My Valentine di So97LoveEd (/viewuser.php?uid=93595)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Parte 1 ***
Capitolo 2: *** Parte II ***
Capitolo 1 *** Parte 1 ***
My
Valentine
San
Valentino era proprio il giorno adatto per dichiarare il proprio
amore a qualcuno.
E
allora perchè ero così maledettamente agitata?
Perchè le
pubblicità, l'oroscopo, la televisione dicevano che a San
Valentino
sarebbe andato tutto bene e io non riuscivo a darmi pace?
Volevo
dichiararmi al ragazzo più bello del mondo da ormai tempo,
convinta
del fatto che anche lui ricambiasse i miei sentimenti.
Sapevo
che non mi avrebbe respinta o che, se lo avesse fatto, l'avrebbe
fatto con infinita dolcezza e avremmo continuato ad essere amici,
eppure non trovavo il coraggio di andare da lui e parlargli
direttamente.
E
dire che mi ero impegnata tanto, quel San Valentino, per cucinare un
cuore di cioccolata che avesse un sapore per lo meno discreto...
-Avanti
Fine, è il momento giusto. Buttati!-, esclamò la
mia amica Lione,
mentre sedevamo sui gradini della scuola.
Lui
era lì, che chiacchierava amabilmente con i suoi amici e io
a pochi
metri di distanza, con un cuore di cioccolata stretto al petto, il
volto tanto rosso da sembrare un pomodoro e tutta l'insicurezza che
solo io potevo provare.
-Ma
Lione! Come diavolo faccio?! Non posso andare lì in mezzo a
tutti i
suoi amici e dichiararmi!-, esclamai, cercando una via d'uscita.
-Allora
aspetta che si allontanino.-, mi consigliò Lione.
E
io aspettai.
Forse
troppo, perchè suonò la campana di inizio lezione
e non feci in
tempo a dare la cioccolata al ragazzo dei miei sogni.
-Pazienza,
Fine. Riproverai a pranzo.-, mi incoraggiò Lione, mentre
entravamo
in classe.
Annuii,
pensando che forse ce la potevo fare. Bastava mettere da parte la
vergogna e tirare fuori il coraggio, non era poi tanto difficile.
Finalmente
arrivò il momento della pausa pranzo.
Mi
alzai di scatto dal banco, pescando il mio bel cuore di cioccolata
impacchettato dalla cartella.
Corsi
in mensa con le palpitazioni, trascinandomi dietro una Lione basita.
-Vedo
che ti sei finalmente convinta.-, mi disse sorridente, una volta
sedute ad un tavolo solitario in fondo all'enorme mensa.
-Sì,
questa volta non avrò esitazioni. Andrò
lì, gli darò il mio cuore
di cioccolata e gli rivelerò i miei sentimenti.-, risposi,
riprendendo a respirare regolarmente.
Bene.
Eccolo.
Un
passo, un altro, un altro ancora. Era seduto abbastanza vicino, da
solo.
Era
il momento perfetto.
Ma
destino volle che anche questa volta mi andasse tutto in modo
pessimo.
Non
appena mi avvicinai, venni sbalzata via da una folla urlante di
ragazzine, le quali stringevano tra le mani pacchetti colorati e si
accalcavano le une sulle altre per arrivare a LUI. Il ragazzo dei
MIEI sogni. Che diavolo volevano tutte quelle stupide ochette?!
Tornai
delusa e amareggiata a sedermi vicino a Lione, che mi guardò
compassionevole.
Non
me ne andava bene una.
-Vedrai
che la prossima volta andrà meglio...-, sussurrò,
dandomi una
leggera pacca sulla schiena.
La
fissai per momenti che sembrarono infiniti con uno sguardo
indecifrabile.
Poi
le lasciai cadere tra le mani il mio cuore di cioccolata, affranta.
-Mi
arrendo.-, dissi con franchezza, alzandomi in piedi e allontanandomi.
Lione
mi guardò esterrefatta e si mise a gridare, sventolando
davanti agli
occhi curiosi e sorpresi di tutti i presenti il mio cuore di
cioccolata.
-Non
puoi arrenderti così, Fine! C'è ancora una
possibilità! Non serve
a niente fuggire, devi trovare il coraggio di rivelare i tuoi
sentimenti a Bright!
Desiderai
che il pavimento sotto di me si aprisse e mi inghiottisse.
