Ritorno da te di Lila_88 (/viewuser.php?uid=36821)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Vegeta ***
Capitolo 2: *** Mirai No Trunks ***
Capitolo 3: *** Bulma ***
Capitolo 4: *** Non ti credo ***
Capitolo 5: *** Ascoltami ***
Capitolo 6: *** Dove sei? ***
Capitolo 7: *** Riflessioni ***
Capitolo 8: *** Fine ***
Capitolo 1 *** Vegeta ***
RITORNO
DA TE
Eccomi di nuovo qui.
E mentre percorro il vialetto che, dal grande cancello, porta
all’ingresso, mi chiedo se ho ancora il diritto di entrare in
questa casa.
Mi chiedo se, quando mi vedrai, non mi vorrai cacciare per sempre.
Sarebbe forse la cosa più sensata che tu potresti fare.
Oppure, mi chiedo ancora, mi stupirai come al tuo solito, chiedendomi
di restare ancora, per te e per il moccioso?
Quello stesso moccioso che, se non fosse intervenuto Mirai no Trunks,
io avrei lasciato morire con te.
Già, non ho mosso un dito per salvarvi.
Avrei lasciato veramente che voi foste colpiti dal quella sfera di
energia?
No, perché tutto è andato secondo i miei piani.
E so che tu inveirai contro di me, se ti risponderò
così.
Ma, d’altronde, non posso aspettarmi che tu capisca.
Si, Bulma.
Tu non lo sai, ma c’è un preciso motivo per cui
non vi ho salvati.
La prima regola che ti insegnano in guerra, è che non devi
mostrare al nemico i tuoi punti deboli.
Quindi devi essere freddo, per non dire glaciale.
Niente cedimenti, niente sentimenti.
Niente reazioni irrazionali o sorprese.
E io non potevo dimostrare il mio interesse per le vostre vite.
Ho preferito lasciare che se ne occupasse Trunks.
Sapevo che uno dei tuoi insulsi amici terrestri sarebbe intervenuto per
salvarti.
Non avrebbero mai lasciato che tu morissi.
E’ per questo che l’ho fatto.
Ma so già che tu non capirai.
Sono arrivato davanti alla porta di casa.
Non è nel mio stile bussare, e neanche entrare
dall’entrata principale, quindi, invece di oltrepassare
l’uscio che ho davanti, spicco il volo e arrivo al balcone
del
primo piano.
Arrivo in pari alla tua stanza.
Ti vedo attraverso i vetri, mentre metti Trunks, nostro figlio, nel suo
lettino.
Hai lasciato la portafinestra leggermente socchiusa, così
non è difficile per me entrare.
Tu ti volti, appena ti accorgi della mia presenza.
Mi guardi.
E dal tuo sguardo capisco che non sarà facile.
Ma io ti amo e riuscirò a farmi perdonare.
Fatemi sapere che ne
pensate!
Così decido se aggiungere altri capitoli!!
Grazie
**Lu88**
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Capitolo 2 *** Mirai No Trunks ***
Cap.
2
Sono seduto
sul tetto della Capsule Corporation, con un sacco di pensieri in testa.
Adesso che
è tutto finito, devo pensare a tornare nel mio tempo.
Però
non mi va di lasciare che le cose fra i miei genitori rimangano
così.
Insomma,
nella mia epoca, mio padre è morto e quello che è
stato è stato.
Ma qui lui
è vivo, quindi loro hanno l’opportunità
di ricostruire la loro famiglia, insieme.
O meglio,
avrebbero.
Se solo mio
padre si decidesse a fare ritorno a casa.
Quando sono
tornato da solo, la mamma si è disperata.
Secondo lei,
questa volta, non tornerà mai più.
Ma... Che sia
possibile?
Quella che
sento sembra proprio essere l’aura di mio padre.
Vuol dire che
è finalmente tornato?
Allora,
magari, non tutto è perduto.
Mi sporgo
dalla mia posizione, per vedere dov’è di preciso.
E’
in giardino e si sta avvicinando alla porta.
Poi lo vedo
spiccare il volo e azzero velocemente la mia aura per non farmi
scoprire.
