Dream

di Elettra28
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Dottoressa Lopez ***
Capitolo 2: *** Adrian ***
Capitolo 3: *** La Verità parte I ***
Capitolo 4: *** La Verità parte II ***
Capitolo 5: *** Introducing her friends ***
Capitolo 6: *** Abbraccio ***
Capitolo 7: *** L'ultima notte al mondo ***
Capitolo 8: *** Dubbi ***
Capitolo 9: *** Tatuaggi ***
Capitolo 10: *** Bugie ***
Capitolo 11: *** Casa Chang ***
Capitolo 12: *** Inaugurazione ***
Capitolo 13: *** Adolescenti ***
Capitolo 14: *** Non ditemi cosa devo fare! ***
Capitolo 15: *** Poco professionale Dottoressa Lopez ***
Capitolo 16: *** Sola ***
Capitolo 17: *** Shock ***
Capitolo 18: *** Destino ***
Capitolo 19: *** Auguri Britt ***
Capitolo 20: *** Change my name ***
Capitolo 21: *** Old-New Direction ***
Capitolo 22: *** The End ***



Capitolo 1
*** Dottoressa Lopez ***


“Santana mi stai spogliando per caso?” la ballerina giaceva divertita sul letto della sua stanza
“mmmm a te cosa sembra Britt?” rispose la mora con sguardo eccitato
“meno male, perché inizia a fare caldo qui” rispose, sventolandosi con una mano e sorridendo
La latina accettò quella frase come un invito a continuare e, buttandosi letteralmente trà le braccia di Brittany, iniziò a baciarla sul collo, finendo di levarle gli ultimi indumenti che aveva addosso. Si fermò ad osservare quel corpo splendido con desiderio, mordendosi un labbro
“Dio Britt… sei così perfetta” le sussurrò, avvicinandosi al suo orecchio
La bionda rise e, con uno scatto felino,ribaltò completamente la situazione, mettendosi sopra Santana.
“hey!” disse sorpresa la mora
“oggi inizio io” pronunciò, sfiorandole le labbra
In pochi secondi, gli abiti dell’altra volarono da una parte all’altra della stanza, trà le risate della bionda che si divertiva a togliere, lentamente,  gli abiti alla sua ragazza e, con fare teatrale, li faceva roteare in aria e li lanciava in svariate parti della stanza, ancheggiando vistosamente ed improvvisando un balletto.
Santana adorava vedere la sua Brittany muoversi così sensualmente, in quel momento lo stava facendo sopra di lei, le mise le mani sui fianchi che si muovevano ad un ritmo sostenuto, mentre la guardava con desiderio.

Brittany si abbassò lentamente verso il suo viso, senza staccare il contatto visivo con la mora, prese le sue labbra, baciandola avidamente. Santana accolse la sua lingua e danzò con lei. Nessuno sapeva baciare come la sua Britt, nessuno sapeva darle quelle sensazioni così forti. La bionda si spostò sul collo, mentre l’altra iniziava a gemere per la delicatezza di quei baci caldi. Dopo un veloce sguardo ed un sorriso ammiccante, scese più giù verso i seni dell’ispanica, che erano diventati ormai gonfi e duri, li accarezzò, per poi poggiare le sue labbra e prendere, dentro la sua bocca, un capezzolo, per mordicchiarlo. Santana inarcò la schiena a quel tocco e strinse forte le lenzuola sotto di lei. Brittany sentì il bisogno di tornare su e baciare  di nuovo Santana, come se le sue labbra non riuscissero a farne a meno, come se, ogni tanto, avesse bisogno di prendere dell’ossigeno per respirare. Mentre la baciava, muoveva sensualmente il suo corpo contro quello della mora che, nel frattempo, aveva messo una gamba intorno al suo fianco, per stringerla ancora di più a sé.
Erano quasi una cosa sola ora, i loro corpi combaciavano perfettamente, erano talmente abituate a sentire il calore l’una del’altra, che ogni centimetro della loro pelle, trovava il suo spazio nell’altra.

La ballerina lasciò quella stretta slegandosi da quell’abbraccio, per riportarsi nel basso ventre della latina, posizionando leggeri baci.  Santana sussultò improvvisamente a quel tocco e le venne spontaneo mettere le mani nella testa dell’altra, quasi come a voler indirizzare il suo unico obiettivo. A Brittany scappò una risata divertita, per l’impazienza della sua ragazza ed, ammirando quel paradiso che l’attendeva, affondò le sue labbra nel centro del piacere della sua ragazza che pronunciò un
“Si…” quasi sospirato
“Oh Cristo Britt….. così mi fai morire…” disse, ansimando ormai quasi senza fiato, mentre la bionda continuava sempre più velocemente a massaggiarla ed a giocare con la lingua dentro di lei…..



 
“OH CAZZO SI!!!!”

si ritrovò seduta sul letto, nel buio completo della sua stanza, che ansimava, si girò di scatto verso il comò affianco a lei, ed accese la luce, mettendosi una mano trà i capelli ,ancora sotto shock.
“che succede?” sentì una voce assonnata affianco a lei
“eh?” rispose di riflesso, guardando l’uomo che non aveva nemmeno aperto gli occhi e stringeva il suo cuscino
“hai appena urlato qualcosa e mi hai svegliato” biascicò
Fece un bel respiro e disse
“si…. Un incubo…. Scusa se ti ho svegliato” cercò di calmarsi
“fà niente… stai bene?”
“s-si… vado a bere un po’ d’acqua” rispose
“mmm-mmmm…. È il peperoncino, te l’avevo detto di non mangiarne così tanto che ti avrebbe fatto male” disse girandosi dall’altra parte e dandole le spalle
“è vero…. La prossima volta me lo ricorderò” rispose, per poi alzarsi dal letto, non si aspettava un’altra risposta, sapeva benissimo che si era riaddormentato subito.
 
*****

“allora…. L’origine di questo?”
“questo cosa?” chiese la latina
“faccia gonfia, occhiaie, borse che potrebbero contenere un intero supermercato…. Devo continuare?”
“no Quinn, sei stata abbastanza esaustiva” la fermò procurandole un sorriso
Avevano appena terminato la loro ora giornaliera di Jogging e stavano facendo stretching,  nel loro solito parco su una collina in cima alla città.
“ho fatto un incubo e non sono più riuscita a prendere sonno” ringraziò la calura che, la corsa appena fatta, le aveva procurato, perché aveva evitato di far notare alla sua amica, che in quel momento stava arrossendo e si sentiva avvampare.
“tipo? Cosa hai sognato?” chiese la bionda, mentre fletteva il busto verso il basso, tenendo con le mani le caviglie
“niente di importante….” Rispose velocemente, sperando che Quinn la bevesse
“ti prego, dimmi che non hai sognato di nuovo il tuo primario che ti lega in una sedia e ti tortura, perché ti stò prendendo subito un appuntamento con la mia segretaria, perché la cosa diventa preoccupante”
“niente di tutto questo” si alzò da terra, dove stava facendo degli addominali, per prendere la bottiglietta d’acqua e dissetarsi, mentre le scappò un lieve sorriso che, a Quinn, non sfuggì.

Le si avvicinò sospettosa con le mani sui fianchi, mentre la fissava bere dalla bottiglia, con ancora quel ghigno sul viso. Vedendo lo sguardo sospettoso dell’amica, Santana lasciò andare la bottiglia e quasi le andò di traverso l’acqua che stava bevendo, a causa della risata che, il viso buffo dell’amica, le aveva provocato
“conosco quel sorrisino” serrò gli occhi con aria di sfida, tanto che Santana cedette e disse
“ok ok…. Te lo dirò, anche se è piuttosto imbarazzante” disse, sicura che questa volta la bionda, avrebbe notato il rossore delle sue gote, che non era dato sicuramente dalla corsa
“avanti? Muoviti! Che aspetti?” disse impaziente l’altra
Santana  continuava a fissare la sua amica con quel sorriso misto trà l’imbarazzato ed il malizioso
“oddio hai fatto un sogno erotico?” chiese, spalancando la bocca incredula e facendo ridere l’altra
“brutta porca! Hai sognato di nuovo quel pezzo di manzo del tuo specializzando? Non è così?.... Lopez è un tuo alunno, non puoi continuare a fantasticare su di lui”  la rimproverò divertita
Santana scosse la testa sempre più divertita

“allora cosa?... avanti Santana! Mi stai facendo morire dalla curiosità!” Quinn l’abbracciò e le fece il solletico, sapendo che era una minaccia per lei.
“ok ok ok…..aspetta!” disse la mora, per far smettere l’amica, che si fermò subito e pendeva dalle sue labbra.
La latina fece un bel respiro per prendere coraggio e dire

“ho sognato Brittany”

Improvvisamente Quinn allentò la stretta e perse il sorriso, esclamando
“che cosa????” con gli occhi sbarrati “Brittany Pearce?” chiese per conferma, mentre la mora annuiva
“oh Cristo Santana, sono passati 12 anni!”
“lo so benissimo Quinn! Come so anche, e qui mi sembra siamo nel tuo campo, cara dottoressa Fabray  laureata col massimo dei voti in psicologia, che i sogni non si possono comandare!” rispose, fissandola con aria da sfida
“a volte sono causati anche dal continuo pensiero fisso di una persona o una situazione, che il tuo sub inconscio elabora e trasforma nella tua fase r.e.m.” rispose, puntando il dito verso la sua faccia
“ti giuro che non ci pensavo da un’infinità di tempo!” la mora spalancò le braccia sulla difensiva
“lo sapevo io, inizia la fase regressiva adolescenziale!”Quinn si mise una mano in fronte, scuotendo la testa
“oh avanti, è stato solo un sogno! Smettila di psicoanalizzarmi come uno dei tuoi pazienti depressi, Quinn!”
“dalla tua faccia, non mi pare tu abbia sognato di passeggiare con Brittany e raccogliere fiori per i campi” la smascherò, come se avesse letto nella sua mente
“Dio quanto sei paranoica!” la mora si mise a sedere su un muretto, dando le spalle all’amica che lentamente si avvicinò a lei e le si sedette affianco
“è stato solo un sogno Quinn… davvero, l’unica colpa che ho, è stata quella di aver svegliato Adam con un urlo”
“gliel’hai detto?” le prese la bottiglia d’acqua che teneva in mano, per bere un sorso
“certo che no! Non potevo dirgli che ho sognato di fare del sesso stupendo con l’amore della mia giovinezza” rispose incredula
Quinn spalancò la bocca
“quindi ti è piaciuto?”
“a dire il vero si… era così reale…” rispose con aria sognante
“e non fai che pensarci vero?”
La mora annuì sorridendo, al ricordo di quelle immagini e quelle sensazioni che, quel momento, le avevano procurato
“e vorresti sognarlo di nuovo….” Chiese Quinn, scrutando il panorama di una Lima che, a quell’ora del mattino, si stava svegliando ed iniziando la routine quotidiana
“Si…” ammise l’altra
“Vedi?” esclamò la bionda alterata, facendo quasi spaventare Santana
“oh andiamo Quinn, non c’è pericolo! Da quello che mi risulta, è dall’altra parte del mondo!”
“Santana, devo ricordarti che sei una donna sposata da tre anni e che io ho testimoniato, davanti a Dio, la vostra unione?”
“si, con un uomo che non mi ama più” rispose amaramente
“non è vero! Adam ti ama… è che state attraversando un momento di crisi” cercò di calmarsi, perché vedeva che, quell’argomento ultimamente, intristiva tanto la sua amica
“hey !sei la mia testimone! Dovresti stare dalla mia parte!!!” si girò scocciata ad osservarla
“ma io sono dalla tua parte, sempre e comunque ,qualsiasi cosa farai nella tua vita!” le disse, tenendole la mano per rassicurarla “ci conosciamo da una vita San, abbiamo condiviso tutto, anche le cazzate che abbiamo fatto al college” le sorrise
“già…. “ sorrise, ripensando ad alcuni momenti della loro vita universitaria, ed a come, senza l’aiuto di Quinn, sarebbe stata persa e chissà che fine avrebbe fatto ora.
“è che eravate la coppia perfetta! Vi amate così tanto!” disse malinconicamente la giovane bionda
“appunto…. Eravamo! Ora quasi non mi guarda più, non so dove è andato a finire l’Adam che amavo” abbassò lo sguardo e lasciò la mano di Quinn che prontamente gliela riprese per stringerla
“tornerà vedrai, magari è un periodo particolare di forte stress a lavoro, per tutti e due, avete bisogno solo di ritrovarvi… vedrai”
“parli bene tu! Hai un marito esemplare che ha occhi solo per te!”
“siamo sposati da 6 mesi…. Dacci tempo e vedrai che la finiremo anche noi a lanciarci i piatti del servizio di tutti i giorni, perché quello buono non glielo lascerò toccare” disse la bionda
Le due si guardarono e risero sonoramente.

“sognare Britt, mi ha dato un senso di libertà, mi ha messo gioia…. Mi ha fatto sentire bene, come quando avevamo 18 anni e ci amavamo così tanto” sospirò dopo essersi fatta seria
“Santana eravate due adolescenti,ora hai 30 anni, hai fatto delle scelte coraggiose allora, e sono sicura che non te ne sei pentita, perché stavate bene assieme, ma è il passato, un passato che ora non ti appartiene…. Dopo che Brittany ha dovuto cambiare paese, hai cercato, nel tempo ,di rifarti una vita e ci sei riuscita benissimo, ora hai una carriera brillante davanti a te, sei un medico, ed hai un marito favoloso con degli amici che ti vogliono bene” Quinn cercò il suo sguardo e, mentre le parlava, le mise una ciocca, che le cadeva sul viso, dietro l’orecchio.

Santana annuì, era tutto vero, anche se, dentro di lei, non si sentiva completamente felice. Sognare Brittany, quella notte, le aveva fatto più male che bene, quel sogno così intenso, aveva fatto riaffiorare un sacco di vecchie sensazioni, che erano state spente dalla routine della sua vita.

“hai ragione” sospirò ed abbracciò la sua amica
“sono davvero fortuna ad averti ancora al mio fianco, dopo tutti questi anni, non saprei come fare senza di te” le disse commossa la mora
“la fortunata sono io….” Rispose Quinn, staccandosi leggermente, per guardarla in viso ed accarezzarle la guancia
“sei pronta domani per il nostro poker settimanale, con le nostre due pazze amiche?”
“come sempre!” rispose la mora sorridente.
 
******

“mmmm…. Che profumino, cos’è?” Adam, con ancora la ventiquattr’ore in mano, si avvicinò alla moglie che stava cucinando
“Stufato di verdure con pancetta” le rispose sorridendo e voltandosi verso di lui, aspettando il consueto bacio di saluto
“oggi hai finito prima? Di solito non fai mai in tempo a cucinare queste cose così raffinate” chiese, controllando la posta sul tavolo
“si, oggi ho mollato un po’ di scartoffie ai miei schiavetti, d’altronde a questo servono gli specializzandi del primo anno, no?” fece uno sguardo maligno
“poveri ragazzi, li terrorizzerai con i tuoi sguardi malefici” sorrise, mentre sfogliava le lettere
“non più di tanto…. Comunque sei contento che stò cucinando per te?”
“eh? S- si…. Oddio…. si festeggia qualcosa e mi sono dimenticato?” disse, dopo averci pensato un po’ ed essersi fatto venire il panico
“non si festeggia niente, semplicemente ho pensato di dedicare un po’ di tempo in più a mio marito, faccio male?” si mise subito sulla difensiva
“certo che no! Me lo merito anche… dopo una dura giornata di lavoro” le sorrise orgoglioso
“non sei l’unico che lavora qui dentro!” Santana lo fulminò
“si…. Certo…. lo sappiamo dottoressa Lopez, che lei passa la giornata a salvare vite umane!”  pronunciò, sventolando il giornale che aveva appena preso dal tavolo, ed allontanandosi nell’altra stanza
“vaffanculo Adam!” pronunciò a denti stretti.


 
“scusa per prima…. Non volevo sminuire il tuo lavoro” Adam era adagiato sul letto che navigava col suo portatile, era stata una cena silenziosa la loro, il ragazzo non si era accorto di aver offeso la moglie per l’ennesima volta con quelle parole
“non importa….” Rispose,  mentre le dava le spalle
L’uomo si girò a guardarla e capì che non erano sufficienti quelle scuse, perché Santana lo perdonasse, chiuse il pc e lo poggiò per terra, per poi avvolgere in un abbraccio il suo corpo
“davvero scusami amore…. È che questa cosa di dover stare fuori per 3 giorni, ogni settimana a New York, mi stà distruggendo, sai quanto mi stanchi viaggiare continuamente” le sussurrò in un orecchio, sporgendosi verso di lei
“ lo so…. Ma ogni volta sembra che tu faccia il lavoro più faticoso del mondo…. Anche io faccio dei turni massacranti” rispose
“lo so… ma tu sei più forte di me” rispose sorridendo, sapendo che con quella frase si sarebbe guadagnato il suo perdono
Santana si girò verso di lui per poi dire
“sei un bastardo, perché non lo pensi nemmeno lontanamente questa cosa, anche se è la verità” le disse ridendo e prendendo trà le mani il suo viso
“no sul serio! Santana Lopez è fortissima e mette in riga il suo perfetto marito”
“è tutto giusto tranne il perfetto, sul quale ci dobbiamo lavorare un bel po’ credo…” le sorrise per poi baciarlo

Il bacio si faceva sempre più intimo ed appassionato, quando squillò improvvisamente il telefono di Adam, che, riconoscendo la suoneria, si staccò subito dalle labbra di Santana per rispondere

“Dimmi James!.... no non mi disturbi affatto, dimmi!”

La mora fece gli occhi al cielo irritata

Adam rientrò nella stanza e Santana vide che prese dei vestiti dall’armadio ed iniziò a metterli in valigia
“che succede?” chiese
“hanno spostato la riunione di domani pomeriggio a domani mattina, dobbiamo prendere assolutamente l’ultimo volo per New York stanotte, per essere  in orario domani” borbottò, concentrato sulla preparazione della valigia
“oh perfetto” sbuffò Santana
“hey è il mio lavoro, con cosa credi che puoi permetterti una borsa da 600 dollari come quella dell’altro giorno? Se vivessimo a New York e non in questa inutile città non ci sarebbero questi problemi”
Santana odiava quando Adam metteva trà loro due il denaro ed il lavoro, parlava del suo lavoro come se fosse il più importante del mondo e come se solo lui partecipasse alla vita economica della famiglia, quando anche lo stipendio della mora non era da meno. E non perdeva mai occasione di ricordarle che aveva rinunciato a vivere a New York per restare a Lima dove Santana aveva il suo lavoro ed i suoi amici.
“si certo, come no!... buon viaggio maritino!” disse, girandosi di spalle decidendo di ignorarlo
“grazie mogliettina…. Dai…. consolati con la carta di credito in mia assenza!” disse , prendendo la valigia ed uscendo di fretta, sapendo che con quella frase avrebbe ferito inevitabilmente la moglie
Santana non rispose a quella provocazione  strinse forte il cuscino mentre le scesero delle lacrime silenziose.
 
*****

“Dottoressa Lopez c’è un problema” la giovane specializzanda si avvicinò a passo svelto verso la latina, cercando di tenere il suo ritmo veloce nel corridoio
“Spark sono le 2 del mattino e devo fare ancora 6 ore qui dentro, se non è una questione di vita o di morte, risolvitelo da sola!” rispose, continuando il suo passo svelto senza guardarla negli occhi
La ragazza si fermò affranta ed arresa, lasciando andare la responsabile verso la sua meta. Santana ebbe un attimo di esitazione, sbuffò e si girò dicendo
“avanti pel di carota, che succede?” abbozzando un sorriso, quando vide che la giovane studentessa dai capelli rossi, rilassò il suo viso e sgranò gli occhi dall’entusiasmo
“in cardiologia non hanno posto per la signora Frey, ci hanno detto di tenerla noi, fino a che non si libera un letto” rispose timidamente, aspettando una sua reazione
“impossibile, non abbiamo posto qui, i letti devono stare liberi per le emergenze”
“è quello che ho provato a spiegare io, ma non hanno voluto sentire ragioni” quasi sussurrò terrorizzata
“ok …. Allora dì a quel tricheco col camice, che porta l’insulso e comunissimo nome di dottor  Smith, che se non mi procura un letto nel suo reparto entro la mattina, si può iniziare a mettere in lista, insieme ai suoi pazienti, perché gli strapperò personalmente il cuore dal petto con le mie mani” fece un gesto con la mano abbastanza eloquente, tanto da terrorizzare la ragazza davanti a lei e poi disse
“il pronto soccorso non è il parcheggio dell’ospedale, è chiaro Spark? E fatti rispettare, altrimenti sarò costretta ad usare la tua testa arancione, per infilarci dentro delle candele ad halloween”  si voltò e continuò per la sua strada, mentre la ragazza balbettò un
“o-ok….”

Santana entrò nella sua stanza e chiuse la porta sospirando
“Devo pensare a tutto io qui dentro…. Incapaci!” si lascò andare sul letto della stanza del medico di turno.
Erano passati dieci giorni da quel sogno e non faceva che pensarci, il viso di Brittany era diventato un’ossessione per lei, bastava chiudere gli occhi, perché vedesse immediatamente il suo sorriso bellissimo davanti a lei. Sospirò e si ripetè a voce alta
“Santana stiamo parlando di una cotta…. Hai trent’anni cazzo, non puoi farti prendere dal passato” si massaggiò il viso, per darsi una svegliata.
Le venne in mente che, magari, poteva riprovare a scriverle una lettera, da qualche parte doveva avere ancora il suo indirizzo di Parigi, aveva conservato le lettere che, subito dopo la sua partenza, si erano scritte….. e se riprendere in mano quelle lettere, le avrebbe fatto ancora più pensare a lei? Non apriva quella scatola dei ricordi da secoli…. No, non poteva farlo, aveva una sua vita ora e Brittany non ne faceva parte, era solo un bel ricordo della sua giovinezza, spezzato dalla lontananza.
Era ancora intenta nei suoi pensieri che le arrivò un sms
 

*siamo invitate all’inaugurazione dell’ Holiday sabato…. Lo sapevi? Che facciamo ci andiamo?*

Fece una faccia perplessa, chiedendosi perché Quinn non dormisse, visto che almeno lei poteva farlo

*Fabray, zuccherino mio, siamo in piena notte e tu, che puoi, dovresti essere nel mondo dei sogni o quantomeno, fare del sano sesso col tuo maritino, invece che messaggiare con me! comunque non lo so, non credo che Adam ci voglia venire, cercherò di evitare il mio collega in questi giorni, così avrò la scusa e potrò dire di non averlo saputo*


Sorrise soddisfatta del suo messaggio appena inviato, anche se sapeva che, Blaine, ci teneva moltissimo che lei e Quinn partecipassero all’inaugurazione del locale, erano rimasti molto amici dopo il liceo ed avevano frequentato la stessa università. Ma era un locale per gay e sicuramente Adam non ci sarebbe voluto andare e non aveva assolutamente nessuna voglia di discutere, ancora una volta, per colpa dei pregiudizi omofobi del marito. Sentì di nuovo la suoneria di avviso del messaggio

*infatti ho appena finito di fare sesso con mio marito ed è stato davvero appagante : ) mi sono ricordata dell’invito ed avevo paura di dimenticare di dirtelo, ne parliamo con calma, però pensaci, sai quanto ci tiene Blaine… notte Lopez, non torturare troppo i tuoi dottorini*


Mentre faceva una faccia schifata, per quello che aveva appena letto nel messaggio, rispose

*ok…. Notte… ps: spero ti sia lavata le mani, prima di toccare il cellulare per scrivermi il messaggio..
 bleah  : D*



Sorrise, immaginando la faccia di Quinn che lo leggeva, ogni tanto sapeva essere davvero idiota.
Improvvisamente suonò il suo cercapersone, c’era un’emergenza, si alzò di scatto, si sistemò i capelli facendosi una veloce coda, ed uscì di corsa.



 
“cos’abbiamo?” chiese al paramedico che spingeva la barella
“Donna , 20 anni, overdose da farmaci ansiolitici, ferite gravi ai polsi, una profonda all’addome, ha perso molto sangue, pressione 60 su 30 battito quasi inesistente”
“bene, un’altra che non ha voglia di vivere, signori datemi la sala 3, Spark, Miller e Martin con me! Lewis avvisa chirurgia di preparare una sala, arriviamo trà circa mezz’ora” pronunciò con estrema sicurezza e maestria, i ragazzi eseguirono perfettamente gli ordini del suo superiore
“Martin prepara per una lavanda gastrica, Miller chiama la banca del sangue e fatti dare delle sacche appena scoprirai il gruppo, Spark vieni qui, inizia a tamponare, la ferita all’addome è profonda, coraggio pel di carota, fammi vedere di che pasta sei fatta, è la tua occasione” cercò di spronarla
Diede un veloce sguardo alla giovane donna bionda ,che si era arresa alla vita ed aveva deciso di farla finita, la colpì un particolare degli occhi, quegli occhi li aveva già visti, non sapeva dove, ma le erano familiari. Si destò da quel pensiero, quando sentì il bip della macchina che controllava il battito della ragazza
“dottoressa stà andando in fibrillazione” urlò un’infermiera
“ok carica a 100” disse, prendendo in mano le piastre per la defibrillazione “Scarica!!!” urlò, posizionandole sul torace della ragazza. Controllando il display del macchinario, si accorsero che non era successo niente
“non ti lascerò morire, non andrai al padre eterno passando dalla mia sala, non col mio aiuto…” disse osservandola, per poi urlare “carica a 150…. Scarica!!!” il petto della ragazza si sollevò di qualche centimetro dalla barella per la forte scossa, aspettarono tutti in silenzio, per qualche secondo, la reazione del suo cuore e fecero tutti un sospiro di sollievo, quando sentirono di nuovo il bip regolare del macchinario.
“visto testa di zucca? Così si fa!” si rivolse soddisfatta alla sua specializzanda
“ok è stata lacerata la milza, dobbiamo operarla, portiamola in chirurgia, chi è di turno Lewis?”
“Dottror Anderson !” rispose subito il ragazzo
“oh bene, a quanto pare ero destinata ad incontrarlo per forza!” ripensò al messaggio di Quinn
“Avanti! Andiamo a trovare la nostre Checca isterica al terzo piano!” disse, spingendo la barella aiutata dai suoi specializzandi.


 
“Dottoressa Lopez…. È sempre un piacere lavorare con lei” disse Blaine sorridendole e facendo un inchino di riverenza
“Dottor Anderson…. Il piacere è tutto mio” ricambiò il sorriso
“raccontami di questa biondina “ disse, infilandosi i guanti
“sappiamo poco, se non che è talmente disperata, che ha deciso di togliersi la vita, ferendosi più volte ed ingurgitando grandi quantità di psicofarmaci”
“ah benissimo, viva la vida, cantavano una volta i Coldplay!” si mise la mascherina sul viso
“già… si è la lacerata la milza, credo vada tolta e dobbiamo controllare se ha fatto altri danni li dentro, ma di sicuro non le permetterò di morire, non nel mio ospedale!” disse la latina, facendo l’ultimo fiocco alla sua mascherina
“Santana Lopez, la donna più determinata che conosca!” pronunciò il giovane medico per schernirla
“dovresti saperlo ormai, ci conosciamo fin dal liceo Canarino dei miei stivali!” le diede una pacca sul sedere, prima di entrare in sala operatoria facendo ridere l’amico
 
 
“intervento perfetto Dottor Anderson, da manuale oserei dire” Santana si stava congratulando per la buona riuscita del’intervento dell’amico che, sapeva bene, era diventato un bravo chirurgo
“avevo una buona spalla, come ai vecchi tempi, quando facevamo i duetti al Glee”
“e ,come sempre, tu volevi fare la prima donna!” Santana le diede una spallata
“già… “si grattò la testa imbarazzato “allora verrai all’inaugurazione?” chiese poi
 “Oh Blaine non lo so se riesco…. Adam stà lavorando tantissimo e siamo molto stanchi in questo periodo” cercò di giustificarsi
“non preoccuparti, sappi che se verrai mi farai felice” le rispose dolcemente
“farò il possibile te lo prometto” le stampò un bacio sulla guancia, prima di lasciarlo per tornare in reparto

 
coraggio Lopez, ancora un’ora e questa nottataccia interminabile finirà” pensò dentro di se, mentre si dirigeva verso la macchina distributrice di bevande, per prendersi l’ennesimo caffè della nottata

“Dottoressa Lopez!” si sentì chiamare alle spalle, fece gli occhi al cielo e si girò per guardare in cagnesco la persona che l’aveva chiamata con quel tono di voce che già  le trasmetteva ansia
“abbiamo un problema!” Ashley Spark, continuava ad essere terrorizzata dalla sua superiore, ma inevitabilmente, toccava sempre a lei darle le brutte notizie, sembrava che il destino ce l’avesse con lei

“ok Ginger girl, devi decisamente ampliare il tuo frasario, ti regalerò un vocabolario per aiutarti in questo compito difficile” sbottò nervosamente
“riguarda la ragazza che abbiamo operato…. Quella che ha tentato il suicidio” disse timidamente
“si si mi ricordo chi è… sono appena uscita da quella dannata sala operatoria per salvarle la vita”
“ecco… vede… c’è la sorella in sala d’aspetto…. Ci sono dei problemi con…. l’assicurazione…. Ecco…. proprio non hanno un’assicurazione” balbettò la ragazza, sapendo che quello, era uno degli argomenti che più la irritavano
“che cosa??? O no no no…. Spark ,sai benissimo quanto odi occuparmi di queste cose, è già successo, già visto miliardi di volte… se non hanno un’assicurazione sai cosa fare, non hai bisogno di me!!” Odiava occuparsi di queste cose burocratiche, odiava il fatto che l’America, conosciuta da tutti come paese libero, mettesse delle restrizioni sanitarie e scindesse, inevitabilmente, due categorie sociali che avessero differenti trattamenti sanitari : ricchi e poveri.
“ma… questo è un caso difficile…. È una situazione particolare, un caso di suicidio non l’ho mai affrontato…. Inoltre la sorella è distrutta, non fa che piangere” disse, quasi con le lacrime agli occhi la ragazza

Santana si impietosì, quel giorno doveva essere particolarmente sensibile alle lagne della Spark
“e và bene, solo per questa volta, voglio che prendi appunti testa di zucca, perché la prossima volta non ti salverò il tuo prezioso culetto! Ok???” disse, girandosi verso la ragazza che cercava di seguire il suo passo svelto in corridoio e nascondeva un piccolo sorriso di felicità e sollievo


Arrivarono davanti alla porta di una saletta d’aspetto dell’ospedale, Santana, prima di aprire, si rivolse alla sua specializzanda dicendo
“guarda ed impara Spark, bisogna essere duri in queste cose e purtroppo lasciare da parte i sentimenti se non vuoi che poi ci rimetta il tuo stipendio, perché il capo prenderà i soldi da quello, se il paziente non paga”
Disse con fare sicuro, per poi aprire la porta


Si avvicinò ad una ragazza bionda, magrissima, che aveva una coda quasi completamente disfatta, che si teneva il viso trà le mani e piangeva.
“signora Pearce c’è qui la dottoressa Lopez, che ha operato sua sorella” pronunciò  Ashley
Santana non fece in tempo a sentire quel cognome, che si girò a guardare interdetta la ragazza che lo aveva appena pronunciato,per poi subito voltarsi verso quella figura bionda, che anch’essa, sentendo quel cognome, sollevò subito il viso scavato e rigato di lacrime.

“Brittany?”

“Santana?”
 
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Eccomi di nuovo con questa Future Fic Brittana…. Non so cosa ne verrà fuori, dovrebbe essere una long  ma non so nemmeno di quanti capitoli…. Ci sarà molto angst per gli amanti del genere.
Ci saranno tanti componenti del Glee club.
Probabilmente non è niente di superoriginale ma spero di renderla speciale procurandovi delle emozioni, e spero mi seguiate.
Fatemi sapere che ne pensate è importante per me per capire se andare avanti.
Baci
E.

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Capitolo 2
*** Adrian ***


Si avvicinò ad una ragazza bionda, magrissima, che aveva una coda quasi completamente disfatta, che si teneva il viso trà le mani e piangeva.
“signora Pierce c’è qui la dottoressa Lopez, che ha operato sua sorella” pronunciò  Ashley
Santana non fece in tempo a sentire quel cognome, che si girò a guardare interdetta la ragazza che lo aveva appena pronunciato,per poi subito voltarsi verso quella figura bionda, che anch’essa, sentendo quel cognome, sollevò subito il viso scavato e rigato di lacrime.

“Brittany?”

“Santana?”
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“Oddio! Santana! ma sei proprio tu?”

La mora non ebbe nemmeno il tempo di rispondere e di realizzare, che quella ragazza, magrissima con una divisa da lavoro che poteva essere di una cameriera di qualsiasi bar o ristorante,  fosse sul serio la sua compagna di liceo, che se la ritrovò addosso stretta in un abbraccio.

Per un istante smise di respirare, e, come dei mini flashback, le arrivarono continui input nel cervello, di immagini delle miliardi di volte che, Brittany ,l’aveva abbracciata, riconobbe il tocco familiare di quelle braccia, anche se erano molto più esili e meno forti, e la stessa identica posizione del suo mento, incastrato trà la spalla e la clavicola, dato dal fatto che l’altra fosse più alta di lei. Aprì gli occhi per uscire da quella specie di stato di trance in cui si trovava e, prendendo coraggio, rispose all’abbraccio e strinse un po’ più forte la ragazza, dandole delle pacche sulla schiena, che sapevano tanto di imbarazzo. Girò per un secondo lo sguardo e si accorse che, la sua specializzanda, la osservava stranita e confusa.

“si, sono io” decise di staccarsi da quell’abbraccio per rispondere
“come stà Adrian? Ti prego dimmi che vivrà!” le strattonò le spalle violentemente, con le lacrime agli occhi
“s-stà bene, l’intervento è andato bene….” Rispose ancora scossa la mora
Brittany fece un sorriso sollevata dalla notizia appena ricevuta. Santana si accorse che, subito dopo, fece un sospiro, sollevò gli occhi verso l’alto e perse improvvisamente le forze, accasciandosi a terra.

La mora fece in tempo a prenderla, prima che potesse sbattere la testa
“Spark presto aiutami!” urlò alla ragazza che era rimasta in disparte  nella stanza.
La presero ed adagiarono su una barella, che era posizionata su un lato della stanza.
“portami dell’acqua zuccherata!” disse, mentre con una mano, le sentiva il polso per controllare il battito.

La bionda lentamente aprì gli occhi. Santana provò lo strano impulso di piangere, disarmata da quella visuale, di una donna debilitata e triste. Le mise una mano sulla guancia carezzandola, mentre le sorrideva per tranquillizzarla
Brittany ricambiò lievemente con un sorriso stanco
“sono svenuta?” chiese
La mora annuì
“si, da quanto non dormi? E da quanto soprattutto non mangi? Sei visibilmente disidratata” le disse
“sei un medico?” chiese la bionda
“si, ho operato io tua sorella…” le stava per dire che l’aveva fatto insieme a Blaine, quando entrò Ashley
“ecco l’acqua capo” le diede il bicchiere che Santana portò subito verso la bocca di Brittany ,sollevandole la testa
“ecco bevi, ti farà bene” disse dolcemente
La bionda, senza dire una parola, bevve tutta l’acqua
“grazie” disse poi, adagiandosi di nuovo sul cuscino
“và un po’ meglio?” chiese
La bionda annuì
“Spark, prepara una fisiologica per endovena, è visibilmente disidratata” disse, vedendo che la ragazza annuì subito, per poi allontanarsi ad eseguire
“sei il suo capo?” chiese Brittany
Santana sorrise a quella domanda e rispose
“una specie”
“sei diventata importante” pronunciò quella frase con orgoglio
“diciamo che mi faccio rispettare qui dentro”
“quello l’hai sempre saputo fare”
Sorrisero imbarazzate tutte e due, ci fù qualche secondo di silenzio

“grazie per aver salvato la vita a mia sorella” disse la bionda, guardandola sinceramente
Santana non riuscì a sostenere quello sguardo e, distogliendo la sua attenzione da quegli occhi azzurri per guardare al di là della sua amica, disse
“ho fatto il mio lavoro, non sapevo fosse Adrian….. la piccola Adrian…. “ si fermò un secondo, pensando al ricordo che aveva della sorellina piccola di Brittany e di come, in sala operatoria, avesse riconosciuto quel taglio d’occhi a lei così familiare. “Dio Brittany, che cosa è successo perché Adrian abbia deciso di fare quel gesto così drastico?” sapeva che era una domanda troppo personale da fare ad una persona che non vedeva da 12 anni, ma aveva bisogno di capire che cosa succedesse nella vita di Brittany
Brittany, istintivamente, girò il viso dall’altra parte verso il muro, con già le lacrime che tornavano a rigare il suo viso
“scusa… scusa hai ragione…. Non sono nessuno per chiederti delle cose così personali, dopo che non ci vediamo da tanto tempo eh…”
“sono cambiate molte cose Santana!” la interruppe la bionda “ed Adrian…. Non è più la piccola Adrian, come avrai potuto notare anche tu” disse, asciugandosi il viso

Santana la guardò, mentre orgogliosamente si asciugò il viso e smise di piangere, le venne da pensare che, in passato, probabilmente la Brittany che conosceva, si sarebbe buttata trà le sue braccia a piangere, fino a che lei, con i suoi baci, non sarebbe riuscita a calmarla e tranquillizzarla, dicendole che avrebbe pensato lei a tutto.

“senti Brittany, so che non è semplice dopo tutto questo tempo, ma se hai bisogno di qualsiasi cosa io ci sono, posso darti una mano, la dottoressa Spark mi ha detto che non avete assicurazione, è vero?”
Brittany di nuovo, girò il volto dall’altra parte. In quel momento Santana capì che, probabilmente, non se la stava passando molto bene.

“voglio vedere Adrian…. Dov’è?” disse alzandosi improvvisamente
“no, no aspetta…. Ora stà riposando, ha perso molto sangue, le stiamo facendo delle trasfusioni, ma starà bene, fidati di me” trovò il coraggio di guardarla dritta negli occhi questa volta
La bionda sembrò tranquillizzarsi, quando improvvisamente afferrò un braccio di Santana e lo strinse fortissimo e con gli occhi lucidi disse
“San ti prego, ho bisogno di vedere mia sorella in questo momento, ho bisogno di assicurarmi, coi miei occhi, che stia bene”
Santana smise di respirare nel momento esatto in cui sentì pronunciare quel “San”, uscito da quelle labbra e con quella voce. Non lo sentiva da così tanto tempo, che non ricordava nemmeno più il suono di quella chiamata così intima.  Deglutì per riprendersi e rispose
“devi fare una flebo, sei molto debole anche tu…”
“ti prego!” disse quasi supplicandola
“o-ok… poi però mi prometti che farai la flebo?”
La ragazza annuì con un sorriso

Squillò improvvisamente il cercapersone di Santana, proprio mentre stava aiutando Brittany ad alzarsi e, contemporaneamente, entrò Ashley con tutto l’occorrente per fare la flebo alla paziente
“oh cazzo!” esclamò a voce alta, guadagnandosi lo sguardo perplesso delle altre due dentro la sala.
“Spark accompagna la signora Pierce dalla sorella e poi portala nella mia stanza e falle la flebo, io arrivo il prima possibile” guardò prima una e poi l’altra
“ma…. È in rianimazione non si può entrare…..” azzardò la ragazza
“Spark! Fai come ti dico e risparmia il fiato per spiegare agli infermieri che te l’ho detto io di farlo!” la interruppe subito, per poi porgerle le chiavi della sua stanza privata in ospedale e dire “poi falle la flebo!” terminò, per poi girarsi verso Brittany che la osservava con un ghigno in viso, notando che non aveva cambiato i suoi modi delicati di rivolgersi alle persone.
Santana capì e le sorrise.

“puoi vederla solo per pochi minuti” le disse, per poi mettere una mano in tasca e porgerle un biglietto da visita “ci vediamo dopo, ma ho paura di dimenticarmi se non te lo dò ora…. C’è anche il mio numero di cellulare personale” le disse, per poi allontanarsi di corsa prima di indicare col pollice  l’uscita alla sua specializzanda.


 
Si diresse di corsa verso l’ultimo piano dell’ospedale, terrorizzata al solo pensiero di quello che  sarebbe successo, uscì dall’ascensore e si fermò un attimo. Tornò indietro di corsa, verso una porta che portava ad un piccolo terrazzo, la aprì ed uscì fuori.
Si rese conto che aveva bisogno di respirare, non poteva affrontare il suo capo in quelle condizioni.
Era stravolta da una notte passata a lavorare duramente, con un intervento alle spalle e poi quell’incontro che non si aspettava e che, come un vortice spazio temporale, l’aveva immediatamente catapultata nel suo passato, facendole provare sensazioni che oramai si erano assopite dentro di lei.

Inspirò profondamente l’aria frizzante mattutina, sentì freddo, ma in quel momento trovò la cosa piacevole, serviva per svegliarla, quel freddo, serviva per addormentare ancora per qualche minuto, tutte quelle sensazioni che si muovevano dentro di lei, da quando aveva rivisto Brittany. Non era pronta a rivederla, ma forse non lo sarebbe stata mai.
“ok Santana Lopez, resetta per qualche minuto tutto quello che è successo e trova una soluzione per il quesito che, inevitabilmente, quello stronzo ti porgerà, appena varcherai quella porta!”
Diede un lieve pugno alla ringhiera sulla quale si era poggiata. Inalò ancora un po’ di quell’aria fresca e, con decisione, si girò e si diresse verso l’ufficio del capo.


 
“Lopez! Avanti avanti! L’aspettavo..” disse l’uomo sulla cinquantina
“salve capo, mi cercava?” disse timidamente, mentre si accomodava sulla sedia davanti alla scrivania
“Santana Lopez, una delle mie migliori specializzande! Ho dei bei ricordi di quando ti seguivo sai? Sei l’orgoglio di tuo padre!” pronunciò l’uomo
“grazie signore”
“ho saputo che stai facendo un bel lavoro col gruppetto di specializzandi che ti ho affidato al pronto soccorso… mi dicono che li hai messi tutti in riga e nessuno di loro osa fiatare”  continuò scrutandola attentamente
La ragazza sorrise imbarazzata.
“non le voglio rubare molto tempo, so che ha fatto il turno di notte e quindi sarà abbastanza stanca e non vedrà l’ora di tornare a casa”
Santana continuava ad annuire, senza dare risposte al medico che aveva davanti a lei, come se volesse risparmiare tempo, per poter andare via il più velocemente possibile da li e tornare da Brittany.
L’uomo afferrò delle carte che erano posizionate al lato della sua scrivania
“ho visto che stanotte il pronto soccorso è stato abbastanza caotico, avete avuto da fare?”
“abbastanza signore”
“ecco, per questo allora le sarà sfuggito un ricovero di una giovane ragazza, con tanto di intervento e successiva TAC ,senza assicurazione?” disse, sollevando lo sguardo dai fogli per fissarla da dietro gli occhiali
“a- a dire il vero non mi è sfuggito signore” balbettò
“ah… bene, allora avrà sicuramente una spiegazione a tutto questo”
“la ragazza era in fin di vita signore, abbiamo attivato le procedure di emergenza e le abbiamo salvato la vita”
“benissimo Lopez, tutto nella norma, ma mi chiedevo perché non si sono svolte, poi, le pratiche per questi casi particolari”
“n-non c’è stato il tempo signore!”
“chi ha ordinato la TAC post operatoria?”
“io signore”
“prima o dopo che ha saputo che la paziente era sprovvista dell’assicurazione?”
“dopo signore” rispose sinceramente
L’uomo si tolse gli occhiali e si massaggiò gli occhi
“dottoressa Lopez, lei sa quanto viene a costare una TAC a questo ospedale?” chiese, raccogliendo tutta la poca pazienza che ancora le era rimasta
“perfettamente”
“bene, apprezzo la sua estrema sincerità, ma mi chiedo ora….” Si alzò in piedi ed urlò “chi pagherà queste cazzo di spese mediche! Sono 2000 dollari Lopez! L’ospedale stà andando a picco, perché non abbiamo fondi e noi ci permettiamo di fare della libera beneficienza a persone che, trà l’altro, non vogliono nemmeno starci più su questa terra!”  la guardò con gli occhi carichi di rabbia
Santana non disse niente
“posso capire un povero bambino…. ma una disgraziata, che non ne vuole nemmeno più sapere di vivere…. Ma lasciamola andare, e pace all’anima sua!” buttò violentemente i fogli sulla scrivania
Santana si gelò, sentendo quelle parole, sentendo che, in quel caso, erano rivolte ad Adrian, alla piccola Adrian, alla sorella di Brittany. Quella persona non era una poveretta, quella persona era stata inevitabilmente una piccola parte della sua vita, perché Brittany lo era stata.
“pagherò tutto io capo”  disse improvvisamente, senza nemmeno accorgersi che, quelle parole, erano uscite dalla sua bocca
L’uomo si girò ed avvicinandosi di più a lei per scrutarla, disse
“perché?”
“perché conosco la paziente, è una persona a me cara” non era vero in quel momento presente, ma decise che era la cosa più giusta da dire per convincerlo
“oh…. È una sua parente?” si calmò subito
“no… è la sorella di una mia cara amica”
“oh bene….  E questa sua cara amica, non può provvedere alle spese mediche della sorella?”
Santana non sapeva dare risposta.. non sapeva niente di Brittany, non sapeva perché Adrian era talmente disperata da non voler più vivere, non sapeva perché non c’erano i genitori o qualsiasi altra persona a loro vicine, ma non poteva dirlo al suo capo.
“no, non stanno passando un bel momento” si limitò ad improvvisare
“oh…. Bene  è ammirevole il suo amore per gli amici Lopez…. Allora devo far mettere tutto sul suo conto? Comprese le spese future post ricovero?”
La ragazza deglutì e pensò subito ad Adam ed a come giustificare quelle spese segnate nel loro conto.
“si signore” pronunciò a mezza voce
“perfetto, allora è tutto Dottoressa, può andare a riposare…. E mi saluti suo padre” l’uomo l’accompagnò alla porta
“lo farò, grazie per la comprensione signore” disse infine
“si figuri, saluti la sua amica e le dica che è fortunata ad avere accanto persone come lei” disse per poi chiudere la porta del suo ufficio.
“Vaffanculo viscido succhia soldi!” disse per poi mettersi a correre.


Decise di non pensare alle conseguenze di quel gesto, avrebbe trovato una giusta spiegazione da dare ad Adam, magari si sarebbe fatta suggerire qualcosa da Quinn. In quel momento voleva solo correre per tornare da Brittany. Chiamò l’ascensore, pigiando nervosamente più volte verso il tasto per chiamarlo con impazienza.
Arrivò al piano dove era ricoverata Adrian e vide che dentro la stanza non c’era nessuno, diede un veloce sguardo alla ragazza, che aveva tutt’altra cera rispetto a quando era arrivata, controllò velocemente i suoi valori e si rese conto che le trasfusioni le stavano facendo bene. La lasciò, ripromettendosi che poi sarebbe tornata con più calma, quando si sarebbe svegliata. Sicuramente Ashley e Brittany erano nella sua stanza a fare la flebo in quel momento, sorrise soddisfatta per il buon lavoro che era riuscita a fare la sua specializzanda.

Aprì velocemente la porta e vide, seduta sul letto, la ragazza con aria disperata, che portava ancora trà le mani il sacchetto della fisiologica
“Spark che succede? Dov’è Brittany?”
La ragazza iniziò a piangere
“m-mi dispiace capo…. I-io le ho detto che si sarebbe arrabbiata moltissimo, se non avesse fatto la flebo, ma non ha voluto sentire ragioni, mi ha detto che doveva proprio andare e mi ha lasciato questo” le porse un bigliettino, Santana ancora incredula lo afferrò e lesse

“mi dispiace, devo andare e non posso trattenermi, grazie ancora per quello che hai fatto. E’ stato bello rivederti. Britt

lo rilesse due volte e poi guardò la sua specializzanda che si teneva disperata le mani in testa e singhiozzava. Le fece una pena incredibile, era visibilmente stanca, dopo la nottata passata a stare dietro a lei, senza fiatare ed eseguendo perfettamente i suoi ordini. Si mise affianco a lei, le prese dalle mani la sacca dicendo
“Ashley, non importa”
La ragazza si girò di scatto sentendo, forse per la prima volta, pronunciare il suo nome da quella bocca
“và a casa, sei molto stanca…. Ci vediamo domani” le disse, guardandola dolcemente
“su-sul serio?” chiese incredula, asciugandosi il viso bagnato
La mora annuì con un sorriso
“và… prima che me ne penta”
La ragazza si alzò subito e disse
“ok… a domani allora” sparendo velocemente dalla stanza.
Santana sollevò il braccio svogliatamente per salutare la sua specializzanda, che era ormai scomparsa dalla sua visuale.

“che merda la vita da specializzanda” disse, sdraiandosi sul letto e riaprendo il foglietto che Britt le aveva lasciato
Era sparita di nuovo…. E di nuovo aveva lasciato un vuoto dietro di sé…. Ma questa volta c’era Adrian ancora li, Santana aveva qualche speranza di rivederla.
“Britt….” Sospirò, osservando il biglietto. Poi se lo portò al petto e si lasciò andare in un sonno immediato e profondo.
 
******
 

“hey ti avrò chiamato una decina di volte! Stai bene?”
Si era svegliata dopo 6 ore ancora in ospedale nel suo letto, aveva visto che c’era una quantità infinita di chiamate non risposte di Adam, così l’aveva chiamato subito
“scusa amore, dormivo e non avevo la suoneria inserita”
“capito…. Tutto bene?”  chiese
“si, mi sono addormentata in ospedale è stata una nottataccia” decise di non dare altre informazioni
“oh mammamia Santana, non riesci proprio a staccarti da li! Vai via da quell’inferno!” scandì con tono acceso l’ultima frase
“si adesso mi cambio e vado via…. Tu? Tutto bene nella grande mela?” chiese, mentre si massaggiò la testa constatando di avere un forte mal di testa
“tutto bene, oggi ho ricevuto i complimenti del capo!il lavoro che ho preparato tutta la notte, ha dato i suoi frutti” disse entusiasta
“Wau! È bellissimo amore, sono contenta per te!” disse amaramente, pensando che, invece il suo capo, l’aveva quasi sbranata, per il casino che aveva combinato.
“già, quando rientro festeggiamo!” disse lui
“Adam… “
“si?”
“ti manco?” chiese improvvisamente
“ma certo! che domande sono? Altrimenti pensi che ti avrei chiamata così insistentemente ?” rispose
“n-no certo, hai ragione” rispose delusa, perché si aspettava un’altra risposta più appassionata
“hey che succede?” chiese sospettoso
“niente….. è solo che avevo bisogno di sentirmelo dire”
“ok…. La prendo per buona, devo andare ora, non ho ancora pranzato! Ci sentiamo dopo”
“ok… ciao “

Chiuse il telefono e le venne da piangere, sentendo la freddezza di quella telefonata.
“cazzo Adam…. Perché?” si ritrovò ad affondare la faccia sul cuscino ed a piangere

Spostando la mano, toccò un pezzo di carta, lo prese trà le mani e si ricordò improvvisamente di quel biglietto.
“Adrian!” disse, sollevandosi in fretta dal letto ed asciugandosi il viso
Fece un bel respiro, si lavò il viso nel suo bagno ed uscì dalla stanza

“Santana che cazzo ci fai qui? Non avevi il turno di notte?” un suo collega si fermò stupito a guardarla, indossava ancora il camice ,Santana in quel momento realizzò che lo poteva togliere prima di uscire, per evitare di dare spiegazioni a colleghi come Rick
“si Rick, stò andando via, vado solo a trovare una mia paziente e poi mi levo dalle palle, tranquillo” disse dirigendosi verso il corridoio
“no ma….. se vuoi puoi stare, abbiamo giusto qualche emergenza, visto che non riesci a stare lontana da questo posto” le urlò divertito
“fottiti!” mormorò
 
 

Si ritrovò davanti alla sala di rianimazione e vide che, adagiata sul letto, c’era Adrian, era sveglia.
Santana si avvicinò all’infermiera che controllava i macchinari, che monitoravano la ragazza, per chiedere informazioni, la donna le disse che si era svegliata da un po’ ,ma non aveva voluto né mangiare, né bere e non aveva ancora parlato.

Fece un gran respiro, prima di entrare nella stanza ed affrontare la ragazza. Non sapeva cosa dire, non le era mai piaciuta psichiatria e non aveva mai capito la devozione dell’amica, nel curare le persone che avevano questi tipi di problemi.

La vide immobile, con la sguardo spento, decise di prendere la sua cartella e controllare gli ultimi esami. Poi sollevò lo sguardo verso di lei e disse
“ciao Adrian”
La ragazza non si mosse minimamente. La mora decise di avvicinarsi a lei, entrando nel suo campo visivo
“sono uno dei medici che ti ha soccorso stanotte, mi chiamo Santana Lopez….. ricordi? Sono un’amica di Brittany” disse piano
Si accorse che, nominando il suo nome e quello della sorella, ebbe una piccola reazione, ma poi fece un respiro profondo e girò la faccia dall’altra parte
Santana non si arrese e continuò a parlarle
“come stai?” provò a chiedere, ma non si aspettò nessuna risposta
“dovresti mangiare qualcosa, sono sicura che hai una fame da lupi”
Decise di toccarle la mano gelida, che al suo tocco, non ebbe nessuna reazione
“sai mi ricordo bene di te, avevi 7 anni…. Mi ricordo che ti piacevano i cartoni animati Disney e con Brittany ne guardavate uno tutti i giorni, conoscevi a memoria alla ricerca di Nemo” sorrise a quel pensiero
“eri felice quando arrivavo io a casa tua e mi trascinavi subito sul divano, per vedere con te e Britt il cartone. Tua mamma ci prendeva in giro, diceva che tu eri testarda come Nemo, io orgogliosa come Marlin e Brittany era la reincarnazione di Dory” si mise a ridere, per poi notare che la ragazza iniziò a tremare. Santana le strinse ancora più forte la mano, quando si accorse che le scesero delle lacrime silenziose
“Brittany è venuta stamattina, si è assicurata che stessi bene, credo tornerà trà poco” disse, senza sapere minimamente se sarebbe davvero tornata e quando.
“sai…. se non te la senti di parlare ora non importa….. lo farai solo quando vorrai, ma ti prego Adrian, cerca di mangiare qualcosa, tua sorella era molto preoccupata stamattina”
“io ora devo andare, ci vediamo prestissimo” disse, prendendo coraggio e sporgendosi per darle un bacio in fronte. Si accorse che la ragazza chiuse gli occhi a quel tocco e li tenne chiusi, fino a quando non uscì dalla stanza.

“le devo chiedere un favore immenso” si avvicinò di nuovo all’infermiera
“mi dica”
“appena arriva la sorella, mi può far chiamare al cercapersone? Se non sono in ospedale arriverò subito, è importante, lo lasci detto anche ai suoi colleghi” le disse con aria supplichevole
“certo dottoressa, non si preoccupi” rispose gentilmente la donna


 
Santana si allontanò di fretta da quel reparto, altrettanto di fretta entrò nella sua stanza, si cambiò ed uscì da quel posto. Aveva sentito di nuovo il bisogno di prendere aria e respirare. Arrivò in pochi minuti a casa guidando distrattamente, lasciando fare alla sua memoria che conosceva la strada perfettamente.  

Quelle ore erano state terribili, quell’incontro le aveva letteralmente stravolto la vita. Non capiva più niente e stava rischiando di impazzire per la confusione che aveva in testa. Le venne improvvisamente il panico e respirò a fatica, le scesero le lacrime, senza che riuscisse a controllarle. Aveva bisogno di aiuto, non ce la poteva fare a sopportare tutto quel peso da sola. Decise di prendere il telefono e chiamare

“Lopez cioccolatino mio!” Quinn rispose con entusiasmo, ma si gelò sentendo i singhiozzi dall’altra parte del telefono “Santana che è successo?”
“Q-quinn t-ti prego, ho bis- bisogno di vederti” abbozzò
“dove sei tesoro?” chiese
“a-a casa”
“stò arrivando, dieci minuti e sono da te San” chiuse il telefono e si precipitò dalla sua amica.
 
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Due capitoli in due giorni….. non fateci l’abitudine perché potrebbero esserci periodi di magra, lo so… mi conosco…. Ma intanto godete di questo momento di ispirazione : )
Non mi sono rimaste parole per ringraziare tutte quelle persone che hanno scritto due righe con parole bellissime. Sono davvero grata di avere così tante persone meravigliose che seguono i miei vaneggi.
: )
Ditemi che ne pensate di questo capitolo.
Alla prossima
E.

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Capitolo 3
*** La Verità parte I ***


“Brittany cosa ci fai qui? Dov’è Adrian?”
l’uomo, alto con i capelli lunghi legati da una coda, teneva un blocchetto in mano
“non stà bene Charlie, copro io il suo turno”
disse, lavando le ultime vettovaglie della caffetteria ‘King George’ dove lavorava. Il locale stava alla periferia di Lima, era aperto 24 ore su 24 e prestava servizio soprattutto ai camionisti che si fermavano in sosta di passaggio, per dirigersi verso Cleveland.
“ah ok… hai il turno nel pomeriggio tu, l’importante che riesca a coprire anche il tuo turno” disse l’uomo, ritornando in cucina
“non preoccuparti” si passò un mano in viso, per scostare un po’ di capelli che la disturbavano, mentre finiva di asciugare le ultime posate.
Era stanchissima, non mangiava dal giorno prima a pranzo, sentiva le forze mancare, ma doveva resistere , non poteva perdere quel lavoro e tantomeno far perdere il posto ad Adrian…. La sorella sarebbe tornata in forma, ne era certa, ce l’avrebbe fatta. Aveva bisogno di vederla ancora, voleva vedere i suoi occhi. Era terribilmente triste quei giorni, ma non pensava che sarebbe arrivata a tanto, lei era troppo preoccupata da miliardi di altri problemi, per accorgersi che la sorella stava morendo dentro. Pensò a Santana, non era cambiata molto, era sempre bellissima ed aveva sempre quel fascino che ai tempi del liceo la faceva impazzire. Sorrise a quel pensiero.

“ah Brittany…. devi pulire il bagno, qualche stronzo ha vomitato per terra stanotte” Charlie si affacciò dalla porta della cucina
“ma perché non ha pulito Susan? Era lei di turno stanotte” chiese
“che cazzo ne so! Fattostà che il bagno è ancora in quelle condizioni ed ora ci sei tu, quindi fai un bel respiro e tuffati in quel mare di merda tesoro! “ ironizzò con un  ghigno sul viso
Brittany si girò, più schifata dall’atteggiamento del suo capo, che al pensiero di quello che avrebbe trovato dentro quel bagno.
Si voltò dall’altra parte e vide che la collega la fissava con pena, mentre teneva in mano una scopa e finiva di spazzare la sala ristoro
“vuoi che ti dia una mano?” le chiese
Brittany le sorrise e disse
“tranquilla ce la faccio” piegò un braccio, mostrando il bicipite in segno di forza
La ragazza sorrise

“Sarah! Sarah vieni subito qui!” si sentì urlare dalla cucina.
La giovane cameriera si mise una mano davanti alla bocca, facendo una faccia buffa in segno di finto terrore e, mimando una ritirata di scena da ballerina, si portò sulle punte, per avviarsi verso la cucina urlando
“Eccomiiiii!”

Brittany rise, scuotendo la testa per l’idiozia della collega
 
Ringraziò il suo stomaco vuoto, che le aveva permesso di reggere a quella visuale che si era ritrovata davanti, mentre puliva quel bagno, perché non aveva vomitato, non avendo niente sullo stomaco.
Soddisfatta del suo lavoro, si portò al banco per servire un caffè ad un cliente e decise di auto ricompensarsi, rubando un muffin dalla vetrina dei dolci. Lo addentò avidamente e lo finì in due secondi, anche per non farsi scoprire da Charlie.

 
“me la offri una sigaretta?” chiese a Sarah che era in pausa e fumava, osservando pensierosa l’orizzonte
“fammi capire…. Non ti ricordi più dov’è il tabacchino vicino a casa tua?” chiese ridendo e porgendole una sigaretta
“non ne ho bisogno…. Tanto ci sei tu che me le fornisci” fece spallucce sorridendole
“cosa è successo ad Adrian?” chiese poi
“ha tentato il suicidio stanotte” disse con naturalezza
“che cosa??” si girò allibita verso l’amica che aveva uno sguardo perso
“cazzo Britt ti avevo detto che mi sembrava strana ultimamente!”
“non pensavo che il tuo strana, comprendesse anche il ‘sono talmente disperata che non voglio più vivere’”
Pronunciò con quasi le lacrime agli occhi
“non ci vediamo mai, quando non sono qui sono dalla signora Ripley a fare pulizie, come cazzo potevo sapere che mia sorella stava sprofondando in un abisso?” continuò, asciugandosi le poche lacrime che stava cercando di non far scendere, ma che avevano disobbedito al suo volere
La ragazza le mise una mano sulla spalla poggiandovi la testa
“mi spiace Britt….. scommetto che non lo dirai a Charlie vero?”
“ma sei matta? Farò i turni per tutte e due e  gli dirò che ha preso una brutta influenza.”disse con fare ovvio come se avesse già pensato a tutto
“e come farai per la signora Ripley?”
“non lo so… nei ritagli di tempo andrò da lei”
“cioè la notte?” ironizzò la ragazza
“potrebbe anche essere” le fece l’occhiolino
“tu sei completamente folle! “ Sarah scosse la testa
“non l’avevi ancora capito? Avresti dovuto conoscermi da adolescente, stavo fuori come un balcone!”
Le diede una lieve spallata, mentre fece l’ultimo tiro di sigaretta e lanciò la cicca lontano

“devo chiederti un favore!” disse poi
L’altra annuì, aspettando la richiesta
“mi devi coprire per un’oretta, devo assolutamente passare in ospedale per vederla, se vado a fine turno, non mi faranno sicuramente passare”
“ok… se Charlie mi uccide perché si accorge della cosa, poi lo dovrai dire tu a Jeff”
“gli farò solo un favore e toglierò da un impiccio in meno, così finalmente potremo dedicarci alla nostra relazione segreta” rispose divertita
“idiota!! Jeff è mio!” fece il muso
Brittany si avvicinò e l’abbracciò forte
“grazie!” disse, guardandola negli occhi. La ragazza annuì sorridendo, senza aver bisogno di dire niente

 
******
 

Santana era adagiata nel suo letto trà le gambe di Quinn che le accarezzava dolcemente i capelli, non smetteva di piangere. La bionda sapeva bene che, Santana, era orgogliosa e piangeva raramente, ma quando ci si metteva, lo faceva per bene. Le aveva raccontato tutto quello che era successo, come un fiume in piena, e lei era rimasta semplicemente ad ascoltarla e ad accarezzarle il volto ed il capo. Non sapeva se quell’incontro le avrebbe fatto bene, soprattutto nel momento in cui, la sua amica, stava passando un periodo difficile nella sua relazione con Adam. Ma decise che non era il momento di farle tutti quei ragionamenti, aveva solo bisogno di essere ascoltata e confortata.

“perché sono così sconvolta Quinn?” chiese improvvisamente
“non lo so tesoro….” Cercò di rispondere, per poi capire che la sua amica si aspettava qualcos’altro in più
“cosa hai provato quando l’hai vista?” le chiese
Santana ci pensò su per qualche secondo…. Non sapeva descrivere a parole quell’incontro, non era facile, perché nemmeno lei sapeva cosa aveva provato. Sapeva solo che, quei 12 anni, si erano annullati, davanti a quegli occhi azzurri che, anche se tristi, erano rimasti sempre gli stessi

“hai presente quando lavori la pasta per la pizza, la dividi in panetti e la metti sotto una coperta per farla lievitare?” chiese improvvisamente, quasi illuminandosi
La bionda annuì e fece una faccia strana, nel sentire quella frase
“quando dopo aver fatto passare del tempo,  vai a togliere la coperta per controllare la lievitazione, i panetti si gonfiano ed è come se respirassero….”  guardò di nuovo Quinn, per rendersi conto se stava capendo
“ecco, il mio cuore ha fatto così…. Si è gonfiato alla sua vista ed è come se abbia ripreso a battere regolarmente, dopo un’infinità di tempo che, quei battiti, erano soffocati da quella coperta”  concluse quella metafora in lacrime, ma pensò che forse, anche se stupido, quell’esempio rendesse bene.

Quinn fece una faccia commossa, sentendo la dolcezza di quelle parole, pronunciate dalla sua amica. Santana era una persona dura ed estremamente sincera, ma Quinn sapeva che, quando si trattava di amare le persone che per lei contavano veramente, sapeva usare delle parole che toccavano il loro cuore profondamente.
“oh tesoro” le disse accarezzandole il viso

Decise però di essere sincera, la fece sollevare per guardarla meglio negli occhi e sistemarle i capelli levandoli dal suo volto.
“Senti San, non sappiamo chi è Brittany ora, non sai niente di lei…. Non voglio che ti faccia film su di lei, sono passati 12 anni! E poi tutte queste emozioni, possono essere una reazione al fatto che davvero non la vedevi da troppo tempo” la fissò sicura negli occhi, mentre l’altra abbassava il viso sfuggendo a quello sguardo
“hai sofferto troppo per questo distacco, io c’ero, ho visto in che condizioni eri, ma sei riuscita a fare un lavoro su te stessa che ti e mi rende orgogliosa, hai ripreso in mano la tua vita coraggiosamente!” le prese le spalle e le diede una scossa per farla reagire “non voglio che tu soffra ancora Santana, non voglio che butti all’aria tutto quello che hai costruito, per pochi minuti passati con lei!”le riversò addosso quelle parole con tutta la sincerità che possedeva. Sapeva che non le stava facendo bene in quel momento, ma glielo doveva dire, la doveva mettere in guardia, perché le voleva bene.
Santana spostò il viso di lato e se lo asciugò, fece un bel respiro dicendo
“hai ragione” procurando un sospiro di sollievo alla sua amica.
“ma devo parlarci, devo sapere cosa è successo ad Adrian, devo sapere come ha vissuto tutti questi anni, è mia amica Quinn, non puoi vietarmi anche questo!” disse con forza
“sempre se lei lo vorrà….” disse quella frase che fece gelare Santana, che la guardò perplessa
“pensi che sarebbe scappata così, se avesse voluto recuperare un minimo di rapporto con te?” fù lapidaria e tagliente, lo sapeva bene, ma era l’unico modo per farla ragionare. Perché, in quel momento, Santana era rimasta al ricordo meraviglioso della Brittany adolescente e dolce, del quale era perdutamente innamorata. Ma dopo 12 anni, non poteva essere la stessa, per quanto Brittany Pierce, fosse un tipo decisamente orginale.
“c’è qualcosa sotto, lo so… me lo sento Quinn. Quell’abbraccio ha parlato molto più di mille parole”
Rispose la mora, per poi continuare
“per questo devo parlarci, ne ho bisogno!” le prese la mano e gliela strinse, sperando che l’amica capisse
“ok… ok…” la bionda vide che Santana non riusciva a tranquillizzarsi così disse “ora per favore, ci alziamo da qui e mi prepari un  tea decente?” le chiese dolcemente
La mora annuì e si alzò.
 
 
“domani abbiamo il pocker non dimenticarlo!” le ricordò Quinn
“come potrei? Non vedo l’ora di farle arrabbiare!” le fece un sorriso un po’ più sollevato, che tranquillizzò Quinn.
Santana, improvvisamente, sentì suonare il suo cercapersone e perse un battito. Lo afferrò in fretta per leggerlo.
“è andata da Adrian, devo correre se la voglio incontrare!” esclamò, lasciando tutto quello che aveva in mano
Quinn l’afferrò per un braccio e disse
“Aspetta! Lascia che venga con te!”
“no Quinn! Devo farla da sola questa cosa!” lasciò la presa e scappò, afferrando le chiavi della macchina, lasciando l’amica immobile dietro di lei.
 

 
Guidò velocemente verso l’ospedale, era agitata, non aveva la minima idea di cosa le avrebbe detto, non sapeva se avesse voluto parlare con lei. Si ripetè in continuazione, come un mantra, di stare tranquilla e non agitarsi.
Si precipitò verso la rianimazione, aveva paura di perderla un’altra volta per un pelo.  Corse verso la stanza di Adrian e vide che dentro con lei c’era Brittany, era seduta spalle alla porta, si fermò improvvisamente e tornò indietro, per osservarla e riprendere fiato, aveva il cuore che le stava uscendo dal petto.

“Dottoressa Lopez!” quasi svenne dallo spavento, sentendo quella voce dietro di lei
Si girò e vide un’ infermiera, che sorrise inevitabilmente, vedendo il suo viso e notando che, Santana, subito le fece cenno di parlare piano.
“ha ricevuto la mia chiamata vedo…. È arrivata 20 minuti fa!” le disse la donna
“si grazie” si girò per osservare di nuovo Brittany e poi si rivolse alla donna
“come stà?”
“ancora non parla…. Il dottor Preston, ha prenotato una consulenza psichiatrica per domani mattina.”
 Santana annuì, riflettendo sul fatto che, quella mattina, sarebbe stata di turno e poteva parlare con Preston ed il consulente.
“ha mangiato qualcosa?” chiese poi
L’infermiera scosse la testa in segno di negazione.
“và bene, grazie mille per quello che ha fatto” le disse sorridendole

Rimase ancora per qualche secondo ad osservarla, non voleva entrare da Adrian per non agitarla, se avessero discusso con Brittany lì dentro, magari la ragazza si sarebbe agitata ancora di più.  Aspettò che si alzò ed uscì dalla stanza, vide che, la sorella più grande, si avvicinò a quella più piccola, sollevandole di peso il busto ed abbracciandola stretta, era come se abbracciasse una bambola, perché Adrian non rispose a quella stretta. Brittany le diede decine di baci veloci, in molte parti della sua faccia e sulla testa. Santana sentì il suo cuore stringersi forte in petto a quella visione.
Brittany uscì velocemente da quella stanza, asciugandosi gli occhi gonfi di pianto e quasi si scontrò con Santana

“Santana?” disse sorpresa, vedendo l’amica con le braccia conserte che la guardava seria
“cosa ci fai qui?” le chiese
“ci lavoro!” rispose, cercando di trattenere l’impulso di abbracciarla, dopo averla vista con gli occhi arrossati dal pianto
Brittany per la prima volta rise ed a Santana sussultò il cuore
“ma non mi risulta ci viva anche… ci sei stata stanotte e poi stamattina…. E comunque ,ora non porti il camice”
In quella frase, riconobbe le osservazioni spiazzanti della sua Brittany, gioì per un secondo prima di rispondere
“non è importante…” disse, per cercare un minimo di giustificazione “non hai fatto la flebo stamattina e sei scappata senza aspettarmi”  continuò poi
“dovevo andare a lavoro, era tardissimo!” le rispose
“non stavi bene, potevi chiamare, per dire che non andavi e ti saresti riposata o saresti rimasta con tua sorella” le venne in mente che, forse, l’ultima parte della frase era un po’ azzardata.
Brittany scosse violentemente la testa, tenendo lo sguardo basso e riprendendo a camminare verso l’uscita, superando Santana
“tu non capisci…” disse, mentre camminava
“esatto! non capisco, sono qui per questo… per capire Brittany…. Vorrei mi spiegassi.” 
La bionda si fermò
“perché Santana?” la’affrontò, guardandola dritta negli occhi
La mora si gelò, non aveva mai visto quella rabbia, sul volto di Brittany…. Si riprese per rispondere
“perché tua sorella stava morendo per scelta sua ieri, e perché se non avessi messo di tasca mia i soldi per pagare le spese, l’avrebbero già trasportata in qualche centro di accoglienza, in mezzo a delle persone più disperate di lei!” disse tutto d’un fiato. Sapeva che era ridicolo rinfacciare quello che aveva fatto assolutamente spontaneamente per Adrian, ma era l’unica cosa che le era venuta in mente per farsi ascoltare.
“ti renderò fino all’ultimo dollaro!” rispose lei               
“non m’interessa! Non voglio indietro i soldi …. Voglio soltanto parlare, ho bisogno di sapere che è successo, ho bisogno di sapere cosa hai fatto in questi 12 anni…. Me lo devi Brittany!” quasi urlò e le stava venendo da piangere
“io non ti devo niente!” quello sguardo sicuro, continuò per qualche secondo…. Si guardarono dritte negli occhi, come se i loro occhi stessero comunicando da soli.
“senti… io ora devo veramente andare, abito lontanissimo da qui e, con la metro, ci vuole una vita e devo assolutamente andare a lavoro. “ si pentì subito per essere stata così dura.
“ti accompagno io, ho la macchina” le venne un barlume di speranza in quella frase
“non ti arrendi mai tu eh? Non sei cambiata per niente Santana!” le sorrise sospirando
“invece tu si!” le venne spontanea quella frase, ma si pentì un secondo dopo che vide lo sguardo dell’altra farsi triste.
“andiamo” disse poi superandola e facendole strada.
 
 

Erano in macchina da alcuni minuti ed, a parte in nome della via da segnalare al navigatore per arrivare a casa di Brittany , regnava il silenzio.
Nessuna delle due sapeva come iniziare. Santana voleva chiederle miliardi di cose, prima di tutto perché improvvisamente aveva smesso, dopo un anno dal loro distacco, di rispondere alle sue e-mail, alle sue chiamate disperate ed aveva chiuso il loro rapporto, con quella lettera disarmante, chiedendole di non cercarla più, perché si sarebbe di nuovo trasferita ed avrebbe cambiato anche numero di telefono.
 

“da quanto sei sposata?” La bionda ruppe il silenzio
“co-cosa? Co-come lo sai?” le venne il panico e si sentì una perfetta idiota, quando notò lo sguardo divertito e calmo dell’altra, che si posava sul suo anello matrimoniale.
“quasi tre anni” rispose in imbarazzo
“uomo o donna?” era una domanda lecita la sua e non solo perché ormai, in tutti gli stati americani era stata approvata la legge che liberalizzava i matrimoni trà gay.
“uomo” ribattè, senza avere il coraggio di guardarla in faccia
“ah…” le sfuggì, insieme ad un sorrisino divertito
“è una lunga storia”
“non ho dubbi”
“e poi tu, non hai nessun diritto di giudicarmi” si stava irritando, per l’atteggiamento che Brittany stava assumendo.
La bionda annuì vistosamente e poi disse
“giusto”  continuando a tenere quel lieve sorriso
“Levati quel sorriso irritante dal volto… perché ridi?” le chiese, non reggendo più quella situazione che sapeva troppo di presa in giro
“perché sono felice di vederti e parlare con te” la guardò dritta negli occhi, sorridendole senza paura
La spiazzò all’istante, tanto che, dopo quella frase, si lasciò sfuggire il piede dall’acceleratore e la macchina singhiozzò per un secondo, fino a che, la voce del navigatore installato nella sua auto, non pronunciò
“25 Mountain High Street- Lima 15 minuti e 30 secondi ….. memorizzare percorso?”
“Si!” disse sicura Santana
“percorso memorizzato” concluse la voce elettronica
Trovò il coraggio di guardare Brittany dopo quella frase, le sorrise e disse
“anche io sono felice”

Scesero dalla macchina e Santana si ritrovò davanti ad una bellissima casa a due piani con giardino, si stupì della cosa.
“Abiti qui?” le chiese, mentre scrutava dall’alto in basso la casa
“più o meno” rispose, inserendo le chiavi nella serratura del cancelletto “ti và di entrare nella mia dimora?” fece un gesto col braccio, per aprirle la strada
Santana si fece avanti ed entrò in quel cancello, dove vi era un grande giardino ben curato, entrò anche Brittany subito dopo ed, immediatamente, venne sovrastata da un grosso cane che, scodinzolando, le fece le feste.
“Hey! Will!” si abbassò per salutarlo, mentre il cane si girò a pancia in su, per farsi accarezzare.
“lui è Mr. Willy Wonka Pierce, per gli amici Will!” si girò verso Santana, che ammirava il loro saluto e si mise a ridere, per il nome buffo che gli aveva dato.
La mora accennò ad un saluto e si abbassò ad accarezzarlo, anche se non amava particolarmente gli animali, Brittany lo ricordava bene, anche con lord Tubbington non era particolarmente affettuosa, per questo apprezzò ancora di più quel gesto.

“ha salvato lui Adrian sai? Ha abbaiato talmente forte, attirando l’attenzione dei vicini, che l’hanno trovata quasi in fin di vita” Santana vide che gli occhi di Brittany si rigonfiarono di lacrime, che si sforzava di non far scendere.
“è un cane intelligentissimo…. Guarda!” disse, per distrarsi da quel pensiero doloroso.
Brittany si rimise in piedi e fissò il cane, che la guardava scodinzolando

“Willy Wonka sei un bastardo e per questo, la pagherai con la morte!!!” urlò, poi fece finta, con la mano, di sfoderare un pistola immaginaria e puntandola verso il cane urlò
“BANG!” risollevandola e soffiando sopra le sue dita, mentre il cane, con un tempismo perfetto, mimò una morte perfetta, accasciandosi a terra senza muoversi.
Santana aveva gli occhi sbarrati, non aveva mai visto una cosa del genere. Brittany la guardò soddisfatta ed orgogliosa della scenetta che, lei ed il suo cane, le avevano dedicato.
Si mise ad applaudire, incitando Santana a fare lo stesso, come se, senza quella ricompensa, il cane non si sarebbe rialzato.
“Bravo Will! Vieni qui!” si riportò alla sua altezza ed estrasse qualcosa dalla sua borsa
Santana notò che erano degli avanzi di pollo, raccolti in un foglio di carta stagnola.
“hai fame vero? Vecchio cappellaio matto!” lo accarezzò, mentre mangiava.
In quell’istante, alla mora sembrò di rivedere la sua Britt, quegli sprazzi di  flashback del passato, la rincuoravano tanto.
“vieni entriamo” le disse

la ragazza era pronta a salire le scale che portavano alla grande porta di quella bellissima casa, quando invece vide che Brittany allungò il suo passo,  verso il retro della  casa, la seguì in silenzio ed arrivarono ad una porticina sul retro, in metallo, scesero le scale per andare nell’entroterra della casa e, la bionda, aprì un’altra porta, dove c’era una stanza gigantesca con due letti, un piccolo armadio ed una piccola cucina da campeggio.

