La maledizione delle due corone

di GoddessHaruna
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Cap.1: Card Captor Accademy ***
Capitolo 2: *** Cap.2: sono ancora in tempo per iscrivermi? ***
Capitolo 3: *** Cap.3: prima lezione ***
Capitolo 4: *** Cap.4: strage nella scuola ***
Capitolo 5: *** Cap.5: voglio sapere la verità! ***
Capitolo 6: *** Cap.6: la rivelazione del passato ***
Capitolo 7: *** Cap.7: il lago ***
Capitolo 8: *** cap.8: la scelta ***
Capitolo 9: *** Cap.9: è tutto finito ***
Capitolo 10: *** cap.10: il nostro sogno ***



Capitolo 1
*** Cap.1: Card Captor Accademy ***


La maledizione delle due corone

La maledizione delle due corone

Cap.1: Card Captor Accademy

Era giorno di festa.

Nella parte a nord del paese, in mezzo a boschi e splendide cascate, la più grande scuola di magia mai esistita fino a quel momento, stava riaprendo i battenti a tutti i suoi allievi.

Le possenti e antiche mura, che si alzavano alte e fiere, erano state abbellite con incisioni e sacre scritture.

All'entrata del grande edificio, vi era un'imponente gradinata, sorvegliata costantemente da due grossi leoni di marmo che, con occhi vigili, tenevano sotto controllo la situazione.

Il grosso portone, fatto di marmo bianco e candido, aveva, sul suo stipite, la seguente scritta: - Card Captor Accademy - e sottostante una piccola dicitura che diceva: - For love, justice and peace -

Al centro della scritta vi erano rappresentati strani simboli: erano i simboli dei fondatori di quelli posto, due grandi maghi che hanno fatto la storia di tutte le galassie.

Moltissimi ragazzi e ragazze, dall'età di sedici anni fino a quella dei venti, popolavano il gran piazzale davanti alla scuola: ridevano, scherzavano ed erano felici d'incontrarsi per iniziare un nuovo anno in quella splendida accademia.

C'era chi si conosceva già da qualche tempo, avendo già frequentato qualche anno in quel posto, e altri che erano confusi e spaventati, perchè era il loro primo giorno di scuola.

Cavalli e carrozze erano da tutte le parti e trasportavano i giovani insieme alle loro famiglie.

Tutti erano felici e contenti, ma qualcuno sembrava proprio non esserlo.

Dal fitto della foresta, avanzando su di un cavallo bianco, senza sella, avvolto un lungo mantello nero che gli oscurava il viso, una sagoma si avvicinò alla scuola.

L'ombra, trovandosi davanti al grande edificio, fece fermare il cavallo, senza redini, solo con la sua voce ed infine scese da lui.

Si guardò attorno sotto il grosso cappuccio ed osservò tutta quella gente davanti a se.

Fece qualche passo in avanti, ma si ricordò del cavallo che lo stava seguendo.

Schioccò le dita e lo stallone, riprendendo conoscenza, galoppò via, verso le verdi pianure che si trovano dopo la foresta.

L'ombra si avvicinò lentamente alla grossa scalinata: nessuno sembrò accorgersi della sua presenza, ma non gli importava. Anzi.

I suoi passi erano lenti, ma sicuri e decisi, il lungo mantello lo faceva sembrare una marionetta, ma poco importava.

La sagoma si fermò ai piedi dei possenti gradini di marmo, ove erano situati i guardiani delle mura: i leoni di pietra.

L'ombra fece scivolare una mano fuori dal lungo mantello e accarezzò il muso di uno dei due leoni, poi proseguì la sua strada, salendo uno per volta i grossi gradini ed infine raggiunse il portone di candido marmo.

Alzò la testa per osservare la magnifica scritta, rifinita in oro e argento, e il movimento fece scivolare il cappuccio del mantello, sulle sue spalle, scomparendo il volto che nascondeva tra il suo morbido tessuto: carnagione chiara, lineamenti delicati, labbra morbide e corti capelli castani, smeraldi verdi al posto degl'occhi.

La ragazza smise di osservare l'imponente scritta: - Sono arrivata, finalmente...- e sospirando, entrò nell'accademia.

Nel giardino interno c'erano moltissime persone, molte di più che all'esterno dell'edificio.

Era giorno d’iscrizione per tutti ed era ovvio che il caos avrebbe regnato il quel posto, dove i professori raccoglievano le iscrizioni degli allievi.

La ragazza arrivò al centro del giardino e si guardò attorno: tantissime piante d’ogni tipo, fiori dai mille colori e profumi, cespugli dalle più svariate forme, erano la tutti concentrati in un unico posto.

Era strabiliante la bellezza di quel giardino e la ragazza rimase a lungo ferma per osservare il suo splendore.

All'improvviso delle trombe risuonarono dell'aria circostante, catturando l'attenzione di tutti, anche quella della ragazza.

Alto nel cielo si videro arrivare due splendide e grosse carrozze bianche, dei riflessi argentati e trainate da sei unicorni alati, ciascuna.

Le carrozze, dopo vari volteggi nell'aria, atterrarono nel giardino, alzando un grosso polverone.

Subito due servitori cominciarono a srotolare due lunghi tappeti rossi che partivano dalle carrozze e finivano dove terminava il giardino.

Tutti i ragazzi si raggrupparono intorno a quelle magnifiche carrozze, incuriositi di sapere chi vi era al suo interno.

I cocchieri scesero a terra e andarono ad aprire le porte ai loro padroni: un ragazzo moro, con un paio d'occhiali, vestito da principe, in una divisa rossa e con una spada come arma, uscì dalla prima carrozza.

- IL PRINCIPE ERIOL, EREDITARIO DELL'ACCADEMIA - urlò il suo cocchiere annunciando il padrone.

Dall'altra carrozza uscì una splendida ragazza dai lunghi capelli neri, raccolti in due buffi codini e vestita di un bellissimo vestito azzurro, con una lunga ed ampia gonna.

- LA PRINCIPESSA MEILING, EREDITARIA DELL'ACCADEMIA - urlò l'altro cocchiere.

I due ragazzi si guardano e si fecero l'inchino a vicenda, mentre il principe prese sotto braccio la principessa ed insieme camminarono lungo il tappeto rosso, preceduti da damigelle che lanciavano petali di rosa ad ogni loro passo.

- Che sbruffoni! - sentì una voce, la dolce ragazza, alle sue spalle, mentre osservava i due avanzare.

Si voltò e incontrò il viso di una seconda ragazza con i capelli nocciola, raccolti in due codini, mentre osservava con invidia il principe e la principessa fermarsi alla fine del tappeto rosso.

La principessa si guardò attorno: - Beh? Dove sono i fondatori di questa scuola? Non ci accolgono neanche? Che cosa ingrata! - cominciò a borbottare.

Da una gran porta, uscirono due persone ben distinte: un uomo con gli occhiali e i capelli mori raccolti in un lungo codino e una bellissima donna dai lunghissimi capelli rossi, fecero la loro comparsa al cospetto di tutta la scuola.

Tutti sapevano chi erano: Clow e Mizuchi, i due fondatori dell'accademia.

Le due persone si avvicinarono ai due ragazzi e gli diedero il loro benvenuto, invitandoli ad accompagnarli all'interno della grande struttura.

Non appena i quattro si allontanarono, tutti gli studenti ripresero le loro attività e la folla che si era ammassata per assistere al loro arrivo, si dileguò.

- Dove sono i fondatori? Non ci accolgono neanche? -

La ragazza dai due codini prese in giro la principessa.

- Quanto la odio quella li! Se non fosse una lontana parente della Mizuchi, io...-

Fu interrotta da un'altra ragazza con lunghi capelli mori, ondulati e occhi color prugna: - Lascia stare Chiharu...è inutile che te la prendi tanto! -

- Hai ragione, Tomoyo, ma non posso faci nulla! LA DETESTO! -

Chiharu si accorse che una ragazza da splendidi occhi verdi, come smeraldi, la stava guardando, incuriosita.

- Oh, ciao io mi chiamo Chiharu e tu? - chiese, porgendo la mano.

La ragazza sorrise e gli strinse la mano: - Sakura -

- Io sono Tomoyo, piacere...-

Sakura strinse la mano anche a lei.

- Scusa se prima mi hai sentita, ma stavo complottando contro quella principessa dei miei stivali! - disse Chiharu, poi guardando bene Sakura le chiese: - Tu sei nuova? -

- Si - rispose un pò timidamente la ragazza.

- E hai già fatto conoscenza con qualcuno, hai già una stanza? -

- No, devo ancora iscrivermi...-

Chiharu le prese le mani: - Perfetto! Allora starai con noi, sempre se tu vuoi...Sai siamo io, Tomoyo, Rika e Naoko, ma ci mancava una quinta persona per formare la stanza da cinque!-

Sakura sorrise: - L'avete trovata -

Chiharu spiccò un salto di un metro e corse al banco iscrizioni per iscrivere lei e le sue amiche.

Sakura rimase da sola con Tomoyo.

- Noi frequentiamo già il secondo anno, ma vedrai che questa scuola di piacerà tantissimo! -

Sakura guardò il cielo e poi sospirò: - Ne sono certa, Tomoyo -

- Ragazze non posso crederci! ABBIAMO LA TANTO ADORATA CAMERA DA CINQUE!- urlò Chiharu entrando nella stanza e volteggiando fra i letti.

Era la stanza più bella di tutta l'accademia ed era sognata da tante ragazze.

- Ti vuoi dare una calmata? - chiese Rika mentre entrò nella camera e si mise su uno dei letti.

I loro bagagli erano già li che li aspettavano insieme ai loro animali.

Quell'accademia prevedeva, da regolamento, che ogni ragazzo avesse un'animale magico con se, non importava quale.

Erano stati i fondatori a decidere quella regola.

Sakura entrò nella stanza e guardò Chiharu che uscì sul piccolo balconcino.

- RAGAZZE! GUARDATE CHE VISTA STUPENDA! - urlò, mentre le altre la raggiunsero.

Uno spettacolo era davanti a loro: tre splendide cascate si riversavano in un unico fiume, circondate dalla meravigliosa foresta con sfondo delle bellissime montagne innevate.

Rika, Tomoyo, Chiharu e Naoko, guardando quello spettacolo esclamarono: - Uao! -

Sakura dall'interno della camera, sorrise vedendo le sue nuove amiche così stupite.

Naoko rientrò nella stanza e liberò la sua civetta, facendola volare in quello spettacolo magnifico.

Il gattino di Tomoyo e il cagnolino di Rika, invece, giocavano insieme, mentre il topolino di Chiharu si puliva il piccolo musetto.

- Guardate ragazze! -

Rika indicò, alta nel cielo, una splendida aquila reale che con il suo canto, rompeva il silenzio di quel posto magico.

- Ho sempre adorato le aquile! -

- Purtroppo mi hanno detto che sono animali difficili da catturare e da ammaestrare -

Sakura si fece largo tra le ragazze: - Non n’avete mai vista una dal vivo? -

- No - risposero in coro.

Sakura, allora, alzò il bracci davanti a se e guardandosi la mano, bisbigliò: - Sol -

Un urlo dell'aquila squarciò ancora il cielo e le ragazze osservarono la loro amica.

In men che non si dica, l'aquila reale, che prima volava in cielo, si stava dolcemente adagiando sul braccio di Sakura.

La ragazza lo accarezzò varie volte alla testa e poi gli diede un bacio: - Ragazze vi presento Sol, il mio animale magico -

Le quattro ragazze erano sbalordite.

- Ma non è difficile da comandare? - chiese Rika, mentre avvicinò piano la mano all'animale.

- No, se lo tratti con amore...Non è vero Sol? -

Alla domanda della padrona, l'aquila rispose con un piccolo verso e tutte quante risero, mentre lo accarezzavano.

Sakura, poi, se lo mise sulla spalla e ritornò all'interno della stanza, seguita dalle altre.

- Ah Sakura...quasi mi dimenticavo...ti ho iscritto al turno di giorno, va bene? -

L'accademia aveva una strana forma di corsi: c'erano i corsi di giorno e di notte e uno poteva scegliere secondo la propria volontà.

Non si sapeva il perchè, ma nessuno discuteva perchè era una regola che i padri fondatori avevano deciso.

- Hai fatto benissimo Chiharu e poi...-

Un'improvvisa fitta allo stomaco, fece piegare in due Sakura.

- Sakura! - Tutte le sue compagne le andarono in soccorso, ma lei non volle.

- Ferme! Non muovetevi...sto bene è solo un piccolo mal di pancia..tutto qui! -

Alle ragazze sembrò il contrario perchè il suo volto era pallido come un lenzuolo.

- Vuoi che ti accompagniamo in infermeria? - chiese Naoko preoccupata.

Sol aprì le ali e cominciò ad urlare.

Sakura guardò l'animale e poi fuori dalla finestra.

Porse la mano a Sol e lui ci salì sopra, poi lo lanciò in aria e l'aquila prese il volo, fuori dalla finestra.

- Non vi preoccupate! Ci vado da sola in infermeria...- Sakura prese il mantello e lo strinse di più a se, avvicinandosi alla porta.

- Sei sicura? -

- SI -

Le quattro ragazze si guardarono in faccia e poi sospirarono.

- Ti veniamo a chiamare per la cena e poi...- Tomoyo fu interrotta da Sakura.

- NO! Cioè..non ho fame non vi preoccupate...penso che resterò in infermeria per tutta la notte, per maggior sicurezza...-

Detto questo Sakura uscì velocemente dalla stanza, lasciando sole le sue amiche.

- Poverina...- disse Rika, mentre accarezzava il suo cagnolino: - ...si perderà anche la festa di benvenuto, stasera! -

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Capitolo 2
*** Cap.2: sono ancora in tempo per iscrivermi? ***


La maledizione delle due corone

 

La maledizione delle due corone

 

 

Cap.2: Sono ancora in tempo per iscrivermi?

 

 

 

 

Rika, Chiharu, Naoko e Tomoyo si recarono nella sala delle conferenze che, alle occasioni, era usata come sala da ballo.

Il grosso salone era fatto interamente di candido marmo bianco e grosse colonne sostenevano lo splendido soffitto, dove lampadari con cristalli illuminavano la stanza.

In fondo alla sala vi erano due troni.

Le quattro ragazze raggiunsero uno dei grossi pilastri di marmo e vi si fermarono ai suoi piedi.

Chiharu mise le mani dietro la testa e si appoggiò, con il resto del corpo, alla colonna.

- La festa sarà la stessa dell'anno scorso, vero? - chiese Rika guardandosi attorno.

- Già, purtroppo. La solita e noiosa ramanzina, dove quella stupida gallina di Meiling farà la scenata della brava ragazza! Non succederà nulla, come al solito! - rispose Chiharu.

- Non ne sarei tanto sicura -

Tutte le ragazze guardarono Tomoyo, che aveva fatto quell’affermazione.

- Senti qualcosa, Tomoyo? -

La ragazza dagli occhi color prugna, oltre a custodire uno degl'elementi, l'acqua, aveva anche il dono della veggenza.

- Non ne sono sicura...c'è qualcosa o qualcuno che m'impedisce di vedere oltre a questa sera, però...-

- Però? - chiesero in coro le sue amiche, avvicinandosi.

- ...sono sicura che stasera ci sarà qualcosa di nuovo -

All'improvviso, Chiharu vide penzolargli, davanti a gli occhi, un rametto di vischio e cominciò a seguirlo con la testa, fino a che non si fermò, come se stesse baciando qualcuno, ma davanti a lei non c'era nessuno.

- Chiharu ti senti bene? - chiese Naoko, vedendo gli strani movimenti dell'amica.

Al posto del nulla, comparve Takashi che baciava Chiharu e sopra alle loro teste teneva un rametto di vischio.

Il ragazzo si staccò e sorrise: - Un'antica leggenda afferma che chi si bacia sotto al vischio il primo dell'anno, si bacia tutto l'anno! -

Chiharu si mise una mano in fronte: - Hai commesso qualche errore di calcolo, mio caro! Oggi non è il primo dell'anno! -

- Si, invece! Il primo dell'anno...scolastico! Non sono un genio! -

Tutte si guardarono e mossero la testa.

- Ogni scusa è buona per baciare la tua ragazza, vero? - chiese Rika, mentre le altre ridevano.

Takashi era un simpatico ragazzo della loro stessa età: amava fare battute e raccontare leggende, ma soprattutto amava Chiharu.

Erano insieme già da molto tempo ed erano una coppia perfetta.

- Che turni hai preso? - chiese Chiharu, prendendogli la mano.

- Quelli della notte, come fatto tutti i miei amici. Lo sai che ormai è quasi una regola: maschi notte, femmine giorno -

Chiharu si rattristò: - Uffa! Così non possiamo vederci...-

Lui le prese il mento e lo portò a se: - Non ti preoccupare, in un modo o nell'altro ci riusciremo! -

Uno squillo di trombe risuonò nell'aria e attirò l'attenzione di tutti.

Da due finestre entrarono due piccole farfalle dai colori freddi e cominciarono a volteggiare per la stanza, finchè non raggiunsero il fianco dei due troni.

Da una farfalla comparì Rubby Moon, la guardiana della Luna e dall'altra farfalla uscì Spinel Sun, il guardiano del Sole.

Rubby Moon era una splendida fanciulla dai lunghi capelli rosati e gli occhi rossi; Spinel Sun era un grosso puma violaceo, dagl'occhi azzurri come il cielo. Entrambi avevano ali da farfalla.

I due s'inginocchiarono e sui troni comparvero il Signor Clow e la Signora Mizuchi.

Tutti gli allievi applaudirono.

Le trombe squillarono ancora e, da due porte opposte, ai lati della sala, uscirono il Principe Eriol e la Principessa Meiling, raggiungendo i loro avi.

Come annunciato da Chiharu, Meiling cominciò a tenere un lungo discorso a tutti gli allievi, mentre si vantava della sua bravura e che nessuno sarebbe mai stato al suo livello, facendo intervenire Eriol, ogni tanto, per confermare la sua tesi.

Quando ebbe finito, Clow prese la parola e spiegò a tutti lo svolgimento del nuovo anno scolastico e delle attività didattiche che si sarebbero svolte.

Spiegò anche alcune regole ed infine fece i suoi più sinceri auguri a tutti quanti.

La serata si stava svolgendo a meraviglia e ormai era al suo termine, quando qualcuno bussò al grande portone fatto d’oro massiccio, dalla parte opposta ai troni.

TOC TOC TOC

All'ultimo rintoccò, il portone si spalancò.

Tutti gli allievi cominciarono a borbottare, ma un ruggito li fece zittire.

Rubby Moon e Spinel Sun si prepararono a difendere la scuola, ma Eriol e Mizuchi li bloccarono con un gesto della mano.

Dal grande portone entrò una splendida pantera, dal pelo nero e lucido, le grandi zampe e i sicuri occhi.

L'animale si guardò attorno e poi ruggì con tutta la potenza che aveva in corpo, facendo tremare di paura tutti i presenti.

- Buona, Star -

Una voce calda e molto seducente, rimproverò l'animale.

La voce proveniva dall'esterno della porta e tutti si chiesero chi fosse.

Avvolto in un grande mantello bianco, che copriva anche il suo volto, una sagoma entrò nella grossa sala, fermandosi ed allungando la mano verso la sua pantera.

L'animale porse il proprio muso al padrone, mentre ricevette carezze sulla testa.

- Brava - si complimentò la sagoma, mentre la sua voce rimbombò per tutta la stanza.

La sagoma, avvolta nel suo mantello, cominciò ad avanzare verso i troni, seguito sempre dalla sua pantera, e si fermò soltanto quando fu ai piedi dei due fondatori.

