Those things take time.

di xwishyou
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** CAP1. Tu non sei Cenerentola, non voglio perderti. ***
Capitolo 2: *** CAP2. Questo era il mio sogno da una vita. ***
Capitolo 3: *** CAP3. Fanculo alla Dobrev! (?) ***
Capitolo 4: *** CAP4. Cos’ho di sbagliato? Ah, sì. Sono un’idiota. ***
Capitolo 5: *** CAP5. Stefan mi aspetta, e tu aspetti lui. ***
Capitolo 6: *** CAP6. Un danno con le fragole. ***
Capitolo 7: *** CAP7. Il rituale. ***
Capitolo 8: *** CAP8. Una scenata per un po' di sapone. ***
Capitolo 9: *** CAP9. Come in una fiaba. ***
Capitolo 10: *** CAP10. Mi sarebbe rimasto un bel ricordo, di quella serata, come no. ***



Capitolo 1
*** CAP1. Tu non sei Cenerentola, non voglio perderti. ***


Tu non sei Cenerentola, non voglio perderti.



Eccoci là, uno dei nostri sogni stava diventando realtà.
Eravamo in una delle città più meravigliose del mondo.
Sognavamo tanto quel momento.
Solo diverso.
Lo sognavamo come in una favola.
Camminare per i corridoi dell’aeroporto, incontrare ‘per caso’ LORO DUE, chiedere un semplice autografo, e da lì spazio al destino.
Ma non si può vivere per sempre dentro il proprio mondo parallelo ed immaginario, no?
Bisogna solo accettare le cose, piangere un po’, e sorridere, andando avanti.
 
SEI ORE DOPO.

Breen’s pov.
 
Quella sera non avevo molto da fare, Sofi era rimasta in albergo perché non si sentiva molto bene, a causa di uno strano sogno che aveva fatto.
Io, non avevo la più pallida idea di cosa fare, di certo non avrei guardato un’ennesima puntata di The Vampire Diaries, non ora che mi trovavo lì negli Stati Uniti, a ‘poca’ distanza tra me ed il cast.
Mi sarei depressa ancora di più.
NO.
Non l’avrei permesso.
Sarei uscita, sarei andata in un pub, e mi sarei divertita, per quanto potessi farlo senza la mia unica amica in questo posto, e parlando solo in italiano.
Stavo cercando di mettere insieme le lezioni basilari dell’inglese per formulare una domanda, per chiedere un drink, ma rinunciai dopo dieci minuti che stavo lì come una scema.
Così, dissi solo:
-Vodka, please.-
E questa mi arrivò subito.
Bevevo e pensavo, pensavo e bevevo.
Un bicchiere dietro l’altro, cosa alquanto strana, dato che non avevo mai bevuto in vita mia qualcos’altro che non fosse acqua o estathé alla pesca.
Cominciai ad imprecare mentalmente.
‘Perché non posso vederlo? Perché non sono potuta andare a quella stupida convention a vederlo? Lui è la mia vita, avrei dovuto fare di tutto. Ma c’era quella stupida regola, che le ragazze, ed i ragazzi, che avevano un’età minore ai 16 anni, dovessero essere accompagnati da un genitore. Purtroppo mi ero ritrovata con dei genitori in seria difficoltà sia economica che mentale. A nessuno dei due importava che quello fosse il sogno della mia vita. O almeno uno dei quattro.
Dio, Paul, quanto ti amo.’
Il mio vicino si girò di scatto.
Io non gli prestai minimamente attenzione, non m’importava, probabilmente avevo nominato il SUO nome ad alta voce, come mi capitava spesso quando cominciavo a pensarci.
‘Paul, perché io ti amo così tanto, e tu non sai nemmeno che esisto?’
Il mio vicino si girò nuovamente.
Occhei, posso capire una volta ma adesso stava letteralmente scocciando.
-Mi spieghi cosa cazzo guardi, ogni tre secondi?- chiesi tenendo fissi gli occhi sul mio bicchiere.
-Scusa. E’ che..- ma non lo lasciai finire.
-Sono bella, eh?!- mi voltai si scatto, e rimasi a bocca aperta.
-Oddio! Scusami tanto..- ma ero nel panico e non mi usciva nessuna parola in inglese.
Non riuscivo a pronunciarne mezza quando mi concentravo, figuriamoci in un momento del genere. Frequentare il Liceo Linguistico era servito a ben poco.
-Excuse me? I don’t understand.-
-Lo so che non capisci, porca miseria.-
Davanti a me c’era l’amore della mia vita.
Sì, io stavo parlando con il MIO Wesleyhot. Anche se non lo avrei definito certo ‘parlare’.
Mi feci coraggio, e le parole uscirono senza che io le pensassi o cercassi di formularle.
-Scusami, veramente tanto Paul, io non volevo, non reggo l’alcol, a quanto pare.-
-Come a quanto pare?-
-Già. E’ la prima volta in vita mia che bevo.-
-E cosa ti ha spinto a farlo?-
-Beh.. E’ una storia lunga, lascia perdere.-
-Ho tempo.-
-Allora.. sono venuta qua con una mia amica, sperando di divertirci, ma non sta succedendo. Stare qua e sapere di non poter incontrare delle persone importanti per noi fa deprimere ancora di più.-
-E chi volevate incontrare?-
Io stavo già cominciando a perdere il mio momentaneo inglese perfetto, e cominciando a balbettare.
Strano, non ero mai arrossita o avevo mai balbettato di fronte a qualcuno, non sono quel tipo di ragazza, eppure lo stavo facendo. Per di più davanti a lui!
Fortunatamente qualcuno ci interruppe.
Io tornai alla mia vodka, ma mi sentii tirare in ballo nel discorso, quindi non potei fare a meno che voltarmi, per vedere chi ci aveva interrotto.
Nina.
Era così bella, uno dei miei idoli, stavo per presentarmi, quando urlò:
-Chi è questa? Te la fai con questa bambina ora?-
-Ehi ehi ehi, aspetta un attimo! Chi ti credi di essere?-
-Beh, se non lo sai io sono Nina Dobrev, la star di The Vampire Diaries. Informati.-
-Lo so bene chi sei. E tu non ne sei affatto la star. C’è qualcun altro che merita il posto di star in quella serie, e di certo non sei tu! Fammi pensare. Tu nella mia lista delle star della serie sei..- mi misi a fare mente locale, mentre sia Paul che Nina erano sconcertati.
-Sì, ci sono tu sei.. al quinto posto!- dissi sorridendo.
-Ma.. come ti permetti?!- detto questo mi strappò la spallina sinistra del mio vestito. Nuovo di zecca, comprato  quello stesso giorno.
Ora.. se c’è una cosa che mi fa incazzare è quando toccano i miei vestiti, ancora di più se osano strapparmeli.
A quel punto, tirai una ciocca di capelli a Nina.
Il tutto si trasformò in una rissa.
Dev’essere stata una scena buffa, ripensandoci ora, dopo tanti anni.
Posso quasi immaginarmela.
Due ragazze, che rotolano per terra, strappandosi i vestiti ed i capelli a vicenda, insultandosi, in ogni modo possibile e mordendosi, persino.
Al che due braccia forti mi strinsero e mi trascinarono via.
Cercai di ribellarmi, ma nessuno dei miei sforzi valeva qualcosa.
Mi accorsi solo quando arrivammo alla grande vetrata del bagno femminile che ero da sola con Paul.
Mi specchiai, e la vista non fu molto carina, ecco. C’erano stati tempi migliori per il mio viso, pensai ridendo.
-Scusa.. io.. Arrghhh.- sbottai. Possibile che, avevo l’occasione di parlare con l’uomo più meraviglioso del mondo e non mi usciva una parola?!
-Cosa c’è..?-
-Nulla. E’ che.. non parlo molto bene l’inglese. E’ un po’ imbarazzante la cosa.-
-Non ti preoccupare. Di dove sei?- mi chiese, sorridendo. Oh mio Dio, quante volte avevo visto quel sorriso sulle foto? E pensare che ora ce l’avevo davanti.
-Italia.-
-Uh, bella l’Italia. Mi piacerebbe visitarla! Prima stavamo parlando del perché eri venuta qua. Con.. la tua amica, se non sbaglio. Allora? Perché sei qui?-
-Beh.. In realtà speravamo di vedere i due ragazzi più favolosi del mondo. Ma non è andata molto bene. Fino ad ora.-
-E questo cosa significa?- chiese lui, alquanto spaesato.
-Se ti dico una cosa, prometti di non ridere o prendermi per una stupida?-
-Prometto.- e fece il gesto delle dita sulla bocca, scherzando.
Presi fiato e sparai tutto in un colpo.
Di nuovo era tornato il mio inglese perfetto.
-Allora. Io e Sofii, la mia amica, siamo delle grandissime fans di The Vampire Diaries da anni, oramai, e siamo venute qua, con un briciolo di speranza, per incontrare i nostri due attori preferiti, ovvero tu ed Ian. E.. prima, quando ti nominavo, mentre bevevo, cosa che è stata assai imbarazzante, ti nominavo perché ogni tanto penso intensamente a.. te, e non mi accorgo se sono pensieri o parole.-
Intanto Paul aveva già cominciato a pulirmi, delicatamente il viso, come quando interpretando Stefan, aveva dovuto ripulire il sangue dalla faccia di Caroline, al principio della seconda stagione.
Il suo tocco era delicato, e la mia pelle ardente. Doveva essersene accorto.
-E.. a chi piace chi?- disse ridendo.
-Mi sembra ovvio! Assolutamente tu sei MIO!- Oddio, cosa avevo detto!?
-Oh no.. scusa, volevo dire.. cioè..-
-Stai tranquilla, ho capito.-
Tirai un respiro di sollievo, anche se ancora imbarazzata.
-E questo perché sei.. com’è che dite voi fans? Delena? No, aspetta..-
-Stelena!- dissi tutto d’un fiato.
-Esatto, sì. Allora, per questo?-
-Beh, devo dire la verità, ti ho conosciuto grazie al ruolo di Stefan, e starò dalla sua parte qualsiasi cosa succeda, ma TU hai reso reale Stefan Salvatore. Tu.. non so, mi fai emozionare, piango con te, rido con te, ogni cosa che ti riguarda mi appassiona. Non posso fare a meno di seguirti in ogni cosa che fai.. eh, oh! Scusa ti sto annoiando.-
-No, anzi! Continua, voglio sapere cosa pensi di me.-
-Beh, l’hai voluto tu! Ogni tua intervista, video, foto, novità, tutto seguo. Il rimpianto della mia vita è stato quello di non essere potuta venire alla convention di Venezia.
A volte ho creduto seriamente di essere pazza, ti scrivevo lettere pur sapendo che queste ultime sarebbero rimaste sempre nel cassetto della mia scrivania.
Tutte cose così.-
-Wow. Veramente non so cosa dire. Non pensavo di fare quest’effetto.- confessò meravigliato.
-Beh, non credo che tu abbia una giusta e buona percezione di te stesso, allora. Comunque questo è ciò che provo io, non vuol dire che le altre siano così ‘fissate’ come direbbero i miei amici.- spiegai.
-Beh, è una cosa tenera per me.- In quello era diventato serio, ed entrambi eravamo in silenzio. Aveva quasi terminato con il mio viso, mancava quel rivolo di sangue secco all’angolo della bocca, lo asciugò e fisso a lungo le mie labbra.
Io ero più imbarazzata che mai. Non avevo mai baciato nessuno.
Poi, successe.
Lui, con una delicatezza estrema mi prese la faccia, come faceva da Stefan, e mi baciò, dapprima goffamente, come se fosse pronto a scattare nel caso gli avessi tirato uno schiaffo, poi con più passione, vedendo che non mi sottraevo.
Devo dire, che nel ripensarlo, mi viene da ridere!
Non avevo la più pallida idea di cosa fare sapevo solo che dovevo chiudere gli occhi, e lo feci. Era stata una reazione non pensata come se il mio corpo sapesse cosa fare. E come lo sapevano i miei occhi, lo sapeva anche la mia bocca.
Ci baciammo per quella che sembrò un’eternità, dopodichè ci staccammo.
Lo guardai.
-Dio, Paul, non possiamo.-
-Perché?- era deluso. Lo percepivo.
-Tu, sei molto più grande di me. Io dovrò partire fra poco, viviamo in due parti del mondo diverso ed in due mondi altrettanto diversi..-
-Ehi. Chi lo dice? Sai.. so che è una cosa stupida. Ti ho conosciuto solo.. quando? Due orette fa? Eppure mi sento molto vicino a te. Mi sento bene con te. Non sei la solita fan esaltata.-
-Ohhh. Eccome se lo sono, credimi!-
-Ma con te è diverso. Ti prego, non ti chiedo nulla. Solo di vederci altre volte.-
-Andata. Quindii.. per adesso cosa facciamo? Amici?-
-Mmm.. diciamo di sì.-
-Senti Wesleyhot.. scusa! Volevo dire Paul, sai dirmi l’ora?-
-Prima di tutto, sì. Sono le 01:09 e, secondo, come mi hai chiamato??-
-No, guarda, nulla lascia perdere.-
-Adesso me lo dici, io ti obbligo.- disse facendo il finto offeso.
-Occheii.. Non vorrei offendere la star di The Vampire Diaries! Ti ho chiamato Wesleyhot contento?-
-Credimi, ne ho sentite di tutte i colori, ma questa mai!- e si mise a ridere. Una risata fragorosa, brillante.
-Ehi! E’ perché io sono originale! Mah.- incrociai le braccia. Stavolta ero io a fare la finta offesa. Solo che lui ci credette.
-Dai! Su, è carino. Scherzavo.- Ma si rese subito conto dello scherzo quando non trattenni più le risate. E giù a ridere entrambi come due scemi. In un bagno!
-Anche io sono brava a recitare vedi? Non sai quante cose ho ottenuto da piccola facendo finta di piangere! Paul, adesso devo andare veramente!-
-E’ tardi e non è un bene per una signorina carina ed ingenua come te andarsene per le strade della grande mela da sola, ti accompagno vieni. Limousine, o facciamo due passi?-
-Scherzi? Detesto camminare, inoltre.. andiamo! E’ una limousine!-
Entrambi scoppiamo nuovamente a ridere, nel vedere la faccia dell’altro.
Pagammo il conto, anzi, per la precisione LUI pagò il conto, da bravo Paul qual’era.
Arrivammo alla limo e mi aprì la portiera,  proprio come immaginavo nei miei più remoti sogni.
Indicai la strada a lui, che la indicò al suo choffer, ero troppo codarda per far sentire il mio pessimo inglese perfino al guidatore!
Arrivati al’ingresso dell’hotel, mi fece scendere, mi baciò la guancia.
-Buonanotte, sognami, perché io lo farò.- e lì, mi sciolsi come neve al sole.
Non poteva dirmi certe cose a quell’ora di notte!
Non l’avrei sognato sicuramente. Perché?
Perché non sarei riuscita a dormire!
Prima che io entrassi nella hall ci accorgemmo entrambi di una cosa.
Lui corse verso di me.
-Scusa, ma non potevo non chiedertelo, tu non sei Cenerentola, non voglio perderti. Qual è il tuo nome?-
-Brenda.- sorrisi, lo guardai, ed entrai in quella che sarebbe stata la mia casa per i prossimi giorni.

