Pandora

di Kristi 87
(/viewuser.php?uid=12021)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prefazione ***
Capitolo 2: *** 1) Incubi ***
Capitolo 3: *** 2) Adunata nel cuore della notte (1a) ***
Capitolo 4: *** 3) Intermezzo: Parola d’ordine ammutinamento ***
Capitolo 5: *** 3) One year before... ***
Capitolo 6: *** 4) ***
Capitolo 7: *** 5) Il Simposio ***
Capitolo 8: *** 5) Intermezzo: Il diabolico piano di Saori... ***
Capitolo 9: *** 6) Riti di passaggio ***
Capitolo 10: *** 7) Scheggie... ***
Capitolo 11: *** 8) I primi scontri... ***
Capitolo 12: *** 9) Scontri ***
Capitolo 13: *** Sotto un cielo stellato ***
Capitolo 14: *** Tra passato e futuro ***



Capitolo 1
*** Prefazione ***


PREFAZIONE

Pandora nasce un lontano aprile dalla penna inesperta e grezza di una ragazzina con troppa fantasia.
Ora quella stessa storia torna, dalla stessa penna della prima volta, ma ora quella penna è più sicura e un po' più matura, con la speranza e il desiderio di narrare una storia, che forse qualcuno avrà la bontà di leggere...



Kristi

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** 1) Incubi ***


1) Incubi

1) Incubi

Stanco, è stanco di camminare, non vuole più vedere quello “spettacolo”, non vuole più camminare su quel terreno reduce della carneficina. Uomini e demoni sono caduti, scheletri e cadaveri sono ciò che resta di alcuni, di altri nient’altro che polvere e cenere. La morte domina lo scenario, investe gli occhi, uccide l’anima... Neanche i corvi o gli animali necrofagi accorrono a quello che è per loro un lauto banchetto. Il sangue versato si è mescolato con la terra arida creando una nauseante melma che risucchia le suole dei calzari. Cerca i suoi compagni di fato... almeno in parte, lui è sopravvissuto, li cerca ormai senza alcuna speranza. Li ha visti cadere, morire sotto le armi nemiche in nome di un ideale per il quale tante volte hanno combattuto e vestito i panni di paladini. Cerca i loro corpi, ecco. Vuole dare loro degna sepoltura, onorare la loro memoria, la memoria di uomini grandi e coraggiosi come i suoi compagni, ma più di tutti cerca lei, vuole vedere il suo viso un’ultima volta, il viso di colei che sola poteva capirlo, amarlo, ninfa mortale, custode di un antico potere, giovane regina del suo cuore. Le ossa dei caduti scricchiolano sotto i calzari dell’armatura, odiava quelle vestigia, il suo più grande e odiato segreto, ma odiava di più se stesso per non averle indossata all’inizio della battagli finale, scontro decisivo di una guerra con cui molti dei suoi amici non avevano niente a che fare, e combattere con tutte la sue forze come gli altri come lei nei suoi rari momenti di serietà gli aveva sempre chiesto di fare, di superare quegli sciocchi timori, eppure lui non aveva avuto fiducia nei suoi amici, e non le aveva dato ascolto. Era colpa sua soltanto sua se erano arrivati a questo, se solo avesse seguito il suo suggerimento... e mentre cammina trascinandosi sotto un cielo rosso come il sangue ripensa a lei caduta per proteggerlo, facendogli da scudo. Invano aveva provato a proteggere il corpo, ultimo ricordo di lei, la furia della battaglia lo aveva trascinato lontano da ciò era rimasto. Gli altri erano morti nello stesso modo, con onore, battendosi come leoni. Quanto costa la giustizia? E perché si definisce giustizia un massacro tale? Quasi inciampa in una spada, riconosce la pregiata lama, serra i pugni, è la sua. Quante volte l’aveva vista alle allenarcisi, la sua mente fu invasa da dolci ricordi, di momenti che mai più avrebbe vissuto. Pochi passi ancora eccola, è lì sdraiata su un fianco l’arco sua seconda arma, ancora pronto a colpire in mano. È mortalmente pallida ma conserva ancora la bellezza ultraterrena, le labbra ancora vermiglie, quel colore neanche la morte glielo aveva sottratto, quella bocca che solo lui era riuscito a carpire. Un onda di dolore riempie il vuoto non riesce a stare in piedi, crolla in ginocchio, il cuore stretto in una morsa, non piange, quello è un dolore aldilà delle lacrime. Non può sopportarlo il dolore lo travolge… è solo… lei non c’è più non potrà più sorridergli, parlargli… dolore… c’è rimasto solo dolore… e senso di colpa...

 

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** 2) Adunata nel cuore della notte (1a) ***


Pandora 1

2)Adunata nel cuore della notte

Shun si alzò di scatto, la fronte madida di sudore gelido, gli occhi sgranati nel buio ancora quellincubo, pensò mentre le ultimi fugaci immagini dellinquietante spettacolo si dileguavano dalla sua mente. Guardò la sveglia È ancora luna constatò osservando il piccolo apparecchietto elettronico sul comodino. Decise quindi di scendere in cucina a bere un bicchiere dacqua per calmarsi dopo la movimentata notte. Scendendo le scale, silenziosamente per non svegliare laltro abitante della casa, notò una piccola fascia di luce giallognola filtrare dalla porta chiusa della stanza

Ma chi Ikki cosa fai in piedi a questora ?- chiese il ragazzo sorpreso, entrando nella stanza e trovandovi il fratello maggiore

Non riuscivo a dormire e comunque non sono fatti tuoi- disse brusco, infastidito da tutta quell’apprensione.

Sembrò notare solo dopo, laspetto sconvolto del fratello più piccolo, e lo sguardo, per quanto appannato dal sonno, preoccupato, quasi spaventato.

E tu si può sapere perchè quella faccia stravolta ? chiese all’indirizzo di questi

-Niente di importante solo un incubo – disse mesto l’altro in risposta

-Hades...?- chiese luomo riferendosi alla dura battaglia psicologica che il giovane aveva affrontato negli ultimi anni con il signore della morte dopo lo scontro con questi

- No...-

-Cosa hai sognato?- forse lestrema sensibilità cosmica di Shun aveva captato qualcosa mandando una un certa visione onirica...che ci fosse da preoccuparsi?

Il ragazzo dalla bellezza femminea si andò a sedere su una delle sedie del piccolo tavolo, in stile moderno come tutta la stanza, a cui era accomodato laltro.

Cominciò, così, la dettagliata descrizione del sogno che lo assillava da molte notti ormai. Si astenne dal narrare della donna, la cui dolorosa visione concludeva lincubo, forse per il troppo imbarazzo nel parlare di un argomento a lui quasi del tutto sconosciuto.

-Però... allegro...speriamo solo che la tua sensibilità cosmica non ci abbia preso anche questa volta...- commentò cupa la Fenice

Il moderno apparecchio telefonico appeso alla parete bianca della cucina cominciò a suonare. Infastidito dal suono stridulo della suoneria Ikki si alzò per andare a rispondere, con tutta lintenzione di mandare al paese chiunque si fosse trovato allaltro capo del ricevitore.

- Ma si può sapere chi è che rompe a questora?- chiese irritato allinterlocutore al momento non identificato

- Ti pregherei di essere più educato Ikki-

Luomo fu tentato di urlare una risposta non propriamente educata alla donna che aveva chiamato a quellora impossibile, almeno finché la sua mente non ricondusse quella voce al volto altezzoso della duchessa di Thule. Inutile dire quanto crebbe lirritazione della Fenice.

-Ma guarda, chi altri poteva essere se non la grande Athena, a chiamare nel cuore della notte... disse con ironia

-Proprio perchè sono Athena vorrei il rispetto dei miei cavalieri...ma è inutile discutere su questo punto con te, non è per questo che vi ho chiamato...-

-...Qualunque sia, non siamo interessati, grazie.-

-È per questo che voglio parlare con tuo fratello...-

-...come le pare-

Ikki si voltò verso il fratello minore, troppo infastidito per continuare il battibecco, e gli fece cenno di parlare lui con la duchessa.

-Milady...cosa...?-

-...Ho bisogno di voi qui al Santuario con urgenza.-

-...È successo qualcosa di grave?-

-...Non posso dirti nulla al momento...- continuò serafica la donna -...ma dovete raggiungermi qui al Santuario. Convinci tu tuo fratello.-

-...ma...-

Nessuna obiezione fu possibile al giovane Santo in quanto la comunicazione con Lady Isabel Saori di Thule, identità mortale della dea Atena, era stata interrotta da questa.

-Allora?- chiese Ikki al fratello che ancora fissava il telefono sconcertato

-Ha detto che dobbiamo recarci con urgenzo al Santuario-

-Giusto perchè noi siamo i suoi galoppini no?- disse con un sarcasmo alquanto pungente E perchè dovremmo partire?-

-Non mi ha detto il motivo solo che era urgente...e ha voluto parlare con me perchè ti convincessi a partire.-

-Tu che vuoi fare- disse con voce piatta laltro

-Partire mi sembra ovvio...Atena ha bisogno di noi-

-Lo immaginavo...- si concesse un sospiro -...galoppino della smorfiosa a vita-

***

La moderna città di Nuova Luxor, fondata dalle Cinque stelle e patrocinata dalla Fondazione Grado, al cui capo sedeva la giovane duchessa di Thule, Lady Isabel Saori appena diciottenne, ora assente per una delle tante ‘missioni umanitarie’ che l’impero del defunto duca, Lord Alman Michael Thorsen di Thule ora perfettamente guidato dalla sua, seppur giovanissima, capacissima nipote, finanziava.

Ma chiunque fosse adepto del Mondo Segreto, nel quale l’epoca del Mito mai era giunta al crepuscolo, sapeva che la giovane ed affascinante duchessa ora ricopriva il ruolo che per molti anni le era stato negato di rivestire, guidava non solo la Fondazione ereditata dal facoltoso duca, ma anche il Santuario della dea della Giustizia, Atena.

Ora che i cavalieri della gerarchia più potente erano di nuovo al fianco della loro Signora, nulla avrebbe più turbato la pace interna del Santuario di Atene, ultimo baluardo rimasto alla difesa della pace. I Santi più potenti privilegiati dal transito annuale del Sole nelle loro costellazioni, erano stati risvegliati dal loro sonno eterno per intercessione del potente Zeus che li aveva ritenuti degni di tornare al fianco della Pallade Atena per difenderla dai suoi nemici.

Nella città di Nuova Luxor però si trovava un’altro dei grandi eroi della seconda guerra contro Hades. Colui che era pronto ad immolarsi, contro la spada del signore della morte, per la sua Santa causa. Seiya, cavaliere di Pegasus, allievo della sacerdotessa guerriera Castalia di Eagle. Egli, il Santo protetto dalle tredici stelle, si era ritirato ‘a vita privata’ lontano dalla pace arcaica che offriva il Santuario.

Lontano dall’atmosfera mistica del Tempio stava superando gli strascichi della lotta ai limiti della sopportazione umana. Ritrovare l’equilibrio, superare il terrore e la violenza di quella lotta.

Il giovane cavaliere in quel momento riposava tranquillo, ignaro, che la pace che per cinque anni aveva regnato nella sua vita portando, finalmente, una parvenza di ‘normalità’ , stava per essere interrotta da una semplice chiamata...

Nella mansarda vicino al porto dove abitava, Seiya era sdraiato su di una vecchio divano dall’aria alquanto confortevole, sprofondato nei morbidi cuscini, dalle fodere ormai consunte.

Nonostante gli anni passati da quel duro, durissimo scontro le notti del cavaliere non potevano definirsi tranquille...Proprio per questo quella notte era ancora sveglio, nuovamente vittima dell’insonnia. Perdendosi nei suoi pensieri da tempo cercava di dare spiegazione a tutto ciò che era accaduto nella sua vita, il frenetico susseguirsi delle battaglie, fino alla più dura di tutte, che aveva segnato lui, ed i suoi compagni, nel profondo. Girando pigramente la testa osservò ancora una volta la pace che regnava in quella piccola mansarda; per quanto disordine potesse esserci, perfetto specchio della sua personalità, era il posto più simile ad una casa che avesse mai avuto; da quando poi Seika, che finalmente aveva ritrovato dopo tanti anni di lontananza, si era trasferita al piano sotto al suo, in un’altro appartamento minuscolo, la sensazione di affetto verso quel luogo era notevolmente aumentata. Guardando l’orologio a muro di plastica rossa, regalo di Seika, si rese conto dell’ora assurda che aveva fatto ‘a furia di arrovellarsi il cervello’.

Qualche istante dopo il suono ripetitivo del telefono lo distrasse dalle sue elucubrazioni mentali. L’antiquato apparecchio, appoggiato su un tavolinetto di legno circolare, vicino al divano, continuava il suo richiamo monotono sotto l sguardo stupito di Seya. “Ma chi rompe a quest’ora” pensò senza sapere di non essere stato l’unico a riflette su quell’argomento nella notte. Sollevò il ricevitore con e con una leggera esitazione disse

-...pronto...?-

-Seiya sono Lady Isabel...-

-...O questa è bella...!-

-...Sei richiamato al Santuario con urgenza.-

-Ehi! Si spieghi meglio! Come sarebbe a dire che...- le fece il verso -...sono richiamato al Santuario con urgenza!”

- Seiya!-

-Milady!-

-Non ammetto repliche, ti sto richiamando come una dea chiama un suo cavaliere Pegasus!-

-Va bene, va bene parto!-

-Spero di vederti il prima possibile-

Con il suono della line caduta il cavaliere formulò un solo pensiero “Ma quanto è diventata stronza la nostra cara dea!”

***

A volte i ricordi sono la cose più preziosa per un essere umano.

Dimorano indisturbati nella nostra mente, che li protegge, e li avvolge in un’aura dorata, dove lo spirito può riposarsi e trovare tregua della spietatezza del mondo reale. Balsamo per le ferite dell’anima a volte si finisce per perdere la cognizione della realtà e vivere di passato. Finché qualcuno non ci desta da questo dolce rimembrare.

Il ricordo più caro del Santo del Cigno era sicuramente il sorriso di sua madre...

Non i lunghi anni d’addestramento, gli sforzi del suo maestro l’avevano cancellato...Quel sorriso non abbandonava la mente del giovane, quell’ultimo sorriso coraggioso di una madre disposta a sacrificare la propria vita per quella del figlio amato.

Hyoga di Cygnus aveva basato il proprio addestramento intorno a quel ricordo, violato in seguito dal micidiale attacco segreto del potentissimo santo della Fenice.

Fondamentalmente, però, nessuna delle lotte sostenute dai cavalieri di Atena aveva rimosso o offuscato quella memoria così dolce e confortante.

Ma era stata la stessa madre del cavaliere, nell’Ade prima che il giovane tornasse alla vita ed al suo sacro compito, a chiedergli di superare il suo ricordo,per ritornare dalla sua dea, lasciandola. Gli aveva parlato a lungo, nelle infinite valli dei Campi Elisi, orgogliosa del figlio che aveva salvato, permettendogli di diventare eroe della dea della giustizia...

Ora il guerriero rappresentato dalla costellazione del cigno era tornato nella sua terra natale, la Siberia, patria da lui tanto amata.

La sua dea gli aveva concesso di allontanarsi dal suo Santuario per riflettere dopo la sconvolgente lotta contro il signore della morte Hades.

Il giovane cavaliere meditava su questo, immerso nella pace irreale e solitaria della sua terra natia.

Era davvero terminato il periodo delle lotte sanguinose, della disperazione e della morte?

Domande a cui era difficile poter dare risposta, in un mondo la cui fragile pace era continuamente messa a repentaglio dalle complicate e contorte relazioni divine.

Era, forse giusto che gli esseri umani fossero continuamente perseguitati da coloro in cui riponevano la fede?

Fu allora che il cosmo, caldo e protettivo di Atena si manifestò parlando direttamente al suo paladino

- Cavaliere di Cygnus dunque non hai fede nel mio operato? - chiese senza alcun astio la dea

-No mia signora non riesco solo a comprendere il perchè di tanto asti nei confronti degli uomini da parte degli dei -

- Purtroppo non posso darti risposta mio cavaliere. Non è tuttavia questo il motivo per cui ti ho chiamato...Devi tornare al Santuario -

- Tornerò mia dea, il più presto possibile -

Il contatto mistico si spense.

Il giovane eroe si affrettò a radunare i suoi effetti.

La dea aveva richiesto la sua presenza sul terreno sacro di Grecia...e lui non avrebbe tardato a rispondere all’appello...

***

Pochi sono i luoghi sulla Terra ad aver conservato l’arcaica pace della natura, dove si seguono regole millenarie rimaste immutate con il lento scorrere degli anni, che scandivano la vita di ogni creatura...

Uno di questi rari paradisi perduti erano forse le antiche cascate del Goro-Ho, o conosciuta anche come, per via della loro conformazione, I Cinque Picchi.

