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Pandora nasce un lontano aprile dalla penna inesperta e grezza di una ragazzina con troppa fantasia. Ora quella stessa storia torna, dalla stessa penna della prima volta, ma ora quella penna è più sicura e un po' più matura, con la speranza e il desiderio di narrare una storia, che forse qualcuno avrà la bontà di leggere...
Stanco,
è stanco di camminare, non vuole più vedere quello
“spettacolo”, non vuole più camminare su quel terreno reduce della carneficina.
Uomini e demoni sono caduti, scheletri e cadaveri sono ciò
che resta di alcuni, di altri nient’altro che polvere e cenere. La morte domina
lo scenario, investe gli occhi, uccide l’anima... Neanche
i corvi o gli animali necrofagi accorrono a quello che è per loro un lauto
banchetto. Il sangue versato si è mescolato con la terra arida creando una
nauseante melma che risucchia le suole dei calzari. Cerca i suoi compagni di
fato... almeno in parte, lui è sopravvissuto, li cerca ormai senza alcuna
speranza. Li ha visti cadere, morire sotto le armi nemiche in nome di un ideale
per il quale tante volte hanno combattuto e vestito i panni di paladini. Cerca
i loro corpi, ecco. Vuole dare loro degna sepoltura, onorare la loro memoria,
la memoria di uomini grandi e coraggiosi come i suoi
compagni, ma più di tutti cerca lei, vuole vedere il suo viso un’ultima volta,
il viso di colei che sola poteva capirlo, amarlo, ninfa mortale, custode di un
antico potere, giovane regina del suo cuore. Le ossa dei caduti scricchiolano
sotto i calzari dell’armatura, odiava quelle vestigia, il suo più grande e
odiato segreto,ma odiava di più se stesso per non
averle indossata all’inizio della battagli finale, scontro decisivo di una
guerra con cui molti dei suoi amici non avevano niente a che fare, e combattere
con tutte la sue forze come gli altri come lei nei suoi rari momenti di serietà
gli aveva sempre chiesto di fare, di superare quegli sciocchi timori, eppure
lui non aveva avuto fiducia nei suoi amici, e non le aveva dato ascolto. Era
colpa sua soltanto sua se erano arrivati a questo, se
solo avesse seguito il suo suggerimento... e mentre cammina trascinandosi sotto
un cielo rosso come il sangue ripensa a lei caduta per proteggerlo, facendogli
da scudo. Invano aveva provato a proteggere il corpo, ultimo
ricordo di lei, la furia della battaglia lo aveva trascinato lontano da
ciò era rimasto. Gli altri erano morti nello stesso modo, con onore, battendosi
come leoni. Quanto costa la giustizia? E perché si
definisce giustizia un massacro tale? Quasi inciampa in una spada, riconosce la
pregiata lama, serra i pugni, è la sua. Quante volte l’aveva vista alle
allenarcisi, la sua mente fu invasa da dolci ricordi, di momenti che mai più
avrebbe vissuto. Pochi passi ancora eccola, è lì sdraiata su un fianco l’arco
sua seconda arma, ancora pronto a colpire in mano. È mortalmente pallida ma conserva ancora la bellezza ultraterrena, le
labbra ancora vermiglie, quel colore neanche la morte glielo aveva sottratto,
quella bocca che solo lui era riuscito a carpire. Un onda
di dolore riempie il vuoto non riesce a stare in piedi, crolla in ginocchio, il
cuore stretto in una morsa, non piange, quello è un dolore aldilà delle
lacrime. Non può sopportarlo il dolore lo travolge… è
solo… lei non c’è più non potrà più sorridergli, parlargli… dolore… c’è rimasto
solo dolore… e senso di colpa...
Capitolo 3 *** 2) Adunata nel cuore della notte (1a) ***
Pandora 1
2)Adunata nel cuore della
notte
… Shun si alzò di scatto, la fronte
madida di sudore gelido, gli occhi sgranati nel buio “ancora quell’incubo”,
pensò mentre le ultimi fugaci immagini dell’inquietante
spettacolo si dileguavano dalla sua mente. Guardò la sveglia “È ancora l’una”
constatò osservando il piccolo apparecchietto elettronico sul comodino. Decise
quindi di scendere in cucina a bere un bicchiere d’acqua
per calmarsi dopo la movimentata notte. Scendendo le scale, silenziosamente per
non svegliare l’altro abitante della casa, notò una piccola
fascia di luce giallognola filtrare dalla porta chiusa della
stanza
–Ma chi… Ikki cosa
fai in piedi a quest’ora ?- chiese il ragazzo sorpreso,
entrando nella stanza e trovandovi il fratello
maggiore
–Non riuscivo a dormire… e comunque non sono fatti tuoi- disse brusco, infastidito da
tutta quell’apprensione.
Sembrò notare solo dopo, l’aspetto
sconvolto del fratello più piccolo, e lo sguardo, per quanto appannato dal
sonno, preoccupato, quasi spaventato.
–E tu si può sapere perchè quella faccia
stravolta ?– chiese all’indirizzo di
questi
-Niente di importante solo un incubo – disse mesto l’altro
in risposta
-Hades...?- chiese l’uomo riferendosi
alla dura battaglia psicologica che il giovane aveva affrontato negli ultimi
anni con il signore della morte dopo lo scontro con
questi
-
No...-
-Cosa hai sognato?- forse l’estrema
sensibilità cosmica di Shun aveva captato qualcosa mandando una un certa visione
onirica...che ci fosse da preoccuparsi?
Il ragazzo dalla bellezza femminea si andò a sedere su una
delle sedie del piccolo tavolo, in stile moderno come tutta la stanza, a cui era
accomodato l’altro.
Cominciò, così, la dettagliata descrizione del sogno che lo
assillava da molte notti ormai. Si astenne dal narrare della donna, la cui
dolorosa visione concludeva l’incubo, forse per il troppo
imbarazzo nel parlare di un argomento a lui quasi del tutto
sconosciuto.
-Però... allegro...speriamo solo che la tua sensibilità
cosmica non ci abbia preso anche questa volta...- commentò cupa la
Fenice
Il moderno apparecchio telefonico appeso alla parete bianca
della cucina cominciò a suonare. Infastidito dal suono stridulo della suoneria
Ikki si alzò per andare a rispondere, con tutta l’intenzione di mandare al paese chiunque si fosse trovato
all’altro capo del
ricevitore.
-
Ma si può sapere chi è che rompe a quest’ora?- chiese
irritato all’interlocutore al momento non
identificato
-
Ti pregherei di essere più educato Ikki-
L’uomo fu tentato di urlare una
risposta non propriamente educata alla donna che aveva chiamato a quell’ora impossibile, almeno finché la sua mente non ricondusse
quella voce al volto altezzoso della duchessa di Thule. Inutile dire quanto
crebbe l’irritazione della
Fenice.
-Ma guarda, chi altri poteva essere se non la grande Athena,
a chiamare nel cuore della notte... – disse con
ironia
-Proprio perchè sono Athena vorrei il rispetto dei miei
cavalieri...ma è inutile discutere su questo punto con te, non è per questo che
vi ho chiamato...-
-...Qualunque sia, non siamo interessati,
grazie.-
-È per questo che voglio parlare con tuo
fratello...-
-...come le pare-
Ikki si voltò verso il fratello minore, troppo infastidito
per continuare il battibecco, e gli fece cenno di parlare lui con la
duchessa.
-Milady...cosa...?-
-...Ho bisogno di voi qui al Santuario con
urgenza.-
-...È successo qualcosa di
grave?-
-...Non posso dirti nulla al momento...- continuò serafica
la donna -...ma dovete raggiungermi qui al Santuario. Convinci tu tuo
fratello.-
-...ma...-
Nessuna obiezione fu possibile al giovane Santo in quanto la
comunicazione con Lady Isabel Saori di Thule, identità mortale della dea Atena,
era stata interrotta da questa.
-Allora?- chiese Ikki al fratello che ancora fissava il
telefono sconcertato
-Ha detto che dobbiamo recarci con urgenzo al
Santuario-
-Giusto perchè noi siamo i suoi galoppini no?- disse con un
sarcasmo alquanto pungente –E perchè dovremmo
partire?-
-Non mi ha detto il motivo solo che era urgente...e ha
voluto parlare con me perchè ti convincessi a
partire.-
-Tu che vuoi fare- disse con voce piatta l’altro
-Partire mi sembra ovvio...Atena ha bisogno di
noi-
-Lo
immaginavo...- si concesse un sospiro -...galoppino della smorfiosa a
vita-
***
La moderna città di Nuova Luxor, fondata dalle Cinque stelle
e patrocinata dalla Fondazione Grado, al cui capo sedeva la giovane duchessa di
Thule, Lady Isabel Saori appena diciottenne, ora assente per una delle tante
‘missioni umanitarie’ che l’impero del defunto duca, Lord Alman Michael Thorsen
di Thule ora perfettamente guidato dalla sua, seppur giovanissima, capacissima
nipote, finanziava.
Ma chiunque fosse adepto del Mondo Segreto, nel quale
l’epoca del Mito mai era giunta al crepuscolo, sapeva che la giovane ed
affascinante duchessa ora ricopriva il ruolo che per molti anni le era stato
negato di rivestire, guidava non solo la Fondazione ereditata dal facoltoso
duca, ma anche il Santuario della dea della Giustizia,
Atena.
Ora che i cavalieri della gerarchia più potente erano di
nuovo al fianco della loro Signora, nulla avrebbe più turbato la pace interna
del Santuario di Atene, ultimo baluardo rimasto alla difesa della pace. I Santi
più potenti privilegiati dal transito annuale del Sole nelle loro costellazioni,
erano stati risvegliati dal loro sonno eterno per intercessione del potente Zeus
che li aveva ritenuti degni di tornare al fianco della Pallade Atena per
difenderla dai suoi nemici.
Nella città di Nuova Luxor però si trovava un’altro dei
grandi eroi della seconda guerra contro Hades. Colui che era pronto ad
immolarsi, contro la spada del signore della morte, per la sua Santa causa.
Seiya, cavaliere di Pegasus, allievo della sacerdotessa guerriera Castalia di
Eagle. Egli, il Santo protetto dalle tredici stelle, si era ritirato ‘a vita
privata’ lontano dalla pace arcaica che offriva il Santuario.
Lontano dall’atmosfera mistica del Tempio stava superando
gli strascichi della lotta ai limiti della sopportazione umana. Ritrovare
l’equilibrio, superare il terrore e la violenza di quella
lotta.
Il giovane cavaliere in quel momento riposava tranquillo,
ignaro, che la pace che per cinque anni aveva regnato nella sua vita portando,
finalmente, una parvenza di ‘normalità’ , stava per essere interrotta da una
semplice chiamata...
Nella mansarda vicino al porto dove abitava, Seiya era
sdraiato su di una vecchio divano dall’aria alquanto confortevole, sprofondato
nei morbidi cuscini, dalle fodere ormai consunte.
Nonostante gli anni passati da quel duro, durissimo scontro
le notti del cavaliere non potevano definirsi tranquille...Proprio per questo
quella notte era ancora sveglio, nuovamente vittima dell’insonnia. Perdendosi
nei suoi pensieri da tempo cercava di dare spiegazione a tutto ciò che era
accaduto nella sua vita, il frenetico susseguirsi delle battaglie, fino alla più
dura di tutte, che aveva segnato lui, ed i suoi compagni, nel profondo. Girando
pigramente la testa osservò ancora una volta la pace che regnava in quella
piccola mansarda; per quanto disordine potesse esserci, perfetto specchio della
sua personalità, era il posto più simile ad una casa che avesse mai avuto; da
quando poi Seika, che finalmente aveva ritrovato dopo tanti anni di lontananza,
si era trasferita al piano sotto al suo, in un’altro appartamento minuscolo, la
sensazione di affetto verso quel luogo era notevolmente aumentata. Guardando
l’orologio a muro di plastica rossa, regalo di Seika, si rese conto dell’ora
assurda che aveva fatto ‘a furia di arrovellarsi il cervello’.
Qualche istante dopo il suono ripetitivo del telefono lo
distrasse dalle sue elucubrazioni mentali. L’antiquato apparecchio, appoggiato
su un tavolinetto di legno circolare, vicino al divano, continuava il suo
richiamo monotono sotto l sguardo stupito di Seya. “Ma chi rompe a quest’ora”
pensò senza sapere di non essere stato l’unico a riflette su quell’argomento
nella notte. Sollevò il ricevitore con e con una leggera esitazione
disse
-...pronto...?-
-Seiya sono Lady
Isabel...-
-...O questa è
bella...!-
-...Sei richiamato al Santuario con
urgenza.-
-Ehi! Si spieghi meglio! Come sarebbe a dire che...- le fece
il verso -...sono richiamato al Santuario con
urgenza!”
-
Seiya!-
-Milady!-
-Non ammetto repliche, ti sto richiamando come una dea
chiama un suo cavaliere Pegasus!-
-Va bene, va bene
parto!-
-Spero di vederti il prima
possibile-
Con il suono della line caduta il cavaliere formulò un solo
pensiero “Ma quanto è diventata stronza la nostra cara dea!”
***
A volte i ricordi sono la cose più preziosa per un essere
umano.
Dimorano indisturbati nella nostra mente, che li protegge, e
li avvolge in un’aura dorata, dove lo spirito può riposarsi e trovare tregua
della spietatezza del mondo reale. Balsamo per le ferite dell’anima a volte si
finisce per perdere la cognizione della realtà e vivere di passato. Finché
qualcuno non ci desta da questo dolce rimembrare.
Il ricordo più caro del Santo del Cigno era sicuramente il
sorriso di sua madre...
Non i lunghi anni d’addestramento, gli sforzi del suo
maestro l’avevano cancellato...Quel sorriso non abbandonava la mente del
giovane, quell’ultimo sorriso coraggioso di una madre disposta a sacrificare la
propria vita per quella del figlio amato.
Hyoga di Cygnus aveva basato il proprio addestramento
intorno a quel ricordo, violato in seguito dal micidiale attacco segreto del
potentissimo santo della Fenice.
Fondamentalmente, però, nessuna delle lotte sostenute dai
cavalieri di Atena aveva rimosso o offuscato quella memoria così dolce e
confortante.
Ma era stata la stessa madre del cavaliere, nell’Ade prima
che il giovane tornasse alla vita ed al suo sacro compito, a chiedergli di
superare il suo ricordo,per ritornare dalla sua dea, lasciandola. Gli aveva
parlato a lungo, nelle infinite valli dei Campi Elisi, orgogliosa del figlio che
aveva salvato, permettendogli di diventare eroe della dea della
giustizia...
Ora il guerriero rappresentato dalla costellazione del cigno
era tornato nella sua terra natale, la Siberia, patria da lui tanto
amata.
La sua dea gli aveva concesso di allontanarsi dal suo
Santuario per riflettere dopo la sconvolgente lotta contro il signore della
morte Hades.
Il giovane cavaliere meditava su questo, immerso nella pace
irreale e solitaria della sua terra natia.
Era davvero terminato il periodo delle lotte sanguinose,
della disperazione e della morte?
Domande a cui era difficile poter dare risposta, in un mondo
la cui fragile pace era continuamente messa a repentaglio dalle complicate e
contorte relazioni divine.
Era, forse giusto che gli esseri umani fossero continuamente
perseguitati da coloro in cui riponevano la
fede?
Fu allora che il cosmo, caldo e protettivo di Atena si
manifestò parlando direttamente al suo
paladino
- Cavaliere di Cygnus dunque non hai fede nel mio operato? -
chiese senza alcun astio la dea
-No mia signora non riesco solo a comprendere il perchè di
tanto asti nei confronti degli uomini da parte degli dei -
- Purtroppo non posso darti risposta mio cavaliere. Non è
tuttavia questo il motivo per cui ti ho chiamato...Devi tornare al Santuario
-
- Tornerò mia dea, il più presto possibile
-
Il contatto mistico si
spense.
Il giovane eroe si affrettò a radunare i suoi
effetti.
La dea aveva richiesto la sua presenza sul terreno sacro di Grecia...e
lui non avrebbe tardato a rispondere all’appello...
***
Pochi sono i luoghi sulla Terra
ad aver conservato l’arcaica pace della natura, dove si seguono regole
millenarie rimaste immutate con il lento scorrere degli anni, che scandivano la
vita di ogni creatura...
Uno di questi rari paradisi
perduti erano forse le antiche cascate del Goro-Ho, o conosciuta anche come, per
via della loro conformazione, I Cinque Picchi.
Questo luogo era un tempo la
dimora del centenario Dohko, nobile e saggio cavaliere di Athena, colui che
insieme al sommo Shion, prima Gold di Aries e poi Gran Sacerdote, era
sopravvissuto al primo conflitto con Hades per potere, poi, veder nascere una
nuova stirpe di eroi.
Egli aveva addestrato il
potente cavaliere del Dragone, il quale avrebbe ricevuto come eredità dal suo
anziano maestro le vestigia di Libra di cui si era mostrato meritevole in più
occasioni nel corso della sua vita di Saint di
Athena.