 

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Capitolo 2
*** CAP2. Questo era il mio sogno da una vita. ***


Questo era il mio sogno da una vita.


Sofi's Pov.

Quella sera, mentre Bre era andata non so dove, io mi vestii in fretta ed uscii. Non potevo restare in hotel a deprimermi solo per un cavolo di sogno finito male. Una volta arrivata nella hall dell'hotel, andai al bar. -An Apple Martini, please.- chiesi al barista, che dopo due minuti mi porse un bicchiere stracolmo di Martini alla mela. Chissà cosa stava facendo Bre, speravo che si stesse divertendo. Mentre pensavo cavolate e mi guardavo in giro, non notai chi entrò nell'hotel, quindi finii il mio Martini e salii sull'ascensore. Prima che le porte di quest ultimo si chiudessero, una mano le bloccò e qualcuno entrò. Alzai lo sguardo per vedere chi era e rimasi a bocca aperta. Non dissi nulla, abbassai nuovamente lo sguardo, stavolta sorridendo. 
D'un tratto, l'ascensore si bloccò e una voce disse che c'erano problemi di elettricità e che saremmo rimasti lì dentro probabilmente per qualche ora.
-Che scocciatura.- Dissi, in italiano.
-Uh?- chiese lui. Oh, non ve l'ho ancora detto? Ero chiusa in un ascensore con Ian Joseph Somerhalder!
-Nulla, nulla.- sussurrai iniziando a parlare inglese.
-Beh, visto che staremo qui per qualche ora, io sono Ian Somerhalder.- mi porse la mano, che strinsi subito.
-Lo so benissimo chi se.i- gli dissi sorridendo. -Io mi chiamo Sofia. Ma puoi chiamarmi Sofi.- mi presentai. Prima che potessi dire qualsiasi altra cosa, il suo telefono squillò. Chissà chi era.
-Hey, Nina.- Oh, bene. Era la Dobrev. -Nina, smettila. Sai che è finita- Finita? Oh, santo cielo. Come finita? Cioè io stavo assistendo alla prova che dimostrava che non stavano più insieme? Assurdo. -Paul ha fatto cosa? E lei che ha detto?- chiese, come se non credesse alle parole di Nina. -Senti, sono bloccato in un ascensore, ne parliamo domani da Julie.- E riattaccò. -Scusami, pare che Nina abbia litigato con una ragazzina - italiana per quello che ho capito - che parlava con Pau.l-
-Oh, no.- dissi ridendo. Avrei scommesso qualsiasi cosa, sapevo che era Bre. 
-Eri tu?-
-No, no. Era la mia amica Brenda.-
-Quindi anche tu sei italiana?- volle sapere. Annuii. -Io adoro l'Italia, quanto mi piacerebbe andarci.-
-Beh, credimi, noi vorremmo tanto che tu venissi. Se hai tempo, quando l'ascensore riparte, ti faccio vedere una cosa sul pc.- Oddio. Avevo appena invitato Ian a venire nella mia stanza.
-Certo, perché no.- Rispose sorridendo. Diventai rossa come un peperone.
-Ancora non ci posso credere, sto davvero parlando con te!-
-Ah, sei una mia fan?- Risi. 
-Certo che lo sono. Come potrei non esserlo? Cioè, ma ti sei visto? Oh, mamma. Adesso crederai che sono una delle milioni di fans accanite.-
-Mh, in effetti sì. Ma... mi sembri diversa, simpatica.- Arrossii di nuovo. Quando ero piccola l'unica cosa che potevo fare era guardare i suoi poster attaccati alla parete della mia stanza, invece ora stavo davvero lì con lui! È come un sogno che si avvera.
Parlammo del più e del meno, fino a quando l'ascensore non riprese a salire. Arrivammo al mio piano ed io lo feci entrare nella mia camera. Proprio quando accesi le luci, mi ricordai dei poster. Dei milioni di poster di Ian che avevo apiccicato un po' ovunque. -Accidenti.- Sussurrai.
-È strano vedere tanti me che mi fissano.- Scherzò. -La trovo una cosa tenera, però.- 
-Davvero? Pensavo che avresti pensato che sono una bimbaminchia.- Ed arrossii per la terza volta nel giro di qualche ora. Presi il pc e lo accesi, poi aprii Facebook e, ignorando tutte le persone che mi parlavano, aprii una pagina a caso su Ian.-Guarda.- Dissi, girando il pc. Guardò lo schermo per qualche secondo, per poi guardarmi divertito. 
-Scherzi, vero?- Chiese. Aggrottai la fronte.
-No che non scherzo. Noi fans italiane siamo le migliori!- Dissi ridendo. Poi, ci sedemmo sul divano e gli feci fare un giro nel mondo di Facebook. Non era consapevole di nulla, ma proprio nulla. Poi, la mia amica Mary mi parlò su msn, dicendomi "Soof, oggi l'hai mangiato il gelato al caffè su Ian?". Volevo ammazzarla, da quando aveva imparato l'inglese parlava quasi solo quello. E, ovviamente, doveva fare riferimento al nostro scherzo, no? L'avrei ammazzata. Sprofondai tra i cuscini del divano coprendomi la faccia con le mani e imprecando in bulgaro. Poi, scrissi: "Mary, considerati morta strozzata colpita da una padella e fritta nell'olio dei gamberetti." e chiusi msn. 
-Voglio saperlo.- Mi disse ostinato.
-Non credo.- Ero un pomodoro. Un pomodoro bello maturo. Tornammo su Facebook, ma subito dopo Ian chiuse il pc e lo poggiò sul tavolo. Poi mi guardò negli occhi e senza pensarci due volte mi baciò. Ricambiai quel bacio, Ian era così... perfetto. È inutile dire che lo amavo con ogni fibra del mio corpo. Era così da molti anni, ma solo quella sera capii quanto lui fosse simpatico e gentile, dopotutto durante le interviste gli attori sono un po' obbligati ad essere perfettini e gentili, ma lui lo era davvero. Si staccò da me.
-Scusa... io... non so cosa mi sia preso.- Sussurrò sulle mie labbra. Non risposi, lo baciai di nuovo, stavolta con più passione. Le sue mani si insinuarono sotto la mia maglietta, lo lasciai fare quello che voleva, mentre le nostre lingue giocavano tra loro.
Pochi minuti dopo ci ritrovammo completamente nudi sul mio letto. -Ian, ecco... non so come dirtelo.- Iniziai a dire, ma lui mi zittì.
-Non preoccuparti. Se vuoi farlo, farò piano.- Mi disse ed io annuii. Lentamente, mi penetrò; all'inizio mi sembrò di provare dolore, ma prima che potessi accorgermente il dolore diventò piacere, Ian si muoveva sempre più velocemente ed io iniziai presto a gemere ed a urlare. Mi ricordai che eravamo in un hotel, ma non mi importò più di tanto, stavo facendo l'amore con Ian! Niente e nessuno avrebbe potuto rovinare quel momento.
Una volta raggiunto l'orgasmo, lui si stese accanto a me. Avevamo entrambi il fiatone, era stato bellissimo farlo con lui.
-Questo era il mio sogno da una vita.- Confessai.
-Davvero?- Chiese ed io annuii. Mi diede un bacio a stampo e poi si alzò per vestirsi. -Lasciami il tu numero, così domani ti chiamo.- Mi disse dolcemente, io glielo scrissi sul cellulare e lui fece lo stesso. -A domani, amore.- Mi... mi aveva chiamata amore? Ero al settimo cielo, ero la donna più felice del mondo.
-Ci sentiamo domani... amore mio.- E intanto pensavo che quello era stato il giorno più bello della mia vita.
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Beh, eccoci, questo è un capitolo scritto da Sofii, perché la storia è in collaborazione con lei, una delle persone più meravigliose del mondo *ww*
Ringraziamo le persone che hanno recensito e quelle che hanno letto, e quelle che hanno messo tra i preferiti e le seguite, insomma, ringraziamo tutti quanti. ♥

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Capitolo 3
*** CAP3. Fanculo alla Dobrev! (?) ***


Fanculo alla Dobrev! (?)

Breen’s pov.
 
Stavo rientrando in hotel, ancora inebriata dalla presenza costante di Paul al mio fianco durante tutta la sera, quando mi passò un ragazzo accanto.
Lui non era un semplice ragazzo.
Non potevo crederci, non smettevo di fissarlo, e lui se ne accorse.
Mi sorrise e mi fece l’occhiolino, Dio, era più bello che in foto!
-Tu devi essere Brenda.-
-C-come fai a-a saperlo?-
Pensai alla mia domanda una frazione di secondo e capì la risposta.
-Nina.- dicemmo all’unisono.
-Chi ha vinto?-
-Non saprei, dipende da come è messa Nina domani.-
-Sei simpatica anche tu.- disse ridendo.
-Come anche io?- chiesi perplessa.
-Fatti raccontare. A presto!- e prima che potessi dire qualsiasi altra cosa era già uscito.
Come a presto?!
Coomuunquee.. l’amore di Sofi era qui, e lei neanche lo sapeva!
Due in una sola sera. Era il mio compleanno, o cosa!?
Salii di corsa in camera, non avevo voglia di aspettare l’ascensore, mi cambiai e corsi nella camera di fronte.
Bussavo come una forsennata, era tardi, e qualcuno si affacciò dalla propria camera per intimarmi di fare silenzio, ma io non la finii, fino a quando la mia S non aprì.
-Dio mio! Ibsbcuibcuibciubcuibiuc non riesco a formulare un discorso, non crederai mai a cosa mi è successo!- sparai tutto d’un fiato.
-Ohh, credo che anche tu rimarrai scioccata.-
-In che senso?-
-Ora ti racconto, ma prima dimmi tu.- disse sorridendo. Più o meno sapeva cosa era successo. Intanto ero già entrata nella sua stanza, e mi ero seduta sul letto.
-Ero a bere tranquilla, quando, come al solito, ho pronunciato il nome di Paul ad alta voce. Non fare quella faccia, non è colpa mia se mi immergo talmente tanto nei miei pensieri! Comunque.. accanto a me c’era Paul, stavamo parlando quando è arrivata Nina, è strafottente non carina e dolce come sembra, abbiamo litigato. Paul mi ha trascinata via e tra un discorso e l’altro ci siamo baciati. E mi ha salutato dicendomi che mi sognerà, e che non vuole perdermi. Cioè.. awwww è stata la serata più bella della mia vita! Ohohoho e non indovinerai mai chi ho visto uscire da questo albergo poco fa.-
-Ian Joseph Somerhalder?-
-Nono, è molto più.. ehi! Sì. Ma tu come facevi a saperlo?-
-E’ stato con me.-
-Dio, non ci credo. E come vi siete conosciuti?- chiesi presa da una curiosità atroce.
-Beh, eravamo in ascensore, si è bloccato e siamo rimasti chiusi lì per un po’. Io sapevo della rissa tra te e la Dobrev, perché quest’ultima l’ha chiamato. Ah, e ho scoperto che si sono lasciati. Fatto sta, continuando il discorso, che è venuto qui e..-
-E..?-
-E abbiamo fatto l’amore.- disse Sofi diventando tutta rossa.
-Cazzo!- esclamai ad alta voce in italiano.
Ora che ci riflettevo, era stato destino, io, e lei, cioè.. noi..
-Abbiamo conosciuto gli uomini più stupendosissimi del mondo! Dhbvuisbcjusvcujvucvuvcjvxujcvxujcvujvbujvbuj, Dio grazie! Esisti!- stavo saltando sopra il letto, e Sofi aveva una faccia indescrivibile.
-Dobbiamo festeggiare! Stasera.. nottata, insieme, fra sole donne!- anche perché, chi altro poteva venire?
Ci siamo divertite molto, abbiamo visto un film che trasmettevano alla tv.
Anche se per me ‘visto’ era un parolone, non capivo un emerito piffero!
E povera Sofi che si era dovuta sorbire le mie continue domande:
’Cosa dicono?’ ‘Che succede di bello?’ ‘Cosa diamine significa questa frase?’
Tra una traduzione e l’altra il film si concluse, ma la trama ci rimase ignota a vita.
Chissà di chi era stata la colpa!
Fischietta.
Nessuna delle due, però, aveva sonno, quindi optammo per delle puntate di The Vampire Diaries.
Dopo due ore che ci sorbivamo il Delena e lo Stelena delle varie stagioni, non ne potevamo più. Io presi l’iniziativa e chiusi la finestra di megavideo.
Entrambe ci guardammo.
-Fanculo alla Dobrev!- dissi. Scoppiammo a ridere.
-Ehi! Ti va di controllare facebook, tanto per fare qualcosa?-
-Certo! Why not?-
-Eh?- come le piaceva mettersi a parlare in inglese per darmi fastidio!
-Eddai! E’ semplicissimo questa, eh!-
-Come no. Ma.. non ci posso credere.-
-Cosa c’è?- chiese la mia amica guardando la mia faccia.
-Non anche su fb!- continuavo io, senza darle spiegazioni.
-B! O mi dici immediatamente ciò che succede, o mi dici ciò che succede, scegli.-
-Su facebook c’è la terza guerra mondiale tra le Delena e le Stelena. Non ne posso più, sul serio. Purtroppo però, nessuno dei team si ritirerà, ognuno continuerà a dire la sua, sfottendosene del parere degli altri. E’ impossibile andare d’accordo.-
-Beh, impossibile non direi! Non siamo forse una Delena ed una Stelena, eppure anche migliori amiche?-
-Giusto. Ma non tutte sono così intelligenti come noi.-
-Modestia a parte, naturalmente, eh!- scherzò la mia amica.
-Già. Aspetta un secondo.. ahahahah! O-odd-dio!- Sofi mi guardava con la faccia tipo ‘E ora, a questa cosa gli è preso?!’
Io non riuscivo a smettere di ridere, era una cosa troppo buffa.
-La finisci e mi dici cosa c’è di così divertente? Fai ridere pure me.-
-Stanno discutendo, sempre su facebook, di quale sia la coppia esistente, se il Nian o il Dobresley. Se sapessero che nessuna delle due ha più chance di esistere!-
-Oddio, e dillo prima che ridevo con te. Alla faccia di tutti!-
-Ora sì, che possiamo affermare di essere le due ragazze più fortunate del mondo!-
-Addio Nian e Dobresley..-
-..benvenuti Breul e Soan! Occhei dobbiamo trovare dei nomi di coppia più carini ma per adesso può andare!-
-Può andare eccome!-
 
Eravamo sul lettone, abbracciate come due bambine.
Il silenzio regnava, ma ad un certo punto, fui io a spezzarlo.
-Com’è stato?-
-Fare l’amore con Ian?-
-Sì. Ha fatto male?-
-All’inizio sì, un po’. Ma lui è stato tremendamente gentile e.. andiamo, è Ian Somerhalder! E’ stato molto più che fantastico!-
-Sempre la solita, tu, eh!?-
-E tu sempre la solita ingenua e cara Brendina! Eppure non posso fare a meno di volerti bene!- e mi strinse le gote, in modo materno, quasi come fossi veramente una bambina.
 
