti potranno bocciare per mancata precedenza! >> Il telefono della mia tasca vibrò, lo afferrai e sorrisi vedendo il mittente dell’sms.

Dimmi quando prenderai la patente, io non uscirò di casa.

Jake.

Un sorriso mi nacque spontaneamente, scossi il capo e digitai velocemente la risposta.

<< Isabella è il tuo turno. >> La voce annoiata di Edward mi riscosse dal mio stato di alienazione momentanea.

Alzai gli occhi al cielo e sospirai. Ho già detto che Edward oggi mi sta particolarmente antipatico? Sì,mi sta sulle palle.

<< Oggi voglio una bella guida Isabella, non voglio toccare nemmeno un pedale e non voglio riprenderti, chiaro? >> Ridussi gli occhi a due fessure mentre lui accendeva i riscaldamenti.

Annuii e mormorai un flebile “fottiti “ che udii solamente io.

Partii e non proferii parola, in macchina non volava una mosca, ma il silenzio fu spezzato dalla voce di Edward che mi dava le varie indicazioni.

All’improvviso una macchina sbucò dal nulla e mi tagliò la strada, frenai di botto e per la frenata brusca Edward e quelle di dietro andarono avanti.

<< Ma sei impazzita? Cosa diavolo ti salta in mente! Frenare in questo modo, volevi ammazzarci tutti? >>  la voce burbera e alterata di Edward mi aggredì come uno schiaffo in pieno viso.

<< Ma quella macchina è sbucata all’improvviso! Se non avessi frenato avremmo fatto un incidente! >> ribattei.

<< Sai perché quella macchina è spuntata all’improvviso? Perché non hai guardato bene! Sei la solita sbadata >> Sentii il magone che si faceva sempre più prepotente in me.

<< Mi hai confermato anche tu che potevo andare >> continuai nonostante lui continuasse a sbraitare.

<< Bene, adesso la colpa è mia ! >> sganciai la cintura e afferrai la borsa.

<< Sai che ti dico? Vattene a fanculo >> aprii lo sportello e iniziai a camminare verso casa di Jessica, che stava a pochi isolati da lì.

<< Si può sapere dove vai? Torna subito qui ! >> non lo ascoltai e continuai per la mia strada. Non mi meritavo di essere trattata così, quella macchina era uscita davvero all’improvviso, ed era stato lui a confermarmi che potevo andare tranquillamente. Cosa avrei dovuto fare? Di sicuro non volevo far parte della carrozzeria di quel fuoristrada nero!

Una cosa era certa, non avrei più rivolto la parola ad Edward, quello ad essere nel torto era lui e non io. Arrivai a casa di Jessica e mi venne ad aprire Mathilda, una signora con i capelli biondi e gli occhi color pece.

<< Isabella cara, entra! Jessica è sopra, vai pure! >> Annuii, la ringraziai e  salii le scale. Jessica stava studiando, aveva la testa poggiata su una mano e la matita tra i denti.

<< Jess? >> lei si voltò di scatto e venne verso di me sorridendo.

<< Bells! Come mai qui? >> la abbracciai e scoppiai a piangere.

--

<< Quel cretino! Certo che il tuo fidanzato è proprio stupido! >> mormorò infervorata Jessica. Le avevo raccontato tutto dalla A alla  Z, e da emozionati e felici i suoi occhi erano arrabbiati.

<< Sai che ti dico? La prossima volta sbatti la macchina dalla sua parte, che muore solo lui >> afferrai il KitKat dal comodino e iniziai a mangiucchiarlo mentre ascoltavo lo sproloquio di Jessica.

<< Cos’ha in quel cervello? Una distesa di Carote ?  Beh, non mi stupirei dato il colore aranciognolo dei suoi capelli! Giuro che se lo prendo lo investo con l’auto, e ci passo sopra tante di quelle volte fino a farlo diventare parte integrante delle strisce pedonali! >> scoppiai a ridere e Jessica si voltò verso di me.

