Never Stop Believing.

di phazzadihazza
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Life’s too short to be sittin’ round miserable. ***
Capitolo 2: *** Every second is a highlight. ***
Capitolo 3: *** Tears don’t mean you’re losing, everybody’s bruising. ***
Capitolo 4: *** You only love to see me breakin'. ***
Capitolo 5: *** How could you push me out of your world ? ***
Capitolo 6: *** Tell me I'm a screwed up mess. ***
Capitolo 7: *** Now I’m breathing like I’m running cause you’re taking me there. ***
Capitolo 8: *** Rock my world into the sunlight. ***
Capitolo 9: *** We found love in a hopeless place. ***
Capitolo 10: *** As the smoke clears, I awaken and untangle you from me. ***
Capitolo 11: *** You have knocked me off my feet again. ***
Capitolo 12: *** Dear life, fuck you. ***
Capitolo 13: *** Give me everything tonight. ***
Capitolo 14: *** We all became a such fragile broken things. ***
Capitolo 15: *** Go run, it’s a long way down. ***
Capitolo 16: *** Make my heart a better place. ***
Capitolo 17: *** I think i love you better now. ***
Capitolo 18: *** We are making the same mistakes. ***
Capitolo 19: *** We're the same, you save me. ***
Capitolo 20: *** Like a free fallin'. ***
Capitolo 21: *** You can't have the rainbow without little rain. ***
Capitolo 22: *** I Feel like a piece of lego house. ***
Capitolo 23: *** He’s the reason for the teardrops on my guitar. ***
Capitolo 24: *** So tired of tears, so done with wishing you were still here. ***



Capitolo 1
*** Life’s too short to be sittin’ round miserable. ***


-------- Never Stop Believing --------

Point Of View Of Zayn

Erano ormai le undici passate e Londra sembrava dormire da un pezzo, o almeno in quel quartiere.
Le prove erano durate più del previsto e i ragazzi avevano deciso di andare a divertirsi in un qualche club,
mentre io avevo preferito tornare a casa a riposarmi.
Misi su il cappuccio della felpa per non farmi riconoscere
ed imboccai la solita scorciatoia grazie alla quale sarei arrivato prima a Avenue Street,
dove risiedevamo. Quella sera ero più nervoso e malinconico del solito.
Tutta colpa di Perry, che mi aveva chiesto una pausa di riflessione.
Diceva che aveva bisogno di tempo e che la sua carriera le stava sottraendo le energie:
le solite cazzate che sparano le ragazze per mollarci.
Dei lamenti provenienti da un vicoletto mi distolsero dai miei pensieri.
Per istinto mi ci precipitai, forse anche per curiosità.
Dinanzi a me si aprì una scena raccapricciante:
un ragazzo, moro e col viso pieno di pircing, stava prendendo a calci con violenza una ragazza,
raggomitolata a terra a mo' di riccio.
Mi precipitai immediatamente sul ragazzo e cercai di bloccarlo,
ma lui mi sferrò un pugno sul labbro che iniziò a sanguinare.
Non demorsi e lo afferrai per la t-shirt spingendolo a terra,
notai così che la ragazza aveva il viso totalmente ricoperto di lividi e un taglio sulla fronte.
Lui si rialzò e blaterò qualcosa come un offesa, per poi sputare sangue a terra e andar via.
«Stai bene ?» le chiesi porgendole una mano.
Lei non rispose e cercò di rialzarsi da sé.
« Hai bisogno di medicarti quelle ferite prima che facciano infezione » le dissi ancora sperando in una sua risposta.
Lei si limitò ad annuire.
La vidi andare via; "una persona davvero simpatica" pensai tra me e me.
Poi barcollò e le corsi subito in contro prendendola sotto braccio.
In un certo senso mi faceva pena, odiavo la violenza sulle donne e lei ne era stata vittima.
Decisi così di portarla da me: aveva bisogno di riposare.

Point Of View Of Amber

« Ti ho detto che non voglio finire nei casini, Marc » gli ripetei in tono acido.
« ...è già la seconda volta che i poliziotti ci danno la caccia, non ne posso più ».
Lui non mi diede retta e mise nella mia borsa il cortellino e alcune bustine di cocaina.
« Sta' zitta Amb, sei l'unica che riesce a passare per quel quartiere senza essere malmenata »
rispose lui accendendo l'ultima sigaretta rimasta: stronzo, l'avevo tenuta da parte per me.
Marc era il mio migliore amico, la mia famiglia.
Dopo la mia fuga da casa mi era rimasto solo lui, l'unico di cui potermi fidare.
Non era però un tipo molto tranquillo. Era infatti un narcotrafficante.
A parte questo, era tutto per me.
Quella mattina c'era stato un litigio tra lui e la sua ragazza, Pixie,
che fungeva da mezzo di trasporto per la droga.
Vi era infatti una sorta di passaggio obbligatorio: quello per Avenue Street,
ove risiedeva il clan di James, il bullo della città. Quel ragazzo mi faceva paura, e molta.
Per questo, ed anche per paura di essere ribeccata dalla polizia, cercai di persuadere Marc a non mandarmi,
ma lui era convinto che James e la sua banda non mi avrebbero fatto nulla.
Così, verso le dieci e trenta decidemmo di incamminarci per Down Street, la strada che precedeva Avenue Street.
« Marc, io ho paura » gli dissi facendo gli occhi dolci « Non possiamo aspettare che Pixie si calmi? »
« Non fare la bambina Amb, sono mesi che vedi come funziona e fidati, te la caverai » ribatté lui.
Era facile parlare quando non eri tu quello che doveva scontrarsi con un bullo drogato e violento quale James.
« Bene, da qui dovrai proseguire a piedi » disse aprendomi lo sportello dell'automobile.
Scesi e mi feci coraggio. Lui da dietro mi salutò facendomi cenno con la mano.
Attraversai tutta Down Street senza riscontrare alcun pericolo, ma non appena imboccai Avenue Street,
mi ritrovai faccia a faccia con James. Il viso nettamente scavato e deturpato da droghe pesanti ed alcool,
mi si prestò dinanzi come un muro e sussultai. « Dove vai bellezza ? » il suo alito era pesante e intriso di alcool e fumo.
Mi trattenni dal vomitare e mi feci coraggio.
« Vado da una mia amica. Abita subito dopo questo vicolo » mentii sorridente, speranzosa di averla fatta franca.
Lui si spostò e mi fece segno di proseguire. E' fatta ! pensai tra me e me.
Fin quando non mi diede una sberla sul sedere.
Lì sbraitai e mi rigirai improvvisando un pugno, che lui trattenne tra le sue forti mani.
Se non mi avesse lasciato il polso giuro che l'avrei perso per la forza che vi aveva impresso.
« Ehi bella, placa la tua ira e dammi un bel bacio » disse prendendomi per i fianchi e avvicinandomi a lui.
Cercai di liberarmi in tutti modi, ma riuscì a scoccarmi un dannato bacio sulle labbra.
In quel momento sentii un saporaccio di birra e fumo scorrermi giù per la gola.
« Lasciami pezzo di merda ! » esclamai tutto d'un fiato scalciando come un puledro impazzito.
« Come hai detto ?! » mi sferrò un pugno in pieno viso.
Caddi a terra col viso ricoperto totalmente di sangue. Ricordai così i mesi passati nella mia famiglia.
Le botte di mio padre, la sua violenza su me e mia madre, la mia fuga...
Ero fuggita dal purgatorio per finire nell'inferno.
James iniziò a prendermi a calci. Per il dolore non riuscii neppure ad urlare.
La mia mente era lucida, ma il mio corpo era impietrito dinanzi a tale violenza.
Proprio quando per me sembrava essere arrivata la fine, arrivò un ragazzo.
Pensai subito si trattasse di un amico di James, dato il viso totalmente ricoperto dal cappuccio della felpa,
ma lui gli si gettò addosso e cercò di fermarlo. Mi stava difendendo...
James però non si fermò e gli sferrò un pugno sulla bocca per poi continuare a prendermi a calci.
Il ragazzo gli si gettò nuovamente addosso e mi liberò dalla sua violenza.
Avevo la vista offuscata e la testa che scoppiava. Lui mi disse qualcosa, ma io non capii.
Mi alzai e cercai di andare via, fingendo che non fosse accaduto nulla.
Ma barcollai e tutt'un tratto tutto divenne nero.
Riaprii gli occhi e vidi soltanto un ciuffo castano di capelli ricci.
« Dovevi portarla in ospedale Zayn, così i media ti prenderanno di mira » disse il cespuglio di capelli.
Poi il ragazzo bruno si girò verso di me: si era accordo del mio risveglio.
« Ti fa male ancora la testa ? » chiese portandomi un bicchiere d'acqua.
Io cercai di alzarmi, ma barcollai ritornando al mio posto.
« Non devi sforzarti, sei ancora molto debole... » disse sorridendomi appena.
Il riccio iniziò a fissarmi con sguardo pietoso e commiserevole.
Non osai immaginare in che stato ero.
« Sei stata fortunata ad aver incontrato Zayn, lo sai ? » disse sorridendomi.
Notai appena il moro sorridere. Poi iniziò a frugare nella mia borsa.
« S..stai fermo ! Quelle sono le mie cose » dissi con un filo di voce.
Il moro trovò le bustine di coca e si girò verso il riccio.
Poi mi guardarono in sincrono, quasi come per chiedermi di chi fosse la roba.
Sospirai « Non sono una drogata...»
« Non l'ho mai detto questo » disse il moro avvicinandosi a me.
« Sta' tranquilla, non faremo la spia » aggiunse il riccio.
Tornai così a sdraiarmi e richiusi gli occhi.
Il ricordo di James che mi picchiava con violenza riaffiorò nella mia mente e sussultai.
Qualcuno mi prese la mano, ma non ci diedi peso. Ormai ero persa nei miei sogni.

-------- To Be Continued... --------

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Capitolo 2
*** Every second is a highlight. ***


-------- Chapter Two : Every Second is a Highlight --------

Point Of View Of Zayn

« Credi che sia sua ? » mi chiese Harry indicando le bustine di coca.
Scossi il capo. Non mi sembrava la tipica drogata di provincia.
Gli occhi grigi mostravano tutta la sua voglia di evadere, di libertà.
Non sapevo la sua storia, né il suo nome, ma mi fidavo di lei.
« Ehi ! » ci salutò Niall sorridendo « Non si è ancora svegliata ? »
Si sedette poi sul divano ed incominciò a fissarla, quasi come fosse un fenomeno da baraccone.
Il viso era gonfio e ricoperto di lividi violacei e le labbra rosee erano spaccate in due da un taglio profondo.
Sospirai e presi alcune garze dal cassetto dei medicinali.
« Harry, puoi aiutarmi ? » lui mi raggiunse e le spostò i capelli dal viso.
Erano di un colore strano, un nero misto al rosso. In un certo senso era bella.
Presi le garze e le impregnai di acqua calda mista ad oli vari,
poi gliene posi una sulla fronte ed un'altra sulla gamba, anch'essa violacea.
« Sta messa male...» disse Niall continuando a fissarla con sguardo torvo.
« Niall, per favore. Non sei di buon auspicio » dissi sbuffando.
Lui alzò le braccia al cielo e confabulò qualcosa di incomprensibile.
« Questa sera dovrebbero venire le Little Mix a cena... » incominciò Harry.
Sbuffai sonoramente. Cazzo, non poteva dirmelo prima ?
« E cosa vorreste offrirle ? pop corn e coca-cola ? » disse ridendo Louis.
D'altronde aveva ragione:
Niall aveva finito la nostra scorta di cibo e ormai non vi era più nulla di mangiabile nel frigorifero.
« Okay, andiamo a comprare qualcosa » disse Liam comparendo dalla stanza affianco.
I ragazzi si incappucciarono per bene e uscirono. Con loro andò anche Harry,
che prima di uscire mi raccomandò di trovare un posto adeguato dove tenere la ragazza,
dato l'imminente arrivo delle Littler Mix.
Non avevo molta voglia di rivedere Perry,
la nostra ultima discussione non si era conclusa nel migliore dei modi.
Cercai di non pensarci e presi un po' di ovatta e disinfettai la ferita sulle labbra della ragazza.
Lei sussultò e aprì gli occhi.
« Scusa. Non volevo farti male » mi scusai immediatamente.
Lei non disse nulla e cercò di alzarsi.
« Dove cazzo sono i miei vestiti ? » chiese sbuffando sonoramente.
« Erano impregnati di sangue e così...» arrossii.
Harry mi aveva dato una mano a cambiarla e devo ammettere che l'imbarazzo era stato molto.
« No. Questo è troppo » si alzò sbraitando e per poco non inciampò nelle innumerevoli t-shirt gettate a terra.
Il caos che regnava in quella stanza era palesemente imbarazzante.
Ma chi si sarebbe mai aspettato di ricevere ospiti ?

Point Of View Of Amber

Sbraitai sonoramente quando inciampai tra il disordine di quella dannata stanza.
Per poco non caddi a terra, per fortuna, o per così dire, il moro mi prese in tempo.
Ormai ci vedevo perfettamente e notai le fasciature intorno a braccia e gambe.
Persi l'equilibrio e lui mi strinse ancora di più a sé.
Poi mi prese per i fianchi e mi fece sedere sul letto dal quale mi ero appena alzata.
« Grazie... » dissi con un filo di voce.
In fondo aveva fatto molto per me, più di quanto potessi mai immaginare.
Lui si limitò semplicemente a sorridere per poi sedersi accanto a me.
Ci fissammo per un manciata di minuti, finché non squillò il mio cellulare.
Mi alzai di scatto per afferrarlo ma il moro mi fermò
e mi precedette prendendo il cellulare dalla mia borsa e porgendomelo.
Lo afferrai e sorrisi lievemente, poi guardai il cellulare: era Marc.
Il moro mi guardò per un momento e capì di doversene andare.
Perspicace il tipo.
« Marc... ? » risposi una volta sola.
« Ehi Amb, ma che fine hai fatto ? E' da ieri che non ti fai sentire »
Mi resi conto solo in quel momento di aver dormito tutto il tempo lì e quasi per istinto guardai fuori dalla finestra:
era ormai tramontato il sole.
« Scusami Marc ma sai com'è, sono stata picchiata da un maniaco e
non ho avuto il tempo di chiamare il mio migliore amico, scusa,
sono una pessima amica... » risposi ironica.
Lo sentii ansimare. Forse ero stata troppo cruda con lui.
« Dove sei ? Vengo subito lì da te » disse quasi come per confortarmi.
Non risposi, mi limitai a sbuffare.
« Non preoccuparti Marc, sto bene. Non scomodarti, non mi aspetto che tu lo faccia.
Nessuno se ne frega mai di me, ci sono abituata »
« Amber, mi disp...» gli attaccai il telefono in faccia prima che potesse finire
e mi raggomitolai affondando il viso tra le gambe livide per poi scoppiare in lacrime.
Non ero il tipo di ragazza che si lasciava andare in pianti commiserevoli molto spesso.
Quando ero triste mettevo le cuffie e mi chiudevo in me stessa.
« Va tutto bene ? »
Alzai il viso di poco e notai il moro proprio dinanzi a me.
Mi asciugai le lacrime con la felpa che mi aveva messo addosso poco prima e abbassai lo sguardo.
Odiavo essere commiserata.
« Perché l'hai fatto ? » gli chiesi mangiucchiandomi le unghie.
Lo facevo sempre quando ero sotto pressione.
« Fare cosa? » ribattè lui sedendosi nuovamente accanto a me.
« Mi hai difesa, ti sei preso cura di me e mi hai ospitato a casa tua.
Non sai il mio nome, non sai di dove sono e neppure se sono una ladra o una drogata »
risposi ridacchiando appena.
« Perché non avrei dovuto ? »
« Nessuno si è mai interessato minimamente a me. E poi, come ho già detto, non mi conosci...»
sorrisi con le lacrime ancora sul viso.
Era un sorriso finto, ma cercai di renderlo il più credibile possibile.
« Bé, io sono Zayn Jawaad Malik, piacere di conoscerla signorina » disse mordendosi il labbro.
« Io sono Amber, Amber e basta e non prometto di ricordare il tuo nome per intero » aggiunsi ridendo.
« Va bene Amber e basta, chiamami solamente Zayn allora » mi sorrise.
Aveva un sorriso dannatamente perfetto.

