Il Seguito

di Ryta Holmes
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


Ciao a tutti, è da tanto che non ci sentiamo, vero

Ciao a tutti, è da tanto che non ci sentiamo, vero? Cmq eccomi di nuovo qui, con una fanfic di Ufo Baby. Siccome ho avuto richieste di pubblicare “Ho bisogno di te 3”, e dato che avevo una voglia matta di scrivere una fanfic, sull’attesissimo seguito di questo manga, e visto che più o meno le storie avrebbero avuto diversi punti in comune, ho scritto questa storia, basandomi sulle ultime pagine dell’ultimo volumetto. Spero tanto che vi piaccia, e aspetto i vostri commenti. Un bacio, e buona lettura.

Ciaoooo

Ryta Holmes

 

IL SEGUITO

 

CAPITOLO 1

 

Miu Saionji, tredici anni, camminava con passo svelto verso la sua scuola. Una folata di vento, un forte bagliore, e poi una figura…

Miu fu costretta a fermarsi e a chiudere gli occhi, a causa della forte luce, ma quando li riaprì, vide un ragazzo davanti a sé. Rimase per un attimo confusa da quell’apparizione, ma si riprese subito, quando il ragazzo le rivolse la parola.

- Mi scusi… casa Saionji è qui vicino?- Miu fu subito colpita dallo sguardo del ragazzo e si rese conto che il suo viso le era familiare.

- Ah… Sì! E’ qui dietro…- rispose stranamente imbarazzata. Il ragazzo le sorrise.

- Grazie!- esclamò. Miu rimase per qualche istante a fissarlo, poi si ricordò della scuola.

- Oh no, sono in ritardo!!!- guardò l’orologio e corse via, in direzione della sua scuola, ma fatti pochi passi, inciampò su un sasso e cadde a terra. Il ragazzo, che l’aveva seguita con gli occhi mentre si allontanava, non potè fare a meno di scoppiare a ridere. Miu si voltò nera in viso.

- Beh? Che hai da ridere!?!- chiese stizzita mentre il ragazzo rideva fino alle lacrime.

- Non ci posso credere… sei una frana!!!- disse lui cercando invano di frenare le risate.

- Ma tu guarda che maleducato!!!- Miu si voltò, in collera e scappò via, lasciando il misterioso ragazzo in preda ad un attacco eccessivo di riso. Quando questi si fu calmato, si avviò pensieroso verso la direzione che le aveva indicato la ragazza.

- Però, che strano… le somiglia parecchio…-

 

*   *   *

 

- E’ incredibile il comportamento di quel ragazzo…- Miu camminava, ancora irritata. Cadendo si era sbucciata un ginocchio, ma era tanto stizzita da non rendersene conto.

- Caspita Miu, già nera di primo mattino? Cos’hanno combinato i tuoi genitori questa volta?- una ragazza molto carina, le venne incontro.

- Oh ciao Yuko… no, questa volta non centrano i miei genitori… ho incontrato per strada un ragazzo davvero maleducato!-

- Davvero!?! E che cosa ti ha fatto?-

- Sono caduta e si è messo a ridere!- ora era Yuko che doveva trattenersi per non ridere.

- Uffa, ma che amica sei! Io ti parlo delle mie disgrazie e tu ridi?-

- Ma dai, non lo faccio apposta! Cosa ci posso fare se tutte le tue disgrazie fanno ridere!!!- Miu sospirò.

- Mi ha chiesto del tempio… se doveva andare a pregare spero solo che chieda di diventare più buono con le persone…-

- Ehi Miu, non te l’ho ancora chiesto… era carino almeno?- Miu arrossì.

- Ma… ma che cavolo dici, non me ne sono nemmeno accorta!-

- Beh, da come arrossisci, invece ti deve aver colpito parecchio, cara mia…- disse la ragazza guardandola con fare indagatore.

- Oh Yuko, smettila! Uff… Cambiamo discorso, che è meglio… ti devo fare i complimenti, ieri ti ho visto nella copertina di quella rivista assieme a tua madre, sei uscita proprio bene! Non sai come ti invidio! Non tutte hanno per madre la famosa modella Kyoko!-

- Ma dai, se è per questo anche i tuoi genitori non sono male. E poi non ti dimenticare di mio padre. Non è poi tutta questa bellezza!-

- Povero Santa, se sapesse quello che gli dici, cadrebbe in depressione!- Yuko rise.

- Certo che abbiamo dei genitori proprio strani! Per fortuna che ci siamo noi!- esclamò a sua volta l’amica, provocando una leggere risata, che fece scordare completamente a Miu l’episodio di quel mattino.

Miu Saionji e Yuko Kurosu, erano molto amiche. Si conoscevano da quando erano nate, perché i loro genitori erano amici sin dalle scuole medie. Avevano la stessa età e frequentavano la stessa scuola; quell’anno erano capitate anche in classe insieme. Insomma, erano praticamente inseparabili. Yuko però, era anche molto famosa; sua madre, una modella, l’aveva iniziata al mondo della moda fin da piccola, perciò spesso le capitava di dover posare per delle riviste o per dei servizi. Miu invidiava la sua amica per la sua popolarità, ma anche per la sua bellezza. Anche se aveva solo tredici anni, aveva un bel corpo e i lineamenti erano già quelli di una donna. Lei invece aveva ancora un fisico infantile e in più si aggiungeva la goffaggine che odiava tanto. Una volta suo padre le disse che anche sua madre era così alla sua età e che spesso lui la prendeva in giro proprio per quello, ma la rassicurò dicendole che dopo qualche anno sarebbe cambiata come lei, che era diventata una bellissima donna. Miu rimase molto colpita dalle parole del padre, perché era la prima volta che gli aveva sentito dire un complimento nei riguardi della madre, dato che spesso si limitava a punzecchiarla e a farla innervosire. Quella volta si era resa conto che c’era qualcosa che legava in modo così saldo i suoi genitori, forse qualcosa di incomprensibile, che li teneva così uniti nonostante litigassero in continuazione. Così Miu si rassegnò e si accettò per quello che era, anche se ricordava ancora perfettamente, quello che le disse il padre subito dopo: le spiegò che forse fisicamente sarebbe cambiata, ma la goffaggine l’avrebbe tormentata per sempre perciò a quello si sarebbe dovuta rassegnare! Poi non appena finì di parlare sentì sua madre che urlava dalla cucina che aveva dimenticato la pentola sul fornello…

Le due amiche raggiunsero la scuola e si prepararono ad affrontare una dura giornata di studio.

 

*   *   *

 

Davanti alla lunga scalinata del tempio il misterioso ragazzo guardava verso la vetta della collina.

- Sono arrivato finalmente!- salì le scale di corsa e si avvicinò alla porta d’ingresso, dalla quale provenivano delle urla.

- Beh, sai che ti dico? La prossima volta te la cucini da solo la zuppa!!-

- BENE, COSI’ PER LO MENO LA POTRO’ MANGIARE più SAPORITA!!- il ragazzo suonò stupito il campanello.

- Ma è possibile che litighino sempre qui due!?! Non sono cambiati affatto…- esclamò sperando che qualcuno si accorgesse della sua presenza. Mentre le urla continuavano, un signore aprì la porta. Il ragazzo non si stupì più di tanto e riconobbe immediatamente l’uomo.

- Salve, mi scusi… lei è il signor Saionji vero?- l’uomo annuì, perciò il ragazzo continuò.

- Ecco io vorrei parlare con pap… ehmmm… vorrei parlare con il signor Kanata, è in casa?-

- Ragazzo mio, mio figlio è in casa, ma non penso che adesso tu possa parlare con lui. E’… come dire… impegnato? Ma prego, entra pure!- il signor Hosho accompagnò il ragazzo in sala da pranzo. La scena che si parò davanti al ragazzo era assurda. Kanata e sua moglie Miyu erano in piena lotta e non accennavano a voler smettere.

- Mi dispiace ragazzo, ma dovrai aspettare che si calmino. Io ho provato a dividerli, ma l’ho pagato a mie spese!- il signor Hosho mostrò al ragazzo un grosso livido sotto il mento. Al ragazzo però, sembrò che la scena fosse piuttosto divertente.

- Non si preoccupi, ci penso io!- detto questo, il ragazzo si rimboccò le maniche e alzando l’indice fece sollevare da terra i due, dividendoli. Miyu e Kanata smisero di colpo di discutere e guardarono verso la porta sbigottiti. Ci fu un attimo di silenzio, prima che i due capissero chi avevano davanti.

- M-ma non è possibile... LOU! - esclamò Miyu incredula. Il signor Hosho che aveva avuto quasi un infarto a vederli sospesi in aria, si riprese non appena sentì loro pronunciare il nome del ragazzo.

- Che cosa!?! E questo sarebbe Lou!?!- non appena Miyu mise piede a terra, si lanciò sul ragazzo e lo abbracciò con le lacrime agli occhi, seguita poi da Kanata.

- Oh Lou, non sai quanto ci sei mancato!- quando si scostarono e presentarono il ragazzo al padre di Kanata, si sedettero per prendere una tazza di the e per chiacchierare, dimenticando completamente la discussione di pochi minuti prima…

Non appena Lou si sedette, il suo zaino iniziò a muoversi. Gli altri erano sorpresi, ma il ragazzo prese tranquillamente lo zaino e lo aprì. Subito uscì uno strano animale con delle lunghe orecchie e una coda buffa… era Pepo (A proposito di questo nome, ho notato che in molte fanfic, spesso viene chiamato Peepo, ma state attenti, lui non bela mica come una pecora!!! Il suo nome si scrive con una sola “e”!!! ma adesso continuiamo… NdA).

Lou continuò a frugare nel suo zaino e tirò fuori una spilla che Miyu e Kanata conoscevano molto bene.

- Adesso potete uscire fuori, qui non vi scopre nessuno!- li rassicurò il ragazzo. Baumiau tornò ad essere della sua taglia e insieme a Pepo salutarono gli amici che non vedevano da così tanto tempo.

- Buaaaa… da quanto tempo, amici miei… buaaaaa…- l’alien-sitter, come al solito piangeva per la gioia,

- Avanti Baumiau, sei sempre il solito!- Miyu abbracciò l’alien-sitter e poi riprese a parlare insieme agli altri con Lou. Kanata d’un tratto guardò il ragazzo con sguardo serio.

- Lou, dimmi una cosa… ma quanti anni hai?- Kanata ebbe tutta la sua attenzione.

- Tredici anni… perché?-

- Perché tu sei stato via dalla Terra per ventidue anni, come è possibile che tu adesso abbia nove anni di meno?-

- Questo glielo posso spiegare io, signor Kanata!- si intromise Baumiau; tutti lo fissarono con aria interrogativa, perciò lui si affrettò a continuare.

- Sul pianeta Otto, il tempo passa più lentamente, per questo qui sono passati più anni!-

- Allora Baumiau, questo significa che potrò stare qui sulla Terra più del tempo previsto!- esclamò Lou all’improvviso, mentre tutti gli altri si sentivano sempre più confusi.

- Beh, tecnicamente è così…-

- Ma è fantastico!!-

- Scusate…- chiese Miyu cercando di comprendere quello di cui i due alieni stavano discutendo.

- Oh sì, scusate… il signorino Lou vuole dire che dato che inizialmente gli era stato concesso di soggiornare sulla Terra per la durata delle sue vacanze estive e cioè tre mesi, adesso facendo dei calcoli più approssimati… potremo stare con voi per più di un anno!- l’espressione di gioia di Miyu, si spense non appena Kanata riprese a parlare.

- Ma scusa, da che mi ricordo non ci voleva un anno per raggiungere il pianeta Otto?-

- Infatti fino a qualche anno fa era così, ma oggi abbiamo un nuovo ritrovato della scienza tecnica. In pratica gli scienziati del nostro pianeta hanno inventato un motore che percorre il quadruplo della distanza nello stesso tempo, perciò il viaggio dura soltanto due o al massimo tre mesi. Per raggiungere la Terra, abbiano viaggiato senza sosta per quasi un mese, perciò possiamo soggiornare qui più del previsto. Allora, che ne pensate?-

- Penso che i vostri scienziati meriterebbero una statua! E’ grazie a loro se possiamo avervi ancora con noi!- Miyu non potè fare a meno di abbracciare nuovamente Lou, cosa che fece imbarazzare il ragazzo e pregare di lasciarlo.

- Se le cose stanno così… benvenuti sulla Terra ragazzi… solo una cosa: se dovrete vivere qui per un anno, sarà il caso che Lou viva come tutti i ragazzi normali; andrai a scuola assieme a Miu – precisò Kanata. Lou riuscì a districarsi dall’abbraccio di Miyu e guardò il padre con aria interrogativa. Miyu precedendo Kanata, si affrettò a rispondere con un’espressione radiosa.

- Devi sapere Lou, che adesso io e Kanata abbiamo una figlia che ha la tua stessa età e si chiama appunto Miu! Vedrai, non appena tornerà da scuola la conoscerai! Sono sicura che andrete perfettamente d’accordo!- Lou pensò per qualche secondo e poi si rivolse alla madre come se stesse per scoppiare a ridere.

- Credo di averla già conosciuta!-

 

Continua…

 

Allora, cosa ne pensate di questo primo capitolo? Sappiate in anticipo che la storia sarà piuttosto movimentata, e non mielosa…. Beh, penso che forse poi… ma non anticipiamo niente! Vi dico solo che cercherò in tutti i modi di renderla il più possibile in stile con il manga (e spero di riuscirci). Nel prossimo capitolo, Lou rincontrerà di nuovo Miu, ma sappiate che non sarà un incontro piacevole, almeno per lei… Mi raccomando, aspetto commenti!!

Ciaoooo

Ryta Holmes

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


Ciao a tutti, è da tanto che non ci sentiamo, vero

CAPITOLO 2

 

Alla luce rossa del tramonto, si stagliava un’ombra che camminava lentamente verso casa. Miu si sentiva stanca ed abbattuta e sperava che tornando al tempio non trovasse i suoi genitori che ancora litigavano. Quel giorno, come tutti gli altri da quando era incominciato il nuovo anno, Miu aveva cercato di evitare un suo compagno di scuola, Toshiro Honda, un bel ragazzo moro, con gli occhi verdi come i suoi e con l’aria spavalda. Sin dal primo giorno infatti, se ne era innamorata e il perché lo evitasse dipendeva dal fatto che il ragazzo rifiutava ogni dichiarazione perché si era invaghito della bellezza della sua amica Yuko. Ogni giorno le stava appiccicato come un insetto, nonostante a Yuko non interessasse minimamente. Miu però ci soffriva e per questo i suoi sentimenti non gli aveva mai rivelati nemmeno alla stessa Yuko. Spesso quando c’era lui nei paraggi, Miu lasciava Yuko con una scusa e si allontanava, altre volte invece era costretta ad ascoltare i loro discorsi e lei con lo sguardo fisso per terra non aveva il coraggio di rivolgergli la parola o di guardarlo negli occhi; per questo molto probabilmente Toshiro la considerava una stupida. Con questi pensieri, Miu entrò in casa e si sentì molto più sollevata quando si accorse del silenzio che regnava, segno che non c’era nessuno. Il primo pensiero che le venne in mente fu quello di approfittarne per fare un bel bagno in piena tranquillità e vi si diresse subito, non appena abbandonò la cartella pesantemente sul suo letto. Ma quando aprì la porta di scatto, si trovò di fronte ad uno strano animale che volteggiava in aria e che se non fosse stato per la velocità con cui si era svolta l’azione, avrebbe sicuramente riconosciuto. Lo strano animale forse per paura la schiaffeggiò con le lunghe orecchie sulle guance e volò da una parte all’altra in preda ad una crisi schiamazzando. Intanto Miu per lo spavento cadde a terra urlando come una pazza e coprendosi il viso con le braccia per paura di una nuova dolorosa reazione dell’animale.

