5 Minutes of S. Valentine's Day

- Grow -

5 Minutes of S. Valentine's Day




- Unexpected - 
 

        Ad essere onesti, Takafumi aveva completamente dimenticato che giorno fosse - perché non era il tipo da fissarsi con le ricorrenze e le festività, soprattutto quelle considerate mondane -, perciò fu solo quando uscì dall'ufficio a metà mattinata per delle commissioni, che si rese conto che era San Valentino.
        Non che gliene importasse molto, come già detto, ma quella dimenticanza lo fece sentire leggermente in colpa: non avrebbe avuto modo di fare del cioccolato fatto in casa per Hiyori (rifiutò di includere Kirishima in quel pensiero)... Ma, da uomo adulto, lasciò perdere con una scrollata di spalle e si concentrò sul lavoro.
        Fu quindi inaspettata la vista di Hiyori e suo padre, ricoperti di cioccolato fuso in viso, presentarglisi davanti sul genkan al suo rientro, con in mano un cuore tutto storto fatto in casa.

       [Hiyo diede la colpa a suo padre per la forma sghemba.]

 

5 Minutes of S. Valentine's Day





- Towel -
 

        Uscito dal bagno e con solo l'asciugamano intorno alla vita, Ryuuichirou si avvicinò ad Asahina - impegnato a preparare i suoi vestiti per la giornata - e lo fece voltare di scatto, agganciando due dita ai passanti della cintura dei pantaloni del segretario. Alzandosi sulle punte dei piedi, il più giovane dei due morse appena il labbro inferiore di Asahina.
        "Ryuuichirou-sama," Disse il segretario quando l'altro si staccò, "dovreste vestirvi per andare a lavoro."
        Il giovane direttore rise, posando una mano sul petto dell'altro e spingendolo a sedere sul letto, sedendoglisi poi a cavalcioni e abbassandosi, "E perché dovrei? Anzi, perché non vedi di togliere i tuoi, di vestiti, eh Kaoru?" non appena terminato di dire ciò, Ryuuichirou allentò la cravatta di Asahina, proseguendo poi sbottonando la camicia e i pantaloni e, con due dita infilate negli slip dei suo amante, si passò la lingua sulle labbra sensualmente. "Oggi sei mio, Kaoru."


 

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  - Visage - 
 

        Masamune non poteva nemmeno contare le notti che aveva passato sveglio, provando a richiamare il viso dell'unica persona che era stata in grado di dare un senso alla sua adolescenza... Cercando di ricordare le fattezze di quel ragazzino due anni più piccolo che era riuscito a fargli battere il cuore come mai prima di allora.
        Per quanto si fosse sforzato, quel viso non era mai stato completo—forse perché il costante imbarazzo di Ritsu lo aveva portato a non alzare mai del tutto il viso... Chissà.
        Perciò, ora che aveva Onodera lì al suo fianco, addormentato accanto a lui con quell'espressione rilassata e priva di rughe fra le sopracciglia, era contento di guardarlo il più a lungo possibile—incidendo quei lineamenti nella sua mente, così da ricordare il viso che amava in ogni suo dettaglio.

 

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 - Uniform -
 

        Shinobu si richiuse la porta alle spalle dopo aver ringraziato il postino e si sedette sul divano del soggiorno, posando il pacco che gli era stato consegnato sul tavolino da caffè. Lo aprì senza preamboli e spostò la carta che copriva quello che era all'interno; allungando una mano il ragazzo afferrò la stoffa verde militare e sollevò la giacca dell'uniforme dall'interno del pacco, con un segno di approvazione lo mise da parte per tirare fuori l'altro pezzo...
        "Una gonna..." Constatò impassivamente—quelli del cosplay café avevano sbagliato: invece di un'uniforme maschile gliene avevano spedita una da donna... Fissando la mini gonna verde oliva con cintura borchiata per qualche minuto in silenzio, alla fine Shinobu si trovò a ghignare con un luccichio malizioso negli occhi.
        Aveva trovato la sorpresa perfetta per Miyagi, decise con una risatina. 

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- Runaway -
 

        Per tutta la vita Shouta non aveva fatto altro che scappare—dalla noia della vita scolastica, dai suoi genitori che non lo lasciavano mai in pace, dagli uomini che pretendevano una relazione meno frivola e superficiale - come se fosse possibile: quante volte aveva detto che non era il tipo da avere legami? - ma che venivano trascinati via dalla sua vita frenetica.
        Le sue gambe erano così abituate a correre, pronte a portarlo lontano dalle scocciature, che onestamente credeva non si sarebbe mai fermato...
        E infatti era proprio così, sotto un certo punto di vista: non si era mai fermato. Aveva solo trovato qualcuno che fosse in grado di stare al passo con lui, accompagnandolo durante tutto il percorso che sentiva di dover ancora percorrere nella sua vita. 


 

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- Apron - 
 

        Hiroki odiava andare a lavoro il giorno di S. Valentino. Tutti quei ragazzini che si scambiavano cioccolatini ed effusioni in pubblico lo disgustavano e lo infastidivano oltre ogni dire: l'università era un luogo di apprendimento non un bordello da profanare con smancerie simili! Vedere certi comportamenti era un'onta ed un'offesa personale, per Hiroki.
        Fu con un'espressione disgustata che Hiroki in fine aprì la porta di casa, pronto ad esplodere in faccia a Nowaki non appena il gigante gli si fosse precipitato addosso pronto a trascinarlo a letto. Quando però, nel togliersi le scarpe nel genkan, non fu assalito, il professore sentì una punta di preoccupazione insinuarsi nel suo pessimo umore.
        Dirigendosi verso la sala da pranzo con la cucina annessa, Hiroki si bloccò di colpo alla vista che gli si presetò davanti: Nowaki era ai fornelli, impegnato a cucinare con indosso quel suo grembiule blu scuro—Solo con quel suo grembiule blu scuro...
        Il dottore si voltò, "Hiro-sa—" non fece in tempo a finire la frase che Hiroki gli afferrò il polso e lo trascinò in camera da letto.


 

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 - Portrait - 
 

        Sospirando stancamente e guardando l'orologio che aveva al polso - le lancette gli dicevano che era l'una e quindici del mattino -, Yoshiyuki lasciò il genkan dopo aver tolto le scarpe e si diresse in cucina per un bicchiere d'acqua. Accendendo la luce nell'appartamento buio, un foglio solitario sul tavolo da pranzo catturò la sua attenzione; avvicinandosi dopo aver posato la ventiquattr'ore ed essersi sfilato la giacca, l'editore raccolse il pezzo di carta.
        Era un ritratto, un suo ritratto.
        E sulla parte in basso, un messaggio scritto con la calligrafia spiccia di Chiaki: Volevo preparare del cioccolato fatto in casa, ma ho pensato fosse meglio di no... Così ho usato l'unico talento che ho—è un disegno fatto con cioccolato! (Annusalo! E' fondente, quello che ti piace!) Spero ti piaccia e buon San Valentino, Tori. Ti amo. ≧﹏≦
        Con il foglio in mano, Yoshiyuki si diresse in camera e, come aveva previsto, Chiaki era sotto le coperte che dormiva profondamente. Una volta rimasto solo in boxer, si infilò accanto all'altro e lo attirò a sé gentilmente, affondando il volto nei capelli neri ed inspirando piano. "Ti amo anche io, Yoshino." Disse, addormentandosi a sua volta.