All I want is the taste that your lips allow.

di __Alibi_Echelon92
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Maybe I should let you go. ***
Capitolo 2: *** I wanna be there for her. I've never wanted anything so much in my life. ***
Capitolo 3: *** Say you will. ***
Capitolo 4: *** Give me love like never before, 'cause lately I've been craving more. ***
Capitolo 5: *** Give me the truth. I want the truth from you. ***
Capitolo 6: *** And in this world of loneliness I see your face. ***
Capitolo 7: *** Please don't leave me. You have to stay with me till the end. ***
Capitolo 8: *** Only a miracle can save you today. ***
Capitolo 9: *** There'no room in this Hell. There's no room in the next. ***
Capitolo 10: *** I want you to stay. ***



Capitolo 1
*** Maybe I should let you go. ***


Maybe I should let you go.



-“Shannon penso che noi due dovremmo parlare.” il suo sguardo si fa preoccupato. “Il fatto che tu abbia riconosciuto la bambina non cancella tutti gli errori che hai fatto... Usare nostra figlia non sarà un modo che mi porterà a perdonarti.. Voglio che questo sia chiaro.”

Ma io non sto usando nostra figlia per farmi perdonare.. Ho capito che è quello che voglio davvero..” sta torturando la penna.

Mi fa piacere.. E crescerai la bambina, sei suo padre e nessuno te lo nega.. Ma sai con lei c'è un legame di sangue.. E vedo che la ami.. Ma con me...”

Rita ti prego...”

Mi dispiace Shannon. Ho sofferto troppo, non pensi?”-

 

 

Cammino tra la folla in cerca di una panchina su cui sedermi.

Non appena la vedo da lontano accelero il passo.

Deve essere mia quella panchina.

Faccio lo slalom tra le persone e i bambini e arrivo a destinazione.

Mi seggo e prendo fiato.

“Posso sedermi sulle tue gambe, papà?” guardo la mia piccola Eileen e le sorrido.

“Ma che domande fai amore? Certo che puoi!” la prendo da sotto le ascelle e la alzo facilmente.

La adagio sulle mie ginocchia e le accarezzo dolcemente il viso.

Lei con la sua manina prende un fiocco di zucchero filato e lo mangia.

Non riesco a credere che abbia già quattro anni. Non sembra passato tutto questo tempo eppure..

“Papà ma stasera posso dormire a casa tua?” continua a mangiare lo zucchero filato e mi fissa con i suoi occhioni verdi.

“Dobbiamo chiederlo alla mamma, piccola..” le tolgo un pezzetto di zucchero dalla guanciotta e me lo mangio.

Lei comincia a ridere. La risata dei bimbi mi è sempre piaciuta ma quella di mia figlia è qualcosa di spettacolare.

Le inizio a fare il solletico sul pancino e lei butta indietro la testa e i suoi riccioli castani cominciano a vibrare nell'aria.

Tutto di lei mi ricorda Rita.

Devo dire che nonostante abbia deciso di chiuderla siamo rimasti in buoni rapporti.

Quando la vedo fingo di non soffrire, di non provare più niente nei suoi confronti.

Ma adesso, adesso che è tornata single non so se riuscirò a starle lontano per molto.

Per i primi due anni di vita di Eileen è rimasta libera per dedicarsi del tutto a nostra figlia, poi si è fidanzata con Steven e dopo un anno e mezzo si sono lasciati.

Non so per quale motivo ma adesso non c'è nessuno e io sono il padre di sua figlia.

Io sono l'uomo che ha sempre amato.

Forse dovrei semplicemente lasciarla andare, visto quello che ho combinato e tutto il male che le ho fatto ma mi sono reso conto che non c'è nessuno più importante di lei e di nostra figlia.

“Allora piccola, andiamo a casa? Così chiediamo alla mamma se stasera puoi dormire da me!” Eileen mette il broncio e poi mi guarda.

“Uffi, okay, papi...” quanto è tenera.

L'abbraccio e la riempio di baci.

“Papà! Mi pungi con la barba!” mi urla dandomi dei pugnetti sulle spalle.

Scoppio a ridere per la sua adorabile vocina che stuzzica il mio timpano.

Mi alzo tenendola ancora in braccio e fingendo di farla volare.

“La mia piccola farfallina!” la gente ci guarda sorridendo.

Tutti e due siamo davvero uno spettacolo meraviglioso.

Lei è l'unica cosa giusta che io abbia fatto in questi ultimi anni.

Vorrei poter avere al mio fianco anche Rita.

Tenere tutti e due le manine della nostra piccola mentre passeggiamo al parco.

Ma purtroppo non è così e non so se mai lo sarà.

Metto la mia bimba in macchina mettendole la cintura di sicurezza e poi vado dall'altra parte.

Entro anche io in macchina e metto in moto.

Metto il CD preferito di Eileen, This is war e insieme cantiamo Closer to the edge.

La strada che ci divide da casa di Rita ci permette di goderci tutto l'album e non appena finisce L490 scendiamo dalla macchina.

Busso al citofono ed entro.

“Sei stanca?” chiedo ad Eileen.

Mmm.. Se rimango a casa con mamma si. Se vengo con te no!” mi abbasso sorridendole e la stringo forte a me.

“Ti voglio bene, Eileen.. Lo sai vero?”

“Anche io ti voglio bene, papà!” mi butta le braccine al collo.

La prendo in braccio ed entriamo nell'ascensore.

Non appena usciamo c'è Rita che ci aspetta sulla porta.

“Ehi..” lascio scendere Eileen ed alzo la mano in segno di saluto.

La bimba corre dalla mamma e le salta addosso.

Non so come le abbia spiegato perchè non stiamo insieme e perchè mi debba vedere solo qualche volta a settimana.

Non so cosa le abbia inventato quando con lei viveva Steven.

“Mamma!”

“Piccola mia!” la prende in braccio e comincia ad annusarla tutta. “Ti sei divertita con papà?”

“Tantissimo! Anzi papà ti deve chiedere una cosa!” Rita mi rivolge uno sguardo e incrociando i suoi occhi mi brucia forte il petto.

“Cosa mi devi chiedere?” mi dice tenendo ancora Eileen tra le sue braccia.

“Se Eileen poteva dormire da me stanotte..” fa uno sguardo dispiaciuto.

“Mi dispiace ma stasera devo andare da Giorgia e Jared e Eileen viene con me.”

“Oh... Anche io sarei voluto passare da Jared..Ma dato che la bambina è con te io andrò a casa..”

“Okay..”

“Perchè papà non può venire con noi?” alle parole di Eileen io e Rita ci scambiamo uno sguardo.

“Beh.. Se papà non ha niente di meglio da fare...”

“No, non ho niente da fare... Il mio meglio è davanti ai miei occhi adesso..” dico imbarazzandomi e pentendomi di averlo detto.

“Evviva!” urla Eileen.

Rita la lascia scendere e le dice qualcosa a bassa voce facendola entrare in casa.

“”E' andata a prendere i giochi... Shan..”

“Si lo so.. Questo non significa niente...”

“Veramente ti volevo chiedere se andavamo con la tua macchina..” figura di merda.

“Ah beh.. Certo..” abbozzo un sorriso.

Eileen esce di casa con il suo zainetto pieno di bambole.

“Eccola la mia principessa!” dice Rita sistemandole i capelli. “Possiamo andare.” mi sorride.

È così bella quando sorride.

Così bella da farmi mancare il fiato.

Starei ore e ore a guardarla solo per rifarmi di questi quattro anni passati a vederci solo per le feste importanti.

Più la guardo e più capisco che, lasciandomela scappare, ho fatto l'errore più sbagliato di tutta la mia vita.

Sono stato un totale stupido.

Arriviamo in auto, la'iuto a sistemare Eileen nel sedile posteriore e poi le apro lo sportello.

“Prego.” dico fingendo un inchino.

“Grazie.” mi dice sorridente.

Salgo anche io e partiamo verso casa di Jared e Giorgia.

“Allora che avete fatto oggi?” chiede Rita.

“Papà mi ha portato alle giostre, mi ha comprato lo zucchero filato e ha allontanato un uomo cattivo.”

“Un uomo cattivo?” sento che Rita mi sta guardando.

“Si un tizio che si è avvicinato troppo ad Eileen..”

“Hanno fatto a botte!” urla la piccola.

“Oddio! Ti sei fatto male?” il suo tono è preoccupato.

Questo mi può solo far piacere.

“No, tranquilla! Papà gliele ha date di santa ragione, vero piccola?” do uno sguardo ad Eileen dallo specchietto.

“Proprio così! Papà è il mio supereroe!” ridiamo tutti e tre.

Proprio come una famiglia felice.

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Capitolo 2
*** I wanna be there for her. I've never wanted anything so much in my life. ***


I wanna be there for her.

I've never wanted anything so much in my life.

 

“Eccoci qui!” esclama Rita non appena Giorgia apre la porta.

“Aaaah la mia piccola nipotina! Come stai?!” Giorgia prende in braccio Eileen e la riempie di baci.

“Ciao Giorgia..” dico io sorridendo.

Lei fa una faccia sorpresa e io rimango a fissarla chiedendomi cosa avesse da guardare in quel modo.

“Shannon?!” si scambia uno sguardo con Rita. “Ciao! Non ti aspettavamo...”

“Ma mio fratello è sempre il benvenuto!” arriva anche Jared che mi viene incontro a braccia aperte. “Ciao Bro!” mi abbraccia. “Come stai?”

“Bene Jared, tu?”

“Tutto okay!” si stacca, saluta Rita e poi si rivolge a mia figlia. “E chi abbiamo qui? La bambina più bella del mondo!” Giorgia lascia andare la bambina tra le braccia di Jared che la stritola un po'.

“Ma voi quando fate un bambino?” chiede Rita.

Giorgia e Jared si guardano e scoppiano a ridere.

“Andiamo a mangiare altrimenti si fredda.” dice Giorgia scambiandosi degli strani sguardi con Jared.

Io e Rita ci guardiamo interrogativi e mi sembra di essere tornato indietro nel tempo.

Quando lei era mia e sorridere era più semplice.

Andiamo in cucina e ci sediamo a tavola.