- Signor Clow, Signora Mizuchi, scusate il mio ritardo, ma sono qui per iscrivermi a questa scuola, insieme a tutti i vostri allievi -

L'entità disse quelle poche parole, senza inginocchiarsi davanti ai due fondatori, cosa che a Rubby Moon e Spinel Sun diede molto fastidio.

- Come avete fatto ad entrare nella scuola? - chiese Spinel Sun: - I leoni di marmo non fanno entrare nessuno dopo la chiusura dei cancelli, soprattutto se non appartiene alla lista dei partecipanti alla scuola! -

L'entità rise: - Quei due cuccioli la fuori? Sono così dolci! Ma veniamo alla mia domanda: desidero essere iscritto a questa scuola -

- Non sapete che l'orario d'iscrizione è già terminato questo pomeriggio? - chiese la guardiana della Luna.

- Già e voi non potete più partecipare a questa scuola! Mi dispiace! Ripresentatevi il prossimo anno! - continuò il guardiano del Sole.

- Ve né prego, vengo da un posto molto lontano da qui ed io e la mia Star abbiamo affrontato molti pericoli per raggiungere questa scuola...-

- Ci dispiace, ma non possiamo farci nulla, è la legge dell'accademia - Rubby Moon era più decisa che mai a non far entrare quello straniero nella sua scuola.

- Se non sbaglio, divina Rubby Moon, l'articolo sette del paragrafo due, sezione tre del regolamento dell'Accademia dice " qualsiasi allievo può iscriversi nell'arco delle ventiquattro ore successive alle chiusure delle iscrizioni!" -

La guardiana della Luna non seppe rispondere allo straniero: poteva aver mentito, come poteva aver detto la verità.

Nella sala un borbottio generale si alzò.

- Lo straniero ha ragione...- disse Clow, sedendosi al suo trono.

- Vi prego straniero di accettare le più sentite scuse dai due guardiani per come le hanno risposto, ma ora...ve né prego, diteci il vostro nome in modo che io possa scriverlo sul registro d’iscrizione - Mizuchi disse quelle parole, con la sua voce calma e sicura, mentre porse davanti se le mani e una strana campana ne fece capolinea.

- Il mio nome? - L'entità si tolse il cappuccio bianco, scoprendo così bellissimi capelli marroni, occhi color nocciola dallo sguardo profondo e deciso, e una bellezza inaudita : - Sharon - disse infine: - Volete sapere anche il mio cognome? -

La principessa Meiling, come tutte le altre ragazze in quella sala, rimasero abbagliate da tanta bellezza.

- Non ve ne è bisogno, poiché il vostro nome è unico, in questo registro..Suppongo che frequenterete il turno di notte -

- Supponete il giusto, Signora Mizuchi -

Mizuchi alzò la sua campana in aria e il suo strano rumore penetrò nelle mura del castello e nelle sue profondità.

- Siete parte integrante di questo castello, Sharon, sarete assegnato alla stanza milletrecentodue e frequenterete il corso notturno...- recitò la donna dai lunghi capelli rossi.

- Milletrecentodue? - ripeté Takashi dal posto in cui assisteva alla scena: - E' la mia stanza! -

Mizuchi abbassò la campana e sorrise al nuovo arrivato: - Vi auguro buona permanenza a lei e alla sua bellissima pantera -

Shaoran annuì e fece retro-front per ritirarsi nella sua stanza.

- Shaoran? -

La voce della principessa lo bloccò, ma lui non si voltò.

- La mia stanza è all'ultimo piano della torre, se volete farmi visita...- Meiling si avvicinò al nuovo arrivato e si attaccò al suo braccio, ma subito la pantera ringhiò.

- Scusatemi principessa, ma sono venuto qui per un'altro motivo...- Così dicendo si spostò dalla ragazza, ma prima di proseguire, voltò il suo sguardo in direzione di Tomoyo, Rika, Naoko, Chiharu e Takashi, osservandoli e annuendo.

Poi, insieme alla sua pantera, uscì da quella enorme ed elegantissima stanza.

- Ra...ra..ragazze? Avete visto che sguardo? - chiese Rika come se fosse diventata una statua.

- Ho sentito degli strani brividi lungo la schiena - continuò Naoko.

- Che ragazzo affascinante! - Chiharu.

- Si dice che chi abbia occhi così profondi ha il privilegio di avere un cuore puro e cristallino! - Takashi recitò uno dei suoi proverbi, mentre ricevette una botta in testa dalla sua ragazza.

Tomoyo invece rimase a fissare il grosso portone d'oro massiccio, ancora aperto, e ripensò a quanto era accaduto.

" Perchè quel ragazzo non mi convince? Perchè non riesco a leggere il suo futuro? Perchè quando è passato ci ha guardati? "

La ragazza sentì su di se uno sguardo e si voltò: Clow la stava fissando e lei si sentì strana.

- Pronto Tomoyo, qui è la Terra che parla? Ci sei? -

Tomoyo distolse lo sguardo da Clow e ritornò con la mente dai suoi amici: - ehm, scusa non ti stavo ascoltando...-

- Ti ho chiesto cosa stavi pensando...- ripeté la domanda Naoko.

- A nulla, Naoko. Pensavo allo spettacolo che Sakura si è persa stasera -

 

 

Il suo mantello bianco risaltava tra il buio del corridoio.

La luce della luna, che proveniva dalla finestra, lo illuminava ad ogni suo passo.

La sua pantera si lamento un pò e lui si fermò.

- Sei stanca, vero Star? -

Il ragazzo si piegò sull'animale e ricevette un leccata da esso.

- Forza, andiamo a riposare un pò...-

Lui proseguì la sua strada, ma si accorse che Star non lo volle seguire.

L'animale annusò l'aria e poi cominciò a piangere davanti alla porta di una delle stanze da letto del dormitorio.

- E' questa? - chiese il ragazzo, mentre la raggiunse ed aprì la porta.

La pantera entrò nella stanza e osservò tutti i cinque letti che vi erano al suo interno: un cane, un gatto, un topolino e una civetta, dormivano sui letti delle loro rispettive padrone.

La pantera si avvicinò al letto vuoto e lo annusò.

Vi salì sopra e cominciò a rotolarsi fra le sue coperte, contenta d’essere li.

Il ragazzo seguì la sua bestia e si fermò ad osservarla: - Ti piace questo letto, vero? -

Prese, poi, il cuscino e ne aspirò l'essenza, rimanendo per un secondo ad occhi chiusi ed immaginandosi chi vi dormiva li sopra.

Respirò tutto il suo profumo e un'immagine vaga si fece largo tra i suoi pensieri.

Star scese velocemente dal letto e cominciò a ringhiare: qualcuno si stava avvicinando.

Il ragazzo rimise a posto il cuscino ed insieme uscirono da quella stanza, che non era la loro.

La pantera precedette il suo padrone e quando raggiunse la fine del corridoio, si voltò a guardarlo.

Gli occhi dell'animale, gialli dai riflessi verdi, dalle pupille dilatate, per veder meglio al buio, fissarono quelli altrettanto profondi del suo padrone e i due si capirono al volo.

- E' già ora? - chiese lui.

La pantera annuì.

Il ragazzo strinse i pugni e si appoggiò al muro al suo fianco.

- Prima o poi tutto ciò finirà, Star, e noi riusciremo a vincere -

La pantera si avvicinò al ragazzo e si strofinò contro di lui, facendogli capire che non era solo e che lei ci sarebbe sempre stata con lui.

Il ragazzo si piegò sull'animale e lo abbracciò, accarezzando il suo pelo lucido.

- Te lo prometto, Star...riuscirò a far finire tutto questo! -

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Capitolo 3
*** Cap.3: prima lezione ***


La maledizione delle due corone

La maledizione delle due corone

 

 

Cap.3: prima lezione

 

 

 

Il sole albeggiava dietro le grandi montagne innevate.

La sua luce, fiocca, donava vari riflessi alla sottile nebbia che circondava i piedi delle cascate.

Nell'aria l'odore dell'acqua di ruscello e il profumo dei pini ne facevano da padroni ed inebriavano chiunque respirasse quell'aroma.

Nel cielo alcune piccole stelle non volevano accettare l'arrivo del nuovo giorno e continuavano ad essere presenti, anche se la loro intensità era molto tenue.

Una brezza leggera scompigliò le chiome degl'alberi, come scompigliò i dolci capelli della ragazza che stava osservando quella meraviglia.

Il suo lungo mantello nero si muoveva, seguendo il volere del vento.

Nel cielo la sua aquila volava felice e spensierata, ma sempre attenta alla sua padrona, pronta ad intervenire ad ogni suo cenno.

La ragazza seguì con gli occhi il suo animale, ma poi ritornò a perdersi in quel paesaggio d'incanto.

Nei suoi occhi regnava la tristezza e sembrava che nulla le potesse sollevare l'animo.

- Che paesaggio stupendo -

La ragazza porse il suo sguardo a fianco e vide Tomoyo, in camicia da notte, mentre osservata incantata il paesaggio.

Anche i capelli di Tomoyo danzarono con il vento, movendosi sotto il suo comando.

- E' molto presto, cosa ci fai già in piedi? - domandò Sakura, sorpresa di vederla al suo fianco.

- Beh...-

Ad un cenno di Tomoyo, Sakura si voltò e guardò all'interno della stanza.

Chiharu stava dando dei pugni al suo cuscino mentre dormiva e ripeteva sempre: " Prendi questo e questo!"; Naoko stava dormendo con la sua civetta in testa ed entrambe russavano; Rika era caduta a terra e continuava a scalciare.

- Diciamo che non riuscivo a dormire! - continuò Tomoyo, sorridendo alla vista delle sue amiche.

Sakura riportò il suo sguardo al sole davanti a se, ma il vedere le sue amiche in quelle pose buffe, non le aveva tolto la tristezza negl'occhi.

- E tu? -

La domanda dell'amica la fece risalire.

- Io cosa? -

- Cosa ci fai a quest'ora sveglia? -

Sakura osservò la sua aquila: - Non riuscivo a dormire neanche io -

- Per via del dolore allo stomaco? -

- No, quello è passato è solo che...-

Tomoyo percepì l'insicurezza e la paura nella sua voce e non volle infierire di più, ma voleva allo stesso tempo aiutarla.

Sakura continuava a stare ferma con lo sguardo fisso davanti a se e sospirava ogni tanto.

Alla ragazza al suo fianco venne un'idea.

Tomoyo prese il ciondolo della sua collana tra le mani e lo fece penzolare davanti a se.

Sakura la guardò incuriosita e Tomoyo sorrise, mentre il suo gattino si siese al suo fianco.

La ragazza chiuse gli occhi, si concentrò e un’aura azzurra l'avvolse: - Chiave che possiedi il mistico spirito dell'acqua, rivelami la tua vera forma e donami tutta la tua saggezza! -

Il pavimento sotto ai suoi piedi cominciò a muoversi come se fosse diventato acqua e dai piedi della ragazza partirono una serie d’onde.

ll gatto miagolò e sotto ai piedi di Tomoyo comparve il simbolo dell'acqua, mentre il ciondolo tra le sue mani s'illuminò.

- FLAUTO! - urlò, mentre un muro d'acqua l'avvolse.

Appena il muro si dileguò, la ragazza portava uno strano vestito dalle gradazioni del l'azzurro e in mano non teneva più il ciondolo ma un lungo flauto d'argento trasversale.

Tomoyo appoggiò delicatamente le labbra sul suo flauto e intonò una dolce melodia.

Sakura la guardò e ascoltò volentieri quella splendida musica, che le arrivava dritta al cuore, quando si accorse di una cosa: il suo sguardo si fermò sull'acqua delle cascate che zampillava al ritmo del flauto.

Era una spettacolo meraviglio.

Due grossi serpenti d'acqua si alzarono alti e cominciarono a danzare lentamente, mentre il sole l'illuminava rendendoli ancora più belli e magici.

Sakura si sporse di più per osservare quello spettacolo meraviglio, ma vide i due serpenti d'acqua avvicinarsi ed invitarla a ballare con loro.

La ragazza rimase un pò perplessa, ma poi accettò l'offerta e fu avvolta dalla fresca acqua.

Volteggio a lungo spensierata, mentre il sorriso sembrò tornarle.

Tomoyo continuò la sua splendida canzone e lentamente fece ritornare Sakura sul balcone dai due serpenti d'acqua, che pian piano si ritirarono nelle loro cascate e ritornarono semplice acqua di ruscello.

Tomoyo tolse il flauto dalla bocca e osservò l'amica: - I miei antenati hanno voluto affidarmi quest’immenso potere: l'acqua. Non sono sicura di esserne ancora all'altezza, ma con lei mi trovo bene e spero un giorno di diventare brava abbastanza da essere chiamata Master Water...-

Sakura abbracciò l'amica: - Mi hai risollevato l'animo con la tua magia e questo significa che sei un'anima pura e degna di questo grande potere! -

Dalla mano di Sakura, comparve una piccola sfera di luce che la ragazza spinse all'intero del corpo di Tomoyo, senza che quest'ultima se n’accorga.

- I tuoi sogni si realizzeranno, Tomoyo! -

Sciolsero l'abbraccio e si guardarono negl'occhi: Tomoyo arrossì leggermente nel vederla sorride e nel sentire i suoi complimenti.

- Ho ancora molta strada davanti a me...non possiedo neanche le antiche carte del mio elemento e questo mi svantaggia molto, ma sono sicura che un giorno ce la farò! -

Sakura annuì: - Io non ne sono sicura, ma lo so che tu sarai la prossima Dea dell'acqua -

 

 

Dopo un'abbondante colazione, le lezioni iniziarono.

Le nostre amiche raggiunsero tutte quante il giardino interno alla scuola, dove incontrarono altre ragazze come loro.

Tra la folla, Sakura vide anche Meiling, la principessa.

Meiling indossava un bellissimo vestito da guerriera e in mano aveva la campana della Signora Mizuchi, sua zia.

Al centro del giardino vi era la loro insegnate che radunò a gruppo tutte quante.

- BENVENUTE A TUTTE, SIGNORINE! MOLTE DI VOI MI HANNO GIà VISTO NEGL'ANNI PRECEDENTI, MA ALTRETTANTE NON MI HANNO MAI VISTO! PERCIO' MI PRESENTO: SONO LA PROFESSORESSA KOHERI E SARO' LA VOSTRA INSEGNANTE D’ADDOMESTICAZIONE DEI POTERI E DELLA CATTURA DELLE CARTE! -

La signorina Koheri era una donna alta e molto magra, portava lunghi capelli neri e aveva occhi verdi.

- ORA CI DIVIDEREMO IN DUE GRUPPI: DA QUESTA PARTE ANDRANNO LE NUOVE ARRIVATE E DA QUESTA QUELLE CHE SONO QUI DA PIù ANNI! -

Subito la folla di ragazze si divise in due e Sakura dovette lasciare le sue amiche.

- BENE! V’E' STATO DATO UNO SCETTRO UGUALE A TUTTE QUANTE! -

Sakura e le sue compagne avevano in mano una piccola chiave a forma di becco d'uccello.

- AVETE RAGIONE! NON E' ANCORA UNO SCETTRO MA DOVRETE FARLO DIVENTARE! CI VORRA' DEL TEMPO, MA NON VI PREOCCUPATEVI: CI RIUSCIRETE! VI SARANNO DISTRIBUITE DELLE CARTE DELL'ACCADEMIA CHE NATURALMENTE SONO NEUTRE! DOVRETE CATTURARE GLI SPIRITI, COME BEN VOI SAPETE! QUESTO PROCESSO RICHIEDERA' MOLTISSIMO TEMPO! COME VEDE NEANCHE LE ALTRE RAGAZZE DEI LIVELLI SUPERIORI, AD ECCEZIONE DI MEILING, HANNO CARTE! -

Meiling si soffiò sulle unghie e si vantò del suo grandissimo potere: - Sono troppo forte! - disse, mentre tutte le altre ragazze la osservarono con disprezzo.

- BENE! PRIMA D'INIZIARE VORREI FARVI VEDERE UNA COSA CHE POCHI HANNO L'ONORE DI VEDERE! ABBIAMO IN QUESTA SCUOLA QUATTRO RAGAZZE CHE POSSIEDONO GLI ELEMENTI! METTETEVI COMODE PERCHE' CI MOSTRERANNO LA LORO POTENZA! -

La prof si spostò dal suo posto e Rika, Tomoyo, Chiharu e Naoko fecero un passo in avanti.

Iniziò Tomoyo, mettendosi al centro del giardino e concentrandosi: - CHIAVE CHE POSSIEDI IL MISTICO SPIRITO DELL'ACQUA RIVELAMI LA TUA VERA FORMA E DONAMI TUTTA LA TUA SAGGEZZA! FLAUTO! -

Tomoyo fu avvolta dall'acqua e quando ne uscì era vestita con il vestito che aveva mostrato quella mattina a Sakura.

Era splendida e con il suo flauto intonò un piccola canzone.

Quando ebbe finito, tutte le applaudirono, tranne Meiling: - Chissà che cos'avrà fatto! -

A Sakura non piacque per nulla quell'affermazione, ma lasciò scorrere perchè Naoko era già al centro del giardino.

- CHIAVE CHE POSSIEDI LA PUREZZA DELLA LUCE, RIVELAMI LA TUA VERA FORMA E SOSTIENIMI CON LA TUA ENERGIA! FRUSTA! -

Ai piedi della ragazza comparve il simbolo della luce che l'avvolse e la vestì di un abito dai colori caldi e splendenti.

Nella sua mano si fece largo una lunga frusta illuminata che Naoko la usò per fare mille acrobazie.

- Mediocre, nulla paragonata a me! - continuò Meiling, mentre Naoko lasciò il posto a Rika.

La ragazza si concentro: - CHIAVE CHE POSSIEDI LA FORZA PROROMPENTE DEL FULMINE, RIVELAMI LA TUA VERA FORMA E INCORAGGIAMI CON IL TUO SPLENDORE! LANCIA! -

Una scarica di fulmini l'avvolse e sul terreno si scolpì il simbolo del fulmine.

Il suo abito ricordava i colori della natura e nella sua mano c'era un lungo bastone dalla doppia lancia.

- Dilettante! - riprese la principessa.

Toccò a Chiharu.

- CHIAVE CHE POSSIEDI IL CALORE TRAVOLGENTE DEL FUOCO, RIVELAMI LA TUA VERA FORMA E INNONDAMI DELLA TUA PASSIONE! ARCO! -

Anche a lei il simbolo del fuoco comparì ai suoi piedi e il suo abito era di un rosso acceso, mentre in mano teneva arco e frecce.

Meiling sbadigliò: - Che noia! -

Sakura non potè più star zitta: - LA VUOI PIANTARE! - le urlò contro mentre tutte la osservarono.

Meiling guardò la sua rivale: - Che vuoi da me, boccina? -

Sakura lanciò in aria davanti a se la chiavetta che la prof le aveva dato e urlò: - CHIAVE CHE POSSIEDI LA FORZA DELL'OMBRA, RIVELAMI IL TUO VERO ASPETTO E AIUTAMI A SCONFIGGERE IL MALE! RELASE! RESCISSIONE DEL SIGILLO! -

Sotto gli occhi increduli di Meiling, la professoressa e tutte le altre ragazze, sotto ai piedi di Sakura comparve uno strano cerchio, raffigurante un sole e una piccola luna.

La piccola chiave si allungò e divenne una grossa chiave che Sakura prese al volo e fece girare con estrema maestria.

- Non è possibile! - disse la professoressa guardando quella novellina mentre usava, alla sua prima lezione, con abilità lo scettro e il sigillo di Clow.

- Che vorresti fare novellina? Non mi fai paura sai! - Meiling la provocò ancora di più.

- Come ti permetti di insultare queste quattro future dee! Il loro potere supera di moltissimo il tuo! Chi sei tu per permetterti di insultarle? - chiese Sakura mentre nei suoi occhi ardeva una grande luce.