Eravamo già nel dormiveglia, quando mi venne in mente una cosa.
-Sofi?-
-Mm?- occhei lei era quasi del tutto addormentata.
-Tu hai il numero di Sexyhalder?-
-Certo, perché?- chiese lei ritornando un po’ dal mondo dei sogni.
-Domani, quando lo senti, potresti chiedergli il numero di Paul?-
Lei alzo un sopracciglio e scosse la testa.
-Scusa, se stavo vivendo il momento più bello della mia vita, con la complicazione della lingua inglese ed il più bel ragazzo al mondo che mi baciava, eh!-
-Non cambierai mai. Adesso dormi, buonanotte e sogni paulosi!-
-Perché dovrei cambiare? Va bene, dormo, va! Buonanotte anche a te, e sogni somerhaldosi!-
Ci addormentammo, ricordando quella serata, come quella più bella della nostra vita.
 

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Ecco il terzo capitolo, scritto da me, infatti, indovinate? Non è che mi piaccia granché.
Ho postato, perché tanto non ricevo più molte recensioni e visualizzazioni, quindi mi sembra inutile aspettare.
Questo è uno dei tanti miei discorsi NOSENSE.
Basta, vi mollo, così non dovete sopportarmi,
fatemi sapere, yessah(?) ♥
BreenWesley.



©Tutti i diritti sono riservati all’autrice, provate a toccarli (?) e siete delle persone morte. Taantoo ammore.

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Capitolo 4
*** CAP4. Cos’ho di sbagliato? Ah, sì. Sono un’idiota. ***


Cos’ho di sbagliato? Ah, sì. Sono un’idiota.

Breen’s pov.
 
Il giorno dopo ‘IL GIORNO per eccellenza’ Ian e Sofii stettero al telefono per tutto il giorno, naturalmente non diedi loro pace fino a quando non ebbi il numero di Paul.
A quel punto non mi restava altro che chiamare LUI.
Io non ero certo come Sofii, lei era molto più sciolta, si lasciava sempre andare e prendeva le cose come venivano. Non aveva avuto problemi a chiamare Ian.
Io invece sono sempre stata un po’ la sfigata di turno.
Non esageratamente, ma quello che voglio dire è che ho sempre avuto paura.. dei ragazzi.
Sembrerà strano, ma è così. Quando qualcuno cominciava a mostrare interesse per me, o a confessarmi i suoi sentimenti, io tagliavo automaticamente i rapporti.
Questo perché mi ha sempre fatto paura il ‘non sapere’.
L’ignoto.
Mentre riflettevo avevo il telefono in mano, il numero sul display era quello di Paul, e vedendomi in difficoltà, quella burina della mia migliore amica premette il tasto della chiamata.
-Oddio Sofii, ma che fai?- domandavo sconvolta, incapace, però, di premere il tasto rosso.
-Se non lo facevo io ci avresti passato tutto il giorno, con quel telefono in mano. E non guardarmi con quella faccia, che un giorno mi ringrazierai- disse decisa.
-Ne dubito- borbottai, ormai arresa allo squillare dall’altro capo del telefono.
-Pronto?- rispose una voce soave.
Ero come paralizzata. Non potevo credere al momento meraviglioso che stavo vivendo.
Altro che desiderare una risposta a qualche tweet, o a qualche video.
IO ERO AL TELEFONO CON PAUL THOMAS WASILEWSKI, PORCO CACTUS!
-Pronto? C’è qualcuno?- continuava quella voce candida.
-Parla idiota!- mi intimò la mia amica.
-Scusami Ian, ma se non ci penso io a questa qui, non risponde più a Paul, resta in linea, eh!- parlò veloce, rivolta ad Ian, Sofii.
Mi prese il telefono di mano, con un rapido gesto.
-Sì? Pronto Paul, c’è qui una Brenda che rischia lo svenimento, non è che potresti calmarla?- disse spontaneamente, forse troppo, al MIO Paul.
In tutta risposta lui rise.
Allungai la mano con un gesto secco, indicando il cellulare con un cenno della testa.
-Ehm, sì, Paul sono Brenda, non so se ti ricordi di me..- dissi timidamente.
-Come faccio a non ricordarmi di una creatura incantevole come te?- con quanta leggerezza lo diceva!
-Già.. beh, mi chiedevo se ti andrebbe di andare a fare una passeggiata per farmi conoscere meglio la città più meravigliosa del mondo- e l’UOMO, più MERAVIGLIOSO del MONDO.
-Ma certo! Porto anche Ian, può andare?- mi fece insospettire, quindi, decisi di essere la solita ficcanaso di sempre.
-Ian? Ma.. tu sai? Nel senso, sai sai?-
-So tutto, e credo che ad Ian farà piacere, anzi, molto piacere, di vedere Sofii. Almeno quanto farà piacere a me rivederti- siamo sicuri che non stia sognando tutto come capita spesso?
Magari è un sogno vivido, ma vivido vivido, di quelli che non sai che è un sogno!
-Allora ti mando un messaggio per metterci d’accordo. Appena gli altri due finiscono..- dissi ad alta voce perché mi sentissero dall’altra stanza.
-.. lo propongo a Sofii. Ma credo che accetterà. Allora.. felice di averti sentito Wesl.. ehm.. Paul-
-INCANTATO di averti sentito, Brenda. Ah, e puoi chiamarmi pure Wesleyhot, non mi da affatto fastidio, anzi, mi lusinga!- disse divertito.
-Sbruffone- commentai acida, cercando di essere me stessa.
-Non è colpa mia se ho così tante fan da sentirmi un re- stava al gioco.
-Ma Ian ne ha di più, lalala- dissi punzecchiandolo.
-Acc, non posso darti torto- stavamo ridendo adesso.
-Ci sentiamo, allora-dissi timida.
-Puoi scommetterci- fu la sua unica risposta.
TU TU TU TU TU TU
Io. Avevo. Parlato. Al. Telefono. Con. Paul. Wesley.
OMG! Come direbbe Elijah. (<3)
E così ci mettemmo d’accordo.
Non fu l’unica volta che uscimmo insieme.
Anzi, proprio il contrario.
La nostra vacanza, mia e di Sofii, ormai verteva intorno ad Ian e Paul.
Altro che conoscere la città, noi conoscevamo i nostri idoli!
Ci portavano a fare shopping, a mangiare il gelato, sorpresi del fatto che non ci importasse delle calorie, ci portavano al cinema.
Il tempo non sembrava mai abbastanza quando stavamo con loro.
Ci coccolavano, e ci facevano sentire amate.
E con Paul era diverso.
Sapevo che gli interessavo, ma non chiudevo mai i rapporti.
Probabilmente perché con lui era un altro conto.
Da piccola spiegavo il motivo della mia assenza di fidanzati dicendo che dovevo serbarmi per l’uomo della mia vita, per l’unico.
Quando mi chiedevano chi fosse quest’uomo io rispondevo semplicemente con il suo nome.
Ed era quello il momento in cui alzavo il polverone.
Fatto sta che, il tempo passava.
Eccome se passava.
Tra me e Paul la situazione era la stessa.
Io non prendevo mai posizioni, e lui ne prendeva sempre troppe.
Paul, una volta, prese l’iniziativa.
Mi invitò a cena fuori, da soli, dicendomi che doveva parlarmi.
La frase ‘ti devo parlare’ non è mai una cosa buona.
Ma io sentivo che lui era importante nella mia vita.
Allora qual’era il problema?

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Okay, questo capitolo non mi piace particolarmente, cercherò di postare presto, anche se andrò in base alle recensioni - anche negative se volete - e le visualizzazioni.

Comunque sono troppo contenta, sapete perché? ♥
KEVIN WILLIAMSON MI HA RISPOSTO AD UN TWEET, CAVOLO, STO ANCORA PIANGENDO :')
BreenWesley. 


©Tutti i diritti sono riservati all’autrice, provate a toccarli (?) e siete delle persone morte. Taantoo ammore.

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Capitolo 5
*** CAP5. Stefan mi aspetta, e tu aspetti lui. ***


Stefan mi aspetta, e tu aspetti lui.
 
Breen’s pov.
 
Eccoci, un’altra sera no.
Possibile che dopo un anno tranquillo, in cui avevo faticato per pagarmi questo viaggio, tutte le serate no, dovevano cadere proprio durante il periodo, che sarebbe dovuto essere uno dei più belli della mia vita.
Avevo litigato con mia madre, come al solito.
Dopo tutti questi anni, non avevamo ancor imparato ad andare d’accordo.
Litigavamo per ogni cosa, anche quando stavamo al telefono, e quando la situazione cominciava a scaldarsi e lei non mi permetteva di parlare, avevo l’abitudine, ormai dall’età di 12 anni di attaccarle in faccia.
Inoltre ci stava il fatto che mi stavo incazzando un bel po’.
No, cioè.. fatemi capire.
Noi Stelene potremmo fare quello che vogliamo e dire quello che vogliamo?
Sono loro, quelle Delena diaboliche che cominciavano la lotta, e noi di certo non potevamo non rispondere.
Non ero in vena, però, di litigare anche su facebook, quindi spensi il pc e mi sdraiai sul letto.
Pensavo al fatto che le cose non dovevano andare così, potevano essere diverse.
Avevo molte amiche Delena, tra cui la mia S, la mia migliore amica.
Avevo voglia di vederla, per stare un po’ con lei, anche solo per abbracciarla.
Ma quella sera, la mia amica Sofi, doveva vedersi con Ian.
La loro relazione era ufficiale, e non c’era voluto poi tanto tempo.
Mentre le cose con Paul andavano a rilento.
Io ero sempre stata più riservata.
Nessuno l’avrebbe detto.
Io ero quella che a 10 anni indossava vestiti e dei piccoli tacchetti, io ero quella più avanti.
Ma questo non era stato per molto, poiché crescendo i miei mi avevano imposto sempre più limiti, e le delusioni mi avevano portato ad essere più chiusa.
Non avevo mai ricevuto un bacio, almeno, non fino al momento in cui Paul mi aveva baciato, quella sera.
Uscivo poco, conoscevo poca gente, e me ne stavo sempre per conto mio, immersa nelle parole di un libro o nello schermo di un computer a sognare.
Paul, ultimamente mi aveva fatto perdere un poco del tanto pudore che avevo.
Mi sentivo bene con lui, in fondo era ciò che avevo sempre desiderato.
Quella stessa notte dovevo uscire con lui, ma non ne avevo proprio voglia, né la forza, non ero affatto dell’umore.
Io e lui, avevamo deciso di essere amici, ma non era durata, eravamo troppo presi l’uno dall’altra. Certo, non andavamo a letto insieme ogni volta come quegli altri due, di cui non faccio nome – credo che avrete capito – per la precisione non ci eravamo mai andati.
Eravamo ancora nella fase usciamo-insieme-per-vedere-cosa-succede e Paul mi rispettava, mi accettava.
Erano già un paio di settimane che eravamo in quella meravigliosa città, e comunque andasse sarebbero state le vacanze più belle di tutta la mia vita.
Mandai un messaggio a Paul, mi ero scordata di dirgli che non andavo, non potevo dargli buca così, non se lo meritava.
 
Ehi Wesleyhot, scusami infinitamente, ma non vengo.
Spero che mi perdonerai.
Non sono dell’umore.
Con affetto,
B.
 
INVIA.
 
Mi rispose quasi subito.
 
Va bene, ho capito.
So io cosa fare.
Con amore,
Wesleyhot.
 
Cosa significava che sapeva lui cosa fare?
Mah, forse aveva trovato un altro modo per divertirsi, meglio così.
 
Mi cambiai, avevo ancora i vestiti del pomeriggio, mi misi il mio pigiama preferito.
Una canottiera con sopra un fiocco, ed un paio di mini shorts per dormire.
Tutto rigorosamente fucsia, il mio colore preferito. Probabilmente agli occhi di molto parevo una bimbominkia, ma non era così. Anzi, era praticamente il contrario. Era solo che amavo questo colore dall’età di due anni. E non me ne sono mai staccata.
 
Ero sotto le coperte a piangere, coi capelli sconvolti, e senza trucco, quando qualcuno bussò alla porta.
Ma chi cavolo era?
Mi alzai controvoglia e mi diressi alla porta, aprì e me lo ritrovai davanti.
-Oddio Paul!- e gli chiusi la porta in faccia.
-Ehi, ma cosa fai?!- domandò lui perplesso.
-Io.. non sono presentabile, cosa ci fai qui?- chiesi appoggiata alla porta, sempre chiusa.
-Volevo farti una sorpresa, anche se avevi detto che non eri dell’umore.-
-Beh, grazie. Ma.. vattene adesso, sono in uno stato pietoso.- e sorrisi nella semi oscurità della mia camera. Com’era stato carino.
-Eddai, io sono convinto che sei stupenda. Andiamo.. non mi scandalizzo.-
Non potevo non farlo entrare.
-Occhei, ma solo perché mi hai detto che non ti scandalizzi.-
 
Aprii la porta e lo vidi meglio. Dio, era veramente carino, quasi mi dispiaceva avergli dato buca.
 -Ciao bellissima.- disse in un italiano quasi perfetto, baciandomi la guancia.
-Dammi un minuto.-
 