Io e Jared a capotavola, Giorgia alla mia sinistra e alla mia destra Eileen con accanto Rita.

“Allora che ci raccontate? Eileen inizia tu!” dice Jared cominciando a mangiare le verdure che ha nel piatto.

Non capisco come faccia a mangiare solo verdure, non me lo spiegherò mai.

“Oggi sono stata al parco giochi con papà e mi sono divertita tanto.” dice la mia piccolina mentre afferra con le manine una coscetta di pollo.

Le metto un tovagliolo attorno al collo e le sorrido.

“Così non ti sporchi.” le dico all'orecchio.

Mi sento osservato e noto che tutti hanno gli occhi puntati su di me.

“Che sono questi sorrisini ebeti?!”

“Sei così carino da papà!” dice Giorgia prendendo la mano di Jared.

Mi volto verso Rita ma lei non mi guarda.

Sta mangiando e si capisce che è presa dai suoi pensieri.

Continuiamo a mangiare tra chiacchiere e risate finchè Jared non si alza in piedi.

Prende un bicchiere e una posate e comincia a tintinnare per attirare l'attenzione.

“Attention please!” dice alzando la voce.

Non appena vede che tutti abbiamo gli occhi a lui e anche le orecchie prende un bel respiro e guarda Giorgia sorridendo.

“Io e Giorgia dobbiamo darvi una bella notizia!” prende la mano di Giorgia e la invita ad alzarsi accanto a lui.

Rita li fissa con il tipico sguardo di ragazza romanticona e sentimentale.

Io mi limito a fare un'espressione impaziente.

“Allora?!” dico.

“E un attimo, Bro! Ci vuole concentrazione e atmosfera per certe sorprese!” si scambia uno sguardo con sua moglie.

Non ho mai visto mio fratello preso così tanto da qualcuno.

È davvero innamorato.

Almeno lui è riuscito a tenersi stretto la persona che ama.

Io sono un fallito.

Mi volto a guardare la mia piccola Eileen e sono orgoglioso di lei.

In fondo non sono così tanto fallito.

“Eileen avrà un cuginetto o una cuginetta!” dice Jared contentissimo mentre con una mano sfiora la pancia di Giorgia.

“Aaaaah! Finalmente!” urla Rita alzandosi per andarli ad abbracciare.

“Jay sono contentissimo per voi!” mi alzo anche io avvicinandomi lentamente.

Mentre Rita abbraccia Giorgia, io abbraccio Jared e poi ci scambiamo.

“Sei contenta Eileen?” chiede Jared alla mia piccola.

“Ci potrò giocare?”

“Quando sarà un po' più grande si! E poi tu sei la più grande quindi dovrai diventare il suo punto di riferimento come lo è stato tuo papà per me..” io il punto di riferimento di Jared?

Per me è stato lui il mio punto di riferimento.

“Okay zio Jared!” fa di si con la testina e poi lo abbraccia.

Voglio che mia figlia impari ad amare e a non chiudere il suo cuore.

Da questo punto di vista vorrei proprio che prendesse da Rita e non da me che so solo fuggire.

La serata continua come ai vecchi tempi con due sole differenze.

Jared e Giorgia portano la fede al dito e aspettano un bambino, e io e Rita abbiamo una bellissima bimba ma non stiamo più insieme.

Mentre parla con Giorgia io la osservo.

Mi manca toccare la sua pelle, prendere il suo viso tra le mie mani e darle un bacio su quelle meravigliose labbra carnose e rosa.

Tutto di lei mi piace.

Adesso sorride ed è luminosa.

Quando guarda Eileen trasuda amore infinito.

“Allora andiamo a casa?” dico entrando lentamente nella vecchia stanza di Rita.

Eileen dorme come un sasso sul lettone insieme al suo orsacchiotto preferito.

“Non voglio svegliarla... E' così dolce quando dorme..”

“Anche quando non dorme lo è.” puntualizzo.

“Lo so, scemo.” mi da uno schiaffetto sulla spalla e si mette a ridere.

Sembra realmente che tra noi non sia successo niente.

“Sei un padre straordinario, Shannon..” mi dice continuando a guardare Eileen. “La ami davvero tanto e lei ti adora..”

“Lo so.. Anche tu sei una madre straordinaria..”

“A volte ho paura di non riuscirci.. Di non riuscire a crescerla da sola..”

“Rita la stai crescendo benissimo.. Non devi aver paura..” le poggio una mano sulla spalla.

Le la prende con la sua e se la passa delicatamente sul viso.

Il mio cuore sta accelerando i battiti e sento di non potermi trattenere.

“Shan.. Io ho bisogno di te... Lei ha bisogno di te..” si volta verso di me.

Ci guardiamo per non so quanti eterni minuti, in silenzio.

Lei tiene ancora la mia mano, adesso sul suo cuore.

“Mi manchi..” riesco a dire con un filo di voce.

Non posso credere che finalmente stia succedendo quello che ho sempre sognato durante questi 4 anni.

“Shan...” si avvicina e mi abbraccia.

Mi tiene stretto a sé, dandomi piccoli baci sul collo.

Poggio lentamente le mie mani sui suoi fianchi, per poi avvolgerla completamente con le mie braccia.

Respiro il suo profumo e mi sembra di sognare.

Non l'avevo così vicina da una vita.

Non la tenevo tra le mie braccia da troppo tempo.

Chiudo gli occhi e mi godo questo momento.

Comincio a dondolare un po' a destra e poi a sinistra seguendo il ritmo di una qualche canzone che c'è dentro la mia testa.

Rita mi segue senza dire nulla.

Allontano il viso dalla sua spalla e la guardo negli occhi.

“Dio quanto sei bella...”

“Grazie..” mi risponde.

E' cresciuta, adesso è una donna.

Una meravigliosa donna madre di una bambina fantastica.

Mi avvicino lentamente al suo viso.

La vedo chiudere gli occhi in attesa delle mie labbra che toccano le sue.

Mi avvicino a quel paradiso che amo da morire.

L'unico posto in cui vorrei stare per tutta la vita e dovunque ci sia lei con il suo amore.

Sono ad un centimetro dalle sue labbra.

Il suo alito sa di anice.

Respiro profondamente e chiudo gli occhi.

“Mamma, papà!” Eileen è in piedi sul letto che ci guarda con le braccia incrociate. “Perchè non mi avete svegliata?” io e Rita ci stacchiamo imbarazzai.

“Vuoi andare a casa piccola?” le chiedo prendendola in braccio.

“Si.” mette il broncio e appoggia la testina sulla mia spalla.

“E allora andiamo.” dice Rita accarezzandole i capelli e dandole un bacino sulla guancia. “Poi continuiamo il discorso...” mi dice.

“Okay.” sorrido e vado verso il piano di sotto.

Se Rita volesse tornare con me devo stare attento a tutto quello che faccio.

Devo impegnarmi per diventare il padre e il compagno perfetto.

O semplicemente devo impegnarmi ad essere quello giusto.

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Capitolo 3
*** Say you will. ***


Say you will.



“Papà! Papà!” la vocina di Eileen mi sveglia da un sonno profondo.

Apro lentamente gli occhi e me la ritrovo seduta sulla pancia.

“Ehi piccolina...” dico con la voce più roca del solito.

“Che ci fai qui?!” faccio un attimo di mente locale e mi rendo conto di trovarmi a casa di Rita.

“Ehm..”

“Ieri era troppo tardi e quindi ho chiesto a papà se voleva rimanere qui a dormire.. Non sei contenta?” Rita salva la situazione entrando nel salotto.

Mimo un 'grazie' con le labbra e lei mi risponde con un occhiolino.

“Facciamo qualcosa oggi?!”mi chiede mia figlia picchiandomi i piccoli pugni sul petto.

“Non lo so Eileen.. Dobbiamo chiedere alla mamma!” prendo le sue manine tra le mie e mi metto seduto.

Guardo Rita che prepara la colazione e mia figlia che mi sorride mentre batte le mani sulle mie.

È tutto perfetto, tutto come l'ho sempre sognato.

Io e loro insieme nella stessa casa, felici.

“La mamma dice che dato che domani Eileen avrà il suo primo giorno di scuola sia meglio rimanere a casa oggi!”

“Uff..” la mia bimba sbuffa ma senza fare storie.

Rita l'ha educata proprio bene.

“Piccola che ne dici di andare un po' nella tua stanza nel frattempo che io e mamma parliamo?” mi guarda strano e poi fa di si con la testa.

Prende l'orsacchiotto che le ho regalato per il suo quarto compleanno e corre nella sua stanza.

“Perchè non usciamo tutti e tre insieme oggi?”

“Shannon ho già detto di no, per favore non far perdere valore alla mia parola...”

“Non voglio assolutamente fare una cosa del genere.. Solo che mi sarebbe piaciuto passare del tempo insieme..”

“Come una famiglia?”

“Già.. Sbaglio a desiderarlo?” la guardo dritta negli occhi.

La sua espressione si scioglie mostrando un dolce sorriso.

“E' quello che desidero anche io, Shan..”

“Ma..?”

“Non c'è nessun ma.. I desideri possono essere avverati ogni tanto..” mi avvicino ancora di più a lei.

Le prendo la mano e la porto sul cuore.

“Senti come batte?” lei fa di si con la testa.

I suoi occhi cominciano a diventare lucidi e io penso sia arrivato il momento di dirle tutto.

“Durante questi quattro anni lontano da te sono stato davvero male.. All'inizio non capivo il perchè di tutto questo dolore ma con il passare del tempo ogni cosa si metteva al suo posto e io cominciavo a capire quello che mi stava succedendo... Cominciavo ad elaborare tutto quel dolore... Mi mancava la parte migliore di me..” deglutisco per trattenere le lacrime, cosa che Rita non sta facendo. “Ora che siamo qui, di nuovo io.. Io non voglio mandare tutto all'aria.. Voglio viverti, capisci? Voglio essere tuo e voglio che tu sia mia... Mia per sempre...” mi inginocchio non levandole gli occhi di dosso.

La guardo mentre piange e mette una mano davanti la bocca per reprimere i singhiozzi.

“Dimmi che lo vuoi anche tu... Dimmi che lo vuoi almeno quanto lo voglio io...”