-------- To Be Continued... --------

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Capitolo 3
*** Tears don’t mean you’re losing, everybody’s bruising. ***


-------- Chapter Three : Tears don’t mean you’re losing, everybody’s bruising --------

Point Of View Of Amber

Zayn mi lasciò utilizzare la doccia e mi prestò alcune sue tute.
Erano enormi, ma pur di indossare qualcosa di pulito,
mi sarei accontentata anche di una coperta indossata a mo’ di mantello.
Mi sistemai i capelli e cercai di cambiarmi le fasciature su braccia e gambe.
Dopo alcuni tentativi mal riusciti e svariate cadute sentii qualcuno aprire la porta del bagno.
Era Zayn.
« Lasciati aiutare… » disse accennando un sorriso.
Annuii e iniziò a cambiarmi le garze.
Fu molto imbarazzante, anche perché ero semi nuda dinanzi ad uno sconosciuto che non smetteva di sorridermi.
« Se stringo troppo dimmelo » accennò iniziando a fasciare la gamba sinistra con molta delicatezza.
Sembrava quasi esperto; “forse è un dottore”, pensai tra me e me.
Mi fasciò anche l’altra gamba e le braccia e mi aiutò a rivestirmi.
Poi scendemmo assieme giù in salone, dove ero accomodati anche gli altri ragazzi.
Erano in tutto cinque, sebbene io ore prima ne avessi visti solo due: Zayn e il riccio.
Mi sentii un po’ in imbarazzo; non smettevano di fissarmi.
Mi venne quasi voglia di chieder loro cosa avessero da guardare…
« Loro sono i miei migliori amici…» disse Zayn indicando i cinque ragazzi seduti sul divanetto
« Lui è Niall » indicò un biondino dagli occhi di ghiaccio intento a sgranocchiare voracemente un pacco di patatine,
« poi Liam » proseguì indicando un ragazzo dai capelli leggermente ricci e gli occhi profondi.
Sembrava il più tranquillo.
« di fianco a lui c’è Louis, non far caso ai suoi modi da omosessuale, è solo poco maturo »
Louis, il ragazzo accanto a Liam, sbuffò e gli fece la linguaccia.
Notai difatti che era letteralmente appiccicato al ragazzo riccio con gli occhi verdi, quasi come se fosse la sua ragazza.
« ah, e lui è Harry, il nostro rubacuori. Sta’ attenta, è un puttaniere di prima qualità ».
Il ragazzo riccio si alzò e si andò a sedere sul bracciolo del divano, accanto al biondino.
« Non ascoltare Zayn, è solo geloso dei miei ricci » disse rubando le patatine a Niall,
che incominciò a lamentarsi come un bambino piccolo. Zayn gli fece la linguaccia e mi porse la mia borsa.
L’afferrai e diedi uno sguardo veloce al suo interno per vedere se mancasse qualcosa.
« Non preoccuparti, nessuno ti ha fregato niente » disse Louis ridendo.
« Non ne avevo dubbi » risposi facendogli l’occhiolino.
Sembravano bravi ragazzi dopotutto.
Erano diversi dai soliti con cui mi frequentavo, sembravano a posto in un certo senso.
« Io ora dovrei andare… » dissi poco convinta.
Non avevo molta voglia di rivedere Marc, né di rincontrare James.
« No dai, resta. Dovrebbero venire alcune nostre amiche a cena e sarebbe un piacere averti con noi »
disse sorridente Harry.
In quel momento Zayn lo fulminò con lo sguardo come per dire “cosa cavolo ti frulla in quella testa vuota ?”.
« Non voglio essere ulteriormente di troppo.
Avete già fatto tanto e poi, avrei da sistemare alcune faccende » già, “faccende”…
« Le faccende, per così dire, si risolvono a stomaco pieno » ribatté ridendo.
In fondo avevo una fame da lupi e poi, avevo paura a riattraversare Avenue Street,
di sicuro James non aveva digerito l’affronto subito.
« Va bene dai, ma solo se per voi non è un pro… »
« Nessuno problema ! » disse Harry prima che finissi di formulare la frase.
Zayn lo guardò nuovamente male per poi recarsi in cucina.
« Forse Zayn non è molto d’accordo… » accennai facendo una smorfia.
Harry scoppiò a ridere. Quel ragazzo era alquanto strano.
« No, fidati, vorrebbe anche lui averti con noi a cena. Ma è un po’ afflitto da cosiddette “pene d’amore”, ecco »
disse Louis sghignazzando.
Liam gli tirò un ceffone dietro la nuca e tutti scoppiarono a ridere, compreso Zayn.
Sembravano molto affiatati tra loro.
Niall mi esortò a vedere un film con lui, nel frattempo che Harry e Liam cucinavano.
Accettai e vi sedetti di fianco a lui.
« Che genere di film preferisci ? » mi chiese aprendo un altro pacco di patatine; quel ragazzo era un porco.
Mangiava in continuazione eppure era magrissimo e perfetto sotto ogni punto di vista.
« Mhmm… » ci pensai un po’ « …che ne dici di un bel film Horror ?! » adoravo i film Horror.
Mi davano una carica pazzesca; Marc diceva che ero un po’ sadica.
Forse era vero. Mi divertiva vedere la paura nei loro occhi.
Pensandoci bene, ero troppo sadica. Frutto della violenza di mio padre:
ero abituata a vedere le persone soffrire, ormai era nella mia routine giornaliera.
« Vedete The Human Centipede ! » esclamò Louis sorridente intento a battere Liam alla xBox
« E’ schifosamente macabro quel film »
« Vada per The Human Centipede allora » esclamai convinta.
« Scommetto che non lo vedrai tutto… » disse Louis a mo’ di sfida.
Non sapeva con chi stava parlando allora.
« Ah sì ? vedremo » risposi tutta pimpante.
Niall cercò il film in Streaming e attaccò il computer allo schermo del televisore.
Era immenso, grande di sicuro il doppio di me.
« Sembra di stare al cinema… » esclamai a bocca aperta.
« Mancano solo i popcorn » aggiunse lui ridacchiando.
Anche ? Non solo aveva mangiato due pacchi di patatine, ora voleva anche i popcorn ?
« Dove metti tutte quelle schifezze ? » chiesi invidiosa.
« Segreto professionale » esclamò mettendo in azione il film.
Dopo i primi venti minuti incominciai a dubitare della promessa fatta a Louis: era davvero tanto macabro.
Mi girai verso Niall e notai che aveva lasciato il pacco di patatine per far posto al cuscino del divano, che stringeva con tenacia.
« Quel cuscino non ti difenderà di certo da un attacco alieno, sappilo » gli dissi ridacchiando.
Lui non badò a me e continuò a stringere avidamente il cuscino.
“E’ più pauroso di me” pensai ridacchiando.
Louis e Liam stavano ancora giocando, questa volta alla Wii. Sembravano dei bambini.
Litigavano per ogni singola cosa e si facevano i dispetti come i bambini dell’asilo, però di vedeva che si volevano un mondo di bene.
Ritornai al film, che fortunatamente era arrivato alla fine.
Il protagonista stava scappando dal maniaco di turno.
Come al solito, sebbene corresse come un maratoneta,
girò l’angolo della strada buia dove non passano neppure i gatti randagi e i pedofili molestatori e...
« BUH ! »
« Ahh ! » iniziai ad urlare per il terrore: era quel cretino di Harry.
« Se ti prendo ti faccio passare tutte le pene dell’inferno ! » esclamai iniziando a rincorrerlo per tutta la stanza.
Lui come un perfetto idiota rideva, accompagnato a ruota da tutti gli altri.
« Louis, aiutami a fermarlo o il prossimo sarai tu » lui non ci pensò due volte e si gettò a capofitto su Harry,
che cadde a terra come un salame.
Scoppiammo tutti in una fragorosa risata. Tutti tranne Zayn.
« Avete visto Zayn per caso ? » chiesi trattenendo le risate il più possibile.
« Sarà sicuramente in bagno a farsi bello per Pe…» Harry tappò la bocca a Louis che non poté finire la frase.
Quel ragazzo parlava senza pensare.
In quel momento bussarono alla porta.
« Vado io ! » esclamò Zayn scendendo velocemente le scale.
Andò ad aprire e notai un certo nervosismo in lui.
« Ehi Malik ! » esclamò entrando appena una ragazza biondina, alta e molto ben truccata.
Gli si gettò al collo e gli diede un leggero bacio sulle labbra.
Nutrii un certo fastidio nel vedere quella scena, eppure, non capii il perché.
Louis dietro di me non faceva altro che ridacchiare.
Sentii qualcuno prendermi per il braccio e trascinarmi nella stanza affianco: era Liam.
« Senti Amber, ora dovrai fare quel che ti dico io, okay ? » annuii e restai ad ascoltarla con curiosità mista a scetticismo.
Cosa voleva da me ?

-------- To Be Continued... --------

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Capitolo 4
*** You only love to see me breakin'. ***


-------- Chapter Four : You Only Love To See Me Breakin'. --------

Point Of View Of Zayn

Aprii la porta con l’agitazione alle stelle: erano arrivate. O meglio, lei era arrivata.
Non vedevo Perry da settimane ormai, più o meno da quando eravamo tornati dal tour. Feci un enorme respiro ed aprii.
« Ehi Malik ! » esclamò Perry con un enorme sorriso sul viso appena mi vide, poi mi si gettò al collo.
Arrossii lievemente quando mi diede un leggero bacio sul collo.
« Come stai ? » le chiesi raggiante.
« Bene, ma ho bisogno di stare un po’ di tempo sola con te » mi sussurrò all’orecchio.
Notai arrivare dietro di me Amber, aveva uno splendido sorriso sul viso come per salutare le nuove arrivate.
« Ah ragazze, lei è Amber. E’…» « Sono la cugina di Liam » esclamò non permettendomi di finire la frase.
Che cavolo le era saltato in mente ? La cugina di Liam ?! quei due non me la contavano giusta.
Notai dietro di me Harry bisbigliare qualcosa nell’orecchio di Louis per poi scoppiare a ridere come due dementi.
« Accomodatevi ragazze, è un piacere avervi tra noi » disse Liam accogliendole a braccia aperte.
Le ragazze entrarono ed Harry corse ad abbracciarle: sempre il solito don Giovanni.
Corsero loro incontro anche Niall e Louis.
Amber invece rimase immobile, appoggiata alla spalliera del divano. Così mi avvinai a lei.
« Cos’è questa storia che sei la cugina di Liam ? » le chiesi facendo una lieve smorfia.
« Ti sto parando il culo, caro » rispose lei accennando un falso sorriso per poi raggiungere gli altri.
Sbuffai sonoramente.
« E’ pronto. Tutti a tavola ! » urlò Harry saltellando allegramente.
« Finalmente… » esclamò raggiante Niall.
Ci sedemmo tutti in sala da pranzo.
Io vicino a Liam e Perry, accanto le ragazze e subito dopo Harry. Di fronte a me c’erano Louis, Niall e infine Amber.
Amber tacque per tutta le serata, fin quando Perry non le chiese come mai si trovasse a casa nostra. Lì temetti il peggio.
« Sono in vacanza a Londra e Liam mi ha gentilmente ospitata a casa sua » disse sorridendo appena.
Era brava a recitare la ragazza. Perry ricambiò il sorriso.
« Eppure non ti ho mai vista » esclamò Perry poco convinta. Non si stimavano granché a vicenda.
« Ah, devi sapere che non sono di qui. Abito in Italia… » rispose Amber contrattaccando. Era davvero brava.
« Liam non mi ha mai parlato di una sua cugina Italiana » rispose ancora.
« Forse non ha trovato semplicemente la situazione adatta. Vero Liam ? »
Liam annuì ed Amber tornò a sorridere a Perry. Sembrava averla convinta finalmente.
La serata passò velocemente e i ragazzi decisero di guardarsi un film.
Amber rimase tutta la sera appiccicata a Niall continuando a mangiare schifezze di ogni genere.
Quei due erano divenuti amici in pochissimo tempo.
« Io vado un attimo al bagno » mi bisbigliò Perry nell’orecchio per poi andare al piano di sopra.
Passarono i minuti e mi preoccupai che Perry non avesse trovato il bagno.
« Zayn ! » urlò dal piano di sopra. Mi precipitai immediatamente temendo il peggio.
« Ora spiegami cosa mi rappresenta questa … » aveva in mano le bustine di coca di Amber e a terra vi erano le sue cose:
aveva frugato nella sua borsa.
« Perché hai messo le mani nella borsa di Amber ? » chiesi lievemente arrabbiato.
« E tu perché hai una drogata in casa ? » in quel momento arrivò proprio Amber.
“Fantastico!” pensai tra me e me.
« Cosa cazzo ci fa la mia borsa a terra ? » chiese lei quasi sbraitando.
« Ehi ragazzina, calmati. Piuttosto, cosa ci fa questa nella tua borsa ? »
Ribatté lei sventolando le bustine di droga dinanzi al viso di Amber.
« Non penso ti riguardi minimamente » cercò di riprendere le sue cose ma Perry la bloccò per un braccio,
quello ferito per l’esattezza.
« Rispondimi ti ho detto ! »
« Lasciami, puttana » le urlò in faccia Amber con tutta la rabbia che aveva in corpo.
In quel momento Perry le diede uno schiaffo in pieno viso.
Amber rimase per un secondo immobile con lo sguardo fisso su Perry: temetti potesse scoppiare una rissa.
Invece raccolse la sua borsa da terra, scese velocemente le scale e uscì di corsa sbattendo la porta dietro di sé.
« Che ti è preso ?! » chiesi incazzato vero Perry.
Lei abbassò lo sguardo e scoppiò a piangere.
« Credevo mi amassi, e invece mi stai mentendo soltanto » rispose lei col viso avvolto dalle lacrime.
Odiavo vederla piangere, così corsi ad abbracciarla.
« Non ti mentirei per nulla al mondo, sei tutto per me, tutto »
« Dimostramelo allora, manda via quella drogata, non voglio più vederla »
Il suo viso pieno di lacrime e i suoi occhi lucidi non mi diedero altra via di scampo:
Amber se ne sarebbe andata da quella casa.

-------- To Be Continued... --------

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Capitolo 5
*** How could you push me out of your world ? ***


-------- Chapter Five : How Could You Push Me Out Of Your World ? --------

Point Of You Of Amber

Uscii di corsa da quella casa sbattendo la porta dietro di me con tutta la rabbia che avevo dentro.
Come aveva osato frugare tra le mie cose ? Ma soprattutto, come si era permessa di toccarmi ?
Odiavo le persone così, odiavo la violenza e soprattutto odiavo Perry.
Continuai a correre finché non mi sentii chiamare. Era Harry.
Non mi girai neppure e continuai a correre in mezzo al nulla.
Non sapevo dov’ero, né dove fossi diretta.
« Amber ! Ti prego fermati. Non voglio slogarmi una caviglia per rincorrenti » urlò Harry appena dietro di me.
Io non gli diedi retta e lui mi afferrò per il polso.
« Lasciami ! » esclamai con le lacrime agli occhi « io lì dentro non ci torno ! »
« Ti prego Amber, cerca di ragionare… »
« Ragionare ? Ho finto di essere la cugina di Liam pur di fare un piacere a Zayn,
sapendo che Perry è una gelosa del cazzo e lui sai che fa ? le permette di prendermi a schiaffi »
Risposi con le lacrime che mi inondavano ormai il viso
« sono scappata da casa mia per sfuggire alla violenza di un padre che non faceva altro che violentare mia madre e
prendersela con me e non ho voglia di ricapitare in una casa dove è permesso alzare le mani sugli altri, non voglio più soffrire… »
ormai parlavo a singhiozzi « …non ce la faccio »
In quel momento Harry mi tirò a sé e mi abbracciò stringendomi forte, quasi come se volesse tranquillizzarmi.
Mi lasciai andare e scoppiai in un pianto disperato.
Erano mesi che non piangevo, che non mi lasciavo andare e anni che qualcuno non mi abbracciava.
« Non riaccadrà, fidati di me. Si risolverà tutto » Harry mi alzò il viso e mi asciugò le lacrime con la manica della felpa.
« Ora fai una cosa, falla per me. Asciugati queste lacrime e torna lì dentro, fa’ come se non fosse successo nulla e
lascia stare quella stronza che non merita neppure un’altra parola da parte tua » disse sorridendomi appena.
Io annuii e strofinai il braccio sul viso cercando di asciugare tutte le lacrime.
Harry mi prese per mano e mi riaccompagnò dentro;
poteva essere anche il più puttaniere tra i ragazzi, ma era di una dolcezza infinita.
Appena entrammo notai Perry seduta sul divano con al suo fianco Zayn.
Le passai dinanzi a testa alta dirigendomi al piano di sopra.
« Harry puoi aiutarmi con le fasciature? » chiesi ad Harry sorridendogli appena.
Zayn mi guardò per un momento con perplessità per poi tornare a coccolare la sua amata troietta.
« Certo ! » esclamò Harry venendo verso di me. Mi prese per mano e mia accompagnò al piano di sopra.
« Sei andata alla grande » mi sussurrò all’orecchio appena arrivati in bagno.
« Non devi cambiarle sul serio, sappilo » gli dissi sedendomi sul bordo della vasca.
« Ma voglio aiutarti lo stesso » rispose lui prendendo le garze dal cassetto dei medicinali.
« Come vuoi… » iniziai a sfilarmi la felpa e il pantalone della tuta, finché non rimasi in canottiera e mutandine dinanzi a lui.
Mi sentii nuovamente in imbarazzo come successo in precedenza con Zayn.
Harry prese le garze ed iniziò a fasciarmi le cosce.
Non aveva la delicatezza di Zayn, ma cercava di fare il possibile.
« Se faccio qualcosa di sbagliato avvertimi, mi raccomando » disse facendomi l’occhiolino.
Arrossii ed annuii sorridendogli.
« Posso esservi d’aiuto ? » era Zayn.
Aveva lasciato la sua amichetta ed era venuto a vedere cosa combinavamo: strano il tipo.
« Dove hai lasciato la tua p… » Harry mi tappò la bocca prima che potessi finire di parlare « intendevo la tua Perry ! »
dissi facendo una smorfia ad Harry. Lui scoppiò a ridere.
« E’ andata via. Leigh Anne mi ha chiesto di salutarti, Harry » disse infine sedendosi accanto a me.
Harry arrossì. Leigh Anne era la rossa con la quale Harry stava flirtando.
« Posso continuare io… » disse Zayn prendendo le garze. Harry annuì e mi diede un bacio sulla fronte.
« Ricorda quello che ti ho detto » disse prima di andare via.
« Dimmi se ti faccio male » disse Zayn iniziando a fasciare il braccio.
« Si, mi fai male » mi guardò per un momento e poi capì il senso della mia frase « Non intendevo quello, Amber »
« Io sì invece. Perché non hai fatto nulla ? » lui si fermò e prese le sue mani tra le mie.
Il mio cuore iniziò a battere più velocemente. Perché ? Perché mi faceva quell’effetto ?
« Amber… » iniziò a parlare con lo sguardo basso, quasi come se si vergognasse « … devi andare via »
In quel momento mi sentii sprofondare. Mi avevano cacciata dalla mia nuova “casa” dopo neppure un giorno: fantastico !
« Se non mi volevi perché mi hai portata qui ? Perché non mi hai lasciata a terra ? »
« Non essere stupida, come avrei potuto ?! » si alzò e per un momento mi sembrò che i suoi occhi fossero lucidi:
sarà stato l’effetto della luce.
« Sarebbe stato meglio per tutti » mi alzai anche io e iniziai a rivestirmi
« ma non preoccuparmi, domani non mi vedrai di nuovo … »
Ci fu un silenzio tombale in quel bagno, nessuno dei due sapeva cosa dire. Cazzo Zayn, fermami, rispondimi, fa’ qualcosa.
Nulla. Non successe nulla. Cosi presi le mie cose e mi incamminai verso il divano.
« Spero che non ti darà fastidio anche condividere casa tua con me per questa notte,
perché altrimenti sarei costretta a dormire sotto un ponte… » dissi acida e scesi le scale.
Trovai Niall sul divano che dormiva come un bambino. Era dolcissimo, tutto aggomitolato a sé.
Mi fece una tale tenerezza che non potei non sdraiarmi al suo fianco.
« Amb, sei tu ? » lo avevo svegliato, povero cucciolo.
« Sì, dormi Niall » gli risposi.
Lui prese la mia mano e la strinse a sé.
Avevo adorato Niall sin dal primo momento che l’avevo visto, avevo capito che persona era, a differenza di Zayn.
A volte l’apparenza inganna…

