Per un'ora d'amore.

di UltravioletBliss
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** La mia prima volta. ***
Capitolo 2: *** Un singhiozzo, un pugno, un urlo. ***
Capitolo 3: *** Due vite in una. ***
Capitolo 4: *** Ora più che mai. ***
Capitolo 5: *** Scelte. ***



Capitolo 1
*** La mia prima volta. ***


Aurora era seduta sul sellino del suo motorino grigio metallizzato.
Dall'altra parte del vialetto circondato da fiori colorati, l'aspettava Filippo.
Si conoscevano da una vita, ma avevano scoperto di amarsi solo quando lui  andò all'università e non si videro per i nove mesi invernali.
Quando si rincontrano, lei era diversa.
Era cresciuta, non era più la quindicenne frignona che urlava ogni volta che succedeva qualcosa che non le andava bene.
Ed era diventata bella, davvero bella, aveva constatato lui la prima volta che la vide di nuovo. E, quando lei si avvicinò a lui durante quella festa, baciarla non era poi risultato così difficile. 
Si era inebriato del suo profumo, affossando il volto nei capelli nero corvini di lei, che si era scoperta felice di riuscire a vedere qualcos'altro in quella persona che sotto sotto le era sempre piaciuta.
Dal bacio al soddisfarsi a vicenda non passò niente, solo l'attimo di un sospiro e di un sorriso.
Ma la situazione era complicata, troppo complicata. Incasinarsi la vita con una sedicenne, per  un ragazzo di vent'anni che aveva voglia di vivere le proprie emozioni con la libertà che un ventenne voleva avere.
E Aurora sarebbe comunque rimasta uno spirito libero, sicuramente non avrebbe mai voluto essere schiava di una relazione a soli sedici anni.



Così, la situazione era continuata per tutta l'estate senza impegno, cercandosi ogni qualvolta si trovavano nello stesso luogo, inventando oscene scuse sull'uno che si era ubriacato e l'altra che gli doveva reggere la testa mentre si vomitava e viceversa, il tutto per mascherare le proprie assenze.

Un giorno però Aurora lo mise alle strette: 
-Filippo, qua c'è qualcosa che non va.
-Cosa?
-E' tutta l'estate che continuamo così.. E io.. Ecco, ci sto male.
-Ci stai male per cosa? Scusa Aurora, ma non mi pare che tu voglia una relazione seria, insomma, sei uno spirito libero in fin dei conti.
-Forse invece la voglio. 
Filippo non credette alle sue orecchie. Aurora che dicesse di volere una relazione seria con lui. 
-E' settembre, tra poco a me comincerà la scuola e tu tornerai all'Università.. E io voglio avere la garanzia che non è stata un'estate sprecata- continuò lei, nella speranza di persuadere l'intimo amico - e ho deciso che non riuscirò più a dividerti con qualcun'altra.
Lui la guardò, lei ricambiò lo sguardo. Era uno sguardo triste, in fin dei conti Aurora non si aspettava che Filippo l'avrebbe presa tra le braccia e le avrebbe detto che sarebbero stati insieme per sempre. Semplicemente, le sembrava giusto dirglielo, prima che lui la mandasse a quel paese.

Invece non successe niente di ciò che Aurora aveva immaginato. Filippo le accarezzò i capelli, come lui solo sapeva fare, e le sussurrò nell'orecchio pieno di piercing colorati:
-A me sta bene.
-Cosa?- Aurora non credeva alle sue orecchie.
-A me sta bene. Me, te, insieme. In fondo, non cambierebbe nulla da quest'estate. C'eravamo ripromessi che non sarebbe stata una relazione esclusiva, ma in realtà lo è stata, o no?
Filippo la baciò sensualmente, tirandole i capelli legati in una coda. Ma a lei non faceva male. Lei lo amava, anche se in realtà non glielo aveva mai detto. Però i suoi occhi erano umidi. 
Aurora piangeva, perché per la prima si era sentita se stessa con una persona che la ricambiava.
-Non abbandonarmi, ti prego.
-Mai Aurora, mai.