“Io...”

“Dimmi 'lo voglio'... Mi basta..” i suoi occhi continuano a lacrimare senza fermarsi.

Questa scena mi riporta a quando ci siamo conosciuti.

Toccava a lei per la foto dei GT e piangeva senza potersi riprendere.

Non appena le rivolsi la parola divenne una valle di lacrime.

Pianse così tanto che non riuscimmo a fare la foto e poi da un momento all'altro venne ad abitare a casa nostra.

Quante volte l'ho vista piangere a causa mia.

Quante volte quelle lacrime hanno ucciso ogni battito del mio cuore.

Quante volte avrei voluto essere lì per consolarla ma non potevo poiché ero io la causa di tutto.

Il suo dolore è sempre stato il mio e questi quattro anni oltre che infiniti sono stati strazianti per me.

L'ultima cosa che voglio è perderla definitivamente.

Non voglio che succeda.

Non sarebbe vita senza lei.

“Mi bastano solo quelle due parole, Rita... Ti prego...” stringo la sua mano tra le mie.

La sua pelle è liscia e morbida.

Improvvisamente tutto quello che abbiamo vissuto insieme mi passa per la testa lasciandomi ricordi dolorosi ma anche felici, come la nascita della piccola Eileen.

E poi penso a quello che avremmo potuto vivere se solo lei non mi avesse lasciato.

Adesso tutto è lontano ma anche vicino, lento ma veloce, buio ma luminoso.

So per certo che adesso questa è la strada giusta da seguire.

Stavo anche per morire per lei e non posso lasciarmela scappare di nuovo.

Non posso permettermelo, non adesso che mi sono reso conto.

“Io ti amo, Rita. Ti amo da quando ti ho vista la prima volta. Ti ho amato quando mi hai lasciato. Ti amavo quando stavi con quel dottorino. Ti amavo anche quando non ti conoscevo... Ma sapevo che saresti arrivata a sconvolgermi la vita rendendola... Migliore..” continua a singhiozzare senza saper dire niente. “E con Eileen.. Mi hai fatto il dono più bello che avresti mai potuto immaginare o comprare in qualche negozio..”

“Shh...” mi poggia un dito sulle labbra. “Eileen è il dono che TU hai fatto a me... Lei è il simbolo di quanto noi ci amiamo...” rimango in ginocchio aspettando quelle parole.

Quelle parole che dette in un altro momento o da qualcun altro avrebbero significato niente.

Prende un bel respiro e si asciuga le lacrime.

“Lo voglio!” mi tira verso di sé facendomi alzare.

L'abbraccio forte respirando il profumo della sua pelle.

“Non posso crederci..” dico più a me stesso che a lei.

La bacio sulle labbra, dolcemente.

Non voglio infrangere quest'attimo di immensa tenerezza, non vivevo un'emozione così intensa da troppo tempo.

“Non c'è altra donna che io vorrei al mio fianco..”

“Dimmi che sarai felice con me...”

“Io sono già felice con te, Rita..”

“Non lasciarmi mai più..”

“Vedi che sei stata tu a lasciarmi!” sdrammatizzo scoppiando a ridere.

“Sempre il solito coglione!” mi da una piccola spinta e va verso il divano. “Eileen, vieni qui!” la bambina spunta dal corridoio saltellando.

“Che c'è mammina?”

“Siediti piccola.. Io e papà dobbiamo dirti una cosa.” Eileen si siede sul divano e incrocia le braccia al petto.

“Allora?” dice con fare dispettoso.

“Ehi piccola, sei impaziente?” le dico avvicinandomi per farle il solletico.

“No, no, no! Mamma ti prego!” si rifugia dietro Rita.

Scoppio a ridere e poi mi seggo sul tavolino.

“Dai vieni qui!” riprende posto sul divano e Rita si siede accanto a me.

“Eileen tu avrai capito che in questi anni io e papà non abbiamo vissuto insieme... Il perchè te lo spiegherò quando sarai più grande.. Per ora voglio dirti che da adesso mamma e papà sono di nuovo una coppia proprio come zio Jared e zia Giorgia..”

“Quindi vuol dire che vi volete di nuovo bene?” io e Rita ci scambiamo uno sguardo d'intesa e sorridiamo.

“In realtà non abbiamo mai smesso di volercene..” rispondo io continuando a guardare la donna della mia vita.

La piccola Eileen si alza e si siede tra di noi.

“Vi voglio bene anche io!” dice dando un bacino prima a Rita e poi a me.

La stringiamo in un dolce abbraccio.

“Voi siete la mia famiglia.. Siete la cosa migliore che mi sia mai capitata...” le abbraccio sentendomi l'uomo più fortunato di tutta la terra.

E adesso eccomi qua, a vivere un nuovo principio.

Questa volta però con le donne che amo al mio fianco.

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Capitolo 4
*** Give me love like never before, 'cause lately I've been craving more. ***


Give me love like never before, 'cause lately I've been craving more.



In macchina son un tipo molto taciturno.

Non amo prendere discorsi, specialmente se sono importanti.

Così mi limito a concentrarmi sulla strada e sui miei pensieri.

Sono con accanto la donna della mia vita che coccola dolcemente nostra figlia.

Tutto quello che riesco a sentire è il mio cuore che batte incessantemente per lei.

Questi 4 anni lontano da lei non hanno fatto altro che far aumentare l'amore per lei e il desiderio di starle vicino, ogni giorno.

Vorrei chiederle di fare di me l'uomo dell'intera sua vita ma ho paura che sia troppo presto per parlarne.

In fondo ci stiamo avvicinando solo adesso.

Non voglio correre, non voglio fare nemmeno un passo falso.

Lo devo fare per Rita e per Eileen.

Noi siamo destinati a stare insieme, ad essere una famiglia.

Se non fosse così Eileen non sarebbe mai arrivata.

“Casa..” dico rallentando davanti al portone. “Ti aiuto.” esco dalla macchina e vado ad aprirle lo sportello.

“Ormai sta diventando pesante.” mi dice uscendo dal veicolo.

Io mi metto a ridere prendendo Eileen dalle sue braccia.

Le comincia a muovere come una pazza.

“Ce le ho addormentate!” si giustifica vedendo il mio sguardo.

“Capita.” le sorrido.

Entriamo nel palazzo e andiamo dritti nell'ascensore.

Si respira un certo imbarazzo tra noi, come se stesse accedendo tutto per la prima volta.

Arriviamo all'appartamento.

Aiuto Rita a mettere il pigiamino ad Eileen e poi le rimbocco le coperte.

“Buonanotte paperetta.” le sussurro dandole un bacio sulla fronte.

“E' davvero fortunata..” mi dice Rita mentre socchiude la porta della stanzetta.

“Perchè?”

“Avrei voluto averlo io un padre come te..”

“Sei cresciuta ugualmente bene.. Anzi dire brillantemente.” sorridiamo.

“Vuoi offerto qualcosa?!” mi chiede poggiandomi una mano sulla spalla per invitarmi ad andare in salotto.

“Oh no.. Grazie.”

“Nemmeno un bicchiere di buonissimo vino rosso?”

“C'è qualche occasione speciale?” mi metto comodo sul divano.

Questa è la seconda volta che entro nell'appartamento di Rita.

È davvero un posto delizioso e si nota che ci abitano donne.

“Mmm.. No. Però a me va!” mi strizza l'occhio e apre uno stipetto per prendere la bottiglia di vino.

Poi da un cassetto prende l'apribottiglie e porta il tutto sul tavolino da caffè che c'è davanti al divano.

“Beviamo dalla bottiglia?!” le chiedo ironico vedendo che non ha preso i bicchieri.

“Ehi! Dammi il tempo! Ho soltanto due mani!”

“Ah, scusa non me ne ero accorto!”

“Coglione!” mi fa una linguaccia e torna indietro per prendere i bicchieri.

“Mi mancavano questi battibecchi.” le dico mentre la guardo tornare con due bicchieri in mano.

“Anche a me. Ecco i bicchieri.” poggia i bicchieri sul tavolino e rimane a fissare la bottiglia. “Cazzo non ti sei nemmeno degnato di stappare la bottiglia!”

“Avrei dovuto?” scoppio a ridere vedendo la sua espressione.

Allungo la mano per prendere la bottiglia e lei fa lo stesso.

Le nostre mani adesso stringono la bottiglia, o meglio quella sua stringe la bottiglia, quella mia stringe la sua.

Alziamo entrambi lo sguardo.

“Che siamo stupidi...” dice lei sorridendo.

“Perchè?”

“Sembriamo come due che non hanno mai avuto una storia.” prendi il cavatappi e me lo passa. “Su! Fai il tuo dovere di uomo.”

“Okay, donna.” lo prendo ed apro la bottiglia.

Verso il vino nei bicchieri e avvicino il mio bicchiere al suo per un brindisi.

“Ad Eileen.. Che cresca bene e che sia felice..” dico.

“Sei così dolce..” beve un sorso di vino.

“Credo sia stata Eileen a farmi diventare così!” bevo anche io. “Buono questo vino.”

“E' italiano.”

continuiamo a bere finchè non ci scoliamo due bottiglie di vino.

Adesso siamo seduti a terra, entrambi senza scarpe. Io a petto nudo e lei in canottiera.

Parliamo di tutto e di niente e per la maggior parte delle cose scoppiamo a ridere.

“Vedi che sei stato tu a provarci con me, sin dal primo momento!”

“Ma non è vero!” mi da uno schiaffo sulla nuca. “Ahi! E va bene eri un bel bocconcino, lo ammetto.” scoppia a ridere e butta indietro la testa poggiandola sul divano.

“Io ti amo ancora Shannon... Cazzo se ti amo. In pratica non ho mai smesso, sai? Tutto il dolore che ho provato non ha fatto altro che trasformarsi in amore nei tuoi confronti.. Sai quante volte mi sono ripromessa di cominciare ad odiarti? Eppure non ci sono mai riuscita.. Mai. Ogni giorno che ho passato senza te al mio fianco è stato tremendo.. E allora guardavo Eileen negli occhi e vedevo te, il nostro amore e il tuo amore per me soprattutto.. in questi quattro anni non ho fatto altro che ripetermi che Eileen avrebbe fatto tornare tutto apposto.. Che lei sarebbe stata quel qualcosa che ci avrebbe tenuto uniti per il resto della vita...” la sto fissando ma lei non se ne accorge perchè ha gli occhi al tetto.