-------- To Be Continued... --------

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Capitolo 6
*** Tell me I'm a screwed up mess. ***


-------- Chapter Six : Tell Me I'm A Screwed Up Mess --------

Point Of You Of Zayn

Quella notte non riuscii a chiudere occhio: troppi pensieri riempivano la mia mente.
Non sapevo come agire: la mia ragazza o una perfetta sconosciuta piombata nella mia vita come un uragano ?
Cosa mi legava realmente ad Amber ? Perché non volevo lasciarla ?
Il mattino arrivò veloce ed io ancora non avevo preso una decisione.
Scesi in salone e vi trovai i ragazzi: si erano svegliati presto. “Molto strano” pensai.
« Buongi… » Liam mi fece segno di tacere e poi indicò il divano.
Notai così Niall dolcemente accoccolato a lei… sì, ad Amber.
Sorrisi come un demente, senza motivo e andai a sedermi a tavola.
« Cos’hai ? » chiese Harry porgendomi la tazza di caffè.
Aveva capito che c’era qualcosa che non andava.
« Perry… » notai Harry sbuffare, poi continuai « … mi ha chiesto di mandarla via »
Harry sgranò gli occhi e poi fece una smorfia.
« Non puoi farlo ! Non saprebbe dove andare. Vuoi davvero lasciarla nella merda così, come se nulla fosse ? »
« Certo che no, che cazzo di domande fai ? » ribattei io posando con forza la tazza sul tavolo.
Feci un tale frastuono che finii per svegliare Amber.
« Che succede ?! » chiese lei alzandosi di scatto.
Mi fece tanta tenerezza: aveva gli occhi ancora socchiusi e i capelli da pazzoide.
Notai che i ragazzi scoppiarono a ridere e non potei far altro che seguire il loro esempio.
« Cazzo ci ridete, scemi ? » chiese Amber ridendo per poi tornare a sdraiarsi su Niall che continuava a dormire come un bambino.
« Non posso farlo… » dissi afflitto sdraiandomi sul tavolo e mantenendomi la testa tra le mani. Stavo scoppiando !
Harry poggiò la sua mano sulla mia spalla e come un padre fa con un figlio mi disse la tipica frase “so che farai la scelta giusta”.
In quel momento mi cadde il mondo addosso: io non ho MAI fatto la scelta giusta, era questo il problema.
Proprio in quel momento ricevette un messaggio di Perry.
Recitava ciò: “Buongiorno amore. Vorrei vederti questo pomeriggio, e vorrei conoscere le tue intenzioni. Ti amo”.
Quelle ultime due parole risuonarono nella mia mente come una minaccia.
Il mio cuore era in trappola. Se avessi voluto salvare il mio cuore avrei dovuto spezzare quello di Amber e non volevo farla soffrire.
Mi avvicinai al divano e presi la coperta da terra per poi riposizionarla su quei due dormiglioni.
« Papà… no papà, ti prego no… » Amber stava parlando nel sonno « … no papà, no ! »
Presi le sue mani tra le mie e accarezzandole i capelli cercai di tranquillizzarla.
Era bella, tanto. Non l’avevo mai notato; non avevo avuto l’occasione di fermarmi e osservarla in tutte le sue piccolezze.
Presi così la mia decisione, semplicemente osservandola: sarebbe rimasta, ormai avevo deciso.

-------- To Be Continued... --------

Lo so, lo so. E' molto breve: colpa della mia fantasia.
Oggi non ha lavorato granché.
Il prossimo capitolo sarà molto importante, non perdetevelo.
Un bacio, Valeria.

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Capitolo 7
*** Now I’m breathing like I’m running cause you’re taking me there. ***


-------- Chapter Seven: Now I’m Breathing Like I’m Running Cause You’re Taking Me There --------

Point Of View Of Amber

Mi svegliati accoccolata a Niall che dormiva ancora come un bambino.
Cercai di alzarmi senza svegliarlo ma aveva il braccio attorno ai miei fianchi e la gamba poggiata sul mio polpaccio.
Mi venne da ridere vedendolo così attaccato a me: sembrava un koala.
Mi sarebbe mancato tantissimo quel mangione.
« Buongiorno bella addormentata » urlò Louis dall’altra parte della stanza.
Era intendo a sgranocchiare carote . Rimasi a dir poco scioccata.
« Ehi Lou, dove sono i ragazzi ? » chiesi spostando Niall dall’altra parte del divano,
lui farfugliò qualcosa per poi tornare a dormire.
« In giro per casa, credo » rispose lui continuando a mangiare.
Difatti poco dopo comparve Liam dalla cucina: aveva una faccia stanchissima.
« Hai fatto le ore piccole, eh? » chiese ridacchiando Lou.
Lui gli tirò una sberla e scoppiammo a ridere.
« Credo che mi mancherete » dissi con gli occhi lucidi.
Liam venne verso di me e mi abbracciò.
« Ci sentiremo, rimarremo in contatto. Non ci dimenticheremo di te » mi disse sorridendo con gli occhi lucidi.
Io sprofondai tra le sue braccia e mi lascia cullare dal suono della sua voce.
Liam aveva la capacità di far stare bene le persone con poco.
In quel momento arrivò anche Zayn.
« Ehi » mi disse sorridendomi. Io feci finta di non vederlo e mi girai dall’altra parte.
Lui mi guardò con gli occhi da cucciolo e poi andò a sedersi accanto a Louis.
« Ed io ? Non mi saluti ?! » chiese Harry venendo sorridente verso di me.
Aveva gli occhi lucidi andava in giro in shorts, in pieno inverno per l’esattezza.
« Ma certo che ti saluto, scemo » Liam mi lasciò e mi gettai tra le braccia di Harry.
« Mi mancherai… » mi sussurrò in un orecchio.
Io mi strinsi ancora di più a lui. Mi sarebbe mancato anche lui, tanto.
« Nessuno sentirà la mancanza di nessuno… » disse Zayn azzannando una brioche;
che egoista « …semplicemente perché Amber rimarrà da noi »
Udii le sue parole e lasciai Harry per fiondarmi subito addosso a lui.
Mi gettai completamente tra le sue braccia lasciandolo senza parole.
« Grazie … » dissi dandogli un lieve bacio sulla guancia.
Lui mi strinse a sé e mi baciò i capelli.
In quel momento sentii un vortice stringermi lo stomaco e un volo di farfalle impazzite mettermi in subbuglio il ventre:
una sensazione strana ma piacevole in un certo senso.
Lasciammo la presa e ci guardammo negli come fosse la prima volta che ci vedevamo.
Lo vidi sotto una luce diversa e mi persi nei suoi occhi color oro. Erano bellissimi.
Ci fissammo per una manciata di secondi, fin quando qualcuno non suonò alla porta.
La pace era appena terminata di esistere in quella casa.

-------- To Be Continued... --------

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Capitolo 8
*** Rock my world into the sunlight. ***


-------- Chapter Eight: Rock My World into the Sunlight.--------

Point Of View Of Zayn

Amber corse ad abbracciarmi ed io rimasi immobile avvolto dalle sue braccia.
Mi diede un bacio sulla guancia ed arrossii.
Si staccò da me e ci guardammo negli occhi per una manciata di secondi.
I suoi occhi grigi e stupendi mi fecero perdere la cognizione del tempo e non capii più nulla, finché non bussarono alla porta.
Era sicuramente Perry, cazzo eravamo nei guai.
« Amber, Perry non sa che sei ancora qui… »
« Ho capito. Harry, andiamo a fare un giro, dai » disse ancor prima che finissi di parlare.
Lei prese Harry per mano e uscirono dall’uscita sul retro.
« Ma fuori fa freddo » si lamentava Harry mentre Amber lo trascinava fuori.
Come biasimarlo ? Indossava solo gli shorts.
Andai così ad aprire la porta: era Perry, come previsto.
Lei mi si gettò subito al collo e mi diede un lieve bacio sulle labbra.
Questa volta però non sentii alcunché. Né fuochi d’artificio né farfalle nello stomaco…
« Ehi » le dissi in tono freddo prendendola per i fianchi e abbracciandola.
« Hai fatto quello che ti avevo chiesto ? » chiese lei curiosando in salone per vedere se vi erano ancora tracce di Amber.
« …Sì » risposi io accennando un falso sorriso. Lei sembrò convinta ed entrò.
« Ciao ragazzi » salutò Liam e Louis, poi andò da Niall e gli tolse le coperte: Niall odiava essere svegliato.
« Cazzo succede ?! » urlò svegliandosi. Poi guardò Perry in cagnesco e tornò a dormire.
« Che gli prende ? » chiese lei afflitta.
« Sai com’è fatto… odia essere svegliato » rispose Liam poco convinto.
Non sopportava granché la presenza di Perry.
Perry fece una smorfia e mi si avvicinò.
« Che ne dici di fare un giro, solo io e te ? » in quel momento Louis e Liam iniziarono a ridacchiare come due idioti.
Perry li fulminò con lo sguardo e mi trascinò fuori casa: per fortuna mi ero già cambiato da tempo.
Ci incamminammo verso il parco, lei teneva la mia mano e continuava a parlare di sé
e di quanto stesse andando bene la sua carriera.
Smisi di ascoltarla dopo i primi cinque minuti: pensavo ad Amber ed Harry.
Chissà dove si erano cacciati quei due…
« Ehi, mi stai ascoltando ? » chiese Perry scuotendomi.
« Oh, sì sì. Continua » risposi io sorridendole.
Lei ricambiò il sorriso e mi diede un altro bacio.
Niente, di nuovo. Non sentii nulla.
Era come se una sconosciuta mi avesse rubato un bacio, così, per ripicca.
« Mi sei mancato » mi disse abbracciandomi.
« Anche tu » mentii io stringendola a me.

-------- To Be Continued... --------

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Capitolo 9
*** We found love in a hopeless place. ***


-------- Chapter Nine: We Found Love in a Hopeless Place --------

Point Of You Of Amber

Presi Harry per mano e lo trascinai fuori di casa.
Perry era arrivata e non avevo voglia di litigare nuovamente con lei.
« Amber, fuori fa freddo ! » ripeteva Harry sbuffando come un bambino.
In fondo aveva ragione: eravamo in pieno inverno e lui indossava solo un paio di shorts.
« Non lamentarti sempre, fa’ l’uomo » risposi io dandogli una pacca sulla schiena.
Lui mi fece la linguaccia e mi abbracciò.
« Sono felice che rimani da noi, mi saresti mancata » disse stringendomi forte a sé.
Sentii di nuovo le farfalle nello stomaco: no, anche Harry ci mancava adesso.
Cercai di non pensarci e distolsi lo sguardo dalle sue adorabili fossette.
« Anche tu, ma se non ci mettiamo qualcosa di pesante addosso non mi rivedrai più,
se non sotto forma di statua di ghiaccio » gli risposi ridacchiando.
« Aspettami qui, vado a prendere qualche felpa dentro » disse lui lasciandomi.
« Come fai ad entrare, scemo ? Ti vedrebbero… » gli dissi tirandolo per il braccio.
« Entrerò dalla finestra della mia camera! » esclamò lui tutto convinto.
« Come vuoi, Spiderman » risposi io facendogli cenno di andare.
Lui mi fece la linguaccia e iniziò ad arrampicarsi sulla grata vicino al muro di casa.
Io rimasi appoggiata al muretto a morire di freddo: ne valeva la pena però.
Vedere Harry arrampicarsi su per un muro come Spiderman non aveva prezzo.
« Attento ai ragni » gli urlai ridendo.
« Ragni ?! Dove ? Che schifo, no » esclamò impaurito; per poco non perse l’equilibrio.
« Shh ! Fa’ silenzio o ti scopriranno » gli bisbigliai ridendo. Ormai era quasi arrivato.
In quel momento passarono di lì due vecchiette. Iniziarono a fissarlo stranite mentre io cercavo di non ridere.
Mi girai verso di loro e subito distolsero lo sguardo dal ragazzo-ragno in shorts e continuarono a passeggiare facendo le vaghe.
Mi girai verso di Harry e notai che non c’era più: era riuscito ad entrare.
« Amber ! » mi chiamò lui sporgendosi leggermente.
Mi posizionai proprio sotto la finestra attendendo che mi lanciasse gli abiti e alzai le braccia al cielo, pronta ad afferrare felpe e cappelli.
« Pronta ? » mi chiese ridendo. Io mi limitai ad annuire e mi gettò gli abiti dalla finestra.
Li afferrai e mi infilai una sua felpa. L’annusai: aveva il suo profumo.
Poi infilai un cappello a forma di orso e attesi che scendesse.
Impacciato come al solito scese la grata per poi raggiungermi.
« Ti va bene la felpa ? » mi chiese sorridendo: aveva un sorriso stupendo.
« Sì, ma puzza » risposi scherzando.
Lui mi spinse e per poco non caddi di sedere per terra.
Poi si infilò la sua felpa e rimase pensieroso a fissare il berretto di lana tra le sue mani.
« Che c’è ? Volevi per caso quello a forma di orso ? » gli chiesi indicando il cappello sul mio capo.
« No, è solo che io indosso cappelli solo… » iniziò a parlare, notai un certo imbarazzo in lui
« …solo quando vado a letto con una ragazza »
In quel momento scoppiai a ridere come una cretina e afferrai il cappello dalle sue mani.
« Beh, mio caro, per questa volta farai un’ eccezione… » dissi infilandogli il cappello su quei ricci perfetti.
« Dove vuole andare signorina ? » lui mi sorrise e mi prese per mano.
« Avrei un po’ di fame » risposi toccandomi la pancia.
Non mangiavo dalla sera precedente e il mio stomaco iniziava a fare i capricci.
« Andiamo allora. Qui dietro dovrebbe esserci una pasticceria »
Esclamò sorridente poi mi tirò a sé e avvolse il suo braccio attorno alla mia spalla.
Io arrossii e abbassai lo sguardo.
Arrivammo in pasticceria e notai che tutti ci fissavano in modo strano.
Okay, sembravamo due poveracci con quelle felpe enormi, ma non eravamo mica nudi.
Prendemmo alcune paste e due caffè e facemmo la fila per pagare.
Improvvisamente si avvicinò a noi una ragazza, molto giovane e con addosso una felpa con scritto “I Love Harry Styles”.
« Ciao Harry, puoi fare una foto con me ? » chiese lei balbettando. Stava sudando freddo.
Lui annuì sorridendo e mi porse la macchina fotografica.
« Amb, puoi scattare la foto ? »
Annuii e feci loro una foto abbastanza guardabile.
La ragazza lo abbracciò e gli sorrise, poi mi si avvicinò e abbracciò anche me.
Una volta andata via guardai Harry con una faccia perplessa.
Lui non mi disse nulla e pagò le paste e i caffè.
Una volta usciti dalla pasticceria mi avvicinai a lui e cercai di farmi spiegare cosa significasse l’atteggiamento della ragazza.
« E’ semplicemente una fan… » rispose lui ponendo nuovamente il braccio attorno alla mia spalla per poi addentare un bignè.
« Cosa vuol dire una fan ? » mi stava nascondendo qualcosa.
« Devi sapere che qui a Londra io e i ragazzi siamo, come dire, conosciuti » rispose lui accennando un sorriso.
Non capii molto ma la fame veniva prima della mia terribile curiosità, così annuii e mi dedicai totalmente al mio bignè.
Lui restò a fissarmi per una manciata di secondi per poi scoppiare a ridere.
« Che c’è ? » gli chiesi spaventata.
« Hai un po’ di zucchero sul naso… » disse avvicinandosi a me.
I nostri visi erano a un millimetro di distanza l’uno dall’altro, i nostri respiri ormai erano un tutt’uno.
Pose leggermente la sua mano sul mio viso e…

-------- To Be Continued... --------

Cosa succederà tra i due ?
E perché la ragazza ha chiesto una foto proprio ad Harry ?
Non vi resta che aspettare il prossimo capitolo. :3
Un bacio, Valeria.

