APOCALYPSE

di Eagle
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** - START - ***
Capitolo 2: *** - LA NOTTE - ***
Capitolo 3: *** - LA PROFEZIA - ***
Capitolo 4: *** - L'ARCIPELAGO DEI PECCATI - ***
Capitolo 5: *** - I WANT ALL - ***
Capitolo 6: *** - NON NE HO VOGLIA - ***
Capitolo 7: *** - I' M YOUR LOVER - ***
Capitolo 8: *** - PANCIA MIA FATTI CAPANNA - ***
Capitolo 9: *** - SONO IL MIGLIORE - ***
Capitolo 10: *** - IO VOGLIO ESSERE IO - ***
Capitolo 11: *** - WRATH - ***
Capitolo 12: *** - HER VISION OF PAST - ***
Capitolo 13: *** - FINALMENTE DEAD CALM - ***
Capitolo 14: *** - ROBIN' S SHOW - ***
Capitolo 15: *** - 489 MILIONI - ***
Capitolo 16: *** - THE NIGHT IS YOUNG - ***
Capitolo 17: *** - THE HIDE TRAP - ***
Capitolo 18: *** - ABADDON IL DISTRUTTORE - ***
Capitolo 19: *** - DELIRIO - ***
Capitolo 20: *** - QUALCOSA NON QUADRA - ***
Capitolo 21: *** - PRIGIONIERI - ***
Capitolo 22: *** - L'ERRORE DI NON TEMERE UNA DONNA - ***
Capitolo 23: *** - UN UOMO DISARMATO - ***
Capitolo 24: *** - PAWNS - ***
Capitolo 25: *** - PESCA GROSSA - ***
Capitolo 26: *** - LIES, SECRETS AND QUARRELS - ***
Capitolo 27: *** - ILLUSIONI E RANCORI - ***
Capitolo 28: *** - CAN YOU FEEL THE LOVE TONIGHT - ***
Capitolo 29: *** - WELCOME TO MY TRUTH - ***
Capitolo 30: *** - HIS VISION OF PAST - ***
Capitolo 31: *** - POKER - ***
Capitolo 32: *** - A BOULEVARD OF BROKEN DREAMS - ***
Capitolo 33: *** - Ω - ***
Capitolo 34: *** - I JUST DIE IN YOUR ARMS TONIGHT - ***
Capitolo 35: *** - ONE BROKEN PROMISE - ***



Capitolo 1
*** - START - ***


Allora, comincio col dire che questa è stata la prima fic di One Piece che ho scritto e risale a due anni fa…oddio forse tre

Allora, comincio col dire che questa è stata la prima fic di One Piece che ho scritto e risale a due anni fa…oddio forse tre. Inizialmente era stata scritta a “copione” però era veramente troppo pesante leggere tutti quei nomi, così qualche mese fa ho deciso di riguardarla e di cambiare la situazione e cercando di togliere eventuali errori.

Beh, che dire, sperando che non me ne siano scappati troppi, vi auguro buona lettura ^_^

 

 

ONE PIECE

- APOCALYPSE-

___________________________________________________

 

CAPITOLO 1

- START-

 

<< Naaaaaaaaamiiiiiiiiiiii! Non ce la faccio più, quando arriviamo alla prossima isola?>> sbraitò come un moccioso il capitano

La rossa era, ormai, in preda ad una crisi di nervi << Accidenti, Rufy, te l'ho già detto cinque minuti fa! Dovremo scorgerla verso sera...>>

<< Ma uffa, io voglio arrivare prima!>> continuò quello imperterrito

<< Qualcuno lo faccia smettere, per favore...non ce la faccio più!>> implorò la navigatrice fra calde lacrime.

Sanji sbucò con fare teatrale dalla cucina, pronto per salvare la sua bella << Nami, tesorino mio, ci penso io a calmare quel bambinetto...>>

Rufy, sentitosi deriso, saltò su dritto come un fuso << Ehi, tu! Come osi dare del bambinetto al tuo capitano? Vieni qui che ti spezzo!>>

Il cuoco fece spallucce << Oh, che peccato...vorrà dire che quelle buonissime frittelle che sto preparando in cucina si bruceranno tutte!>>

<< Sanji, vecchio amico mio! Non avrai mica pensato che dicessi sul serio!?>> disse il capitano mostrando la faccia più tenera di cui era capace

Sanji grugnì a denti stretti << Giuda! Tra cinque minuti vieni di là che è pronto...>>

<< Io le voglio ora!>> Rufy incrociò le braccia imbronciato

Ma nessuna delle sue moine riuscì a far cambiare idea al biondo << Tappati quella bocca...altrimenti non avrai niente!>>

Il ragazzo di gomma sembrò rassegnarsi << Sigh...>> poi tornò alla sua vittima precedente << Naaaaaami, allora?>>

La cartografa si accasciò sulle ginocchia << Qualcuno mi uccida!>>

Robin uscì da sottocoperta << La mia testa...cosa diavolo avete da urlare tanto?>>

Nami le si attaccò alle gambe in lacrime << Robin, ti prego, aiutami tu! Fagli chiudere quella dannata bocca!>>

La mora sospirò << Se servirà a far tornare la tranquillità...d'accordo!>> fece apparire due braccia sulle spalle del capitano e con le mani gli tappò la bocca

La rossa sembrò rinascere << Finalmente un po' di pace...>>

In quel momento Sanji si affacciò dalla porta della cucina << Tesorini, venite! Il vostro umile servo vi ha preparato lo spuntino pomeridiano!>>

Alla parola "spuntino" Rufy morse una delle mani di  Nico che sparì all’istante mentre sul volto della proprietaria si dipinse una smorfia di lieve dolore

Il capitano si fiondò in cucina << Si mangiaaaaaaaaaaaaa! A tavola!>>

Zoro, decise di prendersi una pausa dai suoi allenamenti << Era proprio l'ora...cominciavo ad avere un certo languorino!>>

Anche il pinocchio si avviò richiamato dall’invitante profumino che ormai si era sparso per tutta la nave << Aaaah, non c'è niente di meglio di un po' di calorie per compensare ore di duro lavoro di progettazione!>>

Chopper lo seguiva con occhi carichi di ammirazione << Wow, ore di duro lavoro! Sei un grande Usop! >>

<< Puoi dirlo forte amico mio!>> gli disse il cecchino dandogli il cinque

E insieme, all’unisono perfetto urlarono << Yeah!>>

Un enorme gocciolone apparve sulla testa della navigatrice <<  Come non detto, è tornato il marasma totale!>>

Robin rise << Ma dai, in fondo è divertente...>>

Nami ironizzò << Ah, ma senti questa! Non eri tu che prima ti lamentavi per il tuo mal di testa?>>

L’archeologa fece orecchie da mercante << Chi, io? Non ricordo...>>

Vennero richiamate dalla voce di Sanji << Luci dei miei occhi, venite altrimenti queste discariche umane non lasceranno niente per i vostri bei pancini!>>

La cartografa lo rassicurò << Arriviamo...>>

Dopo lo spuntino tutti ripresero le loro faccende: chi risistemava la cucina e s' ingegnava nel trovare qualcosa da cucinare per la cena con le poche provviste rimaste, chi alternava a pisolini varie serie di esercizi per la muscolatura, chi leggeva tranquillamente un libro seduta su una sdraio a prendere il sole, chi se ne stava accovacciato sulla polena, chi parlava di fantastiche avventure con chi lo ascoltava estasiato e chi si riposava nell'attesa dell'attracco che sarebbe giunto di lì a poche ore.

 

Il tempo passò

Robin entrò nella camera della navigatrice << Nami, svegliati...>>

Quella aprì lentamente gli occhi:" Uhm...R- Robin, che ore sono?"

<< Di preciso non lo so...però abbiamo già avvistato l'isola da un bel po', se il tempo rimane così dovremo attraccare fra una mezz'oretta ma per esserne sicuri ci vuole il parere della navigatrice...>> le rispose la mora con un sorriso

Nami si alzò di colpo << E come mai non mi avete svegliato prima?>>

La cow- girl alzò le spalle << Ordine tassativo di Sanji! Io ti aspetto sul ponte...>>

La rossa iniziò a prepararsi << Ok, dammi qualche minuto e arrivo...>>

Qualche minuto dopo:

Nami sbraitò << Robin! Meno male che dovevamo attraccare fra mezz'oretta, qui se non riusciamo ad ammainare le vele in tempo ci distruggiamo sul porto!>>

La mora le rispose sullo stesso tono << Come potevo immaginare che in un quarto d’ora si potesse alzare un vento simile!

Sanji le guardava estasiato << Amorini, siete così belle quando litigate fra voi!>>

Le due si guardarono e senza dirsi niente tirarono un pungo in testa al cuoco << Zitto tu! Non stiamo litigando, solo discutendo!>>

La navigatrice iniziò a impartire gli ordini << Rufy, Chopper: ammainate le vele! Usop vira a destra di dieci gradi e tu, Zoro, preparati a gettare l'ancora!>>

 

Dopo un sudato attracco e una buona cena la nostra ciurma si apprestò a sbarcare

Appena toccata terra Rufy si stirò urlano << Si mangiaaaaaaaaaa!>>

SDONG (pugno in testa)

Nami stringeva ancora la mano convulsamente << Ingordo, hai appena finito di cenare...>>

Robin suggerì << Cerchiamo un albergo dove andare a dormire piuttosto...>>

Il biondo la guardò con due grossi occhi a forma di cuore << Oh, passerottino mio, hai perfettamente ragione...>>

La mora non rispose, si chiuse in uno strano silenzio ma nessuno se ne rese conto.

Zoro non si lasciò sfuggire l’occasione di punzecchiare l’amico << Ma quando la smetterai di sbavare dietro alle gonnelle delle donne?>>

Sanji, come previsto, rispose alla provocazione << Taci tu, brutta testa di cavolfiore!>>

Lo spadaccino mostrò i denti << Cuoco dei miei stivali, vuoi che ti faccia a fette?>>

Nami li guardò inarcando un sopracciglio << Insomma, ragazzi, quanto sono monotoni i vostri litigi...ripetete sempre le solite cose!>>

Zoro le fece una boccaccia << Tu che t' intrometti, mocciosa!>>

Il cuoco si preparò ad usare i suoi calci << Come osi parlare così alla mia Nami?>>

Il capitano allargò, improvvisamente, la bocca per lo stupore << Aaaaaaaaaah, io voglio andare lì!>>

<< Lì,dove?>> chiese Chopper che non riusciva a vedere a cosa si riferisse il capitano

<< “La Locanda Della Carne”? C'era d' aspettarselo da uno come lui!>> sospirò Usop

<< Mah...mi sembra un posto tranquillo e soprattutto economico...>> disse Nami pensando, prima di tutto, al suo portafoglio

Usop sibilò << La solita taccagna...>>

La rossa fece finta di niente << Coraggio, entriamo!>>

L' entrata era modesta e accogliente così come il resto del locale, da dietro al banco della reception un uomo si presentò alla nostra ciurma << Salve ragazzi, io sono Rock, il proprietario di questa locanda...cosa posso fare per voi?>>

La cartografa parlò per tutti << Ci servono tre camere: due doppie e una tripla...>>

Sanji andò in visibilio <<  Nami, tesoro, la tripla è per noi e Robin, vero?>>

Quella in tutta risposta lo colpì in testa << Scordatelo, io e Nico Robin staremo in una delle due doppie; per le altre due arrangiatevi da soli. Ti dispiace di stare in stanza con me, sorellona?>>

Robin rispose senza entusiasmo << Per me non fa alcuna differenza...>>

Nami rimase perplessa << Fredda come un ghiacciolo...>>

Chopper alzò la zampa << Io voglio stare in stanza con Usop! >>

Usop rispose entusiasta << Ceeeeerto!>>

La navigatrice tirò le somme << Ok, allora è fatta: l' ultima sarà composta da Rufy, Sanji e Zoro...ora saliamo!>>

Zoro obiettò << Ehi, io non voglio stare in camere con un lecca sottane...>>

Il cuoco non fu da meno << La stessa cosa vale per me, non credere che io abbia voglia di stare in una stanza con t...>>

La porta si aprì di colpo e un uomo cadde a terra, era magrissimo pieno di tagli e bollettoni << Rock, sono arrivati...sarà la fine di tutti noi, non si salverà nessuno...c-cerca a-iut-to...>>

Chopper gli corse incontro, magari poteva fare ancora qualcosa per lui ma il locandiere lo fermò bruscamente << Fermo, non toccarlo...non c'è più niente da fare ormai!>>

L' uomo, infatti, in un rantolo di dolore spirò

Rufy sbraitò << Perché l'hai fermato? Magari poteva fare qualcosa, è un ottimo medico!>>

Rock gli rispose con le lacrime agli occhi << Ragazzino, credi che se si sarebbe potuto fare qualcosa non l' avrei fatta? Non si può nulla contro i poteri dei Quattro, la Profezia ha avuto inizio...toccandolo avreste rischiato di essere contaminati>>

Quelle parole accesero la curiosità di Robin << Quale profezia? E quale contaminazione?>>

L’ uomo era palesemente agitato << S-sì, contaminati...ma ora salite nelle vostre camere e lasciatemi almeno dare una degna sepoltura al mio amico che ha avuto una morte ingiusta...>>

Il capitano s’ impuntò << No, io voglio sapere...devi raccontarci!>>

Nami lo fermò << Rufy, non insistere adesso: è molto scosso e anche noi lo siamo e in più siamo stanchi, ora andiamo a dormire...se vorrà, ci racconterà domani...>>

Il ragazzo di gomma si rassegnò << E va bene, d'accordo...>>

 

 

TO BE CONTINUED…

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Capitolo 2
*** - LA NOTTE - ***


CAPITOLO 2

CAPITOLO 2

- LA NOTTE –

 

Nell' unica camera tripla:

Il capitano girava avanti e indietro nervoso per la stanza << Perché non ha voluto che provassimo a salvarlo? Come ha potuto lasciarlo morire così?>>

Zoro sbuffò << Rufy, calmati! Per lui ormai era finita e poi hai sentito cosa ha detto quel tizio: avremmo rischiato di essere contaminati...>>

Il cuoco si accese una sigaretta e ne aspirò del fumo << Sì, contaminati...ma da cosa?>>

Lo spadaccino si buttò sul letto, braccia dietro alla nuca << L' abbiamo visto tutti che razza di piaghe e bollettoni avesse sul corpo...>>

Sanji, dopo essersi tolto le scarpe, seguì l’esempio dell’amico << Magari sarà una malattia nuova o comunque rara...Chopper potrebbe sapere qualcosa in proposito...>>

<< A che servirebbe? Tanto ormai quell' uomo è morto!>> disse il ragazzo di gomma stringendo convulsamente i pugni

Zoro lo guardò stranito << Rufy, che ti prende? Non è da te parlare così...>>

<< Per una volta mi trovo d'accordo con questo buzzurro...tu non ti demoralizzi mai...>> aggiunse il biondo spegnendo la sigaretta nel posacenere

<< Buzzurro a chi?>> ringhiò a denti stretti lo spadaccino

Rufy si fermò di botto << HO DECISO! Domani mi farò raccontare tutto da Rock: scoprirò chi sono i Quattro, li scoverò e vendicherò quel pover uomo!>>

Zoro sorrise << Ora sì che ti riconosco capitano!>>

Sanji, dopo aver aspettato che anche il capitano si mettesse a letto, allungò una mano verso la lampada << Bene, ora cerchiamo di dormire...domani abbiamo parecchio da fare!>>

La prima luce si spense.

 

Usop guardava con poca attenzione il soffitto della camera << Chopper, hai capito di quale malattia è morto quell' uomo?>>

La piccola renna era assorta nei suoi pensieri << Sinceramente non saprei, l' ho solo visto come tutti voi...>>

Il cecchino si mise a sedere di colpo << Avresti potuto fare qualcosa per lui?>>

Chopper lo guardò mestamente << La verità? Direi proprio di no, quella era la sua ora...è brutto essere impotenti di fronte a queste cose...>>

<< Ma non per questo bisogna demoralizzarsi! Anzi, bisogna andare avanti e imparare da tutte le esperienze così da essere preparati per la prossima volta in cui si presenteranno...>> cercò di rincuorarlo l’amico

Il medico sembrò rinvigorirsi << Giusto! Domani ci faremo raccontare tutto e giuro solennemente che mi impegnerò nel trovare la cura di qualsiasi cosa abbia portato alla morte quell' uomo!>>

<< Bravo, così si parla!>> disse il pinocchio mostrando il pollice alzato

Si spense anche la seconda luce.

 

Nami sbuffò << Comincio a credere di essere perseguitata dalla sfortuna...non poteva essere, questa, un' isola calma e tranquilla? No! Un uomo doveva morire in condizioni misteriose parlando di profezie e del potere dei Quattro...>>

Robin sembrava da tutt’altra parte << …>>

<< Ehi, mi stai ascoltando oppure no?>> le disse quella mostrando il broncio

La donna parve scuotersi << Sì, Nami, ho sentito tutto...e non so cosa dirti...>>

 

<< Nella tua carriera di archeologa e studiosa non ti è mai capitato di sentir parlare di una profezia riguardante dei fantomatici Quattro?>>

Robin ci pensò un po’ su << Mmmh...l'unica cosa che mi ricordo è una leggenda che mi raccontarono quando ero ancora bambina, cosa dicesse di preciso non so ma parlava della venuta di quattro cavalieri destinati a distruggere il mondo...>>

La rossa sbiancò << Distruggere il mondo? Tu pensi che i Quattro possano essere...>>

<< Hai detto bene: penso! Non posso esserne sicura, era solo una leggenda che si raccontava ai bambini...per averne la certezza bisognerà sapere ciò che il locandiere ci nasconde...>> le rispose senza troppo entusiasmo

Nami rimuginò a denti stretti << La fine del mondo...sarebbe terribile!>>

La mora sembrava partita nuovamente per chissà quale universo

<< Robin, si può sapere che hai? Mi sembri assente...>> disse piazzandosi davanti a lei, decisa più che mai a scoprire cosa la turbava, ma la cow-girl tentò di sviare il discorso << Sono scossa...spero di sbagliarmi...>>

Tuttavia non bastò per farla desistere << Ehi, carina, se pensi d' ingannare me ti sbagli! Sarai scossa per il fatto della fine del mondo, chi non lo sarebbe? Ma tu hai qualcos'altro...hai avuto un atteggiamento diverso da prima di entrare in questa locanda!>>

<< ...non voglio essere chiamata così...>> pronunciò in un soffio

<< Così, come?>>

<< ...passerotto...>>

Nami rise << E solo per questo sei diventata Miss All Ice?>>

Robin non badò alla punzecchiatura dell' amica << Solo una persona mi poteva chiamare così...non voglio che lo faccia nessun altro...>>

La cartografa tornò seria di colpo << Vecchie ferite ancora aperte?>>

<< Più o meno...>>

<< Hai voglia di parlarne?>> si offrì mentre si tirava addosso le coperte

La mora, però, non accettò l’invito a parlare della rossa << Adesso ho solo voglia di dormire...>>

Nami si girò dandole le spalle leggermente alterata << Fai come vuoi, ma non risolverai nulla tenendo tutto dentro!>>

Nel silenzio più totale si spense anche l' ultima luce.

 

TO BE CONTINUED…

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Capitolo 3
*** - LA PROFEZIA - ***


CAPITOLO 3

CAPITOLO 3

- LA PROFEZIA -

 

Il mattino era arrivato, al tavolo della colazione nessuno osava parlare, forse per la mancanza di quello che sarebbe dovuto essere il risolutore di tutti i loro quesiti: di Rock non se ne vedeva l' ombra! Rufy si decise a chiedere alla vecchina addetta alla cucina la quale gli aveva, come previsto dal pagamento, preparato un' abbondante colazione << Signora, dov' è Rock? Perché non si fa vedere?>>

La donna gli rispose continuando a sparecchiare la tavola << Figliolo, anch'io vorrei sapere dove diavolo è andato il padrone! E' uscito ieri notte e non è più rientrato...>>

<< E se gli fosse successo qualcosa?>> chiese Zoro allarmato

In quel momento si aprì la porta e ne entrò proprio il proprietario della locanda

L’anziana signora tirò un sospiro di sollievo << Meno male che è rientrato, signore...cominciavo a preoccuparmi!>>

<< Come vedi sono qui e sto bene...avevo solo bisogno di rimanere un po' da solo a pensare e a riordinarmi le idee perché, di sicuro, questi ragazzi vorranno che io gli dica qualcosa...o mi sbaglio?>> disse l’ uomo andandosi a sedere

L’archeologa gli rispose senza mezze misure << Non sbagli, vogliamo sapere a che cosa si riferiva il tuo amico con le sue ultime parole...>>

Nami la guardò allibita << Robin, accidenti, non c' era bisogno di essere così diretta...>>

Rock rispose per lei << No, ha ragione...è inutile girarci intorno>>

Rufy lo guardò dritto negli occhi << Bene, allora, raccontaci...non aspettiamo altro!>>

<< Nessuno vi ha mai raccontato, quand' eravate bambini, la leggenda della fine del mondo?>>

Nami e Robin si scambiarono una veloce occhiata

<< Quella dei quattro cavalieri che avrebbero dovuto punire l' umanità per i loro peccati?>> disse lo spadaccino incrociando le braccia al petto

<< Sì, proprio quella...ciò che sto per raccontarvi ha parecchio a che fare con tutto ciò...>>

<< Cioè?>> chiese Sanji incuriosito

Rock assunse un tono grave << I cavalieri esistono davvero e hanno immensi poteri: Morte, Carestia, Guerra e Pestilenza...vogliono distruggere l' umanità ma non per punirla, sono malvagi e quindi vogliono farlo per puro gusto personale...>>

Ad Usop iniziarono a tremare le gambe << Solo per il puro gusto di farlo? Ehm...ragazzi, mi è sorto un impegno improvviso e devo proprio andare...>>

Nami lo prese al volo per un orecchio mentre stava già tentando di scappare da una finestra << Fermo, nessuno ci ha detto che dobbiamo combatterli...o sì?>>

 << No, voi non dovete combatterli...però dovete aiutarmi!>> disse il locandiere guardandoli negli occhi ad uno ad uno

Chopper chiese timidamente << Aiutarti? E come?>>

<< Trovandomi colui che può sconfiggere i Quattro...>>

<< E chi sarebbe?>> chiese il capitano alzandosi in piedi

Rock lo seguì << Un uomo che vive sull' isola di Dead Calm...>>

Robin pensò per un instante << Dead Calm? Non ho mai sentito di un' isola con quel nome...>>

<< E' un' isola che si può raggiungere solo da qui: dall' Isola di Alfa, l'isola che segna l' inizio della lotta contro i Quattro...>>

Zoro pronunciò guardandolo cinico << ...casualmente, la battaglia ha inizio con il nostro arrivo...>>

<< Ragazzo, non è una coincidenza! Il vostro arrivo era segnato dal destino...non a caso voi siete in sette come gli angeli della leggenda...>> gli disse sostenendo il suo sguardo

Sanji sbuffò << Ritorniamo a noi...non ci hai ancora detto il nome di colui che può sconfiggere i Quattro>>

<< Il suo nome? Non lo so...so solo che è chiamato Il Prete>>

Il capitano alzò le spalle << Il Prete? Mai sentito...>>

<< Io sì, è un uomo molto rispettato...è detto Il Prete perché non uccide mai i suoi avversari tuttavia chiunque abbia lottato con lui, anche il più terribile dei briganti, ha profondamente cambiato la propria esistenza...>> disse lo spadaccino rivolto ai suoi compagni

<< E come si arriva sulla sua isola?>> chiese Rufy

Nami diede quella che, secondo lei, era la risposta più ovvia << Basterà aspettare che il logpose si riposizioni...>>

<< Non è così...>> la interruppe bruscamente il locandiere

Robin lo guardò storto << Come sarebbe?>>

<< Se seguirete ciò che indicherà il logpose andrete dalla parte opposta...l' unico modo per far posizionare l' ago del logpose sulla rotta di Dead Calm è quello di arrivare all' ultima isola dell' Arcipelago dei Peccati!>>

 

TO BE CONTINUED…

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Capitolo 4
*** - L'ARCIPELAGO DEI PECCATI - ***


CAPITOLO 4

CAPITOLO 4

- L' ARCIPELAGO DEI PECCATI –

 

Usop ormai era fuori di sé dalla fifa << Come sarebbe a dire l' Arcipelago dei Peccati? Questo dev'essere solo un brutto incubo, svegliatemi!>>

Rock sospirò <<  Non è affatto un incubo, purtroppo! Seguitemi, vi mostrerò la prima isola dell' Arcipelago>>

La rossa era sempre più incredula << Ma come? Si vede già da qui?>>

<< Certo…>> le rispose l’uomo << … altrimenti come fareste a raggiungerla senza l' aiuto del logpose?>>

I ragazzi e il locandiere uscirono: l' aria del mattino era temperata e piacevole, dopo alcuni minuti di cammino arrivarono in una piccola piazzetta: lontano, all' orizzonte, un piccolo puntino risaltava fra l’azzurro del cielo e il blu del mare. Usop osservò con i suoi fidati occhiali << Quella è proprio un' isola...incredibile, credevo che nella Rotta Maggiore si potesse seguire un' unica rotta>>

Rock tolse i loro dubbi << L' Isola di Alfa è particolare, è l' unica che può permettere di prendere due rotte senza l' aiuto di un eternalpose...quella è Greed Island, la vostra prima meta>>

<< Ehi, ehi, frena! Chi ti ha detto che accettiamo?>> gli disse Nami, mani sui fianchi

<< Accettiaaaaaaamoooooooooo!>> urlò di un fiato il capitano

La rossa si mise una mano sulla fronte dalla disperazione << Ecco, come non detto...>>

Il cecchino prese il ragazzo di gomma per la maglia << Rufy, ma sei impazzito? Non sappiamo a cosa andiamo incontro, anzi: lo sappiamo! Andiamo in bocca a quattro pazzi assetati di sangue e distruzione...>>

Sanji si accese una sigaretta << Si prospetta un' avventura interessante...>>

Zoro rise << Già, chissà come saranno i Quattro...>>

Il pinocchio si ritirò in un cantuccio a piangere << Aiuto, sono finito in una ciurma di matti...>>

Rufy gridò nuovamente << Allora salpiaaaaaaamo!>>

Robin lo fermò << Capitano, scusa se freno il tuo entusiasmo...ma una volta arrivati a Greed Island quanto ci vorrà prima che il logpose si posizioni sull' isola successiva?>>

Il capitano rimase momentaneamente immobile come una statua di sale << Oh, non ci avevo pensato!>> poi alzò le spalle << Beh, basterà aspettare...>>

Il locandiere intervenne ancora una volta << Ragazzi, allora non avete ancora capito...è un arcipelago le cui isole sono molto vicine tra loro, quindi non serve il logpose: dovrete attraversarlo passando per un fiume che divide in due metà esatte ogni isola, solo quando arriverete all' ultima di esse si posizionerà sulla rotta di Dead Calm...>>

La mora lo guardò dubbiosa << Scusa, ma tu, come fai a sapere tutte queste cose?>>

<< Nessuno, che abiti sull' Isola di Alfa, non conosce queste cose...>> le rispose senza guardarla

Robin non aggiunse altro, ma c’era qualcosa che non andava.

<< Allora, andiamo?>> chiese Rufy sempre più impaziente

<< Un' ultima cosa…>> aggiunse Nami << …una volta arrivati a Dead Calm come facciamo a riconoscere Il Prete?>>

<< Già, io lo conosco, ma solo di fama...non ho mai avuto l' occasione di vederlo...così qualunque impostore potrebbe presentarsi a noi come “Il Prete” che non ce ne accorgeremmo...>> disse Zoro grattandosi la testa

Rock gli sorrise << A questo ci penso io...torno subito, aspettatemi qui>> l'uomo si rincamminò verso la locanda

La rossa interrogò il capitano << Rufy, sei proprio deciso a partire?>>

<< Non voglio che quattro pazzi distruggano il mondo...>> le rispose il ragazzo di gomma a denti stretti

<< Non credo sia bene prendere per oro colato tutto ciò che Rock dice, non mi convince il fatto che sappia tutte queste cose...>> disse la cow-girl freddamente

Sanji la guardò con gli occhi a forma di cuore << Dai Robinuccia non essere così diffidente...a proposito: se partiamo dovremo sbrigarci ad andare a fare le provviste altrimenti rimarremo senza cibo...>>

La rossa lo rassicurò << Andremo dopo che Rock sarà ritornato...>>

Il biondo toccò il cielo con un dito << Oh, tesorino mio, vuoi venire a fare la spesa con me? Lo sapevo che il tuo amore per me era infinito!>>

Nami lo guardò esasperata << Sì...certo, certo! Vengo con te solo perché conosco le vostre mani bucate!>>

<< Così mi spezzi il cuore...sigh, sigh>> disse Sanji in plateali lacrime

Il locandiere tornò << Ragazzi...uff, che corsa...tenete, questo vi aiuterà a riconoscere Il Prete>> e gli porse un foglietto

Nami lo aprì << Accidenti, una taglia da duecentocinquanta milioni di Berry!>>

<< E come mai? Se ha convertito molti balordi?>> chiese Chopper incredulo

Rock gli rispose << Sì ma sembra non abbia risparmiato nemmeno parecchi uomini della Marina>>

<< Neanche sulla taglia c'è il suo vero nome...>> notò Sanji sconsolato

Zoro guardò attentamente il volto dell’uomo << Che tipo strano, ha uno sguardo glaciale...>>

Rufy era già fuori di sé dalla gioia << Wow, non vedo l' ora di conoscerlo!>>

Usop era a pochi passi da un infarto << Ci mancava quello dalla taglia da duecentocinquanta milioni di Berry...Chopper, ti prego, vienimi a portare i fiori tutti i giorni...>> svenne

La giovane renna si lanciò a soccorrere l’amico << Su Usop, non fare così!>>

Robin si fece avanti << Fate vedere pure a me…>>

Nami glielo porse << Ecco, tieni>>

La mora ringraziò << Grazie...>> prese il foglio e lo guardò << Non è possibile, non può essere...>> aggiunse sottovoce

Sanji notò il suo improvviso mutamento << Amorino mio, che c'è?>>

<< No, niente...>> lasciò correre la cow-girl.

Nami la squadrò dubbiosa

Rufy riprese la sua solita tiritera << Allora...si parte!>>

La rossa iniziò ad impartire i suoi soliti ordini << Bene, voi andate alla Going Merry, io e Sanji andiamo a fare provviste e poi vi raggiungiamo>>

Il biondo era letteralmente in visibilio << Tesoro, sono felice come un bambino davanti alla cioccolata: io e te...soli soletti!>>

Nami lo guardò con fare assassino << Non farti strane idee tu…e poi Robin potrebbe offendersi>> cercò di punzecchiarla ma lei non se ne accorse neanche

Il cuoco cercò di riparare andando a fare un paio di moine alla cow-girl << No, passerotto mio, non darle ascolto!>>

Robin sospirò quasi irritata e senza guardarlo si voltò << ...andiamo...>>

<< Siiiiiiiiiiiiiiiiì!>> gridò felice il capitano

<< Buona fortuna ragazzi!>> li salutò il locandiere

Rufy mostrò il suo solito sorriso a trentadue denti << Grazie e sta tranquillo, lo troveremo!>>

 

Sanji guardò il contenuto delle loro borse << Confettino, mi sembra che abbiamo acquistato tutto il necessario...>>

<< D' accordo, paghiamo...>> disse la cartografa avvicinandosi alla cassa

Il commesso rimase allibito davanti a così tanta roba << Caspita quante provviste, la prossima isola non è così distante>>

<< Ma noi non andremo alla prossima isola, attraverseremo l' Arcipelago dei Peccati>> disse il cuoco beccandosi una gomitata dalla rossa per non aver saputo tenere la bocca chiusa

Il ragazzo sbiancò << Come? Ma siete impazziti? E' un luogo pericolosissimo!>>

<< Ci hanno detto che è l' unico modo per arrivare a Dead Calm...>> continuò il biondo non curandosi della occhiatacce dell’amica

<< Dead Calm? Ma se non si sa nemmeno se esista davvero!>> continuò quello sempre più incredulo

<< Come sarebbe a dire?>> sbottò di un colpo Nami << Rock ci ha assicurato della sua esistenza!>>

<< Rock, lo strano tizio della locanda...bah, fate come volete ma state attenti ragazzi...è un viaggio pericoloso, soprattutto per una ragazza>> disse in un’alzata di spalle finendo di imbustare la loro spesa

La cartografa si alterò << Senti, tu!...>>

Sanji la bloccò << Nami, amorino mio, non ti preoccupare! Ci penserò io a te e anche a Robin! Vi proteggo io!"

La navigatrice sospirò << Coraggio, andiamo!>>

<< D' accordo!>> uscirono

L’urlo del commesso li raggiunse presto << Ehi, ragazzi! Dovete pagare!>>

Nami esortò il biondo, lanciandosi in una corsa sfrenata << Scappiamooooooooo!>>

 

Sulla Going Merry:

Nami gridò << Spiegate le vele, si salpa!>>

<< Agli ordini navigatoreeeeeeee!>> le rispose il capitano

Il cecchino era in ginocchio a mani giunte << La mia vita sta per avere termine, lo sento!>>

<< Usop, dai!>> cercava di rincuorarlo Chopper

Nel trambusto più totale qualcuno era appoggiato al parapetto: Robin guardò senza particolare attenzione quella che sarebbe stata la loro prossima meta << Jacques…>>

 

TO BE CONTINUED…

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Capitolo 5
*** - I WANT ALL - ***


CAPITOLO 5

CAPITOLO 5

- I WANT ALL -

 

La nave scivolava sull' acqua ormai da parecchie ore, il vento avrebbe fatto arrivare la Going Merry alla prima isola dell' Arcipelago dei Peccati in poco tempo

Zoro sospirò appoggiato ad un parapetto << Greed Island...chissà cosa avrà di particolare>>

<< Sarà un luogo dove potrò dar saggio della mia grandissima abilità e del mio smisurato coraggio!>> non mancò di vantarsi il cecchino e, naturalmente, Chopper aveva gli occhi a stelline carichi di ammirazione, arrivò il cuoco che lo prese in giro << Meno male, ne avremo bisogno! A me e a Nami  hanno detto che questo arcipelago è un luogo pericolosissimo, pieno di insidie e di guai!>>

La tremarella iniziò ad impadronirsi del corpo di Usop << Ah, ehm...mi sono ricordato che ho un' arma potentissima da terminare: avrò molto da fare, mi farò vivo io...>>

Zoro lo guardò allibito << Tsk, è sempre il solito>> poi si rivolse al biondo << ...dimmi un po', sopracciglia strambe, è vera questa storia o l' hai detto solo per spaventare il nasone?>>

Sanji si alterò << Ehi, tu, vuoi mica che ti cucini per questa sera? Mi mancano giusto due foglie d' insalata!>> grugnì << ...comunque è vero, il commesso del negozio in cui abbiamo fatto provviste ha detto che troveremo delle grane, ma quando mai non le abbiamo avute? L' unica cosa che mi dà da pensare è che quel tizio ha detto che nessuno sa se Dead Calm esista davvero...>>

<< Mi stai dicendo che l' isola su cui dobbiamo andare forse non esiste?...Beh, che vuoi che sia, al massimo torneremo indietro e se troveremo dei guai...meglio! Saranno un ottimo allenamento!>> disse risoluto lo spadaccino

<< Sempre il solito buzzurro, tutto muscoli e niente cervello...>> lo canzonò il cuoco

Zoro lo guardò in cagnesco << Ma te le cerchi proprio tu!>>

Sanji decise però di lasciar perdere << Sì, sì...ora vado a vedere cosa diavolo posso cucinare per le vostre fogne di stomaci...>>

Arrivò Nami << Ah sì? E' questo che pensi del mio stomaco?>> disse fingendosi indignata

<< Ma micino mio, non parlavo certo di te e nemmeno di Robin sia chiaro! Parlavo di questi tizi qui che mangiano e bevono senza sosta come se non toccassero cibo da anni…>> cercò di rimediare subito il biondo che si attirò le prese in giro dello spadaccino << Eccolo lì, appena vede due curve...>>

Il cuoco non si lasciò toccare da quelle parole, anzi, prese la palla al balzo << Almeno io dimostro di essere interessato a DONNE>> marcò bene la parola << tu, invece, non è che sei un po' dell' altra sponda?>>

<< Come ti permetti, adesso ti apro!>> gli ringhiò mettendo mano alle spade

La rossa si aggiunse al coretto << Sanji, ma che dici? Di Tashigi non ti ricordi?>>

Zoro lo guardò malissimo << Non ti ci mettere anche tu, peste!>>

<< Come osi darmi della peste?>> gli rispose mostrando due file di denti affilati

Robin, con un richiamo, bloccò l' insorgere di un enorme pestaggio a tre che avrebbe rischiato di distruggere tutta la nave << Nami, siamo in prossimità dell' isola, Rufy non sta più nella pelle, ha già avvistato l' entrata di quella specie di fiume che la divide...guardate, è davvero uno strano panorama!>>

La cartografa si fiondò vicino all' unica altra donna della ciurma per vedere meglio: ciò che le si mostrava davanti erano due grossi lembi di terra pietrosa, divisi da un fiume, le uniche cose che tenevano unite le due sponde, da mostrare così che era un' unica isola e non due, erano degli archi di pietra che si ergevano al di sopra del fiume ogni 50 metri circa, così almeno aveva ipotizzato Nami notando con piacere che erano anche abbastanza alti per far passare l' albero della nave

<< Davvero strana quest' isola...chissà come si è formata...la voglio disegnare assolutamente! Presto, presto!>> disse felice come una bambina

L’archeologa la bloccò << Ehi, calma...che euforia! Non sarebbe meglio prepararsi ad immettersi nel fiume?>>

Nami tornò alla realtà svegliandosi dai suoi sogni << Sì, hai perfettamente ragione! Zoro, tu vai al timone; Sanji, tu e Rufy assicuratevi che la nave non scontri contro le coste!>>

Chopper chiese timidamente << E io cosa faccio?>>

<< Tu ammaina le vele, ci spingerà la corrente del fiume...e Usop?>> chiese non vedendolo

<< Si è chiuso nel suo laboratorio e non è più uscito...>> le rispose la piccola renna

<< Non cambierà mai...a proposito di cambiare: non è che tu, cara Nico, devi dirmi qualcosa?>> disse guardando la mora con fare furbetto

Robin rivolse altrove lo sguardo mentre la nave passava sotto il primo arco rimanendo in silenzio. La navigatrice si alterò << Non ti sopporto quando fai così!>>

La cow-girl s' innervosì a sua volta << Senti, non ho voglia di parlarne...vuoi farmi sentire in colpa per ques...>> si fermò, la ragazza aveva uno strano sguardo << Nami, che hai? Scusami è che sono nervosa, non volevo aggredirti cos...>>

Quella però non la considerava più << Oro! Quest' isola è ricoperta interamente d' oro!>>

Robin la guardò allibita << Nami? Hai le allucinazioni? Quest' isola è sì interamente ricoperta...ma di pietre!>>

La rossa la squadrò con sospetto << Zitta, ho capito sai? Ma a me non mi freghi, tu sei come me: lo vuoi tutto per te l' oro non è vero? Ma non lo avrai!>> e con un gran salto arrivò sulla terra ferma

L’ archeologa rimase perplessa, cosa le era accaduto? Non sapeva che fare, era successo tutto in pochi secondi, poi si risvegliò da quella specie di stato di trance, gridò << Rufy, bisogna recuperare Nami! E' saltata giù dalla nave all' improvviso, sembra che veda l' oro al posto delle pietre che ricoprono quest' isola!>>

Sanji si lanciò vicino alla donna << Cooosa? La mia Nami è scesa tutta sola soletta? E se ci fosse qualche male intenzionato?>>

Zoro sbuffò << Cretino, non vedi che è un' isola deserta? Al massimo sarà assalita da qualche bestia feroce...>>

Usop era tornato giusto per sentire quelle ultime due parole, deglutì a vuoto << Bestia feroce?>>

<< Brutto burino, come fai a scherzare su una cosa del genere?>> disse il cuoco rimboccandosi le maniche ma lo spadaccino era tranquillo << Ma io non sto affatto scherzando, sono serissimo!>>

<< FINITELA! Zoro, getta l' ancora! Andiamo a recuperare la nostra navigatrice!>> gridò il capitano: l' equipaggio rimase muto, Rufy era diventato serio e deciso tutto di colpo

<< Allora? Che diavolo state aspettando?>> aggiunse leggermente alterato

Lo spadaccino non se lo fece ripetere un’altra volta << Vado subito!>>

 

<< Nami, tesorooooo! Dove sei?>> urlò con entrambe le mani davanti alla bocca il biondino

Zoro lo imitò << Mocciosa, salta fuori, dove ti sei cacciata?>>

Sanji stava già partendo in quinta ma il capitano lo bloccò << Fermi! Non abbiamo tempo, Nami potrebbe essere nei guai!>>

Robin portò un particolare alla loro attenzione << Guardate! Quella pietra è sporca di sangue…>>

Chopper concluse allarmato << E' ferita!>>

Usop era ormai sull’orlo di un infarto << E' stata assalita, è stata assalita dalle bestie feroci...poveri noi!>>

La mora la scorse fra le rocce << Nami, Nami! Fermati! Siamo noi!>>

La ragazza aveva un grosso taglio sullo stinco della gamba destra e teneva fra le mani una grossa pietra anch' essa sporca di sangue: probabilmente, data la sua pesantezza, gli era caduta pochi metri prima e le era rimbalzata sulla gamba << Fermi dove siete! Non avrete il mio oro!>>

<< Ma tesorino mio, quella è solo pietra!>> le fece notare Sanji dolcemente

<< Non ti ci mettere anche tu!>> lo ammutolì all’istante << Ho già detto a Robin che non ci casco, non me lo porterete via!>> e prese un' altra pietra altrettanto grossa e pesante

Il medico la guardava preoccupato << Il suo corpo non potrà continuare a reggere per molto pesi così!>>

<< E' l' isola!>> capì Robin all’improvviso

<< Che intendi dire?>> le chiese Usop

<< Siamo su Greed Island...Nami è diventata avida!>>

<< Lo è sempre stata...>> fece notare cinico lo spadaccino

Sanji lo rimbeccò << Stupido, non mi sembra il momento! Ma se così fosse, perché anche noi non siamo nelle sue stesse condizioni?>>

<< Forse, era quella più propensa verso questo peccato...>> gli rispose la mora in un’alzata di spalle

<< L' Arcipelago dei Peccati...>> pronunciò in un soffio Zoro

<< Che avete da blaterare, andatevene! Altrimenti vi farò andare via io!" li minacciò la ragazza mettendo mano al bastone.  Rufy le si avvicinò e le tirò uno schiaffo sul braccio che con uno sforzo terribile reggeva le due pietre, l' altra mano reggeva le Clima Tackt, facendole cadere << Nami, smettila, non vedi come sei ridotta?>>

Il volto della rossa assunse un’espressione tremendamente adirata << Come hai osato? Come hai osato toccare il mio oro?>> Fece partire un Ciclone Tempo che scaraventò il ragazzo di gomma lontano...nel fiume!

Zoro guardò la scena allibito << Come diavolo ha fatto?>>

Anche lo stesso inventore di quel bastone era incredulo << Impossibile! Un Ciclone Tempo non può avere una forza del genere...ha sfiorato quasi la potenza di un Tornado Tempo!>>

Robin li portò sulla questione più importante << Rufy è caduto nel fiume!>>

<< Dobbiamo andare a salvarlo! Muoviamoci!>> urlarono quasi all’unisono cuoco e spadaccino ma l’archeologa li fermò << Aspettate! Guardate Nami!>>

La navigatrice si era messa una mano sulla bocca mormorando << Rufy!>> e si mise a correre verso il fiume

<< Seguiamola!>> esortò i compagni la giovane renna.

 

Nami corse il più possibile, arrivata alla sponda si tuffò

Sanji riprese fiato << Si è buttata!>>

Dopo poco riemerse << Rufy, riprenditi! Cosa è successo?>>

Il capitano tossì, c’era mancato poco << ...come cosa è successo? Non ricordi nulla?>>

<< Cosa dovrei ricordare?>> chiese quella guardandolo stranita

<< Guardati la gamba...>> le fece notare lo spadaccino

Nami urlò << Cos' è questo taglio?>>

<< Incredibile, non ricorda nulla...non vedi più oro in giro?>> azzardò a chiederle la mora

Alla ragazza luciccarono gli occhi << Oro? Quale oro?>>

Usop sospirò << Andiamocene di qui prima che ricominci!>>

<< Ehi, io qui vedo solo pietracce!>> disse la rossa inviperita

Zoro sbuffò << Da non crederci...>>

<< Irrecuperabile...>> sorrise Robin

Salirono sulla Going Merry

 

TO BE CONTINUED…

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Capitolo 6
*** - NON NE HO VOGLIA - ***


CAPITOLO 6

CAPITOLO 6

- NON NE HO VOGLIA -

 

<< Aaaaaaaaaah! Mi fai male!>> urlò la navigatrice furibonda

Chopper la rimproverò << Ti faccio male sì, non stai ferma un momento! Ma i punti su questa ferita te li devo mettere per forza...guarda qui che taglio!>>

<< Ancora non capisco come sia potuto accadere...>> sbuffò sconsolata

La porta della stanza si spalancò di colpo e ne entrò un cuoco pronto alla guerriglia << Mia adorata Nami, che ti è successo? Ti ho sentito urlare, dì al tuo principe che cosa ti ha fatto questo bruto, ci penserò io a sistemarlo!>>

Chopper cominciava già a tremare per la paura di essere pestato a sangue ma la ragazza che, evidentemente, non voleva il biondino tra i piedi cercò di convincerlo con voce suadente ad andarsene << Sanji, che ne dici di andarmi a preparare qualcosina per quando avrò finito qui?>>

<< Mia adorata, mi prendi per uno sprovveduto? Ho già preparato tutto, aspettavo che fossi pronta...>>

<< Allora che ne dici di andare a prendere ciò che mi hai preparato?>> una venetta cominciò a pulsare sulla sua fronte

<< Ma non hai ancora finito...voglio stare qui con te ed aiutarti a sopportare il dolore con i miei baci!>> le rispose il biondo allungando le labbra verso di lei.

Nami cambiò completamente tono e nei suoi occhi si faceva avanti un bagliore assassino << Sanji...>> il cuoco capì subito e cercò di uscire in fretta ma ormai era troppo tardi << ...SPARISCI!>> gli lanciò contro il cuscino con tutta la forza di cui era in possesso.

Aprendo la porta, Robin, per poco non venne travolta dal cuoco che a tutta velocità veniva scacciato dalla stanza in cui la navigatrice stava ricevendo le dovuto cure << Uff...sempre il solito, vero? Cosa ha cercato di fare questa volta?>>

<< Niente, ci prova...come tutti gli altri giorni del resto...>> le rispose quella imbronciata

<< Allora, posso continuare? Oppure vuoi che ti rimanga una cicatrice di quelle dimensioni per sempre?>> le chiese Chopper, ormai, spazientito

<< Una cicatrice così, sulle mie bellissime gambe?! Presto, dammi quei dannati punti!>> disse risoluta

L’archeologa rise << Certo che sei proprio una ragazza strana tu...>>

<< Senti chi parla, far fiorire parti del corpo ovunque ti sembra norm...ahi! Chopper, fai piano!>>

La renna ormai aveva le lacrime agli occhi << Sto cercando di fare del mio meglio! Robin, ti prego, non farla agitare!>>

<< Va bene, allora esco...>> disse la donna avviandosi alla porta ma la rossa la fermò << No, aspetta...raccontami cosa è successo su Greed Island, ho chiesto agli altri e mi hanno dato cinque versioni diverse, per non parlare del romanzo raccontato da Usop che mi sono dovuta assorbire...l' unica cosa che ricordo è che stavo parlando con te...ahi, sgrunt!>>

<< Non ti arrabbiare, ho quasi finito...>>

La navigatrice continuò << ...ma non ricordo a proposito di cosa...>>

Robin era quasi sollevata, non voleva riprendere quella discussione così sorvolò << Beh...stavamo discutendo, quando hai cominciato a vedere oro ovunque e avendo paura che io te lo potessi rubare sei scesa dalla nave e sei sparita nell' isola, siamo scesi a cercarti e ti abbiamo trovata con la gamba in quello stato e carica di pietre, poi hai attaccato Rufy...il resto lo sai, ti sei ripresa...>>

Chopper si passò una zampa sulla fronte << Uff...ho finito, sei contenta?>>

Nami lo guardò << Oh, era ora...quando potrò toglierli?>>

Chopper portò gli occhi al cielo << Ma se te li ho appena messi! Impaziente!>> uscì

<< Che permaloso, non si può nemmeno fare una domanda...>> disse facendo una smorfia << …tornando a noi, rimane ancora un' incognita: che cosa ho combinato nel periodo di tempo in cui ero sola?>>

Robin alzò le spalle << Questo non chiederlo a me, sarò anormale come dici tu ma non sono in grado di vedere cosa accade lontano da me>>

<< Veramente puoi...fai fiorire due o tre occhi ed è fatta!>>

<< Non era questo che intendevo, lo sai!>>

Nami le fece la linguaccia, non avrebbe mai pensato di trovare, nella donna che aveva di fronte, un' amica con cui ridere e scherzare: Miss All Sunday, la fredda partner del bastardo di Croccodile...ormai era acqua passata...

Il capitano entrò urlando << Naaaaaaaaaaaaami! Come ti senti?>>

Nami scosse un paio di volte la testa << Accidenti, mi hai distrutto i timpani...comunque sto meglio>>

<< Bene! Allora vieni fuori perché stiamo per arrivare sulla prossima isola!>>

SDONG

Sanji gli piazzò una padellata in testa << Barbaro insensibile che non sei altro, Nami ha bisogno di riposo>>

<< Ahia, mi hai fatto tanto male!>> gli disse il capitano con due grossi lacrimoni agli occhi

La mora rise << Mi sbaglio o questa stanza sta diventando troppo affollata?>>

Sanji la guardò con gli occhi a forma di cuore << Oh, dolce Robin, la tua voce solleva il mio animo al cielo...>>

Una grossa goccia apparve sulla testa di Nami << Certo, certo...andiamo un po' a vedere com'è quest' isola...su!>> si alzò

 

<< Meravigliosa! Guarda, sembra tutta...tutta morbida!>> disse, con tanto di bocca aperta, il ragazzo di gomma.

La navigatrice scrutò per bene l’ambiente << E' una vegetazione molto strana in effetti...chissà come si chiamerà...>>

<< Già, a noi è stato detto solo il nome della prima isola...>> aggiunse Robin

<< Nami, come ti senti? Vedi oro da qualche parte?>> chiese Usop guardando con sospetto la rossa

<< NO! Malfidato!>> le rispose quella sbuffando

<< Allora possiamo scendere...Zoro, getta l' ancora!>> urlò il capitano, ma in risposta ricevette silenzio << Zoooooro? Dove sei?>>

Sanji grungì << Quell' impedito è, sicuramente, a dormire sotto l' albero maestro!>>

Nami suggerì con fare sadico << Svegliamolo!>>

Il cuoco non se lo fece ripetere e si fiondò in cucina a prendere padella e mestolo

DENG DENG DENG DENG DENG DENG DENG DENG DENG DENG DENG

<< Sveglia, l'ora per dormire è passata da un pezzo! Sveglia, sveglia, sveglia!>> e al coro si unirono anche gli altri componenti maschili della ciurma

Robin lo guardava incredula << Come diavolo fa a dormire con questo baccano? A me sta già scoppiando la testa!>>

<< Non dirlo a me...io, quello, lo devo ancora capire...>> le disse in un’alzata di spalle la rossa

Zoro aprì lentamente gli occhi << ...m-mmh...che c'è?>>

Rufy ripeté l’ordine << Dobbiamo attraccare! Su, getta l' ancora!>>

<< Che palle, non puoi farlo tu o Sanji? Io non ne ho voglia!>> grugnì lo spadaccino girandosi dall’altra parte

<< Come sarebbe a dire? Sono io, il capitano, che te lo chiedo!>>

<< E sai a me cosa interessa! Anzi, mi sono stufato, scendo...>> saltò e sparì fra i cespugli

Chopper era rimasto incredulo << Ma che diavolo gli è preso?>>

<< A me questa cosa mi sembra di averla già vissuta...>> disse l’archeologa guardando la rossa che si sentì tirata in causa << Dici che gli sta succedendo la stessa cosa che è capitata a me?>>

<< Potrebbe essere...con un peccato diverso però...>>

<< Peccato?>> chiese quella allibita

<< Sì...mi sono dimenticata di spiegartelo prima ma ora non c'è tempo...>>

Usop suggerì << Già...io comunque sento odore di pigrizia...>>

<< Ehi, che si fa? Lo andiamo a prendere o lo lasciamo qui?>> chiese la navigatrice

Il capitano ordinò << Bisogna andarlo a prendere, su, qualcuno getti l' ancora>>

Sanji decise di offrirsi << D' accordo, ci penso io!>>

<< Sì, ma dove lo cerchiamo?>> chiese il giovane medico

<< Se la supposizione di Usop è giusta...non dovrebbe essere andato troppo lontano...>> concluse Robin. Scesero.

 

L' isola era come l' altra: due sponde collegate tra loro da archi ma questa volta erano fatti di vegetazione non di pietre; una strana vegetazione che ricopriva l' intera isola: cespugli, liane, alberi...tutti morbidi come piume e soffici cuscini, un vero paradiso per chiunque amasse...dormire!

<< Uffa, dov'è?>> sbuffò il capitano

Sanji si guardò attorno << Come ha detto la mia dea corvina non dovrebbe essere lontano, si sarà addormentato da qualche parte...>>

<< Infatti...è laggiù!>> indicò tranquillamente l’archeologa

Lo spadaccino dormiva sotto un albero tranquillo sdraiato comodamente

<< ZORO! SVEGLIAAAAAA!>>  gridò con quanto fiato aveva in corpo il capitano

Quello aprì nuovamente gli occhi assonnati << Ancora voi? Che diavolo volete?>>

<< Che tu la smetta di comportarti da bradipo...anzi, da bradipo addormentato perché uno sveglio è sicuramente più attivo di te!>> lo derise il cuoco

<< Senti, Sanji, non ho voglia di litigare con te...sono troppo stanco...YAWN!>> sbadigliò e si girò su un fianco e fece per addormentarsi di nuovo

Nami gli si piazzò davanti << Senti, tu! Non azzardare a riaddormentarti! Dobbiamo partire, non ti ricordi che missione abbiamo da compiere? Non ti dicono niente le parole: Dead Calm, Prete, i Quattro, Apocalisse...Morte certa per tutti noi?>>

Zoro sbuffò << Sono cose che non m' interessano, non mi farò coinvolgere...>>

La rossa fece qualche passo in avanti << Basta, alzat…>> un urlò allarmò tutti quanti

Robin si preoccupò << Nami!>>

Il terreno sotto i piedi della cartografa cedette e lei precipitò

Rufy allungò il braccio ma si fermò: Zoro si era lanciato dietro di lei, poco dopo risalì con la ragazza in spalla

Usop tirò un sospiro di sollievo << Nami, l' hai scampata bella...>>

Sanji lo guardò a malo modo << Brutto cavolfiore andato a male, per colpa tua Nami stava per farsi del male seriamente>>

<< Ma che cosa vai cianciando, cuoco dei miei stivali? Se l' ho salvata io, la mocciosa?>> gli rispose Zoro stranito

<< Mocciosa a chi?>> sibilò la rossa tra i denti

Il capitano scosse il capo << Non si ricorda nulla nemmeno lui...non ci capisco più niente...>>

Robin scrutò il foro nel terreno << Incredibile...come diavolo avrà fatto ad aprirsi una voragine del genere proprio qui in mezzo?>>

Nami sbuffò << Uff...mi sembra inutile rimanere qui, ci aspettano ancora cinque isole, è meglio partire subito>>

<< D' accordo...>> fu la pronta risposta del capitano

Zoro cominciò a guardare i suoi compagni perplesso << Qualcuno vuole spiegarmi cosa è successo? E magari dirmi, anche, che cavolo di posto è questo?>>

La rossa lo liquidò con un << Sì, sì...magari più tardi...>>

Salparono

 

TO BE CONTINUED…

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Capitolo 7
*** - I' M YOUR LOVER - ***


CAPITOLO 7

CAPITOLO 7

- I' M YOUR LOVER -

 

<< Insomma, sarei stato preso da un incredibile attacco di pigrizia...>> disse Zoro ridendosela di gusto

Sanji ironizzò << Sì, diciamo leggermente più del normale...>>

La sua calma svanì all’istante << Io, giuro, che prima o poi ti trancio in mille pezzi!>>

<< Provaci!>>

Nami li bloccò prontamente con un urlo perentorio << BASTA! Per una volta fate i seri! Abbiamo convocato questa mini-riunione per capire cosa accade in queste cavolo di isole e farlo, possibilmente, prima del nostro arrivo sulla terza...>>

Il cuoco partì in quarta con tanto di a cuoricino << Sei fantastica quando fai l' autoritaria!>>

<< A me sembra la solita mocciosa che gioca a fare il capo...>> sibilò lo spadaccino fra i denti

<< Taci tu!>> disse quella mollandogli un pugno sulla testa << Vediamo di ricapitolare: siamo sull' Arcipelago dei Peccati...le isole sono sette, quindi, possiamo dire che ogni isola rappresenta un peccato capitale...>>

<< ...e a seconda di quale sia, colpisce chi di noi è più predisposto verso di esso...>> aggiunse Robin dietro alla sua solita tazza di caffè

<< ...esasperandolo al massimo...>> fece notare il cannoniere << E direi che fin qui è chiaro per tutti...>>

<< Chiaro, dove? A me sembra che qui stia calando la sera!>> chiese il capitano girando la testa a destra e a sinistra spaesato

Sanji sbuffò << Ehm...ma lui non fa testo!>>

<< Beh, Zoro e io siamo già stati colpiti e precisamente da Avidità e Pigrizia, ora ne mancano cinque...>> disse risoluta la navigatrice

<< Già, ma non sappiamo l' ordine in cui capiteranno...>> fece notare l’archeologa

Chopper si alzò in piedi << E tanto meno chi colpiranno...>>

Lo spadaccino si voltò con sguardo accusatore sul ragazzo di gomma e sul cuoco <<  Penso che per gola e lussuria non ci siano dubbi...>>

<< Che vorresti dire?>> fu la pronta risposta dei due

<< Io? Niente, niente...>> poi aggiunse piano << …code di paglia...>>

<< Sì ma gli altri tre? Invidia, superbia e ira?>> chiese il nasone

Nami sospirò << Ognuno si faccia un bell' esame di coscienza...>> e mentre diceva questo soffermò lo sguardo su Robin, l' archeologa capì che più che ai peccati, si riferiva ai suoi silenzi...ma era ancora troppo doloroso tornare a parlare di lui e di quella che era stata la sua vita, decise così di mettere il discorso su un altro piano << Non è mica detto che una volta colpiti da un peccato non si possa essere preda di un altro...>>

<< Senti questa! E tu saresti quella senza peccato?! Ma non farmi ridere...>> rise Zoro sarcastico

Sanji si alterò << Come osi parlare così ad uno zuccherino del genere?>>

Chopper cercò di riportare l' ordine << Ehm, ragazzi, finite la di litigare perché ora...dobbiamo affrontare quello che ci si sta per presentare adesso...>>

La ciurma si voltò, erano giunti in prossimità della terza isola che si presentava come le altre: terra solcata da un fiume con archi che collegavano le due sponde, tuttavia questa era interamente ricoperta da un' immensa distesa verde e rossa; l' equipaggio deglutì nervosamente, a chi sarebbe toccato? Che peccato avrebbe potuto simboleggiare un' isola piena di fragole?

<< Qualcuno si sente strano?>> chiese il giovane medico preoccupato

Usop respirò profondamente << Sembrerebbe di no...>>

<< Ci siamo sbagliati? Possibile?>> si chiese incredula la navigatrice

<< Mi sembra un' isola del tutto innocua e soprattutto molto appetitosa...fragole! Uhm...buoooone!>> pronunciò il capitano con la bava alla bocca

Zoro sbuffò << Forse abbiamo parlato troppo presto...>>

<< Che sia il turno di Rufy?>> chiese il nasone, ma nel frattempo Sanji s' inginocchiò di fronte alle uniche due componenti femminili della ciurma << Dolce Nami, sensuale Robin...lasciate che vada a raccogliere questi dolci frutti dell' amore per voi...>> e scese dalla nave, tutti rimasero perplessi

Il ragazzo di gomma si passò la mano sulla pancia gonfia << Uff...sono veramente sazio, erano buonissime!>>

Nami alzò lo sguardo e vide che un arco era completamente privo di fragole << Qui c'è qualcosa che non quadra...>>

<< Due peccati contemporaneamente?>> provò a suggerire il cecchino

Lo spadaccino alzò le spalle <<  A dire il vero non mi sembrano cambiati di molto...>>

<< Certo! Sanji è sceso mentre Rufy è rimasto sulla nave...>> concluse Robin dopo averci pensato un po’ su

Zoro la guardò inarcando un sopracciglio << Ti spiacerebbe renderci partecipi al tuo ragionamento?>>

<< Tu e Nami, una volta colpiti dal peccato, siete scesi dalla nave senza aspettare nessuno...ora, Rufy si è ingozzato di fragole ma è rimasto qui mentre...>>

<< Sanji!>> sbottarono tutti gli altri all’unisono

Chopper iniziò ad agitarsi << Bisogna andare a recuperarlo e anche piuttosto in fretta, sta calando la notte!>>

<< Dividiamoci, faremo prima...>> suggerì la rossa

<< D' accordo: Chopper, tu vieni con me; Zoro, tu andrai con Usop e tu, Nami farai coppia con Robin>> decise alla veloce il capitano, nessuno trovò da obiettare: scesero.

 

Il capitano correva nell' immensa distesa di fragole con i lacrimoni agli occhi << Sigh...che spreco! Tutto questo ben di Dio ridotto così: pestato!>>

Chopper lo guardò sconsolato << Non mi sembra il momento Rufy...bisogna trovare Sanj...>> si bloccò di colpo

<< Che c'è, perché ti sei fermato?>>

<< Rufy, ma se Sanji è in preda alla lussuria, in teoria...beh, ecco…>> arrossì

<< In teoria cosa?>>

<< Non è stato uno sbaglio mandare Nami e Robin da sole a cercarlo?>>

Il ragazzo di gomma, incredibilmente, capì << Accidenti, hai ragione! Inversione di marcia...>>

<< Speriamo non sia tardi!>>

 

<< Cavolo in questa zona i cespugli di fragole sono molto più fitti!>> ringhiò Zoro facendosi largo roteando una delle sue fedeli spade

Usop sbuffò << Tutta colpa tua e del tuo pessimo senso d' orientamento...>>

Lo spadaccino lo pietrificò << Prova a ripetere quello che hai detto!>>

Il nasone tremò << No, no...dicevo che è tutta colpa di Sanji, dove diavolo si sarà cacciato?>>

<< E chi lo capisce quell' invasat...>> si bloccò e con lui anche il cecchino << Usop, non dirmi che stai pensando a quello che sto pensando io!>>

<< Ho paura di sì...>>

<< Che stupidi siamo stati a fare una coppia di sole donne!>>

<< Che ci vuoi fare, le ha fatte quell' ingenuo di Rufy i suoi abbinamenti!>>

<< Sì, ma noi avremmo dovuto rendercene conto! Speriamo che, nel caso in cui lo trovassero loro, Robin riesca a tenerlo a bada...>>

<< Torniamo indietro allora!>> disse il pinocchio invertendo senso di marcia

<< Ok, raggiungiamo le ragazze>> poi aggiunse a bassa voce << Amico mio, non fare nulla di cui potresti pentirti...>>

 

<< Uff...Robin, sono veramente stanca di correre...fermiamoci un momento>> disse Nami andandosi a sedere su una grossa pietra

La mora acconsentì << Va bene, anch' io comincio ad avere un po' di fiatone...chissà dove si sarà cacciato Sanji>>

<< Parlami di lui...>>

La cow-girl sentì un brivido freddo lungo la schiena << Lui, chi?>>

<< Smettila di fare la finta tonta, lo so che lo conosci...l' ho capito sai?>>

<< E da cosa l' hai capito?>>

<< Non ci voleva un genio per decifrare la reazione che hai avuto davanti alla sua taglia!>>

Robin si rassegnò << Riuscirò mai a liberarmi della tua acuta capacità di osservazione?>>

<< Che c'è? Ti secca di non riuscire a tenermi segreto ciò che provi?>> le chiese guardandola con fare furbetto

<< Beh, sì, devo ammettere che un po' mi da fastidio...>> disse quella senza mezzi termini

Nami s’impuntò << Ehi, non cercare di cambiare discorso!>>

Il cuoco le colse di sorpresa << Mie dolci dee discese dell' Olimpo, benvenuti nei Campi Elisi...>>

L’archeologa si girò di scatto << Sanji, da dove sei sbucato?>>

Il biondo ignorò la domanda << Questa sera assaggerete il piacere puro...>>

<< Ma sei impazzito?>> gli chiese la rossa allarmata alzandosi

In tutta risposta quello le si avvicinò e inginocchiandosi le baciò la mano focosamente << Sì, sono pazzo di te...>> si girò verso l' altra donna << ...e di te!>>

<< Lussuria...>> pronunciò a denti stretti la mora

Nami riuscì a liberare la mano dalla stretta possente di Sanji << Cos' è quello sguardo? Mi spaventi!>>

<< Ma non devi spaventarti, non c'è nulla di pericoloso nel fuoco della passione!>> le si avvicinò e le strinse le braccia, la ragazza non riusciva a muoversi: la paura cominciava a pervaderla << Sanji, ti prego...mi fai male!>>

Il cuoco non mollò la presa << E' tutto perché sei troppo tesa, rilassati...sarà un piacere anche per te>> la baciò con forza incurante delle sue obbiezioni

Lacrime di tensione cominciarono a rigare il volto della navigatrice << Robin, ti prego, fallo smettere!>>

L’archeologa si riprese, il comportamento di Sanji era stato un forte shock, fece apparire diverse braccia e con la loro forza riuscì a staccarlo dalla cartografa, ormai, terrorizzata

Il biondo non si scompose << Caro il mio passerotto, se volevi essere la prima non avevi che da chiedere...mi stanno venendo in mente un paio di giochetti che si possono fare sfruttando il tuo potere...>>

<< Non avvicinarti o io...>> ma la sua voce era tutt’altro che ferma

Sanji le si piazzò davanti, le strinse con forza un braccio con una mano e con l' altra cominciava ad insinuarsi sotto la sua maglietta, la donna non riusciva a muoversi: era un mostro << O tu, cosa?>>

<< Gom Gom Pistol!>> urlò il capitano mentre un pugno lo centrò in pieno viso e lo scaraventò lontano.

Robin s' accasciò a terra << Rufy...>>

Il ragazzo di gomma era furioso << Sanji, come ti sei permesso di toccarle? Non m' interessa se tu sia in preda ad un peccato o meno!>>

Chopper si lanciò dalle sue compagne << Ragazze, che vi ha fatto? State bene?>>

Robin sospirò << Fisicamente sì...>>

<<...sono le emozioni a complicare le cose…>> aggiunse la rossa cercando di calmarsi

Arrivarono lo spadaccino e il cannoniere

Zoro si avvicinò alla rossa << Nami, tutto bene?>>

<< Più o meno...>> fu la risposta della rossa

La mora sorrise << Grazie dell' interessamento...>>

<< Tu sai badare a te stessa...>> le rispose lo spadaccino fra i denti

La navigatrice lo guardò storto << Cosa vorresti dire? Comunque>> si rivolse all’altra donna << ...Robin, perché non hai reagito? Non è da te! Tu sei molto forte, per quanto il peccato avrà aumentato la sua forza avresti potuto, almeno, ribellarti…>>

I nervi saldi dell’archeologa esplosero tutti di un colpo << Non mi sembra che tu ti sia mossa! Non sono un pezzo di ghiaccio, sono una donna, una donna come te! Come puoi chiedermi un comportamento razionale di fronte ad una situazione del genere!>> la tensione era veramente giunta al suo culmine, due lacrime le rigarono il volto

Tutti si ammutolirono, anche Rufy e Sanji interruppero il loro scontro: la fredda Miss All Sunday, piangeva...

Nami si sentì tremendamente in colpa << Robin, io...perdonami...>>

Sanji, come se nulla fosse successo, le si avvicinò << Dolce Robin, perché piangi? Uno di questi barbari ti ha forse fatto del male? Se è così dimmelo che li apro in due tutti quanti!>>

<< Allora vedi di spaccarti da solo...>> celiò Zoro guardandolo storto

<< Che vuoi dire?>>

Rufy gli diede una pacca sulla spalla << Meno male che sei tornato in te...ci hai fatto penare, soprattutto loro due...non ricordi?>>

<< Cosa dovrei ricordare? Cosa posso aver mai fatto a questi due angeli del Paradiso?>>

<< Hai cercato di fartele, ENTRAMBE! E senza mezze maniere e misure...non so se mi spiego!>> lo informò lo spadaccino così a freddo e di colpo

Sanji rabbrividì << Non posso aver violato quei candidi corpi...ditemi che non l' ho fatto!>>

Nami gli tolse ogni dubbio << No...ma ci hai spaventato parecchio...>>

Il biondo si inginocchiò e chinò il capo verso la terra << Vi prego, perdonatemi! Qualsiasi cosa io abbia fatto!>>

Robin, ripresasi, cercò di rassicurarlo <> cercò appoggio dall' altra parte in causa che sembrò capire << Sì, certo...ma non credere di potertela cavare così!>> e cercò di sdrammatizzare, il ragazzo era davvero molto afflitto << Pagherai per quello che hai fatto...>>

<< Tutto, per farmi perdonare...ma giusto per curiosità...che cosa avrei fatto di preciso?>> chiese curioso

La cow-girl scosse la testa << Magari te lo diremo, poi...il più lontano possibile da quest' isola!>>

 

TO BE CONTINUED…

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Capitolo 8
*** - PANCIA MIA FATTI CAPANNA - ***


CAPITOLO 8

CAPITOLO 8

- PANCIA MIA FATTI CAPANNA -

 

<< Naaami! Robin! Ecco, tenete...una calda camomilla prima di dormire...>> disse dolcemente Sanji passando due tazze alle due donne con gli occhi a cuore

<< Uffa! Ma perché a noi niente?>> chiese imbronciato il capitano

<< Non mi passa neanche per l' anticamera del cervello...>> fu la pronta risposta del cuoco

Nami aggiunse sadica << Anche perché Sanji è impegnato ad esaudire ogni nostra richiesta...se vuol essere perdonato per quello che ha combinato...giusto Robin?>>

La mora sorrise << Puoi dirlo forte...>>

<< Ripeto che farei di tutto per farmi perdonare...anche a costo di enormi sacrifici!>>

<< Certo, come se non ti piacesse farti trattare da schiavetto...>> lo prese in giro lo spadaccino

<< Che male c'è ad associare al lavoro il piacere?>>

La navigatrice li bloccò << Stop! Frenate tutto...prima che gli ritorni qualche strana idea...>>

<< Sono pienamente d' accordo...oltretutto comincia ad essere tardi...>> aggiunse l’archeologa trattenendo uno sbadiglio.

<< Chi sta di vedetta?>> chiese la piccola renna

Usop guardò il calendario dei turni << Sta alle nostre due care signorine...ogni volta trovano una scusa per saltarsela!>>

<< Ho il vago presentimento che ce la scamperemo anche questa volta...Sanji?>> chiamò la rossa con fare da cerbiatta

<< Certo, agli ordini! E tu, zucca verde, mi farai compagnia!>>

Zoro si alzò di botto << Cos...e perché? Non ci penso nemmeno!>>

Robin lo prese in giro << Ma se sei così pimpante...non dirmi che hai voglia di dormire?!>>

<< Già, ha dormito così tanto nell' isola della pigrizia...>> rincarò la dose Nami

<< Non mettetevici anche voi adesso! E poi anche gli altri sono ancora tutti svegl...>> si girò ma la cucina era  già deserta

<< Gli altri chi???>> rise la navigatrice << Buon divertimento ragazzi...noi andiamo a dormire!>>

Lo spadaccino grugnì << Maledette streghe!>> ma le due lo ignorarono completamente

<< E smettila di fare il barbaro una volta tanto...lo so che vuoi anche tu che si riposino...>> gli disse Sanji mentre iniziava a sparecchiare la tavola

Zoro si ammorbidì << Dopo quello che le hai fatto penare...> pronunciò quelle parole, senza pensare alla reazione che avrebbe potuto avere il cuoco, uscendo: il biondo lo seguì in silenzio

Sanji si rabbuiò << Non vogliono dirmi che cosa ho fatto...tu lo sai? Non vorrei aver combinato qualcosa di grave...>>

Il verde si accorse dell' errore commesso che aveva riacceso il terribile senso di colpa dell' amico, del quale si caricava nonostante non fosse in lui su quella maledetta isola delle fragole << No, non lo so...però mi sembra te l' abbiano detto che non ti sei spinto troppo oltre...>>

<< Sì lo so, ma non vorrei che me lo dicessero per tranquillizzarmi...>>

<< Premettendo che non m' intento di queste cose...se fossi andato troppo oltre, non credo sarebbero state disposte a perdonarti tanto facilmente anzi non ti starebbero nemmeno a trenta metri di distanza...>>

<< Sì...hai ragione tu, grazie...>>

Zoro si sentì in imbarazzo << Certo, certo...ora facciamo quello per cui mi hai tenuto sveglio>>

Il biondo gli sorrise << Ok, vado a preparare un po' di caffè>>

 

Le due ragazze erano nella loro stanza: da quando erano diventate amiche, Robin si era andata a trasferire nella camera della cartografa

<< Uff...che stanchezza, non mi reggo in piedi>> disse Nami buttandosi a peso morto sul letto

Robin sistemò l’amaca << Queste isole ci stanno distruggendo...>>

<< Particolarmente quest' ultima...ce la siamo vista brutta>>

<< Sì ma non pensiamo più...non servirebbe, non è stata colpa sua>>

<< E' vero...a proposito...>>

La mora rabbrividì << Cosa?>>

Ma la rossa parve cambiare idea << No, ci ho ripensato...ho troppo sonno, non capirei assolutamente niente>> le sorrise << quindi per ora ti salvi!>>

<< Se il sonno ti fa questo effetto...dovrei prendere in seria considerazione l' opportunità di mettere del sonnifero nei tuoi pasti...>> le disse l’archeologa ridendo

Nami fece finta di offendersi << Ah, vile traditrice!>>

Robin fece la faccia da innocente << Chi, io? Come puoi dire una cosa simile! Su...ora dormiamo...>>

Si addormentarono

 

Arrivò il mattino

Sanji andò a svegliare l’amico << Ehi, Zoro, svegliati! Dobbiamo chiamare gli altri!>>

Quello si stropicciò gli occhi sbadigliando sonoramente << Che c'è? Chi dobbiamo chiamare?>>

<< Sei di un lento a carburare quando ti svegli! Stiamo per immetterci nel canale della prossima isola...sarà questione di pochi minuti>>

Pochi minuti dopo la ciurma era tutta riunita

<< Che desolazione...>> fu il triste commento di Chopper

<< Rocce, sabbia e alberi secchi...>> disse il cuoco elencando la formazione dell’isola

Robin sospirò << Un vero e proprio deserto...>>

<< Chissà che cosa ci tocca 'sta volta...>> si chiese lo spadaccino andandosi a sedere sul parapetto

Nami scrutò per bene ciò che aveva di fronte:" Certo che queste isole sono proprio strane: di forma sono tutte uguali ed estremamente pericolose...ma, allo stesso tempo, sono fantastiche da essere disegnate!"