Fa un respiro e sorridendo riparte.

“Adesso non pensare che sia l'alcool a farmi dire queste cose.. Volevo dirtele già da un po'.. E ho pensato che questo fosse il momento giusto..” allungo una mano per accarezzarle il viso.

E proprio adesso che ho l'occasione di raccontarle l'inferno che ho passato senza di lei, la mia testa è vuota.

Posso aprirle il mio cuore e invece tutto quello che riesco a fare è guardarla e accarezzarle il viso.

“Sei il mio angelo...” sussurro. “Il mio bellissimo angelo senza ali.. Sceso dal cielo per amarmi e proteggermi... E adesso ti chiederei anche di sposarmi se non fossimo ubriachi.. Perchè, credimi, è tutto quello che posso desiderare..” mi avvicino poggiando le mie labbra sul suo orecchio.

La sento ridere per il solletico.

“Tutto quello che voglio è il tuo amore.. Dammi amore... Sono sicuro che quello che cerco puoi darmelo solo tu.. Perchè tu sei mia.. Sei la parte che mi rende intero.. E se tu mi darai il tuo amore io non sarò più a metà.. Io non mi sentirò più inadatto o sbagliato..” comincio a darle piccoli baci dietro l'orecchio scendendo sul collo e la spalla.

Velocemente lei si ritira e mette il viso di fronte al mio.

“Che vuoi fare, Leto?” mi chiede con il tipico tono di un ubriaco.

“Mmm...” non mi da nemmeno il tempo di riflettere che mi mette le mani sulle spalle facendo aderire la mia schiena al divano.

Adesso sta cavalcioni su di me e mi guarda con un'espressione divertita.

Si toglie la canottiera rimanendo in reggiseno.

“E se si sveglia la bambina?” le chiedo.

“Ha il sonno pesante!” preme le sue labbra contro le mie.

È vogliosa, violenta, passionale.

Lo capisco da come mi bacia.

La sua lingua non si ferma.

Le sue labbra non si staccano da me.

Poggio le mie mani sulla sua schiena e lei si stacca inarcandola.

“Cazzo! Hai le mani congelate!”

“Scu..” non mi fa nemmeno finire che la sua lingua è di nuovo dentro la mia bocca.

Gioca con i miei capezzoli fino a farli diventare duri.

Comincia a leccarmeli per poi scendere sugli addominali.

Nel frattempo apre la cerniera dei jeans.

Sorride guardando il mio pene eretto dentro i boxer.

Lo lascia uscire e lo prende tra le mani.

“Rita che stai facendo?!”

“Shhh.” apre la bocca e....

“Oddio...” stringo i lembi del tappeto nelle mie mani. “Sono in paradiso...”

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Capitolo 5
*** Give me the truth. I want the truth from you. ***


Give me the truth. I want the truth from you.



Aspetta faccio io!” mi avvicino a Rita e le prendo le buste dalle mani. “Sai che non devi sforzarti!” la rimprovero.

E tu sai che sono incinta e non malata!” sbuffa e si riprende le buste.

Okay però poi non lamentarti se ti fa male la schiena!” le urlo mentre torno verso il suv.”Eileen e Christine andiamo, su!”

Ma che cazzo ci siamo venuti a fare qui?! L'Italia.. Che posto di merda.”

Eileen! Non ti permettere più di parlare in questo modo.. Soprattutto se c'è tua sorella Christine davanti!” rimprovero mia figlia ormai adolescente.

Sedici anni che età tragica.

Papà tranquillo, ormai ci sono abituata!” mi risponde la sorella di appena dodici anni.

Le accarezzo il viso scompigliandole, poi, i capelli.

Vai ad aiutare la mamma!” esce dalla macchina correndo verso la madre. “Mi chiedo perchè tu non sei come lei...”

Perchè voi due siete stati dei genitori assenti..Da quando è nata lei io non sono più esistita per voi.. E appena nascerà l'altro mostriciattolo sarà così anche per lei... Preparatevi..” mi punta i suoi occhioni verdi sul viso. “E adesso me ne andrò nella mia camera e guai a te se vieni a disturbarmi!” mi urla uscendo dalla macchina.

Sbatte lo sportello e va via.

Che ho fatto di male? Volevo soltanto una normale famiglia felice...”

 

“Una famiglia felice... Felice..”

“Shannon ma che hai?! Adesso parli anche nel sonno?!” Rita mi strattona facendomi svegliare di colpo.

“Eh? Cosa? Ah... Stavo sognando...”

“Che sognavi?!” mi guardo intorno.

“Ma quando mi sono addormentato?”

“Dopo aver parlato con Eileen, hai giocato un po' con lei e poi sei crollato..” cerco di ricordare l'esatto momento ma dentro la ma testa è tutto buio.

L'unica cosa che vedo sono quegli occhioni verdi, di cui sono innamorato, che mi guardono pieni di odio.

Quegli stessi occhioni che per ora mi adorano.

“E quindi?! Che stavi sognando?”

“Sognavo che ci trasferivamo in Italia... Tu eri incinta... Del terzo figlio.. Eileen aveva sedici anni e Christine, così si chiamava l'altra figlia ne aveva dodici...” le sue labbra si allargono in un enorme sorriso.

“Ma che cosa splendida!” la guardo con un'espressione triste.

Il suo sorriso si affievolisce e mi mette una mano sulla gamba.

“Che c'è? Forse tu non vuoi altri figli...”

“No! Non è questo... E' che Eileen ci odiava a morte...”

“E perchè mai?”

“Perchè con l'arrivo della seconda figlia si era sentita trascurata...”

“Ah...” abbassa lo sguardo.

Sembra quasi delusa, come se le avessi distrutto un soggno.

“Io non voglio che questo succeda.” le dico mentre le prendo il viso tra le mie mani.

“Non lo voglio nemmeno io.” sorride di nuovo. “E poi è presto per parlare di altri figli!” adesso sorrido anche io.

“Beh si.. Hai ragione!” la bacio dolcemente quando qualcuno bussa alla porta.

“Aspetti qualcuno?” le chiedo mentre che lei si alza per andare a vedere chi è.

Guarda dallo spioncino e poi va indietro come se l'avessero spinta.

“Chi è?” mi alzo di scatto e la affianco.

Le passo un braccio attorno al collo e la stringo vedendo che i suoi occhi si fanno lucidi.

“Rita chi è? Che succede?”

“Shannon vai da Eileen.. Stai con lei e non farla uscire per nessun motivo...” il suo sguardo è abbastanza spaventato, perciò mi avvicino alla porta per vedere chi c'è dall'altra parte.

“NO!” in men che non si dica Rita si trova tra me e la porta. “Per favore Shannon, fai quello che ti ho detto!” una lacrima scende veloce sul suo viso impallidito.

“Okay...” vado nella stanza di Eileen e chiudo la porta dietro le mie spalle. “Piccola.. Dove sei?”

“Sono qui..” Eileen esce da sotto il letto impaurita anche lei.

“Eileen ma che ci fai sotto il letto?!”
“E' l'uomo cattivo...”

“L'uomo cattivo?” alzo il sopracciglio.

“Si..” esce lentamente da sotto il letto e corre ad abbracciare le mie gambe.

“Eileen che sta succedendo?!” la bambina comincia a piangere rendendo tutto più difficile. “Shh. Eileen non piangere.. Papà è qui..” la prendo in braccio e la cullo un po' per farla tranquillizzare.

 

*urla che provengono dall'altra stanza*

 

“Sei una troia, ecco cosa sei!”

“Steven ti prego vai via! Avevi promesso che non saresti ritornato...”

“E tu avevi promesso che non mi avresti mai lasciato!”

“Mi hai picchiata per più di un anno e se non ti avesi lasciato avresti iniziato anche con mia figlia!”

“La figlia di quel bastardo...”

“Adesso Shannon non c'entra niente!”

“Ah no?! Eppure ho visto la sua macchina qua sotto! Dov'è?! Lo hai fatto nascondere?!

 

Non riesco a credere alle mie orecchie.

Quell'animale ha toccato l'amore della mia vita.

Ha fatto del male a Rita e ad Eileen e io non ho fatto niente.

Quando loro avevano bisogno di me, io dov'ero?

“Eileen torna sotto il letto e non ti muovere da lì, okay?!” mia figlia mi fa di si con la testa e dopo avermi dato un bacio corre nel suo rifugio.

Esco dalla stanza con il sangue che bolle dentro le vene.

Arrivo nel salotto e vedo Steven troppo vicino a ciò che amo di più su questa terra.

“Allontanati da lei..” dico a denti stretti.

“No Shannon... Dovevi stare con Eileen...” si mette le mani davanti alla bocca.

“Eccolo qui lo stronzo che mi ha portato via tutto! Tu che l'hai tradita, che le hai detto un sacco di bugie, le hai nascosto un sacco di cose importanti... Tu che sei un totale pezzo di merda me l'hai portata via!” Steven da un calcio al tavolino da caffè che sta davanti al divano.

“Posso averla tradita ma non le ho mai alzato un dito e non mi è mai passato per la testa di farlo!” mi avvicino a lui e gli metto le mani al collo. “Cerca di sparire! Altrimenti non so cosa ti può succedere...”

“Oh che paura. Vediamo che sa fare il verme.” fa di tutto per provocarmi.

So perfettamente che se cedo alle provocazioni per lui è la fine.

“Meglio per te che non mi provochi.” stringo ancora di più la presa attorno alla sua gola.

“Shannon, basta, lascialo. Scommetto che avrà capito che non deve tornare più..” Rita si avvicina allungando le mani verso le mie braccia.

Con un movimento veloce e impercettibile Steven da un pugno in facci a Rita e io mi ritrovo a sbattergli la testa contro il ripiano della cucina.

“Non devi azzardarti più a toccarla!!!! Capito?!” continuo a picchiarlo a sangue.

La sua espressione adesso è spaventata.