Ma non era
diretto al tetto, bensì alla terrazza del primo piano, ossia
verso la stanza di mia madre.
Allora tiro
un sospiro di sollievo.
Se va a
cercarla, vuol dire che è pronto a parlarle.
Ma non passa
tanto tempo, al massimo cinque minuti, prima che io senta il primo urlo.
No, i
prossimi giorni non saranno affatto una passeggiata.
Sono stato
troppo ottimista, se pensavo che tutto sarebbe andato a posto senza
urla e litigi.
Grazie
a chi ha recensito!!!
Per
dimostrarvi la mia gratitudine, oggi vi posto non uno, ma due cap!!!
(Mentre
lavoro già al quarto)
Thanks,
**Lu88**
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Capitolo 3 *** Bulma ***
Cap.3
Cerco di
essere allegra, mentre rivesto Trunks dopo avergli fatto il bagnetto.
Ma le mie
facce buffe non convincono totalmente il mio bambino, che mi guarda
corrucciato.
Ha lo stesso
cipiglio del padre.
Di nuovo, lo
sapevo.
Non
c’è ora che io non pensi a lui...
A come si
è comportato, prima, dopo e durante il torneo.
Inoltre, a
quanto pare, ha deciso di non fare rientro a casa.
E non so se
devo essere sollevata o dispiacermi.
Appena Trunks
è tornato, mi sono disperata.
Poi alla
disperazione si è sostituita la rabbia.
Una rabbia
tremenda nei suoi confronti.
Ma anche nei
miei.
Per essermi
disperata; dopo essersi comportato così male, non potevo
addirittura sperare nel suo ritorno.
Non devo
farlo, per il mio orgoglio.
Intanto che
faccio queste riflessioni, Trunks è pronto per il riposino.
Allora lo
prendo in braccio e lo porto al suo lettino.
Ma, mentre
faccio tutto questo, mi sento osservata.
Sono chinata
nel lettino, a sistemare la copertina al mio piccolo, quando sento uno
spiraglio di freddo, rimango sorpresa.
Avevo
lasciato uno spiraglio della portafinestra aperta, ma non
c’è vento e quindi non può essersi
aperta da sola.
Mi alzo e lo
vedo.
E’
lì, davanti a me, in silenzio.
E sento la
rabbia salirmi dentro a velocità inimmaginabili.
Non la
passerà liscia.
**Volevo
aggiungere una nota. Questi tre capitoli, mi sono serviti a
mò di introduzione. Dal prossimo capitolo, la narrazione
avverrà in terza persona e al passato. Ma non mancheranno i
pensieri dei vari personaggi. **
**Lu88**
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Capitolo 4 *** Non ti credo ***
**Chiedo, per prima
cosa, SCUSA a tutti quelli che aspettavano un seguito a breve!! Avevo
smarrito l’ispirazione, così ho preferito
dedicarmi ad altre storie, nel frattempo. Ma adesso, ho finalmente in
mente come continuarla, così, in attesa di un altro
aggiornamento che, al più tardi domani, giuro
arriverà, intanto leggetevi questo capitolo!!! Ciao, un
bacio!!!!**
Cap.4
Vegeta
stava lì, senza ancora muoversi di un passo.
Aspettava una reazione da parte di lei.
Bulma non celò, né tentò di
trattenere, la rabbia che aveva dentro, mentre faceva qualche passo
verso di lui, prima di fermarsi nuovamente.
- Tu...
Il sussurro divenne un crescendo di voce.
- Tu... Tu ti presenti qui come se niente
fosse... hai idea di quello che mi hai fatto passare?!? COME HAI
POTUTO!!!
Lui rimase in silenzio ad ascoltare, senza reagire.
Lei si rifiutò di piangere, lui non meritava le sue lacrime.
- Dì qualcosa, almeno!
Lui la guardò negli occhi, ma lei non vide il lieve accenno
di colpa nello sguardo fiero del principe.
- Naturalmente taci perché non
hai niente da dire, no? Niente scuse, giusto? Anzi, fammi indovinare:
sei qui perché vuoi riprendere i tuoi allenamenti nella
camera gravitazionale e tornare ad essere servito e riverito come un
tempo, eh?