Erano passati due giorni da quella conversazione, e Aurora era lì che aspettava sul suo motorino Filippo.
Chiara e Marta, quando avevano saputo che finalmente lei e Filippo avevano deciso di provare ad instaurare una relazione esclusiva, avevano dato di matto.
-Evvai! Così ora posso dedicarmi a Giulio!
-Chiara, scordatelo.
-Eddai non me la darai una manina? Suuu, sono la tua migliore amica, e a me Giulio fa impazzire!
-Scusa Chiara- intervenne Marta - ma non te lo sei già scopato?
-Sì ma che c'entra, era ubriaco, non conta- protestò Chiara attivando la difensiva.
-E tu Aurora - Marta si girò verso l'amica - neanche una schiacciatina co Filippo?
-Marta!
-Che c'è, è una domanda lecita! Avete giocherellato tutta l'estate su, hai perso la maggior parte della tua castità con lui.
-Ma tu guarda quanto sei maliziosa! Pensi solo a quello cazzo! Comunque no, noi, ecco.. Domani.- Sussurrò Aurora alle amiche.
-Domani?!- Urlarono in coro Marta e Chiara.
-Sì, domani, che c'è di tanto strano? Sono l'unica vergine tra noi, credo che prima o poi debba toccare anche a me.. E se non con Filippo, con chi?- Aurora sorrise, arrossendo.
-Vabbè Aurò, in fin dei conti ti avrà già sverginato con le dita.
-Marta! La pianti?
-Scusa scusa - disse ridendo Marta, mentre osservava la faccia di Aurora diventata lilla.
-Dai ragazze, ora devo andare... Vi chiamo domani! 
-Ok, ciao troia.
-Vi voglio bene anche io. Ciao.

Ed ora si trovava lì, in attesa del suo ragazzo, in attesa della sua prima volta.
Si accese una sigaretta mentre sbatteva le Converse sul sellino, lo faceva sempre quando era agitata.
Si risistemò la magliettà a fiori che lasciava le spalle scoperte per bene, il tutto cercando di non ciccarsi sui jeans chiari.
Poi la porta della villetta di fronte a lei si aprì.
Quando lo vide arrivare, le si illuminarono gli occhi.
Osservò i capelli ricci neri di lui che al chiaro di luna si mimetizzavano con il buio, mentre i suoi denti bianchi che creavano niente poco di meno che la perfezione sul suo viso erano messi in risalto proprio dal buio che li circondava.
-Ciao- salutò lei, sorridendo.
-Ciao a te, scema- sorrise lui, avvicinandosi per darle un bacio a fior di labbra.
-Mmmm, sai di buono, cos'è, ciliegia?
-Sì, è il mio nuovo burrocacao- affermò Aurora, mostrando le labbra carnose.
-Ottima scelta. Ora che ne dici, andiamo a farci un giro?
Aurora sapeva cosa significava rispondere di no, che non voleva farsi un giro. Ma non le importava. Aveva voglia di fare l'amore con Filippo, anche se era la prima volta.
-No, veramente a casa mia non c'è nessuno, che dici, vogliamo andare?- chiese lei, arrossendo.
Filippo la osservò, e notò una luce che brillava nei suoi occhi. Era pronta.
-Sei sicura? chiese lui, un po' agitato.
-Sicurissima.- rispose lei.
-Allora andiamo- Filippo sorrise. Non l'aveva mai messa alle strette. Lui non era più vergine, ma sapeva che lei lo era. E voleva che la sua prima volta fosse speciale, non dietro a una fratta con un tasso alcolico superiore al limite consentito.
-Ti raggiungo con la moto ok? Così lasci il motorino a casa tua.
-Va bene, ma fa attenzione.
-Ok, mammina- disse Filippo strappandole un ennesimo bacio, morso sulle labbra carnose.
-Adoro le tue labbra- sussurrò maliziosamente.
-Aspettiamo di essere a casa dai..- rispose lei sorridendo.