Ha gli occhi di fuori e le pupille così dilatate da far diventare neri i suoi occhi verdi.

Lo prendo e porto il suo viso insanguinato vicino al mio.

Sento il mio sguardo infuocarsi.

Gli sputo in faccia e lo strattono per farmi guardare.

“Hai capito?!”

“S-si... Adesso lasciami andare...” lo trascino fino alla porta e poi lo butto fuori con un calcio in culo.

“Guai a te se ti fai vedere ancora!” urla prima di sbattere la porta.

Corro da Rita che sta a terra e cerca di rallentare il sangue che le esce dal naso.

“Perchè non mi hai detto niente?” le chiedo.

“Non volevo farti preoccupare.. Credevo di essere stata chiara...” le tampone delicatamente il naso.

“Sei una stupida....” non mi rendo conto di piangere mentre penso a quello che le ha potuto fare quel mostro.

“Scusa...”

“Non devi scusarti...” le do un bacio sulla fronte e poi la guardo. “Ha toccato anche ad Eileen?”

“Per fortuna no.. Mi mettevo sempre io in mezzo quando ci provava...”

“E tu non mi hai mai chiamato...” sono un po' deluso.

Mi sento distrutto.

Io dovevo essere con loro.

Io dovevo proteggerle.

Se ci fossi stato sin dall'inizio quell'essere non avrebbe nemmeno avuto la lontanissima possibilità di avvicinarsi alle donne della mia vita.

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Capitolo 6
*** And in this world of loneliness I see your face. ***


And in this world of loneliness I see your face.



C'è qualcosa che non va dentro la mia testa.

Mi sento maledettamente in colpa per quello che ha subito Rita.

Non appena chiudo gli occhi vedo la paura sul faccino della mia bambina, nascosta sotto il letto.

Non avrei dovuto permettere che accadesse una cosa del genere.

Non avrei dovuto permettere che un uomo, se così si può definire, toccasse la mia donna.

“Rita...” mi avvicino a Rita che sta lavando i piatti.

“Se vuoi parlare di trasloco e cose varie ti dico già da adesso che saremo noi a venire da te.” mi sorride dolcemente.

“Oh no, non volevo parlare di questo.”

“E allora che c'è?” continua a sorridermi come se non fosse successo niente.

“Ti ha fatto del male?”

“Shannon ti prego..”

“No, Rita... Sei la mia donna e io devo sapere..” chiudo il rubinetto costringendola a smettere di fare i piatti per guardarmi negli occhi e dirmi la verità. “Guardami.” le blocco il polso e lei si volta di scatto.

“Okay, ti dirò tutto...” gli occhi le diventano immediatamente lucidi.

“Ci sono io qui.. Lui non ti farà più del male..”

“C'è qualcosa di realmente cattivo che ha fatto ma non so se sono pronta a dirtelo... Dirlo ad alta voce sarebbe come accettarlo e chiuderlo in un cassettino della mia mente in cui c'è scritto 'cose da dimenticare' e io non voglio dimenticarlo...” mi prende la mano e mi porta verso il tavolo.

Si siede e mi seggo accanto a lei.

“Io vorrei che tu ti sentissi libera di condividere tutto con me...” prende un bel respiro e comincia a parlare.

“Prima era tutto perfetto. Lui adorava Eileen ed Eileen adorava lui. Ci portava in un sacco di posti e ci faceva fare un sacco di viaggi. Un giorno abbiamo avuto un litigio e lui è diventato violento... Ha iniziato rompendo la cornice in cui c'era una nostra foto... Con il passare del tempo diventava sempre più scorbutico e per me era sempre più difficile reggerlo finchè un giorno non scoprii una cosa..” mi prende la mano e la stringe forte con la sua.

“Cosa...?”

“Ho scoperto di essere incinta....” riesco a percepire il battito del mio cuore affievolirsi per poi ricominciare a battere più forte di prima.

“Tu cosa...?”

“Shannon ti prego non arrabbiarti..” comincio a respirare lentamente per mantenere un certo comportamento e per non farla spaventare.

“Volevo tenerglielo nascosto ma poi ho pensato che dovevo dirglielo... Lui mi ha picchiata a sangue...” scoppia a piangere tenendosi la pancia. “Sono andata a finire in ospedale con qualche costola rotta e un lieve trauma cranico ma la notizia più brutta è stata quella di aver perso il bambino...” continua a massaggiarsi la pancia come se sentisse ancora la presenza di quello che sarebbe potuto essere il sangue del suo sangue.

“Rita... Ti è successo tutto questo e non mi hai chiamato nemmeno una cazzo di volta?!”

“Credevo tu ce l'avessi con me per come ti avevo trattato e per come ti avevo lasciato... Non potevo chiam..”

“Non potevi chiamarmi?! Ma che dici?! Secondo te io sono una persona così superficiale?!” si asciuga velocemente le lacrime pronta per accoglierne altre.

“No... Ero impaurita e sola...”

“Io ci sarei stato se solo tu avessi voluto!” mi alzo di colpo sbattendo i pugni sul tavolo.

Comincio a camminare freneticamente per la stanza.

Mi sento ferito e preso in giro.

Nonostante tutto il male che le ho fatto non le ho mai nascosto il fatto che l'amassi come mai nessuno eppure lei non è stata in grado di capirlo.

Non mi ha chiesto aiuto ed ha perso qualcosa che l'avrebbe resa felice come sta facendo la nostra Eileen.

“L'avrei cresciuto come figlio mio... Non ti avrei lasciata sola... Mai... Tu... Tu non hai creduto nel mio amore..” mi passo le mani sul viso cercando di svegliarmi da questo casino di vita.”Non posso crederci...”

“Shannon ti prego...” si alza e mi corre incontro abbracciandomi da dietro.

Mi passa le braccia attorno alla vita e appoggia la testa sulla mia spalla sinistra.

“Scusa... Non pensavo che saremmo arrivati qui... Così...”

“Se lui non fosse venuto oggi tu non mi avresti detto niente...”

“Avrei trovato il coraggio..”

“Promettimi che non mi nasconderai mai niente...” stringo le sue mani e guardo la luna piena che ci sorride dal cielo californiano.

“Mai più... Promesso.” mi fa girare lentamente verso di lei.

Mi ritrovo i suoi grandi occhi castani che mi guardano brillando.

“Posso dirti una cosa?” la mia mano destra sale a sfiorare la sua guancia che diventa rossa al mio tocco.

Chiude leggermente gli occhi e fa di si con la testa.

“Sei bellissima...” premo le mie labbra contro le sue e sento dentro me quello che ho sentito solo quando ho avuto lei tra le mie braccia.

Sento l'amore scorrermi nelle vene.

Caldo, denso, veloce.

Tutto quell'amore che non ho potuto dimostrarle in questi anni che abbiamo passato lontano l'uno dall'altra, adesso è lì che si stacca dalle pareti del mio cuore e va in circolo per tutto il mio corpo.

“E ti amo...” appoggio la mia fronte contro la sua. “Ti amo come non mai. Oggi più di ieri e domani ti amerò più di oggi. Il mio amore crescerà ogni giorno di più. Crescerà insieme a noi e ai nostri sogni.” la stringo. “Non ti lascio più sola nemmeno se mi preghi in ginocchio!” la sento ridere mentre affonda il viso nel mio petto.

“Che buon profumo..”

“Sai che non ne uso..”

“Infatti parlavo del tuo profumo naturale...” guardo l'orologio.

“I cartoni saranno finiti e la piccola starà già dormendo..” la prendo per mano e la porto verso la camera da letto.

“E quindi?” chiede con tono malizioso.

Arriviamo alla camera da letto e chiudo a chiave la porta.

La spingo verso il letto mentre lei mi morde il labbro inferiore e io le infilo le mani sotto la maglietta.

Sento la sua pelle rabbrividire sotto i polpastrelli.

Respiro profondamente ogni suo respiro.

Ripeto perfettamente ogni suo battito.

Disteso su di lei mi muovo lentamente per aumentare il suo piacere.

Mi piace sentirla gemere, mi piace sentire le sue unghia che mi graffiano la schiena.

Adoro l'espressione paradisiaca che ha quando la faccio mia.

Con le mani scruto ogni angolo del suo corpo per me privo di misteri ma ancora ricco di sorprese.

Le lecco il collo facendola infuocare.

Stringe le gambe attorno alla mia vita e inarca la schiena.

Sento di poterle rendere questa notte migliore.

Sento che la mia vita potrà essere migliore dopo questa notte.

Lei mia, così, semplicemente mia.

Bella e mia.

Ed io suo, così, felicemente suo.

Felice e suo.

E tutta la mia vita si racchiude in un'ora d'amore con lei.

E tutta la mia felicità si racchiuda in una vita intera con lei.

E tutto ciò che ho sempre sognato adesso è tra le mie mani.

Lei in corpo ed anima, mi appartiene.

Lei è quella parte di me che ho voluto sempre nascondere.

Lei è quella parte di me che adesso mostrerei anche al primo passante.

Quel pezzo di anima che mi mancava per sentirmi realmente vivo.

“Ti amo...” le sussurro all'orecchio.

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Capitolo 7
*** Please don't leave me. You have to stay with me till the end. ***


Please don't leave me. You have to stay with me till the end.



Sono in macchina con la mia piccola Eileen.

La sto accompagnando al suo primo giorno di scuola.

Eppure mi sembra ieri quando l'ho vista nascere.

“Come stai, piccola?” le chiedo vedendola taciturna.

“Bene papà.”

“Sicura?” continua a guardare fuori dal finestrino. “Eileen...”

“E se gli altri bimbi si comportano male con me?!” questa domanda scaturisce in me un senso di tenerezza assoluta nei confronti di mia figlia.

È impaurita.

“Nessuno si comporterà male con te, piccola mia.. E se succedesse tu lo dici a me che così risolviamo tutto! Tu ricorda sempre di essere te stessa e di essere gentile con gli altri..” le sorrido e le do un piccolo buffetto sulla guancia.

“Sei il papà migliore del mondo!” mi dice allargando un sorrisone.

Fermo la macchina davanti la scuola ed esco per accompagnarla davanti al portone.

