Io Non Lo So

di Piattels
(/viewuser.php?uid=134427)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Una Scelta Importante ***
Capitolo 2: *** Il giorno più bello della loro vita. ***
Capitolo 3: *** Flashback ***
Capitolo 4: *** Entriamo Si ***



Capitolo 1
*** Una Scelta Importante ***


IO NON LO SO!

 

 

Era il momento.
Kate era appena entrata in sala parto.

Stava per dare alla luce Johanna Castle.
La loro cucciola, la loro bambina.
 Erano ormai tre ore che Kate era la dentro, sempre con la fidata presenza del suo scrittore, che uscì solo un momento dalla sala per andare a dare notizie sullo sviluppo del travaglio ai loro amici; c’erano proprio tutti Lanie in primis,Ryan e Esposito, persino il capitano Montgomery con la moglie e la figlia più piccola, Martha e Alexis Non poteva mancare Papà Beckett.
Erano tutti li a condividere con la futura coppia di genitori la loro felicità.
Castle stava per rientrare in sala quando che un ostetrica non lo blocco:
“la prego, signor Castle se per il momento può non entrare in sala, la chiamiamo noi quando potrà rivedere la sua donna e la sua bambina.”
Castle non fece in tempo a replicare che già l’ostetrica era rientrata in sala. Così si coricò su una delle panchine della sala d’aspetto.
Non gli erano mai piaciute quelle cose, non gli erano mai piaciuti gli ospedali e questa volta la pensava esattamente allo stesso modo anche se probabilmente questo giorno era uno dei più belli della sua vita.
Il tempo scorse senza che nessuno potesse fare niente.
Non si sa per la precisione quanto tempo dopo ma la stessa ostetrica che, non si sa bene quanto tempo prima era uscita dalla stessa porta, uscì nuovamente, portatrice di notizie anche questa volta:
“Durante il parto ci sono state delle serie complicazioni. La donna ha avuto un emorragia interna che ha quasi soffocato la bambina. Abbiamo fatto tutto il possibile per salvarle entrambe e ci siamo riusciti…più o meno… Ora hanno battito bassissimo entrambe. Sopravvivono solo grazie al fatto che sono ancora attaccate ma non potranno rimanere attaccate per sempre e ne potrà vivere solo una, o la donna o la bambina. Mi dispiace davvero tanto, ma per favore, ora sto per mettervi di fronte a una brutta realtà che non augurerei a nessuno, ma per favore se volete dirmi chi delle due…”
Anche l’ostetrica, evidentemente scossa da tutta questa storia, non riuscì a continuare la frase, ma lasciò intendere al gruppo di presenti che si stavano trovando di fronte a una dolorosissima scelta, la vita di Kate o la vita di Johanna.
Le espressioni sul volto dei presenti erano indecifrabili, forse perché non c’erano emozioni. e’ come se tutti si fossero spenti mentre l’ostetrica parlava. Non c’era tristezza o angoscia, o qualsiasi espressione in questo preciso momento poteva essersi creato.
Un semplice “Non lo so!” uscito dalla bocca di Castle spezzò questo clima venutosi a creare.
Quello che doveva essere il giorno più felice della loro vita si stava trasformando in un incubo.

 
 
 


*ANGOLINO*
Questa è la mia nuova ff. creata da…bè non so nemmeno io quanto tempo fa. Grazie alla mia Chupa che ha letto in anteprima la storia e mi ha dato qualche suggerimento.
Come mi è venuta? Non lo so nemmeno io, so solo che un giorno avevo in mente Castle che si trovava di fronte ad una scelta importante da fare e diceva appunto la frase “IO NON LO SO!” poi io ci ho costruito tutto lo scenario intorno.
 
Fine??? Non lo so nemmeno io; forse scriverò anche un seguito, per ora è completa.
 
Baci
 
Chiacchia6 

 

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Il giorno più bello della loro vita. ***


CAP.2                                                               IL GIORNO PIU’ BELLO DELLA LORO VITA.
 