Poco dopo erano a casa di Aurora.
-Vuoi qualcosa da bere?- propose timidamente. Ovviamente non sapeva cosa fare. Solo ora il pensiero di essere inesperta e vergine l'aveva colpita.
-No, grazie..- disse lui, avvicinandosi.
La baciò. Un bacio, due, tre.
La prese in braccio e la portò nella sua camera, mentre continuava a baciarla.
Dolcemente, la posò sul letto, mentre le slacciava i jeans diventati troppo ingombranti.
Aurora, guidata da lui, fece lo stesso, mentre Filippo le toglieva la maglietta a fiori, facendola rimanere solo in reggiseno.
Anche lei tolse la maglietta a Filippo, accarezzando il fisico scolpito.
Poi di nuovo, Filippo le tolse il reggiseno, facendola rimanere a seno nudo.
Poi le sfilò le mutandine, mentre lei rendeva lo stesso trattamento ai suoi boxer.
Si trovarono nudi, insieme, sul letto.
Filippo la guardò.
-Aurora, sei davvero sicura?
Aurora riflettè un attimo. Se voleva tirarsi indietro, era quello il momento.
Ma lei non voleva, lei amava lui, tutto il resto non contava nulla.
-Sono sicura.






Ciao a tutti.
Parto con questa nuova fiction, o racconto, come piace chiamarlo a me, nonostante ancora non abbia completato "Naive".. vabbè, purtroppo l'ispirazione c'era e non ho potuto sottometterla.
Allora, inizio col dire che questa storia è particolare, tanto.
Mi viene la pelle d'oca solo al pensare come la svilupperò. 
Questa è semplicemente la storia di una ragazza, che potrebbe essere chiunque di noi, posta davanti a una scelta, in una situazione già abbastanza drammatica.
Recensite per favore. :)
UltravioletBliss
 

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Capitolo 2
*** Un singhiozzo, un pugno, un urlo. ***


Il respiro di Aurora ridivenne naturale, mentre era allungata sotto il lenzuolo del suo letto.
Fare l'amore con Filippo era stata l'emozione più bella che avesse mai provato. In quel momento giaceva vicino a lei, e l'osservava preso dai suoi movimenti.
-Sai che non avevo mai notato il tuo neo sopra le labbra?
-Davvero? Eppure ce l'ho da sempre.
-Ecco, mi serviva fare l'amore con te per accorgermene- sorrise lui, mentre lei scherzosamente gli tirava un buffetto.
-Cretino!
-Hahaha, eddai scherzavo! L'avevo notato prima che ti spogliassi.
Aurora sbuffò, tirando un altro innocuo buffetto verso Filippo.
-Doppiamente cretino!
-Dai non ti arrabbiare amore!
Aurora scattò improvissamente all'indietro.
-Cosa hai detto?
-Di non arrabbiarti.
-No, prima..
-Ahhhhhhhh, beh ho detto la parolina con la a!- rise Filippo, aspettandosi comunque la reazione della ragazza.
Aurora, dal canto suo, aveva voglia di giocare.
-Quindi mi ami, mister 'non voglio relazioni stabili'?- chiese maliziosa.
-Perché tu no?- rispose sorridendo Filippo.
-Mmmm, forse.
-Forse?
-Forse.. Ti amo più di te.
Risero insieme, abbracciandosi e baciandosi completamente vulnerabili, ignari che qualcosa stava per sconvolgere la loro realtà.





-Allora ti chiamo quando arrivo.
Filippo si stava allacciando il casco, in sella alla sua Yamaha rossa.
-Va bene, ma non te lo dimenticare, che sennò sto in pensiero.
-Tranquilla. Ci vediamo domani amore mio.- disse lui, baciando dolcemente Aurora. Quel bacio durò una vita, ma quando si staccarono sembravano ancora non soddisfatti.
-Ciao Filì, a domani- salutò lei, mantenendo comunque quel briciolo di acidità che la distingueva dalle altre ragazze.
Sgasando, Filippo partì, mentre Aurora lo seguiva con lo sguardo, ancora fresca d'amore.


