UNA NUOVA SFIDA

di Paolez
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Sorpresa alla stazione ***
Capitolo 2: *** La sfida ***
Capitolo 3: *** Kaory non mi lasciare ***
Capitolo 4: *** Una chiamata inaspettata ***
Capitolo 5: *** La resa dei conti ***
Capitolo 6: *** Un dolce finale ***



Capitolo 1
*** Sorpresa alla stazione ***


Era una soleggiata giornata d’aprile e come tutte le mattine Kaory stava andando alla stazione di Shinjuko per vedere se c’erano delle proposte di lavoro. “Speriamo di essere fortunati! ” pensava lei “è già più di un mese che siamo senza lavoro e ovviamente è tutta colpa di quello scansafatiche di Ryo che non ne vuole sapere di lavorare per gli uomini! Ma adesso glielo faccio passare io questo vizio, con le buone o con le cattive!” e soltanto osservando le espressioni spaventate della gente capì che istintivamente aveva preso in mano uno dei suoi formidabili martelli con su scritto “Dopo il mio trattamento vedrai le stelle anche di giorno!”. Poco dopo arrivò davanti alla lavagna e cominciò a scorrere i vari messaggi alla ricerca delle tre lettere che sperava di vedere scritte fra gli annunci. -Vediamo un po’..- disse –Qualcosa c’è!- esclamò ad un tratto –Speriamo sia lavoro..- ma ben presto questo suo entusiasmo svanì. Infatti il messaggio diceva “XYZ ti aspetto per una sfida domani alle 16,00 nel palazzo in costruzione vicino al porto. Non mancare! Rey Otako” -O mio dio!- disse Kaory –Devo subito dirlo a Ryo!- e così tornò velocemente a casa sua. Appena entrò nell’appartamento cominciò a chiamare il suo socio –Ryo!- gridò –Ryo, dove sei?- Non ricevendo risposta corse verso la stanza del partner e appena vi giunse davanti spalancò la porta. Ryo era svaccato sul letto che abbracciava il cuscino e russava fortemente. –Non ci posso credere!- gridò Kaory –Sono le 11 passate e tu stai ancora dormendo? Ma non ti vergogni nemmeno un po’?- ma Ryo non diede segno di aver sentito, anzi, strinse ancora di più il cuscino, mugugnando soddisfatto. E questo non fece altro che far aumentare la rabbia di Kaory, che esasperata urlò –Brutto fannullone! Alzati subito! Ti devo parlare- e così dicendo afferrò le coperte e le gettò ai piedi del letto. -Accidenti Kaory!- piagnucolò allora Ryo –possibile che tu non abbia imparato ad essere un po’ più fine osservando le altre ragazze? Sei sempre la solita manesca! Come sarebbe bello essere svegliato dal bacio della mia dolce Miky..- non ebbe il tempo di aggiungere altro che si ritrovò seppellito da un martello da 1000 t. -Brutto idiota! Ti ricordo che Miky è felicemente sposata!- gridò Kaory –Sono persino troppo buona con te. Non meriti niente! Comunque ho detto che devo parlarti-. Intanto Ryo era riuscito a liberarsi dal martello e si stava rialzando. –Non ora- disse –Adesso voglio fare colazione. Sono affamato. Vai a prep…- *SBONG!* Non ebbe il tempo di finire la frase che si ritrovò conficcato nel muro da un enorme kompeito. -Ma che colazione!- gridò Kaory – E’ quasi ora di pranzo! E in più di devo dire una cosa. Prima sono andata alla stazione per vedere se c’era un incarico, ma invece di un lavoro ho trovato una sfida per te- -Di nuovo! E chi sarebbe questa volta il pazzo che vuole sfidarmi?- -Un certo Rey Otako- -Che cosa?- disse Ryo diventando improvvisamente serio. -Lo conosci?- chiese la socia. -E’ un killer professionista. Gode di molta fama qui da noi.- -E cosa vuole da te?- -Vedi, prima che io diventassi lo sweeper n.1 del Giappone, Rey era il killer più temuto del Paese. Era conosciuto da tutti per la sua abilità nel muoversi. Infatti riusciva a spostarsi senza produrre il minimo rumore. Poi un giorno decise di sfidarmi perché avevo ucciso uno dei suoi uomini. Non era una persona leale e infatti quando giunse il momento di estrarre le pistole lui ne impugnò due. Subito rimasi spiazzato, ma fortunatamente mi ripresi subito e, nonostante il suo vantaggio, riuscii a sconfiggerlo e con un colpo lo raggiunsi ad una tempia, accecandolo da un occhio. Da quel giorno non si era più fatto vedere, era letteralmente scomparso,ma vedo che ora è ritornato. Probabilmente vorrà vendicarsi e farmela pagare per quello che gli ho fatto- Ci fu un attimo di silenzio. Poi Kaory parlò –Che cosa intendi fare?- -Ma è ovvio- rispose sicuro Ryo –Accetterò la sfida e lo sconfiggerò!- -Ma può essere molto pericoloso!- protestò la socia. -Cos’è, non hai più fiducia in me?- chiese offeso lo sweeper. -Certo che mi fido di te! Solo che da come ne parli…- -Tranquilla, non ho certo paura di lui. E poi l’ho già battuto una volta. Vedrai, sarà un gioco da ragazzi. Sono o non sono il migliore?- disse battendosi un pugno sul petto. -Come vuoi, ma allora verrò anch’io- disse prontamente Kaory. -Non se ne parla nemmeno- esclamò Ryo –Non voglio che tu corra pericoli inutili. Ho promesso a Maki di proteggerti. Se ti succedesse qualcosa non mi perdonerebbe mai- -Adesso non tirare fuori la storia della promessa fatta a mio fratello. Non accetto discussioni. Siamo colleghi ed è giusto che venga con te allo scontro. E poi….- aggiunse guardandolo birichina –non avevi detto che era un gioco da ragazzi?- -Tsè..fai come vuoi- disse lo sweeper girandosi di spalle –Non provo neanche a farti cambiare idea perché sarebbe tutto tempo sprecato. Quando ti metti in testa una cosa sei più testarda di un mulo. Dove e a che ora avverrà la sfida?- -Alle 16 in punto nel palazzo in costruzione vicino al porto- -Molto bene, non mancherò- La giornata passò tranquilla. Ryo trascorse tutto pomeriggio sdraiato sul divano a “studiare anatomia” con le sue riviste in mano, mentre Kaory andò da Miky per parlare un po’. -Allora Kaory, qual buon vento ti porta qui?- chiese la bella barista mentre offriva un caffè all’amica. Lei le racconto della sfida e appena pronunciò il nome di Rey Otako Umibozu si intromise nella conversazione. -Cosa?-chiese l’ex mercenario –Hai detto Rey Otako?- -Sì- disse la sweeper –lo conosci anche tu? Ryo mi ha detto che era un osso duro- -E’ vero e sarà meglio che quel fannullone non lo sottovaluti. Ho sentito dire che da quando Ryo lo ha battuto non ha pensato ad altro che alla vendetta- -Capisco- disse allora Kaory –Appena tornerò a casa lo avvertirò- La ragazza rimase ancora un po’ a chiacchierare con l’amica, poi andò a fare la spesa ed infine tornò all’appartamento. Data l’ora tarda si mise subito a preparare la cena e, appena ebbe apparecchiato la tavola chiamò il socio –Ryo, la cena è pronta- non ricevendo risposta lo chiamò di nuovo –Ryo! Ma dove si sarà cacciato!?