I should go....but maybe...

di Medea__
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Thanks..again ***
Capitolo 2: *** I told you to be balanced ***
Capitolo 3: *** I'm rolling in the deep ***
Capitolo 4: *** Sorry...I'm a dick ***
Capitolo 5: *** I do not want to be the cause of your bad! ***
Capitolo 6: *** if you were not there been? ***
Capitolo 7: *** I think I love you .. I said I love you ***
Capitolo 8: *** I can't believe ***
Capitolo 9: *** those four dreaded words. ***
Capitolo 10: *** I want to make love to you. ***
Capitolo 11: *** love has your name, baby ***
Capitolo 12: *** Happy Birthday, Elena! ***
Capitolo 13: *** We need to run! ***
Capitolo 14: *** I'm going away ***
Capitolo 15: *** What I'm doing?- Epilogo ***



Capitolo 1
*** Thanks..again ***


 

Era la terza volta.

La sua terza trasformazione e mi sentivo inutile ed ansiosa come la prima. Come se non sapessi cosa aspettarmi da quelle ore in cui lui non era poi tanto lui.

 Non riuscivo a stare ferma ed attendere che quel maledetto tempo passasse; il rumore delle sue ossa che si spezzavano per l'effetto della luna piena,le sue urla di dolore che sembravano così disumane e terribili,i suoi occhi colmi di lacrime,ogni suo muscolo in tensione desideroso di liberarsi dalle catene,riuscivo a pensare solo a questo e vederlo in quelle condizioni mi faceva piangere l'anima.

Avevo deciso di rannicchiarmi contro un albero e fare respiri profondi per calmarmi.

"il tempo passerà in fretta e andrà tutto bene" non facevo altro che ripetermi. Soffiava un vento leggero ma freddo,l'erba sotto di me era umida e la luna si vedeva a malapena a causa delle troppe nuvole.

Riuscivo a sentire l'odore della pioggia sempre più vicina. Sospirai e mi presi la testa tra le mani. Erano passate più di due ore e forse era già tornato umano...volevo essere con lui proprio in quell'istante,non lasciarlo solo mi dava la forza necessaria per accettare quel che ormai ero.

 Vederlo accanto a me pronto ad aiutarmi,anche se con qualche difficoltà,mi faceva sentire bene.

Mi faceva sentire umana.

Mi alzai in piedi..non riuscivo più a resistere,guardai frettolosamente l'orologio e corsi verso la vecchia tenuta dei Lockwood.

Era tutto praticamente distrutto:la porta era in mille pezzi,il cancello principale era per terra ormai inutilizzabile e sui muri dell'entrata c'erano vistose incisioni,sicuramente provocare dagli artigli.

Rabbrividii a quella visione e piano entrai in quella che un tempo doveva essere una stupenda sala principale,perfetta per le sfarzose feste in stile Lockwood.

 

Era vuota. Completamente vuota.

Socchiusi gli occhi e provai a sentire anche un minimo rumore,mi concentrai alla ricerca del suo odore,ma nulla. Non avevo idea di dove potesse essere andato,le catene ed i vestiti giacevano sul pavimento impolverato ma di Tyler nemmeno l'ombra. Di corsa mi precipitai fuori,verso l'auto. Ero nel panico,non avevo mai provato tutta quell'agitazione,non riuscivo a stare mezzo secondo immobile e potermi così concentrare su una qualche traccia di lui,nella mia mente vorticavano un miliardo di immagini una più negativa dell'altra,il silenzio era diventato improvvisamente assordante ed il mio respiro era sempre più irregolare fin quando tornai lucida grazie ad una frase sussurrata. "Caroline sei tu?". Sorrisi e andai dietro l'albero lì vicino. E lui era lì. Stirato nudo sull'erba,sudato,sporco di polvere e terra. "ehi,come stai?" chiesi sorridendo avvicinandomi a lui ed accarezzandogli il volto. Era esausto e stava tremando con un bambino che decide di uscire dal mare quando il sole è ormai tramontato.

"fa ancora male" disse piano mentre mi guardava con quegli occhioni neri uguali a quelli di quando era bambino. Gli rivolsi un sorriso debole e dopo sue secondi ero di nuovo davanti a lui con una coperta in mano.

"non ci pensare,pensa solo a riposarti ok?" lo coprii e rimasi immobile quando le sue dita s'intrecciarono alle mie.

Con Tyler non c'era mai stato tutto questo contatto fisico,non era quel genere di ragazzo che ti sfiorava piano e dolcemente dopo una serata difficile o solo per farti sorridere; ed il nostro rapporto prima che la sua maledizione fosse scatenata,era più che altro fatto di battutine acide e battibecchi.

"Sù.alzati che ti porto a casa" dissi svelta aiutandolo ad alzarsi.

 

Dieci minuti dopo posteggiai l'auto nel vialetto della sua meravigliosa casa.

Carol era fuori per il week-end e tutta la casa era in completo ordine.

"Vado a fare una doccia Care" m'informò con un mezzo sorriso mentre lo vedevo avviarsi in bagno,tenendosi stretto addosso la coperta.

"ok..ti spiace se vado a stendermi sul tuo letto?" chiesi svelta. Ogni luna piena era estenuante anche per me. Rispose con un cenno del capo vedendolo entrare definitivamente nella stanza.

Salii le scale,conoscevo quella casa a memoria,da piccoli era lì che giocavamo a nascondino...entrai nella stanza a sinistra e mi accasciai sul letto. Riuscivo a sentire il suo odore anche lì,era uno dei pochi che mi risultava piacevoli,era dolce,fresco e soprattutto leggero.

Quando riaprii gli occhi dalla finestra filtrava una luce poco intesa,era giorno ma il cielo era,ancora,coperto da enormi nuvoloni grigi; passando la mano su un occhio mi accorsi che non ero sola sul letto,vidi che la mia vita era praticamente circondata dal braccio di Tyler..riuscivo a sentire il calore intenso emanato dal suo corpo da sotto i vestiti e non potei fare a meno di sorridere. Piano mi stirai nuovamente ma a pancia in sù, accarezzando di tanto in tanto con la punta delle dita l'avambraccio di lui. Generalmente mi sentivo come intimorita a sfiorarlo,non riuscivo ad immaginare una sua possibile reazione...anche se forse il problema era solo mio. Mi sentivo confusa. Non ero la Caroline di sempre quando si toccava l'argomento "Tyler Lockwood". Ormai mi sentivo legato a lui come a nessun altro e soprattutto da qualcosa di inimitabile e di inspiegabilmente profondo. Ero incantata da quei pensieri quando lo sentii ridere. Mi arrestai improvvisamente con gli occhi un po'..spalancati e deglutii imbarazzata. Non immaginavo di certo che lui potesse vedermi mentre gli accarezzavo il braccio delicatamente come fa un'immatura adolescente innamorata dell'amore; così mi voltai piano con lo sguardo rivolto verso il basso "se fossi ancora umana a quest'ora il mio cuore andrebbe a un ritmo esageratamente accelerato e le mie guance sarebbero rosse come le fragole" pensai,mentre cercavo di non pensare a quello che lui aveva appena visto.

"Stai meglio" osservai,trovando di nuovo il coraggio di guardarlo.

"si"disse rivolgendomi un ampio sorriso "e soprattutto grazie a te" aggiunge senza staccare gli occhi dai miei "perciò..Grazie di nuovo,Caroline"   

NOTA DELL’AUTRICE: ciao a tutti quanti! :D questa è la prima ff che scrivo…perciò non ho idea di come sia questo primo capitolo! Adoro il Forwood in una maniera assurda,la vedo come una relazione intensa tra i personaggi,non a caso vorrei trasmettervi quello che provo io dal mio punto di vista :) Buona lettura,un bacio. Morgana.                                                                                                                               

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Capitolo 2
*** I told you to be balanced ***


Il Lunedì successivo tutto era tornato alla normalità.

Il sole splendeva alto nel cielo terso della mia piccola cittadina e tutti si preparavano ad affrntare la giornata.

Ancora assonnata lasciai il letto soffice e mi apprestai a scendere in cucina.La casa come al solito era vuota e silenziosa,mia madre era a lavoro e non si era nemmeno preoccupata di dirmi se sarebbe tornata o meno per il pranzo.

Venti minuti dopo ero in auto a canticchiare uno dei tanto motivetti che passavano alla radio e mi dirigevo a scuola nella speranza di riuscire a vivere 24 ore da perfetta liceale..umana possibilmente!

La prima lezione era quella di Alaric,così presi i libri di storia e mi precipitai in classe; anche se la campanella non era suonata c'era una grande confusione al centro dell'aula, rimasi appoggiata allo stipite della porta in attesa di poterci capire qualcosa,quando da quella calca di persone uscì colui che,da qualche tempo a questa parte, avrei riconosciuto tra milla,anche ad occhi chiusi:Tyler.

Indossava un paio di jeans scuri ed una maglia nera aderente che metteva particolarmente in risalto i suoi muscoli..solo ultimamente facevo caso più spesso a quanto fosse attraente,a quanto fossero decisi e contemporaneamente delicati i lineamenti del suo volto,a quanto potesse essere spensierato il suo sorriso o a quanto profondi fossero i suoi occhi.

Si avvicinò sorridendo a me ed iniziò a parlare gentilmente "Ehi Care,senti...stasera a casa mia,dato che mia madre è fuori,ho organizzato una festa..sto invitando un po' tutti e mi farebbe piacere che venissi anche tu".

Mi erano sempre piaciute le feste e quelle in casa Lockwood erana fantastiche. "Cert" risposi sorridendo "sai che adoro le feste" aggiunsi..dopodichè suonò la campanella.

Le prime tre ore passarono lentamente,rivelandosi più difficili del solito a causa di un compito di matematica a sorpresa ma finalmente era il momento della ricreazione. Ero seduta in cortile quando la mia attenzione fu catturata da qualche strano rumore e qualche grido. Andai in direzione delle voci,al campetto di basket,ed eccolo lì. Tyler Lockwood in tutto il suo splendore mentre faceva a botte con un tipo che si e no era robusto la metà di lui. 

Possibile che non avesse un minimo di autocontrollo? Era sopra quel ragazzo e gi sferrava pugni dritto in faccia con tutta la rabbia che aveva in corpo provocandogli delle ferite sulle labbra e su un sopracciglio.

Riuscivo a sentire l'odore del sangue di quel ragazzo anche a diversi mentri di distanza..ma dovevo resistere. Feci un respiro profondo socchiudendo gli occhi e mi avvicinai..la situazione era ancora più grave di due minuti fa,il ragazzo era praticamente sveuto sotto i pesanti colpi di Tyler e lui...non si fermava.

"Tyler fermati!" gli urlai mettendomi davnti a lui,dopo aver scansato un mare di gente lì impalata ad osservare. "così lo uccidi!"conclusi mentre lui mi guardava...e non potei fare a meno di notare il cambiamento di colore nei suoi occhi e quanto animalesco fosse nei movimenti in quella circostanza.

Ero arrabbiata. Furiosa. Sembrava un bambino che doveva essere costantemente ripreso ed io ero sua madre che doveva insegnargli le buone maniere. Si alzò sistemandosi la maglia e tornò nell'edificio scolastico; ovviamente lo seguii e lo presi per un braccio facendolo voltare verso di me.

"Ma ti pare sembra normale quello che fai? Hi idea della forza che hai? Comprendo il fatto che avresti potuto ucciderlonel giro di un minuto? Ecapisci che ormai sei un uomo e devi comportarti come tale imparando a controllarti?"

Sapevo che avremmo litigato ma non potevo di certo restarmene in silenzio, sapevo quanto dolce lui potesse essere e vederlo in quello stato mi mandava in bestia.

"Caroline non sai cosa mi ha detto ok? E non sempre riesco a controllarmi! Evidentemente non ho il tuo stesso auto controllo,perciò se la mia presenza t'infastidisce così tanto da riuscire  a farmi vedere la rabbia nei tuoi occhi,vai da qualcuno che risponda ai tuoi canoni!"

Rimasi pietrificata da quelle parole..sembravano così cariche d'odio che mi lasciarono a bocca aperta..in senso negativo. Lo guardai allontanarsi mentre stringeva i pugni e mi sembrò che il mio cuore fosse stato stretto in una morsa. Avrei dovuto parlargli al più presto.
 

NOTA DELL'AUTRICE:
innanzitutto volevo ringraziare di vero cuore GLObluesROUGE,ninny90 e Toru_Pucci,grazie per i complimenti e per i vostri consigli..mi fa davvero piacere che la storia vi stia piacendo...diciamo che ho ben in mente i prossimi due capitoli..perciò arriveranno presto! Ed ovviamente per migliorarmi leggerò anche le vostre storie! spero che questo capitolo vi piaccia!
Morgana.

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Capitolo 3
*** I'm rolling in the deep ***


 

Mi stavo specchiando per cercare qualcosa da migliorare..forse il vestito aderente blu che mi lasciava scoperte le spalle era un po’ troppo corto o forse avrei dovuto legare i capelli. Sbuffai per l’ennesima volta davanti a quel dannato specchio ricontrollando per la milionesima volta il trucco leggero… decisi che poteva bastare.

 Dovevo smetterla di farmi troppi problemi..ma volevo essere perfetta anche esteriormente. Volevo che perfette non fossero solo le parole che gli avrei detto.

Avevo ripetuto quel discorso talmente tante volte da averlo imparato a memoria. Mi ero sentita così meschina e moralista quella mattina mentre lo avevo sgridato davanti a tutti come se fosse un bambino capriccioso. Non ero stata per nulla una buona amica..avrei dovuto chiedergli cos’era successo e invece l’avevo solo criticato ed attaccato.

Ma la domanda che mi stava letteralmente tartassando il cervello dall’ultima luna piena era “sei sicura di voler essere soltanto una semplice amica per lui?”. Scossi piano la testa cercando di mandare via quelle parole così mi voltai verso il letto , presi la borsa che avevo deciso di abbinare e decisi di andare a quella festa il più in fretta possibile… volevo parlagli mentre era sobrio dato che in queste occasioni Tyler alzava un po’ troppo il gomito!

Pochi minuti e mi ritrovai a varcare la soglia di quell’immensa casa con un peso indescrivibile sullo stomaco. C’era già una confusione da far girare la testa,la musica era messa al massimo,il salotto era già sottosopra: gente che ballava sul divano con una bottiglia di Vodka in mano,persone che mangiavano sporcando dappertutto,ragazze che si stavano dilettando in uno dei soliti e prevedibili balletti sexy… Alzai gli occhi al cielo e finalmente vidi un volto conosciuto. Bonnie.

“Ehi Bonn…ciao” la salutai sorridendo ed abbracciandola..mi sembrava un po’ confusa come se stesse cercando qualcuno “ehm…tutto ok?” le chiesi gentilmente ed ovviamente la mia intuizione era esatta. Era alla ricerca disperata di Jeremy che in mezzo a tutta quella confusione non riusciva più a trovare.

“scusami Care..ma ho davvero paura che una di queste mocciose possa saltargli letteralmente addosso” rivelò ridendo! “oh posso capirti benissimo..allora ti lascio continuare la tua ricerca..ma senti,solo una cosa,hai visto Tyler? Sai dovrei parlargli..ma non riesco a trovarlo!” le chiesi guardandola negli occhi impaziente di una sua risposta.

“Mi sembra di averlo visto salire in camera sua..sai credo abbia bevuto parecchio e che sia  in preda ad un mal di testa allucinante”. C’avrei scommesso. Era proprio tipico di lui! Così ringraziai Bonnie per l’informazione e svelta salii le scale…possibile che la confusione arrivasse fin lì?! Dovetti farmi spazio a gomitate e finalmente arrivai davanti all’ultima porta bianca sulla sinistra del corridoio.

 

Aprii la porta ripensando alle parole che per tutto il pomeriggio avevo ripetuto fino alla nausea e vidi l’ultima cosa che avrei immaginato di poter vedere. Rimasi immobile davanti al suo letto cercando di rendermi conto di ciò che stava accadendo. In quel frangente non riuscivo a pensare nulla. Stavo lì con gli occhi sbarrati ad osservare.

Lui sul letto. Con un’altra. Poggiava le spalle sulla spalliera del letto mentre lei sopra di lui,con la testa all’indietro e gli occhi socchiusi per il piacere si muoveva ritmicamente,lasciando che le mani di Tyler percorressero ogni centimetro della sua pelle.

Non riuscivo a muovere nemmeno un muscolo. Sentivo lo stomaco bruciare,la pelle avvampare,non sentivo più nemmeno la musica che fino a qualche secondo prima avevo ritenuto assordante. Non riuscivo a deglutire…l’unica cosa che riuscii a muovere furono le mani. Lo sapevo perché sentivo le unghie conficcarsi nel palmo. Ma la cosa che attirava la mia attenzione,la mia lucidità mentale,l’unica cosa da cui non riuscii a distogliere lo sguardo furono i suoi occhi.

Quegl’occhi così scuri ma nello stesso tempo luminosi,così caldi e rassicuranti,mi guardavano con aria di sfida mentre sul suo volto si disegnava un sorriso pienamente soddisfatto.

Lo odiavo. Lo stavo odiando con tutta me stessa,proprio in quell’istante,mentre con i suoi occhi che puntavano nei miei lo sentivo rivolgersi a quella sgualdrinella da quattro soldi “piccola,mi stai facendo impazzire” le sussurrava all’orecchio sapendo che ero perfettamente in grado di poterlo udire.

Mi sentivo così ferita,rifiutata ed ero gelosa. Si gelosa come non mai. Gelosa del fatto che adesso a poterlo sfiorare senza alcun problema c’era lei, gelosa del fatto che quell’insignificante ragazza poteva godersi pienamente quelle labbra,poteva intrecciare le sue dita a quelle di lui.

Sentivo gli occhi pieni di lacrime e cercai con tutta me stessa di trattenermi, ma la ragazza si accorse di me “Caroline..sai saremmo impegnati adesso,che ne dici di ritornare tra un po’!?” disse ridendo senza smettere di muoversi. Adesso ero semplicemente furiosa!

Avrei voluto tanto affondare i miei canini nel suo collo,lacerando la sua giugulare e bere fino all’ultima goccia del suo sangue,guardandola negli occhi mentre esalava l’ultimo ed inutile respiro della sua misera esistenza.

Bene,Tyler voleva giocare sporco?eccolo servito! Mi avvicinai guardando la ragazza negli occhi,intenzionata ad usare uno dei miei “doni” dell’essere un vampiro: “Adesso tu ti alzi e ti godi la festa cercando liti con le ragazze già impegnate provocando i loro fidanzati” affermai soddisfatta mentre Tyler guardava la scena esterrefatto .

Come aveva potuto portarla nello stesso letto in cui io e lui avevamo dormito solo due giorni fa?! La ragazza ovviamente fece all’istante quello che le avevo ordinato e sgattaiolò fuori dalla stanza.

“Forbes non credevo venissi..pensavo che tu ti ritenessi troppo matura per venire qui” mi disse ridendo mentre si rivestiva “Ma dove cavolo è quella maglietta!” continuava a ripetere mentre girava per la stanza.

Guardavo in basso cercando di trattenere con tutta la forza che avevo in corpo quelle maledette lacrime “Volevo chiederti scusa per quello che ti ho detto questa mattina..ma a quanto pare hai superato tutto alla grande” affermai tornando a guardarlo negli occhi. Adesso sembrava serio..forse un po’ pentito per la sua ennesima vendetta infantile? Non aveva importanza. Volevo solo uscire da quella casa e piangermi addosso come sempre, come sempre Caroline veniva messa al secondo posto così come diceva o faceva solo la cosa sbagliata.

“Forse non sarei dovuta venire” conclusi in tono freddo mentre sentivo una lacrima rigarmi la guancia. Gli rivolsi un ultimo sguardo asciugandomi il volto con il dorso della mano e corsi via,uscendo dalla finestra e trovandomi sul retro vuoto della casa.

NOTA DELL'AUTRICE: volevo semplicemente dirvi che sono molto contenta che la mia storia vi stia piacendo e spero,con tutta me stessa,di non deludere le vostre aspettative nel  procedere della narrazione :) ah scusatemi se nel capitolo precedente c'era quanche errore di battuta ma purtroppo l'ispirazione mi è venuta di sera,dopo una stancante giornata di studio xD Beh..buona lettra..spero che questo capitolo vi lasci..come dire..a bocca aperta ;)
Morgana.

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Capitolo 4
*** Sorry...I'm a dick ***


Tornai di corsa a casa e cercando di fare il minimo rumore,salii le scale per andare dritta in camera mia e fiondarmi nel riparo sicuro del mio letto. Mia madre dormiva profondamente nella stanza accanto e nell’oscurità di quella notte non provavo neanche a trattenere le lacrime. Non volevo chiedermi il perché di quella reazione… sapevo solo che ciò che avevo visto faceva tremendamente male. Mi sfilai velocemente i tacchi,gettai la borsetta di paillettes sulla scrivania e mi spogliai del vestito facendolo scivolare con noncuranza sul pavimento.

In solo intimo mi avvolsi col piumone,lo sentivo fresco… avevo lasciato la finestra aperta e il gelo della stanza era quasi simile a quello della mia pelle. Se fossi stata ancora viva starei tremando dal freddo ed il mio viso sarebbe pieno di chiazze rosse per il pianto. Non piangevo così da chissà quanto tempo,nemmeno quando ero piccola e ricevevo una sculacciata da mio padre per un guaio combinato singhiozzavo come adesso.

Feci un respiro profondo. Dovevo calmarmi. Dovevo essere forte e rendermi conto di quanto esagerata fosse la mia reazione… le amiche non si mettono a piangere come una fontana se vedendo un loro amico a letto con un’altra,tantomeno soggiogano la puttanella di turno per vendicarsi.

Chiusi gli occhi e poggiai il viso sul cuscino,smettendo pian piano di piangere e solo in quel momento mi resi conto  del bruciore che provavo nel palmo della mano. Continuavo a stringere i pugni conficcando le unghie nella carne impedendo così che potesse rimarginarsi. Sospirai lentamente e con calma provai a rilassare ogni singolo muscolo del mio corpo. Mi concentrai sui rumori notturni della città di Mystic, sull’odore dei fiori di pesco che c’era nell’aria,sulle macchine che sfrecciavano veloci e sul pianto di un bambino…

Sapevo che quella notte non sarei riuscita a dormire,conoscendomi non avrei fatto altro che ripetere centinai e centinai di volte quelle squallide immagini nella mia mente. E stavo facendo proprio quello quando spalancai gli occhi per lo stupore e l’agitazione che mi assalirono nell’istante in cui realizzai che Tyler Lockwood si stava intrufolando in camera mia attraverso la finestra. Sentivo il suo odore,mi sembrava più marcato,aveva il fiato corto e faceva un baccano assurdo nonostante intuissi che cercava di muoversi nel modo più pacato possibile.

Ovviamente era venuto per parlare..ma non saremmo riusciti ad avere una conversazione civile nemmeno con il pensiero fisso che mia madre si sarebbe potuta svegliare da un momento all’altro; così chiusi gli occhi,sicuramente rossi e gonfi per le troppe volte che vi avevo passato il dorso della mano, e simulai dei respiri calmi e profondi,come quelli di colui che dorme beatamente dopo una giornata intensa di lavoro.

Era dentro. Adesso riuscivo anche a sentire il battito del suo cuore che si muoveva a ritmo folle dentro al suo petto. Ed ora ecco che si stirava accanto a me. Quella vicinanza mi faceva sentire protetta ed al contempo ancora più arrabbiata..se questo era il suo modo per farsi perdonare aveva ancora molta strada da fare! La tensione era quasi palpabile,l’elettricità del suo corpo vicino al mio sempre più frenetica e sempre più insistente quando si mise sotto le coperte e si trovò ancora più vicino alla mia pelle gelida e quasi completamente nuda. Il calore del suo corpo riempiva tutto il letto..si espandeva secondo dopo secondo,lo sentivo insinuarsi sotto al lenzuolo ed andare a stuzzicare la mia pelle dolcemente.

Quelle poche ore sembravano non finire mai. Ero rimasta immobile con  lui al mio fianco sicura del fatto che entrambi avevamo passato la notte svegli. Sentii mia madre chiudere la porta di casa e far partire il motore dell’auto per recarsi al lavoro. Solito orario: 6.30. il sole iniziava a sorgere,il cielo iniziava a schiarirsi ma l’aria era ancora fredda.

Volevo tanto voltarmi dall’altro lato ed iniziare a tirargli pugni sulle spalle, prendere a schiaffi quel maledetto suo viso e gridargli in faccia che era uno stupido,che mi stava facendo soffrire e che non mi meritavo tutto questo dopo quello che avevo fatto per lui.

Mentre immaginavo quella scena e mi stringevo involontariamente nella coperta,lo sentii spostarsi e poi passarmi due dita sulla guancia. Se avessi dovuto paragonare quel tocco avrei prontamente risposto che era come fuoco. “Care, ehi Care” disse piano “svegliati” mi sussurrò all’orecchio con una tono così vellutato ed amabile che mi lasciò sorpresa. Era tanto vicino al mio volto che riuscivo a sentire il suo respiro sulla pelle..sembrava così dolce ed intenso allo stesso tempo. Non potei fare a meno di rabbrividire.

Aprii piano gli occhi,mantenendo la stessa posizione. “Vattene via Lockwood”. Dissi col tono secco e deciso di chi non ammette repliche.