<< Io prendo in giro il tuo ragazzo – Forse ex – e lo minaccio di morte, e tu ridi? >> Annuii e inghiottii l’ultimo boccone del cioccolatino.

<< Scusa, stavo immaginando te con il tuo mini Cooper e lui sotto come striscia pedonale >> mi giustificai.

<< Ho una fantastica idea! E se lo usassimo come Boomerang? >>

<< Jess, basta. Ha sbagliato e gli ho tolto il saluto, problema risolto! >> lei sgranò gli occhi e si avvicinò a me. Proprio in quel momento il cellulare iniziò a squillare; lo afferrai e lessi il nome “ Edward “ sul display. Jessica lo afferrò e lo spense.

<< Vai a mangiare carote, coniglio! >>

<< Jess! >> mormorai stupita.

<< No, niente Jess. Deve arrivare in ginocchio dalla scuola guida fino a qui, e con un cesto di rose sulla schiena. >>

<< Non stai esagerando ? >> le chiesi assottigliando lo sguardo.

<< No Bella, tu sei troppo accondiscendente e buona. Se si presentasse con un sorriso smagliante o con il labbro tremolante lo perdoneresti seduta stante! >> abbassai lo sguardo. Aveva ragione.

<< Quel coniglio deve imparare a riconoscere le carote che sono nel suo orto, e deve capire che tu sei speciale, e che con me non si scherza! >>

--

Cosa succederà ora?

A-   Si lasciano.

B-    Fanno a botte

C-    Si lasciano

D-   Bella lo perdona

E-    Edward si presenta camminando in ginocchio con un cesto di rose sulla schiena

F-    Un nuovo personaggio bacia Bella.

 

Ps. Il prossimo sarà un Pov Edward.

 

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Capitolo 6
*** Capitolo 6. ***


 

Salve ragazze! Come state? Scusate il ritardo ma i corsi pomeridiani mi portano via tantissimo tempo, contando che poi i corsi sono di matematica.. aiuto!

Vi ringrazio come sempre con tutto il cuore! Siete davvero fantastiche!

Mi fa davvero piacere sapere cosa ne pensate della storia, soprattutto mi diverto quando scrivete i vostri piani diabolici, beh: GRAZIE!

 

Naturalmente vi ricordo la mia pagina face book

http://www.facebook.com/pages/Lully-Cullen/364455126902230

Buona lettura! Ci leggiamo giù!

 

 

 

 

Capitolo 6.

Pov Edward.

 

Arrivai a scuola guida con netto anticipo, aprii la porta e salutai Lizzie che stava discutendo con quel sempliciotto di Mike Newton.

<< Non è possibile fare nulla? Insomma non possiamo essere in quattro invece che in tre? >> mormorò dispiaciuto Mike mentre fissava le prenotazioni delle guide dispiaciuto.

<< Guarda, lì c’è Edward, veditela con lui >> rispose Lizzie aggiustandosi la montatura nera degli occhiali da vista. Mike si voltò verso di me e mi sorrise, io mi avvicinai e mi appoggiai al banco scrutando  il foglio delle prenotazioni.

<< Ciao Edward, volevo sapere se era possibile venire a fare le guide lo stesso giorno e alla stessa ora di Isabella Swan >> mi espose il suo problema imbarazzato mettendosi una mano nei capelli e abbassando lo sguardo.

<< Come mai ? >> Cosa voleva questo sempliciotto dalla mia ragazza?

<< Beh ecco, ho una cotta colossale per lei amico, e vorrei starle vicino e dichiararmi al momento opportuno >> Serrai la mascella e strinsi i pugni fino a far sbiancare le nocche; feci un respiro profondo e gli sorrisi, uno dei sorrisi più finti del mondo.

<< Mi dispiace Mike, ma è impossibile, le date e gli orari sono già pieni, e in auto posso portare solo 3 persone. >> lui annuì sconfitto e mi sorrise.