Lione
aveva appena compiuto un atto imperdonabile nei miei confronti e ora
si guardava intorno mortificata.
Tutti,
ma proprio TUTTI, erano completamente in silenzio. E mi fissavano.
Mi
fissava anche Bright e io avrei voluto ammazzare prima Lione e poi me
stessa.
La
scuola intera aveva sentito tutto e capito che ero innamorata di
Bright.
La
mia vita non aveva più nessun senso.
Corsi
via, chiedendomi perchè il karma, il destino o il cosmo o
chissà
quale altra diavoleria mi odiasse così tanto.
_
Sedevo
nel cortile della scuola, la testa nascosta tra le braccia incrociate
sopra le ginocchia.
Non
piangevo, non ero disperata, non avevo il cuore infranto.
Ero
solo in imbarazzo.
Non
avrei mai più avuto il coraggio di farmi vedere da nessuno
in quella
dannata scuola. E soprattutto avrei torturato Lione fino alla morte.
Chissà
cos'aveva pensato Bright di me!
Quello
era certamente il peggior S. Valentino che si fosse mai visto.
-Ehi,
imbranata.-, una voce maschile mi arrivò fastidiosamente
alle
orecchie.
Era
Shade, il mio stupidissimo amico Shade.
Quel
giorno mi ero completamente scordata di lui.
Lo
ignorai, continuando a tenere la testa nascosta tra le braccia.
-Che
fai, piangi?-, mi domandò con un pizzico di ironia nella
voce,
sedendosi al mio fianco.
Alzai
la testa di scatto, dimostrandogli che non piangevo, non avrei mai e
poi mai pianto in sua presenza.
-Ah,
mi sembrava strano!-, esclamò, per poi mettersi a ridere.
Stava
forse cercando di tirarmi su di morale? Perchè in fondo ci
stava
riuscendo..
Abozzai
un sorriso, che lui ricambiò.
-Ma
Fine, non me lo sarei mai aspettato da te! Quell'infemminato di
Bright!-, disse all'improvviso, facendomi tornare in mente le mie
sventure.
Avvampai
dall'imbarazzo, capendo che anche lui aveva assistito alla scena
della mensa.
-Cosa
c'è? Non ti va a genio che mi piaccia uno come Bright?-,
domandai,
fingendo che le cose stessero andando perfettamente, che in mensa non
fosse accaduto nulla.
-Ma
cosa dici? Puoi uscire con chi ti pare, anche se penso che
probabilmente, dopo la bella figura che hai fatto prima, Bright non
vorrà mai uscire con te.-, mi rispose, facendomi la
linguaccia.
Le
sue parole però mi fecero male.
“Non
vorrà mai uscire con te”
I
miei occhi si riempirono di lacrime.
No!
Non dovevo piangere...
Shade
se ne accorse e cercò di correre ai ripari.
-Oh
avanti, la Terra è piena di ragazzi! Ne troverai certamente
qualcun
altro... Per il prossimo S. Valentino...-, ecco, aveva cercato di
usare tatto, ma non era il suo forte.
Era
così buffo.
Non
mi ero mai accorta di questo suo lato.
Scoppiai
a ridere, cercando di godermi quel momento con lui e di dimenticare
Bright almeno per un po'.
-Oh
ma certo, hai proprio ragione. Chissà se entro l'anno
prossimo mi
sarò trovata qualcun altro da perseguitare per regalargli
cuori di
cioccolata...-, dissi malinconica e Shade circondò le mie
spalle con
il suo braccio, come per infondermi coraggio.
Quel
contatto mi lasciò un sapore amaro in bocca, volevo
piangere, non
m'importava che Shade mi vedesse.
Così
lasciai che le lacrime uscissero da sole e mi rifugiai tra le sue
braccia, mentre lui mi stringeva a sé.
-Su,
Fine, andrà bene, te lo prometto.-, mi sussurrò
con dolcezza
all'orecchio, mentre io ascoltavo i battiti del suo cuore, la testa
premuta al suo petto.
Come
mai il suo cuore batteva così forte?
Sollevai
lo sguardo e incontrai i suoi occhi.
Erano
così belli, intensi, pieni di sentimenti.
Per
un momento mi domandai se per caso quello
era amore.
Restammo
in silenzio per momenti interminabili, momenti che speravo potessero
durare per sempre.
Granato
nel cobalto.
-E
poi... Non è ancora detto che Bright non ricambi i tuoi
sentimenti.