- Lo trovò in camera sua che stava pulendo la sia fedele Phyton -Ryo- disse lei dalla porta –se non ti muovi…- ma no finì la frase –Ryo..- lo sguardo del ragazzo era triste e malinconico. La ragazza non lo aveva mai visto così. -Va tutto bene?- gli chiese avvicinandosi -No, affatto- rispose lui senza smettere di lucidare la canna della pistola –Devo ammettere che sono molto preoccupato..- Kaory eliminò la distanza che li separava e gli mise una mano sulla spalla -Forse sarebbe meglio se non andassi alla sfida di domani- gli disse dolcemente la socia –In fondo anche il migliore degli sweeper può avere paura. In più Umibozu ha detto che quel Rey Otako è molto pericoloso e che in tutti questi anni non ha fatto altro che pensare alla vendetta..- -Eh? Ma che centra Otako adesso. Sai, temo che Saeko non mi pagherà tutti i mokkori che mi dev..- *SBONG!* Non ebbe il tempo di finire la frase che si ritrovò conficcato di 20 cm nel muro da un martello di 1500 t lanciatogli da Kaory. -Sei un cretino!- urlò la partner colma d’ira –E io che mi preoccupavo per te. Sei veramente senza speranza!- -Ti chiedo scusa dolce Kaory-chan- disse Ryo con i goccioloni agli occhi mentre si massaggiava la testa –Volevo solo sdrammatizzare..- -Sdrammatizzare un corno! Non so perché continuo a sopportarti..- e avviandosi verso la porta aggiunse –Su, muoviti o stasera niente cena!- a quelle parole Ryo corse in cucina alla velocità della luce, facendo quasi cadere Kaory quando le passò accanto.

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Capitolo 2
*** La sfida ***


Ryo mangiò velocemente e appena ebbe finito si diresse in camera sua senza dire una parola. Questo suo comportamento stupì non poco Kaory che non sapeva più che pesci pigliare. Durante la cena sembrava pensieroso e, nonostante i suoi tentativi di nascondere il suo stato d’animo alla partner non era sfuggita la sua espressione preoccupata, ma comunque decise di non fare domande. Conoscendo bene il carattere del socio sapeva che le avrebbe detto che si stava sognando tutto e di non rompere le scatole. Così, dopo avere sistemato la cucina se ne andò in camera sua, non prima di aver lanciato un’occhiata preoccupate alla porta della camera di Ryo. Nel frattempo lo sweeper si era coricato sul letto e,con le braccia incrociate dietro la testa, fissava il soffitto con aria pensierosa. Era tutto il giorno che pensava alla sfida. Questa volta non era sicuro di farcela. Rey Otako era molto forte e lui non sapeva se sarebbe stato alla sua altezza. È vero, lo aveva già battuto una volta, ma ciò nonostante non riusciva a darsi pace. Anche quando stava pulendo la pistola stava ripensando a questo, ma non aveva voluto dire niente a Kaory par non farla preoccupare e così, come al solito, l’aveva fatta arrabbiare. Kaory. La SUA Kaory. Era soprattutto per lei che si preoccupava. Il fatto che la socia avesse deciso di venire alla sfida con lui lo aveva preoccupato ancora di più. Non gli importava di morire, ma non voleva che a lei venisse fatto del male. Avrebbe fatto qualunque cosa per impedirlo. Ormai per lui lei era indispensabile, come l’ossigeno. Non sarebbe riuscito a vivere senza la sua partner. Ora ne era certo: l’amava. Si, questo era proprio amore con la A maiuscola. Si sentiva come un moccioso alla sua prima cotta. Tutte le volte che le passava vicino la tentazione di prenderla tra le braccia e baciarla era sempre più grande e rimanere impassibile quando lei gli sorrideva stava diventando impossibile. In questo ultimo periodo era stato più volte sul punto di rivelarle i suoi sentimenti, ma il suo stupido orgoglio glielo aveva sempre impedito. Eppure basterebbero due semplici parole per renderli felici.. Il pomeriggio seguente Ryo e Kaory si diressero nel luogo dell’appuntamento e durante il viaggio nessuno dei due aprì bocca. Giunti alla loro meta scesero dalla macchina ed entrarono nel buio palazzo. Appena varcarono la soglia vennero accecati da delle luci accese all’improvviso e subito udirono il riecheggiare di una gelida risata. Davanti a loro si trovava un uomo sulla trentina, abbastanza alto, con i capelli corti e scuri e due fessure al posto degli occhi. Un ghigno malvagio gli incurvava le labbra e in mano teneva un telecomando. -Ben arrivati!- esclamò lui –Vi stavo aspettando- -Rey Otako- disse Ryo scrutandolo. -In carne ed ossa. E molto che non ci vediamo, vero Saeba? Sai non vedo l’ora di farti assaggiare i miei proiettili di piombo- -L’importante è crederci, Otako- ribatté ridendo lo sweeper – non ti sarà tanto facile sconfiggermi da solo. Sono un osso duro sai e non ho nessuna intenzione di farmi battere da te- -E chi ti ha detto che sono solo?- e, dicendo questo, schioccò le dita. Subito sbucarono fuori da dietro alcune casse decine di uomini armati e, premendo un pulsante sul suo telecomando, Rey chiuse le porte dietro agli sweeper. -Non sono mica così sciocco da sfidare il grande City Hunter senza aver la certezza di vincere. E poi non ho intenzione di sporcarmi le mani. Lascerò il compito ai miei uomini. Ah..ah..ah.. per mettervi nella tomba dovranno usare il cucchiaino. Forza, attaccate!- e detto questo i suoi scagnozzi iniziarono a sparare contro di loro. Ryo rispose subito al fuoco e, afferrando Kaory per un braccio, la trascinò dietro ad una colonna, per evitare che venisse colpita. -Resta qua dietro e non ti muovere- le disse il partner preparandosi a ritornare all’attacco. -Aspetta!- gridò lei. -Cosa c’è?- chiese lui voltandosi. -Fai attenzione- -Stai tranquilla e rimani nascosta- e detto questo si buttò nella mischia ricominciando a sparare. Dopo poco tempo aveva fatto fuori la metà dei nemici e adesso puntava la pistola contro Otako. -La prossima volta scegliteli meglio gli uomini- gli disse Ryo –sono delle mezze calzette- -Ne sei sicuro?- domando Rey e subito arrivarono due suoi energumeni che tenevano ferma Kaory per le braccia. -Lasciatemi andare!- gridava lei dimenandosi con tutte le sue forze. -Kaory!-disse Ryo appena la vide. -Non avrai mica pensato che l’avrei lasciata stare, vero?- domandò Otako e iniziò a ridere. –Devo dire, però, che è proprio un bel bocconcino. Hai ottimo gusto in fatto di donne, Saeba- e così dicendo accarezzò una guancia della sweeper, facendola rabbrividire di disgusto a quel contatto. -Non la toccare, lurido porco!