Usop la guardò con un’enorme goccia dietro alla testa << Ma come fai a pensare al disegno in un momento del genere...>> intanto la nave passava sotto il primo arco << Io direi di attraversare questo fiume il prima possibile>>

<< Perché? Io invece voglio scendere...è un' isola così appetitosa!>> disse il capitano con un filo di bava che cominciava a cadere dalla bocca

<< Appetitosa?>> gli chiese Chopper allibito

Robin si portò una mano alla fronte << Ahia, mi sa che è arrivato il suo turno...>>

Nami la guardò << Gola?>>

<< Fionda Gom Gom...un mare di panna, tronchetti di cioccolata e cialde croccanti: aspettatemi che arrivo!...via!>> il ragazzo di gomma scese catapultandosi chissà dove

Sanji squadrò tutti i suoi compagni << Ancora qualche dubbio?>>

Zoro si alzò << Direi proprio di no...andiamo al recupero!>>

Iniziarono le ricerche

 

Il capitano era all’apice della felicità << Aaaah, dolce Paradiso per gli occhi e per lo stomaco...adesso mangio tutto! Pancia mia fatti capanna!>> e tirò un morso ad un albero e ne ingurgitò un pezzo << Cioccolata croccante, proprio come piace a me! Assaggiamo una cialda con un bel po' di panna...>> e mangiò una pietra ricoperta di sabbia "Uhm...un po' pesantino, ma talmente delizioso...ne voglio ancora!"

Zoro lo trovò << Ma che diavolo sta facendo quell' idiota?>>

<< Si mangia le rocce e la sabbia...ma che schifo!>> gli rispose il cuoco arrivato insieme a lui

<< Quello scemo pensa che siano prelibate leccornie!>>

<< Quelle avrei potuto preparargliele io...avanti, risvegliamolo dal suo peccato!>> aggiunse accendendosi una sigaretta il cuoco.

Rufy notò la loro presenza << Ehi, voi! Che volete? Questo cibo è mio e non me lo ruberete!>>

<< E chi la vuole questa roba, oltretutto non commestibile...vogliamo solo riportarti sulla nave>> gli spiegò lo spadaccino cercando di rimanere il più calmo possibile

Il capitano lo guardò con fare irritato << E abbandonare questo meraviglioso posto? Neanche per idea! Dovrete usare la forza se volete costringermi a venire con voi!>>

Sanji si schioccò le dita delle mani << Aspettavamo giusto il tuo consenso, non è vero Zoro?>>

Il samurai sorrise << Naturalmente e ora che lo abbiamo ottenuto...ti conceremo per le feste!>>

<< Provateci!>> fu la risposta sicura del ragazzo di gomma.

Iniziò un furioso combattimento tra spade, pugni e calci ma per quanto forti potessero essere i colpi del cuoco e le sferzate dello spadaccino, Rufy, carico di peccato, era molto più forte di entrambi messi insieme, li colpì con una potenza inaudita e li scaraventò lontano

Proprio in quel momento il capitano si riprese << Cosa diavolo è successo? Saaaaaanji, Zooooooro!>> lanciò le braccia al loro recupero e li riportò indietro prima che potessero cadere al suolo ma così facendo li fece schiantare contro due alberi secchi

Il biondo si rialzò tutto impolverato << Testa di rapa! Ma ti sembra il modo?!>>

<< Che cafone!>> lo rimbeccò Zoro massaggiandosi il grosso bernoccolo che gli era cresciuto in cima alla zucca. Rufy chinò il capo << Scusatemi, ragazzi, non l' ho fatto di proposito! Vi ho visto volare e così...>>

Lo spadaccino lo guardò ironico << Ci hai visto volare? E secondo te chi può essere stato?>>

<< Non saprei...>> rispose quello in un’alzata di spalle

Sanji sbuffò << Anche tu non ricordi nulla...>>

Arrivarono gli altri componenti della ciurma

<< Finalmente vi abbiamo trovato...>> disse Chopper riprendendo fiato

<< Che cosa è successo?>> chiese il cecchino curioso

Sanji si accese una sigaretta << Lo scemo, preso dalla gola, aveva cominciato a mangiare sabbia, rocce ed alberi pensando che fossero prelibatezze e ci ha attaccato>>

Il ragazzo di gomma sgranò gli occhi << Che cosa? Ecco perché non mi sento tanto bene...ho lo stomaco pesante!>>

Nami scosse la testa << Direi che, comunque, è tornato tutto alla normalità!>>

<< Così pare...>> disse semplicemente Robin

Il cecchino iniziò a guardarsi attorno con attenzione << Allora ce ne andiamo? Voglio andarmene da quest' isola...>>

Zoro lo derise << Che coraggiosa...così intrepido nel fiondarsi verso i nuovi peccati...>>

<< Nuovi peccati?>> pronunciò mentre le sue gambe iniziavano ad aver il solito attacco di tremarella

Sanji rincarò la dose << Prima partiamo, prima arriviamo alla prossima isola...al nuovo peccato!>>

Il nasone si sedette di colpo a terra << Ripensandoci, potremo rimanere ancora un po'...ormai il pericolo qui è passato...>>

<< E chi lo ha detto?>> anche la mora decise di prendersi gioco di lui

La rossa fermò tutti quanti << Finite la di prenderlo in giro...perché tanto, che lui sia d' accordo o meno, salperemo lo stesso!>>

 

TO BE CONTINUED…

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Capitolo 9
*** - SONO IL MIGLIORE - ***


CAPITOLO 9

CAPITOLO 9

- SONO IL MIGLIORE -

 

La nave scivolava lentamente verso la nuova meta, il suono delle onde e del leggero vento che soffiava ero l' unico ostacolo al rilassante silenzio che regnava sulla Going Marry...o quasi

Rufy si lamentava in continuazione << Ahia, che male...non ce la faccio più! Il mio stomaco! Chopper, fa qualcosa!>>

<< E cosa posso fare? Non ho niente che aiuti a digerire delle pietre...>> disse il medico in crisi per non aver niente da dare all’amico

<< Ma io sto male...sigh...tanto male!>>

<< Se non ti fossi ingozzato come un maiale ora...>> lo rimbeccò lo spadaccino

Il capitano mostrò il labbro inferiore offeso << Io non ricordo...uffa!>>

Nami sbuffò << Questa volta non possiamo fargliene una colpa...era in preda alla gola...>>

<< Sciocchezze, si sarebbe ingozzato lo stesso...>> le rispose bruscamente il verde

La rossa ci ripensò << In effetti...>>

<< Aiutatemi!>>

Robin incrociò le braccia << A mali estremi...>>

SDENG

<<...estremi rimedi...>> disse il cuoco dopo avergli tirato una padellata in testa facendolo cadere a terra privo di sensi ma la pace era destinata a non rimanere più tale: nell' aria vi era il rumore di un leggero battere di denti e vibrare di ossa, il cecchino si stava avvicinando al gruppetto << R- ragazzi...orm- mai, siamo i- in prossimità dell' isola...>>

Nami lo guardò allibita << Usop, suvvia, potresti evitare di tremare così...>>

<< Beh, devi capirlo...sembra proprio che ognuno di noi venga colpito da un solo peccato e ormai: siamo rimasti solo noi tre...>> cercò di giustificarlo l’archeologa

Chopper la guardò stranito << Già ma come fai ad essere così tranquilla? Anch' io ho paura!>>

Usop cercò di farsi grosso agli occhi dei compagni << E c- chi ha d- detto che ho paura? Io so- sono pronto a q- qualsiasi cosa!>>

Zoro scosse la testa desolato << Saresti molto più convincente se almeno cercassi di smettere di balbettare...>>

La nave era giunta in prossimità dell' isola e l' equipaggio frenò per un attimo i proprio punzecchiamenti e battibecchi per immettersi nel canale che gli avrebbe fatto passare anche quest' isola...peccato permettendo. Essa era interamente ricoperta di fiori colorati e profumati  i quali davano uno stupendo piacere alla vista e all' olfatto...ma era il caso di fidarsi?

<< C'è calma...>> disse Robin guardandosi intorno sospetta

<< ...troppa calma...>> concluse per lei la rossa.

<< Ehi, nasone, che paura! Potrebbero esserci delle api assassine!>> iniziò a prenderlo in giro lo spadaccino mentre se la rideva di gusto. Sanji si buttò teatralmente a terra << Coff, coff...aiutatemi, sono stato attaccato dall' allergia mortale...argh, aiuto!>> e fece finta di agonizzante. Intanto la nave aveva già iniziato a solcare il canale: colui, che di solito aveva paura persino della sua stessa ombra, si lanciò sul cuoco e sullo spadaccino e li atterrò con due pugni ben assestati << Come vi permettete? Io sono Usop, il più grande guerriero di tutti i mari! Nessuno può eguagliare la mia forza e il mio coraggio! Siete solo degli inetti, voi e la vostra nave siete indegni della mia presenza!>> detto così scese e, sotto gli sguardi perplessi di tutti, la sua figura sparì tra i fiori

Zoro si massaggiò il mento << Cavolo se picchia duro il fifone...>>

<< Mi sembra che non sia più tanto pauroso...>> osservò Sanji rialzandosi da terra

Chopper iniziò a pensare << Invidia, superbia o ira? Sono rimasti questi tre...>>

<< A me sembra l' atteggiamento tipico del superbo...>> gli rispose Robin

Nami non si fece sfuggire l' occasione << Strano, avrei scommesso tutti i miei averi sul fatto che qui...l' unica superba sei tu!>>

<< Avresti perso tutto, tesoro...>> fu la cinica risposta della mora.

Sanji cercò di calmarle, anche se a dir la verità non erano affatto alterate << Amorini, suvvia non litigate...>>

Zoro sbuffò << Che si fa? Si va al recupero?>>

<< E con Rufy come la mettiamo? E' ancora svenuto...>> chiese Chopper preoccupato

La navigatrice ci pensò un po’ su << Mah...non saprei trovare le parole adatte per dirlo...>>

L’archeologa suggerì << Lo lasciamo qui?!>>

<< Esattamente!>>

Zoro prese le sue spade << Ok, allora andiamo!>>

 

La ciurma questa volta non si divise: i solchi lasciati fra i fiori dal passaggio del cecchino erano tracce fin troppo evidenti. In poco tempo, infatti, si ritrovarono al suo cospetto: l' ormai ex- fifone era seduto su un trono di fiori e sulla testa ne portava una grossa corona << Come osate presentarvi in questo modo davanti a me?>>

Il cuoco sospirò << Zoro, sistemiamolo...magari una sistematica ramatina di botte lo riporta alla realtà...>>

Lo spadaccino accettò al proposta << Con piacere, ho ancora un pugno in sospeso>>

<< Che modo oltraggioso che avete di parlarmi, bestie indegne! Non dovreste nemmeno avere il privilegio di stare in piedi di fronte a me! Inchinatevi!>> gli ordinò, con fare autoritario, il pinocchio

<< Ma cos...???>> sbottarono all’unisono tutti. Le loro ginocchia si piegarono e caddero in segno di prostrazione: i fiori si erano legati intorno alle loro gambe e li avevano costretti in quella posizione

<< Oh, così sì che va meglio...non vi sentite orgogliosi di lodare il più grande uomo che il mondo abbia mai avuto?>>

Sanji ringhiò a denti stretti << L' unica cosa che mi renderebbe orgoglioso adesso, sarebbe il fracassarti dai calci...>> e dibattendosi cercava di liberarsi dalla stretta morsa floreale

<< Se solo riuscissi a sfoderare una delle mie spade!>> diceva Zoro mentre tentava di allungare una mano verso le sue fedeli lame.

Usop se la rise di gusto << E’ inutile che vi agitiate! Tanto non vi libererete mai e poi ma...>> uno schiaffo dato alla velocità della luce lo ribaltò dal trono

Il biondo si girò verso la mora << Robin, sei una dea!>>

La donna aveva fatto apparire un braccio nelle vicinanze del cecchino e lo aveva colpito: appena il nasone cadde a terra i fiori li lasciarono liberi << Ohi, ohi...come mai mi brucia la faccia? E' come se qualcuno mi avesse dato uno schiaffo...>>

<< Usopuccio...sei tornato normale?>> chiese il cuoco guardando negli occhi il samurai

Il nasone lo guardò stranito << Normale, in che senso?>>

Zoro lo rassicurò << Non ti preoccupare...ora capirai!>>

<< Ah, grazie...ma capire cosa? Ehi, cosa sono quegli sguardi?! Noooo...Nami, Robin, Chopper! Vi prego, aiutatem...aaaaaaaaaaaaaaaaaah!>>

 

Sulla Going Marry

Rufy si svegliò sbadigliando << ...che bella dormita...ehi, ragazzi ma quand' è che arriviamo sulla prossima isola?>>

<< Bferamenfte...civ sfiamo scià schtati...>> fu la risposa incomprensibile del cannoniere

Il capitano si sgranò gli occhi per vedere meglio << Perché biascichi così? E come mai sei tutto gonfio?>>

<< Era allergico al polline...>> gli disse Zoro ridendosela sotto i baffi

Rufy lo guardò, era evidente che non aveva capito << Che polline?>>

<< Sì, quello dell' isola della superbia...>> rispose per lui Sanji << …poi te lo racconteremo! Te come stai piuttosto?>>

<< Io? Ho digerito...ora non mi resta che andare al bagno...>>

Zoro assunse un’espressione di assoluto disgusto << Ah, che schifo! Non voglio nemmeno pensare come possa venire fuori quella roba!>>

Nami barcollò << Un sacchetto...sto per vomitare!>>

 

TO BE CONTINUED…

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Capitolo 10
*** - IO VOGLIO ESSERE IO - ***


CAPITOLO 10

CAPITOLO 10

- IO VOGLIO ESSERE IO -

 

Usop parlava fiero in una posta statuaria << Esploravo coraggiosamente da solo la nuova isola quando una forza oscura mi ha attaccato, io da grande guerriero quale sono ho provato a contrastarla e a lottare ma, ahimè, era troppo forte e così si è impossessata del mio animo: in men che non si dica mi sono ritrovato vestito da sovrano con scettro e corona, seduto su un fantastico e prezioso trono circondato da bellissime ancelle pronte ad esaudire qualsiasi mio desiderio...purtroppo questa nuova forza mi aveva reso malvagio e così ho rinnegato e cacciato i miei amici...>>

<< Uffaaaaaa ma allora tu ricordi!>> protestò ingenuamente il capitano

Nami gli mollò un pugno sulla testa << Demente, non hai ancora capito che è una delle sue frottole?>>

Zoro <<  Infatti, tutto questo per dirti che sotto il peccato della superbia ha provato a fare il gallo...ma ci abbiamo pensato noi a fargli abbassare la cresta...>>

Rufy batté un pugno sul palmo della mano << Ah ecco...ora ho capito, più o meno...>>

<< Ma ci sarà un cervello nascosto da qualche parte in questo corpo gommoso?>> si chiese perplessa la navigatrice

<< Sanji! Ho fame!>> urlò d’un tratto il ragazzo di gomma

<< Cercavi la risposta? Eccola qui: nello stomaco!>> le rispose lo spadaccino scotendo il capo

Il cuoco rispose dalla cucina << Ho capito, ho capito...è quasi pronto!>>

<< Uffa, non mi sta più a sentire nessuno!>> si lamentò il cannoniere

<< Se è per questo era già da un po' che avevamo finito di ascoltarti, idiota!>> lo aggredì la rossa inviperita.

Usop si sedette << Non c' è neanche il mio spettatore preferito, mi ha abbandonato sigh, sigh!>>

Nami si guardò attorno << Ehi, ora che mi ci fai pensare...Chopper è un po' che non si vede ed è sparita pure Robin...>>

 

Sottocoperta:

<< Ehi, che fai lì sommerso tra i libri? Perché non vieni su? Usop sta raccontando una delle storielle che ti piacciono tanto>> chiese la mora alla piccola renna seduta su un divano

Chopper le rispose mestamente << No, non mi va...voglio rimanere qui a studiare da solo...>>

<< Sei preoccupato per il prossimo peccato? Sulla nuova isola toccherà a me o a te...>>

<< Sì lo so ma non è per questo credimi...voglio stare un po' da solo e basta>>

Mentiva: era fin troppo evidente ma l’archeologa, capendo che quella era la cosa migliore da fare, si congedò fingendo di essersela bevuta << Ok, allora io salgo...comunque meglio così non sono mai stata tanto brava a rassicurare le persone...>> marcò bene la parola sperando di aver fatto centro e se ne andò.

Ci aveva azzeccato in pieno, il piccolo medico aveva già capito da qualche tempo quale peccato gli sarebbe toccato e ora con questi due restanti e con lei come altra e unica "peccatrice" rimasta non aveva più dubbi, anche Robin sembrava averlo capito e aveva cercato di rassicurarlo, era stata davvero gentile e carina: con lui fin da subito a dire la verità...chissà perché? Perché non era altrettanto gentile con gli altri? Per esempio con Sanji che le prestava tante amorevoli cure? No, proprio lui...che non era né uomo né animale...Affondò pesantemente la testa in un libro e socchiuse gli occhi: si addormentò.

 

Rufy si massaggiò la pancia soddisfatto << Aaaaaaah, che abbuffata...era veramente tutto squisito>>

<< Hai mangiato anche la razione di Chopper, schifoso...ho dovuto nascondere la parte di Robin altrimenti avresti divorato anche quella!>> ringhiò Sanji stringendo fra i denti la sua inseparabile sigaretta.

<< Colpa mia se non ci sono?>> rispose innocentemente quello

Come se avesse sentito di essere stata chiamata in causa l' archeologa entrò in cucina << Ehi, avete già mangiato? Potevate anche chiamarmi...>>

Zoro le diede un’occhiata appena di striscio << Se solo ti fossi fatta vedere...>>

<< Tu mi avresti chiamato subito, non è vero? ...Almeno è rimasto qualcosa?>> chiese rivolta al cuoco

<< Passerottino, non dare retta a questo troglodita, ci ha pensato il tuo Mr Prince a tenerti da parte la cena...sono stato bravo?>> giubilò il cuoco spandendo cuori da tutte le parti.

<< Uhm, sì...bravissimo, grazie>> fu la risposta svogliata della donna, ancora quel soprannome.

Nami sospirò: ma perché non gli diceva apertamente che le dava fastidio? Spostò la conversazione su un altro piano << E Chopper? Non viene a mangiare?>>

<< No, è stanco...rimane di sotto a riposare>> decise di non renderli partecipi dell' angoscia del medico dopotutto non spettava di certo a lei farlo, sarebbe stato lui a decidere se e quando raccontare

<< Allora, stellina del mio cielo, ti piace?>> le chiese il biondo impaziente

Robin gli sorrise, le era passata << Ottimo, come sempre...>> il ragazzo svenne dalla gioia

La rossa la guardò con aria furbetta << Però...come ti è passata in fretta...>>

La cow-girl capì e la fronteggiò << Spiritosa...>>

<< Ehi, di che parlate?>> chiese Rufy non capendoci un emerito accidente

<< Noi? Di niente, vero?>> disse la navigatrice facendo finta di niente

Robin la assecondò << Sì, sì...verissimo>>

Lo spadaccino sbuffò << Eccole che cominciano con i loro segretini e i loro giochetti psicologici>>

Nami lo guardò inarcando un sopracciglio << Noia?>>

<< A me? Figurati, non m' interessa assolutamente se avete le vostre...le vostre...va beh, insomma, le vostre cose!>>

L’archeologa lo guardò perplessa trattenendo le risa << Le nostre...cose?>>

Zoro arrossì violentemente capendo il doppio senso che aveva scatenato << I-io non intendevo QUELLE cose...oh!>> uscì.

Il capitano continuava a masticare qualcosa d' indefinito << Ma pershé è arroscito coscì?>>

<< Te lo spiegheremo quando sarai più grande...>> gli disse Sanji avviandosi a lavare i piatti

<< Ma uffscia! Hai sciolo due anfi più di me!>>

La cartografa gli distrusse un piatto sulla testa << E piantala di parlare con la bocca strapiena!>>

Usop  dalla vedetta si fiondò in cucina dagli altri << Ragazzi, ci siamo...ormai siamo arrivati sulla sesta isola>>

Il biondo guardò la mora << O tocca a te, amorino mio, o a Chopper...sei preoccupata?>>

Quella rispose candidamente << No...>>

Nami la guardò allibita << Nooo? Ma come? Io al tuo posto sarei iper agitata!>>

<< Cosa cambierebbe? Tanto non sarò in me...>>

Rufy acconsentì con la testa << Effettivamente ha ragione lei...>>

<< Ho capito ma...uffa, è inutile parlare di queste cose con voi: siete dei mostri!>> si lamentò la rossa con le lacrime agli occhi.

<< Come ti capisco...>> Usop le diede tutto il suo appoggio.

<< Ok, ora prepariamoci ad immetterci nel canale: ragazzi sapete quello che dovete fare, avvisate anche Zoro...Robin, tu vieni con me: mi serve un' opinione su alcuni calcoli che ho fatto>> si era ripresa all’istante

La mora la guardò perplessa << Calcoli? E ti dovrei aiutare io?>>

<< Sei l' unica intelligente e affidabile in questo branco di animali>>

Anche se non capiva decise di accettare << Va bene...se proprio ti servo...>>

 

La cow-girl raggiunse la navigatrice che l' aspettava vicino alla polena, non aveva assolutamente niente in mano. Robin si accorse di essere finita inesorabilmente in una delle trappole partorite dalla sua mente diabolica per farla parlare...tuttavia non volle abbandonare l' ultimo lumino di speranza << Allora, che mi devi far vedere?>>

<< Assolutamente nulla...volevo solo poterti parlare da sola>> le rispose Nami senza mezzi termini

L’archeologa sospirò, aveva sperato invano << E naturalmente vorrai sapere qualcosa su di lui, vero?>>

<< No, voglio parlare di...te!>> fu l’inaspettata risposta della rossa

<< Di me?>>

<< Esatto...perché non glielo dici?>>

<< Cosa e a chi?>>

<< A Sanji che ti da fastidio essere chiamata passerotto...>>

<< Perché dovrei farlo?>> le chiese spostando lo sguardo da un’altra parte

<< Pensi che nessuno si accorga dei tuoi fulminei sbalzi di umore? Sanji farebbe di tutto per non renderti triste, se solo glielo dicessi smetterebbe all' istante! Perché non lo fai?>>

Robin alterò il tono della voce << Perché dovrei dare spiegazioni che non voglio dare...ecco perché...>>

Nami incrociò le braccia al petto, non avrebbe ceduto << E come minimo non vorresti essere qui ora a parlare con me, vero? Avresti voluto continuare a tenerti tutto dentro per poi esplodere definitivamente sull' isola comandata dall' ira?>>

L’archeologa si sentì spiazzata: l' aveva capito anche lei? Che lei stessa l' avesse capito era normale, essendo la diretta interessata, ma Nami...

<< Che c'è? Hai perso la lingua? Pensavi che non ci sarei arrivata? Tu sei sempre così calma, non ti arrabbi quasi mai...accumuli, accumuli e poi è naturale che la tua rabbia si trasformi in ira...>>

Robin non sapeva che dire, le sembrava di essere letta come un libro aperto

La rossa, dal canto suo, capì che forse c' era andata giù pesante e quindi cercò di portarla sullo scherzo << Ah, ah, ah...ci ho azzeccato, ci ho azzeccato>>

Un' enorme goccia si formò sulla testa di Nico per il ridicolo tentativo dell' amica di sdrammatizzare e a sua volta si rivolse ironicamente al cielo << Ma perché non mi ha ancora preso l' ira? Così non avrei dovuto star qui a sentirla...>>

Quella fece la finta offesa << Ah, sì? Questa me la lego al dito...>> poi decise di ricomporsi e di riportare la conversazione su un tono più serio <<...comunque, ne ho avuto la conferma con l' altro peccato rimasto: invidia, cos' hai tu da invidiare a noi? Assolutamente nulla...>> si fermò: presa com' era dal cercare di far luce sugli strani comportamenti di Robin, si era completamente dimenticata del giovane medico al quale con 50% di possibilità sarebbe toccata l' isola in cui ormai si erano addentrati << Chopper verrà preso dall' invidia...ma perché?>>

La mora non riuscì a trattenersi << Davvero non ci arrivi? Chopper non ha ancora superato il fatto di essere mezzo renna e mezzo uomo, basta vedere dal come si nasconde davanti alle persone che ha appena conosciuto, per la paura di un giudizio negativo...>>

<< Sono stata una sciocca...>>

Robin la riprese duramente << Se solo non fossi così concentrata su di ME, te ne saresti accorta...>>

Nami incassò il colpo, aveva ragione << Scusami...>>

<< Non è con me che ti devi scusar...>>

Un forte colpo fece tremare tutta la nave: Chopper, nel suo heavy point, aveva fatto un grosso buco sul ponte per uscire da sottocoperta << Io non posso più stare qui...no!>> scappò addentrandosi nell' entroterra dell' isola.

 

<< Cavolo, che forza...guarda qui che buco!>> disse il capitano affacciandosi dal foro che ora era presente nel legno della nave.

Zoro spostò alcune delle schegge più grosse << Questa volta tocca al piccoletto e sembra anche piuttosto arrabbiato...>> 

Usop lo guardò con fare interrogativo << Credi che può essere stato preso dall' ira?>>

Nami guardò Robin che, capendo, fece cenno negativo con la testa

<< Questo vuol dire che Robin sarà presa dall' invidia...ma come? Il mio tesorino non ha niente da invidiare a nessuno!>> concluse il cuoco preoccupato

Rufy si trovò d’accordo << Hai ragione anche tu...>>

<< Allora è stato preso dall' invidia...povero amico mio...>> scosse la testa sconsolato il cannoniere

Sanji continuò << Ah e allora la mia piccola Robin dovrebbe farsi prendere dall' ira? Impossibile! E' sempre così calma e gentile con tutti...>>

Zoro era stufo di stare ad ascoltare non era lei ora ad aver bisogno di aiuto! Venne preceduto proprio dall’archeologa << Basta, finite la! Ora io non c'entro...è Chopper che ha bisogno di noi, non io!>>

Il biondo si scusò << Hai perfettamente ragione...scusami>>

<< Già...scusa, scusa...>> lo seguì il capitano

Zoro si preparò a scendere << Allora andiamo?>>

La rossa tese un braccio per fermarlo << Capitano, vorrei chiederti il permesso di andare a riprendere Chopper solo io insieme e Robin...>>

<< Ma sei pazza? Potrebbe essere pericoloso! Robin falla ragionare!>> supplicò il cuoco disperato

La mora, però, era d’accordo con lei << Per me va benissimo...>>

Rufy capì che loro sapevano cose che lui ignorava << Ok...noi aspettiamo qui!>>

<< Ma sei fuori di gabina?>> gli urlò dietro lo spadaccino. Il capitano lo ignorò << State attente mi raccomando...>>

<< D' accordo...>> fu la risposta della cow-girl

Nami li rassicurò << ...Non preoccupatevi!>>

Scesero

 

Le due ragazze correvano fra l' alta erba verde acido, il medico andava trovato alla svelta: non sapevano cosa avrebbe potuto fare in preda all' invidia...poi, finalmente, lo trovarono in una piccola radura a prendere a pugni l' aria e a piangere come un disperato sempre nella sua trasformazione più pericolosa << Io non posso più stare con loro: sono un mostro, non sono né un uomo né un animale...>>

<< Chopper, non dire così...tu sei uno di noi, un nostro compagno!>> cercò di confortarlo Nami

<< Non è vero, non potrò mai essere uno di voi, perché NON SONO come voi! Voi siete umani in tutto e per tutto e io...NO! Vi invidio per questo...perché voi sapete cosa siete mentre io...so solo quello che non sono...>>

Robin lo riprese << Finiscila, smettila di dire queste scemenze...sai benissimo che non è la verità!>>

<< Cos...?>> disse guardandola allibito

<< Tu fai parte della ciurma proprio come me, come Rufy, Usop e tutti gli altri>>

<< Mi hanno preso solo per compassione, perché sono un mostro...non sarò mai come te o come tutti gli altri...>>

<< Hai ragione tu: non sarai mai come me e nemmeno io sarò mai come te ma allo stesso tempo non sarò mai come Nami né come tutti gli altri...>>

La rossa bisbigliò incredula << E' fantastica...>>

<< E sai perché? Perché io sono io e, invece, tu sei tu! Non credere che ti abbiano accettato nella ciurma per compassione, perché non è così! Loro ti hanno preso con loro perché sei tu, per come sei e non per come appari...>> rincarò la dose l’archeologa.

Chopper si fermò << Io...sono io?>>

<< Sì, e in quanto tale non sei uguale a nessun altro...solo tu, unico e speciale>>

<< Speciale? Io?>> ritornò alla sua trasformazione abituale << Sì, io voglio essere io e nessun altro>> cadde svenuto.

Nami gli si avvicinò e lo prese in braccio: era tutto finito, Robin tirò un sospiro di sollievo. La rossa la guardò sorridendole << Complimenti, sei stata in gamba...>>

 La mora rispose al sorriso << Grazie!>>

 

TO BE CONTINUED…

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Capitolo 11
*** - WRATH - ***


CAPITOLO 11

CAPITOLO 11

- WRATH -

 

Usop stava gridando con le lacrime agli occhi << Oh, mia piccola Marry, guarda come sei ridotta!>> riferendosi all' enorme buco che la renna sotto l' invidia aveva fatto sul ponte della nave. Il nasone l' aveva detto con naturalezza: lo faceva ogni volta che capitava qualcosa alla sua adorata nave e non vi era alcun rancore nelle sue parole, non voleva di certo farla pesare sull' amico ma a Chopper sembrò proprio così << Ragazzi, scusatemi...io non volevo! Se solo vi avessi detto subito dei dubbi che mi assillavano...>>

<< Non sarebbe cambiato nulla...>> gli rispose burbero lo spadaccino

Il medico di bordo s' incupì

Nami lo guardò con disappunto << Certo che tu, Zoro, ti esprimi con i piedi!>>

<< Come sarebbe a dire? E' proprio così: se ci avesse raccontato tutto o meno non avrebbe fatto differenza perché sull' isola non sarebbe stato in lui...>>

<< Sì, ma...>> cercò di obiettare Chopper, il capitano lo fermò << Niente ma...non ce ne hai parlato perché ti sembrava la cosa più giusta, ora non serve rimuginarci sopra; comunque ti ricordo che, anche se lo sai già, noi siamo sempre pronti ad ascoltarti e ad aiutarti, siamo qui per questo, perché noi siamo una squadra!>>

<< Incredibile, ogni tanto dice qualcosa di sensato anche lui!>> rise divertito il cuoco

<< Ragazzi, vi ringrazio...>>

Usop sorrise << E di cosa?>>

Anche la piccola renna sorrise, sicuro finalmente di aver trovato la sua famiglia.

<< Su, andiamo! Rimbocchiamoci le maniche, dobbiamo riparare la nave! Vieni con me, Chopper?>> chiese il cecchino, quello gli rispose con entusiasmo << Siiiiiì, d' accordo!>>

Zoro si grattò la testa << E noi che facciamo?>>

<< Mangiamo!>> rispose prontamente il capitano raggiungendo Sanji e la rossa che nel frattempo erano andati in cucina. Il biondo non credeva alle sue orecchie << Stai scherzando, vero? Abbiamo mangiato poco fa...non mi sogno neanche di rimettermi a spignattare...e per te, poi! Fosse per Nami o per Robin...>>

Rufy mise il broncio << Gentile come al solito...e poi, uffa, come minimo Robin sulla prossima isola ti riempirà di botte!>>

Nami sospirò << ...l' ultima sarà lei...>>

<< Il mio passer...>> una mano spuntata sulla sua spalla tappò la bocca del cuoco, la donna era appena entrata in cucina << Sanji, ti sarei grata se evitassi di usare quel nomignolo...>>

<< Come vuoi tu, amor mio!>> le rispose senza fare una piega

La navigatrice pensò tra sé " Era ora..."

<< E come mai non vuoi che ti chiami così?>> si intromise il capitano

<< Non sono affari tuoi, scemo!>> lo aggredì la cartografa tirandogli un pugno in testa.

L’archeologa, infatti, ignorò la domanda: andò verso il frigo, si prese qualcosa di fresco da bere e uscì

Il ragazzo di gomma la guardò stranito << Ma che le prende?>>

 

 

 

 

    Ehi, cosa volevi fare: volare?

      Mettimi giù subito!

      Come vuoi tu...passerotto! Ah, ah, ah!

      Smettila di prendermi in giro...comunque grazie, per avermi salvata...

      Non c'è di che! Ma dimmi, chi sei? Come mai la Marina ce l' aveva con te?

      Non vedo come queste cose ti possano interessare...

      Ah, scusami: che permalosa...facevo così per parlare...

 

      Eccola, prendiamola!

      Ehi, c'è qualcuno con lei!

      E' un ragazzino...

      Sarà un suo complice, prendiamo anche lui!

 

      Grazie tante, ora vogliono anche me!

      Non ti ho chiesto io di salvarmi...

      Certo che vuoi avere sempre l' ultima parola tu, è? Comunque mi devi un favore...

      Io non ti devo proprio un bel niente!

      Dici? Ti ho salvato la vita e per colpa tua, ora, ho la Marina alle costole...

      Non si rinfacciano i favori alla gente, sai? E poi mi sarei potuta salvare da sola

      A sì? E come?

      Così!

      Wow...fantastico! Non avrei mai pensato di poterti incontrare! Ah, ah, ah!

      Che hai da ridere?

      Niente: pensavo che, allora, ci sarebbe un nome più appropriato...

      Al posto di cosa?

      Di passerotto...

      Uff...e sarebbe?

 

      Prendiamoli!

 

 

Robin sospirò << Jacques, ma perché mi tormenti così?>>

La porta della stanza si aprì ne entrò la navigatrice << Ehi, come ti senti?>>

<< Non lo so...>>

<< Ora che tocca a te, non hai più tanto sangue freddo, è?>> la prese in giro

La mora inspirò profondamente << Grazie mille, tu sì che sai come tirare su il morale alla gente...>>

Nami ci rimase male, era preoccupata veramente << Scusa, io non pensavo che...>>

<< ...lo fossi davvero? Ti capisco, non riesco a crederci nemmeno io!>>

<< Ma se prima che arrivassimo sull' isola dell' invidia eri tranquillissima?>>

<< Sì, ma poi ho visto l' effetto che l' invidia ha avuto su Chopper...>>

<< Ho capito, hai paura che vengano fuori i tuoi segreti più nascosti>>

<< Sì e soprattutto mi preoccupa il fatto di come possano venire fuori...>>

La cartografa incrociò le braccia al petto e storse le labbra << Di certo non ce li dirai invitandoci a prendere tè e pasticcini...>>

L’archeologa la guardò perplessa << Mi sa che il sole cocente e la compagnia di Rufy, a lungo andare, hanno causato seri danni al tuo cervellino...>>

<< Ah, scusami se non rido ma sai, non vorrei scandalizzarti con le mie risate troppo sguaiate>>

Robin sospirò spostandosi vicino all’oblò << La vedo brutta...>>

<< Non dire così, vedrai che riusciremo a superare anche quest' isola e poi arriveremo a Dead Calm>>

<< Non sono tanto sicura di voler arrivarci...>>

<< Perché no? Se hai delle questioni irrisolte con lui: potrai cercare di farvi luce...>>

Robin strinse i pugni << A me non interessa, io con lui NON ci voglio parlare!>>

Nami notò il nervosismo dell' amica << Appunto personale: in prossimità dell' ultima isola evitare assolutamente di ricordartelo! Altrimenti, sarò io a vedermela brutta!>>

<< Non sei mica lui...>>

<< Lo so ma tu non sarai in te...per cui, non si sa mai>>

<< Hai ragione anche tu...>>

La rossa rise << Cara mia, io ho sempre ragione!>>

 

 

 

     Presto, andiamo di qua!

      Sei pazza? Di lì gli andiamo direttamente in bocca!

      Dove dici tu, la strada per arrivare al porto, diventa lunga il doppio!

      E chi ti ha detto che voglio andare al porto? Sarà pieno di navi della Marina e ci

      catturerebbero di sicuro!

      Allora che hai intenzione di fare?

      Ci nascondiamo!

 

      Dove diavolo si sono cacciati quei maledetti mocciosi?

      Non sono passati nemmeno per la scorciatoia verso il porto...

      Allora vuol dire che ci saranno arrivati in un altro modo...alle navi presto,

      se hanno preso il mare non ci scapperanno!

 

      Incredibile, avevi ragione tu!

      Cara mia, io ho sempre ragione!

 

 

Nami le passò una mano a qualche centimetro dal viso << Ci sei? Ti sei incantata?>>

Robin si riprese dai suoi pensieri << Ah, sì...scusami>>

<< Figurati...io mi diverto un mondo quando parti per l' universo dei tuoi segretini...>>

<< Certo che non demordi mai...>>

<< Lo sai che sono molto testarda, soprattutto se si tratta di voler far luce su cose che mi interessano...>>

<< Puoi intestardirti quanto vuoi...tanto io non te lo dico!>> le disse facendo una smorfia

<< E va bene, va bene...ma prima o poi lo sputerai il rospo!>>

<< Vedremo...>>

La rossa sbuffò << Uffa...>>

La cow-girl rise.

<< Che hai da ridere?>>

<< Niente...Nami, grazie...>>

<< E per cosa?>>

<< Per aver cercato di distrarmi un po'>>

La cartografa si stupì << Te ne sei accorta?>>

Robin la guardò inarcando un sopracciglio << Ti conosco pure io, sai?>>

Nami sorrise. Bussarono alla porta e dopo poco si aprì, era il capitano << Ragazze, scusatemi ma stiamo per arrivare sull' ultima isola e Nami: abbiamo bisogno del tuo aiuto...>>

<< Perché?>> chiese la navigatrice

<< Il tempo si sta guastando...>>

<< Strano, non avverto nessun cambiamento...>>

Il ragazzo di gomma si rivolse alla mora << Robin, come va?>>

<< Potrebbe andare meglio...>>

Sospirò << Capisco...su, ora saliamo!>>

Le due donne annuirono e lo seguirono.

 

<< Ma che diav...mai visto niente del genere!>> disse la rossa guardando lo spettacolo che aveva di fronte. La nave si stava addentrando in una nebbia pesante e nera, il cielo era cupo e coperto da grossi nuvoloni altrettanto scuri che minacciavano burrasca

L’archeologa le indicò un punto in mezzo a quel marasma << E' colpa dell' isola, guarda là!>>

La terra che s' intravedeva tra la nebbia era completamente nera, sopra di essa impazzava la tempesta: tuoni e fulmini facevano tremare il cielo anch' esso nero, il terreno era ricoperto da geyser che sputavano fuori acqua scura che, dal vapore che l' accompagnava, doveva essere bollente. L' unica cosa che non risentiva di nulla era il mare che continuava a rimanere calmo e piatto.

Robin deglutì nervosamente, Nami le poggiò una mano sulla spalla per rassicurarla, c' erano: la nave si era immessa nel canale, l' albero passava a fatica sotto gli archi ricoperti di stalattiti che minacciavano di cadere ad ogni tuono e di trafiggere il veliero con tutti i suoi occupanti.

Nami sentì la donna fremere sotto la sua mano, la tolse e decise di allontanarsi: magari evitare di farla arrabbiare ulteriormente avrebbe pacato un pochino la sua ira. Raggiunse gli altri

<< Allora? Com'è?>> le chiese Zoro

<< Comincia a fremere...immagino manchi poco...>>

<< E noi cosa possiamo fare per aiutarla?>> chiese Chopper preoccupato

<< Per ora niente...a parte il fatto di lasciarla stare>>

Il capitano, come sempre, non aveva compreso un accidente << E perché?>>

<< Così non corriamo il rischio di farla arrabbiare ancora di più>> gli rispose per lei il cecchino

La rossa sbuffò << Ecco, qualcuno c'è che mi capisce!>>

Un colpo secco li fece voltare: Robin aveva picchiato fragorosamente i pugni contro la paratia della nave e la violenza era stata tale da tagliarle entrambe le mani << Basta, smettetela di tormentarmi! Non vi sopporto più!>> e scese

Lo spadaccino non si capacitava << Ma con chi ce l' aveva?>>

<< Con i fantasmi del passato...>> gli rispose Nami in un soffio

Rufy si schioccò le dita << Beh, fantasmi o no, noi andremo a riprendercela!>>

Usop era terrorizzato << N-non è c-che serve q-qualcuno che rimanga su-sulla nave? Dico nel ca-caso bisognasse spo-spo-spostarla se qualche stalattite c-cade?>>

<< Sì, sì...dagliene di nomi...>> lo canzonò Zoro

La navigatrice alzò lo sguardo verso gli archi << Però ha ragione: tu e Chopper rimanete qui, a Robin ci pensiamo noi!>>

Il medico provò a ribattere << Ma io...>>

<< Avrai un' altra occasione per sdebitarti...>> gli disse facendogli l’occhiolino, poi scese e raggiunse gli altri.

<< Sdebitarti?>> gli chiese il nasone non sapendo a che si riferivano

<< Sì: è grazie a Robin se mi sono ripreso sull' isola dell' invidia...me lo ha raccontato Nami>>

 

<< Dove si sarà cacciato il mio amorino?>> si chiedeva il biondo guardandosi attorno

La navigatrice lo pregò << Sanji, ti prego, quando la vedi evita nomignoli vari, ok?>>

Zoro li mise in guardia << Bisogna stare attenti, Robin è molto forte già di suo...sotto l' ira sarà molto pericolosa...>>

<< Qualunque cosa accada, non bisogna farle del male!>> ordinò perentorio il capitano

<< E cosa dovremo fare? Star lì a prenderle?>> gli chiese sarcastico lo spadaccino

Il cuoco lo guardò in cagnesco << Prova sola a sfiorare il mio pettirossino e io...>> ma proprio in quel momento ricevette un pugno che, risultandogli come una sassata in pieno stomaco, lo fece volare all' indietro. Il braccio che lo aveva colpito sparì e la donna si avvicinò minacciosamente a pugni chiusi  e sanguinanti, verso il gruppetto << Prova a ripetere quel nome e ti uccido, così: a mani nude!>>

Zoro guardò prima l’amico e poi fissò lo sguardo su di lei << Non ti sembra di esagerare un po'? In fin dei conti è solo un nomignolo!>>

<< Solo un nomignolo? Tu NON SAI di cosa stai parlando!>> gli rispose palesemente alterata: fece apparire delle braccia che gli bloccarono tutti e quattro gli arti e poi gli si avvicinò << Tu NON SAI!>> e come un fulmine, lo stesso che cadeva in quel momento dal cielo, lo riempì di pugni e di calci e lui si ritrovò a terra senza neanche aver avuto il tempo di capire come ci potesse essere finito << Come cazzo fa ad essere così forte?!>> dalla sua bocca uscì un fiotto di sangue.

<< E adesso devo fare i conti con te, NAMI!>>

<< No, prenditela con me! Avanti sono qui!>> la bloccò Rufy

<< Perché mi sfidi? Credi che non sia capace di essere alla tua altezza?>> rise << Beh, ti sbagli di grosso perché non è così!>> si lanciò verso il capitano con una rabbia impetuosa, il ragazzo di gomma cercava di schivare i suoi attacchi sopprimendo l' istinto naturale di rispondergli

<< Come fa ad essere così veloce? Accidenti!>> si sbilanciò per schivare un' eruzione di un geyser ma così facendo si ritrovò scoperto e completamente alla sua mercé: finì a terra in pochi secondi.

Robin respirava velocemente, i suoi occhi erano carichi di tutto: rabbia, rancore, odio e ora erano tutti per lei, Nami! La cartografa non sapeva cosa fare: sarebbe stato utile scappare, peccato che le gambe fossero pietrificate dalla paura.

<< Cara la mia signorina VOGLIO SAPERE TUTTO, sai che ti dico? Mi sono rotta di te e delle tue continue domande!>>

Sanji si rialzò e si accese una sigaretta << Pettirossino, non so perché ti dia fastidio questo nome...>>

La rossa lo fulminò << Ma sei impazzito? Così la farai arrabbiare ancora di più!>>

<< Fidati di me...e se dovesse fracassarmi dalle botte, continua tu! Falla sfogare, cerca il dialogo, si calmerà!>>

<< Sanji...>>

La mora si girò verso di lui << Ti avevo avvertito, biondino!>> gli ci si lanciò addosso e cominciò a pestarlo e lui restando immobile e incassando ogni suo colpo parlava << Sì, brava...picchia me, ma chi sono io? Forse la causa del tuo odio?>>

<< Basta, finiscila!>>

<< Non sono io, vero? Ma te la prendi con me ugualmente, perché?>>

La donna iniziò a piangere istericamente << Smettila!>> il cuoco non resistette più, svenne

Nami deglutì a vuoto << Adesso tocca a me...>>

Robin si girò verso di lei, aveva anche iniziato a ridere

<< Che ti ha fatto? Perché sei così arrabbiata con lui?>> provò a chiederle facendo qualche passo indietro.

<< Avevo perso tutto, il mio destino era un corridoio buio...>>

<< Sì ma lui in tutto questo che c'entra?>>

<< Lui è stato uno spiraglio di luce, la possibilità di cambiare, era tutto per me: amici e famiglia...poi si è preso gioco di me...>>

Era pericolosamente vicina ma la cartografa non demorse << Che cosa ha fatto?>>

L’archeologa pronunciò in un soffio << E' morto...>>

<< Cosa?>>

La mora le si avventò contro, Nami cadde: si sentì stringere il collo ma non mollò << M- ma come? E la ta- taglia?>>

Robin strinse più forte piangendo disperatamente << Ha mentito...>> strinse << …ha fatto finta…>> strinse di più << ...mi ha abbandonata!>>

La rossa ormai stava per soffocare << R- Robin, ti prego...lasciami...soff-oco! Ti p-prego: non hai pen...sato che a-abbia avuto dei buoni moti...vi?>>

La cow-girl mollò la presa di colpo << E non ha pensato che avessi bisogno di lui? Sono dovuta sparire, di nuovo, e così ho incontrato la più terribile feccia che il mondo abbia mai avuto, compreso Croccodile...>>

<< Sì ma hai incontrato anche noi!>>

Robin si mise una mano sugli occhi e pianse tutte le lacrime trattenute sino ad allora << Lo odio, lo odio con tutte le mie forze e la cosa che più mi da fastidio è che se lo odio per questo vuol dire che...>> tirò su il viso ansimando, si guardò le mani insanguinate << Che cosa ho fatto?>>

Nami capì che finalmente era finita e l' abbracciò << Sei di nuovo in te, Robin, sei di nuovo in te!>>

I ragazzi si ripresero, la nebbia si diradò, la tempesta se ne andò e il cielo tornò azzurro: l' isola divenne celeste chiara, era fatta di minerali che rispecchiavano il colore del cielo e i geyser smisero di eruttare

Zoro sospirò << Sembra che qualcuno si sia calmato!>>

<< Sono contento...anche perché picchiava forte!>> disse ridendo il capitano

<< Sono stata io a ridurvi così?>> chiese perplessa la donna guardando lo stato in cui erano i suoi compagni.

<< Pettirossino mio, non devi pensarci più! Ormai è passato!>> cinguettò Sanji

La rossa guardò lo spadaccino << Zoro, per piacere...>>

<< Per una volta sono d' accordo con te...>> prese il mento del cuoco fra le dita e lo porse alla cow-girl

<< Robin, prego!>> la invitò la navigatrice

La mora capì << Non mi sembra il caso...>>

<< Che sarà mai: uno in più...uno in meno>> le disse Zoro alzando le spalle

Nami la guardò fissa << Ti ordino di colpirlo me lo devi!>>

<< Te lo devo?>>

<< Te lo spiego poi, su!>>

<< E va bene, d' accordo! Scusa Sanji!>> gli mollò un pugno sotto il mento e lo ribaltò

La cartografa la guardò soddisfatta << Oh, così si fa! Ora torniamo alla nave...guardate, il logpose si è riposizionato quindi ora la nostra rotta sarà Dead Calm! Qualcosa in contrario?>>

Robin sorrise << No...>>

Rufy urlò << Allora andiaaaaaamoooooooo!>>

Zoro seguiva il gruppetto trascinando il cuoco semi- agonizzante che si lamentava << Ma che bizogno c'era di zcolpire cozì forzte?>>

Lo spadaccino sospirò << Se avessi tenuto la bocca chiusa...non sarebbe successo!>>

 

TO BE CONTINUED…

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Capitolo 12
*** - HER VISION OF PAST - ***


CAPITOLO 12

CAPITOLO 12

- HER VISION OF PAST -

 

La rotta era stata impostata, ormai non si poteva più tornare indietro: per Robin era giunto il momento di regolare i conti con il suo passato...ma come sarebbe finita questa lotta impari? Sospirò: sapeva che cosa l' aspettava quella sera, non c' erano più scuse: questa volta la vedetta notturna sarebbe toccata proprio a lei e alla navigatrice; non c' erano più scuse, dopo quello che era venuta a sapere da Nami dei suoi comportamenti sull' ultima isola, era sicura: quella sera avrebbe parlato.

<< Allora ragazze, noi andiamo...>> le salutò Rufy sorridendo

<< Divertitevi...>> disse Usop sarcastico

Zoro le prese in giro << Sognerò qualcosa anche per voi...>>

Nami fece una smorfia << Spiritosi!>>

<< Buona notte...>>

<< 'Notte amorini...non stancatevi troppo>> le salutarono, invece, più gentilmente il medico e il cuoco.

Robin gli sorrise << 'Notte...>>

I ragazzi uscirono dalla cucina e si diressero verso la loro stanza

<< Uff...se ne sono andati: finalmente un po' di pace>> disse la navigatrice stirandosi

L’archeologa si alzò << Prevedo una lunga notte...meglio munirsi di litri di caffè>>

<< Lunga? E perché?>>

<< Non penso che il tempo passerà molto velocemente se staremo a scrutare in continuazione un orizzonte buio...almeno che tu non voglia partecipare ad un esperimento...>> le disse la mora guardandola negli occhi: era inutile girarci intorno, l' avrebbe fatto subito e poi, poteva risultare come un' utile valvola di sfogo personale nonostante il senso di calma che l' aveva pervasa appena lasciata l' isola dell' ira

La rossa la guardò sospettosa << Che tipo di esperimento? Non vorrai mica vivisezionarmi  o qualcosa del genere, vero?>>

<< Ma per chi mi hai preso?!>> le disse fingendosi offesa

<< Per una con uno spiccato senso dell' orrido e del macabro...>>

La cow- girl rispose con la faccia e il tono di voce più seri che avrebbe mai potuto fare << Ti riferisci ai miei adorati passatempi? Non ti preoccupare, non li ho mai testati su amici...ma non è detto che non possa farlo, un giorno...>>

La cartografa impallidì << E non vorrai cominciare proprio adesso, vero?>>

Robin scoppiò in una fragorosa risata.

<< Che hai da ridere ora?>> la guardò allibita

<< La tua faccia...>> rise ancora << ...è uno spasso! Stavo solo scherzando...>> si piegò in due dalle risate, le faceva male lo stomaco e non si reggeva in piedi: dovette appoggiarsi al tavolo per evitare di cadere. Nami dal canto suo la guardava stupita: l' aveva vista seria, triste, arrabbiata, adirata, l' aveva vista piangere ma vederla ridere in quella maniera le mancava...finalmente stava uscendo fuori un po' di vera Nico Robin.

La cow-girl aveva smesso di ridere e si era seduta su una sedia a riprendere fiato, la rossa si finse arrabbiata << Brava, brava...è così che si trattano le amiche? Mi sento offesa...ti disamico!>>

Quella le lanciò un' occhiata interrogativa << Ti DISAMICO?>>

<< Sì, è la prima parola che mi è venuta in mente per renderti consapevole del fatto che non sei più mia amica>>

<< Ok, vorrà dire che l' esperimento riguardante il PASSATO lo farò con qualcun altro...>>

Alla cartografa brillarono gli occhi << Hai detto passato? Il TUO passato? Mia BEST-FRIEND, potevi dirlo subito!>>

Una goccia apparve sulla nuca della mora << Certo che le tue facce di bronzo sono degne di premio...>>

Nami si ricompose << Come mai ti sei decisa?>>

<< Dopo che mi hai raccontato dell' isola dell' ira, mi sono accorta di avere delle questioni in sospeso anche con me stessa e ho pensato che, magari, ripercorrendo il passato avrei potuto risolverne qualcuna e poi...>>

<< ...il peso dei ricordi, affrontato con qualcuno, è molto più lieve rispetto al passato affrontato in solitudine...>>

Robin sorrise << Frase degna dei migliori filosofi...>>

<< Modestamente!>> disse sorridendo orgogliosa

<< Non ti senti usata, così?>>

<< Io? Adoro essere usata in questo modo...su, avanti, racconta: sono tutta orecchi!>>

L’altra prese fiato << Tu sai che i miei guai sono cominciati da quando a otto anni ho distrutto sei navi della Marina, da allora ho cominciato a scappare e a vivere nell' ombra per diversi anni fino a che non sono stata abbastanza grande per rendermi credibile al cospetto di bande sovversive...purtroppo ad avere a che fare con certa gentaglia la vita non è semplice, lo sai anche te, e spesso si fanno pericolose esperienze: come socializzare con le prime trappole...>>

 

 

 

<< Ehi, ragazzina! Porta da bere!>> disse un uomo burbero seduto ad un tavolino

<< Scordatelo Blade, lei non è una cameriera, è una nostra collaboratrice...>> fu la risposta di quello che evidentemente doveva essere il boss.

<< Collaboratrice, Jax? Ma se è ancora una poppante...sei un capo troppo comprensivo>> continuò il primo ridendo.

L’altro non si scompose << Poppante? Sarebbe in grado di metterti ko in pochi secondi>>

Blade si alzò inviperito e diede un calcio alla sedia << Ah, sì? Bene, bambina, dimostramelo!>>

Cori si alzarono per tutto il locale << Non farle troppo male Blade!>> << Già e non te ne approfittare...è ancora minorenne!>>

Jax sbuffò << E piantala...così sei tu a passare per bambino>>

<< Ormai è una questione d' onore>>

<< Onore? Ah, ah, ah...Blade che parla d' onore, domani nevica!>>

<< Avanti, comincia o no questa rissa?>>

La giovane Robin sospirò << Uomini...>>

Blade si stava avvicinando pronto a darle battaglia e lei, dal canto suo, era pronta a menare entrambe le mani...e non solo quelle!

In quel momento la porta della stanza venne sfondata ed entrarono vari uomini della Marina

<< Fermi dove siete! Con il potere conferitomi dalla Marina vi dichiaro tutti in arresto!>>

La ragazza si fece scappare una fine imprecazione << Merda!>>

<< Come diavolo hanno capito che eravamo qui? Sei stata tu!>> le disse adirato il suo sfidante

<< Ma che dici? Idiota!>>

Il capo si alzò << Ha proprio ragione la ragazza, sei solo un' idiota...come tutti voi altri del resto e anche lei non è stata molto furba...>>

Blade lo guardò sorpreso << Capo, che stai blaterando?>>

<< Sei tu la talpa! Non è vero, Jax?>> gli disse Robin guardandolo storto

Quello rise << Ah, ah, ah...in gamba, veramente...peccato che tu l’abbia capito troppo tardi>>

<< Come hai potuto tradirci?>> gli chiesero i suoi uomini disgustati

<< Tradirvi? Siete stati voi gli sciocchi ad unirvi a me! Era uno specchio per le allodole e voi ci siete cascati...>>

<< Tu sei uno della Marina!>> lo accusò la moretta

<< Sì, ragazzina, e ti dirò...sono anche un Capitano! Ho avuto ordine di richiamare in una ciurma un po' di teste calde da spedire al fresco con una bella retata, tuttavia non avrei mai pensato di riuscire a catturare Nico Robin!>>

Tutti la guardarono ammutoliti << Nico Robin?>>

<< Curioso il destino, è? Ma ti dirò...non mi hai ancora catturato!>> fece apparire varie braccia che crearono scompiglio fra i vari uomini, così, con la confusione come complice la giovane se la svignò da una finestra

Jax esortò i suoi uomini << Maledizione, è scappata! Voi, occupatevi di questi insetti! Mentre voi venite con me...dobbiamo acchiappare il pesce grosso!>>

 

Robin correva fra i vicoli e i muretti, di cui la cittadina era interamente costituita, tirandosi dietro mille accidenti per essere finita in quella trappola assurda...si fermò sul ciglio di un muro piuttosto alto, era nei guai: non poteva fare un altro passo e la Marina l' aveva raggiunta!

<< La tua corsa finisce qui tesorino mio...>> le disse il capitano ridendo

<< UNO non sono il TUO tesorino e DUE la mia corsa non è ancora finita>>

<< E che vuoi fare? Buttarti giù dal muro?!>>

La ragazza lo guardò in tono di sfida << E perché no?>> si girò e saltò giù

Uno degli uomini al suo seguito sgranò gli occhi << Quella non ha tutte le rotelle a posto...>>

Jax si alterò << Altroché matta! Userà il suo potere, non si farà un graffio e noi la perderemo! Presto, facciamo il giro e raggiungiamola!>>

 

Robin stava per far apparire delle braccia sotto di lei per attutire la caduta quando un ragazzino si piazzò proprio nel punto designato << Ehi, tu, levati di lì!>>

<< Cos...?>> quello alzò lo sguardo e vide una ragazzina che cadeva giù dal cielo mentre dei Marine mandavano mille maledizioni al suo seguito; che si farebbe in una situazione del genere? Il tempo per pensarci non c' era: Robin gli si ritrovò in braccio, l' aveva presa al volo << Ehi, cosa volevi fare: volare?>>

<< Mettimi giù subito!>> fu la risposta seccata della mora

<< Come vuoi tu...passerotto! Ah, ah, ah!>> la adagiò a terra ridendosela di gusto

<< Smettila di prendermi in giro...comunque grazie, per avermi salvata...>>

<< Non c'è di che! Ma dimmi, chi sei? Come mai la Marina ce l' aveva con te?>>

<< Non vedo come queste cose ti possano interessare...>>

Il ragazzo alzò le mani << Ah, scusami: che permalosa...facevo così per parlare...>>

Jax e i suoi uomini l' avevano trovata...ancora << Eccola, prendiamola!>>

<< Ehi, c'è qualcuno con lei!>>

<< E' un ragazzino...>>

Il capitano tirò velocemente le somme << Sarà un suo complice, prendiamo anche lui!>>

I due ragazzi se la diedero a gambe

<< Grazie tante, ora vogliono anche me!>> le disse quello imbronciato

Robin gli rispose sempre più seccata dalla situazione << Non ti ho chiesto io di salvarmi...>>

<< Certo che vuoi sempre avere l' ultima parola tu, è? Comunque mi devi un favore...>>

<< Io non ti devo proprio un bel niente!>>

<< Dici? Ti ho salvato la vita e per colpa tua, ora, ho la Marina alle costole...>>

<< Non si rinfacciano i favori alla gente, sai? E poi mi sarei potuta salvare da sola>>

<< Ah sì? E come?>>

<< Così!>> fece apparire due mani che tirarono il colletto della maglietta del ragazzo che rimase palesemente stupito ed entusiasta << Wow...fantastico! Non avrei mai pensato di poterti incontrare! Ah, ah, ah!>>

Robin sbuffò << Che hai da ridere?>>

<< Niente: pensavo che, allora, ci sarebbe un nome più appropriato...>>

<< Al posto di cosa?>>

<< Di passerotto...>>

<< Uff...e sarebbe?>>

I Marine gli erano di nuovo alle costole << Prendiamoli!>>

<< E che cavolo, non vogliono proprio mollare!>> disse la mora guardandosi alle spalle

<< Sono ossi duri...>>

<< Presto, andiamo di qua!>>

Lui la bloccò << Sei pazza? Di lì gli andiamo direttamente in bocca!>>

<< Dove dici tu, la strada per arrivare al porto, diventa lunga il doppio!>>

<< E chi ti ha detto che voglio andare al porto? Sarà pieno di navi della Marina e ci catturerebbero di sicuro!>>

<< Allora che hai intenzione di fare?>>

<< Ci nascondiamo!>> le prese un braccio e l' attirò a sé.

 

Jax si guardò intorno << Dove diavolo si sono cacciati quei maledetti mocciosi?>>

Uno dei suoi uomini arrivò a fargli rapporto << Non sono passati nemmeno per la scorciatoia verso il porto...>>

<< Allora vuol dire che ci saranno arrivati in un altro modo...alle navi presto, se hanno preso il mare non ci scapperanno!>>

 

Nel buio, dietro ad un angolo di uno stretto vicolo, i due ragazzini erano vicini.

<< Incredibile, avevi ragione tu!>> disse Robin vedendo i Marine allontanarsi.

<< Cara mia, io ho sempre ragione!>> le rispose quello con fare teatrale.

<< Allora Mr. Modestia a Parte, ce l' hai un nome o preferisci essere chiamato così?>>

<< Certo che ce l' ho! Mi chiamo Jacques Caine...lieto di fare la tua conoscenza, pettirosso!>>

<< Ok, Jacques, piacere di averti conosciuto però, adesso, potresti anche evitare di starmi così attaccato: i Marines se ne sono andati>> e cercò con una spinta di allontanarlo da sé

Il ragazzo si rese conto << Oh, scusami, hai ragione...>> si scansò

<< Bene...grazie tante del tuo aiuto ma le nostre strade si dividono qui!>>

Quello le si parò davanti bloccandole la strada << Io non credo proprio, Nico Robin, tu mi hai messo nei guai e ora condividerai le mie pene>>

Lei gli rispose seccata superandolo << Ho già le mie da sopportare...>>

<< Va bene, allora io condividerò le tue...>>

<< Nessuno ha chiesto il tuo aiuto...>>

<< Scommetto che tu te la sei cavata sempre da sola, non è così?>>

<< Appunto e non vedo l' utilità di appoggiarsi ad altre persone...>>

<< L ' hai mai fatto? No, vero? E allora come fai a dire che è inutile?>>

Robin gli diede le spalle e iniziò a camminare in silenzio

Jacques sospirò << Donne...valle a capire!>>

 

La ragazza camminava già da parecchi minuti; dietro aveva sempre quel ragazzo, non aveva smesso di seguirla nemmeno per mezzo secondo, si girò di scatto facendolo sobbalzare << Insomma, la vuoi smettere di venirmi dietro?>>

Jacques rispose in un' alzata di spalle << No...>>

<< Mi dai sui nervi, sai?>>

Lui le sorrise << Lo so, cerco di prenderti per sfinimento...e credo stia funzionando>>

La mora sbuffò << E ve bene, d' accordo...puoi venire con me ma vedi di non stressarmi!>>

<< Ci proverò...pettirosso!>>

<< E piantala!>>

 

 

 

<< Ed è così che vi siete conosciuti: lui ti ha preso al volo mentre tu cadevi dal cielo...che cosa romantica!>> le disse Nami sospirando.

Robin inarcò un sopracciglio << Romantica?>>

<< Certo! Un incontro del genere è un preludio ad una grande storia d' amore: lui si mette nei guai per salvare lei; lei, essendo una donna indipendente, subito non lo sopporta e...>>

<< E...?>>

La rossa notò l' occhiata poco amichevole della donna << ...e poi lei si stanca, lo manda al quel paese e continua per la sua strada!>>

La cow- girl sorrise << Tipico finale da romanzo rosa...>>

<< Che ci posso fare? Altrimenti minacci di uccidermi! Ma sappi che...>> si alzò e andò vicino alla porta << ...arrabbiandoti non fai che darmi ragione!>> e se la svignò velocemente catapultandosi fuori dalla cucina. Robin alzò gli occhi verso il soffitto “ Che strana ragazza”

 

L' archeologa raggiunse la navigatrice che era andata a vedere com' era la situazione vicino alla polena << Se hai tanta paura delle mie reazioni perché non la smetti di punzecchiarmi ogni volta che ti si presenta l' occasione?>>

<< E' più forte di me...>>

Robin sbuffò << Lo sospettavo...>>

Nami riprese il discorso << E così si è unito a te...e poi com' è andata?>>

<< Siamo diventati amici, essendo rimasti entrambi senza genitori siamo diventati l' uno la famiglia dell' altro...>>

<< Ma quanti anni avevate?>>

<< Io avevo quindici anni e lui sedici...abbiamo vissuto insieme per tre anni, abbiamo condiviso tutto: vita, gioie, dolori, nuove esperienze...ho condiviso con lui il mio sogno di trovare Poignee Griffe...>>

La cartografa la bloccò di scatto << Un momento: hai detto nuove esperienze? QUEL genere di esperienze?>>

La mora scosse la testa << Certo che, tu, fai malizia di secondo nome...comunque no…>> poi aggiunse soprappensiero << …anche se una volta...>>

<< Una volta? Questo si che è interessante...racconta, racconta>>

Robin si portò una mano alla fronte << Oh Signore! Maledetta me quando apro bocca!>>

<< Ormai hai lanciato la pietra...non è bello tirare indietro il braccio>>

<< Ok, ok...tanto rimarrai delusa>>

<< Lascia che sia io a deciderlo>>

<< Ho recepito il messaggio, racconto...racconto: eravamo sbarcati in un' isola solare, in quanto eravamo venuti a sapere che nel museo della capitale era custodita la coppia più realistica mai esistita di Poignee Griffe...decidemmo che saremmo rimasti lì sino a che non saremmo riusciti a decifrare quelle strane scritte; passammo giorni e giorni davanti a quel blocco di pietra, come minimo la gente che visitava il museo ci prese per dei pazzi, poi finalmente...>>

 

 

La giovane Robin scattò in piedi di colpo << Non ci posso credere...>>

Jacques si svegliò dal pisolino che si era concesso sopra ai vari fogli contenenti appunti di ogni genere << E'? A c-cosa non puoi credere?>> si stropicciò gli occhi

<< Ce l' ho fatta! Ho capito cosa c' è scritto!>>

Il ragazzo si riprese al volo << Cos' hai fatto? Non stai scherzando, vero?>>

La mora aveva un sorriso a 32 denti << Non sono mai stata così seria in vita mia! Jacques, ce l' abbiamo fatta!>> e senza accorgersene l' abbracciò

<< Sei un vero genietto>> poi si soffermò a vedere la ragazza praticamente avvinghiata a lui dalla felicità << ...incredibile...>>

<< Anch' io non riesco ancora a crederci...>>

<< Veramente non mi riferivo solo a quello>>

Robin lo guardò stupita << E a cos' altro?>>

<< Al fatto che ti ci sono voluti due anni per abbracciarmi...>>

Lei arrossì rendendosi conto, solo in quel momento, di cosa stava facendo e della pericolosa vicinanza al suo volto, sciolse l' abbraccio << Era l' euforia del momento...>> si giustificò

<< Certo, certo...>> le disse storcendo le labbra

Cercò di sviare il discorso << Sono troppo contenta!>>

Jacques sorrise << Bene, allora...andiamo a festeggiare!>>

<< A festeggiare?>>

<< Certo! In più abbiamo la fortuna che questa sera in città c'è musica...>>

<< E quindi?>>

Il ragazzo la guardò scotendo la testa sconsolato << Come sarebbe a dire E QUINDI? Si mangia, si beve, si balla...>>

Robin ci pensò un po’ su << ...uhm, ok...ci sto!>>

<< Perfetto! Sta sera ci si diverte!>>

 

I due ragazzi si prepararono per la serata, Jacques raggiunse Robin nei pressi della festa cittadina: era voltata e gli dava le spalle << Sei bellissima...>>

Lei girò solamente il viso verso di lui << Che fai, ci provi?>>

Lui arrossì << Io? Non lo farei mai...>>

<< Bene, allora andiamo...oh, Jacques...>>

<< Che c'è?>>

<< Potresti evitare di guardarmi il sedere? E' da quando sei arrivato che non ci stacchi gli occhi di dosso>>

Il ragazzo spostò lo sguardo di lato colto in flagrante << A- andiamo su...e comunque te l' ho guardato solo per i primi due minuti...>>

<< E ti sembra poco? Sei arrivato qui da tre!>> gli disse ridendo

Jacques stava per morire dalla vergogna poi lei gli tese una mano << Allora? Andiamo o stiamo?>>

Lui le prese la mano e cercò di sorridere << Andiamo...>>

 

La serata passò tra una cena, balli e fiumi e fiumi di alcol mandati giù con la scusa dei festeggiamenti: la sbronza arrivò presto

<< Jacques...non mi sento tanto bene...ce ne andiamo?>> gli disse Robin con la voce impastata

<< Sono d' accordo...mi gira un po' la testa>> barcollò e per poco non finì a terra

Lei rise << Ah, ah, ah...sei ubriaco fradicio!>>

<< Senti chi parla...>>

Arrivarono, finalmente, nella stanza che avevano affittato per la loro permanenza sull' isola

Il ragazzo si stirò << Sono veramente a pezzi>> e si buttò sul letto a peso morto

<< Tu mi porti sulla cattiva strada...>> gli disse lei sbuffando e si buttò al suo fianco

<< Non sono io ad avere 79 milioni di Berry come taglia...>>

La moretta gli saltò addosso prendendolo per la maglia infastidita da quella risposta << Cosa vorresti dire?>>

<< Niente…>>

Mollò la presa << Uhm...meglio così>>

Lui la guardò in tono di sfida << Altrimenti?>>

Lei non si scompose << Non sai cosa potrei farti!>>

Jacques si rigirò di scatto imprigionandola sotto di sé << Fammi un esempio, Pettirosso>>

Robin fece apparire un braccio sulla schiena del ragazzo e gli tirò indietro la testa << Non sfidarmi...potresti pentirtene!>>

<< ...penso che mi pentirò solo se non faccio un cosa...>>

<< Quale?>>

La attirò a sé << Questa!>> e la baciò

 

 

<< E poi?>> chiese Nami curiosa

<< E poi non ricordo...>>

<< Come non ricordi?>>

Robin sospirò << Ero ubriaca persa!>>

La rossa storse le labbra << Quindi voi due avreste potuto...>>

<< Questo lo escludo...>> tagliò corto la mora

<< E perché? Hai detto che non ricordi di lì in poi...e da quel che mi hai raccontato il proseguo può essere uno solo: una notte selvaggia di s...>>

L’archeologa concluse per lei << Di Sonno selvaggio!>>

<< E chi te lo dice?>>

<< I vestiti intatti che avevamo addosso la mattina seguente!>>

La cartografa arrossì per aver insistito su un piano parecchio intimo e personale; cercò, così, di portare avanti il discorso << Andiamo avanti...sorvoliamo tutto il resto e arriviamo all' ultimo punto...comincia ad imbarazzarmi questa conversazione...>>

<< Sei tu che la porti su toni imbarazzanti...>> la guardò la cow-girl inarcando un sopracciglio

<< Sì, sì...è colpa mia, su...>>

<< E va bene...passò un altro anno piuttosto nella norma, qualche fuga ogni tanto ma niente di più...poi, un giorno, Jacques mi disse di aver una commissione importante da fare e non lo vidi per tutto il giorno: alla sera tornò ma era stranamente giù di morale e pensieroso: una giornata no, pensai. Infatti nei giorni seguenti tornò tutto alla normalità a parte il fatto che aveva smesso di usare nomignoli vari e poi…>> si bloccò

<< Poi?>>

Robin strinse i pugni << E poi accadde  l' incidente...>>

<< Quale incidente?>>

La donna ignorò la domanda, le avrebbe risposto fra poco << La Marina riuscì a rintracciarci e questa volta erano decisi più che mai a catturarci...>>

 

 

I Marine sbraitavano con furore << Questa volta sono in trappola, non ci sfuggiranno!>>

<< Se becchiamo Nico Robin e il suo complice, questa volta, ci promuoveranno di sicuro>>

Alla ragazza cominciavano, ormai, a saltare i nervi << Jacques, siamo nei guai: hanno bloccato tutto!>>

<< Allora cerchiamo di creare un po' di scompiglio...>> le rispose lui sicuro di sé

<< E come?>>

<< Tu fidati di me e seguimi>>

<< D' accordo!>>

Girarono un angolo velocemente e si ritrovarono in una piazzetta che dava sul molo: era pieno di soldati

Robin lo prese per la maglia strattonandolo << Jacques...ma cosa hai combinato?>>

<< Robin, ti prego, fidati!>>

<< E cosa dovrei fare?>> chiese lei non capendoci, veramente, più nulla

<< Corri!>>

<< Cosa?>>

<< Corri verso quella nave da carico e scappa!>>

La moretta lo guardò preoccupata << E tu?>>

Jacques sorrise << Io me la caverò...>>

<< Io non ti lascio qui!>>

Il ragazzo sottrasse un fucile da un Marine e lo puntò su di lei << Invece lo farai! Vai! O ti sparo...>>

<< Ma...>>

<< Va'!>> le urlò con rabbia

Robin corse facendosi largo tra i Marines usando il suo potere, salì sulla nave cargo proprio nel momento in cui stavano levando le cime: Jacques era uno stupido! Si girò verso il molo e lo vide, per l' ultima volta, cercare di scappare dalla Marina poi passare vicino a dei barili pieni d' olio che scoppiarono in aria colpiti da pallottole vaganti...