“ non se ne parla nemmeno mia cara” affermò ridendo. Era proprio questo quello che mi mandava in bestia. Aveva torto marcio e nonostante la posizione in cui si trovava si permetteva d’imporsi in questo modo.

Sospirai alzando gli occhi al cielo e mi alzai dal letto coperta dal piumone quando me lo ritrovai davanti con le braccia strette al petto e l’espressione seria.”ti devo parlare” disse avvicinandosi di più e puntano i suoi occhi nei miei.

“beh indovina?! Non ne ho voglia quindi quel..” non feci nemmeno in tempo a finire la frase che mi ritrovai con la schiena completamente contro il muro e le sue mani ben salde sulle mie spalle. Odiavo essere trattata così da lui..sapeva che essendo una vampiro ero più forte… tutti i giorni del mese tranne uno, eppure si ostinava a fare “il duro” con me. Uno scatto veloce ed adesso la situazione era ribaltata. Lo tenevo per il collo,ben saldo contro la parete della mia stanza,guardandolo dritto negli occhi. Per la rabbia avevano fatto capolino anche i miei amati canini!

“ Lockwood ti consiglio di stare calmo perché non ci sto niente a romperti l’osso del collo” gli dissi con tono sicuro mentre inclinavo il capo da un lato. Proprio in quel momento mi resi conto che nello spostarmi avevo anche perso la coperta…perciò adesso ero davanti a lui in slip e reggiseno. Di bene in meglio!

Stava lì in silenzio a guardarmi. Non diceva una parola. Aveva un mezzo sorriso sul volto ed era calmo e sereno come se quella fosse una situazione del tutto normale e scontata. Pian piano portò una mano su quella che tenevo ben stretta sul suo collo. “ Scusa Caroline,sono stato un vero cazzone prima,durante la festa”.

Rimasi basita. Tyler Lockwood che chiedeva scusa ed ammetteva di essere un perfetto cazzone? E per di più tutto nella stessa frase? Incredibile! Pensavo di essere nel bel mezzo di un sogno o di uno dei miei tanti film mentali. E fu proprio di quel momento di titubanza che approfittò. Fu solo mezzo secondo e mi scaraventò sul letto. Era sopra di me e con le mani mi serrava i polsi,il mio viso così vicino al suo, sentivo il suo corpo che in confronto al mio pareva incandescente. Non riuscivo a muovermi o non volevo? Mi aveva davvero delusa quella sera ma adesso, vederlo lì che mi sorrideva… mi stavo odiando! Possibile che fossi così facile da “manovrare” nelle sue mani?!

Vendendo che me ne stavo ferma e zitta pian piano allentò la stretta e con una mano mi scostò i capelli che avevo sul viso. Dovevo darmi una mossa,non potevo rimanere lì impalata a guardarlo.. “allora..Forbes mi perdoni?” chiese con aria sorridente. Senza rendermene conto avevo portato una mano sulla sua schiena e mentre giocavo con l’orlo della maglietta,con un tono che non convinse anche me,risposi con un semplice no.

Lui scoppiò in una risata e mi sentii davvero stupida. Dovevo imparare ad impormi anche con lui e non perdonarlo così facilmente. Poi si alzò dal letto e mi guardò con un sopracciglio alzato “Beh stasera quando passo a prenderti per un giro al luna-park copriti un po’ di più ok?” Mi diede un leggero bacio sulla guancia e poi si avvicinò al mio orecchio “passo a prenderti alle otto” sussurrò ed infine tornò a casa sua uscendo dalla finestra.

NOTA DELL’AUTRICE: grazie per l’ennesima volta a chi segua la storia :)  Volevo semplicemente dirvi che probabilmente il prossimo capitolo lo scriverò dal punto di vista di Tyler e per questo motivo adotterò il metodo usato da qualche altro scrittore, cioè inserendo all’inizio della narrazione “Tyler POV” (Point Of View) un bacio. Morgana.

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Capitolo 5
*** I do not want to be the cause of your bad! ***


NOTA DELL'AUTRICE: devo essere sincera..non credevo uscisse fuori un capitolo del genere. spero vi piaccia! :) 

Morgana.

Erano le otto di sera e non mi ero mai sentita così agitata in tutta la mia vita..nemmeno se fosse stato il primo ragazzo sulla faccia della terra che mi chiedeva di uscire! Cercavo di tenere la mente impegnata su altre cose, evitando di rivivere le sensazioni che quella notte Tyler mi aveva provocato. Provavo i brividi al solo ricordando la vicinanza del suo corpo al mio, sotto le coperte, nel cuore della notte.

Dopo aver sparpagliato tutti i vestiti che possedevo nella mia stanza decisi di indossare un paio di pantaloni neri con sopra un maglioncino di cotone bianco… semplice ed appropriato per la serata. O forse no? Ero sempre stata un tipo paranoico ed insicuro, ma non avevo mai avuto dubbi sui miei abbinamenti! Questo era troppo anche per me stessa!

Mentre mettevo tutto il necessario nella borsetta sentii il cellulare vibrare. Un nuovo messaggio: “Forbes sono fuori… non farmi spazientire!” Alzai gli occhi al cielo ed uscii fuori cercando di mascherare meglio possibile il disagio che iniziavo a provare. Non facevo altro che pensare a quanto fossi stupida! Ero uscita con lui un milione di volte e adesso perché questo peso sullo stomaco,quest’agitazione nel petto e questo non riuscire un attimo a stare ferma?!

Appena mi voltai rimasi veramente colpita..che ci faceva Tyler Lockwood nel vialetto di casa mia in sella ad una moto di grossa cilindrata? Lo guardai inclinando il capo di lato con un mezzo sorriso totalmente persa in quella visione. Si, si trattava di una vera visione. Quasi paradisiaca. I bei tenebrosi a cavallo di una moto mi avevano sempre intrigata… ma in lui c’era qualcosa di più, non era il classico tipo “ehi piccola sono un duro che gira con una mega moto”.

Il flusso dei miei pensieri fu interrotto quando lui,con il suo solito modo di fare da bambino impaziente,mi riportò all’attenzione: “Allora ti sei incantata? Capisco che la moto è nuova..credimi l’adoro anche io..ma non vorrei fare troppo tardi stasera visto che non dormo da un po’” affermò per poi sbuffare.

“si..non ti scaldare Lockwood! Sto arrivando!”. Con garbo montai in sella e un po’ incerta avvolsi le mie braccia attorno alla sua vita e mise in moto. Più la velocità aumentava e più inevitabilmente il mio corpo si avvicina a lui,rendendo la presa ancora più ferrea.

Il tragitto durò poco, visto che correva come un pazzo, ma mi resi conto di dove mi aveva portata solo quando poggiai i piedi per terra. Per tutto il tempo non avevo fatto altro che pensare a cosa era in grado di provocare in me quel ragazzo, a quanto fosse mutato il nostro rapporto dopo che le nostre vite avevo preso una piega totalmente inaspettata e soprattutto mi accorsi che ormai lui costituiva una debolezza.

Tyler Lockwood era la mia debolezza. Condizionava il mio umore costantemente, non riuscivo nemmeno a rimanere arrabbiata con lui per più di qualche ora e modellava i miei stati d’animo e le mie reazioni come se in mano avesse della plastilina.

“mmm ma non dovevamo andare al luna Park?” chiesi mentre si risistemava i capelli passandovi le dita velocemente. Eravamo fuori Mystic… forse i miei genitori mi portarono qui un paio di volte quand’ero bambina,ma i ricordi erano sbiaditi…

Eravamo in una piccola spiaggia,la sabbia era bianca e fina, l’odore di salsedine mi riempiva le narici, non c’erano rumori tipo di auto in corsa o voci di persone. Eravamo solo io e lui.

“ Ero sicuro che se ti avessi detto che volevo parlarti in tranquillità,dopo la delusione che ho visto nei tuoi occhi la sera della festa, mi avresti risposto con un no secco” disse serio con le braccia lungo i fianchi. Poi sorrise e si sedette sulla sabbia morbida.

Non gli risposi e andai a sedermi accanto a lui piegando le gambe e avvolgendo le braccia alle ginocchia. Volevo che iniziasse lui a parlare una volta tanto in queste situazioni e poi,ad essere sincera,non avevo nemmeno tutta questa voglia di discutere.

“ So di essermi vendicato in modo orribile portandomi a letto quella ragazza sapendo che da un momento all’altro saresti venuta e mi avresti cercato” disse.

Guardavo il mare e lo spicchio di luna che vi si rifletteva mentre ascoltavo quelle parole quasi sussurrate.

“Non so il motivo preciso per cui l’ho fatto, ma a volte mi sento trattato come un poppante e la cosa non mi piace.”

Mi voltai per poter vedere la sua espressione, teneva gli occhi alti che guardavano un punto fisso davanti a sé. Era serio come poche volte l’avevo visto, mi dava l’impressione che si stesse sforzando parecchio per ammettere ciò che realmente pensava.

“ Però ti prometto che non succederà più nulla del genere. Mi rendo conto che non meriti tutto ciò,hai sofferto tanto ultimamente ed in passato.”

Fece una pausa che mi lasciò con il fiato sospeso e poi concluse: “Io non voglio essere la causa del tuo dolore Care.”

Ovviamente non potei far a meno di voltarmi per incontrare i suoi occhi,sentendo quelle parole ero rimasta a bocca aperta, in preda ad una miriade di sensazioni differenti,indecifrabili. “Tyler..io” come avrei potuto continuare? Forse con un bel ti perdono? Non ebbi nemmeno il tempo di dischiudere le labbra per dire qualcos’altro che mi ritrovai tra le sue braccia.

Mi stringeva forte contro il suo petto,le braccia incrociate attorno alla mia schiena,le sue mani che stringevano le mie spalle,il mio viso poggiato nell’incavo del suo collo e le sue labbra vicine al mio orecchio “Non voglio che tu dica niente… voglio solo far parte della tua vita in modo positivo. Sono stato davvero male dopo averti fatto soffrire” mi sussurrò delicatamente.

Sentivo l’odore della sua pelle così forte, sembrava reale anche quando non c’era,figuriamoci ora che giacevo sulle sue braccia,percepivo il battito del suo cuore così veloce che quasi mi preoccupava e fu un attimo.

Non so chi per primo si spostò. E mi ritrovai con le sue labbra incollate alle mie.

Sembravano fuoco sulla mia pelle di giacchio. Fu la sensazione più bella provata fino ad ora. Pareva che le nostre bocche fossero state create per incontrarsi,come se combaciassero alla perfezione,come se raggiungessero la loro completezza assieme.

Sentivo le sue mani che accarezzavano dolcemente il mio viso mentre il bacio,prima delicato ed insicuro,si faceva sempre più passionale,sempre più travolgente ed emozionante. Speravo con tutta me stessa che durasse ancora,mi sentivo in una sorta di dimensione a parte dove ero certo di non aver bisogno di nient’altro. Tranne che di lui.

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Capitolo 6
*** if you were not there been? ***


NOTA DELL’AUTRICE: continuo a ringraziare tutti quanti,sono davvero felice di vedere che la mia storia piace. È una grande soddisfazione per me! Volevo infine aggiungere che per il contenuto di questo capitolo ho preso in parte spunto dal mio GDR (dove..provate ad indovinare? Faccio Caroline! :D ). Baci.

Morgana.

 

 

Era passata una settimana da quella sera. Forse la sera più bella della mia vita? Non mi ero mai sentita così,nemmeno quando provavo a far funzionare le cose con Matt..era tutto totalmente differente con Tyler. Lui mi capiva al cento per cento,senza nessuno sforzo,a volte anche senza dire una parola. Mi bastava incontrare il suo sguardo per sentirmi già meglio.

Mentre non facevo altro che pensare al pomeriggio che stavo per trascorrere,cercavo le chiavi di casa correndo a destra e sinistra. Oggi sarei stata con le mie migliori amiche,come facevamo spesso fino a qualche anno fa; a scuola mi avevano tormentata sei ore consecutive pur di sapere i dettagli di ciò che era successo tra me e Tyler!

Finalmente trovai il mazzo di chiavi che accidentalmente era scivolato per terra,accanto al divano, ed uscii. Avevo deciso di andare a piedi…i pomeriggi si facevano più tiepidi e adoravo sentire il calore del sole sulla mia pelle gelida.

Camminavo tranquillamente per le vie semideserte di Mystic mentre inviamo un sms a Tyler per dirgli che ci saremmo visti di sera,quando andai a sbattere contro un uomo. Era alto,la pelle chiara,i ricci biondi e la cosa che mi colpirono maggiormente furono gli occhi. Erano azzurri ma per un momento mi parvero neri. Li teneva fissi nei miei mentre stava di fronte a me immobile,con le braccia lungo i fianchi ed un sorriso sul volto.

“Mi scusi” dissi un po’ imbarazzata mentre abbassai lo sguardo e cercai di superarlo. Feci mezzo passo e sentii il suo tocco sul mio polso. Non l’avevo mai visto prima ma sentivo che la cosa migliore era stargli alla larga. Così mi voltai sorridendo,cercando di non fargli capire che stavo iniziando a provare paura, “le serve qualcosa?” gli chiesi  mentre cercavo di liberare il mio polso dalla sua presa. Ma non era una semplice presa. Era ferrea come quelle dei vampiri.

“Mi servi tu,mia cara” disse con un mezzo sorriso mentre mi portava le mani sul volto,tenendomi il capo fermo. “Hai idea di chi sia? Sappi che non ho intenzione di farti del male,voglio solo..parlarti” aggiunse piano,con un tono sicuro e severo. Doveva essere lui. Doveva essere lui per forza. Cosa voleva da me? Praticamente non mi aveva mai vista prima! Lo vidi inclinare il capo da un lato..si stava forse spazientendo?

Rimasi lì a fissarlo mentre il mio respiro diveniva sempre più irregolare e la paura si faceva sempre più viva provocandomi dei brividi lungo la schiena.

“Klaus” dissi con un filo di voce. Quella sua espressione non faceva altro che mettermi i brividi,il suo tocco sulla mia pelle sembrava tagliente e la cosa che ancor più mi terrorizzava era la consapevolezza che non potevo ribellarmi a lui. Ciò che voleva lo prendeva e basta.

“oh tesoro…hai detto bene,sono proprio io” passò leggermente la mano sulla mia guancia e mi scostò i capelli,facendoli cadere dietro una spalla. “Se farai la brava e risponderai ad ogni mia domanda ti prometto che non ti farò nulla,non mi piace recare violenza alle donne,specialmente a quelle belle come te”

Mi sentivo paralizzata. Non sapevo che dire,sentivo solo l’aria mancare e la voglia di scappare via,il più lontano possibile da lui. Così non dissi nulla,continuando ad osservare il suo volto.

“Ma questo posto non lo trovo adatto..magari ti sentiresti più a tuo agio nella vecchia tenuta dei Lockwood?” mi chiese ma senza aspettare una risposta,tornò a stringere il mio polso e,dopo qualche passo,mi fece salire sulla sua auto.

 Guidava un tizio che non avevo mai visto prima e stare seduta dietro con l’unico ibrido della terra era la cosa più tremenda che potesse accadermi. Ma mi decisi a parlare. “cosa vuoi sapere da me? Non ti dirò nulla” affermai guardando in basso,in preda ai brividi di terrore che camminavano lenti sulla mia spina dorsale.

Ovviamente non rispose,accennò semplicemente ad una risata e si mise più comodo sul sedile. Dopo qualche minuto eravamo giunti a destinazione. Mi tirò per un braccio giù per le scale,nonostante cercavo di liberarmi,mi portò con le spalle attaccate al muro e m’incatenò.

“Prima domanda. Da quanto tempo stai assieme a Tyler Lockwood?” spalancai gli occhi non appena sentii il suo nome. Tyler doveva essere lasciato in pace; soprattutto da lui.

“bene…vedo che non rispondi. Proviamo con qualcos’altro allora” aggiunse ridendo mentre si avviava verso un angolo della stanza e ritornava con un paletto di legno in mano. Rimasi immobile a guardarlo. Mi sarei fatta uccidere pur di non mettere nei guai i miei amici e tantomeno l’unica persona al mondo che amavo con tutta me stessa.

Mi guardò negli occhi e fu un colpo veloce. Il paletto era lì che squarciava la mia coscia,provocandomi un dolore allucinante mentre sentivo il sangue gocciolare sul pavimento impolverato. Non urlai,semplicemente strinsi i denti e sostenni il suo sguardo. Tutto ma non Tyler.

“Piccola…se non parli andrà sempre peggio. Se ti fossi informata sui rischi che comporta avere una relazione con un licantropo, in questo momento non ti troveresti qui”

Cosa voleva dire? Sapevo che correvo dei rischi stando con Tyler..soltanto un suo morso e sarei morta..ma era ovvio che non parlava di questi rischi. Questi riguardavano me. Ed io per Klaus ero totalmente insignificante,forse sarebbe stato anche meglio se fossi morta. Doveva esserci sotto qualcosa che lo riguardava..altrimenti non si sarebbe comportato in questo modo.

“ So i rischi che corro e non credo ti riguardino” dissi con tono secco mentre sentivo bruciare la ferita alla gamba. “perciò sii più chiaro” conclusi. Sapevo che dire una cosa del genere l’avrebbe solo irritato di più, ma cosa avrei dovuto fare?

“Tesoro,stai calma e non usare quel tono nei miei riguardi” affermò in modo gelido mentre lo vedevo prendere un coltello dalla sua tasca. Sentivo la paura insinuarsi nelle ossa e crescere secondo dopo secondo. Le sue movenze calme e decise,il suo aspetto sereno e il suo tono così controllato mi terrorizzavano ancora di più.

Si avvicinò con fare lento,mentre con lama del coltello giocava con la manica del giubbotto che indossavo. Un altro colpo veloce e la ruppe. Avevo il braccio sinistro interamente scoperto e immaginavo già cosa stava per succedere.

“Ascolta il mio consiglio..stagli alla larga” e poi trafisse il mio polso con la lama spessa e tagliente di quel dannato coltello. Stavolta non potei fare a meno di trattenere le lacrime. Il paletto impediva alla mia coscia di rimarginarsi e come se non bastasse, decise di muovere l’arma che teneva in mano su, fino alla spalla.

Urlai per il dolore che provavo, avevo un taglio lungo quanto tutto il mio braccio e profondo almeno un centimetro. Il sangue usciva copioso,scendendo lungo il mio collo,fino ad inzuppare la maglia fina che indossavo.

Non so per quante ore mi torturò in quel modo,ma quando si allontanò ero stremata. Un altro colpo e non avrei resistito. Avevo perso molto sangue e le ferite mi erano state inferte una dietro l’altra. Non avevo la forza nemmeno di muovermi di mezzo centimetro.

Chiusi gli occhi e mi concentrai su ciò che mi circondava. Doveva essere notte inoltrata ormai,sentivo l’aria più fredda e i versi dei gufi,volevo solo tonare a casa e sapere come stava Tyler. Se Klaus in questo momento stava torturando proprio lui?

Non avevo nemmeno la forza di pensare,seduta lì per terra,con le braccia alte incatenate al muro,dolorante in ogni singola parte del mio corpo,inclinai la testa di lato e mi abbandonai al sonno profondo simile a quello dei bambini dopo un giorno intero passato a scorrazzare dappertutto con gli amici.

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Capitolo 7
*** I think I love you .. I said I love you ***


NOTA DELL’AUTRICE: l’ispirazione per questo capitolo mi è venuta stanotte alle 2..ma il sonno dopo un’oretta ha avuto la meglio,perciò ho continuato a scrivere questa mattina…spero che questo capitolo vi piaccia. Un bacio.

 Morgana.

Tyler POV:

Stavo uscendo fuori di testa,avevo praticamente girato per tutte le vie di Mystic pur di trovarla,ma nulla. Lei sembrava sparita proprio nel nulla. Non un messaggio,non un avvertimento,un bel niente. Stringevo forte il volante dell’auto mentre con gli occhi cercavo di guardare ovunque,sperando di rincontrare il suo viso e tirare così un sospiro di sollievo.

Era un comportamento troppo strano,non si addiceva completamente al carattere di Caroline perciò doveva essere successo per forza qualcosa. Mi sentivo così in ansia! Avevo controllato dappertutto…l’unico posto adesso rimaneva la foresta.

Iniziava a fare un freddo cane,volevo trovarla,assicurarmi che il peso strano che provavo sullo stomaco fosse solo una specie di mia fantasia e tornarmene a casa. Con lei.

Posteggiai l’auto e il primo posto che mi venne in mente fu la vecchia tenuta della mia famiglia,non so perché pensai a quel posto ma in un certo senso era diventato nostro. Le trasformazioni durante la luna piena non erano tanto terribili con lei accanto..peccato per le ossa che si spezzavano…

Feci qualche passo addentrandomi in quella che un tempo era l’abitazione dei miei antenati e rimasi sconvolto.

Sapevo che stava male,avevo questa impressione da inizio pomeriggio e vederla lì,in quello stato mi fece venire i brividi. Ma a quest’ultimi seguì la rabbia più forte e devastante che avessi mai provato.

Mi precipitai da lei,aveva le braccia incatenate,i vestiti logori e totalmente inzuppati di sangue. Digrignai i denti pur di non cacciare dalla bocca un urlo disumano per la furia che m’invadeva in quel momento. Solo un mostro avrebbe osato ridurla in quello stato,solo qualcosa priva di anima avrebbe avuto il coraggio di fare tutto quel male.

Con un colpo secco le liberai i polsi dalle catene e la presi in braccio. Teneva gli occhi chiusi,ormai stremata da tutto quel dolore ; la sentivo tremare,i muscoli del corpo rigidi e le lacrime che ancora le rigavano il viso.

Vederla in quello stato era come patire le pene dell’inferno,era come poter sfiorare la morte,sentirla lì gelida, sicuro di essere impotente. Il dolore di quei momenti era un miliardo di volte più forte delle ossa che si spezzavano… avrei preferito farmele spezzare ripetutamente pur di non vederla ridotta così…

Salii in macchina mentre continuavo a tenerla tra la braccia,Dio come mi sembrava debole!

Chiusi lo sportello, le feci poggiare le gambe sul sedile del passeggero e la testa sul mio petto; mi tolsi la giacca di pelle che indossavo e gliela poggiai sulle spalle sperando che potesse servire a farla sentire minimamente meglio.

Guidai ad una velocità assurda,alternando lo sguardo tra la strada e lei. Giuro che  avrei  fatto la qualunque,ucciso il primo che passava per strada o preso a calci un masso enorme pur di sfogarmi e liberarmi dall’orrore che mi stava rendendo pazzo.

La strada per arrivare a casa mia mi sembrò una vera eternità, la distesi sul divano del salone e le presi il volto dolcemente tra le mani,la vidi aprire gli occhi debolmente ed accennare quasi a un sorriso “Ehi piccola ti ho trovata ok? Ti ci vuole un bagno ed una bella dormita..vedrai che ti sentirai meglio dopo. Pensa solo a riposarti,al resto penso io”.

Mi sembrava ancora più bella in quelle condizioni,così vulnerabile,così dolce,così debole. Le accarezzai i capelli e piano poggiai le mie labbra sulle mie. Possibile che nella sua pelle di ghiaccio io ci sentissi il fuoco ardente?

Aspettai qualche minuto e appena la vidi più tranquilla mi allontanai cercando di disturbarla il meno possibile. Andai in bagno per iniziare a riempire la vasca con l’acqua calda, poi andai di nuovo da lei e nel modo più delicato con cui riuscivo a sfiorarla la spogliai di quei vestiti sporchi e la ripresi di nuovo in braccio.

Continuava a stare ferma e a tenere gli occhi chiusi,anche quando la immersi nell’acqua ed iniziai a lavarla. Aveva sangue dappertutto,le ferite si erano già rimarginate ma la pelle delle gambe e delle braccia,in certe zone sembrava più scura,come se ci fosse un livido.

Avevo quasi paura a passare la spugna su quella pelle chiara o ad insaponare i capelli dorati. E quella situazione la trovavo così..strana. Non l’avevo mai vista nuda prima d’ora..e adesso era lì,poggiata sul mio braccio,con ogni centimetro di pelle scoperto. Mi sembrava semplicemente perfetta.

 Mi sarei vendicato ad ogni costo,anche a costo di morire. Lei era l’unica di cui m’importava davvero e farle del mare equivaleva ad una condanna a morte. La peggiore morte che si potesse immaginare.

L’avvolsi nel mio accappatoio e piano salii le scale,fino in camera mia; l’adagiai sul letto e mi stirai accanto a lei. Non sapevo come comportarmi,cosa fare per farla sentire meglio ma sapevo di aver fatto la cosa giusta quando lei automaticamente con le dita si aggrappò alla mia maglietta.

Non potei fare altro che stringerla contro il mio corpo per tutta la notte,l’avrei fatto per ventiquattro ore consecutive se fosse stato necessario,dandole un leggero bacio sui capelli di tanto in tanto. Alle prime luci dell’alba crollai anche io. Senza mollare la presa.

Quando riaprii gli occhi era già sicuramente ora di pranzo. Avevo qualche brivido di tanto in tanto a causa del freddo del suo corpo che trapassava i vestiti,cercai di guardarla in volto e sembrava che stesse decisamente meglio. Sembrava più serena,più rilassata e sempre più bella. Non seppi resistere dal darle un leggero bacio facendola svegliare.