Lui fece un
passo in avanti, e lei uno indietro.
-
Non mi interessa niente della camera gravitazionale. Non
combatterò. Mai più.
Lei rimase non poco sorpresa.
Vegeta non combatteva più?
- E allora che sei tornato a fare?
Perché tanto immagino che sia inutile sperare che tu lo
abbia fatto, perlomeno, per tuo figlio...
-
Sono tornato perché è qui il mio posto. Con te e
con il moccioso.
Lei spalancò ancor di più gli occhi.
Poteva sentire crescere il sollievo e la gioia, ma la rabbia prevalse
comunque.
- Ah si? Non ti credo. Tu ci avresti
lasciato morire, quindi non te ne frega niente di noi!!
-
Se questo è quello che vuoi credere, sei libera di farlo. Ma
sappi che non è così.
-
Ah no?!? Allora, spiegami, principe ottuso, come stanno realmente le
cose??
Vegeta comprese dal suo sguardo che era sulla difensiva. Probabilmente,
come aveva immaginato, lei non gli avrebbe creduto.
- L’ho fatto perché
era l’unica cosa che potessi fare in quel momento, se speravo
di sconfiggerli.
Lei era confusa dalla risposta. Confusa e ancore tremendamente
arrabbiata: che diavolo volevano dire quelle parole? Che sbarazzarsi di
lei e del figlio era l’unica possibilità per poter
combattere in santa pace?
- Grazie!! Allora potevi farci fuori
direttamente tu, se eravamo solo un inutile intralcio!!
-
Cos... Come al solito arrivi alle conclusioni senza sapere le cose!
Intendevo dire che la mia era puramente una strategia di guerra. La
prima cosa che mi è stata insegnata è quella di
essere impenetrabile e glaciale al nemico. Se vi avessi salvato, avrei
dimostrato di tenere a voi. E, oltre a farvi diventare, ancora di
più, un facile bersaglio, avrei dato loro un punto debole,
per colpirmi. E poi sapevo che i tuoi amici vi avrebbero salvato!
Tutto quel discorso era stato fatto da Vegeta con il suo solito tono
non curante e Bulma non era riuscita a capire se quello che le stava
dicendo fosse vero, o fosse solo una scusa accampata per farla cedere.
Il suo cuore voleva dar retta a lui, ma la sua ragione era troppo sulla
difensiva e non riusciva a fidarsi.
- Capito, adesso?
-
NO!! Non credere che basti venire qui e dire queste cose per essere
perdonato da me!!! Comunque tu la metta, mi hai ignorato per tutte
queste settimane!! Non hai mai, neanche una volta, guardato da vicino
il tuo bambino!!! Ti sei disinteressato di noi, come se fossimo solo
due insetti da ignorare!!! E, finita la battaglia, non ti sei neanche
fatto vedere fino ad adesso!!!!
Bulma, completamente presa dalla rabbia, si scagliò contro
di lui. Cominciò a tempestarlo di pugni sul petto, senza
fargli, ovviamente, neanche il solletico.
- Donna...
-
Zitto, sta zitto!!! Ti odio, hai idea di quanto mi hai fatto
soffrire??????
Il bambino, svegliato dalle urla della madre, iniziò a
strillare spaventato.
Bulma si avvicinò al lettino, mentre Vegeta, sentendo
un’aura nota alle sue spalle, si voltò verso la
vetrata. Non vide niente, ma sapeva perfettamente chi si stesse
nascondendo alla sua vista.
- Trunks! Vieni qui!!
Il ragazzo fece il suo ingresso.
- Io... Io non volevo spiarvi, solo
che... Stavate urlando un po' troppo, così non sapevo
più che pensare e...
-
Si, si. Non m interessa! Prendi il moccioso e sparisci per un po'! E
fallo smettere di piangere, per la miseria!
Il ragazzo fece come gli era stato chiesto, sotto gli occhi ancora
irati della madre. Bulma lo lasciò fare, perché
con Vegeta non aveva ancora finito.
Una volta che i due furono nuovamente soli, Bulma lo guardò
negli occhi, ancora furiosa, e vi lesse determinazione.
