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Allora, comincio col dire che questa è stata la prima fic di One Piece
che ho scritto e risale a due anni fa…oddio forse tre
Allora, comincio col dire che questa è stata la prima fic
di One Piece che ho scritto e risale a due anni fa…oddio forse tre.
Inizialmente era stata scritta a “copione” però era veramente troppo pesante
leggere tutti quei nomi, così qualche mese fa ho deciso di riguardarla e di
cambiare la situazione e cercando di togliere eventuali errori.
Beh, che dire, sperando che non me ne siano scappati
troppi, vi auguro buona lettura ^_^
<<
Naaaaaaaaamiiiiiiiiiiii! Non ce la faccio più, quando arriviamo alla
prossima isola?>> sbraitò come un moccioso il capitano
La rossa era, ormai, in preda ad una crisi di nervi <<
Accidenti, Rufy, te l'ho già detto cinque minuti fa! Dovremo scorgerla verso
sera...>>
<< Ma uffa, io voglio arrivare prima!>> continuò
quello imperterrito
<< Qualcuno lo faccia smettere, per favore...non ce la
faccio più!>> implorò la navigatrice fra calde lacrime.
Sanji sbucò con fare teatrale dalla cucina, pronto per
salvare la sua bella << Nami, tesorino mio, ci penso io a calmare quel
bambinetto...>>
Rufy, sentitosi deriso, saltò su dritto come un fuso
<< Ehi, tu! Come osi dare del bambinetto al tuo capitano? Vieni qui che
ti spezzo!>>
Il cuoco fece spallucce << Oh, che peccato...vorrà
dire che quelle buonissime frittelle che sto preparando in cucina si bruceranno
tutte!>>
<< Sanji, vecchio amico mio! Non avrai mica pensato
che dicessi sul serio!?>> disse il capitano mostrando la faccia più
tenera di cui era capace
Sanji grugnì a denti stretti << Giuda! Tra cinque
minuti vieni di là che è pronto...>>
<< Io le voglio ora!>> Rufy incrociò le braccia
imbronciato
Ma nessuna delle sue moine riuscì a far cambiare idea al
biondo << Tappati quella bocca...altrimenti non avrai niente!>>
Il ragazzo di gomma sembrò rassegnarsi <<
Sigh...>> poi tornò alla sua vittima precedente << Naaaaaami,
allora?>>
La cartografa si accasciò sulle ginocchia << Qualcuno
mi uccida!>>
Robin uscì da sottocoperta << La mia testa...cosa
diavolo avete da urlare tanto?>>
Nami le si attaccò alle gambe in lacrime << Robin, ti
prego, aiutami tu! Fagli chiudere quella dannata bocca!>>
La mora sospirò << Se servirà a far tornare la
tranquillità...d'accordo!>> fece apparire due braccia sulle spalle del
capitano e con le mani gli tappò la bocca
La rossa sembrò rinascere << Finalmente un po' di
pace...>>
In quel momento Sanji si affacciò dalla porta della cucina
<< Tesorini, venite! Il vostro umile servo vi ha preparato lo spuntino
pomeridiano!>>
Alla parola "spuntino" Rufy morse una delle mani
diNico che sparì all’istante mentre
sul volto della proprietaria si dipinse una smorfia di lieve dolore
Il capitano si fiondò in cucina << Si
mangiaaaaaaaaaaaaa! A tavola!>>
Zoro, decise di prendersi una pausa dai suoi allenamenti
<< Era proprio l'ora...cominciavo ad avere un certo languorino!>>
Anche il pinocchio si avviò richiamato dall’invitante
profumino che ormai si era sparso per tutta la nave << Aaaah, non c'è
niente di meglio di un po' di calorie per compensare ore di duro lavoro di
progettazione!>>
Chopper lo seguiva con occhi carichi di ammirazione <<
Wow, ore di duro lavoro! Sei un grande Usop! >>
<< Puoi dirlo forte amico mio!>> gli disse il
cecchino dandogli il cinque
E insieme, all’unisono perfetto urlarono <<
Yeah!>>
Un enorme gocciolone apparve sulla testa della navigatrice
<<Come non detto, è tornato il
marasma totale!>>
Robin rise << Ma dai, in fondo è divertente...>>
Nami ironizzò << Ah, ma senti questa! Non eri tu che
prima ti lamentavi per il tuo mal di testa?>>
L’archeologa fece orecchie da mercante << Chi, io? Non
ricordo...>>
Vennero richiamate dalla voce di Sanji << Luci dei
miei occhi, venite altrimenti queste discariche umane non lasceranno niente per
i vostri bei pancini!>>
La cartografa lo rassicurò << Arriviamo...>>
Dopo lo spuntino tutti ripresero le loro faccende: chi
risistemava la cucina e s' ingegnava nel trovare qualcosa da cucinare per la
cena con le poche provviste rimaste, chi alternava a pisolini varie serie di
esercizi per la muscolatura, chi leggeva tranquillamente un libro seduta su una
sdraio a prendere il sole, chi se ne stava accovacciato sulla polena, chi
parlava di fantastiche avventure con chi lo ascoltava estasiato e chi si
riposava nell'attesa dell'attracco che sarebbe giunto di lì a poche ore.
Il tempo passò
Robin entrò nella camera della navigatrice << Nami,
svegliati...>>
Quella aprì lentamente gli occhi:" Uhm...R- Robin, che
ore sono?"
<< Di preciso non lo so...però abbiamo già avvistato
l'isola da un bel po', se il tempo rimane così dovremo attraccare fra una
mezz'oretta ma per esserne sicuri ci vuole il parere della
navigatrice...>> le rispose la mora con un sorriso
Nami si alzò di colpo << E come mai non mi avete
svegliato prima?>>
La cow- girl alzò le spalle << Ordine tassativo di
Sanji! Io ti aspetto sul ponte...>>
La rossa iniziò a prepararsi << Ok, dammi qualche
minuto e arrivo...>>
Qualche minuto dopo:
Nami sbraitò << Robin! Meno male che dovevamo
attraccare fra mezz'oretta, qui se non riusciamo ad ammainare le vele in tempo
ci distruggiamo sul porto!>>
La mora le rispose sullo stesso tono << Come potevo
immaginare che in un quarto d’ora si potesse alzare un vento simile!
Sanji le guardava estasiato << Amorini, siete così
belle quando litigate fra voi!>>
Le due si guardarono e senza dirsi niente tirarono un pungo
in testa al cuoco << Zitto tu! Non stiamo litigando, solo
discutendo!>>
La navigatrice iniziò a impartire gli ordini << Rufy,
Chopper: ammainate le vele! Usop vira a destra di dieci gradi e tu, Zoro,
preparati a gettare l'ancora!>>
Dopo un sudato attracco e una buona cena la nostra ciurma si
apprestò a sbarcare
Appena toccata terra Rufy si stirò urlano << Si
mangiaaaaaaaaaa!>>
SDONG (pugno in testa)
Nami stringeva ancora la mano convulsamente <<
Ingordo, hai appena finito di cenare...>>
Robin suggerì << Cerchiamo un albergo dove andare a
dormire piuttosto...>>
Il biondo la guardò con due grossi occhi a forma di cuore
<< Oh, passerottino mio, hai perfettamente ragione...>>
La mora non rispose, si chiuse in uno strano silenzio ma
nessuno se ne rese conto.
Zoro non si lasciò sfuggire l’occasione di punzecchiare
l’amico << Ma quando la smetterai di sbavare dietro alle gonnelle delle
donne?>>
Sanji, come previsto, rispose alla provocazione <<
Taci tu, brutta testa di cavolfiore!>>
Lo spadaccino mostrò i denti << Cuoco dei miei
stivali, vuoi che ti faccia a fette?>>
Nami li guardò inarcando un sopracciglio << Insomma,
ragazzi, quanto sono monotoni i vostri litigi...ripetete sempre le solite
cose!>>
Zoro le fece una boccaccia << Tu che t' intrometti,
mocciosa!>>
Il cuoco si preparò ad usare i suoi calci << Come osi
parlare così alla mia Nami?>>
Il capitano allargò, improvvisamente, la bocca per lo
stupore << Aaaaaaaaaah, io voglio andare lì!>>
<< Lì,dove?>> chiese Chopper che non riusciva a
vedere a cosa si riferisse il capitano
<< “La Locanda Della Carne”? C'era d' aspettarselo da
uno come lui!>> sospirò Usop
<< Mah...mi sembra un posto tranquillo e soprattutto
economico...>> disse Nami pensando, prima di tutto, al suo portafoglio
Usop sibilò << La solita taccagna...>>
La rossa fece finta di niente << Coraggio,
entriamo!>>
L' entrata era modesta e accogliente così come il resto del
locale, da dietro al banco della reception un uomo si presentò alla nostra
ciurma << Salve ragazzi, io sono Rock, il proprietario di questa
locanda...cosa posso fare per voi?>>
La cartografa parlò per tutti << Ci servono tre
camere: due doppie e una tripla...>>
Sanji andò in visibilio <<Nami, tesoro, la tripla è per noi e Robin, vero?>>
Quella in tutta risposta lo colpì in testa <<
Scordatelo, io e Nico Robin staremo in una delle due doppie; per le altre due
arrangiatevi da soli. Ti dispiace di stare in stanza con me, sorellona?>>
Robin rispose senza entusiasmo << Per me non fa alcuna
differenza...>>
Nami rimase perplessa << Fredda come un
ghiacciolo...>>
Chopper alzò la zampa << Io voglio stare in stanza con
Usop! >>
Usop rispose entusiasta << Ceeeeerto!>>
La navigatrice tirò le somme << Ok, allora è fatta: l'
ultima sarà composta da Rufy, Sanji e Zoro...ora saliamo!>>
Zoro obiettò << Ehi, io non voglio stare in camere con
un lecca sottane...>>
Il cuoco non fu da meno << La stessa cosa vale per me,
non credere che io abbia voglia di stare in una stanza con t...>>
La porta si aprì di colpo e un uomo cadde a terra, era
magrissimo pieno di tagli e bollettoni << Rock, sono arrivati...sarà la
fine di tutti noi, non si salverà nessuno...c-cerca a-iut-to...>>
Chopper gli corse incontro, magari poteva fare ancora
qualcosa per lui ma il locandiere lo fermò bruscamente << Fermo, non
toccarlo...non c'è più niente da fare ormai!>>
L' uomo, infatti, in un rantolo di dolore spirò
Rufy sbraitò << Perché l'hai fermato? Magari poteva
fare qualcosa, è un ottimo medico!>>
Rock gli rispose con le lacrime agli occhi <<
Ragazzino, credi che se si sarebbe potuto fare qualcosa non l' avrei fatta? Non
si può nulla contro i poteri dei Quattro, la Profezia ha avuto
inizio...toccandolo avreste rischiato di essere contaminati>>
Quelle parole accesero la curiosità di Robin << Quale
profezia? E quale contaminazione?>>
L’ uomo era palesemente agitato << S-sì,
contaminati...ma ora salite nelle vostre camere e lasciatemi almeno dare una
degna sepoltura al mio amico che ha avuto una morte ingiusta...>>
Il capitano s’ impuntò << No, io voglio sapere...devi
raccontarci!>>
Nami lo fermò << Rufy, non insistere adesso: è molto
scosso e anche noi lo siamo e in più siamo stanchi, ora andiamo a dormire...se
vorrà, ci racconterà domani...>>
Il ragazzo di gomma si rassegnò << E va bene,
d'accordo...>>
Il capitano girava avanti e indietro nervoso per la stanza
<< Perché non ha voluto che provassimo a salvarlo? Come ha potuto
lasciarlo morire così?>>
Zoro sbuffò << Rufy, calmati! Per lui ormai era finita
e poi hai sentito cosa ha detto quel tizio: avremmo rischiato di essere
contaminati...>>
Il cuoco si accese una sigaretta e ne aspirò del fumo
<< Sì, contaminati...ma da cosa?>>
Lo spadaccino si buttò sul letto, braccia dietro alla nuca
<< L' abbiamo visto tutti che razza di piaghe e bollettoni avesse sul
corpo...>>
Sanji, dopo essersi tolto le scarpe, seguì l’esempio
dell’amico << Magari sarà una malattia nuova o comunque rara...Chopper
potrebbe sapere qualcosa in proposito...>>
<< A che servirebbe? Tanto ormai quell' uomo è
morto!>> disse il ragazzo di gomma stringendo convulsamente i pugni
Zoro lo guardò stranito << Rufy, che ti prende? Non è
da te parlare così...>>
<< Per una volta mi trovo d'accordo con questo
buzzurro...tu non ti demoralizzi mai...>> aggiunse il biondo spegnendo la
sigaretta nel posacenere
<< Buzzurro a chi?>> ringhiò a denti stretti lo
spadaccino
Rufy si fermò di botto << HO DECISO! Domani mi farò
raccontare tutto da Rock: scoprirò chi sono i Quattro, li scoverò e vendicherò
quel pover uomo!>>
Zoro sorrise << Ora sì che ti riconosco
capitano!>>
Sanji, dopo aver aspettato che anche il capitano si mettesse
a letto, allungò una mano verso la lampada << Bene, ora cerchiamo di
dormire...domani abbiamo parecchio da fare!>>
La prima luce si spense.
Usop guardava con poca attenzione il soffitto della camera
<< Chopper, hai capito di quale malattia è morto quell' uomo?>>
La piccola renna era assorta nei suoi pensieri <<
Sinceramente non saprei, l' ho solo visto come tutti voi...>>
Il cecchino si mise a sedere di colpo << Avresti
potuto fare qualcosa per lui?>>
Chopper lo guardò mestamente << La verità? Direi
proprio di no, quella era la sua ora...è brutto essere impotenti di fronte a
queste cose...>>
<< Ma non per questo bisogna demoralizzarsi! Anzi,
bisogna andare avanti e imparare da tutte le esperienze così da essere
preparati per la prossima volta in cui si presenteranno...>> cercò di
rincuorarlo l’amico
Il medico sembrò rinvigorirsi << Giusto! Domani ci
faremo raccontare tutto e giuro solennemente che mi impegnerò nel trovare la
cura di qualsiasi cosa abbia portato alla morte quell' uomo!>>
<< Bravo, così si parla!>> disse il pinocchio
mostrando il pollice alzato
Si spense anche la seconda luce.
Nami sbuffò << Comincio a credere di essere
perseguitata dalla sfortuna...non poteva essere, questa, un' isola calma e
tranquilla? No! Un uomo doveva morire in condizioni misteriose parlando di
profezie e del potere dei Quattro...>>
Robin sembrava da tutt’altra parte << …>>
<< Ehi, mi stai ascoltando oppure no?>> le disse
quella mostrando il broncio
La donna parve scuotersi << Sì, Nami, ho sentito
tutto...e non so cosa dirti...>>
<< Nella tua carriera di archeologa e studiosa non ti
è mai capitato di sentir parlare di una profezia riguardante dei fantomatici
Quattro?>>
Robin ci pensò un po’ su << Mmmh...l'unica cosa che mi
ricordo è una leggenda che mi raccontarono quando ero ancora bambina, cosa
dicesse di preciso non so ma parlava della venuta di quattro cavalieri
destinati a distruggere il mondo...>>
La rossa sbiancò << Distruggere il mondo? Tu pensi che
i Quattro possano essere...>>
<< Hai detto bene: penso! Non posso esserne sicura,
era solo una leggenda che si raccontava ai bambini...per averne la certezza
bisognerà sapere ciò che il locandiere ci nasconde...>> le rispose senza
troppo entusiasmo
Nami rimuginò a denti stretti << La fine del
mondo...sarebbe terribile!>>
La mora sembrava partita nuovamente per chissà quale
universo
<< Robin, si può sapere che hai? Mi sembri
assente...>> disse piazzandosi davanti a lei, decisa più che mai a
scoprire cosa la turbava, ma la cow-girl tentò di sviare il discorso <<
Sono scossa...spero di sbagliarmi...>>
Tuttavia non bastò per farla desistere << Ehi, carina,
se pensi d' ingannare me ti sbagli! Sarai scossa per il fatto della fine del
mondo, chi non lo sarebbe? Ma tu hai qualcos'altro...hai avuto un atteggiamento
diverso da prima di entrare in questa locanda!>>
<< ...non voglio essere chiamata così...>>
pronunciò in un soffio
<< Così, come?>>
<< ...passerotto...>>
Nami rise << E solo per questo sei diventata Miss All
Ice?>>
Robin non badò alla punzecchiatura dell' amica << Solo
una persona mi poteva chiamare così...non voglio che lo faccia nessun
altro...>>
La cartografa tornò seria di colpo << Vecchie ferite
ancora aperte?>>
<< Più o meno...>>
<< Hai voglia di parlarne?>> si offrì mentre si
tirava addosso le coperte
La mora, però, non accettò l’invito a parlare della rossa
<< Adesso ho solo voglia di dormire...>>
Nami si girò dandole le spalle leggermente alterata <<
Fai come vuoi, ma non risolverai nulla tenendo tutto dentro!>>
Nel silenzio più totale si spense anche l' ultima luce.
Il mattino era arrivato, al tavolo della colazione nessuno
osava parlare, forse per la mancanza di quello che sarebbe dovuto essere il
risolutore di tutti i loro quesiti: di Rock non se ne vedeva l' ombra! Rufy si
decise a chiedere alla vecchina addetta alla cucina la quale gli aveva, come
previsto dal pagamento, preparato un' abbondante colazione << Signora,
dov' è Rock? Perché non si fa vedere?>>
La donna gli rispose continuando a sparecchiare la tavola
<< Figliolo, anch'io vorrei sapere dove diavolo è andato il padrone! E'
uscito ieri notte e non è più rientrato...>>
<< E se gli fosse successo qualcosa?>> chiese
Zoro allarmato
In quel momento si aprì la porta e ne entrò proprio il
proprietario della locanda
L’anziana signora tirò un sospiro di sollievo << Meno
male che è rientrato, signore...cominciavo a preoccuparmi!>>
<< Come vedi sono qui e sto bene...avevo solo bisogno
di rimanere un po' da solo a pensare e a riordinarmi le idee perché, di sicuro,
questi ragazzi vorranno che io gli dica qualcosa...o mi sbaglio?>> disse
l’ uomo andandosi a sedere
L’archeologa gli rispose senza mezze misure << Non
sbagli, vogliamo sapere a che cosa si riferiva il tuo amico con le sue ultime
parole...>>
Nami la guardò allibita << Robin, accidenti, non c'
era bisogno di essere così diretta...>>
Rock rispose per lei << No, ha ragione...è inutile
girarci intorno>>
Rufy lo guardò dritto negli occhi << Bene, allora,
raccontaci...non aspettiamo altro!>>
<< Nessuno vi ha mai raccontato, quand' eravate
bambini, la leggenda della fine del mondo?>>
Nami e Robin si scambiarono una veloce occhiata
<< Quella dei quattro cavalieri che avrebbero dovuto
punire l' umanità per i loro peccati?>> disse lo spadaccino incrociando
le braccia al petto
<< Sì, proprio quella...ciò che sto per raccontarvi ha
parecchio a che fare con tutto ciò...>>
<< Cioè?>> chiese Sanji incuriosito
Rock assunse un tono grave << I cavalieri esistono
davvero e hanno immensi poteri: Morte, Carestia, Guerra e Pestilenza...vogliono
distruggere l' umanità ma non per punirla, sono malvagi e quindi vogliono farlo
per puro gusto personale...>>
Ad Usop iniziarono a tremare le gambe << Solo per il
puro gusto di farlo? Ehm...ragazzi, mi è sorto un impegno improvviso e devo
proprio andare...>>
Nami lo prese al volo per un orecchio mentre stava già
tentando di scappare da una finestra << Fermo, nessuno ci ha detto che
dobbiamo combatterli...o sì?>>
<< No, voi non
dovete combatterli...però dovete aiutarmi!>> disse il locandiere
guardandoli negli occhi ad uno ad uno
Chopper chiese timidamente << Aiutarti? E
come?>>
<< Trovandomi colui che può sconfiggere i
Quattro...>>
<< E chi sarebbe?>> chiese il capitano alzandosi
in piedi
Rock lo seguì << Un uomo che vive sull' isola di Dead
Calm...>>
Robin pensò per un instante << Dead Calm? Non ho mai
sentito di un' isola con quel nome...>>
<< E' un' isola che si può raggiungere solo da qui:
dall' Isola di Alfa, l'isola che segna l' inizio della lotta contro i
Quattro...>>
Zoro pronunciò guardandolo cinico << ...casualmente,
la battaglia ha inizio con il nostro arrivo...>>
<< Ragazzo, non è una coincidenza! Il vostro arrivo
era segnato dal destino...non a caso voi siete in sette come gli angeli della
leggenda...>> gli disse sostenendo il suo sguardo
Sanji sbuffò << Ritorniamo a noi...non ci hai ancora
detto il nome di colui che può sconfiggere i Quattro>>
<< Il suo nome? Non lo so...so solo che è chiamato Il
Prete>>
Il capitano alzò le spalle << Il Prete? Mai
sentito...>>
<< Io sì, è un uomo molto rispettato...è detto Il
Prete perché non uccide mai i suoi avversari tuttavia chiunque abbia lottato
con lui, anche il più terribile dei briganti, ha profondamente cambiato la
propria esistenza...>> disse lo spadaccino rivolto ai suoi compagni
<< E come si arriva sulla sua isola?>> chiese
Rufy
Nami diede quella che, secondo lei, era la risposta più
ovvia << Basterà aspettare che il logpose si riposizioni...>>
<< Non è così...>> la interruppe bruscamente il
locandiere
Robin lo guardò storto << Come sarebbe?>>
<< Se seguirete ciò che indicherà il logpose andrete
dalla parte opposta...l' unico modo per far posizionare l' ago del logpose
sulla rotta di Dead Calm è quello di arrivare all' ultima isola dell'
Arcipelago dei Peccati!>>
Usop ormai era fuori di sé dalla fifa << Come sarebbe
a dire l' Arcipelago dei Peccati? Questo dev'essere solo un brutto incubo,
svegliatemi!>>
Rock sospirò <<Non è affatto un incubo, purtroppo! Seguitemi, vi mostrerò la prima
isola dell' Arcipelago>>
La rossa era sempre più incredula << Ma come? Si vede
già da qui?>>
<< Certo…>> le rispose l’uomo << …
altrimenti come fareste a raggiungerla senza l' aiuto del logpose?>>
I ragazzi e il locandiere uscirono: l' aria del mattino era
temperata e piacevole, dopo alcuni minuti di cammino arrivarono in una piccola
piazzetta: lontano, all' orizzonte, un piccolo puntino risaltava fra l’azzurro
del cielo e il blu del mare. Usop osservò con i suoi fidati occhiali <<
Quella è proprio un' isola...incredibile, credevo che nella Rotta Maggiore si
potesse seguire un' unica rotta>>
Rock tolse i loro dubbi << L' Isola di Alfa è
particolare, è l' unica che può permettere di prendere due rotte senza l' aiuto
di un eternalpose...quella è Greed Island, la vostra prima meta>>
<< Ehi, ehi, frena! Chi ti ha detto che
accettiamo?>> gli disse Nami, mani sui fianchi
<< Accettiaaaaaaamoooooooooo!>> urlò di un fiato
il capitano
La rossa si mise una mano sulla fronte dalla disperazione
<< Ecco, come non detto...>>
Il cecchino prese il ragazzo di gomma per la maglia <<
Rufy, ma sei impazzito? Non sappiamo a cosa andiamo incontro, anzi: lo
sappiamo! Andiamo in bocca a quattro pazzi assetati di sangue e
distruzione...>>
Sanji si accese una sigaretta << Si prospetta un'
avventura interessante...>>
Zoro rise << Già, chissà come saranno i
Quattro...>>
Il pinocchio si ritirò in un cantuccio a piangere <<
Aiuto, sono finito in una ciurma di matti...>>
Rufy gridò nuovamente << Allora
salpiaaaaaaamo!>>
Robin lo fermò << Capitano, scusa se freno il tuo
entusiasmo...ma una volta arrivati a Greed Island quanto ci vorrà prima che il
logpose si posizioni sull' isola successiva?>>
Il capitano rimase momentaneamente immobile come una statua
di sale << Oh, non ci avevo pensato!>> poi alzò le spalle <<
Beh, basterà aspettare...>>
Il locandiere intervenne ancora una volta << Ragazzi,
allora non avete ancora capito...è un arcipelago le cui isole sono molto vicine
tra loro, quindi non serve il logpose: dovrete attraversarlo passando per un
fiume che divide in due metà esatte ogni isola, solo quando arriverete all'
ultima di esse si posizionerà sulla rotta di Dead Calm...>>
La mora lo guardò dubbiosa << Scusa, ma tu, come fai a
sapere tutte queste cose?>>
<< Nessuno, che abiti sull' Isola di Alfa, non conosce
queste cose...>> le rispose senza guardarla
Robin non aggiunse altro, ma c’era qualcosa che non andava.
<< Allora, andiamo?>> chiese Rufy sempre più
impaziente
<< Un' ultima cosa…>> aggiunse Nami << …una
volta arrivati a Dead Calm come facciamo a riconoscere Il Prete?>>
<< Già, io lo conosco, ma solo di fama...non ho mai
avuto l' occasione di vederlo...così qualunque impostore potrebbe presentarsi a
noi come “Il Prete” che non ce ne accorgeremmo...>> disse Zoro
grattandosi la testa
Rock gli sorrise << A questo ci penso io...torno
subito, aspettatemi qui>> l'uomo si rincamminò verso la locanda
La rossa interrogò il capitano << Rufy, sei proprio
deciso a partire?>>
<< Non voglio che quattro pazzi distruggano il
mondo...>> le rispose il ragazzo di gomma a denti stretti
<< Non credo sia bene prendere per oro colato tutto
ciò che Rock dice, non mi convince il fatto che sappia tutte queste
cose...>> disse la cow-girl freddamente
Sanji la guardò con gli occhi a forma di cuore << Dai
Robinuccia non essere così diffidente...a proposito: se partiamo dovremo
sbrigarci ad andare a fare le provviste altrimenti rimarremo senza
cibo...>>
La rossa lo rassicurò << Andremo dopo che Rock sarà
ritornato...>>
Il biondo toccò il cielo con un dito << Oh, tesorino
mio, vuoi venire a fare la spesa con me? Lo sapevo che il tuo amore per me era
infinito!>>
Nami lo guardò esasperata << Sì...certo, certo! Vengo
con te solo perché conosco le vostre mani bucate!>>
<< Così mi spezzi il cuore...sigh, sigh>> disse
Sanji in plateali lacrime
Il locandiere tornò << Ragazzi...uff, che
corsa...tenete, questo vi aiuterà a riconoscere Il Prete>> e gli porse un
foglietto
Nami lo aprì << Accidenti, una taglia da
duecentocinquanta milioni di Berry!>>
<< E come mai? Se ha convertito molti balordi?>>
chiese Chopper incredulo
Rock gli rispose << Sì ma sembra non abbia risparmiato
nemmeno parecchi uomini della Marina>>
<< Neanche sulla taglia c'è il suo vero
nome...>> notò Sanji sconsolato
Zoro guardò attentamente il volto dell’uomo << Che
tipo strano, ha uno sguardo glaciale...>>
Rufy era già fuori di sé dalla gioia << Wow, non vedo
l' ora di conoscerlo!>>
Usop era a pochi passi da un infarto << Ci mancava
quello dalla taglia da duecentocinquanta milioni di Berry...Chopper, ti prego,
vienimi a portare i fiori tutti i giorni...>> svenne
La giovane renna si lanciò a soccorrere l’amico << Su
Usop, non fare così!>>
Robin si fece avanti << Fate vedere pure a me…>>
Nami glielo porse << Ecco, tieni>>
La mora ringraziò << Grazie...>> prese il foglio
e lo guardò << Non è possibile, non può essere...>> aggiunse
sottovoce
Sanji notò il suo improvviso mutamento << Amorino mio,
che c'è?>>
<< No, niente...>> lasciò correre la cow-girl.
Nami la squadrò dubbiosa
Rufy riprese la sua solita tiritera << Allora...si
parte!>>
La rossa iniziò ad impartire i suoi soliti ordini <<
Bene, voi andate alla Going Merry, io e Sanji andiamo a fare provviste e poi vi
raggiungiamo>>
Il biondo era letteralmente in visibilio << Tesoro,
sono felice come un bambino davanti alla cioccolata: io e te...soli
soletti!>>
Nami lo guardò con fare assassino << Non farti strane
idee tu…e poi Robin potrebbe offendersi>> cercò di punzecchiarla ma lei
non se ne accorse neanche
Il cuoco cercò di riparare andando a fare un paio di moine
alla cow-girl << No, passerotto mio, non darle ascolto!>>
Robin sospirò quasi irritata e senza guardarlo si voltò
<< ...andiamo...>>
<< Siiiiiiiiiiiiiiiiì!>> gridò felice il
capitano
<< Buona fortuna ragazzi!>> li salutò il
locandiere
Rufy mostrò il suo solito sorriso a trentadue denti <<
Grazie e sta tranquillo, lo troveremo!>>
Sanji guardò il contenuto delle loro borse << Confettino,
mi sembra che abbiamo acquistato tutto il necessario...>>
<< D' accordo, paghiamo...>> disse la cartografa
avvicinandosi alla cassa
Il commesso rimase allibito davanti a così tanta roba
<< Caspita quante provviste, la prossima isola non è così distante>>
<< Ma noi non andremo alla prossima isola,
attraverseremo l' Arcipelago dei Peccati>> disse il cuoco beccandosi una
gomitata dalla rossa per non aver saputo tenere la bocca chiusa
Il ragazzo sbiancò << Come? Ma siete impazziti? E' un
luogo pericolosissimo!>>
<< Ci hanno detto che è l' unico modo per arrivare a
Dead Calm...>> continuò il biondo non curandosi della occhiatacce
dell’amica
<< Dead Calm? Ma se non si sa nemmeno se esista
davvero!>> continuò quello sempre più incredulo
<< Come sarebbe a dire?>> sbottò di un colpo
Nami << Rock ci ha assicurato della sua esistenza!>>
<< Rock, lo strano tizio della locanda...bah, fate
come volete ma state attenti ragazzi...è un viaggio pericoloso, soprattutto per
una ragazza>> disse in un’alzata di spalle finendo di imbustare la loro
spesa
La cartografa si alterò << Senti, tu!...>>
Sanji la bloccò << Nami, amorino mio, non ti
preoccupare! Ci penserò io a te e anche a Robin! Vi proteggo io!"
La navigatrice sospirò << Coraggio, andiamo!>>
<< D' accordo!>> uscirono
L’urlo del commesso li raggiunse presto << Ehi,
ragazzi! Dovete pagare!>>
Nami esortò il biondo, lanciandosi in una corsa sfrenata
<< Scappiamooooooooo!>>
Sulla Going
Merry:
Nami gridò << Spiegate le vele, si salpa!>>
<< Agli ordini navigatoreeeeeeee!>> le rispose
il capitano
Il cecchino era in ginocchio a mani giunte << La mia
vita sta per avere termine, lo sento!>>
<< Usop, dai!>> cercava di rincuorarlo Chopper
Nel trambusto più totale qualcuno era appoggiato al
parapetto: Robin guardò senza particolare attenzione quella che sarebbe stata
la loro prossima meta << Jacques…>>
La nave scivolava sull' acqua ormai da parecchie ore, il
vento avrebbe fatto arrivare la Going Merry alla prima isola dell' Arcipelago
dei Peccati in poco tempo
Zoro sospirò appoggiato ad un parapetto << Greed
Island...chissà cosa avrà di particolare>>
<< Sarà un luogo dove potrò dar saggio della mia
grandissima abilità e del mio smisurato coraggio!>> non mancò di vantarsi
il cecchino e, naturalmente, Chopper aveva gli occhi a stelline carichi di
ammirazione, arrivò il cuoco che lo prese in giro << Meno male, ne avremo
bisogno! A me e a Namihanno detto che
questo arcipelago è un luogo pericolosissimo, pieno di insidie e di
guai!>>
La tremarella iniziò ad impadronirsi del corpo di Usop
<< Ah, ehm...mi sono ricordato che ho un' arma potentissima da terminare:
avrò molto da fare, mi farò vivo io...>>
Zoro lo guardò allibito << Tsk, è sempre il
solito>> poi si rivolse al biondo << ...dimmi un po', sopracciglia
strambe, è vera questa storia o l' hai detto solo per spaventare il
nasone?>>
Sanji si alterò << Ehi, tu, vuoi mica che ti cucini
per questa sera? Mi mancano giusto due foglie d' insalata!>> grugnì
<< ...comunque è vero, il commesso del negozio in cui abbiamo fatto
provviste ha detto che troveremo delle grane, ma quando mai non le abbiamo
avute? L' unica cosa che mi dà da pensare è che quel tizio ha detto che nessuno
sa se Dead Calm esista davvero...>>
<< Mi stai dicendo che l' isola su cui dobbiamo andare
forse non esiste?...Beh, che vuoi che sia, al massimo torneremo indietro e se
troveremo dei guai...meglio! Saranno un ottimo allenamento!>> disse
risoluto lo spadaccino
<< Sempre il solito buzzurro, tutto muscoli e niente
cervello...>> lo canzonò il cuoco
Zoro lo guardò in cagnesco << Ma te le cerchi proprio
tu!>>
Sanji decise però di lasciar perdere << Sì, sì...ora
vado a vedere cosa diavolo posso cucinare per le vostre fogne di stomaci...>>
Arrivò Nami << Ah sì? E' questo che pensi del mio
stomaco?>> disse fingendosi indignata
<< Ma micino mio, non parlavo certo di te e nemmeno di
Robin sia chiaro! Parlavo di questi tizi qui che mangiano e bevono senza sosta
come se non toccassero cibo da anni…>> cercò di rimediare subito il
biondo che si attirò le prese in giro dello spadaccino << Eccolo lì,
appena vede due curve...>>
Il cuoco non si lasciò toccare da quelle parole, anzi, prese
la palla al balzo << Almeno io dimostro di essere interessato a
DONNE>> marcò bene la parola << tu, invece, non è che sei un po'
dell' altra sponda?>>
<< Come ti permetti, adesso ti apro!>> gli
ringhiò mettendo mano alle spade
La rossa si aggiunse al coretto << Sanji, ma che dici?
Di Tashigi non ti ricordi?>>
Zoro lo guardò malissimo << Non ti ci mettere anche
tu, peste!>>
<< Come osi darmi della peste?>> gli rispose
mostrando due file di denti affilati
Robin, con un richiamo, bloccò l' insorgere di un enorme
pestaggio a tre che avrebbe rischiato di distruggere tutta la nave <<
Nami, siamo in prossimità dell' isola, Rufy non sta più nella pelle, ha già
avvistato l' entrata di quella specie di fiume che la divide...guardate, è
davvero uno strano panorama!>>
La cartografa si fiondò vicino all' unica altra donna della
ciurma per vedere meglio: ciò che le si mostrava davanti erano due grossi lembi
di terra pietrosa, divisi da un fiume, le uniche cose che tenevano unite le due
sponde, da mostrare così che era un' unica isola e non due, erano degli archi
di pietra che si ergevano al di sopra del fiume ogni 50 metri circa, così
almeno aveva ipotizzato Nami notando con piacere che erano anche abbastanza
alti per far passare l' albero della nave
<< Davvero strana quest' isola...chissà come si è
formata...la voglio disegnare assolutamente! Presto, presto!>> disse
felice come una bambina
L’archeologa la bloccò << Ehi, calma...che euforia!
Non sarebbe meglio prepararsi ad immettersi nel fiume?>>
Nami tornò alla realtà svegliandosi dai suoi sogni <<
Sì, hai perfettamente ragione! Zoro, tu vai al timone; Sanji, tu e Rufy
assicuratevi che la nave non scontri contro le coste!>>
Chopper chiese timidamente << E io cosa
faccio?>>
<< Tu ammaina le vele, ci spingerà la corrente del
fiume...e Usop?>> chiese non vedendolo
<< Si è chiuso nel suo laboratorio e non è più
uscito...>> le rispose la piccola renna
<< Non cambierà mai...a proposito di cambiare: non è
che tu, cara Nico, devi dirmi qualcosa?>> disse guardando la mora con
fare furbetto
Robin rivolse altrove lo sguardo mentre la nave passava sotto
il primo arco rimanendo in silenzio. La navigatrice si alterò << Non ti
sopporto quando fai così!>>
La cow-girl s' innervosì a sua volta << Senti, non ho
voglia di parlarne...vuoi farmi sentire in colpa per ques...>> si fermò,
la ragazza aveva uno strano sguardo << Nami, che hai? Scusami è che sono
nervosa, non volevo aggredirti cos...>>
Quella però non la considerava più << Oro! Quest'
isola è ricoperta interamente d' oro!>>
Robin la guardò allibita << Nami? Hai le
allucinazioni? Quest' isola è sì interamente ricoperta...ma di pietre!>>
La rossa la squadrò con sospetto << Zitta, ho capito
sai? Ma a me non mi freghi, tu sei come me: lo vuoi tutto per te l' oro non è
vero? Ma non lo avrai!>> e con un gran salto arrivò sulla terra ferma
L’ archeologa rimase perplessa, cosa le era accaduto? Non
sapeva che fare, era successo tutto in pochi secondi, poi si risvegliò da
quella specie di stato di trance, gridò << Rufy, bisogna recuperare Nami!
E' saltata giù dalla nave all' improvviso, sembra che veda l' oro al posto
delle pietre che ricoprono quest' isola!>>
Sanji si lanciò vicino alla donna << Cooosa? La mia
Nami è scesa tutta sola soletta? E se ci fosse qualche male
intenzionato?>>
Zoro sbuffò << Cretino, non vedi che è un' isola
deserta? Al massimo sarà assalita da qualche bestia feroce...>>
Usop era tornato giusto per sentire quelle ultime due
parole, deglutì a vuoto << Bestia feroce?>>
<< Brutto burino, come fai a scherzare su una cosa del
genere?>> disse il cuoco rimboccandosi le maniche ma lo spadaccino era
tranquillo << Ma io non sto affatto scherzando, sono serissimo!>>
<< FINITELA! Zoro, getta l' ancora! Andiamo a
recuperare la nostra navigatrice!>> gridò il capitano: l' equipaggio
rimase muto, Rufy era diventato serio e deciso tutto di colpo
<< Allora? Che diavolo state aspettando?>>
aggiunse leggermente alterato
Lo spadaccino non se lo fece ripetere un’altra volta
<< Vado subito!>>
<< Nami, tesorooooo! Dove sei?>> urlò con
entrambe le mani davanti alla bocca il biondino
Zoro lo imitò << Mocciosa, salta fuori, dove ti sei
cacciata?>>
Sanji stava già partendo in quinta ma il capitano lo bloccò
<< Fermi! Non abbiamo tempo, Nami potrebbe essere nei guai!>>
Robin portò un particolare alla loro attenzione <<
Guardate! Quella pietra è sporca di sangue…>>
Chopper concluse allarmato << E' ferita!>>
Usop era ormai sull’orlo di un infarto << E' stata
assalita, è stata assalita dalle bestie feroci...poveri noi!>>
La mora la scorse fra le rocce << Nami, Nami! Fermati!
Siamo noi!>>
La ragazza aveva un grosso taglio sullo stinco della gamba
destra e teneva fra le mani una grossa pietra anch' essa sporca di sangue:
probabilmente, data la sua pesantezza, gli era caduta pochi metri prima e le
era rimbalzata sulla gamba << Fermi dove siete! Non avrete il mio oro!>>
<< Ma tesorino mio, quella è solo pietra!>> le
fece notare Sanji dolcemente
<< Non ti ci mettere anche tu!>> lo ammutolì
all’istante << Ho già detto a Robin che non ci casco, non me lo porterete
via!>> e prese un' altra pietra altrettanto grossa e pesante
Il medico la guardava preoccupato << Il suo corpo non
potrà continuare a reggere per molto pesi così!>>
<< E' l' isola!>> capì Robin all’improvviso
<< Che intendi dire?>> le chiese Usop
<< Siamo su Greed Island...Nami è diventata
avida!>>
<< Lo è sempre stata...>> fece notare cinico lo
spadaccino
Sanji lo rimbeccò << Stupido, non mi sembra il
momento! Ma se così fosse, perché anche noi non siamo nelle sue stesse
condizioni?>>
<< Forse, era quella più propensa verso questo
peccato...>> gli rispose la mora in un’alzata di spalle
<< L' Arcipelago dei Peccati...>> pronunciò in
un soffio Zoro
<< Che avete da blaterare, andatevene! Altrimenti vi
farò andare via io!" li minacciò la ragazza mettendo mano al bastone.Rufy le si avvicinò e le tirò uno schiaffo
sul braccio che con uno sforzo terribile reggeva le due pietre, l' altra mano
reggeva le Clima Tackt, facendole cadere << Nami, smettila, non vedi come
sei ridotta?>>
Il volto della rossa assunse un’espressione tremendamente
adirata << Come hai osato? Come hai osato toccare il mio oro?>>
Fece partire un Ciclone Tempo che scaraventò il ragazzo di gomma lontano...nel
fiume!
Zoro guardò la scena allibito << Come diavolo ha
fatto?>>
Anche lo stesso inventore di quel bastone era incredulo
<< Impossibile! Un Ciclone Tempo non può avere una forza del genere...ha
sfiorato quasi la potenza di un Tornado Tempo!>>
Robin li portò sulla questione più importante << Rufy
è caduto nel fiume!>>
<< Dobbiamo andare a salvarlo! Muoviamoci!>>
urlarono quasi all’unisono cuoco e spadaccino ma l’archeologa li fermò <<
Aspettate! Guardate Nami!>>
La navigatrice si era messa una mano sulla bocca mormorando
<< Rufy!>> e si mise a correre verso il fiume
<< Seguiamola!>> esortò i compagni la giovane
renna.
Nami corse il più possibile, arrivata alla sponda si tuffò
Sanji riprese fiato << Si è buttata!>>
Dopo poco riemerse << Rufy, riprenditi! Cosa è
successo?>>
Il capitano tossì, c’era mancato poco << ...come cosa
è successo? Non ricordi nulla?>>
<< Cosa dovrei ricordare?>> chiese quella
guardandolo stranita
<< Guardati la gamba...>> le fece notare lo
spadaccino
Nami urlò << Cos' è questo taglio?>>
<< Incredibile, non ricorda nulla...non vedi più oro
in giro?>> azzardò a chiederle la mora
Alla ragazza luciccarono gli occhi << Oro? Quale
oro?>>
Usop sospirò << Andiamocene di qui prima che
ricominci!>>
<< Ehi, io qui vedo solo pietracce!>> disse la
rossa inviperita
<< Aaaaaaaaaah! Mi fai male!>> urlò la
navigatrice furibonda
Chopper la rimproverò << Ti faccio male sì, non stai
ferma un momento! Ma i punti su questa ferita te li devo mettere per
forza...guarda qui che taglio!>>
<< Ancora non capisco come sia potuto
accadere...>> sbuffò sconsolata
La porta della stanza si spalancò di colpo e ne entrò un
cuoco pronto alla guerriglia << Mia adorata Nami, che ti è successo? Ti
ho sentito urlare, dì al tuo principe che cosa ti ha fatto questo bruto, ci
penserò io a sistemarlo!>>
Chopper cominciava già a tremare per la paura di essere
pestato a sangue ma la ragazza che, evidentemente, non voleva il biondino tra i
piedi cercò di convincerlo con voce suadente ad andarsene << Sanji, che
ne dici di andarmi a preparare qualcosina per quando avrò finito qui?>>
<< Mia adorata, mi prendi per uno sprovveduto? Ho già
preparato tutto, aspettavo che fossi pronta...>>
<< Allora che ne dici di andare a prendere ciò che mi
hai preparato?>> una venetta cominciò a pulsare sulla sua fronte
<< Ma non hai ancora finito...voglio stare qui con te
ed aiutarti a sopportare il dolore con i miei baci!>> le rispose il
biondo allungando le labbra verso di lei.
Nami cambiò completamente tono e nei suoi occhi si faceva
avanti un bagliore assassino << Sanji...>> il cuoco capì subito e
cercò di uscire in fretta ma ormai era troppo tardi << ...SPARISCI!>>
gli lanciò contro il cuscino con tutta la forza di cui era in possesso.
Aprendo la porta, Robin, per poco non venne travolta dal
cuoco che a tutta velocità veniva scacciato dalla stanza in cui la navigatrice
stava ricevendo le dovuto cure << Uff...sempre il solito, vero? Cosa ha
cercato di fare questa volta?>>
<< Niente, ci prova...come tutti gli altri giorni del
resto...>> le rispose quella imbronciata
<< Allora, posso continuare? Oppure vuoi che ti
rimanga una cicatrice di quelle dimensioni per sempre?>> le chiese
Chopper, ormai, spazientito
<< Una cicatrice così, sulle mie bellissime gambe?!
Presto, dammi quei dannati punti!>> disse risoluta
L’archeologa rise << Certo che sei proprio una ragazza
strana tu...>>
<< Senti chi parla, far fiorire parti del corpo
ovunque ti sembra norm...ahi! Chopper, fai piano!>>
La renna ormai aveva le lacrime agli occhi << Sto
cercando di fare del mio meglio! Robin, ti prego, non farla agitare!>>
<< Va bene, allora esco...>> disse la donna
avviandosi alla porta ma la rossa la fermò << No, aspetta...raccontami
cosa è successo su Greed Island, ho chiesto agli altri e mi hanno dato cinque
versioni diverse, per non parlare del romanzo raccontato da Usop che mi sono
dovuta assorbire...l' unica cosa che ricordo è che stavo parlando con te...ahi,
sgrunt!>>
<< Non ti arrabbiare, ho quasi finito...>>
La navigatrice continuò << ...ma non ricordo a
proposito di cosa...>>
Robin era quasi sollevata, non voleva riprendere quella
discussione così sorvolò << Beh...stavamo discutendo, quando hai
cominciato a vedere oro ovunque e avendo paura che io te lo potessi rubare sei
scesa dalla nave e sei sparita nell' isola, siamo scesi a cercarti e ti abbiamo
trovata con la gamba in quello stato e carica di pietre, poi hai attaccato
Rufy...il resto lo sai, ti sei ripresa...>>
Chopper si passò una zampa sulla fronte << Uff...ho
finito, sei contenta?>>
Nami lo guardò << Oh, era ora...quando potrò
toglierli?>>
Chopper portò gli occhi al cielo << Ma se te li ho
appena messi! Impaziente!>> uscì
<< Che permaloso, non si può nemmeno fare una
domanda...>> disse facendo una smorfia << …tornando a noi, rimane
ancora un' incognita: che cosa ho combinato nel periodo di tempo in cui ero
sola?>>
Robin alzò le spalle << Questo non chiederlo a me,
sarò anormale come dici tu ma non sono in grado di vedere cosa accade lontano
da me>>
<< Veramente puoi...fai fiorire due o tre occhi ed è
fatta!>>
<< Non era questo che intendevo, lo sai!>>
Nami le fece la linguaccia, non avrebbe mai pensato di
trovare, nella donna che aveva di fronte, un' amica con cui ridere e scherzare:
Miss All Sunday, la fredda partner del bastardo di Croccodile...ormai era acqua
passata...
Il capitano entrò urlando << Naaaaaaaaaaaaami! Come ti
senti?>>
Nami scosse un paio di volte la testa << Accidenti, mi
hai distrutto i timpani...comunque sto meglio>>
<< Bene! Allora vieni fuori perché stiamo per arrivare
sulla prossima isola!>>
SDONG
Sanji gli piazzò una padellata in testa << Barbaro
insensibile che non sei altro, Nami ha bisogno di riposo>>
<< Ahia, mi hai fatto tanto male!>> gli disse il
capitano con due grossi lacrimoni agli occhi
La mora rise << Mi sbaglio o questa stanza sta
diventando troppo affollata?>>
Sanji la guardò con gli occhi a forma di cuore << Oh,
dolce Robin, la tua voce solleva il mio animo al cielo...>>
Una grossa goccia apparve sulla testa di Nami <<
Certo, certo...andiamo un po' a vedere com'è quest' isola...su!>> si alzò
<< Meravigliosa! Guarda, sembra tutta...tutta
morbida!>> disse, con tanto di bocca aperta, il ragazzo di gomma.
La navigatrice scrutò per bene l’ambiente << E' una
vegetazione molto strana in effetti...chissà come si chiamerà...>>
<< Già, a noi è stato detto solo il nome della prima
isola...>> aggiunse Robin
<< Nami, come ti senti? Vedi oro da qualche
parte?>> chiese Usop guardando con sospetto la rossa
<< NO! Malfidato!>> le rispose quella sbuffando
<< Allora possiamo scendere...Zoro, getta l'
ancora!>> urlò il capitano, ma in risposta ricevette silenzio <<
Zoooooro? Dove sei?>>
Sanji grungì << Quell' impedito è, sicuramente, a
dormire sotto l' albero maestro!>>
Nami suggerì con fare sadico << Svegliamolo!>>
Il cuoco non se lo fece ripetere e si fiondò in cucina a
prendere padella e mestolo
DENG DENG DENG
DENG DENG DENG DENG DENG DENG DENG DENG
<< Sveglia, l'ora per dormire è passata da un pezzo!
Sveglia, sveglia, sveglia!>> e al coro si unirono anche gli altri
componenti maschili della ciurma
Robin lo guardava incredula << Come diavolo fa a
dormire con questo baccano? A me sta già scoppiando la testa!>>
<< Non dirlo a me...io, quello, lo devo ancora
capire...>> le disse in un’alzata di spalle la rossa
Zoro aprì lentamente gli occhi << ...m-mmh...che
c'è?>>
Rufy ripeté l’ordine << Dobbiamo attraccare! Su, getta
l' ancora!>>
<< Che palle, non puoi farlo tu o Sanji? Io non ne ho
voglia!>> grugnì lo spadaccino girandosi dall’altra parte
<< Come sarebbe a dire? Sono io, il capitano, che te
lo chiedo!>>
<< E sai a me cosa interessa! Anzi, mi sono stufato,
scendo...>> saltò e sparì fra i cespugli
Chopper era rimasto incredulo << Ma che diavolo gli è
preso?>>
<< A me questa cosa mi sembra di averla già
vissuta...>> disse l’archeologa guardando la rossa che si sentì tirata in
causa << Dici che gli sta succedendo la stessa cosa che è capitata a
me?>>
<< Potrebbe essere...con un peccato diverso
però...>>
<< Peccato?>> chiese quella allibita
<< Sì...mi sono dimenticata di spiegartelo prima ma
ora non c'è tempo...>>
Usop suggerì << Già...io comunque sento odore di
pigrizia...>>
<< Ehi, che si fa? Lo andiamo a prendere o lo lasciamo
qui?>> chiese la navigatrice
Il capitano ordinò << Bisogna andarlo a prendere, su,
qualcuno getti l' ancora>>
Sanji decise di offrirsi << D' accordo, ci penso
io!>>
<< Sì, ma dove lo cerchiamo?>> chiese il giovane
medico
<< Se la supposizione di Usop è giusta...non dovrebbe
essere andato troppo lontano...>> concluse Robin. Scesero.
L' isola era come l' altra: due sponde collegate tra loro da
archi ma questa volta erano fatti di vegetazione non di pietre; una strana
vegetazione che ricopriva l' intera isola: cespugli, liane, alberi...tutti
morbidi come piume e soffici cuscini, un vero paradiso per chiunque amasse...dormire!
<< Uffa, dov'è?>> sbuffò il capitano
Sanji si guardò attorno << Come ha detto la mia dea
corvina non dovrebbe essere lontano, si sarà addormentato da qualche
parte...>>
Lo spadaccino dormiva sotto un albero tranquillo sdraiato
comodamente
<< ZORO! SVEGLIAAAAAA!>>gridò con quanto fiato aveva in corpo il
capitano
Quello aprì nuovamente gli occhi assonnati << Ancora
voi? Che diavolo volete?>>
<< Che tu la smetta di comportarti da bradipo...anzi,
da bradipo addormentato perché uno sveglio è sicuramente più attivo di
te!>> lo derise il cuoco
<< Senti, Sanji, non ho voglia di litigare con
te...sono troppo stanco...YAWN!>> sbadigliò e si girò su un fianco e fece
per addormentarsi di nuovo
Nami gli si piazzò davanti << Senti, tu! Non azzardare
a riaddormentarti! Dobbiamo partire, non ti ricordi che missione abbiamo da
compiere? Non ti dicono niente le parole: Dead Calm, Prete, i Quattro,
Apocalisse...Morte certa per tutti noi?>>
Zoro sbuffò << Sono cose che non m' interessano, non
mi farò coinvolgere...>>
La rossa fece qualche passo in avanti << Basta,
alzat…>> un urlò allarmò tutti quanti
Robin si preoccupò << Nami!>>
Il terreno sotto i piedi della cartografa cedette e lei
precipitò
Rufy allungò il braccio ma si fermò: Zoro si era lanciato
dietro di lei, poco dopo risalì con la ragazza in spalla
Usop tirò un sospiro di sollievo << Nami, l' hai
scampata bella...>>
Sanji lo guardò a malo modo << Brutto cavolfiore
andato a male, per colpa tua Nami stava per farsi del male seriamente>>
<< Ma che cosa vai cianciando, cuoco dei miei stivali?
Se l' ho salvata io, la mocciosa?>> gli rispose Zoro stranito
<< Mocciosa a chi?>> sibilò la rossa tra i denti
Il capitano scosse il capo << Non si ricorda nulla
nemmeno lui...non ci capisco più niente...>>
Robin scrutò il foro nel terreno << Incredibile...come
diavolo avrà fatto ad aprirsi una voragine del genere proprio qui in
mezzo?>>
Nami sbuffò << Uff...mi sembra inutile rimanere qui,
ci aspettano ancora cinque isole, è meglio partire subito>>
<< D' accordo...>> fu la pronta risposta del
capitano
Zoro cominciò a guardare i suoi compagni perplesso <<
Qualcuno vuole spiegarmi cosa è successo? E magari dirmi, anche, che cavolo di
posto è questo?>>
La rossa lo liquidò con un << Sì, sì...magari più
tardi...>>
<< Insomma, sarei stato preso da un incredibile
attacco di pigrizia...>> disse Zoro ridendosela di gusto
Sanji ironizzò << Sì, diciamo leggermente più del
normale...>>
La sua calma svanì all’istante << Io, giuro, che prima
o poi ti trancio in mille pezzi!>>
<< Provaci!>>
Nami li bloccò prontamente con un urlo perentorio <<
BASTA! Per una volta fate i seri! Abbiamo convocato questa mini-riunione per
capire cosa accade in queste cavolo di isole e farlo, possibilmente, prima del
nostro arrivo sulla terza...>>
Il cuoco partì in quarta con tanto di a cuoricino <<
Sei fantastica quando fai l' autoritaria!>>
<< A me sembra la solita mocciosa che gioca a fare il
capo...>> sibilò lo spadaccino fra i denti
<< Taci tu!>> disse quella mollandogli un pugno
sulla testa << Vediamo di ricapitolare: siamo sull' Arcipelago dei
Peccati...le isole sono sette, quindi, possiamo dire che ogni isola rappresenta
un peccato capitale...>>
<< ...e a seconda di quale sia, colpisce chi di noi è
più predisposto verso di esso...>> aggiunse Robin dietro alla sua solita
tazza di caffè
<< ...esasperandolo al massimo...>> fece notare
il cannoniere << E direi che fin qui è chiaro per tutti...>>
<< Chiaro, dove? A me sembra che qui stia calando la
sera!>> chiese il capitano girando la testa a destra e a sinistra
spaesato
Sanji sbuffò << Ehm...ma lui non fa testo!>>
<< Beh, Zoro e io siamo già stati colpiti e
precisamente da Avidità e Pigrizia, ora ne mancano cinque...>> disse
risoluta la navigatrice
<< Già, ma non sappiamo l' ordine in cui
capiteranno...>> fece notare l’archeologa
Chopper si alzò in piedi << E tanto meno chi
colpiranno...>>
Lo spadaccino si voltò con sguardo accusatore sul ragazzo di
gomma e sul cuoco <<Penso che
per gola e lussuria non ci siano dubbi...>>
<< Che vorresti dire?>> fu la pronta risposta
dei due
<< Io? Niente, niente...>> poi aggiunse piano
<< …code di paglia...>>
<< Sì ma gli altri tre? Invidia, superbia e
ira?>> chiese il nasone
Nami sospirò << Ognuno si faccia un bell' esame di
coscienza...>> e mentre diceva questo soffermò lo sguardo su Robin, l'
archeologa capì che più che ai peccati, si riferiva ai suoi silenzi...ma era
ancora troppo doloroso tornare a parlare di lui e di quella che era stata la
sua vita, decise così di mettere il discorso su un altro piano << Non è
mica detto che una volta colpiti da un peccato non si possa essere preda di un
altro...>>
<< Senti questa! E tu saresti quella senza peccato?!
Ma non farmi ridere...>> rise Zoro sarcastico
Sanji si alterò << Come osi parlare così ad uno
zuccherino del genere?>>
Chopper cercò di riportare l' ordine << Ehm, ragazzi,
finite la di litigare perché ora...dobbiamo affrontare quello che ci si sta per
presentare adesso...>>
La ciurma si voltò, erano giunti in prossimità della terza
isola che si presentava come le altre: terra solcata da un fiume con archi che
collegavano le due sponde, tuttavia questa era interamente ricoperta da un'
immensa distesa verde e rossa; l' equipaggio deglutì nervosamente, a chi
sarebbe toccato? Che peccato avrebbe potuto simboleggiare un' isola piena di
fragole?
<< Qualcuno si sente strano?>> chiese il giovane
medico preoccupato
Usop respirò profondamente << Sembrerebbe di
no...>>
<< Ci siamo sbagliati? Possibile?>> si chiese
incredula la navigatrice
<< Mi sembra un' isola del tutto innocua e soprattutto
molto appetitosa...fragole! Uhm...buoooone!>> pronunciò il capitano con
la bava alla bocca
<< Che sia il turno di Rufy?>> chiese il nasone,
ma nel frattempo Sanji s' inginocchiò di fronte alle uniche due componenti
femminili della ciurma << Dolce Nami, sensuale Robin...lasciate che vada
a raccogliere questi dolci frutti dell' amore per voi...>> e scese dalla
nave, tutti rimasero perplessi
Il ragazzo di gomma si passò la mano sulla pancia gonfia
<< Uff...sono veramente sazio, erano buonissime!>>
Nami alzò lo sguardo e vide che un arco era completamente
privo di fragole << Qui c'è qualcosa che non quadra...>>
<< Due peccati contemporaneamente?>> provò a
suggerire il cecchino
Lo spadaccino alzò le spalle <<A dire il vero non mi sembrano cambiati di
molto...>>
<< Certo! Sanji è sceso mentre Rufy è rimasto sulla
nave...>> concluse Robin dopo averci pensato un po’ su
Zoro la guardò inarcando un sopracciglio << Ti
spiacerebbe renderci partecipi al tuo ragionamento?>>
<< Tu e Nami, una volta colpiti dal peccato, siete
scesi dalla nave senza aspettare nessuno...ora, Rufy si è ingozzato di fragole
ma è rimasto qui mentre...>>
<< Sanji!>> sbottarono tutti gli altri
all’unisono
Chopper iniziò ad agitarsi << Bisogna andare a
recuperarlo e anche piuttosto in fretta, sta calando la notte!>>
<< Dividiamoci, faremo prima...>> suggerì la
rossa
<< D' accordo: Chopper, tu vieni con me; Zoro, tu
andrai con Usop e tu, Nami farai coppia con Robin>> decise alla veloce il
capitano, nessuno trovò da obiettare: scesero.
Il capitano correva nell' immensa distesa di fragole con i
lacrimoni agli occhi << Sigh...che spreco! Tutto questo ben di Dio
ridotto così: pestato!>>
Chopper lo guardò sconsolato << Non mi sembra il
momento Rufy...bisogna trovare Sanj...>> si bloccò di colpo
<< Che c'è, perché ti sei fermato?>>
<< Rufy, ma se Sanji è in preda alla lussuria, in
teoria...beh, ecco…>> arrossì
<< In teoria cosa?>>
<< Non è stato uno sbaglio mandare Nami e Robin da
sole a cercarlo?>>
Il ragazzo di gomma, incredibilmente, capì <<
Accidenti, hai ragione! Inversione di marcia...>>
<< Speriamo non sia tardi!>>
<< Cavolo in questa zona i cespugli di fragole sono
molto più fitti!>> ringhiò Zoro facendosi largo roteando una delle sue
fedeli spade
Usop sbuffò << Tutta colpa tua e del tuo pessimo senso
d' orientamento...>>
Lo spadaccino lo pietrificò << Prova a ripetere quello
che hai detto!>>
Il nasone tremò << No, no...dicevo che è tutta colpa
di Sanji, dove diavolo si sarà cacciato?>>
<< E chi lo capisce quell' invasat...>> si
bloccò e con lui anche il cecchino << Usop, non dirmi che stai pensando a
quello che sto pensando io!>>
<< Ho paura di sì...>>
<< Che stupidi siamo stati a fare una coppia di sole
donne!>>
<< Che ci vuoi fare, le ha fatte quell' ingenuo di
Rufy i suoi abbinamenti!>>
<< Sì, ma noi avremmo dovuto rendercene conto!
Speriamo che, nel caso in cui lo trovassero loro, Robin riesca a tenerlo a
bada...>>
<< Torniamo indietro allora!>> disse il
pinocchio invertendo senso di marcia
<< Ok, raggiungiamo le ragazze>> poi aggiunse a
bassa voce << Amico mio, non fare nulla di cui potresti
pentirti...>>
<< Uff...Robin, sono veramente stanca di
correre...fermiamoci un momento>> disse Nami andandosi a sedere su una
grossa pietra
La mora acconsentì << Va bene, anch' io comincio ad
avere un po' di fiatone...chissà dove si sarà cacciato Sanji>>
<< Parlami di lui...>>
La cow-girl sentì un brivido freddo lungo la schiena
<< Lui, chi?>>
<< Smettila di fare la finta tonta, lo so che lo
conosci...l' ho capito sai?>>
<< E da cosa l' hai capito?>>
<< Non ci voleva un genio per decifrare la reazione
che hai avuto davanti alla sua taglia!>>
Robin si rassegnò << Riuscirò mai a liberarmi della
tua acuta capacità di osservazione?>>
<< Che c'è? Ti secca di non riuscire a tenermi segreto
ciò che provi?>> le chiese guardandola con fare furbetto
<< Beh, sì, devo ammettere che un po' mi da
fastidio...>> disse quella senza mezzi termini
Nami s’impuntò << Ehi, non cercare di cambiare
discorso!>>
Il cuoco le colse di sorpresa << Mie dolci dee discese
dell' Olimpo, benvenuti nei Campi Elisi...>>
L’archeologa si girò di scatto << Sanji, da dove sei
sbucato?>>
Il biondo ignorò la domanda << Questa sera assaggerete
il piacere puro...>>
<< Ma sei impazzito?>> gli chiese la rossa
allarmata alzandosi
In tutta risposta quello le si avvicinò e inginocchiandosi
le baciò la mano focosamente << Sì, sono pazzo di te...>> si girò
verso l' altra donna << ...e di te!>>
<< Lussuria...>> pronunciò a denti stretti la
mora
Nami riuscì a liberare la mano dalla stretta possente di
Sanji << Cos' è quello sguardo? Mi spaventi!>>
<< Ma non devi spaventarti, non c'è nulla di
pericoloso nel fuoco della passione!>> le si avvicinò e le strinse le
braccia, la ragazza non riusciva a muoversi: la paura cominciava a pervaderla
<< Sanji, ti prego...mi fai male!>>
Il cuoco non mollò la presa << E' tutto perché sei
troppo tesa, rilassati...sarà un piacere anche per te>> la baciò con
forza incurante delle sue obbiezioni
Lacrime di tensione cominciarono a rigare il volto della
navigatrice << Robin, ti prego, fallo smettere!>>
L’archeologa si riprese, il comportamento di Sanji era stato
un forte shock, fece apparire diverse braccia e con la loro forza riuscì a
staccarlo dalla cartografa, ormai, terrorizzata
Il biondo non si scompose << Caro il mio passerotto,
se volevi essere la prima non avevi che da chiedere...mi stanno venendo in
mente un paio di giochetti che si possono fare sfruttando il tuo
potere...>>
<< Non avvicinarti o io...>> ma la sua voce era
tutt’altro che ferma
Sanji le si piazzò davanti, le strinse con forza un braccio con
una mano e con l' altra cominciava ad insinuarsi sotto la sua maglietta, la
donna non riusciva a muoversi: era un mostro << O tu, cosa?>>
<< Gom Gom Pistol!>> urlò il capitano mentre un
pugno lo centrò in pieno viso e lo scaraventò lontano.
Robin s' accasciò a terra << Rufy...>>
Il ragazzo di gomma era furioso << Sanji, come ti sei
permesso di toccarle? Non m' interessa se tu sia in preda ad un peccato o
meno!>>
Chopper si lanciò dalle sue compagne << Ragazze, che
vi ha fatto? State bene?>>
Robin sospirò << Fisicamente sì...>>
<<...sono le emozioni a complicare le cose…>>
aggiunse la rossa cercando di calmarsi
Arrivarono lo spadaccino e il cannoniere
Zoro si avvicinò alla rossa << Nami, tutto
bene?>>
<< Più o meno...>> fu la risposta della rossa
La mora sorrise << Grazie dell'
interessamento...>>
<< Tu sai badare a te stessa...>> le rispose lo
spadaccino fra i denti
La navigatrice lo guardò storto << Cosa vorresti dire?
Comunque>> si rivolse all’altra donna << ...Robin, perché non hai
reagito? Non è da te! Tu sei molto forte, per quanto il peccato avrà aumentato
la sua forza avresti potuto, almeno, ribellarti…>>
I nervi saldi dell’archeologa esplosero tutti di un colpo
<< Non mi sembra che tu ti sia mossa! Non sono un pezzo di ghiaccio, sono
una donna, una donna come te! Come puoi chiedermi un comportamento razionale di
fronte ad una situazione del genere!>> la tensione era veramente giunta
al suo culmine, due lacrime le rigarono il volto
Tutti si ammutolirono, anche Rufy e Sanji interruppero il
loro scontro: la fredda Miss All Sunday, piangeva...
Nami si sentì tremendamente in colpa << Robin,
io...perdonami...>>
Sanji, come se nulla fosse successo, le si avvicinò <<
Dolce Robin, perché piangi? Uno di questi barbari ti ha forse fatto del male?
Se è così dimmelo che li apro in due tutti quanti!>>
<< Allora vedi di spaccarti da solo...>> celiò
Zoro guardandolo storto
<< Che vuoi dire?>>
Rufy gli diede una pacca sulla spalla << Meno male che
sei tornato in te...ci hai fatto penare, soprattutto loro due...non ricordi?>>
<< Cosa dovrei ricordare? Cosa posso aver mai fatto a
questi due angeli del Paradiso?>>
<< Hai cercato di fartele, ENTRAMBE! E senza mezze
maniere e misure...non so se mi spiego!>> lo informò lo spadaccino così a
freddo e di colpo
Sanji rabbrividì << Non posso aver violato quei
candidi corpi...ditemi che non l' ho fatto!>>
Nami gli tolse ogni dubbio << No...ma ci hai
spaventato parecchio...>>
Il biondo si inginocchiò e chinò il capo verso la terra
<< Vi prego, perdonatemi! Qualsiasi cosa io abbia fatto!>>
Robin, ripresasi, cercò di rassicurarlo <> cercò appoggio dall' altra
parte in causa che sembrò capire << Sì, certo...ma non credere di
potertela cavare così!>> e cercò di sdrammatizzare, il ragazzo era
davvero molto afflitto << Pagherai per quello che hai fatto...>>
<< Tutto, per farmi perdonare...ma giusto per
curiosità...che cosa avrei fatto di preciso?>> chiese curioso
La cow-girl scosse la testa << Magari te lo diremo,
poi...il più lontano possibile da quest' isola!>>
<< Naaami! Robin! Ecco, tenete...una calda camomilla
prima di dormire...>> disse dolcemente Sanji passando due tazze alle due
donne con gli occhi a cuore
<< Uffa! Ma perché a noi niente?>> chiese
imbronciato il capitano
<< Non mi passa neanche per l' anticamera del
cervello...>> fu la pronta risposta del cuoco
Nami aggiunse sadica << Anche perché Sanji è impegnato
ad esaudire ogni nostra richiesta...se vuol essere perdonato per quello che ha
combinato...giusto Robin?>>
La mora sorrise << Puoi dirlo forte...>>
<< Ripeto che farei di tutto per farmi
perdonare...anche a costo di enormi sacrifici!>>
<< Certo, come se non ti piacesse farti trattare da
schiavetto...>> lo prese in giro lo spadaccino
<< Che male c'è ad associare al lavoro il
piacere?>>
La navigatrice li bloccò << Stop! Frenate
tutto...prima che gli ritorni qualche strana idea...>>
<< Sono pienamente d' accordo...oltretutto comincia ad
essere tardi...>> aggiunse l’archeologa trattenendo uno sbadiglio.
<< Chi sta di vedetta?>> chiese la piccola renna
Usop guardò il calendario dei turni << Sta alle nostre
due care signorine...ogni volta trovano una scusa per saltarsela!>>
<< Ho il vago presentimento che ce la scamperemo anche
questa volta...Sanji?>> chiamò la rossa con fare da cerbiatta
<< Certo, agli ordini! E tu, zucca verde, mi farai
compagnia!>>
Zoro si alzò di botto << Cos...e perché? Non ci penso
nemmeno!>>
Robin lo prese in giro << Ma se sei così
pimpante...non dirmi che hai voglia di dormire?!>>
<< Già, ha dormito così tanto nell' isola della
pigrizia...>> rincarò la dose Nami
<< Non mettetevici anche voi adesso! E poi anche gli
altri sono ancora tutti svegl...>> si girò ma la cucina eragià deserta
<< Gli altri chi???>> rise la navigatrice
<< Buon divertimento ragazzi...noi andiamo a dormire!>>
Lo spadaccino grugnì << Maledette streghe!>> ma
le due lo ignorarono completamente
<< E smettila di fare il barbaro una volta tanto...lo
so che vuoi anche tu che si riposino...>> gli disse Sanji mentre iniziava
a sparecchiare la tavola
Zoro si ammorbidì << Dopo quello che le hai fatto
penare...> pronunciò quelle parole, senza pensare alla reazione che avrebbe
potuto avere il cuoco, uscendo: il biondo lo seguì in silenzio
Sanji si rabbuiò << Non vogliono dirmi che cosa ho
fatto...tu lo sai? Non vorrei aver combinato qualcosa di grave...>>
Il verde si accorse dell' errore commesso che aveva riacceso
il terribile senso di colpa dell' amico, del quale si caricava nonostante non
fosse in lui su quella maledetta isola delle fragole << No, non lo
so...però mi sembra te l' abbiano detto che non ti sei spinto troppo
oltre...>>
<< Sì lo so, ma non vorrei che me lo dicessero per tranquillizzarmi...>>
<< Premettendo che non m' intento di queste cose...se
fossi andato troppo oltre, non credo sarebbero state disposte a perdonarti
tanto facilmente anzi non ti starebbero nemmeno a trenta metri di
distanza...>>
<< Sì...hai ragione tu, grazie...>>
Zoro si sentì in imbarazzo << Certo, certo...ora
facciamo quello per cui mi hai tenuto sveglio>>
Il biondo gli sorrise << Ok, vado a preparare un po'
di caffè>>
Le due ragazze erano nella loro stanza: da quando erano
diventate amiche, Robin si era andata a trasferire nella camera della
cartografa
<< Uff...che stanchezza, non mi reggo in piedi>>
disse Nami buttandosi a peso morto sul letto
Robin sistemò l’amaca << Queste isole ci stanno
distruggendo...>>
<< Particolarmente quest' ultima...ce la siamo vista
brutta>>
<< Sì ma non pensiamo più...non servirebbe, non è
stata colpa sua>>
<< E' vero...a proposito...>>
La mora rabbrividì << Cosa?>>
Ma la rossa parve cambiare idea << No, ci ho
ripensato...ho troppo sonno, non capirei assolutamente niente>> le
sorrise << quindi per ora ti salvi!>>
<< Se il sonno ti fa questo effetto...dovrei prendere
in seria considerazione l' opportunità di mettere del sonnifero nei tuoi
pasti...>> le disse l’archeologa ridendo
Nami fece finta di offendersi << Ah, vile traditrice!>>
Robin fece la faccia da innocente << Chi, io? Come
puoi dire una cosa simile! Su...ora dormiamo...>>
Si addormentarono
Arrivò il mattino
Sanji andò a svegliare l’amico << Ehi, Zoro,
svegliati! Dobbiamo chiamare gli altri!>>
Quello si stropicciò gli occhi sbadigliando sonoramente
<< Che c'è? Chi dobbiamo chiamare?>>
<< Sei di un lento a carburare quando ti svegli!
Stiamo per immetterci nel canale della prossima isola...sarà questione di pochi
minuti>>
Pochi minuti dopo la ciurma era tutta riunita
<< Che desolazione...>> fu il triste commento di
Chopper
<< Rocce, sabbia e alberi secchi...>> disse il
cuoco elencando la formazione dell’isola
Robin sospirò << Un vero e proprio deserto...>>
<< Chissà che cosa ci tocca 'sta volta...>> si
chiese lo spadaccino andandosi a sedere sul parapetto
Nami scrutò per bene ciò che aveva di fronte:" Certo
che queste isole sono proprio strane: di forma sono tutte uguali ed
estremamente pericolose...ma, allo stesso tempo, sono fantastiche da essere
disegnate!"
Usop la guardò con un’enorme goccia dietro alla testa
<< Ma come fai a pensare al disegno in un momento del genere...>>
intanto la nave passava sotto il primo arco << Io direi di attraversare
questo fiume il prima possibile>>
<< Perché? Io invece voglio scendere...è un' isola
così appetitosa!>> disse il capitano con un filo di bava che cominciava a
cadere dalla bocca
<< Appetitosa?>> gli chiese Chopper allibito
Robin si portò una mano alla fronte << Ahia, mi sa che
è arrivato il suo turno...>>
Nami la guardò << Gola?>>
<< Fionda Gom Gom...un mare di panna, tronchetti di
cioccolata e cialde croccanti: aspettatemi che arrivo!...via!>> il
ragazzo di gomma scese catapultandosi chissà dove
Sanji squadrò tutti i suoi compagni << Ancora qualche
dubbio?>>
Zoro si alzò << Direi proprio di no...andiamo al
recupero!>>
Iniziarono le ricerche
Il capitano era all’apice della felicità << Aaaah,
dolce Paradiso per gli occhi e per lo stomaco...adesso mangio tutto! Pancia mia
fatti capanna!>> e tirò un morso ad un albero e ne ingurgitò un pezzo
<< Cioccolata croccante, proprio come piace a me! Assaggiamo una cialda
con un bel po' di panna...>> e mangiò una pietra ricoperta di sabbia
"Uhm...un po' pesantino, ma talmente delizioso...ne voglio ancora!"