 
POV. KATE
 
Mi si sono finalmente rotte le acque ed ora, con lui al mio fianco stiamo facendo una sfrenata corsa verso l’ospedale.
Ancora non ci credo: Io mamma? E per di più incinta di Richard Castle? Se me lo avessero detto quattro anni fa, avrei riso in faccia a tutti.
Le contrazioni si fanno sempre più di frequente e il dolore è altissimo.
Siamo arrivati in ospedale, e Rick a fatica mi aiuta a scendere dall’auto.
Entriamo nell’edificio e la prima cosa che mi fanno è farmi sedere su una sedia a rotelle.
Non mi piace. Io non sono malata e anche in questa occasione il mio orgoglio prevale.
Arrivo con le mie gambe in sala parto, sorreggendomi a Rick che mi guarda incantato e premuroso infondo stiamo per avere la nostra bambina.
 
E’ un travaglio lungo. Non so di preciso da quante ore sono qui dentro ma so che la mia mano è sempre stata incastrata perfettamente a quella di Castle.
“lo sai…Meredith non mi ha fatto assistere alla nascita di Alexis…”
Non riesco a rispondere perché una contrazione mi leva il fiato.
Ad un certo punto vedo che Rick si avvicina alla mia pancia, l’accarezza e comincia a parlare con la piccola:
“Jo, sbrigati che qui fuori ci sono tutti, il nonno, la nonna, Al, e tutti gli zii del distretto che ti vogliono conoscere, inoltre sia  la mamma che il papà non vedono l’ora di stringerti tra le braccia!”
Al sentire quelle parole i miei occhi si inumidiscono e comincio a sognare di poter tenere la piccola Jo tra le mie braccia.
A risvegliarmi dal sogno è proprio lei che a quanto pare ha sentito il papà, infatti un’altra contrazione arriva più dolorosa della precedente.
“Rick…va fuori da loro…sta un po’ anche con loro!”
Mi da un leggerissimo bacio e se ne va
L’ho cacciato ma è giusto che anche i nostri amici sappiano come vanno le cose.
 
Appena esce dalla sala il dolore che sento è molto più forte, sicuramente prima era alleviato dalla sua presenza.
Sto per diventare mamma, e io voglio qui anche la mia mamma.
So che di là c’è Martha che mi ha accudito come una figlia in questi nove mesi, ma voglio comunque la mia di mamma.
“mamma mi manchi!”
 
Il dolore che provo mi sta dando alla testa, mi sento gonfia e poi sento sapore d’acciaio in bocca come mi fossi tagliata anche se so che non è così.
Sento i medici e la ginecologa dirsi qualcosa tra di loro ma non capisco molto, troppo è il dolore e troppa poca forza per concentrarmi.
Mi sento debole e le palpebre più pesanti.
Ma qualche parola la sento e la riconosco:
“Complicazioni…o la bambina o la mamma…emorragia” e mettendo insieme i pezzi deduco che ci sono delle complicazioni che molto probabilmente ho avuto un emorragia e che dovranno scegliere tra la mia vita e quella di Jo.
 
Non posso pensarci…
La mia bambina…
 
So che in questi casi fanno scegliere ai famigliari, spero che Rick faccia la scelta giusta, per la bambina.
Io infondo la mia vita l’ho già vissuta, momenti belli e brutti che siano, dalla morte di mamma, l’amore di Castle, il distretto, e i nove mesi di gravidanza.
Ora è giusto che la vita la viva anche lei…l’unica cosa che posso augurarle è di essere felice e sperare che la sua vita possa essere migliore della mia.
 
“Ti prego Rick, falla vivere! Mamma anche te, aiutala, o tanta paura…!” sussurro.
Ma non credo mi abbia sentito nessuno, me lo sono detto tra me e me.
 
Ormai vedo tutto sfocato, mi guardo in torno e vedo tutto sfocato, i medici frenetici che corrono in giro per la sala, mi fanno una flebo e poi semplicemente il buio.
 
 
*ANGOLINO*
Come richiesto da qualcuno la mia FF non è completa! non vi libererete di me così in fretta!  :D ce ne saranno ancora altri di capitoli, anche se non so di preciso quanti
 
Scusate il terribile ritardo nel postare il capitolo, ma non sono stata molto ispirata ultimamente. Questo capitolo parla di ciò che accade nel capitolo precedente solo sotto il punto di vista di Kate.
 

Al prossimo capitolo (spero)!!!
 