- ringhiò Ryo, cercando di non essere sopraffatto dall’ira. -Oooh..come siamo suscettibili.. Avanti! Ora butta la pistola o le farò un bel buco in bezzo alla fronte- -Non lo fare Ryo!- gridò la ragazza –Non pensare a me. Sparagli subito!- Ryo la guardò per un attimo e poi riportò la sua attenzione su Rey Otako. Lo fissò per un istante, ma infine lasciò cadere la sua pistola a terra. A quel punto un uomo con una spranga in mano gli arrivò di corsa alle spalle e lo colpì violentemente alla testa, facendolo cadere sulle ginocchia. -Ryo!- gridò Kaory terrorizzata dalla piega che stava prendendo la situazione. Due uomini andarono verso lo sweeper e lo tirarono su, immobilizzandolo. -Come vedi i ruoli si sono capovolti- gli disse Otako prendendo una pistola che gli veniva sporta da un suo scagnozzo e puntandola su Ryo. –Oggi finirà la leggenda di City Hunter e inizierà la mia. E’ stato anche più facile del previsto. Devi proprio tenere molto a questa donna- disse voltandosi verso Kaory, che non riusciva a credere a quello che stava succedendo. –Non devi preoccuparti per lei. Quando ti avrò ucciso mi divertirò un po’ io con la tua bella socia. Vedrai, non avrà il tempo di pensare a te. La farò diventare la mia schiavetta. Cosa ne pensi dolcezza?- chiese poi rivolto a Kaory –Mai!- rispose decisa la ragazza –E non mi chiamare dolcezza!- -Io ti chiamo come mi pare e piace, hai capito?- disse schiaffeggiandola -Lasciala stare!- gridò Ryo –Non osare torcerle un capello, stronzo!- -Altrimenti cosa mi fai, eh? Non ti sei accorto in che posizione sei? Mi fai quasi pena. Comunque è meglio che ti uccida subito così prima finisco con te prima posso andare a divertirmi con la tua amichetta. Addio!- e detto questo caricò la pistola. -No!- gridò Kaory e, ribellandosi con tutte le sue forze riuscì a liberarsi dalla potente presa dei due gorilla e subito corse verso Ryo, mettendosi davanti a lui. In quel momento partì un proiettile.. Subito Kaory sentì un dolore lancinante attraversarle il colpo ma poi più nulla..

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Capitolo 3
*** Kaory non mi lasciare ***


Era avvenuto tutto in un lampo: Kaory che urlava, si liberava dalla presa degli uomini di Otako, gli correva incontro e poi…poi la tragedia! Il rumore di uno sparo, Kaory che cade a terra svenuta in un lago di sangue… Era questo che aveva visto Ryo e alla fine si era sentito morire. -Kaory!- gridò disperato –Parlami, ti prego!- ma non ottenne risposta. -Dannazione!- imprecò Rey –Ho sprecato un colpo e ho perso anche una schiava. Vabbè, pazienza. E ora preparati Saeba, è arrivato il tuo turno. Ora non ci sono più donne a proteggerti. E poi dovresti essere contento perché riabbraccerai la tua cara socia molto presto. Ah..ah..ah..- e detto questo caricò nuovamente la pistola. Stava per sparare quando Ryo, accecato dall’ira stese gli uomini che lo trattenevano e recuperò la sua magnum. Subito la puntò verso Otako e sparò, colpendolo in pieno petto. Velocemente riuscì ad uccidere i nemici rimasti e, quando anche l’ultimo morì, corse verso Kaory. La voltò verso di sé e sentì qualcosa di caldo bagnargli le mani. La ferita sanguinava sempre più e Kaory era pallidissima. -Kaory!- la chiamò –Rispondimi, ti prego!- La ragazza aprì lentamente le palpebre -Ryo- disse con un filo di voce –stai bene, meno male! Temevo di non essere arrivata in tempo- -Ma sei impazzita?- gridò lui –Non dovevi metterti in mezzo! Quella pallottola era indirizzata a me- -Ti prego, non ti arrabbiare. Ho fatto solo quello che tu fai per me tutte le volte- -Ma perché Kaory?- -Perché ti amo Ryo e non potrei vivere senza di te- e mentre diceva ciò accarezzo una guancia del partner. Ryo le afferrò la mano, ma la sentì scivolare via. Infatti la sweeper era molto debole e così svenne quasi subito. -Kaory!- gridò –Non mi lasciare, ti prego. Io ho bisogno di te. KAORYYYYYYYYYYYYYY!- ma la ragazza non accennava a riprendersi. Allora lui la prese in braccio e la portò velocemente all’ospedale. Lì la ricoverarono d’urgenza e Ryo rimase ad aspettare di fronte alla sala operatoria per tutto il tempo. Un medico si accorse che la sua ferita alla testa sanguinava e gli disse che era meglio disinfettarla, ma lui non ne voleva sapere, così ci mise sopra solo un po’ di ghiaccio. Gli faceva male, ma non gli importava. Tutti i suoi pensieri erano rivolti a Kaory. Era così agitato che non aveva neanche avvisato i loro amici. Comunque sapeva che Saeko ne sarebbe venuta a conoscenza. Appena il chirurgo uscì dalla sala operatoria, Ryo corse verso di lui e subito si informò sulle condizioni della partner. -Lei è un parente della signorina Makimura?- chiese il medico -Vive con me- -Bene, signor..- -Saeba, Ryo Saeba- -Bene signor Saeba. L’operazione è andata perfettamente, non ci sono state complicazioni e siamo riusciti ad estrarre la pallottola con successo. Parò la paziente ha perso molto sangue ed ora è in coma. Non sappiamo quando e se si risveglierà- Ryo non ci poteva credere. Kaory in coma? No, non poteva essere vero; era solo un brutto sogno e tra poco si sarebbe svegliato. Ma purtroppo sapeva bene che quella era la realtà. Non poteva neanche immaginare una vita senza Kaory, senza il suo angelo. Perché, perché era successo proprio a loro!? Dopo qualche attimo di silenzio lo sweeper si riprese. -Posso fare qualcosa per aiutarla?- domandò -L’unico consiglio che posso darle è quello di parlarle il più possibile in modo da invogliarla ad aprire gli occhi. Ora l’ hanno portata nella stanza 312 al secondo piano- -Molto bene, allora andrò subito da lei. Grazie di tutto dottore- -Non mi ringrazi, è il mio lavoro. Ha intenzione di restare qui stanotte?- -Sì- -In questo caso le farò preparare un letto nella stanza della sua amica- -Non ce ne bisogno. Tanto non riuscirei a chiudere occhio sapendola in quelle condizioni- -Come preferisce- e detto questo il medico se ne andò. Ryo si diresse immediatamente verso la stanza della socia. Appena vi entrò la scena che vide gli fermò il cuore: Kaory era sdraiata su di un letto ed il suo pallido volto era illuminato dai deboli raggi del sole che filtravano attraverso le tende della finestra che le si trovava di fianco. Si avvicinò a lei, si sedette su di una sedia lì vicino, le prese la mano ed iniziò a parlarle -Kaory, svegliati, per favore. Non puoi lasciarmi, lo sai che senza di te io sarei perso. Sei una ragazza forte e devi reagire. Non sai quanto mi fa soffrire vederti in questo letto, in bilico tra la vita e la morte. È come se avessi una spina nel cuore. Non voglio che questo sia il mio ultimo ricordo di te, perché tu sei sempre piena di energie, allegra, solare, con tanta voglia di vivere..