- Donna...
-
Non ricominciare!!!!!
Lei tornò verso di lui, probabilmente, per continuare a
colpirlo invano, ma, questa volta, Vegeta
le bloccò i polsi in una stretta ferrea, ma non dolorosa, e
la spinse contro un muro, per farsi ascoltare.
- Non interrompermi più con le
tue urla spacca timpani e ascoltami. Anche perché quello che
ti dirò adesso, probabilmente, non lo sentirai mai
più.
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Capitolo 5 *** Ascoltami ***
CAP
5
Bulma era rimasta attonita, dai modi bruschi di lui e si decise ad
ascoltarlo. Vegeta non le lasciò i polsi, né
allentò la presa. Continuò a guardarla con lo
sguardo duro e determinato.
- Sono qui, perché tu sei
tutto quello che ho. Tu e quel moccioso siete quella che voi chiamate
“famiglia”, per me. E se proprio vuoi che me ne
vada via, prima dovrai ascoltare quello che ho da dirti!
- Non ho mai detto che devi...
- Zitta! Ti ho detto che non devi
interrompermi! … Bene. Non te l’ho mai detto, e
non te lo dirò mai più, quasi sicuramente. Ti
amo. Credo di essermi innamorato di te quando mi hai invitato a stare
alla Capsule Corporation. Sei stata la prima, in tutta la mia vita, e
in tutto l’universo, a interessarsi di me, senza secondi
fini. E il cuore mi ha battuto in un modo in un modo che non mi si era
successo, quando ho visto per la prima volta Trunks. Non mi ero
preparato per quel momento. Pensavo che non mi avrebbe dato nessuna
sensazione particolare. Invece mi ha colpito. Ed è anche per
questo che non ho reagito. Credo che il dottor Gero si sia accorto del
mio breve momento di distrazione. Come ti ho già detto, non
volevo far capire che eravate il mio punto debole. Sapevo che vi
avrebbero salvato. E sono venuto qui oggi per fartelo capire. Ti amo e
voglio che tu sappia ancora una cosa. Anche se, alla fine, me ne
andrò, non potrò mai smettere di guardarti da
lontano. Forse sono egoista, però non potrei mai saperti con
un altro uomo. E non potrei sapere che Trunks cresca con un altro
padre.
Senza aggiungere altro, la baciò. Un bacio breve, casto.
- Questo me lo dovevi.
Bulma non riusciva ad articolare neanche un suono. Le parole che aveva
ascoltato rispecchiavano completamente quello che lei aveva sempre
voluto sentirsi dire da lui, da quando se n’era innamorata.
Ed ora, che quel momento era finalmente arrivato, lei non riusciva a
reagire, a trovare qualcosa da dire, tante erano le cose che voleva
esprimere.
Quel lungo silenzio, lui lo interpretò come un definitivo
rifiuto. Così, lasciandola semplicemente andare, si
scostò da lei e andò verso la porta-finestra.
Solo quando lei comprese che se ne stava andando, un’altra
volta, gli corse incontro.
- Vegeta!!!
Troppo tardi, lui era già volato via.
- Noooo!!!
Perché se n’era andato così? E
perché sentiva di aver perso, quel giorno, ogni sua
possibilità di essere felice?
Mirai No Trunks percepì l’aura di suo padre
allontanarsi sempre di più. A quanto pareva, non aveva
funzionato. Passarono pochi istanti, poi udì sua madre
urlare e piangere. Si alzò, con ancora il se stesso di quel
tempo fra le braccia, e andò dalla madre. Quando
entrò nella stanza, la vide in ginocchio, con una mano
aggrappata al lettino. Stava piangendo.
- Madre.
- Se n’è andato...
Mi ha detto che mi ama e se n’è andato...
- Cosa?
Il ragazzo era confuso. Sua madre era disperata, invece di essere
furiosa. Suo padre aveva ammesso i propri sentimenti, ma se
n’era andato.
- Cos’è successo?
Non l’hai perdonato?
- Io... Io non ho avuto tempo di dire
niente... E’ solo andato via, così...
La donna si alzò. Finalmente aveva capito cosa doveva fare.