Brittany viveva in uno scantinato di una grande casa…. La mora cercò di abituare gli occhi a quel buio, con la poca luce che filtrava dalle grate delle finestre in alto, che corrispondevano al giardino al piano terra.

Si girò verso un letto che era al suo fianco, spalancò gli occhi, quando vide che era disfatto ed era completamente sporco di sangue, con delle boccette di medicine buttate per terra. Si gelò, immaginando che ,quello scenario, riguardasse le ultime ora che Adrian aveva passato lì dentro.
La bionda si accorse dopo Santana del letto in quelle condizioni, si avvicinò al letto e si inginocchiò per raccogliere tutte le boccette per terra e metterci dentro le pastiglie. Poi afferrò le lenzuola insanguinate e le appallottolò velocemente, cercando di nascondere quelle macchie rosse profonde, che comunque continuavano ad essere evidenti.

“S-scusa…. Non ero ancora rientrata a casa da-da-da….” Si fermò e crollò in un pianto disperato, stringendo quelle lenzuola sul petto.
Santana, senza pensarci due volte, si avvicinò e si inginocchiò affianco a lei, togliendole dalle mani quelle lenzuola.
“non fa niente Britt…. Non preoccuparti” le disse, per poi sporgersi per abbracciarla, quando la bionda si scostò ed alzò immediatamente da quella posizione, tenendo le braccia strette al petto. La mora si spaventò per quella reazione e la guardò perplessa
“n-no… non dovevo farti entrare qui è stato un- un  errore…. Scusami Santana…. Io ora devo andare sul serio…. Devo andare a lavorare” disse, cercando di asciugarsi per l’ennesima volta il viso bagnato di lacrime.

La giovane medico continuò a guardarla, scuotendo la testa, mentre sentiva anche lei il caldo delle lacrime che le scendevano sul viso
“no…. No Brittany non andrò via…. Non ti lascerò qui da sola, non lascerò che tu viva tutto questo…. Tutto questo…. Non…. Non so nemmeno come definirlo!” Indicò la stanza, ma intuiva che quello, alla fine, era il male minore.
“ti ho ritrovato dopo 12 anni, per anni mi sono chiesta che fine avessi fatto, non sapevo nemmeno se fossi ancora viva, ero terrorizzata al solo pensiero, fino a che non mi sono fatta violenza e ho cercato di dimenticarti, ma mi ci sono voluti cinque anni Brittany! Cinque fottuti anni, dove non facevo altro che pensare a te…. Dove, alcuni momenti, non riuscivo nemmeno a respirare per quanto mi mancassi. E poi adesso compari così improvvisamente e vorresti che io ignorassi questo segno del destino e continuassi la mia vita, come se non fosse successo niente? Dimmelo Britt, come posso fare? Dimmi come fai tu! Perché io in questo momento non ci riesco! Non riesco a fare come te!”
Non ce l’aveva più fatta a trattenersi, le aveva buttato addosso tutto quello che le passava nell’anima in quel momento, mentre la bionda l’ascoltava, stringendo le braccia al petto, in segno di protezione, ma non riusciva a controllare le lacrime.

Santana si mise una mano sulla tempia, era evidentemente sotto stress e provata da quella situazione
“i-io in questo momento vorrei solo che…. Che…. Mi abbracciassi Brittany, vorrei che mi abbracciassi e stringessi, per dirmi che và tutto bene, perché stò per crollare seriamente” pronunciò trà i singhiozzi e disperatamente, chiudendo gli occhi con forza. Sapeva che, paradossalmente, quella che aveva bisogno di conforto, in quel momento, non era lei, ma sentiva Brittany molto più forte in quel momento, per lo meno per quel che riguardava il loro rapporto. Fece un respiro profondo, quando sentì due braccia che la strinsero fortissimo ed il calore del corpo di Brittany. Si lasciò andare a quell’abbraccio e pianse ancora più forte.
Brittany si lasciò andare, non ce l’aveva fatta a vedere Santana in quelle condizioni, si sentiva addosso tutta la colpa, portava su di sé le colpe per miliardi di cose, abbassò le difese e si lanciò a stringere quel corpo che le era mancato terribilmente in tutto quel tempo, in fondo, aveva bisogno anche lei di quell’abbraccio.

Le due si strinsero per svariati minuti, si staccarono, controvoglia, solamente quando si accorsero che si stavano bagnando vistosamente i vestiti di lacrime ed iniziavano ad avere difficoltà nel respirare.
Si guardarono negli occhi, senza dirsi niente per un tempo interminabile, mentre incrociavano e stringevano le loro mani. Santana non resistette e si ributtò trà le sue braccia e Brittany non aspettava altro che sentire quella stretta e posare il viso su quei capelli corvini, che aveva sempre adorato.

Si staccarono di nuovo per continuare a guardarsi negli occhi, questa volta senza più nessuna paura e timidezza. Quegli abbracci, avevano annullato tutto quel tempo passato a fare a meno l’una dell’altra.

“ti giuro che vorrei stare con te in questo momento e raccontarti tutto, ma devo assolutamente andare di sopra, dalla signora Ripley, lavoro li, oltre a fare i turni nella caffetteria e mi stà aspettando” disse dispiaciuta
“ok ti aspetto qui, fino a che non finisci”
“Santana…” Brittany la guardò storto, mentre continuava a giocherellare con le sue mani, che teneva ancora incrociate
“ti aspetto qui Britt” le disse sicura
“ci potrebbe volere qualche ora, non hai un marito da cui andare?”  la provocò
“non importa quanto ci vuole, ho tutto il tempo che vuoi, perciò ti aspetterò qui, fino a che non tornerai”
“ok….la stanza non è accogliente, non ho nemmeno la TV mi spiace, ma ci sono delle riveste di Adrian, se le vuoi sfogliare nell’attesa” disse la bionda
“và bene…. Grazie”
“bene… io vado allora, sono di sopra se hai bisogno di qualcosa, ma solo se è indispensabile, la signora Ripley non sarebbe contenta di sapere che c’è un estraneo nel suo scantinato”  disse velocemente, mentre si avviò alla porta
“ok…. Britt?” la fece voltare
“mi racconterai tutto?” le chiese, tenendole una mano
“sei sicura di voler sapere tutto?” le rispose stringendogliela
“mai stata più sicura come in questo momento” le sorrise per rassicurarla.
“ok…. Allora ti dirò tutto Santana”  le schioccò un bacio sulla fronte e si allontanò di corsa.
 
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Lo so che ora state pronunciando frasi poco carine nei miei confronti e state lanciando a distanza maledizioni senza perdono con le vostre bacchette. Ma prometto che nel prossimo capitolo saprete buona parte di quello che è successo, diventava troppo lungo altrimenti…. Non odiatemi… stò continuando a scrivere, quindi vi prometto che posterò presto.
Intanto grazie ancora a chi segue,mette nei preferiti e soprattutto recensisce questa storia. Se vi và, ditemi che ne pensate di questo capitolo e cosa vi ha emozionato….
…..Si sono trattenute troppo tutte e due e dopo 12 anni è normale che poi scoppiassero così. Spero di aver reso la cosa il più reale possibile.
Troverete Britt molto cambiata, ma capirete tutto.
Un bacio ed a prestissimo
E.

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Capitolo 4
*** La Verità parte II ***


Brittany era uscita da pochi secondi chiudendo la porta, Santana, solo in quel momento, si rese conto di tutto quello che era successo in quell’ora passata con lei. Si mise a sedere su di una sedia posizionata vicino ad un tavolo e riflettè sul fatto che, nel giro di poco meno di 24 ore era impazzita….. il suo cuore era letteralmente impazzito, continuava a battere in modo tachicardico, tanto che, istintivamente, si toccò il polso e, facendo la conta dei battiti, si rese conto che erano evidentemente accelerati.
Era come se non avesse quasi più coscienza del suo corpo, delle sue azioni.
Era come se, la persona che aveva appena incontrato, avesse preso completamente il controllo del suo fisico, della sua mente e delle sue azioni.

Si alzò da quella sedia e cercò di distrarsi, perché tutti quei pensieri e l’ansia di sentire e rivedere Brittany, la stavano devastando.
Decise di fare un giro per la stanza e provare ad intuire un po’, la vita di quella che, un tempo, era stata l’unica sua ragione di vita, l’unico motivo per andare avanti in quel periodo.

Vide che c’era un piccolo armadio ed uno specchio al lato, la cosa che la colpì subito, era il fatto che non ci fossero foto, ma alcuni disegni appesi senza cornice, si avvicinò per guardarli, ne scrutò uno che rappresentava la Tour Eiffel e nel lato riconobbe una firma col nome di Adrian. Era un disegno bellissimo e molto dettagliato, ma a colpire particolarmente Santana ,fù un disegno di due donne, fatto con i colori a cera, una donna più grande, che avvolgeva un’altra più piccola, le due si fondevano in un solo abbraccio . Notò che la più grande assomigliasse in modo impressionante al ricordo che lei aveva della mamma di Brittany e l’altra era evidentemente lei, perché era bionda, Adrian aveva i capelli più scuri rispetto alla sorella.

Pensò ai genitori delle due, che fine avevano fatto? Erano rimasti a Parigi? O erano tornati anche loro negli USA? E perché non stavano con le figlie? Si ripetè che era inutile continuare a farsi quelle domande senza risposta. Per distrarsi iniziò a sistemare un po’ quella stanza, raccolse le lenzuola insanguinate del letto di Adrian e le mise in una vasca, nel piccolo bagno che avevano a disposizione, aprì l’acqua calda e le mise a mollo, sperando sparisse traccia di quella tragedia. Fece lo stesso pulendoil materasso e mettendolo fuori ad asciugare. Sistemò tutta la stanza per bene, era l’unico modo per riuscire a passare il tempo e non farsi prendere dall’ansia.


Sentì il telefono squillare
“Hey!” cercò di essere il più allegro e spontaneo possibile
“heilà stavi cenando?” Adam sembrava molto rilassato
“non ancora amore, sono rientrata da poco a casa” stava mentendo e non capiva nemmeno lei perché
“ah… e dove sei stata?”
“ho fatto una passeggiata con Quinn” si sentì terribilmente male nel dire quello
“bene, almeno hai preso un po’ d’aria, dopo essere stata dentro quell’ospedale” disse soddisfatto
“come è andata stasera” cercò di cambiare argomento
“benissimo, ho avuto contatti con l’azienda che ha richiesto la pubblicità e sono soddisfatti, mi portano a cena fuori infatti”
“oh bene, sono felice Adam”
“si, poi andremo in uno locale di streap tease dopo” disse divertito
“Adam! Non azzardarti!” gli urlò divertita
“ahahahahah….. oooook ci rinuncio solo se mi prometti che, al mio ritorno, me ne fari uno tu solo per me”
“mmmmm vedremo…. Se ti comporterai bene”le rispose maliziosa
“ma io mi comporto sempre bene!”
Si sentì una voce in lontananza che lo chiamò
“amore mi chiamano, ci sentiamo domani, dopo che finisci il turno di mattina ok?” disse velocemente lui
“ooook” pronunciò la latina
“mi manchi Santana”  la spiazzò con quella frase
“a-anche tu” balbettò felice, per poi chiudere la chiamata

 
Immediatamente dopo entrò Brittany col suo cane, che si andò subito ad accucciare nel suo spazio, che la bionda aveva creato appositamente per lui. Santana notò che aveva una faccia stravolta, gli occhi scavati e si trascinava pesantemente le gambe, per cercare di camminare in modo decente.

“Ciao dottoressa Lopez!” disse, divertita da quella frase appena pronunciata
“Hey!” la mora rimase spiazzata da quel sorriso che, nonostante la stanchezza, risultava sempre luminoso
“Dio…. Non ci posso credere che tu sia diventata un medico, chi l’avrebbe mai detto?”
“perché?” chiese curiosa
“perché prima non eri esattamente preoccupata di prenderti cura degli altri”
“perché la mia concentrazione era rivolta a prendermi cura solamente di una persona” pronunciò quella frase d’istinto senza accorgersi, vedendo che la bionda s’irrigidì subito.
“già….. senti ti dispiace se vado a fare una doccia? ho bisogno di lavare via un po’ di stanchezza…. E poi puzzo in una maniera impressionante” avvicinò il viso all’ascella, facendo una faccia buffa e procurando una risata nell’altra.
“certo fai pure” disse poi.

Brittany si fiondò dentro il bagno, mentre Santana decise di prendere il cellulare e fare una chiamata

“pizza Lima Express, la pizza come e dove vuoi a pochi minuti da casa tua! “ si sentì una voce dall’altro capo del telefono
“smettila di fare il professionale e non dire bugie, l’ultima volta me l’avete portata in ritardo di 10 minuti, ed era pure fredda” disse la mora sorridendo
“e per questo non l’hai pagata, è la legge della nostra azienda, se arriva in ritardo non la paghi…. Che vuoi stronza di una latina?”
“prima di tutto capire perché, il proprietario di una delle maggiori catene di pizza a domicilio di Lima, si ostini ancora a rispondere al centralino e prendere le chiamate dei clienti, quando ha a disposizione centinaia di dipendenti…. Non sei più un ragazzino Puckerman!!!” lo rimproverò
“lo faccio ogni tanto, per sentire delle belle voci di donne come te, zuccherino!”
“vabbè lasciamo stare…. Senti mi servono due pizze in zona Mountain High Street avete filiali qui?”
“che domande fai cioccolatino? Dovresti saper che Lima Express, ha una pizzeria affiliata in ogni quartiere di Lima, l’efficienza e la velocità sono il nostro forte!”
“risparmiati gli slogan da marketing con me Moikano, allora ho bisogno di due pizze al più presto, io ovviamente una pukzilla e l’atra una ai peperoni” sperò che almeno i gusti di Brittany fossero rimasti gli stessi
“eheheheh la Pukzilla spacca, la vogliono tutti! Avete cambiato casa tu ed Adam?”
Santana si gelò, non voleva dire a Puck che era con Brittany, non sapeva se la bionda sarebbe stata contenta
“n-no… sono con un’amica…. Portaci anche due birre”
“ok ,le birre sono un omaggio della casa” si sentì digitare velocemente con la tastiera del computer
“oh ma che gentile….” Ironizzò Santana
“bene, allora aspetto le coordinate  Bluetooth…. Tempo previsto 10 minuti e 40 secondi e si ricordi…. se le pizze sono in ritardo di più di 3 minuti non le pagherà, è un servizio che offre solo Lima Express!” disse con voce impostata
“che idiota che sei!” le rispose la mora
“ciao amoreeeee …. Vediamoci, magari in qualche stanzetta privata di cardiologia” disse lui
“stò al pronto soccorso Puckerman “
“bè è uguale!”

Santana chiuse il telefono scuotendo la testa, pensando che il suo amico, di certo non era per niente cambiato dopo il liceo, era rimasto sempre un eterno adolescente, anche se era riuscito a crearsi un’attività abbastanza redditizia, la Lima Express era una delle aziende più produttive della città.

 
Brittany uscì dal bagno con solo un asciugamano legato, aveva i capelli bagnati. Santana deglutì a quella vista, era evidentemente più magra rispetto a come si ricordasse lei, ma il suo corpo era rimasto perfetto, spalancò gli occhi, quando vide che, in alcuni punti vi erano dei tatuaggi che trovò tremendamente sexy sul corpo di Brittany.

La bionda le sorrise e lei di rimando le rispose. Brittany si accorse che la stanza era cambiata
“Oddio, ma ti sei messa a sistemare la stanza? Non dovevi Santana!” disse arrabbiata mentre si passava una mano sui capelli bagnati e con l’altra si teneva l’asciugamano
La mora osservava attentamente ogni minimo movimento delicato di Brittany e ne era ammaliata, quasi ipnotizzata.
“mi stavo annoiando, e ci ho passato il tempo” fece spallucce, cercando di giustificarsi e, soprattutto, di reagire a tutte quelle sensazioni che provava nel vedere Brittany così.

La bionda si portò verso un armadio che c’era in fondo alla stanza, per cercare dei vestiti puliti, lasciò andare l’asciugamano ed iniziò a vestirsi. Santana immediatamente arrossì ed, imbarazzata, si girò dall’altra parte.
Sentì una mezza risata da parte di Brittany che poi disse
“sul serio? Siamo state a letto insieme, mi avrai visto centinaia di volte nuda”
La mora respirava a fatica ed in quel momento, non era proprio il caso che si girasse a guardarla, così disse
“n- non mi sembra il caso” balbettò
“ok puoi girarti, sono vestita più di una suora” ironizzò

Santana rise e si girò, mentre vide che Brittany prese un contenitore e lo infilò nel microonde.
“hai fame? ti và un pasticcio di verdure? L’ho preparato per la signora Ripley e ne ho portato un po’” disse
“ho ordinato delle pizze e tra 2 minuti arriveranno” disse controllando l’orologio
“sul serio?” si girò a guardarla
La  mora annuì aggiungendo
“si ho pensato ti facesse piacere e fossi affamata”
Brittany spense il fornetto evidentemente irritata per poi dire
“bè…. Lo dovevo immaginare, come al solito pensi a tutto tu no?”
Santana spalancò gli occhi, non si aspettava quella risposta, il suo voleva solo essere un gesto gentile, ma evidentemente, aveva solamente contribuito a farla sentire in imbarazzo.
“Puckerman ha una grande catena di pizzerie sparse per tutta Lima, sono velocissimi sai?” cercò di rimediare con quella notizia
“Wau! Sono contenta che Puck ce l’abbia fatta” rispose
Arrivò un sms nel cellulare di Santana
“eccole vado a prenderle” disse, approfittando per scappare da quella situazione abbastanza tesa

 
Brittany si mise a sedere, mettendosi una mano sulla fronte, era molto stanca, non sapeva se era stata una buona idea far trattenere Santana, non sapeva se sarebbe riuscita emotivamente a reggere tutto il racconto che stava per farle, avrebbe significato riaprire certe ferite che stava cercando di rimarginare, tenendosi occupata per non pensarci. Ma in fondo forse, aveva ragione lei, glielo doveva….. in qualche modo le doveva delle spiegazioni.

La mora entrò con un sorriso bellissimo e con due cartoni di pizze e due birre in mano
“aspetta ti aiuto” la bionda si avvicinò, quel contatto visivo così ravvicinato le fece fermare per qualche secondo. Brittany si sentì quasi male a rivedere la profondità di quegli occhi e nel vedere quelle labbra che si aprivano così dolcemente
“scusa per prima…” le disse
“non importa” rispose la mora più sollevata “ed ora mangiamo! Ho una fame incredibile!”
Brittany annuì, mentre la mora le passava il suo cartone, lo aprì e vide con stupore che c’era una pizza ai peperoni, sollevò lo sguardo, incrociando ancora quello bellissimo della mora, che le disse
“è ancora la tua preferita?”
La bionda annuì felice, per poi spalancare la bocca vedendo la pizza di Santana
“oddio ma cosa tutto c’è lì dentro?”
“ahahahaha è la pizza Puckzilla, invenzione di quel celebroleso, ci sono tutti i tipi di verdure possibili” disse fiera, accorgendosi che l’altra la guardava ammirata e soprattutto affamata
“facciamo a metà?” le chiese poi Santana
“sul serio?” chiese stupita
“certo!”
Divisero in due la pizza e se la scambiarono. Brittany aveva mangiato avidamente tutta la sua porzione ed a Santana sembrò che avesse davvero apprezzato l’invenzione della pizza di Puck, lei ne aveva finito la metà, più che altro perché, ogni tanto, si fermava a guardarla mangiare, in questo non era cambiata per niente, era sempre velocissima nel mangiare, soprattutto quando aveva molta fame.
“non la mangi quella?” le chiese, dopo aver finito, ed aver notato che Santana aveva posato forchetta e coltello sul tavolo.
“no… non mi và più, sono pienissima” disse divertita, sapendo già cosa sarebbe successo dopo quella frase
“allora mangio io” prese la fetta dal suo cartone dopo averle fatto un occhiolino e continuò a mangiare facendo ridere l’altra
 
 
 
Erano sedute sul letto di Brittany, le spalle al muro, una affianco all’altra che sorseggiavano la birra avanzata dalla cena.
A Santana sembrò che il tempo si fosse fermato, sentiva che, quei silenzi, non erano affatto imbarazzanti, erano fatti per risintonizzarsi trà di loro, ed iniziare coll’imparare ad ascoltare i loro respiri.

“Ero arrabbiata con te Santana” Brittany sentiva che era arrivato il momento.
La mora a quella frase corrucciò la fronte e si girò a guardarla perplessa
“c-che cosa?” chiese
La bionda, continuando a guardare il vuoto davanti a lei, proseguì
“ero arrabbiata con te, perché tu mi avevi mentito”pronunciò con amarezza quelle parole

Santana era scossa, non capiva, ma decise di farla parlare senza interromperla.

“mi avevi fatto continuare a vivere in un mondo tutto mio, con le mie convinzioni, le mie fantasie su miliardi di cose infantili… credo che la tua sia stata una sorta di protezione, e quindi forse, pensavi che annuire e non dirmi la verità, davanti ai miei continui deliri, fosse un modo per proteggermi dalla brutalità del mondo che tu conoscevi bene”

si girò a guardarla.

“ma non è stato così, involontariamente, il tuo troppo amore, mi ha condannata Santana. Probabilmente amare vuol dire anche parlare nella verità. Sono partita a Parigi devastata dal distacco, non riuscivo a vivere senza di te ed anche sentirti più volte al giorno non mi bastava, avevo deciso di seguire la mia famiglia, perché mio padre me l’aveva chiesto in lacrime, dopo che aveva saputo del trasferimento a lavoro.”

La bionda continuava a guardare davanti a sé, mentre la latina al suo fianco iniziava a respirare a fatica

“ti ricordi che mi sono iscritta a quella accademia di danza a Parigi?” si girò per capire se lo ricordava e vide che l’altra annuì
“è stato traumatico per me, stavo andando a fare la cosa che amavo di più al mondo, volevo ballare, volevo renderti orgogliosa, mentre tu studiavi a Yale con Quinn, sognavo una vita insieme a te…” si fermò per un istante ed inspirò profondamente per poi continuare “invece mi si sono aperte le porte dell’inferno lì dentro. Ero derisa da tutti, mi chiamavano la strana americana, perché facevo i miei discorsi sconclusionati e credevo ancora che esistessero i miei strambi personaggi magici, all’inizio lottavo, difendendo le mie idee e dicendo che a Lima io avevo la mia ragazza che sapeva tutto e poteva confermare la cosa, poi ho deciso di non difendermi più, dal momento in cui, le violenze, oltre che psicologiche, erano diventate anche fisiche. Mi chiudevano dentro degli stanzini, sapendo che avevo paura del buio e mi hanno molestato più volte”

Santana rabbrividì a quel’ultima frase della bionda

“è stato come fare un tuffo nell’acqua ghiacciata, sono cresciuta improvvisamente ed ho iniziato a vedere il mondo così com’era, non ti ho mai voluto dire niente, perché ti amavo troppo Santana, e vedevo che tu soffrivi tanto, lo sentivo dalle tue parole e lo leggevo dalle tue e-mail e messaggi. Mentre io morivo dentro lentamente. Man mano che mi rendevo conto di quanto fossero così surreali tutte le cose che pensavo esistessero ed immaginavo nella mia mente, davo la colpa a te, perché non mi avevi mai messo in guardia, ma ti eri sporcata sempre tu le mani, per assicurarti che io stessi bene. Ma lì, in quel’inferno, tu non c’eri…. Non eri con me!” disse arrabbiata “forse non avevi pensato a quell’ alternativa, non avevi immaginato che, magari, per qualche brutto segno del destino, ci saremo dovute separare, anche se io sapevo che era solo per qualche anno, come mi aveva fatto credere mio padre.”
Fece un lungo respiro per riprendere fiato

“ecco…. I miei genitori, mio padre soprattutto, anche loro mi avevano preso in giro. Pochi giorni prima che ti scrivessi la lettera, per dirti definitivamente addio, scoprì che era stato mio padre a chiedere  il trasferimento il più lontano possibile da Lima e da te, perché finissimo di stare insieme.”

Santana si girò e sgranò gli occhi, per l’ennesima volta in pochi minuti

“quando gli avevo parlato di noi due, anche se non erano molto contenti, avevano fatto finta di accettare la cosa ed io ero felice, invece poi ho scoperto che avevano soltanto finto, per non ferirmi e per programmare poi, quell’ennesima presa in giro nei miei confronti…. Capisci? Erano stati disposti a trasferirsi migliaia di chilometri lontano dalla loro terra, pur di farmi tornare normale, come mi aveva detto mio padre, facendomi quel dannato discorso, per avvisarmi che non saremo tornati mai più a Lima, perché io non dovevo più vederti”

Alla mora scese una lacrima che si asciugò subito, Brittany lo notò e le sorrise, con una dignità che spiazzò Santana.

“penso che quella sia stata veramente la goccia, dopo un anno di merda, passato a soffrire per miliardi di cose, dove mi sentivo sola e non avevo nessuno che potesse capirmi…. Dove mi mancavi da morire Santana”  si girò di nuovo a guardarla teneramente
“decisi di andare via, litigai furiosamente con mio padre e gli dissi di dimenticarsi di avere una figlia, scrissi una lettera a mia mamma e ad Adrian, scrissi poi la mail a te e mi misi in viaggio….. da quel giorno, per dieci lunghi anni, sono stata in giro per l’europa, ho lasciato cellulare e preso pochi soldi che mi permettessero per lo meno, di allontanarmi da Parigi, che era una città che odiavo profondamente, odiavo la sua gente, odiavo quell’aria che tutti pensano sia romantica, ma che è solo una patina di falsità”

“p-perchè non sei tornata da me? Perché non mi hai detto tutto Brittany?”

Santana si girò di scatto e le prese la mano disperata

“perché dovevo riprendere in mano la mia vita, dovevo rendermi conto di com’era il mondo e volevo sentirmi libera…. E poi ero ancora troppo arrabbiata con te. “ la guardò, facendole un sorriso per alleggerire la frase pesante. Lasciò la stretta di Santana per riprendere a raccontare

“ho vissuto per strada per tutti quegli anni, ho viaggiato tantissimo, sono stata in in Spagna: Madrid, Barcellona e poi in  Italia: Milano, Roma, Firenze. Ho imparato che potevo guadagnarmi da vivere con la mia arte, così ballavo per la strada, all’inizio senza musica, poi un altro barbone, messo peggio di me, mi regalò un piccolo stereo, che usai nelle mie esibizioni per strada. Una signora a Madrid mi regalò un cucciolo e da quel momento io e Willy Wonka, siamo diventati inseparabili” si girò a guardare il cane accucciato affianco al letto che, sentendo il suo nome, si svegliò ed alzò la testa.
“ho incontrato gente delle più svariate, mi sono unita per tre anni ad una compagnia di artisti di strada ed abbiamo condiviso tante esperienze bellissime, ho visto tanta sofferenza e persone perse quanto me, che nelle strade che percorrevano, cercavano la loro strada, ma si sentivano sempre più smarriti.Io e Will siamo forti sai? Abbiamo un sacco di numeri bellissimi, la gente ci amava e ci guadagnavamo da vivere, ho imparato a parlare un sacco di lingue, ho imparato a sopravvivere al freddo ed al caldo torrido delle estati europee, potrei raccontarti per ore i miei dieci anni in giro.” 

La guardò con un filo di entusiasmo per quell’esperienza vissuta

“è stata dura passare i Natali e tutte le feste da sola o per lo meno, nelle mense dei centri di accoglienza, ma lì c’erano persone sole come me e un po’ mi ci ritrovavo, anche se mi mancava la mia famiglia, ero rimasta in contatto con mia mamma ed almeno una volta al mese, la chiamavo per farle sapere che stavo bene, per due volte ci siamo viste, mentre eravamo di passaggio con la compagnia degli artisti di strada, l’ultima volta c’era anche Adrian, che avevo visto cresciuta così tanto e mi ero spaventata”

Brittany si girò di nuovo a cercare il viso di Santana per capire come stesse e vide che aveva il viso sconvolto da tutta quella storia.
“non è finita, ce la fai ancora?” le chiese preoccupata

La mora annuì timidamente.

“un anno fà, mi trovavo a Berlino, lavoravo come lavapiatti in una birreria, per cercare di guadagnare temporaneamente dei soldi, perché volevo andare verso l’europa dell’est, quella parte di mondo mi affascinava ed il mio obbiettivo era superarlo, ed arrivare fino in Cina, volevo troppo vederla.  Vidi entrare delle guardie che avevano chiesto di me al padrone, d’istinto mollai tutto e scappai dalla finestra, non era la prima volta che mi arrestavano perché non avevo il permesso di soggiorno o per altre piccole storie, mi misi a correre fortissimo, mentre Willy mi aveva raggiunto come sempre, intuendo il pericolo, però un agente riuscì ad acchiapparmi e, terrorizzato, mi chiese di dire al mio cane di stare buono, perché non doveva farmi niente di male. Mi portarono in caserma e mi dissero che  mi stavano cercando da più di un mese….. che mia sorella mi stava cercando, perché i miei genitori erano morti in un incidente stradale”

Santana non riuscì più a stare in silenzio ed in lacrime disse

“Oh mio Dio Brittany no….” E pianse

La bionda con gli occhi lucidi le prese la mano e gliela strinse, quasi come se avesse più bisogno lei di conforto.
Santana stava male, sentiva il suo cuore diventare pesante e duro in quel momento, sentiva la sua anima lacerata, ogni parola di Brittany erano un pugno nello stomaco per lei, aveva difficoltà a respirare, iniziava a vedere male ed a sentire uno strano ronzio in testa fastidioso. La bionda la guardò, come per chiederle il permesso di poter continuare, lei fece un bel respiro e, tenendo stretta la sua mano, annuì.

“quella notizia mi uccise per l’ennesima volta nella mia vita, per l’ennesima volta, ero morta dentro. I miei erano morti da un mese ed io non lo sapevo, non li avevo nemmeno potuti salutare nel loro ultimo viaggio, non avevo nemmeno potuto sentire il ciao di mio padre e, soprattutto, chiedere perdono a mia madre per averla fatta soffrire così tanto. L’ambasciata Francese mi pagò il biglietto del treno per tornare a Parigi da mia sorella. Incontrai Adrian che era devastata, mi abbracciò per tanto tempo, io, in quell’istante, mi accorsi di essermi persa la vita di mia sorella, non conoscevo la persona che stavo abbracciando, non sapevo che cosa aveva vissuto in tutti quegli anni, dove io ero stata assente, con chi si era confidata dei suoi primi amori?chi l’aveva difesa dalle ingiustizie della vita? Chi l’aveva coperta con i genitori per qualche scappatella? Chi le aveva consigliato cosa mettersi prima di un appuntamento con qualche ragazzo? Io non c’ero mai stata per lei, eppure lei, in quel momento, mi stava abbracciando”

Brittany si fermò perché aveva un magone in gola pensando ad Adrian. Deglutì e prese un sorso di birra.

“da quel momento, decisi che dovevo prendermi cura di Adrian, perché le ero rimasta solo io. Vendemmo la casa a Parigi per poterci pagare il nostro viaggio ,tornare a casa e per poterci portare dietro le bare dei nostri genitori, che ora sono sepolti qui a Lima, nella loro vera terra. E’ stato difficile quest’ultimo anno, soprattutto per Adrian, io ero abituata ad una vita dura, con un pasto al giorno, per i primi mesi abbiamo vissuto con i soldi rimasti dalla vendita della casa, ma poi ci siamo dovute cercare un lavoro e non potevamo pagare più l’affitto della casa dove stavamo, così io ho incontrato la signora Ripley, che ci ha offerto questo buco, in cambio di pulizie a casa sua ogni tanto. Tutto questo mentre Adrian soffriva e cadeva nel suo abisso, ha sempre parlato pochissimo, ma non pensavo di certo che stesse così male per tutto quello che è successo”  

Brittany si asciugò le poche lacrime che non era riuscita a trattenere e si girò verso la latina, facendole un debole sorriso

“è tutto più o meno….. “ concluse

Santana aveva lo sguardo spento, nella sua testa frullavano mille domande da fare a Brittany ,ma non riusciva a formularne nemmeno una, crollò nel momento in cui sentì

“stai bene?” detto da lei che, dopo tutto quello che aveva passato, si stava preoccupando su come stesse

“Santana ti prego no….” L’abbracciò e strinse forte, mentre scesero le lacrime anche a lei

“mi dispiace, mi dispiace tanto…. È…. è colpa mia” singhiozzò trà il petto della bionda
Brittany la fece sollevare e le levò i capelli dal viso
“no…. Non è vero, col tempo ho capito che il tuo era solo troppo amore, non avevi nessuna colpa” le disse sinceramente
“dio… al solo pensiero di tutto quello che hai dovuto passare, mentre le mie più grandi preoccupazioni, a parte il dolore di averti persa, erano quelle di superare gli esami e di farmi spazio, lottando con le unghie per essere la prima trà i miei colleghi al mio corso….. mi sento un’idiota” Brittany sorrise di quell’affermazione “sei sempre stata tu la più forte trà noi due, io non lo sono mai stata veramente, non ho nemmeno avuto le palle per prendere un’aereo e venirti a prendere per portarti via con me, dopo quella lettera” continuò con rabbia
“meno male che non l’hai fatto, perché non mi avresti trovata ed avresti fatto un viaggio inutile” la guardò sorridente, cercando di alleggerire un po’ quel momento
“hai fatto bene a continuare la tua vita, a diventare quello che sei ora, hai un lavoro dignitoso ed una famiglia”

Santana si bloccò dopo quella frase. Brittany, in due parole, l’aveva portata improvvisamente alla realtà. Lei aveva una famiglia ed una vita che si era rifatta senza di lei. Aveva Adam, aveva il lavoro all’ospedale, aveva i suoi amici. Si sentì gelare perché in tutto quello non era compresa Brittany.

“Britt…. Io… io non voglio perderti, ora che ti ho ritrovato, non ti voglio perdere, ti prego dimmi che possiamo essere di nuovo amiche, dimmi che ci possiamo provare”

“Santana….. io ho una vita talmente diversa dalla tua, siamo due mondi a parte ormai, hai visto quanto sono incasinata?….. non lo so…. Possiamo sentirci ogni tanto e berci un caffè quando ci và….” Disse quella frase freddamente, perché voleva proteggerla e proteggersi, anche se, allo stesso tempo, era felice di averla ritrovata e non l’avrebbe lasciata più

“no… no… ce la possiamo fare, io ti voglio bene Brittany e mi sei mancata da morire…. Non posso lasciarti andare, non adesso che hai bisogno di me e credimi, io ho un bisogno disperato di te”  le disse con le lacrime che non cessavano di scendere
Si ricordava bene la testardaggine della ex ragazza, ed a quanto pare non era cambiata. Decise di lasciare andare avanti i fatti e vedere come se la sarebbero cavata, probabilmente sarebbe stata la stessa vita a decidere, ancora una volta, per loro, se lasciarle unite o dividerle.

“San…. Io ora sono molto stanca, domani ho il turno alle 6 in caffetteria”
“anche io ho il turno alle 6 in ospedale” le disse senza mollare la presa
“bene…. Mi chiedo se tuo marito ti abbia dato per dispersa…. Non si è accorto che è tardissimo e tu non sei a casa?” le disse
“Adam è a New York, sono da sola a casa in questi giorni” pronunciò il suo nome per la prima volta
“ah… capito…. “ annuì

Improvvisamente le venne in mente che non aveva sentito ancora Quinn, dopo tutte quelle ore, prese il telefono e vide che era tempestato di chiamate senza risposta e messaggi suoi.
“ti dispiace se chiamo Quinn per tranquillizzarla?” le chiese
“Quinn Fabray? Siete ancora in contatto?” chiese stupita
“si…. È la mia testimone di nozze”
La bionda annuì e poi disse “fai pure, il posto dove c’è più privacy qui dentro purtroppo è il bagno” glielo indicò
La mora sorrise per poi dire
“faccio subito”

si chiuse in bagno e la chiamò. Quinn era arrabbiatissima, cercò di tranquillizzarla dicendo che non poteva stare al telefono per tanto tempo e le promise che l’indomani l’avrebbe chiamata dall’ospedale, appena avesse trovato un po’ di tempo libero. Quinn sapeva che, una volta entrata nel pronto soccorso, Santana avrebbe a mala pena respirato. Così le disse che sarebbe passata lei in ospedale la mattina e non voleva sentire storie, perché l’avrebbe rapita per almeno mezz’ora. La mora chiuse la chiamata con un sorriso, pensando che l’amica era ancora più testarda di lei.


Uscì dal bagno e vide che Brittany si era rannicchiata sul letto ed addormentata, doveva essere stremata e di certo, raccontare di nuovo tutta quella storia, aveva contribuito a distruggerla ancora di più. Si avvicinò ad osservarla e le vennero in mente le notti infinite che passava ad osservarla, mentre dormiva stretta a lei, dopo che avevano fatto l’amore, o dopo delle ore interminabili a parlare dei suoi vaneggi, con storie che raccontavano di orsetti e fate magiche. Pensò che aveva ragione la bionda, la stupida era stata lei, perché, per il troppo amore, l’aveva protetta dalla brutalità della vita, non pensando poi alle conseguenze. Scrutò ogni minimo particolare di quel viso e le venne voglia di accarezzarlo e soprattutto di baciare quelle labbra.
Si spaventò a morte per quel pensiero, non poteva innamorarsi di nuovo di lei, non poteva lasciar andare la sua vita per lei, sembrava che la sua mente le dicesse quelle cose, mentre il suo cuore sussultava e batteva fortissimo, ogni volta che poggiava lo sguardo sul suo viso scavato dalla fatica,  ma pur sempre bellissimo. Aveva la sensazione che battesse così forte, per farsi sentire da lei, per richiamare la sua attenzione e non l’aveva mai sentito battere così.

Si tolse le scarpe, fece un sospiro e si sdraiò affianco a lei, chiuse fortissimo gli occhi, cercando di spegnere il cervello e sentire solo quei battiti, che le risuonavano forte sul petto, si avvicinò a lei e le cinse la vita respirando l’odore del balsamo dei suoi capelli, rimasti ancora un po’ umidi.

“San stai qui a dormire con me?” disse, nel dormiveglia mentre le stringeva la mano che l’avvolgeva e si posizionò meglio trà il corpo caldo della mora
“si… stò qui…. Andrà tutto bene piccola…. ora dormi”  sentì un sospiro profondo di Brittany, ed immaginò fosse accompagnato da un sorriso, mentre le scesero ancora delle lacrime che non sapeva riconoscere se erano di felicità o di terrore.
 
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Ecco la seconda parte, spero di non aver fatto troppa confusione e che abbiate capito tutto, in tal caso sono disponibile per chiarimenti. Fatemi sapere che ne pensate se vi và, vi ha sconvolto questa Brittany così?
Io continuo a ringraziare tutti quelli che leggono ma soprattutto un pensiero speciale và a chi scrive due righe, mi fa molto piacere e stimola tanto.
E.

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Capitolo 5
*** Introducing her friends ***


Sentì umido in varie parti della sua faccia come di un tocco delicato, sorrise sospirando….

“mmmm Britt”

Ancora con gli occhi chiusi, allungò una mano, per toccare il viso che le stava dando tutti quei piccoli baci.
Sentì improvvisamente che c’era qualcosa di strano, tastò più profondamente ed aprendo gli occhi, si trovò un grande nasone nero, all’esatta altezza del suo di viso.

“OH- MIO- DIO- MIODIOMIODIOMIODIO!”
urlò saltellando sul posto velocemente, dopo aver fatto un balzo dal letto
“che succede?” Brittany si alzò di scatto e si sfregò gli occhi, mentre, il suo cane, l’ accolse con un sfregata di naso sul viso
“mi ha leccato, mi ha leccato cazzo! Che schifo….. voglio vomitare!!!” urlò ancora schifata
La bionda non badò a quella crisi isterica e si dedicò al suo cane
“hey Will buongiorno” disse, per poi alzarsi e far uscire il cane che la guardava scodinzolando felice
“aveva bisogno di uscire per fare i bisogni” disse divertita, vedendo che la mora era andata verso il bagno a lavarsi subito la faccia
“non può abbaiare come tutti i cani? Cazzo che schiiiiiifoooooo!” continuò a lamentarsi
“i cani non abbaiano quando hanno bisogno di uscire”
“non gli hai insegnato ad aprire la porta?” la guardò stupita
“mmmmm ci stiamo lavorando” rispose incredula
“San, potrei anche offendermi sai? Hai scambiato delle leccate di un cane per i miei baci, non so se essere più offesa per questo, o per il fatto che non ti ricordi più dei miei dolci baci” le disse la bionda

Santana si fermò, non pensava che la bionda l’avesse sentita
“m-mi hai sentito?” chiese stupita
“ho il sonno leggero, sai dormendo per strada, non sei esattamente al sicuro” le disse, per poi lasciarla immobile davanti allo specchio allontanandosi


Le due erano in ritardo, si erano sistemate per uscire, Santana aveva proposto a Brittany di accompagnarla, così non sarebbe arrivata in ritardo
“Così arriverai in ritardo tu però” le disse, mentre erano già in macchina
“non importa, posso permettermelo, non ho nessuno che mi controlla, al massimo sono io che controllo gli altri” disse orgogliosa
Brittany fece un timido sorriso, sentendosi quasi a disagio, la mora se ne accorse e decise di cambiare argomento
“asì….. hablas español?” le chiese, volgendo lo sguardo veloce su di lei per sorriderle
“Claro!” rispose
Santana si mise a ridere
“eri una schiappa a lezione da Mr. Shu”
“già…. Ma è diverso quando sei costretta a capire e soprattutto a farti capire” rispose lei
325  S.Jameson Ave , Lima 10 minuti e 5  secondi ….. memorizzare percorso?”
Pronunciò la voce elettronica.
“si!” rispose la latina
“percorso memorizzato”
Brittany sorrise e, vedendo che la mora la guardava interrogativa, disse
“così ora hai tutti i mezzi per Stolkerarmi”
“mi sei scappa una volta, voglio avere tutte le garanzie che non lo rifarai” ironizzò l’altra
Rimasero a guardarsi per qualche secondo in silenzio, poi Brittany fece un sospiro e disse
“è tardi, Charlie mi uccide” aprendo lo sportello della macchina
Santana annuì
“riuscirai a passare da Adrian oggi?” le chiese poi
“si… stò coprendo il suo turno stamattina, dovrei farcela nel pomeriggio, se mi fanno entrare, poi ho il mio turno serale e finisco alle 23” le disse
“ok…per Adrian non preoccuparti, dirò io in reparto di farti passare a qualsiasi ora”
“grazie dottoressa Lopez!” fece un saluto con la mano divertita
“prego!” ricambiò, per poi rendersi conto che era completamente sparita dalla sua visuale, si spaventò quando vide una figura, dal suo lato, che bussava nel finestrino e le sorrideva
Santana abbassò il finestrino divertita e, Brittany, abbassandosi verso il suo viso, le diede un tenero bacio sulla guancia, che la fece avvampare improvvisamente
“grazie….” Le disse poi guardandola negli occhi intensamente “questo per farti ricordare come sono i baci di Brittany Pierce” continuò
Santana aveva la salivazione azzerata ed era scossa da quel gesto, non sentiva da secoli le labbra calde di Brittany e, quel tocco, le sembrò inconfondibile
“ti rivedrò prima di 12 anni?” riuscì solo a dire
La bionda rise ed allontanandosi disse
“certo! ormai hai tutte le garanzie per trovarmi in qualsiasi posto!” si allontanò velocemente verso il locale
“e comunque, mi ricordavo com’erano i tuoi baci!!!” le urlò dal finestrino la mora
Sentì una risata in lontananza e decise di partire, prima che potesse sciogliersi davanti a quel suono così dolce.
Si portò dietro quel sorrisino stampato in viso per lungo tempo durante la giornata.
 
 
****
“Dottoressa Lopez è in ritardo, è già iniziato il giro delle visite col primario”  disse Ashley, mentre la seguiva in fila, insieme a tutto il gruppetto dei suoi colleghi  che aveva seguito Santana, una volta varcata la soglia dell’ospedale
“Sparks ricordami quanti anni hai?”
“23”rispose subito
“sai, io ero come te alla tua età” si fermò a guardarla “ certo, meno sfigata e non avevo addosso tutto quel rosso che ti ritrovi” le indicò la testa, mentre la ragazza rimase a bocca aperta e i colleghi risero
“sei fidanzata Sparks?” le chiese
“no signora” rispose, mentre continuavano la loro cavalcata, verso le sale dell’ospedale
“ecco, allora ti servirebbe del sano sesso…. Fà bene sai? Ti rilassa” le disse senza vergogna
“oh…. Ma…. Veramente”
“segui il mio consiglio Pippi calze lunghe, vedrai che andrà meglio, ora devo darmi una rinfrescata e cambiarmi gli abiti…. O volete venire ad aiutare a vestirmi?” li guardò messi tutti in fila, prima di chiudere la porta ,mentre fecero no in sincrono con la testa
“allora?? filate tutti subito in ambulatorio! E cercate di non combinare guai senza di me!” urlò, prima di chiudersi la porta dietro di se.


*****
 
Si stava dirigendo verso un suo specializzando, pronta a fargli una sfuriata, perché non gli aveva ancora portato degli esami importanti che stava aspettando, che si sentì prendere a braccetto
“Presa….ora sei sotto il mio controllo” Quinn le sorrise e le diede un bacio sulla guancia
“intanto perché hai il camice?” rispose la mora, ricambiando il sorriso felice di vederla
“perché così non rompono le balle e poi sono un medico”
“non sei un medico” ribattè subito l’altra, sapendo quanto irritasse quel discorso alla sua amica
“si che lo sono, mi prendo cura delle menti delle persone”
“non puoi fare ricette e prescrivere medicinali, uno psichiatra è un medico, tu no!”
“per quanto hai intenzione di sviare il discorso? No, perché non ho tutta la mattina” la beccò la bionda

Si diressero a prendere un caffè e Santana le raccontò tutto, di quel buco che non si poteva nemmeno chiamare casa dove viveva Brittany, del fatto che facesse miliardi di lavori e dei suoi dieci anni passati a vivere in giro.
“oh cazzo…. Non avrei mai creduto che Brittany sarebbe stata capace di fare tutto questo da sola”
“già…” Santana aveva un sorriso orgoglioso, pensando a quanto forte era stata, e poi, quel giorno, non riusciva a togliersi quel ghigno dal viso
“sull’argomento dell’estrema protezione da parte tua, lasciandola vivere nel suo mondo e non dicendole la verità, sono d’accordo con lei” Quinn la provocò
“non mi sembra che tu e gli altri, vi siate prodigati per sbatterle in faccia la verità, quando aveva le sue uscite strane”
“certo, eravamo minacciati da te!” Quinn si mise a ridere, ricordando quanto la mora fosse convincente con tutti, usando i suoi mezzi.
“che idiota” rispose ridendo
“ad ogni modo….come stai? Come ha reagito il tuo cuoricino?” si mise una mano sul mento e la osservò, pronta ad ascoltarla
“bene, sono felice di averla ritrovata, anche se mi ha sconvolto, per quanto sia diversa” disse, sfuggendo allo sguardo indagatore della bionda
“mmm-mmmh?! Quindi, la Brittany matura, donna vissuta, bella e dannata, non ti ha affascinato per niente no?”
Santana la guardò, sconvolta per la sua estrema sincerità
“ma-ma che diavolo dici?” deglutì nervosamente, mentre Quinn la fissava, come se le leggesse sul serio la mente
“o-ok…. Non nego che mi abbia colpita….. ma è come se non la conoscessi più….non lo so Quinn, è tutto un casino, e poi ti ricordo che ho una vita mia, ho un marito” stava parlando abbastanza vivacemente e gesticolava in modo vistoso. A Quinn scappò un sorriso osservandola
“mm-mmh?” disse solamente
La mora sospirò e lasciando andare le braccia, in segno di resa disse
“ok…. Mi manca già adesso… ho avuto talmente tanto bisogno di lei, che non vorrei più staccarmi…. Dopo quello che mi ha raccontato del suo vissuto in questi anni, avrei voluto solamente stringerla e stare così per giorni…. E’ un casino Quinn…. È un casino tremendo!” iniziò a piangere mettendosi una mano sulla fronte
“lo sapevo io” disse con una parvenza tranquilla, senza aver mosso nessuna parte del suo corpo, rimanendo immobile in quella posizione. “ci dovevo venire anche io, non dovevi andarci da sola” disse
“non sarebbe cambiato niente”rispose guardandola appena
“oh si invece che sarebbe cambiato, intanto non saresti finita a dormire li con lei, che mi sembra una cosa fin troppo intima, non pensi?”
Santana non rispose, perché in effetti aveva ragione
“sempre che tu non abbia già combinato un disastro, finendoci seriamente a letto…” inarcò un sopraciglio
“cosa?.... o no… no! Quinn ma che diavolo dici? Abbiamo solo dormito…. E poi, onestamente, con tutti i casini che vive, non credo stia pensando a queste cose, in questo momento” disse
“Santana….” La bionda le prese le mani “ora è tutto strano, non vi vedevate da tanto tempo e rivedervi è stato come fermare il tempo, ma tutte e due, in un modo o nell’altro, siete andate avanti, non hai più la vita di quando avevi 18 anni, capisci tesoro?” le disse sinceramente
La mora annuì solamente
“se pensi ci potrebbero essere le basi per ricostruire un’amicizia, io sono la prima ad essere felice per voi, ma se tutto si deve ridurre a finire per farvi di nuovo del male….. allora fermati Santana! Fermati, prima che succeda” la guardò dritta negli occhi, con un amore fraterno sconfinato.

In quell’istante squillò il cercapersone della mora, che lo lesse subito

“c’è un’emergenza, devo andare” le disse alzandosi ed abbracciandola
“pranziamo insieme?” le chiese la bionda, ricambiando l’abbraccio
“non posso, devo vedere mio padre oggi a pranzo” fece una smorfia
“capisco, allora mi passi a prendere stasera per la serata Desperate Housewife?” le disse, procurandole un sorriso
“ok….. ti voglio bene Quinn” le stampò un bacio in fronte
“anche io tesoro” Quinn la guardò andare via e le venne un’angoscia, perché sapeva dentro di se, come sarebbe finita
 
 

 
“cos’abbiamo?” chiese mettendosi i guanti
“maschio, 16 anni, ferita  da arma da fuoco , stava giocando col fucile del padre, la pallottola è vicinissima al polmone, se lo perfora è la fine, il paziente è cosciente” disse uno degli specializzandi

“oh perfetto, abbiamo il pistolero impazzito oggi, avvisa radiologia per una lastra” disse al ragazzo, che scattò immediatamente
“allora ragazzo come ti chiami?” si rivolse al paziente dolorante
“L-Luke ahhhhh fa male”
“Luke non avevi altro da fare oggi? Tipo studiare…. Andare a cercarti qualche bella ragazza”
“stavo facendo vedere il fucile di mio padre ai miei amici” rispose sempre più sofferente
“ok, ok capito….. volevi fare il fighetto con gli amici…. “ le sorrise  per poi dire “Luke,ascoltami bene, devi cercare di non muoverti, hai una pallottola vicinissima al tuo polmone, se ti muovi, potrebbe perforartelo ok?” lo guardò sicura, mentre l’altro terrorizzato annuì

Nel giro di pochi minuti arrivarono i risultati della radiografia e Santana, guardandola preoccupata, disse

“ok, avvisate chirurgia, dobbiamo togliere quel proiettile al più presto” disse
Si portarono immediatamente al piano dove c’erano le sale operatorie, spingendo la barella col ragazzo che era sempre più terrorizzato, quando comparve una figura a lei conosciuta, che si preparava all’intervento

“Anderson! stò cominciando a pensare che mi stai perseguitando, se non fossi sicura che sei estremamente gay, mi preoccuperei” le disse sorridente
Il ragazzo sorrise, mentre si lavava le mani
“a proposito, come stà la tua dolce metà?” le chiese Santana mentre si lavava anche lei per l’intervento
“bene…. Un po’ teso per l’inaugurazione….” Rispose
“andrà benissimo, figurati…. Al giorno d’oggi, gli unici che riempiono ancora i locali, sono i gay, il vostro è un vero affare”
“ma il nostro è un locale speciale! Vedrai, quando lo vedrai rimarrai stupita!” le disse, dando per scontato che vi partecipasse
La mora annuì e poi entrando in sala operatoria disse
“ok gente, vediamo di sbrigarci ho un pranzo col mio papino e lui odia quando arrivo in ritardo”


*****

Finalmente il suo turno era finito, era stata un’altra mattinata intensa, si portò verso l’ascensore, era in ritardo, ma prima di andare via, voleva passare a vedere Adrian, dopo quello che le aveva raccontato Brittany, voleva ancora di più poter fare qualcosa per lei.
Passò prima in pediatria e, col consenso di alcune infermiere, prese delle cose che voleva lasciare ad Adrian

Dopo aver chiesto informazioni al medico che era di turno nel reparto, si recò dentro la stanza della minore delle Pierce.

“ciao Adrian”  si avvicinò e le diede un bacio sulla fronte
Si accorse che era sedata, evidentemente si era agitata ed era pericoloso per le ferite che ancora dovevano cicatrizzarsi.
“Brittany arriverà nel pomeriggio, come stai?” le chiese, cercando di entrare nel suo campo visivo
La ragazza non reagì. Santana guardò fuori dalla finestra e disse
“c’è un bel sole fuori sai? Trà l’altro, in questo piano non è male, perché siamo in alto e si vede quasi tutta Lima, ti era mancata?” sapeva che non avrebbe ottenuto risposta, ma ci provò lo stesso
Aprì di più le tende, per fare entrare più luce nella stanza, poi si avvicinò e le disse
“ancora non ti puoi alzare dal letto, ma ti ho portato questi” le diede dei fogli con delle matite colorate “so che ti piace disegnare e, magari, guardando fuori, puoi immaginarti la nostra Lima e fare un bel disegno, che ne dici?” la guardò sorridente e vide che, la ragazza, rivolse lo sguardo alle cose che le aveva portato
“li metto qui… quando avrai voglia e te la sentirai, li potrai prendere” li posizionò al tavolino affianco al suo letto
“ora devo andare….. andrà tutto bene Adrian, tu e Britt non sarete più sole” le sussurrò in un orecchio prima di darle un bacio in una guancia. Non sapeva da dove era uscita quella frase, forse le era venuta dal cuore.
Si allontanò velocemente dal reparto e dall’ospedale, per dirigersi in macchina, verso l’appuntamento che aveva col padre
 

******

“eccola qui la mia famiglia di dottori preferita!!!” un ragazzo castano sulla trentina, li accolse calorosamente
“Francesco! Come stai?” disse il signor Lopez
“benissimo! Il vostro tavolo è pronto” gli indicò il tavolo, mentre si avvicinò a salutare Santana
“mmmm sei splendida, che invidia Adam!” le disse, dandole un bacio sulla guancia ed abbracciandola
“smettila di fare l’italiano lumacone…. Piuttosto dov’è tua moglie? La devo schiacciare a pocker stasera”
“è a casa con la piccola Mariah, aveva un po’ di febbre stamane” le rispose l’uomo
“oh no…. La mia adorata figlioccia non può stare male, è fortissima” disse, con una faccia buffa
“infatti non stà male, ha solo una mamma apprensiva, dovresti saperlo! In ogni caso la vedrai stasera, quando verrete a casa”
“già…. La tranquillizzo io tua moglie vedrai, sarà talmente arrabbiata per aver perso, che non si ricorderà nemmeno più di avere una figlia” le diede una pacca sulla spalla, facendolo ridere
“Adam?” chiese lui
“torna domattina”
“ah perfetto, domani sera abbiamo la partita a tennis con Mike e Simon, io e Mike li schiacceremo allora, sarà stanchissimo” fece un sorriso beffardo
“mmmm non credo che si lascerà battere da voi due, lo conosci, con Simon sono una coppia affiatata ormai!”
“già…. Ma per domani sono fiducioso” l’accompagnò al tavolo, dove il padre era già seduto che l’aspettava.


Santana si mise a sedere al tavolo che l’amico gli aveva preparato e notò il solito sguardo malinconico, che il padre aveva, da quando la moglie l’aveva lasciato.
La mamma di Santana, era andata via da cinque anni, per stare con un altro uomo, avevano cambiato addirittura stato, lei la sentiva ogni tanto, ma la vedeva pochissimo, aveva invece deciso di stare vicino al padre, che, da quando era rimasto solo, non era più lo stesso. Si erano creati quei momenti solo per loro, ed una volta a settimana, si vedevano a pranzo e capitava spesso che lei ed Adam lo invitassero la domenica a casa loro.
“quando rientra Adam?” le chiese lui
“domani mattina”
“come và con lui?”
“bene… il solito…. Questa cosa di New York, lo stà sfiancando, ma sta dando buoni frutti” disse per tranquillizzarlo, non voleva assolutamente si preoccupasse anche per la sua situazione col marito
“allora, da quando sei diventata Madre Teresa di Calcutta ed inizi a pagare l’assicurazione dei tuoi pazienti?”
Santana rabbrividì, non era pronta a rispondere a quella domanda e non pensava che il padre lo scoprisse così presto
“oh…. Non pensavo che radio Hospital fosse così veloce” ironizzò per prendere tempo
“sai che conosco bene il tuo capo e ci ho lavorato per anni al santa Rita, era inevitabile mi arrivasse la notizia”  disse, controllando il menù
“dovevo immaginarlo” continuò lei
“allora? Chi è questa persona cara, che non ha l’assicurazione?”
“oh… non la conosci…. È una mia vecchia compagna di scuola” abbozzò, completamente nel panico
“il fatto che faccia Pierce di cognome è una coincidenza?” chiese, inarcando il sopraciglio
“ok….. è la sorella di Brittany” si arrese, non riusciva a mentire troppo a suo padre, fù uno dei primi a sapere che lei era innamorata di Brittany al liceo e fù uno dei tanti a vederla devastata, per tutti quegli anni, dopo che lei se n’era andata.
“i Pierce sono tornati in città?”
“solo lei ed Adrian, i genitori sono morti in un incidente stradale” non aggiunse altro, non era giusto che andasse a spiattellare la vita della sua amica a tutti
“cavolo, mi dispiace…. Che situazione, non se la passano bene allora?” chiese, dispiaciuto della notizia
“per niente…. Hanno dei lavori assurdi e sono sottopagate ed Adrian ha tentato il suicidio l’altra notte, io e Blaine l’abbiamo salvata per un pelo, stava per morire dissanguata”
“mi dispiace…. Salutala quando la vedi, perché l’hai incontrata giusto?” chiese, per accertarsi della cosa
“si l’ho incontrata papà” la ragazza si accorse che l’uomo stava diventando apprensivo nel sapere questa notizia, ed odiava quando si faceva prendere dall’ansia.
“Adam lo sa dei soldi che hai dovuto spendere? Sa che è tornata Brittany e l’hai incontrata?” chiese velocemente
“Adam non sa dei soldi e non sà assolutamente di me e di Brittany al liceo, del mio passato insieme a lei, a parte qualche racconto, su come me la spassavo anche con le ragazze e per il quale si è eccitato abbastanza nel sentirlo” fece un sorriso malizioso, sapeva che, mettendo così la cosa, il padre si sarebbe fermato per l’imbarazzo
“oh Cristo Santana!” rispose il signor Lopez, mentre lei rideva di quella reazione aspettata
“ad ogni modo, dovrai spiegare a tuo marito l’utilizzo di quei soldi ed a Brittany, che ormai tu sei una donna sposata, giusto?”
“bè… c’eri anche tu al mio matrimonio se non sbaglio….. anzi, mi pare proprio che mi abbia accompagnato tu all’altare” ironizzò
“oddio…. Non è un gioco questo, lo capisci?” si sporse per parlarle più vicino
“e tu capisci che devi stare tranquillo e che ho 30 anni e non più 17?” lo fissò dritto negli occhi, mentre arrivò Francesco per le ordinazioni. Il ragazzo si trovò evidentemente in imbarazzo e mentre i due gli rivolsero lo sguardo ancora arrabbiato, disse
“hem…. Se volete ripasso dopo”
“no, ordiniamo” disse la mora
 
Mangiarono in silenzio, avevano bisogno di far sbollire tutte e due la rabbia, erano molto simili.

“hai sentito tua madre?” ruppe il silenzio
“lunedì” rispose, per poi sollevare il viso e vedere la solita faccia, che aveva il padre, quando si parlava di lei, e cioè un viso speranzoso. Suo padre continuava a sperare che la moglie sarebbe tornata da lui e, se questo fosse successo, l’avrebbe accolta a braccia aperte, senza fare una piega, perché era ancora terribilmente innamorato di lei. Santana pensò in quell’istante, che anche in questo erano uguali lei e suo padre.
“sono andati a fare una crociera con Roger, era entusiasta” continuò la ragazza
“sono contento per lei”
Santana lo guardò storto, perché era assolutamente una frase falsa, quella che aveva pronunciato
“come è andata poi l’uscita con quella infermiera?” le chiese
“ahhhh niente di serio, non ci siamo più sentiti poi….. troppo diversi” disse sorridendo
“capito…” sorrise

“senti, mi è venuta un’idea, soprattutto per evitare che tu continui a prosciugare il tuo conto in banca” le disse l’uomo, prendendole la mano. Santana lo stava ad ascoltare preoccupata
“che ne dici se parlo col dottor Ross, per accogliere Adrian nella sua clinica? È una delle più quotate in america, per curare la depressione e poi mi deve alcuni grossi favori che gli ho fatto, penso che l’accoglierebbe senza chiedere niente in cambio”
“è la clinica dove fa delle ore di volontariato Quinn?” chiese lei
“esatto…. Potremo spostarla anche subito, se Brittany è d’accordo”
La mora guardò il padre commossa e con un forte senso di gratitudine
“davvero faresti questo?” le chiese
L’uomo annuì
“lo farei soprattutto per te, per evitare che tuo marito ti sbrani, appena vede il conto in rosso, e poi ho un bel ricordo di Brittany, le volevo molto bene, era tanto dolce, quanto originale” sorrise
“già…. Ora è cresciuta” si ritrovò a pensare a lei e le scappò di nuovo quel sorriso
“ok… gliene parlerò e ti farò sapere” disse ancora, infinitamente grata per la bontà del padre.
 
******
 
 
“Santana! tieni le mani sul tavolo!” una voce potente la rimproverò
“oh avanti Big mama! Di che cosa hai paura?” disse, mentre le altre due compagne risero, per la faccia seria di Mercedes
“su Mercy fidati di me” Quinn le fece uno sguardo dolce ed innocente
“io mi fido di te Quinn, non mi fido di te insieme a questo demonio!” la indicò con l’indice
“E’ perché non sai perdere, non hai mai saputo accettare che sono più brava e più furba di te! Fin dal liceo!”  continuò a divertirsi provocandola
“Sarebbe interessante, se smettesse di litigare e tu, Santana, ti decidessi a dire che vuoi fare” disse Tina ancora divertita
“si…. Però prima aspetta…..Quinn…. tesoro dammi la mano” si allungò e le prese la mano facendo dei piccoli cerchi sul palmo della bionda come per trasmetterle segretamente un messaggio, per poi dire “ vedrai che andrà tutto bene, vinceremo come al solito” la guardò dolcemente
“ohhhh avanti J.Lo! vuoi parlare?” Mercedes si stufò e diede uno schiaffetto alle due mani unite, facendole staccare
“ok… ok… allora vedo e rilancio di 10, sento che la mia compagnia di gioco è ottimista” disse, guardando la bionda e facendole l’occhiolino
“ok scopriamo le carte allora” disse Tina, mettendo le carte in tavola
“ahahah lo sapevo!!!! Vieni qui pasticcino!” si sollevò dalla sua postazione, ed andò a prendere in braccio Quinn  che rise divertita
“avete imbrogliato!” Tina incrociò le braccia arrabbiata
“già…. Ma tanto con voi è sempre così” Mercedes si era ormai arresa
Santana lasciò Quinn, per dirigersi verso Mercedes ed abbracciandola disse
“dai….. noi siamo delle stronze fin dalla nascita, tu e Tina siete brave in altro” le diede un bacio fortissimo sulla guancia, conquistandola
“per esempio?” chiese la ragazza
“mmmm per esempio a fare figli, avete due bambini stupendi, ovviamente la migliore è la mia figlioccia” guardò Mercedes che sorrise, piena di orgoglio e poi si girò verso Tina che aveva il broncio
“no no… il migliore è il mio di figlioccio, Michael Junior è il bambino più buono che esista” Quinn si avvicinò a Tina, per abbracciarla e consolarla

“mamma! MJ mi ha tirato uno schiaffo” in quel momento, entrò nella stanza uno scricciolo con i capelli lunghi castani e lisci e la pelle scura, che si teneva la guancia
“ohhhhh vieni qua piccola…. Vieni dalla tua madrina” Santana la prese in braccio, prima che potesse farlo la mamma “cattivo MJ, perché hai dato uno schiaffo a Mariah?” la mora si avvicinò al bambino, che era sbucato fuori dalla stanza anche lui in lacrime
“mi ha detto che ho gli occhi schiacciati” disse, avvicinandosi alla mamma che lo abbracciò
“e lui mi ha detto che sono un cioccolato con i capelli lisci” subito lo aggredì, indicandolo col dito, procurando un sorriso di soddisfazione in Santana, per come la sua figlioccia si era difesa subito
“oooook! Allora…. Qui c’è da chiarire una cosa….. venite subito qui…. Avanti?” Quinn si mise seduta per terra e chiamò tutti vicino a sé, i bambini, più le sue amiche, si misero a sedere in cerchio
“MJ, tesoro, guarda tua mamma” le disse poi, mentre tutti si girarono a guardare Tina, ipnotizzati dal modo di parlare di Quinn
“ha gli occhi come i tuoi, ed anche il tuo papà, giusto?”
“si” disse il bambino, asciugandosi gli occhi
“ed ora guarda zia Mercy… lei è scura e zia San un po’ meno scura, ma lo è più di me, giusto?” il bambino annuì
“mamma vuole bene a tutte noi, anche se siamo diverse, non importa, sai che noi ci conosciamo da taaaaanto tempo? E ci siamo sempre volute bene e protette a vicenda”
“oddio, abbiamo passato dei momentini anche noi eh? Qualche sberla te la sei presa “ la interruppe la latina
“Santana!” la rimproverò Mercedes, mentre Quinn e Tina la guardarono storto
La latina alzò le mani in segno di arresa
“anche tu MJ, devi fare così, come la tua mamma e come noi, devi voler bene alla piccola Mariah e proteggerla, anche all’asilo” continuò Quinn. I bambini sembravano ammaliati dal modo gentile e delicato di parlare di Quinn
“anche il papà di Mariah è diverso da loro, perchè è bianco ed ha i capelli chiari” disse Michael
“ed anche zio Adam è più chiaro di zia San” disse Mariah, mentre si girò ad osservare Santana, che annuì
“si” dissero in coro le 4 ragazze

La bambina si avvicinò al suo amichetto e, dandole una carezza, disse
“non importa se hai gli occhi piccoli MJ, io ti voglio bene lo stesso, come le nostre mamme ed i nostri papà”
Le adulte, che assistevano a quella scena, avevano tutte il viso commosso e gli occhi lucidi
Il piccolo Chang annuì e disse
“mi piacciono i tuoi capelli lisci castani” per poi abbracciarla e girarsi, sentendo l’applauso delle altre quattro. I due corsero di nuovo in camera a giocare
“ben fatto Fabray, se ti andasse male con lo studio, potresti sempre aprirti un asilo!” le disse la latina

In quel momento, entrarono Mike e Francesco, evidentemente sporchi e con una tuta da lavoro
“la tua vecchia ford è sistemata amore!” Francesco si avvicinò verso Mercedes, che lo bloccò subito all’ingresso, mettendole una mano sul petto e fermando anche Mike
“nonono, tu non entri in casa conciato così, e nemmeno tu!” si rivolse all’altro “avete grasso d’appertutto”
“ohhhhh avanti! Ti ho aggiustato la macchina, nonostante sia quasi illegale andare in giro con quel rottame…. A proposito Quinn, dì a Simon che devo passare in concessionaria, per parlargli di una questioncina” fece l’occhiolino, per indicare la moglie, mentre Quinn sorrideva a quella scena esilarante ed annuiva
“non se ne parla, deciderò io quando cambiare la mia macchina” gli si avvicinò minacciosamente
“mmmm vieni qui” Francesco le prese il viso con le mani sporche di grasso e la baciò
Facendo ridere tutti
“ti odio!!!” urlò mentre si ripuliva il viso
“non è vero mi ami” disse, per poi scappare fuori
“posso andare a salutare mia moglie?” Mike aveva un viso triste, che impietosì Mercedes
Tina si avvicinò e le diede un lieve bacio per poi dirgli
“ora fila fuori a lavarti” sorridendogli
“corro” scappò anche lui, inseguendo l’amico.
“Dio sono peggio dei bambini “ Mercedes scosse la testa
“il picco lo raggiungono quando si sfidano in qualche sport…. Sembrano dei bambini alle elementari, Adam non lo riconosco più quando è insieme a loro” pronunciò Santana
“bè, anche Simon non scherza, più crescono e più regrediscono” Sorrise Quinn
“a proposito di regressione, ordiniamo le pizze da Puck?” Mercedes aveva già il telefono in mano
“oh no, io oggi non mi posso trattenere, devo andare mi spiace, domani Adam arriva presto da New York” disse la latina, per poi rivolgersi a Quinn “ti fai dare un passaggio da Tina e Mike?” la bionda annuì sospettosa
“sono solo molto stanca, devo andare a dormire, per farmi trovare in forma da mio marito” le sorrise e fece l’occhiolino, sperando si tranquillizzasse
“ok…. Ci sentiamo domani” le disse Quinn
 
Santana salutò tutti e si mise in macchina, prima di mettere in moto, controllò l’orologio e vide che erano le 22.30, fece un sorriso e  manovrò sul suo navigatore satellitare, cercando le ultime memorizzazioni

325  S.Jameson Ave , Lima, tempo previsto 10 min e 30 sec, avviare?”
“Si” rispose soddisfatta.

Aveva detto una bugia a Quinn e si sentiva tremendamente in colpa, ma non era il caso di prendersi un’altra sfuriata da lei, davanti alle altre sue amiche e poi doveva vedere Brittany, perché le doveva parlare della proposta che le aveva fatto il padre….. anche se, pensò sinceramente, che quella era solo una scusa, voleva rivederla e basta.
 
**********
 

Brittany stava finendo di asciugare le ultime posate al bancone, quando si girò sentendo pronunciare
“oh porca…. Cosa ci fa uno schianto del genere a quest’ora in questo posto?”  dal suo collega
Si girò verso l’ingresso e la vide, splendida, che si avviava lentamente, con un sorriso malizioso verso il bancone. Non l’aveva ancora vista vestita così bene e ben curata, le volte che si erano incontrate, aveva il camice o i vestiti del post lavoro ed era abbastanza trasandata. Notò in quell’istante, che si era fatta una donna bellissima e la sua bellezza più matura, era affascinante da morire.
“stai a cuccia Leroy, ci penso io” lo smontò subito, per poi portarsi verso la parte di bancone, dove stava Santana
“Salve, cosa posso fare per lei?” poggiò il viso su una mano, sorridendole
“mmmm vorrei un caffè grazie” la mora stette al gioco
“un caffè… e come lo vuole questo caffè?”
“caldo….. moooolto caldo” si morse il labbro
“mmmm… glielo faccio caldissimo”
“e dolce, moooooolto dolce”
“ok…. Leroy?! un caffè caldissimo e dolcissimo, per questa bomba sexy davanti a me” urlò al collega, senza togliere gli occhi di dosso a Santana che le sorrise
“come vedi, anche io, ogni tanto, posso permettermi di dare degli ordini” continuò la bionda
“ho notato” rispose mantenendo il contatto
“hai da fare dopo il lavoro?” le disse poi
“perché?”
“potrei darti un passaggio a casa”  le fece un occhiolino
“sei diventata la mia autista personale? O sei una maniaca dello stolking? Guarda che non ho altri posti dove andare e far memorizzare al tuo navigatore” le rispose Brittany porgendole il caffè
Santana si mise a ridere e sorseggiò il caffè
“quanto ti devo?” le disse poi
“questo lo offre la casa, sappi che se verrai tutti i giorni però, i prossimi li pagherai”
“ti aspetto al tavolino” le disse per  poi girarsi e dirigersi verso un tavolo della sala ristoro.
“ok….” Le sorrise “ah…. Santana?” disse poi
La mora si girò di scatto a quel richiamo
“stai benissimo!” le sorrise, facendola avvampare.
 
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Eccomi! Allora intanto mi scuso per le due frasi in spagnolo, so che trà chi legge c’è qualcuno che ne sa abbastanza, se è proprio improponibile fatemi sapere e la correggo.
Poi….. inizia il Quiz: avete capito chi stà con chi, chi ha figli chi no, chi è madrina di chi?   XD
Spero si sia capito tutto e di non aver incasinato troppo. Britt c’è pochissimo ma volevo farvi entrare bene dentro la vita di Santana che, come avete visto, è rimasta in contatto con tanti del Glee. Più avanti ce ne saranno altri.
Grazie infinitamente per le recensioni dello scorso capitolo, mi fa un piacere immenso leggere dalle vostre parole quanto vi stiate appassionando. Vi adoro.
A presto
E.

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Capitolo 6
*** Abbraccio ***


                                                                                                     Avviso: c'è parecchio ANGST,
                                                                                                            non aggiungo altro, ci vediamo giù.




“Aspetta faccio io”
Brittany si sporse un po’ di più verso il navigatore della macchina della mora, facendola sorridere. Cercò le ultime vie che aveva memorizzato e premette il pulsante soddisfatta.
Santana rimase in attesa, mentre la guardava con un ghigno divertito.
“25 Mountain High Street- Lima tempo stimato  10 minuti e 30 secondi, procedere?”
Chiese impeccabile la voce elettronica. Santana stava per rispondere quando la bionda la bloccò, facendole cenno di stare zitta e rispose lei
“Si”
“comando non valido…. Ripetere prego”
Brittany guardò storto prima la sua amica e poi in direzione del macchinario, mentre Santana si metteva una mano davanti alla bocca, cercando di trattenere una risata più copiosa
“Si!” rispose la bionda
“comando non valido…. Ripetere prego”
“fottuto  Bastardo….. SI!” urlò più forte, mentre la mora ormai aveva perso ogni freno
“comando non valido…. Ripetere prego”
“Ok…. Si…. Sono Santana Lopez” cercò di imitare la voce della mora, rendendola più cupa e roca, beccandosi un schiaffo sulla spalla dall’altra
“funziona a comando vocale” la riprese la mora, per poi dire un sonoro “SI!” al navigatore, che si avviò
La bionda mise il muso e corrucciò la fronte, Santana sorrise, notando che non aveva perso l’abitudine di fare alcune espressioni, che lei riteneva adorabili.
“Aggeggio infernale” disse poi
“ti sarebbe servito al liceo, ti perdevi sempre e non ricordavi mai le strade” le disse la mora
“ed è ancora così…. Ma ho imparato a conviverci con la mia smemoratezza” 
Santana guidava e non smetteva di sorridere, era così felice di poter stare ancora un altro po’ di tempo con Brittany che le sembrava che, più ci rimaneva e più non le bastava.
“perché ridi?” le chiese curiosa
“niente…. È solo che ti dona quella divisa” sorrise maliziosa
“smettila di sfottere!!!”
“sono seria! Ti stà benissimo!” le diede un veloce sguardo, per poi aggiungere “certo…. mai come quella da Cheerleader”
“la conservi ancora?” le chiese curiosa
“Certo!! scherzi?? anche la tua, che mi hai lasciato prima di partire”
“sul serio?” si girò verso di lei entusiasta
La mora annuì per poi dire
“non sai tutto quello che ci ho fatto con quella divisa, ci dormivo anche la notte” arrossì per l’imbarazzo
“lo so, perché poi in chat, mi raccontavi le tue porcate con quella divisa”
Risero tutte e due, ricordando quei momenti, mentre nascosero un evidente imbarazzo.