<< Va bene, tranquillo. Peccato, volevo solo restringere i tempi, a scuola ci sono un sacco di ragazzi che fanno apprezzamenti su di lei, e io li picchierei a sangue uno ad uno >> mi si mozzò il respiro. Mike mi salutò e io mi sedetti sulla poltroncina rossa a rimuginare sulle parole del ragazzo. Si, Isabella era una ragazza stupenda, era timida, goffa, ma anche solare e scherzosa; mi ero innamorato di lei da quando si scontrò con quella porta di vetro. Furono i suoi occhi a rapirmi; quel cioccolato fuso con piccole screziature più scure che ti faceva perdere un battito quando ti fissava.

Certo, immaginavo che piacesse a qualche ragazzo, ma trovarsi faccia a faccia con un suo pretendente che ti dice che ci sono degli apprezzamenti sulla tua ragazza ti facevano ribollire il sangue.

Avrei urlato al mondo intero il mio amore per Isabella, ma cosa avrebbero detto le persone? Oh, al diavolo! Noi ci amavamo, solo questo contava.

Quando arrivarono le allieve ( tra cui Isabella ) le salutai ed entrammo in auto; ero molto nervoso, non ne facevo passare una a nessuno, e invece di spiegare gli errori con calma, come facevo sempre, mi arrabbiavo come un deficiente.

Arrivò il turno di Isabella, si fermò all’incrocio ( che io guardai distrattamente ) e le diedi via libera per continuare, quando una macchina spuntò all’improvviso dal nulla, Bella frenò di botto e mi alterai. Non con lei, ma con me stesso. Avrei dovuto lasciare i problemi da parte e concentrarmi sul mio lavoro, invece stavo facendo tutto il contrario; non mi ero accorto di nulla, tanto che non avevo nemmeno utilizzato i doppi comandi.

<< Ma sei impazzita? Cosa diavolo ti salta in mente! Frenare in questo modo, volevi ammazzarci tutti? >>  domandai mentre l’ira si stava impossessando di me. Mi arrabbiai con  lei, e sbagliai. Perché stavo riversando su di lei tutta la mia frustrazione e la mia rabbia, perché non era da me comportarmi così. La litigata finì con fare plateale: Isabella scese dalla macchina e se ne andò.

Complimenti Edward.

 

Due ore più tardi quando avevo finito le lezioni e dopo essermi ripreso, tentai di chiamare Bella, che rifiutò la mia chiamata. Mi stesi sul divano del mio appartamento e chiusi gli occhi; la mia ricerca della “pace interiore “ fu interrotta dal suono del campanello di casa, sbuffai e andai ad aprire, trovandomi Emmett, Rosalie, Alice e Jasper davanti casa.

<< Sembri nonno Anthony,Edward!Datti una mossa, afferra quella giacca, andiamo a divertirci! >> mormorò entusiasta Emmett mentre mi andava a prendere il cappotto e mi trascinava fuori di casa.

<< Emmett, non mi va! >> Protestai mentre mi spingeva in auto. Insomma, un po’ di rispetto! Volevo deprimermi per amore, cosa c’era di male? Magari sarei finito davanti al televisore con un barattolo di gelato alla nutella, una scatoletta di Kleenex e il film “ I passi dell’amore “, facendo la figura della femminuccia che si commuove di nascosto.

Al diavolo, il mio era un piano perfetto!

<< Sbrigati, la vecchiaia è arrivata e tu non te ne sei nemmeno accorto! >> rispose Alice ridendo. Mi infilai il giubbotto e guardai il panorama fuori dal finestrino.

Avevo deciso. Mi sarei ubriacato e sarei andato a cantare una serenata a Bella, poco importava se fosse uscito il capo Swan con una pistola, avrei continuato a cantare fino a che Bella non fosse scesa e non mi avesse perdonato.

Arrivammo al “ Seven “ , un locale con musica dal vivo, entrai con una faccia che parlava da sola ( stile sono depresso : non avvicinatevi, sono come il fumo passivo ), andai al bancone e ordinai un Capiroska; prima mi sarei ubriacato, prima sarei andato dalla mia Bella.