Si parò davanti al figlio.
- Mi devi aiutare.
- Cioè?
- Mi devi aiutare a trovarlo. Io gli devo
dire quello che provo. Aiutami a ritrovare tuo padre.
**Che
accadrà????
Fatemi
sapere che ne pensate!!! Un bacio a tutti quelli che mi seguono!!!!***
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Capitolo 6 *** Dove sei? ***
Cap.
6
Mirai No
Trunks era in volo da parecchie ore, ormai. Era ancora alla ricerca del
padre. Probabilmente aveva azzerato la propria aura per non essere
seguito e lui non sapeva più dove cercare. Si
fermò quando vide davanti a sé una sagoma
familiare. Non si trattava del padre, tuttavia, bensì di
Junior.
-
Hey Trunks, pensavo che fossi già tornato nel tuo
tempo!
-
Ciao . In effetti, era quello che volevo fare, ma devo prima
sistemare delle cose.
Lo sguardo di
Junior era stranamente comprensivo.
-
Ti riferisci a tuo padre?
-
Vorrei che, almeno in questo tempo, mia madre e mio padre
avessero la possibilità di trascorrere la loro vita insieme,
ma sembra che sia più difficile del previsto.
-
Vegeta ha un caratteraccio e ha bisogno di tempo per
abituarsi al cambiamento. Piuttosto, si può sapere che stai
facendo in giro? Ho percepito la tua aura vagare per tutta la Terra.
-
Si, sto cercando per l’appunto Vegeta!
-
Non è ancora tornato?
-
Si, ma ha litigato con mia madre e poi è andato
via di nuovo.
-
Oh. Non riesco a percepire la sua aura.
-
Lo so. Deve averla azzerata per non farsi trovare.
D’un
tratto lo sguardo di Junior divenne più corrucciato e anche
Trunks percepì quello che stava percependo l’altro
guerriero.
-
Hey, ma questa è...
-
La sua aura!
-
Finalmente! Andiamo!
Vegeta, dopo
essersi allontanato il più possibile dalla Capsule
Corporation, si era rifugiato su una piccola isola deserta. Per la
maggior parte del tempo era rimasto seduto su uno scoglio, lasciando
che le onde che vi si infrangevano contro facessero da sfondo ai propri
pensieri. Sapeva che Bulma era infuriata con lui e che non sarebbe
stato facile farsi perdonare. Tuttavia, aveva sperato che aprire il suo
cuore, per la prima volta in vita sua, sarebbe bastato a farsi
perdonare. Adesso non sapeva cosa fare. Non aveva senso restare su quel
pianeta se anche la sua donna lo respingeva. Eppure non riusciva a
pensare alla sua vita su qualche altro pianeta. Quella era la sua
sconfitta più grande. Di quello si stava rendendo conto man
mano che il tempo passava. Poi, la rabbia lo fece esplodere e decise di
sfogarla nell’unico modo che conosceva. Iniziò
così ad allenarsi proprio su quell’isola deserta.
E fu poco dopo che udì due auree in avvicinamento.
Sbuffò. E adesso cosa volevano quegli scocciatori? Decise di
ignorarli e continuare il suo allenamento. Così quando i due
lo raggiunsero, Vegeta non diede loro attenzione. Ma Trunks sapeva
essere determinato.
-
Papà! Papà, ti devo dire una cosa,
ascoltami!
Ma il sayan
non aveva nessuna intenzione di ascoltare un bel niente e
continuò ad ignorarli. Così Trunks
capì che c’era un solo modo per farsi ascoltare.
Si avvicinò a lui e si intromise nel suo allenamento,
parando i suoi colpi e costringendo Vegeta a guardarlo negli occhi.
Solo allora l’orgoglioso principe dei sayan si
fermò e con un’espressione a dir poco incollerita,
si decise a rivolgere la parola a quel figlio venuto dal futuro.
-
Che diavolo vuoi?
-
Solo che mi ascolti per cinque minuti.
-
Se sei venuto fin qua per dirmi di tornare a casa, ti informo
che è stato inutile.
-
Invece devi tornare dalla mamma!