- Dee? Hai il coraggio di chiamarle così? -

Sakura si incavolò ancora di più e porse davanti a se la mano vuota, concentrandosi: dalla sua mano comparve una carte diversa da quelle dell'accademia, ma uguale a quelle che Meiling possedeva.

- CARTA DELLA LOTTA! -

Meiling guardò stupita la ragazza, mentre il sigillo di Clow ricomparve sotto ai suoi piedi e mentre fece roteare in aria lo scettro per poi colpire la carta.

- Come fai a possedere una mia carta? - chiese la principessa.

Lo spirito della lotta uscì dal suo nascondiglio e rafforzò Sakura.

La ragazza osservò Meiling, poi passò all'attacco.

- FERMA! -urlò la professoressa mentre le lanciò un incantesimo, ma a Sakura fece il solletico.

Meiling si spostò appena in tempo per schivare un mega pugno.

Sakura si voltò velocemente e la prese per la maglia alzandola in aria: - QUELLE SONO MIE AMICHE E NON TI PERMETTO D’INSULTARLE, VISTO CHE TU NON POSSIEDI ALCUN POTERE! -

Che stava dicendo? Perchè parlava così?

Meiling non ebbe il tempo di rispondere perchè Sakura la fece cadere a terra, mentre la carta della lotta ritornò nelle sue mani.

La principessa si toccò il sedere dolorante e poi alzò gli occhi, incontrando quelli verdi come smeraldi di Sakura.

- Non permetterti mai più di insultare qualsiasi ragazza che c'è in questo istituto! Ricordatelo Meiling! Tu non hai alcun potere! -

Detto ciò, Sakura le lanciò la carta addosso e poi le diede le spalle, mentre il suo scettro ritornò una semplice chiave.

- Ah! Un'ultima cosa, principessa! Prima di dare della boccina ad una persona, prova a chiederle quanti anni ha! -

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Capitolo 4
*** Cap.4: strage nella scuola ***


La maledizione delle due corone

La maledizione delle due corone

 

Cap. 4: strage nella scuola

 

 

 

Si era fatta sera e la giornata di lezioni, per le ragazze, si era conclusa.

Rika, Naoko, Chiharu e Tomoyo, stavano camminando lungo i grossi corridoi dell'accademia, esauste.

I loro vestiti erano sporchi, a causa della lezione di lotta, e avevano una gran voglia di farsi una bella doccia, tutte.

Chiharu continuava ad aprire e chiudere le mani per esercitarsi su di un esercizio che la prof le aveva da eseguire, ma nonostante gli sforzi, la ragazza non ottenne nulla.

Tomoyo si avvicinò: - Come fai tu sbagli, guarda me! -

Le due si fermarono un secondo e Tomoyo chiuse gli occhi: - Devi visualizzare la sfera d'energia dentro di te e una volta che l'hai trovata chiamala -

Tomoyo chiuse i pugni e urlò: - EXCTUM! - poi, sempre con i pugni chiusi, raggruppò le due mani in un unico pugno ed infine le aprì, sfoderando una bellissima sfera lucente.

- Hai capito? -

Chiharu annuì e chiuse gli occhi concentrandosi.

Tutte le sue amiche la circondarono curiose di vedere il suo risultato.

La ragazza chiamò la sfera a se e congiunse le mani.

Quando l'aprì una sfera luminosa fece la sua comparsa.

- Ce l'ho fatta! - disse Chiharu, ma subito la sfera si spense.

- Devi rimanere concentrata! -

Le quattro ragazze si voltarono e videro Sakura che le raggiunse.

- Sakura! Hai finito le lezioni anche tu? - chiese Naoko accogliendola.

- Si - rispose la ragazza mentre prese le mani di Chiharu: - Ascoltami, la sfera non devi immaginarla, ma farla nascere dentro di te! Solo così sarà forte e riuscirai a domarla! -

Le quattro ragazze si guardano in faccia.

- Sakura, questo è un esercizio che si fa quando si è al secondo/terzo anno! Come puoi sapere come si...-

Naoko fu interrotta dalla ragazza con gli occhi color smeraldo, mentre teneva fra le sue mani una grossa e bellissima sfera di luce.

Nessuno riusciva a crederci.

Sakura richiuse le mani e fece sparire la sfera, sorridendo: - Che avete da guardare? -

Rika parlò per le altre: - Sakura...noi voliamo chiederti come fai? -

- Cosa? -

- Come fai a fare queste cose...Intendo come sai la formula per chiamare e usare lo scettro del signor Clow, come possiedi le sue carte e come fai ad avere questi poteri! Tu non sei una novellina della magia, anzi...-

Sakura guardò una ad una le sue amiche e tutte quante aspettavano una sua risposta.

La ragazza abbassò lo sguardo e Tomoyo percepì la stessa sensazione di tristezza, nell'espressione del viso, che le aveva visto quella mattina.

- Vedete ragazze...c'è una cosa che vi devo dire...- Sakura si fermò di colpo e alzò lo sguardo fissando il vuoto.

- Sakura? - la chiamò Naoko.

La ragazza la ignorò e si volto di scatto, mentre Sol entrò velocemente da una delle finestre del corridoio e le si andò ad appoggiare sulla spalla, prestando attenzione a non graffiarla.

Sakura chiuse gli occhi e rimase in ascolto.

- Ma che...- Chiharu stava per dire qualcosa, ma Tomoyo la bloccò con la mano e la invitò a star zitta.

Sakura, era come se si fosse chiusa in se stessa e che intorno a lei non ci fosse niente e nessuno.

Cercava con i suoi sensi una cosa ben precisa e appena la individuò, aprì gli occhi.

- C'è qualcosa che non va? - chiese Rika preoccupandosi.

La ragazza ignorò per la seconda volta una delle sue amiche e, come se fosse sotto incantesimo, si mosse lentamente verso le porte delle stanze da letto che vi erano in quel corridoio.

Si mosse specialmente verso una e quando vi fu davanti, si fermò.

Sakura fissò il legno lucido davanti a se e con la mano lo andò a sfiorare percependo una vibrazione che le era famigliare.

Toccò un punto della porta e nella mente le si fece vivo un ricordo.

Sol sbatté le ali e Sakura tolse la mano dal freddo legno: il suo sguardo era più triste di prima e sembrò che si stesse per mettere a piangere, quando la porta davanti a lei si aprì e Sol volò via.

Sakura si trovò davanti Takashi che, molto meravigliato, le chiese: - Posso aiutarla? -

La ragazza cercò di guardare altre a Takashi, cercando una cosa in particolare, ma il ragazzo uscì dalla sua stanza e si appoggiò alla porta impedendole di vedere qualsiasi cosa.

- Takashi! - urlò Chiharu avvicinandosi a lui con le sue amiche.

- Ragazze che ci fate qui? - chiese lui felice di rivedere la sua ragazza.

- Stavamo ritornando da lezione...Questa è Sakura la nostra compagna di stanza, Sakura questo è Takashi - Rika li presentò entrambi.

- Piacere io sono...- Takashi fu interrottò dalla ragazza che era ancora davanti a lui.

- C'è qualcun altro nella tua stanza? -

Ci fu un istante di silenzio dove Takashi domandò, con lo sguardo, spiegazioni a Chiharu, la quale fece spallucce.

- Ehm,...si, c'è uno nuovo che arrivato ieri sera, ma ora sta dormendo! - rispose il ragazzo mettendosi una mano nei capelli.

Sakura si spostò da li e si appoggiò al muro di fianco alla porta: - Me lo puoi descrivere? -

- E' alto e ha un fisico ben scolpito...- cominciò Rika.

- ...giovane e temerario con il suo ciuffetto di capelli marroni...- Naoko.

- ...ed ha due occhi color nocciola d'andar giù di testa...- Chiharu.

- ... e ha una pantera nera - concluse Tomoyo.

Sakura all'ultima affermazione, sobbalzò: " Una pantera nera? Allora è lui..." Pensò mentre si mise una mano davanti alla bocca, incredula.

- C'è qualcosa che non va? - chiese Takashi avvicinandosi alla ragazza.

Sakura ritornò in se e, guardando i suoi amici, scosse la testa: - Non vi preoccupate! Ho soltanto bisogno di andare a fare una bella doccia...tutto qui..."

Sakura diede un'ultima occhiata alla porta al suo fianco e poi corse verso la sua stanza da letto.

 

 

Il cielo era così limpido che tutte le stelle dell'universo si potevano contare, in quella meravigliosa notte di luna piena.

Un vento tiepido e caldo muoveva le  foglie degl'alberi e si divertiva a stuzzicare la polvere, che si lasciava trasportare da un posto all'altro.

- AH! -

La lama di una lunga spada, rifletté la candida luce della luna, mentre chi la impugnava continuava a star fermo nella sua posizione.

La pantera al suo fianco, che prima riposava, al suono emesso dal suo padrone, alzò la testa e le orecchie, rimanendo in ascolto.

Il ragazzo ritirò la spada  e riprese fiato un secondo, mentre si asciugò il sudore sulla fronte e mentre si accorse che il tempo era passato molto velocemente e che oramai erano due ore che si allenava da solo, sul tetto della scuola.

I raggi della luna si rifletterono sul suo petto nudo e bagnato e fecero risaltare la sua bellezza ancora di più.

Il ragazzo si passò la mano nei capelli bagnati, poi riprese la sua spada e si concentrò.

Sentì qualcosa che gli sfregò i pantaloni e aprendo gli occhi vide Star che gli faceva le fusa.

Lentamente il ragazzo si abbassò per accarezzarla, ma la pantera si spostò mettendosi sulla difensiva.

Lui capì: appoggiò la spada a terra e in un secondo si ritrovò l'animale addosso.

I due rotolarono per un pò lungo tutto il tetto e poi si mollarono.

Il ragazzo l'attaccò, bloccandola per la coda, ma l'animale si voltò di scatto e gli graffiò il pettorale sinistro.

Shaoran cadde a terra tenendosi con una mano la ferita.

La pantera guardò il suo padrone dolorante e sentendosi in colpa si avvicinò a lui, leccandogli la ferita.

Shaoran le mostrò il suo bellissimo sorriso e le parlò con la voce più dolce che aveva: - Non ti preoccupare piccola mia. E' stata colpa mia, non dovevo tirarti la coda così forte, in ogni caso ti ringrazio -

La pantera si sedette vicino a lui e gli appoggiò la sua testa sulle gambe, ricevendo delle carezze sul liscio pelo nero.

Una leggera brezza scompigliò i capelli del ragazzo, il quale alzò gli occhi e osservò la luna.

- Era una notte come questa...calda, splendida, la luna risplendeva alta nel cielo ed era tutto perfetto...te lo ricordi piccola? -

La pantera alzò la testa e guardò il suo padrone.

- Non importa se non lo ricordi ora, spero solo che tu non ti dimenticherai mai di...-

Shaoran non concluse il suo discorso perchè sentì la presenza di qualcuno.

Scattò in piedi e brandì la sua spada in mano, pronto per attaccare.

- Calmatevi mio baldo eroe...-

Shaoran abbassò la guardia non appena la luce della luna illuminò la principessa Meiling che avanzava verso lui.

- Principessa? Che fate qui? Non è posto per voi! -

Il ragazzo non ricevette volentieri quella visita e cercò di farglielo capire.

- Non ho nulla da temere se con me ci siete voi...-

Meiling era davanti al ragazzo e lo guardava da tutti le parti, tranne che negl'occhi.

- Sapete...- una mano della ragazza sfiorò il nudo petto di lui: - ...non siete venuto a farmi visita e quindi ho pensato di venirvi a trovare io...-

La mano della ragazza scivolò lentamente tra i muscoli di lui, fino a raggiungere la ferita, ma Shaoran la bloccò e se la tolse di dosso.

- Non ho avuto tempo e ora se volete scusarmi io avrei una lezione da...-

- Non inventatevi scuse con me, Shaoran. Ho controllato i vostri corsi e avete finito più di due ore fa e la vostra prossima lezione è tra  un'ora...abbiamo tutto il tempo per fare qualsiasi cosa...-

Nella voce della principessa c'era qualcosa di malizioso che al ragazzo non piacque.

Shaoran si allontanò da lei e le diede le spalle.

- Non ditemi che non potete perchè avete la ragazza? -

Quelle parole lo fecero sobbalzare.

Un'immagine vaga si formò nella sua mente e il cuore gli fece male.

Meiling avvicinandosi ancora di più si accorse che il ragazzo portava sulla spalla destra uno strano tatuaggio.

Vi era rappresentato un sole e una luna dove al centro regnava sovrano un cuore per metà bianco e l'altra metà nero, legato insieme da un filo spinato che lo faceva sanguinare.

La principessa fu attratta da quella figura e porse la sua mano verso essa, ma Shaoran si voltò di scatto e le schiaffeggiò la mano: - NON TOCCATE! - disse scandendo le due parole.

I loro due occhi si fissarono per qualche secondo e poi lui continuò: - Se mi volete scusare principessa...-

Meiling annuì e rassegnata se n’andò lasciandolo solo.

 

 

L'ombra si muoveva nel fitto della foresta.

Raggiunse il gran portone della scuola e rise.

Subito i due guardiani la bloccarono: - CHI SIETE VOI? - chiese un leone di pietra animandosi.

- NON POTETE ENTRARE NELLA SCUOLA SENZA IL PERMESSO DEI DUE GUARDIANI SUPREMI O DEI FONDATORI DELLA SCUOLA! - continuò il secondo leone.

Due occhi rossi si fecero largo tra le tenebre dell'ombra: - Lasssciatemi passsare...-

La strana esse dell'ombra fece mettere i guardia i due guardiani.

- NO, MAI! -

L'ombra li osservò entrambi e poi rise.

- Va bene...l'avete voluto voi...-

Un boato seguito da una nube di fumo, circondò il castello e quando quest'ultima si dileguò, dei due guardiani rimaneva soltanto i loro frammenti.

L'ombra allora rise e si alzò in volo arrivando davanti al grosso portone della scuola e voltandosi verso le sue prime vittime.

- Vi avevo detto di lasssciarmi passsare...-


Il corridoio era deserto e l'ombra potè girare indisturbata.

I suoi occhi rossi osservavano ogni centimetro quadrato di quel posto e sembrarono esserne disgustati.

- Chi sei? -

Una voce dietro a lui lo fece fermare.

L'ombra si voltò e si mostrò in tutta la sua mostruosità: - Sssono la cossa migliore che ti poteva capitare! -

Con uno scatto, l'ombra corse verso l'umano davanti a se e s'impossessò del suo corpo, mangiandoli l'anima e facendolo cadere a terra.

- Sssei fortunato umano...sssarai tu a farmi da cavia per ritrovare il mio tesssoro perduto...-

A quelle parole, l'umano si alzò in piedi e i suoi occhi brillarono di rosso.

- Forza...ho bissogno di ssangue! -

L'umano ubbidì e si recò nei dormitori al piano superiore: quella notte cinque ragazzi persero la vita.

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Capitolo 5
*** Cap.5: voglio sapere la verità! ***


La maledizione delle due corone

La maledizione delle due corone

 

Cap.5: voglio sapere la verità!

 

 

 

" Una stanza, tante persone...

 

I meravigliosi vestiti delle dame colorano l'atmosfera...

 

Una stanza, tante persone, della musica...

 

I caviglieri e le dame volteggiano a suon di valzer, anche se non si conoscono e se il loro viso è coperto da una maschera che permette solo la vista degl'occhi...

 

Una stanza, tante persone, della musica, la gente è felice...

 

Le persone che danzano ridono e scherzano, felici e spensierati...

 

Una stanza, tante persone, della musica, la gente è felice, un trono...

 

Una giovane ragazzina è seduta su di lui e porta una lunga tunica di tulle rosa, adornata di nastrini dello stesso colore e di bellissimi merletti.

Si guarda in giro annoiata, mentre la maschera che porta sugl'occhi le prude.

Sa che tutti si divertiranno a quella festa, sa che tutti balleranno, ma non lei...

Era la sua festa, ma lei non avrebbe ballato, con nessuno...

Le regole erano regole: chi sedeva al trono era un Dio e gli Dei non potevano ballare, ma lei voleva ballare...

Sapeva che nessuno gliel'avrebbe mai chiesto e sapeva che la sua serata sarebbe finita così...

Sola...

I suoi sospiri erano sempre più frequenti e i suoi occhi sempre più tristi...

- Che spreco vedere due smeraldi come i vostri occhi ingrigirsi perchè essere annoiati...-

All'improvviso un giovine davanti a lei, con la sua divisa rossa, nei suoi pantaloni bianchi, e una mascherina sugl'occhi, porse la sua mano verso la ragazza.

Lei lo guardò sorpresa e la bellezza dei suoi occhi la colpì.

- Ve né prego...donatemi un vostro sorriso, altrimenti il mio cuore perirà con la vostra tristezza...-

Nella sala l'attenzione si era fissata su i due, dove il giovine stava facendo cosa proibita.

La ragazza osservò la mano di lui.

- Ballate con me -

La sua voce le arrivò dritto al cuore e non potè far a meno di sorridergli e accettare il suo invito.

Tutti mormorarono, tutti guardavano, mentre i due si recarono al centro della stanza.

La musica partì e i due iniziarono a ballare, guardandosi negl'occhi e sorridendo.

- I vostri occhi sono i più belli che io abbia mai visto...-

- E il vostro coraggio è grande per invitarmi qui a ballare con voi...-

- La vostra voce è così cristallina...perchè non parlate mai al vostro popolo, lo allietereste...-

- I miei superiori non me lo consentono...-

I due ballarono e danzarono per ore e ore senza mai smettere di fermarsi.

Lui però la bloccò all'ultimo ballo e la condusse in giardino, dove la notte sulle loro teste era splendida e dove la luna piena ne faceva da padrona.

Lei era estasiata da quella meraviglia, mentre lui era estasiato da lei.

- Non mi chiedete il mio nome sir? -

- Chiunque abiti nelle galassie conosce il vostro nome, milady...-

Lei rise e la sua risata fece avvampare lui.

- Quello non è il mio nome, è solo il mio titolo...-

- Non importa, se volete sarete voi a dirmelo...-

- Così voi farete per me...-

Il ragazzo si stupì: - Mi conoscete? -

- La vostra magia è così diversa dalla mia che vi ho riconosciuto dal primo momento che mi avete parlato, per il forte contrasto che abbiamo...-

- Ed è un problema questo per voi? -

- No, se non lo è per voi...-

I loro due sguardi erano incrociati e negl'occhi dell'uno si riflettevano quelli dell'altro.

Insieme voltarono lo sguardo verso il cielo e le loro due mani si unirono..."

- CHIHARU VUOI USCIRE DA QUELLO STRAMALEDETTO BAGNO SI O NO? -

Sakura aprì gl'occhi ritornando alla vita reale.

- Un momento...- rispose Chiharu dal bagno della stanza da letto.

Sakura si sedette ancora con le coperte sulle gambe e si stropicciò gli occhi.

La testa le faceva male e non ricordava più nulla di quello che aveva sognato.

- UN MOMENTO? UN MOMENTO? ANCHE TRENTA MINUTI FA HAI DETTO UN MOMENTO! - Rika era davanti alla porta del bagno e continuava a sbraitare.

- Buon giorno Sakura - disse Tomoyo, salutando l'amica appena sveglia.

- Buon giorno, ma che ha Rika da urlare tanto? - chiese la ragazza, alzandosi dal letto.

- Chiharu non vuole uscire dal bagno...- rispose Tomoyo continuando ad assistere alla scena.

- CHIHARU! SE AL MIO tre NON SEI FUORI GIURO CHE FACCIO UN INCANTESIMO E TI FULMINO! RICORDATI CHE SONO POSSEDUTA DAL FAMIGLIO DEL FULMINE E MI CI VUOLE UN SECONDO AD INCENERIRTI! -

- Io invece sono posseduta da quello del fuoco! - continuò Chiharu, facendo incavolare ancora di più l'amica.