 

Lou che aveva accompagnato fuori in giardino i suoi genitori e il signor Hosho, non appena sentì quelle urla ma soprattutto gli strepiti di Pepo che era rimasto in casa, corse dentro seguito da Baumiau e dagli altri e si trovò davanti Miu seduta per terra. Fu più forte di lui: non riuscì a frenare una risata, non appena Pepo accortosi dell’arrivo del suo amico si era nascosto dietro la sua manica.

- Non… non è possibile ah ah ah! Sei ancora tu!! Ah ah ah!!!- Miu si voltò riconoscendo la sgradevole risata e si trovò davanti il ragazzo che aveva incontrato quella mattina. Subito un forte nervoso ed un impeto di rabbia le salirono in corpo e raggiunsero i suoi occhi nei quali si formarono dei grossi goccioloni di lacrime, che per fortuna non ne vollero sapere di scendere sulle guance.

- Che cosa ci fai tu qui!?!- chiese mentre la voce le tremava. Finalmente Miyu e Kanata accorsero.

- Lou, che cosa è successo a Miu!?!- chiese la donna preoccupata. La ragazza si rialzò spazzolandosi la divisa di scuola e guardò sconvolta sua madre.

- Come!?! Vuoi dire che questo impertinente sarebbe QUEL Lou?- Miu conosceva tutta la storia dell’alieno che diversi anni prima aveva stravolto la vita dei suoi genitori, anche se riconosceva di non averci mai creduto veramente. Ma trovandosi in quella situazione aveva scordato ogni dubbio. A quella domanda Miyu annuì mordendosi un labbro, mentre Kanata disse quello che anche lei stava pensando.

- Caspita… incominciamo bene!- Lou finalmente frenò le risate.

- Non potevo davvero sbagliarmi, sei davvero imbranata!- Miu avrebbe voluto tirargli un pugno, ma venne frenata da sua madre che le prese dolcemente la mano che si stava avventando sul ragazzo.

- Su Miu, non te la prendere, Lou non diceva sul serio… vero Lou?- e si voltò verso il figlio cercando conferma.

– Purtroppo Pepo si spaventa se lo si prende alla sprovvista, credimi Miu lo abbiamo sperimentato anche noi! Adesso calmati…- i suoi tentativi di calmare la figlia furono interrotti da Baumiau, che le si rivolse con aria innocente.

- Ma signora Miyu, il signorino Lou ha ragione… dopotutto la signorina Miu è uguale a lei…- Miyu lo guardò con sguardo omicida.

- Come sarebbe a dire scusa?- qui si intromise Kanata, che non riusciva proprio a non approfittarne ogni volta che qualcuno lo metteva in condizione di prendersi gioco di sua moglie.

- Vuole dire che Miu è imbranata come te, semplice no?- il volto della donna si contrasse per la rabbia e si scagliò contro suo marito urlandogli.

- KANATA, SEI SOLAMENTE UNO STUPIDO!! NON HAI UN BRICIOLO DI SENSIBILITA’, NEANCHE PER TUA FIGLIA!!- Kanata sembrava tranquillo, mentre Lou si chiedeva quante volte in tanti anni, una scena simile si era ripetuta.

- Ma guarda che io sto soltanto dicendo la verità! Dopotutto non sono io quello che cade sempre per terra e che combina continuamente pasticci!- cercava di spiegare l’uomo, impassibile alle urla che seguirono di Miyu.

Miu si allontanò per non dover sentire ancora l’ennesimo urlo di sua madre.

- Ne avranno per molto…- disse con voce triste; Lou percepì quella nota di tristezza e la fissò con aria seria mente si chiudeva nella sua stanza. Baumiau lo richiamò.

- Signorino Lou, c’è qualcosa che non va?- il ragazzo scrollò la testa.

- No Baumiau, va tutto bene… che ne dici di fermare di nuovo quei due?- e si rimboccò nuovamente le maniche.

 

*   *   *

 

Il silenzio regnava mentre tutti cenavano. Quel pomeriggio era stato piuttosto movimentato e l’ultima lite si era conclusa con Kanata e Lou che uscivano di casa, per una destinazione che Miu ancora non conosceva e che non aveva nessuna intenzione di chiedere né al ragazzo che da meno di ventiquattro ore già trovava antipatico, né a suo padre per paura di nuove discussioni. Hosho invece, cercava in tutti i modi di trovare un argomento su cui discutere allegramente, ma nemmeno Miyu voleva assolutamente parlare perché era ancora in collera con Kanata. Lou volgeva lo sguardo un po’ sull’uno e un po’ sull’altra e poi di tanto in tanto osservava l’aria mesta di Miu, senza farsi notare. Sembrava che niente fosse cambiato in quegli anni. Ancora litigavano nonostante tutto, ed ancora si venivano a creare situazioni tese come quella, ed ancora…

- Per quanto tempo LUI dovrà stare qui?- chiese Miu trovando il coraggio di parlare, ma facendolo con una voce glaciale e marcando le sue ultime parole.

- Dovremmo rimanere all’incirca un anno, signorina Miu…- le spiegò Baumiau. Alla ragazza quasi mancò il fiato. Doveva convivere con quel ragazzo per un anno intero… come avrebbe fatto? Sarebbe impazzita prima? Non parlò più tentando di non mettersi a piangere, lasciandosi trasportare dal nervoso e dalla morsa nello stomaco che la attanagliava.

Con molto sollievo di tutti, la silenziosa cena ebbe termine e Miyu accompagnò Lou nella stanza degli ospiti. Hosho uscì di casa per andare a trovare i genitori di Miyu e per trovare un po’ di allegria, Kanata invece si sedette sul divano in sala da pranzo ed accese la Tv.

Miu era al colmo della stanchezza. Era riuscita a fare il bagno, ma era ancora così scossa dagli avvenimenti della giornata che non era riuscita a goderselo. Mentre usciva dal bagno per dirigersi nella sua stanza, incrociò Lou e senza parlargli gli passò davanti. Lui invece si voltò verso di lei e le parlò con aria amichevole.

- Lo so che è dura, ma tanto poi passa tutto!- Miu si voltò come fulminata e lo osservò: solo allora si rese conto della strana sfumatura viola che attraversava gli occhi azzurri del ragazzo.

- Non si rendono conto che fanno soffrire gli altri quando fanno così?- si allontanò con questa domanda retorica, mentre Miu si rese conto, con sua somma sorpresa, che forse quel ragazzo non doveva essere poi così antipatico…     

 

Il televisore stava trasmettendo un film d’azione, ma Kanata non lo seguiva. Stava invece osservando Miyu che lavava i piatti in cucina. Quando lei ebbe finito, fece per allontanarsi, passando dal divano su cui era seduto Kanata, senza guardarlo, ma lui la fermò prendendole la gonna, come fa un bambino per attirare l’attenzione della madre. Dopo essersi fermata, Miyu si posizionò alle sue spalle e gli tirò un affettuoso pugno sulla testa.

- Sei uno stupido Kanata! Non perdi mai l’occasione!- lo rimproverò, ma sembrava che ormai non ci fosse più alcun rancore. Lui la guardò intensamente, girando il collo verso di lei.

- Mi dispiace…- Miyu continuò dapprima a guardarlo con rimprovero, poi il suo sguardo si addolcì e gli diede un tenero bacio sulle labbra. Dopo gli si sedette di fianco e si strinse a lui affondando il viso sul suo petto e lasciando che lui le accarezzasse la folta chioma bionda.

 

La mattina seguente, Miu si preparò ad uscire di corsa da casa, per non dover ancora assistere a qualche litigio, ma non potè non notare prima di andarsene, che i suoi genitori dormivano abbracciati sul divano. Li svegliò ricordando a suo padre che aveva ancora un lavoro e poi uscì sentendosi molto più allegra.

Al solito posto, incontrò la sua amica Yuko, ancora ignara degli innumerevoli avvenimenti del giorno prima, che Miu non mancò di raccontare alternando le sue parole con esclamazioni e sospiri.

- Credimi Yuko, non so proprio cosa fare… come faccio a viverci un anno intero? E poi con i miei genitori! Delle volte li odio, non fanno altro che litigare! Per fortuna che a scuola non li devo vedere e posso respirare!- non fece in tempo a sorridere sollevata, che un tocco leggero sulla testa di una cartella la riportò alla triste realtà (Eh! Eh! Che vi ricorda? Marmalade Boy 4 ever!!!!).

- Chi è che non vedresti scusa?- la voce era impossibile da non riconoscere. Miu si voltò con uno sguardo tra il disperato e il sorpreso.

- Cosa ci fai qui Lou!-

- Cosa? Questo sarebbe Lou?- Yuko guardava il ragazzo incuriosita e lui si presentò senza calcolare Miu che continuava a domandargli, anzi ad urlargli il motivo per cui aveva la divisa della sua scuola e si trovava lì.

- Molto piacere, io sono Lou! Tu devi essere la figlia di Santa, vero?- Yuko annuì divertita. Lou era davvero un bel ragazzo e adesso capiva perché il giorno prima Miu era arrossita quando lei le aveva domandato se era carino. Lou finalmente si girò verso Miu, che aveva il volto arrossato per il nervoso.

- Se devo restare qui per un anno, non vuoi che frequenti la scuola?-

- Ma perché proprio qui!-

- Scusa ma ci sei o ci fai? Se abitiamo da queste parti perché dovrei andare nella scuola di un altro quartiere? Mi dispiace carina, ma dovrai sorbirti una parte della tua famiglia anche a scuola!-

- Puoi stare tranquillo che farò qualsiasi cosa per evitarti!-

- Caspita! Non sei poi così timida!- quella voce, Miu l’avrebbe riconosciuta tra mille. Lou si voltò incuriosito per vedere chi fosse che li interrompeva. Quella era la voce era di Toshiro Honda. Miu si bloccò, continuando a fissare Lou. Non aveva il coraggio di voltarsi verso Toshiro e si rese conto che le gambe le stavano per cedere.

- Ah, ciao Honda.- Yuko salutò il ragazzo un po’ di controvoglia. In realtà stava cominciando a stancarsi della presenza continua di quel ragazzo. Per fortuna grazie alla ragazza, l’attenzione di Toshiro si rivolse verso di lei.

- Ciao Yuko, che fai di bello?-

- Quello che faccio tutte le mattine Honda, vado a scuola!- disse come se si stesse rivolgendo ad uno stupido. Mentre i due ragazzi parlavano, Miu abbassò lo sguardo completamente rosso. Raccolse la cartella che aveva lasciato cadere per terra e si avviò verso la scuola con il capo chino ignorando completamente Lou, che si decise a seguirla. A metà strada, però venne fermato dal moro, che gli chiese chi fosse.

- Sono un nuovo studente e sto partecipando ad un corso di intercultura. Il mio nome è…- ci pensò un attimo, quasi come se l’avesse scordato -… Lou Kant! Sono americano, molto piacere!- detto questo si voltò velocemente e raggiunse Miu.

Miu camminava piano ancora rossa in volto e pensava alla figuraccia che aveva fatto. Una voce la fece trasalire.

- Lui ti piace, vero?- Miu si voltò ancora più imbarazzata.

- M-ma che cosa dici!?!- Lou sembrava imperturbabile. Camminava con le mani in tasca e continuò anche dopo averla raggiunta.

- Sei tutta rossa… mi domando come mai la tua amica non se ne sia ancora accorta…-

- Guai a te se parli! Non voglio che lo sappia!!-

- Sì, sì, stai tranquilla, tanto a me non interessa… piuttosto, ricordati che il mio nome è Lou Kan, e sono un ragazzo americano che ha partecipato ad un progetto di intercultura con il Giappone, ed è venuto ad abitare a casa tua. Ieri papà mi ha accompagnato ad iscrivermi, ecco perché siamo usciti…-

- Uff… d’accordo cercherò di non dimenticarlo…-

- E’ appunto questo il problema, credo proprio che lo scorderai, per come sei!-

- Uffa Lou, sei uno stupido!- Miu gli fece la linguaccia indispettita e poi corse avanti. Lou la osservò sorridendo.

- Somiglia tanto anche a papà!…- Lou alzò lo sguardo verso l’entrata della scuola e il suo sorriso divenne quasi perfido - Penso proprio che ci sarà da divertirsi qui!-

 

Continua…

 

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


Ciao a tutti, è da tanto che non ci sentiamo, vero

CAPITOLO 3

 

- Lou, non fare mai più una cosa del genere! Mi hai fatto quasi morire!- sul percorso verso casa Miu aveva fermato Lou con una mano e adesso gli bloccava la strada, mentre gli urlava contro rossa in viso. Lou, invece era come al solito tranquillo e la osservava quasi sorridendo.

- Ma scusa non eri tu quella che voleva fare bella figura davanti ad Honda, nella lezione di ginnastica?-

- Certo, ma non volevo fare quattro salti mortali contemporaneamente, avranno creduto che fossi un mostro!- ora Miu era rossa per l’imbarazzo che aveva provato solo qualche ora prima. Lou, invece era molto divertito e se la rideva di gusto.

- Ma tu sembri un mostro già da ferma!-

- Oh uffa Lou, non ti sopporto più!!- (perdonatemi, odio fare le rime, ma non ci posso fare niente se Lou si chiama così! NdA) Miu lasciò il ragazzo correndo avanti. Solo allora lui smise di ridere e poi si incamminò lentamente verso il tempio. Era trascorsa solo una settimana da quando era arrivato sulla Terra e in soli sette giorni aveva messo in subbuglio l’intera scuola. Già si parlava di fatti strani e misteriosi, di banchi che erano stati visti sospesi in aria, di studenti che come Miu erano diventati misteriosamente dei campioni in ginnastica e di professori che avevano subito di sicuro qualche oscura maledizione. Lou sorrise al quel pensiero, ma subito divenne serio perché aveva l’impressione di aver esagerato un po’ troppo, visto che ogni volta trovava la disapprovazione di Miu.

Entrato al tempio, incrociò sua madre. Le dette un bacio affettuoso e le chiese perché avesse in viso un’espressione preoccupata.

- Lou, mi vuoi dire cosa è successo? Miu non appena è rientrata in casa si è chiusa in camera, e poi le ho sentito urlare un “ti odio Lou”. Mi puoi spiegare qualcosa? Non ci saranno di mezzo i tuoi poteri?-

- Ehm… mamma, ecco il fatto è che…-

- Che?…- chiese la donna intuendo già l’irreparabile.

- Ho fatto in modo che Miu facesse una bella figura durante l’ora di ginnastica!- detta così sembrava quasi che avesse avuto tutte le buone intenzioni, ma Miyu non si lasciava convincere facilmente.

- E che cosa hai fatto perché lei facesse una bella figura, Lou?- chiese ancora con fare indagatore.

- Beh… ha fatto quattro salti mortali e…-

- M-ma dico sei impazzito?-

- Mi dispiace, mamma, non accadrà più…- Miyu sospirò.

- Lou, so che lo trovi divertente, ma in qualche modo devi andare d’accordo con Miu, non si può convivere in questo modo! Che ne dite di una piccola tregua?-

- … Va bene, ma Miu sarà d’accordo?- Miyu rispose alzando le spalle, con aria interrogativa.