Ehi tesoro,come stai?” le sussurrai piano mentre incontrai di nuovo i suoi occhi azzurri che mi sembrarono ancora più grandi e profondi del solito.

“ Mi sento bene.. grazie per avermi salvata” disse piano, mentre mi circondava il collo con le braccia e poggiava la sua guancia sulla mia; sarei rimasto così,attaccato a lei,per ore intere.

Piano mi girai,mettendomi a pancia in su e trascinandola sopra di me… iniziò a ridere e a riempirmi di baci sulle guancie,sulle labbra e sul collo...si stava decisamente meglio! Ero davvero felice di vederla così…qualche ora prima avevo il terrore che potesse morirmi tra le braccia ed il solo pensiero mi faceva sentire freddo nella profondità delle ossa.

Care..chi ti ha ridotta in quello stato ieri?” chiesi cercando di apparire più calmo possibile,mentre infilavo le dita di una mano tra i suoi capelli e con l’altra le accarezzavo la schiena.

Non lo so perché l’ha fatto,deve esserci qualcosa sotto altrimenti le cose non quad..”   non le lasciai il tempo di finire la frase,mi aspettavo una cosa del genere da parte sua…ovviamente immaginava che sarei andato a fargliela pagare a quel bastardo e la cosa la spaventava.

Care voglio sapere il nome” dissi freddo,tenendo lo sguardo incatenato al suo. “Klaus” disse quasi in un respiro ma mezzo secondo dopo aveva già iniziato a parlare a raffica su quanto era pericoloso,su quanto sarebbe stato stupido andare da lui e vendicarsi. Non potevo darle torto…perciò dovevo darmi una bella calmata e,per una volta nella mia vita, agire come un uomo.

Tesoro tranquilla ok? Non mi precipiterò da lui con l’intenzione di ucciderlo,te lo prometto. Ma dobbiamo scoprire che c’è sotto…non può sputare dal nulla e torturarti in quel modo senza una ragione!”  Dio che rabbia avevo! Stringevo i pugni così forte che mi facevano male le dita, avrei voluto averlo davanti e stritolarlo,farlo in mille pezzi,infondergli così tanto dolore da renderlo pazzo!

Tyler?”  la voce dolce di Caroline mi distolse dai quegli assurdi e orribili pensieri,così alzai di nuovo lo sguardo verso il suo volto…voleva dirmi qualcosa,ce l’aveva scritto in faccia…mi guardava con le labbra dischiuse con la stessa espressione di chi cerca il modo giusto per dire una cosa.

Tyler, ti amo.” Provai qualcosa di inimmaginabile, il cuore poteva scoppiarmi in quell’istante preciso per la velocità a cui si muoveva nel mio petto.

Mi alzai,mettendomi seduto sul letto,cercando con le mie dita le sue e la guardai negli occhi. Non ero mai stato così sicuro di quello che dicevo, quei secondi mi sembravano così lenti e le parole uscirono dalla mia bocca in un modo così naturale  che sembrava addirittura irreale.

“ Ti amo anche io, ti amo così tanto che a volte mi manca anche il respiro.”

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Capitolo 8
*** I can't believe ***


NOTA DELL’AUTRICE: ho pensato parecchio a questo capitolo e beh..vorrei sapere il vostro parere per la mia “idea”..forse un po’ azzardata ahahah! Volevo comunque ringraziare tutti coloro che mi  fanno i complimenti ed apprezzano questa storia : ). GRAZIE DI VERO CUORE. Baci.

Morgana.

 

Ti rendi conto che non puoi andare da lui e costringerlo a parlare? Non ti direbbe nulla ed in più ti ucciderebbe in un nanosecondo te ne rendi conto vero?” Camminavo avanti e dietro per il salotto immenso della casa del sindaco agitata come non mai. Mi sentivo la testa pesante,ero in totale confusione e in più Tyler con la sua impulsività non mi aiutava molto!

 

“Senti Care..so che non è saggio andare lì da lui ed affrontarlo ma di certo non possiamo far finta che quello che ti ha fatto non sia mai successo e soprattutto non possiamo ignorare la certezza che sotto il suo comportamento c’è un valido motivo ok?” Odiavo quando mi parlava così…aveva ragione ma non potevo mica rischiare di farlo morire. Rabbrividii al solo pensiero. Non avrei mai potuto sopportare una cosa del genere.

 

Sbuffai e lo guardai negli occhi “Facciamo così…vado da lui,da sola e gli parlo.” Lo vedevo innervosirsi ancor di più,stava per zittirmi ma lo bloccai “Tyler devi fidarti di me ok? Sai che anche senza il tuo consenso ci andrò…devo sapere perché si è messo in mezzo e se avesse voluto realmente uccidermi a quest’ora non starei parlando con te” Gli feci un mezzo sorriso e lo guardai provando di tranquillizzarlo anche se era come chiedere la Luna.

 

Ti prometto che starò attenta.” Dissi veloce per poi dargli un bacio leggere sulle labbra e lasciare svelta la sua casa.

 

Era mattina,tutto sembrava monotono e tranquillo,come ogni singolo giorno che si trascorreva a Mystic Falls. Nonostante stavo andando dritta a casa,o meglio l’abitazione che aveva “preso in prestito”, di colui che mi aveva torturato nel modo più brutale che esistesse, mi sentivo tranquilla e piena di curiosità.

 

Arrivai presto davanti casa di Alaric,scesi dall’auto e feci un respiro profondo prima di varcare la soglia. Dentro sembrava non ci fosse nessuno:un silenzio quasi assordante,le finestre chiuse e tutto in ordine. Mi addentrai e una cosa soltanto colpì la mia attenzione.

 

Era un libro,uno di quelli dall’aspetto vecchio e logoro,le pagine ingiallite e consumate come se fossero state sfogliate un milione di volte. Mi avvicinai di più al tavolo su cui era poggiato e iniziai ad osservare… i caratteri erano piccoli,l’inchiostro era nero e sembrava che tutto fosse trascritto a mano.

 

La cosa che mi colpì a primo impatto furono i disegni,erano scuri e poco chiari..ma mi fecero rabbrividire comunque. Non riuscivo a capire bene cosa rappresentassero,forse una creatura dai tratti umani ma c’era qualcosa d’indecifrabile! Sospirai ed iniziai a concentrarmi sulle scritte.

 

Non capivo nulla di quello che c’era scritto,nemmeno una parola. “Dio! Sembra aramaico!”  esclamai involontariamente.

 

A dire il vero…è sanscrito!” rispose una voce che conoscevo bene. Avevo quasi paura ad alzare lo sguardo e vedere il suo volto ancora una volta,mi sentivo terribilmente  in ansia e impaurita. Anzi,terrorizzata.

Mi passai una ciocca di capelli dietro l’orecchio e trovai il coraggio d’incontrare i suoi occhi. Stava poggiato al muro con le braccia conserte,il volto sereno e quel solito mezzo sorriso che m’inorridiva.

Sarò estremamente chiaro nei tuoi confronti. Non ho intenzione di uccidere nessuno,anche se la cosa mi provoca scariche di adrenalina sublimi!” disse ridendo. Lo odiavo sempre di più..non aveva alcun rispetto per la vita.

 

Facciamo un patto bella biondina,ti va?” mi chiese arrivando davanti a me in un secondo e prendendomi il volto tra le mani,la sua pelle a contatto con la mia mi faceva vomitare,mi liberai da quella presa e lo guardai dritto negli occhi senza dire una parola.

 

Tu smetti di vedere il tuo adorato licantropo ed io ti lascerò in pace.” Cosa? Non mi quadrava nulla,ero sempre più confusa, adesso il problema era la mia relazione con Tyler? Avrei dovuto rinunciare all’unica mia fonte di felicità? E per quale machiavellico motivo poi?

 

Che ne diresti di fare un po’ di chiarezza prima di proporre un patto o stringere qualunque accordo?” chiesi mentre stavo ferma davanti a lui,i muscoli tesi pronti a scattare se fosse stato necessario.

Se ti dirò tutta la verità non potrò lasciarti scappare sai?” era serio. Era quello allora il prezzo da pagare per sapere cosa stava succedendo?

 

E se  invece tu mi dici tutta la verità ed io…faccio uscire dalla mia vita Tyler?” quelle parole mi ferirono più di un coltello affilato sulla mia pelle,ma cos’altro potevo fare? Ero con le spalle al muro, la verità riguardava sia me che Tyler,era ovvio! E non potevo rischiare che rimanesse ucciso nel tentativo di liberarmi!

Valutò la mia offerta,lo vidi sorridere e poi riprese a parlare. “Devo dire che ti facevo più stupida piccola Forbes” esclamò ridendo “Ma credo che la tua offerta sia..ragionevole. Tu dovrai rompere con lui,non dirgli una parola su ciò che a breve ti racconterò altrimenti..la tua vita sarà un vero inferno. Ti ho dato un assaggio la prima volta che ci siamo visti ricordi?”

 

Sapevo che abbandonare la persona che amavo sarebbe stata la cosa più dolorosa e difficile mai fatta. Ma era l’unica scelta da fare. “Ti do la mia parola” conclusi fredda e preparandomi ad ascoltare ciò che stava per raccontarmi.

 

Andò a sedersi sul divano con un bicchiere di vodka in mano “La storia è molto più complicata di quanto tu possa credere. Non sono uno che ama uscire così facilmente allo scoperto…ma vedi,sono costretto! Ma basta  con le premesse,passiamo al sodo. Milioni di anni fa,come sai,molte streghe erano a conoscenza della mia natura e di quanto desiderassi divenire un ibrido a tutti gli effetti; così gli stregoni e le streghe di quel tempo dovettero prendere una decisone. O schierarsi dalla mia parte e dalla parte del nuovo ordine naturale che ne sarebbe derivato o semplicemente schierarsi contro”

Le sue parole scorreva leggere e non potevo fare a meno di lasciarmi trasportare indietro nel tempo,immaginando gli eventi passati.

Le streghe che decisero di schierarsi contro di me ovviamente non restarono con le mani in mano e diedero vita a quella che viene denominata profezia. Qualora fossi riuscito nel mio intento di diventare un ibrido il mio potere doveva essere circoscritto. Ed ecco che qui entri in gioco tu! È stato deciso che solo il frutto dell’unione tra una donna vampiro ed un licantropo sarebbe stato in grado di uccidermi…ma non basta semplicemente una donna vampirizzata. Ci vuoi tu. Ti tengo d’occhio da quando sei nata. Grazie all’aiuto di un mio stregone sono riuscito ad individuare chi sarebbe stato in grado di distruggermi.”

Ero a dir poco sconvolta da ciò che le mie orecchie stavano sentendo. Non ero nemmeno in grado ad individuare le emozioni che crescevano dentro di me. Era solo tutto assurdo.

Le streghe a me nemiche decisero che la donna adatta a questo compito sarebbe stata una bambina proveniente da un’isoletta sperduta in capo al mondo,rimasta orfana ed affidata ad una famiglia come tante. Ed eccoti qua. Sapevi che lo sceriffo non è la tua vera madre?”

Stavo lì ferma ad ascoltare. Quasi non riuscivo a comprendere le parole che pronunciava. Mi sentivo morire. Perduta. Senza la minima idea di chi fossi al momento.

“ Ma ovviamente mi sarebbe stato semplice ucciderti ed evitare il problema. Le streghe possono essere gentili nei tuoi riguardi,possono rispettarti ma,al contrario di come la pensano la maggior parte dei nostri simili,sanno essere molto furbe. Decisero che se ti avessi uccisa sarei morto anche io. Lo stesso vale per Tyler. Che tu ci creda o no lui discende da un’antica famiglia di licantropi e grazie ai geni di sua madre possiede le caratteristiche di due delle prime famiglie della specie. È tutto scritto nel libro.”

Non avevo parole.

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Capitolo 9
*** those four dreaded words. ***


Uscii da quella casa totalmente sconvolta. Sentivo uno strano ronzio alle orecchie,la testa confusa e pesante,le gambe intorpidite e gli occhi lucidi. Tutte le mie certezze erano inesorabilmente crollate all’udire quelle parole. Sembrava tutto totalmente assurdo. Ogni singolo attimo,ogni singolo evento,ogni abbraccio,ogni sguardo ed ogni parola su cui era basata la mia intera esistenza era adesso sparito nel nulla.

Velocemente tornai in auto,con le lacrime agli occhi, mi misi al volante e mi diressi a casa. Sapevo che l’aspetto più difficile non era l’accettare il fatto che fossi parte integrante di un piano gigantesco rispetto a me stessa o la consapevolezza di non sapere di chi fossi realmente figlia.

Poteva sembrare folle,addirittura assurdo ed irreale,ma la parte più difficile sarebbe stata quella di proteggere Tyler poiché,per tenerlo al sicuro da tutto ciò, avrei dovuto lasciarlo. E senza una motivazione valida oltretutto. Come potevo spiegargli tutto questo casino? Come potevo dirgli che se non avessi rotto con lui, Klaus ci avrebbe eternamente torturati,inseguiti fino all’angolo più sperduto del mondo o addirittura avrebbe potuto vendicarsi facendo del male ai nostri amici e familiari? Semplicemente non potevo dirglielo.

Piombai dritta in camera mia e finalmente scoppiai in un pianto liberatorio. Non piangevo così chissà da quanto tempo. Forse da quella maledetta festa in casa Lockwood. Dio sembrava che il mio cuore mi si stesse frantumando dentro la gabbia toracica! Che cosa avevo fatto per meritarmi ciò? Per meritarmi questa ridicola vita? Mi sarebbe andata bene la qualunque ma non dover lasciare l’uomo che amavo. E si..proprio uomo. Tyler non era più quel bulletto che se la spassa con la troietta di turno,era cambiato veramente. Era cresciuto,aveva imparato a controllare i lati negativi del suo carattere e soprattutto aveva imparato ad amarmi. Ne ero sicura al cento per cento che lui mi amava. Almeno quanto lo amavo io.

Di certo non potevo allontanarlo da un momento all’altro,magari la sera stessa. Sarebbe stato troppo palese il fatto che ero costretta a dover rompere con lui. Presi il cellulare,asciugandomi con la manica della felpa quell’ultima lacrima che ancora sostava sulla sua guancia, e decisi di inviargli un messaggio: ”Tyler è tutto ok. Puoi stare tranquillo…Klaus è solo un malato psicopatico ma mi ha dato la sua parola che non succederà più nulla di simile. Scusami ma non ce la faccio a passare,sono troppo stanca. Buonanotte :)”

Essere così fredda nei suoi confronti mi dava l’idea di morire. Un’altra volta. Mi faceva sentire più fredda di quanto già non fossi ed il cuore più duro del normale,più duro del diamante. Come avrei potuto guardarlo negli occhi e mentirgli? Come avrei potuto dirgli la bugia abnorme che non provavo assolutamente nulla per lui? Un motivo per lasciarlo dovevo darglielo. L’unico minimamente credibile era quello del “non ti amo più.”

Quelle quattro maledette parole nel mio cervello risultavano così taglienti,così dolorose,manco fossero stati morsi di un serpente a sonagli! Le sentivo imprimersi nel mio cuore come se fossero state incise con una lama sulla carne viva,mi davano la sensazione che nelle mie vene iniziasse a circolare un chissà quale veleno che, al suo passaggio, lascia un bruciore simile al fuoco.

Da quell’incontro con Klaus erano passati dieci interminabili e terrificanti giorni. Dieci giorni in cui tenevo la testa bassa pur di non incontrare i suoi occhi neri come la notte e leggerci la confusione più totale, dieci giorni in cui mi limitavo a dirgli “Tyler oggi non possiamo vederci perché ho delle faccende con Damon ed Elena da sbrigare”, dieci giorni passati a rileggere sul letto i suoi sms a cui non era arrivata una risposta se non a tarda sera,quando ero sicura che stesse dormendo,dove mi scusavo di essere stata talmente impegnata da non aver avuto tempo per rispondere. Dieci giorni in cui non potevo godermi il calore ed il profumo della sua pelle,in cui dovevo trattenere il respiro e costringermi a sfiorare a stento le sue labbra con le mie. Dieci giorni in cui dovevo trattenermi dal dirgli che lo amavo. Perché io l’amavo,con tutta me stessa. Così tanto che faceva male.            Un male che ti attanagliava l’anima… ma che ero disposta a sopportare per l’eternità pur di non vederlo nella morsa terrificante dell’Originario.

Undicesimo giorno di assoluto silenzio. Era una di quelle domeniche grigie che ti mettono il broncio in automatico e desideri solo sprofondare nel tuo letto e dormire non provando nulla. Nessuna emozione.

Ero seduta sulla sedia della cucina,con le gambe piegate e tenute strette al petto con le braccia; fissavo semplicemente il vuoto. Non appena sentii bussare sobbalzai e smisi di pensare andando ad aprire la porta.

Poteva una donna desiderare qualcosa di migliore? No. Perché di migliore non c’era assolutamente nulla. Mi guardava implorante,dritto negli occhi. Sapevo che più prolungavo lo sguardo più sarebbe stato difficile abbandonarlo. Era arrivato il momento di farlo,di comportarmi da vera donna,di donargli interamente il mio amore e di lasciarlo andare. O meglio… di obbligarlo ad andare.

Care,non ce la faccio! Sto impazzendo! Cosa ti succede? Ho sbagliato qualcosa? Ti sento distante…e non voglio!” Che male cane facevano quelle parole! Cosa avrebbe potuto sbagliare?! Non si rendeva conto che era…perfetto? Una persona normale non avrebbe resistito undici giorni vedendo la propria ragazza così fredda e lontana. Ma Tyler Lockwood ti stupiva sempre. In ogni circostanza ed in ogni ambito.

lo lasciai entrare in casa mentre stavo in silenzio, con le braccia al petto e la testa bassa,dopo averlo sentito sospirare, glielo dissi. Feci uscire dalle mie labbra quelle quattro parole,nel modo più naturale che riuscissi a fingere,senza essere nemmeno in grado di guardarlo in volto. Sentivo il suo respiro che si era bloccato non appena recepito il messaggio,vedevo i suoi pugni stringersi forte,talmente forte che la pelle nelle zone delle nocche era bianca, riuscivo a sentire anche il suo cuore… che perse qualche battito. Anche quel piacevole ritmo mi sarebbe mancato.

Non ci credo Caroline” disse freddo mentre in un secondo era piombato davanti a me e non potei fare in modo di puntare i miei occhi nei suoi. Intrecciò le mie dita alle sue e mi sembrò di poter rinascere. Mi faceva sentire così viva! Così dannatamente a posto con l’intero Universo! Mi faceva capire che ero proprio dove dovevo essere. Avrei potuto allontanarlo,ero più forte di lui,non sarebbe stato di certo un problema,ma era il mio corpo a reclamare quella vicinanza,come se dovesse necessariamente immagazzinare ancora un pizzico di lui per poter resistere alla sua imminente assenza.

Tyler, non ti amo più”. La seconda volta fu più dolorosa. Non potevo sottrarmi al suo sguardo attento e ancora speranzoso. In quei suoi occhi ci vedevo la sua anima ed una luce capace di imbambolarmi per intere ore. L’avevo deluso. Ogni muscolo del suo volto dipingeva nel suo viso un’espressione di pura e glaciale delusione. Ero stata capace di deludere l’amore della mia esistenza. Non avevo mai e poi mai desiderato conficcarmi un dannato paletto nel cuore come in quel momento,avrei anche implorato per porre fine a ciò che stavo provando in quel frangente,pur di staccare gli occhi dai suoi e non vedere tutto quel dolore che lo tagliava a brandelli.

Si girò;ponendo fine alla presa delle mie dita,provocando così un ultimo brivido sulla mia schiena,potendo dunque godere ancora un’ultima volta di quell’elettricità quasi palpabile che nasceva ogni qualvolta i nostri corpi si sfioravano. Con quel tocco mi regalò ancora un attimo eterno di amore. Da allora mi sarei aggrappata solo a quello per continuare a vivere. Perché era quello che rimaneva del mio amore per lui. Un attimo eterno.

Prima di chiudere la porta ed andare via si voltò a guardarmi,ero certa che non avrei potuto trattenere le lacrime a lungo nonostante la buona volontà,perciò pregai che qualcuno Lassù potesse far passare in fretta quegli istanti di puro inferno. Non disse nulla. Nemmeno una parola. E mi guardò. Con quel tipo di sguardo che ti fa mancare una persona anche quando è proprio lì dinanzi a te.

E poi solo il buio di una voragine.

Solo a quello ormai si era ridotta la mia vita. Dal momento in cui lo vidi salire in macchina e scomparire per le strade di Mystic, ero stata totalmente inghiottita dall’oscurità.

 Non riuscivo ad immaginare nulla di peggiore. Nulla di più negativo.

Così diedi un nome alla mia oscurità, pensai che il nome che le si addicesse maggiormente fosse disperazione.

Caroline Forbes senza Tyler Lockwood era l’incarnazione della disperazione.




Morgana.

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Capitolo 10
*** I want to make love to you. ***


Di nuovo mattina. Le uniche parole che mi venivano in mente erano “perché la notte durava così poco? Perché non potevo stare eternamente nel mio letto e non vederlo?”. Erano le sette e già sentivo spuntare le lacrime agli occhi,possibile che non si fossero ancora esaurite?

Come ogni sacrosanto giorno, da due settimane a questa parte, mi alzavo automaticamente dal mio letto e senza nemmeno guardarmi allo specchio,uscivo per andare a scuola. Odiavo anche quella oltre all’alternarsi del giorno e della notte. Potevo vederlo,lì mentre rideva con i suoi amici,senza degnarmi di uno sguardo. Come se non esistessi. Non si sforzava nemmeno di salutarmi,nemmeno di evitarmi… io per lui ero diventata invisibile. Inesistente.

Sospirando feci partire la mia auto e come una totale deficiente rimasi dieci minuti buoni a guardare la pioggia che,con un ritmo sempre più incalzante,andava a precipitare sul parabrezza. Idiota,Idiota e Idiota! Mi sentivo solo un’idiota!

Continuai a ripetermelo all’infinito fino a quando non arrivai a scuola. Ovviamente in ritardo. Stavo impazzendo,mi bloccavo a fissare il vuoto senza nemmeno riuscire a pensare a qualcosa di veramente concreto. Si… ero necessariamente pazza. 

Entrando in classe trattenni il respiro. Sapevo che lui era lì,intento a scrivere su un foglio qualunque stronzata gli passasse per la testa,sapevo che il suo profumo sarebbe stata la cosa che mi avrebbe colpito per prima e sapevo che sentirlo di nuovo sarebbe stato come se ti gettassero della neve sul viso mentre dormi beatamente al calore di un camino acceso. Non avevo più la forza di guardarlo,i miei occhi non incontravano i suoi da troppo tempo, da troppi giorni ormai mi era stato negato di perdermi nel tono dolce dei suoi “ti amo” sussurrati all’orecchio. Stavo per scoppiare a piangere proprio in quell’istante,sotto gli occhi di tutti i miei compagni (tranne uno) che mi osservavano andare a posto dopo la scocciante ramanzina del professore di matematica. Basta,basta! Dovevo controllarmi!

Quando mi sedetti ebbi il tempo di tornare lentamente a respirare. Lo sapevo. Sapevo che avrebbe fatto male,sembrava che ogni volta fosse più dolorosa della precedente! Ancora la notte mi sembrava di poterlo risentire quel suo profumo,come se fosse ancora lì tra le lenzuola. Come se ci fosse lui al mio fianco. Sospirai rassegnata mentre mi accorsi che Elena aveva allungato il braccio per passarmi un foglio:

Care,come va oggi?

Presi una penna e piano scrissi la prima cosa che mi venne in mente.

Bene! Tu invece?

La vidi scuotere la testa sospirando. Ci avrei giurato! Elena mi conosceva troppo bene,me lo leggeva in faccia all’istante quando una cosa non andava…e avrebbe fatto la qualunque per tirarmi su di morale. Ne ero certa.

Smettila di mentirmi! Magari dire che stai soffrendo ti farà stare un po’ meglio dopo… comunque, stasera al grill si esibisce un nuovo gruppo musicale,credo che sia la cosa migliore che potesse capitarci per distrarci! Passo con Bonnie alle otto :)

Ecco. Come previsto. Avevo sentito qualcosa a proposito di questa serata ma non ero dell’umore adatto per ballare e cantare anche se ero consapevole del fatto che sarei dovuta andare avanti. Anche se mi feriva terribilmente. Soprattutto dovevo accettare che LUI era andato avanti. Aveva sempre il sorriso sulle labbra ed ero a conoscenza di quanto spesso uscisse con i suoi amici… e di quante volte si era preoccupato a chiedere a qualcuno se stavo bene. La risposta era: nemmeno una. Stop. Avevo deciso, non aveva più senso piangersi addosso in quel modo! Impugnai forte la penna nera e con decisione scrissi la risposta.

Credo che tu abbia ragione… sarò puntuale! Ti voglio bene. P.s. mi sento una merda

La vidi prima sorridere e poi incupirsi velocemente leggendo la parte finale del messaggio, stranamente però dirlo mi fece sentire un po’ più sollevata. Come al solito Elena aveva ragione…mi conosceva meglio di chiunque altro.