Entrai in bagno, mi feci una coda alta, mi misi un filo di matita, ed il lucidalabbra.
Rientrai in camera, e lo trovai seduto sul letto che guardava.. o no!
-Ehi! Chi ti ha dato il permesso di ciacciare tra la mia roba?- gli chiesi, leggermente irritata.
-Io. Va bene, eh? Ma.. sul serio tieni accanto al tuo letto una MIA foto?!- stava godendo nel vedere la mia faccia, ne ero consapevole.
-Non ti interessa.-
-Io credo di sì. Sai che è violazione della privacy?-
-Ma quale violazione della privacy! Sono foto pubbliche, sai? E comunque, anche se fosse? Ti da fastidio? Hai qualche problema?- chiesi imbronciata.
-No, anzi. La trovo una cosa estremamente carina.- disse accarezzandomi il viso e scostandomi una ciocca di capello, che era uscita dalla coda.
Poi mi baciò, un bacio lungo, dolce, ed io ricambiai, come succedeva ormai da tempo.
Dopodiché mi appoggiai al suo petto, distesi nel letto, con lui che mi abbracciava, e continuava ad accarezzarmi e sussurrarmi parole dolci all’orecchio.
-Cosa ti è successo?-
-Niente, ho discusso con mia madre prima, e con quelle Delena dei miei stivali!-
-Ancora con questa storia? Ma fammi capire, mezzo mondo è contro SOLO per una serie tv?-
-Certo dolcezza. E’ una cosa importante per me, per noi fan della serie. A proposito, so che siete in pausa, ma non potresti anticipami qualcosa?-
-NO, assolutamente.-
-Per favore! Non vuoi vedermi stare un po’ meglio?- chiesi facendo gli occhioni dolci.
-Non vale. Sai che non resisto quando fai così.-
-Sì, lo so bene.- dissi sorridendo.
-Mmm.. cosa posso dirti. Stefan non tornerà per un po’, non vuole tornare. Ed Elena se ne starà sola per un po’ con Damon..-
-Cosa? No! Non può succedere. Non a me!- avevo quasi le lacrime agli occhi.
-Ehi, ma tu sei proprio una fan strana! Tranquilla, il vampiro dagli occhi di ghiaccio non ci proverà con la bella Elena. Non per adesso.-
-E dillo prima!- ero già più contenta.
-Vedo che ti è tornato il sorriso, ne sono felice.-
-Tutto merito tuo.-
-Già. A proposito di questo.. non credi che dovremmo parlare di noi? Non possiamo continuare a sfuggire l’argomento per sempre.- e mi guardò. Questi argomenti per me erano sempre stati off limits. Non ero mai stata a mio agio, nel parlare di un NOI, con qualcuno. Anche con un amica.
-Dobbiamo dolcezza.- ed io sbuffai, mettendomi a sedere per poterlo guardare meglio.
-Parla prima tu, non sono mai stata brava a parlare di queste cose, di tutto ciò che riguarda un ‘noi’ con qualcuno.-
-Bene, allora parlerò io. Non voglio niente più di quello che mi dai. Ma dobbiamo smuoverci da questa posizione poco-più-di-amici, sappiamo entrambi che così non va.-
-Invece va!-
-No, Breen, no che non va. Io ti amo.- ero.. tipo.. senza parole? Sentivo già le lacrime pungermi gli occhi. Sentivo già le farfalle nello stomaco. In quel momento sarebbe potuta scoppiare una guerra, ed io non me ne sarei accorta. Non con lui davanti. Non con lui che stava dicendo ‘Ti amo’ a me.
-Ma.. Paul, tu..-
-Io cosa?!- urlò lui esasperato.
-Tu non puoi amarmi!- le lacrime cominciavano a scendere.
-Perché? Perché non posso?- chiese più dolcemente cullandomi.
-Perché io partirò, e tu rimarrai. Perché tu hai molti più anni di me, mentre io sono solo una ragazzina. Perché tu sei uno degli uomini più straordinari del mondo, mentre io sono solo una stupida che si rifugia nei suoi sogni. Perché tu ed io viviamo in due mondi diversi.-
-Tu non partirai, rimarrai qua con me, un modo lo troveremo. L’età non conta. Tu non sei una stupida, sei la donna più bella e più stupenda del mondo. Noi viviamo nello stesso mondo, il NOSTRO. Io ti amo, e questo è quello che conta. Se tu mi dici che non provi le stesse cose, io me ne vado e non mi farò più sentire.-
-Paul! Come faccio a dirti che non ti amo. E’ così da quando ho 13 anni! Ti amo dal primo giorno che ti ho visto su quello schermo nel salotto di casa mia, e poi sempre di più. Conoscerti è stata la cosa più bella che mi sia capitata in vita mia.-
-Questo significa che stiamo insieme ufficialmente?-
-Se stare insieme significa amarsi l’un l’altro più di qualsiasi altra cosa al mondo, sì, stiamo insieme ufficialmente.- dissi sorridendo,e arrendendomi, per poi cominciare io il bacio.
Il tutto si trasformò nella notte più bella della mia vita, della vita di ogni altro al mondo.
Stavo baciando l’uomo più meraviglioso del mondo, quando lui poso le mani sui miei fianchi. Stava indugiando sotto la mia maglia, sapevo cosa pensava. Aveva paura, per me e quanto me. Ma aveva capito che quella paura era insensata, ci amavamo era questo quello che contava. Mi tolse la canottiera, ed il fatto che non portassi il reggiseno servì a qualcosa. Mi palpò delicatamente i seni, era la cosa più bella che avessi mai provato.
Io gli sganciai la camicia, che finì per terra, dove già era la mia maglia, e dove stavano per finire gli shorts. Avevo qualche difficoltà con la cerniera del suo jeans e lui mi aiuto a sfilarglieli. Eravamo arrivati al punto cruciale, ora cominciavo a sudare freddo.
Paul mi stava per togliere gli slip quando io lo fermai.
-C’è.. c’è una cosa che devo dirti.-
Lui capì immediatamente.
-Lo immaginavo. Sono stato il primo per ogni cosa, vero?-
-Beh.. sì. Scusa se non te l’ho detto.-
-Niente, possiamo fermarci se vuoi.-
-NO, io voglio. Ti amo.- era la cosa più vera che avessi mai detto.
-Anche io ti amo, cercherò di fare nel modo più delicato possibile.-
-Mi fido di te.-
 
Adesso eravamo entrambi nudi, senza vestiti, lui penetrò dentro di me, dolcemente, non mi fece male, quello era amore, niente altro.
Prima spinse piano, poi sempre più veloce, mi sembrava di volare, faceva male sì, ma era un dolore magnifico.
Io gemevo, mi tappavo la bocca per non urlare, non sarebbe stato molto carino essere interrotti da un intero albergo.
-Ti prego, Paul.-
-Amore, ti amo.-
-Dio Paul.-
Il piacere arrivò presto, ed io ero stremata.
Paul lo dedusse e si fermò.
 
Restammo abbracciati per tutta la notte, fino al mattino dopo, coccolandoci e continuando a ripeterci che ci amavamo.
Quando mi svegliai, era mezzogiorno passato. Di certo non avrei perso la mia ‘buona’ abitudine di svegliarmi tardi, solo per Paul.
Allungai un braccio, ma ciò che toccai fu solo un lenzuolo freddo, vuoto da troppo.
Sotto il cuscino trovai un biglietto.
 
Grazie amore.
E’ stata la notte più bella della mia vita, giuro.
Sono felice che si sia risolto tutto.
Oggi, mi devo incontrare con il cast per discutere di alcune cose della terza stagione.
Sai.. Stefan mi aspetta, e tu aspetti lui, quindi..
non è bello fare aspettare il proprio tesoro, no?
Sappi che ti amo più della mia stessa vita.
Con amore,
il tuo Wesleyhot.
 
Pi esse; dobbiamo discutere di questo soprannome!
 
Dio, quanto ci avevo messo a rendermi conto che lo amavo, sul serio e non come un fan esaltata?
Ma.. ora che ci penso, ho fatto l’amore per la prima volta! E con Paul Wesley!
Cioè.. non me ne capacitavo ancora!
Dovevo chiamare Sofi, anzi no. Le avrei mandato un messaggio, non volevo disturbarla.
 
Buongiorno S.
Devo parlarti. URGENTEMENTE.
Sono la donna più felice del mondo.
Con affetto,
B.
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Questo capitolo mi piace moltissimo, mi emoziono ogni volta che lo leggo, perché per me è davvero importante. ♥

Allo scorso capitolo solo 3 recensioni? çç
Ma faccio così schifo?
Mi viene quasi voglia di mollare tutta la fic e chiuderla.
Beh, fatemi sapere, come spero sempre.
Con affetto,
Breen.



©Tutti i diritti sono riservati alle autrici, provate a toccarli (?) e siete delle persone morte. Taantoo ammore.

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Capitolo 6
*** CAP6. Un danno con le fragole. ***


Un danno con le fragole. 


Sofi's Pov.

Ian ed io stavamo insieme già da circa due mesi, mi sentivo così bene, non riuscivo a pensare ad altro. Come Breen, d'altronde, che era innamorata persa di Paul. Ricordo ancora quando eravamo piccole, scrivevamo lettere che, ovviamente, non abbiamo mai spedito, fissavamo i poster dei nostri attori preferiti con occhi sognanti, ma non potevamo fare altro. Ora, invece, tutto era cambiato, la nostra vita non era più la stessa. 
Quella sera, come quasi tutte le sere, ormai, avrei dormito da Ian. A quanto pareva, l'hotel era un optional per Bre e me, era più che altro un posto dove lasciare le valige con i vestiti e roba varia. Più per me che per Bre. Come dicevo, avrei dormito da Ian, quindi, mentre lo aspettavo, pensai di fargli una sorpresa, per cui andai in cucina e, una volta trovato tutto ciò di cui avevo bisogno, inizai a fare il gelato alla fragola. Fortunatamente erano ancora le quattro e mezza del pomeriggio, sennò non avrei mai finito in tempo.
Verso le sette il gelato si era già congelato per bene. Mezz'ora dopo, Ian tornò a casa. << Ciao amore. >> Mi disse baciandomi. 
<< Bentornato! Ti ho fatto una piccola sorpresa. >> Risposi sorridendo. << Ti piacciono le fragole, vero? >>
<< Sì, perché? >> Mi chiese, con aria curiosa.
<< Vedrai. >> Risi. 
<< Ma ho già mangiato da Julie, eh. >>
<< Lo so, lo so. Non preoccuparti. Tu siediti ed io arrivo fra due minuti, il tempo di... vabbè, non ti dico altro. >> Detto questo andai in cucina, presi il gelato, con uno di quei cucchiai speciali presi due palline di gelato e le misi in una coppetta. Decorai il tutto con una fragola e un po' di panna che era avanzata. Tornai in salotto. << Chiudi gli occhi. >> 
<< Fatto. >> Mi disse. Mi avvicinai, presi un po' di gelato col cucchiaino e glielo porsi. 
<< Indovina cos è. >>
<< Gelato alla fragola? >>
<< Vedo che ti intendi di gelati. L'ho preparato prima, mentre eri da Julie. >> Mi sedetti accanto a lui ed assaggiai il gelato. << Mh. Non è venuto male. >> Ian mi diede un bacio sulla guancia. 
<< Sei la migliore, Sofi. >>
<< Oh, lo so. Questo gelato l'avevo preparato solo una volta con Breen, è successo un disastro. >> Dissi ridendo. << Non pensavo che mi sarebbe veuto bene stavolta. >>
<< Perché? Che avete combinato tu e Bre? >> Mi chiese.
<< Niente di che, il gelato è solo esploso nel freezer. >> Mi guardò spaventato. << Tranquillo, non è successo nulla alla tua cucina. >> Lo tranquillizzai. 
<< Lo spero, sennò adesso dovremmo pulire invece che starcene qui, seduti, a mangiare il gelato. >> Mi baciò il collo. 
<< Dimmi una cosa. Stai mangiando il gelato o me? >> Risi. Continuò a baciarmi. 
<< Mh.. il gelato è buono, ma mi piaci di più tu. >> Mi rispose, baciandomi sulle labbra. Ricambiai il bacio. Mi stesi su di lui, quando il mio cellulare suonò fastidiosamente. Sbuffai e risposi, senza neanche guardare chi era. 
<< Pronto? >> 
<< Ciao, Sofi. Sono Breen. >> 
<< Ehi, Bi. Senti sono un po' occupata, ti richiamo io, okay? >>
<< Va bene, ci sentiamo dopo. >> La salutai e riattaccammo. Tornai a baciare Ian, il mio fidanzato. Ancora mi sorprendevo quando lo dicevo, non mi sembrava vero. Io stavo con Ian Joseph Somerhalder, incredibile.
Mentre io pensavo a quanto fossi fortunata, Ian pensava a togliermi la maglietta e i pantaloncini. << Mhh, Ian, non possiamo. >>
<< Perché no? >> Mi chiese.
<< Non ricordi? Stasera vengono Breen, Paul, Candice, Michael, Matt, Kat e... >> Mi bloccai.
<< Nina. >> Sospirò. Mi infastidii solo sentendo il suo nome. 
<< Quella troietta. >> Dissi, in italiano. << Andasse affanculo invece di scassare. >>
<< Tesoro, non capisco nulla. >>
<< Lo so. Lascia perdere, non era nulla di importante. Vado a richiamare Brenda. >> Gli dissi. Presi il cellulare e chiamai la mia amica. << Ciao, Bre, che succede? >>
<< Ehi, Esse. Nulla, solo una questione di vita o di morte. Col vestito nero, scarpe nere o rosse? >> Mi chiese.
<< Assolutamente rosse, tesoro. >> Parlammo per altri cinque minuti e poi riattaccamo, dovevo andare a vestirmi. Fortunatamente, mi ero ricordata di portarmi il vestito a casa di Ian, sennò sarebbero successi disastri e tragedie. Andai nell'armadio e iniziai a togliermi la maglietta e gli shorts.
<< Però se fai così sarà impossibile resistere. >>
<< Ah, si? >> Scherzai. << Allora è meglio se non guardi il mio vestito. >> Dissi, prendendo quest ultimo dalla busta. Era un vestito blu scuro, quasi nero, corto fino a metà coscia e senza spalline. Molto semplice, come piacevano a me. Lo infilai ed Ian mi aiutò ad abbottonarlo. Mi misi le scarpe blu con tacco di dodici centimetri ed andai in bagno a truccarmi e a stirarmi i capelli. Una volta finito, mi girai verso Ian. << Come sto? >>
<< Sei perfetta. >> Rispose fissandomi. Sorrisi ed andai ad aprire la porta, probabilmente erano Paul e Breen, a loro avevo detto di venire un po' prima.
<< Ciao, Breen! Ti devo assolutamente raccontare cosa ho fatto oggi pomeriggio. >> Le dissi. << Solo due parole: gelato e fragole. >>
<< Non ci credo, Sofi, hai rifatto... ? >> Disse mettendosi a ridere mentre entrava in casa con Paul. 
<< Si, l'ho rifatto. E non è venuto male, eh. Paul, Ian è in cucina che si affoga nel gelato, se vuoi raggiungerlo. >> Risposi ridendo. 
<< E se lo sta mangiando? >> Mi chiese ed io annuii. << Non è radioattivo? >>
<< Non stavolta. >> Andammo anche noi in cucina.
<< Ian, sta attento, il gelato di Sofi potrebbe essere radioattivo. >> Disse Breen ad Ian, con aria seria.
<< Vaffanculo, Bre. Non è radioattivo... stavolta. >>
<< Voi siete pericolose. >> Disse Paul.
<< Lo sappiamo, Paul. Ma non è forse uno dei nostri pregi? >> Chiesi.
Passò un'ora ed iniziarono ad arrivare tutti. Prima Candice e Michael, poi Kat con Matt e Nina. Aprii la porta e mi ritrovai davanti la Dobrev con un vestito vertiginosamente corto e scollato rosso con delle scarpe nere di vernice. << Ciao, Nina. >>
<< Sofi. Ciao, Ian! >> Esultò buttandosi tra le sue braccia. Sussurrai un "troia" che solo Breen sentì. Guardai Ian malissimo, mentre dicevo a Bre di accompagnarmi in bagno. Ci seguì anche Candice.
<< Dio, quanto la odio! >> Esplosi.
<< La odiamo tutti, è diventata una troia. >> Disse Candice. << Ormai non la sopporta più nessuno sul set, ma di certo non possiamo eliminare i suoi personaggi, e sai bene perché. >>
<< Purtroppo. Ma... se tipo le do un pugno in un occhio, creerebbe dei problemi a Julie e Kevin? >>
<< Non credo, ci penserebbero i truccatori. >> Rise Candice. << Ma se vuoi provare con qualcosa di più drastico, Nina è allergica alle fragole. >> Si accese una lampadina nella mia testa. Guardai Breen che già sorrideva.
<< Hai detto fragole? >> Chiesi e Candice annuì. << Perfetto. Dirò che è gelato all'amarena, magari ci metto un po' di sciroppo sopra. >>
Una volta organizzato tutto, uscimmo dal bagno. Nina era ancora appiccicata ad Ian. Andai in cucina e Candy mi aiutò col gelato. Portai una coppetta ad ognuno. Notai come Nina mangiava il gelato, sembrava le piacesse. Perfetto.
A fine serata, se ne andarono tutti, Candice mi salutò dicendomi che il giorno dopo mi avrebbe chiamata per dirmi com era andata. Io annuì ridendo e tornai in casa. Ero leggermente arrabbiata con Ian, poteva scollarsi quella troia di dosso, no? Quindi, quando mi cambiai, mi misi la biancheria intima più sexy che avevo e una piccola camicia da notte. Siccome faceva abbastanza caldo, quella sera, mi sdraiai sul letto senza neanche infilarmi sotto le coperte e chiusi gli occhi. Quando Ian tornò in camera, feci finta di non sentirlo. Si sdraiò accanto a me, baciandomi il collo. << Fermo. >> Sussurrai. << Non toccarmi. >>
<< Che hai? >> Aprii un occhio, solo per guardarlo male. << Nina. >> Annuii. 
<< Potevi allontanarla da te, Ian! >>
<< Ci ho provato, amore, davvero. >> Mi disse. Sussurrai un "vaffanculo" e mi girai dall'altra parte addormentandomi.
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Se questo capitolo vi risulta più corto degli altri è perché lo ha scrito Sof u.u
Quindi.. uomo avvertito mezzo salvato (?)
Insomma, come ogni cosa che scrive lei a me piace, e pretendiamo recensioni.
Per favore, vi imploro in ginocchio, quando leggo le recensioni divento tanto felice, fatelo più spesso *occhioni dolci*
Se riceviamo tipo 5 o 6 recensioni pubblichiamo veloce, dai! c:
Adesso scappo a studiare storia, domani mi interroga, auguratemi in bocca al lupo çç

Ricordo ancora che questa è una fic scritta a quattro mani con forbiddenrose { 
http://www.efpfanfic.net/viewuser.php?uid=103781 } - è sempre Sofi, ma ha cambiato nick, prima era Miss Sophie. 
Con affetto,
Breen.