- Vedrò di parlarci …-

- No mamma, voglio parlare io con lei, posso?-

- Se non ti caccia via…-

Lou si avvicinò alla porta della camera della ragazza e bussò senza parlare.

- Mamma, lasciami stare! Sono troppo nervosa per parlare adesso!- Miu non sentì provenire alcun suono da dietro la porta, ma avvertiva che qualcuno si trovava ancora lì vicino.

- Perché non te ne vai? Avrai capito che quello stupido di Lou mi ha fatto fare una figura orribile davanti a tutta la mia classe, lasciami in pace adesso!- la porta si aprì, ma lei non si voltò, aveva le lacrime agli occhi e poggiava la testa sulla scrivania.

- Le accetti le mie scuse?- Miu si voltò sorpresa a sentire la voce di Lou e lo guardò con un’espressione tra l’irritato e lo sbalordito.

- Forse è il caso che ci prendiamo una tregua, o non arriveremo alla fine dell’anno, per te va bene?- Miu continuava fissarlo, poi annuì con la testa.

- Bene… ah mamma ha detto che la cena è pronta, e sarebbero… anzi saremmo tutti felici se tu venissi…-

- A-arrivo, un attimo e arrivo…- Lou uscì dalla stanza. Miu sentiva una strana sensazione: il modo con cui si era rivolto a lei, era diverso. Solo la prima sera, quando si erano incrociati in corridoio, le aveva rivolto quel tono amichevole e rassicurante. Si augurò che da quel momento in poi sarebbe stato sempre così…

 

E così fu. Da quella sera Lou cambiò quasi del tutto il suo modo di fare e si comportò in tono molto più amichevole. Certo, ogni tanto non riusciva a frenare l’impulso di schernire Miu con sottili battute, ma alla fine la ragazza si era abituata anche a quelle e dopo qualche minuto di broncio, la serenità tornava tra i due. Miu si era resa conto che l’alieno non era poi tanto antipatico, anzi aveva imparato a considerarlo come un vero e proprio fratello. Dopo solo un mese, averlo vicino in casa, a scuola e praticamente dovunque andasse, era diventata un’abitudine, tanto che a volte credeva che sarebbe stata troppo monotona la vita senza di lui. A pensarci bene infatti, i suoi poteri la affascinavano e anche se non lo avrebbe mai ammesso, gli scherzi di Lou ai professori, le erano piaciuti molto. E poi era grazie a Lou, se il giorno dopo quell’incidente, perché così lei lo definiva, Toshiro Honda le aveva finalmente rivolto la parola salutandola con un sorriso. Quel giorno, dapprima era rimasta come pietrificata, ma poi grazie a Lou che si era presentato in classe stravolto perché una ragazzina aveva cominciato ad inseguirlo per tutta la scuola per poter uscire con lui, causandole uno scoppio di risate, si sciolse e rispose al saluto del ragazzo.

Per la prima volta aveva avuto il coraggio di parlargli. Honda fu molto simpatico con lei, tanto che per tutto il giorno non fecero che parlarsi e ogni timore svanì del tutto. Discutere con quel ragazzo era come se lo aspettava. Lui era molto affabile, tanto che a fine giornata ogni timore era svanito e Honda sembrava essere diventato un buono amico.

Miu avrebbe voluto approfondire di più l’amicizia con lui, ma dovette rimandare tutto a dopo le vacanze estive, perché la sua famiglia era stata invitata a trascorrere un intero mese nella pensione dello zio di Santa. Nonostante l’iniziale delusione, Miu era ben contenta di poter passare un mese intero al mare con Yuko e gli amici dei suoi genitori. Fu un mese molto movimentato, soprattutto per la presenza di Lou, che aveva approfittato per utilizzare i suoi poteri, nonostante i continui rimproveri dei suoi genitori e le urla di Miu.

Una sera di luna piena, i suoi genitori, assieme a Santa, festeggiavano con dei fuochi d’artificio nella pensione. La madre di Yuko e lei non erano lì con loro, per via di un servizio fotografico per cui erano state ingaggiate. Miu si era annoiata di osservare i suoi genitori che si divertivano per proprio conto e così aveva deciso di andare in spiaggia per una passeggiata. Camminava al chiaro di luna immersa nei suoi pensieri, nei quali si susseguivano tutti gli avvenimenti che in pochi mesi le avevano stravolto la vita, forse in meglio. Istintivamente si voltò per osservare le impronte dei suoi passi, rese più definite dalla luce della luna, quando si rese conto di essere seguita. Un’ombra veniva dietro di lei ad una distanza di qualche metro. Dapprima pensò che fosse la sua immaginazione, ma la figura si fece sempre più nitida, finché non le si avvicinò un ragazzo molto più grande di lei, probabilmente ubriaco.

- Ciao piccola, che ci fai tutta sola da queste parti? Non sai che è pericoloso a quest’ora?- nonostante le apparenti preoccupazioni, il tono di voce era evidentemente illusorio e infatti il ragazzo non tardò a farsi avanti.

- Se vuoi… puoi venire un po’ con me… io ti proteggerei…- Miu aveva così tanta paura che le gambe cominciarono a tremargli. Avrebbe voluto urlare e chiedere aiuto, ma nessun suono usciva dalla sua bocca. Senza che se ne rendesse conto, dentro di sé invocò l’aiuto di Lou e rimase ancora più colpita, quando sentì quella voce familiare che proveniva dalle spalle del ragazzo ubriaco.

- Ci metterei la mano sul fuoco che la proteggerei meglio io!- Miu con molto timore alzò lo sguardo e intravide alle spalle del ragazzo il luccichio dei capelli biondi di Lou. Lo guardò spaventata, ma grata per il suo intervento e si rassicurò, pensando a quello che sicuramente gli avrebbe combinato. Infatti, non appena il ragazzo ubriaco si voltò per vedere chi aveva parlato, Lou con il solo sguardo lo sollevò in aria e lo fece ricadere con il viso sulla sabbia. Il ragazzo corse via spaventato, sputando la sabbia che aveva ingerito nella caduta. Lou si avvicinò prontamente a Miu, che ancora impaurita, nonostante avesse osservato tutta la scena era ancora a terra.

- Stai bene?- Miu annuì senza parlare. Per un istante le venne in mente di abbracciarlo, per sentirsi più sicura, ma poi si ricompose subito: insomma, dopotutto lui era Lou, non poteva volere una cosa simile!

- Non dovevi andartene in giro da sola a quest’ora… per fortuna che tua madre si è preoccupata e mi ha chiesto di venirti a cercare…- si spiegò li interrompendo i suoi pensieri, ma non rallentando il battito del suo cuore.

- G-grazie…- le riuscì di dire. Lou le sorrise e poi si sedette accanto a lei in silenzio.

- … però è meglio se non usi così in pubblico i tuoi poteri, può essere pericoloso!- continuò poi, ripensando a come l’aveva salvata.

- Ma che dovevo fare scusa, picchiarmi come fate voi?-

- Beh sì, se non vuoi dei guai è meglio se anche in questi casi tu ti comporti come un normale essere umano!-

- Lo vuoi sul serio?- le chiese fissandola negli occhi.

- Sì, voglio che sia così!- di fronte alla decisione di Miu, Lou non potè fare a meno di acconsentire.

- Va bene, vorrà dire che d’ora in poi picchierò come un terrestre qualsiasi!-

- M-ma non devi per forza picchiare!-

Per qualche istante Lou rise apertamente, ma poi rassicuratosi che stesse veramente bene, iniziò ad osservare il mare illuminato dalla luna. Miu fece lo stesso, ma un turbinio di pensieri le frullavano nella testa. Ancora non capiva per quale motivo la prima persona che le era venuta in mente fosse stata proprio Lou. Poi senza darsi una risposta, prese a fissarlo ma qualcosa le sembrò diverso. Forse era la luce della luna o la penombra, ma Miu lo vide con occhi diversi: non appariva più come il fratello con cui litigava sempre, ma come una ragazzo. Le ci volle un po’ prima di rendersi conto che era arrossita e intanto non le riusciva di staccare lo sguardo. Dopo qualche minuto però, Lou si voltò forse sentendosi osservato e guardò Miu con aria interrogativa.

- Perché mi stai fissando?- chiese. Solo allora Miu si svegliò da quello stato in cui era caduta, scrollò le spalle e rispose ancora più imbarazzata al ragazzo.

- Io? N-no, perché ti dovrei fissare…- si voltò rossa come un peperone e intanto cercava di capire il motivo per cui era arrossita e perché nell’istante in cui lui si era voltato, il suo cuore aveva iniziato a batterle così velocemente; dopotutto lui era Lou, soltanto Lou, allora perché si sentiva così? Il cuore di Miu perse un altro battito, quando lui all’improvviso si alzò da terra, scrollandosi la sabbia dai pantaloni.

- Sta iniziando a fare freddo, è meglio se torniamo alla pensione!- Miu lo seguì senza dire una parola. Ancora non comprendeva il motivo, ma se avesse parlato, probabilmente non sarebbe uscito alcun suono dalla sua bocca. Dopo un silenzioso tragitto, tornarono alla pensione. Lou sbadigliando la informò che sarebbe andato a dormire, Miu invece andò dai suoi genitori per avvisare del suo ritorno. Uscì nell’ingresso dove ancora si trovavano i suoi genitori e si avvicinò a sua madre.

- Mamma, sono tornata!- Miyu sembrava sorpresa di quella affermazione.

- Perché, eri uscita?- chiese corrucciando la fronte: non voleva certo che la figlia se ne andasse a spasso di notte!

- Ma come, non eri tu quella in pensiero perché ero sparita?- chiese a sua volta Miu, sorpresa per quella reazione.

- Veramente no Miu, anzi credevo che fossi andata a dormire e non ci ho pensato più di tanto!-

- Allora Lou…-

- Come dici?- Miu aveva pensato ad alta voce e cercò di sviare il discorso dando la buonanotte a sua madre e andando a dormire anche lei, sperando di poter dimenticare con il sonno tutti quei pensieri che le affollavano la mente…

 

*   *   *

 

Come tutti i momenti felici, anche le vacanze estive passarono in un soffio e senza che Miu se ne rendesse conto, si ritrovò a sbraitare perché Lou era in ritardo per andare a scuola. Miu odiava fare tardi, aveva ereditato la puntualità da suo padre. Lou invece la mattina con molto comodo si alzava dal letto, faceva colazione e solo quando era sazio si avviava a scuola. Quella mattina di dicembre, Miu era uscita di casa da scuola dopo l’ennesimo urlo. Nonostante quella sera d’estate, Lou era sempre lo stesso e così Miu l’aveva pian piano scordata, assieme a tutti i pensieri che l’avevano assillata in quel periodo. Ritornare a scuola le aveva fatto ricordare di Honda, il ragazzo di cui era segretamente innamorata e di quell’amicizia che stava nascendo. Negli ultimi mesi, infatti Miu credette di essere diventata una buona amica di Toshiro e questo se da un lato la rese sempre più felice, da un altro la rese più triste, perché adesso che si era affezionata a Lou considerandolo come un fratello, lui per qualche oscura ragione non le stava accanto come prima, anzi spesso tornava casa da scuola da solo o preferiva la compagnia di Yuko.

Quella mattina Miu incontrò la sua amica al solito posto e insieme si avviarono verso la scuola.

- E Lou dove è finito?-

- Non me ne parlare Yuko, sembra che lo faccia di proposito a farmi irritare! Questa mattina ho tentato di farlo svegliare almeno una decina di volte e alla fine me ne sono andata!- Yuko non riuscì a trattenere una risata al sospiro esasperato che emise Miu.

- Per fortuna che a scuola c’è chi mi capisce e che non è antipatico come Lou!-

- Chi? Honda, per esempio?- Miu arrossì non appena sentì pronunciare il nome del ragazzo dalla sua amica.

- M-ma… cosa dici!?!- Yuko sorrise, ma il suo non era un sorriso felice come per partecipare alla gioia dell’amica.

- Non ci vuole molto per leggertelo in faccia! E poi è da un po’ che ti vedo spesso insieme a lui! Comunque Miu…- Yuko esitò, quasi avesse timore a parlare -… non mi piace che frequenti quel ragazzo.- la ragazza la guardò sorpresa, ma non riuscì a proferire parola: continuò a fissarla come se avesse detto una cosa assurda.

- Honda non è un bravo ragazzo, voglio che ti tieni lontano da lui.-

 

Continua…

 

 

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***


Ciao a tutti, è da tanto che non ci sentiamo, vero

CAPITOLO 4

 

-… per questo in queste ultime settimane si è allontanata sempre più da me! Non so proprio che cosa fare!- Yuko era seduta in un bar assieme a Lou. Mentre sorseggiava una cioccolata calda per riscaldarsi, il ragazzo le si era avvicinato, per chiederle il motivo per cui da tre settimane lei e Miu non sembravano più così unite.

- Capisco… e con il carattere che ha Miu, è ovvio che abbia agito in questo modo! A volte sembra proprio una bambina!- esclamò Lou.

- Dai, non prendertela con lei, è normale che se la sia presa con me, dopotutto le ho offeso il ragazzo che le piace! Al suo posto, forse lo avrei fatto anch’io…- Yuko cercava di calmare il ragazzo, anche se non era molto convinta di quello che stava dicendo.

- Uff… beh, ora so come sono andate le cose… però tu non hai provato a spiegarti?-

- Certo che l’ho fatto – rispose la ragazza – ma quel giorno è corsa via dicendo che aveva un impegno prima della scuola e poi per le restanti tre settimane, non ha fatto altro che evitarmi inventando una scusa dietro l’altra! E’ stato praticamente impossibile parlarle!- Lou non disse niente e continuò a sorseggiare il the che aveva ordinato.

- Comunque non ti devi preoccupare per me, Lou! Conosco molto bene Miu e so che prima o poi le passerà, bisogna solo avere un po’ di pazienza!- lo rassicurò Yuko.

- E va bene, rassegniamoci!- Lou sospirò e dopo un’ora trascorsa chiacchierando, decise di tornare a casa. Quando aprì la porta del tempio, intuì immediatamente, che c’era un’aria bellicosa.

- Ma dai papà, che ti costa! Il nonno non c’è e per una volta possiamo trascorrere un Natale decente!- Miu discuteva animatamente con suo padre, mentre sua madre assisteva in silenzio. Baumiau non c’era, probabilmente doveva essere in giro da qualche parte con Pepo. Lou entrò nella cucina, dove si trovavano e si avvicinò a Miyu.

- Ho detto che non se ne parla, Miu! Non discutere!- esclamò Kanata rivolto alla figlia.

- Mamma, che cosa sta succedendo?- chiese il ragazzo accostandosi alla madre.

- Miu vuole che quest’anno si festeggi il Natale- gli rispose la donna sottovoce, mentre Kanata e la figlia continuavano a litigare.

- Natale!?! E che cos’è?- Miyu rise senza farsi vedere.

- E’ una festività che ricorre sulla Terra il 25 dicembre. Nella cultura occidentale si festeggia la nascita del Signore… ma noi non lo festeggiamo, perché questo è un tempio Buddista…- nella voce di Miyu c’era un leggero rimpianto, ma Lou non se ne rese conto. Intanto la discussione andava avanti.

- Ma quest’anno c’è anche Lou e sarebbe bello se festeggiassimo tutti insieme!- Lou, che si sentì preso in ballo, cercò di sviare il discorso.