Urlò con le lacrime agli occhi << Nooo! Jacques!>>

 

 

La mora sospirò << E così pensai che fosse morto nell' esplosione...era lì a un passo! Da allora non mi fidai più di nessuno e passai di banda in banda sino ad arrivare alla Baroque Works, a Croccodile e a voi...>>

<< E non hai pensato che si fosse potuto salvare?>> le chiese Nami sorseggiando un po’ di caffè

<< Ci sperai per un anno, due poi mi convinsi...>>

<< Perché?>>

Robin le spiegò << Una promessa: se ci fossimo separati per qualche motivo avremmo avuto due anni per ritrovarci...>>

<< E se non vi foste trovati?>>

<< Avrebbe significato che uno dei due era morto...>>

<< Ma come hai visto non è stato così...>>

<< Già e ora...voglio scoprire perché!>>

 

TO BE CONTINUED…

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Capitolo 13
*** - FINALMENTE DEAD CALM - ***


CAPITOLO 13

   CAPITOLO 13

- FINALMENTE DEAD CALM -

 

Nami sbadigliò << Sono veramente a pezzi...>>

<< Ormai è sorta l' alba...il nostro turno è finito, dovrebbero venire a darci il cambio>> le fece notare la mora

 << Detto fatto, tesorini miei, sono pronto a sostituirvi! Se volete vi preparo qualcosina da mangiare>> disse Sanji sbucando da sottocoperta

La rossa rifiutò l’offerta << Per me niente, grazie: sono troppo stanca e voglio andare a riposare>>

<< Lo stesso vale per me...>> si aggiunse l’archeologa

<< Allora andate pure, angeli miei, quando vi sveglierete vi farò trovare qualcosa di veramente delizioso…>>

<< E a me cosa prepari?>> il ragazzo di gomma aveva raggiunto il cuoco per affiancarlo nel turno di vedetta

<< Per te ci sono gli avanzi di ieri sera...>> grugnì il cuoco per l’idillio spezzato

Neanche il tempo di pronunciare quelle parole che il capitano si era già fiondato in cucina

Robin sorrise << Noi andiamo...>>

<< D' accordo...ah, Nami, per la rotta?>>

<< Devi mantenere la nave sempre in questa direzione...secondo i miei calcoli, molto teorici in quanto non so assolutamente a che distanza possa essere, dovremo arrivare su Dead Calm domani mattina>>

 

Nella stanza delle donne

Nami chiese alla mora << Senti, Robin...con i ragazzi che intenzioni hai?>>

<< In che senso?>>

<< Hai intenzione di parlargli di Jacques?>>

<< Gli dirò che lo conoscevo ma preferirei evitare i vari particolari...>>

<< Per cui rimarrò l' unica a sapere qualcosa del tuo misterioso passato...>>

Robin le disse gelidamente << Da un testimone incomodo è facile liberarsene ma da sei diventa complicato...>>

Nami tremò << D’accordo…avrei potuto evitarmela...>>

 

Al loro risveglio, le ragazze, trovarono il marasma più totale: Sanji era a spignattare in cucina intento a preparare la cena, le due donne avevano dormito tutto il mattino e tutto il pomeriggio, Usop era intento a pregare gli dei cercando di guadagnarsi la loro clemenza per l' incontro imminente con "Il Prete" e Chopper cercava di rassicurarlo in tutti i modi e le maniere possibili. Ma quelli che facevano più casino di tutti erano Zoro e Rufy che avevano cominciato una vera e propria lotta fra loro che rischiava di distruggere tutta la nave...e per cosa, poi?

<< Sono io il capitano! E quindi spetta a me, battermi con Il Prete se cerca di fare resistenza!>> cercò di far valere la sua autorità il ragazzo di gomma

Lo spadaccino sembrava non essere d’accordo << Ma non farmi ridere, con la tua forza non riusciresti a convincere nemmeno il più ingenuo degli ingenui...figurati uno che è preceduto dalla fama di una taglia di 250 milioni di Berry!>>

<< Io ti ho convinto subito!>>

<< Io ti ho seguito solo perché mi avevi salvato la vita...>> disse quello arrossendo << …ci penserò io convincerlo!>>

Nami decise di porre fine a quello strazio colpendoli entrambi con il suo solito pugno in testa << Dilettanti, distendetevi prima di farvi male! Per convincere Il Prete ci vuole la mia arma segreta!>>

Rufy aveva gli occhi a stelline dall' emozione << Arma segreta?>>

Zoro, invece, cercava di fare poco l' interessato ma era comunque curioso di sapere cosa poteva aver tirato fuori quella testolina malefica << E sarebbe?>>

Robin si fece avanti << Sarei io...>>

<< Tu?>> chiesero quelli allibiti

 

Durante la cena:

Rufy mangiava senza sosta << E coscì tuf conoscevrevsti Il Prescte?>>

<< Sì, si chiama Jacques e ho vissuto in sua compagnia per tre anni...>> spiegò velocemente la mora

Il capitano continuava a masticare << Ah, capivscof...>>

Nami lo affogò nel piatto << E piantala!>>

Sanji cercò di fare due più due << Così speri di far leva sulla vostra vecchia amicizia?>>

<< Potrei provare...>>

Zoro, come sempre, fece l’ottimista << E se non dovesse funzionare?>>

La rossa tossì facendo finta di niente

<< Non ci avevi pensato...>> disse il medico di bordo con una goccia sulla testa

<< Beh, ci penserò io a convincerlo, con i miei poteri...>> lo rassicurò Rufy

Robin dovette dargli una brutta notizia << I tuoi poteri, come i miei e quelli di Chopper, saranno inutili...>>

<< E perché mai?>> chiese curioso il cecchino

<< Jacques è un abilissimo tiratore d' arco e alcune delle sue frecce sono, o almeno, erano fatte di agalmatolite marina...>>

Nami capì << In questo modo non riuscireste nemmeno ad avvicinarvi...>>

<< Beh, allora posso intervenire io...>> disse lo spadaccino ridendo

Sanji lo guardò scotendo la testa << Presuntuoso!>>

Zoro ringhiò << Cos' hai detto?>>

<< Hai capito benissimo...>>

Il nasone mise le mani avanti << E se cercassimo di convincerlo senza farlo arrabbiare? Stiamo pur sempre parlando di uno da 250 milioni...>>

<< Per una volta sono d' accordo con la precauzione di Usop>> aggiunse la rossa

Sanji le diede man forte << Allora cercheremo di prenderlo per le buone...Robin, tesorino, puoi dirci qualcos' altro su questo Jacques che ci aiuti a riconoscerlo meglio? Abbiamo la sua foto ma potrebbe camuffarsi...sappiamo che è un tiratore d' arco ma potrebbe non essere l' unico dell' isola...ricordi per caso qualche altro particolare?>>

<< Suonava l' ocarina...>> rispose la donna senza pensarci nemmeno un momento

Gli occhi di Rufy si illuminarono << Un musicista? Lo voglio assolutamente nella mia ciurma!>>

Nami si batté una mano sulla fronte << Uffa...ancora con questa storia del musicista a bordo...>>

<< E che male c'è, scusa? Ai pirati piace tanto cantare...>> le disse il capitano innocentemente

<< Nami, cara, non addentrarti in questi discorsi con lui...è più duro dei sassi>> le fece notare il cuoco

<< Sì, ne ho qualche vaga idea...>>

 

Il mattino seguente, Usop urlò dalla vedetta << Ragazzi, ho avvistato terra! Siamo arrivati, fra poco sbarcheremo su Dead Calm!>>

Nami iniziò a dare i soliti ordini << Su, preparatevi alla discesa, ci aspetta un incontro importante>>

Rufy si mise in posizione statuaria << Prete, ti troveremo!>>

Chopper lo seguì a ruota << E farai parte della nostra ciurma!>>

E insieme urlarono << Siiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiì!>>

La rossa li guardò con un enorme goccia sulla testa << Bambini!>>

 

Una volta scesa, la ciurma, non poté che lasciarsi andare allo stupore

<< Ma è un' isola meravigliosa!>> disse il capitano rimasto a bocca aperta

Chopper si guardava attorno estasiato << E' fantastica!>>

<< E' un vero paradiso...aaaaaah!>> si stirò Usop prima di buttarsi a terra.

L' isola era un' immensa distesa di sabbia celeste finissima, l' acqua era cristallina: era tutto tremendamente rilassante, sembrava impossibile che, dopo delle isole infernali come quelle dell' Arcipelago dei Peccati, potesse esistere un' isola così. Al centro della spiaggia vi era un viottolino fatto di ghiaie azzurre, il quale portava verso l' entroterra dove s' intravedeva un piccolo villaggio di case bianche dai tetti blu. Nami prese Robin in disparte << Allora, ti senti pronta? Sei abbastanza calma?>>

La donna inarcò un sopracciglio << Forse sei tu ad aver bisogno di un calmante...sembra che l' agitazione abbia preso te al posto mio...>>

<< Io? Come potrei...quest' isola è così rilassante e poi...senti! Che musica fantastica...chissà da dove viene...>>

Anche la mora si mise in ascolto << Hai ragione, è stupenda...un momento! Io questa musica la conosco ed è anche il suono di un' ocarina!>> si mise a correre

<< Ehi, aspettami!>> iniziò a seguirla

 

Robin correva come un ossesso su per il viottolo di ghiaie azzurre, la musica si faceva sempre più vicina: fra pochi metri, ancora qualche passo, l' avrebbe rivisto....si arrestò, riprese fiato e alzò lo sguardo…su una pietra blu vi era un ragazzino dai capelli biondi tagliati a spazzola sulla nuca con due lunghe ciocche che da sopra la fronte scendevano ad incorniciargli il viso acceso da due splendidi occhi verdi. Vestito sportivamente con una maglietta senza maniche celeste, bandana azzurra al collo, pantaloni corti neri e scarpe da ginnastica dello stesso colore della maglietta: portava sulla schiena una faretra piena di frecce dalle candide piume combinate, naturalmente, con un grosso arco appoggiato lì vicino. Tra le mani aveva una bella ocarina che continuava a suonare tranquillamente inconsapevole del fatto che una donna lo stesse fissando. L’archeologa, dal canto suo, non poté che pensare una sola ed unica cosa: non era lui...ma per sapere quella melodia doveva assolutamente conoscerlo. Decise di chiedere << Scusa, dove hai imparato a suonare questa canzone?>>

Il ragazzo ebbe un sussulto e smise di suonare << Mi hai spaventato...me l' ha insegnata il mio maestro, come mai lo vuoi sapere? La conosci?>>

<< Sì, la suonava un mio amico tanto tempo fa...posso vedere la tua ocarina per piacere?>>

Il biondino titubò << Uhm, non so se posso...è molto importante per il mio maestro>>

Lei le sorrise << Puoi tenerla in mano tu, non c'è bisogno che me la dia, voglio solo dargli un' occhiata per bene...>>

<< D' accordo...>> e anche se non del tutto convinto gliela mostrò

<< Allora non era un' impressione sbagliata...>>

<< Quale impressione?>> disse Nami, riprendendo fiato, dopo averla raggiunta

<< E' l' ocarina di Jacques...>> le indicò lo strumento la mora

Il ragazzino sgranò gli occhi e la indicò stupito << Come fai a conoscere il vero nome del Prete? Chi sei?>>

Robin lo guardò << Potrei farti la stessa domanda...>>

La rossa si mise fra i due << Calmi, ragioniamo: questa è l' ocarina di Jacques e la melodia che abbiamo sentito prima era la stessa che suonava lui, per cui questo ragazzino conosce Il Prete molto bene...>>

<< Ehm, complimenti...ormai era chiaro come il sole...>> le disse la cow-girl scotendo la testa

La navigatrice le fece una smorfia << Magari per te...>>

<< Insomma, volete dirmi chi siete?>> chiese rivolto alle due ormai spazientito

<< Vuoi dirmi chi sei tu?>>

<< La piantate di rispondere alle domande con altre domande?>> li pregò la rossa ormai su una crisi di nervi

<< Hai appena fatto una domanda anche tu...>> le fece notare Robin

Nami si ombrò << Hai ragione...>>

<< Che tipe strane...>>

<< A dir la verità i più strani devono ancora arrivare...>> disse la cartografa riferendosi al resto della ciurma rimasto a giocherellare sulla spiaggia

<< Potresti portarmi da lui?>> chiese ad un tratto la mora

Il ragazzino la squadrò dubbioso << E chi mi dice che non sei qui per catturarlo?>>

La donna capì che si riferiva alla taglia << Allora vai da lui e digli che lo cerca Robin...>>

<< Robin? Quella Robin? Tu sei Nico Robin?>> sbraitò quello incredulo

<< Allora deve averti parlato parecchio di me se ti esalti così tanto...>>

<< Vieni con me, andiamo da lui...>> si bloccò << ...un momento, come faccio a sapere che non sei una truffatrice?>>

L’archeologa prese un bel respiro << Senti...come ti chiami?>>

<< Miguel...>>

<< Allora, Miguel, se ho capito bene vuoi una prova che ti dimostri che sono io...>>

<< Esatto...>>

<< Allora, vediamo: cosa potrei dirti...>> iniziò a pensare

Sanji arrivò proprio al momento giusto con il resto della ciurma<< Yu- hu, amorini, guardate che belle conchiglie vi ho raccolto...Pettirossino mio, esalterebbero tantissimo i tuoi bellissimi occhi legate intorno al tuo dolce collo...>>

Robin prese la palla al balzo, se gli aveva parlato di lei non poteva non avergli detto quello: fulminò il cuoco con lo sguardo e irritata gli ringhiò << Quante volte ti ho detto di non usare più quell' assurdo nomignolo?!>>

Quello s' impietrì dallo spavento

<< Ora non ti sembra di aver esagerato?>> le chiese Nami perplessa

Miguel la prese per mano << Ok, sei tu...andiamo>>

<< Ah, ora ho capito...>> commentò la rossa, iniziando a seguirli.

 

Il piccolo gruppo camminava su e giù per le stradine di quella bellissima cittadina

<< Certo che qui è tutto così bello!>> disse Chopper guardandosi attorno meravigliato

Miguel sorrise << Vero? E' stata un' idea di Jacques quella di dipingere le case di questo colore>>

<< Rendono l' ambiente calmo e tranquillo>> notò la navigatrice dopo un gran respiro

<< Già, abbiamo pensato che, a chi sarebbe uscito dall' Arcipelago dei Peccati, avrebbe fatto piacere trovare un po' di pace>>

<< Come? Tu e Il Prete avreste attraversato l' Arcipelago dei Peccati da soli?>> chiese Zoro allibito

<< Sì e una volta arrivati qui abbiamo aiutato la gente che già ci abitava e quei pochi che arrivavano nel corso degli anni...>>

<< Da quanto tempo conosci Jacques?>> chiese Robin curiosa

<< Da quando avevo 5 anni, è lui che mi ha cresciuto in questi ultimi 10 anni...>>

Nami fece due calcoli veloci << Allora ti deve aver preso con sé poco dopo...>> l' occhiata funesta dell' archeologa la ghiacciò

<< Dopo?>> le chiese il capitano guardandola

Quella tentò di sviare il discorso << No, niente...pensavo ad alta voce>>

Rufy decise di lasciar perdere << Bah...>>

La mora continuò con il suo interrogatorio << Come mai l' hai tu la sua ocarina? E' vero che ti ha insegnato lui a suonarla, ma vedo che ti deve aver insegnato anche a tirare con l' arco ma quello non è il suo...>>

Il ragazzino sorrise << Sì, è vero...certo che te le ricordi molto bene le cose: il suo arco l' ha ancora lui, l' ocarina l' ha data a me perché ha smesso di suonarla appena ebbi finito d' imparare ma, sinceramente, non ho mai capito perché e lui non me l' ha mai voluto dire...però mi chiede spesso di suonare la canzone che avete sentito prima>>

<< Strano uomo...non poteva che essere amico tuo>> disse lo spadaccino riferendosi alla mora

<< Spiritoso...>> lo riprese l’archeologa guardandolo storto << …senti, Miguel, come mai avete deciso di stabilirvi qui?>>

<< Jacques ha detto di aver trovato in quest' isola un posto tranquillo e sicuro...>>

<< Sicuro...sicuro per cosa?>>

 

<< Signore, signor Prete, si fermi!>>

Jacques si girò e vide una piccola bambina corrergli incontro con un pacchetto ben chiuso << Ehi, che c'è piccolina?>>

<< Ti ho preparato un...>> ma non riuscì a finire la frase che inciampò urlando

Con uno scatto fulmineo, il Prete le evitò la caduta ma il pacchetto finì a terra ed il contenuto andò inesorabilmente a pezzi, la bambina scoppiò in un pianto disperato

<< Perché piangi? Ti sei fatta male?>> le chiese l’uomo preoccupato

<< No, non mi sono fatta niente...piango perché ho rotto la torta che avevo fatto per te>> spiegò la bambina fra i singhiozzi

Lui le sorrise << Per me? Vediamola questa torta...>>

<< Ma si è rotta!>>

Jacques s' inginocchiò e le strizzò l' occhio << Beh, l' avrei rotta lo stesso mangiandola, non credi?>>

La bimba riprese il suo iniziale sorriso e gliela porse, il Prete la mangiò con appetito << Molto buona, davvero! Diventerai una grande pasticciera...grazie!>>

La piccola se ne andò felice, Jacques sorrise e poi si girò sentendosi chiamare da Miguel: il suo viso si distese di colpo in un' espressione di grande stupore…non era cambiata affatto << Robin…>>

 

 

TO BE CONTINUED…

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Capitolo 14
*** - ROBIN' S SHOW - ***


CAPITOLO 14

CAPITOLO 14

- ROBIN' S SHOW -

 

Signore e signori, oggi, siamo lieti di presentarvi la performance più spettacolare che abbiate mai visto, frutto di una concentrazione interiore che non si può nemmeno immaginare. Il pubblico freme d' impazienza, i critici che conoscono già gli inizi aspettano di conoscere il seguito. Gli attori sono pronti, il sipario si apre, lo spettacolo ha inizio:

 

Lui era davanti a lei in silenzio: capelli né lunghi né corti di un bell’indaco, lineamenti fini con occhi celesti color del ghiaccio, occhi che, come sulla taglia, avrebbero fatto gelare il sangue nelle vene anche all' uomo più coraggioso del mondo...gli stessi occhi che ora infondevano un senso di calma e calore a chi li guardava carichi, tuttavia, di forti sensi di colpa. Una croce, tatuata sulla schiena alla base del collo, spuntava dal bordo di una cravatta corta, larga e grigia su cui era disegnato lo stesso simbolo nero. La cravatta scendeva su una giacca nera a doppio petto chiusa di lato da tre bottoni dorati, il risvolto del colletto era bianco e candido come la neve e com' esso anche le maniche della giacca chiuse da due gemelli neri nuovamente a forma di croce. Una cintura gli cingeva la vita e reggeva una faretra tenuta su un fianco piena di frecce dalle penne bianche fatta eccezione per alcune colorate di blu, pantaloni lunghi e bianchi arrivavano a coprire gran parte delle scarpe grigie che indossava. Alla mano un arco fatto di un bel metallo argenteo dove ai lati dell' impugnatura centrale vi erano scolpite due piccole alucce nere.

 

Nessuno dei due osava proferir parola, l' atmosfera era tesa...qualcun' altro decise di spezzarla, evidentemente il destino aveva lasciato il compito ad un' altra pedina del gioco della vita

 

<< Jacques, Jacques! Non è incredibile? Guarda chi è venuta a cercarti, non sei contento?>> gli disse Miguel tutto contento

Il Prete non ebbe bisogno di mentire per rispondere a questa domanda << Sì, sono contento...>> poi si rivolse a Robin << Mi fa piacere rivederti, pettirosso...>>

La ciurma fece un passo indietro sia per la paura della reazione della cow-girl sia per aver capito chi, oltre a Sanji, la chiamava così mandandola fuori dai gangheri...Nami si aspettava una risposta "infuocata" ma il copione prevedeva dell' altro…

 << Anche a me, dopo tutto questo tempo>> parole pronunciate tranquillamente, senza un minimo accenno di rancore o di rabbia, calò uno stupore generale che colpì soprattutto l' altro interlocutore: possibile? Nessuna domanda, nessun risentimento sul suo comportamento assolutamente non corretto nei suo riguardi? Niente insulti per quella promessa solenne, giurata col sangue, non mantenuta? Impossibile, lei era Nico Robin...tuttavia decise di prendere la strada dell' egoismo, tanto più sporco di quel che era non poteva diventare: non faceva domande? Meglio così, avrebbe evitato di dare risposte, risposte che sicuramente sarebbero state frutto della sua immaginazione, menzogne: che schifo che si faceva, la falsità ormai faceva parte della sua vita al cento per cento e la cosa più brutta era che non doveva mentire ai suoi nemici o a chi lo ostacolava ma doveva farlo con le persone che amava, non bastava Miguel che a suo malgrado non poteva sottrarsi a quella situazione...ora c' era anche lei, perché era tornata a cercarlo?

<< Vedo con piacere che finalmente hai trovato una ciurma di gente per bene...>> le disse tranquillo

Chopper lo guardò incredulo << Come fai a dirlo?>>

Il biondino gli strizzò l' occhio << Ha un sesto senso strabiliante per capire l' indole delle persone...>>

<< Rufy Cappello di Paglia, la tua fama è giunta fin qui...>> continuò l’uomo riferendosi al capitano

<< Davvero?>> gli chiese Rufy fiero di quell’affermazione

<< Certo, un ragazzino da cento milioni...come mai siete venuti su quest' isola?>>

Robin tagliò corto << Siamo venuti a cercare te...>>

<< Me? E perché mai?>> il cervello gli scoppiò e la gola gli si bruciò per aver pensato e pronunciato quelle parole proprio verso di lei, ma la donna sembrò non curarsene, anche se il colpo da incassare era parecchio duro << Siamo qui per la questione dell' Apocalisse...>>

Il sangue di Jacques smise di scorrere << L' Apocalisse?>> come facevano loro a sapere?

<< Sì, sai qualcosa in merito?>>

Il Prete rivolse lo sguardo verso il villaggio e si girò dando le spalle al gruppo << Sì...se volete parlarne, andiamo a casa mia: saremo più tranquilli>>

 

La casa era una villetta non esageratamente grande a cinque minuti di cammino fuori dal villaggio, la cucina era accogliente e aveva un tavolo abbastanza grande da ospitare, ai suoi lati, tutte le persone che in quel momento occupavano la stanza

<< Perché cercate me in merito all' Apocalisse?>>

Nami lo guardò << Ci è stato detto che tu sei l' unico in grado di poterla fermare...>>

Jacques rimase stupefatto e alterato << E di grazia, chi vi ha detto questa baggianata?>>

Rufy scattò in piedi al ricordo dell' uomo morto alla locanda e sbattendo entrambi i pugni sul tavolo urlò << Come osi dire che sono baggianate?>>

Tutti ammutolirono: Usop, Chopper e Miguel si presero un colpo dalla spavento per quella reazione improvvisa, solo il Prete affrontò il suo sguardo rabbioso senza timore alcuno << Oso eccome, io non posso fare assolutamente nulla per fermare l' Apocalisse>>

<< Magari puoi ma non lo sai...>> gli suggerì Sanji tirando una boccata dalla sigaretta

<< E chi dovrebbe saperlo meglio di me?>>

Il capitano continuò << Noi abbiamo visto morire un uomo e Dio solo sa di cosa, sappiamo che la colpa è dei Quattro Cavalieri e che un uomo ci ha implorato di aiutarlo...>>

<< Ed è stato quest' uomo a dirvi di me?>>

<< Sì e ci ha indirizzato verso l' Arcipelago dei Peccati...>> gli rispose Robin

<< Quindi sapeva dove stavo e ha mandato voi...non poteva venire lui stesso?>>

Nessuno aveva una risposta per questa domanda

<< Ebbene?>>

Il ragazzo di gomma cercò una probabile soluzione nella sua mente << Magari non era in grado di affrontare il viaggio da solo...>>

Jacques tirò velocemente le somme << Allora: siccome non voleva rischiare la sua vita, ha pensato bene di rischiare quella di sette giovani sconosciuti?>>

<< Il ragionamento, per quanto cinico, non fa una grinza...>> si trovò d’accordo lo spadaccino

A Rufy si riaccesero i bollenti spiriti << A me non interessa il motivo per cui abbia mandato noi, l' unica cosa che so è quello che ho visto e per quanto mi riguarda mi basta>>

Il Prete sorrise << Di buon cuore sino al limite...>>

<< Cos...? Ci stavi mettendo alla prova?>> chiese Usop stupito ma lui non rispose

Nami tornò al punto della situazione << Allora cosa decidi? Tornerai all' Isola di Alfa con noi?>>

Jacques la guardò << L' Isola di Alfa? E come pensate di poterci tornare? Avete forse un eternalpose?>>

La navigatrice sbiancò: non avrebbero mai potuto tornare indietro, il logpose di sarebbe riposizionato sull' isola successiva a Dead Calm...l' Arcipelago dei Peccati non poteva più essere raggiunto

La mora tagliò corto << E' vero, non possiamo tornare indietro...possiamo solo andare avanti, con o senza di te...la scelta è solo tua>>

<< E se non accettassi?>>

<< Ti costringerei con la forza!>> tuonò il capitano nuovamente alterato

L’uomo lo guardò senza timore alcune << Ah, sì? E saresti sicuro di farcela?>>

<< Ne sono più che certo!>>

<< Buon per te...>>

Robin non capiva: perché si comportava in quel modo? Perché continuava a provocarli con così tanta evidenza?

Miguel si fece avanti titubante << E se partissi io con loro, verresti anche tu?>>

Questo era un colpo che Jacques non si sarebbe mai aspettato << Vuoi partire con loro?>>

<< E perché no? Sono così simpatici...>>

La donna capì che il ragazzino era veramente in gamba, aveva capito la gravità della situazione e con abilità aveva scovato la leva giusta da smuovere. Decise di rincarare la dose << Ci servirebbe proprio un musico a bordo, non è vero Rufy?>>

Il ragazzo di gomma sentita la parola "musico" ritornò quello di sempre come se nulla fosse stato << Certamente! Un musicista è proprio quello che ci serve...sei bravo?>>

Jacques avvertì un forte colpo alla testa e indietreggiò verso il muro quasi cadendo tenendosi una tempia con la mano.

<< Che hai?>> chiese Robin allarmata

Lui le rispose a fatica << N-nulla...Miguel, che ne dici di dargli un assaggio della tua bravura suonando la canzone che ti ho insegnato?>>

Il giovane si mise a suonare tutto contento di poter mostrare le sue capacità. Tutti lo ascoltavano meravigliati; quando la musica finì, Jacques, si era ripreso dal precedente sbandamento.

Chopper guardò il biondino con le stelline negli occhi << Sei veramente mitico!>>

Quello arrossì << Grazie...>>

Rufy lo prese per le spalle << Devi assolutamente entrare nella nostra ciurma, vieni con noi!>>

Miguel lanciò un' occhiata interrogativa al suo maestro << Posso?>>

Jacques stava pensando: per lui abbandonare Dead Calm avrebbe significato guai e disgrazie praticamente sicure, tuttavia non poteva costringerlo a rimanere con lui per sempre, era giovane e pieno di vita: sarebbe stato ingiusto...d' altra parte restare su Dead Calm senza di lui significava disgrazie ancora più certe...si decise << D' accordo, partiamo...>>

<< Vieni anche tu?>> gli chiese Miguel

<< Sì, se mi vogliono ancora...>>

<< Puoi dirlo forte amico!>> gli disse il ragazzo di gomma dandogli una pacca sulla spalla come se nulla fosse successo.

Jacques sorrise: erano dei tipi interessanti e soprattutto pronti a qualsiasi cosa. Si volse verso di lei, che stava uscendo in giardino proprio in quel momento, come avrebbe fatto con lei?

 

Il sipario cala, lo spettacolo è andato bene e il pubblico è soddisfatto...la protagonista aspetta l' intervista finale, la quale non tarda a bussare alla porta del suo camerino

 

<< Robin, come stai?>> le chiese la rossa preoccupata

<< Bene, perché?>>

<< Perché non ci vuole un genio per capire che ti sei imposta di non...>>

<< Nami, ti prego, lasciami sola...>>

La ragazza parve capire << Come vuoi tu...sappi che per qualsiasi cosa io ci sono>>

<< Lo so, grazie...>>

 

La critica se ne va, la porta del camerino viene chiusa a chiave, la maschera di trucco viene sciolta dal pianto incessante della protagonista perché per quanto possa essere stata brava sul palco quella sera, in cuor suo, sa che non verrà nessuno a complimentarsi con lei, proprio nessuno.

 

 

TO BE CONTINUED…

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Capitolo 15
*** - 489 MILIONI - ***


CAPITOLO 15

CAPITOLO 15

- 489 MILIONI -

 

Una volta fatte provviste e bagagli la Going Merry partì la sera stessa verso la meta successiva.

Il logpose, infatti, aveva registrato il magnetismo nel giro di poche ore: davanti al piccolo veliero si era radunata praticamente l' intera popolazione dell' isola per dare l' addio al Prete e al suo pupillo…come potessero due semplici persone, senza nessun legame con essa, essere stimate a quel modo da un' intera isola rimaneva un mistero per la nostra ciurma ma quel che più contava era che, ora, a bordo della cara vecchia Merry erano in nove.

 

Una volta sistemato il carico nella stiva, pestato il capitano che cercava già di rubacchiare qualcosa e date le direttive sulla navigazione si riprese la solita routine...o quasi...

Rufy entrò nella camera con un sorriso a trentadue denti << Ragazzi, appena avete finito di sistemare le vostre cose venite sul ponte che sta notte si festeggia!>>

A Miguel brillarono gli occhi << Davvero? E cosa festeggiamo?>>

<< L' entrata di due nuovi membri nella ciurma!>> gli spiegò Chopper

<< Bello!>>

Usop gli strizzò l’occhio << Vero?>>

Tutti e quattro insieme saltarono urlando << Yeah!>>

Nami scese proprio in quel momento, preoccupata per il fatto che i tre beoti erano spariti da qualche tempo. Guardandoli venne resa schiava da uno strano tic al sopracciglio << Vedo con piacere che ti sei ambientato in fretta, Miguel...>> ma quello era già sparito sul ponte a far baldoria con gli altri

Jacques sorrise divertito per la faccia della navigatrice << Direi proprio di sì...>>

<< E tu? Non vieni di sopra a festeggiare? In fin dei conti è una festa in vostro onore...non sarebbe carino mancare>>

Il Prete si fece serio di colpo pensando che sul ponte...insomma, da quel giorno in poi l' avrebbe vista ogni secondo...non poteva assolutamente evitarla per sempre << Certo, dammi ancora qualche minuto e salgo...>>

<< D' accordo, ci vediamo su...>>

“ Brava ragazza…” pensò.

 

Venti minuti esatti dopo, Jacques uscì di sottocoperta e quello che si mostrò ai suoi occhi era ciò che più si avvicinava alla definizione di "casino totale":

colei che poco prima aveva definito una brava ragazza andava urlando semi ubriaca ad un cuoco allupato, ad una renna con due cannucce che d' in bocca arrivavano al naso e ad un Usop sbronzo perso che erano dei ladri, avevano barato giocando a poker e che non si sarebbe spogliata...se proprio volevano vedere qualcosa dovevano pagare. Dall' altra parte c' erano il capitano, lo spadaccino e il giovane biondino a braccetto che, con un boccale stracolmo in mano, ballavano e cantavano << E l’ ha bevuto tutto e non gli ha fatto male…l' acqua fa male...il vino fa cantare>>

L’uomo non poté far a meno di ridere: Miguel si stava divertendo un mondo, finalmente aveva conosciuto nuova gente e si era trovato bene...lui, invece...dov' era? Girò con gli occhi tutta la nave ma niente, poi, alzò lo sguardo e vide una lucina in cima all' albero maestro: leggeva, tipico di Robin. Era stata sorteggiata per rimanere sobria e stare attenta alla navigazione o si era offerta da sola? E se così fosse stato: poteva biasimarla? Venne staccato da quei pensieri con forza

Zoro urlò << Ehi, Prete, che stai a guardare? Unisciti a noi!>>

<< Sì, Jacques, vieni!>> lo invitò il piccolo arciere

Anche il capitano lo esortò << Bevi con noi!>>

<< Facciamo una gara di bevute!>> propose lo spadaccino

Miguel si lamentò << Ma non vale che partecipi anche lui: è ancora bello asciutto!>>

A Nami arrivarono presto quelle due parole << Gara di bevute? Facciamo mille Berry per partecipare: chi vince prende tutto!>>

Tutti accettarono la sfida nonostante le loro magre tasche:

Rufy, Chopper e Usop mollarono quasi subito seguiti da Miguel che aveva appena segnato sul proprio calendario la prima sbronza ufficiale, Sanji venne eliminato a suon di botte perché con la scusa dell' ubriachezza molesta allungava le mani sulla navigatrice. Rimasero l' indaco, il verde e la rossa: il primo aveva trovato un rimedio passeggero per i suoi pensieri, il secondo non voleva farsi battere da una donna...tanto meno da quella e la terza...c'era bisogno di chiederlo? C' erano dei Berry in palio contornati dalla soddisfazione di battere Rolonoa!

Al ventesimo boccale Zoro crollò, lo seguì Jacques al venticinquesimo e Nami si decretò vincitrice con i suoi venticinque e mezzo.

Tutti si addormentarono sul ponte: tutti tranne una.

 

La navigatrice aveva capito tutto senza nemmeno il bisogno di chiedere, i ragazzi di turno si rifiutavano di fare il lavoro che gli avrebbe fatto perdere la festa e, così, il "fato" volle che fosse Robin l' unica obbligata a rimanere vigile e attenta. Si era messa a leggere sul posto di vedetta, come suo solito, lontana da tutti...lontana da lui: se l' era spassata lì sotto...rideva, beveva...da quando era salito sulla nave non era mai andato a cercarla, non che le lei l' avesse fatto, ma non era lei a dover dare spiegazioni...nemmeno una patetica scusa del tipo " Scusami, ti ho cercato per un po' e non ti ho trovata così ho lasciato perdere..." niente, solo totale indifferenza.

 

Alle sette di mattino, dopo una nottata di baldorie, si svegliò l' unica persona che in quel momento, e da sola, non si sarebbe dovuta svegliare.

Jacques si portò una mano alla tempia destra << Ohi, ohi che mal di testa...mi sono sbronzato per bene ieri sera...>> si stirò e si risdraiò sul ponte occhi al cielo: prima del cielo c' era lei e si era accorta che era sveglio. Salì su per il cordame e la raggiunse, avvicinandosi cercò di nascondere la sua vergogna << Buon giorno...>>

Robin non lo guardò neanche << 'Giorno...divertito?>>

<< Abbastanza...>>

Silenzio

<< Sei stanca? Hai vegliato tutta la notte, dovresti riposare...>> le disse lui sinceramente

La donna alzò di colpo lo sguardo su di lui e lo fulminò << Tu sei l' ultima persona al mondo che può permettersi di dirmi cosa DEVO fare!>>

Il Prete venne travolto in pieno dal suo risentimento << Hai ragione, scusami...>>

Passarono altri minuti di gelido silenzio: Robin fissava l' orizzonte, Jacques teneva lo sguardo chino sul ponte...notò movimento, altri dovevano essersi alzati.

La mora abbandonò la sua postazione e senza dire niente scese.

L’uomo sospirò << Caro mio...sei proprio un bastardo...>>

Scese anche lui.

 

Robin mangiò la colazione preparatale da Sanji insieme all' amica navigatrice e per la stanchezza della notte in bianco si ritirò nella camera delle ragazze. Ormai erano già tutti svegli, a parte Rolonoa che se ne stava ancora bello spaparanzato sotto l' ombra della vela maestra: Rufy sulla polena, Nami alle prese con calcoli e cartine, Chopper a preparare strani intrugli e Usop a guardare incuriosito il Prete che stava lucidando il suo arco mentre Miguel metteva ordine fra le frecce della sua faretra.

<< Caspita, Jacques, ma di che materiale è fatto il tuo arco?>> gli chiese il cecchino d’un tratto

<< E' un metallo rarissimo più duro del diamante, si chiama Din...>>

<< E' fatto di Din? Ma allora vale una fortuna! Per non parlare del fatto che è praticamente indistruttibile e impiegabile...può tranquillamente reggere il confronto con una spada>>

<< Già, infatti è molto utile anche nei combattimenti ravvicinati dove la mira non fa più la differenza...>>

Al nasone balenò un' idea nel cervello << Che ne dite di una gara?>>

Miguel lo guardò con fare curioso << Che tipo di gara?>>

<< Un tiro al bersaglio! Posizioniamo un tot di cose sempre più piccole sull' asta della bandiera più alta: vediamo chi riesce a centrarne di più>>

Jacques annuì << Ci sto...ma chi cambierà bersaglio ogni volta che lo colpiamo?>>

<< A questo non avevo pensato, noi ci metteremmo troppo...>>

<< Io un' idea ce l' avrei...>> propose il biondino con aria furbetta

 

<< Uffa! Non è giusto! Mi avevate detto che avrei assistito ad una gara di tiro al bersaglio non che avrei dovuto fare da cambia obiettivo!>> si lamentò il ragazzo di gomma dall’alto del pennone.

Usop lo zittì << Piantala e posiziona quella tazzina scheggiata!>>

<< No, mi rifiuto!>> disse mettendo il broncio

Miguel sbuffò << Così sarà stata inutile anche tutto il lavoro fatto per convincere Sanji a darci della roba a cui mirare>>

Jacques cercò di cambiare approccio << Capitano, da quella posizione hai una visuale fantastica e in più puoi fare da giudice per vedere chi colpisce meglio>>

Rufy ci cascò all' istante << Allora se sono il giudice tutto cambia...ecco, a posto la tazzina!>>

Il cannoniere rise << L' hai fregato...>>

<< Così pare...>>

<< Con che si tira?>> chiese il biondino

<< Facciamo una pistola? Così se, per caso, dovessimo colpire il capitano il proiettile rimbalzerebbe mentre una freccia gli darebbe parecchia noia...>>

I nuovi arrivati lo guardarono allibiti << Rimbalzerebbe?>>

<< Come? Non lo sapete ancora? Rufy ha mangiato un frutto del diavolo, quello di Gom Gom, e ora è interamente di gomma>>

Il Prete si limitò a dire << Capisco...>>

Miguel, invece, aveva gli occhi come due lampioni << Incredibile!>>

 

La gara cominciò: nonostante la distanza e la posizione contro sole, le tre tazzine finirono tutte in mille pezzi, saltarono anche coperchi destinati a non coprire più nulla, tappi di bottiglie e si arrivò, così, alla prova finale: un fiammifero!

Dopo nove spari di pistola a pochi centimetri dalle orecchie, Zoro degnò il mondo della sua presenza attiva e si mise comodo a guardare la fine della sfida, anche Nami e Sanji si presero una pausa dai loro lavori.

 

Primo al tiro: Miguel.

Caricò la pistola e prese la mira: era praticamente invisibile, sole negli occhi...sparò.

Rufy lo avvisò dalla sua postazione << Mi dispiace l' hai mancato!>>

Il giovane diede un calcio all' aria << Merda!>>

Jacques prese l' aria tipica del maestro << Sei stato troppo frettoloso, se non sei sicuro è meglio aspettare prima di sparare...>>

Miguel si rabbuiò, il Prete lo notò e cercò di rincuorarlo << Andrà meglio la prossima volta>>

 

Secondo al tiro: Usop.

Era l' ora di sfoggiare i suoi fidati goggle: caricò, puntò il bersaglio, inspirò a fondo e trattenne il fiato...BANG!

<< Tranciato in due metà esatte, complimenti!>> il capitano esultò

Il cecchino fece la faccia stupefatta << Ce l' ho fatta? Ma davver...ma ceeeeerto che ce l' ho fatta! Sono il grande Usop!>>

A tutti gli spettatori si formò un grosso gocciolone sulla testa

<< Ma tu hai usato gli occhiali!>> mise bocca lo spadaccino

<< Che c' entra? Non avevamo mica detto che non si potevano utilizzare o mi sbaglio?>>

Miguel annuì << Effettivamente...>>

<< Ecco!>>

 

Terzo ed ultimo al tiro: Jacques.

Pistola carica alla mano: un respiro, un' occhiata veloce...una piccola fiammella si accese sul pennone.

Rufy rimase a bocca aperta per lo stupore << Incredibile, l' ha acceso!>>

 

Mentre intorno al Prete veniva scatenata la bolgia più totale fuori, di fronte alla cucina, Nami e Sanji discutevano su quello che avevano appena visto

<< Accidenti, è veramente un mostro>> disse il cuoco accendendosi una sigaretta

<< Ha una mira portentosa...peccato che Robin sia a dormire e se lo sia persa>>

<< Ma la mia Robin ha bisogno di rip...>> si bloccò di colpo: si fiondò in cucina e ne uscì munito di scope e coltellacci da macellaio

La navigatrice lo guardò perplessa << Ma che ti prende?>>

La ignorò e si lanciò verso il gruppo minaccioso << Maledetti! Come avete potuto fare tutto questo casino mentre una tenere creatura dormiva beata?>>

Zoro pensò bene di versare benzina sul falò << Se parli di me...mi sarei svegliato comunque...>>

<< E chi parla di te, brutto caprone?!? Io parlavo di Robin!>>

Li aveva quasi raggiunti

Miguel sentì un brivido lungo la schiena << Ehm, ragazzi...in questi casi che si fa?>>

Il ragazzo di gomma si lasciò scivolare lungo l’albero maestro << Si scappaaaaaaaaaaaaaaa!>>

 

Chopper uscì dal laboratorio attirato dal fracasso e dalle urla << Che diavolo succede? Cos' è tutto questo casino?>>

La rossa sbuffò << Niente di più della solita baruffa...munisciti di bende e cerotti: ne avremo bisogno>>

 

Il pranzo si può dire che venne consumato da un esercito di mummie ambulanti per tutte le bende che si erano dovute usare per riparare le botte e gli sfregiamenti causati dal cuoco ai cinque poveri malcapitati.

Usop si massaggiò il naso, ora rimesso a posto ma che poco prima era stato storto di novanta gradi verso destra << Certo che potevi andarci un po' più leggero...>>

Sanji grugnì << Così imparate a far casino quando non dovete>>

Rufy si massaggiò il fondoschiena << Senti, Nami, come si chiama la nostra prossima meta?>>

<< Secondo le carte che mi ha dato Jacques, la prossima isola è TWF...>> spiegò Nami

Chopper la guardò piegando la testa di lato << TWF?>>

<< The Way For>> aggiunse Jacques

<< Strano nome...e che tipo di isola è?>> chiese Zoro bevendosi un po’ di buon sakè

Il Prete alzò le spalle << Non saprei, non ci sono mai stato>>

Miguel li guardò con fare interrogativo << E quando dovremmo arrivare?>>

La navigatrice ripiegò la carta << Secondo i miei calcoli...domani sera>>

<< Speriamo di non trovare grane>> iniziò a pregare il pinocchio

Il biondo iniziò a fantasticare << A me basta solo che ci siano delle belle ragazze>>

<< E te pareva...>> disse lo spadaccino sconsolato.

 

Il pomeriggio passò senza problemi: Robin si svegliò e come suo solito, così notò Nami, se ne stette ben lontana da Jacques.

 

La notte arrivò in fretta e i nuovi turni di vedetta vennero attuati subito: il Prete e Sanji.

La navigatrice aveva, così, l' occasione di fare due chiacchiere con l' archeologa.

<< Allora?>> le chiese senza troppi rigiri di parole

<< Allora, cosa?>> le rispose quella facendo finta di non capire

La rossa sbuffò << Possibile che per parlare con te bisogna sempre usare le pinze?>>

<< Nami, senti...>>

<< Non hai voglia di parlarne, ho capito, ma...>>

<< Ma?>>

<< Non credere che non si senta l' aria gelida che tira fra voi due...prima o poi anche i ragazzi cominceranno a fare domande...>>

Robin la squadrò dubbiosa << Sai forse qualcosa che non so?>>

<< No, ne so quanto te e cioè che Sanji è sempre molto attento a noi due e che sta sera ha il turno di vedetta con lui...>>

La mora sospirò << Se lo pesta non posso certo dire che mi dispiaccia...>>

La cartografa sorrise << Finalmente ti sbottoni un po'...comunque ci ha già pensato oggi pomeriggio>>

La donna sgranò gli occhi stupita e non poté evitare una risatina << Davvero? E perché?>>

Nami cominciò a raccontare gli episodi della giornata.

 

<< Ti va del caffè?>> gli chiese il cuoco porgendogli una tazza piena e fumante

Il Prete ringraziò << Sì, grazie...molto gentile>>

Passarono alcuni minuti di silenzio poi il biondo, di colpo, parlò << Che rapporto avevi con Robin?>>

A Jacques andò il liquido nero per traverso e per poco non morì soffocato << Co- cosa?>>

Sanji sorrise << Ti avevo chiesto del tuo rapporto con Robin ma con la tua reazione mi hai già risposto>>

L’uomo si affrettò a mettere le mani avanti << Guarda che ti sbagli! Eravamo solo buoni amici...>>

<< Se, se...>> poi d' improvviso prese un tono minaccioso << Ma ti avviso: non so cosa sia successo tra di voi per aver creato una tensione del genere...so solo che se le hai dato delle noie o l' hai tradita in qualche modo e maniera ti giuro che ti farò pentire di essere nato!>>

Nonostante il suo sangue freddo non poté far a meno di deglutire a vuoto << Lo terrò a mente...>>

Il biondo riprese il suo solito sorriso << Su, non fare quella faccia...partitina?>>

Jacques annuì e mentre aspettava che il biondo prendesse le carte non riuscì a non ripensare alle sue parole...in fin dei conti era vero: l' aveva tradita.

 

Al mattino arrivarono a dargli il cambio Chopper e Usop. La giornata passò con tutti, che giravano muniti di fucile spara tranquillanti, pronti a siringare il proprio capitano che andava saltando e urlando qualcosa d' indecifrabile a proposito del loro imminente arrivo su TWF. Finalmente l' isola si mostrò ben definita ai loro occhi e per le dieci di sera la ciurma sbarcò su The Way For.

 

Per le strade c' era un marasma di gente: c' era chi beveva senza ritegno, chi scambiava "effusioni" con donne dalla dubbia reputazione senza alcun pudore e chi, in varie risse, cercava di accoppare qualsiasi tizio fosse venuto a portata di lama. Tutto questo era accompagnato dal brusio delle locande e delle osterie dalle quali provenivano melodie di canzoni oscene e dove, ogni tanto, volava fuori qualche sedia frantumando qualche finestra.

<< Ma in che diavolo di posto siamo capitati?>> chiese Nami allibita

Robin le rispose << In un' isola dove la legge è scappata molto tempo fa e non vi ha più fatto ritorno>>

Miguel guardò entrambe << Meglio così, no? Siamo pirati: non rischieremo d' incontrare la Marina>>

<< Ma non è così semplice...qui sembrano esserci i peggiori individui che il mondo abbia mai visto>> gli fece notare la rossa

Sanji si portò davanti alle due donne << Nami, Robin...non preoccupatevi, ci penserò io a proteggervi!>>

Usop gli fece gli occhi dolci << Proteggerai anche me, vero?>>

<< Ma non scherziamo, io proteggo solo le ragazze!>>

<< Suvvia, è una cittadina così allegra...>> rise come un matto il capitano

Chopper lo guardò incredulo << Allegra? Sei pazzo?>>

Anche Zoro rise << Ci divertiremo!>>

La cartografa li fulminò << Guai a voi se combinate casini, chiaro? Vi autorizzo solamente a difendervi se venite provocati apertamente>>

Lo spadaccino grugnì << Sempre a dare ordini quella...>>

Nami mostrò due file di denti da squalo << Cos' hai detto?>>

Sudori freddi s' impadronirono della schiena dello spadaccino << Io? Ho detto che sono d' accordissimo...>> poi aggiunse piano << Mocciosa...e pure strega!>>

Nemmeno dire che lei lo sentì benissimo e che lo pestò fino a fargli perdere i sensi.

 

In un angolo buio due loschi individui stavano assistendo alla scena

<< Ehi, socio...guarda un po' chi abbiamo qui...>>

<< La ciurma di Cappelli di Paglia col nuovo loro acquisto: Nico Robin...ehi, un momento...ma quello non è...>>

<< Il Prete! Cazzo, quanto vale la sua taglia?>>

<< Fammi controllare…>> guardò alcuni avvisi che aveva fra le mani, sbiancò << …porca di quella troia...250 milioni!>>

<< 250 milioni che aggiunti ai 100 di Monkey D. Rufy, ai 60 di Rolonoa e ai 79 di quella Nico...>>

<< ...fanno la bellezza di 489 milioni!>>

<< Bisogna subito avvertire il capo...>>

 

Dopo aver girato decine di locande, che più che altro erano dei veri e propri bordelli, la ciurma decise di alloggiare in quella che sembrava la più sicura...rimanendo sempre in un certo budget di spesa stabilito dalla navigatrice.

Il proprietario, tuttavia, era stato chiaro: gli erano rimaste solo tre stanze doppie e una tripla...per gli abbinamenti dovevano arrangiarsi da soli. La rossa aveva già cominciato a riempire le varie stanze, dividendo lei e la sua amica dagli uomini quando il capitano sbottò << Com' è che le stanze le devi decidere sempre tu? Io mi oppongo!>>

Nami si portò una mano alla fronte << Senti, Rufy, non abbiamo tempo per discutere perciò...>>

Anche Zoro si unì << Ha ragione lui, la devi smettere di comandare...>>

La cartografa sperava nell' aiuto di Sanji ma al biondino si era affacciata l' eventuale probabilità di dividere la camera con una delle due gentili donzelle che per una volta prese la parte dei compagni. Si decise così di fare dei bigliettini da mettere nel cappello di Rufy e di sfidare la sorte.

<< Ok, cominciamo questa pagliacciata...ma guai a voi se vi lamentate per le combinazioni che verranno estratte...>> la ragazza fu perentoria

<< D' accordo>> annuì il capitano

Chopper si offrì << Estraggo io!>>

La prima stanza sorteggiata fu la tripla che venne composta da Miguel, Rufy e Chopper. Usop finì con un Sanji adiratissimo in una doppia. Rimanevano così due uomini e due donne.

 

Biglietto...Nami.

Biglietto...Zoro.

 

Così era stata sorteggiata la penultima camera.

<< Cooooosa? Io in camera con te non ci voglio stare!>> piagnucolò la rossa

Lo spadaccino scosse la testa << L' hai detto proprio tu di non lamentarsi degli abbinamenti...>>

<< Sì, ma se poi tu mi molesti?>>

Quello divenne paonazzo << Molestarti? Se devo fare delle avances le faccio a una bella donna mica a un manico di scopa come te!>>

La cartografa si armò di badile, preso chissà dove << Prova a ripetere!?>>

Mentre i due se ne tiravano di tutti i colori Sanji piangeva disperato << Ma perché sono così sfortunato? Perché???>>

Nel casino totale, infatti, per forza di cose, si era scoperto anche chi avrebbe dovuto occupare l' ultima stanza: Robin e Jacques.

 

 

TO BE CONTINUED…

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Capitolo 16
*** - THE NIGHT IS YOUNG - ***


CAPITOLO 16

CAPITOLO 16

- THE NIGHT IS YOUNG -

 

<< E questa sera ci si diverte!>> urlò dall’euforia il capitano

Miguel lo seguì a ruota << Facciamo baldoria!>>

<< Sì! Andiamo, compagni di stanza!>> anche Chopper era fuori di sé dalla felicità.

Così, i tre fulminati, salutarono e si ritirarono nella propria camera.

<< Non è giusto! Anch' io volevo andare con loro!>> si lamentò stizzito il nasone

Sanji continuava a piagnucolare << Come sono triste...>>

Nami e Zoro si lanciavano occhiate in cagnesco...Robin e Jacques non si guardavano nemmeno. Fra pianti e lamenti si congedarono anche il cuoco e il cecchino. Dei quattro rimasti nessuno si decideva a muovere un passo.

L' uomo dietro al bancone cominciava a spazientirsi...dovevano ancora pagare nonostante avessero già preso le chiavi e dalla porta stavano entrando altri probabili clienti << Allora? Vi decidete o no? Pagatemi, prendete le vostre donne e andate, altrimenti do via le camere!>>

Nami gli urlò contro imbufalita << Noi non siamo le loro donne, capito?>> buttò i soldi sul bancone, prese Rolonoa per un braccio e lo trascinò per le scale mentre lo spadaccino le tirava mille accidenti. Dietro gli altri due: al loro passaggio rischiavano di congelare tutto ciò che gli stava intorno.

I due uomini furono i primi ad entrare nelle rispettive stanze: la mora e la rossa rimasero un attimo nel corridoio.

<< Uffa...proprio con lui dovevo capitare?>> sbuffò la navigatrice sconsolata, Robin rimase in silenzio.

<< Beh, tu sei stata più sfortunata di me...ma mi ascolti?>>

Sembrava di no, decise di cercare nella sua mente il modo di scuoterla...lo trovò << Attenta ai bambini...>>

L’archeologa subito rimase perplessa << Bambini?>> poi capì << Sei scema o cosa?>>

Quella sghignazzò divertita << Ti sei ripresa subito, eh? Chi può dire che il Pretino non riesca a trovare il modo per farsi perdonare...così, magari, concludete quello che avevate iniziato tanto tempo fa...>>

<< Ma senti questa! Pensa ai tuoi piuttosto!>> disse l’altra arrossendo leggermente

Nami la seguì a ruota << Io? Figurati se mi faccio toccare da quel cretino!>>

<< E allora perché diventi rossa?>>

La cartografa avvampò del tutto << Non è vero!>>

<< Se ci fosse uno specchio ti farei vedere...>>

<< Basta...me ne vado>> aprì la porta

<< Brava, vai dal tuo Rolonoa...>>

La rossa le fece una linguaccia ed entrò. Prima di chiudere la porta la fissò un momento << Robin...>>

Anche l' archeologa, di malavoglia, aveva messo la mano sulla maniglia << Sì?>>

<< In bocca al lupo...>>

<< Crepi...>> le rispose sorridendo mestamente.

La porta della cartografa si chiuse e la sua si aprì: Jacques era affacciato alla finestra.

 

Rufy era in piedi sul letto mentre gli altri lo stavano a guardare << Ehi, guardate, adesso vi imito Usop!>> si mosse i capelli per darvi una parvenza di riccioli e si mise una molletta, trovata in un cassetto, sul naso << Tremate tutti! Io, il grande capitan Usop, vi combatterò con i miei ottantamila guerrieri!>>

Chopper si rotolava in terra dalle risate << Ah, ah, ah...sei identico!>>

Anche Miguel era letteralmente piegato in due.

 

Il pinocchio e il biondo avevano la stanza proprio vicino a quella dei tre ragazzi e sentivano tutto il casino che combinavano

<< Senti come si divertono! Basta, io vado di là con loro...vieni anche tu?>> disse Usop alzandosi di colpo, ma il cuoco parve non sentire rannicchiato com'era, in un angolino, a piangere sulle ginocchia. Uscì.

 

Il cecchino bussò alla porta.

Lo andò ad aprire un Miguel con le lacrime agli occhi << Ehi, ciao, vieni!>>

<< Usop! Stavo facendo le imitazioni, guarda!>> il capitano si era messo in testa un asciugamano del bagno che casualmente era di un colore molto simile a quello dei capelli della navigatrice e con faccia furbetta iniziò a imitarla << Vuoi un prestito? Va bene ma gli interessi sono del triplo e per ogni giorno di ritardo c'è una sovrattassa...>>

Tutti iniziarono a rotolarsi tenendosi lo stomaco...in quel momento la porta si spalancò di colpo e ne entrò un cuoco inviperito << E quella sarebbe Nami? Come osate prenderla in giro così! Vi massacro!>>

Cominciò un enorme pestaggio.

 

Il Prete si girò sentendo la porta aprirsi e richiudersi subito dopo...come avrebbe fatto, adesso?

Robin non si era ancora voltata ma riusciva tranquillamente a sentire i suoi occhi su di sé: non osava parlare, figurarsi, per usare un termine di Nami " Avrebbe dovuto usare le pinze" ma non aveva assolutamente paura di sporcarsi le mani. Il momento era quello giusto...erano da soli e nessuno avrebbe potuto sentirli << Non credi di dovermi delle spiegazioni?>>

Quelle parole arrivarono come un gelido sibilo alle orecchie di Jacques << Sì...>>

La donna incrociò le braccia al petto << Sto aspettando...>>

Lui non riusciva a parlare...come poteva dirle la verità? E la cosa strana è che la sua mente non riusciva a formulare nemmeno una semplice balla da raccontarle: cosa che con il passare degli anni gli era venuta quasi naturale...chi era lei per avere questo effetto su di lui?

Robin sbuffò innervosita << Ci avrei scommesso...>>

L’uomo le si avvicinò << Posso solo dirti che l' ho fatto per te...>>

Rise istericamente << Per me? Ah! Questa si che è bella...quasi originale...>>

Il Prete tornò al suo silenzio

L’archeologa esasperata allungò una mano per tirargli uno schiaffo << Sei solo un ipocrita...>> ma Jacques la fermò con la sua, tentò con l' altra ma il risultato fu il solito poi...SCIAFF: una terza mano venne fatta apparire dalla cow-girl incazzatissima << ...e pure un codardo bastardo!>>

Il Prete si ritrovò con la faccia girata e gonfia << Così non è leale...>> si morse la lingua da solo: aveva messo un piede in fallo

<< Proprio tu mi vieni a parlare di lealtà? Tu, che mi hai fatto credere di essere morto per tutti questi anni...>>

<< Sarebbe stato meglio se avessi continuato a crederlo...>>

Robin gli lanciò un' occhiata carica d' odio << Mi fai schifo! E io che avevo pure pianto per te...ma sai che ti dico? Non succederà ancora perché ho capito come sei...me ne vado, non resisterei un minuto di più, qui dentro, davanti alla tua faccia!>> si girò e si avviò alla porta.

Lui le prese una spalla e la fece voltare << Non andartene...o almeno non uscire dall' albergo...è pericoloso>>

<< Non mi toccare...>> gli disse allontanando la sua mano con rabbia.

Una smorfia di dolore si dipinse sul volto del Prete che non poté far a meno di accasciarsi a terra.

La cow-girl ringhiò << Era pericoloso anche dieci anni fa!>>

Uscì.

 

<< Levati subito di lì! Tu nel letto con me non ci dormi!>> sbraitava la navigatrice, ormai, fuori di sé

Zoro la punzecchiò << E piantala! Come se ti dispiacesse...>> e per dispetto si distese ancora di più

<< Sei un illuso se speri che io ci tenga a dormire con te!>>

<< E chi ha detto che tu voglia DORMIRE con me?>>

Nami s' infuriò del tutto e si avventò su di lui bastone alla mano << Scendi subito di lì, brutto...brutto...insomma sei brutto e basta! Tu dormi sul pavimento!>>

Lo spadaccino stava a prendersi le botte ma di sicuro dal letto non si sarebbe mosso.

Un frastuono infernale cominciò a divagare per tutto l' albergo arrivando sino alla loro stanza, la rossa si fermò << Cos' è tutto questo casino?>>

<< Come minimo saranno i ragazzi che si pestano per qualche motivo...>>

La ragazza uscì come una furia << Io li distruggo!>>

Zoro, in un' alzata di spalle, si girò su un fianco e si addormentò.

 

La rossa arrivò come un toro alla carica nella stanza incriminata ed entrò: la rissa non era ancora finita

<< Non vi avevo detto di non combinare guai...EH?>>

Tutti si fermarono di colpo percorsi da strani brividi lungo tutto il corpo

La cartografa notò la presenza del cuoco e del cannoniere << Sanji, Usop...>>

Quelli le risposero impauriti << Sì?>>

Nami aveva negli occhi un bagliore assassino << Cosa ci fate qui? Vi rendete conto che avete lasciato vuota una stanza che è già stata pagata? Non potevate dirlo subito che volevate stare tutti insieme? Vi sareste arrangiati e io avrei speso meno!>>

Miguel la guardò perplesso << Da non crederci...pensava solo ai soldi!>>

Rufy gli diede una pacca sulla spalla << Eh, sì...lei è fatta così: non ti preoccupare ti ci abituerai>>

Ricominciò un' altra rissa furiosa, 'sta volta, iniziata dalla stessa navigatrice.

 

Jacques si rialzò da terra ansimando: la mora non c' era di certo andata leggera...una ginocchiata assestata con potenza proprio lì...era stato a rantolare per parecchi minuti, chissà dove si era andata a cacciare. Per quanto potesse, il Prete, si mise a correre all' impazzata sperando di trovarla in fretta: certo, era una donna forte ma se, per caso, le fosse capitato qualcosa non se lo sarebbe mai perdonato.

“ E' buffo, no? L' hai lasciata dieci anni fa da sola per il mondo e ora ti preoccupi se gira per una cittadina...”

 

Robin camminava con mille pensieri in testa: le lacrime sgorgavano copiose “ Sono una stupida! Gli ho appena detto che non piangerò mai più per lui...e ora? Che cosa sto facendo?”

L' archeologa, presa com' era dall' insultarsi da sola, non si rese conto che un tipo dalle intenzioni non proprio amichevoli aveva già allungato una mano su di lei. Un urlo agghiacciante la fece voltare: un uomo, davanti a lei, si teneva una mano sanguinante nella quale vi era conficcata una freccia...dietro di lui, Jacques aveva appena riappoggiato l' arco sulla spalla.

<< Brutto bastardo, adesso ti ammazzo!>> disse quello tirando fuori una pistola e avvicinandosi appoggiò la punta della canna sulla fronte del Prete << Adesso imparerai a non impicciarti negli affari altrui!>>

Al criminale bastò incrociare lo sguardo di Jacques, freddo come ciò che il loro colore ricordava, per un attimo che tremante e impaurito scappò via balbettando parole di pentimento.

Robin rimase palesemente stupita: che diavolo gli aveva fatto? Che potere avevano quegli occhi? Il Prete chinò la testa stringendola fra le mani: se la sentiva letteralmente scoppiare e Miguel non poteva aiutarlo...

<< Grazie...ma mi sarei potuta salvare anche da sola>>

Fortunatamente la sua voce lo riportò alla normalità...non era un attacco forte. Rialzato lo sguardo i suoi occhi avevano ripreso calore. Si grattò la nuca quasi imbarazzato << Sempre la solita frase...mai riconoscente a qualcuno che ti aiuti>>

<< No, io non sono riconoscente solo a te>> gli rispose lei seccata

<< Robin, io...>>

<< Tu, cosa?>>

Sospirò << Lo so...sono uno stronzo, un bastardo e se hai altri insulti li accetterò ma...>>

La donna ironizzò per non scoppiare << Avevi i tuoi buoni motivi, giusto? E fammi indovinare: non puoi rivelarmeli, non è così?>>

Il Prete rimase in silenzio a capo chino. Lei ODIAVA i suoi silenzi, sbraitò furiosa << Cos' è? Avevi una moglie e dei figli a soli diciannove anni? Miguel è il frutto di una relazione con una donna che ti sei fatto in qualche porto e dopo averti cercato per cinque anni ti ha trovato e te l' ha mollato? E piantala di tenere lo sguardo basso! Guardami negli occhi quando ti parlo e rispondimi, per Dio!>>

Jacques le si avvicinò e alzò una mano verso di lei. La cow-girl si ritrasse d' istinto per paura di uno schiaffo che non arrivò: la mano si posò dolcemente sul viso in un' esasperata carezza, poi...un bacio.

<< No...eri tu quella che amavo...>>

Robin rimase totalmente di sasso: non riusciva né a muoversi né a parlare

<< Scusami, non avrei dovuto...>> le disse allontanandosi

Lei si passò, ancora incredula, le dita sulle labbra come per ricevere conferma di quel bacio inaspettato << Perché...perché, se è vero che mi amavi, mi hai lasciato sola?>>

L’uomo la guardò con occhi carichi di dolore << Io...volevo proteggerti...>>

<< Proteggermi? E da cosa?>>

<< Da me...>>

<< Come sarebbe a dire?>>

Il Prete si mise una mano sul viso disperato...non riusciva a guardarla: avrebbe voluto buttarsi ai suoi piedi e piangere come un bambino implorando il suo perdono...l' amava, ancora e da impazzire...doveva dirle la verità << Io...non posso...non ci riesco>>

L’archeologa gli si avvicinò e gli scoprì gli occhi: ci lesse la sua disperazione. Avvicinò le labbra al suo orecchio << Non è che non puoi...non vuoi…>> si allontanò << Torniamo all' albergo prima che gli altri si accorgano della nostra assenza...>>

Lui la implorò << Robin, ti prego, non odiarmi...te lo giuro, ti spiegherò tutto ma non adesso...non sono pronto>>

<< Prenditi tutto il tempo che vuoi, ti conosco: se ti convinci di una cosa non molli finché non la fai...ma ti prego...non giurarmi più niente, non so di che farmene delle tue promesse...>>

Presero la via del ritorno.

 

Il pestaggio era finalmente finito e i risultati erano: Miguel, Chopper e Rufy in stato comatoso riversati sul pavimento della loro stanza, mentre Usop e Sanji erano direttamente all' altro mondo trascinati nella camera lasciata vuota dalla rossa inviperita: era troppo "sveglia" per andare a dormire e conoscendo Rolonoa s' era sicuramente già preso tutto il letto...decise di andare a fare una capatina nelle altre bedrooms e fare una buona e caritatevole opera di "pulizia".

Dopo una ventina di camere nelle quali incontrò: vecchi russanti e gentaglia che di certo non dormiva insieme a varie donnine...riuscì a racimolare 300 mila Berry e soddisfatta si preparò psicologicamente a buttare Zoro giù dal letto. Una volta davanti alla porta non poté far a meno di voltarsi verso la stanza degli altri due e senza che se ne accorgesse si ritrovò con una mano sulla maniglia della loro porta.

Il Prete salì le scale e imboccò il corridoio, la vide << Nami? Che stai facendo?>>

La cartografa perse almeno un paio d' anni di vita << J- Jacques?>>

<< Perché sei sorpresa di vedermi? E' la mia stanza quella, no?>>

Quella cercò una via di fuga << Sì, lo so...volevo far vedere a Robin cosa ho racimolato...>>

L’uomo inarcò un sopracciglio << Racimolato?>>

Nami sospirò pensando di averla fatta franca << Ho pensato di rimettere nel budget della ciurma qualche soldino ripulendo le stanze di qualche canaglia...>>

<< Ah, sì?>> le chiese lui guardandola storto

<< Non ne sei convinto...>>

<< ...proprio per niente...>>

L' archeologa li raggiunse << Di cosa non sei convinto?>>

La rossa riuscì a battere Jacques sul tempo << Niente, non ti preoccupare...>>

La donna si grattò la fronte, per quella sera ne aveva avuto abbastanza << Non ho voglia di preoccuparmi...quindi, per ora, me ne vado a dormire...>> li superò ed entrò in camera

La ragazza si girò a guardare il Prete con fare inquisitorio << Che cosa le hai fatto?>>

<< Come?>>

<< La Robin che conosco io non avrebbe lasciato correre il fatto che io sia qui davanti alla vostra porta...deve essere successo qualcosa>>

Jacques si avvicinò mestamente alla cartografa << Si è già arrabbiata abbastanza con me...>>

Nami capì che avevano parlato e che l' amica non era riuscita più a controllarsi e aveva sbottato...aveva resistito fin troppo, a dir la verità << Ora vado, mi spetta una lunga lotta con Zoro per accaparrarmi il possesso del letto...Jacques, non dirle perché ero qui...lo farò io domani>>

Il Prete alzò un pollice in segno affermativo ed entrò.

Robin si era addormentata sul letto scoperta: la coprì, prese una coperta dall' armadio, l' altro cuscino del letto e si sdraiò sul pavimento, dove, poco dopo, si addormentò.

 

TO BE CONTINUED…

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Capitolo 17
*** - THE HIDE TRAP - ***


CAPITOLO 17

CAPITOLO 17

- THE HIDE TRAP -

 

La sala per la colazione dell' albergo rimbombava di lamenti disumani: vi erano, infatti, sei individui che mormoravano piangenti per le loro membra malridotte. C' era chi aveva il collo irreversibilmente piegato in avanti, chi di lato, chi all' indietro, chi verso l' alto e c' era chi, addirittura, era costretto a mantenere la posizione tipica della rana.

Zoro ringhiava a più non posso << Io giuro quella, prima o poi, la stronco...>>

<< Prova soltanto ad azzardarti ad alzare un dito sulla mia Nami e ti rosolo per bene sulla piastra!>> lo rimbeccò il cuoco a denti stretti

<< Su, ragazzi...non litigate...>> cercò di calmarli Chopper

In quel momento il Prete varcò la soglia della stanza << Allora siete voi a produrre tutti questi strani lamenti...si sentono sino dal secondo piano...che vi è successo?>>

<< Quella scema di Nami mi ha picchiato perché voleva che dormissi sul pavimento...>> gli rispose lo spadaccino.

Usop rincarò la dose << Già, quella strega, ha menato me e Sanji solo perché non eravamo nella nostra stanza...>>

<< Davvero?>> chiese l’uomo incredulo

Rufy gli si avvicinò << Mi sorprendi Jacques, possibile che tu non abbia ancora imparato niente sulla nostra taccagna?>>

<< Beh, effettivamente, non vi conosco ancora bene però credo di aver appena imparato una cosa importante...>>

<< Sarebbe?>> risposero quelli all’unisono

<< ...che appena si parla male di Nami ci se la ritrova dietro alle spalle inferocita e con lo sguardo assassino...>>

Zoro e Usop si voltarono d' istinto, trapassati da brividi in tutto il corpo mentre il capitano diede una pacca scherzosa sulla spalla del Prete << Ci hai provato, eh? Ma non ci casco...>>

<< R- Rufy...non è uno sc...scherzo>> balbettò il cecchino terrorizzato

<< Si mette male!>> disse in un soffio lo spadaccino: la cartografa era davvero dietro di loro e più infuriata che mai << E così io sarei SCEMA, STREGA e TACCAGNA?>>

Il ragazzo di gomma scosse le mani per difendersi << Ma no, che vai dicendo? Non le abbiamo affatto pronunciate quelle parole, vero ragazzi?>>

<< Verissimo!>> risposero quelli

Nami si voltò verso il biondo << Sanji?>>

Il cuoco si accese una sigaretta pronto a gustarsi l' imminente pestaggio << A me pareva il contrario...>>

Zoro lo fulminò << Stronzo!>>

<< Spione e Giuda!>> lo rimbeccò il nasone

Rufy gli fece una linguaccia << Cattivo!>>

La rossa esplose << Bene...anche bugiardi!>> un tonfo enorme: con una bastonata li mise fuori combattimento tutti e tre, parve calmarsi << Robin non c' è? Ero venuta a vedere s' era già scesa ma...>>

<< Quando sono sceso dormiva ancora...ora non so...>> la informò il Prete

<< La vado a chiamare...ci vediamo fra poco>>

<< O-ok...>> Ma in che razza di ciurma era capitato?

 

Robin era sotto la doccia: aveva aspettato istintivamente che Jacques uscisse dalla stanza prima di alzarsi, era stato difficile resistere impassibile alle sue continue occhiate...lo sentiva: sentiva il suo bisogno di esternarsi con qualcuno, con lei...e allora perché non lo faceva? Quella notte era stato corretto...aveva dormito per terra, sorrise: forse ne aveva avuto abbastanza della batosta ricevuta. Acqua fresca, aveva su di lei un potere liberatorio. Uscì dal box e iniziò ad asciugarsi: bussarono alla porta. Andò ad aprire coperta soltanto dall' asciugamano e con i capelli ancora sgrondanti: davanti a lei la navigatrice << Ti sembra il modo di venire ad aprire la porta? E se fosse stato un maniaco o ancor peggio Sanji?>>

<< Mi sembra di essere in grado di difendermi abbastanza efficacemente...>>

<< Come hai fatto nell’Arcipelago dei Peccati?>> scherzò la rossa

La mora sbuffò << Quella era una situazione diversa…e comunque volevi che ti aprissi la porta, no?>>

<< E beh...sì>>

<< Bene, quindi non preoccupiamoci di quello che non è accaduto...avanti entra, cosa aspetti?>>

<< Ok...>>

<< Siediti pure dove vuoi...ti dispiace se nel frattempo finisco di asciugarmi e mi vesto? Tanto ti ascolto lo stesso...>>

<< Sì, sì...fai pure>>

L' archeologa tornò dentro il bagno, Nami si accorse che uno dei due doveva aver dormito per terra. La voce della mora arrivò alle sua orecchie << Allora...che c' è?>>

La cartografa si prese un colpo a sentire la sua voce così vicina, non si sarebbe mai abituata ai suoi poteri << Beh, sono venuta a vedere se ti eri svegliata, gli altri sono tutti di sotto...>>

<< Come hai visto lo sono...che cosa c' è in programma per oggi?>>

<< Io devo andare ad informarmi sul magnetismo dell' isola e consultare qualche carta...gli altri non so cosa combineranno...se vuoi puoi venire con me, almeno che tu non abbia già altro da fare>>

<< No, non ho niente da fare...ti accompagnerò>>

Nami giubilò felice << Ok, allora è deciso...magari possiamo fare anche un po' di shopping>>

<< Se la gentaglia che è qui ce lo permette...>> ci pensò la mora a farle riportare i piedi per terra

<< Oh, già è vero...>> pensò un secondo << …ci porteremo dietro uno dei nostri scalmanati>>

<< Ma dai, facevo per dire...non serve>>

<< Non servirà per te...>> la rimbeccò imbronciata la rossa

Robin ripensò alla  notte prima, se non fosse stato per Jacques...al diavolo: se non fosse stato per lui non sarebbe uscita o almeno non si sarebbe distratta...