Gliel'hai mai chiesto?-, domandò Shade, distogliendo lo
sguardo dal
mio e allontanandomi gentilmente.
Avrei
potuto scommettere che in quel momento, nei suoi occhi era cambiato
qualcosa. Adesso c'era... Dolore?
-Hai
ragione... E' inutile stare qui a piangersi addosso. Devo sapere se
prova ciò che provo io.-, dissi determinata, alzandomi in
piedi e
strofinandomi gli occhi per asciugarli.
-Brava.
È così che si fa.-, mi sorrise gentilmente e poi
si allontanò, le
mani in tasca e lo sguardo alto verso il cielo.
Chissà
a cosa pensava?
Lo
guardai allontanarsi e mi diedi della stupida, per aver immaginato
anche solo per un secondo di poter amare Shade.
Ora
dovevo solo pensare a dichiararmi decentemente a Bright.
Forse
non era ancora tutto perduto.
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Capitolo 2 *** Parte II ***
My
Valentine - Parte 2
Le
lezioni pomeridiane però erano appena cominciate,
perciò avrei
dovuto aspettarne la fine.
Quando
fui finalmente libera da quella tortura chiamata scuola, uscii
insieme a tutti gli altri da scuola e mi misi ad aspettare vicino al
cancello.
Sapevo
che Bright se la prendeva sempre comoda e probabilmente adesso era
ancora nella sua classe a riordinare la cartella.
Finalmente,
lo vidi arrivare, camminando al fianco della sorella Altezza.
-Bright...
Posso parlarti?-, gli domandai con un filo di voce, andandogli
incontro.
Altezza
mi guardò stranita, probabilmente chiedendosi dove trovavo
il
coraggio di parlare a suo fratello dopo la figuraccia fatta in
mensa.
-Ma
certo.-, mi rispose lui tranquillamente, accennando un lieve sorriso.
-Altezza,
tu inizia ad andare, puoi portare questi con te?-, domandò
poi alla
sorella, porgendole un sacchetto pieno di scatole di cioccolata.
Chissà
che fine aveva fatto la mia?
Quando
finalmente restammo soli, io e Bright ci incamminammo a passo lento,
senza una meta precisa.
Dopo
momenti di imbarazzante silenzio, lui prese la parola.
-Allora
di cosa volevi parlarmi?-, domandò, gentile come sempre.
Forse
anche troppo.
-Ci
tenevo a chiederti scusa per ciò che è successo
oggi in mensa...-,
risposi, avvampando solo al ricordo.
-Oh,
non preoccuparti, non do mai molto peso a queste cose...-, disse lui,
continuando a sorridere.
-Beh,
ecco, avrei voluto dirti ciò che provavo di persona, senza
che Lione
lo gridasse ai quattro venti...-, sussurrai poi, in imbarazzo.
Era
imbarazzo, niente di più. Non provavo esitazione, paura o
chissà
cos'altro. Ero relativamente tranquilla, al punto che arrivai a
chiedermi: “Ma a me importa davvero se Bright ricambia i miei
sentimenti o no?” e di conseguenza: “Ma io provo
davvero qualcosa
per Bright o è stata solo una cotta da ragazzina?”
Ripensai
ai momenti passati con Shade, che mi aveva consolata, ascoltata,
fatta sentire bene. Era quello l'amore?
Che
confusione!
-Non
dire niente, Fine.-, mi interruppe Bright allora.
-Ma
cos...?
-Forse
non te lo aspettavi, ma a me non interessano i cioccolatini che mi
hanno regalato oggi, e tanto meno tutte quelle ragazze. Mi
interessano solo i tuoi veri sentimenti.-, mi disse dolcemente,
fermandosi e guardandomi negli occhi.
Il
sole stava tramontando, dipingendo il cielo di un arancione intenso.
Era
il momento perfetto che sognavo da tempo, eppure non provavo niente.
-Fine,
io ti...-, le labbra di Bright erano sempre più vicine.
-Scusami
Bright!-, esclamai, arretrando e comunicandogli con lo sguardo che
non era quello che volevo. Non era lui che volevo.
Non
gli diedi il tempo di dire niente, perchè fuggii via a gambe
levate.
Corsi
e corsi senza fermarmi neanche una volta: dovevo ritrovarlo.
Ero
convinta che probabilmente stava ancora percorrendo la strada di
ritorno verso casa, però non avevo molto tempo.
-Shade!