“Salve sono Shannon Leto il padre di Eileen.. Per lei questo è il primo giorno.” dico presentandomi alla maestra.

“Buongiorno signor Leto! Non di preoccupi sua figlia è in buone mani! Qui abbiamo il miglior personale di tutta la California!” mi stringe la mano e poi guarda Eileen. “Sei pronta?”

Eileen mi rivolge uno sguardo interrogativo.

Mi abbasso verso di lei e le do un bacio sulla guancia.

Le sistemo lo zainetto sulle spalle e le sorrido.

“Ci vediamo dopo, piccola!”

“Ti voglio bene papà!”

“Anche io te ne voglio!” la guardo entrare e vado via.

Fino a pochi anni fa non avrei mai associato la parola padre con quello che ero.

Non avrei nemmeno associato la parole innamorato e marito.

Eppure adesso sono innamorato, sono padre e tra non molto diventerò anche marito.

Decido di passare un po' di tempo a passeggiare visto la bella giornata.

Mi seggo su una panchina dalla quale posso godermi il panorama della spiaggia e del mare.

Il sole è alto in cielo e fa molto caldo.

Il mio pensiero va a Rita.

Sorrido buttando la testa all'indietro.

“Ehi ma tu sei Shannon Leto!” alzo la testa guardando la persona che ha appena parlato.

“Si, sono io. Ci conosciamo?”

“Tu non mi conosci sicuramente ma io a te si e anche molto bene!” mi porge la mano.

La stringo e sorride.

“Sono Amber.”

“Piacere Amber.” è una ragazza che può avere su per giù l'età di Rita o forse è un po' più grande.

Lunghi capelli biondi e grandi occhi azzurri. Pelle bianca e fisico longilineo.

“Come mai qui?” prende posto accanto a me.

“Mi stavo rilassando un po'..” dico imbarazzato.

“Vuoi?!” mi chiede porgendomi un pacchetto di sigarette.

“Ho smesso, dovresti saperlo.”

“Volevo vedere se riuscivi a dire di no!” scoppia a ridere.

Diavolo tentatore.

Il grillo parlante dentro di me mi dice che devo stare attento.

“Ormai non fa né caldo né freddo.” dico io tornando a guardare il mare.

“Bello, vero?”

“Si.”

“Sei di poche parole. È successo qualcosa?”

“No, sono così e basta.” forse non dovrei essere così duro.

In fondo lei non mi ha fatto niente.

“Ascolto la tua band da quando avete iniziato a fare musica, sai? Dovreste fare un nuovo album!”

“Per ora ci stiamo dedicando ad altro.”

“Già... La famiglia...” nel suo sguardo leggo delusione.

“Non ti fa piacere?”

“Non è che non mi fa piacere ma... Mancate..” una lacrima le percorre la guancia destra.

“Dai non piangere.. Forse un giorno ritorneremo.” sorrido pensando al tempo ormai andato.

Gli Echelon che urlano.

Noi sul palco che diamo il meglio.

Noi che doniamo agli Echelon una nuova vita.

Loro che donano a noi infinite possibilità per riscattarci.

“Lo spero!” dice puntando i suoi occhi azzurri su di me.

Le faccio un sorriso e mi alzo.

“Devo andare.” le porgo la mano e lei la prende facendo leva per alzarsi.

Mi butta le braccia al collo.

Io rimango immobile.

Poi poggio le mani sui suoi fianchi e la spingo delicatamente.

“Tieni. Chiamami.” mi da un foglietto con un numero scritto. “Quando hai voglia di una chiacchierata. Ci conto, eh?” mi fa l'occhiolino e va via.

Conservo il pezzo di carta dentro la tasca del pantalone.

Quello che voglio adesso è andare da Rita e stringerla tra le mie braccia.

Vado verso l'auto e non appena sono dentro pigio il pedale a tavoletta.

Il cuore batte veloce e non capisco perchè.

Sento che è successo qualcosa.

Semaforo rosso.

“Merda...” devo cercare di svincolarmi per arrivare il prima possibile.

Comincio a suonare il clacson come un pazzo.

“Vi prego, vi prego..” riesco a girare e a liberarmi dall'ingorgo.

Supero i 120 km/h, cosa che in città non dovrebbe succedere.

Arrivo sotto casa di Rita e posteggio nel primo posto libero.

Corro dentro il palazzo e opto per le scale.

Non posso permettermi di perdere tempo aspettando l'ascensore.

Arrivo davanti alla porta e mi blocco guardandola con gli occhi sgranati.

Il fiato non mi basta.

Il mio cuore non batte, si è fermato, così tutto ad un tratto.

Spingo piano la porta e cado a terra.

Le mi ginocchia non mi reggono.

Sono carponi sulla moquette e cerco di avvicinarmi a lei.

È immobile, lo sguardo perso nel vuoto.

È distesa sulla moquette bianca nella quale si espande una chiazza scura.

“Perchè...” i miei occhi si riempiono di lacrime.

Non so cosa fare.

Non respiro.

Non la sento più qui con me.

“Dimmi che sei ancora qui.. Ti prego non lasciarmi...” mi avvicino al suo corpo.

La stringo a me sporcandomi la maglia di sangue.

Sento che ancora respira.

“Stai con me.. Per favore...” la cullo tra le mie braccia mentre chiamo il 911.

“La mia fidanzata.... L'ho trovata... C'è troppo sangue...Vi prego....” dopo aver dato l'indirizzo poso il cellulare. “Io lo ammazzo. Lo ammazzo, te lo prometto....” dico bevendo le mie lacrime.

Sangue e sale si mescolano sul mio viso e sulle mie mani.

“Tu non devi lasciarmi, capito? Devi stare con me... Adesso che dico ad Eileen...? Io ti amo.... Ti amo, dannazione!!!” mi sento in colpa.

Mentre quel bastardo tentava di ucciderla io parlavo con una sconosciuta.

Sento il bisogno di chiamare mio fratello.

“Jared...”

“Che succede Bro?”

“Hanno accoltellato a Rita..... Ti prego.....”

“Che cazzo stai dicendo Shan?!”

“Vai a prendere Eileen a scuola e non dire nulla a Giorgia..... Io starò con lei fino alla fine..... Fino all'ultimo suo respiro.... Ma lei non mi lascerà, vero? Lei rimane con me......” continuo a dondolarmi con lei tra le braccia.

“Bro ci penso io ad Eileen... Poi vengo da te!” mette giù lasciandomi solo con il battito sordo del mio cuore.

Rimbomba nelle mie orecchie stordendomi.

Le lacrime continuano a scendere sul mio viso.

“Signor Leto si deve spostare...”

“Non posso lasciarla...” mi tirano dalle braccia per farmi alzare.

“Per favore signor Leto..” cominciano a toccarla.

“Vi prego... Non permettetele di andare via.....” mi seggo sul pianerottolo e mi metto a guardare un punto fisso.

Rimango così finchè non escono la barella con sopra Rita.

“La stiamo portando d'urgenza in ospedale... I dottori faranno di tutto...” mi dice il ragazzo che spinge la barella.

Io mi limito a guardarlo.

Non ho più parole da dire.

Non ho più fiato da sprecare.

Non ho più nessuno da amare.

Dove andrà?

Lei rimane con me.

Fino alla fine.

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Capitolo 8
*** Only a miracle can save you today. ***


Only a miracle can save you today.



Mi sento svuotato, sconvolto, vulnerabile.

Sapevo che l'amore mi avrebbe fatto soffrire ma non avrei mai pensato che la sofferenza fosse così difficile da sopportare.

Cerco di combatterla ma l'unica cosa che posso fare è restare ad aspettare.

Aspettare cosa?

Forse un segno, un segno che mi dica che Rita ce la può fare.

Andrò alla ricerca di quel bastardo ma per ora devo pensare a lei e alla mia piccola Eileen.

Che le dirò? Non ho nemmeno un'idea da poterle farfugliare mentre le regalo un lecca lecca.

Sono così frustato e intanto il dolore mi distrugge l'anima.

Non mi permette di mettere a fuoco la situazione.

Come se adesso vivessi in una fotografia sfocata.

Ripropone la stessa scena per tutta la vita ma con il tempo invecchierà.

E così farà il mio dolore.

Rimarrà immobile dentro di me ed invecchierà insieme a me.

Non voglio assolutamente che tutto questo cada sopra le spalle di mia figlia.

Lei merita la felicità.

E anche Rita la merita.

Qui l'unico che merita un bel niente sono io. Immobile dentro un appartamento vuoto e silenzioso.

Disteso sulla moquette sporca del sangue della sua donna.

Che patetico che sono, me ne rendo conto.

Eppure per ora è l'unica cosa che riesco a fare.

Stare lì ad addentrarmi nei meandri del mio stesso dolore.

Profondo, oscuro, assordante dolore.

Dovrei essere in ospedale ad aspettare qualche notizia e invece non riesco a muovere nemmeno un muscolo.

Perchè lo sto facendo? Perchè non vado da lei?

Lei c'è stata quando io ero sul letto d'ospedale.

E io invece sto qui a crogiolarmi nel mio fottuto male al cuore.

Sto qui e lei non c'è.

Quello che mi resterà sarà il suo sangue sulla moquette bianca?

E cosa dirò a mia figlia quando vedrà questa macchia cremisi sul pavimento di casa sua?

La vita è davvero bastarda a volte.

Passo leggermente le dita sul sangue, ormai raggrumato.

“Non lasciarmi...” socchiudo gli occhi e respiro profondamente.

Un forte odore di ruggine sale dalle mie narici.

L'odore del sangue mi fa rabbrividire.

La mia mente mi fa riprodurre la scena.

Lei che apre la porta, lui che si presenta con un bel sorriso sul volto.

Lei che in un primo momento cerca di chiudere la porta e lui che mettendosi in mezzo dice di essere venuto solo per parlare.

Lei che si volta per solo un secondo e lui che comincia a pugnalarla alle spalle.

Lei che cade a terra e lui che con lo sguardo da pazzoide psicopatico continua a far entrare la sua lama dentro il corpo della mia donna.

Il mio cellulare comincia a squillare e mi alzo di scatto.

“Pronto?” dalla mia voce non traspare nessuna emozione.

