Ritorno a Mystic Falls

di bulma_89
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Bentornata a casa Caroline ***
Capitolo 2: *** Perchè sei tornata, Care? ***
Capitolo 3: *** Una buona giornata? ***
Capitolo 4: *** Una ***
Capitolo 5: *** Festa al Grill! ***
Capitolo 6: *** Affamata ***
Capitolo 7: *** Ti ho persa per sempre? ***
Capitolo 8: *** In love ***



Capitolo 1
*** Bentornata a casa Caroline ***


Ritorno a Mystic Falls

 

 

 

                                                           ―1. Bentornata a casa Caroline ―

 

Sulla strada che portava a Mystic Falls Caroline pensava.

Teneva lo sguardo ben puntato fuori dal finestrino, quando non era impegnata a fissare l’ibrido che guidava l’automobile che li stava conducendo a casa o l’ibrido che le sedeva al fianco. In ogni minuscolo particolare, in ogni più piccola variazione del terreno, riconosceva paesaggi famigliari e si accorse solo in quel momento che le erano mancati.

Scosse la testa, cercando di distrarre lo sguardo e con la coda dell’occhio guardò l’autista dell’auto, era giovane, obbediente ed asservito. Ed era uno dei fedelissimi del suo compagno, il millenario re dei vampiri e dei licantropi Klaus.

Lo cercò con lo sguardo ed appena i suoi occhi si posarono sul viso di lui la pace l’avvolse, annullando i suoi pensieri fastidiosi. Ammirò il suo profilo ben delineato e fissò quella bocca carnosa che tanto la eccitava. Il bel viso di Klaus era però in quel momento ottenebrato da un cipiglio mal celato.

― Era ora Caroline che smettessi di pensare, mi hai quasi fatto venire il mal di testa ―, disse Klaus continuando a guardare fuori dal finestrino.

Caroline si accorse che il suo umore non era cambiato da quando erano partiti da Parigi il giorno prima. Era continuamente irritato e questo da quando avevano deciso di tornare a casa. Lentamente lei passò una sua mano su quella del compagno e quel piccolo contatto lo riscosse; Klaus si voltò verso di lei e la guardò.

La vampira bionda gli sorrise ma lui non accennò e ricambiare.

― Che c’è ―, disse semplicemente.

― Tesoro perché sei così cupo? Non sei contento di tornare in questa cittadina fuori dal mondo e dal tempo, in cui esistono i vampiri? Certo non si può paragonare alla monotonia di Parigi ―, scherzò Caroline.

― Devo ricordarti, mia cara, che quell’insolente di Stefan ha ancora la mia famiglia nascosta chissà dove e che durante il mio soggiorno all’estero si è divertito a fare fuori una dozzina dei miei compagni? Non è forse così Brian? ―.

L’ibrido al volante guardò i due passeggeri dallo specchietto retrovisore.

― E’ così Klaus. Stefan ha ucciso dodici dei nostri senza motivo e soprattutto senza pietà. Ho trovato le loro teste sparse per tutta Mystic Falls ―.

Caroline sospirò e si torturò una mano.

― Vedrai che riuscirete ad arrivare ad un accordo… ―.

― Al diavolo gli accordi! Stefan me la pagherà per la sua insolenza ―.

Caroline strinse i pugni. Perché proprio a lei una vita così complicata? Innamorata di un ibrido pluricentenario e con la consapevolezza che a causa di questo aveva tradito, deluso tutte le persone della sua vita a partire da sua madre, passando per le sue migliori amiche ed arrivando al suo ex ragazzo, Tyler.

“ Tyler… chissà come starà. L’ultima volta che l’ho visto l’ho abbandonato davanti al Colosseo”.

― Caroline per favore, non infilare anche lui nella tua mente! ―, esclamò Klaus.

― Ci sono! ―, rispose Caroline. Klaus la guardò stranito, poi la sua espressione si rilassò e la sua bocca si curvò in un sorriso.

― Direi che questo è molto meglio… ―, sussurrò lui avvicinandosi alla ragazza. Le morse poi il collo con delicatezza e le diede un colpetto con il naso.

― Adoro quando pensi alle cose che abbiamo fatto insieme a Parigi… ―.

Caroline arrossì ma non poté evitare che una sorta di calore le salisse su per le gambe.

I giorni a Parigi in compagnia di Klaus erano stati a dir poco fantastici. Caroline, che all’inizio della loro storia aveva pensato che Klaus non fosse la persona adatta a donarle la felicità, si era dovuta ricredere. Lui era stato magnifico, magnifico come cicerone della città, magnifico come compagno di viaggio e, non di minore importanza, magnifico a letto (ma su questo lei non aveva mai avuto dubbi). Il risultato era che ormai era perdutamente ed incondizionatamente innamorata di lui.

Ma sarebbe riuscita ad affrontare le altre persone della sua vita? Sua madre che l’aveva cercata ogni giorno e che era rimasta inorridita quando le aveva finalmente detto dov’era e soprattutto con chi era; Bonnie ed Elena; poi Matt, Tyler…

Era convinta che loro non l’avrebbero mai compresa, non avrebbero mai creduto nel loro amore.

Ma il loro amore era vero, incredibilmente vero e l’avrebbe dimostrato a tutti, a tutta Mystic Falls.

Quando l’insegna della città fece capolino davanti ai suoi occhi, Caroline ebbe un tuffo al cuore e finalmente si accorse che stava per arrivare il difficile, il momento tanto temuto.

Mentre la macchina su cui sedeva entrò nella sua cittadina natia, così grigia e nuvolosa, così diversa dal dorato di Parigi Caroline capì che il sogno era finito ed ora iniziava la vita vera.

Klaus si agitò impercettibilmente e Caroline sospirò. Rimasero in silenzio mentre l’auto si fermava di fronte a casa della ragazza. Caroline rimase immobile qualche istante, prima di scendere.

Si voltò verso Klaus e fece per dire qualcosa ma lui la anticipò: ― Sai già tutto Caroline, ne abbiamo parlato tante volte. Trova il momento giusto per dire a tua madre che verrai a stare da me, ma trovalo ―.

Il tono del suo amato non ammetteva repliche. Caroline annuì e scese dall’auto. Prontamente l’ibrido alla guida le aprì il bagagliaio e l’aiutò con le valige. Klaus rimase fermo, gli occhi persi fuori dal finestrino.

Non la guardò, mentre Caroline suonava al campanello di casa sua. Lei si voltò per cercare gli occhi del compagno ma l’auto si era già allontanata e così il suo amato Klaus.

Caroline sospirò e si torturò le mani mentre aspettava che sua madre venisse ad aprirle la porta di casa.

Momenti interminabili che sembrarono ore, ma finalmente lo sceriffo Forbes aprì. Lo stupore che si lesse sul suo viso fu niente rispetto all’ansia che provava Caroline in quel momento.

― Ciao mamma ―, disse semplicemente.

Sua madre la fissò per lunghi istanti e poi rispose: ― Bentornata a casa Caroline ―.

 

N.d.A. : Ciao a tutte mie carissime lettrici (e anche miei carissimi lettori, se ci siete battete un colpo), come avevo di recente promesso sono tornata con il seguito di “Adesso sei mia”, che invito a leggere per chi avesse intenzione di seguire questa storia e non l’avesse ancora fatto. Questo proseguimento, che spero con tutto il cuore possa suscitare la vostra stima e il vostro interesse, non segue propriamente lo sviluppo a cui è giunto il telefilm al momento poiché Stefan ha ancora le bare e fratelli sono ancora stati liberati. Detto questo spero che mi seguirete, recensirete e apprezzerete questa storia come avete fatto con la fic “Adesso sei mia”.

Aggiungo solo una cosa: W Caroline and Klaus!!! (magnifici nella 3x14).

 

Vostra,

Lua

 

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Capitolo 2
*** Perchè sei tornata, Care? ***


― 2. Perché sei tornata, Care? ―

 

La giovane vampira si torturava le mani mentre sedeva nel salotto di casa sua, con sua madre a fianco.

Lo sceriffo Forbes aveva faticato a dire anche poche parole da quando Caroline era rientrata in casa, ormai da un’ora circa.

Caroline teneva gli occhi bassi ma ad un certo punto li rialzò e prendendo fiato decise di rompere quel silenzio pesante creatosi tra lei e sua madre.

― Mamma scusami. Ti ho lasciata qui da sola senza avvisarti, mi sono comportata in un modo veramente orribile ma voglio spiegarti tutto ―.

La donna rimase in silenzio, il viso coperto dalle mani. Lentamente scosse la testa.

― Sei mia figlia, non posso fare altro che ascoltarti anche se ultimamente mi hai dato solo dolori ―.

La sicurezza di Caroline vacillò a quelle parole; si morse un labbro.

― Mamma so che non mi merito il tuo perdono ne la tua comprensione ma… Quando sono scappata da qua l’ho fatto per un motivo. Volevo fuggire da Klaus ―.

Liz Forbes si agitò sul divano e finalmente guardò la figlia negli occhi.

― Volevi fuggire da lui ma poi ci sei andata in vacanza? ―.

Caroline si alzò in piedi, agiata.

― E’ tutto così complicato da spiegare… Volevo fuggire da Klaus ma in realtà stavo fuggendo dai miei sentimenti, non volevo accettare il fatto che fossi innamorata di lui, per tutto quello che lui era stato e che aveva fatto! ―.

Anche lo sceriffo si alzò; ― Caroline come puoi essere innamorata di lui! Tu sei solo una ragazzina, lui un uomo, anzi magari lo fosse, è un vampiro contorto, pazzo e meschino! ―, urlò la donna.

― Mamma anche io sono una vampira! ―, rispose Caroline. Gli occhi le si riempirono di lacrime.

― Con chi pensi mai che potrò stare nella mia vita? Di sicuro non con un umano, Klaus mi ama e mi comprende come nessuno a mai fatto e io sono convinta di quello che provo per lui e soprattutto di quello che lui prova per me ―.

Liz si avvicinò alla figlia; i pugni delle mani chiusi.

― Ben presto capirai che quello che provi per lui non è amore. Certo, capisco la bellezza di una città come Parigi, il fatto che lui fosse solo con te, deciso a comportarsi in una certa maniera con te. Ma lui è un pazzo sanguinario Caroline e non ti ama ―.

La ragazza non trattenne più le lacrime.

― Mamma ti dimostrerò che non è così… ―.

― Benissimo, il giorno in cui riuscirai a dimostrarmelo io cambierò idea. Te lo prometto, e tu potrai vivere liberamente la tua storia con lui ―.

Caroline si strofinò gli occhi con le mani. ― Io desidererei tanto… ―.

― Cosa? ―

― Abbracciarti ―, rispose Caroline guardando negli occhi sua madre.

Lo sceriffo Forbes cedette e leggere lacrime presero a scendere anche dal suo volto.

Tese le mani e Caroline si fiondò tra le sue braccia.

― Mi sei mancata tanto, mamma! ―.

 

Caroline ripose i vestiti nell’armadio e sospirò. Aveva finito, aveva svuotato tutte le valige con gli abiti che aveva acquistato a Parigi e li aveva riposti in camera sua. Si abbandonò sul letto e pensò che in realtà quei vestiti erano stati tutti acquistati da Klaus.

Un sorriso le increspò le labbra quando ripensò ai momenti passati insieme davanti alle vetrine parigine. Lei si fermava di continuo ma lui non la rimproverava mai…

― Oddio! Quel vestito è favoloso ―; i suoi occhi da ragazza luccicanti di fronte ad un meraviglioso abito rosso.