 

http://www.youtube.com/watch?v=UDNG4ewIkXk

 

La musica di sottofondo era gradevole, il locale era discreto e ospitale , e infine vi erano un sacco di persone; Emmett mi aveva detto che dopo un certo orario c’era musica House, insomma mi sarei divertito ( secondo lui ).

<< Ben, dammi un long Island. Tu Bells cosa vuoi? >>

<< Niente Jake, ho lo stomaco che mi brucia, quel Russian Roulette mi ha uccisa >> mi voltai verso quella voce conosciuta e sgranai gli occhi. Isabella, la mia Isabella, era lì, con un ragazzone moro e muscoloso.

Chiusi gli occhi per accertarmi che fosse davvero lei, scolai il mio cocktail in un nanosecondo e andai al bancone.

<< Ben, un martini bianco >> dissi al barista. Isabella si girò verso di me e abbassò lo sguardo. Bene, io mi struggevo per lei, e lei se ne fregava!

<< Allora Bells? Basta decido io, Ben un Russian Roulette anche per lei >> Jake si girò verso Isabella e le sorrise.

<< Allora Bella, come stai? >> le domandai iniziando a bere i mio martini, lei abbassò lo sguardo e mormorò un “bene” a malapena sussurrato.

<< Jake, puoi andare? Devo parlare un secondo con Edward >>  Jacob le sorrise e se ne andò a ritmo di musica.

<< Sai Bella, sono davvero patetico. E’ tutta la giornata che ti penso,  e mi dispiace per averti trattata in quel modo, ma Mike Newton era venuto per fare le guide con te, perché voleva dichiararsi, e io sono andato su tutte le furie, e me la sono presa con te ingiustamente. Volevo venire da te questa sera per scusarmi, cantandoti una serenata, e me ne sarei infischiato se Charlie fosse sceso con una pistola , non me ne sarei andato fino a che tu non fossi scesa e mi avresti parlato. E invece sei qui a divertirti. Sono proprio un illuso >> Abbassai lo sguardo sul mio martini e le diedi le spalle per andare via; lei afferrò la mia mano e mi fece voltare.

<< Sono qui perché mi ha trascinata mio cugino, Jake. Non volevo venire, ma mi ha supplicata perché deve cantare con la sua band, e io.. mi dispiace Edward. >> Abbassò il capo e vidi una lacrima solcarle il viso.

<< Scusami, rovino sempre tutto >> mormorò guardando il bicchiere che avevo appena posato sul bancone.

<< Scusami tu, non è vero che sei irresponsabile; se non avessi frenato tu probabilmente saremmo tutti morti…io ero troppo arrabbiato con Newton per poter fare qualcosa. >> ridacchiò e mi abbracciò.

<< Pace? >> domandò mentre un sorriso appariva sulle mie labbra.

<< Pace >> Posai le mie labbra sulle sue e la strinsi a me. Non c’era nessuno a parte me e lei; due metà della stessa mela.

Mi staccai dalle sue labbra e feci sfiorare i nostri nasi.

<< Hai capito Eddino… altro che nonno Anthony, lui alla tua età non sapeva nemmeno a cosa servivano le labbra, oltre che per parlare naturalmente >> Strinsi Isabella a me e mi voltai verso quegli impiccioni dei miei fratelli.

<< Taci Emm. >> lo avvertii.

<< Bellina, ti ringrazio, pensavo che volesse prendere i voti questo idiota qui, invece me la faceva sotto il naso. Vecchio marpione! >> continuò Emmett tirando una pacca sulla spalla di Edward e facendoci vacillare.

<< Ed, non ti accuseranno mica per pedofilia, vero ? Ti verrò a trovare in carcere mio caro >> continuò Jasper.

<< La smettete? Siete terribili >> disse Isabella scoppiando a ridere.

<< Beh, benvenuta in famiglia! >> mormorò Alice abbracciando Isabella.

<< Condoglianze >> disse invece Rosalie << Stare con un Cullen è come firmare un contratto per l’asilo >>.