“parlando di cose serie, devo farti una proposta” erano arrivate a destinazione e Santana si fece seria
“ma non eri già sposata? Ancora la poligamia non è arrivata qui!” la guardò seria, per poi aprirsi ad un sorriso
“idiota!” le diede una piccola spinta, mentre si girava di lato, per poterla guardare bene in viso.
“volevo parlarti di Adrian…” disse con un po’ di paura, mentre l’altra si fece seria annuendo
“ho parlato con mio padre…. Ci sarebbe una clinica, qui a Lima, trà le più quotate in Ohio, dove curano la depressione, anche i casi più estremi, il direttore è un carissimo amico di mio padre e potrebbero accogliere Adrian  senza nessuna spesa….. ecco…. potrebbe curarsi li” disse, mentre vedeva il viso impassibile dell’altra e le prese l’ansia, perché non riusciva a decifrarlo.
“cosa ne pensi?” chiese infine, non riuscendo a sopportare i pochi secondi di silenzio
Brittany fece un sospiro e si sforzò di sorridere, poi disse

“grazie Santana, ringrazia davvero tuo padre….” la mora le sorrise “….ma ci penserò io a mia sorella”
L’altra perse il sorriso dal suo viso e d’impulso rispose
“si e come? La vedo difficile, stando tutto il giorno a lavorare!”
Brittany non disse niente e la guardò, sbalordita da quella frase
“Brittany non si tratta più solo di te, lo capisci? Non è una questione di orgoglio! Adrian ha bisogno di essere curata e, per quanto tu possa darle tutto l’amore che hai dentro, non basterebbe o per lo meno non sarebbe sufficiente, ha bisogno di persone che sappiano curare la sua malattia”  cercò di spiegarsi e rimediare a quella frase impulsiva che le era uscita
“Non ti devi preoccupare Santana, mi prenderò cura io di lei, ho già parlato con una persona che la vedrà e mi dirà che fare, quando Adrian starà meglio ed uscirà dall’ospedale,”
“Ah si? Ed è un medico?” chiese incrociando le braccia
“no, ma è una persona che ci è già passata ed ha vissuto questo problema sulla sua pelle”
“oh perfetto, mettiamola nelle mani di un’altra depressa!” spalancò le braccia e notò che la bionda era sempre più allibita dalle sue uscite troppo spontanee

Santana cercò di calmarsi le prese una mano e disse

“Senti Britt, c’è anche Quinn che lavora in quel posto qualche ora alla settimana, lei è una psicologa molto brava” fece un secondo di silenzio, notando che Brittany chiudeva gli occhi
“perché non ti fidi di me? L’hai sempre fatto?!!!” addolcì la voce e cercò di incrociare il suo sguardo

“Appunto! l’ho sempre fatto! E guarda qui? Ho dovuto cambiare paese, perché lottavo per una persona che ha fatto un casino, ha rivoluzionato la mia vita da adolescente e poi scopro che è andata a sposarsi un uomo e cedere alle regole perbeniste!” si girò e la guardò con rabbia, mentre la mora spalancava la bocca, scioccata da quella reazione

“non siamo più al liceo Santana! Io ho una vita di merda, non ho più nemmeno sogni in cui credere, è tutto sparito, tutto azzerato dalla realtà, non riesco a vedermi felice trà vent’anni…. Sai come mi vedo? a continuare a fare turni massacranti e tornare a casa, da sola, ed avere il tempo solo di riposare qualche ora, per poi ricominciare la giornata” continuò

“no! Non è vero Brittany! io ti aiuterò non ti lascerò da sola!” le urlò la latina
“no! Perché tu hai la tua vita, tu hai una famiglia, hai degli amici, tutto questo non ha più niente a che fare con me…. Lo capisci? Non mi puoi più proteggere Santana, non puoi più fare niente per me!” urlò talmente forte, che la sua voce risuonò trà l’abitacolo, mentre la mora l’ascoltava, cercando di rendersi conto se quelle parole le stava sentendo veramente
“torna alla tua vita perfetta…. Ti prego, questa cosa non può funzionare, è passato troppo tempo, e c’è troppa vita dietro”abbassò il tono di voce, notando che la mora era evidentemente scossa ed aveva gli occhi umidi

“la mia vita non è perfetta, non lo è mai stata, da quando te ne sei andata” pronunciò sinceramente la latina

“Santana….. ti prego” la bionda scosse la testa, come quasi ad intuire quello che stava per venire fuori dalla bocca dell’altra

“No!” la interruppe la mora “quando ti ho rivisto, ho incominciato ad assaporare una vita perfetta e non so in che modo tu ne possa fare parte…. Ti giuro non lo sò in questo momento…. Ma so che ti voglio nella mia vita Brittany! perché non sarà mai completa e perfetta senza di te”

Quelle parole disarmarono la ragazza, si sentì gelare, erano parole troppo forti perché il suo cuore, ormai spento e gelido, potesse reggerle. Si girò a guardare Santana, ormai in lacrime e provata da quella situazione, le venne paura.

“i-io devo andare…..” la guardò un’ultima volta, con sguardo impietosito “grazie del passaggio”


Santana la osservò uscire lentamente dalla macchina e dirigersi verso il cancello della grande villa, chiuderlo dietro di sé, senza mai voltarsi.

“vaffanculo!” pestò con rabbia la mano sul volante “perché…. Cazzo Brittany…. perché!!!” disse in lacrime
 


Brittany si diresse verso la porta di quello scantinato, che le sembrò ancora più freddo quella sera, diede un veloce saluto al suo cane, facendolo entrare, mentre lanciò per terra la borsa con stizza, si buttò nel letto e si rannicchiò, come le succedeva nelle  fredde notti, per strada, quando era triste o le era successo qualcosa di brutto. Willy salì sul letto e si mise accanto a lei, capiva sempre quando la sua padrona era triste e lui si avvicinava per darle calore nelle notti fredde e farla sentire meno sola. Il cane fece un verso quasi di pianto, dandole una leccata sul naso. Brittany si avvicinò più stretta a lui
“E’ un casino Will…. È tutto tremendamente complicato” disse ,prima di abbracciarlo e scoppiare in un pianto disperato.
 
 
******

Sentì un braccio avvolgerla e baciarla dolcemente, si era addormentata mentre piangeva stremata, aprì gli occhi lentamente
“Adam!” si buttò trà le sue braccia, facendosi stringere ancora di più
“buongiorno….” La baciò, Santana aveva bisogno di quel bacio in quel momento, aveva bisogno di qualcuno che la stringesse e la facesse sentire protetta
“tesoro…. hai una faccia stravolta, hai dormito poco?” la guardò perplesso
“non sono stata bene stanotte” le disse, accarezzandole la guancia
“davvero? Cosa hai avuto? Stai ancora male?”
“Adam….” Interruppe quel terzo grado “ho solo bisogno che tu mi stringa ora” le disse, affondando il viso sulla sua clavicola
Il ragazzo la strinse e rimasero in silenzio per una buona mezz’ora a sentire il respiro l’uno dell’altra,  fino a che, Adam, non si addormentò e Santana lasciò la presa, stampandogli un lieve bacio sulle labbra, per andare a prepararsi per dirigersi a lavoro.

Pensava in continuazione a Brittany, chiudeva gli occhi ed aveva impresso il suo sorriso, non sapeva se raccontare ad Adam alcune cose, anche per giustificare i soldi mancanti dal conto, prima che lo scoprisse da solo. Lo lasciò dormire, era sicura che l’avrebbe chiamata appena sveglio, quel giorno lui aveva tutta la giornata libera.
 

 
Durante la mattinata era stata impegnata da mille cose, per la prima volta aveva ringraziato la vita frenetica del pronto soccorso, perché non le aveva permesso di lasciare spazio alla sua mente per niente che non riguardasse emergenze, consulti medici, ed insegnamento ai suoi specializzandi.
A fine turno, come al solito, si avvicinò da Adrian, vederla significava per lei vedere lo stesso identico sorriso di Brittany, la piccola Pierce, in quel momento, era l’unico anello di congiunzione trà le due.
Parlò col primario che le disse che, tempo qualche giorno, ed avrebbe potuto lasciare l’ospedale, per quanto riguardava le ferite chirurgiche, per il resto ci dovevano pensare i parenti, gli disse.
Santana annuì, fingendo di saperne quanto lui, mentre invece, era sicura che, Brittany, avrebbe portato via la sorella da li appena possibile, così da evitare di continuare a mantenere anche l’ultimo anello di congiunzione con lei.

Aveva saputo dal medico che Adrian aveva iniziato a mangiare qualcosa e si era anche messa a disegnare, Santana era felice di quel traguardo e, soddisfatta, entrò nella sua camera. La salutò, ma come al solito non ottenne risposta, si avvicinò ai disegni e continuando a parlarle li commentò

“Wau! Questo lago è bellissimo non l’ho mai visto…..” disse
“è il lago del parco di Lima”
Santana sentì il cuore fermarsi per un secondo….. Adrian le aveva parlato, non aveva mai sentito la sua voce da adulta, ricordava che, da piccola, aveva una deliziosa vocina lieve e dolce. La sua tonalità di voce ora, era molto simile a quella della sorella. Cercò di riprendersi, per non far vedere alla ragazza che era scossa e disse
“davvero? Si vede che non ci vado da una vita! È cambiato molto!” disse con naturalezza, scrutando più attentamente il disegno.
“ci sono stata poco tempo fa… è un posto che mi rilassa” disse senza guardarla e concentrandosi sull’altro disegno che stava facendo
“ci andavamo sempre con tua sorella, a lei piaceva tanto” le disse la mora
“tu eri la migliore amica di Brittany al liceo, vero?” finalmente Adrian si girò a guardarla
Santana annuì, cercando di trattenere le lacrime, date da tutte le emozioni che stava vivendo, sia perché Adrian sembrava stesse meglio, sia per i ricordi che riaffioravano nella sua mente in quel momento.
“mi ricordo di te….. vi rinchiudevate sempre in camera di Brittany”
Santana si mise a ridere per quella frase così innocente
“si…. Ci piaceva stare per conto nostro” abbozzò

“ti fa male la ferita?” le chiese poi
“quasi niente…. Vorrei andare via, non mi piacciono gli ospedali e poi mi danno sempre quelle pastiglie, che non mi fanno riuscire più a tenere la matita in mano per disegnare”
Santana si mise una mano sul cuore, pensando a quanto, Adrian, sarebbe potuta stare bene in quella clinica che aveva un modo tutto suo e meno invasivo di curare i pazienti.
“bene, vedrai che andrai via presto allora….” Le disse prendendole la mano
La ragazza, come se non l’avesse ascoltata, continuò a disegnare, tornando improvvisamente nel suo mondo
“Adrian io devo andare…. Ci vediamo domani, Brittany sicuramente verrà nel pomeriggio” le disse dandole un bacio in fronte e facendo per allontanarsi

“Santana!” urlò la ragazza, prima che uscisse totalmente dalla stanza
La latina si girò e tornò indietro
“il disegno del lago…. Lo puoi prendere se vuoi” disse, continuando a disegnare senza staccare lo sguardo dal foglio
“sul serio? Me lo regali?” rispose felice
La ragazza non rispose, forse era troppo anche per lei.
“grazie Adrian è un regalo bellissimo” Santana si avvicinò e l’abbracciò, mentre la ragazza non rispose a quella stretta, ma si dimenava per liberarsi e continuare nella sua opera
 
*******


Brittany si avvicinò al letto della sorella, entrando in quella stanza, sentiva sempre un senso di disagio, era troppo fredda l’atmosfera che c’era lì dentro. Notò che Adrian dormiva, si avvicinò e le baciò la fronte.
La ragazza fece un sospiro ed aprì gli occhi, la più grande, notò che era evidentemente sedata abbastanza, da non poter quasi muoversi e le venne un nodo in gola, nel vedere la sorella in quello stato, aveva l’impulso di prenderla e portarla via a casa con lei. Pensò che, forse, aveva ragione Santana, lei non poteva prendersene cura, ma in qualche modo avrebbe fatto.
Sospirò e le prese la mano, mentre la più piccola la guardava con occhi spenti.

“portami via da qui” abbozzò Adrian
“ti porterò via al più presto…. “ le accarezzò la mano, abbozzando ad un sorriso, cercando di trattenere le lacrime
La ragazza le sorrise. Brittany si avvicinò a lei e si sdraiò al suo fianco, facendosi spazio nel letto, la prese trà le sue braccia e le carezzò la testa dolcemente. Rimasero in silenzio per un po’, mentre sentiva il respiro pesante della sorella che però teneva gli occhi aperti

“Adrian ti prego….” Si avvicinò al suo orecchio “ non fare più una cosa del genere, se non lo vuoi fare per te, fallo almeno per me….non lasciarmi da sola” la guardò negli occhi “so che io l’ho fatto per dieci anni, ma ti prego, dammi la possibilità di recuperare” concluse, dandole un bacio sulla fronte e, questa volta, lasciando cadere le lacrime che non riuscivano più a stare ferme.
 
******
 

Erano passati tre giorni dal loro litigio e Santana non era riuscita più ad incontrare Brittany, aveva provato strategicamente ad andare a trovare Adrian in orari diversi, con la speranza di incontrarla, ma, come se la bionda intuisse, non ci era mai riuscita.
Quel giorno era salita in camera a fine turno, aveva il turno serale, avvicinandosi alla stanza di Adrian, notò che era vuota, chiese informazioni e seppe che, quella mattina, Brittany, aveva firmato tutte le carte per portare a casa la sorella. Sentì un senso di vuoto, come se, per l’ennesima volta, quella persona l’avesse tradita e si fosse allontanata da lei, le avesse negato il suo aiuto. Sapeva dove trovarla questa volta, ma decise che era un passo che doveva spettare a lei, perché, quella sera, era stata molto chiara con Brittany.  
Si diresse con una rabbia verso casa, quella sera avevano a cena Quinn e Simon e non voleva assolutamente che trasparisse quello stato d’animo davanti agli amici e tantomeno davanti al marito.
 
 

“mi sono fermato a comprare il pollo, facciamo in tempo a cucinarlo?”
Adam era rientrato velocemente a casa e si era avvicinato subito alla moglie, per stamparle un bacio, mentre era concentrata a tagliare le verdure
“assolutamente si” le sorrise
“com’ è andata in quell’inferno? Hai ucciso qualcuno? Ti vedo un po’ provata” le disse
“ahah…. Nessun morto, solo tanti feriti ,che sono stati sistemati a dovere da me e dai miei collaboratori” disse, continuando a tagliare minuziosamente le verdure
“ah… meno male per la società” disse ridendo, per poi prenderle un polso e farla girare per abbracciarla
“Hey! Che ti prende?” chiese perplessa per quelle attenzioni che, il marito, le stava dedicando
“niente… lo sai che ti adoro in versione sexy casalinga…. È la mia visuale erotica preferita” la baciò appassionatamente
“sei un porco!” le disse lei, dopo essersi staccata
“sai che questo è uno dei miei desideri…. Sapere di avere una moglie che mi aspetta a casa ed ha cucinato e reso bella ed accogliente la casa per me”
Santana s’incupì dopo quella frase
“ti prego Adam… ne abbiamo già parlato miliardi di volte”
“ma perché? Ce lo possiamo permettere, guadagno abbastanza per tutte e due e tu fai dei turni massacranti, per il quale sei sottopagata” le prese il viso trà le mani
“perché è il mio lavoro e lo amo, e non sono la tipa da: casalinga che vive solo per rendere felice il marito”
“ah bè…. Carina l’ultima parte della frase” si girò, come per andarsene e Santana lo afferrò per un po’
“Adam…. Ti amo e lo sai…. Ma non lascerò il mio lavoro” lo guardò negli occhi, per poi dargli un leggero e dolce bacio
“voglio solo che tu stia bene e non continui a vedere sangue e cadaveri, per buona parte della tua vita” le sorrise, dopo averla baciata
“vorrà dire che, raggiunta una certa età ed un certo livello di sopportazione, mi farò trasferire in quel paradiso che porta il nome di dermatologia” risero tutti e due e tornarono ad impegnarsi a preparare la cena
 
 


“allora ci dobbiamo andare a questa inaugurazione domani si o no?” disse Quinn, mentre versava da bere a tutti
“oh ti prego tesoro!!! Non farmi questo!!!” Simon si mise una mano davanti alla faccia disperato
“Cristo Quinn! ma come abbiamo potuto sposare due omofobi così?” La mora fece una finta faccia disgustata, facendo ridere tutti
“non siamo omofobi e lo sai benissimo, è solo che ci sentiamo a disagio in mezzo a tutti quegli uomini, che sembra ti guardino come se fossero in macelleria, per scegliere la loro parte di carne migliore da cuocere e mangiare” rispose Adam facendo l’occhiolino al suo amico
“oh credimi amore, si potrebbe dire la stessa cosa di voi, quando ci accompagnate in un negozio di abiti femminili o ad uno spettacolo dove ci sono ballerine….. la sensazione è la stessa” rispose Santana vedendo che Quinn annuiva fiera della sua risposta
“si ma, almeno noi, vi accompagniamo volentieri in questi negozi, non ci facciamo pregare!” Simon si mise a ridere
“dai su…. Trovate una scusa per Blaine ed il suo fighetto perfettino” disse Adam
“lo sai che ci tiene tanto che io e Quinn ci andiamo” Santana iniziava ad irritarsi, odiava Adam quando si inventava dei nomignoli per i suoi amici, anche se era perfettamente cosciente che lo faceva anche lei, ma lei se lo poteva permettere
“allora andateci voi due” disse Simon, guardando a turno le ragazze “voi andate li e noi ci organizziamo una serata cinema e pizza” concluse il ragazzo
Le due si guardarono, pensando che potesse essere un’occasione per divertirsi, senza i mariti al seguito ed annuendo dissero in coro “ok!”

***********


“ho visto Adam più sereno ieri…” Quinn correva affianco a Santana, la mattina dopo, le due si erano ritrovate per la loro corsa giornaliera
“si?....sono i soldi che stà guadagnando da questa ultima pubblicità che lo rallegrano…. Pensa che ieri ha di nuovo tolto fuori l’argomento Santana casalinga” rispose sarcastica
“oddio no! Ti prego!” la bionda sorrise, scuotendo la testa
“già…. avevo anche un coltello in mano… ha rischiato grosso” si misero a ridere tutte e due
“hai sentito Brittany?”
“no…. Non dal giorno in cui le ho proposto l’idea della clinica”
“è una sciocca se pensa di risolvere il problema della sorella da sola.. un tentativo di suicido non è uno scherzo”  si arrabbiò la bionda
“dillo a me… al solo pensiero che quella ragazza stia da sola per tanto tempo e potrebbe benissimo rifare quel gesto, rabbrividisco” rispose la mora
“se provassi a parlarci io?” chiese Quinn
“non so se è una buona idea, è cambiata tanto e poi lei crede fermamente che nessuno di voi voglia rivederla, dopo che ha rotto i contatti inspiegabilmente con tutti”
“bè si sbaglia, penso che tutti sarebbero felici di rivederla, ne abbiamo passate tante e molti di noi si sono allontanati dal gruppo e poi sono tornati, siamo sempre stati una famiglia e lo saremo per sempre” disse fiera la bionda


Squillò il cellulare di Santana che vide una chiamata con un numero sconosciuto, si fermò e rispose
“pronto?” chiese dubbiosa, mentre Quinn riprese fiato
Sentì piangere a singhiozzi dall’altra parte, non seppe nemmeno il perché ma disse istintivamente

“Brittany?”
La bionda cercò di calmarsi ed abbozzò
“n-non sapevo chi chiamare”
“cosa è successo?” chiese quasi interrompendola, mentre Quinn la guardava preoccupata
“San…. N-non s-ò più cosa fare…. Ti prego aiutami”
“sei a casa?”
“si”
“stò arrivando Britt…. Andrà tutto bene capito? Aspettami lì” disse
Chiuse la chiamata e guardò disperata l’amica
“che è successo?”
“non lo so, ma niente di bello…. “ pensò due secondi e poi disse
“andiamo vieni con me, seguimi con la macchina”
 

Le due arrivarono quasi subito a casa di Brittany, Quinn era agitata, stava per rivedere la sua vecchia amica dopo tanto tempo ed in una situazione che doveva essere sicuramente drammatica

Entrarono e videro Adrian sul letto, che si dondolava, guardando nel vuoto, mentre Brittany cercava di abbracciarla e parlarle. Alle due bastò uno sguardo ed agirono.

Santana prese quasi di peso Brittany e la portò via da quell’abbraccio, terrorizzata anche lei, nel vedere Adrian in quello stato. La bionda sembrava non volesse lasciare la sorella, ma bastò uno sguardo sicuro di Santana, per cedere e buttarsi in lacrime trà le sue braccia.

Era troppo per lei, era stato troppo, in quei giorni, cercare di capire che cosa avesse la sorella, vivere nella continua ansia che potesse farsi di nuovo del male, era stato terribile aver vissuto tutto quello da sola.

“vieni qui tesoro, andrà tutto bene c’è Quinn con lei ora” le sussurrò, mentre erano sedute nell’altro letto che arredava quella fredda stanza.

Quinn si avvicinò lentamente ad Adrian che, era evidente, non si rendeva conto della realtà che la circondava, perché, accarezzandole la testa, non si girò nemmeno.

“Ciao Adrian, perché ti stai dondolando così?” la bionda si sdraiò sul letto, vicino a lei
La ragazza, per la prima volta la guardò, per poi tornare di nuovo a guardare il vuoto ed a dondolarsi, mordendosi nervosamente le mani

Quinn prese le sue mani, levandogliele dalla tortura della sua bocca e ripetè la frase

“perché dondoli così Adrian? C’è qualcosa che ti spaventa?” con voce molto delicata e sicura
“c-ci sono delle ombre che mi guardano” disse, agitandosi un po’ di più

Brittany ,sentendo quelle frasi sconclusionate della sorella, pianse ancora di più, stringendosi più forte a Santana

“quante sono?” le chiese la bionda per farla parlare
“sono due…. “
“sono vicine, però non ti possono toccare, giusto?”
“s-si giusto”
“ok Adrian, ascoltami bene….. le ombre non ti potranno mai fare del male se tieni stretta la mia mano, non ti toccheranno mai… ok?” la ragazza annuì.

Quinn si girò  verso un comodino e notò che c’erano alcuni medicinali che lei conosceva molto bene, erano dei calmanti e degli anti allucinogeni. Prese due pastiglie da diverse boccette, cercando di tenere sempre stretta la mano di Adrian, diede un veloce sguardo a Brittany e quasi si commosse, nel vedere Santana che la stringeva così e nel notare quanto era cresciuta e cambiata la sua amica, che non vedeva da tanto.

“Santana per favore mi porti un po’ d’acqua?” chiese con un volume basso, per non spaventare la ragazza

La mora, a malincuore, lasciò la stretta della sua amica, che tremava ancora dalla paura
“torno subito” le disse, guardandola negli occhi e dirigendosi subito a prendere l’acqua, per poi portarla a Quinn

“Adrian…. Vedi che se tieni la mia mano non si avvicinano? Come ti ho promesso…. Giusto?” la ragazza annuì “allora, per essere più sicuri della cosa, devi prendere queste due pastiglie, che faranno in modo che, queste ombre, vadano via e non ti facciano più paura… ok?” le porse il bicchiere e la ragazza ingurgitò subito le pastiglie, aiutata dall’acqua. “bravissima Adrian, vedrai che ora passerà tutto” Quinn le accarezzò i capelli castani
 


Mezz’ora dopo, Adrian, aveva smesso di dondolarsi e, lentamente, aveva rilassato i  muscoli, per cedere al sonno, Quinn era rimasta tutto il tempo sdraiata con lei a tenerle la mano. Appena si accorse che la ragazza si era addormentata, lasciò la mano e si alzò, vedendo che, nel frattempo, anche Brittany si era calmata.
Le due bionde si guardarono negli occhi per un istante, e Quinn notò la faccia stanca e triste dell’altra, le scesero le lacrime e si precipitò ad abbracciarla

Brittany ricambiò l’abbraccio e pianse ancora di più, emozionata per quell’incontro e terrorizzata per quello che era ancora successo

“oh tesoro…” disse la giovane psicologa
“grazie…. Grazie Quinn… i-io non so cosa dire” si asciugò le lacrime, mentre Santana guardava le sue amiche devastata dal pianto
“non ringraziarmi ora…. Mi ringrazierai quando Adrian starà bene…. “ la guardò dritta negli occhi, accarezzandole le guancie per poi continuare

“Brittany, tesoro, Adrian ha bisogno di aiuto, soffre di allucinazioni e di depressione, queste allucinazioni sono pericolose, perché potrebbero indurla a farsi ancora del male…. Capisci?” le prese la testa, perché la potesse guardare bene negli occhi
“con le cure giuste, starà presto bene, te lo prometto…. Ora io chiamerò in clinica del dottor Ross e farò venire un’ambulanza, per poterla prendere e portarla li” Brittany iniziò a piangere
“io voglio stare con lei Quinn, non voglio lasciarla da sola” Santana, sentendo quella frase, pianse ancora di più, per lo strazio del sentire Brittany così sofferente
“non sarà sola, sarà controllata costantemente e soprattutto sarà curata ed è quello di cui ha bisogno ora, e tu potrai vederla tutte le volte che vorrai tesoro” fece una pausa, perché stava per crollare anche lei, in un pianto copioso, vedendo l’amica in quelle condizioni
“Ok?” poi chiese
Brittany annuì e chiuse gli occhi, cercando di fare dei respiri, perché il dolore era talmente grande che sembrava non avesse la forza nemmeno di respirare

“vado a fare delle telefonate” disse Quinn, guardando Santana che annuì.
La bionda uscì dalla casa e le due rimasero sole

Santana si riavvicinò a Brittany ,che teneva le braccia incrociate, strette forti al suo petto, come se volesse trattenersi dall’urlare di dolore
La mora la guardò negli occhi pieni di lacrime e le diede una carezza, staccando forzatamente le braccia dal suo petto, per abbracciarla e stringerla a sé.
Brittany ,disarmata, sfogò il suo dolore in un pianto disperato, trà le braccia della mora che la stringeva il più forte possibile
“mi dispiace…. Mi dispiace…” disse trà le lacrime, mentre l’altra le intimava di fare silenzio.
 


Portarono Adrian in clinica, dove c’era un posto già pronto per lei che era molto più luminoso ed accogliente, rispetto alla stanza di ospedale che aveva lasciato pochi giorni prima. Brittany parlò coi medici che la rassicurarono e Quinn le spiegò un po’ di cose, riguardo la malattia della sorella e su come avrebbero agito per farla stare meglio.

“ce la farà vedrai tesoro, ma lascia che ti stiamo vicino, non ce la puoi fare da sola” le disse Quinn, mentre Santana si era spostata al telefono
“io non voglio disturbare nessuno, voi avete già una vostra vita Quinn, io ho portato solo casini” rispose
“no Britt, noi vogliamo aiutarti, non importa da quanto non ci vediamo, quando ti ho abbracciato, ho sentito che tutti quegli anni si sono annullati, siamo una famiglia …. Diceva sempre la nostra Berry ,ricordi?”
la bionda, trà le lacrime, sorrise al ricordo ed annuì “non disturbi nessuno, ma ci procureresti del dolore, se ci rifiutassi, perciò lascia che, a piccoli passi, rientriamo nella tua vita”

Brittany non sapeva cosa dire, era completamente scioccata dalle parole di Quinn, dal fatto che Santana si fosse precipitata ad aiutarla, nonostante quello che le aveva detto e nonostante, per tanti anni l’avesse fatta soffrire. Scosse la testa ed abbracciò forte Quinn che prese quell’abbraccio come un sì.

“ora però, anche tu devi riposare, sei stravolta” le cercò di sistemare delle ciocche di capelli
“devo andare a lavorare”
“non ci andrai invece oggi!” comparve Santana in quel momento, con un sorriso malefico
Le due la guardarono perplesse
“Charlie giusto?” indicò il cellulare, muovendolo velocemente “ho cercato il numero della caffetteria e l’ho chiamato, in qualità di medico curante della signorina Pierce, dicendo che eri evidentemente ammalata e non ti saresti presentata oggi a lavoro e, se lui avesse preso dei provvedimenti per la tua assenza, lo avrei denunciato per sfruttamento ed avrei fatto arrivare l’ufficio sanitario per dei controlli, che sicuramente, sarebbero risultati molto interessanti”  le due, in quel momento, riconobbero la faccia da stronza di Santana Lopez ai tempi del liceo e risero, stupite che, ancora, riuscisse a fare quei complotti diabolici.

“ora andiamo, ti accompagno a casa” disse poi, non lasciando nemmeno il tempo a Brittany di ribattere
La bionda salutò l’altra bionda con un abbraccio sincero, promettendosi che si sarebbero riviste presto.


 
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Non odiatemi per le scene con Adam vi prego -.-‘’
Ci sono delle scene strazianti e molto forti che ho cercato di smorzare qua e là con qalcosa di più leggero, spero di non aver impressionato nessuno, se così è successo chiedo perdono.
Non basterebbero milioni di grazie per le recensioni dello scorso capitolo che sono state ben 15      O__O
Sono veramente in imbarazzo non pensavo che la storia emozionasse così.
A presto, spero vi sia piaciuto anche questo capitolo.
Tanto amore per la mia Quinn ed anche per la Quinn delle ultime due puntate: Proud!!! :)
E.

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Capitolo 7
*** L'ultima notte al mondo ***


Santana accompagnò Brittany a casa,le due non si erano dette niente durante il tragitto, ma la mora era felice che l’altra avesse ceduto e lasciato che, Adrian, venisse curata in quella clinica.

“sei stanca Britt?” si girò un secondo per farle un sorriso.

Aveva gli occhi spenti, era preoccupata, Santana non capiva se c’era qualcos’altro che la turbava.
“un po’…” sorrise debolmente
“ci credo, hai passato tutta la notte a cercare di capire cosa avesse tua sorella….”
Nel sentire quella frase, Brittany, rabbrividì, come se avesse perso per un secondo la memoria e la mora le stesse ricordando le ultime ore passate.
Santana percepì il suo turbamento e le prese la mano. Quel tocco emozionò tutte e due, era un semplice sfiorarsi, ma per loro, tenersi per mano, era sempre stato un modo per unirsi nelle difficoltà, per dirsi che ci sarebbero state l’una per l’altra. Brittany, in un gesto spontaneo, strinse quella mano più forte.
“adesso ti farai una bella dormita ed andrà meglio vedrai” le disse poi
“San….”
“dimmi….”
“pensi che Charlie si arrabbierà? Non posso permettermi di perdere questo lavoro” disse con un velo di ansia
“non succederà, ti sei presa un giorno di riposo, ne hai tutto il diritto Britt. Non pensarci per oggi ok? Se succederà qualcosa, domani ci penseremo….” La guardò e vide che era più rassicurata.

Brittany aveva passato gli ultimi anni della sua vita praticamente da sola, le difficoltà, i problemi, i guai, li aveva risolti sempre lei, lottando e cercando di non lasciarsi soccombere da quella vita che aveva scelto di fare, ma, in quel momento, sentire Santana accanto a lei, sentire che c’era e che non l’avrebbe lasciata da sola, ma avrebbero affrontato i problemi assieme, le dava un’inspiegabile serenità e senso di sicurezza. Non provava quella sensazione da troppo tempo, e ne era felice.

Santana vide che la sua amica era immersa in chissà quali pensieri e decise di distrarla, parlando di qualcosa di più leggero.
“trà poco, mentre tu ti farai un bel sonnellino, devo andare a prandere all’asilo mia figlioccia, perché oggi è il suo terzo compleanno” disse felice, mentre Brittany la guardò curiosa
 “e sai chi è?” le chiese
La bionda fece no con la testa, mentre stringeva ancora la mano di Santana, che la staccava solo per cambiare le marce, per poi tornare a stringerla
“la figlia di Mercedes, Mariah, è una bambina stupenda!”
La bionda sgranò gli occhi e disse
“Mercedes Jones? Ha una figlia di 3 anni? Ed è sposata?”
Santana annuì divertita, per poi dire
“si sposata con un pazzo italiano! Dovresti vederli, sono una coppia esilarante!” continuò, quasi a voler stuzzicare la sua curiosità
“che meraviglia….” Rispose, poi si fermò a pensare per un secondo per poi dire “ma…. E Sam?”
“oh…. con Sam è andata male, si sono lasciati due anni dopo il liceo, ma sono rimasti molto amici, pensa che ha presentato lui Francesco a Mercy”
“ahahah bellissimo!” sorrise la bionda.
Santana era felice di essere riuscita a distrarla e decise di continuare, fino a che fossero arrivate a casa di Brittany
“Anche Tina e Mike sono sposati ed hanno un figlio di 4 anni, si chiama Michael Junior, nome strategico scelto da Mike, per poterlo chiamare MJ, come il suo mito” le fece l’occhiolino
“Mike e Tina….. quanto mi mancano….” Disse con aria sognante
“ci vediamo spesso trà di noi sai?” si girò di nuovo a guardarla “quando sarai pronta per incontrarli lo farai…. Non preoccuparti” disse, notando che si era un po’ rattristata

Arrivarono a casa di Brittany e Santana decise di entrare, per assicurarsi che davvero la bionda si mettesse a letto e si riposasse, per quello che aveva capito di lei, probabilmente sarebbe stata capace di mettersi la divisa da lavoro e tornare da quello sfruttatore di capo che si ritrovava.

Brittany, con le dovute insistenze di Santana, si mise a letto

“Così mi piaci Brittany Pierce, decisa e, soprattutto, fai le cose spontaneamente” ironizzò la mora, facendo ridere l’altra
“hai bisogno di qualcos’altro?” chiese poi
Si guardarono intensamente  per qualche secondo, Brittany aveva voglia di piangere, ma soprattutto, aveva sentito il suo cuore sussultare, vedendo quanto fosse bella Santana

“si…. Che ti sdrai un momento qui con me” disse poi, talmente spontaneamente, che quasi non si accorse nemmeno che, quella frase, fosse uscita dalla sua bocca.

Santana deglutì e sentì il respiro affannato dopo quella richiesta, ma decise di non pensare troppo alle conseguenze e si mise affianco a lei. Rivedere quegli occhi azzurri, così vicini, ancora le procurava sensazioni mai provate con nessuno, sembrava che la sua mente non avesse mai rimosso del tutto i lineamenti di quel viso così perfetto. Si guardarono in silenzio per svariati minuti, la mora sentiva il suo cuore, battere talmente forte, che sembrò si fosse spostato in gola.

Brittany le fece una carezza delicata, mentre continuava a scrutare il suo viso
“sei bellissima Santana” le disse dolcemente. La mora deglutì di nuovo
“anche tu” le sorrise, per poi dirle “non è molto bello da dire, ma penso che l’unica cosa bella di questa tragedia, è che ci ha fatto incontrare di nuovo” disse titubante, sperando di non aver detto niente di indelicato, ma quella cosa la pensava seriamente.
“già…. È vero”
La bionda unì la sua fronte a quella di Santana, tutte e due sospirano profondamente, come se volessero raccogliere un po’ di coraggio, dopo quel gesto. Rimasero per un tempo indefinito in quella posizione, fino a che, la mora, staccò la fronte da quella dell’altra, per poggiare il viso sulla sua clavicola e stringerla in un abbraccio. Brittany sentì il caldo delle sue lacrime, scendere sulla sua spalla e la strinse ancora di più, dandole un bacio sulla nuca e chiudendo gli occhi.


Si sentì la suoneria del cellulare di Santana che sussultò appena la sentì e si alzò subito dal letto

“hey!” rispose nervosamente
“amore! Sei uscita alle 7 per andare a correre ma sono le 11…. Capisco che avete esigenza di far scendere un po’ di ciccietta tutte e due…. Ma non vi sembra un po’ troppo?”
“no…no… abbiamo avuto un contrattempo” guardò Brittany, che fece una faccia strana alla parola contrattempo
“ci-cioè c’è stata una bella sorpresa” la bionda la guardò, ancora più perplessa
“Santana ma che stai dicendo? Dove sei?” chiese Adam
“stò arrivando a casa, ti racconto tutto dopo” chiuse la chiamata e fece un sorriso nervoso alla bionda, che la guardava curiosa


“era lui?” chiese
La mora annuì e, sedendosi sul letto, disse
“devo andare…. Tu mi prometti che cercherai di riposare un pò?” le chiese, accarezzandole il viso
L’altra annuì.
Santana vide lo sguardo malinconico e quegli occhi, che prima erano luccicanti, tornare tristi. S’illuminò improvvisamente e disse
“tornerò stasera, con una sorpresa!” le disse con fare eccitato
Brittany fece una faccia confusa e chiese
“cioè?”
“non preoccuparti, è una sorpresa…. Ti devi solo fidare di me” sospirò, pensando a cosa era successo pochi giorni prima, quando le aveva chiesto di fidarsi di lei “ti prego Britt, puoi fidarti di me questa volta?” chiese
La bionda divertita disse
“ok…. “
Santana si tranquillizzò e sorrise, per poi dire
“bene… a dopo allora” e darle un tenero bacio in fronte
“a dopo”
 
********
 
Entrò a casa sua trafelata, era in ritardassimo, doveva farsi una doccia, andare a comprare il regalo per Mariah con Adam e poi recarsi al pranzo, che avevano organizzato per il compleanno, al ristorante di Francesco.
Lanciò lo zaino sul divano e si fiondò in doccia, Adam doveva essere in giardino
Il ragazzo si accorse che la moglie era rientrata e la cercò

“San? Amore?” girò per la casa, quando, fermandosi, sentì lo scroscio rumoroso dell’acqua della doccia, fece un sorriso malizioso ed entrò
Santana faceva scorrere l’acqua attraverso il suo corpo, sperava che lavasse via un po’ di agitazione ed un po’ di subbuglio, che quel momento con Brittany, aveva procurato al suo stomaco, sapeva che dal suo cuore era difficile da mandare via, ma sperava che, quella doccia, potesse riaccendere a dovere il cervello.

“Oddio Adam mi hai spaventato!!!” disse, sentendo improvvisamente aprirsi il box doccia

Il ragazzo guardò il suo bellissimo corpo nudo, reso ancora più sexy dall’acqua che le scivolava addosso e la guardò sorridendo maliziosamente.
Santana capì subito le intenzioni del marito e, mettendosi a ridere, disse
“Oh no… no no…. Faremo tardi Adam!” mentre il marito si toglieva gli indumenti ed entrava in doccia con lei
“chi se ne frega? Tanto sono sicuro che sai già cosa prendere a Mariah” le disse, attirandola a sé e baciandola
 
 

“Allora che cosa è successo stamattina?”
Avevano comprato il regalo e si stavano dirigendo verso casa di Mercedes
Santana entrò nel panico, sperava che, dopo il momento intimo che le aveva concesso in doccia, si fosse scordato di tutto
“ah… si…..” disse nervosamente, mentre il ragazzo si girò a guardarla per un secondo, alzando un sopraciglio sarcasticamente, mentre guidava
“ecco… ho incontrato una mia vecchia amica del liceo” decise che, prima o poi, dovesse sapere di Brittany.
“sul serio? Figo!!!” rispose lui con entusiasmo, per poi dire “e come si chiama?”
“Brittany! Era la mia migliore amica al liceo, è tornata da poco a Lima”
“ma dai…. Pensavo fosse sempre stata Quinn la tua migliore amica”
“no, diciamo che al liceo io e Quinn abbiamo avuto molti alti e bassi…. Parecchi bassi devo dire…. Ci siamo ritrovate soltanto l’ultimo anno e poi, dopo il liceo, siamo diventate inseparabili” riassunse molto velocemente la cosa
“ah…. E questa Brittany nel frattempo? Che fine aveva fatto?” le chiese curioso
“è partita a Parigi dopo il diploma, con la sua famiglia…. Ma ora è tornata qui, e sono felice di averla ritrovata” disse sinceramente
“ma dai è bellissimo amore! La voglio conoscere! La dobbiamo invitare a cena, non credi?” Adam le prese la mano….
Santana si gelò al pensiero di lei Adam e Brittany insieme, nella stessa stanza e disse
“vediamo… ho bisogno di recuperare per prima io il rapporto con lei” le sembrò una buona frase, da poter sfruttare
“giusto…. Non vi vedevate da quanto?”
“12 anni”
“caspita, avrete un sacco di cosa da raccontarvi…. Le hai parlato di me?” chiese orgoglioso
“si” rispose a malapena lei
“le hai detto che sono bello, affascinante ed il miglior marito che potessi trovare?” sorrise per lo scherzo
“certo! le ho detto anche, che sei il più umile che potessi trovare in giro” rispose lei, scuotendo la testa
Adam rise ed approfittò del semaforo rosso, per avvicinarsi a lei e schioccarle un veloce bacio
“ti amo dottoressa Lopez” le disse poi

Santana non rispose, ma ricambiò semplicemente il bacio. In quel momento le venne in mente il viso delicato di Brittany e provò un desiderio incredibile di baciare le sue morbide labbra. Scosse la testa per cancellare quei pensieri.

Arrivarono al ristorante e videro fuori dal locale Mercedes

“oh bene! Giusto in tempo per fare il tuo dovere da madrina” Mercedes prese per un braccetto Santana e la trascinò con lei, verso l’asilo della sua piccola,mentre Adam le salutò felice, dirigendosi verso l’interno del ristorante.

Santana strinse forte il braccio di Mercedes, sembrava volesse trovare conforto in quel momento
“era tanto che non ci capitava di passeggiare assieme, Big mama” posò la testa sulla spalla della sua robusta amica, che la guardò perplessa, per quell’estrema dolcezza che non era tipica sua, ma che le faceva un immenso piacere
“e perché ormai stai rintanata, in quel maledetto ospedale, un’infinità di tempo!!” la rimproverò
“oh ti prego Mercedes, non ti ci mettere anche tu, mi basta ed avanza mio marito”
“lavori troppo Santana, ritagliati del tempo per te” le disse sinceramente l’amica
“non è vero, vedi? Oggi ho chiesto il giorno libero, per stare con la mia amata figlioccia” disse, per poi arrivare all’entrata dell’asilo e vedere che, i bambini, intanto uscivano di corsa, dirigendosi verso i propri genitori

Santana vide le treccine della piccola Mariah svolazzare e correre verso di lei, così si abbassò per accoglierla
“Zia San!!!!” urlò, per poi abbracciarla e farsi prendere in braccio da Santana
“Amore!!!!sei bellissima!” le diede un bacio, dopo averla fatta girare
“lo sai che oggi ho fatto 3 anni?” fece cenno con la mano, mentre con l’altra accarezzava la guancia della latina
“oh si, certo che lo so, e per questo ti aspetta un bel regalo, quando torniamo a casa”
“evvivaaaaa” la bambina urlò e si sporse verso la mamma per salutarla, rimanendo però ancora in braccio alla sua madrina
“mamma, zia San mi ha fatto un regalo!”
Merceds annuì felice stampando un bacio alla figlia e poi disse
“anche zio Adam” le ricordò, per poi guardare l’amica che annuì
“auguri Mariah, questo è il mio regalo” la bimba si sentì tirare da giù
Si girarono tutti e c’era il piccolo MJ con Tina, che si avvicinò subito alla bimba per darle un bacio
“auguri piccola” disse Tina, mentre Mariah era già scesa dalle braccia di Santana, per aprire il regalo del suo amichetto


Le tre ex compagne di scuola, si dirigevano verso il ristorante, passeggiando lentamente ed assaporando quel piccolo momento di intimità solo loro, mentre, attente, davano uno sguardo ai bambini davanti a loro, che correvano e giocavano felici.
“ho incontrato Brittany” disse improvvisamente Santana
Le due si fermarono e la guardarono
“Brittany?” chiese Mercedes
“Oddio….. Brittany Pierce?” esclamò Tina
La mora annuì con un sorriso
“ma…ma come…. Dove l’hai vista? Non era a Parigi?” chiese Mercedes
“E’ tornata da un anno a Lima, ci siamo incontrate per caso” Santana non se la sentiva di raccontare di Adrian, non sapeva nemmeno se Brittany era contenta che avesse detto di lei alle amiche
“Oddio ma come stà? Non si è fatta mai più sentire, con gli altri, bene o male, sappiamo che fine abbiano fatto, anche quelli più lontani, come Artie che stà in Canada” disse Tina
“stà bene, è molto cambiata” rispose la latina
“non è stato molto bello che abbia tagliato i rapporti con tutti, dopo poco che si è traferita” disse Mercedes, con fare deluso
“già…. Anche con Mike, con il quale aveva un rapporto bellissimo, e poi con te…. Eri distrutta da quel distacco” pronunciò Tina, guardando l’amica preoccupata
“Oddio…. E…. e tu come stai?” Mercedes, improvvisamente, si preoccupò, dopo la frase di Tina, le venne in mente tutto il periodo del liceo, soprattutto quell’ultimo anno, dove Santana aveva fatto dei passi importanti, dichiarando a tutti il suo amore per Brittany e svelando la sua identità sessuale.
“stò bene Mercy tranquilla” mentì,perché l’incontro con lei le aveva stravolto di nuovo la vita, ma non era il caso di affrontarlo con le amiche “sono contenta di averla ritrovata…. Magari, più avanti, organizziamo un incontro con lei…. Ok?” disse, guardandole a turno per tranquillizzarle
 
 

Il pranzo andò benissimo, erano arrivati anche Simon e Quinn e si erano uniti a loro. Santana trovò un momento, per prendere in disparte la sua migliore amica

“sei stata da lei? Come stà?” le chiese a bassa voce
“stà dormendo…. Credo la faranno dormire per un po’, ha bisogno di riposare, probabilmente non dormiva da giorni, poi inizierà la terapia, non preoccuparti starà bene” la guardò sicura ,per poi chiedere
“Britt?”
“l’ho lasciata che mi prometteva avrebbe dormito un po’…. speriamo” rispose, facendo gli occhi al cielo
“l’ho detto Adam…” disse poi
“che cosa? Ci-cioè cosa gli hai detto?” si agitò
“hey… hey calma! Gli ho detto che ho incontrato la mia migliore amica del liceo, dopo dodici anni” vide che la bionda fece un sospiro di sollievo
“e lui?” chiese poi Quinn
“era felice per me…. Mi ha proposto addirittura di invitarla a cena” sorrise
“Oh Cristo, penso che potrei avere un infarto, nel vedere nella stessa stanza te, Adam e Brittany” pronunciò e la mora si mise a ridere, perché aveva fatto esattamente lo stesso suo pensiero.
“l’ho detto anche a Mercedes e Tina” disse improvvisamente
“che cosa? Cavolo San cosa ti è preso?” si mise una mano nei capelli
“Quinn! perché sei così preoccupata? Voglio che Brittany faccia di nuovo parte della nostra famiglia e mi sembra un bel modo di iniziare, informandole della sua esistenza di nuovo a Lima”
“si… ok…. Ma loro sanno del tuo passato con Brittany, ricordi? Mentre Adam no!!! Che cazzo Santana!!!” la bionda si agitò ancora di più

“Quinn ti vuoi calmare?sanno altrettanto bene che sono sposata, sono passati dodici anni e sono felice di averla ritrovata come amica”
“ed è così giusto? È tutto giusto quello che pensano?”Quinn la guardò dritta negli occhi, chiedendo conferma

Santana abbassò lo sguardo e non rispose, sentendo il sospiro agitato dell’altra, che decise di non infierire ancora

“mi devi aiutare a fare una cosa” le disse poi, riprendendo coraggio
“cosa?” chiese la giovane psicologa
“le ho promesso una sorpresa e voglio portarla all’inaugurazione stasera”
“tu sei completamente pazza Santana!”  Quinn si sgitò di nuovo andando avanti ed indietro
“andiamo Quinn! Non ci sarà nessuno che la conosce…. A parte i proprietari…. Forse Puck, ma non credo sia un problema, ha bisogno di distrarsi un po’…..”
“a bè….. e portare la tua ex all’inaugurazione di un locale per gay, mi sembra un bel modo per distrarsi, soprattutto per te!”
“hey Psycho! Stai prendendo tutto un po’ troppo pesantemente mi sembra, rilassati, ci divertiremo, noi tre come ai vecchi tempi! Fidati di me Quinn” le mise le mani sui fianchi e le sorrise, per tranquillizzarla
“sono preoccupata per te Santana” Quinn la guardò tesa
“non preoccuparti… davvero Quinn, lasciamoci andare…. Stasera saremo tre fighe da paura e ci guarderanno tutti, gay e non….” Le sorrise, procurando una risata nell’altra, che l’abbracciò forte
“Dio…. Ci voleva Brittany Pierce per farti tornare la voglia di fare la stronza!”
“io lo sono sempre stata stronza, ce l’ho nel mio DNA” pronunciò, per poi stamparle un bacio in fronte
 
 

Le due ragazze arrivarono felici a casa di Brittany quella sera, con un sorriso malizioso in volto, ed una serie di buste trà le mani.
La bionda aprì la porta e si spaventò, sia per l’esagerata bellezza delle sue due amiche, che per quello che portavano felici trà le mani

“Oddio…. Ma siete due gnocche da paura…. Dove andate di bello?” chiese poi
“ad un’inaugurazione di un locale e tu vieni con noi!” le disse Quinn, stampandole un bacio sulla guancia ed entrando nella casa
“già e tu vieni con noi” ripetè Santana, facendole l’occhiolino e stampandole anch’essa un bacio

Brittany rimase per qualche secondo interdetta ancora alla porta, mentre le sue amiche aveva già sistemato sul letto i vestiti, che intendevano farle provare
“oh…. Ma…ma io… non…” balbettò
“tu niente! Mi hai promesso che ti saresti fidata di me!” le disse Santana, per poi prenderle la mano e trascinarla in mezzo a quello che, era diventata, una sede staccata di una boutique.
Ci misero un’ora per decidere quale vestito far mettere alla loro amica, quali scarpe abbinarci e come pettinarla, soddisfatte del loro lavoro, Santana completava l’operato, truccando il bellissimo viso acqua e sapone di Brittany
“oddio…. non mi truccavo da una vita!” esclamò, mentre la mora le metteva l’ombretto sorridente
“Dio sei uno schianto Britt” le sfuggì, guardandola negli occhi, risaltati dal colore acqua marina dell’ombretto che le stava mettendo
Finto il lavoro le due ragazze la presero per mano e la portarono verso il lungo specchio dell’armadio. La bionda spalancò gli occhi incredula
“oddio! ma sono io quella?”
Le altre due annuirono soddisfatte e Quinn disse
“ora chi è la più gnocca qui dentro?”
“io ovviamente!” disse Santana, facendo il suo sguardo da stronza e facendole ridere.
 
 
 

Arrivarono al locale e Quinn le fermò prima di entrare, guardò intensamente le loro due amiche e disse
“parola d’ordine divertirsi! Non si pensa a niente stasera ok?” diede un veloce sguardo alle due, che annuirono con un sorriso. Santana guardò Brittany e si rese conto che era un po’ agitata, le prese la mano dicendole
“promesso?”
“promesso!” rispose annuendo e stringendole la mano
Entrarono tutte e tre, prese per mano ed incontrarono subito Blaine che, all’ingresso, si occupava di salutare le persone.
“Wau! Le mie ragazze!!! Siete venute! Non ci speravo onestamente!” abbracciò prima Quinn e poi Santana per poi fermarsi davanti a Brittany, che rimase immobile un po’ agitata
“Brittany? Sei Brittany Pierce? O mio dio!!” esclamò il ragazzo, per poi abbracciarla, dopo che la bionda aveva annuito
“Brittany! ma che fine avevi fatto? Cazzo quanto tempo! Stai benissimo!!!” le disse, guardandola dalla testa ai piedi, mentre la ragazza arrossì
“è una lunga storia….” Rispose lei in imbarazzo
“hey ma dov’è il padrone di questo posto stupendo?” Santana prese la parola, per togliere Brittany dall’imbarazzo
“era qui un secondo fa, si è spostato, vado a cercarlo e ve lo porto!” disse Blaine, dando un ultimo sguardo felice a Brittany
“che emozione rivedere Blaine ed ora sarà ancora più emozionante abbracciare Kurt” disse Brittany, per poi vedere che le due, improvvisamente, si girano ed esclamarono in coro

“Kurt???!!!!”

L’ex ballerina si spaventò per la reazione e spalancò la bocca, vedendo arrivare Blaine col suo compagno

“Eccolo qui!” disse
“hey! Le mie ragazze del McKinley preferite” si sporse a baciare le due sue amiche e si fermò davanti a Brittany
“Brittany giusto?” disse

“Sebastian! Non pensavo ti ricordassi di me….. gran bel locale, complimenti!” disse ,cercando di nascondere lo shock appena subito
“grazie! Ci abbiamo lavorato sodo, vero amore?” abbracciò Blaine e lo guardò con amore, mentre l’altro annuiva felice
“mi raccomando divertitevi! Ora vi devo lasciare ….. ci vediamo dopo!” disse, per poi guardare il compagno perché facesse, al suo posto, gli onori di casa con le amiche

“venite, vi ho riservato un tavolo, non ho mai perso la speranza che arrivaste, ed ho avuto ragione” fece l’occhiolino, facendosi seguire dalle tre
“che ne è stato del suo grande amore Kurt?” Brittany chiese a bassa voce a Quinn
“lunga storia, diciamo che ha ceduto alle miliardi di avance dell’altro usignolo” le fece l’occhiolino, per poi dire “Pierce, mi sa che dovremo ritagliarci una giornata intera, per aggiornarti di tutti gli avvenimenti dei tuoi vecchi compagni del Glee club” ammise divertita, mentre Brittany, ancora sconvolta, annuì


Le tre erano sedute nel loro tavolo a commentare ogni cosa che passasse sotto i loro occhi, mentre sorseggiavano i loro Drink, quando videro una presenza a loro ben conosciuta.
“che mi prenda un colpo! Se avessi saputo che in un locale per gay, ci fossero state anche delle gnocche etero, mi sarei conciato diversamente!” Puck si avvicinò a loro con una birra in mano, ammiccando, per poi accorgersi della presenza di Brittany e spalancare la bocca
“Brittany?..... che Dio mi fulmini se non sei quello zuccherino della Pierce!” disse, indicandola mentre le tre risero
“Puckerman non sei cambiato per niente, anche se non hai più la tua cresta!” Brittany si avvicinò per abbracciarlo
“Dolcezza, ma che fine avevi fatto? Mi hai lasciato in disperazione la moretta qui affianco!” disse, per poi accorgersi che, con quella battuta, aveva creato il gelo intorno a sé
“Puck che diavolo ci fai in locale per gay? Non credo che tu sia passato all’altra sponda!” Quinn intervenne, per togliere dall’imbarazzo le altre due
“sia mai pasticcino, sono qui per il mio amico Blaine e perchè il mangereccio di questo locale, è opera della Puckerman catering corporation” si pavoneggiò “ed a quanto pare, ho fatto bene a venire, ho pescato tre pesciolini come  voi, tutti soletti” pronunciò ammiccando

Si sedette al loro tavolo ed incominciò a chiacchierare e sparare idiozie, facendo ridere le tre ragazze.

Ad un certo punto si spensero le luci e si illuminò un palchetto, in fondo al locale, le persone urlarono vedendo Blaine e Sebastian sopra, con un microfono in mano. I ragazzi ringraziarono tutti i presenti e diedero inizio alla loro esibizione, cantando un duetto romantico, che commosse tutti

“ed ora…. vorrei chiamare qui sul palco, una delle voci più belle che io conosca, lei non lo sa, ma sarà una sorpresa… Dottoressa Santana Lopez, vuole raggiungermi qui sul palco?” pronunciò Blaine, mentre Santana spalancò la bocca, nel sentire il suo nome, gli altri si girano a guardarla divertiti
“oh no! Vi prego ditemi che ho sentito male io….. non ha pronunciato il mio nome vero?” guardò a turno i suoi amici, che divertiti, annuirono per farle capire che aveva sentito bene
“Blaine, me la pagherai bastardo! Non se ne parla, non canto da una vita!” pronunciò
“ohhhhh andiamo Lopez, non fare la preziosa” Puck la prese e la sollevò, portandola in braccio verso il palco, mentre lei si dimenava per cercare di scendere dalla grinfie di quel troglodita
“Puckerman la vasectomia che ti sei fatto fare al liceo, sarà niente in confronto a quello che ti farò dopo questa cazzata che hai osato fare!!!” gli urlò, dandogli dei pugni sulla schiena

La latina si ritrovò catapultata sul palco, con le luci che illuminavano la sua persona e quella di un Blaine sorridente.

“dai, scegli un pezzo ed io ti accompagno al piano, come ai vecchi tempi! Avanti, fallo per me” le sussurrò all’orecchio
“la prossima volte che tutte e due saremo in sala operatoria, ed io avrò un bisturi in mano, il paziente non sarà il primo che lo proverà” le rispose, sempre all’orecchio terrorizzandolo.

Si girò verso la sala e si accorse che era gremita di gente, che aspettava che lei cantasse, le venne il panico, non cantava da tanto tempo davanti ad un pubblico, con gli altri amici del Glee, si erano ritrovati miliardi di volte a cantare insieme, ma il contesto era decisamente  diverso. Focalizzò un punto in particolare e si accorse che, Quinn e Brittany, si erano avvicinate al palco. Brittany era così bella quella sera, non aveva fatto altro che guardarla, facendosi beccare varie volte da lei, ma non poteva farne a meno, le era mancata troppo, il suo cuore aveva sofferto tanto, quando si erano lasciate, a mala pena riusciva a battere….. ed ora lo sentiva vivo più che mai, ora che l’aveva ritrovata, sussultava ad ogni sguardo, ad ogni tocco e ad ogni sorriso che Brittany le dedicava. Si avvicinò a Blaine e le sussurrò il titolo della canzone, che il ragazzo conosceva bene. Le sorrise soddisfatto e si mise al piano iniziando le prime note.

Santana cercò lo sguardo di Brittany, come se ci fossero solo loro due li dentro, non pensò a nessuna delle conseguenze e, cercando il suo sguardo, disse prima cantare

“per te”
 
“Cade la neve ed io non capisco
che sento davvero, mi arrendo, ogni riferimento è andato via
spariti i marciapiedi e le case e colline
sembrava bello ieri…

 
Brittany  rimase sconvolta da quello sguardo che la latina le aveva riservato, da quella frase ed ancora di più da quella voce bellissima, che, per tante notti solitarie, aveva sentito risuonare nella sua testa, lo faceva spesso, per non dimenticare la voce di Santana che adorava.
 
 
Ed io,
io sepolta da questo bianco
mi specchio e non so più
che cosa sto guardando

 
La mora non lasciava lo sguardo, era incatenata a quegli occhi, questa canzone era tutto quello che il suo cuore le voleva dire
 
 
Ho incontrato il tuo sorriso dolce
con questa neve bianca adesso mi sconvolge
la neve cade e cade pure il mondo
anche se non è freddo adesso quello che sento
e ricordati ricordami: tutto questo coraggio
non è neve
E non si scioglie mai, neanche se deve

 

Brittany sorrise, rispondendo a Santana che cantava del suo sorriso
 
 
Cose che spesso si dicono improvvisando
Se mi innamorassi davvero saresti solo tu
l’ultima notte al mondo io
la passerei con te
mentre felice piango e solo io
io posso capire al mondo quanto è inutile
odiarsi nel profondo

 
A quelle parole gli occhi di Brittany lacrimarono, mentre, Santana, cercava di trattenersi, per poter proseguire la canzone
 
 
Ho incontrato il tuo sorriso dolce
con questa neve bianca adesso mi sconvolge
la neve cade e cade pure il mondo
anche se non è freddo
adesso quello che sento e
ricordati, ricordami tutto questo coraggio
non è neve
E non si scioglie mai, neanche se deve

 
 
Non darsi modo di star bene senza eccezione
crollare davanti a tutti e poi sorridere
Amare non è un privilegio è solo abilità
è ridere di ogni problema
mentre chi odia trema

 
 
Il tuo sorriso dolce è così trasparente
che dopo non c’è niente
è così semplice così profondo
che azzera tutto il resto e fa finire il mondo

 
Prese coraggio e la indicò, facendo girare tutti, per cercare a chi fosse dedicata la canzone, Brittany si sentì come se avesse un faro addosso, ma non le importava, in quel momento, continuava a tenere il contatto visivo con chi, lassù, le stava parlando attraverso una canzone
 
E mi ricorda che il coraggio non è come questa neve
 

Ho incontrato il tuo sorriso dolce
con questa neve bianca adesso mi sconvolge
la neve cade e cade pure il mondo
anche se non è freddo adesso quello che sento
e ricordati, ricordami tutto questo coraggio non è neve.

 
Santana finì la canzone e non potè trattenere una lacrima, mentre il pubblico applaudiva e Quinn guardava Brittany, evidentemente provata dalla cosa.

Scese verso gli amici che le fecero mille complimenti,ignorò Puck che non smise di fare battute su di lei, ma notò che Brittany stava in silenzio, incrociò il suo sguardo e la bionda azzardò

“bellissima canzone e tu l’hai cantata benissimo” le disse, prendendole le mani

Brittany si accorse che Santana tremava ancora
“ho bisogno di prendere un po’ d’aria” le disse la mora
“vieni, ti accompagno fuori” le prese la mano e la trascinò verso l’uscita


Erano ancora prese per mano e Brittany ,sorridendole, le disse
“hai fatto una cosa molto coraggiosa” le mise una ciocca dietro i capelli

“cosa? Quella di cantare su un palco, con sotto una sfilza di gay commossi o …” si fermò un secondo, per prendere il respiro “quella di dedicarti la canzone?” la guardò timidamente, mentre la bionda si accorse che riprese a tremare.

Brittany le cinse i fianchi per farla rilassare, ma non riuscì molto nell’intento, perché Santana si agitò ancora di più a quel gesto

“davvero ti sono mancata così tanto in tutti questi anni?” le sussurrò piano Brittany

“non puoi nemmeno immaginarlo, sei rimasta nel mio cuore ed anche se ho cercato di rifarmi una vita ed ho provato qualcosa per un’altra persona io..”

Non riuscì a finire la frase, che si ritrovò le labbra di Brittany trà le sue.
Spalancò gli occhi per lo stupore, ma poi fù più forte la sensazione profonda di benessere, che le pervase in tutto il corpo. Quelle labbra così morbide, erano la medicina per il suo cuore. Brittany le mise una mano dietro la nuca, per accarezzarle i capelli morbidi, si strinsero ancora di più ed, in sincrono, come se i loro istinti non avessero dimenticato i loro tempi, aprirono la bocca per far entrare le loro lingue che, magicamente, si riconobbero e sussultarono di gioia.


“hey! Puck vuole fare We are Young tutti insieme, dobbiamo andare sul pal….” Blaine si bloccò, nel vedere che, le due, si stavano baciando

Brittany e Santana non si allontanarono ma lasciarono le loro labbra, mentre la bionda appoggiò, sconfitta, la fronte sulla sua spalla e crollò in lacrime. Santana l’abbracciò e poteva vedere, contemporaneamente, il viso di Blaine sconvolto, i due si guardarono intensamente ed il ragazzo alzò la mano, in segno di scusa e si allontanò

“m-mi dispiace…. Non dovevo farlo…” disse in lacrime la bionda
“l’abbiamo voluto tutte e due” le disse, mentre da lontano, vide la sagoma di Quinn che si avvicinava.
“che è successo?” le chiese allarmata
“Brittany è un po’ stanca, possiamo andare via?” le chiese la mora
Quinn annuì subito e tornò dentro, per prendere le loro cose.

 
Nel tragitto, mentre Quinn guidava, sentiva una tensione incredibile, vedeva Santana, seduta affianco a lei, che aveva la fronte contratta, ed era la sua tipica espressione di preoccupazione. S’immaginò che,  sicuramente, era successo qualcosa trà loro due.

Arrivarono a casa di Brittany e Santana disse a Quinn
“puoi aspettarmi qui un minuto?” mentre la ragazza annuì e salutò Brittany

Si ritrovarono tutte e due sulla soglia della porta, nessuna delle due sapeva cosa dire, di quello che era successo poco prima
“i-io non so….. Cristo mi dispiace Santana” disse, in evidente imbarazzo e con parecchia agitazione
Santana sentì l’impulso di abbracciarla e lo fece. La strinse forte a sé e pianse, rimasero per qualche secondo così, senza dire niente, la bionda era troppo dispiaciuta, anche per piangere.
“ho bisogno di dormirci su…. Perdonami, ma non riesco a parlare in questo momento” la bionda annuì comprensiva
Santana la guardò sinceramente negli occhi, era bellissima, ancora più bella di poche ore prima se era possibile. Non poteva stare li a lungo, lasciò la presa e le diede un bacio sulla guancia, per guardarla un’ultima volta.
 

Salì in macchina, vide che Quinn era agitata e preoccupata, sicuramente aveva notato che aveva pianto ed, altrettanto  sicuramente, aveva capito tutto quello che era successo.

“che cos….”
“Quinn! ti prego…. non ora!” la interruppe subito
La bionda rispettò quella richiesta ed accompagnò la sua amica a casa, senza dire più una parola, per tutto il tragitto.
 
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Quanto materiale per farmi odiare in questo capitolo eh?
Adam che entra in doccia….
Se qualcuno shippa il Klane mi odierà a morte, ma io Kurt e Blaine non li vedo bene assieme e Sebastian mi piace…. Vabbè ma direte: chi se ne frega delle tue opinioni?     XD

Solo una cosa da aggiugere la canzone che canta Santana è di Tiziano Ferro si intitola “l’ultima notte al mondo”. La canzone musicalmente non mi entusiasma di per sé come non mi entusiasma nemmeno la voce di Tiziano, ma questo testo è meraviglioso e quando ho sentito questa canzone ed ho letto più volte il testo mi ha dato lo spunto per scrivere questa FF.  se volete vi lascio il Link anche se ripeto non è il massimo la canzone:
http://www.youtube.com/watch?v=643KXOz9LoM

Spero di essermi fatta almeno un po’ perdonare per i momenti Brittana che ci sono….. anche se diciamo che quel bacio ha creato più casini che altro XD
Fine lenzuolo

Grazie a chi recensisce sempre, vi adoro da morire!
E.

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Capitolo 8
*** Dubbi ***


“Se mi innamorassi davvero saresti solo tu
l’ultima notte al mondo io
la passerei con te, mentre felice piango”

 
Brittany aveva pensato tutta la notte a quella canzone ed a quella frase in particolare. Non era riuscita a chiudere occhio.
Che le stava prendendo? Pensò….
Santana era sposata! Non l’avrebbe dovuta baciare, non avrebbe dovuto lasciare che, il sentimento e l’istinto, prendessero il sopravvento sul suo autocontrollo.
Aveva vissuto tutti quegli anni a tenere a freno tutto quello, era stata con diverse persone, sia uomini che donne, ma si era imposta di non innamorarsi mai, e quando sentiva anche un minimo segno di cedimento a quella promessa fatta a sé stessa, aveva quella stupenda possibilità di essere libera di scappare, andare da un’altra parte ed allontanarsi da chiunque la portasse a cadere di nuovo nella trappola della dipendenza da qualcun altro.
Brittany non voleva amare qualcuno, talmente tanto, da non poter vivere senza.
Si era chiesta più volte il perché di quella sua esigenza ed, ogni volta, per tutti quegli anni,le era sempre venuta in mente Santana, era stupido pensare che, un amore adolescenziale, le avesse potuto segnare così tanto la vita, ma, nel bene e nel male, lei era stata l’amore più importante e forse non ce ne sarebbero stati mai più come lei, forse non avrebbe provato più quelle sensazioni, che era riaffiorate tutte insieme, quelle ore prima, con quel bacio.
Forse non si era mai più innamorata di qualcuno, perché nessuno poteva farle provare quello che, Santana, le aveva fatto provare. Si ripetè tutta la notte che, comunque, non era importante, perché l’aveva lasciata sola ed era sparita dalla sua vita per tanto tempo, senza darle nemmeno il diritto di una spiegazione e, per questo, non aveva  il diritto di stravolgerle la vita, non poteva, per un bruttissimo scherzo del destino, piombare improvvisamente nella sua vita.

Decise di alzarsi e di prepararsi per andare a lavoro, tanto non le sarebbe servito rimanere sul letto a continuare a rodersi il cervello. Aveva la giornata abbastanza piena, quel giorno doveva inevitabilmente dire a Charlie che, Adrian, non sarebbe potuta andare a lavoro per un po’, non sapeva come avrebbe reagito.
 
 

Santana si era svegliata molto presto quella mattina ed aveva deciso di andare a correre da sola, aveva bisogno di schiarirsi le idee e di sfogare tutto quello stato emotivo interiore, che si portava dentro dopo la sera passata, con una corsa.

Iniziò a correre da casa sua fino al parco e, dal parco, continuò senza fermarsi, non sentendo niente, non provando nessun dolore e quasi non sentendo nessun affanno. In quel momento sembrava un robot, se non fosse che non riusciva a far smettere quelle immagini e quelle sensazioni che continuavano a proiettarsi, imperterrite, nella sua mente. Nemmeno la fatica di un ritmo sostenuto di corsa, riusciva ad annebbiarli. Si fermò ormai esausta e si mise a sedere su una panchina, chiudendo gli occhi ed arrendendosi a quelle lacrime di rabbia che, da ore, volevano liberarsi.
 
 


“Evviva sei guarita, sono felice che tu sia tornata!” Sarah le si era catapultata addosso, appena l’aveva vista entrare dalla porta principale della caffetteria
“hey! Stò meglio, hai visto? Sono forte io!” disse, tenendola trà le braccia
“ti ho mandato un sms ieri perché ero preoccupata quando Charlie mi ha detto che non saresti venuta perché stavi male” le disse, guardandola corrucciata
“si l’ho visto, ma no potevo risponderti, ho finito il credito, gli ultimi soldi che avevo nella scheda, li ho usati per chiamare aiuto” Brittany abbassò lo sguardo
“che è successo?” chiese la collega
“Adrian è ricoverata in una clinica psichiatrica” disse con gli occhi velati
“Oh Dio Britt, mi spiace tanto” la giovane ragazza si commosse ed abbracciò più forte l’amica
“non preoccuparti, starà meglio lì, ma dovrà starci per un bel po’” le disse
“come farai con Charlie?”
“glielo dirò oggi…” disse, lasciando la presa della ragazza e dirigendosi nello spogliatoio del personale, per poggiare le sue cose e prepararsi per il suo turno.
 
 


“Arrivo, arrivo!! Ma che cazzo…. Sono le 8:30 del mattino di domenica! Chiunque tu sia, spero sia importante, perché non vivrai abbastanza per vedere tramontare il sole di questo giorno”

Santana aveva suonato insistentemente il campanello di casa Puckerman, sapeva che era a casa e sapeva benissimo che stava ancora dormendo, ma aveva bisogno di lui, aveva bisogno di parlare con qualcuno senza sentirsi giudicata, di qualcuno che non avesse legami con nessuno dei personaggi di quella storia e fosse esclusivamente interessato a lei ed al suo bene.

L’uomo aprì la porta ancora assonnato e si ritrovò una Santana, con le braccia incrociate, che guardava il pavimento. Non disse una parola, anche perché non c’era bisogno, sapeva che, quando la mora si presentava in quelle condizioni da lui, a qualsiasi ora, era un qualcosa di estremamente importante ed anche estremamente drammatico: lo aveva fatto quando la mamma era andata via, l’aveva fatto anche notte prima di sposarsi, presa dal panico, perché non era più sicura di fare quel passo importante, ed ora era di nuovo li…. Noah intuiva il perché, era sempre pronto a scherzare ed a fare l’idiota con le persone, ma le sapeva capire nel profondo.

“visto che mi hai svegliato, fai colazione con me? “ le indicò una tazza, pronta per essere riempita, mentre metteva a scaldare il caffè.
La cucina di Puck era tutta bianca e molto grande, poteva permettersela in fondo, i due si poggiarono su un tavolo che era sistemato ad isola, al centro della stanza.
“hai corso? Sei in tenuta da ginnastica” il ragazzo cercò argomentazioni per farla parlare, era evidentemente nel panico.
La mora non rispose e continuò a guardare in un punto nel vuoto, tenendo sempre le braccia incrociate.
“vuoi che ti porti una lavagnetta? Così magari riesci ad esprimerti meglio!”  la provocò
Santana alzò lo sguardo e disse
“Idiota!”
“ah… bè è già qualcosa….”pronunciò, facendola sorridere, mentre le versò del caffè nella tazza
“allora…. Che succede dottoressa Lopez? Il maritino non riesce più a reggere per più di 2 minuti?” sorseggiò il suo caffè, soddisfatto per quella bellissima frase, che le era venuta in mente
“Noah smettila di sparare cazzate!”

la latina prese la sua tazza e si portò verso il salotto, sedendosi sul divano bianco, che era posizionato davanti ad un ampia vetrata, che dava ad un giardino immenso.
Puck la seguì, aspettando che la sua amica si decidesse a parlare

Santana continuava a guardare il vuoto, accarezzando la tazza calda, l’uomo si stufò e prese l’iniziativa

“avanti! So che sei qui per una certa biondina, che magicamente è ricomparsa”
La latina lo guardò con gli occhi lucidi, Puck provò pena osservandoli. Sospirò ed iniziò a piangere istericamente e tremolante. Noah le prese la tazza, prima che potesse rovesciare tutto il contenuto nel suo bianchissimo divano da 3000 dollari, e la strinse forte.
“cazzo non ci voleva…. Ti ha sconvolto la vita vero?”
La mora annuì ancora trà le lacrime.
“hey… hey basta! Lo sai che non sopporto la Santana da pianto isterico…. ok?” la scostò appena e le prese il viso, per farsi guardare negli occhi.
La mora annuì e cercò di tirarsi un po’ su e di smettere di piangere.

Ci volle qualche minuto, perché Santana si calmasse, Noah aspettò pazientemente

“cazzo Puck ,io pensavo di essere forte, pensavo che i miei sentimenti per Adam fossero forti ed invece mi è bastata vederla, che mi è crollata ogni certezza!” iniziò la sua fase di rabbia.
“è tutto di nuovo amplificato, tutto come dodici anni fa, solo che ora, non sono un’adolescente in preda agli ormoni! Sono una donna adulta e sposata cazzo!!!!” diede un pugno contro il divano, in gesto di stizza, mentre il ragazzo affianco a lei rabbrividì preoccupato.
Santana guardò il suo amico e disse sinceramente
“ieri ci siamo baciate” Puck sgranò gli occhi “cioè lei mi ha baciata, ma io non mi sono tirata indietro… anzi…. e poi anche io ho fatto la mia parte, dedicandole quella canzone!” continuò
“oh caspita pasticcino! quella canzone parlava chiaramente!” le disse, ricordando quel momento
“non so che cosa fare! Ho la testa che mi scoppia!” si mise una mano trà i capelli
“hey… hey…. Calmati! Non devi per forza decidere tutto ora….. non c’è nessun timer che ti obbliga a farlo” le prese la mano, mentre lei continuava a guardarlo disperata

“senti…. Per quanto io non sopporti il maritino perfettino che ti sei trovata… e lo sai benissimo, però ti sei rifatta una vita da quando lei se né andata….. e, tutto sommato, è una bella vita, tranquilla, senza nessun problema: marito perfetto, lavoro perfetto, casa perfetta ed amici perfetti” ironizzò Puck, per quanto lui potesse odiare tutta quella patina di perbenismo, che tanti suoi amici si erano creati, tutto perfettamente nelle regole… per questo si era allontanato da loro e li vedeva sempre meno, si sentiva imprigionato quando stava con loro nelle serate in famiglia, che sapevano tanto di famiglie per bene in stile 800. Lui aveva 30 anni e voleva ancora viverla appieno la sua vita, non imprigionato dietro un anello, Santana questo lo sapeva bene, e un po’ lo capiva, solo che lei, come al solito, non aveva trovato il coraggio di fare come lui.
“devi soltanto capire se vale la pena rimettere in gioco tutto questo per lei” concluse
“e ti pare poco?” lo guardò storto, per quell’ultima frase detta con leggerezza
“no… per niente, ma la tua felicità dipende da questa scelta Santana! e nessuno ti può dire cosa devi fare, se non te stessa”
La mora, sconfitta, si lasciò andare sul petto del suo amico, sbuffando sonoramente
“uff…. vorrei non se ne fosse mai andata ed, a volte, vorrei non fosse mai tornata invece…. È un casino Puckerman”
“lo so…. Lo so….” La strinse più forte, come per farle sentire, che ci sarebbe stato, qualsiasi cosa avesse scelto di fare, sarebbe rimasto in silenzio ed in disparte, come sempre, lasciando che scegliesse lei, quando chiedergli aiuto.
 
 

Brittany era nervosa quella mattina, Charlie le stava addosso, evidentemente non aveva apprezzato il suo modo di avvisarlo che, il giorno prima, non sarebbe andata a lavoro, o forse si era scocciato nel sentirsi dire che, da quel momento, aveva un dipendente in meno e doveva provvedere a cercare altro personale, per coprire i turni che erano di Adrian.
Aveva già pulito i bagni due volte, anche se non spettava a lei e svuotato le macchine per il caffè trè volte.

“Britt, sono arrivati i fusti delle birre, bisogna portarli dentro” le urlò l’uomo dalla cucina
“cosa? Ma sono pesantissimi!” esclamò, mentre Sarah la guardava, preoccupata per quello scatto
Charlie uscì dalla cucina sbattendo la porta violentemente, le due ragazze sussultarono, in quel momento non c’era nessuno nella caffetteria
“direi che dopo l’ozio di ieri, tu sia riposata abbastanza, mentre noi qui, ci facevamo il culo, per coprire le tue ore, quindi ritengo tu sia perfettamente in grado di portare quei fusti dentro” le indicò l’uscita dove erano posizionati i grossi barattoli
Brittany si girò a guardare di nuovo fuori, per poi incrociare lo sguardo della collega che annuì, per farle capire che, appena l’uomo si fosse spostato, l’avrebbe aiutata
“ok” disse
Charlie entrò dentro la cucina, con un ghigno soddisfatto.

Le ragazze si precipitarono fuori e decisero, per l’estrema pesantezza dei fusti, di farli rotolare per portarli dentro
“avanti muoviamoci prima che se ne accorga” disse Sarah, facendo uno sforzo incredibile
Brittany la guardò e disse
“grazie” mentre la ragazza riuscì anche a sorriderle
Riuscirono a portare dentro quasi tutti e dieci i fusti, ne mancava solo uno
“Sarah, dovresti andare da Smitterson per….. ma che diavolo!” Charlie beccò in pieno le due, che trascinavano dentro, l’ultimo fusto
“ho detto a Brittany di fare quel lavoro, ma perche nessuno mi dà ascolto qui dentro? Levati!” l’uomo diede una forte spinta a Sarah, sbilanciandola e facendola cadere per terra
“lasciala stare stronzo!” Brittany si avventò verso di lui, per fermarlo, prima che potesse colpirla di nuovo
L’uomo si girò e la prese alle spalle, afferrandola per il collo, per poi gridarle in un orecchio

“sentimi bene biondina, qui tu non puoi fare quello che vuoi, qui comando io e non puoi decidere di venire a lavorare quando vuoi, la prossima volta, ti verrò a prendere a casa e non basterà una dottorina puttana a farmi desistere!” Brittany, appena sentì le ultime parole di quella frase, afferrò il braccio di Charlie, che la stringeva e, con un colpo veloce di reni, lo sollevò, anche se era più grande e più pesante di lei, per catapultarlo con la schiena per terra. L’uomo rimase sconvolto per il colpo preso

“questo l’ho imparato quando dovevo difendermi dagli stronzi come te!” lo indicò senza paura “vaffanculo Charlie, tu e la tua fottuta caffetteria di merda!” si tolse il grembiule e glielo lanciò addosso, mentre era ancora sotto shock per terra, poi si avvicinò a Sarah
“stai bene?” la ragazza, anche lei sconvolta da quella mossa di autodifesa della sua amica, annuì
“bene… grazie per tutto Sarah…. E vai via appena puoi, da questa merda di posto” le diede un bacio sulla guancia e se ne andò,lasciando ancora interdetti i suoi ormai ex colleghi.