©Tutti i diritti sono riservati alle autrici, provate a toccarli (?) e siete delle persone morte. Taantoo ammore.

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Capitolo 7
*** CAP7. Il rituale. ***


Il rituale.


La mattina dopo, mi svegliai abbastanza presto; Ian dormiva accanto a me, mi stringeva una mano, che subito mi affrettai ad allontanare. Non sapevo cos'avessi, ma di certo ciò che era successo la sera prima mi aveva infastidita molto. Spostai le coperte, ed andai in bagno a farmi una doccia, volevo rilassarmi. Mi sfilai i pochi vestiti che portavo ed entrai nella doccia, aprendo l'acqua calda. Poi presi il mio bagnoschiuma e mi strofinai la pelle, per poi sciacquarlo ed insaponare i capelli con lo shampoo all'albicocca. Volevo rimanere il maggior tempo possibile chiusa lì, volevo evitare di parlare con lui. Volevo evitare discussioni che mi avrebbero solo fatta stare peggio.
Dopo un po', non avevo nient altro da fare lì dentro, - anche se avevo considerato l'idea di mettere a posto i prodotti e vedere cosa c'era da comprare - così mi rassegnai ed aprii la porta, trovando Ian seduto sul letto, con il cellulare in mano. Non mi notò neanche quando gli passai accanto per andare verso l'armadio. Mi misi la biancheria intima, i jeans ed una maglietta azzurra e tornai in camera, sedendomi accanto a lui, restando in silenzio. << Buongiorno. >> Mi sussurrò, spegnendo il telefono. Si avvicinò a me, come per darmi un bacio, ma non glielo permisi e girai leggermente la testa. <>
-Che ho? Ma sei serio? Hai fatto quello che hai fatto, ed hai anche il coraggio di chiedermi che ho? A volte proprio non ti capisco, Ian.- Esplosi. -Sai bene quanto io sia gelosa di Nina, e tu ti comporti in quel modo?!-
-Amore...- Iniziò lui, ma lo interruppi. 
-Non chiamarmi così...- Dissi, guardando in basso. 
Mi accarezzò una guancia. -Sofi, non hai motivo di essere gelosa, sai che amo solo te.-
-Forse il motivo non c'è, ma io lo sono, punto. Non sopporto che vi tocchiate.- Non avevo nessuna intenzione di ascoltare un'altra parola, per cui mi infilai le scarpe, presi la borsa ed andai da Brenda. 
Suonai il campanello di casa di Paul, il quale venne ad aprirmi qualche minuto dopo. -Ciao, Sofi. Come va?-
-Lasciamo perdere... Breen è sveglia?-
-Sì, certo. È in cucina, entra.- Entrai in casa e lo seguii fino in cucina, dove la mia amica stava bevendo un bicchiere d'acqua. --Esse! Cosa ci fai qui?- Disse lei, venendo ad abbracciarmi.
-Non avevo voglia di parlare con Ian, dopo quello che è successo.- Le spiegai.
-Ma avete litigato?- Sembrava preoccupata. 
-Me ne sono andata prima. Insomma, mi ha anche chiesto che ho! Ma ti sembrano domande da fare?-
-No, decisamente no. Anche perché è leggermente ovvio, direi!- Rispose, dandomi ragione. Fortunatamente avevo un'amica come lei... non so come avrei fatto se lei non ci fosse stata sempre per me.
Una lacrima scese sulla mia guancia, mentre ricordavo le poche cose che Ian ed io ci eravamo detti poco prima. -Gli ho detto di non chiamarmi amore.- Sussurrai. Bi mi abbracciò nuovamente, ed io versai qualche lacrima. -Non pensavo che sarei mai stata capace di dire qualcosa del genere.-
-Lo so, Esse. Ma probabilmente neanche lo pensavi. Dai, eri solo infastidita, no? Lo ami, e lo sai.- Mi rassicurò Brenda. Sospirai. Sì, lo amavo, e anche molto. Probabilmente l'avevo anche già perdonato. Ma un po' di finzione non avrebbe fatto male. Mi venne da ridere. -Cos'hai da ridere?-
-Pensavo ai giorni di astinenza che gli farò passare.- Risposi, e Bre iniziò a ridere con me. -Grazie, Bi, mi fai sempre stare meglio.-
-A cosa servono le amiche, dopotutto? Vai da Ian, e torturalo un po'. Ci vediamo dopo, o domani.-
-Ok, tesoro. Ci vediamo.- Le diedi un bacio sulla guancia, salutai Paul e tornai a casa. Ian stava bevendo una tazza di caffè.
-Sono tornata.- Dissi.
-Ciao.- Si limitò a dire lui, girandosi verso di me. 
-Ciao.- Risposi, poggiando la borsa su una sedia e versandomi un po' di caffè in una tazza.
Faceva male non parlare se non per salutarsi. Non volevo che fosse così, ma di certo non mi sarei scusata, era stato lui ad iniziare assecondando Nina la sera prima. Qualche secondo dopo, il telefono iniziò a suonare, ed andai in salotto a cercarlo. Purtroppo, però, non lo trovai e partì la segreteria.
"Siamo Ian e Sofi, al momento non possiamo rispondere o non siamo in casa, ma lasciateci un messaggio."
-Ciao Ian, sono Nina. Sono stata bene ieri sera... ti andrebbe di prendere un caffè insieme, dopo? Richiama quando vuoi.-
Per poco non buttai la tazza per terra di mia spontanea volontà. Poggiai quest'ultima sul tavolo ed andai a chiudermi in camera, quasi sbattendo la porta. Mi stesi sul letto, coprendomi la faccia con un cuscino. Ma perché Nina doveva sempre essere lì ad incasinare tutto? In ogni litigio, in ogni discussione, lei era sempre presente. Ormai non potevo più vederla; stava nascendo un odio profondo, in me, verso di lei. Non poteva rovinarmi la vita così. Sbuffai. Si sarebbe mai arresa?
-Sofi, sai che non ci andrò.- Mi disse Ian, raggiungendomi. Non risposi.
Spostò il cuscino che tenevo premuto sul viso. -Amore...-
-Ti ho già detto di...-
-Shh. Io ti chiamo così perché ti amo, e non puoi impedirmelo. Capito?-
Come poco prima, mi rifiutai di rispondergli. Si chinò su di me e mi diede un bacio che non ricambiai. 
-Ti amo anch'io, come potrei non farlo?-
Sbuffai. -Ma non credere che io ti abbia perdonato! Buona astinenza, tesoro.-
-Cosa?-
-Hai capito perfettamente.- Dissi, decisa. Adoravo farlo impazzire in quel modo. -Almeno almeno un mesetto.-
Non rispose. -Beh, se proprio non resisti puoi andare da Nina!- Gli proposi, fingendo un sorriso.
-La smetterai mai?- Mi chiese, sospirando. Io scossi la testa sorridendo, questa volta, per davvero. Gli diedi un bacio sulla guancia ed accesi la televisione. C'era una puntata di Scrubs, uno dei miei telefilm preferiti dopo TVD. 
-Io amo JD...- Sussurrai, mentre, nel telefilm, il protagonista stava avendo una delle sue solite fantasie eccentriche. -Per non parlare di Perry!- Esclamai, quando Perry Cox chiamò per l'ennesima volta JD con un nome femminile. -E l'Inserviente, che personaggio.-
-Cosa guardi?- Mi chiese Ian, ma io lo zittii con uno 'shh'. Scoppiai a ridere, quando Bob Kelso, il primario dell'ospedale in cui lavoravano i personaggi, apparve dicendo una delle sue solite affermazioni strane sulla moglie. Quanto adoravo quel telefilm, era così divertente, a volte aveva il potere di non farmi pensare a niente, se non al mio immenso amore per JD!
-Se io fossi Carla, tu saresti il mio Turk.- Sospirai girandomi verso Ian, che mi guardò senza capire.
-Lascia stare... e inizia a guardare Scrubs!- Risi, mentre lui scosse la testa sorridendo.
Quando la puntata finì mi stesi sul letto, con aria sognante, immaginando la mia vita stile Scrubs. Sì, sarebbe stata una cosa figa. Poco dopo sentii Ian stendersi accanto a me. -Parlando di quella cosa dell'astinenza...-
-Una settimana.- Dissi semplicemente. Lui tentò di negoziare la cosa, ma alla fine ebbi la meglio. Sarebbe stata una settimana interessante.La mattina di due giorni dopo, quando mi svegliai, mi venne voglia di provocare un po' Ian, giusto per divertirmi. Già immaginavo quando l'avrei raccontato a Brenda, che risate! Una volta che si fu svegliato anche lui, spostai le coperte e rimasi stesa sul letto; sentivo il suo sguardo su di me, e mi venne da ridere al solo pensiero di quello che gli avrei fatto. -Sai che sei molto sexy con quel completino?- Disse. Sussurrai un "Mhmh" e sorrisi. Ian si mise sopra di me, baciandomi il collo mentre io affondavo le dita nei suoi capelli. Mi tolse la camicia da notte. -Così stai anche meglio.- Scherzò. Io gli tolsi la maglietta e i pantaloni, lo feci stendere accanto a me, per mettermi a cavalcioni su di lui e baciargli prima il collo e poi il petto. Stava per togliermi il reggiseno, quando il telefono suonò. 
-Pronto?- Risposi.
-Ehi, Sofi! Cercavo proprio te. Oggi sono andata da Nina, è una tragedia, giuro.- Mi disse Candice. Mi misi a ridere, buttandomi sul letto accanto a Ian. -Oh, mio Dio, ancora? Ma qual è esattamente il problema?- Le chiesi. -Eh, sì, ancora! Ma le è successo qualcosa solo la sera dopo, che strano! Ha la faccia gonfia e rossa, non vuole uscire dalla sua camera, Julie e Kevin sono disperati, oggi devono girare una scena importantissima con Katherine e non so chi.- Mi informò. -Hai avuto un'idea fanstica, tesoro!-
-Probabilmente se n'è accorta la sera, con tutto quel trucco che si mette. Comunque grazie! Fammi sapere come hanno risolto Julie e Kevin, sono molto curiosa. Adesso devo andare, grazie per avermi chiamata.- La salutai e riattaccai, sempre ridendo.
-Voglio sapere, cosa succede?- 
-Mh... se sei proprio così curioso...- Risposi. -L'altro giorno Nina ha mangiato il gelato alla fragola, Candice mi ha detto che è allergica alle fragole.-
-Ah, la mente malvagia della mia Sofi.- Sospirò. -Quanto ci divertiremo oggi sul set. Ah, non te l'ho detto. Julie ha detto che puoi venire anche tu.- Mi si illuminarono gli occhi. 
-Davvero?- Chiesi e lui annuì. Sarebbe stata la prima volta che andavo sul set. -Ma viene anche Breen?-
-Sì, se vuole.-
-Certo che vuole. Se combiniamo casini, Julie se ne accorge?- Scosse la testa. -Perfetto.- Dissi, con aria seria. -Mh... dove eravamo rimasti prima della telefonata di Candice?- Mi chiese, baciandomi una guancia. Sorrisi e lo baciai sulle labbra. Mi sganciò il reggiseno e lo lanciò in qualche angolo della camera. Prese a succhiare e leccare il mio seno, mentre io gemevo buttando la testa all'indietro. Gli stavo per togliere i boxer, giusto per farlo soffrire ancora di più, quando mi ricordai di una cosa. 
-Porca miseria!- Gridai. -È oggi! Come posso essermene dimenticata?! Accidenti.- Iniziai ad imprecare, mentre mi vestivo.
-Scusa, Ian, devo andare. Mi uccide, mi uccide!-
-Sofi, che succede?- Mi chiese.
-Ian, è oggi! Oggi Breen ed io abbiamo guardato TVD per la prima volta! C'è un rituale da seguire e sono già in ritardo!-
Mentre parlavo, nella mia mente ridevo. L'avevo lasciato lì, sul letto, mezzo nudo, per questo.
-Beh, stavolta sarà più speciale, no?- Disse mentre prendeva il telefono. -Pronto Paul? ... Sì, ah, lo sai. ... Benissimo. ... Pensi anche tu quello che penso io? ... Eh, non lo voglio neanche immaginare! Ci vediamo fra poco, arrivo con Sofi.- Riattaccò.
-Allora, andiamo?- Disse, vestendosi. 
-Sì, e sbrigati, siamo in ritardissimo.- Gli dissi mentre cercavo la borsa ed il cellulare. Dieci minuti dopo, uscimmo di casa e poco dopo eravamo già davanti a casa di Paul.
-Biiii!- Gridai. -Scusa, scusa, scusa, sono in ritardo!-
-Esseee! Finalmente sei arrivata! È già tutto pronto, hai messo quella maglietta?- Mi aprii leggermente la felpa e lei sbirciò.
-Sei perfetta.-
-Grazie, tesoro. Andiamo, dai, che sennò non finiremo mai in tempo.- Le dissi, per poi entrare in casa quasi correndo. Ci piazzammo in salotto, collegammo il pc alla tele, cercammo il link della prima puntata, zittimmo Ian e Paul che ridevano ed iniziammo a guardare. -Breen, non potresti andare avanti veloce fino a quella parte?- Le chiesi, impaziente.
-Okay, okay. Ma sono un po' confusa. E penso che tu sappia perché.-
-Sì, lo so. Ma non posso apprezzare ugualmente quella visione?- Le chiesi ridendo.
-Sì, certo, ma ricorda che...-
-Lo so, non preoccuparti.- Le dissi. Poi prese il mouse ed avanzò velocemente fino a quel famoso punto. 
-Aspetta, chi è quello?- Chiese Elena, nel telefilm.
-Vedo solo un fondoschiena.- Rispose Bonnie. -E che fondoschiena!-
-In effetti non è male quel fondoschiena!- Dissi ridendo, chissà perché, in inglese. Ero fottuta.
-Sofi, luce dei miei occhi, stai facendo apprezzamenti sul fondoschiena di Paul?- Mi chiese Ian.
-Mh... Sì, perché? Tecnicamente in questa parte ancora non t'avevo visto, quindi mi è permesso fare apprezzamenti. Vero, Breen?-
-Verissimo, Esse. Ian, accettalo, ancora non era innamorata persa di te qui.- Sorrise la mia amica. 
-Brenda, non dovresti essere tu quella gelosa, qui?- chiese ironicamente il mio fidanzato alla mia migliore amica.
Lei, inrisposta, alzò il sopracciglio.
-In teoria, sì. Ma è la mia migliore amica, ed anche se non lo fosse.. sai cosa? Paul ama me.- sorrise, ed alzò la nuca verso il suo ragazzo, che la baciò dolcemente. Ian dovette rimettersi a posto standosene zitto, avendo capito che era solo a combattere contro tutti.
Mentre vedevamo l'episodio, facevamo commenti su commenti, ripetendo le battute e cose simili. Poi, arrivammo a QUELLA scena.
-Damon!- Sussurrò Stefan. Io mi misi ad urlare come una pazza isterica.
-Hello, brother.- Disse Damon. Ed io diventai tutta rossa ed iniziai ad iperventilare. (NdSofi. La frase di Damon l'ho messa in inglese perché secondo me è più ad effetto così u.u)
-Oddio, oddio, oddio.- Sussurrai. Il mio cuore batteva più forte.
-Sof, calmati.- Mi disse Breen, quasi esasperata, per quante volte si era ripetuto quel fatto. -Respira profondamente, chiudi gli occhi, rilassati e passa tutto.- Feci come mi disse, ma non funzionò.
-No, stavolta non funziona!- Esclamai. -Sarà per la presenza di Ian!- Breen si passò una mano sulla faccia sospirando. Intanto, sia Ian che Paul, ridevano come due idioti dietro di noi. -Ehm, cosa c'è di così divertente?-
-Voi! Siete così... così... divertenti e tenere!- Rispose Ian. Finsi di offendermi e mi girai verso la televisione. Ian mi diede un bacio sulla guancia e, una volta riuscita a calmarmi, continuammo a guardare l'episodio.
Una volta finito di vedere quest ultimo, ci togliemmo le felpe, mettendo in bella mostra le magliette. Quella di Breen era bianca con la faccia di Paul stampata sopra, la mia, invece, era bianca con la faccia di Ian. Quando i nostri fidanzati le videro, per poco non svennero sul tappeto del salotto. -Perché, Paul? Che abbiamo fatto di male?- Disse Ian, con un'aria disperata. Io iniziai a ridere; Paul sembrava deluso, depresso, una cosa molto alla Stefan, diciamo. E Breen invece, non sapeva se ridere con me o consolare il povero Paul in preda ad una crisi di depressione.
Una volta che ci fummo calmati più o meno tutti, corremmo in cucina a preparare il "Sangue alla fragola" inventato da noi. Mettemmo tutti gli ingredienti nel frullatore e dopo neanche cinque minuti era pronto.
-Amore, cosa avete preparato?- Chiese Ian.
-Sangue alla fragola, ovviamente. Che domande sono queste?!- Risposi e gli diedi il bicchiere. Assaggiò la nostra invenzione, ma non si capiva se era di suo gradimento o se gli faceva schifo. -Allora?-
-Niente male, tesoro.- Rispose, continuando a bere. 
-Eccerto. Paul, prendine un po' dal bicchiere di Bre.- Dissi, poi, in italiano, aggiunsi -Breen, secondo me non ce ne resterà nemmeno una goccia.-
-Concordo. Ma vedi un po' se ci devono fregare tutto. Prima ci sfottono mentre guardiamo l'episodio, poi si disperano per le magliette e ora si bevono tutto il nostro frullato.- Sbuffò incrociando le braccia. 
-Beh, andiamo a fare quell'altra cosa? Ho portato i...-
-Sìì! Brava, Sof. Andiamo! E se ci rovinano anche quest attività li butto fuori di casa a calci in culo.- Rispose Bi. Presi la mia borsa e frugai in cerca dei milioni di poster che avevo portato. Trovai la mia cartellina viola, l'aprii e diedi a Bre i poster di Paul, mentre io presi quelli di Ian. Con un po' di scotch li attaccammo alla parete del salotto, ci sedemmo sul divano di fronte ed iniziammo a sospirare. -Ah, quanto sono fighi.-
-Dio, quanto sono belli.- Dicevamo, con tono adorante e sognante. Del tipo: Bre con la testa poggiata sulla mia spalla ed io con la testa poggiata sulla sua. Gli occhi fissi sui poster rigorosamente giganti e Ian e Paul che ci guardavano come se fossimo state pazze. Alla fine delle attività, si erano fatte le quattro del pomeriggio e Paul disse che era ora di andare sul set. Quando arrivammo, iniziammo ad iperventilare un'altra volta, eravamo emozionatissime, avevamo sempre sognato di andare lì. Cinque minuti dopo una Julie alquanto isterica e con i capelli tutti arruffati venne a salutarci dicendo: -Sto impazzendo, ragazze, qualcuna di voi potrebbe parlare con Nina? Siamo riuciti a farla venire sul set, ma non vuole uscire dal suo maledetto camerino.-
-Non preoccuparti, Julie, ci pensiamo io e Brenda.- Risposi, tirai Bre per un braccio e ci incamminammo verso il camerino della Dobrev. Bussai alla porta. -Permesso?- Senza aspettare la risposta, entrai. -Ciao, Nina. Che succede, perché non vuoi uscire da qui?- Le chiesi. Si giro e aveva la faccia gonfissima e rossa a chiazze. Per poco non le scoppiammo a ridere in faccia.
-Non posso andare a girare le scene così!- Piagnucolò. 
-Ma dai, Nina, aggiusteranno tutto con gli effetti speciali, sarai perfetta.- La rassicurò Breen. Intanto, ovviamente, nelle nostre menti le auguravamo il peggio. Nonostante questo, però, non volevamo di certo rovinare le puntate di Tvd, per cui parlammo con Nina per qualche minuti e riuscimmo a convincerla. Lei non ci stava simpatica, ma non potevamo permettere di far uscire la serie in ritardo, quindi, fingemmo di essere le sue migliori amiche e lei si decise ad uscire da lì. Quando uscimmo anche noi, Julie e Kevin ci guardavano e, probabilmente, pensavano 'come diamine ci sono riuscite?!'
Una volta finite le riprese, eravamo entrambe stanchissime, anche se non avevamo fatto proprio nulla. Ma noi eravamo, e siamo, strane, cosa potevamo farci? Tornammo alle nostre rispettive case con Ian e Paul, salutandoci con un bacio sulla guancia.
Quando entrai, mi buttai sul letto a pancia sotto, chiudendo gli occhi. Ian si stese accanto a me. -Ti ricordo che stamattina mi hai lasciato a metà.- Risi.
-Mi dispiace tanto, amore, non sai quanto.- Gli dissi ridendo, mentre cadevo in un sonno profondo. Qualche secondo prima di addormentarmi, sentii Ian che mi abbracciava e mi dava un bacio sui capelli.
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SBATABAAAAAMMM IL CAPITOLOZ. (?)
scusate il ritardo, ma quella stupida della mia amica non mi aveva inviato il capitolo per intero, non potevo mica postarvene solo metà.
come avrete capito, questo è scritto dalla nostra Sof, CAPITAN OVVIO.
fateci sapere con una recensione cosa ne pensate.
Se arriviamo a tipo 5/6 recensioni posto! c:
Much love for you. ♥
BreenWesley, con la collaborazione di forbiddenrose