Il giovane, come i suoi
compagni, si era congedato dalla sua dea ed aveva fatto ritorno nei luoghi del
suo addestramento, ove aveva potuto terminare la convalescenza dopo l’ultima
guerra.
La sua completa guarigione era
stata notevolmente accelerata dalle amorevoli cure che l’altro abitante del
Goro-Ho gli aveva dedicato nottee
giorno.
Shunrey non si era data pace
nelle settimane appena dopo il suo ritorno, ricoprendolo di attenzioni; ella
aveva paura di perdere nuovamente il suo uomo e sentiva un senso di colpa,
infondato oltretutto, nel non aver potuto aiutarlo.
Shiryu in quella notte, mentre
i suoi compagni si preparavano per tornare ad Atene dalla loro dea, stava ritto
sulla sporgenza dove era solito meditare il suo maestro, il volto rivolto verso
la volta celeste. Quali risposte cercasse nelle stelle nemmeno lui riusciva a
capirlo; aveva imparato a lottare per le cose in cui credeva con coraggio e
caparbietà senza desistere, aveva imparato l’importanza dell’onore e del
coraggio, la potenza dei sentimenti giusti...Ma non aveva ancora imparato a
quali azioni potesse condurre il più forte di quei sentimenti. L’amore.
- Non puoi
-
-Shiryu perchè non posso? È
perchè sono una donna?-
-Questo non vuol dire nulla...È
troppo tardi perchè tu possa...-
-Recupererò il tempo
perduto...Mi impegnerò!-
-Perché lo vuoi? Cos’è che ti
spinge Shunrey?-
-Shiryu
io...-
-Adesso basta...Discutere a
questo modo non vi servirà a nulla...-
Dohko, il maestro del Goro-Ho e
Saint di Libra, entrò nella stanza a grandi passi forte della ritrovata
giovinezza
-Maestro...-
-Nobile
Dohko...-
Lo accolsero i due giovani
cessando il diverbio, che seppur aveva mantenuto toni calmi, aveva attirato
l’attenzione di Libra
-Cosa vi ha portato a discutere
ed a incaponirvi tanto sulle vostre posizioni?- disse il saggio cavaliere
sedendosi a gambe incrociate sul pavimento di fibra intrecciata e scrutando i
due giovani
Shiryu guardò Shunrey, seduta
sui talloni le mani in grembo e il volto chino
-Nobile Maestro...Non è nulla
di cui dobbiate preoccuparvi...-
-Decido io di cosa debba
preoccuparmi o meno, ma grazie
dell’interessamento-
Shunrey alzò il mento e
prendendo il coraggio a due mani parlò al maestro mettendo tutta la sua
determinazione nella voce
-Voglio addestrarmi per servire
Atena-
Il Cavaliere di Libra la guardò
sorpreso per un attimo per poi scrutare il suo sguardo leggendovi tutta la
determinazione della giovane ed un pensiero attraversò la sua mente ‘Il suo
tempo è dunque giunto’
-Se è dunque questa la tua
decisione noi non possiamo far nulla per farti desistere, tornerai con me ad
Atene e se la dea lo vorrà sarai anche tu un’adepta del Mondo
Segreto...-
Non aveva controbattuto la
decisione del suo maestro ed una mattina, la settimana dopo quel diverbio con la
donna che amava, l’aveva lasciata andare incontro al suo
destino.
Già un anno era trascorso e non
aveva ricevuto più notizie della ragazza, segno che era già apprendista presso
qualche Saint.
‘Spero solo che si stia
allenando in terra di Grecia cosicché possa rivederla presto...Sono stato uno
sciocco a credere di poter allontanarla dal suo destino, se nella stelle era
scritto così è giusto che sia avvenuto’
‘Sei molto saggio mio
Saint’
‘Athena? Cosa è successo perchè
voi mi abbiate contattato parlando direttamente al mio
cosmo’
‘Shiryu torna al
Santuario’
‘Arriverò il più in fretta
possibile o mia dea’
Divina Autrice: Eeee
STOP! Questa era buona
Troupe (sottovoce):
Oooh finalmente le và bene la scena [inquadratura su un ciack con la scritta “2
d 1'500^”]
Shiryu: Posso andare
ora?
Divina Autrice:
Certo! Vai pure a studiare il copione del prossimo capitolo ^^
!!!
Shiryu (prendendo il
copione e dandogli una letta): Ma non parlo praticamente mai
e...
[Nella sala entra un
uomo accolto da tutte le donne della troupe in modo
ehm...‘caloroso’...]
Donna 1: MIILOO!!!
Fammi un autografo ti preegooo!!!!
Donna 2: NO!!! Fallo
a me fallo a me!!!
Altre donne
(guardandosi l’un l’altra): Grrrrrrr!!!!
[Una rissa comincia
sul tema ‘MILO È MIO!!!! NO È MIO!!!’ sotto lo sguardo palesemente compiaciuto
del Gold]
Uomini della troupe
(all’indirizzo di Milo): Grrrrrr!!!!!
Divina Autrice: Oooh
Milo finalmente ci sei anche tu!
Milo: Potevo mancare
in una fic. dove vengo preso tanto in considerazione? [guardando la rissa
tuttora in corso di cui la Divina Autrice non intende preoccuparsi perchè la
trova divertente] Certo che qui la gente è molto
ehm...espansiva...
Divina Autrice
(guardando una seconda folla inferocita di donne proveniente dai camerini):
Sì...Ah me lo stavo quasi scordando! Toh...
Milo (con in mano il
copione): N-non dovrò studiarlo tutto vero?
Divina Autrice: Ma
certo che...(distratta dal ragazzo in testa alla calca
n°2)...Sì
Milo:Bastarda!
Divina Autrice: Oh
no di nuovo! Quelle assatanate!
Altre Donne (quelle
che facevano a botte): Chi noi?
Divina Autrice: No
non voi le altre!
Milo (battendosela):
‘Ma dove diavolo sono finito???’
Divina Autrice
(prendendo un mega-megafono con la scritta cubitale “IN CASO DI
SHUN-ALLUPATE”):Ferme tutte!!! La caccia allo Shun si
conclude qui!
Seiya (uscendo dalla
zona dei camerini): Però se volete ci sono io ^^ !!!
Folla inferocita
numero 2: Aaaahhhh!!!! Seiyaaaa!!!! Ritirataaaa!!!! [rumore di corno da caccia
che si allontana]
Seiya(scoppiando a
piangere): BUHAAAAA!!!!
Ikki: Ma che
pretendevi brutto come sei?
Saga buono: Povero
Saint di Pegaso questo è uno smacco al suo virile orgoglio
Shunrey (andando
sulla scena del prossimo capitolo per provare la parte):
Uomini!
Shun (mentre Kiki lo
punzecchia con un bastoncino): anf! anf! Ma...perchè...ovunque vada...è sempre
la...stessa storia...
Camus (guardando
prima Seiya e poi Milo rintanato in un angolo che guarda con terrore la Divina
Autrice): Vergognoso!
Divina Autrice (che
è tornata sulla sua sedia con scritto a caratteri cubitali ‘INCHINATEVI A SUA
MAESTA’ LA SOMMA SCRITTRICE’ e in piccolo ‘Regista’ ):
Cristina!!!
Cristina (sorella
minore ma ugualmente pazza della Divina Scrittrice): Eccomi o Dementissima
Autrice
Divina Autrice: Io sono la
DIVINA Autrice! Comunque hai fatto ciò che dovevi?
Cristina:
Signorsì!
Keroro (il
protagonista del cartone scemo su Italia 1):
Plagiatrice!!!
Capitolo 4 *** 3) Intermezzo: Parola d’ordine ammutinamento ***
3) Intermezzo: Parola d’ordine ammutinamento
3) Intermezzo: Parola d’ordine
ammutinamento
[Studi di ‘Pandora’.
Il soggetto non identificato in fuga da un ospedale psichiatrico di massima
segretezza, conosciuto come Divina Autrice, è comodamente seduta sulla sua
sedia da regista (ricordiamo la scritta: ‘INCHINATEVI A SUA MAESTA’ LA SOMMA
SCRITTRICE’ e in piccolo ‘Regista’) con un computer portatile in mano legge le
prime recensioni dei critici [ovvero voi che leggete e lasciate segno tangibile
del vostro passaggio] e annuendo davanti al curriculum inviato da Killkenny,
Isilpeko sarebbe stato convocato seduta stante...Ma prima doveva ringraziare i
critici della puntata precedente...
Per Mlle Nihal
Grazie dei complimenti ma in
questo studio la vita è dura...Soprattutto se hai diciassette bei ragassuoli ti
girano intorno da mane a sera XD
PerKillkenny
Isilpeko sta gia arrivando a
giudicare dalle catastrofi che si avvicinano a questo studio romano o.O...
Per rispondere alla domanda su Saga: ma ovviamente
(sorriso folle)...
Per SHUN DI ANDROMEDA
Finisce tra un bel po’ la
storia e le riprese sono ancora all’inizio...
Volevo chiedere perdono per
non aver rispettato l’anticipazione dell’altra volta, ma non ho resistito ad
aprirvi le porte del mio studio
P.S.: Se non gradite questi
intermezzi potete tranquillamente saltare il capitolo anche se mi piacerebbe
che leggeste e recensiste ]
[‘CAMERINI FEMMINILI’
Camus (guardando gli altri sedici lì riuniti): Una domanda, come mai ci
stiamo riunendo qui?
Milo&Kanon&Mask&Saga cattivo (tenendo ciascuno in mano un
capo d’abbigliamento prettamente femminile): Noi una mezza idea l’avremmo...
SDENG
Una ‘innocua’ incudine cadde in testa ai quattro subito seguita da una
ragazzina
Saga buono: Ben vi sta
Saga cattivo: Deficiente abbiamo lo stesso corpo...
Saga buono: Porc...
Shura (rivolto alla nuova arrivata): E tu chi sei ragazzina?
Nuova arrivata: Sono la sorella minora della Divina Autrice
Tutti: NON PRONUNCIARE QUEL NOME!!!
Nuova arrivata: Ehi mica ho detto Voldemort!
Ron Weasly: AAAAHHHHH!!! HA DETTO IL NOME DI VOI-SAPETE-CHI!!!!
la Nuova arrivata preme un
bottone sul muro ed una botola inghiotte Ron...
Aiolos: Ehm e quella che roba era?
Nuova arrivata (guardando i quattro spiaccicati dall’incudine): Ecco dove
era finita la mia incudine!
I Quattro Spiaccicati dall’incudine: COSA???!!!
In breve i Saint si liberano
dell’incudine grazie ai loro cosmi
Mask (ripresosi): Allora chi sei femmina?
Nuova arrivata: Il mio nome è Cristina...maschio
Aiolia (leggendo il copione): Sei quella della storia?
Cristina: No no ho soltanto fatto da Musa per
la...(ricordando la scena di prima) mia sorellona...
Ikki: Allora che vuoi?
Cristina: Oltre conquistare il mondo?
Hyoga: È inutile che ci provi...chiedi a Ikki...
Ikki: Beh senti caro il mio mammone...
Hyoga: Mammone a chi sottospecie di fedifrago...?
Shun: Ragazzi smettetela vi prego...
Hyoga&Ikki: Non ti impicciare
Shun va a disegnare cerchietti
in un angolo mentre Cristina si gode lo spettacolo mangiando pop corn con i
Bastard Inside (grazie Killkenny)
Mu (separandoli con la telecinesi): Adesso basta! (rivolgendosi a
Cristina che ha finito i pop corn) Come mai sei qui?
Cristina: Voglio...diventare la regista di questa fanfiction!
Tutti (delusi):...Oh...
Dohko: Proprio sicura di non voler uccidere Athena?
Cristina: Beh no...
Saga cattivo:...daaaiiii ti posso prestare un pucciosissimo gladio d’oro
Saga buono: Traditore!!!
Saga cattivo: Tu smettila di impicciarti degli affari miei!
La lite tra Saga
e...ehm...Saga? Sì va...dov’ero?
Milo: Sicura di stare bene voce narrante?
Oh sì sto benissimo anche
se...EHI!
Milo: Mmmm?
Tu non dovresti sentirmi!
Milo: Ah giusto!
(I Saint si fermarono un attimo perplessi sentendo Scorpio parlare con la
voce senza corpo...per ricominciare a farsi i fatti loro)
Oh Deus dove mi hanno scritta!
Comunque... La lite tra Saga e se stesso che minacciava di protrarsi per le
lunghe venne interrotta dagli altri Saint che lo imbavagliarono e chiusero in
un bagno la vicino...
Shura: Eddai non ti farà perdere più di tanto tempo
Ikki: Suvvia ammazzala e basta!
Cristina: Ma perché lo chiedete proprio a me?
Aphrodite: Beh sai com’è, il giuramento di fedeltà...
Cristina: Ah...Comunque la megera mi serve
Tutti: Uffa!...
Shaka: Perché vuoi impadronirti di questa Fanfic.?
Cristina: Questione di principio!
Shiryu: Sì ma noi che dovremmo fare?
Cristina: Sabotare tutto il sabotabile ^^ !!!
Aldebaran: E come?
Cristina (uscendo): Lascio tutto nelle vostre mani...Prima che possiate
dire qualunque cosa... Credo che Atena sarebbe felice di conoscere la vostra
‘fedeltà’
Camus: Bene! E ora...che si fa?
Shun (che si è ripreso dalla depressione): Potremmo sostituire le
cassette (sì è uno studio povero in canna ma provate voi a mantenere tutta sta’
U.U gente ndKristi) vuote con quelle usate dopo averne fatto una copia in modo
da non perdere tutto il lavoro svolto!
Tutti: ... ... ...
Seiya: Ehi!!! Che bella idea!(pensieroso) Perchè non è venuta a me?
Ikki: Perchè sei un cerebroleso?
Seiya:...Ah...Ikki?
Ikki: Che vuoi?
Seiya (con ingenuità): Che vuol dire cerebroleso?
Hyoga: Stendiamo un velo pietoso...Shun...Come ti è venuta in mente
quest’idea geniale?!
Shun: Beh sai...Conoscete la teoria della relatività no? E conoscete i
teoremi di Pitagora no? Quindi evinciamo...
Mask: Sì sìsì...Non
importa...L’importante è che abbiamo un’idea...Qualche illuminante teoria sul
come muoverci?
Tutti: Eeehmmm....
Camus: Sì ma tornando alla mia domanda all’inizio di questa situazione
demenziale...Che ci facciamo nei camerini femminili?
Milo: La nostra amatissima regista ha piazzato telecamere nei camerini
degli uomini e quindi ci avrebbe scoperti e...
Un gruppo di ragazze appena
uscite dalla doccia entrò nei camerini e trovandovi degli uomini...
Gruppo di ragazze appena uscite dalla doccia:AAAAAAAAAAAHHHHHHHHH!!!!!!!!!!!
Saint: Oh! Oh!
I Saint vennero buttati fuori
dai camerini inseguiti da ogni tipo di oggetto lanciabile anche se...
Gruppo di ragazze appena uscite dalla doccia: Ehi ma quello era Shun!!!!
Shun: AAAAAAHHHHHH!!!!
Il povero Shun venne agguantato
dalle sue fan e trascinato negli spogliatoi
[Studidi Pandora...tanto per cambiare. Una
strana atmosfera aleggia sulla troupe che si occupa di girare le scene...il
silenzio domina...un vuoto sembra esserci in quel luogo ove epiche battaglie
venivano narrate (soffio di vento con balla di fieno che rotola)...Insomma la Divina Autrice era sparita! Ma
dove la folle poteva essersi rifugiata....
Divina Autrice: Ehi...!!!
Ove
colei dal tanto malefico pensare poteva essersi nascosta?
Divina Autrice (con dolcezza e sguardo
maligno):...Voce Narrraaaanteee
Colei la
cui maligna aura portava follia e terrore...
Divina Autrice: E mo' basta eh! STUPIDA
SCRITTA IN VERDANA NOVE COLORE VIOLA! VUOI SMETTERLADI SPARAR CAVOLATE!!!
...Ooopss...Comunque...D'improvviso
una porta fu con irruenza spalancata e da essa entrò una giovine...Costei altro
non era che la Somma Distributrice di Stipendi al secolo Divina Autrice, che
ora si apprestava ad interloquire con i poveri erranti naufragati su questa
pagina del web...
Divina Autrice: Ahem...Dunque sono qui per
porgere le mie più sentite scuse per cotal ritardo, voluto da cause di forza
maggiore...
Cristina: C'entra niente la tua galattica
pigrizia
Divina Autrice: Questa 'cause di forza
maggiore'credo che le conosciate anche voi e ci avrete già
combattuto...
Mu: Eh sì queste reincarnazioni sono
insopportabili...
Aiolia: Ma soprattutto ne spunta fuori una al
giorno...
Divina Autrice: Ovvero Scuola e Professori...
Cristina (ai Saint): Sono bestie mitologiche
la cui occupazione è distruggere i ragazzi dai 6 ai 24 anni circa.