Un bacione
 
Chiacchia6
 
 
A PROPOSITO!
COLGO IL MOMENTO, ANCHE SE IN RITARDO, DI FARVI GLI AUGURI DI NATALE:
BUON NATALE! <3 

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Flashback ***


Flashback
 
Perché sono voluto entrare?
Non lo so nemmeno io…la volevo vedere e basta.
Entro e la vedo, su quel lettino con una miriade di medici che le girano intorno.
Mi accuccio in un angolo della sala con le mani nei capelli e mi ritornano in mente i nostri ultimi cinque anni insieme.
Ci siamo conosciuti alla premiazione del mio libro su Storm, dicendomi che ero in arresto, in città c’era un maniaco che si ispirava ai miei libri per uccidere.

Da quel giorno, Katherine Beckett hai sconvolto la mia vita.

Mi ero stufato di Storm, e trovai in te la musa perfetta per i miei prossimi libri.

Mi ricordo perfettamente com’eri, con quei suoi capelli da maschiaccio, ma sempre bellissima.

Forse all’inizio ti desideravo soltanto, ma poi ho cominciato ad amarti sul serio.
Tanti sentimenti, prima di conoscerti, non li avevo mai conosciuti, quali la gelosia o il dolore nel vedere triste la persona amata.
Quell’anno ti ho fatto soffrire andandomene via con Gina negli Hamptons, in autunno sono tornato,o meglio mi sei venuta a riprendere, considerandomi di nuovo in arresto e abbiamo ricominciato la nostra collaborazione.
Nell’anno a seguire un pezzo del tuo muro è caduto dandomi un briciolo di speranza.

Ci siamo baciati davanti a quel magazzino ma poi non ne abbiamo più parlato.

Siamo quasi morti congelati ma poi  non ne abbiamo più parlato.
Ti ho quasi detto ciò che provavo durante il caso di Royce a LA ma poi non ne abbiamo più parlato.
Sei quasi morta tra le mie braccia il giorno del funerale di Montgomery e ti ho detto che ti amo, hai lottato tra la vita e la morte;la vita ha avuto la meglio, ma poi sei sparita per tre mesi.

Castle1-Beckett1

Poi sei venuta a riprendermi in quella libreria e abbiamo parlato sulle altalene. Nel linguaggio di Beckett mi hai praticamente confessato di amarmi. Mi hai detto che avevi lasciato Josh che lo avevi lasciato perché non era abbastanza per te…avevo intuito che ricordavi qualcosa.
La consapevolezza di stare per perdermi ti ha logorato dentro, quando quei tipi tenevano me e mia madre ostaggi in banca facendola poi esplodere.

Quel sorriso che mi hai fatto dopo l’esplosione, credo di non aver visto niente di più bello in vita mia.

Ti ho invitato a cena quella sera.
Mia madre e Alexis ad un certo punto della serata e io e te siamo rimasti soli a chiacchierare.
Poi inaspettatamente mi hai sussurrato che tu ricordavi tutto del giorno della sparatoria, che non avevi paura del proiettile che ti aveva perforato ma paura di non rivedere più i miei occhi, quegli occhi che mi dicesti voler vedere tutte le mattine appena aperti i tuoi.
Non ho potuto far a meno di sorridere, prendere il tuo volto tra le mie mani baciarti gli occhi, poi il naso, le guance, la fronte, il collo ed infine la bocca.

Ho risentito per la seconda volta il tuo sapore.
È stato un bacio lento e carico di passione, il primo di una lunga notte infuocata, passata a completarci a vicenda. Stringendoci, esplorandoci, gemendo, sussurrando i nostri nomi.
Non ho mai passato una notte più bella.
Credevo di aver passato altre notti come questa, ma la verità è che non mi sono mai sentito come quella notte.
Diventammo una coppia segreta, non lo sapeva nessuno se non mia madre, che essendosi svegliata quella notte, capì che qualcosa stava succedendo.

Poi un giorno, dopo tre settimane da quella notte, mi dissi di avere un ritardo.

Il mio cuore perse un battito ero sbalordito.

Mi dicesti che prima di fare tutti i controlli, dovevamo annunciare della nostra relazione.
Organizzammo a casa mia una cena con tutto il distretto, mia madre, Alexis e tuo padre. A fine serata annunciammo a tutti il nostro fidanzamento. Erano tutti così felici per noi!