©Tutti i diritti sono riservati all’autrice, provate a toccarli (?) e siete delle persone morte. Taantoo ammore.

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Capitolo 8
*** CAP8. Una scenata per un po' di sapone. ***


Una scenata per un po' di sapone.

La sera di pochi giorni dopo essere andate sul set, Bre e Paul tornarono a casa, dopo aver passato una serata con me ed Ian. La mia amica ed io avevamo deciso di rimetterci le magliette di qualche giorno prima, sapendo che con quelle il divertimento era garantito. Infatti, anche dopo la serata passata tutti insieme, Bi ebbe motivo di ridere.
-Breen, amore, ti prego. Togliti quella maglietta.-
-Non ci penso neanche, Paul. Questa è la mia maglietta preferita. E mi piacerebbe ancora di più se tu la firmassi.- Rispose lei. Paul sospirò, prese un pennarello indelebile e le firmò la maglietta. -Grazie.- Rise Bre.
-Ma perché devi metterti quella maglietta se il proprietario della faccia stampata sopra è qui davanti a te?- Si lamentò.
-Paul, è evidente che non capisci. Questa maglietta, oltre ad essere un regalo di Sofi, è uno dei primi accessori che ho avuto di Tvd, ha un valore affettivo per me! E se provi a togliermela ti strozzo.-
Paul sbuffò ed andò in bagno, mentre Bi andava nell'armadio a cambiarsi. Si mise la biancheria intima rossa, la preferita di Paul, e sopra si infilò una maglietta nera di due taglie più grande con su scritto "It's always gonna be Stelena". Entrò in bagno. -Ti piace la mia maglietta?- Chiese ridendo a Paul. -Oh, santo cielo.- Sussurrò lui. -Ma almeno non c'è la mia faccia stampata sopra.-
-Questo lo credi tu, caro mio.- Disse Breen, girandosi. Sul retro della maglietta c'era una foto di Stefan ed Elena mentre si baciavano. Paul era sconcertato. Non aveva mai visto una fan del genere. -Oh, andiamo, Paul. Che sarà mai.- Disse ridendo. Lo trascinò sul letto e lo abbracciò.
-Ti amo, Breen. Anche se a volte mi fai disperare.-
-Ti amo anch'io, Paul. E poi, diciamocelo, tu sei il più sexy, il più fenomenale, il più simpatico, il più carismatico, il più... wow, il più...-
-Shh.- La zittì Paul. -Ho capito. Ma tu sei molto meglio, tesoro mio. Da quando ti ho incontrata non sono più lo stesso, hai cambiato la mia vita.- Le sussurrò in un orecchio.
-Amore, così mi fai commuovere, davvero.- Gli rispose mentre una lacrima scendeva sulla sua guancia. Paul l'asciugò con un bacio, per poi girare Bre verso di sé e guardarla negli occhi. Le diede un dolce bacio sulle labbra. -Non avrei mai pensato di poterlo fare. Quando eravamo piccole Sofi ed io pensavamo sempre che l'unica cosa che avremmo potuto fare sarebbe stata fissare i vostri poster, sapere sempre cosa facevate grazie a Twitter, ma... baciarvi? Nei sogni.-
-Adesso tutto questo è reale, credici. Siamo qui, io e te.- Le sorrise. Paul era sempre così dolce, così... fantastico, quasi non sembrava vero che fosse così. Si capiva perfettamente il motivo dei sentimenti di Breen verso Paul. Lei l'amava come non aveva mai amato nessuno, avrebbe fatto di tutto per lui. E lui provava esattamente lo stesso per lei. Era come un libro, un film, una favola. Tutto così dannatamente perfetto. Bre si addormentò mentre Paul le accarezzava una guancia.
Ma i suoi sogni non sarebbero stati tranquilli, purtroppo.
Sognò che, in una bella giornata di sole, andò a casa di Paul. Entrò in casa con la sua chiave e vide Paul che baciava Torrey DeVitto, che le toglieva la maglietta, che le baciava il collo. Sognò che i suoi occhi si riempirono di lacrime, che non appena Paul la vide, cercò di spiegarle. "Breen, mi dispiace. Non ti amo più, sono tornato con Torrey". Sognò che si sentiva morire, che aveva voglia di suicidarsi. Perché ormai nulla nella sua vita aveva senso. Si svegliò di colpo e, non trovando Paul accanto a lei, andò nel panico. E se tutto il sogno non fosse stato un sogno, ma la realtà? Corse in salotto, ma Paul non era neanche lì, controllò in bagno, in cucina, ma lui non c'era. Iniziò a piangere a dirotto, pensando che l'avesse lasciata. Poi tornò in camera e si stese sul letto; si addormentò di nuovo, mentre versava altre lacrime. Quando si svegliò, si girò e vide Paul che le sorrideva. Con un'espressione piuttosto arrabbiata, si voltò di nuovo richiudendo gli occhi. -Amore, va tutto bene?- Le chiese Paul.
-Taci.- Disse la mia amica. Anche se non fosse davvero tornato da Torrey, quella mattina era uscito, non aveva lasciato neanche un biglietto, l'aveva fatta preoccupare. -Dove cazzo eri stamattina?- Gli chiese. Paul rimase senza parole.
-Io... ero andato a prendere un caffè.- Rispose.
-Con chi?-
-Con Torrey.- Confessò. Breen s'infuriò. Si alzò dal letto e si chiuse in bagno a piangere silenziosamente. -Breen? Tesoro? Dai, apri la porta!- Urlò Paul, mentre bussava alla porta del bagno.
-Vattene da Torrey!- Rispose lei. -Ma vedi cosa mi tocca sopportare! Eppure pensavo di essere felice con te, vaffanculo!-
-Dai, amore, non fare così. Era solo un caffè.-
-Prima un caffè, poi una cena e poi andate a letto insieme!- Urlò Bi. -Potevi almeno avvisarmi.-
-Volevo farlo, ma non volevo svegliarti.-
-E non hai pensato di lasciarmi un biglietto?- Paul non aveva scuse.
-No, non ci ho pensato.- Sospirò. Bre aprì la porta ed uscì dal bagno senza neanche guardare Paul. Prese il telefono e mi chiamò.
-Pronto, Bi?- Risposi ridendo.
-Ehi, Esse.- Mi disse Breen, con un tono triste.
-Che succede?- Le chiesi, preoccupata.
-Credo di aver... lasciato Paul.- Mi rispose. Si mise a piangere di nuovo, le lacrime cadevano sul telefono, sulle sue gambe, sul cuscino su cui si era sdraiata.
-Scherzi?- Ero senza parole. -Ian, basta!- Dissi ad Ian, che mi baciava una guancia. -Breen, ma perché? Che ha fatto?-
-È uscito con Torrey stamattina. E... io ho pensato "prima un caffè, poi una cena e poi a letto insieme!" Insomma, sono andata nel panico.-
-Oh, tesoro. Sono sicura che non succederà nulla. Paul ti ama, dubito che ti tradirebbe.- Provai a farla ragionare.-Insomma, per quello che mi hai detto, lui è sempre dolce con te e poi, ricordi cosa ti ha detto la prima volta che ti ha visto?-
-Forse hai ragione.- Sospirò. -Ma... se lo perdonassi subito non credi che non si farebbe problemi ad accettare un altro invito o ad invitarla lui?-
-Decisamente. Fallo aspettare, va. E se poi, nei prossimi giorni, vedi che risuccede, ce ne andiamo a casa.-
-Grazie, Sofi.- Ci salutammo e riattaccammo. Poggiò il telefono sul comodino e sospirò. -Paul, non pensare di cavartela con un bacio ed un 'mi dispiace'!- Urlò. Poi andò in cucina, con un'improvvisa voglia di Nutella.