Divina Autrice: Per non parlare del
Formattone ai cui a cui ho dovuto sottoporre il Pc. ma ora sono tornata e
continuerò a rompervi le scatole
Mlle Nihal
Eeeh
beata te che c'eri...T^T
Killkenny
Spero
anch'io non mi sembra tipo da sottovalutare...
[Nonostante
il ritorno dello spauracchio della troupe la vita procedeva tranquillamente
negli studi almeno finché non giunse una figura incappucciata alla porta degli
Studios...
Figura incappucciata: Salve io
sono...(nitrito di cavalli scoppio di tuoni)...
frau
Blucker: Mi afete kiamata?
Un'impalcatura
cadde addosso a frau Blucker schiacciandola...
Figura incappucciata:...ops...
Divina Autrice (chiamando la Figura
incappucciata):...(nitrito di cavalli scoppio di tuoni)...finalmente sei
giunto...
Figura incappucciata (no, il nome ancora non
ve lo dico ma tanto qualcuno deve aver capito):...cosa devo fare...?
Divina Autrice: Toh! (lanciandogli un pacco
di fogli) studia il copione.
Figura incappucciata: Sì ma che ci guadagno
io a stare qui?
Divina Autrice: Ci guadagni
che...(bisbigliandogli all'orecchio) psss
psss...
Figura incappucciata: Si può fare...
Divina Autrice (tornando alla sua sedia con
scritto ‘INCHINATEVI A SUA MAESTA’ LA SOMMA SCRITTRICE’ e in piccolo ‘Regista’):Bene ora che ci siamo tutti...
Saori: FERMIII MANCA LA GUEST STAR!!!
Divina Autrice: CHI???!!
Saori: Ma io ovviamente U.U
Divina Autrice(pensando):Dei
sani di mente aiutatemi voi...
Dei sani di mente (rispondendo
telepaticamente): Non possiamo fare nulla
con Athena (mica siamo scemi a metterci contro la iettatrice dell'Olimpo U.U)
Divina Autrice: E va
bene...(sospira)...Mettiamoci all'opera pronti? 3 2 1 CIAK SI GIRA...]
Atene.
Luogo sacro per secoli e secoli, quando ancora l'Olimpo e i suoi Immortali
abitanti erano il fulcro della religione degli uomini, che si rivolgevano a
loro per chiedere aiuto, o anche soltanto per ringraziarli.
Alcuni
di essi amarono particolarmente l'umanità, tanto da scendere dalla loro dimora
celeste per alleviare e proteggere le effimere e fragili vite umane.
Ma
questi dei caritatevoli non erano onnipotenti, il Fato governava le loro azioni
ed a esse poneva certi limiti, così come l'Universo le cui leggi non potevano
essere modificate onde evitare la catastrofe. Dunque gli Olimpiaci diedero vita
a schiere d'eroi valorosi che potessero difendere la pace e l'armonia e
fondarono Santuari in ogni luogo del mondo perché questi eroi potessero trovare
dimora affianco i loro immortali signori.
Una
dea in particolare si fece amare dall'uomo per la sua opera pacificatrice, ad
ella era stato dato il nome di Athena. Era figlia del tonante Zeus e Meti la
Prudenza. Ad Atene fondò il suo Santuario, tre erano le gerarchie che
costituivano i suoi eroi, categorie dettate dalle vestigia che essi indossavano,
vestigia forgiate da Efesto, signore del fuoco e della metallurgia, nei metalli
bronzo, argento ed infine oro.
Dodici
erano gli eroi a cui fu concesso di indossare le vestigia plasmate nell'aurea
materia, esse rappresentavano i complessi di stelle che gli uomini chiamano
costellazioni.
Ma
il tempo passa...i secoli aumentarono, divennero millenni, e ciò che era storia
divenne leggenda, e la leggendadivenne
mito...
Così
gli uomini finirono con il dimenticare le loro origini, smisero di seguire le
dottrine giuste degli dei e abbandonarono questi...
Ma
gli dei non abbandonarono mai gli uomini...
Athena
infatti era rimasta ad Atene reincarnandosi di generazione in generazione per
guidare i suoi paladini.
Nell'ultima
sua vita aveva dovuto affrontare numerosi conflitti ed aveva rischiato più
volte di venir sconfitta e di perdere la vita lei stessa...
Ora
la giovane si trovava nella Tredicesima Casa ove dimoravano la dea ed il Sommo
Sacerdote.
La
bella fanciulla stava ritta sull'ampio balcone della sua stanza, la sua sottile
figura risultava ammantata di maestà anche al flebile bagliore della luna.
Athena sollevò lo sguardo al cielo e aggrottò perplessa le sopracciglia. Non le
piaceva il bagliore che emanavano le stelle quella notte, non era la loro luce
normale c'era qualcosa di...
-Strano
il cielo questa notte vero?- disse una voce tenorile alle sue spalle
-Oltremodo
inquietante- disse la dea senza scomporsi minimamente e voltandosi verso
l'ospite indesiderato
-Oh
ma che sbadato non mi sono presentato...-
-Mi
pare proprio di no-
-Il
mio nome è Isilpeko, Spectre di professione -
-Quale
motivazione ti spinge in questo Santuario al cospetto di una dea nemica al tuo
signore?-
-Signore...-
disse sarcasticamente Isilpeko -...che parola grossa. Comunque per rispondere
alla sua domanda, visto che lei ed i suoi baldi cavalieri avete sconfitto il
mio signore mi trovo momentaneamente
senza nulla da fare, l'Ade in questo periodo è un tale mortorio...- disse con
lo stesso tono con cui avrebbe potuto discutere del tempo fuori della finestra
-...E quindi ho pensato di fare una capatina
in un luogo dove di solito non si sta molto tempo con le mani in mano...o
sbaglio Athena?-
La
giovane dea guardò con sospetto lo Spectre che la guardava a sua volta seduto
su di una poltrona in maniera non proprio decorosa. 'Cosa sa quest'uomo che a
me ancora sfugge?'
-I
nemici della giustizia sono molti-
-O
forse più semplicemente i suoi esimi parenti non costituiscono una famiglia
tanto affiatata...-
-Non
giocare col fuoco Spectre, sono una dea e tu un comune mortale-
-Sinceramente
più che dea mi sembrate una ragazzina viziata, che gioca a fare la dea...-
-Come
osi...-
-...E
poi chi dice che io sia un comune mortale...-
Athena
dovette fermarsi un attimo, per recuperare il controllo e riflettere.
Quel...guerriero aveva ben poco di comune, realizzò la dea osservando il ghigno
dell'uomo e la profondità dello
sguardo, la sicurezza che da esso trapelava 'E stato forse il fato a condurlo
qui al mio cospetto?'
-Potrei
chiamare i miei Santi da un momento all'altro...-
-Ed
io li sterminerei con altrettanta velocità dea...Ma
potremmo dire che ho qualche piccola informazione che potrebbe interessarle-
-Spiegati
meglio-
Lo
Spectre si avvicinò lentamente al balcone, appoggiandosi al corrimano in marmo.
Aveva suscitato l'interesse della principessina, era a metà dell'opera, e si
stava divertendo più del previsto. Sorrise con sarcasmo e poi inspirò a pieni
polmoni l'aria fresca della sera, si voltò infine verso la dea
-Non
la sentite anche voi quest'aria? Profuma di giuramenti infranti, è salubre per
coloro che non avrebbero dovuto svegliarsi...- il suo sorriso si allargò.
..:: ::..
Sotto
quello stesso cielo carico di infausti presagi altri discutevano, anche se non
per motivi all'apparenza fondamentali per le sorti dell'Universo...Solo in
apparenza...
-A
volte mi chiedo, ma mi chiedo soltanto eh...perché abbiano accettato
apprendiste vetuste come noi.-
-La
vocazione alla dea giunge inaspettata a volte-
-La
tua vocazione immagino abbia a che
fare con un certo Shiryu, o no?-
-Ma
certo che no! E tu cosa ne sai di Shiryu?-
-Parli
nel sonno!-
-Ma
non è vero!-
-Ti
dico di sì-
-Ti
dico di no-
-Ma
io ti dico di sì!-
-Ti
dico di no!-
-E
io vi dico che se non la smettete vi ucciderò in un modo molto doloroso e
lento...-
Le
due litiganti, due ragazze poco più che sedicenni, una occidentale e l'altra
orientale, si voltarono verso l'altra abitante della piccola abitazione nella
quale risiedevano insieme. Quella le scrutava freddamente, senza alcun astio
apparente, da sotto le pesanti coperte del letto, con i grandi occhi verdi
socchiusi, molto probabilmente dal sonno.
-Perdonaci
Eshari non volevamo disturbare il tuo sonno-
-Rompiscatole...-
borbottò la più giovane delle tre, quella con una sterminata criniera castana
-Domani
mattina ci dobbiamo svegliare all'alba per gli allenamenti e dobbiamo essere
riposate-
-Va
bene mammina-
-Non
intendo raccogliere le tue puerili provocazioni-
-Ma
non dovreste dormire voi due?- chiese, cercando di calmare le acque, Shunrey
-Hai
ragione-
-Io
mi chiedo...-
-Ancora?-
chiesero esasperate le due all'altra giovane
-Senti
Cristina che ne dici di meno domande e più sonno?-
-A
letto con le galline andiamo, ma dimmi te- brontolò Cristina girandosi contro
il muro e cercando di addormentarsi.-Ci
hanno dato pure le coperte di lana d'acciaio- continuò a lamentarsi...
-Senta
Milady questo è ciò che abbiamo e smettila di polemizzare...-
-Infatti
non ho voglia di essere fatta a fette da Marin domattina, e tu hai Shaina che è
pure peggio-
-Scusate,
allora 'notte...-
-'Notte...-
E
mentre la luna saliva nel cielo una ragazza continuava a non poter prendere
sonno...
-Shiryu...Shiryu...- borbottava nel sonno
Shunrey
'No
lei non parla nel sonno, nooo...Domani Shaina mi ammazza...'
Continua...
[Sala
riprese, ormai deserta...
Cristina (la sorella della Divina Autrice):
Dì la verità quel pezzo iniziale non è opera tua!
Divina Autrice: Lo ammetto, e tu ammetti di
esserti divertita come una pazza a vedere sto' capitolo...
[Studi
di...No! Ehi! Ma dove siamo finiti? Ah! Sì! Ora mi ricordo...Dunque da capo...
Atene...Santuario...
Le
riprese sono state spostate al Grande Tempio per questioni di scene...leggere
la Divina Autrice ètroppo taccagna
per pagare le scenografie...
Gold (guardandosi intorno): Aaahh che bello
essere a casa ^^
Saori: Aaahh che bello tornare a fare la dea
^^
Gold: Già Athena finalmente...(ecco la
fregatura di questo posto T^T)
Divina Autrice: sì sì va bene ma ora basta
con i sentimentalismi e sistemate il set...
Gold: Ma perché noi?
Divina Autrice: Ho dovuto comprare una marea
di biglietti solo per voi non c'erano i soldi per la Troupe
Flashback
di quando l'Autrice ha dato la notizia:
Troupe:
SIIIII'
Seguono
balli sfrenati...
Fine
Flashback
Divina Autrice: Ed ora al lavoro!
_
Killkenny
Le cose
per la 'cara' Saori andranno di male in peggio *ghigno satanico*
_
SHUN DI ANDROMEDA
Spero
anche io di riuscire a farlo! Ma comunque grazie per la recensione ^^
P.s.:Sì
ma più in là, al momento c'è gia abbastanza caos non trovi ^^?
_
Synnovea
Eccoli,
eccoteli! Un bel capitolino con tutti loro (ah non so se ti farà piacere ma
credo che inserirò anche Kanon ^^)
_
Mlle Nihal
Voce
narrante sta solo cercando di mandarmi al manicomio (ma tanto ne sono appena
fuggita non ci tornerò molto volentieri) comunque credo di essere stata più
veloce stavolta
_
Ladynotorius
E
pecchè la mia ficcina non ti interessava (tono piagnucoloso)? Ma comunque ora
ti piace e spero che continuerai a seguirla...Ma non è colpa mia se siamo
watussi in famiglia (a parte i miei nonni paterni)! Certo che Milo entrerà
nella fic. io lo ADORO, insieme a Saga, Camus, Shaka, Aphrodite ecc. ecc.
Ah una
cosa prima di terminare...: Lo scorso capitolo era un flashback...Quindi chissà
*ghigno satanico2*
_
ColdFire
T^T...sigh!
Certo che mi ricordo di te (e io ti ricordo che il mio nick. non ha Y
>_<)...Hai recensito praticamente tutti i capitoli che ho scritto anche
della precedente stesura figurati se me la prendo per qualche capitolo...
Divina Autrice: Ok ci siete? Bene...Pronti:
3-2-1 CIACK! AZIONE!]
-Miei
Cavalieri è giunta l'ora...-
Una
voce dolce, sussurrata al cosmo dei suoi guerrieri, aveva decretato l'inizio di
una nuovo capitolo nella storia del Santuario che in quello stesso secolo che
aveva visto tante battaglie.
Tanto
era il sangue grondato sui pavimenti di marmo, tante le vite spezzate.
La
strage aveva decimato anche i suoi paladini...Di vestigia di Bronzo ne erano
sopravvissute solo cinque, ma oramai i loro custodi avevano raggiunto il potere
supremo per un Santo d'Athena; d'Argento solo due ne erano sopravvissute nel
corpo di donna; l'Oro l'unico ordine ristabilito, al gran completo, che potesse
vantare anche nuovi guerrieri.
Ed
ora la pace precaria stava per spezzarsi definitivamente...
Riuniti
nel grande e colorato giardino delle Dodicesima Casa, i Santo d'Oro erano
riuniti.
Avevano
tutti sentito la voce della loro dea e conoscevano tutti molte più cose dei
Saint mancanti, ancora per poco, all'appello.
-Avremmo
dovuto capire quanto fosse grave la situazione sin da quando arrivò qui
l'Innominato...- disse Aphrodite accarezzando le sue rose scarlatte, vicine di
quelle nere famose messaggere di morte e di quelle bianche, colore innocente
per armi tanto letali. -...Siamo stati ciechi...-
-Non
crucciarti così Pisces, tutti noi avremmo voluto continuare il sogno di
pace...- intervenne Saga, il tormentato Santo della Terza Casa, con tono
gentile
-La
colpa poi è principalmente mia che avrei dovuto avvertire la dea non appena ho
sentito il piano astrale oscurarsi alla mio occhio interiore- disse quindi
Shaka custode delle vestigia della Vergine
-Se
ti incolpi per questo allora noi tutti abbiamo commesso il tuo stesso peccato,
ingannandoci che fossero solamente gli strascichi dell'aura di Hades...-
rispose quindi Mu Saint d'Ariete e l'ultimo adepto dell'arte dei riparatori di
Armature, con voce limpida
-Star
qui ad addossarsi colpe non aiuterà certo la dea!- s'intromise Milo valoroso
Saint di Scorpio -Athena ci guiderà nella battaglia e potremo superare anche
questo conflitto con onore!-
-Dici
bene Scorpio!- lo sostenne il vigoroso Aldebaran signore della costellazione
del Toro
-La
nostra amata dea è con noi e nessuno potrà distruggere la pace che ha faticosamente
ottenuto!- appoggiò anche il fedele Saint del Capricorno
-Non
commettete l'errore di sottovalutare i nostri nemici cavalieri...Questa
battaglia potrebbe prospettarsi tra le più dure che abbiamo mai affrontato-
disse con gelo Acquarius smorzando l'impetodei suoi compagni.
Scese
il silenzio nel giardino segreto della Dodicesima.
-Hai
ragione Camus hai espresso un pensiero che stavo per dire io. Ed ora anziché
star qui a parlare tra di noi dobbiamo recarci al Simposio per il ritorno dei
cavalieri della speranza-
-Ovviamente!
I mocciosi tornano e un bel Simposio non glielo toglie nessuno! Chissene frega
se siamo sull'orlo di una guerra!- disse infine Death Mask con pungente
sarcasmo
Ventidue
paia d'occhi lo fissarono con differenti inclinazioni nello sguardo fissarono
lo spietato Saint di Cancer.
Infine
i Saints si incamminarono per le scale che li condussero alla Tredicesima.
..:: ::..
Due
giovani s'incamminavano per la lunga strada che conduceva alla dimora della
dea. L'uno guardava con meraviglia e gioia quei luoghi che aveva visitato poche
volte per un motivo uno più grave dell'altro, lo sguardo profondo velato però
d'ansia. L'altro che camminava al suo fianco invece pareva immerso in un mondo
a parte, preso com'era dalle sue elucubrazioni. Nello sguardo duro nessuna
particolare emozione era presente.
Alla
fine il primo giovane, il fanciullesco cavaliere di Andromeda espresse a voce
alta la domanda che effettivamente entrambi si erano posti più volte
-Perché
Athena ci ha convocati fratello?-
-E
lo vieni a chiedere a me cosa passa per la testa di quella?- disse Ikki
passando una mano nei serici capelli del fratello minore, con una rude carezza
-Athena
è saggia sa sempre cosa è giusto da fare-
L'altro
scosse semplicemente la testa con un sorrisetto ironico.