- Ma a me non interessa più di tanto!- Miu rivolse uno sguardo truce verso il ragazzo, che non voleva aiutarla. Sentendo la rabbia montarle ancora di più, cercò di cambiare tattica - Per non  parlare poi che è il tuo compleanno!-

- Ho detto di no, Miu! Ormai non mi tiro indietro!-

- Ma se solo tu capissi…-

- No, non voglio capire! E adesso smettila, perché lo sai che è una discussione inutile!- Miu non potè fare a meno di sbuffare.

- Ma che palle!- stava quasi per andarsene, quando si rese conto di aver fatto un grosso errore.

- Che cosa hai detto?- la voce di Kanata era piuttosto infastidita.

- Non ho detto niente!- rispose la ragazza con aria imbronciata.

- Non permetto queste mancanze di rispetto signorina. Se sei così testarda, vorrà dire che non avrai neanche quel poco che ti concediamo ogni anno! E adesso và in camera tua senza discutere e vedi di calmare i bollenti spiriti!- Miu non disse più una parola, ma si voltò e se ne andò in camera. Mentre usciva dalla stanza, guardò di sbieco Lou e lui riuscì a scorgere una lacrima che le scendeva lungo la guancia, arrossata a causa della lite.

Seduta sulla scrivania, la testa poggiata sulle braccia, Miu ripensava alla discussione avuta pochi istanti prima. Ormai aveva lasciato che le lacrime le bagnassero il volto. Almeno, se suo padre l’avesse vista con gli occhi gonfi, avrebbe avuto qualche rimorso. Dopotutto a lui non costava niente, se per una volta, soltanto una si festeggiasse il Natale. Da quando Miu aveva iniziato a capire, non era mai successo! Eppure per una volta si poteva anche fare uno strappo alla regola! Miu aveva sempre invidiato le sue compagne che pregustavano il giorno di festa, che non vedevano l’ora di addobbare l'albero e l'intera casa e poi quando al ritorno dalla vacanze raccontavano della festa con i parenti e gli amici, delle cene abbondanti, dei tanti regali che avevano ricevuto e lei ascoltava tutto questo, invidiosa e triste, perché ogni anno aveva sempre visto la sua famiglia andare a letto presto la notte di Natale, la propria casa spoglia; la sua unica consolazione era il pranzo che preparava sua madre per il compleanno di Kanata, ma spesso non era un granché, data la sua goffaggine. E poi c’era sempre stato un piccolo regalo per lei, un pensiero che Miyu era riuscita a strappare alle rigide regole di quel tempio. Ed era a quello che si riferiva suo padre, quando aveva detto che non avrebbe avuto nemmeno quel poco. Non era per il regalo, ma soprattutto per il pensiero che i suoi avevano, per rallegrarla un po’. E quell’anno non ci sarebbe stato nemmeno quel piccolo dono. Asciugò le lacrime sfregando il viso contro la manica della divisa e si guardò intorno. Era quasi l’ora di cena, ma non aveva fame, perciò decise di mettersi a letto: forse una dormita le avrebbe fatto bene. Depose la divisa in un cassetto, pensando che le tanto sospirate vacanze erano finalmente iniziate... peccato però che non riusciva a godersele al meglio! Intanto qualcuno davanti alla porta si era fermato e ripensava al visto deluso che aveva visto qualche minuto prima. Per la prima volta pensò che la ragione fosse dalla sua parte…

 

*   *   *

 

E così la vigilia di Natale era arrivata. Miu nonostante avesse ancora in mente le parole di Yuko, uscì nel pomeriggio, assieme a Toshiro Honda, il ragazzo di cui era innamorata e per qualche ora, riuscì a non pensare alla discussione avuta con suo padre. Anche Lou sembrava in collera con lei, quando aveva detto che sarebbe uscita con Honda, ma a lui quel ragazzo non era stato mai simpatico e poi Miu sospettava che fosse ancora irritato per il fatto che l’avesse messo in mezzo in quella famosa discussione. Prima di tornare casa però, dopo che aveva lasciato il suo amico, passò davanti a casa di Yuko e lasciò un pacchettino dentro la buca delle lettere. Dopotutto voleva ancora bene a Yuko nonostante quello che era successo, anche se non se la sentiva di vederla e di parlarle, voleva farle sapere che non aveva perso del tutto la loro amicizia.

La cosa più brutta, fu tornare a casa. Da quel litigio l’aria che si respirava era sempre tesa e grave, soprattutto da parte della ragazza che non aveva perdonato al padre il suo No. Cenarono tutti in silenzio, come la prima sera quando arrivò Lou. A fine pasto, poi Miyu e Kanata andarono a dormire e Miu si chiuse nella sua stanza.

 

- Giuro, questa è stata la cena di Natale più brutta della mia vita!- Miyu, in camera da letto, stava indossando un pigiama pesante, in vista di una notte gelata.

- Oh Miyu, non ti ci mettere anche tu! Lo sai che in questo temp…- Kanata, che era già a letto, venne interrotto da sua moglie.

- Sì, sì, lo so che ci sono delle regole, ma se non mi sbaglio nessuno ci uccide o ci arresta se facciamo un piccola festicciola in casa nostra, mi sbaglio forse?- Miyu si era seduta sul letto e lo stava osservando con aria eloquente. Kanata sospirò.

- Credi che io sia stato toppo duro con lei?-

- Beh… dopotutto Miu ha tredici anni, ed è normale se per una volta festeggi il Natale come tutti! Alla sua età anch’io ero così e la capisco… perciò… sì, sei stato terribilmente duro con lei!- Kanata la guardò disperato, come se da quel momento in poi sua figlia non gli avrebbe rivolto più la parola. Miyu, comprendendo i suoi pensieri rise. Dopotutto in realtà non era la persona perfetta che tutti credevano, anche lui era capace di sbagliare!

- Ma dai! Non penserai seriamente che da adesso ti odi!- si distese accanto all’uomo, e si accoccolò vicino a lui per scaldarsi.

- Vedrai, cambierà idea quando domani vedrà il regalo che Tu le hai fatto!- Kanata la guardò sorpreso.

- Di quale regalo parli?-

- Beh, visto che immaginavo che ti saresti pentito di quello che le hai detto, le ho comprato un regalo da parte tua!- Kanata sorrise e la strinse più a sé.

- La sai una cosa? Tu mi conosci anche troppo bene!- poi le alzò la frangia bionda e le diede un bacio sulla fronte prima di scendere sulle labbra; dopo si addormentò stringendola tra le braccia.

 

*   *   *

 

Dal cielo plumbeo iniziavano a cadere dei piccoli fiocchi di neve. Nonostante il freddo pungente Miu si era avvolta in una coperta e osservava il giardino e il resto della città che si scorgeva dall’alto della collina, che pian piano si imbiancavano, poggiata alla ringhiera del porticciolo. Guardò l’orologio, che segnava la mezzanotte, per poi riportare lo sguardo sul paesaggio.

- Beh… Buon Natale, Miu…- aveva una voglia matta di piangere, ma si trattenne, soprattutto quando sentì una voce familiare alle sue spalle.

- Prenderai freddo se rimani ferma lì!- era Lou. Ma che ci faceva lì a quell’ora? Non era andato a dormire? Pensò Miu, mentre il ragazzo si avvicinava e si poggiava alla ringhiera al suo fianco.

- Sono fatti miei!- rispose lei brusca.

- Sai, mi sono documentato sul Natale e a quanto pare, questa festività è molto più bella quando nevica!- Miu ebbe il sospetto che volesse fare conversazione e lei non ne aveva voglia... non riuscì però a frenare l’amarezza che sentiva dentro.

- Già, questo è proprio un perfetto, bianco Natale!- esclamò sarcastica. Lou si accigliò per un attimo e poi sorrise.

- Non sapevo che ci tenessi tanto…- Miu si voltò sorpresa verso di lui e vide la sua espressione. In volto non aveva il solito ghigno, che le rivolgeva quando la prendeva in giro, ma era dolce e rassicurante. A quel punto Miu non seppe più trattenere le lacrime e lasciò che scendessero sul viso, senza frenarle più.

- E’ ovvio che ci tengo, sono stufa di vedere gli altri felici e la mia famiglia che preferisce dormire! Questo tempio io lo odio!- Lou non reagì a quella affermazione, ma cercò di farla ragionare.

- Ma dai, non esagerare! E poi se non mi sbaglio tu non puoi festeggiare il Natale, ma le tue amiche non festeggiano tante altre festività che si svolgono in questo tempio! Mi sbaglio forse?- chiese conferma. Miu tirò su col naso mentre rifletteva per le sue parole. In effetti era così, però quella era un festa importante…

- Avanti so cosa stai pensando!- la interruppe Lou – ma non devi farne una tragedia! Vorrà dire che quando sarai più grande festeggerai con i tuoi amici!- Miu sospirò. Doveva ammettere che Lou aveva ragione, non doveva essere così pessimista...

- Va bene ho capito… vorrà dire che mi metterò l’anima in pace per i prossimi cinque anni...- Lou sorrise dolcemente prima di sbadigliare.

- Beh, io adesso me ne vado a letto, sto morendo di sonno! Per colpa tua sono ancora sveglio!- Miu si irritò e lo osservò furente mentre si allontanava. Ad un tratto però si fermò.

- Ah, quasi dimenticavo, Buon Natale!- le disse mentre le lanciava tra le mani una piccola scatolina infiocchettata. Miu rimase stupita finché lui non sparì dentro casa, poi curiosa aprì la scatola e trovò un ciondolo a forma di stella argentato. Mentre lo faceva brillare alla luce della lampada, pensò che forse quel Natale fosse uno dei più belli che avesse trascorso…

 

Continua…

 

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Capitolo 5
*** Capitolo 5 ***


Ciao a tutti, è da tanto che non ci sentiamo, vero

CAPITOLO 5

 

La neve era rimasta per più di un mese e solo a febbraio si era finalmente dissolta del tutto. Miu guardò il cielo sconsolata e si chiuse meglio la leggerissima maglietta della tuta durante l’ora di ginnastica.

- Uffa, è possibile che il tempo non voglia assolutamente migliorare? Sono stufa di questo freddo!- esclamò a se stessa delusa.

- Di solito a febbraio fa sempre freddo… non mi dirai di volere andare di già al mare!- la rimbeccò Lou con noncuranza. Era da poco finita l’ora di ginnastica e Miu era stata incaricata di raccogliere tutti i palloni da basket che avevano utilizzato in quell’ora. Lou invece aveva preferito passarle davanti, tanto per farle capire che lui non aveva niente da fare, ma lei non ci badò più di tanto, perché subito dopo le si era avvicinato Honda, che si era offerto di aiutarla. Lei aveva rifiutato gentilmente, anche se avrebbe preferito che fosse Lou ad aiutarla, ma lui era già sparito, così aveva salutato Toshiro e si era messa a lavoro. Mentre raccoglieva i palloni, pensava alle ultime settimane; era uscita con il moretto diverse volte e sembrava che pian piano si stessero avvicinando sempre di più, era contentissima di questo e per di più da un po’ di tempo Lou la prendeva in giro sempre meno, anzi spesso non si faceva vedere per niente. Questo da un lato un po’ le dispiaceva, sentiva sempre che qualcosa le mancava, era come se quando arrivava Lou, si riempisse un vuoto nel suo cuore, ma era così presa da Toshiro che quasi non ci faceva caso…

- Ecco fatto!- esclamò contenta, osservando il cesto pieno di palloni e il campo libero – ora corro a cambiarmi!- si diresse correndo verso gli spogliatoi e indossò la divisa il più in fretta possibile, perché cessasse quella fastidiosa sensazione di freddo, tanto che alla fine fu pronta ancora prima delle sue compagne, che preferivano chiacchierare e perdere tempo. Avrebbe voluto anche lei fermarsi con le sue amiche, ma Yuko era con loro. Ancora preferiva evitarla, nonostante le mancasse tanto e Lou le ripeteva continuamente che non doveva allontanarsi da lei in quel modo... oltre al fatto che avesse ragione; uscì quindi velocemente dallo spogliatoio, e si allontanò con calma dopo aver richiuso la porta.

- Ehi Dongiovanni, hai una nuova preda a quanto pare!- Miu sentì delle voci allegre che provenivano dallo spogliatoio maschile. La conversazione era strana e poco gentile e la cosa la incuriosì a tal punto da accostarsi alla porta per sentire meglio. A parlare era stato un suo compagno e quando sentì chi gli rispondeva, rabbrividì.

- Si nota così tanto? In effetti sono stato costretto a cambiare… visto che quella stupida arrogante della Kurosu non ne voleva sapere, ho dovuto pur pensare ad un ripiego!- quelle parole così cattive penetrarono come lame nel cuore della ragazza. Ma la discussione non finì lì, tra le risate generali, qualcun altro non sembrava soddisfatto.

- Già ma che farai se quella non ti molla più? La Saionji è una ragazzina immatura e stupida, anche se è carina e si sarà illusa di uno come te! Con tutta quella gentilezza fai venire da vomitare!-

- Hai ragione – lo assecondò Honda – ma vedi la mia è tutta una tattica, sono così gentile con lei, ma non appena mi sarò stancato diventerò freddo come il marmo e allora la mollerò! Non si pensi certo che io mi metta seriamente con una mocciosa del genere!- ancora risate e ancora incitamenti. Miu non resistette più e scappò via in lacrime e terribilmente delusa. Ma qualcun altro che era nello spogliatoio aveva avvertito la sua presenza. Non pensò di rincorrerla, doveva prima sbrigare qualcos’altro…

- Prova a ripetere quello che hai detto, bastardo!-

 

*   *   *

 

Miu si era decisa finalmente a ritornare al tempio. Aveva corso senza una meta per tutto il pomeriggio e quando aveva visto che il sole stava tramontando si era resa conto che sarebbe stato meglio tornare a casa. Yuko aveva avuto ragione su tutti i fronti e lei si sentiva una stupida ad essersi illusa in quel modo. Anche Lou non aveva mai visto di buon occhio quel tipo, e anche lui aveva avuto ragione. Già immaginava le sue parole non appena sarebbe tornata a casa e gli avrebbe raccontato tutto.

“Sei una stupida, come al solito… avresti dovuto capirlo prima! Te lo dicevo io che non mi piaceva!” ecco, avrebbe detto così e le avrebbe fatto la ramanzina e non ci sarebbe stata nemmeno sua madre a consolarla, perché i suoi genitori e il nonno erano in vacanza alle terme. Sarebbe stata sola in casa con Lou, che non si sarebbe mostrato di certo cordiale e disponibile. Però aveva ragione e non lo si poteva di certo biasimare! Salì lentamente le scale verso il tempio, sforzandosi di non piangere almeno finché non si fosse trovata da sola; davanti a lui non voleva assolutamente farlo! Ma in cima alle scale, notò una cosa insolita.

- Sei tornata finalmente…- il suo tono di voce era dolce e gentile, quello che in altre occasioni le aveva tirato su il morale, ma la cosa più insolita era non tanto l’espressione del suo viso, altrettanto rassicurante, ma un cerchio nero e viola intorno all’occhio. Miu lo guardò sbigottita.

- C-che cosa hai fatto all’occhio!?!- chiese stupita.

- Beh, me l’hai detto tu che dovevo battermi come un normale terrestre! Non è stato facile, ma quel cretino di Honda alla fine si è messo a piangere!- Miu avvertì un nodo alla gola, mentre le lacrime erano diventate impossibili da frenare. Lou, il dispotico, criticone, antipatico Lou si era picchiato con quel ragazzo per difenderla. Non si chiese perché lui fosse a conoscenza che lei avesse sentito, la prima cosa che le venne in mente fu che voleva assolutamente stringersi tra le sue braccia. Si avvicinò dapprima lentamente, poi si gettò su di lui singhiozzando.