<< Ah, senti...>> fece poi d’un tratto la ragazza

<< Dimmi...>>

Non sapeva da dove cominciare << Ieri sera, quando mi hai trovato davanti alla porta con Jacques...>> arrossì per la vergogna << …beh, io, stavo sinceramente per mettermi ad ascoltare se stava succedendo qualcosa...>>

La cow-girl uscì di colpo dal bagno: era vestita ma i capelli ancora bagnati erano legati per evitare d' inzuppare la maglia << Ti saresti messa ad origliare?>>

<< Sì...scusami...sei arrabbiata?>>

<< No...>> le disse dandole un leggero pugnetto sulla fronte

<< No?>> chiese la rossa stranita

<< No, in quanto la tua curiosità è stata punita dal fatto che non c' eravamo e che Jacques ti abbia colto in flagrante e poi hai avuto il coraggio di confessare...scimmia!>>

Nami sporse un labbro << Non sono una scimmia...>>

<< A no? E allora perché sei così curiosa?>>

<< Perché sono una donna>>

<< Io non sono curiosa come te...eppure mi sembra di appartenere al genere femminile>>

<< Ma tu sei un caso a parte...>>

Robin sbuffò << Ecco che ricomincia con la solita storia>>

<< Che ci posso fare io se è vero?!>> le fece una sonora linguaccia

<< Se, se...scendiamo? Comincio ad avere un po' fame>>

<< Ok...>> imboccarono il corridoio e richiusero la porta dietro le loro spalle << Mi uccidi se ti faccio una domanda?>>

La donna sospirò << Cercherò di trattenermi...>>

<< Non è un bell' incoraggiamento ma te la faccio lo stesso...>>

L' archeologa buttò gli occhi al cielo << Avanti...>>

<< Hai scoperto qualcosa, ieri?>>

<< No...>>

Un sorriso maligno si dipinse sul volto della cartografa << Allora lo puniamo!>>

<< Cosa? E tu che c'entri?>>

<< Ho preso a cuore questa storia...>> sorrise << Lascia fare a me!>> le prese una mano e la tirò giù per le scale.

 

Due loschi individui, uno dall’aria un po’ più furba e l’altro un po’ meno, stavano discutendo fra di loro a bassa voce

<< Ah, ah, ah...il capo ha avuto un' idea geniale>>

<< La ciurma di Cappello di Paglia rimarrà estasiata dai nostri fuochi d' artificio!>>

<< FUOCHI D' ARTIFICIO?>> sbottò all’improvviso uno << Ma io credevo fosse DIN...>>

L’altro gli fece malamente segno di tacere << Ma che ti urli? Vuoi farci scoprire? Certo che è quella roba lì, fuochi d' artificio era un modo di dire!>>

<< Aaaah, per un attimo avevo pensato...>>

<< Tu, pensare? Lasciamo perdere che è meglio>>

<< Uffa...ma come facciamo ad assicurarci che partecipino alla festa?>>

<< Lo faranno, lo faranno...>>

<< Come fai a saperlo?>>

<< Lo so e basta...piantala per favore>>

<< E dove la pianto?>>

<< Cosa?>>

<< La pianta!>>

<< Quale pianta?>>

<< Mi hai detto di piantarla e cos' è da piantare se non una pianta?>> gli disse quello semplicemente vedendola come una cosa ovvia

<< Ma perché mi hanno messo in coppia con te?>>

 

Jacques camminava ansimando a breve distanza dall’archeologa e dalla navigatrice << Io protesto...dovevate rendermi partecipe di quello a cui avrei preso parte accettando di accompagnarvi a fare compere!>>

Robin non lo guardò nemmeno << E' colpa tua che hai detto sì senza informarti>>

<< Cerca di capire, domani si parte per cui dobbiamo comprare tutto oggi>> gli sorrise Nami con aria furbetta

<< Capisco...ma vi serve davvero tutta questa roba? Non riesco a vedere nemmeno dove metto i piedi...>>

<< Dai su, per due pacchetti!>> sghignazzò la rossa

<< Due paccheeee...>> mise male un piede ed inciampò in una lastra di pietra rialzata della strada cadendo a terra con un tonfo assordante << ...tti!>> tutto finì rovesciato qua e là mentre un' ultima scatola gli rimbalzò sulla testa << Ahia!>>

Alle due scappò una risata

Il Prete sbuffò << Brave ridete...ridete pure>> si rialzò e dopo una breve spolverata riprese a sommergersi di pacchi << Acc...ne è rimasto uno per terra...mi aiutate per cortesia?>>

<< Certo, tieni!>> sì offrì la cow-girl e facendo apparire un braccio sul terreno glielo lanciò

<< No, non così!>> si sbilanciò nuovamente e il lavoro era di nuovo tutto da fare. Sì rassegnò e riprese l' opera di raccoglimento “ Piccole vendette personali, vero?” pensò sorridendo “ Fai bene!”

 

<< Ehi, Rufy, guarda là...hanno allestito un palco>> indicò entusiasta il giovane arciere

Il capitano guardò con attenzione << Wow, è vero, chissà perché?>>

<< Andiamo a chiedere?>> propose

<< D' accordo...>>

Si avvicinarono ad un uomo seduto ad un tavolo lì vicino dove si annidava una marea di gente. Miguel si fece avanti titubante << Signore, ci scusi...>>

<< Che volete mocciosi?>> fu la brusca risposta di quello

Il biondino, tuttavia, non badò all' appellativo << Vorremo sapere perché è stato messo un palco qui>>

<< Questo non è un palco, è un ring! E' stato messo perché sta sera ci sarà una festa dove come intrattenimento principale ci saranno degli incontri di lotta...chi vince si prende un bel gruzzolo...ora sparite, mi bloccate la fila!>>

<< Io mi iscrivo!>> sbottò Rufy all’improvviso

Quello scoppiò in una fragorosa risata << Ah, ah, ah...ma se ti esce ancora il latte dalla bocca, torna dalla mamma che è meglio!>>

<< Non sono affari tuoi questi! Se picchieranno, picchieranno me non te quindi... >> gli prese la penna di mano e scrisse su un foglietto << ...aggiungi questi due nomi alla lista! Andiamo, Miguel!>>

Il ragazzo lo guardò di traverso << Non avresti dovuto chiedere il suo parere prima?>>

<< No, perché so che avrebbe rifiutato...>> gli rispose in un’alzata di spalle

Mentre i due ragazzi si allontanavano l' uomo lesse il pezzo di carta e sbiancò: Rufy Cappello di Paglia e il Prete << Ehi, voi due! Fermatevi!>> ma ormai erano lontani.

 

<< CHE COSA HAI FATTO?>> urlò Jacques palesemente irritato

Miguel tirava su col naso dalla tristezza << Ecco, lo sapevo che doveva chiederglielo prima...>>

<< Che storie, per un torneino...>> gli rispose Rufy tranquillamente

<< Ma fallo tu il torneino!>>

<< Infatti mi sono iscritto e per rendere la cosa più interessante ho iscritto anche te>>

<< Dovevi chiedermelo!>>

Il capitano alzò le spalle << Ero sicuro che non avresti accettato e le storie che stai facendo non fanno altro che confermarlo...finalmente vedremo cos' altro sai fare oltre ad avere una buona mira>>

Si vedeva lontano un miglio che il nervosismo del Prete stava salendo alle stelle.

Zoro decise di prendersi gioco di lui e spronarlo << Rufy, lascialo perdere...non insistere, magari nella lotta libera è una schiappa...>>

Il sangue gli ribolliva nelle vene “ Devo stare calmo, devo stare calmo...calmo!”

Anche Sanji rincarò la dose << Ha ragione Zoro...probabilmente, in quanto a forza fisica, ne ha meno di Usop>>

Le tempie cominciavano a pulsare “ CALMA, Jacques, respira”

<< Hai paura di me?>> chiese ancora Rufy

L’uomo sbatté i pugni sul tavolo a cui erano seduti << BASTA! E sia! Ma vedi di non lamentarti, poi...MIGUEL!>

Il ragazzo trasalì << S-sì?!>>

<< Vieni con me...>>

<< Va bene...>>

I due si allontanarono, i restanti rimasero di sasso

<< Non è che avete esagerato?>> chiese Chopper preoccupato

Lo spadaccino scosse la testa << Ma finiscila per due frasi buttate lì per spronarlo...>>

Nami guardò l’archeologa con aria interrogativa << Ma che gli è preso?>>

<< I- io non ne ho idea...>>

 

La sera era giunta e in piazza cominciavano i primi festeggiamenti in attesa dell' attrazione generale che sarebbe iniziata di lì a pochi minuti. Di Jacques e Miguel non se ne vedeva l' ombra

<< Ma dove si sono cacciati quei due? Fra poco inizia...>> chiese il capitano sempre più impaziente

Zoro tracannò l’ennesimo boccale di birra << Magari non verrà...>>

Il biondino raggiunse il gruppetto intento a mangiare e a bere intorno ad un tavolo piuttosto lontano ma dal quale il ring si vedeva benissimo: era solo

Il giovane medico lo salutò << Ehilà, dove sei stato? Noi qui abbiamo quasi finito...scusaci se non ti abbiamo aspettato...>>

<< Non preoccupatevi non ho fame...berrò solo qualcosina>> era palesemente giù di morale

<< Ehi, che c' è?>> gli chiese preoccupata la navigatrice

<< Ci sono rimasto male, non ho mai visto Jacques così nervoso...>>

Sanji sbuffò << Tsk...se l' è presa con te, vigliacco...>>

<< No, non è così...non lo farebbe mai! Quando ce ne siamo andati ho provato a chiedere cosa aveva ma mi ha zittito bruscamente dicendomi d' iniziare a suonare...io volevo solo cercare di aiutarlo...>>

Robin si alzò di scatto << Dov' è?>>

<< Nel piccolo giardino dell' albergo>>

La donna se ne andò senza dire niente

<< E adesso dove va? >> chiese il ragazzo di gomma perplesso

Nami gli fece l’occhiolino << Non ti preoccupare...tornerà, con il tuo sfidante>>

Il capitano sorrise << Bene!>>

 

La mora lo raggiunse in fretta << Che fai, non vieni?>>

Jacques si girò a malapena verso di lei << Adesso vengo...>>

<< Si può sapere che ti è preso oggi pomeriggio? Prima non rispondi alle provocazioni quando, poi, decidi di farlo hai una reazione esagerata...Miguel c' è rimasto male>>

<< Rimasto male? In che senso?>> le chiese girandosi all’improvviso

<< Voleva aiutarti magari facendo qualcosa di più che suonare l' ocarina...>>

<< Mi dispiace che se la sia presa ma facendo così mi ha aiutato più di quello che pensa>>

Lei gli si sedette vicino e lo guardò negli occhi << Che ti succede, Jacques?>>

<< Ho un problema, che non si può risolvere...>>

<< Che problema?>>

Il Prete rimase in silenzio. Robin sospirò << Giusto...dimenticavo: guai parlare di te e di cos' hai fatto in tutto questo tempo...>> si bloccò un attimo, poi aggiunse sottovoce << ...lontano da me>>

Lui la sentì ugualmente e abbozzò un lieve sorriso << Purtroppo non riesco a dire altro che non sia un mi dispiace...>>

<< Ti prego lascia che ti aiuti!>> lo supplicò

<< Non puoi...nessuno può risolvere il mio problema...si può solo alleviare...per ora>>

L' archeologa gli strinse d' istinto le mani fra le sue << Non mi dicesti tu, una volta, che avremo condiviso le nostre pene?>>

<< Beh, non avevo mai considerato questo tipo di pena...ma ti ringrazio>> le strinse le mani a sua volta, la donna si rese conto di quel contatto e arrossendo lievemente si allontanò velocemente.

Jacques notò quella lieve sfumatura, la conosceva troppo bene, le diede una pacchetta sulle spalle << Andiamo, avanti...ho qualche incontro da disputare>>

 

Il torneo era cominciato nella bolgia più totale: gente già ubriaca che ballava sui tavoli, qualche rissa qua e là e un folle giro di scommesse che al momento dava Rufy per vincitore in quanto aveva steso un energumeno grosso il triplo di lui con un solo pugno. Era arrivato il turno di Jacques ma del Prete non vi era traccia. Colui che era adibito a fare da presentatore iniziò ad annunciare l' imminente scontro

<< Signori e signore non ci crederete ma questa sera abbiamo un partecipante speciale...un uomo la cui esistenza non è mai stata accertata...come avversario di questo tizio tanto grosso quanto sconosciuto...>>

<< Ehi!>> si lamentò quello ringhiando

<< Ho detto solo ciò che è vero >>

Una risata generale esplose fra la folla

<< ...ci sarà colui il quale è conosciuto come il Prete!>>

La piazza si azzittì all' istante: tutti attendevano la sua comparsa ma nessuno si fece avanti.

L' avversario si spazientì << Senti: è uno scherzo che non fa ridere...il Prete non esiste, sicuramente se l' è inventato la Marina per spaventare gli allocchi...tira fuori il mio avversario, ORA!>>

Il pubblico iniziò a fischiare.

L' uomo al microfono cominciava ad adirarsi e a lanciare occhiate omicide verso Cappello di Paglia

<< Lo sapevo...non viene...>> disse Zoro sicuro della sua affermazione

<< Io invece credo il contrario...>> gli rispose il capitano indicando il ring

<< Eccomi, sono qui...scusate il ritardo>> Jacques era finalmente arrivato.

Lo riconobbero tutti: era proprio l' uomo della taglia.

 

Nami intravide Robin in lontananza e alzò il pollice per complimentarsi di averlo raccattato. La cow- girl rispose con lo stesso gesto anche se a dirla tutta non era andata bene...

 

<< Bene, allora cominciate!>>

L' uomo scese dal ring e lasciò il campo libero ai due sfidanti.

<< E così tu saresti il fantomatico Prete...vediamo se sei così forte come dicono...ah, dimenticavo, stai attento non vorrei sgualcire la tua bella giacchetta>>

<< Non ti preoccupare...il problema non si porrà nemmeno>> gli rispose sicuro di sé

Il cuore batteva all' impazzata ma doveva resistere, non avrebbe usato i suoi poteri

L' uomo che aveva di fronte si lanciò all' attacco con qualche destro e un paio di sinistri: tutti colpirono l' aria

Sanji rise << A quanto pare, oltre ad avere una mira micidiale, è anche molto agile>>

Partirono altri colpi che andarono a vuoto, altri e altri ancora

“ Che aspetti? Stendilo! Rompigli qualche osso! NO...mi limiterò a fargli perdere i sensi”

Un pugno secco alla bocca dello stomaco: svenuto all' istante

Zoro dovette ricredersi << E anche forte...quel tizio era bello grosso>>

<< Il vincitore dello scontro è il Prete >>

Delle grida di assenso si espansero per la città.

 

Il torneo arrivò alla sua finale e come previsto dalla ciurma, e soprattutto da Nami, coloro che l' avrebbero disputata sarebbero stati Rufy e Jacques. La rossa si era infatti arricchita allestendo un nuovo banco di scommesse sulla coppia finale e aveva stravinto...tuttavia, non azzardava a puntare dei soldi sul nome del vincitore. L' uomo diede inizio all' incontro

Rufy lo squadrò da capo a piedi << Finalmente vedrò quanto vali!>>

<< Quando vuoi...sono pronto!>> gli rispose senza timore.

Il combattimento iniziò senza esclusione di colpi ma i due sembravano in parità: dove Rufy colpiva Jacques parava e schivava e viceversa. Poi un braccio e una gamba s' incrociarono: il Prete ricevette un forte pugno in faccia e il risultato fu un sopracciglio rotto mentre Rufy si prese una bella tallonata nella bocca e il risultato fu un labbro spaccato.

Il capitano si pulì il mento dal sangue << Complimenti...non sei male>>

L’uomo sembrava non badare al liquido vermiglio che gli ostacolava la vista dell' occhio sinistro << Grazie...neanche tu>>

Finalmente si stava divertendo e nemmeno la vista del sangue gli procurava dei problemi...la situazione era sotto controllo, almeno per ora.

Un rumore...anche Rufy parve sentirlo

<< Che è stato?>>

<< Non so...>>

Un ticchettio saliva da sotto i loro piedi

Il Prete capì << Presto, saltiamo giù! E' una bomba!>>

<< Come?>>

Jacques si lanciò contro il ragazzo di gomma: in quel momento il ring esplose in un rombo assordante. Gli uomini iniziarono ad imprecare dallo stupore e le donne ad urlare dal terrore. I sette fuori dal ring erano rimasti pietrificati: Rufy e Jacques erano lì...non si accorsero nemmeno delle pallottole che iniziavano a fischiare intorno a loro. La piazza si era riempita di cacciatori di taglie.

 

<< Fate quello che volete ma ricordate: il nostro obbiettivo principale è la ciurma di Cappello di Paglia...fatela fuori!>>

<< Sì, capo, lo faremo!>>

<< Un ultima cosa...il Prete, è mio!>>

 

Rufy e Jacques si gettarono sui loro compagni giusto in tempo per sottrarli da una raffica assassina

<< Ma che vi prende? Volevate farvi ammazzare tutti?>> gli urlò contro il capitano

Nami li guardò incredula << Siete vivi?>>

<< Sì, un po' malconci ma ancora tutti interi>> le rispose il Prete con un sorriso

<< Eccoli, sono loro che cerchiamo, prendiamoli!>>

<< A quanto pare vogliono noi...>> disse il cuoco accendendosi una sigaretta

Zoro si legò la bandana alla testa ed estrasse le sue fedeli spade << Bene, allora vediamo di facilitargli un po' le cose...andiamogli incontro>>

Usop tremava per la paura << Ma siete impazziti?>>

La ciurma si mise in posizione d' attacco e cominciò a menare mani, calci, spade, bastoni, corna, frecce e tabasco.

Poi un' altra enorme esplosione: la ciurma si divise.

 

Robin riaprì gli occhi dopo il buio che aveva seguito l' esplosione. Sopra di lei c' era il Prete che ansimava dal dolore: una scheggia di legno s' era conficcata nella sua spalla

<< Jacques...>>

<< Non ti preoccupare...non è niente...s- sto...bene>> la tirò via, solo una piccola smorfia sul suo volto...nessun suono

<< Ah, ah, ah...ma guarda che bel quadretto...ma vi sembra il momento di fare certe cose?>>

I due infatti erano ancora uno sopra all' altra...si alzarono velocemente << Chi sei?>>

<< Il mio nome è Abaddon e sono al diretto servizio dei Quattro!>>

 

TO BE CONTINUED…

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Capitolo 18
*** - ABADDON IL DISTRUTTORE - ***


CAPITOLO 18

CAPITOLO 18

- ABADDON IL DISTRUTTORE -

 

<< Dai, avanti, Nami svegliati!  Usop, che facciamo? Non si sveglia!>> urlava preoccupata la piccola renna.

Usop alzò le spalle << Sei tu il medico, no? Dagli due schiaffetti...vedrai che si ripiglia>>

<< Sì così poi mi ammazza...>>

<< Che differenza fa? Tanto morirete comunque...>> gli disse una voce alle loro spalle

<< Come sarebbe a dire?>> chiese il cecchino già impaurito

<< Morirete per mano nostra!>>

<< Per mano nostra? Vuol dire che dovremo usare i pugni e non le pistole?>>

Il compare si batté la fronte col palmo della mano << Ma va che sei proprio un cretino! Morire per mano di qualcuno è un modo di dire sia che lo si uccida dalla botte, a pugnalate, pistolettate...>>

<< Ah, scusa, ora ho capito...>>

Il nasone bisbigliò << Ehi, Chopper, per me questi due sono matti...scappiamo finché siamo in tempo...>>

Il medico rispose sullo stesso tono << E con Nami come facciamo?>>

<< La sacrificheremo per la patria...>>

<< MA SEI SCEMO?>>

L' urlo riportò i due idioti alla realtà << Ehi, voi! Non vorrete mica scappare?>>

<< Chi, noi? Noooooooooooooooo!>> cercò di convincerli il pinocchio

<< E della ragazza che ne facciamo?>>

<< Magari potremo divertirci un po'...>>

<< Ma non possiamo mica giocarci...dobbiamo ucciderla>>

<< Oh, Signore...smettila, mi sono stancato...torniamo a noi>>

Davanti a loro non c' era più nessuno

<< Oh, che bravi, sono spariti...sono dei maghi!>>

<< Idiota ma che maghi e maghi, sono scappati e dobbiamo ritrovarli>>

 

Miguel scagliava una freccia dopo l' altra << Ma quanti accidenti sono?>>

<< Non finiscono più...giuro che se per loro succede qualcosa di male alle mie due regine io...>> cominciava a spazientirsi Sanji

Rufy lo rassicurò << Non ti preoccupare per loro, sapranno cavarsela...piuttosto pensa a me...tutto questo movimento mi ha fatto venire una fame>>

Zoro si sbarazzò di un paio di cacciatori << Possibile che tu riesca a pensare solo al cibo, anche in momenti come questi?>>

Il capitano schivò un paio di colpi e si liberò del suo assalitore << Uffa ma che ci posso fare io se mi è venuta fame?>>

Il biondino scagliò un paio di frecce e sorrise << Tu hai sempre fame!>>

<< Ma guarda che tipi strani, rischiano la pelle e fanno salott...argh!>>

Il cuoco lo fracassò con un calcio << Non siamo strani, ci state solo stancando così ci intratteniamo chiacchierando>>

Lo spadaccino guardò in lontananza << Ne arrivano altri...>>

<< Ci penso io!>> una freccia andò a tagliare la corda che reggeva un gruppo di mattoni sospesi su di un cantiere: una decina di uomini venne bloccata all' istante

Rufy gli diede il cinque << Grande!>>

<< Yeah!>>

Zoro fermò la baldoria << A dopo i festeggiamenti...abbiamo ancora qualche ospite indesiderato...>>

 

Jacques nascose la spalla ferita al nemico dietro Robin << Che cosa vuoi dire con al servizio dei Quattro?>>

L’uomo lo guardò con aria di sufficienza << Uhm, non è che sei un po' tardo ragazzo? Vuol dire che eseguo gli ordini di Guerra, Pestilenza, Carestia e Morte...>>

Il Prete lo guardò con disprezzo << Questo l' avevo capito da solo...perché sei qui? Che ti hanno ordinato?>>

<< Ma è ovvio...di sbarazzarmi di voi!>>

<< E ti pareva...>> sibilò Robin incrociando le braccia

Il suo compagno le sorrise << Mi è sempre piaciuto il tuo modo di porti contro le difficoltà>>

Abaddon la guardò molto attentamente << Ma che bel bocconcino...magari se decidi di passare dalla mia parte e diventare la mia donna potrei risparmiarti la vita...>>

<< Non ci penso neanche, sei un essere ripugnante!>>

L' uomo si mise le mani sui fianchi << So di non essere una gran bellezza e che hai già trovato con chi divertirti, ma ripugnante mi sembra un po' troppo forte!>>

Non era affatto esagerato: l' uomo che aveva la fama di distruggere tutto ciò che incontrava sul suo cammino, detto per questo il Distruttore, era tutto fuorché bello. I capelli scuri erano folti e stopposi testimoni del fatto che non doveva lavarli da secoli, il volto era sporco di fango e polvere coperto da un paio di occhialacci scuri probabilmente indossati per coprire occhi insignificanti. Il corpo era tozzo e rivestito da abiti lozzi e strappati. Si schioccò rumorosamente le dita << Allora, chi vuole cominciare?>>

Il Prete guardò Robin << Fatti da parte...>>

Lei lo guardò in tono di sfida << No, caro, sei ferito...non combatterai per me!>>

<< E tu non lo farai di certo per me!>> le disse reggendo senza timore lo sguardo

Il Distruttore sbuffò << Che noia...ognuno combatterà per sé, ma non sarebbe corretto due contro uno per cui...>> con un movimento fulmineo della mano inchiodò la donna per gli abiti ad un muro con una decina di pugnali << Ho deciso che comincerò con il tuo amichetto e ti lascerò un po' di tempo per ripensare alla mia proposta...ah, dimenticavo, cara Nico Robin, non proverei a liberarmi fossi in te...con nessuno dei tuoi trucchetti, almeno che tu non voglia morire in dieci secondi per la puntura di uno dei miei amichetti>>

L' archeologa si guardò intorno: sul muro le faceva da cornice una nube di ragni neri, pelosi e mortalmente velenosi

<< Bene, ora veniamo a noi Prete, non conosco il tuo vero nome ma questo poco importa tanto morirai...un uccellino mi ha fatto notare che sei ferito ad una spalla>>

<< Già...un Pettirossino che non si fa mai gli affari suoi!>>

La mora si sentì trapassare da quelle parole: avrebbe voluto rispondere a tono ma era impossibilitata al ben che minimo movimento.

Quello rise << Tutto ciò rende la cosa più interessante...possiamo cominciare se vuoi>>

Jacques si preparò << Prima cominciamo, prima mi sbarazzerò di te!>>

<< Mi sottovaluti ragazzo...non credere che io sia uno sprovveduto, te ne pentiresti...>> da dietro la schiena tirò fuori una balestra enorme e scagliò un colpo improvviso: il Prete schivò appena in tempo ma un altro era già in arrivo.

<< Te l' avevo detto...non hai speranze!>>

<< Eh, sì...ma ora sei tu che mi stai sottovalutando!>>

Velocemente si portò di fronte a lui e usando l' arco come bastone lo colpì duramente in faccia, il materiale di cui era fatto fece sì che il labbro del Distruttore si spaccasse e che il suo collo fosse sotto una spinta mortale

Jacques teneva il nemico bloccato sotto di sé << Allora, che ne dici?>>

<< Non male...>>

<< Vediamo di finirla...>> incrociò gli occhi del suo avversario dietro le lenti

Abaddon rise di gusto << Ahr, ahr, ahr...è inutile che mi guardi così, qualsiasi sia il tuo potere, su di me non ha effetto...ti ho detto che non sono uno sprovveduto>>

Robin nella sua prigionia pensò “ Così anche lui ha mangiato un Frutto del Diavolo”

Il Prete dallo stupore allentò la presa e il suo avversario ne approfittò per colpire col calcio della balestra la spalla lacerata. Jacques si accasciò di lato dolorante << C-com' è...po...possibile?>>

<< Diciamo che i miei capi, anche se non mi hanno messo al corrente del tuo tipo di potere, hanno fatto in modo che su di me non avesse effetto>>

<< Maledetti...>>

<< Comunque se ti avvicini sei molto pericoloso quindi dovrò chiedere aiuto per tenerti lontano>>

<< Aiuto? E a chi?>>

Abaddon tese una mano verso di lui << Lo scoprirai presto>>

Il Prete si sentì trapassare come da tante piccole lame: sul suo corpo iniziarono a formarsi tagli che sgrondavano sangue << Ma che diavolo?!?>>

 

<< Li abbiamo seminati vero, quegli idioti?>> cercò di rassicurarsi il cecchino

Chopper si guardò alle spalle << Direi di sì...cavoli, ma perché Nami l' ho dovuta portare io?>>

<< Non dirmi che ti è pesata, grosso come sei?>> gli rispose sarcasticamente riferendosi al suo heavy point

<< Vi abbiamo trovato...>> fece il più idiota dei loro inseguitori

<< Certo che avete le ali ai piedi...ah!>> si fermò l’altro tappando con la mano la bocca al compare << Non dire quello che stai pensando, guai a te!>>

Quello annuì

<< Ora sbarazziamoci di questi due!>>

<< Ehi, dov' è finita la ragazz...aaaaaaaaaah!>> un Ciclone Tempo li fece disintegrare contro il muro di una casa.

<< N- Nami?!?>> la chiamarono increduli i due compagni

<< Che c'è?>> fece quella con aria innocente << Quei due idioti disturbavano il mio sonno!>>

<< Ma allora dormivi!?>> un grosso gocciolone comparve sulla testa della renna

Usop le si buttò ai piedi e le si attaccò ad una gamba << Oh, Nami, grazie...grazie!>>

La ragazza lottava per mantenere l' equilibrio << Ma che ti prende! Piantala!>>

<< Sei la nostra salvatrice! Come potremo mai sdebitarci?>>le parole gli morirono in gola

Chopper iniziò a sudare freddo guardandolo malissimo << Che cos' hai fatto???>>

Uno strano luccichio si fece avanti negli occhi della rossa << Sdebitarvi? Bene, se tanto insistete...dato che siete miei amici da tanto tempo, facciamo solo cinquecentomila Berry...>>

Il cecchino iniziò a piangere << Vai a far rinvenire quei due...voglio morire>>

<< Anch' io...>> lo seguì a ruota il medico

La cartografa li prese per le orecchie << Guardate che non dicevo a testa, cinquecento per tutti e due...coraggio, torniamo alla nave!>>

 

Miguel guardò la sua faretra vuota << Finalmente sono finiti...>>

Sanji buttò il mozzicone della sigaretta, ormai completamente bruciata, a terra << Spuntavano come funghi...>>

A Rufy caddero due fili di bava dalla bocca << Fuuuunghi, buoooOOooooni!>>

<< Ma perché gli hai rimesso in mente il cibo?>> gli chiese lo spadaccino

<< Ammetto di aver sbagliato...ma potrei sempre servirgli dei funghi velenosi>>

Il capitano li prese tutti e tre per la collottola << Piantala, lo so che non faresti mai...>>

<< Questo è tutto da vedere, mollami subito!>> ringhiò il cuoco

Il ragazzo non fece caso ai loro improperi << Torniamo alla nave, ai fornelli e alla tavola!>>

<< E gli altri?>> chiese l’arciere

<< Se la saranno cavata sicuramente...e come sempre ci rivedremo tutti sulla nave>>

Zoro cercò di rassicurarlo << Vedrai che non gli è successo niente, Jacques è in gamba...>>

<< Lo so...>>

 

Il Prete era steso a terra sanguinante, il suo corpo era scosso continuamente da punture dolorose “ E' impossibile! E' come combattere contro l' aria, non riesco a vedere da dove vengono i colpi...e poi come faccio a muovermi liberamente? Se lo mettessi in difficoltà potrebbe prendersela con Robin...”

Sentì una fitta alla mano, la guardò: un calabrone enorme vi era posato sopra. Si alzò, ne era circondato << Sono insetti! E maledettamente veloci...>>

Abaddon rise << Te ne sei accorto finalmente...punture? Calabroni! Tagli? Mantidi Religiose!>>

<< Ma come fai a controllarli?>> un ghigno si dipinse sul suo volto << Hai mangiato un Frutto del Diavolo, vero?>>

<< Ebbene sì...ho mangiato il frutto Bug Bug e grazie ad esso, oltre ad altre cose che non mi sogno nemmeno di svelarti, mi ha dato la capacità di controllare qualsiasi insetto dall' operosa formica ai simpatici ragnetti che tengono sotto assedio la tua bella amichetta>>

Jacques si voltò verso Robin che cercava di rimanere immobile il più possibile << Allora anche quelli stanno lì per opera tua?>>

<< Così ti ho detto...>>

<< Bene...>>

Il Distruttore lo guardò incredulo << Sei impazzito, ragazzo? Te ne rallegri?>>

Jacques mise una mano alla faretra << Sì!>> prese sei frecce e ne scagliò una dietro l' altra nonostante i calabroni avessero ripreso a pungerlo tutti insieme

<< Hai già tentato mille volte, le mie mantidi le hanno sempre fatte a pezzi>> gli fece notare il suo avversario ma il Prete, approfittando della distrazione degli insetti, si lanciò verso di lui << Ferma questa, se puoi!>> gli conficcò con le mani nel petto una freccia dalle piume blu. Un gemito di dolore fuoriuscì dalle labbra di Abaddon << Cosa succede? Di colpi ne ho sempre presi tanti non può essere di certo una freccia a farmi questo effetto...co- come mai...sto perdendo le forze?>>

Affondò di più << Hai mai sentito parlare dell' Agalmatolite Marina? E non perderai solo le forze ma anche il controllo su, come li chiami tu, i tuoi amichetti!>>

<< Non è possibile!>>

Gli insetti cominciarono ad andarsene: Robin, usando i suoi poteri, poté finalmente liberarsi

<< Sei astuto ragazzo, devo ammetterlo...ora, però, devo togliere il disturbo...la prossima volta sarò più preparato...arrivederci!>> con le ultime forze rimastegli lanciò per terra uno strano oggetto dal quale fuoriuscì un fumo dall' odore nauseante e lacrimogeno: il Prete lasciò la presa per trattenere un conato di vomito, quando il fumo si diradò il Distruttore era sparito. L’uomo si lasciò cadere all' indietro: non sentiva più alcuna parte del suo corpo, la sua vista stava pian piano sparendo

Robin lo scosse << Jacques, Jacques...svegliati!>>

Aprì gli occhi, la vide come una massa informe << E- ehi, come va? Stai bene?>>

Lei gli toccò la fronte, scottava << Tu stai delirando! Hai la febbre alta...quei calabroni dovevano essere velenosi>>

<< Fantastico...>>

La donna cercò di mettere da parte l’orgoglio << Scusami, è colpa mia...non ho potuto aiutarti e poi ho sbandierato ai quattro venti che eri ferito...>>

Il Prete sbuffò << Ma che cavolo dici? Di che ti scusi...con me, poi...non c' è bisogno...e figurati se non l' avrebbe scoperto da solo...anche un cieco se ne sarebbe accorto...>>

<< Ma...quello che hai detto prima?>> gli chiese sorpresa da quella risposta

<< Ah, al diavolo quello che ho detto prima...sono solo uno stupido...>>

Robin gli spostò i capelli appiccicati alla fronte dal sangue e dal sudore << Forse dovrei smetterla di ficcare il naso dove non devo...>>

Lui le sfiorò il naso con la mano << E perché? Sarebbe un peccato...è così carino il tuo bel nasino...>> ( Deve avere la febbre proprio alta per dire una cosa del genere! :-P N.d.E)

La mora arrossì << Tu non sai quello che dici...>> si lasciò andare, l' abbracciò << Ti ringrazio per avermi salvata...ancora>> cercò di farlo rialzare << Coraggio...andiamo alla nave, Chopper ti curerà>>

Jacques parlava a fatica e non riusciva a tenere gli occhi aperti << Perché non vai avanti tu...casomai ti raggiungo dopo, eh? Sono un po' stanco, adesso...>> svenne.

<< Mi devo muovere...>>

 

TO BE CONTINUED…

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Capitolo 19
*** - DELIRIO - ***


CAPITOLO 19

CAPITOLO 19

- DELIRIO -

 

Robin era ormai esausta: un po' con, e un po' senza, l' aiuto dei suoi poteri aveva trascinato Jacques per tutta la città. Il Prete, infatti, non rimaneva sveglio per più di due minuti consecutivamente senza svenire almeno una volta e la febbre continuava ad aumentare: il viso e le mani, così come tutto il resto del corpo, erano ricoperte di lividi violacei e tagli di ogni misura e profondità.

La donna inspirò profondamente dopo una breve pausa << Coraggio, ormai siamo arrivati...>>

Lui cercò di fermarla << Sme- smettila...sei s...sfinita...lasciami...qui>>

<< Guarda che potrei lasciarti ci davvero se non la pianti...>>

<< Inutile preoccuparsi per te...vero?>>

L’archeologa gli cinse la vita con un braccio e si lasciò passare il suo dietro al collo, nonostante la situazione era una bella sensazione << Tu ti preoccupi per me? Ma vedi come sei ridotto?>>

Cercò di alleviarle un po' di peso tentando di camminare << I- io mi rimetterò...>>

<< Non ne ho dubbi...>> guardò la mano di lui che pendeva dalla sua spalla: una cicatrice sul palmo, il simbolo di una promessa non mantenuta. Si bloccò di colpo

<< L' hai vista, vero? Co- come vedi...quella...è ancora lì...s- significa che io non mi sono mai...scordato di te>> le disse fissandola con i suoi occhi di ghiaccio

Infastidita da quelle parole riprese a camminare di colpo << Non sforzarti adesso...>>

<< Ce- certo che non ti va mai bene...quello che faccio...>> purtroppo non riuscì a reggere il passo e i due caddero rovinosamente a terra.

<< Di bene in meglio...via, ancora un ultimo sforzo>> si trattenne dall’imprecare la mora, appoggiò le mani a terra per far leva alzandosi ma Jacques , che le stava praticamente addosso, la fermò << Ti prego...stiamo ancora un po' così...>>

Robin sentiva salire e scendere il suo petto affannosamente e il suo fiato caldo sul collo affievolirsi sempre più: stava morendo

<< No, Jacques, alzati...non ti farò morire: non qui, non adesso! Ricordi? Prima devi pagare per tutto quello che mi hai fatto passare...>>

Si rialzò di colpo e proseguì a passo incalzante nonostante la stanchezza: finalmente si vedeva la Going Marry

 

<< Dai, Sanji! Fammi mangiare anche la porzione di Robin...ormai è fredda, non vorrai mica farle mangiare della roba riscaldata?>> implorò il capitano

Zoro rise << Certo che quando si tratta di mangiare, la fogna, ne tira fuori d' ingegno!>>

Il cuoco gli mollò il piatto di malagrazia e si accese nervosamente una sigaretta << Perché non è ancora qui? La situazione in città ormai si è calmata da parecchio...>>

<< Non si vede nemmeno Jacques...>> fece notare Usop

Sanji ringhiò << Se sono capitati insieme e quello non è stato in grado di proteggerla io lo stronco!>>

Rufy che intanto si era già ingurgitato la colazione della donna << Dai, vedrai che non le è successo nulla...>>

Nami entrò in cucina come un ossesso << Ragazzi, presto, venite fuori!>>

Gli occhi del biondo si trasformarono in due enormi cuoricini << Amor mio, vuoi forse vedere l' alba tutta stretta al tuo principe?>>

La rossa lo fulminò, era palesemente scossa << Non dire stupidate! Robin ha bisogno di aiuto!>>

<< Cosa?>>

La ciurma corse ad affacciarsi dalla paratia: l' archeologa sfinita trascinava un corpo esanime.

Rufy con la sua fionda gom gom la raggiunse in un baleno << Che è successo?>>

<< Te lo spiego dopo...ora porta Jacques da Chopper>> gli rispose la donna fra gli affanni

<< Coraggio, molla qui>> lo prese sulle spalle << Certo che è ridotto male...tu che fai?>>

<< Io torno a piedi...datti una mossa!>>

Il moretto la guardò di traverso << Piantala...tu vieni con noi>> le prese un braccio

La donna capì le intenzioni del capitano << No, non ci provareeeeeeeeeee!>>

Troppo tardi, si era già rilanciato indietro.

 

Chopper sbiancò vedendo le condizione in cui stava l' uomo << Presto, portatemi dell' acqua fresca, sia in una bacinella che in un bicchiere d' acqua!>>

<< Subito!>> partì prontamente Miguel

Zoro lo guardò incredulo << Che diavolo gli è capitato?>>

<< Siamo stati attaccati da un uomo dei Quattro...>> gli rispose la donna senza mezzi termini

Il capitano scattò << Cooosa? E che voleva?>>

<< Voleva ucciderci, mi pare ovvio...>> disse candidamente

Ad Usop tremavano le gambe << E che tipo era?>>

<< Un essere spregevole...>>

Sanji notò gli strappi sugli abiti << Tu come stai? Ti ha fatto del male?>>

<< No...ha combattuto Jacques con lui...io sono stata imprigionata contro un muro>>

<< E non potevi liberarti?>> le chiese la navigatrice

Robin strinse i pugni << No...quel bastardo ha mangiato un frutto del diavolo che gli permetteva di controllare tutti gli insetti...se solo avessi provato a muovermi sarei morta per la puntura di ragni velenosi...>>

<< Quindi è come pensavo...questa febbre è dovuta a del veleno>> trovò conferma la renna

<< Sì...di una specie di calabroni...>>

<< E adesso dov' è?>> chiese lo spadaccino già pronto a tornare in città

<< E' scappato...>>

Miguel arrivò con l' acqua.

Il medico bagnò un panno e glielo mise sulla fronte e gli porse il bicchiere d' acqua << Coraggio, bevi...è importante che non ti disidrati...ragazzi, uscite...lo devo medicare>>

<< D' accordo...>> il cecchino si avviò alla porta

Nami poggiò una mano sulla spalla della mora << Su, vedrai che se la caverà...>>

Chopper guardò la mora << Robin?!>>

<< Sì?>>

<< Il medico ordina: un bel bagno caldo e un' abbondante colazione...capito?>>

Lei annuì.

Sanji si rimboccò le maniche << Penserò io alla colazione, tesorino...sarà la migliore che tu abbia mai assaggiato>>

La giovane alce rimase da sola con il suo paziente. Nello spogliarlo dovette girare più volte lo sguardo altrove per lo pietoso spettacolo: l' acqua utilizzata per pulire le ferite divenne presto tinta del rosso vivo del sangue.

 

Robin mangiava senza appetito nonostante ciò che Sanji le aveva preparato era degno delle corti reali, di fatti quello la guardava preoccupato.

Nami entrò in cucina << Sanji, potresti andare a vedere se è tutto pronto per la partenza? L' ho già detto agli altri ma non è che mi fidi poi di molto...>>

Il biondo capì di essere di troppo << Certo, amorino...>>

Le due donne rimasero da sole

<< Come ti senti?>> le chiese dolcemente la rossa

<< Come vuoi che mi senta? Malissimo...>> le rispose in un soffio

La ragazza le si sedette accanto

<< Nami...io non capisco più niente...credevo di odiarlo con tutte le mie forze...>>

<< Invece?>>

La mora affondò il viso fra il collo e la spalla dell' amica << Non voglio perderlo...ancora>>

La navigatrice la strinse in un dolce abbraccio. La porta si aprì, ne entrò il giovane medico << Scusate...non volevo disturbarvi ma volevo dirvi che ho terminato le medicazioni e che gli ho somministrato un antidoto...ora non ci resta che aspettare che faccia effetto...>>

<< Si rimetterà?>> gli chiese Nami

<< Lo spero...tutto dipenderà da come reagirà all' antidoto>>

L' archeologa spostò lo sguardo sull' oblò per nascondere la propria disperata preoccupazione. Chopper sentì il suo turbamento, era giunto il momento di ricambiare il favore, di norma non l' avrebbe mai permesso ma questa volta decise di chiudere un occhio << Puoi andare da lui se vuoi...stagli vicino e tienilo aggrappato alla vita>>

La donna fece segno affermativo e uscì.

 

I ragazzi sul ponte videro la mora uscire dalla cucina per addentrarsi in sottocoperta.

Rufy se la rise di gusto << Allora non è poi tanto glaciale la nostra All Sunday!>>

Sanji lo prese per il collo << Cosa vorresti dire?>>

Il capitano fece orecchie da mercante << Niente, niente...>>

<< Certo che però il rapporto che c'è fra i due è parecchio strano...>> rimuginò Zoro ad alta voce

Usop lo guardò di sottecchi << Mi ricorda vagamente qualcuno...>>

Lo spadaccino si fece minaccioso << Stai forse parlando di me e di Nami?>>

Il cecchino cercò di pararsi le chiappe << No, no, no...ma guarda che i nomi li hai fatti tu, non io!>>

Rolonoa avvampò capendo in che guaio si era cacciato, ma ci pensò Sanji a riportare tutto alla normalità << Figuriamoci se Nami può essere affascinata da un burino come te quando può avere un uomo raffinato come me!>>

<< E con Robin e Jacques come la mettiamo?>> continuò il ragazzo di gomma imperterrito

<< Che fra i due ci sia qualcosa è ancora tutto da dimostrare!>> disse il cuoco a denti stretti

Usop prese il piccolo arciere, che stava cercando di svignarsela, per la collottola << Chi meglio del nostro Miguel ci può ragguagliare? Jacques è il tuo maestro, qualcosa ti avrà raccontato, no?>>

<< Effettivamente Jacques non ama molto parlare di se...>> cercò di cavarsi fuori dai guai ma fu inutile

<< Qualcosa deve averti pur detto, su Dead Calm hai capito che era lei no?>> lo esortò il biondo

<< Beh, sì...mi ha detto che erano amici, legati come fratello e sorella...>>

<< Sì ma se non l' avevi mai vista, come hai fatto a riconoscerla?>> gli chiese curioso il cecchino

<< Mi ha detto di come odiasse sentirsi chiamare Pettirosso, così, vedendo la sua reazione quando l' hai chiamata in quel modo...>> disse riferendosi al cuoco << …l' ho riconosciuta subito>>

Rufy piegò la testa di lato << E come mai si sono separati?>>

<< Questo non l' ho mai saputo...ogni volta che ho provato a chiederglielo ha sempre sviato il discorso...>>

Sanji sembrava soddisfatto << Ah, non importa, avranno avuto i loro motivi...l' importante, invece, è che ora sappiamo ciò che li legava...tra fratello e sorella non può esserci nulla...>>

Zoro lo canzonò << Magari tra fratelli di sangue...ma si dal caso che loro non lo siano...>>

Il cuoco s' impuntò << Ho capito...ma no!>>

Al capitano scappò una risata << Pft...è completamente fuori di testa!>>

 

L’archeologa entrò nella stanza: Jacques era in un continuo movimento convulso. Prese una sedia e si mise accanto al letto

Il Prete non la smetteva di lamentarsi, per la donna stare lì era uno strazio: non sapeva che fare

Aprì gli occhi << R- Robin?!>>

La mora si prese un coccolone << Jacques! Come ti senti?>>

L’uomo sbuffò

<< Scusami...domanda stupida...>>

<< N- non...non si può...combattere l' Apocalisse>>

<< Come?>>

Lui parve non sentirla << Carestia...P- Pestilenza...Gu..Guerra e Morte...>>

<< I quattro cavalieri?>> gli chiese non capendo dove volesse arrivare

Il Prete continuava a non darle ascolto, stava delirando << La pestilenza...s- si sconfigge con la medicina e la ragione...la carestia c...con...l' altruismo e l' abbondanza...la guerra...beh, s- si sconfigge con la pa...pace...ma la morte?>>

Robin cercò la risposta nella sua mente

<< Con una cosa...che noi...d...da soli non possiamo dare>> continuò lui

Ci arrivò << ...la vita!>>

<< La morte invidia la vita...può to- toglierla ma non può averla per sé...>>

<< Cosa stai cercando di dirmi?>>

Jacques si mise di scatto a sedere ma barcollò, Robin gli evitò una pesante caduta giù dal letto: scottava come il fuoco. Si sentì scivolare la fascia, con sopra ricamata la N rappresentante la sua famiglia, che aveva sul braccio...lo spostamento lasciò scoperta una cicatrice. L’uomo la percorse con le sue calde dita << Tu mi hai dimenticato, invece...>>

La voce di lei era poco più di un sospiro << No, ti ho solo tenuto nascosto...>>

Lui spostò lentamente il viso verso il suo braccio e passò le labbra sul simbolo della loro promessa << Ti amo...>>

 

TO BE CONTINUED…

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Capitolo 20
*** - QUALCOSA NON QUADRA - ***


CAPITOLO 20

CAPITOLO 20

- QUALCOSA NON QUADRA -

 

L' uomo scivolò di nuovo nell' incoscienza lasciando la donna interdetta nei suoi pensieri: che cosa voleva dire con quel discorso sull' Apocalisse? Le aveva detto che non si poteva fermare ma allo stesso tempo le aveva elencato i modi per sconfiggere i quattro cavalieri...tuttavia, ora, tutto questo passava in secondo piano, che cosa le stava succedendo? Non era da lei sorvolare su cose importanti come queste, ma altre parole si facevano largo nella sua testa " Ti amo "...lo pensava davvero o era la febbre che lo aveva fatto parlare? Perché le stava facendo questo? Perché non le facilitava il compito che si era imposta di odiarlo e trattarlo con freddezza? Già quand' erano ragazzi la sua compagnia aveva mutato il suo carattere, poi alla sua presunta morte era tornata quella di sempre, anzi, ancora più glaciale e ora stava accadendo di nuovo, lui oltrepassava tutte le sue difese.

Una scossa della nave la strappò via con forza dai suoi ragionamenti, guardò l' orologio: erano già passate parecchie ore dal suo ingresso in quella stanza. La luce del sole, ormai alto nel cielo, filtrava dall' oblò, le onde del mare s' infrangevano contro lo scafo: la Going Marry aveva lasciato TWF.

La porta si aprì: l' alce e la navigatrice intrufolarono dentro la testa silenziosamente, la donna se ne accorse e sorrise << Che fate, spiate?>>

I due, che poverini per una volta non erano mossi dalla curiosità, si presero un colpo e caddero come due frutti maturi dall' albero.

La rossa si massaggiò il fondoschiena << Che malfidata che sei...>>

L' archeologa inarcò un sopracciglio << Non dovrei averne motivo, giusto?>>

<< Esatto, non è vero Nami?>> le rispose ingenuamente Chopper

La cartografa sudava silenziosamente freddo << Eh, eh, eh...certo! Siamo entrati piano perché abbiamo pensato che dopo sta notte avresti potuto essere addormentata...>>

Robin si stirò << Effettivamente mi sento a pezzi...>>

Il medico si agitò << Allora vai a dormire, cosa aspetti !?!>>

<< Hai tirato fuori il suo fare autoritario, a quanto pare...>> disse Nami mentre un gocciolone appariva sulla sua testa.

<< Eh, già...>> fu l’identica reazione della mora

La renna arrossì << Dai, ragazze, smettetela!>>

Le due si misero a ridere

 

“ Dormo, dormo, dormo e non mi fai svegliare...ma non contare che questo possa durare ancora a lungo...prima o poi quel giorno arriverà...e, lo sai, te la porterò via...VIA!”

 

Il Prete si svegliò urlando e ansimando sotto lo sguardo attonito e spaventato dei presenti. Passò gli occhi sulla navigatrice, sul medico e infine sulla cow-girl, tirando un sospiro di sollievo

<< Cosa è successo?>> gli chiese preoccupata la rossa

<< Ho avuto un incubo...>> le rispose semplicemente

Chopper gli si avvicinò toccandogli la fronte << E' normale, la febbre sta scendendo...l' antidoto ha iniziato a fare effetto...prima del previsto a dir la verità...>>

Il Prete spostò lo sguardo di lato, alla mora non passò inosservato.

Il medico si armò di siringa. Jacques sgranò gli occhi << Ehi, che ci vuoi fare con quella?>>

<< Da quando hai la fobia dell' ago?>> lo derise Robin.

In risposte, lui le fece una boccaccia << Mai avuta...ma mi sembra di aver perso già abbastanza sangue per oggi...>>

<< Beh, sì...però è importante questo prelievo...non vorrei che si avessero degli effetti indesiderati...>> continuò il più giovane con fare serio e professionale.

Il Prete sospirò e tirò su la manica della maglia << Avanti...se riesci a farti largo fra queste bende...>>

Chopper sorrise << Certo, te le ho messe io!>>

Sorrise di rimando.

Nami sospirò << Allora noi andiamo...ti lasciamo al tuo paziente>> e iniziò a spingere la mora sulla schiena.

<< Ok...Robin, riposati>> le salutò la renna.

Jacques mosse la mano bendata sorridendo non curandosi minimamente del medico che lo stava forellando, della febbre e del suo stato di mummificazione.

Le due donne uscirono e l' alce estrasse l' ago << Ecco fatto...io ora mi metto a controllare, tu riposa>>

<< Agli ordini dottore!>>

L' esperto di medicina si armò di microscopio e provvette e si avviò nella sala studio.

L’uomo socchiuse gli occhi e sprofondò nuovamente nel cuscino << Speriamo bene...>>

 

La rossa, per una volta, decise di tenere a freno la lingua nonostante lo stato in cui vigeva la mora portava la sua curiosità e la sua fantasia a farsi migliaia di possibili storielle su ciò che poteva essere accaduto in quelle ore in cui era rimasta lì...

Sanji sbucò fuori all' improvviso << Amorino mio, ti prego, dimmi che fra te e il Prete non c' è niente! Dimmi che quelle malelingue che sono là fuori parlano solo perché hanno la bocca!>>

Robin, presa alla sprovvista, si sentì avvampare il viso che si tinse leggermente di rosso << M- ma c- che ti salta in mente?!>>

Il biondino perse il contatto con la realtà per la risposta e andò via saltellando lasciando una scia di cuoricini per tutto il corridoio << Lo sapevo, ne ero certo! Il tuo cuore batte solo per me!>>

A Nami si formò un gocciolone sulla testa, anche un cieco se ne sarebbe accorto, si rivolse alla cow-girl con un ghignetto sulla faccia << Sei una pessima bugiarda, in questi casi, sai?>>

<< Piantala...>>

<< Sì, sì...io la pianto ma tu...>> le diede due gomitatine maliziose << ...non me la racconti gius...mmmh!>>

La donna fece apparire due mani e le tappò la bocca << Io vado a riposare...>>

Appena l’archeologa sparì dietro la porta, la cartografa venne lasciata libera. Sorrise pensando che a dirla tutta, loro due, non erano poi così diverse.

 

Robin si lasciò cadere pesantemente sul letto di Nami, non aveva voglia di tirare giù l' amaca: non era in sé, era stata la febbre che lo aveva fatto parlare...era delusione quella che stava provando in quel momento? La stanchezza e lo stress della notte in bianco la portarono velocemente fra le braccia di Morfeo.

 

Alla sera il medico tornò dal suo paziente che era stranamente sveglio << Come ti senti?>>

<< Molto meglio...l' antidoto è stato portentoso>>

<< Ah, a proposito...ho il risultato delle analisi>>

Il Prete sudò silenziosamente freddo

<< E' tutto nella norma: il tuo organismo sta reagendo bene senza nessuna anomalia...probabilmente tutta questa velocità dipenderà dal fatto che sei molto ricettivo...>>

Jacques tirò un sospiro di sollievo << Meno male...>>

<< Fra un paio di settimane ti sarai rimesso completamente>>

 

Passò qualche giorno nell' assoluta normalità a parte un' archeologa piuttosto irascibile e un cuoco al settimo cielo. Il Prete continuava a riposare per la maggior parte del tempo e apparentemente non era ancora uscito dalla stanza: ogni tanto andavano a trovarlo i casinisti portandogli da bere nonostante le minacce di omicidio di Chopper, il medico dal canto suo controllava l' evolversi della guarigione con qualche prelievo.

 

Le notti non erano controllate da nessuno perché la navigatrice aveva previsto che il tempo avrebbe retto per qualche giorno in quanto il clima si era fatto stabilmente afoso e il vento che tirava era caldo e leggero.

 

L' archeologa si svegliò nel cuore della notte con la gola secca, il caldo stava diventando insopportabile: la maglia del pigiama completamente zuppa. Si mise una canottiera e si guardò il braccio: tornò con la mente al passato

 

 

<< Robin, Robin! Dove sei? Rispondimi, ti prego!>>

La giovane archeologa sotto le macerie sentiva la voce del suo compare chiamarla disperato: la ragazza nonostante le sue obbiezioni era entrata in uno scavo abbandonato di nascosto, bastò un movimento non calcolato che iniziò a crollare tutto...era rimasta lì sotto per nemmeno lei sapeva quante ore, finalmente era venuto a cercarla, pronunciò in un soffio << J- Jacques...so...sono qui...>>

Come riuscì a sentirla rimase un mistero ma fatto sta che la ragazza rivide la luce.

Il ragazzo la prese in braccio e la tirò fuori...era tutta sporca e piena di graffi ma, fortunatamente, l' unica ferita leggermente preoccupante era un taglio abbastanza profondo sul braccio sinistro << Scema, mi hai fatto preoccupare! Cosa ti è saltato in mente?>>

<< Scusami...>> gli disse lei con vergogna

<< Scusa un accidente...>> la mise a sedere mentre sul suo volto vi era dipinta un’espressione imbronciata.

La ragazza si chiuse in un silenzio colpevole

<< Promettimi che non te ne andrai più senza dirmi niente...>> le fece d’un tratto

<< Cosa?>>

Jacques le prese il viso fra le mani << Prometti che non ci separeremo mai...>>

Robin lo guardò stupita, non si era ancora abituata alla sensazione che dava il colore dei suoi occhi mescolato alla serietà della loro espressione << D...d' accordo...>>

Lui sorrise << Bene...>> estrasse una freccia dalla sua faretra << E siccome bisogna condividere le proprie pene...>> si tagliò il palmo con la punta

<< Tu sei pazzo...>> gli disse lei sgranando gli occhi

<< Abbastanza...>>

La giovane mora ripensò alla promessa << E se dovessimo separarci?>>

<< Facciamo così...se dovessimo separarci avremo due anni per ritrovarci...>>

<< E se ciò non avvenisse?>>

<< Significherà che saremo morti...perché solo la morte potrà tenerci lontani...giuri?>>

La ragazza affermò convinta << Giuro! E tu?>>

Pose la ferita della sua mano su quella del braccio di lei << Giuro!>>

 

Buttò giù un bicchiere d' acqua gelida << Bugiardo!>>

Camminò verso la sua stanza, aprì la porta: era vuota...dove diavolo era andato?

 

Il Prete si era seduto sul posto di vedetta in modo da rimanere inosservato nel caso in cui qualcuno avesse deciso di farsi una passeggiata notturna: il veleno aveva smesso di dargli fastidio già dal primo giorno e le bende non servivano più a nulla tuttavia continuava a portarle per non dare nell' occhio. Aveva in mano l' ocarina che aveva regalato a Miguel, aveva provato a suonare, così come faceva ogni tanto non abbandonando la speranza ma ogni volta in cui cercava di avvicinarsi lo strumento alla bocca il braccio lo allontanava violentemente. Ancora un tentativo fallito

Sospirò << E' tutto inutile...>>

La mora apparve alle sue spalle << Cosa è inutile?>>

Jacques perse svariati anni di vita << Ma sei pazza? Mi hai fatto prendere un coccolone!>>

<< Che cosa ci fai qui?>>

<< Prendevo un po' d' aria...c' è un caldo insopportabile>>

<< Hai ragione...>>

Lui la guardò con sospetto << Che ti sei raddolcita?>>

Robin trovò l' occasione giusta per cercare la risposta ad una domanda che si era fatta largo nella sua mente in quei giorni << Può essere...>> gli si sedette accanto, il Prete deglutì a vuoto imbarazzato.

<< Ho avuto modo di pensare in questi giorni...>> gli si avvicinò sinuosa

La pelle del viso del Prete che s' intravedeva da sotto le bende era ormai come il fuoco << E...?>>

La donna appoggiò la testa sulla spalla che la scheggia di legno aveva trapassato a TWF << ...ho capito che...>>

Jacques confuso com' era dallo strano atteggiamento della cow-girl non si preoccupò di fingere dolore per una ferita che di norma avrebbe dovuto procurare ancora parecchio male << Sicura di star bene?>>

L’archeologa aspettava proprio quel passo falso << Sì...e anche tu...>> aprì le bende che gli coprivano il torace << ...stai benissimo, a quanto pare>>

L’uomo, infatti, non aveva più nessuna traccia dello scontro avvenuto qualche giorno prima con l' uomo dei Quattro.

<< Come lo spieghi questo?>>

Lui rise << Mi hai fregato...effettivamente era troppo bello per essere vero...>>

<< Che cosa?>>

<< Che mi avessi perdonato...>> la guardò dolcemente.

Lei in risposta lo guardò freddamente << Sai che non accadrà mai...>>

La delusione era palese sul volto, ma…<< Beh, forse è meglio così...>>

<< Perché dici questo?>>

<< Perché è la verità...>>

La donna si spazientì << Insomma, la vuoi smettere? A volte mi tratti come se nulla fosse successo e altre mi dici che sarebbe stato meglio se non ci fossimo mai ritrovati...perché?>>

<< Perché predico bene e razzolo male...>>

<< Cioè?>>

La guardò << Finché tu non c' eri, nonostante il forte impulso a ritrovarti, sono riuscito a starti lontano ma ora sei qui, o meglio io sono qui...>>

Robin iniziò ad agitarsi << E...?>>

<< Non riesco a non...>>

Incapace di continuare a sentire ciò che stava per dire, lo bloccò << Perché hai sviato il discorso?>>

<< Quale discorso?>> le chiese perplesso

<< Tu hai un potere: sei guarito troppo velocemente e anche Abaddon ne ha parlato...hai mangiato un Frutto del Diavolo!>>

<< No...>>

<< Perché neghi l' evidenza?>>

<< Io non nego proprio un bel niente...non ho mangiato alcun Frutto del Diavolo...>>

Lo guardò stizzita << ...sei incredibile...>>

<< Se vuoi te lo dimostro>> si alzò

<< Ah, sì? E come?>>

<< Tu fidati...però dovrai promettermi che non seguiranno domande>>

Robin incrociò le braccia al petto << Se non accettassi?>>

Lui sorrise << Mi aspettavo una reazione del genere...>>

<< E quindi?>>

<< Per ora accontentati di questa risposta...>>

Scavalcò il posto di vedetta e corse lungo tutto il legno che reggeva la vela: si tuffò in mare sotto lo sguardo esterrefatto dell’archeologa << Ma è pazzo!?!>>

Scese di corsa sul ponte e si affacciò dalla paratia ma non riusciva a vederlo: il mare era un' immensa distesa nera e l' unico suono che si sentiva era quello delle onde che venivano solcate dallo scafo.

Jacques apparve alle sue spalle sgrondante d' acqua << Hai visto? Non sono annegato...>>

<< Non sperare che ti creda...non ti sei buttato!>>

<< Ah, no? E questa?>> le disse strizzandosi i pantaloni

La mora si guardò attorno << Ti sei buttato addosso un secchio d' acqua...Sanji li lascia sempre fuori per lavare il ponte>>

Il Prete le si avvicinò e le passò le dita sulle labbra, alla donna girò leggermente la testa e si ritrasse mentre il suo viso si tingeva leggermente << Che fai?>>

<< Senti!>>

L' acqua che le aveva posato sulle labbra entrò in contatto con la sua lingua: era salata…

<< Ma…se non hai mangiato un Frutto...come hai fatto?>>

Jacques le rispose in un soffio << Ci sono nato...>>

<< Ma se quando...>>

<< Me ne sono reso conto dopo, Robin...dopo l' esplosione al porto...ero morto: non avevo un osso a posto e avevo perso litri di sangue...sono rimasto sotto le macerie per giorni...poi mi sono risvegliato...ero come nuovo, come se non mi fosse successo niente>>

<< Perché non hai mantenuto la promessa, allora?>>

<< Ero spaventato...tutto quello che avevo creduto di essere sempre stato non era più vero...>>

<< E poi hai capito chi sei?>>

L’uomo titubò << Sì...e non mi è piaciuto neanche un po'...>>

<< Perché, chi sei?>>

<< Uhm...un mostro>>

Robin lo guardò stupita un attimo, poi << Scemo...e io pensavo che mi avresti risposto seriamente>>

Il Prete rise << Chi ha detto che non abbia risposto con serietà?!>>

<< Se...figurati>>

Scosse leggermente la testa << Coraggio, torniamo alle stanze>>

<< Alle saune vorrai dire>>

La squadrò da capo a piedi con fare interessato << Vedo che sei tutta succinta...>>

<< E a te cosa interessa?>> lo riprese fulminandolo con gli occhi

<< Sono uomo anch' io, sai?>> le disse avvicinandosi

<< Che cosa vuoi dire?>> fece qualche passo indietro.

Jacques se la rise di gusto << Niente, non ti preoccupare...sono uomo, sì...ma non mi chiamo Sanji>> lo sguardo gli cadde sul suo braccio << Com' è che sta sera la lasci in vista?>>

<< Cosa?>>

<< Parlo della cicatrice...come questa>> alzò il palmo destro

<< E' caldo...>> gli disse senza guardarlo

<< ...e notte...>> continuò per lei, si avviò.

<< Già...Jacques?>>

<< Sì?>> si fermò.

<< Che cosa ricordi di quello che è successo dopo il duello con Abaddon?>>

Lui si grattò la testa << Ah, beh...non ci ho mai ripensato...che mi ricordo? Che è scappato, sono svenuto, mi sono ripreso con te che mi trascinavi per la città e poi...poi che mi sono svegliato di soprassalto davanti a te, Nami e Chopper...>>

<< Nient' altro?>>

<< Direi di no...perché dovrei?>>

<< No, non ti preoccupare...>>

<< Se lo dici tu...mi fido>>

Entrarono insieme e poi ognuno prese la strada per la propria stanza.

 

Al mattino seguente Chopper entrò sconvolto nella stanza del Prete e lo scosse violentemente << Jacques, Jacques...dimmi che non sei morto...Jacques!>>

L’uomo si svegliò con il cervello che gli rimbalzava nella scatola cranica, lo fermò << EHI! Piantala! Che c' è?>>

<< Ah, meno male, sei vivo...>> tirò un sospiro di sollievo << …ma com' è possibile?>>

<< Ti spiacerebbe spiegarmi?>>

<< Ti ricordi del prelievo che ti ho fatto ieri?>>

<< Sì, ebbene?>>

Il medico era seriamente preoccupato << Dopo un' accettazione iniziale, il tuo organismo ha rifiutato l' antidoto...tu dovresti essere morto>>

Jacques pensò che era inutile tenerlo nascosto tanto ormai qualcuno già sapeva << Ho già spiegato a Robin...guarda!>> si levò le bende: la pelle era liscia e sana.

Chopper lo guardò con gli occhi che brillavano come due stelline << Incredibile, così anche tu hai dei poteri!>>

Lui rispose senza enfasi << Eh, sì...>>

<< Perché lo dici come se fosse una cosa brutta? Ti hanno salvato la vita...c' è da esserne felici!>>

<< Già...felicissimi...>>

 

 

TO BE CONTINUED…

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Capitolo 21
*** - PRIGIONIERI - ***


CAPITOLO 21

CAPITOLO 21

- PRIGIONIERI -

 

Il caldo si era fatto veramente insopportabile: se per i primi giorni si potevano saltare i turni di vedetta notturna per la stabilità del tempo, ora la ciurma non riusciva a chiudere occhio per l' afa che toglieva il respiro. Frigorifero, cubetti di ghiaccio e ventagli erano perennemente in uso così come gli abiti particolarmente corti e aperti che avevano mandato Sanji letteralmente in orbita.

La questione di Jacques e del suo potere era stata accettata senza problemi dalla ciurma abituata, ormai, a vederne di tutti i colori. Il Prete fu grato al fato di avergli fatto incontrare delle persone così, tuttavia una fra queste non era ancora del tutto convinta e un' altra, probabilmente, cominciava a farsi delle domande...in fin dei conti erano le più intelligenti di quella gabbia di matti.

 

Nami allargò la scollatura della canottiera esasperata e con la mano cercò di creare una piccola corrente d' aria da cui trarre un po' di sollievo << Non è possibile, non si può andare avanti così...ci saranno quarantatre gradi...si soffoca>>

Sanji le propose con voce melliflua << Nami, amor mio, perché continui a portare quella canottiera? Mettiti in costume, no?>>

Zoro se la girava sciallatamente in mutande << Un consiglio disinteressato, vero?>>

<< Assolutamente! Naturalmente l' invito è riferito anche a te, Robin cara...>>

<< Certo che sei proprio un maniaco...>> lo guardò il capitano con disprezzo.

<< Per lo meno avrei qualcosa di più bello da guardare te e Zoro in mutande! E comunque uno che a diciassette anni indossa ancora gli slippini con gli elefantini non ha il diritto di parlare...>>

Rufy fece l' offeso << I miei elefantini sono bellissimi! E poi parli tu, con quel ridicolo costume a fiori?>>

Il cuoco lo fulminò << Come osi trovare da ridire sul mio costume all' ultima moda?>>

<< Possibile che abbiate ancora fiato per litigare? Comunque hai ragione...vado a mettermi in costume...tu che fai?>> chiese la navigatrice.

<< Vengo anch'io...ormai mi sono sciolta...>> le rispose la mora.

Il biondo smise di curarsi del ragazzo di gomma e dell' invettiva che gli rivolgeva contro << Sì, brave, andate e tornate il prima possibile...>>

Le due sparirono in sottocoperta e simultaneamente comparvero Usop, Miguel e Jacques rigorosamente in costume pure loro con tre secchi per il ghiaccio vuoti.

Miguel esternò il bisogno di ricarica << Ci servono rifornimenti...ormai Chopper bolle, nella vasca>>

<< Beh, non so se il congelatore ne ha già fatto dell' altro...vado a controllare, date qua!>> Sanji prese i secchi e si avviò verso la cucina.

Il Prete sbuffò << Non tira un soffio di vento nemmeno a pagarlo...faremo un metro ogni mezz'ora>>

Usop si sedette << Sì...ma di questo bisogna accontentarci...>>

<< Già...figurati se con questo caldo ci mettiamo a remare...>> continuò Rufy fra un sospiro e l’altro.

Zoro gli saltò al collo << Zitto, non pensarle nemmeno queste cose! Se Nami ti sente ci schiavizza tutti quanti...non risvegliare il suo sadico istinto ora che è assopito dalla calura...>>

Anche il giovane arciere pareva essere concorde << Sì, sì, sì...sono perfettamente d' accordo con te>>

<< Comunque una cosa è certa...>> iniziò a spiegare Jacques

<< Sarebbe?>> gli chiese il pinocchio

<< Ormai sono parecchi giorni che siamo in questa condizione, ciò può significare soltanto che siamo in prossimità di un' isola...>>

<< Che sarà sicuramente d' estate...>> concluse per lui Miguel.

Zoro si stirò << Sì ma un' estate infernale!>>

Il cuoco tornò con i secchi pieni di cubetti di ghiaccio << Siete fortunati aveva appena finit...>> ma proprio in quel momento, le due componenti femminili uscirono coperte soltanto da due succinti costumi che avrebbero innescato fantasie anche in un monaco di clausura, figurarsi in uno come il biondo che andava in estasi anche per la foto di una barbie.

Con gli occhi a forma di giganteschi cuori si fiondò sulle due lanciando i secchi per aria << Mie dee discese dall' Olimpo...>>

Ma quelle, che prima erano una di fianco all' altra, vedendo lo slancio del cuoco si spostarono una a destra e l' altra a sinistra e il poverino si ritrovò spiaccicato nel muro del corridoio di sottocoperta, dopo essersi ruzzolato tutte le scale.

Se da una parte il maniaco si era schiantato di sotto, i tre che si occupavano della sopravvivenza del medico si erano spiaccicati sul ponte nelle posizioni più strane per evitare ai secchi di svuotarsi

<< Presto, andiamo a metterli nella vasca di Chopper prima che si sciolgano!>> esortò il biondino.

Anche Usop si riprese << Sì, presto...vieni Jacques?>>

Il Prete che aveva preso la botta più forte di tutti scosse un po' la testa << Sì...arrivo, arrivo>>

I tre sorpassarono le ragazze e andarono a fare la loro opera di crocerossini.

Nami sorrise << Povero Chopper...lui il caldo proprio non lo sopporta...>>

<< E' naturale, le renne sono tipiche delle zone fredde>> disse Robin semplicemente.

<< E poi Drum era particolarmente gelata...per quel che ricordo è stato il luogo più freddo in cui io sia mai stato...>> disse, ripensando alla loro passata avventura, lo spadaccino.

 

Una volta svuotati i secchi, Chopper poté tirare un sospiro di sollievo << Grazie ragazzi, sarei perso senza di voi...mi spiace di essere solo un impiccio ma questo caldo mi uccide>>

<< Ma non dirlo neanche per scherzo! Spiacerti? Che vai a pensare...sei sempre tu ad occuparti di noi...ora lo facciamo noi con te e poi devo sdebitarmi per tutte le cure che mi hai prestato dopo quel che è accaduto su TWF...>> lo rassicurò Jacques

Il giovane medico sporse il labbro inferiore << Se è per quello ha fatto tutto il tuo potere...>>

<< Ciò non toglie che tu ti sia preso cura di me...per cui non spiacerti che non serve>>

<< Ha ragione lui: vai sempre in giro a raccomandare riposo...ora riposati un po' tu>> gli disse Usop con un sorriso.

Miguel si unì ai due << Già, lascia fare a noi>>

<< D' accordo...>>

Il Prete recuperò i secchi nuovamente vuoti << Allora noi saliamo, se ti serve qualcosa fai un fischio, intesi?>>

<< Ok...>>

 

Una volta che i tre tornarono di sopra scattò la caccia all' ombra: dopo calci, insulti, spallate e gomitate, le ragazze si erano accaparrate il posto sotto ai mandarini mentre Rufy, Sanji, Miguel, Zoro e Jacques si erano spaparanzati sotto l' ombra della vela maestra quasi piatta: il povero Usop, invece, fu costretto a rannicchiarsi contro una paratia in attesa che qualcuno si alzasse per fregarli il posto.

 

Robin sbuffò << E adesso come faccio?>>

Nami le rispose a fatica << A fare cosa?>>

<< Ho una sete tremenda ma il mio corpo non ha nessuna intenzione di muoversi...>>

<< Ti capisco perfettamente...>>

Due bicchieri di acqua ghiacciata si pararono di fronte ai loro occhi. Le due senza nemmeno guardare ringraziarono << Sei un tesoro Sanji>>

Jacques sorrise << Ah, beh, grazie...ma non sono Sanji>>

<< Ah, Jacques, scusaci...ma sai di solito è lui che capta ogni nostro desiderio ancor prima che apriamo bocca...>> le spiegò Nami mentre sorseggiava la fonte della sua salvezza.

Dal ponte arrivò la "candida" vocina di Zoro << Avanti, Nami, ora che ti sei rinfrescata porta un po' da bere anche a noi!>>

La navigatrice si alzò << Va bene...>>

I due vicino a lei fecero una faccia incredula << Cos...?>>

La rossa prese un secchio d' acqua e si affacciò sui cinque stesi sotto la vela, naturalmente Usop aveva preso il posto di Jacques << E' l' acqua che volete? E acqua avrete!>>

Li investì una bella secchiata

La mora scosse la testa << Ah, ecco...mi sembrava strano>>

Il Prete se la rise di gusto.