Zoro lo trovò << Ma che diavolo sta facendo quell'
idiota?>>
<< Si mangia le rocce e la sabbia...ma che
schifo!>> gli rispose il cuoco arrivato insieme a lui
<< Quello scemo pensa che siano prelibate
leccornie!>>
<< Quelle avrei potuto preparargliele io...avanti,
risvegliamolo dal suo peccato!>> aggiunse accendendosi una sigaretta il
cuoco.
Rufy notò la loro presenza << Ehi, voi! Che volete?
Questo cibo è mio e non me lo ruberete!>>
<< E chi la vuole questa roba, oltretutto non
commestibile...vogliamo solo riportarti sulla nave>> gli spiegò lo
spadaccino cercando di rimanere il più calmo possibile
Il capitano lo guardò con fare irritato << E
abbandonare questo meraviglioso posto? Neanche per idea! Dovrete usare la forza
se volete costringermi a venire con voi!>>
Sanji si schioccò le dita delle mani << Aspettavamo
giusto il tuo consenso, non è vero Zoro?>>
Il samurai sorrise << Naturalmente e ora che lo
abbiamo ottenuto...ti conceremo per le feste!>>
<< Provateci!>> fu la risposta sicura del
ragazzo di gomma.
Iniziò un furioso combattimento tra spade, pugni e calci ma
per quanto forti potessero essere i colpi del cuoco e le sferzate dello
spadaccino, Rufy, carico di peccato, era molto più forte di entrambi messi
insieme, li colpì con una potenza inaudita e li scaraventò lontano
Proprio in quel momento il capitano si riprese << Cosa
diavolo è successo? Saaaaaanji, Zooooooro!>> lanciò le braccia al loro
recupero e li riportò indietro prima che potessero cadere al suolo ma così
facendo li fece schiantare contro due alberi secchi
Il biondo si rialzò tutto impolverato << Testa di
rapa! Ma ti sembra il modo?!>>
<< Che cafone!>> lo rimbeccò Zoro massaggiandosi
il grosso bernoccolo che gli era cresciuto in cima alla zucca. Rufy chinò il
capo << Scusatemi, ragazzi, non l' ho fatto di proposito! Vi ho visto
volare e così...>>
Lo spadaccino lo guardò ironico << Ci hai visto
volare? E secondo te chi può essere stato?>>
<< Non saprei...>> rispose quello in un’alzata
di spalle
Sanji sbuffò << Anche tu non ricordi nulla...>>
Arrivarono gli altri componenti della ciurma
<< Finalmente vi abbiamo trovato...>> disse
Chopper riprendendo fiato
<< Che cosa è successo?>> chiese il cecchino
curioso
Sanji si accese una sigaretta << Lo scemo, preso dalla
gola, aveva cominciato a mangiare sabbia, rocce ed alberi pensando che fossero
prelibatezze e ci ha attaccato>>
Il ragazzo di gomma sgranò gli occhi << Che cosa? Ecco
perché non mi sento tanto bene...ho lo stomaco pesante!>>
Nami scosse la testa << Direi che, comunque, è tornato
tutto alla normalità!>>
<< Così pare...>> disse semplicemente Robin
Il cecchino iniziò a guardarsi attorno con attenzione
<< Allora ce ne andiamo? Voglio andarmene da quest' isola...>>
Zoro lo derise << Che coraggiosa...così intrepido nel
fiondarsi verso i nuovi peccati...>>
<< Nuovi peccati?>> pronunciò mentre le sue
gambe iniziavano ad aver il solito attacco di tremarella
Sanji rincarò la dose << Prima partiamo, prima
arriviamo alla prossima isola...al nuovo peccato!>>
Il nasone si sedette di colpo a terra << Ripensandoci,
potremo rimanere ancora un po'...ormai il pericolo qui è passato...>>
<< E chi lo ha detto?>> anche la mora decise di
prendersi gioco di lui
La rossa fermò tutti quanti << Finite la di prenderlo
in giro...perché tanto, che lui sia d' accordo o meno, salperemo lo
stesso!>>
La nave scivolava lentamente verso la nuova meta, il suono
delle onde e del leggero vento che soffiava ero l' unico ostacolo al rilassante
silenzio che regnava sulla Going Marry...o quasi
Rufy si lamentava in continuazione << Ahia, che
male...non ce la faccio più! Il mio stomaco! Chopper, fa qualcosa!>>
<< E cosa posso fare? Non ho niente che aiuti a
digerire delle pietre...>> disse il medico in crisi per non aver niente
da dare all’amico
<< Ma io sto male...sigh...tanto male!>>
<< Se non ti fossi ingozzato come un maiale
ora...>> lo rimbeccò lo spadaccino
Il capitano mostrò il labbro inferiore offeso << Io
non ricordo...uffa!>>
Nami sbuffò << Questa volta non possiamo fargliene una
colpa...era in preda alla gola...>>
<< Sciocchezze, si sarebbe ingozzato lo
stesso...>> le rispose bruscamente il verde
La rossa ci ripensò << In effetti...>>
<< Aiutatemi!>>
Robin incrociò le braccia << A mali estremi...>>
SDENG
<<...estremi rimedi...>> disse il cuoco dopo
avergli tirato una padellata in testa facendolo cadere a terra privo di sensi
ma la pace era destinata a non rimanere più tale: nell' aria vi era il rumore
di un leggero battere di denti e vibrare di ossa, il cecchino si stava
avvicinando al gruppetto << R- ragazzi...orm- mai, siamo i- in prossimità
dell' isola...>>
Nami lo guardò allibita << Usop, suvvia, potresti
evitare di tremare così...>>
<< Beh, devi capirlo...sembra proprio che ognuno di
noi venga colpito da un solo peccato e ormai: siamo rimasti solo noi
tre...>> cercò di giustificarlo l’archeologa
Chopper la guardò stranito << Già ma come fai ad
essere così tranquilla? Anch' io ho paura!>>
Usop cercò di farsi grosso agli occhi dei compagni <<
E c- chi ha d- detto che ho paura? Io so- sono pronto a q- qualsiasi
cosa!>>
Zoro scosse la testa desolato << Saresti molto più
convincente se almeno cercassi di smettere di balbettare...>>
La nave era giunta in prossimità dell' isola e l' equipaggio
frenò per un attimo i proprio punzecchiamenti e battibecchi per immettersi nel
canale che gli avrebbe fatto passare anche quest' isola...peccato permettendo.
Essa era interamente ricoperta di fiori colorati e profumatii quali davano uno stupendo piacere alla
vista e all' olfatto...ma era il caso di fidarsi?
<< C'è calma...>> disse Robin guardandosi
intorno sospetta
<< ...troppa calma...>> concluse per lei la
rossa.
<< Ehi, nasone, che paura! Potrebbero esserci delle
api assassine!>> iniziò a prenderlo in giro lo spadaccino mentre se la
rideva di gusto. Sanji si buttò teatralmente a terra << Coff,
coff...aiutatemi, sono stato attaccato dall' allergia mortale...argh,
aiuto!>> e fece finta di agonizzante. Intanto la nave aveva già iniziato
a solcare il canale: colui, che di solito aveva paura persino della sua stessa
ombra, si lanciò sul cuoco e sullo spadaccino e li atterrò con due pugni ben
assestati << Come vi permettete? Io sono Usop, il più grande guerriero di
tutti i mari! Nessuno può eguagliare la mia forza e il mio coraggio! Siete solo
degli inetti, voi e la vostra nave siete indegni della mia presenza!>>
detto così scese e, sotto gli sguardi perplessi di tutti, la sua figura sparì
tra i fiori
Zoro si massaggiò il mento << Cavolo se picchia duro
il fifone...>>
<< Mi sembra che non sia più tanto pauroso...>>
osservò Sanji rialzandosi da terra
Chopper iniziò a pensare << Invidia, superbia o ira?
Sono rimasti questi tre...>>
<< A me sembra l' atteggiamento tipico del
superbo...>> gli rispose Robin
Nami non si fece sfuggire l' occasione << Strano,
avrei scommesso tutti i miei averi sul fatto che qui...l' unica superba sei
tu!>>
<< Avresti perso tutto, tesoro...>> fu la cinica
risposta della mora.
Sanji cercò di calmarle, anche se a dir la verità non erano
affatto alterate << Amorini, suvvia non litigate...>>
Zoro sbuffò << Che si fa? Si va al recupero?>>
<< E con Rufy come la mettiamo? E' ancora
svenuto...>> chiese Chopper preoccupato
La navigatrice ci pensò un po’ su << Mah...non saprei
trovare le parole adatte per dirlo...>>
L’archeologa suggerì << Lo lasciamo qui?!>>
<< Esattamente!>>
Zoro prese le sue spade << Ok, allora andiamo!>>
La ciurma questa volta non si divise: i solchi lasciati fra
i fiori dal passaggio del cecchino erano tracce fin troppo evidenti. In poco
tempo, infatti, si ritrovarono al suo cospetto: l' ormai ex- fifone era seduto
su un trono di fiori e sulla testa ne portava una grossa corona << Come
osate presentarvi in questo modo davanti a me?>>
Il cuoco sospirò << Zoro, sistemiamolo...magari una
sistematica ramatina di botte lo riporta alla realtà...>>
Lo spadaccino accettò al proposta << Con piacere, ho
ancora un pugno in sospeso>>
<< Che modo oltraggioso che avete di parlarmi, bestie
indegne! Non dovreste nemmeno avere il privilegio di stare in piedi di fronte a
me! Inchinatevi!>> gli ordinò, con fare autoritario, il pinocchio
<< Ma cos...???>> sbottarono all’unisono tutti.
Le loro ginocchia si piegarono e caddero in segno di prostrazione: i fiori si
erano legati intorno alle loro gambe e li avevano costretti in quella posizione
<< Oh, così sì che va meglio...non vi sentite
orgogliosi di lodare il più grande uomo che il mondo abbia mai avuto?>>
Sanji ringhiò a denti stretti << L' unica cosa che mi
renderebbe orgoglioso adesso, sarebbe il fracassarti dai calci...>> e
dibattendosi cercava di liberarsi dalla stretta morsa floreale
<< Se solo riuscissi a sfoderare una delle mie
spade!>> diceva Zoro mentre tentava di allungare una mano verso le sue
fedeli lame.
Usop se la rise di gusto << E’ inutile che vi
agitiate! Tanto non vi libererete mai e poi ma...>> uno schiaffo dato
alla velocità della luce lo ribaltò dal trono
Il biondo si girò verso la mora << Robin, sei una
dea!>>
La donna aveva fatto apparire un braccio nelle vicinanze del
cecchino e lo aveva colpito: appena il nasone cadde a terra i fiori li
lasciarono liberi << Ohi, ohi...come mai mi brucia la faccia? E' come se
qualcuno mi avesse dato uno schiaffo...>>
<< Usopuccio...sei tornato normale?>> chiese il
cuoco guardando negli occhi il samurai
Il nasone lo guardò stranito << Normale, in che
senso?>>
Zoro lo rassicurò << Non ti preoccupare...ora
capirai!>>
<< Ah, grazie...ma capire cosa? Ehi, cosa sono quegli
sguardi?! Noooo...Nami, Robin, Chopper! Vi prego,
aiutatem...aaaaaaaaaaaaaaaaaah!>>
Sulla Going Marry
Rufy si svegliò sbadigliando << ...che bella
dormita...ehi, ragazzi ma quand' è che arriviamo sulla prossima isola?>>
<< Bferamenfte...civ sfiamo scià schtati...>> fu
la risposa incomprensibile del cannoniere
Il capitano si sgranò gli occhi per vedere meglio << Perché
biascichi così? E come mai sei tutto gonfio?>>
<< Era allergico al polline...>> gli disse Zoro
ridendosela sotto i baffi
Rufy lo guardò, era evidente che non aveva capito <<
Che polline?>>
<< Sì, quello dell' isola della superbia...>>
rispose per lui Sanji << …poi te lo racconteremo! Te come stai
piuttosto?>>
<< Io? Ho digerito...ora non mi resta che andare al
bagno...>>
Zoro assunse un’espressione di assoluto disgusto <<
Ah, che schifo! Non voglio nemmeno pensare come possa venire fuori quella roba!>>
Nami barcollò << Un sacchetto...sto per
vomitare!>>
Usop parlava fiero in una posta statuaria << Esploravo
coraggiosamente da solo la nuova isola quando una forza oscura mi ha attaccato,
io da grande guerriero quale sono ho provato a contrastarla e a lottare ma,
ahimè, era troppo forte e così si è impossessata del mio animo: in men che non
si dica mi sono ritrovato vestito da sovrano con scettro e corona, seduto su un
fantastico e prezioso trono circondato da bellissime ancelle pronte ad esaudire
qualsiasi mio desiderio...purtroppo questa nuova forza mi aveva reso malvagio e
così ho rinnegato e cacciato i miei amici...>>
<< Uffaaaaaa ma allora tu ricordi!>> protestò
ingenuamente il capitano
Nami gli mollò un pugno sulla testa << Demente, non
hai ancora capito che è una delle sue frottole?>>
Zoro <<Infatti, tutto questo per dirti che sotto il peccato della superbia ha
provato a fare il gallo...ma ci abbiamo pensato noi a fargli abbassare la
cresta...>>
Rufy batté un pugno sul palmo della mano << Ah
ecco...ora ho capito, più o meno...>>
<< Ma ci sarà un cervello nascosto da qualche parte in
questo corpo gommoso?>> si chiese perplessa la navigatrice
<< Sanji! Ho fame!>> urlò d’un tratto il ragazzo
di gomma
<< Cercavi la risposta? Eccola qui: nello
stomaco!>> le rispose lo spadaccino scotendo il capo
Il cuoco rispose dalla cucina << Ho capito, ho
capito...è quasi pronto!>>
<< Uffa, non mi sta più a sentire nessuno!>> si
lamentò il cannoniere
<< Se è per questo era già da un po' che avevamo
finito di ascoltarti, idiota!>> lo aggredì la rossa inviperita.
Usop si sedette << Non c' è neanche il mio spettatore
preferito, mi ha abbandonato sigh, sigh!>>
Nami si guardò attorno << Ehi, ora che mi ci fai
pensare...Chopper è un po' che non si vede ed è sparita pure Robin...>>
Sottocoperta:
<< Ehi, che fai lì sommerso tra i libri? Perché non
vieni su? Usop sta raccontando una delle storielle che ti piacciono tanto>>
chiese la mora alla piccola renna seduta su un divano
Chopper le rispose mestamente << No, non mi
va...voglio rimanere qui a studiare da solo...>>
<< Sei preoccupato per il prossimo peccato? Sulla
nuova isola toccherà a me o a te...>>
<< Sì lo so ma non è per questo credimi...voglio stare
un po' da solo e basta>>
Mentiva: era fin troppo evidente ma l’archeologa, capendo
che quella era la cosa migliore da fare, si congedò fingendo di essersela
bevuta << Ok, allora io salgo...comunque meglio così non sono mai stata
tanto brava a rassicurare le persone...>> marcò bene la parola sperando
di aver fatto centro e se ne andò.
Ci aveva azzeccato in pieno, il piccolo medico aveva già
capito da qualche tempo quale peccato gli sarebbe toccato e ora con questi due
restanti e con lei come altra e unica "peccatrice" rimasta non aveva
più dubbi, anche Robin sembrava averlo capito e aveva cercato di rassicurarlo,
era stata davvero gentile e carina: con lui fin da subito a dire la
verità...chissà perché? Perché non era altrettanto gentile con gli altri? Per
esempio con Sanji che le prestava tante amorevoli cure? No, proprio lui...che
non era né uomo né animale...Affondò pesantemente la testa in un libro e
socchiuse gli occhi: si addormentò.
Rufy si massaggiò la pancia soddisfatto << Aaaaaaah,
che abbuffata...era veramente tutto squisito>>
<< Hai mangiato anche la razione di Chopper,
schifoso...ho dovuto nascondere la parte di Robin altrimenti avresti divorato
anche quella!>> ringhiò Sanji stringendo fra i denti la sua inseparabile
sigaretta.
<< Colpa mia se non ci sono?>> rispose
innocentemente quello
Come se avesse sentito di essere stata chiamata in causa l'
archeologa entrò in cucina << Ehi, avete già mangiato? Potevate anche
chiamarmi...>>
Zoro le diede un’occhiata appena di striscio << Se
solo ti fossi fatta vedere...>>
<< Tu mi avresti chiamato subito, non è vero?
...Almeno è rimasto qualcosa?>> chiese rivolta al cuoco
<< Passerottino, non dare retta a questo troglodita,
ci ha pensato il tuo Mr Prince a tenerti da parte la cena...sono stato
bravo?>> giubilò il cuoco spandendo cuori da tutte le parti.
<< Uhm, sì...bravissimo, grazie>> fu la risposta
svogliata della donna, ancora quel soprannome.
Nami sospirò: ma perché non gli diceva apertamente che le
dava fastidio? Spostò la conversazione su un altro piano << E Chopper?
Non viene a mangiare?>>
<< No, è stanco...rimane di sotto a riposare>>
decise di non renderli partecipi dell' angoscia del medico dopotutto non
spettava di certo a lei farlo, sarebbe stato lui a decidere se e quando
raccontare
<< Allora, stellina del mio cielo, ti piace?>>
le chiese il biondo impaziente
Robin gli sorrise, le era passata << Ottimo, come
sempre...>> il ragazzo svenne dalla gioia
La rossa la guardò con aria furbetta << Però...come ti
è passata in fretta...>>
La cow-girl capì e la fronteggiò <<
Spiritosa...>>
<< Ehi, di che parlate?>> chiese Rufy non
capendoci un emerito accidente
<< Noi? Di niente, vero?>> disse la navigatrice
facendo finta di niente
Robin la assecondò << Sì, sì...verissimo>>
Lo spadaccino sbuffò << Eccole che cominciano con i
loro segretini e i loro giochetti psicologici>>
Nami lo guardò inarcando un sopracciglio <<
Noia?>>
<< A me? Figurati, non m' interessa assolutamente se
avete le vostre...le vostre...va beh, insomma, le vostre cose!>>
L’archeologa lo guardò perplessa trattenendo le risa
<< Le nostre...cose?>>
Zoro arrossì violentemente capendo il doppio senso che aveva
scatenato << I-io non intendevo QUELLE cose...oh!>> uscì.
Il capitano continuava a masticare qualcosa d' indefinito
<< Ma pershé è arroscito coscì?>>
<< Te lo spiegheremo quando sarai più
grande...>> gli disse Sanji avviandosi a lavare i piatti
<< Ma uffscia! Hai sciolo due anfi più di me!>>
La cartografa gli distrusse un piatto sulla testa << E
piantala di parlare con la bocca strapiena!>>
Usopdalla vedetta
si fiondò in cucina dagli altri << Ragazzi, ci siamo...ormai siamo
arrivati sulla sesta isola>>
Il biondo guardò la mora << O tocca a te, amorino mio,
o a Chopper...sei preoccupata?>>
Quella rispose candidamente << No...>>
Nami la guardò allibita << Nooo? Ma come? Io al tuo
posto sarei iper agitata!>>
<< Cosa cambierebbe? Tanto non sarò in me...>>
Rufy acconsentì con la testa << Effettivamente ha
ragione lei...>>
<< Ho capito ma...uffa, è inutile parlare di queste
cose con voi: siete dei mostri!>> si lamentò la rossa con le lacrime agli
occhi.
<< Come ti capisco...>> Usop le diede tutto il
suo appoggio.
<< Ok, ora prepariamoci ad immetterci nel canale:
ragazzi sapete quello che dovete fare, avvisate anche Zoro...Robin, tu vieni
con me: mi serve un' opinione su alcuni calcoli che ho fatto>> si era
ripresa all’istante
La mora la guardò perplessa << Calcoli? E ti dovrei
aiutare io?>>
<< Sei l' unica intelligente e affidabile in questo
branco di animali>>
Anche se non capiva decise di accettare << Va
bene...se proprio ti servo...>>
La cow-girl raggiunse la navigatrice che l' aspettava vicino
alla polena, non aveva assolutamente niente in mano. Robin si accorse di essere
finita inesorabilmente in una delle trappole partorite dalla sua mente
diabolica per farla parlare...tuttavia non volle abbandonare l' ultimo lumino
di speranza << Allora, che mi devi far vedere?>>
<< Assolutamente nulla...volevo solo poterti parlare
da sola>> le rispose Nami senza mezzi termini
L’archeologa sospirò, aveva sperato invano << E
naturalmente vorrai sapere qualcosa su di lui, vero?>>
<< No, voglio parlare di...te!>> fu
l’inaspettata risposta della rossa
<< Di me?>>
<< Esatto...perché non glielo dici?>>
<< Cosa e a chi?>>
<< A Sanji che ti da fastidio essere chiamata
passerotto...>>
<< Perché dovrei farlo?>> le chiese spostando lo
sguardo da un’altra parte
<< Pensi che nessuno si accorga dei tuoi fulminei
sbalzi di umore? Sanji farebbe di tutto per non renderti triste, se solo glielo
dicessi smetterebbe all' istante! Perché non lo fai?>>
Robin alterò il tono della voce << Perché dovrei dare
spiegazioni che non voglio dare...ecco perché...>>
Nami incrociò le braccia al petto, non avrebbe ceduto
<< E come minimo non vorresti essere qui ora a parlare con me, vero?
Avresti voluto continuare a tenerti tutto dentro per poi esplodere
definitivamente sull' isola comandata dall' ira?>>
L’archeologa si sentì spiazzata: l' aveva capito anche lei?
Che lei stessa l' avesse capito era normale, essendo la diretta interessata, ma
Nami...
<< Che c'è? Hai perso la lingua? Pensavi che non ci
sarei arrivata? Tu sei sempre così calma, non ti arrabbi quasi mai...accumuli,
accumuli e poi è naturale che la tua rabbia si trasformi in ira...>>
Robin non sapeva che dire, le sembrava di essere letta come
un libro aperto
La rossa, dal canto suo, capì che forse c' era andata giù
pesante e quindi cercò di portarla sullo scherzo << Ah, ah, ah...ci ho
azzeccato, ci ho azzeccato>>
Un' enorme goccia si formò sulla testa di Nico per il
ridicolo tentativo dell' amica di sdrammatizzare e a sua volta si rivolse
ironicamente al cielo << Ma perché non mi ha ancora preso l' ira? Così
non avrei dovuto star qui a sentirla...>>
Quella fece la finta offesa << Ah, sì? Questa me la
lego al dito...>> poi decise di ricomporsi e di riportare la
conversazione su un tono più serio <<...comunque, ne ho avuto la conferma
con l' altro peccato rimasto: invidia, cos' hai tu da invidiare a noi?
Assolutamente nulla...>> si fermò: presa com' era dal cercare di far luce
sugli strani comportamenti di Robin, si era completamente dimenticata del
giovane medico al quale con 50% di possibilità sarebbe toccata l' isola in cui
ormai si erano addentrati << Chopper verrà preso dall' invidia...ma
perché?>>
La mora non riuscì a trattenersi << Davvero non ci
arrivi? Chopper non ha ancora superato il fatto di essere mezzo renna e mezzo
uomo, basta vedere dal come si nasconde davanti alle persone che ha appena
conosciuto, per la paura di un giudizio negativo...>>
<< Sono stata una sciocca...>>
Robin la riprese duramente << Se solo non fossi così
concentrata su di ME, te ne saresti accorta...>>
Nami incassò il colpo, aveva ragione <<
Scusami...>>
<< Non è con me che ti devi scusar...>>
Un forte colpo fece tremare tutta la nave: Chopper, nel suo
heavy point, aveva fatto un grosso buco sul ponte per uscire da sottocoperta
<< Io non posso più stare qui...no!>> scappò addentrandosi nell'
entroterra dell' isola.
<< Cavolo, che forza...guarda qui che buco!>>
disse il capitano affacciandosi dal foro che ora era presente nel legno della
nave.
Zoro spostò alcune delle schegge più grosse << Questa
volta tocca al piccoletto e sembra anche piuttosto arrabbiato...>>
Usop lo guardò con fare interrogativo << Credi che può
essere stato preso dall' ira?>>
Nami guardò Robin che, capendo, fece cenno negativo con la
testa
<< Questo vuol dire che Robin sarà presa dall'
invidia...ma come? Il mio tesorino non ha niente da invidiare a
nessuno!>> concluse il cuoco preoccupato
Rufy si trovò d’accordo << Hai ragione anche
tu...>>
<< Allora è stato preso dall' invidia...povero amico
mio...>> scosse la testa sconsolato il cannoniere
Sanji continuò << Ah e allora la mia piccola Robin
dovrebbe farsi prendere dall' ira? Impossibile! E' sempre così calma e gentile
con tutti...>>
Zoro era stufo di stare ad ascoltare non era lei ora ad aver
bisogno di aiuto! Venne preceduto proprio dall’archeologa << Basta,
finite la! Ora io non c'entro...è Chopper che ha bisogno di noi, non
io!>>
Il biondo si scusò << Hai perfettamente
ragione...scusami>>
<< Già...scusa, scusa...>> lo seguì il capitano
Zoro si preparò a scendere << Allora andiamo?>>
La rossa tese un braccio per fermarlo << Capitano,
vorrei chiederti il permesso di andare a riprendere Chopper solo io insieme e
Robin...>>
<< Ma sei pazza? Potrebbe essere pericoloso! Robin
falla ragionare!>> supplicò il cuoco disperato
La mora, però, era d’accordo con lei << Per me va
benissimo...>>
Rufy capì che loro sapevano cose che lui ignorava <<
Ok...noi aspettiamo qui!>>
<< Ma sei fuori di gabina?>> gli urlò dietro lo
spadaccino. Il capitano lo ignorò << State attente mi
raccomando...>>
<< D' accordo...>> fu la risposta della cow-girl
Nami li rassicurò << ...Non preoccupatevi!>>
Scesero
Le due ragazze correvano fra l' alta erba verde acido, il
medico andava trovato alla svelta: non sapevano cosa avrebbe potuto fare in
preda all' invidia...poi, finalmente, lo trovarono in una piccola radura a
prendere a pugni l' aria e a piangere come un disperato sempre nella sua
trasformazione più pericolosa << Io non posso più stare con loro: sono un
mostro, non sono né un uomo né un animale...>>
<< Chopper, non dire così...tu sei uno di noi, un
nostro compagno!>> cercò di confortarlo Nami
<< Non è vero, non potrò mai essere uno di voi, perché
NON SONO come voi! Voi siete umani in tutto e per tutto e io...NO! Vi invidio
per questo...perché voi sapete cosa siete mentre io...so solo quello che non
sono...>>
Robin lo riprese << Finiscila, smettila di dire queste
scemenze...sai benissimo che non è la verità!>>
<< Cos...?>> disse guardandola allibito
<< Tu fai parte della ciurma proprio come me, come
Rufy, Usop e tutti gli altri>>
<< Mi hanno preso solo per compassione, perché sono un
mostro...non sarò mai come te o come tutti gli altri...>>
<< Hai ragione tu: non sarai mai come me e nemmeno io
sarò mai come te ma allo stesso tempo non sarò mai come Nami né come tutti gli
altri...>>
La rossa bisbigliò incredula << E'
fantastica...>>
<< E sai perché? Perché io sono io e, invece, tu sei
tu! Non credere che ti abbiano accettato nella ciurma per compassione, perché
non è così! Loro ti hanno preso con loro perché sei tu, per come sei e non per
come appari...>> rincarò la dose l’archeologa.
Chopper si fermò << Io...sono io?>>
<< Sì, e in quanto tale non sei uguale a nessun
altro...solo tu, unico e speciale>>
<< Speciale? Io?>> ritornò alla sua
trasformazione abituale << Sì, io voglio essere io e nessun altro>>
cadde svenuto.
Nami gli si avvicinò e lo prese in braccio: era tutto
finito, Robin tirò un sospiro di sollievo. La rossa la guardò sorridendole
<< Complimenti, sei stata in gamba...>>
Usop stava gridando con le lacrime agli occhi << Oh,
mia piccola Marry, guarda come sei ridotta!>> riferendosi all' enorme
buco che la renna sotto l' invidia aveva fatto sul ponte della nave. Il nasone
l' aveva detto con naturalezza: lo faceva ogni volta che capitava qualcosa alla
sua adorata nave e non vi era alcun rancore nelle sue parole, non voleva di
certo farla pesare sull' amico ma a Chopper sembrò proprio così <<
Ragazzi, scusatemi...io non volevo! Se solo vi avessi detto subito dei dubbi
che mi assillavano...>>
<< Non sarebbe cambiato nulla...>> gli rispose
burbero lo spadaccino
Il medico di bordo s' incupì
Nami lo guardò con disappunto << Certo che tu, Zoro,
ti esprimi con i piedi!>>
<< Come sarebbe a dire? E' proprio così: se ci avesse
raccontato tutto o meno non avrebbe fatto differenza perché sull' isola non
sarebbe stato in lui...>>
<< Sì, ma...>> cercò di obiettare Chopper, il
capitano lo fermò << Niente ma...non ce ne hai parlato perché ti sembrava
la cosa più giusta, ora non serve rimuginarci sopra; comunque ti ricordo che,
anche se lo sai già, noi siamo sempre pronti ad ascoltarti e ad aiutarti, siamo
qui per questo, perché noi siamo una squadra!>>
<< Incredibile, ogni tanto dice qualcosa di sensato
anche lui!>> rise divertito il cuoco
<< Ragazzi, vi ringrazio...>>
Usop sorrise << E di cosa?>>
Anche la piccola renna sorrise, sicuro finalmente di aver
trovato la sua famiglia.
<< Su, andiamo! Rimbocchiamoci le maniche, dobbiamo
riparare la nave! Vieni con me, Chopper?>> chiese il cecchino, quello gli
rispose con entusiasmo << Siiiiiì, d' accordo!>>
Zoro si grattò la testa << E noi che facciamo?>>
<< Mangiamo!>> rispose prontamente il capitano
raggiungendo Sanji e la rossa che nel frattempo erano andati in cucina. Il
biondo non credeva alle sue orecchie << Stai scherzando, vero? Abbiamo
mangiato poco fa...non mi sogno neanche di rimettermi a spignattare...e per te,
poi! Fosse per Nami o per Robin...>>
Rufy mise il broncio << Gentile come al solito...e
poi, uffa, come minimo Robin sulla prossima isola ti riempirà di botte!>>
Nami sospirò << ...l' ultima sarà lei...>>
<< Il mio passer...>> una mano spuntata sulla
sua spalla tappò la bocca del cuoco, la donna era appena entrata in cucina
<< Sanji, ti sarei grata se evitassi di usare quel nomignolo...>>
<< Come vuoi tu, amor mio!>> le rispose senza
fare una piega
La navigatrice pensò tra sé " Era ora..."
<< E come mai non vuoi che ti chiami così?>> si
intromise il capitano
<< Non sono affari tuoi, scemo!>> lo aggredì la
cartografa tirandogli un pugno in testa.
L’archeologa, infatti, ignorò la domanda: andò verso il
frigo, si prese qualcosa di fresco da bere e uscì
Il ragazzo di gomma la guardò stranito << Ma che le
prende?>>
“Ehi, cosa volevi
fare: volare?
Mettimi giù
subito!
Come vuoi
tu...passerotto! Ah, ah, ah!
Smettila di prendermi in giro...comunque
grazie, per avermi salvata...
Non c'è di che!
Ma dimmi, chi sei? Come mai la Marina ce l' aveva con te?
Non vedo come
queste cose ti possano interessare...
Ah, scusami:
che permalosa...facevo così per parlare...
Eccola,
prendiamola!
Ehi, c'è
qualcuno con lei!
E' un
ragazzino...
Sarà un suo
complice, prendiamo anche lui!
Grazie tante,
ora vogliono anche me!
Non ti ho
chiesto io di salvarmi...
Certo che vuoi
avere sempre l' ultima parola tu, è? Comunque mi devi un favore...
Io non ti devo
proprio un bel niente!
Dici? Ti ho
salvato la vita e per colpa tua, ora, ho la Marina alle costole...
Non si
rinfacciano i favori alla gente, sai? E poi mi sarei potuta salvare da sola
A sì? E come?
Così!
Wow...fantastico! Non avrei mai pensato di poterti incontrare! Ah, ah,
ah!
Che hai da
ridere?
Niente: pensavo
che, allora, ci sarebbe un nome più appropriato...
Al posto di
cosa?
Di
passerotto...
Uff...e
sarebbe?
Prendiamoli!
”
Robin sospirò << Jacques, ma perché mi tormenti
così?>>
La porta della stanza si aprì ne entrò la navigatrice
<< Ehi, come ti senti?>>
<< Non lo so...>>
<< Ora che tocca a te, non hai più tanto sangue
freddo, è?>> la prese in giro
La mora inspirò profondamente << Grazie mille, tu sì
che sai come tirare su il morale alla gente...>>
Nami ci rimase male, era preoccupata veramente <<
Scusa, io non pensavo che...>>
<< ...lo fossi davvero? Ti capisco, non riesco a
crederci nemmeno io!>>
<< Ma se prima che arrivassimo sull' isola dell'
invidia eri tranquillissima?>>
<< Sì, ma poi ho visto l' effetto che l' invidia ha
avuto su Chopper...>>
<< Ho capito, hai paura che vengano fuori i tuoi
segreti più nascosti>>
<< Sì e soprattutto mi preoccupa il fatto di come
possano venire fuori...>>
La cartografa incrociò le braccia al petto e storse le
labbra << Di certo non ce li dirai invitandoci a prendere tè e
pasticcini...>>
L’archeologa la guardò perplessa << Mi sa che il sole
cocente e la compagnia di Rufy, a lungo andare, hanno causato seri danni al tuo
cervellino...>>
<< Ah, scusami se non rido ma sai, non vorrei
scandalizzarti con le mie risate troppo sguaiate>>
Robin sospirò spostandosi vicino all’oblò << La vedo
brutta...>>
<< Non dire così, vedrai che riusciremo a superare
anche quest' isola e poi arriveremo a Dead Calm>>
<< Non sono tanto sicura di voler arrivarci...>>
<< Perché no? Se hai delle questioni irrisolte con
lui: potrai cercare di farvi luce...>>
Robin strinse i pugni << A me non interessa, io con
lui NON ci voglio parlare!>>
Nami notò il nervosismo dell' amica << Appunto
personale: in prossimità dell' ultima isola evitare assolutamente di
ricordartelo! Altrimenti, sarò io a vedermela brutta!>>
<< Non sei mica lui...>>
<< Lo so ma tu non sarai in te...per cui, non si sa
mai>>
<< Hai ragione anche tu...>>
La rossa rise << Cara mia, io ho sempre
ragione!>>
“Presto, andiamo
di qua!
Sei pazza? Di
lì gli andiamo direttamente in bocca!
Dove dici tu,
la strada per arrivare al porto, diventa lunga il doppio!
E chi ti ha
detto che voglio andare al porto? Sarà pieno di navi della Marina e ci
catturerebbero
di sicuro!
Allora che hai
intenzione di fare?
Ci nascondiamo!
Dove diavolo si
sono cacciati quei maledetti mocciosi?
Non sono
passati nemmeno per la scorciatoia verso il porto...
Allora vuol
dire che ci saranno arrivati in un altro modo...alle navi presto,
se hanno preso
il mare non ci scapperanno!
Incredibile,
avevi ragione tu!
Cara mia, io ho
sempre ragione!
”
Nami le passò una mano a qualche centimetro dal viso
<< Ci sei? Ti sei incantata?>>
Robin si riprese dai suoi pensieri << Ah,
sì...scusami>>
<< Figurati...io mi diverto un mondo quando parti per
l' universo dei tuoi segretini...>>
<< Certo che non demordi mai...>>
<< Lo sai che sono molto testarda, soprattutto se si
tratta di voler far luce su cose che mi interessano...>>
<< Puoi intestardirti quanto vuoi...tanto io non te lo
dico!>> le disse facendo una smorfia
<< E va bene, va bene...ma prima o poi lo sputerai il
rospo!>>
<< Vedremo...>>
La rossa sbuffò << Uffa...>>
La cow-girl
rise.
<< Che hai da ridere?>>
<< Niente...Nami, grazie...>>
<< E per cosa?>>
<< Per aver cercato di distrarmi un po'>>
La cartografa si stupì << Te ne sei accorta?>>
Robin la guardò inarcando un sopracciglio << Ti
conosco pure io, sai?>>
Nami sorrise. Bussarono alla porta e dopo poco si aprì, era
il capitano << Ragazze, scusatemi ma stiamo per arrivare sull' ultima
isola e Nami: abbiamo bisogno del tuo aiuto...>>
<< Perché?>> chiese la navigatrice
<< Il tempo si sta guastando...>>
<< Strano, non avverto nessun cambiamento...>>
Il ragazzo di gomma si rivolse alla mora << Robin,
come va?>>
<< Potrebbe andare meglio...>>
Sospirò << Capisco...su, ora saliamo!>>
Le due donne annuirono e lo seguirono.
<< Ma che diav...mai visto niente del genere!>>
disse la rossa guardando lo spettacolo che aveva di fronte. La nave si stava
addentrando in una nebbia pesante e nera, il cielo era cupo e coperto da grossi
nuvoloni altrettanto scuri che minacciavano burrasca
L’archeologa le indicò un punto in mezzo a quel marasma
<< E' colpa dell' isola, guarda là!>>
La terra che s' intravedeva tra la nebbia era completamente
nera, sopra di essa impazzava la tempesta: tuoni e fulmini facevano tremare il
cielo anch' esso nero, il terreno era ricoperto da geyser che sputavano fuori
acqua scura che, dal vapore che l' accompagnava, doveva essere bollente. L'
unica cosa che non risentiva di nulla era il mare che continuava a rimanere
calmo e piatto.
Robin deglutì nervosamente, Nami le poggiò una mano sulla
spalla per rassicurarla, c' erano: la nave si era immessa nel canale, l' albero
passava a fatica sotto gli archi ricoperti di stalattiti che minacciavano di
cadere ad ogni tuono e di trafiggere il veliero con tutti i suoi occupanti.
Nami sentì la donna fremere sotto la sua mano, la tolse e
decise di allontanarsi: magari evitare di farla arrabbiare ulteriormente
avrebbe pacato un pochino la sua ira. Raggiunse gli altri
<< Allora? Com'è?>> le chiese Zoro
<< Comincia a fremere...immagino manchi
poco...>>
<< E noi cosa possiamo fare per aiutarla?>>
chiese Chopper preoccupato
<< Per ora niente...a parte il fatto di lasciarla
stare>>
Il capitano, come sempre, non aveva compreso un accidente
<< E perché?>>
<< Così non corriamo il rischio di farla arrabbiare
ancora di più>> gli rispose per lei il cecchino
La rossa sbuffò << Ecco, qualcuno c'è che mi
capisce!>>
Un colpo secco li fece voltare: Robin aveva picchiato
fragorosamente i pugni contro la paratia della nave e la violenza era stata
tale da tagliarle entrambe le mani << Basta, smettetela di tormentarmi!
Non vi sopporto più!>> e scese
Lo spadaccino non si capacitava << Ma con chi ce l'
aveva?>>
<< Con i fantasmi del passato...>> gli rispose
Nami in un soffio
Rufy si schioccò le dita << Beh, fantasmi o no, noi
andremo a riprendercela!>>
Usop era terrorizzato << N-non è c-che serve
q-qualcuno che rimanga su-sulla nave? Dico nel ca-caso bisognasse
spo-spo-spostarla se qualche stalattite c-cade?>>
<< Sì, sì...dagliene di nomi...>> lo canzonò
Zoro
La navigatrice alzò lo sguardo verso gli archi << Però
ha ragione: tu e Chopper rimanete qui, a Robin ci pensiamo noi!>>
Il medico provò a ribattere << Ma io...>>
<< Avrai un' altra occasione per sdebitarti...>>
gli disse facendogli l’occhiolino, poi scese e raggiunse gli altri.
<< Sdebitarti?>> gli chiese il nasone non
sapendo a che si riferivano
<< Sì: è grazie a Robin se mi sono ripreso sull' isola
dell' invidia...me lo ha raccontato Nami>>
<< Dove si sarà cacciato il mio amorino?>> si
chiedeva il biondo guardandosi attorno
La navigatrice lo pregò << Sanji, ti prego, quando la
vedi evita nomignoli vari, ok?>>
Zoro li mise in guardia << Bisogna stare attenti,
Robin è molto forte già di suo...sotto l' ira sarà molto pericolosa...>>
<< Qualunque cosa accada, non bisogna farle del
male!>> ordinò perentorio il capitano
<< E cosa dovremo fare? Star lì a prenderle?>>
gli chiese sarcastico lo spadaccino
Il cuoco lo guardò in cagnesco << Prova sola a
sfiorare il mio pettirossino e io...>> ma proprio in quel momento
ricevette un pugno che, risultandogli come una sassata in pieno stomaco, lo
fece volare all' indietro. Il braccio che lo aveva colpito sparì e la donna si
avvicinò minacciosamente a pugni chiusie sanguinanti, verso il gruppetto << Prova a ripetere quel nome e
ti uccido, così: a mani nude!>>
Zoro guardò prima l’amico e poi fissò lo sguardo su di lei
<< Non ti sembra di esagerare un po'? In fin dei conti è solo un
nomignolo!>>
<< Solo un nomignolo? Tu NON SAI di cosa stai
parlando!>> gli rispose palesemente alterata: fece apparire delle braccia
che gli bloccarono tutti e quattro gli arti e poi gli si avvicinò << Tu
NON SAI!>> e come un fulmine, lo stesso che cadeva in quel momento dal
cielo, lo riempì di pugni e di calci e lui si ritrovò a terra senza neanche
aver avuto il tempo di capire come ci potesse essere finito << Come cazzo
fa ad essere così forte?!>> dalla sua bocca uscì un fiotto di sangue.
<< E adesso devo fare i conti con te, NAMI!>>
<< No, prenditela con me! Avanti sono qui!>> la
bloccò Rufy
<< Perché mi sfidi? Credi che non sia capace di essere
alla tua altezza?>> rise << Beh, ti sbagli di grosso perché non è
così!>> si lanciò verso il capitano con una rabbia impetuosa, il ragazzo
di gomma cercava di schivare i suoi attacchi sopprimendo l' istinto naturale di
rispondergli
<< Come fa ad essere così veloce? Accidenti!>>
si sbilanciò per schivare un' eruzione di un geyser ma così facendo si ritrovò
scoperto e completamente alla sua mercé: finì a terra in pochi secondi.
Robin respirava velocemente, i suoi occhi erano carichi di
tutto: rabbia, rancore, odio e ora erano tutti per lei, Nami! La cartografa non
sapeva cosa fare: sarebbe stato utile scappare, peccato che le gambe fossero
pietrificate dalla paura.
<< Cara la mia signorina VOGLIO SAPERE TUTTO, sai che
ti dico? Mi sono rotta di te e delle tue continue domande!>>
Sanji si rialzò e si accese una sigaretta << Pettirossino,
non so perché ti dia fastidio questo nome...>>
La rossa lo fulminò << Ma sei impazzito? Così la farai
arrabbiare ancora di più!>>
<< Fidati di me...e se dovesse fracassarmi dalle
botte, continua tu! Falla sfogare, cerca il dialogo, si calmerà!>>
<< Sanji...>>
La mora si girò verso di lui << Ti avevo avvertito,
biondino!>> gli ci si lanciò addosso e cominciò a pestarlo e lui restando
immobile e incassando ogni suo colpo parlava << Sì, brava...picchia me,
ma chi sono io? Forse la causa del tuo odio?>>
<< Basta, finiscila!>>
<< Non sono io, vero? Ma te la prendi con me
ugualmente, perché?>>
La donna iniziò a piangere istericamente <<
Smettila!>> il cuoco non resistette più, svenne
Nami deglutì a vuoto << Adesso tocca a me...>>
Robin si girò verso di lei, aveva anche iniziato a ridere
<< Che ti ha fatto? Perché sei così arrabbiata con
lui?>> provò a chiederle facendo qualche passo indietro.
<< Avevo perso tutto, il mio destino era un corridoio
buio...>>
<< Sì ma lui in tutto questo che c'entra?>>
<< Lui è stato uno spiraglio di luce, la possibilità
di cambiare, era tutto per me: amici e famiglia...poi si è preso gioco di
me...>>
Era pericolosamente vicina ma la cartografa non demorse
<< Che cosa ha fatto?>>
L’archeologa pronunciò in un soffio << E' morto...>>
<< Cosa?>>
La mora le si avventò contro, Nami cadde: si sentì stringere
il collo ma non mollò << M- ma come? E la ta- taglia?>>
Robin strinse più forte piangendo disperatamente << Ha
mentito...>> strinse << …ha fatto finta…>> strinse di più
<< ...mi ha abbandonata!>>
La rossa ormai stava per soffocare << R- Robin, ti
prego...lasciami...soff-oco! Ti p-prego: non hai pen...sato che a-abbia avuto
dei buoni moti...vi?>>
La cow-girl mollò la presa di colpo << E non ha
pensato che avessi bisogno di lui? Sono dovuta sparire, di nuovo, e così ho
incontrato la più terribile feccia che il mondo abbia mai avuto, compreso
Croccodile...>>
<< Sì ma hai incontrato anche noi!>>
Robin si mise una mano sugli occhi e pianse tutte le lacrime
trattenute sino ad allora << Lo odio, lo odio con tutte le mie forze e la
cosa che più mi da fastidio è che se lo odio per questo vuol dire
che...>> tirò su il viso ansimando, si guardò le mani insanguinate
<< Che cosa ho fatto?>>
Nami capì che finalmente era finita e l' abbracciò <<
Sei di nuovo in te, Robin, sei di nuovo in te!>>
I ragazzi si ripresero, la nebbia si diradò, la tempesta se
ne andò e il cielo tornò azzurro: l' isola divenne celeste chiara, era fatta di
minerali che rispecchiavano il colore del cielo e i geyser smisero di eruttare
Zoro sospirò << Sembra che qualcuno si sia
calmato!>>
<< Sono contento...anche perché picchiava
forte!>> disse ridendo il capitano
<< Sono stata io a ridurvi così?>> chiese
perplessa la donna guardando lo stato in cui erano i suoi compagni.
<< Pettirossino mio, non devi pensarci più! Ormai è
passato!>> cinguettò Sanji
La rossa guardò lo spadaccino << Zoro, per
piacere...>>
<< Per una volta sono d' accordo con te...>>
prese il mento del cuoco fra le dita e lo porse alla cow-girl
<< Robin, prego!>> la invitò la navigatrice
La mora capì << Non mi sembra il caso...>>
<< Che sarà mai: uno in più...uno in meno>> le
disse Zoro alzando le spalle
Nami la guardò fissa << Ti ordino di colpirlo me lo
devi!>>
<< Te lo devo?>>
<< Te lo spiego poi, su!>>
<< E va bene, d' accordo! Scusa Sanji!>> gli
mollò un pugno sotto il mento e lo ribaltò
La cartografa la guardò soddisfatta << Oh, così si fa!
Ora torniamo alla nave...guardate, il logpose si è riposizionato quindi ora la
nostra rotta sarà Dead Calm! Qualcosa in contrario?>>
Robin sorrise << No...>>
Rufy urlò << Allora andiaaaaaamoooooooo!>>
Zoro seguiva il gruppetto trascinando il cuoco semi-
agonizzante che si lamentava << Ma che bizogno c'era di zcolpire cozì
forzte?>>
Lo spadaccino sospirò << Se avessi tenuto la bocca
chiusa...non sarebbe successo!>>
La rotta era stata impostata, ormai non si poteva più
tornare indietro: per Robin era giunto il momento di regolare i conti con il
suo passato...ma come sarebbe finita questa lotta impari? Sospirò: sapeva che
cosa l' aspettava quella sera, non c' erano più scuse: questa volta la vedetta
notturna sarebbe toccata proprio a lei e alla navigatrice; non c' erano più
scuse, dopo quello che era venuta a sapere da Nami dei suoi comportamenti sull'
ultima isola, era sicura: quella sera avrebbe parlato.
<< Allora ragazze, noi andiamo...>> le salutò
Rufy sorridendo
<< Divertitevi...>> disse Usop sarcastico
Zoro le prese in giro << Sognerò qualcosa anche per
voi...>>
Nami fece una smorfia << Spiritosi!>>
<< Buona notte...>>
<< 'Notte amorini...non stancatevi troppo>> le
salutarono, invece, più gentilmente il medico e il cuoco.
Robin gli sorrise << 'Notte...>>
I ragazzi uscirono dalla cucina e si diressero verso la loro
stanza
<< Uff...se ne sono andati: finalmente un po' di
pace>> disse la navigatrice stirandosi
L’archeologa si alzò << Prevedo una lunga
notte...meglio munirsi di litri di caffè>>
<< Lunga? E perché?>>
<< Non penso che il tempo passerà molto velocemente se
staremo a scrutare in continuazione un orizzonte buio...almeno che tu non
voglia partecipare ad un esperimento...>> le disse la mora guardandola
negli occhi: era inutile girarci intorno, l' avrebbe fatto subito e poi, poteva
risultare come un' utile valvola di sfogo personale nonostante il senso di
calma che l' aveva pervasa appena lasciata l' isola dell' ira
La rossa la guardò sospettosa << Che tipo di
esperimento? Non vorrai mica vivisezionarmio qualcosa del genere, vero?>>
<< Ma per chi mi hai preso?!>> le disse
fingendosi offesa
<< Per una con uno spiccato senso dell' orrido e del
macabro...>>
La cow- girl rispose con la faccia e il tono di voce più
seri che avrebbe mai potuto fare << Ti riferisci ai miei adorati
passatempi? Non ti preoccupare, non li ho mai testati su amici...ma non è detto
che non possa farlo, un giorno...>>
La cartografa impallidì << E non vorrai cominciare
proprio adesso, vero?>>
Robin scoppiò in una fragorosa risata.
<< Che hai da ridere ora?>> la guardò allibita
<< La tua faccia...>> rise ancora << ...è
uno spasso! Stavo solo scherzando...>> si piegò in due dalle risate, le
faceva male lo stomaco e non si reggeva in piedi: dovette appoggiarsi al tavolo
per evitare di cadere. Nami dal canto suo la guardava stupita: l' aveva vista
seria, triste, arrabbiata, adirata, l' aveva vista piangere ma vederla ridere
in quella maniera le mancava...finalmente stava uscendo fuori un po' di vera
Nico Robin.
La cow-girl aveva smesso di ridere e si era seduta su una
sedia a riprendere fiato, la rossa si finse arrabbiata << Brava,
brava...è così che si trattano le amiche? Mi sento offesa...ti
disamico!>>
Quella le lanciò un' occhiata interrogativa << Ti
DISAMICO?>>
<< Sì, è la prima parola che mi è venuta in mente per
renderti consapevole del fatto che non sei più mia amica>>
<< Ok, vorrà dire che l' esperimento riguardante il
PASSATO lo farò con qualcun altro...>>
Alla cartografa brillarono gli occhi << Hai detto
passato? Il TUO passato? Mia BEST-FRIEND, potevi dirlo subito!>>
Una goccia apparve sulla nuca della mora << Certo che
le tue facce di bronzo sono degne di premio...>>
Nami si ricompose << Come mai ti sei decisa?>>
<< Dopo che mi hai raccontato dell' isola dell' ira,
mi sono accorta di avere delle questioni in sospeso anche con me stessa e ho
pensato che, magari, ripercorrendo il passato avrei potuto risolverne qualcuna
e poi...>>
<< ...il peso dei ricordi, affrontato con qualcuno, è
molto più lieve rispetto al passato affrontato in solitudine...>>
Robin sorrise << Frase degna dei migliori
filosofi...>>
<< Modestamente!>> disse sorridendo orgogliosa
<< Non ti senti usata, così?>>
<< Io? Adoro essere usata in questo modo...su, avanti,
racconta: sono tutta orecchi!>>
L’altra prese fiato << Tu sai che i miei guai sono
cominciati da quando a otto anni ho distrutto sei navi della Marina, da allora
ho cominciato a scappare e a vivere nell' ombra per diversi anni fino a che non
sono stata abbastanza grande per rendermi credibile al cospetto di bande sovversive...purtroppo
ad avere a che fare con certa gentaglia la vita non è semplice, lo sai anche
te, e spesso si fanno pericolose esperienze: come socializzare con le prime
trappole...>>
“
<< Ehi, ragazzina! Porta da bere!>> disse un
uomo burbero seduto ad un tavolino
<< Scordatelo Blade, lei non è una cameriera, è una
nostra collaboratrice...>> fu la risposta di quello che evidentemente
doveva essere il boss.
<< Collaboratrice, Jax? Ma se è ancora una
poppante...sei un capo troppo comprensivo>> continuò il primo ridendo.
L’altro non si scompose << Poppante? Sarebbe in grado
di metterti ko in pochi secondi>>
Blade si alzò inviperito e diede un calcio alla sedia
<< Ah, sì? Bene, bambina, dimostramelo!>>
Cori si alzarono per tutto il locale << Non farle
troppo male Blade!>> << Già e non te ne approfittare...è ancora
minorenne!>>
Jax sbuffò << E piantala...così sei tu a passare per
bambino>>
<< Ormai è una questione d' onore>>
<< Onore? Ah, ah, ah...Blade che parla d' onore,
domani nevica!>>
<< Avanti, comincia o no questa rissa?>>
La giovane Robin sospirò << Uomini...>>
Blade si stava avvicinando pronto a darle battaglia e lei,
dal canto suo, era pronta a menare entrambe le mani...e non solo quelle!
In quel momento la porta della stanza venne sfondata ed
entrarono vari uomini della Marina
<< Fermi dove siete! Con il potere conferitomi dalla
Marina vi dichiaro tutti in arresto!>>
La ragazza si fece scappare una fine imprecazione <<
Merda!>>
<< Come diavolo hanno capito che eravamo qui? Sei
stata tu!>> le disse adirato il suo sfidante
<< Ma che dici? Idiota!>>
Il capo si alzò << Ha proprio ragione la ragazza, sei
solo un' idiota...come tutti voi altri del resto e anche lei non è stata molto
furba...>>
Blade lo guardò sorpreso << Capo, che stai
blaterando?>>
<< Sei tu la talpa! Non è vero, Jax?>> gli disse
Robin guardandolo storto
Quello rise << Ah, ah, ah...in gamba,
veramente...peccato che tu l’abbia capito troppo tardi>>
<< Come hai potuto tradirci?>> gli chiesero i
suoi uomini disgustati
<< Tradirvi? Siete stati voi gli sciocchi ad unirvi a
me! Era uno specchio per le allodole e voi ci siete cascati...>>
<< Tu sei uno della Marina!>> lo accusò la
moretta
<< Sì, ragazzina, e ti dirò...sono anche un Capitano!
Ho avuto ordine di richiamare in una ciurma un po' di teste calde da spedire al
fresco con una bella retata, tuttavia non avrei mai pensato di riuscire a
catturare Nico Robin!>>
Tutti la guardarono ammutoliti << Nico Robin?>>
<< Curioso il destino, è? Ma ti dirò...non mi hai
ancora catturato!>> fece apparire varie braccia che crearono scompiglio
fra i vari uomini, così, con la confusione come complice la giovane se la
svignò da una finestra
Jax esortò i suoi uomini << Maledizione, è scappata!
Voi, occupatevi di questi insetti! Mentre voi venite con me...dobbiamo acchiappare
il pesce grosso!>>
Robin correva fra i vicoli e i muretti, di cui la cittadina
era interamente costituita, tirandosi dietro mille accidenti per essere finita
in quella trappola assurda...si fermò sul ciglio di un muro piuttosto alto, era
nei guai: non poteva fare un altro passo e la Marina l' aveva raggiunta!
<< La tua corsa finisce qui tesorino mio...>> le
disse il capitano ridendo
<< UNO non sono il TUO tesorino e DUE la mia corsa non
è ancora finita>>
<< E che vuoi fare? Buttarti giù dal muro?!>>
La ragazza lo guardò in tono di sfida << E perché
no?>> si girò e saltò giù
Uno degli uomini al suo seguito sgranò gli occhi <<
Quella non ha tutte le rotelle a posto...>>
Jax si alterò << Altroché matta! Userà il suo potere,
non si farà un graffio e noi la perderemo! Presto, facciamo il giro e
raggiungiamola!>>
Robin stava per far apparire delle braccia sotto di lei per
attutire la caduta quando un ragazzino si piazzò proprio nel punto designato
<< Ehi, tu, levati di lì!>>
<< Cos...?>> quello alzò lo sguardo e vide una
ragazzina che cadeva giù dal cielo mentre dei Marine mandavano mille
maledizioni al suo seguito; che si farebbe in una situazione del genere? Il
tempo per pensarci non c' era: Robin gli si ritrovò in braccio, l' aveva presa
al volo << Ehi, cosa volevi fare: volare?>>
<< Mettimi giù subito!>> fu la risposta seccata
della mora
<< Come vuoi tu...passerotto! Ah, ah, ah!>> la
adagiò a terra ridendosela di gusto
<< Smettila di prendermi in giro...comunque grazie,
per avermi salvata...>>
<< Non c'è di che! Ma dimmi, chi sei? Come mai la
Marina ce l' aveva con te?>>
<< Non vedo come queste cose ti possano
interessare...>>
Il ragazzo alzò le mani << Ah, scusami: che
permalosa...facevo così per parlare...>>
Jax e i suoi uomini l' avevano trovata...ancora <<
Eccola, prendiamola!>>
<< Ehi, c'è qualcuno con lei!>>
<< E' un ragazzino...>>
Il capitano tirò velocemente le somme << Sarà un suo
complice, prendiamo anche lui!>>
I due ragazzi se la diedero a gambe
<< Grazie tante, ora vogliono anche me!>> le
disse quello imbronciato
Robin gli rispose sempre più seccata dalla situazione
<< Non ti ho chiesto io di salvarmi...>>
<< Certo che vuoi sempre avere l' ultima parola tu, è?
Comunque mi devi un favore...>>
<< Io non ti devo proprio un bel niente!>>
<< Dici? Ti ho salvato la vita e per colpa tua, ora,
ho la Marina alle costole...>>
<< Non si rinfacciano i favori alla gente, sai? E poi
mi sarei potuta salvare da sola>>
<< Ah sì? E come?>>
<< Così!>> fece apparire due mani che tirarono
il colletto della maglietta del ragazzo che rimase palesemente stupito ed
entusiasta << Wow...fantastico! Non avrei mai pensato di poterti
incontrare! Ah, ah, ah!>>
Robin sbuffò << Che hai da ridere?>>
<< Niente: pensavo che, allora, ci sarebbe un nome più
appropriato...>>
<< Al posto di cosa?>>
<< Di passerotto...>>
<< Uff...e sarebbe?>>
I Marine gli erano di nuovo alle costole <<
Prendiamoli!>>
<< E che cavolo, non vogliono proprio mollare!>>
disse la mora guardandosi alle spalle
<< Sono ossi duri...>>
<< Presto, andiamo di qua!>>
Lui la bloccò << Sei pazza? Di lì gli andiamo
direttamente in bocca!>>
<< Dove dici tu, la strada per arrivare al porto,
diventa lunga il doppio!>>
<< E chi ti ha detto che voglio andare al porto? Sarà
pieno di navi della Marina e ci catturerebbero di sicuro!>>
<< Allora che hai intenzione di fare?>>
<< Ci nascondiamo!>> le prese un braccio e l'
attirò a sé.
Jax si guardò intorno << Dove diavolo si sono cacciati
quei maledetti mocciosi?>>
Uno dei suoi uomini arrivò a fargli rapporto << Non
sono passati nemmeno per la scorciatoia verso il porto...>>
<< Allora vuol dire che ci saranno arrivati in un
altro modo...alle navi presto, se hanno preso il mare non ci
scapperanno!>>
Nel buio, dietro ad un angolo di uno stretto vicolo, i due
ragazzini erano vicini.
<< Incredibile, avevi ragione tu!>> disse Robin
vedendo i Marine allontanarsi.
<< Cara mia, io ho sempre ragione!>> le rispose
quello con fare teatrale.
<< Allora Mr. Modestia a Parte, ce l' hai un nome o
preferisci essere chiamato così?>>
<< Certo che ce l' ho! Mi chiamo Jacques Caine...lieto
di fare la tua conoscenza, pettirosso!>>
<< Ok, Jacques, piacere di averti conosciuto però,
adesso, potresti anche evitare di starmi così attaccato: i Marines se ne sono
andati>> e cercò con una spinta di allontanarlo da sé
Il ragazzo si rese conto << Oh, scusami, hai
ragione...>> si scansò
<< Bene...grazie tante del tuo aiuto ma le nostre
strade si dividono qui!>>
Quello le si parò davanti bloccandole la strada << Io
non credo proprio, Nico Robin, tu mi hai messo nei guai e ora condividerai le
mie pene>>
Lei gli rispose seccata superandolo << Ho già le mie
da sopportare...>>
<< Va bene, allora io condividerò le tue...>>
<< Nessuno ha chiesto il tuo aiuto...>>
<< Scommetto che tu te la sei cavata sempre da sola,
non è così?>>
<< Appunto e non vedo l' utilità di appoggiarsi ad
altre persone...>>
<< L ' hai mai fatto? No, vero? E allora come fai a
dire che è inutile?>>
Robin gli diede le spalle e iniziò a camminare in silenzio
Jacques sospirò << Donne...valle a capire!>>
La ragazza camminava già da parecchi minuti; dietro aveva
sempre quel ragazzo, non aveva smesso di seguirla nemmeno per mezzo secondo, si
girò di scatto facendolo sobbalzare << Insomma, la vuoi smettere di
venirmi dietro?>>
Jacques rispose in un' alzata di spalle << No...>>
<< Mi dai sui nervi, sai?>>
Lui le sorrise << Lo so, cerco di prenderti per
sfinimento...e credo stia funzionando>>
La mora sbuffò << E ve bene, d' accordo...puoi venire
con me ma vedi di non stressarmi!>>
<< Ci proverò...pettirosso!>>
<< E piantala!>>
”
<< Ed è così che vi siete conosciuti: lui ti ha preso
al volo mentre tu cadevi dal cielo...che cosa romantica!>> le disse Nami
sospirando.
Robin inarcò un sopracciglio << Romantica?>>
<< Certo! Un incontro del genere è un preludio ad una
grande storia d' amore: lui si mette nei guai per salvare lei; lei, essendo una
donna indipendente, subito non lo sopporta e...>>
<< E...?>>
La rossa notò l' occhiata poco amichevole della donna
<< ...e poi lei si stanca, lo manda al quel paese e continua per la sua
strada!>>
La cow- girl sorrise << Tipico finale da romanzo
rosa...>>
<< Che ci posso fare? Altrimenti minacci di uccidermi!
Ma sappi che...>> si alzò e andò vicino alla porta << ...arrabbiandoti
non fai che darmi ragione!>> e se la svignò velocemente catapultandosi
fuori dalla cucina. Robin alzò gli occhi verso il soffitto “ Che strana
ragazza”
L' archeologa raggiunse la navigatrice che era andata a
vedere com' era la situazione vicino alla polena << Se hai tanta paura
delle mie reazioni perché non la smetti di punzecchiarmi ogni volta che ti si
presenta l' occasione?>>
<< E' più forte di me...>>
Robin sbuffò << Lo sospettavo...>>
Nami riprese il discorso << E così si è unito a te...e
poi com' è andata?>>
<< Siamo diventati amici, essendo rimasti entrambi
senza genitori siamo diventati l' uno la famiglia dell' altro...>>
<< Ma quanti anni avevate?>>
<< Io avevo quindici anni e lui sedici...abbiamo
vissuto insieme per tre anni, abbiamo condiviso tutto: vita, gioie, dolori,
nuove esperienze...ho condiviso con lui il mio sogno di trovare Poignee
Griffe...>>
La cartografa la bloccò di scatto << Un momento: hai
detto nuove esperienze? QUEL genere di esperienze?>>
La mora scosse la testa << Certo che, tu, fai malizia
di secondo nome...comunque no…>> poi aggiunse soprappensiero << …anche
se una volta...>>
<< Una volta? Questo si che è interessante...racconta,
racconta>>
Robin si portò una mano alla fronte << Oh Signore!
Maledetta me quando apro bocca!>>
<< Ormai hai lanciato la pietra...non è bello tirare
indietro il braccio>>
<< Ok, ok...tanto rimarrai delusa>>
<< Lascia che sia io a deciderlo>>
<< Ho recepito il messaggio, racconto...racconto:
eravamo sbarcati in un' isola solare, in quanto eravamo venuti a sapere che nel
museo della capitale era custodita la coppia più realistica mai esistita di
Poignee Griffe...decidemmo che saremmo rimasti lì sino a che non saremmo
riusciti a decifrare quelle strane scritte; passammo giorni e giorni davanti a
quel blocco di pietra, come minimo la gente che visitava il museo ci prese per
dei pazzi, poi finalmente...>>
“
La giovane Robin scattò in piedi di colpo << Non ci
posso credere...>>
Jacques si svegliò dal pisolino che si era concesso sopra ai
vari fogli contenenti appunti di ogni genere << E'? A c-cosa non puoi
credere?>> si stropicciò gli occhi
<< Ce l' ho fatta! Ho capito cosa c' è
scritto!>>
Il ragazzo si riprese al volo << Cos' hai fatto? Non
stai scherzando, vero?>>
La mora aveva un sorriso a 32 denti << Non sono mai
stata così seria in vita mia! Jacques, ce l' abbiamo fatta!>> e senza
accorgersene l' abbracciò
<< Sei un vero genietto>> poi si soffermò a
vedere la ragazza praticamente avvinghiata a lui dalla felicità << ...incredibile...>>
<< Anch' io non riesco ancora a crederci...>>
<< Veramente non mi riferivo solo a quello>>
Robin lo guardò stupita << E a cos' altro?>>
<< Al fatto che ti ci sono voluti due anni per
abbracciarmi...>>
Lei arrossì rendendosi conto, solo in quel momento, di cosa
stava facendo e della pericolosa vicinanza al suo volto, sciolse l' abbraccio
<< Era l' euforia del momento...>> si giustificò
<< Certo, certo...>> le disse storcendo le
labbra
Cercò di sviare il discorso << Sono troppo
contenta!>>
Jacques sorrise << Bene, allora...andiamo a
festeggiare!>>
<< A festeggiare?>>
<< Certo! In più abbiamo la fortuna che questa sera in
città c'è musica...>>
<< E quindi?>>
Il ragazzo la guardò scotendo la testa sconsolato <<
Come sarebbe a dire E QUINDI? Si mangia, si beve, si balla...>>
Robin ci pensò un po’ su << ...uhm, ok...ci
sto!>>
<< Perfetto! Sta sera ci si diverte!>>
I due ragazzi si prepararono per la serata, Jacques
raggiunse Robin nei pressi della festa cittadina: era voltata e gli dava le
spalle << Sei bellissima...>>
Lei girò solamente il viso verso di lui << Che fai, ci
provi?>>
Lui arrossì << Io? Non lo farei mai...>>
<< Bene, allora andiamo...oh, Jacques...>>
<< Che c'è?>>
<< Potresti evitare di guardarmi il sedere? E' da
quando sei arrivato che non ci stacchi gli occhi di dosso>>
Il ragazzo spostò lo sguardo di lato colto in flagrante
<< A- andiamo su...e comunque te l' ho guardato solo per i primi due
minuti...>>
<< E ti sembra poco? Sei arrivato qui da tre!>>
gli disse ridendo
Jacques stava per morire dalla vergogna poi lei gli tese una
mano << Allora? Andiamo o stiamo?>>
Lui le prese la mano e cercò di sorridere <<
Andiamo...>>
La serata passò tra una cena, balli e fiumi e fiumi di alcol
mandati giù con la scusa dei festeggiamenti: la sbronza arrivò presto
<< Jacques...non mi sento tanto bene...ce ne
andiamo?>> gli disse Robin con la voce impastata
<< Sono d' accordo...mi gira un po' la testa>>
barcollò e per poco non finì a terra
Lei rise << Ah, ah, ah...sei ubriaco fradicio!>>
<< Senti chi parla...>>
Arrivarono, finalmente, nella stanza che avevano affittato
per la loro permanenza sull' isola
Il ragazzo si stirò << Sono veramente a pezzi>>
e si buttò sul letto a peso morto
<< Tu mi porti sulla cattiva strada...>> gli
disse lei sbuffando e si buttò al suo fianco
<< Non sono io ad avere 79 milioni di Berry come
taglia...>>
La moretta gli saltò addosso prendendolo per la maglia
infastidita da quella risposta << Cosa vorresti dire?>>
<< Niente…>>
Mollò la presa << Uhm...meglio così>>
Lui la guardò in tono di sfida << Altrimenti?>>
Lei non si scompose << Non sai cosa potrei farti!>>
Jacques si rigirò di scatto imprigionandola sotto di sé
<< Fammi un esempio, Pettirosso>>
Robin fece apparire un braccio sulla schiena del ragazzo e
gli tirò indietro la testa << Non sfidarmi...potresti pentirtene!>>
<< ...penso che mi pentirò solo se non faccio un
cosa...>>
<< Quale?>>
La attirò a sé << Questa!>> e la baciò
”
<< E poi?>> chiese Nami curiosa
<< E poi non ricordo...>>
<< Come non ricordi?>>
Robin sospirò << Ero ubriaca persa!>>
La rossa storse le labbra << Quindi voi due avreste
potuto...>>
<< Questo lo escludo...>> tagliò corto la mora
<< E perché? Hai detto che non ricordi di lì in
poi...e da quel che mi hai raccontato il proseguo può essere uno solo: una
notte selvaggia di s...>>
L’archeologa concluse per lei << Di Sonno
selvaggio!>>
<< E chi te lo dice?>>
<< I vestiti intatti che avevamo addosso la mattina
seguente!>>
La cartografa arrossì per aver insistito su un piano
parecchio intimo e personale; cercò, così, di portare avanti il discorso
<< Andiamo avanti...sorvoliamo tutto il resto e arriviamo all' ultimo
punto...comincia ad imbarazzarmi questa conversazione...>>
<< Sei tu che la porti su toni imbarazzanti...>>
la guardò la cow-girl inarcando un sopracciglio
<< Sì, sì...è colpa mia, su...>>
<< E va bene...passò un altro anno piuttosto nella
norma, qualche fuga ogni tanto ma niente di più...poi, un giorno, Jacques mi
disse di aver una commissione importante da fare e non lo vidi per tutto il
giorno: alla sera tornò ma era stranamente giù di morale e pensieroso: una
giornata no, pensai. Infatti nei giorni seguenti tornò tutto alla normalità a
parte il fatto che aveva smesso di usare nomignoli vari e poi…>> si
bloccò
<< Poi?>>
Robin strinse i pugni << E poi accaddel' incidente...>>
<< Quale incidente?>>
La donna ignorò la domanda, le avrebbe risposto fra poco
<< La Marina riuscì a rintracciarci e questa volta erano decisi più che
mai a catturarci...>>
“
I Marine sbraitavano con furore << Questa volta sono
in trappola, non ci sfuggiranno!>>
<< Se becchiamo Nico Robin e il suo complice, questa
volta, ci promuoveranno di sicuro>>
Alla ragazza cominciavano, ormai, a saltare i nervi <<
Jacques, siamo nei guai: hanno bloccato tutto!>>
<< Allora cerchiamo di creare un po' di
scompiglio...>> le rispose lui sicuro di sé
<< E come?>>
<< Tu fidati di me e seguimi>>
<< D' accordo!>>
Girarono un angolo velocemente e si ritrovarono in una
piazzetta che dava sul molo: era pieno di soldati
Robin lo prese per la maglia strattonandolo <<
Jacques...ma cosa hai combinato?>>
<< Robin, ti prego, fidati!>>
<< E cosa dovrei fare?>> chiese lei non
capendoci, veramente, più nulla
<< Corri!>>
<< Cosa?>>
<< Corri verso quella nave da carico e scappa!>>
La moretta lo guardò preoccupata << E tu?>>
Jacques sorrise << Io me la caverò...>>
<< Io non ti lascio qui!>>
Il ragazzo sottrasse un fucile da un Marine e lo puntò su di
lei << Invece lo farai! Vai! O ti sparo...>>
<< Ma...>>
<< Va'!>> le urlò con rabbia
Robin corse facendosi largo tra i Marines usando il suo
potere, salì sulla nave cargo proprio nel momento in cui stavano levando le
cime: Jacques era uno stupido! Si girò verso il molo e lo vide, per l' ultima
volta, cercare di scappare dalla Marina poi passare vicino a dei barili pieni
d' olio che scoppiarono in aria colpiti da pallottole vaganti...
Urlò con le lacrime agli occhi << Nooo!
Jacques!>>
”
La mora sospirò << E così pensai che fosse morto nell'
esplosione...era lì a un passo! Da allora non mi fidai più di nessuno e passai
di banda in banda sino ad arrivare alla Baroque Works, a Croccodile e a
voi...>>
<< E non hai pensato che si fosse potuto
salvare?>> le chiese Nami sorseggiando un po’ di caffè
<< Ci sperai per un anno, due poi mi
convinsi...>>
<< Perché?>>
Robin le spiegò << Una promessa: se ci fossimo
separati per qualche motivo avremmo avuto due anni per ritrovarci...>>
<< E se non vi foste trovati?>>
<< Avrebbe significato che uno dei due era
morto...>>
<< Ormai è sorta l' alba...il nostro turno è finito,
dovrebbero venire a darci il cambio>> le fece notare la mora
<< Detto
fatto, tesorini miei, sono pronto a sostituirvi! Se volete vi preparo
qualcosina da mangiare>> disse Sanji sbucando da sottocoperta
La rossa rifiutò l’offerta << Per me niente, grazie:
sono troppo stanca e voglio andare a riposare>>
<< Lo stesso vale per me...>> si aggiunse
l’archeologa
<< Allora andate pure, angeli miei, quando vi
sveglierete vi farò trovare qualcosa di veramente delizioso…>>
<< E a me cosa prepari?>> il ragazzo di gomma
aveva raggiunto il cuoco per affiancarlo nel turno di vedetta
<< Per te ci sono gli avanzi di ieri sera...>>
grugnì il cuoco per l’idillio spezzato
Neanche il tempo di pronunciare quelle parole che il
capitano si era già fiondato in cucina
Robin sorrise << Noi andiamo...>>
<< D' accordo...ah, Nami, per la rotta?>>
<< Devi mantenere la nave sempre in questa
direzione...secondo i miei calcoli, molto teorici in quanto non so
assolutamente a che distanza possa essere, dovremo arrivare su Dead Calm domani
mattina>>
Nella stanza delle donne
Nami chiese alla mora << Senti, Robin...con i ragazzi
che intenzioni hai?>>
<< In che senso?>>
<< Hai intenzione di parlargli di Jacques?>>
<< Gli dirò che lo conoscevo ma preferirei evitare i
vari particolari...>>
<< Per cui rimarrò l' unica a sapere qualcosa del tuo
misterioso passato...>>
Robin le disse gelidamente << Da un testimone incomodo
è facile liberarsene ma da sei diventa complicato...>>
Al loro risveglio, le ragazze, trovarono il marasma più
totale: Sanji era a spignattare in cucina intento a preparare la cena, le due
donne avevano dormito tutto il mattino e tutto il pomeriggio, Usop era intento
a pregare gli dei cercando di guadagnarsi la loro clemenza per l' incontro
imminente con "Il Prete" e Chopper cercava di rassicurarlo in tutti i
modi e le maniere possibili. Ma quelli che facevano più casino di tutti erano
Zoro e Rufy che avevano cominciato una vera e propria lotta fra loro che
rischiava di distruggere tutta la nave...e per cosa, poi?