― Questa Caroline è la centesima vetrina in cui ti fermi―, aveva risposto Klaus sorridendo.

Lei si era voltata verso di lui e gli aveva appoggiato una mano sul petto; ― Scusami Klaus, non posso fare altrimenti ―.

Lui aveva baciato la sua mano; ― E non devi ―, aveva risposto, prima di entrare nel negozio ed acquistare quel vestito.

Nonostante questo, proprio non aveva trovato il coraggio di distruggere nuovamente il cuore di sua madre dicendole che sarebbe andata a vivere da lui. Per questo aveva bisogno di più tempo, aveva bisogno di riprendere il contatto con la realtà.

Lentamente, sull’onda di questi pensieri, si addormentò, per la prima volta da sola dopo quasi due mesi.

 

La sua mano vagò sul letto alla ricerca del torso morbido e bianco del compagno ma con sgomento si ricordò che lui non c’era. Caroline si passò una mano tra i capelli biondi e li scosse, quella mattina Klaus non l’avrebbe salutata con il solito “Buon giorno dolcezza”. Si alzò e scrollandosi di dosso la brutta sensazione di non avere più lui nel suo letto, si alzò.

Quel giorno aveva da fare alcune cose.

Uscì di casa indossando occhiali scuri ed infilando le chiavi nella sua Fiesta si diresse verso la scuola di Mystic Falls. Si, purtroppo doveva andare a scuola ed aveva molto da recuperare.

Un senso quasi di nausea l’avvolse quando parcheggiò davanti all’edificio e vide scorrere davanti a lei le vite normali di tante ragazze le cui madri il massimo di cui si sarebbero dovute preoccupare è che sua figlia non uscisse con un drogato.

“ Uno, due, tre, quattro, cinque… Caroline ce la puoi fare, dopo tutto sei mancata soltanto un mese e mezzo!”, pensò la ragazza restia ad uscire dal guscio protetto della sua auto.

Finalmente si riscosse, aprì e la portiera e si gettò nel suo vecchio mondo.

Che sbadata, non sapeva minimamente che lezione avesse quella mattina e quasi non si ricordava più le classi. Con un tuffo al cuore vide passare Matt per il corridoio brulicante di studenti.

Lei fece un cenno e lui quasi stentò a riconoscerla.

― Care? Sei proprio tu? ―, chiese avvicinandosi.

― Matt! Certo che sono io… perché? ―, chiese Caroline alzando le mani al cielo.

― No è che… si diceva che tu non tornassi più ―.

Il cuore di Caroline perse un colpo. ― Chi lo diceva ―.

― Un po’ tutti qua… Ma Care, perché sei tornata? ―.

Quella domanda la lasciò senza parole. Avrebbe voluto rispondere che quella era casa sua, che era tornata per loro, per… L’avevano dimenticata? L’avevano così facilmente esclusa dalle loro vite?

Matt fece per allontanarsi ma Caroline posò una mano sul suo polso.

Lo guardò negli occhi. ― Questa è casa mia. Che lezione abbiamo? ―.

Leggermente sconcertato Matt le fece cenno di seguirlo e rispose: ― Geografia ―.

 

Appena la lezione finì Matt cercò di dileguarsi tra gli studenti ma Caroline lo tallonò; ― Matt mi stai evitando per caso? ―.

Lui si bloccò e scrollò le spalle. ― Caroline io non so cosa dirti. Te ne sei andata da qua senza dare spiegazioni, insieme a quel pazzo maniaco che ha cercato più volte di mettere in pericolo le nostre vite e adesso torni come se niente fosse ―.

― Matt hai ragione, vi devo delle spiegazioni. Ma io sono sempre io, sono Caroline, non sono affatto cambiata! ―.

Matt la scrutò con i suoi occhi celesti. ― Io non penso che sia così ―, rispose. Si allontanò poi lasciandola sola in mezzo alla marea di studenti.

Finite le difficili ore scolastiche, in cui aveva potuto sopravvivere solo facendo ricorso ai ricordi del suo maggior acculturato amato che erano diventati suoi grazie ai loro frequenti scambi di sangue, Caroline salì in macchina e tirò un sospiro di sollievo. Era stata una tortura vedere come tutti la guardassero con stupore e sussurrassero alle sue spalle. “Guarda è tornata Caroline Forbes! Ma non era scappata con quello strano tipo che si è trasferito in città da poco?”

Se questo non fosse apparso ovviamente contrario a tutti i suoi principi morali avrebbe volentieri spaventato quelle galline invidiose.

Nonostante questo lei non poteva certo rilassarsi. Anzi, aveva da fare ancora la cosa più difficile: parlare con Bonnie e possibilmente anche con Elena. A scuola non le aveva viste ma sperò di trovarle a casa. Decise di andare prima da Bonnie, era stata l’ultima persona che aveva visto prima di andarsene ed anche se quella notte non sembrava intenzionata a perdonarla per i suoi comportamenti con Klaus l’aveva comunque aiutata.

Prima di parcheggiare l’auto davanti casa dell’amica, però, il suo cellulare prese a suonare.

Sul display lampeggiava un nome: Klaus.

― Ehi! Come va? ―, chiese Caroline. Le sembrava molto strano parlare al telefono con Klaus visto che non era mai successo prima . Si ritrovò quasi imbarazzata.

Sei agitata. Cosa stai facendo? Hai parlato con tua madre? ―.

Caroline accostò per parlare con lui.

― Si le ho parlato, beh, deve riprendersi ancora per il fatto che io sono stata via quasi due mesi con te… ―.

Caroline, le hai detto quello che dovevi? ―, il suo tono era duro, quasi autoritario.

― No Klaus, ho bisogno di tempo, non voglio turbarla ancora per il momento ―.

Maledizione Care! Non posso aspettare che tua madre passi per il periodo dell’accettazione e poi arrivi a quello del perdono. Ti voglio qui adesso ―.

― Klaus devi avere pazienza! Non è che tutti possono fare e agire come vuoi tu! ―.

Caroline percepiva la sua rabbia anche se non era li con lei.

Non farmi arrabbiare Caroline ―, concluse Klaus chiudendo la chiamata.

Caroline rimase interdetta con le mani appoggiate sul volante.

Negli ultimi due mesi aveva fatto i conti solo con la parte romantica ed innamorata di Klaus dimenticandosi quasi completamente dell’altro suo aspetto: quello violento e schizoide.

Con amarezza capì di essere precipitata bruscamente a terra, cadendo dalla nuvoletta rosa di cupido.

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Capitolo 3
*** Una buona giornata? ***


― 3. Una buona giornata? ―

 

Caroline suonò a casa di Bonnie, non prima di aver tentato di fare qualche esercizio di rilassamento.

“ Andrà tutto bene, andrà tutto bene…” si ripeteva continuamente nella mente.

Quando l’amica aprì la porta, il suo sguardo già le disse che la stava aspettando.

― Forza Caroline, entra ―, disse la strega con voce piatta.

― Bonnie io… ―, biascicò Caroline.

Bonnie non rispose e fece cenno alla ragazza di entrare. Caroline non si fece ulteriormente pregare e varcò la porta.

― Ecco Bonnie, io, posso spiegarti tutto, anzi voglio spiegarti tutto, non è che come pensate tutti, cioè… ―.

Con un gesto della mano Bonnie la zittì; ― Ok Caroline calmati, so già quello che stai cercando di dirmi ―. Da un cassetto di una cassapanca Bonnie tirò fuori un plico di fogli.

― Ecco, questo vuoi dirmi. Me l’hai già più volte anticipato con queste… cartoline, fotografie. Klaus è magnifico, Klaus non è un fanatico con manie di grandezza, no Klaus è un tenero orsacchiotto! Non è forse questo che vuoi dirmi, Care? ―.

― Ecco… In un certo senso… ―, rispose Caroline agitando le mani in aria. Il volto e soprattutto gli occhi di Bonnie erano severi e la sua vecchia amica non sarebbe certo rimasta li ad ascoltarla mentre lei snocciolava le qualità del suo fidanzato.

La strega sbuffò e si sedette sul divano del salotto.

― Il fatto è che voi non avete capito niente ragazze, e non sto parlando di te, mi riferisco anche ad Elena. Stefan, Damon, Klaus, nessuno di loro è un tipo raccomandabile eppure voi ve ne siete innamorate. Ma come avete fatto? ―; Bonnie alzò le spalle.

Caroline si sedette a sua volta, stranita dalla piega che stava prendendo la conversazione. Sembrava Bonnie quella sul punto di uno sfogo e non lei.

― Io non so come sia potuto accadere ma è successo. L’amore è fuori dal nostro controllo, Bonnie ―.

Bonnie chiuse gli occhi. ― Mi dispiace per te Caroline ma la vostra razza crea danni a dismisura. Da quando tu te ne sei andata con Klaus Stefan ne ha approfittato, ormai anche lui è senza controllo ―.

― Lo so ―, rispose Caroline.

― Klaus ora che è tornato non starà certo a guardare, si vendicherà. E a rimetterci ci sarà sempre qualche innocente ―.

― Bonnie io non voglio che succeda niente di male a nessuno ―.

La strega la guardò. ― Caroline tu stai con lui, ti schiereresti mai contro di lui? ―.

Lo sguardo della strega non la lasciava, sembrava voler indagare nel profondo della sua anima.

― Si, se mettesse ancora in pericolo la vita di qualcuno che amo lo farei ―, rispose, sostenendo lo sguardo. 

― Sei sincera ―, disse Bonnie, e non era una domanda.

― Bonnie Klaus mi ascolterà, io so che in lui c’è un parte oscura, incontrollata, ma conosco anche il suo volto gentile ed è a quello che parlerò ―.

Bonnie scosse la testa. ― Non ci credi neppure tu Caroline ―.

― Cosa stai dicendo? … ―.

― Se anche l’amore che lui prova per te fosse sincero, questo non basterà a farlo desistere dai suoi propositi, non dopo secoli di vita passati a fare ed ad ottenere quello che vuole.

Hai capito o no Caroline che sono preoccupata per te? ―.

― Si l’ho capito e ti ringrazio, ma non devi Bonnie, non ho nulla da temere ―.

Caroline non voleva certo farsi sopraffare da certe argomentazioni, ma dentro di lei sapeva che quelle erano le stesse paure che l’avevano spinta ad allontanarsi da lui e a scappare qualche mese prima.

Scosse la testa e cercò di non pensarci.

― Elena… Come sta? ―, chiese.

― E’ scossa Care, e incredula. Non pensa affatto che quello che c’è tra te e Klaus… ―.

Caroline scosse la testa. ― Lo immaginavo. Non può crederci visto che lui ha ucciso sua zia Jenna, eppure lei prova qualcosa per Damon, che non è certo un santo, così come non lo è Stefan.

Io voglio parlarle ―.

― Non credo che sia una buona idea Care ―.

― Perché? Insomma eravamo migliori amiche, non può aver improvvisamente accantonato la nostra amicizia ―.

― Ti ricordo che sei fuggita con l’assassino di sua zia ―, rispose Bonnie.

Caroline abbassò la testa, sapeva che non sarebbe stato facile, ma non si sarebbe certo arresa.

Alzò gli occhi e li piantò su Bonnie; ― Ti prego parlare. Facci incontrare ―.

― Non voglio entrarci in questa storia Caroline, risolvetevela da sole ―.

Caroline si alzò in piedi e fece per andarsene. Poi si girò e guardò la strega.

― Bonnie, siamo ancora amiche? ―, chiese.

La ragazza rimase in silenzio per alcuni istanti, poi rispose: ― Anche se non approvo le tue scelte, si lo siamo. E va bene, proverò a parlare con Elena ―.