 
“perfetto ora sono anche senza lavoro…. Ti mancava la vita incasinata eh Britt?” disse a voce alta, prendendosela con sé stessa.
Camminò per lungo tempo per calmarsi, fino a che decise di andare a trovare la sorella, aveva bisogno di vedere Adrian ed assicurarsi che, almeno lei, stesse bene.
 



“vedi Ernesto,il mercato pubblicitario non è più lo stesso…. Ora stà prendendo piega questa nuova tecnologia con gli ologrammi che, piano piano, andranno a sostituire i vecchi cartelloni pubblicitari per strada”
Adam stava tagliando il suo arrosto, mente conversava con il padre di Santana, che era a pranzo da loro in quella soleggiata domenica

“al solo pensiero di vedere delle immagini pubblicitarie di persone quasi reali, che si lavano i denti felici davanti ai miei occhi e che, se poi cerco di toccarli è come se toccassi un fantasma, rabbrividisco!” l’uomo fece una faccia buffa facendo ridere Adam.
“bè è l’innovazione, noi stiamo lavorando a questo progetto e saremo i primi che lo sperimenteranno. Il mese prossimo proietteremo su Time Square,  una pubblicità, interamente ologrammata, su un profumo! Sarà qualcosa di fantastico!” si entusiasmò il ragazzo

Santana era assente e non ascoltava i discorsi dei due a tavola, il padre se ne accorse e disse
“tutto bene tesoro?”
“eh?.... s-si… scusate ero sovrappensiero” si giustificò, mentre il padre le dedicò un tenero sorriso
“come và in ospedale? Ci sono problemi?” chiese poi
“no no…. Tutto ok” disse sfuggente “vado a prendere la frutta” aggiunse, poi per liberarsi da quella conversazione
 

Finito il pranzo, Adam, si avvicinò dalla moglie, che finiva di sistemare la cucina, l’abbracciò da dietro e le diede un tenero bacio sulla guancia.

“non mi hai ancora raccontato di ieri, Com’è andata in quel covo di perdizione?” le chiese sorridente
Santana si gelò, non poteva di certo dirgli che non lo sapeva onestamente com’era andata, perchè aveva baciato Brittany e, prima ancora, le aveva dedicato una canzone, come una stupida adolescente innamorata.
“bene, ci siamo divertite…. Blaine e Sebastian hanno fatto un bel lavoro, è proprio bello il locale”  si limitò a dire
Adam la fece girare, per guardarla negli occhi
“sono sicuro che qualcuno è tornato etero, dopo averti visto com’eri vestita, stavo per rapirti ieri e non farti uscire più, per tenerti con me” le disse per poi baciarla

Santana, mentre lo baciava, pensava che forse sarebbe stato meglio se, Adam, avesse avuto il coraggio di fare quel gesto, perché le avrebbe evitato tutta quella confusione che, quel bacio, le aveva procurato, anche se, forse probabilmente, l’avrebbe solo posticipata.

“amore, però quando c’è tuo padre, cerca di essere più felice, non vorrei che poi pensasse che non siamo felici e ci sono problemi trà di noi… perché non è così giusto?” le chiese Adam
La mora lo guardò perplessa per quel ragionamento, che non aveva nessun significato per lei
“ma certo! che ti viene in mente? Mio padre mi conosce bene, non ho bisogno di fingere di non essere stanca  quando lo sono” disse, per poi allontanarsi da lui
“hey che ti prende? Voglio solo che tu padre si rilassi quando viene qui da noi e non pensi a quella stronza di tua madre, che l’ha abbandonato!”
“hey! modera le parole Adam! Tu non sai niente di lei! A mala pena la conosci!” disse evidentemente irritata ed indicandolo nervosamente
“bè… tu sei la prima che la chiama stronza!”
“io lo posso fare e ne ho tutto il diritto! Tu no!” gli urlò, per poi andare via dalla cucina

 
Il ragazzo si rese conto di aver esagerato e la seguì, entrando nella loro stanza da letto, dove Santana era rannicchiata sul letto in lacrime, era emotivamente tesa quel giorno, scattava e piangeva per qualsiasi cosa

Adam si avvicinò e si mise a sedere accanto a lei.
“hey… scusami, non volevo esagerare, ma mi dispiace per tuo padre, io al posto suo, se tu mi dovessi lasciare così, per un’altra persona, morirei” le disse, scostandole i capelli dal viso
Santana smise di respirare a quelle parole, addirittura si preoccupò che Adam avesse intuito qualcosa, talmente era grande il suo senso di colpa, ma poi ragionò sul fatto che era praticamente impossibile
“non fa niente…. Sono io che sono un po’ nervosa oggi” disse per tranquillizzarlo, smettendo di piangere ed asciugandosi il viso
“Stasera ti porto fuori a cena… ok? Ci dedichiamo una serata tutta per noi…. Solo noi due amore” le sussurrò in un orecchio, per poi baciarla appassionatamente .

Santana si girò, per mettersi più comoda e, prendendole il viso trà le mani, ricambiò il bacio, rendendolo più appassionato, come se volesse, inconsapevolmente, chiedergli scusa, per quello che era successo la sera prima e per il quale lui era ignaro.
“ok” le disse poi staccandosi dal bacio, sussurrandoglielo a fior di labbra e dedicandole uno splendido sorriso
Adam ricambiò il sorriso per poi dire
“ora mi devo preparare, per andare alla partita con Simon e gli altri… ci vediamo dopo?” chiese conferma
“certo! sono qui…. Ti aspetto e non vado da nessuna parte” disse lei, come per rassicurarlo
Adam le diede un altro veloce bacio e si allontanò.
La mora sospirò terrorizzata e si morse le mani, la sua confusione cresceva sempre di più.



 
Brittany si diresse verso la stanza di Adrian, notò che dormiva, decise di non svegliarla, aveva solo bisogno di guardarla col viso rilassato, per togliere dalla sua mente il ricordo dell’espressione terrorizzata che aveva il giorno del ricovero. Si mise accanto a lei e le accarezzò delicatamente i capelli, guardandola dolcemente.

“oggi si è svegliata e ha mangiato qualcosa, è ancora sotto forti sedativi. Ha bisogno di riposare, per far si che la sua mente, riacquisti un po’ di lucidità”  Brittany non si girò, perché riconobbe benissimo di chi era quella voce.
Quinn si avvicinò e le mise una mano sulla spalla. La bionda finalmente la guardò
“pensi che ce la farà?” le chiese, con gli occhi velati
“se è forte come la sorella, credo proprio di si” rispose, per poi sorriderle
Brittany ricambiò il sorriso e si girò di nuovo ad osservare la sorella, che dormiva beatamente
“hai già pranzato?” le chiese la giovane psicologa
“no… non ancora”
“vieni, ti offro il pranzo, sono affamata” le prese la mano e la portò fuori dalla stanza di Adrian

 
Presero il pranzo da un vicino take away e decisero di consumarlo in un parco lì vicino, erano sedute sul prato a godersi il sole.

“come stai?” le chiese Quinn
“mmmm ….ho visto giorni migliori e ti ho detto tutto, contando che ho passato gli ultimi anni della mia vita a vivere per strada” ironizzò
L’altra bionda rise della battuta della sua amica
“Dio Britt…. Sei cresciuta così tanto…. È difficile, guardandoti ora, immaginare la Brittany ingenua del liceo” scosse la testa, ancora sconvolta per quel cambiamento
“sono dovuta crescere in fretta…. “ disse
“immagino….”disse Quinn “ Britt, cosa è successo ieri trà te e Santana?” la ragazza decise di essere schietta, non poteva più fare finta di niente
“Santana non te l’ha detto?” chiese l’altra stupita
“no… ha troppa paura, io sono la voce della sua coscienza” disse sorridendo
“allora magari aspetta che sia lei a dirtelo, credo sia più giusto così” rispose Brittany
“Vi siete baciate?” le chiese, con tutta la sincerità che possedeva
La bionda non rispose

“Brittany, io ti voglio bene sul serio, e sono felice di averti ritrovato” Quinn si girò meglio verso la sua direzione, per poterla guardare bene in viso “ma Santana si è rifatta una vita dopo che l’hai lasciata, non è stato facile, ci ha messo un po’, però ce l’ha fatta. Ho passato intere notti a consolarla, quando stava male, intere giornate a trovare qualcosa per farla distrarre dal pensiero di te, ha rischiato di stare male seriamente” Quinn le prese la mano, mentre notò lo sguardo impassibile dell’altra. Non voleva farle del male, sapeva che soffriva già abbastanza, ma sentiva che, quelle cose ,gliele doveva dire  “vi ho sempre appoggiate, sono stata sempre dalla vostra parte e ci ho creduto quanto voi in quella storia e lo sai benissimo anche tu Britt!!! Ma non voglio che Santana soffra di nuovo, non voglio che faccia gesti impulsivi, per poi ritrovarsi di nuovo senza più niente, perché tu sei sparita improvvisamente dalla sua vita”

Brittany si girò a guardarla, scrutò il suo viso in silenzio, senza dire niente.
“perciò, se non provi anche tu qualcosa, per il quale vale la pena che Santana lasci tutto, ti chiedo di fermarti! Ora! Prima che sia troppo tardi!” le disse convinta

Brittany, di nuovo, si girò a guardarla, tenendo quella calma e quella fermezza che agitò Quinn.
“non preoccuparti Quinn, non voglio rovinare niente a nessuno…. Andrò via da qui, ho deciso” disse secca e senza far trasparire nessuna emozione

L’altra la guardò, serrando gli occhi, pensando fosse la cosa più stupida che avesse potuto dire in quel momento
“perché? Che bisogno c’è di andare via e scappare un’altra volta?”
“ho perso il lavoro oggi e mi sembra un’occasione per andare in un’altra città, per cercarne un altro” mentì, perché l’unico motivo, per il quale aveva deciso di scappare, era perché si era accorta, dopo quel bacio, di provare ancora qualcosa di forte per lei.
“puoi trovarlo anche qui un lavoro, senza bisogno di scappare di nuovo, perché è questo che stai facendo giusto?” le disse, mentre Brittany continuava a guardare nel vuoto, senza rispondere
“le spezzeresti per la seconda volta il cuore…. Lo sai questo?” continuò Quinn

“ok… allora che cazzo devo fare Quinn, me lo dici?” si girò improvvisamente, con gli occhi pieni di rabbia, l’altra si spaventò ma non si arrese
“devi solo cercare di essere onesta con te stessa, col tuo cuore e soprattutto con Santana!” urlò più forte di lei
“non servirebbe a niente, se non a rovinarle ulteriormente la vita…. Grazie, sono stata brava a farlo una volta, non ci voglio riprovare” commentò sarcastica
“se tu, adesso, guardandomi in faccia, mi dici onestamente, che andando via, risolveresti tutto e la renderesti felice e soprattutto saresti felice tu, allora sarò la prima che ti appoggerà in questa cosa!”
Brittany si girò e guardò dritta negli occhi l’amica, che la scrutò immobile ed arrabbiata, cercò di dire qualcosa, ci provò con tutte le forze, ma non ci riuscì, e sconfitta abbassò la testa e pianse
“cazzo vaffanculo Quinn!” si mise una mano trà i capelli, col viso rigato di lacrime
L’altra s’impietosì e si sporse per abbracciarla
“vieni qui….. “ le disse stringendola forte e commuovendosi anch’essa “Dio… voglio un mondo di bene ad Adam, ma se guardo voi due assieme, non posso non ammettere che siete perfette, siete fatte l’una per l’altra, il destino è stato crudele con voi tesoro” le disse, accrezzandole i capelli evidentemente provata.

Dopo qualche minuto, si calmarono tutte e due. Brittany si accese una sigaretta
“da quanto fumi?” le chiese Quinn
“fumo solo quando sono nervosa…” rispose sommariamente

“com’è Adam? Parlami di lui” disse, facendo uscire dalla bocca un po’ di fumo lentamente
Quinn si rannicchiò su sé stessa, portandosi le ginocchia al petto e sorridendo disse
“è egocentrico, maschilista ed un lavoratore instancabile”
“praticamente Santana al maschile” pronunciò sarcastica Brittany
“esatto! Sono molto simili, Adam farebbe qualsiasi cosa per lei, la ama tantissimo e la proteggerebbe a costo della sua stessa vita, se fosse necessario. “
L’altra che ascoltava sorrise, pensando che era una cosa comune, in chi amava quella splendida creatura.
“come si sono conosciuti?” chiese ancora
Quinn si mise a ridere al solo pensiero
“ti ricordi Finn?” le chiese
“certo che mi ricordo!” rispose l’altra
“era un suo compagno di college, ha presentato lui Adam a Santana, si era messo in testa, che doveva riuscire a farti dimenticare da lei, e sai che quando Finn si metteva in testa una cosa….”
“si…. Ricordo bene” pronunciò Brittany
“comunque…. Adam era rimasto folgorato dalla sua bellezza e, pensa, l’ha corteggiata per un anno intero!” disse Quinn divertita
“ci ha provato in tutti i modi, ti giuro, ho visto cose imbarazzanti ,per il quale Santana è ancora ricordata a Yale, per colpa di Adam!”
Brittany sorrise
“e come ci è riuscito alla fine?”
“mi verrebbe da dire per esasperazione…… però, invece, ha fatto una cosa molto tenera, è andato dalla nonna di Santana e ha deciso di conquistare prima lei, della nipote, gli è stato sicuramente più facile, poi si è presentato fuori dal suo alloggio nel campus dell’università, con un mazzo di fiori in mano e la nonna di Santana a braccetto, che la supplicava di dare una possibilità a quel bel giovanotto…. A quel punto, davanti al suo mito vivente, non ha saputo resistere” concluse Quinn
“già…. la cara nonna” annuì Brittany, ripensando a quanto, Santana, aveva sofferto, quando la nonna non aveva accettato il suo amore per lei.
“si sono sposati dopo un anno e mezzo di fidanzamento” pronunciò Quinn, quasi per distogliere l’amica da quei pensieri lontani

Ancora di più, sentendo quella storia, Brittany pensò che, forse, la decisione di andare via era la migliore, Santana non sarebbe stata serena se lei avesse continuato a vivere nella sua stessa città, la lontananza le aveva permesso di andare avanti decentemente, ed avere uno sprazzo di felicità, che lei non voleva assolutamente rovinare.

Quasi come se avesse intuito i suoi pensieri, Quinn le chiese
“sei ancora convinta di andare via?”
“non lo so…. Ti giuro non so più niente Quinn” disse, per poi poggiare il capo sulla spalla dell’amica.
 
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Eccomi! Non c’è interazione Brittana, ma si parla molto del loro rapporto. Sono tutte e due abbastanza confuse e combattute. :(

Messaggio personale 1: Marghe, il pezzo relativo ad AdamTana è tutto per te, che mi hai chiesto di sapere qualcosa in più su come si sono conosciuti, anche perché credo che la maggior parte se ne freghi, odiandolo profondamente XD

Messaggio personale 2: Chià, c'è un po’ di narrazione all’inizio, ma era necessaria, spero ce l’abbia fatta ad andare avanti, nonostante la sofferenza per la mancanza di dialoghi ahahahahah! :*

Grazie ancora per tutte le bellissime recensioni, ci mettete passione nel leggere, quanta io nello scrivere, quindi è un lavoro di gruppo questo. ;)
Spero di riuscire a pubblicare di nuovo prima di Natale quindi non vi faccio gli auguri ora.
Bacio
E.

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Capitolo 9
*** Tatuaggi ***


Sprofondava pensierosa nel suo salotto, sorseggiava una tisana, non aveva per niente sonno, sapeva perfettamente che, il giorno dopo, si sarebbe dovuta svegliare all’alba, per iniziare il turno di mattina in ospedale, ma non riusciva a spegnere il cervello.
Non riusciva a non pensarci, aveva fatto l’amore con Adam quella sera, a cena era stato di una dolcezza incredibile, non lo vedeva così da tanto tempo, per quegli atteggiamenti sospetti e per quel senso di colpa che l’attanagliava in continuazione, aveva deciso di concedersi a lui. Era inspiegabile quella situazione, perché improvvisamente il marito, che in quell’ultimo periodo la stava trascurando ed addirittura facendole pensare che non l’amasse più, si stava comportando come se fossero fidanzati da un mese? Santana non se lo sapeva spiegare, le sembrò soltanto un brutto scherzo del destino che si prendeva gioco di lei, con il ritorno di Brittany nella sua vita ed il cambiamento repentino degli atteggiamenti di Adam.
Si sentiva in colpa nei suoi confronti, perché continuava a pensare ad un’altra persona, mentre lui le dedicava tutte quelle attenzioni. Per cercare di non impazzire, quel giorno, si ripetè in continuazione che, in fondo, era stato solo un bacio, anche se aveva scatenato in lei sentimenti che erano stati assopiti per anni.
Non aveva sentito Brittany per tutto il giorno, non sapeva cosa dirle, ci aveva pensato, aveva impresse le immagini di quei minuti interminabili, dove aveva sentito di nuovo quelle labbra delicate sulle sue. Prese in mano il cellulare e scrisse semplicemente

*mi manchi*  e glielo inviò

Era tardi, magari l’avrebbe letto la mattina, appena si sarebbe svegliata per andare a lavorare, non le importava, aveva bisogno di dirglielo, in quel momento.


********

Sentì vibrare il cellulare, aprì un occhio solo per controllare la lucetta, aveva acquisito una certa sensibilità nel sonno, da quando si era ritrovata a dormire per strada, ogni minimo movimento la faceva sussultare.
Si agitò, pensando subito che magari fosse successo qualcosa ad Adrian, quando vide sul display il nome,  sorrise e lo lesse subito, stendendo ancora di più le sue labbra, si rattristò nel momento in cui realizzò che non poteva rispondere a quel semplice messaggio, che però le aveva fatto sussultare il cuore, perché non aveva i soldi per farlo. Lo rimise al suo posto e si girò sbuffando.


*******

Aveva salutato Adam dopo non aver praticamente chiuso occhio, il marito doveva ripartire per New York quella mattina, sarebbe rimasto qualche giorno in più, era una settimana importante quella che stava per vivere, perché avrebbe realizzato il progetto per il quale stava lavorando da anni, era gasatissimo e quella volta, Santana, notò che non era per niente dispiaciuto di partire, perché non vedeva l’ora di realizzare uno dei suoi obiettivi lavorativi più importanti. Le venne in mente che, anche lei, si era sentita così, quando aveva vinto il concorso interno del suo reparto, per diventare capo degli specializzandi. Lei l’avrebbe raggiunto sabato a NY per stargli vicino all’inaugurazione, non aveva nessuna voglia, ma Adam ci teneva tantissimo.
 

Continuava a pensare al messaggio che aveva mandato a Brittany, si sentiva un’idiota, perché si comportava da adolescente, trà l’altro lei non le aveva nemmeno risposto e questa cosa l’aveva mandata ancora di più nel panico, pensando a miliardi di motivazioni, trà cui il fatto che a lei non importasse niente, e che quello era stato solo un semplice modo per ringraziarla per la serata, certo, era molto originale, ma era Brittany e si erano baciate tante volte nella loro vita, sicuramente non aveva dato il senso che le aveva dato lei. Fece un sospiro, si infilò il camice e si tuffò nella sua battaglia quotidiana di sopravvivenza al pronto soccorso del Santa Rita di Lima.

******


“Hey Will ti stò trascurando un po’ in questi giorni vero?”  era sdraiata per terra che si strusciava col suo amico di una vita. Will non l’aveva mai abbandonata, era sempre rimasto ad aspettarla, in qualunque posto fosse finita. Giocò per un po’ col suo cane, era appena andata via da casa della signora Ripley che, preoccupata, le aveva chiesto notizie di Adrian, perché non la vedeva da giorni. Le due erano molto legate, Adrian si ritrovava spesso a stare da lei e a disegnare per lei, probabilmente, la sorella, vedeva in lei una nonna dal quale rifugiarsi nei momenti di nostalgia, quando le mancavano immensamente i genitori.

Decise di uscire, non aveva ancora deciso cosa fare, magari fare un giro per la città e comprare un giornale con gli annunci, per vedere se si trovava qualcosa di interessante, poteva essere un inizio. Pensò di lasciar decidere al destino anche quella volta….. ultimamente aveva fatto sempre così, ogni cosa che le succedeva la interpretava come segno del destino e, sorridendo amabilmente, si fiondava per andarle incontro, anche se, nel caso del suo incontro con Santana, non sapeva decifrare bene che cos’era.

“hey bocconcino che fai tutta sola in giro per questa brutta città?” si girò improvvisamente, pronta a dare risposta a chi la stava importunando, quando vide un volto conosciuto che ammiccava sorridente, dentro una macchina col logo pubblicitario “Lima Express, la pizza come e dove vuoi a pochi minuti da casa tua” con l’immagine di una testa con una cresta.

Sorrise divertita nel vederlo.

“Pukerman!” esclamò poi
“dove vai di bello? Vuoi un passaggio?” le fece l’occhiolino
Brittany sollevò le spalle e, senza nemmeno pensarci due volte, salì in macchina.
“allora dove la porto bella signora?”
“non so…. Stavo controllando gli annunci per trovare un lavoro” rispose, mostrando il giornale
“cerchi un lavoro zuccherino? Come mai? Non ne avevi uno?” le chiese
“già…. Hai detto bene ce l’avevo…  lavoravo in una caffetteria, poi il padrone era tropo stronzo per i miei gusti e così, prima che mi alzasse le mani lui, l’ho anticipato, procurandogli un bel mal di schiena per alcuni giorni” disse soddisfatta
Puck la guardò perplesso e, sollevando un sopraciglio, disse
“piccola! Ricordami di non farti mai incazzare!” risero tutti e due.

Noah la invitò a pranzo in uno dei suoi ristoranti della città e i due parlarono delle loro vite, Brittany gli raccontò della sua vita da girovaga degli ultimi dieci anni e lui di come era riuscito a farsi una vita più che dignitosa, nonostante nessuno avrebbe scommesso un dollaro su di lui.
“cavolo Britt sei cambiata tanto e ti sei fatta davvero una gran figa!” disse
“ci stai provando con me Puckerman?” fece uno sguardo indagatore, ma poi rise subito
“Naaaa non potrei mai, sei fuori anche dalla mia portata” ammise e si ritrovò subito a pensare alla sua amica,che era andata il giorno prima a piangere da lui disperata, capiva come si fosse sentita confusa, rivedendo quella persona così matura e così cambiata, che risultava ancora più affascinante.


*****

Era stata una mattinata a dir poco disastrosa, c’era stato un brutto incidente in città, che aveva coinvolto varie macchine con diversi feriti, il suo reparto era strapieno di persone sanguinanti che urlavano, contando poi, che era dovuta stare dietro anche ai suoi specializzandi titubanti, che combinavano pasticci uno dietro l’altro.

Si stava dirigendo in mensa, per mettere sotto i denti qualcosa, prima di ributtarsi nella mischia, il suo turno era praticamente finito, ma doveva sbrigare delle cose ancora e sarebbero passate due ore buone e non poteva continuare a lavorare senza nutrirsi. Notò in lontananza la figura di Blaine, che faceva la fila con un altro suo collega, cercò di non farsi vedere…. Era l’ultima cosa che avrebbe voluto, incontrarlo e parlare di quello che aveva visto pochi giorni prima, fuori dal suo locale.
Stava prendendo di fretta un panino per andare a pagare, quando si sentì una voce familiare

“Hey!”
Fece gli occhi al cielo e cercò di sfornare uno dei suoi più falsi sorrisi
“Hey canarino! Come và?”
“io bene.. tu? Ho saputo che c’è stato un po’ di casino da te stamattina…. Avete bisogno di una mano?” chiese sorridente
“già…. No non preoccuparti, molte ossa rotte più che altro e qualche punto, che è servito per tenere in esercizio i miei bambini, niente di così importante da scomodare chirurgia” disse sarcasticamente
“ahahah bè, anche a me ogni tanto non dispiacerebbe mettere a posto qualche osso rotto, senza dover aprire per forza le persone” rispose Blaine
Santana gli sorrise in evidente imbarazzo, perché capiva che gli argomenti generali erano finiti.

Blaine prese coraggio e disse
“ti sei divertita alla festa?” le chiese
Santana non poteva credere che, il suo amico, potesse essere così spudorato
“bè…. a parte il momento in cui mi hai praticamente obbligato a cantare…. Si, è stata una bella festa e gran bel locale” rispose, cercando di sviare l’argomento e portarlo su altri momenti della festa.
“sei stata fantastica e poi rivederti su quel palco e cantare con quella passione è stato un tuffo nel passato” rispose, per poi fermarsi un attimo e guardare attentamente negli occhi della latina davanti a lui, prendere coraggio e dire “è stato bello anche rivedere Brittany, immagino anche per te sia stato forte”

Santana smise di mangiare, nonostante i suoi sforzi, Blaine era riuscito a toccare l’argomento

“quello che ho visto nei tuoi occhi mentre cantavi quella canzone e la passione che ho sentito quando vi ho viste lì fuori, mi ha emozionato” disse toccandosi il cuore
Santana non riusciva a dire niente, continuava ad aprire la bocca, per cercare di far uscire fuori un suono, un qualunque cosa, anche una parolaccia che potesse farlo stare zitto, ma non le riusciva.
“non deve essere semplice, ed io lo so… credimi ti capisco, non è semplice stare con una persona che hai amato, ma che con l’arrivo di un’altra, quella vera, quella giusta, ti accorgi di non amare più, perché in fondo, il tuo cuore ha sempre battuto per…”

“Blaine!” urlò facendo girare alcuni suoi vicini di tavolo e fulminando con lo sguardo la persona davanti a lui

“non devi temere di nascondere i tuoi sentimenti con me Santana, anche per me è stato difficile lasciare Kurt, perché era la mia sicurezza, tutti ci vedevano come Blaine e Kurt, Kurt e Blaine, eravamo una cosa indistinta, ma non era quello che alla fine volevamo entrambi e lo sai bene. Bisogna solo trovare il coraggio e quando io l’ho trovato ed ho lasciato Kurt per Sebastian, è stata la cosa più dolorosa che abbia mai fatto nella mia vita, ma anche la cosa che mi ha reso più felice”

Il giovane medico, continuava a parlare e Santana, sempre più incredula, continuava a guardarlo serrando sempre più i suoi occhi. Gli sarebbe saltata addosso e l’avrebbe picchiato fino a che non le si fosse deformata quella faccia da checcha che aveva, se non fosse che non voleva attirare l’attenzione lì, nella mensa dei medici del suo ospedale, dove i suoi colleghi li stavano già fissando incuriositi.

“Blaine….. Blaine fermati cazzo!” gli  sussurò talmente vicino ed a denti stretti, che il ragazzo sgranò gli occhi
“io non ho intenzione di lasciare Adam e smettila di farti tutti questi film mentali! Hai lasciato un uomo per stare con un altro uomo, è ben diversa la tua situazione dalla mia” continuò, guardandolo minacciosamente
“ma…ma…. L’altra sera”
“è stato solo un bacio, come diavolo ti viene in mente di farmi tutti questi discorsi così dal nulla ed in mensa per di più!” disse, controllando la situazione attorno a sé
“ma io credevo che… insomma che col ritorno di Brittany, voi due… ecco tu hai sofferto tanto per lei, pensavo che….” Si grattò la testa imbarazzato, per tutto quel discorso, forse troppo avventato, che le aveva fatto
“allora… quale parola non hai capito di: è stato solo un bacio?” disse ancora più arrabbiata “non ci siamo nemmeno più viste dopo quel momento e tu mi parli già di lasciare Adam e tutto il resto? Dio ma siete sempre così melodrammatici voi gay? E dire che quando stavi con Kurt, mi sembravi tu il più sobrio!” si mise una mano in fronte scuotendo la testa.

“allora mi stai dicendo che non è stato niente giusto? Che quella canzone non era niente? Ok… sono io il visionario! Voglio dirti solo una cosa dottoressa Lopez! Non sei più un’adolescente impaurita di quello che possa pensare la gente a scuola, dovresti fregartene a trent’anni di quello che pensano gli altri di te e fare quello che ti rende felice e non imprigionata dentro una cassetta di sicurezza “ Blaine si alzò, dopo averla guardata intensamente negli occhi e se ne andò, lasciando la mora senza parole.

Rimase un attimo pensierosa e, sospirando, continuò a mangiare il suo panino, per poi dirigersi di nuovo a lavoro.


Per tutto il tempo, mentre firmava e compilava le scartoffie di quella giornata distruttiva, pensava alle parole di Blaine. Si era arrabbiata così tanto, perché in fondo, le cose che le aveva detto, erano vere, certo non così drammatiche come le aveva messe lui, perché non aveva ancora parlato con Brittany di quello che era successo, le venne in mente che non le aveva nemmeno risposto al messaggio. Stava impazzendo e forse era il caso di prendere in mano le cose da persone adulte. Scrisse un altro sms alla bionda

*forse dobbiamo parlare di quello che è successo, non credi? Dimmi tu quando*

A quel punto Santana si mise l’anima in pace, se Brittany ci teneva almeno a chiarire, avrebbe dovuto rispondere
Passò qualche minuto e sentì il suo cellulare squillare, controllò il display e rispose

“Puck sono ancora a lavoro ci sentiamo dopo” disse velocemente
“hey quanta fretta, andiamo, che se vuoi puoi stare al telefono quanto vuoi lì dentro” disse il ragazzo
“avanti che vuoi? Devo lavorare”
“ho qui una personcina che vorrebbe parlarti, era molto triste ed allora ho deciso di fare una buona azione oggi” Santana ascoltò perplessa il vaneggio del suo amico, mentre sentì un rumore, come se Puck stesse passando il telefono a qualcun altro

Le si fermò il cuore quando sentì un
“hey!” inconfondibile alle sue orecchie
“hey!” addolcì improvvisamente la voce, senza riuscire a dire altro, perché completamente spiazzata
“scusa se non ho risposto, non avevo i soldi per scriverti, quindi ho chiesto a Puck se potevo chiamarti, dopo che ho visto l’ultimo messaggio” disse subito Brittany
Santana improvvisamente si sentì ancora più idiota, perché trà tutte le opzioni più drammatiche, non aveva pensato al fatto che non avesse i soldi per ricaricare il cellulare, in fondo anche lei, per la sua drammaticità, non era così diversa da Blaine.
“oh… n-non preoccuparti Britt” rispose solamente
“ok….”disse la bionda
“ok….” Rispose lei
Puck osservava l’imbarazzo  della ragazza di fronte a lui e sorrideva piacevolmente, immaginando la faccia di Santana dall’altra parte
Dopo qualche secondo di silenzio imbarazzante Brittany prese coraggio e disse
“allora… possiamo vederci, come mi hai scritto nel messaggio…. Cioè….. quando vuoi”
“oh…. Si… si certo…. io ne ho ancora per due ore qui, possiamo vederci dopo, posso passare io a casa tua” disse la mora
“mi sembra perfetto”
“ok…. Allora a dopo Britt” le scappò un sorriso al solo pensiero
“a dopo San” disse l’altra, chiudendo la telefonata.
Il suo cuore iniziò a battere di nuovo fortissimo, si sarebbero riviste di lì a poco.

“Cavolo Santana cerca di essere un po’ più razionale!” disse a voce alta
 
 

Si stava dirigendo verso la macchina, dopo aver sbrigato le ultime cose, quando sentì di nuovo il suo cellulare

“Fabray! Quanto tempo!”
“ciao tesoro” disse la bionda

Santana capì  subito dalla voce e da quel saluto che qualcosa non andasse bene, Quinn raramente la chiamava tesoro, se non quando le voleva dare brutte notizie o la stava consolando

“tutto bene?” le chiese
“si più o meno…. Dove sei?”
“che vuol dire più o meno? Stò uscendo dall’ospedale, per andare ad un appuntamento” non voleva dire a Quinn che stava andando da Brittany, non prima di aver saputo, per lo meno, come sarebbe andata la loro conversazione.
“chi devi vedere?” le chiese Quinn
“che fai mi controlli?”
“no… no scherzi? è che….. insomma San ti devo dire una cosa!” pronunciò, senza più trattenersi
“ti ascolto” la voce della mora era diventata più cupa
“ecco…. Ieri ho incontrato Britt in clinica… abbiamo parlato un po’….”
Quinn stava temporeggiando e Santana stava morendo d’ ansia, la interruppe per dirle
“Avanti Quinn! vieni al sodo, che succede?”
“ecco San, so che non dovrei dirtelo io, ma forse è meglio che tu lo sappia, prima che lo faccia e magari avrai modo di parlarle prima….”
“Quinn? Mi stai innervosendo seriamente” disse la latina con il cuore che le batteva a mille, per l’ansia che le stava facendo venire l’amica
“ok…. Ha deciso di andare via di nuovo, lontano da qui…. Per il bene di tutti e dopo aver perso il lavoro”

A quelle parole, la mora deglutì più volte, spalancando gli occhi e sentendo addosso una paura folle ed irrazionale, ora capiva quando Quinn, più volte, le aveva parlato di alcuni suoi pazienti, che avevano avuto una ricaduta, rivivendo un forte trauma. Si sentì gelare ed iniziò a tremare. Improvvisamente realizzò perché Brittany fosse con Puck, forse era una delle poche persone, che voleva salutare, prima di andare via, prima di scappare di nuovo, ed aveva accettato subito di parlare con lei, perché glielo voleva dire. Chiuse gli occhi e le scesero delle lacrime

“San….. San tesoro rispondimi, come stai?” la voce preoccupata di Quinn, la fece ridestare per un attimo
“s…stò andando da lei Quinn…. Ti chiamo più tardi” disse molto lentamente
“Santana! Ti prego cerca di calmarti e fai le cose bene…. Se hai bisogno chiamami subito, ed arrivo anche a casa di Brittany ok?” disse
“o…ok… ora devo andare” chiuse la chiamata, senza nemmeno aspettare la risposta della bionda


Abbandonò il cellulare sul sedile e, presa dal terrore di quella notizia, si mise a piangere. Improvvisamente pensò che non poteva farcela una seconda volta, non poteva lasciarla andare così. Sentiva un dolore fortissimo al petto ed una voglia improvvisa di abbracciarla e supplicarla di non farle questo, era sicura che, per come si sentiva, non sarebbe rimasta lucida a quell’ennesimo abbandono. 

In un sussulto di rabbia, mise in moto e si avviò verso casa di Brittany, tremò per tutto il tempo, ma corse, come se avesse paura di arrivare troppo tardi.

Arrivò nella casa ed il cancello era aperto, si avviò verso la porta di quello scantinato, che oramai conosceva bene, ed iniziò a bussare insistentemente

“hey hey arrivo!”
Brittany aprì la porta e disse
“quanta fretta Lopez non vedevi l’ora di ve…. Che succede?” si bloccò, incrociando il suo viso bagnato di lacrime e notando che tremava insistentemente

“ti prego non farlo….” Disse, mentre Brittany si spostò per farla entrare e chiuse la porta, mandando fuori anche Will
Santana la guardò con gli occhi bagnati di lacrime, mentre lei non capiva il perché
“Brittany…. non puoi di nuovo farmi questo, non dopo che ti ho ritrovata, non dopo che quel bacio mi ha sconvolto l’anima!” si avvicinò a lei supplicandola

“non puoi comparire così nella mia vita, dopo tanto tempo, dopo che sono stata male per anni e poi decidere di andare via di nuovo, non lo sopporterei… non ora, non di nuovo Brittany! lo capisci?”

iniziò ad urlare istericamente, mentre Brittany la guardava sconvolta da quell’atteggiamento disperato. Non aveva mai visto Santana in quelle condizioni e, solo in quel momento, la bionda capì quanto veramente aveva sofferto, quanto era stata male per colpa sua, perché in quegli anni, non aveva nemmeno trovato il coraggio per cercarla, per farle almeno una telefonata e dirle che, comunque, nonostante tutto, stava bene.

“come puoi pensare che l’unica soluzione sia quella di fuggire? Di fuggire da tutto questo? Da me…. Da noi, Britt? Lo capisci che non ha senso? Lo capisci che tutto questo è sbagliato che….”

Santana non riuscì a finire il suo discorso disperato, che si ritrovò le mani di Brittany sul suo volto, che la guardò così disperatamente, che le tolse il fiato, non fece in tempo ad accorgersi che le lacrime rigavano anche il suo viso, che si ritrovò prepotentemente le labbra della bionda sulle sue.

Un bacio appassionato che tolse il fiato alle due, un bacio confuso che non aveva niente di romantico, ma portava dentro rabbia, frustrazione, malinconia e disperato bisogno l’una dell’altra.

Santana baciò così appassionatamente quelle labbra morbide di Brittany, che, ad un certo punto, dovette staccarsi per respirare, perché l’altra, nella foga non le stava nemmeno lasciando il tempo di farlo. Si staccò e l’abbracciò, la strinse forte, mentre tutte e due piangevano col respiro affannato. Senza pensarci più di tanto, la mora si portò sul collo profumato e delicato dell’altra e lo baciò, facendo gemere Brittany, che spostava il collo di lato, per lasciare più spazio a Santana , mentre la continuava  a stringere. I loro occhi si incontrarono per un attimo e la mora riprese avidamente le sue labbra, senza pensare alle conseguenze, non ci voleva pensare, non in quel momento, voleva sentirsi libera, libera di amare Brittany, come il suo corpo aveva desiderato dal primo momento in cui si erano incontrate.

Brittany, mentre la baciava, le tolse la maglia e la portò verso il suo letto per farla sdraiare, a Santana scappò un sorriso di piacere, mentre anch’essa aiutò a sfilare la maglia dell’altra.

La bionda si portò sopra di lei e prese a baciarle, con passione, il collo, per poi portarsi verso il suo petto, incontrando quel seno che ricordava bene, ma che le sembrava una sempre dolce scoperta. Non resistette e le tolse il reggiseno e, rimanendo ad ammirare quello splendore perfetto, decise di buttarsi ed assaporarlo, mentre la mora continuava ad ansimare sotto di lei ed ad agitarsi.

Fù tutto estremamente veloce, e si ritrovarono tutte e due nude, una sopra l’altra, sembrava che in un angolo remoto della loro memoria, fosse rimasto tutto il loro modo stupendo di amarsi, che riguardava dodici anni fa. Brittany ricordava perfettamente come, un punto debole che faceva impazzire Santana, fosse quando la baciava dietro l’orecchio o le passava la lingua, così, staccandosi dai suoi seni, si riportò verso il viso della latina, scambiando un veloce sguardo ai suoi occhi pieni di desiderio, per portarsi immediatamente in quel punto e farla gemere di passione.

“Britt….. oh Brittany!” esclamò, mentre il bacino andava sempre più su, ad incontrare quello della bionda.

Brittany tornò sulle sue labbra, aveva bisogno di risentirle, le sue labbra avevano bisogno di quelle di Santana, per troppo tempo le erano mancate, quel sapore, l’aveva cercato in decine di persone in quegli anni, ma non l’aveva mai trovato uguale, non era mai stata la stessa cosa.

La bionda scese lentamente verso il bacino dell’altra, che ansimava vistosamente e vederlo andare su  e giù così velocemente, la eccitò ancora di più, constatò che il corpo perfetto dell’adolescente Santana Lopez, era rimasto uguale della donna che si trovava sotto di lei. Passò la lingua su tutta la linea dei suoi addominali ,sentendo che l’altra sotto moriva di piacere
Santana le prese il viso e, con gli occhi pieni di desiderio, pronunciò velocemente

“Britt Britt… Brittany…. Ti prego…. Non ce la faccio più” disse disperata

La bionda annuì a quella richiesta accorata, e si portò più giù, dove c’era già un lago di umori che le provocarono un brivido in tutta la schiena, come se fosse una delle cose più preziose della terra, la toccò delicatamente, sentendo che l’altra tremava a quel tocco, come per compiere il suo desiderio, che richiedeva accoratamente, sollevando sempre di più il bacino verso la sua bocca, Brittany assaporò il succo di quel frutto bellissimo e portò in estasi la latina, che gemette e venne, dopo qualche minuto di puro piacere, stringendo fortissimo le lenzuola con le mani.
Stremata, la bionda si lasciò andare col viso sul suo addome. Santana le prese il viso e la chiamò

“vieni qui” disse, portandosela verso il viso, per poi baciarla appassionatamente.

Rimasero per un tempo interminabile a guardarsi, senza staccare gli occhi l’una dall’altra. La mora vide lo sguardo disperato dell’altra e capì quanto era dispiaciuta, per averla fatta soffrire così tanto. Santana le avrebbe solo voluto dire, in quel momento, che con quello che era successo pochi minuti prima, era un buon inizio per farsi perdonare, ma si limitò ad abbracciarla stringendo forte a sè il suo corpo nudo. Piansero tutte e due in un pianto misto a commozione, per quello che era appena successo e disperazione per la consapevolezza di quello che, tutte e due, avevano sofferto in passato.

Distrutte, si addormentarono per un po’, quando, al risveglio, Santana realizzò quello che era successo, sorrise e sentì una felicità che non provava da tanto. Si sentì viva e provò il bisogno disperato di lei, avrebbe voluto tenere Brittany con sé in quel modo, per tutta la vita, fregandosene di tutto e di tutti, sarebbe stata disposta a non vedere più nessuno ed a chiudersi lì dentro con lei, per tutta la vita, buttando la chiave.

Si girò a guardarla dormire dall’altra parte…. Era bellissima posizionata a pancia in giù, il suo corpo era cambiato, nella foga del momento, non aveva avuto il tempo di osservarlo, mentre facevano l’amore. Si prese tutto il tempo in quell’istante.

Aveva un lenzuolo che le copriva per metà il sedere ed, un po’ sopra, notò un tatuaggio, si avvicinò per osservarlo meglio: raffigurava un arcobaleno, sorrise osservandolo e notando che in alcune parti della sua schiena c’erano alcune cicatrici, salì più su e notò un altro tatuaggio, all’altezza della spalla destra, che raffigurava un unicorno. Si ricordò improvvisamente, quanto la sua Britt amasse gli unicorni e quando aveva riconosciuto in Kurt, un unicorno e gliel’aveva suggerito per la sua campagna, per l’elezione da rappresentante degli studenti. Ricordò di quando, invece lei, le ripeteva in continuazione ,che quella più magica e speciale era soltanto lei e di come, Brittany, ogni volta si emozionava.

Si mise di lato e poggiando la testa su di un gomito, tracciò delicatamente le linee perfette di quel fisico, come se fosse davanti ad un capolavoro artistico. Era terribilmente sexy quel corpo con tutti quei tatuaggi.

Brittany sospirò ed, incrociando lo sguardo di Santana, sorrise. La mora si avvicinò e le stampò un bacio veloce sulle labbra, mettendo il viso esattamente sotto di lei. Brittany le lasciò lo spazio e continuò a darle baci veloci sulle labbra, per poi affondare il suo viso sulla clavicola.

“Sei bellissima” le sussurrò Santana.
“mmmm mai quanto te…. Sei uno schianto” le rispose la bionda, facendola ridere
Brittany si sporse di nuovo a baciarla, come se non ne potesse fare a meno, procurando ogni volta un sorriso di felicità nell’altra.
“stavo osservando i tuoi tatuaggi” disse poi
“ti piacciono?” le chiese Brittany
“si, ti rendono molto più affascinante”
Brittany ammiccò, gongolandosi del complimento appena ricevuto
“sono stata con un tatuatore per un po’ di tempo… così mi sono guadagnata dei tatuaggi gratis” le disse, notando che, la latina, improvvisamente s’incupì

Brittany si girò improvvisamente a pancia in su, ed allungò un braccio, per far si che, la mora, potesse accoccolarsi comodamente sul suo petto

“non vuoi sapere il significato?” le chiese poi, mentre Santana si mise comoda, stretta dal suo abbraccio ed annuì
“semplicemente quando ho deciso di lasciarmi dietro tutte le mie fantasie infantili, ho pensato di lasciarle impresse in una parte del mio corpo, per riservarne un ricordo.
Poi ce né uno speciale”
Brittany ne indicò uno, nel lato sinistro del suo petto, vicino al cuore.
Santana lo notò in quel momento, era molto piccolo e non l’aveva notato prima. Vide che si trattava di un cuore col simbolo di una chiave al centro, riconobbe che era il cuore della catenina che si erano regalate ,quando stavano assieme, lei aveva il cuore e Brittany la chiave, ricordò che lei le aveva detto che teneva la chiave del suo cuore e nessuno l’avrebbe potuto aprire se non lei. Le aveva dato la catenina il giorno della sua partenza, per dimostrarle che le stava dando il suo cuore e che lo doveva custodire, perché non sarebbe stato per nessun altro. Si girò a guardarla e vide che Brittany aveva gli occhi umidi.

“l’ho dovuta vendere, per poter mangiare, è stata l’ultima cosa che ho tenuto, non volevo venderla, perché ci tenevo troppo, ma è stato inevitabile, perchè stavo davvero morendo di fame” disse, mentre le scese una lacrima “ma prima ho pensato di farlo riprodurre da Andreas, vicino al mio cuore, certo, non sarebbe stata la stessa cosa, ma l’avrei portato sempre con me” continuò

Santana sentì un forte calore che le perveniva in tutto  il corpo, sentì una felicità improvvisa, nel sapere che nonostante tutto quello che aveva vissuto, Brittany non aveva mai smesso di pensare a lei, quella felicità le invase tutto il corpo. Non sapeva cosa dire e decise di avvicinarsi e baciarla dolcemente.

Brittany si staccò per guardarla negli occhi e sorridere.

“e per la cronaca…. miss Dramma girl, Puck mi ha offerto un lavoro da lui ,che ho deciso di accettare e mi ha anche offerto di  pagare un misero affitto di metà del suo appartamento mega galattico”
Santana sgranò gli occhi e spalancò la bocca incredula
“sul serio?” chiese, mentre la bionda divertita annuì
“cavolo, ed io che pensavo fosse Rachel Berry quella di noi più drammatica, ma crescendo, Santana Lopez, l’hai superata di gran lunga!”affermò ridendo
“è colpa di Quinn…. Me la pagherà” disse offesa
“sapeva solo una parte…. E poi non so se proprio dobbiamo dargliene colpa o dobbiamo ringraziarla”  sorrise maliziosamente
Santana si avvicinò a fior di labbra e le sussurrò “hai ragione” prima di baciarla di nuovo

Rimasero per un po’ in silenzio, abbracciate,  sentendo reciprocamente i loro respiri, mentre ciascuna immaginava i pensieri dell’atra
Santana prese coraggio finalmente e disse

“cosa facciamo ora Britt” con la voce frammentata dall’ansia
“non lo so San….. per ora voglio godermi questo momento” e la strinse ancora più forte a sé, sentendo che al solo pensiero la mora aveva iniziato a tremare.
 
 
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Chiedo umilmente scusa, questo capitolo doveva essere postato per la vigilia di Natale ma non mi è stato possibile non essendo a casa mia. Spero di essermi fatta perdonare… ma ho il sospetto di si :D
Ringrazio sempre chi legge mette nei preferiti, seguiti ecc… ma soprattutto chi scrive sempre due parole dopo aver letto.
Spero vi sia piaciuto e, per rimanere nello spirito Natalizio di Scrooge, vi dico solo: non pensiate che sia tutto a posto, risolto della serie e vissero tutti felici e contenti…. Perché non è così : )
Buon Post Natale
E.

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Capitolo 10
*** Bugie ***


Giaceva sul suo petto abbandonandosi al suo respiro lento e regolare,la luce del mattino era ormai filtrata anche in quello scantinato buio. Santana non era riuscita a chiudere occhio, aveva paura di addormentarsi, per poi svegliarsi e rendersi conto che era stato tutto un sogno, un bellissimo sogno certo, ma pur sempre un sogno.
Quella notte, avevano fatto l’amore più e più volte, come se non avessero mai trovato pace in tutti quei gemiti ed in tutta quell’eccitazione, come se avessero continuamente sete l’una dell’altra, facevano delle piccole pause e poi, di nuovo affamate, riprendevano ad assaggiarsi, a baciarsi a stringere il corpo l’una dell’altra, perché rimanesse di nuovo l’impronta reciproca del loro amore.
Brittany si era addormentata stremata e lei cercava di muoversi il meno possibile, per non svegliarla. In quel momento si ritrovava a fissare quel piccolo tatuaggio vicino al suo cuore, e sorrideva….. sorrideva come una bambina.
Allungò la mano per toccarlo e tracciare i piccoli contorni di quel disegno, che la bionda aveva voluto indelebile sul suo corpo.

Brittany sospirò, aprendo lentamente gli occhi, Santana non vedeva l’ora di vedere quegli occhi e di sentire quella voce. Le sorrise

“Hey” la bionda ricambiò il sorriso e cercò di stiracchiarsi, senza dover far spostare la mora, ancora sopra di lei per metà.
“buongiorno” disse, per poi abbassarsi e stamparle un tenero bacio.
Santana, a quel tocco, rabbrividì, perché le sembrava fosse passata una vita che non si svegliava così felice e che il suo cuore non sussultava in quel modo, incrociando lo sguardo di un’altra persona.
Aveva una voglia matta di dire tutte quelle sensazioni a Brittany, voleva renderla partecipe della danza della sua anima, in quelle ore passate ad amarsi, ma non sapeva come fare, la guardò per svariati secondi, dove i loro occhi rimasero incollati. La mora aprì la bocca più volte per dire qualcosa, ma la richiuse subito, perché non riusciva, per la troppa emozione.
Brittany, capendo la situazione, sorrise e subito la baciò, fù dopo quel bacio delicato ed appassionato allo stesso tempo, che Santana si decise a dire qualcosa

“Brittany io…. Io…” balbettò, mentre la bionda la fissava con quello sguardo deciso e maturo, che la faceva intimidire e soprattutto con quel sorriso che la spiazzava “Io… oh Cristo Britt… è stato bellissimo, è stato come se avessi aspettato una vita questo momento, come se…. Britt io credo….”
“San!” Brittany improvvisamente la interruppe, prendendole trà le mani il viso, la mora si spaventò e la guardò con gli occhi sbarrati. L’altra decise di addolcire la voce
“San… ti prego, non farlo…. Non dirlo…. Non voglio che tu ora dica delle cose, per il quale poi ti possa pentire” la guardò sinceramente e senza paura
“ma… ma io… Britt” cercò di abbozzare l’altra
“San, anche per me è stato bellissimo, sul serio, mi sembrava di essere in paradiso, c’eravamo soltanto io e te e nient’altro che ci poteva scalfire, mentre ci siamo amate in quel modo” le diede un bacio veloce sulle labbra e Santana chiuse gli occhi, iniziando a tremare per la paura di quelle parole. “ma…. rallentiamo ok?” continuò dopo essersi staccata.
“cosa vuol dire?” chiese l’altra titubante
“vuol dire che ci dobbiamo andare piano, che dobbiamo ricominciare tutto da capo, che le nostre vite , soprattutto la tua, sono incasinate Santana! Facciamo tutto con calma, dobbiamo imparare a conoscerci di nuovo, nonostante mi sembra che i nostri corpi non si siano per niente scordati l’uno dell’altro” sorrise e le fece fare un sorriso più distensivo.
“questo vuol dire che….”chiese titubante
“non vuol dire niente San…. Cioè… vuol dire qualcosa, ma niente di drammatico e catastrofico” in quel momento, la mora sorrise, ricordandosi dei discorsi contorti della sua compagna di liceo
“lasciamo correre le cose…. Viviamo alla giornata per ora…. Ok?” le propose la bionda
“ok…” rispose l’altra.

Qualsiasi cosa le avesse proposto Brittany, a meno che non comportasse il non vedersi più, le sarebbe andato bene, si sentiva come una tossicodipendente che, dopo anni di terapia ben riuscita per disintossicarsi, fosse ricaduta improvvisamente in quel tunnel e, più passava il tempo, più era difficile uscirne e lei non lo voleva di sicuro.

La bionda sorrise soddisfatta della sua proposta accettata dalla latina e, con uno scatto felino, si spostò e si mise sopra di lei, facendola prima sussultare per lo spavento e poi sorridere.  Si tuffò sul suo collo, facendole delle pernacchie e facendole il solletico, come due bambine risero e si rotolarono sul letto.

“cosa vuoi fare ora miss carpe diem?” le chiese la giovane dottoressa, guardandola divertita
“mmmm credimi starei qui a rotolarmi con te sul letto volentieri, ed anche a fare altro, se non fosse che oggi vorrei iniziare a portare le mie cose e quelle di Adrian da Puck, non sono tantissime, quindi ci vorrà un’oretta e poi dovrei iniziare  a capire che diavolo vuole farmi fare il mio nuovo capo” disse, facendo gli occhi al cielo “Tu? A parte essere una giovane donna in carriera, senza un marito per una settimana, che devi fare?” le disse ancora
“io oggi ho il turno di notte e contando che, per colpa tua, non ho dormito praticamente niente stanotte….” Le diede un simpatico buffetto sul naso “dovrei dormire qualche oretta…. Ma ti posso accompagnare da Puck con la tua roba per il trasloco, tanto non credo ti serva portare i mobili in quella casa piena di sfarzo…. A proposito, ci tiene così tanto a quel posto, che non so se ti farà mai toccare qualcosa”
“non preoccuparti, abbiamo fatto un patto, niente affitto ed io terrò la casa pulita e lui penserà a cucinare, mi sembra un bel compromesso no?”  le fece l’occhiolino
“mmmm contando che lui sporca come un maiale e la sua stanza è sempre un casino, non so se ti è convenuto tanto” disse dubbiosa Santana
“lo metterò in riga io… e poi sono abituata a vedere di peggio, credimi!” le rispose, stampandole un bacio veloce ed abbandonandola sul letto

“hai fame? Devi recuperare un po’ di forze dopo stanotte” si girò a guardarla con un sorriso malizioso.
Santana perse il respiro per un secondo, dopo quello sguardo, e, ridendo come una bambina, disse
“ho tanta fame!”
“bene…. Uova e pancetta saranno pronte al tuo tavolo!” risfoderò la sua fraseologia da perfetta cameriera

Santana, si alzò dal letto e corse a ad abbracciarla da dietro, cingendole la vita e stringendola a sé, come se non potesse fare a meno di avere quel corpo a distanza di pochi millimetri. Brittany si lasciò cullare, per qualche secondo, da quella stretta così dolce e piacevole e chiuse gli occhi. Era da tanto che non si sentiva così bene e così amata sinceramente, si emozionò al pensiero.
“mi sento felice” le sussurrò delicatamente Santana ad un orecchio
La bionda si girò per guardarla negli occhi e, dandole una carezza, rispose
“anche io…. E dopo tanto tempo” per poi baciarla.

Non sapeva se davvero stavano correndo troppo, soprattutto con le parole, era spaventata, perché, Santana dopotutto, non si era mai troppo lanciata così tanto, nell’esprimere i suoi sentimenti, forse negli anni era cambiata e, forse perdendola, si era pentita di non averle sempre detto tutto quello che il cuore le suggeriva, per questo era così prolissa nelle parole. Decise di lasciarsi andare un po’ di più anche lei, in fondo, in quegli anni ,aveva davvero vissuto la sua vita giorno per giorno, con quello che le succedeva nel presente, ed, in quel presente, era davvero felice a poter avere trà le sue braccia Santana e poterla amare.

“và bene se faccio una doccia?” le chiese la mora
“certo fai pure…. Ti lascio qualcosa di mio, anche se non si addice molto alla sexy dottoressa Lopez!” le disse, dandole una pacca sul sedere, mentre Santana si allontanava ammiccando ed ancheggiando
 
 

Mentre facevano colazione e mangiavano affamate, squillò il cellulare di Brittany, era Puck, che la chiamava per mettersi d’accordo per la giornata. Brittany non fece in tempo a posare il cellulare, che Santana si mise le mani davanti alla bocca ed urlò
“Cazzo! Il cellulare!!!! L’ho lasciato da ieri in macchina!” sconvolta

Brittany la guardò perplessa e non fece in tempo a realizzare, che l’altra aveva cercato le chiavi dentro la borsa, per poi scattare fuori come una lince.


Prese il cellulare da dentro la macchina ed il telefono era spento, evidentemente si era scaricato per le troppe chiamate, corse dentro la casa e cercò il caricatore nella borsa, lo attaccò alla prima presa che vide ed aspettò, in ansia, che il suo telefono riprendesse vita. Brittany, in tutto questo, la guardava stranita ed in silenzio, vedendo l’evidente agitazione della mora.


“oh cazzo! Adam mi ha chiamato una ventina di volte e Quinn trenta!” si mise una mano trà i capelli disperata, per poi voltarsi per caso verso Brittany, che era rimasta seduta a tavola e la guardava.
“Cristo Santo cosa faccio? Cosa devo dire? Chi chiamo? Brittany!” urlò verso di lei.

La bionda si alzò con tutta calma, ed andò verso di lei, cercando di sorriderle e farla calmare, perché stava tremando

“Hey! San…. Calmati ora….” Riuscì solo a dirle, mentre l’altra la guardava con occhi terrorizzati
Squillò il cellulare di Santana immediatamente, evidentemente, a qualcuno che l’aveva cercata, erano arrivate le notifiche che ora era disponibile
“oh Dio è Adam… che cazzo faccio?” si mise una mano in testa disperata
“dovresti rispondere, prima che chiami la polizia allarmato!” disse Brittany
“si ma cosa gli dico?”
“non sò…. È mai capitato un cambio turno? O che ti abbiano chiamato per emergenze?” disse la bionda
“giusto…. Giusto!” Santana la indicò, felice per l’idea e per l’estrema lucidità che aveva avuto
“ok… ce la puoi fare” Brittany annuì e sorridendole le prese la mano

“Hey!” cercò di essere il più rilassato possibile
“Santana ma dove cazzo eri finita? Ho chiamato miliardi di volte, per poi addormentarmi col telefono in mano!” disse Adam
“scusa, mi sono dimenticata di dirti che ho fatto doppio turno ieri, perché Set ha avuto un problema e mi ha chiesto di sostituirlo” disse, guardando Brittany, che annuiva mentre le stringeva la mano
“cazzo ma sempre tu le dei fare queste cose? Ma perché non chiedono agli altri? E soprattutto avvisa cazzo!”  Adam si arrabbiava sempre tantissimo, quando la moglie peccava di estrema generosità, soprattutto al lavoro.
“lo so amore….. ma è stato un casino stanotte, sono stanchissima, ho finito ora” guardò Brittany che, appena sentita la parola amore, le aveva sorriso nervosamente e si era allontanata, tornando al suo posto a tavola.

 
Santana parlò per alcuni minuti con Adam e, Brittany, ascoltando la conversazione, si rese conto di come erano state giuste le parole che le aveva detto prima. Quelle chiamate, il cellulare e tutto il resto, l’avevano riportata bruscamente alla realtà, improvvisamente il mondo, che quella notte aveva chiuso fuori, per stare con lei, era ricomparso prepotentemente. Non sapeva se sarebbero tornate assieme, ma sapeva sicuramente che, Santana aveva bisogno di sistemare tante cose fuori e dentro sé.

Chiuso con Adam aveva chiamato subito Quinn, che le aveva risposto in lacrime, c’era voluto un po’ per calmarla, Quinn non sapeva cosa fare, pensava che la sua amica stesse male ed era molto arrabbiata, perché non aveva pensato di mandarle almeno un messaggio per tranquillizzarla, aveva chiuso la chiamata con  un

“Vaffanculo Santana!”

Lasciandola senza parole
 

La mora rimase seduta sul letto, che si teneva la testa, distrutta da quella telefonata, piena di bugie con Adam e da quel piccolo litigio con Quinn. Continuava a chiedersi, dentro la sua testa, perché, dopo un momento così bello con Brittany, era dovuto arrivare quello strazio.

Brittany avrebbe voluto lasciarla da sola, non sapeva se le avesse fatto piacere la sua presenza in quel momento, in fondo era stata la causa del suo dolore, per quel momento, ma decise di avvicinarsi, non poteva vederla in quello stato.

“Hey…. Stai bene?” si inginocchiò davanti a lei, levandole la mano che le sorreggeva la fronte
Santana la guardò, ed, in quegli occhi sinceri, trovò conforto e decise di abbandonarsi trà le sue braccia a piangere. Brittany, senza dire niente, la strinse e la lasciò sfogare, sentendosi terribilmente male per lei.
Aspettò che si calmasse e poi, staccandosi da lei, disse
“senti, posso chiamare Puck e verrà lui a darmi una mano, vai da Quinn, avete bisogno di parlare”  le accarezzò il viso, spostandole le ciocche che rimanevano incollate dalle lacrime

Santana la guardò, era terribilmente bella, così serena e sicura di sé, avrebbe voluto rifugiarsi trà le sue braccia per sempre, perché solo li poteva sentirsi sicura, ma quelle ultime telefonate l’avevano bruscamente riportata alla realtà, non poteva rifugiarsi da Brittany, perché, al di là di lei, c’era tutta una vita che si era costruita con fatica e passione, quando lei non c’era.
“i…io…. Britt io…. No…. Ti accompagno”  disse
“San…. Me la so cavare benissimo da sola, non preoccuparti, ci sono cose più importanti ora” le rispose dolcemente

Santana ricominciò a piangere, aveva una confusione terribile in testa, sentiva paura, ansia, tensione per quello che sarebbe successo da ora in poi, ma nello stesso tempo non voleva lasciare Brittany, non voleva assolutamente perdere quelle sensazioni che aveva provato quella sera
Brittany s’impietosì, vedendo Santana in quello stato, così le mise una mano sulla guancia e si avvicinò a baciarla delicatamente.
“Andrà tutto bene vedrai” le sussurrò, sfiorandole le labbra

Per la mora,quel bacio, fù un balsamo che le leniva le ferite e proteggeva, con uno strato delicato, il suo cuore.
“non abbandonarmi ti prego” le disse la mora supplicandola
“sono qui San….. non vado da nessuna parte, se tu vorrai e fino a quando lo vorrai, ci sarò” le disse notando che l’altra era evidentemente più tranquilla, dopo quelle parole.


Si salutarono e Santana sembrava non volesse lasciarla, continuava a richiederle baci confortanti, perché sapeva che ora doveva affrontare Quinn, ed aveva bisogno di tutto il conforto che, i baci della bionda, le potevano dare.

Brittany l’accompagnò fino al cancello, guardandola partire ed andare via, aveva il suo cane, che le si era affiancato. Chiuse il cancello e, poggiando la testa all’indietro, sbuffò, per l’estrema tensione accumulata in quei minuti. Will le leccò la mano, quasi a volerla consolare, lei si abbassò ad accarezzarlo
“lo so…. Non sarà semplice”

Corse dalla signora Ripley ad informarla del suo trasloco, non l’avrebbe abbandonata, non l’avrebbe mai fatto, promise a sé stessa di andare a trovarla almeno una volta a settimana e di cercare qualcuno che potesse lavorare al suo posto.
 
 

Era passata da casa prima di dirigersi verso lo studio privato di Quinn, non poteva presentarsi da lei con gli abiti che erano evidentemente di Brittany. Mentre decideva se dire tutta la verità o parte a Quinn incrociò una foto sua e di Adam sul comodino.
Era una foto del loro matrimonio, Adam la sollevava felice trà le braccia, facendola ridere, avevano tutti e due un sorriso bellissimo e sereno. La prese trà le mani e le scese una lacrima, voleva bene ad Adam, gli voleva veramente bene, perché l’aveva fatta stare bene in quegli anni, e gli aveva dato un po’ di quella felicità che, con la partenza di Brittany, le era mancata.

 
 
Sostava da ormai 20 minuti sotto lo studio della dottoressa Fabray, picchiava nervosamente le mani sul volante, cercando di fare dei respiri regolari per calmarsi. Scosse la testa e disse
“Basta! Avanti è Quinn, non si può rompere il rapporto per una cazzata!” e sbattè nervosamente la portiera della macchina

 
“Dottoressa Lopez, benvenuta, la dottoressa Fabray è dentro con una paziente, ma le comunico tramite il display che lei è qui” disse la segretaria accogliendola
“Aspetterò che finisca, grazie Silvia” disse, accomodandosi in sala d’aspetto e prendendo una rivista per sfogliarla


Dopo venti minuti, la paziente uscì e Quinn si affacciò fuori dallo studio, senza nemmeno degnare di uno sguardo la sua amica, si avvicinò alla segretari e disse
“per oggi abbiamo finito Silvia, puoi andare, ci penso io a chiudere qui” le disse, per poi guardare per un secondo Santana e farle cenno con la testa di entrare, davanti alla soglia della porta.

Si appoggiò alla scrivania, incrociando le braccia e guardando storto la mora, che entrava nello studio con aria da cane bastonato
“che cavolo è successo da non rispondere alle mie chiamate?” le disse arrabbiata
“ho lasciato il cellulare in macchina e mi sono accorta la mattina dopo di averlo lasciato li” azzardò piano, senza guardarla
“oh bè, la dottoressa Lopez doveva essere parecchio impegnata allora, per non ricordarsi, per tutto questo tempo, il cellulare! “ Quinn era evidentemente ferita, perché l’aveva lasciata sconvolta dopo quella chiamata e lei non si era preoccupata di farle sapere che stava bene, si era dimenticata di lei e questo Quinn, la sua migliore amica, Quinn Fabray, non lo poteva sopportare, Santana lo sapeva benissimo
“Q. io….”  Cercò di avvicinarsi a lei
“tu un cazzo Santana! Stavo per morire d’infarto! Ho pensato di tutto! Ho pensato perfino di chiamare Adam, per sapere se aveva notizie, ti rendi conto San?” la bionda stava urlando
Santana non sapeva cosa dire, se non ringraziare mentalmente Quinn, per aver resistito e non aver chiamato Adam, perché sarebbe stata la fine
“posso spiegarti….” Disse, con lo sguardo sempre più sotto terra
“non c’è niente da spiegare…. È facile intuire che sei stata con Brittany…. Cosa è stato? Una notte di sesso prima di lasciarla andare?”  Quinn si stava rendendo conto di usare parole molto forti, ma era troppo arrabbiata con lei in quel momento, perché non poteva essere così impulsiva, davanti a quella situazione, senza badare alle miliardi di conseguenze della cosa.
Santana sollevò lo sguardo, dopo quelle dure parole dell’amica
“non andrà via, Puck le ha offerto un lavoro e l’affitto per metà della sua casa”
“oh bè…. Puck! Proprio quello che ci vuole, per una ribelle giramondo, immagino le bellissime serate trà loro due, altamente culturali!” gesticolò, mentre si mosse nervosamente dall’altra parte della scrivania
“Quinn che cazzo stai dicendo? Stiamo parlando di Brittany!” Santana non aveva più resistito, le sembrava troppo quel giudizio gratuito
“appunto San, stiamo parlando di Brittany, che è ricomparsa dopo dodici anni e tu, come una ragazzina invasata, hai perso completamente la testa!” Quinn si avvicinò all’amica e, prendendola per le spalle la scosse urlando “Santana apri gli occhi cazzo! Sei una donna sposata, hai un lavoro serio alle spalle! Non mandare tutto a puttane per una cotta adolescenziale!!!!” guardandola intensamente negli occhi

Quinn si rese conto, nell’istante stesso in cui stava dicendo quelle parole, di aver detto un’eresia, perché lo sapeva benissimo che Brittany non era una semplice cotta per lei, sapeva che erano fatte per stare insieme e che niente poteva fermare l’alchimia che c’era trà di loro, ma aveva paura, ed il suo senso di protezione nei confronti di Santana, dopo che per tanti anni l’aveva vista piangere fragile sulle sue braccia, era diventato altissimo e non era sicura che fosse giusto, in quel momento della sua vita, che lasciasse tutto per inseguire, un rapporto, che era finito tempo fa e, per il quale, tutte e due in un modo o nell’altro erano andate avanti nella loro vita.
Si voltò verso di lei e vide che era visibilmente scossa e aveva gli occhi sgranati, mentre stringeva i pugni.

“credevo tu fossi la persona che mi avrebbe capita di più al mondo per questa cosa….. ma evidentemente mi sbagliavo” disse con calma “mi hai sempre detto che saresti stata dalla mia parte, a qualsiasi costo”
“ma io sono dalla tua parte San” la bionda si avvicinò ad accarezzarle la guancia, in evidente agitazione per la paura delle conseguenze di quelle parole dure, che stavano uscendo dalla bocca di Santana “ti dico queste cose, perché sono dalla tua parte, perché so qual è la cosa giusta per te”
“tu non puoi sapere qual è la cosa giusta! Non sai come mi sento, come mi sono sentita stanotte con lei! Non lo sai Quinn!” le urlò, allontanandosi da quella presa
“Ti devi fermare Santana! Stai correndo troppo, lo capisci? È successo tutto in fretta, sei entrata dentro un vortice e ti stai lasciando trasportare senza reagire, ma non sai dove ti porterà poi questo vortice!”
“ooooh avanti Fabray! non mi incantano le tue cazzate da strizzacervelli! Ho ritrovato Brittany e sono felice!” disse incrociando le braccia
“ok… ed Adam? Come la mettiamo? Glielo dirai giusto? O inizierai a fare una doppia vita? Perché poi, sappi ,che facciamo un prezzo speciale per i malati di doppia personalità qui in studio, siamo pronti ad accoglierti!” spalancò le braccia nervosamente
“tu non capisci…. Non ci arrivi proprio Quinn!”  scosse la testa, guardandola con delusione
“io capisco solo che stai percorrendo strade pericolose, presa dall’entusiasmo del momento San! Ed io ti voglio bene e queste cose te le devo dire, perché le devi sentire da qualcuno!”

Santana sbuffò e, prendendo la sua borsa ,si girò ed uscì dallo studio

“perfetto scappa! Vai via! Ecco la Santana Lopez dei vecchi tempi! Benvenuta regressione!” urlò, per poi chiudere violentemente la porta del suo studio e scaraventarsi sul lettino per la terapia, a piangere nervosamente
 

 
Era in ospedale per il suo turno di notte, era entrata da due ore ed aveva già sbattuto fuori: il marito troppo apprensivo di una donna che aveva delle coliche, uno specializzando, che aveva rovesciato una boccetta di sangue, che era appena riuscita a prelevare da un braccio con delle vene praticamente inesistenti, e mandato a quel paese un suo collega di Neurologia, che voleva appioppargli due suoi pazienti, per occupare due preziosi letti del suo reparto.

Si rinchiuse per qualche minuto nella sua stanza, per respirare. Non aveva fatto altro che pensare al litigio con Quinn, alle sue parole così dure, ma che avevano un fondo di verità. Sapeva che Quinn le voleva bene ed era altrettanto certa, che ne volesse bene anche a Brittany, per questo era così preoccupata per loro.

Desiderò sentire un abbraccio confortante di Brittany in quel momento, oppure le sarebbe bastato solo vedere l’immensa profondità di quegli occhi o il suo sorriso rassicurante.  Si destò dai suoi pensieri, al suono del cellulare, sorrise, appena lesse il nome che era comparso come per magia

“la disturbo dottoressa Lopez?”
“no affatto….sono stupita, perché dovrebbe essere a lavoro anche lei”  sorrise
“e lo sono infatti…. Può uscire un minuto fuori al parcheggio del pronto soccorso?”  chiese la bionda
Santana s’illuminò e, come una bambina, uscì dalla sua stanza per correre fuori, senza nemmeno dare risposta a Brittany

La vide sorridente col casco in mano, seduta su uno degli scooter della pizzeria di Puck
“volevo farti vedere il mio mezzo da lavoro” le urlò col motore ancora acceso
Santana avrebbe voluto baciarla in quell’istante, il solo vederla, le aveva procurato una felicità immensa
“è stupendo!” affermò, avvicinandosi e mettendo una mano sopra quella di Brittany, che teneva l’acceleratore soltanto per avere un minimo contatto con lei
“Puck vuole che cominci dalla base, per poter conoscere bene tutto dell’azienda, quindi, per ora, fino a nuovo ordine, faccio il porta pizze”  disse tutta felice
“allora chiamerò più spesso, se mi si presenta un porta pizze così sexy” affermò Santana, guardandola maliziosamente e stringendo di più la mano
Brittany arrossì in imbarazzo per quel complimento, aveva voglia di baciarla e, guardandosi furtivamente intorno, le rubò un bacio veloce sulle labbra, Santana si stupì, ma rabbrividì a quel tocco
“ora devo scappare, sai che se ritardiamo per più di tre minuti, non ci pagheranno la pizza” disse
“già… Britt…. Stai attenta però, non correre troppo” affermò preoccupata, mentre la bionda si stava mettendo il casco
“non preoccuparti San, poi se mi faccio male c’è sempre il pronto soccorso” disse, partendo velocissima con la testa rivolta ancora a Santana, dietro di lei che la guardava, per poi notare il viso preoccupato della mora che le urlò
“Attenta!”
Brittany si girò e, per un pelo, riuscì a schivare un palo davanti a lei, soddisfatta per esserci riuscita, si girò di nuovo per salutarla sorridendo
La mora ricambiò il saluto un po’ tesa, per poi affermare
“Oddio, speriamo bene”
 
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Eccomi! Ultimo capitolo dell’anno ^__^
Grazie infinite a tutte le persone che leggono questa storia, in modo speciale ringrazio tutte voi che recensite e scrivete delle cose davvero stupende che mi lasciano senza parole!
Spero vi piaccia questo capitolo
Buon fine 2011 ed inizio 2012 sperando sia pieno di Brittana.
Un bacio
E.

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Capitolo 11
*** Casa Chang ***


“Santana devi venire subito a vedere una cosa”
Puck le aveva aperto la porta di casa e trascinata dentro, con entusiasmo, verso il giardino di casa, mentre Brittany li osservava divertita.
“che c’è? Perché tutta questa foga Puckerman?” si lasciò trascinare mentre lanciò uno sguardo perplesso a Brittany
“devi vedere quello che riesce a fare Will! È incredibile San!” disse, abbassandosi per chiamare il cane.

Brittany viveva a casa Puckerman da soli tre giorni, ma il ragazzo si era letteralmente innamorato del suo cane, ormai, lui e Will, vivevano in simbiosi, era affascinato dall’estrema intelligenza di quel cane e per tutte le cose che Brittany le aveva insegnato a fare.

“coraggio Britt, accendi la musica e fai vedere a Santana quello che sapete fare!” disse, rivolgendosi all’amica che scosse la testa ed andò ad accendere lo stereo.

Partì la musica con un merengue e, cane e padrona, iniziarono a fare una coreografia perfetta di quel ballo latino americano. Will stava perfettamente in piedi, ed eseguiva a tempo i passi insieme a Brittany. Santana spalancò la bocca incredula, non aveva mai visto niente del genere, mentre il suo amico la guardava ed annuiva compiaciuto, come se fosse lui il coreografo di quel ballo.

“hai visto? Non è incredibile? Devo fare un video per mandarlo a Sam!” disse
Finita l’esibizione, i due ballerini fecero un inchino all’applauso che stavano ricevendo dagli altri due. Britt si spupazzò il suo cane, ringraziandolo per l’ennesimo atto di fedeltà e lo lasciò a Puck ,che lo trascinò in giardino per giocare ancora con lui
 
 

Le prese la mano e la portò nella sua stanza. Si sorrisero e bastò un secondo, per ritrovare le loro labbra incollate. Si lasciarono solamente per stringersi ed abbracciarsi.
A Santana continuava a battere forte il cuore, nonostante, ormai, fosse così da quattro giorni, aveva deciso di vivere quella settimana di assenza di Adam, il più possibile a contatto con Brittany, per recuperare un po’ di tempo perduto e per amarsi senza doversi fare troppe domande per il momento.
Erano stati dei giorni magnifici, a parte il lavoro che le separava per quelle ore, erano state sempre assieme, a casa di Puck, e lui aveva rispettato in un modo straordinario, quella loro decisione, facendo finta di niente, non si baciavano mai davanti a lui, ma sapevano benissimo che sapeva e discretamente taceva. Santana era stupita della dolcezza del suo amico, soprattutto perché, Noah, non faceva nemmeno battute su loro due e le lasciava da sole il più possibile.

“come stai?” le chiese la bionda, dondolandola dolcemente in un abbraccio
“adesso bene…. È stato un casino oggi a lavoro” le rispose, sussurrandoglielo dolcemente in un orecchio, per poi baciarla sul collo. Brittany rabbrividì sentendo le labbra morbide di Santana, che toccavano delicatamente il suo collo
Si staccarono e la bionda la guardò negli occhi
“sò io di cosa hai bisogno” le disse sorridendo
Santana rispose al sorriso, aspettando la notizia
“ti preparerò una buonissima cena italiana” le disse con entusiasmo, per poi stamparle un veloce bacio sulle labbra e trascinarla in cucina.