<< Sono io il capitano! E quindi spetta a me, battermi
con Il Prete se cerca di fare resistenza!>> cercò di far valere la sua
autorità il ragazzo di gomma
Lo spadaccino sembrava non essere d’accordo << Ma non
farmi ridere, con la tua forza non riusciresti a convincere nemmeno il più
ingenuo degli ingenui...figurati uno che è preceduto dalla fama di una taglia
di 250 milioni di Berry!>>
<< Io ti ho convinto subito!>>
<< Io ti ho seguito solo perché mi avevi salvato la
vita...>> disse quello arrossendo << …ci penserò io convincerlo!>>
Nami decise di porre fine a quello strazio colpendoli
entrambi con il suo solito pugno in testa << Dilettanti, distendetevi
prima di farvi male! Per convincere Il Prete ci vuole la mia arma
segreta!>>
Rufy aveva gli occhi a stelline dall' emozione << Arma
segreta?>>
Zoro, invece, cercava di fare poco l' interessato ma era
comunque curioso di sapere cosa poteva aver tirato fuori quella testolina
malefica << E sarebbe?>>
Robin si fece avanti << Sarei io...>>
<< Tu?>> chiesero quelli allibiti
Durante la cena:
Rufy mangiava senza sosta << E coscì tuf
conoscevrevsti Il Prescte?>>
<< Sì, si chiama Jacques e ho vissuto in sua compagnia
per tre anni...>> spiegò velocemente la mora
Il capitano continuava a masticare << Ah,
capivscof...>>
Nami lo affogò nel piatto << E piantala!>>
Sanji cercò di fare due più due << Così speri di far
leva sulla vostra vecchia amicizia?>>
<< Potrei provare...>>
Zoro, come sempre, fece l’ottimista << E se non
dovesse funzionare?>>
La rossa tossì facendo finta di niente
<< Non ci avevi pensato...>> disse il medico di
bordo con una goccia sulla testa
<< Beh, ci penserò io a convincerlo, con i miei
poteri...>> lo rassicurò Rufy
Robin dovette dargli una brutta notizia << I tuoi
poteri, come i miei e quelli di Chopper, saranno inutili...>>
<< E perché mai?>> chiese curioso il cecchino
<< Jacques è un abilissimo tiratore d' arco e alcune
delle sue frecce sono, o almeno, erano fatte di agalmatolite marina...>>
Nami capì << In questo modo non riuscireste nemmeno ad
avvicinarvi...>>
<< Beh, allora posso intervenire io...>> disse
lo spadaccino ridendo
Sanji lo guardò scotendo la testa <<
Presuntuoso!>>
Zoro ringhiò << Cos' hai detto?>>
<< Hai capito benissimo...>>
Il nasone mise le mani avanti << E se cercassimo di
convincerlo senza farlo arrabbiare? Stiamo pur sempre parlando di uno da 250
milioni...>>
<< Per una volta sono d' accordo con la precauzione di
Usop>> aggiunse la rossa
Sanji le diede man forte << Allora cercheremo di
prenderlo per le buone...Robin, tesorino, puoi dirci qualcos' altro su questo
Jacques che ci aiuti a riconoscerlo meglio? Abbiamo la sua foto ma potrebbe
camuffarsi...sappiamo che è un tiratore d' arco ma potrebbe non essere l' unico
dell' isola...ricordi per caso qualche altro particolare?>>
<< Suonava l' ocarina...>> rispose la donna
senza pensarci nemmeno un momento
Gli occhi di Rufy si illuminarono << Un musicista? Lo
voglio assolutamente nella mia ciurma!>>
Nami si batté una mano sulla fronte << Uffa...ancora
con questa storia del musicista a bordo...>>
<< E che male c'è, scusa? Ai pirati piace tanto
cantare...>> le disse il capitano innocentemente
<< Nami, cara, non addentrarti in questi discorsi con
lui...è più duro dei sassi>> le fece notare il cuoco
<< Sì, ne ho qualche vaga idea...>>
Il mattino seguente, Usop urlò dalla vedetta <<
Ragazzi, ho avvistato terra! Siamo arrivati, fra poco sbarcheremo su Dead
Calm!>>
Nami iniziò a dare i soliti ordini << Su, preparatevi
alla discesa, ci aspetta un incontro importante>>
Rufy si mise in posizione statuaria << Prete, ti troveremo!>>
Chopper lo seguì a ruota << E farai parte della nostra
ciurma!>>
E insieme urlarono << Siiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiì!>>
La rossa li guardò con un enorme goccia sulla testa <<
Bambini!>>
Una volta scesa, la ciurma, non poté che lasciarsi andare
allo stupore
<< Ma è un' isola meravigliosa!>> disse il
capitano rimasto a bocca aperta
Chopper si guardava attorno estasiato << E'
fantastica!>>
<< E' un vero paradiso...aaaaaah!>> si stirò
Usop prima di buttarsi a terra.
L' isola era un' immensa distesa di sabbia celeste
finissima, l' acqua era cristallina: era tutto tremendamente rilassante,
sembrava impossibile che, dopo delle isole infernali come quelle dell'
Arcipelago dei Peccati, potesse esistere un' isola così. Al centro della
spiaggia vi era un viottolino fatto di ghiaie azzurre, il quale portava verso
l' entroterra dove s' intravedeva un piccolo villaggio di case bianche dai
tetti blu. Nami prese Robin in disparte << Allora, ti senti pronta? Sei
abbastanza calma?>>
La donna inarcò un sopracciglio << Forse sei tu ad
aver bisogno di un calmante...sembra che l' agitazione abbia preso te al posto
mio...>>
<< Io? Come potrei...quest' isola è così rilassante e
poi...senti! Che musica fantastica...chissà da dove viene...>>
Anche la mora si mise in ascolto << Hai ragione, è
stupenda...un momento! Io questa musica la conosco ed è anche il suono di un'
ocarina!>> si mise a correre
<< Ehi, aspettami!>> iniziò a seguirla
Robin correva come un ossesso su per il viottolo di ghiaie
azzurre, la musica si faceva sempre più vicina: fra pochi metri, ancora qualche
passo, l' avrebbe rivisto....si arrestò, riprese fiato e alzò lo sguardo…su una
pietra blu vi era un ragazzino dai capelli biondi tagliati a spazzola sulla
nuca con due lunghe ciocche che da sopra la fronte scendevano ad incorniciargli
il viso acceso da due splendidi occhi verdi. Vestito sportivamente con una
maglietta senza maniche celeste, bandana azzurra al collo, pantaloni corti neri
e scarpe da ginnastica dello stesso colore della maglietta: portava sulla schiena
una faretra piena di frecce dalle candide piume combinate, naturalmente, con un
grosso arco appoggiato lì vicino. Tra le mani aveva una bella ocarina che
continuava a suonare tranquillamente inconsapevole del fatto che una donna lo
stesse fissando. L’archeologa, dal canto suo, non poté che pensare una sola ed
unica cosa: non era lui...ma per sapere quella melodia doveva assolutamente
conoscerlo. Decise di chiedere << Scusa, dove hai imparato a suonare
questa canzone?>>
Il ragazzo ebbe un sussulto e smise di suonare << Mi
hai spaventato...me l' ha insegnata il mio maestro, come mai lo vuoi sapere? La
conosci?>>
<< Sì, la suonava un mio amico tanto tempo fa...posso
vedere la tua ocarina per piacere?>>
Il biondino titubò << Uhm, non so se posso...è molto
importante per il mio maestro>>
Lei le sorrise << Puoi tenerla in mano tu, non c'è
bisogno che me la dia, voglio solo dargli un' occhiata per bene...>>
<< D' accordo...>> e anche se non del tutto
convinto gliela mostrò
<< Allora non era un' impressione sbagliata...>>
<< Quale impressione?>> disse Nami, riprendendo
fiato, dopo averla raggiunta
<< E' l' ocarina di Jacques...>> le indicò lo
strumento la mora
Il ragazzino sgranò gli occhi e la indicò stupito <<
Come fai a conoscere il vero nome del Prete? Chi sei?>>
Robin lo guardò << Potrei farti la stessa
domanda...>>
La rossa si mise fra i due << Calmi, ragioniamo:
questa è l' ocarina di Jacques e la melodia che abbiamo sentito prima era la
stessa che suonava lui, per cui questo ragazzino conosce Il Prete molto
bene...>>
<< Ehm, complimenti...ormai era chiaro come il
sole...>> le disse la cow-girl scotendo la testa
La navigatrice le fece una smorfia << Magari per
te...>>
<< Insomma, volete dirmi chi siete?>> chiese
rivolto alle due ormai spazientito
<< Vuoi dirmi chi sei tu?>>
<< La piantate di rispondere alle domande con altre
domande?>> li pregò la rossa ormai su una crisi di nervi
<< Hai appena fatto una domanda anche tu...>> le
fece notare Robin
Nami si ombrò << Hai ragione...>>
<< Che tipe strane...>>
<< A dir la verità i più strani devono ancora
arrivare...>> disse la cartografa riferendosi al resto della ciurma
rimasto a giocherellare sulla spiaggia
<< Potresti portarmi da lui?>> chiese ad un
tratto la mora
Il ragazzino la squadrò dubbioso << E chi mi dice che
non sei qui per catturarlo?>>
La donna capì che si riferiva alla taglia << Allora
vai da lui e digli che lo cerca Robin...>>
<< Robin? Quella Robin? Tu sei Nico Robin?>>
sbraitò quello incredulo
<< Allora deve averti parlato parecchio di me se ti
esalti così tanto...>>
<< Vieni con me, andiamo da lui...>> si bloccò
<< ...un momento, come faccio a sapere che non sei una
truffatrice?>>
L’archeologa prese un bel respiro << Senti...come ti
chiami?>>
<< Miguel...>>
<< Allora, Miguel, se ho capito bene vuoi una prova
che ti dimostri che sono io...>>
<< Esatto...>>
<< Allora, vediamo: cosa potrei dirti...>>
iniziò a pensare
Sanji arrivò proprio al momento giusto con il resto della
ciurma<< Yu- hu, amorini, guardate che belle conchiglie vi ho
raccolto...Pettirossino mio, esalterebbero tantissimo i tuoi bellissimi occhi
legate intorno al tuo dolce collo...>>
Robin prese la palla al balzo, se gli aveva parlato di lei
non poteva non avergli detto quello: fulminò il cuoco con lo sguardo e irritata
gli ringhiò << Quante volte ti ho detto di non usare più quell' assurdo
nomignolo?!>>
Quello s' impietrì dallo spavento
<< Ora non ti sembra di aver esagerato?>> le
chiese Nami perplessa
Miguel la prese per mano << Ok, sei
tu...andiamo>>
<< Ah, ora ho capito...>> commentò la rossa,
iniziando a seguirli.
Il piccolo gruppo camminava su e giù per le stradine di
quella bellissima cittadina
<< Certo che qui è tutto così bello!>> disse
Chopper guardandosi attorno meravigliato
Miguel sorrise << Vero? E' stata un' idea di Jacques
quella di dipingere le case di questo colore>>
<< Rendono l' ambiente calmo e tranquillo>> notò
la navigatrice dopo un gran respiro
<< Già, abbiamo pensato che, a chi sarebbe uscito
dall' Arcipelago dei Peccati, avrebbe fatto piacere trovare un po' di
pace>>
<< Come? Tu e Il Prete avreste attraversato l'
Arcipelago dei Peccati da soli?>> chiese Zoro allibito
<< Sì e una volta arrivati qui abbiamo aiutato la
gente che già ci abitava e quei pochi che arrivavano nel corso degli
anni...>>
<< Da quanto tempo conosci Jacques?>> chiese
Robin curiosa
<< Da quando avevo 5 anni, è lui che mi ha cresciuto
in questi ultimi 10 anni...>>
Nami fece due calcoli veloci << Allora ti deve aver
preso con sé poco dopo...>> l' occhiata funesta dell' archeologa la
ghiacciò
<< Dopo?>> le chiese il capitano guardandola
Quella tentò di sviare il discorso << No,
niente...pensavo ad alta voce>>
Rufy decise di lasciar perdere << Bah...>>
La mora continuò con il suo interrogatorio << Come mai
l' hai tu la sua ocarina? E' vero che ti ha insegnato lui a suonarla, ma vedo
che ti deve aver insegnato anche a tirare con l' arco ma quello non è il
suo...>>
Il ragazzino sorrise << Sì, è vero...certo che te le
ricordi molto bene le cose: il suo arco l' ha ancora lui, l' ocarina l' ha data
a me perché ha smesso di suonarla appena ebbi finito d' imparare ma,
sinceramente, non ho mai capito perché e lui non me l' ha mai voluto
dire...però mi chiede spesso di suonare la canzone che avete sentito
prima>>
<< Strano uomo...non poteva che essere amico
tuo>> disse lo spadaccino riferendosi alla mora
<< Spiritoso...>> lo riprese l’archeologa
guardandolo storto << …senti, Miguel, come mai avete deciso di stabilirvi
qui?>>
<< Jacques ha detto di aver trovato in quest' isola un
posto tranquillo e sicuro...>>
<< Sicuro...sicuro per cosa?>>
<< Signore, signor Prete, si fermi!>>
Jacques si girò e vide una piccola bambina corrergli
incontro con un pacchetto ben chiuso << Ehi, che c'è piccolina?>>
<< Ti ho preparato un...>> ma non riuscì a
finire la frase che inciampò urlando
Con uno scatto fulmineo, il Prete le evitò la caduta ma il
pacchetto finì a terra ed il contenuto andò inesorabilmente a pezzi, la bambina
scoppiò in un pianto disperato
<< Perché piangi? Ti sei fatta male?>> le chiese
l’uomo preoccupato
<< No, non mi sono fatta niente...piango perché ho
rotto la torta che avevo fatto per te>> spiegò la bambina fra i
singhiozzi
Lui le sorrise << Per me? Vediamola questa
torta...>>
<< Ma si è rotta!>>
Jacques s' inginocchiò e le strizzò l' occhio << Beh,
l' avrei rotta lo stesso mangiandola, non credi?>>
La bimba riprese il suo iniziale sorriso e gliela porse, il
Prete la mangiò con appetito << Molto buona, davvero! Diventerai una
grande pasticciera...grazie!>>
La piccola se ne andò felice, Jacques sorrise e poi si girò
sentendosi chiamare da Miguel: il suo viso si distese di colpo in un'
espressione di grande stupore…non era cambiata affatto << Robin…>>
Signore e signori, oggi, siamo lieti di presentarvi la
performance più spettacolare che abbiate mai visto, frutto di una
concentrazione interiore che non si può nemmeno immaginare. Il pubblico freme
d' impazienza, i critici che conoscono già gli inizi aspettano di conoscere il
seguito. Gli attori sono pronti, il sipario si apre, lo spettacolo ha inizio:
Lui era davanti a lei in silenzio: capelli né lunghi né
corti di un bell’indaco, lineamenti fini con occhi celesti color del ghiaccio,
occhi che, come sulla taglia, avrebbero fatto gelare il sangue nelle vene anche
all' uomo più coraggioso del mondo...gli stessi occhi che ora infondevano un
senso di calma e calore a chi li guardava carichi, tuttavia, di forti sensi di
colpa. Una croce, tatuata sulla schiena alla base del collo, spuntava dal bordo
di una cravatta corta, larga e grigia su cui era disegnato lo stesso simbolo
nero. La cravatta scendeva su una giacca nera a doppio petto chiusa di lato da
tre bottoni dorati, il risvolto del colletto era bianco e candido come la neve
e com' esso anche le maniche della giacca chiuse da due gemelli neri nuovamente
a forma di croce. Una cintura gli cingeva la vita e reggeva una faretra tenuta
su un fianco piena di frecce dalle penne bianche fatta eccezione per alcune
colorate di blu, pantaloni lunghi e bianchi arrivavano a coprire gran parte
delle scarpe grigie che indossava. Alla mano un arco fatto di un bel metallo
argenteo dove ai lati dell' impugnatura centrale vi erano scolpite due piccole
alucce nere.
Nessuno dei due osava proferir parola, l' atmosfera era
tesa...qualcun' altro decise di spezzarla, evidentemente il destino aveva
lasciato il compito ad un' altra pedina del gioco della vita
<< Jacques, Jacques! Non è incredibile? Guarda chi è
venuta a cercarti, non sei contento?>> gli disse Miguel tutto contento
Il Prete non ebbe bisogno di mentire per rispondere a questa
domanda << Sì, sono contento...>> poi si rivolse a Robin <<
Mi fa piacere rivederti, pettirosso...>>
La ciurma fece un passo indietro sia per la paura della reazione
della cow-girl sia per aver capito chi, oltre a Sanji, la chiamava così
mandandola fuori dai gangheri...Nami si aspettava una risposta
"infuocata" ma il copione prevedeva dell' altro…
<< Anche a me,
dopo tutto questo tempo>> parole pronunciate tranquillamente, senza un
minimo accenno di rancore o di rabbia, calò uno stupore generale che colpì
soprattutto l' altro interlocutore: possibile? Nessuna domanda, nessun
risentimento sul suo comportamento assolutamente non corretto nei suo riguardi?
Niente insulti per quella promessa solenne, giurata col sangue, non mantenuta?
Impossibile, lei era Nico Robin...tuttavia decise di prendere la strada dell'
egoismo, tanto più sporco di quel che era non poteva diventare: non faceva
domande? Meglio così, avrebbe evitato di dare risposte, risposte che
sicuramente sarebbero state frutto della sua immaginazione, menzogne: che
schifo che si faceva, la falsità ormai faceva parte della sua vita al cento per
cento e la cosa più brutta era che non doveva mentire ai suoi nemici o a chi lo
ostacolava ma doveva farlo con le persone che amava, non bastava Miguel che a
suo malgrado non poteva sottrarsi a quella situazione...ora c' era anche lei,
perché era tornata a cercarlo?
<< Vedo con piacere che finalmente hai trovato una ciurma
di gente per bene...>> le disse tranquillo
Chopper lo guardò incredulo << Come fai a
dirlo?>>
Il biondino gli strizzò l' occhio << Ha un sesto senso
strabiliante per capire l' indole delle persone...>>
<< Rufy Cappello di Paglia, la tua fama è giunta fin
qui...>> continuò l’uomo riferendosi al capitano
<< Davvero?>> gli chiese Rufy fiero di
quell’affermazione
<< Certo, un ragazzino da cento milioni...come mai
siete venuti su quest' isola?>>
Robin tagliò corto << Siamo venuti a cercare
te...>>
<< Me? E perché mai?>> il cervello gli scoppiò e
la gola gli si bruciò per aver pensato e pronunciato quelle parole proprio
verso di lei, ma la donna sembrò non curarsene, anche se il colpo da incassare
era parecchio duro << Siamo qui per la questione dell' Apocalisse...>>
Il sangue di Jacques smise di scorrere << L'
Apocalisse?>> come facevano loro a sapere?
<< Sì, sai qualcosa in merito?>>
Il Prete rivolse lo sguardo verso il villaggio e si girò
dando le spalle al gruppo << Sì...se volete parlarne, andiamo a casa mia:
saremo più tranquilli>>
La casa era una villetta non esageratamente grande a cinque
minuti di cammino fuori dal villaggio, la cucina era accogliente e aveva un
tavolo abbastanza grande da ospitare, ai suoi lati, tutte le persone che in
quel momento occupavano la stanza
<< Perché cercate me in merito all'
Apocalisse?>>
Nami lo guardò << Ci è stato detto che tu sei l' unico
in grado di poterla fermare...>>
Jacques rimase stupefatto e alterato << E di grazia,
chi vi ha detto questa baggianata?>>
Rufy scattò in piedi al ricordo dell' uomo morto alla
locanda e sbattendo entrambi i pugni sul tavolo urlò << Come osi dire che
sono baggianate?>>
Tutti ammutolirono: Usop, Chopper e Miguel si presero un
colpo dalla spavento per quella reazione improvvisa, solo il Prete affrontò il
suo sguardo rabbioso senza timore alcuno << Oso eccome, io non posso fare
assolutamente nulla per fermare l' Apocalisse>>
<< Magari puoi ma non lo sai...>> gli suggerì
Sanji tirando una boccata dalla sigaretta
<< E chi dovrebbe saperlo meglio di me?>>
Il capitano continuò << Noi abbiamo visto morire un
uomo e Dio solo sa di cosa, sappiamo che la colpa è dei Quattro Cavalieri e che
un uomo ci ha implorato di aiutarlo...>>
<< Ed è stato quest' uomo a dirvi di me?>>
<< Sì e ci ha indirizzato verso l' Arcipelago dei
Peccati...>> gli rispose Robin
<< Quindi sapeva dove stavo e ha mandato voi...non
poteva venire lui stesso?>>
Nessuno aveva una risposta per questa domanda
<< Ebbene?>>
Il ragazzo di gomma cercò una probabile soluzione nella sua
mente << Magari non era in grado di affrontare il viaggio da
solo...>>
Jacques tirò velocemente le somme << Allora: siccome
non voleva rischiare la sua vita, ha pensato bene di rischiare quella di sette
giovani sconosciuti?>>
<< Il ragionamento, per quanto cinico, non fa una
grinza...>> si trovò d’accordo lo spadaccino
A Rufy si riaccesero i bollenti spiriti << A me non
interessa il motivo per cui abbia mandato noi, l' unica cosa che so è quello
che ho visto e per quanto mi riguarda mi basta>>
Il Prete sorrise << Di buon cuore sino al
limite...>>
<< Cos...? Ci stavi mettendo alla prova?>>
chiese Usop stupito ma lui non rispose
Nami tornò al punto della situazione << Allora cosa
decidi? Tornerai all' Isola di Alfa con noi?>>
Jacques la guardò << L' Isola di Alfa? E come pensate
di poterci tornare? Avete forse un eternalpose?>>
La navigatrice sbiancò: non avrebbero mai potuto tornare
indietro, il logpose di sarebbe riposizionato sull' isola successiva a Dead
Calm...l' Arcipelago dei Peccati non poteva più essere raggiunto
La mora tagliò corto << E' vero, non possiamo tornare
indietro...possiamo solo andare avanti, con o senza di te...la scelta è solo
tua>>
<< E se non accettassi?>>
<< Ti costringerei con la forza!>> tuonò il
capitano nuovamente alterato
L’uomo lo guardò senza timore alcune << Ah, sì? E
saresti sicuro di farcela?>>
<< Ne sono più che certo!>>
<< Buon per te...>>
Robin non capiva: perché si comportava in quel modo? Perché
continuava a provocarli con così tanta evidenza?
Miguel si fece avanti titubante << E se partissi io
con loro, verresti anche tu?>>
Questo era un colpo che Jacques non si sarebbe mai aspettato
<< Vuoi partire con loro?>>
<< E perché no? Sono così simpatici...>>
La donna capì che il ragazzino era veramente in gamba, aveva
capito la gravità della situazione e con abilità aveva scovato la leva giusta
da smuovere. Decise di rincarare la dose << Ci servirebbe proprio un
musico a bordo, non è vero Rufy?>>
Il ragazzo di gomma sentita la parola "musico"
ritornò quello di sempre come se nulla fosse stato << Certamente! Un
musicista è proprio quello che ci serve...sei bravo?>>
Jacques avvertì un forte colpo alla testa e indietreggiò
verso il muro quasi cadendo tenendosi una tempia con la mano.
<< Che hai?>> chiese Robin allarmata
Lui le rispose a fatica << N-nulla...Miguel, che ne
dici di dargli un assaggio della tua bravura suonando la canzone che ti ho
insegnato?>>
Il giovane si mise a suonare tutto contento di poter
mostrare le sue capacità. Tutti lo ascoltavano meravigliati; quando la musica finì,
Jacques, si era ripreso dal precedente sbandamento.
Chopper guardò il biondino con le stelline negli occhi
<< Sei veramente mitico!>>
Quello arrossì << Grazie...>>
Rufy lo prese per le spalle << Devi assolutamente
entrare nella nostra ciurma, vieni con noi!>>
Miguel lanciò un' occhiata interrogativa al suo maestro
<< Posso?>>
Jacques stava pensando: per lui abbandonare Dead Calm
avrebbe significato guai e disgrazie praticamente sicure, tuttavia non poteva
costringerlo a rimanere con lui per sempre, era giovane e pieno di vita:
sarebbe stato ingiusto...d' altra parte restare su Dead Calm senza di lui
significava disgrazie ancora più certe...si decise << D' accordo,
partiamo...>>
<< Vieni anche tu?>> gli chiese Miguel
<< Sì, se mi vogliono ancora...>>
<< Puoi dirlo forte amico!>> gli disse il
ragazzo di gomma dandogli una pacca sulla spalla come se nulla fosse successo.
Jacques sorrise: erano dei tipi interessanti e soprattutto
pronti a qualsiasi cosa. Si volse verso di lei, che stava uscendo in giardino proprio
in quel momento, come avrebbe fatto con lei?
Il sipario cala, lo spettacolo è andato bene e il pubblico è
soddisfatto...la protagonista aspetta l' intervista finale, la quale non tarda
a bussare alla porta del suo camerino
<< Robin, come stai?>> le chiese la rossa
preoccupata
<< Bene, perché?>>
<< Perché non ci vuole un genio per capire che ti sei
imposta di non...>>
<< Nami, ti prego, lasciami sola...>>
La ragazza parve capire << Come vuoi tu...sappi che
per qualsiasi cosa io ci sono>>
<< Lo so, grazie...>>
La critica se ne va, la porta del camerino viene chiusa a
chiave, la maschera di trucco viene sciolta dal pianto incessante della
protagonista perché per quanto possa essere stata brava sul palco quella sera,
in cuor suo, sa che non verrà nessuno a complimentarsi con lei, proprio
nessuno.
Una volta fatte provviste e bagagli la Going Merry partì la
sera stessa verso la meta successiva.
Il logpose, infatti, aveva registrato il magnetismo nel giro
di poche ore: davanti al piccolo veliero si era radunata praticamente l' intera
popolazione dell' isola per dare l' addio al Prete e al suo pupillo…come
potessero due semplici persone, senza nessun legame con essa, essere stimate a
quel modo da un' intera isola rimaneva un mistero per la nostra ciurma ma quel
che più contava era che, ora, a bordo della cara vecchia Merry erano in nove.
Una volta sistemato il carico nella stiva, pestato il
capitano che cercava già di rubacchiare qualcosa e date le direttive sulla
navigazione si riprese la solita routine...o quasi...
Rufy entrò nella camera con un sorriso a trentadue denti
<< Ragazzi, appena avete finito di sistemare le vostre cose venite sul
ponte che sta notte si festeggia!>>
A Miguel brillarono gli occhi << Davvero? E cosa
festeggiamo?>>
<< L' entrata di due nuovi membri nella
ciurma!>> gli spiegò Chopper
<< Bello!>>
Usop gli strizzò l’occhio << Vero?>>
Tutti e quattro insieme saltarono urlando <<
Yeah!>>
Nami scese proprio in quel momento, preoccupata per il fatto
che i tre beoti erano spariti da qualche tempo. Guardandoli venne resa schiava
da uno strano tic al sopracciglio << Vedo con piacere che ti sei
ambientato in fretta, Miguel...>> ma quello era già sparito sul ponte a
far baldoria con gli altri
Jacques sorrise divertito per la faccia della navigatrice
<< Direi proprio di sì...>>
<< E tu? Non vieni di sopra a festeggiare? In fin dei
conti è una festa in vostro onore...non sarebbe carino mancare>>
Il Prete si fece serio di colpo pensando che sul
ponte...insomma, da quel giorno in poi l' avrebbe vista ogni secondo...non
poteva assolutamente evitarla per sempre << Certo, dammi ancora qualche
minuto e salgo...>>
<< D' accordo, ci vediamo su...>>
“ Brava ragazza…” pensò.
Venti minuti esatti dopo, Jacques uscì di sottocoperta e
quello che si mostrò ai suoi occhi era ciò che più si avvicinava alla
definizione di "casino totale":
colei che poco prima aveva definito una brava ragazza andava
urlando semi ubriaca ad un cuoco allupato, ad una renna con due cannucce che d'
in bocca arrivavano al naso e ad un Usop sbronzo perso che erano dei ladri,
avevano barato giocando a poker e che non si sarebbe spogliata...se proprio
volevano vedere qualcosa dovevano pagare. Dall' altra parte c' erano il
capitano, lo spadaccino e il giovane biondino a braccetto che, con un boccale
stracolmo in mano, ballavano e cantavano << E l’ ha bevuto tutto e non
gli ha fatto male…l' acqua fa male...il vino fa cantare>>
L’uomo non poté far a meno di ridere: Miguel si stava
divertendo un mondo, finalmente aveva conosciuto nuova gente e si era trovato
bene...lui, invece...dov' era? Girò con gli occhi tutta la nave ma niente, poi,
alzò lo sguardo e vide una lucina in cima all' albero maestro: leggeva, tipico
di Robin. Era stata sorteggiata per rimanere sobria e stare attenta alla
navigazione o si era offerta da sola? E se così fosse stato: poteva biasimarla?
Venne staccato da quei pensieri con forza
Zoro urlò << Ehi, Prete, che stai a guardare? Unisciti
a noi!>>
<< Sì, Jacques, vieni!>> lo invitò il piccolo
arciere
Anche il capitano lo esortò << Bevi con noi!>>
<< Facciamo una gara di bevute!>> propose lo
spadaccino
Miguel si lamentò << Ma non vale che partecipi anche
lui: è ancora bello asciutto!>>
A Nami arrivarono presto quelle due parole << Gara di
bevute? Facciamo mille Berry per partecipare: chi vince prende tutto!>>
Tutti accettarono la sfida nonostante le loro magre tasche:
Rufy, Chopper e Usop mollarono quasi subito seguiti da
Miguel che aveva appena segnato sul proprio calendario la prima sbronza
ufficiale, Sanji venne eliminato a suon di botte perché con la scusa dell'
ubriachezza molesta allungava le mani sulla navigatrice. Rimasero l' indaco, il
verde e la rossa: il primo aveva trovato un rimedio passeggero per i suoi
pensieri, il secondo non voleva farsi battere da una donna...tanto meno da
quella e la terza...c'era bisogno di chiederlo? C' erano dei Berry in palio
contornati dalla soddisfazione di battere Rolonoa!
Al ventesimo boccale Zoro crollò, lo seguì Jacques al
venticinquesimo e Nami si decretò vincitrice con i suoi venticinque e mezzo.
Tutti si addormentarono sul ponte: tutti tranne una.
La navigatrice aveva capito tutto senza nemmeno il bisogno
di chiedere, i ragazzi di turno si rifiutavano di fare il lavoro che gli
avrebbe fatto perdere la festa e, così, il "fato" volle che fosse
Robin l' unica obbligata a rimanere vigile e attenta. Si era messa a leggere
sul posto di vedetta, come suo solito, lontana da tutti...lontana da lui: se l'
era spassata lì sotto...rideva, beveva...da quando era salito sulla nave non
era mai andato a cercarla, non che le lei l' avesse fatto, ma non era lei a
dover dare spiegazioni...nemmeno una patetica scusa del tipo " Scusami, ti
ho cercato per un po' e non ti ho trovata così ho lasciato perdere..."
niente, solo totale indifferenza.
Alle sette di mattino, dopo una nottata di baldorie, si
svegliò l' unica persona che in quel momento, e da sola, non si sarebbe dovuta
svegliare.
Jacques si portò una mano alla tempia destra << Ohi,
ohi che mal di testa...mi sono sbronzato per bene ieri sera...>> si stirò
e si risdraiò sul ponte occhi al cielo: prima del cielo c' era lei e si era
accorta che era sveglio. Salì su per il cordame e la raggiunse, avvicinandosi
cercò di nascondere la sua vergogna << Buon giorno...>>
Robin non lo guardò neanche <<
'Giorno...divertito?>>
<< Abbastanza...>>
Silenzio
<< Sei stanca? Hai vegliato tutta la notte, dovresti
riposare...>> le disse lui sinceramente
La donna alzò di colpo lo sguardo su di lui e lo fulminò
<< Tu sei l' ultima persona al mondo che può permettersi di dirmi cosa
DEVO fare!>>
Il Prete venne travolto in pieno dal suo risentimento
<< Hai ragione, scusami...>>
Passarono altri minuti di gelido silenzio: Robin fissava l'
orizzonte, Jacques teneva lo sguardo chino sul ponte...notò movimento, altri
dovevano essersi alzati.
La mora abbandonò la sua postazione e senza dire niente
scese.
L’uomo sospirò << Caro mio...sei proprio un
bastardo...>>
Scese anche lui.
Robin mangiò la colazione preparatale da Sanji insieme all'
amica navigatrice e per la stanchezza della notte in bianco si ritirò nella
camera delle ragazze. Ormai erano già tutti svegli, a parte Rolonoa che se ne
stava ancora bello spaparanzato sotto l' ombra della vela maestra: Rufy sulla
polena, Nami alle prese con calcoli e cartine, Chopper a preparare strani
intrugli e Usop a guardare incuriosito il Prete che stava lucidando il suo arco
mentre Miguel metteva ordine fra le frecce della sua faretra.
<< Caspita, Jacques, ma di che materiale è fatto il
tuo arco?>> gli chiese il cecchino d’un tratto
<< E' un metallo rarissimo più duro del diamante, si
chiama Din...>>
<< E' fatto di Din? Ma allora vale una fortuna! Per
non parlare del fatto che è praticamente indistruttibile e impiegabile...può
tranquillamente reggere il confronto con una spada>>
<< Già, infatti è molto utile anche nei combattimenti
ravvicinati dove la mira non fa più la differenza...>>
Al nasone balenò un' idea nel cervello << Che ne dite
di una gara?>>
Miguel lo guardò con fare curioso << Che tipo di
gara?>>
<< Un tiro al bersaglio! Posizioniamo un tot di cose
sempre più piccole sull' asta della bandiera più alta: vediamo chi riesce a
centrarne di più>>
Jacques annuì << Ci sto...ma chi cambierà bersaglio
ogni volta che lo colpiamo?>>
<< A questo non avevo pensato, noi ci metteremmo
troppo...>>
<< Io un' idea ce l' avrei...>> propose il
biondino con aria furbetta
<< Uffa! Non è giusto! Mi avevate detto che avrei
assistito ad una gara di tiro al bersaglio non che avrei dovuto fare da cambia
obiettivo!>> si lamentò il ragazzo di gomma dall’alto del pennone.
Usop lo zittì << Piantala e posiziona quella tazzina
scheggiata!>>
<< No, mi rifiuto!>> disse mettendo il broncio
Miguel sbuffò << Così sarà stata inutile anche tutto
il lavoro fatto per convincere Sanji a darci della roba a cui mirare>>
Jacques cercò di cambiare approccio << Capitano, da
quella posizione hai una visuale fantastica e in più puoi fare da giudice per
vedere chi colpisce meglio>>
Rufy ci cascò all' istante << Allora se sono il
giudice tutto cambia...ecco, a posto la tazzina!>>
Il cannoniere rise << L' hai fregato...>>
<< Così pare...>>
<< Con che si tira?>> chiese il biondino
<< Facciamo una pistola? Così se, per caso, dovessimo
colpire il capitano il proiettile rimbalzerebbe mentre una freccia gli darebbe
parecchia noia...>>
I nuovi arrivati lo guardarono allibiti <<
Rimbalzerebbe?>>
<< Come? Non lo sapete ancora? Rufy ha mangiato un
frutto del diavolo, quello di Gom Gom, e ora è interamente di gomma>>
Il Prete si limitò a dire << Capisco...>>
Miguel, invece, aveva gli occhi come due lampioni <<
Incredibile!>>
La gara cominciò: nonostante la distanza e la posizione
contro sole, le tre tazzine finirono tutte in mille pezzi, saltarono anche coperchi
destinati a non coprire più nulla, tappi di bottiglie e si arrivò, così, alla
prova finale: un fiammifero!
Dopo nove spari di pistola a pochi centimetri dalle
orecchie, Zoro degnò il mondo della sua presenza attiva e si mise comodo a
guardare la fine della sfida, anche Nami e Sanji si presero una pausa dai loro
lavori.
Primo al tiro: Miguel.
Caricò la pistola e prese la mira: era praticamente
invisibile, sole negli occhi...sparò.
Rufy lo avvisò dalla sua postazione << Mi dispiace l'
hai mancato!>>
Il giovane diede un calcio all' aria << Merda!>>
Jacques prese l' aria tipica del maestro << Sei stato
troppo frettoloso, se non sei sicuro è meglio aspettare prima di
sparare...>>
Miguel si rabbuiò, il Prete lo notò e cercò di rincuorarlo
<< Andrà meglio la prossima volta>>
Secondo al tiro: Usop.
Era l' ora di sfoggiare i suoi fidati goggle: caricò, puntò
il bersaglio, inspirò a fondo e trattenne il fiato...BANG!
<< Tranciato in due metà esatte, complimenti!>>
il capitano esultò
Il cecchino fece la faccia stupefatta << Ce l' ho
fatta? Ma davver...ma ceeeeerto che ce l' ho fatta! Sono il grande
Usop!>>
A tutti gli spettatori si formò un grosso gocciolone sulla
testa
<< Ma tu hai usato gli occhiali!>> mise bocca lo
spadaccino
<< Che c' entra? Non avevamo mica detto che non si
potevano utilizzare o mi sbaglio?>>
Miguel annuì << Effettivamente...>>
<< Ecco!>>
Terzo ed ultimo al tiro: Jacques.
Pistola carica alla mano: un respiro, un' occhiata
veloce...una piccola fiammella si accese sul pennone.
Rufy rimase a bocca aperta per lo stupore <<
Incredibile, l' ha acceso!>>
Mentre intorno al Prete veniva scatenata la bolgia più
totale fuori, di fronte alla cucina, Nami e Sanji discutevano su quello che
avevano appena visto
<< Accidenti, è veramente un mostro>> disse il
cuoco accendendosi una sigaretta
<< Ha una mira portentosa...peccato che Robin sia a
dormire e se lo sia persa>>
<< Ma la mia Robin ha bisogno di rip...>> si
bloccò di colpo: si fiondò in cucina e ne uscì munito di scope e coltellacci da
macellaio
La navigatrice lo guardò perplessa << Ma che ti
prende?>>
La ignorò e si lanciò verso il gruppo minaccioso <<
Maledetti! Come avete potuto fare tutto questo casino mentre una tenere
creatura dormiva beata?>>
Zoro pensò bene di versare benzina sul falò << Se parli
di me...mi sarei svegliato comunque...>>
<< E chi parla di te, brutto caprone?!? Io parlavo di
Robin!>>
Li aveva quasi raggiunti
Miguel sentì un brivido lungo la schiena << Ehm,
ragazzi...in questi casi che si fa?>>
Il ragazzo di gomma si lasciò scivolare lungo l’albero
maestro << Si scappaaaaaaaaaaaaaaa!>>
Chopper uscì dal laboratorio attirato dal fracasso e dalle
urla << Che diavolo succede? Cos' è tutto questo casino?>>
La rossa sbuffò << Niente di più della solita
baruffa...munisciti di bende e cerotti: ne avremo bisogno>>
Il pranzo si può dire che venne consumato da un esercito di
mummie ambulanti per tutte le bende che si erano dovute usare per riparare le
botte e gli sfregiamenti causati dal cuoco ai cinque poveri malcapitati.
Usop si massaggiò il naso, ora rimesso a posto ma che poco
prima era stato storto di novanta gradi verso destra << Certo che potevi
andarci un po' più leggero...>>
Sanji grugnì << Così imparate a far casino quando non
dovete>>
Rufy si massaggiò il fondoschiena << Senti, Nami, come
si chiama la nostra prossima meta?>>
<< Secondo le carte che mi ha dato Jacques, la
prossima isola è TWF...>> spiegò Nami
Chopper la guardò piegando la testa di lato <<
TWF?>>
<<
The Way For>> aggiunse Jacques
<< Strano nome...e che tipo di isola è?>> chiese
Zoro bevendosi un po’ di buon sakè
Il Prete alzò le spalle << Non saprei, non ci sono mai
stato>>
Miguel li guardò con fare interrogativo << E quando
dovremmo arrivare?>>
La navigatrice ripiegò la carta << Secondo i miei
calcoli...domani sera>>
<< Speriamo di non trovare grane>> iniziò a
pregare il pinocchio
Il biondo iniziò a fantasticare << A me basta solo che
ci siano delle belle ragazze>>
<< E te pareva...>> disse lo spadaccino
sconsolato.
Il pomeriggio passò senza problemi: Robin si svegliò e come
suo solito, così notò Nami, se ne stette ben lontana da Jacques.
La notte arrivò in fretta e i nuovi turni di vedetta vennero
attuati subito: il Prete e Sanji.
La navigatrice aveva, così, l' occasione di fare due
chiacchiere con l' archeologa.
<< Allora?>> le chiese senza troppi rigiri di
parole
<< Allora, cosa?>> le rispose quella facendo
finta di non capire
La rossa sbuffò << Possibile che per parlare con te
bisogna sempre usare le pinze?>>
<< Nami, senti...>>
<< Non hai voglia di parlarne, ho capito,
ma...>>
<< Ma?>>
<< Non credere che non si senta l' aria gelida che
tira fra voi due...prima o poi anche i ragazzi cominceranno a fare
domande...>>
Robin la squadrò dubbiosa << Sai forse qualcosa che
non so?>>
<< No, ne so quanto te e cioè che Sanji è sempre molto
attento a noi due e che sta sera ha il turno di vedetta con lui...>>
La mora sospirò << Se lo pesta non posso certo dire
che mi dispiaccia...>>
La cartografa sorrise << Finalmente ti sbottoni un
po'...comunque ci ha già pensato oggi pomeriggio>>
La donna sgranò gli occhi stupita e non poté evitare una
risatina << Davvero? E perché?>>
Nami cominciò a raccontare gli episodi della giornata.
<< Ti va del caffè?>> gli chiese il cuoco
porgendogli una tazza piena e fumante
Il Prete ringraziò << Sì, grazie...molto
gentile>>
Passarono alcuni minuti di silenzio poi il biondo, di colpo,
parlò << Che rapporto avevi con Robin?>>
A Jacques andò il liquido nero per traverso e per poco non
morì soffocato << Co- cosa?>>
Sanji sorrise << Ti avevo chiesto del tuo rapporto con
Robin ma con la tua reazione mi hai già risposto>>
L’uomo si affrettò a mettere le mani avanti << Guarda
che ti sbagli! Eravamo solo buoni amici...>>
<< Se, se...>> poi d' improvviso prese un tono
minaccioso << Ma ti avviso: non so cosa sia successo tra di voi per aver
creato una tensione del genere...so solo che se le hai dato delle noie o l' hai
tradita in qualche modo e maniera ti giuro che ti farò pentire di essere
nato!>>
Nonostante il suo sangue freddo non poté far a meno di
deglutire a vuoto << Lo terrò a mente...>>
Il biondo riprese il suo solito sorriso << Su, non
fare quella faccia...partitina?>>
Jacques annuì e mentre aspettava che il biondo prendesse le
carte non riuscì a non ripensare alle sue parole...in fin dei conti era vero: l'
aveva tradita.
Al mattino arrivarono a dargli il cambio Chopper e Usop. La
giornata passò con tutti, che giravano muniti di fucile spara tranquillanti,
pronti a siringare il proprio capitano che andava saltando e urlando qualcosa
d' indecifrabile a proposito del loro imminente arrivo su TWF. Finalmente l'
isola si mostrò ben definita ai loro occhi e per le dieci di sera la ciurma
sbarcò su The Way For.
Per le strade c' era un marasma di gente: c' era chi beveva
senza ritegno, chi scambiava "effusioni" con donne dalla dubbia
reputazione senza alcun pudore e chi, in varie risse, cercava di accoppare
qualsiasi tizio fosse venuto a portata di lama. Tutto questo era accompagnato
dal brusio delle locande e delle osterie dalle quali provenivano melodie di canzoni
oscene e dove, ogni tanto, volava fuori qualche sedia frantumando qualche
finestra.
<< Ma in che diavolo di posto siamo capitati?>>
chiese Nami allibita
Robin le rispose << In un' isola dove la legge è
scappata molto tempo fa e non vi ha più fatto ritorno>>
Miguel guardò entrambe << Meglio così, no? Siamo
pirati: non rischieremo d' incontrare la Marina>>
<< Ma non è così semplice...qui sembrano esserci i
peggiori individui che il mondo abbia mai visto>> gli fece notare la
rossa
Sanji si portò davanti alle due donne << Nami,
Robin...non preoccupatevi, ci penserò io a proteggervi!>>
Usop gli fece gli occhi dolci << Proteggerai anche me,
vero?>>
<< Ma non scherziamo, io proteggo solo le
ragazze!>>
<< Suvvia, è una cittadina così allegra...>>
rise come un matto il capitano
Chopper lo guardò incredulo << Allegra? Sei
pazzo?>>
Anche Zoro rise << Ci divertiremo!>>
La cartografa li fulminò << Guai a voi se combinate
casini, chiaro? Vi autorizzo solamente a difendervi se venite provocati
apertamente>>
Lo spadaccino grugnì << Sempre a dare ordini
quella...>>
Nami mostrò due file di denti da squalo << Cos' hai
detto?>>
Sudori freddi s' impadronirono della schiena dello
spadaccino << Io? Ho detto che sono d' accordissimo...>> poi
aggiunse piano << Mocciosa...e pure strega!>>
Nemmeno dire che lei lo sentì benissimo e che lo pestò fino
a fargli perdere i sensi.
In un angolo buio due loschi individui stavano assistendo
alla scena
<< Ehi, socio...guarda un po' chi abbiamo
qui...>>
<< La ciurma di Cappelli di Paglia col nuovo loro
acquisto: Nico Robin...ehi, un momento...ma quello non è...>>
<< Il Prete! Cazzo, quanto vale la sua taglia?>>
<< Fammi controllare…>> guardò alcuni avvisi che
aveva fra le mani, sbiancò << …porca di quella troia...250
milioni!>>
<< 250 milioni che aggiunti ai 100 di Monkey D. Rufy,
ai 60 di Rolonoa e ai 79 di quella Nico...>>
<< ...fanno la bellezza di 489 milioni!>>
<< Bisogna subito avvertire il capo...>>
Dopo aver girato decine di locande, che più che altro erano
dei veri e propri bordelli, la ciurma decise di alloggiare in quella che
sembrava la più sicura...rimanendo sempre in un certo budget di spesa stabilito
dalla navigatrice.
Il proprietario, tuttavia, era stato chiaro: gli erano
rimaste solo tre stanze doppie e una tripla...per gli abbinamenti dovevano
arrangiarsi da soli. La rossa aveva già cominciato a riempire le varie stanze,
dividendo lei e la sua amica dagli uomini quando il capitano sbottò <<
Com' è che le stanze le devi decidere sempre tu? Io mi oppongo!>>
Nami si portò una mano alla fronte << Senti, Rufy, non
abbiamo tempo per discutere perciò...>>
Anche Zoro si unì << Ha ragione lui, la devi smettere
di comandare...>>
La cartografa sperava nell' aiuto di Sanji ma al biondino si
era affacciata l' eventuale probabilità di dividere la camera con una delle due
gentili donzelle che per una volta prese la parte dei compagni. Si decise così
di fare dei bigliettini da mettere nel cappello di Rufy e di sfidare la sorte.
<< Ok, cominciamo questa pagliacciata...ma guai a voi
se vi lamentate per le combinazioni che verranno estratte...>> la ragazza
fu perentoria
<< D' accordo>> annuì il capitano
Chopper si offrì << Estraggo io!>>
La prima stanza sorteggiata fu la tripla che venne composta
da Miguel, Rufy e Chopper. Usop finì con un Sanji adiratissimo in una doppia.
Rimanevano così due uomini e due donne.
Biglietto...Nami.
Biglietto...Zoro.
Così era stata sorteggiata la penultima camera.
<< Cooooosa? Io in camera con te non ci voglio
stare!>> piagnucolò la rossa
Lo spadaccino scosse la testa << L' hai detto proprio
tu di non lamentarsi degli abbinamenti...>>
<< Sì, ma se poi tu mi molesti?>>
Quello divenne paonazzo << Molestarti? Se devo fare
delle avances le faccio a una bella donna mica a un manico di scopa come
te!>>
La cartografa si armò di badile, preso chissà dove <<
Prova a ripetere!?>>
Mentre i due se ne tiravano di tutti i colori Sanji piangeva
disperato << Ma perché sono così sfortunato? Perché???>>
Nel casino totale, infatti, per forza di cose, si era
scoperto anche chi avrebbe dovuto occupare l' ultima stanza: Robin e Jacques.
<< E questa sera ci si diverte!>> urlò
dall’euforia il capitano
Miguel lo seguì a ruota << Facciamo baldoria!>>
<< Sì! Andiamo, compagni di stanza!>> anche
Chopper era fuori di sé dalla felicità.
Così, i tre fulminati, salutarono e si ritirarono nella
propria camera.
<< Non è giusto! Anch' io volevo andare con
loro!>> si lamentò stizzito il nasone
Sanji continuava a piagnucolare << Come sono
triste...>>
Nami e Zoro si lanciavano occhiate in cagnesco...Robin e
Jacques non si guardavano nemmeno. Fra pianti e lamenti si congedarono anche il
cuoco e il cecchino. Dei quattro rimasti nessuno si decideva a muovere un
passo.
L' uomo dietro al bancone cominciava a
spazientirsi...dovevano ancora pagare nonostante avessero già preso le chiavi e
dalla porta stavano entrando altri probabili clienti << Allora? Vi
decidete o no? Pagatemi, prendete le vostre donne e andate, altrimenti do via
le camere!>>
Nami gli urlò contro imbufalita << Noi non siamo le
loro donne, capito?>> buttò i soldi sul bancone, prese Rolonoa per un
braccio e lo trascinò per le scale mentre lo spadaccino le tirava mille
accidenti. Dietro gli altri due: al loro passaggio rischiavano di congelare
tutto ciò che gli stava intorno.
I due uomini furono i primi ad entrare nelle rispettive
stanze: la mora e la rossa rimasero un attimo nel corridoio.
<< Uffa...proprio con lui dovevo capitare?>>
sbuffò la navigatrice sconsolata, Robin rimase in silenzio.
<< Beh, tu sei stata più sfortunata di me...ma mi
ascolti?>>
Sembrava di no, decise di cercare nella sua mente il modo di
scuoterla...lo trovò << Attenta ai bambini...>>
L’archeologa subito rimase perplessa <<
Bambini?>> poi capì << Sei scema o cosa?>>
Quella sghignazzò divertita << Ti sei ripresa subito,
eh? Chi può dire che il Pretino non riesca a trovare il modo per farsi
perdonare...così, magari, concludete quello che avevate iniziato tanto tempo
fa...>>
<< Ma senti questa! Pensa ai tuoi piuttosto!>>
disse l’altra arrossendo leggermente
Nami la seguì a ruota << Io? Figurati se mi faccio
toccare da quel cretino!>>
<< E allora perché diventi rossa?>>
La cartografa avvampò del tutto << Non è vero!>>
<< Se ci fosse uno specchio ti farei vedere...>>
<< Basta...me ne vado>> aprì la porta
<< Brava, vai dal tuo Rolonoa...>>
La rossa le fece una linguaccia ed entrò. Prima di chiudere
la porta la fissò un momento << Robin...>>
Anche l' archeologa, di malavoglia, aveva messo la mano
sulla maniglia << Sì?>>
<< In bocca al lupo...>>
<< Crepi...>> le rispose sorridendo mestamente.
La porta della cartografa si chiuse e la sua si aprì:
Jacques era affacciato alla finestra.
Rufy era in piedi sul letto mentre gli altri lo stavano a
guardare << Ehi, guardate, adesso vi imito Usop!>> si mosse i
capelli per darvi una parvenza di riccioli e si mise una molletta, trovata in
un cassetto, sul naso << Tremate tutti! Io, il grande capitan Usop, vi
combatterò con i miei ottantamila guerrieri!>>
Chopper si rotolava in terra dalle risate << Ah, ah,
ah...sei identico!>>
Anche Miguel era letteralmente piegato in due.
Il pinocchio e il biondo avevano la stanza proprio vicino a
quella dei tre ragazzi e sentivano tutto il casino che combinavano
<< Senti come si divertono! Basta, io vado di là con
loro...vieni anche tu?>> disse Usop alzandosi di colpo, ma il cuoco parve
non sentire rannicchiato com'era, in un angolino, a piangere sulle ginocchia.
Uscì.
Il cecchino bussò alla porta.
Lo andò ad aprire un Miguel con le lacrime agli occhi
<< Ehi, ciao, vieni!>>
<< Usop! Stavo facendo le imitazioni, guarda!>>
il capitano si era messo in testa un asciugamano del bagno che casualmente era
di un colore molto simile a quello dei capelli della navigatrice e con faccia
furbetta iniziò a imitarla << Vuoi un prestito? Va bene ma gli interessi
sono del triplo e per ogni giorno di ritardo c'è una sovrattassa...>>
Tutti iniziarono a rotolarsi tenendosi lo stomaco...in quel
momento la porta si spalancò di colpo e ne entrò un cuoco inviperito << E
quella sarebbe Nami? Come osate prenderla in giro così! Vi massacro!>>
Cominciò un enorme pestaggio.
Il Prete si girò sentendo la porta aprirsi e richiudersi
subito dopo...come avrebbe fatto, adesso?
Robin non si era ancora voltata ma riusciva tranquillamente
a sentire i suoi occhi su di sé: non osava parlare, figurarsi, per usare un
termine di Nami " Avrebbe dovuto usare le pinze" ma non aveva
assolutamente paura di sporcarsi le mani. Il momento era quello giusto...erano
da soli e nessuno avrebbe potuto sentirli << Non credi di dovermi delle
spiegazioni?>>
Quelle parole arrivarono come un gelido sibilo alle orecchie
di Jacques << Sì...>>
La donna incrociò le braccia al petto << Sto
aspettando...>>
Lui non riusciva a parlare...come poteva dirle la verità? E
la cosa strana è che la sua mente non riusciva a formulare nemmeno una semplice
balla da raccontarle: cosa che con il passare degli anni gli era venuta quasi
naturale...chi era lei per avere questo effetto su di lui?
Robin sbuffò innervosita << Ci avrei
scommesso...>>
L’uomo le si avvicinò << Posso solo dirti che l' ho
fatto per te...>>
Rise istericamente << Per me? Ah! Questa si che è
bella...quasi originale...>>
Il Prete tornò al suo silenzio
L’archeologa esasperata allungò una mano per tirargli uno
schiaffo << Sei solo un ipocrita...>> ma Jacques la fermò con la
sua, tentò con l' altra ma il risultato fu il solito poi...SCIAFF: una terza
mano venne fatta apparire dalla cow-girl incazzatissima << ...e pure un
codardo bastardo!>>
Il Prete si ritrovò con la faccia girata e gonfia <<
Così non è leale...>> si morse la lingua da solo: aveva messo un piede in
fallo
<< Proprio tu mi vieni a parlare di lealtà? Tu, che mi
hai fatto credere di essere morto per tutti questi anni...>>
<< Sarebbe stato meglio se avessi continuato a
crederlo...>>
Robin gli lanciò un' occhiata carica d' odio << Mi fai
schifo! E io che avevo pure pianto per te...ma sai che ti dico? Non succederà
ancora perché ho capito come sei...me ne vado, non resisterei un minuto di più,
qui dentro, davanti alla tua faccia!>> si girò e si avviò alla porta.
Lui le prese una spalla e la fece voltare << Non
andartene...o almeno non uscire dall' albergo...è pericoloso>>
<< Non mi toccare...>> gli disse allontanando la
sua mano con rabbia.
Una smorfia di dolore si dipinse sul volto del Prete che non
poté far a meno di accasciarsi a terra.
La cow-girl ringhiò << Era pericoloso anche dieci anni
fa!>>
Uscì.
<< Levati subito di lì! Tu nel letto con me non ci
dormi!>> sbraitava la navigatrice, ormai, fuori di sé
Zoro la punzecchiò << E piantala! Come se ti
dispiacesse...>> e per dispetto si distese ancora di più
<< Sei un illuso se speri che io ci tenga a dormire
con te!>>
<< E chi ha detto che tu voglia DORMIRE con
me?>>
Nami s' infuriò del tutto e si avventò su di lui bastone
alla mano << Scendi subito di lì, brutto...brutto...insomma sei brutto e
basta! Tu dormi sul pavimento!>>
Lo spadaccino stava a prendersi le botte ma di sicuro dal
letto non si sarebbe mosso.
Un frastuono infernale cominciò a divagare per tutto l'
albergo arrivando sino alla loro stanza, la rossa si fermò << Cos' è
tutto questo casino?>>
<< Come minimo saranno i ragazzi che si pestano per
qualche motivo...>>
La ragazza uscì come una furia << Io li distruggo!>>
Zoro, in un' alzata di spalle, si girò su un fianco e si
addormentò.
La rossa arrivò come un toro alla carica nella stanza
incriminata ed entrò: la rissa non era ancora finita
<< Non vi avevo detto di non combinare
guai...EH?>>
Tutti si fermarono di colpo percorsi da strani brividi lungo
tutto il corpo
La cartografa notò la presenza del cuoco e del cannoniere
<< Sanji, Usop...>>
Quelli le risposero impauriti << Sì?>>
Nami aveva negli occhi un bagliore assassino << Cosa
ci fate qui? Vi rendete conto che avete lasciato vuota una stanza che è già
stata pagata? Non potevate dirlo subito che volevate stare tutti insieme? Vi
sareste arrangiati e io avrei speso meno!>>
Miguel la guardò perplesso << Da non
crederci...pensava solo ai soldi!>>
Rufy gli diede una pacca sulla spalla << Eh, sì...lei
è fatta così: non ti preoccupare ti ci abituerai>>
Ricominciò un' altra rissa furiosa, 'sta volta, iniziata
dalla stessa navigatrice.
Jacques si rialzò da terra ansimando: la mora non c' era di
certo andata leggera...una ginocchiata assestata con potenza proprio lì...era
stato a rantolare per parecchi minuti, chissà dove si era andata a cacciare.
Per quanto potesse, il Prete, si mise a correre all' impazzata sperando di
trovarla in fretta: certo, era una donna forte ma se, per caso, le fosse
capitato qualcosa non se lo sarebbe mai perdonato.
“ E' buffo, no? L' hai lasciata dieci anni fa da sola per il
mondo e ora ti preoccupi se gira per una cittadina...”
Robin camminava con mille pensieri in testa: le lacrime
sgorgavano copiose “ Sono una stupida! Gli ho appena detto che non piangerò mai
più per lui...e ora? Che cosa sto facendo?”
L' archeologa, presa com' era dall' insultarsi da sola, non
si rese conto che un tipo dalle intenzioni non proprio amichevoli aveva già
allungato una mano su di lei. Un urlo agghiacciante la fece voltare: un uomo,
davanti a lei, si teneva una mano sanguinante nella quale vi era conficcata una
freccia...dietro di lui, Jacques aveva appena riappoggiato l' arco sulla
spalla.
<< Brutto bastardo, adesso ti ammazzo!>> disse
quello tirando fuori una pistola e avvicinandosi appoggiò la punta della canna
sulla fronte del Prete << Adesso imparerai a non impicciarti negli affari
altrui!>>
Al criminale bastò incrociare lo sguardo di Jacques, freddo
come ciò che il loro colore ricordava, per un attimo che tremante e impaurito
scappò via balbettando parole di pentimento.
Robin rimase palesemente stupita: che diavolo gli aveva
fatto? Che potere avevano quegli occhi? Il Prete chinò la testa stringendola
fra le mani: se la sentiva letteralmente scoppiare e Miguel non poteva
aiutarlo...
<< Grazie...ma mi sarei potuta salvare anche da
sola>>
Fortunatamente la sua voce lo riportò alla normalità...non
era un attacco forte. Rialzato lo sguardo i suoi occhi avevano ripreso calore.
Si grattò la nuca quasi imbarazzato << Sempre la solita frase...mai
riconoscente a qualcuno che ti aiuti>>
<< No, io non sono riconoscente solo a te>> gli
rispose lei seccata
<< Robin, io...>>
<< Tu, cosa?>>
Sospirò << Lo so...sono uno stronzo, un bastardo e se
hai altri insulti li accetterò ma...>>
La donna ironizzò per non scoppiare << Avevi i tuoi
buoni motivi, giusto? E fammi indovinare: non puoi rivelarmeli, non è
così?>>
Il Prete rimase in silenzio a capo chino. Lei ODIAVA i suoi
silenzi, sbraitò furiosa << Cos' è? Avevi una moglie e dei figli a soli
diciannove anni? Miguel è il frutto di una relazione con una donna che ti sei
fatto in qualche porto e dopo averti cercato per cinque anni ti ha trovato e te
l' ha mollato? E piantala di tenere lo sguardo basso! Guardami negli occhi
quando ti parlo e rispondimi, per Dio!>>
Jacques le si avvicinò e alzò una mano verso di lei. La
cow-girl si ritrasse d' istinto per paura di uno schiaffo che non arrivò: la
mano si posò dolcemente sul viso in un' esasperata carezza, poi...un bacio.
<< No...eri tu quella che amavo...>>
Robin rimase totalmente di sasso: non riusciva né a muoversi
né a parlare
<< Scusami, non avrei dovuto...>> le disse
allontanandosi
Lei si passò, ancora incredula, le dita sulle labbra come
per ricevere conferma di quel bacio inaspettato << Perché...perché, se è
vero che mi amavi, mi hai lasciato sola?>>
L’uomo la guardò con occhi carichi di dolore <<
Io...volevo proteggerti...>>
<< Proteggermi? E da cosa?>>
<< Da me...>>
<< Come sarebbe a dire?>>
Il Prete si mise una mano sul viso disperato...non riusciva
a guardarla: avrebbe voluto buttarsi ai suoi piedi e piangere come un bambino
implorando il suo perdono...l' amava, ancora e da impazzire...doveva dirle la
verità << Io...non posso...non ci riesco>>
L’archeologa gli si avvicinò e gli scoprì gli occhi: ci
lesse la sua disperazione. Avvicinò le labbra al suo orecchio << Non è
che non puoi...non vuoi…>> si allontanò << Torniamo all' albergo
prima che gli altri si accorgano della nostra assenza...>>
Lui la implorò << Robin, ti prego, non odiarmi...te lo
giuro, ti spiegherò tutto ma non adesso...non sono pronto>>
<< Prenditi tutto il tempo che vuoi, ti conosco: se ti
convinci di una cosa non molli finché non la fai...ma ti prego...non giurarmi più
niente, non so di che farmene delle tue promesse...>>
Presero la via del ritorno.
Il pestaggio era finalmente finito e i risultati erano:
Miguel, Chopper e Rufy in stato comatoso riversati sul pavimento della loro
stanza, mentre Usop e Sanji erano direttamente all' altro mondo trascinati
nella camera lasciata vuota dalla rossa inviperita: era troppo
"sveglia" per andare a dormire e conoscendo Rolonoa s' era
sicuramente già preso tutto il letto...decise di andare a fare una capatina
nelle altre bedrooms e fare una buona e caritatevole opera di
"pulizia".
Dopo una ventina di camere nelle quali incontrò: vecchi
russanti e gentaglia che di certo non dormiva insieme a varie donnine...riuscì
a racimolare 300 mila Berry e soddisfatta si preparò psicologicamente a buttare
Zoro giù dal letto. Una volta davanti alla porta non poté far a meno di
voltarsi verso la stanza degli altri due e senza che se ne accorgesse si
ritrovò con una mano sulla maniglia della loro porta.
Il Prete salì le scale e imboccò il corridoio, la vide
<< Nami? Che stai facendo?>>
La cartografa perse almeno un paio d' anni di vita <<
J- Jacques?>>
<< Perché sei sorpresa di vedermi? E' la mia stanza
quella, no?>>
Quella cercò una via di fuga << Sì, lo so...volevo far
vedere a Robin cosa ho racimolato...>>
L’uomo inarcò un sopracciglio << Racimolato?>>
Nami sospirò pensando di averla fatta franca << Ho
pensato di rimettere nel budget della ciurma qualche soldino ripulendo le
stanze di qualche canaglia...>>
<< Ah, sì?>> le chiese lui guardandola storto
<< Non ne sei convinto...>>
<< ...proprio per niente...>>
L' archeologa li raggiunse << Di cosa non sei
convinto?>>
La rossa riuscì a battere Jacques sul tempo << Niente,
non ti preoccupare...>>
La donna si grattò la fronte, per quella sera ne aveva avuto
abbastanza << Non ho voglia di preoccuparmi...quindi, per ora, me ne vado
a dormire...>> li superò ed entrò in camera
La ragazza si girò a guardare il Prete con fare inquisitorio
<< Che cosa le hai fatto?>>
<< Come?>>
<< La Robin che conosco io non avrebbe lasciato
correre il fatto che io sia qui davanti alla vostra porta...deve essere
successo qualcosa>>
Jacques si avvicinò mestamente alla cartografa << Si è
già arrabbiata abbastanza con me...>>
Nami capì che avevano parlato e che l' amica non era riuscita
più a controllarsi e aveva sbottato...aveva resistito fin troppo, a dir la
verità << Ora vado, mi spetta una lunga lotta con Zoro per accaparrarmi
il possesso del letto...Jacques, non dirle perché ero qui...lo farò io
domani>>
Il Prete alzò un pollice in segno affermativo ed entrò.
Robin si era addormentata sul letto scoperta: la coprì,
prese una coperta dall' armadio, l' altro cuscino del letto e si sdraiò sul
pavimento, dove, poco dopo, si addormentò.
La sala per la colazione dell' albergo rimbombava di lamenti
disumani: vi erano, infatti, sei individui che mormoravano piangenti per le
loro membra malridotte. C' era chi aveva il collo irreversibilmente piegato in
avanti, chi di lato, chi all' indietro, chi verso l' alto e c' era chi,
addirittura, era costretto a mantenere la posizione tipica della rana.
Zoro ringhiava a più non posso << Io giuro quella,
prima o poi, la stronco...>>
<< Prova soltanto ad azzardarti ad alzare un dito
sulla mia Nami e ti rosolo per bene sulla piastra!>> lo rimbeccò il cuoco
a denti stretti
<< Su, ragazzi...non litigate...>> cercò di
calmarli Chopper
In quel momento il Prete varcò la soglia della stanza
<< Allora siete voi a produrre tutti questi strani lamenti...si sentono
sino dal secondo piano...che vi è successo?>>
<< Quella scema di Nami mi ha picchiato perché voleva
che dormissi sul pavimento...>> gli rispose lo spadaccino.
Usop rincarò la dose << Già, quella strega, ha menato
me e Sanji solo perché non eravamo nella nostra stanza...>>
<< Davvero?>> chiese l’uomo incredulo
Rufy gli si avvicinò << Mi sorprendi Jacques,
possibile che tu non abbia ancora imparato niente sulla nostra
taccagna?>>
<< Beh, effettivamente, non vi conosco ancora bene
però credo di aver appena imparato una cosa importante...>>
<< Sarebbe?>> risposero quelli all’unisono
<< ...che appena si parla male di Nami ci se la
ritrova dietro alle spalle inferocita e con lo sguardo assassino...>>
Zoro e Usop si voltarono d' istinto, trapassati da brividi
in tutto il corpo mentre il capitano diede una pacca scherzosa sulla spalla del
Prete << Ci hai provato, eh? Ma non ci casco...>>
<< R- Rufy...non è uno sc...scherzo>> balbettò
il cecchino terrorizzato
<< Si mette male!>> disse in un soffio lo
spadaccino: la cartografa era davvero dietro di loro e più infuriata che mai
<< E così io sarei SCEMA, STREGA e TACCAGNA?>>
Il ragazzo di gomma scosse le mani per difendersi <<
Ma no, che vai dicendo? Non le abbiamo affatto pronunciate quelle parole, vero
ragazzi?>>
<< Verissimo!>> risposero quelli
Nami si voltò verso il biondo << Sanji?>>
Il cuoco si accese una sigaretta pronto a gustarsi l'
imminente pestaggio << A me pareva il contrario...>>
Zoro lo fulminò << Stronzo!>>
<< Spione e Giuda!>> lo rimbeccò il nasone
Rufy gli fece una linguaccia << Cattivo!>>
La rossa esplose << Bene...anche bugiardi!>> un
tonfo enorme: con una bastonata li mise fuori combattimento tutti e tre, parve
calmarsi << Robin non c' è? Ero venuta a vedere s' era già scesa
ma...>>
<< Quando sono sceso dormiva ancora...ora non
so...>> la informò il Prete
<< La vado a chiamare...ci vediamo fra poco>>
<< O-ok...>> Ma in che razza di ciurma era
capitato?
Robin era sotto la doccia: aveva aspettato istintivamente
che Jacques uscisse dalla stanza prima di alzarsi, era stato difficile
resistere impassibile alle sue continue occhiate...lo sentiva: sentiva il suo
bisogno di esternarsi con qualcuno, con lei...e allora perché non lo faceva?
Quella notte era stato corretto...aveva dormito per terra, sorrise: forse ne
aveva avuto abbastanza della batosta ricevuta. Acqua fresca, aveva su di lei un
potere liberatorio. Uscì dal box e iniziò ad asciugarsi: bussarono alla porta.
Andò ad aprire coperta soltanto dall' asciugamano e con i capelli ancora
sgrondanti: davanti a lei la navigatrice << Ti sembra il modo di venire
ad aprire la porta? E se fosse stato un maniaco o ancor peggio Sanji?>>
<< Mi sembra di essere in grado di difendermi
abbastanza efficacemente...>>
<< Come hai fatto nell’Arcipelago dei Peccati?>>
scherzò la rossa
La mora sbuffò << Quella era una situazione diversa…e
comunque volevi che ti aprissi la porta, no?>>
<< E beh...sì>>
<< Bene, quindi non preoccupiamoci di quello che non è
accaduto...avanti entra, cosa aspetti?>>
<< Ok...>>
<< Siediti pure dove vuoi...ti dispiace se nel
frattempo finisco di asciugarmi e mi vesto? Tanto ti ascolto lo
stesso...>>
<< Sì, sì...fai pure>>
L' archeologa tornò dentro il bagno, Nami si accorse che uno
dei due doveva aver dormito per terra. La voce della mora arrivò alle sua
orecchie << Allora...che c' è?>>
La cartografa si prese un colpo a sentire la sua voce così
vicina, non si sarebbe mai abituata ai suoi poteri << Beh, sono venuta a
vedere se ti eri svegliata, gli altri sono tutti di sotto...>>
<< Come hai visto lo sono...che cosa c' è in programma
per oggi?>>
<< Io devo andare ad informarmi sul magnetismo dell'
isola e consultare qualche carta...gli altri non so cosa combineranno...se vuoi
puoi venire con me, almeno che tu non abbia già altro da fare>>
<< No, non ho niente da fare...ti accompagnerò>>
Nami giubilò felice << Ok, allora è deciso...magari
possiamo fare anche un po' di shopping>>
<< Se la gentaglia che è qui ce lo permette...>>
ci pensò la mora a farle riportare i piedi per terra
<< Oh, già è vero...>> pensò un secondo <<
…ci porteremo dietro uno dei nostri scalmanati>>
<< Ma dai, facevo per dire...non serve>>
<< Non servirà per te...>> la rimbeccò
imbronciata la rossa
Robin ripensò allanotte prima, se non fosse stato per Jacques...al diavolo: se non fosse
stato per lui non sarebbe uscita o almeno non si sarebbe distratta...
<< Ah, senti...>> fece poi d’un tratto la
ragazza
<< Dimmi...>>
Non sapeva da dove cominciare << Ieri sera, quando mi
hai trovato davanti alla porta con Jacques...>> arrossì per la vergogna
<< …beh, io, stavo sinceramente per mettermi ad ascoltare se stava
succedendo qualcosa...>>
La cow-girl uscì di colpo dal bagno: era vestita ma i
capelli ancora bagnati erano legati per evitare d' inzuppare la maglia <<
Ti saresti messa ad origliare?>>
<< Sì...scusami...sei arrabbiata?>>
<< No...>> le disse dandole un leggero pugnetto
sulla fronte
<< No?>> chiese la rossa stranita
<< No, in quanto la tua curiosità è stata punita dal
fatto che non c' eravamo e che Jacques ti abbia colto in flagrante e poi hai
avuto il coraggio di confessare...scimmia!>>
Nami sporse un labbro << Non sono una
scimmia...>>
<< A no? E allora perché sei così curiosa?>>
<< Perché sono una donna>>
<< Io non sono curiosa come te...eppure mi sembra di
appartenere al genere femminile>>
<< Ma tu sei un caso a parte...>>
Robin sbuffò << Ecco che ricomincia con la solita
storia>>
<< Che ci posso fare io se è vero?!>> le fece
una sonora linguaccia
<< Se, se...scendiamo? Comincio ad avere un po'
fame>>
<< Ok...>> imboccarono il corridoio e richiusero
la porta dietro le loro spalle << Mi uccidi se ti faccio una
domanda?>>
La donna sospirò << Cercherò di trattenermi...>>
<< Non è un bell' incoraggiamento ma te la faccio lo
stesso...>>
L' archeologa buttò gli occhi al cielo <<
Avanti...>>
<< Hai scoperto qualcosa, ieri?>>
<< No...>>
Un sorriso maligno si dipinse sul volto della cartografa
<< Allora lo puniamo!>>
<< Cosa? E tu che c'entri?>>
<< Ho preso a cuore questa storia...>> sorrise <<
Lascia fare a me!>> le prese una mano e la tirò giù per le scale.