Questo luogo era un tempo la dimora del centenario Dohko, nobile e saggio cavaliere di Athena, colui che insieme al sommo Shion, prima Gold di Aries e poi Gran Sacerdote, era sopravvissuto al primo conflitto con Hades per potere, poi, veder nascere una nuova stirpe di eroi.

Egli aveva addestrato il potente cavaliere del Dragone, il quale avrebbe ricevuto come eredità dal suo anziano maestro le vestigia di Libra di cui si era mostrato meritevole in più occasioni nel corso della sua vita di Saint di Athena.

Il giovane, come i suoi compagni, si era congedato dalla sua dea ed aveva fatto ritorno nei luoghi del suo addestramento, ove aveva potuto terminare la convalescenza dopo l’ultima guerra.

La sua completa guarigione era stata notevolmente accelerata dalle amorevoli cure che l’altro abitante del Goro-Ho gli aveva dedicato notte e giorno.

Shunrey non si era data pace nelle settimane appena dopo il suo ritorno, ricoprendolo di attenzioni; ella aveva paura di perdere nuovamente il suo uomo e sentiva un senso di colpa, infondato oltretutto, nel non aver potuto aiutarlo.

Shiryu in quella notte, mentre i suoi compagni si preparavano per tornare ad Atene dalla loro dea, stava ritto sulla sporgenza dove era solito meditare il suo maestro, il volto rivolto verso la volta celeste. Quali risposte cercasse nelle stelle nemmeno lui riusciva a capirlo; aveva imparato a lottare per le cose in cui credeva con coraggio e caparbietà senza desistere, aveva imparato l’importanza dell’onore e del coraggio, la potenza dei sentimenti giusti...Ma non aveva ancora imparato a quali azioni potesse condurre il più forte di quei sentimenti. L’amore.

- Non puoi -

-Shiryu perchè non posso? È perchè sono una donna?-

-Questo non vuol dire nulla...È troppo tardi perchè tu possa...-

-Recupererò il tempo perduto...Mi impegnerò!-

-Perché lo vuoi? Cos’è che ti spinge Shunrey?-

-Shiryu io...-

-Adesso basta...Discutere a questo modo non vi servirà a nulla...-

Dohko, il maestro del Goro-Ho e Saint di Libra, entrò nella stanza a grandi passi forte della ritrovata giovinezza

-Maestro...-

-Nobile Dohko...-

Lo accolsero i due giovani cessando il diverbio, che seppur aveva mantenuto toni calmi, aveva attirato l’attenzione di Libra

-Cosa vi ha portato a discutere ed a incaponirvi tanto sulle vostre posizioni?- disse il saggio cavaliere sedendosi a gambe incrociate sul pavimento di fibra intrecciata e scrutando i due giovani

Shiryu guardò Shunrey, seduta sui talloni le mani in grembo e il volto chino

-Nobile Maestro...Non è nulla di cui dobbiate preoccuparvi...-

-Decido io di cosa debba preoccuparmi o meno, ma grazie dell’interessamento-

Shunrey alzò il mento e prendendo il coraggio a due mani parlò al maestro mettendo tutta la sua determinazione nella voce

-Voglio addestrarmi per servire Atena-

Il Cavaliere di Libra la guardò sorpreso per un attimo per poi scrutare il suo sguardo leggendovi tutta la determinazione della giovane ed un pensiero attraversò la sua mente ‘Il suo tempo è dunque giunto’

-Se è dunque questa la tua decisione noi non possiamo far nulla per farti desistere, tornerai con me ad Atene e se la dea lo vorrà sarai anche tu un’adepta del Mondo Segreto...-

Non aveva controbattuto la decisione del suo maestro ed una mattina, la settimana dopo quel diverbio con la donna che amava, l’aveva lasciata andare incontro al suo destino.

Già un anno era trascorso e non aveva ricevuto più notizie della ragazza, segno che era già apprendista presso qualche Saint.

‘Spero solo che si stia allenando in terra di Grecia cosicché possa rivederla presto...Sono stato uno sciocco a credere di poter allontanarla dal suo destino, se nella stelle era scritto così è giusto che sia avvenuto’

‘Sei molto saggio mio Saint’

‘Athena? Cosa è successo perchè voi mi abbiate contattato parlando direttamente al mio cosmo’

‘Shiryu torna al Santuario’

‘Arriverò il più in fretta possibile o mia dea’

Divina Autrice: Eeee STOP! Questa era buona

Troupe (sottovoce): Oooh finalmente le và bene la scena [inquadratura su un ciack con la scritta “2 d 1'500^”]

Shiryu: Posso andare ora?

Divina Autrice: Certo! Vai pure a studiare il copione del prossimo capitolo ^^ !!!

Shiryu (prendendo il copione e dandogli una letta): Ma non parlo praticamente mai e...

[Nella sala entra un uomo accolto da tutte le donne della troupe in modo ehm...‘caloroso’...]

Donna 1: MIILOO!!! Fammi un autografo ti preegooo!!!!

Donna 2: NO!!! Fallo a me fallo a me!!!

Altre donne (guardandosi l’un l’altra): Grrrrrrr!!!!

[Una rissa comincia sul tema ‘MILO È MIO!!!! NO È MIO!!!’ sotto lo sguardo palesemente compiaciuto del Gold]

Uomini della troupe (all’indirizzo di Milo): Grrrrrr!!!!!

Divina Autrice: Oooh Milo finalmente ci sei anche tu!

Milo: Potevo mancare in una fic. dove vengo preso tanto in considerazione? [guardando la rissa tuttora in corso di cui la Divina Autrice non intende preoccuparsi perchè la trova divertente] Certo che qui la gente è molto ehm...espansiva...

Divina Autrice (guardando una seconda folla inferocita di donne proveniente dai camerini): Sì...Ah me lo stavo quasi scordando! Toh...

Milo (con in mano il copione): N-non dovrò studiarlo tutto vero?

Divina Autrice: Ma certo che...(distratta dal ragazzo in testa alla calca n°2)...Sì

Milo:Bastarda!

Divina Autrice: Oh no di nuovo! Quelle assatanate!

Altre Donne (quelle che facevano a botte): Chi noi?

Divina Autrice: No non voi le altre!

Milo (battendosela): ‘Ma dove diavolo sono finito???’

Divina Autrice (prendendo un mega-megafono con la scritta cubitale “IN CASO DI SHUN-ALLUPATE”): Ferme tutte!!! La caccia allo Shun si conclude qui!

Seiya (uscendo dalla zona dei camerini): Però se volete ci sono io ^^ !!!

Folla inferocita numero 2: Aaaahhhh!!!! Seiyaaaa!!!! Ritirataaaa!!!! [rumore di corno da caccia che si allontana]

Seiya(scoppiando a piangere): BUHAAAAA!!!!

Ikki: Ma che pretendevi brutto come sei?

Saga buono: Povero Saint di Pegaso questo è uno smacco al suo virile orgoglio

Saga cattivo&Kanon&Death Mask&Divina Autrice: MUAHAHAHAHAHA!!!!! MUHAHAHAHAAH!!!!

Shunrey (andando sulla scena del prossimo capitolo per provare la parte): Uomini!

Shun (mentre Kiki lo punzecchia con un bastoncino): anf! anf! Ma...perchè...ovunque vada...è sempre la...stessa storia...

Camus (guardando prima Seiya e poi Milo rintanato in un angolo che guarda con terrore la Divina Autrice): Vergognoso!

Divina Autrice (che è tornata sulla sua sedia con scritto a caratteri cubitali ‘INCHINATEVI A SUA MAESTA’ LA SOMMA SCRITTRICE’ e in piccolo ‘Regista’ ): Cristina!!!

Cristina (sorella minore ma ugualmente pazza della Divina Scrittrice): Eccomi o Dementissima Autrice

Divina Autrice: Io sono la DIVINA Autrice! Comunque hai fatto ciò che dovevi?

Cristina: Signorsì!

Keroro (il protagonista del cartone scemo su Italia 1): Plagiatrice!!!

Divina Autrice: Molto bene MUAHAHAHA

Cristina: MUHAHAHAHA

word to html converter html help workshop This Web Page Created with PageBreeze Free Website Builder chm editor perl editor ide

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** 3) Intermezzo: Parola d’ordine ammutinamento ***


3) Intermezzo: Parola d’ordine ammutinamento

3) Intermezzo: Parola d’ordine ammutinamento

 

[Studi di ‘Pandora’. Il soggetto non identificato in fuga da un ospedale psichiatrico di massima segretezza, conosciuto come Divina Autrice, è comodamente seduta sulla sua sedia da regista (ricordiamo la scritta: ‘INCHINATEVI A SUA MAESTA’ LA SOMMA SCRITTRICE’ e in piccolo ‘Regista’) con un computer portatile in mano legge le prime recensioni dei critici [ovvero voi che leggete e lasciate segno tangibile del vostro passaggio] e annuendo davanti al curriculum inviato da Killkenny, Isilpeko sarebbe stato convocato seduta stante...Ma prima doveva ringraziare i critici della puntata precedente...

 

Per Mlle Nihal

Grazie dei complimenti ma in questo studio la vita è dura...Soprattutto se hai diciassette bei ragassuoli ti girano intorno da mane a sera XD

 

Per  Killkenny

Isilpeko sta gia arrivando a giudicare dalle catastrofi che si avvicinano a questo studio romano o.O...

Per rispondere alla domanda su Saga: ma ovviamente (sorriso folle)...

 

Per SHUN DI ANDROMEDA

Finisce tra un bel po’ la storia e le riprese sono ancora all’inizio...

 

Volevo chiedere perdono per non aver rispettato l’anticipazione dell’altra volta, ma non ho resistito ad aprirvi le porte del mio studio

 

P.S.: Se non gradite questi intermezzi potete tranquillamente saltare il capitolo anche se mi piacerebbe che leggeste e recensiste ]

 

 

[‘CAMERINI FEMMINILI’

 

Camus (guardando gli altri sedici lì riuniti): Una domanda, come mai ci stiamo riunendo qui?

 

Milo&Kanon&Mask&Saga cattivo (tenendo ciascuno in mano un capo d’abbigliamento prettamente femminile): Noi una mezza idea l’avremmo...

 

SDENG

 

Una ‘innocua’ incudine cadde in testa ai quattro subito seguita da una ragazzina

 

Saga buono: Ben vi sta

 

Saga cattivo: Deficiente abbiamo lo stesso corpo...

 

Saga buono: Porc...

 

Shura (rivolto alla nuova arrivata): E tu chi sei ragazzina?

 

Nuova arrivata: Sono la sorella minora della Divina Autrice

 

Tutti: NON PRONUNCIARE QUEL NOME!!!

 

Nuova arrivata: Ehi mica ho detto Voldemort!

 

Ron Weasly: AAAAHHHHH!!! HA DETTO IL NOME DI VOI-SAPETE-CHI!!!!

 

la Nuova arrivata preme un bottone sul muro ed una botola inghiotte Ron...

 

Aiolos: Ehm e quella che roba era?

 

Nuova arrivata (guardando i quattro spiaccicati dall’incudine): Ecco dove era finita la mia incudine!

 

I Quattro Spiaccicati dall’incudine: COSA???!!!

 

In breve i Saint si liberano dell’incudine grazie ai loro cosmi

 

Mask (ripresosi): Allora chi sei femmina?

 

Nuova arrivata: Il mio nome è Cristina...maschio

 

Aiolia (leggendo il copione): Sei quella della storia?

 

Cristina: No no ho soltanto fatto da Musa per la...(ricordando la scena di prima) mia sorellona...

 

Ikki: Allora che vuoi?

 

Cristina: Oltre conquistare il mondo?

 

Hyoga: È inutile che ci provi...chiedi a Ikki...

 

Ikki: Beh senti caro il mio mammone...

 

Hyoga: Mammone a chi sottospecie di fedifrago...?

 

Shun: Ragazzi smettetela vi prego...

 

Hyoga&Ikki: Non ti impicciare

 

Shun va a disegnare cerchietti in un angolo mentre Cristina si gode lo spettacolo mangiando pop corn con i Bastard Inside (grazie Killkenny)

 

Mu (separandoli con la telecinesi): Adesso basta! (rivolgendosi a Cristina che ha finito i pop corn) Come mai sei qui?

 

Cristina: Voglio...diventare la regista di questa fanfiction!

 

Tutti (delusi):...Oh...

 

Dohko: Proprio sicura di non voler uccidere Athena?

 

Cristina: Beh no...

 

Saga cattivo:...daaaiiii ti posso prestare un pucciosissimo gladio d’oro

 

Saga buono: Traditore!!!

 

Saga cattivo: Tu smettila di impicciarti degli affari miei!

 

La lite tra Saga e...ehm...Saga? Sì va...dov’ero?

 

Milo: Sicura di stare bene voce narrante?

 

Oh sì sto benissimo anche se...EHI!

 

Milo: Mmmm?

 

Tu non dovresti sentirmi!

 

Milo: Ah giusto!

 

(I Saint si fermarono un attimo perplessi sentendo Scorpio parlare con la voce senza corpo...per ricominciare a farsi i fatti loro)

 

Oh Deus dove mi hanno scritta! Comunque... La lite tra Saga e se stesso che minacciava di protrarsi per le lunghe venne interrotta dagli altri Saint che lo imbavagliarono e chiusero in un bagno la vicino...

 

Shura: Eddai non ti farà perdere più di tanto tempo

 

Ikki: Suvvia ammazzala e basta!

 

Cristina: Ma perché lo chiedete proprio a me?

 

Aphrodite: Beh sai com’è, il giuramento di fedeltà...

 

Cristina: Ah...Comunque la megera mi serve

 

Tutti: Uffa!...

 

Shaka: Perché vuoi impadronirti di questa Fanfic.?

 

Cristina: Questione di principio!

 

Shiryu: Sì ma noi che dovremmo fare?

 

Cristina: Sabotare tutto il sabotabile ^^ !!!

 

Aldebaran: E come?

 

Cristina (uscendo): Lascio tutto nelle vostre mani...Prima che possiate dire qualunque cosa... Credo che Atena sarebbe felice di conoscere la vostra ‘fedeltà’

 

Camus: Bene! E ora...che si fa?

 

Shun (che si è ripreso dalla depressione): Potremmo sostituire le cassette (sì è uno studio povero in canna ma provate voi a mantenere tutta sta’ U.U gente ndKristi) vuote con quelle usate dopo averne fatto una copia in modo da non perdere tutto il lavoro svolto!

 

Tutti: ... ... ...

 

Seiya: Ehi!!! Che bella idea!(pensieroso) Perchè non è venuta a me?

 

Ikki: Perchè sei un cerebroleso?

 

Seiya:...Ah...Ikki?

 

Ikki: Che vuoi?

 

Seiya (con ingenuità): Che vuol dire cerebroleso?

 

Hyoga: Stendiamo un velo pietoso...Shun...Come ti è venuta in mente quest’idea geniale?!

 

Shun: Beh sai...Conoscete la teoria della relatività no? E conoscete i teoremi di Pitagora no? Quindi evinciamo...

 

Mask: Sì ...Non importa...L’importante è che abbiamo un’idea...Qualche illuminante teoria sul come muoverci?

 

Tutti: Eeehmmm....

 

Camus: Sì ma tornando alla mia domanda all’inizio di questa situazione demenziale...Che ci facciamo nei camerini femminili?

 

Milo: La nostra amatissima regista ha piazzato telecamere nei camerini degli uomini e quindi ci avrebbe scoperti e...

 

Un gruppo di ragazze appena uscite dalla doccia entrò nei camerini e trovandovi degli uomini...

 

Gruppo di ragazze appena uscite dalla doccia:AAAAAAAAAAAHHHHHHHHH!!!!!!!!!!!

 

Saint: Oh! Oh!

 

I Saint vennero buttati fuori dai camerini inseguiti da ogni tipo di oggetto lanciabile anche se...

 

 

Gruppo di ragazze appena uscite dalla doccia: Ehi ma quello era Shun!!!!

 

Shun: AAAAAAHHHHHH!!!!

 

Il povero Shun venne agguantato dalle sue fan e trascinato negli spogliatoi

 

Aphrodite: Povero...

 

Milo (ironico): Poverino...

 

Ikki: Beh mica poteva sfuggirle tutta la vita!

 

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** 3) One year before... ***


3) One year before

3) One year before...

[Studi di Pandora...tanto per cambiare. Una strana atmosfera aleggia sulla troupe che si occupa di girare le scene...il silenzio domina...un vuoto sembra esserci in quel luogo ove epiche battaglie venivano narrate (soffio di vento con balla di fieno che rotola)...Insomma la Divina Autrice era sparita! Ma dove la folle poteva essersi rifugiata....

Divina Autrice: Ehi...!!!

Ove colei dal tanto malefico pensare poteva essersi nascosta?

Divina Autrice (con dolcezza e sguardo maligno):...Voce Narrraaaanteee

Colei la cui maligna aura portava follia e terrore...