Il viso di Caroline si illuminò di gioia, si avvicinò a Bonnie e senza preavviso l’abbracciò; ― Grazie mille… Ti voglio bene… ―.

― Anche io te ne voglio, pazza che non sei altro ―.

 

Guidando verso casa, Caroline si sentiva felice.

Nonostante il piccolo diverbio telefonico avuto con Klaus, era contenta perché la sua amica Bonnie teneva ancora a lei e alla loro amicizia.

Sorrideva ancora mentre parcheggiava la sua Fiesta davanti a casa e dovette considerare che in fondo come primo giorno nella sua vecchia vita non era andato poi così male.

Entrò in casa e trovò sua madre che stava preparando la cena, non scaldando cibi precotti come era solita fare, ma una cena vera.

― Ciao mamma ―, la salutò.

Sua madre si voltò e le sorrise mestamente. ― Sto preparando la cena, tra poco sarà pronto ―, disse.

Caroline ricambiò il sorriso e non aggiunse altro, sapeva che sua madre stava facendo tutto quello per lei, perché era felice di riaverla a casa, nonostante sua figlia fosse una vampira che sarebbe potuta sopravvivere con una buona scorta di sangue.

Appoggiò borsa e cappotto ed entrò in cucina per apparecchiare la tavola. In quel momento, però, qualcuno suonò al campanello.

Sua madre e Caroline si guardarono; ― Vado io ―, disse Caroline.

Aprì e la porta e con sorpresa si trovò di fronte Klaus.

― Ciao… Non ti aspettavo, comunque è bello vederti ―, disse Caroline con il batticuore.

L’ibrido aveva il viso accigliato e chiuso.

― Non mi fai entrare? ―, rispose lui, guardandola fisso negli occhi.

― Non è il caso, c’è mia madre, non credo che la prenderebbe bene ―.

Klaus abbassò lo sguardo e sogghignò, ― Ancora questa storia Care? In ogni caso non mi serve il tuo invito per entrare, ho già accesso a questa casa ―.

Il cuore di Caroline divenne di pietra.

― Ti ho detto che adesso non puoi entrare ―, rispose, risoluta.

― Care? Che succede? ―, chiese sua madre dalla cucina.

Klaus sorrise, ― Facciamo sapere a mammina chi c’è qua ―.

Scostò Caroline ed entrò.

― Ehi che diavolo fai? ―, protestò Caroline ponendosi di fronte a lui.

Klaus abbassò gli occhi sul viso di lei; ― Amore mio, perché mi impedisci di entrare in casa tua? ―.

― Ti stai comportando in modo meschino ―, rispose Caroline sostenendo lo sguardo.

― Oh, sceriffo Forbes! Sua figlia non voleva che io entrassi in casa, ci deve essere un malinteso. E’ giusto l’ora di cena ―, disse Klaus sorridendo di sbieco mentre Liz capolino.

Caroline si sovrappose tra lui e sua madre, improvvisamente impaurita.

Klaus la guardò, quasi incredulo.

― Hai paura di me… ―, disse, ― Ti è bastato un giorno in mezzo a queste pecore ed hai di nuovo paura di me ―.

― Esci da casa mia e ne parliamo ―, rispose Caroline.

Klaus scosse la testa e con espressione turpe uscì.

Caroline lo seguì ma l’ibrido si stava già allontanando.

― Klaus aspetta! ―, esclamò Caroline.

L’ibrido si fermò e si voltò di scatto verso di lei, con il dito proteso come ad incriminarla.

― Non dire una parola Care, tanto leggo nella tua testa. Tu non vuoi venire a vivere con me, non è così? ―.

Caroline abbassò lo sguardo e non rispose.

― E’ così. Dovevo aspettarmelo. Sei come tutti gli altri ―, la voce di Klaus era rotta.

La vampira lo guardò. ― Non è vero! Ho solo bisogno di tempo ―.

Klaus l’afferrò per un braccio e strinse. ― Tempo per cosa? Non ti è bastato quello che abbiamo passato insieme? ―.

― Lasciami! ―, gridò Caroline, ― Mi fai male! ―. Klaus la lasciò ma continuò a guardarla senza risparmiarle il suo disprezzo.

― Tu non mi ami affatto ―, continuò Klaus.

― Non dire sciocchezze, Klaus! ―, esclamò Caroline sull’orlo del pianto.

― Non mentirmi tu invece. Evidentemente non eri ciò che speravo. Addio Caroline ―.

Caroline rimase senza parole, interdetta, in conflitto tra la disperazione e la rabbia.

Poi prese il sopravento la rabbia.

― E allora vattene! ―, gli gridò dietro mentre lui spariva alla velocità della luce.

Caroline dovette ricredersi, quella giornata era stata pessima.

 

La notte non riuscì a dormire, mentre le ore non passavano e si facevano beffe di lei.

Ma ebbe il tempo per pensare. No, non si sarebbe chiusa in casa a piangere il suo amore perduto, non avrebbe rimuginato sui loro bei momenti passati insieme. Non avrebbe dato la soddisfazione di far capire a Klaus che si era sbagliato, che lei lo amava sul serio.

Sarebbe uscita di casa e si sarebbe ripresa in mano la sua vita.

Caroline Forbes sarebbe tornata quella di una volta.

 

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Capitolo 4
*** Una ***


― 4. Una “piacevole” serata al Grill ―

 

Era stata la reginetta di Mystic Falls ed era sicuramente una delle più belle ragazze della scuola. Inoltre essendo una vampira non era minata dai problemi delle ragazze comuni, i pori dilatati, i chili di troppo, la cellulite. No lei, Caroline Forbes, era perfetta.

Se ne ricordò mentre varcava l’ingresso della scuola, spingendosi ad essere sicura di se stessa e non spaventata. Costringendo i pensieri negativi lontano da lei.

Indossò per l’occasione della sua rinascita un vestito color rosa salmone comprato a Parigi, da chi non aveva importanza. In pendant si era messa orecchini dello stesso colore e occhiali da sole.

Come il giorno precedente vide Matt nel corridoio, questa volta era insieme a Bonnie. Li raggiunse sorridendo e si pose in mezzo a loro.

― Ciao ragazzi, come va? ―.

Matt la guardò leggermente stranito ma non poté non gettare un occhiata alla sua figura perfetta sotto al vestito che lasciava scoperte tutte le gambe.

Bonnie invece le gettò un occhiata indagatrice.

― Sembra bene per te ―, rispose.

― Infatti! Sto benissimo ―, commento Caroline sorridendo.

Prese entrambi sottobraccio e chiese: ― Allora? Che lezione abbiamo adesso? ―.

Matt biascicò qualcosa di incomprensibile e Bonnie rispose: ― La tua materia preferita, storia! ―.

Caroline fece finta di niente e si avviò con i compagni in classe.

Alla fine della lezione Caroline si avvicinò a Bonnie e le chiese: ― Hai sentito Elena? ―.

La strega sospirò e disse: ― Si, ma al momento non è intenzionata a vederti ―.

Caroline scosse la testa; ― Bonnie deve! Questa sera al Grill ―.

Bonnie scosse la testa, poco convinta; ―Non credo che… ―.

― Ma si invece! Faremo così, non le dirai che ci sono anche io ―.

Bonnie la guardò negli occhi chiari; ― Caroline non è corretto ―.

― Al diavolo, è per un giusta causa ―.

― Eh va bene, stasera al Grill alle 21 ―, si arrese Bonnie.

Caroline sorrise soddisfatta e si voltò verso Matt che stava tentando di sgattaiolare via.

― Ci sarai anche tu, vero Matt? ―, chiese con occhi luccicanti.

Lui tentennò, poi rispose: ― Sono di turno stasera ―.

― Ottimo! ―, rispose Caroline.

Matt scosse la testa e si allontanò, sorpreso.

 

Caroline era decisa a non lasciarsi trasportare dalla tristezza e dal risentimento quella sera, al Grill.

Voleva essere allegra, voleva recuperare il rapporto perso con Elena.

Quando entrò nel locale individuò subito le due ragazze, Bonnie ed Elena, sedute ad un tavolo. Elena dava la schiena all’ingresso quindi non la vide subito arrivare; Bonnie invece la notò e le lanciò un occhiata penetrante.

Caroline si avvicinò al tavolo e si schiarì la voce.

Elena si voltò e la vide; rimase a bocca aperta e poi guardò Bonnie in una muta domanda.

― Vi lascio sole? ―, chiese la strega.

― Non è il caso, io… ―, si oppose Elena.

― Si è una buona idea Bonnie ―, si intromise Caroline. La vampira si sedette poi velocemente nel posto lasciato da Bonnie.

Tamburellò con le dita sul tavolo di legno, prima di parlare.

― Elena so che ce l’hai con me, ma non devi ―, disse Caroline tutto d’un fiato.

Elena scosse la testa; ― Caroline te ne sei andata con il mio peggior nemico, non penso che ci sia bisogno che io ti ricordi che ha ucciso mia zia, distrutto la vita a Stefan… ―.

― Lo so, lo so… ―, rispose Caroline, sentiva che presto la sua aria da dura avrebbe scemato come neve al sole.

― Ma io non avevo alcuna intenzione di tradire nessuno. Mi sono innamorata, è stato incontrollabile ―, riprese, abbassando lo sguardo. Un dolore, paragonabile ad uno stiletto piantato nella sua fronte fece capolino quando l’immagine di Klaus e del loro amore comparve nella sua mente.

― E adesso Caroline? Starai con lui, lo appoggerai nei suoi piani, nella sua volontà di creare ancora ibridi con il mio sangue? ―.

La vampira alzò la testa e guardò l’amica; ―No! Non potrei mai, io non ho mai voluto tradirti! Elena per me sei sempre stata come una sorella… ―.

― Anche tu eri come una sorella per me, Care ―, rispose Elena facendo per alzarsi.

Caroline appoggiò una mano sulla sua e la trattenne.

― Come la metti tu con Damon? O con Stefan? Mi pare che entrambe abbiamo delle cose da farci perdonare ―.

Elena si bloccò, risedendosi.

― Hai ragione Caroline, ma io adesso non so se riuscirò a fidarmi ancora di te ―.

Caroline scosse il capo; ― Non hai motivo, io e Klaus ci siamo lasciati ―.

Elena le rivolse uno sguardo sconcertato. ― Cosa? ―.

― Si… lui ovviamente non accetta che io abbia un libero arbitrio. Da quanto siamo tornati da Parigi è diventato irascibile, pretenzioso ―.

― Care vorrei dirti mi dispiace ma non ci riesco ―, rispose Elena.

A Caroline sfuggì una lacrima.

― Lo so ―, disse, ― Io vorrei solo berci su se sei d’accordo. Bere sopra a tutti i nostri casini ―.

Elena rimase per un attimo incerta, nel limbo tra il moralismo e il buon nome dell’amicizia e della sorellanza.

Infine disse: ― Okay, ordiniamo due tequila ―.

Caroline sorrise e si asciugò la lacrima scesa.

 

Al quarto tequila Caroline ed Elena ridevano senza ritegno.

A loro si era ovviamente unita Bonnie, ma era rimasta al primo tequila, e Matt che aveva finito il turno ed aveva deciso di lasciarsi un po’ andare.

I quattro ragazzi parlavano di cose che capivano soltanto loro, stretti al tavolino di legno del Grill.

Caroline si era avvicinata a Matt ed insieme scherzavano di alcuni momenti passati.

― Matt ti ricordi quanto tua madre ci sorprese mentre… beh dai, ricordi cosa stavamo facendo! ―.

