You're taking over me

di Vespertilla
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** You're taking over me ***
Capitolo 2: *** His lips caress your skin it's more than I can stand. ***



Capitolo 1
*** You're taking over me ***


“Matt..”
Il ragazzo udì il proprio nome, come un sussurro, ed uscì in terrazza, cercando di capire da dove provenisse, e da chi. Non vide nessuno, e solo quando si voltò per l’ultima volta si ritrovò davanti Kol, e sobbalzò per lo spavento.
“Buonasera. Sei l’amico di Rebekah, non ci siamo presentati.”
Esordì l’Originario, con un sorrisetto tutt’altro che rassicurante, e allungò la mano verso di lui.
“Matt Donovan.”
Rispose l’altro, porgendogli la mano a sua volta, per stringerla.
“Kol Mikaelson.”
Dopo essersi presentato a sua volta, il vampiro cominciò a stringere sempre più forte la mano di Matt, e ben presto si sentì lo scricchiolio delle sue ossa.
Matt gemette dal dolore, ma Kol non accennava a fermarsi.
“Smettila! Ti avevo detto di lasciarlo in pace!”
Rebekah giunse, ansimando, sulla terrazza, e guardò il fratello con astio.
“Ma dai, ci stavamo solo presentando!”
Rispose Kol, sarcastico, ed allargò entrambe le braccia, lasciando quindi la presa sulla mano di Matt, con uno strattone.
“Non è vero, Matt?”
Proseguì, beffardo, e Matt cominciò a massaggiarsi la mano rotta.
“Lascia che dia un’occhiata..”
Rebekah si avvicinò al ragazzo, tentando di afferrargli la mano, ma si ritrasse.
“Lasciami stare, ne ho abbastanza.”
Rispose Matt, infuriato, osservando con attenzione la vampira. Dopo un ultimo sguardo colmo di disprezzo all’indirizzo di Kol, rientrò nel palazzo.
Rebekah era dispiaciuta, e si sentiva rassegnata. Ogni volta che cercava di approcciare con un ragazzo, ecco che succedeva qualcosa di sbagliato. Scoccò un’occhiata torva verso il fratello.
“E’ inutile che mi guardi così, tesoro.”
Riprese Kol, avvicinandosi di qualche passo alla sorella.
“E’ colpa tua. Sei tu che provi interesse per patetici umani. Ma quando crescerai?”
C’era qualcosa di terribilmente sarcastico e pungente nel tono dell’Originario, qualcosa che fece irritare Rebekah. Posò entrambe le mani sul petto di Kol e lo spinse con violenza all’indietro, inchiodandolo con la schiena alla parete vicino alla finestra.
“Ma che ne sai tu? Io non ho mai avuto qualcuno che mi amasse davvero! Tu non sai come ci si sente!”
Urlò la vampira, infuriata: gli occhi le si iniettarono di sangue ed estrasse i canini.
“Oh ho, come ci scaldiamo.”
Rispose Kol, in un sussurro, osservando la sorella a pochissimi centimetri da lui. Sembrava decisamente divertito dalla reazione di lei. In una frazione di secondo ribaltò la situazione: afferrò Rebekah per i fianchi e la costrinse a sua volta contro la parete.
“Ah sorella, sorella..tu menti, lo sai.”
Sussurrò l’Originario, chinandosi sul collo dell’altra.
“Tu sai che c’è qualcuno che ti ama immensamente..”
Kol cominciò a percorrere con la punta del naso il collo di Rebekah, fino ad arrivare al suo orecchio. La vampira si irrigidì immediatamente, sembrava quasi che Kol avesse un qualche potere su di lei, dato che non fu capace di reagire, e socchiuse gli occhi.
“Sono io che ti amo e sei solo mia, non dimenticarlo mai. Sai che fine farebbero eventuali scocciatori, ne hai avuto un assaggio con Matt poco fa e già ne hai avuto prova molto tempo fa. Sai che non scherzo, sorella.”
Proseguì Kol, con durezza, e sfiorò con le labbra l’orecchio di lei.
In quel momento, una lacrima solcò il viso di Rebekah, e riaprì gli occhi. 
Le labbra dell’Originario scivolarono dall’orecchio al viso della sorella, che percorse fino ad arrivare alla bocca, ma non la sfiorò. Entrambe le mani risalirono dai fianchi della vampira fino al suo viso, e con le dita le asciugò la lacrima. Rebekah poteva sentire ogni singolo respiro del fratello sul viso, gli occhi erano fissi nei suoi: sentiva un misto di rabbia, paura ed eccitazione.
“Non preoccuparti, non si intrometterà più nessuno tra di noi.”
Concluse Kol, con un inquietante sorriso dipinto sul volto, e si avvicinò ulteriormente alle labbra della sorella, indugiando per qualche istante, per poi distaccarsene definitivamente, lasciando la presa. Osservò la vampira ancora per qualche istante, poi indietreggiò lentamente e infine lasciò il terrazzo. Rebekah rimase immobile ancora per qualche istante: se il suo cuore fosse stato ancora attivo, sicuramente avrebbe avuto i battiti a mille. Si avvicinò lentamente alla ringhiera della terrazza e guardo giù, tentando di riprendersi, ma l’agitazione era ancora forte. 