- Ehi piano, non esagerare, sono tutto un dolore!- esclamò il ragazzo, ma non appena sentì il calore della ragazza su di lui, la strinse forte a sé respirando a pieni polmoni il profumo che emanava e dimenticando completamente ogni dolore fisico…

 

*   *   *

 

- Sei sicura di non volere anche il dolce? Va bene che poi ingrassi…- scherzò il ragazzo. Miu invece di indispettirsi sorrise debolmente, mentre un forte imbarazzo cresceva dentro di lei. In effetti adesso che ci pensava era da sola in casa con Lou. Nemmeno Baumiau era stato in grado di resistere al richiamo di una vacanza alle terme, perciò ora che si trovavano veramente da soli la situazione non sarebbe stata semplice. Eppure dopo quello che era successo Lou sembrava molto più accomodante dei giorni trascorsi e soprattutto molto più dolce. Miu arrossiva ogni volta che lui le rivolgeva qualche parola o qualche sguardo gentile e in un certo senso si sarebbe sentita più tranquilla se lui si fosse dimostrato quello di sempre. Ma lui sorprendendola, aveva capito e l’aveva difesa, senza rinfacciarle i suoi errori. La notte seguente, mentre cercava di ricordare che le si prospettava una domenica di totale riposo, le passò per la mente che un motivo ci doveva essere se da un po’ di tempo arrossiva ogni volta che Lou le rivolgeva la parola. Possibile che si stesse prendendo una cotta per lui? Eppure la ferita che le aveva inferto Honda era ancora aperta e lei non voleva certo passare per una ragazza superficiale! Scosse la testa con decisione, dicendosi che era impossibile e sforzandosi di pensare che Lou era solo un fratello per lei e che era ancora innamorata di Honda. La mattina seguente Miu ebbe uno strano risveglio. Non appena aprì gli occhi si trovò davanti il viso attento di Lou. Dopo un attimo di smarrimento si ritrasse velocemente portandosi dietro la coperta, mentre un lieve rossore le colorava le guance.

- M-m-ma che fai, sei impazzito!?!- esclamò prima di riprendere fiato. Tutto quello che si era detta la sera prima sembrava che non fosse servito a niente.

- Beh ero venuto a svegliarti, visto che sono già le undici… ma mi hai preceduto e ti sei svegliata da sola!- si spiegò lui, sorpreso per la reazione della ragazza.

- H-ho capito… però non ti ho dato il permesso di entrare in camera mia di punto in bianco! E se fossi stata già sveglia e mi stessi cambiando?- affermò Miu rendendosi conto solo più tardi di aver detto una cosa stupida, tanto che Lou ne approfittò.

- Beh in quel caso…- disse con voce suadente e avanzando verso di lei di qualche passo.

- Tu cosa!!- esclamò lei indietreggiando a sua volta, e arrossendo sempre più per l’imbarazzo.

- Vorresti proprio saperlo?- continuò lui; era troppo divertente prenderla in giro a quel modo!

- No, non ci tengo proprio!- e detto così lo spinse con forza verso la porta e la richiuse dietro di sé.

- Ma come si permette!- sbuffò accasciandosi a terra con il viso stravolto e imbarazzato. Solo qualche istante dopo si rese conto che grazie a lui si era svegliata senza pensare a Toshiro Honda…

Quella domenica fu una delle più tranquille. Miu si meravigliò quando si rese conto di aver pensato pochissimo a quello stupido di Honda, ma d’altronde era naturale, visto che per tutto il tempo Lou non aveva fatto altro che tirarle su il morale scherzando con lei e prendendola affettuosamente in giro. Avevano trascorso la giornata in giro per negozi e poi al centro commerciale e alla fine Miu si era decisa ad andare da Yuko per scusarsi. Ovviamente Lou fu d’accordissimo e volle accompagnarla.

- Nel caso tu ti cacciassi di nuovo nei guai!- disse lui. Miu fece il broncio per quella battuta, ma stranamente si rese conto che non le dispiaceva affatto che lui l’accompagnasse.

Non appena si trovarono davanti alla villa di Yuko, Miu ebbe qualche attimo di esitazione, ma la vicinanza del ragazzo e la sua volontà ferrea, alla fine le dettero il coraggio di suonare il campanello. Ad aprire venne il padre di Yuko, Santa Kurosu, il migliore amico di suo padre. Non appena la vide un largo sorriso gli illuminò il volto.

- Ma guarda da quanto tempo non ci si vede. Ciao Miu! Ciao anche a te Lou… ma noi ci siamo visti da poco!- puntualizzò l’uomo – A proposito, cosa hai fatto all’occhio?- Mentre Lou cercava di inventare una scusa credibile per il fatto del giorno precedente, Miu si chiese con una punta di nervosismo il perché di quell’affermazione, ma era troppo presa da quello che doveva invece dire alla sua amica, da pensarci oltre. Santa li accompagnò in camera della figlia e li lasciò promettendo una fetta di dolce e del the.

- Ciao Miu!- esclamò Yuko. Attendeva da un momento all’altro che la sua amica venisse da lei, visto che la sera prima, quando Miu era andata a dormire Lou aveva chiamato la ragazza e le aveva raccontato tutto. Ma fece finta di niente, perché conoscendo Miu, si sarebbe di certo sentita ancora più stupida se lei le avesse detto esplicitamente che sapeva già tutto.

- Ascolta Yuko…- iniziò titubante la ragazza -… vorrei chiederti scusa per come mi sono comportata…- Nel frattempo Yuko la osservava seriamente: sapeva quanto fosse difficile ed umiliante per lei dire quelle cose -… sai, ho capito che avevi ragione te, Honda è uno stupido!- si sarebbe di sicuro messa a piangere, se Yuko non le avesse sorriso e non le avesse parlato dolcemente prendendole le mani.

- Non importa! Anch’io ti devo chiedere scusa, sai? Non ti dovevo attaccare in quel modo, ma spiegarmi meglio. Mi scuserai?-

- Ma certo! - Esclamò Miu incredula. Aveva finalmente fatto pace con la sua amica.

- Ora scendiamo in cucina, così vi offro una bella fetta di dolce!- propose Yuko sorridendo. Lou compiaciuto precedette le ragazze e scese in cucina. Yuko invece, fermò per un istante Miu, prima di seguire il ragazzo.

- Ascolta te lo devo proprio dire Miu! Lou è davvero un ragazzo fantastico! In questi giorni mi è davvero stato vicino! Lo sai?…- chiese infine mentre il morale di Miu peggiorava in modo molto strano -… credo di essermi presa una bella cotta per lui!-

 

Continua…

 

 

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Capitolo 6
*** Capitolo 6 ***


Ciao a tutti, è da tanto che non ci sentiamo, vero

CAPITOLO 6     

 

Un tiepido raggio di sole illuminava il volto pensieroso di Miu. Trascorrere quello che rimaneva dell’intervallo per il pranzo affacciati alla finestra riscaldandosi davanti ad un pallido sole, era la cosa migliore in quel periodo dell’anno. Ma una volta tanto, Miu non era minimamente attenta a quello che stava facendo, perché tutti suoi pensieri erano rivolti ancora alle parole di Yuko.

“Credo di essermi presa una bella cotta per lui…”. per quale motivo le davano così fastidio quelle parole? Che fosse gelosa?… Impossibile, per lei Lou era come un fratello, forse gelosa in quel senso!… forse… Scrollò la testa con decisione cercando di tornare alla realtà. Eppure da un po’ di tempo Lou era sempre stata vicino a Yuko, era normale che alla fine lei si fosse innamorata di lui… ma Lou, cosa provava per Yuko?

- Uffa! Ma cosa me ne importa!- esclamò ad alta voce senza pensarci.

- Cos’è che ti dovrebbe importare?- chiese una delle sue compagne che le stavano di fianco.

- Oh! Oh, niente, niente, pensavo tra me e me…- si giustificò imbarazzata, mentre le sue amiche la guardavano sempre più incuriosite.

- E cosa pensavi?- chiese un’altra.

- A niente di importante… solo ad una cosa che mi ha detto mia madre prima di uscire di casa… sapete riguardo alle pulizie di primavera…- mentì Miu cercando di essere il più naturale possibile. Si chiese anche perché stava mentendo alle sue amiche. Queste ultime cessarono di chiedere, evidentemente anche loro in preda al terrore delle pulizie, così Miu si sentì più libera. Scostò lo sguardo prima verso i ragazzi che discutevano e vide Honda tra di loro. Solo due giorni prima si era avvicinato a lui e dopo avergli tirato uno schiaffo davanti a tutti gli aveva urlato: – Cercatene un altro di ripiego adesso, piagnone!- da allora non si era più avvicinato a lei, nemmeno con lo sguardo, un po’ per paura di una nuova derisione, un po’ per lo sguardo colmo di odio che Lou gli rivolgeva; a quanto pare doveva avergliene date di santa ragione quel giorno… Poi l’attenzione di Miu si spostò verso la porta dell’aula e notò che Yuko si trovava lì, in attesa di qualcuno.

“Di Lou, ovviamente!”, pensò la ragazza. Infatti non appena la sua amica si allontanò dalla porta, il ragazzo entrò stravolto, si guardò indietro e tra gli sguardi incuriositi dei compagni richiuse velocemente la porta.

- Ehm, scusate, potremo tenere la porta chiusa fino alla fine dell’intervallo?- chiese ansimando un po’. Molti compagni acconsentirono senza dirgli niente: nonostante frequentasse quella scuola già da un anno non aveva fatto amicizia con gran parte dei suoi compagni e in molti lo ritenevano responsabile dell’allontanamento di tutte le ragazze, data la sua popolarità; altri, invece chiesero il motivo di quella agitazione. Anche Miu si avvicinò al ragazzo.

- Si può sapere cosa ti è successo?- chiese stupita. Lou la guardò per qualche istante, poi si girò verso il vetro della porta e si accasciò al suolo per non farsi vedere. Prima che potesse dare una spiegazione, Yuko lo precedette.

- E’ ancora quella ragazzina di primo, vero?- Lou annuì fissandola, mentre Miu si sentì indispettita. Cosa sapeva Yuko di cui lei non era a conoscenza?

- Di chi state parlando?- chiese meravigliandosi del tono brusco con cui si era rivolta.

- Di una ragazzina impossibile – si spiegò subito Lou non notando il tono che aveva utilizzato la ragazza – in pratica non la conosco affatto, però non fa altro che inseguirmi ogni volta che mi vede! Dice che mi ama e che mi vorrebbe tutto per sé! Secondo me è anche pericolosa!- esclamò poi rabbrividendo.

- Lou, non puoi andare avanti così, di questo passo sarai costretto ad andare in giro mascherato!- disse Yuko preoccupata. A quelle parole la prima cosa che venne in mente a Miu, fu che era lei che doveva fare qualcosa.

- Adesso ci penso io!- esclamò senza pensarci su due volte, ed aprì di scatto la porta dell’aula.

- No aspetta! Può essere pericoloso!- esclamò Lou, ma ormai era troppo tardi. Non appena la porta si aprì una bella ragazzina bionda con degli occhi celesti aprì le braccia cercando di gettarsi al collo del ragazzo. Miu però prontamente, la bloccò per un braccio. La ragazzina, che un istante prima aveva sfoderato un sorriso dolce e radioso, si voltò verso Miu con aria perfida.

- Mi lasci andare? Cosa vuoi tu…?- Miu era troppo decisa per spaventarsi di quello sguardo.

- Posso sapere il tuo nome? Lou è mio fratello e vorrei sapere chi è che si è invaghito di lui – disse la ragazza guardando Lou per farsi reggere il gioco. Da un po’ di tempo era diventata davvero coraggiosa. Che fosse la vicinanza di Lou a renderla così?

La ragazzina abbandonò velocemente l’aria truce e riprese il sorriso mieloso di prima.

- Oh, ma allora siamo parenti!- esclamò abbracciandola.

- P-parenti?- chiese stupita Miu; quella ragazzina non perdeva tempo!

- Sono molto contenta di conoscere la sorella del mio adorato Lou! Molto piacere, il mio nome è Josephine Hanakomachi!- si presentò la ragazzina.

- Eh!?! Hanakomachi?- esclamò sbigottita Miu – M-ma allora sei la figlia di Christine Hanakomachi?-

- Davvero conosci mia madre? Lei adesso è in Francia per via del suo lavoro, perciò io vivo qui con mia cugina! Non sapevo che qualcuno la conoscesse!- la ragazzina sembrava particolarmente entusiasta di questo, forse molto più della presenza di Lou.

- Scusa Miu, ma tu stai parlando di Chris, l’amica dei nostri genitori, non è vero?- chiese Yuko confusa.

- Ma che, quella che tentava di uccidere chiunque si avvicinasse a pap… ehm… a Kanata?- chiese a sua volta Lou. Miu annuì ad entrambi, in effetti ci avevano azzeccato tutti e due. Josephine, intanto li guardava attendendo che qualcuno la calcolasse.

- Scusa se te lo chiedo Josephine – chiese allora Miu – ma come mai porti il cognome di tua madre?-

- I miei hanno divorziato qualche anno fa e mia madre ha voluto che io avessi il suo cognome, perché è più importante! – spiegò innocentemente la ragazza.

- C’era da aspettarselo! Comunque buon sangue non mente! La figlia è identica alla madre!- la ragazza guardò Lou confusa e Miu tirò un sospiro di sollievo prima di dare un pugno in testa al ragazzo per quell’affermazione poco carina.

- Lascialo stare Josephine, piuttosto, per caso la cugina di cui parli è Momoka, vero?-

- Oh, sapete anche questo?-

- Momoka!?!- esclamò Lou imbarazzato. Miu e Yuko lo fissarono curiose: era la prima volta che Lou sembrava imbarazzato a quel modo.

- Perché arrossisci adesso?- chiese Yuko. Lou agitò le mani facendo finta di niente. Evidentemente le ragazze non sapevano nulla di quello che c’era stato tra lui e Momoka! Non che ci fosse stato niente, ma era comunque imbarazzante!

- Ascoltami Josephine, purtroppo adesso abbiamo lezione, ma se vuoi possiamo vederci fuori dalla scuola e magari tu e tua cugina potreste venire a trovarci al tempio! Ai miei genitori farà piacere rivedere Momoka e magari anche suo fratello… Kurita se non mi sbaglio…-

- No, non ti sbagli! Per me va benissimo! Ora devo andare ciao!… Ciao mon amour…- disse infine rivolta a Lou.

- Ma dico sei impazzita!?! Adesso quella ragazzina non si toglierà più di dosso!- esclamò in collera il biondo rialzandosi finalmente da terra e spazzolandosi i calzoni.

- Ma dai, non hai visto come è sola quella ragazzina? Un po’ di amici non le fanno male! E poi i miei genitori saranno felicissimi di vedere i loro vecchi amici! E poi…- continuò avvicinandosi a lui e guardandolo con malizia – a te farà piacere rivedere Momoka, no?- a quelle parole Lou arrossì di nuovo, mentre Yuko e i suoi compagni osservavano la scena confusi. Miu sorrise, evidentemente la sua amica non era a conoscenza della storia di Momoka.

- Certo Lou che la tua vita è davvero strana!- esclamò però all’improvviso Yuko.

