Nuovi occhi.

di faberry
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** I capitolo ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Buonasera! Questo è solo il prologo di una storia Faberry, che mi è stata ispirata dal film Loving Annabelle che ad un certo punto cita proprio la frase di Proust della descrizione. Spero vi piaccia :) se è così, lasciate una recensione e continuerò la storia!

DISCLAIMER: non possiedo nessun personaggio, ma la storia è mia; se fosse degli sceneggiatori di glee, il telefilm sarebbe più carino.
Ogni riferimento a cose o persone è puramente casuale.


The real voyage of discovery consists not in seeking new landscapes, but in having new eyes

Rachel l’aveva vista il primo giorno di scuola. Anzi, l’aveva osservata ed ora aveva paura; aveva paura perché per osservarla aveva strizzato gli occhi, come se la stesse giudicando, ma in realtà era solo per vederci meglio.

I capelli tinti, i tatuaggi, il piercing al naso.

Trovava che fosse bellissima nonostante tutto;  sotto quella maschera si vedevano ancora gli occhi verdi e limpidi, quelli che Rachel amava tanto, e che le facevano perdere il senso dell’universo.

Ora Quinn frequentava quelle ragazze inquietanti che fumavano in cortile e che quando ti guardavano sembrava che stessero pianificando il tuo omicidio, che sarebbe ovviamente stato lento e doloroso.

Rachel un po’ odiava quelle ragazze – le toglievano Quinn – ma in realtà era molto gelosa perché, nonostante tutto.. sembravano persone interessanti e diverse da quelle che solitamente frequentava. Sarebbero state per lei aria fresca.

Quinn il primo giorno aveva notato Rachel – aveva notato che stava osservando incuriosita il suo tatuaggio in fondo alla schiena e anche se sembrava che la stesse guardando male, in realtà la ex-bionda sapeva che stava solo strizzando gli occhi per vederci meglio – e l’aveva analizzata nei minimi particolari.

Aveva gli stessi occhi color cioccolato di cui si era innamorata l’anno precedente.

Aveva gli stessi occhi color cioccolato che l’anno precedente l’avevano fatta soffrire come un cane.

Rachel adorava gli occhi di Quinn. Erano splendenti e puri, non dicevano mai bugie. Si ricordava ancora la prima volta che si erano parlate, anni prima. Rachel l’aveva avvicinata con una scusa stupidissima – sapeva benissimo dove si trovava la sua classe – ma vedendola lì, da sola, le era semplicemente venuta voglia di parlarle.

“Ciao, scusami se ti disturbo.. tu sei del primo anno, giusto? Dov’è la tua classe?”

“È laggiù, in fondo al corridoio, sulla destra..”

Parole apparentemente insignificanti, no? Però per Rachel significavano la prima volta che si era persa nei suoi occhi. Appena l’aveva guardata e salutata aveva dovuto abbassare gli occhi perché aveva paura di incantarsi e non capire quello che le stava dicendo. Le aveva tolto il fiato per un secondo e il battito cardiaco era accelerato. La intrigava; aveva voglia di conoscerla, capire che tipo era. Quello sguardo la invitava a parlare ancora, a fare un ultimo tentativo di approccio.

“Ah, grazie. Sai dov’è l’altra prima per caso?”

“Non ne ho idea, penso che sia di sotto..”

“Okay, proverò a cercare. Comunque piacere, mi chiamo Rachel Berry.”

“Piacere, Quinn Fabray.”

Si sorrisero.

“Allora grazie mille per avermi aiutata, Quinn Fabray.”

“Non c’è di che, Rachel Berry.”

Da quel momento Rachel l’aveva vista crescere: quando era diventata cheerleader, era stata la prima a congratularsi. Le aveva mandato un sms, ho saputo che sei capitano delle cheerleader, congratulazioni!, che però non aveva mai avuto risposta.

Aveva iniziato a trovare disegni pornografici su di lei nelle pareti dei bagni della scuola e commenti poco gradevoli sul suo MySpace.  Sapeva chi era il colpevole di tutto ciò, lo sapeva benissimo, eppure non poteva fare niente, per una serie di ragioni che iniziavano dal fatto che Quinn era cheerleader e lei non era niente e finivano con gli occhi di lei che l’avevano stregata.