Erano le due. Aurora si svegliò di soprassalto, alzandosi da quelle lenzuole dove poche ore prima aveva consumato il suo primo amore.
Accese la luce, e controllò il cellulare. Nessuna chiamata.
Che fine aveva fatto Filippo?
Sola, decise di uscire per fumare una sigaretta, tanto il paese era piccolo e si conoscevano tutti, non c'era alcun rischio ad uscire a tarda ora.
"Magari passo sotto casa di Filippo" pensò, cacciando l'accendino dalla sacca colorata.
Persa nei suoi pensieri, vide in lontananza una luce arancione e tante macchine intorno. Buttò la sigaretta e, presa dall'ansia, si mise a correre.
La luce era sempre più vicina e lei correva, correva, fino a che non sbattè un piede contro qualcosa.
Un casco.
Il casco.
Iniziando a tremare, si avvicinò alla luce arancione.
Un carro attrezzi stava portando via le lamiere di una macchina. E le lamiere di una moto, rossa.
-NO!- urlò Aurora, correndo in cerca di Filippo.
Non vedendolo, domandò a un dipendente della Croce Rossa, nascosta dal carro attrezzi, se avessero portato un ragazzo moro, riccio, sui vent'anni, in ospedale.
L'infermiere sbiancò e, amareggiato, indicò un punto della strada.
Un lenzuolo bianco copriva qualcosa.
Correndo, Aurora si diresse verso il cipiglio in cui era poggiato e, una volta giunta, lo scoprì.
Un singhiozzo, un pugno, un urlo.
Sembrava che Filippo dormisse, il suo viso era angelico, gli angoli della bocca sminuiti quasi a voler sorridere.
-NO, FILIPPO, NO! SONO QUA, SVEGLIATI TI PREGO, DOBBIAMO ANDARE A CASA, SVEGLIATI!- urlava, non rendendosi conto neanche che il padre di Filippo le si era avvicinato e l'aveva abbracciata, cercando di proteggerla da quella visione.
Tutto in quel momento le sembrò irreale, perché Filippo non poteva essersene andato, no, la stava prendendo in giro, si sarebbe svegliato da un momento all'altro e l'avrebbe spaventata, lo sapeva.
Ma Filippo non si mosse.
Aurora, con il viso completamente dalle lacrime, strinse la sua mano in un gesto automatico.
Quella mano che solo poche ore prima le aveva donato tutto l'amore del mondo, ora era fredda, quasi gelida.
-Filippo...- stremata, iniziò a sussurrare, accasciandosi accanto al corpo morto del suo ragazzo.
-Aurora..- la mamma di Filippo, Clelia, con il viso rosso e gli occhi gonfi, si avvicinò a lei, accarezzandole la testa. Nonostante avesse perso suo figlio, aveva deciso di consolare quella che pensava fosse la fidanzata del suo bambino, mentre era sotto shock.
-Clelia, dimmi che non è vero, dimmi...che dorme...ti prego.
Clelia scoppiò di nuovo a piangere, abbracciando Aurora. Clelia e sua mamma erano molto amiche, e per lei era come una figlia.
-Filippo, io ti amo, non lasciarmi, avevi detto che non mi avresti mai abbandonato...
Ma Filippo non c'era più. L'aveva abbandonata, e per sempre.






Piango.
Sul serio. Per la prima volta non mi interessa di non avere recensioni, sto scrivendo per me, e anche se ovviamente mi fanno piacere le recensioni, non smetterò di scrivere solo perché non ne ho, come fanno molti autori su questo sito.
Scrivere è prima di tutto per se stessi, poi per gli altri.
Comunque piango, e ho la pelle d'oca, nonostante sia una mia creazione.
Spero però, nonostante tutto, che vi piaccia.
Notte.
UltravioletBliss



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Capitolo 3
*** Due vite in una. ***


Erano passati due mesi.
Aurora, accasciata sul libro di matematica, viveva il suo solito stato di apatia, circondata dal nulla.
Tornare a scuola era stato un inferno. I suoi amici avevano letto la notizia che un ragazzo del suo paese era morto in un incidente stradale a settembre, e le chiedevano se lo conoscesse.
Ogni volta i suoi occhi diventavano lucidi.
Tutto era diventato niente, sembrava che la sua vita fosse solo un'insignificante formica in un mondo di umani.
Le uniche con cui riusciva a parlare erano sempre loro, Marta e Chiara.