Divina Autrice: E mo' basta eh! STUPIDA SCRITTA IN VERDANA NOVE COLORE VIOLA! VUOI SMETTERLA DI SPARAR CAVOLATE!!!

...Ooopss...Comunque...D'improvviso una porta fu con irruenza spalancata e da essa entrò una giovine...Costei altro non era che la Somma Distributrice di Stipendi al secolo Divina Autrice, che ora si apprestava ad interloquire con i poveri erranti naufragati su questa pagina del web...

Divina Autrice: Ahem...Dunque sono qui per porgere le mie più sentite scuse per cotal ritardo, voluto da cause di forza maggiore...

Cristina: C'entra niente la tua galattica pigrizia

Divina Autrice: Questa 'cause di forza maggiore' credo che le conosciate anche voi e ci avrete già combattuto...

Mu: Eh sì queste reincarnazioni sono insopportabili...

Aiolia: Ma soprattutto ne spunta fuori una al giorno...

Divina Autrice: Ovvero Scuola e Professori...

Cristina (ai Saint): Sono bestie mitologiche la cui occupazione è distruggere i ragazzi dai 6 ai 24 anni circa.

Divina Autrice: Per non parlare del Formattone ai cui a cui ho dovuto sottoporre il Pc. ma ora sono tornata e continuerò a rompervi le scatole

Mlle Nihal

Eeeh beata te che c'eri...T^T

Killkenny

Spero anch'io non mi sembra tipo da sottovalutare...

[Nonostante il ritorno dello spauracchio della troupe la vita procedeva tranquillamente negli studi almeno finché non giunse una figura incappucciata alla porta degli Studios...

Figura incappucciata: Salve io sono...(nitrito di cavalli scoppio di tuoni)...

frau Blucker: Mi afete kiamata?

Un'impalcatura cadde addosso a frau Blucker schiacciandola...

Figura incappucciata:...ops...

Divina Autrice (chiamando la Figura incappucciata):...(nitrito di cavalli scoppio di tuoni)...finalmente sei giunto...

Figura incappucciata (no, il nome ancora non ve lo dico ma tanto qualcuno deve aver capito):...cosa devo fare...?

Divina Autrice: Toh! (lanciandogli un pacco di fogli) studia il copione.

Figura incappucciata: Sì ma che ci guadagno io a stare qui?

Divina Autrice: Ci guadagni che...(bisbigliandogli all'orecchio) psss psss...

Figura incappucciata: Si può fare...

Divina Autrice (tornando alla sua sedia con scritto ‘INCHINATEVI A SUA MAESTA’ LA SOMMA SCRITTRICE’ e in piccolo ‘Regista’): Bene ora che ci siamo tutti...

Saori: FERMIII MANCA LA GUEST STAR!!!

Divina Autrice: CHI???!!

Saori: Ma io ovviamente U.U

Divina Autrice(pensando): Dei sani di mente aiutatemi voi...

Dei sani di mente (rispondendo telepaticamente): Non possiamo fare nulla con Athena (mica siamo scemi a metterci contro la iettatrice dell'Olimpo U.U)

Divina Autrice: E va bene...(sospira)...Mettiamoci all'opera pronti? 3 2 1 CIAK SI GIRA...]

Atene. Luogo sacro per secoli e secoli, quando ancora l'Olimpo e i suoi Immortali abitanti erano il fulcro della religione degli uomini, che si rivolgevano a loro per chiedere aiuto, o anche soltanto per ringraziarli.

Alcuni di essi amarono particolarmente l'umanità, tanto da scendere dalla loro dimora celeste per alleviare e proteggere le effimere e fragili vite umane.

Ma questi dei caritatevoli non erano onnipotenti, il Fato governava le loro azioni ed a esse poneva certi limiti, così come l'Universo le cui leggi non potevano essere modificate onde evitare la catastrofe. Dunque gli Olimpiaci diedero vita a schiere d'eroi valorosi che potessero difendere la pace e l'armonia e fondarono Santuari in ogni luogo del mondo perché questi eroi potessero trovare dimora affianco i loro immortali signori.

Una dea in particolare si fece amare dall'uomo per la sua opera pacificatrice, ad ella era stato dato il nome di Athena. Era figlia del tonante Zeus e Meti la Prudenza. Ad Atene fondò il suo Santuario, tre erano le gerarchie che costituivano i suoi eroi, categorie dettate dalle vestigia che essi indossavano, vestigia forgiate da Efesto, signore del fuoco e della metallurgia, nei metalli bronzo, argento ed infine oro.

Dodici erano gli eroi a cui fu concesso di indossare le vestigia plasmate nell'aurea materia, esse rappresentavano i complessi di stelle che gli uomini chiamano costellazioni.

Ma il tempo passa...i secoli aumentarono, divennero millenni, e ciò che era storia divenne leggenda, e la leggenda divenne mito...

Così gli uomini finirono con il dimenticare le loro origini, smisero di seguire le dottrine giuste degli dei e abbandonarono questi...

Ma gli dei non abbandonarono mai gli uomini...

Athena infatti era rimasta ad Atene reincarnandosi di generazione in generazione per guidare i suoi paladini.

Nell'ultima sua vita aveva dovuto affrontare numerosi conflitti ed aveva rischiato più volte di venir sconfitta e di perdere la vita lei stessa...

Ora la giovane si trovava nella Tredicesima Casa ove dimoravano la dea ed il Sommo Sacerdote.

La bella fanciulla stava ritta sull'ampio balcone della sua stanza, la sua sottile figura risultava ammantata di maestà anche al flebile bagliore della luna. Athena sollevò lo sguardo al cielo e aggrottò perplessa le sopracciglia. Non le piaceva il bagliore che emanavano le stelle quella notte, non era la loro luce normale c'era qualcosa di...

-Strano il cielo questa notte vero?- disse una voce tenorile alle sue spalle

-Oltremodo inquietante- disse la dea senza scomporsi minimamente e voltandosi verso l'ospite indesiderato

-Oh ma che sbadato non mi sono presentato...-

-Mi pare proprio di no-

-Il mio nome è Isilpeko, Spectre di professione -

-Quale motivazione ti spinge in questo Santuario al cospetto di una dea nemica al tuo signore?-

-Signore...- disse sarcasticamente Isilpeko -...che parola grossa. Comunque per rispondere alla sua domanda, visto che lei ed i suoi baldi cavalieri avete sconfitto il mio signore mi trovo momentaneamente senza nulla da fare, l'Ade in questo periodo è un tale mortorio...- disse con lo stesso tono con cui avrebbe potuto discutere del tempo fuori della finestra -...E quindi ho pensato di fare una capatina in un luogo dove di solito non si sta molto tempo con le mani in mano...o sbaglio Athena?-

La giovane dea guardò con sospetto lo Spectre che la guardava a sua volta seduto su di una poltrona in maniera non proprio decorosa. 'Cosa sa quest'uomo che a me ancora sfugge?'

-I nemici della giustizia sono molti-

-O forse più semplicemente i suoi esimi parenti non costituiscono una famiglia tanto affiatata...-

-Non giocare col fuoco Spectre, sono una dea e tu un comune mortale-

-Sinceramente più che dea mi sembrate una ragazzina viziata, che gioca a fare la dea...-

-Come osi...-

-...E poi chi dice che io sia un comune mortale...-

Athena dovette fermarsi un attimo, per recuperare il controllo e riflettere. Quel...guerriero aveva ben poco di comune, realizzò la dea osservando il ghigno dell'uomo e la profondità dello sguardo, la sicurezza che da esso trapelava 'E stato forse il fato a condurlo qui al mio cospetto?'

-Potrei chiamare i miei Santi da un momento all'altro...-

-Ed io li sterminerei con altrettanta velocità dea...Ma potremmo dire che ho qualche piccola informazione che potrebbe interessarle-

-Spiegati meglio-

Lo Spectre si avvicinò lentamente al balcone, appoggiandosi al corrimano in marmo. Aveva suscitato l'interesse della principessina, era a metà dell'opera, e si stava divertendo più del previsto. Sorrise con sarcasmo e poi inspirò a pieni polmoni l'aria fresca della sera, si voltò infine verso la dea

-Non la sentite anche voi quest'aria? Profuma di giuramenti infranti, è salubre per coloro che non avrebbero dovuto svegliarsi...- il suo sorriso si allargò.

..:: ::..

Sotto quello stesso cielo carico di infausti presagi altri discutevano, anche se non per motivi all'apparenza fondamentali per le sorti dell'Universo...Solo in apparenza...

-A volte mi chiedo, ma mi chiedo soltanto eh...perché abbiano accettato apprendiste vetuste come noi.-

-La vocazione alla dea giunge inaspettata a volte-

-La tua vocazione immagino abbia a che fare con un certo Shiryu, o no?-

-Ma certo che no! E tu cosa ne sai di Shiryu?-

-Parli nel sonno!-

-Ma non è vero!-

-Ti dico di sì-

-Ti dico di no-

-Ma io ti dico di sì!-

-Ti dico di no!-

-E io vi dico che se non la smettete vi ucciderò in un modo molto doloroso e lento...-

Le due litiganti, due ragazze poco più che sedicenni, una occidentale e l'altra orientale, si voltarono verso l'altra abitante della piccola abitazione nella quale risiedevano insieme. Quella le scrutava freddamente, senza alcun astio apparente, da sotto le pesanti coperte del letto, con i grandi occhi verdi socchiusi, molto probabilmente dal sonno.

-Perdonaci Eshari non volevamo disturbare il tuo sonno-

-Rompiscatole...- borbottò la più giovane delle tre, quella con una sterminata criniera castana

-Domani mattina ci dobbiamo svegliare all'alba per gli allenamenti e dobbiamo essere riposate-

-Va bene mammina-

-Non intendo raccogliere le tue puerili provocazioni-

-Ma non dovreste dormire voi due?- chiese, cercando di calmare le acque, Shunrey

-Hai ragione-

-Io mi chiedo...-

-Ancora?- chiesero esasperate le due all'altra giovane

-Senti Cristina che ne dici di meno domande e più sonno?-

-A letto con le galline andiamo, ma dimmi te- brontolò Cristina girandosi contro il muro e cercando di addormentarsi. -Ci hanno dato pure le coperte di lana d'acciaio- continuò a lamentarsi...

-Senta Milady questo è ciò che abbiamo e smettila di polemizzare...-

-Infatti non ho voglia di essere fatta a fette da Marin domattina, e tu hai Shaina che è pure peggio-

-Scusate, allora 'notte...-

-'Notte...-

E mentre la luna saliva nel cielo una ragazza continuava a non poter prendere sonno...

-Shiryu...Shiryu...- borbottava nel sonno Shunrey

'No lei non parla nel sonno, nooo...Domani Shaina mi ammazza...'

Continua...

[Sala riprese, ormai deserta...

Cristina (la sorella della Divina Autrice): Dì la verità quel pezzo iniziale non è opera tua!

Divina Autrice: Lo ammetto, e tu ammetti di esserti divertita come una pazza a vedere sto' capitolo...

Cristina: Ok lo ammetto...]

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** 4) ***


4) Atene

4) "È giunta l'ora..."

 

[Studi di...No! Ehi! Ma dove siamo finiti? Ah! Sì! Ora mi ricordo...Dunque da capo...

Atene...Santuario...

Le riprese sono state spostate al Grande Tempio per questioni di scene...leggere la Divina Autrice è    troppo taccagna per pagare le scenografie...

 

Gold (guardandosi intorno): Aaahh che bello essere a casa ^^

 

Saori: Aaahh che bello tornare a fare la dea ^^

 

Gold: Già Athena finalmente...(ecco la fregatura di questo posto T^T)

 

Divina Autrice: sì sì va bene ma ora basta con i sentimentalismi e sistemate il set...

 

Gold: Ma perché noi?

 

Divina Autrice: Ho dovuto comprare una marea di biglietti solo per voi non c'erano i soldi per la Troupe

 

Flashback di quando l'Autrice ha dato la notizia:

 

Troupe: SIIIII'

 

Seguono balli sfrenati...

 

Fine Flashback

 

Divina Autrice: Ed ora al lavoro!

_

Killkenny

Le cose per la 'cara' Saori andranno di male in peggio *ghigno satanico*

_

SHUN DI ANDROMEDA

Spero anche io di riuscire a farlo! Ma comunque grazie per la recensione ^^

P.s.:Sì ma più in là, al momento c'è gia abbastanza caos non trovi ^^?

_

Synnovea

Eccoli, eccoteli! Un bel capitolino con tutti loro (ah non so se ti farà piacere ma credo che inserirò anche Kanon ^^)

_

Mlle Nihal

Voce narrante sta solo cercando di mandarmi al manicomio (ma tanto ne sono appena fuggita non ci tornerò molto volentieri) comunque credo di essere stata più veloce stavolta

_

Ladynotorius

E pecchè la mia ficcina non ti interessava (tono piagnucoloso)? Ma comunque ora ti piace e spero che continuerai a seguirla...Ma non è colpa mia se siamo watussi in famiglia (a parte i miei nonni paterni)! Certo che Milo entrerà nella fic. io lo ADORO, insieme a Saga, Camus, Shaka, Aphrodite ecc. ecc.

Ah una cosa prima di terminare...: Lo scorso capitolo era un flashback...Quindi chissà *ghigno satanico2*

_

ColdFire

T^T...sigh! Certo che mi ricordo di te (e io ti ricordo che il mio nick. non ha Y >_<)...Hai recensito praticamente tutti i capitoli che ho scritto anche della precedente stesura figurati se me la prendo per qualche capitolo...

 

 

Divina Autrice: Ok ci siete? Bene...Pronti: 3-2-1 CIACK! AZIONE!]

 

 

 

-Miei Cavalieri è giunta l'ora...-

 

Una voce dolce, sussurrata al cosmo dei suoi guerrieri, aveva decretato l'inizio di una nuovo capitolo nella storia del Santuario che in quello stesso secolo che aveva visto tante battaglie.

 

Tanto era il sangue grondato sui pavimenti di marmo, tante le vite spezzate.

La strage aveva decimato anche i suoi paladini...Di vestigia di Bronzo ne erano sopravvissute solo cinque, ma oramai i loro custodi avevano raggiunto il potere supremo per un Santo d'Athena; d'Argento solo due ne erano sopravvissute nel corpo di donna; l'Oro l'unico ordine ristabilito, al gran completo, che potesse vantare anche nuovi guerrieri.

Ed ora la pace precaria stava per spezzarsi definitivamente...

 

Riuniti nel grande e colorato giardino delle Dodicesima Casa, i Santo d'Oro erano riuniti.

Avevano tutti sentito la voce della loro dea e conoscevano tutti molte più cose dei Saint mancanti, ancora per poco, all'appello.

 

-Avremmo dovuto capire quanto fosse grave la situazione sin da quando arrivò qui l'Innominato...- disse Aphrodite accarezzando le sue rose scarlatte, vicine di quelle nere famose messaggere di morte e di quelle bianche, colore innocente per armi tanto letali. -...Siamo stati ciechi...-

 

-Non crucciarti così Pisces, tutti noi avremmo voluto continuare il sogno di pace...- intervenne Saga, il tormentato Santo della Terza Casa, con tono gentile

 

-La colpa poi è principalmente mia che avrei dovuto avvertire la dea non appena ho sentito il piano astrale oscurarsi alla mio occhio interiore- disse quindi Shaka custode delle vestigia della Vergine

 

-Se ti incolpi per questo allora noi tutti abbiamo commesso il tuo stesso peccato, ingannandoci che fossero solamente gli strascichi dell'aura di Hades...- rispose quindi Mu Saint d'Ariete e l'ultimo adepto dell'arte dei riparatori di Armature, con voce limpida

 

-Star qui ad addossarsi colpe non aiuterà certo la dea!- s'intromise Milo valoroso Saint di Scorpio -Athena ci guiderà nella battaglia e potremo superare anche questo conflitto con onore!-

 

-Dici bene Scorpio!- lo sostenne il vigoroso Aldebaran signore della costellazione del Toro

 

-La nostra amata dea è con noi e nessuno potrà distruggere la pace che ha faticosamente ottenuto!- appoggiò anche il fedele Saint del Capricorno

 

-Non commettete l'errore di sottovalutare i nostri nemici cavalieri...Questa battaglia potrebbe prospettarsi tra le più dure che abbiamo mai affrontato- disse con gelo Acquarius smorzando l'impeto  dei suoi compagni.

 

Scese il silenzio nel giardino segreto della Dodicesima.

 

-Hai ragione Camus hai espresso un pensiero che stavo per dire io. Ed ora anziché star qui a parlare tra di noi dobbiamo recarci al Simposio per il ritorno dei cavalieri della speranza-

 

-Ovviamente! I mocciosi tornano e un bel Simposio non glielo toglie nessuno! Chissene frega se siamo sull'orlo di una guerra!- disse infine Death Mask con pungente sarcasmo

 

Ventidue paia d'occhi lo fissarono con differenti inclinazioni nello sguardo fissarono lo spietato Saint di Cancer.