- ADESSO BASTA! UNO...DUE...E... -

Rika era pronta a scagliare un fulmine, ma Chiharu uscì dal bagno.

- Eccomi, eccomi...quanto sei impaziente...- disse la ragazza come se non fosse successo nulla.

- E' MEGLIO CHE VADO IN BAGNO E STO ZITTA!- urlò Rika, entrando nel bagno e sbattendo la porta.

Sakura sorrise, nel vedere quella scena, e stiracchiò la pelle.

Fuori dalla finestra si sentì un urlo e Sakura alzò il braccio davanti a se: - Vieni Sol! -

Subito l'aquila entrò nella stanza e, schivando Chiharu che era nella sua rotta d'atterraggio, si andò a posare sulla mano della sua padrona.

- Ciao piccolino mio, dormito bene? -

Sakura e Sol si fecero le coccole a vicenda e poi la ragazza lo accompagnò fino al balcone dove l'aquila ritornò a volare nel limpido cielo.

Tomoyo, Chiharu e Naoko si stavano vestendo e Sakura si diresse verso il suo armadio.

Aprì le grosse ante di legno dove lo stemma dell'accademia vi era inciso su di esse e tirò fuori la divisa della scuola: un semplice completino alla marinara, blu con i bottoni in oro e la camicia bianca.

Sakura si tolse la maglia del pigiama e la lanciò sotto al cuscino.

Tomoyo, nel voltarsi, notò uno strano tatuaggio sul fianco sinistro di Sakura: vi era rappresentato un sole e una luna dove al centro regnava sovrano un cuore per metà bianco e l'altra metà nero, legato insieme da un filo spinato che lo faceva sanguinare.

La ragazza fu attirata da quello strano simbolo e si avvicinò di più per vederlo meglio.

Sakura notò l'interesse dell'amica e s'infilò velocemente la camicetta bianca, coprendo il suo tatuaggio.

- Cosa guardi? - le chiese infine, con la voce seria.

 Tomoyo scosse la testa: - Nulla...scusami...-

Sakura finì di vestirsi velocemente e senza dir nulla alle sue amiche, uscì dalla stanza.

 

- Io so chi è stato! -

La principessa Meiling sbatté le mani sul grosso tavolato di legno intagliato, dove erano seduti Eriol, Clow e Mizuchi.

La tavola era apparecchiata per la colazione e i tre la stavano consumando, mentre discutevano su quando era accaduto quella notte.

- Io so chi ha ucciso i leoni di marmo, so chi ha ucciso i cinque ragazzi e so dove si trova ora! - continuò la principessa mentre tutti smisero di parlare.

Accanto al tavolo, vigili come sempre, vi erano i due guardiani: Rubby Moon e Spinel Sun.

- Allora dicci chi è, in modo che potremo fermarlo in tempo...- la signora Mizuchi prese in mano il bicchiere di cristallo e bevve un sorso della bevanda che vi era all'interno.

Meiling abbassò lo sguardo e, con una voce rauca, disse: - Sakura! -

Mizuchi prese il tovagliolo e se lo portò alla bocca per si di non sputare il liquido, Clow lasciò cadere la forchetta dalla mano, mentre Eriol rimase impassibile.

- Questo non è possibile...- disse Clow, riprendendo la forchetta in mano.

- Come non lo è? Lei l'altro giorno ha fornito prova di poteri anormali per la su giovane età e poi...-

Meiling fu interrotta da Mizuchi: - Per prima cosa tu non sai quanti anni ha Sakura...-

Ancora quella storia degl'anni...

- ...e per seconda cosa se il signor Clow ha detto no è no...-

Meiling chiuse di più i pugni e cominciò a urla: - VI DICO CHE E ' LEI! E' UN DEMONE QUELLA RAGAZZA E IO PROPONGO DI CATTURARLA E UCCIDERLA...OGGI! -

Clow e Mizuchi si alzarono in piedi e l'uomo raggiunse la donna che gli porse la mano: - Vieni Kaho, abbiamo altre cose a cui pensare...-

- Zia vi dico di credermi! -

Meiling cercò invano di attirare l'attenzione della zia, che si era allontanata con Clow.

La principessa si sedette furiosa sulla sua sedia e cominciò a picchiare le dita sulla tavola di legno.

- Sei veramente sicura di quello che dici? - chiese Eriol timidamente.

A Meiling venne un'idea: - Ti ho mai mentito, Eriol? -

Il ragazzo la guardò e poi scosse la testa.

- Pensi che lo farei proprio ora? -

- No -

Meiling sorrise e si alzò dalla sedia per raggiungere il suo compagno: - Allora aiutami tu...-

- Io? Ma se è così forte come dici cosa posso fare io da solo? - Il ragazzo sembrava impaurito.

- Non sarai da solo: con te verranno Rubby Moon e Spinel Sun..Vero? -

I due guardiani annuirono.

- ...e poi ci sarò io con te...-

Eriol alzò lo sguardo e incrociò quello di Meiling.

- Ti aiuterò per il bene dell'accademia...- disse il ragazzo, convincendosi.

- Certo...per il bene dell'accademia..." E per il mio bene! ahahahha" - pensò infine la ragazza, soddisfatta del suo potere persuasivo.

 

 

La ragazza dagli occhi color smeraldo, camminava lungo il corridoio che portava al giardino principale.

Sospirava.

- Hai sentito cos'è successo? -

Sakura si voltò e due ragazze le passarono a fianco.

- Si, sembra che qualcuno abbiamo ucciso i due leoni di marmo! -

- Ma non solo...sembra che ci siano anche altri morti e poi...-

Le ragazze imboccarono le scale e Sakura non potè sentire più nulla.

" Oh no...i guardiani..." pensò la ragazza, mentre, con l'orecchio, si appoggiò alla parete del corridoio.

Sakura chiuse gli occhi e si concentrò, mentre sotto voce disse: - Possenti mura del castello...la vostra energia vitle scorre nelle mie vene, vi prego, mostratemi quanto accaduto...(Possenti mura del castello...la vostra energia vitale scorre nelle mie vene, vi prego, mostratemi quanto accaduto...) -

Subito nella mente di Sakura comparvero le immagini dei leoni frantumati e di cinque corpi senza vita.

La ragazza staccò l'orecchio dalla parete e ritornò in se.

Cominciò a correre verso la stanza dov'erano morti i ragazzi e quando vi arrivò, un gruppo di professori faceva in modo che nessuno entrasse.

Sakura si spostò da quel luogo e quando fu sicura che nessuno la vedesse il suo corpo diventò invisibile e potè attraversare il spesso muro di matto trovandosi nell'altra stanza.

Davanti a lei i corpi bianchi come lenzuola di cinque ragazzi tutti morti.

Sakura si mise una mano davanti alla bocca e sentì un brivido scenderle lungo la schiena.

Si voltò e dietro a lei una grossa figura avvolta in un saio nero con in mano una falce, s'inginocchiò appena vide Sakura.

Sakura la fece alzare: - Morte! Ditemi è quello che penso? (Morte! Ditemi è quello che penso?) -

La morte annuì e Sakura torno a guardare i corpi davanti a lei.

- Guardate i segni sui loro colli...sono inconfondibili...e nei loro corpi non c'è anima! ( Guardate i segni sui loro colli...sono inconfondibili...e nei loro corpi non c'è anima!) - continuò la Morte indicando i ragazzi.

- Questo significa che... (Questo significa che...) -

- ...è tornato! ( ...è tornato! ) - con quell'ultima parola, la Morte alzò la sua falce e scomparì nel nulla.

Sakura uscì da quella stanza e ritornò visibile.

All'improvviso sentì di essere diventata come pietra.

Qualcosa di viscido e disgustoso l'avvolse dalle caviglie fino al collo e la stritolò impedendole di respirare.

- Buongiorno mia cara...vi sssono mancato? -

Qualcuno dietro a lei la teneva bloccata, mentre il suo basilisco le si arrotolava intorno al corpo e le impediva di respirare.

- Sei stato tu! - Sakura aveva la voce molto debole.

- Che persspicacia avete, mia dolce sssignorina! -

Sakura tentò di voltarsi e guardarlo, ma il basilisco strinse si di più e le impedì qualsiasi movimento.

- NON VOLTARTI! ALTRIMENTI TI UCCIDO! -

- Perchè non lo fai subito? - Sakura lo sfidò, ma sapeva che non poteva nulla in quel momento.

- Perchè mi sservi ancora per trovare quello che mi ssspetta di diritto! -

- Io te lo impedirò! -

- Come farai? Chiederai aiuto ai tuoi insssulssi amici? O forsssse alle quasssi dee? Non ci riussciri SSakura...non ci riusscirai! -

- Ehi va tutto bene? -

Sakura riaprì gli occhi e si trovò tra le braccia di Takashi.

Intorno a lei c'erano anche le sue amiche, tutte quante preoccupate.

- Stai bene? - chiese di nuovo il ragazzo.

Sakura si riprese del tutto e si guardò: non aveva nessun serpente che la legava, ma sapeva che non era stato un sogno, purtroppo.

- Sei svenuta all'improvviso per fortuna che passavamo per di qui e Takashi ti ha preso al volo - disse Rika tirando un sospiro di sollievo.

Sakura si spostò dalle sue amiche e cominciò a correre verso il giardino interno della scuola.

- Dove vai? Aspettaci! -

I suoi amici la seguirono, mentre la ragazza continuò a correre.

" Devo fare presto...devo fare presto..." pensò mentre vide aprirsi davanti a se il maestoso giardino.

Sakura si mise al centro perfetto di esso e poi guardò in alto, verso il cielo.

- SOL (SOL) -urlò mentre i suoi amici la raggiunsero con i fiatone.

- Che cosa ha detto? - chiese Chiharu.

- Penso che abbia usato un'altra lingua...- continuò Tomoyo.

Un urlo squarciò il cielo e l'aquila reale scese in picchiata verso la sua padrona, ma un gruppo di liane la fermarono, intrappolandola.

- Sol! - urlò Sakura, cercando di aiutare la sua bestia, ma sentì qualcosa che la bloccò: una liana le circondava la vita e la bloccava, mentre un seconda e una terza le fermavano le mani e i piedi.

- SAKURA! - Naoko si lanciò in soccorso all'amica, ma appena mise piede nel giardino fu lanciata indietro da una barriera invisibile.

Sakura si dimenava nel tentativo di liberarsi.

- E' tutto inutile...-

Sakura voltò il suo sguardo e davanti a lei vi era Meiling, con la sua campana, e Eriol, con un lungo scettro d'oro dove in cima vi era un grosso sole.

- MA CHE STA SUCCEDENDO, MEILING? SPIEGA! - Chiharu cercò anche lei di oltrepassare la barriera, ma Rubby Moon e Spinel Sun la bloccarono.

Meiling sorrise.

- Finalmente riuscirò compiere la mia vendetta...- disse la ragazza, avvicinandosi alla sua vittima.

- Che cosa vuoi da me? - la voce di Sakura era seria e molto cupa.

- Voglio che tu paghi per i delitti che hai commesso, STREGA! - Meiling le urlò in faccia.

- Attenta come parli, Meiling, tu non sai che...-

- Principessa Meiling, o ancora meglio sua Maestà Meiling, voglio che tu mi chiami, piccola insolente! -

Sakura fulminò con il suo sguardo la principessa: - Meiling lasciami andare! Siamo tutti in pericolo, tu non sai che cosa accadrà se...-

- Se ti lascio libera! Ucciderai altra gente, vero? Sei stata tu? -

Sakura non rispose e Meiling guardò Eriol: - Procedi -

Il ragazzo alzo il suo scettro e le liane che legavano Sol lo strinsero di più, facendolo lamentare.

- NO! LASCIATELO STARE! -

- E ALLORA DIMMI SAKURA...- Meiling e Sakura incrociarono gli sguardi: - ...dimmi chi sei...-

 

 

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Capitolo 6
*** Cap.6: la rivelazione del passato ***


La maledizione delle due corone

La maledizione delle due corone

 

Cap. 6: la rivelazione del passato

 

 

 

 

 

...la Stella brillerà nel giorno...

                                                                ...la Stella brillerà nel giorno...

 

 

 

 

Il sole era alto nel cielo limpido.

L'aria era fresca e nuova dopo una nottata tranquilla e serena.

L'odore di rugiada era nel vento e gli uccellini cantavano felici e beati.

Poteva essere l'inizio di una bellissima giornata di tranquillità e pace, ma nella Card Captor Accademy, precisamente nel suo cuore pulsante, dove un meraviglioso giardino ne faceva da padrone, non tirava per niente l'aria di una bella mattinata.

In torno al cortile si erano fatti dei curiosi e osservavano increduli la principessa Meiling mentre teneva prigioniera una studentessa e il suo animale magico.

Quella studentessa era Sakura e i suoi occhi che in varie occasioni si erano ingrigiti, ora lo stavano facendo di nuovo.

La ragazza legata per la vita e per gli arti, si lasciava cadere a peso morto e i suoi occhi fissavano i piedi per non incontrare quelli pieni d'odio di chi le stava di fronte.

- Allora? -

La voce quasi stridula della ragazza, dai capelli mori legati in due codini sulla testa, risuonò nel giardino.

Sakura non accennava a rispondere alla sua domanda e Meiling non si dava per vinta.

- Non vuoi parlare? Eriol! -

Il ragazzo alle sue spalle non si mosse.

Meiling si voltò e fissò Eriol: - HAI SENTITO? TI HO CHIAMATO! FORZA! STRINGI DI PIU'! -

Il ragazzo strinse il suo scettro di più e poi osservò l'animale intrappolato, mentre cercava di liberarsi.

- No...- disse con un filo di voce.

Meiling s'incavolò maggiormente: -SEI SOLO UNO STUPIDO! HO DETO DI STRINGERE! -

Eriol non si mosse: -NO! Meiling! Non è questo il modo per ottenere qualcosa! Soffriranno e basta! -

La ragazza si avvicinò di più ad Eriol: - VOGLIO CHE SOFFRANO COME HO SOFFERTO IO! -

Sakura alzò improvvisamente lo sguardo e osservò Meiling: - Che cosa vuoi veramente da me? -

La principessa ritornò verso la sua vittima: - Lo sai cosa voglio...-

Sakura in un primo momento non capì, ma poi qualcosa le balenò nella mente e fece uno scatto verso la ragazza, cercando di prenderla, ma le liane la tenevano bloccata.

Meiling rideva.

- TU NON PUOI! - urlò la prigioniera dimenandosi ancora di più.

- Oh sì che posso...- la voce di Meiling si era fatta più oscura e la ragazza aveva preso in mano la sua campana suonandola.

Al posto dell'oggetto, comparvero arco e freccia, che Meiling impugnò e si preparò a prendere la mira.

- CHE COSA VUOLE FARE? - Tomoyo si era lanciata contro la barriera e tentava in ogni modo di distruggerla.

- Tomoyo! Spostati! -

La ragazza si voltò e vide Chiharu e Rika che si prepararono ad attaccare la barriera, con l'aiuto di Naoko e Takashi, che aveva impugnato la katana.

Tomoyo annuì e si concentrò chiamando a se tutto il suo potere e ad un cenno di Takashi, tutti attaccarono.

La barriera si ruppe e i cinque poterono entrare, finalmente, ma la voce di Meiling li fermò.

- FERMI! ALTRIMENTI LA VOSTRA AMICA FARA' UNA BRUTTA FINE...-
La principessa sorrideva, mentre il suo braccio tese la corda dell'arco e mentre il suo occhio mirò al cuore della ragazza legata.

Sakura guardò davanti a se e strinse i denti, ma poi mollo tutto e decise di arrendersi.

- SAKURA NON MOLLARE! - le urlò Tomoyo vedendo la sua amica smettere di combattere.

- E' inutile mia cara, oramai tu sei mia! -

Meiling lasciò il filo dell'arco e la freccia scattò, tagliando l'aria davanti a se e avvicinandosi sempre più al bel corpo di Sakura.

- NO! - urlarono in coro Takashi, Rika, Naoko, Chiharu e Tomoyo.

Sakura chiuse gli occhi e un urlo di dolore squarciò il silenzio di quella mattina.

La ragazza sentì un dolore atroce, ma non al petto, bensì al fianco sinistro.

Sakura aprì gli occhi: " Il tatuaggio..." Pensò, mentre alzò lo sguardo.

Davanti a lei c'era Sol con una freccia conficcata nel petto, mentre cadeva a terra moribondo.

L'aquila doveva essersi liberato in tempo e aveva fatto scudo alla sua padrona.

- SOL! - urlò disperata Sakura: - NO! SOL! NOO! -

Meiling abbassò l'arco: - Peccato! Il primo colpo è andato male ma il secondo andrà a segno! -

La principessa fece ricomparire una seconda frecce e mirò ancora a Sakura, che aveva la testa china.

Tomoyo si mise una mano sulla bocca, mentre le altre sua amiche erano di pietra.

Sakura sembrava essere morta con la sua aquila: non si muoveva, non respirava, non aveva reazione.

- Povera cara che le è morta la sua aquila, ma presto la raggiungerai -

Sakura guardò Sol davanti a lei: - Ti ricordi? -

Tutti rimasero in ascolto, non capendo che cosa stava dicendo la ragazza.

- Ti ricordi? Il nostro primo ballo, il nostro primo allenamento insieme, la nostra maledizione...-

- Ma di che diavolo parli? - chiese Meiling abbassando l'arco e osservando la ragazza davanti a lei.

- ...io so che te lo ricordi...-

Sakura continuò il suo discorso, mentre il cielo si oscurì all'improvviso: grosse nuvole cariche di pioggia coprirono il lucete sole.

Sakura s'illuminò di una luce bianca che lentamente fece ritirare le liane che la legavano.

- Non è possibile! - Meiling non credeva ai suoi occhi.

Sakura s'inginocchiò a terra e prese Sol tra le mani togliendogli, con un colpo secco, l'arco dal petto e lanciandolo via.

- Non può finire così...ti prego Shaoran, non mi lasciare! -

- COSA? -

Il coro si levò da tutti i presenti che ascoltarono la voce della ragazza.

- Non dire scemenze, qui Shaoran non c'è e poi...-

Sakura non badò alla principessa e si alzò in piedi con in braccio l'aquila.

- Amor mio...tu non morirai...SHAORAN NON MORIRA'! -

Dopo quell'ultima frase una potente e gigantesca luce si sprigionò dalla ragazza e per qualche secondo tutti i presenti dovettero coprirsi gli occhi per non rimanervi accecati.

Quando la luce svanì, anche le nuvole se n’andarono, e Sakura ricomparve, ma in braccio non teneva più l'aquila perchè essa stava di nuovo volando al suo fianco.

Sakura alzò lo sguardo e accarezzò l'animale, dolcemente.

- Sei vivo, Shaoran, ti ho salvato...- perse poi i sensi e cadde, ma due grosse e possenti mani l'afferarono.

Il signor Clow prese in braccio Sakura, mentre la Signora Mizuchi, al suo fianco, porse la mano dove Sol vi si appoggiò delicatamente.

Subito i due guardiani s'inginocchiarono davanti ai loro padroni e aspettarono ordini.

- Rubby Moon, Spinel Sun...accompagnate gli amici di Sakura nella mia stanza hanno molte cose da capire...- Mizuchi disse quelle poche parole con calma e tranquillità, mentre si allontanò con l'aquila sulla mano.

Clow rimase fermò a fissare Meiling, mentre scuoteva la testa: - Sei un pericolo per questa scuola, Meiling! Prepara i bagagli perchè sei scomunicata da questo luogo sacro! -

Clow le diede le spalle, con in braccio Sakura, e Meiling cercò di replicare: - Ma io sono...-

- TU NON SEI NULLA, MEILING! VATTENE E NON TORNARE MAI PIU'! -

La ragazza tacque e strinse i pugni, lasciando il giardino e correndo nella sua stanza.