- Già hai ragione!- asserì lui sorridendole. La gioia di qualche istante prima svanì dal cuore di Miu. Aveva rivolto a Yuko lo stesso sorriso che rivolgeva a lei nei momenti più tristi e con la gelosia che la attanagliava tornò al suo posto senza dire niente…

 

*   *   *

 

“Possibile che sia così? Possibile che mi piaccia quello stupido?”. Miu non riusciva a dormire; il pensiero continuo del ragazzo non le dava un attimo di tregua e le parole della sua amica continuavano a ronzarle in testa come una mosca fastidiosa che non ne vuole sapere di sparire. E adesso si aggiungeva quello che aveva visto solo qualche ora prima. Era rimasta di sasso, quando dall’alto della scalinata del tempio aveva visto Lou e Yuko che si abbracciavano! Per un attimo era rimasta lì a fissarli, con la bocca aperta e lo sguardo perso e solo dopo che un forte dolore al petto le aveva mozzato il fiato, se ne era ritornata in casa senza dire niente. Aveva detto a sua madre che non si sentiva bene, ed era rimasta sino ad allora nella sua stanza, saltando anche la cena. Cercò di trovare una posizione che le conciliasse il sonno, ma i morsi della fame si facevano sentire e non le riusciva di pensare ad altro. Era difficile da ammetterlo, però non era normale quel suo stato d’animo così agitato e nervoso! Forse l’unica spiegazione era quella… ma se davvero fosse stato così, cosa poteva fare ormai per cambiare le cose? … come poteva lottare contro la sua migliore amica? Non solo non le avrebbe mai messo i bastoni tra le ruote, ma comunque non sarebbe mai stata in grado di competere con la ragazza più bella, con il carattere più mite e sempre perfetta in tutto! Era una battaglia persa in partenza! E poi Lou sembrava davvero interessato a lei! Lo dimostrava quell’abbraccio e il fatto che negli ultimi tempi le fosse stato così vicino. Ormai Santa trovava anche normale la presenza del ragazzo nella sua casa! Non poteva più fare niente… doveva rassegnarsi e dimenticare quello che aveva ammesso da così poco…

 

*   *   *

 

Una settimana più tardi, Miu ebbe la notizia da Josephine, che sua madre era arrivata in Giappone per trovare sua figlia e che lo stesso giorno sarebbe andata al tempio a trovare i suoi vecchi amici, assieme ovviamente ai suoi cugini. Miu aveva accolto la notizia con sollievo; negli ultimi giorni aveva sempre tenuto nascosto quello che sentiva e spesso si era trovata a piangere in silenzio nella sua stanza, lacrime che doveva trattenere per tutto il giorno. Perciò quella visita, le avrebbe di certo migliorato l’umore. Ma non sapeva che quel pomeriggio si sarebbe rivelato uno dei più movimentati…

Non appena aprirono la porta del tempio, un fulmine celeste con una folta chioma bionda si scaraventò su Lou, il quale cadde a terra rovinosamente tra gli sguardi di tutti presenti.

- Oh mio adorato Lou! Quanto mi sei mancato!- esclamò Josephine abbracciandolo quasi sino a farlo soffocare. Chris che era appena entrata, prese di peso la figlia e la allontanò dal ragazzo.

- Perdonami Lou, ma la piccola Jos è sempre molto vivace!… ragazzi che piacere rivedervi!- esclamò poi abbracciano Miyu e dando la mano a Kanata – Non potete immaginare quanto mi siete mancati!- e così dicendo salutò anche i Kurosu che avevano approfittato dell’occasione per salutare i vecchi amici. Poi dalla porta apparve il cugino di Chris, Kurita, il quale non appena vide Miyu arrossì a non riuscì più a spiccicare una parola. Mentre Miyu aveva avuto una reazione più o meno simile, Kanata si era limitato a sbuffare geloso e ad accompagnare gli ospiti in sala da pranzo. Solo qualche istante più tardi Miyu l’aveva seguito, sorridendo sotto i baffi per l’effetto che aveva ancora su di lui. Quando Lou si alzò avvertì qualcos’altro che lo bloccava, ma questa volta non era il peso dolce di Josephine, bensì una mano, una mano femminile…

- Ciao Lou! Ma è da una vita che non ci vediamo!- Miu restò a bocca aperta a fissare la scena. Una ragazza alta e bella, forse sui venticinque anni, con una folta chioma rossa e gli occhi verdissimi, non ci pensò due volte a stampare un bacio deciso sulle labbra di Lou, il quale rimase sbalordito e con gli occhi aperti. Yuko intanto rideva di gusto.

“Ma come si permette questa qui?” pensò in collera Miu, mentre osservava la scena. Possibile che provasse così tanta gelosia per Lou? Ancora le sembrava strano e impossibile, eppure quei sentimenti non erano una sua invenzione… Lou, dopo aver ripreso a respirare si accasciò al suolo senza forze, mentre Yuko gli dava pacche sulla spalla senza smettere di ridere. Miu continuava a fissare il ragazzo sbalordita, poi Momoka che entrava noncurante in casa e Yuko che non sembrava minimente sorpresa per il fatto. In effetti anche lei aveva scherzato sulla vecchia storia tra Lou e Momoka, ma non avrebbe mai immaginato che lei reagisse a quel modo! Un moto di rabbia e di antipatia la pervase, mentre lasciava Lou e Yuko nell’ingresso e raggiungeva gli altri.

Durante tutto il pomeriggio Lou sembrava una marionetta, tra le mani di Momoka e di Josephine, che sembravano contenderselo come un trofeo, ma la cosa che faceva ribollire di rabbia ancora di più Miu, fu il comportamento di Yuko, che non smetteva un secondo di ridere, mentre Lou ormai non reagiva nemmeno più agli abbracci di Josephine e alle avance scherzose di Momoka. Alla fine non resse più e all’improvviso si alzò dalla poltrona dove era seduta, prese Yuko per una manica e la portò nella sua stanza.

- Puoi venire un attimo con me per favore?- disse nervosa, mentre nessuno la notava nella confusione generale. Yuko asserì e la seguì confusa. Non appena furono nella sua stanza, Miu si fermò davanti alla ragazza con la testa china, ma non riuscì più a parlare. Un enorme nodo alla gola le toglieva il respiro, mentre si faceva sempre più insistente la voglia di piangere.

- Beh? Di cosa vuoi parlarmi?- chiese Yuko.

- Possibile che non ti dia fastidio?- chiese a sua volta Miu.

- Cosa scusa, non ti seguo…- Yuko sembrava non capire davvero dove lei volesse arrivare.

- Oh insomma Yuko possibile che non ti dia alcun problema che quelle due ronzino così intorno a Lou?-

- N-no…- rispose Yuko abbassando lo sguardo. A quel punto Miu non resistette più e scoppiò in lacrime.

- Ma dico possibile che tu ci tenga così poco a lui! Non posso permettere una cosa simile!-

- Ma di cosa stai parlando?- chiese Yuko con un fil di voce e sempre più stupita.

- Io sono innamorata di Lou, Yuko, e non ne posso più di questa situazione! Non ce la faccio più!-

 

Continua…

 

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Capitolo 7
*** Capitolo 7 ***


Ciao a tutti, è da tanto che non ci sentiamo, vero

CAPITOLO 7

 

 

Yuko fissò sbigottita Miu, la quale sentiva il sangue ribollire dentro di lei. Aveva finalmente ammesso ad alta voce quello che provava per Lou, ci era riuscita. Per tutto quel tempo l’aveva sempre represso nel suo cuore e ammetterlo le aveva dato un senso liberatorio… Ma perché lo aveva fatto proprio alla persona meno indicata? Solo in quel momento si era resa conto di aver fatto un terribile errore. È vero, Yuko in fondo non si era preoccupata così tanto di Lou, ma a pensarci bene Josephine era una bambina e Momoka scherzava col suo comportamento. Si era lasciata prendere dalla gelosia e dallo stato d’animo così combattuto degli ultimi giorni e non aveva retto più, confessando tutto a Yuko. Era impazzita forse? Mentre ancora l’amica rimaneva interdetta, Miu avvertì il suo viso in fiamme, perciò pur di non farsi vedere ancora in quelle condizioni, per paura che qualcun altro avesse sentito le sue urla e forse anche per paura di continuare quella discussione con la sua amica, prese la sua borsa e si avviò verso l’uscita. Non poteva rimanere lì un minuto di più, quella di andare via in quel momento le sembrava la cosa più giusta da fare. Perciò prima che Yuko potesse fermarla e senza farsi sentire ancora, chiuse in silenzio la porta del tempio e percorse correndo la lunga scalinata fino ai piedi della collina.

 

Quanto tempo era trascorso da quando era uscita? Otto forse, o nove ore?

- Che stupida che sono, potevo almeno prendermi l’orologio!- esclamò a se stessa, mentre si avviava di nuovo verso casa. Una cosa era certa, sicuramente a quell’ora non si sarebbe più trovata Yuko a casa! Era di certo troppo tardi… ma adesso cosa dire? Che spiegazioni dare sulla sua scomparsa? Era ancora intenta a trovare una scusa, che senza nemmeno rendersi conto si era trovata davanti alla porta del tempio. Non appena aprì la porta, Miyu le andò in contro abbracciandola.

- Si può sapere dove eri finita? Sono ore che ti cerchiamo! Lo sai che ore sono?- domandò a raffica la donna. Miu avrebbe voluto risponderle che in realtà non lo sapeva e stava per aprire bocca quando comparve nell’ingresso Lou visibilmente preoccupato, che senza esitazione abbracciò la ragazza, e poi le chiese dove fosse andata a cacciarsi un po’ troppo vicino al suo viso. Miu che per tutta la settimana aveva cercato di evitare il suo sguardo, non appena se lo ritrovò così vicino a lei, non potè non arrossire e perse completamente la parola.

- Allora Miu, dove cavolo ti eri cacciata? Lo sai che eravamo tutti in pensiero per te? E tu te ne vai a spasso senza dire niente! Sei proprio una bambina!- esclamò lui. Miu in altre occasioni avrebbe di sicuro risposto ad una provocazione del genere, ma quella volta rimase zitta, vergognandosi del rossore che le infuocava le guance e sperando di poter nascondersi nella sua camera senza dare spiegazioni. Miyu la fissò stupita e per un attimo non disse niente, poi non appena vide che Kanata si avvicinava alla figlia con fare minaccioso, la prese per un braccio e la trascinò nella sua stanza, proprio come lei aveva sperato.

- Lascia stare ci penso io!- si giustificò al marito che la guardava stupito per quel gesto – andate a dormire voi, l’importante è che sia tornata intera a casa e sono sicura che non lo farà mai più, vero?- si rivolse quindi alla figlia che annuì debolmente. Mentre si avviavano nella sua stanza, Miu intravide Kanata e Lou fissarle un po’ stupiti mentre sparivano dietro la porta e Baumiau assieme a suo nonno che piangevano abbracciati l’uno all’altro per la preoccupazione.

- Allora stai bene?- chiese Miyu con dolcezza. Miu era rimasta sconvolta da quell’atteggiamento; lei si aspettava una scenata soprattutto da parte di sua madre, ma lei si era rivelata comprensiva, chissà poi perché… Comunque a quella domanda Miu annuì ancora mentre prendeva il pigiama che sua madre le consegnava.

- Va bene, ma vedi di non fare mai più una cosa simile! Non immagini com’è arrabbiato tuo padre! E quanto ci è voluto poi per calmarlo!- continuò mentre la aiutava ad infilarsi il pigiama ed a mettersi sotto le coperte – ora pensa a dormire, domani hai la scuola… oh a proposito!- esclamò dopo averle dato un bacio in fronte ed essersi avvicinata alla porta – sei sicura di non avere niente da dirmi? Sicurissima che vada tutto bene?-

- No mamma, va tutto bene…- rispose la ragazza con il viso voltato dalla parte opposta.

- Va bene, buona notte allora!- e mentre Miyu chiudeva la porta, le lacrime cominciarono a bagnare il cuscino di Miu. Avrebbe tanto voluto confidarsi con sua madre, sentirsi dire che sarebbe andato tutto per il meglio, ed essere coccolata da lei, ma come poteva rivelarle tutto quello che provava per Lou? Il ragazzo era come un figlio per lei e di certo non avrebbe approvato una cosa simile. E poi non era Yuko l’unico problema, ce ne era un altro, che era ben più complicato di un’amica rivale in amore… con questi pensieri e una tristezza profonda bel cuore, Miu prese sonno fermando così le lacrime.

 

- Non riesco ancora a capire perché non mi hai permesso di farle una bella predica! Questa volta ha superato davvero il limite!- esclamò Kanata mentre Miyu si stendeva accanto a lui nel letto e lo abbracciava.

- Sì lo so, ma sono sicura che non farà mai più una cosa simile. Lo sai che hai una figlia responsabile, ha preso da te, no? Perciò c’è un motivo ben preciso se si è comportata così!- lo tranquillizzò la donna.

- Ah, e tu lo conosci questo motivo?- chiese lui con aria arrogante.

- Ma come!- esclamò lei incredula – non dirmi che non ti sei accorto di niente!-

- A cosa ti riferisci?- chiese lui veramente confuso.

- Beh, se non l’hai capito da solo, allora io non te lo posso dire!- rispose lei rigirandosi e dandogli le spalle. Kanata la guardò sconvolto.

- Oh insomma che ti prende così all’improvviso, perché non me lo puoi dire?- chiese cercando di farla voltare dalla sua parte, cosa che gli riuscì.

- Perché si tratta di affari personali di tua figlia e se non li capisci da solo io non sono tenuta a riferirteli!- affermò secca Miyu. Poi, vedendo lo sguardo deluso del marito, lo osservò con aria maliziosa.

- A proposito, mi sei sembrato parecchio geloso oggi con Kurita… non dovevi trattarlo così, poverino!- disse divertendosi dell’espressione come quella di un bambino colpevole, che aveva dipinta sul volto Kanata.

- Beh, cosa ci posso fare? Mi domando cosa ci trovi ancora in una rozza imbranata come te!- ribatté lui.

- Stupido, tu cosa ci hai trovato!- disse allora lei per non essere da meno. Kanata la cinse con le braccia e la baciò appassionatamente.

- Vuoi che te lo spieghi?- chiese più malizioso di sua moglie. Miyu arrossì fino alla punta dei lunghi capelli, mentre Kanata sorrideva. Poi mentre i baci si facevano sempre più appassionati nell’oscurità di quella notte senza luna, si abbandonarono ai sensi e all’amore che li legava…

 

 

Quando Miu aprì gli occhi, avrebbe voluto tanto che fosse ancora notte e che avesse a disposizione ancora molte ore di sonno, per non dover pensare a tutti i suoi problemi. Ma non appena ebbe la forza e il coraggio di alzare la testa da sotto le coperte e di aprire gli occhi, ogni sua speranza sfumò e dovette arrendersi alla realtà. Un tiepido sole di aprile aveva iniziato a riempire la stanza di luce e diversi rumori di tazze e piatti proveniva dalla cucina.

- Uffa… oggi non mi va proprio di alzarmi!- esclamò, mentre ancora intontita abbandonava il futon e cercava a tastoni la divisa scolastica.

La giornata era davvero bella, forse la prima dopo un marzo così freddo come non lo era stato da alcuni anni, ma quello non bastava a far tornare il buonumore a Miu. Uscì di casa sospirando, dopo una magra colazione, approfittando del fatto che Lou era ancora impegnato a mangiare: non se la sentiva proprio di andare a scuola con lui. Evitò anche accuratamente di percorrere la strada che passava dall’abitazione di Yuko. Se non voleva vedere Lou, figurarsi dover parlare con la sua amica!