Il giorno dopo andammo dalla tua ginecologa che ci confermò che eri incinta. I mesi a seguire furono i più belli della mia vita. Si perché Merdith non mi ha mai fatto seguire attivamente la gravidanza quando aspettavamo Al e si può dire che questa fu la mia prima esperienza.
Quando scoprimmo che il sesso era femmina, sul nome non ci furono dubbi; l’avremmo chiamata come tua madre.
Furono i nove mesi più belli della mia vita.
Tu eri un po’ preoccupata, avevi paura di non riuscire a far tutto ma io sapevo che ci saresti riuscita.
Non volevi essere aiutata per niente al mondo, non sopportavi l’idea di non bere il caffè…il nostro caffè…
Portata a termine la gravidanza e saremmo stati finalmente una famiglia.
Io, te, Alexis e la nuova nata Jo. Ero l’uomo più felice del mondo!
Questa mattina mi dissi che ti si erano rotte le acque…
Ma ora cosa sta succedendo??? 



*ANGOLINO*
O.MIO.DIO.QUANTO.TEMPO.E'.PASSATO.PRIMA.CHE.AGGIORNASSI???
T-R-O-P-P-O
questo terzo capitolo non racconta molto, solo la storia tra Rick e Kate...non vi preoccupate che però nel prossimo capitolo qualcosa succederà! :D
al prossimo capitolo
Chiacchia6

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Entriamo Si ***


MI SCUSO IN ANTICIPO PER IL "RITARDISSIMO" E PER IL NOME PENOSO DEL CAPITOLO! :D



CAPITOLO 3, ENTRIAMO SI!

 
Castle, incurante dei medici che tentarono in ogni modo di bloccarlo, raggiunse il lettino dove era adagiata la SUA Kate.
La guardò in faccia e pensò che niente e nessuno potesse portargliela via, la voleva ancora stringere fra le braccia, baciarla, sussurrarle che l’amava, coccolarla e sì, anche fare l’amore con lei.
Le accarezzò i capelli, la fronte, gli occhi chiusi, il naso, la bocca, il braccio e poi anche la pancia e come risvegliatosi da un sogno si ricordò del perché lui era lì, e la scelta a cui doveva andare incontro, quella scelta che gli avrebbe portato via una delle cose più importanti della sua stessa vita.

Se questa fosse stata una scelto, lui l’avrebbe senz’altro scelta, dare la sua vita per salvare le sue donne.
Indugiò più del dovuto sul pancione di Kate.

“Kate…Kate ascoltami…se riesci a sentirmi…stringimi la mano”

E così Kate fece, strinse la mano di Castle.

“Kate…io…io…io ti amo…e…io…non so cosa devo fare…io…ho paura della mia scelta che farò…”
Disse ormai piangendo

Non fu chiaro il motivo o la causa, sa solo che la sua Kate aprì gli occhi e che erano pieni di lacrime.

Con uno sforzo enorme, mise la propria mano sulla pancia e mimò con le labbra un flebile “lei”

Castle stava piangendo e Kate fece poggiargli la testa sul suo petto e lui poté sentire il cuore battere e pensò che non ci fosse rumore più bello, il cuore della sua Kate che batteva.
Sentire la sua Kate viva.
Kate che intanto gli accarezzava i capelli, cominciò a cambiare espressione.

Da un “tranquillo” che poteva essere in quel momento, cominciò ad avere un espressione molto più sofferente.
“Ehi, Kate…Kate…che ti succede? Stai male? Ti senti male?”

”Ho solo avuto una contrazione…chiama il dottore!”

Rick preso dal panico, corse per cercare un medico nei paraggi.
“Dottore, mi ascolti, Kate lì dentro non sta bene…sta avendo dei problemi…la vada ad aiutare!”

“Arrivo subito, ma mi dica, ha già fatto la sua scelta?”

“Io…ehm…veramente, volevamo far in modo che le cose vadano per il loro verso, perciò non ho, non abbiamo fatto nessuna scelta!”

“Abbiamo? Mi scusi ma con chi avrebbe fatto la scelta?”

“Con Kate! Lei è in sala ed è sveglia…Noi… ehm noi abbiamo parlato…”

“La paziente si è svegliata e lei non è corso immediatamente da me?” sbottò il medico.

“mi dispiace…io…io…non ci ho pensato…ero così preso da lei…mi dispiace!”

“Uhm…Bene…adesso mi lasci andare a controllare!”