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Capitolo 10
*** As the smoke clears, I awaken and untangle you from me. ***


-------- Chapter Ten: As The Smoke Clears, I Awaken and Untangle You From Me --------

Point Of View Of Harry

Mi avvicinai a lei e le posi la mano sul viso per rimuoverle lo zucchero a velo dal naso.
Lei arrossì e la guancia quasi ribollì per il calore.
Le nostre labbra erano a pochi millimetri di distanza,
riuscii a sentire l’andamento del suo respiro e il battito accelerato del suo cuore.
Chiusi gli occhi e mi avvicinai ancora di più a lei,
facendo sfiorare appena le mie labbra sulle sue,
che sapevano appena di crema.
Allo sfiorarsi delle mie labbra con le sue sentii dentro di me i fuochi d’artificio.
Ma in quel momento lei si girò dall’altra parte e sospirò afflitta.
« Non posso… »
Quelle due parole le uscirono controvoglia dalla bocca e il suo visò si oscurò immediatamente.
Nessuna ragazza mi aveva mai respinto in quel modo, ad un passo da me, ad un respiro dalle mie labbra.
Nessuno osava mai dir di no ad Harry Styles.
Non seppi se rallegrarmene o meno;
il fatto che Amber mi avesse respinto mi aveva ferito in un certo senso, ma anche giovato.
Mi piaceva correre dietro alle ragazze, riempirle di regali, di tenerezze… corteggiarle insomma.
Il corteggiamento rendeva tutto più divertente.
« …non voglio rischiare di perdere uno dei pochi amici che ho trovato e che mi accettano per quella che sono, scusami »
Terminò di parlare e andò a sedersi accanto su una panchina, lontana da me.
Rimanemmo così, immobili, lontani e pensierosi finché non squillò il suo cellulare.
« …Marc, sei tu? » chiese lei con un filo di voce.
Improvvisamente i suoi occhi divennero lucidi, le sue labbra violacee e il suo corpo iniziò a tremare.
Non capii cosa le stesse succedendo, ma quando la vidi accasciata a terra
con il viso tra le mani e il respiro accelerato corsi da lei.
« Amb ?! Amb, che succede ? » continuavo a chiederle scuotendola.
Il suo sguardo era perso nel vuoto e le lacrime non smettevano di scendere lente incorniciandole il viso.
« Amb, ripondimi ! » lei urlai quasi in faccia: sembrava un cadavere.
« James… » appena pronunciò il nome di quella feccia umana l’espressione scioccata di Amber invase anche il mio viso.
Cosa voleva quel pezzo di merda da lei ? Perché l’aveva chiamata ?
«... lui ha detto di uccidere Marc se non fossi andata da lui, non può farlo. No, Marc no. No, ti prego »
Continuava a ripetere tremando.
L’afferrai per un braccio e cercai di tirarla su.
La gente stava iniziando a notarci.
Lei si lasciò sollevare per poi sprofondare tra le mie braccia in un pianto di dolore.
Le sue lacrime distruggevano anche me, dovevo aiutarla.

-------- To Be Continued... --------

Vorrei dedicare questo capitolo alle mie lettrici,
alla mia migliore amica Rossella,
che mi assilla in continuazione rendendomi una povera zitella isterica,
e al mio cervello, che ancora non mi ha abbandonata.

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Capitolo 11
*** You have knocked me off my feet again. ***


-------- Chapter Eleven: You Have Knocked Me Off my Feet Again --------

Point Of You Of Amber

Era James. Lui e la sua banda avevano preso Marc in ostaggio,
avevano scoperto del suo traffico di droga nella loro zona e non l’avevano digerito affatto.
In cambio, quei pezzi di merda, non volevano denaro né altra droga, bensì ME.
La testa iniziò a girare, la vista ad offuscarsi, le lacrime a scendere e le gambe a cedere.
Mi accasciai a terra in lacrime, col cuore a pezzi e il respiro smorzato.
Subito mi si avvicinò Harry, mi prese con sé e cercò di farmi riprendere.
Quando mi chiese cosa fosse accaduto, non riuscii neppure a parlare,
avevo un nodo un gola e una stretta nel cuore che non mi permetteva di parlare.
Sputai letteralmente il contesto della chiamata dalle labbra e lui capì al volo.
Mi strinse a sé e iniziò a cullarmi lentamente.
Le lacrime non smettevano di incorniciarmi il viso e il cuore a stento resse il colpo.
Lo vidi inviare un SMS, sicuramente per sapere se la casa era finalmente libera per poter tornare.
Avvolse il bracciò attorno ai miei fianchi e cercò di convincermi ad andare via di lì:
la gente iniziava a preoccuparsi e a fissarci con sguardi cupi e pensierosi.
Io sembravo un cadavere in lacrime e lui un povero bambino che ha appena visto il suo giocattolo più caro in mille pezzi.
Arrivammo a casa e trovammo tutti i ragazzi, tranne Zayn che era fuori con Perry,
sul divano con i visi cupi e gli occhi lucidi.
Appena ci videro corsero verso di noi e Niall mi liberò dalla morsa di Harry e mi tirò a sé
per poi affondare il suo viso tra i miei capelli, mentre mi sussurrava che andava tutto bene.
Aveva sicuramente saputo tutto da Harry.
Ci vennero incontro anche Liam, e Louis che abbracciò Harry come per consolarlo.
Niall continuava a ripetermi che andava tutto bene, ma non era così. Non andava mai niente bene.
Sin dall’infanzia mi era andato tutto di merda.
Alle elementari fui picchiata da un gruppo di bulli, alle medie soffrii di bulimia
e il secondo anno di liceo mollai il tutto per scappare di casa, per fuggire da un padre violento e
da una madre depressa che cercava di autoconvincersi che andasse tutto bene, quando non era affatto così.
In quel momento aprirono la porta: ci mancava solo una scenata da parte di Perry. E così fu…
Appena mi vide tra le braccia di Niall, a piangere come una forsennata,
lasciò l’abbraccio di Zayn e corse a separare me e Niall gettandomi a terra come uno straccio,
come un qualcosa di inutile e disprezzabile.
« Ti ho detto che dovevi andare via, razza di drogata ! » mi urlò contro con tutta la rabbia che aveva in corpo.
Harry cercò di ribellarsi, aveva gli occhi lucidi e le mani tremanti,
ma Zayn lo fermò spingendolo lievemente verso la parete del salone.
Lui rimase immobile, di spalle alle parete, non capendo il motivo dell’azione dell’amico,
se così si potesse ancora definire.
Io cercai di rialzarmi, ma le mie gambe non reggevano il peso di un corpo morto,
senza voglia di vivere e il mio petto non sopportava lo sbraitare del mio cuore,
ormai a metà per il dolore e che intriso di odio batteva a mille battiti al secondo.
Le mie lacrime, le mie sofferenze erano solo motivo di falsa pietà da parte delle persone che mi circondavano.
Marc era l’unico che se ne fosse mai fregato qualcosa, era il mio tutto, non potevo mollare per lui.
Mi rialzai a testa bassa e cercai di incamminarmi verso l’uscita di casa, ma Perry mi fermò per un braccio.
Io mi girai e ricevetti uno schiaffo in pieno viso.
Il mio cuore era debole, ma i miei ideali erano solidi e odiavo la violenza.
« Posso dirti una cosa… » dissi stringendo i pugni e
mordendomi con violenza il labbro inferiore cercando di trattenere la rabbia,
« …non credevo che Zayn fosse così stupido da innamorarsi di uno schifo di persona come te.
Provo talmente tanta pietà nei tuoi confronti che non riesco neppure a guardarti in quei luridi occhi.
Ha mandato tutto a fanculo e ha umiliato i suoi amici per te e tu lo ripaghi con queste insulse scenate di gelosia
come previsto da quel cazzo di contratto ?! »
Sì, contratto. Perché il manager dei ragazzi aveva segretamente firmato un contratto con lei e le sue amichette,
molto famose nella Gran Bretagna, le quali si rendevano disponibili ad apparire in loro compagnia per renderli ancora più famosi.
Quale modo migliore per far scalpore, se non quello di recitare una storia d’amore linda e pinta ?!
Liam l’aveva scoperto e non voleva che Zayn soffrisse, così mi aveva chiesto di stare alla larga da lei
ed io come una scema gli avevo promesso di fare del mio meglio.
Non sapevo per cosa fossero famosi, non mi importava granché,
ma sapevo che questa scenata non avrebbe che fatto del male a Zayn
«… lo schifo che provo per te in questo momento è nullo in confronto a ciò che sto passando per il mio migliore amico,
quindi perdonami, ma non voglio discutere con te, che non saresti sicuramente neppure capace di capire »
Detto questo aprii la porta ancora in lacrime ed uscii nuovamente.
Stavo scappando dai miei problemi, di nuovo, ma non me ne fregai granché: Marc era più importante.
« Amber ! » proprio mentre stavo per svoltare l’angolo e sparire per sempre dalla vita dei ragazzi
che mi avevano quasi aiutata a fuggire da quella merda che era la mia vita, sento la voce di Zayn.
Mi giro e lo vedo correre verso di me.
« Torna dalla tua troia, lasciami stare » gli risposi acida cercando di asciugare le lacrime dal mio viso;
ormai sembravo un rubinetto rotto.
« Perché hai detto quelle cose ? » mi chiese col fiatone e gli occhi lucidi.
Non mi credeva, come al solito nessuno si fidava di me.
Ma mi importava ben poco, ormai ero abituata ad essere delusa.
Non gli risposi e continuai a camminare, lui mi prese per il braccio e mi fermò.
« Cos’hai contro di lei Amber ? Perché non ti piace Perry ? »
“Perché è una troia, forse ?” pensai tra me e me.
« Non mi credi, non è così ?… » dissi lasciando uscire altre lacrime.
Stavo morendo disidratata.
« Perché dovrei ? Sei solo un’estranea piombata nella mia vita come se niente fosse,
perché dovrei fidarmi di te anche solo per un momento ? »
Mi disse ciò con tono acido e severo, guardandomi negli occhi: lo pensava davvero, ero davvero solo un’estranea per lui.
Non risposi. Gli girai le spalle e andai via, col cuore più distrutto di prima.
Avevo preso in quel momento la mia decisione:
avrei affrontato James, e avrei sofferto, vero, ma in quel modo avrei salvato l’unica persona che aveva fiducia in me.

-------- To Be Continued... --------

Questo capitolo è davvero lungo e atteso, lo so.
Non ho scritto prima perché sono rimasta troppo sconvolta dai recenti avvenimenti,
quali l'annullamento della Singning Session coi 1D e i litigi tra Nord e Sud.
Vorrei quindi che leggeste questo: clicca qui
Fatemi sapere cosa ne pensate, è stato scritto da me, col cuore, perché ci tengo a questa famiglia
e non voglio perderla per sciocchezze simili.
Un bacio, Valeria.

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Capitolo 12
*** Dear life, fuck you. ***


-------- Chapter Twelve: Dear Life, Fuck You --------

Point Of You Of Marc

Mi risvegliai in un luogo buio e chiuso con un forte mal di testa, forse per colpa dell’odore pungente che riempiva la stanza.
Mi passai una mano tra i capelli e sentii qualcosa di bagnato e caldo tra le dite: era sangue.
Poi ricordai la scena della sera prima.
Erano ormai le due passate e stavo tornando a casa dopo una serata passata in discoteca con il solito gruppo di amici quando qualcosa,
o qualcuno mi tirò per la t-shirt per poi gettarmi a terra con forza facendomi sbattere la testa con pressione.
Alzai lo sguardo e notai un viso conosciuto, quello di James.
« Guarda chi si vede… » esclamò ridacchiando per poi girarsi verso il suo gruppo di amici.
« Non posso dire sia un piacere » risposi rialzandomi.
Lui mi prese per il colletto della t-shirt e mi diede un pugno in pieno viso per poi rigettarmi a terra.
Mi asciugai il sangue dalle labbra e riprovai ad alzarmi.
« Dove cazzo credi di andare ?! » disse premendo il suo piede sul mio petto; riuscii a stento a respirare.
« Cosa vuoi James ? Non è la tua zona questa » gli chiesi alzando un sopracciglio.
« Ho incontrato la tua fidanzatina, quella col bel sedere »
« Non parlare così di Amber ! » esclamai alzandomi per poi prenderlo per la t-shirt.
« Se ci tieni tanto perché l’hai lasciata da sola ? » in quel momento mi si bloccò il respiro.
Avevo lasciato Amber da sola e sapevo che lei odiava essere abbandonata.
Erano giorni ormai che non la vedevo e i sensi di colpa mi stavano divorando.
« Non rispondi, eh ? Vediamo se lei invece ci tiene a te » fece un cenno ai suoi compagni e si allontanò.
« Cosa volete ?! Lasciatemi star...» ricevetti una forte botta in testa e improvvisamente divenne tutto nero.
Cercai di ricordare il luogo in cui mi trovavo, ma il dolore alla testa era allucinante e i ricordi sfocati.
L’unica cosa a cui pensavo in quel momento era Amber.
Mi sentivo un fottuto pezzo di merda ad averla lasciata sola, per di più con James.
Avevo paura che le fosse capitato qualcosa, non la sentivo da quella telefonata così fredda e distaccata da gelarmi il cuore.
Improvvisamente qualcuno aprì la porta della celletta dove ero rinchiuso: era James.
« Oggi vedremo se la tua amichetta ci tiene davvero a te » disse per poi gettarmi un paio di fotografie.
Le guardai: ritraevano Amber in compagnia di un ragazzo riccio. Chi era ? Ma soprattutto, cosa voleva da lei ?
« Cosa volete farmi ? » chiesi rigettando quelle foto a terra.
« Da te nulla, sempre se la tua adorata sgualdrina accetta il nostro patto » rispose con un sorriso spaventoso sul viso.
« Di cosa parli ? »
« Sai, le abbiamo chiesto sé stessa in cambio della tua vita » disse ridendo.
Pezzo di merda; come poteva ?!
Amber non c’entrava niente,
aveva avuto già troppi problemi nella vita ed io non volevo essere la causa di ulteriori sofferenze.
« Fa’ di me ciò che vuoi, ma lasciala stare, ti prego » risposi quasi implorante.
Lui continuò a ridere con strafottenza.
« Vedremo, vedremo… » andò poi via chiudendo la porta dietro di sé.
Avevo fatto una cazzata, come al solito, e la persona più importante della mia vita stava per pagarne le conseguenze.
Mi sentivo una merda.

-------- To Be Continued... --------

Finalmente si fa sentire anche Marc, yeah.
Spero che vi piaccia il suo personaggio e soprattutto il capitolo.
Ps. Quello nell GIF sarebbe lui. :3
Un bacio, Valeria.