-Cos'era quella storia del 'torniamo a casa'?- Mi chiese Ian quando riattaccai e poggiai il telefono sul tavolo di fronte al divano.
-È successa una cosa, stamattina, e... beh, se non si aggiustava tutto... Breen ed io...- Non riuscii a finire la frase, ma probabilmente aveva già intuito cosa intendevo con 'casa'. Abbassai lo sguardo.
-Non farlo...- Sussurrò lui. Chiusi gli occhi, cercando di trattenere le lacrime che volevano uscire, insistenti, dai miei occhi. Respirai profondamente, prima di avvicinarmi a lui e dargli un bacio sulle labbra.
-Non posso prometterti niente.- Risposi semplicemente. Bi ed io eravamo come una cosa sola; dove andava lei, andavo anch'io, e viceversa.
-Ed io non posso lasciarti andare.- Così, grazie a quella frase, divenni impotente. Le lacrime, ormai, avevano come una vita propria, non potevo controllarle. Poggiai la testa sulla spalla di Ian, non provando neanche a trattenermi. E pensare che solo pochi anni prima non volevo che nessuno mi vedesse piangere, non volevo, non riuscivo a piangere davanti a qualcuno.
Quando riuscii a calmarmi, respirai profondamente e lo guardai negli occhi. -Ti amo, Ian. Non so cosa farei senza di te.- Mi asciugò le poche lacrime rimanenti con le dita, mentre mi guardava sorridendo.
-Ti amo anch'io.- Ci baciammo ancora, poi io mi alzai e, sorridendo, gli dissi: -Allora, oggi che facciamo?-
-Film e popcorn?- Propose.
-Stasera! Ma prima... una volta, in una fanfiction, lessi che i protagonisti facevano un gioco troppo divertente.-
-Di che si tratta?- Mi chiese.
-Vedrai! Vado a chiamare Breen e Paul, così vedo se si vogliono unire a noi, magari così si dimenticano di cosa è successo stamattina.- Ian mi guardò, senza capire. -Paul è uscito con Torrey...- Gli spiegai.
-Cattiva mossa.- Commentò.
-Esatto. Io vado, torno tra poco.- Lui annuì. Presi le chiavi ed uscii. Arrivata davanti a casa di Paul, suonai il campanello.
-Esse!- Disse Bi, con un sorriso, appena aperta la porta.
-Ciao Breen. Senti, ti ricordi quel gioco fighissimo che leggemmo in quella fanfiction?-
-Quale? Quello dello shampoo?- Mi chiese.
-Proprio quello! Mi è venuto in mente di farlo con Ian, volete venire?- Lei ci pensò su un attimo, per poi annuire.
-Perché no. Tu vai, noi veniamo tra cinque minuti.- La salutai e tornai a casa. Senza neanche dire ad Ian che ero tornata, andai in bagno e presi tutti i flaconi di shampoo, balsamo e sapone liquido che trovai, portandoli in salotto.
-Amore? Cos'hai intenzione di fare al mio salotto?- Mi chiese il mio fidanzato, con un'aria spaventata.
-Keep calm, non ho intenzione di incenerirlo.- Risposi ridendo. -Mi aiuti?-
-A fare cosa?- Non risposi, gli feci vedere cosa avevo intenzione di fare. Presi un flacone di shampoo, lo aprii, ed iniziai a versare il contenuto sul pavimento.
-Fidati, è divertente!- Risi, mentre lui mi guardava con un'espressione indescrivibilmente stupenda. -Oh, andiamo! Non è che sto facendo esplodere tutto, è un po' di sapone.- Lui non rispose, più che altro perché il campanello non gliene diede il tempo.
-Eccomi, Esse! Hai già iniziato, eh?- Mi chiese Breen, appena aprii la porta, vedendo le mani piene di sapone.
-Ovvio. Voi non arrivavate. Paul, se ti va puoi sorprenderti con Ian, lui è in salotto.- Mi rivolsi a Paul, che guardava, sconcertato, le mie mani. -Ma si impressionano così per un po' si sapone? E che diamine.-
Bre ed io andammo in salotto e lei mi aiutò a spargere il sapone un po' dappertutto. Una volta finito, andammo a cambiarci e ci mettemmo il costume da bagno, per poi riscendere. -Pronti?- Disse Bi.
-Via!- Esclamai io, inziando a scivolare sul sapone.
-Ragazze? Ricordatevi che siete fidanzate con due attori di fama mondiale che non possono spaccarsi la faccia sbattendo contro al muro per ovvie ragioni televisive.- Disse Paul, ma noi lo ignorammo.
-Dai, su, venite! È divertenteeee.- E Bre rischiò di rompersi l'osso del collo, seguita da me che cadevo all'indietro.
-Come no... già voi vi state spaccando qualche ossa, immaginate noi!- Esclamò Ian. Lo guardai.
-Amore mio bellissimo, se non vieni qui da me te la spacco io la faccia. E immagino che per te, Paul, sia lo stesso, vero Breen?- La mia amica annuì, convinta.
Sempre meno convinti, Paul ed Ian inziarono a scivolare con noi, con più decisione quando si resero conto che non rischiavano di rompersi il naso contro un qualche mobile. Dopo un po', Breen ed io perdemmo l'equilibrio, e ci aggrappammo alla prima cosa, o persona, che trovammo, Ian e Paul. In un millesimo di secondo, Paul era addosso a me, ed Ian addosso a Breen. Lei ed io ci guardavamo pensando 'scollati dal mio fidanzato, stronza', ma purtroppo non potevamo fare molto, essendo bloccate. -Che cazzo aspetti, l'autobus?! Scollati da lei!- Urlammo Bi ed io contemporaneamente ai nostri fidanzati.
-Amore... devi sapere la verità.- Dissero, in coro. -Ho una storia con la tua amica!-
-Brenda? Potrei sapere, giusto per curiosità... che cazzo hai fatto con il mio fidanzato?!- Chiesi a Breen, alzando la voce alla fine della frase.
-Oh, tesoro, potrei farti la stessa domanda!- Mi rispose. Ian e Paul ridevano come due pazzi isterici. L'avrebbero pagata, eccome se l'avrebbero pagata.
-Mmmh... Breen, che dici? Un mese?-
-Anche. Io avrei anche un'altra idea.- Mi rispose. Poi iniziò a parlare in italiano. -Dormiamo in stanze separate per una settimana.-
-Ma che bella idea, sono d'accordo!-
-Ragazze, di che parlate?- Chiese Paul, preoccupato. Lui ed Ian si alzarono, e scivolarono all'indietro.
-Di niente, Paul, di niente.- Gli risposi. Poi Breen ed io ci avvicinammo ognuna al proprio fidanzato, con aria quasi minacciosa. -Amore, abbiamo avuto una bella idea.- Dissi ad Ian, provocandolo.
-Sarebbe?-
-Vedrai, Ian, vedrai.- Risi. Avrebbe scoperto tutto quella sera. E pensare che lui già doveva resistere una settimana di astinenza, ora ci si aggiungeva un mese! Povero... ma se lo meritava. Guardai la mia amica, sorridendo. -Bi, mi raccomando, non lasciarti persuadere. Stanze separate. Punto.-
-Non preoccuparti, ho tutto sotto controllo.- Mi rispose. Paul ed Ian, come da copione, non capivano un accidenti  di quello che dicevamo, ma ormai avevano anche capito che, nonostante ci chiedessero spiegazioni, non avremmo mai tradotto nulla. -Oh, Paul.- Esclamò. -Osa un'altra volta buttarti su Sof e inventare che hai una storia con lei, e dormi sul divano per tutto il resto della tua vita. E, Ian, immagino che valga lo stesso per te.- Disse, calma. Io le diedi ragione, e baciai Ian su una guancia.
-Guardiamo un film?- Proposi.
-Solo se non è horror!- Disse Breen. -O ti devo ricordare quella volta che mi hai costretta a vedere quel film di cui ho anche rimosso il nome e non ho dormito per una settimana?-
-Era Suspiria. E non fa tanta paura!- Mi difesi, incrociando le braccia e socchiudendo gli occhi. -Comunque avevo in mente un'altra cosa.- Feci una pausa, prima di parlare. -Che ne dici di Remember me?-
-Uhh, sì! Mettilo! Così ci commuoviamo un po'!- Esultò. Ridendo, feci come mi aveva chiesto ed iniziammo a vedere il film. Quando quest ultimo finì, le camicie di Ian e Paul erano totalmente fradice a causa delle nostre lacrime, mentre la mia faccia, come quella di Bre, era rossa e gli occhi erano gonfi. -Non si possono vedere film così tristi!- Piagnucolò lei.
-Sei tu che hai voluto vederlo!- Le risposi, ancora versando qualche lacrima.
-E tu mi dai anche retta?!-

__________________________________________________________________

E oggi è la Sof che posta, proprio dopo aver finito di scrivere il capitolo! Spero che vi sia piaciuto, vi posso anticipare che il prossimo sarà scritto da Breen (anche se lei ancora non lo sa, lol).
Come al solito, fateci sapere cosa pensate del capitolo, eh!
With love,
forbiddenrose e BreenWesley.

©Tutti i diritti sono riservati alle autrici, provate a toccarli (?) e siete delle persone morte. Taantoo ammore.

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Capitolo 9
*** CAP9. Come in una fiaba. ***


Come in una fiaba.

Il tempo era passato, ancora una volta, ed i nostri fidanzati avevano saputo mettere in atto un buon piano di seduzione, così che dopo poco il progetto con Sofi dell'astinenza era completamente saltato.
Non era un buon periodo per me.
Spesso me ne stavo sola.
Spesso decidevo che era la scelta migliore.
Spesso Paul doveva chiedere disperatamente alla mia amica dove fossi, e se solo lo avesse saputo glielo avrebbe detto, il più delle volte, al mio ragazzo.
-Non lo so, credimi.- rispondeva ogni volta frustrata lei, stringendo Ian.
Paul guardava in basso, e semplicemente, se ne andava.
A volte a fare semplicemente un giro, altre veniva a cercarmi.


Sinceramente, non credevo che le cose potessero andare meglio, ogni cosa sembrava al posto giusto.
Io e Sofi. Paul ed Ian.
Bastava questo, niente altro.
Era questa la chiave della felicità.
Quella notte, quella fottuta notte meravigliosa, era sempre nella mia testa. E nel mio cuore.
Mi passavano le immagini davanti, sentivo il brivido che mi percorreva la schiena ogni volta che pensavo a quel piacere.
Il suo tocco delicato.
Le sue parole sussurrate.
I suoi baci pieni di amore.
Già, l'amore che c'era in quella stanza. L'amore che provavo per lui. L'amore che provava per me. L'amore che ci univa, ogni giorno.
Non avrei mai immaginato che potesse toccare a me.
Toccare a me la fortuna di avere ciò che desideravo.
Non mi sentivo bene nel dire che Paul Wesley era il mio fidanzato. Mi sentivo bene nel sapere di avere a mio fianco una persona come lui.
A prescindere dal fatto che fossr famoso, ricco, bello e che fosse Wesley.
Per me lui era solo Paul, un uomo dolcissimo, un uomo più meraviglioso all'interno che all'esterno, l'uomo che avevo sempre desiderato.
Dio, quanto posso amare una persona? 
Nessuno ama qualcuno in questo mondo quanto io amo Lui.

Poggiai il piccolo diario sul tavolo che mi faceva da scrivania in quella stanza monotona di albergo.
Mi guardai intorno.
Non era casa mia, era una stupida stanza, eppure c'era tanto di mio al suo interno.
C'erano tutti quei momenti che avrei lasciato lì alla mia partenza. 
C'era tutto ciò che aveva mai avuto importanza fino a quel momento.

Decisi di andare a fare un giro nel parco. Mi vestii, qualcosa di semplice; shorts blu, canottiera bianca, cardigan a righe bianche e blu, converse bianche e borsa coordinata a cardigan.
Avevo un filo di trucco, mi diedi un ultima occhiata allo specchio e constatai con piacere di avere un aspetto carino, almeno quel giorno.
Prima di tutto feci un giro per negozi, adocchiai alcuni capi che avrei comprato nei giorni successivi, e passai al negozio che veramente m'importava. 
Vidi l'insegna da lontano.
'libri'
Dio, era impressionante come una parola poteva trasmettere tante emozioni.
Optai per un libro che volevo leggere da anni.
In molti me lo avevano sempre consigliato, ma c'era sempre qualcosa che m'impediva di affogare in quelle pagine.
Chiesi alla commessa "L'ombra del vento" di Zafón e vidi questa sparire dietro un angolo per poi sbucare subito dopo con in mano un libro con copertina azzurro.
Direi che sarebbe state una grande impresa leggere un qualcosa di quella portata in inglese, ma ce la potevo fare.
'Perché io posso!' dissi a me stessa scoppiando in una risata.
La commessa mi guardò come si guarda un povero pazzo.
Uscita dal negozio mi diressi al parco, mi sedetti sotto un abete, all'ombra ed al fresco, aprii il libro e lo annusai.
Era il rituale.
Mi era sempre piaciuto sentire l'odore delle pagine di un nuovo libro. Percepire il nuovo mondo all'interno del quale mi sarei immersa.