Due loschi individui, uno dall’aria un po’ più furba e
l’altro un po’ meno, stavano discutendo fra di loro a bassa voce
<< Ah, ah, ah...il capo ha avuto un' idea
geniale>>
<< La ciurma di Cappello di Paglia rimarrà estasiata
dai nostri fuochi d' artificio!>>
<< FUOCHI D' ARTIFICIO?>> sbottò all’improvviso
uno << Ma io credevo fosse DIN...>>
L’altro gli fece malamente segno di tacere << Ma che
ti urli? Vuoi farci scoprire? Certo che è quella roba lì, fuochi d' artificio
era un modo di dire!>>
<< Aaaah, per un attimo avevo pensato...>>
<< Tu, pensare? Lasciamo perdere che è meglio>>
<< Uffa...ma come facciamo ad assicurarci che
partecipino alla festa?>>
<< Lo faranno, lo faranno...>>
<< Come fai a saperlo?>>
<< Lo so e basta...piantala per favore>>
<< E dove la pianto?>>
<< Cosa?>>
<< La pianta!>>
<< Quale pianta?>>
<< Mi hai detto di piantarla e cos' è da piantare se
non una pianta?>> gli disse quello semplicemente vedendola come una cosa
ovvia
<< Ma perché mi hanno messo in coppia con te?>>
Jacques camminava ansimando a breve distanza dall’archeologa
e dalla navigatrice << Io protesto...dovevate rendermi partecipe di
quello a cui avrei preso parte accettando di accompagnarvi a fare compere!>>
Robin non lo guardò nemmeno << E' colpa tua che hai
detto sì senza informarti>>
<< Cerca di capire, domani si parte per cui dobbiamo
comprare tutto oggi>> gli sorrise Nami con aria furbetta
<< Capisco...ma vi serve davvero tutta questa roba?
Non riesco a vedere nemmeno dove metto i piedi...>>
<< Dai su, per due pacchetti!>> sghignazzò la
rossa
<< Due paccheeee...>> mise male un piede ed
inciampò in una lastra di pietra rialzata della strada cadendo a terra con un
tonfo assordante << ...tti!>> tutto finì rovesciato qua e là mentre
un' ultima scatola gli rimbalzò sulla testa << Ahia!>>
Alle due scappò una risata
Il Prete sbuffò << Brave ridete...ridete pure>>
si rialzò e dopo una breve spolverata riprese a sommergersi di pacchi <<
Acc...ne è rimasto uno per terra...mi aiutate per cortesia?>>
<< Certo, tieni!>> sì offrì la cow-girl e
facendo apparire un braccio sul terreno glielo lanciò
<< No, non così!>> si sbilanciò nuovamente e il
lavoro era di nuovo tutto da fare. Sì rassegnò e riprese l' opera di raccoglimento
“ Piccole vendette personali, vero?” pensò sorridendo “ Fai bene!”
<< Ehi, Rufy, guarda là...hanno allestito un
palco>> indicò entusiasta il giovane arciere
Il capitano guardò con attenzione << Wow, è vero,
chissà perché?>>
<< Andiamo a chiedere?>> propose
<< D' accordo...>>
Si avvicinarono ad un uomo seduto ad un tavolo lì vicino
dove si annidava una marea di gente. Miguel si fece avanti titubante <<
Signore, ci scusi...>>
<< Che volete mocciosi?>> fu la brusca risposta
di quello
Il biondino, tuttavia, non badò all' appellativo <<
Vorremo sapere perché è stato messo un palco qui>>
<< Questo non è un palco, è un ring! E' stato messo
perché sta sera ci sarà una festa dove come intrattenimento principale ci
saranno degli incontri di lotta...chi vince si prende un bel gruzzolo...ora
sparite, mi bloccate la fila!>>
<< Io mi iscrivo!>> sbottò Rufy all’improvviso
Quello scoppiò in una fragorosa risata << Ah, ah,
ah...ma se ti esce ancora il latte dalla bocca, torna dalla mamma che è
meglio!>>
<< Non sono affari tuoi questi! Se picchieranno,
picchieranno me non te quindi... >> gli prese la penna di mano e scrisse
su un foglietto << ...aggiungi questi due nomi alla lista! Andiamo,
Miguel!>>
Il ragazzo lo guardò di traverso << Non avresti dovuto
chiedere il suo parere prima?>>
<< No, perché so che avrebbe rifiutato...>> gli
rispose in un’alzata di spalle
Mentre i due ragazzi si allontanavano l' uomo lesse il pezzo
di carta e sbiancò: Rufy Cappello di Paglia e il Prete << Ehi, voi due!
Fermatevi!>> ma ormai erano lontani.
<< CHE COSA HAI FATTO?>> urlò Jacques
palesemente irritato
Miguel tirava su col naso dalla tristezza << Ecco, lo
sapevo che doveva chiederglielo prima...>>
<< Che storie, per un torneino...>> gli rispose
Rufy tranquillamente
<< Ma fallo tu il torneino!>>
<< Infatti mi sono iscritto e per rendere la cosa più
interessante ho iscritto anche te>>
<< Dovevi chiedermelo!>>
Il capitano alzò le spalle << Ero sicuro che non
avresti accettato e le storie che stai facendo non fanno altro che
confermarlo...finalmente vedremo cos' altro sai fare oltre ad avere una buona
mira>>
Si vedeva lontano un miglio che il nervosismo del Prete
stava salendo alle stelle.
Zoro decise di prendersi gioco di lui e spronarlo <<
Rufy, lascialo perdere...non insistere, magari nella lotta libera è una
schiappa...>>
Il sangue gli ribolliva nelle vene “ Devo stare calmo, devo
stare calmo...calmo!”
Anche Sanji rincarò la dose << Ha ragione
Zoro...probabilmente, in quanto a forza fisica, ne ha meno di Usop>>
Le tempie cominciavano a pulsare “ CALMA, Jacques, respira”
<< Hai paura di me?>> chiese ancora Rufy
L’uomo sbatté i pugni sul tavolo a cui erano seduti <<
BASTA! E sia! Ma vedi di non lamentarti, poi...MIGUEL!>
Il ragazzo trasalì << S-sì?!>>
<< Vieni con me...>>
<< Va bene...>>
I due si allontanarono, i restanti rimasero di sasso
<< Non è che avete esagerato?>> chiese Chopper
preoccupato
Lo spadaccino scosse la testa << Ma finiscila per due
frasi buttate lì per spronarlo...>>
Nami guardò l’archeologa con aria interrogativa << Ma
che gli è preso?>>
<< I- io non ne ho idea...>>
La sera era giunta e in piazza cominciavano i primi
festeggiamenti in attesa dell' attrazione generale che sarebbe iniziata di lì a
pochi minuti. Di Jacques e Miguel non se ne vedeva l' ombra
<< Ma dove si sono cacciati quei due? Fra poco
inizia...>> chiese il capitano sempre più impaziente
Zoro tracannò l’ennesimo boccale di birra << Magari
non verrà...>>
Il biondino raggiunse il gruppetto intento a mangiare e a
bere intorno ad un tavolo piuttosto lontano ma dal quale il ring si vedeva
benissimo: era solo
Il giovane medico lo salutò << Ehilà, dove sei stato?
Noi qui abbiamo quasi finito...scusaci se non ti abbiamo aspettato...>>
<< Non preoccupatevi non ho fame...berrò solo
qualcosina>> era palesemente giù di morale
<< Ehi, che c' è?>> gli chiese preoccupata la
navigatrice
<< Ci sono rimasto male, non ho mai visto Jacques così
nervoso...>>
Sanji sbuffò << Tsk...se l' è presa con te,
vigliacco...>>
<< No, non è così...non lo farebbe mai! Quando ce ne
siamo andati ho provato a chiedere cosa aveva ma mi ha zittito bruscamente
dicendomi d' iniziare a suonare...io volevo solo cercare di aiutarlo...>>
Robin si alzò di scatto << Dov' è?>>
<< Nel piccolo giardino dell' albergo>>
La donna se ne andò senza dire niente
<< E adesso dove va? >> chiese il ragazzo di
gomma perplesso
Nami gli fece l’occhiolino << Non ti
preoccupare...tornerà, con il tuo sfidante>>
Il capitano sorrise << Bene!>>
La mora lo raggiunse in fretta << Che fai, non
vieni?>>
Jacques si girò a malapena verso di lei << Adesso
vengo...>>
<< Si può sapere che ti è preso oggi pomeriggio? Prima
non rispondi alle provocazioni quando, poi, decidi di farlo hai una reazione
esagerata...Miguel c' è rimasto male>>
<< Rimasto male? In che senso?>> le chiese
girandosi all’improvviso
<< Voleva aiutarti magari facendo qualcosa di più che
suonare l' ocarina...>>
<< Mi dispiace che se la sia presa ma facendo così mi
ha aiutato più di quello che pensa>>
Lei gli si sedette vicino e lo guardò negli occhi <<
Che ti succede, Jacques?>>
<< Ho un problema, che non si può risolvere...>>
<< Che problema?>>
Il Prete rimase in silenzio. Robin sospirò <<
Giusto...dimenticavo: guai parlare di te e di cos' hai fatto in tutto questo
tempo...>> si bloccò un attimo, poi aggiunse sottovoce << ...lontano
da me>>
Lui la sentì ugualmente e abbozzò un lieve sorriso <<
Purtroppo non riesco a dire altro che non sia un mi dispiace...>>
<< Ti prego lascia che ti aiuti!>> lo supplicò
<< Non puoi...nessuno può risolvere il mio
problema...si può solo alleviare...per ora>>
L' archeologa gli strinse d' istinto le mani fra le sue
<< Non mi dicesti tu, una volta, che avremo condiviso le nostre
pene?>>
<< Beh, non avevo mai considerato questo tipo di
pena...ma ti ringrazio>> le strinse le mani a sua volta, la donna si rese
conto di quel contatto e arrossendo lievemente si allontanò velocemente.
Jacques notò quella lieve sfumatura, la conosceva troppo
bene, le diede una pacchetta sulle spalle << Andiamo, avanti...ho qualche
incontro da disputare>>
Il torneo era cominciato nella bolgia più totale: gente già
ubriaca che ballava sui tavoli, qualche rissa qua e là e un folle giro di
scommesse che al momento dava Rufy per vincitore in quanto aveva steso un
energumeno grosso il triplo di lui con un solo pugno. Era arrivato il turno di
Jacques ma del Prete non vi era traccia. Colui che era adibito a fare da
presentatore iniziò ad annunciare l' imminente scontro
<< Signori e signore non ci crederete ma questa sera
abbiamo un partecipante speciale...un uomo la cui esistenza non è mai stata
accertata...come avversario di questo tizio tanto grosso quanto
sconosciuto...>>
<< Ehi!>> si lamentò quello ringhiando
<< Ho detto solo ciò che è vero >>
Una risata generale esplose fra la folla
<< ...ci sarà colui il quale è conosciuto come il
Prete!>>
La piazza si azzittì all' istante: tutti attendevano la sua
comparsa ma nessuno si fece avanti.
L' avversario si spazientì << Senti: è uno scherzo che
non fa ridere...il Prete non esiste, sicuramente se l' è inventato la Marina
per spaventare gli allocchi...tira fuori il mio avversario, ORA!>>
Il pubblico iniziò a fischiare.
L' uomo al microfono cominciava ad adirarsi e a lanciare
occhiate omicide verso Cappello di Paglia
<< Lo sapevo...non viene...>> disse Zoro sicuro
della sua affermazione
<< Io invece credo il contrario...>> gli rispose
il capitano indicando il ring
<< Eccomi, sono qui...scusate il ritardo>>
Jacques era finalmente arrivato.
Lo riconobbero tutti: era proprio l' uomo della taglia.
Nami intravide Robin in lontananza e alzò il pollice per
complimentarsi di averlo raccattato. La cow- girl rispose con lo stesso gesto
anche se a dirla tutta non era andata bene...
<< Bene, allora cominciate!>>
L' uomo scese dal ring e lasciò il campo libero ai due
sfidanti.
<< E così tu saresti il fantomatico Prete...vediamo se
sei così forte come dicono...ah, dimenticavo, stai attento non vorrei sgualcire
la tua bella giacchetta>>
<< Non ti preoccupare...il problema non si porrà
nemmeno>> gli rispose sicuro di sé
Il cuore batteva all' impazzata ma doveva resistere, non
avrebbe usato i suoi poteri
L' uomo che aveva di fronte si lanciò all' attacco con
qualche destro e un paio di sinistri: tutti colpirono l' aria
Sanji rise << A quanto pare, oltre ad avere una mira
micidiale, è anche molto agile>>
Partirono altri colpi che andarono a vuoto, altri e altri
ancora
“ Che aspetti? Stendilo! Rompigli qualche osso! NO...mi
limiterò a fargli perdere i sensi”
Un pugno secco alla bocca dello stomaco: svenuto all'
istante
Zoro dovette ricredersi << E anche forte...quel tizio
era bello grosso>>
<< Il vincitore dello scontro è il Prete >>
Delle grida di assenso si espansero per la città.
Il torneo arrivò alla sua finale e come previsto dalla
ciurma, e soprattutto da Nami, coloro che l' avrebbero disputata sarebbero
stati Rufy e Jacques. La rossa si era infatti arricchita allestendo un nuovo
banco di scommesse sulla coppia finale e aveva stravinto...tuttavia, non
azzardava a puntare dei soldi sul nome del vincitore. L' uomo diede inizio all'
incontro
Rufy lo squadrò da capo a piedi << Finalmente vedrò
quanto vali!>>
<< Quando vuoi...sono pronto!>> gli rispose
senza timore.
Il combattimento iniziò senza esclusione di colpi ma i due
sembravano in parità: dove Rufy colpiva Jacques parava e schivava e viceversa.
Poi un braccio e una gamba s' incrociarono: il Prete ricevette un forte pugno
in faccia e il risultato fu un sopracciglio rotto mentre Rufy si prese una
bella tallonata nella bocca e il risultato fu un labbro spaccato.
Il capitano si pulì il mento dal sangue <<
Complimenti...non sei male>>
L’uomo sembrava non badare al liquido vermiglio che gli
ostacolava la vista dell' occhio sinistro << Grazie...neanche tu>>
Finalmente si stava divertendo e nemmeno la vista del sangue
gli procurava dei problemi...la situazione era sotto controllo, almeno per ora.
Un rumore...anche Rufy parve sentirlo
<< Che è stato?>>
<< Non so...>>
Un ticchettio saliva da sotto i loro piedi
Il Prete capì << Presto, saltiamo giù! E' una
bomba!>>
<< Come?>>
Jacques si lanciò contro il ragazzo di gomma: in quel
momento il ring esplose in un rombo assordante. Gli uomini iniziarono ad
imprecare dallo stupore e le donne ad urlare dal terrore. I sette fuori dal
ring erano rimasti pietrificati: Rufy e Jacques erano lì...non si accorsero
nemmeno delle pallottole che iniziavano a fischiare intorno a loro. La piazza
si era riempita di cacciatori di taglie.
<< Fate quello che volete ma ricordate: il nostro
obbiettivo principale è la ciurma di Cappello di Paglia...fatela fuori!>>
<< Sì, capo, lo faremo!>>
<< Un ultima cosa...il Prete, è mio!>>
Rufy e Jacques si gettarono sui loro compagni giusto in
tempo per sottrarli da una raffica assassina
<< Ma che vi prende? Volevate farvi ammazzare
tutti?>> gli urlò contro il capitano
Nami li guardò incredula << Siete vivi?>>
<< Sì, un po' malconci ma ancora tutti interi>>
le rispose il Prete con un sorriso
<< Eccoli, sono loro che cerchiamo,
prendiamoli!>>
<< A quanto pare vogliono noi...>> disse il
cuoco accendendosi una sigaretta
Zoro si legò la bandana alla testa ed estrasse le sue fedeli
spade << Bene, allora vediamo di facilitargli un po' le cose...andiamogli
incontro>>
Usop tremava per la paura << Ma siete
impazziti?>>
La ciurma si mise in posizione d' attacco e cominciò a
menare mani, calci, spade, bastoni, corna, frecce e tabasco.
Poi un' altra enorme esplosione: la ciurma si divise.
Robin riaprì gli occhi dopo il buio che aveva seguito l'
esplosione. Sopra di lei c' era il Prete che ansimava dal dolore: una scheggia
di legno s' era conficcata nella sua spalla
<< Jacques...>>
<< Non ti preoccupare...non è niente...s-
sto...bene>> la tirò via, solo una piccola smorfia sul suo volto...nessun
suono
<< Ah, ah, ah...ma guarda che bel quadretto...ma vi
sembra il momento di fare certe cose?>>
I due infatti erano ancora uno sopra all' altra...si
alzarono velocemente << Chi sei?>>
<< Il mio nome è Abaddon e sono al diretto servizio
dei Quattro!>>
<< Dai, avanti, Nami svegliati!Usop, che facciamo? Non si sveglia!>>
urlava preoccupata la piccola renna.
Usop alzò le spalle << Sei tu il medico, no? Dagli due
schiaffetti...vedrai che si ripiglia>>
<< Sì così poi mi ammazza...>>
<< Che differenza fa? Tanto morirete
comunque...>> gli disse una voce alle loro spalle
<< Come sarebbe a dire?>> chiese il cecchino già
impaurito
<< Morirete per mano nostra!>>
<< Per mano nostra? Vuol dire che dovremo usare i
pugni e non le pistole?>>
Il compare si batté la fronte col palmo della mano <<
Ma va che sei proprio un cretino! Morire per mano di qualcuno è un modo di dire
sia che lo si uccida dalla botte, a pugnalate, pistolettate...>>
<< Ah, scusa, ora ho capito...>>
Il nasone bisbigliò << Ehi, Chopper, per me questi due
sono matti...scappiamo finché siamo in tempo...>>
Il medico rispose sullo stesso tono << E con Nami come
facciamo?>>
<< La sacrificheremo per la patria...>>
<< MA SEI SCEMO?>>
L' urlo riportò i due idioti alla realtà << Ehi, voi!
Non vorrete mica scappare?>>
<< Chi, noi? Noooooooooooooooo!>> cercò di
convincerli il pinocchio
<< E della ragazza che ne facciamo?>>
<< Magari potremo divertirci un po'...>>
<< Ma non possiamo mica giocarci...dobbiamo
ucciderla>>
<< Oh, Signore...smettila, mi sono stancato...torniamo
a noi>>
Davanti a loro non c' era più nessuno
<< Oh, che bravi, sono spariti...sono dei
maghi!>>
<< Idiota ma che maghi e maghi, sono scappati e
dobbiamo ritrovarli>>
Miguel scagliava una freccia dopo l' altra << Ma
quanti accidenti sono?>>
<< Non finiscono più...giuro che se per loro succede
qualcosa di male alle mie due regine io...>> cominciava a spazientirsi
Sanji
Rufy lo rassicurò << Non ti preoccupare per loro,
sapranno cavarsela...piuttosto pensa a me...tutto questo movimento mi ha fatto
venire una fame>>
Zoro si sbarazzò di un paio di cacciatori << Possibile
che tu riesca a pensare solo al cibo, anche in momenti come questi?>>
Il capitano schivò un paio di colpi e si liberò del suo
assalitore << Uffa ma che ci posso fare io se mi è venuta fame?>>
Il biondino scagliò un paio di frecce e sorrise << Tu
hai sempre fame!>>
<< Ma guarda che tipi strani, rischiano la pelle e
fanno salott...argh!>>
Il cuoco lo fracassò con un calcio << Non siamo
strani, ci state solo stancando così ci intratteniamo chiacchierando>>
Lo spadaccino guardò in lontananza << Ne arrivano
altri...>>
<< Ci penso io!>> una freccia andò a tagliare la
corda che reggeva un gruppo di mattoni sospesi su di un cantiere: una decina di
uomini venne bloccata all' istante
Rufy gli diede il cinque << Grande!>>
<< Yeah!>>
Zoro fermò la baldoria << A dopo i
festeggiamenti...abbiamo ancora qualche ospite indesiderato...>>
Jacques nascose la spalla ferita al nemico dietro Robin
<< Che cosa vuoi dire con al servizio dei Quattro?>>
L’uomo lo guardò con aria di sufficienza << Uhm, non è
che sei un po' tardo ragazzo? Vuol dire che eseguo gli ordini di Guerra,
Pestilenza, Carestia e Morte...>>
Il Prete lo guardò con disprezzo << Questo l' avevo
capito da solo...perché sei qui? Che ti hanno ordinato?>>
<< Ma è ovvio...di sbarazzarmi di voi!>>
<< E ti pareva...>> sibilò Robin incrociando le
braccia
Il suo compagno le sorrise << Mi è sempre piaciuto il
tuo modo di porti contro le difficoltà>>
Abaddon la guardò molto attentamente << Ma che bel
bocconcino...magari se decidi di passare dalla mia parte e diventare la mia
donna potrei risparmiarti la vita...>>
<< Non ci penso neanche, sei un essere
ripugnante!>>
L' uomo si mise le mani sui fianchi << So di non
essere una gran bellezza e che hai già trovato con chi divertirti, ma
ripugnante mi sembra un po' troppo forte!>>
Non era affatto esagerato: l' uomo che aveva la fama di
distruggere tutto ciò che incontrava sul suo cammino, detto per questo il
Distruttore, era tutto fuorché bello. I capelli scuri erano folti e stopposi
testimoni del fatto che non doveva lavarli da secoli, il volto era sporco di
fango e polvere coperto da un paio di occhialacci scuri probabilmente indossati
per coprire occhi insignificanti. Il corpo era tozzo e rivestito da abiti lozzi
e strappati. Si schioccò rumorosamente le dita << Allora, chi vuole
cominciare?>>
Il Prete guardò Robin << Fatti da parte...>>
Lei lo guardò in tono di sfida << No, caro, sei
ferito...non combatterai per me!>>
<< E tu non lo farai di certo per me!>> le disse
reggendo senza timore lo sguardo
Il Distruttore sbuffò << Che noia...ognuno combatterà
per sé, ma non sarebbe corretto due contro uno per cui...>> con un
movimento fulmineo della mano inchiodò la donna per gli abiti ad un muro con
una decina di pugnali << Ho deciso che comincerò con il tuo amichetto e
ti lascerò un po' di tempo per ripensare alla mia proposta...ah, dimenticavo,
cara Nico Robin, non proverei a liberarmi fossi in te...con nessuno dei tuoi
trucchetti, almeno che tu non voglia morire in dieci secondi per la puntura di
uno dei miei amichetti>>
L' archeologa si guardò intorno: sul muro le faceva da
cornice una nube di ragni neri, pelosi e mortalmente velenosi
<< Bene, ora veniamo a noi Prete, non conosco il tuo
vero nome ma questo poco importa tanto morirai...un uccellino mi ha fatto
notare che sei ferito ad una spalla>>
<< Già...un Pettirossino che non si fa mai gli affari
suoi!>>
La mora si sentì trapassare da quelle parole: avrebbe voluto
rispondere a tono ma era impossibilitata al ben che minimo movimento.
Quello rise << Tutto ciò rende la cosa più
interessante...possiamo cominciare se vuoi>>
Jacques si preparò << Prima cominciamo, prima mi
sbarazzerò di te!>>
<< Mi sottovaluti ragazzo...non credere che io sia uno
sprovveduto, te ne pentiresti...>> da dietro la schiena tirò fuori una
balestra enorme e scagliò un colpo improvviso: il Prete schivò appena in tempo
ma un altro era già in arrivo.
<< Te l' avevo detto...non hai speranze!>>
<< Eh, sì...ma ora sei tu che mi stai
sottovalutando!>>
Velocemente si portò di fronte a lui e usando l' arco come
bastone lo colpì duramente in faccia, il materiale di cui era fatto fece sì che
il labbro del Distruttore si spaccasse e che il suo collo fosse sotto una
spinta mortale
Jacques teneva il nemico bloccato sotto di sé <<
Allora, che ne dici?>>
<< Non male...>>
<< Vediamo di finirla...>> incrociò gli occhi
del suo avversario dietro le lenti
Abaddon rise di gusto << Ahr, ahr, ahr...è inutile che
mi guardi così, qualsiasi sia il tuo potere, su di me non ha effetto...ti ho
detto che non sono uno sprovveduto>>
Robin nella sua prigionia pensò “ Così anche lui ha mangiato
un Frutto del Diavolo”
Il Prete dallo stupore allentò la presa e il suo avversario
ne approfittò per colpire col calcio della balestra la spalla lacerata. Jacques
si accasciò di lato dolorante << C-com' è...po...possibile?>>
<< Diciamo che i miei capi, anche se non mi hanno
messo al corrente del tuo tipo di potere, hanno fatto in modo che su di me non
avesse effetto>>
<< Maledetti...>>
<< Comunque se ti avvicini sei molto pericoloso quindi
dovrò chiedere aiuto per tenerti lontano>>
<< Aiuto? E a chi?>>
Abaddon tese una mano verso di lui << Lo scoprirai
presto>>
Il Prete si sentì trapassare come da tante piccole lame: sul
suo corpo iniziarono a formarsi tagli che sgrondavano sangue << Ma che
diavolo?!?>>
<< Li abbiamo seminati vero, quegli idioti?>>
cercò di rassicurarsi il cecchino
Chopper si guardò alle spalle << Direi di sì...cavoli,
ma perché Nami l' ho dovuta portare io?>>
<< Non dirmi che ti è pesata, grosso come sei?>>
gli rispose sarcasticamente riferendosi al suo heavy point
<< Vi abbiamo trovato...>> fece il più idiota
dei loro inseguitori
<< Certo che avete le ali ai piedi...ah!>> si
fermò l’altro tappando con la mano la bocca al compare << Non dire quello
che stai pensando, guai a te!>>
Quello annuì
<< Ora sbarazziamoci di questi due!>>
<< Ehi, dov' è finita la ragazz...aaaaaaaaaah!>>
un Ciclone Tempo li fece disintegrare contro il muro di una casa.
<< N- Nami?!?>> la chiamarono increduli i due
compagni
<< Che c'è?>> fece quella con aria innocente
<< Quei due idioti disturbavano il mio sonno!>>
<< Ma allora dormivi!?>> un grosso gocciolone
comparve sulla testa della renna
Usop le si buttò ai piedi e le si attaccò ad una gamba
<< Oh, Nami, grazie...grazie!>>
La ragazza lottava per mantenere l' equilibrio << Ma
che ti prende! Piantala!>>
<< Sei la nostra salvatrice! Come potremo mai
sdebitarci?>>le parole gli morirono in gola
Chopper iniziò a sudare freddo guardandolo malissimo
<< Che cos' hai fatto???>>
Uno strano luccichio si fece avanti negli occhi della rossa
<< Sdebitarvi? Bene, se tanto insistete...dato che siete miei amici da
tanto tempo, facciamo solo cinquecentomila Berry...>>
Il cecchino iniziò a piangere << Vai a far rinvenire
quei due...voglio morire>>
<< Anch' io...>> lo seguì a ruota il medico
La cartografa li prese per le orecchie << Guardate che
non dicevo a testa, cinquecento per tutti e due...coraggio, torniamo alla
nave!>>
Miguel guardò la sua faretra vuota << Finalmente sono
finiti...>>
Sanji buttò il mozzicone della sigaretta, ormai
completamente bruciata, a terra << Spuntavano come funghi...>>
A Rufy caddero due fili di bava dalla bocca <<
Fuuuunghi, buoooOOooooni!>>
<< Ma perché gli hai rimesso in mente il cibo?>>
gli chiese lo spadaccino
<< Ammetto di aver sbagliato...ma potrei sempre
servirgli dei funghi velenosi>>
Il capitano li prese tutti e tre per la collottola <<
Piantala, lo so che non faresti mai...>>
<< Questo è tutto da vedere, mollami subito!>>
ringhiò il cuoco
Il ragazzo non fece caso ai loro improperi << Torniamo
alla nave, ai fornelli e alla tavola!>>
<< E gli altri?>> chiese l’arciere
<< Se la saranno cavata sicuramente...e come sempre ci
rivedremo tutti sulla nave>>
Zoro cercò di rassicurarlo << Vedrai che non gli è successo
niente, Jacques è in gamba...>>
<< Lo so...>>
Il Prete era steso a terra sanguinante, il suo corpo era
scosso continuamente da punture dolorose “ E' impossibile! E' come combattere
contro l' aria, non riesco a vedere da dove vengono i colpi...e poi come faccio
a muovermi liberamente? Se lo mettessi in difficoltà potrebbe prendersela con
Robin...”
Sentì una fitta alla mano, la guardò: un calabrone enorme vi
era posato sopra. Si alzò, ne era circondato << Sono insetti! E
maledettamente veloci...>>
Abaddon rise << Te ne sei accorto
finalmente...punture? Calabroni! Tagli? Mantidi Religiose!>>
<< Ma come fai a controllarli?>> un ghigno si
dipinse sul suo volto << Hai mangiato un Frutto del Diavolo,
vero?>>
<< Ebbene sì...ho mangiato il frutto Bug Bug e grazie
ad esso, oltre ad altre cose che non mi sogno nemmeno di svelarti, mi ha dato
la capacità di controllare qualsiasi insetto dall' operosa formica ai simpatici
ragnetti che tengono sotto assedio la tua bella amichetta>>
Jacques si voltò verso Robin che cercava di rimanere
immobile il più possibile << Allora anche quelli stanno lì per opera
tua?>>
<< Così ti ho detto...>>
<< Bene...>>
Il Distruttore lo guardò incredulo << Sei impazzito,
ragazzo? Te ne rallegri?>>
Jacques mise una mano alla faretra << Sì!>>
prese sei frecce e ne scagliò una dietro l' altra nonostante i calabroni
avessero ripreso a pungerlo tutti insieme
<< Hai già tentato mille volte, le mie mantidi le
hanno sempre fatte a pezzi>> gli fece notare il suo avversario ma il
Prete, approfittando della distrazione degli insetti, si lanciò verso di lui
<< Ferma questa, se puoi!>> gli conficcò con le mani nel petto una
freccia dalle piume blu. Un gemito di dolore fuoriuscì dalle labbra di Abaddon
<< Cosa succede? Di colpi ne ho sempre presi tanti non può essere di
certo una freccia a farmi questo effetto...co- come mai...sto perdendo le
forze?>>
Affondò di più << Hai mai sentito parlare dell'
Agalmatolite Marina? E non perderai solo le forze ma anche il controllo su,
come li chiami tu, i tuoi amichetti!>>
<< Non è possibile!>>
Gli insetti cominciarono ad andarsene: Robin, usando i suoi
poteri, poté finalmente liberarsi
<< Sei astuto ragazzo, devo ammetterlo...ora, però,
devo togliere il disturbo...la prossima volta sarò più
preparato...arrivederci!>> con le ultime forze rimastegli lanciò per
terra uno strano oggetto dal quale fuoriuscì un fumo dall' odore nauseante e
lacrimogeno: il Prete lasciò la presa per trattenere un conato di vomito,
quando il fumo si diradò il Distruttore era sparito. L’uomo si lasciò cadere
all' indietro: non sentiva più alcuna parte del suo corpo, la sua vista stava
pian piano sparendo
Robin lo scosse << Jacques,
Jacques...svegliati!>>
Aprì gli occhi, la vide come una massa informe << E-
ehi, come va? Stai bene?>>
Lei gli toccò la fronte, scottava << Tu stai
delirando! Hai la febbre alta...quei calabroni dovevano essere velenosi>>
<< Fantastico...>>
La donna cercò di mettere da parte l’orgoglio <<
Scusami, è colpa mia...non ho potuto aiutarti e poi ho sbandierato ai quattro
venti che eri ferito...>>
Il Prete sbuffò << Ma che cavolo dici? Di che ti
scusi...con me, poi...non c' è bisogno...e figurati se non l' avrebbe scoperto
da solo...anche un cieco se ne sarebbe accorto...>>
<< Ma...quello che hai detto prima?>> gli chiese
sorpresa da quella risposta
<< Ah, al diavolo quello che ho detto prima...sono
solo uno stupido...>>
Robin gli spostò i capelli appiccicati alla fronte dal
sangue e dal sudore << Forse dovrei smetterla di ficcare il naso dove non
devo...>>
Lui le sfiorò il naso con la mano << E perché? Sarebbe
un peccato...è così carino il tuo bel nasino...>> ( Deve avere la febbre
proprio alta per dire una cosa del genere! :-P N.d.E)
La mora arrossì << Tu non sai quello che
dici...>> si lasciò andare, l' abbracciò << Ti ringrazio per avermi
salvata...ancora>> cercò di farlo rialzare << Coraggio...andiamo
alla nave, Chopper ti curerà>>
Jacques parlava a fatica e non riusciva a tenere gli occhi
aperti << Perché non vai avanti tu...casomai ti raggiungo dopo, eh? Sono
un po' stanco, adesso...>> svenne.
Robin era ormai esausta: un po' con, e un po' senza, l'
aiuto dei suoi poteri aveva trascinato Jacques per tutta la città. Il Prete,
infatti, non rimaneva sveglio per più di due minuti consecutivamente senza
svenire almeno una volta e la febbre continuava ad aumentare: il viso e le
mani, così come tutto il resto del corpo, erano ricoperte di lividi violacei e
tagli di ogni misura e profondità.
La donna inspirò profondamente dopo una breve pausa <<
Coraggio, ormai siamo arrivati...>>
Lui cercò di fermarla << Sme- smettila...sei
s...sfinita...lasciami...qui>>
<< Guarda che potrei lasciarti ci davvero se non la
pianti...>>
<< Inutile preoccuparsi per te...vero?>>
L’archeologa gli cinse la vita con un braccio e si lasciò
passare il suo dietro al collo, nonostante la situazione era una bella
sensazione << Tu ti preoccupi per me? Ma vedi come sei ridotto?>>
Cercò di alleviarle un po' di peso tentando di camminare
<< I- io mi rimetterò...>>
<< Non ne ho dubbi...>> guardò la mano di lui
che pendeva dalla sua spalla: una cicatrice sul palmo, il simbolo di una
promessa non mantenuta. Si bloccò di colpo
<< L' hai vista, vero? Co- come vedi...quella...è
ancora lì...s- significa che io non mi sono mai...scordato di te>> le
disse fissandola con i suoi occhi di ghiaccio
Infastidita da quelle parole riprese a camminare di colpo
<< Non sforzarti adesso...>>
<< Ce- certo che non ti va mai bene...quello che
faccio...>> purtroppo non riuscì a reggere il passo e i due caddero
rovinosamente a terra.
<< Di bene in meglio...via, ancora un ultimo
sforzo>> si trattenne dall’imprecare la mora, appoggiò le mani a terra
per far leva alzandosi ma Jacques , che le stava praticamente addosso, la fermò
<< Ti prego...stiamo ancora un po' così...>>
Robin sentiva salire e scendere il suo petto affannosamente
e il suo fiato caldo sul collo affievolirsi sempre più: stava morendo
<< No, Jacques, alzati...non ti farò morire: non qui,
non adesso! Ricordi? Prima devi pagare per tutto quello che mi hai fatto
passare...>>
Si rialzò di colpo e proseguì a passo incalzante nonostante
la stanchezza: finalmente si vedeva la Going Marry
<< Dai, Sanji! Fammi mangiare anche la porzione di
Robin...ormai è fredda, non vorrai mica farle mangiare della roba
riscaldata?>> implorò il capitano
Zoro rise << Certo che quando si tratta di mangiare,
la fogna, ne tira fuori d' ingegno!>>
Il cuoco gli mollò il piatto di malagrazia e si accese
nervosamente una sigaretta << Perché non è ancora qui? La situazione in
città ormai si è calmata da parecchio...>>
<< Non si vede nemmeno Jacques...>> fece notare
Usop
Sanji ringhiò << Se sono capitati insieme e quello non
è stato in grado di proteggerla io lo stronco!>>
Rufy che intanto si era già ingurgitato la colazione della
donna << Dai, vedrai che non le è successo nulla...>>
Nami entrò in cucina come un ossesso << Ragazzi,
presto, venite fuori!>>
Gli occhi del biondo si trasformarono in due enormi
cuoricini << Amor mio, vuoi forse vedere l' alba tutta stretta al tuo
principe?>>
La rossa lo fulminò, era palesemente scossa << Non
dire stupidate! Robin ha bisogno di aiuto!>>
<< Cosa?>>
La ciurma corse ad affacciarsi dalla paratia: l' archeologa
sfinita trascinava un corpo esanime.
Rufy con la sua fionda gom gom la raggiunse in un baleno
<< Che è successo?>>
<< Te lo spiego dopo...ora porta Jacques da
Chopper>> gli rispose la donna fra gli affanni
<< Coraggio, molla qui>> lo prese sulle spalle
<< Certo che è ridotto male...tu che fai?>>
<< Io torno a piedi...datti una mossa!>>
Il moretto la guardò di traverso << Piantala...tu
vieni con noi>> le prese un braccio
La donna capì le intenzioni del capitano << No, non ci
provareeeeeeeeeee!>>
Troppo tardi, si era già rilanciato indietro.
Chopper sbiancò vedendo le condizione in cui stava l' uomo
<< Presto, portatemi dell' acqua fresca, sia in una bacinella che in un
bicchiere d' acqua!>>
<< Subito!>> partì prontamente Miguel
Zoro lo guardò incredulo << Che diavolo gli è
capitato?>>
<< Siamo stati attaccati da un uomo dei
Quattro...>> gli rispose la donna senza mezzi termini
Il capitano scattò << Cooosa? E che voleva?>>
<< Voleva ucciderci, mi pare ovvio...>> disse
candidamente
Ad Usop tremavano le gambe << E che tipo era?>>
<< Un essere spregevole...>>
Sanji notò gli strappi sugli abiti << Tu come stai? Ti
ha fatto del male?>>
<< No...ha combattuto Jacques con lui...io sono stata
imprigionata contro un muro>>
<< E non potevi liberarti?>> le chiese la
navigatrice
Robin strinse i pugni << No...quel bastardo ha
mangiato un frutto del diavolo che gli permetteva di controllare tutti gli
insetti...se solo avessi provato a muovermi sarei morta per la puntura di ragni
velenosi...>>
<< Quindi è come pensavo...questa febbre è dovuta a
del veleno>> trovò conferma la renna
<< Sì...di una specie di calabroni...>>
<< E adesso dov' è?>> chiese lo spadaccino già
pronto a tornare in città
<< E' scappato...>>
Miguel arrivò con l' acqua.
Il medico bagnò un panno e glielo mise sulla fronte e gli
porse il bicchiere d' acqua << Coraggio, bevi...è importante che non ti
disidrati...ragazzi, uscite...lo devo medicare>>
<< D' accordo...>> il cecchino si avviò alla
porta
Nami poggiò una mano sulla spalla della mora << Su,
vedrai che se la caverà...>>
Chopper guardò la mora << Robin?!>>
<< Sì?>>
<< Il medico ordina: un bel bagno caldo e un'
abbondante colazione...capito?>>
Lei annuì.
Sanji si rimboccò le maniche << Penserò io alla
colazione, tesorino...sarà la migliore che tu abbia mai assaggiato>>
La giovane alce rimase da sola con il suo paziente. Nello
spogliarlo dovette girare più volte lo sguardo altrove per lo pietoso
spettacolo: l' acqua utilizzata per pulire le ferite divenne presto tinta del
rosso vivo del sangue.
Robin mangiava senza appetito nonostante ciò che Sanji le
aveva preparato era degno delle corti reali, di fatti quello la guardava
preoccupato.
Nami entrò in cucina << Sanji, potresti andare a
vedere se è tutto pronto per la partenza? L' ho già detto agli altri ma non è
che mi fidi poi di molto...>>
Il biondo capì di essere di troppo << Certo,
amorino...>>
Le due donne rimasero da sole
<< Come ti senti?>> le chiese dolcemente la
rossa
<< Come vuoi che mi senta? Malissimo...>> le
rispose in un soffio
La ragazza le si sedette accanto
<< Nami...io non capisco più niente...credevo di
odiarlo con tutte le mie forze...>>
<< Invece?>>
La mora affondò il viso fra il collo e la spalla dell' amica
<< Non voglio perderlo...ancora>>
La navigatrice la strinse in un dolce abbraccio. La porta si
aprì, ne entrò il giovane medico << Scusate...non volevo disturbarvi ma
volevo dirvi che ho terminato le medicazioni e che gli ho somministrato un
antidoto...ora non ci resta che aspettare che faccia effetto...>>
<< Si rimetterà?>> gli chiese Nami
<< Lo spero...tutto dipenderà da come reagirà all'
antidoto>>
L' archeologa spostò lo sguardo sull' oblò per nascondere la
propria disperata preoccupazione. Chopper sentì il suo turbamento, era giunto
il momento di ricambiare il favore, di norma non l' avrebbe mai permesso ma
questa volta decise di chiudere un occhio << Puoi andare da lui se
vuoi...stagli vicino e tienilo aggrappato alla vita>>
La donna fece segno affermativo e uscì.
I ragazzi sul ponte videro la mora uscire dalla cucina per
addentrarsi in sottocoperta.
Rufy se la rise di gusto << Allora non è poi tanto
glaciale la nostra All Sunday!>>
Sanji lo prese per il collo << Cosa vorresti
dire?>>
Il capitano fece orecchie da mercante << Niente,
niente...>>
<< Certo che però il rapporto che c'è fra i due è
parecchio strano...>> rimuginò Zoro ad alta voce
Usop lo guardò di sottecchi << Mi ricorda vagamente
qualcuno...>>
Lo spadaccino si fece minaccioso << Stai forse
parlando di me e di Nami?>>
Il cecchino cercò di pararsi le chiappe << No, no,
no...ma guarda che i nomi li hai fatti tu, non io!>>
Rolonoa avvampò capendo in che guaio si era cacciato, ma ci
pensò Sanji a riportare tutto alla normalità << Figuriamoci se Nami può
essere affascinata da un burino come te quando può avere un uomo raffinato come
me!>>
<< E con Robin e Jacques come la mettiamo?>>
continuò il ragazzo di gomma imperterrito
<< Che fra i due ci sia qualcosa è ancora tutto da
dimostrare!>> disse il cuoco a denti stretti
Usop prese il piccolo arciere, che stava cercando di
svignarsela, per la collottola << Chi meglio del nostro Miguel ci può
ragguagliare? Jacques è il tuo maestro, qualcosa ti avrà raccontato,
no?>>
<< Effettivamente Jacques non ama molto parlare di
se...>> cercò di cavarsi fuori dai guai ma fu inutile
<< Qualcosa deve averti pur detto, su Dead Calm hai
capito che era lei no?>> lo esortò il biondo
<< Beh, sì...mi ha detto che erano amici, legati come
fratello e sorella...>>
<< Sì ma se non l' avevi mai vista, come hai fatto a
riconoscerla?>> gli chiese curioso il cecchino
<< Mi ha detto di come odiasse sentirsi chiamare
Pettirosso, così, vedendo la sua reazione quando l' hai chiamata in quel
modo...>> disse riferendosi al cuoco << …l' ho riconosciuta
subito>>
Rufy piegò la testa di lato << E come mai si sono
separati?>>
<< Questo non l' ho mai saputo...ogni volta che ho
provato a chiederglielo ha sempre sviato il discorso...>>
Sanji sembrava soddisfatto << Ah, non importa, avranno
avuto i loro motivi...l' importante, invece, è che ora sappiamo ciò che li
legava...tra fratello e sorella non può esserci nulla...>>
Zoro lo canzonò << Magari tra fratelli di sangue...ma
si dal caso che loro non lo siano...>>
Il cuoco s' impuntò << Ho capito...ma no!>>
Al capitano scappò una risata << Pft...è completamente
fuori di testa!>>
L’archeologa entrò nella stanza: Jacques era in un continuo
movimento convulso. Prese una sedia e si mise accanto al letto
Il Prete non la smetteva di lamentarsi, per la donna stare
lì era uno strazio: non sapeva che fare
Aprì gli occhi << R- Robin?!>>
La mora si prese un coccolone << Jacques! Come ti
senti?>>
L’uomo sbuffò
<< Scusami...domanda stupida...>>
<< N- non...non si può...combattere l'
Apocalisse>>
<< Come?>>
Lui parve non sentirla << Carestia...P-
Pestilenza...Gu..Guerra e Morte...>>
<< I quattro cavalieri?>> gli chiese non capendo
dove volesse arrivare
Il Prete continuava a non darle ascolto, stava delirando
<< La pestilenza...s- si sconfigge con la medicina e la ragione...la
carestia c...con...l' altruismo e l' abbondanza...la guerra...beh, s- si sconfigge
con la pa...pace...ma la morte?>>
Robin cercò la risposta nella sua mente
<< Con una cosa...che noi...d...da soli non possiamo
dare>> continuò lui
Ci arrivò << ...la vita!>>
<< La morte invidia la vita...può to- toglierla ma non
può averla per sé...>>
<< Cosa stai cercando di dirmi?>>
Jacques si mise di scatto a sedere ma barcollò, Robin gli
evitò una pesante caduta giù dal letto: scottava come il fuoco. Si sentì
scivolare la fascia, con sopra ricamata la N rappresentante la sua famiglia,
che aveva sul braccio...lo spostamento lasciò scoperta una cicatrice. L’uomo la
percorse con le sue calde dita << Tu mi hai dimenticato,
invece...>>
La voce di lei era poco più di un sospiro << No, ti ho
solo tenuto nascosto...>>
Lui spostò lentamente il viso verso il suo braccio e passò
le labbra sul simbolo della loro promessa << Ti amo...>>
L' uomo scivolò di nuovo nell' incoscienza lasciando la
donna interdetta nei suoi pensieri: che cosa voleva dire con quel discorso
sull' Apocalisse? Le aveva detto che non si poteva fermare ma allo stesso tempo
le aveva elencato i modi per sconfiggere i quattro cavalieri...tuttavia, ora,
tutto questo passava in secondo piano, che cosa le stava succedendo? Non era da
lei sorvolare su cose importanti come queste, ma altre parole si facevano largo
nella sua testa " Ti amo "...lo pensava davvero o era la febbre che
lo aveva fatto parlare? Perché le stava facendo questo? Perché non le
facilitava il compito che si era imposta di odiarlo e trattarlo con freddezza?
Già quand' erano ragazzi la sua compagnia aveva mutato il suo carattere, poi
alla sua presunta morte era tornata quella di sempre, anzi, ancora più glaciale
e ora stava accadendo di nuovo, lui oltrepassava tutte le sue difese.
Una scossa della nave la strappò via con forza dai suoi
ragionamenti, guardò l' orologio: erano già passate parecchie ore dal suo
ingresso in quella stanza. La luce del sole, ormai alto nel cielo, filtrava
dall' oblò, le onde del mare s' infrangevano contro lo scafo: la Going Marry
aveva lasciato TWF.
La porta si aprì: l' alce e la navigatrice intrufolarono
dentro la testa silenziosamente, la donna se ne accorse e sorrise << Che
fate, spiate?>>
I due, che poverini per una volta non erano mossi dalla
curiosità, si presero un colpo e caddero come due frutti maturi dall' albero.
La rossa si massaggiò il fondoschiena << Che malfidata
che sei...>>
L' archeologa inarcò un sopracciglio << Non dovrei
averne motivo, giusto?>>
<< Esatto, non è vero Nami?>> le rispose
ingenuamente Chopper
La cartografa sudava silenziosamente freddo << Eh, eh,
eh...certo! Siamo entrati piano perché abbiamo pensato che dopo sta notte
avresti potuto essere addormentata...>>
Robin si stirò << Effettivamente mi sento a
pezzi...>>
Il medico si agitò << Allora vai a dormire, cosa
aspetti !?!>>
<< Hai tirato fuori il suo fare autoritario, a quanto
pare...>> disse Nami mentre un gocciolone appariva sulla sua testa.
<< Eh, già...>> fu l’identica reazione della
mora
La renna arrossì << Dai, ragazze, smettetela!>>
Le due si misero a ridere
“ Dormo, dormo, dormo e non mi fai svegliare...ma non
contare che questo possa durare ancora a lungo...prima o poi quel giorno
arriverà...e, lo sai, te la porterò via...VIA!”
Il Prete si svegliò urlando e ansimando sotto lo sguardo
attonito e spaventato dei presenti. Passò gli occhi sulla navigatrice, sul
medico e infine sulla cow-girl, tirando un sospiro di sollievo
<< Cosa è successo?>> gli chiese preoccupata la
rossa
<< Ho avuto un incubo...>> le rispose
semplicemente
Chopper gli si avvicinò toccandogli la fronte << E'
normale, la febbre sta scendendo...l' antidoto ha iniziato a fare
effetto...prima del previsto a dir la verità...>>
Il Prete spostò lo sguardo di lato, alla mora non passò
inosservato.
Il medico si armò di siringa. Jacques sgranò gli occhi
<< Ehi, che ci vuoi fare con quella?>>
<< Da quando hai la fobia dell' ago?>> lo derise
Robin.
In risposte, lui le fece una boccaccia << Mai
avuta...ma mi sembra di aver perso già abbastanza sangue per oggi...>>
<< Beh, sì...però è importante questo prelievo...non
vorrei che si avessero degli effetti indesiderati...>> continuò il più
giovane con fare serio e professionale.
Il Prete sospirò e tirò su la manica della maglia <<
Avanti...se riesci a farti largo fra queste bende...>>
Chopper sorrise << Certo, te le ho messe io!>>
Sorrise di rimando.
Nami sospirò << Allora noi andiamo...ti lasciamo al
tuo paziente>> e iniziò a spingere la mora sulla schiena.
<< Ok...Robin, riposati>> le salutò la renna.
Jacques mosse la mano bendata sorridendo non curandosi
minimamente del medico che lo stava forellando, della febbre e del suo stato di
mummificazione.
Le due donne uscirono e l' alce estrasse l' ago <<
Ecco fatto...io ora mi metto a controllare, tu riposa>>
<< Agli ordini dottore!>>
L' esperto di medicina si armò di microscopio e provvette e
si avviò nella sala studio.
L’uomo socchiuse gli occhi e sprofondò nuovamente nel
cuscino << Speriamo bene...>>
La rossa, per una volta, decise di tenere a freno la lingua
nonostante lo stato in cui vigeva la mora portava la sua curiosità e la sua
fantasia a farsi migliaia di possibili storielle su ciò che poteva essere
accaduto in quelle ore in cui era rimasta lì...
Sanji sbucò fuori all' improvviso << Amorino mio, ti
prego, dimmi che fra te e il Prete non c' è niente! Dimmi che quelle malelingue
che sono là fuori parlano solo perché hanno la bocca!>>
Robin, presa alla sprovvista, si sentì avvampare il viso che
si tinse leggermente di rosso << M- ma c- che ti salta in mente?!>>
Il biondino perse il contatto con la realtà per la risposta
e andò via saltellando lasciando una scia di cuoricini per tutto il corridoio
<< Lo sapevo, ne ero certo! Il tuo cuore batte solo per me!>>
A Nami si formò un gocciolone sulla testa, anche un cieco se
ne sarebbe accorto, si rivolse alla cow-girl con un ghignetto sulla faccia
<< Sei una pessima bugiarda, in questi casi, sai?>>
<< Piantala...>>
<< Sì, sì...io la pianto ma tu...>> le diede due
gomitatine maliziose << ...non me la racconti gius...mmmh!>>
La donna fece apparire due mani e le tappò la bocca <<
Io vado a riposare...>>
Appena l’archeologa sparì dietro la porta, la cartografa
venne lasciata libera. Sorrise pensando che a dirla tutta, loro due, non erano
poi così diverse.
Robin si lasciò cadere pesantemente sul letto di Nami, non
aveva voglia di tirare giù l' amaca: non era in sé, era stata la febbre che lo
aveva fatto parlare...era delusione quella che stava provando in quel momento?
La stanchezza e lo stress della notte in bianco la portarono velocemente fra le
braccia di Morfeo.
Alla sera il medico tornò dal suo paziente che era
stranamente sveglio << Come ti senti?>>
<< Molto meglio...l' antidoto è stato
portentoso>>
<< Ah, a proposito...ho il risultato delle
analisi>>
Il Prete sudò silenziosamente freddo
<< E' tutto nella norma: il tuo organismo sta reagendo
bene senza nessuna anomalia...probabilmente tutta questa velocità dipenderà dal
fatto che sei molto ricettivo...>>
Jacques tirò un sospiro di sollievo << Meno
male...>>
<< Fra un paio di settimane ti sarai rimesso
completamente>>
Passò qualche giorno nell' assoluta normalità a parte un'
archeologa piuttosto irascibile e un cuoco al settimo cielo. Il Prete
continuava a riposare per la maggior parte del tempo e apparentemente non era
ancora uscito dalla stanza: ogni tanto andavano a trovarlo i casinisti
portandogli da bere nonostante le minacce di omicidio di Chopper, il medico dal
canto suo controllava l' evolversi della guarigione con qualche prelievo.
Le notti non erano controllate da nessuno perché la
navigatrice aveva previsto che il tempo avrebbe retto per qualche giorno in
quanto il clima si era fatto stabilmente afoso e il vento che tirava era caldo
e leggero.
L' archeologa si svegliò nel cuore della notte con la gola
secca, il caldo stava diventando insopportabile: la maglia del pigiama
completamente zuppa. Si mise una canottiera e si guardò il braccio: tornò con
la mente al passato
“
<< Robin, Robin! Dove sei? Rispondimi, ti prego!>>
La giovane archeologa sotto le macerie sentiva la voce del
suo compare chiamarla disperato: la ragazza nonostante le sue obbiezioni era
entrata in uno scavo abbandonato di nascosto, bastò un movimento non calcolato
che iniziò a crollare tutto...era rimasta lì sotto per nemmeno lei sapeva
quante ore, finalmente era venuto a cercarla, pronunciò in un soffio <<
J- Jacques...so...sono qui...>>
Come riuscì a sentirla rimase un mistero ma fatto sta che la
ragazza rivide la luce.
Il ragazzo la prese in braccio e la tirò fuori...era tutta
sporca e piena di graffi ma, fortunatamente, l' unica ferita leggermente
preoccupante era un taglio abbastanza profondo sul braccio sinistro <<
Scema, mi hai fatto preoccupare! Cosa ti è saltato in mente?>>
<< Scusami...>> gli disse lei con vergogna
<< Scusa un accidente...>> la mise a sedere
mentre sul suo volto vi era dipinta un’espressione imbronciata.
La ragazza si chiuse in un silenzio colpevole
<< Promettimi che non te ne andrai più senza dirmi
niente...>> le fece d’un tratto
<< Cosa?>>
Jacques le prese il viso fra le mani << Prometti che
non ci separeremo mai...>>
Robin lo guardò stupita, non si era ancora abituata alla
sensazione che dava il colore dei suoi occhi mescolato alla serietà della loro
espressione << D...d' accordo...>>
Lui sorrise << Bene...>> estrasse una freccia
dalla sua faretra << E siccome bisogna condividere le proprie
pene...>> si tagliò il palmo con la punta
<< Tu sei pazzo...>> gli disse lei sgranando gli
occhi
<< Abbastanza...>>
La giovane mora ripensò alla promessa << E se
dovessimo separarci?>>
<< Facciamo così...se dovessimo separarci avremo due
anni per ritrovarci...>>
<< E se ciò non avvenisse?>>
<< Significherà che saremo morti...perché solo la
morte potrà tenerci lontani...giuri?>>
La ragazza affermò convinta << Giuro! E tu?>>
Pose la ferita della sua mano su quella del braccio di lei
<< Giuro!>>
”
Buttò giù un bicchiere d' acqua gelida <<
Bugiardo!>>
Camminò verso la sua stanza, aprì la porta: era vuota...dove
diavolo era andato?
Il Prete si era seduto sul posto di vedetta in modo da
rimanere inosservato nel caso in cui qualcuno avesse deciso di farsi una
passeggiata notturna: il veleno aveva smesso di dargli fastidio già dal primo
giorno e le bende non servivano più a nulla tuttavia continuava a portarle per
non dare nell' occhio. Aveva in mano l' ocarina che aveva regalato a Miguel,
aveva provato a suonare, così come faceva ogni tanto non abbandonando la
speranza ma ogni volta in cui cercava di avvicinarsi lo strumento alla bocca il
braccio lo allontanava violentemente. Ancora un tentativo fallito
Sospirò << E' tutto inutile...>>
La mora apparve alle sue spalle << Cosa è
inutile?>>
Jacques perse svariati anni di vita << Ma sei pazza?
Mi hai fatto prendere un coccolone!>>
<< Che cosa ci fai qui?>>
<< Prendevo un po' d' aria...c' è un caldo
insopportabile>>
<< Hai ragione...>>
Lui la guardò con sospetto << Che ti sei
raddolcita?>>
Robin trovò l' occasione giusta per cercare la risposta ad
una domanda che si era fatta largo nella sua mente in quei giorni << Può
essere...>> gli si sedette accanto, il Prete deglutì a vuoto imbarazzato.
<< Ho avuto modo di pensare in questi
giorni...>> gli si avvicinò sinuosa
La pelle del viso del Prete che s' intravedeva da sotto le
bende era ormai come il fuoco << E...?>>
La donna appoggiò la testa sulla spalla che la scheggia di
legno aveva trapassato a TWF << ...ho capito che...>>
Jacques confuso com' era dallo strano atteggiamento della
cow-girl non si preoccupò di fingere dolore per una ferita che di norma avrebbe
dovuto procurare ancora parecchio male << Sicura di star bene?>>
L’archeologa aspettava proprio quel passo falso <<
Sì...e anche tu...>> aprì le bende che gli coprivano il torace <<
...stai benissimo, a quanto pare>>
L’uomo, infatti, non aveva più nessuna traccia dello scontro
avvenuto qualche giorno prima con l' uomo dei Quattro.
<< Come lo spieghi questo?>>
Lui rise << Mi hai fregato...effettivamente era troppo
bello per essere vero...>>
<< Che cosa?>>
<< Che mi avessi perdonato...>> la guardò
dolcemente.
Lei in risposta lo guardò freddamente << Sai che non
accadrà mai...>>
La delusione era palese sul volto, ma…<< Beh, forse è
meglio così...>>
<< Perché dici questo?>>
<< Perché è la verità...>>
La donna si spazientì << Insomma, la vuoi smettere? A
volte mi tratti come se nulla fosse successo e altre mi dici che sarebbe stato
meglio se non ci fossimo mai ritrovati...perché?>>
<< Perché predico bene e razzolo male...>>
<< Cioè?>>
La guardò << Finché tu non c' eri, nonostante il forte
impulso a ritrovarti, sono riuscito a starti lontano ma ora sei qui, o meglio
io sono qui...>>
Robin iniziò ad agitarsi << E...?>>
<< Non riesco a non...>>
Incapace di continuare a sentire ciò che stava per dire, lo
bloccò << Perché hai sviato il discorso?>>
<< Quale discorso?>> le chiese perplesso
<< Tu hai un potere: sei guarito troppo velocemente e
anche Abaddon ne ha parlato...hai mangiato un Frutto del Diavolo!>>
<< No...>>
<< Perché neghi l' evidenza?>>
<< Io non nego proprio un bel niente...non ho mangiato
alcun Frutto del Diavolo...>>
Lo guardò stizzita << ...sei incredibile...>>
<< Se vuoi te lo dimostro>> si alzò
<< Ah, sì? E come?>>
<< Tu fidati...però dovrai promettermi che non
seguiranno domande>>
Robin incrociò le braccia al petto << Se non
accettassi?>>
Lui sorrise << Mi aspettavo una reazione del
genere...>>
<< E quindi?>>
<< Per ora accontentati di questa risposta...>>
Scavalcò il posto di vedetta e corse lungo tutto il legno
che reggeva la vela: si tuffò in mare sotto lo sguardo esterrefatto
dell’archeologa << Ma è pazzo!?!>>
Scese di corsa sul ponte e si affacciò dalla paratia ma non
riusciva a vederlo: il mare era un' immensa distesa nera e l' unico suono che
si sentiva era quello delle onde che venivano solcate dallo scafo.
Jacques apparve alle sue spalle sgrondante d' acqua <<
Hai visto? Non sono annegato...>>
<< Non sperare che ti creda...non ti sei
buttato!>>
<< Ah, no? E questa?>> le disse strizzandosi i
pantaloni
La mora si guardò attorno << Ti sei buttato addosso un
secchio d' acqua...Sanji li lascia sempre fuori per lavare il ponte>>
Il Prete le si avvicinò e le passò le dita sulle labbra,
alla donna girò leggermente la testa e si ritrasse mentre il suo viso si
tingeva leggermente << Che fai?>>
<< Senti!>>
L' acqua che le aveva posato sulle labbra entrò in contatto
con la sua lingua: era salata…
<< Ma…se non hai mangiato un Frutto...come hai
fatto?>>
Jacques le rispose in un soffio << Ci sono
nato...>>
<< Ma se quando...>>
<< Me ne sono reso conto dopo, Robin...dopo l'
esplosione al porto...ero morto: non avevo un osso a posto e avevo perso litri
di sangue...sono rimasto sotto le macerie per giorni...poi mi sono
risvegliato...ero come nuovo, come se non mi fosse successo niente>>
<< Perché non hai mantenuto la promessa,
allora?>>
<< Ero spaventato...tutto quello che avevo creduto di
essere sempre stato non era più vero...>>
<< E poi hai capito chi sei?>>
L’uomo titubò << Sì...e non mi è piaciuto neanche un
po'...>>
<< Perché, chi sei?>>
<< Uhm...un mostro>>
Robin lo guardò stupita un attimo, poi << Scemo...e io
pensavo che mi avresti risposto seriamente>>
Il Prete rise << Chi ha detto che non abbia risposto
con serietà?!>>
<< Se...figurati>>
Scosse leggermente la testa << Coraggio, torniamo alle
stanze>>
<< Alle saune vorrai dire>>
La squadrò da capo a piedi con fare interessato <<
Vedo che sei tutta succinta...>>
<< E a te cosa interessa?>> lo riprese
fulminandolo con gli occhi
<< Sono uomo anch' io, sai?>> le disse
avvicinandosi
<< Che cosa vuoi dire?>> fece qualche passo
indietro.
Jacques se la rise di gusto << Niente, non ti
preoccupare...sono uomo, sì...ma non mi chiamo Sanji>> lo sguardo gli
cadde sul suo braccio << Com' è che sta sera la lasci in vista?>>
<< Cosa?>>
<< Parlo della cicatrice...come questa>> alzò il
palmo destro
<< E' caldo...>> gli disse senza guardarlo
<< ...e notte...>> continuò per lei, si avviò.
<< Già...Jacques?>>
<< Sì?>> si fermò.
<< Che cosa ricordi di quello che è successo dopo il
duello con Abaddon?>>
Lui si grattò la testa << Ah, beh...non ci ho mai
ripensato...che mi ricordo? Che è scappato, sono svenuto, mi sono ripreso con
te che mi trascinavi per la città e poi...poi che mi sono svegliato di
soprassalto davanti a te, Nami e Chopper...>>
<< Nient' altro?>>
<< Direi di no...perché dovrei?>>
<< No, non ti preoccupare...>>
<< Se lo dici tu...mi fido>>
Entrarono insieme e poi ognuno prese la strada per la
propria stanza.
Al mattino seguente Chopper entrò sconvolto nella stanza del
Prete e lo scosse violentemente << Jacques, Jacques...dimmi che non sei
morto...Jacques!>>
L’uomo si svegliò con il cervello che gli rimbalzava nella
scatola cranica, lo fermò << EHI! Piantala! Che c' è?>>
<< Ah, meno male, sei vivo...>> tirò un sospiro
di sollievo << …ma com' è possibile?>>
<< Ti spiacerebbe spiegarmi?>>
<< Ti ricordi del prelievo che ti ho fatto
ieri?>>
<< Sì, ebbene?>>
Il medico era seriamente preoccupato << Dopo un'
accettazione iniziale, il tuo organismo ha rifiutato l' antidoto...tu dovresti
essere morto>>
Jacques pensò che era inutile tenerlo nascosto tanto ormai
qualcuno già sapeva << Ho già spiegato a Robin...guarda!>> si levò
le bende: la pelle era liscia e sana.
Chopper lo guardò con gli occhi che brillavano come due
stelline << Incredibile, così anche tu hai dei poteri!>>
Lui rispose senza enfasi << Eh, sì...>>
<< Perché lo dici come se fosse una cosa brutta? Ti
hanno salvato la vita...c' è da esserne felici!>>
Il caldo si era fatto veramente insopportabile: se per i
primi giorni si potevano saltare i turni di vedetta notturna per la stabilità
del tempo, ora la ciurma non riusciva a chiudere occhio per l' afa che toglieva
il respiro. Frigorifero, cubetti di ghiaccio e ventagli erano perennemente in
uso così come gli abiti particolarmente corti e aperti che avevano mandato
Sanji letteralmente in orbita.
La questione di Jacques e del suo potere era stata accettata
senza problemi dalla ciurma abituata, ormai, a vederne di tutti i colori. Il
Prete fu grato al fato di avergli fatto incontrare delle persone così, tuttavia
una fra queste non era ancora del tutto convinta e un' altra, probabilmente,
cominciava a farsi delle domande...in fin dei conti erano le più intelligenti
di quella gabbia di matti.
Nami allargò la scollatura della canottiera esasperata e con
la mano cercò di creare una piccola corrente d' aria da cui trarre un po' di
sollievo << Non è possibile, non si può andare avanti così...ci saranno
quarantatre gradi...si soffoca>>
Sanji le propose con voce melliflua << Nami, amor mio,
perché continui a portare quella canottiera? Mettiti in costume, no?>>
Zoro se la girava sciallatamente in mutande << Un
consiglio disinteressato, vero?>>
<< Assolutamente! Naturalmente l' invito è riferito
anche a te, Robin cara...>>
<< Certo che sei proprio un maniaco...>> lo
guardò il capitano con disprezzo.
<< Per lo meno avrei qualcosa di più bello da guardare
te e Zoro in mutande! E comunque uno che a diciassette anni indossa ancora gli
slippini con gli elefantini non ha il diritto di parlare...>>
Rufy fece l' offeso << I miei elefantini sono
bellissimi! E poi parli tu, con quel ridicolo costume a fiori?>>
Il cuoco lo fulminò << Come osi trovare da ridire sul
mio costume all' ultima moda?>>
<< Possibile che abbiate ancora fiato per litigare?
Comunque hai ragione...vado a mettermi in costume...tu che fai?>> chiese
la navigatrice.
<< Vengo anch'io...ormai mi sono sciolta...>> le
rispose la mora.
Il biondo smise di curarsi del ragazzo di gomma e dell'
invettiva che gli rivolgeva contro << Sì, brave, andate e tornate il
prima possibile...>>
Le due sparirono in sottocoperta e simultaneamente
comparvero Usop, Miguel e Jacques rigorosamente in costume pure loro con tre
secchi per il ghiaccio vuoti.
Miguel esternò il bisogno di ricarica << Ci servono
rifornimenti...ormai Chopper bolle, nella vasca>>
<< Beh, non so se il congelatore ne ha già fatto dell'
altro...vado a controllare, date qua!>> Sanji prese i secchi e si avviò
verso la cucina.
Il Prete sbuffò << Non tira un soffio di vento nemmeno
a pagarlo...faremo un metro ogni mezz'ora>>
Usop si sedette << Sì...ma di questo bisogna
accontentarci...>>
<< Già...figurati se con questo caldo ci mettiamo a
remare...>> continuò Rufy fra un sospiro e l’altro.
Zoro gli saltò al collo << Zitto, non pensarle nemmeno
queste cose! Se Nami ti sente ci schiavizza tutti quanti...non risvegliare il
suo sadico istinto ora che è assopito dalla calura...>>
Anche il giovane arciere pareva essere concorde << Sì,
sì, sì...sono perfettamente d' accordo con te>>
<< Comunque una cosa è certa...>> iniziò a
spiegare Jacques
<< Sarebbe?>> gli chiese il pinocchio
<< Ormai sono parecchi giorni che siamo in questa
condizione, ciò può significare soltanto che siamo in prossimità di un'
isola...>>
<< Che sarà sicuramente d' estate...>> concluse
per lui Miguel.
Zoro si stirò << Sì ma un' estate infernale!>>
Il cuoco tornò con i secchi pieni di cubetti di ghiaccio
<< Siete fortunati aveva appena finit...>> ma proprio in quel
momento, le due componenti femminili uscirono coperte soltanto da due succinti
costumi che avrebbero innescato fantasie anche in un monaco di clausura,
figurarsi in uno come il biondo che andava in estasi anche per la foto di una
barbie.
Con gli occhi a forma di giganteschi cuori si fiondò sulle
due lanciando i secchi per aria << Mie dee discese dall'
Olimpo...>>
Ma quelle, che prima erano una di fianco all' altra, vedendo
lo slancio del cuoco si spostarono una a destra e l' altra a sinistra e il
poverino si ritrovò spiaccicato nel muro del corridoio di sottocoperta, dopo
essersi ruzzolato tutte le scale.
Se da una parte il maniaco si era schiantato di sotto, i tre
che si occupavano della sopravvivenza del medico si erano spiaccicati sul ponte
nelle posizioni più strane per evitare ai secchi di svuotarsi
<< Presto, andiamo a metterli nella vasca di Chopper
prima che si sciolgano!>> esortò il biondino.
Anche Usop si riprese << Sì, presto...vieni
Jacques?>>
Il Prete che aveva preso la botta più forte di tutti scosse
un po' la testa << Sì...arrivo, arrivo>>
I tre sorpassarono le ragazze e andarono a fare la loro
opera di crocerossini.
Nami sorrise << Povero Chopper...lui il caldo proprio
non lo sopporta...>>
<< E' naturale, le renne sono tipiche delle zone
fredde>> disse Robin semplicemente.
<< E poi Drum era particolarmente gelata...per quel
che ricordo è stato il luogo più freddo in cui io sia mai stato...>>
disse, ripensando alla loro passata avventura, lo spadaccino.
Una volta svuotati i secchi, Chopper poté tirare un sospiro
di sollievo << Grazie ragazzi, sarei perso senza di voi...mi spiace di
essere solo un impiccio ma questo caldo mi uccide>>
<< Ma non dirlo neanche per scherzo! Spiacerti? Che
vai a pensare...sei sempre tu ad occuparti di noi...ora lo facciamo noi con te
e poi devo sdebitarmi per tutte le cure che mi hai prestato dopo quel che è
accaduto su TWF...>> lo rassicurò Jacques
Il giovane medico sporse il labbro inferiore << Se è
per quello ha fatto tutto il tuo potere...>>
<< Ciò non toglie che tu ti sia preso cura di me...per
cui non spiacerti che non serve>>
<< Ha ragione lui: vai sempre in giro a raccomandare
riposo...ora riposati un po' tu>> gli disse Usop con un sorriso.
Miguel si unì ai due << Già, lascia fare a noi>>
<< D' accordo...>>
Il Prete recuperò i secchi nuovamente vuoti << Allora
noi saliamo, se ti serve qualcosa fai un fischio, intesi?>>
<< Ok...>>
Una volta che i tre tornarono di sopra scattò la caccia all'
ombra: dopo calci, insulti, spallate e gomitate, le ragazze si erano
accaparrate il posto sotto ai mandarini mentre Rufy, Sanji, Miguel, Zoro e
Jacques si erano spaparanzati sotto l' ombra della vela maestra quasi piatta:
il povero Usop, invece, fu costretto a rannicchiarsi contro una paratia in
attesa che qualcuno si alzasse per fregarli il posto.
Robin sbuffò << E adesso come faccio?>>
Nami le rispose a fatica << A fare cosa?>>
<< Ho una sete tremenda ma il mio corpo non ha nessuna
intenzione di muoversi...>>
<< Ti capisco perfettamente...>>
Due bicchieri di acqua ghiacciata si pararono di fronte ai
loro occhi. Le due senza nemmeno guardare ringraziarono << Sei un tesoro
Sanji>>
Jacques sorrise << Ah, beh, grazie...ma non sono
Sanji>>
<< Ah, Jacques, scusaci...ma sai di solito è lui che
capta ogni nostro desiderio ancor prima che apriamo bocca...>> le spiegò
Nami mentre sorseggiava la fonte della sua salvezza.
Dal ponte arrivò la "candida" vocina di Zoro
<< Avanti, Nami, ora che ti sei rinfrescata porta un po' da bere anche a
noi!>>
La navigatrice si alzò << Va bene...>>
I due vicino a lei fecero una faccia incredula <<
Cos...?>>
La rossa prese un secchio d' acqua e si affacciò sui cinque
stesi sotto la vela, naturalmente Usop aveva preso il posto di Jacques <<
E' l' acqua che volete? E acqua avrete!>>
Li investì una bella secchiata
La mora scosse la testa << Ah, ecco...mi sembrava
strano>>
Il Prete se la rise di gusto.
Lo spadaccino si alzò con una vena pulsante sulla testa
<< Brutta mocciosa!>> si armò di secchio a sua volta << Ora
me la paghi!>>
Lo svuotò verso di lei ma quella si spostò d' istinto, anche
se avrebbe voluto prendersela in pieno, e il getto d' acqua colpì in pieno
Jacques e l' archeologa.
Scoppiò una vera e proprio guerra di gavettoni, da un tutti
contro tutti si organizzarono due squadre: le due donne aiutate dal cuoco
contro gli altri cinque. Il ponte era un continuo bagnarsi per le secchiate e
asciugarsi per la calura. Su tutta la nave si andavano udendo le grida e le
risa di tutta la ciurma.
La rossa e la mora si nascosero dietro le pareti della
cucina poste a poppa.
Nami guardò l' amica concentrata ad occhi chiusi <<
Allora, ci hanno seguito?>>
<< Sì...>>
<< Bene, per il resto tutto a posto?>>
<< Certo, lascia fare a me...tu fai capire che siamo
qui...sporgi un po' di più quella gamba, su!>>
<< D' accordo, d' accordo...>>
Lo spadaccino e il Prete avanzavano spalla contro spalla
sulle tracce delle due: il cuoco era finito in balia degli altri tre che lo
stavano letteralmente affogando e non avrebbe potuto aiutarle.
Un ghigno malefico di dipinse sul volto di Zoro <<
Guarda là! Sta volta la strega non è stata molto furba...ha lasciato una gamba
bella in vista>>
Jacques lo guardò un pochino << Certo che le conosci
bene le gambe di Nami...>>
<< Smettila, non sono mica Sanji...>> gli disse
visibilmente imbarazzato.
L’uomo, accanto a lui, se la rise sotto i baffi.
<< Dividiamoci: io vado a destra e tu a sinistra, così
le accerchiamo...>>
<< Ok...>>
<< Allora?>> chiese la rossa alla compagna
<< Arrivano...un attimo ancora, ecco!>>
Quattro braccia rovesciarono sulle loro teste due belle
secchiate, una destra e una a sinistra, sui due malcapitati
Jacques sbuffò da una parte << Ma guarda te...ora
usano le tattiche>>
Zoro bestemmiò dall’altra << Ma porc...adesso me la
pagate!>>
I due girarono simultaneamente l' angolo e scaricarono il
colpo: si presero inesorabilmente a vicenda
<< Ma che fai?>> ringhiò lo spadaccino contro
l’altro uomo
<< Potrei farti la stessa domanda>> gli rispose
quello più o meno sullo stesso tono.