Infine i Saints si incamminarono per le scale che li condussero alla Tredicesima.

 

..:: ::..

 

Due giovani s'incamminavano per la lunga strada che conduceva alla dimora della dea. L'uno guardava con meraviglia e gioia quei luoghi che aveva visitato poche volte per un motivo uno più grave dell'altro, lo sguardo profondo velato però d'ansia. L'altro che camminava al suo fianco invece pareva immerso in un mondo a parte, preso com'era dalle sue elucubrazioni. Nello sguardo duro nessuna particolare emozione era presente.

 

Alla fine il primo giovane, il fanciullesco cavaliere di Andromeda espresse a voce alta la domanda che effettivamente entrambi si erano posti più volte

 

-Perché Athena ci ha convocati fratello?-

 

-E lo vieni a chiedere a me cosa passa per la testa di quella?- disse Ikki passando una mano nei serici capelli del fratello minore, con una rude carezza

 

-Athena è saggia sa sempre cosa è giusto da fare-

 

L'altro scosse semplicemente la testa con un sorrisetto ironico.

 

-Stai parlando della donna che si è presentata ad Asgard con un vestitino do seta. Anche se forse tutte le sottane avranno compensato...-

 

-Ikki...!- richiamò Shun con un'espressione tra il divertito e lo scandalizzato

 

-Io dico solo le cose come stanno!-

 

Il più piccolo dei due non poté più controbattere...

 

-Spero solo che non sia nulla di grave-

 

-A diciott'anni ancora non hai capito come stanno le cose. Il solito ingenuo-

 

-Ehilà guarda chi si rivede!?-

 

Una voce divertita fece loro prestar maggiore attenzione alle sagome scure contro la bianca scalinata di marmo che li separava dalla Tredicesima.

Raggiunsero in pochi passi i loro compagni.

C'era Hyoga appoggiato ad una colonna portante del timpano, un pallido sorriso ad illuminare il volto.

C'era Shiryu seduto sulla scalinata, lo sguardo gentile sui due fratelli.

E poi c'era ovviamente Seiya che si stava sbracciando per salutarli.

 

-Accidenti Shun quanto sei cresciuto! Ora sono io il più basso del gruppo! E tu Ikki con quel tuo caratteraccio? Migliorata la situazione o sei sempre il solito stronzo egocentrico?-

 

-Tu sempre il solito cretino o hai messo un po' di sale nel cervello che dici di avere?-

 

-Per favore non cominciate subito!- disse loro Shiryu in tono conciliante

 

-Già e poi il Simposio sta per cominciare...-

 

-Certo che anche questa volta Sua Altezza ha fatto le cose in grande-

 

-Con ogni probabilità verremo finalmente a sapere cosa diavolo sta succedendo...-

 

E si incamminarono per la sala dove il Simposio si sarebbe tenuto...

 

 

 

 

 

 

NdA: Allora questo è l'ultimo dei capitoli più...inutili, potremmo dire di introduzione. Dal prossimo la storia vera e propria comincerà ^^ alla prossima ^^

 

 

 

 

 

 

 

Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** 5) Il Simposio ***


5) Il Simposio

5) Il Simposio

NdA: Allora come anticipato la storia vera e propria comincia qui in questo capitolo che segna l'inizio dei casini (chiedere testimonianza a ColdFire...lei SA'); vi volevo anche avvertire che questa sarà una very very me tanto very long fic. Se siete coraggiosi andate aventi e preparatevi a credere di aver capito ma essere invece solo più confusi di prima ^^! Buona lettura ^^!

[Atene. Santuario. Sala del Simposio. Tragedia in corso...

Divina Autrice: CHI È STATO? CHI HA OSATO?

Mu: Cosa è successo?

Mask: Ma si può sapere che hai da strillare sottospecie di Erinni?

Divina Autrice (guardando i crateri dove il vino mescolato avrebbe dovuto esserci): CHI DIAVOLO SI È SCOLATO TUTTO IL VINO DEL SIMPOSIO EH?

Mask (guardando disperato anche lui il vuoto nei crateri): CHI HA OSATO SCOLARSI IL VINO?! LO AMMAZERO'!!!

Aphrodite: Ma perché te la prendi tanto? È solo un po' di vino!

Mask: ED IO DOVREI RIMANERE SOBRIO PER UN INTERO CAPITOLO DI CHIACCHERE DELLA BIETOLA VIOLA? MA STIAMO SCHERZANDO?

Tutti i presenti (meno Athena troppo impegnata a passarsi lo smalto fuxia sulle unghie con sommo disgusto della Divina Autrice che la guarda indecisa se vomitare o meno per lo smalto, il vestito, le scarpette tutto rigorosamente fuxia che fa pandan con i capelli...): CHI HA OSATO?

Seiya (entrando stranamente...alticcio): HIC! Buooon ghiornoo ragasciii HIC! Oh Divigna Auutrishee ma com'era buono quel shucco di frutta che shera nei vashi HIC! Ugna delisshia HIC!

Tutti: TUUU!!!!!!!!!

Seiya: Shììì? HIC!

Il Saint di Pegaso fu nell'ordine: preso a pugni, preso a calci, calpestato e arrostito a fuoco lento legato a mo' di salame e servito a tavola con una mela in bocca. Non fosse stato che il sapore era pessimo ci sarebbe stato un cavaliere in meno

Conte Ugolino: Veramente io ne gradirei un pezzetto, un cosciotto se possibile!

Isilpeko: Ma cos'è sta' puzza?

Anche il Conte Ugolino fu spazzato via dalla sfiga immane che seguiva l'Innominato alias Isilpeko ahia! Stupida incudine...: una scossa sismica localizzato solamente sotto i suoi piedi lo mandò nelle catacombe della Nona

Aiolos (vestito come Indiana Jones): Oh che bello visite!]

Cinque giovani si apprestavano ad entrare nella Sala del Simposio in cerca di risposte. Durante il loro cammino non poterono fare a meno di rimanere colpiti dalla bellezza della Sala dove già risuonavano i flauti delle etere.

Questo Simposio non era però come quelli tenuti nella vera Grecia antica.

Non ci sarebbero state donne accondiscendenti ed ebbrezze comuni. Il vino nei crateri finemente decorati era sì estremamente profumato, ma altrettanto diluito. Evidentemente restare lucidi non sarebbe stata solo una questione di decenza, ma soprattutto una richiesta della dea. Il loro sospetto comune era in qualche modo appurato. Non che avrebbero ceduto agli effluvi dell'alcool, comunque sia, ora anche la remota possibilità di ubriacarsi era in un certo senso esclusa.

Nella Sala avevano già preso posto i dodici Santi dello Zodiaco, conversavano in toni calmi e sereni, perfettamente a loro agio nell'atmosfera antica che permeava ogni angolo dell'ambiente.

Tuttavia interruppero il loro discorsi per accogliere i nuovi arrivati.

-Sete dunque giunti Cavalieri, benarrivati- li salutò Shion Sommo Sacerdote, ringiovanito anch'egli e posto nuovamente come oracolo di Athena

-È un piacere rivedervi- li salutò l'allievo del sant'uomo, Aries Mu

E così tra un convenevole e l'altro i guerrieri più giovani e quelli più anziani si ritrovarono questa volta in un momento di pace e serenità. Un momento.

Gli unici momenti di tensione furono quando Death Mask con una delle tante battute salaci del proprio repertorio aveva contemporaneamente dato del parassita al Saint di Pegaso; dell'esibizionista ad Ikki; della mammoletta ad Andromeda e del mammone a Hyoga. L'unico che si era salvato dal lapidario, ed ignorato, commento del massiccio italiano fu Shiryu per mancanza di argomenti.

Altro momento di tensione fu quando il Santo della Terza Casa e quello della Fenice si trovarono faccia a faccia. Era risaputo a tutti nella stanza che fra i due non correva buon sangue ma speravano che le esperienze più o meno comuni potessero far loro superare gli attriti del passato.

Ma Ikki non era certamente d'accordo con questa visione ottimistica tanto che tutto ciò che fece fu un sorrisetto sarcastico ed un altrettanto ironico saluto. Tuttavia i suoi compagni, che si aspettavano di peggio, si ritennero soddisfatti.

Dopo una mezzora in cui le conversazioni avevano preso le più disparate direzioni, la dea giunse nella sala dalle pareti di marmo coperte di bassorilievi che narravano la creazione del mondo.

-È per me fonte di gioia riavervi tutti qui riuniti-

Ricambiarono quindi il saluto della dea con differente calore nella voce

Mentre i preziosi kylix ricolmi di vino venivano distribuiti tra i cavalieri la dea della Sapienza cominciò il suo discorso che sarebbe rimasto nelle memorie dei cinque Cavalieri più giovani

-Miei cavalieri so già che vi state ponendo della domande su questa convocazione così improvvisa, ma ogni cosa a suo tempo. Volevo cominciare con il presentarvi un altro guerriero...- la sua voce assunse un tono stranamente rigido -...giunto qui un anno fa...-

I passi che si avvicinarono ottennero tutta l'attenzione dei cinque giovani, sui cui volti si dipinse un'espressione di stupore quando il nuovo guerriero fece il suo ingresso nella Sala

-Buongiorno!- li salutò con divertita allegria ignorando le occhiate sgomente alla sua Surplice -Mi piacerebbe davvero comunicarvi il mio nome ma temo che causerebbe non pochi problemi-

-UNO SPECTER! MA DICO SIAMO MATTI?!- esplose Seiya alla vista delle nere vestigia

-Che eleganza nell'esporre le proprie considerazioni!- ironizzò lo Specter

-TU MALEDETTO...!-

-Vi prego controllatevi!- richiamò all'ordine la dea frenando l'impeto del cavaliere di Pegasus -l'Innominato...- ed indicò il nuovo venuto -...come conviene chiamarlo, è qui per prestarci il suo aiuto nel ricacciare indietro le ultime emanazioni di Hades.- guardò male lo Specter che stava sghignazzando rumorosamente dopo le ultime parole.

-Nonostante non capisca ciò che abbia suscitato tanta ilarità, vorrei invece comprendere cos'è che intende come emanazioni...- interruppe Ikki seccato

-Sono demoni o comunque entità maligne- rispose Athena felice di cambiare argomento...

Passò altro tempo nel quale la dea spiegò i danni e la devastazione che un demone era capace di compiere in poco tempo se non fermato, e quindi l'importanza di fermare questa forza maligna prima che fosse troppo tardi. Non spiegò però per cosa sarebbe stato troppo tardi. I demoni da quel che avevano capito erano sì potenti ma non abbastanza per distruggere tutta l'umanità.

-...A questo scopo miei Cavalieri c'è bisogno che le schiere dei miei eroi abbiano nuovi campioni, e c'è quindi bisogno di qualcuno che si occupi della formazione di questi campioni. E chi meglio di voi cinque che avete affrontato prove tanto ardue da portarvi ad assimilare un'esperienza notevole in battaglia...-

-Cosa vuole dire Athena?- disse Shiryu con una flebile speranza nel cuore

-Voglio dire che sarete voi ad addestrare le sacerdotesse che andranno poi a custodire le vestigia vacanti-

ed Ikki

-Non ho capito bene...Io dovrei fare da balia ad una ragazzina? Ma neanche per sogno!-

[ Divina Autrice: Stop! Va bene così...

Ikki: Oh finalmente anche questo è finito

Hyoga: Già...è il prossimo che mi preoccupa...

Killkenny:

Un casino come hai visto!

Mlle Nihal:

Infatti ho aggiornato a soli 16 giorni di distanza ^^

Synnovea:

Come sopra. Kanon entrerà in scena tra un po'

SHUN DI ANDROMEDA:

Figurati molti sono consigli che hanno dato anche a me agli inizi quasi un anno fa ^^

Ladynotorius:

^^ *me arrossisce*

ColdFire:

Non ti preoccupare ^^ Visto che hai letto la precedente versione sai che le descrizioni non dovrebbero essere il mio forte ^^

Ritorna all'indice


Capitolo 8
*** 5) Intermezzo: Il diabolico piano di Saori... ***


5) Intermezzo: Il diabolico piano di Saori

5) Intermezzo: Il diabolico piano di Saori...

[Il titolo dice tutto...Come? Devo narrare ugualmente? Va bene va bene...Dunque dove ci troviamo in questa giornata?

TREDICESIMA CASA...ore 10.35 AM...

sex bomb sex bomb you're a sex bomb you can give it to me when I need to come along

La radio sveglia di Saori suonò di una delicata e dolce sinfonia che rasserenò la divina prima ancora di aprire le delicate palpebre...

Saori (aprendo gli occhi): Mmmh...

La dea si alzò dal letto cominciando a canticchiare

Saori (cantando): I soooogni son deeesideriii chiuuusi in fooondo al cuooor

"Eh già ho giusto sognato Seiya e me stanotte"

Nel sooonno ci seeeembran veeeeri e tutto ci paaarla d'amor

"Aaahh mi stringeva così romanticamente e c'erano tanti cuoricini rosa svolazzanti Aaah"

Se creeedi chissaaà che un giooornooo noon giunga la feliiiciiiità

"Io credo, ma quello non lo capisce, non capirebbe nemmeno se mi schiaffassi nel suo letto!"

Non disperaare nel presente ma credi fermamente e il sogno realtaà diiiveeerraaaà...!

"Giusto! Inutile lagnarsi! Meglio pensare...Un piano mi serve un piano!"

Athena continuò a fare su e giù per la stanza, dimentica ormai dell'immane disordine che regnava nella sua stanza pensando, giustamente, di esser piena di servi pronti a morire per lei..

Servi (in coro): MA SEI FUORI???

La giovine e fascinosa fanciulla

Tutti: *sguardo allucinato* EH?

Dalla folgorante bellezza

Divina Autrice (bicchieretto del caffè in mano): Se lo dici tu...

Continuava ormai a camminare da un po' quando un'idea che sarebbe riduttivo definire divina si fermò d'improvviso e roteò soddisfatta l'indice nell'aria...

Saori: Ma io sono una dea!

Tutti: Ma nooo

Divina autrice: Ma và io l'avevo scambiata per una canguro

Saori: Far innamorare Seiya di me sarà uno scherzo! MA perchè mi si chiama ancora Saori?!

Saor Athena: Ok ora ci siamo...EROS!!!

Ci fu un frullo d'ali, un po' di vento e un giovanotto con le ali e giubbotto di pelle si fece avanti...

Eros: Io sono Eros, il boss quando si parla di questioni affettive, come posso servirti zietta? (mette la mano in tasca a stringere un cornetto) "Con Athena non si sa mai"...

Athena (arrossendo e giocherellando con le dita): Ci sarebbe un...certo cavaliere...

Eros (sistemandosi il giubbotto di pelle e gli occhiali da sole neri): Spara...!

Athena (borbottando tutto di un fiato):...vgl ctlfccnnere dme

Eros: EH?

Athena: Voglio che tu lo faccia innamorare di me...

Eros: Oooh...Mh e cosa mi dai in cambio?

Athena: La mia eterna gratitudine ^^

Eros: No dico...

Athena (spolverando il suo talento di donna d'affari): Beh allo potrei...

Eros:...Potresti

*musica de "Il Padrino"...*

Athena:...Potrei chiedere per te la grazia per quella storia di Dafne...

Eros: *ricorda la mattina precedente*

Flashback mattina precedente

Si vedono Eros e Apollo correre: Eros scappa Apollo lo insegue...

Apollo: Vieni qui sottospecie di piccione! Ti trasformo in un puntaspilli! È tutta colpa tua se mi sono innamorato di Dafne!

Apollo riesce ad intrappolare il giovane dio e lo guarda con sorriso omicida...

Eros: Suvvia possiamo parlarne, era solo un'innocente scherzetto!

Apollo: Una Cornucopia! Prima ti spenno e poi ti inforno!

Eros (guardando le sue ali): NO!

Apollo (ghigna sadico): Oh sì!

Sullo sfondo si vede passare Deiopea la più bella ninfa di Era...Eros sorride e alza le sopracciglia ammiccando...

Fine flashback

Athena (da le spalle a Eros e incrocia le mani dietro la schiena):...E quella per la storia di Deiopea...

flashback di quella mattina stessa...

Apollo corre di nuovo ma stavolta insegue...Deiopea che scappa disperata...

Apollo (occhi a cuoricino): Vieni amor mio!

Deiopea: Giammai! Piuttosto mi trasformo in un albero...! Ah no non posso poi devo dare i diritti di copyrights a Dafne...Somma Era aiutami tu!

*Musichetta di "Medio Man"*

Compare Era con bigodini e matterello punisci-Zeus [da usare in caso di adulterio e inseguimento amoroso] battendo la suddetta arma sul palmo aperto della mano...Sorride all'indirizzo del figliastro...

Fine flashback

Eros:...

Athena: Era ed Apollo non sono molto soddisfatti della tua bravata, ma io potrei...aiutarli a essere soddisfatti se tu aiuterai me!