“Shannon sono Jay.. Ho appena preso Eileen a scuola.. Come va?”

“Può sentirti?”

“Si.”

“Allora non chiedermi niente. Io non sono andato in ospedale. Non ci riesco. Sono ancora all'appartamento...”

“Lascio Eileen con Giorgia e ti passo a prendere.”

“Va bene... Salutami ad Eileen..”

“Okay. A dopo.” metto giù e mi distendo di nuovo.

Questa volta fisso il soffitto.

Quello che voglio adesso è andare lontano da qui per un po' insieme alla mia famiglia.

Passo altri venti minuti senza far niente e poi qualcuno bussa alla porta.

Mi alzo e apro.

“Bro..” Jared mi butta le braccia al collo e mi abbraccia stretto.

“Jay è tutto okay..” fingo.

“Andiamo..”

“Ho paura..” mi blocco davanti la porta.

“Bro ci sono io con te..”

“E se lei non ci sarà più, io come faccio?”

“Lei sopravviverà... E' forte!” calo la testa.

Cerco di autoconvincermi che sarà così, che tutto tornerà alla normalità.

Qualche cicatrice rimarrà sul suo corpo ma io le farò guarire.

Ci mettiamo in macchina e partiamo verso l'ospedale nel quale è stata portata Rita.

Quando varco l'entrata dell'ospedale mi manca l'aria.

“Devi essere positivo..” Jared mi poggia una mano sulla spalla. “Ci sono io con te..”

Ci rechiamo al reparto e attendiamo fuori dalla sala operatoria.

“E' ancora dentro?” chiedo rivolgendomi a Jared.

“Stai qui, vado a chiedere...” obbedisco e mi seggo su una sedia.

Respiro lentamente. Ho bisogno che l'ossigeno arrivi al cervello.

Vorrei piangere ma nemmeno le lacrime riescono a fare il loro lavoro.

“E' ancora dentro..” mi dice mio fratello con una faccia che non promette nulla di buono.

“Ti hanno detto qualcosa?”

“No..” si siede accanto a me e comincia a giocherellare con un portachiavi.

“Sembri nervoso..”

“Bro è tutto okay.. Sto in ansia anche io..”

“Ma così non mi sei d'aiuto..”

“Hai ragione che testa di cazzo.. Vado a prendere una boccata d'aria..” a Jared non sono mai piaciuti gli ospedali.

Li detesta sin da quando era un bambino.

In fondo a chi piacciono gli ospedali?

Comincio a fare avanti e indietro per la sala d'attesa.

Ormai i miei nervi sono saturi, non riesco a stare un minuto di più senza avere notizie.

Stringo i denti e cerco di calmarmi.

Sarei capace di esplodere da un momento all'altro ma non penso sia la scelta giusta.

Torno di nuovo dietro la porta della sala operatoria.

Ogni volta che si apre mi viene un colpo.

Un dottore è appena uscito e va da una ragazza.

“Abbiamo fatto il possibile...” queste sono le sue parole.

Le ragazza si aggrappa al braccio del signore che le sta accanto ed inizia ad urlare.

Mi si stringe il cuore nel vedere quella scena.

E se succedesse anche a me la stessa cosa? Io come reagirei?

Scoppierei a piangere come la ragazza?

Spaccherei tutto? Andrei ad uccidere quel bastardo?

Mentre cerco di evitare di sopportare anche il dolore di una sconosciuta un altro dottore, che ha in viso la stessa espressione del primo, si avvicina a me.

“Il signor Leto?”

“Sono io...”

“La sua ragazza ce l'ha fatta ma non sappiamo quando si risveglierà...”

“Questo significa che..?”

“Che potrebbe anche non svegliarsi più...” deglutisco rumorosamente.

“E se si dovesse svegliare ricorderà tutto?”

“Se si dovesse svegliare ricorderà tutto e non le succederà niente.. Dovrà semplicemente restare a riposo...”

“Va bene...”

“Signor Leto.. Mi piacerebbe dare tutti i meriti alla scienza ma ci tengo a dirle che, per come era messa la situazione, la sua ragazza è stata salvata da un miracolo...” faccio di si con la testa.

“Grazie...” non so sa chi sto riferendo il mio ringraziamento.

Ma so che chiunque abbia tenuto in vita Rita tiene molto a me e alla mia piccola Eileen.

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Capitolo 9
*** There'no room in this Hell. There's no room in the next. ***


And there's no room in this Hell. There's no room in the next.



Sono bloccato in ospedale.

Non riesco ad allontanarmi nemmeno per un secondo.

Voglio stare con lei, voglio vederla quando si sveglia.

Devo ammettere di sentirmi in colpa nei confronti della mia piccola Eileen.

Lei ancora non sa quello che è successo a sua madre e vorrei non lo sapesse.

Ma se Rita non dovesse svegliarsi sarei costretto a dirglielo.

Nonostante io stia immobile seduto sulla poltroncina dentro di me sento di essere irrequieto.

La rabbia non mi aiuta a ragionare e se fossi il personaggio di un cartone a quest'ora mi rappresenterebbero con gli occhi iniettati di sangue.

Se solo mi trovassi tra le mani quel verme porrei fine alla sua inutile vita.

“Mi manchi...” sussurro pur sapendo che non riceverò risposta.

Quello che mi lega a Rita è qualcosa che va oltre l'amore.

Noi siamo stati destinati.

Tutto era già stato prescritto e tutto doveva andare così.

E proprio adesso che ci siamo ritrovati qualcuno tenta di portarmela via.

Io devo lottare per proteggere la mia famiglia.

Lo farò con tutte le forze perchè Rita ed Eileen sono le cose più preziose che io potessi avere nella mia vita.

Mi sento solo e abbandonato, vederla distesa su quel letto è straziante.

Mi si distrugge l'anima eppure non posso fare niente.

“Se qualcosa non dovesse andare.. Ti prometto che proteggerò Eileen.. E che l'aiuterò a crescere nel migliore dei modi.. Anche se so che senza di te.. Non sarà lo stesso per lei...” una lacrima mi riga il viso. “E.. Per me...” non riesco nemmeno a immaginare la mia vita senza lei al mio fianco.

Senza i suoi sorrisi e senza la sua dolcezza.

Senza il suo amore.

Lei che mi ama semplicemente da una vita.

Lei che mi ha insegnato a ricambiare questo amore nel modo più semplice ma in maniera speciale.

Lei che per qualunque cosa si rifugiava tra le mie braccia sussurrandomi di sentirsi al sicuro con me.

“E vedi un po' cosa ti è successo.. Avresti dovuto accompagnarla tu ad Eileena scuola..” continuare a sentirmi in colpa non sistemerà le cose eppure è l'unica cosa che riesco a fare.

Il mio autolesionismo viene interrotto dallo squillo del cellulare.

“Pronto?”

“Papi..”

“Eileen..” trattengo le lacrime a stento.

“Dove sei?”

“Sono con la mamma..”

“E dov'è la mamma?”

“Eileen..”

“Mi mancate, papà..”

“Sei con zio Jay?”

“Si ma io voglio stare con voi.”

“Io e mamma torneremo presto a casa.” sento la mia piccola singhiozzare. “Eileen ti prego..” il mio cuore si spezza.

“Voglio vedere la mamma, papà! Voglio abbracciarvi...”

“Passami lo zio..”

“Shan.”

“Jay porta ad Eileen qui..”

“Sei sicuro?”

“Si. Ha bisogno di me ed io di lei.”

“Okay Bro.. Il tempo della strada e siamo da te.”

Aspetto impaziente l'arrivo di mia figlia.

Come avrebbe reagito vedendo la madre su un letto d'ospedale?

E se Rita non si svegliasse? Che ricordo le resterebbe della sua mamma?

Avrei voluto evitarle questa sofferenza ma lei è la mia famiglia e non posso tenerglielo nascosto.

Passa poco più di mezz'ora e finalmente arrivano.

Non appena Jay apre la porta della stanza Eileen mi corre incontro.

La prendo in braccio e la stringo più forte che mai.

“Piccola mia..”

“Papà...” comincia a piangere con la testolina appoggiata sulla mia spalla.

Jared mi mette una mano sulla spalla e poi si volta verso Rita.

“Ma che ha la mamma?” mi chiede la piccola guardando sua madre.

“La mamma starà bene tra qualche giorno.. Per ora ha bisogno di riposare..”

“E non mi sente?”

“Probabilmente si.. Ma non può risponderti..” risponde Jay.

“Mammina mi manchi... Ti voglio bene..” continua a piangere stringendo le braccina esili attorno al mio collo.

“Andrà tutto bene, piccola...” la stringo riempiendola di dolci bacini e perdendomi nei suoi riccioli. “Per un po' di tempo dovrai stare con gli zii..”

“Ma io voglio stare con te!”

“Piccola non puoi stare qui.. L'ospedale non è un posto per bambini..”

“E allora torna a casa con noi..” la guardo mentre il mio cuore continua a spezzarsi vedendo i suoi occhioni verdi riempirsi di lacrime.

“Io...”

“Eileen.. Papà vuole aspettare che mamma si svegli.. Poi torneranno tutti e due a casa.. Ti prometto con ogni giorno ti porterò qui per fare visita alla mamma.. Okay?” dice Jared con gli occhi lucidi.

“Okay zio Jay...” la cullo ancora un po' tra le mie braccia.

“Papà ti ama da morire.. Questo lo devi ricordare sempre..”

“Anche io ti amo papà.” ci abbracciamo.

Mia figlia è quella parte di me che ho perso con il passare del tempo.

È rimasta impressa nel suo animo puro e innocente.

Quanto vorrei rimanesse per sempre così.

“Mamma si sveglierà presto... Giusto?” mi chiede guardandomi negli occhi.

“Si piccola.. Mamma si sveglierà presto e sono sicuro che la prima persona a cui penserà sarai tu.” le do un bacino sulla fronte e uno sulla guancia. “Dai adesso andate a casa che lo zio deve stare con zia Giorgia che ha bisogno di lui..” mi riempie il viso di bacio e mi sussurro un dolcissimo 'ti voglio bene' all'orecchio.

La lascio scendere e prende la mano di Jared.