Ma quando fu in classe, dovette escogitare ogni tipo di scusa per evitare che Yuko le parlasse, visto che cercava di farlo in tutti i modi ogni volta che si trovava da sola. Non appena infatti le loro compagne si allontanavano un momento la ragazza si avvicinava con aria preoccupata e cercava di parlare con lei, ma tutte le volte Miu scappava dicendo di avere un impegno, o di aver scordato qualcosa in palestra o di avere da fare una qualsiasi sciocchezza, ma molto più importante di una discussione con la sua migliore amica.

Cosa voleva da lei? Ormai non potevano più essere amiche ora che lei sapeva che si era innamorata del suo ragazzo, perché era così, ormai ne era sicura. Ma allora perché diamine continuava ad avvicinarsi a lei ogni volta che ne aveva l’occasione?

Quella lotta continua durò per tutto il giorno, tanto che alla fine Miu uscì da scuola, trascinandosi esausta lungo il vialetto che portava al cancello.

Era troppo stanca per poter accorgersi che la sua amica non si era ancora arresa…

- Adesso basta Miu, mi sono stancata!- esclamò la ragazza afferrandole saldamente il braccio per evitare che tentasse di scappare. Miu non appena si rese conto di quanto era accaduto, cercò di divincolarsi senza successo.

- Lasciami andare Yuko, ho impegno con mia madre adesso!- esclamò cercando di convincerla. Ma Yuko aveva assistito già diverse volte a quella scena durante il giorno, perciò non si sarebbe lasciata persuadere facilmente.

- No se prima non facciamo una bella chiacchierata noi due!- le rispose con un tono che non ammetteva deroghe – spostiamoci di qui, stiamo dando spettacolo!- in effetti molti studenti si erano voltati verso la fonte di quelle urla e avevano preso a fissare incuriositi le due ragazze. Miu annuì senza più la forza di controbattere; era stanca, ora che si sentiva presa in pugno si era resa conto che voleva che tutta quella situazione finisse e che tutti i suoi problemi svanissero senza lasciare traccia.

- Si può sapere perché stai cercando di evitarmi?- le chiese Yuko non appena si furono fermate sul retro della scuola, sotto un grande albero di ciliegi in fiore.

- Credevo avessi già una risposta a questa domanda…- rispose Miu imbronciata mentre si massaggiava il braccio dolorante che Yuko aveva stretto con così tanto vigore.

- Mi sa tanto che tu abbia preso un granchio, mia cara Miu!- esclamò la ragazza sorridendo.

Che diamine aveva da ridere adesso? Non le sembrava così divertente la situazione!

- Ieri abbiamo iniziato una discussione, ma non l’abbiamo ancora finita!- iniziò l’amica senza smettere di sorridere. Miu si irrigidì; il pensiero di tutto quello che le aveva rivelato solo ventiquattro ore prima non le dava tregua, ma allora perché Yuko ne parlava così tranquillamente e con quel fastidioso sorriso stampato in faccia?

- E che cosa vuoi sapere ancora?- le chiese Miu stupendo essa stessa della sua audacia.

- Ma Miu ti rendi conto di quello che hai detto? E’… è meraviglioso!- Miu guardò confusa e stupita l’amica, mentre questa le posava amichevolmente una mano sulla spalla.

- Io sono contentissima per te, perché finalmente ti sei decisa ad aprire gli occhi e il tuo cuore! Sono mesi che io mi sono resa conto molto prima di te di quello che provavi per Lou… ma possibile che ti ci sia voluto tanto?- le chiese con falsa disperazione. Miu la guardava ormai come se si fosse trovata davanti qualcosa di assurdo o di inconcepibile alla natura umana.

- Ma… ma tu e Lou non…- tentò di chiedere, ma non concluse la frase, perché l’imbarazzo le impedì di andare oltre.

- Oh… no…- rispose Yuko intuendo il senso della frase e abbassando lo sguardo – vedi Miu io… beh sì io in effetti aveva una cotta per lui, ma… ecco vedi… quando mi sono dichiarata lui… mi ha respinta!- concluse guardandola finalmente negli occhi.

- R-respinta?- chiese Miu sconvolta – ma non è possibile, ho visto io che vi abbracciavate vicino alla scalinata del tempio!-

- Ci hai visti? Beh Miu… in realtà è stato proprio quel giorno che gli ho confessato i miei sentimenti e mi ha abbracciato dopo che mi sono messa a piangere come una stupida perché mi aveva respinto!- ora Miu vedeva tutto più chiaro. In effetti il giorno prima durante la discussione con Yuko, l’amica aveva cercato di dirle qualcosa, ma non immaginava che volesse parlarle proprio di quello!

- Sc-scusami… non dovevo trattarti così…- disse Miu, lo sguardo chino e un terribile senso di angoscia e di rimorso nello stomaco. Aveva attaccato la sua migliore amica e sicuramente l’aveva fatta soffrire, eppure Yuko era ancora lì davanti che sperava di poter fare pace con lei. Era davvero una grande amica, molto più di lei!

- Oh lascia stare!- la tranquillizzò la ragazza – vedi in realtà non sono stata tanto male quando Lou mi ha respinta, perciò la mia era solo una stupida cotta! E come vedi adesso sto benissimo e sono tornata di nuovo una sua amica! Ma per te è diverso Miu. Sono convinta che tu sia davvero innamorata di lui e lui… beh lui non so cosa prova, ma penso che tu debba parlarne con il diretto interessato!-

- Io non so se ho il coraggio…- disse Miu abbassando lo sguardo poco convinta.

- Beh allora devi trovarlo il coraggio! Avanti forza!- la incoraggiò l’amica. Miu le sorrise.

- Va bene, vedrò cosa posso fare! Ti prego scusami per come mi sono comportata, non sono per niente una buona amica come te!- esclamò congiungendo le mani in segno di preghiera e assumendo uno sguardo sinceramente pentito.

- Oh avanti, non ho bisogno delle tue scuse, per me tu vai benissimo anche così!- rispose Yuko abbracciando la ragazza e ridendo della sua posa disperata…

 

 

- Sei ancora qui? Credevo fossi scappata via come al solito!- Miu arrossì vistosamente quando incrociò Lou davanti la cancello della scuola. Yuko era andata via con un’auto dell’agenzia di sua madre, perché aveva un servizio fotografico e così Miu si era ritrovata da sola… ma solo per poco…

- Mi sono fermata a parlare con Yuko…- rispose lei cercando di evitare il suo sguardo magnetico fissando il lato opposto della strada. Nel frattempo si erano incamminati verso casa.

- Ma cosa succede oggi? Parli anche con Yuko?- le chiese lui incredulo.

- Smettila di fare lo stupido, non è la prima volta che io e lei litighiamo e poi facciamo pace!- lo rimbeccò mostrando un’aria stizzita.

- Ah, scusa allora…- fece lui ironicamente -… vorrà dire che non mi permetterò più di dire niente!- Miu fece finta di niente e continuò a camminare in silenzio.

- A proposito…- iniziò Lou dopo alcuni istanti -… sai è da un po’ che volevo dirtelo ma… ecco, prima non ne ho avuto il coraggio…- il suo tono imbarazzato fece arrossire Miu e per un attimo le mancò il respiro.

- C-cosa?- chiese in un soffio. Si sentiva strana come se stesse per succedere quello che aveva desiderato e di cui aveva parlato solo pochi minuti prima con Yuko.

- Ecco vedi…- continuò lui con una mano dietro il collo. Sembrava che non sapesse da dove incominciare -… volevo dirti che…-

Adesso me lo dice… adesso me lo dice… pensò la ragazza mentre sentiva i battiti del suo cuore sempre più forti.

-… lo so che è difficile ma… purtroppo un anno è passato e…-

Cosa? In un solo istante tutte le sue speranze erano sfumate, per far posto ad una orribile sensazione di inquietudine. Possibile che volesse dire proprio quello che stava pensando e che lei aveva sempre cercato di rimuovere nell’angolo più remoto del suo cuore?

-… insomma, la prossima settimana devo tornare sul pianeta Otto.-

 

Continua…

 

PERDONO!!! Chiedo umilmente e disperatamente perdono! Sono mesi che non prendo in mano questa fanfic, ma purtroppo (insomma, non proprio purtroppo…) sono stata presa dalla storia di HP "Il mio destino è qui con te" giacché se vi va, che ne dite di farci un salto? Magari se mi recensite pure…ehm, scusate, dopo questo piccolo momento di pubblicità riprendiamo… allora, dicevamo? Ah sì, insomma, sono stata presa da questa fic per via di un milione di idee che sparava a raffica sulla tastiera ogni giorno. Poi tra la scuola (quest’anno ho gli esami, me misera!) e il corso per la patente il poco tempo che mi rimaneva per scrivere lo utilizzavo solo per quella. E poi devo ammettere che aveva perso un po’ l’ispirazione per questa storia… ma come vedete (e prima di rischiare il linciaggio), finalmente mi sono messa d’impegno è ho sfornato un altro bel capitolo! A proposito, le cose non stanno andando proprio per il verso giusto, mi sbaglio? La situazione si sta facendo parecchio complicata… chissà come finirà.

Beh non so se l’avete capito, ma credo che il prossimo sarà proprio l’ultimo capitolo. Mi raccomando seguitemi, e vi prometto che adesso che questa storia avrà la priorità assoluta, e finché non l’avrò conclusa non mi lascerò distrarre da nulla (ehm… tranne dal compito di greco forse…). L’importante è che mi continuiate a recensire! MI RACCOMANDO!!!

Comunque dopo questa pubblicherò un capitolo bonus e poi una storia sempre su Ufo Baby che ho pubblicato già prima che il sito avesse problemi. E’ in pratica un’AU, perché ho scritto un finale che in realtà è proprio un inizio (forse mi capirete se la leggerete…), ma è molto carina, e se lo dico io che sono convinta che questa storia non sia un capolavoro, credeteci! Spero che la seguiate!

 

Ma adesso passiamo ai ringraziamenti:

 

Alexis: Come sempre il mio primo lettore! Chiedo umilmente scusa per il mio ritardo, ma come puoi notare sono resuscitata! Le tue minacce si sono rivelate davvero molto utili, finalmente ho ricevuto delle recensioni!!! Cmq ho avuto una bella idea riguardo il capitolo in cui Lou picchia Honda... EBBENE Sì, DOPO CHE AVRO' MANDATO L'ULTIMO CAPITOLO (che ho già scritto tra l'atro...) HO DECISO DI SCRIVERE UN CAPITOLO BONUS! Non riguarderà proprio quella volta, ma... non dico altro! Beh ora vado a rileggermi la bozza dell'ultimo capitolo, così questa volta non vi faccio venire la muffa!

Suffron: Hai proprio ragione, Lou e Miu formano proprio una bella coppia, solo che come puoi vedere ci sono un po' di problemi per i nostri eroi (e quando mai, mi diresti tu!). Cmq ti devo dare ragione, Honda è una carogna, sono contenta della fine che ha fatto. Muhahahah! (me autrice perversa...)

crystal: ti ringrazio molto, e spero che questa storia possa continuare a piacerti!

Miyu: Ma sei la stessa di "Ho bisogno di te 2"? Perché allora, grazie due volte per i complimenti!!!

delia: scusa anche per te, ma come hai potuto notare sono riuscita a sbloccarmi, ed eccomi con un nuovo capitolo e ahime, il penultimo. spero continuerai e recensirmi! Grazie!

 

Mi raccomando, non smettete di recensirmi, vi prego!!!!

 

Un bacio, Ryta (resuscitata dal blocco dello scrittore...)

 

Vorrei aggiungere una noticina per Luna Malfoy... SE TI LAMENTI TANTO PERCHE' NON TI RECENSISCO UN SOLO CAPITOLO DE "NATA PER SOFFRIRE", ALLORA GUARDA UN PO' QUI CHE NON TI SEI DEGNATA DI DIRE NIENTE!!! ANTIPATICA!!!

 

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Capitolo 8
*** Capitolo 8 ***


Ciao a tutti, è da tanto che non ci sentiamo, vero

CAPITOLO 8

 

 

Che stupida… era stata solo una grandissima stupida. Come aveva potuto pensare di innamorarsi di lui, di potergli confessare tutto e di essere felice con Lou? Era stato solo un sogno, uno stupido e infantile sogno di una bambina troppo immatura per pensare seriamente a quello che stava facendo. Era sola nella sua stanza e non aveva voglia di vedere nessuno. Lou era andato fuori con dei compagni di scuola, l’ultima volta così da poterli salutare.

Yuko aveva provato a telefonarle in quei giorni, ma Miu non le aveva mai detto niente, non se l’era sentita di mettersi a piangere con lei per una cosa così stupida, perché ormai era chiaro che doveva rinunciare a lui. Yuko che si era trovata impossibilitata ad andare da lei per via del lavoro, aveva più volte ricordato alla ragazza di rivelare i suoi sentimenti a Lou, almeno prima che lui partisse, ma Miu non aveva mai accettato.

- Ma sei impazzita? A cosa servirebbe poi? Tanto lui deve andarsene di qui e chissà quando e se tornerà!-

- Ma Miu non puoi arrenderti così!- aveva provato Yuko senza speranza.

- Invece devo farlo… non mi resta che dimenticarlo… tanto quando se ne andrà sarà molto più facile… per ora devo solo resistere…- Yuko non sapeva cosa dire. Avrebbe tanto voluto poter restare con la sua amica, ora che lei aveva bisogno di aiuto e per la prima volta sentiva di odiare il suo lavoro! Per giunta non era nemmeno riuscita a parlare con Lou... anche se per dirgli cosa poi? Non poteva certo dirle cosa provava Miu per lui, l’amica non glielo avrebbe permesso! Forse anche lei si doveva rassegnare, non c’era altra scelta. Lou non poteva certo rimanere sulla Terra con lei, ammesso sempre che fosse innamorato di Miu, cosa impossibile anche solo da immaginare.

- Che brutta situazione!- sospirò tristemente riagganciando la cornetta…

 

*   *   *

 

- Ciao mamma sono tornato!- Lou era entrato in casa giusto all’ora di cena. Sembrava contento, ma quando Miyu lo vide che indossava le pantofole nell’ingresso, si rese conto che molto probabilmente stava soltanto cercando di contenere la sua tristezza.

- Ciao Lou. Vai a lavarti le mani che è pronta la cena e vedi di chiamare Miu per favore! E’ ancora in camera sua…- aggiunse un po’ preoccupata. Lou a quelle parole si rabbuiò. Miu negli ultimi giorni era sempre stata schiva e silenziosa e lui sapeva bene che la colpa era soltanto della sua partenza. Scavalcò Baumiau in preda ad una delle solite crisi di pianto che da alcune settimane a quella parte si facevano sempre più frequenti e si diresse verso la camera della ragazza.

- Miu! La cena è pronta!- esclamò bussando con decisione alla porta. Per un secondo non si sentì nessun suono provenire da dentro, ma dopo un lontano “Sì, arrivo”, decise lasciarla e di tornare in sala da pranzo.

 

Miu era stata colta di sorpresa quando aveva sentito la sua voce. Aveva chiuso gli occhi per un attimo con il cuscino stretto tra le sue braccia e il viso affondato in esso, ed era sussultata quando lo aveva sentito. Le ci era voluto solo un attimo per potersi riprendere e rispondere senza che la sua voce tremasse e sperò sinceramente che lui non se ne fosse accorto. Prima di uscire dalla stanza si controllò nello specchio e cercando di non far notare gli occhi rossi di pianto si diresse nel bagno a sciacquarsi il viso. Doveva essere forte, si ripeté mentre l’acqua fresca le dava più vigore.