Brittany si mise a lavoro, mentre Santana la osservava ammaliata, ogni cosa che faceva, le sembrava lo facesse con una grazia speciale, che solo in lei vedeva.
“da quando sai cucinare?” le chiese poi
“da quando ho lavorato in vari ristoranti in giro “ le rispose, mentre tagliuzzava finemente la cipolla
“ti preparo una buonissima pasta al pomodoro” continuò, guardandola con dolcezza
“Wau! Non vedo l’ora di assaggiarla”
Il loro gioco di sguardi fù interrotto da una suoneria personalizzata del cellulare di Santana, che ormai Brittany conosceva bene, ebbe un sussulto e sentì un dolore acuto al dito
“Cazzo!” urlò, tenendosi il dito e vedendo che sanguinava per la ferita da taglio
Santana con ancora il cellulare in mano si precipitò a vedere se era tutto ok, mentre il dito di Brittany sanguinava vistosamente
“fai vedere? È profondo?” le chiese
“non è niente è solo un taglio, rispondi ad Adam”
“lo richiamo dopo, non è urgente”
“San! Rispondi ad Adam, è uno stupido taglio!” urlò, fissandola negli occhi

La ragazza rimase interdetta per qualche secondo e poi decise di rispondere

“Hey!”
“ciao amore che fai?”
“niente, facevo un po’ di pulizie “ mentre diceva quella bugia, si ricordò che casa sua era un casino, anche se praticamente stava vivendo da Brittany in quei giorni e rientrava solo per cambiarsi, si annotò mentalmente che, prima di partire per NY, doveva sistemarla, per il ritorno del marito.
“ah benissimo… trà  due giorni ci vediamo, sei pronta?” chiese lui
“non vedo l’ora” mentì ancora, perché aveva paura di quell’incontro, non sapeva quale reazione il suo cuore poteva avere, dopo quei giorni bellissimi che stava passando insieme a Brittany.
Si girò per cercarla e non la trovò, vide nel pavimento delle gocce di sangue, era abituata a vedere di peggio, ma le venne il panico.
“amore è arrivata la pizza devo aprire” s’inventò
“hai preso la pizza da Puck?” chiese
“si”  
“San ti ho detto mille volte che è più buona quella di Guglielmo , è vera pizza italiana, Noah Puckerman non ha di certo bisogno dei nostri soldi”disse un po’ irritato
“si, si certo… ora devo andare, ci sentiamo dopo” non vedeva l’ora di chiudere
“no, dopo ho una cena importante di lavoro, ci sentiamo domani”
“ok”
“San, ti amo! Anche se sei testarda e non mi ascolti mai” Santana sentì che sorrise divertito
“anche io” cercò di rispondere, senza dover pronunciare quelle due parole, in quel momento non se la sentiva proprio.

Chiuse la chiamata e si precipitò a cercare Brittany

“Britt?.... Britt dove sei”
Sentì che la bionda non rispose, seguendo le tracce delle gocce di sangue, arrivò in bagno
Vide che aveva il dito nel lavandino e faceva scorrere l’acqua sopra di esso. Santana notò che era agitata, si avvicinò lentamente
“hey! Posso vederlo?” le chiese dolcemente
Brittany, come destata dai suoi pensieri, glielo fece vedere.
“mmm non è niente, solo che è in un punto dove lo strato di pelle è finissimo e quindi sanguina tanto” si girò a controllare i mobili del bagno
“avete una cassetta del pronto soccorso?” le chiese
Brittany annuì e le indicò un cassetto, vicino al lavandino
Santana prese l’occorrente e, con delle garze, iniziò a fermare il flusso del sangue, tenendo stretto il dito.
“vedi? Bisogna tenere stretto qui, così si ferma la piccola emorragia, poi, trà pochissimo, le tue piastrine faranno il loro dovere, iniziando a cicatrizzare la tua ferita”
Brittany la guardò e, finalmente più rassicurata, le fece un sorriso
“che c’è?” chiese curiosa la mora
“ogni tanto mi dimentico che sei un medico”
“non sono un medico qualunque, sono un bravo medico, il migliore in circolazione” si gonfiò, facendo ridere l’altra


Dopo qualche minuto, lasciò la presa e disinfettò la ferita delicatamente, per poi metterle un cerotto.
“ecco qui! Ora è tutto ok! Non hai più scuse per non metterti a lavoro e cucinarmi quella buonissima pasta”
Brittany si avvicinò e le diede un lieve bacio, Santana chiuse gli occhi, beandosi di quel tocco delicato
“grazie” le disse poi
“magari però…. Se c’è da tagliuzzare ancora, lo faccio io eh?” si ritrovarono con le fronti unite a ridere copiosamente

 
 
Erano sdraiate sul divano bianco candido  che il loro amico tanto adorava,dopo la cena buonissima preparata dalla bionda, facevano zapping distrattamente, Brittany era rannicchiata trà il petto di Santana e si osservava il dito, Puck era uscito per andare a lavoro, gli piaceva lavorare sempre la notte, si divertiva di più a torturare i suoi dipendenti assonnati.
“ti fa ancora male?” le chiese la mora
“mi brucia un po’…. poi pulsa” disse, facendo un tenero broncio
Santana s’intenerì e le diede un bacio, per poi dire
“devi tenerlo in alto per evitare che pulsi”
“così?” chiese, alzando il braccio in alto e ridendo
“non c’è bisogno di alzare tutto il braccio….” Glielo abbassò “ma dov’è finita la Brittany coraggiosa e temeraria, che ha vissuto da sola per dieci anni e che adesso si lamenta per un taglietto?” continuò poi
“infatti è tutta una finta…. Lo faccio solo per avere delle coccole da te” svelò
“non c’è bisogno di tagliarsi, per avere delle coccole da me, non aspetto altro per tutta la mia triste giornata” Santana la guardò dolcemente, per poi baciarla appassionatamente.

Lo squillo del cellulare di Santana le fece tornare alla realtà
“la mia cinese preferita!” rispose la mora, alla chiamata di Tina
“hey San, come stai?” disse l’asiatica
“tutto bene tesoro, voi? MJ?”
“stiamo tutti bene. Sò che Adam è fuori per qualche giorno, sarai tristissima”
“eh già….” Guardò Brittany in quell’istante, che giocherellava con la sua mano, intrecciandola in vari modi
“senti, volevo dirti che domani è il compleanno di Mike e faremo una festicciola a casa, volevo fargli una sorpresa….. tu hai più sentito o visto Brittany?”
“si… ogni tanto mi capita di sentire Brittany” sorrise, mentre vide che la bionda la guardò curiosa e si mise a ridere con lei
“ah bene, perché ho detto a Mike che era tornata in città ed era felicissimo, di certo non si aspetta che compaia al suo compleanno, potresti provare a chiederle se se la sente di venire? Sarei felice di incontrarla anche io” disse Tina emozionandosi solo per aver detto quella frase
Santana si commosse, pensando a quanto erano meravigliosi i Chang, erano sempre state delle persone pure e gentili con tutti e poi Mike era il migliore amico di Brittany, prima che partisse.
“certo tesoro, la chiamerò e glielo chiederò, ti faccio sapere ok?”


Chiuse la chiamata e Brittany la guardò curiosa, aspettando le spiegasse perché era venuto fuori il suo nome
“domani è il compleanno di Mike e le vorrebbe fare una sorpresa con la tua comparsa” le disse, accarezzandole i biondi capelli
“oddio…. Ci saranno tutti?” chiese terrorizzata
“bè dipende da chi intendi per tutti…. Ci saranno i mariti, che tu non conosci, ed incontrerai un po’ di persone che non vedevi da tanto….” La osservò pensierosa “se non te la senti non devi farlo Britt” continuò
“no…. È solo che ho paura delle reazioni di tutti, in fondo non mi sono fatta sentire per un bel po’… Mike sarà arrabbiato” rispose, guardandosi nervosamente le mani e toccandosi il dito ferito
“è difficile immaginare Mike arrabbiato e non credo lo sarà, penso che sarà molto felice di vederti e le faresti un bel regalo….. ma davvero Britt, se non te la senti non devi farlo”  le disse dolcemente avvicinandola al suo petto, per poi darle un bacio sulla tempia
“tu mi starai vicina?” le chiese, sollevando lo sguardo
“certo! e ci sarà anche Puck”
“ok….” Rispose felice

Santana, nel vedere quel sorriso splendido e coraggioso si sciolse, le sollevò il viso e la baciò. Brittany si sollevò appena, mettendosi più comoda ed approfondendo il bacio, mentre le carezzava la nuca.
“mmmmm Britt” Santana si staccò appena dalle sue labbra
“mmmm” mugugnò l’altra, ancora presa dal momento
“oggi pensavo di tornare a casa a dormire” disse titubante, mentre le osservava le labbra vogliose di lei
“mmmm sono d’accordo” rispose, per poi  riprendere le labbra di Santana e mordicchiarle delicatamente
La mora non capì più niente e si rituffò su quelle labbra, facendo sdraiare Brittany, che nel frattempo aveva circondato la sua vita con una gamba. Si portò delicatamente sul suo collo e s’inebriò ancora di più del suo profumo , per poi scendere verso la camicetta mezzo aperta e scoprirle il seno. Si sentì rabbrividire dentro
“Britt?” disse ansimando
“mmm… San?” rispose lei con gli occhi chiusi
“magari ci torno un’altra volta a casa, per oggi facciamo che resto” disse, per poi ributtarsi sul suo collo
“mmmm sono d’accordo” rispose, ripetendosi, l’altra
 

 
 
La sveglia suonò prestissimo, le sembrò di aver dormito dieci minuti, doveva andare in ospedale, ma prima doveva passare da casa a cambiarsi. Si mise in fretta i vestiti, cercando di non svegliare Brittany, anche se sapeva che era impossibile, infatti….
“hey! È prestissimo” si girò, sfregandosi gli occhi
Santana si avvicinò e, schioccandole un veloce bacio sulle labbra, le disse
“lo sò… devo andare a lavoro e passare da casa a cambiarmi…. Dormi, tu che puoi. Passo a prenderti stasera per andare da Mike e Tina” le disse velocemente, mentre l’altra abbozzò ad un piccolo sorriso e si girò dall’altra parte, per riprendere sonno.
 

 
La giornata era trascorsa velocemente, la mattina in ospedale era stata abbastanza tranquilla, non aveva fatto altro che pensare a Brittany, si rendeva conto che stavano passando i giorni e lei, da li a pochissimo, sarebbe dovuta partire per raggiungere Adam a New York, iniziava a sentire un po’ di ansia, aveva ragione Quinn, non poteva fare due vite parallele, ma aveva bisogno di vedere la sua reazione a contatto col marito, dopo quei giorni intensi passati con Brittany, si disse che avrebbe deciso cosa fare dopo New York. In mezzo a tutti quei pensieri, ce n’era anche un altro che l’attanagliava, ed era la sua migliore amica. Non si erano sentite ne viste, dopo il litigio, a Santana mancava un sacco,alla festa, quella sera, l’avrebbe rivista sicuramente, la mora si promise di parlarle per cercare di chiarire e risolvere con lei.
 
 

La vide scendere gli scalini del portoncino della villa di Puck e le si fermò il respiro da quanto era bella. Portava dei semplici jeans ed una camicetta, ma quella semplicità, disarmò letteralmente Santana
“hai deciso di far morire tutti stasera?” le disse, mentre le stampò un bacio di saluto
“non direi…. Visto che avrei una buona concorrenza, miss tubino nero” rispose lei, squadrandola con malizia
Santana indossava un tubino cortissimo e strettissimo nero, che mentre si era seduta alla guida si era sollevato a livelli indecenti.
“ma questo è il look Lopez, alla quale tutti sono già abituati lì dentro… invece, vedere questa bellezza rara, sarà una sorpresa e non solo per Mike” rispose, facendo l’occhiolino

 
Arrivarono quasi subito a casa Chang, perché era molto vicina. Scesero dalla macchina e Santana notò che Brittany era molto nervosa
“come stai?” le strinse la mano, prima di entrare
“non sono più in tempo per cambiare idea vero?” la guardò terrorizzata
Santana sorrise e disse
“andrà tutto bene vedrai” per poi suonare il campanello

All’apertura della porta da parte di Tina, fù spontaneo, per tutte e due, lasciarsi la mano
“Oddio Britt!!! Britt sei tu?” Tina si lanciò letteralmente trà le braccia della bionda, senza pensarci un secondo, l’altra si ritrovò spiazzata piacevolmente
“si sono io!” disse, mentre la stringeva
“oh mamma ti sei fatta una donna bellissima! Stai bene?” le disse, accarezzandole la guancia
L’altra annuì solamente, un po’ emozionata, per un’accoglienza che non si aspettava
“hey? Wuhu! Ci sono anche io eh?” Santana interruppe quell’idillio di sguardi emozionati
“San ciao! Scusa!” disse Tina
“fà niente, per una volta posso lasciare a qualcun altro il ruolo da star” disse, sollevando le spalle, mentre notò che Brittany le fece uno sguardo incredulo, ma allo stesso tempo divertito.
“venite! Non vedo l’ora di vedere la faccia di Mike” disse Tina, facendola entrare

Brittany era terrorizzata all’idea di fare un’entrata trionfale, ed essere, per qualche minuto, al centro dell’attenzione di tutti. Iniziò a respirare a fatica, mentre incontrò lo sguardo rassicurante di Santana.
Tina aprì la porta del salotto addobbato per la festa, ed alla bionda iniziò a girare la testa, quando notò Mercedes che giocava insieme a Quinn ed a due bambini, di cui uno sicuramente era il figlio di Mike, perché era uguale a lui, per poi voltarsi dall’altra parte e vedere Sam e Puck che ammiravano il loro regalo, appena scartato da Mike, che lo provava felice: era una divisa di Football della nuova squadra del McKinley, notò che, in disparte, c’erano due uomini che non conosceva, che sorseggiavano una birra e chiacchieravano.

Mike vide improvvisamente una figura bionda, che avrebbe riconosciuto anche dopo cento anni, si tolse il casco incredulo ed urlò
“Brittany?”
La bionda girò lo sguardo, che poco prima era posizionato sui due uomini sconosciuti, per incontrare quello incredulo di Mike e sorriderle.
“Oddio Britt sei tu?” il ragazzo si precipitò da quella che fù la sua migliore amica, per abbracciarla e prenderla di peso, per farla girare velocemente. La bionda annuiva ed intorno a lei vide le facce di tutti che si erano girati ad osservare quella scena, mentre Mike la faceva girare. Riuscì a notare lo sguardo soddisfatto ed orgoglioso di Santana e quello commosso di Tina
Il ragazzo la mise giù per osservarla, e dandole una carezza disse
“come stai? Perché non ti sei fatta più sentire?” con gli occhi lucidi
Brittany era talmente emozionata, che aveva paura di dire qualsiasi cosa e piangere. Deglutì e si sforzò
“è una lunga storia, che ti racconterò….. ma auguri Mike!” disse, per poi abbracciarlo
Il ragazzo decise di non insistere e ricambiò semplicemente l’abbraccio, felice di poterlo fare di nuovo dopo tanto tempo.

“Hey ,ma non conviene venire con delle star, non ti considera proprio nessuno qui!” Santana diede uno schiaffo sulla spalla di Mike, per attirare la sua attenzione e distrarre gli altri dall’osservare, così insistentemente, Brittany per poterla togliere dall’imbarazzo
“Santana!” Mike lasciò Brittany, per abbracciare la mora
“auguri Bruce Lee” le disse, mentre ricambiava l’abbraccio

Nel frattempo si avvicinò Sam, che ancora non aveva incontrato Brittany, ma solo sentito per telefono, essendo il migliore amico di Puck, l’aveva subito informato delle novità a casa Puckerman
“Britt sei uno schianto!” il ragazzo la squadrò, prima di abbracciarla
“Sam! Che bello! Ma… ti si sono gonfiate ulteriormente le labbra?” le disse scherzando, mentre il ragazzo le tirò indietro imbarazzato, per poi capire che la bionda scherzava e ridarle un altro abbraccio trà le risate

“zia San!” la mora sentì una vocina ben conosciuta, che si precipitò verso di lei, per farsi prendere in braccio
“Mariah! Amore mio, vieni qui!” la prese per abbracciarla, mentre la bambina la riempiva di baci
“Britt, questa è la mia bellissima figlioccia, si chiama Mariah ed è la figlia di Mercedes” disse Santana
Mentre Brittany avvicinò la mano per presentarsi
“ciao Mariah, sei bellissima lo sai? Io sono Brittany” le strinse la mano
“ciao… “rispose la bambina un po’ timida, per poi girarsi di nuovo verso Santana e dire “dov’è zio Adam?”
“è a lavoro tesoro, non potrà venire stasera, ma dopo chiamerà, così lo potrai salutare, ok?” le disse mentre notò che Brittany s’incupì
“Brittany che piacere! Che fine avevi fatto? Sei letteralmente sparita” Mercedes si avvicinò per salutare la bionda, che non fece in tempo a rispondere, che Mike la prese con sé, per presentarle tutti gli altri che non conosceva, togliendola, ancora una volta, dall’imbarazzo di dover dare ulteriormente spiegazioni.


La serata stava procedendo bene, la mora vide che Brittany iniziava a sentirsi a suo agio, in quel momento era con Mike, che non l’aveva lasciata un secondo, e le stava facendo conoscere suo figlio, mentre si stava esibendo in una specie di moonwalker improvvisato, si rilassò anche lei e decise di lasciarla libera dal suo controllo per un po’.

Vide Quinn dall’altra parte della stanza, che si versava da bere, non era andata a salutare né lei né Brittany. Decise di avvicinarsi, facendo finta di versarsi qualcosa da bere.

“mi manchi” le disse semplicemente con un sorrisino, mentre vedeva che la bionda aggrottava la fronte, stupita per quell’approccio così intraprendente che si avvicinava quasi all’arrogante
“sono certa che sei in buona compagnia ora” rispose senza guardarla
“andiamo Quinn! Ne possiamo parlare serenamente?” Santana si tolse la maschera da sfacciata e la guardò implorandola
“non vedo come potrei, parlare serenamente, con una persona che, appena le dico qualcosa che non le và bene, scappa via”
“certo, se tu fai così la stronza?!” disse Santana
Quinn la guardò sconcertata e quasi arresa, per poi girarsi ed andare via
Santana sbuffò, facendo gli occhi al cielo e, lasciando il bicchiere sul tavolo, andò verso di lei, prendendole la mano e trascinandola fuori dalla stanza, senza che potesse dire mezza parola
“ok… ok… la smetto di fare la stronza!” gesticolò vistosamente, per poi fermarsi arresa e guardarla con gli occhi tristi “mi manchi Q. mi manchi sul serio”

La bionda incrociò le braccia e la fissò in silenzio
“sei una stronza lo sai?” disse poi
“lo sò”
“e io non sono d’accordo con quello che state facendo”
“lo sò”
“perché ti stai ficcando in un bel casino!”
“lo sò” continuò a rispondere automaticamente la mora
“e mi manchi anche tu!” disse poi Quinn sorridendo
“sò anche questo” rispose Santana, ricambiando il sorriso
Quinn non resistette e l’abbracciò, dopo aver pronunciato
“sei una testarda del cazzo!”

Si strinsero forte e si misero a piangere tutte e due. Santana aveva bisogno di Quinn, aveva bisogno di sentire l’abbraccio confortante della sua amica, anche se sapeva che non condivideva quello che stava facendo.


 
“benvenuta in uno dei teatrini più in voga di Lima” Puck stava sorseggiando una birra sul divano di casa Chang ,con Sam e Brittany, che era trà loro due
“perché?” chiese lei
“oh andiamo! È la fiera della falsità” disse Sam
“già…. Vedi intorno mariti perfetti e mogli che fingono di essere perfette?” continuò Puck
“avanti chi odi più di tutti?” Brittany si girò a guardarlo per fargli la domanda
“bè di sicuro vince Simon” rispose lui, mentre Sam ridacchiva
“è il marito di Quinn?” chiese ancora la bionda
“già… ha fatto a pugni con Puck una volta” rispose sorridente Sam
Brittany spalancò la bocca e sgranò gli occhi, guardando l’amico che aveva addosso un ghigno soddisfatto
“vecchia storia…. Si è incazzato quando ho ricordato a Quinn che ha una figlia adolescente”
“ed ora si ignorano” continuò Sam
“ma comunque oggi manca il pezzo forte: Mr. PerfettinoSòTuttoIo Adam, dovresti vederlo, un perfetto idiota” commentò Puck, mentre Sam annuiva alla definizione dell’amico
“già…. che vita triste che fanno” poi disse il biondo
“scusate, ma mi spiegate perché siete qui allora?” chiese sorpresa Brittany
“per Mike! Lui è diverso, Mike e Tina…. Cioè… andiamo, Mike e Tina sono…. Mike e Tina! non te lo devo mica spiegare!” rispose Puck
“si, è ancora un nostro grande amico, anche se passa spesso del tempo con quei vecchi dentro!” affermò Sam
“secondo me siete solo degli invidiosi, loro si sono fatti una famiglia” li provocò Brittany.
I due ragazzi si guardarono, stupiti dall’affermazione della bionda e poi affermarono, contemporaneamente
“naaaaa!”
“siamo ancora giovani, io ho presentato Francesco a Mercedes, quando lui era ancora un figo e si faceva tre ragazze alla settimana, poi si è intrappolato da solo….. tristezza” continuò il biondo

Tutti e tre si fermarono a riflettere, mentre continuavano pensierosi ad osservare il quadretto davanti a loro.


Brittany intuì che evidentemente Adam aveva chiamato per fare gli auguri a Mike,perchè erano tutti lì attorno a Santana ed al suo cellulare, bambini compresi, che facevano a gara per poter parlare con lui. Le sembrò un gruppo di persone molto unite e si sentì male, nel pensare che lei potesse essere, in quel momento, un motivo di divisione per loro. Constatò che, in quella situazione,si sentì molto più vicina a Sam e Puck.
 
 

“bè…. Come è stato?” le chiese la mora mentre la riaccompagnava a casa in macchina, vedendola pensierosa
“strano…” rispose
“in che senso?”
“non lo sò, mi siete sembrati talmente uniti, che mi sono sentita di troppo a volte… un po’ come Puck e Sam”
“Britt, è normale, ci vuole del tempo, ma erano tutti felici di rivederti…. E poi tesoro, non dare retta alle cazzate di Puck e Sam, sono solo dei bambinoni, che si ostinano a fare gli alternativi, quando magari è ora che si decidano a diventare seri” disse, per poi prenderle la mano
La bionda annuì, sorridendo lievemente
“hai fatto pace con Quinn?” le disse poi
“si… te l’ha detto lei?” le chiese Santana
“si… era tutta felice, si vedeva che le mancavi tanto”
Santana gonfiò il petto, soddisfatta ed orgogliosa
“Tina mi ha invitato la settimana prossima al vostro poker” continuò Brittany
“Fico! Ti divertirai un sacco vedrai! Io e Quinn siamo delle maestre nell’imbrogliare e far incazzare Mercedes” le rispose entusiasta.

Nel frattempo erano arrivate a casa di Puck, Santana parcheggiò la macchina.

“eccoci…” disse la mora, guardandola con apprensione
“eccoci…” rispose l’altra con imbarazzo
“domani mattina parto per New York”
“lo sò…” Brittany non voleva guardarla in faccia, non voleva capisse che aveva paura.
“Britt, se vuoi che rimanga anche stanotte io…”
“no!” la interruppe, mentre Santana teneva il suo viso già trà le sue mani
“no… ti prego, sarebbe ancora più difficile così, è meglio se stasera davvero stiamo ognuna nel proprio letto”la guardò addolcendo la voce
La mora annuì. Sentiva il cuore pesante, voleva soltanto rimanere abbracciata a lei, per un tempo interminabile, non le importava più di niente.
Si guardarono negli occhi intensamente per qualche secondo e Santana si perse nel blù profondo degli occhi bellissimi di Brittany. Sapeva che stava male, anche se cercava di nasconderlo per lei.
“devo andare ora” disse la bionda, chiudendo gli occhi, come se fosse l’unico modo per interrompere quel contatto
“ok…” Santana le lasciò il viso ed abbassò lo sguardo
“ci sentiamo in questi giorni…. Ok?” le disse poi la mora
“ok… ciao San fai buon viaggio” la guardò un ultima volta ed aprendo la portiera uscì


Santana la vide camminare verso il portone, fece un grande respiro ed urlò
“fanculo!” aprì lo sportello e la chiamò “Britt…. Aspetta!!”
La bionda si girò e, come se non aspettasse altro, le sorrise e l’accolse trà le sue braccia, si baciarono appassionatamente, mentre Santana le teneva il viso e lo accarezzava, come se avesse trà le sue mani un’ampolla di vetro fragilissimo.
“mi mancherai da morire Brittany, ti penserò ogni istante” le disse, dopo essersi staccata con malavoglia
“anche tu mi mancherai” le rispose l’altra, con gli occhi umidi
“mi aspetterai Britt?” le chiese, come se ci fosse un significato ancora più ampio, al solo aspettare il suo ritorno da New York
“sarò qui San…. Ti aspetterò”
 
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Ciao a tutte.
Scusate il ritardo ma ho fatto un enorme fatica a scrivere il pezzo della festa di Mike, volevo che si capissero le diverse dinamiche caratteriali di tutti… ma non sò…. Non mi piace come è venuto fuori, spero si sia capito qualcosa. Per il resto è abbastanza diabetico, spero abbiate una scorta di insulina, anche perché il prossimo non lo sarà per niente :)
Per il pezzo dell’esibizione di Will e  Britt ho preso ispirazione da questo video bellissimo ed immagino Willy Wonka Pierce proprio così, come quel cane
http://www.youtube.com/watch?v=Rq99pAYIGvg&feature=share
Concludo ringraziando tutte quelle persone che scrivono sempre e costantemente due righe dopo aver letto, mi fà un piacere immenso.
Kiss E.

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Capitolo 12
*** Inaugurazione ***



Scese da quell’aereo che era stanchissima ed assonnata, non aveva praticamente dormito quella notte, l’agitazione era tanta, un’infinità di volte si era ritrovata a prendere in mano il cellulare per chiamare Brittany e supplicarla di concederle di farla stare da lei anche quella notte, era sicura che le avrebbe fatto bene, l’avrebbe fatta rilassare e tranquillizzare, ma si rendeva conto che non era giusto, non in quel momento.
Davanti all’uscita degli arrivi, fece un bel respiro e sfoderò il suo più bel sorriso, pronta ad accogliere Adam.

Solcò la linea dell’uscita dei controlli di sicurezza e si ritrovò letteralmente invasa dall’abbraccio di Adam, che la sollevò e la fece girare.
“Amoreeeeee” disse con entusiasmo
Santana rise per quell’accoglienza
“Hey!” disse, prendendogli il viso e baciandolo
Adam, senza pudore, approfondì il bacio e la strinse forte a sé per poi dirle
“mi sei mancata da morire!” guardandola negli occhi
“anche tu” le sorrise

S’incamminarono verso la macchina e, Santana, notò che Adam era adrenalinico, evidentemente l’evento che ci sarebbe stato la sera, era davvero una delle cose più importanti della sua vita.

“hey ti trattano bene qui eh?” disse, notando la macchina che aveva a disposizione, estremamente lussuosa
“mi sembra il minimo…. Visto i soldi che gli farò guadagnare da stasera in poi”  la guardò sorridente
“Oddio, sembra che ti sei fatto di qualcosa di forte!” le disse, prendendolo in giro, per tutta quella euforia
“sono felice amore….. è una giornata storica questa per noi…. Capisci?” disse emozionato, mentre la guardava con occhi lucidi.

Santana aveva visto Adam in quelle condizioni solo due volte, una quando le aveva chiesto di sposarlo e lei le aveva detto di si, e l’altra il giorno del loro matrimonio. Le fece così tanta tenerezza, che le diede una dolce carezza sul viso e le dedicò un sorriso affettuoso
“e sono felice perché ci sei tu…. Non riuscirei ad immaginare questo momento senza di te, tu lo completi amore mio” le prese delicatamente la mano

Quelle parole, trafissero senza pietà il suo cuore. Si sentiva terribilmente male, si sentiva una persona cattiva e sporca, perché stava facendo del male a quella persona affianco a lei, che era ignara di tutto e l’amava senza nessun dubbio.
Approfittò del semaforo rosso, per avvicinarsi e baciarlo, come se, con quel bacio, volesse farsi in un certo senso perdonare.
Arrivarono in albergo e Santana sgranò gli occhi, vedendo il lusso di quella stanza, che era proprio davanti a Time Square, dove la sera ci sarebbe stata l’inaugurazione della pubblicità, creata da Adam, per la prima volta al mondo in ologramma.

“Oddio amore, dimmi che tutto questo è pagato dalla tua azienda, perché altrimenti dovrò fare un bel po’ di ore di straordinario, quando rientriamo” disse, con la testa in aria, affascinata nel guardare tutto quel lusso
Adam l’abbracciò da dietro, cingendole la vita e le sussurrò
“certo che è pagato da loro, anche la SPA, che potrai usare quando vorrai in questi giorni, ma comunque dopo oggi ci sarà la svolta, il mio stipendio sarà duplicato, se non triplicato e potremo permetterci stanze così nei nostri viaggi”
Santana s’illuminò e, girandosi verso di lui, disse
“sul serio?” con gli occhi che le brillavano. Adam annuì divertito e disse
“sapevo che ti avrebbe entusiasmato questa notizia” la prese in braccio, facendola ridere e la portò sul letto, scaraventandola, con finta violenza, per poi togliersi la giacca e, con fare teatrale, dire: “ora sarai mia bella fanciulla!” facendola ridere ancora di più, mentre si tuffava sul suo collo, per baciarlo dolcemente

Si baciarono appassionatamente e Santana in quei momenti, sentiva sentimenti contrastanti dentro di lei, sentiva che le emozioni stavano lottando. Improvvisamente l’uomo si fermò e, guardandola intensamente negli occhi, disse
“ti amo Santana, sei la cosa più bella che mi sia capitata in tutta la mia vita” notò che era così emozionato che aveva gli occhi lucidi, probabilmente per tutte quelle emozioni che stava vivendo quel giorno, si sentiva molto labile, ma questo a lei non importò al momento, le aveva appena detto una cosa stupenda. La mora si precipitò, con ancora più foga, a baciarlo, mentre Adam iniziava a sbottonarle la camicetta e ad accarezzarle i seni, facendola gemere di piacere.

Erano arrivati al culmine dell’eccitazione, mentre Santana iniziava a togliergli i pantaloni, che sentirono la suoneria del cellulare di Adam, la mora non  ci badò e continuò la sua operazione di svestimento, mentre Adam, iniziava a diventare nervoso, per l’insistenza della chiamata
“Aspetta! potrebbe essere urgente” disse ancora a fior di labbra
La mora sbuffò ed annuì, mettendosi nervosamente una mano sul viso


Adam tornò dopo qualche minuto abbastanza teso
“E’ successo un casino, si è guastato un fusibile che non riescono a trovare in circolazione e non parte la proiezione dell’ologramma” disse, mentre la moglie lo guardava stranita, capendo la metà di quel discorso
“Devo andare” si rivestì, senza guardarla nemmeno in faccia
“bè ma…. devi andarlo tu a cercare questo coso? Cioè, non ci sono tipo quei pony express, che vanno veloci per la città in moto e ti portano tutto nel giro di poche ore?” disse irritata
“Cristo Santana, non capisci?” si girò a guardarla “siamo nella città più tecnologica del mondo e non trovano un cazzo di fusibile e la mia creazione andrà a puttane, se non si trova! Andrà a puttane per un cazzo di fusibile!!! Hai capito?” stava sudando ed era evidentemente agitato
Santana si alzò dal letto, preoccupata per quella reazione e le prese il viso trà le sue mani
“hey! Andrà bene non preoccuparti… lo troverete…. Ok? Sono sicura che si risolverà tutto” lo guardò sicura negli occhi sorridendogli, mentre notò che Adam si era tranquillizzato un po’
“mi dispiace…. Potrebbe volerci un po’…mi dispiace lasciarti sola qui” abbassò i toni, evidentemente dispiaciuto
“non preoccuparti, so come impiegare il mio tempo” le diede un lieve bacio
“mmmm ok, non consumare tutta la carta di credito, mi raccomando” disse più sollevato, facendole un sorriso
“ci proverò, anche se sarà difficile” lo fece ridere, per poi stamparle un altro bacio veloce
Adam si rimise la giacca e prese cellulare e chiavi, corse verso la porta, per poi tornare indietro verso  Santana
“ah… eh… stanotte finiamo il discorso che abbiamo interrotto” l’abbracciò, guardandola con desiderio.
La mora gli sorrise e lo lasciò andare.
 
Si ricordò improvvisamente di non avere ancora acceso il cellulare, sicuramente ci sarebbe stato uno dei messaggi ansiosi di Quinn, per sapere se era atterrata e se era tutto ok.
Vide che c’erano due messaggi, oltre a quello di Quinn, ce n’era anche uno di Brittany, sentì il suo cuore pulsare più forte, lo lesse

*Buongiorno! spero che sia atterrata ed il viaggio sia andato bene, io oggi stò in ristorante col capo per lezione su “dimostrazione gestione tavoli” :)…. Mi manchi già tantissimo*

Si buttò sul letto e, stringendo il cellulare vicino al cuore, sospirò. Non sapeva nemmeno lei come si sentiva, sembrava stesse convivendo con un’estranea, o peggio, con una schizzofrenica, Quinn gliel’aveva predetto, ma non poteva farci niente, si sentiva impotente, per non riuscire a capire ed a controllare i suoi sentimenti.

*sono arrivata sana e salva e sono già nel mio lussuoso albergo. Non riesco ad immaginare quel troglodita che ti fa lezione, su una qualsiasi cosa che non sia sesso e football. :) mi manchi anche tu Britt*

Sentiva che era tutto vero quello che le aveva scritto, perché le mancava sul serio.  Rispose anche al messaggio della sua ansiosa amica, per tranquillizzarla e poi decise di farsi una doccia dopo aver fatto alcune telefonate.
 
******* 
 
“Allora zuccherino, questa è la tua cabina di comando, tipo il capitano Kirk, mi sono spiegato?”
Brittany annuiva, davanti ad un enorme schermo, con lo schema dei tavoli nella sala che stava davanti a lei, in quel momento vuota perché chiusa, mentre Puck le spiega il complesso meccanismo della gestione della sua sala, secondo lui.
Puck si spostò in un tavolo
“Adesso facciamo una simulazione di ordinazione, clicca sul numero del tavolo, che in questo caso è il 10” disse il ragazzo, mentre Brittany, emozionata, cliccava sul monitor
Puck sorrise, vedendo che, sul tavolo da 6, comparve automaticamente il faccione sorridente di Brittany, esteso per tutto il tavolo.
“si vede la mia faccia?” chiese urlando
“oh si! e che faccia! Sei un amore”
“uff voglio vederla” si mise in punta di piedi, per cercare di vedere il tavolo, ma non ci riuscì
“non così, devi restare nell’inquadratura della webcam!” le urlò Puck “avanti, adesso dì quello che ti ho detto prima” continuò gesticolando

“Salve sono Brittany e sarò a vostra disposizione per il tempo che deciderete di stare qui.” Pronunciò sorridendo, dando uno sguardo ogni tanto al foglietto, appuntato affianco a lei.
“Ma non sa un po’ di Porno stà cosa?” le urlò poi perplessa
“mmmmm non sai quanti soldi ho fatto con questo aggeggio io! Comprano tutti il più del dovuto, pur di vedere di nuovo le ragazze sul mega tavolo” le rispose Puck, ammiccando e sfregandosi le mani
“Dio Puckerman, sei un maiale!” disse la bionda
“oh avanti Britt! Continua dai!”
“ok…” disse ormai arresa, per poi riprendere il suo bellissimo sorriso e dire
“ora, davanti a ciascuno di voi, comparirà un iPad, col menù a vostra disposizione”
“Bottone verde!” urlò Noah, sollevando un braccio e dirigendo, come un grande maestro d’orchestra
Brittany schiacciò il bottone ed, improvvisamente sul tavolo, alcuni quadrati si rovesciarono e vennero fuori degli schermi di iPad, col menù dettagliato del ristorante. Puck sorrise e gli brillarono gli occhi, come ad un padre che vede per la prima volta suo figlio
“non dovete fare altro che selezionare la foto del piatto o della bibita che avete scelto e trascinarla nella casella, posizionata sotto il carrello, appena completata la scelta, cliccate sulla casella fine ed, al più presto, uno dei nostri collaboratori, vi servirà il piatto al tavolo. Vi ricordo che, per ogni problema, sono a vostra disposizione ,non dovete fare altro che cliccare il bottone al lato del vostro posto a sedere. Buon Appetito” Brittany concluse la sua performance

“hai dimenticato una cosa!” disse il ragazzo, sollevando il braccio, mentre osservava lo schermo con ancora il viso di Brittany, che ora non era più sorridente ma riflessivo
“cosa?” chiese perplessa
“dopo il Buon Appetito cosa ci vuole…..?”
“ah già…. “si mise una mano sulla fronte “occhiolino ed ammiccamento” disse subito eseguendolo
“brrrrravissima!” Puck si alzò per applaudire ed, avvicinandosi a lei, disse
“prevedo un aumento di consumazioni, pasticcino!” la prese in braccio e la fece girare, per poi darle un bacio sulla guancia
“Avantiiiii mettimi giù Puck!” rise lei
“visto che stasera non c’è la tua….diciamo… amica di letto, ti và di venire da Sam? Ci mangiamo un pizza Puckzilla, accompagnata da una birra” le disse, sapendo che si sarebbe sentita sola senza Santana
“ok!” rispose la bionda, capendo il gesto stupendo dell’amico ed abbracciandolo.
 
*******
 
“come ci si sente ad essere la moglie della star della giornata? Non si parla d’altro a NY oggi che dell’inaugurazione della creatura della ‘LightP’ e dei loro progettisti”

“almeno per un giorno non sarai tu la star Berry! Così ti riposi” disse la latina
“ohhhh mi erano mancate le battute della mia Satana, Rachel ben ti stà, anche se ti sei battuta a sangue contro Stefany, per ottenere l’ingaggio e poter cantare alla festa post inaugurazione, così da essere ugualmente protagonista”
“che ci vuoi fare Kurt, sai benissimo quanto me, che Broadway è una fossa di leoni e devi combattere ogni giorno, per sopravvivere”
“Dio ragazzi, mi manca la vostra competizione. Ringrazio gli dei del cielo, che non avete cambiato idea e deciso di diventare dei medici, perché mi avreste reso la vita più difficile e, probabilmente, avrei dovuto ucciderti Berry!” la latina sorrise, scambiandosi uno sguardo d’intesa con Kurt, mentre Rachel spalancò la bocca per poi dire
“non lo faresti mai Santana!”
“non mettermi alla prova e non lo scopriremo mai” rispose

“oooook, quando vogliamo affrontare l’argomento ‘a volte ritornano’?” disse Kurt, facendo gelare Santana che non si aspettava quella frase, infatti lo guardò perplessa e Rachel altrettanto, ma lei non sapeva realmente cosa volesse dire il suo coinquilino
“Avanti Santana! Non vivo più a Lima, ma sento quasi tutti i giorni la mia amica” ammiccò il ragazzo sorridente
“Mercedes dovrebbe pensare un po’ ai fattacci suoi, ogni tanto!” disse, mentre Kurt sorrideva soddisfatto
“posso essere informata anche io della cosa? O dovete continuare a parlare in codice, voi due?” intervenne la cantante abbastanza irritata
“lascio l’onore alla nostra dottoressa” Kurt la indicò
Santana lo guardò con odio e poi disse
“Brittany è tornata a Lima, l’ho incontrata qualche settimana fà” disse, abbassando lo sguardo
“che cosa? Brittany Pierce?” Rachel si mise sul bordo della sedia, come se volesse avvicinarsi di più a Santana, perché non aveva capito bene
“si” rispose lei
“ma… la Brittany che è andata via più di dieci anni fa? La nostra compagna di scuola? La tua ex ragazza Santana?” 
“Si Berry lei! Hai capito, non c’è bisogno che fai tutto il riassunto della sua vita!” si irritò, mentre Kurt continuava ad avere quel sorrisino, per il quale la latina non sapeva se essere più infastidita per quell’atteggiamento o per la continua vena logorroica della sua amica
“bè? E quindi? Com’è? Dicci qualcosa no?” la incitò Kurt
“è cambiata molto, ha fatto delle esperienze forti, che l’hanno fatta maturare tanto…” disse, sempre tenendo lo sguardo in basso
“ma perché ha rotto i contatti con tutti? Cioè anche con te San?” chiese Rachel
“ha avuto i suoi motivi che, se vorrà, te li racconterà lei Rachel” la guardò sinceramente, facendole capire che era talmente personale la cosa, che non poteva dirglielo lei. Rachel capì subito ed annuì.
“Spero di vederla per le vacanze di Natale, quando scenderò a Lima” continuò l’altra mora
“la vedrai, lavora con Puck ora” Santana le sorrise

“ma invece…. parliamo dell’inaugurazione del secolo a Lima” Kurt continuò la sua sessione di Gossip
“che vuoi sapere?” Santana le sorrise maliziosa
“tutti i dettagli ovviamente!” Kurt sollevò un sopraciglio malizioso
“mmmm mi piacerebbe rimanere qui a sentir parlare di un traditore, che ha spezzato il cuore al mio migliore amico, ma devo andare a provare per stasera” Rachel si alzò, per dare un bacio sia a Santana che a Kurt e poi continuare “Sarò uno schianto stasera, vedi di vestirti altrettanto bene, non voglio farti sfigurare davanti ai capi di tuo marito” le fece l’occhiolino e scappò, prima che Santana potesse colpirle il sedere, con uno schiaffo.


Santana gardò Kurt e gli disse
“hai da fare?”
“dove vuoi che vada? Sono una semplice comparsa, stasera sono a quella festa, perché mi hai procurato tu l’invito…. Perciò, sono tutto tuo bambola” scosse le spalle e finì nervosamente il suo bicchiere di cocktail alcolico
“bene, allora vieni con me” lasciò qualche dollaro al tavolino e lo trascinò con lei
 
Erano finiti nella piscina termale dell’Hotel, dopo uno splendido massaggio rilassante, nel quale Santana aveva approfittato, per aggiornare l’amico, su tutte le ultime novità di Lima, tra cui il suo ex ed il suo fidanzato con festa annessa, ed anche un po’ di Brittany.
“Caspita San, dovresti venire più spesso a New York se è sempre così” affermò, chiudendo gli occhi rilassato mentre chinava la testa
“sarebbe bello…. Ma non dirlo davanti ad Adam, sono troppo legata a Lima e gli anni all’università me l’hanno fatto capire” rispose la mora

Kurt annuì ,sempre con gli occhi chiusi ed il sorriso di chi aveva sentito, più volte e da più persone, quella storia.
“perché non torni tu a Lima piuttosto?”  chiese Santana
“perché non c’è più niente che mi lega a Lima, ci sono solo brutti ricordi, o forse, prendono il sopravvento quelli più brutti” rispose tranquillamente
“non c’è più niente che ti tiene legato qui… a parte Rachel” si corresse, mentre il ragazzo si girò a guardarla perplesso “andiamo Kurt, sei entrato al NYADA soltanto perché avete avuto, tutti e due, la fortuna di avere Shelby come insegnante, che è stata assunta dopo essere andata via da McKinley…. Dovreste ringraziare Quinn…. Anzi, anche Puck ora che ci penso” puntò il dito indice, mentre vedeva che il ragazzo non reagiva, ma continuava a tenere quel sorriso rilassato
“A Rachel è andata bene ed ora ha delle parti importanti a teatro…. Ma tu?…. avanti Kurt, qual è stata la tua parte più importante? Il gatto con gli stivali in Shrek? Hai trent’anni ormai e a Lima potresti dare tanto artisticamente…. Voglio dire, hai un diploma della NYADA  e potresti aprirti una scuola di musical o di recitazione, oppure addirittura prendere il posto di direttore del Glee club al McKinley, al posto di Will che oramai ha esaurito tutte le cartucce e non se ne può più delle sue canzoni anni 80, lo stà mandando in rovina!” Santana si accorse della non reazione dell’amico alle sue provocazioni e decise di rimanere in silenzio

“mi ero scordato della tua estrema sincerità, Santana Lopez” iniziò, tenendo sempre gli occhi chiusi e quel sorriso che, oramai la mora, non sapeva più decifrare
Santana si accorse di aver esagerato, nell’istante in cui la voce calma di Kurt, si fece sentire.
“lo faccio solo con le persone a cui voglio bene, altrimenti nemmeno sprecherei il mio fiato e sai quanto ti voglia un bene immenso, Kurt!” le disse sinceramente, sperando di aver recuperato

Kurt annuì ,sempre con gli occhi chiusi e sorridente.
“Non tornerò a Lima Santana, non posso tornare a vivere in quella città, a pochi passi dalla persona che ha distrutto tutto quello per il quale avevo vissuto, perché lui era tutta la mia vita” Santana iniziò a respirare affannosamente
“E’ curioso, perché anche lui mi diceva la stessa cosa, diceva che io ero tutta la sua vita, insieme alla musica, poi ha lasciato prima me e poi la musica…. La coerenza in persona” le sfuggì un sorriso nervoso
“stare a New York non mi fa smettere di sperare, stare qui, non mi fa smettere di sognare, Rachel mi sprona continuamente, Broadway mi sprona continuamente, sono sicuro che da qualche parte in qualche teatro c’è un posto per me…. Ancora… nonostante i miei trent’anni. Al massimo la finirò a Washington, con la mia famiglia e farò la fine di Finn, a fare da assistente al senatore Hummel…. Non è male, adesso che ci penso” Kurt mantenne sempre la stessa espressione, come se stesse facendo un monologo sarcastico, sulla sua vita.
“ma Lima no! Lima distruggerebbe tutti i miei sogni, e mi farebbe sprofondare, potrei costruire le più belle scuole di musical o vincere tutte le competizioni dei Glee club, ma sarei senza anima…. New York è la mia anima, il mio polmone per respirare. Capisci Santana?”  per la prima volta si girò a guardarla, Santana notò che aveva gli occhi lucidi e, Kurt ,in un estremo atto recitativo, per nascondere le lacrime che stavano per scendere copiosamente, si inabissò totalmente in acqua, bagnandosi anche il viso per camuffarle.
Santana sorrise, perché aveva capito benissimo quel gesto e si abbassò anche lei, per emulare l’amico.

“San” la chiamò improvvisamente, mentre la mora si girò ad aspettare la frase successiva
“se hai intenzione di continuare a vedere Brittany, devi lasciare Adam!”

Santana si spaventò per quella frase, Kurt le fece letteralmente paura, perché, nel parlare di Brittany ,non aveva lasciato trasparire niente dei suoi sentimenti, o per lo meno si era impegnata
“ma che cazzo stai dicendo Hummel? Hai inalato qualche scarico di troppo, di questa fogna di città?” reagì subito
“dimmi che non è vero e mi faccio una donna!” riprese quel sorriso malizioso
“oh bè, allora preparati, perché ti sceglierò la più racchia da farti scopare!”
Kurt la osservò, sollevando un sopraciglio, la mora iniziava ad agitarsi vistosamente
“Andiamo Kurt, sono sposata che diavolo ti viene in mente? È un amore adolescenziale quello” disse, gesticolando senza guardarlo in faccia
“Santana!” Kurt alzò la voce, facendola fermare “credimi…. ormai, per esperienza, sò riconoscere la faccia di una persona che tradisce ”

Con quella frase, il ragazzo l’aveva letteralmente affondata e Santana voleva solo sprofondare in quell’acqua calda e nuotare, per fuggire da quella situazione, ma aprì solo la bocca per cercare di continuare a difendere la sua causa, senza riuscirci vedendo che Kurt annuiva, per tranquillizzarla ed incentivarla a parlare.

“i-io… non lo so…. È un casino Kurt…. Mi è bastato vederla per crollare…. Lo sò sono una pessima persona, Adam non si merita questo” crollò in lacrime, mentre si teneva nervosamente i capelli bagnati
“hey… hey vieni qui” Kurt la prese trà le sue braccia e la lasciò sfogare “lo sò…. Lo capisco… quello che c’è stato trà te e Brittany, era qualcosa di forte, anche se eravate piccole” cercò il suo viso, per guardarla in faccia
“però, credimi, sò come ci si sente a stare dall’altra parte San… e avrei preferito mille volte, che Blaine mi avesse lasciato subito, piuttosto che stare così e sapere che l’avevo diviso, per un bel po’, con un’altra persona” disse piangendo, questa volta senza vergogna “è terribile lasciare, lo capisco, ma è ancora più terribile tradire… e non parlo solo di Adam, parlo anche di Brittany, perché, nel momento in cui fai l’amore con Adam, stai tradendo anche lei”
I due si abbracciarono e Santana pronunciò
“non ci riesco Kurt…. Non ce la faccio…non ci capisco niente, non so che fare”

 
******
 
“Sono una brava ProstiCameriera eh?” Brittany scherzava, in macchina con il suo amico, dopo una giornata passata ad imparare tutte le funzioni della plancia di comando del capitano Kirk, come la chiamava Puck.
“smettila di usare quel brutto termine! Non è così, al giorno d’oggi, l’immagine conta tanto Britt! E dobbiamo adeguarci…. E poi, non dire mai quella parola davanti a Santana, potrebbe uccidermi, se capisce che ti faccio flirtare con i clienti!” Brittany si mise a ridere e, quel nome, le provocò un sussulto al cuore, era stata molto impegnata durante la giornata e non aveva avuto molto tempo per pensare a Santana.

“allora….. non mi hai ancora detto in che gruppo di gestori di sala devo metterti: maschi, femmine, gay o lesbo?” chiese sorridendo
“non ti ho risposto, perché mi sembra una domanda a trabocchetto la tua”
“hey! si tratta di lavoro, mica te lo chiedo per sapere i tuoi gusti sessuali” ammiccò, mentre si prese una spinta da Brittany, che fece deviare la macchina, rischiando di mandarli fuori strada
“appunto è lavoro, quindi mettimi dove vuoi…. A parte i gay, che non credo siano interessati alle biondine” rispose lei in un misto trà il divertito e l’offeso
“guarda che ti sbagli, i gay hanno un buon gusto e senso del bello fuori dal normale, magari scelgono la sorridente biondina, per non far ingelosire il proprio partner” assunse delle mosse affemminate
“ok, allora mettimi dove vuoi!” rispose, mentre erano già arrivati a casa di Sam

“è tutto spento… credo sia nel seminterrato ancora a lavorare…. Cazzo ,quel ragazzo lavora troppo!” disse Puck
“che lavoro fà nel seminterrato?” chiese curiosa Brittany
“perché? non ti ha detto che lavoro fà?”
La bionda fece no con la testa
“ok, ora lo vedrai!” Puck suonò il campanello, ma non ebbe risposta, così si avvicinò ad un albero del giardino di casa di Sam, dove c’era un buco intagliato nel mezzo e prese delle chiavi
“speriamo di non beccare niente di compromettente lì sotto, in tal caso… preparati zuccherino” disse, sventolando le chiavi, mentre Brittany iniziava a preoccuparsi.

Scesero una rampa di scale e la ragazza notò che c’era buio dentro una sala insonorizzata, dove arrivavano rumori sordi, attutiti dal materiale che la circondava, per insonorizzarla. Puck aprì la porta e Brittany spalancò la bocca e dilatò gli occhi, nel vedere quello scenario
“Oh Cazzo!” esclamò

C’era un mega schermo gigante davanti a loro e, davanti a questo Sam, con un casco in testa e dei guanti, osservando bene, Brittany notò che aveva anche delle scarpe particolari o, per lo meno, una sorta di imbragatura che avvolgeva i suoi piedi

“Forte…. Questo non l’avevo mai visto” pronunciò Puck estasiato guardando il mega schermo
Videro che Sam, con un enorme sforzo, fece un salto di lato ed il personaggio del videogioco, che in quel momento stava correndo, si spostò di lato e si mise a correre sul muro, Sam faceva una gran fatica a correre, Brittany lo percepiva soprattutto dall’affanno del suo amico. Il ragazzo poi  fece un’altro salto,  ma il suo personaggio inciampò e cadde nel vuoto

“fanculo!” disse, togliendosi il casco e sbattendolo sul divano affianco a lui
“Hey che sono stè parolone?” urlò Puck, per farsi sentire.
Il biondo, ancora con l’affanno, accese la luce e sorrise ai due, ma li bloccò nell’istante stesso in cui tentarono di avvicinarsi, per portarsi verso un macchinario elettronico, con un monitor touch screen, toccò più volte lo schermo e sbucò automaticamente fuori un microfono, il ragazzo prese fiato e disse:
“Prison Break 6, quadro 9, scena inseguimento, verso il tombino numero cinque sgrana la grafica e poi scompare a tratti l’audio…. è una puttanata stò quadro!” cliccò un pulsante ed il microfono si ritirò verso il muro, insieme al monitor

“heeeey! Avanti entrate!” si rivolse ai suoi amici, rimasti all’ingresso
“cazzo lo voglio provare questo amico!” disse Puck ,dandole un cinque con la mano
“quando sarà pronto e non sputtana come ora, ho sprecato un casino di energie a correre per nulla!” rispose
“hey Britt!” si avvicinò ad abbracciarla, mentre la ragazza era ancora incredula, davanti a quello scenario
“Sam… tu… tu… cioè tu….” Indicò lo schermo
“faccio il collaudatore di videogiochi si!” annuì lui
“oh cazzo! lo voglio fare anche io!” rispose Brittany
“lo dicono tutti, ma non è esattamente una pacchia, devi stare ore ed ore davanti ad uno schermo, roderti il fegato e faticare” disse, mostrando alla bionda i suoi piedi gonfi dall’imbragatura stretta, che aveva sicuramente tenuto tutto il giorno
“tranne che quando collaudi quelli vietati ai minori…. Li si che c’è da divertirsi… ti ricordi quello dove dovevi farti tre ragazze contemporaneamente e riuscire a durare per più di 10 minuti con ciascuna, facendo…”
“oooook! Ok… ho già sentito abbastanza Puck! Mi limiterò a giocare con quelli per i bambini io” lo interruppe la bionda, facendoli ridere tutti e due

I tre rimasero per buona parte della serata a giocare ed a mangiare e bere, Brittany aveva provato vari giochi, soprattutto quelli che riguardavano la danza e le simulazioni per la cura degli animali.

Poi si erano ritrovati, ormai stanchi, a chiacchierare sul divano di Sam, sorseggiando le ultime gocce di birra che erano rimaste
“ma sul serio hai girato tutti questi posti Britt?” chiese Sam
La bionda annuì
“un giorno ci andrò anche io in Spagna! Come sono le ragazze spagnole?” chiese Noah
“sono molto belle…” sorrise, per poi prendere coraggio e dire “sono stata per qualche mese con una ragazza di Madrid”
I due spalancarono la bocca e si guardarono sorridendo
“Britt ,ma quindi tu sei….” Chiese timidamente Sam, per poi essere interrotto dalla sua amica, per toglierlo dall’imbarazzo
“io non mi faccio molti problemi con la sessualità di una persona, se mi piace e mi attrae, non ci penso due volte” disse, sollevando la bottiglia della birra
I due ragazzi si guardarono ed, avvicinando le loro bottiglie, a quella di Brittany per farle toccare, dissero in coro
“forte!!”
“vabbè a parte Santana..” azzardò poi Puck
“Santana è un’altra cosa, è un altro mondo….” Ammise lei, mentre gli altri due annuirono bevendoci su, senza che la bionda avesse bisogno di dare ulteriori spiegazioni
 
*****

“Adam, ora capisco perché non fai altro che parlare di tua moglie!” un signore di mezza età, vestito elegante, si presentava a Santana che, per la serata, aveva usato un vestito lungo nero, che delineava tutte le sue forme e per il quale, Adam, era impazzito nel vederla ed, estremamente orgoglioso, le aveva detto che avrebbe fatto girare tutti per guardarla quella sera “finalmente ti conosco Santana e, credimi, tutte le lodi che ti fa tuo marito, non rendono giustizia alla tua bellezza” continuò baciandole elegantemente la mano
Santana, in evidente imbarazzo rispose “la ringrazio Signor Walsh è davvero gentile”
“oh ma, ti prego, chiamami Jeremy, dopo stasera Adam è diventato il nostro fiore all’occhiello! Che spettacolo quando ho spinto quel bottone e sono comparse quelle figure così reali! Sei un genio figliolo!” disse l’uomo, per poi essere rubato letteralmente da un suo agente e portato a conoscere altri personaggi.

“hai conquistato il grande capo! Ottimo! Ti userò per convincerlo per chiedergli qualche giorno libero, se mai mi servisse” disse Adam, abbracciando Santana e baciandola sul collo.

“Hey don Giovanni! vieni con me che ti devo presentare un pezzo forte, scusa Santana!”  si avvicinò uno dei suoi colleghi a rapirlo
“fai pure Chuck, non preoccuparti” lo salutò la mora, mentre il marito la guardò dispiaciuto, ma facendosi trascinare facilmente

Si girò ad osservare il palco, dove c’era la sua compagna di liceo, che si esibiva in una canzone, Santana notò quanto era diventata bella la piccola Rachel Berry e, soprattutto, quanto la convivenza con Kurt le avesse fatto bene in quegli anni, indossava uno splendido tubino rosso, con un’acconciatura bellissima, decisamente il suo amico, le aveva fatto cambiare gusti in fatto di moda.

Si girò dall’altra parte e lo vide sorseggiare un drink ,vicino ad un tavolo, che ammirava soddisfatto la sua amica che cantava

“finalmente ti ha mollato quel polipo di tuo marito? Non ti ha lasciato la mano un secondo, o vi siete incollati distrattamente le mani, oppure era evidentemente impanicato come un bambino” pronunciò Kurt, appena Santana si mise a sedere vicino a lui
“la seconda… in questo caso, gli uomini fanno venir fuori tutta la loro dipendenza materna”  risero tutti e due
“guardala lì! In tutto il suo splendore! È quando vedo Rachel con gli occhi che le brillano così, che capisco di non voler mollare, lei è il mio motivatore personale” disse il ragazzo
Santana annuì con un sorriso, osservando la verità di quelle parole

“ora, se mi permettete gentili signori, vorrei invitare qui, su questo palco, una delle persone più importanti della mia vita, che ha un talento immenso e che presto, lo dimostrerà al mondo, perciò, ritenetevi fortunati gente, per avere il privilegio oggi, di sentire cantare Kurt Hummel” Rachel lo indicò con la mano, facendo girare verso di lui, tutti gli invitati “che un giorno diventerà talmente famoso, che potrete vantarvi con i vostri amici, di aver vissuto questo momento”
Santana si girò divertita verso Kurt, che, nel frattempo, era rimasto impietrito ed incredulo, per quello che era appena successo. La mora gli diede una spinta dicendogli
“Avanti? Che aspetti? Vai! È la tua occasione!” spronandolo

Kurt si alzò e, come se avesse bisogno di una conferma che quel momento stava succedendo davvero, si girò di nuovo verso Santana, che annuì felice, gli fece cenno di sbrigarsi, perché Rachel l’aspettava sul palco.
I due cantarono insieme e con una passione mai vista, ‘Defying Gravity ‘ e Santana si commosse vedendoli, perché non ricordava quanta passione i due ci mettessero nel cantare. In quell’istante, capì tutto il discorso che Kurt gli aveva fatto, riguardo il suo restare a New York.
 

Erano rientrati distrutti da quella serata, Adam era talmente felice che, nonostante la stanchezza, aveva voluto riprendere il discorso lasciato quella mattina. Si amarono sinceramente ed Adam le aveva detto delle cose stupende, in quel momento così intimo.
Riposava sul suo petto stremata ed, improvvisamente, le vennero in mente le parole di Kurt “tutte le volte che farai l’amore con Adam tradirai anche Brittany”  si sentì di nuovo male, si sentì quel senso di sporcizia addosso, per quanto li amava, nessuno di loro due meritava questo, ma non riusciva a capire cosa doveva fare e, soprattutto, era cosciente che ogni volta che vedeva Brittany, il suo cuore esplodeva, mentre con Adam si sentiva al sicuro, serena e protetta. Era decisamente un casino.


“E’ davvero così bella Brittany?” improvvisamente, Adam, pronunciò quella frase, mentre le stava accarezzando i suoi capelli corvini. Santana perse il respiro ed ebbe un riflesso incondizionato, che la portò a stringere, talmente forte, il petto nudo del marito, da graffiarlo e lasciargli il segno delle unghie
“Ahi! Che ti prende?” si toccò il petto, per poi guardarla corrucciato
“s-scusa… è che mi stavo quasi addormentando e mi hai spaventato” riuscì a giustificare quel gesto, fortunatamente
“perché me lo chiedi?” poi aggiunse, evidentemente impaurita, ma cercando di tenere, nonostante tutto, un leggero controllo
“Perché ,Simon, non fà altro che parlarmi della bellezza di questa Brittany, ex compagna di scuola, che hai portato alla festa di Mike” disse lui, ricomponendosi e massaggiandosi la parte lesa
“ah… capisco…. Certo…. Simon…” Santana fece un sospiro di sollievo in quel momento e le scappò perfino un sorriso nervoso
“hey! non dirlo a Quinn però, mi raccomando!”
“tranquillo non dirò niente, ma Simon dovrebbe concentrarsi di più sulla bellezza di sua moglie” rispose lei, con un filo di gelosia, sia nei confronti di Brittany che in quelli di Quinn
“hai ragione” disse sorridendo e dandole un bacio sulla nuca “la voglio conoscere, sono curioso, la invitiamo a cena appena ritorniamo, ok?” continuò
Santana riperse di nuovo il respiro, era decisamente troppo per quella serata, e poi non aveva nessunissima voglia di passare una serata col marito e la sua, per quanto strano fosse anche solo pensare quella parola, amante.
“vediamo…. è molto impegnata, stà lavorando da Puck e stà imparando miliardi di cose…. Poi ha un po’ di casini in famiglia” cercò di trovare delle scuse
“bè ha trovato il tempo per andare da Mike, lo troverà anche per venire da noi, dai! “
“vediamo Adam…. Possiamo dormire ora? Sono molto stanca” disse, per poi sollevarsi dal petto del marito e girarsi dall’altra parte del letto.

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Capitolo lunghetto, niente Brittana, ma tanti momenti dove le nostre due interagiscono con gli altri amici del Glee. Ho introdotto Kurt e Rachel che ritroveremo anche più avanti.
Questo capitolo ha soddisfatto la Nerd che vive in me *__* sia con il pezzo del ristorante di Puck dove mi sono immaginata un modo di ordinare le cose supertecnologico, sia per il momento del lavoro di Sam (Marghe spero ti sia piaciuto )   ;)
Più AdamTana questa volta… sono curiosa di sapere che ne pensate.
Grazie mille per le recensioni o anche solo per la lettura. Spero vi sia piaciuto questo capitolo.
E.

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Capitolo 13
*** Adolescenti ***


Si erano svegliati un po’ tardi quella mattina, tutti e due ancora un po’ scossi dalla giornata precedente, c’erano state tante emozioni in quelle ore e Santana non poteva credere, che la felicità di Adam così palese, potesse dare un po’ di serenità anche a lei.
Si comportava come se tutto fosse tornato ad un po’ di tempo fà, quando la sua vita scorreva normale trà lei e suo marito, con gli affetti più cari a fare da contorno…. Solo che non era tutto come prima, non poteva esserlo, perché, in quella ritrovata normalità, c’era Brittany ora, si ritrovò a sospirare, mentre Adam andava ad aprire al cameriere, che aveva portato la colazione che aveva ordinato in camera.

“Ecco qui, una buona colazione, dopo tutte le energie che ti ho fatto consumare ieri” Adam le portò il vassoio a letto, stampandole poi un bacio delicato sulle labbra
“certo, sopportare tutte quelle avance dai tuoi colleghi, compreso il tuo capo, è stato stremante, quasi quanto sentire Rachel Berry per due ore di fila cantare” affermò sorridendo
“non parlavo di quello, parlavo del dopo” la guardò maliziosamente e la mora sorrise imbarazzata “ e comunque, Rachel è bravissima, avresti potuto fare anche tu la cantante, senza dover ricucire pezzi di pelle delle persone”
“non sono un chirurgo plastico” rispose sgarbatamente
“bè, guadagneresti sicuramente di più e poi potresti fare qualcosa, per quel naso così ingombrante, della tua ex compagna di liceo”
Santana scoppiò a ridere per quella battuta e, posandogli una mano sulla guancia, gli disse
“non prendere in giro la mia nana preferita, solo io posso avere questo privilegio, guadagnato con anni di esperienza” per poi baciarlo
“bene, ora ci dobbiamo muovere!” disse, staccandosi velocemente dalle labbra della moglie
“perché?” chiese curiosa
“giro turistico…. Ti faccio visitare il mio ufficio, che non hai mi visto e poi ci sarà una sorpresa”  disse ammiccando
La mora sorrise, mentre Adam si fiondò in doccia

Santana si decise a prendere il cellulare e comporre un numero

“heilà! Che si dice dalla grande mela?” Brittany aveva una voce raggiante, Santana si emozionò a sentirla, non capiva perché continuava ad emozionarsi così, ma la voce della bionda, continuava sempre a farle un certo effetto
“Hey! Si dice che mi manca già Lima” le rispose
“oh avanti! Sei in una delle città più grandi del mondo e con un marito ormai famoso, cosa vuoi di più dalla vita?” ironizzò la bionda
Santana si stupì per la leggerezza, col quale Brittany, citava quelle parole, ci fosse stata lei al suo posto sarebbe morta di gelosia
“è troppo grande e troppo caotica per i miei gusti”
“mmmm hai ragione”
“come stai Britt?” le chiese, con una voce malinconica
“bene, ieri Puck mi ha insegnato a fare la  ProstiCameriera” aveva giurato a Puck che non avrebbe mai pronunciato quella parola con lei, ma era troppo divertente per non menzionarla
“che cosa?” La mora ci pensò un po’ e, sentendo Brittany ridere, disse “Ti prego, non dirmi che ti ha messo alla gestione dei tavoli, per fare la signorina sexy che ammicca ai clienti?” disse con un tono preoccupato
“dai San è divertente!” rispose Brittany
“oddio, ricordami di ucciderlo quando rientro, ti preferivo per la strada a rischiare la vita con lo scooter”
“addirittura? Dai farò la brava…. Certo, se poi triplicano la mancia, qualcosa in cambio devo pur dare…” si divertì a stuzzicarla
“Britt!!” quasi urlò l’altra
“scherzo!!!” disse per tranquillizzarla “tu come stai?”  le chiese poi
“bene, ci siamo divertiti ieri, ho incontrato anche Kurt e Rachel che ti salutano”
“sul serio? Bellissimo! Sono contenta che sei stata bene San” disse sinceramente

Santana trattenne il respiro, per trattenere anche qualche lacrima che stava per scenderle, il suo cuore le stava letteralmente scoppiando nel petto, avrebbe voluto dire miliardi di cose in quel momento, ma le uscì solamente

“mi manchi Brittany” ed era vero, nonostante avesse fatto l’amore con Adam la sera, nonostante avesse recitato la parte della moglie perfetta, sentiva sempre che le mancava qualcosa e sentiva fortemente che, quel qualcosa, poteva colmarlo solo lei, quella persona che, dall’altra parte del telefono, si era preoccupata solamente di sapere come stesse, senza fare ulteriori domande imbarazzanti. Le venne un’improvvisa voglia di partire, per tornare da lei e tenerla stretta a sé.

“anche tu San…. “ rispose solamente l’altra, quasi intuendo tutto quello che passava in testa alla mora
Sentì che Adam stava uscendo dalla doccia e le prese un improvviso panico, così disse
“devo andare ora…. Tornerò domani sera a Lima” disse velocemente
“ok…. Divertiti!”
“ciao Britt!”
“Ciao San”

Poggiò subito il cellulare sul comodino e si alzò di fretta, per dirigersi in doccia, quasi ignorando Adam…. sotto quel getto d’acqua, sfogò tutta la sua frustrazione ed il suo dolore.
 


“Ecco qui l’ufficio del signor Adam Steven” Adam era raggiante quel giorno, Santana poteva vedere tutta la felicità che traspariva da ogni suo gesto, era sicura che ancora dentro di sé, conservava un po’ di adrenalina dalla sera precedente
“Wau! È qui che ti porti le segretarie fighe per una sveltina eh?” ironizzò
Adam l’abbracciò ed, a due millimetri dal suo viso, disse
“mmmm è troppo piccolo, sono tante le segretarie sexy qui, sai?” per poi baciarla
“bisogna vedere quante hanno il coraggio di mettersi con uno stronzo come te” le disse staccandosi
“hey! Sono molto ambito qui dentro!” disse orgoglioso
“buon per te allora” lo lasciò con un gesto di stizza

Adam si avvicinò di nuovo e l’abbracciò da dietro
“Scherzavo amore…. Non ci prova nessuna, perché parlo sempre di mia moglie tutto il giorno…. Chi ci proverebbe con un marito così palloso?” le sussurrò in un orecchio
Santana chiuse forte gli occhi a quella frase, continuava sentirsi un mostro, sempre di più, ogni volta che, Adam, veniva fuori con cose del genere. Aprì di nuovo gli occhi e vide che, sulla scrivania del marito, c’era una loro foto del matrimonio. Sorrise e si girò per baciarlo appassionatamente
“ora ti devo portare in un posto” le disse il ragazzo, guardandola amorevolmente, dopo quel bacio che la mora gli aveva dedicato
“dove andiamo?” chiese curiosa
“è una sorpresa!”
 
********

“Sono a casa! Ho fatto un po’ di spesa!” Brittany entrò a casa, con delle buste pesantissime trà le mani, le venne incontro Will scodinzolando
“capisco che lavoriamo in un ristorante…. Anzi più ristoranti… e pizzerie…. E caffetterie…. Cazzo Puck, quanti locali hai aperto?” toglieva fuori gli alimenti dalle buste e continuava a parlare, pensando che il suo amico fosse dall’altra parte ad ascoltarla

“sei la nuova ragazza di mio padre?”

Brittany si girò di scatto, al suono di quella voce femminile sconosciuta, ed incontrò una ragazzina con i capelli biondi e degli occhi verdi che splendevano, vestita completamente di nero
Sorrise a quella frase e rispose
“no… e tu chi saresti?” si fermò a pensare un attimo, per poi dire “aspetta… hai detto.. hai detto padre?” indicandola
La ragazzina annuì divertita, per le diverse espressioni della ragazza che aveva davanti a lei
“oh cristo santo…. No-non dirmi che …. Oh dio, non dirmi che tu sei Beth?” balbettò
Continuò ad annuire ridendo
“oh mamma…. Ti sei fatta grande…..” si avvicinò ad abbracciarla, mentre Beth fece una smorfia di disgusto e continuava a non capire, chi fosse quella stramba ragazza, che si prendeva tutta quella confidenza con lei
“cioè, ti ho visto una sola volta ed eri appena nata, quindi è comprensibile che in 14 anni tu sia cresciuta e… Oddio Beth! La figlia di Quinn e Puck!” si mise una mano davanti alla bocca commossa
“scusa se insisto…. Ma tu chi sei?” chiese ancora la ragazzina
“oh… si scusa…. Io sono Brittany e sono amica di tuo padre…. E di tua madre…. Cioè Quinn…. E di tua madre Shelby… oh… e anche di tua sorella Rachel…. Insomma, sono amica di tutti i tuoi parenti!” spalancò le braccia felice, sperando che, alla ragazza, arrivasse un po’ di entusiasmo, non ottenendo però nessun risultato, se non una smorfia, che Brittany giurò di avere visto mille volte identica sul viso della mamma naturale

“Beth tesoro, quante volte ti devo dire che non voglio ti porti il casco da New York, non ce né bisogno, anche perché tanto non ti farò usare lo scooter qui!” Puck entrò e vide Brittany con la figlia che parlavano
“hey Britt! Hai visto? È arrivata Beth!” disse felice
“Puck, non mi avevi detto che vivevi con una donna” Beth si girò e lo guardò storto, indicando la bionda vicino a lei
“si tesoro, ma è solo un’amica, non preoccuparti, sei tu l’unica donna della mia vita” si avvicinò e la strinse, mentre la ragazzina sorrideva soddisfatta per quella frase
“dio si è fatta grandissima” continuò a guardarla Brittany
“bè scusa visto che, come hai detto tu, mi hai visto solo una volta ed ero appena nata, era ovvio crescessi un po’ no?” si staccò dall’abbraccio del padre e si rivolse, con fare ovvio, alla bionda davanti a lei
Brittany sorrise, nel momento in cui incrociò lo sguardo di Noah, che divertito fece spallucce.
“vediamo, cosa hai comprato di bello!” si avviò verso le buste della spesa
Brittany si avvicinò a Puck e le sussurrò a bassa voce
“cazzo è tutta Quinn… mi sembra di rivedere le sue espressioni da adolescente”
Il ragazzo annuì arreso e rispose “già… proprio così, ed anche come stronzaggine”
La ragazza le diede una pacca sulle spalle, per poi dire “bè… auguri!” con un ghigno divertito
 
 
 
*************

“ok ora devi tenere gli occhi chiusi…. Prometti?” Adam l’aveva portata nel centro di New York e la stava facendo scendere dalla macchina
“che palle Adam, lo sai che odio queste cose” rispose, lasciandosi trascinare divertita
“si, ma poi mi ringrazierai vedrai” disse lui chiamando l’ascensore
“stiamo salendo in ascensore? Dove mi stai portando?”
“shhhhh trà un po’ lo scoprirai”
Santana sentì che Adam trafficava con delle chiavi ed apriva una porta
“ecco, ora puoi aprirli”
La mora aprì gli occhi e si ritrovò dentro una casa, tutta bianca, grandissima, circondata da delle ampie vetrate, che davano sui grattacieli di Manhattan, controllando l’altezza, poteva intuire che fossero in una sorta di attico
Ebbe un sussulto e poi disse
“Wau! Ma è bellissimo qui” fece un giro per la casa e notò l’arredamento, che dava tutto sul bianco, rendendo la casa ancora più luminosa. Si fermò un secondo a pensare
“ti piace?” Adam si avvicinò a stringerla
“si è una casa stupenda…. Ma di…”
“E’ nostra!” Adam la interruppe, prima che potesse chiederlo, come se non aspettasse altro che poter dire alla moglie quella frase
Santana si staccò dall’abbraccio e disse
“ch-che cosa? Hai comprato un attico a New York, in pieno centro?” incredula, mentre Adam annuiva divertito
“ma-ma… che diavol… come ce lo possiamo permettere?”
“calmati amore….. ce lo possiamo permettere….” La guardò sereno, per poi continuare “mi hanno dato una promozione e sono entrato nel consiglio di amministrazione dell’azienda, non te l’ho detto prima, perché volevo farti questa sorpresa” la prese, pronta a baciarla, quando Santana si scostò improvvisamente
“non ci credo…..” si disse, tenendosi i capelli nervosamente
“lo sò… è da non crederci, anche io non ci credevo, ma sono rimasti talmente contenti del mio lavoro che hanno deciso di…”
“no Adam! Non ci credo che tu abbia deciso tutte queste cose senza consultarmi!” disse, indicando in una qualsiasi parte della casa, evidentemente arrabbiata
“ma…. Amore pensavo di farti una sorpresa?!”  disse confuso
“una sorpresa? E dimmi hai pensato a tutto? Quando ci trasferiamo qui? …. Aspetta, magari rientriamo in albergo e troviamo tutta la nostra roba li? Hai pensato anche a scrivere una lettera, per salutare tutti a Lima?”
“Santana calmati per favore e ragiona un attimo!” Adam aveva cambiato espressione
“non vedo perché dovrei calmarmi! Ti rendi conto di quello che hai fatto Adam? Ti rendi conto che hai deciso che ci trasferiamo a NY, senza nemmeno avermi chiesto cosa ne pensassi?” continuò ad urlare camminando nervosamente, non sapeva che diavolo gli fosse preso, Adam sapeva benissimo come lei la pensasse al riguardo

“Se tu mi stessi ad ascoltare…. Magari riuscirei a chiarire”
“avanti…. Avanti ti ascolto, perché voglio credere, che ci sia una spiegazione razionale a tutta questa follia!”
“ecco… “ Adam era evidentemente nel panico e stava cercando le parole giuste, per spiegarsi e far calmare la moglie “il mio stipendio sarà triplicato, dovrò stare a lavorare qui e non basta più venire per tre giorni a settimana, e poi non ci sarà più bisogno che tu continui a lavorare, perché, i soldi che guadagnerò, basteranno a farci vivere più che dignitosamente”
“oh stupendo! Quindi fammi capire… io devo lasciare il mio lavoro, i miei affetti, la mia città, per venire qui e fare la moglie del dottor Adam Steven, rimanendo tutto il giorno da sola, ad aspettare che la sera rientri il maritino?”
“andiamo, non vederla così ora…. Siamo giovani, ci rifaremo una vita qui, troverai delle altre amicizie e poi ci sono i miei colleghi e le mogli….” Cercò di trovare argomentazioni valide
“oh cristo Adam… non ci posso pensare che stia succedendo….”
“Perché? Perché Santana? Che male c’è in tutto questo?”
“perché mi conosci bene Adam! E sai quanto ami il mio lavoro, quanto ami i miei amici e soprattutto quanto ami la mia città”
“ma ci potrai andare quando vorrai a Lima, è a poco più di un’ora d’aereo da qui!” rispose lui
“poi… ok… vuoi continuare a lavorare? Troviamo un posto in un qualche ospedale di New York, il mio capo mi ha detto che conosce il direttore di una clinica privata della città e può metterci una buona parola per farti assumere” continuò Adam
“bene, hai pensato proprio a tutto eh?” scosse la testa incredula
“che male c’è? L’ho fatto solo per il nostro bene”

“no…. Non funziona così…. Mi dispiace Adam, queste cose così importanti, si decidono assieme” scosse la testa e si allontanò verso la porta
“amore…. Amore dove vai” Adam la inseguì impaurito
“lasciami andare Adam, ho bisogno di stare un po’ da sola”  disse senza girarsi
“ti prego…. Ti prego amore mio, non rovinare tutto…. Ti prego” disse piagnucolando
“Adam per favore….” Sospirò Santana, per poi aprire la porta ed uscire
“ma dove stai andando?” urlò nel corridoio delle scale

Santana non rispose ed entrò nell’ascensore, per poi chiuderlo e lasciarsi dietro un Adam evidentemente scosso
 
************

“allora… come si stà a New York?” Brittany inzuppava nella cioccolata un biscotto
“uno schifo!” Beth beveva la sua coca cola
“come uno schifo? Io ci sono stata solo due volte nella mia vita e la seconda è stata decisamente fantastica” pensò all’anno dove avevano vinto le nazionali col Glee Club, era stato un anno stupendo, l’anno del diploma, l’anno dove i suoi compagni l’avevano eletta rappresentante degli studenti, l’anno dove finalmente Santana aveva avuto il coraggio di accettarsi e si erano messe insieme, senza paura. Era stato uno degli anni più belli della sua vita

“si… si era l’anno dove avete vinto le Nazionali col vostro Club, mio padre non fa altro che parlare di quel momento! Che cosa triste…. Si vede che non ha avuto altre gioie nella vita!” disse tagliente la ragazzina
“anche io lo ricordo come uno dei momenti più belli della mia vita” rispose l’altra, sorridendole e non scomponendosi, per l’affermazione appena sentita
Beth fece un debole sorriso, prima di dare un sorso alla sua bibita

“tu non fai parte di nessun club a scuola?” le chiese la più grande
“mmmm no… perché sono tutti stupidi, se ci fosse un club letterario parteciperei”
“Wau! Perché cosa fai oltre studiare?”
“scrivo Romanzi horror e compongo canzoni gothic metal…. Ho un gruppo nella mia città e io sono la leader, suono la chitarra elettrica e canto” disse fiera
“Figo! “ rispose dopo aver spalancato gli occhi
Brittany si sporse per prendere un altro biscotto, dall’altra parte del tavolo, dove erano sedute a chiacchierare e notò come Beth sgranò gli occhi, vedendo la scollatura della sua maglietta che si aprì
“oh cazzo hai un tatuaggio Brittany?” esclamò
La bionda rise e disse “ne ho più di uno” mordendo il biscotto
“ ti prego, li posso vedere?”
Brittany mostrò i suoi tatuaggi a Beth, che continuava ad ammirarli estasiata
“hai guadagnato mille punti con questo nella mia classifica” per la prima volta Beth le sorrise
“accidenti per così poco?”
La biondina annuì, prendendo un biscotto dal pacco vicino a Brittany, per poi dire
“sei figa! Mi piaci Brittany!” disse indicandola e facendole l’occhiolino
“anche tu mi piaci!” rispose, per poi porgerle la mano tesa in alto, per schioccarle un cinque


“eccole qua, le mie due biondine!” si avvicinò Puck
“Brittany ha 3 tatuaggi!” esclamò subito la più piccola, mentre l’altra guardava l’amico, sentendosi in colpa, immaginando già la domanda che sarebbe venuta fuori
“Wau! Sono fighi?” disse lui, cercando di rimanere impassibile ed intanto scambiando uno sguardo omicida all’altra
“fighissimi! Lo voglio fare anche io!”
“Beth ne abbiamo già parlato….  Quando avrai l’età di Brittany, potrai farti tutti i tatuaggi che vorrai” disse l’uomo
“Brittany quanti anni hai?” le chiese subito Beth
“l’età di tuo padre” rispose con una smorfia, mentre Puck apriva le braccia e faceva spallucce alla figlia
“è un’eternità… “
“hey!” esclamarono tutti e due in coro, sentendosi vecchi improvvisamente
“Beth hai solo 14 anni, ci sarà tempo per farlo… intanto dove farai il liceo?” chiese Brittany, per cercare di sviare il discorso
“non lo so ancora…. Sono indecisa se farlo qui o stare a New York, dalla mia noiosa mamma” fece gli occhi al cielo
“non ho un ricordo di una Shelby noiosa io…” continuò l’altra
“Oh si… parla sempre dei suoi studenti del NYADA, e di musical…. Che pizza…. Stò pensando decisamente di venire qui, ne abbiamo già parlato con mamma”
“ma lasceresti la tua band così?”
“ne formerò un’altra con Sam, ci siamo già messi d’accordo” rispose subito, con gli occhi che le brillavano
“Sam? Ma Sam ha trent’anni!” esclamò Brittany
“e quindi? Io 14, anche nell’altra mia band sono la più piccola, la batterista ha 40 anni ed il bassista 35, solo l’altro chitarrista ne ha 25”
Brittany sgranò gli occhi e guardò sconvolta Puck, che annuì sorridendo, per la reazione della sua amica alle stravaganze di sua figlia
“a proposito di Sam, dobbiamo andare, ci vuole da lui stasera e non vede l’ora di vederti!” l’abbracciò, per poi sollevarla di peso
“Sam! Siiiiiii” urlò la ragazzina
“ha una cotta per lui” Puck si avvicinò verso l’orecchio di Brittany sussurrandoglielo, mentre la bionda annuì ancora più sconvolta
“Puck, ma stiamo a dormire da Sam? Voglio giocare tutta la notte a Guitar Hero 12, e cercare di batterlo!”
“non lo so vediamo streghetta” la riprese e se la mise su una spalla a testa in giù
“Britt vieni con noi?” chiese poi
“no grazie, sono un po’ distrutta dalla mia prima giornata al ristorante”
“ok come vuoi”
“meglio così, Sam sarà tutto mio! Ah Britt…. Sei una forte! E mi piacciono i tuoi tatuaggi, anche se, quello con l’unicorno, l’avrei fatto più alternativo: ci avrei messo una testa mozzata insanguinata, infilzata nel corno” urlò, mentre il padre la portava fuori da quella casa

A Brittany andò di traverso il biscotto e rise di gusto, pensando che da due elementi, come Puck e Quinn, poteva venir fuori solo un personaggio del genere.
 