Eros: "La cosa mi conviene...Nessuno regge allo Smaronation Power di Athena" ...Va bene di chi si tratta?

***

[Piana d'addestramento....

Seiya (rabbrividisce): Che orrida sensazione

Shiryu: Magari è la sbornia del capitolo scorso

Seiya: No è qualcosa di diverso...come se...

Shun: Fosse accaduto qualcosa di orribile!

Seiya: Sì esatto come lo hai capito?

Ikki: *si rotola dalle risate*

Shun (indica Hyoga): Perchè è successo qualcosa di orribile!

Seiya: ORRORE!

Shiryu: Oh Dei!

Ma che orrore! Hyoga stava dichiarando eterno amore ad Aldebaran che a sua volta faceva una serenata ad Aiolia che a sua volta si sta dichiarando a...un albero...

Marin: Infingardo traditore!

In alto...

Eros: Ma quello è impossibile da prendere! Ho colpito chiunque tranne lui! Ma sarà il bicchierino che mi sono fatto stamattina? O forse...

In basso...

Seiya: EHI! MA CHE STA' SUCCEDENDO???

oltre la prima catena amorosa ora chiunque si sta dichiarando a qualsiasi cosa vivente o meno...

Mu (ad una vecchietta col cornetto acustico): Oh mio dolce amore

Vecchietta col cornetto acustico: Gli spaghetti non hanno spore?

Saga (ad Aiolos): Perdonami se ho cercato di ucciderti io ti amo!

Aiolos: Perdonami ma io amo solo la Divina Autrice

Death Mask: *lui è immune alle frecce di cupido*

Death Mask sarà pure stato immune dalle frecce ma non...

Aphrodite: "Mask sarai mio MUHAHAHAHAH"

Divina Autrice: *Sviene*

Cristina: "Le cose stanno procedendo anche meglio del previsto ih ih

Ritorna all'indice


Capitolo 9
*** 6) Riti di passaggio ***


6) Riti di passaggio

6) Riti di passaggio...

La vostra Kristi è un po' commossa oggi...Sigh il 9 Aprile è stato il compleanno di Pandora, o meglio della sua originaria pubblicazione e il mio compleanno di scrittrice di Fanfiction, un anno.

Ora mi spiace deludervi ma ho pensato bene alla trama e dovrò dividere la storia in minimo tre parti, se tutto va bene sarà una trilogia:

-Pandora (cioè questa che state leggendo)

-Il cammino di Nike

-Il secondo oscuro *titolo provvisorio*

Non so esattamente quanti capitoli durerà Pandora ma posso già dirvi che sono parecchi. A partire dal terzo episodio (il secondo oscuro *?*) non ci saranno intermezzi comici perchè sarà più serio rispetto agli altri.

P.s.: Per farmi perdonare del ritardo aggiornamento papirico.

***

Il sole scaldava le dure pietre dell'arena nel gineceo. Scaldava i corpi delle contendenti, faceva scorrere gocce di sudore lungo le schiene sottoposte a sforzi immani per comuni mortali. Giovani fanciulle dai volti celati, da gelide ed infernali maschere che ne coprivano i lineamenti.

A capo sacerdotesse a ordinarne i movimenti.

Un'ideale comune a dare la forza per sostenere fatiche precluse ai comuni mortali, per superare la soglia del normale, per qualcosa di superiore. Un qualcosa di astratto e fragile come un prezioso cristallo, da proteggere ad ogni costo, non per se stessi, o per gloria personale, ma per il mondo su cui le giovani allieve camminavano e per chi come loro, pur non conoscendo l'esistenza dei loro più grandi protettori, respirava e viveva sotto lo stesso cielo.

Ma c'era anche chi era mosso da altre forze, altri obiettivi meno nobili da raggiungere.

Dimostrare il proprio valore a chi lo aveva disprezzato e considerato inesistente.

Raggiungere nell'onore chi si amava e poteva apparire troppo distante per un comune mortale.

E il più abietto di tutti.

La vendetta...

-Più veloce con quei colpi!- gridava una donna dall'alto con folti capelli d'un curioso smeraldo -E mettici più inventiva! Sei troppo prevedibile!-

Shaina rimbrottava l'ultima delle allieve affidatele, e nel contempo studiava la più anziana.

-Cristina! Presta attenzione a come muovi quella testa vuota! Non devi far cadere quella maschera!-

La sacerdotessa osservò con disapprovazione la giovane che raccoglieva il prezioso parametro che le guerriere portavano.

"Come se fosse facile!" pensò la giovane coprendo il volto pallido.

Scosse la chioma castana costretta da un laccio per via del clima torrido. Guardò la sua avversaria ghignando da sotto la maschera.

-Allora ragazzina? Ancora non ti arrendi?- disse minacciosa all'altra

-Cristina!- urlò una voce dall'alto -Ringrazia che presto la tua tutela sarà affidata a un Gold! Potrai imparare che un avversario non si deve mai sottovalutare-

"Tranne quando ti è palesemente inferiore" pensò con irritazione la fanciulla prima di lanciarsi alla carica.

Poco da fare per l'avversaria. Una fanciulla con buone potenzialità, ma dal fisico magro e affusolato, di altezza media e dal cuore tenero.

Diversa era Cristina. Alta, propensa di natura a un fisico forte e scattante, veloce e senza particolari scrupoli.

Quello che dovette subire la più giovane, nonostante la buona tecnica, fu un calcio nel costato portato a grande rapidità. La rapidità di chi sta per padroneggiare la velocità del suono, troppo potente per quella allieva ancora inesperta, al confronto con la più anziana ed addestrata rivale.

Potette quindi solo che crollare a terra, sotto la potenza del colpo, senza più l'energia per continuare l'incontro, bocconi nella polvere dell'arena.

-Te l'avevo detto di arrenderti- sibilò alla compagna svenuta, voltandole poi le spalle.

Shaina taceva scrutando l'allieva, presa da sentimenti contrastanti. Orgoglio e fastidio per quel comportamento fiero ed indomito, gioia e preoccupazione per quella forza unita al carattere irascibile.

"Quel che le manca è l'autocontrollo, se non doma quell'indole da gatta selvatica le sarà difficile conquistare un qualsiasi Silver Cloth"

Nel frattempo Cristina si era seduta scompostamente sulle gradinate. La maschera impudentemente abbandonata su un gradino distante, le gambe divaricate, appoggiandosi ad un gomito, sugli scalini, semi distesa. Muoveva la mano del braccio libero tra i capelli, ora, sciolti, morbide onde scomposte del color del legno.

-Sei troppo impulsiva. Si combatte usando la testa- disse Shaina scendendo lentamente le gradinate verso l'allieva

La fanciulla volse il capo verso l'alto e verso la maestra. La guardò per un attimo con un ghigno sol volto e poi tornò a guardare l'arena, aspettando il prossimo duello. Il sole faceva brillare le protezioni sulle ginocchia e sul petto. Indossavano entrambe abiti di cuoio e tessuto grezzo, succinti per maggiore mobilità ai movimenti.

Il parametro infernale di Shaina copriva lo sguardo smeraldino che fissava la sua allieva più anziana interrogativo.

"C'è del talento in te. Ma le stelle hanno deciso che non sia io a risvegliarlo mia giovane allieva" pensò con un accenno di malinconia subito fugato.

-Non sei cambiata molto da quando ti sei presentata qui...- disse

La giovane non disse nulla alzò appena un sopracciglio e scrutò la sua maestra

-Tra pochi giorni è il tuo compleanno o sbaglio?-

La ragazza inarcò ulteriormente il sopracciglio e fece una smorfia sarcastica

-Da quando sei sentimentale Shaina?-

-Chiederti rispetto è inutile vero? Comunque non è di questo che ti devo parlare...-

-Oh ma davvero? Credevo il mio compleanno fosse un argomento interessante o sbaglio?- commentò sarcasticamente -Comunque sì il ventisei è il mio compleanno-

-Chissà perchè me lo sentivo che eri dei Gemelli, degna della casa del nobile Saga...-

-Mi stai dando della schizofrenica?-

-Porta rispetto ad un tuo superiore-

Shaina serrò le mascelle alla risata sinceramente divertita della giovane

-Voglio vedere se riderai ancora quando vedrai il tuo nuovo maestro, che per tua informazione è un Gold-

La risata, come allo spezzarsi, di un incantesimo terminò

***

-Come. Mi sono. Fatto. Convincere.- scandì il cavaliere di Phoenix furibondo

-C'entra nulla la pena per chi disobbedisce alla dea , ostracismo e compagnia danzando?- ipotizzò Seiya con tono leggero

-Poca saccenza, pigmeo-

-Ehi! ehi! Calmati...Tu hai fatto una domanda ed io ho soltanto risposto!- sghignazzò Pegasus, ignorando l'occhiata di sufficienza ricevuta da Ikki

-Voi due calmatevi, non è il comportamento consono a due cavalieri d'oro questo- si intromise con tono neutro Hyoga Cygnus Gold Saint

-Hyoga si può sapere quando ti leverai quella scopa che hai su per il...-

Le mani pallide ed eleganti di Shun coprirono la bocca di Seiya prima che potesse succedere l'irreparabile

-Non essere volgare Seiya, e poi non mi sembra il caso di litigare adesso- gli disse gentilmente

-Ehi piccoletto sei già entrato nell'ottica del maestro?- ironizzò Seiya sorridendo

Ridacchiarono tutti quando le guance di Shun presero un bel colo rosso ed aumentarono sentendo le flebili proteste del giovane guerriero.

-Eeh...- sospirò calmando il respiro scosso dalle risate -...Comunque, dov'è Shiryu?-

-È lì che parla con il vecchio Dohko, mi sembra molto felice- indicò Shun

-Vorrei sapere cosa ci sia di tanto bello nel fare da balia a delle ragazzine...- si lamentò insofferente Ikki

Shiryu con un sorriso di gioia, parlava al suo maestro che lo guardava con un'espressione di bonaria indulgenza.

-Adesso però ricomponiti e vai dai tuoi compagni-

-Sì maestro-

Il giovane si avviò verso i compagni che lo guardavano interrogativi ed alzò subito le mani continuando a sorridere

-Niente domande...-

-Ok...- disse sospettoso Seiya

-Certo- disse con un sorriso gentile Shun

-Come vuoi- fu il monocorde commento di Hyoga

Un'alzata di spalle fu la risposta affermativa di Ikki. I giovani cominciarono allora a parlare del più e del meno, di ciò che avevano fatto in quegli anni, durante i quali avevano finito col prendere un po' le distanza gli uni dagli altri.

Arrivarono quindi alla questione che più li agitava, o quantomeno alcuni di loro...

-Dai insomma mi ci vedi a fare il maestro?- si giustificò Seiya

-Oh sì perchè invece è la mia vocazione di vita vero?- ironizzò Ikki

-Mh, dai a voi spetta il lavoro leggero mentre io devo andare a caccia di bestioni!-

-Vuoi finire sottoterra subito o tra un po'?-

-Ragazzi per favore!- si frappose nuovamente Shun

-Shun ha ragione, e poi è una così bella giornata- disse con uno strano tono sognante Shiryu

Seiya lo studiò di sottecchi. Da quando il suo migliore amico aveva quell'espressione sognante? Cosa gli aveva detto il suo maestro per farlo così felice? E che diavolo voleva quello stupido Specter da lui adesso?

-Cavalieri!- li salutò con un sorriso allegro Isilpeko [ahio! ndA] -Avete ricevuto un ruolo fondamentale in questa guerra sapete?- disse sornione

-Non esagerare Specter! Qualche bestiaccia non è una guerra- minimizzò Seiya

-Come più volete credere- disse alzando le mani senza scalfire il sorriso

"Che sia una banale scaramuccia lo crederete per poco...Gli Anubiti non staranno a guardare...Sì ho scelto il posto adatto per una vacanza"

-Mh fondamentale eh? E perchè non ti occupi tu delle ragazzine allora?- disse distaccato Ikki

-Perché è il vostro destino...Ah e mi raccomando fate un buon lavoro, ne vedere delle belle- sghignazzo andandosene

Seiya brontolò qualcosa di irripetibile, mentre gli altri guardavano stupiti lo strano personaggio che si ritrovavano per alleato

-È un azzardo fidarsi di un figuro del genere- disse glacialmente Hyoga

-Già non è un bel soggetto- disse Ikki

-Ha parlato il santone- il suo commento fu ignorato -Comunque sì non ci si può fidare di uno che cambia bandiera per divertimento-

-Su ragazzi se Athena si fida di lui ci sarà un motivo no?-

***

-Lo sai che non mi fido di te Isilpeko-

-Oh suvvia Athena non mi pare il caso! In fondo sono qui per voi no?-

-Credevo fossi qui per divertirti-

-Infatti-

-Specter ho mantenuto la promessa, quando...-

-Tu non hai mantenuto un bel niente! Dovevi occupartene tu non altri-

-Il cono infernale che si è aperto sulla Terra cresce, ed io devo tenerne a bada i confini, non posso occuparmi della questione direttamente-

-Si vede che a furia di reincarnarti hai perso potere spirituale-

-Come osi?-

-Sono secoli che non mantieni la promessa, e i santuari sono andati in rovina, il sangue si è disperso e non siamo nemmeno sicuri di ciò che potremmo aver ritrovato-

-Cosa vuoi dire?-

-Voglio dire che causa l'inattività di secoli e secoli, o il sangue si è troppo diluito o hanno finito per diventar dormienti!-

-Non può essere!-

-Invece sì, potremmo aver ritrovato sì il sangue, ma senza forza spirituale, se non quella di un banale cosmo!-

Su quella spiaggia, al calar del sole, una dea, che si credeva infallibile, capiva quale agghiacciante mancanza avesse compiuto...

Ritorna all'indice


Capitolo 10
*** 7) Scheggie... ***


7) L'inizio di un'avventura

7) Scheggie...

Una mano pallida, eterea, minuta, scostò appena le cortine intessute di un tripudio di colori caldi: arancio, rosso, oro, ocra... In forte contrasto con il gelo appena fuori il vetro, coperto di nevischio ghiacciato.

Chiuse e riaprì le dita, intorpidite dalla temperatura ostile, e poi sfregò le mani l'un l'altra scostandosi dalla fonte degli spifferi, ma gli occhi, quelli, continuavano a guardare il cielo oltre la finestra, oltre la città, che con le sue luci moleste inquinava lo splendore delle stelle, proprio verso quelle il suo sguardo si posava. E volava; volava indisturbata la sua mente, nei luoghi che le erano proibiti; perchè tutto ora era diverso; perchè il mondo non avrebbe potuto capire; perchè era rimasta solo lei...

Sola eppure così tanti erano gli avversari e così grande la minaccia.

Tutto era cambiato e nessuno le aveva insegnato cosa fare, cosa fare per affrontare tutto da sola, sola per la prima volta dopo millenni.

E tutto solo per una dea.

Una sciocca dea che non sapeva mantenere la parola, che aveva permesso che tutto ciò accadesse, che la fine arrivasse per la sua stirpe, come per quelle delle compagne.

Che il sangue venisse annacquato, sporcato e disperso, e che le eredi fossero sballottate qui e lì per il mondo.

Nessun riguardo.

Nessun onore.

Nessuna riconoscenza...

Lo stomaco si strinse.

Il cuore perse un battito.

No, non era quello che pensava lei, e si rammaricò per quell'istante in cui il cattivo pensiero aveva dominato la sua mente.

Quello, era il pensiero di sua madre, sua nonna e le sue maestre.

Non era il suo pensiero.

Dubitava, che sarebbe stata all'altezza del compito.

Perchè quella dea, sì quella stessa dea che aveva condannato lei ed altre, non aveva vera colpa.

Come pretendere che l'unico baluardo rimasto agli uomini trascurasse la giustizia per una bega, per una colpa di altri, per un obbligo, una promessa estorta?

Come?

Così tanto era andato perso l'onore?

Così tanto dimenticata la ragione della loro stessa esistenza?

Erano forse cadute così in basso, da lasciar posto nel cuore, solo alla vendetta?

Non poteva, non doveva essere così.

Perchè sarebbe stato a significare solo che la sventura, che il destino aveva loro prescritto era la giusta punizione per la corruzione che era infine giunta nei loro cuori.

No.

Non sarebbe mai stata in grado.

Non avrebbe potuto mai fare ciò per cui era stata cresciuta.

Non poteva sporcarsi le mani di sangue innocente per un'ideale distorto e ingiusto. Piuttosto era meglio venir rinnegate, meglio il disonore ad un peccato così grande.

E la fanciulla congiunse le mani sul cuore, ed alta elevò una preghiera alle stelle:

"Fa che non tutto sia perduto.

Fa che la missione che mi è stata affidata sia giusta.

Oppure fa che il destino mi mostri anche una minuscola parte dei suoi piani per noi.

Fa che non si debba versare sangue innocente, e che ogni equivoco, malinteso, ogni sciocco fraintendimento, venga chiarito, e finalmente possa sorgere l'alba su di noi"

***

Era una preghiera. Lontana, ma pura ed immacolata quella che saliva alle stelle.