Vegeta
attaccò suo figlio più animatamente, sentendo
ancora la propria rabbia aumentare.
-
Non c’è nessuna ragione per cui io debba
tornare in quella casa! Perciò, adesso segui
l’esempio del muso verde e sparisci!
Trunks si
voltò per vedere che, in effetti, Junior si era
già allontanato, tuttavia, in questo modo, si distrasse
abbastanza a lungo da permettere a Vegeta si sferrare un attacco ancora
più deciso e inaspettato. Trunks venne sbalzato lontano dal
padre, ma ebbe la prontezza di riflessi di fermarsi prima di sbattere
contro gli scogli.
-
No. Non me ne andrò di qui finché non
mi darai retta!
-
Hey, ascoltami bene, ragazzo. Non hai nessun diritto di
venirmi a fare la predica e non accetto ordini da te! Quindi adesso
puoi anche andartene!
-
No.
Lo sguardo
infuriato di Vegeta si scontrò con quello altrettanto
accigliato del figlio. Nonostante la rabbia che stava provando in quel
momento, Vegeta non poté non fare caso al fatto che Trunks
aveva il suo stesso sguardo. Il colore degli occhi proveniva dalla
madre, ma lo sguardo era decisamente il suo.
-
Si può sapere perché sei
così insistente?
-
Perché mia madre mi ha chiesto di venirti a
cercare per farti tornare a casa.
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Capitolo 7 *** Riflessioni ***
CAP
7
Quell’ultima
affermazione aveva sorpreso Vegeta. Non avrebbe mai capito quella
donna. Prima lo costringeva ad andarsene, vista la sua indifferenza
davanti alle sue parole, poi lo mandava a cercare.
-
Beh, dille che ormai ho deciso. Non tornerò più
indietro.
-
Perché?
-
Non immischiarti. Ho già parlato con lei e ho preso la mia
decisione. Anzi, mi stupisce che lei voglia rivedermi. Pensavo fosse
stata abbastanza chiara, prima. Forse la coerenza non è una
virtù poi così umana.
A Trunks
parve che il padre avesse abbassato un po’ le sue difese,
così gli si avvicinò lentamente.
-
Senti papà, non so cosa vi siate detti di preciso tu e la
mamma. So solo che, dopo che te ne sei andato, ho trovato la mamma che
piangeva. Mi ha chiesto di venirti a cercare, perché non le
hai dato il tempo di parlare.
Il Sayan dai
capelli neri rimase in silenzio, senza dare alcuna apparente reazione.
Ma, dentro di sé, si sentiva turbato. Forse... Non sapeva
cosa fare. Trunks intuì che poteva essere sulla strada
giusta per far ragionare quel padre tanto burbero e ostinato.
-
Vorrei che tu e la mamma vi riappacificaste. Sai, per me
quest’epoca è come una seconda
possibilità da non sprecare assolutamente. Sono cresciuto da
solo, con mia madre e con Gohan. Adesso, l’altro me stesso ha
finalmente l’opportunità di crescere accanto a te.
Finalmente avrò un padre, non mi piace l’idea che
non potrà essere così solo perché ti
ostini a mettere il tuo orgoglio davanti a tutto. Torna a casa e
ascolta quello che la mamma ha da dirti.
Vegeta
guardò il figlio negli occhi. Le parole di Trunks lo avevano
colpito. Non pensava che, dopo averlo conosciuto, Trunks volesse ancora
così disperatamente averlo accanto, neanche per
l’altro se stesso! In fondo, che padre avrebbe potuto essere
per suo figlio? Certo, avrebbe potuto allenarlo, ma Trunks si sarebbe
accontentato della sua presenza, anche se distante? Quando aveva deciso
di fare ritorno da Bulma, in cuor suo sapeva che non si sarebbe
più allontanato. Ma sapeva anche che, nonostante i buoni
propositi, la sua sarebbe stata una presenza limitata. Avrebbe fatto
del suo meglio. Si chiedeva tuttavia se sarebbe bastato. Poi
guardò il giovane che aveva davanti. Quel suo figlio era
cresciuto senza di lui. Eppure era così forte e coraggioso.