Clow passò a fianco Eriol e si fermò ad osservarlo: - Mi hai deluso, figliolo...mi hai deluso...-

 

 

 

...e il Sole nella notte...

                                  ... e il Sole nella notte...

 

 

 

 

Lentamente due occhi color smeraldo si aprirono e misero a fuoco una serie di voci e di ombre che le stavano attorno.

- Sakura! Sei sveglia! -

Rika e Naoko si abbracciarono, mentre Chiharu si strinse a Takashi e Tomoyo prese la mano all'amica.

- Ben tornata tra noi...-

Sakura guardò gli occhi prugna dell'amica e poi scattò in piedi: - SOL! -

- Sta bene...-

La voce calma e inconfondibile di Mizuchi, entrò nella stanza mentre sulla sua spalla l'aquila urlava e apriva le ali.

- State giù, mia signora, non affaticatevi...-

Clow fece rimettere Sakura comoda, mentre tutti l'osservarono stupiti.

Sakura li guardò uno ad uno e sorrise: - Penso che abbiate molte domande, vero? -

I suoi amici annuirono.

Sakura si mise comoda e porse la propria mano verso Sol, il quale si appoggiò delicatamente sulla padrona.

La ragazza coccolava l'animale, mentre i suoi occhi osservarono le mura della stanza.

Sospirò.

- Tanto tempo fa questo posto non esisteva.

Le sue fondamenta sono state costruite su quelle di un bellissimo castello.

Era il più bel castello di tutte le galassie e ogni principe o re invidiava la sua bellezza, ma allo stesso tempo il suo potere.

Infatti, il castello era di vitale importanza per chiunque vivesse e respirasse: esso dava fonte di energia, grazie ai padroni che vi abitavano.

Erano uno splendido re con la sua amata regina e i suoi fedeli servitori.

Il re e la regina vivevano felici insieme alla loro bambina che purtroppo lasciarono orfana all'età di sei anni.

La bambina ereditò sulle sue spalle non solo il castello, ma la sopravivenza di tutte le galassie.

Al suo fianco arrivò suo zio, fratello di suo padre, che l'aiutò a crescere sempre più forte.

La principessina era piccola, ma nelle sue mani vi era custodito un potere grandissimo: il potere della stella.

La piccola, crescendo, potenziò i suoi poteri e imparò a catturare spiriti e dei racchiudendoli in carte magiche.

Queste carte a sua volta le sigillava sotto al suo simbolo in modo che nessun altro, oltre a lei, potesse usarle.

La bambina divenne ragazza e all'età di diciotto anni ricevette il titolo di Regina.

Un giorno, mentre era ad un ballo, un baldo principe le si presentò davanti e le fece palpitare il cuore.

I due iniziarono una nuova amicizia, che per la principessa, anche se non contraccambiata, si trasformò subito in amore.

Il che era strano, perchè il ragazzo era l'opposto di lei: ella era la stella e come guardiano aveva un guerriero del sole e lui era il sole e come guardiano aveva un guerriero della luna.

Ai due però non importava: erano felici di giocare e scherzare insieme e questo gli bastava.

Lui le insegnò l'arte della guerra e lei l'aiutò a potenziare la sua magia.

Un giorno però, lo zio della ragazza s'ingelosì dei loro strabilianti poteri e vendette la sua anima alle forze oscure, barattandola con poteri proibiti.

L'uomo s'accanì contro i due giovani, deciso di strappare ad entrambi i loro elementi.

I due però erano molto deboli da soli e così decisero di unirsi per sconfiggere il male...-

- Scusa Sakura..ma questa è una delle tante leggende che ci facevano imparare a scuola all'elementari! -disse Takashi dopo aver ascoltato la storia della ragazza.

- Lo so...ma quello che vi sto per raccontare, la leggenda non lo narra!

I due ragazzi per sconfiggere l'uomo dovettero ricorrere a grandi poteri: sapevano che divisi avrebbero perso, ma uniti potevano farcela. Decisero quindi di attaccare insieme, vincendo, ma uscendo molto deboli dallo scontro.

Non potevano però morire, altrimenti l'intero universo senza la loro energia sarebbe caduto nell'oblio: il sole sarebbe scomparso e con se tutti i pianeti; le stelle sarebbero morte e un buco nero avrebbe risucchiato tutto.

Con le ultime forze in corpo formarono due corone da cui le galassie avrebbero preso energia da loro per la sopravivenza. Misero a dormire i due guardiani insieme alle corone e poi conclusero la maledizione: l'uno non può far a meno dell'altro, le due facce di una medaglia non possono dividersi che le due metà diventino un intero!

Per restare in vita furono costretti a unirsi per l'eternità: lui, creatura del giorno, costretto a vivere umano di notte e animale di giorno; lei, creatura della notte, costretta a vivere umana di giorno e animale di notte! -

- Non riesco ancora a capire...cosa centra tutto questo con te? - chiese Rika confusa.

Sakura carezzò la sua aquila: - Volete sapere come tutti chiamavano i due ragazzi, per via dei loro poteri? -

Tutti annuirono.

- Sol e Star -

I volti dei ragazzi s'illuminarono all'improvviso, mentre l'aquila aprì le ali e cominciò a urlare.

Solo Tomoyo riuscì a parlare: - Tu...sei..-

Sakura l'aiutò: - Si, Tomoyo. Avete davanti a voi Sakura Kinomoto, la principessa della leggenda che tutti voi conoscete, Regina di tutte le galassie, la vera fondatrice di questa scuola, la Stella e la pantera del ragazzo che avete conosciuto...-

La ragazza riprese fiato a accarezzò l'aquila: - Questo è Shaoran Lee, mio grandissimo amico, fondatore della scuola con me, il Sole e la mia aquila, non che mio unico e grande amore anche se so che lui non mi amava...-

Negl'occhi di Rika comparvero delle lacrime: - Quindi tu...-

- Sono la bellezza di duecento anni che non lo vedo più e ormai non mi ricordo neanche come è fatto...-

Sakura disse quelle ultime parole con la voce tremante e non riuscì più ad andare avanti.

- Vedete...- prese la parola Mizuchi - ...io e Clow siamo i suoi più fedeli servitori e sua maestà ha voluto donarci alcuni suoi poteri in modo che potessimo celare il loro segreto e prendere noi le redini di questa scuola dove le due corone sono custodite...-

Clow continuò il discorso: - Abbiamo atteso per anni finchè la nostra padrona ha ripreso forza ed è ritornata per riprendersi quello che le spetta di diritto...-

Nella stanza era sceso il silenzio.

Quella storia aveva dell'incredibile, eppure tante cose si spiegano: ecco perchè Sakura non si vede mai in giro dopo il tramonto; ecco perchè Shaoran e lei non si sono mai incontrati; ecco perchè lei ha poteri estremi...

Tomoyo si lanciò tra le braccia di Sakura e cominciò a piangere.

- No Tomoyo, non versare lacrime inutili per me...-

- Ma tu ti sei sacrificata per salvare tutte noi e hai rinunciato a dichiarare il tuo amore sempre per noi, non saprei come ringraziarti...-

Sakura strinse forte a se l'amica.

- Perchè Rubby Moon e Spinel Sun sono liberi? non hai affermato che erano i guardiani a custodire le corone? -

- Hai ragione Takashi, ma loro sono stati creati da Shaoran dopo per sostituire gli originali e poi...-

Sakura non finì il suo discorso perchè una fitta al fianco sinistro la fece gemere.

- SAKURA! -

Tomoyo lasciò spazio all'amica e la ragazza si alzò in piedi a fatica.

- Non è niente, non ti preoccupare è solo il tatuaggio della maledizione che mi brucia! -

Sakura cadde a terra, ma poi si rimise subito in piedi.

- Maestà! Il sole! -

Clow indicò fuori dalla finestra il sole che stava per tramontare dietro alle montagne innevate e tutti capirono cosa stava per succedere.

- Bene è giunta la mia ora...Shaoran vi spiegherà il resto della nostra storia, anche se quando è un'animale non si ricorda che cos’è successo...-

Naoko stava piangendo come una fontana e Sakura le accarezzò la guancia, sorridendole.

Una luce l'avvolse e anche Sol fu avvolto dalla stessa luce.

I due si avvicinarono e appena si sfiorarono la luce si fece più forte e il sole tramontò.

L'immensa fonte d'energia si spense e da essa uscirono un ragazzo con una cicatrice sul pettorale sinistro ed un tatuaggio sulla spalla destra e al suo fianco una splendida pantera dagl'occhi verdi.

La maledizione si era compiuta e ora il Sole avrebbe vissuto un'altra notte, senza la sua Stella.

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Capitolo 7
*** Cap.7: il lago ***


Per prima cosa vorrei ringraziarvi tutti quanti perché mi sostenete ogni volta…

Per prima cosa vorrei ringraziarvi tutti quanti perché mi sostenete ogni volta…

Per seconda cosa vorrei chiedervi scusa per il mio ritardo nell’aggiornare, ma ho avuto molto da fare.

Vorrei fare alcune precisazioni: il capitolo precedente qualcuno di voi ha notato che la storia assomiglia molto a un film ( di cui non ricordo il nome ).

Io di quel film ho solo visto un pezzo dove lei era donna e si trasformava in falco e lui era lupo e tornava uomo.

Non so il resto della storia, ne come è andata a finire, ne perché loro due erano così.

Ho cercato d’immaginarmelo e spero di non aver fatto un plagio involontario del film.

Altra cosa che ci tengo a precisare è che la mia storia è AU ( universo alternativo ) e quindi le cose sono ben diverse da come l’autrice del manga le ha disegnate.

Volevo anche precisarvi che la mia storia non sarà molto lunga e che presto avrà una fine.

Bene, detto ciò non mi resta che augurarvi buona lettura…

 

Miko = dea/sacerdotessa

 

La maledizione delle due corone

 

 

Cap.7: il lago

 

 

 

 

 

Negl'occhi di chi era in quella stanza regnava soltanto lo stupore.

Non era cosa consueta vedere una maledizione compiersi in piena regola davanti ai propri occhi e Rika, Chiharu, Tomoyo, Naoko e Takashi non potevano credere ai loro occhi.

Una dolce fanciulla, che prima donava a quella stanza allegria, era scomparsa e al suo posto era arrivato un giovine bello e aitante.

Shaoran guardò le persone davanti a lui e poi incrociò lo sguardo di Clow e Mizuchi.

- Se siete qui vuol affermare che sapete...- pronunziò quelle poche parole il ragazzo, mentre si diresse verso la finestra della stanza dove le tenebre della notte stavano divorando la luce del giorno.

- Divino Sol...stamani è successa una cosa terrificante e sua maestà ha dovuto parlarne con questi ragazzi...- Mizuchi si era avvicinata a Shaoran e aveva tenuto quasi tutto il discorso mentre fece una specie d'inchino.

Shaoran voltò il suo sguardo verso i ragazzi che lo stavano fissando increduli.

- Se la divina Stella ha voluto riporre in voi speranza, avventura, dolcezza, simpatia e perseveranza allora io non posso che esserne d’accordo -

Tomoyo si avvicinò con cautela: - Che intendete dire? -

Shaoran si voltò completamente e la sua bellezza fece stordire per alcuni secondi tutte le ragazze in quella stanza.

- Voi siete la miko dell'acqua, non è così? -

Tomoyo indietreggiò un pò.

- Possedete la veggenza per brevi periodi e in voi la divina Stella ha posto la dolcezza...-

Tomoyo si portò una mano alla bocca incredula.

- Ha lasciato dentro di voi un grande potere, miko dell'acqua e io l'ho riconosciuto...-

Tomoyo rimase a pensare, incantata dalla labbra seducenti del ragazzo.

" Sakura ha riposto in me la dolcezza?" poi un ricordo: Tomoyo che abbracciava Sakura dopo che le ha tirato su il morale e Sakura che le da un colpo sulla schiena, come a voler far entrare qualcosa in lei...

Quel momento...

Quella strana sensazione...

Sakura le aveva donato qualcosa che ora risiedeva dentro di lei.

Shaoran vedendo sul viso di Tomoyo l'espressione di chi ha compreso tutto, porse lo sguardo ai suoi coetanei.

- A voi, miko del fuoco, ha donato l'avventura...- disse il ragazzo mentre Chiaharu si portò le mani al petto.

- A voi, miko del fulmine, ha donato la perseveranza; miko della luce, vi ha donato la speranza e a voi umile spadaccino...-

Takashi osservò Shaoran mentre continuò: - ... a voi ha donato la simpatia -

Nella stanza calò il silenzio e tutti pensarono a propri momenti di contatto con Sakura.

Shaoran sorrise e poi chiuse gli occhi.

Un entità lo avvolse e lo sollevo, mentre voci incomprensibili continuavano a ripetere: Lui è qui...(Lui è qui)...ci distruggerà tutti...(ci distruggerà tutti)...la sua vendetta porterà disgrazie...(la sua vendetta porterà disgrazie)

Chiharu si strinse a Takashi impaurita da quelle strane voci di cui non capiva il significato.

Shaoran tornò con i piedi a terra e l'alone che lo circondava svanì.

Aprì gli occhi e ricordò tutto: si portò una mano al petto, in corrispondenza del cuore, e sospirò.

- Clow, Mizuchi! - urlò Shaoran all'improvviso mentre alzò gli occhi verso i due.

L'uomo e la donna s'inchinarono: - Noi siamo pronti a qualsiasi cosa, divino Sol! - urlarono in coro.

- Pronti a cosa? - chiese Naoko.

Shaoran schioccò le dita il suo corpo fu coperto da una divisa da combattimento dove sovrano ragnava un grosso sole al centro del petto.

Il ragazzo avanzò lentamente e la porta della stanza si aprì da sola.

- Quelli voci che avete sentito mi hanno detto cos'è successo e bisogna intervenire subito e...-

- Noi ti aiuteremo! -

Shaoran si voltò verso i ragazzi che lo fissavano, mentre erano pronti a tutto.

- E' pericoloso...-

Tomoyo si avvicinò a Shaoran e gli appoggiò la mano sulla spalla: - Anche quello che avete fatto tu e Sakura molto tempo fa era pericoloso...-

Al tocco di quella ragazza, Shaoran percepì la presenza di Sakura.

- ...eppure voi non avete esitato a farlo! - continuò Tomoyo, mentre sorrise al ragazzo.

Shaoran guardò avanti a se: - E' deciso: stanotte i due guardiani saranno risvegliati! -

 

 

La luna brillava alta nel cielo, ove le tenebre le facevano da contorno.

I candidi raggi del sole, riflessi dalla luna, si deflettevano sulle pacifiche acque di un grosso lago vicino all'accademia.

Il vento faceva muovere le foglie degl'alberi che stavano alle sponde del lago e le lucciole danzavano sulla specchio d'acqua, specchiandosi.

Dei passi ruppero il silenzio di quel magico posto e dalla boscaglia ne uscì una giovane fanciulla.

Aveva il viso sporco di terra e i vestiti strappati e nei suoi occhi regnava soltanto l'odio.

- LO SAPEVO CHE NON AVREBBE FUNZIONATO! -

La ragazza si avvicinò ad una delle sponde del lago e cominciò ad urlare.

- MI HAI SENTITO? IL TUO PIANO E' ANDATO IN FUMO! -

SSStai tranquilla...era sssolo una prova quesssta...

La ragazza continuava a camminare avanti e indietro finchè non si fermò e si sedette a terra.

- Non sono sicura di aver fatto un buon affare! -

Le sue parole scivolavano via con il vento e il silenzio introno a lei l'avvolse.

Ho ssi mia cara...quesssto è sstato il tuo affare del sssecolo...

- Ma mi darai ciò che mi hai promesso? -

La voce che rispondeva alla ragazza non proveniva da niente e da nessuno: era solo nella sua mente.

Certo mia cara...

All'improvviso un'ombra uscì dal suo corpo e le strinse le spalle.

Gli occhi rossi e lucenti dell'ombra, stonavano con il resto del paesaggio.

Ti darò potere, ricchezza, rispetto, onore...

La ragazza si alzò in piedi: - ...e Shaoran...-

...e SShaoran...

La ragazza si guardò le mani e una leggera bava le fece muovere i lunghi capelli neri.

- Hai assicurato che stasera prenderai le corone...perchè allora mi hai mandata qui, in questo lago? Non sono racchiuse nel castello? -

Oh mia cara...tu credi troppo alle leggende...fidati di me, io ssso dove sono veramente...

- Che cosa stiamo aspettando? -

Stiamo asspettando il momento giusto Meiling, il momento giusto...

L'ombra ritornò nel corpo della ragazza e gli occhi rossi, ora, risplendevano in quelli di Meiling.

Abbi pazienza Meiling...

Abbi pazienza....

 

 

 

- Perchè ci siamo fermati? -

La voce di Takashi risuonò nell'aria come unica fonte di vita in quel luogo.

I cinque ragazzi avevano seguito Clow e Mizuchi fuori da castello.

Rika, Naoko, Tomoyo e Chiharu avevano rotto il sigillo dei loro scettri e ora vestivano gli abiti dei loro elementi.

Takashi si era preparato all'azione e con se aveva la sua spada ed uno scudo.

Avevano camminato lungo il bosco e Shaoran aveva risposto alle loro domande come aveva detto Sakura.

Il ragazzo li aveva condotti in lungo e in largo e finalmente si era fermato.

I suoi occhi osservavano il riflesso dell'acqua davanti a se.

- Siamo arrivati...- disse infine il ragazzo, facendo qualche passo in avanti seguito da tutta la compagnia.

- Un lago? Che ci facciamo con un lago? Non dobbiamo andare a pescare! - protestò Chiharu osservando il suo festivo sporco di terra.

- Smettila di piagnucolare! - le aveva risposto Rika.

- Senti chi parla Miss Appena Sento un Rumore Tremo come una foglia! - Chiharu aveva incrociato le braccia e stava cominciando una delle sue solite litigate con Rika.

- Non è vero! -

In lontananza si sentì un ululato e Rika chiuse gli occhi cominciando a pestare la terra.

Chiharu cominciò a ridere dell'amica e Rika s'infuriò come una iena: - LA VUOI PIANTARE DI RIDERE? -

- La volete piantare entrambe? -

Tomoyo le aveva rimproverare e facendogli il segno di star zitte, indicò la riva del lago.

Shaoran era la, da solo, immerso nei suoi pensieri mentre fissava l'acqua che si muoveva appena.

La sua pantera gli si avvicinò e bevve un sorso della fresca acqua.

Shaoran mise le mani in tasca e osservò la sua bestia ricordando...

"- CARTA DEL SALTO! -

Una ragazza lanciò in aria una carta che cominciò a roteare.

La colpì con il suo bastone e ai suoi piedi si formarono una specie d’ali.

La ragazza fece un piccolo movimento con le gambe e saltò ad un'altezza incredibile.

Saltava in mezzo al bosco e ad ogni ramo balzava sempre più velocemente.

Sotto ai suoi piedi, nella boscaglia, qualcuno correva molto velocemente e la ragazza lo teneva d'occhio, ma all'improvviso non lo vide più.

La giovine si fermò su di un ramo e lo cercò con lo sguardo, ma...

- FULMINE NON TARDARE! -

Una scarica elettrica la colpì e la fece cadere, ma riuscì ad atterrare in piedi.

- Il fulmine non vale! Abbiamo detto niente magia! -

La voce della ragazza sembrava quella di una bambina piccola che faceva capricci.

- Perchè la carta del salto non è magia? -

Dal buio della foresta s'intravide un giovane ragazzo che avanza verso lei.

La giovine fece il broncio: - Sei cattivo! - gli disse mentre gli fece la lingua.

- E tu sei lenta! - le urlò il ragazzo mentre cominciò a correre.