La voce della navigatrice li richiamò <<
Ragazzi?!>>
I due alzarono i visi verso l' alto: giusto il tempo di
vedere le due "armate" sotto i mandarini che vennero investiti da una
cascata d' acqua e calarono nel buio più totale.
Sotto i secchi capovolti sulle loro teste arrivavano
attutite le risate delle due. Abbassato lo sguardo poterono notare con piacere
che quel colpo a tradimento aveva ricaricato, almeno per metà, i loro secchi.
I due si scoprirono il volto << Ragazze?!>>
Quelle ormai avevano le lacrime agli occhi e sicure della
loro vittoria risposero ingenuamente << Sì?>>
<< Rinfrescatevi le idee!>>
Le due vennero bagnate inesorabilmente per quanto due secchi
mezzi vuoti potessero.
Scoppiarono a ridere tutti quanti.
Alla fine della giornata, però, tutto era tornato come
prima, anzi, peggio: il caldo era aumentato ancora e gli schiamazzi del pomeriggio
avevano alla fin fine stancato ancora di più la ciurma che ora era tutta
sdraiata sul ponte al calar del sole
Miguel si stirò allungandosi il più possibile <<
Aaaaaah...non ce la faccio più...>>
<< Con tutto il movimento di oggi poi...mi sento a
pezzi>> si lamentò il cecchino
Jacques sospirò << Io non mi sono mai divertito così
tanto in vita mia...>>
Robin, che stranamente era sdraiata accanto a lui, si girò a
parlargli << L' hai scelta tu una vita di solitudine se non
sbaglio...>>
<< Magari se fossimo rimasti insieme questa giornata
non avrebbe mai avuto luogo e non li avresti mai incontrati...>> le disse
sfidandola con lo sguardo.
I loro volti erano pericolosamente vicini
Sanji si tirò su di colpo << Cosa vuol dire rimasti
insieme?>>
Lei girò subito il viso da un' altra parte
<< Sicuramente non quello che intendi tu...>>
gli rispose l’uomo
<< Ah, meno male...>>
Nami sghignazzò << Come se vi fosse
dispiaciuto...>>
I due si tirarono su palesemente agitati << Ma cosa
dici?>>
Tutti si misero a ridere a parte Sanji che finalmente aveva
capito la situazione: ora mancava soltanto che la capissero i diretti
interessati.
Il Prete e l' archeologa si guardarono un attimo: occhi
negli occhi, poi la mora distolse lo sguardo stizzita.
Jacques scosse leggermente la testa sorridendo.
Usop si alzò e sgranò gli occhi incredulo << T- terra!
Ho avvistato terra!>>
Tutti si affacciarono dal bordo della nave, non riuscivano a
crederci: dopo tanti giorni di solo mare e afa avrebbero, sì, patito del caldo
ma finalmente si sarebbero rilassati in una bella camera d' albergo, magari
dotata di un bel condizionatore...incredibilmente la rossa era disposta a
SPENDERE.
Ma le belle speranze di tutta la ciurma furono spazzate via
come foglie autunnali in balia del vento. Sull' isola c' erano cinquanta gradi,
la terra ardeva sotto le suole delle scarpe. La vegetazione comprendeva solo
pochi arbusti secchi e arsi dal sole che, probabilmente, durante il giorno era
cocente. In giro non si vedeva anima viva...morte parecchie: vi erano vari scheletri
intorno e non erano di animali. Gli avvoltoi giravano minacciosi sulle loro
teste
<< Ma dove siamo finiti?>> chiese Nami
guardandosi intorno incredula
<< E' un vero e proprio inferno!>> aggiunse il
cuoco
Usop guardò meglio in lontananza << Intravedo delle
case laggiù...magari potremmo chiedere informazioni>>
Il gruppo s' incamminò verso quel piccolo segno di civiltà
Jacques cominciava a sentire un disagio interiore sempre
crescente
Robin lo affiancò << Che hai?>>
Il Prete si passò una mano sulla fronte imperlata di sudore
<< Non mi sento molto bene, ma non ti preoccupare, non è niente di
grave...>>
<< E così sono arrivati...finalmente>>
<< Sì, mia signoria...>>
<< Bene, mandate qualcuno a dargli il benvenuto...io
vi raggiungerò>>
<< Ai suoi ordini!>>
Una volta entrati nel villaggio lo spettacolo si fece
pietoso: uomini, donne e bambini magri scheletrici e in catene tornavano alle
loro case con pesanti attrezzi agricoli sulle spalle
<< E' come vivere in un incubo...>> disse
gelidamente la mora
Una voce arrivò alle loro orecchie << Stranieri,
andate via, scappate finché siete in tempo!>>
Un bimbo spinse il Prete per la schiena << Andate via,
andate via...salvatevi>>
L’uomo s' inginocchiò << Perché mi dici di scappare?
Perché non mi chiedi di salvarti?>>
<< Perché io è come se fossi già morto>>
<< Morto?>> la testa parve scoppiargli.
Grida si espansero per tutta la piazza << Gli uomini
di Morgan!>>
<< Entriamo in casa presto!>>
<< The Terrible vuole punirci perché non produciamo
abbastanza>>
<< Nascondiamoci!>>
In un attimo si ritrovarono soli: le case avevano le porte e
le finestre sbarrate.
Chopper lottava contro il caldo per rimanere in sé <<
E o- ora che su...succede?>>
Furono circondati da centinai di soldati
Sanji si guardò attorno << E questi che vogliono?>>
<< Nel nome di Morgan The Terrible, che è a capo di
quest' isola, dovete seguirci>> gli disse quello che, evidentemente,
doveva essere il capo.
<< E se rifiutassimo?>> chiese il capitano senza
timore
<< In questo caso verranno abbandonate le buone
maniere e verrete costretti con la forza>>
Zoro rise << Tutti uguali questi cattivoni...>>
<< Vi assicuro che Morgan è unico nel suo genere e The
Terrible non è solo un soprannome...>>
Jacques incrociò le braccia al petto << A me pare che
qui non ci sia nessun Morgan, giusto? Dovremo forse temere gli uomini di una
persona che viene giudicata terribile? Le vostre sono solo parole...>>
<< Quindi non volete collaborare?>>
<< No...>> rispose secca Robin
<< Bene ma non dite che non vi avevamo
avvertito...uomini, ATTACCATE!>>
Un fiume di soldati si avventò su di loro: naturalmente la
nostra ciurma non aveva problemi
<< Ehi, cuoco! A quanto stai?>> chiese lo
spadaccino al biondo mentre scoccava un colpo dietro l’altro
<< Venticinque e tu?>>
<< Datti da fare se vuoi recuperare: sono già a
trenta!>>
<< Possibile che dobbiate gareggiare anche in momenti
come questi?>> li rimbeccò la rossa
<< Amorino, non sai che la competizione stimola a dare
il meglio? Ventisette!>> le disse il cuoco con gli occhi a cuoricino.
Zoro salvò la navigatrice da un attacco alle spalle <<
Invece di preoccuparti di quel che facciamo noi, stai un po' attenta a te
piuttosto...fra un po' quello ti fa a fette...trentadue!>>
<< Grazie...>>
<< Prego...trentatre!>>
Ormai i soldati erano stati messi tutti fuorigioco: mancava
solo quello che sembrava il capitano e che sembrava essersi volatilizzato.
Rufy guardò i suoi compagni << Che fine ha fatto quel
maledetto?>>
Zoro fece scivolare lo sguardo velocemente in tutte le
direzioni << Non credo sia scappato...teniamo gli occhi aperti, potrebbe
prepararci un' imboscat...>>
<< Robin, attenta alle spalle!>> cercò di
avvertirla la cartografa.
L' uomo da sopra una tettoia si avventò sulla mora con
pugnale sguainato alla mano. Era quasi su di lei quando si sentì tirare per il
collo: l' arco del Prete spingeva con forza sulla sua carotide.
Gli occhi di Jacques resero gelata quell' atmosfera
incandescente << Hai fatto un grosso errore ad avventarti su di lei…non
rifarlo mai più, intesi?>>
L' uomo sputò << Va all' inferno...>>
Il Prete cominciò a piegare l' arco intorno al suo collo
<< Che ne dici di accompagnarmi?>>
Ad Usop tremarono le gambe << H- ha piegato il
Din...chi di...diavolo è?>>
L' uomo stava per soffocare quando l’altro mollò quello che
ormai restava del suo arco e cadde a terra tenendosi la testa in preda a
violente convulsioni.
<< Ma che gli succede?>> chiese Rufy a bocca
aperta
Miguel cominciò ad agitarsi << Non lo so...>>
L’archeologa allungò una mano verso di lui <<
Jacq...>>
Il Prete le allontanò la mano con la sua, era gelida
<< Sta lontana da me...>>
Il cuore di Robin smise di battere per un attimo: le sembrò
di morire.
Miguel d' istinto imboccò l' ocarina e iniziò a suonare: man
mano che la melodia prendeva forma, le convulsioni di Jacques si fermarono e
lui scivolò nell' incoscienza.
Una voce, un po' strana per essere quella di un uomo
normale, arrivò alle orecchie della ciurma
<< Cos' è questo obbrobrioso stornello? Chiunque sia a
produrlo la finisca subito!>>
Miguel smise all' istante
L' uomo che aveva rischiato di morire per soffocamento s'
inginocchiò << Sua signoria...>>
Una figura coperta da un lungo mantello nero che copriva sia
il volto che tutta la corporatura si fece avanti, alle sue spalle aveva una
decina di soldati.
<< Zoro, Usop! Portate via Jacques...qui ci pensiamo
noi>> ordinò il ragazzo di gomma ai suoi compagni.
Lo spadaccino si mise il Prete privo di sensi in spalla
<< D' accordo...>>
<< Tornate quando si sarà ripreso...>>
<< Va bene...>>
Se ne andarono.
<< Signore, mando una squadra a recuperarli?>>
<< No, non serve...verranno a palazzo da soli>>
disse Morgan non preoccupandosi più di tanto.
<< Ma come?>>
<< Verranno per liberare i loro amici...>>
Sanji lo guardò con gli occhi ridotti a due fessure <<
Tu pensi che riuscirai a catturarci?>>
<< No: non penso, ne sono più che certo>> fu la
semplice risposta dell’altro
Rufy si schioccò le dita delle mani << Sei molto
sicuro di te...>>
Uno dopo l' altro, tutti i membri della ciurma rimasta in
piazza, si avventarono sul The Terrible ma bastò un tocco ciascuno per far sì
che cadessero tutti a terra privi di qualsiasi energia. << Avanti,
portateli nella mia dimora>>
Capitolo 22 *** - L'ERRORE DI NON TEMERE UNA DONNA - ***
CAPITOLO 22
CAPITOLO 22
- L' ERRORE DI NON TEMERE UNA DONNA -
Usop non riusciva a capacitarsene << Io ancora non ci
posso credere...guarda qui come ha ridotto un arco fatto di Din...>>
Zoro posò gli occhi su quel cerchio ondulato che fino a poco
prima era l' arma del Prete << A me non sembra poi così tanto
resistente...>>
<< Ah, no? Prova a piegarlo di più, avanti!>>
glielo porse
Lo spadaccino lo prese << Non avrò problemi...>>
Spinse con tutta la sua forza ma per quanto essa potesse
essere mostruosa, la fronte s' imperlò di sudore, i muscoli si tesero allo
spasmo e il viso divenne rosso per lo sforzo...l' arco non si piegò di un
millimetro.
Il cecchino sghignazzò << Visto?>>
<< Hai ragione...come diavolo avrà fatto?>> gli
chiese ansimando.
<< Perché non proviamo a chiederlo a lui...se si
sveglia, ovvio>>
<< Vorrei che lo facesse in fretta...chissà cosa
combinano gli altri...>>
Nami si alzò scotendo la testa << Mi sento veramente a
pezzi e in più ho una fame...ehi, ma cos' è sto buio?>>
Riusciva a vedere poco e niente, poi movendosi pestò
qualcosa.
<< Ahia, ma sei scema? Mi hai pestato una
mano!>> la riprese la mora.
<< Scusami ma non vedo niente, dove sei?>>
<< Qui vicino a te...>> le toccò una spalla
Alle loro orecchie arrivò una voce familiare ma un pochino
più distante
<< Amorini, vi siete svegliate? State bene?>>
chiese il cuoco preoccupato
<< Sì...voi?>>
Miguel si tastò il torace << Io sto bene...>>
<< Anch' io...qui c'è piacevolmente fresco...>>
rispose Chopper sospirando per la tregua dalla calura.
<< Già, hai ragione...>> anche il biondo era d’accordo.
<< Io non sto affatto bene!>> sbottò Rufy
inviperito
<< Che hai, capitano?>> chiese l’archeologa
<< HO FAMEEEEEEEEEEEE! Molta fame!>>
Sanji si posò una mano sullo stomaco << Ora che mi ci
fai pensare...>>
<< ...un leggero languorino...>> continuò il
giovane arciere
<< ...ce l' ho anch'io...>> aggiunse Robin e la
piccola renna concluse << Chiamalo leggero...>>
La luce si accese improvvisamente: i nostri dovettero
sbattere più volte le palpebre prima di riacquistare a pieno l' uso della
vista.
Nami guardò l' archeologa perplessa << Ma come sei
vestita?>>
La mora passò gli occhi su di sé e poi sulla navigatrice
<< Mi sembra di essere nelle tue stesse condizioni...>>
<< Accidenti...>> disse quella dopo essersi
vista.
Le due erano vestite, se così si può dire, molto
succintamente con corsetto e pantaloni in pelle nera che lasciavano ben poco
spazio all' immaginazione.
<< Oh, che mirabile visione!>> il cuoco allupato
si lanciò verso le due ma...SDENG...si smostrò contro delle sbarre .
Rufy rise << Ah, ah, ah...ti sta bene!>>
Miguel si guardò i pantaloni << Mi sembra che siamo
anche noi più o meno conciati come loro...>>
Chopper sorrise << Io no...>>
<< Già, chissà perché?>> si chiese il capitano
Sanji gli tirò un pugno << Certo che sei scemo!
Tornando al discorso, vorrei sapere chi ci ha conciato così...>>
Le parole di un motivetto risuonarono nella stanza
<< Quindici uomini sulla cassa del morto e una
bottiglia di rum...>> si bloccò << ...o forse dovrei dire otto
pirati?>>
Robin iniziò ad alterarsi << Che cosa intendi,
Morgan?>>
La figura ancora coperta dal lungo mantello si mostrò ai
loro occhi << Non siete forse in otto?>>
<< Non sarò di certo un genio ma qui mi sembra di
essere in sei>> disse il capitano.
<< Certo, certo, lo so...ma io mi riferivo anche a
quelli che sono rimasti al villaggio...>>
Nami sbuffò << Allora sbagli ancora, perché così siamo
in nove>>
<< E no cara...uno di quei tre dovrà pur stare dentro
la cassa del morto, no?>> le spiegò The Terrible
La cow-girl strinse i pugni << Tu lavori per i
Quattro, non è vero?>>
<< Sì, diciamo così...>> si avvicinò ad una
corda che pendeva dalla parete << Ora scusatemi...devo far vedere il
premio, che gli darò, ai miei uomini...>>
<< Quale premio?>> chiese Miguel
<< Voi!>>
<< Cosa?>>
Una grande tenda rossa, che stava su un' apparente parete,
si aprì e mostrò una sala con due grosse, anzi enormi, tavolate di uomini
intenti ad ingozzarsi con ogni sorta di cibo possibile
<< Ecco dove vanno i frutti del lavoro di quelle
povere persone, che schifo!>> disse Nami inorridita
<< Ripugnante...>> continuò Robin
Morgan si rivolse ai suoi uomini << Ragazzi, vi
informo che sta sera avrete di che divertirvi...>>
Le due gabbie vennero innalzati sopra ai tavoloni.
Fischi e versi di ogni genere vennero rivolti verso le due ragazze
<< Ehi, ma sono solo due, come facciamo a farcele
bastare per tutti?>>
<< E dei ragazzi che ne facciamo?>>
<< Piantatela...fate quel che volete, usateli come
schiavi, potete anche ucciderli se così vi fa piacere...vi do carta
bianca...ora continuiamo il banchetto>>
The Terrible si sedette su un' enorme poltrona al centro
della sala, il mantello si aprì sulle gambe che si mostrarono essere snelle e
affusolate, fasciate da un paio di pantaloni in pelle nera con delle aperture
sull' esterno intervallate da fasce rosse, due lunghi stivali partivano dal
ginocchio e finivano con un vertiginoso tacco.
Possibile che...?
Il Prete aprì gli occhi lentamente << Do- dove
siamo?>>
<< Siamo nascosti nel villaggio...>> gli spiegò
il cannoniere
<< E gli altri?>>
Zoro era particolarmente nervoso << Sono rimasti con
Morgan, il padrone dell' isola, tutto perché sei svenuto...>>
Jacques lo guardò sospettoso << Che cosa vorresti
dire, che è forse colpa mia?>>
<< E di chi se no?>>
Usop cercò di raffreddare gli spiriti che si stavano
surriscaldando << Ragazzi, calmatevi! Jacques non ti scaldare e Zoro, di
cosa ti preoccupi? Ci sono Sanji e Rufy con gli altri, vedrai che li hanno
conciati per le feste...>>
Lo spadaccino parve calmarsi << Forse hai ragione
tu...>>
Il pinoccio tirò un sospiro di sollievo <<Torniamo sul luogo in cui ci siamo lasciati,
l' appuntamento era lì...>>
<< D' accordo...>> disse Jacques a denti
stretti.
I tre si avviarono verso la piazza.
Da sotto il cappuccio si riusciva ad intravedere il ghigno
di soddisfazione del The Terrible che evidentemente stava godendo della sua
vittoria sui pirati, d' accordo ne rimanevano tre manon sembravano un grande problema.
Robin continuava a guardarlo dubbiosa << Eppure più lo
guardo più me ne convinco...>>
<< Che cosa?>> le chiese la navigatrice.
L' archeologa rimase nel flusso dei suoi pensieri <<
Anche la sua voce a ben pensarci...>>
Nami le passò una mano davanti agli occhi << Si può
sapere di cosa stai parlando?>>
<< Di Morgan...non noti nulla di strano?>>
<< Beh, sinceramente io mi sono fatta una certa idea
appena si è seduto...>>
<< Senti, io ci provo, tanto più nella brace di così
non possiamo andare...>>
La rossa tremò << Che hai intenzione di fare? Non
vorrai mica...vero?>>
Quella le sorrise << Temo di sì...>>
La cartografa si portò una mano alla fronte disperata
<< E io che speravo che almeno tu fossi un po' normale da quel punto di
vista...>>
Robin le diede una pacchetta << Smettila e sta a
guardare...>> si girò verso The Terrible e stette bene attenta a non toccare
le sbarre di Agalmatolite << Ora, caro Morgan, vediamo se abbiamo ragione
noi...>>
The Terrible sentì un leggero peso su una spalla, girò il
viso e un candido braccio si avventò sul suo cappuccio. Il silenzio calò nella
sala.
<< E brava Nico Robin...mi hai giocato proprio un
bello scherzetto>> le disse Morgan palesemente irritato.
Il viso finalmente scoperto era quello di una donna tanto
bella quanto inquietante. Lunghi capelli castani scendevano mossi ben oltre le
spalle sinonimo del fatto che dovevano superare di un po' la lunghezza della
schiena, il volto aveva lineamenti fini e aggraziati ma due grandi occhi gialli
guardavano, ora, la ciurma alterati.
Il cuoco cominciò a sbavare copiosamente << E' una
donna bellissima!>> allungò le braccia e le labbra oltre le sbarre
<< Amor mio, vieni dal tuo amato Sanji!>>
Quella lo guardò con aria di sufficienza << Sei carino
biondino, ma non sei tu che mi interessi...>>
<< Cosa vuoi dire?>> le chiese la mora
sospettosa
<< Quello che ho detto...>>
<< Perché fai credere a tutti di essere un
uomo?>> continuò l’interrogatorio Nami
<< Perché?>> non riuscì nemmeno ad iniziare la
risposta che un uomo si alzò da una delle tavolate << Io no ci sto a
farmi comandare da una donna! Chi è con me?>>
Cori di “IO!” si alzarono per gran parte della sala.
Due comandanti parlavano fra loro
<< Ehi, tu, non gli dici niente? Sono le tue reclute
dovresti avvisarli...>>
<< I novellini reagiscono tutti così...per far sì che
gli altri abbassino la cresta uno ci deve rimettere le penne>>
L' uomo aizzatore della folla si lanciò verso di lei con la
spada sguainata: Morgan schivò il colpo come se niente fosse stato, gli bloccò
la testa con una mano, il movimento fece sì che anche il corpo si scoprisse, un
fisico mozzafiato fasciato in un corsetto nero chiuso, si fa per dire, da
laccetti rossi << Ecco perché...gli uomini sono esseri stupidi, solo
perché sulla carta risultano il sesso forte credono di poter sottovalutare le
donne...grande errore non credete?>> cominciò a stringere la presa: all'
uomo iniziarono a tremare le gambe che piano, piano si piegarono e finì in
ginocchio << Morgana non verrà mai temuto come Morgan The Terrible, per
quanto grande e forte ella sia, il nome di una donna rimarrà sempre secondo a
quello di un uomo...il mondo gira in un modo proprio strano...ciao,
bello...>>
L' uomo si accasciò su stesso...morto.
Rufy guardò il cuoco con aria schifata << E tu
vorresti baciare una strega come quella?>>
Sanji deglutì a vuoto << Ehm, forse ho cambiato
idea...>>
Miguel rise << Meno male...>>
<< Certo che siamo proprio strani, nelle mani di una
pazza assassina scherziamo e ridiamo...>> rimuginò il medico di bordo.
<< Che ci vuoi fare, siamo fatti così!>> gli
disse il capitano con un sorriso.
Nami urlò inviperita mostrando due file di denti da far
paura a un pescecane << PARLA PER TE, IDIOTA! IO HO UNA FIFA BLU, QUELLA
LO HA AMMAZZATO CON UNA SOLA MANO!>>
Robin scosse leggermente la testa in quanto la rossa, con il
suo grido fotonico, le aveva danneggiato seriamente i timpani << Saltando
l' urlo dai svariati decibel e il terrore per essere qui...Nami ha ragione, è
molto pericolosa>>
Morgana si rivolse ai suoi uomini << Allora? C' è
qualcun altro che ha qualcosa da ridire sul fatto che io sia donna?>>
Silenzio
<< Bene, allora tutti quelli che sino ad ora erano
considerati delle reclute diventano soldati a tutti gli effetti...siete
fortunati, l' iniziazione era prevista per più avanti e in un modo un po'
diverso, ringraziate la vostra buona stella...>>
La cartografa sbuffò << Quando usciremo da
qui?>>
<< Dai vedrai che verranno a liberarci...>> la
rassicurò Rufy
Sanji si sedette << A proposito di quei tre, cosa
aspettano a darsi da fare?>>
Il Prete, lo spadaccino e il cecchino arrivarono nella
piazza dove si erano lasciati con gli altri, era ancora deserta.
<< Ma dove sono finiti tutti?>> chiese Usop
Jacques si guardò attorno << Qui non c' è
nessuno...>>
<< Lo sapevo che non era solo un
presentimento...>> ringhiò a denti stretti lo spadaccino
<< Ricominci?>> gli chiese l’altro leggermente
alterato
<< Certo, ora per colpa tua sono stati catturati o
addirittura uccisi...>>
Il cecchino guardò il compagno incredulo << Zoro ma
sei sicuro di stare bene?>>
<< E piantala anche tu! Non sto bene, sono
preoccupato...quello mi ha dato subito l' aria di essere uno da non
sottovalutare...>>
Il Prete gli mise una mano sulla spalla << Capisco che
tu sia preoccupato, lo sono anch' io...>>
Quello per tutta risposta gli mollò un pugno sul muso
<< Allora se sei preoccupato vedi di darti da fare e cerca di essere meno
di peso...>>
Jacques per non essere da meno gliene rifilò uno nello
stomaco << Ah, scusami tanto...io mi diverto un mondo quando mi sento
male...>>
Iniziarono a pestarsi come due furie.
Il cannoniere cercava inutilmente di fermarli <<
Ragazzi...vi prego...così non risolverete niente! Anzi perdete ancora più
tempo!>>
<< Smettila di farti compatire, tu e i tuoi
problemi...non sei l' unico ad averli sai?>> continuava a sibilare Zoro
mentre muoveva calci e pugni.
<< Lo so bene...infatti nessuno ti ha chiesto di
aiutarmi>> gli rispose l’altro, non da meno.
<< Invece me l' ha chiesto il capitano, altrimenti
stai pur certo che sarei rimasto a combattere...>>
<< Certo, avresti voluto restare a proteggere qualcun'
altro...>>
Continuavano a colpirsi come due bestie impazzite: labbra e
sopraccigli si spaccarono presto
<< Tu e la tua forza, non sappiamo di cosa farcene se
quando ci serve svieni...>> disse lo spadaccino sputando sangue.
Jacques riprese un secondo fiato << Tu non sai di cosa
stai parlando...non hai idea con cosa devo lottare ogni volta che perdo
conoscenza...più volte cado...più mi avvicino...>>
<< A che cosa?>>
<< Alla morte...>>
L’altro si bloccò un attimo << Cosa?>>
Il Prete ne approfittò per atterrarlo << Hai capito
bene...>> gli si avvicinò all' orecchio tenendolo per il bavero della
maglia << Lo so che sei preoccupato per Nami, ti capisco...credevo di non
aver più niente da perdere ma mi sono accorto che non è così...>>
Si alzò e gli tese la mano
<< Robin...?>> gliela strinse
<< Sì...>> lo aiutò ad alzarsi
<< Andiamo a riprenderceli...>>
Il Prete alzò il pollice in segno di assenso <<
Roger!>>
Usop tirò un sospiro di sollievo << Meno male che vi
siete fermati ragazzi, altrimenti avrei dovuto bloccarvi usando la mia forza
disumana...>>
I due si guardarono un momento e poi gli diedero una sonora
pacca nella schiena e per poco non lo scaraventarono direttamente all' isola
successiva << Ma facci il piacere...>>
<< Una domanda...dove andiamo a cercarli?>>
chiese Jacques spolverandosi gli abiti.
Zoro ci pensò un po’ su << Effettivamente non ne ho
idea...possiamo girare e cercare...>>
<< Se...con il tuo senso dell' orientamento li
ritroviamo già morti e sepolti...>> sibilò il pinocchio.
L’altro ringhiò << Che cosa hai detto?>>
<< Niente, niente...>>
<< Morgan li ha portati al suo castello, vi indicherò
io la strada...>>
Si girarono e videro il bambino che poco prima li aveva
pregati di andarsene
<< Grazie mille...da che parte?>>
<< Ve lo dirò ma prima venite con me...così non
entrerete mai nel castello...>>
<< Ecco, indossate queste
casacche sopra i vostri abiti, sporcatevi il viso e le mani così sembrerete tre
di noi...>>
Iniziarono a fare come il bambino
gli aveva detto
<< Come faremo ad entrare
nel castello?>> chiese Zoro mentre si infilava l’indumento
<< Succede spesso che
qualcuno vada a reclamare, i soldati lo fanno entrare dicendo che lo faranno
parlare con Morgan ma...>>
Jacques lo guardò << Nessuno
è mai tornato indietro, non è così?>>
<< Sì...>> calde
lacrime iniziarono a cadere sul suo volto << Anche mio padre e mia
madre...>>
Il Prete gli poggiò una mano sulla
testa << ...non piangere, sistemeremo noi le cose...ma credo che tu l'
abbia già preventivato, non è vero? Altrimenti non ci avresti aiutato...dato
che poco fa ci avevi detto di andar via>>
Il bimbo cercava di contenere i
singhiozzi << E' così...non vi avrei mai chiesto di sacrificarvi per me
ma solo in nove avete sterminato una parte dell' esercito del The
Terrible...>>
Lo spadaccino sbuffò << Sì
ma alcuni di noi sono stati catturati...>>
<< Beh, un motivo in più per
andare là dentro, no?>> gli suggerì l’altro
Il nasone tremava come una foglia
<< E- ehi, ra- ragazzi...n- non è che se...serva qualcuno che re- resti
d- di guardia qui al vi- vi...villaggio?>>
I due inarcarono il sopracciglio
<< Te la fai sotto non è vero?>>
Quello in tutta risposta prese il
fare da grande guerriero << Non sia mai che il grande Usop abbia paura,
dicevo solo che forse la mia forza disumana poteva servire qui...>>
Zoro si rivolse al bambino
<< Tu che dici?>>
<< Che più siete e meglio
è...>>
<< Hai visto? Serve a noi la
tua forza disumana...>>
Usop cominciò a fare dietrofront
<< Oh, cavolo...ora che ci penso ho un impegno improvviso...devo proprio
scappar...>>
Il verde lo inseguì adirato
<< Vieni qui brutto fifone che non sei altro!>>
Iniziarono a rincorrersi in lungo
e in largo per le strade del villaggio
Jacques sorrise << Allora
noi andiamo...>> fece per andarsene
Il bimbo gli tirò la casacca
<< Promettimi che quando l' avrai sconfitto non farai più quegli
occhi...>>
Il Prete rimase un attimo
interdetto << Quali occhi?>>
<< I tuoi occhi, prima,
erano come i suoi...>>
<< I miei occhi come i
suoi?>>
Possibile che Morgan fosse...? E
allora era per quello che lui...?
<< Promettimelo!>>
<< Ogni giorno ci metto
tutto me stesso cercando di non fare più quegli occhi...>>
Zoro urlò << Allora, Prete?
Hai messo radici?>>
<< ARRIVO!>> poi si
rivolse al piccolo << Ma cercherò di fare di più, te lo
prometto...vedrai, torneremo vincitori>>
Alzò due dita in segno di vittoria
e raggiunse gli altri due lungo il sentiero che portava alla residenza
imponente di Morgan The Terrible.
Morgana si alzò dalla sua poltrona
<< Devo essere sincera...pensavo che quei tre rimasti al villaggio
sarebbero venuti a prendervi nel giro di un' ora al massimo...invece è da molto
più tempo che siete qui e non si sono ancora visti...avranno girato i tacchi e
saranno scappati...>>
Il ragazzo di gomma urlò dalla sua
gabbia << Stai zitta, non capisci un accidente! I miei compagni non
scappano, combattono! D' accordo, Usop, spesso fugge ma Jacques e Zoro non si
tirano mai indietro!>>
La donna si avvicinò alle celle e
ne toccò le sbarre senza alcun problema << Rufy dal Cappello di Paglia,
la fiducia che hai nei tuoi compagni mi sorprende...sarà per questo che hai
fatto così tanta strada sino ad ora? Beh, a me non interessa poi più di tanto
ma non ti sottovaluterò nonostante tu e gran parte della tua ciurma siate
caduti in mano mia senza troppe difficoltà...>>
<< Sembra che tu ci conosca
molto bene...>> le disse la rossa guardandola di sottecchi
<< Oh, sì...molto più di
quello che crediate...ho raccolto molte informazioni su di voi: tu sei Nami la
navigatrice, il mare per te non ha segreti, sei un' abile ladra e sei stata per
anni al servizio di Arlong per liberare il tuo paese, che storia
commovente...>>
<< Come fai a sapere anche
questo?>>
<< Ti ho detto che so molto:
il biondino è Sanji il cuoco, gran calciatore cresciuto da una banda di pirati
su una nave ristorante; poi abbiamo il medico di bordo, la renna che ha
mangiato il frutto homo homo; fuori ci sono Usop e Roronoa Zoro...il primo ha
una grande mira ma preferisce darsela a gambe piuttosto che combattere e il
secondo ha come méta ambiziosa quella di diventare il miglior spadaccino del
mondo, ma mai ambiziosa come la tua Futuro Re dei Pirati avviato a questo
grande sogno dall' ammirazione che hai per Gold D. Roger e Shanks Il
Rosso...ora passiamo ai tuoi nuovi acquisti, il ragazzino biondo che suona
quell' obbrobriosa melodia, Miguel, colui che è stato cresciuto dal Prete
famoso perché non uccide mai i suoi avversari e poi...Nico Robin...>> si
fermò davanti a lei, solo le sbarre dividevano i loro volti, la guardò con
disprezzo << Archeologa alla ricerca della Storia Originale...a dir la
verità tu sei quella che mi infastidisce più di tutti e non solo per lo
scherzetto che mi hai giocato...è solo colpa tua se...>>
Un soldato fece irruzione nella
stanza tutto mal ridotto << Mia Signoria, degli intrusi nel
castello!>>
<< Oh, a quanto pare sono
arrivati...com'è che si dice? Meglio tardi che mai...vedete di dargli uno dei
nostri speciali benvenuti, AVANTI, andate tutti!>> ordinò
<< Sì, signore!>>
La stanza, fino a un secondo prima
gremita di gente, era ora deserta
Robin sostenne lo sguardo <<
Finisci il discorso...è colpa mia se?>>
<< Lo scoprirai presto non
temere...>>
Nami sibilò << Io questa
proprio non la sopporto...>>
<< A chi lo dici...>>
le rispose la mora sullo stesso tono
Rufy la guardò << Ehi, tu,
non vai con i tuoi uomini?>>
<< Non ci penso nemmeno a
lasciarvi da soli...attenderò qui i vostri amici...>>
<< Vedo che hai molta
fiducia nel tuo esercito...>> le disse il cuoco appoggiandosi alle sbarre
<< Non è questione di
fiducia...chiamalo, se vuoi, intuito femminile...>>
<< Io lo sapevo...non avrei
mai dovuto seguirvi, assaltare in tre un castello pieno di soldati>> si
lamentava il cecchino mentre sparava un colpo dietro l’altro.
Zoro con la bandana legata alla
testa decimava con le fedeli spade l' esercito nemico << Taci e datti da
fare con quella fionda, che siamo già nel corridoio principale>>
<< Io mi do da fare ma qui
sono troppi>>
Jacques teneva fermo un soldato
<< Dove sono i prigionieri? Dove?>>
L' uomo indicò un corridoio
<< Da que- quella parte...c'è una grande sala>>
<< Grazie mille dell'
informazione...>> strinse leggermente di più la presa, l' uomo svenne.
<< Te la cavi bene anche
senza il tuo arco, vedo>> gli disse lo spadaccino sorpreso.
<< Si tira avanti...>>
Usop prese la palla al balzo
<< A proposito, è un po' che volevo chiedertelo, come diavolo hai fatto a
piegare il Din?>>
Il Prete sembrò agitarsi <<
Ah, ehm...ero molto arrabbiato...>>
<< Capisco ma dove te la sei
presa tutta quella forza? Fisicamente più o meno sei messo come Zoro eppure lui
non è riuscito a piegarlo di un millimetro...>>
<< Beh, mai giudicare dalle
apparenze...>>
<< Io invece volevo
chiederti un' altra cosa che mi ha sempre incuriosito...>> si aggiunse lo
spadaccino << …perché non uccidi mai i tuoi nemici? Anche qui: il confine
tra la vita e la morte è sottile eppure ti limiti a farli svenire, scappare, al
massimo li inchiodi al muro con qualche freccia usata con le mani...>>
Jacques titubò << Io...non
posso permettermi di togliere la vita alle persone...>>
<< Perché?>>
L’uomo parve alterarsi <<
Non posso e basta...>> poi riprese il tono di voce normale << Ora
andiamo da quella parte, svelti!>>
<< D' accordo...>> gli
disse il cecchino.
Zoro parlò tra sé a bassa voce
<< Ma che gli è preso? Bah!>>
Mentre correva per il corridoio e
si faceva largo tra i nemici, il Prete, continuava a ripetersi “ Non dovrò mai
assaggiare quello che si prova ad uccidere una persona...mai, mai, mai...”
Morgana, seduta sulla sua sedia,
dondolava leggermente una gamba << Cinque, quattro...>>
<< E adesso che fa?>>
chiese incuriosito il capitano
<< Conta al rovescio, non la
senti?>> gli spiegò Chopper
Miguel non riusciva a capire
<< Sì ma cosa aspetta?>>
<< ...tre, due,
uno...>>
Il grande portone che dava sul
corridoio si aprì violentemente con un colpo sordo.
Zoro tuonò << Morgan, lascia
subito andare i nostri compagni!>>
Ad Usop tremavano tutte le ossa
del corpo << S- sì...la...lasciali andare!>>
Jacques notò che chi avevano di
fronte non era proprio quel che si aspettavano << Una donna?!>>
<< Chiama il tuo signore,
avanti!>> le intimò lo spadaccino
<< Ma sono io colui che
cercate...>> gli rispose Morgana tranquillamente
Il pinocchio sgranò gli occhi
<< Tu? Non farmi ridere...>>
La donna sbuffò << Tipico
cervello maschile...>>
Nami li avvertì dalla gabbia
<< Ragazzi, non sottovalutatela solo perché è una donna, poco fa ha
ucciso un uomo usando una sola mano...>>
<< Senza contare che ci ha
catturati senza difficoltà...>> sottolineò il medico di bordo.
Zoro rise << Se siete degli
incapaci non è mica colpa mia...>>
Sanji gli ringhiò contro <<
Come ti permetti, brutta testa di cavolfiore!>>
<< Uno che è vestito in
quella maniera assurda non deve nemmeno permettersi di aprir bocca...>>
<< Parli tu che sei vestito
da straccione! E poi non è colpa nostra se quella ci ha conciati
così...>>
<< Vedo che i miei soldati
non sono serviti a un gran che...>> concluse ovviamente Morgana.
<< Vedi bene e vedi anche di
lasciar andare i nostri compagni se non vuoi seguire i tuoi scagnozzi all'
altro mondo!>> lo spadaccino non aveva voglia di star lì a questionare.
<< Sei troppo sicuro di te
spadaccino...e così i miei scagnozzi sarebbero tutti all' altro mondo? Prete,
hai cambiato modo di fare ote ne sei
stato a guardare?>>
Jacques si sentiva molto a disagio
alla presenza di quella donna << Ho agito secondo il mio solito modo
fare...>>
<< Quindi i miei uomini non
sono tutti morti...>>
<< No...ma se speri che vengano
ad aiutarti ti sbagli...>>
<< Era giusto per
informazione, non spero nell' aiuto di nessuno...io basto e avanzo per voi
tre...>>
Zoro non la sopportava << E
poi sarei io quello che si da delle arie...beh, non mi interessa se tu sia
donna o meno, se non vuoi lasciar andare i miei amici dovrai assaggiare le mie
spade!>>
Partì col suo Colpo dell' Orco
verso The Terrible la quale non si scompose minimamente << Mossa
avventata quella di lanciarsi subito in un incontro senza conoscere nulla di
chi si ha di fronte>> schivò l' assalto con grande fluidità, una mano
candida si strinse sul collo dello spadaccino << Ma che mi
succede?>>
Le forze gli vennero meno, cadde
sulle ginocchia
<< Sta accadendo esattamente
tutto come prima!>> fece notare Robin
Nami iniziò ad agitarsi <<
Zoro, reagisci! E voi due, datevi da fare!>>
Rufy tuonò << Strega, lascia
andare Zoro!>>
<< Prendi questo!>>
gli urlò il cecchino lanciandole una delle sue stelle esplosive.
La donna schivò il colpo ancora e
senza problemi ma grazie ad esso lasciò libero dalla presa mortale lo
spadaccino che si accasciò a terra.
Morgana squadrò il nasone con uno
sguardo poco rassicurante
Usop si ghiacciò << Oddio,
oddio, oddio...adesso ce l' ha con me! JACQUES! Ti prego salvami!>> si
nascose dietro alla schiena del Prete.
<< Su, avanti, ora che siamo
arrivati a questo punto, è inutile continuare a nasconderlo...l' unico che mi
interessa qui dentro...sei tu!>>
<< Chi, io?>> chiese
il cannoniere indicandosi il viso con un dito.
Jacques gli spiegò << No, Usop, lei vuole
me...>>
<< Te? E perché?>>
<< Non lo so...>>
<< Questa è bella, cosa vorrà da Usop?>> chiese
Rufy perplesso
Nami urlò << Ma sei scemo? E' chiaro come il sole che
si riferiva a Jacques!>>
Il capitano sbuffò << E va beh, comunque la domanda
non cambia...>>
<< Cosa ne pensi Robin?>> le chiese la rossa
<< Non ne ho la più pallida idea...>>
Jacques fissò i suoi occhi di ghiaccio su di lei <<
Che vuoi da me?>>
<< Voglio, per ora, che tu venga qui da
me...disarmato, ovvio>>
Usop rise << Se, figurati se accetta...ma guarda che
faccia tosta>>
Il Prete si avvicinò allo spadaccino sdraiato a terra
ansimante, aprì la casacca e slacciò la faretra piena di frecce che finì sul
pavimento
L’archeologa si stupì << Ma è impazzito?>>
<< Che avrà in mente?>> chiese Miguel incredulo.
Zoro afferrò il Prete per una gamba <<
Che...hai...intenzione di fare?>>
Jacques si inginocchiò accanto a lui << Tu fidati di
me...e grazie>>
<< Grazie di cosa?>>
<< Lo scoprirai presto...>>
<< Vedo che hai accettato il mio invito...>> gli
disse la donna scrutandolo con fare malizioso.
<< Vedi bene, sono qui...>>
Morgana gli porse una mano << Baciala!>>
<< Non lo farà, vero?>> era più un’affermazione
che una domanda quella della navigatrice
Sanji guardò attento la situazione << Se lo fa è fuori
di testa...>>
<< Come tu desideri...>>
Tutti rimasero ad dir poco allibiti <<
Coooooosa?>>
Il Prete le prese la mano e cominciò a baciarla salendo pian
piano verso il braccio << Lascia che ti dica un paio di cose...proprio a
te che vai decantando di non sottovalutare le donne...>>
<< Ti ascolto...>>
L’uomo saliva pian piano verso il collo << Non
sottovalutare mai un uomo disarmato...>>
Morgana avvertì un fremito << Cosa?>>
<< E secondo: un uomo non è mai veramente
disarmato!>>
Aprì la casacca e si portò alle sue spalle: il collo della
donna era minacciato dalla gelida lama della Sandai Kitetzu.
Zoro guardò le fodere delle spade, una era vuota <<
Come ha fatto a prenderla? Non me ne sono nemmeno accorto...in più è illeso, e
ha preso proprio quella maledetta...>>
Chopper aveva gli occhi a stelline << Grande!>>
Miguel lo guardò estasiato << E' un mito!>>
The Terrible sbuffò << Mi hai fregato...ma ti faccio
una domanda...mi uccideresti?>>
<< Sì...>> le rispose gelido.
Lei fece uno sguardo incuriosito << Butteresti al
vento anni di sacrifici per me? Mi sento onorata...>>
<< Cosa ne sai tu?>>
<< Io so molto...l' ho già detto ai tuoi amici e so
tutto anche di te...>>
Jacques perse un battito << Come?>>
<< Hai capito bene...ma non è né il luogo né il momento
per parlarne...dimmi, cosa vuoi che faccia per aver salva la vita?>>
Non servì pensarci << Voglio che liberi i miei amici e
che lasci per sempre, per non tornare mai più, quest' isola...>>
<< D' accordo, lo prometto...>>
<< Ehi, dico, non le crederai vero?>>
<< Non fare lo stupido, Jacques, non fidarti!>>
gli urlarono, una dietro l’altra, la navigatrice e la cow-girl.
<< Le senti? Forse hanno ragione...ma ora lasciami
divertire un attimo...>> veloce si liberò dall' insidia della lama e lo
prese per il collo.
Jacques la fissò dritta negli occhi << Che vuoi fare
adesso?>>
<< Te l' ho detto...voglio divertirmi un attimo e
prendermi gioco della tua bella moretta...>>
<< Cosa hai in mente?>>
<< Questo!>>
Attirò il suo viso verso di lei e lo baciò.
Robin sgranò gli occhi << Cos...?>>
Un braccio si mise tra i due e li staccò.
Morgana rise << Gelosina la ragazza...e ora che hai,
perché mi fissi? Ah, ho capito...i miei occhi, assomigliano ai tuoi
vero?>>
<< Tu sei come me?>> le chiese in un soffio.
<< No, io ho accettato a pieno quello che sono...tu
ancora no...ma avrai il tempo per farlo...>>
<< Io non lo farò mai!>>
Lei fece un cenno con una mano << Se, se...intanto,
lotta con un altro attacco...>>
La testa gli esplose, bastò una piccola spinta per farlo
finire a terra “Devo resistere, devo resistere...”
Morgana scese alcune scale << Una volta qualcuno disse
che un gran condottiero può anche permettersi di non mantenere la parola data
se necessario...ma per questa volta vi va bene...ringraziate il cielo che non
vi ha voluti morti subito...ci rivedremo ciurma di Cappello di Paglia>>
Jacques si distese a terra a braccia larghe ansimando:
appena Morgana aveva lasciato la stanza il dolore era svanito...quella
donna...ormai era quasi sicuro della sua identità, ma in cuor suo sperava di
sbagliarsi.
<< Ehi, come stai?>> gli chiese Usop
avvicinandosi a lui
<< Bene...non ti preoccupare...pensa a liberare gli
altri>>
<< Oh, sì...hai ragione...vado subito>>
Mentre il cecchino si avviava a svolgere il ruolo di
scassinatore di gabbie, lo spadaccino si avviò barcollando verso il Prete e si
sedette accanto a lui << Sei stato in gamba...>>
<< Così tanto che è scappata...>>
<< Non importa...non tornerà...>>
<< Non tornerà qui...>>
<< Dici che la rincontreremo?>>
Sbuffò << Credo di sì...>>
Zoro sorrise << Bene, così potrò regolare il conto che
abbiamo in sospeso...posso farti una domanda?>>
<< Dipende da cosa tratta...>>
<< Posso riprendere la mia spada?>>
<< Certamente, è lì...>>
Lo guardò << Come hai fatto a prenderla senza che me
ne accorgessi?>>
<< Semplice, non eri del tutto in te...ti ho
borseggiato>> gli disse il Prete sorridendo.
Il ragazzo si mise a ridere << Potresti competere con
Nami...>>
Jacques si unì alla risata << Impossibile! Lei è dieci
gradini sopra a tutti>>
<< Eh, sì...>> si fece serio di colpo <<
Ma come hai fatto a maneggiare la Kitetzu senza esserne danneggiato? E' una
spada maledetta...>>
<< Magari sono solo stato fortunato...>>
Chopper era tutto esaltato << Ragazzi, siete stati
grandi! Avete espugnato un castello solamente in tre!>>
<< Ma ceeeeeeerto! Sai che ti dico, amico mio? Avrei
tranquillamente potuto espugnare la fortezza da solo!>> si pavoneggiò il
pinocchio.
<< Davvero?>>
<< Hai dubbi?>>
<< Assolutamente no!>>
A Miguel si formò una goccia enorme sulla nuca << Ma
come fa a cascarci sempre?>>
Nami mugugnò << Certo che però potevate darle una
lezione per averci ingabbiato e conciato così>>
Zoro scosse la testa << Sempre a lamentarti tu, se n'è
andata, no?>>
<< E poi quei vestiti, zuccherino mio, ti stanno
d'incanto! Anche a te, dolce Robin, naturalmente!>> giubilò il cuoco in
estasi.
<< MAIALE!>> tuonarono in coro tutti gli altri
componenti maschili della ciurma.
<< Come se a voi dispiacesse...almeno io ho il
coraggio di ammetterlo>>
Lo spadaccino ringhiò << Cosa hai detto?>>
<< Solo la verità!>>
<< Ehi, ascoltate un attimo!>> li bloccò
La cartografa la guardò perplessa << Ascoltare
cosa?>>
Tutti tennero le orecchie ben tese.
<< E' acqua!>>
La ciurma corse a perdifiato verso quel lontano scroscio,
man mano che si avvicinavano verso l'uscita sul retro il rumore si faceva
sempre più forte.
<< Non credo ai miei occhi!>> disse Nami a bocca
aperta
Anche il cuoco era incredulo << Come fa ad esserci un
posto del genere in un' isola come questa?>>
<< Beh, la gente del villaggio dovrà pur coltivare da
qualche parte...>> spiegò lo spadaccino
Jacques si guardò attorno << E' come se l' Inferno e
il Paradiso avessero luogo nello stesso posto...>>
Dietro all' imponente dimora del The Terrible si estendeva
una distesa vallata di campi coltivati e pascoli. Un enorme fiume che sfociava
in un grande lago portava acqua e prosperità.
Miguel si guardò attorno << Una vera crudeltà essere
costretti a lavorare in un posto come questo e sapere che ogni cosa che
produrrai andrà a sfamare il colpevole di tutte le tue pene...>>
<< ...e che dopo ti aspetta la vita dall' altra
parte...>> aggiunse l’archeologa
Rufy affermò deciso << Ora non saranno più costretti a
nulla del genere, questa terra sarà loro a tutti gli effetti>>
Jacques urlò dai pressi del lago << Ehi! Venite a
vedere!>>
Sanji gli urlò di rimando << Che c'è?>>
<< E' un lago artificiale! Credo che, in origine, il
fiume attraversasse tutta l' isola!>>
Un lumacofono squillava insistente su un tavolo di una
grande sala
Morgana rispose << Sì?>>
<< Com' è andata?>> gli chiese la voce
dall’altra parte.
<< Tutto da programma...ho appena lasciato l'
isola...sarò da te fra una settimana al massimo...>>
<< E le nostre pedine che fanno?Ti hanno
seguita?>>
<< No, tutto procede secondo i piani...sicuramente
dovranno aspettare domani prima di partire...ci vorrà ancora un giorno perché
il loro logpose si riposizioni sull' isola di Wraith...a proposito, è partito o
è ancora lì con te?>>
<< No, è partito...sai com' è, non vuole rischiare di
essere in ritardo e poi non sarebbe carino accogliere gli ospiti senza i dovuti
riguardi...>>
La donna sbuffò << Sì, come se potessimo...mi ci è voluto
un grande spirito di autocontrollo per trattenermi...poi quella proprio non la
sopporto...>>
<< E piantala, tu e la tua stupida fissazione per il
Prete...lo sai, se vuoi che sia tuo devi attenerti ai piani, anche se questo
vuol dire saperlo con un' altra donna e poi sai che non è lui che veramente
vuoi...>>
<< Lo so...ma quando tutto questo sarà finito e
finalmente potremo smetterla di seguire stupidi piani...avrò io il piacere di
farla fuori!>>
<< Fai come credi, ma sai com' è, tutto dipende se lui
sarà d' accordo...il grande capo è incontrollabile ma è anche il più potente di
tutti noi...>>
<< Se ci penso...è dominato dall' istinto ed è così
tremendamente malvagio...>> sospirò con piacere
<< Uhm...quanto a malvagità non abbiamo niente da
invidiare a nessuno mi pare...ma senza di lui non potremo portare a
termine...>>
<< Sì, sì...ne sono a conoscenza anch' io, sai? E'
inutile che lo ripeti in continuazione...>>
La voce dall' altra parte dell' apparecchio si fece dura
<< Allora se lo sai continua a fare come è stato deciso...ci vediamo qui
fra qualche giorno>>
<< Va bene, va bene...ma non azzardarti più a fare
quel tono autoritario con me...ricordati che siamo sullo stesso piano!>>
Concluse la conversazione.
L' acqua riprese a scorrere: tutto il villaggio si rese
finalmente conto di essere libero. Le catene vennero spezzate e dopo anni di
tristezza, di fame e di soprusi la gente poté festeggiare felice.
Il bambino andò a ringraziare il Prete << Grazie di
tutto...>>
<< Hai visto? Abbiamo mantenuto la promessa...anche se
purtroppo non potremo mai ridarti i tuoi genitori...>> gli rispose l’uomo
con un sorriso
La voce del piccolo era tremula << Lo so...ma avete
ridato la vita a tutte queste persone...>> iniziò a piangere <<
Mamma...papà...>>
Il Prete lo guardò teneramente << Sfogati
piccolino...>>
Il bimbo si abbandonò fra le sue braccia.
<< Sanji! Servi, servi!>> ordinava il capitano
con foga.
Il biondo era impegnato a spignattare da ore << Guarda
che il mangiare non è per te ma per la gente del villaggio!>>
<< Mai mangiato così bene in tutta la mia
vita!>>
<< Io direi mai mangiato così tanto!>>
<< Finalmente siamo liberi!>>
Miguel era tutto euforico << Ballate gente!>>
<< Evviva la baldoria!>> urlava il cecchino
Chopper non era da meno << Facciamo festa!>>
Nami li guardava da un pochino più lontano perplessa
<< Possibile che siano già ubriachi?>>
Zoro le si avvicinò << Direi di sì...li hai sfidati e
lo sai che non possono competere con te...sono già andati!>>
<< Non c'è neanche gusto con loro...non sono neanche
un po' allegra...>>
<< Dì la verità: solo io posso tenerti testa!>>
La rossa sorrise << Sì, sei un grande
sfidante...>>
<< Incredibile...un complimento!>> la guardò
allibito lo spadaccino.
La cartografa assunse un tono serio << Sai, Zoro, oggi
ho avuto paura...>>
<< E' normale, sei stata fatta prigioniera da quell'
orribile donna...>>
<< Non è tanto per quello ma per il fatto che avrebbe
potuto...>> si bloccò
<< Avrebbe potuto?>>
Nami pensò a quello che stava per dire ed ebbe un
ripensamento << Insomma, hai visto anche tu di quali oscuri poteri
disponeva...>>
<< Lo so bene, li ho potuti sperimentare su di
me...>>
<< Al diavolo...>> si lasciò andare e l'
abbracciò << Non farmi più preoccupare a questo modo>>
Il freddo e burbero Zoro arrossì vistosamente <<
Cercherò di fare il possibile, piccola...>> la strinse forte <<
...ma sappi che avrei fatto qualunque cosa pur di liberarti...>>
<< Grazie...>>
Il Prete raggiunse l' archeologa che a quanto pare non era
in vena di festeggiamenti << Cosa fai qui, tutta sola e in
disparte?>>
<< Sono stanca, non ho voglia di far
baldoria...>> rispose la cow-girl senza particolare enfasi.
<< E' forse colpa mia?>>
Robin si alterò << Colpa tua? Guarda che non sei mica
sempre al centro dei miei pensieri, tu!>>
Lui la guardò stupito << Accidenti, che
caratterino...scusami, non volevo farti arrabbiare...>>
<< Tu non vuoi mai far niente...però combini di
tutto>>
Le sorrise << Un vero disastro, insomma...>>
<< Comunque non credevo ti piacesse quel genere di
donne...>> gli disse d’un tratto.
<< Come?>>
<< Non hai opposto molta resistenza quando Morgana ti
ha baciato...>>
Jacques era palesemente incredulo, scoppiò in una fragorosa
risata << Non ci posso credere, sei arrabbiata per questo?>>
La donna gli diede le spalle stizzita << No!>>
In tutta risposta lui le si parò davanti << Invece
sì!>>
<< Ti ho detto di no!>>
Il Prete le lanciò un' occhiata maliziosa << Pensala
un po' come vuoi...ma lo sai...a me sono sempre piaciute le more...>>
L' archeologa gli diede una pacca piuttosto forte sul petto
<< Scemo!>>
<< Potrei offendermi...>> le disse imbronciato
<< Tanto meglio...>>
L' espressione dell’uomo divenne seria per un attimo, la
fissò << Comunque grazie per essere intervenuta, non riuscivo a
muovermi...>>
Inutile, non si sarebbe mai abituata ai suoi occhi di
ghiaccio << Certo, eri folgorato dalla sua bellezza...>>
<< Piuttosto che andare con un' arpia come quella,
monaco di clausura a vita...>>
Risero poi calò il silenzio, si sedettero vicini.
Jacques le passò una mano fra i capelli << Robin, lo
sai, ti voglio un mondo di bene...>>
Lei gli sfiorò una guancia con le dita << Mi scoccia
ammetterlo ma...anch'io te ne voglio...>>
Il Prete si chinò verso di lei...le labbra si appoggiarono
sulla fronte.
In quel momento, tutti e due, erano consapevoli di quel che
avevano appena fatto: avevano mentito.
La festa si era protratta sino ad orari indicibili, le
persone sembravano non stancarsi affatto, forti della libertà ritrovata. Solo
all'alba la spossatezza dovuta ai vari anni di lavoro massacrante iniziò a
farsi sentire: tutti si addormentarono, tranquilli, per le strade...anche il
sole sembrava aver affievolito la potenza dei suoi raggi.
La rossa fu la prima a svegliarsi nel primo pomeriggio:
essendosi ributtata nella mischia affiancata dal suo inseparabile compagno di
bevute, aveva la testa pesante come un macigno e un senso di nausea che le
scombussolava tutto lo stomaco << Forse non avrei dovuto bere così
tanto...ma chi se ne frega, quel che è fatto, è fatto! Ora non mi resta che
trovare e svegliare gli altri...>>
Cominciò a girare fra la gente addormentata ma la sbornia,
presa la sera prima, rendeva instabile sia il passo che la vista, inciampò su
qualcosa di grosso << Che botta...oh, ho trovato Rufy!>>
Il capitano si era abbuffato come al suo solito e ora
assomigliava più ad una mongolfiera che ad una qualsiasi cosa di forma umana,
riuscì a scorgere anche due chiome bionde, un naso piuttosto smisurato, una
paio di corna e un ciuffo verde. Inutile dire che tutti i tentavi fatti per
svegliare i suoi compagni dolcemente furono vani, gli unici suoni che uscirono
dalle loro bocche furono versi e grugniti poco piacevoli.
La cartografa crocchiò le dita delle mani, le si dipinse un
ghigno malefico sul viso << Non vi volete svegliare, è? L' avete voluto
voi...>>
Robin si svegliò con il profumo dell' erba che le invadeva
le narici: si era addormentata sul prato.
Strinse la mano per far leva sul terreno ed alzarsi ma non
fu il contatto con la terra quello che sentì: quella che stava stringendo era
la mano di Jacques, il quale, addormentato le stava cingendo la vita con un
braccio.
L' archeologa non riuscì a non farsi questa domanda: essere
si erano addormentati piuttosto distanti eppure...possibile che si attirassero
così fortemente l' uno verso l' altra?
I suoi desideri andavano, in quel momento, in due direzioni
completamente opposte: se da una parte sperava che quel momento fosse ben
lontano dal finire, dall' altra non voleva altro che alzarsi e sperare che lui
non si fosse accorto di nulla...non sarebbe mai riuscita a perdonarlo per aver
finto di essere morto e soprattutto non riusciva a sopportare il suo continuo
evitare una qualunque spiegazione.
Spostò delicatamente il braccio, non voleva svegliarlo,
sarebbe stato imbarazzante...una volta in piedi le cadde l' occhio sul terreno,
arrossì: era stata lei ad avvicinarsi a lui nel sonno, quella pietra...la
stessa pietra vicina alla quale si era addormentata, non era più lì...o meglio,
lei non lo era.
Decise di andarsene: l' orgoglio e il rancore erano ancora
troppo forti.
I sei ragazzi passati sotto le "dolci" manine
della navigatrice erano, ora, tutti sveglia ma pieni di bernoccoli e tagli
vari: fra chi smaddonava in tutte le lingue, moderne e antiche, conosciute e
non, c' era anche chi continuava la sua opera di adorazione.
La cow-girl li raggiunse << Oddio, ma che è
successo?>>
Zoro si massaggiò il collo dolorante << Quella scema
di Nami...>>
<< Ci ha picchiato...>> le spiegò Chopper con i
lacrimoni
<< Ci ha fatto molto male...>> continuò Usop
Nami ringhiò << Colpa vostra che non vi volevate
svegliare...io con le buone ci ho provato ma mi avete degnato solamente di
disgustosi grugniti...>>
Il cuoco fece la faccia indignata << Ma amorino, io
non ti risponderei mai con dei versi simili...>>
<< Ah, no? Taci che è meglio...>>
<< Ti prego non dirmi che anch' io mi sono abbassato
al livello di questi rozze barbari!>>
<< Ti ho detto di tacere...>>
Rufy lo prese in giro << Ecco, ti ha detto di
tacere...quindi vuol dire che sei proprio come noi!>> e sfoggiò uno dei
suoi soliti sorrisi a trentadue denti
Il biondino annegò in un mare di lacrime << Non è
possibile, la mia dolce Nami non può pensare questo di me!!!>>
Robin in compenso soffocò nella goccia che si era formata
sulla sua testa << Giornata no?>>
La rossa si voltò verso la mora con aria furbetta <<
Robin, sorellona cara, ma dov'eri finita?>>
Quella iniziò a sudare freddo ma non si scompose << Mi
sono addormentata...non molto distante da qui, a dire il vero...>>
<< Beh, andiamo a fare un giretto...>> la prese
sottobraccio << E voi, vedete di darvi da fare a preparare tutto il
necessario per il viaggio che fra un po' si parte...>>
<< Non è giusto, tu e Robin che farete?>> si
lagnò il capitano.
<< Ci faremo una chiacchierata mentre prenderò appunti
sull' isola...>>gli rispose la cartografa in un’alzata di spalle.
<< In poche parole dovremo fare tutto da soli?>>
chiese Miguel che aveva capito perfettamente la situazione.
Nami sorrise maligna << Esattamente!>>
<< Schiavista!>> le ringhiò dietro lo
spadaccino.
Usop le fece una boccaccia << Aguzzina!>>
<< Volete che rincari la dose?>>
<< No, no...lavoriamo!>> risposero in coro
tutti.
Appena sole, la rossa le diede un paio di gomitate <<
Allora? Com' è andata?>>
Robin, sbuffò avendo già capito dove voleva andare a parare
ma fece finta di niente << Cosa?>>
<< Non fare la finta tonta...ho notato che è sparito
pure qualcuno di nostra conoscenza ieri sera...>>
La mora le si avvicinò e, avvicinando due dita alla sua
faccia, le strizzò il naso << Non te l' ha mai detto nessuno che sei una
grandissima impicciona?>>
La rossa si massaggiò << Uhm...ora che mi ci fai
pensare, c' è una ragazza che me l' ha detto un paio di volte ma non mi ricordo
come si chiama...Rib, Rob...boh, forse mi puoi aiutare, un pochino ti
assomiglia...>>
<< Mi sta già simpatica questa ragazza...>>
<< Allora, lui dov' è?>> riprese il discorso la
cartografa
<< A dormire su un prato...>>
<< Ah, sì?....Hai dormito con lui?>>
La donna trasalì << Ma a te cosa interessa?>>
mentì << Comunque no!>>
<< Nooo? E allora come mai hai dei fili d' erba fra i
capelli?>>
La cow-girl, stranamente si agitò, e si portò subito le mani
alla testa << Dove?>>
Nami se la rise di gusto << Stavo scherzando...certo
che sei messa male, per agitarti così...tu, donna di ghiaccio...>>
<< Piantala!>>
<< Se no che mi fai?>> la sfidò la navigatrice
L’archeologa la gelò con lo sguardo << Sei sicura di
volerlo sapere?>>
Quella tremò << Non più di tanto...>>
In quel momento, Il Prete le vide e le raggiunse <<
Ehilà! Dormito bene?>>
Robin ringhiò << Dormito bene un corno...>> se
ne andò
Jacques ci rimase di sasso << Cosa mi sono
perso?>>
La rossa gli diede un paio di pacche su una spalla <<
Ma niente, cosa vuoi che sia successo...piuttosto, cosa ci fai qui? Cammina ad
aiutare gli altri!>>
<< Perché, che fanno?>>
<< Stanno preparando la nave, fra poco salpiamo...ti
accompagno, così vedo cosa combinano...>> gli prese un braccio e lo
trascinò.
L’uomo si voltò indietro indicando la strada che aveva
percorso la mora << Non bisognerebbe dirlo pure a Robin?>>
Lei gli sorrise << Non serve, lo sa...>>
La Going Marry salpò dall' isola poco prima di sera. La
ciurma si lasciò alle spalle della gente libera, finalmente padrona del proprio
destino... tuttavia commise un grave errore.
<< Saaaaaaaaaanji! E' ora di cena, ho fame!>>
piagnucolò il capitano.
Il cuoco arrivò con le portate e l’aria mesta <<
Ragazzi, ho una brutta notizia da darvi...>>
<< Sarebbe?>> gli chiese, curioso, Miguel.
<< Questo...>> poggiò i piatti sul tavolo
<< ...fino alla prossima isola, sarà il vostro ultimo pasto...>>
Tutti sbottarono in un << CHE
COOOOOOOOOOOSA?!?>>
<< Beh, io qualcosa mi ero fatto dare dalla gente del
villaggio...senza esagerare, non mi sembrava proprio il caso...>>
Jacques lo guardò << Ma?>>
Sanji alzò il tono della voce <<
MA...qualcuno...>> fulminò il ragazzo di gomma con gli occhi <<
...mentre eravamo impegnati a salpare a fatto fuori quasi tutta la dispensa, ho
potuto salvare solo questo...>>
Esplose un " RUFY!!!!" da duecentomila decibel
Quello masticava tranquillo << Non è
vero...chomp...non sciono sctato...chomp chomp...io!>>
Nami si trasformò in un pescecane << Ti sei mangiato
pure la cena di tutti!>>
Zoro si armò di tutte e tre le sue spade << Io ti
trucido, fogna schifosa!>>
<< Massacriamolo!>> incitò Usop i suoi compagni.
Le urla di Rufy si diffusero per tutta la nave, mentre
quello iniziava a darsela a gambe.
Partì una caccia furiosa al capitano che vide impegnata
tutta la parte maschile della ciurma. Quella femminile rimase in cucina.
Nami era furibonda << Ma guarda te! Quell'
idiota...>>
Robin rise << Non cambierà mai...>>
<< A morte!>>
La mora inarcò un sopracciglio << Non ti sembra di
esagerare?>>
<< Esagerare? Dovremo patire la fame per non so quanto
tempo!>>
<< Su questo punto hai ragione...non ci resta che
resistere>>
Il gorgoglio di due stomaci vuoti riecheggiò nella stanza.
La rossa sbuffò << Un inizio perfetto...>>
<< Mmmmh...ragmmmmhzi...>>
Zoro si portò una mano all' orecchio << Come
dici?>>
<< Tirmmmhi..mmmmgh...gimmmh!>>
Lo spadaccino alzò le spalle << Mi dispiace...ma
proprio non ti sento...>>
Il capitano era stato imbalsamato e appeso con delle corde
all' albero maestro, naturalmente a testa in giù.
Miguel sbuffò << E adesso che si fa?>>
<< Si digiuna...>> tirò corto Sanji.
Chopper era già disperato << Stai scherzando
vero?>>
<< E cosa vorresti mangiare? Non c'è niente!>>
Ad Usop si illuminò una lampadina nel cervello <<
Aspettate un attimo!>>
<< Che ti è venuto in mente?>> gli chiese
Jacques.
<< Sanji deve aver pur tenuto qualcosa per Nami e
Robin! Rubiamolo!>>
Il cuoco alzò una gamba minaccioso, il pinocchio si
pietrificò << Dovrei punirti anche per aver solo pensato una cosa del
genere...>> la riabbassò << ...comunque quella fogna si è mangiato
proprio tutto...>>
<< Quindi non ci resta che provare a pescare
qualcosa...>> suggerì il medico di bordo.
Il cecchino sospirò << Così pare...prendo le
canne...>>
Cinque ore e due turni dopo, quando ormai la luna era già
alta nel cielo, il concerto degli stomaci era tale da far invidia alla nona di
Beethoven.
Il biondo sbuffò buttando a mare l’ennesima sigaretta
<< Qui non si prende niente...>>
<< Odio pescare...maledetto Rufy...>> ringhiò
Zoro sempre più nervoso.
<< A proposito del tritatutto...qualcuno l' ha tirato
giù?>>
<< Cosa vuoi che ne sappia io...>>
Jacques e Miguel li raggiunsero << Ragazzi, è il
nostro turno...>>
Lo spadaccino si stirò << Non ne potevo davvero
più...>>
<< Magra?>> chiese il biondino più giovane.
<< Non si vede un pesce neanche a pagarlo...>>
gli rispose quello più grande.
<< Allora, ragazzi, avete pescato?>> gli chiese
Rufy sorprendendoli.
Zoro lo fulminò << Taci, discarica maledetta! Chi ti
ha liberato?>>
<< Chopper, ha detto che avevo troppo sangue alla
testa...ehi, guardate, delle pinne! Che pesci sono quelli, che non mi ricordo
il nome?>>
Il Prete guardò il luogo puntato dal dito del ragazzo
<< Squali...>>
Rufy indicò nuovamente << Squelli!>>
L’uomo lo guardò inarcando un sopracciglio <<
Eh?>>
<< Mi hai detto squali e io ti ho ridetto
squelli!>>
Miguel scosse il capo << Ma è davvero così stupido o
lo fa a posta?>>
<< Idiota, SQUALI è il nome di quei pesci!>> gli
ringhiò contro lo spadaccino.
<< Aaaaaaah!>>
<< BRUTTO LADRO STAI LONTANO DAI MIEI
MANDARINI!>> urlò Nami dietro ad un Usop che se la scappava a gambe
levate.
<< Io non ho fatto niente!>>
La ragazza, sfoderò le Clima Tackt << Ciclone
tempo!!!!>>
Il cecchino schivò di un soffio il colpo e si buttò sul
ponte spaccando una Stella di Ketchup << Tecnica della morte
apparente!>>
Non l' avesse mai fatto!
Zoro guardò i suoi compagni con aria sadica << State
pensando a quello che penso io?>>
Il Prete gli confermò << Credo di sì...>>
Il pinocchio venne imbracato in un istante.
<< Che volete farmi, ragazzi?>>
<< Farti fare, solo, da esca...>> lo rassicurò
Sanji
<< Ah, ok, benissimo, da esca...>> poi realizzò
<< DA ESCA? Non potete farm...>>
Non riuscì a finire la frase che era già in acqua. Gli
squali si accorsero subito del cibo loro offerto e si avventarono sul povero
malcapitato, già svenuto per la paura.
<< Lo tiriamo su?>> chiese il cuoco tenendo
saldamente la corda fra le mani.
<< E' ancora presto...>> gli rispose Jacques
calmissimo.
<< Ma così se lo mangeranno!>> gli urlò dietro
la renna preoccupata al massimo.
Ma quello lo ignorò << Zoro, Miguel...siete
pronti?>>
Lo spadaccino aveva già impugnato le sue fedeli spade
<< Certo!>>
Il giovane arciere fece segno affermativo <<
Pronto!>>
<< Ora!>>
La corda venne tirata con forza, Usop schizzò sul ponte
bianco come un cadavere ma assolutamente illeso, dietro di lui saltarono fuori
dall' acqua, come salmoni controcorrente, tre enormi squali che con un paio di
colpi di spada e di frecce caddero sulla nave.
Chopper
esultò << Yeah! Si mangia!>>
<< Puoi dirlo forte!>> gli disse il capitano
sorridendo.
Sanji lo fulminò con lo sguardo << TU non mangi mio
caro!>>
<< Ma uffa, perché?>>
<< Ha anche la faccia tosta di chiederlo...>>
Usop si toccava tremante << Non ci posso credere, sono
vivo...>>
Zoro gli diede due pacche sulle spalle << Hai fatto un
gran bel lavoro, bravo>>
<< Se, se...prendimi pure in giro, se non fosse stato
per me non mangereste...>>
Jacques recitò << Sì, grande capitan Usop, ti dobbiamo
la vita...>>
Miguel rise << O almeno la felicità dei nostri
stomaci!>>
Il cuoco si rimboccò le maniche << Mi metto al
lavoro...sono belli grandi, avrò parecchio da fare ed è già tardi...>>
vide le due donne davanti alla porta della cucina che avevano assistito alla
scena << Rooooobin, Naaaaaaaaami, guardate cosa abbiamo pescato! Per un
po' non avremo problemi di cibo!>>
Capitolo 26 *** - LIES, SECRETS AND QUARRELS - ***
CAPITOLO 26
CAPITOLO 26
- LIES, SECRETS AND
QUARRELS -
Il giochino della pesca con esca umana, da quella volta in
poi, venne effettuato ogni volta in cui se ne avesse avuto il bisogno e con l'
appetito della ciurma, soprattutto, di un individuo in particolare, se ne
necessitava spesso , tanto da indurre il Pinocchio a stipulare un assicurazione
sulla vita.
Il tempo era buono e l' atmosfera tranquilla, tutto sembrava
andare per il verso giusto, o quasi.
Una porta chiusa a chiave e cinque persone davanti. Continui
rumori di mobilia capovolta e vetri infranti uscivano dalla stanza del timone.
Il capitano arrivò richiamato dal rumore << Ma che sta
succedendo?>>
Nami guardò l’appena arrivato << Jacques...ha avuto
come una specie di malore e si è chiuso dentro...>>
Miguel era palesemente preoccupato << Io sono arrivato
da poco...ma mi hanno detto che è da quasi un' ora che va avanti così...>>
<< Finirà per spaccare tutto...>> fece notare
Usop.
Chopper lo riprese << Come puoi pensare alla nave? Sta
male!>>
Sanji sbuffò << Io l' ho detto di sfondare la porta ma
non vuole...>>
<< Non provarci nemmeno, la Merry non si
tocca!>>
<< Ma se avesse bisogno di aiuto? E poi continuando
così i danni potrebbero essere molti di più di una sola porta rotta>>
continuò Chopper in apprensione.
Anche l' archeologa venne richiamata a sua volta dal baccano
<< Cos' è questo casino?>>
Il ragazzino le spiegò << Jacques...sta male>>
Robin tuonò << E cosa aspettate ad aprire ed
aiutarlo?>>
<< E' chiuso dentro, a chiave...>>
<< A quella ci penso io...>>
Chiuse gli occhi e incrociò le braccia: una mano, dall'
altra parte della porta, girò la chiave all' interno della serratura.
Il Prete era stravolto: ansimava velocemente, il volto era
sudato e teso nello sforzo di sopportare quello che, evidentemente, doveva
essere un dolore immane. Le mani,tagliate dai cocci dei vari vetri distrutti contro muri e pavimenti,
sanguinavano copiose, il corpo era contorto in una posizione impietosa. Gli
unici suoni che riuscivano ad uscire dalle labbra insanguinate, per i svariati
morsi, erano dei rantoli strazianti.