- si interruppe e guardò fuori dalla finestra. La sua voce aveva iniziato a tremare. -Ryo, Ryo!- Il ragazzo si voltò. Kaory aveva iniziato a parlare nel sonno ed era molto agitata. -Non te ne andare Ryo, ti prego!- -Sono qui, Kaory- la rassicurò lui, stringendole ancora più forte la mano. -Ryo, non mi lasciare!- -Stai tranquilla, non me ne vado- In quel momento la ragazza si calmò e smise di parlare. Ryo era sconvolto per tutto quello che stava succedendo. Era colpa sua se Kaory ora rischiava di morire. -Kaory- disse lui disperato più che mai –se tu non sopravvivrai io mi toglierò la vita. Ma ti prego, svegliati! Sei troppo importante per me e non voglio perderti- Guardò il viso della socia e gli tornarono in mente tutti i bei momenti passati con lei, i suoi pranzetti, i suoi sorrisi.. Chiuse gli occhi e si voltò.. Al solo pensiero che forse non avrebbe più potuto specchiarsi nei suoi meravigliosi occhi nocciola, gli veniva voglia di gridare al mondo il suo dolore. No! Non poteva finire così! Si voltò nuovamente verso Kaory. Dio, anche in quel letto d’ospedale era bellissima. Non avrebbe mai potuto vivere senza di lei. Era tutta la sua famiglia, tutto il suo mondo. Grazie a lei aveva ricominciato a vivere, aveva compreso il significato della parola amare e ne aveva subito gi effetti. Più osservava Kaory, più desiderava baciarla, coccolarla, fare l’amore con lei.. E senza nemmeno rendersene conto si alzò, si chinò verso di lei e la baciò lievemente sulle labbra. Poco dopo entrò un’infermiera e gli diede una tazza di caffè. Vedendolo così stanco e sconvolto gli consigliò di andare a dormire, ma lui non volle sentire ragioni. -Deva amarla davvero molto- disse infine la donna -Sì- rispose Ryo –è tutta la mia vita- -E’ difficile trovare una persona che ami così tanto qualcuno. La sua ragazza è veramente fortunata- e senza dare il tempo a Ryo di ribattere se ne andò. Lo sweeper bevve con piacere il caffè. Era distrutto, la testa gli faceva un male tremendo e il ghiaccio ormai si era sciolto. Ciò nonostante rimase a vegliare Kaory senza chiudere occhio. Passarono due giorni senza che ci fosse alcun miglioramento. Più volte Miki, Umi, Mick, Kasue, Saeko e Reika erano venuti a vedere se c’erano delle novità e spesso avevano chiesto a Ryo se voleva un cambio, in modo che potesse andare a riposarsi, ma lui si era sempre rifiutato, dicendo che non poteva lasciarla e che se anche lo avesse fatto non sarebbe riuscito a chiudere occhio. La mattina del terzo giorno lo sweeper era vicino al letto della socia con il capo chino e ,come sempre, stava stringendo la sua mano, quando sentì pronunciare in suo nome. Alzò lo sguardo, pensando che Kaory stesse nuovamente delirando e invece incontrò gli occhi nocciola della partner. -Kaory!- esclamò lui al settimo cielo –Ti sei svegliata finalmente- -Per quanto sono rimasta incosciente?- domandò lei -Tre giorni- -Così tanto?- e si stropicciò gli occhi -Santo cielo, Ryo!- esclamò lei ad un tratto –Hai il viso così sciupato!- e gli mise una mano su una guancia –Non vorrai mica dirmi che sei sempre stato qua e che non hai chiuso occhio per tutto questo tempo!- -Dettagli- tagliò corto lui -Sarai sicuramente stanco morto. Vai a casa a dormire, ora sto bene- -Magari dopo. Prima devo andare a fare una cosa. Mi assenterò per un attimo, ma torno subito- -Ok, ma fai con calma- e così Ryo se ne andò. Tornò poco dopo e quando entrò nella stanza della socia aveva una mano dietro la schiena. -Ryo, hai fatto presto!- esclamò lei -Cosa ci fai fuori dal letto e per di più cambiata?- chiese lui per niente contento di quello che stava vedendo. Infatti Kaory stava rifacendo il letto e si era messa dei vestiti che Ryo le aveva portato quando era in coma. -Non mi piace stare coricata senza fare niente e tu lo sai. E poi la ferita non mi fa molto male- -Come vuoi, ma non ti affaticare, d’accordo?- -Va bene. Ma cosa hai dietro la schiena?- chiese incuriosita -Me ne stavo dimenticando. Ecco, sono per te- e detto questo le porse un bel mazzo di fiori. -Garofani bianchi!- esclamò lei stupita –I miei preferiti- -Lo so. Ho pensato che ti avrebbero fatto piacere- disse Ryo imbarazzato più che mai. -Ti ringrazio. Ma da quando sei così gentile?- -Io sono un perfetto gentiluomo!- esclamò lo sweeper con aria imbronciata, colpito nell’orgoglio e Kaory si mise a ridere. Al suono della sua risata cristallina Ryo si sciolse. Quanto le era mancata in quei terribili giorni.. Kaory mise i fiori in un bel vaso e dopo tornò dal partner. -Hai avuto un pensiero molto gentile- e detto questo gli diede un bacio su una guancia. Per fare questo aveva dovuto prendere tutto il coraggio che aveva a disposizione. Ryo rimase spiazzato dal gesto della socia. Questo era troppo anche per il suo ferreo autocontrollo. Si volto verso di lei e vide che aveva abbassato la testa, perché il volto era diventato rosso fuoco. Allora le mise due dita sotto il mento e le alzò il viso. In un attimo si chinò verso di lei e la baciò con tenerezza sulle labbra. Per una frazione di secondo Kaory rimase immobile, sbalordita da ciò che stava succedendo, ma poi face scivolare le sue braccia dietro il collo del ragazzo e rispose al bacio con ardore. Quando le loro bocche si separarono, Kaory fece sprofondare il suo volto nel petto di lui, riprendendo fiato. Ryo la strinse forte a sé e le sussurrò all’orecchio -Ti amo- La ragazza a quelle parole alzò la testa per incontrare lo sguardo pieno d’amore del partner -Anch’io- rispose poco dopo –infinitamente- Si baciarono di nuovo e rimasero abbracciati a lungo, desiderando che il tempo si fermasse. Ma purtroppo tutti i bei momenti hanno fine e infatti qualcuno bussò alla porta. Ryo si sciolse con riluttanza dall’abbraccio e Kaory andò ad aprire. Tutti i suoi amici erano venuti a trovarla. Miki la salto letteralmente addosso. -Kaory, non sai quanto i hai fatta preoccupare- disse tra le lacrime. Poi gli altri si avvicinarono ed iniziarono un’allegra chiacchierata.

