Loose Angel

di Astoria Mary 98
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Addio. ***
Capitolo 2: *** Ciao Papà. ***
Capitolo 3: *** Funerale. ***



Capitolo 1
*** Addio. ***


Andava.Tornava. Partiva. Rimaneva.
Tutto era successo in una frazione di secondo causata da eventi successi in tre stupidi attimi.
Era un'orrenda mattina di Novembre, quando mio padre fu preso sotto da un'auto. Era stata tutta colpa si un susseguirsi di insulsi fatti
che aevano spezzato la vita di mio padre. Se solo uno di questi fatti fosse stato divero, o se quel taxista fosse partito un minuto dopo, o se quel semaforo fosse diventato rosso tre secondi prima, mio padre avrebbe sceso le scale, serrato la porta e attraversato tranquillamente la strada. Ma non fù così. Tutto era accaduto in modo diverso. 
Papà avrebbe dovuto sarebbe dovuto essere al lavoro, io a superare l'esame per il college, e mia madre a farsi perdonare da quel verme del suo amante.
Continuavo a rivedere la scena di mio padre che veniva sterrato da un'auto. 
Io ero l'unica in quella sala d'attesa che piangeva.
A mia sorella nn fregava più di tanto. Lei stava dalla parte della setta di mia madre e dell'amante che aveva mollato quest'ultima la sera prima.
Dopotutto una cosa divertente in quella saletta blu c'era. 
Mia madre. La sua falsa espressione le sue lacrime di catrame che simulavano il finto dolore che voleva far credere di provare. Mi chiedevi che ci facesse qui.
-"Cosa ci fai qui"- non era sicuramente una domanda.
-"Summer, tesoro, non dire così.."- Madre del cazzo,pensai.
-"Mamma vattene"- la guardavo come se fosse un porcospino nell'oceano, non era il suo posto.
Un leggero scricchiolio provenì dalla porta della sala operatoria. Mi strinsi le ginocchia e arricciai il vestito di seta blu con le mani e deglutì a fatica, l'infermiera uscì.
-"Mi dispiace.. ma non ce l'ha fatta.."- Non seppì che fare in un primo momento, ma sentì un peso piombarmi sulle mie fragili spalle. 
I miei occhi diventarono lucidi, e qualcosa di freddo e umido solcò il fondotinta sulle mie guance. Sapevo che quel momento sarebbe arrivato.
-"Sono dispiaciuta...  Ma potete entrare se volete.."- Puttana di un'infermiera. A te non fotte niente. Vuoi farmi vedere il cadavere di mio padre? Che tipa simpatica. Ma per non sembrare scorretta le strinsi la mano, e con le lacrime agli occhi guardai mia sorella Bessie in segno di entrare insieme. Ignorai mia madre che si dirigeva con disinvoltura verso l'ascensore. Naturalmente con il telefono all'orecchio. Stronza.



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Capitolo 2
*** Ciao Papà. ***


Non mi ero accorta del dolore che provava mia sorella.
D'oltretutto era anche suo padre. Respirai a fondo e mia sorella mi prese la mano. Mi sorpresi a quel gesto.
Avrei dovuto farlo io, dopotutto sono sono io la pù piccola  nonostante i 20 anni.
Ma la accettai e insieme camminammo dietro l'infermiera accompagnate dal tacchettio delle nostre scarpe.
L'infermiera aprì la porta e ci lascio insieme al padre senza vita.
Bessie si diresse verso di lui e cominciò a parlarli come se fosse vivo. Che cosa stupida. 
Li raccontò di cosa aveva fatto il giorno prima e rideva con gli occhi gonfi di lacrime. 
Io rimasi impietrita davanti a un padre che significò tutto per me, mi insegno tutto quello che sapeva.
Stavo lì in piedi in piedi ad aspettare che quel suo viso ormai pallido sorridesse o reagisse alla nostra presenza.
Inclinai la testa e sorrisi.
-"Ciao papà"- sussurai.
-"Summer.."- pensavo che mi avesse risposto, ma era solo Bessie -".. vieni qui "- allargò le braccia in segno di un'abbraccio.
Staranamente mi avvicinai e l'abbracciai. -"Ci vuole bene"- disse mia sorella che non mi abbracciava dal suo ottavo compleanno.
Baciai la fronte di papà e mi diressi verso l'uscita della stanaza assieme a Bessie.



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Capitolo 3
*** Funerale. ***


Ero a casa, in camera mia, sulla mia splendida poltrona.
Stavo seduta davanti al comò a guardare il mio viso allo specchio, come se non mi conoscessi. Era strano. Quel viso splendido che avevo sempre avuto, mi appariva estraneo.
Forse perchè rivedevo nelle mie guance i tratti di mia madre, e i suoi occhi verdi. Assomiglio più a mia madre fisicamente, nonostante tutto. I suoi capelli erano capelli sono 
lisci e marroni i miei invece, color cioccolato a boccoli. Mia sorella assomiglia a mio padre castana chiara come lui, è per quello che spesso mi fermo a guardarla in quegli occhi grigio perla, come quelli di papà. 
Lasciai strare i pensieri che mi frullavano in testa, mi guardai e respirai a fondo. Aprìi la trousse del trucco e misi l'eyeliner delicatamente  per poi applicare del mascara nero, guardai 
qul finimondo di trucchi rovesciati sul comò e scelsi un'ombretto grgio brillante, grigio perla. Come i suoi. 
Tirai fuori delle scarpe vertiginose di velluto nero di Jimmy Choo.
Mi recai di solito e trovai mia madre che mi fissava tutta emozionata, come se stessi per sposarmi.
-"Tesoro sei bellissima!"- Ma cosa cazzo s'è bevuta questa. Mi portai una mano alla fronte.
-"Mamma ti prego. Forse è meglio se non vieni."- La guardai, aveva una giacchetta bianca con un vestito grigio e capelli raccolti in uno chignon. Per fortuna che dobbiamo andare a un funerale.
-"Summer sei distrutta dal dolore. Non sai quello che dici... Vieni qui"-  Aprì le braccia in segno d'affetto. Le andai incontro e la silurai con lo sguardo più freddo che potessi sfoderare e uscìi dalla porta .
Salì nella mia auto mia auto che emanava un odore caldo e una fragranza di Chanel n° 5.
Mi diressi verso la chiesa. Prima in seconda, poi subito in quarta. Sfogarsi con l'auto non era una buona idea, allora tornai in velocemente in terza. 
Vidi un gruppo di gente riunita vicino alla bara. Merda. In ritardo al funerale di tuo padre per colpa della madre cogliona vestita come se andasse al cinema.
Parcheggiai la macchina e il telefono squillò, era lei.
Sulla schermata del cellulare comparve la scritta: "..Non vengo"  che puttana pensai.
Scesi dall'auto e corsì incontro a Bessie.
Mi infilai in quel gregge, baciai la tomba del padre tanto amato e mi tirai indietro guardando la terra che cadeva sopra di lui.

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