La donna sgranò gli occhi, così come il resto dei suoi
compagni << C- che...hai?>>
L’uomo riuscì solamente a dire << Su...suo...>>
Nami tese maggiormente le orecchie << Cosa dice? Non
si capisce...>>
Jacques si aggrappò ad un tavolo rovesciato, le nocche delle
mani divennero bianche per lo sforzo << SUONA!>>
Miguel era incredulo << Come?>>
Gli occhi gelidi di Jacques pietrificarono tutti i presenti
<< Suona quella maledetta ocarina, porca puttana!>>
Il ragazzino titubò
<< SUONA!>>
Rufy lo scrollò per le spalle << Che aspetti? Fai come
ti dice, muoviti!>>
Miguel si svegliò dallo stato di incredulità in cui era
scivolato, con un po' di difficoltà dato il forte tremore alle mani prese lo
strumento << D' accordo...>> iniziò a suonare.
Le note si espansero all' interno della stanza: la
respirazione di Jacques decelerò fino a tornare normale. Con un enorme sforzo
si rimise in piedi, un paio di passi...cadde svenuto in avanti finendo fra le
braccia della cow-girl, che per poco non finì a terra.
Vennero raggiunti dallo spadaccino che, come sempre, dati i
suoi soliti pisolini non aveva sentito niente << Come mai siete tutti
qui?>> vide il Prete svenuto e l' interno della stanza << Che è
successo a Jacques? E' stato lui a combinare questo disastro?>>
<< Sì...ha avuto un attacco molto forte, non so ancora
di cosa ma lo scoprirò...>> gli spiegò il medico.
Sanji continuò << Comunque, ora, grazie all' ocarina
di Miguel è riuscito a calmarsi, poi è svenuto>>
“
<< Tu e la tua forza, non sappiamo di che farcene se
quando ci serve svieni...>>
<< Tu non sai di cosa stai parlando...non sai con che
cosa devo lottare ogni volta che svengo...più cado...più mi avvicino...>>
<< A che cosa?>>
<< Alla morte...>>
”
Lo spadaccino se ne andò senza dire una parola.
Il cielo iniziò ad oscurarsi, calò la sera. Zoro era
indeciso sul da farsi, nessuno oltre a lui sapeva di Jacques, nemmeno Usop
aveva sentito. Come aveva potuto dimenticarsene? Nemmeno i suoi soliti esercizi
per la muscolatura con le più assurde quantità di peso riuscivano a
distoglierlo dai suoi pensieri, cosa avrebbe dovuto fare? Doveva dirlo agli
altri?
<< Che hai? Ti vedo pensieroso>> gli disse d’un
tratto Nami, facendogli prendere un mezzo colpo.
<< Pensieroso io? Figurati...>>
La rossa lo punzecchiò << Giusto, dimenticavo, se il
tuo mononeurone è impegnato a farti muovere le braccia non può gestire
contemporaneamente anche il cervello...>>
La reazione, però, fu deludente <<
Simpatica...>>
I dubbi della cartografa non fecero altro che ricevere
conferma dal suo comportamento << Guarda che non m' incanti...tu hai
qualcosa che non va, avanti con me puoi parlare...>>
<< Non so se posso...>>
Quella si offese << Come sarebbe a dire?>>
<< Ehi, non fraintendermi! Non è che non te lo posso
dire perché non mi fidi...>>
<< E allora perché?>>
<< Perché non riguarda me...>>
<< E chi riguarda?>>
Zoro le rispose quasi in un soffio << Il
Prete...>>
<< Jacques? Cosa sai?>> lo guardò la ragazza
agitata.
<< Diciamo che abbiamo avuto un acceso scambio di
battute prima di venire al castello di Morgana...e fra una cosa e l'
altra>> sorvolò sul discorso riguardante lei e la mora << ...mi ha
detto una cosa che mi ha lasciato perplesso...non riesco a capacitarmi del
fatto che, fino ad oggi, non ci avevo più pensato...>>
<< Ti riferisci al suo malore?>> si preoccupò,
il viso dell' amico era troppo serio << Zoro, che ti ha detto?>>
<< Non credo sia giusto dirtelo...se avesse voluto l'
avrebbe fatto lui...credo che neanche Miguel sappia...>>
La rossa lo guardò dritto negli occhi, serissima <<
Zoro, ti prego, se sai a cosa sono dovuti questi attacchi devi dirlo!>>
Gli altri componenti della ciurma erano in attesa che il
Prete si risvegliasse.
Sanji sbuffò << Io non voglio essere maligno ma non mi
sembra in buone condizioni di salute, mi chiedo come possa essere in grado di
fermare l' Apocalisse...>>
Chopper lo riprese << Ti sembrano cose da dire?
Jacques è forte: ha combattuto contro uno degli uomini dei Quattro, ci ha
salvato insieme a Zoro e ad Usop dalle grinfie di quell' orribile
donna...>>
<< E' vero...ma è altrettanto vero che quando ha
questi attacchi diventa incontrollabile...>> spiegò Usop.
<< E l' unico modo per calmarlo sembra essere il suono
dell' ocarina...>> aggiunse mesta Robin.
Miguel non sapeva più dove sbattere la testa << Io non
riesco proprio a capire, perché non ci dice niente?>>
<< Se non vuole parlarcene avrà i suoi buoni
motivi...>> disse il capitano.
Il Prete riaprì pian piano gli occhi, tutti i presenti
ammutolirono << Cos' è, stavate parlando di me, che vi siete azzittiti
subito?>>
Il cecchino rise << Ma no, che vai a pensare!>>
<< Vi stavate chiedendo come potesse uno come me
fermare l' Apocalisse?>>
Il cuoco si stupì << Allora hai sentito tutto!>>
L’uomo lo squadrò << No...ma, evidentemente, stavate
parlando di me...>> colti in flagrante << Beh...non può, ve l' ho
detto sin dall' inizio: io non posso far nulla per fermare l'
Apocalisse...>>
Rufy iniziò ad agitarsi << Non rimetterai in dubbio le
parole di Rock, non è vero?>>
Jacques inspirò a fondo << E chi sarebbe questo
Rock?>>
<< Colui che ci ha parlato dell' Apocalisse e ci ha
detto di venirti a cercare...>>
<< E cosa vi ha detto con precisione?>>
<< Ci ha parlato dei Quattro, che a differenza della
leggenda, vorrebbero distruggere il mondo non per punire la gente dei suoi
peccati ma per il puro gusto di farlo...>> gli spiegò l’archeologa.
Sanji continuò << E ha indicato te come unico in grado
di fermarli...>>
Quello riorganizzò le idee << Ora, non fraintendetemi
e tu, Rufy, non ti scaldare...quell' uomo vi ha mentito, non so se con buone o
cattive intenzioni ma non vi ha detto la verità...>>
<< Spiegati...>> lo invitò il ragazzo di gomma.
<< Sorvolando sul fatto che io non posso fermare l'
Apocalisse...i Quattro non sono affatto dei pazzi che vogliono distruggere il
mondo per puro piacere personale, ce l' hanno nel sangue, nascono per questo,
sono la reincarnazione degli antichi cavalieri. Vengono alla luce, crescono e
cercano di portare a compimento quello per cui sono nati...>>
<< E se non ci riuscissero?>>
<< Se tutti e quattro dovessero perire senza portare a
termine la loro missione verrebbero sostituiti...>>
Robin tirò le somme << Quindi, fino ad ora, non ci
sono mai riusciti...>>
<< Proprio così ma ci sono andati sempre molto vicini:
secondo voi, le guerre, le epidemie e le carestie che hanno caratterizzato i
secoli passati, sono opera di chi?>>
<< Opera loro...>> rispose Miguel.
<< Esattamente, ma ci sono sempre state grandissime
persone che hanno mediato per la pace, trovato vaccini, migliorato le tecniche
agricole...si dice che anche Gold Roger contribuì ad eliminare una generazione
di cavalieri...>>
<< Il Re dei Pirati...>> sospirò Rufy.
<< Ma da chi nascono questi esseri?>> gli chiese
Chopper.
<< Dal Demonio...da Dio...chissà...>> il suo
viso s' incupì << ...ma ora capite: io non sono degno di essere
paragonato a quelle persone, anzi...>>
<< Non dire così...>>
<< E' la pura verità...>>
Sanji sbuffò << Ora, non è che non ti creda, ma se tu
non puoi fare niente vuol dire che sei una persona normale come noi...come fai
ad essere a conoscenza di tutte queste cose ben dettagliate?>>
Il Prete rimase in silenzio
Il capitano si alzò << Io ti credo, sei un nostro
compagno...non so perché Rock ci abbia mentito sulla storia ma se tu da solo
non puoi fare niente vorrà dire che noi, insieme, fermeremo l'
Apocalisse...>>
Anche Jacques si mise in piedi << Probabilmente sarà
così...>> andò verso la porta per uscire
<< Jacques...>>
<< Sì?>>
<< Qualunque sia il tuo problema sappi che, se hai
bisogno di parlarne con qualcuno, noi siamo qui!>>
<< Lo terrò a mente, grazie...>>
Uscì.
Il Prete camminava a passo deciso per il corridoio che di lì
a poco l' avrebbe portato a prendere una bella boccata d' aria sul ponte “ Una
persona normale come loro...magari fosse così...”
Lo travolse come una mandria infuriata di bisonti impazziti.
<< Accidenti Nami, dove vai così di corsa?>>
La cartografa riprese fiato e lo guardò iratissima <<
Perché non l' hai detto? Pazienza a noi ma a Robin dovevi dirlo!>>
Jacques tremò << Di cosa stai parlando?>>
<< Del fatto che morirai!>>
<< Come fai a saper...Zoro! Avrei dovuto immaginare
che te l' avrebbe detto...>>
<< Non biasimarlo, come pensi avrebbe potuto
sopportare di essere l' unico a sapere questa cosa? Per quanto ti potrà
sembrare strano, anche se non è da moltissimo che fai parte della ciurma, sei
uno di noi, uno della nostra famiglia!>>
<< Io non merito di far parte della vostra
famiglia...>> sibilò l’uomo a bassa voce.
<< Non dire sciocchezze, stupido!>> lo riprese
la rossa.
Il silenzio ripiombò nel corridoio.
<< Diglielo! Va da lei e dille la verità!>>
<< E' meglio che non sappia...>>
La ragazza si alterò << Jacques, ti prego, non dire
stronzate! Deve sapere: lei...>> non spettava di certo alla navigatrice
farglielo sapere << ...insomma, va da lei e diglielo! Altrimenti, ti
avviso, lo farò io!>>
L' archeologa sbucò dal buio all' improvviso a braccia
conserte << Che cos'è che dovresti dirmi?>>
Jacques la guardò di striscio, salì le scale e sparì in
coperta.
Nami guardò la donna con occhi sottomessi << Robin,
io...>>
La mora le fece segno di tacere << Ho sentito
tutto...>>
<< Cos...?>>
Ma era già salita. Poco dopo scese lo spadaccino.
<< A chi l' hai detto?>>
<< A Jacques...ma Robin ha sentito...>> gli
spiegò la ragazza.
Rufy fece capolino dalla porta << Cosa ha
sentito?>>
Il resto della ciurma spingeva per uscire all' aria aperta.
La rossa li fulminò tutti quanti << Guai a voi se vi
azzardate a salire in coperta senza il mio permesso, SONO STATA CHIARA?>>
I ragazzi pietrificarono << S- sì!>>
<< Tornate indietro, immediatamente!>>
“Come faccio a dirle che morirò se non riesco a darle la spiegazione!
Come posso dirle che io...”
<< Perché non hai avuto il coraggio di
dirmelo?>> le disse la donna freddamente.
Jacques, da affacciato verso il mare com' era fece per
girarsi verso di lei << Robin...>>
L' archeologa lo pregò << No, non voltarti...>>
<< D' accordo...>> riportò lo sguardo sull'
orizzonte, sul quale ormai spuntava un piccolo puntino << Hai sentito
tutto, non è vero?>>
<< Sì...perché l' hai detto a Zoro e non a me? Conto
così poco, nella tua vita?>>
L’uomo si alterò << Senti, puoi dirmi e darmi di tutto
ma non puoi assolutamente permetterti di dire che tu per me non conti
nulla!>>
Si girò verso di lei: la cow-girl aveva gli occhi carichi di
pianto << Ah, non posso permettermelo? Ma è proprio così che
sembra...perché non mi hai detto che morirai?>>
La collera divampò << Perché? Perché? Non te l' ho
detto perché la mia morte sarà solo la minima cosa che accadrà! Pensi davvero
che sia stato facile separarmi da te? Tu non hai idea di quello che sto
sopportando, di quello che sto provando, della continua lotta contro me
stesso!>>
<< Forse l' avrei se me lo dicessi!>>
<< Lascia perdere...>>
<< Va bene! Anzi, va bene un cazzo! Niente va
bene...>>
<< Beh, vedi di fartelo andare lo stesso!>>
Ammutolì, si accorse di aver esagerato, non era colpa sua se
lui era quel che era.
Robin ingoiò un boccone amaro, le lacrime smisero di
scendere << Non c'è altro da dire, mi sembra...vado ad avvisare Nami che
abbiamo avvistato l' isola...>>
La mora era scesa in sottocoperta e fredda come un iceberg
aveva avvisato la navigatrice e il resto della marmaglia che, ormai, la nuova
isola era stata avvistata e che l' avrebbero raggiunta presto, poi si era
ritirata nella camera delle ragazze.
La ciurma aveva quindi avuto il via libera per andare a
scorazzare sul ponte ma appena usciti all' aria aperta e visto il Prete
scrutare, con gli occhi di ghiaccio carichi di dolore, l' orizzonte la voglia
di far caciara sparì. I due, nella loro "chiacchierata", non c' erano
andati a toni leggeri e parecchie urla erano arrivate anche alle orecchie degli
internati, certo, non avevano capito proprio tutto con chiarezza ma, ora,
sapevano che Jacques sarebbe morto.
Una mano debole della sua colpevolezza si posò sulla sua
spalla
<< Jacques, scusami...hai tutte le ragioni per
avercela con me ma...>>
Il Prete guardò lo spadaccino senza rancore << Io non
ce l' ho con te, hai fatto quello che ritenevi giusto...e sinceramente penso di
ritenerlo anch' io. E' un po' egoistico, devo ammetterlo, ma altrimenti non
avrei mai avuto il coraggio di dirglielo...>>“Troverò mai la forza di dirle anche il resto?” << ...non
scusarti con me perché non merito affatto le tue scuse...>>
<< Ma...>>
Quello lo guardò stranito << Avanti, Zoro, che ti
prende?>> gli diede un pugno abbastanza forte su una spalla << Non
è che ti stai rammollendo? Va be' che sei innamorato ma non vorrei vederti
trasformato in una casalinga divoratrice di romanzi rosa!>>
L’altro sventolò le mani davanti al viso paonazzo <<
Ma che cavolo stai dicendo? Ti ha dato di volta il cervello? Io non sarò mai
una donna divoratrice di roba smielosa!>>
Jacques inarcò un sopracciglio << Così non neghi di
essere innamorato, eh?!>>
<< Cambiamo discorso che è meglio...>> sbuffò
<< E io che pensavo di fare un discorso serio...>>
L’uomo rise << Discorso serio? Con me? Dopo tutto
questo tempo in cui sono stato a contatto con Rufy giorno e notte???
Impossibile!>>
Anche lo spadaccino si unì alla risata, poi si bloccò di
colpo << Se hai bisogno di un amico...io sono qui>>
<< Non eri tu quello che non mi poteva vedere?>>
<< Si può sempre cambiare idea, no?>>
Il Prete lo affiancò << Certo...ma ti prego, amico,
riservami un po' della tua diffidenza...tornerà utile a tutti quanti...>>
<< Cosa vuoi dire?>>
<< Mi dispiace, ma spetta a qualcun' altro sapere per
primo, sta volta...tu ricordati ciò che ti ho detto...>>
<< Non capisco ma me ne ricorderò>>
La rossa uscì da sottocoperta: aveva cercato, inutilmente,
di avere un qualsiasi contatto con la cow-girl ma quella si era chiusa in una
solitudine silenziosa e facendo appello a tutta la sua forza di volontà e al
suo orgoglio, non cercava né conforto né comprensione. Un comportamento del
genere avrebbe mandato in bestia la navigatrice, ma questa volta parve capire
anche se gli ordini che impartiva alla ciurma, per l' imminente attracco,
sembravano essere più perentori e minacciosi del solito. Le cose da fare
venivano dette a destra e a manca con poca grazia e non erano riferite a
nessuno di particolare, non vennero pronunciati nomi ma ognuno sapeva a quali
obbedire, tutti tranne uno: appena il Prete si apprestava a svolgere qualche
compito qualcuno arrivava e diceva << Lascia, faccio io...>>
Dopo la quinta volta Jacques iniziò a spazientirsi <<
Insomma, che succede?>> prese il braccio della prima persona che gli
capitò sotto mano.
Miguel, che sino ad allora aveva cercato di evitarlo scoppiò
<< Come, cosa succede? Tu stai per morire!>>
Il tonfo dell' ancora nell' acqua, che segnava l' arrivo
sull' isola, sembrò avere un rimbombo assordante a causa del silenzio che si
era creato. Prima che il Prete potesse aprir bocca il giovane arciere continuò
<< Abbiamo sentito parte della tua...tua discussione con Robin...perché
non ci hai detto niente?>>
<< Non volevo farvi preoccupare...>>
La fitta al cuore fu forte, anche se era una mezza verità
rimaneva pur sempre una mezza menzogna
Il ragazzino tirò su col naso << Io...io...>> si
attaccò alla sua vita e iniziò a piangere << ...non voglio che tu
muoia!>>
L’uomo posò le mani sulle spalle del ragazzo <<
Miguel...>>
<< Tu sei la mia famiglia, sei come un padre, un
fratello per me...i miei genitori sono morti quando avevo cinque anni e tu mi
salvato e mi hai preso con te...io non voglio vedere morire anche te!>>
Il Prete ritrasse le mani, il senso di schifo per se stesso
che sentiva in quel momento era così forte da non poter nemmeno guardare negli
occhi quel ragazzino che gli dimostrava un affetto così sincero, non che lui
non gliene volesse ma tutto ciò che lo riguardava, ormai, era diventata una
cosa a parte. Lui era pericoloso e, purtroppo, neanche la sua morte vi avrebbe
posto rimedio. La gola gli si chiuse << Non piangere...sei grande
ormai...>>
Miguel, con un grande sforzo, cercò di trattenersi <<
D' accordo...>>
Jacques sorrise << Ecco...bravo...>> gli arruffò
la chioma bionda sulla nuca. Si sentì tirare i pantaloni <<
Chopper...>>
Il giovane medico si fece avanti timido << Magari io
posso aiut...>>
Il Prete si chinò e gli pose un dito sul naso blu <<
...non puoi aiutarmi Chopper perché non sono malato, io così ci sono nato...l'
unica cosa che vi chiedo, finché posso, non escludetemi dalla vita...>>
Un urlo di Nami diede il via allo sbarco, l' archeologa uscì
dal suo rifugio. Jacques aveva bisogno di parlarle, doveva scusarsi ma...la
navigatrice gli si parò davanti << Scendi!>>
<< Ma io...>>
<< Lasciala stare, non vuole parlare con te...>>
Il Prete, a malincuore, si rassegnò ma contento capì il
legame saldo che fra le due si era creato, scese.
Robin affiancò la rossa << Grazie...>>
La ragazza chiuse il pollice e l' indice in un piccolo
cerchio aprendo bene le altre dita << Un giorno ti presenterò il
conto!>>
Rise leggermente << Non cambierai mai…>> la
cartografa aveva lo straordinario potere di rialzarle il morale, qualunque cosa
accadesse, scesero.
L' isola agli occhi della ciurma si presentò come un'
immensa vastità d' erba e fiori, qua e là cresceva maestoso qualche albero da
frutto: peschi, meli, peri...tutti carichi di ogni ben di Dio. In un piccolo
rigagnolo scorreva acqua cristallina, delle belle colline verdi facevano da
sfondo al panorama completando un quadro perfetto, fin troppo. L' isola era
completamente deserta: né una persona, né un animale, neanche un piccolo
insetto nemmeno un pesce nel fiume. Le uniche forme di vita, oltre a loro nove,
sembravano essere solo le piante.
Zoro stuzzicava nervoso l' elsa della Wado Ichimonji
<< Non mi sento tranquillo...>>
Jacques sentì un nodo alla gola “Non un altro attacco...non
adesso...” allentò il nodo alla cravatta per trarre un po' di sollievo. Un'
ombra si mosse lontana, pensò di essersi sbagliato, poi un altro movimento: era
una figura umana, un uomo vestito di scuro. Chiuse gli occhi e li stropicciò
per esserne sicuro: non fu un uomo quello che vide, quando li riaprì, ma
avrebbe preferito lo fosse.
Non riusciva a credere ai suoi occhi, bisbigliò << E'
tutto marcio...>>
Si girò verso i suoi compagni: Zoro si guardava intorno
circospetto ed era fermo, ma gli altri erano in pericolo. Miguel, Sanji, Usop e
Chopper stavano raccogliendo i frutti in grosse ceste, Robin e Nami erano già
vicine all' acqua per dare rinfresco alle loro gole secche e Rufy stava per
agguantare con le fauci una macedonia improvvisata a frutti interi.
<< NO! Fermi, non toccate niente!>>
Troppo tardi, Rufy aveva già dato un morso ad una pesca
<< Perché?>>
<< E' solo un' illusione! E' tutta una maschera ciò
che state vedendo...è tutto putrido!>>
Tutti lo guardarono increduli.
<< Sei sicuro? Non è che hai le traveggole?>> lo
derise Usop.
<< Vi prego, non toccate né cibo né acqua! Svuotate i
cesti, Rufy sputa e voi, ragazze, non bevete!>>
Lo spadaccino ricordò il discorso sulla diffidenza, era
questo il momento di dimostrarlo?...No...<< Fate come ha detto!>>
Il cuoco, il giovane arciere, il pinocchio e la renna
svuotarono le ceste a malincuore, Nami si allontanò dall' acqua.
<< Io, ormai, ho già buttato giù...>> piagnucolò
Rufy.
Il cuoco scosse il capo << E ti pareva!>>
L’archeologa guardò quella che, ai suoi occhi, era acqua
limpida fra le sue mani.
Jacques capì le sue intenzioni << Robin, non
farlo!>>
La donna lo sfidò con lo sguardo, portò la mano alla bocca:
bevve.
“Lo so che ce l' hai con me...ma questo gesto è stato
davvero stupido...” pensò l’uomo irritato.
Camminarono per un po' e si ritrovarono in un apparente
frutteto. Il Prete continuava ad essere l' unico a vedere la realtà: chi aveva
il potere di creare un' illusione così grande, ma che non riusciva ad ingannare
i suoi occhi?
A parte quell' ombra intravista, forse frutto di un altro
miraggio, l' isola era davvero deserta.
Usop si lamentò << Insomma, che facciamo? Non possiamo
né bere né mangiare...cosa stiamo qui a fare?>>
<< Aspettiamo che il logpose si riposizioni...>>
gli spiegò Nami
<< Ma potrebbe metterci giorni...>>
Zoro continuava ad essere nervoso, la sensazione di avere
degli occhi addosso andava crescendo << Torniamo alla nave, non mi fido
di questo posto e non mi riferisco solo al fatto dell' illusione...>>
<< Ti senti spiato, non è vero?>> gli chiese
Jacques affiancandolo.
<< Sì, è così...>>
<< Allora usciamo da questi alberi...>> suggerì
il biondo.
Tirò un vento stranamente freddo. La ciurma rabbrividì, la
sensazione si espanse nell' animo di tutti ma nessuno riusciva a scorgere
nulla, nemmeno Chopper, con il suo finissimo olfatto. Non si sa come, non si sa
perché, ma Usop terrorizzato iniziò a correre all' impazzata, gli altri lo
seguirono per assicurarsi che non si cacciasse in qualche guaio.
Il pinocchio correva, correva mentre gli altri dietro
faticavano a tenere il suo passo.
Jacques guardò oltre il nasone, tremò, quello che vide non
gli piacque affatto, doveva fermarlo << Usop, fermati! Usop!>>
Ma quello parve non sentirlo, accelerò il passo
“ Ma quanto diavolo corre???”
Si lanciò su di lui e caddero a terra, un fulmine squarciò
il cielo ora nero: la pioggia iniziò a scendere, la realtà si mostrò,
finalmente, agli occhi di tutti.
Il naso del cecchino sporgeva di qualche centimetro dal
bordo di un immenso dirupo. Intorno a loro niente erba, solo terreno roccioso
spoglio, le poche piante presenti erano morte e ai loro rami vi erano appesi
dei frutti putrefatti, l' acqua non era limpida e pura ma putrida e stagnante.
Rufy, nonostante il suo essere fogna, per poco non vomitò il
pranzo di Natale dell' anno precedente per aver mangiato uno di quei frutti, al
contrario Robin era, sì schifata, ma per nulla preoccupata di aver bevuto
quell' acqua.
Sanji sgranò gli occhi << Avevi ragione,
Jacques...>>
<< Quando siamo saliti così in alto?>> si chiese
Nami perplessa.
Il Prete e il cecchino si alzarono, quest' ultimo tutto
tremante per aver rischiato di trasformarsi in una frittella formato famiglia
in fondo al precipizio.
Jacques sbuffò << Non lo so...io riuscivo a vedere il
paesaggio ma non percepivo la salita, mi sembrava di camminare nel
pari...>>
Ancora quella sensazione di essere scrutati.
Il capitano perse la pazienza << CHIUNQUE TU SIA, ESCI
FUORI!>>
Nessuno si fece avanti.
<< TI HO DETTO DI FARTI VEDERE!>>
Una voce arrivò alle loro orecchie << D' accordo, d'
accordo...eccomi qui>>
Una figura maschile uscì dall' ombra: l' uomo era
completamente vestito di nero, anche i corti capelli e gli occhi profondi erano
dello stesso colore...ma a renderlo sgradevole alla vista non erano gli occhi
di pece, ma la carnagione pallida, più bianca della neve, che gli dava un'
inquietante parvenza di cadavere.
Jacques avvertì la stessa sensazione che aveva provato di
fronte a Morgana << Chi sei?>>
<< Il mio nome è Wraith, chi sono poco importa
perché...>> la lunga giacca scura che lo copriva si aprì, tutti i
presenti vennero legati da lacci praticamente invisibili che stringevano e
laceravano colli e braccia << ...morirete!>>
Zoro ringhiò << Noi non moriremo!>>
Fece forza sui polsi, il sangue colò copioso, afferrò le
spade e si liberò dai fili e così fece anche per i suoi compagni.
<< Perché ce l' hai con noi?>> gli urlò contro
il cuoco.
<< Eseguo solamente degli ordini...>>
Nami lo guardò << Ordini di chi?>>
<<Dei
Quattro...naturalmente...>>
<< Lasciatelo a me!>> Si infuriò il capitano e
si preparò ad attaccare, ma un forte giramento di testa lo fermò << Che
mi succede?>>
Un ghigno soddisfatto si dipinse sul volto dell' uomo che
ora era sotto i ripetuti attacchi di cuoco e spadaccino ma non sembrava farvi
particolarmente caso: schivava tranquillo, contento della sua opera, sfuggì ad
altri due colpi e si preparò a contrattaccare ma il filo non venne rivolto ai
due ma bensì al capitano che, ormai, faticava a restare in piedi.
<< Rufy, attento!>> cercò di avvisarlo la rossa,
ma era troppo tardi.
Una spinta: il laccio andò a stringere il collo di Jacques,
il sangue tinse il colletto bianco della giacca.
Wraith ghignò perfidamente << Giusto il pesce che
volevo abboccasse!>>
Corse verso di lui e con immenso stupore di tutti lo superò
in velocità, si lanciò nel precipizio: il Prete venne tirato a terra con forza
e, con le mani attorno al filo che lo stava pian piano soffocando, veniva
trascinato pericolosamente verso il bordo. Tutta questione di pochi secondi:
Zoro si lanciò sulle sue gambe ma lo mancò di pochi millimetri, tutto il corpo
finì oltre, la terra sotto la schiena di Jacques non c' era più...cominciò a
precipitare. Due braccia, spuntate sulla parete rocciosa, lo bloccarono. Sentì
un grosso strattone al collo, dovette lottare per mantenere l' uso dei sensi,
l' uomo doveva aver finito la sua corsa, perché uccidersi per ucciderlo? Ma,
soprattutto, era morto davvero?
Altre braccia vennero fatte apparire e poté raggiungere la
cima. Finalmente in salvo, si liberò dal filo che gli impediva di respirare,
ansimò << Robin...grazie...>>
La donna non rispose e si allontanò.
Usop tremava vistosamente << Chi era quello?>>
Sanji si accese una sigaretta << Che t' importa? S' è
ammazzato...>>
D’improvviso, il capitano si accasciò a terra rantolando.
<< Rufy?! Chopper, vieni, presto!>> urlò Miguel
preoccupato.
La piccola renna si avvicinò << Ma ha la febbre
altissima, dobbiamo tornare immediatamente alla nave!>>
Sulla Going Marry tutti aspettavano un responso, dopo un po'
di impaziente attesa arrivò. Il medico uscì dalla stanza
<< Allora, Chopper, cos' ha?>> lo interrogò Usop
all’istante
Il naso blu sospirò << Di preciso non lo so, ho
bisogno di fare degli accertamenti ma sono sicuro che dipenda dal frutto che ha
mangiato...>>
<< Si rimetterà?>>
<< Finché non scoprirò cos' ha non posso fare
previsioni ma spero di sì...>>
Nami ebbe un fremito << Robin, ha bevuto!>>
Jacques si accorse della sua assenza << Dov'
è?>>
Miguel si guardò attorno << Qui non c'è!>>
<< La mia dea potrebbe stare male! Cerchiamola!>>
ordinò il cuoco in agitazione.
Misero a soqquadro tutta la nave, anche il ponte sotto la
pioggia battente, ma della cow-girl non vi era traccia.
Jacques sgrondante d' acqua rientrò in cucina nervoso
<< Non c'è, non c'è...deve essere rimasta sull' isola...>>
<< Va a cercarla!>> disse Nami d’un tratto.
L’uomo si stupì, proprio lei lo stava spronando ad andare
<< Cosa?>>
<< Sei sordo? Valla a cercare! Tieni!>>
Gli diede un impermeabile e delle cose avvolte in degli
involucri di plastica
<< Cos' è 'sta roba?>>
<< Se la trovi che sta male non puoi assolutamente
portarla in giro sotto l' acqua, potrebbe aggravarsi, quindi devi cercare un
riparo...qui ci sono delle coperte, dei vestiti asciutti e un cuscino...sono
nella plastica, così non li bagnerai>>
<< Tieni, se ha la febbre, intanto, dalle
questa...>> gli disse Chopper porgendogli una delle sue strane palline.
<< Grazie...la troverò>>
<< Non vuoi che ti curi le ferite al collo?>>
<< Perderei solo del tempo prezioso...ci penserà il
mio potere...>>
Capitolo 28 *** - CAN YOU FEEL THE LOVE TONIGHT - ***
CAPITOLO 28
CAPITOLO 28
- CAN YOU FEEL THE
LOVE TONIGHT -
I piedi si muovevano pesanti fra le rocce ed il fango ma
nonostante questo e l' ingombro del carico, seppur non molto pesante, il Prete
correva veloce nel buio più totale: la notte era fonda e non aveva lanterne,
non che sarebbero servite a qualcosa data l' acqua tagliente che batteva
incessante. Andava assolutamente a caso fidandosi solamente del suo istinto:
scivolò parecchie volte, finì dentro il rigagnolo d'acqua putrida ma non gli
importò, l' unico desiderio che aveva in quel momento era di ritrovarla. Era
solamente colpa sua se aveva bevuto quell' acqua maledetta, l' aveva sfidato
apertamente, perché ce l' aveva con lui, e ora probabilmente stava male, come
Rufy, per qualcosa che ancora non conoscevano. Se l' era presa con lei sulla
nave, aveva esagerato, certo Robin non era una bambina ma se non fosse stato
per lui, se qualcun' altro si fosse accorto di quello che stava accadendo, non
avrebbe bevuto...doveva trovarla e in fretta. Era già la seconda volta, da
quando si erano rincontrati, che la portava a fuggire...c' era poco da dire e
da fare, anche se il suo problema era grande non doveva di certo farlo pesare
su di lei, vederla soffrire era l' ultima cosa che voleva...ma, evidentemente,
era anche quella che gli riusciva meglio, era un benemerito coglione.
Una piccola luce...si era sbagliato? La pioggia gli impediva
di tenere gli occhi aperti con costanza ma quella era proprio una luce:
lontana, flebile ma pur sempre una luce. Era fra le rocce scoscese e taglienti
che nell' illusione rappresentavano le belle colline verdeggianti, era quasi
sulla cima, evidentemente, in una delle grotte di cui l' altura era piena. Se
era lei, non poteva esserne sicuro, ma comunque fosse stato avrebbe raggiunto
quella luce, non sapeva ancora come ma l' avrebbe fatto.
Sulla nave il cuoco sembrava un invasato, andava in giro
gesticolando, piangendo e sbraitando << Mia dolce Nami perché hai fatto
andare solo lui a cercare Robin? E se avesse un altro malore, dovesse svenire e
rimanere privo di sensi per chissà quanto tempo? Come farà la mia dolce dea
corvina?>>
Zoro era impassibile, seduto nella sua solita posizione
schiena al muro e braccia conserte << E piantala di fare tutto questo
casino...agitandoti non risolverai nulla...>>
<< Appunto, io voglio andare a cercarla...più siamo e
meglio è!>>
<< Piantala Sanji, tu non conosci l' isola: è piena di
pericoli, anche sorvolando sui problemi fisici dati dalla composizione del
terreno, aggiunti alla pioggia battente e alla notte fonda, non si può
dimenticare che c' è un virus sconosciuto che si trasmette ingurgitando ciò che
è su quest' isola...>> lo riprese la rossa.
<< Non sarei così scemo da mangiare o da bere, dopo
quello che è successo...>>
La navigatrice si sentì un po' spiazzata, era la prima volta
che il biondo le rispondeva << Non ho detto questo ma potrebbe succedere
qualsiasi cosa, come cadere in quella schifosissima palude e bere chissà quanta
di quella melma!>>
<< E per Jacques non è lo stesso? Non dirmi che lui è
un grande esperto di quest' isola...>>
<< No, ma Jacques ha il suo potere, qualsiasi cosa
possa capitargli, guarirà! Avete visto tutti come sia guarito in una notte da
un veleno mortale, come qualsiasi ferita sul suo corpo si rimargini con
rapidità...lui la troverà senza correre troppi rischi e la riporterà da noi
sana e salva...>>
Sanji parve calmarsi << Hai ragione, Nami, scusami...è
che odio sentirmi impotente...soprattutto quando c' è un amico in
pericolo...>>
La cartografa prese un impermeabile e lo indossò << Ti
capisco, penso che tutti vorrebbero fare di più, me compresa, ma non possiamo
rischiare l' incolumità di nessuno...soprattutto ora che il nostro capitano è
malato e non sappiamo cos' ha...>>
Uscì sul ponte.
Jacques aveva intrapreso la scalata, non esistevano
sentieri, l' unico modo per raggiungere quella luce era quello di aggrapparsi
agli spuntoni di roccia che la pioggia rendeva particolarmente scivolosi.
Imprecò: la terra gli franò da sotto i piedi, le mani si lacerarono scivolando
sui sassi, rimase appeso per un braccio e rischiò di perdere tutto ciò che la
navigatrice gli aveva dato.
“ In casi come questi il potere di Robin farebbe proprio
comodo...”
Si sforzò e riuscì a riportarsi in una posizione stabile.
Era ancora lontano, le mani facevano male ma era rischioso usufruire del suo
potere tutto d' un colpo, avrebbe rischiato un attacco e non poteva
assolutamente permetterselo ma questa volta non era il fatto che, essendo solo,
probabilmente non si sarebbe più risvegliato a preoccuparlo...decise di
lasciare il potere al suo normale corso, che l' avrebbe guarito pian piano
senza particolari turbamenti alla sua personalità: con il passare degli anni si
era accorto di non potervisi opporre ma aveva imparato a sfruttarlo senza
troppi danni anche se sapeva che, prima o poi, avrebbe avuto la meglio su di
lui. Si riparò in un piccolo antro a riprendere fiato, prese una freccia, si
aprì la giacca e tagliò due pezzi di stoffa dalla camicia, li avvolse intorno
alle mani cercando di fermare la fuoriuscita di sangue ed attenuare il dolore
provato ogni qualvolta afferrasse un appiglio. Si alzò, aveva perso fin troppo
tempo, riprese la scalata.
Un lumacofono squillò
<< Chi sei?>>
<< Sono io...>> gli rispose Wraith.
<< Hai già fatto?>>
<< Sì, tutto come programmato...nessuno sospetta
niente, non ha ancora detto nulla...pensano ancora tutti che lo vogliamo
uccidere...>>
<< Ti credono morto?>>
<< Probabile...>>
<< Anche lui?>>
<< Non lo so, non l' ho più rivisto...così dicevano i
piani: attaccali, fingi di ucciderti per ammazzarlo e vattene...>>
Arrivò una risata dall’altra parte << Esecuzione
impeccabile...>>
<< Modestamente...>>
<< Hai infettato qualcuno?>>
<< Sì...il giovane con il cappello di paglia>>
<< Il capitano, bene...non hai esagerato,
vero?>>
Quello lo tranquillizzò << Non ti preoccupare...è uno
stadio molto primitivo, anche se lo assoceranno a me, lo porteranno sicuramente
sulla tua isola...a proposito, Morgana è già lì?>>
<< No, dovrebbe arrivare fra qualche giorno ma non si
tratterrà per molto...>>
Wraith ghignò << Certo, dovrà sparire prima del loro
arrivo...>>
<< Esattamente...>>
<< Hai già preparato le mappe?>>
<< Certo, le troveranno sull' Isola di
Gewalt...>>
<< Ormai siamo vicini alla méta...>>
<< ...molto più di quel che crediamo...ne senti il
profumo, Wraith?>>
L' uomo in nero inspirò profondamente << Sì...>>
<< Ci vediamo su Omega Island...gioisci perché avremo
il nostro uomo!>>
Era arrivato, finalmente. Ormai credeva che prender aria
dalla bocca fosse un' operazione assolutamente inutile, data l' assenza della
sensazione di freschezza nei polmoni che si prova dopo un gran respiro. Una
leggerissima scia di fumo usciva da una grotta, aveva acceso un fuoco...prese
il coraggio a due mani, entrò: era lì, davanti alla legna ardente a fissare le
fiamme.
L’archeologa sentì la sua presenza, alzò il viso: era
sgrondante d' acqua, pieno di fango e ansimava per la fatica, nonostante il
cappuccio dell' impermeabile gli coprisse il viso, lo riconobbe subito, non
disse niente e riportò la sua attenzione sul fuoco.
Il Prete posò il suo carico sul pavimento asciutto del
riparo e si liberò dell' impermeabile, cercò di prendere un po' di fiato
<< Robin...come stai?>>
La donna rispose di malavoglia << Bene...>>
<< Sei sicura?>>
<< Sì, sono sicura, ti sembra che io stia
male?>> Gli domandò sarcastica, alzandosi di botto.
Jacques notò la sua irritazione, era naturale << No,
ma Rufy è stato male...>>
La mora parve scuotersi << Come? Cos' ha?>>
<< Chopper non lo sa...per ora ha forti dolori e una
febbre altissima...tu hai bevuto, sicura...>>
<< Io non ho bevuto...>>
Il Prete sgranò gli occhi << Come?>>
<< Ho fatto finta...>>
<< Perché?>>
Robin rispose con la prima cosa che le venne in mente
<< Perché sarebbe stato stupido andare contro qualcuno che ha sempre
ragione...>>
Jacques sembrò irritarsi << Sei stata una stupida!
Volevi farmela pagare facendomi preoccupare a morte per te? Farmi sentire
responsabile? Beh, ci sei riuscita...ma non hai fatto preoccupare solo me ma
anche Nami, Sanji e tutti gli altri!>>
La cow-girl si sentì spiazzata da quella risposta ma la
rabbia non tardò a mostrarsi << Ma cosa vuoi tu da me? Io avrò sbagliato,
ma tu...tu non hai alcun diritto di farmelo notare quando fai la stessa identica
cosa tutti i giorni: ogni volta che stai male noi non sappiamo cosa fare per
aiutarti, tu morirai! Non capisci che, per le persone che ti vogliono bene,
questa è una tremenda tortura?>>
<< E nessuno pensa alla tortura che IO devo subire
tutti i giorni?!?>>
<< NESSUNO CI PENSA PERCHE' NESSUNO LO SA!>>
Il Prete tirò un pugno alla parete << E' inutile,
tutto è inutile...solo morire adesso, nel vero significato della parola,
potrebbe servire a qualcosa e invece no, perché i miei poteri del cazzo non me lo
permettono...>>
<< Perché parli così?>>
<< Perché io non ho più niente...>>
Robin lo guardò con occhi furenti << Non è vero! Hai
ancora tutti noi...>> “ ...hai ancora me...”
L’uomo si massaggiò le tempie pulsanti <<
Scusami...non ho alcun diritto di parlarti così, non dovrei prendermela con
te...scusami anche per questa sera, sulla nave...>>
Un altro discorso sviato, si era stufata, sibilò gelida
<< Vattene!>>
<< Che fai qui fuori all' acqua?>>
La rossa si girò verso lo spadaccino << Dimmelo, Zoro,
ho sbagliato a mandare Jacques a cercare Robin?>>
Lui le sorrise << Non avevi considerato i suoi malori,
non è vero?>>
Nami si coprì gli occhi << No, non ci ho
pensato!>>
Le si avvicinò e, sorprendendola, l' abbracciò << Hai
fatto la cosa giusta! Hai dato una spiegazione perfetta a Sanji poco
fa...>>
Le guance della navigatrice si rigarono di lacrime <<
Hai visto Rufy? Robin potrebbe essere nelle sue stesse condizioni, Jacques
potrebbe metterci troppo tempo per trovarla e sotto l' acqua potrebbe
aggravarsi se non addirittura...>>
<< Sssh! Non dirlo...lo sai, Jacques non lo
permetterà!>>
<< Io non voglio perderla!>>
Zoro le prese il viso fra le mani e delicatamente posò le
labbra sulle sue, la ragazza non si oppose << Noi non la perderemo, hai
capito?E non è nemmeno detto che stia male...>>
La cartografa arrossì violentemente e tremante si portò una
mano alla bocca << S- sì...>>
<< Bene...>> fare il romantico non era proprio
da lui << ...torniamo dentro, piccola mocciosa...>>
Lei sorrise << Ok...brutto zotico zuccone...>>
Jacques puntò i suoi occhi gelidi su di lei << No, non
me ne vado...perché sei scappata?>>
Per una volta il silenzio venne rivolto nella direzione
opposta.
<< Beh, io da qui non mi muovo...ho promesso ai
ragazzi che ti avrei riportato alla nave quindi non pensare che ritorni
indietro da solo...>> iniziò a spacchettare e a sistemare ciò che la
cartografa gli aveva dato.
Silenzio.
<< Ti prego, dimmi qualcosa...>> la implorò.
Silenzio.
<< Robin, perché non mi rispondi?>>
La voce dell' archeologa arrivò sibilando maligna alle
orecchie del Prete << Come ci si sente ad essere dall' altra
parte?>>
<< Cos...?>>
<< Ti ho chiesto come ci si sente a fare domande che
non ricevono risposte!>>
L’uomo sembrò pietrificarsi << ... >>
La donna alzò gli occhi al cielo << Uhm...fai presto a
rigirare le carte in tavola...sai cos' è stato l' arrivo della tua presenza in
una vita come la mia? Una vita in cui, dopo aver perso i genitori in una
maniere orribile, averli visti morire trucidati senza poter muovere un dito
perché ero solo una bambina, sei sempre costretto a nasconderti e a scappare.
Dopo falsi compagni, continue paure...una persona come te...mi hai fatto vivere
una favola, una fantasia senza senso...ti sembrerà esagerato ma mi hai lasciato
vuota, spezzata...lo sai come ci si sente ad essere lasciati fuori da soli? Per
la seconda volta? Si sente ancora più freddo...soprattutto se vieni a scoprire
che questa persona ti ha mentito come hanno fatto tutte le altre...ma forse
dovresti saperlo, come ci si sente, dato che predichi di aver sofferto
separandoti da me...>>
<< E' così, infatti, come posso fartelo
capire?!>>
Bisbigliò << Ti odio...>>
Nel silenzio più totale, l' uomo la sentì distintamente
<< Robin...>>
Le lacrime iniziarono a cadere << Ti odio per essere
entrato nella mia vita, ti odio per avermi fatto abituare alla tua presenza, ti
odio per essermi diventato indispensabile, ti odio per aver fatto finta di
essere morto, ti odio per aver giocato con i miei sentimenti, ti odio per
avermi abbandonato, ti odio perché sei ritornato, ti odio per i tuoi continui
silenzi, ti odio perché nonostante tutti gli sforzi che io possa fare non
riesco a nasconderti le mie lacrime...>>
Il Prete mollò all' istante tutto ciò che aveva in mano,
sentendo un desiderio irrefrenabile di andarla ad abbracciare, nonostante gli
stesse esternando tutto il suo risentimento.
Al contatto con le braccia dell' uomo che le avvolgevano la
schiena, stranamente la cow-girl non si ritrasse, anzi, trovò rifugio fra l'
incavo del collo ed una spalla << ...ma la cosa che odio più di tutte è
che non è vero che ti odio...io...io ti amo...>>
Jacques non fu sicuro se quelle parole pronunciate in un
soffio, le avesse dette davvero...la prese per le spalle e la costrinse a
guardarlo negli occhi: Robin, in silenzio, sosteneva a stento il suo sguardo
fra le lacrime.
Lui le sorrise, era così bella spogliata della sua freddezza
e della sua indifferenza...non resistette a lungo, la baciò << Ti amo, da
sempre...non ho mai smesso...>>
L' amore ed il desiderio, da troppo tempo repressi,
accecarono entrambi.
Nessuno dei due avrebbe saputo dire come erano finiti sulle
coperte uno sull' altra, ma in quel momento esisteva soltanto la fiamma che
ardeva dentro di loro, un calore così forte che non era portato dalle braci
incandescenti che bruciavano lì accanto.
Qualcosa, seppur a fatica, scattò nella mente di Jacques
<< Robin, aspetta...non poss...>>
La donna gli mozzò la frase in gola con un bacio <<
Per una volta, Jacques, non ho voglia di pensare al domani>>
I deboli freni che il Prete si era imposto, in un breve
lampo di lucidità, crollarono miseramente.
Le mani corsero agli abiti fugaci, nessun bacio venne
risparmiato.
Per quanto fossero gelidi e calcolatori i loro spiriti non
riuscirono a sottrarsi dall' incandescente fuoco della passione acceso pian
piano dall' amore, che in quella notte di pioggia e di tormenti, li aveva
silenziosamente avvolti.
Eccoci qui, giunti a questo punto sono di rigore alcune precisazioni
Eccoci qui, giunti a
questo punto sono di rigore alcune precisazioni. Innanzitutto volevo dire che
ormai siamo in dirittura di arrivo, dopo questo aggiornamento composto di
quattro capitoli ce ne sarà ancora uno composto da due e poi la storia sarà
finita. Intanto colgo l’occasione di ringraziare chi legge e commenta questa
storia e anche chi la legge e non la commenta, ovviamente. Per quanto riguarda
il personaggio di Jacques, effettivamente ho voluto calcare un po’ la mano
sulla sua testardaggine, beh…in questi capitoli scoprirete il perché e spero di
non deludervi ^_^
Il mattino era faticosamente arrivato e finalmente aveva
smesso di piovere. Sulla Going Marry pochi erano riusciti a prendere sonno e
chi c' era riuscito, cercando fra le braccia di Morfeo un po' di conforto ai
tormenti a cui era sottoposto, aveva avuto una nottata agitata da incubi e
preoccupazioni.
Chopper non aveva chiuso occhio, cercando di far luce sulla
strana malattia che aveva infettato il capitano senza, però, riuscire a
dedicarvisi a pieno proprio a causa dei continui lamenti del ragazzo di gomma
devastato dalla febbre e dai dolori.
La navigatrice bussò piano alla porta e la aprì dolcemente
<< Allora, Chopper, come sta?>>
Il giovane medico guardò la ragazza che aveva di fronte, il
viso pallido era segnato sotto agli occhi da due leggeri aloni violacei...anche
lei non doveva aver dormito molto << E' stato male tutta la notte: la
febbre non accennava a diminuire, era continuamente scosso da spasmi violenti
accompagnati da una forte tosse...>>
<< E ora?>>
La renna sospirò << Ora gli ho somministrato un
calmante e un antidolorifico...e, grazie al cielo, sia i dolori che la febbre
si sono un po' attenuati...>>
<< Hai scoperto che cos' ha?>>
<< Ho provato ma non sono riuscito a concludere niente
in quanto ho dovuto interrompere spesso le analisi per badare a Rufy...>>
<< Non potevi chiedere aiuto?>>
<< Ho preferito lasciarvi riposare...>>
Nami sbuffò << Riposare...parola grossa...anche tu sei
a pezzi, perché non vai a schiacciarti un pisolino?>>
<< No, non posso perdere altro tempo...devo capire
assolutamente che cosa sta logorando il corpo del nostro capitano...non posso
lottare contro qualcosa che non conosco e devo essere pronto anche nel caso in
cui, quando Jacques la riporterà qui, Robin sia nelle sue stesse
condizioni...>>
La rossa sussurrò preoccupata << Robin...>>
<< Non sono tornati, vero?>> chiese Chopper per
un di più
Lei scosse la testa << No...>>
<< Anche questa attesa è straziante...anche se non è
detto che sia stata infettata...>>
<< Speriamo sia così...allora è deciso: tu dedicati
alle ricerche io, se ha bisogno, mi occuperò di Rufy...d' accordo?>>
<< Va bene...>>
Lo spadaccino entrò sbadigliando in cucina <<
'Giorno...ci sono novità?>>
Il cuoco aveva già iniziato a spignattare << Nessuna e
su nessun fronte...>>
<< Capisco...>>
Sanji strinse il manico della padella nervoso << La
pioggia è finita da un pezzo...cosa aspetta quello stupido a tornare?>>
Zoro scosse la testa << Non pensi che se non sono
ancora tornati, forse, non c'era tutta quell' urgenza di tornare?>>
<< Che intendi dire?>>
<< Che, forse, ci stiamo fasciando la testa prima di
essercela rotta...probabilmente Robin non sta male...altrimenti Jacques l'
avrebbe già riportata alla nave...>>
Il biondo sbuffò << Fra poco la colazione è
pronta...ti dispiace andare a chiamarmi gli altri?>>
<< D' accordo...ma ricordati che mi devi un
favore>>
<< Se, se...ricorda che sei tu ad essere in debito con
me...per prima cosa in assoluto perché ti sopporto e secondo perché, nonostante
tutto, continuo a farti da mangiare!>>
<< Come se quella sbobba che mi rifili potesse competere
con i manicaretti che prepari per Nami e Robin...>> sibilò l’altro
indispettito.
Sanji lo guardò con un sorriso perfido sul volto <<
Bene, allora ad iniziare da adesso digiunerai!>>
<< Cosa??? Ma non è giusto!!!>>
<< Sei tu che ti lamenti della mia cucina, se non ti
piace non mangiarla...>>
Zoro si avviò alla porta ringhiando << Non puoi
ricattarmi sempre a questo modo...>>
<< Posso eccome, sono il cuoco!>> rise di gusto.
<< Vado a chiamare gli altri...>>
I due che nella notte, dopo giorni di rancori e di litigi,
erano diventati amanti dormivano ancora tranquilli l' una vicina all' altro:
mentre Jacques poggiava la testa sereno sul cuscino, Robin riposava poggiando
il viso sul suo petto.
Il Prete si svegliò: gli ci volle qualche minuto per capire
che quel bellissimo ricordo, in cui la sua mente era completamente persa, fosse
realtà e non solamente un sogno. La conferma arrivò quando sentì il seno della
cow-girl alzarsi e abbassarsi regolarmente sul braccio e il suo caldo respiro
sul petto. S' incantò a guardarla, scostò la frangia dalla fronte e vi posò un
dolce bacio...lei era così bella e lui così tremendamente stupido: come aveva
potuto lasciarla così? La realtà gli venne sbattuta in faccia con violenza: il
braccio scattò fulmineo verso di lei, la mano semichiusa si fermò a pochi
centimetri dalla sua gola...non era possibile, una cosa del genere non era mai
successa...per un attimo aveva perso il controllo di tutto il suo corpo e con
orrore aveva scoperto che lui la voleva uccidere. Ecco come aveva potuto
lasciarla...perché, perché doveva essere nato così? Perché proprio lui?
La guardò ancora: sperò egoisticamente che continuasse a
dormire, sapeva fin troppo bene che appena si sarebbe svegliata avrebbe cercato
quelle tanto agogniate risposte e lui, dopo quello che era successo...
Robin aprì gli occhi lentamente, sbattendoli più di una
volta per abituarsi alla luce che si faceva prepotentemente largo all' interno
della grotta passando dall' entrata.
Jacques aveva sperato invano << Buon giorno...>>
L' archeologa parve stupirsi, arrossendo violentemente e
coprendosi meglio di quel che era, si spostò di scatto a lato.
Il Prete pensò “Ecco che arrivano i pentimenti…” tuttavia
continuò il discorso con una frase di circostanza e, sorridendo, le chiese
<< Dormito bene?>>
La donna non si era spostata per un ripensamento ma, come
era accaduto a lui poco prima, per l' imbarazzo di aver riconosciuto la
situazione come reale e non come fantasia. Gli si riavvicinò, alzando un
sopracciglio e ricambiando il sorrise rispose << Dormito?!>>
Si sdraiò nuovamente accanto a lui e allungandosi verso il
suo volto gli baciò teneramente le labbra. Il cuore di Jacques si strinse in
una morsa.
La donna avvertì il suo turbamento << Che hai?>>
Il viso dell’uomo era diventato così triste << Ho
paura...>>
La mora lo guardò spaesata << Di cosa?>>
Lui le accarezzò il viso, godendo del contatto con la sua
pelle << Di farti del male...>>
<< Perché mai dovresti farmene?>>
Non riuscì a guardarla negli occhi << Mi sembra di
avertelo già detto una volta...sono un mostro>>
La donna si allontanò << Ancora con questa
storia?>>>
<< Non è una storia, Robin...te lo assicuro>>
L' archeologa iniziò ad alterarsi, perché stava rovinando
tutto così? << Ti degneresti di spiegarmi? O pensi che assicurandomi una
cosa del genere io non mi faccia delle domande? Credi davvero che io sia così
stupida?>>
<< Non penso affatto che tu sia stupida...>>
<< Allora spiegami o pensi di lasciarmi senza risposte
anche dopo quello che c' è stato fra noi?>>
Nella mente di Jacques prese corpo un pensiero che non
avrebbe dovuto nascere “Lo sapevo..” pensiero che ben presto, senza rendersene
nemmeno conto, andò a comporre una frase pronunciata ad alta voce << Lo
sapevo...non dovevamo>>
<< Come sarebbe a dire?>>
<< Io l' avevo detto...ma...>>
Robin lo interruppe, sempre più nervosa << TU, stavi
per dire, non è vero? IO, cosa? IO era troppo impegnata a sentire le tue mani
che percorrevano tutto il mio corpo!>>
<< Sono un idiota...ho rovinato tutto...>>
Anche ciò che sino a poco prima sembrava una certezza
cominciò miseramente a vacillare, bisbigliò << Le tue parole...>>
<< Come?>>
<< Le parole che mi hai detto ieri sera, erano di
circostanza? E' stata solo una scopata per te?>>
Jacques la guardò negli occhi, senza timore, non avrebbe mai
dovuto credere una cosa del genere << No, Robin, questo no...non è stata
solo una scopata...le mie parole erano sincere, io ti amo, ho fatto l' amore
con te, non ho scopato...>>
Con uno sforzo sovraumano, la donna cercò di calmarsi,
sospirò << Noi dobbiamo fare un discorso serio...ma dobbiamo concluderlo
questa volta...>>
Il Prete annuì << Sì...ma prima torniamo alla nave,
diciamo ai ragazzi che stai bene...erano molto preoccupati...>>
L' archeologa iniziò a vestirsi con gli abiti puliti che la
navigatrice aveva dato a lui << Vestiti, andiamo in un punto in cui si
veda la Going Marry>>
<< Perché?>>
<< Così avvisiamo i ragazzi, io e te dobbiamo parlare
e non credere di poterti sottrarre a questa cosa...>>
<< D' accordo...>>
Finirono di vestirsi e riordinarono le cose: in silenzio
abbandonarono quello che, la notte precedente, era stato il loro rifugio d'
amore.
I ragazzi sulla nave cercavano di ingannare l' ansia dell'
attesa: Miguel e Usop erano stati schiavizzati da Sanji e percorrevano, panno
alla mano, in lungo e in largo tutto il ponte della nave facendo pulizia. Zoro
si era cimentato in uno dei suoi soliti assurdi allenamenti.
La renna dal naso blu e la navigatrice uscirono correndo da
sottocoperta
<< Ragazzi...li abbiamo già incontrati!>>
Sanji guardò la ragazza con fare estasiato << Chi,
pasticcino mio?>>
Nami sibilò con voce tremante << I
Cavalieri...>>
Tutti si bloccarono gelati << Com' è
possibile?>>
Chopper inspirò a fondo << Ho finito le ricerche sulla
malattia che ha colpito Rufy...>>
Usop aveva già la tremarella << E q-questo c...che
c’entra?>>
<< Beh, ho scoperto da cosa è stato
infettato...>>
Zoro lo incitò << Avanti, non tenerci sulle
spine!>>
<< E' affetto da una forma molto primitiva di...di
peste!>>
<< Cosa?>> sbottarono tutti.
<< Anch' io non riuscivo a crederci appena l' ho
scoperto, ma le analisi non mentono e i sintomi lo confermano: febbre alta,
dolori al capo e alle ossa, vertigini...la cosa che non torna, però, è che la
peste, prima di manifestarsi, sta in incubazione dai due ai cinque giorni
mentre Rufy ha avuto una manifestazione quasi istantanea...e in più, questo
virus, si trasmette tramite morsi di roditori infetti o delle pulci che trovano
rifugio sui loro corpi...ma qui non c'è nessun animale...e così, sapendo con
chi abbiamo a che fare, ho tratto la conclusione più ovvia...>>
<< Quindi quel Wraith sarebbe Pestilenza?>>
chiese lo spadaccino
Usop ci pensò un po’ su << Io non capisco...perché si
è ucciso?>>
<< Ora che sappiamo la sua vera identità...non credo
proprio che sia morto...>> gli fece notare Miguel
<< Ma perché farcelo credere?>>
Nami cercò una soluzione << Probabilmente fa tutto
parte di un piano...altrimenti perché mentire? Perché non rivelare la sua vera
identità, invece di far finta di essere un semplice scagnozzo?>>
Il giovane arciere tirò le somme << Questo significa
che d' ora in avanti dovremo stare più attenti...>>
<< Non possiamo permetterci di venire colti
impreparati...quindi è importante che Rufy si riprenda al più presto...>>
continuò il medico.
Sanji tremò << Un momento...quindi anche Robin
potrebbe essere stata colpita dalla peste!>>
Tutti ammutolirono preoccupati.
Miguel si sentì toccare la schiena: i suoi compagni erano
tutti davanti a lui...si lasciò scappare un urlo di spavento.
Zoro mise mano alla spada pronto all' attacco << Che è
successo?>>
<< Scusatemi...non volevo spaventarvi...>>
Era la voce dell' archeologa quella che stavano ascoltando
<< Robin, amore, dove sei?>> gli chiese il cuoco
preoccupato.
Tutti guardarono alle spalle del giovane arciere, uno
spettacolo un po' strano si presentò ai loro occhi: un braccio, il quale aveva,
sul palmo della mano, un orecchio e una bocca era apparso sulla balaustra
<< Scusatemi anche per avervi fatto preoccupare...sto
bene, ragazzi...e perdonatemi ancora se non vi ho contattato prima, ma non ho
potuto...>>
<< Jacques è con te?>> chiese la rossa
<< Sì, è qui...>>
<< Dove siete?>>
<< Giratevi verso le montagne...>>
La ciurma si voltò e vide un panno celeste sventolare fra il
grigio scuro delle rocce << Fra un po' saremo lì...dateci ancora un po'
di tempo per scendere...>>
Chopper cercò nuovi chiarimenti << Sei sicura di stare
bene?>>
<< Sì, sì...sto benissimo...>>
<< Cercate di fare presto...dobbiamo parlarvi di certe
cose che abbiamo scoperto...>> aggiunse la navigatrice.
<< Sarebbero?>>
<< Non possiamo parlarne così...lo faremo quando
tornerete, cercate di far presto e...state attenti!>>
<< D' accordo...ci vediamo fra un po'>>
In una cascata di petali di fiori, il braccio sparì.
Tirarono un sospiro di sollievo.
Robin, che un momento prima era caduta come in trance per
comunicare con gli altri, tornò alla realtà << Ecco fatto, i ragazzi sono
stati avvisati e gli ho anche detto che avremo fatto piuttosto presto a
tornare...quindi che vogliamo fare?>>
Lui sorrise << Credo che non accetteresti come
proposta un “allora perché non scendiamo e li raggiungiamo subito?”,
vero?>>
La cow-girl lo guardò di sottecchi <<
Perspicace...>>
<< Immaginavo...>>
Nonostante le parole volate prima, la donna era stranamente
tranquilla: trovò posto su una roccia accanto a lui, che si era messo a piegare
la coperta usata poco prima per segnalare la loro posizione alla Going Marry
che ondeggiava placida in lontananza.
Il Prete sospirò, non sapeva da dove cominciare
Lei gli prese una mano << Ti fidi di me,
Jacques?>>
<< Certo che mi fido...>> le rispose
stringendogliela << …sei la persona più importante di tutta la mia
vita>>
Robin si appoggiò al suo petto e attese che le sue braccia
le cingessero le spalle, appena sentì quel contatto cercò una risposta ad una
delle tante domande che assillavano la sua mente << Perché non vuoi dirmi
che cosa ti tormenta?>>
L’uomo appoggiò una guancia sulla sua testa << Io non
è che non vorrei...anzi, no...non voglio mentirti...io non voglio dirtelo
perché...perché...>>
Lei si alzò << Non ce la fai proprio, vero? Non riesci
a capire che così mi fai del male?>>
<< Io non vorrei farti del male...ma evidentemente è
proprio quello che sto facendo...>>
<< Lascia che ti dica una cosa, Jacques...sai cosa ha
significato per me il tuo ritorno? E' come se fossi tornato dall'
Oltretomba...tu non hai idea su quante bocche ho cercato il tuo nome in quei
due anni stabiliti dalla nostra promessa, il dolore che ho provato cercando di
cancellarti dal mio cuore e un giorno che fai? Come se niente fosse successo
esci, dicendo, “eccomi sono qui”...certo mentirei dicendoti che, nonostante
tutto, non abbia avuto amici sinceri, ma non sarebbe la verità neanche se non
ti dicessi che è da poco tempo che fanno parte della mia vita e che senza
quegli amici, senza un testardo ragazzino con costantemente un sorriso a
trentadue denti stampato in faccia e un cappello di paglia sulla testa,
probabilmente non sarei qui a discutere con te adesso: sarei ancora distesa,
morta dissanguata sotto un cumulo di macerie e...>> il tono della sua
voce si fece duro << ...e non te ne sarebbe fregato un cazzo perché non
lo saresti mai venuto a sapere!>>
Anche il Prete si alzò << Come puoi dire
questo?>>
<< Come posso dire questo? Si chiama verità, Jacques,
verità...un concetto che, probabilmente hai dimenticato da tempo, non è
così?>>
Silenzio.
<< Vedi? VEDI? Sono stanca, sono stufa di tutte le
cose che non hai mai detto...dici di amarmi, dici di aver fatto l' amore con
me, non solo sesso, ma sai che ti dico? Il tuo amore non è onesto, sei solo un
egoista, vivi nel tuo mondo: un mondo in cui non ascolti e non t' importa di
niente e di nessuno...perché giochi con me? Ti sembro forse un giocattolo? Una
bambola da rigirare a tuo piacimento? Perché non capisci? Perché bisogna sempre
concludere con un “non c'è altro da dire”? Perché non trovi il modo di dirmi
ciò che mi nascondi?>>
<< Credi davvero che non veda il dolore riflesso nei
tuoi occhi che chiede disperato una spiegazione a questi miei repentini
cambiamenti? Pensi davvero che non mi senta maledettamente male nel vederti
soffrire? Se è così che la pensi, sei nel torto perché mi sento a pezzi ma
cerca di capire, il mio tempo è così poco, io sto tentando di agire in modo da
rimanere in gioco, cerco di restare sveglio e di ricordare il mio nome ma anche
lui sta cambiando, più il tempo scorre più diventa forte...>>
<< Lui, chi?>>
Il Prete scoppiò << Mi fa schifo quello che sono!
Quante volte ho sperato di poter vivere una maledettissima vita normale, che la
mia strada prendesse una svolta positiva ma questa...questa è solo un'
illusione, un ingannevolissimo sogno...io sono solo un debole...>>
La donna prese fiato << Insomma, che cosa vuoi dire?
Ti prego, smettila di parlare con frasi spezzate a metà!>>
Gli occhi di ghiaccio di Jacques sembravano velati da una
patina di lacrime << Io non ho violato la promessa...>>
<< Come sarebbe a dire? Ti sembra forse di averla
mantenuta?>>
L’uomo inspirò profondamente << Che cosa diceva la
nostra promessa esattamente? Lo ricordi?>>
<< Certo: diceva che se ci fossimo separati avremo
avuto due anni di tempo per ritrovarci, se ciò non fosse accaduto avrebbe
significato che uno dei due sarebbe morto perché solo la morte avrebbe potuto
tenerci lontani...>>
<< E così è stato...>>
<< Mi sembra che nessuno di noi due sia morto, o mi
sbaglio? Nonostante tu abbia fatto di tutto per farlo credere...>> la
rabbia cresceva.
<< Non intendevo la morte in quel senso...forse
allora, ma adesso non più...>>
Robin ringhiò << Quale altro senso esiste per intendere
la morte???>>
Lui le afferrò velocemente le spalle << Sono un
Cavaliere!>>
L' archeologa perse un battito << Che cosa?>>
La gola di Jacques si chiuse in un nodo << Io...io
sono la Morte!>>
La mora indietreggiò di alcuni passi << N- non...non è
possibile!?!>>
La mora c'era rimasta di sasso: ferma, immobile davanti a
lui, incapace di sostenere il suo sguardo che, fra i cristalli di ghiaccio
delle sue iridi, supplicava la sua bocca di parlare. La gola della cow-girl
era, però, diventata improvvisamente secca e il cervello era troppo occupato a
seguire un infinito numero di pensieri per poter dare alle corde vocali
l'ordine di muoversi.
“ Finalmente capisco perché si ostinava a dire che non
poteva fare nulla per fermare l' Apocalisse...capisco come poteva sapere tutte
quelle cose...ma come fa ad essere la Morte? E' così buono e gentile...sono
stata una perfetta stupida, in tutte quelle poche cose che mi ha detto non mi
ha mai mentito...Jacques, accidenti, perché non mi hai mai detto niente? Anche
se tu sei la Morte, ti prego, dimmi che sei sempre tu, in modo che io non possa
sentirmi usata...ti prego, spiegami, perché io non capisco...”
Lui prese parola << Robin...se vuoi ti spiegherò ogni
cosa, ti dirò quelle maledettissime parole che non ti ho mai detto...e così
capirai che non ti ho usato per un mio sporco comodo...>>
Che avesse pensato ad alta voce? Era impossibile, ne era
sicura, non aveva aperto bocca...ma allora come aveva fatto a rispondere ai
suoi pensieri? Che le leggesse nella mente? No, anche questo era da
escludere...
Continuò << Allora, sei d' accordo?>>
La donna annuì con la testa senza proferir parola.
Il Prete si sedette e inspirò profondamente << Tutta
l' infanzia che ho vissuto, non trova posto all' interno della mia mente, solo
qualche vago ricordo che mostra, all' interno delle sue nebbie, la mia
solitudine: sono nato solo. Ho sempre creduto di aver perso i miei genitori in
un'età così giovane da non serbarne ricordo, invece, ho scoperto di non averne
mai avuti...l' unica cosa che so essere sempre stata al mio fianco è l'ocarina
che ora ho dato a Miguel...>>
Man mano che le parole arrivavano alle orecchie dell'
archeologa, alla bocca tornava nuovamente la voglia di parlare, una voglia
incontenibile spinta dalle mille domande che nervosamente scendevano dal
cervello arrivando a stuzzicare le corde vocali << Perché quell'ocarina è
così importante per te? E perché, se ha questo grande valore, l' hai data a
Miguel?>>
<< Perché non posso più suonarla!>>
<< Come sarebbe?>>
Jacques prese fiato nuovamente, gli sembrava di faticare
ancora di più di quel che aveva fatto durante la scalata: era la prima volta,
in ventinove anni della sua vita, che raccontava la sua storia a qualcuno...ma
questo qualcuno non era una persona qualsiasi che poteva dar o meno conto alla
sue parole e che si sarebbe lasciata scivolar via di dosso tutto ciò che gli
avrebbe detto; questo qualcuno era una persona importante, almeno per lui
<< Anche in questo frangente ho sempre creduto a delle menzogne, credendo
che avessi imparato a suonare l'ocarina perché l'avevo e che quel motivetto
fosse solo, come dire, un trillo che usciva dalla mia mente...ma qualcuno mi
spiegò che non era così e mi aprì gli occhi...>>
<< Chi era questo qualcuno?>>
<< Ti ricordi quel giorno in cui me ne andai dicendoti
che avevo una commissione da fare e tornai solo a notte inoltrata?>>
<< Certo e mi ricordo anche che, quando tornasti, non
sembravi più tu: eri triste e stranamente inquieto...>>
<< Ero andato ad incontrarlo...>> le spiegò.
<< Come hai potuto contattarlo? Ricordo benissimo che
in quei giorni eri sempre rimasto con me...>>
<< Non sono stato io a contattare lui...ma è lui che
ha contattato me...>>
<< Insomma, chi è questo qualcuno?>>
<< Tu conosci Dragon?>>
Robin continuava a capirci sempre meno << Il
Rivoluzionario, intendi? Che ha a che fare con tutta questa storia?>>
<< Ora te lo spiegherò...iniziando a raccontarti come
ha fatto a contattarmi e per far questo bisogna tornare un pochino indietro
rispetto al giorno in cui l' ho incontrato...era Novembre e avevamo da poco
festeggiato il mio diciottesimo compleanno...>>
“
Jacques aveva il sonno agitato quella notte: stava sognando,
ma le immagini non riuscivano a formarsi, ciò che il cervello gli mostrava era
solo uno sfondo nero e un suono flebile, quasi inudibile, che arrivava alle sue
orecchie. Non riusciva a percepirlo, ma sentiva chiaramente il senso di
fastidio che gli procurava. Man mano che la notte si faceva sempre più fonda
quelle parole si facevano sempre più chiare:
- Il periodo di tregua è terminato, il male tornerà a
lavorare...cercherà di portare a termine il suo piano più ambizioso...quattro
sono le persone prescelte, nate proprio per questo...e tu sei fra queste...il
tuo destino è segnato, ormai...tuttavia hai ancora un'opportunità...ora, la
domanda è: cosa saresti disposto a fare per le persone che ami?-
Si svegliò di soprassalto, gli sembrò di non essere mai
andato a dormire...si girò: nel letto vicino al suo, Robin dormiva
tranquilla...che cosa significavano quelle parole?
”
Jacques spiegò << Allora non capii...e il mattino
classificai quell'avvenimento come uno stranissimo ma semplicissimo
sogno...invece...>>
<< Era la realtà?>>
<< Beh, sinceramente non credo si possa definire
proprio realtà...io stavo davvero sognando ma le parole erano pronunciate da
qualcuno di reale...>>
<< Dragon?>>
<< Sì, ma mi ci volle un anno per capirlo...>>
L’archeologa pronunciò in un soffio << Quel
giorno...>>
<< Sì e i sogni di un'intera settimana
prima...>>
“
- Immagini di morte e distruzione saranno il tuo futuro se
non cercherai di porvi rimedio...tu hai una possibilità...sta a te decidere se
sfruttarla o no...il tuo destino è inevitabile, ma puoi far sì che sia meno
distruttivo...per aprire uno spiraglio sul tuo futuro e su quello delle persone
che ami, vieni, il giorno che sarà seguito da una notte senza luna, sulla cima
del monte che sovrasta l'intera isola, lì ci incontreremo e lì deciderai cosa
fare...-
”
<< Sognai la stessa identica cosa per sei notti
consecutive, ma nonostante tutto nulla mi diceva di presentarmi a
quell'appuntamento...mi sembrava di essere uno scemo anche al solo pensiero di
prendere sul serio quella voce che tormentava il mio sonno...finché una notte
non ti ho sognata...>>
<< Hai sognato me?>>
La sua voce perse ogni espressione << Sì: eri
morta...>> non riuscì più a guardarla negli occhi << ...e io ti
avevo ucciso>>
La cow-girl si pietrificò.
<< Mi svegliai agitato...avevo paura di averlo fatto
davvero da tanto quel sogno sembrava reale ma sentirti respirare, mentre
dormivi nel letto vicino al mio, mi fece tirare un sospiro di sollievo e fu
allora che decisi: il giorno seguente sarebbe stato seguito da una notte senza
luna e io mi sarei recato sul luogo dell' appuntamento...>>
“
Era mattina presto, il sole si era appena alzato nel cielo,
Jacques era pronto per recarsi nel luogo indicato dai suoi sogni, la mano aveva
già girato il pomello della porta.
Robin si svegliò, nonostante tutta la cautela che il giovane
Prete aveva messo nel cercare di non far rumore << Dove stai
andando?>>
Il ragazzo si prese un colpo << Uff...mi hai
spaventato, non sapevo di averti svegliato>>
Lei lo guardò sospettosa << Dove vai con tutta questa
segretezza?>>
Jacques sparò la prima cosa che gli passò nella mente
<< Ho da fare una commissione piuttosto importante...non so quanto tempo
mi porterà via, quindi potrò tornare anche piuttosto tardi... non ti preoccupare,
ci vediamo Pettirosso...>>
La ragazza lo guardò con fare inquisitorio << Mi
domando come lo sarei venuta a sapere se non mi fossi svegliata...>>
Quello fece finta di cascare dalle nuvole <<
Ah...ehm...non ci avevo pensato...>>
<< Se, se...vai va' ma smettila di chiamarmi
Pettirosso!>>
Lui uscì dalla porta << Come vuoi
tu...PETTIROSSO!>>
La cow-girl inviperita gli lanciò un cuscino che lui
prontamente schivò << Ciao!>>
Jacques camminò per ore ed ore senza mai fermarsi:
attraversò strade, sentieri e dovette affrontare anche qualche arrampicata.