Il ragazzo bevve un altro sorso dal suo bicchiere; ― Come potrei dimenticarmi? Più imbarazzato di così! ―.

Caroline rise come se la cosa fosse molto divertente e persino Elena la seguì a ruota. Bonnie si chiese perché era sempre lei quella che doveva mantenere il lume della ragione.

― E ragazzi vi ricordate quella volta, in terza media, quando ci hanno costretti a fare quella ridicola recita e ad indossare quei costumi orrendi!!! ―, esclamò Caroline appoggiando il braccio e la testa su quello di Matt e ridendo sguaiatamente.

― Si! ―, rispose Elena, ― Oddio io ero vestita da pianta grassa, terribile! ―.

― E tu Matt da cosa eri vestito? ―, chiese Caroline, guardando il ragazzo.

Bonnie scosse leggermente la testa, Caroline era fuori di sé. Si comportava in modo provocatorio nei confronti di Matt e qualcosa le disse che le cose non sarebbero andate a finire bene quella sera.

Quel sentore divenne una conferma quando vide entrare Klaus al Grill. Il cuore di Bonnie prese a martellare nel petto mentre sperava con tutta sé stessa che lui non si accorgesse di loro.

Ovviamente mai speranza fu più vana di questa.

Klaus li individuò subito e la sua espressione quando vide Caroline Bonnie la giudicò come rapita. Ma il suo viso era fermo in una smorfia di disappunto e i suoi occhi agitati, non promettevano niente di buono.

La strega cercò di attirare l’attenzione dell’amica; ― Ehi Caroline… c’è qualcuno che ti sta fissando piuttosto insistentemente ―, disse Bonnie indicando con gli occhi Klaus.

Caroline, ubriaca oltre ogni dire, non la comprese.

― Ma di chi stai parlando Bonnie? Chi è che mi fissa? ―, rispose ad alta voce.

Si voltò e vide Klaus fermo al bancone del Grill. Il suo volto ridivenne improvvisamente sobrio, mentre si girava nuovamente verso i compagni.

― Oh mio Dio… ―, biascicò.

― Che c’è ragazzi? Perché siete diventati improvvisamente noiosi? ―, chiese Elena.

Bonnie e Caroline rimasero in silenzio; Matt aggiunse: ― Davvero ragazze, che succede… ―.

― Ma che gradevole sorpresa! Ero giusto uscito per farmi una bevuta ―, esordì Klaus dirigendosi verso il loro tavolo e guardando Matt.

Caroline abbassò gli occhi sul tavolo.

Elena si alzò, tentennando. ― Okay, è stata una bella serata credo… Credo sia ora di andare a casa ―.

― Così presto? ―, chiese Klaus con un finto sorriso.

Caroline manteneva la testa bassa, quasi appoggiata al tavolo; Matt le appoggiò una mano sui capelli e chiese: ― Caroline ti senti bene? ―.

― Per niente, andiamo a casa ―, rispose la bionda.

― Quanta fretta tesoro, beh, almeno lasciami il tuo amichetto, come ho già detto ho voglia di farmi una bevuta ―.

Bonnie impallidì, Elena quasi cadde a terra e Caroline alzò finalmente la testa.

Il suo viso sembrava veramente arrabbiato.

― Non ci pensare neanche! Se ce l’hai con me, prenditela con me ―.

Klaus abbassò leggermente la testa e si mordicchiò il labbro, sorridendo.

― Dammi una valida ragione perché io debba avercela con te, tesoro ―.

Caroline rimase per un attimo spiazzata.

― Pensi di essere così importate? ―, riprese Klaus.

Quelle parole la ferirono e Caroline si alzò dalla sedia; ancora mezza sbronza fece per uscire.

― Andiamocene ragazzi, la serata è finita ―, disse.

― Allora non hai capito, dolcezza ―, riprese Klaus.

Bonnie pensò di fare qualcosa, tirare in ballo un incantesimo per farli uscire da quella situazione spiacevole, ma proprio in quel momento arrivò Stefan.

― Stefan! ―, esclamò Elena.

― Che sta succedendo qua? ―, chiese il vampiro.

― Oh bene! Giusto tu mancavi all’appello… ―, rispose Klaus corrugando la fronte.

Le cose si stavano per mettere male.

― Andiamo fuori a parlarne ―, riprese Stefan, sicuro di sé.

― Io non ho nessuna intenzione di parlare con te. Anzi, una cosa voglio dirtela: Ridammi ciò che mi appartiene o lentamente ogni persona presente questa sera morirà ―.

― Non lo faresti ―, rispose Stefan.

― Non mettermi alla prova ―.

Caroline non credeva alle sue orecchie, il suo cuore già frantumato si ruppe ancora di più.

Klaus lanciò un ultima occhiata all’avversario e poi uscì dal Grill, infilandosi nella notte scura.

Senza pensarci, Caroline gli corse dietro.

― Klaus! ―, esclamò dirigendosi nell’oscurità del retro del locale.

Lui era di schiena e stava già andando via. Si fermò e voltandosi rivolse a Caroline un sorriso disarmante.

La ragazza si fermò, confusa dal suo comportamento.

― Tesoro, cosa c’è? Vedo che i tuoi dubbi erano infondati, tutta Mystic Falls ti ama ancora, sei contenta? ―.

― Io… ―, Caroline aveva ancora la mente annebbiata dall’alcool ma ancora di più era stranita dal comportamento di Klaus.

― Che diavolo pensavi di fare stasera? ―, chiese poi lei, con tono fintamente arrabbiato.

In realtà non riusciva ad essere realmente arrabbiata, aveva solo un gran malessere dentro.

Klaus camminando si avvicinò a lei; intorno a loro il buio più assoluto e il gracchiare di uccelli notturni in lontananza.

Il rumore più forte era quello dei passi di Klaus. Si fermò a pochi centimetri da Caroline e inaspettatamente pose il palmo della mano sulla sua guancia.

A quel contatto Caroline perse il respiro, mentre fissava il viso dell’ibrido così vicino al suo. Era bello ed allo stesso tempo tenebroso e riusciva ad annullare ogni cosa, anche la sua volontà.

― Vuoi che ti baci… ―, dedusse Klaus, ― E vedi Care, lo farei volentieri. Ma non vorrei che tu ti illudessi ―.

Caroline fissò i suoi occhi, confusa.

― Cosa stai cercando di dirmi? ―.

― Beh ―, riprese Klaus alzando gli occhi al cielo, ― diciamo che tra di noi non c’è mai stato ed è assurdo solo a pensare che potesse esserci stato, amore ―.

Caroline temette di crollare a terra e probabilmente se fosse stata ancora umana sarebbe successo.

L’ibrido tornò a guardarla e pose entrambe le sue mani intorno alla sua nuca.

― Piccola, dolce Caroline. Tra di noi non c’è stata altro che fame! ―.

Veloce come un lampo si avventò sul suo collo ma non la morse. Rimase con i suoi denti e le sue labbra puntate su di lei.

Si staccò poi improvvisamente, l’espressione nuovamente dura.

― E adesso vattene, prima che ti uccida ―, disse, scomparendo nella notte.

 

Caroline si ritrovò nel suo letto esausta, nonostante fosse una vampira si sentiva proprio come un umana, e un umana sbronza per di più. Le parole di Klaus non l’avevano soltanto scossa, l’avevano violentata. Ogni fibra del suo corpo era percorsa dai tremiti di un dolore accecante. Non le era mai capitato prima. Era la seconda notte di fila che non dormiva, ma decise che sarebbe stata anche l’ultima.

Il mattino dopo si recò a scuola decisa, ancora una volta, a dimenticare tutto. O per lo meno ad alleviare il dolore causatele dal suo ex re dei vampiri, Klaus.

Con un sorriso stampato sul volto si fermò a fianco di ogni persona, conosciuta o meno che incontrava in corridoio.

― Ehi ragazzi, questa sera c’è una festa al Grill. La organizzo io, quindi non mancate! ―.

Dopo aver informato all’incirca mezza scuola, Caroline incontrò Elena.

― Ah finalmente, volevo dirti che… ―.

Elena la fermò con la mano; ― So già tutto, stasera c’è una festa al Grill ―, sbuffò Elena.

― Ma ti sembra il momento di festeggiare? ―.

Caroline alzò le spalle; ― Ma certo! Devo festeggiare il mio rientro a casa ―.

Elena si avvicinò all’amica e parlò sottovoce; ― Ti sei già dimenticata quello che è successo ieri sera? Io no, ho un mal di testa micidiale ―.

La giovane vampira guardò Elena dritto negli occhi; ― Ovvio che no, ma non ho nessuna intenzione di farmi sopraffare da tutto questo. E’ ora che torniamo a divertirci Elena ―.

La ragazza alzò gli occhi al cielo; ― Io non riesco a divertimenti sapendo che quel pazzo di Klaus se ne va in giro a seminare minacce ―.

― Beh ―, rispose Caroline, ― Almeno provaci! ―.

Elena scosse la testa, mentre la vampira si allontanava.

 

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Capitolo 5
*** Festa al Grill! ***


― 5. Festa al Grill! ―

 

Organizzare feste in un pomeriggio non era affatto qualcosa di eccezionale per Caroline.

Aveva un talento innato per queste cose e si divertiva. In men che non si dica aveva anche trovato una band disponibile per la serata. Tutto questo la rendeva euforica.

La sera scartabellò il suo armadio per trovare qualcosa da mettere e scartò a priori ogni vestito regalatele da Klaus, troppo raffinati. Troppo parigini, troppo rimembranti.

Scelse invece una mini di jeans quasi inguinale e un top nero senza spalline. Ai piedi indossò stivali neri con tacco, alti quasi al ginocchio. Si rimirò allo specchio, mentre si truccava con l’eye-liner nero e dovette ammettere che il suo look quella sera era piuttosto trasgressivo.

“Chissenefrega!” pensò, prima di prendere la borsetta ed uscire.

 

Il Grill quella sera era veramente pieno zeppo di studenti e di imbucati. La maggior parte di loro non sapeva cosa avrebbe festeggiato ma quando c’era da divertirsi erano certamente pronti.

Caroline ammirò soddisfatta la perfetta riuscita della festa e salutò con una mano Elena e Bonnie appoggiate in un angolo con un drink in mano.

Si avvicinò a loro e Bonnie disse con tono tra l’esasperato e il divertito: ― La reginetta di Mystic Falls è tornata ―.

― Ben detto ragazze, in fondo abbiamo o non abbiamo diciotto anni? ―.

Bonnie ed Elena si guardarono, poi risposero all’unisono: ― Li abbiamo ―.

― Ottimo! ―, rispose Caroline battendo le mani.

― Ehi Caroline dove è finito il tuo bon-ton? ―, chiese poi Bonnie fissando la vampira da capo a piedi.

Caroline scrollò le spalle; ― Da qualche parte. Io vado a prendere da bere ―.

Si avvicinò al sovraffollato bancone del Grill ed ordinò una vodka liscia.

― Ummm, non sarà un po’troppo pesante per una ragazza come te? ―, chiese qualcuno al suo fianco.

Caroline si voltò e vide un ragazzo della sua scuola. L’aveva intravisto varie volte per i corridoi; aveva folti capelli neri e non era niente male.

La ragazza sorrise; ― Non direi, so reggere bene l’alcool ―.

Il ragazzo abbassò lo sguardo e rise; ― Dicono tutti così. Trevor, piacere. Tu sei Caroline Forbes giusto? ―.

― Esatto, Caroline Forbes in persona ―, rispose Caroline stringendo la mano che Trevor le protendeva.