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Capitolo 13
*** Give me everything tonight. ***


-------- Chapter Thirteen: Give Me Everything Tonight --------

Point Of You Of Amber

Mentre mi incamminavo verso il nulla, non sapendo infatti il luogo dove era tenuto Marc,
ricevetti una telefonata: era James.
Mi sentii sollevata in un certo senso.
Questo gioco perverso doveva aver fine al più presto.
Presi il telefono, feci un lungo respiro e risposi.
« Ehilà, bambola. Come sei bella con quella felpa » disse James sghignazzando.
Mi stava spiando. Quasi involontariamente mi girai e lo cercai.
Si era nascosto davvero bene, perché non riuscivo a trovarlo.
« Facciamola finita, James. Cosa vuoi ? Spara » dissi nervosa.
Mi dava sui nervi questo suo atteggiamento sfacciato e presuntuoso.
« E dai piccola, divertiamoci un po’ prima » per lui era solo un divertimento,
d'altronde non se n’era mai fregato nulla di niente e di nessuno
« Uno, non chiamarmi piccola. Due, dimmi cosa vuoi così la smettiamo. Mi stai sulle palle, lo sai vero ? » risposi acida.
Le mie mani tremavano, ma questa volta non per paura ma per adrenalina.
Avevo solo voglia di salvare il mio migliore amico.
« Okay, poi non lamentarti che ho corso troppo » rispose lui ridendo appena.
Non avevo la più pallida idea di cosa volesse da me, ma data la sua indole violenta, di sicuro non voleva creare origami.
« Cosa vuoi da me ?! » chiesi scandendo ogni singola parola.
« Francamente ? Voglio te » in quel momento mi si fermò il cuore.
Cosa voleva quella feccia umana ?
« Spiegati meglio… »
« Suvvia, lo sappiamo entrambi che hai capito perfettamente » disse e attaccò il telefono.
In quel momento mi sentii afferrare per i fianchi.
Mi girai di scatto respirando a stento.
Ormai sudavo freddo e le mie mani tremavano.
Ero pronta a vedere il viso marcato di James, ma mi ritrovai faccia a faccia con Harry.
« Sono così brutto da fare quest’effetto ?! » disse lui scherzando.
Poi mi guardò negli occhi e capì al volo.
« Va’ via » dissi girandomi e proseguendo per la mia strada.
Mi aveva fatto saltare la copertura, perfetto.
Lui mi afferrò per un braccio e cercò di fermarmi.
« Non vorrai davvero incontrarlo, spero » disse lui col fiato smorzato.
Era preoccupato almeno quanto me, ma non mi interessava granché.
Lasciai la presa e continuai a camminare.
« Torna a casa Harry, non ti riguarda » lui sospirò e se ne andò.
« Ti tengo d’occhio » disse incamminandosi nel verso opposto.
Sapevo che non si era dato per vinto, mi aspettavo di trovarmelo dinanzi in un qualche vicolo buio.
Decisi così di tornare nel vicolo dove avevo incontrato Zayn, come una povera illusa, sperando di trovare Marc.
Mi sentii sfiorare la guancia. “Harry…” pensai tra me e me.
Così mi girai tranquillamente.
Questa volta però non trovai i suoi profondi occhi verdi, ma gli spettrali e infossati occhi neri di James. Sussultai appena.
« Ciao principessa » mi cinse i fianchi per poi tirarmi lievemente a sé.
Sentii il suo respiro affannoso sul mio collo e l’odore pungente dell’alcol avvolgermi il viso.
« Lasciala James ! » in quel momento riconobbi la sua voce, quella del mio migliore amico.
Era Marc, sì, era proprio il mio migliore amico.
« Marc… » sussurrai appena col fiato smorzato.
James aveva appoggiato leggermente le sue sudice labbra sul mio collo.
Mi schioccò un bacio e si staccò da me.
« Avevi proprio ragione Marc, questa bambolina ti vuole davvero bene.
E questo è un vero peccato per lei » sentii Marc quasi ringhiare verso James, ma lui non ci fece caso e tornò a me.
Iniziò a giocherellare con i miei capelli, a spostarmeli dal viso e a sfiorarmi la guancia con le dita.
Pose la sua mano sul mio collo e scese lentamente giù, fino a fermarsi sui miei fianchi.
Ora sapevo cosa voleva, ero davvero io il “bottino” che esigeva in cambio della libertà di Marc.
Ero pronta a dare addirittura me stessa per il mio migliore amico ?
Ero davvero così sfacciata ?
Purtroppo non avevo altra scelta.

-------- To Be Continued... --------

Eccolo il capitolo tanto atteso. :3
Spero vi basti fino a dopodomani, visto che domani è Carnevale ed ho un po' da fare.
Un bacione, Valeria.

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Capitolo 14
*** We all became a such fragile broken things. ***


-------- Chapter Fourteen: We All Became a Such Fragile Broken Things. --------

Point Of You Of Amber

Vidi Marc fare una faccia disgustata per poi guardarmi con le lacrime agli occhi.
Non avevo altra scelta.
James mi spinse con forza e mi fece appoggiare al muro,
mentre con un braccio posato sul mio fianco destro, bloccava ogni mio movimento.
Mi spostò i capelli con la mano libera e mi diede un bacio forzato sulla guancia.
I miei occhi erano puntati a terra, la sola visione della sua faccia mi avrebbe disgustata
a tal punto da non riuscire neppure più a respirare.
Posò l’altra mano sul mio viso e mi si avvicinò ancor di più.
« Ora io e te ce ne andiamo in un posticino appartato »
Disse con un sorriso malizioso che lasciava intravedere tutti i suoi loschi pensieri.
Mi limitai ad annuire. Lui mi prese per il braccio e mi tirò in macchina.
Dietro di me lasciai Marc urlare come un disperato il mio nome;
non avrebbe mai voluto scambiare la sua libertà con me,
ma anche lui sapeva che non vi era altra scelta.
James imboccò una strada isolata nel centro di Londra e dopo circa venti minuti di viaggio
e di silenzi imbarazzanti si fermò tirandomi nuovamente per il braccio dentro un appartamento mal messo.
Mi trascinò per tutte le scale fino a fermarsi dinanzi ad un enorme portone.
Entrammo e mi spinse verso la parete.
« Ora io e te ci divertiamo » disse iniziando a toccarmi ovunque con quelle sue mani luride.
Mi fece una smorfia e pose una mano sul mio sedere.
In quel momento non ci vidi più, non pensai né a Marc né a mio padre, solo a me stessa,
così con tutta la rabbia che avevo in corpo gli sferrai uno schiaffo in pieno viso.
Avevo osato troppo questa volta.
“Morirò qui” pensai tra me e me.
Con mio stupore James scoppiò a ridere per poi prendere un pacchetto di sigarette dall’armadietto.
Lo aprì e fece una smorfia.
« Le sigarette sono finite. Vado a comprarne un pacchetto qui giù, tu fa’ la brava o saranno guai per te e il tuo amico »
Disse accarezzandomi i capelli.
Annuii con lo sguardo fisso sul pavimento e lo sentii chiudere a chiavi la porta
dell’appartamento fischiettando “Sweet Child o’ Mine” dei GnR.
Sospirai. Era uscito da quella topaia lasciandomi da sola: fossi stata in lui non l’avessi mai fatto.
Andai subito alla ricerca di qualcosa con il quale rompere la serratura.
Andai subito in cucina, dove trovai un coltello da macellaio.
Non mi chiesi neppure cosa ci facesse lì, non volevo saperlo.
Iniziai a far forza sulla serratura con la punta del coltello, in modo da aprirla.
Improvvisamente sentii qualcuno salire velocemente le scale: era sicuramente James.
Se mi avesse trovata così, intenta a scassinare la porta del suo appartamento,
se la sarebbe presa sicuramente con Marc.
Cercai di sfilare il coltello dalla serratura, ma era incastrato.
Feci pressione sul manico, tirando il coltello verso l’esterno ma le mie mani tremavano e
per errore finii per tagliarmi nel centro della mano.
Sanguinavo a dirotto ma ero riuscita a sfilare il coltello dalla serratura.
Così lo presi e lo gettai con forza sotto il divano.
Dovevo nascondere l’arma del “delitto”;
purtroppo però vi era una pozza di sangue a terra: ero spacciata.
La porta si aprì sbattendo con forza e sussultai.

-------- To Be Continued... --------

Eccomi nuovamente qui.
Lo so, lo so, avrei dovuto pubblicarlo ieri,
ma ci sono state alcune complicazioni col PC.
I'm so sorry girls.
Per farmi perdonare, dopo o domani pubblico quello tanto atteso, eh già, proprio quello che pensate.

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Capitolo 15
*** Go run, it’s a long way down. ***


-------- Chapter Fifteen: Go Run, It’s a Long Way Down --------

Point Of View Of Marc

Vidi Amber andar via con quel losco di James, e impotente,
non potei far altro che urlare la mia rabbia con tutta la voce che mi era rimasta in gola.
Il biondo che mi tratteneva tenendomi per le spalle mollò improvvisamente la presa e
mi lasciò andare facendomi cadere a terra.
« Va’ da lei. Non ti conosco, ma conosco James e so che è capace di tutto… »
Disse facendomi cenno di andar via « Dirò che sei scappato, ma ora va’ ! »
Rimasi leggermente scioccato da quella sua reazione, ma non gli diedi molto peso.
Corsi subito via. Ma non appena girai l’angolo mi scontrai con un ragazzo proveniente dal verso opposto al mio.
« Guarda dove metti i piedi ! » mi imprecò contro quasi sbraitando.
Alzai leggermente lo sguardo e lo riconobbi.
Era il ragazzo riccio che figurava nella foto assieme ad Amber, quella fatta da James.
Lo presi per la felpa e lo tirai leggermente a me.
« Come fai a conoscere Amber , eh?! » gli urlai contro ancora nervoso.
« Amber ? Perché dovrebbe riguardarti ? Mica è… »
« Rispondimi ! » gli urlai contro prima ancora che potesse finire di formulare la frase.
« Un mio amico le ha salvato la vita, okay ? Ora rispondimi tu: chi sei ? Come fai a conoscermi ? »
Chiese togliendo le mie mani dalla sua felpa per poi guardarmi in cagnesco.
« Sono un amico di Amber… » “Un amico di merda, per l’esattezza” pensai tra me e me.
Quale razza di amico avrebbe permesso che la propria migliore amica fosse quasi uccisa di botte da un perfetto sconosciuto,
per poi essere portata via contro la propria volontà ?
Quale schifoso individuo avrebbe permesso tutto ciò ?
Non riuscivo a capacitarmi di quel che avevo fatto…
« Devi essere Marc allora, non è vero ? » rispose lui distogliendomi dai miei pensieri.
Come faceva a conoscere addirittura il mio nome ? Io non avevo neppure la più pallida idea di chi fosse.
A me sembrò solo un ragazzo troppo gasato dalla chioma stramba e la puzza sotto al naso.
« Allora ? Non mi rispondi ?! Sai almeno dov’è andata a finire ? » mi chiese alzando un sopracciglio a mo’ di sfida:
mi stava palesemente sul cazzo già dopo due minuti dal nostro incontro.
« No, non ne ho la più pallida idea… » dissi per poi continuare per la mia strada: dovevo trovarla.
Lui mi corse dietro e mi si pose dinanzi.
« Lei era venuta per te, lo sai vero ? » disse lui con sguardo afflitto, poi mi guardò negli occhi e continuò
« Qualunque cosa stia facendo adesso, la sta facendo solo per te »
Sapeva come farmi sentire in colpa il ragazzino.
« Cosa vuoi che faccia ?! Dovrei seguirla ogni volta che esce, come fai tu ? » riposi acido;
avevo fretta e non avevo granché voglia di mettermi a litigare con quel ragazzino.
Come faceva a sapere tutti questi particolari della vita di Amber e della mia ?
In quel momento arrivò verso di noi correndo un ragazzo col capo incappucciato e il fiato corto.
« Harry ! Dov’è Amber ? » chiese il ragazzo incappucciato.
Tutti la conoscevano, tutti la cercavano, ed io come un cretino ero lì fermo a blaterare con un pivello anziché correre a salvarla.
« Ehi Zayn, che ci fai qui ? » chiese il riccio.
Non avevo altro tempo da perdere, così approfittai della sua distrazione e me ne andai.
Non sapevo perfettamente dove potesse essere Amber, ma una mezza idea ce l’avevo.
Salvarla e riaverla tra le mie braccia era l’unica cosa che volevo in quel momento.
Avevo permesso che la mia migliore amica si cacciasse nei guai senza neppure alzare un dito:
la vergogna che provavo verso me stesso era innumerabile.

Point Of View Of Harry

Proprio mentre ero intento a scoprire qualcosa di più su quel ragazzo,
il famoso Marc, l’amico bastardo di Amber, arrivò Zayn.
« Ehi Zayn, che ci fai qui ? » gli chiesi guardandolo con compassione:
aveva gli occhi rossi e le guance ancora umide, segno che aveva pianto poco prima.
« Dov’è lei, Harry ? » aveva il battito del cuore accelerato e il respiro smorzato.
« Non lo so, questo ragazzo…» mi girai verso Marc per indicarlo ma non c’era più,
era andato sicuramente a cercare Amber « …voglio dire, quel ragazzo che è andato via,
era un amico di Amber che forse sapeva qualcosa di più »
« “Di più” riguardo cosa ? » aveva capito che gli stavo nascondendo qualcosa.
« Mah, nulla. E’ solo che Amber è andata a trovare la nonna ed io volevo farle una sorpresa
e questo ragazzo mi stava spiegando la via per raggiungere la sua casa »
Mai in vita mia dissi una cazzata peggio formulata di questa; ero senz’ombra di dubbio un pessimo attore.
« Certo come no, e poi magari avresti mangiato i pasticcini e bevuto il the con loro, no ?
Ma non dire cazzate, Harry. Sei il mio migliore amico, non puoi mentirmi, ti conosco troppo bene.
Spara se sai qualcosa ! » rispose lui nervoso.
Così mi feci coraggio e gli riferii tutto quel che mi aveva raccontato Amber,
dalla fuga da una famiglia troppo violenta al perché si trovasse in quel luogo la sera “dell’incontro” con Zayn.
Dopo aver finito di parlare, ci fu un silenzio imbarazzante, tombale tra di noi, poi finalmente Zayn,
con un sorriso stampato sul viso e gli occhi ancora lucidi, si degnò di parlare.
« Forse so dov’è ! » non perse altro tempo e senza darmi ulteriori spiegazioni, corse via.
Non avevo la più pallida idea di dove fosse diretto né di quali fossero le sue intenzioni
ma se il suo piano era quello di trovare Amber, non correvo rischi:
Zayn era testardo e se voleva una cosa se la prendeva.

-------- To Be Continued... --------

Oggi ho unito due capitoli, dato che il secondo è molto breve.
E' abbastanza statico ma mi serviva per spiegare i prossimi avvenimenti.
Oggi pomeriggio in oltre credo di pubblicare il sedicesimo,
quindi barricatevi in casa ad aspettarlo, mi raccomando.
No, scherzo. Uscite e divertitevi come bravi unicorni arcobaleno :'3
Un bacio, Valeria.