Storse la bocca con fastidio, chiedendosi come fosse possibile che nel mondo ancora circolassero vive persone dal cuore così puro. E si chiese a quale prezzo quella purezza fosse rimasta.

Poiché non era la preghiera di un bambino, ma di un adulto, o quasi, e che quindi avrebbe dovuto aver perso da tempo la purezza di quel cuore. Avrebbe.

Già aveva incontrato qualcosa del genere, forse ancora più sublime e perfetta era la purezza.

Era in un giovane guerriero che risiedeva tale chiarezza d'animo. Un giovane che portava l'impegnativa armatura di Andromeda, colui che incarnava lo spirito del sacrificio.

L'ennesimo sciocco che era pronto a morire in nome di altri, o di qualcosa di astratto.

Aveva vissuto agli Inferi: anche troppi ne aveva visti di individui così camminare verso il giudizio finale.

Sciocchi che ancora non avevano capito l'inutilità del combattere crociate, di morire per un qualcosa di irrealizzabile. Per salvare il mondo addirittura!

Ma se il mondo non se ne sta tranquillo cinque minuti, ed ha continuamente bisogno di essere salvato, qual utilità sta nel morire così?

Un male prenderà il posto di un altro e così via, in eterno, perchè così è la natura umana, ed inutili sono i tentativi. È nel modo di essere di quella sciagurata e sventurata razza a cui gli dei avevano lasciato il mondo.

Oh gli dei, forse ancor più deboli e sciocchi degli uomini. Pretendono di controllare tutto quando altro non sono che esseri umani con immortalità ed altri giochi di prestigio come l'eterna giovinezza, quegli effetti speciali che erano infondo il loro "poteri".

Come quella creatura che gli stava davanti, ad occhi sgranati, solo ora conscia dell'errore. Incapace di reagire e porre rimedio al danno.

Intanto quella preghiera sciocca, continuava... La speranza degli stolti, riposta nella giustizia degli dei. Come se ne avessero!

-Vi prego mia dea alzatevi! La sabbia potrebbe rovinare la vostra delicata pelle!- ironizzò

-Insolente- sussurrò indignata

-Smettila di lagnarti ed alzati. Sei patetica- disse freddamente divertito

-Come osi!? I tuoi insulti non rimarranno impuniti!- minacciò senza convinzione

-Oh e cosa vorresti fare...?- si avvicinò piano, sorridendo come il gatto che si prepara a mangiare il topo appena catturato, inginocchiandosi davanti a lei, prendendole il mento fra pollice ed indice ed alzandolo fino all'altezza dei suoi occhi -...È tutto inutile mia dea...- le disse con crudele dolcezza -...Non puoi battermi...Come non puoi fermare il destino. Ma puoi porre rimedio ai tuoi errori prima che sia troppo tardi...- aggiunse poi serio lasciandole il volto scosso e solcato da un'unica lacrima di disperazione -...Questo, sì questo, ti è concesso. Guarda...- indicò poi il cielo, verso un punto indefinito per molti, ma per loro chiarissimo -...Ancora per trecentosessantacinque albe hai tempo, poi l'inferno sarà sulla terra e la fine sarà per tutti voi...-

-E sia...- si rialzò e scosse la gonna liberandola dalla sabbia -...È infine giunto il giorno che pone termine al tempo dei giochi. Sono una dea e come tale manterrò la pace e la giustizia! Mai più mi lascerò andare e sarò ciò per cui sono nata. Che un anno solo mi separi dalla vittoria, e poi la giustizia tornerà!-

Isilpeko alzò disperatamente gli occhi al cielo

***

Un freddo gelido ed improvvisò le arrivò addosso, come coltellate, sulla pelle scaldata dal tepore della coperta...

-Ma che cazz...?- borbottò nella sua lingua madre

-Qualunque cosa volesse dire, è ora di alzarsi.-

-Gnonmivascincueminut- sospirò Cristina abbracciando più stretto il cuscino

-Ma guardatela! La dura, fredda e crudele Cristina, il terrore delle novizie, qui abbracciata ad un cuscino a piagnucolare per dormire cinque minuti di più...Toh sentitela come impreca! Se ti vedessero le tue avversarie...- disse monocorde Eshari finendo di scoprire la compagna

-...Scapperebbero per paura della mia vendetta!- urlò balzando fuori dal letto e mettendosi a rincorrere l'altra armata di cuscino

Shunrey sospirò e scosse la testa, abituata al solito rituale mattutino, finendo di allacciare i calzari e dissipando le ultime nebbie del sonno. Ma i sogni non avevano bisogno di essere dispersi, oramai erano già realtà

"Proprio come nelle favole"

-Aaah non ne vale la pena...- borbottò Cristina liberandosi dalla presa di Eshari che l'aveva miseramente bloccata a terra -...Vale più la pena di andare a mangiare, ho la solita fame...-

-Sì sei proprio un lupo Cris...- aggiunse sorridendo Shunrey

-Oggi è il "Giorno del Giudizio" eh?- cambiò argomento Cristina

-No, non esageriamo...E poi manca un po' di tempo al vero "Giorno del Giudizio"- sussurrò Eshari nell'ombra dell'angolo indossando la maschera, ghignando

Ma l'aveva sentita Cristina, così come aveva sentito tutti gli strani sibili, sibillini avvertimenti che aveva sussurrato in quell'anno di duri allenamenti

"Sorella qui le cose sono due...O sei completamente matta...Oppure tu sai più di quel che dici di sapere, e mica lo so se mi posso fidare di te"

Aveva un'eccezionale istinto la Gu...Pardon, la giovane, perchè stava per giungere il tempo in cui si sarebbe dovuto dubitare anche dei propri amici...

***

-Ed eccoci qui eh?-

-Eliminati dal conteggio prego-

-Ah va bene eccovi qui...Va bene ora?-

-Molto meglio-

-Per favore ragazzi non di prima mattina-

Il Saint della Fenice ancora non capiva come quell'asino con le ali riuscisse a fargli perdere stupidamente il controllo della lingua, trascinandolo in stupidi duelli a colpi di freddure. Arte di cui era maestro tuttavia.

Così come continuava a non capire come quella bietola vestita da meringa che tutti osannavano, anche se erano schiattati tremila volte per lei, fosse riuscita a fregarlo...E ce ne voleva...

Presumibilmente era per Shun...

"Al solito..."

Doveva aver ancora sognato il suo fratellino, che sì era pallido di carnagione, ma non quel pallore innaturale...Il volto tirato di chi non ha passato una bella nottata.

E di certo non ha fatto bei sogni...Il solito "incubo"?

Fin dove arrivava la verità di quei sogni?

Ritorna all'indice


Capitolo 11
*** 8) I primi scontri... ***


Pandora cap. 8

8) Le allieve...

Direi che è ora di rispondere ai commenti (perdonooo!!!) ma presa da mistico furore scrittorio scrivevo correggevo e pubblicavo immediatamente.

Quindi:

-Gufo_Tave:

Teoricamente la storia è per una buona percentuale seria...Teoricamente ^^

-Killkenny:

Sì ce ne saranno molti sul genere cupo (esigenze di copione). Per quanto riguarda i cattivi tra pochissimi capitoli (massimo tre ma le mie previsioni sono molto imprecise =P) si saprà qualcosa in più...

-ColdFire:

Beh son contenta se ti entusiasmi la storia ^^. Beh sì Saori che ammette di aver sbagliato è pura Apocalisse. Ma per sua (s)fortuna in questa fic. ha un cervellino ho un po' più grande. Ah sì c'è anche il mio amore sul prenderla per i fondelli ^^

-SHUN DI ANDROMEDA

A questo punto ti faccio gli auguri io ^^. E ne approfitto per ringraziarti sia del commento che dell' augurio ^^

Rispondo a una tua frase:

=Perchè questa sfiga immane di avere come maestri "i piccoli attila"?=

A dire il vero sono più sfigati i maestri visti i tipini con cui avranno a che fare.

Ed ora annuncio:

=Parto tra pochi giorni e quindi non assicuro che il capitolo di Agosto arrivi in tempo poichè partirò anche ad Agosto...Spero di poter rispettare i tempi. In caso contrario a Settembre ^^

Ed ora a voi il capitolo ^^

***

-Ti fermi due secondi! Mi stai facendo venire il mal di mare...- ringhiò innervosito Ikki verso Seiya, che marciava avanti e indietro, incautamente, davanti alla fenice -E ti ricordo per l'ennesima volta...-

-Oh che palle lo so! Non sono io che devo fare il maestro bla. bla. bla...- replicò seccato -Ma le vostre facce mi mettono addosso l'ansia pure a me...Tranne quella di Shiryu ovvio, lui è l'unico contento-

-Leggermente ebete però-

Seiya non potè controbattere. Il dragone sembrava veramente un ebete con quel sorriso sognante.

-Terra chiama Shiryu! Terra chiama Shiryu! Houston abbiamo un problema!- fece Seiya

-Idiota...- commentò freddamente Hyoga, mentre Seiya passava un mano davanti alla faccia del cinese

-E smettila!- disse stizzito Shiryu scostando la mano di Pegasus

Una manata sulla testa di Seiya fece voltare tutti verso il giapponese, il cui orecchio era ora in ostaggio in mano ad una donna

-Seiya quante volte ti devo dire di mantenere un contegno adatto al tuo rango???-

-Ahia! Castalia lasciami ti prego!- ululò di dolore Seiya

-Ti lascerò quando avrai capito la lezione-

-E allora temo che dovrà dire addio al suo orecchio- commentò una voce profonda alle loro spalle

Tutti, o almeno chi poteva, si voltarono verso la massiccia figura di Cancer, accompagnato da Pisces e Capricorn, in lontananza li seguiva l'Innominato, per una volta totalmente assorto nei suoi pensieri, tanto da non sentire la provocatoria battuta di Death Mask.

-Molto spiritoso- mugugnò Seiya

-Nobile Cancer...Seiya!- rimbrottò l'allievo

-Nobili Saint, Innominato- salutò un'altra voce femminile -Suvvia Castalia non sei riuscita ad infilargli qualcosa in quella zucca vuota negli anni passati, ormai mi pare troppo tardi per rimediare- disse Shaina

-Oh grazie Shaina-

-Intanto non ti verrà staccato un orecchio-

-Come mai qui?- disse poi Seiya guardando la sua maestra e poi la sua compagna, interrogativo

Shaina indicò con un cenno della testa dietro a se e Castalia fecce cenno di avvicinarsi a qualcuno.

Dietro a Ophiuco stava seduta su una colonna abbattuta, piuttosto scompostamente come al solito, un fanciulla dalla lunga e selvaggia chioma castana.

Dall'altro lato arrivavano altre due fanciulle: una minuta dai lisci capelli neri e la carnagione degli orientali, l'altra dalla folta capigliatura bionda e la pelle scurita dal sole, dal fisico tonico e proporzionato.

Quella seduta si alzò lentamente andando a raggiungere le altre e salutandole con un cenno della mano, accostandosi a loro.

-In breve ecco le allieve- disse asciutta Castalia

Il quartetto giunto poco prima era lì probabilmente con l'intento di non perdersi la scena.

Shaina richiamò l'attenzione della giovane che l'aveva accompagnata.

-Nobile Shun, lei è Cristina la vostra allieva-

Silenzio...

Le altre due sghignazzavano fortunatamente nascoste dalla maschera, mentre la terza guardava incredula il suo maestro, ricambiata fra l'altro poichè Shun tutto si aspettava fuorché quella fanciulla che a momenti era più alta e massiccia di lui, e sì che negli ultimi anni si era irrobustito parecchio.

-Io credevo fosse l'allieva di Ikki quella- disse con un fil di voce Seiya, pronto a scoppiare a ridere

-Per evidenti...problemi...di carattere...Athena ha trovato fosse meglio affidarla ad un maestro molto paziente- e Shaina sottolineò attentamente la parola molto

-Oh beh...- iniziò Shun, sempre con volto stupito, ma con un accenno di sorriso -...Non vedo dove sia il problema!-

Essendosi i guerrieri titolari rassicurati (più o meno) le altre allieve vennero affidate ai loro nuovi maestri, tuttavia il giovane saint di Andromeda continuava a guardare di sottecchi la sua...allieva. Il solo pensiero gli dava agitazione, avrebbe chiesto maggiori informazioni a Shaina su quella ragazza, qualla sottolineatura sulla pazienza gli aveva messo inquietudine...

-Scusate ma non erano quattro le fanciulle?- chiese a quel punto Seiya, notando che Hyoga non aveva ancora avuto la custodia della sua allieva.

-Infatti, la quarta arriverà fra un mese, è già in viaggio dal luogo del suo primo addestramento...-

-Perfetto.- Commentò solamente Cygnus con voce atona.

Isilpeko (AHIA ndDivina Autrice, inciampata su di un misterioso filo apparso dal nulla) allora riemerse dai suoi pensieri come d'incanto, un sogghigno enigmatico si era dipinto sul suo volto immortale, incrociando le braccia si portò allora vicino a Mask

-Dì tu alla...dea- disse con sarcasmo sfacciato -Che un paio di mie conoscenze stanno venendo a farci visita-

-Uh sì giusto ci servivano un altro paio di Specter, vedi che ci liberiamo dell'asino alato- replicò l'altro sempre nella stessa lingua

-Vi dispiacerebbe usare una lingua civile?- commentò leggermente seccato Pisces osservando una delle sue inseparabili rose rosse

-È una lingua civilissima per tua informazione-

-Ma noi non la parliamo quindi siete pregati di esprimervi in una lingua comune- sentenziò seccato Shura, che già aveva sentito aria di battibecco fra Cancer ed Aphrodite, e lui a differenza degli altre tre era lì per ordine di Athena, che gli aveva chiesto di supervisionare 'gli affidi', non aveva alcuna voglia di fare da balia a quei due.

Sinceramente non capiva il perchè di una tale preoccupazione per tre reclute, tra le quali una era una piantagrane come poche. Nessuno se ne sarebbe interessato più di tanto. Certo erano possibili guerrieri in più, ma non era nemmeno detto arrivassero al termine dell'addestramento. Ma era un ordine della dea, e l'ordine seguiva sicuramente un piano più complesso e prestabilito.

"Questa volta la ragazzina mi ha stupito" rimuginava lo Specter "Con una tale concentrazione di Gold a i pochi che si erano avvicinati se la sono battuta in ritirata, oltretutto Meiko mi ha portato splendide notizie, almeno una l'abbiamo trovata, un po' poco per cantar vittoria, ma è comunque qualcosa. Arianne ormai deve esserle già dietro. Ma guarda te se devo scomodare tutti quanti per colpa della bietola..."

***

"Ma guarda te se dovevo finire qui a morire surgelata..." pensava fra se e se Arianne, dalla sua postazione, non tanto privilegiata, osservava la finestra della stanza d'albergo da ormai mezzora e la sua "protetta" si era affacciata si e no tre minuti. Aveva intravisto capelli biondi e una mano piccola e bianca. Indizzi utilissimi, in fondo lì non c'erano tante donne bionde e minute, solo qualche centinaio.

"Ma che..? Oh fantastico, guardiamo il lato positivo,muovendomi mi darò una scaldata..."

Due ombre si avvicinavano velocemente all'albergo, con pochi balzi saltavano di cornicione in cornicione, la loro agilità era sovrumana, la facilità con cui stavano terminando la 'sclata' non apparteneva alle capacità dell'homo sapiens, Arianne allora seguì i loro passi, cercando di non farsi scoprire e l'effetto sorpresa le avrebbe giovato molto, non fosse che mentre era alla distanza ideale uno dei due bestioni si fosse voltato...

"Fantastico!"

...E l'avesse vista. Arianne saltò allora su uno dei terrazzi per aver più spazio subito seguita dal suo avversiario, mentre l'altro continuava la scalata.

Il cloth di Arianne aveva già diffuso i primi veleni e la Creatura dopo pochi secondi di vicinanza pareva già più lenta e affaticata.

"Vediamo se sei così stupido come dicono"

Se l'avversario fosse stato abbastanza imprudente da avvicinarsi ulteriormente, la guerriera avrebbe potuto ferirlo ed i veleni avrebbero fatto il resto...Ma anche quel piano incontrò un imprevisto, l'altra Creatura aveva già raggiunto la stanza della ragazza che doveva proteggere, una volta sfondato il vetro era riuscito a mettere con le spalle al muro la fanciulla.

-Spiacente ma credo che dovrò tagliar corto- borbottò attaccando per prima, l'essere cadde a terra, abbattuto facilmente. -Tutto fumo...-

Un grido la distrasse dal cadavere e saltando come aveva fatto l'altro avversario raggiunse la stanza, ormai devastata. Scheggie di legno e vetro formavano un tappeto tagliente nei pressi più della finesta, i calcinacci e lo stucco del muro si erano posati a terra come la neve che scendeva all'esterno.