<< Ma cosa dici fatina? Noi siamo adulti e vaccinati! Oh, a proposito Jazz, domani calcetto! >> Rosalie lanciò uno sguardo a Isabella e scoppiammo tutti a ridere. Ora si che ero felice.

--

Vi è piaciuto il capitolo?

Fatemi sapere cosa ne pensate, un bacio!

Ps: purtroppo non potrò rispondere alle vostre recensioni, causa tempo L

Alla prossima ragazze!

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Capitolo 7
*** capitolo 7. ***


Buongiorno ragazze! Eccomi di nuovo!

Vorrei iniziare dicendo che tra un paio di capitoli la storia si concluderà. Penso che farla continuare potrebbe riempirla di cose banali, e io non voglio.. e anche se con tanto  dispiacere la devo concludere. Appena terminata questa, riprenderò le mie due fic lasciate in sospeso, è stato impossibile conciliare tutto, quindi mi rammarico di avervi lasciato senza aggiornamenti.

Bon, ringrazio tutte come sempre per il vostro affetto e per le vostre fantastiche parole.

Vi risponderò nel pomeriggio

 

 Ps: il capitolo è cortino, scusate, questioni di tempo!


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Buona lettura! Ci leggiamo giù!

 

 

 

 

 

 

 

Capitolo 7.

 

<< Dovresti studiare >> soffiò Edward sulle mie labbra.

 

<< Studio dopo >> mormorai prima di riprendere a baciarlo.

 

Il mio ragazzo si era offerto di aiutarmi con la trigonometria e, dato che io ero negata proprio e lui alle superiori aveva voti altissimi,  avevamo pensato che potesse darmi qualche ripetizione. Come se non sapessimo che saremmo finiti a baciarci sul divano come due adolescenti con gli ormoni a mille.  Beh, io almeno avevo la scusa di avere quasi diciassette anni .. Okay, non proprio, ne avevo sedici, ma ero a metà strada per i diciassette.

 

Edward mi fece stendere sul divano e si mise sopra di me, si appoggiò con i gomiti sul divano per non pesarmi e iniziò a baciarmi con più foga; io dal mio canto, ero in una fase iniziale di autocombustione, la mia pelle bruciava e sentivo caldo, era la stessa sensazione che si provava in spiaggia ad Agosto, quando i raggi del sole si infrangevano sulle pelle e ti davano un senso di claustrofobia assurdo.

Feci arrivare le mie mani fino al bordo della sua maglietta e gliela tolsi, mentre lui tornò a concentrarsi sul mio collo, alternava baci a morsi.

 

<< Bells, sono a casa! >> sgranai gli occhi e Edward dallo spavento cadde a terra, mi aggiustai  la felpa che le mani del mio ragazzo avevano portato fin sopra il seno e mi  aggiustai.

Edward si stava ancora abbottonando la camicia.

<< Cazzo muoviti ! >> bisbigliai in preda al panico. << io vado a trattenerlo >> . corsi verso l’entrata e vidi Charlie lasciare all’appendi abiti la sua pistola.

<< Papà! >> gli corsi incontro e lo abbracciai. << Non mi avevi detto che saresti tornato prima >> mormorai lanciando un’occhiata verso il salotto.

<< Bells, sai com’è.. non c’è nulla da fare qui! >> rispose riferendosi alla calma che regnava a Forks, calma che avrebbe fatto saltare lui stesso se Edward non si fosse aggiustato entro un secondo.

<< E tu che fai? >>

<< Niente, stavo facendo trigonometria con Edward. >>

Charlie aveva conosciuto Edward qualche giorno prima, mi aveva accompagnata a a casa e lo avevo presentato come mio amico. Si diresse in salotto e trovai Edward che fissava il mio quaderno di trigonometria.

<< Hai sbagliato qui Bella, non è seno, è coseno >> poi alzò lo sguardo su Charlie e gli sorrise.