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Capitolo 16
*** Make my heart a better place. ***


-------- Chapter Sixteen : Make My Heart a Better Place --------

Point Of View Of Zayn

Vidi Amber andar via con il viso rigato dalle lacrime e il cuore mi si chiuse in una morsa di dolore.
Avrei voluto fermarla, ma il mio egoismo aveva sempre avuto il sopravvento su di me.
Eppure non potei far a meno di versare una fottutissima lacrima per lei,
per la sua scenata e per il suo odio verso Perry,
che fino a poco prima credevo la donna della mia vita.
Perché mi facevo così tanti problemi per Amber ?
Perché non riuscivo a vederla soffrire ?
Perché non me ne fregavo e basta come per tutte le mie ex ?
Perché ero così stupido da dipendere dalla felicità di una ragazza a me sconosciuta ?
Le parole di Amber mi avevano scosso, e non poco.
E se Perry non fosse stata davvero innamorata di me ?
Tornai in casa e trovai i ragazzi abbastanza scossi.
Molto probabilmente avevano sentito la nostra discussione.
« L’hai mandata via ? » mi chiese Perry avvicinandosi.
La guardai negli occhi e notai un cambiamento in lei:
i suoi occhi erano freddi e distaccati e il suo sorriso mi parve più finto del solito.
E se Amber avesse avuto ragione ?
« Se n’è andata da sola… »
In quel momento Harry sussultò, come se lo avesse previsto.
« Io vado a cercarla ! » disse rivolgendosi a noi tutti, Perry compresa,
che per un momento guardò Harry in cagnesco, lei fu a sua volta guardata in quel modo da Louis.
Una catena si sguardi preoccupati.
Il più preoccupato sembrò stranamente quello di Perry.
« Perry, io e te dobbiamo parlare » dissi deciso:
volevo vederci chiaro e tutte queste novità mi stavano facendo venire il mal di testa.
La presi per il braccio e la tirai verso la mia camera.
« Allora, è vero ? » le chiesi serio.
Lei non mi rispose, si sedette sul letto ed iniziò a piangere: era un sì, un fottutissimo sì.
« Rispondimi cazzo ! Mi hai solo usato ?! » per la rabbia gettai a terra il cellulare, il quale si spaccò in mille piccoli pezzi.
« Zayn… è più complicato di quanto sembri… »
« Allora è vero. Mi hai solo usato ! » lei si alzò e prese la mia mano,
che con prontezza liberai dalla sua presa per poi porla sul mio viso.
Non volevo che mi vedesse debole, dovevo resistere e mostrarmi forte ai suoi occhi.
« Esci fuori da questa stanza… » le dissi dandole le spalle.
« Zayn, ti prego… » il suo viso era avvolto dalle lacrime, ma non me ne importò più di tanto.
« Esci subito da questa stanza ! » le urlai contro facendole cenno di uscire.
Lei annuì, per poi uscire da quella fottutissima stanza.
Ero solo, finalmente potevo liberarmi dalla rabbia e dalle lacrime che ansiose aspettavano solo di uscire
e rigare il mio viso come coltelli affilati.
Urlai di dolore con le lacrime ormai libere di percorrere il mio volto afflitto dall’odio e
dalla rabbia e gettai il computer e vari oggetti poggiati sul letto a terra: andarono tutti in mille pezzi, proprio come il mio cuore.
La cosa che mi affliggeva di più in quel momento non era il tradimento di Perry,
ma la reazione avuta con Amber, che era stata l’unica ad avere le palle di dirmi la verità.
Io ci tenevo a lei e dovevo chiederle scusa, dovevo riconquistare la sua fiducia.
Avevo finalmente capito che quella sera, quella in cui la conobbi, non fui io a salvare la sua vita, ma l’esatto contrario.
Mi aveva liberato da un amore stupido e non corrisposto che mi stava disintegrando fino in fondo.
Ero divenuto il burattino di Perry ma non me ne capacitavo, ero troppo preso da lei.
Ora però ero libero e sapevo cosa volevo davvero.
Io volevo lei, volevo Amber e nessun altro al mondo.
Uscii velocemente di casa senza dar alcuna spiegazione ai ragazzi che mi guardarono quasi sconvolti
e corsi velocemente verso il parco: forse Amber era lì.
Vi arrivai ma non c’era nessuno, neppure i soliti anziani che passavano il pomeriggio ad
ammirare il laghetto a dar da mangiare alle papere.
Così proseguii e pensai bene di andare a vedere nella strada dove l’avevo incontrata per la prima volta.
Mi fermai poco e vidi Harry intento a parlare con un ragazzo moro, abbastanza alto e robusto che andò via appena dopo il mio arrivo.
Mi rivolsi ad Harry e gli chiesi cosa facesse lì con quel ragazzo e dove fosse Amber, ma lui iniziò a raccontarmi un sacco di cazzate.
Lo fermai e finalmente disse la verità.
Mi raccontò il perché di quella reazione di Amber, della sua vita prima del nostro incontro, delle violenze di suo padre,
di Marc e soprattutto di James, del quale conoscevo già qualcosa per mezzo di Amber.
La sera prima avevamo parlato un po’ prima di andare a dormire e lei mi aveva raccontato di lui e della sua “importanza” nel quartiere.
Della sua reazione e del suo covo, nel quale a volte da bambina, quando le acque tra clan erano ancora calme, andava a giocare a nascondino.
Diceva che lo faceva per estraniarsi dalla crudeltà del mondo: ora sapevo a cosa si riferisse.
Capii così dove potesse essere, dove James l’avesse portata e cosa dovevo fare.
Non persi altro tempo e andai lì, proprio dove lei da piccola giocava a nascondino,
dove si nascondeva da suo padre e viveva la sua vita fingendo che andasse tutto bene.
Speravo con tutto il mio cuore di trovarla lì e soprattutto che stesse bene.
Salii velocemente le scale e mi ritrovai dinanzi un unico portone leggermente aperto,
lo aprii con forza, pronto a scontrarmi con James se fosse servito a salvarla.
Così la vidi, era a terra.
Aveva gli occhi lucidi, il fiato smorzato e il viso sbiancato dalla paura.
Sedeva su di una pozza di sangue.
Appena mi vide si alzò e si gettò tra le mie braccia per poi scoppiare in lacrime.
« Va tutto bene adesso, ci sono io con te. Ci sarò sempre » dissi stringendola più forte a me e cullandola leggermente.
« Portami via di qui, ti prego » disse con timore.
Mi limitai ad annuire e la scortai fuori dall’edificio tenendola sotto braccio.
Il peggio era passato, ora era lì, al mio fianco, sana e salva.
Ci sedemmo su una panchina nel parco e notai lo squarcio al centro della sua mano.
Così strappai un lembo della t-shirt e lo avvolsi attorno alla sua mano sanguinante.
« Grazie… » mi sussurrò poggiando il capo sulla mia spalla.
Le bacia i capelli stringendola a me.
« Per te ci sarò sempre, che tu voglia o meno. Ti devo le mie scuse però… » la vidi sorridere appena
« …sono stato un idiota a non crederti, avrei dovuto saperlo che… » non potei finire di parlare, poiché le mie labbra erano prese da tutt’altro.
Da lei, per l’esattezza. Aveva il mio volto tra le sue mani e le sue labbra lievemente poggiate sulle mie.
Non vi era modo migliore per farmi tacere. Allontanò di poco il suo viso dal mio e arrossì, ma non per molto.
Le cinsi i fianchi e la tirai a me per poi riporre le mie labbra sulle sue: era lì che dovevano stare.
Le mie labbra si fusero con le sue e le nostre lingue si unirono in una danza di passione e amore.
Mi tirò a sé mentre affondava le sue mani tra i miei capelli, continuando a baciarmi con foga.
I nostri respiri erano smorzati e i cuori battevano in sincrono così come le nostre labbra.
Io cercavo le sue e lei le mie, come se non vi fosse al mondo piatto più prelibato.
Ci staccammo assieme per poi sorriderci l’un l’altro.
Nessuna parola, nessun pensiero, il battito dei nostri cuori parlava per noi.
Era lei ciò che volevo più di ogni altra cosa, lei che bramavo con tutto me stesso,
lei che permetteva al mio cuore di battere all’impazzata, ed ora che era mia, l’avrei tenuta stretta a me,
come un bambino con il proprio giocattolo preferito.

-------- To Be Continued... --------

Questo capitolo è fottutamente lungo, ma mi sarei sentita in colpa a tagliarlo.
Per ora è in assoluto il mio preferito.
Aspetto ansiosa di leggere le vostre recensioni.
Un bacio, Valeria.

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Capitolo 17
*** I think i love you better now. ***


-------- Chapter Seventeen: I Think I Love You Better Now --------

Point Of View Of Amber

Cosa cavolo stavo facendo ? Stavo davvero baciando Zayn, o avevo sbattuto la testa troppo forte ?
Le mie labbra erano davvero poggiate alle sue o era tutto frutto della mia insuperabile immaginazione da premio Oscar ?
Quando sentii il sapore della sua lingua intrecciata alla mia, e mille fuochi di artificio scoppiettarono nel mio ventre,
mi resi conto che neppure il peggior trauma cranico mi avrebbe mai fatto provare una sensazione simile
e che ciò che stavo facendo era pura realtà.
Mi cinse i fianchi e sentii i brividi salirmi lungo la schiena.
Affondai le mie mani tra i suoi capelli e lo tirai a me, facendo toccare di poco i nostri corpi.
Quel tocco, così lieve ed apparentemente nullo, provocò in me un ulteriore scoppiettare di fuochi d’artificio.
Le nostre labbra li staccarono nel medesimo momento e
il mio sguardo si spostò nuovamente sui suoi profondi ed intensi occhi color oro.
Nessuno dei due parlava: il battito accelerato dei nostri cuori lo faceva per noi.
« E con questo sono due: ti devo un altro favore, Zayn... » dissi accucciandomi tra le sue calde braccia:
mi sentii protetta come non mai. Lui mi baciò i capelli e sorrise.
« Non mi devi un bel niente Amb. La tua presenza tra le mie braccia ripaga ogni mia azione,
e poi, mi hai aperto gli occhi con Perry » disse proferendo appena.
Lessi nei suoi occhi la tristezza per le bugie di Perry; in fondo ci teneva a lei.
Presi così il suo viso tra le mie mani e gli diedi un lieve bacio a stampo:
i brividi ricomparvero, anche se per poco.
Lui sorrise appena e mi strinse ancor di più a sé.
« Ti va di tornare a casa ? I ragazzi saranno in pensiero… » mi disse spronandomi ad alzarmi.
In quel momento pensai a Marc: mi ero completamente dimenticata di lui.
« Marc… » esclamai tra me e me. Zayn mi sentì e intrecciò le sue mani alle mie.
« Non preoccuparti, starà bene. Ora torniamo a casa » annuii e
Zayn mi cinse i fianchi sollevandomi appena dalla panchina.
Sentii un dolore lacerante perforami lo stomaco e alzando di poco la felpa
mi resi conto delle fasciature infettate.
Era passato un giorno intero dall’ultima volta che le avevo cambiate e
le cicatrici iniziavano a tirare e bruciare come non mai.
« Ti fanno male ? » mi chiese prendendomi per mano.
« No, non tanto » dissi accennando un sorriso
« appena saremo a casa mi aiuterai a cambiare le fasciature però, le cicatrici tirano un po’ »
Lui si limitò ad annuire sorridente per poi continuare a camminare.
« Non ci sarà la tua amichetta ad aspettarmi questa volta ? » chiesi una volta arrivati dinanzi al portone di casa.
« No, la mia “amichetta” è andata in vacanza una volta per tutte: era un tantino isterica» disse lui ridendo appena.
Dio, quant’era bello. Aprimmo il grande portone bianco e tutt’un tratto mi sentii osservata.
« Amber ! » urlò Niall venendo verso di me.
In quel momento Harry, che sedeva a terra accanto al divano con la testa tra le gambe,
sentendo Niall pronunciare il mio nome, alzò di scatto il capo e i suoi occhi iniziarono a brillare.
Corse verso di me spingendo appena Niall che mi era quasi accanto e mi prese per i fianchi
facendomi quasi roteare in braccio a lui.
Lasciai la mano di Zayn e mi aggrappai al collo di Harry:
ero così felice di vedere di nuovo quel cretino.
Mi fece scendere stremato dallo sforzo compiuto nel farmi roteare per aria e mi sorrise come non mai.
I suoi occhi erano lucidi e il respiro accelerato.
“Oh Harry, sapessi quanto mi sei mancato…” pensai tra me e me.
Appena Harry mi lasciò a terra Niall mi tirò a sé e mi abbracciò:
i suoi abbracci erano in assoluto i più dolci.
Notai venire verso di noi anche Louis e Liam, che sorridenti corsero ad abbracciarmi.
« Amb, meno male che sei tornata: mi sarei sentito come in una gabbia di matti con questi qua,
tu sei l’unica sana di mente in questa casa » disse Liam sospirando.
Louis gli diede un lieve schiaffetto sulla nuca e corse ad abbracciare sia me che Niall.
« Abbraccio di gruppo ! » urlò facendo cenno agli altri di unirsi per poi stringermi forte forte,
quasi impedendomi di respirare.
Eravamo tutti insieme, stretti in un unico abbraccio capace di cullare ogni malore.
Avevo trovato degli amici che mi volevano bene…
La parola “amico” rimbombò nella mia mente e ritornai a pensare a Marc.
« Io vorrei farmi una doccia adesso; e in più ho bisogno di cambiare queste dannate fasciature »
dissi sciogliendo l’abbraccio « vogliate scusarmi »
Liam mi fece cenno di andare e salii di corsa le scale accendendo il cellulare:
ventitré chiamate perse e diciotto messaggi, tutti di Marc.
Composi così il numero e lo chiamai.
« M…Marc ?! » dissi sentendo qualcuno respirare affannosamente dall’altra “parte”.
« Amber ! Per l’amor del cielo, Amb. Sei davvero tu ? » stava bene, Dio mio, il mio migliore amico era ancora vivo.
Una lacrima scivolò veloce sul mio viso.
« Sì che sono io, idiota. Chi pensavi che fosse, la fata Turchina ? » dissi ridendo appena.
« No, James in realtà » proferii e rimasi per minuti bloccata con lo sguardo perso nel vuoto,
ripercorrendo con la mente i momenti passati con James.
« Scusami… » disse cupo lui dall’altra parte.
« Fa’ nulla » in realtà quella sua risposta mi aveva riportato in mente un sacco di ricordi poco piacevoli.
« Dove sei ? vengo a prenderti » chiese lui « voglio vedere, e soprattutto abbracciare la mia migliore amica »
Sorrisi.
« Anche io voglio abbracciarti, Marc. Ci vediamo tra un’oretta al bar di fronte al parco, d’accordo »
« A dopo allora » disse ed attaccò.
Mi sentii sollevata sapendo che anche Marc stava bene.
Ora tutti i pezzi del puzzle erano perfettamente assemblati, o almeno così pareva.
Mi mancava ancora qualcosa…
« Disturbo ? » disse qualcuno bussando alla porta: era Harry.
« Certo che no, entra pure » dissi posando il cellulare sul comodino.
Le mie cose erano ancora nella camera da letto di Zayn, nascoste tra migliaia di t-shirt e calzini sporchi.
Harry entrò sorridente e leggermente rosso in viso, facendomi cenno di seguirlo.
« Va bene se ti aiuto io questa volta a cambiarti le fasciature ? » chiese prendendomi per mano e portandomi in bagno.
« No, anzi. E’ solo che dovrei prima farmi una doccia… » dissi arrossendo appena.
Lui apri la porta del bagno e mi fece cenno di entrare.
Si avvicinò poi alla vasca e incominciò a far uscire l’acqua calda.
« Okay Amb, appena hai fatto non devi far altro che chiamarmi, io sarò in un attimo da te »
Mi sorrise e uscendo chiuse la porta dietro di sé.
Mi spogliai, mi liberai dalle garze e mi immersi nella vasca stiracchiando i piedi.
Sospirai: era così rilassante.
Dopo una decina di minuti finii di lavarmi e infilati mutandine e reggiseno puliti;
i ragazzi erano usciti a comprarmi qualcosa e sebbene il pessimo gusto di Louis
nel farmi indossare slip a tema “carote” e “gatti”, fui loro grata.
Erano stati sempre dolcissimi dal mio arrivo a casa loro,
si prendevano cura di me come fossi parte della loro famiglia.
Avevano preso il posto della mia vera “famiglia” dopo soli tre giorni di convivenza
e la cosa mi rallegrava davvero molto.
Finalmente conoscevo persone che mi volevano davvero bene e che mi accettavano così com’ero:
stava andando tutto meravigliosamente.
O forse no ?

-------- To Be Continued... --------

E dopo ben due giorni di attesa,
ecco qui il diciassettesimo. *-*
Non mi divulgo troppo, spero solo che vi sia piaciuto.
Un bacio a tutte le mie lettrici, Valeria.