*************
 
Si era ritrovata all’aeroporto di New York senza passare nemmeno per l’hotel a prendere la sua roba, voleva lasciare quella città, quella stupida città che tutti amavano ma che lei odiava profondamente, ancora di più dopo quello che era successo. Non poteva credere che Adam avesse agito così, le sembrava di non conoscere più il marito e le sembrò, altrettanto, che il marito non conoscesse lei. Sapeva perfettamente quanto odiava che si prendessero decisioni, soprattutto se riguardassero la sua vita, senza di lei, avevano sempre fatto tutto insieme, la casa di Lima, dove vivevano, l’avevano scelta assieme ed arredata assieme.
Non capiva perché Adam si fosse comportato così, probabilmente il mondo in cui stava entrando a far parte, lo stava trascinando in un vortice senza fine, dove non si guarda in faccia a nessuno e, le occasioni che ti capitano, le devi prendere al volo, senza pensarci due volte, senza pensare alle conseguenze ed alle persone che hai attorno….. bè, lei non voleva fare la parte della moglie stupida e muta, che sorride alle feste della New York bene a braccetto del maritino.

Finalmente, dopo un’ora di attesa chiamarono il suo volo, riaccese il cellulare che aveva spento, perché il marito non la cercasse e scrisse un messaggio

*stò tornando a Lima. Spero abbia riflettuto sulla cazzata che hai fatto e che riporterai a casa l’Adam che conosco e che ho sposato*

Lo inviò, per poi rispegnere il cellulare, non voleva nemmeno sapere la risposta né sentirlo.
 
Adam si trovava nella loro stanza di albergo, sperando che la mora fosse tornata lì, ma non l’aveva trovata, sentì la suoneria che l’avvisava di un messaggio, lo lesse e gli scesero le lacrime, si buttò a peso morto nel letto

“cazzo… ho fatto un casino…” sospirando ed asciugandosi le lacrime come un bambino
 
*************

Brittany, nel dormiveglia, sentiva in lontananza un suono che, man mano che si rendeva conto, aprendo gli occhi, riconobbe era il rumore insistente del campanello. Controllò l’orario ed erano appena le due del mattino. Si alzò svogliatamente, pensando fosse Puck, che aveva dimenticato le chiavi. Corse ad aprire, prima che la testa le esplodesse, per l’insistenza di quel suono.

“Arrivo, arrivo! Che cazzo Puck! metti delle chiavi nello zerbi…..”si bloccò, vedendo una Santana con le lacrime agli occhi ed il viso distrutto
“co…cosa ci fai qui San? È successo qualcosa?” chiese preoccupata
La mora si buttò trà le braccia di Brittany e  pianse, ancora più forte. Mentre Brittany la stringeva, ancora spaventata per averla vista in quelle condizioni.
Santana aveva desiderato quella stretta per tutte quelle ore, aveva desiderato sentire il corpo di Brittany contro il suo, ed il calore di quel corpo che l’avvolgeva. Smise di piangere ed incrociò il viso sconcertato dell’altra
“c’è Puck?” le chiese trà i singhiozzi, mentre l’altrà negò, guardandola sempre più preoccupata
Santana prese il viso della bionda davanti a lei e la baciò, così appassionatamente, che Brittany ne rimase colpita e lasciò subito quelle labbra, per poi chiedere

“San.. hey San fermati…. Che è successo? Saresti dovuta tornare domani” la guardò negli occhi, tenendole le mani, che continuavano a cercare di afferrare il suo viso, per baciarla ancora
“posso stare qui stanotte? Ti prego?” chiese ormai arresa e senza guardarla in faccia
“certo che puoi stare, ma che è successo?”

Santana sollevò il viso e si perse in quegli occhi, che in quel momento, erano smarriti quanto lei. Voleva solo averla, desiderava sentire dentro il suo corpo, non era giusto chiedere quello, senza dare spiegazioni, ma decise di fare un grande respiro e pronunciare, tenendole il viso trà le mani e guardandola con pietà
“ho solo bisogno di stare con te stanotte, ti prego Britt”

La bionda vedendo quegli occhi imploranti s’impietosì, voleva sapere cosa era successo, ma capì che in quel momento, Santana, aveva bisogno solo di lei, di sentirla. Le prese il viso trà le sue mani e la baciò, con tutto l’amore che poteva avere dentro di sé.
 
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….. non dico niente, perché qualsiasi cosa potrebbe essere usata contro di me XD
Dico solo che mi piace come mi è venuta fuori Beth… ^__^
Grazie a chi ancora si appassiona con questa storia e tanto amore per chi decide di scrivermi che ne pensa.
Bacino
E.

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Capitolo 14
*** Non ditemi cosa devo fare! ***


Erano tutte e due sedute sul letto. Brittany poggiava la schiena sulla spalliera, mentre Santana poggiava la sua, sul petto della bionda. Erano nude ed avevano fatto l’amore quella sera, Brittany l’aveva portata in camera sua e non si erano dette niente, avevano lasciato parlare solo i loro sguardi ed i gemiti, che l’una provocava nell’altra, portandola in paradiso.
La bionda la teneva stretta a sé, mentre incrociava le sue mani.
Erano rimaste in silenzio per un bel po’, a sentire il ritmo del respiro dei loro corpi, che riprendevano fiato. Brittany, ogni tanto, poggiava il viso trà il collo e la clavicola di Santana, per sentire meglio il suo profumo e per farle sentire, col calore del suo respiro, che c’era… era lì con lei e non l’avrebbe lasciata, la mora si beava di quei tocchi delicati e chiudeva gli occhi, inclinando la testa verso il viso dell’altra, per agevolarla.

“grazie” le sussurrò lievemente la mora, sfiorandole una guancia
“per cosa?” le chiese Brittany
“per non aver chiesto niente”
L’altra sorrise solamente e le diede un bacio sul collo.
“hai sonno?” chiese Santana, per poi ricevere subito la risposta
“no” come se non ci avesse pensato
La giovane dottoressa si mise a ridere, per la spontaneità della cosa
“bugiarda”
“è vero!” esclamò quasi offesa
“ti ho svegliato in piena notte, dopo una giornata di duro lavoro” continuò
“diciamo che mi è passato il sonno” la fece ridere di nuovo.

Brittany era contenta di riuscire a farla ridere, la sentiva più rilassata e serena, si era spaventata tanto vedendola in quelle condizioni.
Santana si girò per darle un sincero bacio, che Brittany accolse con piacere.

“cosa è successo San?” prese coraggio, dopo aver lasciato le sue labbra e la guardò negli occhi
Sentì che Santana sospirò, ed il suo corpo diventò di nuovo teso. Brittany le strinse ancora di più le mani, che erano rimaste incrociate alle sue, per farle capire che andava tutto bene.
“mi ha chiesto di trasferirmi a New York…. Anzi!” si corresse, con un  tono molto più duro “non me l’ha nemmeno chiesto, mi ha portato direttamente in quella che, dovrebbe essere, la nostra casa, già pronta, bella che arredata” fece gli occhi al cielo, per poi diventare di nuovo  triste
Brittany fece qualche secondo di silenzio, per poi esclamare
“oh….”
 e ridere sonoramente
Santana si girò perplessa, con quello sguardo che, la bionda, avrebbe potuto riconoscere anche dopo 50 anni senza vederla, e chiese
“c’è così tanto da ridere?”
“no scusa….hai ragione” si ricompose, per poi continuare “ direi che l’ha fatta grossa….se ancora conosco Santana Lopez”
Santana si girò e guardarla con fare ovvio…. non aveva dubbi che Brittany la conoscesse.
Senza nessun bisogno che Santana continuasse il suo racconto, Brittany aveva capito com’era proseguita tutta la storia. L’attirò ancora di più a sé e, con le labbra sul suo collo, le chiese
“cosa hai deciso di fare, oltre ad aspettare che ti passi l’arrabbiatura?”
Santana, a quella frase, sorrise lievemente: eccome se Brittany la conosceva bene!
…. poi sospirò profondamente, rilasciando il respiro frammentato dall’ansia che l’attanagliava.

Perché doveva essere tutto così difficile? Perché aveva così paura? Continuava a chiedersi

“non lo sò…..” rispose intanto, per poi prendere coraggio e girarsi di scatto verso di lei, tanto da farla sussultare
“Brittany…. Io stò bene con te, davvero…. rimarrei per l’eternità così, trà le tue braccia e non ti lascerei più andare, l’averti ritrovata è stata la cosa più bella che mi sia capitata in questi ultimi anni, ma….” Tentennò un po’ prima di continuare, perché voleva dire tutte le cose per bene, voleva dire le frasi giuste, per non ferire Brittany. “ma…. Ho paura Britt! In questo momento, io sono letteralmente terrorizzata, non riesco più a controllare le mie emozioni, non sò più cosa voglio…. Cioè… quando ti vedo sò quello che voglio… e voglio te!” le stampò un bacio veloce, accarezzandole la guancia, per addolcire quello che le stava per dire “ma ho paura che, poi, se lascio tutto questo per te, tu vai via Britt…. Vai via un’altra volta e mi lasci sola, perché sei stata capace di non cercarmi in tutti questi anni, sei riuscita a sopravvivere senza di me, mentre io mi ci sono dovuta abituare e sono dovuta diventare un’altra per farlo” aveva gli occhi lucidi, mentre l’altra la guardava.

Rimasero a guardarsi senza dire niente per qualche secondo, fino a che Santana, non riuscendo più a sostenere quella tensione, disse

“dì qualcosa Britt, qualsiasi cosa” la implorò

La bionda abbassò la testa e poggiò la fronte sulla spalla di Santana, che iniziò a preoccuparsi seriamente di aver esagerato, così le carezzò i capelli sciolti biondissimi, per poi prenderle il mento, per sollevarle il viso ed accorgersi che aveva gli occhi lucidi. Si sentì male a quella vista, sentì un dolore forte e sordo al petto e decise di consolarla, avvicinando la guancia alla sua, per carezzarla col suo stesso viso, per poi incontrare le sue labbra.

Brittany, consolata da quel gesto, decise di dire qualcosa

“hai ragione Santana…. Tutto quello che senti è vero, lo sò…. Ne sono consapevole, perché è per causa mia”
Le diede una carezza, perché le fece una tenerezza incredibile, quello sguardo preoccupato che aveva assunto.
“ma voglio dirti che io, stupidamente, ho pensato di poter sopravvivere senza di te, ma ho capito che non ho mai vissuto veramente, perché, in ogni persona che abbracciavo, che baciavo, con la quale ridevo o piangevo, cercavo te…. Ogni libro che leggevo, e ti giuro che ne ho letti tanti in questi anni, perché erano l’unica cosa che mi faceva compagnia, pensavo alla perfezione di due anime che si univano, soprattutto quelli che parlavano d’amore, ma io non mi sono mai accorta di questo, l’ho capito quando ti ho rivista, tutto improvvisamente mi è apparso più chiaro, è come se avessi guardato dietro un vetro appannato per tutti questi anni.”
Santana non riuscì più a trattenere le lacrime
“San…” le sollevò il viso ed incrociò di nuovo le sue mani con quelle della mora davanti a lei “ stringi le mie mani Santana….. mi senti? Io ora sono qui e non andrò da nessuna parte e non ho nessuna fretta, ti giuro!” le disse, cercando i suoi occhi, mentre la mora continuava a piangere.
Santana le avrebbe voluto dire che, la sera prima, aveva fatto l’amore con Adam e che si sentiva in colpa e malissimo ogni volta. Ma non ci riuscì, così l’abbracciò solamente e si fece cullare da quell’abbraccio così dolce, che per anni aveva sognato di sentire.
 

****

Sorseggiava pensierosa un caffè caldo che si era preparata in quella casa che, anche se non era la sua, conosceva alla perfezione, Brittany si era addormentata, mentre lei le accarezzava dolcemente i capelli, non riusciva proprio a dormire quella notte, una marea di pensieri affollavano la sua mente.
“che ci fai qui?” Sentì improvvisamente una voce, arrivare dal buio corridoio, si girò di scatto spaventata
“cosa ci fai tu qui!” rispose con un mezzo sorriso, avendo riconosciuto subito la voce
“non sò a te, ma a me risulta essere la casa di mio padre” rispose la ragazzina, che comparve dal buio, vestita con un pigiama completamente nero, con dei teschi fosforescenti disegnati per tutto il tessuto
“a me risulta che una ragazzina della tua età, dovrebbe essere a letto a quest’ora e non a gironzolare con un pigiama alquanto improbabile” le fece una smorfia di disappunto, notando i disegni
“e a me, invece, risulta che dovresti essere a casa da tuo marito, anzichè stare qui in canottiera e pantaloncini…. “

Si fermarono tutte e due a guardarsi per qualche secondo, poi, quasi in sincrono, si sorrisero e si abbracciarono, non resistendo più nel recitare quella parte

“Sanny!” mormorò Beth, mentre la stringeva
“amore mio, quando sei arrivata?” le prese il viso trà le mani e le diede dei baci, per la quale la ragazza si beò, chiudendo gli occhi.
“questo pomeriggio, eravamo da Sam, io volevo stare a dormire da lui, più precisamente nel letto con lui, ma, Puck, ha detto che doveva andare a lavorare e mi ha riportato qui ed è andato a lavoro” rispose Beth
“Beth….. tesoro, è una causa persa la tua, Sam è più grande di te e se solo provasse a sfiorarti, credo che tuo padre lo farebbe fuori all’istante, come uno dei suoi malefici videogiochi” la guardò con amore ma sorridendo
“io ci provo Sanny, non mi arrendo”
“ohhhh vieni qui! Non ci vedevamo da due mesi! Sei cresciuta!” le scompigliò i capelli per poi chiedere ancora “ma tu non dormi mai?”
La ragazzina scosse la testa per poi dire
“la notte è la miglior parte della vita! Le più belle canzoni le ho composte di notte” Santana le vide brillare gli occhi, notando come erano così precisi a quelli della mamma
“allora? Hai perso le chiavi di casa? Dov’è Adam?” chiese

Improvvisamente, come se fosse stata svegliata da un bel sogno, sentendo quel nome, si rattristò….

Adam…. Chissà cosa stava facendo e chissà come stava” si ritrovò a pensare

Beth le mise una mano davanti al volto, muovendola velocemente, la mora si ridestò e disse
“Avevo bisogno di venire un po’ qui, lo sai che ogni tanto lo faccio”
La bionda annuì, evidentemente le era bastata quella risposta. Si avviò verso il frigo per prendere una bibita
“quindi? Che si fa?” chiese poi

Santana la guardò curiosa, non sapendo cosa volesse dire, poi il suo viso s’illuminò e disse
“sai che ti dico Beth Corcoran? Vado a prendere le chiavi della macchina ed a mettermi qualcosa addosso, ti consiglio di fare lo stesso, andiamo incontro a questa notte, Lima ci aspetta!”

Beth non potè credere alle sue orecchie e si precipitò ad abbracciare Santana, per poi correre verso la sua stanza. Santana sorrise e pensò che, in quel momento, quella ragazzina faceva proprio al caso suo, per levare via un po’ di quei pensieri che le attanagliavano la mente
 
*****
 
Si svegliò un forte odore di dolce appena sfornato, annusò profondamente e poi sorrise, un secondo dopo si ritrovò delle labbra morbide, che si poggiavano dolcemente sulle sue. Ancora con gli occhi chiusi, sollevò le braccia, per metterle sul collo di Santana e sentì una fitta al cuore, quando, decidendosi ad aprire gli occhi, la prima cosa che vide, furono degli occhi scuri bellissimi che le sorridevano

“come facevi a sapere che ero affamata ed avevo voglia di caldi Muffin?” le chiese piano, ancora assonnata
“perché io sò tutto di te….” Le sorrise e le diede un altro bacio “quelli allo yogurt sono ancora i tuoi preferiti?” le chiese poi
La bionda annuì e Santana era felice di ricordare, così lucidamente, quello che Brittany amava.
“buongiorno” disse poi la bionda, dopo aver acquistato un po’ di lucidità
“buongiorno” rispose ridendo l’altra “vado a preparare il caffè, alza quel culetto splendido Pierce” le diede un morso sul mento e si alzò

 
“avevano finito i muffin a New York?” si girò di scatto mentre trafficava verso i fornelli e corse incontro a Noah, che era pronto ad addentare uno dei Muffin,riposti sul tavolo, che aveva sistemato accuratamente su di un piattino per Brittany
Le diede uno schiaffo in una mano per poi dire
“non osare toccare quelli allo yogurt! Sono di Britt!” lo rimproverò, mentre il ragazzo si sfregava la mano per il dolore dello schiaffo appena ricevuto “puoi prendere quelli al cioccolato” le sorrise poi
Noah ne addentò subito uno, felice di quella concessione, per poi stamparle un bacio sulla guancia
“Beth è appena andata a dormire,non sò come faccia quando deve andare a scuola continua a non dormire la notte ….. oserei dire tale padre….”
“mia figlia è superiore a queste cose, non avrebbe bisogno nemmeno di andare a scuola, per quanto è intelligente, a dire il vero” Puck si gonfiò di orgoglio, parlando della figlia e Santana si accorse che le brillarono gli occhi
“si, hai ragione…. In questo caso però direi tale madre…..” affermò Santana ridendo e facendo ridere anche l’altro
“allora….. ti pensavo a New York a passeggiare romanticamente col maritino a Central Park” inarcò più volte le sopraciglia, immaginando avesse passato la notte con Brittany
“lunga storia…. Voi uomini, quando vi ci mettete, non ne azzeccate mai una” sospirò, versando il caffè nella tazza
“hey!!! non osare paragonarmi a quella mezza calzetta di tuo marito!” disse Noah
Santana lo guardò storto, era arrabbiata con Adam, ma era pur sempre suo marito e parlando così offendeva un po’ anche lei. Cambiò espressione, vedendo una figura bionda, attraversare il corridoio ancora assonnata, Puck si accorse della cosa e sorridendo disse
“vabbè, me lo racconterai un’altra volta, vado a farmi qualche ora di sonno…. Vi lascio alla vostra luna di miele” disse ironizzando, per poi avvicinarsi a Brittany
“hey!” le disse la bionda, accorgendosi della sua presenza in quel momento
“buongiorno pasticcino, oggi entri alle 11 ricordati” disse Puck, per poi avvicinarsi e stamparle un bacio sulla guancia, girandosi verso Santana ad ammiccare divertito.
 
 
Brittany si avvicinò verso la sua personalissima e dolcissima colazione, addentò un muffin e bevve un sorso di caffè, mentre Santana l’ammirava, come se avesse davanti un quadro bellissimo e raro. Un po’ in imbarazzo, decise di rompere quel silenzio e quell’adorazione
“non hai dormito vero?”
La mora scosse la testa, per poi dire
“sono stata in giro con Beth” disse, notando che Brittany fece una faccia perplessa, ma allo stesso tempo incuriosita
“e che avete fatto?” chiese poi
“siamo state in giro per le strade di Lima e poi l’ho portata alla nostra collina, ricordi? Quella dove si vede parte della città ed è ben in evidenza l’insegna di Breadsticks”
Brittany s’illuminò a quel ricordo, ci avevano passato i momenti più belli in quel posto, e soprattutto sulla macchina di Santana, Brittany si ricordava di aver fatto il miglior sesso di tutta la sua vita.
“come dimenticarlo….” Sorrise maliziosa “ti ricordi che facevamo a gara a chi riusciva a vedere meglio quante lucette si vedessero accese nell’insegna?” aggiunse poi, mentre Santana annuì divertita.
Brittany si sporse per avvicinarsi al suo viso e darle un tenero bacio.
“come stai?” le chiese poi
“meglio…. Beth mi ha fatto distrarre, ha iniziato a parlarmi di tutte le creature che potevano abitare il bosco intorno a Lima, spiegandomi, per alcune, in che modo particolare potevano uccidermi…. Alcuni nomi credo di non averli mai nemmeno sentiti” spalancò gli occhi
Brittany sorrise e disse
“quella ragazzina è decisamente fuori dal normale” scosse la testa, mentre l’altra annuì
“ti và di venire da Adrian stamattina? Prima che inizi a lavoro?” le chiese la bionda
Santana le sorrise, le faceva piacere rivedere Adrian “certo! volentieri”  disse
 
 
Uscirono dal portone di casa Puckerman e quasi si scontrarono con Quinn, a Santana prese un colpo, pensò immediatamente cosa dire.
“Hey!” disse la giovane psicologa
“Ciao Quinn!” Brittany la salutò calorosamente con un bacio, non rendendosi conto di quanto Santana si fosse irrigidita, per come l’altra bionda era rimasta ad osservarle
“hey Q.” la mora salutò lievemente con la mano
“ti immaginavo da un’altra parte” disse subito, guardandola perplessa
“sono rientrata prima…” rispose
“Adam?”
“è rimasto a New York”  rispose, prevedendo già che sarebbe partito un interrogatorio degno da agente dell’ FBI
Brittany si rese conto in quel momento, della difficoltà di Santana e decise di prendere in mano la situazione
“che ci fai qui? “ le chiese, mentre l’altra bionda continuava a fissare Santana con sospetto
“sono venuta a prendere Beth, passiamo la giornata assieme” si girò verso Brittany ,rendendosi conto che aspettava una risposta
“oh…. Vedi… Beth dorme…. Da tipo…. un’ora”
“che cosa? Ha passato la notte in bianco? Non ci posso credere…. Noah sapeva perfettamente che sarei passata a prenderla alle 9…” disse agitandosi
Brittany guardò divertita Santana, per cercare di capire se, la mora, avesse avuto anche il coraggio di dire che la colpa non era di Puck, ma la sua
“è sempre il solito…. Lo dovresti sapere ormai” disse Santana, con un ghigno malefico, notando che Brittany tratteneva una risata
“oh ma adesso mi sente, non è perché non dorme lui la notte, deve inculcare queste cattive abitudini anche alla figlia…. Non è sano ed è controproducente per il metabolismo, soprattutto di un’adolescente” gesticolò nervosamente
“hai ragione! Sono d’accordo, ti lascio la porta aperta, così potrai svegliare Puck e farglielo presente” disse Brittany
“grazie Britt”
“bene… ora noi dobbiamo andare…” disse Santana afferrando la mano di Brittany
“si dobbiamo andare… ciao Quinn dai il buongiorno a Puck anche da parte nostra” disse la bionda stampandole un bacio veloce
Quinn annuì un po’ perplessa per quella frase e poi, prima che le due potessero girare l’angolo, urlò
“Santana?!” facendole frenare bruscamente e girare verso di lei “ti chiamo dopo” disse con fare calmo, ma la mora sapeva che sarebbe stata tutt’altro che calma, nel momento in cui si sarebbero sentite.


*****
 
“il medico ha detto che se continui così, trà qualche settimana, potresti tornare a casa con me”
Brittany stringeva la mano della sorella, erano sedute su una panchina, nel giardino della clinica e Santana le guardava commossa
“mi riempiono di medicine Britt, alcune volte non ricordo nemmeno chi sono e dove sono…” rispose triste Adrian
Brittany si rattristò e guardò Santana, come per cercare un aiuto
“servono per farti riposare, hai bisogno di dormire tranquillamente la notte… è come se la tua mente, abbia percorso, di corsa, tutta l’America, senza fermarsi mai” intervenne la mora
Adrian la guardò sconsolata, come se non credesse che la sua situazione potesse mai migliorare
“presto ti diminuiranno le dosi e starai sempre meglio, devi avere solo pazienza” continuò la latina.
Brittany le dedicò uno sguardo amorevole, per come si stava rivolgendo in modo così rassicurante alla sorella e lo stava facendo, così dolcemente, che anche lei si sentiva più sollevata.
Adrian poggiò la testa sulla spalla della sorella e sospirò
“sai cosa facciamo il giorno stesso in cui uscirai?”  disse la bionda
La ragazza sollevò lo sguardo, attratta per la prima volta da qualcosa che l’aveva incuriosita
“andremo a comprare delle tele, un cavalletto e tutto l’occorrente per dipingere” la ragazza s’illuminò improvvisamente “ dove viviamo ora, c’è un bellissimo giardino con la piscina e potrai metterti al sole e disegnare quello che ti pare e quando ti pare” continuò
“ma… Britt non abbiamo i soldi…” Adrian la guardò affranta, con una dolcezza che disarmò la sorella il quale, con gli occhi lucidi, la strinse forte a sé per poi dirle
“adesso le cose sono cambiate tesoro, ho ritrovato delle persone meravigliose, che mi hanno cambiato la vita” mentre incrociava lo sguardo di Santana dall’altra parte .
 
*****

Sedeva sul divano di casa sua accovacciata, mentre affondava il cucchiaino in una vaschetta di gelato, aveva accompagnato Brittany a lavoro e, prima di lasciarsi, si erano date un bacio per il quale, era sicura, avrebbero potuto beccarsi qualche multa per atti osceni in luogo pubblico, senza pensare alle conseguenze, senza pensare che poteva esserci qualcuno che la conoscesse e sapesse che, quella, era la signora Steven.
Osservava in continuazione il cellulare spento affianco a lei, non l’aveva ancora acceso dal giorno prima in aeroporto, quando aveva mandato, ad Adam, il messaggio. Se l’avesse acceso, avrebbe trovato sicuramente miliardi di sms, chiamate e messaggi in segreteria di Adam e, Quinn, non avrebbe aspettato a chiamarla per sapere cosa fosse successo. Decise di darsi ancora qualche ora di tregua e lasciarlo spento, avrebbe pensato più tardi a sentirli, in quel momento, voleva solo chiudere gli occhi e restare ancorata al ricordo di lei e Brittany, che si erano amate come non mai quella notte e di quanto, la bionda, aveva la capacità di farla stare bene e di renderla felice.


Non fece in tempo a formulare quell’ultimo pensiero ad occhi chiusi, che sentì suonare insistentemente il citofono. Si spaventò e, nel tragitto, pensò miliardi di cose, trà cui la possibilità che, Adam, avesse fatto qualche gesto sconsiderato.
“chi è?” si precipitò a rispondere
“tua nonna!!!” sentì una voce familiare dall’altra parte e sorrise aprendo la porta

Aprì la porta sorridente, prospettando di passare qualche ora divertente, quando incrociò lo sguardo infuocato ed evidentemente arrabbiato della persona davanti a lei…. Improvvisamente realizzò che ci potevano essere dei fattori esterni, che avevano portato, Mercedes Jones, a presentarsi a casa sua con quella furia.

“dove cazzo tieni quel cellulare? Perché te lo stò per far ingoiare!” entrò dentro casa, superando Santana che era rimasta sul ciglio della porta, pietrificata dalla paura.
Mercedes buttò violentemente la borsa sul divano  e, mettendosi le mani sui fianchi ancora ansimando per la strada che evidentemente aveva percorso più velocemente del solito, la guardò, aspettandosi una risposta
Santana deglutì e disse
“È sul divano, l’hai appena sotterrato con la tua borsa” indicandolo
“bene! Perché adesso lo accenderai e risponderai a tuo marito che è disperato!”
Santana si portò verso il divano, pronta a prendere il cellulare, quando sentì di nuovo
“anzi no! Prima di farlo mi dai delle spiegazioni”
La mora rimase in silenzio
“Adam ha chiamato Francesco disperato, che, a sua volta, si è disperato ed allora, non sapendo più cosa dire, l’ha passato a me….” Fece qualche secondo di silenzio, per poi continuare, sempre fissandola con quegli occhi serrati “ piagnucolava…. Ti rendi conto? Adam che piagnucola. Con me! Non ho mai sentito il mio adorato Adam in quelle condizioni! Ora tu mi devi spiegare, cosa è successo per ridurre Adam in quelle condizioni, Santana!”
“ok… sediamoci…. Vuoi?” Santana le prese la mano e cercò di utilizzare la carta dolcezza che, con Mercedes, sapeva funzionasse sempre, perché, in fondo, faceva tanto la dura con lei, ma non poteva resisterle, quando faceva gli occhi da cane bastonato.
Infatti si misero a sedere.
“ha fatto una cosa terribile, e mi ha fatto incazzare terribilmente!”
“sò cosa ha fatto, perché me l’ha raccontato, e non ho esitato a dirgli che è stato un’idiota, uno non può prendere decisioni sulla vita di Santana Lopez, senza Santana Lopez, lo sò benissimo questo” la guardò, mentre l’altra abbassava la testa. Lo sguardo di Mercedes si trasformò da arrabbiato, ad impietosito e, sollevandole il mento perché potesse guardarla, disse
“ha fatto una cazzata, lo sò…. Ma l’ha fatto perché ti ama, preso da miliardi di cose, ha pensato di farti una mega sorpresa, non pensando alle conseguenze”
“si ma non mi è sembrato molto pentito…. Mer, ti rendi conto? Aveva pensato anche ad informarsi per un lavoro per me…. Nonostante sapesse che io non voglio lasciare Lima!” le strinse di più la mano
“San…. È tuo marito, l’hai sposato…. Ricordi cosa hai pronunciato quando, io e Quinn, eravamo affianco a te?”  Santana improvvisamente, con uno sguardo intimorito, si girò a guardarla “nella gioia e nel dolore, nella salute e nella malattia, nella buona e cattiva sorte….” Pronunciò a memoria quella formula ,che fece rabbrividire la latina, perché la riportò, improvvisamente, ad aprire un cassetto che, per quelle ore, aveva tenuto insistentemente chiuso. “questa è una buona sorte per voi… la tua vita migliorerà, e renderai tuo marito felice” concluse l’altra
“io non voglio andare via da Lima, non voglio lasciarti…. Non voglio lasciare Quinn… e Tina… e Mike… e Puck….”
“San! Nemmeno io vorrei lasciarti, perché mi mancheresti un sacco e lo sai…. Ma sono scelte che uno deve fare, per il bene della famiglia”
Mercedes, continuava a parlare in quel modo così calmo e rilassato, come se si trovasse davanti sua figlia di 3 anni, e Santana era quasi ammaliata da quel modo di rivolgersi dell’amica
Deglutì prima di dire
“non voglio lasciare nemmeno Brittany, ci siamo ritrovate ora….”
La latina notò come, la sua amica, s’irrigidì a quel nome e come le strinse fortemente la mano in un riflesso nervoso
“Oh Cristo San!” si alzò dal divano “non riesco a capire come tu possa averla perdonata, dopo tutto quello che ti ha fatto!”
Santana la guardò incredula
“voglio dire…. Con quale coraggio si ripresenta dopo 12 anni, non essendosi fatta più sentire e pretendendo di entrare nelle nostre vite, come se non fosse successo nulla?”
“non si è presentata da nessuna parte, ci siamo incontrate per caso…. E per un caso nemmeno tanto fortunato!” Santana si stava incupendo, sentendo le parole così dure dell’amica verso Brittany
“oh che culo!” disse sarcastica
La latina si alzò anche lei dal divano
“tu non sai tutto quello che ha dovuto passare, non sai nemmeno come ci siamo incontrate Mercedes! Dovresti sapere prima di giudicare! E lei non pretende di far parte della vita di nessuno! È stata Tina ad invitarla al compleanno di Mike!” le urlò
“io sò solo che se né andata via spezzandoti il cuore, perché per 12 anni…. 12 anni Santana!!! Non si è fatta sentire! Lei non ti ha visto…. Non ha visto come stavi male e non lo immagina nemmeno! Io non voglio rivederti così San, perché rivederti in quello stato, mi ucciderebbe ora probabilmente”
La mora notò che aveva gli occhi lucidi
“Mer….” si avvicinò a lei “non è stata una decisione sua, l’hanno costretta ad andare via e poi ci sono stati degli avvenimenti che l’hanno portata a comportarsi così, ne abbiamo parlato a lungo e và tutto bene…. Sul serio”
Cercò di tranquillizzarla ma notò che, al sentire quell’ultima frase, Mercedes fece una faccia come se avesse capito che lei e Brittany si stessero frequentando e non solo amichevolmente
“ok… ok…” si mise a sedere, evidentemente sconvolta “San…. Ti prego…. Dimmi che non stà succedendo”
Santana fece silenzio, non le venne in mente niente in quel momento… se non da deglutire vistosamente, per una salivazione quasi azzerata. Sentiva il suo cuore che batteva fortissimo
“oh Cristo santo…. No…. No… no… San! Non puoi fare questo!” scosse la testa velocemente, tenendosi la fronte disperata
“Mer….. calmati…” le mise una mano sulla spalla
“no…. Non mi calmo Santana, dimmi che mi sbaglio… ti prego!”
Ancora una volta, la latina, non ebbe il coraggio di rispondere
“oh povero Adam” disse, rendendosi conto che, la non risposta dell’amica, equivaleva a darle ragione
“non è come pensi” disse, anche se, in realtà, era come pensava, se non forse peggio di quello che s’immaginava “è che mi ha destabilizzato vederla… insomma, conoscevi il rapporto trà me e Britt” continuò
“appunto!” si girò di scatto a guardarla
Mercedes fece un bel respiro e, guardandola di nuovo come se dovesse spiegare a sua figlia che non poteva più mangiare caramelle, le disse
“San… non la devi più vedere…. Smetti di vedere Brittany, ti prego! Sei ancora in tempo per non  fare un casino!”
La latina scosse la testa, dispiaciuta per quello che stava sentendo e, soprattutto, per quello che stava per dirle
“non posso…. Non posso Mercedes…. Tu non capisci”

Mercedes, senza più dire una parola, la guardò solamente un’ultima volta, prima di prendere la borsa ed uscire da casa sua.
 
******

“vi sono mancata in questi tre giorni?” aveva deciso di andare in ospedale quella sera, anche se non era il suo turno, anche se poi ci sarebbe dovuta tornare il giorno dopo, col turno di mattina…. Non le importava, aveva bisogno di lavorare per distrarsi e non pensare più a niente. Tutti le dicevano cosa fare, tutti si erano presi la briga di dirle cosa fare, senza nemmeno tentare di capire come stesse lei. Mercedes l’aveva fatta sentire una delusione per tutti, Adam aveva deciso che la sua vita sarebbe stata bellissima a New York e Quinn, continuava a fare la parte del grillo parlante. Solo Brittany sembrava l’avesse capita, sole lei le aveva detto di fare con calma e che lei ci sarebbe stata, sarebbe stata lì e non se ne sarebbe più andata…. Gliel’aveva promesso e Santana ci credeva a quella promessa, voleva credere a quegli occhi che glielo dicevano, mentre brillavano.

Si addentrò nel corridoio con la solita sfilza di specializzandi che la seguiva, quando sentì arrivare un’ambulanza.

Si girò e vide che le ambulanze erano due, gridò

“Spark, Miller e Lewis con me!”

I tre ragazzi la seguirono subito, indossando velocemente i camici per il primo soccorso
“cos’abbiamo?” si sporse verso la porta dell’ambulanza, aspettando che i paramedici facessero scendere la barella….

Sentì improvvisamente un rumore sordo, come di una botta in testa, vedendo chi era adagiato su quella barella…. subito le comparve un ronzio fortissimo dentro le orecchie e sentì mancarle il respiro.

“Oh No! Dio ti prego NO!” urlò con tutto il fiato che poteva avere nei polmoni.
 
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Finalmente ce l’ho fatta…. È stato un parto stò capitolo…. Troppe distrazioni per colpa di spoiler, compleanni a casa Rivera, feste per premi a casa Michele, trasmissioni dove si rivelano convivenze imminenti come se fosse la cosa più bella del mondo ecc…. Stò Cast non ci lascia per niente tranquilli :P
Comunque la colpa è anche del cambio di Avatar…. Come Sansone, appena ho cambiato l’immagine, ho avuto un blocco…. -.-‘’’
Grazie a chi commenta, legge, preferisce…. Vi adoro….
Lo so che vi ho lasciato in sospeso…. Non stò facendo finta di niente…. : ) prometto di pubblicare presto.
Bacio
E.

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Capitolo 15
*** Poco professionale Dottoressa Lopez ***


“Oh No! Dio ti prego NO!” urlò con tutto il fiato che poteva avere nei polmoni.
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Ci fù qualche secondo di silenzio dopo quell’urlo di Santana, secondi dove, i suoi specializzandi, la guardarono scioccati, non avendo mai visto la sua responsabile così sconvolta davanti ad un ferito, dove il paramedico che reggeva la barella appena fatta scendere dall’ambulanza, si preoccupò, pensando di aver fatto qualcosa di sbagliato.

Santana deglutì e, rendendosi conto dell’atmosfera che aveva creato accanto a lei, pronunciò di nuovo balbettando
“cos-cos’abbiamo?”
Il paramedico rispose subito
“Donna, avrà circa 16 anni…. Incindente in scooter, è andata a finire in contromano sopra il parabrezza di una macchina, per poi cadere”
“ha 14 anni…” rispose, anche se non sapeva bene come potesse essere importante, ribadire l’età in quel momento

Si avvicinò a lei e pronunciò
“Beth?.... Beth tesoro puoi sentirmi?” cercando di trattenere le lacrime che stavano per scendere copiose, ma non riuscendo a trattenere il tremore che aveva, mentre le stringeva la mano insanguinata. Doveva cercare di tenere il controllo, per far rimanere concentrati i suoi specializzandi, perché, mai come in quel momento, le sarebbero serviti.
La ragazzina aveva gli occhi spalancati, Santana poteva vedere, dall’alto della sua posizione, lo sguardo terrorizzato di un volto circondato dal collare protettivo, messole dai paramedici.

Sentiva che anche Beth tremava, ma sentendo la sua voce, immediatamente girò gli occhi verso di lei
“Sanny?” chiese incredula, sperando di non essersi sbagliata
“si, sono io tesoro andrà tutto bene….. “ cercò di dire, mentre spingevano la barella all’interno del pronto soccorso
Beth, sentendo quella voce familiare, quasi si lasciò andare, e tutto il terrore che aveva trattenuto in quel momento, si trasformò in pianto, perché sapeva che lì c’era chi la poteva consolare
“San…. Sanny….” La mora fece fermare la barella per ascoltarla “Sanny ho paura…. Ho paura” pianse sonoramente
Santana sentì fermare il suo cuore, vedere Beth in quelle condizioni, era devastante per lei…. Non aveva ancora valutato cosa avesse di preciso, ma qualsiasi cosa avesse, si promise che l’avrebbe fatta stare bene, a qualsiasi costo.
“no…. No Beth non piangere…. Ok? Ci sono io, andrà tutto bene” le accarezzò il viso insanguinato e pieno di frammenti di vetro
“ho paura…” continuò a ripetere, mentre intanto erano entrati dentro la sala delle emergenze

Santana notò che Beth smise di piangere improvvisamente, fece gli occhi bianchi, abbandonandosi sulla barella senza più reagire
“Stà andando in arresto! Oddio stà andando in arresto cazzo! Spark!” cercò aiuto nella sua specializzanda, perché stava andando nel panico, perdendo lucidità
“dobbiamo intubarla!” la ragazza la guardò negli occhi sicura e Santana, in quel momento, ringraziò tutte le volte che l’aveva rimproverata, per mancare di lucidità in questi momenti.
Un altro ragazzo iniziò a farle il massaggio, mentre la dottoressa Spark, prendeva un tubo e cercava di trovare una via aerea, per intubarla
“forza forza forza…..” Santana guardava la sua specializzanda che esaminava l’esofago della sua Beth, notò che sudava, presa dall’estrema tensione che, quel compito ancora più arduo, le procurava.
“Coraggio Ashley ce la puoi fare!” disse, guardandola negli occhi
La ragazza, per un secondo, rimase sconvolta nel sentire che Santana pronunciasse il suo nome e, come se avesse avuto una scarica di adrenalina di coraggio, dopo pochi secondi riuscì ad infilare il tubo correttamente nella cavità
“sono dentro!” urlò, per lasciare spazio alle infermiere che iniziavano a filtrare aria a Beth, che riprese la sua attività respiratoria
“coraggio Beth…. Ce la fai” in quel momento le venne ancora da piangere, ma si fece violenza ed iniziò a togliere le imbragature ed il collare, che servivano per tenere ferma la ragazza, come da procedura per gravi incidenti stradali

Tastò l’addome e notò che, per fortuna, no c’era nessuna emorragia ed era abbastanza morbido, fù quando toccò verso il torace, che spalancò gli occhi ed urlò
“ho bisogno di una radiografia toracica entro 3 secondi!”
subito tutti si mossero per eseguire gli ordini, mentre lei urlò, poi corse fuori dalla sala a riaccendere il cellulare. Ignorò tutte le immense notifiche di chiamate e messaggi che c’erano e compose un numero.

“allora? come gliela preparo la pizza? Molto piccante?” si sentì dall’altra parte del telefono
Non sapeva perché, ma, come Beth, che si era lasciata andare, sentendo la sua voce, anche lei fece lo stesso sentendo quella di Brittany dall’altra parte, non riuscì a dire niente, perché crollò in singhiozzi

“San….? San che succede?”
Prese fiato e disse
“Bri… Britt…. Beth…”
“Beth? Cosa è successo?  San… cosa è successo?”
“ha avuto un incidente, dobbiamo ancora valutare, ma credo che si sia rotta delle costole per schiacciamento, ed una di queste abbia perforato un polmone” aveva visto milioni di casi del genere, e le era bastato soltanto tastare Beth in alcuni punti particolari, per capire immediatamente tutto
“che…. Che cosa?” esclamò la bionda
Santana si rese conto che non c’era molto tempo, perché Brittany capisse la gravità della cosa, così acquistò tutto il coraggio e la freddezza che aveva perso e disse
“Brittany, devi avvertire subito Puck e Quinn…. Io ora devo andare, dobbiamo operarla, per salvarle la vita” disse, rendendosi conto lei stessa delle sue ultime parole scioccanti
“ok… ok San….” Brittany era sconvolta da quelle parole e sentì il sangue gelarsi improvvisamente, ma sapeva, altrettanto bene, che Santana in quel momento era in una posizione peggiore della sua e doveva tranquillizzarla
“ok… io vado allora” pronunciò la mora col cuore in gola
“Santana!” urlò Brittany, prima che potesse chiudere “ce la fai ok? Salva Beth!” le disse, mentre sentiva che aveva ripreso a piangere “andrà tutto bene amore….. ti prego! Andrà tutto bene, devi farti coraggio”

La mora si fermò dopo aver sentito la parola con la quale Brittany l’aveva chiamata, era impensabile fermarsi a notare quella cosa, in quel particolare momento, ma Santana lo notò e non si vergognò di averlo fatto, perché, quel sentirsi chiamare amore, aveva uno scopo, aveva il potere di tranquillizzarla e di darle la forza, per andare avanti nonostante tutto.
“si… andrà tutto bene Britt” chiuse il telefono e lo lasciò lì per poi correre da Beth
 

 
Entrò dentro la sala emergenze e notò che, i suoi alunni, esaminavano le lastre appena ritirate
“ha un polmone gravemente perforato dottoressa” disse la giovane specializzanda rossa
“lo vedo Ashley… dobbiamo operare immediatamente” si girò a guardare Beth, che era ancora priva di conoscenza, probabilmente aveva del liquido pleurico, che la stava soffocando e respirava a fatica, il suo tremolio riprese vedendola inerme sulla barella
“Ashley, avvisa in sala che stiamo salendo per intervenire”  la ragazza annuì e prese il telefono
Nemmeno il tempo di chiamare che già erano sull’ascensore, pronti ad entrare in sala operatoria, Santana continuava a guardare il viso di Beth e si ripeteva che doveva stare calma e lucida, lo doveva fare per Beth, per Quinn…. Per Puck, sospirò, pensando che Quinn non se lo sarebbe mai perdonato, se fosse successo qualcosa di brutto e probabilmente nemmeno lei.
 
 
 
Si lavò le mani per l’intervento e, mentre si lavava, chiamò
“Spark! Lavati e vieni con me” notò che la ragazza spalancò gli occhi incredula ed annuendo si precipitò verso il lavandino.
Era la prima volta che chiamava uno specializzando del secondo anno a farle da assistente per un intervento, in quel caso ancora di più, non sapeva perché l’aveva fatto, visto che sul lettino c’era Beth, ma probabilmente, oltre che per premiare la sicurezza che Ashley aveva avuto i minuti prima, sentiva di potersi fidare nel caso lei perdesse la concentrazione.

Si avvicinò al tavolo e si fece inserire i guanti dall’infermiera, Ashley fece lo stesso, mentre, gli altri suoi colleghi, stavano a guardarla con una punta di invidia, per il traguardo che, solo lei nella sua classe, era riuscita a raggiungere.

Chiese all’anestesista di coprire il viso di Beth, pensò che magari non vedendolo ed immaginando qualcun’altro sotto il suo bisturi sarebbe andata meglio. Cominciò a pensare a Beth, la sua Beth quella che l’aveva fatta ridere tante volte con le sue stranezze, quella che a volte, negli anni più bui della sua esistenza, le aveva ricordato dei tratti della sua Brittany, che l’aveva abbandonata.

Prese il bisturi in mano e diede un veloce sguardo ad Ashley che le sorrise annuendo, per tranquillizzarla, quando sentì
“dottoressa Lopez…. Se mi permette, non pensa che sia meglio chiamare un chirurgo che la possa sostituire in questo momento? come da prassi, quando si conosce il paziente, perchè la vedo abbastanza coinvolta e ne và della vita della ragazza” disse timidamente, uno dei suoi specializzandi
Ashley sollevò lo sguardo terrorizzata, mentre Santana notò che, tutto il personale, era rivolto a lei, che la guardava in attesa, curioso, di una sua risposta.
“Lewis dovresti rivedere il protocollo, si parla di parenti, ed io non ho nessun grado di parentela con la ragazza” disse, cercando di risultare il più tranquilla possibile, ma sapeva che, in fondo, c’era un filo di verità in quelle parole. Il problema era che non voleva lasciare Beth in quel momento, non voleva lasciarla nelle mani di nessuno.
“si ma….” Azzardò il ragazzo
“ma niente dottor Lewis!” lo interruppe, lasciando il gelo in quella stanza e terrorizzando il ragazzo “procederemo con l’intervento, perché abbiamo già perso troppo tempo, e…. senza di lei!” disse guardandolo dritto negli occhi, mentre il ragazzo fece una faccia incredula “Dottor Lewis, vuole lasciare la mia sala operatoria per favore?….. siamo in troppi qui dentro” disse glaciale.
Ci fù un intenso scambio di sguardi trà lei ed il suo specializzando, Santana non aveva assolutamente intenzione di abbassare  per prima lo sguardo, avrebbe significato pentirsi e dare un filo di ragione a lui, e questo, con un suo alunno, non poteva farlo.


Riabbassò lo sguardo, fece un gran respiro, sentendolo frammentato, per la tensione che, quell’intervento di Lewis, aveva contribuito ad aumentare. improvvisamente sentì dei rumori in sala e vide che, un’infermiera, si precipitò verso l’entrata, con una federa per asciugare le mani. Si girò di scattò, per capire che succedesse

“Bene… cosa abbiamo qui? Lei, dolce signorina qui davanti a me, che ne dice di farmi un bel riassunto?”
“certo dottor Anderson”

Mentre Ashley ,evidentemente più sollevata, faceva un dettagliato riassunto a Blaine, del paziente che stava per operare, i due ex compagni di club, si guardarono intensamente, probabilmente il ragazzo ascoltò la metà di quello che gli stavano dicendo, perché era più concentrato a comunicare con Santana, attraverso lo sguardo. La mora non disse niente, ma abbassò lo sguardo abbattuta e più rassicurata, si fidava di Blaine e forse lui era l’unica persona, dopo di lei, che poteva aiutare Beth.

“bene, allora vediamo che possiamo fare per questa perfetta biondina, altrimenti chi lo sente Puckerman!”

Mosse gli occhi, sorridendo a Santana, il quale si accorse che era tutto un trucco, per smorzare l’estrema tensione che, lei, era riuscita a creare nella sua sala operatoria. Blaine le porse la mano e la mora lasciò nelle sue mani il bisturi

Nessuno nella sala fiatò, nonostante tutti avessero capito quello scambio complice di due persone che si volevano bene e che non avevano bisogno di dirsi tante parole. Santana notò che, in tutta la sala operatoria, le persone avevano ripreso a respirare correttamente, ed erano più tranquilli. Si rimproverò di non essere riuscita a capire e valutare la sua condizione e, soprattutto, di non aver pensato a Blaine per aiutarla.
Il ragazzo, con una sicurezza impressionante, fece un taglio dritto al torace di Beth, ed iniziò l’intervento
Era passata ormai un’ora da quando Beth era sotto i ferri e Santana si era tranquillizzata,mentre Blaine continuava a conversare con Ashley e le infermiere, dando ogni tanto qualche informazione agli specializzandi, che si avvicinavano al suo comando

“è stata Brittany vero?” prese coraggio e glielo chiese
Il ragazzo annuì “era molto preoccupata….. saranno passati anche 12 anni, ma quella ragazza, ti conosce come le sue tasche” disse, dandole uno sguardo veloce, mentre le faceva segno di aspirare in un punto preciso


Stavano quasi per chiudere, dopo aver sistemato le costole ed il polmone di Beth che, improvvisamente, si sentì l’allarme del macchinario che controllava i segni vitali della ragazza
“Stà andando in arresto!” urlò un infermiera “pressione 60 su 40” continuò
“che cazzo succede? Ashley divaricatore!” urlò Blaine, mentre Santana aveva gli occhi sbarrati
“30 su 20” continuò l’infermiera per aggiornarli
“ok Santana le piastre!” disse Blaine, ma notò che la ragazza era pietrificata e guardava il macchinario con la pressione che scendeva sempre più
“Santana!” urlò Blaine fissandola
La ragazza prese le piastre per la rianimazione, che le passò un’infermiera e le mise sul petto di Beth ed iniziò a piangere nervosamente
Blaine le strappò le piastre dalle mani violentemente ed urlò
“carica a 200!” posando le piastre sul torace “scarica!” notando che, dopo la scossa il segnale del battito cardiaco era ancora piatto “carica a 300! Scarica!!!!” si voltò verso Santana, che era in lacrime e le fece una pena incredibile
“avanti Beth!!!” disse, mentre tutti avevano lo sguardo fisso sul monitor
Dopo qualche secondo, si risentì il bip regolare del battito della ragazza
“la pressione stà salendo” si sentì dall’infermiera che controllava i valori vitali

Blaine riprese a respirare e si fece asciugare il sudore da un’infermiera, poi rivolse lo sguardo a Santana che era più sollevata e disse
“dottoressa Lopez, non abbiamo più bisogno di lei qui, io e la dottoressa Spark ce la sappiamo cavare” disse, guardandola intensamente
“che cosa? Ma….” Reagì improvvisamente a quella frase
“Dottoressa Lopez! Per favore! Le chiedo di allontanarsi dalla paziente” disse con fermezza e con lo sguardo ancora più duro
Santana fece dei passi indietro, rimanendo sull’angolo della sala, mentre tutto il personale, sconvolto per quella scena, la osservava
 
 

Dopo un’ora Beth era fuori pericolo e la stavano portando in rianimazione, Santana si sporse per darle un bacio in fronte, mentre la portavano via, poi si avviò di fretta verso lo spogliatoio post operatorio

“come diavolo ti è venuto in mente di reagire così, nella mia sala operatoria davanti ai mei specializzandi??!!”  disse, buttando con violenza mascherina e cuffietta
“prego!figurati…. “ pronunciò sarcastico
“mi hai umiliato davanti a tutti Blaine!” si avvicinò al suo viso
“ti ho umiliato? Sai cosa ti avrebbe veramente umiliato?” alzò la voce improvvisamente, guardandola con rabbia, mentre Santana aveva ancora le mani sui fianchi furiosa “andare da Puck e Quinn e dire che, la loro figlia, era morta trà le tue mani, perché tu non hai saputo chiedere aiuto! Questo ti avrebbe umiliato Santana!” urlò sul suo viso, lasciandola a bocca aperta, per quella reazione. Non aveva mai visto Blaine in quelle condizioni, in quel momento capì che aveva avuto paura anche lui lì dentro, ma solamente era stato più forte, era riuscito a restare lucido per Puck, per Quinn ed anche per lei.
“E’ questo il tuo problema Santana! Le tue indecisioni! Sei talmente sicura di farcela, sicura di avere tutto sotto controllo, che non chiedi mai aiuto, che non ti fermi mai a prendere decisioni, senza curarti del fatto che, a causa dei tuoi tentennamenti, ci sono persone coinvolte, che soffrono per causa tua e stanno male ed, in questo caso, rischiano anche di morire!” disse Blaine, strappandosi il camice chirurgico di dosso con violenza e lanciandolo via da una parte

“ed ora è il caso che vai a tranquillizzare tutti li fuori! Il paziente era il tuo in fondo!” pronunciò, uscendo nervosamente dalla sala
Santana rimase per qualche secondo immobile a guardare la porta da dove era uscito Blaine, poi fece un respiro profondo e si accasciò appoggiata agli armadietti per poi piansgere sonoramente.

 
Dopo dieci minuti, si accorse che veramente era il caso di andare a tranquillizzare tutti, si ritrovò ad immaginare come stesse Quinn, questo le diede la forza per sciacquarsi il viso, ricomporsi ed uscire il più in fretta possibile da quella stanza, per andare ad abbracciare i suoi amici

 
Arrivò in sala d’aspetto e notò subito il gruppetto, vide che erano divisi in due fazioni e la cosa la rattristò, nessuno ancora si era accorto della sua presenza e quindi fece in tempo a notare che Quinn era circondata dal braccio di Mercedes, che era seduta accanto a lei, mentre dall’altra parte c’era Simon, che le teneva la mano mentre lei muoveva nervosamente le gambe su e giù. In ginocchio, davanti a lei, c’era Tina, mentre Mike andava avanti ed indietro, controllando anche come stesse Puck, che era nell’altro lato del muro, un po’ più spostato con Brittany e Sam. Era serio, il suo viso provato e triste, raramente aveva visto Puck in quelle condizioni. Notò che, dal corridoio avanzava una figura conosciuta, che portava dei caffè nelle due mani, riconobbe che era Adam, notò che, nell’istante in cui passò, incurante davanti a Puck, Brittany lo squadrò per osservarlo.

Ecco, si erano visti finalmente, chissà se si erano presentati, Santana pensò che, sicuramente, nessuno dei due stava pensando all’altro, perché la situazione era talmente tragica, che Beth era l’unico pensiero di tutti. Invece lei si prese quell’attimo per riflettere, pensare a quello che Blaine le aveva praticamente urlato in faccia. Era tutto vero, e la sua indecisione, stava facendo solo danni a sé stessa e, soprattutto a chi le stava intorno, pensò alla litigata con Mercedes, a Quinn che era costantemente preoccupata per lei, ed ora, con Beth in quelle condizioni, non poteva di certo darle altri pensieri….

I suoi ragionamenti furono interrotti da una voce familiare, che urlò il suo nome, accorgendosi che era a pochi passi da loro
“Santana” Quinn si alzò, aspettando con ansia che si avvicinasse  e desse il responso, mentre Puck si staccò velocemente da quel muro, avanzando verso di lei
Vide gli sguardi terrorizzati di tutti, che la osservavano pendendo dalle sue labbra e si ritrovò a pensare che cosa avrebbe fatto e cosa avrebbe detto, se le cose fossero andate davvero diversamente
“E’ fuori pericolo” si sforzò di sorridere,mentre dentro di lei sentiva un vuoto che le fece mancare il respiro
Subito Quinn si buttò trà le sue braccia e pianse
“grazie…. Grazie Santana!” le disse all’orecchio, inondandole il collo di lacrime
Notò che Puck si allontanò dal gruppetto che la stava abbracciando per tornare su quel muro e scivolare lentamente trà le ginocchia, abbandonandosi ad un pianto di sfogo, mentre Sam gli metteva una mano sulla spalla e Brittany era girata ad osservarla da lontano con orgoglio. Non c’era niente da essere orgogliosi nei suoi confronti, pensò dentro di sé, guardando Brittany e vedendo Puck in quelle condizioni.

Si spostò dal gruppetto dei suoi amici per avvicinarsi a Puck, ma sentì che, una mano forte la bloccò, prendendola per un braccio
“amore!” Adam la fermò e le prese il viso trà le sue mani per baciarla… in quel momento, con quel bacio, Santana sentì tutte le sue difese crollare e pianse, trà le labbra del marito che, vedendo quanto fosse provata, l’abbracciò stretta e disse “perdonami…. Perdonami amore…” Santana non riuscì a dire niente, se non continuare a singhiozzare sulla spalla di Adam e vedere, dalla posizione in cui si trovava, lo sguardo affranto di Brittany, che osservava quella scena.
“hey! Basta piangere…. Beth stà bene ora…. Stà bene amore!” disse l’uomo, prendendole il viso trà le mani, scuotendola e sorridendole
Sentì la mano di Mercedes che si posava sulla sua spalla, si girò e vide lo sguardo sorridente e grato dell’amica, che immediatamente dopo, fece cenno a tutto il gruppetto di avvicinarsi, per formare un cerchio, i ragazzi si abbracciarono e si guardarono con lacrime di gioia negli occhi, Mercedes disse
“ancora una volta siamo tutti qui…. uniti” disse, mentre tutti sorrisero guardandosi grati

Santana girò il viso dall’altra parte dell’andito e vide Sam che fece sollevare Puck da terra, mentre, con la coda dell’occhio,sena farsi notare, osservava il gruppetto che si abbracciava e Brittany faceva lo stesso, solo molto più spudoratamente di lui.
Un’infermiera si avvicinò a loro, dicendo che i genitori potevano entrare per qualche secondo, per vedere la ragazzina che si era appena svegliata.

Santana ne approfittò per staccarsi dal suo gruppo e correre da Puck
“hey!” disse, mentre il ragazzo si stava dirigendo verso la stanza della figlia.
Si guardarono per qualche secondo e si abbracciarono, tenendosi stretti, piansero di nuovo tutti e due
“grazie Santana” riuscì a dire soltanto
“devi ringraziare Blaine, è tutto merito suo” riuscì a dirgli, l’uomo annui
“ora vai” disse poi Santana, lasciandolo andare dalla figlia

Si girò di qualche grado e vide Brittany che le sorrise, con ancora le braccia strette al petto, era evidentemente tesa
“grazie per aver chiamato Blaine” disse la mora
“figurati…. “ sorrise imbarazzata, per poi dire “sei stata forte anche tu comunque”
“non abbastanza” disse affranta,  mentre nello stesso istante, sentì una mano che prese la sua
“andiamo a casa amore…. Sei distrutta” Adam l’abbracciò e la trascinò via

Santana si fece prendere volentieri da lui, era davvero a pezzi e voleva chiudere quella tremenda giornata, s’incamminò poggiando la testa sulla sua spalla e lasciandosi avvolgere da quell’abbraccio rassicurante.

Si girò solo un ultima volta, vedendo che, Brittany, era rimasta ad osservarla andare via con Adam, incrociò il suo sguardo, mentre la bionda le fece una smorfia, che più che un sorriso, sapeva di rassegnazione. Chiuse gli occhi fortemente e continuò a camminare lasciandosi guidare da Adam.
 
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Come promesso ho postato presto, ma ho necessità di precisare una cosa
sicuramente tante di voi avranno pensato che la reazione di Santana è stata esagerata. Bè… me lo sono chiesta anche io, infatti ero incerta se modificare qualcosa o no…. Ma poi il mio punto di vista è questo: ha passato due giorni veramente di tensione, litigata con Adam, litigata con Mercedes, non ha dormito per una notte intera, quindi fisicamente e psicologicamente era una cachetta. :) poi il suo rapporto con Beth è molto particolare, Santana è la persona che si avvicina di più ad una zia per lei, in mezzo a tutto quel miscuglio di parentele che si ritrova, con due madri, una sposata con uno che non è il padre, una sorellastra ecc… non vi stò a dire la storyline perché la sapete meglio di me. Quindi Santana è come la zia figa per lei e c’è sempre stato un rapporto molto stretto ed i questi 12 anni, sia perché è molto amica di Quinn e di Puck (ed è l’unica nel loro giro di amicizie ad esserlo profondamente di tutti e due) e sia perché, appunto, caratterialmente le ricordava Brittany ,sono state molto unite.
Questo è il mio punto di vista da autrice di questa storia, forse non era nemmeno necessario spiegarlo… non sò… ma ho sentito di farlo e sono pronta a parlarne (anzi non vedo l’ora di sapere che ne pensate)
Spero che qualcuno di voi non sia rimasto deluso dal fatto che in quella barella no ci fosse Adam
XD
Grazie per le letture e recensioni appassionate. Spero abbiate gradito anche questo.
E

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Capitolo 16
*** Sola ***


“ho dimenticato il cellulare in infermeria!” esclamò la mora, mentre era già seduta in macchina ed Adam stava per partire. Il ragazzo si girò a guardarla e lei continuò “vado a prenderlo, faccio subito”

Si mise a correre nell’andito, non sapeva perché stava correndo, forse perché aveva bisogno di scaricare un po’ di tensione, o perché voleva uscire al più presto da lì, perché ne aveva avuto abbastanza per quel giorno e voleva solo buttarsi a letto e dormire…. aveva anche pensato di chiedere ad Adam di non parlare di quello che era successo, di non parlare di niente, voleva soltanto addormentarsi e lasciare quella giornata.

Girò l’angolo che la portava al suo reparto e quasi si scontrò con una figura a lei conosciuta

“Hey!” Brittany fece in tempo a tenerla per le braccia, prima che cadesse a terra
Santana perse il respiro ed, il fiato corto che aveva causato la corsa, diventò lento, incrociando quegli occhi
Si sentì di nuovo persa, si sentì indecisa se lasciare lì Brittany e continuare a correre come se niente fosse, o  fermarsi ed abbracciarla. Fù la bionda ad interrompere quel vortice di pensieri
“dove corri così di fretta? È successo qualcosa a Beth?” si preoccupò
“cosa?.... no… no, è … è solo che… avevo dimenticato…..” balbettò, confusa da quello sguardo intenso dell’altra “vieni con me” disse poi, senza ragionare, senza controllarsi….
La trascinò in uno stanzino, che sapeva essere utilizzato come magazzino per i medicinali

Brittany si mise a ridere, intuendo quello che la mora aveva intenzione di fare. Era felice e non si sarebbe tirata indietro di sicuro, le aveva fatto malissimo vedere Santana con Adam, era la prima volta che succedeva, sapeva che prima o poi doveva succedere, ma non si aspettava di prenderla così duramente, probabilmente pensò che la situazione emotiva del momento, con tutto il casino di Beth, aveva contribuito.
“che hai intenzione di fare dottoressa Lopez” ironizzò, tenendo ancora stretta la sua mano.
Notò che Santana era seria e che, la mano che stava stringendo tremava, insieme a tutto il suo corpo. Brittany si rese conto che stava davvero male. Si fece seria e le diede una carezza, guardandola dolcemente

Santana non riuscì più a sostenere quella situazione e si buttò sulle sue braccia, per farsi tenere stretta da Brittany
“ho avuto tanta paura Britt” disse trà i singhiozzi
“ssshhhh…. Lo sò…. Lo so San….” Le fece una pena indescrivibile e continuò a stringerla, sempre più forte
“…. Ma è andato tutto bene no? Ora è tutto ok… Beth starà bene” le disse poi, cercando di attirare lo sguardo di Santana

La mora, sentendo il profumo dato da quella stretta così intima, guardando i suoi occhi e vedendo il suo sorriso si sentì persa. Brittany si avvicinò per baciarla e lei ricambiò quel bacio, ma, inspiegabilmente, provò paura, perché, ancora una volta, non riusciva a controllare e decifrare i suoi sentimenti, ancora una volta si ritrovava ad essere divisa trà, il voler baciare all’infinito Brittany, ed il dover scappare, perché in una macchina, Adam l’aspettava e si era già trattenuta troppo.

Si fece violenza e staccò le sue labbra da quelle di Brittany, la guardò con uno sguardo spento e la bionda si accorse di quegli occhi, che non appartenevano alla Santana che, la notte prima, aveva amato con passione

Fece un bel respiro e chiese
“che succede San?”
La mora abbassò la testa, non riuscendo a guardarla e Brittany le prese il mento, per sollevarle il viso
“che succede’” ripetè, guardandola sicura negli occhi
“Britt…. Io…. Io…” non riuscì a reggere l’emozione e pianse di nuovo, Brittany sentì che aveva bisogno di coraggio per parlare e decise di darle un leggero bacio per tranquillizzarla “ io… ho bisogno di tempo….” Disse ancora trà le sue labbra, serrando gli occhi, per la difficoltà di quelle parole
“ti prego cerca di capirmi… devo sistemare delle cose fuori e dentro di me, tutto…. Tutto questo mi stà sconvolgendo” si sfogò, vedendo che Brittany seguiva i suoi movimenti attentamente
“ho bisogno di stare sola Britt…. “ fù l’unico momento in cui riuscì a guardarla negli occhi e vedere lo sconforto che traspariva chiaramente, le venne ancora più paura, ma capì che era la cosa giusta, lo capì nel momento in cui percepì il dolore di Brittany, capì che Blaine aveva ragione e che, se avesse continuato così, avrebbe fatto del male, non solo a lei, ma anche alle persone che amava.


Brittany deglutì, aveva preso una botta dietro l’altra in quelle poche ore, sapeva che, prima o poi, quel momento sarebbe arrivato,sapeva di aver sconvolto Santana, entrando di nuovo nella sua vita, per questo era stata molto attenta all’inizio. Ma non sapeva che la cosa le avrebbe fatto così male. Si sentì il cuore a pezzi ed, ancora una volta, si chiese se sarebbe riuscita a sopravvivere senza di lei.

Si avvicinò di nuovo, spalancando le braccia, per stringerla e farle capire che era tutto a posto e che capiva perfettamente, quando Santana indietreggiò nervosamente, mettendo una mano davanti

“voglio solo abbracciarti…. Ti prego” la implorò, mentre la mora affondava trà le lacrime, evidentemente provata. Si arrese e tornò trà le sue braccia. Brittany l’abbracciò, come se fosse consapevole che poteva essere l’ultima volta e sospirò, cercando di memorizzare quel profumo che la caratterizzava.
Santana non sapeva se ce l’avrebbe fatta senza di lei a quel punto della sua vita, e non sapeva nemmeno se, quella, era stata una buona idea…. Non sapeva più niente, non aveva più certezze e sicurezze e quello stato la faceva impazzire. Sentì un bisogno incredibile di baciarla, così sollevò il mento e si avvicinò alle sue la labbra, ma Brittany spostò la testa e disse
“no! Così renderemo tutto più difficile….” Notando la delusione nell’altra “lo capisco Santana, davvero, ed hai tutto il diritto di prendere questa decisione” cercò di risultare il più sicura possibile, per non farla cedere, anche se avrebbe voluto dirle di rimanere con lei per sempre, perché, in quel momento, stava pagando tutti gli errori fatti in passato.

Si concessero un ultimo sguardo, senza dirsi niente e si staccarono lentamente fino a toccare l’ultimo palmo della mano, mentre la mora si allontanava per uscire di nuovo di corsa.

Brittany aspettò che si chiudesse la porta davanti a lei e si accasciò a terra, abbandonandosi ad un pianto sconfortante.


 
“hey ci hai messo una vita!” disse Adam,appena la moglie si mise a sedere in macchina, col cellulare appena recuperato. Le fece una carezza, prima di mettere in moto
“tutto bene amore? Hai pianto di nuovo?” chiese preoccupato
“no… è che ho corso e sono abbastanza stanca” si giustificò
“ok, adesso andiamo a casa e ti preparo un bel bagno rilassante e poi… a nanna!” disse con entusiasmo, guadagnandosi un minimo sorriso forzato da parte di Santana
Non faceva che pensare a Brittany, aveva lasciato, li dentro, la cosa più bella che le fosse mai capitata nella sua triste e falsa vita, e forse, in tutta quella falsità, il sorriso di Brittany era la cosa più vera.
 
Si stese finalmente sul letto di casa sua, Adam era stato premuroso come non mai, probabilmente era attanagliato dai sensi di colpa, per aver combinato tutto quel trambusto nei giorni precedenti.
Sospirò e si mise un braccio davanti agli occhi, si sentiva stanchissima, pensò a Beth, a Quinn a Puck ed a come aveva visto, i suoi amici di una vita, così divisi in quel momento, se ci fosse stato Mr Shue  avrebbe dato sicuramente qualche compito settimanale ,sul valore dell’amicizia e sullo stare uniti, soprattutto in queste occasioni… era odioso con quei suoi gilet assurdi e con la sua mania di proporre canzoni improbabili per le gare, ma quando c’era bisogno di unire il gruppo e far capire i valori importanti della vita, era il più bravo…. Dopo la Berry ovviamente. A quel pensiero le scappò il primo sorriso dopo tante ore.

“a che pensi?” Adam si era messo a letto con lei e le stava accarezzando i capelli, mentre la guardava innamorato.
Santana si girò, tolse il braccio dal suo viso, ed ebbe improvvisamente bisogno di sentire un abbraccio e del calore umano, sapeva che doveva stare da sola, per capire veramente i suoi sentimenti, ma decise di concedersi, per quella notte, un po’ di tenerezza, non ce l’avrebbe fatta a passare la notte da sola. Si avvicinò ad Adam e si fece tenere stretta, percependo già il calore del suo corpo.

“che sono a pezzi” sospirò sul suo petto
“sei stata grande amore stasera, se non fosse stato per te….”
“mmmm “ mugugnò, zittendolo subito, voleva solo dormire in quel momento
“sai amore? Dopo stasera ho capito alcune cose… ho capito cosa vuoi dire quando parli di affetti qui a Lima, perché siamo talmente uniti…..”
“Adam!” lo interruppe “non ora, ti prego…. Non stasera…. Non ce la posso fare…. Dormiamo ok?” le sorrise dandogli una carezza
Adam ricambiò il sorriso e continuò ad accarezzarle i capelli, mentre sentiva il respiro di Santana, che si faceva sempre più lento e profondo
“Amore ti amo da morire”  disse dopo qualche secondo. Santana era ancora sveglia, ma fece finta di dormire, per non dover rispondere
Adam si sporse ad osservarla e disse “dormi già?.... bene, così faccio le prove per quello che ti devo dire domani”  disse. 

“sai cosa? Ho fatto un casino,mi sono comportato come un ragazzino eccitato per la sua prima macchina, mi sono fatto prendere da questo lavoro e da questo traguardo ed ho dimenticato le cose vere ed importanti della vita…. E sai chi me le ha fatte capire queste cose? Tu amore… perciò decideremo insieme cosa fare, perché abbiamo deciso di condividere insieme tutto della nostra vita. L’ho capito ora sai? Mi ci è voluta la fottuta paura di perderti per capirlo”fece un timido sorriso.

Santana sentiva perfettamente tutte quelle parole e le venne quasi da piangere, ma si trattenne perché non voleva assolutamente che, Adam, capisse che aveva sentito tutto. Sentì che si avvicinò delicatamente alla sua tempia, per darle un bacio, ne approfittò per muoversi e sistemarsi nella sua parte di letto , girarsi dall’altro lato e finalmente riuscire a versare qualche lacrima silenziosa.
 