Trevor la osservò con interesse, poi disse: ― Beh, se lo reggi così bene ti offro un altro drink ―.

La giovane vampira sorseggiò la sua vodka velocemente e ridendo rispose: ― Ci sto! ―.

 

Al terzo bicchiere Caroline non si sentiva affatto ubriaca ma su di giri sicuramente. Si accorse di ridere con entusiasmo ad una battuta di Trevor anche se non la ricordava.

Il ragazzo si era spostato più vicino e le aveva casualmente appoggiato una mano sul ginocchio; Caroline ne fiutò l’odore del sangue, le piaceva e la eccitava.

In fondo era una ragazza vampira di diciotto anni appena lasciata dal suo amante millenario; perché non avrebbe dovuto divertirsi un po’?

Il locale era talmente affollato che a fatica si passava e la musica era forte, ma Caroline decise di ballare.

Afferrò Trevor per una mano e gli chiese: ― Ti va di ballare un po’? ―.

Trevor sorrise; ― Con molto piacere ―.

Non appena si immisero nella ressa umana, però, Caroline perse di vista il suo nuovo amico e in mezzo a quella folla di odori diversi non riuscì ad avvertire più il suo. Lo cercò ma infine sconfitta e con la testa che le girava si diresse in bagno. Era pieno di ragazze ma con un secco ordine e con una dose di ammaliamento le fece uscire. Si appoggiò al lavandino con le braccia ed poi alzò il viso per guardasi allo specchio.

Ciò che vide non le comunicò altro che tristezza, si nonostante tutto aveva un viso piuttosto triste e insoddisfatto. Si ravvivò i capelli biondi e si passò una dose di lucidalabbra. Poi lanciò un lieve grido quando vide comparire un viso non suo nello specchio.

Klaus le sorrideva sadicamente.

― Ti è scappata la preda? ―, chiese.

Caroline si voltò di scatto, spaventata.

― Che ci fai tu qui… ―.

― Oh beh, quello che ci fai tu immagino. Cercavo qualcosa da bere ―.

La ragazza si guardò intorno e un sospetto prese piede nella sua mente; ― Che fine ha fatto Trevor? ―.

― Trevor? Si chiamava così? Penso che a quest’ora sia felicemente nell’altro mondo ―.

Caroline impallidì. ― Che diavolo stai dicendo? L’hai ucciso? ―.

― Perché ti stupisci, tesoro? Non c’è da sorprendersi, aspetta, forse volevi farlo tu? ―.

Klaus rideva, beffardamente.

Adirata, Caroline si slanciò contro di lui ma l’ibrido le immobilizzò le braccia con le mani.

― Ti odio Klaus! Non avevi nessun motivo per ucciderlo! ―.

― Non mi serve un motivo per uccidere qualcuno ―, rispose lui, serio.

― E comunque non è ancora morto, sono stato clemente, gli ho semplicemente preso un po’ di sangue e l’ho avvertito che se ti gira ancora intorno si deve infilare un paletto proprio qua ―. Con gli occhi indicò il suo cuore.

― Non avevi nessun diritto di rovinarmi la serata ―, riprese Caroline, ― questa festa l’ho organizzata io! ―.

― E non hai pensato di invitarmi? ―, rispose Klaus lasciandole le braccia ma attirandola contro di sé.

La vampira si trovò schiacciata al suo petto, il respiro le mancò.

Gli occhi di Klaus indagarono il suo viso e si fermarono sulle sue labbra. Caroline era combattuta tra voglia di scappare e quella di chiudere gli occhi e morire sulle sue labbra.

― Questo abbigliamento non ti si addice Caroline, ti fa sembrare… diversa ―, sussurrò Klaus con voce roca.

Infilò poi le sue mani sotto la mini di Caroline e le accarezzò gli slip.

― Lasciami subito il sedere, Klaus ―.

Lui rise, e poi la guardò dritta negli occhi: ― E tu non vestirti così, allora ―.

― A te non deve importare come mi vesto ―, rispose Caroline. In realtà un forte batticuore la stava scuotendo e avere Klaus così vicino le stava facendo perdere la testa. Non riusciva più a dare un senso ai comportamenti dell’ibrido. La sera prima le aveva detto che non l’aveva mai amata e adesso cosa cercava di fare? Tormentare la sua vita.

― Lasciami andare, Klaus ―, riprese Caroline.

Lo guardò e avrebbe desiderato in realtà che la tenesse li e le dicesse che l’amava. Invece la sua bocca rossa scese velocemente sulla sua e le sue mani le circondarono la nuca con forza. Klaus le aprì le labbra e la baciò con violenza. Caroline puntò i pugni contro il petto di Klaus ma lui non accennò a lasciare la sua bocca. Le succhiò un labbro fino a squarciarlo; uscì un leggero fiotto di sangue che Klaus leccò. Poi all’improvviso la lasciò e disse: ― Adesso puoi andare ―.

Caroline, offesa ed infiammata, colpì il viso di Klaus con una mano. Lui incassò il colpo e le sorrise. Poi Caroline uscì di fretta da li.

Se ne andò, lasciando la sua festa a metà.

 

                                                               ***

 

Caroline guardò le persone intorno a sé e fermò una coppia di anziane signore.

― Per favore, potrebbe farci una foto? ―, chiese.

Una di loro le sorrise e prese in mano la macchina fotografica.

― Dai Klaus vieni qui vicino a me, questa foto con la torre Eiffel dovrà essere fantastica perché ho intenzione di farci un ingrandimento! ―.

― Come vuoi Care, ma ti ricordo che ne abbiamo già fatte una ventina ―, rispose Klaus con un sorriso. Si avvicinò poi a lei e le circondò le spalle con un braccio. La guardò dritto negli occhi.

Caroline scosse leggermente la testa; ― Che c’è? ―, chiese.

― Sei bellissima ―, rispose Klaus.

Caroline arrossì leggermente; ― Signora siamo pronti! ―.

La donna ridacchiò; ― Vous êtes vraiment un beau couple ! . Dopodiché scattò la foto.

 

Caroline si svegliò di scatto, ansimando sul letto. Uno dei pregi di essere vampiri è che spesso si sognano eventi passati con dovizia di particolari. In quel caso per Caroline si rivelò essere un difetto. Si passò una mano sulla fronte, era sudata. Si alzò poi dal letto e si sedette alla scrivania del suo pc. L’accese e cliccò sopra una cartella sul desktop. Erano tutte le foto che avevano fatto insieme a Parigi lei e Klaus. I sorrisi si mischiarono alle lacrime mentre le riguardava.

Momenti indimenticabili che erano morti non appena avevano rimesso piede a Mystic Falls.

Caroline chiuse la cartella; cliccò con il tasto destro del mouse e raggiunse la voce “Elimina”.

Rimase immobile a fissare quella parola per qualche minuto. Doveva farlo, cancellare ciò che c’era stato tra loro per dimenticare, forse. Eppure non ci riuscì. I suoi occhi si riempirono di pianto e Caroline spense il pc.

Non riusciva a credere che la loro storia fosse realmente finita e che Klaus non l’avesse mai realmente amata.

O forse era proprio così, ma lei non poteva accettarlo.

Si trascinò fino all’alba tra ricordi nuovi e vecchi; non poteva evitare di pensare a quello che era successo quella sera al Grill. Klaus aveva giocato con lei, aveva addirittura fatto del male al ragazzo con cui lei stava filtrando. Eppure quando lui l’aveva baciata, senza preavviso, senza alcuna dolcezza, non era riuscita ad evitare che il suo corpo andasse in fiamme a quel contatto. Lo desiderava e sapeva che come lui non ci sarebbe mai più stato nessuno. E le mancava il suo sangue.

A Parigi avevano vissuto l’uno dell’altra, scambiandosi reciprocamente il sangue non avevano bisogno di altri donatori. Adesso Caroline avvertiva un crescente desiderio del liquido vermiglio di Klaus.

Scese al piano inferiore di casa sua, in cantina, dove teneva una piccola scorta di sangue pronta all’uso. Caroline strappò una sacca e bevve; si accorse di essere immensamente assetata.

Eppure questo non le bastò. Quando ebbe finito di bere non era sazia e ne voleva ancora. Svuotò tre contenitori e poi si piegò in due; un conato di vomito le salì alla gola e quasi tutto il sangue che aveva bevuto si riversò a terra.

“È disgustoso!”, pensò Caroline, “ Questo sangue è disgustoso!”.

Si passò poi una mano sulla bocca quando un pensiero disarmante attraversò la sua mente.

“Sarò morta, senza il sangue di Klaus”.

 

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Capitolo 6
*** Affamata ***


― 6. Affamata ―

 

Quando Caroline mise piede a scuola si trovò subito di fronte Elena.

Aveva le braccia incrociate al petto e la sua solita espressione grave.

― Dove sei sparita ieri sera? ―.

La giovane vampira si abbassò gli occhiali da sole che celavano le sue incredibili occhiaie.

Era impossibile che un vampiro avesse le occhiaie ma lei era forse l’eccezione.

― Ho visto Klaus e sono dovuta andare via ―.

Elena sospirò; ― Rovina sempre tutto lui ―. Fissò poi Caroline con maggior interesse.

― Sembri molto stanca, Care ―.

Caroline annuì con la testa; ― Lo sono. Evidentemente non devo più bere alcolici ―. Si passò poi una mano sulla nuca, aveva iniziato a farle male anche il collo.

― E’ normale per i vampiri stare così male? ―, riprese Elena.

Caroline alzò le spalle; ― Devi dirmelo tu, sei più esperta di me per quanto riguarda i vampiri ―.

Detto questo la vampira bionda si allontanò.

 

Aveva fame, si sarebbe mangiata qualsiasi cosa le fosse capitato a tiro. Si fermò davanti alle macchinette della scuola e osservò le “schifezze” che c’erano.

Acquistò poi due barrette di cioccolata, una brioche, un succo di frutta, un panino sottovuoto.

Si sedette e dopo circa cinque minuti era già spartito tutto nel suo stomaco.

Aveva ancora fame. Ovviamente quel cibo poteva solo darle l’impressione di saziarsi ma in quel momento non riuscì a fare neanche questo.

Caroline vide una ragazza entrare nel bagno delle alunne e senza pensarci oltre la seguì. Si chiuse la porta dietro le spalle e la studentessa che era appena entrata si voltò. Era più piccola di Caroline di qualche anno. Quando la vide le sorrise timidamente.

“ Non ha paura di me”, pensò Caroline, “Ovvio che no, non sa che io sono un vampiro. Inoltre non le farei mai del male”, si disse. Allora perché l’aveva seguita? Caroline si appoggiò al lavandino; non era da lei comportarsi così. Osservò ancora la ragazza che si stava lavando le mani.

Aveva i capelli sollevati con un nastro e il collo scoperto.

Caroline si accorse di guardarla con insistenza.

“ Ho fame!”, pensò disperatamente.

Con un scatto fulmineo si avventò al collo della ragazza senza darle il tempo di reagire. Succhiò il sangue giovane con foga mentre la sua preda gemeva, terrorizzata.

Poi il battito della ragazza iniziò a farsi più lieve, Caroline se ne accorse e come risvegliandosi da un incubo lasciò la ragazza. Era svenuta, ed era bianca come un lenzuolo.

― Oh mio Dio! Ma cosa ho fatto? ―, esclamò la vampira inorridita da sé stessa.

Cercò di scuotere la ragazza ma le aveva tolto troppo sangue; Caroline si lacerò il braccio e fece scorrere un po’ del suo sangue nella gola della ragazza. Poi aprì l’acqua dal rubinetto e con le mani ne gettò un po’ sul volto della giovane. Si risvegliò e Caroline sorrise; “ E’ ancora viva! Il mio sangue ha accelerato il processo di guarigione”.