-Stai
parlando della donna che si è presentata ad Asgard con un vestitino do seta.
Anche se forse tutte le sottane avranno compensato...-
-Ikki...!-
richiamò Shun con un'espressione tra il divertito e lo scandalizzato
-Io
dico solo le cose come stanno!-
Il
più piccolo dei due non poté più controbattere...
-Spero
solo che non sia nulla di grave-
-A
diciott'anni ancora non hai capito come stanno le cose. Il solito ingenuo-
-Ehilà
guarda chi si rivede!?-
Una
voce divertita fece loro prestar maggiore attenzione alle sagome scure contro
la bianca scalinata di marmo che li separava dalla Tredicesima.
Raggiunsero
in pochi passi i loro compagni.
C'era
Hyoga appoggiato ad una colonna portante del timpano, un pallido sorriso ad
illuminare il volto.
C'era
Shiryu seduto sulla scalinata, lo sguardo gentile sui due fratelli.
E
poi c'era ovviamente Seiya che si stava sbracciando per salutarli.
-Accidenti
Shun quanto sei cresciuto! Ora sono io il più basso del gruppo! E tu Ikki con
quel tuo caratteraccio? Migliorata la situazione o sei sempre il solito stronzo
egocentrico?-
-Tu
sempre il solito cretino o hai messo un po' di sale nel cervello che dici di
avere?-
-Per
favore non cominciate subito!- disse loro Shiryu in tono conciliante
-Già
e poi il Simposio sta per cominciare...-
-Certo
che anche questa volta Sua Altezza ha
fatto le cose in grande-
-Con
ogni probabilità verremo finalmente a sapere cosa diavolo sta succedendo...-
E
si incamminarono per la sala dove il Simposio si sarebbe tenuto...
NdA: Allora questo è l'ultimo dei capitoli più...inutili,
potremmo dire di introduzione. Dal prossimo la storia vera e propria comincerà ^^
alla prossima ^^
NdA: Allora come anticipato la
storia vera e propria comincia qui in questo capitolo che segna l'inizio dei
casini (chiedere testimonianza a ColdFire...lei SA'); vi volevo anche avvertire
che questa sarà una very very me tanto very long fic. Se siete coraggiosi
andate aventi e preparatevi a credere di aver capito ma essere invece solo più
confusi di prima ^^! Buona lettura ^^!
[Atene.
Santuario. Sala del Simposio. Tragedia in corso...
Divina
Autrice: CHI È STATO? CHI HA OSATO?
Mu:
Cosa è successo?
Mask:
Ma si può sapere che hai da strillare sottospecie di Erinni?
Divina
Autrice (guardando i crateri dove il vino mescolato avrebbe dovuto esserci): CHI DIAVOLO SI È SCOLATO TUTTO IL VINO DEL
SIMPOSIO EH?
Mask
(guardando disperato anche lui il vuoto nei crateri): CHI HA OSATO SCOLARSI IL
VINO?! LO AMMAZERO'!!!
Aphrodite:
Ma perché te la prendi tanto? È solo un po' di vino!
Mask:
ED IO DOVREI RIMANERE SOBRIO PER UN INTERO CAPITOLO DI CHIACCHERE DELLA BIETOLA
VIOLA? MA STIAMO SCHERZANDO?
Tutti
i presenti (meno Athena troppo impegnata a passarsi lo smalto fuxia sulle
unghie con sommo disgusto della Divina Autrice che la guarda indecisa se
vomitare o meno per lo smalto, il vestito, le scarpette tutto rigorosamente
fuxia che fa pandan con i capelli...): CHI HA OSATO?
Seiya
(entrando stranamente...alticcio): HIC! Buooon ghiornoo ragasciii HIC! Oh
Divigna Auutrishee ma com'era buono quel shucco di frutta che shera nei vashi
HIC! Ugna delisshia HIC!
Tutti:
TUUU!!!!!!!!!
Seiya:
Shììì? HIC!
Il Saint di Pegaso fu
nell'ordine: preso a pugni, preso a calci, calpestato e arrostito a fuoco lento
legato a mo' di salame e servito a tavola con una mela in bocca. Non fosse
stato che il sapore era pessimo ci sarebbe stato un cavaliere in meno
Conte
Ugolino: Veramente io ne gradirei un pezzetto, un cosciotto se possibile!
Isilpeko:
Ma cos'è sta' puzza?
Anche il Conte Ugolino
fu spazzato via dalla sfiga immane che seguiva l'Innominato alias Isilpeko
ahia! Stupida incudine...: una scossa sismica localizzato solamente sotto i
suoi piedi lo mandò nelle catacombe della Nona
Aiolos
(vestito come Indiana Jones): Oh che bello visite!]
Cinque
giovani si apprestavano ad entrare nella Sala del Simposio in cerca di
risposte. Durante il loro cammino non poterono fare a meno di rimanere colpiti
dalla bellezza della Sala dove già risuonavano i flauti delle etere.
Questo
Simposio non era però come quelli tenuti nella vera Grecia antica.
Non
ci sarebbero state donne accondiscendenti ed ebbrezze comuni. Il vino nei crateri
finemente decorati era sì estremamente profumato, ma altrettanto diluito.
Evidentemente restare lucidi non sarebbe stata solo una questione di decenza,
ma soprattutto una richiesta della dea. Il loro sospetto comune era in qualche
modo appurato. Non che avrebbero ceduto agli effluvi dell'alcool, comunque sia,
ora anche la remota possibilità di ubriacarsi era in un certo senso esclusa.
Nella
Sala avevano già preso posto i dodici Santi dello Zodiaco, conversavano in toni
calmi e sereni, perfettamente a loro agio nell'atmosfera antica che permeava
ogni angolo dell'ambiente.
Tuttavia
interruppero il loro discorsi per accogliere i nuovi arrivati.
-Sete
dunque giunti Cavalieri, benarrivati- li salutò Shion Sommo Sacerdote,
ringiovanito anch'egli e posto nuovamente come oracolo di Athena
-È
un piacere rivedervi- li salutò l'allievo del sant'uomo, Aries Mu
E
così tra un convenevole e l'altro i guerrieri più giovani e quelli più anziani
si ritrovarono questa volta in un momento di pace e serenità. Un momento.
Gli
unici momenti di tensione furono quando Death Mask con una delle tante battute
salaci del proprio repertorio aveva contemporaneamente dato del parassita al
Saint di Pegaso; dell'esibizionista ad Ikki; della mammoletta ad Andromeda e
del mammone a Hyoga. L'unico che si era salvato dal lapidario, ed ignorato,
commento del massiccio italiano fu Shiryu per mancanza di argomenti.
Altro
momento di tensione fu quando il Santo della Terza Casa e quello della Fenice
si trovarono faccia a faccia. Era risaputo a tutti nella stanza che fra i due
non correva buon sangue ma speravano che le esperienze più o meno comuni
potessero far loro superare gli attriti del passato.
Ma
Ikki non era certamente d'accordo con questa visione ottimistica tanto che
tutto ciò che fece fu un sorrisetto sarcastico ed un altrettanto ironico
saluto. Tuttavia i suoi compagni, che si aspettavano di peggio, si ritennero
soddisfatti.
Dopo
una mezzora in cui le conversazioni avevano preso le più disparate direzioni,
la dea giunse nella sala dalle pareti di marmo coperte di bassorilievi che
narravano la creazione del mondo.
-È
per me fonte di gioia riavervi tutti qui riuniti-
Ricambiarono
quindi il saluto della dea con differente calore nella voce
Mentre
i preziosi kylix ricolmi di
vino venivano distribuiti tra i cavalieri la dea della Sapienza cominciò il suo
discorso che sarebbe rimasto nelle memorie dei cinque Cavalieri più giovani
-Miei cavalieri so già che vi state ponendo della
domande su questa convocazione così improvvisa, ma ogni cosa a suo tempo.
Volevo cominciare con il presentarvi un altro guerriero...- la sua voce assunse
un tono stranamente rigido -...giunto qui un anno fa...-
I passi che si avvicinarono ottennero tutta
l'attenzione dei cinque giovani, sui cui volti si dipinse un'espressione di
stupore quando il nuovo guerriero fece il suo ingresso nella Sala
-Buongiorno!- li salutò con divertita allegria
ignorando le occhiate sgomente alla sua Surplice -Mi piacerebbe davvero
comunicarvi il mio nome ma temo che causerebbe non pochi problemi-
-UNO SPECTER! MA DICO SIAMO MATTI?!- esplose Seiya alla
vista delle nere vestigia
-Che eleganza nell'esporre le proprie
considerazioni!- ironizzò lo Specter
-TU MALEDETTO...!-
-Vi prego controllatevi!- richiamò all'ordine la
dea frenando l'impeto del cavaliere di Pegasus -l'Innominato...- ed indicò il
nuovo venuto -...come conviene chiamarlo, è qui per prestarci il suo aiuto nel
ricacciare indietro le ultime emanazioni di Hades.- guardò male lo Specter che
stava sghignazzando rumorosamente dopo le ultime parole.
-Nonostante non capisca ciò che abbia suscitato
tanta ilarità, vorrei invece comprendere cos'è che intende come emanazioni...-
interruppe Ikki seccato
-Sono demoni o comunque entità maligne- rispose
Athena felice di cambiare argomento...
Passò altro tempo nel quale la dea spiegò i danni e
la devastazione che un demone era capace di compiere in poco tempo se non
fermato, e quindi l'importanza di fermare questa forza maligna prima che fosse
troppo tardi. Non spiegò però per cosa sarebbe stato troppo tardi. I demoni da
quel che avevano capito erano sì potenti ma non abbastanza per distruggere
tutta l'umanità.
-...A questo scopo miei Cavalieri c'è bisogno che
le schiere dei miei eroi abbiano nuovi campioni, e c'è quindi bisogno di qualcuno
che si occupi della formazione di questi campioni. E chi meglio di voi cinque
che avete affrontato prove tanto ardue da portarvi ad assimilare un'esperienza
notevole in battaglia...-
-Cosa vuole dire Athena?- disse Shiryu con una
flebile speranza nel cuore
-Voglio dire che sarete voi ad addestrare le
sacerdotesse che andranno poi a custodire le vestigia vacanti-
ed Ikki
-Non ho capito bene...Io dovrei fare da balia ad
una ragazzina? Ma neanche per sogno!-
[ Divina Autrice:
Stop! Va bene così...
Ikki: Oh
finalmente anche questo è finito
Hyoga: Già...è il
prossimo che mi preoccupa...
Killkenny:
Un casino come hai visto!
Mlle Nihal:
Infatti ho aggiornato a soli 16 giorni di
distanza ^^
Synnovea:
Come sopra. Kanon entrerà in scena tra un
po'
SHUN DI ANDROMEDA:
Figurati molti
sono consigli che hanno dato anche a me agli inizi quasi un anno fa ^^
Ladynotorius:
^^
*me arrossisce*
ColdFire:
Non ti preoccupare
^^ Visto che hai letto la precedente versione sai che le descrizioni non
dovrebbero essere il mio forte ^^
Capitolo 8 *** 5) Intermezzo: Il diabolico piano di Saori... ***
5) Intermezzo: Il diabolico piano di Saori
5) Intermezzo: Il diabolico piano di Saori...
[Il
titolo dice tutto...Come? Devo narrare ugualmente? Va bene va bene...Dunque
dove ci troviamo in questa giornata?
TREDICESIMA
CASA...ore
10.35 AM...
sex bomb sex bomb you're a sex bomb you can give it to
me when I need to come along
La radio
sveglia di Saori suonò di una delicata e dolce sinfonia che rasserenò la divina
prima ancora di aprire le delicate palpebre...
Saori (aprendo gli occhi): Mmmh...
La dea
si alzò dal letto cominciando a canticchiare
Saori (cantando): Isoooogni son deeesideriii
chiuuusi in fooondo al cuooor
"Eh già ho giusto
sognato Seiya e me stanotte"
Nel sooonno ci seeeembran veeeeri e tutto ci
paaarla d'amor
"Aaahh mi stringeva così
romanticamente e c'erano tanti cuoricini rosa svolazzanti Aaah"
Se creeedi chissaaà che un giooornooo noon
giunga la feliiiciiiità
"Io credo,
ma quello non lo capisce, non capirebbe nemmeno se mi schiaffassi nel suo
letto!"
Non
disperaare nel presente ma credi fermamente e il sogno realtaà
diiiveeerraaaà...!
"Giusto! Inutile
lagnarsi! Meglio pensare...Un piano mi serve un piano!"
Athena
continuò a fare su e giù per la stanza, dimentica ormai dell'immane disordine
che regnava nella sua stanza pensando, giustamente, di esser piena di servi
pronti a morire per lei..
Servi (in coro): MA SEI FUORI???
La giovine
e fascinosa fanciulla
Tutti: *sguardo allucinato* EH?
Dalla
folgorante bellezza
Divina Autrice (bicchieretto del caffè in
mano): Se lo dici tu...
Continuava
ormai a camminare da un po' quando un'idea che sarebbe riduttivo definire
divina si fermò d'improvviso e roteò soddisfatta l'indice nell'aria...
Saori: Ma io sono una dea!
Tutti: Ma nooo
Divina autrice: Ma và io l'avevo scambiata
per una canguro
Saori: Far innamorare Seiya di me sarà uno
scherzo! MA perchè mi si chiama ancora Saori?!
Saor Athena: Ok ora ci siamo...EROS!!!
Ci fu un
frullo d'ali, un po' di vento e un giovanotto con le ali e giubbotto di pelle
si fece avanti...
Eros: Io sono Eros, il boss quando si parla
di questioni affettive, come posso servirti zietta? (mette la mano in tasca a
stringere un cornetto) "Con Athena non si sa mai"...
Athena (arrossendo e giocherellando con le
dita): Ci sarebbe un...certo cavaliere...
Eros (sistemandosi il giubbotto di pelle e
gli occhiali da sole neri): Spara...!
Athena (borbottando tutto di un fiato):...vglctlfccnneredme
Eros: EH?
Athena: Voglio che tu lo faccia innamorare di
me...
Eros: Oooh...Mh e
cosa mi dai in cambio?
Athena: La mia eterna gratitudine ^^
Eros: No dico...
Athena (spolverando il suo talento di donna
d'affari): Beh allo potrei...
Eros:...Potresti
*musica
de "Il
Padrino"...*
Athena:...Potrei chiedere per te la grazia
per quella storia di Dafne...
Eros: *ricorda la mattina precedente*
Flashback
mattina precedente
Si
vedono Eros e Apollo correre: Eros scappa Apollo lo insegue...
Apollo: Vieni qui sottospecie di piccione! Ti
trasformo in un puntaspilli! È tutta colpa tua se mi sono innamorato di Dafne!
Apollo
riesce ad intrappolare il giovane dio e lo guarda con sorriso omicida...
Eros: Suvvia possiamo parlarne, era solo
un'innocente scherzetto!
Apollo: Una Cornucopia! Prima ti spenno e poi
ti inforno!
Eros (guardando le sue ali): NO!
Apollo (ghigna sadico): Oh sì!
Sullo
sfondo si vede passare Deiopea la più bella ninfa di Era...Eros sorride e alza
le sopracciglia ammiccando...
Fine
flashback
Athena (da le spalle a Eros e incrocia le
mani dietro la schiena):...E quella per la storia di Deiopea...
flashback
di quellamattina stessa...
Apollo
corre di nuovo ma stavolta insegue...Deiopea che scappa disperata...
Apollo (occhi a cuoricino): Vieni amor mio!
Deiopea: Giammai! Piuttosto mi trasformo in
un albero...! Ah no non posso poi devo dare i diritti di copyrights a
Dafne...Somma Era aiutami tu!
*Musichetta
di "Medio Man"*
Compare
Era con bigodini e matterello punisci-Zeus [da usare in caso di adulterio e
inseguimento amoroso]battendo la suddetta arma sul palmo aperto
della mano...Sorride all'indirizzo del figliastro...
Fine
flashback
Eros:...
Athena: Era ed Apollo non sono molto
soddisfatti della tua bravata, ma io potrei...aiutarli a essere soddisfatti se
tu aiuterai me!
Eros: "La cosa mi conviene...Nessuno
regge allo Smaronation Power di Athena" ...Va bene di chi si tratta?
***
[Piana d'addestramento....
Seiya (rabbrividisce): Che orrida sensazione
Shiryu: Magari è la sbornia del capitolo
scorso
Seiya: No è qualcosa di diverso...come se...
Shun: Fosse accaduto qualcosa di orribile!
Seiya: Sì esatto come lo hai capito?
Ikki: *si rotola dalle risate*
Shun (indica Hyoga): Perchè è successo
qualcosa di orribile!
Seiya: ORRORE!
Shiryu: Oh Dei!