La bestia che aveva di fronte era leggermente più piccola dell'altra, ma sicuramente aveva una faccia

(un muso)

più sveglio, difatti appena Arianne fu entrata nella stanza ed i primi miasmi avevano raggiunto le narici della creatura, quella aveva cercato di caricarsi in spalla la fanciulla per poi fuggire, sapendo di dover fuggire, perchè la giovane donna era più forte. L'ultima cosa, prima del vuoto opaco della morte, che Arianne vide negli occhi dell'essere fu la paura, prima che cadesse a terra agonizzante.

La ragazza, tremando, si appiattì ulteriormente contro il muro, nonstante il tremore delle membra le rivolse uno sguardo pieno di coraggio

-Uccidimi se è quello che vuoi ma sappi che la mia casata non avrà problemi a rimpiazzarmi-

La donna di fronte a lei sghignazzò, mentre la scrutava. La sua condotta in quel momento era indecorosa, se l'avessero vista nessuno le avrebbe risparmiato una bella sgridata. Bel modo di combattere, tremare ignominiosamente davanti ad un nemico, si costrinse al coraggio, mentre le esalazioni provenienti dalla corazza nera della guerriera le stordivano la mente, facendo sì che i suoi pensieri fossero deliranti e sconnessi.

-Se ho abbattuto i due bestioni evidentemente non sono in combutta con loro...-

-Grazie agli dei...- sospirò di sollievo

-...Ma potrei benissimo esserlo con qualcun altro...- si affrettò a correggersi perché la ragazza stava già studiando la porta per darsi alla fuga -...Ma per tua fortuna non lo sono, perciò tu vieni con me.-

-No!-

-Oh sì...-

Se la caricò in spalla e si avvicinò alla finestra, incurante dei calci e dei pugni che la ragazza, d'un tratta combattiva, le rifilava. I compagni dei due nemici abbattuti stavano arrivando, probabilmente perché i loro 'amici' non avevano ancora fatto ritorno. Poi vide qualcosa e sorrise nella notte.

Arianne si lanciò dalla finestra, mentre il grido di terrore della ragazza squarciava la calma fittizia della notte.

***

-Andate, e non vi azzardate a tornare senza di lei- aveva ordinato

La guerriera camminava impazientemente avanti e indietro, quel comando era stato dato oltre un quarto d'ora prima, perciò aveva mandato gli altri a controllare, colta da un brutto presentimento. Il calore emanato dalla sua armatura aveva creato un piccolo spiazzo privo di neve.

Nemmeno un fiocco candido si era posato sulla nera corazza, che curiosamente spendeva di bagliori rossastri, sciogliendosi in una sottile nebbiolina che circondava lo spazio di tenera erbetta bruciacchiata, e proteggeva parzialmente la donna facendone sbiadire i contorni, la figura era così simile ad un miraggio, forse è meglio dire uno spettro maligno, che da dietro la maschera nera, che ne celava il volto, scrutava il mondo oltre la coltre di vapore acqueo.

Il suo cosmo divampò, e divenne fiamma ardente di nero Inferno quando un grido attraversò la notte, sonoro testimone del fallimento. Del suo fallimento.

A quel grido di puro terrore un urlo, che definere ruggito non sarebbe sbagliato, si unì assordante, carico di rabbia e furia.

La neve, sfrigolando, svanì cento metri intorno all'incandescente figura.

To be continued...

word to html converter html help workshop This Web Page Created with PageBreeze Free Website Builder chm editor perl editor ide

Ritorna all'indice


Capitolo 12
*** 9) Scontri ***


Pandora 9

=Killkenny: Ma io sono davvero così prevedibile??? Ma dimmi tu...Leggi va...Ma come faccio a lavorare così, mi copiano pure i recensori!

P.S.: Mi servono alcuni particolari sui caratteri dei personaggi di tu-sai-chi (fa tanto cosa losca detta così)

Voldemort: Mi avete chiamato?

=Shun di Andromeda: Ehm normalità? Loro!?

Wow addirittura mitica ^///^

=Denise di Cassiopea: Ma allora non sono prevedibile :D Non ti dico nulla, sto' zitta e non dico nulla *ripete il mantra anti spoiler* Comunque sì era l'italiano.

Ed ora preparate coperte pesanti e mettetevi maglioni di lana, preparatevi una cioccolata calda e accomodatevi sulle vostre poltrone, la Siberia ci aspetta...

Arianne sentiva l'aria accarezzarle gelidamente il volto nella discesa. Il grido della fanciulla stava seriamente cominciando ad infastidirla, così come tutta quella faccenda. Ci mancava solo una bella discesa in caduta libera, sempre che quel disgraziato non le tirasse un bidone facendola sfracellare a terra.

Invece la gravità intorno a lei cominciava progressivamente a diminuire, tanto che anche la bionda fanciulla smise di gridare, per la gioia dei timpani di Arianne, mentre il suo volto passava dalla paura lo stupore. La donna quindi potè toccare suolo in tutta comodità, guardandosi attorno, poi si rivolse alla fanciulla che sconvolta guardava il terreno, saldamente, sotto i suoi piedi, abbastanza incredula di essere tutta intera.

-Beh che ti aspettavi? Mica divento un mucchietto di carne sfracellata solo per te, ci mancherebbe altro...- poi si mi mise una mano sull'orecchio ancora dolente per il grido di terrore dell'altra -...E dovevi proprio strillare come un'aquila? Mi hai assordato! Ti avranno sentito fino al polo Sud-

In quel mentre, l'attenzione di Arianne venne calamitata da uno scoppio d'energia simile al divampare di un incendio, accompagnata da un grido di pura rabbia

-Appunto...! Volevasi dimostrare!-

La guerriera afferrò la mano dell'ancora incredula ragazza tirandola senza troppi complimenti verso uno dei vicoli in ombra.

-Adesso stai zitta e ti metti questo...- le disse sottovoce porgendole un panno imbevuto con qualche sostanza aromatica -...su naso e bocca, scostalo e morirai.-

Il tono letale della Specter convinse la giovane ad eseguire minuziosamente l'ordine, facendo aderire il panno più che poteva sulle zone indicate. Ben presto infatti Arianne, o meglio la sua armatura, cominciò ad emanare tanto di quel veleno che il solo avvicinarsi allo stretto vicolo avrebbe causato profondo malessere, avvicinarsi ulteriormente, morte.

Fu quello il destino di alcuni nemici che si pararono innanzi a loro, cercando di sbarrare la strada che la fanciulla spianava tranquillamente dall'ingombro delle creature. Dietro si muoveva la fanciulla, stringendosi le braccia al corpo, per il freddo e la paura, che malefica, aveva allungato le sue dita ossute e gelide, nel suo animo. Diversamente l'animo di Arianne era concentrato sulla strada, a cercare con lo sguardo il compagno, sicuramente non distante da quel luogo, e faticando per schermare la sua presenza al guerriero dal cosmo di fiamma.

Non paura la sua, quanto più insofferenza, già troppo aveva fatto per quella notte, e troppo di controvoglia. L'Innominabile stavolta ci si era messo d'impegno per far girare le scatole a tutta la squadra!

Quando aveva accennato al prendersi una vacanza, aveva pensato all'ennesimo viaggio in cerca del sapere più antico. Non una scampagnata dalla dea della Iella! Né tantomeno ad un lavoro da balia. Si voltò un attimo, mentre le emanazioni letali scemavano, ad osservare la fanciulla. Molto...tenera. Tutto fuorché una guerriera...

"Andiamo bene! E questa dovrebbe essere una delle..."

Ma un cosmo la distolse dai suoi pensieri, non era un nemico, o almeno finora non si comportava come tale, quanto più la persona che stava cercando

-Esci fuori! O devo venire a cercarti io?-

-E pensare che mi sono scomodato apposta per te- disse una voce femminile alle sue spalle

-Dex?- borbottò Arianne sgranando gli occhi alla vista del compagno, o meglio, compagna.

-Era il corpo più potente da queste parti, in Grecia saprò rifarmi- chiarì lo Specter in tutta calma, e indifferenza, poi si guardò intorno -Dovevi proprio fare tutto questo disastro?-

-Oh andiamo! Tu che avresti fatto...No ok ok, non dirmelo!-

-Scusate...- sussurrò la fanciulla all'indirizzo dei due guerrieri

-Direi che dobbiamo sbrigarci ad andarcene- osservò saggiamente Dex

-Bene grande Mago, tira fuori uno dei tuoi trucchetti e andiamocene!-

-I miei non sono trucchetti, per tua informazione...-

-Scusate...- insistette la giovane guardando allarmata alle spalle dei due

-Oh va beh quello che sono! Muoviamoci prima che il Fiammifero arrivi qui...-

-Troppo tardi- dissero le voci di Dex, della fanciulla, e della guerriera.

***

Maledetti bastardi! Credevano veramente di poterle sfuggire? Sciocchi illusi.

Rise piano, quasi divertita dallo stupore delle due donne, quella in armatura e la sua preda, l'altra invece l'inquietava leggermente

-Datemi. la. ragazza.- scandì con calma

-Neanche. per. sogno.- ribatté quella che doveva essere una Specter con tono insofferente

-Datemi la ragazza- si ripeté -e non morirete-

-Siamo Specter, veniamo dal regno di Hades, sai quanto ci fanno paura le tue minacce di morte?- sbottò l'altra guerriera squadrandola

-Calmati Arianne.- intimò l'altra donna, poi si volse verso di lei -Non possiamo darti ciò che brami. Perciò lasciaci passare e non dovrò usare i miei poteri-

-Sto tremando di paura- sghignazzò folle

-Tu sei tutta matta- continuò quella che si chiamava Arianne sgranando gli occhi -Dagli retta è meglio!-

-Non mi interessa, il mio Signore avrà ciò che desidera-

-Quindi non lavori da sola...- pensò ad alta voce Dex

-Uhm fantastico! Allora qual'è il cattivone di turno?- disse Arianne che non vedeva l'ora di andarsene da lì, seccata da tutta la faccenda.

-Flox!-

Arianne finì contro uno degli edifici perdendo i sensi...

***

Katerina aveva paura. Tanta paura. Le gambe erano molli e le ginocchia tremavano impazzite, la mente annullata completamente in tilt.

Quella donna dall'armatura nera e i capelli di soffici boccoli biondi, quella che avrebbe dovuto essere una sua compagna di lotte, con ogni probabilità, desiderava la sua morte. La follia l'aveva divorata, il modo di parlare, il tono, lo stesso cosmo, erano quelli di una pazza. La terrorizzava.

Indegna. Indegna. Indegna del suo sangue, ma in quel momento l'unica cosa a cui riusciva a pensare era di aver salva la vita, qualsiasi cosa ma non la morte.

Non era facile ribellarsi a quel desiderio di fuga, a quel nodo doloroso allo stomaco, al respiro accelerato.

Eppure non era forse ciò a cui l'avevano preparata? Perché continuava a non muoversi? La paura non andava forse dominata?

Sì doveva reagire, ed anche in fretta, ma dopo aver passato una vita con la testa sotto la sabbia succube degli eventi, non era facile, anzi era l'impresa più ardua che avesse mai affrontato.

Decise quindi di aspettare, che la salvezza arrivasse.

***

Dex osservava la scena distaccato, come suo solito. Non trovava il benché minimo interesse nel fatto che una sua compagna si squadra fosse stata scagliata contro un edificio, o che una guerriera stesse cercando di fargli la pelle.

Optò quindi per la più semplice, a suo avviso, delle soluzioni...

-Hell Seal- pronunciò a mezza voce

La donna si contorse mentre il suo cosmo si affievoliva, ubbidendo al comando dello Specter.

-Non è possibile!- gridò furiosa

-Possibilissimo invece- si prese la briga di risponderle mentre si caricava in spalla una Arianne esanime e afferrava malamente per un braccio la ragazzina sconvolta.

La donna dal canto suo continuava a cercare di liberasi dell'effetto dell'Hell Seal, che aveva bloccato quasi completamente il suo cosmo, agitandosi come un mutilato che non accetti la mancanza di un arto.

Dex si era già allontanato di qualche metro, ragionando fra sè e sè che aveva bisogno di un nuovo corpo ospite, quello che aveva posseduto non aveva reagito bene al suo cosmo, anzi si stava deteriorando pericolosamente.

Si trattava solo di una sacerdotessa in fondo e il suo era un cosmo troppo grande per essere contenuto in quel corpo.

Sulla sua spalla Arianne stava riprendendo velocemente i sensi e la rimise giù prima di danneggiare ulteriormente il corpo, a causa della pericolosa armatura della "collega".

-Uh?- si guardò attorno dalla posizione seduta -Ah!-

-Bene ora che hai espresso il tuo parere direi di rimetterci in marcia!-

-Non. così. in fretta...- balbettò una voce furibonda alle loro spalle

Il sorriso, il ghigno, di Arianne fece nell'ordine: accapponare la pelle alla fanciulla, alzare gli occhi al cielo a Dex, ridere la guerriera.

-E adesso io e te finiamo quel rsetto di prima...Poison Bite!- urlò scagliandosi contro la donna

-Astis ths flogos!- sibilò quella ottenendo poco più di una manciata di fiammelle che le ripararono appena il volto, prima di crollare a terra balbettando qualcosa

-Spiacente distrarti dai tuoi sadici divertimenti, Arianne, ma credo proprio che dovremmo andare...-

-Sei sempre il solito rompipalle Dex, mai una volta che mi possa divertire...-

Le rimostranze di Arianne si persero nella notte mentre il loro cammino cominciava.

Intanto, un sorriso apparve sotto la maschera della donna, che nonostante il colpo letale, viveva.

***

-Concentrati sul cosmo, senti le stelle-

-Oh si certo, una massa di sassi sparpagliata nell'universo, come non sentirli!-

-Smettila e annulla ogni pensiero-

-A che pro?-

-Annulla. ogni. pensiero.- sillabò il maestro pazientemente, mantenendo il sorriso

-Come faccio a concentrarmi e ad annullare ogni pensiero nello stesso momento?-

-Facciamo così...Adesso tu mi spieghi cos'è che ti frulla per la testa, così forse riuscirai a concentrati sul cosmo-

Shun si sedette davanti alla ragazza osservandola con gentilezza

-Non capisco a cosa serva questo esercizio? A un Cavaliere non serve la forza?-

-Sì è vero. La forza fisica ha il suo peso in battaglia, ma fare troppo affidamento su di essa può rivelarsi il più grave degli errori-

-E quindi servono le stelle?-

-Le stelle non servono- la corresse gentilmente -sostengono la forza di un guerriero-

-Uh...Ok- aggrottò le sopracciglia pensierosa -E quindi...cos'è esattamente il cosmo di un guerriero? E cosa c'entra Athena con ciò?-

Il maestro fece un sospiro preparandosi a rispondere ad una nuova carrellata di domande...

word to html converter html help workshop This Web Page Created with PageBreeze Free Website Builder chm editor perl editor ide

Ritorna all'indice


Capitolo 13
*** Sotto un cielo stellato ***


Pandora_10

TA-DAAAN... Ok sono leggermente in ritardo.Ma su che alla fine l'importante è che ho scritto il capitolo, no? Come, NO?

Dawn Lily: Sì ho frequentato il classico. Grazie dei complimenti

Killkenny: Grandi, grandissime gatte da pelare.

Shun di Andromeda: Sinceramente aveva paura di aver sbagliato, il mio greco è un po' arruginito ^^". Sì, cerco sempre di non rendere troppo pesante il capitolo, anche perché preferisco un fine capitolo leggero rispetto ad uno pesante, grazie anche a te dei complimenti ^^.

Ora. Io riesco a scrivere scene di combattimento realmente orribili, con questo non vi chiedo di chiudere un occhio, ma per carità se volete... Tuttavia se avete dei consigli da darmi in proposito ve ne sarò gratissima.

Mi dispiace dei cosmici (tanto per rimanere in tema con la storia) ritardi, però è un periodo un po' affollato, oltre alla totale mancanza di voglia di scrivere, senza scordare la confusione in cui vegeta la trama di questa storia ma cercherò di essere un po' più produttiva in futuro ^^. Ancora grazie a tutti ^^.

P.S.: Il narratore è onniscente, ovvero sa tutto ciò che accade, che è accadutò e che accadrà. Beato lui.

Non si può dire che quella notte fu tranquilla. Il destino aveva appena cominciato a muovere le sue pedine, su una scacchiera ferma da troppo tempo, facendo non poco rumore. Non fu tuttavia un notte infausta, anzi, tirando le somme, si può azzardare che fu quasi positiva.

Ma ancora pochi sapevano ciò, e tra questi 'pochi' non rientrava Shion, Gran sacerdote di Atena, che quella notte non riusciva a dormire, e scrutava le stelle.