Quindi prendeva la vita com’era, insulti e tutto, e andava avanti ogni giorno con la speranza di vedere di nuovo  prima o poi il buono negli occhi di Quinn.

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Capitolo 2
*** I capitolo ***


Buongiorno:) Non so quanti giorni sono passati da quando ho aggiornato però spero di non essermi fatta aspettare troppo!
Ecco a voi il capitolo! Sono riuscita a raggiungere 1.048 parole, sono molto fiera di me:') 
Ho anche tentato di mantenere quella cosa dei due punti di vista perchè secondo me così la fanfiction è più completa. Fatemi sapere:)
Le parti scritte in corsivo sono flashback.

DISCLAIMER: 
non possiedo nessun personaggio, ma la storia è mia; se fosse degli sceneggiatori di glee, il telefilm sarebbe più carino.
Ogni riferimento a cose o persone è puramente casuale. (o forse no, ma bisogna scriverlo)



Quinn si trovava in cortile con le Skanks quando si girò al rumore di passi che andavano verso di lei. Si trovò gli occhi di Rachel; la castana la guardava con un’aria che era un misto fra il disperato bisogno e l’amore più puro. Quinn ricambiò lo sguardo: non poteva fare altro davanti a quella ragazza. Era la seconda volta dall’inizio dell’anno che Rachel andava a parlarle nel luogo di ritrovo del suo gruppo: la prima volta le aveva chiesto – l’aveva praticamente pregata – di tornare nel glee club. Lei non aveva detto niente ma, come al solito, non aveva saputo resisterle e, tolto l’orecchino al naso e tinti i capelli del suo colore naturale, era tornata. Ciò però non le aveva impedito di frequentare le Skanks; quelle ragazze sembravano minacciose  ma in realtà lo erano solo esteriormente. La capivano, la stavano ad ascoltare e l’accettavano per com’era. Non avevano mai tentato di cambiarla. Non erano state loro a dirle di tatuarsi Ryan Seacrest in fondo alla schiena – anzi, l’avevano fatta riflettere  sul fatto che un tatuaggio fosse permanente. Lei non era stata ad ascoltarle; loro non si erano arrabbiate e l’avevano lasciata fare senza giudicarla. In più una di queste ragazze era una madre come Quinn ed era la prima volta che qualcuno la capiva completamente, e con lei Quinn poteva sfogarsi del tutto. Con loro si trovava bene. Non le importava che i suoi genitori la riempissero di “quelle ragazze non mi piacciono!” e di “sono pericolose, stai lontana da loro!” (non che le importasse più di tanto di quello che pensavano i suoi genitori, ormai). A Rachel, tuttavia, non sembrava che dispiacessero – anzi, le osservava curiosa, come se la interessassero. Non aveva mai visto delle persone così… fuori dagli schemi. Gli occhi le brillavano – avrebbe voluto conoscerle. Avrebbe voluto passare almeno un po’ di tempo con loro. Ma prima doveva risolvere con Quinn.

“Ciao, Rach.”

“Buongiorno, Quinn. Potremmo parlare in privato?”

Quinn era spaventata di quello che avrebbe potuto dirle. Insomma, era tornata nelle New Directions, era praticamente quella di prima.. cosa voleva di più?

“Puoi parlare davanti a loro.”

La bionda vide una scintilla di rabbia negli occhi di Rachel e questa si avvicinò e la strattonò per un braccio, per portarla in un luogo appartato. Appena aveva toccato Quinn aveva sentito un brivido – come se tutto tornasse al proprio posto dopo un lunghissimo tempo.

“Quinn, devi smettere di evitarmi! Parlami! Guardami!”

Gli occhi di Quinn erano umidi – al contatto con Rachel aveva sentito una scintilla, la passione che le scorreva nelle vene, ma non sembrava che lei se ne fosse accorta, ed era rimasta un po’ delusa, e forse un po’ amareggiata.

“Non so cosa devo dirti..”

“Sai benissimo cosa dovresti dirmi.”

“Mi hai rotto il cuore, Rach. Non è spezzato. È proprio rotto.”