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Capitolo 18
*** We are making the same mistakes. ***


-------- Chapter Eighteen: We're Making Tha Same Mistakes --------

Point Of View Of Amber

« Harry ! Ho finito, puoi venire ora » urlai una volta uscita dalla vasca.
Cercai imperterrita l’accappatoio ma riuscii a trovare solo una misera asciugamano,
che indossai in testa a mo’ di turbante.
Tentai di fermare Harry dall’entrare in bagno correndo verso la porta, data l'assenza di abiti
sul mio corpo, ma il riccio mi precedette ed aprì la porta.
« Harry non entrare, non trovo l’accappa…» « Eccomi, spero che quest’accap… »
Harry entrò sorridendo ancor prima di potermi permettere di terminare la frase.
Mi squadrò da capo a piedi per una manciata di minuti prima di girarsi.
Lo vidi cambiare immediatamente espressione:
la sua carnagione chiara e fresca divenne rossa di imbarazzo e le sue guance iniziarono a ribollire.
« Oh cazzo, oh cazzo, oh cazzo » non faceva altro che ripetere con le mani dinanzi agli occhi.
« Grazie » ammiccai sfilandogli l’accappatoio dalle mani per poi infilarlo cautamente.
« Oh cazzo Amb, mi spiace. Non volevo davvero. Cioè, non che non tu mi piaccia ma… cosa dico ?
Intendo che non avrei mai osato… » farfugliò qualcosa di incomprensibile
finché non lo gettai nella vasca facendolo inzuppare da capo a piedi.
« Così impari ad entrare nel bagno di una signorina senza il suo permesso » dissi a mo’ di sfida.
Uscì dalla vasca ed iniziò a gocciolare sul tappetino del bagno.
I ricci erano letteralmente impregnati d’acqua e gli cadevano sul viso facendogli colare grossi goccioloni sulle guance.
Avanzò lentamente verso di me con uno sguardo malefico stampato sul viso.
« Cosa vuoi fare ? Dai Harry, ti perdono… » dissi indietreggiando: quel ragazzo faceva “paura”, era capace di tutto.
« Ora me la paghi » disse lui, e ancor prima che riuscissi a scappare da quella stanza,
mi afferrò per il polso, mi caricò sulle spalle e iniziò a correre per casa con me addosso.
« Lasciami Harry ! Giuro che se non mi metti subito giù te la faccio pagare » urlai continuando a scalciare a destra e manca.
« L’hai voluto tu… » lasciò la presa e mi lasciò cadere sul letto.
Sopirai: era fatta.
« Ecco, bravo Harry » dissi cercando di rialzarmi.
« No, no. Dove credi di andare tu ? Noi due abbiamo un conto in sospeso… »
In quel momento Harry mi si gettò addosso ed iniziò a farmi il solletico come un bambino piccolo.
Non soffrivo molto il solletico, ma iniziai a contorcermi a contatto con la sua pelle fredda e bagnata.
« Lasciami ! Lasciami ! » urlai tra una risata e l’altra.
Harry si fermò e mi sorrise malizioso.
Dannato babbuino coi ricci, stavo morendo asfissiata sotto il peso del suo corpo tutt’altro che leggero.
Feci per alzarmi ma fui trattenuta dalle sue braccia che mi cinsero lievemente il bacino.
« Mi devi un favore disse facendo pressione con le braccia sul letto per non premere il suo corpo contro il mio.
« Per cosa ? » chiesi ridacchiando.
I capelli ancora bagnati stavano colando senza sosta sul mio viso e
i suoi abiti impregnati di acqua avevano trasformato il mio accappatoio in una spugna fradicia.
« E’ anche grazie a me che sei ancora sana e salva »
Rispose tutto d’un fiato per poi accennare il suo solito sorriso sghembo ed odioso.
« Okay, grazie. Non ti basta la mia immensa gratitudine ? »
« No, no. Voglio qualcos’altro… » rispose ammiccando appena.
« Non sono la tua troia, Harry.
Perry è libera adesso, puoi tranquillamente chiederle a le queste cose » risposi acida girandomi dall’altro lato.
« Non intendo questo, non ancora almeno rispose ridacchiando;
gli diedi un leggero schiaffo sulla guancia e proseguì « …intendo questo »
Con un dito girò il mio viso dalla sua parte e mi accarezzò la guancia che incominciò ad ardere per l’imbarazzo.
Mi tirò ancor di più a sé e avvicinò le mie labbra alle sue; ne riuscii quasi a percepire il sapore.
Cosa stavamo per fare ?
Volevo davvero rovinare tutto così, con un singolo bacio ?
Pose leggermente le sue labbra sulle mie e sorrise prima di alzarsi ed andare via con sorriso trionfante.
« Ecco, ora sei mia » esclamò fischiettando prima di aprire la porta.
« Ma se non mi hai neppure baciata… »risposi respirando a fondo
cercando di cancellare dalla mente il pensiero del suo corpo sul mio.
« Appunto. Ora il desiderio di avermi si impossesserà di te e mi penserai giorno e notte,
finché non tornerai da me strisciando » rispose il riccio tutto convinto
prima di ricevere un cuscino in piena fronte da parte mia.
La mia mira era sempre stata impeccabile.
« Già mai ! Piuttosto che baciare te, bacerei il primo che incontro »
Proferii « ...e non vantarti troppo, che da me non avrai mai nulla »
Continuai scandendo per bene le singole lettere dell’ultima parola.
Lo sentii scendere le scale ridacchiando: in quel momento avrei tanto voluto prenderlo a botte.
Mai avrei desiderato le sue labbra, né la sua inutile attenzione.
Non ero una di quelle ragazze che si concedevano facilmente, anzi,
raramente mostravo agli altri i miei veri sentimenti.
In quel momento il bacio di Zayn iniziò a sembrarmi un terribile errore.

-------- To Be Continued... --------

I'm so sorry, girls.
N on mi sono fatta sentire per una settimana per colpa dei compiti.
Vi prometto che non passeranno mai più così tanti giorni
prima della pubblicazione di un nuovo capitolo.
Vi adoro, grazie per il vostro supporto,
siete dei tesori .
Vorrei però leggere un po' più recensioni questa volta,
mi sento sola ç_ç
Tanti baci, la vostra Valeria.

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Capitolo 19
*** We're the same, you save me. ***


-------- Chapter Nineteen: We're The Same, You Save Me --------

Point Of View Of Amber

Mi rivestii velocemente non facendo molto caso al mio vestiario e scesi di corsa giù in salone:
ero in palese ritardo per l’appuntamento con Marc.
« Dove vai ? » mi chiese Zayn afferrandomi lievemente per il braccio.
« Devo vedere Marc » risposi accennando un sorriso,
che si spense non appena i suoi occhi color oro divennero freddi e preoccupati.
« Scordatelo » rispose tutto d’un fiato « non vedrai nessun Marc, tantomeno uscirai da questa casa »
« Ed io invece lo vedo. Nessuno decide per me, se mi caccio nei guai son cazzi miei » risposi nervosa.
Okay, si stava solo preoccupando per me, ma odiavo la sfacciataggine.
« E invece no. Non vai da nessuna parte perché…perché te lo dico io » sentii i ragazzi proferire.
Mi scrollai immediatamente dalla presa di Zayn ed uscii di corsa di casa sbattendo la porta alle mie spalle.
Ecco, ora ero sicura di aver commesso un errore baciandolo.
« Amber ! Ti prego, perdonami… » sibilò Zayn sulla soglia di casa:
non vi feci molto caso e accelerai a testa bassa. Arrivai dinanzi al bar e scrutai attentamente tra i passanti.
Poi lo vidi: era seduto ad un tavolino.
Giocava nervosamente con il suo cellulare, forse in attesa di una mia chiamata.
« Ehi » esclamai entrando e avvicinandomi a lui sorridendo appena.
Alzò di scatto il capo, si alzò e mi si avvicinò.
Mi guardò per un momento in viso, forse incredulo della mia presenza lì a fianco a lui,
e mi tirò con forza a sé stringendomi i fianchi.
Sentii le sue lacrime rigarmi il collo e il suo respiro affannoso.
« Mi dispiace Amb, mi dispiace da morire. Sono stato uno stronzo, ma che dico ? sono uno stronzo.
Non merito di essere tuo amico, o almeno di provare ad esser… » iniziò a parlare come “una macchinetta”
ed io gli diedi una lieve pacca sulla schiena per bloccarlo;
« Shh, per me sei perfetto così come sei » gli sussurrai.
Lui mi lasciò e mi sorrise, per poi darmi un leggero bacio sulla fronte.
Tornò a sedersi e mi fece cenno di accomodarmi a fianco a lui.
Ci stringemmo l’uno fra le braccia dell’altro e dopo minuti indefiniti di silenzio,
mi chiese cosa avessi fatto in quei giorni lontani da lui.
Gli raccontai così del mio incontro con Zayn, del litigio con Perry, della fuga,
dell’amicizia con i ragazzi e anche del bacio.
In quel momento sbuffò sonoramente e si girò dall’altra parte.
« Che c’è, Marc ? » gli chiesi preoccupata prendendogli il viso tra le mani.
« Non puoi affezionarti a lui, no. Non lo conosci neppure… non voglio vederti soffrire Amb,
hai già sofferto troppo per colpa mia » rispose con lo sguardo torvo e gli occhi lucidi.
Non risposi: mi strinsi semplicemente a lui e mi lasciai annegare nei miei pensieri.
Forse avevo davvero sbagliato a baciare Zayn, in fondo non lo conoscevo affatto,
l’unico sentimento che nutrivo nei suoi confronti era semplice gratitudine.
« Ti va di venire a conoscere i ragazzi ? » gli chiesi insicura scrollandomi di dosso tutti quei cupi pensieri.
« Non mi sembra il caso… » rispose lui scuotendo lievemente il capo.
« Ti prego… » lo supplicai facendogli gli occhi dolci, e dopo poco acconsentì sorridendomi.
Ricambiai il sorriso e tornai tra le sue braccia.
« Ti voglio davvero bene Amb » disse accarezzandomi i capelli.
« Anche io, Marcus Philip McClair » risposi chiamandolo col suo nome di battesimo: lo odiava.
Mi diede una gomitata e scoppiai a ridere seguita a ruota da lui.
Ora mi sentivo davvero completa, incerta, ma completa.

-------- To Be Continued... --------

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Capitolo 20
*** Like a free fallin'. ***


-------- Chapter Twenty: Like a Free Fallin' --------

Point Of View Of Harry

Uscii dalla camera di Amber col sorriso stampato sul viso mentre allegramente fischiettavo il ritornello di WMYB.
Scesi in salone e mi sedetti sul divano accanto a Louis, che giocava col NintendoDS come fosse un bambino:
il mio bambino , per l’esattezza.
Si girò verso di me, mi scompigliò i capelli in segno di affetto e tornò raggiante al suo videogame.
Sospirai leggermente. Presi il cellulare e mi connettei su Twitter alla ricerca di menzioni.
Da quando io e i ragazzi eravamo divenuti famosi, non facevamo altro che cercare notizie su noi stessi.
Non per egocentrismo, né per vanità, semplicemente perché la maggior parte delle notizie
sul nostro conto erano false e palesemente “messe su” per pubblicità.
Alcune notizie erano addirittura inventate dai nostri stessi manager, come nel caso di Zayn e Perry.
Su Twitter molte fans parlavano dell’imminente concerto che si sarebbe dovuto svolgere tre sere dopo,
altre della rottura tra Zayn e Perry, ma la maggior parte delle fans parlava di lei, di Amber.
Non sapevano né il suo nome, né cosa “fosse” per me,
eppure non facevano altro che criticarla ed offenderla senza motivo alcuno.
Sospirai visibilmente esasperato attirando l’attenzione di Louis,
che posò il NintendoDS sul tavolino accanto al divano e spiò cauto sul mio cellulare.
« Che succede bro’ ? » mi chiese indicando lo schermo del telefono.
« Le fans stanno già offendendo Amber » risposi cupo.
« Ah, brutta storia. Come hanno fatto a “trovarla” ? » chiese nuovamente mettendosi comodo:
Louis era sempre molto attento ai problemi altrui, era un buon ascoltatore e dava ottimi consigli.
« Quando io ed Amber siamo “fuggiti” da Perry ci siamo fermati in una pasticceria e
lì una fan ha scattato alcune foto con me; molto probabilmente le ha fatte anche ad Amber e si sa come vanno queste cose…
la voce si espande subito quando si tratta di me » risposi affranto.
« Fa’ finta di nulla Harry » mi disse lui poggiando il braccio attorno alla mia spalla
« non dare troppo peso a questi pettegolezzi, altrimenti le fans potrebbero divenire ancora più “gelose” »
Annuii semplicemente e tornai a girovagare per il web, finché non sentii Amber scendere velocemente le scale.
Non guardò in faccia nessuno e si catapultò ad aprire la porta.
Proprio in quel momento Zayn la tirò a sé per il braccio e la fermò.
Vi fu un battibecco tra i due, quasi come se Zayn fosse “geloso” di lei e volesse proteggerla…
Amber non gli diede retta e corse fuori di casa seguita a ruota da lui, che col fiato corto urlava il suo nome ai quattro venti.
Rimasi leggermente basito da quella scena, tanto buffa quanto fuori luogo.
Poco dopo ci chiamarono dalla sala registrazioni e ci esortarono a provare almeno un po’ prima del concerto.
Non sapevamo però che al nostro ritorno avremmo trovato…

Point Of View Of Amber

Marc prese la mia mano e la avvolse alla sua.
Durante il tragitto verso casa dei ragazzi Marc mi raccontò un po’ di Pixie, la sua ex ragazza,
che stranamente era tornata da lui strisciando proprio quella stessa mattina.
Avevano litigato per via un tradimento da parte di quest’ultima,
tradimento che però non era stato digerito totalmente da Marc.
Non ne rimasi visibilmente stupida, d’altronde Pixie era un povera e sciatta sgualdrina di provincia
e una tale reazione era quasi accettabile da parte sua. Arrivammo a casa dei ragazzi e
mi affrettai a bussare con foga il campanello.
Capimmo solo dopo una ventina di “colpi” dati alla porta di casa, che i ragazzi erano usciti.
« Ed ora ? » mi chiese Marc torvo spingendo la porta verso l’interno, come se volesse scassinarla.
« Non so… » dissi facendo spallucce « potresti sempre arrampicarti da quella finestra lì »
dissi indicando la stessa finestra da dove una sera prima era entrato furtivo Harry.
Sorrisi a quel ricordo così buffo e nitido nella mia mente.
« Attento a non cadermi addosso ! » esclamai a Marc una volta arrivato a metà “strada”.
« Tranquilla, barcollo ma non mollo » rispose lui ridacchiando.
Lo vidi scomparire attraverso la finestra per poi rivederlo aprirmi la porta pochi minuti dopo.
« Si accomodi madame, faccia come a casa sua » disse fingendosi galante.
Sorrisi ed entrai.
Mi si pose dietro e improvvisamente, cogliendomi letteralmente alla sprovvista,
mi prese per i fianchi e mi gettò violentemente sul divano iniziando a schiacciarmi con i cuscini.
Tra le risate e i cuscini che mi comprimevano il viso, i mancò il respiro.
« Okay, lasciami adesso stronzo ! Va’ a fanculo » esclamai col respiro affannoso.
« Come vuoi… » si sedette di fianco a me e mise su il broncio, quasi come se volesse farmi sentire in colpa.
« E dai Marc… in fondo, ma proprio in fondo, ti voglio bene » gli dissi sfiorandogli la spalla.
Lui si scostò e mi fece una smorfia.
« Va’ via, tanto sono solo uno stronzo » rispose marcando l’ultima parola.
Mi avvicinai nuovamente a lui a feci gli occhi dolci: cercò di distogliere il suo sguardo dal mio,
ma alla fine cedette accogliendomi tra le sue braccia.
« Mi sei mancata davvero, Amb. Sei la famiglia che non ho mai avuto » disse stringendomi ancor di più a sé.
« Su, smettila di essere così sdolcinato o ci verrà il diabete »
« Brutta cosa il diabete… altrettanto brutta è la gelosia » rispose facendo il vago.
« Gelosia, dici ? cosa intendi ? » in realtà sapevo benissimo cosa intendesse.
« Non essere stupida Amb, sto parlando del tuo amichetto.
Non ti voleva lasciare neppure venire da me per paura di perderti… »
« Voleva semplicemente “proteggermi” Marc, non è geloso.
E poi, anche se lo fosse, non cambierebbe granché, non sono sua. Non dire cazzate, suvvia » risposi leggermente acida.
« Se lo dici tu… » tornò a fare l’offeso, ma questa volta non cercai di ottenere la sua attenzione.
Quel suo commento su Zayn mi aveva leggermente infastidita, ma mi aveva anche fatto riflettere.
Forse stavo davvero sbagliando tutto con Zayn.

-------- To Be Continued... --------

Ehilà bella gente :D
Ecco a voi il capitolo 20.
So che non è un granché, ma ultimamente non ho proprio l'ispirazione.
Spero di ricevere un po' più recensioni questa volta.
Un bacio, Valeria.