Le prime tre ore volarono in fretta,non riuscivo a concentrarmi per nulla sulle lezioni. I miei occhi puntavano sempre e solo in una direzione,sicuri che non avrebbero dovuto spostarsi in fretta se lui si fosse girato,perché non l’avrebbe fatto,nemmeno se guardarlo così intensamente l’avesse fatto andare a fuoco. Osservavo la sua espressione compiaciuta mentre si rendeva conto di quanto semplice fosse risolvere quella funzione matematica… ovvio per lui, che in materia era sempre stato un genio!

Appena suonò la campanella che annunciava l’inizio dell’intervallo lo vidi schizzare fuori come un siluro. Non te ne andare,ti prego. Ho bisogno di guardarti! Dio mio… prima o poi quelle parole mi sarebbero realmente uscite di bocca, ronzavano troppo spesso nel mio cervello,avevo quasi preso una vita propria,un proprio controllo,non riuscivo a bloccarle nemmeno per un istante.

                                                                                  ******

La doccia mi aiutò più del previsto a scaricare lo stress accumulato durante la giornata e di certo non potevo negare che la mia disperazione,all’idea di vedere le mie amiche a passare del tempo con loro,un po’ si era affievolita.

Alle otto in punto il campanello suonò ed io ero,miracolosamente,in orario. Non che ci fossi stata molto a scegliere di indossare i miei soliti jeans blu attillati,i tacchi fucsia e un maglioncino bianco,di cui tra l’altro non ne ricordavo l’esistenza, con lo scollo a V.

Entrai in auto stampando su quella mia cavolo di faccia un sorriso a trentadue denti. Ci mancava solo far iniziare la serata con il broncio, non mi sembrava giusto nei confronti della altre…

-Ehi Care! Ma come siamo belle!- mi disse dolce Bonnie con il suo solito sorriso furbo,le sorrisi di rimando senza dire nulla

-e soprattutto puntuali!- aggiunse Elena mentre era intenta a fare retromarcia per uscire dal vialetto di casa mia; - mi ero già preparata mentalmente a dover aspettare almeno tre quarti d’ora in macchina!- ammise ridendo.

Si. Dovevo godermi la serata e per almeno due ore non pensare a ciò che forse ormai si era trasformata in ossessione. Tyler.

-ma la smettete di prendermi costantemente in giro voi due?- non riuscivo a crederci! Avevo risposto loro senza procurare un attacco di depressione fulminante! Wow…questo si che era un passo da gigante!

Il viaggio da casa al grill fu breve ma… divertente. Senza rendermene conto avevo riso perdendo quasi l’aria e di questo potevo ringraziare solo le mie amiche, era ovvio che non riuscissi ad immaginarmi senza loro nella mia vita!

Entrammo nel locale e c’era una confusione assurda! Non me lo sarei mai aspettato,solitamente c’erano sempre le solite quattro facce conosciute,invece adesso c’era la fila per prendere da bere al bancone,c’era una folla davanti al palco che si muoveva a ritmo di musica e c’era anche si era messo a ballare sui tavoli.

Il sorriso che mi si era spontaneamente dipinto in volto scomparve nell’istante in cui misi a fuoco ciò che si trovava a pochi metri da me. Iniziai a sentire il mio respiro corto e quasi affaticato,mi stavo sforzando con tutta me stessa per non piangere,sentivo le mani tremarmi per l’agitazione ed il dispiacere,mentre quel dannato peso sul mio stomaco non faceva altro che aumentare.

-oh mio Dio, Care aspetta…andiamo da qualche altra parte!- si affrettò Elena vedendo quel delizioso spettacolo e prendendomi per un braccio.

No,non poteva essere vero! Stavo facendo un incubo,doveva essere per forza così; ma era troppo doloroso per essere semplicemente uno scherzo contorto e per nulla gradito della mia mente. Era la pura ed amara realtà. Tyler che ballava su un tavolo mentre due squallide bionde gli si strusciavano contro,passando quelle loro sudice mani sul suo viso per poi scendere sul collo,fino al petto,sbottonandogli ancora quella camicia così stretta che sembrava si stesse aprendo da sé.

Ed ovviamente lui non rifiutava,anzi. Poggiava una mano sul fianco di una,mentre con l’altra mano avvicinava al suo viso il volto dell’altra bionda facendo sfiorare i loro nasi. Quello che provavo adesso non era più pura disperazione. Ora la sentivo mescolarsi all’ira,alla gelosia,a quell’istinto animalesco di piombare su quel tavolo,tirare giù per i capelli quelle sgualdrine e staccare loro la testa; nel modo più brutale possibile.

Mi ero stancata di questo suo ignorarmi,forse mi aveva già dimenticata,forse tutto quello che ha provato per me era solo dettato dalla foga del momento ed in realtà non era così forte e profondo. Poco m’importava,anche se l’avevo lasciato,anche se gli avevo detto che non l’amavo più, ci stavo male. Non aveva capito che era una stupida bugia? Che la mia vita senza lui non aveva alcun senso? Sapevo di non potergli stare lontano troppo a lungo pur cercando di farmi forza,magari col tempo sarei riuscita a superare tutto ciò e lasciargli vivere la sua vita,magari non mi sarei più sentita, in sua presenza, come polvere di ferro che viene inevitabilmente attratta dalla calamita. Ma ancora era troppo presto. Lo sentivo ancora mio.

Strinsi i pugni e decisi che era il momento di fare qualcosa. Non potevo sopportare la vista di lui tra le braccia di una donna che non ero io,non tutte dovevano avere  il privilegio di toccare la sua calda pelle e di godere dei suoi baci perfetti. Questo,almeno per adesso,l’avrei impedito.

Facendomi spazio tra la folla davanti al bancone,vi saltai su afferrando una bottiglia di grappa ed iniziai a bere mentre mi muovevo a ritmo di musica. Riuscivo a vedere le facce sbigottite delle mie amiche che assistevano alla scena,provai a sorridere loro per tranquillizzarle e dopo aver abbassato lo sguardo notai che un mucchio di ragazzi si era posizionato davanti a me per potermi osservare meglio. Non osavo guardare in direzione di Tyler,non volevo fargli capire che tutto questo stava succedendo solo perché volevo vedere quelle brutte troie lontane da lui,volevo ignorarlo,proprio come faceva nei miei confronti da due settimane.

Avevo tirato giù quell’intera bottiglia di grappa e in fretta ne afferrai un’altra. Adesso si che si ragionava! Come una stupida iniziai a fissare un ragazzo e gli feci segno con l’indice di avvicinarsi a me,sapevo quanto provocante potesse essere il mio sguardo ed il mio sorrisetto sexy se fatti nel modo giusto;non a caso,il tutto funzionò. Il ragazzo salì sul bancone ed iniziò a ballarmi accanto,poggiandomi una mano sul fianco destro mentre piano mi sfiorava il collo con le sue labbra.

Quanta differenza,quanto ribrezzo provai a quel tocco,quanto desiderai che a toccarmi fossero tutt’altre braccia e labbra. Avrei voluto farlo volare via con un calcio,quelle sue mani erano odiose ed irritanti ma dovevo resistere. Doveva pur servire a scatenare una reazione in Tyler! Ci speravo,con tutta me stessa eppure ero quasi certa che questa cretinata non sarebbe servita a molto.

Avvolsi le mani al collo del ragazzo che continuava a muoversi a ritmo di musica cercando di abbreviare la distanza che ci divideva. Continuavo a ballare sotto i fischi e gli applausi dei presenti evitando con tutta la mia forza di non rivolgere lo sguardo nella direzione di Tyler,mi sentivo così stupida ed infantile in quel momento. E assolutamente schifata non appena sentii scivolare viscidamente la mano dello sconosciuto con sui stavo ballando sul mio sedere.

 

Tyler’s POV

Ma che stavo facendo? Queste due bionde non mi attiravano per nulla e mi ricordavano ancor di più un’altra bionda. Mi sarei preso a schiaffi per averla pensata di nuovo. Mi ero avvicinato a queste due sceme solo per evitare di farmela tornare in mente. Non ce la facevo senza di lei,mi sembrava d’impazzire,mi sentivo così vuoto dannazione! Che aveva fatto per ammaliarmi in questo modo?  E perché non funzionava nemmeno il “chiodo schiaccia chiodo”? dove cavolo era finito il Tyler Lockwood di una volta?! Non avevo mai sofferto per una stupida ragazza perché lei aveva totalmente ribaltato la situazione? Con che diritto poi!

Credevo di poter morire in preda ad un infarto,sapevo che era dentro il locale,sentivo l’odore dei suoi capelli ed il suono della sua risata ma non rideva veramente. Poteva darla a bere a Bonnie e forse ad Elena,ma non a me. Quando era felice non rideva in quel modo. Mi rendevo conto che era distrutta ma cavolo aveva detto di non amarmi! Perché stava male? Io ero (apparentemente) tornato alla vita di prima,come se nulla fosse… non era un segno abbastanza evidente del fatto che non dovesse sentirsi in colpa?

Mentre ballavo sentivo i suoi occhi su di me,non avevo la forza di guardarla,l’avrei ignorata anche ora. Era meglio così,per entrambi. O forse per lei. Io avevo solo un desiderio sfrenato di andare lì,prenderla e baciarla di nuovo,sentire le sue labbra sulle mie,il suo corpo freddo contro il mio,volevo risentire qui brividi che provavo ogni volta che mi sfiorava e… basta! Cazzo dovevo dimenticarla,dovevo smettere di sognare ad occhi aperti di prenderla e farla mia! Continuavo a ballare con le ragazze,cercando di essere il più naturale possibile mentre il mio sguardo saettava  veloce verso la sua direzione. Non doveva assolutamente capire che la stavo tenendo d’occhio o tutti gli sforzi fatti in queste due settimane sarebbero andati a farsi fottere.

Non riuscivo a crederci! Ma che cavolo stava combinando? Che ci faceva sul bancone a sculettare sotto gli occhi di quegl’allupati?

Care ti prego,non fare cazzate. Imploravo nella mia mente! Se solo qualche deficiente che le sbavava dietro osava toccarla giuro su Dio che l’avrei portata via. E di certo non avrei esitato a sferrare un pugno ad un suo eventuale “corteggiatore”.

La fissavo mentre quelle stupide oche che mi stavano a fianco continuavano a strusciarsi come gatti,quasi il loro tocco m’infastidiva. Avevo provato l’eccellenza,era ovvio che adesso qualunque ragazza mi toccasse sembrava non esserne all’altezza.

Un millesimo di secondo. Solo uno e non ci vidi più dalla rabbia. Quel grandissimo figlio di puttana che stava ballando con lei aveva fatto scivolare quella schifo di mano sul suo sedere. Non riuscii a trattenermi e balzai a terra fregandomene di quelle due troiette,con i pugni serrati camminavo dritto,facendomi spazio tra la confusione a gomitate. Ero lì. Pochi centimetri di distanza da lei. Mi mancava,mi mancava troppo,volevo solo sentirla mia,quella vicinanza mi elettrizzava come non mai; così saltai anche io sul bancone e allontanai da lei quell’essere infimo e lo colpì in pieno volto con un pugno.

Mi voltai e finalmente potei guardarla negli occhi. Come avevo fatto a resistere tutto questo tempo senza guardarli? Mio Dio.. Caroline Forbes mi aveva totalmente rincoglionito!

Senza pensarci due volte la presi di peso e la portai fuori dal locale; la sentivo imprecare e dimenarsi per essere lasciata andare. Poteva pure prendermi a morsi ma non l’avrei mai fatto.  Non avrei rinunciato ad averla tra le braccia seppur per pochi secondi. Finalmente la toccavo di nuovo,finalmente dopo due schifosissime settimane sentivo quel mio vuoto colmarsi. Dio quanto ti amo Caroline! Volevo dirglielo,ma cosa avrei ottenuto? L’umiliazione di essere rifiutato. Di nuovo. Sentendomi un completo fallito.

 

Caroline’s POV

Sentivo la sua presa ferrea alle gambe mentre gli sferravo pugni sulle spalle,sbraitando di lasciarmi andare. Non mi aspettavo facesse una cosa del genere,anche se,dopotutto,era il mio intento ma ero più che certa che mi avrebbe ignorata.

Non riuscivo a pensare lucidamente. Il suo tocco era peggio di una droga e ne ero stata lontana troppo a lungo. Provavo a fargli capire quanto fossi arrabbiata ma non ero per credibile nemmeno a me stessa… stavo ringraziando tutti i santi del cielo per il fatto di poter sentire di nuovo il mio corpo a contatto col suo.

Mi mise nella sua auto e mi legò con la cintura di sicurezza.. Come se fosse bastato quello a non farmi scappare! Ma chi voleva farlo? Non avrei voluto abbandonare quell’auto per nulla al mondo,non mi sarei persa lui accanto me … di nuovo così vicino,vicino abbastanza da poterlo sfiorare ancora una volta e sentire quel brivido che mi scuoteva fino al midollo spinale.

Lo guardai. Era furioso ma non riuscivo a slegare il mio sguardo dal suo,era ipnotico dannazione!  Desideravo sentirmi stretta nelle sue braccia,solo un’altra volta e giuro che la smetterò con tutto ciò! Il mio cervello stava diventando così odioso! Non potevo farlo,non potevo dargli retta, avrei rovinato tutto.

-Guai a te se parli!- da quando la sua voce era diventata così tagliente? E poi,cos’era una minaccia forse?

Rimasi sorpresa da quel suo ordine ma,nonostante ciò, continuavo a fissarlo, stringendo i pugni pur di impedire alle mie mani di iniziare a toccare ogni centimetro della sua pelle;stavo in silenzio mentre l’unica cosa che mi passava per la testa era “Ti amo Tyler,non capisci che ho mentito?

Durante il viaggio dovetti voltarmi e guardare la strada ma con la coda dell’occhio spiavo ogni suo movimento. Perché non mi guardava? Perché se ne stava zitto e rigido attento a non sfiorarmi nemmeno per un nanosecondo? Dopo questa serata avrei perso l’ultimo briciolo della mia sanità mentale,ne ero certa!

Mi aveva portato a casa sua. Bene, avevo fatto impazzire anche lui! Perché mi aveva portato lì?

 –Scendi!- era ancora dannatamente furioso. Non mi andava di vederlo così,non volevo vedere un’espressione quasi schifata sul suo volto e i pugni stretti mentre evitava di guardarmi negli occhi. Gli facevo così schifo? Così tanto da provocargli ribrezzo nel guardarmi?

Ebbi il tempo di sentirgli chiudere la porta alle mie spalle,un sospiro e credevo di essere definitivamente morta. Le spalle contro il muro dell’entrata,le sue mani strette sui miei fianchi e le sue labbra che si muovevano frenetiche sulle mie. Dovevo necessariamente essere morta,poteva anche essere una specie di allucinazione eppure lo sentivo. Sentivo le sue mani insinuarsi sicure sotto il mio maglione,accarezzarmi veloci la pancia e salire ancora più su. Fu impossibile trattenere un gemito non appena sentii la sua presa sul mio seno,mentre le nostre lingue si spingevano una dentro la bocca dell’altro. Sapevo che ancora pochi secondi e non avrei veramente risposto delle mie azioni. Solo i suoi baci mi stavano mandando all’altro mondo.

Avevo paura che da un momento all’altro potesse staccarsi da me e mandarmi via, lo strinsi forte, gettandogli le braccia al collo e cingendo automaticamente i suoi fianchi con le mie gambe. Sentivo entrambe le sue mani sulle mie cosce e poi sul sedere,tenendomi ed iniziando a camminare verso le scale. Camera sua,sapevo che mi stava portando lì e sapevo che quello che stava per succedere era più che sbagliato,ma lo volevo. Volevo sentirmi esclusivamente sua almeno una volta nella mia vita. Ed io volevo sentirlo solo mio. Solo per questa notte,solo per questa volta. Almeno una volta.

Mi ritrovai stirata sul suo letto,avevo il fiato sempre più corto per l’eccitazione e la voglia di continuare,sentivo il suo battito accelerare inesorabilmente mentre mi toglieva il maglione e lo gettava per terra,mentre le sue labbra non si staccavano dalle mie ed una sua mano scendeva in basso fino a sfiorare la mia intimità. Volevo con tutta me stessa che continuasse,volevo spogliarlo anche io e fare l’amore con lui ma… entrambi ci arrestammo.

I suoi occhi erano lucidi e ancora più profondi per la foga di quel momento,non sapevo decifrarli,non avevo idea di cosa volesse dirmi con il suo sguardo e mi maledissi nel momento in cui pronunciai quelle parole,praticamente in un sussurro –Ti amo,Tyler- avrebbe dovuto mandarmi a quel paese dopo tutto quello che gli avevo fatto,si sarebbe dovuto allontanare e poi mandarmi via ed invece mi sorrideva mentre mi scostava i capelli dal viso.

-Quanto mi è mancato sentirmelo dire- mi baciò di nuovo,con una dolcezza che non avrei mai immaginato potesse più appartenergli e poi si avvicinò al mio orecchio –Ti amo anche io- avrei giurato di sentirlo rabbrividire nel momento esatto in cui pronunciò quelle parole. Ovvio che mi sentissi disperata senza lui. Non avrei dovuto lasciarlo,non potevo! Lo strinsi più forte, non riuscivo a credere di poter ascoltare di nuovo quelle parole uscire dalle sue labbra morbide, così dolci e così intense.

Le sue labbra incontrollabili nuovamente sulle mie m’inebriarono completamente,non riuscivo più a formulare un periodo che avesse un senso,sapevo solo che non ci sarebbe stato più bisogno di parlare. Iniziai a far scorrere le mie mani sul suo petto,lo allontanai poco dal mio corpo mentre con gesti veloci e decisi,sbottonavo la sua camicia. L’odore della sua pelle sembrava ancora più forte,mi annebbiava completamente la mente e mi rendeva totalmente appagata. Sentivo le sue mani scendere dal mio seno fino al bottone dei jeans,volevo che si muovesse a sbottonarli e toglierli definitivamente,avvertivo la mia eccitazione crescere a dismisura mentre le sue labbra e la sua lingua si divertivano a tormentare il mio collo.

Finalmente gli tolsi quella dannata camicia di dosso ed istintivamente lo avvicinai ancora di più a me. Sembrava tutto così perfetto, mi sentivo al sicuro tra le sue braccia,consapevole che al mondo non esistesse posto migliore. Continuavo a baciarlo,lasciando andare alla passione ogni singola cellula del mio corpo; lo vedevo armeggiare con i miei jeans e tre minuti dopo ero sotto di lui completamente nuda.

Avevo fatto l’amore molte volte nella mia vita prima di adesso, ma nemmeno la prima  avevo provato tutta questa agitazione e questa paura di non essere abbastanza per l’uomo che avevo davanti e nel contempo non avevo mai avuto tutta questa voglia di essere una cosa sola con un'altra persona. Guardandolo negli occhi,perdendomi dentro di essi,cercando di controllare il mio respiro,di concentrarmi sul suo, scesi con le mani spogliandolo del tutto.

E poi altri milioni di baci,di carezze,di sospiri e lui dentro di me. Sembrava che i nostri corpi combaciassero alla perfezione,che si completassero a vicenda. Era questo che significava fare l’amore con lui? Non mi ero mai sentita così,avevo completamente perso la cognizione del tempo e dello spazio,quasi non capivo dove mi trovavo; riuscivo a percepire solo lui ed il suo respiro sempre più forte,a stento sentivo i miei stessi gemiti ad ogni sua spinta. Desideravo solo che non smettesse di stringermi forte contro il suo petto. Volevo solo che quella notte non finisse,non ancora almeno.

Era quasi sorto il sole quando entrambi raggiungemmo l’apice del piacere;quando accadde ero seduta sopra di lui,reggendomi alle sue spalle mentre mi circondava in un abbraccio che non mi aveva mai regalato. Ero esausta,volevo dormire restando ancora stretta a lui e dimenticandomi del gelo del mio corpo,lasciandomi cullare dalle sue carezze,un battito dopo l’altro.

Lo guardai mentre cercava di regolarizzare il suo respiro e mi fissava dritto negli occhi. Dio, era l’uomo perfetto! Non volevo andare via e far finta che tutto questo non fosse mai successo,era inutile girarci attorno.. io e lui ci appartenevamo, nonostante le minacce e le torture. Lo amavo e cercare di reprimere questo sentimento per lui mi avrebbe solo uccisa,in modo lento e doloroso. E forse avrebbe ucciso entrambi.

-Perdonami Tyler,non avrei dovuto dirti quelle cose quel giorno,sono stata così stupida!- certo… non erano le parole migliori da dire dopo una notte d’amore ma non potevo fare altrimenti,si meritava tutte le spiegazioni del mondo e a breve le avrebbe avute.

- Non dire niente, abbiamo appena finito di fare l’amore e adesso voglio solo continuare a sentirti mia mentre ti guardo dormire accanto a me- la sua voce era così dolce e calda che quasi non mi sembrava  familiare; mi fece stirare poggiando la testa sul suo petto e guardandomi negli occhi – dormi bene tesoro mio.. non te ne andare-

Come potevo dormire se le sue parole mi fecero provare un fremito al cuore e l’unica cosa che mi facevano desiderare era stare con lui all’infinito? Lasciarlo era stato lo sbaglio più grande che avessi potuto commettere. Io  volevo poter riascoltare il battito del suo cuore indeterminatamente,volevo che mi facesse sua e che possedesse interamente il mio corpo altre milioni di volte,volevo continuare a dirgli che lo amavo,volevo addormentarmi all’alba sul suo petto sicura che a stringermi ci sarebbe stato solo lui.

-Se adesso me ne vado muoio.. sono stata lontana da te troppo tempo- lo strinsi più forte e chiusi gli occhi dopo aver assaporato un altro suo sorriso. Dio com’era bello. Dio quanto lo amavo.

NOTE DELL’AUTRICE: ciao a tuttiii :) scusate il ritardo ma purtroppo il pc mi ha mandata a quel paese e finalmente ho potuto scrivere  quello che avevo in mente! Spero vi piaccia!!! Un bacio. Morgana.

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Capitolo 11
*** love has your name, baby ***


Tyler’s POV

Non riuscivo a non osservarla. Sembrava così dolce ed indifesa accoccolata tra le mie braccia che non smettevo più di sorridere passandole, di tanto in tanto, un dito sul volto; tracciando le curve dei suoi dolci lineamenti,perdendomi sulle sue labbra rosee, nel suono del suo respiro rilassato,nel profumo della sua pelle e nella morbidezza di quei suoi capelli dorati; ma in mente vorticavano così tante domande prive di risposte che mi sentivo quasi disorientato. Aveva detto di amarmi.

L’avevo sentita anche se il suo era stato praticamente un sussurro in preda alla passione ma sapevo che diceva la verità,glielo leggevo negli occhi.. ma allora perché mi aveva lasciato? Perché mi aveva allontanato in quel modo,praticamente senza spiegazioni? Non ci stavo capendo più niente! Un motivo c’era,era ovvio..ma quale? Avrei scommesso la qualunque,avrei giurato su qualunque cosa che di mezzo poteva esserci solo una persona. Klaus. Ma Caroline non sarebbe stata così stupida da non dirmi nulla. Forse. Che cavolo dico? Che penso? Forse è il caso di godersi semplicemente questo momento e lasciare le domande per dopo. Si,sembrava la “soluzione” migliore. Non potevo perdermi a riflettere, ottenendo semplicemente una confusione maggiore,proprio ora che lei era al mio fianco.

Non riuscivo a trattenermi,dovevo sentire di nuovo quelle labbra sulle mie,volevo di nuovo assaporarle e lasciarmi trasportare dal calore che erano in grado di darmi così, piano, mi chinai e la baciai. Non avrei smesso più; nemmeno per un secondo mi sarei staccato da lei,neanche per riprendere ossigeno.

Ero realmente innamorato di lei. Inutile non ammetterlo,era stata capace di rendermi una persona migliore e poi..era impossibile non innamorarsi di Caroline Forbes. La strinsi automaticamente più forte e la svegliai, sempre il solito! Un po’ più di gentilezza no eh?!

-Scusa,ho dimenticato di fare piano- ammisi sorridendole,ma quanto poteva essere bella in quel momento: nuda sotto le mie coperte,con i capelli arruffati e gli occhi spalancati che mi fissavano?

-Tranquillo,mi piace se mi svegli così- sembrava così serena e dolce..Dio, perché non potevamo restare eternamente in questo letto a fare l’amore?! Le diedi un altro bacio e mi misi seduto,con le spalle contro la spalliera, tenendole la mano. Forse non era il momento adatto,forse era un argomento troppo pesante su cui discutere appena svegli,ma non seppi resistere.

-Care,credo che dobbiamo parlare- provai a dirlo con il tono più gentile possibile,non volendo rovinare tutto,ma la sentii ugualmente irrigidirsi; mi venne un groppo in gola al solo pensiero di sentirla nuovamente distante o preoccupata, così con una mossa veloce feci in modo che si sedesse sulle mie gambe. Le presi il volto fresco tra le mani,guardandola dritto negli occhi, volevo tranquillizzarla, farle capire che l’amore per lei era più forte, talmente forte da far passare la mia rabbia (ed era tanta) in secondo piano.

-Ehi non sono arrabbiato,davvero. Ho riflettuto molto da quando ci siamo..lasciati e credimi non ho smesso nemmeno  un  secondo di amarti-

Non persi nemmeno un singolo spostamento del suo sguardo, feci caso a quando trattenne il respiro ed il sorriso che seguì dopo quella mia rivelazione. Meglio di me sapeva quanto mi riuscisse complicato esprimere i miei sentimenti; in questo caso l’impresa si rivelava ancora più ardua dato che non avevo mai provato nulla del genere, per me equivaleva ad una terra ancora inesplorata.