Forse non sarebbe riuscito ad dirlo neanche sotto tortura, ma era fiero
di lui. Peccato che sarebbe dovuto tornare nella sua epoca, a breve. Un
barlume di speranza si accese in lui, al pensiero del bambino che si
trovava alla Capsule Corporation. Si avvicinò
così al figlio e gli mise una mano su una spalla.
-
Gohan e Bulma hanno fatto un buon lavoro con te.
Senza
aggiungere altro, Vegeta spiccò il volo, lasciando Trunks
senza parole. Il ragazzo si voltò e osservò il
padre sparire all’orizzonte. Solo la direzione che aveva
preso fecero capire a Trunks che si stava dirigendo verso casa. Gli
sfuggì un sorriso, pensando che quella frase sarebbe forse
stato tutto quello che di positivo suo padre gli avrebbe rivolto fino
alla sua partenza. Non perse ulteriore tempo, si alzò anche
lui in volo, diretto verso la Capsule Corporation.
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Capitolo 8 *** Fine ***
Cap.
8
Mentre ormai si avvicinava la sera, davanti alla vetrata della sua
camera da letto, Bulma si mordicchiava un unghia della mano sinistra,
mentre l’altra mano era poggiata sul vetro. Sentiva gli occhi
gonfi, ma come poteva essere altrimenti, dato che aveva pianto per
quasi tutto il giorno? Il suo piccolo bambino l’aveva
guardata con lo stesso sguardo corrucciato del padre, non comprendendo
quella sua infinita tristezza. Poi aguzzò la vista, nel
tentativo di mettere a fuoco quei due puntini che vedeva in
avvicinamento. Il suo cuore iniziò a battere più
velocemente, mentre la speranza cresceva in lei. Sorridendo,
lasciò la stanza e corse a perdifiato giù per le
scale. Sua madre, con il piccolo Trunks la vide scendere
così di fretta e le chiese che stesse succedendo, ma lei la
ignorò e si diresse correndo verso il portone
d’ingresso e uscì nel cortile, dove scorse Vegeta
e Trunks che si avvicinavano sempre di più. Entrambi
atterrarono proprio davanti a Bulma. Trunks si limitò a
sorridere alla madre, prima di dirigersi verso l’ingresso di
casa, senza dire niente. Vegeta guardò Bulma. La donna aveva
gli occhi pieni di lacrime e dopo qualche secondo si
avvicinò a lui quanto bastava per abbracciarlo, sperando di
essere respinta. Vegeta subito si irrigidì, non essendo
abituato a gesti simili. Bulma avvicinò la bocca
all’orecchio del sayan.
- Ti prego, non andartene più.
Anch’io ti amo.
A quel punto, il sayan lasciò da parte ogni imbarazzo e
cinse la vita della sua donna, baciandola.
Dentro la casa, Trunks aveva sbirciato la scenetta da una delle
finestre del salotto, sperando di non essere scoperto. Probabilmente
suo padre non avrebbe gradito una cosa del genere. Ora si che poteva
fare ritorno nella sua epoca con il cuore sereno. Staccò gli
occhi dalla finestra solo quando sua nonna si avvicinò a lui
con l’altro se stesso in braccio. Il bambino stava agitando
le braccine verso di lui e il ragazzo sorrise, allungandosi per
prenderlo in braccio. Dopo gli indicò la coppia fuori in
cortile.
- Li vedi quelli? Sono i nostri genitori.
Tuo padre sarà con te, mentre crescerai. E questo mi rende
molto felice.
Il piccolo batté abbastanza energicamente una manina sul
vetro e Trunks lo udì articolare qualche suono.
- Da... Dada... Pa... Pa...
PAPA’!
- Si, esatto, piccolo. Quello
è il tuo papà.
Il Trunks del futuro non poteva non essere felice, sapendo di aver
donato anche a se stesso e alla sua famiglia, una seconda
opportunità.
***Ebbene si. Immagino che ormai non pensavate che avrei mai finito
questa storia, invece eccomi qua!!!!! Scusate per
l’imperdonabile ritardo e grazie a tutti quelli che
leggeranno. Spero che vi piaccia! Bacio****
|
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