La ragazzina le riservò però un occhiata talmente disperata a spaventata che Caroline si sentì morire. Le afferrò il viso tra le mani e la guardò negli occhi.

― Dimentica quello che è successo. Sei semplicemente svenuta il bagno ―, disse Caroline ammaliandola. Poi si gettò dell’acqua sul viso per togliere le tracce di sangue e uscì dal bagno.

 

Quello che aveva appena fatto la ripugnava. Certo non era una di quei vampiri che vivevano solo di sangue animale ma non era un’assassina.

Come era potuto accadere?

La fame.

Una fame fortissima che la stava dilaniando anche se aveva mangiato. La sentiva in ogni fibra del suo corpo, dai capelli ai piedi. E poi le bruciava la gola e i denti le dolevano.

Questo era quello che succedeva ad un vampiro quando smetteva di bere sangue?

Eppure lei l’aveva bevuto ma era stato quasi veleno.

Si trascinò sotto la doccia ed appoggiandosi al box infilò le dita tra i suoi capelli biondi. Quando le estrasse notò che le erano rimasti tra le dita alcuni fili dorati.

Tutto questa era normalissimo, per un umana.

“ Non ho mai perso i capelli da quando sono diventata vampira”, pensò Caroline.

Con sgomento ciò che le era sembrata una supposizione stava diventando sempre più reale.

Era possibile che non riuscisse più a sopravvivere senza il sangue di Klaus?

Se fosse veramente stato così, la sua fine era vicina.

Durante tutta la settimana Caroline tentò più volte di nutrirsi arrivando al punto di esaurire completamente tutta la sua scorta. Ma questo non servì certo a farla stare meglio; la maggior parte del sangue che aveva bevuto era infatti era stato espulso dal suo corpo il minuto dopo.

Caroline era incredula ed impaurita, avrebbe tanto desiderato parlare con qualcuno ma non riuscì.

Il venerdì non riuscì quasi ad alzarsi dal letto e saltò la scuola.

Sua madre era stata molto impegnata negli ultimi giorni a causa delle misteriose morte inspiegabili a Mystic Falls per cui non aveva avuto tempo di pensare a lei. Quel giorno,però, vedendo che Caroline saltava la scuola, Liz Forbes si preoccupò.

Aprì piano la porta della stanza di sua figlia.

― Caroline… stai bene? ―, chiese.

La giovane vampira era stesa a bocconi sul letto, le ante delle finestre chiuse nonostante fosse giorno.

Le rispose con un grugnito. Liz si avvicinò e scostò i capelli dal viso della figlia. Il volto di Caroline era grigiastro e non aveva niente del suo solito colorito sano.

― Mio Dio Care… Che hai? ―, riprese lo sceriffo con il cuore che iniziava a pulsarle forte nelle vene.

Stupidamente pensò di chiederle se aveva l’influenza, poi si ricordò che sua figlia non era più umana.

― Ti sei… nutrita cara? ―, chiese.

Caroline aprì gli occhi a fatica.

― Non ce la faccio più ―, rispose.

― A far cosa tesoro? ―. Liz sapeva che la figlia aveva chiuso con Klaus e ne era stata contenta. Ma ora non voleva certo che dal dolore Caroline smettesse di mangiare.

― Non riesco più a bere sangue umano ―, rispose la ragazza con voce rotta.

Liz osservò con cura la figlia e si chiese come aveva fatto a non accorgersi del suo cambiamento. I suoi bei capelli dorati avevano un colorito opaco, gli occhi luminosi erano adesso velati e pesanti.

―Ma non è possibile Caroline… Devi farlo per sopravvivere… ―, rispose Liz. Per lei era difficile parlare di queste cose, era stato uno sforzo accettare che sua figlia fosse diventata un essere diverso da ciò che era sempre stata, ma adesso per far si che stesse bene le avrebbe donato il suo stesso sangue.

Gli occhi di Caroline si riempirono di lacrime; ― Lo so mamma, il fatto è che io voglio mangiare, ho fame, ma non ci riesco, il mio corpo lo rigetta ―.

― Sei malata… Cosa si fa in questi casi? Forse dovresti chiamare un vampiro più esperto di te, Damon per esempio, lui ti aiuterà, forse sa di cosa si tratta… ―.

Caroline scosse la testa. ― Damon non puoi aiutarmi. So già qual è il mio problema ―.

― Allora dimmelo Care! ―.

― C’è solo un sangue che il mio corpo desidera ma non può averlo ―.

Lentamente Liz iniziò a comprendere.

― Chiama Klaus, sono sicura che ti aiuterà. L’ha già fatto una volta ―.

Caroline si appoggiò con il busto alla spalliera del letto. ― Non sei stata tu la prima a credere che il suo non fosse vero amore? Beh è proprio così, quindi non vedo perché dovrebbe aiutarmi ―.

Liz scosse la testa e accarezzò il viso della figlia; ― Care… ―.

In quel momento il cellulare di Caroline suonò.

La vampira allungò il braccio e prese il telefono dal comodino per vedere chi la stesse chiamando.

― Stefan? ―, esclamò, ― Cosa vorrà da me ―.

Rispose. ― Stefan ciao, che succede? ―.

Klaus ha preso Matt. Mi ha detto di incontrarci tra mezz’ora nel bosco di Mystic Falls, vicino al cimitero e di portargli le bare con la sua famiglia. Non ho intenzione di dargliele Caroline. Ho bisogno del tuo aiuto o Matt morirà ―.

Ma io come posso aiutarti Stefan? ―, rispose Caroline disperata.

Vieni all’appuntamento, convinci Klaus a lasciare andare Matt ―.

― Non mi ascolterà, Stefan ―.

Care dobbiamo provarci o Matt morirà. Non ho intenzione di dargli la sua famiglia ―.

Detto questo Stefan chiuse la conversazione.

― Che succede Caroline? ―, chiese Liz concitata.

La ragazza scostò le coperte dal letto ed a fatica si alzò.

― Devo andare mamma ―.

― Ma stai male! Non puoi andartene ―.

Caroline si infilò un paio di jeans e una felpa. Poi si voltò verso sua madre.

― Matt sta per rimetterci la pelle, devo fare qualcosa ―.

Liz non poté fare altro che guardala mentre Caroline usciva dalla stanza.

 

 

Mentre guidava Caroline si sentiva vittima di una pesante influenza. Ripensò a quando in quarta elementare era rimasta a casa da scuola per due settimane a causa dell’influenza. Sua madre l’aveva mandata avanti a brodo di carne e antibiotico. Un sorriso stanco affiorò sul suo viso, sarebbe stato bello se si fosse trattato soltanto di quello.

Invece c’era in ballo molto di più, l’amore che uccideva.

Ed oltre a lei sarebbe morto anche Matt che era la persona più leale e genuina che Caroline conoscesse. Era convinta che il suo intervento non sarebbe servito a far rinsavire Klaus ma di certo non sarebbe rimasta con le mani in mano. Si inoltrò verso il cimitero di Mystic Falls, “ Certo che ne hai di fantasia Klaus”, pensò Caroline con una punta di rammarico.

Arrivata nei pressi parcheggiò la sua auto tra due grossi abeti.

Scese e si avvicinò lentamente. Poi li vide.

C’era Matt con il viso stranito di chi è stato ammaliato e un pugnale tra le mani. Terrore e rabbia presero vita in Caroline mentre scorgeva Klaus, immobile e con lo sguardo fisso di fronte a sé.

Stefan stava arrivando con passo sicuro e Caroline avrebbe volentieri preso a botte anche lui. Era per colpa sua e della sua fame di vendetta se ora Matt era in pericolo.

Avanzò furiosa, uscendo allo scoperto.

― Maledizione, ma perché voi uomini non sapete fare altro che farvi la guerra? Siate patetici ―. Incrociò le braccia al petto e fissò Klaus e Stefan con intensità.

Quando l’ibrido la vide il suo viso si riempì di sorpresa. Poi il suo sguardo si spostò su Stefan.

― Che diavolo ci fa lei qui? Ti avevo esplicitamente chiesto di venire solo con la mia famiglia. Non stavo scherzando prima. Tra esattamente tre minuti Matt si ucciderà e dopo di lui ne verranno altri, fino a che non mi darai ciò che mi appartiene ―.

Stefan abbassò il viso e rise. ― Caroline serve ad assicurarmi che tu non faccia sciocchezze ―.

Prendendola alla sprovvista, Stefan afferrò la giovane vampira alle spalle impendendole di muoversi.

Caroline gridò, per la sorpresa e lo sgomento di vedere un paletto di legno in mano a Stefan e puntato contro il suo cuore. Se non fosse stata così incredibilmente debole avrebbe provato a difendersi ma in quel momento era solo delusa. Sembrava che tutti non vedessero l’ora di farle del male.

― Come la mettiamo adesso ? ―, riprese Stefan fissando Klaus. ― Lascia andare Matt o la tua adorata Caroline finirà qua i suoi giorni immortali―. Negli occhi dell’ibrido passò rabbia e incredulità nello stesso istante. Caroline lo guardò e sembrò di scorgere nel suo viso l’ombra del pianto.

― Cosa ti fa credere che questo possa fermarmi ? ―, rispose Klaus con voce roca.

― L’amore che provi per lei, ovvio. Ah, giusto per essere chiari, manca meno di un minuto ―.

L’ibrido si volse verso Matt e guardandolo negli occhi disse: ― Matt sei libero, corri via e dimentica ―.

Il ragazzo scosse la testa, e sembrò risvegliarsi da un sogno, poi se ne andò velocemente.

― E adesso lasciala immediatamente! ―, sbraitò Klaus.

Stefan sorrise; ― Tu riprovaci un'altra volta a minacciarmi e non la rivedrai più ―. Detto questo Stefan lasciò andare Caroline e si dileguò, sparendo in pochi istanti.

Caroline cadde a terra, sconvolta ed esausta.

Klaus le si avvicinò e si inginocchiò al suo fianco. Lei lo guardò con occhi rigati dalle lacrime.

Poi sospirando disse: ― Non ce la faccio più Klaus ―.

Dopodiché il buio.

 

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Capitolo 7
*** Ti ho persa per sempre? ***


                                               ― 7. Ti ho persa per sempre? ―                                                     

 

                                                                                   Non c'è non c'è il profumo della tua pelle
                                                                                  Non c'è il respiro di te sul viso
                                                                                  Non c'è la tua bocca di fragola
                                                                                  Non c'è il dolce miele dei tuoi capelli

                                                                                  Non c'è che il veleno di te sul cuore
                                                                                  Non c'è via d'uscita per questo amore
                                                                                  Non c'è non c'è vita per me, più
                                                                                  Non c'è non c'è altra ragione che liberi l'anima
                                                                                  Incatenata a notti di follia

 

                                                                                                          “Non c’è” Laura Pausini

 

 

 

 

Caroline aprì gli occhi e si domandò dove fosse e cosa ci facesse stesa in un letto.

Il suo ultimo ricordo riguardava Stefan che la gettava a terra dopo aver minacciato Klaus di ucciderla. Poi, con un sospirò affannoso, rivide Klaus sopra di lei, un attimo prima di perdere i sensi.

Si guardò intorno, era in una stanza da letto molto bella e spaziosa. Non ci era mai stata prima di allora.

Sul comodino affianco al letto a baldacchino erano sparsi fogli di carta e disegni.

“Klaus!”, pensò Caroline.

― Finalmente ti sei svegliata ―.