“Mi raccomando Bro.. Se hai bisogno chiama!”

“Certo Jay.. Tranquillo.. Adesso andate..” lo abbraccio e li lascio andare.

Torno a sedermi nella mia poltroncina.

Torno a fissare il corpo inerme di Rita.

Torno ad essere l'essere più debole di tutto la terra.

Debole perchè ho perso la mia forza che è Rita.

Finchè lei non aprirà gli occhi io non sarò più lo stesso.

“Hai sentito quanto è dolce la nostra piccola?” le prendo la mano. “Ti assomiglia sempre di più..”

le lascio un bacio sulla mano e poi mi appoggio allo schienale.

“Ti amo, Rita.. Ti amo con tutto me stesso.”

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Capitolo 10
*** I want you to stay. ***


I want you to stay.






Ma sei proprio un cretino, eh!” mi da uno schiaffo sulla nuca.

Mi massaggio lentamente.

Ahi..” lei scoppia a ridere incurante del fatto che avrei avuto la mia vendetta.

Ma dai grande e grosso come sei non posso averti fatto realmente male!” mi dice rimanendoci quasi male del fatto che anche io come ogni essere umano possa provare dolore.

Quello che non sapeva e che anche io avevo un cuore.

Ma tu ti immagini noi due sposati?” le chiedo di getto.

Già pensi al matrimonio? Sei precoce Leto!” mi dice lei indispettendomi.

E dai..”

Scusa ma nemmeno stiamo insieme quindi perché dovrei pensarci?”
“Tanto per passarci il tempo..” le passo il braccio attorno alla spalla mentre seduti su quella panchina guardiamo il sole lasciare il posto alla luna.

La tiro verso di me e lei appoggia la testa sulla mia spalla.

Come pensi che sarebbe?”

Una risata dietro l'altra ogni giorno! E naturalmente non mancherebbero i litigi a causa della mia gelosia e della tua poca fedeltà.” alza la testa per guardarmi e mette il broncio.

Ma finiscila.. Non ti tradirei mai..” le do un bacio sulla fronte.

Già..” scorgo della tristezza nella sua risposta.

Che c'è?” le chiedo.

Non abbandonarmi mai, Shan... Nemmeno se dei medici dovessero darmi per morta... Promettimi che resterai al mio fianco e che veglierai su di me..”

Ma non succ..”

Tu promettilo!”

Te lo prometto.”

 

Non capivo cosa realmente provavo per quella ragazzina arrivata per caso nella mia vita.

Mi piaceva averla accanto, abbracciarla e coccolarla.

Come lo vorrei adesso.

Vorrei stringerla forte tra le mie braccia e dirle che la amo più di qualsiasi cosa.

Ho bisogno di lei. Ormai sono chiuso in questa stanza di ospedale da non so quanti giorni.

La mia barba è incolta, avrei bisogno di farmi una bella doccia o un bagno caldo ma l'unica cosa a cui riesco a pensare e che una vota tornato a casa sarò solo come un cane e non ci sarà la donna che amo ad accogliermi con il suo splendido sorriso.

“Dove sei, amore mio?” la guardo da così tanto tempo che ormai conosco il suo viso a memoria, ogni fossetta, i lineamenti della bocca, il taglio d'occhi, le sue sopracciglia... Adesso so com'è fatta perfettamente. E più la guardo più mi convinco che non ci sia niente di lei che non mi piaccia. E' perfetta così. Anche adesso che non mi parla, che non mi sorride. Anche adesso che non c'è.

Mentre sto in piedi davanti a lei e le accarezzo il viso qualcuno bussa alla porta.

“Avanti.”

“Buongiorno signor Leto.”

“Buongiorno..” mi scosto dal letto e do la mano al medico che è appena entrato in stanza.

“Le dispiacerebbe uscire? Devo fare il controllo.”

“Certo..” esco dalla stanza e mi chiudo la porta alle spalle.

Starle lontano mi fa male all'anima. Anche se so che questa distanza durerà pochi minuti io mi sento vuoto senza lei.

La verità è che vorrei si svegliasse con me al suo fianco. Vorrei essere io a godere di quell'attimo, perché io l'amo come nessuno mai l'amata e io ho vegliato su di lei giorno e notte aspettando un qualche movimento.

Dopo circa mezz'ora ecco che il dottore esce dalla stanza.

“Tutto okay?” chiedo sentendo i battiti del cuore fino alla gola.

“Sì, signor Leto. Tutto bene, ci sono buone probabilità che si risvegli nel giro di qualche giorno.” mi sorride e mi da una pacca sulla spalla.

“Grazie..” sospiro e rientro nella stanza.

Subito corro al suo fianco le prendo la mano e comincio a baciarla.

“Hai sentito che ha detto il dottore? Ci vedremo presto, anima mia. Appena ti sveglierai faremo tante cose insieme, io sarò sempre disponibile e non ti lascerò un momento da sola. Sarò la tua ombra..” sorrido pensando ad una sua possibile risposta.

Lei che se l'è sempre cavata da sola avrebbe all'inizio rifiutato una presenza così costante ma più avanti il suo lato dolce e romantico avrebbe preso il sopravvento facendola tornare per un momento la bambina che chiedeva attenzioni.

 

E' passato un altro giorno e per l'ennesima notte ho dormito al suo fianco. Mi sono addormentato mentre le leggevo un libro che le piace tanto. Mentre leggevo ero straconvinto che lei mi stesse aascoltando. Mi alzo dalla poltrona e mi avvicino a lei. La guardo. Ha un'espressione diversa rispetto a ieri, sembra più rilassata, sembra quasi sorridere. Sembra stia semplicemente dormendo. Le do un bacio sulla fronte così lungo da non poter staccare più le labbra dalla sua pelle bianca e delicata.

“Shan....” una voce flebile, quasi lontana pronuncia il mio nome in un sospiro.

Strabuzzo gli occhi e il mio cuore si ferma per un attimo. Quella voce. Quella voce mi suona così familiare. E' la voce della persona che amo.

Mi allontano un po' e la guardo. Ha ancora gli occhi chiuso ma sorride.

“Shan... Sei tu?” cerca di alzare il braccio nella mia direzione ma non è abbastanza in forze per farlo perciò mi avvicino e prendo la sua mano.

“Sono qui amore mio... Sono qui...” una lacrima scende sul mio viso mentre lei cerca di aprire gli occhi e finalmente la vedo. Eccola lì la mia luce. La mia forza. La mia ancora di salvezza. Eccola lì la donna che mi ha salvato dagli abissi del mio egoismo. Eccola lì la donna che amo. Eccola lì la madre di mia figlia.

Le bagno la mano con le mie lacrime e mentre lei mi guarda sorridente io mi ritrovo senza parole.

“Ciao..” sussurra.

“Ciao..” riesco a dire nonostante i singhiozzi.

Rimaniamo lì a gustarci questo momento per un po' senza dire nulla, io piangendo e lei sorridendo.

“Chiamo il dottore...” le bacio di nuovo la mano e vado a chiamare il dottore.

Mentre la visita io sto fuori euforico come un bambino il giorno di natale e chiamo a mio fratello.

“Jay!”

“Shannon! Ci sono novità?”

“Rita si è svegliata!” quasi urlo per la felicità.

“Arriviamo.” cade la linea e capisco che mio fratello sta correndo qui.

“Signor Leto.” la mia attenzione viene richiamata dal dottore che esce dalla stanza. “Va tutto benissimo. Adesso ha solo bisogno di stare un po' al riposo, essere coccolata e soprattutto dovete denunciare chi le ha fatto questo perché non merita di vivere un giorno in più nel mondo.” sentendo queste parole mi rendo conto che non ho nemmeno pensato a sporgere denuncia contro quella bestia.

“Certo. Grazie mille.” stringo forte la mano al dottore e rientro in stanza.

Trovo Rita seduta sul letto con la schiena poggiata sul cuscino. Appena mi vede entrare mi sorride e mi accoglie con un “ehi” un po' imbarazzato, come se fossero passati anni dall'ultima volta che ci siamo visti.

“Sei bellissima...”

“Ma che dici?”

“La verità.” il suo sorriso si allarga ancora di più scaldandomi il cuore. “Finalmente sei qui.. Sei di nuovo con me.. Quanto mi sei mancata.. Non ti ho lasciato nemmeno un secondo, ho vegliato su di te in ogni attimo di questi giorni...”

“Ed Eileen?”

“Eileen è passata qualche volta a trovarti, è stata da Jared e Giorgia. Le sei mancata tantissimo. Ogni volta che veniva a salutarti ti sussurrava cose all'orecchio che nemmeno io potevo ascoltare..” sorrido al pensiero. “Tra un po' arriva. Non la vedo da un paio di giorni e mi manca tanto..”

“Potevi stare con lei...”

“Volevo essere qui quando ti saresti svegliata...” le prendo la mano e la porto sulla mia guancia.

“Hai fatto questo per me... Sei un angelo... E io sono solo una cretina ad averti lasciato... Dovevo...”

“Shhhhh... Non dire nulla! Va bene così... L'importante è che adesso siamo insieme.” le accarezzo il viso. “Che c'è?” il suo volto si riempie di lacrime.

“C'è... C'è che ti amo con tutto il cuore Shannon Leto...” il mio cuore si riempie di gioia a sentirle pronunciare quelle parole e rimango fermo a guardarla sorridendo come un ebete senza saper dire nemmeno una parola.

“Mi prometti che starai con me? Niente più alti e bassi o scappatelle?” la guardo attonito.

“Rita... Ma che domande fai? Non vado con una donna da quando ci siamo lasciati. Tu ed Eileen adesso siete la mia vita. Siete voi la mia famiglia e di voi devo prendermi cura. Io ti amo come non ho mai amato nessuna... Sei veramente l'unica donna che abbia mai amato nella mia vita...” le sue lacrime non ne vogliono sapere di fermarsi. “Amore mio...” a queste parole la sua pelle rabbrividisce, trema impercettibilmente sotto il mio tocco.

“Io... Semplicemente sono la ragazza più fortunata sulla terra... E tu sei il mio amore grande...”

“Ti amo Rita.... Ti amo immensamente.”

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