La ragazza lasciò andare il suo scettro che ritornò una piccola chiave e cominciò a seguirlo.

Correva, ma non riusciva a vederlo.

All'improvviso lo vide fermo, mentre fissava qualcosa.

La ragazza prese la rincorsa e gli salto addosso: - Preso! -

Urlò ridendo mentre osservò il suo viso.

- Che c'è? -

Il ragazzo le indicò davanti a loro e la ragazza rimase d'incanto: una magnifica luna padroneggiava nel cielo, mentre una leggera nebbia offuscava la superficie piatta di un grosso lago.

- Che meraviglia...-

I due si avvicinarono alla sponda del lago e si sedettero sull'umida erba, riprendendo fiato.

- In ogni caso non mi hai preso! - le disse lui spingendole la testa con due dita.

- Si che ti ho preso! -

- No invece -

- SI! - Lei si era avvicinata di più al suo viso.

- NO! - Lui diminuiva la distanza che c'era tra i loro due nasi.

- SEI INSOPPORTABILE! -

- ANCHE TU! -

Ci fu un attimo di silenzio dove i due si guardarono negl'occhi, poi si fecero la linguaccia ad entrambe e cominciarono a ridere.

Lei si coricò sul manto erboso e lui la seguì.

Osservarono le stelle davanti a loro e i loro occhi erano meravigliati da tanta bellezza.

Le loro teste si toccavano e i capelli di lei facevano il solletico a lui.

- Quale stella ti hanno assegnato, Divino Sol? -

Il ragazzo scrutò il cielo e poi indicò una stella: - Sono nato sotto quella stella! -

La ragazza osservò la stella e rise: - Ma quella è la mia! -

- Lo so...- lui le prese la mano e gliela strinse: - ...infatti io sono nato quando ho incontrato voi, Divina Star...-

I loro due visi erano molto vicini e il respiro dell'uno si faceva sentire sulla pelle dell'altro.

- E' ora di andare! - disse lui alzandosi e mollando la presa, ma lei gli strinse di più la mano e lo costrinse a coricarsi ancora.

- Ti prego...ancora un pò...è così bello stare qui con te senza che nessuno ci disturbi...-

Lui ritornò al suo posto e la guardò: - Hai ragione è tanto che non stiamo insieme...-

- Già...era da tanto che non giocavamo...-

Il silenzio ritornò, ma i due non ne erano per nulla imbarazzati.

- Che ne dici? Questo sarà il nostro posto segreto? - chiese lei alzando la schiena, mentre fissava la luna.

Lui la fissò per qualche secondo, incantandosi.

- Si...- rispose infine, mentre lei si voltò e lo abbracciò forte.

- Resteremo amici per sempre, Shaoran...promettimelo...-

Lui sorrise e la strinse a se: - Per l'eternità, Sakura, per l'eternità...-"

Tomoyo si era avvicinata con cautela e aveva visto cadere nel lago due gocce.

La ragazza sapeva che non stava per piovere e si mise a fianco a Shaoran che stava con lo sguardo abbassato e i pugni chiusi.

- Le volevi bene, vero? -

Shaoran non rispose.

- L'amavi? -

Shaoran sciolse i pugni: - Dovevo sposarmi con una mia lontana cugina all'epoca... -

Tomoyo sospirò: - Questa non è una risposta... -

La pantera si avvicinò alla ragazza dagl'occhi color prugna e fece le fusa.

Tomoyo si abbassò sull'animale e le accarezzò la testa.

- E' sufficiente per rispondere alla tua domanda! - continuò lui.

Tomoyo si rimise in piedi e gli diede le spalle: - Tu lo sai che ti ha salvato la vita, non è vero? -

Shaoran si portò una mano al petto: - Si, lo so...-

- Non ti sei chiesto il perchè? -

Il ragazzo alzò improvvisamente lo sguardo e si voltò verso la mika dell'acqua.

Le sue guance erano rigate da delle lacrime e il ragazzo cercò di pulirsi per nasconderle.

- Quando sarai pronto per entrare in azione, noi ti seguiremo, Divino Sol... -

 

 

mi scuso se il capitolo non è molto lungo e se non è stato di vostro gradimento

 

baci

GoddessHaruna

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Capitolo 8
*** cap.8: la scelta ***


La maledizione delle due corone

 

La maledizione delle due corone

 

Cap.8: la scelta

 

 

 

 

 

 

La nottata si era fatta tarda ormai e il buio del cielo era intenso e cupo.

Le stelle brillavano di una luce non loro e la luna era altissima nel cielo.

Takashi continuava a camminare avanti e indietro, sembrava irrequieto.

Chiharu si alzò dal posto in cui era e gli si avvicinò.

- Takashi? -

Il ragazzo si fermò al dolce suono della sua voce e si voltò, osservandola.

La luce della luna si rifletteva sulla candida pelle della ragazza, mentre le sue corte trecce si muovevano avanti e indietro spinte dal vento.

Takashi era incantato, ma poi si riprese e sorrise.

Chiharu non lo capì: - Perchè ridi? -

Il ragazzo si avvicinò a Chiharu portò le mani petto, mentre le loro labbra s'incontrarono in un dolce e tenero bacio.

Takashi la guardò e le accarezzò una guancia: - Rido perchè sono felice di stare insieme a te, mia dolce Chiharu...grazie di esistere -

Takashi aveva detto quelle parole dal profondo del suo cuore, perchè sapeva che tra pochi minuti sarebbero partiti per una battaglia più grande di loro e aveva paura di perdere la sua perla più preziosa: Chiharu.

Negl'occhi della ragazza calde lacrime si fecero spazio e lentamente scivolarono lungo le delicate gote rosate.

- Takashi! -

La ragazza abbracciò il suo uomo e gli trasmise tutto il suo amore.

Da lontano le sue amiche li osservavano e sorridevano alla loro vista.

- Siamo sicure di quello che facciamo? -

Le parole di Naoko ruppero il silenzio che Tomoyo e Rika avevano instaurato.

- Che vuoi dire? -

Naoko guardò le sue compagne: - Siamo sicure di voler fare questa battaglia? Infondo non siamo coinvolte e se vogliamo possiamo andarcene anche subito! -

Rika si avvicinò all'amica e l'abbracciò: - Anch'io ho paura Naoko, ma anche se conosco da poco Sakura sento di volerle bene...sento che il mio cuore vuole vederla sorride e sento che lei mi vuole bene...-

Tomoyo prese le mani a Naoko: - Lo stesso vale per me, Naoko, e so che vale anche per te...-

Naoko annui dolcemente e osservò il cielo.

- Non devi aver paura perchè noi saremo sempre con te e non ti abbandoneremo mai! -

Le tre ragazze si strinsero in un affettuoso abbraccio.

Mizuchi le osservava mentre stringeva le proprie mani intorno al corpo, come a ripararsi da un freddo che solo lei sentiva.

Qualcosa di soffice e caldo le coprì le spalle e la donna si voltò mentre i suoi lunghi capelli rossi si mossero lentamente.

- Senti freddo cara? -

Il sorriso di Clow la fece sospirare.

- Ora no perchè ci sei tu... -

Sulle fredde sponde del lago, Shaoran passeggiava tranquillo mentre aspettava il momento giusto per intervenire.

La sua pantera lo seguiva sempre e ovunque e non lo lasciava mai da solo, mai.

Il ragazzo la guardò e i loro occhi s'incrociarono fissandosi allungo.

Poi decise: - E' ora! -

Takashi e Chiharu sciolsero il loro abbraccio mentre il resto del gruppo si riunì alle spalle di Shaoran.

Il ragazzo porse davanti a se la propria mano e chiuse gli occhi:

- Dei del cielo,

Dei della terra,

Dei dell'acqua e del fuoco...

...donatemi la spada

che fu forgiata da Marte,

rinforzata da Giove,

benedetta da Mercurio

e sigillata da Venere... -

 

(- Dei del cielo,

Dei della terra,

Dei dell'acqua e del fuoco...

...donatemi la spada

che fu forgiata da Marte,

rinforzata da Giove,

benedetta da Mercurio

e sigillata da Venere... - )

 

Intorno alla mano di Shaoran si formò un'entità che sprigionava una forza inaudita.

- Spada!

Il Sole ti comanda,

il Sole ti chiama...

...mostrami la tua vera forma

e aiutami a scongiere i nemici

del bene! -

 

(- Spada!

Il Sole ti comanda,

il Sole ti chiama...

...mostrami la tua vera forma

e aiutami a sconfiggere i nemici

del bene! - )

 

Dalla mano di Shaoran si formò una sfera lucente che piano, piano si allungò fino a raggiungere la forma di una lunga spada.

La lama era lucente e affilata, dal manico partiva uno strano oggetto tondo, marrone, che sigillava la spada.

Shaoran la prese in mano e la luce sparì.

La portò in fine sulla sua fronte e lo strano oggetto marrone s'illuminò, per poi cadere e liberare la spada dal suo sigillo.

Il ragazzo la fece roteare in aria e poi si fermò con le gamba leggermente divaricate ed entrambe le mani sul manico della spada.

Con un movimento rapido e deciso, Shaoran tagliò l'aria davanti a se e poi rimise la propria spada nel suo fodero, dietro alla schiena.

Tutti guardarono incuriositi non capendo che cosa aveva concluso il ragazzo, ma improvvisamente si sentì un rumore.

L'acqua del lago fu divisa a metà come se qualcuno l'avesse tagliata.

Shaoran riportò la propria mano davanti a se e la chiuse in un pugno, lasciando visibile solo l'indice e il medio.

Il ragazzo alzò le due dita e l'acqua, divisa in due, si alzò in alto come a formare due giganteschi muri d'acqua.

Il gruppo alle sue spalle non poteva credere a propri occhi: Shaoran solo con un movimento fatto nell'aria, aveva tagliato in due le acque del lago e poi gli aveva comandato di alzarsi.

L'unica a non esserne stupita, era Star che, lentamente, cominciò ad avanzare verso il sentiero dentro al lago, davanti a lei.

Shaoran si voltò verso i suoi compari: - Andiamo! -

Tutto il gruppo si mosse lentamente, insicuri che quei muri d'acqua potessero resistere al loro passaggio.

Shaoran e Star erano a capo gruppo e il loro passo era sicuro e deciso.

Shaoran continuò a camminare quando si fermò.

Rika gli andò addosso provocando una reazione a catena con il resto del gruppo.

- Clow? Mizuchi? -

I due si spostarono e raggiunsero il ragazzo che li aveva chiamati, inchinandosi ai suoi piedi.

- Tornate alla scuola, gli altri studenti non sanno di questa storia e potrebbero insospettirsi se non vi vedono passeggiare tra le mura dell'accademia...qui ci metteremo molto...-

L'uomo e la donna annuirono e lentamente ritornarono indietro, senza fiatare.

- Quanto a voi...- Shaoran si voltò e li osservò uno ad uno: - ...siete ancora in tempo per andarvene di qui. Non...- Shaoran si fermò un secondo e abbassò lo sguardo: - ...non sarà un bello spettacolo...-

Tomoyo strinse le mani alle sue amiche e poi sospirò: - Noi vogliamo aiutarvi! -

Shaoran annuì: - Bene, allora Naoko facci un pò di luce -

Naoko annuì e si concentrò: raggruppò le mani e, quando le mollò, una sfera prese forma cominciando a galleggiare in aria.

- SFERA ILLUMINA NOI E TUTTO QUELLO CHE CI CIRCONDA! -

La sfera obbedì alla sua padrona e sprigionò una luce potentissima, illuminando tutto quello che si trovava sotto il suo raggio d'azione.

Takashi osservò e poi fece un passo indietro, mentre Rika si portò una mano alla bocca.

Davanti a loro vi era un grossissimo portale che precedeva l'entrata in un grotta.

Il portale era stato scolpito e le sue sculture non erano di buon auspicio: corpi di persone morte erano mangiati da avvolti; serpenti lunghi metri e metri attaccavano creature innocenti e beate; mostri d'ogni genere, orribili, erano ovunque e, sullo stipite del portale, padroneggiava un scritta:

 

Il limite tra la luce e il buio,

 tra il bene e il male,

 tra il bianco e il nero

....il confine tra la morte e la vita....

entrate, ma non uscitene mai più!

 

- Il limite tra la luce e il buio, tra il bene e il male, tra il bianco e il nero...il confine tra la morte e la vita....entrate, ma non uscitene mai più!-

Shaoran tradusse l'antica scritta per i suoi compagni d'avventura, mentre Star cominciò a ringhiare all'odore della morte che il suo naso percepiva.

Chiharu tremava come una foglia e Tomoyo deglutì a fatica, mentre osservò uno strano simbolo, subito sotto alla scritta: era il tatuaggio di Shaoran e Sakura.

- Questo posto si è formato con la nostra maledizione...abbiamo aperto i cancelli della morte e quelli della vita e le nostre due corone si trovano li, in bilico. Basta solo un soffio per decidere le sorti delle intere galassie e quel soffio si deciderà stasera...-

Detto ciò il ragazzo si mosse all'interno della grotta, con al fianco Star mentre, un pò titubanti, anche il resto del gruppo entrò.

 

 

 

Meiling uscì dal suo nascondiglio e osservò il muro d'acqua davanti ai suoi occhi.

- E' lì dentro? -

Ssssi...

La ragazza si mosse lentamente, ma sentì delle voci e dei passi e, con uno scatto, trovò rifugio dietro ad un cespuglio.

Clow e Mizuchi fecero capolinea dal sentiero nel lago e lentamente si diressero verso il bosco per raggiungere la scuola di magia.

Quando la ragazza fu sicura di poter agire, uscì dal nuovo allo scoperto e si diresse all'interno del lago.

Camminò fino ad incontrare il grosso portale e sorrise.

I suoi occhi divennero rossi e la sua voce si fece più rauca: - Sssstasera giocheremo in casssa...-

La ragazza alzò le mani e subito il portale s'illuminò cominciando a tremare.

Tutte le bestie che erano raffigurate si staccarono completamente dalla dura pietra e presero vita.

I loro occhi risplendeva del rosso che Meiling aveva nei suoi e i mostri s'inchinarono ai suoi piedi.

- Figli miei, figli della notte, figli delle tenebre...ossstacolate il cammino al divino Sssol e alla divina Ssstella, affinchè io possssa raggiungere le corone prima di loro...-

I mostri annuirono e lentamente scomparirono nel nulla.

Meiling fece qualche passo e poi si fermò ad osservare il simbolo della maledizione.

- Ssssento aria di vittoria...- disse ridendo con gusto, mentre le tenebre l'avvolsero e la fecero scomparire.

 

 

Le pareti della grotta erano umide, a causa dell'infiltrazioni d'acqua del lago, e l'acqua ristagnava a terra in pozzanghere.

I ragazzi camminarono a lungo per uno stretto corridoio e raggiunsero la fine della grotta.

Davanti a loro una vastissima grotta con stalagmiti e stalattiti d'ogni forma e genere.

- Chiharu? Accendi questo -

Shaoran indicò una fessura all'interno della parete al suo fianco.

Chiharu obbedì e appena lo toccò, quello che vi era all'interno cominciò a bruciare diventando presto una fiamma viva.

La fiamma poi continuò ad accendersi lungo la parete e lentamente tutta la grotta fu illuminata da un gigantesco impianto d'illuminazione.

Le pareti era bianche candide, ma il fuoco vivo e acceso delle fiamma stonavano con i loro riflessi argentati: sembrava proprio che ci fosse un pò di paradiso e un pò d'inferno in quel luogo.

Shaoran si diresse lentamente verso il centro della stanza, seguito dalla pantera sempre in allerta.

Tomoyo e Rika si spostarono e cominciarono ad osservarsi intorno, mentre Chiharu e Takashi stavano vicini e cercavano di farsi forza l'uno con l'altro.

Naoko fu catturata dal brillare di una roccia.

La ragazza si avvicinò lentamente, come ipnotizzata e portava avanti la mano, decisa a toccare quella strana cosa che l'attirava tanto.

Shaoran si voltò di scattò: - NON TOCCARLA! -

Appena Naoko sfiorò la superficie della roccia, essa divenne un mostro che la afferrò per il braccio e la immobilizzò.

- NAOKO! - urlò Tomoyo andando in suo soccorso, ma la roccia al suo fianco prese forma e la bloccò insieme a Rika.

- ATTENTI! - urlò invano Shaoran, mentre un grosso serpente di pietra strinse insieme Takashi e Chiharu, quasi soffocandoli.

Shaoran fece un passo e mise una mano sull'impugnatura della sua spada, pronto ad aiutarli, ma...

- NON MUOVER UN SSSOL MUSCOLO! -

Quella voce..

Quell’esse sibilante...

Il ragazzo con un brivido che gli corse lungo la schiena, si voltò lentamente.

Star cominciò a ringhiare, mentre dal nulla comparvero altri mostri e una ragazza dai codini neri, gli occhi rossi e un lungo abito di merletti neri e piume di pavone.

- Meiling ti prego aiutaci! - disse Tomoyo, mentre il mostro la strinse di più.

Meiling la guardò e sorrise.

- No, Tomoyo...Meling è morta, quello che vedi è solo il suo corpo, ma l'animo è di...-

- DELL'UNICO E INDISSSCUSO VERO SSSOVRANO DELL'UNIVERSO, IN ALTRE PAROLE IO: SSSIR. HINAWA KINOMOTO! Vi ssono mancato divino Sssol? -

Shaoran guardò la figura della ragazza davanti a se con odio.

- Anche voi mi ssiete mancato e per fessteggiare quesssto giorno perchè non uccidere quesste graziose creature? -

Shaoran guardò i suoi compagni mentre soffrivano e sospirò: - Che cosa vuoi? -

- Voglio che tu sssvegli i due guardiani affinché io possssa rubare le corone...-

- MAI! -

Meiling lo guardò con i suo occhi color sangue: - Ah si? -

Dal pavimento della grotta uscirono due lunghe braccia che presero e immobilizzarono Star in una sola mossa.

- SAKURA! -

- Se non vuoi che la uccida subito, fa come ti dico...altrimenti il suo sangue scorrerà lungo le candide pareti di questo grazioso posto! -

Shaoran guardò la sua pantera che si dimenava, cercando di liberarsi, ma stretta era troppo forte.

- Allora Sol? Che cosa rispondete? -

Shaoran non avrebbe risposto affatto a quella domanda: rinunciare a Sakura e ai suoi amici o all'intero universo?

Questa volta era davvero spacciato ed aveva bisogno di un piano e in fretta!

 

 

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Capitolo 9
*** Cap.9: è tutto finito ***


La maledizione delle due corone

La maledizione delle due corone

 

Cap.9: è tutto finito

 

 

Anche se in quel luogo non faceva caldo, Shaoran stava sudando.

Gli era stata posta una domanda di cui la risposta non era facile da prendere: scegliere tra la vita dei suoi amici oppure tra la sopravivenza di tutte le galassie.

Lo spirito di Hinawa Kinomoto era davanti a lui mentre possedeva il corpo della giovane Meiling.

Shaoran si ricordava bene di lui, dello zio di Sakura che l'aveva aiutata a crescere solo ad uno scopo: rifilare il trono di regina dell'universo a sua nipote.

Shaoran ora se lo era ritrovato davanti dopo un sacco di tempo, quando, invece, credeva di averlo sconfitto.

- Allora sssantissimo Sssole? Cossa ssscegliete? -

Shaoran si guardò attorno, non sapendo cosa fare.

- Divino Shaoran non preoccupatevi per noi! -

Una voce catturò la sua attenzione.

- Cosssa vai farneticando, mika dell'acqua? - chiese Meiling, mentre i suoi occhi rossi osservarono la ragazza mora, stretta tra le braccia di un mostro.

Tomoyo alzò la testa a fatica: la presa era molto forte.