Nonostante la dea si fosse incarnata, potendo quindi occuparsi del suo Santuario e dei suoi fedeli lei stessa, la figura di Shion era stata necessaria. La giovane nella cui la dea ora era ospitata, era abile nel gestire un impero di stampo moderno, non una società rimasta ferma all'epoca dell'antica Grecia. Si era mostrata quindi la necessità di una figura a cui la giovane potesse appoggiarsi, e dalla quale apprendere come governare il Santuario.

Shion aveva cercato di rifiutare l'incarico, sentendosene indegno, ma le insistenze erano state tante e tali che era tornato a sedere sul trono della Tredicesima, quando non vi era la sua pupilla ovviamente. Ed erano servite tutta l'esperienza e tutta l'abilita del Gran Sacerdote per rimettere in piedi quello sperduto luogo vicino ad Atene. Le abilità congiunte di Lady Isabel e del vecchio cavaliere dell'Ariete avevano fatto rifiorire tutto il Santuario, ed ora, vicino all'acropoli, ove c'erano le Dodici Case e la dimora della dea, era sorto un piccolo e pacifico borgo che dava l'impressione che l'epoca degli dei greci non fosse mai tramontata.

Ma. C'era un 'Ma'. Non fu una semplice questione pratica a indurre Atena a manifestarsi in sogno alla giovane Isabel ed a comandarle di far tornare Shion. Fu una questione più importante. Shion semplicemente sapeva .

Sapeva, ma ancora non conosceva gli eventi, tutto qui.

Il Gran Sacerdote stava scrutando le stelle quella movimentata notte, e si interrogava su quel senso di inquietudine che da qualche tempo a quella parte lo accompagnava. La pace, ottenuta con fiumi di sangue e sacrifici, gli appariva ora più simile alla quiete prima della tempesta che effettivo ristabilimento dell'ordine. Ma come detto ancora non poteva sospettare nulla.

-Siete inquieto mio Gran Sacerdote?-

Shion si voltò e accennò un lieve inchino alla fanciulla che era appena entrata senza il bisogno di farsi annunciare da voce umana.

-Mia dea, cosa vi conduce qui?-

Vicino alla grende statua di Athena, stavano una ragazzina e un guerriero, diversi per età e fisico, ma lo smarrimento che si depositava nel loro animo, mischiandosi all'ansia e all'attesa di un qualcosa, in un certo senso li rendeva simili.

Solo che la fanciulla sapeva.

-Ho bisogno di parlarvi Shion, e ancora una volta del vostro consiglio...- Athena si fermo e guardò il perplesso Sacerdote -...è una storia che dovreste conoscere molto bene. Una storia che ebbe inizio all'epoca del mito...-

E Shion capì.

***

Sotto un olivo senza foglie un carillon, neglettamente abbandonato tra le radici dell'albero, suonava la sua melodica canzoncina e una bimba dai capelli neri danzava a quel suono armonioso. I suoi capelli svolazzavano intorno fendendo l'aria scura, confondendosi con essa. La bimba accompagnava la danza con il canto, la sua voce infantile attirò un uomo che camminava tra le tenebre, che si fermò a guardarla affascinato

-Canti ancora per Lui Beatrice?-

La bimba si fermò e aprì gli occhi di Demone sorridendo all'uomo

-È l'unico che mi possa sentire da dove mi hai ordinato di rimanere...-

-Non manca molto e poi potrai tornare tra i viventi- le disse dolcemente

-Sì, manca veramente poco Innominato. Presto i cancelli si apriranno e le catene saranno spezzate...-

Isilpeko sorrise alla 'piccola' che lo guardava in attesa

-...E presto avrai la tua ricompensa Beatrice.-

La bambina sorrise di più

-Ma prima devo terminare il mio compito, vero?-

-Tutti abbiamo la nostra parte in questa recita, nessuno escluso...-

***

Sotto le stelle stava anche un'altra fanciulla, ignara della sua parte, seduta sul terreno coperto di rada erbetta. Vicino a lei una maschera bianca era lasciata sul terreno, e la pelle chiara del viso godeva della carezza dell'aria notturna. Sapeva che non avrebbe dovuto togliersi la maschera dal viso quando si trovava fuori dal gineceo, ma non aveva saputo resistere alla tentazione di rimanere qualche tempo sola con se stessa, lontana dalle sue compagne.

Rimanere da sola per riflettere.

Pareva inutile essere arrivata fino a lì, non aveva ottenuto nulla.

Le tornavano in mente, senza sosta, tutti i pensieri che l'avevano portata fino a quel momento; tutte le decisioni prese in modo forse troppo avventato, ma con una decisione, una sicurezza che andava ora scemando.

Cosa si era aspettata?

Cosa voleva veramente ottenere con quella decisione, con quella scelta?

Aveva davvero creduto che divenire una sacerdotessa di Athena avrebbe cambiato le cose?

Lo aveva visto, il giorno dell'assegnazione, entusiasta, felice di vederla. Ma quell'entusiasmo era ora svanito come neve al sole.

Shunrey aveva immaginato diverso quel momento: aveva sognato che lui aprisse le braccia per accoglierla in un abbraccio e che poi le levasse la maschera per baciarla dolcemente.

Asciugò rabbiosamente, con il dorso della mano, le lacrime che scendevano lungo le guancie morbide. Ma per quante ne asciugava altrettante rotolavano giù dalle ciglia nere.

Aveva fatto tanto per poter essere al suo fianco in ogni momento, per poter amarlo da pari a pari... Un singhiozzo impietoso le sfuggì, e poi un altro e un altro ancora...

-Shunrey? Ehi? Shunrey? Guarda che ti sta cercando la responsabile del gineceo!-

La ragazza sobbalzò al richiamo e asciugò frettolosamente le lacrime

-Sei qui? Ehi?-

-Sì sono qui Cristina...- la voce uscì più tremolante di quel che aveva previsto

Con la consueta grazia elefantina Cristina si sedette vicino alla compagna, scrutandola attentamente

-Ma hai pianto?- chiese senza la minima ombra di tatto

-N-no...- mugolò l'altra

-Ma se hai gli occhi rossi!-

-È notte fonda come accidenti fai a vedere se ho gli occhi rossi?-

-Ehi calma ho solo fatto una domanda...!- esclamò l'altra alzando le mani

Un silenzio imbarazzato calò fra le due, finché l'Italiana non indagò, sempre con la più assoluta mancanza di tatto, sullo strano comportamento dell'altra.

-Dannazione ti ho detto che non ho niente!- sbottò mentre una lacrimuccia le rigava di nuovo

Al che l'altra la osservò un minuto per poi abbassare gli occhi e borbottare qualche parola per scusarsi, giocherellando con la maschera appoggiata in grembo. Il silenzio di Cristina, troppo imbarazzata dalla situazione per parlare, incoraggiò Shunrey a sfogarsi.

-È che...Che...Sono venuta qui per una persona... E-e ora...- la ragazza si buttò al collo dell'altra che si paralizzò all'istante, tra le frasi sconnesse della compagna -...O-ora n-non so p-più cosa f-fare!-

Cristina le passò goffamente una mano lungo la schiena, in quello che doveva essere un gesto consolatorio. Dopo qualche minuto i singhiozzi di Shunrey si calmarono

-Grazie di avermi ascoltato- disse timidamente con un lieve rossore, non dovuto al pianto, rivolta a Cristina

-M-ma figurati- balbettò questa confusa, per poi riprendersi e sbadigliare sonoramente -...Hmf, credo sia ora di tornare nel gineceo, prima che alla nostra cara responsabile parta un embolo- disse alzandosi

-Hai ragione...- e dicendò così si alzò a sua volta e seguì l'altra

E mentre le due scomparivano velocemente dietro una curva del piccolo sentiero, una figura avvolta in un lungo mantello appariva nello stesso spiazzo erboso in cui le due si erano fermate prima, accasciandosi a terra...

word to html converter html help workshop This Web Page Created with PageBreeze Free Website Builder chm editor perl editor ide

Ritorna all'indice


Capitolo 14
*** Tra passato e futuro ***


Pandora_11

Shun di Andromeda : Grazie per gli auguri, spero tu passerai bene la Pasqua

Killkenny : L'arrivo di Beatrice, o meglio Beatrice stessa, causerà un bel po' di scompiglio, molto, molto scompiglio.

Questo è sostanzialmente il terzo anno di vita di Pandora, vecchia edizione compresa, e quindi volevo ringraziare tutti voi, abituali o saltuari lettori, voi che mi avete seguito per tutto questo tempo, o che avete cominciato da poco a leggermi. Un grazie di cuore.

E tanto per cambiare chiedo venia per il ritardo, lo studio mi toglie energia e tempo, ma ho preso un impegno con questa storia, e in un modo o nell'altro lo manterrò.

POV Cristina

La strada per il gineceo non è diversa dalle tante stradine del Santuario, un sentiero sterrato come ce ne sono tanti, il che non è un vero e proprio problema, alla fine uno si abitua e si muove tranquillamente fra le varie zone di questo arcaico angolo di Atene.

Anche se i primi tempi mi ci perdevo allegramente ogni giorno, tardando alla mensa per ogni pasto; invece la strada per l'arena l'ho imparata in fretta. A nessuno piace fare trecento giri di campo per punizione.

Da queste parti poi arrivare tardi alla mensa non è precisamente il massimo, considerato che ci sono personaggi come il Saint del Toro, capaci di prendere la terza razione di quella che chiamano 'carne' (ho i miei seri dubbi che lo sia veramente, assomiglia più alla suola di uno scarpone). Anche se alla fine rientro anche io tra questi personaggi.

Il bello del Santuario è che nessuno fa mai domande sul passato degli altri, non che io abbia da nascondere chissà quali drammatici trascorsi. Anzi, sono tra le poche persone che non ha gravi tragedie alle spalle, certo i miei sono morti, ma da qualche parte ho ancora una famiglia che non mi odia, in fin dei conti.

Sono nata in un paesino sperduto della Sicilia, duecento anime in totale, appartenenti a massaie e pescatori in prevalenza. Mio padre era un pescatore, appunto. Di lui ricordo molto, visto che è morto quando avevo sei anni, più che altro odori e sensazioni, come l'odore di pesce che lo accompagnava ovunque o il mal di mare quando mi portò con sé sul peschereccio sgangherato che aveva preso insieme ad altri uomini del paese per pescare nel mare azzurro. Lo stesso mare da cui cercava di ottenere ciò di cui vivevamo, racimolando il denaro sufficente per mangiare e mantenere una famiglia di tre persone. Nelle foto che mia madre conservava con religiosa cura, dopo esere rimasta vedova, e a cui potevo avvicinarmi solo sotto la sua supervisione, vedevo un uomo dalla pelle cotta dal sole, i capelli scuri e la bocca larga che tra l'altro mi ha lasciato come eredità genetica. Anche se da lui ho preso anche gli occhi, chiari, non molto comuni dove sono nata io, che in tutte le foto, e nei miei pochi felici ricordi di lui, brillavano di malizia e divertimento, dando al suo volto un'aria da eterno ragazzino, immortalata per sempre.

Ed era di quello sguardo di cui si era innamorata mia madre, andando contro la famiglia della buona borghesia da dove proveniva per sposare un pescatore squattrinato e mettere al mondo quattro figli, di cui io sono l'unica superstite.

Mia madre aveva sofferto in modo terribile della morte dei miei fratelli, nati da gravidanze diffici e sopravvissuti al massimo qualche settimana. Quando poi ero nata io, dopo che mia madre aveva passato gli ultimi tre mesi di gravidanza costretta a letto, aveva riversato su di me tutto l'affetto materno che aveva. Ma per la sua rinnovata felicità di madre, il prezzo da pagare si rivelò alto, infatti dopo quelle gravidanze difficili il suo fisico, già debole, era notevolmente indebolito.

La mamma non era abituata a fare altri lavori che quelli domestici e per mantenere me e se stessa dovette trovare lavoretti saltuari alla città vicina, dato che nessuno nel nostro paesino aveva denaro da buttare per una domestica.La salute cagionevole e il lavoro duro, ma anche e sopratutto il dolore per la predità di mio padre, finirono con l'ucciderla quando avevo otto anni.

Nel giro di due anni appena, il mio mondo felice era crollato come un castello di carte. Mio padre morto in mare e mia madre stroncata dal dolore e dalla pessima salute, e io che scoprivo tra la sorpresa e lo sgomento me stessa.

Mi scoprivo, non nel senso che avevo trovato chissà quale illuminazione (ad otto anni poi!) ma nel senso che scoprivo alcune mie particolari capacità; dalle ceneri del mio cordoglio di bambina era nata un'inspiegabile rabbia, a cui solo oggi riesco a dare un senso, seppur molto nebuloso. Mi era stato tolto tutto, e la cosa non mi era parsa affatto giusta; cosa avevo fatto io, bambina qualsiasi, per meritare tanto?

Quella rabbia che aveva cominciato a serpeggiare nelle profondità del mio animo, doveva aver smosso qualche ingranaggio sepolto ancora più a fondo dei meandri dove la mia ira infantile cresceva, nutrendosi della mia serenità.

Ora che ci penso un po' di tormento l'ho avuto anche io.

Dicevo, gli ingranaggi. Più il tempo passava, più quelli cominciavano a muoversi, senza che io sapessi quale meccanismo stessero mettendo, con fatica e costanza, in moto.

In quel periodo la mia tutela fu assegnata ai miei nonni, quegli stessi nonni che erano arrivati a far finta di non avere più una figlia e di conseguenza ignorare la mia esistenza, nonostante mia madre avesse scritto loro più e più lettere (che ritrovai poi custodite in un cassetto dello scrittoio di mio nonno, legate insieme da un nastrino, talmente consunte da testimoniare una frequente lettura). A volte mi ero posta domande su come fossero questi fantomatici genitori di mia madre, e avevo a disposizione veramente poco materiale; fatto sta che la mia idea su di loro era veramente pessima, e francamente loro non fecero nulla per deludere le mie aspettative.

Era chiaro che mi avessero preso con loro solo per rispettare le ultime volontà di mia madre, che nel suo testamento li aveva praticamente supplicati di prendersi cura di me.

E così, con il vestito nero per il lutto, la mia bambola di pezza alla mano, cominciavo la nuova fase della mia vita, quella che mi avrebbe condotto dove sono ora. Infatti gli ingranaggi di cui sopra, avevano preso a lavorare a pieno regime i pochi mesi, trasformando ulteriormente il mio mondo, sotto lo sguardo vigile di mia nonna.

La prima volta che la vidi mi sembrò che quegli occhi scuri fossero in grado di vedere cose invisibili ai più. E se lo aveva capito una bimbetta di otto anni...

***

Atene. Gineceo

Il cielo, ricoperto di stelle, così splendenti da sembrare decine di migliaia di Soli, avvolgeva il Gineceo mentre due apprendiste camminavano a passo svelto verso la loro casa. L'una, dal passo elastico e la falcata ampia, l'altra, agile e veloce, due figure estremamente divere, eppure ingranaggi dello stesso, misterioso macchinario.

***

Un cielo livido.

Un campo senza vita.

Un fiume di acqua sanguigna.

Alberi dalle foglie acuminate come picche.

-Che luogo è questo?-

Eco di voce tremante nel vuoto, come sospiro nel vento.

-Dove sono?-

Domanda, figlia dello sgomento e del terrore dell'animale braccato.

-Ovunque e da nessuna parte-

Voce di bimba crudele, figlia del dolore e madre degli incubi che sottraggono serenità.

-Perché sono qui?-

Il terrore muore al sentire quel tono infantile, il terrore rivive a quella risata di demone, l'inquietudine nasce.

-Sei l'unico che può sentirmi-

Desolanti ricordi di solitudine dolorosa e limbo sonnolento in una constatazione, ultimo appiglio sul dirupo.

-Chi sei tu?-

Ennesima domanda, sospiro tremante, anelito di terrore nel vento impetuoso dell'umana curiosità.

-Sono il sogno e l'incubo, ma questa non è cosa di cui ti devi interrogare-

Voce impaziente di bimba che vede un gioco a cui non le è permesso ancora di giocare.

-Cosa sta succedendo?-

Domanda di un uomo che più non sa quale dio pregare per capire la risposta.

-Basta domande!-

Imperioso ordine di creatura arcana che trascente il tempo e lo spazio.

-Sei qui per un motivo ben preciso, Cavaliere, tu che più di ogni altro sai guardare il mondo senza la superbia dei tuoi pari, pur possedendo la capacità di sentirmi. Ciò che succede nel tuo mondo non è frutto del caso, il caso non esiste nelle beghe divine. Dì a colei che ti comanda che le nubi si addensano all'orizzonte e i primi rombi di tuono si avvertono. Dille che non è più il tempo dell'orgoglio e dell'ostinazione, ma quello di rimediare ai propri errori, prima che la sua superbia annienti ciò per cui lei stessa ha combattuto. Và e dille questo, lei capirà.-

Alberi dalle foglie acuminate come picche.

Un fiume di acqua sanguigna.

Un campo senza vita.

Un cielo livido.

word to html converter html help workshop This Web Page Created with PageBreeze Free Website Builder chm editor perl editor ide

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=95260