Come richiamato dai suoi pensieri, Klaus comparve davanti a lei provenendo forse dall’anticamera della stanza. Aveva le braccia incrociate al petto e lo sguardo fermo e attento.

Caroline si sollevò leggermente e poi si passò una mano sulla fronte; ― Cosa ci faccio qua? E’ casa tua? ―.

― Esattamente. Adesso dimmi cosa credevi di fare, prima ―.

Caroline guardò l’ibrido e scosse la testa; ― Piuttosto tu! Perché mi hai salvata se mi hai detto tu stesso di volermi uccidere quella sera al Grill? ―.

Klaus strinse i pugni e socchiuse gli occhi, avvicinandosi al letto. Involontariamente Caroline si allontanò leggermente.

L’ibrido si sedette a bordo del letto; aveva gli occhi luminosi e bagnati.

― Credevi davvero che ti avrei lasciata morire? ―.

Caroline rimase senza parole; ― Klaus tu non ti rendi conto del dolore che le tue parole mi hanno causato. E adesso mi vieni a dire così? Stavi solo scherzando? ―.

Caroline… ―, sussurrò Klaus, ― Anche tu mi hai ferito ―.

La vampira incrociò le braccia al petto; ― Si certo! Soltanto perché avevo bisogno di tempo per spiegare a mia madre che mi sarei trasferita da te? Tu, tu! Ah! ―. Caroline sbatté le mani sul materasso, incapace di proseguire.

― Ti ho salvato la vita e tu mi ricambi così? ―, rispose Klaus.

Caroline gli gettò un’occhiata in tralice e si scostò le coperte di dosso.

― Me ne vado ―, disse. Fece per alzarsi ma le sue gambe tentennarono e ricadde indietro. Klaus la prese con delicatezza e la riappoggiò sul letto.

― Dimmi perché sei svenuta. Non è normale svenire per un vampiro. Tu stai male Caroline, molto male. Hai tutti i segni di chi non si nutre da tempo, colorito grigiastro, occhi spenti, capelli stopposi ―.

― Sono un mostro in pratica ―, rispose Caroline sarcastica. Klaus le appoggiò una mano sul polso; Caroline lo guardò. La sua presa era delicata e il suo volto era… la ragazza si stupì dell’intensità dell’apprensione che vi lesse. Klaus sembrava immensamente preoccupato.

― Perché hai smesso di mangiare? L’hai fatto per ferirmi a causa del mio comportamento nei tuoi confronti? ―, chiese.

― Ferirti? Perché ti saresti sentito ferito se io avessi smesso di nutrirmi? ―.

Klaus rimase qualche istante in silenzio, gli occhi lucidi puntati su Caroline.

― Facendo del male a te stessa è come se tu mi pugnalassi, Care ―.

La vampira scosse la testa, confusa e incredula.

― Non l’avrei mai detto visto che hai fatto di tutto per farmi credere l’opposto ―.

― Lo so. Perdonami, ho agito d’impulso, avrei dovuto aspettare che tu fossi pronta a parlare con tua madre. Non sai quante volte avrei desiderato tornare sui miei passi, ma poi… Poi ho pensato che per te fosse meglio così. In fondo avevi riavuto indietro la tua vita, la tua famiglia, i tuoi amici.

Eppure non riuscendo a stare lontano da te ho trovato il modo per farmi odiare ―.

Caroline rimase colpita dalle parole uscite dalla bocca dell’ibrido e un velo si squarciò davanti ai suoi occhi. Era stata così insicura da credere che lui non l’amasse più senza cercare di dare una risposta al comportamento di Klaus che di sicuro non si poteva definire una persona semplice.

Ma lui aveva un millennio di vita alle spalle e lei soltanto diciotto anni.

Gli occhi di Klaus erano due pozze immense nelle quali perdersi mentre la guardavano aspettando una risposta. Per un attimo Caroline vide la sua vulnerabilità, come quando la sera del suo compleanno era venuto nella sua stanza per salvarla dal morso di Tyler e le aveva confessato di aver pensato qualche volta di porre fine alla sua vita.

― Ti ho persa per sempre? ―, riprese Klaus.

Caroline scosse la testa, presa da forte commozione.

― Klaus io sto male e non credo che vivrò ancora a lungo ―.

― Che diavolo stai dicendo? Ti faccio portare subito del sangue ―.

Caroline fermò Klaus che si stava alzando. ― Il sangue umano non riesce più a tenermi in vita. Il mio corpo lo rigetta ―.

― Dici sul serio? Non è possibile. Da quanto non ti nutri? ―.

Caroline distolse lo sguardo; ― Da quando siamo tornati da Parigi ―.

― Stai scherzando? Ma… ―.

― Credo di essermi talmente abituata al tuo sangue da non riuscire più a sopravvivere senza ―.

A quelle parole Klaus afferrò Caroline per le spalle e la scosse; ― Perché non me l’hai detto subito? Se tu fossi morta per causa mia… Io… ―.

Protese poi il braccio e lo avvicinò alla bocca di Caroline.

― Ti prego amore mio, bevi ―.

Le lacrime rigarono il viso di Caroline.

― Che aspetti? Questa volta non ti permetterò di scegliere se vivere o morire. Sei la cosa più genuina e sincera che io abbia mai avuto e non sarò più così stupido da lasciarti andare ―.

Klaus fece aderire il suo braccio alla bocca di Caroline. La vampira spalancò le labbra e recise le vene di Klaus. Appena in liquido vermiglio prese a scorrere lungo la sua gola, Caroline si sentì rinascere. Non soltanto il suo corpo riacquistò vigore, ma anche il suo spirito si riempì di gioia.

Bevve a sazietà e quando si staccò trovò Klaus che la guardava, ammirato.

― Adesso sei tornata ad essere la bionda più bella del mondo. E sei mia, solo mia ―.

Caroline afferrò un cuscino e lo tirò addosso a Klaus.

― Io non sono tua, scordatelo! ―, disse ridendo.

― Oh sei mia invece, tu sei mia quando vuoi, ma sei mia ―.

Si allungò poi sopra Caroline, costringendola a stendersi. La ragazza sospirò, mentre il viso di Klaus si faceva sempre più vicino al suo.

― Da quando ho messo gli occhi su di te, sapevo già che ti avrei conquistata ―. La voce dell’ibrido era roca, sensuale.

― Che presunzione! Io direi che è stato piuttosto il contrario ―, rispose Caroline evitando di proposito la bocca di Klaus che cercava la sua. Lui però le prese il viso tra le mani e infilò le dita in mezzo ai suoi capelli dorati.

― Dammi la tua bocca Care. Adesso sei mia ―.

Caroline sospirò di piacere, già sapendosi incapace di resistere agli assalti amorosi di Klaus.

 

Si svegliò e si accorse di avere la testa bionda pigramente appoggiata sul petto candido del suo ibrido. Con la mano gli accarezzò lo sterno e poi risalì con il dito sulla forma scolpita dei suoi addominali. Klaus dormiva, con la bocca semiaperta e sembrava quasi angelico con i suoi riccioli biondi. “Proprio tu che non angelo non sei”, pensò Caroline con un sorriso. Il suo dito riprese poi a salire, fermandosi un attimo a sentire la pulsazione regolare della giugulare di Klaus.

“ Oh si, sei proprio bello…”, pensò poi mentre sfiorava il labbro inferiore dell’ibrido, rosso come una fragola matura.

“Le tue labbra mi fanno impazzire… ma come ho fatto a stare senza?”.

La sua mano salì fino a toccare i suoi capelli chiari e morbidi e Caroline sospirò, chiudendo gli occhi. In quell’istante sentì qualcosa scivolare lungo la sua schiena e fermarsi un secondo prima dei suoi glutei. Klaus aprì pigramente gli occhi e la guardò; ― Sei qui, come a Parigi, che bello ―.

Caroline ricambiò il suo sguardo e sorrise; ― Credevi che me ne sarei andata? ―.

― No, ma me lo sarei meritato ―.

La vampira alzò gli occhi al cielo; ― Sono troppo buona! ―.

Klaus le circondò la vita con le mani mentre Caroline appoggiava il mento sul suo petto.

― Mi sei mancata ―.

― Anche tu ―.

Klaus distolse lo sguardo da Caroline e alzò la testa; ― Ho pensato ad un modo per farti guarire dalla tua dipendenza dal mio sangue ―.

― E quale sarebbe? ―, chiese Caroline.

― Ogni giorno mischierò il mio sangue a del sangue umano e mano a mano diminuirò le dosi del mio così tu ti riabituerai alla solita dieta ―.

La vampira scosse leggermente il capo; ― E perché lo fai? ―.

Klaus continuò ad evitare il suo sguardo e sembrava leggermente imbarazzato.

― Così se un giorno deciderai di vivere senza di me oppure se mi succedesse qualcosa… ―.

Caroline prese il viso di Klaus tra le sue mani e lo costrinse a guardala; ― Va bene. Ti ringrazio ma comunque io voglio stare con te e inoltre non devi temere perché nessuno riuscirà ad ucciderti mai ―.

― Forse Caroline, forse ―.

L’espressione dell’ibrido si distese, aprendosi in un sorriso.

―In ogni caso oggi non voglio pensare a tutto questo. Oggi siamo solo io e te ―.

Le circondò la nuca con la mani e attirò il viso di Caroline al suo. Le loro labbra e le loro lingue si unirono in un bacio conosciuto e Caroline scivolò con il suo corpo nudo su quello di Klaus.

 

 

Molto tempo dopo, Caroline scese dal letto a cercare i suoi vestiti.

“ Un calzino, i pantaloni, metà reggiseno… Metà reggiseno?”.

― Ehi Klaus che ne hai fatto dei mio reggiseno? ―, chiese la vampira sollevando in aria ciò che rimaneva della sua biancheria intima.

Klaus aveva le braccia incrociate dietro la testa e la osservava dal letto. Un sorriso furbesco spuntò sul suo viso; ― Me lo sono mangiato, avevo fame ―.

Caroline scosse la testa e ridendo tirò a Klaus la parte restante del suo reggiseno.

― Te lo lascio, tanto a me così non serve più ―. Si infilò la felpa e poi si allacciò le scarpe.

― Te ne vai davvero ? ―, chiese l’ibrido sollevandosi a sedere. Caroline gli gettò un occhiata di soppiatto; il suo corpo sembrava quello di una statua greca per biancore e perfezione.

― Mia madre sarà in ansia poverina, quando me ne sono andata da casa sembravo moribonda ―.

― Non lasciarmi solo per troppo tempo, altrimenti sarò costretto ad infilarmi in camera tua, passando dalla finestra ―, riprese Klaus alzandosi dal letto.

 ― Beh, l’hai già fatto, non vedo quale sia la novità ―, rispose Caroline evitando di guardalo. Si era messo di fronte a lei, completamente nudo e per il solo fatto di provocarla.

― La mia macchina? E’ qua fuori? ―.

― Si è qua, Care, aspetta… ―.

La mano dell’ibrido le cerchiò il polso; Caroline fu costretta a guardalo.

― Grazie ―, disse lui.

 ― Per cosa… ―, rispose Caroline lievemente imbarazzata.

― Per essere la cosa più bella della mia vita ―.

La vampira fissò gli occhi cerulei di Klaus e si sentì incapace di rispondere ma un calore fortissimo le scaldò il cuore e Caroline si alzò in punta di piedi e lo baciò.

― Ci vediamo presto, ibrido mangia reggiseni! ―.