La vedevo ancora titubante,quasi impaurita, perché faceva così! Stavo seriamente iniziando a preoccuparmi. Lasciai scorrere le mie mani fino alle sue spalle,per poi farle una breve carezza sul suo braccio sinistro,provocandole i brividi.

-Care, voglio che tu mi dica tutta la verità. Perché hai dovuto lasciarmi? Per favore.- Avevo centrato il bersaglio,l’avevo capito nel momento in cui sussultò sentendomi utilizzare il verbo “dovere”. Teneva lo sguardo basso,mentre si tormentava le dita, riuscendo a mettermi addosso più ansia di quanto,già di mio,avessi. Le bloccai le mani visto che stava finendo per rompersi l’unghia dell’indice e poggiando,in seguito,il dorso della mano sotto al suo mento la convinsi a tornare a guardarmi. E la cosa non mi piacque per nulla. I suoi occhi erano così lucidi,il mare che ci vedevo sembrava ancora più sconfinato, senza barriere…e lei terribilmente triste.

Ti prego non piangere,ti prego non farlo. Non voglio farti piangere.

Caroline’s POV

La notte più bella ed intensa della mia vita. Ecco cos’era stata per me. E di questo c’era solo una persona da ringraziare, proprio lui che adesso mi aveva fatto la domanda da un milione di dollari. Lo vedevo che si stava trattenendo, cercava di mantenersi calmo e tranquillo ma lo conoscevo troppo bene. Sapevo che dentro di lui la rabbia lo stava logorando; così come l’ansia.

Si dimostrò un compito impossibile quello di apparire calma in quel momento,soprattutto perché mi sentivo una vera ingrata. Gli avevo mentito ancora una volta,nonostante l’avessi fatto per proteggerlo; sentivo la presenza di Klaus ancora più minacciosa e terrorizzante, ci stava tenendo d’occhio e sicuramente tutto ciò non gli era sfuggito,ne ero certa.

La sua mano sotto al mio mento mi provocò l’ennesimo piacevole brivido, e mi costrinse ad alzare lo sguardo. Intuivo quanto male potessero fargli le mie lacrime che a breve avrebbero solcato il mio viso,ma come potevo non piangere sapendo di aver incasinato maggiormente tutta la situazione? Ero stata  una pazza a lasciarmi andare, a lasciarmi accecare dalla gelosia e soprattutto a provocarlo ballando sul bancone del Grill. Pazza ed incondizionatamente innamorata a vivere una notte d’amore con lui. Non potevo aspettare in eterno,si meritava tutte le risposte di questo mondo e lui,comprendendo la situazione,da persona matura, avrebbe capito che la soluzione per entrambi non poteva essere altro che lasciarci. Definitivamente.

-Amore- anche se ciò che stavo per rivelargli sarebbe stato disastroso, volevo chiamarlo in quel modo,ancora una volta. –il pomeriggio che sono andata da Klaus per comprendere il motivo delle sue torture e delle sue minacce, abbiamo parlato e sono venuta a conoscenza della verità. Io e te semplicemente non possiamo stare assieme; facciamo parte di un piano terribilmente più grande di noi- mi rendevo conto della sua confusione,era ovvio che non potesse comprendere; ma sentirlo così rigido e quasi tremante di rabbia non mi facilitava il lavoro. Nonostante ciò,sospirai ed andai avanti, gli spiegai la maledizione e quanto deciso ed irremovibile Klaus sarebbe stato nel tenerci lontani.

Ma stavo parlando con Tyler Lockwood, potevo aspettarmi una reazione diversa da un pugno sulla parete così forte da lasciare il segno? Evidentemente no.

-Tyler, ti prego calmati, non fa..- non ebbi nemmeno il tempo di concludere la frase che mi stava stritolando tra le sue braccia.

-Non ti lascio sappilo, a costo di tenerti così per sempre, a costo di rinchiuderti qui!- sentivo la sua presa così forte che quasi mi faceva male, il suo tono era duro e deciso, avvertivo la sua rabbia trapelare,quasi fosse diventata tangibile. Mi divincolai,dopotutto tra i due il più forte ero io, e gli presi il volto tra le mani costringendolo a guardarmi.

-Tesoro, credi che non mi piacerebbe? Io ti amo. Sei la cosa più importante per me,l’eternità sapendo di non poterti avere al mio fianco è un pensiero insostenibile, starti lontana è la cosa più  dolorosa e difficile che ho dovuto mai affrontare ma dobbiamo essere maturi. Non possiamo stare insieme. Non avremmo un attimo di pace.- ogni singola parola che pronunciavo mi bruciava dentro,mi corrodeva lo stomaco ed il cuore, ma non avevamo scelta.

- Sono pronto a correre e scappare da lui per tutta la vita se è questo ciò che occorre per starti vicino, non posso perderti, tu sei la mia vita, non ce la faccio senza di te ok? Non so perché, ma ti amo Caroline! Io non ho idea di cosa sia l’amore ma questo sentimento posso inevitabilmente associarlo solo a te, perché se amare qualcuno vuol dire svegliarsi milioni di volte ogni notte cercando il corpo della propria donna lì sul letto, io ti amo! Se amare vuol dire voltarsi quando siamo assieme per vedere se la battuta di un nostro amico ti ha fatto ridere,allora ti amo! E se amare qualcuno,amarlo davvero, è essere pronti a morire pur di non rinunciare a te neanche un singolo istante, io ti amo Caroline. Ti amo e nessuna maledizione,nessun originario metà vampiro e metà licantropo,nessun dolore o nessuna tortura cambierà questo!-

Ero semplicemente senza parole. Il cuore in  gola sembrava un macigno e..possibile che per l’emozione sentissi caldo? L’unica cosa che riuscivo a fare era perdermi negli occhi neri di Tyler,ancora agitato per quel discorso anzi,quel meraviglioso discorso che aveva fatto.  Sapevo che arrivati a quel punto lui non avrebbe lasciato perdere,ma la questione fondamentale era..volevo io lasciarlo e sottomettermi a Klaus? In quel momento mi sarei gettata su di lui con le braccia al collo e baciarlo come non mai,trasmettendogli tutto l’amore che riuscivo a provare per lui,tutto quell’amore sconfinato,immateriale ed assoluto che avevo in corpo.

-Ti prometto che troveremo una soluzione,ma ti prego Caroline, non lasciamoci.- forse era stato il tono,forse quello sguardo che in lui non avevo mai visto o forse era semplicemente l’amore che mi fece dire: “Non ti lascerò mai”. Ed ero fermamente convinta di ciò che avevo detto, non l’avrei lasciato più. Avrei trovato una soluzione o qualche accordo con una strega, con chiunque, pur di poterlo amare liberamente. Proprio adesso avevo avuto la conferma di quanto reale e potente fosse ciò che provavamo l’uno per l’altra, non poteva essere ignorato,accantonato o soppresso. Poteva solo essere vissuto. Al cento per cento.

Vidi una strana luce nei suoi occhi e nel giro di mezzo secondo mi ritrovai, ancora una volta,con le sue labbra che leggere ma nello stesso tempo decise,si muovevano sulle mie; mi accorgevo di quanto forte e possessivamente mi teneva stretta a lui, nonostante il suo modo di baciarmi aveva mandato letteralmente il mio cervello su un altro pianeta, non potei evitare di ricambiare quell’abbraccio così intenso,quasi disperato. Ma avevo terribilmente paura. Se non fossi riuscita a mantenere la promessa che gli avevo appena fatto? Se fossi stata costretta? Gli avrei mentito per l’ennesima volta distruggendolo dentro.

Lo sentii staccare quelle sue magnifiche labbra dalle mie provocandomi una fitta al cuore,non volevo smettere di baciarlo,i suoi baci e la sua pelle a contatto con la mia mi erano mancati troppo; adesso staccarsene anche per qualche ora sarebbe stato dannatamente faticoso. Mi guardò con un sorriso così dolce che mi sentii sciogliere,manco fossi stata neve al sole; il nero dei suoi occhi si era fatto ancora più liquido ed ipnotizzante.

-Care- ogni volta che mi sentivo chiamare dalla sua voce un brivido correva lungo la schiena –io..credo che l’amore abbia il tuo nome.-

 Restai totalmente pietrificata. Non mi sarei mai aspettata di sentir dire una cosa così dolce e romantica da lui, era davvero cambiato stando al mio fianco,rendendo impossibile non far crescere smisuratamente il mio amore secondo dopo secondo.

-Tyler Lockwood,non sono nemmeno in grado d’immaginare quanto ti amo!- e di nuovo gli strinsi le braccia al collo,perdendomi a baciare ogni millimetro delle sue labbra,del suo collo,delle sue spalle e delle sue mani. Perdemmo interamente la cognizione del tempo su quel letto a rifare l’amore fino allo sfinimento,nemmeno immaginavo di poterlo desiderare così ardentemente..tutto con lui era portato all’estremo:i sentimenti,l’amore fisico,le sensazioni e le parole.

Non c’era niente di meglio da poter desiderare.

 

                                                                  *********

 

Uscii da casa Lockwood a notte fonda,facendo attenzione a non svegliare Carol,ignara di ciò che succedeva nella stanza accanto alla sua; e dopo pochi minuti ero già in pigiama in camera mia a preparare i libri per l’indomani. Avevo le mani impegnate da quegl’ingombranti volumi,messa di spalle alla finestra quando capii di non essere sola. In un millesimo di secondo avevo pensato che dietro di me,nella sua solita posa talmente tranquilla e calibrata da provocare i brividi di terrore,ci fosse il mio peggiore incubo.

Prima di lasciarmi annebbiare i sensi dalla paura,inspirai debolmente e mi spuntò mezzo sorriso capendo chi era colui che aveva varcato la mia finestra,come al solito incurante del fatto che mi desse terribilmente fastidio! Senza voltarmi inizia a parlare:

-Damon,sai che casa mia è provvista di una porta?- chiesi sorridendo e decidendomi a voltarmi

-Ehi biondina, dovresti ricordare che adoro entrare dalla finestra! Comunque,forse è il caso che mi aggiorni un po’ non credi? Ad esempio dove sei stata oggi?- lo vidi tranquillo sedersi sul bordo del mio letto,con la solita giacca nera di pelle e le braccia conserte. Da qualche tempo avevamo raggiunto una specie di rapporto amichevole insieme e,anche se può sembrare strano,spesso e volentieri sfogarmi con lui era stata un’ancora di salvezza.

-Sono stata con Tyler,ci siamo rimessi assieme ma ho una paura incontrollabile- sapevo che non aveva la minima idea di cosa stessi parlando,nell’ultimo mese non ci eravamo praticamente visti e non poteva immaginare di certo che anche io ero imbrigliata nell’ennesimo casino di maledizioni e profezie. Brevemente spiegai tutto..per la seconda volta in ventiquattro ore.

-Questo si che è un macello. Fammi un favore,non date nell’occhio tu ed il ragazzo lupo; non vorrei togliervi dai casini come al solito- era visibilmente sorpreso..ma anche irritato. Dopotutto non si sbagliava,realmente senza il suo intervento in certe situazioni non sarei qua..non considerando la sera in cui voleva impalarmi. Ma quello era un caso a parte.

Discutemmo ancora per poco e come al solito decise di andare via passando  per la finestra.. –Buonanotte biondina,sai all’inizio non pensavo fossi stata una barbie-vampiro in gamba!- furono le uniche parole che disse ed uscì provocandomi inevitabilmente una risatina.

Ancora con la testa per aria ed il corpo pieno di brividi ricordando i baci di Tyler,mi addormentai. Sperando che col passare del tempo tutto sarebbe migliorato. Ma forse nel mio caso era come desiderare di possedere la Luna.

 

NOTE DELL’AUTRICE:Buon pomeriggio a tutti :D lo so,sono un vero disastro! Vi ho fatto aspettare quasi un mese ma purtroppo ero in preda ad una vera e propria crisi! Non riuscivo a scrivere, ogni frase mi sembrava quasi senza senso e stavo anche iniziando a preoccuparmi >.<

Comunque non so che dire di questo capitolo,spero vi piaccia anche se non sento di aver dato il massimo. Infine volevo avvisarvi che siamo quasi alla fine della storia e che.. (mi preparo a un eventuale linciaggio) non sono ancora sicura di mettere un lieto fine!

Mille volte grazie per il vostro sostegno. Morgana :)

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Capitolo 12
*** Happy Birthday, Elena! ***


Caroline’s POV

 

Nelle settimane seguenti la situazione si rivelò più complicata del previsto… io e Tyler avevamo deciso che la scelta migliore sarebbe stata far finta di non stare assieme quando eravamo in pubblico.

Così facile a dirsi ma così terribilmente complicato a farsi; poiché a stento riuscivamo a toglierci gli occhi di dosso…

Quando tornai a casa, era sera ormai; l’ingresso, come ogni altra stanza dell’ abitazione, ero vuoto e silenzioso… senza accendere la luce salii le scale e varcai la soglia della mia camera, gettando sbadatamente la borsa sul letto e abbassandomi per togliermi le scarpe.

Ero concentrata a canticchiare una stupida canzone sentita alla tv quando udii qualcosa d’insolito. Sembravano dei passi, come se qualcuno camminasse piano per non farsi sentire e…si stava avvicinando, sentivo più distintamente anche il suo respiro regolare. Senza emettere il minimo rumore feci scivolare fuori i canini  e piegai le ginocchia; mettendomi in posizione d’attacco e attesi che l’intruso si facesse avanti… Solo pochi secondi e fu dentro la mia camera, ero pronta a balzargli addosso e scaraventarlo a terra senza il minimo sforzo ma quell’odore così familiare e rassicurante m’invase istantaneamente facendomi sentire realmente a casa.

Tyler.

 

Mi bastò allungare il braccio per accendere la luce e poter finalmente osservarlo come si deve. L’espressione sorpresa che aveva assunto inizialmente lasciò il posto al sorrisetto sghembo che tanto adoravo guardare…

-Ehi tesoro, pensavo che a casa non ci fosse nessuno- affermò con tranquillità senza staccare gli occhi dai miei, fermo con le spalle ben dritte e coperte da un giubbotto di pelle nera.

Gli sorrisi a mia volta mentre portavo una ciocca di capelli dietro l’orecchio sinistro –In effetti sono appena rientrata-spiegai per poi iniziare a camminare verso di lui lentamente –e tu come mai t’infili in casa mia passando da chissà quale finestra, proprio come i ladri?- gli chiesi ridendo quando ormai solo pochi centimetri di distanza ci separavano.

Ogni volta che gli ero così vicina, provavo lo stesso turbine di emozioni, quello strano formicolio quasi elettrico che correva su tutta la pelle e quel calore così innaturale per un vampiro che mi partiva dal centro del petto per poi diramarsi in tutto il corpo.

Tyler si avvicinò di mezzo passo e portò la sua mano alla base del mio collo, accarezzando delicatamente con il pollice la mia clavicola –Mi mancavi, così ero passato per stare con te, ho visto che non c’eri e ho deciso di entrare e aspettarti…ma l’unica finestra aperta era quella della camera di tua madre!- mi rispose sorridendo.

 

Mi era mancato anche lui, davvero tanto, per tutto il pomeriggio non avevo fatto altro che pensarlo; se non fosse stato per la presenza di Elena, l’avrei tempestato di messaggi!

Senza smettere di perdermi nei suoi occhi scuri come la notte, cosa che tra l’altro mi riusciva impossibile da fare anche con tutta la buona volontà di questo mondo, gli accarezzai con le dita il dorso della mano che teneva lungo il fianco, per poi prenderla e stringerla forte. –Ero da Elena… in effetti, ho fatto più tardi del previsto…- conclusi in fretta, eravamo lì almeno da tre minuti a guardarci e ormai il tutto era diventato insostenibile; così poggiai finalmente le mie labbra gelate sulle sue, così calde e morbide.

Sapevo che quel bacio era desiderato da lui tanto quanto il mio, lo sentivo dal modo di attrarmi al suo corpo cingendomi la vita con il braccio e da quanta passione mista a dolcezza usava nel far muovere le sue labbra sulle mie, nel far danzare assieme le nostre lingue.

Quando ci decidemmo a riprendere fiato riaprimmo gli occhi e ci fissammo per qualche istante… Dio quanto avrei voluto bloccare il tempo e rendere quel momento eterno!

Senza rompere il contatto visivo, fece scivolare le sue dita tra le mie e strinse forte. Saremmo rimasti a contemplare l’uno il viso dell’altra chissà per quanto tempo, ma decisi di rompere quel silenzio:-Ti va di cenare da me stasera? Mia madre inoltre arriverà intorno alle ventidue- dissi sorridendogli.

Prima di rispondermi mi guardò per qualche  altro secondo alzando un sopracciglio –Secondo te sarei mai in grado di rifiutare un’offerta del genere?! Ah però una sola condizione… devo ordinare la mia pizza preferita!-.

Alle sue parole mi fu inevitabile dar vita a una delle mie solite risatine, così scuotendo la testa col sorriso sulle labbra, scesi al piano di sotto ed ordinai la sua amata pizza strapiena di ogni sorta di condimento.

 

Quando tornai di nuovo nella mia camera, lo trovai stirato sul letto, con le braccia incrociate dietro la nuca, assorto in chissà quali pensieri.

Era proprio in quei momenti che Tyler abbandonava ogni sua barriera, ogni sorta di protezione, non apparendo più come un figlio di papà forte e indistruttibile… usciva fuori il vero Tyler, quello di cui mi ero follemente innamorata senza accorgermene, quello che avrebbe fatto di tutto per tenermi al sicuro, quello che lasciava intravedere la sua fragilità senza vergogna e che si lasciava curare le ferite…

Dolcemente andai a stirarmi accanto a lui, poggiando la testa sul suo petto così da lasciarmi invadere dal calore della sua pelle, assaporando secondo dopo secondo il suo profumo; eppure la paura, o per meglio dire, il terrore non mi abbandonava mai. Klaus sarebbe potuto essere dappertutto, molto probabilmente era a conoscenza del fatto che io e Tyler ci vedessimo clandestinamente e di certo non l’avremmo passata liscia…e poi c’era tutta la questione della profezia, nemmeno noi diretti interessati avevamo un quadro chiaro della situazione. Involontariamente sospirai e mi strinsi più forte al torace di Tyler, il quale arrestò le carezze lente e quiete che faceva sui miei capelli e piegò un po’ il volto di lato per potermi guardare meglio.

-C’è qualcosa che non va?- ovviamente non potevo nascondergli nulla…così decisi che in fretta gli avrei detto tutto quello che al momento mi passava per la mente.

-Non hai paura tu?- chiesi piano, senza alzare lo sguardo. Lo sentii sospirare e poi mi strinse più forte a sé.

-Si, ho paura… ma non voglio lasciarti. Io… non voglio una vita lunga e tranquilla se tu non ne fai parte, e poi troveremo una soluzione… perciò argomento chiuso. Non voglio vedere i nostri momenti rovinati per colpa di quel bastardo.-

Ecco con lui era sempre così. Se diceva che il discorso era chiuso, lo era realmente, quindi decisi di rimanere qualche altro secondo in silenzio per poi cambiare totalmente argomento nonostante avevo una voglia matta di piangere per tutta l’ansia che si accumulava in me giorno dopo giorno.

-Domani sarà il compleanno di Elena, te lo ricordi vero?- chiesi con tono “tranquillo” mentre iniziavo ad accarezzargli piano il collo.

-Si certo che lo ricordo…ci vedremo direttamente lì vero?- chiese riprendendo ad accarezzare i miei capelli.

-Già, dovremo stare attenti…non vorrei che Klaus si facesse vivo…- finii la frase con un filo di voce, sentendo per l’ennesima volta la paura crescere in me.

-Non m’interessa. Andremo a quella dannata festa e ce la godremo, come ogni adolescente normale su questo pianeta.-

 

                                                     **********

-Era buona la pizza?- gli chiesi mentre lo guardavo stiracchiarsi sul divano del mio salotto con la pancia piena.

-Ottima!- mi rispose con un sorriso mentre si passava una mano tra i capelli scuri e scompigliati.

Ero seduta sulla poltrona davanti a lui e magari mi stava prendendo per scema dato che stavo lì, imbambolata ad osservare ogni suo movimento e giuro che sarei rimasta in quel modo per ore intere se solo non fossi stata interrotta dal rombo dell’auto di mia madre che parcheggiava nel vialetto.

-Ma non doveva tornare per le dieci?- Disse, mettendosi in piedi con aria confusa.

-Deve aver finito prima!- mi stavo facendo prendere dall’agitazione…farmi trovare in casa con lui non sarebbe stata una bella cosa –Ty devi andare! Se mia madre ti trova qui succede un casino! Vai in camera mia e non fare rumore mi raccomando!- conclusi alla svelta spingendolo verso le scale.

Mezzo secondo dopo sentivo le chiavi entrare nella serratura per poi aprirla con facilità.

Come al solito mia madre aveva un aspetto stremato e terribilmente stanco, la sorpresa nel trovarmi ferma davanti alle scale era evidente, così decisi di sorridere nel modo più naturale possibile e la salutai: -Ciao mamma! Tutto bene a lavoro?- Dio fa’ che non noti il cartone della pizza, Dio ti prego non far succedere un casino!

-Ciao tesoro, si è andato tutto bene…ma che ci fai davanti alle scale?- chiese facendo qualche passo verso di me e guardandomi negli occhi come se dentro c’avesse trovato la risposta.

-Niente… ero in camera mia ma ho sentito la macchina così sono scesa per salutarti!- Oddio certe scuse posso inventarmele solo io…

-Ah capisco, beh mi sa che puoi ritornare su allora… io non ho nemmeno fame quindi- iniziò a dire mentre mi superava ed iniziava a dirigersi al piano di sopra –vado subito a letto! Oggi è stata una giornata davvero impegnativa! Buonanotte tesoro- concluse con un sorriso stanco.

Annuii con la testa e le sorrisi di rimando vedendola salire le scale –Buonanotte anche a te mamma!- aspettai di sentire la porta della sua stanza chiudersi e correndo senza fare il minimo rumore, mi precipitai nella mia camera.

-Amore?- lo chiamai piano, sicura che potesse sentirmi ed improvvisamente avvertii le sue braccia forti e calde cingermi la vita da dietro.

Rimasi in silenzio con gli occhi chiusi mentre mi godevo il calore delle sue labbra che mi lasciavano una scia di baci sulla guancia, per poi scendere sul collo, fino ad arrivare alla spalla.

-Giuro che non vorrei andarmene…- mi disse in un sussurro, vicinissimo al mio orecchio, causandomi qualche piacevole brivido.

-Lo so… ma se mia madre ci scopre?- gli chiesi mentre mi voltavo verso di lui ed iniziavo a ricambiare i suoi baci, coprendo ogni centimetro del suo volto…

-Beh se tua mamma ci scopre…succede un casino- asserì sbuffando.

 

Lo sentii attirarmi maggiormente al suo corpo, sentivo ogni mia curva aderire perfettamente al fisico di lui, la sua pelle bruciare ancor di più a contatto con la mia; immerse il viso tra i miei capelli e ne respirò il profumo…doveva piacergli parecchio il mio shampoo all’albicocca… dopodiché mi guardò dritta negli occhi per qualche istante e poggiò le sue labbra sulle mie.

Erano sempre dolci i suoi baci quando dovevamo separarci, ma nonostante ciò riuscivo ad avvertire completamente quanto appagante e desirato gli risultava il contatto fisico tra noi due.

Con un semplice bacio riusciva a farmi perdere la percezione del tempo e dello spazio, sentivo solo un gran silenzio e la voglia di non staccarmi da lui crescere a dismisura.

Quando allontanammo il viso di uno da quello dell’altra giusto lo spazio necessario per riprendere fiato, mi trovai davanti un Tyler decisamente accaldato: le guance un po’ rosse, così come quelle magnifiche labbra, e lo scuro dei suoi occhi più liquido ed ipnotizzante.

Quanto avrei voluto trascorrere l’intera notte con lui!

 

                                                   **************

 

Erano le sette di sera, la festa sarebbe iniziata a momenti ed io ero ancora in casa a rigirarmi davanti allo specchio. Ero entrata letteralmente nel panico, tutti gli abiti che avevo mi sembravano inadeguati o troppo vecchi, così alla fine avevo optato per abito nero aderente e corto fin sopra al ginocchio. Ravvivai i capelli un’ultima volta e presi velocemente la pochette nera per poi fiondarmi in auto…dannazione non potevo arrivare tardi al compleanno della mia migliore amica!

Mi aprì la porta Damon, ovviamente sempre mozzafiato nei suoi stretti pantaloni scuri e nelle sue adorate camicie!

-Ehi Barbie! Sei un po’ in ritardo…- mi disse sorridendo, mentre si faceva da parte per permettermi di entrare.

-Non me ne parlare ti prego! Elena dov’è?- mi affrettai a chiedere, volevo finalmente farle gli auguri di presenza e soprattutto volevo assicurarmi che stesse bene…conoscendola questa non era la tipica situazione in cui si sentiva a proprio agio.

-E’ in salotto- affermò con un cenno del capo- ah biondina è già arrivato il tuo ex cagnolino…e non è solo…- concluse con un sorrisetto divertito che mi fece venire una voglia matta di prenderlo a sberle.