Il giorno del funerale di Filippo, Aurora, con gli occhiali da sole scuri e il viso rosso, era dovuta uscire dalla chiesa, perché non sopportava l'idea che l'amore della sua vita fosse rinchiuso in una  bara.
E poi tutti quei fiori.. Filippo era allergico al polline, a cosa gli servivano?
"Dovevo esserci anche io con lui. Dovevamo finirla insieme" era l'unico pensierò che riuscì a formulare per due settimane.
Passare poi sul luogo dell'incidente, dove un casco e un mazzo di fiori finti che Aurora detestava e che anche Filippo avrebbe detestato , era uno strazio.

Ma la vita doveva andare avanti, e come tutti i suoi compagni, era tornata a scuola, lasciandosi trascinare da quell'apatia per tutta settembre e ottobre.
Fino all'undici novembre.

Dopo la scuola, era tornata a casa e, in silenzio, come negli ultimi sessanta giorni, aveva mangiato.
Tornando in camera, aveva controllato il calendario, fissando il quattro settembre.
Poi si rese conto.
Due mesi.
Due mesi che Filippo era morto.
Due mesi che la sua vita era finita.
Due mesi che non le tornavano le mestruazioni.

"Oh no, oh no.." si ritrovò a pensare.

-Mamma, io esco.
A Sandra, la madre di Aurora, si illuminarono gli occhi.
-Davvero?
-Sì vado da.. ehm, Marta!
-Brava amore, ti fa bene uscire.. Avvisami se dormi da lei!
-Mamma.
-Ok ok, capito.. a dopo allora tesoro!
Uscendo di casa, Aurora si rese conto di provare per la prima volta dopo due mesi delle sensazioni.
Aveva paura, era eccitata, e.. aveva solo sedici anni.


Seduta sul water del bagno di Marta, Aurora si rigirava il bastoncino rosa tra le mani.
Aveva beuto talmente tanto succo di frutta da scoppiare.
Infilandosi il bastoncino tra le gambe, sapeva di essere arrivata al momento della verità.
I tre minuti seguenti furono i più lunghi della sua vita.
-Ma quanto cazzo ci vuole?
-Aurora, calmati, mancan solo trenta secondi.
-Ho capito, ma qua muoio in questi trenta secondi. Oddio Marta, e se è positivo?
-E' positivo punto. O abortisci, o lo tieni.
Aurora era agitatissima. Dondolava sullo sgabello, mentre quel cazzo di bastoncino rosa significava tutto il suo destino.

-Aurora, sono passati.
Aurora, tremando, prese in mano il bastoncino.
Le venne da svenire.
-Allora???- Marta era impaziente.
-Marta, dentro di me ho il figlio di Filippo.




Ci ho messo tanto, lo so.
Capitolo stupido, ma che serve abbastanza allo scopo della storia.
E ora..INIZIA IL TRAVAGLIOO!
UltravioletBliss

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Capitolo 4
*** Ora più che mai. ***


Chiara stava tranquillamente rollando una canna.
Giulio, con un filtrino in mano, la guardava assorto.
Ormai era dalla morte di Filippo che si frequentavano regolarmente.
 