Lo spadaccino si alzò con una vena pulsante sulla testa << Brutta mocciosa!>> si armò di secchio a sua volta << Ora me la paghi!>>

Lo svuotò verso di lei ma quella si spostò d' istinto, anche se avrebbe voluto prendersela in pieno, e il getto d' acqua colpì in pieno Jacques e l' archeologa.

Scoppiò una vera e proprio guerra di gavettoni, da un tutti contro tutti si organizzarono due squadre: le due donne aiutate dal cuoco contro gli altri cinque. Il ponte era un continuo bagnarsi per le secchiate e asciugarsi per la calura. Su tutta la nave si andavano udendo le grida e le risa di tutta la ciurma.

 

 

La rossa e la mora si nascosero dietro le pareti della cucina poste a poppa.

Nami guardò l' amica concentrata ad occhi chiusi << Allora, ci hanno seguito?>>

<< Sì...>>

<< Bene, per il resto tutto a posto?>>

<< Certo, lascia fare a me...tu fai capire che siamo qui...sporgi un po' di più quella gamba, su!>>

<< D' accordo, d' accordo...>>

 

Lo spadaccino e il Prete avanzavano spalla contro spalla sulle tracce delle due: il cuoco era finito in balia degli altri tre che lo stavano letteralmente affogando e non avrebbe potuto aiutarle.

Un ghigno malefico di dipinse sul volto di Zoro << Guarda là! Sta volta la strega non è stata molto furba...ha lasciato una gamba bella in vista>>

Jacques lo guardò un pochino << Certo che le conosci bene le gambe di Nami...>>

<< Smettila, non sono mica Sanji...>> gli disse visibilmente imbarazzato.

L’uomo, accanto a lui, se la rise sotto i baffi.

<< Dividiamoci: io vado a destra e tu a sinistra, così le accerchiamo...>>

<< Ok...>>

 

<< Allora?>> chiese la rossa alla compagna

<< Arrivano...un attimo ancora, ecco!>>

 

Quattro braccia rovesciarono sulle loro teste due belle secchiate, una destra e una a sinistra, sui due malcapitati

Jacques sbuffò da una parte << Ma guarda te...ora usano le tattiche>>

Zoro bestemmiò dall’altra << Ma porc...adesso me la pagate!>>

I due girarono simultaneamente l' angolo e scaricarono il colpo: si presero inesorabilmente a vicenda

<< Ma che fai?>> ringhiò lo spadaccino contro l’altro uomo

<< Potrei farti la stessa domanda>> gli rispose quello più o meno sullo stesso tono.

La voce della navigatrice li richiamò << Ragazzi?!>>

I due alzarono i visi verso l' alto: giusto il tempo di vedere le due "armate" sotto i mandarini che vennero investiti da una cascata d' acqua e calarono nel buio più totale.

Sotto i secchi capovolti sulle loro teste arrivavano attutite le risate delle due. Abbassato lo sguardo poterono notare con piacere che quel colpo a tradimento aveva ricaricato, almeno per metà, i loro secchi.

I due si scoprirono il volto << Ragazze?!>>

Quelle ormai avevano le lacrime agli occhi e sicure della loro vittoria risposero ingenuamente << Sì?>>

<< Rinfrescatevi le idee!>>

Le due vennero bagnate inesorabilmente per quanto due secchi mezzi vuoti potessero.

Scoppiarono a ridere tutti quanti.

 

Alla fine della giornata, però, tutto era tornato come prima, anzi, peggio: il caldo era aumentato ancora e gli schiamazzi del pomeriggio avevano alla fin fine stancato ancora di più la ciurma che ora era tutta sdraiata sul ponte al calar del sole

Miguel si stirò allungandosi il più possibile << Aaaaaah...non ce la faccio più...>>

<< Con tutto il movimento di oggi poi...mi sento a pezzi>> si lamentò il cecchino

Jacques sospirò << Io non mi sono mai divertito così tanto in vita mia...>>

Robin, che stranamente era sdraiata accanto a lui, si girò a parlargli << L' hai scelta tu una vita di solitudine se non sbaglio...>>

<< Magari se fossimo rimasti insieme questa giornata non avrebbe mai avuto luogo e non li avresti mai incontrati...>> le disse sfidandola con lo sguardo.

I loro volti erano pericolosamente vicini

Sanji si tirò su di colpo << Cosa vuol dire rimasti insieme?>>

Lei girò subito il viso da un' altra parte

<< Sicuramente non quello che intendi tu...>> gli rispose l’uomo

<< Ah, meno male...>>

Nami sghignazzò << Come se vi fosse dispiaciuto...>>

I due si tirarono su palesemente agitati << Ma cosa dici?>>

Tutti si misero a ridere a parte Sanji che finalmente aveva capito la situazione: ora mancava soltanto che la capissero i diretti interessati.

Il Prete e l' archeologa si guardarono un attimo: occhi negli occhi, poi la mora distolse lo sguardo stizzita.

Jacques scosse leggermente la testa sorridendo.

Usop si alzò e sgranò gli occhi incredulo << T- terra! Ho avvistato terra!>>

Tutti si affacciarono dal bordo della nave, non riuscivano a crederci: dopo tanti giorni di solo mare e afa avrebbero, sì, patito del caldo ma finalmente si sarebbero rilassati in una bella camera d' albergo, magari dotata di un bel condizionatore...incredibilmente la rossa era disposta a SPENDERE.

 

Ma le belle speranze di tutta la ciurma furono spazzate via come foglie autunnali in balia del vento. Sull' isola c' erano cinquanta gradi, la terra ardeva sotto le suole delle scarpe. La vegetazione comprendeva solo pochi arbusti secchi e arsi dal sole che, probabilmente, durante il giorno era cocente. In giro non si vedeva anima viva...morte parecchie: vi erano vari scheletri intorno e non erano di animali. Gli avvoltoi giravano minacciosi sulle loro teste

<< Ma dove siamo finiti?>> chiese Nami guardandosi intorno incredula

<< E' un vero e proprio inferno!>> aggiunse il cuoco

Usop guardò meglio in lontananza << Intravedo delle case laggiù...magari potremmo chiedere informazioni>>

Il gruppo s' incamminò verso quel piccolo segno di civiltà

Jacques cominciava a sentire un disagio interiore sempre crescente

Robin lo affiancò << Che hai?>>

Il Prete si passò una mano sulla fronte imperlata di sudore << Non mi sento molto bene, ma non ti preoccupare, non è niente di grave...>>

 

<< E così sono arrivati...finalmente>>

<< Sì, mia signoria...>>

<< Bene, mandate qualcuno a dargli il benvenuto...io vi raggiungerò>>

<< Ai suoi ordini!>>

 

Una volta entrati nel villaggio lo spettacolo si fece pietoso: uomini, donne e bambini magri scheletrici e in catene tornavano alle loro case con pesanti attrezzi agricoli sulle spalle

<< E' come vivere in un incubo...>> disse gelidamente la mora

Una voce arrivò alle loro orecchie << Stranieri, andate via, scappate finché siete in tempo!>>

Un bimbo spinse il Prete per la schiena << Andate via, andate via...salvatevi>>

L’uomo s' inginocchiò << Perché mi dici di scappare? Perché non mi chiedi di salvarti?>>

<< Perché io è come se fossi già morto>>

<< Morto?>> la testa parve scoppiargli.

Grida si espansero per tutta la piazza << Gli uomini di Morgan!>>

<< Entriamo in casa presto!>>

<< The Terrible vuole punirci perché non produciamo abbastanza>>

<< Nascondiamoci!>>

In un attimo si ritrovarono soli: le case avevano le porte e le finestre sbarrate.

Chopper lottava contro il caldo per rimanere in sé << E o- ora che su...succede?>>

Furono circondati da centinai di soldati

Sanji si guardò attorno << E questi che vogliono?>>

<< Nel nome di Morgan The Terrible, che è a capo di quest' isola, dovete seguirci>> gli disse quello che, evidentemente, doveva essere il capo.

<< E se rifiutassimo?>> chiese il capitano senza timore

<< In questo caso verranno abbandonate le buone maniere e verrete costretti con la forza>>

Zoro rise << Tutti uguali questi cattivoni...>>

<< Vi assicuro che Morgan è unico nel suo genere e The Terrible non è solo un soprannome...>>

Jacques incrociò le braccia al petto << A me pare che qui non ci sia nessun Morgan, giusto? Dovremo forse temere gli uomini di una persona che viene giudicata terribile? Le vostre sono solo parole...>>

<< Quindi non volete collaborare?>>

<< No...>> rispose secca Robin

<< Bene ma non dite che non vi avevamo avvertito...uomini, ATTACCATE!>>

Un fiume di soldati si avventò su di loro: naturalmente la nostra ciurma non aveva problemi

<< Ehi, cuoco! A quanto stai?>> chiese lo spadaccino al biondo mentre scoccava un colpo dietro l’altro

<< Venticinque e tu?>>

<< Datti da fare se vuoi recuperare: sono già a trenta!>>

<< Possibile che dobbiate gareggiare anche in momenti come questi?>> li rimbeccò la rossa

<< Amorino, non sai che la competizione stimola a dare il meglio? Ventisette!>> le disse il cuoco con gli occhi a cuoricino.

Zoro salvò la navigatrice da un attacco alle spalle << Invece di preoccuparti di quel che facciamo noi, stai un po' attenta a te piuttosto...fra un po' quello ti fa a fette...trentadue!>>

<< Grazie...>>

<< Prego...trentatre!>>

 

Ormai i soldati erano stati messi tutti fuorigioco: mancava solo quello che sembrava il capitano e che sembrava essersi volatilizzato.

Rufy guardò i suoi compagni << Che fine ha fatto quel maledetto?>>

Zoro fece scivolare lo sguardo velocemente in tutte le direzioni << Non credo sia scappato...teniamo gli occhi aperti, potrebbe prepararci un' imboscat...>>

<< Robin, attenta alle spalle!>> cercò di avvertirla la cartografa.

L' uomo da sopra una tettoia si avventò sulla mora con pugnale sguainato alla mano. Era quasi su di lei quando si sentì tirare per il collo: l' arco del Prete spingeva con forza sulla sua carotide.

Gli occhi di Jacques resero gelata quell' atmosfera incandescente << Hai fatto un grosso errore ad avventarti su di lei…non rifarlo mai più, intesi?>>

L' uomo sputò << Va all' inferno...>>

Il Prete cominciò a piegare l' arco intorno al suo collo << Che ne dici di accompagnarmi?>>

Ad Usop tremarono le gambe << H- ha piegato il Din...chi di...diavolo è?>>

L' uomo stava per soffocare quando l’altro mollò quello che ormai restava del suo arco e cadde a terra tenendosi la testa in preda a violente convulsioni.

<< Ma che gli succede?>> chiese Rufy a bocca aperta

Miguel cominciò ad agitarsi << Non lo so...>>

L’archeologa allungò una mano verso di lui << Jacq...>>

Il Prete le allontanò la mano con la sua, era gelida << Sta lontana da me...>>

Il cuore di Robin smise di battere per un attimo: le sembrò di morire.

Miguel d' istinto imboccò l' ocarina e iniziò a suonare: man mano che la melodia prendeva forma, le convulsioni di Jacques si fermarono e lui scivolò nell' incoscienza.

Una voce, un po' strana per essere quella di un uomo normale, arrivò alle orecchie della ciurma

<< Cos' è questo obbrobrioso stornello? Chiunque sia a produrlo la finisca subito!>>

Miguel smise all' istante

L' uomo che aveva rischiato di morire per soffocamento s' inginocchiò << Sua signoria...>>

Una figura coperta da un lungo mantello nero che copriva sia il volto che tutta la corporatura si fece avanti, alle sue spalle aveva una decina di soldati.

<< Zoro, Usop! Portate via Jacques...qui ci pensiamo noi>> ordinò il ragazzo di gomma ai suoi compagni.

Lo spadaccino si mise il Prete privo di sensi in spalla << D' accordo...>>

<< Tornate quando si sarà ripreso...>>

<< Va bene...>>

Se ne andarono.

<< Signore, mando una squadra a recuperarli?>>

<< No, non serve...verranno a palazzo da soli>> disse Morgan non preoccupandosi più di tanto.

<< Ma come?>>

<< Verranno per liberare i loro amici...>>

Sanji lo guardò con gli occhi ridotti a due fessure << Tu pensi che riuscirai a catturarci?>>

<< No: non penso, ne sono più che certo>> fu la semplice risposta dell’altro

Rufy si schioccò le dita delle mani << Sei molto sicuro di te...>>

Uno dopo l' altro, tutti i membri della ciurma rimasta in piazza, si avventarono sul The Terrible ma bastò un tocco ciascuno per far sì che cadessero tutti a terra privi di qualsiasi energia. << Avanti, portateli nella mia dimora>>

<< Subito, signore!>>

 

 

TO BE CONTINUED…

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Capitolo 22
*** - L'ERRORE DI NON TEMERE UNA DONNA - ***


CAPITOLO 22

CAPITOLO 22

- L' ERRORE DI NON TEMERE UNA DONNA -

 

Usop non riusciva a capacitarsene << Io ancora non ci posso credere...guarda qui come ha ridotto un arco fatto di Din...>>

Zoro posò gli occhi su quel cerchio ondulato che fino a poco prima era l' arma del Prete << A me non sembra poi così tanto resistente...>>

<< Ah, no? Prova a piegarlo di più, avanti!>> glielo porse

Lo spadaccino lo prese << Non avrò problemi...>>

Spinse con tutta la sua forza ma per quanto essa potesse essere mostruosa, la fronte s' imperlò di sudore, i muscoli si tesero allo spasmo e il viso divenne rosso per lo sforzo...l' arco non si piegò di un millimetro.

Il cecchino sghignazzò << Visto?>>

<< Hai ragione...come diavolo avrà fatto?>> gli chiese ansimando.

<< Perché non proviamo a chiederlo a lui...se si sveglia, ovvio>>

<< Vorrei che lo facesse in fretta...chissà cosa combinano gli altri...>>

 

Nami si alzò scotendo la testa << Mi sento veramente a pezzi e in più ho una fame...ehi, ma cos' è sto buio?>>

Riusciva a vedere poco e niente, poi movendosi pestò qualcosa.

<< Ahia, ma sei scema? Mi hai pestato una mano!>> la riprese la mora.

<< Scusami ma non vedo niente, dove sei?>>

<< Qui vicino a te...>> le toccò una spalla

Alle loro orecchie arrivò una voce familiare ma un pochino più distante

<< Amorini, vi siete svegliate? State bene?>> chiese il cuoco preoccupato

<< Sì...voi?>>

Miguel si tastò il torace << Io sto bene...>>

<< Anch' io...qui c'è piacevolmente fresco...>> rispose Chopper sospirando per la tregua dalla calura.

<< Già, hai ragione...>> anche il biondo era d’accordo.

<< Io non sto affatto bene!>> sbottò Rufy inviperito

<< Che hai, capitano?>> chiese l’archeologa

<< HO FAMEEEEEEEEEEEE! Molta fame!>>

Sanji si posò una mano sullo stomaco << Ora che mi ci fai pensare...>>

<< ...un leggero languorino...>> continuò il giovane arciere

<< ...ce l' ho anch'io...>> aggiunse Robin e la piccola renna concluse << Chiamalo leggero...>>

La luce si accese improvvisamente: i nostri dovettero sbattere più volte le palpebre prima di riacquistare a pieno l' uso della vista.

Nami guardò l' archeologa perplessa << Ma come sei vestita?>>

La mora passò gli occhi su di sé e poi sulla navigatrice << Mi sembra di essere nelle tue stesse condizioni...>>

<< Accidenti...>> disse quella dopo essersi vista.

Le due erano vestite, se così si può dire, molto succintamente con corsetto e pantaloni in pelle nera che lasciavano ben poco spazio all' immaginazione.

<< Oh, che mirabile visione!>> il cuoco allupato si lanciò verso le due ma...SDENG...si smostrò contro delle sbarre .

Rufy rise << Ah, ah, ah...ti sta bene!>>

Miguel si guardò i pantaloni << Mi sembra che siamo anche noi più o meno conciati come loro...>>

Chopper sorrise << Io no...>>

<< Già, chissà perché?>> si chiese il capitano

Sanji gli tirò un pugno << Certo che sei scemo! Tornando al discorso, vorrei sapere chi ci ha conciato così...>>

Le parole di un motivetto risuonarono nella stanza

<< Quindici uomini sulla cassa del morto e una bottiglia di rum...>> si bloccò << ...o forse dovrei dire otto pirati?>>

Robin iniziò ad alterarsi << Che cosa intendi, Morgan?>>

La figura ancora coperta dal lungo mantello si mostrò ai loro occhi << Non siete forse in otto?>>

<< Non sarò di certo un genio ma qui mi sembra di essere in sei>> disse il capitano.

<< Certo, certo, lo so...ma io mi riferivo anche a quelli che sono rimasti al villaggio...>>

Nami sbuffò << Allora sbagli ancora, perché così siamo in nove>>

<< E no cara...uno di quei tre dovrà pur stare dentro la cassa del morto, no?>> le spiegò The Terrible

La cow-girl strinse i pugni << Tu lavori per i Quattro, non è vero?>>

<< Sì, diciamo così...>> si avvicinò ad una corda che pendeva dalla parete << Ora scusatemi...devo far vedere il premio, che gli darò, ai miei uomini...>>

<< Quale premio?>> chiese Miguel

<< Voi!>>

<< Cosa?>>

Una grande tenda rossa, che stava su un' apparente parete, si aprì e mostrò una sala con due grosse, anzi enormi, tavolate di uomini intenti ad ingozzarsi con ogni sorta di cibo possibile

<< Ecco dove vanno i frutti del lavoro di quelle povere persone, che schifo!>> disse Nami inorridita

<< Ripugnante...>> continuò Robin

Morgan si rivolse ai suoi uomini << Ragazzi, vi informo che sta sera avrete di che divertirvi...>>

Le due gabbie vennero innalzati sopra ai tavoloni.

Fischi e versi di ogni genere vennero rivolti verso le due ragazze

<< Ehi, ma sono solo due, come facciamo a farcele bastare per tutti?>>

<< E dei ragazzi che ne facciamo?>>

<< Piantatela...fate quel che volete, usateli come schiavi, potete anche ucciderli se così vi fa piacere...vi do carta bianca...ora continuiamo il banchetto>>

The Terrible si sedette su un' enorme poltrona al centro della sala, il mantello si aprì sulle gambe che si mostrarono essere snelle e affusolate, fasciate da un paio di pantaloni in pelle nera con delle aperture sull' esterno intervallate da fasce rosse, due lunghi stivali partivano dal ginocchio e finivano con un vertiginoso tacco.

Possibile che...?

 

Il Prete aprì gli occhi lentamente << Do- dove siamo?>>

<< Siamo nascosti nel villaggio...>> gli spiegò il cannoniere

<< E gli altri?>>

Zoro era particolarmente nervoso << Sono rimasti con Morgan, il padrone dell' isola, tutto perché sei svenuto...>>

Jacques lo guardò sospettoso << Che cosa vorresti dire, che è forse colpa mia?>>

<< E di chi se no?>>

Usop cercò di raffreddare gli spiriti che si stavano surriscaldando << Ragazzi, calmatevi! Jacques non ti scaldare e Zoro, di cosa ti preoccupi? Ci sono Sanji e Rufy con gli altri, vedrai che li hanno conciati per le feste...>>

Lo spadaccino parve calmarsi << Forse hai ragione tu...>>

Il pinoccio tirò un sospiro di sollievo <<  Torniamo sul luogo in cui ci siamo lasciati, l' appuntamento era lì...>>

<< D' accordo...>> disse Jacques a denti stretti.

I tre si avviarono verso la piazza.

 

Da sotto il cappuccio si riusciva ad intravedere il ghigno di soddisfazione del The Terrible che evidentemente stava godendo della sua vittoria sui pirati, d' accordo ne rimanevano tre ma  non sembravano un grande problema.

 

Robin continuava a guardarlo dubbiosa << Eppure più lo guardo più me ne convinco...>>

<< Che cosa?>> le chiese la navigatrice.

L' archeologa rimase nel flusso dei suoi pensieri << Anche la sua voce a ben pensarci...>>

Nami le passò una mano davanti agli occhi << Si può sapere di cosa stai parlando?>>

<< Di Morgan...non noti nulla di strano?>>

<< Beh, sinceramente io mi sono fatta una certa idea appena si è seduto...>>

<< Senti, io ci provo, tanto più nella brace di così non possiamo andare...>>

La rossa tremò << Che hai intenzione di fare? Non vorrai mica...vero?>>

Quella le sorrise << Temo di sì...>>

La cartografa si portò una mano alla fronte disperata << E io che speravo che almeno tu fossi un po' normale da quel punto di vista...>>

Robin le diede una pacchetta << Smettila e sta a guardare...>> si girò verso The Terrible e stette bene attenta a non toccare le sbarre di Agalmatolite << Ora, caro Morgan, vediamo se abbiamo ragione noi...>>

 

The Terrible sentì un leggero peso su una spalla, girò il viso e un candido braccio si avventò sul suo cappuccio. Il silenzio calò nella sala.

<< E brava Nico Robin...mi hai giocato proprio un bello scherzetto>> le disse Morgan palesemente irritato.

Il viso finalmente scoperto era quello di una donna tanto bella quanto inquietante. Lunghi capelli castani scendevano mossi ben oltre le spalle sinonimo del fatto che dovevano superare di un po' la lunghezza della schiena, il volto aveva lineamenti fini e aggraziati ma due grandi occhi gialli guardavano, ora, la ciurma alterati.

Il cuoco cominciò a sbavare copiosamente << E' una donna bellissima!>> allungò le braccia e le labbra oltre le sbarre << Amor mio, vieni dal tuo amato Sanji!>>

Quella lo guardò con aria di sufficienza << Sei carino biondino, ma non sei tu che mi interessi...>>

<< Cosa vuoi dire?>> le chiese la mora sospettosa

<< Quello che ho detto...>>

<< Perché fai credere a tutti di essere un uomo?>> continuò l’interrogatorio Nami

<< Perché?>> non riuscì nemmeno ad iniziare la risposta che un uomo si alzò da una delle tavolate << Io no ci sto a farmi comandare da una donna! Chi è con me?>>

Cori di “IO!” si alzarono per gran parte della sala.

Due comandanti parlavano fra loro

<< Ehi, tu, non gli dici niente? Sono le tue reclute dovresti avvisarli...>>

<< I novellini reagiscono tutti così...per far sì che gli altri abbassino la cresta uno ci deve rimettere le penne>>

L' uomo aizzatore della folla si lanciò verso di lei con la spada sguainata: Morgan schivò il colpo come se niente fosse stato, gli bloccò la testa con una mano, il movimento fece sì che anche il corpo si scoprisse, un fisico mozzafiato fasciato in un corsetto nero chiuso, si fa per dire, da laccetti rossi << Ecco perché...gli uomini sono esseri stupidi, solo perché sulla carta risultano il sesso forte credono di poter sottovalutare le donne...grande errore non credete?>> cominciò a stringere la presa: all' uomo iniziarono a tremare le gambe che piano, piano si piegarono e finì in ginocchio << Morgana non verrà mai temuto come Morgan The Terrible, per quanto grande e forte ella sia, il nome di una donna rimarrà sempre secondo a quello di un uomo...il mondo gira in un modo proprio strano...ciao, bello...>>

L' uomo si accasciò su stesso...morto.

 

Rufy guardò il cuoco con aria schifata << E tu vorresti baciare una strega come quella?>>

Sanji deglutì a vuoto << Ehm, forse ho cambiato idea...>>

Miguel rise << Meno male...>>

<< Certo che siamo proprio strani, nelle mani di una pazza assassina scherziamo e ridiamo...>> rimuginò il medico di bordo.

<< Che ci vuoi fare, siamo fatti così!>> gli disse il capitano con un sorriso.

Nami urlò inviperita mostrando due file di denti da far paura a un pescecane << PARLA PER TE, IDIOTA! IO HO UNA FIFA BLU, QUELLA LO HA AMMAZZATO CON UNA SOLA MANO!>>

Robin scosse leggermente la testa in quanto la rossa, con il suo grido fotonico, le aveva danneggiato seriamente i timpani << Saltando l' urlo dai svariati decibel e il terrore per essere qui...Nami ha ragione, è molto pericolosa>>

 

Morgana si rivolse ai suoi uomini << Allora? C' è qualcun altro che ha qualcosa da ridire sul fatto che io sia donna?>>

Silenzio

<< Bene, allora tutti quelli che sino ad ora erano considerati delle reclute diventano soldati a tutti gli effetti...siete fortunati, l' iniziazione era prevista per più avanti e in un modo un po' diverso, ringraziate la vostra buona stella...>>

 

La cartografa sbuffò << Quando usciremo da qui?>>

<< Dai vedrai che verranno a liberarci...>> la rassicurò Rufy

Sanji si sedette << A proposito di quei tre, cosa aspettano a darsi da fare?>>

 

Il Prete, lo spadaccino e il cecchino arrivarono nella piazza dove si erano lasciati con gli altri, era ancora deserta.

<< Ma dove sono finiti tutti?>> chiese Usop

Jacques si guardò attorno << Qui non c' è nessuno...>>

<< Lo sapevo che non era solo un presentimento...>> ringhiò a denti stretti lo spadaccino

<< Ricominci?>> gli chiese l’altro leggermente alterato

<< Certo, ora per colpa tua sono stati catturati o addirittura uccisi...>>

Il cecchino guardò il compagno incredulo << Zoro ma sei sicuro di stare bene?>>

<< E piantala anche tu! Non sto bene, sono preoccupato...quello mi ha dato subito l' aria di essere uno da non sottovalutare...>>

Il Prete gli mise una mano sulla spalla << Capisco che tu sia preoccupato, lo sono anch' io...>>

Quello per tutta risposta gli mollò un pugno sul muso << Allora se sei preoccupato vedi di darti da fare e cerca di essere meno di peso...>>

Jacques per non essere da meno gliene rifilò uno nello stomaco << Ah, scusami tanto...io mi diverto un mondo quando mi sento male...>>

Iniziarono a pestarsi come due furie.

Il cannoniere cercava inutilmente di fermarli << Ragazzi...vi prego...così non risolverete niente! Anzi perdete ancora più tempo!>>

<< Smettila di farti compatire, tu e i tuoi problemi...non sei l' unico ad averli sai?>> continuava a sibilare Zoro mentre muoveva calci e pugni.

<< Lo so bene...infatti nessuno ti ha chiesto di aiutarmi>> gli rispose l’altro, non da meno.

<< Invece me l' ha chiesto il capitano, altrimenti stai pur certo che sarei rimasto a combattere...>>

<< Certo, avresti voluto restare a proteggere qualcun' altro...>>

Continuavano a colpirsi come due bestie impazzite: labbra e sopraccigli si spaccarono presto

<< Tu e la tua forza, non sappiamo di cosa farcene se quando ci serve svieni...>> disse lo spadaccino sputando sangue.

Jacques riprese un secondo fiato << Tu non sai di cosa stai parlando...non hai idea con cosa devo lottare ogni volta che perdo conoscenza...più volte cado...più mi avvicino...>>

<< A che cosa?>>

<< Alla morte...>>

L’altro si bloccò un attimo << Cosa?>>

Il Prete ne approfittò per atterrarlo << Hai capito bene...>> gli si avvicinò all' orecchio tenendolo per il bavero della maglia << Lo so che sei preoccupato per Nami, ti capisco...credevo di non aver più niente da perdere ma mi sono accorto che non è così...>>

Si alzò e gli tese la mano

<< Robin...?>> gliela strinse

<< Sì...>> lo aiutò ad alzarsi

<< Andiamo a riprenderceli...>>

Il Prete alzò il pollice in segno di assenso << Roger!>>

Usop tirò un sospiro di sollievo << Meno male che vi siete fermati ragazzi, altrimenti avrei dovuto bloccarvi usando la mia forza disumana...>>

I due si guardarono un momento e poi gli diedero una sonora pacca nella schiena e per poco non lo scaraventarono direttamente all' isola successiva << Ma facci il piacere...>>

<< Una domanda...dove andiamo a cercarli?>> chiese Jacques spolverandosi gli abiti.

Zoro ci pensò un po’ su << Effettivamente non ne ho idea...possiamo girare e cercare...>>

<< Se...con il tuo senso dell' orientamento li ritroviamo già morti e sepolti...>> sibilò il pinocchio.

L’altro ringhiò << Che cosa hai detto?>>

<< Niente, niente...>>

<< Morgan li ha portati al suo castello, vi indicherò io la strada...>>

Si girarono e videro il bambino che poco prima li aveva pregati di andarsene

<< Grazie mille...da che parte?>>

<< Ve lo dirò ma prima venite con me...così non entrerete mai nel castello...>>

I tre si guardarono un momento << D' accordo...>>

 

TO BE CONTINUED…

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Capitolo 23
*** - UN UOMO DISARMATO - ***


CAPITOLO 23

CAPITOLO 23

- UN UOMO DISARMATO -

 

<< Ecco, indossate queste casacche sopra i vostri abiti, sporcatevi il viso e le mani così sembrerete tre di noi...>>

Iniziarono a fare come il bambino gli aveva detto

<< Come faremo ad entrare nel castello?>> chiese Zoro mentre si infilava l’indumento

<< Succede spesso che qualcuno vada a reclamare, i soldati lo fanno entrare dicendo che lo faranno parlare con Morgan ma...>>

Jacques lo guardò << Nessuno è mai tornato indietro, non è così?>>

<< Sì...>> calde lacrime iniziarono a cadere sul suo volto << Anche mio padre e mia madre...>>

Il Prete gli poggiò una mano sulla testa << ...non piangere, sistemeremo noi le cose...ma credo che tu l' abbia già preventivato, non è vero? Altrimenti non ci avresti aiutato...dato che poco fa ci avevi detto di andar via>>

Il bimbo cercava di contenere i singhiozzi << E' così...non vi avrei mai chiesto di sacrificarvi per me ma solo in nove avete sterminato una parte dell' esercito del The Terrible...>>

Lo spadaccino sbuffò << Sì ma alcuni di noi sono stati catturati...>>

<< Beh, un motivo in più per andare là dentro, no?>> gli suggerì l’altro

Il nasone tremava come una foglia << E- ehi, ra- ragazzi...n- non è che se...serva qualcuno che re- resti d- di guardia qui al vi- vi...villaggio?>>

I due inarcarono il sopracciglio << Te la fai sotto non è vero?>>

Quello in tutta risposta prese il fare da grande guerriero << Non sia mai che il grande Usop abbia paura, dicevo solo che forse la mia forza disumana poteva servire qui...>>

Zoro si rivolse al bambino << Tu che dici?>>

<< Che più siete e meglio è...>>

<< Hai visto? Serve a noi la tua forza disumana...>>

Usop cominciò a fare dietrofront << Oh, cavolo...ora che ci penso ho un impegno improvviso...devo proprio scappar...>>

Il verde lo inseguì adirato << Vieni qui brutto fifone che non sei altro!>>

Iniziarono a rincorrersi in lungo e in largo per le strade del villaggio

Jacques sorrise << Allora noi andiamo...>> fece per andarsene

Il bimbo gli tirò la casacca << Promettimi che quando l' avrai sconfitto non farai più quegli occhi...>>

Il Prete rimase un attimo interdetto << Quali occhi?>>

<< I tuoi occhi, prima, erano come i suoi...>>

<< I miei occhi come i suoi?>>

Possibile che Morgan fosse...? E allora era per quello che lui...?

<< Promettimelo!>>

<< Ogni giorno ci metto tutto me stesso cercando di non fare più quegli occhi...>>

Zoro urlò << Allora, Prete? Hai messo radici?>>

<< ARRIVO!>> poi si rivolse al piccolo << Ma cercherò di fare di più, te lo prometto...vedrai, torneremo vincitori>>

Alzò due dita in segno di vittoria e raggiunse gli altri due lungo il sentiero che portava alla residenza imponente di Morgan The Terrible.

 

Morgana si alzò dalla sua poltrona << Devo essere sincera...pensavo che quei tre rimasti al villaggio sarebbero venuti a prendervi nel giro di un' ora al massimo...invece è da molto più tempo che siete qui e non si sono ancora visti...avranno girato i tacchi e saranno scappati...>>

 

Il ragazzo di gomma urlò dalla sua gabbia << Stai zitta, non capisci un accidente! I miei compagni non scappano, combattono! D' accordo, Usop, spesso fugge ma Jacques e Zoro non si tirano mai indietro!>>

La donna si avvicinò alle celle e ne toccò le sbarre senza alcun problema << Rufy dal Cappello di Paglia, la fiducia che hai nei tuoi compagni mi sorprende...sarà per questo che hai fatto così tanta strada sino ad ora? Beh, a me non interessa poi più di tanto ma non ti sottovaluterò nonostante tu e gran parte della tua ciurma siate caduti in mano mia senza troppe difficoltà...>>

<< Sembra che tu ci conosca molto bene...>> le disse la rossa guardandola di sottecchi

<< Oh, sì...molto più di quello che crediate...ho raccolto molte informazioni su di voi: tu sei Nami la navigatrice, il mare per te non ha segreti, sei un' abile ladra e sei stata per anni al servizio di Arlong per liberare il tuo paese, che storia commovente...>>

<< Come fai a sapere anche questo?>>

<< Ti ho detto che so molto: il biondino è Sanji il cuoco, gran calciatore cresciuto da una banda di pirati su una nave ristorante; poi abbiamo il medico di bordo, la renna che ha mangiato il frutto homo homo; fuori ci sono Usop e Roronoa Zoro...il primo ha una grande mira ma preferisce darsela a gambe piuttosto che combattere e il secondo ha come méta ambiziosa quella di diventare il miglior spadaccino del mondo, ma mai ambiziosa come la tua Futuro Re dei Pirati avviato a questo grande sogno dall' ammirazione che hai per Gold D. Roger e Shanks Il Rosso...ora passiamo ai tuoi nuovi acquisti, il ragazzino biondo che suona quell' obbrobriosa melodia, Miguel, colui che è stato cresciuto dal Prete famoso perché non uccide mai i suoi avversari e poi...Nico Robin...>> si fermò davanti a lei, solo le sbarre dividevano i loro volti, la guardò con disprezzo << Archeologa alla ricerca della Storia Originale...a dir la verità tu sei quella che mi infastidisce più di tutti e non solo per lo scherzetto che mi hai giocato...è solo colpa tua se...>>

Un soldato fece irruzione nella stanza tutto mal ridotto << Mia Signoria, degli intrusi nel castello!>>

<< Oh, a quanto pare sono arrivati...com'è che si dice? Meglio tardi che mai...vedete di dargli uno dei nostri speciali benvenuti, AVANTI, andate tutti!>> ordinò

<< Sì, signore!>>

La stanza, fino a un secondo prima gremita di gente, era ora deserta

Robin sostenne lo sguardo << Finisci il discorso...è colpa mia se?>>

<< Lo scoprirai presto non temere...>>

Nami sibilò << Io questa proprio non la sopporto...>>

<< A chi lo dici...>> le rispose la mora sullo stesso tono

Rufy la guardò << Ehi, tu, non vai con i tuoi uomini?>>

<< Non ci penso nemmeno a lasciarvi da soli...attenderò qui i vostri amici...>>

<< Vedo che hai molta fiducia nel tuo esercito...>> le disse il cuoco appoggiandosi alle sbarre

<< Non è questione di fiducia...chiamalo, se vuoi, intuito femminile...>>

 

<< Io lo sapevo...non avrei mai dovuto seguirvi, assaltare in tre un castello pieno di soldati>> si lamentava il cecchino mentre sparava un colpo dietro l’altro.

Zoro con la bandana legata alla testa decimava con le fedeli spade l' esercito nemico << Taci e datti da fare con quella fionda, che siamo già nel corridoio principale>>

<< Io mi do da fare ma qui sono troppi>>

Jacques teneva fermo un soldato << Dove sono i prigionieri? Dove?>>

L' uomo indicò un corridoio << Da que- quella parte...c'è una grande sala>>

<< Grazie mille dell' informazione...>> strinse leggermente di più la presa, l' uomo svenne.

<< Te la cavi bene anche senza il tuo arco, vedo>> gli disse lo spadaccino sorpreso.

<< Si tira avanti...>>

Usop prese la palla al balzo << A proposito, è un po' che volevo chiedertelo, come diavolo hai fatto a piegare il Din?>>

Il Prete sembrò agitarsi << Ah, ehm...ero molto arrabbiato...>>

<< Capisco ma dove te la sei presa tutta quella forza? Fisicamente più o meno sei messo come Zoro eppure lui non è riuscito a piegarlo di un millimetro...>>

<< Beh, mai giudicare dalle apparenze...>>

<< Io invece volevo chiederti un' altra cosa che mi ha sempre incuriosito...>> si aggiunse lo spadaccino << …perché non uccidi mai i tuoi nemici? Anche qui: il confine tra la vita e la morte è sottile eppure ti limiti a farli svenire, scappare, al massimo li inchiodi al muro con qualche freccia usata con le mani...>>

Jacques titubò << Io...non posso permettermi di togliere la vita alle persone...>>

<< Perché?>>

L’uomo parve alterarsi << Non posso e basta...>> poi riprese il tono di voce normale << Ora andiamo da quella parte, svelti!>>

<< D' accordo...>> gli disse il cecchino.

Zoro parlò tra sé a bassa voce << Ma che gli è preso? Bah!>>

Mentre correva per il corridoio e si faceva largo tra i nemici, il Prete, continuava a ripetersi “ Non dovrò mai assaggiare quello che si prova ad uccidere una persona...mai, mai, mai...”

 

Morgana, seduta sulla sua sedia, dondolava leggermente una gamba << Cinque, quattro...>>

 

<< E adesso che fa?>> chiese incuriosito il capitano

<< Conta al rovescio, non la senti?>> gli spiegò Chopper

Miguel non riusciva a capire << Sì ma cosa aspetta?>>

 

<< ...tre, due, uno...>>

 

Il grande portone che dava sul corridoio si aprì violentemente con un colpo sordo.

Zoro tuonò << Morgan, lascia subito andare i nostri compagni!>>

Ad Usop tremavano tutte le ossa del corpo << S- sì...la...lasciali andare!>>

Jacques notò che chi avevano di fronte non era proprio quel che si aspettavano << Una donna?!>>

<< Chiama il tuo signore, avanti!>> le intimò lo spadaccino

<< Ma sono io colui che cercate...>> gli rispose Morgana tranquillamente

Il pinocchio sgranò gli occhi << Tu? Non farmi ridere...>>

La donna sbuffò << Tipico cervello maschile...>>

 

Nami li avvertì dalla gabbia << Ragazzi, non sottovalutatela solo perché è una donna, poco fa ha ucciso un uomo usando una sola mano...>>

<< Senza contare che ci ha catturati senza difficoltà...>> sottolineò il medico di bordo.

 

Zoro rise << Se siete degli incapaci non è mica colpa mia...>>

 

Sanji gli ringhiò contro << Come ti permetti, brutta testa di cavolfiore!>>

 

<< Uno che è vestito in quella maniera assurda non deve nemmeno permettersi di aprir bocca...>>

 

<< Parli tu che sei vestito da straccione! E poi non è colpa nostra se quella ci ha conciati così...>>

 

<< Vedo che i miei soldati non sono serviti a un gran che...>> concluse ovviamente Morgana.

<< Vedi bene e vedi anche di lasciar andare i nostri compagni se non vuoi seguire i tuoi scagnozzi all' altro mondo!>> lo spadaccino non aveva voglia di star lì a questionare.

<< Sei troppo sicuro di te spadaccino...e così i miei scagnozzi sarebbero tutti all' altro mondo? Prete, hai cambiato modo di fare o  te ne sei stato a guardare?>>

Jacques si sentiva molto a disagio alla presenza di quella donna << Ho agito secondo il mio solito modo fare...>>

<< Quindi i miei uomini non sono tutti morti...>>

<< No...ma se speri che vengano ad aiutarti ti sbagli...>>

<< Era giusto per informazione, non spero nell' aiuto di nessuno...io basto e avanzo per voi tre...>>

Zoro non la sopportava << E poi sarei io quello che si da delle arie...beh, non mi interessa se tu sia donna o meno, se non vuoi lasciar andare i miei amici dovrai assaggiare le mie spade!>>

Partì col suo Colpo dell' Orco verso The Terrible la quale non si scompose minimamente << Mossa avventata quella di lanciarsi subito in un incontro senza conoscere nulla di chi si ha di fronte>> schivò l' assalto con grande fluidità, una mano candida si strinse sul collo dello spadaccino << Ma che mi succede?>>

Le forze gli vennero meno, cadde sulle ginocchia

 

<< Sta accadendo esattamente tutto come prima!>> fece notare Robin

Nami iniziò ad agitarsi << Zoro, reagisci! E voi due, datevi da fare!>>

Rufy tuonò << Strega, lascia andare Zoro!>>

 

<< Prendi questo!>> gli urlò il cecchino lanciandole una delle sue stelle esplosive.

La donna schivò il colpo ancora e senza problemi ma grazie ad esso lasciò libero dalla presa mortale lo spadaccino che si accasciò a terra.

Morgana squadrò il nasone con uno sguardo poco rassicurante

Usop si ghiacciò << Oddio, oddio, oddio...adesso ce l' ha con me! JACQUES! Ti prego salvami!>> si nascose dietro alla schiena del Prete.

<< Su, avanti, ora che siamo arrivati a questo punto, è inutile continuare a nasconderlo...l' unico che mi interessa qui dentro...sei tu!>>

<< Chi, io?>> chiese il cannoniere indicandosi il viso con un dito.

Jacques gli spiegò << No, Usop, lei vuole me...>>

<< Te? E perché?>>

<< Non lo so...>>

 

<< Questa è bella, cosa vorrà da Usop?>> chiese Rufy perplesso

Nami urlò << Ma sei scemo? E' chiaro come il sole che si riferiva a Jacques!>>

Il capitano sbuffò << E va beh, comunque la domanda non cambia...>>

<< Cosa ne pensi Robin?>> le chiese la rossa

<< Non ne ho la più pallida idea...>>

 

Jacques fissò i suoi occhi di ghiaccio su di lei << Che vuoi da me?>>

<< Voglio, per ora, che tu venga qui da me...disarmato, ovvio>>

Usop rise << Se, figurati se accetta...ma guarda che faccia tosta>>

Il Prete si avvicinò allo spadaccino sdraiato a terra ansimante, aprì la casacca e slacciò la faretra piena di frecce che finì sul pavimento

 

L’archeologa si stupì << Ma è impazzito?>>

<< Che avrà in mente?>> chiese Miguel incredulo.

 

Zoro afferrò il Prete per una gamba << Che...hai...intenzione di fare?>>

Jacques si inginocchiò accanto a lui << Tu fidati di me...e grazie>>

<< Grazie di cosa?>>

<< Lo scoprirai presto...>>

 

<< Vedo che hai accettato il mio invito...>> gli disse la donna scrutandolo con fare malizioso.

<< Vedi bene, sono qui...>>

Morgana gli porse una mano << Baciala!>>

 

<< Non lo farà, vero?>> era più un’affermazione che una domanda quella della navigatrice

Sanji guardò attento la situazione << Se lo fa è fuori di testa...>>

 

<< Come tu desideri...>>

 

Tutti rimasero ad dir poco allibiti << Coooooosa?>>

 

Il Prete le prese la mano e cominciò a baciarla salendo pian piano verso il braccio << Lascia che ti dica un paio di cose...proprio a te che vai decantando di non sottovalutare le donne...>>

<< Ti ascolto...>>

L’uomo saliva pian piano verso il collo << Non sottovalutare mai un uomo disarmato...>>

Morgana avvertì un fremito << Cosa?>>

<< E secondo: un uomo non è mai veramente disarmato!>>

Aprì la casacca e si portò alle sue spalle: il collo della donna era minacciato dalla gelida lama della Sandai Kitetzu.

 

Zoro guardò le fodere delle spade, una era vuota << Come ha fatto a prenderla? Non me ne sono nemmeno accorto...in più è illeso, e ha preso proprio quella maledetta...>>

 

Chopper aveva gli occhi a stelline << Grande!>>

Miguel lo guardò estasiato << E' un mito!>>

 

The Terrible sbuffò << Mi hai fregato...ma ti faccio una domanda...mi uccideresti?>>

<< Sì...>> le rispose gelido.

Lei fece uno sguardo incuriosito << Butteresti al vento anni di sacrifici per me? Mi sento onorata...>>

<< Cosa ne sai tu?>>

<< Io so molto...l' ho già detto ai tuoi amici e so tutto anche di te...>>

Jacques perse un battito << Come?>>

<< Hai capito bene...ma non è né il luogo né il momento per parlarne...dimmi, cosa vuoi che faccia per aver salva la vita?>>

Non servì pensarci << Voglio che liberi i miei amici e che lasci per sempre, per non tornare mai più, quest' isola...>>

<< D' accordo, lo prometto...>>

 

<< Ehi, dico, non le crederai vero?>>

<< Non fare lo stupido, Jacques, non fidarti!>> gli urlarono, una dietro l’altra, la navigatrice e la cow-girl.

 

<< Le senti? Forse hanno ragione...ma ora lasciami divertire un attimo...>> veloce si liberò dall' insidia della lama e lo prese per il collo.

Jacques la fissò dritta negli occhi << Che vuoi fare adesso?>>

<< Te l' ho detto...voglio divertirmi un attimo e prendermi gioco della tua bella moretta...>>

<< Cosa hai in mente?>>

<< Questo!>>

Attirò il suo viso verso di lei e lo baciò.

 

Robin sgranò gli occhi << Cos...?>>

 

Un braccio si mise tra i due e li staccò.

Morgana rise << Gelosina la ragazza...e ora che hai, perché mi fissi? Ah, ho capito...i miei occhi, assomigliano ai tuoi vero?>>

<< Tu sei come me?>> le chiese in un soffio.

<< No, io ho accettato a pieno quello che sono...tu ancora no...ma avrai il tempo per farlo...>>

<< Io non lo farò mai!>>

Lei fece un cenno con una mano << Se, se...intanto, lotta con un altro attacco...>>

La testa gli esplose, bastò una piccola spinta per farlo finire a terra “Devo resistere, devo resistere...”

Morgana scese alcune scale << Una volta qualcuno disse che un gran condottiero può anche permettersi di non mantenere la parola data se necessario...ma per questa volta vi va bene...ringraziate il cielo che non vi ha voluti morti subito...ci rivedremo ciurma di Cappello di Paglia>>

Se ne andò.

 

 

TO BE CONTINUED…

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Capitolo 24
*** - PAWNS - ***


CAPITOLO 24

CAPITOLO 24

- PAWNS -

 

Jacques si distese a terra a braccia larghe ansimando: appena Morgana aveva lasciato la stanza il dolore era svanito...quella donna...ormai era quasi sicuro della sua identità, ma in cuor suo sperava di sbagliarsi.

<< Ehi, come stai?>> gli chiese Usop avvicinandosi a lui

<< Bene...non ti preoccupare...pensa a liberare gli altri>>

<< Oh, sì...hai ragione...vado subito>>

 

Mentre il cecchino si avviava a svolgere il ruolo di scassinatore di gabbie, lo spadaccino si avviò barcollando verso il Prete e si sedette accanto a lui << Sei stato in gamba...>>

<< Così tanto che è scappata...>>

<< Non importa...non tornerà...>>

<< Non tornerà qui...>>

<< Dici che la rincontreremo?>>

Sbuffò << Credo di sì...>>

Zoro sorrise << Bene, così potrò regolare il conto che abbiamo in sospeso...posso farti una domanda?>>

<< Dipende da cosa tratta...>>

<< Posso riprendere la mia spada?>>

<< Certamente, è lì...>>

Lo guardò << Come hai fatto a prenderla senza che me ne accorgessi?>>

<< Semplice, non eri del tutto in te...ti ho borseggiato>> gli disse il Prete sorridendo.

Il ragazzo si mise a ridere << Potresti competere con Nami...>>

Jacques si unì alla risata << Impossibile! Lei è dieci gradini sopra a tutti>>

<< Eh, sì...>> si fece serio di colpo << Ma come hai fatto a maneggiare la Kitetzu senza esserne danneggiato? E' una spada maledetta...>>

<< Magari sono solo stato fortunato...>>

 

Chopper era tutto esaltato << Ragazzi, siete stati grandi! Avete espugnato un castello solamente in tre!>>

<< Ma ceeeeeeerto! Sai che ti dico, amico mio? Avrei tranquillamente potuto espugnare la fortezza da solo!>> si pavoneggiò il pinocchio.

<< Davvero?>>

<< Hai dubbi?>>

<< Assolutamente no!>>

A Miguel si formò una goccia enorme sulla nuca << Ma come fa a cascarci sempre?>>

Nami mugugnò << Certo che però potevate darle una lezione per averci ingabbiato e conciato così>>

Zoro scosse la testa << Sempre a lamentarti tu, se n'è andata, no?>>

<< E poi quei vestiti, zuccherino mio, ti stanno d'incanto! Anche a te, dolce Robin, naturalmente!>> giubilò il cuoco in estasi.

<< MAIALE!>> tuonarono in coro tutti gli altri componenti maschili della ciurma.

<< Come se a voi dispiacesse...almeno io ho il coraggio di ammetterlo>>

Lo spadaccino ringhiò << Cosa hai detto?>>

<< Solo la verità!>>

<< Ehi, ascoltate un attimo!>> li bloccò

La cartografa la guardò perplessa << Ascoltare cosa?>>

Tutti tennero le orecchie ben tese.

<< E' acqua!>>

 

La ciurma corse a perdifiato verso quel lontano scroscio, man mano che si avvicinavano verso l'uscita sul retro il rumore si faceva sempre più forte.

 

<< Non credo ai miei occhi!>> disse Nami a bocca aperta

Anche il cuoco era incredulo << Come fa ad esserci un posto del genere in un' isola come questa?>>

<< Beh, la gente del villaggio dovrà pur coltivare da qualche parte...>> spiegò lo spadaccino

Jacques si guardò attorno << E' come se l' Inferno e il Paradiso avessero luogo nello stesso posto...>>

 

Dietro all' imponente dimora del The Terrible si estendeva una distesa vallata di campi coltivati e pascoli. Un enorme fiume che sfociava in un grande lago portava acqua e prosperità.

Miguel si guardò attorno << Una vera crudeltà essere costretti a lavorare in un posto come questo e sapere che ogni cosa che produrrai andrà a sfamare il colpevole di tutte le tue pene...>>

<< ...e che dopo ti aspetta la vita dall' altra parte...>> aggiunse l’archeologa

Rufy affermò deciso << Ora non saranno più costretti a nulla del genere, questa terra sarà loro a tutti gli effetti>>

 

Jacques urlò dai pressi del lago << Ehi! Venite a vedere!>>

 

Sanji gli urlò di rimando << Che c'è?>>

 

<< E' un lago artificiale! Credo che, in origine, il fiume attraversasse tutta l' isola!>>

 

Un lumacofono squillava insistente su un tavolo di una grande sala

Morgana rispose << Sì?>>

<< Com' è andata?>> gli chiese la voce dall’altra parte.

<< Tutto da programma...ho appena lasciato l' isola...sarò da te fra una settimana al massimo...>>

<< E le nostre pedine che fanno?Ti hanno seguita?>>

<< No, tutto procede secondo i piani...sicuramente dovranno aspettare domani prima di partire...ci vorrà ancora un giorno perché il loro logpose si riposizioni sull' isola di Wraith...a proposito, è partito o è ancora lì con te?>>

<< No, è partito...sai com' è, non vuole rischiare di essere in ritardo e poi non sarebbe carino accogliere gli ospiti senza i dovuti riguardi...>>

La donna sbuffò << Sì, come se potessimo...mi ci è voluto un grande spirito di autocontrollo per trattenermi...poi quella proprio non la sopporto...>>

<< E piantala, tu e la tua stupida fissazione per il Prete...lo sai, se vuoi che sia tuo devi attenerti ai piani, anche se questo vuol dire saperlo con un' altra donna e poi sai che non è lui che veramente vuoi...>>

<< Lo so...ma quando tutto questo sarà finito e finalmente potremo smetterla di seguire stupidi piani...avrò io il piacere di farla fuori!>>

<< Fai come credi, ma sai com' è, tutto dipende se lui sarà d' accordo...il grande capo è incontrollabile ma è anche il più potente di tutti noi...>>

<< Se ci penso...è dominato dall' istinto ed è così tremendamente malvagio...>> sospirò con piacere

<< Uhm...quanto a malvagità non abbiamo niente da invidiare a nessuno mi pare...ma senza di lui non potremo portare a termine...>>

<< Sì, sì...ne sono a conoscenza anch' io, sai? E' inutile che lo ripeti in continuazione...>>

La voce dall' altra parte dell' apparecchio si fece dura << Allora se lo sai continua a fare come è stato deciso...ci vediamo qui fra qualche giorno>>

<< Va bene, va bene...ma non azzardarti più a fare quel tono autoritario con me...ricordati che siamo sullo stesso piano!>>

Concluse la conversazione.

 

 

L' acqua riprese a scorrere: tutto il villaggio si rese finalmente conto di essere libero. Le catene vennero spezzate e dopo anni di tristezza, di fame e di soprusi la gente poté festeggiare felice.

 

Il bambino andò a ringraziare il Prete << Grazie di tutto...>>

<< Hai visto? Abbiamo mantenuto la promessa...anche se purtroppo non potremo mai ridarti i tuoi genitori...>> gli rispose l’uomo con un sorriso

La voce del piccolo era tremula << Lo so...ma avete ridato la vita a tutte queste persone...>> iniziò a piangere << Mamma...papà...>>

Il Prete lo guardò teneramente << Sfogati piccolino...>>

Il bimbo si abbandonò fra le sue braccia.

 

<< Sanji! Servi, servi!>> ordinava il capitano con foga.

Il biondo era impegnato a spignattare da ore << Guarda che il mangiare non è per te ma per la gente del villaggio!>>

 

<< Mai mangiato così bene in tutta la mia vita!>>

<< Io direi mai mangiato così tanto!>>

<< Finalmente siamo liberi!>>

 

Miguel era tutto euforico << Ballate gente!>>

<< Evviva la baldoria!>> urlava il cecchino

Chopper non era da meno << Facciamo festa!>>

 

Nami li guardava da un pochino più lontano perplessa << Possibile che siano già ubriachi?>>

Zoro le si avvicinò << Direi di sì...li hai sfidati e lo sai che non possono competere con te...sono già andati!>>

<< Non c'è neanche gusto con loro...non sono neanche un po' allegra...>>

<< Dì la verità: solo io posso tenerti testa!>>

La rossa sorrise << Sì, sei un grande sfidante...>>

<< Incredibile...un complimento!>> la guardò allibito lo spadaccino.

La cartografa assunse un tono serio << Sai, Zoro, oggi ho avuto paura...>>

<< E' normale, sei stata fatta prigioniera da quell' orribile donna...>>

<< Non è tanto per quello ma per il fatto che avrebbe potuto...>> si bloccò

<< Avrebbe potuto?>>

Nami pensò a quello che stava per dire ed ebbe un ripensamento << Insomma, hai visto anche tu di quali oscuri poteri disponeva...>>

<< Lo so bene, li ho potuti sperimentare su di me...>>

<< Al diavolo...>> si lasciò andare e l' abbracciò << Non farmi più preoccupare a questo modo>>

Il freddo e burbero Zoro arrossì vistosamente << Cercherò di fare il possibile, piccola...>> la strinse forte << ...ma sappi che avrei fatto qualunque cosa pur di liberarti...>>

<< Grazie...>>

 

Il Prete raggiunse l' archeologa che a quanto pare non era in vena di festeggiamenti << Cosa fai qui, tutta sola e in disparte?>>

<< Sono stanca, non ho voglia di far baldoria...>> rispose la cow-girl senza particolare enfasi.

<< E' forse colpa mia?>>

Robin si alterò << Colpa tua? Guarda che non sei mica sempre al centro dei miei pensieri, tu!>>

Lui la guardò stupito << Accidenti, che caratterino...scusami, non volevo farti arrabbiare...>>

<< Tu non vuoi mai far niente...però combini di tutto>>

Le sorrise << Un vero disastro, insomma...>>

<< Comunque non credevo ti piacesse quel genere di donne...>> gli disse d’un tratto.

<< Come?>>

<< Non hai opposto molta resistenza quando Morgana ti ha baciato...>>

Jacques era palesemente incredulo, scoppiò in una fragorosa risata << Non ci posso credere, sei arrabbiata per questo?>>

La donna gli diede le spalle stizzita << No!>>

In tutta risposta lui le si parò davanti << Invece sì!>>

<< Ti ho detto di no!>>

Il Prete le lanciò un' occhiata maliziosa << Pensala un po' come vuoi...ma lo sai...a me sono sempre piaciute le more...>>

L' archeologa gli diede una pacca piuttosto forte sul petto << Scemo!>>

<< Potrei offendermi...>> le disse imbronciato

<< Tanto meglio...>>

L' espressione dell’uomo divenne seria per un attimo, la fissò << Comunque grazie per essere intervenuta, non riuscivo a muovermi...>>

Inutile, non si sarebbe mai abituata ai suoi occhi di ghiaccio << Certo, eri folgorato dalla sua bellezza...>>

<< Piuttosto che andare con un' arpia come quella, monaco di clausura a vita...>>

Risero poi calò il silenzio, si sedettero vicini.

Jacques le passò una mano fra i capelli << Robin, lo sai, ti voglio un mondo di bene...>>

Lei gli sfiorò una guancia con le dita << Mi scoccia ammetterlo ma...anch'io te ne voglio...>>

Il Prete si chinò verso di lei...le labbra si appoggiarono sulla fronte.

In quel momento, tutti e due, erano consapevoli di quel che avevano appena fatto: avevano mentito.

 

TO BE CONTINUED…

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Capitolo 25
*** - PESCA GROSSA - ***


CAPITOLO 25

CAPITOLO 25

- PESCA GROSSA -

 

La festa si era protratta sino ad orari indicibili, le persone sembravano non stancarsi affatto, forti della libertà ritrovata. Solo all'alba la spossatezza dovuta ai vari anni di lavoro massacrante iniziò a farsi sentire: tutti si addormentarono, tranquilli, per le strade...anche il sole sembrava aver affievolito la potenza dei suoi raggi.

 

La rossa fu la prima a svegliarsi nel primo pomeriggio: essendosi ributtata nella mischia affiancata dal suo inseparabile compagno di bevute, aveva la testa pesante come un macigno e un senso di nausea che le scombussolava tutto lo stomaco << Forse non avrei dovuto bere così tanto...ma chi se ne frega, quel che è fatto, è fatto! Ora non mi resta che trovare e svegliare gli altri...>>

Cominciò a girare fra la gente addormentata ma la sbornia, presa la sera prima, rendeva instabile sia il passo che la vista, inciampò su qualcosa di grosso << Che botta...oh, ho trovato Rufy!>>

Il capitano si era abbuffato come al suo solito e ora assomigliava più ad una mongolfiera che ad una qualsiasi cosa di forma umana, riuscì a scorgere anche due chiome bionde, un naso piuttosto smisurato, una paio di corna e un ciuffo verde. Inutile dire che tutti i tentavi fatti per svegliare i suoi compagni dolcemente furono vani, gli unici suoni che uscirono dalle loro bocche furono versi e grugniti poco piacevoli.

La cartografa crocchiò le dita delle mani, le si dipinse un ghigno malefico sul viso << Non vi volete svegliare, è? L' avete voluto voi...>>

 

Robin si svegliò con il profumo dell' erba che le invadeva le narici: si era addormentata sul prato.

Strinse la mano per far leva sul terreno ed alzarsi ma non fu il contatto con la terra quello che sentì: quella che stava stringendo era la mano di Jacques, il quale, addormentato le stava cingendo la vita con un braccio.

L' archeologa non riuscì a non farsi questa domanda: essere si erano addormentati piuttosto distanti eppure...possibile che si attirassero così fortemente l' uno verso l' altra?

I suoi desideri andavano, in quel momento, in due direzioni completamente opposte: se da una parte sperava che quel momento fosse ben lontano dal finire, dall' altra non voleva altro che alzarsi e sperare che lui non si fosse accorto di nulla...non sarebbe mai riuscita a perdonarlo per aver finto di essere morto e soprattutto non riusciva a sopportare il suo continuo evitare una qualunque spiegazione.

Spostò delicatamente il braccio, non voleva svegliarlo, sarebbe stato imbarazzante...una volta in piedi le cadde l' occhio sul terreno, arrossì: era stata lei ad avvicinarsi a lui nel sonno, quella pietra...la stessa pietra vicina alla quale si era addormentata, non era più lì...o meglio, lei non lo era.

Decise di andarsene: l' orgoglio e il rancore erano ancora troppo forti.

 

I sei ragazzi passati sotto le "dolci" manine della navigatrice erano, ora, tutti sveglia ma pieni di bernoccoli e tagli vari: fra chi smaddonava in tutte le lingue, moderne e antiche, conosciute e non, c' era anche chi continuava la sua opera di adorazione.

La cow-girl li raggiunse << Oddio, ma che è successo?>>

Zoro si massaggiò il collo dolorante << Quella scema di Nami...>>

<< Ci ha picchiato...>> le spiegò Chopper con i lacrimoni

<< Ci ha fatto molto male...>> continuò Usop

Nami ringhiò << Colpa vostra che non vi volevate svegliare...io con le buone ci ho provato ma mi avete degnato solamente di disgustosi grugniti...>>

Il cuoco fece la faccia indignata << Ma amorino, io non ti risponderei mai con dei versi simili...>>

<< Ah, no? Taci che è meglio...>>

<< Ti prego non dirmi che anch' io mi sono abbassato al livello di questi rozze barbari!>>

<< Ti ho detto di tacere...>>

Rufy lo prese in giro << Ecco, ti ha detto di tacere...quindi vuol dire che sei proprio come noi!>> e sfoggiò uno dei suoi soliti sorrisi a trentadue denti

Il biondino annegò in un mare di lacrime << Non è possibile, la mia dolce Nami non può pensare questo di me!!!>>

Robin in compenso soffocò nella goccia che si era formata sulla sua testa << Giornata no?>>

La rossa si voltò verso la mora con aria furbetta << Robin, sorellona cara, ma dov'eri finita?>>

Quella iniziò a sudare freddo ma non si scompose << Mi sono addormentata...non molto distante da qui, a dire il vero...>>

<< Beh, andiamo a fare un giretto...>> la prese sottobraccio << E voi, vedete di darvi da fare a preparare tutto il necessario per il viaggio che fra un po' si parte...>>

<< Non è giusto, tu e Robin che farete?>> si lagnò il capitano.

<< Ci faremo una chiacchierata mentre prenderò appunti sull' isola...>>gli rispose la cartografa in un’alzata di spalle.

<< In poche parole dovremo fare tutto da soli?>> chiese Miguel che aveva capito perfettamente la situazione.

Nami sorrise maligna << Esattamente!>>

<< Schiavista!>> le ringhiò dietro lo spadaccino.

Usop le fece una boccaccia << Aguzzina!>>

<< Volete che rincari la dose?>>

<< No, no...lavoriamo!>> risposero in coro tutti.

 

Appena sole, la rossa le diede un paio di gomitate << Allora? Com' è andata?>>

Robin, sbuffò avendo già capito dove voleva andare a parare ma fece finta di niente << Cosa?>>

<< Non fare la finta tonta...ho notato che è sparito pure qualcuno di nostra conoscenza ieri sera...>>

La mora le si avvicinò e, avvicinando due dita alla sua faccia, le strizzò il naso << Non te l' ha mai detto nessuno che sei una grandissima impicciona?>>

La rossa si massaggiò << Uhm...ora che mi ci fai pensare, c' è una ragazza che me l' ha detto un paio di volte ma non mi ricordo come si chiama...Rib, Rob...boh, forse mi puoi aiutare, un pochino ti assomiglia...>>

<< Mi sta già simpatica questa ragazza...>>

<< Allora, lui dov' è?>> riprese il discorso la cartografa

<< A dormire su un prato...>>

<< Ah, sì?....Hai dormito con lui?>>

La donna trasalì << Ma a te cosa interessa?>> mentì << Comunque no!>>

<< Nooo? E allora come mai hai dei fili d' erba fra i capelli?>>

La cow-girl, stranamente si agitò, e si portò subito le mani alla testa << Dove?>>

Nami se la rise di gusto << Stavo scherzando...certo che sei messa male, per agitarti così...tu, donna di ghiaccio...>>

<< Piantala!>>

<< Se no che mi fai?>> la sfidò la navigatrice

L’archeologa la gelò con lo sguardo << Sei sicura di volerlo sapere?>>

Quella tremò << Non più di tanto...>>

In quel momento, Il Prete le vide e le raggiunse << Ehilà! Dormito bene?>>

Robin ringhiò << Dormito bene un corno...>> se ne andò

Jacques ci rimase di sasso << Cosa mi sono perso?>>

La rossa gli diede un paio di pacche su una spalla << Ma niente, cosa vuoi che sia successo...piuttosto, cosa ci fai qui? Cammina ad aiutare gli altri!>>

<< Perché, che fanno?>>

<< Stanno preparando la nave, fra poco salpiamo...ti accompagno, così vedo cosa combinano...>> gli prese un braccio e lo trascinò.

L’uomo si voltò indietro indicando la strada che aveva percorso la mora << Non bisognerebbe dirlo pure a Robin?>>

Lei gli sorrise << Non serve, lo sa...>>

 

La Going Marry salpò dall' isola poco prima di sera. La ciurma si lasciò alle spalle della gente libera, finalmente padrona del proprio destino... tuttavia commise un grave errore.

 

<< Saaaaaaaaaanji! E' ora di cena, ho fame!>> piagnucolò il capitano.

Il cuoco arrivò con le portate e l’aria mesta << Ragazzi, ho una brutta notizia da darvi...>>

<< Sarebbe?>> gli chiese, curioso, Miguel.

<< Questo...>> poggiò i piatti sul tavolo << ...fino alla prossima isola, sarà il vostro ultimo pasto...>>

Tutti sbottarono in un << CHE COOOOOOOOOOOSA?!?>>

<< Beh, io qualcosa mi ero fatto dare dalla gente del villaggio...senza esagerare, non mi sembrava proprio il caso...>>

Jacques lo guardò << Ma?>>

Sanji alzò il tono della voce << MA...qualcuno...>> fulminò il ragazzo di gomma con gli occhi << ...mentre eravamo impegnati a salpare a fatto fuori quasi tutta la dispensa, ho potuto salvare solo questo...>>

Esplose un " RUFY!!!!" da duecentomila decibel

Quello masticava tranquillo << Non è vero...chomp...non sciono sctato...chomp chomp...io!>>

Nami si trasformò in un pescecane << Ti sei mangiato pure la cena di tutti!>>

Zoro si armò di tutte e tre le sue spade << Io ti trucido, fogna schifosa!>>

<< Massacriamolo!>> incitò Usop i suoi compagni.

Le urla di Rufy si diffusero per tutta la nave, mentre quello iniziava a darsela a gambe.

Partì una caccia furiosa al capitano che vide impegnata tutta la parte maschile della ciurma. Quella femminile rimase in cucina.

Nami era furibonda << Ma guarda te! Quell' idiota...>>

Robin rise << Non cambierà mai...>>

<< A morte!>>

La mora inarcò un sopracciglio << Non ti sembra di esagerare?>>

<< Esagerare? Dovremo patire la fame per non so quanto tempo!>>

<< Su questo punto hai ragione...non ci resta che resistere>>

Il gorgoglio di due stomaci vuoti riecheggiò nella stanza.

La rossa sbuffò << Un inizio perfetto...>>

 

<< Mmmmh...ragmmmmhzi...>>

Zoro si portò una mano all' orecchio << Come dici?>>

<< Tirmmmhi..mmmmgh...gimmmh!>>

Lo spadaccino alzò le spalle << Mi dispiace...ma proprio non ti sento...>>

Il capitano era stato imbalsamato e appeso con delle corde all' albero maestro, naturalmente a testa in giù.

Miguel sbuffò << E adesso che si fa?>>

<< Si digiuna...>> tirò corto Sanji.

Chopper era già disperato << Stai scherzando vero?>>

<< E cosa vorresti mangiare? Non c'è niente!>>

Ad Usop si illuminò una lampadina nel cervello << Aspettate un attimo!>>

<< Che ti è venuto in mente?>> gli chiese Jacques.

<< Sanji deve aver pur tenuto qualcosa per Nami e Robin! Rubiamolo!>>

Il cuoco alzò una gamba minaccioso, il pinocchio si pietrificò << Dovrei punirti anche per aver solo pensato una cosa del genere...>> la riabbassò << ...comunque quella fogna si è mangiato proprio tutto...>>

<< Quindi non ci resta che provare a pescare qualcosa...>> suggerì il medico di bordo.

Il cecchino sospirò << Così pare...prendo le canne...>>

 

Cinque ore e due turni dopo, quando ormai la luna era già alta nel cielo, il concerto degli stomaci era tale da far invidia alla nona di Beethoven.

Il biondo sbuffò buttando a mare l’ennesima sigaretta << Qui non si prende niente...>>

<< Odio pescare...maledetto Rufy...>> ringhiò Zoro sempre più nervoso.

<< A proposito del tritatutto...qualcuno l' ha tirato giù?>>

<< Cosa vuoi che ne sappia io...>>

Jacques e Miguel li raggiunsero << Ragazzi, è il nostro turno...>>

Lo spadaccino si stirò << Non ne potevo davvero più...>>

<< Magra?>> chiese il biondino più giovane.

<< Non si vede un pesce neanche a pagarlo...>> gli rispose quello più grande.

<< Allora, ragazzi, avete pescato?>> gli chiese Rufy sorprendendoli.

Zoro lo fulminò << Taci, discarica maledetta! Chi ti ha liberato?>>

<< Chopper, ha detto che avevo troppo sangue alla testa...ehi, guardate, delle pinne! Che pesci sono quelli, che non mi ricordo il nome?>>

Il Prete guardò il luogo puntato dal dito del ragazzo << Squali...>>

Rufy indicò nuovamente << Squelli!>>

L’uomo lo guardò inarcando un sopracciglio << Eh?>>

<< Mi hai detto squali e io ti ho ridetto squelli!>>

Miguel scosse il capo << Ma è davvero così stupido o lo fa a posta?>>

<< Idiota, SQUALI è il nome di quei pesci!>> gli ringhiò contro lo spadaccino.

<< Aaaaaaah!>>

 

<< BRUTTO LADRO STAI LONTANO DAI MIEI MANDARINI!>> urlò Nami dietro ad un Usop che se la scappava a gambe levate.

<< Io non ho fatto niente!>>

La ragazza, sfoderò le Clima Tackt << Ciclone tempo!!!!>>

Il cecchino schivò di un soffio il colpo e si buttò sul ponte spaccando una Stella di Ketchup << Tecnica della morte apparente!>>

Non l' avesse mai fatto!

Zoro guardò i suoi compagni con aria sadica << State pensando a quello che penso io?>>

Il Prete gli confermò << Credo di sì...>>

Il pinocchio venne imbracato in un istante.

<< Che volete farmi, ragazzi?>>

<< Farti fare, solo, da esca...>> lo rassicurò Sanji

<< Ah, ok, benissimo, da esca...>> poi realizzò << DA ESCA? Non potete farm...>>

Non riuscì a finire la frase che era già in acqua. Gli squali si accorsero subito del cibo loro offerto e si avventarono sul povero malcapitato, già svenuto per la paura.

<< Lo tiriamo su?>> chiese il cuoco tenendo saldamente la corda fra le mani.

<< E' ancora presto...>> gli rispose Jacques calmissimo.

<< Ma così se lo mangeranno!>> gli urlò dietro la renna preoccupata al massimo.

Ma quello lo ignorò << Zoro, Miguel...siete pronti?>>

Lo spadaccino aveva già impugnato le sue fedeli spade << Certo!>>

Il giovane arciere fece segno affermativo << Pronto!>>

<< Ora!>>

La corda venne tirata con forza, Usop schizzò sul ponte bianco come un cadavere ma assolutamente illeso, dietro di lui saltarono fuori dall' acqua, come salmoni controcorrente, tre enormi squali che con un paio di colpi di spada e di frecce caddero sulla nave.

Chopper esultò << Yeah! Si mangia!>>

<< Puoi dirlo forte!>> gli disse il capitano sorridendo.

Sanji lo fulminò con lo sguardo << TU non mangi mio caro!>>

<< Ma uffa, perché?>>

<< Ha anche la faccia tosta di chiederlo...>>

Usop si toccava tremante << Non ci posso credere, sono vivo...>>

Zoro gli diede due pacche sulle spalle << Hai fatto un gran bel lavoro, bravo>>

<< Se, se...prendimi pure in giro, se non fosse stato per me non mangereste...>>

Jacques recitò << Sì, grande capitan Usop, ti dobbiamo la vita...>>

Miguel rise << O almeno la felicità dei nostri stomaci!>>

Il cuoco si rimboccò le maniche << Mi metto al lavoro...sono belli grandi, avrò parecchio da fare ed è già tardi...>> vide le due donne davanti alla porta della cucina che avevano assistito alla scena << Rooooobin, Naaaaaaaaami, guardate cosa abbiamo pescato! Per un po' non avremo problemi di cibo!>>

 

TO BE CONTINUED…

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Capitolo 26
*** - LIES, SECRETS AND QUARRELS - ***


CAPITOLO 26

CAPITOLO 26

- LIES, SECRETS AND QUARRELS -

 

Il giochino della pesca con esca umana, da quella volta in poi, venne effettuato ogni volta in cui se ne avesse avuto il bisogno e con l' appetito della ciurma, soprattutto, di un individuo in particolare, se ne necessitava spesso , tanto da indurre il Pinocchio a stipulare un assicurazione sulla vita.

Il tempo era buono e l' atmosfera tranquilla, tutto sembrava andare per il verso giusto, o quasi.

 

Una porta chiusa a chiave e cinque persone davanti. Continui rumori di mobilia capovolta e vetri infranti uscivano dalla stanza del timone.