Cenò come al solito in silenzio, ascoltando i discorsi dei suoi genitori, di suo nonno e di Lou e di Baumiau. Ormai, più il giorno della partenza si avvicinava e più l’argomento era sempre lo stesso, non si parlava d’altro ormai!

Beh, pensò Miu sorridendo amaramente, domani sera ci sarà un nuovo argomento: che bello quando c’era Lou!

Mancava solo un giorno e poi lui sarebbe partito…

-… tutti quanti!-

- Cosa?- chiese Miu ritornando con i piedi per terra.

- Ho detto che domani verranno tutti quanti per salutare Lou!- si rispiegò Kanata pazientemente.

- Ah…- riuscì soltanto a dire Miu – bene…-

- Allora facciamo una bella festa, no?- propose Miyu già con la mente in moto. Avrebbe dovuto faticare un po’, ma per se era per Lou niente l’avrebbe fermata. Kanata annuì pensieroso.

- E’ una buona idea… adesso che finiamo allora chiamo un po’ tutti per avvisarli…-

- Buona idea Kanata, e dì loro di portare qualche piccolo pensierino per Lou!- propose Miyu entusiasta.

- Ma Miyu, non sai pensare a niente di meno materiale?- le chiese il marito acido.

- Ma non capisci?- si stizzì lei – Lou potrà avere un bel ricordo di tutti quanti ora che partirà, sarà più bello per lui!-

- Ma cosa vuoi che se ne faccia di…- iniziò Kanata, ma la figura di Miu che si alzava da tavola lo distolse dal concluderla.

- Miu dove vai?- chiese la madre alla ragazza, che si irrigidì. Probabilmente aveva sperato di poter allontanarsi in silenzio senza che nessuno se ne accorgesse.

- Vado… vado a finire i compiti…- rispose con aria spenta -… se domani festeggeremo non credo che avrò molto tempo per farli…- e senza attendere oltre, si allontanò seguita dagli sguardi fastidiosi di tutti i presenti, Lou compreso, che la osservava con una sfumatura di tristezza sul volto.

Doveva resistere… doveva resistere…

 

*   *   *

 

Il mattino dopo era splendido. Un’incantevole giornata di aprile, piena di sole e di allegria. Ma a Miu quello sembrava come il giorno più burrascoso e oscuro dell’anno. Lou se ne stava andando… ma non doveva farsi vedere in quello stato da lui. La sera prima lo aveva notato, Lou si era intristito quando lei aveva deciso di allontanarsi da tavola e non doveva assolutamente fargli pesare la sua partenza. Per giunta aveva evitato di chiacchierare con lui per più di dieci minuti, perché ogni volta sentiva di non poter resistere. Ma oggi no, oggi doveva essere forte, doveva mostrarsi a lui con il sorriso sulle labbra, scherzare per l’ultima volta e lasciarsi prendere in giro e poi salutarlo con dolcezza, augurandogli ogni bene. Si era preparata per giorni a questo, perciò non doveva arrendersi!

- Ciao Lou!- disse raccogliendo le forze per sorridere, quando lo incontrò di prima mattina che si trascinava sbadigliando lungo il corridoio. Lou, sorpreso per il suo atteggiamento, così differente da quello degli ultimi giorni, inghiottì lo sbadiglio e la guardò stranito.

- C’è qualcosa che non va?- gli chiese senza smettere di sorridere.

- N-no… va tutto bene… sei allegra stamattina!- rispose lui riprendendosi.

- Sì, è vero… oggi mi sento proprio bene!- aggiunse lei alzando le braccia come per mostrare i muscoli.

- Chissà…- ipotizzò lui, assumendo un’espressione maligna ma ironica -… forse è perché finalmente mi levo di torno…-

- Può darsi! Così finalmente avrò il bagno libero tutto per me!- esclamò lei facendogli una linguaccia e allontanandosi ridendo.

E’ andata bene… per ora, pensò mentre si dirigeva in cucina, seguendo la scia profumata della colazione. Quel giorno aveva cucinato suo padre.

- Uhm… che buon odorino! Era ora che cucinassi tu, papà! Ero stufa della colazione bruciacchiata della mamma!- esclamò avvicinandosi al padre e dandogli un affettuoso bacio sulla guancia.

- Beh sì… in effetti ero stanco anch’io…- aggiunse il padre senza curarsi di non alzare troppo la voce.

- Guarda che ti ho sentito!- si sentì la voce di Miyu provenire dal corridoio – se non ti piace vorrà dire che d’ora in poi preparerai sempre tu la colazione!- Kanata borbottò qualcosa come: “Così almeno mangeremo meglio!”, ma non si fece più sentire da Miyu, che si era allontanata del tutto.

- Va tutto bene?- chiese all’improvviso Kanata alla figlia dopo un momento di silenzio, interrotto solo dal rumore delle bacchette e delle ciotole di riso. Miu alzò lo sguardo dal suo piatto imbarazzata.

- Come?- chiese.

- Ti ho chiesto se va tutto bene…- suo padre la guardava con quello sguardo intenso ma rassicurante che le rivolgeva solo quando sapeva che lei aveva un problema.

- No papà… va tutto bene…- rispose seriamente cercando di reggere il suo sguardo.

- Ne sei sicura?- chiese ancora, non convinto. Miu annuì sorridendo e ringraziandolo mentalmente per quel gesto.

- Va bene… oh dimenticavo, quando hai finito potresti andare a chiamare il nonno? Sta pregando nel tempio e dovrei parlargli un attimo…-

- D’accordo… sto andando!- esclamò lei alzandosi in piedi, avendo finito di mangiare e dando un altro bacio a suo padre prima di allontanarsi.

- Hai capito anche tu… finalmente!- esclamò Miyu che era appena entrata nella stanza e aveva dato un bacio al marito.

- Beh se c’è arrivata anche una come te, mi sembra ovvio!- scherzò il marito con il solito sguardo che rivolgeva alla moglie tutte le volte che la prendeva in giro.

- Stupido!- esclamò Miyu dando un colpo doloroso a Kanata e sedendosi al suo fianco sorridente.

 

*   *   *

 

La festa in giardino si rivelò davvero parecchio allegra, tanto che quasi non sembrava che di lì a poco Lou se ne sarebbe andato via per sempre. Miu lo aveva osservato per tutto il tempo, mentre scherzava con gli amici e veniva quasi strangolato da Josephine che aveva appreso la notizia che il suo amore doveva andare via e non voleva che accadesse.

Come la capisco… aveva pensato Miu osservando la ragazzina. Mentre con lo stato d’animo che aveva avrebbe potuto tranquillamente accompagnare un corteo funebre, dal di fuori si sforzava di essere sempre allegra e scherzosa. Yuko che l’aveva vista così, nonostante non fosse convinta del suo comportamento, aveva comunque rimandato ogni discussione a dopo… ma di sicuro non avrebbe atteso che Lou se ne andasse prima!

- Miu… lo sai che dobbiamo parlare, vero?- le aveva detto quando si era resa conto che il momento della partenza era imminente. Baumiau infatti aveva calcolato che partendo a quell’ora, avrebbero sfruttato la forza di gravità terrestre per percorrere il viaggio fino al pianeta Otto in linea retta.

- Adesso no… Lou tra un po’ parte, non vedi? Dobbiamo salutarlo!- rispose cercando di non cedere alla sua proposta.

Yuko non disse altro, anzi decise di rassegnarsi e di raggiungere il ragazzo che già abbracciava Miyu in lacrime.

La festa sta iniziando a diventare triste pensò Miu, mentre un forte dolore al petto si impossessava di lei e il bisogno di allontanarsi da quel posto così carico di tensione e di tristezza diventava sempre più impellente.

No, devo resistere!, si ripeteva dentro, non poteva comportarsi così!

Ma quella situazione era insostenibile. Non lo avrebbe salutato, sarebbe scomparsa, sarebbe stato meglio. Sarebbe scesa per la scalinata del tempio così nessuno l’avrebbe vista fino a che Lou non se ne fosse andato. Ormai la sua mente non ragionava più, l’unico pensiero che aveva in testa era quello che doveva allontanarsi e dirgli addio da lontano…

 

- Do…dov’è Miu?- chiese Lou cercandola intorno al giardino.

- Non lo so, fino ad un momento fa era qui con noi…- disse Miyu anche lei preoccupata.

- Signorino Lou… dobbiamo andare, o perderemo l’effetto della spinta terrestre! Le ho spiegato che adesso la Terra è sulla direzione del pianeta Otto perciò non dobbiamo perdere tempo!- Lou lo guardò combattuto. Era vero, Baumiau glielo aveva spiegato diverse volte, ma come fare con Miu? Lui non poteva lasciarla così!

- Va… va bene…-

 

*   *   *

 

- Addio Lou! Ci mancherai!!-

Miu sentiva già i saluti di tutti. Era ferma davanti alla strada dove aveva visto Lou per la prima volta. Quanto lo aveva odiato per le sue battute, e adesso…

- Ma dico sei impazzita? Lou se ne sta andando, potresti almeno salutarlo!- la voce di Yuko la fece sussultare e voltare di colpo.

- E’ meglio così…- rispose con lo sguardo chino.

- E’ meglio così un corno! Per tutto il giorno non hai fatto altro che fingere, che recitare una stupida farsa! Dovevi salutarlo, almeno!- continuò ancora l’amica con rabbia.

- Sì? E che dovevo fare, salutarlo col pericolo che mi mettessi a piangere come una disperata e magari svenissi perché non riesco a sopportare che lui se ne vada?- esclamò Miu anche lei furiosa. Yuko non sapeva cosa dirle: aveva ragione, ma comunque le sembrava sbagliato quello che aveva fatto.

- Non rispondi adesso?- continuò Miu – è tutto inutile, meglio così! Lou non saprà mai cosa provo per lui e adesso che è partito penserà che non mi importa niente. Dopotutto è questo quello che dovevo fare, no? Non potevo certo dirgli che mi ero innamorata di lui… che cosa avrebbe fatto!?!-

- Io non sono ancora partito…- Miu che fino a quel momento si era sfogata con la sua amica si irrigidì non appena sentì la voce di Lou… ancora la sua…

Aveva ancora il volto stravolto dalla rabbia e dalle lacrime che la solcavano le guance, ma adesso aveva anche un’espressione di terrore e di sorpresa nascosta da una mano che si era portata alla bocca.

- Oh, beh, sarà meglio che vada…- disse Yuko non appena si rese conto della situazione – in bocce al lupo, Lou!- esclamò infine passandogli di fianco e dandogli una gomitata incoraggiante. Lou non la sentì nemmeno, troppo impegnato com’era a fissare Miu.

- Ma signorino Lou, non abbiamo molto tempo!- si sentì Baumiau che gridava scendendo le scale, ma Yuko lo fermò in tempo, prima che potesse raggiungere il ragazzo.

- Stai buono un attimo, ora è meglio che se la sbrighino da soli quei due!-

 

 

- Perché non me l’hai detto prima…- chiese Lou fissando Miu sconvolto e avvicinandosi a lei con passi svelti.

- Per fare cosa? Lasciarti partire più triste e pieno di sensi di colpa di come non lo eri già?- disse Miu dopo aver abbassato lo sguardo e non averlo rialzato più – Mi dispiace che tu l’abbia saputo, se ti ha dato fastidio scusami, ma…-

- Ma sei impazzita?- la interruppe lui – come potrebbe darmi fastidio, sciocca!- esclamò, prendendola per le spalle e guardandola dritto negli occhi. Miu non poteva credere alla sue orecchie… possibile che anche lui provasse gli stessi sentimenti? Vide il suo volto farsi sempre più vicino, i suoi occhi chiudersi e poi il tocco delle sue labbra.

La stava baciano… no, anzi si stavano baciando. Com’era doloroso ma allo stesso tempo liberatorio, come si sentiva in tempesta dentro di sé, mentre sfiorava le sue labbra e si avvicinava di più a lui posandogli le braccia sulle spalle e accarezzandogli i capelli biondi. Non avrebbe più voluto doversi staccare dalle sue labbra, da lui…

Quando Miu non sentì più Lou così vicino a lei, aprì gli occhi per incrociare il suo sguardo.

- Potevi deciderti prima, no?- le disse scherzosamente.

- Signorino Lou!- esclamò Baumiau all’improvviso interrompendo quel momento magico – non c’è più tempo dobbiamo andare!- Lou si staccò dalle sue braccia, dopo averle dato un altro veloce bacio.

- Ora devo andare… abbi fiducia Miu… ti prego, abbi fiducia!- le disse correndo verso l’alien-sitter – Ti amo!- Miu non riuscì a rispondere a quella dichiarazione, che un fascio luminoso le offuscò la vista e quando riprese a vedere, Lou era sparito… sparito per sempre…

 

*   *   *

 

- Kanata, adesso basta! Non ti preparerò mai più la colazione te lo giuro!-

- Ah si? Meglio, almeno la smetterò di avere mal di stomaco mentre sono a lavoro!-

- Uffa, non ne posso più di voi!! Io vado a scuola!-

Miu uscì di casa sospirando. Era passato un anno ma tutto sembrava come prima, come quel giorno in cui Lou era venuto sulla Terra. Scese lentamente i gradini del tempio, mentre si godeva l’aria autunnale prima della stagione delle piogge. Ora che era in terza si sentiva più grande, ma era sicura che tutto quello che era successo in primavera l’aveva fatta maturare più di quanto non se ne rendesse conto.

Da quando Lou se n’era andato lei si era rassegnata. Sapeva che lui non sarebbe più tornato, eppure si sentiva felice, perché sapeva che lui ovunque fosse, anche a milioni di anni luce di distanza provava i suoi stessi sentimenti. Era quello sensazione che l’animava ogni giorno e faceva sì che lei fosse sempre sorridente e davvero felice.

Per ora andava avanti così, poi chissà finalmente sarebbe riuscita a dimenticare Lou e avrebbe pensato di nuovo alla sua vita sentimentale. Per ora nel suo cuore c’era solo lui, il resto non aveva importanza.

Percorse la strada dove l’aveva incontrato la prima volta e per un attimo ebbe un brivido al pensiero di quel bacio così meraviglioso che li aveva uniti non più di qualche mese fa… se solo lui fosse stato ancora lì con lei…

Era ancora immersa nei suoi pensieri che sussultò quando si rese conto che qualcosa le impediva di andare oltre.

 

Una folata di vento, un bagliore accecante, e poi un viso sorridente…

- Lou!-

 

FINE

 

 

E con questo ho concluso questa luuunga e sofferta storia! Dico sofferta perché per un lungo periodo non l’ho più toccata perché aveva perso completamente l’ispirazione, poi finalmente mi sono decisa a concluderla e non in modo troppo banale, come invece sarebbe risultata se mi fossi imposta di scriverla. Sono soddisfatta del lavoro che ho fatto e ringrazio le persone che hanno trovato carina questa storia e che hanno voluto recensirla. Un grazie di cuore! Dopo questa storia vorrei pubblicare un’altra fic su Ufo Baby, scritta un anno fa… spero che la leggerete e che vi piaccia, è un finale alternativo del manga, che però rivela tutta una nuova storia (Come al solito, ormai…-.-). Recensite, vi prego! Sono curiosa di conoscere il vostro parere su questa conclusione! Un bacio a tutti

Ryta Holmes

 

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