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Capitolo 2
*** His lips caress your skin it's more than I can stand. ***


Rebekah, dopo la notte passata con Damon, rientrò a casa la mattina seguente: non appena arrivò si sentì addosso gli sguardi accusatori dei suoi fratelli, in particolare quello di Kol.
“Bene, bene, bene. Ecco la nostra ragazza.”
Esordì Kol non appena la vide, con un sorrisetto beffardo e fastidioso che gli solcava le labbra.
La vampira sbuffò, visibilmente irritata, e cercò di farsi spazio.
“Levati di mezzo, Kol.”
Disse con durezza, osservando con attenzione il fratello, con l’aria di chi non voleva affatto sentire una ramanzina.
“Fuori tutta la notte, che scandalo. Spero tu ti sia fatta qualcuno di meglio di quel plebeo.”
L’Originario si prese una pausa, in modo che ogni parola arrivasse a colpire la sorella. Dopo un primo momento in cui la sua voce aveva una nota di scherno, adesso sembrava piuttosto irritata.
“Matt, dico bene?”
Rincarò la dose, sperando vivamente che non fosse accaduto ciò che temeva.
“Se non chiudi quella boccaccia ti faccio sputare i denti.”
Sentenziò la vampira, desiderosa di ribellarsi al controllo che i fratelli cercavano di esercitare su di lei.
Klaus sorrideva sommessamente ascoltando le battute che i due si scambiavano, poi decise che era meglio filarsela, quindi si alzò dal divano e si diresse verso un’altra stanza.
Rebekah vide che la situazione non stava volgendo affatto a suo favore, e decise di allontanarsi  a sua volta. Ma non appena si mosse per andarsene, Kol la afferrò per un polso, facendola voltare nuovamente verso di lui.
“Dove credi di andare? Non ho finito con te.”
Riprese il fratello, preso dalla gelosia, e la osservava insistentemente. Rebekah si sentì a disagio, una sensazione che solo i suoi fratelli sapevano farle provare, ma non volle desistere.
“Non ho niente da dirti, Kol. Te lo ripeto: lasciami in pace.”
Rispose, scadendo lentamente le parole, e si divincolò dalla stretta del fratello.
“E io ti ripeto la domanda: con chi hai passato la notte?”
Se Rebekah era testarda, Kol forse lo era di più. E non l’avrebbe lasciata andare finchè non avesse saputo quell’informazione.
“Non ero con Matt, se è questo che vuoi.”
Disse la sorella, e si voltò per allontanarsi dalla stanza.
“Ah, ho capito. Non ti sei disonorata con un umano, almeno. Allora rimane solo un’opzione: uno dei Salvatore, vero? Klaus ha detto che stamattina ti ha vista uscire da casa loro. ”
Aggiunse Kol, e si alzò dal divano, avvicinandosi lentamente alle spalle della sorella, che si voltò di nuovo a guardarlo.
“Klaus dovrebbe imparare a farsi gli affari suoi, proprio come te. Se lo sai già, perché vuoi sentirmelo dire?”
Domandò Rebekah, assottigliando lo sguardo, infastidita.
“Perché voglio rendermi conto di quanto tu sia diventata una sgualdrina, sorella.”
Sussurrò Kol, con una certa impertinenza, con un ghigno terribilmente fastidioso.
L’Originaria allora non riuscì a trattenersi e, offesa, scagliò un violento schiaffo all’indirizzo dell’altro.
“Mi prendi in giro? Tu vai a letto con quella feccia, ti presenti a casa il mattino dopo, e poi mi schiaffeggi pure? Questo non posso tollerarlo!”
Replicò Kol, indignato, quindi fece un balzo repentino in avanti e spinse la sorella sul pavimento, bloccandole entrambe le braccia per evitare qualsiasi movimento.  
“Forse hai dimenticato una cosa, lascia che ti rinfreschi la memoria. Tu giurasti di essere solo mia, mia soltanto, nessuna scappatella come quella di stanotte è permessa. Ti amo, ti amerò per sempre, so che per te è lo stesso. Non farmi arrabbiare, sorella, o giuro che strapperò il cuore a chiunque ti si avvicini e te lo servirò su un piatto d’argento. Quante persone vuoi farmi uccidere prima di sembrare credibile ai tuoi occhi? Una promessa è una promessa.”
Kol sussurrò queste parole ad una distanza minima dal viso della sorella, con un tono che non ammetteva repliche. Rebekah, dal canto suo, lo guardava fisso, stava elaborando una possibile risposta, che non venne immediatamente.
Il fratello, approfittando del momento, avvicinò le proprie labbra a quelle di lei, chiuse gli occhi e vi posò un bacio dolce, molto diverso dal tono col quale si era rivolto a Rebekah poco prima.
La vampira non respinse quel gesto ma, poco dopo, si rialzò con stizza, improvvisamente, spingendo Kol all’indietro, il quale atterrò sul divano, e sfoggiò un sorriso sornione.
“Era molto tempo fa.”
Detto questo, l’Originaria non aggiunse altro e si allontanò dalla sala.     

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