Ma che
orrore! Hyoga stava dichiarando eterno amore ad Aldebaran che a sua volta faceva
una serenata ad Aiolia che a sua volta si sta dichiarando a...un albero...
Marin: Infingardo traditore!
In
alto...
Eros: Ma quello è impossibile da prendere! Ho
colpito chiunque tranne lui! Ma sarà il bicchierino che mi sono fatto
stamattina? O forse...
In
basso...
Seiya: EHI! MA CHE STA' SUCCEDENDO???
oltre la
prima catena amorosa ora chiunque si sta dichiarando a qualsiasi cosa vivente o
meno...
Mu (ad una vecchietta col cornetto acustico):
Oh mio dolce amore
Vecchietta col cornetto acustico: Gli
spaghetti non hanno spore?
Saga (ad Aiolos): Perdonami se ho cercato di
ucciderti io ti amo!
Aiolos: Perdonami ma io amo solo la Divina
Autrice
Death Mask: *lui è immune alle frecce di
cupido*
Death
Mask sarà pure stato immune dalle frecce ma non...
Aphrodite: "Mask sarai mio
MUHAHAHAHAH"
Divina Autrice: *Sviene*
Cristina: "Le cose stanno procedendo
anche meglio del previsto ih ih
La
vostra Kristi è un po' commossa oggi...Sigh il 9 Aprile è stato il compleanno
di Pandora, o meglio della sua originaria pubblicazione e il mio compleanno di
scrittrice di Fanfiction, un anno.
Ora
mi spiace deludervi ma ho pensato bene alla trama e dovrò dividere la storia in
minimo tre parti, se tutto va bene sarà una trilogia:
-Pandora
(cioè questa che state leggendo)
-Il
cammino di Nike
-Il
secondo oscuro *titolo provvisorio*
Non
so esattamente quanti capitoli durerà Pandora ma posso già dirvi che sono
parecchi. A partire dal terzo episodio (il secondo oscuro *?*) non ci saranno intermezzi comici
perchè sarà più serio rispetto agli altri.
P.s.:
Per farmi perdonare del ritardo aggiornamento papirico.
***
Il sole scaldava le dure pietre dell'arena
nel gineceo. Scaldava i corpi delle contendenti, faceva scorrere gocce di
sudore lungo le schiene sottoposte a sforzi immani per comuni mortali. Giovani
fanciulle dai volti celati, da gelide ed infernali maschere che ne coprivano i
lineamenti.
A capo sacerdotesse a ordinarne i
movimenti.
Un'ideale comune a dare la forza per
sostenere fatiche precluse aicomuni
mortali, per superare la soglia del normale, per qualcosa di superiore. Un
qualcosa di astratto e fragile come un prezioso cristallo, da proteggere ad
ogni costo, non per se stessi, o per gloria personale, ma per il mondo su cui
le giovani allieve camminavano e per chi come loro, pur non conoscendo
l'esistenza dei loro più grandi protettori, respirava e viveva sotto lo stesso
cielo.
Ma c'era anche chi era mosso da altre
forze, altri obiettivi meno nobili da raggiungere.
Dimostrare il proprio valore a chi lo
aveva disprezzato e considerato inesistente.
Raggiungere nell'onore chi si amava e
poteva apparire troppo distante per un comune mortale.
E il più abietto di tutti.
La vendetta...
-Più veloce con quei colpi!- gridava
una donna dall'alto con folti capelli d'un curioso smeraldo -E mettici più
inventiva! Sei troppo prevedibile!-
Shaina rimbrottava l'ultima delle allieve
affidatele, e nel contempo studiava la più anziana.
-Cristina! Presta attenzione a come
muovi quella testa vuota! Non devi far cadere quella maschera!-
La sacerdotessa osservò con
disapprovazione la giovane che raccoglieva il prezioso parametro che le
guerriere portavano.
"Come se fosse facile!"
pensò la giovane coprendo il volto pallido.
Scosse la chioma castana costretta da
un laccio per via del clima torrido. Guardò la sua avversaria ghignando da
sotto la maschera.
-Allora ragazzina? Ancora non ti
arrendi?- disse minacciosa all'altra
-Cristina!- urlò una voce dall'alto
-Ringrazia che presto la tua tutela sarà affidata a un Gold! Potrai imparare
che un avversario non si deve mai sottovalutare-
"Tranne quando ti è palesemente
inferiore" pensò con irritazione la fanciulla prima di lanciarsi alla
carica.
Poco da fare per l'avversaria. Una
fanciulla con buone potenzialità, ma dal fisico magro e affusolato, di altezza
media e dal cuore tenero.
Diversa era Cristina. Alta, propensa
di natura a un fisico forte e scattante, veloce e senza particolari scrupoli.
Quello che dovette subire la più
giovane, nonostante la buona tecnica, fu un calcio nel costato portato a grande
rapidità. La rapidità di chi sta per padroneggiare la velocità del suono,
troppo potente per quella allieva ancora inesperta, al confronto con la più
anziana ed addestrata rivale.
Potette quindi solo che crollare a
terra, sotto la potenza del colpo, senza più l'energia per continuare
l'incontro, bocconi nella polvere dell'arena.
-Te l'avevo detto di arrenderti-
sibilò alla compagna svenuta, voltandole poi le spalle.
Shaina taceva scrutando l'allieva,
presa da sentimenti contrastanti. Orgoglio e fastidio per quel comportamento
fiero ed indomito, gioia e preoccupazione per quella forza unita al carattere
irascibile.
"Quel che le manca è l'autocontrollo,
se non doma quell'indole da gatta selvatica le sarà difficile conquistare un
qualsiasi Silver Cloth"
Nel frattempo Cristina si era seduta
scompostamente sulle gradinate. La maschera impudentemente abbandonata su un
gradino distante, le gambe divaricate, appoggiandosi ad un gomito, sugli
scalini, semi distesa. Muoveva la mano del braccio libero tra i capelli, ora,
sciolti, morbide onde scomposte del color del legno.
-Sei troppo impulsiva. Si combatte
usando la testa- disse Shaina scendendo lentamente le gradinate verso l'allieva
La fanciulla volse il capo verso
l'alto e verso la maestra. La guardò per un attimo con un ghigno sol volto e
poi tornò a guardare l'arena, aspettando il prossimo duello. Il sole faceva
brillare le protezioni sulle ginocchia e sul petto. Indossavano entrambe abiti
di cuoio e tessuto grezzo, succinti per maggiore mobilità ai movimenti.
Il parametro infernale di Shaina
copriva lo sguardo smeraldino che fissava la sua allieva più anziana
interrogativo.
"C'è del talento in te. Ma le
stelle hanno deciso che non sia io a risvegliarlo mia giovane allieva"
pensò con un accenno di malinconia subito fugato.
-Non sei cambiata molto da quando ti
sei presentata qui...- disse
La giovane non disse nulla alzò
appena un sopracciglio e scrutò la sua maestra
-Tra pochi giorni è il tuo compleanno
o sbaglio?-
La ragazza inarcò ulteriormente il
sopracciglio e fece una smorfia sarcastica
-Da quando sei sentimentale Shaina?-
-Chiederti rispetto è inutile vero?
Comunque non è di questo che ti devo parlare...-
-Oh ma davvero? Credevo il mio
compleanno fosse un argomento interessante o sbaglio?- commentò sarcasticamente
-Comunque sì il ventisei è il mio
compleanno-
-Chissà perchè me lo sentivo che eri
dei Gemelli, degna della casa del nobile Saga...-
-Mi stai dando della schizofrenica?-
-Porta rispetto ad un tuo superiore-
Shaina serrò le mascelle alla risata
sinceramente divertita della giovane
-Voglio vedere se riderai ancora quando
vedrai il tuo nuovo maestro, che per tua informazione è un Gold-
La risata, come allo spezzarsi, di un
incantesimo terminò
***
-Come. Mi sono. Fatto. Convincere.-
scandì il cavaliere di Phoenix furibondo
-C'entra nulla la
pena per chi disobbedisce alla dea , ostracismo
e compagnia danzando?- ipotizzò Seiya con tono leggero
-Poca saccenza, pigmeo-
-Ehi! ehi! Calmati...Tu hai fatto una
domanda ed io ho soltanto risposto!- sghignazzò Pegasus, ignorando l'occhiata
di sufficienza ricevuta da Ikki
-Voi due calmatevi, non è il
comportamento consono a due cavalieri d'oro questo- si intromise con tono
neutro Hyoga Cygnus Gold Saint
-Hyoga si può sapere quando ti leverai
quella scopa che hai su per il...-
Le mani pallide ed eleganti di Shun
coprirono la bocca di Seiya prima che potesse succedere l'irreparabile
-Non essere volgare Seiya, e poi non mi
sembra il caso di litigare adesso- gli disse gentilmente
-Ehi piccoletto sei già entrato
nell'ottica del maestro?- ironizzò Seiya sorridendo
Ridacchiarono tutti quando le guance di
Shun presero un bel colo rosso ed aumentarono sentendo le flebili proteste del
giovane guerriero.
-Eeh...- sospirò calmando il respiro
scosso dalle risate -...Comunque, dov'è Shiryu?-
-È lì che parla con il vecchio Dohko,
mi sembra molto felice- indicò Shun
-Vorrei sapere cosa ci sia di tanto
bello nel fare da balia a delle ragazzine...- si lamentò insofferente Ikki
Shiryu con un sorriso di gioia, parlava
al suo maestro che lo guardava con un'espressione di bonaria indulgenza.
-Adesso però ricomponiti e vai dai tuoi
compagni-
-Sì maestro-
Il giovane si avviò verso i compagni
che lo guardavano interrogativi ed alzò subito le mani continuando a sorridere
-Niente domande...-
-Ok...- disse sospettoso Seiya
-Certo- disse con un sorriso gentile
Shun
-Come vuoi- fu il monocorde commento di
Hyoga
Un'alzata di spalle fu la risposta
affermativa di Ikki. I giovani cominciarono allora a parlare del più e del
meno, di ciò che avevano fatto in quegli anni, durante i quali avevano finito
col prendere un po' le distanza gli uni dagli altri.
Arrivarono quindi alla questione che
più li agitava, o quantomeno alcuni di loro...
-Dai insomma mi ci vedi a fare il
maestro?- si giustificò Seiya
-Oh sì perchè invece è la mia vocazione
di vita vero?- ironizzò Ikki
-Mh, dai a voi spetta il lavoro leggero
mentre io devo andare a caccia di bestioni!-
-Vuoi finire sottoterra subito o tra un
po'?-
-Ragazzi per favore!-si frappose nuovamente Shun
-Shun ha ragione, e poi è una così
bella giornata- disse con uno strano tono sognante Shiryu
Seiya lo studiò di sottecchi. Da quando
il suo migliore amico aveva quell'espressione sognante? Cosa gli aveva detto il
suo maestro per farlo così felice? E che diavolo voleva quello stupido Specter
da lui adesso?
-Cavalieri!- li salutò con un sorriso
allegro Isilpeko [ahio! ndA] -Avete ricevuto un ruolo fondamentale in questa
guerra sapete?- disse sornione
-Non esagerare Specter! Qualche
bestiaccia non è una guerra- minimizzò Seiya
-Come più volete credere- disse alzando
le mani senza scalfire il sorriso
"Che sia una banale scaramuccia lo
crederete per poco...Gli Anubiti non staranno a guardare...Sì ho scelto il
posto adatto per una vacanza"
-Mh fondamentale eh? E perchè non ti
occupi tu delle ragazzine allora?- disse distaccato Ikki
-Perché è il vostro destino...Ah e mi
raccomando fate un buon lavoro, ne vedere delle belle- sghignazzo andandosene
Seiya brontolò qualcosa di
irripetibile, mentre gli altri guardavano stupiti lo strano personaggio che si
ritrovavano per alleato
-È un azzardo fidarsi di un figuro del
genere- disse glacialmente Hyoga
-Già non è un bel soggetto- disse Ikki
-Ha parlato il santone- il suo commento
fu ignorato -Comunque sì non ci si può fidare di uno che cambia bandiera per
divertimento-
-Su ragazzi se Athena si fida di lui ci
sarà un motivo no?-
***
-Lo sai che non mi fido di te Isilpeko-
-Oh suvvia Athena non mi pare il caso!
In fondo sono qui per voi no?-
-Credevo fossi qui per divertirti-
-Infatti-
-Specter ho mantenuto la promessa,
quando...-
-Tu non hai mantenuto un bel niente!
Dovevi occupartene tu non altri-
-Il cono infernale che si è aperto
sulla Terra cresce, ed io devo tenerne a bada i confini, non posso occuparmi
della questione direttamente-
-Si vede che a furia di reincarnarti
hai perso potere spirituale-
-Come osi?-
-Sono secoli che non mantieni la
promessa, e i santuari sono andati in rovina, il sangue si è disperso e non
siamo nemmeno sicuri di ciò che potremmo aver ritrovato-
-Cosa vuoi dire?-
-Voglio dire che causa l'inattività di
secoli e secoli, o il sangue si è troppo diluito o hanno finito per diventar
dormienti!-
-Non può essere!-
-Invece sì, potremmo aver ritrovato sì
il sangue, ma senza forza spirituale, se non quella diun banale cosmo!-
Su quella spiaggia, al calar del sole,
una dea, che si credeva infallibile, capiva quale agghiacciante mancanza avesse
compiuto...
Una
mano pallida, eterea, minuta, scostò appena le cortine intessute di un tripudio
di colori caldi: arancio, rosso, oro, ocra... In forte contrasto con il gelo
appena fuori il vetro, coperto di nevischio ghiacciato.
Chiuse
e riaprì le dita, intorpidite dalla temperatura ostile, e poi sfregò le mani
l'un l'altra scostandosi dalla fonte degli spifferi, ma gli occhi, quelli,
continuavano a guardare il cielo oltre la finestra, oltre la città, che con le
sue luci moleste inquinava lo splendore delle stelle, proprio verso quelle il
suo sguardo si posava. E volava; volava indisturbata la sua mente, nei luoghi
che le erano proibiti; perchè tutto ora era diverso; perchè il mondo non
avrebbe potuto capire; perchè era rimasta solo lei...
Sola
eppure così tanti erano gli avversari e così grande la minaccia.
Tutto
era cambiato e nessuno le aveva insegnato cosa fare, cosa fare per affrontare
tutto da sola, sola per la prima volta dopo millenni.
E
tutto solo per una dea.
Una
sciocca dea che non sapeva mantenere la parola, che aveva permesso che tutto
ciò accadesse, che la fine arrivasse per la sua stirpe, come per quelle delle
compagne.
Che
il sangue venisse annacquato, sporcato e disperso, e che le eredi fossero sballottate
qui e lì per il mondo.
Nessun
riguardo.
Nessun
onore.
Nessuna
riconoscenza...
Lo
stomaco si strinse.
Il
cuore perse un battito.
No,
non era quello che pensava lei, e si rammaricò per quell'istante in cui il
cattivo pensiero aveva dominato la sua mente.
Quello,
era il pensiero di sua madre, sua nonna e le sue maestre.
Non
era il suo pensiero.
Dubitava,
che sarebbe stata all'altezza del compito.
Perchè
quella dea, sì quella stessa dea che aveva condannato lei ed altre, non aveva
vera colpa.
Come
pretendere che l'unico baluardo rimasto agli uomini trascurasse la giustizia
per una bega, per una colpa di altri, per un obbligo, una promessa estorta?
Come?
Così
tanto era andato perso l'onore?
Così
tanto dimenticata la ragione della loro stessa esistenza?
Erano
forse cadute così in basso, da lasciar posto nel cuore, solo alla vendetta?
Non
poteva, non doveva essere così.
Perchè
sarebbe stato a significare solo che la sventura, che il destino aveva loro
prescritto era la giusta punizione per la corruzione che era infine giunta nei
loro cuori.
No.
Non
sarebbe mai stata in grado.
Non
avrebbe potuto mai fare ciò per cui era stata cresciuta.
Non
poteva sporcarsi le mani di sangue innocente per un'ideale distorto e ingiusto.
Piuttosto era meglio venir rinnegate, meglio il disonore ad un peccato così
grande.
E
la fanciulla congiunse le mani sul cuore, ed alta elevò una preghiera alle
stelle:
"Fa
che non tutto sia perduto.
Fa che la missione che mi è stata affidata sia
giusta.
Oppure fa che il destino mi mostri anche una
minuscola parte dei suoi piani per noi.
Fa che non si debba versare sangue innocente,
e che ogni equivoco, malinteso, ogni sciocco fraintendimento, venga chiarito, e
finalmente possa sorgere l'alba su di noi"
***
Era
una preghiera. Lontana, ma pura ed immacolata quella che saliva alle stelle.
Storse
la bocca con fastidio, chiedendosi come fosse possibile che nel mondo ancora
circolassero vive persone dal cuore così puro. E si chiese a quale prezzo
quella purezza fosse rimasta.
Poiché
non era la preghiera di un bambino, ma di un adulto, o quasi, e che quindi
avrebbe dovuto aver perso da tempo la purezza di quel cuore. Avrebbe.