Il capitano arrivò richiamato dal rumore << Ma che sta succedendo?>>

Nami guardò l’appena arrivato << Jacques...ha avuto come una specie di malore e si è chiuso dentro...>>

Miguel era palesemente preoccupato << Io sono arrivato da poco...ma mi hanno detto che è da quasi un' ora che va avanti così...>>

<< Finirà per spaccare tutto...>> fece notare Usop.

Chopper lo riprese << Come puoi pensare alla nave? Sta male!>>

Sanji sbuffò << Io l' ho detto di sfondare la porta ma non vuole...>>

<< Non provarci nemmeno, la Merry non si tocca!>>

<< Ma se avesse bisogno di aiuto? E poi continuando così i danni potrebbero essere molti di più di una sola porta rotta>> continuò Chopper in apprensione.

Anche l' archeologa venne richiamata a sua volta dal baccano << Cos' è questo casino?>>

Il ragazzino le spiegò << Jacques...sta male>>

Robin tuonò << E cosa aspettate ad aprire ed aiutarlo?>>

<< E' chiuso dentro, a chiave...>>

<< A quella ci penso io...>>

Chiuse gli occhi e incrociò le braccia: una mano, dall' altra parte della porta, girò la chiave all' interno della serratura.

Il Prete era stravolto: ansimava velocemente, il volto era sudato e teso nello sforzo di sopportare quello che, evidentemente, doveva essere un dolore immane. Le mani,  tagliate dai cocci dei vari vetri distrutti contro muri e pavimenti, sanguinavano copiose, il corpo era contorto in una posizione impietosa. Gli unici suoni che riuscivano ad uscire dalle labbra insanguinate, per i svariati morsi, erano dei rantoli strazianti.

La donna sgranò gli occhi, così come il resto dei suoi compagni << C- che...hai?>>

L’uomo riuscì solamente a dire << Su...suo...>>

Nami tese maggiormente le orecchie << Cosa dice? Non si capisce...>>

Jacques si aggrappò ad un tavolo rovesciato, le nocche delle mani divennero bianche per lo sforzo << SUONA!>>

Miguel era incredulo << Come?>>

Gli occhi gelidi di Jacques pietrificarono tutti i presenti << Suona quella maledetta ocarina, porca puttana!>>

Il ragazzino titubò

<< SUONA!>>

Rufy lo scrollò per le spalle << Che aspetti? Fai come ti dice, muoviti!>>

Miguel si svegliò dallo stato di incredulità in cui era scivolato, con un po' di difficoltà dato il forte tremore alle mani prese lo strumento << D' accordo...>> iniziò a suonare.

Le note si espansero all' interno della stanza: la respirazione di Jacques decelerò fino a tornare normale. Con un enorme sforzo si rimise in piedi, un paio di passi...cadde svenuto in avanti finendo fra le braccia della cow-girl, che per poco non finì a terra.

Vennero raggiunti dallo spadaccino che, come sempre, dati i suoi soliti pisolini non aveva sentito niente << Come mai siete tutti qui?>> vide il Prete svenuto e l' interno della stanza << Che è successo a Jacques? E' stato lui a combinare questo disastro?>>

<< Sì...ha avuto un attacco molto forte, non so ancora di cosa ma lo scoprirò...>> gli spiegò il medico.

Sanji continuò << Comunque, ora, grazie all' ocarina di Miguel è riuscito a calmarsi, poi è svenuto>>

 

 

<< Tu e la tua forza, non sappiamo di che farcene se quando ci serve svieni...>>

<< Tu non sai di cosa stai parlando...non sai con che cosa devo lottare ogni volta che svengo...più cado...più mi avvicino...>>

<< A che cosa?>>

<< Alla morte...>>

 

 

Lo spadaccino se ne andò senza dire una parola.

 

Il cielo iniziò ad oscurarsi, calò la sera. Zoro era indeciso sul da farsi, nessuno oltre a lui sapeva di Jacques, nemmeno Usop aveva sentito. Come aveva potuto dimenticarsene? Nemmeno i suoi soliti esercizi per la muscolatura con le più assurde quantità di peso riuscivano a distoglierlo dai suoi pensieri, cosa avrebbe dovuto fare? Doveva dirlo agli altri?

<< Che hai? Ti vedo pensieroso>> gli disse d’un tratto Nami, facendogli prendere un mezzo colpo.

<< Pensieroso io? Figurati...>>

La rossa lo punzecchiò << Giusto, dimenticavo, se il tuo mononeurone è impegnato a farti muovere le braccia non può gestire contemporaneamente anche il cervello...>>

La reazione, però, fu deludente << Simpatica...>>

I dubbi della cartografa non fecero altro che ricevere conferma dal suo comportamento << Guarda che non m' incanti...tu hai qualcosa che non va, avanti con me puoi parlare...>>

<< Non so se posso...>>

Quella si offese << Come sarebbe a dire?>>

<< Ehi, non fraintendermi! Non è che non te lo posso dire perché non mi fidi...>>

<< E allora perché?>>

<< Perché non riguarda me...>>

<< E chi riguarda?>>

Zoro le rispose quasi in un soffio << Il Prete...>>

<< Jacques? Cosa sai?>> lo guardò la ragazza agitata.

<< Diciamo che abbiamo avuto un acceso scambio di battute prima di venire al castello di Morgana...e fra una cosa e l' altra>> sorvolò sul discorso riguardante lei e la mora << ...mi ha detto una cosa che mi ha lasciato perplesso...non riesco a capacitarmi del fatto che, fino ad oggi, non ci avevo più pensato...>>

<< Ti riferisci al suo malore?>> si preoccupò, il viso dell' amico era troppo serio << Zoro, che ti ha detto?>>

<< Non credo sia giusto dirtelo...se avesse voluto l' avrebbe fatto lui...credo che neanche Miguel sappia...>>

La rossa lo guardò dritto negli occhi, serissima << Zoro, ti prego, se sai a cosa sono dovuti questi attacchi devi dirlo!>>

 

Gli altri componenti della ciurma erano in attesa che il Prete si risvegliasse.

Sanji sbuffò << Io non voglio essere maligno ma non mi sembra in buone condizioni di salute, mi chiedo come possa essere in grado di fermare l' Apocalisse...>>

Chopper lo riprese << Ti sembrano cose da dire? Jacques è forte: ha combattuto contro uno degli uomini dei Quattro, ci ha salvato insieme a Zoro e ad Usop dalle grinfie di quell' orribile donna...>>

<< E' vero...ma è altrettanto vero che quando ha questi attacchi diventa incontrollabile...>> spiegò Usop.

<< E l' unico modo per calmarlo sembra essere il suono dell' ocarina...>> aggiunse mesta Robin.

Miguel non sapeva più dove sbattere la testa << Io non riesco proprio a capire, perché non ci dice niente?>>

<< Se non vuole parlarcene avrà i suoi buoni motivi...>> disse il capitano.

Il Prete riaprì pian piano gli occhi, tutti i presenti ammutolirono << Cos' è, stavate parlando di me, che vi siete azzittiti subito?>>

Il cecchino rise << Ma no, che vai a pensare!>>

<< Vi stavate chiedendo come potesse uno come me fermare l' Apocalisse?>>

Il cuoco si stupì << Allora hai sentito tutto!>>

L’uomo lo squadrò << No...ma, evidentemente, stavate parlando di me...>> colti in flagrante << Beh...non può, ve l' ho detto sin dall' inizio: io non posso far nulla per fermare l' Apocalisse...>>

Rufy iniziò ad agitarsi << Non rimetterai in dubbio le parole di Rock, non è vero?>>

Jacques inspirò a fondo << E chi sarebbe questo Rock?>>

<< Colui che ci ha parlato dell' Apocalisse e ci ha detto di venirti a cercare...>>

<< E cosa vi ha detto con precisione?>>

<< Ci ha parlato dei Quattro, che a differenza della leggenda, vorrebbero distruggere il mondo non per punire la gente dei suoi peccati ma per il puro gusto di farlo...>> gli spiegò l’archeologa.

Sanji continuò << E ha indicato te come unico in grado di fermarli...>>

Quello riorganizzò le idee << Ora, non fraintendetemi e tu, Rufy, non ti scaldare...quell' uomo vi ha mentito, non so se con buone o cattive intenzioni ma non vi ha detto la verità...>>

<< Spiegati...>> lo invitò il ragazzo di gomma.

<< Sorvolando sul fatto che io non posso fermare l' Apocalisse...i Quattro non sono affatto dei pazzi che vogliono distruggere il mondo per puro piacere personale, ce l' hanno nel sangue, nascono per questo, sono la reincarnazione degli antichi cavalieri. Vengono alla luce, crescono e cercano di portare a compimento quello per cui sono nati...>>

<< E se non ci riuscissero?>>

<< Se tutti e quattro dovessero perire senza portare a termine la loro missione verrebbero sostituiti...>>

Robin tirò le somme << Quindi, fino ad ora, non ci sono mai riusciti...>>

<< Proprio così ma ci sono andati sempre molto vicini: secondo voi, le guerre, le epidemie e le carestie che hanno caratterizzato i secoli passati, sono opera di chi?>>

<< Opera loro...>> rispose Miguel.

<< Esattamente, ma ci sono sempre state grandissime persone che hanno mediato per la pace, trovato vaccini, migliorato le tecniche agricole...si dice che anche Gold Roger contribuì ad eliminare una generazione di cavalieri...>>

<< Il Re dei Pirati...>> sospirò Rufy.

<< Ma da chi nascono questi esseri?>> gli chiese Chopper.

<< Dal Demonio...da Dio...chissà...>> il suo viso s' incupì << ...ma ora capite: io non sono degno di essere paragonato a quelle persone, anzi...>>

<< Non dire così...>>

<< E' la pura verità...>>

Sanji sbuffò << Ora, non è che non ti creda, ma se tu non puoi fare niente vuol dire che sei una persona normale come noi...come fai ad essere a conoscenza di tutte queste cose ben dettagliate?>>

Il Prete rimase in silenzio

Il capitano si alzò << Io ti credo, sei un nostro compagno...non so perché Rock ci abbia mentito sulla storia ma se tu da solo non puoi fare niente vorrà dire che noi, insieme, fermeremo l' Apocalisse...>>

Anche Jacques si mise in piedi << Probabilmente sarà così...>> andò verso la porta per uscire

<< Jacques...>>

<< Sì?>>

<< Qualunque sia il tuo problema sappi che, se hai bisogno di parlarne con qualcuno, noi siamo qui!>>

<< Lo terrò a mente, grazie...>>

Uscì.

 

Il Prete camminava a passo deciso per il corridoio che di lì a poco l' avrebbe portato a prendere una bella boccata d' aria sul ponte “ Una persona normale come loro...magari fosse così...”

Lo travolse come una mandria infuriata di bisonti impazziti.

<< Accidenti Nami, dove vai così di corsa?>>

La cartografa riprese fiato e lo guardò iratissima << Perché non l' hai detto? Pazienza a noi ma a Robin dovevi dirlo!>>

Jacques tremò << Di cosa stai parlando?>>

<< Del fatto che morirai!>>

<< Come fai a saper...Zoro! Avrei dovuto immaginare che te l' avrebbe detto...>>

<< Non biasimarlo, come pensi avrebbe potuto sopportare di essere l' unico a sapere questa cosa? Per quanto ti potrà sembrare strano, anche se non è da moltissimo che fai parte della ciurma, sei uno di noi, uno della nostra famiglia!>>

<< Io non merito di far parte della vostra famiglia...>> sibilò l’uomo a bassa voce.

<< Non dire sciocchezze, stupido!>> lo riprese la rossa.

Il silenzio ripiombò nel corridoio.

<< Diglielo! Va da lei e dille la verità!>>

<< E' meglio che non sappia...>>

La ragazza si alterò << Jacques, ti prego, non dire stronzate! Deve sapere: lei...>> non spettava di certo alla navigatrice farglielo sapere << ...insomma, va da lei e diglielo! Altrimenti, ti avviso, lo farò io!>>

L' archeologa sbucò dal buio all' improvviso a braccia conserte << Che cos'è che dovresti dirmi?>>

Jacques la guardò di striscio, salì le scale e sparì in coperta.

Nami guardò la donna con occhi sottomessi << Robin, io...>>

La mora le fece segno di tacere << Ho sentito tutto...>>

<< Cos...?>>

Ma era già salita. Poco dopo scese lo spadaccino.

<< A chi l' hai detto?>>

<< A Jacques...ma Robin ha sentito...>> gli spiegò la ragazza.

Rufy fece capolino dalla porta << Cosa ha sentito?>>

Il resto della ciurma spingeva per uscire all' aria aperta.

La rossa li fulminò tutti quanti << Guai a voi se vi azzardate a salire in coperta senza il mio permesso, SONO STATA CHIARA?>>

I ragazzi pietrificarono << S- sì!>>

<< Tornate indietro, immediatamente!>>

 

“Come faccio a dirle che morirò se non riesco a darle la spiegazione! Come posso dirle che io...”

<< Perché non hai avuto il coraggio di dirmelo?>> le disse la donna freddamente.

Jacques, da affacciato verso il mare com' era fece per girarsi verso di lei << Robin...>>

L' archeologa lo pregò << No, non voltarti...>>

<< D' accordo...>> riportò lo sguardo sull' orizzonte, sul quale ormai spuntava un piccolo puntino << Hai sentito tutto, non è vero?>>

<< Sì...perché l' hai detto a Zoro e non a me? Conto così poco, nella tua vita?>>

L’uomo si alterò << Senti, puoi dirmi e darmi di tutto ma non puoi assolutamente permetterti di dire che tu per me non conti nulla!>>

Si girò verso di lei: la cow-girl aveva gli occhi carichi di pianto << Ah, non posso permettermelo? Ma è proprio così che sembra...perché non mi hai detto che morirai?>>

La collera divampò << Perché? Perché? Non te l' ho detto perché la mia morte sarà solo la minima cosa che accadrà! Pensi davvero che sia stato facile separarmi da te? Tu non hai idea di quello che sto sopportando, di quello che sto provando, della continua lotta contro me stesso!>>

<< Forse l' avrei se me lo dicessi!>>

<< Lascia perdere...>>

<< Va bene! Anzi, va bene un cazzo! Niente va bene...>>

<< Beh, vedi di fartelo andare lo stesso!>>

Ammutolì, si accorse di aver esagerato, non era colpa sua se lui era quel che era.

Robin ingoiò un boccone amaro, le lacrime smisero di scendere << Non c'è altro da dire, mi sembra...vado ad avvisare Nami che abbiamo avvistato l' isola...>>

 

TO BE CONTINUED…

 

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Capitolo 27
*** - ILLUSIONI E RANCORI - ***


CAPITOLO 27

CAPITOLO 27

- ILLUSIONI E RANCORI -

 

La mora era scesa in sottocoperta e fredda come un iceberg aveva avvisato la navigatrice e il resto della marmaglia che, ormai, la nuova isola era stata avvistata e che l' avrebbero raggiunta presto, poi si era ritirata nella camera delle ragazze.

La ciurma aveva quindi avuto il via libera per andare a scorazzare sul ponte ma appena usciti all' aria aperta e visto il Prete scrutare, con gli occhi di ghiaccio carichi di dolore, l' orizzonte la voglia di far caciara sparì. I due, nella loro "chiacchierata", non c' erano andati a toni leggeri e parecchie urla erano arrivate anche alle orecchie degli internati, certo, non avevano capito proprio tutto con chiarezza ma, ora, sapevano che Jacques sarebbe morto.

 

Una mano debole della sua colpevolezza si posò sulla sua spalla

<< Jacques, scusami...hai tutte le ragioni per avercela con me ma...>>

Il Prete guardò lo spadaccino senza rancore << Io non ce l' ho con te, hai fatto quello che ritenevi giusto...e sinceramente penso di ritenerlo anch' io. E' un po' egoistico, devo ammetterlo, ma altrimenti non avrei mai avuto il coraggio di dirglielo...>>  “Troverò mai la forza di dirle anche il resto?” << ...non scusarti con me perché non merito affatto le tue scuse...>>

<< Ma...>>

Quello lo guardò stranito << Avanti, Zoro, che ti prende?>> gli diede un pugno abbastanza forte su una spalla << Non è che ti stai rammollendo? Va be' che sei innamorato ma non vorrei vederti trasformato in una casalinga divoratrice di romanzi rosa!>>

L’altro sventolò le mani davanti al viso paonazzo << Ma che cavolo stai dicendo? Ti ha dato di volta il cervello? Io non sarò mai una donna divoratrice di roba smielosa!>>

Jacques inarcò un sopracciglio << Così non neghi di essere innamorato, eh?!>>

<< Cambiamo discorso che è meglio...>> sbuffò << E io che pensavo di fare un discorso serio...>>

L’uomo rise << Discorso serio? Con me? Dopo tutto questo tempo in cui sono stato a contatto con Rufy giorno e notte??? Impossibile!>>

Anche lo spadaccino si unì alla risata, poi si bloccò di colpo << Se hai bisogno di un amico...io sono qui>>

<< Non eri tu quello che non mi poteva vedere?>>

<< Si può sempre cambiare idea, no?>>

Il Prete lo affiancò << Certo...ma ti prego, amico, riservami un po' della tua diffidenza...tornerà utile a tutti quanti...>>

<< Cosa vuoi dire?>>

<< Mi dispiace, ma spetta a qualcun' altro sapere per primo, sta volta...tu ricordati ciò che ti ho detto...>>

<< Non capisco ma me ne ricorderò>>

 

La rossa uscì da sottocoperta: aveva cercato, inutilmente, di avere un qualsiasi contatto con la cow-girl ma quella si era chiusa in una solitudine silenziosa e facendo appello a tutta la sua forza di volontà e al suo orgoglio, non cercava né conforto né comprensione. Un comportamento del genere avrebbe mandato in bestia la navigatrice, ma questa volta parve capire anche se gli ordini che impartiva alla ciurma, per l' imminente attracco, sembravano essere più perentori e minacciosi del solito. Le cose da fare venivano dette a destra e a manca con poca grazia e non erano riferite a nessuno di particolare, non vennero pronunciati nomi ma ognuno sapeva a quali obbedire, tutti tranne uno: appena il Prete si apprestava a svolgere qualche compito qualcuno arrivava e diceva << Lascia, faccio io...>>

Dopo la quinta volta Jacques iniziò a spazientirsi << Insomma, che succede?>> prese il braccio della prima persona che gli capitò sotto mano.

Miguel, che sino ad allora aveva cercato di evitarlo scoppiò << Come, cosa succede? Tu stai per morire!>>

Il tonfo dell' ancora nell' acqua, che segnava l' arrivo sull' isola, sembrò avere un rimbombo assordante a causa del silenzio che si era creato. Prima che il Prete potesse aprir bocca il giovane arciere continuò << Abbiamo sentito parte della tua...tua discussione con Robin...perché non ci hai detto niente?>>

<< Non volevo farvi preoccupare...>>

La fitta al cuore fu forte, anche se era una mezza verità rimaneva pur sempre una mezza menzogna

Il ragazzino tirò su col naso << Io...io...>> si attaccò alla sua vita e iniziò a piangere << ...non voglio che tu muoia!>>

L’uomo posò le mani sulle spalle del ragazzo << Miguel...>>

<< Tu sei la mia famiglia, sei come un padre, un fratello per me...i miei genitori sono morti quando avevo cinque anni e tu mi salvato e mi hai preso con te...io non voglio vedere morire anche te!>>

Il Prete ritrasse le mani, il senso di schifo per se stesso che sentiva in quel momento era così forte da non poter nemmeno guardare negli occhi quel ragazzino che gli dimostrava un affetto così sincero, non che lui non gliene volesse ma tutto ciò che lo riguardava, ormai, era diventata una cosa a parte. Lui era pericoloso e, purtroppo, neanche la sua morte vi avrebbe posto rimedio. La gola gli si chiuse << Non piangere...sei grande ormai...>>

Miguel, con un grande sforzo, cercò di trattenersi << D' accordo...>>

Jacques sorrise << Ecco...bravo...>> gli arruffò la chioma bionda sulla nuca. Si sentì tirare i pantaloni << Chopper...>>

Il giovane medico si fece avanti timido << Magari io posso aiut...>>

Il Prete si chinò e gli pose un dito sul naso blu << ...non puoi aiutarmi Chopper perché non sono malato, io così ci sono nato...l' unica cosa che vi chiedo, finché posso, non escludetemi dalla vita...>>

 

Un urlo di Nami diede il via allo sbarco, l' archeologa uscì dal suo rifugio. Jacques aveva bisogno di parlarle, doveva scusarsi ma...la navigatrice gli si parò davanti << Scendi!>>

<< Ma io...>>

<< Lasciala stare, non vuole parlare con te...>>

Il Prete, a malincuore, si rassegnò ma contento capì il legame saldo che fra le due si era creato, scese.

Robin affiancò la rossa << Grazie...>>

La ragazza chiuse il pollice e l' indice in un piccolo cerchio aprendo bene le altre dita << Un giorno ti presenterò il conto!>>

Rise leggermente << Non cambierai mai…>> la cartografa aveva lo straordinario potere di rialzarle il morale, qualunque cosa accadesse, scesero.

 

L' isola agli occhi della ciurma si presentò come un' immensa vastità d' erba e fiori, qua e là cresceva maestoso qualche albero da frutto: peschi, meli, peri...tutti carichi di ogni ben di Dio. In un piccolo rigagnolo scorreva acqua cristallina, delle belle colline verdi facevano da sfondo al panorama completando un quadro perfetto, fin troppo. L' isola era completamente deserta: né una persona, né un animale, neanche un piccolo insetto nemmeno un pesce nel fiume. Le uniche forme di vita, oltre a loro nove, sembravano essere solo le piante.

Zoro stuzzicava nervoso l' elsa della Wado Ichimonji << Non mi sento tranquillo...>>

Jacques sentì un nodo alla gola “Non un altro attacco...non adesso...” allentò il nodo alla cravatta per trarre un po' di sollievo. Un' ombra si mosse lontana, pensò di essersi sbagliato, poi un altro movimento: era una figura umana, un uomo vestito di scuro. Chiuse gli occhi e li stropicciò per esserne sicuro: non fu un uomo quello che vide, quando li riaprì, ma avrebbe preferito lo fosse.

Non riusciva a credere ai suoi occhi, bisbigliò << E' tutto marcio...>>

Si girò verso i suoi compagni: Zoro si guardava intorno circospetto ed era fermo, ma gli altri erano in pericolo. Miguel, Sanji, Usop e Chopper stavano raccogliendo i frutti in grosse ceste, Robin e Nami erano già vicine all' acqua per dare rinfresco alle loro gole secche e Rufy stava per agguantare con le fauci una macedonia improvvisata a frutti interi.

<< NO! Fermi, non toccate niente!>>

Troppo tardi, Rufy aveva già dato un morso ad una pesca << Perché?>>

<< E' solo un' illusione! E' tutta una maschera ciò che state vedendo...è tutto putrido!>>

Tutti lo guardarono increduli.

<< Sei sicuro? Non è che hai le traveggole?>> lo derise Usop.

<< Vi prego, non toccate né cibo né acqua! Svuotate i cesti, Rufy sputa e voi, ragazze, non bevete!>>

Lo spadaccino ricordò il discorso sulla diffidenza, era questo il momento di dimostrarlo?...No...<< Fate come ha detto!>>

Il cuoco, il giovane arciere, il pinocchio e la renna svuotarono le ceste a malincuore, Nami si allontanò dall' acqua.

<< Io, ormai, ho già buttato giù...>> piagnucolò Rufy.

Il cuoco scosse il capo << E ti pareva!>>

L’archeologa guardò quella che, ai suoi occhi, era acqua limpida fra le sue mani.

Jacques capì le sue intenzioni << Robin, non farlo!>>

La donna lo sfidò con lo sguardo, portò la mano alla bocca: bevve.

“Lo so che ce l' hai con me...ma questo gesto è stato davvero stupido...” pensò l’uomo irritato.

 

Camminarono per un po' e si ritrovarono in un apparente frutteto. Il Prete continuava ad essere l' unico a vedere la realtà: chi aveva il potere di creare un' illusione così grande, ma che non riusciva ad ingannare i suoi occhi?

A parte quell' ombra intravista, forse frutto di un altro miraggio, l' isola era davvero deserta.

Usop si lamentò << Insomma, che facciamo? Non possiamo né bere né mangiare...cosa stiamo qui a fare?>>

<< Aspettiamo che il logpose si riposizioni...>> gli spiegò Nami

<< Ma potrebbe metterci giorni...>>

Zoro continuava ad essere nervoso, la sensazione di avere degli occhi addosso andava crescendo << Torniamo alla nave, non mi fido di questo posto e non mi riferisco solo al fatto dell' illusione...>>

<< Ti senti spiato, non è vero?>> gli chiese Jacques affiancandolo.

<< Sì, è così...>>

<< Allora usciamo da questi alberi...>> suggerì il biondo.

Tirò un vento stranamente freddo. La ciurma rabbrividì, la sensazione si espanse nell' animo di tutti ma nessuno riusciva a scorgere nulla, nemmeno Chopper, con il suo finissimo olfatto. Non si sa come, non si sa perché, ma Usop terrorizzato iniziò a correre all' impazzata, gli altri lo seguirono per assicurarsi che non si cacciasse in qualche guaio.

Il pinocchio correva, correva mentre gli altri dietro faticavano a tenere il suo passo.

Jacques guardò oltre il nasone, tremò, quello che vide non gli piacque affatto, doveva fermarlo << Usop, fermati! Usop!>>

Ma quello parve non sentirlo, accelerò il passo

“ Ma quanto diavolo corre???”

Si lanciò su di lui e caddero a terra, un fulmine squarciò il cielo ora nero: la pioggia iniziò a scendere, la realtà si mostrò, finalmente, agli occhi di tutti.

Il naso del cecchino sporgeva di qualche centimetro dal bordo di un immenso dirupo. Intorno a loro niente erba, solo terreno roccioso spoglio, le poche piante presenti erano morte e ai loro rami vi erano appesi dei frutti putrefatti, l' acqua non era limpida e pura ma putrida e stagnante.

Rufy, nonostante il suo essere fogna, per poco non vomitò il pranzo di Natale dell' anno precedente per aver mangiato uno di quei frutti, al contrario Robin era, sì schifata, ma per nulla preoccupata di aver bevuto quell' acqua.

Sanji sgranò gli occhi << Avevi ragione, Jacques...>>

<< Quando siamo saliti così in alto?>> si chiese Nami perplessa.

Il Prete e il cecchino si alzarono, quest' ultimo tutto tremante per aver rischiato di trasformarsi in una frittella formato famiglia in fondo al precipizio.

Jacques sbuffò << Non lo so...io riuscivo a vedere il paesaggio ma non percepivo la salita, mi sembrava di camminare nel pari...>>

Ancora quella sensazione di essere scrutati.

Il capitano perse la pazienza << CHIUNQUE TU SIA, ESCI FUORI!>>

Nessuno si fece avanti.

<< TI HO DETTO DI FARTI VEDERE!>>

Una voce arrivò alle loro orecchie << D' accordo, d' accordo...eccomi qui>>

Una figura maschile uscì dall' ombra: l' uomo era completamente vestito di nero, anche i corti capelli e gli occhi profondi erano dello stesso colore...ma a renderlo sgradevole alla vista non erano gli occhi di pece, ma la carnagione pallida, più bianca della neve, che gli dava un' inquietante parvenza di cadavere.

Jacques avvertì la stessa sensazione che aveva provato di fronte a Morgana << Chi sei?>>

<< Il mio nome è Wraith, chi sono poco importa perché...>> la lunga giacca scura che lo copriva si aprì, tutti i presenti vennero legati da lacci praticamente invisibili che stringevano e laceravano colli e braccia << ...morirete!>>

Zoro ringhiò << Noi non moriremo!>>

Fece forza sui polsi, il sangue colò copioso, afferrò le spade e si liberò dai fili e così fece anche per i suoi compagni.

<< Perché ce l' hai con noi?>> gli urlò contro il cuoco.

<< Eseguo solamente degli ordini...>>

Nami lo guardò << Ordini di chi?>>

<<  Dei Quattro...naturalmente...>>

<< Lasciatelo a me!>> Si infuriò il capitano e si preparò ad attaccare, ma un forte giramento di testa lo fermò << Che mi succede?>>

Un ghigno soddisfatto si dipinse sul volto dell' uomo che ora era sotto i ripetuti attacchi di cuoco e spadaccino ma non sembrava farvi particolarmente caso: schivava tranquillo, contento della sua opera, sfuggì ad altri due colpi e si preparò a contrattaccare ma il filo non venne rivolto ai due ma bensì al capitano che, ormai, faticava a restare in piedi.

<< Rufy, attento!>> cercò di avvisarlo la rossa, ma era troppo tardi.

Una spinta: il laccio andò a stringere il collo di Jacques, il sangue tinse il colletto bianco della giacca.

Wraith ghignò perfidamente << Giusto il pesce che volevo abboccasse!>>

Corse verso di lui e con immenso stupore di tutti lo superò in velocità, si lanciò nel precipizio: il Prete venne tirato a terra con forza e, con le mani attorno al filo che lo stava pian piano soffocando, veniva trascinato pericolosamente verso il bordo. Tutta questione di pochi secondi: Zoro si lanciò sulle sue gambe ma lo mancò di pochi millimetri, tutto il corpo finì oltre, la terra sotto la schiena di Jacques non c' era più...cominciò a precipitare. Due braccia, spuntate sulla parete rocciosa, lo bloccarono. Sentì un grosso strattone al collo, dovette lottare per mantenere l' uso dei sensi, l' uomo doveva aver finito la sua corsa, perché uccidersi per ucciderlo? Ma, soprattutto, era morto davvero?

Altre braccia vennero fatte apparire e poté raggiungere la cima. Finalmente in salvo, si liberò dal filo che gli impediva di respirare, ansimò << Robin...grazie...>>

La donna non rispose e si allontanò.

Usop tremava vistosamente << Chi era quello?>>

Sanji si accese una sigaretta << Che t' importa? S' è ammazzato...>>

D’improvviso, il capitano si accasciò a terra rantolando.

<< Rufy?! Chopper, vieni, presto!>> urlò Miguel preoccupato.

La piccola renna si avvicinò << Ma ha la febbre altissima, dobbiamo tornare immediatamente alla nave!>>

 

Sulla Going Marry tutti aspettavano un responso, dopo un po' di impaziente attesa arrivò. Il medico uscì dalla stanza

<< Allora, Chopper, cos' ha?>> lo interrogò Usop all’istante

Il naso blu sospirò << Di preciso non lo so, ho bisogno di fare degli accertamenti ma sono sicuro che dipenda dal frutto che ha mangiato...>>

<< Si rimetterà?>>

<< Finché non scoprirò cos' ha non posso fare previsioni ma spero di sì...>>

Nami ebbe un fremito << Robin, ha bevuto!>>

Jacques si accorse della sua assenza << Dov' è?>>

Miguel si guardò attorno << Qui non c'è!>>

<< La mia dea potrebbe stare male! Cerchiamola!>> ordinò il cuoco in agitazione.

Misero a soqquadro tutta la nave, anche il ponte sotto la pioggia battente, ma della cow-girl non vi era traccia.

Jacques sgrondante d' acqua rientrò in cucina nervoso << Non c'è, non c'è...deve essere rimasta sull' isola...>>

<< Va a cercarla!>> disse Nami d’un tratto.

L’uomo si stupì, proprio lei lo stava spronando ad andare << Cosa?>>

<< Sei sordo? Valla a cercare! Tieni!>>

Gli diede un impermeabile e delle cose avvolte in degli involucri di plastica

<< Cos' è 'sta roba?>>

<< Se la trovi che sta male non puoi assolutamente portarla in giro sotto l' acqua, potrebbe aggravarsi, quindi devi cercare un riparo...qui ci sono delle coperte, dei vestiti asciutti e un cuscino...sono nella plastica, così non li bagnerai>>

<< Tieni, se ha la febbre, intanto, dalle questa...>> gli disse Chopper porgendogli una delle sue strane palline.

<< Grazie...la troverò>>

<< Non vuoi che ti curi le ferite al collo?>>

<< Perderei solo del tempo prezioso...ci penserà il mio potere...>>

Uscì.

 

TO BE CONTINUED…

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Capitolo 28
*** - CAN YOU FEEL THE LOVE TONIGHT - ***


CAPITOLO 28

CAPITOLO 28

- CAN YOU FEEL THE LOVE TONIGHT -

 

I piedi si muovevano pesanti fra le rocce ed il fango ma nonostante questo e l' ingombro del carico, seppur non molto pesante, il Prete correva veloce nel buio più totale: la notte era fonda e non aveva lanterne, non che sarebbero servite a qualcosa data l' acqua tagliente che batteva incessante. Andava assolutamente a caso fidandosi solamente del suo istinto: scivolò parecchie volte, finì dentro il rigagnolo d'acqua putrida ma non gli importò, l' unico desiderio che aveva in quel momento era di ritrovarla. Era solamente colpa sua se aveva bevuto quell' acqua maledetta, l' aveva sfidato apertamente, perché ce l' aveva con lui, e ora probabilmente stava male, come Rufy, per qualcosa che ancora non conoscevano. Se l' era presa con lei sulla nave, aveva esagerato, certo Robin non era una bambina ma se non fosse stato per lui, se qualcun' altro si fosse accorto di quello che stava accadendo, non avrebbe bevuto...doveva trovarla e in fretta. Era già la seconda volta, da quando si erano rincontrati, che la portava a fuggire...c' era poco da dire e da fare, anche se il suo problema era grande non doveva di certo farlo pesare su di lei, vederla soffrire era l' ultima cosa che voleva...ma, evidentemente, era anche quella che gli riusciva meglio, era un benemerito coglione.

Una piccola luce...si era sbagliato? La pioggia gli impediva di tenere gli occhi aperti con costanza ma quella era proprio una luce: lontana, flebile ma pur sempre una luce. Era fra le rocce scoscese e taglienti che nell' illusione rappresentavano le belle colline verdeggianti, era quasi sulla cima, evidentemente, in una delle grotte di cui l' altura era piena. Se era lei, non poteva esserne sicuro, ma comunque fosse stato avrebbe raggiunto quella luce, non sapeva ancora come ma l' avrebbe fatto.

 

Sulla nave il cuoco sembrava un invasato, andava in giro gesticolando, piangendo e sbraitando << Mia dolce Nami perché hai fatto andare solo lui a cercare Robin? E se avesse un altro malore, dovesse svenire e rimanere privo di sensi per chissà quanto tempo? Come farà la mia dolce dea corvina?>>

Zoro era impassibile, seduto nella sua solita posizione schiena al muro e braccia conserte << E piantala di fare tutto questo casino...agitandoti non risolverai nulla...>>

<< Appunto, io voglio andare a cercarla...più siamo e meglio è!>>

<< Piantala Sanji, tu non conosci l' isola: è piena di pericoli, anche sorvolando sui problemi fisici dati dalla composizione del terreno, aggiunti alla pioggia battente e alla notte fonda, non si può dimenticare che c' è un virus sconosciuto che si trasmette ingurgitando ciò che è su quest' isola...>> lo riprese la rossa.

<< Non sarei così scemo da mangiare o da bere, dopo quello che è successo...>>

La navigatrice si sentì un po' spiazzata, era la prima volta che il biondo le rispondeva << Non ho detto questo ma potrebbe succedere qualsiasi cosa, come cadere in quella schifosissima palude e bere chissà quanta di quella melma!>>

<< E per Jacques non è lo stesso? Non dirmi che lui è un grande esperto di quest' isola...>>

<< No, ma Jacques ha il suo potere, qualsiasi cosa possa capitargli, guarirà! Avete visto tutti come sia guarito in una notte da un veleno mortale, come qualsiasi ferita sul suo corpo si rimargini con rapidità...lui la troverà senza correre troppi rischi e la riporterà da noi sana e salva...>>

Sanji parve calmarsi << Hai ragione, Nami, scusami...è che odio sentirmi impotente...soprattutto quando c' è un amico in pericolo...>>

La cartografa prese un impermeabile e lo indossò << Ti capisco, penso che tutti vorrebbero fare di più, me compresa, ma non possiamo rischiare l' incolumità di nessuno...soprattutto ora che il nostro capitano è malato e non sappiamo cos' ha...>>

Uscì sul ponte.

 

Jacques aveva intrapreso la scalata, non esistevano sentieri, l' unico modo per raggiungere quella luce era quello di aggrapparsi agli spuntoni di roccia che la pioggia rendeva particolarmente scivolosi. Imprecò: la terra gli franò da sotto i piedi, le mani si lacerarono scivolando sui sassi, rimase appeso per un braccio e rischiò di perdere tutto ciò che la navigatrice gli aveva dato.

“ In casi come questi il potere di Robin farebbe proprio comodo...”

Si sforzò e riuscì a riportarsi in una posizione stabile. Era ancora lontano, le mani facevano male ma era rischioso usufruire del suo potere tutto d' un colpo, avrebbe rischiato un attacco e non poteva assolutamente permetterselo ma questa volta non era il fatto che, essendo solo, probabilmente non si sarebbe più risvegliato a preoccuparlo...decise di lasciare il potere al suo normale corso, che l' avrebbe guarito pian piano senza particolari turbamenti alla sua personalità: con il passare degli anni si era accorto di non potervisi opporre ma aveva imparato a sfruttarlo senza troppi danni anche se sapeva che, prima o poi, avrebbe avuto la meglio su di lui. Si riparò in un piccolo antro a riprendere fiato, prese una freccia, si aprì la giacca e tagliò due pezzi di stoffa dalla camicia, li avvolse intorno alle mani cercando di fermare la fuoriuscita di sangue ed attenuare il dolore provato ogni qualvolta afferrasse un appiglio. Si alzò, aveva perso fin troppo tempo, riprese la scalata.

 

Un lumacofono squillò

<< Chi sei?>>

<< Sono io...>> gli rispose Wraith.

<< Hai già fatto?>>

<< Sì, tutto come programmato...nessuno sospetta niente, non ha ancora detto nulla...pensano ancora tutti che lo vogliamo uccidere...>>

<< Ti credono morto?>>

<< Probabile...>>

<< Anche lui?>>

<< Non lo so, non l' ho più rivisto...così dicevano i piani: attaccali, fingi di ucciderti per ammazzarlo e vattene...>>

Arrivò una risata dall’altra parte << Esecuzione impeccabile...>>

<< Modestamente...>>

<< Hai infettato qualcuno?>>

<< Sì...il giovane con il cappello di paglia>>

<< Il capitano, bene...non hai esagerato, vero?>>

Quello lo tranquillizzò << Non ti preoccupare...è uno stadio molto primitivo, anche se lo assoceranno a me, lo porteranno sicuramente sulla tua isola...a proposito, Morgana è già lì?>>

<< No, dovrebbe arrivare fra qualche giorno ma non si tratterrà per molto...>>

Wraith ghignò << Certo, dovrà sparire prima del loro arrivo...>>

<< Esattamente...>>

<< Hai già preparato le mappe?>>

<< Certo, le troveranno sull' Isola di Gewalt...>>

<< Ormai siamo vicini alla méta...>>

<< ...molto più di quel che crediamo...ne senti il profumo, Wraith?>>

L' uomo in nero inspirò profondamente << Sì...>>

<< Ci vediamo su Omega Island...gioisci perché avremo il nostro uomo!>>

 

Era arrivato, finalmente. Ormai credeva che prender aria dalla bocca fosse un' operazione assolutamente inutile, data l' assenza della sensazione di freschezza nei polmoni che si prova dopo un gran respiro. Una leggerissima scia di fumo usciva da una grotta, aveva acceso un fuoco...prese il coraggio a due mani, entrò: era lì, davanti alla legna ardente a fissare le fiamme.

L’archeologa sentì la sua presenza, alzò il viso: era sgrondante d' acqua, pieno di fango e ansimava per la fatica, nonostante il cappuccio dell' impermeabile gli coprisse il viso, lo riconobbe subito, non disse niente e riportò la sua attenzione sul fuoco.

Il Prete posò il suo carico sul pavimento asciutto del riparo e si liberò dell' impermeabile, cercò di prendere un po' di fiato << Robin...come stai?>>

La donna rispose di malavoglia << Bene...>>

<< Sei sicura?>>

<< Sì, sono sicura, ti sembra che io stia male?>> Gli domandò sarcastica, alzandosi di botto.

Jacques notò la sua irritazione, era naturale << No, ma Rufy è stato male...>>

La mora parve scuotersi << Come? Cos' ha?>>

<< Chopper non lo sa...per ora ha forti dolori e una febbre altissima...tu hai bevuto, sicura...>>

<< Io non ho bevuto...>>

Il Prete sgranò gli occhi << Come?>>

<< Ho fatto finta...>>

<< Perché?>>

Robin rispose con la prima cosa che le venne in mente << Perché sarebbe stato stupido andare contro qualcuno che ha sempre ragione...>>

Jacques sembrò irritarsi << Sei stata una stupida! Volevi farmela pagare facendomi preoccupare a morte per te? Farmi sentire responsabile? Beh, ci sei riuscita...ma non hai fatto preoccupare solo me ma anche Nami, Sanji e tutti gli altri!>>

La cow-girl si sentì spiazzata da quella risposta ma la rabbia non tardò a mostrarsi << Ma cosa vuoi tu da me? Io avrò sbagliato, ma tu...tu non hai alcun diritto di farmelo notare quando fai la stessa identica cosa tutti i giorni: ogni volta che stai male noi non sappiamo cosa fare per aiutarti, tu morirai! Non capisci che, per le persone che ti vogliono bene, questa è una tremenda tortura?>>

<< E nessuno pensa alla tortura che IO devo subire tutti i giorni?!?>>

<< NESSUNO CI PENSA PERCHE' NESSUNO LO SA!>>

Il Prete tirò un pugno alla parete << E' inutile, tutto è inutile...solo morire adesso, nel vero significato della parola, potrebbe servire a qualcosa e invece no, perché i miei poteri del cazzo non me lo permettono...>>

<< Perché parli così?>>

<< Perché io non ho più niente...>>

Robin lo guardò con occhi furenti << Non è vero! Hai ancora tutti noi...>> “ ...hai ancora me...”

L’uomo si massaggiò le tempie pulsanti << Scusami...non ho alcun diritto di parlarti così, non dovrei prendermela con te...scusami anche per questa sera, sulla nave...>>

Un altro discorso sviato, si era stufata, sibilò gelida << Vattene!>>

 

<< Che fai qui fuori all' acqua?>>

La rossa si girò verso lo spadaccino << Dimmelo, Zoro, ho sbagliato a mandare Jacques a cercare Robin?>>

Lui le sorrise << Non avevi considerato i suoi malori, non è vero?>>

Nami si coprì gli occhi << No, non ci ho pensato!>>

Le si avvicinò e, sorprendendola, l' abbracciò << Hai fatto la cosa giusta! Hai dato una spiegazione perfetta a Sanji poco fa...>>

Le guance della navigatrice si rigarono di lacrime << Hai visto Rufy? Robin potrebbe essere nelle sue stesse condizioni, Jacques potrebbe metterci troppo tempo per trovarla e sotto l' acqua potrebbe aggravarsi se non addirittura...>>

<< Sssh! Non dirlo...lo sai, Jacques non lo permetterà!>>

<< Io non voglio perderla!>>

Zoro le prese il viso fra le mani e delicatamente posò le labbra sulle sue, la ragazza non si oppose << Noi non la perderemo, hai capito?E non è nemmeno detto che stia male...>>

La cartografa arrossì violentemente e tremante si portò una mano alla bocca << S- sì...>>

<< Bene...>> fare il romantico non era proprio da lui << ...torniamo dentro, piccola mocciosa...>>

Lei sorrise << Ok...brutto zotico zuccone...>>

 

Jacques puntò i suoi occhi gelidi su di lei << No, non me ne vado...perché sei scappata?>>

Per una volta il silenzio venne rivolto nella direzione opposta.

<< Beh, io da qui non mi muovo...ho promesso ai ragazzi che ti avrei riportato alla nave quindi non pensare che ritorni indietro da solo...>> iniziò a spacchettare e a sistemare ciò che la cartografa gli aveva dato.

Silenzio.

<< Ti prego, dimmi qualcosa...>> la implorò.

Silenzio.

<< Robin, perché non mi rispondi?>>

La voce dell' archeologa arrivò sibilando maligna alle orecchie del Prete << Come ci si sente ad essere dall' altra parte?>>

<< Cos...?>>

<< Ti ho chiesto come ci si sente a fare domande che non ricevono risposte!>>

L’uomo sembrò pietrificarsi << ... >>

La donna alzò gli occhi al cielo << Uhm...fai presto a rigirare le carte in tavola...sai cos' è stato l' arrivo della tua presenza in una vita come la mia? Una vita in cui, dopo aver perso i genitori in una maniere orribile, averli visti morire trucidati senza poter muovere un dito perché ero solo una bambina, sei sempre costretto a nasconderti e a scappare. Dopo falsi compagni, continue paure...una persona come te...mi hai fatto vivere una favola, una fantasia senza senso...ti sembrerà esagerato ma mi hai lasciato vuota, spezzata...lo sai come ci si sente ad essere lasciati fuori da soli? Per la seconda volta? Si sente ancora più freddo...soprattutto se vieni a scoprire che questa persona ti ha mentito come hanno fatto tutte le altre...ma forse dovresti saperlo, come ci si sente, dato che predichi di aver sofferto separandoti da me...>>

<< E' così, infatti, come posso fartelo capire?!>>

Bisbigliò << Ti odio...>>

Nel silenzio più totale, l' uomo la sentì distintamente << Robin...>>

Le lacrime iniziarono a cadere << Ti odio per essere entrato nella mia vita, ti odio per avermi fatto abituare alla tua presenza, ti odio per essermi diventato indispensabile, ti odio per aver fatto finta di essere morto, ti odio per aver giocato con i miei sentimenti, ti odio per avermi abbandonato, ti odio perché sei ritornato, ti odio per i tuoi continui silenzi, ti odio perché nonostante tutti gli sforzi che io possa fare non riesco a nasconderti le mie lacrime...>>

Il Prete mollò all' istante tutto ciò che aveva in mano, sentendo un desiderio irrefrenabile di andarla ad abbracciare, nonostante gli stesse esternando tutto il suo risentimento.

Al contatto con le braccia dell' uomo che le avvolgevano la schiena, stranamente la cow-girl non si ritrasse, anzi, trovò rifugio fra l' incavo del collo ed una spalla << ...ma la cosa che odio più di tutte è che non è vero che ti odio...io...io ti amo...>>

Jacques non fu sicuro se quelle parole pronunciate in un soffio, le avesse dette davvero...la prese per le spalle e la costrinse a guardarlo negli occhi: Robin, in silenzio, sosteneva a stento il suo sguardo fra le lacrime.

Lui le sorrise, era così bella spogliata della sua freddezza e della sua indifferenza...non resistette a lungo, la baciò << Ti amo, da sempre...non ho mai smesso...>>

L' amore ed il desiderio, da troppo tempo repressi, accecarono entrambi.

Nessuno dei due avrebbe saputo dire come erano finiti sulle coperte uno sull' altra, ma in quel momento esisteva soltanto la fiamma che ardeva dentro di loro, un calore così forte che non era portato dalle braci incandescenti che bruciavano lì accanto.

Qualcosa, seppur a fatica, scattò nella mente di Jacques << Robin, aspetta...non poss...>>

La donna gli mozzò la frase in gola con un bacio << Per una volta, Jacques, non ho voglia di pensare al domani>>

I deboli freni che il Prete si era imposto, in un breve lampo di lucidità, crollarono miseramente.

Le mani corsero agli abiti fugaci, nessun bacio venne risparmiato.

Per quanto fossero gelidi e calcolatori i loro spiriti non riuscirono a sottrarsi dall' incandescente fuoco della passione acceso pian piano dall' amore, che in quella notte di pioggia e di tormenti, li aveva silenziosamente avvolti.

 

TO BE CONTINUED…

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Capitolo 29
*** - WELCOME TO MY TRUTH - ***


Eccoci qui, giunti a questo punto sono di rigore alcune precisazioni

Eccoci qui, giunti a questo punto sono di rigore alcune precisazioni. Innanzitutto volevo dire che ormai siamo in dirittura di arrivo, dopo questo aggiornamento composto di quattro capitoli ce ne sarà ancora uno composto da due e poi la storia sarà finita. Intanto colgo l’occasione di ringraziare chi legge e commenta questa storia e anche chi la legge e non la commenta, ovviamente. Per quanto riguarda il personaggio di Jacques, effettivamente ho voluto calcare un po’ la mano sulla sua testardaggine, beh…in questi capitoli scoprirete il perché e spero di non deludervi ^_^

Alla prossima Eagle

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CAPITOLO 29

- WELCOME TO MY TRUTH -

 

Il mattino era faticosamente arrivato e finalmente aveva smesso di piovere. Sulla Going Marry pochi erano riusciti a prendere sonno e chi c' era riuscito, cercando fra le braccia di Morfeo un po' di conforto ai tormenti a cui era sottoposto, aveva avuto una nottata agitata da incubi e preoccupazioni.

Chopper non aveva chiuso occhio, cercando di far luce sulla strana malattia che aveva infettato il capitano senza, però, riuscire a dedicarvisi a pieno proprio a causa dei continui lamenti del ragazzo di gomma devastato dalla febbre e dai dolori.

La navigatrice bussò piano alla porta e la aprì dolcemente << Allora, Chopper, come sta?>>

Il giovane medico guardò la ragazza che aveva di fronte, il viso pallido era segnato sotto agli occhi da due leggeri aloni violacei...anche lei non doveva aver dormito molto << E' stato male tutta la notte: la febbre non accennava a diminuire, era continuamente scosso da spasmi violenti accompagnati da una forte tosse...>>

<< E ora?>>

La renna sospirò << Ora gli ho somministrato un calmante e un antidolorifico...e, grazie al cielo, sia i dolori che la febbre si sono un po' attenuati...>>

<< Hai scoperto che cos' ha?>>

<< Ho provato ma non sono riuscito a concludere niente in quanto ho dovuto interrompere spesso le analisi per badare a Rufy...>>

<< Non potevi chiedere aiuto?>>

<< Ho preferito lasciarvi riposare...>>

Nami sbuffò << Riposare...parola grossa...anche tu sei a pezzi, perché non vai a schiacciarti un pisolino?>>

<< No, non posso perdere altro tempo...devo capire assolutamente che cosa sta logorando il corpo del nostro capitano...non posso lottare contro qualcosa che non conosco e devo essere pronto anche nel caso in cui, quando Jacques la riporterà qui, Robin sia nelle sue stesse condizioni...>>

La rossa sussurrò preoccupata << Robin...>>

<< Non sono tornati, vero?>> chiese Chopper per un di più

Lei scosse la testa << No...>>

<< Anche questa attesa è straziante...anche se non è detto che sia stata infettata...>>

<< Speriamo sia così...allora è deciso: tu dedicati alle ricerche io, se ha bisogno, mi occuperò di Rufy...d' accordo?>>

<< Va bene...>>

 

Lo spadaccino entrò sbadigliando in cucina << 'Giorno...ci sono novità?>>

Il cuoco aveva già iniziato a spignattare << Nessuna e su nessun fronte...>>

<< Capisco...>>

Sanji strinse il manico della padella nervoso << La pioggia è finita da un pezzo...cosa aspetta quello stupido a tornare?>>

Zoro scosse la testa << Non pensi che se non sono ancora tornati, forse, non c'era tutta quell' urgenza di tornare?>>

<< Che intendi dire?>>

<< Che, forse, ci stiamo fasciando la testa prima di essercela rotta...probabilmente Robin non sta male...altrimenti Jacques l' avrebbe già riportata alla nave...>>

Il biondo sbuffò << Fra poco la colazione è pronta...ti dispiace andare a chiamarmi gli altri?>>

<< D' accordo...ma ricordati che mi devi un favore>>

<< Se, se...ricorda che sei tu ad essere in debito con me...per prima cosa in assoluto perché ti sopporto e secondo perché, nonostante tutto, continuo a farti da mangiare!>>

<< Come se quella sbobba che mi rifili potesse competere con i manicaretti che prepari per Nami e Robin...>> sibilò l’altro indispettito.

Sanji lo guardò con un sorriso perfido sul volto << Bene, allora ad iniziare da adesso digiunerai!>>

<< Cosa??? Ma non è giusto!!!>>

<< Sei tu che ti lamenti della mia cucina, se non ti piace non mangiarla...>>

Zoro si avviò alla porta ringhiando << Non puoi ricattarmi sempre a questo modo...>>

<< Posso eccome, sono il cuoco!>> rise di gusto.

<< Vado a chiamare gli altri...>>

 

I due che nella notte, dopo giorni di rancori e di litigi, erano diventati amanti dormivano ancora tranquilli l' una vicina all' altro: mentre Jacques poggiava la testa sereno sul cuscino, Robin riposava poggiando il viso sul suo petto.

Il Prete si svegliò: gli ci volle qualche minuto per capire che quel bellissimo ricordo, in cui la sua mente era completamente persa, fosse realtà e non solamente un sogno. La conferma arrivò quando sentì il seno della cow-girl alzarsi e abbassarsi regolarmente sul braccio e il suo caldo respiro sul petto. S' incantò a guardarla, scostò la frangia dalla fronte e vi posò un dolce bacio...lei era così bella e lui così tremendamente stupido: come aveva potuto lasciarla così? La realtà gli venne sbattuta in faccia con violenza: il braccio scattò fulmineo verso di lei, la mano semichiusa si fermò a pochi centimetri dalla sua gola...non era possibile, una cosa del genere non era mai successa...per un attimo aveva perso il controllo di tutto il suo corpo e con orrore aveva scoperto che lui la voleva uccidere. Ecco come aveva potuto lasciarla...perché, perché doveva essere nato così? Perché proprio lui?

La guardò ancora: sperò egoisticamente che continuasse a dormire, sapeva fin troppo bene che appena si sarebbe svegliata avrebbe cercato quelle tanto agogniate risposte e lui, dopo quello che era successo...

Robin aprì gli occhi lentamente, sbattendoli più di una volta per abituarsi alla luce che si faceva prepotentemente largo all' interno della grotta passando dall' entrata.

Jacques aveva sperato invano << Buon giorno...>>

L' archeologa parve stupirsi, arrossendo violentemente e coprendosi meglio di quel che era, si spostò di scatto a lato.

Il Prete pensò “Ecco che arrivano i pentimenti…” tuttavia continuò il discorso con una frase di circostanza e, sorridendo, le chiese << Dormito bene?>>

La donna non si era spostata per un ripensamento ma, come era accaduto a lui poco prima, per l' imbarazzo di aver riconosciuto la situazione come reale e non come fantasia. Gli si riavvicinò, alzando un sopracciglio e ricambiando il sorrise rispose << Dormito?!>>

Si sdraiò nuovamente accanto a lui e allungandosi verso il suo volto gli baciò teneramente le labbra. Il cuore di Jacques si strinse in una morsa.

La donna avvertì il suo turbamento << Che hai?>>

Il viso dell’uomo era diventato così triste << Ho paura...>>

La mora lo guardò spaesata << Di cosa?>>

Lui le accarezzò il viso, godendo del contatto con la sua pelle << Di farti del male...>>

<< Perché mai dovresti farmene?>>

Non riuscì a guardarla negli occhi << Mi sembra di avertelo già detto una volta...sono un mostro>>

La donna si allontanò << Ancora con questa storia?>>>

<< Non è una storia, Robin...te lo assicuro>>

L' archeologa iniziò ad alterarsi, perché stava rovinando tutto così? << Ti degneresti di spiegarmi? O pensi che assicurandomi una cosa del genere io non mi faccia delle domande? Credi davvero che io sia così stupida?>>

<< Non penso affatto che tu sia stupida...>>

<< Allora spiegami o pensi di lasciarmi senza risposte anche dopo quello che c' è stato fra noi?>>

Nella mente di Jacques prese corpo un pensiero che non avrebbe dovuto nascere “Lo sapevo..” pensiero che ben presto, senza rendersene nemmeno conto, andò a comporre una frase pronunciata ad alta voce << Lo sapevo...non dovevamo>>

<< Come sarebbe a dire?>>

<< Io l' avevo detto...ma...>>

Robin lo interruppe, sempre più nervosa << TU, stavi per dire, non è vero? IO, cosa? IO era troppo impegnata a sentire le tue mani che percorrevano tutto il mio corpo!>>

<< Sono un idiota...ho rovinato tutto...>>

Anche ciò che sino a poco prima sembrava una certezza cominciò miseramente a vacillare, bisbigliò << Le tue parole...>>

<< Come?>>

<< Le parole che mi hai detto ieri sera, erano di circostanza? E' stata solo una scopata per te?>>

Jacques la guardò negli occhi, senza timore, non avrebbe mai dovuto credere una cosa del genere << No, Robin, questo no...non è stata solo una scopata...le mie parole erano sincere, io ti amo, ho fatto l' amore con te, non ho scopato...>>

Con uno sforzo sovraumano, la donna cercò di calmarsi, sospirò << Noi dobbiamo fare un discorso serio...ma dobbiamo concluderlo questa volta...>>

Il Prete annuì << Sì...ma prima torniamo alla nave, diciamo ai ragazzi che stai bene...erano molto preoccupati...>>

L' archeologa iniziò a vestirsi con gli abiti puliti che la navigatrice aveva dato a lui << Vestiti, andiamo in un punto in cui si veda la Going Marry>>

<< Perché?>>

<< Così avvisiamo i ragazzi, io e te dobbiamo parlare e non credere di poterti sottrarre a questa cosa...>>

<< D' accordo...>>

Finirono di vestirsi e riordinarono le cose: in silenzio abbandonarono quello che, la notte precedente, era stato il loro rifugio d' amore.

 

I ragazzi sulla nave cercavano di ingannare l' ansia dell' attesa: Miguel e Usop erano stati schiavizzati da Sanji e percorrevano, panno alla mano, in lungo e in largo tutto il ponte della nave facendo pulizia. Zoro si era cimentato in uno dei suoi soliti assurdi allenamenti.

La renna dal naso blu e la navigatrice uscirono correndo da sottocoperta

<< Ragazzi...li abbiamo già incontrati!>>

Sanji guardò la ragazza con fare estasiato << Chi, pasticcino mio?>>

Nami sibilò con voce tremante << I Cavalieri...>>

Tutti si bloccarono gelati << Com' è possibile?>>

Chopper inspirò a fondo << Ho finito le ricerche sulla malattia che ha colpito Rufy...>>

Usop aveva già la tremarella << E q-questo c...che c’entra?>>

<< Beh, ho scoperto da cosa è stato infettato...>>

Zoro lo incitò << Avanti, non tenerci sulle spine!>>

<< E' affetto da una forma molto primitiva di...di peste!>>

<< Cosa?>> sbottarono tutti.

<< Anch' io non riuscivo a crederci appena l' ho scoperto, ma le analisi non mentono e i sintomi lo confermano: febbre alta, dolori al capo e alle ossa, vertigini...la cosa che non torna, però, è che la peste, prima di manifestarsi, sta in incubazione dai due ai cinque giorni mentre Rufy ha avuto una manifestazione quasi istantanea...e in più, questo virus, si trasmette tramite morsi di roditori infetti o delle pulci che trovano rifugio sui loro corpi...ma qui non c'è nessun animale...e così, sapendo con chi abbiamo a che fare, ho tratto la conclusione più ovvia...>>

<< Quindi quel Wraith sarebbe Pestilenza?>> chiese lo spadaccino

Usop ci pensò un po’ su << Io non capisco...perché si è ucciso?>>

<< Ora che sappiamo la sua vera identità...non credo proprio che sia morto...>> gli fece notare Miguel

<< Ma perché farcelo credere?>>

Nami cercò una soluzione << Probabilmente fa tutto parte di un piano...altrimenti perché mentire? Perché non rivelare la sua vera identità, invece di far finta di essere un semplice scagnozzo?>>

Il giovane arciere tirò le somme << Questo significa che d' ora in avanti dovremo stare più attenti...>>

<< Non possiamo permetterci di venire colti impreparati...quindi è importante che Rufy si riprenda al più presto...>> continuò il medico.

Sanji tremò << Un momento...quindi anche Robin potrebbe essere stata colpita dalla peste!>>

Tutti ammutolirono preoccupati.

Miguel si sentì toccare la schiena: i suoi compagni erano tutti davanti a lui...si lasciò scappare un urlo di spavento.

Zoro mise mano alla spada pronto all' attacco << Che è successo?>>

<< Scusatemi...non volevo spaventarvi...>>

Era la voce dell' archeologa quella che stavano ascoltando

<< Robin, amore, dove sei?>> gli chiese il cuoco preoccupato.

Tutti guardarono alle spalle del giovane arciere, uno spettacolo un po' strano si presentò ai loro occhi: un braccio, il quale aveva, sul palmo della mano, un orecchio e una bocca era apparso sulla balaustra

<< Scusatemi anche per avervi fatto preoccupare...sto bene, ragazzi...e perdonatemi ancora se non vi ho contattato prima, ma non ho potuto...>>

<< Jacques è con te?>> chiese la rossa

<< Sì, è qui...>>

<< Dove siete?>>

<< Giratevi verso le montagne...>>

La ciurma si voltò e vide un panno celeste sventolare fra il grigio scuro delle rocce << Fra un po' saremo lì...dateci ancora un po' di tempo per scendere...>>

Chopper cercò nuovi chiarimenti << Sei sicura di stare bene?>>

<< Sì, sì...sto benissimo...>>

<< Cercate di fare presto...dobbiamo parlarvi di certe cose che abbiamo scoperto...>> aggiunse la navigatrice.

<< Sarebbero?>>

<< Non possiamo parlarne così...lo faremo quando tornerete, cercate di far presto e...state attenti!>>

<< D' accordo...ci vediamo fra un po'>>

In una cascata di petali di fiori, il braccio sparì.

Tirarono un sospiro di sollievo.

 

Robin, che un momento prima era caduta come in trance per comunicare con gli altri, tornò alla realtà << Ecco fatto, i ragazzi sono stati avvisati e gli ho anche detto che avremo fatto piuttosto presto a tornare...quindi che vogliamo fare?>>

Lui sorrise << Credo che non accetteresti come proposta un “allora perché non scendiamo e li raggiungiamo subito?”, vero?>>

La cow-girl lo guardò di sottecchi << Perspicace...>>

<< Immaginavo...>>

Nonostante le parole volate prima, la donna era stranamente tranquilla: trovò posto su una roccia accanto a lui, che si era messo a piegare la coperta usata poco prima per segnalare la loro posizione alla Going Marry che ondeggiava placida in lontananza.

Il Prete sospirò, non sapeva da dove cominciare

Lei gli prese una mano << Ti fidi di me, Jacques?>>

<< Certo che mi fido...>> le rispose stringendogliela << …sei la persona più importante di tutta la mia vita>>

Robin si appoggiò al suo petto e attese che le sue braccia le cingessero le spalle, appena sentì quel contatto cercò una risposta ad una delle tante domande che assillavano la sua mente << Perché non vuoi dirmi che cosa ti tormenta?>>

L’uomo appoggiò una guancia sulla sua testa << Io non è che non vorrei...anzi, no...non voglio mentirti...io non voglio dirtelo perché...perché...>>

Lei si alzò << Non ce la fai proprio, vero? Non riesci a capire che così mi fai del male?>>

<< Io non vorrei farti del male...ma evidentemente è proprio quello che sto facendo...>>

<< Lascia che ti dica una cosa, Jacques...sai cosa ha significato per me il tuo ritorno? E' come se fossi tornato dall' Oltretomba...tu non hai idea su quante bocche ho cercato il tuo nome in quei due anni stabiliti dalla nostra promessa, il dolore che ho provato cercando di cancellarti dal mio cuore e un giorno che fai? Come se niente fosse successo esci, dicendo, “eccomi sono qui”...certo mentirei dicendoti che, nonostante tutto, non abbia avuto amici sinceri, ma non sarebbe la verità neanche se non ti dicessi che è da poco tempo che fanno parte della mia vita e che senza quegli amici, senza un testardo ragazzino con costantemente un sorriso a trentadue denti stampato in faccia e un cappello di paglia sulla testa, probabilmente non sarei qui a discutere con te adesso: sarei ancora distesa, morta dissanguata sotto un cumulo di macerie e...>> il tono della sua voce si fece duro << ...e non te ne sarebbe fregato un cazzo perché non lo saresti mai venuto a sapere!>>

Anche il Prete si alzò << Come puoi dire questo?>>

<< Come posso dire questo? Si chiama verità, Jacques, verità...un concetto che, probabilmente hai dimenticato da tempo, non è così?>>

Silenzio.

<< Vedi? VEDI? Sono stanca, sono stufa di tutte le cose che non hai mai detto...dici di amarmi, dici di aver fatto l' amore con me, non solo sesso, ma sai che ti dico? Il tuo amore non è onesto, sei solo un egoista, vivi nel tuo mondo: un mondo in cui non ascolti e non t' importa di niente e di nessuno...perché giochi con me? Ti sembro forse un giocattolo? Una bambola da rigirare a tuo piacimento? Perché non capisci? Perché bisogna sempre concludere con un “non c'è altro da dire”? Perché non trovi il modo di dirmi ciò che mi nascondi?>>

<< Credi davvero che non veda il dolore riflesso nei tuoi occhi che chiede disperato una spiegazione a questi miei repentini cambiamenti? Pensi davvero che non mi senta maledettamente male nel vederti soffrire? Se è così che la pensi, sei nel torto perché mi sento a pezzi ma cerca di capire, il mio tempo è così poco, io sto tentando di agire in modo da rimanere in gioco, cerco di restare sveglio e di ricordare il mio nome ma anche lui sta cambiando, più il tempo scorre più diventa forte...>>

<< Lui, chi?>>

Il Prete scoppiò << Mi fa schifo quello che sono! Quante volte ho sperato di poter vivere una maledettissima vita normale, che la mia strada prendesse una svolta positiva ma questa...questa è solo un' illusione, un ingannevolissimo sogno...io sono solo un debole...>>

La donna prese fiato << Insomma, che cosa vuoi dire? Ti prego, smettila di parlare con frasi spezzate a metà!>>

Gli occhi di ghiaccio di Jacques sembravano velati da una patina di lacrime << Io non ho violato la promessa...>>

<< Come sarebbe a dire? Ti sembra forse di averla mantenuta?>>

L’uomo inspirò profondamente << Che cosa diceva la nostra promessa esattamente? Lo ricordi?>>

<< Certo: diceva che se ci fossimo separati avremo avuto due anni di tempo per ritrovarci, se ciò non fosse accaduto avrebbe significato che uno dei due sarebbe morto perché solo la morte avrebbe potuto tenerci lontani...>>

<< E così è stato...>>

<< Mi sembra che nessuno di noi due sia morto, o mi sbaglio? Nonostante tu abbia fatto di tutto per farlo credere...>> la rabbia cresceva.

<< Non intendevo la morte in quel senso...forse allora, ma adesso non più...>>

Robin ringhiò << Quale altro senso esiste per intendere la morte???>>

Lui le afferrò velocemente le spalle << Sono un Cavaliere!>>

L' archeologa perse un battito << Che cosa?>>

La gola di Jacques si chiuse in un nodo << Io...io sono la Morte!>>

La mora indietreggiò di alcuni passi << N- non...non è possibile!?!>>

<< E' così...questa è la mia verità...>>

 

TO BE CONTINUED…

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Capitolo 30
*** - HIS VISION OF PAST - ***


CAPITOLO 30

CAPITOLO 30

- HIS VISION OF PAST -

 

La mora c'era rimasta di sasso: ferma, immobile davanti a lui, incapace di sostenere il suo sguardo che, fra i cristalli di ghiaccio delle sue iridi, supplicava la sua bocca di parlare. La gola della cow-girl era, però, diventata improvvisamente secca e il cervello era troppo occupato a seguire un infinito numero di pensieri per poter dare alle corde vocali l'ordine di muoversi.

 

“ Finalmente capisco perché si ostinava a dire che non poteva fare nulla per fermare l' Apocalisse...capisco come poteva sapere tutte quelle cose...ma come fa ad essere la Morte? E' così buono e gentile...sono stata una perfetta stupida, in tutte quelle poche cose che mi ha detto non mi ha mai mentito...Jacques, accidenti, perché non mi hai mai detto niente? Anche se tu sei la Morte, ti prego, dimmi che sei sempre tu, in modo che io non possa sentirmi usata...ti prego, spiegami, perché io non capisco...”

 

Lui prese parola << Robin...se vuoi ti spiegherò ogni cosa, ti dirò quelle maledettissime parole che non ti ho mai detto...e così capirai che non ti ho usato per un mio sporco comodo...>>

Che avesse pensato ad alta voce? Era impossibile, ne era sicura, non aveva aperto bocca...ma allora come aveva fatto a rispondere ai suoi pensieri? Che le leggesse nella mente? No, anche questo era da escludere...

Continuò << Allora, sei d' accordo?>>

La donna annuì con la testa senza proferir parola.

Il Prete si sedette e inspirò profondamente << Tutta l' infanzia che ho vissuto, non trova posto all' interno della mia mente, solo qualche vago ricordo che mostra, all' interno delle sue nebbie, la mia solitudine: sono nato solo. Ho sempre creduto di aver perso i miei genitori in un'età così giovane da non serbarne ricordo, invece, ho scoperto di non averne mai avuti...l' unica cosa che so essere sempre stata al mio fianco è l'ocarina che ora ho dato a Miguel...>>

Man mano che le parole arrivavano alle orecchie dell' archeologa, alla bocca tornava nuovamente la voglia di parlare, una voglia incontenibile spinta dalle mille domande che nervosamente scendevano dal cervello arrivando a stuzzicare le corde vocali << Perché quell'ocarina è così importante per te? E perché, se ha questo grande valore, l' hai data a Miguel?>>

<< Perché non posso più suonarla!>>

<< Come sarebbe?>>

Jacques prese fiato nuovamente, gli sembrava di faticare ancora di più di quel che aveva fatto durante la scalata: era la prima volta, in ventinove anni della sua vita, che raccontava la sua storia a qualcuno...ma questo qualcuno non era una persona qualsiasi che poteva dar o meno conto alla sue parole e che si sarebbe lasciata scivolar via di dosso tutto ciò che gli avrebbe detto; questo qualcuno era una persona importante, almeno per lui << Anche in questo frangente ho sempre creduto a delle menzogne, credendo che avessi imparato a suonare l'ocarina perché l'avevo e che quel motivetto fosse solo, come dire, un trillo che usciva dalla mia mente...ma qualcuno mi spiegò che non era così e mi aprì gli occhi...>>

<< Chi era questo qualcuno?>>

<< Ti ricordi quel giorno in cui me ne andai dicendoti che avevo una commissione da fare e tornai solo a notte inoltrata?>>

<< Certo e mi ricordo anche che, quando tornasti, non sembravi più tu: eri triste e stranamente inquieto...>>

<< Ero andato ad incontrarlo...>> le spiegò.

<< Come hai potuto contattarlo? Ricordo benissimo che in quei giorni eri sempre rimasto con me...>>

<< Non sono stato io a contattare lui...ma è lui che ha contattato me...>>

<< Insomma, chi è questo qualcuno?>>

<< Tu conosci Dragon?>>

Robin continuava a capirci sempre meno << Il Rivoluzionario, intendi? Che ha a che fare con tutta questa storia?>>

<< Ora te lo spiegherò...iniziando a raccontarti come ha fatto a contattarmi e per far questo bisogna tornare un pochino indietro rispetto al giorno in cui l' ho incontrato...era Novembre e avevamo da poco festeggiato il mio diciottesimo compleanno...>>

 

Jacques aveva il sonno agitato quella notte: stava sognando, ma le immagini non riuscivano a formarsi, ciò che il cervello gli mostrava era solo uno sfondo nero e un suono flebile, quasi inudibile, che arrivava alle sue orecchie. Non riusciva a percepirlo, ma sentiva chiaramente il senso di fastidio che gli procurava. Man mano che la notte si faceva sempre più fonda quelle parole si facevano sempre più chiare:

 

- Il periodo di tregua è terminato, il male tornerà a lavorare...cercherà di portare a termine il suo piano più ambizioso...quattro sono le persone prescelte, nate proprio per questo...e tu sei fra queste...il tuo destino è segnato, ormai...tuttavia hai ancora un'opportunità...ora, la domanda è: cosa saresti disposto a fare per le persone che ami?-

 

Si svegliò di soprassalto, gli sembrò di non essere mai andato a dormire...si girò: nel letto vicino al suo, Robin dormiva tranquilla...che cosa significavano quelle parole?

 

Jacques spiegò << Allora non capii...e il mattino classificai quell'avvenimento come uno stranissimo ma semplicissimo sogno...invece...>>

<< Era la realtà?>>

<< Beh, sinceramente non credo si possa definire proprio realtà...io stavo davvero sognando ma le parole erano pronunciate da qualcuno di reale...>>

<< Dragon?>>

<< Sì, ma mi ci volle un anno per capirlo...>>

L’archeologa pronunciò in un soffio << Quel giorno...>>

<< Sì e i sogni di un'intera settimana prima...>>

 

- Immagini di morte e distruzione saranno il tuo futuro se non cercherai di porvi rimedio...tu hai una possibilità...sta a te decidere se sfruttarla o no...il tuo destino è inevitabile, ma puoi far sì che sia meno distruttivo...per aprire uno spiraglio sul tuo futuro e su quello delle persone che ami, vieni, il giorno che sarà seguito da una notte senza luna, sulla cima del monte che sovrasta l'intera isola, lì ci incontreremo e lì deciderai cosa fare...-

 

<< Sognai la stessa identica cosa per sei notti consecutive, ma nonostante tutto nulla mi diceva di presentarmi a quell'appuntamento...mi sembrava di essere uno scemo anche al solo pensiero di prendere sul serio quella voce che tormentava il mio sonno...finché una notte non ti ho sognata...>>

<< Hai sognato me?>>

La sua voce perse ogni espressione << Sì: eri morta...>> non riuscì più a guardarla negli occhi << ...e io ti avevo ucciso>>

La cow-girl si pietrificò.