 

Sorseggiava il suo caffè mattutino, mentre sentiva l’acqua della doccia scendere, non riusciva nemmeno a gustarsi quel sapore forte del caffè rigenerante, sapeva che, nel momento in cui sarebbe uscito dalla doccia, lei avrebbe dovuto prendere coraggio e dire quello che, la sera prima aveva detto a Brittany, non nello stesso modo sicuramente, ma doveva fargli capire che, comunque ,aveva bisogno di tempo e soprattutto di stare un po’ da sola. Provò a pensare un discorso da fargli, qualcosa di sensato da dire che non potesse fargli male, ma era impossibile. lo sentì uscire dalla doccia ed avvicinarsi a lei, ebbe un sussulto e rabbrividì

“sei già pronta per andare a lavoro?” si avvicinò, mentre ancora si asciugava i capelli con l’asciugamano e le stampò un bacio sulle labbra.
“si, trà poco vado” rispose distrattamente
“scommetto che ti fionderai dalla tua pupilla, per vedere come stà”
Santana sorrise debolmente,  fù quando Adam si avvicinò, con fare sospetto, per guardarla in faccia che deglutì nervosamente.
“tutto bene amore?” chiese
Santana fece un sospiro e poggiò la tazza, si accorse che Adam aveva lo sguardo perso
“Adam….” Lo guardò finalmente
“che succede?” inclinò la testa, guardandola preoccupato, per quello sguardo serio
“Adam io…. Accidenti….” Diede un pugno sul tavolo
“hey… hey…calma, che succede Santana?” si avvicinò per abbracciarla, ma lei si scostò, lasciandolo pietrificato ed incredulo
“no… aspetta!” disse poi
Lui rimase fermo, nella posizione in cui era, pronto ad ascoltarla e, per Santana, diventò ancora più difficile vederlo così spiazzato.
“Adam io…. Sento il bisogno di stare un po’ da sola…. Ho bisogno di capire delle cose dentro di me” disse, mentre lui spalancava sempre più gli occhi
“che cosa???” chiese, facendosi coraggio per avere una conferma, all’assurdità che stava sentendo
Rimasero in silenzio a guardarsi, e, da quello sguardo, Adam capì che sua moglie non scherzava ed era seria
“Andiamo Santana…. Ho fatto un errore cazzo!”
“non…. Non si tratta solo di quello!” chiuse gli occhi e pregò che, la persona che era davanti a lei, la capisse subito, senza dover dare troppe spiegazioni
“e cosa allora?” invece chiese
“è che….è un periodo particolare, dopo quello che è successo, mi sono resa conto che abbiamo esigenze diverse Adam, ed io non posso tenerti prigioniero qui a Lima, mentre tu hai bisogno di altro, hai la necessità di volare alto….! Capisci?”
“no… no…. Non capisco! Scusami ma non capisco”
Santana chiuse di nuovo gli occhi e respirò, perché voleva che, quella conversazione, finisse al più presto e voleva che Adam la capisse, senza continuare a parlare
“io…. Non so…. se possiamo ancora vivere felici insieme, perché, se io ti seguo a New York, sarò infelice e se ti tengo qui a Lima, sarai infelice tu”

Adam aveva sempre quello sguardo incredulo, gli sembrava tutto un brutto sogno, perché era talmente assurdo che stesse sentendo quel discorso, in quel momento. Tentò di nuovo di avvicinarsi a lei e, con più forza, riuscì ad abbracciarla e tenerla stretta

“ma certo che possiamo amore…. Possiamo e ce la facciamo, perché ci amiamo e troveremo una soluzione, io viaggerò e, se è necessario, farò trasferire il mio ufficio qui… in fondo Lima non è un così brutto posto e, dopo ieri, ho capito che le persone a cui tieni tu, sono persone importanti anche per me e non sono pronto a lasciarle….” Adam parlava e Santana piangeva, serrando gli occhi fortissimamente, non seguiva più nemmeno il suo discorso, si era fermata a quel “ci amiamo” pronunciato da Adam, così decise di interrompere quello strazio e lasciando la presa urlò
“Adam basta!” bloccandolo impetuosamente
“io non sono più sicura di amarti!” disse poi, cercando di abbassare il tono. Vide che il ragazzo chiuse la bocca e la guardò spento, senza avere il coraggio di dire niente, dopo quell’affermazione
“ho bisogno di tempo, ho bisogno di stare sola…. Per capire se ce la posso fare e se il nostro amore può superare tutto questo” lo guardò e si accorse che respirava a fatica, la cosa le procurò un dolore immenso, avrebbe voluto abbracciarlo, ma sapeva che non poteva fare una cosa del genere in quel momento,  l’unica cosa che si sentì di fare, era quella di fuggire da quella stanza e da quella situazione, così disse
“perdonami, spero che tu capisca e rispetterai questa richiesta” per poi uscire di fretta da quella stanza, prendere la borsa e lasciare la casa.


Salì in macchina e si lasciò andare ad un pianto disperato…. Aveva fatto male a due delle persone più importanti della sua vita, in nemmeno 24 ore, poteva ritenersi una persona terribile ora, poteva applaudire a tutti quelli che, al liceo, la chiamavano vipera ed insensibile, perché ora li capiva benissimo e sapeva che avevano ragione. Aprì il finestrino della macchina, perché non riusciva a respirare, le prese una sorta di attacco di panico, al pensiero che ora, era sola ad affrontare tutto questo, ora doveva vedersela lei, senza nessun appoggio, perché i suoi migliori amici, erano concentrati a far stare bene la loro figlia e non poteva pensare, egoisticamente, che si dedicassero ad asciugare le sue lacrime.


Dopo svariati minuti si calmò e finalmente mise in moto, pensando che, la miglior cosa per evitare di impazzire, fosse quella di andare a lavorare, ci sarebbe stato il tempo, nelle ore di solitudine che l’aspettavano, di disperarsi.

Prese il telefono e compose un numero, prima di scendere dalla macchina per dirigersi a lavoro
“eccola la nostra eroina! La donna dei miracoli! Non ero presente ma ovviamente ho avuto un aggiornamento dettagliato!” sentì dall’altra parte del telefono
“ciao Francesco” rispose, ignorando l’ironia dell’amico
“hey, tutto bene San?”
“si… cioè no!” si corresse “ti devo chiedere un favore” disse poi
“tutto quello che vuoi mia bella moretta”
“ti prego, stai vicino ad Adam….” Disse con la voce commossa, sentendo silenzio dall’altra parte
“che è successo San?” disse preoccupato
“per favore… promettimelo Frà, promettimi che gli starai vicino” disse, ormai con le lacrime agli occhi
“o… ok… lo chiamo subito…. Ma… ma tu stai bene Santana?”
“si.. io stò bene, stò entrando a lavoro e spegnerò il cellulare” disse mentendo
“ok… “ rispose sempre più confuso
“grazie Francesco…. Grazie davvero”
“figurati….”rispose
Chiuse la chiamata, prima di scendere dalla macchina si riaggiustò il trucco, e fece un bel respiro, dirigendosi verso l’entrata del pronto soccorso.
 

 
Sistemò alcune cose e diede le varie mansioni ai suoi specializzandi, poi si precipitò subito a vedere come stava Beth. Entrò dentro la stanza e vide che Quinn, stremata, dormiva sulla poltrona, con la mano che stringeva quella della figlia, mentre Beth era sveglia e non potendosi muovere, vedeva che muoveva gli occhi per tutta la stanza.
Si avvicinò perché potesse vederla e le sorrise, aveva ancora la mascherina per respirare, ma poteva vedere chiaramente dai suoi occhi che sorrideva. Il suo viso era pieno di lividi e ferite causati dall’incidente.

“Hey” le disse, accarezzandole la testa e dandole un bacio sulla fronte
“come và il respiro?” le sussurrò piano, per non svegliare Quinn, che sicuramente aveva avuto poche ora di sonno
Vide che Beth annuì, si spostò per controllare la cartella clinica ed annuì soddisfatta, per l’andamento positivo degli ultimi esami
“Adesso proviamo a togliere la mascherina…. Mi devi dire se fai fatica a respirare ok? “ appena Beth annuì, tolse la mascherina e vide che la ragazza riusciva a respirare normalmente.

“Sanny” disse subito sorridendole. Santana, vedendo quel sorriso si mise a piangere, pensando che stava rischiando di non vedere più, quel viso splendido e sorridente e non se lo sarebbe mai perdonato.
“bene, senza mascherina puoi darmi anche un bacio allora” le sorrise e si avvicinò, mentre si beava delle giovani e delicate labbra di Beth, si staccò e, girandosi, gliene diede uno anche lei.
“hai molto dolore?” chiese poi
“un po’…” rispose. Santana sollevò lo sguardo verso la sua flebo di antidolorifici, ed aumentò la frequenza delle gocce, per poterle dare più sollievo. “così dovrebbe andare meglio” disse
“mi rimarrà la cicatrice?” chiese Beth
Santana annuì, conoscendo già il continuo di quella conversazione “e pure bella grossa” disse
“figo!” esclamò, svegliando improvvisamente la mamma, che si destò di colpo

Santana sorrise e guardò Quinn, che si sfregava gli occhi
“Ma Buongiorno Fabray!” esclamò la mora
“Hey! Amore come stai” si girò a guardare la figlia che era senza mascherina
Beth le fece un sorriso meraviglioso “ciao Quinn…. Non ho la mascherina e mi verrà una cicatrice grossissima”rispose
“ho detto grossa, non grossissima” la rimproverò la mora
“Wau!” disse Quinn, avvicinandosi per darle un bacio in fronte ed accarezzarla, guardandola dolcemente
“può stare senza mascherina?” chiese poi a Santana
“si per qualche ora… è meglio alternare, durante la giornata può fare delle pause e toglierla, ma quando la vuoi far stare zitta, ne puoi approfittare e rimettergliela” scherzò la latina
Beth rise e fece una smorfia di dolore per i dolori della ferita
“tesoro ti fa tanto male?” subito Quinn si sporse verso di lei preoccupata
“un po’ ma resisto… magari non rido” rispose, guardando Santana, che fece una faccia da finta colpevole
“anche perché non sei tanto carina, con quella faccia pena di lividi e le labbra gonfie, sembri un pugile sai?” disse Santana
“ho sul serio la faccia così?” chiese incredula, mentre tutte e due la guardarono annuendo
“oh kakkio, Quinn dammi uno specchietto” ordinò e la bionda si precipitò a prenderlo nella sua borsa e glielo mise davanti al volto, provocandole uno sguardo di stupore
“cazzo e fighissimo! Ho un occhio nero!” esclamò
“Beth!” la rimproverò Quinn, per la parolaccia
“dai Quinn, non puoi di certo dire che non è figa la mia faccia così”
Quinn sorrise, perché Beth le fece una tenerezza incredibile, perché non si lamentava e riusciva a trovare dei lati positivi, anche in tutto quel disastro e perché, soprattutto, poteva vedere ancora il suo sorriso e sentirla esclamare quelle cose così assurde. Era la sua Beth ed era felice di averla così.
“certo Beth fighissima” si avvicinò di nuovo per darle un bacio sulla guancia e poi le sussurrò “pensa quando la vedrà Shelby o peggio ancora tua sorella…. Stanno per arrivare” disse divertita
“sul serio?” chiese terrorizzata
Quinn annuì, per poi dire “Puck è andato a prenderle all’aeroporto” la bionda scambiò uno sguardo preoccupato con la sua amica e Santana, capendo subito, disse
“Fabray sei a pezzi! che ne dici se ti offro un caffè ,per rimetterti in sesto?”


Uscirono dalla stanza, dopo che Santana aveva passato il cellulare a Beth, che voleva farsi delle foto per ricordo e per mandarle agli amici.

“Shelby è molto arrabbiata?” chiese subito la mora
Quinn si strinse sulle spalle, incrociando le braccia ed iniziando a piangere, sfogando la tensione che aveva trattenuto fino ad ora, davanti alla figlia
“hey…. Hey… vieni qui… “ Santana la strinse forte e cercò di calmarla
“ho paura San…” singiozzò “ho paura che questa volta non ce lo perdoni”
“smettila, non dire così…. Non è stata colpa tua” la tranquillizzò
“lo sò è stata un’idea sua, perché è una testarda e Puck gli ha vietato miliardi di volte di prendere quel dannato scooter…. Ma ciò non esclude, che noi dovevamo stare attenti” disse, non perdonandosi l’accaduto
“credo che Beth non permetterà alla mamma di vietarle di vedervi, la conosco bene e ci tiene troppo a tutti noi” disse la mora
“non lo so… “ scosse la testa e riprese a piangere
“vieni andiamo a prenderci questo caffè”
 


Era passata un’ora e Santana era riuscita a tornare da Beth, mentre si stava incamminando nell’andito, verso la sua stanza, vide Shelby discutere con Quinn e Puck
“Santana! Eccoti!” l’ex insegnante del McKinley la vide subito e la chiamò
La mora non avrebbe voluto intromettersi in quella discussione, perché aveva visto che era abbastanza accesa
“ciao Shelby” la salutò, mentre diede uno sguardo preoccupato a Quinn e vide che Puck passeggiava nervosamente avanti ed indietro
“prima di tutto grazie e ringrazia anche Blaine, nel caso non riuscissi ad incontrarlo” disse, mentre la mora annuì
“dobbiamo predisporre il trasporto a New York per Beth, voglio portarla via il più presto possibile da qui” disse, guardando storto gli altri due genitori
“che cosa?” chiese la giovane medico
“si, voglio portarla in un ospedale di New York, sarà seguita meglio” Santana sentì il sangue arrivare più velocemente alla testa e l’impulso di reagire a quell’offesa, ma decise di stare calma, per non rovinare quel minimo di speranza che i loro due amici avevano di tenere con loro la figlia ogni tanto
“non se ne parla, non posso darti questa autorizzazione, come medico di Beth…. Non è in condizioni di fare un viaggio al momento” disse, con fare professionale
“e quanto ci vorrebbe perchè sia in condizioni?” chiese
“non lo so dire al momento, ha delle costole inclinate ed ha subito un intervento ad un polmone, ci potrebbe volere una settimana, come un mese, dipende da come và la convalescenza” disse, incrociando lo sguardo di Puck, che annuiva fiero della sua amica
“accidenti! Così tanto? Non posso stare a Lima tutto questo tempo!”
“Shelby resteremo noi con Beth…” Quinn non fece in tempo a finire la frase, che la donna si girò e la fulminò con lo sguardo
“con quale coraggio ti fai avanti, dopo che mia figlia ha rischiato di morire, per colpa di due incompetenti che non sanno nemmeno cosa vuol dire fare il genitore di una 14 enne vivace come Beth?” disse
“E’ stata una svista,poteva capitare anche a New York”intervenne Puck
“ma non è capitato a New York…. E chiediti perché Noah! Mia figlia quando stà con me rispetta le regole, non pensa di essere eternamente in vacanza, con un padre ancora adolescente!”
“ora stai esagerando! Puck non c’entra niente, sono io che ho lasciato a casa da sola Beth e sono andata via!” disse Quinn, mentre Puck la guardava incredulo, per averlo difeso
“comunque starà qui in ospedale, al sicuro e controllata da medici ed infermieri, non credo che possa sgattaiolare via, ed onestamente, non credo che metterà più il suo sedere su un qualsiasi due ruote, dopo quello che le è successo” intervenne Santana
Shelby fece un secondo di silenzio e poi disse
“verrò ogni week end a trovarla, e vi farò pagare le spese dei viaggi!” disse, indicandoli tutti e due
Santana fece l’occhiolino a Quinn, ed entrò nella stanza


“…. E poi guidare di notte, è ancora più pericoloso perché la visibilità è minore….” Vide Rachel che parlava ad una Beth esasperata, che faceva gli occhi al cielo nascosta dalla mascherina
“Berry!” la interruppe, notando un sorriso di Beth, nel vederla entrare
“non è perché il mio scricciolo qui ha la mascherina e non ti risponde, puoi approfittarti così della cosa e blaterare continuamente cose senza senso!” disse, avvicinandosi a Beth e togliendole la mascherina
“ecco, ora siete pari!” disse “tesoro vuoi controbattere?”
“Si grazie…” la guardò divertita “Rachel, in realtà volevo riuscire ad avere un nasone grande e storto come il tuo, ed ho cercato il metodo più divertente, ma non mi è riuscito bene” disse, procurando una risata all’altra mora e facendo spalancare la bocca a Rachel
“Beth…. Ma…. Ma come?” disse la cantante
“Ahhhh questa si che è la mia scricciolina preferita….” Disse Santana, avvicinandosi a darle un bacio
“bene, ora devo andare, vi lascio al vostro confronto ad armi pari” disse, dando un colpetto sul naso a Rachel “Beth, dopo mezz’ora rimetti la mascherina” disse, prima di uscire dalla stanza


Solcò la porta e s’immobilizzò, perché vide trà le persone che aveva lasciato a discutere, anche un’altra che le procurò ansia
“hey…” disse Brittany sorridendo, interrompendo il discorso che stava facendo con Quinn
“ciao…” sorrise debolmente, per poi fermarsi a guardarla per qualche secondo, non sapendo cosa dire
Brittany si sentì a disagio e disse
“le ho portato il suo ipod, così non si annoia” sollevando nervosamente l’oggetto che aveva in mano, per mostrarlo
Santana notò che Quinn le guardava perplessa, alternando lo sguardo trà lei e Brittany.
“perfetto, sarà felice, magari se lo può mettere ora, per evitare di continuare a sentire le chiacchiere della sorellastra”  rispose con una facilità che spiazzò anche lei
“io devo andare ora…. Ho quasi finito il mio turno e devo fare una cosa prima” disse, rivolgendosi a Quinn “ti chiamo più tardi”
“ok…” disse Quinn, sempre più perplessa per la tensione che sentiva trà le due
“allora…. Ciao Britt” salutò senza quasi gurdarla in faccia
“ciao San… buona serata” sollevò nervosamente il braccio libero, per salutarla con la mano
Si allontanò il più in fretta possibile, non pensava di doverla incontrare così presto.
 


Il suo turno era praticamente finito, sarebbe rimasta tutto il giorno in ospedale a lavorare, pur di non dover tornare a casa, con la paura di trovare ancora Adam li e di dover spiegare di nuovo da capo tutto, oppure di ritrovarsi da sola, ed inevitabilmente non poter fare a meno di pensare a tutta quella situazione assurda che si era creata. Si sentiva sola come non mai, non aveva ricordi di una solitudine così palpabile, come quella volta. Decise di fare una cosa prima di andare via.

Controllò i turni di chirurgia e sorrise nel leggere un nome in particolare, prese due caffè dalla macchinetta e si diresse verso il piano dell’ospedale dedicato alla chirurgia.
Bussò nella porta con scritto affianco: dott. B. Anderson.
Sentì l’avanti pronunciato dall’amico
“possò?” Blaine la vide ed abbassò lo sguardo
“porto il caffè della pace” disse goffamente, mostrando le due tazze e facendo ridere l’amico
“entra stronza!” disse Blaine

Passarono dei minuti in silenzio a bere il loro caffè, scrutandosi come se fossero in una partita di poker, fino a che Santana disse
“avevi ragione”
“lo so perfettamente” sogghignò divertito, sapendo quanto fosse stato difficile, per la sua amica, dire quella frase
“non solo su Beth…. E sull’intervento” continuò, facendosi seria
“mmm questo è più interessante” poggiò il bicchiere sulla scrivania e si mise una mano sul mento poggiandolo, pronto ad ascoltarla
Santana guardò in un punto non preciso sul pavimento
“ho chiesto a tutti e due di darmi del tempo, ho bisogno di stare sola, per capire quello che provo veramente sia per uno che per l’altra”
Lo guardò e vide che Blaine annuì deciso ed orgoglioso
“Dio…. ma è stato difficilissimo Blaine! È stata una delle cose più difficili della mia vita”
“lo so…” disse, avvicinando la sua mano, per stringere quella di Santana
“ora…. Ora non so che fare…. E soprattutto ho paura di stare da sola….” Iniziò a piangere
“Hey!.... stai tranquilla, non sarai mai sola, hai tante persone che ti vogliono bene attorno” disse “e se hai bisogno io ci sono in qualsiasi momento…. Ok?” si alzò per abbracciarla.
“grazie…. Grazie Blaine”
Sfogando la sua tensione trà le braccia dell’amico, che le aveva aperto gli occhi.
 
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Capitolo di transizione (forse… boh? Non so, giudicate voi) in attesa del prossimo che sarà a dir poco sconvolgente! XD
Grazie millemila a chi legge, e soprattutto scrive due righe per farmi sapere se questa storia funziona e piace.
A presto
Baci
E.

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Capitolo 17
*** Shock ***


“mangia almeno un po’ di pollo!”
“non ho fame papà, ho veramente lo stomaco chiuso”
“Santana mi stai preoccupando e non lo dico così tanto per dire…”
La mora fece gli occhi al cielo, come succedeva quando era bambina, ed Ernesto la rimproverava, perché non voleva mai mangiare le verdure e, sbuffando sonoramente, disse
“e và bene, lo assaggio” mettendosi in bocca un pezzo minuscolo di carne di pollo, mentre il padre la guardava soddisfatto di averla convinta.

Santana mangiò con malavoglia, metà della sua porzione, solo per accontentare il padre, che vedeva seriamente preoccupato, ma aveva lo stomaco chiuso quel giorno.
“che hai da fissarmi?” chiese ad un certo punto, vedendosi osservata “stò mangiando, non vedi?” continuò indicando il piatto
“non è per quello” disse Ernesto, mentre aveva il mento poggiato su di una mano “è che assomigli tanto a tua madre, quando fai così… stessa fronte corrucciata, stessi occhi serrati…. Siete uguali Santana, avete lo stesso carattere”
“non so se devo proprio prenderlo come un complimento” disse, vedendo che il padre sorrise

In quel momento, le diede quasi fastidio vedere il padre in quelle condizioni, il suo sguardo era certamente quello di amore verso una figlia, ma il fatto che l’avesse paragonata alla mamma, inevitabilmente la portava a fare un paragone trà lui ed Adam. Ora il padre le ricordava terribilmente Adam, perché, nonostante tutto il male che la moglie le avesse fatto, lui era ancora innamorato di lei. Il primo periodo che la mamma lo aveva lasciato, lei aveva passato una fase molto lunga di odio verso la madre, perché vedeva il padre distrutto che si faceva forza, perché la figlia non vedesse che stava soffrendo ed ogni volta che lei usava qualche espressione infelice nei confronti della mamma, lui non glielo permetteva mai, la difendeva sempre. Non aveva mai capito perché la mamma aveva rinunciato ad una persona che l’amava così tanto, ma ora, improvvisamente la capiva… capiva il perché, ed era anche sicura che aveva sofferto tanto nel lasciare il padre, anche se lei, tutto questo, non l’aveva mai immaginato, si era solo limitata a giudicarla, per aver ridotto il padre ad una vita triste.

“hai sentito Adam?” chiese lui, interrompendola dai suoi pensieri
“Wau…. Parliamo di mamma e viene fuori Adam… che tempismo perfetto dottor Lopez!”
Notò di essere stata troppo dura, nel momento in cui il padre abbassò lo sguardo
“si l’ho sentito, è a New York e ci sentiamo almeno una volta al giorno, telefonate brevi…. Ma almeno si tranquillizza e capisce che stò bene”

Erano passati dieci giorni da quando aveva deciso di allontanare due delle persone più importanti della sua vita. Ma non aveva ancora preso una decisione, si era fissata dei turni massacranti a lavoro, come se non avesse voglia di fermarsi e decidere, come se, prendere quella decisione, le faceva paura. Adam non mollava la presa, mentre al contrario, non aveva né visto né sentito Brittany, dal giorno in cui l’aveva incontrata in ospedale da Beth, questa cosa la faceva impazzire, era arrabbiata, anche se gliel’aveva chiesto lei di rispettarla e darle tempo, ma il fatto che non avesse tentato di sentirla e farle capire di non voler rinunciare a lei, come aveva fatto Adam, la faceva uscire fuori di testa. Sapeva che Brittany avrebbe rispettato ogni sua scelta, ma era rimasta delusa da quel troppo rispetto.

“Beth come stà?”
“stà bene, si è ripresa velocemente e questo può essere un bene come un male…” rispose
“in che senso?” chiese curioso
“Shelby non aspetta altro, per poter portare via la figlia da qui…. Oggi arriva Rachel, per stare un po’ di giorni, non potremo tenerla a lungo qui ed io non posso continuare a mentire, dicendo che non può affrontare un viaggio, perché ora potrebbe benissimo”
“capisco… ma capisco anche Shelby, è sua madre, l’ha cresciuta e, per quanto si possa apprezzare che Puck e Quinn abbiano deciso di far parte della sua vita, non è facile gestire un’adolescente come lei” disse lui
“lo so papà…”  rispose, come se non avesse altro da dire perché la sua testa era presa da altri mille pensieri.

L’uomo si fermò, ancora per qualche momento, ad osservarla poi prese coraggio e disse
“non posso vederti così…”
La mora sollevò lo sguardo, pronta a rispondere sgarbatamente, ma lui l’anticipò ed allungò il braccio, per prenderle la mano
“Santana…. Sei triste, mi fà male vederti così…. “ la fissò negli occhi, mentre la mora sollevava lo sguardo con gli occhi umidi “ma voglio dirti che, qualsiasi decisione prenderai nella tua vita, se ti renderà felice, io sarò al tuo fianco e ti appoggerò, non ti lascerò sola, te lo prometto” continuò, parlando con evidente commozione
Santana riuscì solo a dire “grazie papà” per evitare di scoppiare in lacrime davanti a lui

*****

“quindi oggi uscirà dall’ospedale?”
“si Rachel, te l’ho già detto almeno 10 volte”  Quinn guidava nervosamente sulla strada verso casa, dopo essere andata a prendere Rachel in aeroporto. Brittany si era offerta di andare, per evitare a lei e Puck quell’estenuante interrogatorio, che ora stava subendo, ma ci era voluta andare lei, perché voleva parlare con Rachel, voleva provare a far capire, almeno a lei, quanto ci tenessero a continuare a vedere la figlia.
“và Puck a prenderla?”
“no, la stà portando Santana a casa”rispose distrattamente
“bene…” Rachel la fissò per qualche secondo e Quinn cercò di fare finta di niente, fino a che, esausta, chiese

“cosa c’è Rachel…. Avanti lo so che devi dirmi qualcosa”
“ti rendi conto di quello che è successo? Quinn, probabilmente vi è sfuggito che, tenere a bada un’adolescente, non è per niente un gioco”  disse, come se avesse avuto l’esperienza di una mamma di 5 figli
“ma non ti è venuto in mente che è capitato a noi, ma poteva succedere anche li da voi a New York? Non è stato per una nostra negligenza, è stata la testardaggine di Beth e nient’altro!” la guardò per un secondo

“il fatto è che, quando Beth deve venire a Lima da voi, è sempre super eccitata, come se dovesse andare ogni volta in un parco giochi, questo è significativo, vuol dire che le fate fare tutto ciò che vuole”
“ah si? Ed invece non può voler dire che si trova solamente bene e si sente capita? E non eternamente costretta a fare quello che le impongono gli altri?”
“guarda Quinn, Shelby non ha mai imposto niente a Beth ed è stata anche troppo benevola nei vostri confronti, perché io non avrei lasciato nemmeno il mio canarino nelle mani di Noah Puckerman, passi tu, che hai acquisito un po’ di giudizio e buon senso…. Ma Puck…. Andiamo Quinn!”
“Puck è un padre meraviglioso, e Beth stravede per lui, se tu lo vedessi all’opera e non ti fermassi alle apparenze e soprattutto al giudizio, ti ricrederesti”
disse, mentre parcheggiava sul vialetto di casa Puckerman, mentre la vide pensierosa.

Quinn decise di prendere coraggio e, prima che potesse scendere dalla macchina, la fermò
“Rachel!” la chiamò e la mora si fermò, spaventata da quell’impeto
“ti ricordi quando, l’ultimo anno del liceo, io volevo denunciare Shelby e farle togliere la maternità di Beth?”
La mora annuì, ricordando benissimo quel momento
“tu mi dicesti che non potevo farlo, se volevo bene a Beth, perché lei amava sua madre e le avrei procurato soltanto del dolore” si fermò e deglutì
“grazie a te l’ho capito e, seppur con dolore, ho lasciato che Shelby portasse via di nuovo mia figlia, ora, con Beth, ci siamo ritrovate e lei si trova bene con noi, vuole bene a Shelby e non potrebbe stare senza il supporto della mamma, ma vedi, è un po’ come le matrioske, se metti solo la più grande, con dentro la più piccola, quando la muovi fà rumore e si sposta, sbattendo su tutti i lati, c’è bisogno di inserire le altre due bambole di legno intermedie, per tenere ben salda la piccola matrioska, ed io e Puck siamo quelle bambole mancanti” disse con sincerità la bionda

Rachel rimase ad ascoltare affascinata, una delle cose che Quinn sapeva fare bene, fin dalla sua adolescenza, era quella di saper parlare alle persone
“Qu-Quinn io…” disse confusa
“Rachel, non voglio forzarti a fare niente, voglio soltanto che, tu e Beth, rimaniate per qualche giorno qui con noi, voglio che osservi il suo rapporto col padre, che vedi come, probabilmente per alcune cose, sono anche peggio di Shelby quando si tratta di divieti, e soprattutto vedi che siamo cambiati, siamo due adulti che amano la loro figlia.” Le diede una carezza  e Rachel sorrise, emozionata per quel tocco
“ok” disse poi, notando che Quinn, più sollevata, si avvicinò per abbracciarla. Un abbraccio che la spiazzò ma che ricambiò volentieri.


****

“come và il dolore alle costole?”
“meglio, se rimangono immobilizzate” rispose Beth, mentre scriveva un sms al cellulare
“bene, credo che, trà qualche giorno, tua mamma ti vorrà di nuovo con lei” le rispose Santana, dandole un veloce sguardo, per poi tornando a guardare la strada
Notò che la ragazzina fece silenzio…
“che succede?” le chiese
“non voglio tornare a New York, voglio stare qui con te, con Puck… Quinn, Sam ed anche con Britt”
Santana sorrise, sentendo che, la sua piccola, avesse aggiunto quel nome in più alla sua lista delle persone importanti per lei.
“Beth… posso essere chiara?” le disse, vedendo che l’altra annuì
“hai fatto un’enorme cazzata!”  Beth si piegò per le risate e si mise una mano sul fianco, tenendosi le costole per il dolore
“sul serio…” continuò Santana, sorridendo anche lei “ hai messo in discussione la credibilità di Quinn e Puck, davanti a Shelby… quindi, se davvero ci tieni a stare con noi… evita di fare la ragazzina ribelle” in quel momento si fece seria, per far capire a Beth che non scherzava.
“ok Sanny” rispose lei
“ci tengo a te e se non dovessi più vederti, non saprei come fare” disse poi ,per alleggerire la cosa
Beth si aprì ad un sorriso e si avvicinò di più al lato di Santana, poggiando la testa sulla sua spalla e sospirando, come per prendere in giro la sua dolcezza
“che idiota….” Disse ridendo “vedi di non abituartici e di tenerti buone tua mamma e tua sorella, per convincerle a tenerti qui, Shelby ha mandato Rachel in avanscoperta, prima dell’attacco” le fece l’occhiolino.

****

“eccola qui la nostra pirata della strada” disse Santana, entrato a casa Puckerman
Quinn si precipitò ad abbracciare Beth, seguita da Rachel che poi disse

“Santana! non dovresti ironizzare così, soprattutto per un fatto così grave”
“Ciao Berry, bentornata, ci sei mancata… ti hanno fatto problemi al check-in per il volume del tuo naso? No ma forse è stato compensato con la tua altezza” disse la latina, facendo ridere Quinn e notando invece che Beth era seria
“Santana, smettila di ironizzare sulla mia sorellina” disse Beth, per poi andare ad abbracciare affettuosamente Rachel, cosa che fece sgranare gli occhi a Quinn
“ciao Rachel, sono felice che sia tornata, hai già visto la stanza che Puck mi ha riservato e preparato con cura?”disse, mentre Rachel aveva la bocca spalancata dallo stupore e faceva no con la testa “vieni, te la mostro” la trascinò con lei verso la sua camera
“che succede? Mi sono persa qualcosa?” chiese Quinn a Santana, che stava annuendo felice
“naaaa, ho solo fatto un discorsetto a Beth…. Come si dice… opera di convincimento?” disse, facendo l’occhiolino e vedendo che Quinn scuoteva la testa divertita


“E’ arrivata? Dov’è?” entrò Puck eccittato
“è in camera sua con Rachel, le stà mostrando la stanza” disse Quinn
“oh no… non ho fatto in tempo a sistemarla ed è tutta incasinata!!!” Puck si disperò e Quinn sgranò gli occhi preoccupata
“l’ho fatto io stamattina” si sentì una voce conosciuta, che arrivò dall’andito
“Oh Britt… come farei senza di te?” Puck corse ad abbracciarla, per poi precipitarsi verso la stanza della figlia



Santana si bloccò nel sentire quel suono e si sentì le gambe cedere, nel momento in cui vide Brittany arrivare da quel corridoio buio, con il suo sorriso
“grazie Britt” capì a malapena che Quinn la ringraziò, avvicinandosi per abbracciarla e vide che, mentre l’abbracciava, Brittany le aveva dato uno sguardo veloce. Le era bastato incrociare per un secondo i suoi occhi, per sentirsi persa e nello stesso tempo vuota.
“hey!” la bionda si avvicinò per salutarla, come se non si erano viste soltanto da poche ore
“ciao” riuscì a dire dopo aver deglutito.

Si guardarono per un tempo interminabile e Quinn si sentì a disagio, in quello spazio pieno di energia e di imbarazzo.
“vado a controllare se laggiù và tutto bene” disse, notando che le due non risposero nemmeno

Santana continuava a stare seduta sullo sgabello affianco all’isola della cucina e, soprattutto ,continuava a fissare Brittany, come se avesse avuto una visione. La bionda si sentiva un po’ in imbarazzo e decise di dire qualcosa

“come stai?” avvicinandosi
“ho visto giorni migliori”rispose, con il cuore in gola. Aveva il cervello in panne, voleva reagire in miliardi di modi, avrebbe voluto farle tante domande, ma soprattutto, le avrebbe voluto dire che le era mancata terribilmente in quei dieci giorni. “tu?” chiese infine solamente
“potrei stare meglio” rispose la bionda sorridendole

Fù in quel momento, con quel sorriso, quando il suo cuore sussultò per l’ennesima volta, che capì di amare Brittany più di chiunque altro, in quel momento inaspettato, con un semplice e banale scambio di parole cortesi, dato dall’imbarazzo reciproco.

“perché non mi hai cercato in questi giorni Britt?” chiese con terrore, perché aveva paura della risposta “cioè… lo so che io ti ho chiesto del tempo… mah…” disse, pensando al fatto che Adam le avesse dimostrato in mille modi, anche quelli più irritanti, che non voleva rinunciare a lei

“perché mi sento in colpa…. Perché, tutto questo, non sarebbe successo se fossi tornata… “ fece un altro passo verso di lei e Santana iniziò a respirare con fatica, sentendo il suo profumo
“….e perché non sarebbe stato giusto” disse poi, facendole una carezza
“io… io… ho pensato che non ti mancassi, ho pensato che ce la facessi, ancora una volta, ad andare avanti senza di me” disse sinceramente
“Santana… io ho scelto” le prese il viso trà le mani e si posizionò più avanti trà le sue gambe “io ho scelto te e non ho dubbi” disse dolcemente, dedicandole un sorriso

La mora aprì la bocca semplicemente per dire qualcosa, ma non le uscì niente ed abbassò la testa per poggiarla sul petto di Brittany, che la strinse, sentendo tutta l’angoscia che in quel momento provava.
Dopo qualche secondo, Santana risollevò lo sguardo e disse
“non ho fatto che pensare a te in questi giorni, mi sono ritrovata tante volte col cellulare in mano, perché ti volevo chiamare, ma non ho trovato il coraggio.” La bionda le sorrise, mettendole una mano sul viso per accarezzarlo dolcemente
“Adam mi ha tormentato tutto questo tempo, l’ho visto qualche volta, ma ti giuro Britt… ti giuro che, non ho provato minimamente quello che ho provato ora vedendoti, per quanto possa voler bene ad Adam”

La bionda annuì commossa per poi dire “io voglio te Santana, te e nessun altro… “
Brittany abbassò il viso e la baciò appassionatamente

“Sanny dove hai messo la bors…. Oh…. Scusate” Beth si bloccò, vedendo il  bacio delle due
“è nel cofano della macchina” rispose imbarazzata la mora
“ok…” Beth si allontanò, per poi girarsi, incredula, un paio di volte verso le due

“abbiamo appena traumatizzato un’adolescente?” chiese Brittany divertita
“non è la tipa che si fa impressionare per queste cose, ma gliene parlerò, perché si starà chiedendo un po’ di cose sicuramente” rispose
Si ritrovarono a ridere tutte e due, facendo combaciare le loro fronti.

“ti và se ci vediamo con calma stasera?” le chiese Santana
“e me lo chiedi anche?”
“io ora devo tornare a lavoro, finisco alle 22 e passo a prenderti”
“ok… sarò qui ad aspettarti”
“ti porto a casa mia stavolta” le sorrise e, per evitare che Beth rientrando le ritrovasse di nuovo in atteggiamenti troppo intimi, si limitò ad abbracciarla e stringerla forte.
In quell’abbraccio, così stretto, sentirono tutte e due la gioia reciproca di essersi ritrovate, per l’ennesima volta.
“parlerò con Adam al più presto, te lo prometto” le disse poi
“quando ti sentirai pronta… per me non è un problema San”

Era questa una delle cose che Santana amava di più di Brittany, non le aveva mai fatto pressioni, in tutta la loro vita, l’aveva sempre lasciata libera e l’aveva aspettata pazientemente, Brittany le sapeva dare sempre quel senso di libertà che lei amava.


*********

“Spark oggi sarai la mia ombra… contenta?” la giovane specializzanda spalancò gli occhi terrorizzata ed annuì, con un finto sorriso.
Santana aveva passato gli ultimi 10 giorni praticamente quasi sempre a lavoro, ed aveva ridotto i suoi specializzandi a dei vegetali, che si nutrivano e riposavano solo quando lo faceva lei e la cosa non era buona, perché lei lo faceva pochissimo.

Si sentiva particolarmente stanca in quei giorni, probabilmente aveva esagerato con i turni, era talmente felice in quel momento, che pensò di prendersi un paio di giorni di ferie, obbligare Puck a darli a Brittany e progettare una vacanza solo per loro due, avrebbe parlato prima con Adam però, e magari, con il fatto di stare per qualche giorno lontana da lui, lo avrebbe aiutato a prendere consapevolezza della cosa. Non capiva però se la nausea che l’accompagnava dalla mattina, era data dalla stanchezza o dalla tensione che aveva accumulato nel momento che aveva passato con Brittany…. O forse era solamente fame, visto che si nutriva a mala pena in quei giorni. Non ci pensò molto e si dedicò ai suoi ragazzi.

Ashley era veramente distrutta, la sua responsabile l’aveva ridotta ad uno straccio e ringraziò la dimissione di Beth quella mattina, perché, grazie a quello, la dottoressa Lopez  aveva lasciato per alcune ore il reparto.
Andarono avanti per tutto il pomeriggio e poi la sera, la ragazza la seguiva dappertutto, avevano sistemato alcune ossa rotte, portato in sala operatoria due casi non tanto gravi, per il quale, la Lopez, non si era nemmeno sprecata a lavarsi ed assistere il chirurgo di turno, per l’intervento, avevano portato analisi in laboratorio, verificato di persona la gravità di alcuni batteri di un paziente.


“Spark dovremo andare in traumatologia a controllare il paziente di questo pomeriggio, prima di finire il turno e poi….”
“No!” la interruppe la ragazza esasperata
“cosa vuol dire?” chiese Santana, perplessa per quella reazione
“è… che… ho la vescica che mi stà scoppiando capo…. Ho paura di non riuscire a reggere, se non vado immediatamente in bagno” disse quasi piagnucolando
“oh… in questo caso… vada… vada Spark” disse imbarazzata, rendendosi conto che davvero non si erano fermate un attimo
“grazie, faccio subito” disse la ragazza
“certo… certo…anche se… ha mai considerato la possibilità di un pannolone? Funziona!” disse ridendo


Ne approfittò per andare a rilassarsi un attimo, controllando l’orario, ed accorgendosi che mancava solo un’ora all’appuntamento con Brittany, non vedeva l’ora, l’avrebbe riempita di baci, sorrise, immaginandosi il momento. Andò verso il distributore automatico e si prese un caffè ed uno snack ed andò nel suo ufficio.

Il mal di stomaco, con tanto di nausea, non la lasciarono, decise di mangiare, perché sicuramente, a procurare tutto quello scombussolamento dentro di lei, era la fame.

Le bastò avvicinare il bicchiere del caffè un po’ di più al suo naso, che dovette correre verso il suo bagno privato, per tentare di vomitare, ma non le uscì niente, perché, fondamentalmente, il suo stomaco era vuoto.

Si alzò dalla posizione in cui si era messa e le venne un capogiro, fece in tempo a tenersi al lavandino per evitare di cadere

“che cazzo succede?” si disse sconvolta

Fece in tempo ad arrivare al letto per sdraiarsi, il dolore allo stomaco e la nausea non la lasciarono, si mise a fare mente locale, pensando a cosa avesse mai potuto mangiare, in quello schifo di mensa dell’ospedale, per averla ridotta così o se il pollo, che aveva mangiato a pranzo col padre, avesse qualcosa di strano, ma non ci trovò niente. Sentì la stanchezza avvolgerle tutto il fisico e pensò che, quello, non era proprio il momento adatto per ammalarsi, perché da lì ad un’ora, doveva vedere Brittany e, per quanto avessero voglia di parlare e coccolarsi, non sarebbero rimaste a farlo per tutta la sera, ma sarebbero andate oltre sicuramente.


Improvvisamente girò lo sguardo verso il calendario affianco al suo letto, da quando era tornata Brittany nella sua vita, i suoi giorni erano completamente sballati, non si ricordava nemmeno quanto tempo fosse passato dal giorno in cui l’aveva incontrata.

Come investita da un’enorme secchiata di acqua fredda, ebbe una consapevolezza e sgranò gli occhi, iniziò a respirare con fatica e sentì di nuovo i conati che salirono per il suo esofago, costringendola ad alzarsi ed a buttare fuori i succhi gastrici ,che erano rimasti nel suo stomaco. Dopo quello sforzo immane, si rialzò ed andò a lavarsi il viso, sollevò lo sguardo verso lo specchio e la sua faccia, così sconvolta, la terrorizzò. Buttò l’asciugamano per terra ed iniziò a correre, corse per tutto l’andito, fino a raggiungere l’ascensore, per fortuna lo trovò vuoto, cliccò sul tasto del piano che doveva raggiungere e provò a respirare

“non può essere, non può essere, non può essere” ripetè nervosamente, sbattendo i polpastrelli nella parete di quell’ascensore che, per la prima volta, le sembrò troppo lento “si che può essere…. Perché sei un’idiota Santana Lopez, sei una perfetta idiota” si maledì, mentre le porte dell’ascensore si aprirono

Si diresse nel magazzino dei medicinali, sapendo perfettamente cosa andare a cercare, ne prese quattro ed, anche se era tentata di dirigersi verso il bagno di quel reparto, optò per andare in quello privato del suo ufficio, sarebbe stata più al sicuro.

Arrivò di corsa nella sua stanza e, mentre ansimava per la corsa, chiuse a chiave la porta.

“ok…. O….ok… stai calma… calma….” Ripetè a sé stessa, provando a fare dei respiri e riflettendo sul fatto che, forse, non era il caso in quel momento, di stare da sola…. Pensò di chiamare Brittany, ma poi non avrebbe resistito ad aspettare tutto quel tempo, così lo fece. L’ansia di aspettare il risultato di quell’aggeggio, dove aveva fatto pipì, la stava uccidendo, controllò l’orologio e, facendo un profondo respiro, si avvicinò a controllarlo. Sentì per un secondo il cuore fermarsi, quando lesse che era positivo.
Ne prese nervosamente un altro e poi un altro ancora e, dopo aver aspettato, tutti i test di gravidanza che aveva fatto, risultavano positivi. Si accasciò senza forze in qual bagno pieno di scatole di test e istruzioni lanciate a caso sul pavimento, ed iniziò a piangere sconvolta dal dolore

“no… no no no!!!” sbattè nervosamente i pugni nel muro, per poi buttarsi per terra disperata.

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Ok… ora posso anche scappare e nascondermi in qualche isola dispersa prima che qualcuna di voi mi trovi.
Ringrazio chi ha recensito fino ad ora… fatelo ancora vi prego, non abbandonatemi dopo questo :(
C’è una soluzione per tutto…
Bacio
E.

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Capitolo 18
*** Destino ***


“no… no no no!!!” sbattè nervosamente i pugni nel muro, per poi buttarsi per terra disperata.
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Respirava a fatica, sentiva pulsare nervosamente il suo cuore sulle tempie, sembrava che la testa le volesse scoppiare. Pianse per parecchi minuti, per poi ritrovarsi a fissare un punto qualsiasi del suo bagno davanti a sé. Sentì bussare Ashely varie volte, ma non aveva nemmeno la forza di rispondere e non voleva farsi vedere in quello stato da nessuno.

Improvvisamente si asciugò il viso e tentò di fare dei respiri profondi, alzandosi in piedi, si sciacquò di nuovo la faccia e si lisciò il camice, cercando di ricomporsi il più che potesse. In quegli attimi di terrore, le era venuta in mente che, in alcuni casi, ci potevano essere degli scompensi ormonali, che facevano sballare i risultati di quei fottuti test. Si aggrappò a quella speranza e decise di uscire dal suo ufficio. Si recò di fretta, di nuovo, verso l’ascensore ed incrociò gli sguardi di alcuni colleghi, passò dritta senza nemmeno salutarli, erano il suo ultimo pensiero in quel momento.

Ashely la fermò
“dottoressa Lopez….”
“non ora Spark” alzò la mano interrompendola e, chiudendo gli occhi, proseguì il suo cammino verso la sua meta.
“ma dovevamo….”
“ho detto non ora! Puoi tornare a casa…. Potete tornare tutti a casa” urlò, mentre, raggiunto l’ascensore, premette il bottone del decimo piano.
 


 
“Sei incinta di quattro settimane Santana” 
La mora teneva strettissima l’estremità della maglietta, sollevata per permettere al medico di fare l’ecografia
“cazzo!” chiuse gli occhi e scaricò tutta la tensione accumulata, prima di sapere il responso della sua collega, mandando violentemente la testa all’indietro
“mi sembra di capire che non era progettato” chiese l’altra
“no.. proprio per niente”
“e allora perché non hai….”
“è una lunga storia Carole” la interruppe subito, non aveva bisogno di una paternale sui contraccettivi.
“vuoi sentire il cuore?”
“NO!” urlò…. Facendo sussultare l’altra “no…. Non me la sento ancora…. Cioè vorrei farlo con Adam la prima volta” disse, abbassando i toni, mentre si rendeva conto di quanto le facessero male quelle parole.
“ok…. Se vuoi fissiamo la prossima ecografia” chiese
“mmmm no, mi faccio sentire io al più presto… ok?” disse, facendo vedere una finta tranquillità, ma nel frattempo stava tremando
“mi raccomando niente alcolici…. Ho un vago ricordo al college di una Lopez che ci andava giù pesantemente….” Sorrise per schernirla e smorzare un po’ la tensione
Santana sorrise appena, non aveva voglia di scherzare, non aveva voglia nemmeno più di parlare con qualcuno
“San…. Sei sicura di stare bene? Stai tremando” le disse la dottoressa
“si…. Si…. Devo solo metabolizzare la cosa” disse, toccandosi la fronte e sentendo che sudava
“senti se hai bisogno di qualsiasi cosa io ci sono… ok?” la ragazza si avvicinò e le prese le mani per tentare di calmarla
“ok…. Grazie Carole…. Ora devo andare” disse, sforzandosi di sorridere


 
Uscì da quell’ospedale a passo svelto, evitando di incontrare chiunque, era in una sorta di trance, non c’erano più pensieri nella sua testa, era come se, il suo cervello, fosse immerso in un immenso frullatore, aveva lo sguardo spento e fissava dritto verso di se. Aveva bisogno di prendere aria e respirare, così si portò verso una scalinata, subito dietro l’ospedale, salì i gradini a due a due e si mise a sedere in cima, diede uno sguardo veloce attorno a lei, era buio e non c’era nessuno. Si mise le mani trà i capelli disperata e rimase in quella posizione per tanto tempo, come se fosse uno di quegli artisti di strada che fanno le statue umane. Solo il respiro le faceva rendere conto di essere viva.
Prese in mano il cellulare e scrisse un messaggio, per poi  scoppiare in un pianto disperato, dopo averlo inviato.


 
****

“Ma come siamo eleganti…. Abbiamo un appuntamento?”Quinn si avvicinò a Brittany che, sul tavolo della cucina, mangiava un po’ di frutta, mentre aspettava che Santana venisse a prenderla. Non vedeva l’ora, aveva voglia di baciarla all’infinito e, se avesse potuto, dopo quello che le aveva detto poche ore prima, non l’avrebbe lasciata andare. Sorrise all’amica e disse
“già…” facendo la misteriosa
“mmmmm dalla tua felicità sembra qualcosa di estremamente importante”
“lo è…”
“conosco la persona?” chiese Quinn, intuendo già di chi si trattasse
“forse…. Vagamente….” Continuò a scherzare l’altra bionda.
Quinn si avvicinò e le diede un bacio sulla fronte, senza bisogno di aggiungere niente
Poi prese le chiavi della macchina e disse:
“bene io vado…. Puck è a lavoro e le due bimbe stanno dormendo” sorrise, vedendo che Brittany la guardò un po’ confusa “Beth….. e Rachel, sai che la Berry ha questa fissa delle 8 ore di sonno no? Ne và della sua voce!”
“ah già certo!” si mise a ridere
“allora… divertitevi! Salutami il tuo appuntamento!” le fece l’occhiolino ed uscì

Brittany sorrise, le sembrò davvero che tutto potesse iniziare a girare nel verso giusto, forse, dopo tanto tempo, stava iniziando ad assaporare un po’ di quella felicità, che aveva perso tanti anni fà. Si fermò a pensare che Santana le aveva detto che l’avrebbe portata a casa sua quella sera, chissà com’era la casa di Santana, chissà se, entrando, avrebbe subito notato che quel posto parlava di lei o se era evidente anche la presenza di Adam, non le importava in quel momento, perché la mora le aveva detto, quel giorno, che aveva scelto lei, e si sarebbe concentrata solo su quello, non c’era nient’altro che potesse scalfire quella felicità.


Finalmente sentì che le arrivò un messaggio e vedendo il destinatario sentì il cuore accelerare improvvisamente, lo lesse:

*non posso venire….. mi dispiace…. Perdonami*

Si gelò e lo lesse più volte, fissò lo schermo per un po’ di tempo e le sembrò di avere un deja vu, aveva già vissuto tutto quello in passato. Le venne in mente che, magari, era uno scherzo che Santana le aveva voluto fare, per poi farle una sorpresa, come se il suo cuore non volesse accettare tutto quello, quando invece la sua testa aveva già capito tutto.
“vaffanculo!” urlò, sbattendo furiosamente il cellulare per terra distruggendolo, per poi dirigersi nella sua stanza, sbattendo con forza la porta.


 
 
Santana continuava a sentire freddo, erano le 22.30 di una serata invernale ed era seduta per terra, su dei gradini, che tremava, con addosso quel senso di nausea che non l’aveva lasciata per tutto il giorno. Decise che non ce la poteva fare a sopportare tutto quello da sola, perché stava rischiando seriamente di uscire fuori di testa, così chiamò l’unica persona che poteva capirla in questo momento, l’unica che, come lei, aveva vissuto quella situazione.

 
“Lopez! Hai una damigella bellissima che ti aspetta a casa e tu perdi tempo con me al telefono?” disse Quinn, dopo aver premuto il tasto per il vivavoce della sua macchina
Sentì silenzio dall’altra parte…
“Santana?.... tutto bene?” la ragazza si preoccupò
“Quinn…” la giovane psicologa sentì chiaramente lo sbattere dei denti dall’altra parte del telefono
“San che cosa è successo? Dove sei?”
“ti prego, puoi venire da me per favore? Ho bisogno di te Quinn” non riuscì a trattenersi e pianse di nuovo
“certo…. ma dove sei? Perché stai tremando Santana?”
“sono sulle gradinate affianco all’ospedale” riuscì a dire tremolante
“sulle gradinate? Mah… perché? San…”
“Quinn!....... ti prego!” la interruppe ormai stremata
“ok stò arrivando” disse l’altra

 
Quinn accelerò e si diresse di corsa verso l’ospedale cambiando rotta. Arrivò dopo qualche minuto e la vide rannicchiata, al buio, in un lato di quella immensa scalinata, senza nessuno attorno. Fece le scale velocissima, quasi senza respirare ed arrivò in un baleno da lei.
“San” disse, inchinandosi e quasi con le lacrime agli occhi, vedendola in quelle condizioni

La mora la guardò con lo sguardo spento e non disse niente, tremava troppo per poter parlare, ma non aveva nemmeno la forza. Quinn si levò il cappotto e glielo mise addosso, per poi sollevarla e sostenerla per fare le scale ed arrivare alla macchina. Non chiese niente, sapeva che, in quel momento, Santana non era nelle condizioni di dire o fare niente. La strinse solamente a sé fortissimo.
Nel tragitto verso casa di Santana, la bionda vide che aveva ancora quello sguardo spento, come se fosse in uno stato di shock e non riusciva a smettere di tremare. Le stringeva la mano, trà un cambio di marcia e l’altro e notò che Santana ricambiò quella stretta, come se avesse bisogno di sentire qualcuno per farla restare nella realtà.

“andrà tutto bene San…. Qualsiasi cosa sia successa, l’affronteremo, andrà tutto bene…. Mi hai sentito Santana?” chiese per non farla estraniare più di tanto. La mora si girò dopo quella domanda e la guardò annuendo soltanto.
 
Erano a casa di Santana già da un’ora, Quinn aveva chiamato Simon, dicendogli che stava a dormire lì, perché l’amica non stava bene. La mora era seduta sul divano, con una coperta addosso ed una tazza fumante di tea, l’unica cosa che riusciva ad ingerire e che la potesse scaldare. Quinn pensò di chiamare Brittany, ma non sapeva se, lo stato in cui era ridotta Santana, riguardasse qualcosa successa con lei, anche se le sembrava assurdo perché, pochi minuti prima di ricevere la sua chiamata, l’aveva lasciata a casa felice che l’aspettava. Decise di chiederle che cosa fosse successo.

Si avvicinò e si mise in ginocchio davanti a lei. Le carezzò il viso e chiese
“San…. Che cosa è successo per ridurti in questo stato?”
La mora la guardò, Quinn era stata fin troppo paziente conoscendola, e lei doveva parlarne con qualcuno, se voleva salvare almeno un po’ di quella lucidità che le era rimasta.
“sono incinta di quattro settimane Quinn” disse secca
La bionda spalancò la bocca, tutto si aspettava, ma non quello.
“co…. Cos…. Cosa?” si alzò dalla posizione in cui stava
Santana non riuscì a dire niente, la reazione della sua amica era giustificata.
“hai… hai fatto tutto il necessario?.... voglio dire hai fatto…” balbettò
“ho fatto 4 test, tutti positivi ed anche un’ecografia per togliere ogni dubbio” la interruppe
“oh Cristo Santo Santana…..” disse, mettendosi una mano nei capelli ed iniziando a camminare avanti ed indietro, poi si girò e vide di nuovo lo sguardo perso della sua amica, che guardava nel vuoto “vieni qui tesoro!” si mise affianco a lei e la strinse forte, rendendosi conto che,in quel momento, ogni parola era superflua, perché la mora aveva bisogno di sentirla vicina fisicamente.
“le avevo appena detto che avevo scelto lei, che aveva il mio cuore, perché non amavo nessuno più di lei, non c’è stato nemmeno il tempo di rendersi conto di questa cosa Quinn…. Capisci? Perché la mia vita deve sempre andare a puttane così?” si disperò trà le sue braccia
Quinn sentì una stretta al cuore, era difficile trovare delle parole di conforto per quelle situazioni, ed anche se poteva sfoggiare qualche frase, che utilizzava nella sua professione, per tranquillizzare i pazienti, in quel momento, non gliene venne nemmeno una, perché Santana aveva ragione, non poteva darle torto in quella disperata argomentazione.


Decise di portarla a letto, aveva bisogno di stendersi e mettersi sotto le coperte, l’aiutò a cambiarsi e mettersi un pigiama caldo, notò che il dolore l’aveva resa senza forze.
Si sdraiò affianco a lei e le accarezzò la fronte ed i capelli, mentre con gli occhi rossi, la mora l’osservava con lo sguardo impaurito. Quinn si sforzò di donarle un sorriso rassicurante
“ce la caveremo anche questa volta vedrai” le disse
“come?.... come Quinn, me  lo spieghi?”
“non lo so San… ma troveremo una soluzione”
“io la amo Quinn, voglio stare con lei, lo capisci?”riprese a piangere, soffocando il viso trà le mani. Quinn si avvicinò e la strinse forte trà le sue braccia
“allora le parlerai, glielo dirai, e parlerai con Adam, è anche suo figlio, ha diritto di sapere” disse, mentre le carezzava i capelli
“sono stata un’idiota Quinn! Una completa idiota. Ho dimenticato di prendere la pillola per svariati giorni, presa dalle miliardi di emozioni, ma, come se non bastasse, sono andata a letto con un uomo che non amavo, solamente per la paura che potesse scoprirlo” disse, avvolta dalla sue braccia
“lo so San… sei stata un’irresponsabile, ma sono errori che si fanno e…. ci sono passata,non mi sento di fartene una colpa onestamente” la tranquillizzò, perché, in quel momento, la sua amica stava diventando distruttiva nei suoi confronti e questo non era un bene. Sapeva che aveva fatto una cazzata, ma ne avrebbero parlato con più calma, dopo che aveva riposato un po’, perché in quel momento aveva solo bisogno di quello.
“shhhh, adesso prova a riposare un po’” le disse, mentre continuava ad accarezzarla. Sentì che si addormentò lentamente, stremata, trà le lacrime, mentre ripeteva in continuazione che l’amava. Si separò da lei, nel momento in cui si rese conto che si era definitivamente addormentata ed il suo sguardo sembrava più sereno in quel sonno.
 


Puck rientrò a casa , dopo essere passato per qualche ora in ufficio, per controllare la situazione delle consegne e degli incassi dei suoi ristoranti. Si diresse in cucina e riconobbe il cellulare di Brittany per terra in pezzi. Si abbassò per prendere i pezzetti in mano e capire se si poteva fare qualcosa per riassemblarlo, ma lo lasciò sul tavolo, arreso, notando che era irrecuperabile. Con lo sguardo perplesso, si diresse verso la stanza di Brittany, chiedendosi cosa fosse successo, per aver ridotto il telefono in quello stato, notò che c’era la luce accesa e bussò

“posso?” si affacciò timidamente e notò che, Brittany, era seduta sul letto, con lo sguardo perso ed abbastanza arrabbiato
“si” rispose
Puck, un po’ imbarazzato, disse
“ho visto che il tuo telefono ha avuto un incontro ravvicinato con il pavimento…. Che è successo?” indicò col pollice fuori dalla porta
“si…. Mi sono rotta di quegli aggeggi, stavo meglio prima senza, quando la gente, se mi doveva dire qualcosa, era costretta a dirmelo in faccia e non con un freddo sms” rispose senza guardarlo
Puck si avvicinò al suo letto e si mise a sedere, chiedendo con un certo timore
“è successo qualcosa Britt?”
La bionda lo guardò con gli occhi serrati e poi disse
“dimmi una cosa Noah, da quando sono tornata, tu hai visto in me sempre la ragazzina stupida ed ingenua che ero una volta? Una di quelle che credeva a qualsiasi cazzata le dicessero?”
“n… no… anzi… assolutamente no” rispose Puck, abbastanza intimidito dall’impeto della sua amica
“allora perché le persone pensano di poter giocare con i miei sentimenti? Continuano a trattarmi da stupida prendendomi in giro?” chiese questa volta, con un po’ di delusione in volto
Puck capì subito che centrasse qualcuno in particolare, per lo stato emotivo in cui si sentiva la sua amica
“centra per caso Santana in tutto questo?”
La bionda mosse la testa, guardando davanti a sè e, per Puck, fù più che eloquente come risposta alla sua domanda

“mi lascia in sospeso dicendo che deve capire i suoi sentimenti, io dico ‘ok è comprensibile nella situazione incasinata in cui ti trovi’, poi mi dice che sceglie me, che non ama nessuno più di me e lascerà Adam, mi dà appuntamento per la serata, per poi, dopo poche ore, scaricarmi con un sms” disse tutto d’un fiato, guardandolo con fare ovvio, per spiegare la frase detta poco prima

“Britt… è Santana… la conosco e la conosci bene anche tu, sicuramente c’è una spiegazione per tutto questo!”
“si ma io mi sono rotta il cazzo di tutto questo Puck!” Brittany sbottò furiosamente, facendo allontanare il ragazzo spaventato “se c’è una spiegazione me lo dici, me lo devi dire cazzo!!! perché ci sono di mezzo anche io e mi sono rotta di essere comprensiva e di aspettare senza avere risposte logiche a tutto questo!”

Continuò, mentre Puck non sapeva cosa dire per quello che aveva appena sentito, non aveva mai visto Brittany così nervosa e, questo lato di lei, lo spaventava.

La ragazza si accorse di aver esagerato, vedendo che si era spaventato
“scusa…. Scusa Puck, non c’entri niente tu e non ha senso prendermela con te” si mise una mano in fronte esasperata
“non preoccuparti Britt…. Vorrei solo poter fare qualcosa” disse, mettendole una mano sulla spalla
“tu stai facendo già tanto per me…. Credimi, ed anzi…. grazie!” disse, prendendole la mano
Puck le sorrise dolcemente

“trà qualche giorno Adrian uscirà dalla clinica, pensavo di cercare un appartamento per noi due, ormai guadagno abbastanza per poterlo fare” disse poi
“no… no Britt perché? Adrian può stare qui, c’è spazio sufficiente per tutti in questa grande casa, ormai siamo collaudati Britt, non ce la faccio senza di te e, se convinciamo Shelby a lasciar fare il liceo qui a Beth, staremo alla grande!” rispose con entusiasmo
Brittany sorrise, per l’entusiasmo dell’amico
“e poi ormai io non posso più stare senza Will, siamo una coppia ormai” sorrise, facendo ridere finalmente la bionda
“ti prego, concediamoci qualche mese di prova di convivenza e vediamo come và…. Ok? Io sarò il primo a sbatterti fuori se non funziona… promesso!” si mise una mano sul cuore, mentre sollevò l’altra
“ok…” accettò l’altra

“bene, ora dormici su…. Sono sicuro che, domani, quella stronza della latina, si farà sentire, chiedendoti scusa e sapendo sicuramente come farsi perdonare” sollevò più volte le sopraciglia ammiccando e le diede un bacio in fronte, facendola di nuovo ridere.
“notte” lo salutò con la mano e decise di seguire il suo consiglio, anche se sapeva benissimo che, per la delusione che sentiva, avrebbe dormito poco e male.



 
Si svegliò di soprassalto, come se avesse suonato di colpo la sveglia e fosse terribilmente in ritardo, ma non c’era niente di tutto questo, immediatamente si accese il suo cervello e ricordò il terribile dramma che aveva vissuto la sera prima, si mise una mano in faccia e pensò a Brittany, non pensò né ad Adam, né al bambino che portava in grembo…. Le venne in mente lei, il fatto che, sicuramente scrivendo quel messaggio, le aveva fatto molto male e pensò a come stesse, le venne voglia di sentirla ed abbracciarla.

“buongiorno Lopez!” vide il viso di Quinn sorridente e ringraziò di avere una persona come lei al suo fianco, Quinn c’era sempre stata per lei, nei momenti più alti di disperazione, sapeva perfettamente come starle vicino.
“hey!” rispose, abbozzando un sorriso
“come ti senti?” le chiese, sedendosi accanto ed accarezzandole i capelli
“uno schifo, ho lo stomaco sotto sopra “ rispose, tenendosi il ventre
“è normale, la nausea farà parte di te, dovrai conviverci per qualche mese ancora”
“grazie della splendida notizia rassicurante Fabray!”

Quinn si mise a ridere e le stampò un bacio in fronte per poi dire
“avanti pigrona, alzati da quel letto che dobbiamo ideare un piano d’attacco”
“in che senso?...” chiese impaurita
“prima di tutto colazione e poi, con lo stomaco pieno, capiamo cosa fare…. “ si fermò a guardarla con aria seria “San…. Forse dovresti sentire Adam”  le disse poi
“Adam?... no… no… io ho bisogno di vedere Brittany!” si agitò
“Santana…. Lo so che hai capito di amare Brittany ed, onestamente, non ci voleva poi così tanto per capirlo, visto che era una cosa abbastanza palese, ma questo bambino ha un padre ed ha il diritto di saperlo, sia che tu voglia stare con lui,sia  che decida di stare con Brittany” le disse chiaramente la bionda

Santana sembrava non volesse sentire ragioni e Quinn notò come se quasi non la stesse ascoltando.
Sentì ancora di più il bisogno di lei, voleva vederla…… il suo corpo, la sua mente ed il suo cuore, erano concentrati all’unisono, richiedendo esclusivamente la stessa cosa.
“dove vai?” chiese Quinn, vedendo che si stava vestendo
“vado da lei, le devo parlare, non posso lasciarla andare via così Quinn!” le urlò nervosamente in faccia
“Santana! “ Quinn urlò più forte di lei, mettendole le mani sulle spalle
La mora rimase immobile
“prima fai colazione…. ti prego!” chiese Quinn implorante
“ok….” Rispose sconfitta
“e magari ti dai una lavata, non vorrai presentarti puzzolente davanti all’amore della tua vita” ironizzò strappandole un lieve sorriso.

 
****

“ho deciso che rimango qui, andrò al McKinley, aprirò un club letterario e tu, ogni mattina, mi accompagnerai a scuola con il tuo Suv nuovo, che chiederò esplicitamente a mio padre di comprarti ,se vuole evitare che ci vada da sola in motorino” Beth sgranocchiava i croccanti cereali, aveva davanti una Brittany pensierosa, che si rigirava la sua tazza della colazione, senza bere nemmeno un sorso.

La bionda si destò dai suoi pensieri e disse

“come?”
“vado al Mckinley, apro un club letterario e tu avrai un SUV nuovo, per accompagnarmi a scuola” riassunse il suo discorso, che era stato perduto nell’aria.
“ah… wau! E come pensi di riuscire a convincere tutti a fare questo?”  chiese Brittany
“bè…. il club letterario, penso sia una scemenza realizzarlo, l’iscrizione al McKinley mi stò lavorando mia sorella e mia mamma, situazione di upload è la seguente: Rachel 80%, mamy  50% e, per quanto riguarda il SUV, sarà un gioco da ragazzi, bastano questi occhi….” Beth assunse un espressione pietosa, sbattendo gli occhi velocemente e facendo un musetto delizioso, che provocò finalmente una risata in Brittany.
“tu sei fuori completamente” scosse la testa incredula
“dai su Britt, ci divertiremo assieme vedrai” Beth si buttò trà le sue braccia, facendole il solletico, per poi darle un bacio sulla guancia


Si fermarono, sentendo il suono del campanello, Beth corse ad aprire
“chi è?” chiese
A Brittany bastò sentire un nome, per alzarsi dalla sedia ed iniziare a respirare a fatica
“è Sanny!” disse felice la ragazzina
La bionda andò in panico e disse
“vado in camera mia, io non ci sono! Ok?” disse in modo serio, facendo rabbrividire Beth
“o…ok” rispose

 
“heeeey!” alla vista di Santana, Beth si precipitò trà le sue braccia, notò subito che era strana
“Hey! Come stai? Le tue costole?” le chiese subito.
“stanno bene, sono ancora al loro posto” rispose
“bene…. Senti c’è Brit?” chiese subito, guardandosi intorno
“oh…. Ecco… Sanny…” balbettò la ragazza
“Beth?” la interruppe guardandola negli occhi “c’è o non c’è?” chiese
“è in camera sua…. Ma mi ha detto di dire che non c’era” disse dispiaciuta e timorosa.
Santana fece una smorfia, per poi dire “lo so” lasciandosi alle spalle Beth

 
Se aveva reagito così, non doveva essere molto contenta di vederla e doveva essere parecchio arrabbiata, non le importava, era sicura che, come si fossero viste e parlate, si sarebbe sistemato tutto, aveva bisogno di lei. Arrivò davanti alla porta e bussò, non ricevette risposta ma decise di aprire

Brittany aveva le spalle alla porta e  guardava fuori dalla finestra della sua camera
“ho provato a chiamarti ma avevi il cellulare spento” disse la mora, non ricevendo risposta “Britt…” avanzò e chiuse la porta
“l’ho sbattuto per terra, dopo aver ricevuto un messaggio ieri” rispose senza voltarsi. Santana capì che era veramente arrabbiata, deglutì prima di dire
“Brittany io….”
“cosa vuoi Santana?” la sua voce sovrastò quella della mora che si bloccò
“hai bisogno di dirmi un’altra volta che ami solo me? Oppure vuoi dirmi che ti sbagliavi e che vuoi stare con Adam?” si girò finalmente
“io….” Balbettò l’altra, impaurita per la reazione di Brittany, incrociò le braccia e le venne da piangere

“io non sono più la ragazzina stupida che pendeva dalle labbra di Santana Lopez e stava li ad aspettare che lei si decidesse ad amarla, come si deve e non solo quando ne aveva piacere e quando nessuno poteva vederle per….”

“SONO INCINTA!” urlò trà le lacrime interrompendola “Sono incinta Brittany” ripetè la cosa in un tono molto più basso, abbassando lo sguardo.

La bionda si gelò, rimase a bocca aperta con la frase conclusiva di quel discorso, che si era preparata tutta la notte, pensando di farlo a Santana, perché capisse…. Fino a che la chiuse e deglutì prima di chiedere
“co…come scusa?”
“aspetto un bambino da Adam, sono incinta di 4 settimane e l’ho scoperto ieri prima di tornare da te” disse, trovando il coraggio di guardarla negli occhi e vedendo il suo viso ancora più pallido
“i…io… non so…sono stata una stupida Brittany…. Mi dispiace” disse piangendo e mettendosi le mani sul volto, per poi sollevarlo e vedere che lei era ancora immobile ed, a mala pena, respirava. Sentì l’impulso di abbracciarla e si buttò trà le sue braccia, affondando il viso sul suo petto. Aveva bisogno di lei, aveva bisogno di sentirla. Brittany, ancora incredula, circondò la schiena di Santana con le sue braccia, una stretta non troppo sicura, per via dello shock appena subito.
“io amo te Brittany, sono innamorata di te, lo sono sempre stata e voglio stare con te, ti giuro…. Voglio stare con te e con nessun altro”

In uno sprazzo di lucidità, la bionda si destò dal guardare fisso un punto della stanza, con gli occhi spalancati e pronunciò
“vai via!”
Sentì che Santana smise di singhiozzare e quasi di respirare
“cos…cosa?” chiese la mora impaurita, sollevando lo sguardo, mentre lei aveva levato le braccia dalla sua schiena
“vai via Santana”
“non lasciarmi Brittany ti prego, ho bisogno di te…. Ti scongiuro” la implorò, stringendole le braccia
“San…. Per favore, ho bisogno di stare da sola, ho bisogno che tu vada via ora” scandì la frase, per essere sicura che la mora la capisse, con tutto il panico che la stava invadendo.

Santana la guardò incredula, non si aspettava quella reazione, e vide che Brittany aveva lo sguardo serio ed impassibile, cercando di nascondere qualsiasi emozione.
“o… ok” rispose poi guardandola per l’ultima volta e dandole un bacio sulla guancia, solo in quel momento, Santana notò che era rigida, aveva i pugni stretti chiusi e che, sentendo le labbra di lei sulla sua guancia, chiuse forte gli occhi mentre le scese una lacrima.
“io ti amerò per sempre Britt…. Ti amerò per sempre, qualsiasi cosa succeda, anche se tu non mi amerai più” le disse poi, prima di uscire dalla stanza.


Si diresse  verso l’uscita e vide, schierate in ordine davanti a lei, Quinn, che nel frattempo era arrivata, Rachel e Beth che la guardavano preoccupate. Sicuramente avevano sentito tutto, perché avevano urlato abbastanza tutte e due. Diede uno sguardo veloce a Quinn, sperando che convincesse le altre due a non fare parola di quello che avevano appena sentito e, senza dire niente le superò
“San…” Quinn l’afferrò per un braccio, Santana si girò per guardarla “dove stai andando?” chiese
“lasciami andare Quinn” cercò di tirare via il braccio, ma la presa dell’amica era abbastanza salda
“non credo sia una buna idea” disse Quinn
Santana prese un bel respiro ed urlò
“Lasciami andare cazzo!!! Voglio andare via da qui!” facendo lasciare immediatamente la presa a Quinn e facendo sussultare le altre due


Brittany era ancora immobile, al centro della sua stanza, dopo l’uscita di Santana e, sentendo quello sfogo che proveniva dalla cucina, si accasciò e si mise in ginocchio, lasciandosi andare in un pianto disperato.

Camminò a passo veloce nel vialetto per dirigersi verso la macchina ed incrociò Puck
“hey! Sei già venuta a farti perdonare dalla tua biondina?” disse lui
“fottiti Puckerman!” le rispose proseguendo per la sua strada e lasciando il ragazzo pietrificato dietro di lei.
 
 
 *****

Era passata una settimana ormai da quel terribile confronto con Brittany, Santana aveva vissuto in solitario, uscendo soltanto per andare a lavorare, Quinn passava ogni giorno a casa sua, per vedere come stava, era l’unica persona a cui Santana permetteva di farlo.

L’aveva aggiornata del fatto che, casa Puckerman, diventava affollata ora, perché finalmente Adrian, dopo un mese, era uscita dalla clinica psichiatrica e Shelby aveva ceduto alle richieste di Beth di studiare al McKinley. Quinn le raccontava tutte queste cose, perché lei potesse continuare a vivere, anche per i suoi amici, potesse continuare a pensare che, fuori, nel momento in cui lei avrebbe deciso di ritornare nel mondo e rivedere i suoi amici, c’era una famiglia che l’aspettava.

“Adrian si trova molto bene nella sua nuova casa” le disse Quinn, mentre le spazzolava i capelli per iniziare a farle una treccia
“ogni giorno fa delle lunghe passeggiate con Beth ed ora hanno anche deciso di portarsi dietro cavalletto e tele e mettersi a dipingere al parco…. Britt le ha comprato tutto l’occorrente per dipingere, il giorno stesso che è uscita dalla clinica”
Santana sorrise, ricordava benissimo il giorno che Brittany gliel’aveva promesso
“tutti e quattro poi, vanno spesso da Sam e si perdono ore ed ore, dietro i giochi di quell’inferno che quel ragazzo si è creato nel suo seminterrato” continuò Quinn

Santana era felice di sapere che Brittany non era sola, ed aveva una sorta di famiglia allargata intorno a sé, poteva dedicarsi ad Adrian ed era sicura che Beth fosse una bella compagnia per tutte e due. Le mancavano terribilmente tutte quelle persone.

Poi improvvisamente disse:
“ho deciso di dirlo ad Adam”
Quinn smise di spazzolarle i capelli.
“sul serio?”
Santana annuì “è giusto che sappia del bambino, è anche il suo e voglio provare a riprendere in mano la mia vita.” Disse poi
“bene, sono orgogliosa di te tesoro, vedrai che si sistemerà tutto…. Il tempo aggiusta tutte le cose” le bisbigliò nell’orecchio
Santana chiuse gli occhi ed annuì, anche se, dentro di sé, sapeva che non era così, niente poteva sistemare il suo cuore in pezzi, se non un’unica persona, che giustamente, per miliardi di motivi validi, aveva deciso di allontanarla.
 
*****

“come stai?” Santana versava del caffè ad un Adam imbarazzato, che sembrava spaesato, in quella che, un tempo, era anche casa sua
“diciamo che ho visto giorni migliori” rispose lui, sorridendo timidamente e muovendo nervosamente le gambe. Santana non faceva che notare come Adam la guardasse, era molto teso ma, nonostante tutto, percepiva che la voleva, si stava trattenendo, perché non sapeva che reazione potesse avere lei, ma conosceva bene quello sguardo pieno di desiderio

Santana le sorrise e si versò dell’acqua
“non bevi più caffè?” chiese lui curioso
“diciamo che, in questo periodo, non mi và tanto…” rispose lei
“caspita, era una delle cose a cui Santana Lopez non poteva rinunciare” sentenziò, rendendosi conto che era un chiaro sintomo del suo cambiamento
“già… ma le cose a volte cambiano”
“come stai tu?” chiese Adam, aspettandosi delle risposte che andavano ben oltre quella richiesta
“anche io ho visto decisamente giorni migliori”

Adam annuì, poi prese fiato e chiese
“San… cosa è successo? Non ci credo che, per uno stupido errore mio, tu possa mandare a puttane 5 anni insieme, tra i quali 3 di matrimonio” disse tutto d’un fiato
Santana sollevò lo sguardo e sicura disse
“non è stato solo per quello stupido errore” aveva pensato miliardi di volte alle parole da usare in quel momento, voleva essere chiara con lui, ma, improvvisamente, alla vista di quegli occhi innamorati, tutti suoi discorsi si cancellarono
“allora perché? Perché Santana? Io non lo capisco…. Dove ho sbagliato?” chiese ormai stanco di continuare a fare quelle domande solo a sé stesso
“tu non hai sbagliato niente…. O per lo meno…. Non hai fatto niente di così grave…. Ma… semplicemente mi sono resa conto di non amarti più Adam… ti voglio un bene immenso, ma non posso confonderlo con amore”  abbassò lo sguardo, dopo quelle parole forti che gli stava dicendo

Adam sospirò e si decise a fare l’ultima domanda, una di quelle più difficili, una di quelle che, più insistentemente in quel periodo, le martellavano la testa
“c’è per caso qualcun altro?” chiese
“non ha importanza ora….” Rispose senza guardarlo
Adam si alzò di colpo dalla sua posizione e fece sobbalzare la mora, per quella mossa inaspettata
“come non ha importanza? io devo saperlo Santana…. È impossibile che una persona cambi così di colpo i suoi sentimenti” disse, ormai a pochi centimetri da lei.
Santana poteva sentire il suo tono disperato ed il suo respiro frammentato dalla tensione, doveva aver sofferto davvero tanto in quei giorni.
“non ha importanza Adam” ribadì con più foga
“si che ce l’ha!” urlò lui
“no! Non ha importanza perché….. “ si fermò e cercò di calmarsi “aspettiamo un bambino Adam, sono incinta di 5 settimane” disse, guardandolo finalmente negli occhi

Adam si fermò, raddrizzò il suo corpo, che fino a quel momento era piegato verso la mora seduta davanti a lui e mise una mano sul tavolo, per tenere l’equilibrio precario, che sentiva avere in quel momento
“co…. Cosa?  P… puoi ripete per favore?” balbettò
“sono incinta” ripetè pazientemente, nonostante quella parola le facesse ancora malissimo
“d…di…. Cioè è…”
“si, è tuo Adam, non potrebbe essere di nessun altro credimi!” lo anticipò, intuendo la sua richiesta confusa
“ohhhh … tesoro” si inginocchiò verso di lei e si portò immediatamente verso il suo ventre, Santana notò che aveva gli occhi lucidi

Le venne spontaneo accarezzargli i capelli, perché in quel momento, aveva provato tenerezza in quell’uomo così disarmato ed allo stesso tempo emozionato da quella notizia

“hai ragione non ha importanza…..” la guardò negli occhi, sollevando lo sguardo dal suo ventre “lui ci farà tornare come prima, ci darà la forza di ricominciare ad amarci…. È il destino che ce l’ha mandato amore” disse, avvicinandosi a darle un lieve bacio timido. Santana non si rifiutò e chiuse gli occhi, trattenendo le lacrime di sofferenza che, lo sancire di quel bacio, stava provocando.