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Capitolo 4
*** Una chiamata inaspettata ***


Era passata circa una settimana da quando Kaory era stata dimessa dall’ospedale. Ryo era sempre iperprottettivo. Non le lasciava fare niente e per questo litigavano spesso. E le martellate non erano di certo mancate! Lui continuava a ripeterle che il medico le aveva detto di stare a riposo per almeno 10 giorni perché altrimenti la ferita avrebbe potuto riaprirsi. E quella mattina stava avendo luogo l’ennesima discussione. -Allora non vuoi proprio capire!- stava dicendo Ryo –Quante volte te lo devo dire?! Devi stare a letto, non devi compiere il minimo sforzo o altrimenti ti sentirai male. Ti piace così tanto stare in ospedale?- -Non dire stupidaggini!- replicò la sweeper –Ti ho già detto che mi sento bene! Oggi voglio andare a preparare pranzo. Non ne posso più di mangiare quelle brodaglie che mi prepari tu!- -Grazie per il complimento e scusa se non sono un cuoco provetto!- -Ecco, visto che lo ammetti pure tu lasciami andare in cucina- -No, no e poi no!- In quel momento nelle mani di Kaory comparve un martello da 1000 t. -Allora Ryo- disse la ragazza con un sorrisetto sinistro –se non riesco a convincerti con le buone lo farò con le cattive- Si stava già preparando a sferrare il colpo, quando Ryo si buttò in ginocchio e, con le mani giunte sopra la testa cominciò a supplicare -No!!!- esclamò –I martelli no, ti scongiuro! Farò tutto quello che vuoi,ma riponi quell’arma, ti prego- La sweeper, allora, rinfoderò il martello e, con aria soddisfatta disse -Molto bene. Adesso io vado a preparare il pranzo e tu, intanto, te ne starai buono buono in salotto, siamo intesi?- -Certo, certo! Come vuoi tu, mia signora!- disse Ryo mettendosi sull’attenti. Felice del risultato ottenuto Kaory si stava dirigendo verso le scale, quando il socio la fermò. -Aspetta un attimo- le gridò. La socia alzò gli occhi al cielo e disse -Che cosa c’è ora?- -Non hai ancora pagato il pedaggio- -E che cosa sarebbe?- chiese un po’ stupita. Non ebbe il tempo di aggiungere altro che si ritrovò tra le braccia del partner. -Non lo immagini?-domandò lui con voce sensuale. Kaory fece scivolar le sue braccia intorno al collo di Ryo e sussurrò -Beh, si può fare- e subito si alzò in punta di piedi per ricevere un dolcissimo bacio dal suo amato. Poco dopo, mentre era indaffarata tra i fornelli, la ragazza si ritrovò a pensare ai grandi cambiamenti che erano avvenuti nel suo rapporto con Ryo negli ultimi giorni. A parte le litigate che c’erano ogni tanto, lo sweeper non faceva altro che dimostrarle quanto ci tenesse a lei e di quanto la sua presenza fosse indispensabile per lui. Passavano molto tempo a coccolarsi sul divano, a scambiarsi carezza e bacio appassionati. Dormivano nella stessa stanza anche se tra loro non era ancora avvenuto niente di carnale. Ryo si stava dimostrando estremamente paziente con lei e non faceva niente che lei non volesse. I suoi pensieri vennero interrotti dallo squillo del telefono -DRIIIIIN- -Ryo potresti rispondere tu?- chiese Kaory –Ho le mani occupate- -D’accordo- fece lui e, alzandosi dal divano alzò la cornetta -Casa Saeba, chi parla?- disse -Ciao Ryo- rispose una voce maschile all’altro capo del telefono -Questa voce…- -Ti ricordi? Abbiamo un conto in sospeso- -Rey Otako!- esclamò alla fine lo sweeper -Bene, vedo che non mi hai dimenticato- -Credevo fossi morto- -E invece ti sbagliavi- -Che cosa vuoi ancora da me?- -Non mi à andata giù la sconfitta della volta scorsa e ho deciso di vendicarmi. Tu e la tua socia avete i minuti contati- -Che cosa centra Kaory adesso?- chiese allarmato Ryo -Se lei non si fosse messa in mezzo a quest’ora non saresti vivo- rispose Otako –E poi se uccidessi la tua donna davanti ai tuoi occhi ti farei soffrire ancora di più e io non desidero altro che fartela pagare. Già mi immagino la scena..ah..ah..ah! ci vediamo questa sera alle 19,00 nel cantiere abbandonato vicino alla scogliera. No mancare- e interruppe la comunicazione. Ryo non riagganciò subito. Rimase un attimo immobile a fissare il vuoto. “Non è possibile!” pensò “Quel bastardo non può essere tornato! L’altra volta non mi sono preoccupato di verificare se era morto oppure no. Ero troppo impegnato a salvare Kaory.. Già, Kaory! Ora quel pazzo sa che stiamo insieme e la vuole uccidere per colpire me. Lo sapevo! Ho fatto male a confessarle i miei sentimenti. Ora c’è solo un modo per salvarle la vita…” -Ryo, mi vuoi rispondere?- La voce della socia lo riportò alla realtà. -Scusa Kaory- disse lui –Puoi ripetere la domanda? Ero soprappensiero- -Me ne sono accorta! Comunque ti ho chiesto chi era al telefono- -Nessuno- tagliò corto Ryo –Avevano sbagliato numero- -Beh, meglio così- Il pranzo si svolse nel silenzio più assoluto. Kaory si era accorta che il partner aveva qualcosa che non andava, ma si era detta che quando lui avrebbe voluto gliene avrebbe parlato. Finito di mangiare Kaory disse -Ora vado a fare compere con Miki. Tornerò per cena. Ti serve qualcosa?- -No, niente- rispose il ragazzo con noncuranza. Kaory se ne stava andando quando Ryo la richiamò -Kaory..- -Sì?- chiese lei. Ci fu un attimo di silenzio. -Divertiti- disse infine lo sweeper -Va bene. A più tardi- e se ne andò -Perdonami per quello che sto per fare- disse il ragazzo quando la porta si chiuse –ma lo faccio per il tuo bene-

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Capitolo 5