<< Buona sera capo Swan >>

<< Charlie, chiamami Charlie ragazzo. Sono contento che tu stia dando una mano a mia figlia in trigonometria, ogni volta che fa un esercizio la sento imprecare perché non si trova con i risultati >> disse scoppiando a ridere, Edward si unì a lui mentre io gonfiai le guance.

 

<< Non è colpa mia se non mi piace la matematica. Vogliamo parlare di te papà  e della tua avversione verso la cucina? Stavi incendiando la casa domenica scorsa per preparare il pesce! >> lo rimbeccai inarcando un sopracciglio.

Charlie alzò entrambe le mani e mormorò un << Come non detto >>, per poi dileguarsi in camera sua a farsi una doccia.

Io mi sedetti accanto ad Edward e sospirai.

<< Abbiamo rischiato grosso >> esclamai prendendomi la testa tra le mani, sentii Edward tossire e poi scoppiare a ridere, alzai lo sguardo su di lui e lo vidi sdraiato sul divano a ridere come un forsennato.

<< Si può sapere perché ridi? >> ero sbalordita, avevamo rischiato la morte circa cinque minuti fa e lui rideva!

<< Ammetti che è stato divertente! >> continuò tra le risate. Scossi il capo e sorrisi.

<< Ama il pericolo signor Cullen ? >> gli domandai inarcando un sopracciglio. Lui si riprese e avvicinò il suo volto al mio.

<< Il pericolo rende tutto più eccitante >> rispose. Si guardò intorno e mi baciò.

Non potei non essere d’accordo con lui.. il pericolo rende tutto più eccitante.

 

--

Nuovo capitoletto ragazze, cosa ne dite?

Recensite! Un bacio!

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Capitolo 8
*** capitolo 8 ***


 

Buon Sabato mie dolci fanciulle, e scusate per il ritardo. Eccomi qui con un capitoletto appena scritto. Al 99 % questo è l’ultimo prima dell’epilogo.

Ringrazio come sempre tutte!

Vi lascio al capitolo, buona lettura, Lully.

 

Capitolo 8.

 

Qualche mese dopo…

 

<< Bella muoviti, se Charlie mi trova qui mi uccide. Morirò per colpa del mio futuro suocero! Ma ci pensi ai titoli dei giornali “ Lo sceriffo di Forks uccide il suo futuro genero : era troppo grande per la sua bambina “ >> La voce strepitante di Edward mi giunse dal piano di sotto ovattata ma ben orecchiabile. Da quando avevamo detto a Charlie di noi due, il mio ragazzo viveva nel terrore di andare in giro da solo, temeva che mio padre potesse spuntare da un momento all’altro con la sua fidata pistola calibro 39.

 

<< Edward, ragazzo! Come stai? >> Io e Edward avevamo deciso di dire tutto a Charlie, ormai tra di noi le cose andavano a gonfie vele, e volevo che mio padre sapesse da me la grande notizia, non dalla popolazione pettegola di Forks. Charlie stravedeva per Edward, ma quest’ultimo sosteneva che era solo una cosa momentanea e che poi lo avrebbe odiato a vita. Sì, lo credevo anche io. Charlie credeva che tra me ed Edward si fosse instaurato un rapporto di amore fraterno: illuso!

<< Salve Capo Swan >> rispose educatamente Edward che improvvisamente era diventato più pallido di un lenzuolo.

 

<< Oh, quante volte ti ho detto di chiamarmi Charlie? >>

Edward rispose con un risolino isterico e si passò una mano tra i capelli, probabilmente stava pensando di strapparseli per alleviare la tensione che aleggiava nell’aria.

 

<< Charlie, io devo dirti una cosa.. >> iniziò Edward. Aveva insistito che doveva dirglielo lui,in quanto nella coppia quello “ con gli attributi “ era lui. Mio padre posò la lattina di birra e il telecomando sul tavolino e lo fissò serio.

<< Lo sapevo! >> esclamò portandosi le mani tra i capelli e fissandomi! << Lo sapevo! >> continuò.

<< Perché mi fissi? >> intervenni squadrando il suo viso. Che avesse già capito tutto? Beh, infondo succede che i propri padri capiscano certe situazioni ancor prima che tu gliele possa spiegare..