Mi sentii toccare la spalla, e mi voltai terrorizzata, pronta a fare qualsiasi cosa tranne che stare ferma e zitta.
Era solo Paul.
-Dio, mi hai spaventato!- gridai col fiato corto. 
-Scusami principessa, non era mia intenzione.- aveva un sorriso che mozzava il fiato.
Gli accarezzai il profilo del viso, guardandolo con sguardo maestoso.
-Sei meraviglioso, sai?- non potevo essere più sincera di così.
-Sei tu quella stupenda qui, e.. cosa leggi di bello?- 
-Ti interessa davvero?- 
Mi baciò delicatamente sulle labbra.
-Ti basta come risposta?-
Gli mostrai il libro, ed indicai il titolo.
-Bella scelta.-
-Lo hai letto?- gli chiesi.
-Sì, qualche anno fa, quando Morgan era in fissa con la #bookrevolution qualcuno glielo suggerì, e lui lo portava sempre sul set. Ero incuriosito e decisi di comprarlo.-
Non potevo crederci.
Non immaginava niente lui.
-E tu sai chi era questa?- chiesi con gli occhi luccicanti.
-Credo di averlo capito in questo stesso istante.- mi sorrise.
Oh mio Dio, Morgan e Wesley si erano letti un libro grazie a me.
Ma quale onore.
-Comunque, cosa ci fai qua?- domandai.
-Ti cercavo.- rispose tranquillo.
-E hai deciso di venire subito al parco?- 
-In realtà no, ti cerco da due ore.- disse disperato.
-E per quale motivo tutta questa disperazione e bisogno di me?- stavo sorridendo.
-Perché ho una sorpresa. Due mesi fa tu sei arrivata qui, in questa città..- già, e mancava davvero poco tempo, e sarei dovuta ripartire.
-.. ed esattamente due mesi fa io ho incontrato la ragazza che amo..- cos'ha in mente?
-.. e credo sia un evento da ricordare.- si girò ed indicò l'angolo.
Ero sul punto di domandargli quali problemi avesse con quell'angolo di strada quando vidi svoltare una carrozza. Era trainata da due cavalli. Dio mio, non era vero, era tutto un sogno, ma.. 
-..sei pazzo?!- gridai felice, incapace di staccare gli occhi dalla carrozza.
-No, solo innamorato.- rispose calmo e sincero.
Mi prese per mano, mi fece salire e si sedette al mio fianco. 
Mi avvolse in un abbraccio silenzioso, ed io poggiai la testa sul suo petto.
Tutto quello era meraviglioso.
-Posso dirti una cosa?- sussurrai.
-Tutto quello che vuoi.- rispose accarezzandomi i capelli.
-Io ti amo tanto, e non voglio che mi lasci.- non sapevo nemmeno se era corretta grammaticalmente la frase, ma in quel momento avevo ben altro a cui pensare.
-Guardami.- disse serio.
Alzai la testa e mi ritrovai i suoi smeraldi a due millimetri.
-Io ti amo più di tutto, e di tutti, e non ti lascerò, capito?- era il crepuscolo. Il momento perfetto.
In qualsiasi senso.
Lo baciai, e lo strinsi a me.
-Hey, qui sei tu quella che ha un disperato bisogno di me.- disse scherzando.
Scoppiai a ridere. In realtà, anche a piangere, ma ridevo.
-Hai tutta la ragione di questo mondo.- sorrisi tristemente.
-Ed io adesso ho bisogno di te, va bene così, no? Ci completiamo.- 
-Va bene, sì, ci completiamo.- confermai.
Il silenzio regnò per un po' e cominciava a fare fresco, era il momento di rientrare.
Scendemmo dalla carrozza, e ci avviammo a piedi verso l'hotel.
Camminavamo l'uno di fianco all'altra, tenendoci le mani. Era una cosa che avevo sempre desiderato fare.
-Vuoi vedere una cosa?- chiesi improvvisamente.
-Certo, cosa?- rispose sincero.
Cominciai a tirarmi su le maniche del cardigan. 
-Sai, magari non ti sei mai accorto, forse perché porto sempre qualcosa ai polsi per coprire il male che mi sono fatta, ma.. ho questo.- indicai il polso sinistro.
Rimase sorpreso.
Sulla parte interna del polso, quella dove in genere si lega un bracciale o si aggancia l'orologio avevo un piccolo tatuaggio.
Non era niente di particolare, ma racchiudeva molto di me, e di quello che ero.
Avevo tatuato qualche anno fa la parola 'Paul' seguita da un piccolo cuore. La decisione di quell'atto veniva dal desiderio di ricordare sempre a chi dovevo essere grata di tutto. Ricordare sempre il mio idolo.
-Tu ti sei tatuata il mio nome?- chiese con le lacrime agli occhi.
Non lo avevo mai visto piangere.
MAI.
Era la prima volta.
-Hey. Perché piangi?- non capivo.
-Perché.. non so spiegarlo, ma è la cosa più stupenda che qualcuno abbia mai fatto per me.- 
-Non l'ho fatto per te, l'ho fatto per me.- spiegai.
-Sì, ma è comunque il mio nome. E credimi.. dice davvero tanto di te.- non mi diede nemmeno il tempo di rispondere. Mi alzò il mento, mi prese il viso con entrambe le mani e mi baciò a lungo.
Percepivo ancora le sue lacrime salate, durante il bacio, non riusciva a smettere, cercava di contenersi, ma era più forte di lui.
Non ho idea del tempo che impiegammo in quel bacio, e se devo essere sincera non mi preme molto, ma fu qualcosa di fantastico. Intriso di tutto l'amore che provavamo reciprocamente. 
Quella era la serata perfetta.
Ed era ciò che mi aspettava per il resto della mia vita.
Perché si, non c'era stato nessun fidanzamento, nessuna proposta di matrimonio, ma adesso sapevo che lui sarebbe stato mio tanto quanto io ero sempre stata sua.
Quello era amore, ERA IL
NOSTRO AMORE, e niente altro aveva importanza.
_________________________________________________________________________________________
Oh, cristo, che ritardo assurdo, questa volta.
E' tipo un mese che non aggiorniamo °°
Bien, personalemente questo capitolo mi piaceva abbastanza, rileggendolo un po' meno çwç
Mi farebbe piacere, come sempre, se mi faceste sapere con una piccola recensione cosa ne pensate di questa maerdina. uu
Per coloro che sono fan dei One Direction, vi volevo far sapere che ho scritto una shot Larry, abbastanza triste.

Se mi scrivete una mini-recensione anche qui che è appunto la shot mi farete molto felice, YAY.


Se ve lo stavate chiedendo *volano le balle di fieno* sì, ho cambiato nickname e presentazione, spero vi piaccia. 

Prima di andare vi ricordo che questa fanfiction è in collaborazione con forbiddenrose #muchlove.

Lo so, mi perdo in chiacchiere inutili, sono impedita.

Oh, mi ero scordata. Scusate se non rispondo più alle recensioni, ma ho davvero poco tempo ultimamente tra scuola ed altri problemi, ringrazio voi che recensite, e state certi che apprezzo ogni vostra parola.

Con affetto,
BreenWesley.


©Tutti i diritti sono riservati alle autrici, provate a toccarli (?) e siete delle persone morte. Taantoo ammore.

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Capitolo 10
*** CAP10. Mi sarebbe rimasto un bel ricordo, di quella serata, come no. ***


Mi sarebbe rimasto un bel ricordo, di quella serata, come no.

Sabato sera.

Ritrovarsi ad essere mezzi ubriachi non era previsto.
Tanto meno era previsto che ci comportassimo tutti come stupidi ragazzini di quindici anni innamorati e con la voglia di divertirsi.
In teoria, era una fase già passata per tutti e quattro.
Anche se io ero quella più vicina ad esserlo ancora.
Fatto sta che, quel sabato sera, eravamo tutti nel salotto di casa Somerhalder, il twister aperto sul pavimento, alcolici ovunque e una bottiglia vuota a fianco della televisione.
 
Sabato pomeriggio.
Ore 15:27.

-Sofi.. è il nostro ultimo sabato.- non c’era bisogno di altre parole.
Anzi, quelle erano abbastanza.
Lei si limitò ad annuire.
Sì, noi stavamo passando il nostro ultimo fine settimana negli Stati Uniti chiuse in una stupida camera di albergo.
Non stavamo perdendo solamente la nostra vacanza, il nostro luogo ideale, uno dei nostri sogni.
Stavamo perdendo IL sogno.
Stavamo perdendo tutto ciò per cui avevamo lottato fino a quel momento e che, finalemente, avevamo ottenuto.
-Beh, Breen, io credo che andrò a casa sua.- disse all’improvviso la mia migliore amica.
-Anche io, sai?- dopo qualche altro attimo di silenzio.
Indossavo un semplice abitino a fiori rosa con delle semplici ballerine bianche.
Presi le chiavi e mi diressi all’uscita dell’hotel, in cerca di un taxi.
In seguito ad una ricerca durata come minimo due quarti d’ora, durante la quale il caldo mi aveva pervaso e si potevano notare alcune gocce di sudore scivolare dal mio collo, trovai, se dio aveva voluto, un taxi.
Diedi l’indirizzo di casa Wesley e mi misi le cuffie.
 
Does anybody miss that?
Having lunch in the park.

Hold my hands in the dark.

What happened to that old school love?
 
-Signorina?- il taxista aveva l’espressione leggermente agitata, segno che non doveva essere la prima volta cercando di svegliarmi da un apparente stato di ibernazione all’interno della musica.
-Scusi?- chiesi confusa.
-Siamo arrivati, ecco, vede?- mi indicò la casa di Paul.
La scorsi con l’occhio e collegai le cose.
Ero arrivata a casa sua. Nulla di che. Perché tutto questo nervosismo?
-Oh.- sbattei le palpebre velocemente un paio di volte e gli allungai una banconota da cinquanta dollari.
-Niente resto.- gli dissi, gentilmente, sorridendo stanca.
-Grazie, davvero.- sorrise a sua volta. Era un simpatico uomo sulla quarantina e aveva due occhiaie ben visibili.
Probabilmente lavorava molto, probabilmente aveva dei figli da accudire, probabilmente la madre. Probabilmente non aveva una vita agevolata. Quel gesto mi sembrò la cosa migliore da fare in quell’istante. So come ci si sente ad essere così stanchi. Anche quell’uomo doveva esserlo.
Dopo qualche minuto mi accorsi di essere ancora all’interno della macchina color giallo, una mano poggiata sulla maniglia della porta socchiusa.
Mi ripresi ed uscii.
Prima di poter chiudere la porta, potei sentire quel simpatico uomo, che un tempo doveva essere stato davvero un bel ragazzo, dirmi “E comunque ha una bella voce, signorina, complimenti” e non potei far altro se non arrossire e sorridere.
-G..grazie.- dissi con ormai la macchina in lontananza.
Mi avviai lungo il vialetto della casa che mi stava di fronte e estrassi dalla tracolla una piccola chiave rifinita in rosa –tipico.
Aprii la porta principale sospirando e.. niente.
Non c’era nessuno al suo interno.
-Paul? Ci sei?- provai a chiedere, più volte, pur sapendo che non avrebbe funzionato; perché non c’era nessuno. N E S S U N O.
Dove cazzo era il mio fidanzato di sabato pomeriggio?
QUEL SABATO POMERIGGIO.
Sentii una strana vibrazione provenire da una qualche parte del mio corpo ed impiegai svariati secondi per capire che si trattava del mio telefono all’interno della tracolla.
-Sofi, sai per caso dove si trova..- cominciai a chiedere leggendo il nome sul display dello schermo.
-..Paul? Sì, lo so.- mi disse con voce affannata.
Aveva corso?
-Hai corso?- chiesi con un tono divertito ed un sopracciglio alzato.
-Sì. Per tutta casa Somerhalder. Per cercare di recuperare le bottiglie di alcool che i nostri fidanzati stanno usando per ubriacarsi.- rispose seria.
-Cosa cazzo stai dicendo?-
-Sto dicendo che i nostri fidanzati sono più depressi di noi perché, sì, si sono dati all’alcool per dimenticare che questo è l’ultimo fine settimana.-
-Arrivo.- mi limitai a rispondere.
-Ecco, brava.- sentii dire, velocemente, mentre chiudevo la chiamata.
Adesso. Come minchia ci arrivavo a casa di Ian?
In quelle strade non passavano taxi.
Contando che casa di Ian era tre strade a fianco, l’unica soluzione che mi rimaneva era quella di camminare.
L’idea non era molto piacevole, ma mi scoprii in grado di arrivare in soli 15 minuti ed, in un primo momento, fui soddisfatta di me stessa.
Suonai il campanello della casa dalla quale fuoriuscivano strani rumori e mi ritrovai Sof con i capelli scompigliati e mezzi vestiti fuori posto?
-Ti hanno stuprata?!- chiesi ridendo e piegandomi per permettere di respirare.
-Divertente.- rispose acida lei.
Si scostò leggermente dalla porta per mostrarmi il soggiorno della casa e non vidi altro se non una confusione colossale.
-CHE MINCHIA SUCCEDE QUA? PAUL?!- cadde un silenzio di tomba.
Vidi spuntare la testa del mio ragazzo dall’arco che stava in fondo al corridoio che separava –immaginariamente- il soggiorno dalla sala da pranzo e dalla cucina.
-A.. amore?- chiese con gli occhi in lacrime.
-Sì, sono io.- dissi moderando la mia voce ed addolcendomi.
-Non mi lascerai, vero? Non te ne andrai con altri ragazzi in Italia, no? Non ti scorderai di me, giusto? Ti prego, non mi abbandonare, non voglio perderti.- non mi diede nemmeno il tempo di rispondere che subito si gettò fra le mie braccia e cominciò a stringermi a sé,  farmi volteggiare, ed a baciarmi –con quella bocca che sapeva, decisamente troppo, di birra.
Lo trascinai sul divano e lo abbracciai forte.
Cominciai a piangere pure io, cercando di tranquillizzarlo, invano.
Fanculo tutto.
Io ho bisogno di bere.
Afferrai una bottiglia di un qualche alcolico a me sconosciuto e bevi per qualche minuto senza staccarmici. Questa sarà una lunga serata.
 
Sabato notte.
Ore 10:13.
 
L’obbiettivo principale era quello di salvare Paul ed Ian dalla loro pazzia, non di prendere a braccetto la loro filosofia.
Ian ubriaco non era una buona cosa.
Sofia ubriaca non era una buona cosa.
Paul ubriaco con un computer in mano alla ricerca di qualche gioco “divertente” da fare tutti assieme non era una bella cosa.
Io ubriaca e depressa non ero una bella cosa.
Dopo una ricerca accurata sul web, Paul se ne venne fuori con uno strano gioco inventato da lui. UN MIX DAVVERO STRANO.
Twister. Spogliarello. Gioco della bottiglia.
Avremmo dovuto giocare a twister.
Dopodiché chi avesse perso avrebbe dovuto togliersi un indumento, girare la bottiglia ed una specie di ruota della fortuna creata sul momento per decretare cosa avresti dovuto fare con la persona sorteggiata.
Dopo ben 8 round, durante i quali avevamo fatto rientrare in gara chiunque, con una scusa, per non perdere il divertimento del gioco, toccò a me perdere.
-Ehi, si vede il culo della mia ragazza.- disse d’un tratto, ingenuamente, Paul.
Mi misi a ridere e non potei evitare la mia caduta.
-Brenda ha perso, lei ha perso, adesso ha perso Brenda.- cantilenava Ian, completamente andato, come un bambino.
-Dai, gira, Breen!- mi intimò la mia migliore amica, indicando la “ruota della fortuna”.
GIRA. GIRA. GIRA.
Bacio. Per 1 minuto intero.
Era il turno della bottiglia.
GIRA. GIRA. GIRA.
…..Ian.
MERDA.
Al posto dei soliti ‘uhuhuh’ di sottofondo che mi sarei ritrovata se fossi stata in una situazione, mi ritrovai nel bel mezzo della confusione di quel silenzio veramente troppo pesante.
-Ehm…- guardai prima Paul, mordendomi il labbro inferiore, e poi Sofi, cercando di decifrare la sua espressione.
Dopo quel round decidemmo che era il momento di concludere quel gioco.
Ci scolammo qualche altra bottiglia di acolici prima di cadere in un sonno profondo, come dei bambini, sul letto matrimoniale.
La mattina dopo mi svegliai con un emicrania apocalittica.
Mi sarebbe piaciuto dire si aver passato un ultimo sabato, negli Stati Uniti, memorabile.
Peccato ricordassi poco o nulla.
STUPIDO ALCOOL.
____________________________________________________________
Questo capitolo, a mio parere, non ha alcun senso. N O S E N S E.
Credo sia più che altro un qualcosa di transizione, perché, sì, belli, stiamo arrivando alla conclusione di questa bella vacanza. çwç
Spero che questa merdina qua vi sia piaciuta.
 
Ce la facciamo ad arrivare a dieci recensioni? Sarebbe magnifico. *°*

Mi scuso per il ritardo ASSURDO, ma non scrivo molto ultimamente, e quindi.. insomma, l’importante è che adesso ho scritto. Che mi dite, ho perso la mia abilità di “scrittrice” o ce l’ho sempre?
Love ya.

BreenWesley.



    

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