Rachel abbassò lo sguardo, come se stesse cercando qualcosa sul pavimento. Un po’ di colla per sistemare il cuore di Quinn.*

“Lo so. Ti ho già chiesto scusa.. non avrei dovuto farlo.”

“Già. Baciare Finn davanti a tutti alle nazionali non è stato un gran bel gesto.”

“È stato lui a baciare me. Io non avrei mai fatto niente di simile se non fosse stato lui ad iniziare.”

“Bella scusa, Rach. Tu non ti sei certamente tirata indietro.”

Quinn iniziava a sembrare sempre più distrutta – queste conversazioni la distruggevano, i ricordi la distruggevano, Rachel la distruggeva – e l’altra ragazza decise di cambiare discorso.

“Ti ricordi la prima volta che ci siamo baciate, Quinn?”

Ah. Quinn sentì la spina dorsale vibrare a quelle parole.

“Sì.”

“.. tutte le volte che passo in quel parco.. quella panchina sa di te. Sa di noi.”

Chiuse gli occhi. Si ritrovò con il pensiero a tre anni prima, l’inizio del secondo anno.

‘adesso le do il regalo e la bacio’, pensò Rachel, prendendo una scatola incartata dalla borsa.

“Tieni. È una stupidaggine. Non l’ho nemmeno masterizzato io, non sono capace.”

Quinn prese il cd, il suo regalo di compleanno, dalle mani della sua ragazza.

“Che cos’è?”

“Un cd!”

La cheerleader la guardò di traverso.

“Grazie, avevo capito anche da sola! Cosa c’è dentro?”

“.. le nostre canzoni. Le ho registrate io.”

“Mi hai registrato un cd?!”

“Beh, era il minimo per te..”

Quinn la guardò con occhi stupiti ed innamorati. Vide Rachel avvicinarsi sempre di più al suo viso sotto il sole tiepido di inizio giugno.

Rachel si stava avvicinando al viso di Quinn. Vedeva i suoi occhi chiari da così vicino che avrebbe potuto nuotarci. Le lasciò un bacio sulla punta del naso, poi a stampo sulle labbra e poi, eccolo, il loro primo vero bacio.

Era la sensazione migliore che Quinn avesse mai provato. Le tremavano le mani, le farfalle ormai le bucavano lo stomaco perché volevano volare via, il cuore aveva preso il treno e sentiva i capelli di Rachel e la sensazione di libertà fra le dita.

Rachel non pensava che Quinn baciasse così bene. Un’altra cosa da aggiungere alla lista “Cose che Quinn Fabray fa perfettamente”  (questa lista esisteva davvero).

Le loro labbra si staccarono lentamente e in quel momento Quinn si accorse per la prima volta degli occhi di Rachel; non era mai stata particolarmente attratta dagli occhi castani ma i suoi avevano il colore della cioccolata calda d’inverno e le davano un senso di comodità e famiglia. In quel momento si innamorò di lei più di quanto non avesse già fatto.

Rachel vide qualcosa di strano negli occhi di Quinn, una luce calda che la fissava immobile.

“Quinn.. ci sei? È successo qualcosa?”

La bionda sorrise.

“Non è successo niente. Stavo riflettendo.”

“Su cosa?”

“Su quanto io sia fortunata – e quanto tu sia meravigliosa.”

Rimasero a guardarsi e coccolarsi per qualche minuto sotto il sole tiepido di giugno, quello che le aveva accompagnate una fra le braccia dell’altra.

“Buon compleanno, Quinn.”

“Non capisco dove tu voglia arrivare dicendomi ciò.”

“stavamo bene insieme, Quinn.”

“Sì, e poi tu hai rovinato tutto.”

“… ti ho portato una cosa.”

Quinn sembrava sorpresa mentre Rachel prendeva una scatola incartata dalla borsa.

“Che cos’è?”

“È un cd.”

“.. l’hai registrato tu? Per me?”

“Sì, e stavolta l’ho anche masterizzato. Sono migliorata.”

Quinn sorrise e prese il cd dalle mani della ragazza.

Si guardarono.

Quinn non vedeva l’ora di arrivare a casa ed ascoltarlo.

*mentre correggevo questo pezzo, mi è venuta in mente Dumb dei Nirvana, "my heart is broken, but I have some glue". Ascoltatela:)

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