Già
aveva incontrato qualcosa del genere, forse ancora più sublime e perfetta era
la purezza.
Era
in un giovane guerriero che risiedeva tale chiarezza d'animo. Un giovane che
portava l'impegnativa armatura di Andromeda, colui che incarnava lo spirito del
sacrificio.
L'ennesimo
sciocco che era pronto a morire in nome di altri, o di qualcosa di astratto.
Aveva
vissuto agli Inferi: anche troppi ne aveva visti di individui così camminare
verso il giudizio finale.
Sciocchi
che ancora non avevano capito l'inutilità del combattere crociate, di morire
per un qualcosa di irrealizzabile. Per salvare il mondo addirittura!
Ma
se il mondo non se ne sta tranquillo cinque minuti, ed ha continuamente bisogno
di essere salvato, qual utilità sta nel morire così?
Un
male prenderà il posto di un altro e così via, in eterno, perchè così è la
natura umana, ed inutili sono i tentativi. È nel modo di essere di quella
sciagurata e sventurata razza a cui gli dei avevano lasciato il mondo.
Oh
gli dei, forse ancor più deboli e sciocchi degli uomini. Pretendono di
controllare tutto quando altro non sono che esseri umani con immortalità ed
altri giochi di prestigio come l'eterna giovinezza, quegli effetti speciali che
erano infondo il loro "poteri".
Come
quella creatura che gli stava davanti, ad occhi sgranati, solo ora conscia
dell'errore. Incapace di reagire e porre rimedio al danno.
Intanto
quella preghiera sciocca, continuava... La speranza degli stolti, riposta nella
giustizia degli dei. Come se ne avessero!
-Vi
prego mia dea alzatevi! La sabbia potrebbe rovinare la vostra delicata pelle!-
ironizzò
-Insolente-
sussurrò indignata
-Smettila
di lagnarti ed alzati. Sei patetica- disse freddamente divertito
-Come
osi!? I tuoi insulti non rimarranno impuniti!- minacciò senza convinzione
-Oh
e cosa vorresti fare...?- si avvicinò piano, sorridendo come il gatto che si
prepara a mangiare il topo appena catturato, inginocchiandosi davanti a lei,
prendendole il mento fra pollice ed indice ed alzandolo fino all'altezza dei
suoi occhi -...È tutto inutile mia dea...- le disse con crudele dolcezza
-...Non puoi battermi...Come non puoi fermare il destino. Ma puoi porre rimedio
ai tuoi errori prima che sia troppo tardi...- aggiunse poi serio lasciandole il
volto scosso e solcato da un'unica lacrima di disperazione -...Questo, sì
questo, ti è concesso. Guarda...- indicò poi il cielo, verso un punto
indefinito per molti, ma per loro chiarissimo -...Ancora per
trecentosessantacinque albe hai tempo, poi l'inferno sarà sulla terra e la fine
sarà per tutti voi...-
-E
sia...- si rialzò e scosse la gonna liberandola dalla sabbia -...È infine
giunto il giorno che pone termine al tempo dei giochi. Sono una dea e come tale
manterrò la pace e la giustizia! Mai più mi lascerò andare e sarò ciò per cui
sono nata. Che un anno solo mi separi dalla vittoria, e poi la giustizia
tornerà!-
Isilpeko
alzò disperatamente gli occhi al cielo
***
Un
freddo gelido ed improvvisò le arrivò addosso, come coltellate, sulla pelle
scaldata dal tepore della coperta...
-Ma che cazz...?- borbottò nella sua
lingua madre
-Qualunque
cosa volesse dire, è ora di alzarsi.-
-Gnonmivascincueminut-
sospirò Cristina abbracciando più stretto il cuscino
-Ma
guardatela! La dura, fredda e crudele Cristina, il terrore delle novizie, qui
abbracciata ad un cuscino a piagnucolare per dormire cinque minuti di più...Toh
sentitela come impreca! Se ti vedessero le tue avversarie...- disse monocorde
Eshari finendo di scoprire la compagna
-...Scapperebbero
per paura della mia vendetta!- urlò balzando fuori dal letto e mettendosi a
rincorrere l'altra armata di cuscino
Shunrey
sospirò e scosse la testa, abituata al solito rituale mattutino, finendo di
allacciare i calzari e dissipando le ultime nebbie del sonno. Ma i sogni non
avevano bisogno di essere dispersi, oramai erano già realtà
"Proprio
come nelle favole"
-Aaah
non ne vale la pena...- borbottò Cristina liberandosi dalla presa di Eshari che
l'aveva miseramente bloccata a terra -...Vale più la pena di andare a mangiare,
ho la solita fame...-
-Sì
sei proprio un lupo Cris...- aggiunse sorridendo Shunrey
-Oggi
è il "Giorno del Giudizio"eh?- cambiò argomento Cristina
-No,
non esageriamo...E poi manca un po' di tempo al vero "Giorno del Giudizio"- sussurrò Eshari nell'ombra
dell'angolo indossando la maschera, ghignando
Ma
l'aveva sentita Cristina, così come aveva sentito tutti gli strani sibili,
sibillini avvertimenti che aveva sussurrato in quell'anno di duri allenamenti
"Sorella
qui le cose sono due...O sei completamente matta...Oppure tu sai più di quel che
dici di sapere, e mica lo so se mi posso fidare di te"
Aveva
un'eccezionale istinto la Gu...Pardon, la giovane, perchè stava per giungere il
tempo in cui si sarebbe dovuto dubitare anche dei propri amici...
***
-Ed
eccoci qui eh?-
-Eliminati
dal conteggio prego-
-Ah
va bene eccovi qui...Va bene ora?-
-Molto
meglio-
-Per
favore ragazzi non di prima mattina-
Il
Saint della Fenice ancora non capiva come quell'asino con le ali riuscisse a
fargli perdere stupidamente il controllo della lingua, trascinandolo in stupidi
duelli a colpi di freddure. Arte di cui era maestro tuttavia.
Così
come continuava a non capire come quella bietola vestita da meringa che tutti
osannavano, anche se erano schiattati tremila volte per lei, fosse riuscita a
fregarlo...E ce ne voleva...
Presumibilmente
era per Shun...
"Al
solito..."
Doveva
aver ancora sognato il suo fratellino, che sì era pallido di carnagione, ma non
quel pallore innaturale...Il volto tirato di chi non ha passato una bella
nottata.
E
di certo non ha fatto bei sogni...Il solito "incubo"?
Direi che è ora di
rispondere ai commenti (perdonooo!!!) ma presa da mistico furore scrittorio
scrivevo correggevo e pubblicavo immediatamente.
Quindi:
-Gufo_Tave:
Teoricamente
la storia è per una buona percentuale seria...Teoricamente
^^
-Killkenny:
Sì
ce ne saranno molti sul genere cupo (esigenze di copione). Per quanto riguarda i
cattivi tra pochissimi capitoli (massimo tre ma le mie previsioni sono molto
imprecise =P) si saprà qualcosa in più...
-ColdFire:
Beh
son contenta se ti entusiasmi la storia ^^. Beh sì Saori che ammette di aver
sbagliato è pura Apocalisse. Ma per sua (s)fortuna in questa fic. ha un
cervellino ho un po' più grande. Ah sì c'è anche il mio amore sul prenderla per
i fondelli ^^
-SHUN DI
ANDROMEDA
A
questo punto ti faccio gli auguri io ^^. E ne approfitto per ringraziarti sia
del commento che dell' augurio ^^
Rispondo
a una tua frase:
=Perchè questa sfiga
immane di avere come maestri "i piccoli attila"?=
A
dire il vero sono più sfigati i maestri visti i tipini con cui avranno a che
fare.
Ed
ora annuncio:
=Parto
tra pochi giorni e quindi non assicuro che il capitolo di Agosto arrivi in tempo
poichè partirò anche ad Agosto...Spero di poter rispettare i tempi. In caso
contrario a Settembre ^^
Ed
ora a voi il capitolo ^^
***
-Ti fermi due
secondi! Mi stai facendo venire il mal di mare...- ringhiò innervosito Ikki
verso Seiya, che marciava avanti e indietro, incautamente, davanti alla fenice
-E ti ricordo per l'ennesima volta...-
-Oh che palle lo
so! Non sono io che devo fare il maestro bla. bla. bla...- replicò seccato -Ma
le vostre facce mi mettono addosso l'ansia pure a me...Tranne quella di Shiryu
ovvio, lui è l'unico contento-
-Leggermente
ebete però-
Seiya non
potè controbattere. Il dragone sembrava veramente un ebete con quel sorriso
sognante.
-Terra chiama
Shiryu! Terra chiama Shiryu! Houston abbiamo un problema!- fece
Seiya
-Idiota...-
commentò freddamente Hyoga, mentre Seiya passava un mano davanti alla faccia del
cinese
-E smettila!-
disse stizzito Shiryu scostando la mano di Pegasus
Una manata sulla
testa di Seiya fece voltare tutti verso il giapponese, il cui orecchio era ora
in ostaggio in mano ad una donna
-Seiya quante
volte ti devo dire di mantenere un contegno adatto al tuo
rango???-
-Ahia! Castalia
lasciami ti prego!- ululò di dolore
Seiya
-Ti lascerò
quando avrai capito la lezione-
-E allora temo
che dovrà dire addio al suo orecchio- commentò una voce profonda alle loro
spalle
Tutti, o almeno
chi poteva, si voltarono verso la massiccia figura di Cancer, accompagnato da
Pisces e Capricorn, in lontananza li seguiva l'Innominato, per una volta
totalmente assorto nei suoi pensieri, tanto da non sentire la provocatoria
battuta di Death Mask.
-Molto
spiritoso- mugugnò Seiya
-Nobile
Cancer...Seiya!- rimbrottò l'allievo
-Nobili Saint,
Innominato- salutò un'altra voce femminile -Suvvia Castalia non sei riuscita ad
infilargli qualcosa in quella zucca vuota negli anni passati, ormai mi pare
troppo tardi per rimediare- disse Shaina
-Oh grazie
Shaina-
-Intanto non ti
verrà staccato un orecchio-
-Come mai qui?-
disse poi Seiya guardando la sua maestra e poi la sua compagna,
interrogativo
Shaina indicò
con un cenno della testa dietro a se e Castalia fecce cenno di avvicinarsi a
qualcuno.
Dietro a Ophiuco
stava seduta su una colonna abbattuta, piuttosto scompostamente come al solito,
un fanciulla dalla lunga e selvaggia chioma castana.
Dall'altro lato
arrivavano altre due fanciulle: una minuta dai lisci capelli neri e la
carnagione degli orientali, l'altra dalla folta capigliatura bionda e la pelle
scurita dal sole, dal fisico tonico e proporzionato.
Quella seduta si
alzò lentamente andando a raggiungere le altre e salutandole con un cenno della
mano, accostandosi a loro.
-In breve ecco
le allieve- disse asciutta Castalia
Il quartetto
giunto poco prima era lì probabilmente con l'intento di non perdersi la
scena.
Shaina richiamò
l'attenzione della giovane che l'aveva accompagnata.
-Nobile Shun,
lei è Cristina la vostra allieva-
Silenzio...
Le altre due
sghignazzavano fortunatamente nascoste dalla maschera, mentre la terza guardava
incredula il suo maestro, ricambiata fra l'altro poichè Shun tutto si aspettava
fuorché quella fanciulla che a momenti era più alta e massiccia di lui, e sì che
negli ultimi anni si era irrobustito parecchio.
-Io credevo
fosse l'allieva di Ikki quella- disse con un fil di voce Seiya, pronto a
scoppiare a ridere
-Per
evidenti...problemi...di carattere...Athena ha trovato fosse meglio affidarla ad
un maestro molto paziente- e Shaina
sottolineò attentamente la parola molto
-Oh beh...-
iniziò Shun, sempre con volto stupito, ma con un accenno di sorriso -...Non vedo
dove sia il problema!-
Essendosi i
guerrieri titolari rassicurati (più o meno) le altre allieve vennero affidate ai
loro nuovi maestri, tuttavia il giovane saint di Andromeda continuava a guardare
di sottecchi la sua...allieva. Il solo pensiero gli dava agitazione, avrebbe
chiesto maggiori informazioni a Shaina su quella ragazza, qualla sottolineatura
sulla pazienza gli aveva messo inquietudine...
-Scusate ma non
erano quattro le fanciulle?- chiese a quel punto Seiya, notando che Hyoga non
aveva ancora avuto la custodia della sua allieva.
-Infatti, la
quarta arriverà fra un mese, è già in viaggio dal luogo del suo primo
addestramento...-
-Perfetto.-
Commentò solamente Cygnus con voce atona.
Isilpeko (AHIA ndDivina Autrice, inciampata su di
un misterioso filo apparso dal nulla) allora riemerse dai suoi pensieri come d'incanto, un
sogghigno enigmatico si era dipinto sul suo volto immortale, incrociando le
braccia si portò allora vicino a Mask
-Dì tu
alla...dea- disse con sarcasmo sfacciato -Che un paio di mie conoscenze
stanno venendo a farci visita-
-Uh sì
giusto ci servivano un altro paio di Specter, vedi che ci liberiamo dell'asino
alato- replicò l'altro sempre nella stessa lingua
-Vi
dispiacerebbe usare una lingua civile?- commentò leggermente seccato Pisces
osservando una delle sue inseparabili rose rosse
-È una lingua
civilissima per tua informazione-
-Ma noi non la
parliamo quindi siete pregati di esprimervi in una lingua comune- sentenziò
seccato Shura, che già aveva sentito aria di battibecco fra Cancer ed Aphrodite,
e lui a differenza degli altre tre era lì per ordine di Athena, che gli aveva
chiesto di supervisionare 'gli affidi', non aveva alcuna voglia di fare da balia
a quei due.
Sinceramente non
capiva il perchè di una tale preoccupazione per tre reclute, tra le quali una
era una piantagrane come poche. Nessuno se ne sarebbe interessato più di
tanto. Certo erano possibili guerrieri in più, ma non era nemmeno detto
arrivassero al termine dell'addestramento. Ma era un ordine della dea, e
l'ordine seguiva sicuramente un piano più complesso e prestabilito.
"Questa volta la
ragazzina mi ha stupito" rimuginava lo Specter "Con una tale concentrazione di
Gold a i pochi che si erano avvicinati se la sono battuta in ritirata,
oltretutto Meiko mi ha portato splendide notizie, almeno una l'abbiamo trovata,
un po' poco per cantar vittoria, ma è comunque qualcosa. Arianne ormai deve
esserle già dietro. Ma guarda te se devo scomodare tutti quanti per colpa della
bietola..."
***
"Ma guarda te se
dovevo finire qui a morire surgelata..." pensava fra se e se Arianne, dalla
sua postazione, non tanto privilegiata, osservava la finestra della stanza
d'albergo da ormai mezzora e la sua "protetta" si era affacciata si e no tre
minuti. Aveva intravisto capelli biondi e una mano piccola e bianca. Indizzi
utilissimi, in fondo lì non c'erano tante donne bionde e minute, solo
qualche centinaio.
"Ma che..? Oh
fantastico, guardiamo il lato positivo,muovendomi mi darò una
scaldata..."
Due ombre si
avvicinavano velocemente all'albergo, con pochi balzi saltavano di cornicione in
cornicione, la loro agilità era sovrumana, la facilità con cui stavano
terminando la 'sclata' non apparteneva alle capacità dell'homo sapiens,
Arianne allora seguì i loro passi, cercando di non farsi scoprire
e l'effetto sorpresa le avrebbe giovato molto, non fosse che mentre era
alla distanza ideale uno dei due bestioni si fosse voltato...
"Fantastico!"
...E l'avesse
vista. Arianne saltò allora su uno dei terrazzi per aver più spazio subito
seguita dal suo avversiario, mentre l'altro continuava la scalata.
Il cloth di
Arianne aveva già diffuso i primi veleni e la Creatura dopo pochi secondi di
vicinanza pareva già più lenta e affaticata.
"Vediamo se sei
così stupido come dicono"
Se l'avversario
fosse stato abbastanza imprudente da avvicinarsi ulteriormente, la guerriera
avrebbe potuto ferirlo ed i veleni avrebbero fatto il resto...Ma anche quel
piano incontrò un imprevisto, l'altra Creatura aveva già raggiunto la stanza
della ragazza che doveva proteggere, una volta sfondato il vetro era riuscito a
mettere con le spalle al muro la fanciulla.
-Spiacente ma
credo che dovrò tagliar corto- borbottò attaccando per prima, l'essere cadde a
terra, abbattuto facilmente. -Tutto fumo...-
Un grido la
distrasse dal cadavere e saltando come aveva fatto l'altro avversario raggiunse
la stanza, ormai devastata. Scheggie di legno e vetro formavano un tappeto
tagliente nei pressi più della finesta, i calcinacci e lo stucco del muro
si erano posati a terra come la neve che scendeva all'esterno.