<< Qualcuno ti ha fatto qualche proposta indecente e Edward è venuto a dirmelo! >> mi portai una mano sulla fronte e chiusi gli occhi. Non ci eravamo proprio. << Perché non me lo hai detto tu, eh? Figlia ingrata, se non avessi affidato questo compito ad Edward, io non avrei saputo nulla! E dimmi chi è, quello spocchioso di Newton? Io gliel’ho detto che con tutto quel gel i neuroni non si riescono a muovere e che questo impedisce la loro attività! >> Mi voltai verso Edward che aveva la fronte aggrottata e un mezzo sorrisino sulle labbra; probabilmente non sapeva se ridere o piangere.

<< Papà.. veramente.. >> Basta Bells, sei troppo piccola per fidanzarti. Come dice la nonna: devi stare sotto la sottana di papà. >> continuò afferrando la lattina di birra e bevendone un sorso.

<<  Da quando hai la sottana tu? >> chiesi incredula.

 

<< Oh Bells, è un modo di dire! >> Edward soffocò una risata con un colpo di tosse e poggiò i gomiti sulle ginocchia.

<> Il mio ( ormai quasi ex ) fidanzato, si grattò il pomo d’Adamo e   sorrise.

<< Figliolo, sto perdendo nove anni di vita in comode rate da tre, ti vuoi sbrigare? >>

 

<< Io e Bella stiamo insieme >> Sputò tutto così velocemente che il cricetino nel cervello di Charlie ci mise qualche secondo per carburare e per far girare la rotellina in modo che la notizia arrivasse al cervello… e anche alle valvole del cuore. Il suo viso diventò paonazzo e poi esplose in una fragorosa risata.. che durò vari minuti.

 

<< Ragazzi non ridevo così da tanto >> disse mentre cercava di annaspare aria il più possibile.

 

<< Non stava scherzando papà. Io e Edward stiamo davvero insieme! >> lo ripresi infastidita. Lui sgranò gli occhi e fissò Edward.

 

<< Con tutto il bene che ti voglio figliolo, ma tu hai quasi ventisei anni! >> Edward mi sorrise e tornò a guardare Charlie.

<< Ma la amo con tutto il mio cuore. >> Charlie annuì e fissò prima me e poi il suo futuro genero.

 

<< Guardati le spalle figliolo >>.

 

Scesi le scale e lo raggiunsi, lui era già pronto, aveva una mano sulla maniglia della porta pronto a scappare.

<< Ed, se non sei ancora morto non penso che morirai ora. >> mormorai sbuffando e afferrando le chiavi di casa. La porta si aprì ed entrò Charlie tutto sorridente, mentre Edward sbiancò.

 

<< Oh salve ragazzi. Edward, come mai non ti vedo più da queste parti? >> Edward inghiottì un fiotto di saliva.

<< Ho avuto molto lavoro ultimamente >> Charlie appese la sua giacca all’entrata e gli sorrise.

 

<< Non vorrei averti turbato con quelle parole. Scherzavo in un certo senso, è pur sempre la mia bambina >> iniziò Charlie per poi dargli una pacca sulla spalla.

 

<< Scherzava? >> mormorò Edward incredulo, io scossi il capo e mi infilai il trench.

 

<< Certo, credevi davvero che ti avrei fatto del male? Beh, buona serata, io vado a cibarmi >> ci salutò sparendo in cucina. Io e Edward uscimmo ed entrammo in auto. Lo baciai e lui mi accarezzò una guancia.

 

<< Che ti avevo detto? >> lo rimbeccai sorridendogli.

 

<< Ti amo >> mi rispose.

 

<< Anche io >>

 

<< Ah, Bella? >> Mi voltai verso di lui e lo guardai. << Domani vieni tu da me. Non che non mi fidi di tuo padre, ma ho cara la vita. >> Scoppiai a ridere e scossi il capo.

Come avrei fatto senza di lui?

 

 

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