Arrivò sulla cima della montagna e poté finalmente riposarsi. Si guardò
intorno, il panorama era stupendo: sui tetti del villaggio a valle, il sole
cominciava a riflettersi sul rosso delle tegole e la superficie del mare era
percorsa da sfavillanti scintillii, tuttavia sembrava essere l'unica persona
presente << Sono stato davvero uno scemo...qui non c'è nessuno, come ho
potuto dar retta ad un sogno?>>
<< Spesso, la gente vede solo ciò che vuol
vedere...>>
Il ragazzo si girò di scatto e dove, fino ad un attimo
prima, c'erano solo rocce e cespugli era apparsa una figura coperta da un
mantello scuro << Chi sei?>> Dovette portarsi la mano davanti agli
occhi che avevano iniziato a lacrimare per aver guardato troppo a lungo una
figura contro sole.
<< Il mio nome è Dragon, Cavaliere...>>
<< Cavaliere?>>
La figura gli si avvicinò e da sotto il cappuccio si mostrò
il viso squadrato di un uomo con un vistoso tatuaggio tribale che dal
sopracciglio scendeva su tutta la guancia sinistra << Che cosa ti dice la
parola Apocalisse, ragazzo?>>
Jacques ci pensò un momento << La fine del mondo
voluta da Dio per punire l'umanità per i suoi peccati?>>
Quello sorrise << Esattamente ma questa è solo una
delle tante versioni...>>
<< Versioni?>> chiese incredulo.
<< C'è chi afferma che il verdetto divino sia
inevitabile, c'è chi, invece, racconta che la fine del mondo sia voluta dal
Demonio e non da Dio e c'è chi dice che Dio dà l'opportunità all'umanità di
salvarsi...tutte versioni accomunate dalla venuta al mondo di quattro
prescelti: Carestia, Guerra, Pestilenza e...>> lo guardò <<
...Morte>>
<< I quattro Caval...>> in quel momento associò
le parole dell' uomo ai sogni e tremò << Io...io sarei...? Sei tu che
tormentavi le mie notti?>>
<< Sì, ero io a parlarti nel sonno...anche quella
notte di un anno fa>>
<< Allora anche il sogno di questa notte è stata opera
tua?>>
<< Non so cosa tu abbia sognato ma no, io avevo deciso
di lasciarti una notte per decidere...>>
Jacques si sedette << Io non capisco...>>
<< Cosa hai sognato?>>
<< Io...ho visto me stesso...che aveva appena
ucc...>> si bloccò << …ma perché lo dovrei venire araccontare proprio a te? Cosa vuoi da
me?>>
<< Io voglio aprirti una via...a parte il tuo nome,
tu, lo sai chi sei? Di chi sei figlio, da dove vieni?>>
<< No...>> rispose secco, senza nemmeno
pensarci, stupendosene.
<< Sai cosa rappresenta quell'ocarina che porti legata
al tuo fianco? Sai chi te l' ha donata?>>
<< No...>>
<< Io, ho avuto questo compito dal destino...>>
<< Tu mi hai dato quest'ocarina? Ricordo di averla
avuta sempre con me...tu hai conosciuto i miei genitori!?>>
Dragon sorrise mesto << No, ragazzo...non avrei mai
potuto conoscerli perché tu...non ne hai mai avuti!>>
Jacques non capiva più niente << Ma cosa stai dicendo?
Come posso essere venuto al mondo senza genitori?>>
<< Perché tu sei un Cavaliere dell' Apocalisse...tu
sei la Morte!>> gli spiegò gelido.
Il Prete si pietrificò << Tu vaneggi...io non sono ciò
che dici!>>
<< Anche questo è vero...>>
<< Ma...>>
<< Tu ancora non sei la Morte, perché è assopita
dentro di te: il suo spirito dorme e attende che tu lo faccia uscire, che tu lo
accetti...se non fossi stato tu probabilmente l'avresti già
accettato...>>
Il ragazzo cominciò ad alterarsi << Cosa cazzo vuol
dire???>>
Quello non si scompose << Carestia, Pestilenza, Guerra
e Morte: quattro cavalieri votati al sangue e alla distruzione, non provano
sentimento alcuno...tuttavia nella scelta dei quattro prescelti c'è stato...un
errore del Demonio? Un aiuto Divino? Guerra, Carestia e Pestilenza stanno già
crescendo preparando i loro piani apocalittici ma tu...tu non hai ancora
accettato ciò che sei, anzi, lo ricacci indietro>>
<< Io continuo a non capire...>>
<< La melodia che nasce dalla tua mente e prende forma
con quest'ocarina serve a far riaddormentare, ogni qual volta cerchi di
risvegliarsi, lo spirito maligno che è in te...cosa provi quando ti viene
voglia di suonare?>>
<< Sento una strana inquietudine che mi porta ad
imboccare lo strumento e, appena la melodia prende forma, tutto
sparisce...>>
<< Sei ancora giovane ma hai già passato la maggior
età...lo spirito si sta sviluppando e pian piano diventerà sempre più forte ed
avrà la meglio su di te...>>
Inconsciamente cominciava a credere alle parole di quell'
uomo << Questo vuol dire che perderò il controllo di me stesso?>>
<< Sì...prima inizieranno a manifestarsi i poteri,
tormenterà le tue notti con la pressante richiesta di uscire e pian piano
prenderà il controllo del tuo corpo...e quando non sarai più in grado di
contenerla attraverso il suono dell' ocarina prenderà la tua mente e la tua
anima>>
Il terrore cominciava ad invadere il corpo di Jacques
<< E...e poi?>>
<< Se questo accadrà ti unirai agli altri Cavalieri e
cercherai di portare a compimento l' Apocalisse...>>
<< Co-come faccio...a sapere che non sono solo
menzogne ciò che mi stai dicendo?>>
<< Dentro di te sai già la risposta, non è
così?>>
Sì, lo sapeva, era la verità << Perché sei venuto a
dirmi questo? Se il mio destino è inevitabile perché sei venuto a torturarmi
adesso?>>
Dragon respirò a fondo << Perché il tuo tragitto è
ostacolato dalla tua ignoranza su ciò che sei...tu hai l'opportunità di muovere
gli ingranaggi per far sì che l' Apocalisse venga bloccata...>>
<< E cosa dovrei fare, suicidarmi? In modo che i
Quattro non possano mai riunirsi?>>
L’uomo rise << Sarebbe stupido pensare che la Morte
possa morire...>>
<< E allora cosa?>>
<< La Carestia si sconfigge con l'altruismo e
l'abbondanza, la Pestilenza con la medicina e la ragione, la Guerra con la
pace...ma la Morte?>>
<< Con la vita?>> azzardò.
<< Esattamente...cerca la vita!>>
<< Come?>>
Il Rivoluzionario continuò a spiegare << Cinque anni
fa è nato un bambino con capelli biondi e occhi smeraldo, cercalo, lo troverai
e avrà bisogno di te...salvalo, istruiscilo e insegnagli a suonare la tua
ocarina perché presto non sarai più in grado di farlo, il tuo corpo si
rifiuterà...lui ti fermerà!>>
<< Ma che vuol dire?>>
<< Queste sono le mie parole ragazzo, a me spettava
solamente informarti e darti tutte le opportunità di scelta...perché ricordati
che il destino di una persona è scritto solo dalla stessa e nessuno, neanche lo
stesso Dio o il Demonio, può permettersi di ostacolare il tragitto di un essere
umano...>>
<< Tu mi confondi più di quel che già sono...>>
Dragon sembrò non badare alle sue parole << Sta a te
decidere...ricordati che gli altri tre inizieranno a cercarti e più sarai
esposto al loro influsso più ti sarà difficile rimanere in te...non si faranno
scrupoli a distruggere tutto ciò che ami...e fai attenzione, perché potresti
essere anche tu a farlo e appena assaggerai il sapore del sangue e godrai della
sensazione che si prova a strappare una vita umana, non potrai più tornare
indietro...>>
La sua mano insanguinata e il corpo esanime della cow-girl a
terra gli trapassò la mente come il sogno della notte precedente <<
Robin...>>
Una folata di vento fortissima lo costrinse a chiudere gli
occhi, quando li riaprì la misteriosa figura era sparita. Jacques si buttò a
terra e si guardò le mani << Io sarei la Morte?>> le fece passare
pesantemente sul volto << Che cosa devo fare?>>
”
<< E' per questo che non uccidi mai i tuoi
avversari...e i tuoi attacchi...ogni volta che stai male lotti contro la Morte
che è dentro di te...>> concluse Robin << …come fai a sopportare
tutto questo?>>
Lui la guardò tenero << Perché ho Miguel, ho i
ragazzi...ho te...>>
La donna s'imbarazzò leggermente, ma quello non era il
momento << Io...non riesco a crederci...questa storia è assurda: come
poteva Dragon sapere tutto questo?>>
<< Non lo so, Robin, non lo so! So solo che aveva
ragione...>>
<< E solo sulla base di un sogno e delle parole di un
tizio sconosciuto hai deciso di andartene?>>
<< Io...io...non sapevo cosa fare! Ho pensato tutto il
resto della giornata ad una possibile soluzione...io non riuscivo a capacitarmi
di ciò che quell' uomo aveva appena detto...al diavolo, perché proprio io?
Tuttavia qualcosa dentro di me continuava a ripetermi che quella era la
verità....ma quando tornai da te i sogni sparirono e tutto sembrò tornare alla
normalità anche se non smisi mai di pensare a ciò che Dragon mi aveva
detto...>>
<< Allora, alla fine, cosa ti ha convinto?>>
chiese curiosa.
<< La Morte che è dentro di me...>>
La donna tacque
<< Dopo poco tempo riprese a tormentare le mie notti,
ogni volta che dormivo chiedeva insistentemente di essere risvegliata, ai miei
rifiuti rideva dicendo che prima o poi, che io abbia voluto oppure no, avrebbe
preso il controllo su di me e che tu saresti stata la prima che avrebbe ucciso e
l' immagine di te senza vita in un lago di sangue mi faceva risvegliare in un
bagno di gelido sudore...>>
<< Io...>>
La fermò << Hai capito perché quel giorno ti ho
ordinato di fuggire senza di me? Perché ho preferito che pensassi fossi
morto?>> si bloccò un attimo poi riprese << Hai capito perché
continuo a ripeterti che sarebbe stato meglio se non mi avessi mai
rincontrato?>>
<< E non c'è una possibilità di salvarti?>>
<< Miguel...>>
La mora ragionò sulle sue parole << Miguel...un
bambino con i capelli biondi e gli occhi smeraldo...>> capì << Non
è possibile, Jacques! Miguel non può essere la tua unica speranza...se lui è la
Vita vuol dire che tu...>> urlò << COME PUOI CHIEDERE A MIGUEL DI
FARTI SPARIRE???>>
L’uomo spostò lo sguardo colpevole di lato << Io...>>
lo riportò su di lei, adiratissimo con se stesso << Credi davvero che non
mi faccia schifo per questo? E' cresciuto con me, è come se fosse mio fratello
ma capisci che se non lo farà lui sarò io ad uccidervi tutti quanti??? IO NON
VOGLIO, hai capito, NON VOGLIO!>> strinse i pugni e abbassò il capo
Robin avrebbe voluto toccarlo, abbracciarlo o anche
solamente accarezzargli il viso per infondergli un po’ di conforto, ma la mano
non si mosse, rimase dov'era e non riuscì altro che a chiedere << Qua-
quando l' hai incontrato?>>
<< Miguel?>>
<< Sì...>>
Spiegò << Quando mi ripresi dopo l'esplosione, dopo
aver visto, con questi occhi, profonde ferite e ossa rotte rimarginarsi dal
nulla sono partito alla sua ricerca...navigai come clandestino su parecchie
navi per mesi...finché non sbarcai su un'isola...>>
“
Il caldo era insopportabile: il sole, alto nel cielo,
picchiava forte sulla sua testa, era appena mezzogiorno quando mise piede sull'
isola. Aveva una fame tremenda, era da quasi una settimana che non toccava
cibo. Passò per le strade in cui era stato allestito il mercato cittadino: ad
ogni bancarella di frutta, o di qualsiasi altro tipo di roba commestibile, il
suo stomaco tuonava reclamando di essere riempito, ma non aveva un soldo per
poterlo fare. Pensò di sgraffignare qualcosa tanto, con tutto quel marasma di
gente che c'era, nessuno si sarebbe accorto se qualcuno avesse fatto sparire
qualche mela...alla fine, però, rinunciò all'idea, dato quel che era non
sarebbe certo morto di fame.
Camminò un altro po' e in pochi minuti uscì dal mercato e si
ritrovò in un grosso viale alberato. Decise di sedersi su una panchina, distese
le braccia, socchiuse gli occhi e inspirò profondamente: c'era un gran buon
profumo nell'aria. Lo stomaco brontolò ancora, con più violenza <<
Accidenti...>>
<< Ehi, hai tanta fame, non è vero?>>
Jacques aprì gli occhi: davanti aveva un bambino che aveva
sì e no cinque anni, occhi verdissimi e vispi, portava un cappello chiaro con
visiera all'indietro dal quale scendevano sul volto due grosse ciocche di
capelli biondissimi << Allora?>>
Un altro gorgoglio, sorrise << Sembra che il mio
stomaco ti abbia risposto al posto mio, non è così?>>
<< Già...tieni!>> gli porse un sacchetto
<< Cos'è?>> lo aprì, dentro c'erano un panino,
una mela e una bottiglietta di latte << Ma questo è il tuo pranzo...non
posso accettare!>> e fece per ridarglielo ma il bimbo lo bloccò <<
Questo non è il mio pranzo, era la merenda di questa mattina che però non ho
mangiato…>>
Una donna chiamò da lontano << Miguel, vieni!>>
<< E' la mia mamma, vado a mangiare con
lei...ciao!>>
<< Ciao, piccolino...e grazie!>>
Il bimbo lo salutò con la mano e raggiunse la madre. In quel
momento, colui che di lì a poco tempo avrebbero cominciato a chiamare il Prete,
era ben lontano dal pensare che quel bambino, che gli aveva appena offerto del
cibo, era colui che stava cercando.
Arrivò la notte, la temperatura continuava ad essere elevata
ma, fortunatamente, tirava un bel venticello fresco. Il cielo era limpido e
stellato, non c'era bisogno di trovare un luogo coperto per la notte: girando
un po' fuori città, trovò grandi campi di grano e decise di sdraiarsi lì. Si
stirò incrociando le mani e spingendo in avanti le braccia, l'occhio gli cadde
sulla cicatrice che segnava, ormai da qualche anno, il suo palmo destro
<< Robin...chissà che starai facendo adesso...perdonami>>
Si addormentò.
Il caldo aumentò all'improvviso, Jacques si svegliò con la
fronte imperlata di sudore, un fumo denso e pesante gli pervase le narici e
iniziò a fargli lacrimare gli occhi. Si alzò di scatto, il campo stava andando
a fuoco << Ma che diavolo succede?>>
Corse, corse a lungo, la gola secca era piena di fuliggine.
Arrivò in città, la gente sembrava impazzita: in preda ad un odio ed a una
rabbia sconosciuta aveva cominciato a distruggere e incendiare tutto ciò che
capitava sotto tiro...uomini, donne e bambini urlavano, piangevano e si
massacravano fra loro
<< Muori, bastardo!>>
Un uomo si avventò su di lui coltello alla mano, si schivò
appena in tempo. Si girò di scatto e gli bloccò le braccia con le mani <<
Ma che cazzo vi prende a tutti quanti?>> Incrociò con il suo sguardo gli
occhi dell' uomo: sentì un vento gelido traversagli tutto il corpo, nonostante
l'atmosfera incandescente, le sue iridi divennero di ghiaccio, l'uomo sotto le
sue mani si accasciò sulle ginocchia tremante, si prostrò ai suoi piedi
<< Ti giuro che non lo farò mai più, ti prego risparmiami!>> La
testa di Jacques cominciò a picchiare insistentemente: lo aveva visto, aveva
visto ciò che sarebbe successo se quell'uomo avesse continuato a fare quello
che stava facendo...l'avrebbe ucciso, strappandogli il cuore a mani nude e
anche l'altro doveva averlo visto, in preda al panico scappò via spaventato.
”
Robin cominciava a temere colui che aveva di fronte <<
Quello è il potere che hanno i tuoi occhi? Far vedere alle persone, che li
incrociano, la fine a cui andranno incontro se continueranno su quella
strada?>>
L’uomo non poté altro che dire in un soffio <<
Sì...>>
“
La sua corsa venne arrestata da un urlo di una vocina
famigliare << MAMMAAAAA! PAPAAAAAAAAA'!>>
Era il bambino di quella mattina, ne era sicuro, e proveniva
da una delle case in fiamme...ma quale? Si fiondò all' interno dell' abitazione
che il suo istinto gli indicava, stava per crollare: girò le stanze al pian
terreno ma niente, l' aria era irrespirabile e le fiamme lambivano il suo
corpo...vide le scale che portavano al piano di sopra, riuscì a salire giusto
pochi secondi prima che crollassero. Sembrò non trovare nessuno, non poteva
essersi sbagliato, non avrebbe avuto un'altra possibilità, poi un pianto
incessante arrivò alle sue orecchie, entrò nell' unica stanza che non aveva
ancora controllato: il bambino era lì, a scrollare i corpi esanimi dei suoi
genitori, distesi a terra in un bagno di sangue. Un forte stridio pervase
l'aria << Qui sta per crollare tutto!>>
Corse verso il bimbo e cercò di strapparlo dai cadaveri dei
suoi genitori << Andiamo via, presto!>>
Miguel urlava disperato << No, io non voglio
lasciarli!>>
<< DEVI!>>
<< NO!>>
Lo prese di peso, il bambino gli graffiò e gli morse un
braccio fino a farne uscire del sangue << LASCIAMI!>>
Jacques resistette al dolore e mantenne la presa ben salda
sul suo corpo nonostante continuasse a dimenarsi come un ossesso, non avrebbe
potuto riscendere di sotto...cercò una finestra: prese la rincorsa, coprì
Miguel col suo corpo, si buttò. Volarono, fra i frammenti di vetro, giù dal
secondo piano...la caduta fu piuttosto rovinosa: il Prete si ruppe un paio di
costole, guardò il bambino fra le sue braccia, era ricoperto di sangue <<
Piccolo, rispondimi, stai bene?>>
Eppure era sicuro di avergli fatto da scudo col suo corpo!
Miguel si alzò e corse verso la casa in fiamme <<
MAMMAAAA, PAPAAAAAA'!>>
Jacques gli andò dietro, il sangue era quello dei suoi genitori...chissà
cosa aveva visto quel povero bambino. Lo raggiunse e lo bloccò, le costole
facevano un male cane e le bruciature sanguinavano << Non puoi
andare...sta per crollare tutto!>>
Non fece in tempo a pronunciare quelle parole che l'edificio
precipitò su se stesso
<< Ma ci sono i miei genitori là dentro!>>
Il ragazzo lo girò verso di lui e lo guardò: capelli biondi
e occhi smeraldo, ora arrossati per le molte lacrime versate. Si ricordò delle
parole di Dragon - Cinque anni fa è nato un bambino con capelli biondi e occhi
smeraldo, cercalo, lo troverai e avrà bisogno di te-
<< Miguel! Lo so che ci sono i tuoi genitori lì ma non
possiamo fare più niente per loro!>>
Il bimbo batté forte i pugni sul suo petto << NO, NON
E' VERO! SEI UN BUGIARDO!>>
Jacques lo abbracciò, sentì le sue calde lacrime bagnargli
la maglia << D' ora in avanti sarò io a prendermi cura di te>>
”
L’archeologa non riusciva a crederci << Un ragazzino
solare come Miguel, ha passato tutto questo...sembra così assurdo...com'è
potuta impazzire la gente di una città intera contemporaneamente?>>
<< Non ho mai potuto esserne sicuro ma penso che una
sola persona al mondo possa avere un potere del genere...>>
<< E chi sarebbe?>>
<< Guerra...anche se, dentro di me, continuo a sperare
che non sia così>>
<< Perché?>>
Lui strinse i pugni << Perché altrimenti sarebbe stato
lì per me...e tutta quella strage sarebbe stata solamente colpa mia...>>
<< Ma se i Cavalieri non ti hanno mai visto? Come
fanno a stare sulle tue tracce?>>
<< Mi sentono...sanno che sono io, stanno solo
aspettando il momento in cui la Morte prevarrà su di me per venirmi a
prendere...era per questo che mi ero ritirato su Dead Calm...>>
<< Per quale motivo proprio Dead Calm?>>
Le spiegò << Mi proteggeva...l'Arcipelago dei Peccati
è inaccessibile a Guerra, Pestilenza e Carestia...la Guerra dettata dall' odio
e dall'ira, la Carestia causata dall'avidità dell'uomo...Pestilenza, voluta
dalla mancanza di volontà di evolversi per trovarne un rimedio...non
riuscirebbero mai a superarlo, rimarrebbero bloccati lì per sempre>>
<< Ma anche tu sei un Cavaliere, come hai fatto? E
Miguel?>>
<< Per quanto spietata può essere, la Morte, e in sua
contrapposizione la Vita, è al di sopra di ogni peccato: esse vengono date sia
ai peccatori che agli animi più puri...l'abbiamo attraversato come se fosse
stato formato da sette isole qualunque...>>
<< E tu hai lasciato l'unico luogo che per te era
sicuro?>>
Jacques si alterò << Ma insomma, Robin, prima vuoi che
io la smetta di dire che il nostro incontro non sarebbe mai dovuto avvenire e
ora mi dici che dovevo rimanere su Dead Calm? Si può sapere cosa pretendi da
me???>>
La donna abbassò lo sguardo << Io non voglio
perderti...di nuovo>>
Il Prete l'abbracciò ma appena le mani toccarono il suo
corpo, la donna tremò, poté sentirla chiara e tonda, quella era paura...sciolse
l'abbraccio e, sorridendo mestamente, si allontanò un po' << Non potevo
far altro che seguirvi...Miguel voleva partire con voi e io nonpotevo di certo proibirglielo ma se fosse
partito da solo, con l'ocarina, la Morte mi avrebbe preso in poco tempo e non
ci avrei messo molto a sterminare tutta la gente dell'isola e a raggiungere gli
altri Cavalieri>>
<< Così, anche tu, li senti?>>
<< Io, non proprio...la Morte, certo...anche se ho
avuto lo stesso strano e opprimente stato di disagio davanti a due sole persone
in tutta la mia vita, per ora...>>
<< Chi?>>
<< Il tizio vestito di nero che abbiamo incontrato su
quest'isola, Wraith...e...Morgana...>>
La mora capì << Tu pensi che loro possano essere...>>
<< ...due dei Quattro Cavalieri...ma non posso esserne
sicuro>>
<< Il vuoto allo stomaco dopo il combattimento contro
di lei...la malattia di Rufy...>> elencò la cow-girl per sostenere la sua
tesi.
<< Carestia e Pestilenza...>>
<< Ma allora perché farsi passare per dei semplici
scagnozzi...perché far finta di volerti uccidere...e perché Wraith si è
ucciso?>>
<< Dubito molto sul fatto che sia morto...farà tutto
parte di un loro losco piano...>>
<< Torniamo alla nave!>> fece di botto.
<< Hai paura di rimanere ancora da sola con
me?>>
Lei rimase leggermente interdetta, se ne era accorto
<< Non ho paura di te...ma della Morte che hai dentro...>
Jacques sorrise << Non mentirmi su questo, lo
sento...tu non temi la Morte non l' hai mai temuta, tu hai proprio paura di
me>>
Robin si sentì sempre più spiazzata, ma continuò a mentire
<< Non è vero...ma ti prego, quando arriveremo dagli altri...lasciami
sola, ho bisogno di pensare>>
Nami entrò nella stanza che era stata adibita a ricovero del
capitano << Chopper, ci sono novità?>>
La piccola renna si girò verso la navigatrice, il musetto
era disteso e tranquillo << Sta molto meglio, la malattia sta regredendo
molto velocemente...>>
<< Allora, a giorni, avremo di nuovo il nostro Rufy in
piena forma?>> chiese con un sorriso.
<< Certamente...>> le rispose allegro, poi si
fece serio di colpo << ...però non riesco a capire perché abbia fatto
tutto questo...avrebbe certamente potuto infettarlo più gravemente...>>
<< Probabilmente voleva darci un assaggio della sua
potenza>>
<< Ma non ha senso...così ha mandato all'aria tutta la
sua copertura>>
La ragazza sbuffò << Non so cosa dirti...nessuno può
sapere cosa abbiano in mente...>>
<< Tutto questo per uccidere Jacques...a proposito,
sono tornati?>>
<< Non ancora...ormai è sera, meno male che avevano
detto che sarebbero venuti subito...>>
Delle urla del cuoco arrivarono dal ponte << Robin,
amore mio, sei tornata! Meno male, stai benissimo! Ehi, tu, Prete del cavolo,
perché ci hai messo così tanto a tornare?>>
Jacques aprì la porta senza badare minimamente all'invettiva
del biondo
Robin entrò dietro di lui, erano palesemente stanchi
<< Scusate il ritardo...come sta Rufy?>>
<< Molto meglio adesso...ma vi dobbiamo spiegare una
cosa>> li avvertì Chopper
L’uomo si sedette accanto al capitano addormentato, il viso
era più sereno di quando l'aveva lasciato per andare a cercare la cow-girl
<< Sarebbe?>>
La cartografa prese parola << La malattia che l' ha
colpito...è una forma primordiale e leggera di...>>
<< ...peste!>> concluse per lei il medico.
Nessun segno di stupore trapelò dai due
<< L'avevamo immaginato...>> spiegò
l’archeologa.
<< Come sarebbe a dire?>> le chiese Nami
guardandola incredula.
<< Abbiamo discusso a lungo...>> si fermò
cercando lo sguardo di Jacques << ...abbiamo preso in considerazione
tutto ciò che è accaduto sino ad oggi...e sapendo con chi abbiamo a che fare,
vista l'improvvisa malattia del capitano...>>
<< Siete giunti a questa conclusione...>>
<< Esattamente...e non solo! Vi ricordate quel vuoto
allo stomaco dopo il combattimento con Morgana?>>
Chopper annuì << Certamente!>>
<< Voi pensate che quella strega possa
essere...>> chiese Nami incredula.
Jacques le confermò << < ...Carestia...>>
<< Ecco perché era così forte e aveva quei poteri pur
non avendo mangiato un Frutto del Diavolo...>> si fermò e gli lanciò
un’occhiata << Un momento!>>
Il sangue del Prete smise di scorrere all'interno del suo corpo...aveva
capito!
<< Io ci capisco sempre meno! Che cosa diavolo hanno
in mente quei maledettissimi Quattro? Vogliono liberarsi di te e di noi ma ogni
volta che ci hanno incontrato non è che abbiano fatto poi molto per farci
fuori...non che mi dispiaccia, ovvio, ma non so davvero più cosa pensare! Che
cosa vogliono da te?>>
<< Non lo so...>> le rispose in un sussurro
pieno di vergogna.
Robin lo guardò poco cortesemente << Io vado un attimo
in camera nostra...se avete bisogno di me sono lì>>
<< Ok...>>
La donna uscì.
<< Quando si parte?>> chiese l’uomo
improvvisamente.
<< E' già tutto pronto, stavamo aspettando solo
voi>>
<< Ho capito...serve che faccia qualcosa?>>
<< No, non preoccuparti...senti>>
<< Dimmi...>>
<< Sono due isole consecutive che incontriamo un
Cavaliere...pensi che ne incontreremo uno anche sulla prossima?>>
<< Probabile...>>
Chopper tremò << Da...da- davvero?>>
Rufy si mise a sedere sul letto di colpo, nello stupore
generale << Non ti devi preoccupare, Chopper, noi li faremo fuori
tutti...non è vero, Jacques?>>
Il Prete sorrise mestamente, si alzò e si avviò alla porta
<< Certamente...ma per farlo dovrai essere in forma quindi
riposati!>>
Il capitano sfoggiò il suo solito sorriso a trentadue denti
<< Contaci!>>
Jacques uscì e si affacciò dalla paratia a poppa per
rinviare di qualche momento il terzo grado, già preannunciato, di Sanji. Sentì
le urla della navigatrice che ordinavano perentorie di levare l'ancora e
spiegare le vele. Aveva iniziato a tirare un forte vento, in pochi minutisi sarebbero allontanati da quella
schifosissima isola. Sentì una presenza alle sue spalle, si voltò: era la
rossa.
<< Che c'è?>>
La ragazza titubò un pochino << Senti...è successo
qualcosa tra te e Robin? Cioè...non sono affari miei, però tirava una brutta
aria...>>
L’uomo sospirò << Quando mai non succede qualcosa fra
me e lei?>>
<< Siete riusciti a chiarirvi?>>
<< Fin troppo...>>
<< Io non vi capisco proprio...>>
Jacques inarcò un sopracciglio sorridendo << E perché
TU dovresti capirci?>>
Nami arrossì << Ecco...io...>>
Il Prete rise << Sei proprio strana, sai? Ti vergogni
ad ammettere di essere preoccupata per Robin?>>
<< Non sono preoccupata solo per lei...ma anche per
te>>
Lui sentì una profonda tristezza salirgli dal fondo dello
stomaco sino ad arrivargli agli occhi, l'abbracciò << Sei
un'amica...>>
Il cuoco arrivò con un calcio volante << TIENI GIU' LE
MANI DALLA MIA NAMI!!!>>
Jacques si schivò per un soffio << Sei
impazzito?>>
<< Ti stai avvicinando un po' troppo ai miei
pasticcini, in questo periodo...>>
<< Mamma mia...non ti sembra di esagerare?>>
cercò di calmarlo la rossa.
<< Non prendere le sue difese, amorino...avrà la sua
giusta punizione!>>
<< Vabbè...allora ti lascio al tuo destino...>>
<< Grazie mille...e dove te ne vai?>>
La cartografa gli lanciò un'occhiatina << Credo che tu
lo sappia già...>>
Se ne andò.
<< Preparati!>> gli intimò il biondo.
Il Prete buttò gli occhi al cielo << E dai, Sanji,
piantala!>>
Ma quello non voleva sentire ragioni << Noi ci siamo
preoccupati tantissimo, e tu, invece di portarla qui immediatamente, sei stato
a discutere...>>
L’altro sbuffò << Non hai pensato che, magari, era lei
a non voler tornare subito?>>
<< Se, figurati...>>
In quel momento arrivò lo spadaccino reclamando il luogo
preferito per i suoi allenamenti << Allora, avete finito di
questionare?>>
Jacques alzò le spalle << Io non ho mai
cominciato...>>
<< Taci tu, cavolfiore, non t'immischiare!>>
<< Cerchi grane, cuoco della malora?>>
<< Se hai trovato qualcun altro con cui litigare,
allora, io posso andare...>>
Sanji alzò una gamba per aria e gli bloccò il passaggio
<< Fermo lì! Non abbiamo ancora finito!>>
Il Prete cominciava a seccarsi << Cosa vuoi
ancora?>>
<< Devi dirmi che cosa le hai fatto! Quando è arrivata
era stanca e sembrava quasi impaurita...>>
Jacques mise una mano sulla gamba del biondo e la spinse con
forza verso terra vincendo la sua resistenza << Adesso finiscila, hai
esaurito la mia pazienza...vedi di lasciarmi stare!>>
Superò cuoco e spadaccino rimasti di sasso e, senza
aggiungere una parola, si arrampicò sul posto di vedetta.
Robin era sdraiata sul letto di Nami, non sapeva cosa fare,
nemmeno più cosa pensare. Jacques aveva ragione: aveva paura di lui. Sapere
che, da un momento all'altro, avrebbe potuto trasformarsi in un essere spietato
assetato di morte e distruzione le faceva gelare il sangue nelle vene. Non
temeva il Cavaliere Morte, se si fosse presentato davanti a lei l'avrebbe
combattuto senza paura alcuna, magari avrebbe perso ma si sarebbe fatta valere.
La realtà era, però, diversa: Morte non era un male sconosciuto che si sarebbe
presentato così come avevano fatto Carestia e Pestilenza seguendo un piano
contorto, la Morte era Jacques, l'uomo che amava e con il quale aveva condiviso
l'intimità più profonda...far sparire la Morte avrebbe significato lasciar
sparire anche lui..era sicura: non ne avrebbe avuto la forza...invece lui, se
il suo ego malvagio avesse preso possesso del suo corpo, l'avrebbe uccisa senza
battere ciglio, così come avrebbe fatto con tutto il resto dei suoi compagni.
La porta della stanza si aprì e la fece tornare alla realtà,
solo in quel momento si accorse che la nave aveva ripreso il mare.
La navigatrice entrò e senza dire una parola le si sdraiò
accanto.
Robin non fece in tempo ad aprire bocca che sentì le braccia
della rossa cingerle la schiena in un abbraccio così dolce che per poco non si
sciolse
Nami iniziò a parlare lenta e con voce flebile << Ho
avuto paura...paura di perderti, sorellona>>
A Robin si strinse il cuore, allungò le braccia verso la
cartografa e l'abbracciò a sua volta
La ragazza continuò << Quando Rufy è stato male per
aver mangiato quel maledetto frutto e tu sei sparita abbiamo pensato che anche
tu avresti potuto essere caduta da qualche parte in preda alla malattia...ho
mandato Jacques a cercarti e sono stata io stessa a consigliargli di tenerti al
riparo durante la notte ma l'attesa era sfiancante...poi quando al mattino non
eravate ancora tornati, nonostante la pioggia avesse smesso di cadere, ho
iniziato a temere il peggio...ho pensato che Jacques avesse avuto uno dei suoi
malori e non ti avesse trovata e finché non ci hai fatto capire che stavi bene
pensavo addirittura che lui non volesse tornare perché non aveva il coraggio di
porci di fronte al peggio...>>
L'archeologa si sentiva tremendamente stupida e un pesante
senso di colpa si stava facendo largo dentro di lei, un senso così oscuro e
profondo che scoppiò non appena la rossa pronunciò le parole da lei tanto
temute << Io non so come tu non possa essere stata infettata da quella schifosissima
acqua che hai bevuto ma...>>
Non riuscì a sentire la fine del discorso e si sciolse
bruscamente da quell' abbraccio, alzandosi in piedi.
Nami la guardò stranita e la seguì << Che c'è?>>
<< Sono solo una grandissima stronza...pensando solo a
me non ho fatto altro che farvi stare male tutti quanti...>>
<< Che cosa stai dicendo?>>
<< Ero arrabbiata, anzi, infuriata e smaniosa di
sapere la verità e per saziare questa sete non ho fatto altro che peggiorare le
cose>>
<< Insomma, Robin, vuoi far capire anche me?>>
L'archeologa la guardò con fare sottomesso, assolutamente
non da lei << Io non ho bevuto quell'acqua...>>
La navigatrice era palesemente incredula << Cosa? Ma
io ti ho visto!>>
<< Ho fatto in modo che lo credeste, ma non volevo che
accadesse tutto questo...>> confessò piena di vergogna.
<< Allora perché l'hai fatto?>>
La mora strinse i pugni << Volevo fargliela pagare,
ero divorata da una rabbia crescente...e non vedevo altro che la mia
vendetta>>
Nami sentiva il nervoso montarle lungo tutto il corpo <<
E non hai pensato che in questo modo ci hai coinvolti tutti? Ci hai fatto
passare ore d' inferno...>>
<< Smettila! Ho sbagliato ma non devi parlarmi come
lui!>>
La cartografa non riuscì a trattenere la mano, fece partire
uno schiaffo che s'infranse sul viso dell' archeologa << Magari, così, le
mie parole ti entreranno meglio nelle orecchie...dato che da dopo la litigata
sulla nave non sei più tu! Anche se avesse avuto effetto solo su Jacques,
sarebbe stato troppo anche per lui...lui ti vuole bene>>
L’altra non badò minimamente al manrovescio appena ricevuto,
se lo meritava << Lo so che mi vuol bene, maledizione! E' proprio per
questo che non so cosa fare...>>
La ragazza non riconosceva più la sua amica nella donna che
aveva di fronte << Ti prego, Robin, riprenditi...non posso vederti
così...>>
La mora si accasciò sulle ginocchia, le guance si rigarono
di lacrime << Perdonami...>>
Si attaccò alle gambe della navigatrice e fu allora che Nami
capì: nonostante la sua collera li avrebbe avvisati quanto prima appena Jacques
le avrebbe anche solo accennato come stavano le cose, così come aveva fatto
quella tarda mattina,per cui doveva
essere accaduto qualcosa durante la notte e lei poteva ben immaginarsi cosa
dopo la risposta che il Prete le aveva dato al suo “Siete riusciti a
chiarirvi?” ma probabilmente doveva essere successo dell'altro, altrimenti non
lo avrebbe detto in tono quasi dispiaciuto, ma la sua mente era ben lontana
anche dal solo avvicinarsi a quella che era la realtà.
Si inginocchiò e guardò l'amica negli occhi << Sei
perdonata...ma vedi di non farlo mai più...>> prese fiato << ...non
so cosa sia successo tra di voi in tutto questo tempo in cui siete stati
soli...ma se hai bisogno di qualsiasi cosa, sono qui>>
Robin le lanciò le braccia al collo, aveva bisogno di un
affetto concreto
<< Ti voglio bene, sorellona...>> le disse la
rossa con un sorriso.
<< Anch'io ti voglio bene...sorellina>>
I giorni passavano senza entusiasmo. Da quando erano
tornati, Robin e Jacques, non si erano più rivolti parola, anzi stavano il più
lontano possibile. Nami dava ordini sulla navigazione e mentre disegnava si
intratteneva a chiacchierare con l'archeologa che non dava segni di volersi
tirare su di morale. Zoro dormiva o si allenava. A Sanji non era andato molto
giù il comportamento del Prete dei giorni precedenti, in più intuiva che, fra
lui e la "sua" bella dea corvina, era successo qualcosa, e si
rifiutava categoricamente di fargli da mangiare, così che l'uomo era costretto
a digiunare in quanto anche il solo accesso alla cucina gli era stato vietato.
Gli unici che tenevano un po' alto il tenore di allegria della nave erano Usop
e Miguel che non rinunciavano a fare gli scemi anche se mancavano due dei
componenti del loro quartetto.
L'occasione per festeggiare si presentò il settimo giorno di
navigazione: Rufy si era finalmente ripreso ed era più in forma di prima.
Sorriso da ebete stampato sulla faccia come se nulla fosse successo e una fame
incredibile che reclamava ogni secondo tutti i pasti saltati nei giorni della
sua convalescenza.
Fu imbandito un festino con le poche provviste rimaste dall'
ultima pesca, avrebbero dovuto ricominciare ad utilizzare esche umane.
Jacques non era in vena di festeggiamenti, aveva fame e non
si sentiva troppo bene. Salì sulla vedetta, che ormai era diventata il suo
rifugio, sotto i suoi amici facevano baldoria come se i Cavalieri fossero stati
ancora lontani...e pensare che uno ce l'avevano proprio lì.
Si sporse verso di loro: Miguel, Chopper, Usop e Rufy
facevano un casino della malora come se il capitano non avesse mai rischiato
grosso; Nami e Zoro si stavano sfidando a serie di boccaloni di birra buttati
giù alla goccia sperando, ormai, che uno dei due mollasse per primo; Robin non
aveva bevuto molto ma doveva essere sull'allegro andante perché non riusciva a
smettere di ridere guardando il quartetto che eseguiva i balletti più strani;
Sanji, come sempre, ci provava spudoratamente con le uniche donne della nave,
naturalmente nessuna delle due gli dava un minimo di considerazione ma al Prete
non andava giù il suo comportamento, soprattutto tutte le amorevoli cure che
prestava alla mora...non l'avrebbe ammesso neanche sotto tortura ma era
alquanto geloso.
Portò lo sguardo sull'orizzonte e sbuffò, era davvero perso,
ma non sarebbe servito a molto. Un' ombra lontana lo portò a focalizzare meglio
ciò che stava guardando: un'isola e a giudicare da dove si trovava l'avrebbero
raggiunta il giorno seguente. Da quando ci aveva posato gli occhi sopra non
riusciva a spostare lo sguardo, un peso gli si piazzò sullo stomaco, iniziò a
sudare freddo e il petto gli iniziò a pulsare “ No...no, ti prego...non
adesso…”
Si contorse e si accasciò a terra. Probabilmente il prossimo
sarebbe stato lui...Guerra, il Cavaliere sotto il quale influsso i genitori di Miguel
si erano massacrati ed era esploso il suo potere più terribile, ogni volta che
lo utilizzava gli sconquassava l'animo e il corpo.
Un aiuto inaspettato gli calmò la crisi: Miguel aveva
cominciato a suonare la triste melodia, che aveva il potere di riaddormentare
la sua parte tanto odiata, come chiusura della baldoria.
Inspirò profondamente e si sporse: tutti erano sdraiati e
assopiti sul ponte, anche Miguel appena ebbe smesso di soffiare nell'ocarina si
addormentò all'istante, evidentemente non era propriamente sobrio...ma Robin?
Lì non c'era...
La donna apparve alle sue spalle << Stai bene?>>
Jacques allargò il collo della maglia << Non
proprio...>>
<< Ti ho visto mentre guardavi l'orizzonte...poi ti
sei accasciato...ho avuto paura, così ho chiesto a Miguel di suonare...>>
<< Sei stata tu...>> le disse guardandola
dolcemente.
La mora arrossì leggermente, da dietro alle spalle tirò
fuori un piatto << Ti ho tenuto da parte qualcosa...ho pensato volessi
mangiare dato che Sanji ti tiene a stecchetto...sono parecchi giorni che non
tocchi cibo...>> si sforzò di sorridere << ...va be' che non puoi
morire di fame...>>
<< Ma la soffro eccome...grazie mille>>
Iniziò a mangiare.
Appena posò il piatto, tirò un sospiro di sollievo <<
Mamma mia...adesso sì che sto meglio>>
Robin lo lasciò senza fiato, in un secondo si sedette
accanto a lui e lo abbracciò << E adesso come ti senti?>>
Il Prete posò la testa sulla sua spalla << In
Paradiso...>> la guardò negli occhi << ...hai pensato?>>
L’archeologa si appoggiò al suo petto << Hai
sudato...puzzi...>>
L’uomo inarcò un sopracciglio << Che razza di risposta
sarebbe???>>
La donna lo guardò un instante brevissimo e poi lo baciò
<< Questa come ti sembra?>>
<< Bella, ma mi lascia confuso...cosa significa questo
bacio?>>
<< Che io farò di tutto per far sì che la Morte non ti
prenda...>>
Il volto di Jacques s'incupì << E se dovess...>>
Nico gli posò un indice sulle labbra << Sssh...se
dovesse succedere troveremo il modo per salvarti...>>
Il Prete la strinse forte a sé e sussurrò << Sei
vera?>>
<< Sì...>> poi si scostò e rise << Guarda
che non scherzavo prima...>>
<< A proposito di cosa?>>
<< Del fatto che puzzi...>>
<< Ho recepito il messaggio...vado a
lavarmi...>>
Appena lui scese, Robin si sedette << Spero di averne
la forza...>> affondò la testa nelle ginocchia e cinse le gambe con le
braccia << Jacques...non morire...>>.
La mattina seguente sbarcarono sull'isola vista dal Prete la
sera prima: era d'autunno e molto piccola, interamente coperta di alberi
spogli: le foglie, dalle varie tonalità di giallo e marrone, ricoprivano tutto
il terreno e un'inquietante nebbia marroncina aleggiava nell'aria.
<< Finalmente sei arrivato qui...il tuo viaggio come
Prete, sta per terminare...>>
<< Pensate che qui incontreremo un altro Cavaliere?>>
chiese Chopper.
Usop già tremava come una foglia << Di...di-dici da-
davvero?>>
Jacques rispose soprappensiero << Questo sarà il turno
di Guerra...>>
<< E perché proprio Guerra, perché non Morte? O magari
uno dei due che abbiamo già incontrato?>> chiese Zoro incuriosito da
quella strana affermazione.
Il Prete si accorse di aver messo un piede in fallo <<
Era solo una supposizione...>> ma il suo tono di voce non era molto
convincente e allo spadaccino non passò inosservato << Sarà...>>
Robin tagliò corto << Qualunque di essi ci
aspetti...bisogna stare in guardia perché non sappiamo cosa abbiano preparato
per noi questa volta>>
Nami sbuffò << Uffa..ma non possono lasciarci in pace
almeno su un'isola ogni tanto?>>
<< Questa volta, chiunque sia ce lo leveremo di
torno!>> disse il capitano battendo i pugni fra di loro.
<< Sei molto sicuro di te, ragazzo...ma non sapete che
sono già all'opera>>
Miguel chiamò il suo maestro << Jacques, vieni a
vedere...quest'isola è completamente identica in tutte le sue parti...>>
Il Prete lo raggiunse << Già...aggiungendo questa
maledetta nebbia...è praticamente impossibile orientar...>>
La frase gli si mozzò in gola, si guardò il basso ventre a
sinistra: la punta di una lama gli aveva trapassato la schiena.
<< Zoro, ma cosa hai fatto?>> chiese il
ragazzino sgranando entrambi gli occhi.
Nami tuonò << Prendi questo, bastardo!>> Un
Ciclone Tempo venne lanciato contro il volto dello spadaccino che, volando via
estrasse, la spada dal corpo di Jacques che soffocò a stento un grido.
Rufy si stava avventando sul cuoco a furia di Gom Gom
Pistol, il biondo rispondeva con foga e cattiveria utilizzando i suoi colpi più
forti, persino Usop e Chopper avevano iniziato a colpirsi senza pietà. Jacques
non ebbe il tempo di riprendere fiato dalla ferita infertagli da Zoro che Robin
fu su di lui, pugnale alla mano, mossa da un'ira incontenibile
Miguel era terrorizzato << No...non può essere...non
di nuovo...>>
Jacques cercava di schivare i colpi della mora, cadde a
terra << Non stare immobile...o ti colpiranno!>>
Ma quello era come paralizzato << Ho paura...>>
Un calcio di Sanji lo colpì spaccandogli il labbro <<
Togliti di mezzo, ragazzino!>>
<< Miguel!>>
Il giovane arciere iniziò a piangere << Non voglio
rivivere quello che è successo ai miei genitori!>>
Il Prete era in difficoltà “ Guerra, maledetto bastardo!”
<< Robin, smettila!>>
Cercò di fermarle le mani ma un colpo andò a segno nello
sterno, sopportando con uno sforzo enorme il dolore, fece leva con le gambe e
riuscì a togliersela di dosso. Con un balzo riuscì a sottrarre Miguel dalle
lame affilate di Rolonoa
<< Muori, brutto ammasso di gomma putrida!>>
inveì il cuoco contro il capitano.
<< Sarai tu a morire per primo!>> fu la pronta
risposta di quello.
Il giovane biondino singhiozzava fra le braccia del Prete
<< Falli smettere, Jacques, ti prego!>>
Si spostò appena in tempo per schivare un'incornata di
Chopper << Levatevi di mezzo!>>
L’uomo sentiva la vista offuscarglisi, evidentemente sia il
primo che il secondo colpo dovevano aver perforato un organo...di bene in
meglio.
Tutti erano feriti e malconci e nessuno aveva riguardo per
l'altro, persino Sanji aveva osato alzare i piedi sulle ragazze.
<< PIANTATELA!>>
In tutta risposta ricevette una bastonata in bocca dalla
navigatrice << Tu sta zitto!>>
<< Adesso mi sono stancato...non vi lascerò
massacrarvi così>> prese due frecce dalle piume blu e le lanciò ai piedi
di Miguel << Colpisci in un punto non vitale Rufy e Chopper con queste,
si bloccheranno!>>
<< No, non ci riesco!>>
<< Guarda, guarda...qualcun' altro è immune alla mia
nebbia...chi è questo ragazzino?>>
<< Fallo, ora! Non posso tenerli a bada tutti>>
<< Io non voglio fargli del male!>>
<< Lo so che ti chiedo molto ma se non li fermerai si
uccideranno fra loro!>>
Miguel prese l'arco tremante ma lo ripose immediatamente a
terra << Non ci riesco!>>
Rufy si avventò sul ragazzino inerme colpendolo più volte:
rivoli di sangue uscivano dal naso e dai sopraccigli spaccati. Jacques riuscì
ad allontanarlo con una spallata << Levati di mezzo...>> il colpo,
però, andò a scuotergli le parti già ferite: un fiotto color porpora uscì dalla
sua bocca << Maledizione!>>
<< Stai perdendo la calma, Prete? Che riesca a
portarti dalla nostra prima del previsto? Uhm...quella sgualdrina di Morgana ne
sarebbe contenta...>>
Il Prete prese l'arco dalle mani tremanti di Miguel con poca
grazia << Questa volta ci penso io...ma ricordati che molto presto dovrai
affrontare una prova molto più ardua di questa e se fallirai...>> strinse
i denti << ...nessuno potrà più salvarvi...>>
<< Cos...?>>
L’uomo si girò, prese la prima freccia ai suoi piedi e tese
l'arco...rispetto al suo vecchio, fatto di Din, quello era una piuma ma aveva
perso molto sangue e la vista gli andava e veniva “ Non va bene...devo
concentrarmi, non posso rischiare di sbagliare il colpo”
Partì il dardo che andò a conficcarsi in una coscia del
giovane medico, quello non era di certo il suo campo ma era sicuro che la
freccia non fosse andata molto in profondità e non avesse leso nessun muscolo o
quant'altro di delicato
<< Maledetto!>> gli ringhiò contro Chopper
mentre si accasciava a terra senza più forze
“ Ancora un altro tiro...uno solo...”
Prese la seconda freccia, il nuovo bersaglio si presentava
più difficile da colpire: il capitano non stava fermo un secondo. Scagliò “
Merda!” Il colpo trapassò la camicia del ragazzo di gomma su un fianco ma non
scalfì minimamente il suo corpo, bucò solo la stoffa e andò a colpire Usop in
una spalla.
<< Adesso chissà cosa mi aspetta quando si
riprenderanno...beh, ormai ho fatto trenta quindi non mi resta che fare
trentuno...>>
Prese un' altra freccia di agalmatolite e tirò: questa volta
andò a segno, anche Rufy era fuori uso. Ne rimanevano ancora quattro.
Nami scagliò un colpo contro lo spadaccino <<
Bastardo, la devi smettere di nasconderti! Codardo!>>
<< Tu parli a me di codardia??? Guarda che anche tu
sei nelle mie stesse condizioni, puttanella!>>
<< Come osi darmi della puttana?>>
<< E come dovrei chiamare una che non fa altro che
farsi strusciare addosso da un maiale biondo?>>
<< Prova a ripetere l'insulto se hai il
coraggio!>> gli urlò contro il cuoco furibondo.
Iniziarono a massacrarsi
<< FERMALI!>> gridò Miguel disperato.
I nervi saldi di Jacques iniziavano a crollare e ormai era
prossimo allo svenimento << E COSA CAZZO POSSO FARE?!?!?>>
<< MORTE!>> lo chiamò Robin sorprendendolo.
Si girò verso la mora << Cos...?>>
<< Pagherai per aver rovinato la mia vita!>>
Si avventò su di lui
<< Aspetta!>> cercò di fermarla ma fu tutto
inutile. Caddero a terra rovinosamente: un'altra pugnalata lacerò la carne e
penetrò nello stomaco. Con uno sforzo sovraumano riuscì a spostarla di lato,
rotolarono per un po' ma la donna lo schiacciò sotto la morsa pressante dei
suoi poteri, la lama appoggiata sotto il mento iniziava a lambire la pelle
della gola dalla quale iniziavano a scorrere rivoli vermigli di sangue.
Miguel la pregò in lacrime << ROBIN, TI PREGO,
FERMATI!>>
Ma la donna era sorda nel suo furore.
“ Adesso svengo...me lo sento...ma non posso lasciare Miguel
così...” il Prete fece ricorso alle sue ultime forze rimastegli: appoggiò una
mano sul viso della mora, sorrise << Apprezzo il tuo sforzo...ma lo sai
che non posso morire>>
Si tirò su di scatto, il piccolo taglio divenne uno squarcio
che inzuppò i vestiti di entrambi.
Allo stesso tempo, Sanji, venne scaraventato a terra da un
colpo in sincronia di cartografa e spadaccino << Fuori dai piedi!>>
Si corsero incontro.
Due baci:
Jacques...Robin
Nami...Zoro
<< Aaaaaaaaaaaaaaaaah! Maledetti, giù le mani dai miei
due amorini!>> urlò Sanji alla vista della scena.
<< Ma che è successo?>> chiese la navigatrice
guardando incredula lo stato in cui si trovava.
Usop si guardò la spalla ferita << Ahia! Cos'è questa
freccia? Fa male!>>
<< Io non ho forze...>> biascicò Rufy disteso a
terra.
Chopper si unì << Nemmeno io...>>
Miguel smise di piangere << Ragazzi...siete tornati in
voi!>>
Robin guardò l’uomo sotto di lei << Jacques!>>
Lui sorrise << C-ce ne av...avete messo di
te...tempo>>
Degli applausi arrivarono da dietro un albero <<
Bravi, molto bene...davvero!>>
Un uomo dai capelli rasati, rossi come il fuoco e occhi di
brace si presentò davanti ai loro occhi. Portava pantaloni mimetici larghi e un
giubbetto, fatto di uno strano materiale, senza maniche di un profondo blu
scuro.
<< Chi sei?>> intimò Zoro già pronto a rimettere
mano alle spade.
<< Gu...guerra...>> il Prete lo guardò con
disprezzo.
<< Già, caro fratellino...>>
<< Fratellino?>>
<< Il mio nome è Bysshe...e lui, ha dentro di se il
mio caro fratellino Morte>> spiegò quello tranquillamente.
Nami guardò il loro compagno non capacitandosene <<
Non è possibile...>>
Jacques lo guardava malissimo respirando a fatica <<
Maledetto...>>
<< Che c'è? Avresti voluto tenerglielo nascosto per
sempre? Ma che cattivo...e se ti fossi trasformato proprio adesso, sotto ai
loro occhi...cosa avrebbero detto? In fin dei conti sei debole e la Morte è
molto attratta da me, sai? La Morte sa che troverà anime con cui dissetarsi nel
bel mezzo di una guerra...Pestilenza e Carestia, se fermate in tempo possono
anche non mietere vittime ma una guerra...per quanto piccola...>>
<< FINISCILA!>> urlò per quanto poté.
<< Sì, sì...la smetto...evidentemente sei ancora molto
legato alla tua vita per non lasciarti andare alla Morte...ma sta attento,
perché al prossimo giro la fortuna sarà dalla nostra e faremo poker!>>
Jacques ringhiò << Sparisci!>>
Guerra alzò le mani in aria << Me ne vado, me ne
vado...con voi mi sono già divertito abbastanza e continuare adesso non avrebbe
senso, visto come siete ridotti e poi senza il mio fratellino, che non può
subentrare a darvi il colpo finale, non c'è gusto...ci si vede Morte, ti lascio
alle domande dei tuoi amici...ne avranno tante da farti...>>
Se ne andò.
Nessuno riuscì a seguirlo, erano stanchi, feriti e vuoti.
Tutti stavano in silenzio, increduli.
Capitolo 32 *** - A BOULEVARD OF BROKEN DREAMS - ***
CAPITOLO 32
CAPITOLO 32
- A BOULEVARD OF
BROKEN DREAMS -
Erano ormai tre giorni che avevano gettato l'ancora sulla
costa dell'isola in cui si era presentato ai loro occhi Guerra, rivelandogli
ogni cosa su Jacques.
Mentre il resto della ciurma era piena di bendaggi e
medicazioni per le pesanti percosse che si erano inferti l'un l'altro, le
ferite del Prete si erano già del tutto rimarginate ma non dava alcun segno di
volersi risvegliare. Rufy era stato perentorio: non si sarebbe parlato di lui e
della sua situazione finché non avesse ripreso conoscenza.
La curiositàsi era,
dunque, riversata tutta sulla navigatrice e sullo spadaccino: in fin dei conti,
se il bacio di Robin e Jacques non aveva stupito nessuno, quello fra Nami e
Zoro non era di certo passato inosservato.
Per i primi giorni, i due riuscirono a scamparsela facendosi
vedere poco e mai contemporaneamente, ma quel dì commisero un errore.
Nami girava per l'isola, insieme a Robin, piena di fogli
appoggiati su una tavoletta di legno sui quali appuntava le caratteristiche e
le misure dell'isola.
L'archeologa le faceva compagnia, ma non osava chiederle
nulla riguardo allo spadaccino perché sapeva che ogni possibile domanda sarebbe
potuta diventare una pericolosissima lama a doppio taglio.
La rossa si fermò sotto un grosso albero e si sedette
seguita dalla mora. Un forte fruscio di rami e di foglie le allarmò, Robin si
alzò e portò lo sguardo verso l'alto.
La voce di Zoro arrivò alle loro orecchie << Fate
attenzioneeeeeeeeeeeeeee!>>
Cadde rovinosamente a terra spiaccicando letteralmente,
sotto di sé, la cartografa.
<< Ma dico io, sei scemo?!? Cosa cavolo ci facevi su
un albero???>> le urlò contro quella, ovviamente inviperita.
<< E tu con tutti gli alberi che ci sono proprio sotto
questo dovevi venire?>>
<< Perché, c'è scritto proprietà di Rolonoa Zoro, da
qualche parte? Non mi sembra!>>
Stavano lì a litigare ed urlarsi in faccia, l'uno sopra
l'altra e con i visi vicinissimi fra loro.
La mora li guardò e rise: certo, a vederli così era palese
che si volessero bene e che, fra i due c'era del tenero, l'aveva capito da un
po', ma da lì a pensare che tenessero il loro amore nascosto alla ciurma...
Il cuoco arrivò insieme al capitano e a Miguel con delle
ceste cariche di frutti autunnali, per lo meno quelli erano commestibili.
Appena il biondo vide i due in quella posizione sparò un calcio fotonico sulla
faccia dello spadaccino che volò per qualche metro
<< Ma che ti prende, biondo perverso che non sei
altro?>> gli ringhiò contro Zoro.
<< Perverso a me? Cosa stavi facendo alla mia
Nami?>>
<< Assolutamente nulla!>>
<< Non pensare che io sia cieco, insalata marcita!
Robin, amor mio, come potevi star lì a guardare senza far niente?>>
La mora alzò le spalle e si prese gioco dei due << A
me pareva si divertissero...>>
La rossa e lo spadaccino avvamparono come un fuoco <<
Ma Robin!>>
La cow-girl rise insieme a Rufy e all'arciere.
<< Ormai, Sanji, devi cercarti un donna
altrove...>> gli suggerì Miguel.
<< Già, già...anche se non riesco a capire cosa
aspettavate a dircelo...>> Rufy si rivolse ai due con fare curioso.
Nami non trovava le parole adatte << Beh,
ecco...veramente...>>
Zoro prese la parola deciso << Non sapevamo come
avreste reagito...>>
Il capitano allargò la bocca in un sorriso sincero <<
Avremmo reagito benissimo!>>
Sanji ringhiò << Parla per te, fogna
gommosa...>>
Miguel notò che lo spadaccino teneva qualcosa fra le mani
<< Cos' hai lì?>>
Quello si scosse << Dici a me? Stavo girando un po'
per l'isola...>>
<< Quando ti sei accorto di esserti perso, non è
così?>> lo canzonò la navigatrice.
Zoro arrossì << No, non è vero!Come dicevo...stavo
girando un po' per l'isola quando ho notato qualcosa su quest'albero...>>
<< Cosa sono?>> chiese Robin curiosa.
<< Delle mappe...>>
Alla cartografa brillarono gli occhi << Mappe? Fammi
vedere!>> le strappò con poca grazia dalle mani del verde e le aprì
<< Ma queste sono...>>
Rufy si sporse a vedere e lesse i vari nomi sulle cartine
<< Isola di Alfa, Arcipelago dei Peccati...>>
<< ...Dead Calm...>> pronunciò in un soffio
Miguel.
Zoro guardò << ...Famine Island...>>
<< ...Isola di Pestilenz...>> lesse Nami.
<< ...l’ Isola di Gewalt è quella su cui siamo
adesso...>> fece notare Robin
Miguel guardò meglio << In più c'è anche la nostra
prossima meta...>>
<< ...Omega Island...>> concluse la donna.
Lo spadaccino la guardò << Dove tutto troverà una
fine?>>
<< Chissà...>>
Usop li raggiunse correndo << Ragazzi, venite, Jacques
si è svegliato>>
Era giunto il momento di fare i conti.
Tornarono alla nave, il Prete li stava aspettando sul ponte
consapevole di quel che sarebbe successo di lì a poco, ma il peggio del peggio
sarebbe stato affrontare Miguel.
Chopper, intimorito, raggiunse il gruppo dei suoi compagni.
Rufy tese una mano per render nota la sua decisione, sarebbe
stato lui a parlare << Che cosa hai da dirci?>>
Jacques prese un bel respiro << Quello che ha detto
Bysshe è vero...>>
Tutti tacquero e il Prete continuò << Da quando sono
nato convivo, anzi, sarebbe meglio dire lotto contro una parte di me: il quarto
Cavaliere, Morte...>>
<< Perché non ce lo hai detto prima?>>
Robin si sentì in obbligo di dire << Io l' ho
saputo...>>
<< Cosa?>> le chiese Nami incredula.
<< Perché sei stata zitta?>> la rimproverò il
cecchino.
<< Finitela! Prendetevela con me, non con
lei...>> li rimproverò il cavaliere.
<< Ha ragione...perché?>>
<< Perché non ne avevo il coraggio...anche dirlo a
Robin è stata un'impresa ardua...da quando ho scoperto di essere quello che
sono non l' ho mai detto a nessuno e ho sempre allontanato tutti…>>
<< Ma hai avvicinato me...>> gli fece notare Miguel.
<< Io dovevo salvarti>>
<< Cosa vuoi dire?>>
<< Colui che mi svelò il mio io nascosto mi parlò di
te e mi disse che un giorno ti avrei incontrato e che avresti avuto bisogno di
me...come io ho bisogno di te>>
<< Hai bisogno di me?>>
Robin lo guardò preoccupata, supplicandolo di non parlare.
Lui notò il suo sguardo << Ogni volta che suoni
l'ocarina fai riaddormentare la Morte che spinge per essere liberata...>>
Lo spadaccino comprese, finalmente, tutti i discorsi che il
Prete gli aveva sempre fatto.
<< E se un giorno dovesse prenderti?>> gli
chiese la navigatrice
<< Solo lui ha il potere di salvarvi...>>
<< Dai Cavalieri?>>
<< Da me>>
Miguel tremò << Io...dovrei?>> scappò sotto
coperta.
Il Prete sbuffò.
<< Non succederà...ma nel caso dovrai darci il permesso>>
gli fece notare Rufy.
<< Quale permesso?>>
<< Di farti tornare in te...in qualsiasi modo e
maniera anche se dovranno essere metodi molto bruschi...>>
Jacques rimase palesemente stupito << C- certo
ma...>>
<< Niente ma! E' un ordine del tuo capitano!>>
<< Vuoi dire che...>>
Il ragazzo di gomma sorrise << ...fai parte della
nostra ciurma adesso e sempre ne farai...che tu abbia uno o mille io dentro di
te, poco importa...>>
<< Ti rendi conto di quello che stai dicendo?>>
<< Lui è fatto così, che ci vuoi fare?>> gli
sorrise Nami.
Sanji si accese una sigaretta << E' inutile che tenti
di farlo ragionare...>>
<< Così ha deciso e niente gli farà cambiare
idea...>> concluse Zoro.
<< Ragazzi...>>
Anche Chopper, che sino a pochi secondi prima lo temeva, lo
rassicurò << Sei sempre uno di noi!>>
Ad Usop tremavano le gambe << C...ce-certo, Jacques,
co-conta p-pure si di m...me!>>
Il Prete sorrise << Grazie...ma voi siete
pazzi>>
Rufy lo guardò serio << Nessuno è pazzo quando cerca
di aiutare un amico>>
Jacques raggiunse il giovane arciere in sottocoperta: stava
singhiozzando.
Miguel avvertì la sua presenza << Non puoi
chiedermelo..>>
<< Lo so...>>
<< Allora non farlo!>> lo supplicò.
<< Non posso...>>
<< Perché???>> gli chiese posando i suoi occhi
verdi su di lui.
<< Perché solo tu puoi fermarmi...>>
<< Non è vero, non posso!>>
<< Sì, invece! Anche tu sei come me: hai qualcosa
dentro di te che non sai di avere>>
<< E cosa sarebbe?>>
<< Tu rappresenti l'unica cosa che può contrastarmi,
la Vita>>
<< Non sai quello che dici...>> gli rispose a
denti stretti.
Quello lo guardò << Lo so fin troppo bene...>>
fece per andarsene
<< Aspetta...>>
<< Dimmi>>
<< Io continuerò a suonare per far sì che la Morte non
abbia il sopravvento su di te>>
Sulla bocca di Jacques si dipinse un sorriso amaro, risalì
“Perché nessuno vuole affrontare la realtà?”
La Going Marry riprese il largo.
<< Te l' ha detto sull' Isola di Pestilenz, non è
vero?>> chiese Nami all’archeologa.
<< Sì...>> le rispose semplicemente.
Le due ragazze erano nella loro stanza.
<< Perché non hai detto niente?>>
La mora la guardò << Come pensi che mi sia sentita?
Sapere che lui fa parte di coloro che dobbiamo combattere...e che è il più
pericoloso...non sapevo più cosa fare, cosa pensare...>>
<< Sorellona...>>
I giorni passarono veloci: la ciurma poté constatare che
quando si vuole che qualcosa non arrivi, il tempo scorre inesorabile e la fa
arrivare quanto prima.
I calcoli della navigatrice si erano rivelati esatti come
sempre ma la settimana di viaggio passò in un batter d'occhio in cui i ragazzi
ebbero poca voglia di parlare. Il Prete cercò di farsi vedere il meno
possibile, rimanendo chiuso nella stanza degli uomini e non uscendo neanche per
mangiare.
Robin aprì la porta: lui era lì, fermo, immobile a fissare
con insistenza fuori dall'oblò. Portò lo sguardo nella sua stessa direzione:
un'isola coperta da alberi neri.
<< Jacques...>>
Nessuna risposta
<< Jacques...>>
Ancora silenzio
La donna gli si avvicinò velocemente e tirandolo per una
spalla cercò di scuoterlo << JACQUES!>>
Ma la sua spinta non ebbe alcun effetto, il suo corpo rimase
pietrificato senza spostarsi di un millimetro e il suo sguardo continuava a
scrutare bramoso i contorni della loro prossima meta.
Lo guardò in viso preoccupata: le sue labbra tremavano vistosamente
e un leggero battito di denti faceva eco nella stanza.
Fece come lui le aveva chiesto e cercò di girargli la testa,
spingerlo ma niente continuava a rimanere fermo come una statua.
<< Come faccio, se mi fai tutta questa
resistenza?>> gli chiese sempre più preoccupata.
<< Non so-sono io...>>
La cow-girl si rese conto di dover fare in fretta, dato che
con solo due braccia non aveva ottenuto risultati decise di chiedere rinforzi:
finalmente ci riuscì, il Prete cadde a terra.
<< Come stai?>>
L’uomo tremava come una foglia << Ho paura...>>
Sussurrò << Jacques...>>
Il Prete si attaccò alle sue gambe << Sto perdendo il
possesso del mio corpo...quella è la mia isola, ne sono sicuro...ne sono
mortalmente attratto e questo mi terrorizza...non resisterò>>
Robin si inginocchiò e lo guardò in volto, non l'aveva mai
visto in quello stato << Non dire così...>>
Lui la guardò negli occhi furente << Ma è la
stramaledettissima realtà! Perché nessuno su questa nave cerca anche solo
minimamente di prenderla in considerazione???>>
<< Anche noi abbiamo paura...>>
<< Di morire?>>
<< No, di perderti...>>
Si sentì chiaramente il tonfo dell'ancora nelle acque del
mare: erano arrivati.
<< Va' via, Robin...non rimanere ancora sola con
me...>> le suggerì.
L'archeologa lo guardò e si fece coraggio << Non ti
lascio...>>
<< Io non voglio farti del male, hai capito? E, ora
come ora, l'unica sicurezza che ho di non fartene è saperti lontana da
me...>>
La donna sospirò calandosi il suo capello da cow-girl bianco
sugli occhi: non era cambiato affatto, era ancora tutto come dieci anni fa, lei
veniva prima di tutto anche del suo dolore.
La mora uscì dalla stanza ed imboccò il corridoio che
l'avrebbe portata alle scale. Fece solo pochi passi: incontrare gli occhi
tristi di Miguel la fece fermare. Anche il giovane si era fatto vedere poco in
quei giorni.
Il biondino sussurrò << Hai parlato con lui?>>
<< Sì...>>
<< Come sta?>>
Non riuscì a rispondere a quella domanda
Miguel, stupendola, le andò vicino abbracciandola <<
Si salverà in ogni caso, vero?>>
Robin, d'istinto, ricambiò quel gesto, cercando
d'infondergli un po' di conforto << Lo spero tanto...su, ora
saliamo...>>
Appena i loro occhi entrarono a contatto con la luce del
sole, con stupore, videro i loro compagni in assetto da battaglia.
<< Scendi immediatamente dalla mia polena!>>
urlò innervosito il capitano.
Il Distruttore rise di gusto << Ma che razza di
maniere! Vi sembra questo il modo di accogliere un ospite sulla vostra nave?
Questi giovani d'oggi, l'educazione non sanno nemmeno dove stia di
casa...>> notò la presenza della mora << Oh, guarda chi si
rivede...bocconcino, puoi spiegare gentilmente ai tuoi amici chi sono?>>
Robin pronunciò con disprezzo << Abaddon...come fai ad
essere qui?>>
L’uomo sorrise compiaciuto << Vedo che ti ricordi bene
di me...>>
<< Come potrei dimenticarmi di una faccia come la
tua?>>
Nami la guardò incredula << Lo conosci?>>
<< Sì, è contro di lui che ha combattuto Jacques su
TWF...>>
Quello squadrò con interesse anche la navigatrice <<
Vedo con piacere ragazzi che avete con chi divertirvi su questa nave...>>
<< Noi non siamo come te, brutto verme
schifoso!>> gli ringhiò contro lo spadaccino.
<< Uhm...allora perché tenete due donne a bordo? Non
sapete che portano sventura?>>
<< A noi non interessa e ora piantala e vattene se non
vuoi che sia io a mandarti via con la forza...>> gli intimò il capitano.
<< Ho sentito, più volte, parlare della tua sicurezza,
Cappello di Paglia...ma non credo ti servirà, in questo caso...>>
Scese dalla polena, lo spadaccino si mise d'istinto, a spade
sguainate, davanti alla cartografa.
Abaddon si rimboccò le maniche << Sì...penso che mi
divertirò molto con voi...>>
Un ghigno si dipinse sul suo volto, Robin se ne accorse
troppo tardi << Ragazzi, state attenti!>>
Tutti i componenti maschili della ciurma presenti sul ponte
finirono inginocchiati per terra: piccoli ma numerosi rivoli di sangue
segnavano le loro gambe.
Sanji si guardava le ferite incredulo << Cosa diavolo
è stato?>>
La mora li avvisò << Sono gli insetti che comanda
attraverso il frutto Bug Bug!>>
Il Distruttore rise << Ti ricordi proprio
tutto...allora che ne dici? Ti rinnovo la proposta dell'altra volta: passa
dalla mia parte e non ti verrà fatto del male, naturalmente l'invito è rivolto
anche alla tua bella amica rossa...>>
<< Ti ho già detto di no una volta e non cambierò di
certo idea adesso...piuttosto che passare dalla tua parte preferisco la
Morte...>> le rispose secca quella.
Nami capì ciò a cui l'amica si riferiva e sorrise <<
Mi dispiace ma anch'io sono costretta a declinare l'offerta...>>
<< Beh, io vi avevo dato un'opportunità ma così mi
costringete a riservarvi il solito trattamento dei vostri amici...>>
<< Non abbiamo paura di te...>>
<< Mi fa piacere...allora possiamo riprendere>>
<< Guarda che devi fare i conti anche con noi,
maledetto!>> gli urlò contro il ragazzo di gomma scagliandosi contro di
lui.
<< Mi sottovaluti, ragazzino!>>
Sfoderò l'enorme balestra già utilizzata contro Jacques e
fece partire un dardo.
Rufy lo schivò per un pelo << Accidenti!>>
L'incontro scoppiò furioso: tutti erano impegnati a
combattere qualcosa di praticamente invisibile, Abaddon era innavicinabile per
tutti...o quasi.
Nonostante fosse impegnata a togliere di mezzo quegli
stramaledettissimi insetti, Robin approfittò della distrazione del Distruttore,
ormai sicuro di averli messi praticamente fuori gioco, e lo bloccò con un Six
Fleur...non riuscì però ad effettuare il colpo Twist che l’uomo se la rise di
gusto << Ci hai provato, bambola...>> sfoderò uno dei suoi dardi e
ne conficcò uno in una della mani della cow-girl, le braccia sparirono e la
ferita si materializzò sulla sua mano destra...dalla balestra partì un altro
colpo, questa volta un arpione legato ad una fune. Tutti si accorsero troppo
tardi che era diretto verso la navigatrice.
<< NAMI!>> urlò Zoro lanciandosi verso di lei,
ma era troppo lontano.
La rossa vide la sua fine andarle incontro inesorabilmente,
chiuse gli occhi: cadde a terra con un tonfo sordo, non sentì nemmeno dolore,
solo del liquido denso e caldo inzupparle i vestiti “Sono morta...”
Cercò di riaprire le palpebre e con stupore vi riuscì,
un'ombra la copriva dalla luce del sole.
<< Jacques!>>
L'uomo le stava addosso ansimando, dal ventre usciva la
punta dell'arpione colante di sangue << Stai bene?>>
<< S-sì...ma tu...>>
<< Io me la caverò, come semp....>> uno
strattone alla corda gli mozzò il fiato, batté la schiena sul ponte, il dardo
gli uscì quasi completamente dal corpo strappandogli un grido. Il Distruttore
seppe far tesoro di quel momento di distrazione della ciurma ed avvicinandosi
veloce ad ognuno di essi, sorprendendoli con i suoi insetti, scaraventò in mare
tutti coloro che avevano ingerito un frutto del diavolo. Solo il rumore dei
corpi nell'acqua riportò gli altri componenti alla realtà.
<<
Chopper>> urlò Usop incredulo.
<< Rufy!>> si unì lo spadaccino.