*** La resa dei conti ***


Erano circa le 18,00 quando Kaory tornò a casa con Miki. Purtroppo non sapeva che cosa l’aspettava. Chiacchierando allegramente con l’amica aprì la porta e ciò che vide la fece ammutolire: Ryo e Saeko erano abbracciati e si stavano baciando seduti sul divano. -Ryo!- gridò Kaory –Che cosa significa?- -Sei già arrivata?- chiese lui con noncuranza –Bèh? Non vedi che sono occupato?- -Esigo delle spiegazioni!- -Io non devo darti proprio niente. E ora levati dai piedi, mi stai disturbando- -Come puoi dirmi questo!- urlò la sweeper ormai sull’orlo delle lacrime –Avevi detto che mi amavi- -Dettagli. E poi quanto la fai lunga! È stata una scappatella come tante altre, né più né meno. Ti ricordo che io sono lo stallone di Shinjuko e che per me queste cose sono normali- A quelle parole Kaory non ce la fece più e scoppiò a piangere -Sei un uomo spregevole!- gridò –Pensavo che mi volessi bene!- -E invece ti sbagliavi- disse Ryo voltandosi per la prima volta verso di lei -Ti ho tenuto con me solo per la promessa fatta a Maki. Se fosse stato per me ti avrei già licenziata anni fa. Noi sai fare niente, ti metti sempre nei guai e mi costringi tutte le volte a venirti a salvare. Sono stufo! E ora, per piacere, lasciami in pace!- -Stai tranquillo, ti lascerò in pace per sempre! Me ne vado, così non dovrai più prenderti cura di un impiastro come me. Addio!- e detto questo se ne andò di corsa sbattendo la porta. Miki, che aveva assistito a tutta la scena senza dire una parola, aggredì subito Ryo -Ma che razza di uomo sei?- gridò al colmo della rabbia –Come hai potuto dirle quelle cose? Lei ti amava e tu le hai spezzato il cuore. Sei la persona più orribile e bugiarda che conosca! Perché l’hai trattata così?- Ryo rimase in silenzio, fissando il pavimento. -Allora? Mi vuoi rispondere?- -Perché la amo- disse infine Ryo –La amo da impazzire e non voglio che corra pericoli inutili- -Ma che diavolo stai farneticando?! Se l’amassi veramente non baceresti Saeko sotto i suoi occhi. E tu- disse poi rivolta alla poliziotta –dovresti vergognarti! Fare questo ad un’amica..- -Lei non ha colpa- la difese lo sweeper –non prendertela con lei- -Che cosa intendi dire?- -Forse è meglio che ti spieghi come stanno veramente le cose. Ha chiamato l’uomo che ha sparato a Kaory dicendo che voleva vendicarsi anche su di lei. Io non voglio metterla in pericolo e per questo ho chiesto a Saeko di mettere su questo spettacolo- -Subito io mi sono rifiutata- intervenne la poliziotta –ma poi Ryo mi ha convinta- -Così adesso Rey Otako non se la prenderà con Kaory e non le farà del male. Andando via da me lei potrà rifarsi una vita normale, dimenticarmi e vivere felice, lontano da questo mondo fatto solo di morte-. Detto questo si avviò alla porta -Aspetta- disse Miki –dove stai andando?- -La sfida contro Otako è fissata per oggi alle 19.00 nel cantiere abbandonato vicino alla scogliera- e così se ne andò. Nel frattempo Kaory era corsa nel parco e ora stava piangendo seduta su una panchina -Non credevo che Ryo potesse trattarmi così- singhiozzava –non lo perdonerò mai!- -Kaory- La ragazza, sentendosi chiamata alzò gli occhi e vide Miki e Saeko in piedi davanti a lei. -Tu!- disse la sweeper guardando la poliziotta con odio –Cosa vuoi ancora? Non ti è bastato quello che mi hai fatto? Io ti credevo un’amica..-Kaory stava urlando. Non si era mai sentita così male. Neanche quando era morto il suo amato fratello aveva sentito un dolore così profondo. Ryo era diventato tutto per lei: la sua famiglia, il suo migliore amico, ma soprattutto il suo più grande amore! Non aveva mai amato nessuno come amava lui. Quando Ryo le aveva detto di amarla si era sentita il cuore esplodere dalla felicità. Non ci poteva credere. Erano stati soci per 8 anni e lei non si era mai accorta dei sentimenti del partner. E ora capiva il perché. Lui non l’aveva mai amata! Era stata tutta una farsa. Quando lo aveva visto avvinghiato a Saeko si era sentita il cuore andare in frantumi. Le aveva sempre mentito e lei non si era mai accorta di nulla. Come aveva potuto essere così ingenua! E ora, come se niente fosse, quella puttana era lì davanti a lei, quasi volesse consolarla. Moriva dalla voglia di prenderla a pugni. E lo avrebbe fatto se non ci fosse stata così tanta gente intorno a loro. -Sparisci! Non voglio mai più vederti!- disse la sweeper rivolta a Saeko -Aspetta, non è come pensi- intervenne Miki -Cos’è, la difendi anche adesso?- -Ora stai calma e ascolta-. La barista le racconto tutto quello che era successo dopo che lei era scappata via, senza tralasciare il luogo in cui avrebbe avuto luogo la sfida,non pensando alle conseguenze. -Non ci posso credere- gridò Kaory alla fine – vi stava sicuramente mentendo!- -Non è vero Kaory, te lo posso assicurare- disse Miki –non lo avevo mai visto così sconvolto. Deve essere stato duro per lui mettere su tutto quello spettacolo e quando ti ha vista scappare.. i suoi occhi non erano mai stati così tristi. Ti prego Kaory, lo so che mi credi e sai bene quanto me che quello stupido non dice mai quello che pensa- -Forse hai ragione Miki e se quello che stai dicendo è vero ora si starà battendo contro Otako! Devo correre da lui- -Aspetta! È troppo pericoloso- cercarono di dissuaderla le due ragazze, ma Kaory se n’era già andata. Ryo si trovava faccia a faccia con Rey Otako -Vedo che non hai ancora imparato la lezione- disse lo sweeper uccidendolo con lo sguardo. -Questa volta andrà diversamente, te lo assicuro. Ma non vedo la tua ragazza. Dov’è finita?- -Kaory non è la mia ragazza ed ora non è più neanche la mia assistente- -Oh! Non dirmi che facendo così speravi di metterla in salvo. Povero sciocco! Quando avrò finito con te la troverò e non le farò passare dei momenti felici…o almeno per lei..ah ah ah!- Ryo strinse così forte la sua pistola che le nocche gli diventarono bianche. All’improvviso molti uomini armati si schierarono dalla parte di Otako. Erano circa il doppio rispetto a quelli della volta precedente -Come sei monotono!- disse Ryo –Non ti servirà a niente essere di nuovo accompagnato perché faranno la stessa fine degli altri- -Tu credi?- Una raffica di colpi partì dalle armi dei suoi scagnozzi, ma anche Ryo cominciò a sparare e, come era avvenuto al loro ultimo scontro, li uccise uno dopo l’altro. Intanto Kaory era arrivata al luogo dell’appuntamento ed era scesa dall’auto. Appena entrò vide decine di uomini morti ed ad uno di questi prese la pistola. -Sempre meglio essere armati- si disse. Quando i nemici furono tutti annientati Ryo si guardò intorno e vide che Otako era sparito. -Dove sei?- gridò –Non nasconderti come un topo di fogna, fatti vedere!- Sfruttando la sua grande capacità di muoversi senza far rumore, si avvicinò a Ryo e, appena gli fu abbastanza vicino, lo colpì alla testa con il calcio della pistola, nello stesso punto in cui era stato ferito con la spranga. Dal dolore Ryo cadde in avanti e perse la pistola. -Molto bene- disse Rey –è arrivato il momento della resa dei conti. Muori!