<< Mi svegliai agitato...avevo paura di averlo fatto davvero da tanto quel sogno sembrava reale ma sentirti respirare, mentre dormivi nel letto vicino al mio, mi fece tirare un sospiro di sollievo e fu allora che decisi: il giorno seguente sarebbe stato seguito da una notte senza luna e io mi sarei recato sul luogo dell' appuntamento...>>

 

Era mattina presto, il sole si era appena alzato nel cielo, Jacques era pronto per recarsi nel luogo indicato dai suoi sogni, la mano aveva già girato il pomello della porta.

Robin si svegliò, nonostante tutta la cautela che il giovane Prete aveva messo nel cercare di non far rumore << Dove stai andando?>>

Il ragazzo si prese un colpo << Uff...mi hai spaventato, non sapevo di averti svegliato>>

Lei lo guardò sospettosa << Dove vai con tutta questa segretezza?>>

Jacques sparò la prima cosa che gli passò nella mente << Ho da fare una commissione piuttosto importante...non so quanto tempo mi porterà via, quindi potrò tornare anche piuttosto tardi... non ti preoccupare, ci vediamo Pettirosso...>>

La ragazza lo guardò con fare inquisitorio << Mi domando come lo sarei venuta a sapere se non mi fossi svegliata...>>

Quello fece finta di cascare dalle nuvole << Ah...ehm...non ci avevo pensato...>>

<< Se, se...vai va' ma smettila di chiamarmi Pettirosso!>>

Lui uscì dalla porta << Come vuoi tu...PETTIROSSO!>>

La cow-girl inviperita gli lanciò un cuscino che lui prontamente schivò << Ciao!>>

 

Jacques camminò per ore ed ore senza mai fermarsi: attraversò strade, sentieri e dovette affrontare anche qualche arrampicata. Arrivò sulla cima della montagna e poté finalmente riposarsi. Si guardò intorno, il panorama era stupendo: sui tetti del villaggio a valle, il sole cominciava a riflettersi sul rosso delle tegole e la superficie del mare era percorsa da sfavillanti scintillii, tuttavia sembrava essere l'unica persona presente << Sono stato davvero uno scemo...qui non c'è nessuno, come ho potuto dar retta ad un sogno?>>

<< Spesso, la gente vede solo ciò che vuol vedere...>>

Il ragazzo si girò di scatto e dove, fino ad un attimo prima, c'erano solo rocce e cespugli era apparsa una figura coperta da un mantello scuro << Chi sei?>> Dovette portarsi la mano davanti agli occhi che avevano iniziato a lacrimare per aver guardato troppo a lungo una figura contro sole.

<< Il mio nome è Dragon, Cavaliere...>>

<< Cavaliere?>>

La figura gli si avvicinò e da sotto il cappuccio si mostrò il viso squadrato di un uomo con un vistoso tatuaggio tribale che dal sopracciglio scendeva su tutta la guancia sinistra << Che cosa ti dice la parola Apocalisse, ragazzo?>>

Jacques ci pensò un momento << La fine del mondo voluta da Dio per punire l'umanità per i suoi peccati?>>

Quello sorrise << Esattamente ma questa è solo una delle tante versioni...>>

<< Versioni?>> chiese incredulo.

<< C'è chi afferma che il verdetto divino sia inevitabile, c'è chi, invece, racconta che la fine del mondo sia voluta dal Demonio e non da Dio e c'è chi dice che Dio dà l'opportunità all'umanità di salvarsi...tutte versioni accomunate dalla venuta al mondo di quattro prescelti: Carestia, Guerra, Pestilenza e...>> lo guardò << ...Morte>>

<< I quattro Caval...>> in quel momento associò le parole dell' uomo ai sogni e tremò << Io...io sarei...? Sei tu che tormentavi le mie notti?>>

<< Sì, ero io a parlarti nel sonno...anche quella notte di un anno fa>>

<< Allora anche il sogno di questa notte è stata opera tua?>>

<< Non so cosa tu abbia sognato ma no, io avevo deciso di lasciarti una notte per decidere...>>

Jacques si sedette << Io non capisco...>>

<< Cosa hai sognato?>>

<< Io...ho visto me stesso...che aveva appena ucc...>> si bloccò << …ma perché lo dovrei venire a  raccontare proprio a te? Cosa vuoi da me?>>

<< Io voglio aprirti una via...a parte il tuo nome, tu, lo sai chi sei? Di chi sei figlio, da dove vieni?>>

<< No...>> rispose secco, senza nemmeno pensarci, stupendosene.

<< Sai cosa rappresenta quell'ocarina che porti legata al tuo fianco? Sai chi te l' ha donata?>>

<< No...>>

<< Io, ho avuto questo compito dal destino...>>

<< Tu mi hai dato quest'ocarina? Ricordo di averla avuta sempre con me...tu hai conosciuto i miei genitori!?>>

Dragon sorrise mesto << No, ragazzo...non avrei mai potuto conoscerli perché tu...non ne hai mai avuti!>>

Jacques non capiva più niente << Ma cosa stai dicendo? Come posso essere venuto al mondo senza genitori?>>

<< Perché tu sei un Cavaliere dell' Apocalisse...tu sei la Morte!>> gli spiegò gelido.

Il Prete si pietrificò << Tu vaneggi...io non sono ciò che dici!>>

<< Anche questo è vero...>>

<< Ma...>>

<< Tu ancora non sei la Morte, perché è assopita dentro di te: il suo spirito dorme e attende che tu lo faccia uscire, che tu lo accetti...se non fossi stato tu probabilmente l'avresti già accettato...>>

Il ragazzo cominciò ad alterarsi << Cosa cazzo vuol dire???>>

Quello non si scompose << Carestia, Pestilenza, Guerra e Morte: quattro cavalieri votati al sangue e alla distruzione, non provano sentimento alcuno...tuttavia nella scelta dei quattro prescelti c'è stato...un errore del Demonio? Un aiuto Divino? Guerra, Carestia e Pestilenza stanno già crescendo preparando i loro piani apocalittici ma tu...tu non hai ancora accettato ciò che sei, anzi, lo ricacci indietro>>

<< Io continuo a non capire...>>

<< La melodia che nasce dalla tua mente e prende forma con quest'ocarina serve a far riaddormentare, ogni qual volta cerchi di risvegliarsi, lo spirito maligno che è in te...cosa provi quando ti viene voglia di suonare?>>

<< Sento una strana inquietudine che mi porta ad imboccare lo strumento e, appena la melodia prende forma, tutto sparisce...>>

<< Sei ancora giovane ma hai già passato la maggior età...lo spirito si sta sviluppando e pian piano diventerà sempre più forte ed avrà la meglio su di te...>>

Inconsciamente cominciava a credere alle parole di quell' uomo << Questo vuol dire che perderò il controllo di me stesso?>>

<< Sì...prima inizieranno a manifestarsi i poteri, tormenterà le tue notti con la pressante richiesta di uscire e pian piano prenderà il controllo del tuo corpo...e quando non sarai più in grado di contenerla attraverso il suono dell' ocarina prenderà la tua mente e la tua anima>>

Il terrore cominciava ad invadere il corpo di Jacques << E...e poi?>>

<< Se questo accadrà ti unirai agli altri Cavalieri e cercherai di portare a compimento l' Apocalisse...>>

<< Co-come faccio...a sapere che non sono solo menzogne ciò che mi stai dicendo?>>

<< Dentro di te sai già la risposta, non è così?>>

Sì, lo sapeva, era la verità << Perché sei venuto a dirmi questo? Se il mio destino è inevitabile perché sei venuto a torturarmi adesso?>>

Dragon respirò a fondo << Perché il tuo tragitto è ostacolato dalla tua ignoranza su ciò che sei...tu hai l'opportunità di muovere gli ingranaggi per far sì che l' Apocalisse venga bloccata...>>

<< E cosa dovrei fare, suicidarmi? In modo che i Quattro non possano mai riunirsi?>>

L’uomo rise << Sarebbe stupido pensare che la Morte possa morire...>>

<< E allora cosa?>>

<< La Carestia si sconfigge con l'altruismo e l'abbondanza, la Pestilenza con la medicina e la ragione, la Guerra con la pace...ma la Morte?>>

<< Con la vita?>> azzardò.

<< Esattamente...cerca la vita!>>

<< Come?>>

Il Rivoluzionario continuò a spiegare << Cinque anni fa è nato un bambino con capelli biondi e occhi smeraldo, cercalo, lo troverai e avrà bisogno di te...salvalo, istruiscilo e insegnagli a suonare la tua ocarina perché presto non sarai più in grado di farlo, il tuo corpo si rifiuterà...lui ti fermerà!>>

<< Ma che vuol dire?>>

<< Queste sono le mie parole ragazzo, a me spettava solamente informarti e darti tutte le opportunità di scelta...perché ricordati che il destino di una persona è scritto solo dalla stessa e nessuno, neanche lo stesso Dio o il Demonio, può permettersi di ostacolare il tragitto di un essere umano...>>

<< Tu mi confondi più di quel che già sono...>>

Dragon sembrò non badare alle sue parole << Sta a te decidere...ricordati che gli altri tre inizieranno a cercarti e più sarai esposto al loro influsso più ti sarà difficile rimanere in te...non si faranno scrupoli a distruggere tutto ciò che ami...e fai attenzione, perché potresti essere anche tu a farlo e appena assaggerai il sapore del sangue e godrai della sensazione che si prova a strappare una vita umana, non potrai più tornare indietro...>>

La sua mano insanguinata e il corpo esanime della cow-girl a terra gli trapassò la mente come il sogno della notte precedente << Robin...>>

Una folata di vento fortissima lo costrinse a chiudere gli occhi, quando li riaprì la misteriosa figura era sparita. Jacques si buttò a terra e si guardò le mani << Io sarei la Morte?>> le fece passare pesantemente sul volto << Che cosa devo fare?>>

 

<< E' per questo che non uccidi mai i tuoi avversari...e i tuoi attacchi...ogni volta che stai male lotti contro la Morte che è dentro di te...>> concluse Robin << …come fai a sopportare tutto questo?>>

Lui la guardò tenero << Perché ho Miguel, ho i ragazzi...ho te...>>

La donna s'imbarazzò leggermente, ma quello non era il momento << Io...non riesco a crederci...questa storia è assurda: come poteva Dragon sapere tutto questo?>>

<< Non lo so, Robin, non lo so! So solo che aveva ragione...>>

<< E solo sulla base di un sogno e delle parole di un tizio sconosciuto hai deciso di andartene?>>

<< Io...io...non sapevo cosa fare! Ho pensato tutto il resto della giornata ad una possibile soluzione...io non riuscivo a capacitarmi di ciò che quell' uomo aveva appena detto...al diavolo, perché proprio io? Tuttavia qualcosa dentro di me continuava a ripetermi che quella era la verità....ma quando tornai da te i sogni sparirono e tutto sembrò tornare alla normalità anche se non smisi mai di pensare a ciò che Dragon mi aveva detto...>>

<< Allora, alla fine, cosa ti ha convinto?>> chiese curiosa.

<< La Morte che è dentro di me...>>

La donna tacque

<< Dopo poco tempo riprese a tormentare le mie notti, ogni volta che dormivo chiedeva insistentemente di essere risvegliata, ai miei rifiuti rideva dicendo che prima o poi, che io abbia voluto oppure no, avrebbe preso il controllo su di me e che tu saresti stata la prima che avrebbe ucciso e l' immagine di te senza vita in un lago di sangue mi faceva risvegliare in un bagno di gelido sudore...>>

<< Io...>>

La fermò << Hai capito perché quel giorno ti ho ordinato di fuggire senza di me? Perché ho preferito che pensassi fossi morto?>> si bloccò un attimo poi riprese << Hai capito perché continuo a ripeterti che sarebbe stato meglio se non mi avessi mai rincontrato?>>

<< E non c'è una possibilità di salvarti?>>

<< Miguel...>>

La mora ragionò sulle sue parole << Miguel...un bambino con i capelli biondi e gli occhi smeraldo...>> capì << Non è possibile, Jacques! Miguel non può essere la tua unica speranza...se lui è la Vita vuol dire che tu...>> urlò << COME PUOI CHIEDERE A MIGUEL DI FARTI SPARIRE???>>

L’uomo spostò lo sguardo colpevole di lato << Io...>> lo riportò su di lei, adiratissimo con se stesso << Credi davvero che non mi faccia schifo per questo? E' cresciuto con me, è come se fosse mio fratello ma capisci che se non lo farà lui sarò io ad uccidervi tutti quanti??? IO NON VOGLIO, hai capito, NON VOGLIO!>> strinse i pugni e abbassò il capo

Robin avrebbe voluto toccarlo, abbracciarlo o anche solamente accarezzargli il viso per infondergli un po’ di conforto, ma la mano non si mosse, rimase dov'era e non riuscì altro che a chiedere << Qua- quando l' hai incontrato?>>

<< Miguel?>>

<< Sì...>>

Spiegò << Quando mi ripresi dopo l'esplosione, dopo aver visto, con questi occhi, profonde ferite e ossa rotte rimarginarsi dal nulla sono partito alla sua ricerca...navigai come clandestino su parecchie navi per mesi...finché non sbarcai su un'isola...>>

 

Il caldo era insopportabile: il sole, alto nel cielo, picchiava forte sulla sua testa, era appena mezzogiorno quando mise piede sull' isola. Aveva una fame tremenda, era da quasi una settimana che non toccava cibo. Passò per le strade in cui era stato allestito il mercato cittadino: ad ogni bancarella di frutta, o di qualsiasi altro tipo di roba commestibile, il suo stomaco tuonava reclamando di essere riempito, ma non aveva un soldo per poterlo fare. Pensò di sgraffignare qualcosa tanto, con tutto quel marasma di gente che c'era, nessuno si sarebbe accorto se qualcuno avesse fatto sparire qualche mela...alla fine, però, rinunciò all'idea, dato quel che era non sarebbe certo morto di fame.

Camminò un altro po' e in pochi minuti uscì dal mercato e si ritrovò in un grosso viale alberato. Decise di sedersi su una panchina, distese le braccia, socchiuse gli occhi e inspirò profondamente: c'era un gran buon profumo nell'aria. Lo stomaco brontolò ancora, con più violenza << Accidenti...>>

<< Ehi, hai tanta fame, non è vero?>>

Jacques aprì gli occhi: davanti aveva un bambino che aveva sì e no cinque anni, occhi verdissimi e vispi, portava un cappello chiaro con visiera all'indietro dal quale scendevano sul volto due grosse ciocche di capelli biondissimi << Allora?>>

Un altro gorgoglio, sorrise << Sembra che il mio stomaco ti abbia risposto al posto mio, non è così?>>

<< Già...tieni!>> gli porse un sacchetto

<< Cos'è?>> lo aprì, dentro c'erano un panino, una mela e una bottiglietta di latte << Ma questo è il tuo pranzo...non posso accettare!>> e fece per ridarglielo ma il bimbo lo bloccò << Questo non è il mio pranzo, era la merenda di questa mattina che però non ho mangiato…>>

Una donna chiamò da lontano << Miguel, vieni!>>

<< E' la mia mamma, vado a mangiare con lei...ciao!>>

<< Ciao, piccolino...e grazie!>>

Il bimbo lo salutò con la mano e raggiunse la madre. In quel momento, colui che di lì a poco tempo avrebbero cominciato a chiamare il Prete, era ben lontano dal pensare che quel bambino, che gli aveva appena offerto del cibo, era colui che stava cercando.

 

Arrivò la notte, la temperatura continuava ad essere elevata ma, fortunatamente, tirava un bel venticello fresco. Il cielo era limpido e stellato, non c'era bisogno di trovare un luogo coperto per la notte: girando un po' fuori città, trovò grandi campi di grano e decise di sdraiarsi lì. Si stirò incrociando le mani e spingendo in avanti le braccia, l'occhio gli cadde sulla cicatrice che segnava, ormai da qualche anno, il suo palmo destro << Robin...chissà che starai facendo adesso...perdonami>>

Si addormentò.

 

Il caldo aumentò all'improvviso, Jacques si svegliò con la fronte imperlata di sudore, un fumo denso e pesante gli pervase le narici e iniziò a fargli lacrimare gli occhi. Si alzò di scatto, il campo stava andando a fuoco << Ma che diavolo succede?>>

Corse, corse a lungo, la gola secca era piena di fuliggine. Arrivò in città, la gente sembrava impazzita: in preda ad un odio ed a una rabbia sconosciuta aveva cominciato a distruggere e incendiare tutto ciò che capitava sotto tiro...uomini, donne e bambini urlavano, piangevano e si massacravano fra loro

<< Muori, bastardo!>>

Un uomo si avventò su di lui coltello alla mano, si schivò appena in tempo. Si girò di scatto e gli bloccò le braccia con le mani << Ma che cazzo vi prende a tutti quanti?>> Incrociò con il suo sguardo gli occhi dell' uomo: sentì un vento gelido traversagli tutto il corpo, nonostante l'atmosfera incandescente, le sue iridi divennero di ghiaccio, l'uomo sotto le sue mani si accasciò sulle ginocchia tremante, si prostrò ai suoi piedi << Ti giuro che non lo farò mai più, ti prego risparmiami!>> La testa di Jacques cominciò a picchiare insistentemente: lo aveva visto, aveva visto ciò che sarebbe successo se quell'uomo avesse continuato a fare quello che stava facendo...l'avrebbe ucciso, strappandogli il cuore a mani nude e anche l'altro doveva averlo visto, in preda al panico scappò via spaventato.

 

Robin cominciava a temere colui che aveva di fronte << Quello è il potere che hanno i tuoi occhi? Far vedere alle persone, che li incrociano, la fine a cui andranno incontro se continueranno su quella strada?>>

L’uomo non poté altro che dire in un soffio << Sì...>>

 

La sua corsa venne arrestata da un urlo di una vocina famigliare << MAMMAAAAA! PAPAAAAAAAAA'!>>

Era il bambino di quella mattina, ne era sicuro, e proveniva da una delle case in fiamme...ma quale? Si fiondò all' interno dell' abitazione che il suo istinto gli indicava, stava per crollare: girò le stanze al pian terreno ma niente, l' aria era irrespirabile e le fiamme lambivano il suo corpo...vide le scale che portavano al piano di sopra, riuscì a salire giusto pochi secondi prima che crollassero. Sembrò non trovare nessuno, non poteva essersi sbagliato, non avrebbe avuto un'altra possibilità, poi un pianto incessante arrivò alle sue orecchie, entrò nell' unica stanza che non aveva ancora controllato: il bambino era lì, a scrollare i corpi esanimi dei suoi genitori, distesi a terra in un bagno di sangue. Un forte stridio pervase l'aria << Qui sta per crollare tutto!>>

Corse verso il bimbo e cercò di strapparlo dai cadaveri dei suoi genitori << Andiamo via, presto!>>

Miguel urlava disperato << No, io non voglio lasciarli!>>

<< DEVI!>>

<< NO!>>

Lo prese di peso, il bambino gli graffiò e gli morse un braccio fino a farne uscire del sangue << LASCIAMI!>>

Jacques resistette al dolore e mantenne la presa ben salda sul suo corpo nonostante continuasse a dimenarsi come un ossesso, non avrebbe potuto riscendere di sotto...cercò una finestra: prese la rincorsa, coprì Miguel col suo corpo, si buttò. Volarono, fra i frammenti di vetro, giù dal secondo piano...la caduta fu piuttosto rovinosa: il Prete si ruppe un paio di costole, guardò il bambino fra le sue braccia, era ricoperto di sangue << Piccolo, rispondimi, stai bene?>>

Eppure era sicuro di avergli fatto da scudo col suo corpo!

Miguel si alzò e corse verso la casa in fiamme << MAMMAAAA, PAPAAAAAA'!>>

Jacques gli andò dietro, il sangue era quello dei suoi genitori...chissà cosa aveva visto quel povero bambino. Lo raggiunse e lo bloccò, le costole facevano un male cane e le bruciature sanguinavano << Non puoi andare...sta per crollare tutto!>>

Non fece in tempo a pronunciare quelle parole che l'edificio precipitò su se stesso

<< Ma ci sono i miei genitori là dentro!>>

Il ragazzo lo girò verso di lui e lo guardò: capelli biondi e occhi smeraldo, ora arrossati per le molte lacrime versate. Si ricordò delle parole di Dragon - Cinque anni fa è nato un bambino con capelli biondi e occhi smeraldo, cercalo, lo troverai e avrà bisogno di te-

<< Miguel! Lo so che ci sono i tuoi genitori lì ma non possiamo fare più niente per loro!>>

Il bimbo batté forte i pugni sul suo petto << NO, NON E' VERO! SEI UN BUGIARDO!>>

Jacques lo abbracciò, sentì le sue calde lacrime bagnargli la maglia << D' ora in avanti sarò io a prendermi cura di te>>

 

L’archeologa non riusciva a crederci << Un ragazzino solare come Miguel, ha passato tutto questo...sembra così assurdo...com'è potuta impazzire la gente di una città intera contemporaneamente?>>

<< Non ho mai potuto esserne sicuro ma penso che una sola persona al mondo possa avere un potere del genere...>>

<< E chi sarebbe?>>

<< Guerra...anche se, dentro di me, continuo a sperare che non sia così>>

<< Perché?>>

Lui strinse i pugni << Perché altrimenti sarebbe stato lì per me...e tutta quella strage sarebbe stata solamente colpa mia...>>

<< Ma se i Cavalieri non ti hanno mai visto? Come fanno a stare sulle tue tracce?>>

<< Mi sentono...sanno che sono io, stanno solo aspettando il momento in cui la Morte prevarrà su di me per venirmi a prendere...era per questo che mi ero ritirato su Dead Calm...>>

<< Per quale motivo proprio Dead Calm?>>

Le spiegò << Mi proteggeva...l'Arcipelago dei Peccati è inaccessibile a Guerra, Pestilenza e Carestia...la Guerra dettata dall' odio e dall'ira, la Carestia causata dall'avidità dell'uomo...Pestilenza, voluta dalla mancanza di volontà di evolversi per trovarne un rimedio...non riuscirebbero mai a superarlo, rimarrebbero bloccati lì per sempre>>

<< Ma anche tu sei un Cavaliere, come hai fatto? E Miguel?>>

<< Per quanto spietata può essere, la Morte, e in sua contrapposizione la Vita, è al di sopra di ogni peccato: esse vengono date sia ai peccatori che agli animi più puri...l'abbiamo attraversato come se fosse stato formato da sette isole qualunque...>>

<< E tu hai lasciato l'unico luogo che per te era sicuro?>>

Jacques si alterò << Ma insomma, Robin, prima vuoi che io la smetta di dire che il nostro incontro non sarebbe mai dovuto avvenire e ora mi dici che dovevo rimanere su Dead Calm? Si può sapere cosa pretendi da me???>>

La donna abbassò lo sguardo << Io non voglio perderti...di nuovo>>

Il Prete l'abbracciò ma appena le mani toccarono il suo corpo, la donna tremò, poté sentirla chiara e tonda, quella era paura...sciolse l'abbraccio e, sorridendo mestamente, si allontanò un po' << Non potevo far altro che seguirvi...Miguel voleva partire con voi e io non  potevo di certo proibirglielo ma se fosse partito da solo, con l'ocarina, la Morte mi avrebbe preso in poco tempo e non ci avrei messo molto a sterminare tutta la gente dell'isola e a raggiungere gli altri Cavalieri>>

<< Così, anche tu, li senti?>>

<< Io, non proprio...la Morte, certo...anche se ho avuto lo stesso strano e opprimente stato di disagio davanti a due sole persone in tutta la mia vita, per ora...>>

<< Chi?>>

<< Il tizio vestito di nero che abbiamo incontrato su quest'isola, Wraith...e...Morgana...>>

La mora capì << Tu pensi che loro possano essere...>>

<< ...due dei Quattro Cavalieri...ma non posso esserne sicuro>>

<< Il vuoto allo stomaco dopo il combattimento contro di lei...la malattia di Rufy...>> elencò la cow-girl per sostenere la sua tesi.

<< Carestia e Pestilenza...>>

<< Ma allora perché farsi passare per dei semplici scagnozzi...perché far finta di volerti uccidere...e perché Wraith si è ucciso?>>

<< Dubito molto sul fatto che sia morto...farà tutto parte di un loro losco piano...>>

<< Torniamo alla nave!>> fece di botto.

<< Hai paura di rimanere ancora da sola con me?>>

Lei rimase leggermente interdetta, se ne era accorto << Non ho paura di te...ma della Morte che hai dentro...>

Jacques sorrise << Non mentirmi su questo, lo sento...tu non temi la Morte non l' hai mai temuta, tu hai proprio paura di me>>

Robin si sentì sempre più spiazzata, ma continuò a mentire << Non è vero...ma ti prego, quando arriveremo dagli altri...lasciami sola, ho bisogno di pensare>>

<< D'accordo, come vuoi...>>

 

TO BE CONTINUED…

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Capitolo 31
*** - POKER - ***


CAPITOLO 31

CAPITOLO 31

- POKER -

 

Nami entrò nella stanza che era stata adibita a ricovero del capitano << Chopper, ci sono novità?>>

La piccola renna si girò verso la navigatrice, il musetto era disteso e tranquillo << Sta molto meglio, la malattia sta regredendo molto velocemente...>>

<< Allora, a giorni, avremo di nuovo il nostro Rufy in piena forma?>> chiese con un sorriso.

<< Certamente...>> le rispose allegro, poi si fece serio di colpo << ...però non riesco a capire perché abbia fatto tutto questo...avrebbe certamente potuto infettarlo più gravemente...>>

<< Probabilmente voleva darci un assaggio della sua potenza>>

<< Ma non ha senso...così ha mandato all'aria tutta la sua copertura>>

La ragazza sbuffò << Non so cosa dirti...nessuno può sapere cosa abbiano in mente...>>

<< Tutto questo per uccidere Jacques...a proposito, sono tornati?>>

<< Non ancora...ormai è sera, meno male che avevano detto che sarebbero venuti subito...>>

Delle urla del cuoco arrivarono dal ponte << Robin, amore mio, sei tornata! Meno male, stai benissimo! Ehi, tu, Prete del cavolo, perché ci hai messo così tanto a tornare?>>

Jacques aprì la porta senza badare minimamente all'invettiva del biondo

Robin entrò dietro di lui, erano palesemente stanchi << Scusate il ritardo...come sta Rufy?>>

<< Molto meglio adesso...ma vi dobbiamo spiegare una cosa>> li avvertì Chopper

L’uomo si sedette accanto al capitano addormentato, il viso era più sereno di quando l'aveva lasciato per andare a cercare la cow-girl << Sarebbe?>>

La cartografa prese parola << La malattia che l' ha colpito...è una forma primordiale e leggera di...>>

<< ...peste!>> concluse per lei il medico.

Nessun segno di stupore trapelò dai due

<< L'avevamo immaginato...>> spiegò l’archeologa.

<< Come sarebbe a dire?>> le chiese Nami guardandola incredula.

<< Abbiamo discusso a lungo...>> si fermò cercando lo sguardo di Jacques << ...abbiamo preso in considerazione tutto ciò che è accaduto sino ad oggi...e sapendo con chi abbiamo a che fare, vista l'improvvisa malattia del capitano...>>

<< Siete giunti a questa conclusione...>>

<< Esattamente...e non solo! Vi ricordate quel vuoto allo stomaco dopo il combattimento con Morgana?>>

Chopper annuì << Certamente!>>

<< Voi pensate che quella strega possa essere...>> chiese Nami incredula.

Jacques le confermò << < ...Carestia...>>

<< Ecco perché era così forte e aveva quei poteri pur non avendo mangiato un Frutto del Diavolo...>> si fermò e gli lanciò un’occhiata << Un momento!>>

Il sangue del Prete smise di scorrere all'interno del suo corpo...aveva capito!

<< Io ci capisco sempre meno! Che cosa diavolo hanno in mente quei maledettissimi Quattro? Vogliono liberarsi di te e di noi ma ogni volta che ci hanno incontrato non è che abbiano fatto poi molto per farci fuori...non che mi dispiaccia, ovvio, ma non so davvero più cosa pensare! Che cosa vogliono da te?>>

<< Non lo so...>> le rispose in un sussurro pieno di vergogna.

Robin lo guardò poco cortesemente << Io vado un attimo in camera nostra...se avete bisogno di me sono lì>>

<< Ok...>>

La donna uscì.

<< Quando si parte?>> chiese l’uomo improvvisamente.

<< E' già tutto pronto, stavamo aspettando solo voi>>

<< Ho capito...serve che faccia qualcosa?>>

<< No, non preoccuparti...senti>>

<< Dimmi...>>

<< Sono due isole consecutive che incontriamo un Cavaliere...pensi che ne incontreremo uno anche sulla prossima?>>

<< Probabile...>>

Chopper tremò << Da...da- davvero?>>

Rufy si mise a sedere sul letto di colpo, nello stupore generale << Non ti devi preoccupare, Chopper, noi li faremo fuori tutti...non è vero, Jacques?>>

Il Prete sorrise mestamente, si alzò e si avviò alla porta << Certamente...ma per farlo dovrai essere in forma quindi riposati!>>

Il capitano sfoggiò il suo solito sorriso a trentadue denti << Contaci!>>

 

Jacques uscì e si affacciò dalla paratia a poppa per rinviare di qualche momento il terzo grado, già preannunciato, di Sanji. Sentì le urla della navigatrice che ordinavano perentorie di levare l'ancora e spiegare le vele. Aveva iniziato a tirare un forte vento, in pochi minuti  si sarebbero allontanati da quella schifosissima isola. Sentì una presenza alle sue spalle, si voltò: era la rossa.

<< Che c'è?>>

La ragazza titubò un pochino << Senti...è successo qualcosa tra te e Robin? Cioè...non sono affari miei, però tirava una brutta aria...>>

L’uomo sospirò << Quando mai non succede qualcosa fra me e lei?>>

<< Siete riusciti a chiarirvi?>>

<< Fin troppo...>>

<< Io non vi capisco proprio...>>

Jacques inarcò un sopracciglio sorridendo << E perché TU dovresti capirci?>>

Nami arrossì << Ecco...io...>>

Il Prete rise << Sei proprio strana, sai? Ti vergogni ad ammettere di essere preoccupata per Robin?>>

<< Non sono preoccupata solo per lei...ma anche per te>>

Lui sentì una profonda tristezza salirgli dal fondo dello stomaco sino ad arrivargli agli occhi, l'abbracciò << Sei un'amica...>>

Il cuoco arrivò con un calcio volante << TIENI GIU' LE MANI DALLA MIA NAMI!!!>>

Jacques si schivò per un soffio << Sei impazzito?>>

<< Ti stai avvicinando un po' troppo ai miei pasticcini, in questo periodo...>>

<< Mamma mia...non ti sembra di esagerare?>> cercò di calmarlo la rossa.

<< Non prendere le sue difese, amorino...avrà la sua giusta punizione!>>

<< Vabbè...allora ti lascio al tuo destino...>>

<< Grazie mille...e dove te ne vai?>>

La cartografa gli lanciò un'occhiatina << Credo che tu lo sappia già...>>

Se ne andò.

<< Preparati!>> gli intimò il biondo.

Il Prete buttò gli occhi al cielo << E dai, Sanji, piantala!>>

Ma quello non voleva sentire ragioni << Noi ci siamo preoccupati tantissimo, e tu, invece di portarla qui immediatamente, sei stato a discutere...>>

L’altro sbuffò << Non hai pensato che, magari, era lei a non voler tornare subito?>>

<< Se, figurati...>>

In quel momento arrivò lo spadaccino reclamando il luogo preferito per i suoi allenamenti << Allora, avete finito di questionare?>>

Jacques alzò le spalle << Io non ho mai cominciato...>>

<< Taci tu, cavolfiore, non t'immischiare!>>

<< Cerchi grane, cuoco della malora?>>

<< Se hai trovato qualcun altro con cui litigare, allora, io posso andare...>>

Sanji alzò una gamba per aria e gli bloccò il passaggio << Fermo lì! Non abbiamo ancora finito!>>

Il Prete cominciava a seccarsi << Cosa vuoi ancora?>>

<< Devi dirmi che cosa le hai fatto! Quando è arrivata era stanca e sembrava quasi impaurita...>>

Jacques mise una mano sulla gamba del biondo e la spinse con forza verso terra vincendo la sua resistenza << Adesso finiscila, hai esaurito la mia pazienza...vedi di lasciarmi stare!>>

Superò cuoco e spadaccino rimasti di sasso e, senza aggiungere una parola, si arrampicò sul posto di vedetta.

 

Robin era sdraiata sul letto di Nami, non sapeva cosa fare, nemmeno più cosa pensare. Jacques aveva ragione: aveva paura di lui. Sapere che, da un momento all'altro, avrebbe potuto trasformarsi in un essere spietato assetato di morte e distruzione le faceva gelare il sangue nelle vene. Non temeva il Cavaliere Morte, se si fosse presentato davanti a lei l'avrebbe combattuto senza paura alcuna, magari avrebbe perso ma si sarebbe fatta valere. La realtà era, però, diversa: Morte non era un male sconosciuto che si sarebbe presentato così come avevano fatto Carestia e Pestilenza seguendo un piano contorto, la Morte era Jacques, l'uomo che amava e con il quale aveva condiviso l'intimità più profonda...far sparire la Morte avrebbe significato lasciar sparire anche lui..era sicura: non ne avrebbe avuto la forza...invece lui, se il suo ego malvagio avesse preso possesso del suo corpo, l'avrebbe uccisa senza battere ciglio, così come avrebbe fatto con tutto il resto dei suoi compagni.

La porta della stanza si aprì e la fece tornare alla realtà, solo in quel momento si accorse che la nave aveva ripreso il mare.

La navigatrice entrò e senza dire una parola le si sdraiò accanto.

Robin non fece in tempo ad aprire bocca che sentì le braccia della rossa cingerle la schiena in un abbraccio così dolce che per poco non si sciolse

Nami iniziò a parlare lenta e con voce flebile << Ho avuto paura...paura di perderti, sorellona>>

A Robin si strinse il cuore, allungò le braccia verso la cartografa e l'abbracciò a sua volta

La ragazza continuò << Quando Rufy è stato male per aver mangiato quel maledetto frutto e tu sei sparita abbiamo pensato che anche tu avresti potuto essere caduta da qualche parte in preda alla malattia...ho mandato Jacques a cercarti e sono stata io stessa a consigliargli di tenerti al riparo durante la notte ma l'attesa era sfiancante...poi quando al mattino non eravate ancora tornati, nonostante la pioggia avesse smesso di cadere, ho iniziato a temere il peggio...ho pensato che Jacques avesse avuto uno dei suoi malori e non ti avesse trovata e finché non ci hai fatto capire che stavi bene pensavo addirittura che lui non volesse tornare perché non aveva il coraggio di porci di fronte al peggio...>>

L'archeologa si sentiva tremendamente stupida e un pesante senso di colpa si stava facendo largo dentro di lei, un senso così oscuro e profondo che scoppiò non appena la rossa pronunciò le parole da lei tanto temute << Io non so come tu non possa essere stata infettata da quella schifosissima acqua che hai bevuto ma...>>

Non riuscì a sentire la fine del discorso e si sciolse bruscamente da quell' abbraccio, alzandosi in piedi.

Nami la guardò stranita e la seguì << Che c'è?>>

<< Sono solo una grandissima stronza...pensando solo a me non ho fatto altro che farvi stare male tutti quanti...>>

<< Che cosa stai dicendo?>>

<< Ero arrabbiata, anzi, infuriata e smaniosa di sapere la verità e per saziare questa sete non ho fatto altro che peggiorare le cose>>

<< Insomma, Robin, vuoi far capire anche me?>>

L'archeologa la guardò con fare sottomesso, assolutamente non da lei << Io non ho bevuto quell'acqua...>>

La navigatrice era palesemente incredula << Cosa? Ma io ti ho visto!>>

<< Ho fatto in modo che lo credeste, ma non volevo che accadesse tutto questo...>> confessò piena di vergogna.

<< Allora perché l'hai fatto?>>

La mora strinse i pugni << Volevo fargliela pagare, ero divorata da una rabbia crescente...e non vedevo altro che la mia vendetta>>

Nami sentiva il nervoso montarle lungo tutto il corpo << E non hai pensato che in questo modo ci hai coinvolti tutti? Ci hai fatto passare ore d' inferno...>>

<< Smettila! Ho sbagliato ma non devi parlarmi come lui!>>

La cartografa non riuscì a trattenere la mano, fece partire uno schiaffo che s'infranse sul viso dell' archeologa << Magari, così, le mie parole ti entreranno meglio nelle orecchie...dato che da dopo la litigata sulla nave non sei più tu! Anche se avesse avuto effetto solo su Jacques, sarebbe stato troppo anche per lui...lui ti vuole bene>>

L’altra non badò minimamente al manrovescio appena ricevuto, se lo meritava << Lo so che mi vuol bene, maledizione! E' proprio per questo che non so cosa fare...>>

La ragazza non riconosceva più la sua amica nella donna che aveva di fronte << Ti prego, Robin, riprenditi...non posso vederti così...>>

La mora si accasciò sulle ginocchia, le guance si rigarono di lacrime << Perdonami...>>

Si attaccò alle gambe della navigatrice e fu allora che Nami capì: nonostante la sua collera li avrebbe avvisati quanto prima appena Jacques le avrebbe anche solo accennato come stavano le cose, così come aveva fatto quella tarda mattina,  per cui doveva essere accaduto qualcosa durante la notte e lei poteva ben immaginarsi cosa dopo la risposta che il Prete le aveva dato al suo “Siete riusciti a chiarirvi?” ma probabilmente doveva essere successo dell'altro, altrimenti non lo avrebbe detto in tono quasi dispiaciuto, ma la sua mente era ben lontana anche dal solo avvicinarsi a quella che era la realtà.

Si inginocchiò e guardò l'amica negli occhi << Sei perdonata...ma vedi di non farlo mai più...>> prese fiato << ...non so cosa sia successo tra di voi in tutto questo tempo in cui siete stati soli...ma se hai bisogno di qualsiasi cosa, sono qui>>

Robin le lanciò le braccia al collo, aveva bisogno di un affetto concreto

<< Ti voglio bene, sorellona...>> le disse la rossa con un sorriso.

<< Anch'io ti voglio bene...sorellina>>

 

I giorni passavano senza entusiasmo. Da quando erano tornati, Robin e Jacques, non si erano più rivolti parola, anzi stavano il più lontano possibile. Nami dava ordini sulla navigazione e mentre disegnava si intratteneva a chiacchierare con l'archeologa che non dava segni di volersi tirare su di morale. Zoro dormiva o si allenava. A Sanji non era andato molto giù il comportamento del Prete dei giorni precedenti, in più intuiva che, fra lui e la "sua" bella dea corvina, era successo qualcosa, e si rifiutava categoricamente di fargli da mangiare, così che l'uomo era costretto a digiunare in quanto anche il solo accesso alla cucina gli era stato vietato. Gli unici che tenevano un po' alto il tenore di allegria della nave erano Usop e Miguel che non rinunciavano a fare gli scemi anche se mancavano due dei componenti del loro quartetto.

 

L'occasione per festeggiare si presentò il settimo giorno di navigazione: Rufy si era finalmente ripreso ed era più in forma di prima. Sorriso da ebete stampato sulla faccia come se nulla fosse successo e una fame incredibile che reclamava ogni secondo tutti i pasti saltati nei giorni della sua convalescenza.

Fu imbandito un festino con le poche provviste rimaste dall' ultima pesca, avrebbero dovuto ricominciare ad utilizzare esche umane.

Jacques non era in vena di festeggiamenti, aveva fame e non si sentiva troppo bene. Salì sulla vedetta, che ormai era diventata il suo rifugio, sotto i suoi amici facevano baldoria come se i Cavalieri fossero stati ancora lontani...e pensare che uno ce l'avevano proprio lì.

Si sporse verso di loro: Miguel, Chopper, Usop e Rufy facevano un casino della malora come se il capitano non avesse mai rischiato grosso; Nami e Zoro si stavano sfidando a serie di boccaloni di birra buttati giù alla goccia sperando, ormai, che uno dei due mollasse per primo; Robin non aveva bevuto molto ma doveva essere sull'allegro andante perché non riusciva a smettere di ridere guardando il quartetto che eseguiva i balletti più strani; Sanji, come sempre, ci provava spudoratamente con le uniche donne della nave, naturalmente nessuna delle due gli dava un minimo di considerazione ma al Prete non andava giù il suo comportamento, soprattutto tutte le amorevoli cure che prestava alla mora...non l'avrebbe ammesso neanche sotto tortura ma era alquanto geloso.

Portò lo sguardo sull'orizzonte e sbuffò, era davvero perso, ma non sarebbe servito a molto. Un' ombra lontana lo portò a focalizzare meglio ciò che stava guardando: un'isola e a giudicare da dove si trovava l'avrebbero raggiunta il giorno seguente. Da quando ci aveva posato gli occhi sopra non riusciva a spostare lo sguardo, un peso gli si piazzò sullo stomaco, iniziò a sudare freddo e il petto gli iniziò a pulsare “ No...no, ti prego...non adesso…”

Si contorse e si accasciò a terra. Probabilmente il prossimo sarebbe stato lui...Guerra, il Cavaliere sotto il quale influsso i genitori di Miguel si erano massacrati ed era esploso il suo potere più terribile, ogni volta che lo utilizzava gli sconquassava l'animo e il corpo.

Un aiuto inaspettato gli calmò la crisi: Miguel aveva cominciato a suonare la triste melodia, che aveva il potere di riaddormentare la sua parte tanto odiata, come chiusura della baldoria.

Inspirò profondamente e si sporse: tutti erano sdraiati e assopiti sul ponte, anche Miguel appena ebbe smesso di soffiare nell'ocarina si addormentò all'istante, evidentemente non era propriamente sobrio...ma Robin? Lì non c'era...

La donna apparve alle sue spalle << Stai bene?>>

Jacques allargò il collo della maglia << Non proprio...>>

<< Ti ho visto mentre guardavi l'orizzonte...poi ti sei accasciato...ho avuto paura, così ho chiesto a Miguel di suonare...>>

<< Sei stata tu...>> le disse guardandola dolcemente.

La mora arrossì leggermente, da dietro alle spalle tirò fuori un piatto << Ti ho tenuto da parte qualcosa...ho pensato volessi mangiare dato che Sanji ti tiene a stecchetto...sono parecchi giorni che non tocchi cibo...>> si sforzò di sorridere << ...va be' che non puoi morire di fame...>>

<< Ma la soffro eccome...grazie mille>>

Iniziò a mangiare.

Appena posò il piatto, tirò un sospiro di sollievo << Mamma mia...adesso sì che sto meglio>>

Robin lo lasciò senza fiato, in un secondo si sedette accanto a lui e lo abbracciò << E adesso come ti senti?>>

Il Prete posò la testa sulla sua spalla << In Paradiso...>> la guardò negli occhi << ...hai pensato?>>

L’archeologa si appoggiò al suo petto << Hai sudato...puzzi...>>

L’uomo inarcò un sopracciglio << Che razza di risposta sarebbe???>>

La donna lo guardò un instante brevissimo e poi lo baciò << Questa come ti sembra?>>

<< Bella, ma mi lascia confuso...cosa significa questo bacio?>>

<< Che io farò di tutto per far sì che la Morte non ti prenda...>>

Il volto di Jacques s'incupì << E se dovess...>>

Nico gli posò un indice sulle labbra << Sssh...se dovesse succedere troveremo il modo per salvarti...>>

Il Prete la strinse forte a sé e sussurrò << Sei vera?>>

<< Sì...>> poi si scostò e rise << Guarda che non scherzavo prima...>>

<< A proposito di cosa?>>

<< Del fatto che puzzi...>>

<< Ho recepito il messaggio...vado a lavarmi...>>

Appena lui scese, Robin si sedette << Spero di averne la forza...>> affondò la testa nelle ginocchia e cinse le gambe con le braccia << Jacques...non morire...>>.

 

La mattina seguente sbarcarono sull'isola vista dal Prete la sera prima: era d'autunno e molto piccola, interamente coperta di alberi spogli: le foglie, dalle varie tonalità di giallo e marrone, ricoprivano tutto il terreno e un'inquietante nebbia marroncina aleggiava nell'aria.

 

<< Finalmente sei arrivato qui...il tuo viaggio come Prete, sta per terminare...>>

 

<< Pensate che qui incontreremo un altro Cavaliere?>> chiese Chopper.

Usop già tremava come una foglia << Di...di-dici da- davvero?>>

Jacques rispose soprappensiero << Questo sarà il turno di Guerra...>>

<< E perché proprio Guerra, perché non Morte? O magari uno dei due che abbiamo già incontrato?>> chiese Zoro incuriosito da quella strana affermazione.

Il Prete si accorse di aver messo un piede in fallo << Era solo una supposizione...>> ma il suo tono di voce non era molto convincente e allo spadaccino non passò inosservato << Sarà...>>

Robin tagliò corto << Qualunque di essi ci aspetti...bisogna stare in guardia perché non sappiamo cosa abbiano preparato per noi questa volta>>

Nami sbuffò << Uffa..ma non possono lasciarci in pace almeno su un'isola ogni tanto?>>

<< Questa volta, chiunque sia ce lo leveremo di torno!>> disse il capitano battendo i pugni fra di loro.

 

<< Sei molto sicuro di te, ragazzo...ma non sapete che sono già all'opera>>

 

Miguel chiamò il suo maestro << Jacques, vieni a vedere...quest'isola è completamente identica in tutte le sue parti...>>

Il Prete lo raggiunse << Già...aggiungendo questa maledetta nebbia...è praticamente impossibile orientar...>>

La frase gli si mozzò in gola, si guardò il basso ventre a sinistra: la punta di una lama gli aveva trapassato la schiena.

<< Zoro, ma cosa hai fatto?>> chiese il ragazzino sgranando entrambi gli occhi.

Nami tuonò << Prendi questo, bastardo!>> Un Ciclone Tempo venne lanciato contro il volto dello spadaccino che, volando via estrasse, la spada dal corpo di Jacques che soffocò a stento un grido.

Rufy si stava avventando sul cuoco a furia di Gom Gom Pistol, il biondo rispondeva con foga e cattiveria utilizzando i suoi colpi più forti, persino Usop e Chopper avevano iniziato a colpirsi senza pietà. Jacques non ebbe il tempo di riprendere fiato dalla ferita infertagli da Zoro che Robin fu su di lui, pugnale alla mano, mossa da un'ira incontenibile

Miguel era terrorizzato << No...non può essere...non di nuovo...>>

Jacques cercava di schivare i colpi della mora, cadde a terra << Non stare immobile...o ti colpiranno!>>

Ma quello era come paralizzato << Ho paura...>>

Un calcio di Sanji lo colpì spaccandogli il labbro << Togliti di mezzo, ragazzino!>>

<< Miguel!>>

Il giovane arciere iniziò a piangere << Non voglio rivivere quello che è successo ai miei genitori!>>

Il Prete era in difficoltà “ Guerra, maledetto bastardo!” << Robin, smettila!>>

Cercò di fermarle le mani ma un colpo andò a segno nello sterno, sopportando con uno sforzo enorme il dolore, fece leva con le gambe e riuscì a togliersela di dosso. Con un balzo riuscì a sottrarre Miguel dalle lame affilate di Rolonoa

<< Muori, brutto ammasso di gomma putrida!>> inveì il cuoco contro il capitano.

<< Sarai tu a morire per primo!>> fu la pronta risposta di quello.

Il giovane biondino singhiozzava fra le braccia del Prete << Falli smettere, Jacques, ti prego!>>

Si spostò appena in tempo per schivare un'incornata di Chopper << Levatevi di mezzo!>>

L’uomo sentiva la vista offuscarglisi, evidentemente sia il primo che il secondo colpo dovevano aver perforato un organo...di bene in meglio.

Tutti erano feriti e malconci e nessuno aveva riguardo per l'altro, persino Sanji aveva osato alzare i piedi sulle ragazze.

<< PIANTATELA!>>

In tutta risposta ricevette una bastonata in bocca dalla navigatrice << Tu sta zitto!>>

<< Adesso mi sono stancato...non vi lascerò massacrarvi così>> prese due frecce dalle piume blu e le lanciò ai piedi di Miguel << Colpisci in un punto non vitale Rufy e Chopper con queste, si bloccheranno!>>

<< No, non ci riesco!>>

 

<< Guarda, guarda...qualcun' altro è immune alla mia nebbia...chi è questo ragazzino?>>

 

<< Fallo, ora! Non posso tenerli a bada tutti>>

<< Io non voglio fargli del male!>>

<< Lo so che ti chiedo molto ma se non li fermerai si uccideranno fra loro!>>

Miguel prese l'arco tremante ma lo ripose immediatamente a terra << Non ci riesco!>>

Rufy si avventò sul ragazzino inerme colpendolo più volte: rivoli di sangue uscivano dal naso e dai sopraccigli spaccati. Jacques riuscì ad allontanarlo con una spallata << Levati di mezzo...>> il colpo, però, andò a scuotergli le parti già ferite: un fiotto color porpora uscì dalla sua bocca << Maledizione!>>

 

<< Stai perdendo la calma, Prete? Che riesca a portarti dalla nostra prima del previsto? Uhm...quella sgualdrina di Morgana ne sarebbe contenta...>>

 

Il Prete prese l'arco dalle mani tremanti di Miguel con poca grazia << Questa volta ci penso io...ma ricordati che molto presto dovrai affrontare una prova molto più ardua di questa e se fallirai...>> strinse i denti << ...nessuno potrà più salvarvi...>>

<< Cos...?>>

L’uomo si girò, prese la prima freccia ai suoi piedi e tese l'arco...rispetto al suo vecchio, fatto di Din, quello era una piuma ma aveva perso molto sangue e la vista gli andava e veniva “ Non va bene...devo concentrarmi, non posso rischiare di sbagliare il colpo”

Partì il dardo che andò a conficcarsi in una coscia del giovane medico, quello non era di certo il suo campo ma era sicuro che la freccia non fosse andata molto in profondità e non avesse leso nessun muscolo o quant'altro di delicato

<< Maledetto!>> gli ringhiò contro Chopper mentre si accasciava a terra senza più forze

“ Ancora un altro tiro...uno solo...”

Prese la seconda freccia, il nuovo bersaglio si presentava più difficile da colpire: il capitano non stava fermo un secondo. Scagliò “ Merda!” Il colpo trapassò la camicia del ragazzo di gomma su un fianco ma non scalfì minimamente il suo corpo, bucò solo la stoffa e andò a colpire Usop in una spalla.

<< Adesso chissà cosa mi aspetta quando si riprenderanno...beh, ormai ho fatto trenta quindi non mi resta che fare trentuno...>>

Prese un' altra freccia di agalmatolite e tirò: questa volta andò a segno, anche Rufy era fuori uso. Ne rimanevano ancora quattro.

Nami scagliò un colpo contro lo spadaccino << Bastardo, la devi smettere di nasconderti! Codardo!>>

<< Tu parli a me di codardia??? Guarda che anche tu sei nelle mie stesse condizioni, puttanella!>>

<< Come osi darmi della puttana?>>

<< E come dovrei chiamare una che non fa altro che farsi strusciare addosso da un maiale biondo?>>

<< Prova a ripetere l'insulto se hai il coraggio!>> gli urlò contro il cuoco furibondo.

Iniziarono a massacrarsi

<< FERMALI!>> gridò Miguel disperato.

I nervi saldi di Jacques iniziavano a crollare e ormai era prossimo allo svenimento << E COSA CAZZO POSSO FARE?!?!?>>

<< MORTE!>> lo chiamò Robin sorprendendolo.

Si girò verso la mora << Cos...?>>

<< Pagherai per aver rovinato la mia vita!>>

Si avventò su di lui

<< Aspetta!>> cercò di fermarla ma fu tutto inutile. Caddero a terra rovinosamente: un'altra pugnalata lacerò la carne e penetrò nello stomaco. Con uno sforzo sovraumano riuscì a spostarla di lato, rotolarono per un po' ma la donna lo schiacciò sotto la morsa pressante dei suoi poteri, la lama appoggiata sotto il mento iniziava a lambire la pelle della gola dalla quale iniziavano a scorrere rivoli vermigli di sangue.

Miguel la pregò in lacrime << ROBIN, TI PREGO, FERMATI!>>

Ma la donna era sorda nel suo furore.

“ Adesso svengo...me lo sento...ma non posso lasciare Miguel così...” il Prete fece ricorso alle sue ultime forze rimastegli: appoggiò una mano sul viso della mora, sorrise << Apprezzo il tuo sforzo...ma lo sai che non posso morire>>

Si tirò su di scatto, il piccolo taglio divenne uno squarcio che inzuppò i vestiti di entrambi.

Allo stesso tempo, Sanji, venne scaraventato a terra da un colpo in sincronia di cartografa e spadaccino << Fuori dai piedi!>>

Si corsero incontro.

Due baci:

Jacques...Robin

Nami...Zoro

<< Aaaaaaaaaaaaaaaaah! Maledetti, giù le mani dai miei due amorini!>> urlò Sanji alla vista della scena.

<< Ma che è successo?>> chiese la navigatrice guardando incredula lo stato in cui si trovava.

Usop si guardò la spalla ferita << Ahia! Cos'è questa freccia? Fa male!>>

<< Io non ho forze...>> biascicò Rufy disteso a terra.

Chopper si unì << Nemmeno io...>>

Miguel smise di piangere << Ragazzi...siete tornati in voi!>>

Robin guardò l’uomo sotto di lei << Jacques!>>

Lui sorrise << C-ce ne av...avete messo di te...tempo>>

Degli applausi arrivarono da dietro un albero << Bravi, molto bene...davvero!>>

Un uomo dai capelli rasati, rossi come il fuoco e occhi di brace si presentò davanti ai loro occhi. Portava pantaloni mimetici larghi e un giubbetto, fatto di uno strano materiale, senza maniche di un profondo blu scuro.

<< Chi sei?>> intimò Zoro già pronto a rimettere mano alle spade.

<< Gu...guerra...>> il Prete lo guardò con disprezzo.

<< Già, caro fratellino...>>

<< Fratellino?>>

<< Il mio nome è Bysshe...e lui, ha dentro di se il mio caro fratellino Morte>> spiegò quello tranquillamente.

Nami guardò il loro compagno non capacitandosene << Non è possibile...>>

Jacques lo guardava malissimo respirando a fatica << Maledetto...>>

<< Che c'è? Avresti voluto tenerglielo nascosto per sempre? Ma che cattivo...e se ti fossi trasformato proprio adesso, sotto ai loro occhi...cosa avrebbero detto? In fin dei conti sei debole e la Morte è molto attratta da me, sai? La Morte sa che troverà anime con cui dissetarsi nel bel mezzo di una guerra...Pestilenza e Carestia, se fermate in tempo possono anche non mietere vittime ma una guerra...per quanto piccola...>>

<< FINISCILA!>> urlò per quanto poté.

<< Sì, sì...la smetto...evidentemente sei ancora molto legato alla tua vita per non lasciarti andare alla Morte...ma sta attento, perché al prossimo giro la fortuna sarà dalla nostra e faremo poker!>>

Jacques ringhiò << Sparisci!>>

Guerra alzò le mani in aria << Me ne vado, me ne vado...con voi mi sono già divertito abbastanza e continuare adesso non avrebbe senso, visto come siete ridotti e poi senza il mio fratellino, che non può subentrare a darvi il colpo finale, non c'è gusto...ci si vede Morte, ti lascio alle domande dei tuoi amici...ne avranno tante da farti...>>

Se ne andò.

Nessuno riuscì a seguirlo, erano stanchi, feriti e vuoti. Tutti stavano in silenzio, increduli.

<< Ragazzi...scusatemi...>>

Non riuscì a resistere oltre, perse conoscenza.

 

TO BE CONTINUED…

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Capitolo 32
*** - A BOULEVARD OF BROKEN DREAMS - ***


CAPITOLO 32

CAPITOLO 32

- A BOULEVARD OF BROKEN DREAMS -

 

Erano ormai tre giorni che avevano gettato l'ancora sulla costa dell'isola in cui si era presentato ai loro occhi Guerra, rivelandogli ogni cosa su Jacques.

Mentre il resto della ciurma era piena di bendaggi e medicazioni per le pesanti percosse che si erano inferti l'un l'altro, le ferite del Prete si erano già del tutto rimarginate ma non dava alcun segno di volersi risvegliare. Rufy era stato perentorio: non si sarebbe parlato di lui e della sua situazione finché non avesse ripreso conoscenza.

La curiosità  si era, dunque, riversata tutta sulla navigatrice e sullo spadaccino: in fin dei conti, se il bacio di Robin e Jacques non aveva stupito nessuno, quello fra Nami e Zoro non era di certo passato inosservato.

Per i primi giorni, i due riuscirono a scamparsela facendosi vedere poco e mai contemporaneamente, ma quel dì commisero un errore.

 

Nami girava per l'isola, insieme a Robin, piena di fogli appoggiati su una tavoletta di legno sui quali appuntava le caratteristiche e le misure dell'isola.

L'archeologa le faceva compagnia, ma non osava chiederle nulla riguardo allo spadaccino perché sapeva che ogni possibile domanda sarebbe potuta diventare una pericolosissima lama a doppio taglio.

La rossa si fermò sotto un grosso albero e si sedette seguita dalla mora. Un forte fruscio di rami e di foglie le allarmò, Robin si alzò e portò lo sguardo verso l'alto.

La voce di Zoro arrivò alle loro orecchie << Fate attenzioneeeeeeeeeeeeeee!>>

Cadde rovinosamente a terra spiaccicando letteralmente, sotto di sé, la cartografa.

<< Ma dico io, sei scemo?!? Cosa cavolo ci facevi su un albero???>> le urlò contro quella, ovviamente inviperita.

<< E tu con tutti gli alberi che ci sono proprio sotto questo dovevi venire?>>

<< Perché, c'è scritto proprietà di Rolonoa Zoro, da qualche parte? Non mi sembra!>>

Stavano lì a litigare ed urlarsi in faccia, l'uno sopra l'altra e con i visi vicinissimi fra loro.

La mora li guardò e rise: certo, a vederli così era palese che si volessero bene e che, fra i due c'era del tenero, l'aveva capito da un po', ma da lì a pensare che tenessero il loro amore nascosto alla ciurma...

Il cuoco arrivò insieme al capitano e a Miguel con delle ceste cariche di frutti autunnali, per lo meno quelli erano commestibili. Appena il biondo vide i due in quella posizione sparò un calcio fotonico sulla faccia dello spadaccino che volò per qualche metro

<< Ma che ti prende, biondo perverso che non sei altro?>> gli ringhiò contro Zoro.

<< Perverso a me? Cosa stavi facendo alla mia Nami?>>

<< Assolutamente nulla!>>

<< Non pensare che io sia cieco, insalata marcita! Robin, amor mio, come potevi star lì a guardare senza far niente?>>

La mora alzò le spalle e si prese gioco dei due << A me pareva si divertissero...>>

La rossa e lo spadaccino avvamparono come un fuoco << Ma Robin!>>

La cow-girl rise insieme a Rufy e all'arciere.

<< Ormai, Sanji, devi cercarti un donna altrove...>> gli suggerì Miguel.

<< Già, già...anche se non riesco a capire cosa aspettavate a dircelo...>> Rufy si rivolse ai due con fare curioso.

Nami non trovava le parole adatte << Beh, ecco...veramente...>>

Zoro prese la parola deciso << Non sapevamo come avreste reagito...>>

Il capitano allargò la bocca in un sorriso sincero << Avremmo reagito benissimo!>>

Sanji ringhiò << Parla per te, fogna gommosa...>>

Miguel notò che lo spadaccino teneva qualcosa fra le mani << Cos' hai lì?>>

Quello si scosse << Dici a me? Stavo girando un po' per l'isola...>>

<< Quando ti sei accorto di esserti perso, non è così?>> lo canzonò la navigatrice.

Zoro arrossì << No, non è vero!Come dicevo...stavo girando un po' per l'isola quando ho notato qualcosa su quest'albero...>>

<< Cosa sono?>> chiese Robin curiosa.

<< Delle mappe...>>

Alla cartografa brillarono gli occhi << Mappe? Fammi vedere!>> le strappò con poca grazia dalle mani del verde e le aprì << Ma queste sono...>>

Rufy si sporse a vedere e lesse i vari nomi sulle cartine << Isola di Alfa, Arcipelago dei Peccati...>>

<< ...Greed, Sloth, Lust, Gluttony, Pride, Envy e Angry Island...>> continuò Sanji.

<< ...Dead Calm...>> pronunciò in un soffio Miguel.

Zoro guardò << ...Famine Island...>>

<< ...Isola di Pestilenz...>> lesse Nami.

<< ...l’ Isola di Gewalt è quella su cui siamo adesso...>> fece notare Robin

Miguel guardò meglio << In più c'è anche la nostra prossima meta...>>

<< ...Omega Island...>> concluse la donna.

Lo spadaccino la guardò << Dove tutto troverà una fine?>>

<< Chissà...>>

Usop li raggiunse correndo << Ragazzi, venite, Jacques si è svegliato>>

Era giunto il momento di fare i conti.

 

Tornarono alla nave, il Prete li stava aspettando sul ponte consapevole di quel che sarebbe successo di lì a poco, ma il peggio del peggio sarebbe stato affrontare Miguel.

Chopper, intimorito, raggiunse il gruppo dei suoi compagni.

Rufy tese una mano per render nota la sua decisione, sarebbe stato lui a parlare << Che cosa hai da dirci?>>

Jacques prese un bel respiro << Quello che ha detto Bysshe è vero...>>

Tutti tacquero e il Prete continuò << Da quando sono nato convivo, anzi, sarebbe meglio dire lotto contro una parte di me: il quarto Cavaliere, Morte...>>

<< Perché non ce lo hai detto prima?>>

Robin si sentì in obbligo di dire << Io l' ho saputo...>>

<< Cosa?>> le chiese Nami incredula.

<< Perché sei stata zitta?>> la rimproverò il cecchino.

<< Finitela! Prendetevela con me, non con lei...>> li rimproverò il cavaliere.

<< Ha ragione...perché?>>

<< Perché non ne avevo il coraggio...anche dirlo a Robin è stata un'impresa ardua...da quando ho scoperto di essere quello che sono non l' ho mai detto a nessuno e ho sempre allontanato tutti…>>

<< Ma hai avvicinato me...>> gli fece notare Miguel.

<< Io dovevo salvarti>>

<< Cosa vuoi dire?>>

<< Colui che mi svelò il mio io nascosto mi parlò di te e mi disse che un giorno ti avrei incontrato e che avresti avuto bisogno di me...come io ho bisogno di te>>

<< Hai bisogno di me?>>

Robin lo guardò preoccupata, supplicandolo di non parlare.

Lui notò il suo sguardo << Ogni volta che suoni l'ocarina fai riaddormentare la Morte che spinge per essere liberata...>>

Lo spadaccino comprese, finalmente, tutti i discorsi che il Prete gli aveva sempre fatto.

<< E se un giorno dovesse prenderti?>> gli chiese la navigatrice

<< Solo lui ha il potere di salvarvi...>>

<< Dai Cavalieri?>>

<< Da me>>

Miguel tremò << Io...dovrei?>> scappò sotto coperta.

Il Prete sbuffò.

<< Non succederà...ma nel caso dovrai darci il permesso>> gli fece notare Rufy.

<< Quale permesso?>>

<< Di farti tornare in te...in qualsiasi modo e maniera anche se dovranno essere metodi molto bruschi...>>

Jacques rimase palesemente stupito << C- certo ma...>>

<< Niente ma! E' un ordine del tuo capitano!>>

<< Vuoi dire che...>>

Il ragazzo di gomma sorrise << ...fai parte della nostra ciurma adesso e sempre ne farai...che tu abbia uno o mille io dentro di te, poco importa...>>

<< Ti rendi conto di quello che stai dicendo?>>

<< Lui è fatto così, che ci vuoi fare?>> gli sorrise Nami.

Sanji si accese una sigaretta << E' inutile che tenti di farlo ragionare...>>

<< Così ha deciso e niente gli farà cambiare idea...>> concluse Zoro.

<< Ragazzi...>>

Anche Chopper, che sino a pochi secondi prima lo temeva, lo rassicurò << Sei sempre uno di noi!>>

Ad Usop tremavano le gambe << C...ce-certo, Jacques, co-conta p-pure si di m...me!>>

Il Prete sorrise << Grazie...ma voi siete pazzi>>

Rufy lo guardò serio << Nessuno è pazzo quando cerca di aiutare un amico>>

 

Jacques raggiunse il giovane arciere in sottocoperta: stava singhiozzando.

Miguel avvertì la sua presenza << Non puoi chiedermelo..>>

<< Lo so...>>

<< Allora non farlo!>> lo supplicò.

<< Non posso...>>

<< Perché???>> gli chiese posando i suoi occhi verdi su di lui.

<< Perché solo tu puoi fermarmi...>>

<< Non è vero, non posso!>>

<< Sì, invece! Anche tu sei come me: hai qualcosa dentro di te che non sai di avere>>

<< E cosa sarebbe?>>

<< Tu rappresenti l'unica cosa che può contrastarmi, la Vita>>

<< Non sai quello che dici...>> gli rispose a denti stretti.

Quello lo guardò << Lo so fin troppo bene...>> fece per andarsene

<< Aspetta...>>

<< Dimmi>>

<< Io continuerò a suonare per far sì che la Morte non abbia il sopravvento su di te>>

Sulla bocca di Jacques si dipinse un sorriso amaro, risalì “Perché nessuno vuole affrontare la realtà?”

 

La Going Marry riprese il largo.

<< Te l' ha detto sull' Isola di Pestilenz, non è vero?>> chiese Nami all’archeologa.

<< Sì...>> le rispose semplicemente.

Le due ragazze erano nella loro stanza.

<< Perché non hai detto niente?>>

La mora la guardò << Come pensi che mi sia sentita? Sapere che lui fa parte di coloro che dobbiamo combattere...e che è il più pericoloso...non sapevo più cosa fare, cosa pensare...>>

<< Sorellona...>>

 

I giorni passarono veloci: la ciurma poté constatare che quando si vuole che qualcosa non arrivi, il tempo scorre inesorabile e la fa arrivare quanto prima.

I calcoli della navigatrice si erano rivelati esatti come sempre ma la settimana di viaggio passò in un batter d'occhio in cui i ragazzi ebbero poca voglia di parlare. Il Prete cercò di farsi vedere il meno possibile, rimanendo chiuso nella stanza degli uomini e non uscendo neanche per mangiare.

 

Robin aprì la porta: lui era lì, fermo, immobile a fissare con insistenza fuori dall'oblò. Portò lo sguardo nella sua stessa direzione: un'isola coperta da alberi neri.

<< Jacques...>>

Nessuna risposta

<< Jacques...>>

Ancora silenzio

La donna gli si avvicinò velocemente e tirandolo per una spalla cercò di scuoterlo << JACQUES!>>

Ma la sua spinta non ebbe alcun effetto, il suo corpo rimase pietrificato senza spostarsi di un millimetro e il suo sguardo continuava a scrutare bramoso i contorni della loro prossima meta.

Lo guardò in viso preoccupata: le sue labbra tremavano vistosamente e un leggero battito di denti faceva eco nella stanza.

<< T-ti pre...prego, fammi sm...smettere! N-non voglio p-più guardarla!>>

<< Ma cosa dici?>>

<< Aiutami!>> la supplicò.

Fece come lui le aveva chiesto e cercò di girargli la testa, spingerlo ma niente continuava a rimanere fermo come una statua.

<< Come faccio, se mi fai tutta questa resistenza?>> gli chiese sempre più preoccupata.

<< Non so-sono io...>>

La cow-girl si rese conto di dover fare in fretta, dato che con solo due braccia non aveva ottenuto risultati decise di chiedere rinforzi: finalmente ci riuscì, il Prete cadde a terra.

<< Come stai?>>

L’uomo tremava come una foglia << Ho paura...>>

Sussurrò << Jacques...>>

Il Prete si attaccò alle sue gambe << Sto perdendo il possesso del mio corpo...quella è la mia isola, ne sono sicuro...ne sono mortalmente attratto e questo mi terrorizza...non resisterò>>

Robin si inginocchiò e lo guardò in volto, non l'aveva mai visto in quello stato << Non dire così...>>

Lui la guardò negli occhi furente << Ma è la stramaledettissima realtà! Perché nessuno su questa nave cerca anche solo minimamente di prenderla in considerazione???>>

<< Anche noi abbiamo paura...>>

<< Di morire?>>

<< No, di perderti...>>

Si sentì chiaramente il tonfo dell'ancora nelle acque del mare: erano arrivati.

<< Va' via, Robin...non rimanere ancora sola con me...>> le suggerì.

L'archeologa lo guardò e si fece coraggio << Non ti lascio...>>

<< Io non voglio farti del male, hai capito? E, ora come ora, l'unica sicurezza che ho di non fartene è saperti lontana da me...>>

La donna sospirò calandosi il suo capello da cow-girl bianco sugli occhi: non era cambiato affatto, era ancora tutto come dieci anni fa, lei veniva prima di tutto anche del suo dolore.

 

La mora uscì dalla stanza ed imboccò il corridoio che l'avrebbe portata alle scale. Fece solo pochi passi: incontrare gli occhi tristi di Miguel la fece fermare. Anche il giovane si era fatto vedere poco in quei giorni.

Il biondino sussurrò << Hai parlato con lui?>>

<< Sì...>>

<< Come sta?>>

Non riuscì a rispondere a quella domanda

Miguel, stupendola, le andò vicino abbracciandola << Si salverà in ogni caso, vero?>>

Robin, d'istinto, ricambiò quel gesto, cercando d'infondergli un po' di conforto << Lo spero tanto...su, ora saliamo...>>

 

Appena i loro occhi entrarono a contatto con la luce del sole, con stupore, videro i loro compagni in assetto da battaglia.

<< Scendi immediatamente dalla mia polena!>> urlò innervosito il capitano.

Il Distruttore rise di gusto << Ma che razza di maniere! Vi sembra questo il modo di accogliere un ospite sulla vostra nave? Questi giovani d'oggi, l'educazione non sanno nemmeno dove stia di casa...>> notò la presenza della mora << Oh, guarda chi si rivede...bocconcino, puoi spiegare gentilmente ai tuoi amici chi sono?>>

Robin pronunciò con disprezzo << Abaddon...come fai ad essere qui?>>

L’uomo sorrise compiaciuto << Vedo che ti ricordi bene di me...>>

<< Come potrei dimenticarmi di una faccia come la tua?>>

Nami la guardò incredula << Lo conosci?>>

<< Sì, è contro di lui che ha combattuto Jacques su TWF...>>

Quello squadrò con interesse anche la navigatrice << Vedo con piacere ragazzi che avete con chi divertirvi su questa nave...>>

<< Noi non siamo come te, brutto verme schifoso!>> gli ringhiò contro lo spadaccino.

<< Uhm...allora perché tenete due donne a bordo? Non sapete che portano sventura?>>

<< A noi non interessa e ora piantala e vattene se non vuoi che sia io a mandarti via con la forza...>> gli intimò il capitano.

<< Ho sentito, più volte, parlare della tua sicurezza, Cappello di Paglia...ma non credo ti servirà, in questo caso...>>

Scese dalla polena, lo spadaccino si mise d'istinto, a spade sguainate, davanti alla cartografa.

Abaddon si rimboccò le maniche << Sì...penso che mi divertirò molto con voi...>>

Un ghigno si dipinse sul suo volto, Robin se ne accorse troppo tardi << Ragazzi, state attenti!>>

Tutti i componenti maschili della ciurma presenti sul ponte finirono inginocchiati per terra: piccoli ma numerosi rivoli di sangue segnavano le loro gambe.

Sanji si guardava le ferite incredulo << Cosa diavolo è stato?>>

La mora li avvisò << Sono gli insetti che comanda attraverso il frutto Bug Bug!>>

Il Distruttore rise << Ti ricordi proprio tutto...allora che ne dici? Ti rinnovo la proposta dell'altra volta: passa dalla mia parte e non ti verrà fatto del male, naturalmente l'invito è rivolto anche alla tua bella amica rossa...>>

<< Ti ho già detto di no una volta e non cambierò di certo idea adesso...piuttosto che passare dalla tua parte preferisco la Morte...>> le rispose secca quella.

Nami capì ciò a cui l'amica si riferiva e sorrise << Mi dispiace ma anch'io sono costretta a declinare l'offerta...>>

<< Beh, io vi avevo dato un'opportunità ma così mi costringete a riservarvi il solito trattamento dei vostri amici...>>

<< Non abbiamo paura di te...>>

<< Mi fa piacere...allora possiamo riprendere>>

<< Guarda che devi fare i conti anche con noi, maledetto!>> gli urlò contro il ragazzo di gomma scagliandosi contro di lui.

<< Mi sottovaluti, ragazzino!>>

Sfoderò l'enorme balestra già utilizzata contro Jacques e fece partire un dardo.

Rufy lo schivò per un pelo << Accidenti!>>

L'incontro scoppiò furioso: tutti erano impegnati a combattere qualcosa di praticamente invisibile, Abaddon era innavicinabile per tutti...o quasi.

Nonostante fosse impegnata a togliere di mezzo quegli stramaledettissimi insetti, Robin approfittò della distrazione del Distruttore, ormai sicuro di averli messi praticamente fuori gioco, e lo bloccò con un Six Fleur...non riuscì però ad effettuare il colpo Twist che l’uomo se la rise di gusto << Ci hai provato, bambola...>> sfoderò uno dei suoi dardi e ne conficcò uno in una della mani della cow-girl, le braccia sparirono e la ferita si materializzò sulla sua mano destra...dalla balestra partì un altro colpo, questa volta un arpione legato ad una fune. Tutti si accorsero troppo tardi che era diretto verso la navigatrice.

<< NAMI!>> urlò Zoro lanciandosi verso di lei, ma era troppo lontano.

La rossa vide la sua fine andarle incontro inesorabilmente, chiuse gli occhi: cadde a terra con un tonfo sordo, non sentì nemmeno dolore, solo del liquido denso e caldo inzupparle i vestiti “Sono morta...”

Cercò di riaprire le palpebre e con stupore vi riuscì, un'ombra la copriva dalla luce del sole.