- Dico soltanto che non riuscirai a sconfiggerci così facilmente! -

Gli sguardi erano puntati sulla dolcissima Tomoyo che, nonostante la sua posizione, teneva testa ad una creatura malvagia come Hinawa.

- Sssei brava a parole, ma non riusscirai a combinar nulla....- la voce rocca di Meiling risuonò nella caverna.

- Questo lo dici tu! -

Tomoyo alzò lo sguardo e vide la pantera avvolta da un grosso serpente che la stritolava.

" Mia cara Sakura..." pensò fra se e se, mentre sentiva un forte potere scorrerle nelle vene.

" Cos'è questa forza? Che sia..."

Tomoyo aprì di più gli occhi e capì: si concentrò e cominciò a brillare di una luce azzurra.

- Che sssuccede? - chiese Hinawa spaventandosi.

Negl'occhi color prugna di Tomoyo, c'era una nuova luce e sulla sua fronte il simbolo mistico del famiglio d'acqua comparve.

- CON IL POTERE DONATOMI DAI MIEI ANTENATI, IO T’ORDINO DI SCORRERE PER ME, SACRA ACQUA DEGLI DEI! LA TUA NUOVA PADRONA TI CHIAMA! -

Shaoran capì e, mentre gli altri erano schioccati, Tomoyo si liberò dalla presa del mostro e lo distrusse.

- Non è posssibile! - esclamò Meiling, incredula.

La ragazza si alzò in piedi e portò avanti a se le mani, mentre il suo flauto prese forma.

Lo afferrò e, guardando fisso negl'occhi Meiling, cominciò a suonare.

L'intera caverna tremò e all'improvviso dai muri uscirono grossi serpenti d'acqua che distrussero i mostri e liberarono tutti i loro prigionieri.

Tomoyo smise di suonare e il serpenti d'acqua sparirono.

- TU NON PUOI! - urlò Meiling mentre lanciò incontro alla ragazza altri mostri.

- Oh si che può...-

La voce di Naoko si fece più cupa e la ragazza impugnò la sua frusta, mentre il simbolo della luce fece capolinea sulla sua fronte.

- LUCE SCONFIGGI LE TENEBRE PER SEMPRE! -

Naoko lanciò al sua frusta verso i mostri che stavano per attaccare Tomoyo e li distrusse in un sol colpo.

Meiling non si arrese e chiamò a se altri mostri, mentre Chiharu e Rika presero in mano il proprio arco e la propria lancia.

- FAMIGLIO DEL FULMINE, LA TUA PADRONA TI COMANDA! -

Sulla fronte di Rika il simbolo del fulmine padroneggiò, mentre la ragazza si lanciò con ardore verso i mostri tagliandoli in mille pezzi.

- FIAMMA SACRA CHE SCORRI IN ME! ATTACCA! -

Anche la fronte di Chiharu fu invasa dal simbolo del famiglio del fuoco, mentre le sue frecce uccidevano uno ad uno i mostri davanti a lei.

Meiling indietreggiò lentamente impaurita da quella furia.

- TU...- Tomoyo.

- NON - Chiharu.

- HAI - Rika.

- SCAMPO! - Naoko.

Le quattro ragazze si misero ai due fianchi di Shaoran, mentre Takashi liberò Star con la sua spada.

- COSSSA SSIGNIFICA TUTTO CIO'? -

Shaoran impugnò la sua spada e si posizionò, pronto ad attaccare.

- Ti presento le quattro dee degli elementi, mio caro Hinawa...le hai fatte incavolare e ora voglio soltanto ucciderti! -

Le quattro dee si prepararono a combattere, mentre Meiling continuò ad indietreggiare.

- Pronte? - chiese Shaoran alzando la spada sulla sua testa.

Le ragazze annuirono.

- ACQUA - Tomoyo si caricò di una luce azzurra.

- FUOCO - Chiharu fu avvolta da un brillare rosso.

- FULMINE - Rika aveva un’aura verde.

- LUCE - Naoko era bianchissima.

- Element...- Shaoran alzò la sua spada in alto mentre i quattro elementi vi confluirono in un unico raggio.

Lentamente l'abbassò e poi la rivolse verso Meiling.

- ATTACK! -

Shaoran e le quattro ragazza urlarono quell'unica parola che fece partire dalla spada di lui un lungo raggio che centrò in pieno Meiling, avvolgendola nella luce e facendola scomparire insieme a Hinawa.

Shaoran osservò il luccichio che era al posto del suo nemico, mentre le quattro ragazze caddero a terra esauste.

- Ma come abbiamo fatto a...- Rika faceva fatica persino a parlare.

- E' stato il potere che Sakura vi ha donato, lo avete trovato dentro di voi e ne siete diventate padrone, completando voi stesse...- disse Shaoran mentre si avvicinò a Star assicurandosi che stia bene.

- Vuoi affermare che ora noi...-

- Si, ora siete delle dee in piena regola e i simboli che portate sulla fronte ne sono la conferma -

La quattro ragazze si toccarono contemporaneamente le fronti e ognuna percepì il proprio simbolo.

Si guardarono e poi risero, felici che la battaglia, breve ma terrificante, era finita.

Shaoran lasciò la sua pantera e ripose la propria spada nel suo fodero, dietro alla schiena, poi fissò un punto davanti a se.

- Devo compiere il sacrificio per poter rompere la maledizione...-

Tutti si voltarono a osservarlo, mentre il ragazzo si allontanò lentamente dal gruppo.

- Il sacrificio? Quale sacrificio? -

Shaoran si voltò e porse lo sguardo ai suoi compagni, poi guardò Star.

Il ragazzo alzò le mani e si concentrò: la caverna tremò di nuovo, ma stavolta la scossa era molto più potente di quella provocata da Tomoyo.

Il terreno sottostante cominciò a crepare e lentamente una grossa voragine si aprì.

Dal sottosuolo uscì un grosso diamante lucente, che si fermò alle spalle di Shaoran.

Le quattro ragazze e Takashi si allontanarono, cercando di non cadere in una delle voragini e rimasero a bocca aperta quando videro il grosso diamante.

La terra smise di tremare e Shaoran si voltò verso la gigantesca pietra:

 

- Mio fedele guardiano,

tu che discendi dalla mia stirpe

io ti invoco oggi per sottoporti al mio servizio...

protettore della Divina Stella,

io ti risveglio da un sonno durato duecento anni...

CERBERUS!

GUARDIANO DEL SOLE,

IO TI CHIAMO A ME! -

 

 

(Mio fedele guardiano,

tu che discendi dalla mia stirpe

io ti invoco oggi per sottoporti al mio servizio...

protettore della Divina Stella,

io ti risveglio da un sonno durato duecento anni...

CERBERUS!

GUARDIANO DEL SOLE,

IO TI CHIAMO A ME! )

 

A quelle parole, una punta laterale del diamante s'illuminò e lentamente si aprì, sprigionando luce intensa.

Rika,Tomoyo, Chiharu, Takashi e Naoko erano meravigliati da quello spettacolo e restavano con il fiato sospeso nella attesa di vedere il vero guardiano del Sole.

Dalla punta di diamante aperta uscirono due grosse ali bianche che sbatterono ripetutamente, per poi fermarsi.

Una maestosa tigre alata, dal manto color oro, gli occhi gialli e felini, una specie d'armatura al petto, si mostrò al cospetto di Shaoran in tutta la sua magnificenza.

La tigre ruggì: - CERBERUS AI VOSTRI ORDINI! -

Shaoran si voltò verso il lato opposto della tigre e recitò:

 

- Mio fedele servitore,

tu che discendi da un pianeta

che riflette il mio potere in candidi raggi...

protettore del divino Sole,

oggi è proprio esssoche ti sveglia da un sonno durato duecento anni...

YUE!

GUARDIANO DELLA LUNA,

IO TI CHIAMO A ME! -

 

( Mio fedele servitore,

tu che discendi da un pianeta

che riflette il mio potere in candidi raggi...

protettore del divino Sole,

oggi è proprio esso che ti sveglia da un sonno durato duecento anni...

YUE!

GUARDIANO DELLA LUNA,

IO TI CHIAMO A ME! )

 

Un'altro spigolo del diamante si aprì e due grosse e candide ali nascondevano qualcuno sotto le loro piume.

Esse si aprirono lasciando spazio ad un alto ragazzo, dai lunghi capelli e splendidi occhi argentati, la stupenda tunica dai colori freddi della luna e della notte e dall'espressione seria e cupa.

- YUE AI VOSTRI ORDINI! -

I due guardiani spiccarono un piccolo salto e involarono, dirigendosi verso Shaoran e planando dolcemente ai suoi piedi.

- SIAMO OGGI AL COSPETTO DEL MAGNIFICO SOLE E SIAMO QUI PER SERVIRLA E ONORARLA O POTENTE SHAORAN LEE -

I due guardiani s'inchinarono dolcemente mentre Shaoran si voltò e guardò i suoi amici.

- Vi presento Cerberus...- la tigre sciolse l'inchino e scosse le ali, mostrando tutta la sua magnificenza: - ...e Yue...- anche il guardiano della luna sciolse l'inchino e si mise a braccia conserte, mentre fissava il vuoto: ... i veri guardiani -

Le quattro ragazze erano meravigliate da quella visione: i due magnifici guardiani al cospetto dell'altissimo Sol, con sfondo un maestoso e grandissimo diamante.

Takashi s'inginocchiò a terra: - Non avrei mai creduto di arrivare un giorno al cospetto di tanta forza...-

Il ragazzo recitò quello parole che erano nei pensieri di tutti i presenti.

Shaoran sorrise, ma poi tornò serio.

- Siete qui per reclamare...-

- ...ciò che è vostro di diritto? -

I due guardiani, fermi nelle loro posizioni, posero quella domanda al loro padrone.

Shaoran si voltò verso il diamante e sospirò emettendo un flebile si.

I due guardiani, allora, si voltarono e spiegarono le ali, raggiungendo più da vicino il grosso cristallo.

Cerberus si caricò di una luce d'oro:

 

- Come la luce e le tenebre...

...come la notte con il giorno...

...come il deserto con il freddo ghiaccio...

...come il profondo abisso e altissimo cielo...

...come la terra e il vento... -

 

(Come la luce e le tenebre...

...come la notte con il giorno...

...come il deserto con il freddo ghiaccio...

...come il profondo abisso e altissimo cielo...

...come la terra e il vento...) -

 

La grossa tigre chiuse le proprie ali su di se e continuò a brillare d'oro.

Yue s'illuminò di una luce argentata:

 

- ...che la Stella e il Sole

reclamino il loro potere...

che anni orsono fu sigillato sottoforma di maledizione...

...se le due metà ora son un'intero...

...che l'intero diventi due metà...

e che la fama della maledizione si saziata da un

sacrificio! -

 

 

(...che la Stella e il Sole

reclamino il loro potere...

che anni orsono fu sigillato sottoforma di maledizione...

...se le due metà ora son un'intero...

...che l'intero diventi due metà...

e che la fame della maledizione si saziata da un

sacrificio! ) -

 

Anche Yue si coprì con le sue grandi ali, mentre la sua aura argentata continuò a brillare.

Il grosso cristallo tremò e cominciò ad emettere luce, mentre al centro di esso una grossa crepa cominciò a farsi spazio tra il luccicante minerale, finchè tutto non ne fu coperto.

I due guardiani brillarono sempre di più, quando aprirono all'improvviso le ali e il cristallo esplose, andando in mille pezzi.

Takashi prese il suo scudo che fece da riparo a lui e alle dee, mentre i due guardiani proteggevano Shaoran da ogni frammento che minacciava di fargli del male.

Quando l'esplosione sembrò finita, i ragazzi si spostarono dallo scudo e davanti a loro non vi era più alcuna traccia del cristallo.
Al suo posto, nell'aria, galleggiavano due splendide corone, avvolte da due alone carichi di potere: la prima corona e grande e sembrava fatta di oro satinato, mente stupendi rubini la fecero divenire più preziosa; la seconda corona era interamente fatta di argento puro ed era ricoperta di splendidi zaffiri di un blu oltre mare.

La loro bellezza era tale che chiunque le osservava ne rimaneva incantato.

Cerberus e Yue si voltarono verso Shaoran: - Divino Sol, la corono del Sole e della Stella - dissero in coro, mentre osservarono il loro padrone.

Il ragazzo sembrava imbambolato.

Non riusciva a credere ai suoi occhi: sentita tutta la sua essenza in quella corona d'oro e sentiva anche il desiderio di possederla dopo tantissimo tempo, sentiva che era ora di ritrovare in pieno i suoi poteri.

Il ragazzo fece un passo, ma...

- AHAHAHA! -

Una voce rauca e lugubre risuonò vaga nella grotta.

Shaoran portò la mano alla sua spada, ma si sentì diventare pietra e il suo corpo non poteva più muoversi.

Improvvisamente le quattro dee furono scaraventate contro le pareti della grotta e legate ad esse.

Il povero Takashi divenne completamente una statua.

- Pensssavata di esssservi liberati di me...-

Shaoran guardò le due corone e al loro fianco comparve un'ombra nera dagl'occhi rossi.

- HINAWA! - ulrò il ragazzo mettendo in guardia i due guardiani.

- In ssspirito e poteri...AHAHAH! Non avrete pensato di avermi distrutto con un così leggero attacco...ho soltanto atteso che voi, Sol, liberaste le due corone....-

Shaoran cercò di liberarsi.

- E' inutile...il mio potere qui dentro è sssupriore al vossstro e lo sssapete...qui dentro regnano le tenebre di cui io ssssono il ssssovrano e voi che non avete ancora completato i vossstri poteri non potete far nulla...-

Shaoran guardò con odio l'ombra nera, mentre sentì che il suo corpo fu immobilizzato ancora di più.

Hinawa si avvicinò alle due corone.

- FERMO! -

Cerberus lanciò una palla infuocata dalla bocca, ma l'ombra la respinse facilmente.

Yue toccò l'aria davanti a se e il suo grande arco comparì.

Il guardiano attaccò Hinawa, ma senza successo.

- AHAHAH! E' inutile...i vostri poteri sssono legati ai vosstri padroni e sse non hanno poteri loro non n’avete voi...-

- Non ti premetteremo di...- Cerberus e Yue partirono al contrattacco, ma Hinawa lanciò verso loro un bolla d'energia oscura, facendo scomparire i due guardiani.

- YUE! CERBERUS! - Shaoran cercò di liberarsi, ma sembrò tutto inutile.

Hinawa prese in mano la corona di Sakura.

- CHE COSA VUOI FARE? - gli urlò Shaoran mentre intuì la sua mossa.

- Come principe? Sssapete che mi prima di diventare ssovrano dell'universso devo sciogliere la maledizione e quindi devo uccidere Sssakura, per sempre! -

Quelle parole fecero rinvenire tutti i presenti.

- COSA CENTRA SAKURA? - urlò Tomoyo, mentre provò a liberarsi, ma fu inutile.

Hinawa osservò la dea dell'acqua e sorrise: - Il vosstro amico non vi ha detto come si fa a rompere la maledizione? -

Tutti gli occhi erano puntati su Shaoran, mentre il ragazzo fissava con odio Hinawa.

- "e che la fame della maledizione si saziata da un sacrificio! " -

L'ombra recitò l'ultima parte della maledizione.

- Nesssuna maledizione da qualcosa ssenza ricevere nulla in cambio... e questa vuole la vita di uno dei due maledetti...-

Gli occhi di Shaoran erano pieni d'odio verso quell'uomo, mentre i suoi amici lo osservarono confusi.

- E' vero quello che dice, Shaoran? - chiese Naoko, aspettando invano una risposta.

Il ragazzo abbassò lo sguardo e non rispose.

- RISPONDI! E' VERO QUELLO CHE DICE? - ora la domanda l'aveva posta Rika, ma nella sua voce c'erano quelle di tutti.

Shaoran sospirò: - Si...- disse quasi sussurrando.

Gli occhi delle dee si riempirono di lacrime: - Perchè non ci hai detto nulla! Prima parlavi di sacrificio...avresti sacrificato Sakura per tornare in piena facoltà delle tue forze, vero Shaoran? -

- MAI! Non avrei mai sfiorato la corona di Sakura! - affermò il ragazzo verso i suoi amici.

- OH che caro...- lo prese in giro Hinawa, mentre strinse di più la corona fra le sue mani.

- NON LO FARE! - Shaoran osservò la corona argentata e gli chiese con il pensiero di non rompersi: - Uccidi me...rompi la mia corona, ma lascia stare quella! -

Hinawa allentò la presa e guardò incuriosito il ragazzo: - Lo ssai che il mio scopo è sempre stato quella di uccidere Ssakura...-

- Ma così uccideresti la Stella! - Shaoran stava cercando tutte le scuse possibili per far si che Hinawa cambiasse idea.

- Della Stella non m'importa...di Stelle ve ne sono a migliaia se è per questo...è vero...con lei morirebbero alcune galassssie, ma con te morirebbe tutto se non quassi...quindi preferisco uccidere lei ed è quello che farò! -

Hinawa riprese a pressare la corona, mentre sembrò che uno dei suoi zaffiri stesse cedendo.

Shaoran guardò quell'atrocità.

Il suo corpo era immobilizzato, i suoi guardiani non vi erano più e lui non poteva far nulla...

Nella sua mente comparve il suo viso, mentre gli sorrideva e lo invitava a correre con lei...

No...

Non poteva far si che quel sorriso si spegnesse per sempre...

Non poteva...

- NO!! -

Ancora una volta il suo urlo fece fermare Hinawa.

- UCCIDI ME! ME NON LEI, ti prego...uccidi me...- Shaoran finì la sua frase mentre piegò lentamente la testa verso il basso.

- Toglietemi una curiosssità, Sssol...perchè volete sssacrificarvi per lei? Voi non l'amavate, anzi dovevate sssposssare un'altra donna e quindi esssa nel vostro cuore non rissiedeva...-

Shaoran non rispose e rimase con la testa verso il basso, allora Hinawa continuò, ma il ragazzo lo bloccò di nuovo.

- Toglietemi una curiosità voi, Hinawa...possedete il dono dell'empatia? -

Hinawa non comprese la sua domanda: - No..-

Shaoran alzò di scattò la testa e fissò con i suoi grandi occhi color nocciola quelli rosso sangue di Hinawa: - E ALLORA COME FATE A SAPERE COSA PROVAVO E PROVO PER SAKURA!! -

Un grosso silenzio cadde nella vasta grotta e solo la risatina di Hinawa lacerò quella quiete: - Non vorrei affermarmi che voi...-

- SI! Ve lo dico e ve lo ripeto! io ho amato Sakura...io amo Sakura e IO  AMERO' PER SEMPRE SAKURA! (io ho amato Sakura...io amo Sakura e IO AMERO' PER SEMPRE SAKURA! ) - la voce di Shaoran era stata via, via un crescendo e l'ultima frase fece tremare tutta la grotta, mentre pezzi di caverna caddero al suolo.

Hinawa si guardò attorno e una volta che la scossa finì era furibondo: - BASTA! M’AVETE STANCATO CON LE VOSTRE STORIELLE! E' ORA DI FARLA FINITA! NON M'IMPORTA SE PERDERO' TUTTO, MA IO V’UCCIDERO' ENTRAMBE! -

Con uno scattò l'ombra afferrò anche la seconda corona al suo fianco e cominciò a stringerla insieme alla prima.

- ADDIO! -

Shaoran abbassò lo sguardo di nuovo mentre diede libero sfogo ai suoi pensieri: " Spero di rivederti in miglior vita Sakura...la nostra avventura finisce qui...mi dispiace...non sono riuscito a salvarti piccola mia...non sono stato né un buon amico, né un buon sovrano e di questo me ne pento...oh Sakura se solo potessi rivederti solo una volta...ma lo so che è tutto finito..."

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Capitolo 10
*** cap.10: il nostro sogno ***


La maledizione delle due corone

La maledizione delle due corone

 

Cap.10: il nostro sogno

 

 

 

 

Perchè deve finire così?