- Nel cantiere riecheggiò il rumore di uno sparo… Con suo grande stupore Ryo riaprì gli occhi e vide Otako cadere a terra, morto, in un lago di sangue. Sollevò ancora di più lo sguardo e vide Kaory in piedi poco distante da lui e con la pistola fumante ancora in mano. Subito la sweeper gettò a terra l’arma e corse verso Ryo chiamandolo. Appena lo raggiunse si inginocchiò accanto al lui e lo aiutò ad alzarsi. -Va tutto bene?- gli chiese preoccupata vedendo il sangue che gli colava dalla ferita. -Che cosa ci fai qui?- chiese lui in tono brusco allontanandola da sé –Ti avevo detto di andartene- e si alzò. -Piantala di recitare!- replicò la ragazza –Miki mi ha detto tutto- -Accidenti a lei! Non sa mai tenere la bocca chiusa- -Perché devi sempre fare di testa tua? Non dovevi decidere tutto da solo senza dirmi niente! Perché lo hai fatto?- -Perché non volevo che tu corresti questo rischio a causa mia- Kaory si addolcì e gli si avvicinò -Io ho scelto di mia spontanea volontà questo lavoro, accettando tutti i rischi che comportava. L’unica cosa che voglio è stare con te. Ti prego, non mandarmi via- e il suo viso cominciò ad essere rigato dalle lacrime. Ryo, che odiava vederla piangere, l’abbracciò e lei fece sprofondare il volto nel petto dello sweeper. -Perdonami se ti ho fatto soffrire- disse lui –è solo che temevo per la tua incolumità. Non sai quanto mi ha fatto male doverti dire quelle cose e vederti scappare via piangendo. Ti amo Kaory! Non voglio che tu te ne vada e mi lasci solo- Lei sollevò lo sguardo e lo guardò negli occhi -Oh Ryo- disse infine. Lui le asciugò le lacrime salate che le rigavano le guance e la baciò appassionatamente. Rimasero abbracciati per un momento che a loro parve interminabile, ma infine Ryo disse -È ora di tornare a casa, socia- e prendendola per mano si incamminò verso la macchina.

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Capitolo 6
*** Un dolce finale ***


Quando giunsero nella loro abitazione Kaory corse subito in cucina per prendere del ghiaccio, in modo che Ryo potesse metterselo sulla testa. Appena la ferita gli fece meno male lo sweeper disse -Vieni un attimo in camera mia? Devo mostrarti una cosa- -Che cosa?- domandò lei incuriosita -Lo scoprirai tra poco- Così insieme si recarono nella stanza di Ryo. Quest’ultimo, appena varcata la soglia, si diresse verso il suo armadio dove prese una scatoletta. -Che cosa c’è lì dentro?- domandò la ragazza -È una sorpresa- rispose lui e le si mise davanti. –È un po’ che volevo chiedertelo, ma non ne ho mai avuto il coraggio- disse lo sweeper –ma ora è giunto il momento- e aprì la scatolina. Conteneva un magnifico anello di brillanti. Lei, alla sua vista, sgranò gli occhi. -Kaory- disse Ryo –vuoi sposarmi?- La ragazza era rimasta senza parole. Mai si sarebbe aspettata una cosa del genere, neanche nei suoi sogni più irrealizzabili. -Allora?- insistette Ryo che ormai stava sudando freddo. -Sì!- urlò lei gettandoglisi addosso –Sì, sì, mille volte sì!- Lo sweeper la allontanò leggermente da sé, le prese la mano sinistra e le infilò l’anello all’anulare. La ragazza osservò l’anello e disse -È stupendo. Non ho mai visto niente di più bello- -Io invece sì- replicò Ryo –e ce l’ho davanti agli occhi- Kaory alzò il viso e si senti infiammare sotto lo sguardo del socio -È il più bel complimento che tu mi abbia mai fatto e per questo meriti un premio-. Si alzò in punta di piedi e gli baciò lievemente la bocca, ma il partner la strinse forte a sé, approfondendo il bacio. Le leccò le labbra e lei le aprì, permettendo alla lingua di lui di entrare. Le leccò il palato, i denti, le gengive, facendo crescere sempre più in lei il desiderio di farlo suo. Poi, finalmente, le loro lingue si incontrarono, facendo vedere le stelle ad entrambi. Le mani di Kaory, intanto, erano scese fino alle spalle di Ryo e gli stavano sfilando la giacca. A quel punto lo sweeper interruppe il bacio e guardò la partner -Kaory, sei sicura?- chiese. Per tutta risposta lei si leccò le labbra in una maniera che eccitò Ryo fino all’inverosimile. Non resistendo più, il ragazzo attirò a se la socia trascinandola in un bacio ancora più coinvolgente del precedente. Poi prese a slacciarle i bottoni del maglioncino con una lentezza tale da far impazzire Kaory. Quando finalmente l’indumento si aprì lui fece scivolare le mani sotto il tessuto, sfiorandole la pelle. A quel contatto Kaory rabbrividì, trattenendo il respiro. Posandole le mani sui fianchi, Ryo si chinò e le baciò dolcemente i capezzoli ancora coperti da un reggiseno di pizzo nero. Kaory rovesciò la testa indietro e chiuse gli occhi, per godere ancora di più di quel momento. A piccoli passi raggiunsero il letto e lì Kaory cominciò a slacciare i bottoni della camicia di lui. Ryo la osservava, consapevole dell’eccitazione del momento. La luce proveniente dalla finestra le incendiava la pelle laddove era rivelata dal maglioncino aperto. Kaory gli slacciò il bottone dei jeans e gli sfilò la camicia dalle spalle. Poi lui fece scorrere la zip della gonna della partner verso il basso e, ben presto, anche quell’indumento finì a terra vicino agli altri. Ryo chinò il capo, la baciò fra i seni e aspirò profondamente il suo profumo, quasi vi volesse annegare. Poi riportò la sua attenzione sulle labbra carnose della socia e, baciandola, portò le mani dietro la schiena di lei, slacciandole il reggiseno. Le sfilò le spalline e lo fece cadere a terra. Il suo corpo era magnifico. Le sue gambe erano lunghissime e stupende, la vita era sottile e i suoi seni erano ancora più pieni di quanto lui si fosse immaginato. Ryo vi posò le mani e subito si chinò per baciarli, sentendo i capezzoli irrigidirsi al contatto con le sue labbra. Le mani di Kaory raggiunsero la cerniera dei suoi jeans. -Ti prego- sussurrò Ryo la prese in braccio e la stese sul letto. Kaory poi lo osservò mentre finiva di spogliarsi. Era bello come un dio: i bicipiti e i tricipiti scolpiti, il torace perfetto, le gambe muscolose… Era a dir poco fantastico. Con sua grande