Shade!-, gridai più volte, cercandolo con lo sguardo in ogni
angolo
di ogni strada.
Finalmente
lo trovai che apriva il cancello di casa sua.
-Shade!
-Fine,
ma cosa...?-, sembrava stupito di vedermi lì.
-Ecco...
Io...-, avevo il fiatone per la gran corsa.
Mentre
riprendevo a respirare regolarmente, appoggiandomi al suo braccio per
reggermi in piedi, notai che teneva tra le mani il mio cuore di
cioccolata.
-Quello
non è...?-, stavo per chiedergli, ma lui non mi diede il
tempo di
terminare la domanda.
-Sì,
il cuore di cioccolata per Bright. Me l'ha dato Lione,
raccomandandosi di restituirtelo quando ti avrei vista.-, mi
spiegò,
per poi porgermelo.
Lo
guardai imbarazzata.
Non
lo volevo quel dannato cuore di cioccolata che era passato di mano in
mano per tutta la giornata. Di sicuro faceva schifo.
-No,
tienilo. Deve far schifo.. Bright non lo avrebbe mai apprezzato.-,
rifiutai, abbassando lo sguardo.
Ora
sì che ero agitata.
Volevo
ripartire da zero e scoprire se amavo Shade davvero, ma era
così
difficile incominciare.
-Sarebbe
stato un idiota a non apprezzarlo.-, mi disse lui, sorridendomi.
Alzai
lo sguardo. Cosa voleva dire?
-Io
sarei stato felice di riceverlo da una ragazza che ci tiene davvero a
me.-, aggiunse, sempre sorridendo.
-Sì,
ma il sapore lascerebbe a desiderare e la cioccolata non sarebbe
apprezzata davvero.-, risposi, cocciuta.
-No,
perchè è fatto col cuore.-, ribattè
lui.
-Ma
se non è buono non ci si può fare niente!-,
esclamai, facendomi
andare il sangue al cervello. Avevo ragione io, dannazione.
Shade,
andando su tutte le furie come me, scartò il cuore di
cioccolata lì,
davanti a me, e se lo mangiò in due bocconi, mentre io lo
guardavo
basita.
-Delizioso.-,
sentenziò, pulendosi la bocca sporca di cioccolata e
deglutendo a
fatica. La sua faccia però era il contrario di
ciò che aveva appena
detto.
Continuai
a fissarlo basita.
Ma
che diavolo passava in quella testa bacata?
E
così in quel momento ricominciare da zero non mi
sembrò poi tanto
brutto. Anzi.
EPILOGO
-Fine,
allora? Non hai niente da darmi?-, Shade sedeva nel cortile della
scuola.
Era
il quattordici di febbraio.
-No.
Assolutamente niente.-, rispose la ragazza, in piedi davanti a Shade.
-Beh,
io sì.-, disse lui, afferrandola per la divisa e attirandola
a sé.
Fine
cadde come un sacco di patate tra le sua braccia e si
ritrovò
circondata dal calore del suo corpo.
-Di
cosa si tratta?-, domandò lei, incrociando le mani dietro al
suo
collo.
Shade
la baciò dolcemente.
-Di
questo.-, rispose lui semplicemente, soffiando sulle sue labbra.
-Uffa,
ma questo non è un regalo. Non è la prima volta
che mi dai un
bacio...-, si lamentò Fine, mettendo il broncio.
-E
non sarà neanche l'ultima.-, e Shade la baciò di
nuovo.
-Buon
San Valentino, amore.-, le disse poi, mentre lei sorrideva e gli
infilava nella tasca un minuscolo cuore di cioccolata, senza farsi
vedere.
-Anche
a te.-, rispose semplicemente.
Bright
passò di lì in quel momento, a braccetto con Rein.
-Ehi
piccioncini, non avete ancora finito di amoreggiare?-,
domandò con
una punta di ironia, rompendo l'atmosfera magica tra Shade e Fine.
Eh
sì, era passato un anno da quel S. Valentino disastroso e
quante
cose erano cambiate...
Bright
aveva cominciato a frequentare Rein assiduamente, finendo per
innamorarsene. Non se l'era poi tanto presa per il rifiuto di Fine.
Fine
e Shade invece erano ripartiti da zero, costruendo il loro rapporto
mattone dopo mattone.
Fine aveva finalmente trovare qualcuno da amare, qualcuno da amare
davvero,
prima che arrivasse un nuovo San Valentino.
FINE
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