Senza dire una parola mi affrettai ad andare in salotto, stavo già andando in confusione…con chi poteva essere Tyler? Con un’altra donna magari?

Quando varcai la soglia di quell’enorme stanza addobbata per l’occorrenza, i miei occhi individuarono immediatamente un’Elena terribilmente sconsolata seduta in un angolo. Oddio non è così che dovrebbe andare la festa per i suoi diciotto anni!

Mi precipitai da lei con un enorme sorriso stampato il volto, facendo tutto il possibile per mettere a tacere l’odiosa e alquanto assillante vocina che nei meandri del mio cervello non faceva altro che ripetere “chissà con chi se la sta spassando il tuo adorato Tyler”; velocemente l’abbracciai e le feci gli auguri con tutta l’euforia possibile.

-Elena ma mi spieghi una cosa? Perché te ne stai impalata qui! È la tua festa…goditela!-

-Caroline sai che non mi piace stare al centro dell’attenzione…e poi, come dire, ti stavo aspettando- il mondo in cui disse quella frase mi fece sentire ansiosa in un modo terrificante, c’era di mezzo Ty, me lo sentivo!

-Cosa vorresti dire?- mi affrettai a chiederle, mentre voltavo leggermente il capo per poterla fissare negli occhi.

-Tyler…- cazzo lo sapevo! –ecco lui…- cavolo Elena muoviti!!!! –è venuto con un’altra ragazza- cosa? Oddio calma Caroline, fai un bel resp... chi cazzo sarebbe questa qui?! Giuro che se osa sfiorarlo le strappo i capelli uno per uno e poi li riduco  in un cumulo di cenere davanti ai suoi occhi!

-Caroline ti prego non andare su tutte le furie, ci sarà sicuramente una spiegazione e poi… tu e lui non state più assieme ricordi? È giusto che iniziate a rifarvi una vita l’uno indipendentemente dall’altra…- no tesoro…stiamo insieme eccome se stiamo insieme!

Feci un mezzo sorriso per cercare di mascherare la furia omicida che in mezzo secondo mi aveva posseduta –Giusto, beh cavoli suoi- chiusi il discorso alzando le spalle.

Dove cavolo sono… devo necessariamente vedere con i miei occhi di chi si tratta!

Strinsi i pugni e benché il mio istinto non facesse altro che indurmi a comportarmi come una ragazzetta con molti problemi a gestire la gelosia; decisi di prendere sottobraccio Elena e dirigerci verso il banco degli alcolici.

-Tesoro…segui il mio consiglio: prendi un qualunque drink e rilassati! Non può essere così fastidioso festeggiare il tuo compleanno.- nonostante il maremoto emotivo che c’era dentro di me, ero totalmente convinta di quello che dicevo, era la mia migliore amica e non mi andava di vederla giù in questo modo!

-Lo so… hai ragione Care, ma mi sento così fuori posto! E poi senza… Stefan non mi sento la stessa persona di sempre.- odiavo vedere i suoi occhi divenire sempre più tristi quando si arrivava all’argomento “Stefan e la sua missione oscura” (*)

Sospirare mi fu inevitabile, ma non sapevo cosa altro dirle, gli ultimi mesi li avevo passati a consolarla e soprattutto a farla uscire da una specie di depressione…le avevo già detto tutto, cos’altro potevo aggiungere? Nulla. Così mi limitai a stringerla forte, più come una sorella che come amica.

Dopo qualche secondo sciogliemmo quell’abbraccio fraterno e ci sorridemmo.

-Caroline grazie pe..-

-Ehi  ragazze perché quelle facce da funerale? Forse non ve ne siete rese conto ma è una festa! Dobbiamo divertirci!- ed eccolo… il solito Damon che s’intrometteva per dire la sua.. alzai gli occhi al cielo, sorridendo decisi di prendere un po’ d’aria e così uscii fuori.

 

Si è quello che mi serve, devo schiarirmi un attimo le idee e poi cercare Tyler per farmi dare qualche spiegazione. Perché deve esserci una spiegazione plaus..ma cosa cacchio?

Dire che rimasi sconvolta era un eufemismo, non potevo crederci… non poteva essere reale! Attenta a controllare i miei istinti, decisi di nascondermi dietro il tronco del grande pino che padroneggiava nell’angolo di quel giardino ben curato…dopotutto prima di agire era meglio sondare il terreno, dovevo evitare di passare dalla parte del torto per la mia solita fretta…

 

Mentre stavo lì ferma a guardare, sentivo gli occhi bruciare per le lacrime che cercavano di uscire, lo stomaco stringersi in una morsa dolorosa e la rabbia straripare. La stava abbracciando. Tutti e due erano stretti sotto un gelsomino dell’enorme giardino dei Salvatore.

Non sapevo cosa pensare, affondai le unghie nel tronco dell’albero che mi stava davanti e feci un respiro profondo.

Stavo combattendo contro la parte peggiore di me stessa pur di non balzare addosso a quella ragazzetta, più nuda che vestita, e non strapparle la testa a morsi davanti a tutti gli invitati. Basta non resisto più!

Stringendo i denti, con camminata decisa e schiena dritta, mi avvicinai ai due “piccioncini”, i miei passi erano intenzionalmente rumorosi ed il mio sguardo puntava dritto al volto di Tyler; morivo dalla voglia di vedere il suo sguardo non appena avesse sentito il mio odore o avvertito la mia presenza.

 

Avevo sul volto un sorrisetto disgustato che si distese, rendendo meglio l’idea di “IRA FUNESTA”, quando gli occhi di lui, prima rivolti verso il basso, incontrarono i miei.

L’avevo colto di sorpresa, glielo si leggeva in volto… con un gesto goffo seppur veloce si liberò dall’abbraccio e quella ragazza protestò anche! Deficiente che ti lamenti? Ora te lo do io un motivo per lagnarti!

-Ehm Eve (**) forse è il caso che tu vada a prendere qualcosa da bere!- le disse Tyler con evidente imbarazzo… sembrava quasi spaventato… wow la mia mimica facciale deve esprimere davvero bene quello che sto provando al momento!

-Ma non fare il maleducato! Non mi presenti la tua nuova… amica? Oddio non so come definirla… magari ci sei già stato a letto, beh in tal caso non possiamo definirla tale!- il mio tono di voce era così tagliente da sembrare innaturale, vidi gli occhi di lui spalancarsi per poi prendere fiato ed intervenire, ma non gliene diedi il tempo. Mi voltai verso la ragazza, che era rossa di vergogna, a bocca aperta, e continuai- non so tesoro… aiutami a trovarti un soprannome! Magari prima ti consiglio un negozio, dove non vendono abiti da battona e soprattutto un po’ più lunghi!- affermai con un sorrisetto compiaciuto che scomparve nell’istante in cui sentii la presa salda e decisa di Tyler sul mio polso.

-Eve, non sai quanto mi dispiace… vai dentro, sistemo la situazione con lei e ti raggiungo- intervenne lui.

 

Mio Dio… questa si vestiva come una puttanella e poi non riusciva a difendersi con le parole! Proprio un bell’acquisto!

 

Velocemente la ragazza si portò una ciocca di capelli scuri dietro l’orecchio ed in silenzio si precipitò dentro… ecco brava! Vai a rimorchiare qualcun altro!

 

-Caroline ma ti sembra il caso?!- adesso era lui quello arrabbiato? Ok… ora col cavolo che mi sarei trattenuta!

-Ti permetti di riprendermi? Sai cosa stiamo passando, sono distrutta, perennemente terrorizzata, vengo qua e ti trovo abbracciato a quella sottospecie di ragazza? Ma va’ a quel paese Tyler Lockwood!!!- scossi decisa il braccio e mi liberai dalla sua mano che ancora stringeva il mio polso, la rabbia si trasformò in delusione facendo scendere la prima lacrima… ci mancava solo farmi vedere da lui mentre piangevo! Mi voltai senza dire nulla e velocemente entrai.

 

Puntai dritto verso la camera di Stefan, era sicuramente l’unico posto tranquillo al momento… e così si dimostrò non appena aprì la porta.

Mi sedetti sul letto e mi liberai da quel macigno che mi opprimeva all’altezza del petto.

Piansi ininterrottamente, senza pensare  a nulla di logico, per non so quanto tempo e finalmente, quando mi ero decisa a smettere, mi asciugai le lacrime e poggiai la schiena sulla testiera del letto.

Solo altri due minuti e poi sarei scappata via da lì.

 

Sentii aprire la porta ed, ancora con gli occhi chiusi e la testa dolorante, urlai che la stanza era occupata.

-Care...- lo sentii sospirare ed avvicinarsi; aprii gli occhi di scatto e mi voltai a guardarlo.

-Tyler va’ via, non ti voglio vedere! Tornatene da quella!- dissi veloce mentre mi spostavo sul letto in modo da stare il più lontano possibile da lui.

-Non ci penso nemmeno! Lasciami parlare un attimo.- sembrava in allerta, come se anche ogni suo piccolo movimento fosse controllato…

-Che c’è? Hai paura che mi lasci andare e le vada a staccare la testa? È per questo che stai sull’attenti?- chiesi con tono acido… non avrei sopportato tutta quella situazione ancora per molto…

-Non lo faresti, e comunque sono sull’attenti perché non voglio farti scappare… ti prego stammi a sentire almeno un attimo.- continuava a fissarmi, con le braccia distese lungo i fianchi.

Forse avrei dovuto mandarlo via ma ero troppo curiosa, volevo sapere chi era lei e cosa era successo… -Hai tre minuti.- dissi decisa, mentre la tensione mi lacerava viva.

-Eve è la figlia di un’amica di mia madre, è qui da un paio di giorni e mia mamma mi ha praticamente supplicato di portarla con me, per fare conoscenza e… mi stava ringraziando mentre eravamo lì fuori e poi non so… lei mi ha abbracciato ed io ho ricambiato, ma non l’ho fatto perché mi sento attratto da lei! Non mi passa nemmeno per l’anticamera del cervello, pensavo solo che...-

Lo interruppi disgustata, mentre mi alzavo dal letto e puntavo gli occhi nei suoi –Che cosa pensavi?! Ti è piaciuto, lo so che ti è piaciuto quell’abbraccio! Vi guardati per un po’, se non vi avessi interrotti magari sareste ancora uno stretto nell’altra!-

 Sospirai stremata e tolsi i capelli che mi si erano appicciati alle guance a causa delle lacrime –Sai che ti dico? Fa’ quel che vuoi, sei uno stupido immaturo, sai quanto rischiamo, sai cosa c’è in ballo tra me e te ma forse la miglior cosa è questa! Starcene ognuno per i cavoli propri!-

-Cosa? No! No Care! Quello che hai visto non era niente, non puoi mandare tutto all’aria per uno stupido abbraccio!- sentivo che gli dispiaceva, i suoi occhi in quel momento erano sinceri ma non potevo fargliela passare liscia, io non potevo continuare a vivere nell’ombra, nella paura, senza spontaneità, senza libertà per un ragazzo che non faceva corrispondere i fatti alle parole.

Klaus era una minaccia vera. Klaus non era un gioco.

 

-Non sono io a mandare tutto all’aria.-

Dio quanto bruciava la gola a pronunciare quelle parole, nemmeno fossero di fuoco.

–Sei stato tu.-

Lo guardavo, non potevo non farlo, anche se la sua espressione mi avrebbe fatto sentire un milione di volte più triste.

-Tyler per me è finita qui.-

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Come ben sapete ho iniziato a scrivere questa storia prima della terza stagione, cambiando ovviamente il corso degli eventi :) così ecco delle delucidazioni a riguardo!

 

(*) Stefan: ho deciso di farlo “uscire di scena” sottintendendo una ricaduta col suo problema con il sangue; così, divenuto pericoloso per la stessa Elena, ha deciso di andare via e lasciarsi andare.

 

(**) Eve è un personaggio inventato (ho preso spunto da una ruolata fantastica e per questo ringrazio la mia Francesca M. <3) non mi andava di riprendere la figura di Sofie della 3x01 poiché questa “donna di troppo” la immagino con tutt'altra psicologia.

 

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NOTE DELL’AUTRICE:Allooooooora! Se volete lapidarmi fate pure… me lo merito ahahahhahahah! Lo so, sono un disastro! Vi ho fatto aspettare troppo tempo ma credetemi è stato difficile anche per me… non mi piaceva nulla di ciò che scrivevo, volevo rendere al meglio questo capitolo! Spero vi piaccia, anche se sono sicura che avrei potuto fare di più!

Tanti baci e un grazie enorme per il vostro sostegno!

Morgana.

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Capitolo 13
*** We need to run! ***


Caroline's POV


Era passata quasi una settimana dal terribile compleanno di Elena...terribile in ogni senso! E Tyler...Dio quanto mi mancava, ma il mio orgoglio e la mia paura per Klaus mi impedivano di prendere il telefono nel bel mezzo della notte quando mi chiamava,m'impedivano di rispondere ai suoi sms dolci,tristi o pieni di rabbia che mi mandava continuamente; era per le immagini di quell'abbraccio sempre presenti nella mia mente che riuscivo ad evitarlo costantemente,ovunque andassi.

Ma oggi era diverso. Lo sentivo nell'aria,lo capivo da quell'insolito peso sullo stomaco che non preannunciava nulla di buono...lo sentivo dal mio senso di colpa per la settimana d'inferno che gli avevo fatto sicuramente passare.


Guardai il cellulare per la milionesima volta. Nulla,nemmeno uno squillo da ieri sera. Forse si era arreso, forse aveva capito di non amarmi realmente o forse...forse era tra le coperte calde del letto di Eve.

Sospirai e mi accasciai sul letto, guardando fuori dalla finestra. C'era un sole caldo e splendente in cielo,sembrava di essere in pieno Luglio...


Come ogni estate io e mia madre eravamo rimaste in città, come diceva lei “il lavoro era troppo e sarebbe stato scorretto nei confronti dei suoi colleghi andare in vacanza”. Sbuffai e tirai un calcio ad una pietra che si trovava in mezzo alla strada.

Non c'era quasi nessuno,tutti erano sicuramente a mare,a divertirsi tuffandosi dagli scogli o a godersi il sole caldo sulla pelle.

Mi annoiavo da tutta la mattina, non c'erano altri bambini con cui giocare e così,per fare un dispetto a mia madre, senza dirle nulla, avevo deciso di andare a fare un giro...magari nel bosco.

Camminavo imbronciata sull'asfalto cocente, guardandomi le infradito rosa con i brillantini comprate da poco,quando per poco qualcuno e la sua bicicletta non mi mettevano sotto.

Ehi scimmia-Forbes, dove vai?” sempre molto gentile lui!

Senti Tyler non ho voglia! Sono arrabbiata! Lasciami in pace!” risposi con tutto l'astio che avevo in corpo, superandolo ed iniziando ad accelerare il passo.

ok ok! Volevo scherzare!” disse a voce più alta,dietro di me. Non mi voltai nemmeno,proseguii senza dire una parola...annoiata ed arrabbiata...insomma una bambina di otto anni avrebbe dovuto divertirsi in estate anziché girovagare senza una meta!

Tyler si piantò davanti a me di nuovo, tutto orgoglioso della sua nuova bici.

Care,ma che hai? Sempre nervosa!” disse guardandomi un po' scocciato anche lui.

Sono annoiata ok? Tutte le mie amiche sono in vacanza e da sola non ho che fare!”

Perchè non mi hai chiamato? Anche io non ho altro da fare!” disse come se fosse la cosa più ovvia sulla faccia della terra.

Perchè stai sempre con quei quattro deficienti dei tuoi amici che non fanno altro che prendermi in giro e rovinarmi i vestitini!” gli spiegai acida,tenendo ancora il broncio e le braccia conserte. Lo vidi stringere gli occhi scrutandomi in viso e poi mi sorrise

Dai ti faccio fare un giro sulla mia bicicletta nuova!” mi disse, sapendo di aver fatto colpo... adoravo proposte del genere! Lo guardai per qualche secondo e gli sorrisi, così senza dire nulla, salì dietro di lui,aggrappandomi alle sue spalle.

Attenta scimmia-Forbes, se cadi tua mamma sgriderà me, perciò tieniti forte!” ebbe il tempo di finire la frase e iniziò a pedalare velocemente, in pochi minuti arrivammo nel bosco, precisamente nel nostro posto.

L'avevamo scoperto un po' di tempo fa, era uno spiazzo nascosto da fitti alberi, non avevamo detto nessuno di quel prato verde pieno di luce e fiori...ci andavamo sempre assieme a giocare. Solo noi due.

Quando scesi dalla bici mi buttai sull'erba, anche quella sembrava andare a fuoco con il caldo di quel giorno, feci un respiro profondo e chiusi gli occhi. Sentivo che anche Tyler si era stirato accanto a me in silenzio.. e così restammo chissà per quanto; fin quando lui non si decise a parlare: “Sai... io vorrei giocare con te ogni pomeriggio,ma i miei amici sono stupidi e non capiscono che sei simpatica anche se sei una femmina. Ti farei fare anche tutti i giri possibili sulla mia bici”. Aprii gli occhi e mi ritrovai davanti la sua faccia seria, seria come non mai. Rimasi in silenzio per qualche secondo,spiazzata da quel Tyler che non avevo mai visto.

Lo guardai negli occhi e gli sorrisi. “Lo so Tyler, anche io vorrei farti giocare ogni pomeriggio con me e le mie amiche...solo che loro inizierebbero a fare le sdolcinate con te e mi dà fastidio!”


Basta,dovevo essere sincera con me stessa. Io lo amavo più di ogni altra persona al mondo, forse lo amavo da sempre!

Sarei stata in grado di sacrificare anche me stessa per lui e... non riuscivo a non averlo vicino.

Dovevo parlargli, dovevo chiarire...dovevamo trovare una soluzione e doveva spiegarmi con esattezza cos'era successo con quella Eve,adesso mi sentivo pronta per sapere tutto. Anche i dettagli che,conoscendomi, mi avrebbero ferita nel profondo.

Presi il cellulare e lo chiamai. Uno squillo dietro l'altro,il tempo sembrava scorrere troppo lentamente,ogni squillo al quale non rispondeva era una tortura e quella sensazione sgradevole non faceva che crescere e divenire più insistente. A fine chiamata non rispose nessuno, premetti il tasto rosso e gettai il telefono in borsa.

Avrei scommesso la qualunque che l'avrei trovato alla vecchi tenuta dei Lockwood, ci andava sempre quando voleva stare da solo...paradossale come il luogo in cui ogni mese provava il dolore più potente e lancinante della terra fosse anche il luogo che gli trasmetteva pace e tranquillità nei momenti difficili.


Mi misi al volante e tra un sospiro e l'altro cercai di arrivare prima possibile a destinazione..soprattutto senza andare a finire contro a un palo, cosa alquanto difficile dato che proprio quel giorno la mia mente sembrava impazzita, rivivevo ricordi di ogni tipo... e tutti vedevano un protagonista indiscusso.

Tyler.


Era una semplice festa in piscina, le solite che vengono organizzate a fine anno scolastico per dare il benvenuto all'estate e lasciarsi alle spalle la noia e la malinconia delle tipiche fredde giornate d'inverno.

Era la fine del primo anno di liceo, tutta la classe a casa di Amber...casa libera e piscina,quello si che era un vero paradiso per gli adolescenti di tutto il mondo!

Il sole era ormai tramontato e nonostante non facesse chissà quale caldo tutte noi ragazze ci ostinavamo a rimanere in costume a bordo piscina...tutto pur di farci notare dai ragazzi!

Stavamo sparlando mezza scuola tra una risata ed una battuta stupida, quando mi sentii spingere dalle spalle e caddi in acqua. In mezzo secondo sentii affiorare un imbarazzo mai provato fino ad allora, alimentato dalla consapevolezza che quando sarei riemersa avrei trovato gli occhi di tutti i presenti puntati addosso a me, ma ciò che di più mi avrebbe ferita sarebbero state le risate assordati.

Sarei rimasta sott'acqua fino a soffocare...ma ovviamente riemersi. E trovai proprio ciò che avevo immaginato...solo una cosa era diversa: Elena e Bonnie diedero in contemporanea un pugno a Tyler.

Perchè doveva essere così odioso nei miei confronti? Da quando era iniziato il liceo non parlavamo quasi più...sempre incollato a quegl' idioti pompati-palestrati-senza-cervello dei suoi amici... perchè gli era venuta la brillante idea d'infastidirmi durante quella festa? Quando desideravo con tutta me stessa che ogni cosa andasse per il verso giusto e che il ragazzo che avevo adocchiato mi vedesse sotto un aspetto positivo?

Con una rabbia che a stento riuscivo a controllare, uscii dall'acqua e presi un asciugamano a caso poggiato sulla sdraio lì vicino ed entrai in casa, cercando di non badare alle risate incessanti.

Fortunatamente la camera di Amber era libera, mi guardai allo specchio ed ovviamente i miei capelli erano un orrore...sarei sembrata una capretta da lì a dieci minuti.

Mentre cercavo di asciugarli senza farli gonfiare troppo sentii la porta aprirsi. “Che vuoi? Non ti è bastato lo scherzo che mi hai appena fatto?” dissi con tono acido,sapendo già che lui era entrato, senza degnarlo di uno sguardo.

Ehi come sei permalosa! Era tanto per ridere!”

Ah si? Perchè non facevi fare ad un'altra quella figuraccia che hai fatto fare a me? Adesso si che sono un vero disastro!” sbottai a voce alta,voltandomi a guardarlo. Involontariamente stavo anche tremando,essendo mezza nuda e tutta bagnata; ma non ci badavo molto...la mia attenzione era presa totalmente dal sostenere lo sguardo di Tyler. Sembrava anche offeso il signorino! E pensare che doveva ringraziare chissà quali santi se ancora non si era ritrovato una mia mano incollata alla sua guancia!

Era diventato serio, dava anche l'impressione di essere arrabbiato... se era un suo strano modo di mettermi in soggezione, ci stava riuscendo...ma di certo non glielo avrei fatto notare!

Ti aspetto sul motore. Cerca di muoverti, Forbes” mi disse con il suo solito tono di comando,mentre si toglieva la felpa e me la porgeva.

Non mi sarei mai fatta comandare in questo modo,non poteva trattarmi alla stregua delle gallinelle acide che era solito frequentare!

Non ci torno a casa con te! Dopo tut..”

Tu adesso stai zitta e torni a casa con me! È chiaro? Con chi vorresti andare,con uno dei nostri compagni di classe forse? T'informo che sei l'unica a vederti un disastro... non ci penserebbero nemmeno un secondo a saltarti addosso quei maniaci! Perciò smettila di lamentarti,saluta e soprattutto mettiti quella felpa. Ti aspetto fuori.”


Certi eventi li avevo proprio lasciati nel dimenticatoio, chissà se lui li ricordava ancora o ci pensava di tanto in tanto durante i momenti di noia.

Ricordare gli scherzi,le liti o le feste trascorse assieme mi stava facendo sentire a casa,come se improvvisamente avessi trovato ciò che cercavo da tutta una vita.


In fretta parcheggiai l'auto e scesi le scale che portavano a quella specie di prigione sotterranea.

Appena varcai l'ingresso rimasi interdetta. Lui era lì,incatenato come se fosse un animale, attaccato al muro, con la bocca coperta per non farlo parlare e gli occhi spalancati nel vedermi.

Nella mia mente si fece sempre più vivo e presente il nome di colui che con ogni probabilità aveva osato trattarlo così.

Gli occhi mi si riempirono automaticamente di lacrime ed il respiro divenne sempre più corto,stavo entrando nel panico nel vederlo così e come una stupida di dimensioni colossali stavo lì ferma a guardarlo,con le gambe tremanti. A fissare i suoi occhi scuri che scrutavano i miei fino nel profondo.

Sapevo che stava cercando di farmi calmare guardandomi in quel modo caldo e rassicurante nonostante la situazione. Ma non riuscivo a vedere in quelle condizioni la persona verso cui provavo un amore che non credevo possibile.

In fretta mi guardai in giro,asciugandomi una lacrima sfuggita al mio controllo, e mi accorsi che la stanza era vuota... fortuna,tempismo perfetto, fato o provvidenza divina... in quel momento avrei ringraziato chiunque e qualunque cosa per non avere davanti anche Klaus.

Con uno scatto veloce mi precipitai accanto a lui e gli tolsi la benda dalla bocca,lasciandolo parlare.

Care, tesoro...dobbiamo sbrigarci” disse un po' affannato,sicuramente stanco per le miriadi di volte che aveva provato a liberarsi.

Annuii semplicemente,mentre lo liberavo dalle catene attorno ai polsi,erano talmente strette che lo avevano ferito ed il sangue gli copriva tutte le mani... quell'essere deplorevole di Klaus si divertiva sicuramente nel torturare le persone, sentivo odore di strozzalupo, anche se non lo vedevo ero sicura che l'avesse usato...non volevo nemmeno pensare al come!

Era questo quello che Tyler aveva provato quando anche io ero stata presa e torturata da Klaus? Anche lui aveva sentito un buco al centro del petto per il troppo dolore che gli causava quella visione?

Ripensare al fatto che anche lui era stato costretto a provare quelle orribili emozioni,mi fece star peggio.

Era tutto un misto tra rabbia e collera, tra il volerlo aiutare ed la voglia di piangere per quello che stava provando.

Avevo il terrore che Klaus entrasse,adirato con noi. Di sicuro non sarebbe finita bene.