La bestia che
aveva di fronte era leggermente più piccola dell'altra, ma sicuramente aveva una
faccia
(un muso)
più sveglio,
difatti appena Arianne fu entrata nella stanza ed i primi miasmi avevano
raggiunto le narici della creatura, quella aveva cercato di caricarsi in spalla
la fanciulla per poi fuggire, sapendo di dover fuggire, perchè la giovane donna
era più forte. L'ultima cosa, prima del vuoto opaco della morte, che Arianne
vide negli occhi dell'essere fu la paura, prima che cadesse a terra agonizzante.
La ragazza,
tremando, si appiattì ulteriormente contro il muro, nonstante il tremore delle
membra le rivolse uno sguardo pieno di coraggio
-Uccidimi se è
quello che vuoi ma sappi che la mia casata non avrà problemi a
rimpiazzarmi-
La donna di
fronte a lei sghignazzò, mentre la scrutava. La sua condotta in quel momento era
indecorosa, se l'avessero vista nessuno le avrebbe risparmiato una bella
sgridata. Bel modo di combattere, tremare ignominiosamente davanti ad un nemico,
si costrinse al coraggio, mentre le esalazioni provenienti dalla corazza nera
della guerriera le stordivano la mente, facendo sì che i suoi pensieri fossero
deliranti e sconnessi.
-Se ho abbattuto
i due bestioni evidentemente non sono in combutta con loro...-
-Grazie agli
dei...- sospirò di sollievo
-...Ma potrei
benissimo esserlo con qualcun altro...- si affrettò a correggersi perché la
ragazza stava già studiando la porta per darsi alla fuga -...Ma per tua fortuna
non lo sono, perciò tu vieni con me.-
-No!-
-Oh
sì...-
Se la caricò in
spalla e si avvicinò alla finestra, incurante dei calci e dei pugni che la
ragazza, d'un tratta combattiva, le rifilava. I compagni dei due nemici
abbattuti stavano arrivando, probabilmente perché i loro 'amici' non avevano
ancora fatto ritorno. Poi vide qualcosa e sorrise nella
notte.
Arianne si
lanciò dalla finestra, mentre il grido di terrore della ragazza squarciava la
calma fittizia della notte.
***
-Andate, e non
vi azzardate a tornare senza di lei- aveva ordinato
La guerriera
camminava impazientemente avanti e indietro, quel comando era stato dato oltre
un quarto d'ora prima, perciò aveva mandato gli altri a controllare,
colta da un brutto presentimento. Il calore emanato dalla sua armatura aveva
creato un piccolo spiazzo privo di neve.
Nemmeno un
fiocco candido si era posato sulla nera corazza, che curiosamente spendeva
di bagliori rossastri, sciogliendosi in una sottile nebbiolina che circondava lo
spazio di tenera erbetta bruciacchiata, e proteggeva parzialmente la donna
facendone sbiadire i contorni, la figura era così simile ad un
miraggio, forse è meglio dire uno spettro maligno, che da dietro la
maschera nera, che ne celava il volto, scrutava il mondo oltre la coltre di
vapore acqueo.
Il suo cosmo
divampò, e divenne fiamma ardente di nero Inferno quando un grido attraversò la
notte, sonoro testimone del fallimento. Del suo fallimento.
A quel grido di
puro terrore un urlo, che definere ruggito non sarebbe sbagliato, si unì
assordante, carico di rabbia e furia.
La neve,
sfrigolando, svanì cento metri intorno all'incandescente figura.
=Killkenny:
Ma io sono davvero così prevedibile??? Ma dimmi tu...Leggi va...Ma come
faccio a lavorare così, mi copiano pure i recensori!
P.S.:Mi
servono alcuni particolari sui caratteri dei personaggi di tu-sai-chi (fa
tanto cosa losca detta così)
Voldemort: Mi
avete chiamato?
=Shun di
Andromeda: Ehm normalità? Loro!?
Wow addirittura mitica
^///^
=Denise di
Cassiopea: Ma allora non sono prevedibile :D Non ti dico nulla,
sto' zitta e non dico nulla *ripete il mantra anti spoiler* Comunque sì era
l'italiano.
Ed ora preparate coperte
pesanti e mettetevi maglioni di lana, preparatevi una cioccolata calda e
accomodatevi sulle vostre poltrone, la Siberia ci aspetta...
Arianne sentiva l'aria
accarezzarle gelidamente il volto nella discesa. Il grido della fanciulla stava seriamente
cominciando ad infastidirla, così come tutta quella faccenda. Ci mancava
solo una bella discesa in caduta libera, sempre che quel disgraziato non
le tirasse un bidone facendola sfracellare a terra.
Invece la gravità intorno a lei cominciava progressivamente a diminuire, tanto
che anche la bionda fanciulla smise di gridare, per la gioia dei timpani
di Arianne, mentre il suo volto passava dalla paura lo stupore. La donna quindi
potè toccare suolo in tutta comodità, guardandosi attorno, poi
si rivolse alla fanciulla che sconvolta guardava il terreno, saldamente, sotto i
suoi piedi, abbastanza incredula di essere tutta intera.
-Beh che ti aspettavi?
Mica divento un mucchietto di carne sfracellata solo per te, ci mancherebbe
altro...- poi si mi mise una mano sull'orecchio ancora dolente per il grido di
terrore dell'altra -...E dovevi proprio strillare come un'aquila? Mi hai
assordato! Ti avranno sentito fino al polo Sud-
In quel
mentre, l'attenzione di Arianne venne calamitata da uno scoppio d'energia
simile al divampare di un incendio, accompagnata da un grido di pura
rabbia
-Appunto...! Volevasi
dimostrare!-
La
guerriera afferrò la mano dell'ancora incredula ragazza tirandola senza troppi complimenti verso uno
dei vicoli in ombra.
-Adesso stai zitta e ti metti questo...- le
disse sottovoce porgendole un panno imbevuto con qualche sostanza aromatica
-...su naso e bocca, scostalo e morirai.-
Il
tono letale della Specter convinse la giovane ad eseguire
minuziosamente l'ordine, facendo aderire il panno più che poteva sulle zone
indicate. Ben presto infatti Arianne, o meglio la sua armatura, cominciò ad
emanare tanto di quel veleno che il solo avvicinarsi allo stretto vicolo avrebbe
causato profondo malessere, avvicinarsi ulteriormente, morte.
Fu quello il destino di alcuni nemici che si
pararono innanzi a loro, cercando di sbarrare la strada che la fanciulla
spianava tranquillamente dall'ingombro delle creature. Dietro si muoveva la
fanciulla, stringendosi le braccia al corpo, per il freddo e la paura, che
malefica, aveva allungato le sue dita ossute e gelide, nel suo animo.
Diversamente l'animo di Arianne era concentrato sulla strada, a cercare con lo
sguardo il compagno, sicuramente non distante da quel luogo, e faticando per
schermare la sua presenza al guerriero dal cosmo di fiamma.
Non paura la sua, quanto più insofferenza,
già troppo aveva fatto per quella notte, e troppo di controvoglia.
L'Innominabile stavolta ci si era messo d'impegno per far girare le scatole a
tutta la squadra!
Quando aveva accennato al prendersi una
vacanza, aveva pensato all'ennesimo viaggio in cerca del sapere più antico. Non
una scampagnata dalla dea della Iella! Né tantomeno ad un lavoro da balia. Si
voltò un attimo, mentre le emanazioni letali scemavano, ad osservare la
fanciulla. Molto...tenera. Tutto fuorché una guerriera...
"Andiamo bene! E questa dovrebbe essere una
delle..."
Ma un cosmo la distolse dai suoi pensieri,
non era un nemico, o almeno finora non si comportava come tale, quanto più la
persona che stava cercando
-Esci fuori! O devo venire a cercarti
io?-
-E pensare che mi sono scomodato apposta per
te- disse una voce femminile alle sue spalle
-Dex?- borbottò Arianne sgranando gli occhi
alla vista del compagno, o meglio, compagna.
-Era il corpo più potente da queste parti, in Grecia saprò
rifarmi- chiarì lo Specter in tutta calma, e indifferenza, poi si guardò intorno
-Dovevi proprio
fare tutto questo
disastro?-
-Oh andiamo! Tu che avresti fatto...No ok
ok, non dirmelo!-
-Scusate...- sussurrò la fanciulla
all'indirizzo dei due guerrieri
-Direi che dobbiamo sbrigarci ad andarcene-
osservò saggiamente Dex
-Bene grande Mago, tira fuori uno dei tuoi
trucchetti e andiamocene!-
-I miei non sono trucchetti, per tua
informazione...-
-Scusate...- insistette la giovane guardando
allarmata alle spalle dei due
-Oh va beh quello che sono! Muoviamoci prima
che il Fiammifero arrivi qui...-
-Troppo tardi- dissero le voci di Dex, della
fanciulla, e della guerriera.
***
Maledetti bastardi! Credevano
veramente di poterle sfuggire? Sciocchi illusi.
Rise piano, quasi divertita dallo stupore delle due
donne, quella in armatura e la sua preda, l'altra invece l'inquietava leggermente
-Datemi. la. ragazza.- scandì con
calma
-Neanche. per. sogno.- ribatté
quella che doveva essere una Specter con tono insofferente
-Datemi la ragazza- si ripeté -e
non morirete-
-Siamo Specter, veniamo dal regno di Hades,
sai quanto ci fanno paura le tue minacce di morte?- sbottò l'altra guerriera
squadrandola
-Calmati Arianne.- intimò l'altra
donna, poi si volse verso di lei -Non possiamo darti ciò che brami. Perciò
lasciaci passare e non dovrò usare i miei poteri-
-Sto tremando di paura-
sghignazzò folle
-Tu sei tutta matta- continuò quella che si chiamava
Arianne sgranando gli occhi -Dagli retta è meglio!-
-Non mi interessa, il mio Signore
avrà ciò che desidera-
-Quindi non lavori da sola...-
pensò ad alta voce Dex
-Uhm fantastico! Allora qual'è il
cattivone di turno?- disse Arianne che non vedeva l'ora di andarsene da lì,
seccata da tutta la faccenda.
-Flox!-
Arianne finì contro uno degli
edifici perdendo i sensi...
***
Katerina
aveva paura. Tanta paura. Le gambe erano molli e le ginocchia tremavano
impazzite, la mente annullata completamente in tilt.
Quella donna dall'armatura nera e i
capelli di soffici boccoli biondi, quella che avrebbe dovuto essere una sua
compagna di lotte, con ogni probabilità, desiderava la sua morte. La follia
l'aveva divorata, il modo di parlare, il tono, lo stesso cosmo, erano quelli di
una pazza. La terrorizzava.
Indegna. Indegna. Indegna del suo
sangue, ma in quel momento l'unica cosa a cui riusciva a pensare era di aver
salva la vita, qualsiasi cosa ma non la morte.
Non era facile ribellarsi a quel desiderio di fuga, a quel
nodo doloroso allo stomaco, al respiro accelerato.
Eppure non era
forse ciò a cui l'avevano preparata? Perché continuava a non muoversi? La
paura non andava forse dominata?
Sì doveva reagire, ed anche in
fretta, ma dopo aver passato una vita con la testa sotto la sabbia succube degli
eventi, non era facile, anzi era l'impresa più ardua che avesse mai
affrontato.
Decise quindi di aspettare, che
la salvezza arrivasse.
***
Dex osservava la scena
distaccato, come suo solito. Non trovava il benché minimo interesse nel fatto
che una sua compagna si squadra fosse stata scagliata contro un edificio, o che
una guerriera stesse cercando di fargli la pelle.
Optò quindi per la più semplice,
a suo avviso, delle soluzioni...
-Hell Seal- pronunciò a
mezza voce
La donna si contorse mentre il
suo cosmo si affievoliva, ubbidendo al comando dello Specter.
-Non è possibile!- gridò
furiosa
-Possibilissimo invece- si prese
la briga di risponderle mentre si caricava in spalla una Arianne esanime e
afferrava malamente per un braccio la ragazzina sconvolta.
La donna dal canto suo continuava
a cercare di liberasi dell'effetto dell'Hell Seal, che aveva bloccato quasi
completamente il suo cosmo, agitandosi come un mutilato che non accetti la
mancanza di un arto.
Dex si era già allontanato di
qualche metro, ragionando fra sè e sè che aveva bisogno di un nuovo corpo
ospite, quello che aveva posseduto non aveva reagito bene al suo cosmo, anzi si
stava deteriorando pericolosamente.
Si trattava solo di una
sacerdotessa in fondo e il suo era un cosmo troppo grande per essere contenuto
in quel corpo.
Sulla sua spalla Arianne stava
riprendendo velocemente i sensi e la rimise giù prima di danneggiare
ulteriormente il corpo, a causa della pericolosa armatura della
"collega".
-Uh?- si guardò attorno dalla
posizione seduta -Ah!-
-Bene ora che hai espresso il tuo
parere direi di rimetterci in marcia!-
-Non. così. in fretta...-
balbettò una voce furibonda alle loro spalle
Il sorriso, il ghigno, di
Arianne fece nell'ordine: accapponare la pelle alla fanciulla, alzare gli
occhi al cielo a Dex, ridere la guerriera.
-E adesso io e te finiamo quel
rsetto di prima...Poison Bite!- urlò scagliandosi contro la
donna
-Astis ths
flogos!- sibilò quella ottenendo poco più di
una manciata di fiammelle che le ripararono appena il volto, prima di crollare a
terra balbettando qualcosa
-Spiacente distrarti dai tuoi
sadici divertimenti, Arianne, ma credo proprio che dovremmo andare...-
-Sei sempre il solito rompipalle
Dex, mai una volta che mi possa divertire...-
Le rimostranze di Arianne si
persero nella notte mentre il loro cammino cominciava.
Intanto, un sorriso apparve sotto
la maschera della donna, che nonostante il colpo letale, viveva.
***
-Concentrati sul cosmo, senti le
stelle-
-Oh si certo, una massa di sassi
sparpagliata nell'universo, come non sentirli!-
-Smettila e annulla ogni
pensiero-
-A che pro?-
-Annulla. ogni. pensiero.-
sillabò il maestro pazientemente, mantenendo il sorriso
-Come faccio a concentrarmi e ad
annullare ogni pensiero nello stesso momento?-
-Facciamo così...Adesso tu mi
spieghi cos'è che ti frulla per la testa, così forse riuscirai a concentrati sul
cosmo-
Shun si sedette davanti alla
ragazza osservandola con gentilezza
-Non capisco a cosa serva questo
esercizio? A un Cavaliere non serve la forza?-
-Sì è vero. La forza fisica ha il
suo peso in battaglia, ma fare troppo affidamento su di essa può rivelarsi il
più grave degli errori-
-E quindi servono le
stelle?-
-Le stelle non servono-
la corresse gentilmente -sostengono la forza di un
guerriero-
-Uh...Ok- aggrottò le
sopracciglia pensierosa -E quindi...cos'è esattamente il cosmo di un guerriero?
E cosa c'entra Athena con ciò?-
Il maestro fece un sospiro
preparandosi a rispondere ad una nuova carrellata di domande...
TA-DAAAN... Ok sono
leggermente
in ritardo.Ma su che alla fine l'importante è che ho scritto il
capitolo, no? Come, NO?
Dawn Lily: Sì ho
frequentato il classico. Grazie dei complimenti
Killkenny: Grandi,
grandissime gatte da pelare.
Shun di Andromeda:
Sinceramente aveva paura di aver sbagliato, il mio greco è un po' arruginito
^^". Sì, cerco sempre di non rendere troppo pesante il capitolo, anche perché
preferisco un fine capitolo leggero rispetto ad uno pesante, grazie anche a te
dei complimenti ^^.
Ora. Io riesco a scrivere scene
di combattimento realmente orribili, con questo non vi chiedo di chiudere
un occhio, ma per carità se volete... Tuttavia se avete dei consigli da darmi in proposito
ve ne sarò gratissima.
Mi dispiace dei cosmici (tanto per rimanere in tema con la
storia) ritardi, però è un periodo un po' affollato, oltre alla totale mancanza di voglia
di scrivere, senza scordare la confusione in cui vegeta la trama di questa storia
ma cercherò di essere un po' più produttiva in futuro ^^. Ancora grazie a tutti
^^.
P.S.: Il narratore è onniscente, ovvero
sa tutto ciò che accade, che è accadutò e che accadrà. Beato lui.
Non si può dire che quella notte fu tranquilla. Il destino
aveva appena cominciato a muovere le sue pedine, su una scacchiera ferma da
troppo tempo, facendo non poco rumore. Non fu tuttavia un notte infausta, anzi,
tirando le somme, si può azzardare che fu quasi positiva.
Ma ancora pochi sapevano ciò, e
tra questi 'pochi' non rientrava Shion, Gran sacerdote di Atena, che quella
notte non riusciva a dormire, e scrutava le stelle.
Nonostante la dea si fosse
incarnata, potendo quindi occuparsi del suo Santuario e dei suoi fedeli lei
stessa, la figura di Shion era stata necessaria. La giovane nella cui la dea ora
era ospitata, era abile nel gestire un impero di stampo moderno, non una società
rimasta ferma all'epoca dell'antica Grecia. Si era mostrata quindi la necessità
di una figura a cui la giovane potesse appoggiarsi, e dalla quale apprendere
come governare il Santuario.