 

 

 

N.d.A. Salve a tutte, care lettrici! Spero abbiate apprezzato il mio interludio musicale, ho ascoltato questa bellissima canzone della Pausini ieri e mi è sembrato che si adattasse perfettamente ai sentimenti di Caroline verso Klaus nelle mia storia allora ho inserito qualche verso. J Inoltre per le più attente (ed appassionate di musica italiana) ci sono altre due frasi nel testo tratte da canzoni!

Vabbè, non è una caccia al tesoro, spero che il capitolo vi sia piaciuto!

Recensiteeeeeee!

 

Grazie,

 

Vostra Lua

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Capitolo 8
*** In love ***


8. In love ―

 

                                                                                          Non sono un santo e te l’ho detto

                                                                                                Non l’ho nascosto fin dal primo

                                                                                               giorno in cui ti ho conosciuta e ti ho                                                                                                                                                                                              rivelato che son pazzo,

                                                                                              Ma sono pronto a dimostrarti che c’è                                                                                                                                                                                             altro

                                                                                              E vorrei tanto regalarti tutto il meglio                                                                                                                                                                                            che mi porto dentro e cancellare il resto

 

                                                                                                Tutto non è niente; Modà    

 

 

Caroline si chiuse la porta della sua stanza alle spalle e sorrise.

Aveva diversi motivi per essere felice. Non era più ottenebrata da una fame insolente e potente, si sentiva piena di forze e radiosa, aveva di nuovo l’amore di Klaus.

Era quindi in uno stato idilliaco che non si prova tanto spesso.

Con un tonfo si gettò sul letto della sua camera quasi cinguettando. Riavere Klaus, aver fatto nuovamente l’amore con lui l’aveva fatta sentire più completa.

Un bussare alla porta la distrasse dalle sue fantasie; ― Caroline posso entrare? ―.

― Mamma? Certo vieni pure ―.

Liz Forbes entrò nella stanza di Caroline e fu immediatamente sorpresa dall’espressione estatica che vide sul volto della figlia.

― Caroline cara, cosa ti è successo? Fino a poco fa stavi male, avevi un aspetto sciupato… ―.

La giovane vampira si sollevò a sedere sul letto.

― Mamma sto bene. E’ stato Klaus, mi ha dato il suo sangue ed ora mi sono ripresa perfettamente ―.

― Lo vedo ―. Lo sceriffo Forbes osservò il volto della figlia; era convinta che la sua gioia non dipendesse solo dal fatto di essere guarita.

E… Tra te Klaus? ―.

Caroline fece cenno a sua madre di accomodarsi al suo fianco.

― Mamma ora so che nonostante tutto ciò che Klaus è, mi ama sinceramente ―.

― Caroline ma… ―, intervenne Liz.

La vampira fermò sua madre con un gesto. ― Mamma Stefan mi ha teso un tranello. Mi ha usata per fermare Klaus e i suoi ricatti ma lui ha scelto di proteggere me invece che i suoi interessi. Ho dubitato di lui, ma non avrei mai dovuto farlo ―.

Liz si torturò le mani, nervosa. ― Non posso fare altro che fidarmi di te Caroline. Non posso più giudicare la tua storia d’amore con lui se questo ti rende così felice ―.

― Oh mamma! Sapevo che avresti capito ―, esclamò Caroline stringendo una mano a sua madre.

― Klaus non è certo un santo ma sono convinta che sia meno demone di quello che tutti qua a Mystic Falls credono ―, aggiunse la vampira. Poi Caroline si alzò, improvvisamente sembrava pensierosa.

― Adesso devo parlare con Elena ―.

Liz guardò la figlia tra l’ammirazione e il disagio. Ammirazione perché sua figlia era diventata una donna a tutti gli effetti e disagio perché questo la faceva sentire ormai sorpassata.

― Si ―, riprese Caroline come parlando a sé stessa, ― Questa guerra deve finire ―.

Afferrò la giacca e aprì la porta della stanza. Prima di uscire però la sua testa bionda fece nuovamente capolino nella porta.

― Ah, ci vediamo per cena mamma! ―.

 

Elena aprì la porta di casa e si trovò di fronte Caroline.

― Care! Che fine avevi fatto? Non ti abbiamo visto ieri a scuola ―.

― Fammi entrare Elena, ho bisogno di parlati ―.

Elena annuì lievemente con il capo e si scostò per fare entrare l’amica. Poi incrociò le braccia al petto e guardò Caroline che si era accomodata sul divano.

― Che succede? ―.

La vampira bionda fissò Elena in tralice.

― Stavo male Elena. Ho passato una settimana d’inferno in cui non sono riuscita a nutrirmi ―.

― Sul serio? Perché non me ne hai parlato? ―.

Caroline scosse la testa; ― Tu hai già abbastanza problemi ed inoltre la causa del mio malessere aveva un nome: Klaus ―.

Elena si appoggiò con la schiena contro al muro, attenta a quello che Caroline le stava dicendo.

― Il sangue di Klaus non è un sangue comune, questo lo sappiamo entrambe. Ha salvato Damon dal morso del licantropo così come ha poi salvato me. Evidentemente non ha soltanto questo potere ―.

― Spiegati meglio ―, la incitò Elena.

― Quando siamo stati via, a Parigi, io mi sono nutrita solamente del suo sangue e ne sono diventata dipendente tanto ché al ritorno non riuscivo più a vivere con il sangue umano ―.

― Oh mio dio… Klaus ti ha vincolata! ―, esclamò Elena scioccata.

― No, non l’ha fatto di proposito. Non lo sapeva neppure lui visto che è diventato ibrido da poco tempo ―.

Elena sospirò passandosi una mano tra i capelli.

― Io invece penso proprio che lo sapesse e che l’abbia fatto apposta ―.

Caroline si alzò dal divano; ― No Elena, non è così! Io ne sono convinta perché sono certa che Klaus mi ama davvero ―.

Elena Gilbert si voltò verso Caroline, l’espressione cupa e scettica. ― Certo come amava la sua famiglia tanto da ucciderla e rinchiuderla dentro a delle bare ―.

― Okay, okay. Non è mister rigore morale ma cosa c’è di strano? E’ un vampiro millenario e Stefan non è certo migliore di lui! ―.

― Che intendi dire? ―, chiese Elena immediatamente all’erta.

Stefan mi ha usata contro Klaus. Mi ha minacciata di morte puntandomi un paletto al cuore, se Klaus non avesse smesso di ricattarlo per la storia delle bare ―.

Elena rimase per un attimo spiazzata e le sue parole tentennarono.

Cosa… No, non credo che Stefan arriverebbe a minacciarti… ―.

Caroline incrociò le braccia al petto.

― Invece si Elena. Credo che i nostri uomini abbiamo entrambi delle cose da farsi perdonare ―.

Elena lanciò un occhiata penetrante all’amica; Caroline riprese.

― Ci serve un patto: Io terrò Klaus lontano dai suoi propositi di creazione di ibridi con il tuo sangue e tu convincerai Stefan a riconsegnargli le bare con la sua famiglia ―.

Elena scosse la testa con decisione. ― Oh no Caroline, Stefan non mi ascolterebbe, sai che ha spento i suoi sentimenti per me ―.

― Anche io lo pensavo riguardo a Klaus ma non era così; Elena sono sicura che Stefan ti ama ancora ―.

L’amica mora alzò gli occhi verso la vampira, una lieve luce di speranza li aveva scossi.

Ma… ―.

― Niente ma! Dobbiamo provarci Elena o questa storia non finirà mai ―.

Elena sospirò e poi alzò gli occhi.

― Okay, volesse il cielo che questa assurda storia terminasse! ―.

Caroline rise e poi chiudendo le palpebre esclamò dentro sé: “Si!”.

 

Quando rientrò a casa si trovò un sacchetto di carta sopra al letto. Curiosa Caroline guardò cosa conteneva.

Um, interessante”, pensò quando estrasse una bottiglia di plastica piena di un liquido rosso e denso.“ La mia merenda!”.

Oltre al sangue c’erano poi due buste chiuse di colore rosso accesso alle quali era stato allegato un biglietto. Da Klaus ovviamente.

 

Mia dolce Caroline ho pensato di farti un regalo. Come vedi ci sono due buste uguali ma contengono cose diverse. Tu dovrai sceglierne una ed aprirla, ricorda, una soltanto!

Quando l’hai fatto vieni da me e portamele entrambe.

Ah, dimenticavo, la bottiglia contiene un settanta percento del mio sangue e un trenta percento di sangue umano, spero che possa nutrirti senza arrecarti danni.

 

Tuo,

 

Klaus

 

Caroline lesse quelle parole e sorrise. Poi la sua attenzione si spostò sulle due buste. La vampira le soppesò con le mani ma anche tastandole sembravano identiche all’interno.

Fece un  veloce ambarabacicciccò mentale e poi ne scelse una. Con trepidazione l’aprì, emozionata.

Dall’interno fecero capolino due biglietti.

― Oh mio dio! Due biglietti per Tokyo! ―, esclamò Caroline quasi saltellando.

Veloce come era arrivata uscì di casa, non prima di aver bevuto il suo sangue-medicina e di aver preso con sé entrambe le buste rosse.

 

Quando arrivò da Klaus lui la stava già aspettando sulla porta. Aveva un sorriso furbetto sul volto.

― Allora ―, chiese, ― Cosa hai scelto? ―.

Caroline gli sventolò i biglietti davanti alla faccia e poi gli stampò un bacio sulle labbra.

― Come hai fatto a sapere che desideravo andarci? ―, chiese Caroline ridendo.

― Oh, io so molte cose, mio amore ―.

Klaus la strinse a sé, annusando il profumo dei suoi capelli.

Qualche secondo dopo però Caroline si riscosse e lo guardò negli occhi con aria interrogativa.

― E nell’altra busta, cosa c’era? ―.

Klaus sollevò gli angoli della bocca, enigmatico.

― Quella la teniamo per una prossima volta ―.

― Ma io adesso sono curiosa, voglio sapere cosa contiene! ―.

Klaus infilò le dita tra i capelli della vampira. ― Caroline ridammi quella busta e preparati, partiamo domani ―.

Caroline scrollò le spalle e sbuffò mentre allungava la busta ancora chiusa a Klaus.

― Brava ―, le disse lui, ― E adesso aspettami un attimo qua, arrivo subito ―.

Caroline si appoggiò al muro ed incrociò le braccia al petto, fintamente scocciata.

Klaus sogghignò e rientrò in casa. Aprì il cassetto di uno scrittoio e vi fece scivolare dentro la busta rossa.  Prima di richiuderlo, però, sbirciò all’interno della busta e con un sorriso osservò l’oggetto che aveva nascosto e ricoperto da carta perché non si avvertisse la consistenza dall’esterno.

Qualcosa di sottile e infinitamente delizioso.

Una piccola fedina d’oro accompagnata da un rubino rosso come il fuoco tintinnò leggermente mentre l’ibrido Klaus richiudeva il cassetto con un sorriso.

 

 

 

N.d.A. Mie care ed affezionate lettrici, siamo giunte al termine di questa fic.

Spero con tutto il cuore che vi sia piaciuta e che vi abbia fatta emozionare. Io ringrazio tutte per le vostre recensioni e per il solo fatto di aver speso del tempo per leggermi.

Se volete aggiungetemi tra gli amici di facebook (tramite la mia pagina autore su EFP), mi farebbe piacere conoscervi!

 

Per ultima cosa voglio dedicare questa fan fiction a Lisa Jane Smith autrice della saga “Il diario del vampiro” senza la quale adesso non saremmo qui a disquisire su Klaus, Caroline and Co. Per me è un autrice valida ed ingiustamente da molti bistrattata.

 

A presto e grazie!

 

Lua

 

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