Liberai Tyler dalle ultime catene che gli cingevano la vita e le caviglie. Notai,purtroppo, che la sua maglia era ridotta a brandelli...quel maledetto...di sicuro l'aveva portato allo stremo accoltellandolo!

Lo aiutai ad alzarsi e nel minor tempo possibile raggiungemmo la macchina.

Care..non possiamo andare a casa lo sai vero?sarebbe il primo posto dove verrebbe a cercarci”. Sospirai mentre lentamente e con delicatezza gli facevo poggiare la testa sul sedile.

Lo so Ty, tranquillo mi è venuta un'idea..pensiamo ad andarcene intanto”. In pochissimo fui di nuovo al volante,sfrecciando verso l'uscita della città.

Mi sforzavo con tutta me stessa di non piangere nel guardarlo in quello stato. Era pallido,talmente stremato da non riuscire a tenere gli occhi aperti e ricoperto si sangue.

Se solo fossi arrivata qualche minuto dopo... strinsi gli occhi per scacciare via quel pensiero terribile,ma non potei trattenere più le lacrime. Le emozioni che provavo in quel momento erano troppo forti, troppo sconvolgenti e troppo negative...avevo bisogno di sfogarle con il pianto. E la mano di Tyler si poggiò sul mio ginocchio.

Era calda come sempre. La presa ovviamente non era forte e salda come nelle altre situazioni,ma sentirla era la cosa più bella del mondo.

Mi sentivo al sicuro, mi sentivo capita e mi sentivo amata.

Ehi piccola, non piangere...mi hai salvato” disse con un filo di voce,mantenendo gli occhi chiusi e sorridendo appena.

Feci scivolare una mano sulla sua,l'avrei stretta forte per fargli capire quanto ero grata per il fatto che adesso fosse lì con me e mi dicesse quelle parole...ma doveva ancora fargli male parecchio,così intrecciai le mie dita alle sue e mi voltai a sorridere

è solo che...se fossi arrivata qualche minuto dopo” un singhiozzo m'interruppe e lui aprì gli occhi,vidi che stava cercando di dirmi qualcosa ma gli feci segno di tacere “non pensiamoci, tesoro riposati...ti sveglio appena arriviamo ok?”

va bene,però non piangere più ti prego...nemmeno appena mi addormento” concluse con voce roca e stanca,mentre le sue labbra s'incurvavano in un sorriso.


*********


Ehi amore, svegliati” dissi piano,mentre poggiavo una mano sulla sua guancia per svegliarlo.

Aveva dormito per cinque ore consecutive,tutto il tempo del viaggio. Ormai era buio fuori,faceva freddo e sembrava esserci un'atmosfera strana in quel giardino,alla fine non così tanto familiare.

Dopo averlo chiamato un altro paio di volte,aprii gli occhi e si guardò attorno.

Ma dove siamo?” fece per alzarsi ma urlò per il dolore. Povero il mio Tyler,non so cosa avrei fatto per evitargli tutta quella sofferenza!

Ehi ehi, piano...sei ancora tutto indolenzito” lo avvisai un po' turbata,facendo scorrere con cautela una mano sulla sua schiena ed aiutandolo a scendere dalla macchina. “Comunque siamo a casa mia, in campagna. Non venivo qui da anni ma qualche settimana fa i miei zii hanno chiesto a mia madre di usarla perciò sarà tutto in ordine e funzionante”.

E così era. C'era solo un po' di polvere sulle mensole,ma si poteva ancora sentire il profumo del detersivo per i pavimenti. Era proprio come nei miei ricordi.

L'entrata ampia,il salone immenso con il grande tappeto persiano al centro, i mobili di legno scuro,i divani morbidi e belli come sempre;solo un po' sbiaditi.

Per il momento poteva andare bene,lì Klaus non avrebbe mai potuto trovarci.


Mentre Tyler era impegnato a farsi un bagno caldo,approfittai per stendermi un po' e ovviamente avvisare anche mia madre e Carol. Inventai loro una scusa,se Klaus avesse iniziato a cercarci, di sicuro le avrebbe soggiogate per scoprire il nostro nascondiglio.


La porta del bagno si aprì, ed uscì lui...con l'asciugamano in vita ed i capelli tutti bagnati. Ok la situazione era fin troppo tragica ma di certo i miei ormoni non restavano impassibili ad una visione del genere. Avevo reputato bello Tyler da sempre,ma adesso quell'aggettivo sembrava estremamente riduttivo. Non riuscivo a trovargli un difetto,lo vedevo perfetto e al massimo della forma anche dopo le torture atroci che era stato costretto a subire. Sarei rimasta immobile a fissare ogni dettaglio per giorni interi. Forse non mi sarei mai stancata...

Tesoro tutto ok? Che guardi?” mi chiese quasi spaesato, ok certe volte faceva la figura dello stupido...mi mancava solo la bava e avrei rappresentato alla perfezione la ninfomane per eccellenza e lui mi chiedeva cosa stavo guardando? Mi veniva quasi da ridere...

Richiusi la bocca e guardai un attimo altrove per riprendermi. “ehm..nulla stavo pensando. Come stai?” gli chiesi un po' preoccupata,vedendolo avvicinarsi e sedersi accanto a me.

Sto molto meglio...ho solo un po' di fame” ammise sorridendomi; prendendomi la mano e stringendola forte nella sua.

Tyler mi dispiace,immensamente! E parlo di tutto”. Sentivo riaffiorare le lacrime, ma mi sforzavo con tutta me stessa di non lasciarle andare, non potevo piangere di nuovo...non era giusto nemmeno nei suoi confronti dato che quella a lasciarlo ero stata io e in sostanza non gli avevo dato nemmeno l'occasione di spiegare tutto l'accaduto di quella famosa sera.

Lo guardavo negli occhi, e lo stesso faceva lui.

Care,non devi preoccuparti...mi sono comportato male anche io,dovevo aspettarmi una reazione da parte tua come quella che hai avuto,qualora mi avessi visto con Eve. Ma voglio spiegarti ok? Non posso rinunciare a noi per un'incomprensione del genere” mi disse con la sua solita voce calda e dannatamente sincera.

Si avvicinò ancora un po' a me e delicatamente prese il mio viso tra le mani.

Era talmente vicino che tutto ciò che riuscivo a vedere erano quei suoi immensi occhi marroni; sentivo il suo respiro regolare sfiorarmi il volto, le sue labbra così vicine da poterle toccare con le mie solo con un leggero movimento in avanti...

Mi lasceresti spiegare,adesso?” mi chiese senza perdere per un solo millesimo di secondo il contatto visivo. Mi sentivo quasi pietrificata,per tutta quella situazione,per quel suo modo di rivolgersi a me e soprattutto per quella voglia incontrollabile di abbracciarlo che mi attanagliava dentro.

Annuii leggermente, spostando le mie mani sulle sue,che dal mio viso si spostarono poggiandole sulle mie gambe.

Fece un respiro profondo e finalmente parlò.

Innanzitutto Eve non l'ho mai vista come qualcosa di più che una semplice amica.

Mia madre mi aveva chiesto il favore di portarla alla festa così da farle fare qualche conoscenza nuova,siamo amici da quando eravamo piccoli, l'ho conosciuta durante una delle centomila cene di lavoro di mio padre e quando tu l'hai vista abbracciarmi ..mi stava ringraziando di averla portata lì!”


Sospirai involontariamente e liberai le mie mani dalle sue,sentivo rinascere quella delusione e quella gelosia sfrenata che ormai conoscevo bene...tutte quelle parole mi sembravano una mezza scusa, quella sera piuttosto che chiamarmi o mandarmi un sms per sapere quando sarei arrivata stava abbracciato a lei...e la cosa mi mandava in bestia!


Tyler... lo so, sono tremendamente gelosa e credimi,ci provo con tutta me stessa a darmi una regolata,a controllarmi...ma saperti abbracciato a lei,sapere che le tue braccia stringevano il corpo di quella...ragazza anziché me o che tu preferivi farti ringraziare in quel modo piuttosto che prendere il cellulare e chiedermi perchè stavo tardando, mi fa sentire male, mi fa provare qualcosa di troppo brutto,che non voglio provare di nuovo mai più! Perchè non credo di meritarmelo ok?” dissi di getto tutto quello che pensavo,tutto quello che provavo e non poteva essere altrimenti data la presenza di troppe sensazioni e stati d'animo sgradevoli che stavo vivendo,inesorabilmente secondo dopo secondo,tutti lì...a corrodermi dentro.

Stava per interrompermi..ma non avevo concluso..adesso doveva ascoltarmi,doveva rendersi conto che il mio modo di comportarmi quella sera non era semplicemente frutto della visione di lui abbracciato ad Eve,ma anche di tutto quello che c'era prima.

No,non ho finito. Io...quella sera,ho impiegato quattro ore a prepararmi! Non ero nemmeno la festeggiata,stavo davanti allo specchio per cercare di essere perfetta, ho provato tutti gli abiti che possiedo, ho sistemato i miei capelli ciocca per ciocca con l'intento che tu mi trovassi minimamente carina! Ho indossato le scarpe più alte che ho così da accorciare le distanze per quando ci saremmo baciati, ho provato tutto il pomeriggio ad essere la ragazza magnifica che ti meriti ma tu neanche l'hai notato.

Semplicemente perchè eri impegnato ad abbracciare un'altra ragazza.

Mi sono sentita come se ai tuoi occhi fossi invisibile. E questo non posso accettarlo.

Non può non vedermi la persona che dice di amarmi, quella persona per cui darei la mia vita senza titubare un secondo.”


Ero arrivata allo stremo, stavo per scoppiare nell'ennesimo pianto liberatorio...e l'avrei fatto,ma molto semplicemente non sarebbe successo davanti a lui.

Ovviamente non si aspettava un discorso del genere, era rimasto a bocca aperta a fissarmi,affranto in viso...si sentiva sicuramente in colpa e mi dispiaceva,il mio intento non era certo quello.

Io..non” lo interruppi bruscamente, cosa avrebbe detto?che non aveva parole per rispondermi?che non avrebbe mai potuto immaginare una cosa del genere? Qualunque cosa mi avrebbe ferita ulteriormente, perciò perchè causarmi altro dolore,altra delusione ed altra collera? Meglio evitare.

Non c'è bisogno che tu dica nulla. Dormiamo adesso. La porta a destra è quella della tua camera...io sono di sopra se ti serve qualcosa”.

Mi sarebbe piaciuto trascorrere tutta la notte accanto a lui, con la casa tutta per noi, nella tranquillità tipica delle campagna. Mi sarebbe piaciuto in qualunque altra sera della mia vita ma non in quella.

Avevo bisogno di tempo, di metabolizzare la nostra discussione,di sfogarmi in solitudine e di superare il tutto.

Buonanotte Tyler.” conclusi, accennando ad un breve sorriso e andando nella mia stanza. Chissà se i sonniferi avevano effetto sui vampiri...di sicuro ne avevo di bisogno dato che il ronzio incessante dei miei pensieri mi avrebbe impedito di prendere sonno.


Tyler's POV


Erano le tre del mattino e nonostante la stanchezza per le torture che avevo subìto, ero ancora con gli occhi spalancati.

Le parole di Caroline vorticavano nel mio cervello senza sosta, facevano crescere il mio senso di colpa,mi facevano sentire triste e deluso di me stesso come mai prima di quel momento.

Guardavo il muro bianco davanti a me, ripetendo ogni parola che era uscita dalle labbra della mia Caroline quando il mio cellulare vibrò. Un sms...nel cuore della notte?

Incuriosito lo lessi in fretta:

Ehi Tyler,tesoro,ma dove sei finito? Mi manchi! Ho voglia di parlarti e passare un pomeriggio con te...anche se ho fatto molte amicizie qui a Mystic tu sei ugualmente il mio preferito! Un bacio magnifico Lockwood.”


Proprio un sms. Da parte di Eve.


Note Dell'Autrice:ma ciaoooo :) come state? Beh finalmente ho pubblicato questo nuovo capitolo..che devo dire mi è venuto più lungo di quanto pensassi! Spero davvero che vi sia piaciuto...vi preannuncio soltanto che il mio cervellino contorto ha pensato a qualche altro fattore per complicare il tutto...lo so una storia d'amore normale no! XD

Spero di non avervi fatto venire troppa malinconia,forse questa volta mi è venuto più semplice scriverlo proprio perchè mi sento un po' giù..anzi se anche voi volete immergervi in questa desolazione ascoltate questa canzone http://www.youtube.com/watch?v=jIECEAETDFk :D

Comunque fatemi sapere cosa ne pensate e soprattutto se avete dei suggerimenti dite pure! Grazie a tutti coloro che leggono,seguono e recensiscono! Morgana :)

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Capitolo 14
*** I'm going away ***


Caroline's POV


Mi giravo e rigiravo tra le coperte,nel buio di quella stanza che era rimasta così uguale. Sembrava che il tempo non fosse trascorso,l'atmosfera che c'era mi dava l'impressione che tutto fosse semplice come quand'ero piccola,che i problemi fossero convincere mia madre a mangiare un altro quadretto di cioccolato in più o un brutto voto a scuola.

Come avrei voluto tornare indietro! Mi girai sul fianco destro e continuai a guardare l'altra parete della stanza. L'avevo sempre amata,era il lato in cui c'era la scrivania piena di fogli e matite colorate,appoggiata al muro c'era anche la libreria bianca, così piena che sembrava stesse per cedere da un momento all'altro... spostai lo sguardo sulle mensole e mi accorsi che pendeva una catenina d'argento, non avevo ancora capito di cosa si trattava...l'avevo quasi cancellato dalla memoria; ma quando mi alzai dal letto e la presi in mano tutto mi torno in mente: chi me l'aveva data, quando e perchè...


Era il mio quindicesimo compleanno,dopo tante suppliche e qualche pianto avevo finalmente convinto mia madre ad organizzare una festa in grande,proprio come la desideravo...ma ovviamente casa nostra era troppo piccola per tutte le persone che avevo deciso d'invitare, così Carol Lockwood si era offerta di organizzarla in casa sua.

La serata era ancora tiepida nonostante fossimo ai primi di Ottobre, stava calando il sole quando ero impegnata a dare gli ultimi ritocchi alle decorazioni... c'erano festoni e palloncini dappertutto, i tavoli erano pieni di fiori profumati dai colori vivaci...tutto doveva essere perfetto. Quella sera volevo sentirmi apprezzata da tutti,volevo essere quella ragazza perfetta che tanto sognavo di essere... Mentre ero persa tra i miei pensieri si avvicinò Carol

Ehi tesoro, purtroppo mi ha chiamato tua madre ed ecco.. è successa qualcosa in centrale e non sa se riesce a venire in tempo” come sempre qualcosa non doveva andare per il verso giusto! Sapevo già che quella era una stupida scusa,lei non sarebbe venuta proprio come l'anno precedente e quello ancora..

Ok, fa niente,un po' di ritardo non è la fine del mondo!” dissi sorridendole..ormai ero diventata così brava a fingere che a volte riuscivo a convincere anche me stessa.

Carol mi fece una carezza sul braccio e si allontanò. Mi sentivo nervosa...perchè mia madre non era mai in grado di trovare un po' di tempo per me? Nemmeno il giorno del mio compleanno ciò poteva essere possibile?

Ero seduta sulla panchina di casa Lockood,lì in fondo al giardino ad aspettare che si facessero le nove così almeno mi sarei distratta con l'inizio della festa..e vidi arrivare Tyler. Sapevo che lui riusciva a capire come mi sentivo,purtroppo anche lui aveva un rapporto abbastanza difficile con i suoi...seppur sotto aspetti differenti. Si avvicinava a passo spedito,con un mezzo sorrisetto, aveva indossato un paio di pantaloni neri ed una camicia bianca ma ovviamente aveva abbinato un paio di sneakers! Si sedette vicino a me e mi guardò

Mia mamma mi ha detto che probabilmente la tua non riuscirà a venire in tempo”. Mi voltai a guardarlo alzando un sopracciglio “sappiamo entrambi che ciò significa che non verrà” affermai tutto d'un fiato.

Lo so Care, ma fregatene...pensa che passerai una bella serata con i tuoi amici”.

Rimasi in silenzio a guardarmi le mani che avevo poggiato sulle gambe...così lui continuò:

Comunque, prima che arrivi tutta la confusione volevo darti il mio regalo, l'ho comprato di nascosto perchè mia mamma si era fissata col prenderti una borsa orribile perciò...questo l'ho scelto io” e mi porse uno scatolino rosso.

Ero sorpresa, di solito non faceva regali sforzandosi di scegliere qualcosa che potesse piacere al festeggiato, anzi se non fosse stato per gli altri lui avrebbe anche evitato!

Sorridendo lo presi e lo aprii. C'era una collana d'argento,con un ciondolo a forma di farfalla e.. mi piacque davvero tanto.


Ci dormivo anche la notte con quella collana,mi piaceva da impazzire.

E poi mi piaceva il significato e l'importanza che ormai aveva assunto... mi ricordava che lui mi voleva bene,anche se non me lo aveva mai detto ad alta voce...

Ma automaticamente mi ricordai anche il motivo per cui l'avevo abbandonata su quella mensola, sepolta sotto un milione di altri ricordi così da dimenticarne l'esistenza...


Allora Tyler ha scelto penitenza...perciò io dico che deve baciare o Caroline o Serena! Tyler bacia quella che trovi più bella!”

Nel giro di mezzo secondo pensai a venti modi diversi per uccidere quella non-ricordo-come-si-chiama che aveva avanzato una proposta del genere! Mi pentii anche di aver deciso di giocare!

Adesso mi trovavo di fronte un Tyler assolutamente confuso,che spostava lo sguardo da me all'altra ragazza in continuazione.

Dentro me ero certa che mi avrebbe scelta, non perchè magari mi trovasse realmente la più carina, ma perchè mi voleva bene ed un bacio non avrebbe di certo cambiato nulla..mica poteva baciare una perfetta sconosciuta che per di più era famosa per la sua..ehm.. “troiaggine”si può dire?

Ed ecco.. c'eravamo quasi, lo vidi avvicinarsi, sapevo che avrebbe scelto me, sapevo che di li a poco le nostre labbra si sarebbero toccate...ma lui voltò di poco il viso verso sinistra e baciò la ragazza che mi stava a fianco.

Avrei voluto sprofondare, non vedere come l'attirava a sé e infilava anche la lingua nella sua bocca! Lui mi trovava realmente così brutta da non poter meritare un suo bacio?Ero sua amica,non poteva farmi questo! Mi sentivo completamente in imbarazzo e fuori luogo in quella enorme stanza,mentre gli occhi di tutti erano puntati su Tyler che non smetteva di baciare quella scema che si trovava davanti.

Il suo gesto mi aveva fatta sentire interamente rifiutata,la mia autostima era andata a quel paese e mi aveva provocato un nervoso inspiegabile.

Senza dire una parola,presi la borsa che avevo poggiato in un angolo del divano e andai via da quella ridicola festicciola organizzata sul momento.

Ero a piedi,ma non m'interessava quanto tempo c'avrei messo...

Inizia a correre e sudare per il caldo afoso tipico dell'estate, mentre non facevo altro che trattenermi dal piangere “Sicuramente deve venirmi il ciclo, è impossibile tutta sta tragedia per un fatto del genere!”

Quando ero tornata a casa,come al solito vuota e desolata,con un colpo deciso mi ero strappata la collana dal collo e l'avevo gettata sulla mensola...


Era rimasta lì tutto quel tempo tra la polvere, la rigirai tra le mani e.. la rimisi. Dopotutto era un ricordo importante per me, era parte della mia vita... quella umana perlomeno. Chissà se Tyler ricordava l'esistenza di quell'oggetto...


Mi sentivo soffocare in quella stanzetta,nonostante avessi spalancato la finestra per far entrare dell'aria fresca, ma mi sentivo troppo inquieta per prendere sonno e dovevo distrarmi al più presto o nel giro di due secondi sarei finita a sfogarmi bevendo il sangue di un povero innocente..

Senza far rumore scesi al piano di sotto e presi dalla borsa una delle sacche di sangue che portavo con me, ne bevvi il contenuto in pochi instanti e la sensazione di benessere che di solito ne seguiva svanì altrettanto velocemente.

Sapevo che in quella circostanza non mi sarei sentita meglio nemmeno con tutto il sangue del mondo.

Sapevo che l'unica cosa che mi avrebbe fatto star meglio sarebbe stato lui.

Mettendo a tacere tutti pensieri che mi ronzavano in testa, chiusi gli occhi e mi concentrai sui suoni che mi circondavano, tutto era tremendamente silenzioso e dalla camera di Tyler non proveniva nessun rumore, solo quello del suo battito, più lento e regolare del solito. Si era sicuramente addormentato, così, con passo leggero,quasi trattenendo il respiro, abbassai la maniglia della porta e lentamente l'aprii.

Era disteso sulla schiena, con le braccia dietro la testa, il respiro regolare, gli occhi socchiusi... eppure i suoi muscoli mi sembravano tesi e contratti, magari era il riflesso della luce che filtrava dai vetri della finestra...

Cercando di non creare scricchiolii vari, poggiando delicatamente un piede davanti all'altro sulle assi di legno del pavimento, mi avvicinai a lui.

Sapevo che non avrei mai dovuto aprire quella porta, che non avrei mai dovuto varcarne l'ingresso... ma era come se io gravitassi attorno a lui, come se dovessi trovarmi costantemente all'interno della sua orbita per sentirmi bene ed in pace.

Volevo toccarlo, solo per un nanosecondo accarezzargli il viso e poi sparire nel buio della mia stanza; volevo non fare la figura dell'incoerente che prima lo respinge e poi va a cercarlo; volevo avere una determinazione maggiore; volevo tante cose, e mentre nella mia mente le elencavo, una dietro l'altra, la mia mano si avvicinava a lui, secondo dopo secondo la distanza si accorciava; ero così vicina che le mie dita avvertivano il calore della sua pelle...

Soltanto un secondo e basta. Solo un lieve tocco e starò rinchiusa nella mia camera per tutta la notte”

C'ero quasi, avevo quasi raggiunto il mio scopo e proprio nello stesso momento in cui credevo che avrei sfiorato la sua pelle... accadde.

Ma non come mi aspettavo.

Con uno movimento fluido e deciso, mi aveva afferrata per il polso, lasciandomi basita.

Hai fatto rumore” sussurrò con voce calda e morbida mentre mi attirava a sè e finivo addosso a lui.

Non avrei dovuto entrare, non riuscivo a parlare o a spiegargli che cosa ci facevo in quella camera o perchè allungavo la mano verso il suo volto con una lentezza esasperata, trattenendo il respiro, proprio come se stessi compiendo l'operazione chirurgica più delicata al mondo.

Mi limitavo ad osservarlo in silenzio, troppo distratta dal fatto che a breve il mio cuore sarebbe esploso dentro alla gabbia toracica, troppo distratta dal sorriso sghembo e furbo che si stava facendo strada sul suo viso.


Senza rendermene conto,nel momento in cui mi aveva attirata a lui,facendomi perdere l'equilibrio, avevo poggiato entrambe le mani sulle sue spalle; ogni volta che ispirava sentivo il suo petto sfiorare il mio seno; lo sentivo rabbrividire ad ogni contatto, senza smettere di fissare i miei occhi, senza smettere di sorridere in quel modo che mi stava mandando in blackout il cervello.


Sentii una sua mano sfiorarmi il braccio, per poi posarsi sul mio fianco e fare pressione con l'indice proprio dove la maglia si era alzata e mi lasciava scoperta un po' di pelle; sapevo che quel particolare contatto non era casuale, voleva farmi perdere ogni inibizione, farmi dimenticare ogni limite, far crollare le barriere che qualche ora prima avevo innalzato tra me e lui. Sapeva come farlo, sapeva di essere bravo nel farlo e soprattutto sapeva che quella era la cosa che in quel momento più desideravo al mondo... ma che non avrei mai ammesso, in particolar modo a me stessa.


Vidi le sue labbra dischiudersi di poco, dandomi l'impressione che stesse iniziando a parlare ma non disse nulla. Non pronunciò nemmeno una sillaba.

Anziché pronunciare parole, qualsiasi parola, strinse la presa sul mio fianco e mi sfiorò il collo con la punta del naso. Sentivo già i muscoli rilassarsi, le guance in fiamme e le mie mani avvinghiarsi sulle sue spalle.

Con un gesto calmo passò ai baci, uno dietro l'altro, bollenti, dal mio collo fino all'angolo della bocca . Sentivo le sue labbra calde ed invitanti così vicine alle mie, desideravo che le sfiorasse, sapevo che non avrei resistito a lungo, che mi sarei lasciata andare presto...

Si divertiva a torturami in quel modo, era la conclusione più logica, voleva letteralmente farmi diventare matta, perchè con una pacatezza assurda si limitava a sfiorare la punta del mio naso con il suo, a toccarmi l'orecchio con le labbra come se volesse sussurrarmi qualcosa ma poi stava in silenzio e tornava a tormentarmi il collo, mentre mi provocava un brivido dietro l'altro, facendo scorrere un dito sotto la maglia.

Ormai pensavo che avesse continuato così per ore intere, che mi avrebbe letteralmente fatta sciogliere, ero come gelatina ormai, ero completamente addosso a lui, con gli occhi socchiusi in attesa di un dannatissimo bacio che mi stava facendo desiderare come l'acqua dopo un'intera giornata nel deserto.