sorpresa si accorse di non provare nessuna vergogna: perché mai, si chiese, avrebbe dovuto vergognarsi di ciò che viene da una forza profonda, una forza che aveva risvegliato tanto i loro corpi quanto le loro anime e non conosceva né rimorsi né altra complicazione mentale? Lui le si inginocchiò accanto e Kaory tese la mano e la strinse attorno la suo sesso. Chinò il capo e lo sfiorò con le labbra in modo così meraviglioso che Ryo rabbrividì e fu costretto a serrare le palpebre per riprendere il controllo. Gli occhi di Kaory, quando lui osò guardarla di nuovo, erano scuri ed offuscati dallo stesso desiderio che Ryo riconosceva in se stesso. Kaory si scostò dal suo membro, si distese sul letto e sollevò i fianchi perché lui le sfilasse le mutandine. Ryo fece scivolare la mano sul morbido rigonfiamento di peluria sotto il tessuto e quindi le abbassò con dolcezza. Gli si rivelò un triangolo ambrato scuro, folto e profondo. Le sue estremità ricciute catturavano gli ultimi bagliori del crepuscolo. Ryo si chinò ed iniziò a baciarla intimamente. Il contatto della peluria con le sue guance ed il caldo, dolce profumo di lei lo stordirono, costringendolo a sollevare il capo ed ad appoggiarsi sui talloni per riprendere fiato e vederla nella sua interezza. Si guardarono, completamente nudi, lasciando che gli sguardi vagassero e si nutrissero del proprio incredulo, reciproco, sospeso desiderio. Il silenzio era invaso dall’appassionata sincronia dei loro respiri e la camera sembrava seguirne il ritmo come un gigantesco polmone. Ryo le accarezzo leggermente la cosce e Kaory le aprì senza alcuna esitazione. Allora lui si posizionò tra le sue gambe e lentamente la penetrò. Accogliendolo dentro di sé Kaory sentì sorgere dai lombi un’ondata calda e intensa che le percorse lentamente le membra fino a lambirle in cervello. Avvertì il suo gonfiore dentro di sé, la fluida unione delle loro due metà. Rabbrividì alle carezza di quella mani callose sui seni e aprì gli occhi per vederlo abbassarsi e baciarli. Seguì il percorso della sua lingua, avvertì i suoi denti stringersi attorno al capezzolo. Kaory si meravigliò di come quel corpo che non aveva mai visto prima di allora, quella pelle, quelle parti di lui che non aveva mai toccato potessero sembrarle così noti, così congeniali. Le labbra e la lingua di lui presero a percorrerle la cavità sotto il braccio, per poi spostare la loro attenzione al suo collo. Le spinte diventarono sempre più veloci e insieme raggiunsero l’apice, mentre i gemiti di Kaory venivano zittiti dalle labbra di Ryo che si erano posate sulle sue. Lei s’inarcò nel sua stretta e allo stesso tempo avvertì nei lombi una sconvolgente, lunga implosione che la percorse fino in fondo all’anima e raggiunse come un’ondata i recessi più lontani del suo corpo, riempiendo di lui ogni fibra del suo essere e trasformandoli in un’unica, indistinguibile entità. Ryo uscì dal suo stretto passaggio e le si coricò di fianco, abbracciandola. -Ti amo- le sussurrò, baciandole l’orecchio. -Anch’io, da morire- rispose Kaory prima di addormentarsi cullata dal respiro di lui.. Ryo si svegliò all’alba e subito sentì il calore di lei. Gli era distesa accanto, rannicchiata al riparo del suo braccio. Poteva sentirne l’alito tiepido e il dolce movimento dei seni a contatto con la sua pelle. La gamba destra di Kaory era posata di traverso sulla sua e la peluria del ventre gli solleticava la coscia. La palma della mano destra gli giaceva sul petto, appena sopra il cuore. Allora si chinò e la baciò lievemente tra i capelli. A quel gesto Kaory si mosse e lentamente aprì gli occhi. Appena si fu abituata alla luce sollevò lo sguardo e incontrò gli occhi di Ryo. Lui le sorrise in una maniera così dolce che la fece sciogliere. -Buongiorno- le disse con voce sensuale. -Buongiorno, dormito bene?- domandò lei -Come avrei potuto dormire diversamente con un angelo accanto?- Kaory divenne color porpora. Ryo sapeva essere così dolce quando voleva.. Non avrebbe mai potuto desiderare di meglio. -Ti ho fatto male?- chiese poi premuroso lo sweeper -Affatto- rispose sorridente lei. -Per fortuna- e si chinò a baciarla. –Che ne dici di andare a far colazione al Cat’s eye?- -Hai avuto un’ottima idea- Circa due ore dopo erano nel bar dei loro amici. Miki e Kaory erano nel retro e la sweeper stava raccontando tutto quello che era successo la sera prima, compresa la proposta di matrimonio. Mentre ne parlava i suoi occhi brillavano. -Sono felice per te- si congratulò la barista –Te lo meriti- -Grazie Miki, sono veramente al settimo cielo. Mi aiuterai con i preparativi delle nozze, vero?- -Ci puoi scommettere- Intanto Umi stava dicendo -Finalmente ti sei dato una mossa! Non ci speravamo più- -Chiudi la bocca scimmione- gli disse Ryo –Non sono affari tuoi- Poco dopo Miki e Kaory raggiunsero i loro uomini e insieme si misero a mangiare. Ad in tratto la campanella dal locale suonò e fecero la loro comparsa Mick, Kazue, Reika, Saeko, Kasumi ed il Doc. -Salve ragazzi- salutò quest’ultimo –Come mai ci avete chiamato?- -Ryo e Kaory si sposano- disse una raggiante Miki -CHE COSA?- gridarono in coro i nuovi arrivati. I due sweeper, che non si aspettavano di incontrare tutti i loro amici insieme, rimasero spiazzati. -Come puoi farmi questo?- urlarono Reika e Kasumi –Dovevi sposare me!- Ma il più sconvolto era Mick -NOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO!- disse correndo verso la futura sposa –KAORY è MIA!!!!!!!- e in men che non si dica si ritrovò sotterrato da due martelli, uno di Kaory e l’altro di Kazue e con una magnum puntata alla testa. -Tesoruccio?- gridò una Kazue alquanto alterata –Che cosa credevi di fare?- -Niente, amore mio- rispose Mick non proprio in piene forma -Avvicinati ancora una volta alla mia donna e ti riduco ad un colabrodo!- ringhiò Ryo -Ok, ok! Faro il bravo bambino- In quel momento Umi aprì dello spumante e tutti insieme festeggiarono, chi più, chi meno, i futuri sposi. Tre mesi dopo, in una piccola chiesetta nella periferia di Tokyo, due vite si univano dopo tanti stenti e problemi, per vivere felici per l’eternità.

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