<< Jacques!>>

L'uomo le stava addosso ansimando, dal ventre usciva la punta dell'arpione colante di sangue << Stai bene?>>

<< S-sì...ma tu...>>

<< Io me la caverò, come semp....>> uno strattone alla corda gli mozzò il fiato, batté la schiena sul ponte, il dardo gli uscì quasi completamente dal corpo strappandogli un grido. Il Distruttore seppe far tesoro di quel momento di distrazione della ciurma ed avvicinandosi veloce ad ognuno di essi, sorprendendoli con i suoi insetti, scaraventò in mare tutti coloro che avevano ingerito un frutto del diavolo. Solo il rumore dei corpi nell'acqua riportò gli altri componenti alla realtà.

<< Chopper>> urlò Usop incredulo.

<< Rufy!>> si unì lo spadaccino.

Jacques cercò di pronunciare << R-Rob...>> un altro strattone, l'arpione gli trapassò nuovamente il corpo all'indietro conficcando nuovamente e con forza l'uncino nella carne, la rabbia e l'odio verso quell'uomo crescevano a dismisura.

<< Che c'è, Prete, li vuoi seguire? Ti accontento subito!>> lo derise il Distruttore.

Tirò ancora, lo fece sbattere contro una paratia, poi cadde tingendo le acque salate di rosso.

<< Sanji, Zoro...distraetelo!>> gli ordinò il cecchino.

Il cuoco era ancora scosso << Perché?>>

Lo spadaccino, invece, comprese << Non ti preoccupare, ho capito, conta su di noi!>>

<< Miguel, vieni con me!>>

L'arciere era già pronto << Subito!>>

Lo spadaccino si avventò sul Distruttore lacerando la corda legata all'arpione. Il cuoco lo prese alla sprovvista nel suo momento di gloria e riuscì a colpirlo in viso facendolo barcollare.

<< Ce la sapete fare, mocciosi...>>

Usop e Miguel riemersero tenendo stretti fra le braccia il capitano e il medico semi- incoscienti. Risalirono velocemente sul ponte

<< Robin?>> chiese Nami preoccupata.

<< Io...io non l' ho vista!>> gli rispose il cannoniere.

<< Nemmeno io!>> si aggiunse l’arciere.

<< Come è possibile?>>

Il Distruttore era impegnato a schivare i colpi del biondo e dello spadaccino << Uhm...certo che del Prete ve ne importa tanto...>>

Zoro scoccò un colpo dell'orco, prontamente parato dall'enorme balestra << Lui non può morire...>>

<< Come sarebbe?>>

Il ragazzo sgranò gli occhi “Possibile che non sappia? Eppure lavora per i Quattro...o meglio, per i Tre...odio non sapere cos'abbiano in mente!”

Quest'attimo di distrazione gli costò un duro colpo allo stomaco, cadde a terra. Il cuoco era di nuovo alle prese con gli insetti.

<< ABADDON!>> l’urlo di Jacques si espanse per tutta la nave.

Il Distruttore alzò lo sguardo: su, in cima, sul posto di vedetta vi era il Prete, l'archeologa era adagiata mollemente e priva di sensi fra le sue braccia. Anche i suoi compagni si girarono a guardarlo: in lui c'era qualcosa di diverso.

L'arpione era stato tolto, al suo posto, circondato da un alone di sangue era rimasto lo strappo della maglia che mostrava gli addominali scolpiti assolutamente intatti. I capelli avevano quasi completamente perso il loro colore indaco ed erano diventati, pian piano, bianchi, le iridi di ghiaccio ardevano di un furore e di un odio spaventosi.

Appoggiò delicatamente la cow-girl e  le accarezzò il viso dolcemente, poi riportò lo sguardo sull'oggetto di quel desiderio morboso che sempre più velocemente si faceva largo nel suo animo devastandolo.

Senza dire una parola, saltò giù agilmente dall'albero maestro: atterrò sul ponte senza alcuna difficoltà, ammortizzando il contraccolpo sulle gambe. Cominciò a camminare verso di lui lentamente.

In quel momento il Distruttore, sino ad allora sicuro di sé, cominciò a sentire una paura crescente che pian piano andava a rodergli le ossa facendolo tremare.

Concentrò gli attacchi degli insetti solo su di lui, ma più sangue colava dalle sue ferite più si allargava il ghigno malefico che gli si andava dipingendo sul volto.

Mise mano alla balestra: con terrore si rese conto di aver finito i colpi a sua disposizione. Preso dalla disperazione gli andò contro di corsa, lo colpì al volto col calcio della sua arma: un fiotto vermiglio fuoriuscì dal sopracciglio del Prete. Nemmeno quello bastò a fermarlo, vide una mano andargli verso il collo furiosa: si arrese al suo destino attendendo con angoscia quel mortale contatto che, con sorpresa, non arrivò. Osservò con attenzione quella mano che avrebbe dovuto essere la sua assassina: era chiusa con forza attorno ad un pugno.

<< Fermati, Jacques, t'impedirò di ucciderlo!>> gli urlò perentorio Rufy.

Quello lo guardò con aria di sufficienza << Tu non puoi impedirmi proprio nulla!>> tirò con forza il braccio del capitano che andò a schiantarsi, frantumandolo, contro un bordo della nave.

Il cervello di Abaddon fece appena in tempo a formulare “Perché?” che smise di pensare all'istante. Portò lo sguardo nel luogo del suo dolore: un braccio di Jacques era completamente conficcato nel suo petto, la mano insanguinata usciva con prepotenza dalla sua schiena. Le ferite che si rimarginavano, come per magia, sul volto del Prete furono le ultime cose che vide, si accasciò sulle ginocchia liberando dal suo corpo l'arto del suo assassino sgrondante di sangue e crollò a terra: morto.

Un brivido nuovo percorse il corpo di Jacques, un piacere così intenso che non aveva mai provato prima.

 

Perché non hai mai ucciso prima, perché?

Perché io non sono te!

 

Cadde a terra vicino al suo primo cadavere.

 

<< Rock, sono arrivati...sarà la fine di tutti noi, non si salverà nessuno...c-cerca a-iuto...>>

<< Figliolo, anch'io vorrei sapere dove diavolo è andato il padrone! E' uscito ieri notte e non è più rientrato...>>

<< Ora salite nelle vostre camere e lasciatemi almeno dare una degna sepoltura al mio amico che ha avuto una morte ingiusta...>>

La ciurma si voltò incredula: quelle erano le voci del locandiere, dell'uomo morto sulla porta e dell'anziana signora che gli aveva servito la colazione...ma ai loro occhi si mostravano impetuose le figure dei tre Cavalieri dell' Apocalisse così come li avevano incontrati la prima volta.

Rufy li guardò incredulo << Che cosa significa?>>

Wraith riprese a parlare col suo tono normale di voce << Che il nostro piano ha funzionato alla perfezione...>>

<< Parla più chiaro maledetto!>> gli ringhiò contro lo spadaccino.

Bysshe sospirò << E' stato fin troppo semplice ingannarvi...però devo ammettere che interpretare la parte del locandiere sentimentale mi ha divertito...è bastata una finta morte e qualche parvenza di lacrime che non avete esitato a partire alla ricerca del nostro unico salvatore...>>

<< ...avete pure attraversato il terribile Arcipelago dei Peccati per vendicare la mia morte ma così facendo non avete fatto altro che rendere possibile l'Apocalisse, portandoci il nostro quarto uomo, il più potente, la Morte!>> continuò Peste con uno strano ghigno dipinto sulle labbra.

Morgana rise << E non solo l'avete portato su Omega Island, la sua isola, dove la sua potenza non conosce limiti ma avete fatto anche in modo che arrivasse a noi con le mani già macchiate di sangue...>>

La collera cominciava a crescere a dismisura nel corpo del capitano << Maledetti!>>

<< In fin dei conti non potevate sapere che, l'influsso dell'isola e la rabbia provocata dall'aver visto i membri della sua ciurma quasi morti, l'avrebbero spinto ad uccidere...>> continuò a deriderli Guerra.

Wraith sorrise << Ora niente potrà più impedirgli di unirsi a noi!>>

<< La vita del Prete finisce qui, è ora che la morte si risvegli!>>

A quelle parole il corpo di Jacques cominciò ad essere scosso da spaventose convulsioni.

Miguel, finalmente consapevole dell'importanza di quel gesto, imboccò l'ocarina e iniziò a suonare.

Morgana lo guardò storto << E no, biondino, con questa musica triste ci rovini la festa>>

Veloce come un fulmine si portò di fronte all'arciere e mettendogli una mano alla gola lo costrinse a smettere.

<< Ma...le...detta strega!>> le sibilo contro il ragazzino.

The Terrible lo squadrò coi suoi occhi gialli << Non sono cose carine da dire ad una signora, sai?>>

Gli strappò di mano l'ocarina e cominciò a stringere la presa attorno al suo collo, Miguel sentì le forze abbandonarlo, svenne.

 

Robin si risvegliò tossendo sulla vedetta, era fradicia e aveva freddo. Si tirò su, ci mise un po' a mettere a fuoco la situazione ma quando ci riuscì non le piacque nemmeno un po' quello che vide. I tre Cavalieri erano sulla loro nave, Jacques era a terra in preda agli spasmi e il corpo inerme di Miguel veniva gettato sul ponte con cattiveria da Morgana. Doveva fare qualcosa.

 

L'unica donna Cavaliere si rigirò fra le mani, con fare curioso, lo strumento di terracotta << Pensare che, sino ad ora, tu eri il più grande dei nostri problemi...persino quella troietta di Nico Robin, per quanto l'amasse, aveva su di lui un effetto meno potente del tuo...>> se la lasciò sfuggire << Ops...che sbadata, mi è caduta...>>

Abbassò lo sguardo per godersi lo spettacolo ma una mano, apparsa dal nulla, glielo rovinò.

Robin era scesa sul ponte << Non ci provare, puttana!>>

<< Parli del diavolo...effettivamente mi sembrava strano che non mi fossi ancora venuta tra i piedi...comunque tu, più di tutte, dovresti saperlo: noi puttane non accettiamo ordini da nessuno, solo da noi stesse!>>

Alzò un piede e premette il tacco con forza sullo strumento. La mano della mora sbatté sul ponte, ancora una spinta e l'ocarina si frantumò insieme ad una cascata di fiori.

<< Jacques non sarà mai più tuo!>>

 

Tu sei me!

No!

Sì, invece, tu sei me!

No!

Allora perché ti circondi di gente che non teme la morte? Perché ami una donna che non ha paura di morire?

Non lo so...

Lo sai eccome...chi teme la morte è colui che la sfida apertamente, colui che crede scioccamente di scampare al suo tocco gelido, ma non sa che sarà il primo a morire quando la Signora in Nero deciderà di chiudere la bocca...non è forse così?

Sì, è così...

E chi è la causa della sofferenza dei tuoi amici?

Non sono io!

Ne sei proprio sicuro?

 

Un bambino moro e un uomo su una barca, insulti, un calcio: acqua, un mostro marino, l'uomo ingoiato insieme all'imbarcazione.

<< Qualcuno mi aiuti!>>

Un uomo dai capelli rossi, uno sguardo glaciale, l'acqua tinta di sangue.

 

<< E' colpa tua!>>

No, Shanks è vivo!

 

Un isolotto: un uomo e un bambino biondo a digiuno da giorni.

<< Non voglio morire!>>

Un gesto disperato

<< Che cosa hai fatto alla gamba? Tu...hai mangiato la tua gamba?!>>

 

<< E' colpa tua!>>

No! Zef non è morto!

 

Un bambino ricciolo dal naso lungo, una donna a letto sofferente. Bugie, il sogno di diventare un coraggioso guerriero di mare.

 

<< Mia madre è morta, è colpa tua!>>

Non è vero!

 

Un bambino dai capelli verdi e una ragazzina, un focoso duello.

<< Kuina è caduta dalle scale ed è morta!>>

<< Dannazione ieri mi aveva fatto una promessa! Stai cercando di sfuggire Kuina?!>>

 

<< Kuina non ha mantenuto la promessa! E' morta! E' colpa tua!>>

N..no...non è colpa mia!

 

Una bimba dai capelli rossi, una dai capelli blu. Una donna coraggiosa, avrebbe fatto di tutto per le sue figlie, anche morire. Un uomo pesce, uno sparo.

 

<< Mia madre mi è stata portata via! E' colpa tua!>>

N...n-no...

 

Un alce da sempre allontanata da tutti, un uomo la prende con sé. Una diabolica trappola, una malattia incurabile.

<< Sapete quando un uomo muore per davvero? Non quando il suo cuore viene raggiunto da un proiettile, nemmeno quando viene colpito da una malattia incurabile e nemmeno quando mangia un fungo velenoso. Muore veramente quando viene dimenticato da tutti!>>

 

<< Se il dottore è morto è solo colpa tua!>>

Non sono io...

 

Una bimba mora dagli occhi di ghiaccio: la madre percossa, violentata e massacrata davanti al suo sguardo impotente.

<< Scappa, salvati bambina mia!>>

 

<< Mia madre...ha avuto una morte orribile! E' colpa tua!>>

E se fosse colpa mia?

 

Il pianto incessante di un bambino dai capelli d'oro e occhi smeraldo. I genitori presi da una furia omicida si colpiscono violentemente fra loro.

<< Mamma, papà!>>

 

<< Mamma e papà si sono uccisi...è solo colpa tua!>>

Sì, è colpa mia...

 

Hai visto? Sei tu la causa di tutto...

Sì, sono io...ma lo sei anche tu...

Per forza, io sono te...fammi uscire!

Sì, tu sei me...ho sonno, molto sonno...

 

Le convulsioni del Prete smisero all'istante, le mani si mossero. Si girò col ventre a terra e facendo forza sulle braccia si alzò, quando tirò su anche il volto, il suo sguardo non aveva più niente di umano.

 

TO BE CONTINUED…

 

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Capitolo 33
*** - Ω - ***


CAPITOLO 33

Eccoci giunti all’ultimo aggiornamento, prima di lasciarvi alla lettura però volevo scusarmi per l’altra volta: avevo detto che i capitoli sarebbero stati due, invece mi sono sbagliato a contare, come potete vedere i capitoli sono tre ^_^

 

 

 

CAPITOLO 33

- Ω -

 

Nami guardava l’uomo, che aveva di fronte, incredula << Non è possibile...>>

<< Maledizione...gli avevamo promesso che non sarebbe mai successo>> disse il capitano stringendo convulsamente i pugni.

<< Adesso che si fa?>> chiese Sanji preoccupato.

Robin sussurrò << Jacques...>>

I capelli del Prete erano, ora, diventati completamente bianchi, la carnagione leggermente abbronzata era diventata cerea, gli occhi erano gelidi e inespressivi, un ghigno malefico, il quale lasciava intravedere due canini un poco allungati, distorceva le sue labbra in un sorriso portatore di morte.

Morgana gli si avvicinò sinuosa << Il Prete non esiste più...>>

Wraith tirò fuori, dalla sua lunga giacca nera, una grossa falce << Questa ti appartiene, mio signore...>> la lanciò.

Appena entrò a contatto con la mano sinistra di Morte un'espressione felice e stupita si dipinse sui volti della ciurma: la mano destra si strinse con forza sulla gola del The Terrible alzandola di qualche centimetro da terra. Un illusione fatua che svanì non appena la sua bocca trovò con foga quella di Carestia.

Un misto di rabbia, gelosia e rifiuto per la situazione si fece largo nell'animo dell'archeologa, strinse convulsamente i pugni.

A Morgana non sfuggì l'alterazione della donna, si portò alle spalle di colui che, ormai, era diventato Morte e ne cinse il torace con le braccia << Miss All Sunday, che c'è? Sei gelosa? Ora non è più tuo...adesso, lui è mio!>> girando il viso dell'uomo verso di lei gli morse sensualmente il labbro superiore e passò audacemente la lingua su quello inferiore.

<< Me la pagherai, maledetta puttana!>> le ringhiò contro la mora.

La ciurma si avventò sui Cavalieri, la battaglia finale era cominciata.

 

Bysshe roteò il collo << Sarà un ottimo riscaldamento...>> sfoderò un'alabarda a doppia lama

<< Questa volta non dovrò trattenermi...>> disse Pestilenza mentre si preparò ad utilizzare i suoi fili assassini.

Morgana sfoderò due pugnali Sai << Chiuderemo ciò che è rimasto in sospeso>>

Morte rimase fermo e impassibile.

 

<< Ce la pagherai per averci ingannati!>> Sanji indirizzò un Mutton Shot contro Guerra ma questi lo parò con facilità << E' stato fin troppo semplice ingannarvi...così come sarà altrettanto semplice sbarazzarci di voi!>> partì un fendente verso il cuoco, non andò a segno << Ne sei proprio sicuro?>>

Bysshe sorrise maligno << Al cento per cento!>> con velocità, facendo roteare la sua arma, lo colpì al petto con la lama inferiore.

 

Rufy si rivolse al nero a gran voce << Maledetto, noi abbiamo ancora una questione in sospeso!>>

Quello lo guardò appena di striscio << Ah, intendi il frutto? Dovresti solamente ringraziarmi, se avessi infuso in esso tutto il mio potere a quest'ora non saresti qui a chiedere vendetta...>>

<< Io non voglio la tua carità...>> fece partire un Gom Gom Pistol verso di lui.

<< E io non avevo nessuna intenzione di dartela ma dovevo attenermi ai piani>> avvolse il braccio del capitano con i suoi fili e spostandosi dalla traiettoria, sfruttando il suo stesso slancio, scaraventò il ragazzo al di fuori della nave facendolo atterrare all'interno della foresta di alberi neri.

 

La corsa della mora, verso la sua rivale, venne arrestata dallo spadaccino << Scusami, Robin, prometto che il colpo finale sarà il tuo, ma adesso lasciala a me, ho ancora un conto da regolare con quella...>> si rivolse a Carestia << STREGA! Non pensare che non mi ricordi quello che è accaduto su Famine Island...dobbiamo chiudere la faccenda!>>

<< La faccenda è già chiusa carino, hai perso!>> lo derise la donna.

<< Uno perde solo quando muore!>>

<< Tu lo saresti se non fosse intervenuto il pinocchio...>>

<< Appunto, “sarei” ma non lo sono! Sono ancora vivo e avrò la mia rivincita!>> sguainò le sue fedeli spade e si avventò su di lei con tutta la sua forza, fregandosene altamente di aver di fronte una donna.

<< Vuoi proprio renderti ridicolo, Roronoa? Vuoi far vedere a tutti come un pirata da sessanta milioni possa perdere, per la seconda volta, contro il sesso debole?>>

<< Io vincerò...colpo dell'orco!>>

<< Tecnica inutile...>> usando uno solo dei suoi pugnali, bloccò nelle incurvature tutte e tre le lame << Due a zero per me...>>

Si apprestò ad affondare il secondo pugnale nelle sue carni, ma con esso dovette bloccare le Clima Tackt di Nami << Vedi di non scordarti di noi, carina...>>

Morgana rise << Uno, due, tre...o tutti quanti insieme...non fa alcuna differenza, io vincerò!>>

Lo spadaccino non riusciva a credere ai suoi occhi “ Come può essere così forte? Come può bloccare con una sola mano uno dei miei attacchi più potenti? Sino ad ora solo Mihawk c'era riuscito...non posso perdere contro di lei!”

<< Salutatemi il vostro capitano!>> fece leva sui pugnali, sia lo spadaccino che la navigatrice vennero scaraventati fuori bordo andando a schiantarsi nel fitto della foresta.

Carestia non poté gioire del suo operato, bastò un attimo di distrazione che Robin le rifilò un pugno dritto sul muso, spaccandole un labbro.

La donna rimase per un momento incredula, si pulì il mento e guardò il liquido rosso con stupore << Sangue...>> si riprese << Non ti facevo così scorretta da attaccare alla spalle...>>

La mora la guardò in tono di sfida << Se non mi sbaglio, sulla tua isola, dicesti di conoscerci tutti molto bene...quindi dovresti sapere che sono disposta a fare questo e anche di peggio...soprattutto se vengono toccate le cose e le persone a cui tengo>>

<< Mi fa piacere, questo significa che sarà ancora più interessante battermi con te e quando sarai morta potrò godere a pieno del mio premio...non so se capisci cosa intendo…>> sorrise maligna.

<< Capisco fin troppo bene...>> le rispose a denti stretti.

<< E' inutile che ti scaldi tanto: l' hai visto con i tuoi occhi, lui vuole me e anche se dovessi perdere, cosa che non credo possibile, ormai è Morte e non tornerà più da te, anzi, ti ucciderà insieme a tutti i tuoi preziosi compagni!>>

<< Taci, maledetta! E smettila di pronosticare per il futuro perché potrebbe sorprenderti>>

Cominciarono a pestarsi.

 

<< Questa nave non partirà mai più da qui...>> disse Bysshe tranquillo.

<< ...il suo equipaggio troverà in Omega Island la propria tomba>> continuò Wraith.

<< Smettetela di sottovalutarci, bastardi!>> Sanji si lanciò su di loro con un calcio volante ma, così come era successo al suo capitano, venne bloccato dai lacci di Pestilenza che affondarono nelle sue carni

Usop gli intimò tremante << L-lasciate sta-stare S..Sa-Sanji!>>

Una stella esplosiva si frantumò sul viso di Guerra che sembrò non risentire affatto del colpo << Cosa volevi fare con quel ridicolo attacco?>>

Sia cuoco che cecchino raggiunsero presto gli altri nella foresta.

 

Sulla Going Marry erano rimasti solamente Robin alle prese con Carestia, Miguel privo di sensi steso sul ponte e Chopper in preda al panico incapace di riuscire a fare qualsiasi cosa. La sua mente era terrorizzata...poi un lampo: le rumble balls!

Ne ingoiò una: aveva tre minuti per far tornare in sé il suo obbiettivo.

<< Jump Point!>>

Con un unico balzo si portò vicino a Morte << Horn Point!>>

Il Cavaliere non si scompose, nemmeno di fronte alle imponenti corna del medico, rimase ad attendere impassibile la sua carica.

La renna si avventò su di lui << Jacques, devi tornare in te!>>

L’uomo lo guardò appena << Stupido!>> senza sforzo alcuno, le corna vennero bloccate dalla parte non tagliente della falce << E' tutto inutile...lui non tornerà>>

<< Non è possibile!>>

Bastò fare un po' di leva che la giovane renna finì per aria

<< Dovete rassegnarvi!>>

Squarciò con un colpo il suo petto e bastò un semplice sguardo a Pestilenza per far sì che anche lui si perdesse nel nero della foresta.

 

<< Chopper!>> la mora si girò a guardarlo.

Morgana approfittò del suo attimo di distrazione << Grazie per avermi dato l'occasione di riscattarmi dal pugno di prima!>>

Affondò il pugnale nella sua spalla << Non ti senti sola? Perché non raggiungi i tuoi amici?>>

In un attimo sulla nave non c'era più nessuno, rimaneva solo Miguel a terra...inerme.

Wraith lanciò un’occhiata veloce al biondino << Di questo ragazzino che ne facciamo?>>

<< Potrebbe darci dei problemi...sulla mia isola non ha risentito l'effetto della nebbia...>> li informò Guerra.

Morgana li rassicurò << Non preoccupatevi...avete visto, ci ho già pensato io...non ci darà più fastidio>>

<< Per quanto riguarda gli altri?>> chiese Pestilenza

<< Direi che ci siamo divertiti abbastanza...è l'ora di toglierli di mezzo definitivamente...sempre se il grande capo è d'accordo...>> gli rispose Bysshe.

Morte era tornato nel suo cupo silenzio, si limitò a fare un piccolo cenno

<< Perfetto...andiamo>>

I tre Cavalieri scesero e s'inoltrarono nella foresta, Morte rimase sul ponte a fissare con insistenza il ragazzino steso a terra.

<< Tu mi provochi repulsione...>>

Gli si avvicinò, gli diede un calcio e lo fece girare a pancia in su: era sempre immobile.

La lama della falce risplendette sotto i raggi del sole: affondò.

Gli occhi di Miguel si spalancarono, una mano si alzò tremante verso di lui << J...Ja-Jacques!>>

Dall'uomo che l'aveva colpito nessuna reazione, estrasse l'arma e solo quando la vide impregnata di sangue, lo stesso liquido vermiglio che si faceva largo sul ponte, un sorriso compiaciuto si dipinse sulle sue labbra << Ora sì...che non sarai più un problema...>>

 

Rufy si riprese e poté notare che i suoi compagni erano tutti attorno a lui, allargò la bocca in un sorriso da ebete << Ragazzi...come mai anche voi qui?>>

<< Brutto, idiota! Chissà perché!>> gli urlò contro Nami.

Usop si accorse delle condizioni del medico << Chopper! Amico mio, che ti è successo?>>

Robin si alzò tenendosi la spalla ferita << E' stato Ja... Morte>>

<< Oddio, amore, sei ferita? Dì al tuo Mister Prince chi ti ha ridotto così, ti vendicherà!>> si offrì, naturalmente, Sanji.

La cow-girl sorrise << Alzeresti mai i piedi su una donna?>>

<< Perché?>>

<< E' stata quella vacca di Morgana...>> rispose per lei la rossa.

La mora la guardò curiosa << Oh Nami...non ti facevo così sboccata...>>

La navigatrice le fece una smorfia << Se è per questo tu le hai detto di peggio...>>

<< Lei ha i suoi buoni motivi...>> le spiegò il capitano.

<< Anch'io ce li ho, che ti credi?>>

Usop rise << Ma non ha mica fatto delle avances al tuo Zoro?>>

Lo spadaccino lo guardò con fare assassino << Vuoi morire?>>

<< No, no...ci tengo alla pellaccia...ma non avevo detto mica niente di male...>>

<< Sarà meglio...>>

Rufy scoppiò in una fragorosa risata << Certo che, da quando è innamorato, è più irascibile del solito...>>

Zoro arrossì fino alla punta dei capelli << Finiscila, maledetto!>>

Robin cercò di riportare l’ordine << Ehm, ragazzi...non vorrei rovinarvi la festa ma qualcuno sta cercando di ucciderci...>>

Nami finalmente si accorse << Miguel è rimasto sulla nave...>>

<< E' rimasto da solo con quei Quattro?!>> chiese Usop allibito.

<< Era svenuto...>> spiegò il cuoco.

<< Io spero solo che Morgana sia molto sicura delle sue capacità...>> pregò la mora.

<< Speri lo credano morto?>> le chiese il ragazzo di gomma.

Zoro scosse la testa << Speranza sciocca...Jacques è Morte e credo possa sentire se qualcuno è ancora vivo oppure no...>>

Robin sussurrò << Miguel...>>

Nami cercò di rianimare i compagni << Allora, che facciamo? Aspettiamo la nostra fine, qui così, oppure ci degniamo di lottare per le nostre vite cercando di organizzarci come si deve?>>

Rufy alzò le mani al cielo << Siiiiiiiiì, noi lotteremo e vinceremo!!!>>

La cartografa sbuffò << Beh...l'importante è essere positivi...coraggio, riserviamogli un caloroso benvenuto nella loro foresta>>

<< Ehi, amico, ce la fai a muoverti?>> chiese il cecchino al medico

<< S-sì...non ti preoccupare, sono pronto>>

<< Diamoci da fare!>>

 

Morgana sorrise << Ma guarda che carini...vogliono tenderci un agguato...>>

<< Poveri sciocchi...>> disse Wraith.

Bysshe si guardò attorno << Lui, dov'è?>>

<< Sono qui...>> rispose Morte appena giunto.

<< La tua falce è sporca di sangue...>>

<< Non credo di dover dare alcun tipo di spiegazione...>>

<< Lo sappiamo, non ti scaldare...uhm, hanno fatto proprio un bel lavoro...davvero una bella tattica...ma si tratta pur sempre di un piano di guerra...pensano sul serio di ottenere qualche risultato?>>

Un attacco simultaneo effettuato da Rufy, Sanji, Zoro e Usop venne scagliato sui Cavalieri, l'esito fu pessimo: il capitano si ritrovò contro un albero avvolto dai fili di Pestilenza, il calcio del cuoco si fermò nuovamente contro l'alabarda di Guerra finendo a terra in pochi secondi, il martello da " cinque tonnellate" di Usop venne stracciato letteralmente dai Sai di Morgana e le spade di Zoro vennero fermate dalla punta insanguinata dell'arma di Morte.

<< Maledetto, di chi è quel sangue?>> gli chiese lo spadaccino.

Il Cavaliere ghignò << Della renna...e del ragazzino...>>

<< Cosa hai fatto a Miguel?>>

Morte ignorò la sua domanda << Non preoccuparti, fra poco ci sarà quello di tutti...io mi prenderò le vostre vite!>>

La seconda offensiva venne effettuata da Nami, Chopper e Robin: un altro buco nell'acqua, servì solamente ad allontanare i Cavalieri dai loro primi assalitori.

<< Uhm...non avete speranze...>> li derise Pestilenza.

<< Non prendetevi gioco di noi!>> urlò lo spadaccino mosso da una rabbia immane, dovuto al grande senso d'impotenza da cui si sentiva schiacciato, scattò contro Carestia colpendola al volto e al petto con le sue lame

Morgana rise << Illuso...non puoi farmi nulla...>>

<< Cosa?>> guardò le sue spade: erano ancora lucenti e pulite << Non è possibile!>>

Il corpo del Cavaliere era ancora intatto.

I ragazzi cominciarono ad attaccare alla cieca ma, ben presto, la stanchezza e lo sconforto si impadronì dei loro corpi: qualsiasi attacco da loro effettuato veniva schivato o parato e i pochi che andavano a segno non riscontravano successo sui loro nemici.

 

Un calcio di Sanji, che avrebbe frantumato anche un muro, s'infranse sul volto di Bysshe: niente.

Un poderoso Gom Gom Bazooka colpì Wraith allo stomaco: niente.

La ciurma era a terra, esausta.

Robin cercò di riprendere fiato “Non ha senso, sono troppo forti...non gli facciamo niente...stanno solo giocando con noi, appena si stancheranno ci uccideranno...come possiamo batterli se non riusciamo a fargli colare nemmeno una goccia di sangue...SANGUE!” si ricordò del pugno dato a Carestia, le aveva spaccato il labbro...effettivamente era rimasta sorpresa.

Morgana sbuffò << Mi sono stufata, non mi divertono più...>>

<< Allora mettiamo la parola fine alla storia di Cappello di Paglia...>> suggerì Bysshe.

Wraith si girò verso Morte << Qualcosa in contrario?>>

Il Cavaliere passò le dita sulla lama della sua falce, percepì la sostanza del sangue, ormai rappreso, strofinando fra loro le dita, fece scivolare l'arma quasi sino al terreno e in un'alzata di spalle andò a sedersi poco più distante.

<< Non partecipi?>> gli chiese Guerra.

In risposta ricevette silenzio

<< Fai come ti fare...>>

In quel momento la mora si alzò di scatto, forte di quella piccola speranza ritrovata, e corse verso Carestia, caddero a terra

<< Sempre tra i piedi tu...>>

Rotolarono per un po', poi un calcio e un colpo alla spalla ferita: Robin si ritrovò ansimante per il dolore con la faccia nella polvere. Carestia si alzò e la prese per il collo << Ora mi libererò di te una volta per tutte>>

L'archeologa sentiva che le forze pian piano la stavano abbandonando ma doveva resistere, doveva sapere se quello che aveva intuito era giusto: guardò il pugnale nella sua mano destra, era sporco di sangue << Ne sei proprio sicura?>> velocemente la infilzò di nuovo con la lama << Ora, quanto a pugnalate siamo pari>>

Quella rise << Sì...ma ho ancora un pugno in sospeso!>> tirandole un sinistro la fece volare per qualche metro.

I ragazzi erano increduli << S- sanguina!>>

Wraith la guardò con stupore << E' vero, tu sanguini...>>

Morgana cercava di nascondere il suo turbamento << E' vero, ma non importa...>>

<< Robin, che cosa le hai fatto? Non siamo mai riusciti a ferirli prima d'ora!>> le chiese Nami incredula.

La mora si alzò sorridendo << Non li abbiamo mai danneggiati, semplicemente, perché sbagliavamo bersaglio...>>

<< Tu farnetichi donna...>> gli ringhiò contro Pestilenza.

Zoro continuava a non capire << Che cosa vuoi dire?>>

<< La Carestia si sconfigge con l'altruismo e l'abbondanza, la Pestilenza con la medicina e la ragione...la Guerra con la pace...>>

<< La Morte con la Vita>> concluse Usop.

Bysshe batté sonoramente le mani << Complimenti...hai scoperto i nostri punti deboli...ma sai forse trovarmi tutto ciò?>>

<< Lo hai proprio davanti a te!>> le rispose sicura di sé.

<< Saresti tu? Non farmi ridere...>>

<< Non io ma tutti noi!>>

<< Sei folle...>> la derise Morgana.

<< Allora perché i colpi di Zoro non ti feriscono e i miei sì? Io non sono ci certo più forte di lui...>>

Nami capì << Te lo dico io perché! Si chiama altruismo!>>

La cow-girl guardò l'amica e sorrise.

La sicurezza che animava i tre Cavalieri iniziò a vacillare, Morte invece non si scompose.

Rufy si rivolse verso l’archeologa << Robin, cosa dobbiamo fare?>>

<< Non ti permetterò di continuare!>> Wraith si avventò su di lei ma la renna, nel suo Heavy Point lo bloccò scaraventandolo a terra con un pugno ben assestato << Tu non le farai del male, capito?>>

Pestilenza sentì il calore del sangue sul viso: aveva un sopracciglio rotto.

Chopper lo informò << Medicina!>>

<< Bravo! Vedo che hai capito!>> si compiacque Robin.

<< Maledetta!>> gli urlò contro Guerra.

L'alabarda fra le sue mani si fermò a pochi centimetri dal viso dell'archeologa.

Zoro l’aveva bloccato << Le signore di questa barca non si toccano!>> con una Chela del Granchio ferì entrambe le braccia di Guerra disarmandolo << La spada è un'arma bianca...il bianco è colore di pace!>>

La navigatrice esortò l’amico << Usop, coraggio, aiutiamo Chopper!>>

Il cecchino la guardò sorridendo << Che modestia, si è messa nella ragione!>>

<< Guarda che ti ci ho messo pure a te...comunque dove sta scritto che ragione sia sinonimo di modestia?>>

<< Io e Sanji che facciamo?>> chiese il capitano.

Robin gli spiegò << Per quanto ci riguarda, a noi spetta Carestia: Rufy, non c'è persona al mondo che io conosca che sia più altruista di te...per quanto riguarda te, Sanji, direi che l'abbondanza ti si addice proprio...anche se deve portarti a venir meno alle tue regole...>>

Il biondo si accese una nuova sigaretta e ne aspirò del fumo << Mia dea corvina, chi osa farti del male per me perde volto...il tuo Mister Prince combatterà al tuo fianco, mia regina...tuttavia rimango pur sempre un gentil uomo e non posso permettermi di andarci troppo pesante...>>

Rufy rise << Perfetto! Avete sentito Cavalieri dei miei stivali? Noi vinceremo!>>

<< Questo è tutto da vedere!>> li sfidò Wraith.

Il combattimento riprese ma, questa volta, la ciurma sapeva chi colpire e la fiducia ritrovata aveva rinvigorito i loro animi: la bilancia pendeva, ora, dalla loro parte.

Carestia, Guerra e Pestilenza cominciavano ad essere stanchi: seppur i colpi andati a segno continuavano ad essere pochi, varie ferite si erano aperte sui loro corpi.

 

Wraith aveva perso il sangue freddo << Non mi farò battere dai più scarsi di tutta la ciurma!>>

<< N-noi non sia...siamo i p-più scarsi, ca...ca-capito?>> balbettò il cannoniere.

Nami scosse la testa << Certo che saresti più convincente se la smettessi di tremare!>>

<< Mi date sui nervi, piantatela!>> gli ordinò il Cavaliere.

La rossa rise << Eh, sì...fa questo effetto scoprire di non essere invincibili come, invece, si era sempre creduto...>>

<< Non riuscirete a sconfiggermi!>> si preparò ad usare i suoi lacci.

<< Usop, adesso!>>

Il nasone indossò i suoi fidati Goggle << Sono pronto! Stella di fumo!>>

La biglia si frantumò sul volto di Pestilenza che venne investito da una fitta nebbia bianca.

<< Maledetti ragazzini!>> lanciò i suoi colpi a caso.

<< Mi dispiace, ti è andata male!>> lo derise Chopper e ingoiò una nuova Rumble Ball << Nami, tieniti pronta! Horn Point!>>

Il Cavaliere non fece in tempo a capire la direzione dalla quale proveniva il medico: si ritrovò infilzato e imprigionato dalle sue corna. Sentì spingersi fuori dal fumo, trovò la navigatrice in posizione ad attenderlo << Mi raccomando, divertiti all'Inferno!>> fece partire le Clima Sansetsukon << Tornado Tempo!>>

Pestilenza chiuse d'istinto gli occhi, sentì due colpi, li riaprì per vedere la sua fine: due uccellini a carica si muovevano avanti e indietro << Vi farò vedere cosa succede a chi osa prendersi gioco di me!>>con un rabbia furiosa, staccò le sue carni dalle corna del medico senza badare né al dolore né al sangue che colava copioso, si avventò sulla cartografa stringendo forte le mani attorno al suo collo << Morirai per la tua sfrontatezza, impertinente sgualdrina!>>

Nami, nonostante cominciasse a non sentire più aria arrivarle ai polmoni, non si scompose << S- sono ve...veramente co- costernata...m...ma sara..i tu a morire!>>

Senza che il Cavaliere se ne accorse, i lacci legati agli uccellini avevano già avvolto tutto il suo corpo e il meccanismo del bastone aveva già iniziato a girare << Che succede?!>>

La ragazza sorrise compiaciuta << Sei finito!>>

Il colpo partì, il corpo del Cavaliere Nero volò per svariate decine di metri: quando si frantumò a terra, Pestilenza non era più un problema.

 

Carestia si rese conto di aver fatto un grosso errore, sicura di se stessa e dei suoi poteri, non aveva esitato una volta ad accendere la rabbia nell'animo di quella donna che ostacolava l'appagamento del suo morboso desiderio. Pensava di essere invincibile, immortale ma così non era e i numerosi tagli, il sapore ferreo del sangue in bocca e i lividi sparsi per tutto il corpo ne erano testimoni...ad infierire su di lei solo la sua tanto odiata nemica, colei che, giurando, aveva detto avrebbe ucciso senza pietà: Robin.

L'archeologa riprese fiato dopo l'ennesimo scambio di colpi: nonostante si fossero aperte nuove ferite, sul suo viso era stampato un sorriso, perché per quanti colpi Morgana le avesse inferto, lei aveva fatto altrettanto.

Rufy e Sanji erano rimasti a guardare, consapevoli del desiderio di vendetta che albergava nel cuore della loro compagna.

<< E' giunta l'ora che tu esca di scena, Morgana!>> le intimò la mora con disprezzo.

Il capitano si rese presto conto, però, che la cow-girl cominciava a farsi prendere un po' troppo la mano << Ehi, guarda che tu rappresenti l'altruismo come me! Quindi non fare l'egoista...lasciane un po' anche a noi!>>

La donna capì: accecata dall'odio e dall'ira pensava unicamente alla sua vendetta...no, lei non era così...lei non era come Morgana!

Carestia notò il momento di smarrimento della donna e veloce come un fulmine le si parò davanti infilzando il suo ventre con uno dei pugnali.

<< ROBIN!>> urlò Rufy incredulo.

L'archeologa guardò verso il basso, non mosse ciglio, strinse con forza la mano del The Terrible fra le sue ed estrasse con forza il Sai, nemmeno un gemito di dolore dalla sua bocca << Ragazzi, tenetevi pronti...>> sfidò senza timore le iridi gialle di Morgana << Addio, puttana! Cent Fleur...>> un centinaio di braccia apparvero in fila sul terreno << Delfinium!>>

Carestia iniziò a sentirsi tirare da quelle mani, la sua resistenza fu inutile.

<< Sanji, sei pronto?>> chiese il ragazzo di gomma al suo compagno.

Il cuoco si accese l'ennesima sigaretta << Certamente...diamo il via all'attacco combinato...>>

Il capitano si attaccò con entrambe le mani alla gamba del biondo che veniva caricata all'indietro, in quel momento il viaggio di Morgana era arrivato al capolinea: le ultime braccia la lanciarono in aria.

<< Arme de l'Air Gom Shoot!>> urlò il biondo.

Rufy venne catapultato con forza verso la donna, la colpì ad una velocità assurda: caddero entrambi rovinosamente a terra ma solo Rufy si rialzò, il Cavaliere Bruno era stato finalmente tolto di mezzo.

 

Bysshe era fuori di sé << Maledizione...>>

<< Dov'è finita tutta la tua sicurezza, Guerra?>> gli chiese sarcastico lo spadaccino.

Il rosso recuperò la sua alabarda << Non sarà di certo un ragazzino, che maneggia tre stuzzicadenti, a battermi! Non farò la fine di Carestia e di Pestilenza!>>

Si avventò su di lui come una furia ma, ormai, Zoro non lo temeva più << Persino la tua conoscenza dell'arte della guerra è stata rimpiazzata dalla tua disperazione...i tuoi attacchi sono lanciati a caso...sarò proprio io a toglierti di mezzo una volta per tutte! E dovresti esserne onorato perché sarai ucciso da colui che diventerà il miglior spadaccino del mondo!>>

<< E' finita l'ora di seguire i sogni, Roronoa, è giunta quella di morire!>>

<< Sì, ma per te!>> cercò di spostarsi ma non fece in tempo, la lama del suo avversario gli squarciò un fianco, sorrise << Addio, Cavaliere, sei finito! Corna del Toro!>>

In un secondo, il corpo di Guerra venne perforato da otto stoccate. Cadde sulle ginocchia, si guardò incredulo le ferite sgrondanti di sangue << N-n...non è possibile...>>

Zoro rimise a riposo la Yunashiri e la Kitetzu << Finalmente, è tornata la pace!>> rimise nella sua fodera bianca anche la Wado Ichimonji e nello stesso momento il Cavaliere Rosso si accasciò a terra esalando il suo ultimo respiro.

 

Tre dei Quattro Cavalieri dell'Apocalisse erano stati battuti, ne rimaneva soltanto uno: Morte, Jacques. Il Cavaliere Bianco era stato ad assistere alla fine dei suoi "compagni" senza battere ciglio, senza muovere un solo dito per aiutarli. Ora, con lo stesso sguardo spento e inespressivo fissava costantemente la ciurma: il labbro si contorse in un leggero sorriso, si alzò.

 

 

TO BE CONTINUED…

 

 

 

 

 

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Capitolo 34
*** - I JUST DIE IN YOUR ARMS TONIGHT - ***


CAPITOLO 34

CAPITOLO 34

- I JUST DIE IN YOUR ARMS TONIGHT -

 

Rufy guardava con disprezzo l’uomo che aveva di fronte << Perché sei stato lì a guardare senza muovere un dito?!?>>

Il Cavaliere ignorò la domanda del ragazzo e iniziò a camminare verso la donna che, con fatica, lottava per rimanere in piedi, cercando di fermare, almeno un pochino, con le mani il sangue che colava dalla ferita infertale al ventre da Morgana.

<< Ti ho fatto una domanda!>>

Morte lo guardò di sfuggita << Era giunta la loro ora...>>

<< Tu sapevi che sarebbero morti?>>

L’uomo portò il suo sguardo sull’archeologa << Finalmente ci incontriamo, Nico Robin...>>

La mora cercava disperatamente di tenere gli occhi aperti mentre la vista, annebbiata, andava e veniva << Il pia-piacere è solo t...tuo...>> un forte mancamento le fece perdere l'equilibrio, cadde addosso al Cavaliere finendo fra le sue braccia.

<< ROBIN!>> urlò Nami in pensiero per l’amica.

Morte guardò la donna per un attimo, poi la prese per il collo e la alzò di qualche centimetro da terra << E' incredibile come le cose cambino...a Jacques bastava sfiorarti per far sì che il suo corpo provasse sensazioni indescrivibili...ma io...io non sento niente!>>

Con forza la lanciò di lato facendola sbattere contro il tronco di un albero, l'archeologa soffocò a stento un grido.

Il ragazzo di gomma ringhiò << Maledetto bastardo! Ti farò sparire!>> caricò un Gom Gom Pistol pieno di rabbia.

Il Cavaliere sorrise, non si mosse: il pugno si schiantò contro la sua faccia, non gli fece assolutamente niente.

Il capitano si sentì nuovamente pervaso dal senso d'impotenza, in quel colpo aveva messo tutta la sua forza << I-io...ti farò sparire!>>

<< La tua voce lascia trasparire la tua insicurezza...non sai come fare, Cappello di Paglia, e anche se trovassi il modo sai che con me sparirebbe anche Jacques...>> strinse la sua mano.

Rufy strinse i denti per la rabbia << Noi abbiamo il suo permesso!>>

<< Permesso? Ah, lo so...e tu credi che qualche pugno possa farlo tornare...come hai visto non mi fai assolutamente nulla>>

L' archeologa si riprese << Lui tornerà da me!>>

<< Illudetevi pure quanto volete...Jacques ha capito di essere un errore, non tornerà!>>

<< Non può essere...>> pronunciò Nami sconsolata.

<< La realtà è spesso inaccettabile...come l'idea di dover morire del resto...>>

Zoro lo guardò in tono di sfida << Noi non ti temiamo!>>

Il Cavaliere sorrise << Lo so...è per questo che sarete due metri sotto terra ancor prima di esservene resi conto>>

Sanji lo avvertì << Stai attento...eppure hai visto che fine hanno fatto i tuoi tre compari...anche secondo loro saremmo già dovuti essere morti e sepolti...ma noi siamo ancora qui e loro...beh, lo puoi vedere con i tuoi occhi...>>

<< Guerra, Pestilenza e Carestia...sono volute dagli uomini...erano ottusi nella loro brama proprio come i loro creatori...>>

<< Sei un essere schifoso!>> lo insultò Rufy.

Il Bianco sospirò << La morte prima o poi colpisce tutti...malvagi...e buoni!>> tirò con forza verso di sé il corpo del ragazzo di gomma, appena fu abbastanza vicino lo colpì con il bastone sbalzandolo all'indietro.

Nami si avventò su di lui << Maledetto! Ridacci Jacques!>> si avventò su di lui cercando di colpirlo con le sue Clima Tackt combinate, bloccò il bastone con una sola mano.

Morte scosse la testa << Ho già detto che non è possibile...>> fece leva, la rossa si andò a schiantare contro lo stesso albero al quale era, ancora, appoggiata la mora.

Il cuoco ringhiò << Pagherai per aver osato toccare Nami!>> partì con un calcio volante contro di lui.

<< Dovete smetterla di sprecare energie inutili!>> lo agganciò con la falce, se solo avesse voluto avrebbe potuto troncargli la gamba di netto, ma si limitò a ferirlo << Basta solo rassegnarsi...>>

Sentì un colpo alla schiena, si guardò il petto: la Sandai Kitetzu spuntava leggermente dal suo corpo, nessun liquido uscì dalla ferita.

<< Lascia perdere quel cuoco da strapazzo...chiunque tocchi Nami deve vedersela con me!>> gli disse Zoro a denti stretti.

Il Bianco alzò le spalle << Amore, amore, amore...molte persone sono morte seguendo questo sentimento...vuoi, forse, aggiungerti alla lista?>>

Sorprendendolo, si spinse con forza all'indietro, la spada trapassò interamente il suo corpo, la mano dello spadaccino era a contatto con la sua schiena, velocemente lo colpì con una gomitata sul viso: il naso si ruppe, lo spadaccino fu costretto a mollare la presa.

Il Cavaliere estrasse la spada, la ferita si richiuse all’istante << Molto interessante questa spada maledetta…>> ne annusò la lama << …profuma di sangue, profuma di morte!>>

Lo spadaccino cercò di mantenere l’equilibrio sulle gambe tremanti << Non è possibile!>> scoccò un colpo con la Yunashiri, il Bianco non fece alcuno sforzo per schivarlo, un’ altra ferita inesistente sul suo corpo << E’ inutile…non si può uccidere la Morte!>>

Appena pronunciate quelle parole si mosse con una velocità eccezionale: Zoro riuscì solamente a vedere le sue spade che volavano per aria e la polvere invadergli gli occhi e sentire il suo odore acre nelle narici, poi un senso di calore allo stomaco e alle mani su di esso premute…buio.

 

<< Zoro!>> urlò Nami, si alzò istintivamente a denti stretti pronta a riversare la sua rabbia sull’unico Cavaliere rimasto, una mano della mora afferrò il suo braccio e la fermò << Cosa stai facendo?>>

La cartografa la guardò stranita << Come sarebbe a dire? Non posso stare qui senza far niente, hai visto anche tu cosa ha fatto!>>

<< Certo che l’ ho visto! Ma tu cosa vorresti fare? Se adesso lo attacchi, ti farai ammazzare!>>

<< E allora cosa devo fare? Aspettare che sia lui a venire qua ad uccidermi?!?>>

<< No…ma non possiamo neanche permetterci di attaccarlo alla cieca…>>

<< Io salverò Zoro, costi quel che costi…non ho paura di morire>>

La mora inspirò profondamente << Lo so…ma ha ragione lui, se non cominciamo a temerlo faremo tutti una brutta fine…>>

<< Che cosa vuoi dire?>>

<< Che non possiamo permetterci di morire, per nessun motivo!>>

 

Sanji ringhiò << Maledetto pezzo di merda, solo io posso permettermi di malmenare la testa di cavolfiore>> si accese una sigaretta << Quindi, ora, me la pagherai cara!>>

Quello sorrise << Non aspetto altro>>

Il biondo si lanciò su di lui, sfoderò alcuni dei suoi calci più veloci e potenti: vennero scansati senza troppi problemi, la falce venne fatta roteare quasi con grazia, due colpi ben assestati andarono a segno, lo stomaco si chiuse, le gambe si piegarono…era spacciato, il cuoco chiuse gli occhi aspettando la sua fine: furono attimi infiniti, li riaprì e vide la giovane renna nel suo Arm Point bloccare con gli zoccoli la falce di Morte, un tremante Usop mettere mano alla sacca legata al suo fianco, la paura fece sì che la scelta della biglia da lanciare fosse assolutamente casuale, tirò: una Stella di Fumo esplose sul viso del Cavaliere che si limitò a piegare leggermente il collo all’indietro << Stupidi!>>

<< Ragazzi, perché vi siete messi in me…>> il cuoco non riuscì nemmeno a finire la frase.

Rufy, Nami e Robin non riuscirono a vedere nulla, solo quando il fumo si diradò videro i loro compagni distesi a terra sgrondanti di sangue e il Bianco ghignante in piedi, solo poca polvere sul volto e arma e mani rosse come il fuoco vivo.

 

Il capitano lo guardò con gli occhi furenti e strinse convulsamente i pugni << MALEDETTO! Non starò qui a vedere mentre massacri i miei amici, io non te lo permetterò, HAI CAPITO?>>

<< Ho capito, ho capito…e penso anche di aver trovato il modo per accontentarti…>>

<< Come?>>

<< Togliendoti di mezzo per primo!>>

<< Staremo a vedere!>>

Lo riempì con una scarica di pugni devastanti, nessun movimento da parte del Cavaliere << Perché ti ostini a non vedere che la tua fatica è sprecata?>>

<< Taci!>>

<< Come vuoi…>>

Schivò gli ultimi colpi, lo colpì ripetutamente: col bastone lo sbalzò colpendogli con forza le gambe, con un calcio lo fece volare in aria e con la lama affondò nella sua carne: anche il ragazzo di gomma era disteso a terra fuorigioco.

 

Robin chiamò il capitano << Rufy…>> ma la sua voce era poco più di un sussurro, perché potesse sentirla.

<< Non è possibile…non è possibile!>> la rossa non riusciva più a stare ferma.

Si lanciò su di lui, questa volta l’archeologa non riuscì a fermarla: non aveva mai visto un furore così nero negli occhi della sua sorellina.

Ma poco poté quell’ira devastante, bastò un singolo schiaffo, che schioccò come un tiro di schioppo sulla guancia della rossa, che la ragazza si ritrovò al suolo in una posizione contorta e con il labbro spaccato.

Il Cavaliere si girò verso Robin << Curioso il destino, è? A quanto pare siamo rimasti solo io e te…>>

La donna lo guardò con disprezzo << Destino? Non farmi ridere! Era la tua intenzione sin dall’inizio…>>

<< Probabile…>>

<< Sei un mostro!>>

<< Jacques te l’aveva detto un paio di volte, se non mi sbaglio…ma tu non gli volevi credere…>>

Robin si alzò con fatica << Sei un bastardo…io non mi lascerò uccidere da te!>>

<< Beh…staremo a vedere>>

L’archeologa fece apparire diverse braccia per bloccarlo, il Bianco le sgusciò via dalle mani come un serpente viscido << Attacco fallito, Nico Robin!>>

Le si avvicinò fulmineo: con una bastonata nella faccia la scaraventò a terra, la schiacciò sotto il suo peso e con una crudeltà immane strinse con violenza la ferita, aperta precedentemente da Carestia, con la sua mano.

Alla donna scappò un grido di dolore puro che si dipinse nei suoi bellissimi occhi azzurri, un rivolo di sangue uscì dagli angoli della sua bocca.

L’altra mano andò a premere sull’altra ferita, quella sulla spalla sinistra: la mora sentì l’osso incrinarsi sotto la morsa d’acciaio, cercò di divincolarsi: fu inutile.

La presa scivolò salda lungo il braccio cercando di arrivare al gomito per spezzarlo, ma qualcosa la fermò: appena la mano del Cavaliere incontrò col suo palmo la cicatrice, simbolo del suo giuramento con Jacques, una luce li accecò l’uomo si ritrasse con una smorfia di  dolore dipinta sul volto, si guardò l’arto dolorante, del liquido denso e nerastro usciva da un grosso taglio << Che cosa mi hai fatto, maledetta?!>>

Robin si guardò il braccio incredula, ansimando << Non lo so…>> non mentiva, non ne aveva la minima idea.

Il viso di Morte, sino a quel momento tranquillo, assunse un’espressione adirata << Questa me la pagherai cara…è l’ora di toglierti di mezzo una volta per tutte!>>

Gli occhi della cow-girl incrociarono quelli di Morte, la vide: la sua fine, così come Jacques le aveva descritto raccontandole del suo incubo, lei distesa a terra in una pozza di sangue e lui che l’aveva uccisa.

Tremò, in quel momento Nico Robin ebbe paura di morire.

 

Miguel corse con tutta la forza che aveva nelle gambe, arco in spalla. Doveva raggiungere i suoi amici: la ferita era dolorosa e profonda, ma non era morto.

Vide il Cavaliere furioso davanti alla mora, saltò con foga e si lanciò su di lui urlando, colpendolo in pieno stomaco con tutto il corpo: caddero a terra.

Il Bianco sembrò infuriarsi ancora di più, per quanto i suoi occhi gelidi continuassero a rimanere inespressivi << Tu! Cosa ci fai ancora vivo, ragazzino?>>

<< Hai sbagliato i tuoi calcoli…>>

Morte lo prese per la maglia << Tu…io ti odio…e t’invidio allo stesso tempo…chi sei?>>

Lo lanciò con violenza a terra.

Nami si rialzò << Il tuo esatto contrario…la Vita!>>

<< Come sarebbe a dire?>>

<< Tu non sapevi? Jacques ne era a conoscenza e tu no?>> gli chiese la mora incredula.

<< Maledetto…come hai fatto a nascondermi una cosa del genere?>> bisbigliò rivolto alla sua parte assopita.

Anche lo spadaccino si rimise in piedi << Sei stupito?>>

<< Ora si spiegano molte cose…il fatto che il ragazzino non sia morto per esempio…>>

Sanji si accese una sigaretta << Se è per questo anche con noi hai fatto cilecca…>>

<< Sapevo benissimo che non eravate ancora morti…>>

<< Allora ti sei solo divertito con noi sino ad ora?>> anche il cecchino si alzò.

Chopper lo guardò con sdegno << Come puoi prenderci in giro così?>>

Rufy si mise seduto a gambe incrociate, raccolse il suo cappello e la spolverò << Io non posso morire, nessuno di noi può…abbiamo i nostri sogni e ognuno ha le sue promesse da mantenere…da morti non potremo né realizzare i nostri sogni né mantenere le nostre promesse…quindi scordatelo, tu non ci ucciderai…saremo noi a vincere!>>

<< E come pensi di poterlo fare?>> gli chiese sarcastico.

Rufy diede una nicciolata al cappello sistemandosi la visiera sugli occhi << Quella cosa nera che esce dalla tua mano…è il tuo sangue, no? Tutti noi abbiamo qualcosa che va oltre la Morte, quindi rassegnati perché noi ti distruggeremo!>>

<< E al vostro compagno Jacques non ci pensi?>>

Il ragazzo non si scompose << Non casco nei tuoi vili trucchi…io mi fido di Jacques, lui è forte, lui è il mio arciere e tornerà nella mia ciurma!>>

Robin si portò una mano alla bocca << Capitano…>>

 

Usop esortò i suoi compagni << Ragazzi, diamoci dentro!>>

Estrasse, questa volta sicuro, dalla sacca una Stella Esplosiva << Io ho giurato davanti al capezzale di mia madre che sarei diventato un coraggioso guerriero di mare, io non morirò!>>

Scagliò il colpo, un’altra luce, lo colpì al petto facendolo barcollare.

La renna e la navigatrice si scagliarono su di lui

<< Questo corno rotto è il simbolo della mia promessa fatta al Dottore e alla Dottoressa, io diventerò il dottore migliore del mondo! Io non morirò!>>

<< L’ ho giurato sulla tomba di mia madre, io disegnerò la cartina dei mari del mondo, io non morirò!>>

Lo colpirono, altri due fulmini: uno squarcio si aprì sulla sua guancia e una ferita della stessa forma del tatuaggio della rossa sulla spalla, cadde a terra.

Sanji lanciò la sigaretta ormai consumata << A Zeff devo tutto, è lui che mi ha insegnato a combattere con le gambe, è anche per lui che troverò l’All Blue, io l’ ho promesso! Non morirò!>>

Un altro lampo, un calcio si schiantò sul ventre del Cavaliere sbalzando il suo corpo in aria.

<< Io diventerò il miglior spadaccino del mondo, io batterò Mihawk: l’ ho promesso a lui, l’ ho giurato a me stesso, l’ ho promesso a Kuina, io non morirò!>> Zoro si preparò, solo la Wado Ichimonji sfoderata, ormai lo sapeva, solo con quella l’avrebbe ferito.

<< Non mi farò distruggere!>> tuonò il Cavaliere: la falce ancora in mano, lo colpì al petto.

Lo spadaccino ghignò << Ora sei tu che non puoi uccidere me!>>

Lo trapassò con la sua lama.

Rufy corse verso di lui e saltò col cappello alla mano, gli coprì il volto con esso << Scusami cappellino mio, ma devo farlo! Io diventerò Re dei Pirati, non morirò!>>

Gli mollò un Gom Gom Pistol sul muso, un’ ennesima luce accecante, il cappello volò via e lasciò scoperto il volto tumefatto del Bianco.

Il capitano guardò Miguel << Tocca a te, adesso…>>

Il giovane sgranò gli occhi << No, non puoi chiedermelo…non posso>>

<< Lo so di chiederti molto…ma se non lo fai, ci ucciderai tutti quanti!>>

<< Non puoi chiedermi di uccidere Jacques!>>

L’archeologa gli posò una mano sulla spalla, prese fiato << Lui non è più Jacques…>>

Nami guardò l’amica << Robin…>>

La mora chiuse gli occhi << Miguel, ti prego…>>

Il Cavaliere si era rialzato, ormai inondato dal suo stesso sangue nero, una furia cieca e un odio profondo animavano per la prima volta i suoi occhi

<< Devi farlo, ORA!>> gli urlò il capitano.

L’arciere mise mano alla faretra, toccò una freccia, s’illuminò << Ma cos…?>> gli occhi gli si riempirono di lacrime “Jacques, perdonami!” Tese l’arco, scagliò.

 

La camminata furiosa del Bianco venne fermata, gli occhi sgranati per il dolore: il dardo gli trapassò il cuore, la punta fuoriuscì dalla sua schiena.

La ciurma non poté credere ai suoi occhi: dalla ferita non usciva più sangue nero e denso, ma un liquido vermiglio e a fiotti.

Nami si portò una mano alla bocca << Oh, mio Dio…>>

<< Jacques!>> sussurrò la cow-girl incredula.

Gli occhi avevano ripreso calore, i capelli erano tornati indaco e da tutti i tagli sul suo corpo colava copioso sangue rosso vivo.

Il Prete sorrise << Cr…credo…di es-essere nei gu…guai…>>

Altro sangue uscì dalla bocca, si accasciò al suolo.

 

I ragazzi erano pietrificati…non potevano crederci, non era possibile.

Robin corse verso di lui, si inginocchiò al suo fianco, gli prese la testa e l’appoggiò sulle sue ginocchia, lo abbracciò…sapeva cosa stava per succedere, gli occhi le si riempirono di lacrime.

Jacques alzò una mano tremante verso il suo volto, le asciugò le guance con le dita, le sorrise dolcemente << Non piangere Pettirosso…doveva andare così…>>

<< Non doveva andare così proprio per niente>> gli rispose fra i singhiozzi.

<< Non p…puoi cambiare qu-quel che è suc…cesso>>

<< Lo so…>>

Poi si rivolse al biondino << Miguel!>>

Il ragazzino piangeva disperato, non riuscì neanche a rispondergli

<< Hai fatto la cosa giusta, non sentirti in colpa>>

<< Ma io ti ho ucciso!>>

<< Non sono ancora morto, no?>>

La ciurma sorrise.

<< Scemo!>> lo insultò la cow-girl.

Lui la guardò dolcemente << E..era un po’ c-che non mi in…insultavi così>>

Le lacrime iniziarono a scendere nuovamente.

<< Basta piangere…promettimelo!>>

<< O..ok…>>

<< Rufy!>> chiamò poi.

Il capitano lo guardò serissimo << Sì?>>

Il Prete lo fisso con occhi altrettanto seri << Prenditi cura di lei, mi raccomando…non lasciarla andare via per nessun motivo, hai capito?>>

<< Hai la mia parola! Te lo giuro! E tu che farai?>>

<< Io?…Noi ci rin…contreremo…prima o poi…>>

<< Cosa?>> chiese la mora non capendo.

Jacques si tirò su con fatica, le accarezzò il viso e le posò un dolce bacio sulle labbra << Ti amo…>>

Gli occhi si chiusero, la mano si fece pesante. Robin non riuscì a pronunciare nessuna parola, lo abbracciò, il peso del corpo la trascinò a terra…aveva promesso, non pianse nemmeno una lacrima.

 

 

TO BE CONTINUED…

 

 

 

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Capitolo 35
*** - ONE BROKEN PROMISE - ***


CAPITOLO 35

CAPITOLO 35

- ONE BROKEN PROMISE -

 

La mora sistemò delicatamente la testa di Jacques sul terreno e si alzò, in silenzio, a capo chino, non guardò negli occhi nessuno dei suoi compagni, iniziò a camminare in direzione della nave.

La rossa mosse tremante un passo e allungò titubante una mano << Robin...>>

Zoro le cinse le spalle e la fermò << Ha bisogno di stare un po’ da sola…>>

In poco tempo la donna sparì dalla loro vista.

Il silenzio regnava sovrano, spezzato ogni tanto dai singhiozzi che Miguel non riusciva a trattenere.

Sanji tirò una profonda boccata dalla sua sigaretta, guardò il corpo immobile del Prete, si voltò e mosse alcuni passi.

Rufy lo bloccò << Dove stai andando?>>

Il cuoco si fermò << A prendere qualcosa per dargli una degna sepoltura…non vorrai lasciarlo così come gli altri?>>

<< Degli altri non me ne frega niente…>>

<< Appunto…allora io vado…>>

<< No!>>

<< Come sarebbe?>>

Il capitano guardò da sotto il cappello lo spadaccino

<< Ho capito…>> gli disse quello.

Sfoderò le sue spade, con un gesto rapido e apparentemente innocuo si avvicinò ad un albero, appena rinfoderò le armi il tronco volò e due pezzi di una grossolana croce caddero a terra

Usop guardò incuriosito il capitano << Che cosa vuoi fare?>>

<< Noi non lo seppelliremo…>>

<< Perché?>>

<< Perché ha detto che ci rincontreremo>>

Nami sorrise guardandolo teneramente << Io penso si riferisse al momento in cui moriremo anche noi…>>

<< Non m’importa…>> prese il primo pezzo di legno e lo conficcò a terra poco distante dalla testa di Jacques, Zoro prese il secondo e lo mise orizzontalmente leggermente più in alto della metà.

Sanji allentò il nodo alla cravatta sbuffando << E va bene…si fa come il capitano dice…>> e sfilandosela del tutto, legò con un nodo ben stretto i due legni.

<< Allora…questa è nel caso che avesse ragione Nami…>> Rufy respirò profondamente << …ma se avessi ragione io, noi ti aspetteremo e troverai sempre il tuo posto nella nostra ciurma>> si calò il cappello sugli occhi << comunque vada…ci vediamo!>> gli diede le spalle e fece un gesto di saluto con la mano, si allontanò.

 

<< Anch’io ti aspetterò…ciao>> gli disse Chopper tirando su col naso e seguì il capitano.

 

Usop si guardò un po’ attorno << Se tutti la mettono su questo piano, ci sto…devi ancora insegnarmi parecchi trucchi sull’arte del mirare…alla prossima occasione quindi, ci conto!>> anche lui si avviò verso la nave.

 

Sanji prese una nuova sigaretta << Beh, non posso di certo dire che mi eri il massimo della simpatia: mi hai portato via la mia dolce dea corvina in un soffio…>> tirò una boccata di fumo e si portò una mano alla fronte sorridendo << …a parte gli scherzi…se è davvero come dice Rufy, torna appena puoi: non farlo per noi, non farlo per te…fallo per Robin, lei ha bisogno di te e, come ho potuto notare in questo tempo che sei stato qui, tu di lei>> unì indice e medio piegando mignolo e anulare, con un gesto rapido avvicinò le dita alla fronte e le allontanò, raggiunse gli altri.

 

<< Io non so cosa dirti Jacques…so solo che non puoi lasciare Robin così per la seconda volta, non se lo merita…>> gli occhi della navigatrice cominciarono a velarsi di lacrime.

Zoro le si avvicinò e l’abbracciò teneramente << Non lo farà…tornerà da lei, ora che l’ ha ritrovata dopo dieci anni non aspetterà di certo che muoia per rivederla…>>

<< Come fai ad esserne sicuro?>>

Lui sorrise << Lo so…perché sotto questo punto di vista io e lui siamo uguali>>

La rossa sorrise e accarezzò il viso dello spadaccino, poi si girò verso Jacques << Allora siamo d’accordo, se vengo a sapere che scorazzi per il mare senza tornare da Robin, giuro che mi metto sulle tue tracce e quando ti becco ti riempio di così tanti calci che li senti anche tu, per non parlare della cospicua somma per i danni morali che dovrai versare!>>

<< Dopo questo avvertimento non potrà certo mancare…andiamo, su…>>

La cartografa si avviò

Lo spadaccino diede un ultimo sguardo all’uomo disteso a terra << Spero di incontrarti di nuovo Jacques…arrivederci>> seguì la ragazza..

 

Miguel non riusciva a smettere di piangere << Cosa devo fare io adesso?>> si sedette e lo abbracciò << Come fanno gli altri a dire che tornerai? Non vedono che non ti muovi e non respiri più? Non sentono che la tua pelle sta diventando fredda?>> strinse con foga la manica della maglia e pianse ancora << Ed è tutta colpa mia…>>

Si sentì toccare una spalla, alzò gli occhi verdi arrossati e incontrò quelli azzurri e spenti della mora.

Il biondino si alzò di botto, si attaccò alla sua vita in un mare di lacrime, Robin non riuscì a muovere nemmeno un muscolo per confortarlo, tutte le sue forze erano concentrate nel cercare di mantenere quella promessa che Jacques era riuscito a strapparle.

Il ragazzino la lasciò libera e pulendosi il viso con le mani, si avviò verso la barca.

 

La donna guardò il corpo dell’uomo senza vita, non riusciva ancora a crederci. Si tolse una mano da dietro alla schiena, impugnava il suo cappello da cow-boy bianco << Te lo ricordi questo, vero?>> lo posò sul suo petto << Me lo hai regalato tu…sai quanto ci sono affezionata…quindi vorrei che me lo riportassi, un giorno o l’altro…>> respirò << Se non dovesse succedere, tornerò io a riprendermelo…>> si voltò << …mi mancherai>>

Mentre tornava alla Going Marry non si voltò nemmeno una volta, perché sapeva che, se l’avrebbe fatto, non sarebbe riuscita a trattenere le lacrime.

 

Sulla nave erano quasi terminati i preparativi per la partenza, il log-pose si era riposizionato in fretta.

Miguel raggiunse titubante il capitano << Rufy…>>

Il ragazzo di gomma era seduto sulla polena e fissava la folta foresta nera che ricopriva l’intera isola << Dimmi…>>

Il biondo deglutì a vuoto << Vorrei chiederti di lasciarmi sulla prossima isola…>>

Rufy si girò di colpo e lo fissò negli occhi << Cosa?>>

L’altro si sentì mancare il fiato << Lo so, una volta entrati in una ciurma di pirati non si dovrebbe mai abbandonare i propri compagni e il proprio capitano…>>

<< Infatti…>>

Miguel strinse i pugni << Non voglio mancarti di rispetto Rufy, non lo farei mai…ma ho bisogno di crescere, di maturare…di capire chi sono!>>

<< Puoi farlo anche con noi…>>

<< Vorrei farlo da solo…qui ogni cosa mi ricorderebb…>>

Il capitano si alzò interrompendolo << Capisco…rispetto la tua decisione>>

<< Grazie…>>

 

<< Nami, qual è la nostra prossima meta?>> chiese il cecchino alla navigatrice.

Quella scorse velocemente le carte e sbuffò << Non ne ho la minima idea…>>

<< Come sarebbe a dire?>> la riprese Chopper.

<< Non posso farci niente…se non lo so, non lo so…lo scopriremo quando ci arriveremo. Robin è tornata?>>

Zoro le confermò << Sì, l’ ho vista prima…>>

<< Allora possiamo partire, togli l’ancora…>>

Lo spadaccino ubbidì senza controbattere.

 

La Going Marry riprese il mare, come alla fine di ogni avventura verso una nuova isola ignota. La navigatrice dava ordini sulla navigazione, cecchino e medico eseguivano, lo spadaccino si allenava a poppa, il capitano fissava il mare sul suo solito posto a prora, il cuoco spignattava in cucina

e il giovane arciere preparava le sue cose: di lì a pochi giorni avrebbe lasciato quella nave e doveva ancora dirlo agli altri. Ma non c’era la solita enfasi ad animare l’atmosfera: nessun schiamazzo, nessuna lamentela, nessun litigio, nessun rimprovero, nessun furbo che cercava di rubare qualcosa dalla cucina, persino gli ordini di Nami non erano perentori come al solito.

Il dolore e il dispiacere avevano riempito la nave di un assordante silenzio.

 

Robin entrò nella stanza con il cuore e l’anima in pezzi. Chiuse la porta a chiave fregandosene del fatto che quella era anche la camera di Nami: il labbro morso per il dolore, le lacrime spingevano sotto le palpebre implorandola di uscire, ma una disumana forza di volontà riusciva a ricacciarle indietro.

Sul tavolo un fiore e una busta: sopra c’era scritto “ X ROBIN”, la scrittura era quella di Jacques.

L’ archeologa l’aprì e iniziò a leggere

“ Ciao Pettirosso,

evitiamo i preamboli inutili, d’accordo? Certo del fatto che se tu stai leggendo questa lettera vuol dire che Morte ha avuto la meglio su di me e che è accaduto l’inevitabile.

Lo so, la nostra storia non si può dire che sia stata delle più idilliache ma quel giorno, quando mi sei piombata in braccio cadendo dal cielo, sono diventato inconsapevolmente l’uomo più felice del mondo, con te non ero più solo. Non avrei mai voluto lasciarti per quei maledetti dieci anni e con una menzogna così deplorevole poi, ormai lo sai perché l’ ho fatto ma a quanto pare non è servito, anzi ha solo aumentato il tuo dolore, mi dispiace tanto.

Hai visto, però, come sono stato bravo? So che odi che si colgano i fiori per cui te ne ho fatto uno con le mie mani, se non sbaglio gli iris viola sono i tuoi preferiti…so che non hanno il profumo di quelli veri ma mettila su questo punto, chiudi gli occhi e annusalo: sentirai il profumo del mio amore per te perché sappilo, Robin, comunque sia andata questa battaglia e comunque andrà avanti il futuro io ti amerò per sempre. Qualunque cosa accadrà, dentro di me, so che ti ritroverò…davvero!

Ci rincontreremo Pettirosso

Ti amo

Jacques”

La donna deglutì a fatica << Io…i-io non ci  riesco…>> non resistette oltre: scoppiò in un pianto convulso…poi prese l’iris e fece come il Prete le aveva scritto…lo sentì, il profumo di Jacques e quello del suo amore per lei.

Affondò la testa fra le braccia: le lacrime continuavano a cadere.

 

THE END

 

 

Alla fine due parole sono d’obbligo ^_^

Prima di tutto la speranza più ovvia: spero vivamente che questa storia vi sia piaciuta e che il finale non vi abbia deluso.

Secondo, ma non meno importante, ringrazio di cuore tutti coloro che hanno letto questa storia e soprattutto chi mi ha sostenuto tramite le recensioni.

Inoltre volevo ringraziare il mondo della musica (come avrete notato alcuni capitoli portano proprio il titolo di alcune canzoni) ed i cantanti che con i loro testi mi hanno ispirato alcuni dei dialoghi dei personaggi (per i capitoli 28 e 29 ) e mi hanno spesso fatto compagnia durante la scrittura.

Quindi, con quest’ultimo aggiornamento quasi alla fine del 2006 vi lascio con l’augurio di un buon 2007…che sì, ve lo anticipo già, porterà una continuazione ^_^

 

Alla prossima

Eagle

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