Improvvisamente si fermò, smise di accarezzarmi, di provocarmi i brividi tocco dopo tocco ed aprii gli occhi per guardarlo.

Stava impazzendo anche lui, torturando me andava inesorabilmente a tormentare sè stesso, aveva le labbra gonfie, gli occhi lucidi, le guance arrossate e i suoi respiri erano più profondi.

Quella situazione era interamente sbagliata, non avremmo mai risolto nulla litigando di giorno e facendo pace solo la notte, e la colpa era solo mia, ero io quella che ero entrata in camera sua e mi ero fatta beccare mentre cercavo di fargli una carezza, ero io nel torto.

Cercai di essere un po' più lucida mettendo da parte tutta l'eccitazione che mi aveva provocato, e feci per alzarmi ma lui strinse maggiormente la presa, avvolse la mia vita con un braccio mentre con l'altro attirò il mio viso al suo. E cominciò a baciarmi, a far muovere le sue labbra sulle mie con passione e trasporto, sentivo che gli ero mancata, che mi desiderava allo stesso modo in cui io volevo lui. Non riuscivo a non ricambiare quel bacio così perfetto, così pieno di amore, di dolcezza, di lacrime e pentimento. Era anche più invitante del sangue per me, era quell'unica cosa che aveva mandato via quell'inquietudine e quella malinconia. Era la mia cura. Ma era anche la mia malattia.

Senza smettere di baciarmi, senza smettere di tenermi stretta a lui, ribaltò la posizione, finendo sopra di me.

Mi venne così naturale abbracciarlo, far scorrere le mie dita lungo la sua schiena ed avvolgergli i fianchi con le mie gambe.

Nella mia mente era come se non ci fosse più nulla. Come se non avessi più un cervello. Volevo solo essere un'unica cosa con lui, sentirmi nuovamente come la prima volta che avevamo fatto l'amore. Volevo sentirmi completamente amata da lui.

Il respiro di entrambi si era fatto più corto e pesante, la pelle di lui sembrava fuoco, ogni tocco era più intenso rispetto a quello precedente, più affamato, più eccitato.

Mi tolse velocemente la maglia ed iniziò a baciarmi dappertutto, facendo scivolare man mano anche il reggiseno. Nel contempo mi stavo sbarazzando dei suoi pantaloni. Ci volevamo troppo in quel momento, ne eravamo fin troppo consapevoli ed io mi sarei lasciata andare come mai prima di allora. Ero troppo stanca di combattere costantemente contro i miei istinti, di bloccarmi, di contrastare i miei desideri, di respingere ciò che volevo.

Tyler ti prego...”suonava quasi come una richiesta disperata, che avrei sicuramente continuato se solo non avessi sentito squillare il suo cellulare sotto la mia schiena...


Tyler's POV


Ero quasi al limite, mi sentivo scoppiare, volevo farla mia in quel preciso istante, avevo sbagliato a torturarla in quel modo prima, avevo finito per portare anche la mia eccitazione alle stelle.

La sentivo così rilassata ed eccitata contro il mio corpo e mi piaceva, mi piaceva da impazzire, così tanto che ero quasi arrivato allo stremo solo vedendola in quello stato.

Per troppo tempo l'avevo desiderata anche sotto quest'aspetto per resistere ancora, non avrei permesso che nulla ci fermasse, sarebbe stata mia per tutta la notte, le avrei reso le più chiare riguardo al mio amore per lei e tutto si sarebbe risolto.

Doveva risolversi, perchè non ne potevo più di avere la mia Care così distante, di vederla perennemente malinconica.

Quando la sentii parlare, oddio con quel tono di voce, con quell'espressione sul viso...credevo di essere arrivato in un altro pianeta, in un altro mondo.

L'avrei ascoltata parlare così per giorni interi, avrei voluto dirle di finire la frase,che qualunque fosse stata la sua richiesta, io l'avrei esaudita.

Ma mi bloccai sentendo il mio cellulare squillare.

Sapevo chi era, sapevo che si sarebbe complicato tutto ancora di più, non ne facevo mai una giusta, non ero in grado di ragionare, perchè prima agivo e poi pensavo?! Perchè ero un completo cazzone?!

Non ebbi nemmeno il tempo di fermarla, aveva già il mio telefono in mano e sul volto un'espressione tra l'incredulità e la delusione.

Chi ti cerca a quest'ora? Sono le tre di notte” disse guardandomi negli occhi, ancora con le guance arrossate per i baci di poco prima.

Nessuno, lascia stare...”provai a dirle sorridendo mentre m'impegnavo a toglierle quel maledettissimo cellulare dalle mani, ma mi allontanò e rimase a fissarmi in silenzio. Non avevo scuse, non avevo come uscire da quella situazione.

Abbassò lo sguardo ed iniziò a leggere.

Ecco l'espressione che mai avrei voluto vedere sul suo volto. Era come quella di qualche ora prima. Era così delusa e ferita, era solo colpa mia. Non ero in grado di proteggere il bene più prezioso che avevo, la persona più straordinaria che la vita mi aveva posto dinanzi.


Le hai detto tutto! Le hai raccontato ogni cosa! Le hai pure detto di me!” vedevo le lacrime farsi strada nei suoi occhi, si stava trattenendo, la conoscevo troppo bene per non capirla... e il mio senso di colpa esplose nuovamente. Mai mi ero sentito una persona così orribile.

Care, ti prego... avevo bisogno di parlare con qualcuno.. io non volevo farti arrabbiare..” che altro potevo dirle se non la verità? Quanto mi stavo pentendo di aver risposto a quell' sms.

Cos'è per caso le hai pure detto che io sono un vampiro e tu un licantropo? Che siamo i personaggi principali di un'antica profezia del cavolo?” tutto quel dolore nei suoi occhi era la cosa peggiore che potessi vedere. Niente al mondo mi avrebbe causato più sofferenza di quella che provavo adesso.

Tyler, tu sei... io..ti odio! Ti odio con tutta me stessa! Sei la cosa peggiore che mi è capitata!” quelle parole mi stavano uccidendo, una dopo l'altra. Mi stavano frantumando dall'interno. Mi odiava. Era la verità, glielo si leggeva in quegli splendidi occhi azzurri.

Lei mio odiava.

Ed io l'amavo come non avevo amato nessuna.

E avevo sbagliato tutto con lei.


Si alzò di scatto, asciugandosi una lacrima sfuggita al suo controllo, mentre non sapevo cosa dirle, mentre sapevo che nemmeno tutte le scuse di questo mondo avrebbero potuto sistemare le cose.

Guai a te se non mi stai lontano, hai capito? Non mi dovrai nemmeno guardare!” e quelle furono le sue ultime parole prima di vederle fare un gesto strano con la mano ed uscire dalla stanza con la maglia, che le avevo tolto, appoggiata al seno per coprirsi. Prima che capissi cosa aveva fatto, mi arrivò addosso una collana.

No, quella non era una collana qualsiasi. Pensavo l'avesse gettata...invece la portava ancora al collo.

Quello fu il colpo di grazia. Avrei voluto sprofondare all'inferno pur di provare le sensazioni di adesso.


Sospirando e maledicendomi in ogni modo, presi il cellulare e lessi il messaggio:


Capisco tesoro, mi dispiace davvero tanto...ma questa Caroline è proprio stupida allora! Cioè sei l'incarnazione del ragazzo perfetto e lei ti respinge in questo modo? Solo perchè ci ha visti abbracciati? Ahahahah davvero poco furba! Io non mi sarei mai lasciata scappare un ragazzo come te!

Ah spero di vederti presto in giro e che questo tuo viaggio improvvisato all'ultimo secondo finisca presto.

Eve.”


Mi guardai un attimo attorno e scaraventai il cellulare contro il muro, con tutta la forza di quel momento, frantumandolo in mille pezzi.

Avevo fatto davvero un casino.


Caroline's POV


Sapevo che non dovevo fidarmi, che non dovevo lasciarmi andare.

Dio come mi sentivo delusa e tradita! Era un'emozione così forte ed orribile che mi sembrava impossibile anche da provare.

Volevo sparire dalla faccia della terra, volevo non vederlo più, non farmi ferire più da lui, così incostante e volubile...


Non mi meritavo tutta questa sofferenza, non mi meritavo di stare così male!!!

Mi asciugai le lacrime e mi sforzai di smetterla di piangere, mentre aprivo tutti i cassetti e mettevo alla rinfusa tutti i vestiti che potevo dentro una valigia.


Non volevo vederlo più. Non volevo nemmeno che lui potesse osservarmi nemmeno una volta.

Doveva imparare ad accettare le conseguenze delle sue azioni.


Nota Dell'autrice: ciao a tuttiii :D questo capitolo è arrivato in tempi buoni vero? Sinceramente mi ero stancata anche io di pubblicarne uno tipo ogni due mesi! Comunque non ho molto da dire.. solo che si.. le cose si sono complicate ancora di più,ma abbiate fede!!

Non so se riuscirò a pubblicare il capitolo successivo prima di Natale! In ogni caso tanti auguri di buone feste a tutti :D

Un bacio grande, Morgana.

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Capitolo 15
*** What I'm doing?- Epilogo ***


Sono passate due settimane.

Forse avrei dovuto scriverti prima, forse non avrei dovuto nemmeno considerare l'idea, ma sai perfettamente che non sempre riesco a fare ciò che mi prefiggo e finisco col commettere errori madornali.

Sono sicura che ne sto compiendo uno proprio in questo momento, ma sono altrettanto sicura che se costringessi me stessa a non commetterlo me ne pentirei per il resto dell'eternità.

Non ti dirò dove sono, e non provare a chiedermelo torturandomi con mille sms o triliardi di telefonate... non te lo direi mai.

Nonostante vederti sia la cosa che più desidero al mondo.

Non ho idea di cosa tu stia facendo in questo periodo, se hai rivisto Klaus, se hai avuto problemi con lui o se magari ti sfoghi parlando con Eve...dopotutto era questo ciò di cui avevi bisogno quella sera, vero? Parlare con qualcuno.

Spero realmente che lei sappia ascoltarti. Meglio di quanto riesca a fare io. Spero che ti capisca totalmente e che, come lei stessa ti aveva detto in quel messaggio, sia furba e non commetta errori così da non farti allontanare.

Io...credimi non mi pento di essermene andata ma il dolore mi attanaglia giorno dopo giorno, e non lo dico per farti sentire in colpa... voglio che tu ti renda conto che le azioni hanno delle conseguenze, in certi casi, disastrose.

Continuo ad amarti, ti amo con tutta me stessa ma nello stesso tempo ti odio per tutto quello che mi hai fatto ma una cosa è sicura. Non mi rivedrai più.

Ho rischiato, ho perso e sofferto troppo e sai, non ti avrei mai rinfacciato una cosa del genere, se solo da parte tua avessi visto una risposta concreta.

Pensavo che con il fatto della trasformazione, che a causa delle minacce di Klaus tu fossi cresciuto. Ma sei il solito Tyler Lockwood che si crede il padrone del mondo e poi piange sul latte versato.

A proposito delle trasformazioni... Eve è brava a supportarti quando il dolore si fa così intenso che hai l'impressione che il tuo cervello stia letteralmente per esplodere? Riesce a trattenere le lacrime per farti forza, quando ti vede soffrire disumanamente? È in grado di abbracciarti delicatamente quando tutto è finito ma tu non riesci a muoverti perché ogni singola fibra del tuo corpo urla pietà?

Non chiamarmi più, non mandarmi nessun sms.

Ti basta sapere che sono viva e vegeta.

Caroline.


TYLER'S POV


Avevo riletto quel foglio almeno cinque volte da quando mi era arrivato. Ero rientrato a casa e l'avevo trovato sulla scrivania. Nessun mittente. Nessun luogo d'invio specificato. Mi tenevo stretta la testa tra le mani, i sensi di colpa mi davano l'impressione che potesse esplodermi, mentre mi sforzavo con tutto me stesso di non piangere.

Due settimane che non potevo più vederla. Due settimane che lei era chissà dove. Due settimane che avevo definitivamente rovinato l'amore della mia vita.

Lei soffriva così, solo a causa mia e forse ciò che mi era successo qualche giorno fa me lo meritavo. Magari il destino voleva punirmi per il fatto di aver ferito a morte la donna migliore che fossi in grado d'immaginare.

Tirai su con il naso e mi misi sull'attenti, sentivo una voce familiare dentro casa...capì subito di chi si trattata e velocemente riposi la lettera dentro il cassetto della mia scrivania. Mi distesi sul letto appena in tempo,quando quel qualcuno bussò alla porta.

-Avanti!- dissi con tono incolore, mentre ne stavo ad osservare il soffitto.

-Ehi bel Lockwood, disturbo?- mi voltai e la vidi chiudersi la porta alle spalle con un sorriso stampato in viso.

-Ehi Eve, no figurati!- risposi con voce tranquilla.

Si sedette accanto a me, mi fissava seria con i suoi occhi scuri e con i capelli lunghi e neri che le ricadevano sulle spalle.

-Stai ancora a pensare a quella! Oddio sei una palla Lockwood! Che cavolo ha di speciale quella biondina slavata che per di più è scappata da te!-

La rabbia affiorò in così poco tempo che forse non è nemmeno calcolabile, mi misi con le spalle dritte e la guardai furente, puntandole l'indice contro.

-Non ti azzardare a parlare di lei in questo modo! Te l'ho già detto altre volte!- digrignai i denti e mi concentrai per calmarmi o avrebbe certamente visto che non facevo più parte della categoria “umani”

-Adesso, se non ti dispiace, ho da fare.- conclusi sbrigativo, mentre incrociavo le braccia al petto.

Eve mi sorrise, sicura di sé... dov'era quella ragazza timida e dolce che mi era sembrata essere per il compleanno di Elena?

Si avvicinò a me, con uno sguardo penetrante come pochi, il suo naso ormai sfiorava il mio ma i suoi occhi puntavano solo ai miei, senza aver nessuna difficoltà a sostenere lo sguardo.

-Allora ti lascio libero per un po'. Ci vediamo dopo se ti va- mi disse continuando a guardarmi per qualche secondo e poi,finalmente, si alzò ed ancheggiando sensualmente, uscì dalla mia stanza.

Se l'avessi conosciuta prima di ogni casino non c'avrei pensato due volte a portarmela a letto, era tremendamente sensuale, ogni suo gesto era controllato e con uno scopo, non ti sfiorava o non ti parlava mai in un certo modo senza un fine preciso.

E lei si rendeva conto della chimica che c'era tra i nostri corpi, era proprio quella certezza che la spingeva a continuare quel suo gioco nei miei confronti.


Mi buttai di nuovo sul letto e velocemente presi il mio cellulare, magari dodici pagine di sms non sarebbero bastate per tutto quello che avevo in mente.

Sospirando, digitai il numero di Caroline ed iniziai a scriverle un messaggio che, come tutti gli altri, non avrebbe ottenuto risposta:


Amore, so che stai leggendo questo sms e mi basta sapere questo.

Mi è arrivata la tua lettera, l'ho letta non so quante volte di preciso e per la milionesima volta ti chiedo scusa per tutto quello che ho fatto...ma ti prego torna! Possiamo sistemare tutto, davvero! Io ti amo più di quanto sia in grado di dimostrarti...non so nemmeno descrivere quello che provo!

Ma c'è una cosa che devi sapere. Riguarda Klaus. La settimana scorsa ero in giro per la foresta e lui... me lo sono trovato davanti. È successo tutto troppo in fretta, non mi sono nemmeno molto chiari i passaggi ma... mi ha trasformato. Sono un ibrido adesso. Mi ha fatto bere il suo sangue, poi sono svenuto o non so, forse mi ha spezzato il collo e poi mi ha costretto a bere una fiala di sangue, credo fosse di un umano.

Care mi manchi. Ti prego torna. Tutto è più complicato e non solo perché ormai sono come quel mostro che ci ha reso la vita impossibile,ma soprattutto perché non ci sei tu qui. Ti amo.


Premetti invio e rimisi il cellulare in tasca. Lei non sarebbe più tornata, non mi avrebbe mai più voluto, soprattutto per quello che mi aveva reso Klaus. Forse davvero dovevo lasciarmi andare e seguire i consigli di Eve, forse seriamente dovevo rifarmi una vita e dimenticarla.

Ero destinato ad avere una vita senza Caroline, tanto vale prendere quel poco di buono che poteva esserci.

Con questa convinzione sempre più forte, che padroneggiava la mia mente, mi diressi in bagno e mi spogliai per rilassarmi sotto il getto d'acqua calda della doccia.



CAROLINE'S POV


Sentii il cellulare squillare, sapevo già che era Tyler e sapevo già che non gli avrei mai risposto però ricevere i suoi sms era l'unica cosa che mi manteneva in vita al momento. Mi mancava troppo, volevo solo averlo accanto, volevo solo essere stretta di nuovo dalle sue braccia sentendomi al sicuro, volevo rinchiudermi con lui in una bolla, fuori dal mondo, lontano da tutto e da tutti. Nizza era favolosa, ma per me non valeva nulla se non avevo lui accanto, ero lì da due settimane ma avevo messo il piede fuori casa solo per andare a caccia.

Sospirai e premetti “ok” per leggere il messaggio. Lessi tutto di corsa, sentendo i battiti del mio cuore accelerare parola dopo parola, metabolizzando il senso e la portata enorme della parola “Ibrido”.

Le lacrime stavano facendo capolino per la miliardesima volta, mi sentivo quasi in colpa per quello che Klaus gli aveva fatto, avevo la sensazione che se non fossi partita magari tutto quello non sarebbe successo. Era colpa mia. Ma come potevo continuare a stargli vicino dopo tutto quello che era successo?

Odiavo la mia vita, odiavo essere una morta non-morta! Volevo solo scomparire dalla faccia della terra e non dover più pensare a nulla.



TYLER'S POV


Ancora con le chiavi della macchina in mano, suonai il campanello della casa di Eve ed aspettai che mi aprisse. Non le avevo detto nulla ma ero certo che l'avrei trovata,dopotutto era un po' troppo presto per uscire in giro con gli amici.


Sentii i passi di lei farsi sempre più vicini, e con un sorriso sicuro mi aprì la porta.

Indossava un paio di shorts neri aderenti con una maglia scollata bianca. Indubbiamente non potevo fingere che non fosse stupenda.

Le feci un mezzo sorriso, quello che facevo ogni volta che cercavo di attirare l'attenzione di una donna.

-Posso entrare o disturbo?- le chiesi con tono divertito, mentre alzavo le spalle e non smettevo di guardarla.

Sapevo già che varcando la soglia di casa sua avrei commesso una madornale cazzata. Ma Caroline non sarebbe mai più tornata, dunque cosa aveva un senso ormai? Nulla. Assolutamente nulla.

-Certo che puoi, sai che a te non direi mai di no..- disse subito lei, con un tono di voce vellutato e sexy, mentre si scostava per farmi passare.

Nell'entrare le sfiorai volutamente la mano con la mia, ed avrei scommesso la qualunque cosa giurando assolutamente certo di averla vista rabbrividire.

Dopotutto stavo al suo insulso gioco...


Mi tolsi la giacca e la gettai sul divano come facevo tranquillamente a casa mia, sentivo già che lei era su di giri ed il ritmo dei suoi battiti aumentò visibilmente non appena i suoi occhi constatarono come mi stava bene la maglia attillata che avevo deciso d'indossare.

C'avrei giurato, sotto questo punto di vista era patetica come tutte le altre, mi bastava mettere un po' in risalto bicipiti e pettorali, che già andava in tilt.

-Lockwood, come mai sei passato?- chiese rompendo quel silenzio che m'infastidiva parecchio, mentre giocherellava con una ciocca di capelli scuri e mi guardava intensamente.

-Sai... voglio essere sincero.- dissi subito, infilando le mani in tasca ed iniziando a camminare lentamente nella sua direzione. -Ho pensato alle tue parole, ho bisogno di lasciarmi andare e vivere la vita come se non ci fosse un domani- continuai per poi sorridere complice con lei;

la fissavo negli occhi con fermezza e decisione... sapevo bene dentro me stesso che quella era tutta una farsa, che nulla ormai sarebbe stato lo stesso e proprio per quello mi sarei lasciato andare quella sera così come tutte le altre sere a venire...

Con un ultimo passo veloce, la raggiunsi e senza aggiungere altro l'avvicinai a me cingendole la vita con un braccio e la baciai.

Lei ricambiò immediatamente, rilassandosi nell'istante in cui le nostre labbra si erano toccate.

Quel bacio per lei era una vera vittoria, lo sentivo da come faceva muovere la sua lingua con trasporto all'interno della mia bocca, da come subito una sua mano era andata a stringermi il braccio e l'altra a torturarmi i capelli.

Per me era un bacio di pura sconfitta. Mi sentivo morto dentro. Una pugnalata al cuore secondo dopo secondo. Non mi piacevano quelle labbra, non erano morbide come quelle che desideravo con tutto me stesso, erano troppo diverse... non erano le sue.

-Credo che non basta aggiungere altre parole.- conclusi sorridendo, staccandomi per qualche secondo da lei ed interrompendo il bacio.

Il colore dei suoi occhi si era già fatto liquido ed ancora più intenso per l'eccitazione, il sorriso che aveva sul volto sapeva tanto di conquista, di raggiungimento di una meta.

Senza dire nulla, con una mano sul petto mi spinse sempre più vicino al divano, facendomi cadere di spalle su quei morbidi cuscini, per poi mettersi a cavalcioni su di me e continuare da dove ci eravamo fermati.

I suoi baci erano ancora più intensi e travolgenti, anche se non era il corpo e la persona che desideravo, la mia eccitazione si faceva sentire e non smetteva di crescere.

Con fare veloce, e di sicuro per nulla romantico, le tolsi la maglia che indossava, iniziando a torturarla con dei baci decisi tutto il collo ed il seno.

Tenevo gli occhi chiusi, cercando di concentrarmi su quello che stavo facendo, cercando di non immaginare e bramare altre curve dolci e sinuose rispetto a quelle che le mie mani stavano accarezzando; mi sforzavo di fare attenzione al ritmo cardiaco di lei così da non incazzarmi come una belva perché la voce che chiamava il mio nome,quasi con tono implorante, non era quella sensuale e dolce allo stesso tempo di Caroline.


Dov'era la mia Care? Perché non stavo facendo l'amore con lei anziché stare qui a spogliare una ragazza che neppure mi stava simpatica? Ma continuavo, continuavo in silenzio a ricambiare i suoi baci, a far muovere le mie mani sulla sua pelle liscia, a scostarle i capelli scuri dal collo, a stringerla forte mentre le mani di lei con decisione e senza un minimo d'incertezza arrivarono alla cintura dei miei jeans con il solo intento di aprirla.

Mi bloccai improvvisamente, non riuscivo più a baciarla in quel modo, su quel divano, con tutto quello che provavo. Non la volevo. Non volevo fare sesso con lei.


La fermai poggiando le mie mani sulle sue spalle e la guardai serio. Cosa potevo dirle adesso? Mi sentivo terribilmente in colpa nei confronti di Caroline, verso tutti i sentimenti che provavo per lei e adesso.. adesso volevo solo andarmene via.

-Eve, non è una buona idea, scusa non sarei mai dovuto venire.- affermai sicuro, mentre mi alzavo da quel divano e lasciavo lì lei, con un'espressione tra lo sbigottimento e la rabbia.

Velocemente presi la mia giacca e feci per andare via.

-Sei uno stupido Tyler, protesti avere me ma ti accontenti del ricordo di lei!- disse con astio.

Non la guardai nemmeno in faccia, ero troppo scosso, troppo pentito e mi sentivo terribilmente stupido per aver creduto che fosse bastato solo quello per accantonare il ricordo di Caroline.


Salii in macchina e misi in moto, pochi minuti e fui di nuovo a casa.

Volevo solo stare sotto le coperte e dormire, dormire per non pensare a lei e a come avevo rovinato tutto.

Arrivai subito in camera mia e con la stessa velocità con cui avevo aperto la porta, rimasi immobile per la sorpresa.


C'era il suo odore lì. Sapevo che era ancora nascosta nel buio di quella camera, riuscivo a sentire il suo cuore battere febbrilmente.

Dio come mi sentivo meglio adesso! In un nanosecondo accesi la luce e guardai in direzione dell'armadio, sapevo che si era appoggiata ad una delle ante... ed eccola. Era meravigliosa nonostante sembrasse più sciupata e... terribilmente triste. Desideravo stringerla di nuovo fra le braccia, sentire i suoi capelli dorati sulla mia pelle, le sue dita intrecciarsi alle mie e baciare ancora una volta quelle labbra perfette.

-Sei tornata!- dissi senza riuscire a smettere di guardarla e senza poter nascondere la mia felicità.

Ma lei se ne stava lì, ferma ad osservarmi quasi con le lacrime agli occhi, in silenzio.


NOTE DELL'AUTRICE: Ciao a tuttiii ^^ finalmente sono riuscita a scrivere quest'ultimo capitolo. Ci sono stata parecchio sia perchè i miei impegni sono aumentati ma anche per il semplice fatto che le mie idee per l'epilogo erano tante e tutte diverse. Alla fine ho deciso di fare un miscuglio ed ecco cos'è uscito fuori ahahah. Spero vi piaccia, anche se vi anticipo che QUASI CERTAMENTE CI SARà LA SECONDA PARTE DELLA STORIA.

Non ho nient'altro d'aggiungere, quindi a presto :)

Morgana.

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