Chiara ricordava ancora la prima volta che erano usciti dopo la morte di Filippo.
Lei stava già abbastanza male perché la sua migliore aveva perso il ragazzo che amava, e in più, il ragazzo che amava lei, era diventato un soprammobile impolverato.
Un giorno, due settimane dopo l'incidente, lei non ce la fece più. Prese il motorino, e si attaccò al citofono del condominio dove abitava Giulio.
-Chi è?
-Sono Chiara, apri!
Un secondo e, click, il portone si aprì.
Correndo per tre rampe di scale, Chiara trovò la porta di casa di Giulio aperta. Quell'estate c'era stata molte volte, in realtà.
-Giulio, dove sei?
-Sono qui...- una voce flebile si sentì provenire dalla camera del ragazzo.
Chiara si precipitò dentro e guardò: Giulio era allungato sul letto, la barba incolta, i pantaloncini strappati, i capelli arruffati.
-Ciao Giulio..
-Ciao.
Chiara lo fissava, triste.
-Come stai?
-Apparte il fatto che il mio migliore amico è morto, tutto bene, tu?
Chiara colse quell'amara ironia nella risposta di Giulio. Agghiacciante ironia.
-Oh, ti prego..
Fissò il ragazzo di nuovo.
Gli occhi azzurri tristi di lui incrociarono quelli anonimi e scuri di lei.
E i chiari divennero lucidi.
-Mi manca! DIO, QUANTO MI MANCA! Era il mio migliore amico, non può essersene andato, non senza di me. 
-Non è colpa tua..
-Invece sì! La moto, l'abbiamo modificata insieme... Se non fosse stata modificata, sarebbe ancora qui a parlare con me...e con Aurora..
-Giulio!- Chiara prese la sua faccia tra le mani, con tono deciso, per poi ammorbidirsi subito dopo -guardami negli occhi, ora..Non è stata colpa tua..- sussurrò, accarezzando dolcemente le gote rosse del ragazzo.
Giulio di tutta risposta, affondò la testa nel petto di Chiara, sfogandosi con lei.
-Mi manca Chiara, mi manca...Aiutami, ti prego..- si lamentava, singhiozzando.
-Ci sono io, sono venuta per restare, non ti lascerò solo. 
Dopo un tempo indefinito, il ragazzo si alzò.
-Vado a farmi una doccia e poi..usciamo...- disse, strofinandosi gli occhi.
-Certo- rispose la ragazza -ti aspetto qui..

E quello fu il giorno in cui passarono dal sesso all'amore.


Chiara fece due tiri, e passò lo spinello a Giulio.
Quello era il loro C-Day.
Il giorno della cannabis. Non fumavano spesso, ma avevano deciso che una volta al mese si sarebbero divisi una cannetta, allungati sul prato del parco, al tramonto, con in sottofondo la più bella musica reggae di tutti i tempi. E poi, facevano sempre l'amore, strafatti delle loro voglie piuttosto che di innocente erba.
Giulio, abbracciato a Chiara, l'osservava. Una bellezza anonima, che aveva capito di essere anonima, e per ciò con uno stile particolarissimo.
Sembrava uscita direttamente dagli anni '70. Chiara era una vera hippy. Pantaloni larghi, fascia floreale, Converse colorate e magliette svasate: questo quello che si trovava nel guardaroba di Chiara, senza contare gli occhialetti tondin rosa alla John Lennon.
Giulio, in compenso, era il classico ragazzo normale, con un guardaroba normale e dei capelli normali.
Ma si amavano. Si erano sempre sentiti l'una attratta dall'altro, ma era sempre stato solo sesso. 
Poi, quando Chiara fu una delle poche persone che rimase vicino a Giulio dopo la morte di Filippo, era diventato amore.
E, nonostante tutto, stavano bene.
Erano l'uno l'ossigeno dell'altra, e se fossero rimasti da soli si sarebbero autodistrutti.
Erano il risvolto positivo della tragedia.

Triiiin.
-Oh, dimmi!
-Chiara..
-Aurora, che c'è?
-Vieni da Marta.
-Ma sono con Giulio!
-Ti prego, vieni, è importante!
E Aurora riattaccò.
Chiara fissò il display del telefonino. Mah.
-Amore, mi ha chiamato Aurora, devo andare..
-Ma ora dovevamo coccolarci un po'..
-Shh- lo zittì Chiara, stampado un bacio a Giulio - ci vediamo stasera su, ho casa libera. Ciao amore mio!- lo salutò, agitando la mano.
Giulio rimase lì a fissarla. Era bella, come aveva fatto a non accorgersene prima? 
Poi abbassò lo sguardo, triste. C'era voluta la morte del suo migliore amico per farlo svegliare.