Castle intanto era andato a parlare con chi era fuori in sala d’attesa da non si sa quanto tempo ormai.
Raccontò che Kate era sveglia, avevano parlato, e che però non avevano fatto scelte,anche se lui egocentricamente avrebbe scelto la sua Kate, ci sarebbe stato tempo per avere dei bambini.

Poi però un dottore uscì dalla sala:
“Signor Castle vuole assistere al parto o aspetta qua?”

non se lo fece ripetere due volte che corse dalla sua Kate.

“aspetti! Prima deve indossare questo”
Mentre gli diceva così gli porgeva con la mano destra un camice verde che avrebbe dovuto indossare.
“Mi dica dottore, cosa sta succedendo? Chi perderò?” chiese con voce rotta, non del tutto convinto che voleva sapere la risposta.

“Nessuno! Le avrà tutte e due. Non si sa il motivo ma stanno bene tutte e due…adesso che facciamo entriamo?”
Preso dall’emozione Castle abbracciò fortissimo il dottore.
“Entriamo si!”
 
 
 
 
 



Non ricorda molto di ciò che è successo dopo la conversazione con il dottore.
 
Sa solamente che ora è in una camera d’ospedale e che la sua Kate ha un sorriso enorme sulla sua faccia che guarda all’altezza del petto quel piccolo fagottino rosa che tiene fra le braccia e non puoi fare a meno di pensare a quanto sia bellissima.
 
A quanto da adesso in poi si meriti una vita felice senza brutte cose a cui pensare. Senza morti e senza assassini.
 
Almeno ancora per un po’.
 
Sa che è il suo lavoro e che non lo lascerà mai anche se potrebbe benissimo farlo. Ora ha una bambina bellissima a cui pensare, ora deve pensare a fare la mamma e lui con il suo lavoro può benissimo pensare a mantenerle entrambe.
 
Piano si avvicina al letto e Kate fa un po’ di spazio vicino a lei.
 
Si siede e con un braccio cinge la schiena di lei e con l’altra comincia ad accarezzare la testolina, poi le manine, il pancino e anche i piedini di quella creaturina tra le braccia della donna che ama. Una donna bellissima che lo sta guardano con quei bellissimi occhi. E allora con la mano che prima le cingeva la schiena, comincia ad accarezzarle una guancia per poi avvicinare sempre di più i due volti, fin quando non poggiò le sue labbra su quelle della donna in un bacio da togliere il fiato.
 
Un bacio ricco di amore, di passione, ma anche liberatorio per la paura che hanno passato che qualcosa potesse non andare bene; paura che hanno avuto di non poter vivere il finale che si meritavano, paura che avrebbero dovuto soffrire ancora.
 
Lacrime di felicità si mischiarono ai loro sapori.
 
Si, perché il loro amore aveva vinto di nuovo.
 
Ora erano finalmente pronti ad affrontare quella vita che gli si prospettava davanti.
 
Quella vita di una famiglia che ne ha passate tante ma che ora è finalmente felice.
 
Quando si staccarono dal bacio per mancanza di ossigeno, i loro occhi caddero sulla piccola tra le braccia di Kate.
 
“Vuoi tenerla un po’? Va fuori, va da loro e falla conoscere a tutti!”
Castle uscì dalla piccola camera con il frutto del loro amore tra le braccia e la fece conoscere a tutti.
 
A nonno Jim e nonna Martha, alla sorella maggiore Alexis e gli zii del distretto. Anche a Victoria “Iron” Gates!
 
“Ciao a tutti! Vi presento mia figlia Joahnna Castle!”
 
Tutti che corsero vicino al neo papà congratulandosi per quella meraviglia che ora stringeva tra le braccia. 

 









*ANGOLINO MIO*
Lo so, lo so…non aggiorno mai in maniera regolare ma vi prometto che per il prossimo capitolo dovrete aspettare di meno… non so se sarà uno (l’epilogo) o più di uno comunque sarà molto presto…già da questa sera la mia mente lavora frenetica.
Volevo intanto ringraziare chi ha già recensito la storia e chi la ha aggiunta tra le preferite o ricordate.
Vi vorrei chiedere inoltre un minutino del vostro tempo per lasciare anche in questo capitolo una recensione.
A presto
Chiacchia6

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=894501