Questa domanda continuava a vagare fra i pensieri di un ragazzo di cui l'età è indefinita e di cui la bellezza è grande.

Fermo immobile in quella gabbia di cemento, il ragazzo stringeva gli occhi e aspettava la sua fine, mentre nel suo cuore regnava, non la paura, ma il dispiacere di aver deluso tutti.

Sapeva di aver fallito e sapeva che tutto quello che era successo fino ad ora era causa sua e pensava che infondo meritava di morire.

Lui meritava la morte, ma non lei...

Che colpa aveva lei se lui era stato uno sciocco e non era riuscito a salvarla...

Lei non doveva morire...

Lui avrebbe dato qualsiasi cosa per vederla, anche solo una volta.

Voleva vederla sorridere, mentre correva spensierata fra la prateria...

Come avrebbe voluto che tutta quella bellezza non si dovesse spegnere solo perchè lui è stato un codardo e non ha voluto provare a salvarla...

Infondo come poteva?

Sapeva che Hinawa era più forte di lui...

E' inutile continuare a piangersi addosso quando ormai la fine è vicina e quando la luce del paradiso ti sta già illuminando e avvolgendo...

Il paradiso?

- NO! - continuava ad urlare una voce.

No...io non merito il paradiso...

Pensava il ragazzo, mentre continuava a udire:

- NO! -

Questa voce continua a dirmi di no...vuol affermare che non merito nemmeno l'inferno?Allora cosa c'è nel mio futuro?

- NON E' POSSIBILE! -

Shaoran aprì gli occhi e ritornò alla realtà mentre sentì d’avere ancora il corpo bloccato nel cemento.

- DOVE SONO FINITE? -

Shaoran alzò lo sguardo e la luce delle torce di fuoco lo accecarono per qualche secondo, ma poi riuscì a distinguere bene la figura di Hinawa che si dannava come un disperato.

L'ombra dagl'occhi rossi come il sangue continuava a tastare il vuoto davanti a se, mentre continuava a ripetere un no di disperazione.

Shaoran osservò meglio: " Che cosa cerca se le corone sono nelle..."

Il ragazzo aprì di più gli occhi e s'accorse d'un particolare molto importante che prima non aveva visto: le corone non c'erano più.

- COM'E' POSSSSIBILE? ERANO NELLE MIE MANI UN SECONDO FA! - Hinawa era confuso e avvilito, ma poi alzò lo sguardo e incrociò gli splendidi occhi nocciola di Shaoran.

- TU! PICCOLO E LURIDO VERME! E' OPERA TUA, NON E' VERO? - urlò Hinawa accecato dall'ira.

- Non dite sciocchezze, io non so dove siano le corone! Non è colpa mia se la vecchiaia vi gioca brutti scherzi! -

Il braccio di Hinawa si allungò all'improvviso per raggiungere il collo del ragazzo.

Le lunghe unghie si conficcarono nel collo di Shaoran e strinsero sempre di più.

Il povero ragazzo fece fatica a respirare e cercò, con l'unica mano che non era intrappolata, di liberarsi dalla stretta.

- PICCOLO SCIOCCO! NON TI SERVE A NULLA NASCONDERE LE DUE CORONE! TANTO IO TI UCCIDERO' UGUALMENTE! -

La stretta si fece più forte e Shaoran urlò dal dolore.

- TI FA MALE? POVERO PICCOLO...DIMMI DOVE SONO LE CORONE? -

Shaoran avrebbe voluto ripetergli che non sapeva, ma il fiato cominciava a mancargli e anche le forze lo stavano abbandonando.

Hihihi...

Una risata infantile risuonò nella caverna.

- CHI VA LA? -urlò Hinawa, mettendosi in guardia.

Hihihi...

La risata continuò e divenne più forte.

Hinawa si guardava attorno non capendo da dove provenisse quella voce.

- FATTI VEDERE SSSE HAI IL CORAGGIO!- urlò l'ombra, mentre dietro a lui comparve qualcuno.

Hinawa non mollò la presa e si voltò verso la figura.

Una strana ragazza, vestita da pagliaccio, il viso dipinto di bianco con una goccia nera che le scendeva da un occhio, un buffo cappello e un mantello in mano a sacchi bianchi e neri, fluttuava nell'aria davanti a lui e rideva.

Hihihi...

- CHI SSSEI TU? - le urlò Hinawa.

Hihihi...

Continuò la strana donna mentre il suo mantello svolazzava di qua e di la.

- CHE COS'HAI DA RIDERE? -

Hinawa chiamò a se un grosso serpente e glielo aizzò contro.

Quando il basilisco ebbe raggiunto la donna, essa lo fece scomparire all'interno del suo mantello e non ne fece rimanere traccia.

Hinawa rimase di stucco quando vide il suo basilisco sconfitto in meno di un secondo.

L'ombra mollò la presa concentrandosi su quella strana creatura e Shaoran ritornò a respirare.

- VOGLIO SAPERE CHI SEI! - urlò di nuovo Hinawa perdendo la pazienza.

La strana donna pagliaccia sventolò il suo mantello e dal nulla fece comparire la corona del Sole e quella della Stella.

Hinawa capì chi gliel'aveva sottratte sotto il naso e fece comparire davanti a se una grossa sfera oscura che lanciò verso il pagliaccio.

La sfera si diresse verso la sua meta, ma fu bloccata da un grande scudo che si formò all'improvviso davanti al pagliaccio.

Hinawa non riusciva a comprendere ciò che stava succedendo e il suo sguardo fu catturato da una seconda donna alle sue spalle, mentre impugnava un arco e una freccia e mentre prendeva la mira verso le quattro dee intrappolate al muro.

La donna scoccò la freccia che si moltiplicò e colpì i pezzi di cemento che tenevano prigioniere Tomoyo, Naoko, Rika e Chiharu, liberandole.

- Ma quella è...- disse piano Hinawa avendo paura delle sue stesse parole.

Una terza donna, dalla strana capigliatura e vestita in tuta da combattimento, si avvicinò alla statua di Takashi e con un pugno la ruppe liberando il povero ragazzo.

Chiharu si lanciò sul suo fidanzato e lo aiutò ad alzarsi in piedi, mentre Tomoyo osservava la strana ragazza.

Le tre donne si riunirono tutte in un punto e cominciarono a ridere.

Hinawa s'infuriò: - RIDATEMI LE MIE CORONE! - urlò mentre lanciò un raggio di luce verso le ragazze.

Le dee fecero appena in tempo a spostarsi per non essere colpite dal raggio che avvolse le tre donne in un miscuglio di polvere e luce.

Shaoran vide quello che era appena successo e sorrise: - E' inutile Hinawa...- disse con voce flebile, prima di svenire.

L'ombra spostò la sua attenzione verso il ragazzo: - STAI ZITTO TU! LO SAI CHE NON E' POSSIBILE! -

Hinawa alzò il braccio e si preparò a schiaffeggiare Shoaran, ma dovette fermarsi: delle strane liane avvolsero il suo braccio e lo bloccarono, impedendogli ogni movimento.

- NON TOCCARLO! -

Una voce decisa si pronunciò nel punto in cui erano le tre donne e dove ora c'era soltanto polvere.

Hinawa e tutti i presenti voltarono lo sguardo in quella direzione e nell'ombra, tra il fumo e la polvere, intravidero una figura che avanzava: i suoi lineamenti erano delicati, i suoi capelli lucenti, la sua divisa da combattimento blu aveva una stessa sul mantello e i suoi occhi brillavano come smeraldi.

-  Non ci posso credere...- Rika si portò una mano alla bocca e osservò Shaoran che era ancora umano.

- TU NON PUOI ESSERE QUI! - urlò Hinawa sempre più terrorizzato.

La figura si fermò: - Oh si che posso...-

La polvere si diradò e si potè scorgere chiaramente la figura, mentre teneva in mano un lungo scettro rosa dove, all'estremità, aveva una grande stella e un paio d'ali.

- SAKURA! - urlarono in coro le sue compagne.

La ragazza fissò negl'occhi Hinawa e gli puntò il suo scettro contro: - In carne ed ossa! -

 

 

Nessuno poteva crederci.

Sakura era li, davanti ai loro occhi pronta a combattere.

Ora che tutti i presenti riflettevano era da tanto che non avevano più visto Star, la pantera.

Hinawa era ancora sconcertato da tutto ciò: guardava il ragazzo davanti a lui svenuto e sua nipote che gli puntava lo scettro più potente di tutte le galassie addosso.

Com'era possibile?

- LEGNO! - urlò Sakura, mentre le liane che attorcigliavano Hinawa sparirono.

Sakura fece qualche passo in avanti e porse davanti a se la propria mano, mentre comparve un grande libro rosa dove il suo nome era inciso in oro.

La ragazza aprì il libro e un forte vento si sprigionò da esso, mentre ai suoi piedi comparve un grande cerchio d'oro dove al centro vi era una stella e ai lati un sole e una luna.

Dal libro uscirono in fila tantissime carte, tutte con l'alone circolare, che cominciarono a circondare Sakura, come a proteggerla.

Naoko osservò la scena: - Quelle sono le carte di Clow! -

- No, Naoko...quelle sono le carte della stella...le carte di Sakura! - puntualizzò Tomoyo, contenta di vedere l'amica.

Le carte intorno a Sakura cominciarono a roteare finchè non si fermarono e ognuno di loro prese la propria forma.

Tra esse vi erano le tre donne che prima avevano attaccato Hinawa.

- SEI STATA TU! - urlò l'ombra infuriandosi.

Sakura fissò negl'occhi suo zio: - Vedo che l'età vi fa perdere colpi, zio...non ricordate più come sono fatti gli spiriti delle mie carte? -

- COME HAI FATTO A ROMPERE LA MALEDIZIONE? -

La voce rocca di Hinawa rimbombò per tutta la caverna, mentre gli occhi di Sakura lo fissavano.

- Tu zio non conosci l'amore e non puoi capire che grandi cose può fare...perchè la tua sete di odio è così grande verso i miei confronti? Che cosa vuoi da me? -

- Come cossa voglio? Tu sssei l'universo, sei la vita, sssei tutto! Io voglio esssere te! -

- E una volta che sei me, zio, cosa faresti? -

- Formerei galassie dove solo i più forti posso vivere e dove l'odo ne fa da padrone! -

Sakura scosse la testa.

- Va bene...se è questo ciò che vuoi, allora accomodati...CARTA DELLA SPARIZIONE! -

La donna pagliaccio si scostò dal gruppo che circondava Sakura e mosse il suo mantello facendo comparire le due corone.

Hinawa guardò perplesso.

- Forza caro zio...prendi pure la mia corona e comanda l'universo...-

Sakura mosse la mano e la corona iniziò a muoversi verso Hinawa.

- SEI IMPAZZITA! NON LO FARE! - la voce di Chiharu cercò di fermarla.

- SAKURA RITORNA IN TE! NON PUOI FARE QUESTO! -

Sakura rimanne impassibile e osservò la sua corona avvicinarsi a suo zio.

Hinawa era ansioso di ricevere quel grande potere e di realizzare il suo progetto.

La corona arrivò al suo cospetto e l'ombra avvicinò la sua mano al prezioso oggetto, ma appena la sfiorò scariche elettriche gli fecero ritirare il braccio.

- PERCHE' NON RIESCO A TOCCARLA? - urlò Hinawa confuso.

La corona ritornò verso Sakura: - Perchè non vuole essere la tua corona, ecco perchè...-

Hinawa strinse i pugni dalla collera: - BUGIARDA! SEI TU CHE LE HAI LANCIATO UN'INCATESIMO E ORA ME LA PAGHERAI CARA! -

Hinawa stava per attaccarla, ma poi si fermò e prese per il collo il ragazzo al suo fianco, rompendo il cemento che lo teneva legato e alzandolo in aria.

Sakura fece un passo avanti: - No! Lascialo stare! -

Hinawa sorrise: - Perchè mai? Lui mi serve per fare del male a te! Ah! -

L'ombra si piegò a terra dal dolore e lasciò cadere Shaoran che fu preso al volo da un alto uomo dai lunghi capelli argentati.

- NON TOCCARE IL MIO PADRONE! -

Sakura sorrise alla vista di Yue che volò lentamente verso di lei e le portò il corpo di Shaoran.

- TU GUARDIANO DA STRAPAZZO! COME HAI FATTO A RITORNARE! -Hinawa si rialzò lentamente, ma ricevette un secondo colpo da qualcun'altro.

- Vedete Hinawa...avete affermato che senza i nostri padroni non siamo nulla e, infatti, è vero, ma se qualcuno di loro arriva all'improvviso anche noi siamo li, al suo fianco! -

Il guardiano del sole si mise al fianco della sua padrona.

- CERBERUS! ME LA PAGHERAI! ANCHE TU YUE! - urlò Hinawa.

- Fatti sotto allora! -

I due guardiani si lanciarono verso l'ombra e iniziarono una battaglia senza esclusione di colpi.

Sakura che aveva tra le mani il corpo di Shaoran lo stese delicatamente a terra, mentre gli accarezzò il viso.

- Shaoran, svegliati...-

Quelle sue poche parole dette come se fossero un soffio, fecero aprire gli occhi nocciola di lui.

La ragazza sorrise e lui si rese conto di chi aveva davanti.

- Sakura..-

Shaoran si sedette di scatto e le prese il viso tra le mani guardandola incredulo.

-Divino Sol, quanto tempo...- Gli occhi di lei avrebbero voluto scoppiare in un pianto, ma sapeva che non era il momento.

La ragazza lo aiutò a mettersi in piedi, mentre lui non smetteva di fissarla.

- Dobbiamo compiere il destino, Divino Sole...ora -

La carte della sparizione si avvicinò e porse ai due le loro corone.

Shaoran, ancora un pò stordito, comprese che non vi era tempo e prese in mano la corone di lei, mentre Sakura fece lo stesso con la corona di lui.

I due si guardarono negl'occhi e poi insieme dissero:

 

- Io oggi incorono te,

che il tuo potere sia completato,

che la tua forza si aumentata

e che il male si pieghi sotto al tuo potere

questo è il mio volere -

 

 

(Io oggi incorono te,

che il tuo potere sia completato,

che la tua forza si aumentata

e che il male si pieghi sotto al tuo potere

questo è il mio volere)

 

L'uno prose la corona sulla testa dell'altro, mentre una luce li avvolse e mentre il loro potere cominciò a scorrere nelle loro vene.

Hinawa bloccò la sua battaglia contro i due guardiani e si voltò a osservare cosa era accaduto.

- NO! - urlò, mentre si lanciò verso i due, ma due mani uscirono dalla luce e lo immobilizzarono.

Hinawa alzò i suoi occhi e davanti a lui la Regina di tutte le galassie teneva la mano all'onnipotente Sole.

- E' ora che tu lasci questo Mondo, zio...hai causato troppa sofferenza...- la voce di Sakura, soave e delicata, risuonò in Hinawa come un trapano.

- Vattene da qui! -

Dalle due mani dei ragazzi uscì un fascio di luce che colpì in pieno Hinawa e che lo fece scomparire, ma stavolta per sempre.

 

 

Quando anche Rika fu uscita, Shaoran ruppe l'incantesimo e i muri d'acqua caddero, tornando ad essere semplice lago.

Tomoyo, Rika e Naoko si abbracciarono forte felici che quell'incubo era finito.

Chiharu si stringeva a Takashi mentre entrambi tiravano un sospiro di sollievo.

Shaoran scrutò il cielo sopra alla sua testa, dove ora regnava sovrana la sua corona: era l'alba ormai.

Sakura si avvicinò lentamente, mentre i suoi occhi si riempivano di lacrime.

Lui non si voltò nemmeno e rimase fermo a fissare la sua persona riflessa nell'acqua davanti a lui.

- Come hai fatto a rompere la maledizione? -

Sakura si bloccò al suono della sua voce: - La maledizione non è rotta...-

Shaoran si toccò la spalla destra e percepì il tatuaggio.

- Allora perchè...-

Lei non lo fece continuare: - Dovevo salvarti! Sentivo che eri in pericolo...e così ho modificato la maledizione...-

Ci fu una lunga pausa dove un venticello mosse gli abiti d'entrambi.

- ...e poi dovevo sapere...-

Sakura si guardò le mani e poi tornò ad osservare lui: - Dovevo sapere cosa sono per te...-

Lui tirò un profondo respiro: - Voi siete la mia grande regina o santissima Stella -

- No! Non dire così! Sono stata sola per tutta la vita, Shaoran, tranne che con te... -

Gli occhi verde smeraldo di lei erano lucidi.

- Non son degno di tanto amore da parte vostra Divina Stella...-

Sakura non riusciva a capire: - Dentro a quella grotta ho percepito dell'amore nei miei confronti...Shaoran...io sono tornata per sapere! -

Il silenzio li avvolse ancora.

Sakura fece un passo avanti: - Io t'amavo! -

La punta affilata della spada di Shaoran tagliò l'aria per poi raggiungere la gola di Sakura: il ragazzo le puntava addosso la sua arma.

- E' stato tanto tempo fa...e poi...ho tanto da farmi perdonare -

- Tu non hai nulla da farti perdonare..-

- E INVECE SI! Invece si, mia DIvina Stella... -

Sakura abbassò lo sguardo e quando lo rialzò una lacrima le scese dal viso e si andò ad appoggiare sulla fredda lama della spada di lui.

A Shaoran quella lacrima sembrò pesare quintali, ma non mollò la presa della sua arma.

- Bene...se è così che hai deciso, allora la maledizione si compia...-

Shaoran voltò di scattò la testa e la osservò, mentre lentamente spariva.

- COSA SIGNIFICA QUESTO? -

- Ti ho annunciato che ho modificato la maledizione, ma per farlo ho promesso che se tu non corrispondevi al mio amore avrei imposto tutta la maledizione su di me. Mi sono offerta in sacrificio in modo che ti possa salvare amor mio...-

Tomoyo guardava come lentamente la sua amica scompariva davanti ai suoi occhi.

- SAKURA! - urlò la ragazza cercando di raggiungerla, ma Yue la bloccò.

- LASCIAMI ANDARE! IO LA DEVO SALVARE! -

Yue scosse la testa e bloccò la mika dell'acqua, mentre piangeva come una disperata.

- Non puoi far nulla...-

Tomoyo si liberò dalla presa del guardiano e guardò davanti a se, mentre la sua amica stava scomparendo a poco a poco.

- Addio amici miei...- la voce di Sakura era sempre più flebile.

Shaoran lasciò cadere a terra la sua spada: - Non è vero...sono solo un bugiardo...ho soltanto paura che stando con me tu soffra...non ti lascerò andar via così! -

Il ragazzo corse verso la ragazza e le prese l'ultima mano ancora visibile, tirandola a se e stringendola forte.

- Ti amo Sakura! -

Le calde labbra di lui si unirono in un intenso bacio con quelle di lei, mentre i loro due tatuaggi sparirono per sempre dalla loro pelle.

La luce del sole che sorgeva li avvolse e i loro abiti presero le forme di quelli che avevano addosso il primo giorno che si sono incontrati, a quella festa da ballo.

Quando lui si staccò lei lo guardò e sorrise, togliendosi la mascherina dalla faccia e togliendo quella di lui.

Intorno a loro non un lago, ma un balcone di un castello che si affacciava a delle cascate.

Nella sala dietro a loro, della musica e della gente che ballava.

Il cielo era buio e la luna era sopra alle loro teste.

Shaoran e Sakura si guardavano felici.

- Pensi che sia stato tutto un sogno? - chiese lei.

- Secondo me è stata una visione del nostro futuro...-

- E ti spaventa? -

- No, perchè so che tu sarai con me...-

 

 

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una sola cosa: grazie per la vostra attenzione!

 

GoddessHaruna

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