Shion aveva cercato di
rifiutare l'incarico, sentendosene indegno, ma le insistenze erano state tante e tali
che era tornato a sedere sul trono della Tredicesima, quando non vi era la
sua pupilla ovviamente. Ed erano servite tutta l'esperienza e tutta l'abilita
del Gran Sacerdote per rimettere in piedi quello sperduto luogo vicino ad Atene.
Le abilità congiunte di Lady Isabel e del vecchio cavaliere
dell'Ariete avevano fatto rifiorire tutto il Santuario, ed ora, vicino all'acropoli, ove
c'erano le Dodici Case e la dimora della dea, era sorto un piccolo e pacifico
borgo che dava l'impressione che l'epoca degli dei greci non fosse mai
tramontata.
Ma. C'era un 'Ma'. Non fu una semplice questione pratica a
indurre Atena a manifestarsi in sogno alla giovane Isabel ed a comandarle di far
tornare Shion. Fu una questione più importante. Shion semplicemente
sapeva
.
Sapeva, ma ancora non conosceva
gli eventi, tutto qui.
Il Gran Sacerdote stava scrutando
le stelle quella movimentata notte, e si interrogava su quel senso di
inquietudine che da qualche tempo a quella parte lo accompagnava. La pace,
ottenuta con fiumi di sangue e sacrifici, gli appariva ora più simile alla
quiete prima della tempesta che effettivo ristabilimento dell'ordine. Ma come
detto ancora non poteva sospettare nulla.
-Siete inquieto mio Gran
Sacerdote?-
Shion si voltò e accennò un lieve
inchino alla fanciulla che era appena entrata senza il bisogno di farsi
annunciare da voce umana.
-Mia dea, cosa vi conduce
qui?-
Vicino alla grende statua di
Athena, stavano una ragazzina e un guerriero, diversi per età e
fisico, ma lo smarrimento che si depositava nel loro animo,
mischiandosi all'ansia e all'attesa di un qualcosa, in un certo senso li rendeva
simili.
Solo che la fanciulla
sapeva.
-Ho bisogno di parlarvi Shion, e
ancora una volta del vostro consiglio...- Athena si fermo e guardò il perplesso
Sacerdote -...è una storia che dovreste conoscere molto bene. Una storia che
ebbe inizio all'epoca del mito...-
E Shion capì.
***
Sotto un olivo senza foglie un carillon, neglettamente abbandonato tra le radici dell'albero, suonava la sua melodica canzoncina e una bimba
dai capelli neri danzava a quel suono armonioso. I suoi capelli svolazzavano
intorno fendendo l'aria scura, confondendosi con essa. La bimba accompagnava la
danza con il canto, la sua voce infantile attirò un uomo che camminava
tra le tenebre, che si fermò a guardarla affascinato
-Canti ancora per Lui
Beatrice?-
La bimba si fermò e aprì gli
occhi di Demone sorridendo all'uomo
-È l'unico che mi possa sentire
da dove mi hai ordinato di rimanere...-
-Non manca molto e poi potrai
tornare tra i viventi- le disse dolcemente
-Sì, manca veramente poco
Innominato. Presto i cancelli si apriranno e le catene saranno
spezzate...-
Isilpeko sorrise alla 'piccola'
che lo guardava in attesa
-...E presto avrai la tua
ricompensa Beatrice.-
La bambina sorrise di più
-Ma prima devo terminare il mio
compito, vero?-
-Tutti abbiamo la nostra parte in
questa recita, nessuno escluso...-
***
Sotto le stelle stava anche un'altra fanciulla,
ignara della sua parte, seduta sul terreno coperto di rada erbetta. Vicino
a lei una maschera bianca era lasciata sul terreno, e la pelle chiara del
viso godeva della carezza dell'aria notturna. Sapeva che non avrebbe dovuto togliersi la
maschera dal viso quando si trovava fuori dal gineceo, ma non aveva saputo resistere alla
tentazione di rimanere qualche tempo sola con se stessa, lontana dalle sue compagne.
Rimanere da
sola per riflettere.
Pareva inutile essere arrivata
fino a lì, non aveva ottenuto nulla.
Le tornavano in mente, senza
sosta, tutti i pensieri che l'avevano portata fino a quel momento; tutte le
decisioni prese in modo forse troppo avventato, ma con una decisione, una
sicurezza che andava ora scemando.
Cosa si era aspettata?
Cosa voleva veramente ottenere
con quella decisione, con quella scelta?
Aveva davvero creduto che
divenire una sacerdotessa di Athena avrebbe cambiato le cose?
Lo aveva visto, il giorno
dell'assegnazione, entusiasta, felice di vederla. Ma quell'entusiasmo era
ora svanito come neve al sole.
Shunrey aveva immaginato diverso
quel momento: aveva sognato che lui aprisse le braccia per accoglierla in un
abbraccio e che poi le levasse la maschera per baciarla dolcemente.
Asciugò rabbiosamente, con il
dorso della mano, le lacrime che scendevano lungo le guancie morbide. Ma
per quante ne asciugava altrettante rotolavano giù dalle ciglia nere.
Aveva fatto tanto per poter
essere al suo fianco in ogni momento, per poter amarlo da pari a pari... Un
singhiozzo impietoso le sfuggì, e poi un altro e un altro ancora...
-Shunrey? Ehi? Shunrey? Guarda
che ti sta cercando la responsabile del gineceo!-
La ragazza sobbalzò al richiamo e
asciugò frettolosamente le lacrime
-Sei qui? Ehi?-
-Sì sono qui Cristina...- la voce
uscì più tremolante di quel che aveva previsto
Con la consueta grazia elefantina
Cristina si sedette vicino alla compagna, scrutandola attentamente
-Ma hai pianto?- chiese senza la
minima ombra di tatto
-N-no...- mugolò
l'altra
-Ma se hai gli occhi
rossi!-
-È notte fonda come accidenti fai
a vedere se ho gli occhi rossi?-
-Ehi calma ho solo fatto una
domanda...!- esclamò l'altra alzando le mani
Un silenzio imbarazzato calò fra
le due, finché l'Italiana non indagò, sempre con la più assoluta mancanza di
tatto, sullo strano comportamento dell'altra.
-Dannazione ti ho detto che non
ho niente!- sbottò mentre una lacrimuccia le rigava di nuovo
Al che l'altra la osservò un
minuto per poi abbassare gli occhi e borbottare qualche parola per scusarsi,
giocherellando con la maschera appoggiata in grembo. Il silenzio di Cristina,
troppo imbarazzata dalla situazione per parlare, incoraggiò Shunrey a
sfogarsi.
-È che...Che...Sono venuta qui
per una persona... E-e ora...- la ragazza si buttò al collo dell'altra che si
paralizzò all'istante, tra le frasi sconnesse della compagna -...O-ora
n-non so p-più cosa f-fare!-
Cristina le passò goffamente una
mano lungo la schiena, in quello che doveva essere un gesto consolatorio. Dopo
qualche minuto i singhiozzi di Shunrey si calmarono
-Grazie di avermi ascoltato-
disse timidamente con un lieve rossore, non dovuto al pianto, rivolta a
Cristina
-M-ma figurati- balbettò questa
confusa, per poi riprendersi e sbadigliare sonoramente -...Hmf, credo sia ora di
tornare nel gineceo, prima che alla nostra cara responsabile parta un embolo-
disse alzandosi
-Hai ragione...- e dicendò così
si alzò a sua volta e seguì l'altra
E mentre le due scomparivano
velocemente dietro una curva del piccolo sentiero, una figura avvolta in un
lungo mantello appariva nello stesso spiazzo erboso in cui le due si
erano fermate prima, accasciandosi a terra...
Shun di Andromeda : Grazie per
gli auguri, spero tu passerai bene la Pasqua
Killkenny
: L'arrivo di Beatrice, o meglio Beatrice stessa, causerà un bel
po' di scompiglio, molto, molto scompiglio.
Questo è sostanzialmente
il terzo anno di vita di Pandora, vecchia edizione compresa, e quindi
volevo ringraziare tutti voi, abituali o saltuari lettori, voi che mi avete
seguito per tutto questo tempo, o che avete cominciato da poco a leggermi. Un
grazie di cuore.
E tanto per cambiare chiedo
venia per il ritardo, lo studio mi toglie energia e tempo, ma ho preso un
impegno con questa storia, e in un modo o nell'altro lo manterrò.
POVCristina
La strada
per il gineceo non è diversa dalle tante stradine del Santuario, un
sentiero sterrato come ce ne sono tanti, il che non è un vero e proprio
problema, alla fine uno si abitua e
si muove tranquillamente fra le varie zone di questo arcaico angolo di Atene.
Anche se i primi tempi mi ci perdevo allegramente ogni giorno, tardando
alla mensa per ogni pasto; invece la strada per l'arena l'ho imparata
in fretta. A nessuno piace fare trecento giri di
campo per punizione.
Da
queste parti poi arrivare tardi alla mensa non è precisamente il
massimo, considerato che ci sono personaggi come il Saint del Toro, capaci
di prendere la terza razione di quella che chiamano 'carne' (ho i miei seri
dubbi che lo sia veramente, assomiglia più alla suola
di uno scarpone). Anche se alla fine rientro anche io tra questi personaggi.
Il
bello del Santuario è che nessuno fa mai domande sul passato degli altri,
non che io abbia da nascondere chissà quali drammatici trascorsi. Anzi, sono tra
le poche persone che non ha gravi tragedie alle spalle, certo i miei sono
morti, ma da qualche parte ho ancora una famiglia che non mi odia, in fin dei
conti.
Sono nata in un paesino
sperduto della Sicilia, duecento anime in
totale, appartenenti a massaie e pescatori in prevalenza. Mio padre
era un pescatore, appunto. Di lui ricordo molto, visto che è
morto quando avevo sei anni, più che altro
odori e sensazioni, come l'odore di pesce che lo accompagnava ovunque o il mal
di mare quando mi portò con sé sul peschereccio sgangherato che aveva preso insieme
ad altri uomini del paese per pescare nel mare azzurro. Lo stesso mare da cui cercava
di ottenere ciò di cui vivevamo, racimolando il denaro sufficente per mangiare e mantenere una
famiglia di tre persone. Nelle foto che mia madre conservava con religiosa cura, dopo
esere rimasta vedova, e a cui potevo avvicinarmi solo sotto la sua supervisione,
vedevo un uomo dalla pelle cotta dal sole, i capelli scuri e la bocca
larga che tra l'altro mi ha lasciato come eredità genetica. Anche se da lui ho
preso anche gli occhi, chiari, non molto comuni dove sono nata io, che in tutte le
foto, e nei miei pochi felici ricordi di lui, brillavano di malizia e divertimento,
dando al suo volto un'aria da eterno ragazzino, immortalata per
sempre.
Ed era
di quello sguardo di cui si era innamorata mia madre, andando contro la famiglia della
buona borghesia da dove proveniva per sposare un pescatore squattrinato e mettere al mondo quattro
figli, di cui io sono l'unica superstite.
Mia
madre aveva sofferto in modo terribile della morte dei miei fratelli, nati da
gravidanze diffici e sopravvissuti al massimo qualche settimana. Quando poi ero nata io, dopo
che mia madre aveva passato gli ultimi tre mesi di gravidanza costretta
a letto, aveva riversato su di me tutto l'affetto materno che aveva. Ma per
la sua rinnovata felicità di madre, il prezzo da pagare si rivelò alto, infatti dopo quelle gravidanze
difficili il suo fisico, già debole, era notevolmente indebolito.
La
mamma non era abituata a fare altri lavori che quelli domestici e per mantenere
me e se stessa dovette trovare lavoretti saltuari alla città vicina, dato che nessuno nel nostro paesino aveva
denaro da buttare per una domestica.La salute cagionevole e il lavoro duro,
ma anche e sopratutto il dolore per la predità di mio padre, finirono con
l'ucciderla quando avevo otto anni.
Nel giro di due anni appena, il mio mondo
felice era crollato come un castello di carte. Mio padre morto in mare e
mia madre stroncata dal dolore e dalla pessima salute, e io
che scoprivo tra la sorpresa e lo sgomento me stessa.
Mi scoprivo, non nel senso che avevo trovato
chissà quale illuminazione (ad otto anni poi!) ma nel senso che scoprivo alcune
mie particolari capacità; dalle ceneri del mio cordoglio di bambina era nata
un'inspiegabile rabbia, a cui solo oggi riesco a dare un senso, seppur molto
nebuloso. Mi era stato tolto tutto, e la cosa non mi era parsa affatto giusta;
cosa avevo fatto io, bambina qualsiasi, per meritare tanto?
Quella rabbia che aveva cominciato a
serpeggiare nelle profondità del mio animo, doveva aver smosso qualche
ingranaggio sepolto ancora più a fondo dei meandri dove la mia ira infantile
cresceva, nutrendosi della mia serenità.
Ora che ci penso un po' di tormento l'ho
avuto anche io.
Dicevo, gli ingranaggi. Più il tempo
passava, più quelli cominciavano a muoversi, senza che io sapessi quale
meccanismo stessero mettendo, con fatica e costanza, in moto.
In quel periodo la mia tutela fu assegnata
ai miei nonni, quegli stessi nonni che erano arrivati a far finta di non avere
più una figlia e di conseguenza ignorare la mia esistenza, nonostante mia madre
avesse scritto loro più e più lettere (che ritrovai poi custodite in un cassetto
dello scrittoio di mio nonno, legate insieme da un nastrino, talmente consunte
da testimoniare una frequente lettura). A volte mi ero posta domande su come
fossero questi fantomatici genitori di mia madre, e avevo a disposizione
veramente poco materiale; fatto sta che la mia idea su di loro era veramente
pessima, e francamente loro non fecero nulla per deludere le mie
aspettative.
Era chiaro che mi avessero preso con loro
solo per rispettare le ultime volontà di mia madre, che nel suo testamento
li aveva praticamente supplicati di prendersi cura di me.
E così, con il vestito nero per il
lutto, la mia bambola di pezza alla mano, cominciavo la nuova fase della mia
vita, quella che mi avrebbe condotto dove sono ora. Infatti gli ingranaggi di
cui sopra, avevano preso a lavorare a pieno regime i pochi mesi, trasformando
ulteriormente il mio mondo, sotto lo sguardo vigile di mia nonna.
La prima volta che la vidi mi sembrò che
quegli occhi scuri fossero in grado di vedere cose invisibili ai più. E se lo
aveva capito una bimbetta di otto anni...
***
Atene. Gineceo
Il cielo, ricoperto di stelle,
così splendenti da sembrare decine di migliaia di Soli, avvolgeva il
Gineceo mentre due apprendiste camminavano a passo svelto verso la loro casa.
L'una, dal passo elastico e la falcata ampia, l'altra, agile e veloce, due
figure estremamente divere, eppure ingranaggi dello stesso, misterioso
macchinario.
***
Un cielo
livido.
Un campo senza
vita.
Un fiume di acqua
sanguigna.
Alberi dalle foglie acuminate
come picche.
-Che luogo è
questo?-
Eco di voce tremante nel
vuoto, come sospiro nel vento.
-Dove sono?-
Domanda, figlia dello
sgomento e del terrore dell'animale braccato.
-Ovunque e da nessuna
parte-
Voce di bimba crudele, figlia
del dolore e madre degli incubi che sottraggono serenità.
-Perché sono
qui?-
Il terrore muore al
sentire quel tono infantile, il terrore rivive a quella risata di demone,
l'inquietudine nasce.
-Sei l'unico che può
sentirmi-
Desolanti ricordi di
solitudine dolorosa e limbo sonnolento in una constatazione, ultimo
appiglio sul dirupo.
-Chi sei tu?-
Ennesima domanda, sospiro
tremante, anelito di terrore nel vento impetuoso dell'umana
curiosità.
-Sono il sogno e l'incubo, ma
questa non è cosa di cui ti devi interrogare-
Voce impaziente di bimba che
vede un gioco a cui non le è permesso ancora di giocare.
-Cosa sta
succedendo?-
Domanda di un uomo che più
non sa quale dio pregare per capire la risposta.
-Basta
domande!-
Imperioso ordine di creatura
arcana che trascente il tempo e lo spazio.
-Sei qui per un motivo ben
preciso, Cavaliere, tu che più di ogni altro sai guardare il mondo senza la
superbia dei tuoi pari, pur possedendo la capacità di sentirmi. Ciò che
succede nel tuo mondo non è frutto del caso, il caso non esiste nelle beghe
divine. Dì a colei che ti comanda che le nubi si addensano all'orizzonte e i
primi rombi di tuono si avvertono. Dille che non è più il tempo dell'orgoglio e
dell'ostinazione, ma quello di rimediare ai propri errori, prima che la sua
superbia annienti ciò per cui lei stessa ha combattuto. Và e dille questo, lei
capirà.-