-Eccomi! Ma che è successo?- Chiara entrò affannata nella camera di Marta.
-Chiara..Io..- iniziò Aurora.
-Cosa?-
-Sono..incinta.
Chiara si portò la mano alla bocca.
-Cosa? Ma come è possibile, con chi?
-Filippo.
Chiara si portò di nuovo la mano alla bocca.
-Oh cazzo, cazzo! E tu, che vuoi fare?
Aurora fissò l'amica, e scoppiò in lacrime.
Aveva sedici anni, ed era incinta.
Incinta. Sedici anni. Incinta.
Non poteva essere vero..
-Io..Non lo so..- singhiozzò.
"Oh Filippo, se tu fossi ancora con me, troveremmo una soluzione insieme.. Ma tu mi hai abbandonata. Avevi detto che non mi avresti mai abbandonata. Mi manchi, ora più che mai."





Autrice
Ecco, qui sto semplicemente delineando i personaggi della storia, dato che saranno tutti importanti..
Comunque grazie mille a Federica che non mi fa sentire sola mentre scrivo. Ti voglio già bene ;)
Beh, per il resto.. Raccontatemi le vostre opinioni!
Un abbraccio,
UltravioletBliss



 

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Capitolo 5
*** Scelte. ***


La musica rimbombava.
Una voce femminile, sensuale, faceva vibrare tutte le pareti.
Aurora, con un drink in mano e i capelli in disordine, agitava la testa sul cubo della discoteca.
Più sotto, Chiara e Marta la osservavano, non sapendo cosa fare.
-POSSO DOMINARE IL MONDO!
-AURORA PIANTALA! TORNIAMO A CASA!
Giulio la caricò sulle spalle e la portò fuori.
Una volta all'uscita, lei si accasciò per terra.
-Devo vomitare..- disse, prima di chinarsi. Chiara al volo le prese i capelli e le fece allargare le gambe.
-In queste condizioni non possiamo riportarla a casa- intervenne Marta, osservando la scena disgustata.
-Lo so, ma come facciamo? Potrebbe dormire da me, però mi combinerà un macello a casa, ne sono sicura!- 
-Chià, ti prego ti prego.. I tuoi neanche ci sono, suu, per favore..
-Ok, ma ai genitori che diciamo?-
-Prendi il telefono di Aurora e manda un messaggio alla madre, fai finta di essere lei e dille che rimani a dormire da..te perché sei sola a casa e hai paura.
-Ah, ok..- Chiara prese il telefono di Aurora, inviò il messaggio e poi glielo rinfilò in tasca.
-Amore, dormi anche tu con me, vero? Non lasciarmi da sola con l'ubriacona..
-t'ho sntto- biascicò Aurora, tossendo.
-Che?
-T'ho sentito.
-Lo sai che ti amo Aurora su.. Però ora andiamo a casa.
-No, niente casa.. Mamma mi uccide..- Aurora lacrimava. Un secondo dopo scoppiò in lacrime. -Filippo! Filippo! Mi manchiii! Vieni qui, ti prego, torna da meeeeee!
Chiara, Marta e Giulio osservarono la scena, attoniti. Vederla così disperata era un dolore assurdo per tutti e tre.
Poi, l'hippy la tirò su e la ricompose.
-Dai ti prego, andiamo a casa, dormi da me.
-Filippo....
 