Jacques cercò di pronunciare << R-Rob...>> un
altro strattone, l'arpione gli trapassò nuovamente il corpo all'indietro
conficcando nuovamente e con forza l'uncino nella carne, la rabbia e l'odio
verso quell'uomo crescevano a dismisura.
<< Che c'è, Prete, li vuoi seguire? Ti accontento
subito!>> lo derise il Distruttore.
Tirò ancora, lo fece sbattere contro una paratia, poi cadde
tingendo le acque salate di rosso.
<< Sanji, Zoro...distraetelo!>> gli ordinò il
cecchino.
Il cuoco era ancora scosso << Perché?>>
Lo spadaccino, invece, comprese << Non ti preoccupare,
ho capito, conta su di noi!>>
<< Miguel, vieni con me!>>
L'arciere era già pronto << Subito!>>
Lo spadaccino si avventò sul Distruttore lacerando la corda
legata all'arpione. Il cuoco lo prese alla sprovvista nel suo momento di gloria
e riuscì a colpirlo in viso facendolo barcollare.
<< Ce la sapete fare, mocciosi...>>
Usop e Miguel riemersero tenendo stretti fra le braccia il
capitano e il medico semi- incoscienti. Risalirono velocemente sul ponte
<< Robin?>> chiese Nami preoccupata.
<< Io...io non l' ho vista!>> gli rispose il
cannoniere.
<< Nemmeno io!>> si aggiunse l’arciere.
<< Come è possibile?>>
Il Distruttore era impegnato a schivare i colpi del biondo e
dello spadaccino << Uhm...certo che del Prete ve ne importa
tanto...>>
Zoro scoccò un colpo dell'orco, prontamente parato dall'enorme
balestra << Lui non può morire...>>
<< Come sarebbe?>>
Il ragazzo sgranò gli occhi “Possibile che non sappia?
Eppure lavora per i Quattro...o meglio, per i Tre...odio non sapere cos'abbiano
in mente!”
Quest'attimo di distrazione gli costò un duro colpo allo
stomaco, cadde a terra. Il cuoco era di nuovo alle prese con gli insetti.
<< ABADDON!>> l’urlo di Jacques si espanse per
tutta la nave.
Il Distruttore alzò lo sguardo: su, in cima, sul posto di
vedetta vi era il Prete, l'archeologa era adagiata mollemente e priva di sensi
fra le sue braccia. Anche i suoi compagni si girarono a guardarlo: in lui c'era
qualcosa di diverso.
L'arpione era stato tolto, al suo posto, circondato da un
alone di sangue era rimasto lo strappo della maglia che mostrava gli addominali
scolpiti assolutamente intatti. I capelli avevano quasi completamente perso il
loro colore indaco ed erano diventati, pian piano, bianchi, le iridi di
ghiaccio ardevano di un furore e di un odio spaventosi.
Appoggiò delicatamente la cow-girl ele accarezzò il viso dolcemente, poi riportò
lo sguardo sull'oggetto di quel desiderio morboso che sempre più velocemente si
faceva largo nel suo animo devastandolo.
Senza dire una parola, saltò giù agilmente dall'albero
maestro: atterrò sul ponte senza alcuna difficoltà, ammortizzando il
contraccolpo sulle gambe. Cominciò a camminare verso di lui lentamente.
In quel momento il Distruttore, sino ad allora sicuro di sé,
cominciò a sentire una paura crescente che pian piano andava a rodergli le ossa
facendolo tremare.
Concentrò gli attacchi degli insetti solo su di lui, ma più
sangue colava dalle sue ferite più si allargava il ghigno malefico che gli si
andava dipingendo sul volto.
Mise mano alla balestra: con terrore si rese conto di aver
finito i colpi a sua disposizione. Preso dalla disperazione gli andò contro di
corsa, lo colpì al volto col calcio della sua arma: un fiotto vermiglio
fuoriuscì dal sopracciglio del Prete. Nemmeno quello bastò a fermarlo, vide una
mano andargli verso il collo furiosa: si arrese al suo destino attendendo con
angoscia quel mortale contatto che, con sorpresa, non arrivò. Osservò con
attenzione quella mano che avrebbe dovuto essere la sua assassina: era chiusa
con forza attorno ad un pugno.
<< Fermati, Jacques, t'impedirò di ucciderlo!>>
gli urlò perentorio Rufy.
Quello lo guardò con aria di sufficienza << Tu non
puoi impedirmi proprio nulla!>> tirò con forza il braccio del capitano
che andò a schiantarsi, frantumandolo, contro un bordo della nave.
Il cervello di Abaddon fece appena in tempo a formulare
“Perché?” che smise di pensare all'istante. Portò lo sguardo nel luogo del suo
dolore: un braccio di Jacques era completamente conficcato nel suo petto, la
mano insanguinata usciva con prepotenza dalla sua schiena. Le ferite che si
rimarginavano, come per magia, sul volto del Prete furono le ultime cose che
vide, si accasciò sulle ginocchia liberando dal suo corpo l'arto del suo
assassino sgrondante di sangue e crollò a terra: morto.
Un brivido nuovo percorse il corpo di Jacques, un piacere
così intenso che non aveva mai provato prima.
“
Perché non hai mai ucciso prima, perché?
Perché io non sono te!
”
Cadde a terra vicino al suo primo cadavere.
<< Rock, sono arrivati...sarà la fine di tutti noi,
non si salverà nessuno...c-cerca a-iuto...>>
<< Figliolo, anch'io vorrei sapere dove diavolo è
andato il padrone! E' uscito ieri notte e non è più rientrato...>>
<< Ora salite nelle vostre camere e lasciatemi almeno
dare una degna sepoltura al mio amico che ha avuto una morte
ingiusta...>>
La ciurma si voltò incredula: quelle erano le voci del
locandiere, dell'uomo morto sulla porta e dell'anziana signora che gli aveva
servito la colazione...ma ai loro occhi si mostravano impetuose le figure dei
tre Cavalieri dell' Apocalisse così come li avevano incontrati la prima volta.
Rufy li guardò incredulo << Che cosa
significa?>>
Wraith riprese a parlare col suo tono normale di voce
<< Che il nostro piano ha funzionato alla perfezione...>>
<< Parla più chiaro maledetto!>> gli ringhiò
contro lo spadaccino.
Bysshe sospirò << E' stato fin troppo semplice
ingannarvi...però devo ammettere che interpretare la parte del locandiere
sentimentale mi ha divertito...è bastata una finta morte e qualche parvenza di
lacrime che non avete esitato a partire alla ricerca del nostro unico
salvatore...>>
<< ...avete pure attraversato il terribile Arcipelago
dei Peccati per vendicare la mia morte ma così facendo non avete fatto altro
che rendere possibile l'Apocalisse, portandoci il nostro quarto uomo, il più
potente, la Morte!>> continuò Peste con uno strano ghigno dipinto sulle
labbra.
Morgana rise << E non solo l'avete portato su Omega
Island, la sua isola, dove la sua potenza non conosce limiti ma avete fatto
anche in modo che arrivasse a noi con le mani già macchiate di
sangue...>>
La collera cominciava a crescere a dismisura nel corpo del
capitano << Maledetti!>>
<< In fin dei conti non potevate sapere che,
l'influsso dell'isola e la rabbia provocata dall'aver visto i membri della sua
ciurma quasi morti, l'avrebbero spinto ad uccidere...>> continuò a
deriderli Guerra.
Wraith sorrise << Ora niente potrà più impedirgli di
unirsi a noi!>>
<< La vita del Prete finisce qui, è ora che la morte
si risvegli!>>
A quelle parole il corpo di Jacques cominciò ad essere
scosso da spaventose convulsioni.
Miguel, finalmente consapevole dell'importanza di quel
gesto, imboccò l'ocarina e iniziò a suonare.
Morgana lo guardò storto << E no, biondino, con questa
musica triste ci rovini la festa>>
Veloce come un fulmine si portò di fronte all'arciere e
mettendogli una mano alla gola lo costrinse a smettere.
<< Ma...le...detta strega!>> le sibilo contro il
ragazzino.
The Terrible lo squadrò coi suoi occhi gialli << Non
sono cose carine da dire ad una signora, sai?>>
Gli strappò di mano l'ocarina e cominciò a stringere la
presa attorno al suo collo, Miguel sentì le forze abbandonarlo, svenne.
Robin si risvegliò tossendo sulla vedetta, era fradicia e
aveva freddo. Si tirò su, ci mise un po' a mettere a fuoco la situazione ma
quando ci riuscì non le piacque nemmeno un po' quello che vide. I tre Cavalieri
erano sulla loro nave, Jacques era a terra in preda agli spasmi e il corpo
inerme di Miguel veniva gettato sul ponte con cattiveria da Morgana. Doveva
fare qualcosa.
L'unica donna Cavaliere si rigirò fra le mani, con fare
curioso, lo strumento di terracotta << Pensare che, sino ad ora, tu eri
il più grande dei nostri problemi...persino quella troietta di Nico Robin, per
quanto l'amasse, aveva su di lui un effetto meno potente del tuo...>> se
la lasciò sfuggire << Ops...che sbadata, mi è caduta...>>
Abbassò lo sguardo per godersi lo spettacolo ma una mano,
apparsa dal nulla, glielo rovinò.
Robin era scesa sul ponte << Non ci provare,
puttana!>>
<< Parli del diavolo...effettivamente mi sembrava
strano che non mi fossi ancora venuta tra i piedi...comunque tu, più di tutte,
dovresti saperlo: noi puttane non accettiamo ordini da nessuno, solo da noi
stesse!>>
Alzò un piede e premette il tacco con forza sullo strumento.
La mano della mora sbatté sul ponte, ancora una spinta e l'ocarina si frantumò
insieme ad una cascata di fiori.
<< Jacques non sarà mai più tuo!>>
“
Tu sei me!
No!
Sì, invece, tu sei me!
No!
Allora perché ti circondi di gente che non teme la morte?
Perché ami una donna che non ha paura di morire?
Non lo so...
Lo sai eccome...chi teme la morte è colui che la sfida
apertamente, colui che crede scioccamente di scampare al suo tocco gelido, ma
non sa che sarà il primo a morire quando la Signora in Nero deciderà di
chiudere la bocca...non è forse così?
Sì, è così...
E chi è la causa della sofferenza dei tuoi amici?
Non sono io!
Ne sei proprio sicuro?
Un bambino moro e un uomo su una barca, insulti, un calcio:
acqua, un mostro marino, l'uomo ingoiato insieme all'imbarcazione.
<< Qualcuno mi aiuti!>>
Un uomo dai capelli rossi, uno sguardo glaciale, l'acqua
tinta di sangue.
<< E' colpa tua!>>
No, Shanks è vivo!
Un isolotto: un uomo e un bambino biondo a digiuno da
giorni.
<< Non voglio morire!>>
Un gesto disperato
<< Che cosa hai fatto alla gamba? Tu...hai mangiato la
tua gamba?!>>
<< E' colpa tua!>>
No! Zef non è morto!
Un bambino ricciolo dal naso lungo, una donna a letto
sofferente. Bugie, il sogno di diventare un coraggioso guerriero di mare.
<< Mia madre è morta, è colpa tua!>>
Non è vero!
Un bambino dai capelli verdi e una ragazzina, un focoso
duello.
<< Kuina è caduta dalle scale ed è morta!>>
<< Dannazione ieri mi aveva fatto una promessa! Stai
cercando di sfuggire Kuina?!>>
<< Kuina non ha mantenuto la promessa! E' morta! E'
colpa tua!>>
N..no...non è colpa mia!
Una bimba dai capelli rossi, una dai capelli blu. Una donna
coraggiosa, avrebbe fatto di tutto per le sue figlie, anche morire. Un uomo
pesce, uno sparo.
<< Mia madre mi è stata portata via! E' colpa
tua!>>
N...n-no...
Un alce da sempre allontanata da tutti, un uomo la prende
con sé. Una diabolica trappola, una malattia incurabile.
<< Sapete quando un uomo muore per davvero? Non quando
il suo cuore viene raggiunto da un proiettile, nemmeno quando viene colpito da
una malattia incurabile e nemmeno quando mangia un fungo velenoso. Muore
veramente quando viene dimenticato da tutti!>>
<< Se il dottore è morto è solo colpa tua!>>
Non sono io...
Una bimba mora dagli occhi di ghiaccio: la madre percossa,
violentata e massacrata davanti al suo sguardo impotente.
<< Scappa, salvati bambina mia!>>
<< Mia madre...ha avuto una morte orribile! E' colpa
tua!>>
E se fosse colpa mia?
Il pianto incessante di un bambino dai capelli d'oro e occhi
smeraldo. I genitori presi da una furia omicida si colpiscono violentemente fra
loro.
<< Mamma, papà!>>
<< Mamma e papà si sono uccisi...è solo colpa
tua!>>
Sì, è colpa mia...
Hai visto? Sei tu la causa di tutto...
Sì, sono io...ma lo sei anche tu...
Per forza, io sono te...fammi uscire!
Sì, tu sei me...ho sonno, molto sonno...
”
Le convulsioni del Prete smisero all'istante, le mani si
mossero. Si girò col ventre a terra e facendo forza sulle braccia si alzò,
quando tirò su anche il volto, il suo sguardo non aveva più niente di umano.
Eccoci giunti all’ultimo aggiornamento, prima di lasciarvi alla lettura
però volevo scusarmi per l’altra volta: avevo detto che i capitoli sarebbero
stati due, invece mi sono sbagliato a contare, come potete vedere i capitoli
sono tre ^_^
CAPITOLO 33
- Ω -
Nami guardava l’uomo, che aveva di fronte, incredula
<< Non è possibile...>>
<< Maledizione...gli avevamo promesso che non sarebbe
mai successo>> disse il capitano stringendo convulsamente i pugni.
<< Adesso che si fa?>> chiese Sanji preoccupato.
Robin sussurrò
<< Jacques...>>
I capelli del Prete erano, ora, diventati completamente
bianchi, la carnagione leggermente abbronzata era diventata cerea, gli occhi
erano gelidi e inespressivi, un ghigno malefico, il quale lasciava intravedere
due canini un poco allungati, distorceva le sue labbra in un sorriso portatore
di morte.
Morgana gli si avvicinò sinuosa << Il Prete non esiste
più...>>
Wraith tirò fuori, dalla sua lunga giacca nera, una grossa
falce << Questa ti appartiene, mio signore...>> la lanciò.
Appena entrò a contatto con la mano sinistra di Morte
un'espressione felice e stupita si dipinse sui volti della ciurma: la mano
destra si strinse con forza sulla gola del The Terrible alzandola di qualche
centimetro da terra. Un illusione fatua che svanì non appena la sua bocca trovò
con foga quella di Carestia.
Un misto di rabbia, gelosia e rifiuto per la situazione si
fece largo nell'animo dell'archeologa, strinse convulsamente i pugni.
A Morgana non sfuggì l'alterazione della donna, si portò
alle spalle di colui che, ormai, era diventato Morte e ne cinse il torace con
le braccia << Miss All Sunday, che c'è? Sei gelosa? Ora non è più
tuo...adesso, lui è mio!>> girando il viso dell'uomo verso di lei gli
morse sensualmente il labbro superiore e passò audacemente la lingua su quello
inferiore.
<< Me la pagherai, maledetta puttana!>> le
ringhiò contro la mora.
La ciurma si avventò sui Cavalieri, la battaglia finale era
cominciata.
Bysshe roteò il collo << Sarà un ottimo
riscaldamento...>> sfoderò un'alabarda a doppia lama
<< Questa volta non dovrò trattenermi...>> disse
Pestilenza mentre si preparò ad utilizzare i suoi fili assassini.
Morgana sfoderò due pugnali Sai << Chiuderemo ciò che
è rimasto in sospeso>>
Morte rimase fermo e impassibile.
<< Ce la pagherai per averci ingannati!>> Sanji
indirizzò un Mutton Shot contro Guerra ma questi lo parò con facilità <<
E' stato fin troppo semplice ingannarvi...così come sarà altrettanto semplice
sbarazzarci di voi!>> partì un fendente verso il cuoco, non andò a segno
<< Ne sei proprio sicuro?>>
Bysshe sorrise maligno << Al cento per cento!>>
con velocità, facendo roteare la sua arma, lo colpì al petto con la lama
inferiore.
Rufy si rivolse al nero a gran voce << Maledetto, noi abbiamo
ancora una questione in sospeso!>>
Quello lo guardò appena di striscio << Ah, intendi il
frutto? Dovresti solamente ringraziarmi, se avessi infuso in esso tutto il mio
potere a quest'ora non saresti qui a chiedere vendetta...>>
<< Io non voglio la tua carità...>> fece partire
un Gom Gom Pistol verso di lui.
<< E io non avevo nessuna intenzione di dartela ma
dovevo attenermi ai piani>> avvolse il braccio del capitano con i suoi
fili e spostandosi dalla traiettoria, sfruttando il suo stesso slancio, scaraventò
il ragazzo al di fuori della nave facendolo atterrare all'interno della foresta
di alberi neri.
La corsa della mora, verso la sua rivale, venne arrestata
dallo spadaccino << Scusami, Robin, prometto che il colpo finale sarà il
tuo, ma adesso lasciala a me, ho ancora un conto da regolare con
quella...>> si rivolse a Carestia << STREGA! Non pensare che non mi
ricordi quello che è accaduto su Famine Island...dobbiamo chiudere la
faccenda!>>
<< La faccenda è già chiusa carino, hai perso!>>
lo derise la donna.
<< Uno perde solo quando muore!>>
<< Tu lo saresti se non fosse intervenuto il
pinocchio...>>
<< Appunto, “sarei” ma non lo sono! Sono ancora vivo e
avrò la mia rivincita!>> sguainò le sue fedeli spade e si avventò su di
lei con tutta la sua forza, fregandosene altamente di aver di fronte una donna.
<< Vuoi proprio renderti ridicolo, Roronoa? Vuoi far
vedere a tutti come un pirata da sessanta milioni possa perdere, per la seconda
volta, contro il sesso debole?>>
<< Io vincerò...colpo dell'orco!>>
<< Tecnica inutile...>> usando uno solo dei suoi
pugnali, bloccò nelle incurvature tutte e tre le lame << Due a zero per
me...>>
Si apprestò ad affondare il secondo pugnale nelle sue carni,
ma con esso dovette bloccare le Clima Tackt di Nami << Vedi di non
scordarti di noi, carina...>>
Morgana rise << Uno, due, tre...o tutti quanti
insieme...non fa alcuna differenza, io vincerò!>>
Lo spadaccino non riusciva a credere ai suoi occhi “ Come
può essere così forte? Come può bloccare con una sola mano uno dei miei
attacchi più potenti? Sino ad ora solo Mihawk c'era riuscito...non posso
perdere contro di lei!”
<< Salutatemi il vostro capitano!>> fece leva
sui pugnali, sia lo spadaccino che la navigatrice vennero scaraventati fuori
bordo andando a schiantarsi nel fitto della foresta.
Carestia non poté gioire del suo operato, bastò un attimo di
distrazione che Robin le rifilò un pugno dritto sul muso, spaccandole un
labbro.
La donna rimase per un momento incredula, si pulì il mento e
guardò il liquido rosso con stupore << Sangue...>> si riprese
<< Non ti facevo così scorretta da attaccare alla spalle...>>
La mora la guardò in tono di sfida << Se non mi
sbaglio, sulla tua isola, dicesti di conoscerci tutti molto bene...quindi
dovresti sapere che sono disposta a fare questo e anche di peggio...soprattutto
se vengono toccate le cose e le persone a cui tengo>>
<< Mi fa piacere, questo significa che sarà ancora più
interessante battermi con te e quando sarai morta potrò godere a pieno del mio
premio...non so se capisci cosa intendo…>> sorrise maligna.
<< Capisco fin troppo bene...>> le rispose a
denti stretti.
<< E' inutile che ti scaldi tanto: l' hai visto con i
tuoi occhi, lui vuole me e anche se dovessi perdere, cosa che non credo
possibile, ormai è Morte e non tornerà più da te, anzi, ti ucciderà insieme a
tutti i tuoi preziosi compagni!>>
<< Taci, maledetta! E smettila di pronosticare per il
futuro perché potrebbe sorprenderti>>
Cominciarono a pestarsi.
<< Questa nave non partirà mai più da qui...>>
disse Bysshe tranquillo.
<< ...il suo equipaggio troverà in Omega Island la
propria tomba>> continuò Wraith.
<< Smettetela di sottovalutarci, bastardi!>>
Sanji si lanciò su di loro con un calcio volante ma, così come era successo al suo
capitano, venne bloccato dai lacci di Pestilenza che affondarono nelle sue
carni
Usop gli intimò tremante << L-lasciate sta-stare
S..Sa-Sanji!>>
Una stella esplosiva si frantumò sul viso di Guerra che
sembrò non risentire affatto del colpo << Cosa volevi fare con quel
ridicolo attacco?>>
Sia cuoco che cecchino raggiunsero presto gli altri nella
foresta.
Sulla Going Marry erano rimasti solamente Robin alle prese
con Carestia, Miguel privo di sensi steso sul ponte e Chopper in preda al
panico incapace di riuscire a fare qualsiasi cosa. La sua mente era
terrorizzata...poi un lampo: le rumble balls!
Ne ingoiò una: aveva tre minuti per far tornare in sé il suo
obbiettivo.
<< Jump Point!>>
Con un unico balzo si portò vicino a Morte << Horn
Point!>>
Il Cavaliere non si scompose, nemmeno di fronte alle
imponenti corna del medico, rimase ad attendere impassibile la sua carica.
La renna si avventò su di lui << Jacques, devi tornare
in te!>>
L’uomo lo guardò appena << Stupido!>> senza
sforzo alcuno, le corna vennero bloccate dalla parte non tagliente della falce
<< E' tutto inutile...lui non tornerà>>
<< Non è possibile!>>
Bastò fare un po' di leva che la giovane renna finì per aria
<< Dovete rassegnarvi!>>
Squarciò con un colpo il suo petto e bastò un semplice sguardo
a Pestilenza per far sì che anche lui si perdesse nel nero della foresta.
<< Chopper!>> la mora si girò a guardarlo.
Morgana approfittò del suo attimo di distrazione <<
Grazie per avermi dato l'occasione di riscattarmi dal pugno di prima!>>
Affondò il pugnale nella sua spalla << Non ti senti
sola? Perché non raggiungi i tuoi amici?>>
In un attimo sulla nave non c'era più nessuno, rimaneva solo
Miguel a terra...inerme.
Wraith lanciò un’occhiata veloce al biondino << Di
questo ragazzino che ne facciamo?>>
<< Potrebbe darci dei problemi...sulla mia isola non
ha risentito l'effetto della nebbia...>> li informò Guerra.
Morgana li rassicurò << Non preoccupatevi...avete
visto, ci ho già pensato io...non ci darà più fastidio>>
<< Per quanto riguarda gli altri?>> chiese
Pestilenza
<< Direi che ci siamo divertiti abbastanza...è l'ora
di toglierli di mezzo definitivamente...sempre se il grande capo è
d'accordo...>> gli rispose Bysshe.
Morte era tornato nel suo cupo silenzio, si limitò a fare un
piccolo cenno
<< Perfetto...andiamo>>
I tre Cavalieri scesero e s'inoltrarono nella foresta, Morte
rimase sul ponte a fissare con insistenza il ragazzino steso a terra.
<< Tu mi provochi repulsione...>>
Gli si avvicinò, gli diede un calcio e lo fece girare a pancia
in su: era sempre immobile.
La lama della falce risplendette sotto i raggi del sole:
affondò.
Gli occhi di Miguel si spalancarono, una mano si alzò
tremante verso di lui << J...Ja-Jacques!>>
Dall'uomo che l'aveva colpito nessuna reazione, estrasse l'arma
e solo quando la vide impregnata di sangue, lo stesso liquido vermiglio che si
faceva largo sul ponte, un sorriso compiaciuto si dipinse sulle sue labbra
<< Ora sì...che non sarai più un problema...>>
Rufy si riprese e poté notare che i suoi compagni erano
tutti attorno a lui, allargò la bocca in un sorriso da ebete <<
Ragazzi...come mai anche voi qui?>>
<< Brutto, idiota! Chissà perché!>> gli urlò
contro Nami.
Usop si accorse delle condizioni del medico <<
Chopper! Amico mio, che ti è successo?>>
Robin si alzò tenendosi la spalla ferita << E' stato
Ja... Morte>>
<< Oddio, amore, sei ferita? Dì al tuo Mister Prince
chi ti ha ridotto così, ti vendicherà!>> si offrì, naturalmente, Sanji.
La cow-girl sorrise << Alzeresti mai i piedi su una
donna?>>
<< Perché?>>
<< E' stata quella vacca di Morgana...>> rispose
per lei la rossa.
La mora la guardò curiosa << Oh Nami...non ti facevo
così sboccata...>>
La navigatrice le fece una smorfia << Se è per questo
tu le hai detto di peggio...>>
<< Lei ha i suoi buoni motivi...>> le spiegò il
capitano.
<< Anch'io ce li ho, che ti credi?>>
Usop rise << Ma non ha mica fatto delle avances al tuo
Zoro?>>
Lo spadaccino lo guardò con fare assassino << Vuoi
morire?>>
<< No, no...ci tengo alla pellaccia...ma non avevo
detto mica niente di male...>>
<< Sarà meglio...>>
Rufy scoppiò in una fragorosa risata << Certo che, da
quando è innamorato, è più irascibile del solito...>>
Zoro arrossì fino alla punta dei capelli << Finiscila,
maledetto!>>
Robin cercò di riportare l’ordine << Ehm,
ragazzi...non vorrei rovinarvi la festa ma qualcuno sta cercando di
ucciderci...>>
Nami finalmente si accorse << Miguel è rimasto sulla
nave...>>
<< E' rimasto da solo con quei Quattro?!>>
chiese Usop allibito.
<< Era svenuto...>> spiegò il cuoco.
<< Io spero solo che Morgana sia molto sicura delle
sue capacità...>> pregò la mora.
<< Speri lo credano morto?>> le chiese il
ragazzo di gomma.
Zoro scosse la testa << Speranza sciocca...Jacques è Morte
e credo possa sentire se qualcuno è ancora vivo oppure no...>>
Robin sussurrò << Miguel...>>
Nami cercò di rianimare i compagni << Allora, che
facciamo? Aspettiamo la nostra fine, qui così, oppure ci degniamo di lottare
per le nostre vite cercando di organizzarci come si deve?>>
Rufy alzò le mani al cielo << Siiiiiiiiì, noi
lotteremo e vinceremo!!!>>
La cartografa sbuffò << Beh...l'importante è essere
positivi...coraggio, riserviamogli un caloroso benvenuto nella loro
foresta>>
<< Ehi, amico, ce la fai a muoverti?>> chiese il
cecchino al medico
<< S-sì...non ti preoccupare, sono pronto>>
<< Diamoci da fare!>>
Morgana sorrise << Ma guarda che carini...vogliono
tenderci un agguato...>>
<< Poveri sciocchi...>> disse Wraith.
Bysshe si guardò attorno << Lui, dov'è?>>
<< Sono qui...>> rispose Morte appena giunto.
<< La tua falce è sporca di sangue...>>
<< Non credo di dover dare alcun tipo di
spiegazione...>>
<< Lo sappiamo, non ti scaldare...uhm, hanno fatto
proprio un bel lavoro...davvero una bella tattica...ma si tratta pur sempre di
un piano di guerra...pensano sul serio di ottenere qualche risultato?>>
Un attacco simultaneo effettuato da Rufy, Sanji, Zoro e Usop
venne scagliato sui Cavalieri, l'esito fu pessimo: il capitano si ritrovò
contro un albero avvolto dai fili di Pestilenza, il calcio del cuoco si fermò
nuovamente contro l'alabarda di Guerra finendo a terra in pochi secondi, il
martello da " cinque tonnellate" di Usop venne stracciato
letteralmente dai Sai di Morgana e le spade di Zoro vennero fermate dalla punta
insanguinata dell'arma di Morte.
<< Maledetto, di chi è quel sangue?>> gli chiese
lo spadaccino.
Il Cavaliere ghignò << Della renna...e del
ragazzino...>>
<< Cosa hai fatto a Miguel?>>
Morte ignorò la sua domanda << Non preoccuparti, fra poco
ci sarà quello di tutti...io mi prenderò le vostre vite!>>
La seconda offensiva venne effettuata da Nami, Chopper e
Robin: un altro buco nell'acqua, servì solamente ad allontanare i Cavalieri dai
loro primi assalitori.
<< Uhm...non avete speranze...>> li derise
Pestilenza.
<< Non prendetevi gioco di noi!>> urlò lo
spadaccino mosso da una rabbia immane, dovuto al grande senso d'impotenza da
cui si sentiva schiacciato, scattò contro Carestia colpendola al volto e al
petto con le sue lame
<< Cosa?>> guardò le sue spade: erano ancora
lucenti e pulite << Non è possibile!>>
Il corpo del Cavaliere era ancora intatto.
I ragazzi cominciarono ad attaccare alla cieca ma, ben
presto, la stanchezza e lo sconforto si impadronì dei loro corpi: qualsiasi
attacco da loro effettuato veniva schivato o parato e i pochi che andavano a
segno non riscontravano successo sui loro nemici.
Un calcio di Sanji, che avrebbe frantumato anche un muro, s'infranse
sul volto di Bysshe: niente.
Un poderoso Gom Gom Bazooka colpì Wraith allo stomaco:
niente.
La ciurma era a terra, esausta.
Robin cercò di riprendere fiato “Non ha senso, sono troppo
forti...non gli facciamo niente...stanno solo giocando con noi, appena si
stancheranno ci uccideranno...come possiamo batterli se non riusciamo a fargli
colare nemmeno una goccia di sangue...SANGUE!” si ricordò del pugno dato a
Carestia, le aveva spaccato il labbro...effettivamente era rimasta sorpresa.
Morgana sbuffò << Mi sono stufata, non mi divertono
più...>>
<< Allora mettiamo la parola fine alla storia di
Cappello di Paglia...>> suggerì Bysshe.
Wraith si girò verso Morte << Qualcosa in
contrario?>>
Il Cavaliere passò le dita sulla lama della sua falce,
percepì la sostanza del sangue, ormai rappreso, strofinando fra loro le dita,
fece scivolare l'arma quasi sino al terreno e in un'alzata di spalle andò a
sedersi poco più distante.
<< Non partecipi?>> gli chiese Guerra.
In risposta ricevette silenzio
<< Fai come ti fare...>>
In quel momento la mora si alzò di scatto, forte di quella
piccola speranza ritrovata, e corse verso Carestia, caddero a terra
<< Sempre tra i piedi tu...>>
Rotolarono per un po', poi un calcio e un colpo alla spalla
ferita: Robin si ritrovò ansimante per il dolore con la faccia nella polvere.
Carestia si alzò e la prese per il collo << Ora mi libererò di te una
volta per tutte>>
L'archeologa sentiva che le forze pian piano la stavano
abbandonando ma doveva resistere, doveva sapere se quello che aveva intuito era
giusto: guardò il pugnale nella sua mano destra, era sporco di sangue <<
Ne sei proprio sicura?>> velocemente la infilzò di nuovo con la lama
<< Ora, quanto a pugnalate siamo pari>>
Quella rise << Sì...ma ho ancora un pugno in
sospeso!>> tirandole un sinistro la fece volare per qualche metro.
I ragazzi erano increduli << S- sanguina!>>
Wraith la guardò con stupore << E' vero, tu
sanguini...>>
Morgana cercava di nascondere il suo turbamento << E'
vero, ma non importa...>>
<< Robin, che cosa le hai fatto? Non siamo mai
riusciti a ferirli prima d'ora!>> le chiese Nami incredula.
La mora si alzò sorridendo << Non li abbiamo mai
danneggiati, semplicemente, perché sbagliavamo bersaglio...>>
<< Tu farnetichi donna...>> gli ringhiò contro
Pestilenza.
Zoro continuava a non capire << Che cosa vuoi
dire?>>
<< La Carestia si sconfigge con l'altruismo e
l'abbondanza, la Pestilenza con la medicina e la ragione...la Guerra con la
pace...>>
<< La Morte con la Vita>> concluse Usop.
Bysshe batté sonoramente le mani << Complimenti...hai
scoperto i nostri punti deboli...ma sai forse trovarmi tutto ciò?>>
<< Lo hai proprio davanti a te!>> le rispose
sicura di sé.
<< Saresti tu? Non farmi ridere...>>
<< Non io ma tutti noi!>>
<< Sei folle...>> la derise Morgana.
<< Allora perché i colpi di Zoro non ti feriscono e i
miei sì? Io non sono ci certo più forte di lui...>>
Nami capì << Te lo dico io perché! Si chiama
altruismo!>>
La cow-girl guardò l'amica e sorrise.
La sicurezza che animava i tre Cavalieri iniziò a vacillare,
Morte invece non si scompose.
Rufy si rivolse verso l’archeologa << Robin, cosa
dobbiamo fare?>>
<< Non ti permetterò di continuare!>> Wraith si
avventò su di lei ma la renna, nel suo Heavy Point lo bloccò scaraventandolo a
terra con un pugno ben assestato << Tu non le farai del male,
capito?>>
Pestilenza sentì il calore del sangue sul viso: aveva un
sopracciglio rotto.
Chopper lo informò << Medicina!>>
<< Bravo! Vedo che hai capito!>> si compiacque
Robin.
<< Maledetta!>> gli urlò contro Guerra.
L'alabarda fra le sue mani si fermò a pochi centimetri dal
viso dell'archeologa.
Zoro l’aveva bloccato << Le signore di questa barca
non si toccano!>> con una Chela del Granchio ferì entrambe le braccia di
Guerra disarmandolo << La spada è un'arma bianca...il bianco è colore di
pace!>>
La navigatrice esortò l’amico << Usop, coraggio,
aiutiamo Chopper!>>
Il cecchino la guardò sorridendo << Che modestia, si è
messa nella ragione!>>
<< Guarda che ti ci ho messo pure a te...comunque dove
sta scritto che ragione sia sinonimo di modestia?>>
<< Io e Sanji che facciamo?>> chiese il
capitano.
Robin gli spiegò << Per quanto ci riguarda, a noi
spetta Carestia: Rufy, non c'è persona al mondo che io conosca che sia più
altruista di te...per quanto riguarda te, Sanji, direi che l'abbondanza ti si
addice proprio...anche se deve portarti a venir meno alle tue regole...>>
Il biondo si accese una nuova sigaretta e ne aspirò del fumo
<< Mia dea corvina, chi osa farti del male per me perde volto...il tuo
Mister Prince combatterà al tuo fianco, mia regina...tuttavia rimango pur
sempre un gentil uomo e non posso permettermi di andarci troppo
pesante...>>
Rufy rise << Perfetto! Avete sentito Cavalieri dei
miei stivali? Noi vinceremo!>>
<< Questo è tutto da vedere!>> li sfidò Wraith.
Il combattimento riprese ma, questa volta, la ciurma sapeva
chi colpire e la fiducia ritrovata aveva rinvigorito i loro animi: la bilancia
pendeva, ora, dalla loro parte.
Carestia, Guerra e Pestilenza cominciavano ad essere
stanchi: seppur i colpi andati a segno continuavano ad essere pochi, varie
ferite si erano aperte sui loro corpi.
Wraith aveva perso il sangue freddo << Non mi farò
battere dai più scarsi di tutta la ciurma!>>
<< N-noi non sia...siamo i p-più scarsi,
ca...ca-capito?>> balbettò il cannoniere.
Nami scosse la testa << Certo che saresti più
convincente se la smettessi di tremare!>>
<< Mi date sui nervi, piantatela!>> gli ordinò
il Cavaliere.
La rossa rise << Eh, sì...fa questo effetto scoprire di
non essere invincibili come, invece, si era sempre creduto...>>
<< Non riuscirete a sconfiggermi!>> si preparò
ad usare i suoi lacci.
<< Usop, adesso!>>
Il nasone indossò i suoi fidati Goggle << Sono pronto!
Stella di fumo!>>
La biglia si frantumò sul volto di Pestilenza che venne
investito da una fitta nebbia bianca.
<< Maledetti ragazzini!>> lanciò i suoi colpi a
caso.
<< Mi dispiace, ti è andata male!>> lo derise
Chopper e ingoiò una nuova Rumble Ball << Nami, tieniti pronta! Horn
Point!>>
Il Cavaliere non fece in tempo a capire la direzione dalla
quale proveniva il medico: si ritrovò infilzato e imprigionato dalle sue corna.
Sentì spingersi fuori dal fumo, trovò la navigatrice in posizione ad attenderlo
<< Mi raccomando, divertiti all'Inferno!>> fece partire le Clima
Sansetsukon << Tornado Tempo!>>
Pestilenza chiuse d'istinto gli occhi, sentì due colpi, li
riaprì per vedere la sua fine: due uccellini a carica si muovevano avanti e
indietro << Vi farò vedere cosa succede a chi osa prendersi gioco di me!>>con
un rabbia furiosa, staccò le sue carni dalle corna del medico senza badare né
al dolore né al sangue che colava copioso, si avventò sulla cartografa
stringendo forte le mani attorno al suo collo << Morirai per la tua
sfrontatezza, impertinente sgualdrina!>>
Nami, nonostante cominciasse a non sentire più aria
arrivarle ai polmoni, non si scompose << S- sono ve...veramente co-
costernata...m...ma sara..i tu a morire!>>
Senza che il Cavaliere se ne accorse, i lacci legati agli
uccellini avevano già avvolto tutto il suo corpo e il meccanismo del bastone
aveva già iniziato a girare << Che succede?!>>
La ragazza sorrise compiaciuta << Sei finito!>>
Il colpo partì, il corpo del Cavaliere Nero volò per
svariate decine di metri: quando si frantumò a terra, Pestilenza non era più un
problema.
Carestia si rese conto di aver fatto un grosso errore,
sicura di se stessa e dei suoi poteri, non aveva esitato una volta ad accendere
la rabbia nell'animo di quella donna che ostacolava l'appagamento del suo
morboso desiderio. Pensava di essere invincibile, immortale ma così non era e i
numerosi tagli, il sapore ferreo del sangue in bocca e i lividi sparsi per
tutto il corpo ne erano testimoni...ad infierire su di lei solo la sua tanto
odiata nemica, colei che, giurando, aveva detto avrebbe ucciso senza pietà:
Robin.
L'archeologa riprese fiato dopo l'ennesimo scambio di colpi:
nonostante si fossero aperte nuove ferite, sul suo viso era stampato un
sorriso, perché per quanti colpi Morgana le avesse inferto, lei aveva fatto altrettanto.
Rufy e Sanji erano rimasti a guardare, consapevoli del
desiderio di vendetta che albergava nel cuore della loro compagna.
<< E' giunta l'ora che tu esca di scena,
Morgana!>> le intimò la mora con disprezzo.
Il capitano si rese presto conto, però, che la cow-girl
cominciava a farsi prendere un po' troppo la mano << Ehi, guarda che tu
rappresenti l'altruismo come me! Quindi non fare l'egoista...lasciane un po'
anche a noi!>>
La donna capì: accecata dall'odio e dall'ira pensava
unicamente alla sua vendetta...no, lei non era così...lei non era come Morgana!
Carestia notò il momento di smarrimento della donna e veloce
come un fulmine le si parò davanti infilzando il suo ventre con uno dei
pugnali.
<<
ROBIN!>> urlò Rufy incredulo.
L'archeologa guardò verso il basso, non mosse ciglio,
strinse con forza la mano del The Terrible fra le sue ed estrasse con forza il
Sai, nemmeno un gemito di dolore dalla sua bocca << Ragazzi, tenetevi
pronti...>> sfidò senza timore le iridi gialle di Morgana << Addio,
puttana! Cent Fleur...>> un centinaio di braccia apparvero in fila sul
terreno << Delfinium!>>
Carestia iniziò a sentirsi tirare da quelle mani, la sua
resistenza fu inutile.
<< Sanji, sei pronto?>> chiese il ragazzo di
gomma al suo compagno.
Il cuoco si accese l'ennesima sigaretta <<
Certamente...diamo il via all'attacco combinato...>>
Il capitano si attaccò con entrambe le mani alla gamba del
biondo che veniva caricata all'indietro, in quel momento il viaggio di Morgana
era arrivato al capolinea: le ultime braccia la lanciarono in aria.
<< Arme de
l'Air Gom Shoot!>> urlò il biondo.
Rufy venne catapultato con forza verso la donna, la colpì ad
una velocità assurda: caddero entrambi rovinosamente a terra ma solo Rufy si
rialzò, il Cavaliere Bruno era stato finalmente tolto di mezzo.
Bysshe era fuori di sé << Maledizione...>>
<< Dov'è finita tutta la tua sicurezza,
Guerra?>> gli chiese sarcastico lo spadaccino.
Il rosso recuperò la sua alabarda << Non sarà di certo
un ragazzino, che maneggia tre stuzzicadenti, a battermi! Non farò la fine di
Carestia e di Pestilenza!>>
Si avventò su di lui come una furia ma, ormai, Zoro non lo
temeva più << Persino la tua conoscenza dell'arte della guerra è stata
rimpiazzata dalla tua disperazione...i tuoi attacchi sono lanciati a
caso...sarò proprio io a toglierti di mezzo una volta per tutte! E dovresti
esserne onorato perché sarai ucciso da colui che diventerà il miglior
spadaccino del mondo!>>
<< E' finita l'ora di seguire i sogni, Roronoa, è
giunta quella di morire!>>
<< Sì, ma per te!>> cercò di spostarsi ma non
fece in tempo, la lama del suo avversario gli squarciò un fianco, sorrise
<< Addio, Cavaliere, sei finito! Corna del Toro!>>
In un secondo, il corpo di Guerra venne perforato da otto
stoccate. Cadde sulle ginocchia, si guardò incredulo le ferite sgrondanti di
sangue << N-n...non è possibile...>>
Zoro rimise a riposo la Yunashiri e la Kitetzu <<
Finalmente, è tornata la pace!>> rimise nella sua fodera bianca anche la
Wado Ichimonji e nello stesso momento il Cavaliere Rosso si accasciò a terra
esalando il suo ultimo respiro.
Tre dei Quattro Cavalieri dell'Apocalisse erano stati
battuti, ne rimaneva soltanto uno: Morte, Jacques. Il Cavaliere Bianco era
stato ad assistere alla fine dei suoi "compagni" senza battere
ciglio, senza muovere un solo dito per aiutarli. Ora, con lo stesso sguardo
spento e inespressivo fissava costantemente la ciurma: il labbro si contorse in
un leggero sorriso, si alzò.
Capitolo 34 *** - I JUST DIE IN YOUR ARMS TONIGHT - ***
CAPITOLO 34
CAPITOLO 34
- I JUST DIE IN YOUR
ARMS TONIGHT -
Rufy guardava con disprezzo l’uomo che aveva di fronte
<< Perché sei stato lì a guardare senza muovere un dito?!?>>
Il Cavaliere ignorò la domanda del ragazzo e iniziò a
camminare verso la donna che, con fatica, lottava per rimanere in piedi,
cercando di fermare, almeno un pochino, con le mani il sangue che colava dalla
ferita infertale al ventre da Morgana.
<< Ti ho fatto una domanda!>>
Morte lo guardò di sfuggita << Era giunta la loro
ora...>>
<< Tu sapevi che sarebbero morti?>>
L’uomo portò il suo sguardo sull’archeologa <<
Finalmente ci incontriamo, Nico Robin...>>
La mora cercava disperatamente di tenere gli occhi aperti
mentre la vista, annebbiata, andava e veniva << Il pia-piacere è solo
t...tuo...>> un forte mancamento le fece perdere l'equilibrio, cadde
addosso al Cavaliere finendo fra le sue braccia.
<< ROBIN!>> urlò Nami in pensiero per l’amica.
Morte guardò la donna per un attimo, poi la prese per il
collo e la alzò di qualche centimetro da terra << E' incredibile come le
cose cambino...a Jacques bastava sfiorarti per far sì che il suo corpo provasse
sensazioni indescrivibili...ma io...io non sento niente!>>
Con forza la lanciò di lato facendola sbattere contro il
tronco di un albero, l'archeologa soffocò a stento un grido.
Il ragazzo di gomma ringhiò << Maledetto bastardo! Ti
farò sparire!>> caricò un Gom Gom Pistol pieno di rabbia.
Il Cavaliere sorrise, non si mosse: il pugno si schiantò
contro la sua faccia, non gli fece assolutamente niente.
Il capitano si sentì nuovamente pervaso dal senso
d'impotenza, in quel colpo aveva messo tutta la sua forza << I-io...ti
farò sparire!>>
<< La tua voce lascia trasparire la tua
insicurezza...non sai come fare, Cappello di Paglia, e anche se trovassi il
modo sai che con me sparirebbe anche Jacques...>> strinse la sua mano.
Rufy strinse i denti per la rabbia << Noi abbiamo il
suo permesso!>>
<< Permesso? Ah, lo so...e tu credi che qualche pugno
possa farlo tornare...come hai visto non mi fai assolutamente nulla>>
L' archeologa si riprese << Lui tornerà da me!>>
<< Illudetevi pure quanto volete...Jacques ha capito
di essere un errore, non tornerà!>>
<< Non può essere...>> pronunciò Nami
sconsolata.
<< La realtà è spesso inaccettabile...come l'idea di
dover morire del resto...>>
Zoro lo guardò in tono di sfida << Noi non ti
temiamo!>>
Il Cavaliere sorrise << Lo so...è per questo che
sarete due metri sotto terra ancor prima di esservene resi conto>>
Sanji lo avvertì << Stai attento...eppure hai visto
che fine hanno fatto i tuoi tre compari...anche secondo loro saremmo già dovuti
essere morti e sepolti...ma noi siamo ancora qui e loro...beh, lo puoi vedere
con i tuoi occhi...>>
<< Guerra, Pestilenza e Carestia...sono volute dagli
uomini...erano ottusi nella loro brama proprio come i loro creatori...>>
<< Sei un essere schifoso!>> lo insultò Rufy.
Il Bianco sospirò << La morte prima o poi colpisce
tutti...malvagi...e buoni!>> tirò con forza verso di sé il corpo del
ragazzo di gomma, appena fu abbastanza vicino lo colpì con il bastone
sbalzandolo all'indietro.
Nami si avventò su di lui << Maledetto! Ridacci
Jacques!>> si avventò su di lui cercando di colpirlo con le sue Clima
Tackt combinate, bloccò il bastone con una sola mano.
Morte scosse la testa << Ho già detto che non è
possibile...>> fece leva, la rossa si andò a schiantare contro lo stesso
albero al quale era, ancora, appoggiata la mora.
Il cuoco ringhiò << Pagherai per aver osato toccare
Nami!>> partì con un calcio volante contro di lui.
<< Dovete smetterla di sprecare energie
inutili!>> lo agganciò con la falce, se solo avesse voluto avrebbe potuto
troncargli la gamba di netto, ma si limitò a ferirlo << Basta solo
rassegnarsi...>>
Sentì un colpo alla schiena, si guardò il petto: la Sandai
Kitetzu spuntava leggermente dal suo corpo, nessun liquido uscì dalla ferita.
<< Lascia perdere quel cuoco da strapazzo...chiunque
tocchi Nami deve vedersela con me!>> gli disse Zoro a denti stretti.
Il Bianco alzò le spalle << Amore, amore,
amore...molte persone sono morte seguendo questo sentimento...vuoi, forse,
aggiungerti alla lista?>>
Sorprendendolo, si spinse con forza all'indietro, la spada
trapassò interamente il suo corpo, la mano dello spadaccino era a contatto con la
sua schiena, velocemente lo colpì con una gomitata sul viso: il naso si ruppe,
lo spadaccino fu costretto a mollare la presa.
Il Cavaliere estrasse la spada, la ferita si richiuse
all’istante << Molto interessante questa spada maledetta…>> ne
annusò la lama << …profuma di sangue, profuma di morte!>>
Lo spadaccino cercò di mantenere l’equilibrio sulle gambe
tremanti << Non è possibile!>> scoccò un colpo con la Yunashiri, il
Bianco non fece alcuno sforzo per schivarlo, un’ altra ferita inesistente sul
suo corpo << E’ inutile…non si può uccidere la Morte!>>
Appena pronunciate quelle parole si mosse con una velocità
eccezionale: Zoro riuscì solamente a vedere le sue spade che volavano per aria
e la polvere invadergli gli occhi e sentire il suo odore acre nelle narici, poi
un senso di calore allo stomaco e alle mani su di esso premute…buio.
<< Zoro!>> urlò Nami, si alzò istintivamente a
denti stretti pronta a riversare la sua rabbia sull’unico Cavaliere rimasto,
una mano della mora afferrò il suo braccio e la fermò << Cosa stai
facendo?>>
La cartografa la guardò stranita << Come sarebbe a
dire? Non posso stare qui senza far niente, hai visto anche tu cosa ha
fatto!>>
<< Certo che l’ ho visto! Ma tu cosa vorresti fare? Se
adesso lo attacchi, ti farai ammazzare!>>
<< E allora cosa devo fare? Aspettare che sia lui a
venire qua ad uccidermi?!?>>
<< No…ma non possiamo neanche permetterci di
attaccarlo alla cieca…>>
<< Io salverò Zoro, costi quel che costi…non ho paura
di morire>>
La mora inspirò profondamente << Lo so…ma ha ragione
lui, se non cominciamo a temerlo faremo tutti una brutta fine…>>
<< Che cosa vuoi dire?>>
<< Che non possiamo permetterci di morire, per nessun
motivo!>>
Sanji ringhiò << Maledetto pezzo di merda, solo io
posso permettermi di malmenare la testa di cavolfiore>> si accese una
sigaretta << Quindi, ora, me la pagherai cara!>>
Quello sorrise << Non aspetto altro>>
Il biondo si lanciò su di lui, sfoderò alcuni dei suoi calci
più veloci e potenti: vennero scansati senza troppi problemi, la falce venne
fatta roteare quasi con grazia, due colpi ben assestati andarono a segno, lo
stomaco si chiuse, le gambe si piegarono…era spacciato, il cuoco chiuse gli
occhi aspettando la sua fine: furono attimi infiniti, li riaprì e vide la
giovane renna nel suo Arm Point bloccare con gli zoccoli la falce di Morte, un
tremante Usop mettere mano alla sacca legata al suo fianco, la paura fece sì
che la scelta della biglia da lanciare fosse assolutamente casuale, tirò: una
Stella di Fumo esplose sul viso del Cavaliere che si limitò a piegare
leggermente il collo all’indietro << Stupidi!>>
<< Ragazzi, perché vi siete messi in me…>> il
cuoco non riuscì nemmeno a finire la frase.
Rufy, Nami e Robin non riuscirono a vedere nulla, solo
quando il fumo si diradò videro i loro compagni distesi a terra sgrondanti di
sangue e il Bianco ghignante in piedi, solo poca polvere sul volto e arma e
mani rosse come il fuoco vivo.
Il capitano lo guardò con gli occhi furenti e strinse
convulsamente i pugni << MALEDETTO! Non starò qui a vedere mentre
massacri i miei amici, io non te lo permetterò, HAI CAPITO?>>
<< Ho capito, ho capito…e penso anche di aver trovato
il modo per accontentarti…>>
<< Come?>>
<< Togliendoti di mezzo per primo!>>
<< Staremo a vedere!>>
Lo riempì con una scarica di pugni devastanti, nessun
movimento da parte del Cavaliere << Perché ti ostini a non vedere che la
tua fatica è sprecata?>>
<< Taci!>>
<< Come vuoi…>>
Schivò gli ultimi colpi, lo colpì ripetutamente: col bastone
lo sbalzò colpendogli con forza le gambe, con un calcio lo fece volare in aria
e con la lama affondò nella sua carne: anche il ragazzo di gomma era disteso a
terra fuorigioco.
Robin chiamò il capitano << Rufy…>> ma la sua
voce era poco più di un sussurro, perché potesse sentirla.
<< Non è possibile…non è possibile!>> la rossa
non riusciva più a stare ferma.
Si lanciò su di lui, questa volta l’archeologa non riuscì a
fermarla: non aveva mai visto un furore così nero negli occhi della sua
sorellina.
Ma poco poté quell’ira devastante, bastò un singolo
schiaffo, che schioccò come un tiro di schioppo sulla guancia della rossa, che
la ragazza si ritrovò al suolo in una posizione contorta e con il labbro
spaccato.
Il Cavaliere si girò verso Robin << Curioso il destino,
è? A quanto pare siamo rimasti solo io e te…>>
La donna lo guardò con disprezzo << Destino? Non farmi
ridere! Era la tua intenzione sin dall’inizio…>>
<< Probabile…>>
<< Sei un mostro!>>
<< Jacques te l’aveva detto un paio di volte, se non
mi sbaglio…ma tu non gli volevi credere…>>
Robin si alzò con fatica << Sei un bastardo…io non mi
lascerò uccidere da te!>>
<< Beh…staremo a vedere>>
L’archeologa fece apparire diverse braccia per bloccarlo, il
Bianco le sgusciò via dalle mani come un serpente viscido << Attacco
fallito, Nico Robin!>>
Le si avvicinò fulmineo: con una bastonata nella faccia la
scaraventò a terra, la schiacciò sotto il suo peso e con una crudeltà immane
strinse con violenza la ferita, aperta precedentemente da Carestia, con la sua
mano.
Alla donna scappò un grido di dolore puro che si dipinse nei
suoi bellissimi occhi azzurri, un rivolo di sangue uscì dagli angoli della sua
bocca.
L’altra mano andò a premere sull’altra ferita, quella sulla
spalla sinistra: la mora sentì l’osso incrinarsi sotto la morsa d’acciaio,
cercò di divincolarsi: fu inutile.
La presa scivolò salda lungo il braccio cercando di arrivare
al gomito per spezzarlo, ma qualcosa la fermò: appena la mano del Cavaliere
incontrò col suo palmo la cicatrice, simbolo del suo giuramento con Jacques,
una luce li accecò l’uomo si ritrasse con una smorfia didolore dipinta sul volto, si guardò l’arto
dolorante, del liquido denso e nerastro usciva da un grosso taglio << Che
cosa mi hai fatto, maledetta?!>>
Robin si guardò il braccio incredula, ansimando << Non
lo so…>> non mentiva, non ne aveva la minima idea.
Il viso di Morte, sino a quel momento tranquillo, assunse
un’espressione adirata << Questa me la pagherai cara…è l’ora di toglierti
di mezzo una volta per tutte!>>
Gli occhi della cow-girl incrociarono quelli di Morte, la
vide: la sua fine, così come Jacques le aveva descritto raccontandole del suo
incubo, lei distesa a terra in una pozza di sangue e lui che l’aveva uccisa.
Tremò, in quel momento Nico Robin ebbe paura di morire.
Miguel corse con tutta la forza che aveva nelle gambe, arco
in spalla. Doveva raggiungere i suoi amici: la ferita era dolorosa e profonda,
ma non era morto.
Vide il Cavaliere furioso davanti alla mora, saltò con foga
e si lanciò su di lui urlando, colpendolo in pieno stomaco con tutto il corpo:
caddero a terra.
Il Bianco sembrò infuriarsi ancora di più, per quanto i suoi
occhi gelidi continuassero a rimanere inespressivi << Tu! Cosa ci fai
ancora vivo, ragazzino?>>
<< Hai sbagliato i tuoi calcoli…>>
Morte lo prese per la maglia << Tu…io ti odio…e
t’invidio allo stesso tempo…chi sei?>>
Lo lanciò con violenza a terra.
Nami si rialzò << Il tuo esatto contrario…la
Vita!>>
<< Come sarebbe a dire?>>
<< Tu non sapevi? Jacques ne era a conoscenza e tu
no?>> gli chiese la mora incredula.
<< Maledetto…come hai fatto a nascondermi una cosa del
genere?>> bisbigliò rivolto alla sua parte assopita.
Anche lo spadaccino si rimise in
piedi << Sei stupito?>>
<< Ora si spiegano molte
cose…il fatto che il ragazzino non sia morto per esempio…>>
Sanji si accese una sigaretta
<< Se è per questo anche con noi hai fatto cilecca…>>
<< Sapevo benissimo che non
eravate ancora morti…>>
<< Allora ti sei solo
divertito con noi sino ad ora?>> anche il cecchino si alzò.
Chopper lo guardò con sdegno
<< Come puoi prenderci in giro così?>>
Rufy si mise seduto a gambe
incrociate, raccolse il suo cappello e la spolverò << Io non posso
morire, nessuno di noi può…abbiamo i nostri sogni e ognuno ha le sue promesse
da mantenere…da morti non potremo né realizzare i nostri sogni né mantenere le
nostre promesse…quindi scordatelo, tu non ci ucciderai…saremo noi a
vincere!>>
<< E come pensi di poterlo
fare?>> gli chiese sarcastico.
Rufy diede una nicciolata al
cappello sistemandosi la visiera sugli occhi << Quella cosa nera che esce
dalla tua mano…è il tuo sangue, no? Tutti noi abbiamo qualcosa che va oltre la
Morte, quindi rassegnati perché noi ti distruggeremo!>>
<< E al vostro compagno
Jacques non ci pensi?>>
Il ragazzo non si scompose
<< Non casco nei tuoi vili trucchi…io mi fido di Jacques, lui è forte,
lui è il mio arciere e tornerà nella mia ciurma!>>
Robin si portò una mano alla
bocca << Capitano…>>
Usop esortò i suoi compagni
<< Ragazzi, diamoci dentro!>>
Estrasse, questa volta sicuro,
dalla sacca una Stella Esplosiva << Io ho giurato davanti al capezzale di
mia madre che sarei diventato un coraggioso guerriero di mare, io non
morirò!>>
Scagliò il colpo, un’altra luce,
lo colpì al petto facendolo barcollare.
La renna e la navigatrice si
scagliarono su di lui
<< Questo corno rotto è il
simbolo della mia promessa fatta al Dottore e alla Dottoressa, io diventerò il
dottore migliore del mondo! Io non morirò!>>
<< L’ ho giurato sulla
tomba di mia madre, io disegnerò la cartina dei mari del mondo, io non
morirò!>>
Lo colpirono, altri due fulmini:
uno squarcio si aprì sulla sua guancia e una ferita della stessa forma del
tatuaggio della rossa sulla spalla, cadde a terra.
Sanji lanciò la sigaretta ormai
consumata << A Zeff devo tutto, è lui che mi ha insegnato a combattere
con le gambe, è anche per lui che troverò l’All Blue, io l’ ho promesso! Non
morirò!>>
Un altro lampo, un calcio si
schiantò sul ventre del Cavaliere sbalzando il suo corpo in aria.
<< Io diventerò il miglior
spadaccino del mondo, io batterò Mihawk: l’ ho promesso a lui, l’ ho giurato a
me stesso, l’ ho promesso a Kuina, io non morirò!>> Zoro si preparò, solo
la Wado Ichimonji sfoderata, ormai lo sapeva, solo con quella l’avrebbe ferito.
<< Non mi farò
distruggere!>> tuonò il Cavaliere: la falce ancora in mano, lo colpì al
petto.
Lo spadaccino ghignò << Ora
sei tu che non puoi uccidere me!>>
Lo trapassò con la sua lama.
Rufy corse verso di lui e saltò
col cappello alla mano, gli coprì il volto con esso << Scusami cappellino
mio, ma devo farlo! Io diventerò Re dei Pirati, non morirò!>>
Gli mollò un Gom Gom Pistol sul
muso, un’ ennesima luce accecante, il cappello volò via e lasciò scoperto il
volto tumefatto del Bianco.
Il capitano guardò Miguel
<< Tocca a te, adesso…>>
Il giovane sgranò gli occhi
<< No, non puoi chiedermelo…non posso>>
<< Lo so di chiederti
molto…ma se non lo fai, ci ucciderai tutti quanti!>>
<< Non puoi chiedermi di
uccidere Jacques!>>
L’archeologa gli posò una mano
sulla spalla, prese fiato << Lui non è più Jacques…>>
Nami guardò l’amica <<
Robin…>>
La mora chiuse gli occhi <<
Miguel, ti prego…>>
Il Cavaliere si era rialzato,
ormai inondato dal suo stesso sangue nero, una furia cieca e un odio profondo
animavano per la prima volta i suoi occhi
<< Devi farlo, ORA!>>
gli urlò il capitano.
L’arciere mise mano alla faretra,
toccò una freccia, s’illuminò << Ma cos…?>> gli occhi gli si
riempirono di lacrime “Jacques, perdonami!” Tese l’arco, scagliò.
La camminata furiosa del Bianco
venne fermata, gli occhi sgranati per il dolore: il dardo gli trapassò il
cuore, la punta fuoriuscì dalla sua schiena.
La ciurma non poté credere ai
suoi occhi: dalla ferita non usciva più sangue nero e denso, ma un liquido
vermiglio e a fiotti.
Nami si portò una mano alla bocca
<< Oh, mio Dio…>>
<< Jacques!>>
sussurrò la cow-girl incredula.
Gli occhi avevano ripreso calore,
i capelli erano tornati indaco e da tutti i tagli sul suo corpo colava copioso
sangue rosso vivo.
Il Prete sorrise <<
Cr…credo…di es-essere nei gu…guai…>>
Altro sangue uscì dalla bocca, si
accasciò al suolo.
I ragazzi erano pietrificati…non
potevano crederci, non era possibile.
Robin corse verso di lui, si
inginocchiò al suo fianco, gli prese la testa e l’appoggiò sulle sue ginocchia,
lo abbracciò…sapeva cosa stava per succedere, gli occhi le si riempirono di
lacrime.
Jacques alzò una mano tremante
verso il suo volto, le asciugò le guance con le dita, le sorrise dolcemente
<< Non piangere Pettirosso…doveva andare così…>>
<< Non doveva andare così
proprio per niente>> gli rispose fra i singhiozzi.
<< Non p…puoi cambiare
qu-quel che è suc…cesso>>
<< Lo so…>>
Poi si rivolse al biondino
<< Miguel!>>
Il ragazzino piangeva disperato,
non riuscì neanche a rispondergli
<< Hai fatto la cosa
giusta, non sentirti in colpa>>
<< Ma io ti ho
ucciso!>>
<< Non sono ancora morto,
no?>>
La ciurma sorrise.
<< Scemo!>> lo
insultò la cow-girl.
Lui la guardò dolcemente <<
E..era un po’ c-che non mi in…insultavi così>>
Le lacrime iniziarono a scendere
nuovamente.
<< Basta piangere…promettimelo!>>
<< O..ok…>>
<< Rufy!>> chiamò
poi.
Il capitano lo guardò serissimo
<< Sì?>>
Il Prete lo fisso con occhi
altrettanto seri << Prenditi cura di lei, mi raccomando…non lasciarla
andare via per nessun motivo, hai capito?>>
<< Hai la mia parola! Te lo
giuro! E tu che farai?>>
<< Io?…Noi ci
rin…contreremo…prima o poi…>>
<< Cosa?>> chiese la
mora non capendo.
Jacques si tirò su con fatica, le
accarezzò il viso e le posò un dolce bacio sulle labbra << Ti
amo…>>
Gli occhi si chiusero, la mano si
fece pesante. Robin non riuscì a pronunciare nessuna parola, lo abbracciò, il
peso del corpo la trascinò a terra…aveva promesso, non pianse nemmeno una
lacrima.
La mora sistemò delicatamente la
testa di Jacques sul terreno e si alzò, in silenzio, a capo chino, non guardò
negli occhi nessuno dei suoi compagni, iniziò a camminare in direzione della
nave.
La rossa mosse tremante un passo
e allungò titubante una mano << Robin...>>
Zoro le cinse le spalle e la
fermò << Ha bisogno di stare un po’ da sola…>>
In poco tempo la donna sparì
dalla loro vista.
Il silenzio regnava sovrano,
spezzato ogni tanto dai singhiozzi che Miguel non riusciva a trattenere.
Sanji tirò una profonda boccata
dalla sua sigaretta, guardò il corpo immobile del Prete, si voltò e mosse
alcuni passi.
Rufy lo bloccò << Dove stai
andando?>>
Il cuoco si fermò << A
prendere qualcosa per dargli una degna sepoltura…non vorrai lasciarlo così come
gli altri?>>
<< Degli altri non me ne
frega niente…>>
<< Appunto…allora io
vado…>>
<< No!>>
<< Come sarebbe?>>
Il capitano guardò da sotto il
cappello lo spadaccino
<< Ho capito…>> gli
disse quello.
Sfoderò le sue spade, con un
gesto rapido e apparentemente innocuo si avvicinò ad un albero, appena
rinfoderò le armi il tronco volò e due pezzi di una grossolana croce caddero a
terra
Usop guardò incuriosito il
capitano << Che cosa vuoi fare?>>
<< Noi non lo
seppelliremo…>>
<< Perché?>>
<< Perché ha detto che ci
rincontreremo>>
Nami sorrise guardandolo
teneramente << Io penso si riferisse al momento in cui moriremo anche
noi…>>
<< Non m’importa…>>
prese il primo pezzo di legno e lo conficcò a terra poco distante dalla testa
di Jacques, Zoro prese il secondo e lo mise orizzontalmente leggermente più in
alto della metà.
Sanji allentò il nodo alla
cravatta sbuffando << E va bene…si fa come il capitano dice…>> e
sfilandosela del tutto, legò con un nodo ben stretto i due legni.
<< Allora…questa è nel caso
che avesse ragione Nami…>> Rufy respirò profondamente << …ma se
avessi ragione io, noi ti aspetteremo e troverai sempre il tuo posto nella
nostra ciurma>> si calò il cappello sugli occhi << comunque vada…ci
vediamo!>> gli diede le spalle e fece un gesto di saluto con la mano, si
allontanò.
<< Anch’io ti
aspetterò…ciao>> gli disse Chopper tirando su col naso e seguì il
capitano.
Usop si guardò un po’ attorno
<< Se tutti la mettono su questo piano, ci sto…devi ancora insegnarmi
parecchi trucchi sull’arte del mirare…alla prossima occasione quindi, ci
conto!>> anche lui si avviò verso la nave.
Sanji prese una nuova sigaretta
<< Beh, non posso di certo dire che mi eri il massimo della simpatia: mi
hai portato via la mia dolce dea corvina in un soffio…>> tirò una boccata
di fumo e si portò una mano alla fronte sorridendo << …a parte gli
scherzi…se è davvero come dice Rufy, torna appena puoi: non farlo per noi, non
farlo per te…fallo per Robin, lei ha bisogno di te e, come ho potuto notare in
questo tempo che sei stato qui, tu di lei>> unì indice e medio piegando
mignolo e anulare, con un gesto rapido avvicinò le dita alla fronte e le
allontanò, raggiunse gli altri.
<< Io non so cosa dirti
Jacques…so solo che non puoi lasciare Robin così per la seconda volta, non se
lo merita…>> gli occhi della navigatrice cominciarono a velarsi di
lacrime.
Zoro le si avvicinò e l’abbracciò
teneramente << Non lo farà…tornerà da lei, ora che l’ ha ritrovata dopo
dieci anni non aspetterà di certo che muoia per rivederla…>>
<< Come fai ad esserne
sicuro?>>
Lui sorrise << Lo so…perché
sotto questo punto di vista io e lui siamo uguali>>
La rossa sorrise e accarezzò il
viso dello spadaccino, poi si girò verso Jacques << Allora siamo
d’accordo, se vengo a sapere che scorazzi per il mare senza tornare da Robin,
giuro che mi metto sulle tue tracce e quando ti becco ti riempio di così tanti
calci che li senti anche tu, per non parlare della cospicua somma per i danni
morali che dovrai versare!>>
<< Dopo questo avvertimento
non potrà certo mancare…andiamo, su…>>
La cartografa si avviò
Lo spadaccino diede un ultimo
sguardo all’uomo disteso a terra << Spero di incontrarti di nuovo
Jacques…arrivederci>> seguì la ragazza..
Miguel non riusciva a smettere di
piangere << Cosa devo fare io adesso?>> si sedette e lo abbracciò
<< Come fanno gli altri a dire che tornerai? Non vedono che non ti muovi
e non respiri più? Non sentono che la tua pelle sta diventando fredda?>>
strinse con foga la manica della maglia e pianse ancora << Ed è tutta
colpa mia…>>
Si sentì toccare una spalla, alzò
gli occhi verdi arrossati e incontrò quelli azzurri e spenti della mora.
Il biondino si alzò di botto, si
attaccò alla sua vita in un mare di lacrime, Robin non riuscì a muovere nemmeno
un muscolo per confortarlo, tutte le sue forze erano concentrate nel cercare di
mantenere quella promessa che Jacques era riuscito a strapparle.
Il ragazzino la lasciò libera e
pulendosi il viso con le mani, si avviò verso la barca.
La donna guardò il corpo
dell’uomo senza vita, non riusciva ancora a crederci. Si tolse una mano da
dietro alla schiena, impugnava il suo cappello da cow-boy bianco << Te lo
ricordi questo, vero?>> lo posò sul suo petto << Me lo hai regalato
tu…sai quanto ci sono affezionata…quindi vorrei che me lo riportassi, un giorno
o l’altro…>> respirò << Se non dovesse succedere, tornerò io a
riprendermelo…>> si voltò << …mi mancherai>>
Mentre tornava alla Going Marry
non si voltò nemmeno una volta, perché sapeva che, se l’avrebbe fatto, non
sarebbe riuscita a trattenere le lacrime.
Sulla nave erano quasi terminati
i preparativi per la partenza, il log-pose si era riposizionato in fretta.
Miguel raggiunse titubante il
capitano << Rufy…>>
Il ragazzo di gomma era seduto
sulla polena e fissava la folta foresta nera che ricopriva l’intera isola
<< Dimmi…>>
Il biondo deglutì a vuoto
<< Vorrei chiederti di lasciarmi sulla prossima isola…>>
Rufy si girò di colpo e lo fissò
negli occhi << Cosa?>>
L’altro si sentì mancare il fiato
<< Lo so, una volta entrati in una ciurma di pirati non si dovrebbe mai
abbandonare i propri compagni e il proprio capitano…>>
<< Infatti…>>
Miguel strinse i pugni <<
Non voglio mancarti di rispetto Rufy, non lo farei mai…ma ho bisogno di
crescere, di maturare…di capire chi sono!>>
<< Puoi farlo anche con
noi…>>
<< Vorrei farlo da solo…qui
ogni cosa mi ricorderebb…>>
Il capitano si alzò
interrompendolo << Capisco…rispetto la tua decisione>>
<< Grazie…>>
<< Nami, qual è la nostra
prossima meta?>> chiese il cecchino alla navigatrice.
Quella scorse velocemente le
carte e sbuffò << Non ne ho la minima idea…>>
<< Come sarebbe a
dire?>> la riprese Chopper.
<< Non posso farci
niente…se non lo so, non lo so…lo scopriremo quando ci arriveremo. Robin è
tornata?>>
Zoro le confermò << Sì, l’
ho vista prima…>>
<< Allora possiamo partire,
togli l’ancora…>>
Lo spadaccino ubbidì senza
controbattere.
La Going Marry riprese il mare,
come alla fine di ogni avventura verso una nuova isola ignota. La navigatrice
dava ordini sulla navigazione, cecchino e medico eseguivano, lo spadaccino si
allenava a poppa, il capitano fissava il mare sul suo solito posto a prora, il
cuoco spignattava in cucina
e il giovane arciere preparava le
sue cose: di lì a pochi giorni avrebbe lasciato quella nave e doveva ancora
dirlo agli altri. Ma non c’era la solita enfasi ad animare l’atmosfera: nessun
schiamazzo, nessuna lamentela, nessun litigio, nessun rimprovero, nessun furbo
che cercava di rubare qualcosa dalla cucina, persino gli ordini di Nami non
erano perentori come al solito.
Il dolore e il dispiacere avevano
riempito la nave di un assordante silenzio.
Robin entrò nella stanza con il
cuore e l’anima in pezzi. Chiuse la porta a chiave fregandosene del fatto che
quella era anche la camera di Nami: il labbro morso per il dolore, le lacrime
spingevano sotto le palpebre implorandola di uscire, ma una disumana forza di
volontà riusciva a ricacciarle indietro.
Sul tavolo un fiore e una busta:
sopra c’era scritto “ X ROBIN”, la scrittura era quella di Jacques.
L’ archeologa l’aprì e iniziò a
leggere
“ Ciao Pettirosso,
evitiamo i preamboli inutili,
d’accordo? Certo del fatto che se tu stai leggendo questa lettera vuol dire che
Morte ha avuto la meglio su di me e che è accaduto l’inevitabile.
Lo so, la nostra storia non si
può dire che sia stata delle più idilliache ma quel giorno, quando mi sei
piombata in braccio cadendo dal cielo, sono diventato inconsapevolmente l’uomo
più felice del mondo, con te non ero più solo. Non avrei mai voluto lasciarti
per quei maledetti dieci anni e con una menzogna così deplorevole poi, ormai lo
sai perché l’ ho fatto ma a quanto pare non è servito, anzi ha solo aumentato
il tuo dolore, mi dispiace tanto.
Hai visto, però, come sono stato
bravo? So che odi che si colgano i fiori per cui te ne ho fatto uno con le mie
mani, se non sbaglio gli iris viola sono i tuoi preferiti…so che non hanno il
profumo di quelli veri ma mettila su questo punto, chiudi gli occhi e annusalo:
sentirai il profumo del mio amore per te perché sappilo, Robin, comunque sia
andata questa battaglia e comunque andrà avanti il futuro io ti amerò per
sempre. Qualunque cosa accadrà, dentro di me, so che ti ritroverò…davvero!
Ci rincontreremo Pettirosso
Ti amo
Jacques”
La donna deglutì a fatica
<< Io…i-io non ciriesco…>>
non resistette oltre: scoppiò in un pianto convulso…poi prese l’iris e fece
come il Prete le aveva scritto…lo sentì, il profumo di Jacques e quello del suo
amore per lei.
Affondò la testa fra le braccia:
le lacrime continuavano a cadere.
THE END
Alla fine due parole sono d’obbligo ^_^
Prima di tutto la speranza più ovvia: spero vivamente che
questa storia vi sia piaciuta e che il finale non vi abbia deluso.
Secondo, ma non meno importante, ringrazio di cuore tutti
coloro che hanno letto questa storia e soprattutto chi mi ha sostenuto tramite
le recensioni.
Inoltre volevo ringraziare il mondo della musica (come
avrete notato alcuni capitoli portano proprio il titolo di alcune canzoni) ed i
cantanti che con i loro testi mi hanno ispirato alcuni dei dialoghi dei personaggi
(per i capitoli 28 e 29 ) e mi hanno spesso fatto compagnia durante la
scrittura.
Quindi, con quest’ultimo aggiornamento quasi alla fine del
2006 vi lascio con l’augurio di un buon 2007…che sì, ve lo anticipo già,
porterà una continuazione ^_^