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Capitolo 21
*** You can't have the rainbow without little rain. ***


-------- Chapter Twenty-one: You Can't Have the Rainbow Without Little Rain --------

Point Of View Of Harry

Al nostro ritorno trovammo Amber comodamente accoccolata sul divano con Marc,
il suo “adorabile” amico alcolizzato che l’aveva cacciata nei guai e che ora,
sfacciato come un bambino viziato e non curante dei mali altrui,
sghignazzava sul divano di casa nostra senza alcun permesso.
Sentii Zayn sbuffare sonoramente seguito a ruota da Niall,
che si era visto sottrarre la propria “postazione” preferita.
« Ciao ragazzi » squittì Amber ancora accoccolata tra le braccia di Marc « lui è… »
« Sì, lo sappiamo chi è » la zittì nervoso Zayn prima che potesse terminare la frase.
« Qualche problema ? » chiese Marc alzandosi svelto dal divano.
« Tu sei il mio problema » sibilò Zayn avvicinandosi a passo deciso a Marc, che lo guardò in cagnesco.
« Non me ne fotte un cazzo, fratello » rispose costui alzando il capo a mo’ di sfida.
« Non chiamarmi fratello » esclamò in fine Zayn spingendo lievemente Marc all’indietro.
Quest’ultimo si rigirò e gli sferrò un pugno in pieno viso.
« Ehi ehi ehi, calma » sibilai mettendomi tra i due prima che potessero prendersi a botte a vicenda.
Mai in vita mia feci scelta più sbagliata:
Zayn, non badando alla mia presenza sferrò un pugno a Marc, che sfortunatamente però, colpì me.
« Ma sei scemo ?! » urlai verso Zayn tamponandomi sangue che fuoriusciva dal naso con la felpa.
« Vaffanculo Harry, non è il momento »
« Ma ti sei sentito ? Hai sferrato un pugno a me, il tuo migliore amico,
e anziché scusarti, te ne freghi e mi mandi a fanculo ? » ormai gesticolavo per il nervosismo.
Amber, che fino a poco prima era comodamente seduta sul divano, ora era al fianco di Marc,
tenendolo leggermente per la t-shirt.
« Dai ragazzi, smettetela » disse afflitto Liam mettendosi fra di noi.
Ora la scena di era capovolta: non ero più io a dividere i due litiganti.
« Dai Marc, andiamo » disse afflitta Amber. Cosa si aspettava ?
Una felice convivenza con il suo amico traditore e Zayn ?! Ma cos’era davvero Zayn per Amber ?
In quel momento non pensai a Zayn come un semplice amico, e finalmente capii che sotto c’era molto di più.
« Voi due state assieme ! » dissi alzando la voce e indicando Zayn ed Amber, la quale arrossì di poco.
« Non è così… » farfugliò lei « …non c’è nulla tra di noi »
« Quindi quel bacio è stato un niente per te ? Uno sfizio che dovevi farti passare ? »
Zayn ormai parlava tremando, la voce era acuta e stridula e gli occhi pieni di sprezzante odio misto a rabbia:
come i miei d’altronde. Credevo che tra me ed Amber potesse esserci qualcosa di più…
« Voi due… ?! Oh cazzo » si limitò ad aggiungere Louis, che come al solito era arrivato a comprendere la vicenda in ritardo.
« Per fortuna che non ti ho baciata… » “cazzo!” pensai tra me e me dopo aver formulato quella frase.
Mi mancava solo litigare anche con Zayn adesso.
« Zayn, non è così. E’ solo che è successo tutto troppo velocemente. Io non so cosa pensare »
« Complimenti. E dire che tu per me eri quella “sincera”, “leale”.
Perry è forse quella più sincera, se messa a confronto con te » notai un senso di disprezzo negli occhi di Zayn.
La cosa che mi turbò però, fu il rancore che notai quando si rivolse a me.
« Ma mi complimento ancor di più col mio amicone, il caro Harry, che non si accontenta delle sue puttane, ma deve prendersi anche quelle degli amici… »
« Tu non sai nulla ! Non sai quello che provo per Amber, né quello che potrei aver provato per una di quelle, a detta tua, puttane » sibilai a denti stretti.
Forse non era amore quello che provavo per Amber, ma di sicuro per me non era come le altre.
« Io me ne vado » disse avviandosi verso l’uscita « ne ho abbastanza » sibilò infine chiudendo la porta dietro di sé.
Cosa voleva dire con quell’ultima frase ?
Era forse la fine della nostra amicizia ?
O forse, ancora peggio, quella dei One Direction ?

-------- To Be Continued... --------

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Capitolo 22
*** I Feel like a piece of lego house. ***


-------- Chapter Twenty-two: I Feel Like a Piece of Lego House --------

Point Of View Of Amber

Osservai torva Zayn uscire dalla porta dell’abitazione dei ragazzi,
per poi posare il mio sguardo su Harry, che si mordeva il labbro per rabbia.
Anche Marc era nervoso, e continuava a stringere i pugni con forza.
« Sei un fottuto coglione ! » urlai contro Harry dandogli una piccola spinta.
« Che ti prende ? » chiese lui andandosi a sedere sul divano dove poco prima eravamo io e Marc.
« Che mi prende ? Fai sul serio Harry ?! Cosa avete voi ragazzi ?
Se una vi rivolge la parola vuol dire che è di vostro possesso ? –
ormai urlavo per la rabbia – Io non sono né tua, né di Zayn. Fatevene una ragione, cazzo.
Lasciatemi stare » imprecai alzando le braccia al cielo a mo’ di resa ed uscii anche io di casa.
Niall fece per fermarmi, ma lo scostai e mi allontanai di poco di casa.
Mi sedetti su una panchina non molto lontana e cercai di smaltire la rabbia.
« Amb… - era Niall – i ragazzi ti vogliono bene, tutti noi te ne vogliamo, ti prego, perdonaci se siamo così dannatamente stupidi »
Sebbene fossi terribilmente arrabbiata, la dolcezza di Niall non poté non impadronirsi anche di me.
Mi scrollai di dosso la poca rabbia rimastami in corpo e gli feci cenno di sedersi accanto a me e mi strinsi a lui.
Niall era uno dei pochi sani di mente presenti in quella casa;
mangiava come un maiale prima delle festività Natalizie, ma era impossibile non volergli un minimo di bene.
« Ho fame – disse soffocando il brontolio del suo stomaco – ti va di andare a mangiare qualcosa ? »
Mi limitai a rispondere con un –Yep – e mi feci scortare tra sue calde braccia alla tavola calda più vicina.
Non avevamo voglia di tornare in casa, non in quel momento così delicato.
Zayn era appena andato via di casa, in seguito ad un litigio tra me ed Harry e molto probabilmente nessuno era di ottimo umore.
Dopo un’oretta passata a strafogarci e a blaterare del più e del meno, decidemmo di tornare a casa ad affrontare l’inferno.
Il mio paradiso poteva attendere, avevo un diavolo da prendere per le corna…
Poco prima di svoltare l’angolo di casa, notai Zayn andare via con un borsone da palestra,
uno di quelli enormi che si usavano di solito per portare con sé il minimo indispensabile.
« Zayn… » sussurrai col fiato corto e la testa bassa.
Lui mi guardò per un momento per poi proseguire il suo cammino.
Guardai Niall e lui mi fece cenno di andar da lui: dovevo parlargli, era palese.
« Ti prego Zayn, aspettami » urlai afferrandolo per il braccio.
« Che vuoi ancora ? - aveva gli occhi lucidi – non ti basta farmi pesare quel fottuto bacio, ora vuoi anche continuare a prendermi per il culo ? »
« Io non ti ho mai preso per… voglio dire: non ti sto mentendo. Non c’è nulla tra di noi, lo sai anche tu »
« No. Non è così, o almeno non lo è per me. Io ci tengo davvero a te, Amber. Ma per te non è lo stesso…
non posso convivere con una persona che non ricambia il mio… - ci pensò un momento - il mio affetto »
« Zayn, io ti voglio bene e ti sono debitrice per tutto ciò che hai fatto per me,
ma tra me e te non ci potrà mai esser nulla di più della semplice amicizia » guardarlo negli occhi,
quegli occhi così belli e profondi, mi spezzava il cuore.
« E con Harry ? Con lui c’è qualcosa ? » quei suoi occhi così stupendi e profondi ora erano arrossati e lucidi:
le lacrime gli ardevano l’iride e le ciglia nascondevano alcune lacrime.
Come poteva un ragazzo piangere per me ?
« Non c’è nulla neppure tra me e lui. Non c’è nulla con nessuno » risposi io decisa, sebbene sapessi che qualcosa c’era, sia con lui che con Harry.
Lui si limitò ad annuire e proseguì.
« Ti prego… - ora ero io ad avere gli occhi arrossati e le lacrime ad un passo dal percorrermi il viso – non andare via,
non fare questo sfregio ai ragazzi; non lo meritano »
Zayn mosse il capo a mo’ di negazione e andò via.
Sentii un singhiozzo, ma non vi feci molto caso: ero troppo presa da altro…

-------- To Be Continued... --------

Eccomi qua con un altro capitolo. :)
Forse però, non vi piacciono i miei capitoli, visto che non li recensite più.
Ho deciso quindi di pubblicare il prossimo, che è già pronto, solo dopo 5 recensioni.
Bye bye babe.
xxx

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Capitolo 23
*** He’s the reason for the teardrops on my guitar. ***


-------- Chapter Twenty-three: He’s The Reason for The Teardrops on My Guitar --------

Point Of View Of Amber

In quel momento, sulla soglia di casa, notai una donna, i cui capelli neri leggermente rossicci le incorniciavano il viso,
nascondendo alcune cicatrici che facevano da padrone sulla guancia sinistra.
In quel momento la riconobbi. Come altrimenti ?
Solo lei poteva avere quelle cicatrici,
segno della violenza di un uomo che non l’amava abbastanza, che non aveva rispetto alcuno nei suoi confronti.
No, quella non era una semplice donna.
Quella donna, che imperterrita mi fissava con le lacrime agli occhi,
accanto al mio migliore amico, era mia madre.
Sì, era proprio lei.
Le lacrime mi incorniciarono il viso quando, impotente com’ero,
mi accasciai a terra afflitta dalla visione di mia madre e dal ricordo degli anni precedenti.
Le urla, i pianti, il sangue…
era tutto vivido e conciso nella mia mente, come una di quelle cicatrici che aveva sul viso.
Una cicatrice indelebile era proprio lì, sul mio cuore,
e bruciava ogni volta che rivedevo nei miei sogni il suo viso, e quello di mio padre.
Ora che lei era proprio dinanzi a me, a meno di un metro di distanza,
il dolore sembrava essere atroce ed insopportabile.
Quella cicatrice bruciava come acido nel mio petto e
le lacrime sembravano affilate lame che mi tagliavano il viso.
Anni prima, il giorno della mia fuga di casa, con gli occhi lucidi e ancora i tagli sui polsi,
mi ripromisi di non versare più nessuna lacrima per lei, né per mio padre.
Ed ora ero lì, a terra, ad infrangere l’unica promessa fatta a me stessa.
Perché lei ? Perché ora che sembrava andare tutto bene ?
I miei occhi incrociarono i suoi, e poco prima che potesse venirmi in contro,
mi alzai con la poca forza che mi era rimasta in corpo, mi alzai e corsi via.
Non sapevo dove ero diretta, ma ero certa che mai più avrei voluto rimmergere il mio sguardo
nei suoi occhi neri e profondi almeno quanto i miei, che cambiavano per colorazione,
ma non di certo per ciò che avevano visto dinanzi a loro anni prima.
Qualcuno sibilò il mio nome, prima di sparire alle mie spalle,
ma in quel momento ogni suono sembrò impercettibile al mio orecchio.
Le urla e i pianti facevano ormai da padrone nello specchio dei miei ricordi, dei miei dolori.
Addirittura le cicatrici ancora doloranti di James sembravano esser semplici carezze a confronto col ricordo del dolore passato.
Finalmente mi fermai, non per volere, ma per stanchezza e lentamente mi accasciai a terra,
immersa dalle lacrime e dai ricordi, che sembravano non voler abbandonarmi più.
Socchiusi gli occhi e mi lasciai trascinare dai soliti incubi, dalle solite frustrazioni.
Sentii qualcuno cingermi i fianchi per poi tirarmi su scrollandomi appena,
come per svegliarmi da quell’incubo chiamato vita, ma ormai non ero più padrona del mio corpo.

-------- To Be Continued... --------

Viste le 6 recensioni nell'ultimo capitolo, non potevo non postare questo al più presto.
Come nel precedente, continuo solo dopo 5 recensioni.
Un bacio, Valeria.
xxx

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Capitolo 24
*** So tired of tears, so done with wishing you were still here. ***


-------- Chapter Twenty-four: So Tired of Tears, so Done With Wishing You Were Still Here --------

Point Of You Of Harry

Amber era uscita, seguita a ruota da Niall, e da ore ormai regnava il silenzio il quella casa.
Louis giocava con il Nintendo, Liam navigava su Twitter alla ricerca di quella news riguardante la band
e Marc faceva zapping no stop: ormai aveva girato cinque volte gli stessi canali.
La mancanza dei ragazzi iniziava a farsi sentire.
A rompere il silenzio di quella stanza fu il suono del campanello.
Accorsi velocemente ad aprire la porta sperando fosse Amber.
Aprii la porta e mi ritrovai dinanzi un viso familiare.
Una donna, alta, con i capelli neri tendenti al rosso, gli occhi neri e il viso ricoperto di cicatrici,
giaceva sorridente sulla soglia di casa: era l’esatta copia di Amber, solo un tantino più invecchiata.
« Posso esserle utile ? » le chiesi ammiccante appoggiandomi leggermente alla porta socchiusa;
era davvero una bella donna, sebbene le miriadi di cicatrici che le coprivano visibilmente il viso.
« Sto cercando Amber, Amber Stoner. So che abita in questa villa, è vero ? » chiese questa ricambiando il mio sorriso.
Era davvero identica ad Amber.
Stessa tristezza negli occhi, stesso sorriso, stessi lineamenti…
« Sì, è così, ma al momento non è in casa. Si accomodi – dissi facendole cenno di entrare -
dovrebbe tornare a breve…» mentii.
Non sapevo quando sarebbe tornata.
« Oh, ti prego, dammi del tu. Io sono Veronica McDallas » rispose quest’ultima sorridendo appena.
« Io sono Harry, e loro sono Liam, Louis e… » guardai per un momento Marc e notai una certa rabbia nei suoi occhi.
Rabbia completamente diretta a quella donna.
« Sì, so chi è… » sibilò Veronica accomodandosi in casa.
« Che ci fai tu qui ? » chiese Marc sprezzante di rabbia.
« Sono venuta per Amber »
Chi era costei ? cosa voleva da Amber ?
« Potevi anche risparmiarti il viaggio, Veronica, Amber non vuole vederti » rispose Marc acido alzandosi in piedi.
Si conoscevano, forse ?
« E’ mia figlia. Ho il diritto di vederla » alla pronuncia di quelle parole il cuore mi balzò in petto.
Lei era la madre di Amber ? E cosa voleva adesso da lei ? Perché era venuta a cercarla ?
« Come hai fatto a scoprire dov’era ? » chiese Marc avvicinandosi pericolosamente a lei.
« Sul web ormai girano da tempo queste immagini – prese un foglio da dentro la borsa e lo pose dinanzi al viso di Marc – impossibile non notarle »
« Quindi sei venuta solo per la fama di tua figlia ? » rispose Marc spostandosi il foglio dal viso. Fama ? di che fama parlava ?
« Fa’ vedere » esclami senza indugio prendendo il foglio dalle mani della donna.
Era una foto: ritraeva Amber entrare in casa seguita da Zayn che la teneva teneramente stretta a sé.
“Rivoltante…” sibilai tra me e me.
« Perché sei qui ? » le chiesi.
Questa volta ero io ad essere nervoso, in parte per la presenza sgradevole della donna,
in parte per l’immagine di Zayn in compagnia di Amber.
« Lei è mia figlia. Sono anni che non la vedo… »
« E quale momento migliore per ricercarla, se non quando è al culmine della fama ? » questa volta fu Liam a prendere la parola.
Sembrava anch’esso leggermente infastidito.
In quel momento la porta si aprì con forza e una figura incappucciata entrò frettolosa in casa: era Zayn.
« Ehi amico… » disse Louis alzandosi in piedi.
Zayn lo scostò e salì velocemente le scale.
Rimanemmo tutti in silenzio, in attesa di una sua reazione,
finché poco dopo non tornò in salone con un borsone da palestra caricato sulle spalle.
« Dove vai ? » gli chiesi poggiandogli una mano sulla spalla.
Lui la spostò nervosamente e varcò la porta di casa.
« Non ti riguarda » sibilò poco prima di scomparire nell’oscurità.
« A quanto pare la mia presenza in questa casa non è molto gradita. Vedo che avete altro da fare » sussurrò poco dopo Veronica.
« Ci hai messo così tanto per capirlo, Veronica ? » la zittì Marc prima che potesse finire di formulare la frase.
Lei sospirò afflitta e girò i tacchi.
« E’ stato un vero piacere fare la vostra conoscenza – aprì la porta di casa e continuò –
se vedete Amber, riferitele che sua madre non vede l’ora di riabbracciarla »
Marc mugugnò qualcosa di incomprensibile e tornò a sedersi sul divano per poi giocare nervosamente con il telecomando.
« Lo faremo… » sibilai io a denti stretti, prima che la mia attenzione fosse rapita dalla figura smorta di Amber,
che dall’altra parte della strada, guardava con gli occhi colmi di lacrime colei che pareva essere sua madre.
« Amber… » Veronica cercò di avvicinarla,
ma lei scappò via come fa un bambino dinanzi al più terribile dei mostri,
non dandole neppure il tempo di scendere un singolo gradino.
Che Amber non gradisse la presenza di sua madre era scontato, ma perché quella reazione così improvvisa ?

-------- To Be Continued... --------

VALERIA'S BACK
Yeah buddie, potete dirlo forte, sono tornata.
Mi spiace non aver continuato la storia, ma ho avuto una serie di contrattempi.
Spero di non avervi spinte al suicidio non continuando la storia *sogna*.
Fatto sta che il prossimo capitolo lo metto domani sera,
ma a patto che qualcuno legga questo.
Bye bye belle.

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