La mattina dopo, Aurora si svegliò con un gran mal di testa.
Vicino a lei, Chiara e Giulio dormivano abbracciati. Guardarli le fece provare un senso di nausea. Il ricordo dei suoi momenti di intimità era nitido nella sua mente. Le lacrime salirono come un vulcano in eruzione.
Non solo le lacrime però stavano per eruttare; la ragazza si rigirò nel letto e, afferrando un lembo delle lenzuola, si chinò ai piedi del letto.
"Che schifo" pensò, pulendosi la bocca con il dorso della mano; "Chiara mi ammazzerà".
Proprio in quel momento, l'amica si risvegliò.
-Ma cos'è questa puzza.. Oddio no, Aurora!
L'hippie si alzò in piedi e si diresse verso la cucina. Trenta secondi dopo tornò con un rotolo di scottex in mano e due asciugamani.
-Devi vomitare ancora?
-No tranquilla, sto bene ora..
-Aurora, dobbiamo parlare, subito, quindi alza il culo e vieni in cucina con me.
Chiara strattonò gentilmente l'amica, e, una volta alzatisi, la fece accomodare sulla sua poltrona a dondolo in cucina.
-Ehi, è divertente fare avanti e dietro su questa sedia!
-Non è di questo che dobbiamo parlare Aurò...
-Chiara, sono io quella che sta nella brutta situazione, ti prego..
-Brutta situazione? Aurora, hai sedici anni e sei incinta, in più dovresti crescere questo bambino da sola, senza l'appoggio di un padre e come se non bastasse sei quasi al terzo mese.. Se vuoi abortire tra poco non potrai farlo più.
Aurora fissò un attimo il vuoto.
E si ritrovò nel futuro.
Una bambina dagli occhi nocciola, mora, giocava nel parco. Correva veloce, i lunghi capelli neri ondeggiavano in mezzo al verde..
Un'Aurora più grande, con fare materno, l'osservava da lontano.. 
-Irma! Fai attenzione, potresti cadere!
-Ma mamma! Tutti i bambini stanno correndo!
-puoi correre, ma fai attenzione a non inciampare!
Irma sbuffò, mandandosi indietro la frangetta che nascondeva la bassa fronte e le scure sopracciglia.
-Ok mamma!
Mamma... Quella parola rimbombò nella testa di Aurora, mentre osservava felice la sua splendida creatura.
Poi, la scena sfumò.
Aurora aprì gli occhi, e si ritrovò in una stanza chiusa. Il medico le stava parlando: "ecco, signorina Miconi, ora il feto non è più nel suo ventre".
Aurora, sudata e insanguinata, guardò sotto di lei. Una busta di plastica nascondeva qualcosa di piccolo, molto piccolo.. Irma.
 
 
Aurora, disgustata, aprì di nuovo gli occhi, rivoltandosi verso terra. 
Era incredibile come riuscisse a vomitare nonostante non avesse praticamente più niente da rigettare in corpo.
-Cazzo, non riesco a capire se è post sbronza o nausea mattutina..- commentò Giulio.
-Probabilmente tutte e due- sorrise Chiara, prendendo un rotolone di Scottex per asciugare l'oppera d'arte dell'amica.
Aurora, nel frattemppo, si risistemò i capelli in una disordinata coda.
Poi, ruppe il silenzio.
-Io lo terrò.
-Cosa?
-Lo terrò. Un aborto potrebbe influire sulla mia vita peggio di una gravidanza. Mi assumo le mie responsabilità, e vedrò nascere mio figlio.. con o senza Filippo. Sarebbe dovuta essere una scelta anche sua, e sono sicura che da lì mi..ci proteggerà- concluse, mentre ua lacrima le scendeva delicata sul volto.
Chiara la guardò, poi, sorridendo, scoppiò in lacrime.
-Oh mio Dio, diventerò zia, diventerò zia! Hai davvero tanto coraggio, Aurora.
-La vita è fatta di scelte..Io ho fatto quella giusta, me lo sento.
Giulio aveva osservato la scena in silenzio, prima di andare ad abbracciare l'amica.
-Io.. ti starò vicino. Come tutti.
Aurora strinse Giulio e Chiara in un abbraccio collettivo. Sì, Filippo sarebbe voluto diventare padre. E l'avrebbe aiutata, l'avrebbe protetta, ora più che mai.
-C'è solo una cosa ora..
-Cosa?
-Dirlo a mia madre.
 
 
 
 
 
 
Eccomi qua. Non lapidatemi, ma ho avuto trecentomila cose da fare.
Bene, Aurora lo terrà. 
Questo capitolo lo sento un po' mio perché sono sicura che un aborto ti cambia la vita. Te la peggiora. 
Nasce anche dalla testimonianza di una mia amica rimasta incinta a sedici anni. Ora il suo bambino di quattro anni è la cosa più bella che ha.
Buona lettura ragazze  **
UltravioletBliss

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