“ce la faremo amore…. Dio… abbiamo creato una vita…. Insieme…. “ si riportò verso il suo ventre ed appoggiò la guancia commosso.


Santana chiuse forte gli occhi, mentre accarezzava la testa del marito poggiato su di lei…. Le lacrime le scesero, nel momento in cui pensò a Brittany ed alla piccola speranza di felicità, che aveva assaporato giorni prima, quando aveva capito finalmente di amarla.
 
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Eccolo….
Grazie a chi, la volta scorsa, ha commentato con tanta passione…. Lo so.... c’è ancora tanto ANGST, ma andiamo avanti  e vedremo come si evolverà…. Ok? Non perdiamo le speranze!
Grazie infinite ancora.
Bacio
E

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Capitolo 19
*** Auguri Britt ***


“vedi? Adesso è poco più grande di un’arancia, ma si riescono a vedere le manine e soprattutto il cuore”
“oh mio Dio.. amore hai visto? Hai visto? Il cuore…. Ti rendi conto?” Adam continuava a fissare lo schermo dell’ecografo con gli occhi spalancati, Santana poteva sentire che respirava a fatica dall’emozione.
Sorrise più nel vedere le espressioni buffe del marito, che nel vedere quella piccola figura che stava crescendo lentamente nella sua pancia

“Adesso aumenterò il volume e sentirete il cuore, non spaventatevi, batterà velocissimo” disse la dottoressa
“Carole lo so benissimo, ho dato anche io ginecologia e fatto il mio mese in reparto” rispose Santana
“lo dicevo per Adam…. Eri acida prima, non oso immaginare come sarai ora in gravidanza” fece gli occhi al cielo e guardò divertita Adam, che le sorrise
“per ora è sopportabile!” rispose lui
“cosa vuol dire quel per ora????” lo ammonì severa
“no no… cioè sono sicuro che sarà sempre così” si giustificò, provocando una risata nelle altre due

La dottoressa si avvicinò al volume della macchina e subito si sentì un rumore fortissimo ad un ritmo velocissimo.
Adam spalancò la bocca ed anche Santana rimase colpita, aveva visto centinaia di volte ecografie a donne incinte, ma era una cosa diversa sentirlo da un qualcosa che apparteneva a lei.
“Oh…. San…. Hai sentito? Hai sentito?” Adam si girò più volte trà lo schermo e la moglie
“si è abbastanza forte…. mi preoccuperei se non lo sentissi” disse, mentre Carole la guardava scuotendo la testa divertita perché, dagli anni del college, non era cambiata per niente, ma notò gli occhi lucidi di commozione.

“E’ forte! Sarà un grandissimo atleta, diventerà un Quaterback!”esclamò con entusiasmo Adam
“hey hey… frena frena! Chi ti dice che sia un maschio? Tutta questa convinzione?” lo interruppe la latina
“E’ un maschio Sicuro!!!!” continuò lui
“per saperlo, dovrete aspettare ancora qualche mese” la dottoressa decise di interrompere quella discussione che, era sicura, non avrebbe avuto mai fine

“intanto…. Santana come ti senti? Come và con le nausee?” chiese poi
“insomma… alcuni giorni non mangerei e berrei niente se potessi…”
“sei all’ottava settimana, di certo non te lo devo spiegare io, ma sai benissimo che è un periodo delicato, devi cercare di non stancarti” disse Carole
“Ecco… ecco… sentito? Carole ti prego, glielo spieghi tu che non deve fare turni massacranti a lavoro e che può chiedere di fare meno ore? Continua a lavorare come una schiava” disse implorante Adam, mentre Carole le fece uno sguardo che era chiaramente di dissenso
“hey calma! Sono incinta, non sono mica malata o paraplegica! Devo continuare a lavorare e tu Adam, dovresti smetterla di dirmi continuamente che devo riposare ok? Esiste anche lo stress psicologico sai?”
Santana non voleva smettere di lavorare, nonostante Adam insistesse praticamente tutti i giorni, ed a qualsiasi ora, che era meglio se si prendesse un periodo di aspettativa o la maternità preventiva, era l’unico modo che aveva per non dover pensare a Brittany, passava già parecchie notti insonni per questo, ed era anche un modo per stare lontana da lui, che la esasperava letteralmente in quel periodo, con le sue immense attenzioni
“bene, vedo che qui non avete più bisogno di me…Santana ci vediamo il mese prossimo e questa è la foto ricordo del vostro pesciolino” disse Carole, donando la foto ad Adam e facendo l’occhiolino a Santana divertita
“guardalo…. È un maschio sicuro!”
“oh signore! “ si mise una mano in fronte disperata
 

*****

“heeeeey Fabray! La nocciolina è cresciuta! Ora è un’arancia” rispose alla chiamata di Quinn, mentre si stava per fare un bagno caldo
“Wau! Senti già della pesantezza?” chiese Quinn
“no… l’unica pesantezza che sento è quella di Adam”
“Oddio, continua ad assillarti col fatto del riposo?”
“si, e poi oggi ci si è messa anche Carole, dicendo che siamo all’ottava settimana e bla bla bla” gesticolò, facendo gli occhi al cielo
“un po’ di ragione ce l’hanno San, lavori troppo anche per una persona normale, figurati in gravidanza”
“lo sai perché lo faccio, stò impazzendo letteralmente Quinn, mi manca da morire e credo che questi ormoni amplificati non aiutino” pronunciò Santana
“bè, potresti distrarti in altri modi… per esempio, stasera passo a prendere Beth e ce ne andiamo al cinema, indovina cosa vuole vedere la mia tenera bambina di quasi 14 anni?”
“oddio, qualche Horror sicuramente….” Rispose, mentre si immergeva nella vasca ricolma di schiuma
“esatto! “Vampiri contro Ibridi- il ritorno dal crepuscolo” hai presente?”
“certo che ho presente… o per lo meno immagino…. E non ci verrò mai!”
“ohhh ti prego Saaaan! Mi serve qualcuno di supporto a cui possa tenere la mano, senza essere derisa da mia figlia e, se è troppo per noi, possiamo uscire dal cinema e farci compagnia, mentre aspettiamo che finisca il film e Beth esca dalla sala”
“non ci penso nemmeno Quinn, scordatelo! Non voglio traumatizzare mio figlio prima che nasca!”
“Avanti San, fallo per me… devo pur conquistarmi l’amore di mia figlia anche con queste cose…. Puck mi batte ad occhi chiusi con lei, gli basta fare qualsiasi cosa, che sua figlia ha gli occhi che le brillano quando lo guarda”
“No!” esclamò ancora più sicura
“ti prego…. Avrei chiesto a Brittany, che con la sua seconda vita oramai adora queste cose, ma lavora stasera”

Santana sentendo quel nome si fermò, solo il fatto di sapere che cosa facesse Brittany, le faceva sobbalzare il cuore…. Dopo quel confronto a casa di Puck, non si erano più viste e lei aveva deciso di evitare di comparire da Puck quando c’era lei, per questo, spesso, passava a prendere Beth e l’aspettava fuori senza entrare.

“ok…” disse senza quasi pensarci, ormai immersa nei suoi pensieri
“sul serio? …. Wau!”
“si Fabray, non farmi pentire della cosa, perciò ora chiudiamo, prima che cambi idea” disse, per poi chiudere la chiamata con un sorrisino dei suoi
 
******

“il massimo è stato quando sono comparsi gli ibridi sparsi nella sala con gli ologrammi, che figooooo!!!” esclamò eccittatissima Beth, mentre saltellava davanti a Santana, che entrava dentro casa Puckerman sorridente
“oh si guarda proprio figo! Stavo per rianimare tua madre” rispose Santana, ma, appena entrata in cucina, si bloccò, dimenticandosi di Beth e di tutto quello che le stava intorno

“Briiiitt non puoi capire! Un film bellissimo! Ci dobbiamo riandare, io lo vedo due volte senza problemi” Beth corse da Brittany, appena si accorse che era in cucina ed aveva appena chiuso il frigo

Anche Brittany si fermò, ed i loro sguardi rimasero per qualche secondo inchiodati l’uno all’altro, fino a che non sentì la pesantezza del corpo di Beth, che si tuffò letteralmente su di lei

“heeeey! Che film avete visto?” disse, distogliendo lo sguardo per dedicarlo a Beth, anche se era evidentemente sbiancata e nel panico
“Vampiri contro Ibridi- il ritorno dal crepuscolo” rispose subito la ragazzina
“Wau sembra forte dal titolo!”

“Britt! Hey che ci fai qui? Pensavo fossi a lavoro!” Quinn intervenne, anche per far capire a Santana che non le aveva detto una bugia, quando le aveva detto che sapeva che era a lavoro
“sono in pausa e sono venuta a portare la cena ad Adrian” disse, mentre notò che Quinn osservava preoccupata la sua migliore amica e dava uno sguardo ogni tanto anche a lei.

La situazione si stava facendo imbarazzante, mentre Beth si versava un bicchiere di coca cola, incurante dell’atmosfera che aleggiava in quella stanza

“ciao Santana come stai?” si sforzò di fare un sorriso
“Ciao Brittany…. S…stò benone grazie” rispose, cercando di non balbettare più di tanto
Rimasero a sorridersi debolmente e Santana respirava a fatica, dal momento in cui Brittany si era avvicinata di più a lei. Quinn era paralizzata, senza sapere che fare, fino a che tutte non si destarono attirate da una voce che proveniva dalla stanza, che con entusiasmo diceva:
“Britt lo sai che San ha fatto la prima ecografia oggi? Mi ha mandato la foto di pesciolino…. Guardalo? guarda quanto è piccolo!”

si portò verso di loro col cellulare in mano, mentre Santana voleva morire in quello stesso istante e Quinn avrebbe voluto prendere di peso Beth, se non fosse già troppo alta e troppo pesante per lei, e portarla via da lì. In quelle situazioni, pensava che era veramente uguale al padre, perché agiva senza riflettere, ma pensò che era colpa sua, perché qualche giorno prima, Beth le aveva confidato di aver visto Santana e Brittany baciarsi e lei le aveva detto che si era sicuramente sbagliata, perché erano solo molto amiche ed ora Santana aspettava un bimbo da Adam, quindi era ovvio che si amassero, anche se sapeva benissimo che non era la verità.

“oh….” Riuscì soltanto a dire Brittany, per poi notare che Santana guardava in un punto indefinito per terra
“di quante settimane sei?” chiese poi
“otto settimane” rispose, sollevando appena lo sguardo
“vieni Beth, andiamo a vedere se Adrian è ancora sveglia e la salutiamo!” Quinn prese con forza sua figlia ed il suo cellulare e la trascinò via dalla stanza.

Sospirarono tutte e due, e nessuna delle due sapeva cosa dire.
Fù sempre Brittany la più coraggiosa

“stai davvero bene? Voglio dire nausee e tutto il resto…. Sai….” Chiese con imbarazzo
Santana fece un lieve sorriso, notando quanto fosse tremendamente dolce e bella in quel momento
“si… cioè… alcuni giorni vomiterei su qualsiasi cosa che abbia un odore un po’ più forte del normale…. Ma stò bene”  disse la mora
Brittany annuì e Santana capì che aveva finito gli argomenti validi, per una minima conversazione
“Adrian? Come stà?” chiese poi
“benone, se la stà cavando egregiamente” rispose la bionda

Santana non resistette più, fece un bel respiro e, guardandola implorante negli occhi, cercò di dire
“Britt… io….” Provando ad avvicinarsi di più

“devo andare… è tardissimo e Puck mi ucciderà” si girò immediatamente dall’altra parte e quasi corse a prendere le chiavi della macchina sul tavolo della cucina, lasciando Santana immobile nella stessa posizione in cui si trovava prima. Avrebbe voluto rincorrerla, afferrarla per un braccio e farla girare per poi baciarla, ma non ce la fece. Quell’atteggiamento così forte la spiazzò.

“mi ha fatto piacere vederti” sollevò la mano, agitando le chiavi e scappando da quella stanza, che stava diventando veramente  pericolosa.

Santana la seguì con lo sguardo senza dire niente
 
*****
“Allora, come è stata la prima ecografia? “ Mercedes teneva stretta per mano sua figlia, mentre con l’altra teneva stretto il braccio di Santana, mentre passeggiavano nel parco
“bella…. Emozionante….. ti dirò… devo dire che mi ci stò abituando a questo esserino che mi costringerà ad aumentare di volume nel corso dei mesi” si toccò il ventre istintivamente
“ohhhh vedrai, proverai miliardi di cose, mille sensazioni di tutti i tipi” le rispose l’altra, sorridendo emozionata
“mamy posso andare a giocare nelle altalene?” chiese Mariah
“si certo vai, fai attenzione tesoro…. Ok?” rispose Mercedes, guardando dritto negli occhi la bambina che annuì
Santana la seguì per tutto il tragitto con lo sguardo, emozionata
“è proprio una brava bambina” affermò dopo
“certo…. è tutto merito della madre” si gongolò l’altra
“spero diventi più modesta della madre” le diede una spinta
“come và con Adam?” Mercedes si fece immediatamente seria
Santana abbassò lo sguardo
“non lo so come và…. Alcune volte sento anche del fastidio ad averlo vicino, e poi è così pesante avere tutte queste attenzioni” disse sinceramente
“San…” Mercedes le prese la mano per tenerla trà le sue “ state per avere un bambino insieme, devi cercare di andare avanti… per lui, per questa creatura che porti in grembo” le toccò delicatamente il ventre
“ma io non lo amo…. Io non lo amo più Mer!” rispose disperata
“imparerai di nuovo ad amarlo, lo farai San… ce la puoi fare”
“quando ami qualcuno lo ami e basta, non si può imparare ad amare una persona, si può provare a volerle bene, ma non ad amarla!” rispose, convinta che, nel suo cuore, c’era posto per una persona soltanto.
Mercedes rimase spiazzata da quella frase e semplicemente l’abbracciò, provando per un instante il suo stesso senso d’impotenza.

****
“Buongiorno! Hai dormito bene?” Adam, come ogni mattina, la svegliava con la colazione a letto, ancora non aveva capito che si svegliava con la nausea e che, qualsiasi cosa che facesse odore, le uccideva all’istante lo stomaco.
Stanca di ripeterglielo, si girò dall’altra parte
“Amore, però se non mangi a colazione, non reggerai tutta la mattinata ed io stò partendo per New York, non puoi farmi partire con la preoccupazione che non ti nutri a sufficienza per te e per nostro figlio”

Ogni volta che Adam menzionava la sua salute, ci metteva in mezzo anche quel ”nostro figlio” che la faceva sentire terribilmente in colpa, tutte le volte. Decise di girarsi verso di lui e dire

“Adam…. Ho appena aperto gli occhi e devo ancora concentrarmi, per cercare di vincere la nausea e non precipitarmi in bagno a vomitare… dammi tregua, ti prego” cercò di essere il più gentile possibile
“ok… ti lascio il vassoio sul tavolo…. Io devo andare ora, sono già in ritardo per il volo” rispose deluso
“ok…. Buon viaggio Adam” le dedicò un altro sorriso
“ciao amore, ci sentiamo appena atterro” si avvicinò timidamente e le diede un lieve bacio sulle labbra sfiorandole il ventre “mi raccomando pesciolino, stai attento alla mamma e ricordale che non si deve stancare” continuò, procurandole un sorriso


Appena sentì chiudersi la porta, si girò a pancia in su e si mise le mani davanti al viso…. Era un giorno importante quello…. Era il compleanno di Brittany. Voleva poter fare qualcosa per lei, ma, in quel momento, non le venne in mente niente, se non la disperazione di non poterla avere per lei, anche quella volta, per l’ennesimo anno. Decise di alzarsi ed iniziare la sua giornata, per evitare di impazzire.
 
******

“dottoressa Lopez si sente bene? È un po’ pallida”
“si si Spark, stò bene è stata solo una giornata lunga e faticosa…. Per questo puoi andare a casa Ashley, abbiamo finito per oggi” le disse, vedendo un sorriso sul suo volto
Era veramente stanca, non si era nemmeno resa conto delle ore che erano volate, in quella giornata che non capiva se voleva solamente che passasse, perché tornasse tutto alla normalità e non dovesse pensare ogni momento che era il compleanno della persona più importante della sua vita e lei non poteva vederla. In più aveva contribuito anche Quinn a sentirla più volte in tutta la giornata, perché era preoccupata, sapendo che era un giorno particolare per lei.
Trà loro due c’era un tacito accordo, dopo quello scontro a casa di Puck, nessuna delle due poteva nominare Brittany e sopratutto Quinn, che era quella che aveva i contatti con lei e poteva raccontarle della sua vita. Si erano sentite più volte, ma mai avevano fatto riferimento all’avvenimento di quel giorno, ci giravano sempre attorno, Santana era stata tentata più volte di chiederle qualcosa, ma non l’aveva mai fatto, per paura di soffrire.

Entrò nel suo ufficio e chiuse a chiave la porta, si sdraiò, perché era veramente distrutta, la nausea non l’aveva abbandonata un minuto quel giorno, non si sentiva più le gambe per quanto era stata in piedi.
Sapeva che, fermarsi così, non sarebbe stata una buona idea, perché inevitabilmente il suo pensiero sarebbe volato li, a quegli occhi splendidi, a quel sorriso che le faceva battere il cuore. Pensò che, per tutti quegli anni, aveva desiderato avere Brittany per augurarle buon compleanno o le sarebbe bastato anche soltanto sentirla se fosse stata lontana. Ma, in quel momento, ce l’aveva lì a pochi passi, e stava lasciando correre un altro compleanno senza vederla e farle gli auguri. Sospirò e le scese una lacrima, controllò l’orologio e vide che erano già le 22, in un impeto d’ira, si alzò e prese il cellulare in mano.

“Dimmi che sei a casa rilassata che leggi un libro e non sei ancora in ospedale” Quinn rispose praticamente subito alla chiamata
“dov’è? Ho chiamato da Puck e non risponde nessuno a casa”disse subito, senza badare alla sua domanda
“San, non credo sia una buona idea…”
“Quinn! Per favore, so che stò rompendo il nostro patto, ma ti supplico, dimmi dov’è”
Sentì che Quinn fece un sospiro di rassegnazione, per poi dire
“abbiamo festeggiato tutti insieme a pranzo al Puckzilla, ed ora sono andati da Sam a continuare i festeggiamenti, Beth dorme da me stanotte”
“ok… grazie Quinn”
“Santana! Che hai intenzione di fare?” urlò Quinn, prima che la mora potesse chiudere la chiamata
“dirle che l’ amo! E questa volta mi deve ascoltare” disse, chiudendo la chiamata, prima che l’amica potesse controbattere


Si alzò di scatto dal letto e sentì un dolore all’addome, pensò fosse per il modo brusco in cui si era sollevata dalla sua posizione e poi, i suoi addominali, facevano schifo in quel periodo.


Guidò fino a casa di Sam con il cuore che le batteva a mille, mentre stringeva il volante tremava, faceva dei lunghi respiri, per cercare di calmarsi, non poteva farsi vedere in quelle condizioni da Brittany, avrebbe pensato fosse una psicopatica.
Suonò il campanello più volte, pensando che fossero tutti giù nello scantinato e non sentissero

“hey mammina! Che ci fai qui?” Santana notò che, appena Puck la vide si preoccupò, anche se cercava di camuffare con le sue solite battute.
 “ciao Puck… i…io stò cercando Brittany, so che era qui con voi….”
“si…. Stiamo festeggiando….” Il ragazzo la scrutò e vide che era cadaverica in viso “tutto bene San? vieni entra” disse poi
“no…no…. Non voglio disturbare, per favore Puck, puoi chiedere a Britt se può venire su un momento?” iniziò ad agitarsi ed a muoversi nervosamente
“ok… ma almeno entra, non stare fuori al freddo” si spostò per farla passare
“ok…” disse, stringendo forte le braccia al petto.
“vado a chiamarla….ma, Santana, sicura di stare bene?”
“si… si Puck, tranquillo” si sforzò di sorriderle
“ok” Puck si avvicinò e le stampò un bacio in fronte rassicurante, per poi correre giù per le scale

 
Santana continuava a fare dei respiri per cercare di calmarsi, se Puck aveva notato la sua agitazione, Brittany l’avrebbe notata ancora di più, ed era il suo compleanno e non voleva farla preoccupare.
Sentì i suoi passi che salivano velocemente le scale, evidentemente quell’idiota di Puck l’aveva informata che era abbastanza agitata, si sforzò di sorriderle, quando la vide con quello sguardo raggiante e felice.

“Heeeeey!” Brittany arrivò e sembrava davvero felice, Santana pensò in quell’istante di scappare, perché magari, quello che le doveva dire, le avrebbe sicuramente rovinato la serata.

“Ciao!” disse la mora
“sei venuta a dirmi che stò diventando vecchia?” ironizzò
“sarei più vecchia io nel caso!”
“si, ma da te non si vede, sei così bella che sembri una ragazzina!” nell’istante stesso in cui Brittany pronunciò quella frase, si rese conto che l’entusiasmo e la felicità di vederla quel giorno, le avevano fatto pronunciare d’impulso un complimento per niente velato. Santana sorrise imbarazzata e poi disse
“buon compleanno Britt…. “ si avvicinò e, prendendo coraggio, l’abbracciò, la bionda rispose all’abbraccio e la strinse fortissimo, Santana sentì i suoi muscoli rilassarsi a quella stretta, che le diede più serenità
“io… io non ti ho portato niente…. Mi spiace” disse poi ancora trà le sue braccia
“questo abbraccio è il più bel regalo, credimi!” pronunciò la bionda, un po’ emozionata


Erano anni che Brittany non festeggiava il suo compleanno, non si ricordava nemmeno che cosa avesse fatto l’ultima volta, era felice, perché quel giorno l’aveva potuto passare con le persone che amava e le volevano bene davvero, si era ritrovata a gioire di tanti momenti di quella giornata, ma allo stesso tempo a pensare che, per completare il suo giorno del compleanno perfetto, mancasse Santana, e quando Puck era arrivato, dicendole che era di sopra che l’aspettava, non poteva crederci, non le importava com’erano ora le cose trà loro due, le importava soltanto che ci fosse stata, ed avesse reso quella giornata davvero perfetta.
Brittany si allontanò per guardarla in viso e sorriderle

“ti và di venire giù con noi? Stiamo festeggiando con delle birre, so che tu non puoi, con un bimbo in arrivo, ma abbiamo anche della coca cola” disse
“no… no davvero”
“San ma stai bene?” le chiese preoccupata
“Si… cioè no!” rispose, procurando un dolcissimo sguardo corrucciato e perplesso nell’altra
“Britt…. io non ce la faccio più!” disse improvvisamente, lasciando l’altra sorpresa
“lo so, ho fatto un errore, ho fatto la cosa più schifosa di questo mondo a fare un figlio con una persona che non amo…. Ma è successo…. È successo Britt capisci?”
Chiese implorante, mentre la bionda annuì preoccupata per lo stato dell’altra
“si… si lo so San…. ma ora calmati per favore” le disse
“no io non mi calmo Brittany…. Non ce la faccio più! Per troppi anni ti ho perso, ed ora che ti ho qui, non ti posso avere, io ti amo lo capisci? Non amo nessun altro e non mi puoi chiedere tu e tanto meno gli altri, di smettere di amarti ed imparare ad amare qualcun altro, perché non è possibile” quasi urlò, con le lacrime agli occhi, come se si stesse liberando da un peso sul cuore, che non lo faceva battere regolarmente e lo faceva sentire pesante.
Brittany la guardò piangere e provò una pena incredibile
“San… io…. “ si avvicinò di nuovo “aspetti un bambino e sei sposata, sei andata avanti nella tua vita ed è stato giusto così, io non posso comparire improvvisamente dal nulla e stravolgerti la vita che ti sei creata”
Santana smise di piangere e le prese le mani stringendogliele
“Britt…. Britt guardami” le chiese “tu mi ami? Mi ami Brittany?” ad un centimetro dal suo viso
“questo non ha importanza…. Non ce l’ha più ormai” rispose, girando il viso dall’altra parte
“si che ce l’ha cazzo!”
“Santana calmati!”
“Ce l’ha Britt, perché io ti amo, tu mi ami e possono andare affanculo tutti, capisci?” le prese il viso trà le mani con forza, per costringerla a guardarla
“io non ti lascio andare un’altra volta, non ti perderò un’altra volta Brittany Pierce…. “ le disse, ormai sospirandoglielo trà le labbra


Brittany sentì improvvisamente un impulso di baciarla e stringerla a sé, per non lasciarla più andare, aveva ragione, avevano sofferto troppo e si amavano tutte e due, e questo poteva bastare…. quando vide che spalancò gli occhi e smise di respirare

La bionda si spaventò

“San… che succede?”
Santana si accasciò, si mise una mano sotto il inguine e quando la guardò, vide che sanguinava da sotto i suoi jeans, sentì un dolore fortissimo al ventre

“Oh mio Dio Santana che succede?” Brittany si abbassò verso di lei

“Britt…. Britt …. Il bambino…. chiama un’ambulanza presto” disse, guardando terrorizzata la sua mano per poi svenire.

“San…. Santana ti prego rispondi” le diede degli strattoni per rianimarla, poi urlò

“Puck!!! Sam!!! Aiutoooo!!!”
 
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Ciaaaaao, ho già assunto una scorta e vi dico subito che sono sotto protezione tramite: FBI, CIA, KGB, SISDE, CSI Miami, New York, Las Vegas ecc… RIS, DIA e DIGOS.
Questo nel caso qualcuna avesse cattive intenzioni nei miei confronti.
Se poi la cosa riguarda un equo scambio trà la mia vita e quella di Adam, bè… contattatemi in privato e vi do immediatamente il suo indirizzo. ;)
Grazie a chi tiene duro nonostante tutta la sofferenza di questa storia, a chi legge e recensisce anche con quelle paroline tanto affettuose nei confronti di Adam XD
Ci vediamo presto ed abbiate fiducia in me!
Ah, una cosa…. è il compleanno di HeMo, ringraziamo mamma e papà Morris per aver messo al mondo una creaturina così (anche se mamma Morris c’è poco da ringraziarla!)
See you!
E. 

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Capitolo 20
*** Change my name ***


Aprì gli occhi lentamente anche se bruciavano terribilmente, vide un viso conosciuto ma sfuocato, che si avvicinò e le mise una mano sulla spalla
“Santana…. Santana mi senti?”
“C…Carole…” pronunciò, riconoscendo la collega
“si… come ti senti?” le sorrise
“c..cosa è successo?” chiese subito
Vide che Carole prese una sedia e si mise a sedere, tenendole la mano
“prima mi dici come ti senti?”
“bene… un po’ debole ma bene…. Cosa è successo? Il bambino?” si toccò istintivamente il ventre
 
****

“ma come è potuto succedere?” Quinn passeggiava nervosamente davanti ad un Puck ancora terrorizzato
“non lo so Quinn, è arrivata ed era pallida in viso, oltre ad essere anche molto agitata, ha voluto parlare subito con Britt, non ci sono state ragioni, allora sono andato a chiamarla e lei è salita subito, poi, dopo pochi minuti, ho sentito che urlava e chiedeva aiuto” si mise una mano sulla testa disperato, quasi in lacrime
“stai tranquillo, ora stà bene” Quinn si preoccupò nel vederlo così, le mise una mano sulla spalla e lo guardò negli occhi per rassicurarlo
“si ma è… è successo tutto in un attimo e… … guarda Britt…. È sotto shock!” la indicò e Quinn la vide seduta su una sedia dell’ospedale che guardava il vuoto e muoveva nervosamente le gambe, mentre Sam, accanto a lei, le massaggiava la schiena per confortarla.

Decise di avvicinarsi, si mise affianco a lei e le prese la mano che tremava, Sam capì immediatamente che doveva lasciare le sue due amiche da sole e si diresse verso Puck.

Rimasero molti minuti in silenzio a stringersi la mano

“E’ tutta colpa mia Quinn” Brittany iniziò a piangere, non reggendo più la tensione, era stata forte tutto quel tempo, non aveva pianto ed ora, pensando a quello che era successo, non riuscì più a trattenersi.
Quinn, con le lacrime agli occhi, le strinse ancora di più la mano e scosse la testa, trà i singhiozzi
“se non fossi tornata, se non ci fossimo incontrate, lei avrebbe continuato a vivere la sua vita felice e non avrebbe…”
“basta Brittany!!!” la interruppe, facendo girare anche gli altri due ragazzi che erano poco distanti da loro
“basta…. Basta… basta ti prego….” Brittany vide che Quinn era più agitata ed angosciata di lei in quel momento,Quinn  si girò e si mise in ginocchio davanti a lei “per tutto questo tempo, Santana non ha vissuto, nel momento in cui tu te ne sei andata, lei ha semplicemente sopravvissuto, si è accontentata Britt….. ma non ha vissuto e non era pienamente felice”  Quinn le prese la mano e la guardò con gli occhi gonfi di lacrime “Basta Brittany…. Ok? Voi due vi appartenete , vi siete sempre appartenute e non si può fare niente… quindi ora per favore, ti supplico…. Basta!” si abbracciarono e piansero e Brittany, trà le sue braccia, le sussurrò “io la amo…. La amo Quinn” mentre l’altra muoveva la testa annuendo.

 
Sentirono dei passi avanzare verso di loro e, staccandosi, videro Adam a pochi centimetri da loro

“Adam….” Quinn cercò di ricomporsi e si asciugò il viso, mentre notò che Adam era serio ed impassibile
“cosa è successo?” disse come se fosse quasi un robot
“Oh Adam mi dispiace … mi disp….”
“cosa è successo Quinn” la interruppe serio
“Ha perso il bambino..... avete perso il bambino" disse prendendo coraggio, mentre Brittany, agitata, stava in disparte con le braccia incrociate
Adam chiuse forte gli occhi e fece un lungo respiro
“come è successo? Era a casa? Dov’era?” chiese poi
“ecco… era….” Quinn balbettò
“era con me!” Brittany si fece avanti e lo guardò con coraggio negli occhi “eravamo insieme quando è successo”
“tu…. sei Brittany vero?” disse guardandola
“si” annuì

Adam fece silenzio per qualche secondo, scrutando la ragazza davanti a lui, Brittany notò che strinse i pugni fortissimo, quasi a far diventare bianche le nocche

Distolse di colpo lo sguardo, per girarsi verso il corridoio, dove stava arrivando Carole

“come stà?” chiese subito Quinn
“si è svegliata, ma è molto provata dalla notizia, dovrete starle molto vicino, purtroppo non è semplice per una donna affrontare queste cose” guardò Adam in quell’istante, che abbassò lo sguardo
“possiamo vederla?” chiese Brittany
“si certo, magari è meglio se entrate uno alla volta” disse
lasciarono entrare prima Adam
 
 
Santana lo vide e si accorse che non era la persona che avrebbe voluto vedere per prima, sospirò, mentre notò in lui uno sguardo serio.
“come stai?” le chiese, sedendosi affianco al suo letto
“non lo so…. Ti giuro non lo so Adam….” Disse con le lacrime che scendevano
Adam le prese la mano e disse
“San…. perché non mi hai ascoltato? Tutto questo non sarebbe successo” disse con gli occhi umidi
“Adam io…. Non voglio parlarne ora…. “pronunciò, aveva bisogno di vedere solo una persona in quel momento, decise che girarsi dall’altra parte e stare in silenzio, era l’unica cosa  da fare
Adam aspettò alcuni minuti i silenzio che Santana si girasse di nuovo, ma non avvenne, così disse
“io…. È meglio che vada… faccio entrare Quinn”si avvicinò e le diede un bacio in fronte
Santana sospirò, mentre sentì, per l’ennesima volta, quelle labbra sulla sua pelle


Quinn si avvicinò lentamente e cercò di trattenere le lacrime nel vedere la sua amica in quelle condizioni, Santana era fragile, era disarmata in quel momento ed il suo viso, così preoccupato, lo dimostrava, cercò di sorriderle
“heeeey” le disse e si mise su quella stessa sedia, dove era seduto poco prima Adam
“Quinn…” la mora cercò la sua mano che trovò subito pronta a stringerla
“se non combini casini non sei contenta Lopez” cercò di ironizzare, accarezzandole il dorso della mano col pollice
“io… io non volevo…. Volevo questo bambino ti giuro Quinn” iniziò a piangere
“sssshhhhh non è il momento di parlarne ora…. Ok?” le accarezzò la fronte delicatamente
“Senti… prima che ci sbattano fuori tutti, ci sono Puck e Sam qui fuori che ti salutano, non entrano oggi perché sei abbastanza distrutta e poi c’è un’altra persona che non vede l’ora di entrare e so che, anche tu, non vedi l’ora di vederla” le sorrise, vedendo che s’illuminò un pochino di più
“è lì fuori?” chiese, stringendole più forte la mano
Quinn annuì e, dandole un bacio in fronte, disse “ci sentiamo domani, vuoi che chiami tuo padre?” le chiese
“si grazie, e ringrazia anche Puck e Sam” disse
“ok, faccio entrare Britt allora” le sorrise  per poi allontanarsi
“Quinn?” la chiamò improvvisamente, la bionda si girò “ti voglio bene” le disse commossa. Quinn annuì e con gli occhi lucidi rispose “anche io San”

 
Brittany si avvicinò timidamente e lentamente, era ancora spaventata per quello che era successo poche ora prima. Santana la vide e non riuscì a trattenere le lacrime. Brittany aumentò il passo e si mise in ginocchio affianco a lei

“non piangere San” le disse, accarezzandole il volto. La bionda notò che era stanca e terrorizzata
“ho perso il bambino Britt” disse trà le lacrime, mentre la bionda annuì “io… io non volevo… ti giuro non volevo, volevo tenerlo, non so come avrei fatto…. Ma…”
“sssshhhh San… possiamo parlarne in un altro momento?” la continuò ad accarezzare e le mise l’indice trà le labbra, per zittirla
Si guardarono per pochi istanti e Santana chiese
“non lasciarmi Brittany, ti prego”
“sono qui, non vado da nessuna parte” continuò ad accarezzarle i capelli, mentre, con l’altra mano, stringeva la sua
“ti…ti và di baciarmi Britt?” le chiese timidamente. La bionda sorrise e le diede un lieve bacio trà le labbra, era talmente delicato, che Santana provo la sensazione di mangiare una nuvola, quel bacio la fece sorridere per la prima volta, dopo quelle ore.
“ce la faremo vedrai” le disse poi la bionda.

Sentì una presenza dietro di lei e si girò, Santana sollevò lo sguardo e vide che, poco più indietro di Brittany, c’era Adam.
“Adam” esclamò spaventata
“io… io stò andando a casa, la dottoressa dice che puoi uscire già da domani, ti tengono qui solo per precauzione…. Quindi… domani tornerò a prenderti” disse con lo sguardo impassibile
“ok…” rispose solamente la mora
Brittany non disse niente ed aveva tenuto costantemente lo sguardo basso, senza guardarlo
“bene…. Allora buonanotte” rivolse uno sguardo veloce a Santana e si allontanò
 

Appena Adam uscì dalla stanza le due si guardarono senza dirsi niente, quello sguardo parlava più di mille parole.
“Sei stanchissima…. Hai sonno San?” le chiese la bionda, continuando a darle delle carezze per tutto il viso
Santana annuì e chiese
“stai con me fino a quando non mi addormento?”
“certo” le sorrise, Santana le fece spazio e Brittany si sdraiò affianco a lei, il suo petto le faceva da cuscino.
La mora sollevò il viso e cercò le sue labbra, l’altra si abbassò e la baciò, con un bacio più sicuro e profondo
“andrà tutto bene vero Britt?” le chiese poi staccandosi
“Andrà tutto bene, te lo prometto San”

 
Dopo quelle parole Brittany notò che Santana si rilassò e passarono pochi minuti ,perché si addormentasse profondamente. Le diede un delicato bacio sul capo e si alzò dal letto per andare via. Rimase a guardarla per un po’ mentre dormiva, non sapeva come sarebbe andata, ma le aveva promesso che sarebbe andato tutto bene, di certo non avrebbe più rinunciato a lei, non voleva più vivere una vita senza Santana.


Si diresse verso la macchina per tornare a casa e cercare di dormire qualche ora, anche se era ancora abbastanza agitata da quello che era successo, non sapeva cosa avrebbe dovuto fare la mattina dopo, l’unica cosa certa, era che l’avrebbe vista ed, insieme, avrebbero capito cosa fare. Si girò improvvisamente sentendo una presenza silenziosa dietro di lei

“Oddio mi hai spaventato!” disse, mettendosi una mano sul petto
Adam la guardava in silenzio, senza dire niente, Brittany aveva capito fin dal primo momento in cui aveva incrociato il suo sguardo, quella sera, che Adam aveva capito tutto.
“hai bisogno di qualcosa?” chiese, con un po’ di paura per una sua reazione
“ci amavamo…. Lei mi amava” disse, guardandola come se non avesse sentito la sua domanda
“oh… “ No pensava prendesse subito l’argomento così di petto e rimase spiazzata, non riuscendo a dire niente
“eravamo felici assieme…. Poi di punto in bianco l’ho sentita lontana ed ho sentito che non mi amava più… perché? “ chiese
Brittany rimase in silenzio, non sapendo dare una risposta  a quella domanda
“ha fatto di tutto per perdere il nostro bambino, non lo voleva perché voleva stare con te” disse, assumendo un’espressione di disprezzo e delusione
“no… non è vero, lo voleva, Santana voleva quel bambino” rispose finalmente
“si, ma non voleva più me!” Brittany notò gli occhi lucidi di Adam
“Adam… io…. Mi dispiace…” riuscì solo a dire
“fà tutto immensamente schifo…. Ho fatto di tutto per renderla felice… pensavo…. Pensavo che questo bambino potesse aiutarci a ritrovarci….” Passeggiò nervosamente davanti a lei.

Brittany non capiva perché, quell’uomo praticamente sconosciuto, si stesse sfogando con lei, che, in fin dei conti, era la causa dei suoi mali.
Le fece una pena indescrivibile perché in quel momento le sembrò un uomo solo, senza nessuno su cui aggrapparsi, le ricordò un po’ la sua situazione di qualche anno prima. Decise di ascoltarlo in silenzio, e sentire quello sfogo così surreale ma, allo stesso tempo, così umano.

****

Era arrivata a casa sua dopo un viaggio silenzioso, in macchina con Adam, a parte un lieve saluto e dei gelidi sorrisi,con le domande di convenienza, non si erano detti niente. Lo conosceva troppo bene, per non accorgersi che stava male. Aprì la porta e, vicino all’ingresso, vide le valigie di Adam, pensò si stesse preparando a ripartire per NY e l’idea le diede sollievo in quel momento, perché non aveva nessuna voglia di affrontare Adam e dare tutte le risposte ai suoi perché, ma poi notò che le valigie erano più del normale per le sue solite trasferte e c’erano varie scatole imballate. Si girò a guardarlo e disse
“cosa significa?”
“vado via Santana” disse in modo freddo, senza guardarla negli occhi
La mora non ebbe il coraggio di dire niente, non sapeva come si sentiva…. Non riusciva a capire cosa provava in quel momento, vedendo Adam così e realizzando che si stavano lasciando
“è la cosa migliore…. Per tutti e due …. Credo” continuò
“Adam io….”
“và bene…. Non è andata… ci siamo amati… o per lo meno io ti ho amato tanto e credo che ti amerò per sempre” disse, mentre lei si avvicinava sempre più
“anche io ti ho amato Adam…. Ma….”
“ma è arrivata Brittany…. Lo so… l’ho capito San, ho capito cosa siete…. Mi è bastato stare nella stessa stanza con voi per qualche minuto” sorrise amaramente

Santana notò tutto il dolore in quelle parole appena pronunciate, ma era inevitabile e forse era anche meglio così, come aveva appena detto lui.

“mi dispiace Adam….. credimi mi dispiace da morire!” disse sinceramente avvicinandosi a lui
“ci credo San… e forse è un segno che questo bambino non sia nato…” disse abbassando la testa e facendo scorrere qualche lacrima “perché sarebbe stato tutto più difficile così”

Santana si sentì il cuore a pezzi, gli voleva davvero bene ed il fatto che, nonostante la sofferenza, le stesse dicendo quelle parole, la spiazzò. Sentì forte l’impulso di abbracciarlo e lo fece, avvicinandosi lentamente a lui, come se dovesse chiedergli il permesso
Si abbracciarono a lungo ed Adam la strinse serrando gli occhi, perché sapeva che quello era l’ultimo contatto fisico che, oramai la sua ex moglie, poteva concedergli.
 
**********

Guardava quella casa deserta e priva delle cose di Adam che era andato via ormai da un’ora,aveva telefonato al padre e gli aveva raccontato tutto, come al solito Ernesto era stato comprensivo, anche se Santana, sentiva che era molto preoccupato. Si sentiva ancora molto stanca e quella sensazione di sentire ancora qualcosa dentro di lei, non l’aveva lasciata mai per tutta la mattinata. Provava un senso di colpa grandissimo, perché forse davvero poteva fare qualcosa in più, per evitare tutto quello, ripassava a memoria tutti gli errori fatti negli ultimi due mesi e non poteva fare a meno di arrivare alla conclusione di quanto fosse idiota.

L’unica cosa di cui non si era pentita, era quella di non aver permesso a Brittany di andare via un’altra volta, di allontanarsi da lei, perché, in quel momento, era l’unica cosa che le faceva continuare a desiderare di vivere, per poter vedere i suoi occhi e baciare le sue labbra. Sentì il cellulare squillare e sorrise vedendo chi era
“Britt” disse rispondendo
“ciao San, ho finito adesso il mio turno e ti ho potuto chiamare solo ora”
“non preoccuparti” rispose, mentre il cuore le batteva a mille al solo sentire la sua voce
“come stai?” le chiese preoccupata
“è andato via Britt…. Adam se né andato” disse con la voce commossa
“lo so…. Ieri mi ha aspettato fuori dall’ospedale perché mi voleva parlare” disse
“che cosa?” si agitò
“tranquilla…. Non è successo niente, è una brava persona, mi ha chiesto per favore se potevo prendermi cura di te”

Santana fece silenzio e, quelle parole, la spiazzarono, non era da lui abbassarsi così alla sconfitta, Adam era una persona orgogliosa quanto lei, se non di più, e non pensava avrebbe fatto una cosa del genere. Evidentemente, doveva davvero amarla tanto, se era arrivato a quel punto. Provò un senso di gratitudine per il solo pensiero di averlo incontrato e di aver passato un periodo della sua vita con lui, che era riuscito a farle vivere dei momenti teneri e felici.
“San?.... San sei ancora li? Tutto bene?”chiese Brittany
“si… si scusa”
“pensavo di passare da te se ti và” Brittany non vedeva l’ora di vederla
“certo che mi và… ti aspetto Britt” disse
 

Dopo nemmeno un’ora, Brittany era a casa di Santana, che suonava il campanello, appena la mora aprì la porta si abbracciarono fortissimo e la bionda si staccò per darle un bacio appassionato, dal quale si staccarono solo per poter respirare.
“ciao” le disse Santana sorridendole
“ciao a te” rispose, stringendola e scrutando il suo viso bellissimo
“devi fare le valigie” disse poi
Santana la guardò perplessa, mentre l’altra annuì divertita
“devi fare le valigie… avanti che aspetti?” continuò Brittany divertita
“ma… perché?” chiese
“ti porto via per qualche giorno, non ti fa bene stare in questa casa e poi ce ne staremo un po’ da sole io e te”
“ma… dove andiamo? “ chiese ancora incredula la mora
“Hey…. “ Brittany si avvicinò di nuovo a lei e la baciò delicatamente “ti fidi di me?” le disse poi
Dopo quel bacio, Santana pensò che poteva finire anche all’inferno con lei, che non gliene sarebbe fregato niente, quindi annuì e si precipitò a fare le valigie aiutata da Brittany.
 

Erano in viaggio in macchina ormai da un’ora e Santana, ogni tanto, cercava di fare delle domande, ma per ogni domanda, riceveva in risposta un bacio da Brittany, che si sporgeva pericolosamente verso di lei mentre guidava. Pensò allora di continuare a fare domande a raffica, in modo da avere più baci possibili, ma poi si domandò se, facendo così, rischiavano la vita, perché Brittany non esitava a sporgersi sempre di più verso di lei, mentre guidava. Così le venne un’idea geniale

“Britt ti puoi fermare un secondo?”
“cosa? perché stai male?”
“no no… ma fermati per favore” disse sorridendo
Brittany si fermò al primo spiazzo che incontrarono per strada e si girò a guardare perplessa la ragazza
“allora…. dove stiamo andando?” sorrise
La bionda s’illuminò e, con sguardo malizioso, si levò la cintura e si porto dal lato di Santana, sedendosi sopra di lei, la guardò e la baciò
“il gioco vale sempre” le disse poi, staccandosi dalle sue labbra e facendola sorridere
“potrei farti domande all’infinito”
“ed io potrei baciarti all’infinito” rispose
“dovremo stare ferme per un bel po’ qui” continuò Santana divertita
“potrei stare qui anche tutta la vita, se ci sei tu sotto di me…. Ti ricordo che non ho problemi logistici io” risero tutte e due e Santana riprese le sue labbra avidamente.
Dopo qualche minuto passato a baciarsi Santana disse
“mmmmm ho fame, quindi è meglio se andiamo”
“ok… hai altre domande da fare?” le fece l’occhiolino
“no.. per ora basta così”

 
Arrivarono finalmente a destinazione, avevano viaggiato fino a Cleveland verso il mare e Santana riconobbe quella casa
“ma è la casa al mare di Puck!” esclamò, mentre Brittany rispose con un sorriso
“esatto…. Oltre a concedermi qualche giorno di ferie, mi ha dato anche le chiavi di questa meraviglia”


La casa di Puck era a pochi metri dalla spiaggia e, dalle verande, si poteva vedere benissimo il mare, anche se era inverno, era pur sempre uno spettacolo bellissimo

Le due abbandonarono subito le valigie appena entrate e si precipitarono verso la terrazza che dava sul mare, c’era un po’ di freddo, ma ne valeva la pena, perché lo spettacolo era stupendo, il mare era calmo e filtravano dei raggi di sole dalle nuvole, che lo rendeva di un colore argentato.  Santana strinse forte le braccia al petto per scaldarsi, Brittany se ne accorse e subito l’avvolse col suo corpo stingendole la vita
“vuoi che entriamo dentro?” le sussurrò all’orecchio
“no… aspetta, è bellissimo qui” pronunciò, appoggiando la testa sul viso di Brittany e stringendo le braccia che l’avvolgevano
“è bellissimo stare qui con te amore” le disse la bionda
Santana sussultò improvvisamente e disse
“aspetta….. come mi hai chiamato?” chiese
Brittany sorrise e disse “amore”
Santana si girò e Brittany vide il suo viso felice, forse non l’aveva mai visto così felice, da quando si erano ritrovate
“chiamami ancora così”le mise due dita sulle labbra come a voler realizzare che erano state proprio quelle labbra a pronunciare quella parola bellissima
“amore… amore amore amore” disse Brittany trà le dita delicate di Santana che, commossa, aveva gli occhi lucidi
“posso cambiare il tuo nome se vuoi e, da ora in poi, non sarai più Santana, ma sarai amore…. Sarai amore mio” pronunciò dolcemente Brittany

Santana non riuscì quasi a respirare, dopo quelle parole dolcissime e decise di trovare ossigeno trà quelle labbra, che avevano appena pronunciato quelle frasi che le avevano fatto sussultare il cuore.

Si baciarono appassionatamente mentre, con foga, si trascinarono sul letto, che era dentro la stanza che dava sulla terrazza. Si amarono per tutta la notte, Santana non poteva credere che, dopo un dolore così grande, si potesse avere una felicità così immediata, ma il solo sentire Brittany con lei pienamente, sentire che era solo sua, ogni centimetro del suo corpo, ricominciava a respirare, riprendeva vita.


****

“pensi che sia stata colpa mia? Pensi che abbia ucciso io mio figlio?” erano sedute sul letto e Brittany la stringeva trà le sue braccia, erano nude con solo una coperta che le avvolgeva, si erano messe verso la grande vetrata ad osservare il mare che brillava con le prime luci dell’alba
“sei sicura che ne vuoi parlare?” le sussurrò con le labbra sul suo collo, prima di baciarlo
Santana inclinò ancora di più la testa, verso le labbra di Brittany, beandosi di quel tocco
“si…. Voglio sapere che ne pensi”
“ok…. Girati e guardami” le disse sicura
Santana si girò verso di lei e Brittany l’avvicinò il più possibile al suo corpo, avvolgendola con la coperta

“penso che sia stata madre natura, succede a migliaia di donne, soprattutto durante la prima gravidanza” disse, accarezzandole il volto e vedendo che Santana la ascoltava, come una bambina che ascolta le fiabe dalla mamma “e penso soprattutto che, questa volta, il destino ci abbia voluto dare una mano, ci abbia dato un’altra possibilità amore” Santana le sorrise, sentendo di nuovo quella parola che la faceva sussultare
“penso che ora noi dovremo prendere questa possibilità e non sprecarla e dovremo sfruttarla al massimo, perciò io voglio recuperare tutti i baci che in questi anni non ti ho dato” le sorrise e le diede un lieve bacio facendola ridere “voglio recuperare tutte le volte che non abbiamo fatto l’amore, tutti i Natali, tutti i compleanni, tutti i tuoi traguardi nello studio, i tuoi progressi nel lavoro, tutti i tuoi dolori, tutte le tue gioie, le voglio sentire dentro di me, voglio che, ad ogni tuo respiro, io riesca a capire a cosa corrisponde il tuo pensiero, perché saremo talmente una cosa sola, che non avremo nemmeno più bisogno di parlarci, perché basterà amarci”

Santana notò che aveva gli occhi lucidi, inclinò la testa e le diede una delicata carezza sul viso

“ti amo Brittany, se ci fosse una misura dell’amore che provo per te, non la saprei quantificare, perché è senza misura” le disse Santana, per poi baciarla di nuovo e continuare “prenditi cura di me…. Vuoi?” la bionda annuì ormai con le lacrime che scendevano “ed io mi prenderò cura di te” le disse ancora
“perdonami San per non essere tornata da te, perdonami per aver fatto passare tutti questi anni senza di noi” Santana scosse la testa e le sollevò il viso, che la bionda aveva abbassato
“non importa, lasciamoci dietro tutto ok? Lasciamo andare via tutto amore… cominciamo da ora, adesso, qui….. noi!” le disse
Brittany sorrise e, prendendo un profondo, respiro disse
“Ti amo Santana, non credo di aver amato mai nessuno così”

Santana spalancò gli occhi ed iniziò a piangere anche lei, non aveva ancora sentito dire quelle parole da Brittany e, sentirle, le aveva provocato una sensazione indescrivibile, le sembrava di volare, si sentiva leggera ed invincibile, sentiva che niente e nessuno poteva farle del male, perché l’amore di Brittany non l’avrebbe lasciata cadere.
 
 
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Non vi stò a descrivere la fatica infinita e la sofferenza che mi è costato questo capitolo.

Voglio solo dire che è bello quando sei in una situazione di profonda crisi, avere delle persone che, con una pazienza infinita, ti danno una valida mano e trovano la lucidità che in quel momento tu hai perso.
Ci vediamo al prossimo capitolo!
Grazie a chi ha letto, messo nei preferiti seguiti ed ha soprattutto recensito gli scorsi capitoli.
E.

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Capitolo 21
*** Old-New Direction ***


Un anno  dopo……
 
Santana aspettava davanti a quell’edificio che conosceva alla perfezione, erano passati tanti anni, ma non era cambiato niente, sorrise nel pensare a quanti posti segreti conosceva, li aveva scovati perlopiù insieme a Brittany per appartarsi con lei e provare quell’adrenalina che ti accompagna tutto il tempo ,quando hai saltato la lezione e sei nascosta con la tua ragazza a pomiciare.
Aveva ancora il sorriso stampato in viso quando sentì bussare sul finestrino della sua macchina
 
“hey! Che ci fai li? Avanti Sali che siamo in ritardo!” disse, abbassando il finestrino
“il preside Schuester ti vuole parlare” Beth la guardava sorridente
“che cosa? non ci penso nemmeno, non mi và di incontrare Mister Gilet con le sue mille domande” disse quasi urlando
“ma mi ha detto di dire a chiunque mi fosse venuto a prendere di andare nel suo ufficio” sospirò impaziente
“che hai combinato?” le chiese la mora
“niente… niente San ti giuro.. sorrideva quando me l’ha detto”
“ok… presto sali… scappiamo, tanto non si accorgerà” le fece cenno di salire in macchina
“si certo, poi tanto domani non ci devi tornare tu qui!” incrociò le braccia
Santana scese dalla macchina, sbattendo la portiera e dicendo
“accidenti Beth! Siamo in ritardo!”

Non andava quasi mai a prendere Beth a scuola, toccava sempre  ai genitori o a Britt, quel giorno erano tutti impegnati e Puck, sapendo che era libera, l’aveva chiamata disperato. Non aveva nessunissima voglia di incontrare il suo vecchio professore del liceo, ogni volta parlava per ore dei ricordi del glee club e lei non aveva tempo.

Si diresse velocemente verso l’ufficio che, ai tempi in cui era studente lei, apparteneva  a Figgins, con Beth che cercava di stare dietro il suo passo.

“Santana???!” Will, sorpreso, sorrise e le corse incontro “ma che sorpresa! Non mi aspettavo di vedere te!”
“mr. Schue” abbozzò un sorriso
“come stai? Non ti vedo da una vita, mi aspettavo di incontrare Quinn o Puck” disse, spostandosi dall’abbraccio per osservarla meglio
“stò bene Mr. Schue…. Bè ,se vuole, dico loro che ha bisogno di parlarci…. Che è successo? Beth ha combinato qualche guaio?”
“noooo…. No no assolutamente… anzi! Beth è un valido aiuto per il Glee club” guardò la ragazzina  dedicandole un dolce sorriso  “le ho detto di chiamare chiunque fosse venuto a prenderla, perché tanto sapevo che mi sarebbe andata bene….” Disse poi, mentre Santana lo guardò stralunata non capendo dove volesse arrivare


*****
 
“no complimenti Beth Corcoran! Complimenti vivissimi!” era in macchina sulla strada del ritorno, dopo l’incontro con Will, Beth era preoccupata perché, non appena furono salite in macchina, Santana diventò una furia “ma ti rendi conto? E poi… proprio a me è toccato questo supplizio? Ah ma ora sentirai tua madre… vedrai, la mia furia sarà niente in confronto” Santana si girava ogni tanto a guardarla e la vedeva chiudere gli occhi e rannicchiarsi sempre più “fossi in tua madre ti rispedirei dritta a  New York, da quella nasona della tua sorellastra!” concluse la frase e vide che Beth faceva ancora silenzio.

Si pentì subito di aver detto soprattutto quell’ultima frase e s’impietosì, vedendo la sua Beth così amareggiata e con quello sguardo da cerbiatto triste.

“come ti è venuto in mente tesoro?” addolcì lo sguardo ed abbassò la voce. Solo due persone avevano il potere di impietosirla così e farla calmare: Brittany e Beth. Potevano combinare le peggiori cose del mondo, che lei gliele avrebbe perdonate tutte, fino all’ultimo.
“pensavo vi avrebbe fatto piacere…. In fondo parlate sempre del Glee, vi divertivate tanto…” rispose timidamente
“si ma, capisci che avevamo 16 anni al tempo? Ora ne abbiamo 30 e la voglio vedere Mercedes su quel palco a cantare e ballare, dovrò portarmi l’attrezzatura per la rianimazione” disse, gesticolando nonostante stesse guidando
“dobbiamo fare uno spettacolo di beneficenza per i senza tetto ed il nostro glee club è penoso San, siamo in 5 di cui uno è stonato e gli facciamo suonare le maracas, per coinvolgerlo e distrarlo dal cantare e due cheerleader sono nel club per punizione, perché Schuester le ha minacciate, facendole scegliere trà stare nel glee club o sospenderle, per aver dipinto i muri con scritte offensive sui membri del Glee, nella sala coro”
“oh Wau…. Siete messi sul serio male!” disse, guardandola sconvolta, mentre la ragazzina affranta annuì “ed io pensavo che vincendo le nazionali l’ultimo anno, il Glee sarebbe stato rivalutato e tutti avrebbero fatto a gara per entrare, invece siete ancora degli sfigati” disse con un piccolo ghigno in viso
“sono sfigati! io sono l’unica che viene rispettata li dentro, perché ho creato il club letterario più figo mai esistito” disse soddisfatta
“ecco e potevi limitarti a quello no? Perché entrare nel Glee club, con le canzoni improponibili di Will Schuester? “
“perché Quinn e Puck ci tengono lo sai… ed anche mamma e Rachel e poi Mr Schue fa sempre scegliere i pezzi a me e mi dà tutti gli assoli”
“si si… ho capito Beth Corcoran, devi ancora imparare da zia Tana come ci si comporta al McKinley” le disse una volta parcheggiato, per poi spettinarle i capelli.

Beth sorrise e poi si mise a correre verso l’entrata di uno dei tanti ristoranti del padre esclamando
“finalmente, ho una fame!”


 
“mi ci potrei tuffare su quegli occhi blu sai?”
“sul serio?”
“si si… sono così profondi…. E così blu”
“ma dovresti saper nuotare, sai nuotare?”
“tu lasciami tuffare e vedrai come ci sguazzo dentro”
Brittany sorrise al ragazzo che aveva gli occhi incollati al tavolo che proiettava il suo viso, ma sorrise ancora di più, quando si accorse chi aveva dietro e vide lo sguardo dell’amico di fronte a lui
“Wau! Non sono convinta tu sia così coraggioso”
“mettimi alla prova bambolina!”  pronunciò spavaldo
Brittany rise, perché vide lo sguardo dietro di lui di Santana, con gli occhi infuocati ,che stava per scoppiare ed infatti non riuscì più a trattenersi e, stringendole forte una spalla, disse
“Brittany, ricordami il piatto del giorno? Se non ricordo male era filetto di maiale al sangue, giusto?” il ragazzo si girò spaventato per non essersi accorto della sua presenza, Santana gli fece un sorriso dei suoi
“ma… ma… che cavolo…” disse
“i cavoli sono finiti, come tu, ragazzino, hai finito di flirtare con la mia ragazza” disse
 “questo tavolo è prenotato… su via via….  Sciò, andate da un’altra parte a mangiare” li mandò via gesticolando vistosamente  

I due ragazzi si alzarono increduli dal tavolo ed uscirono dal ristorante

“San, la devi smettere di terrorizzare tutti i clienti che servo ai miei tavoli” disse una Brittany divertita
“non è vero, l’altra volta sono stata buona”rispose,  facendo il broncio
“era una coppia di anziani”
“e quindi? Si sa che gli anziani sono i più pervertiti”
Brittany rise scuotendo la testa e poi disse
“cosa vuoi ordinare?”
“mmmm vediamo….. posso avere quelle labbra carnose che ho davanti a me, ben calde?” si passò la lingua trà le sue labbra
Brittany fece uno sguardo più che eloquente di rimprovero
“ok ok…. Un’insalata di pollo” disse arresa
Si avvicinò anche Beth sorseggiando la sua coca cola e disse
“per me un doppio cheeseburger con patatine e come dolce una fetta di cheese cake grazie”
“heeeey! Vacci piano ragazzina!” la rimproverò Santana
“che vuoi? Non sono mica una cheerleader io” le fece l’occhiolino
“ok… segnato tutto, Kelly verrà a portarvi tutto in pochi minuti”disse Brittany
“Britt?”
“dimmi amore”
“puoi dire a Kelly che vengo direttamente io a prendere il cibo?” ammiccò Santana
“ooook” la bionda sorrise, mentre Beth la guardò scuotendo la testa
“che c’è?” chiese la mora
“è così che si diventa quando si è innamorati?” chiese Beth
“anche peggio tesoro….. vedrai”


Santana non riuscì ad aspettare di più e si avvicinò verso la postazione di Brittany

“ciaaaaaao” dondolò appesa sul bancone
“non è ancora pronto” la provocò la bionda
“lo so…. Ma pensavo che, nel frattempo…… mentre aspettiamo…. Potremo andare in uno di quegli spogliatoi che usate voi del personale….” Le passò il dito dietro l’orecchio delicatamente, per poi scendere sul collo
Brittany inchinò la testa, per catturare sul suo collo quel dito che già la stava facendo impazzire
“mi farai licenziare” le disse in un misto trà il serio ed il divertito
“non credo…. Dopo quello che è successo oggi, Puckerman mi deve almeno la vita” disse, dimenticando le avance che stava facendo
Brittany la guardò curiosa
“non poteva andare a prendere Beth a scuola, ne lui ne Quinn e, per colpa loro, mi sono dovuta beccare Will Schuester, che mi affibbiava l’organizzazione dello spettacolo per la raccolta fondi di quest’anno dove, grazie alla genialità della nostra Beth che gliel’ha suggerito, vuole le New Direction che hanno vinto le nazionali, visto che siamo stati gli unici nella storia del McKinley” riassunse in poche parole quello che aveva dovuto scoprire poche ore prima
“Wau! Fantastico!” s’illuminò la bionda
“come fantastico? Britt non abbiamo più l’età” disse incredula
“ma che dici?! Per quanto mi riguarda, sembri una sexy sedicenne con la stessa forza e la stessa grinta”
Santana sorrise soddisfatta del complimento della sua ragazza e si avvicinò per baciarla
“mmmm…. è ancora valida la proposta dello spogliatoio, se vuoi” le disse a fior di labbra
“no… perché ormai è pronto il tuo pranzo e poi devi andare a lavorare, ricordi? Sei un medico, dottoressa Lopez, salvi le vite coraggiosamente” le mise una mano sulla guancia, per parlarle a pochi centimetri dal suo viso, con quel sorriso che ogni volta lasciava senza parole la mora
 
“ok…. Vado allora eh?” la guardò per l’ultima volta, come se le volesse far capire che era ancora in tempo a cambiare idea.
La bionda scosse la testa e disse
“quanto sei idiota…. Ricordati che stasera sei a cena da noi, ritornano i due piccioncini dalla vacanza”
“Uh già è vero!” esclamò, per poi continuare “ non vedi l’ora di rivederla vero?”
Brittany annuì facendo un muso triste “si… mi è mancata tanto” disse

 
*****

Compilava alcune scartoffie appoggiata alla reception del pronto soccorso, quando sentì una presenza silenziosa dietro di lei
“Carotina, hai intenzione di rimanere per molto tempo ancora li in silenzio?” disse, senza alzare lo sguardo dalla cartella
“oh… no … no.. aspettavo finisse di scrivere” pronunciò Ashley
“bè, allora puoi anche metterti comoda” si girò, indicando alla sua sinistra una pila di cartelle
“bè in questo caso..” Ashley si avvicinò
“dimmi tutto “ si fermò per guardarla
“ecco vede…. Devo presentare la mia domanda per la specialistica…..” Santana annuì ascoltandola con attenzione”ed avrei bisogno di una lettera di presentazione…. Ecco… pensavo” 
“Spark!” la interruppe, guardandola dritta negli occhi “devi parlare più forte e devi smettere di essere titubante!” disse Santana
“dottoressa Lopez, ho pensato di chiedere di fare il mio tirocinio per la specialistica con lei, qui al pronto soccorso, perché non c’è nessuna come lei, perché mi ha insegnato tanto in quest’anno e perché io voglio diventare come lei” Ashley aveva detto quella frase tutta d’un fiato, mentre vedeva che la sua responsabile spalancava sempre di più gli occhi,ad ogni frase che pronunciava sicura come non mai
“oh… ecco… ma…”
“ora è lei che balbetta” sorrise la giovane medico
“si… mi hai spiazzato Ashley, non pensavo scegliessi me ed, onestamente, non ti ho mai sentito pronunciare un discorso così lungo e sicuro in mia presenza” le sorrise teneramente
La ragazza con gli occhi lucidi annuì in attesa di una risposta
“Sarò felice di scrivere una lettera di presentazione e, se verrà accettata, di lavorare con te” disse fiera la mora
“bene, grazie dottoressa” Ashley voleva esplodere di gioia, ma Santana capì che si stava contenendo davanti a lei
Ci pensò un attimo poi disse
“vieni qui…..” le fece cenno di abbracciarla “avanti! Non avere paura! Non mordo mica!” sorrise e si abbracciarono.


Soddisfatta ed orgogliosa di quello che aveva appena sentito, lasciò le scartoffie per dirigersi verso Blaine che era appena passato per il corridoio
“hey Checca canterina!” lo chiamò per farlo voltare
Blaine si girò e, facendo uno sguardo rassegnato, disse
“Santana, per favore almeno a lavoro potresti chiamarmi col mio nome?”
“ok Blaine Fringuello”sorrise divertita, vedendo lo sguardo omicida dell’amico e collega

“allora i fatti sono i seguenti, trà due settimane, Mckinley, New Direction classe 2011-2012 vincitrici della gara nazionale di canto corale coreografato, esibizione per l’annuale raccolta fondi per i senzatetto di Lima, Quando Mr Schue chiama, purtroppo, le New Direction accorrono. Domani sera da Puck ore 20, porta un po’ di idee e lascia a casa Katy Perry per favore”  disse talmente veloce che Baline aprì la bocca più volte, per parlare e fare delle domande ma non ci riuscì

“che… che cosa scusa?”
“oh avanti Blaine, non farmi ripetere tutto. Will ci ha chiesto di esibirci e domani ci vediamo per decidere che fare…. Yuguuuuu…. Contento? Potrai finalmente riprendere a sculettare e fare le tue faccette improbabili”
Bleine sorrise sia per la battuta fatta che per la notizia
“Wau! Forte! ci sarò” le fece l’occhiolino
“bene… è stato più facile del previsto….. ah…. non glielo abbiamo ancora chiesto. ma forse ci potrebbe essere anche il tuo ex, ci sono problemi?” cercò di risultare il più tranquillo possibile
“oh…. Kurt….no… no… per me no… cioè se non ci sono per lui… io mi faccio da parte tranquillamente, è lui il membro più anziano del club” disse
“ok, ne parliamo domani….” Santana quasi lo lasciò, quando lui la richiamò
“San!” la mora si girò di nuovo
“mi ha detto Sebastian che dopodomani avrete l’incontro con Adam ed il suo avvocato per il divorzio” si fece serio
“si…. Gliel’ho già detto io, ma se magari glielo ricordi anche tu di stare buono e non togliere gli artigli da tigre come suo solito, non è necessario in questo caso, voglio che sia tutto tranquillo e, Sebastian, quando entra nei panni di avvocato, non ci và troppo per il sottile”disse un po’ preoccupata
“tranquilla gli parlerò io”
“anche perché, in tal caso, ci metto poco a sbatterlo fuori a calci e difendermi da sola” le sorrise con un ghigno divertito e si girò per andare via.
 
******

“mmmmm cos’è che fa questo bel profumino?” Puck si avvicinò alla pentola e sollevò il coperchio
“lascia stare troglodita!” Brittany le diede un colpetto sulla mano
“hey! Volevo solo dare una mano!” rispose, facendo il finto offeso
“saresti di grande aiuto se ti leveresti dalle scatole, credimi”
“ooook, vado a guardare la partita allora”  disse, sollevando le braccia in segno di arresa
Puck era in ansia, si vedeva e Brittany l’aveva capito, aspettavano tutti con ansia quella cena

Si destò dai suoi pensieri vedendo entrare in cucina Santana, sommersa da pacchi e buste

“Puckerman cazzo! potresti sollevare quel culetto da dinosauro e darmi una mano?” urlò, mentre vide la sua ragazza ridere divertita
“hai preso la sua torta preferita?”
“yep” rispose la mora, poggiandola sul tavolo, mentre Puck l’aiutava a prendere le altre cose
“le fragole?”
“yep”
“i limoni?”
“ho preso tutto amore” rispose un po’ irritata, per la scarsa fiducia della sua ragazza.
Brittany le sorrise dolcemente mentre affettava il pane
“e per questo dovrei meritarmi un premio” Santana si avvicinò a lei e le diede un bacio che Brittany approfondì con piacere

“ma che palle basta! Mi sono rotto di queste lesbiche sempre intorno!” esclamò Puck facendole staccare
Santana lo guardò in cagnesco e Puck sorrise dicendo “scusate, ma i miei ormoni hanno un limite” ammiccò
“non è colpa nostra se la relazione più intima che hai in questo momento è con un cane, Puckerman!”
La mora incrociò le braccia, gustando la sua vendetta, appena compiuta, con quella frase pungente e vedendo che Noah era rimasto in silenzio
“San….” Brittany le fece uno sguardo più che eloquente, per farle capire che aveva esagerato
“ok… domani ti presento una mia collega… è l’ultima volta però Puck, ho perso il rapporto con il cinquanta per cento delle mie colleghe per colpa tua” lo ammonì
Noah si avvicinò ad abbracciare forte Santana “grazie!” pronunciò, mentre la mora fece uno dei suoi sguardi perplessi a Brittany, che non potè fare a meno di ridere
 

“Hola Amigos!” un Sam con un sombrero entrò felice a casa Puckerman, tenendo ancora per mano una Adrian sorridente
Brittany lasciò tutto, per andare ad abbracciare la sorella, così come Noah fece lo stesso con Sam, mentre Santana li osservava commossa.
“amore….come stai?” disse Brittany, senza lasciare la stretta
“bene Britt, mi stai stritolando” rispose Adrian, con gli occhi spalancati per il quasi soffocamento
Brittany la lasciò, per osservare con i suoi occhi se stava veramente bene
“oh Dio stai benissimo tesoro” le disse, accarezzandole la guancia, mentre Adrian le sorrideva annuendo
“San!” Adrian si sporse oltre la sorella, per cercare lo sguardo della mora, che era rimasta in disparte
“Hey!” si precipitò verso di lei e si abbracciarono “stai davvero bene tesoro” le disse poi

“amico! Mi sei mancato!” Puck abbracciò Sam, come un bambino che vede il padre rientrare da lavoro o da un lungo viaggio
Sam sorrise e poi disse “anche tu… anche tu amico!” ricambiando l’abbraccio
“Adesso fammi andare a salutare la mia seconda bionda preferita” si portò verso Brittany e l’abbracciò
“ciao Sam” Brittany lo strinse forte “come è andata?” le chiese poi guardandolo
“Stupendamente, siamo stati benissimo, è stata benissimo” rispose fiero
Brittany lo abbracciò di nuovo, con un senso di gratitudine
“Hey piano bocca di trota, quella è la mia ragazza” si fece avanti Santana
“San!” Sam lasciò Brittany per abbracciare la mora

Si sentì un urlo dalle stanze di sopra e poi una furia che scendeva le scale, tutti si girarono nella stessa direzione
“Adriaaaaaaaaan!” Beth corse fino a lanciarsi verso la ragazza, quasi sbilanciandola, rischiando di farla cadere
“ahahahahah amore!!!” la più piccola delle Pierce, riuscì a sollevarla per farla girare
“Oddio, mi sei mancata da morire, ti devo raccontare mille cose, domani andiamo al parco vero? Devo dirti tutto quello che abbiamo fatto per il club e ci servono delle illustrazioni per degli scritti che stiamo cercando di buttare giù…”
“hey hey…. Beth! Calma!” Puck la interruppe abbracciandola da dietro, per farla tranquillizzare “falla respirare, arriva da una vacanza romantica in Messico col suo ragazzo, deve ancora realizzare di essere tornata nel mondo” disse Puck sorridendo, mentre guardava Adrian arrossire
“anche io ti devo raccontare un sacco di cose, abbiamo visto miliardi di posti fantastici” le disse Adrian, guardandola con entusiasmo.
Santana si girò per un momento ad osservare Brittany e potè giurare di averle visto gli occhi lucidi, mentre osservava la sorella finalmente così serena.
 
 

“hai bisogno di una mano?” Santana era salita in camera di Adrian, mentre stava disfando la sua valigia e gli altri erano tutti giù a chiacchierare
“no… ho quasi finito” le sorrise
La mora entrò e si mise a sedere sul letto
“dalla tua faccia mi sembra di capire che sia stata una bella vacanza” le chiese
“oh si San…. è stato fantastico, Sam è fantastico…. Tutto li era stupendo” rispose Adrian, sedendosi affianco a lei, con gli occhi sognanti
“e… per il resto…..sei stata bene?” chiese, facendole capire che voleva sapere della sua salute
“si benissimo, ho sempre preso le medicine” disse per tranquillizzarla, poi aggiunse “San…. so che Britt non era molto d’accordo che io partissi per così tanto tempo e dopo solo un mese che io e Sam ci fossimo messi assieme, ma lui è fantastico, sul serio…. Lui mi ama per quello che sono, non ha timore…. E mi ha fatto stare davvero bene e mi è servito staccare un po’… davvero”  le prese la mano per rassicurarla
Santana annuì e poi disse “sai che lei si sente molto in colpa per quello che è successo, per questo vuole solamente che tu stia bene e vuole recuperare tutto il tempo che ha perso senza di te”
“lo so…. Io amo mia sorella, davvero e sono sicura che vivremo il resto dei nostri giorni senza lasciarci mai più” rispose sicura.
Santana sorrise felice e rassicurata e le diede un forte abbraccio
“sono felice che vi siate ritrovate con Britt” le disse poi Adrian ancora stretta a lei
 
******

“io dico che dobbiamo fare uno dei nostri pezzi migliori! “ Sam era seduto per terra, nel salotto di casa Puckerman, con la chitarra in mano, attorno a lui c’erano tutte le vecchie New Direction
“io direi di fare il pezzo che ci ha fatto vincere le nazionali” Quinn prese la parola
“Sono d’accordo” disse Mercedes, mentre Tina annuiva
“un attimo! Prima che decidiate che cosa fare, non è meglio che cercate di capire chi, oltre voi, vi raggiungerà per cantare?” Beth intervenne, zittendoli tutti, era attorno a loro con un computer trà le gambe, che scriveva e prendeva appunti. Tutti la guardarono stupiti per quell’intervento

“bè…. Ha ragione” disse Santana, facendo spallucce divertita “allora…. la nasona e porcellana che hanno detto?” si rivolse a Mercedes e poi diede uno sguardo veloce a Blaine
“Rachel è dei nostri e non vedeva l’ora di esserci, Kurt è ok” rispose Mercedes guardando Blaine
“sul serio? E gli hai detto che… cioè… io…” disse imbarazzato
“si… si và avanti nella vita, sai Blaine?” rispose acida.

Mercedes non aveva più voluto avere  a che fare con lui, da quando era successo tutto il casino ed aveva fatto a pezzi il cuore del suo migliore amico

Blaine abbassò la testa e Puck intervenne dicendo
“hey hey! Ci stiamo riunendo dopo anni…. Non roviniamo tutto ok? Calma ragazzi” notando che la figlia lo guardava ammirata
“ok… visto che Hudson, grazie a Dio non potrà venire e Artie non riesce perché troppo lontano …. Suggerirei di decidere il pezzo, prima che arrivi la Berry e scelga di fare la solista, con un pezzo di Broadway, come al solito” intervenne Santana facendo ridere tutti
“si e dopo ci facciamo una bella bevuta per festeggiare, come ai vecchi tempi” disse Puck mentre Sam le diede una spallata di approvazione e Quinn lo guardò fulminandolo e girando gli occhi verso Beth intenta a scrivere al pc  “Bè…. Un piccolo brindisi ovviamente” si corresse subito Noah grattandosi la testa imbarazzato

“a me piacerebbe ballare con Brittany” disse Mike, guardandola speranzoso
“cosa?.... oh…. Io…” la bionda balbettò arrossendo “non ballo da una vita Mike”  disse poi
“sono sicuro che ce la puoi fare” annuì lui, guardandola con sicurezza negli occhi
“certo che ce la fai amore, hai la danza nel sangue tu” Santana  la guardò fiera negli occhi sorridendole
“ok… ci proverò!” rispose subito dopo
“evviva!” esclamò Puck per poi dire “ed ora decidiamo questo benedetto pezzo altrimenti passiamo direttamente alla parte alcolica”
 
******

“Stavo pensando di farmi un tatuaggio” disse Santana, baciando il cuore tatuato della sua ragazza nuda sotto di lei
“mmmm tipo?” le rispose Brittany, accarezzandole i capelli
“pensavo ad una chiave, che combaci col tuo cuore tatuato”sollevò lo sguardo, per capire se l’idea le piaceva
La bionda sorrise ed esclamò
“sul serio?” Santana annuì e le diede un bacio
“ma… non è poco professionale per un medico, avere un tatuaggio?”
“ma quando mai!!!” esclamò “e poi lo farò in un posto che potrai vedere solo tu” disse ammiccando, per poi riportarsi avidamente sulle sue labbra. Si staccò per poggiare la testa sul suo petto, Brittany l’avvolse in un caldo abbraccio, stringendola forte.

“domani arriva Adam e ci dobbiamo vedere per le pratiche del divorzio”disse, dopo pochi minuti di silenzio
“e come stai tu?” le chiese, massaggiandole la schiena
“non lo so… non lo vedo da un anno, ci siamo solo sentiti per le cose burocratiche, non so che effetto mi farà, spero solo che Sebastian ci vada piano, non voglio fargli ulteriormente del male, voglio sia tutto tanquillo trà di noi” sollevò lo sguardo verso di lei
“certo, sarà così vedrai…. Sebastian capirà e si conterrà” le rispose, per poi baciarla sulla fronte
Santana chiuse gli occhi beandosi di quel tocco delicato delle labbra di Brittany

“ho parlato con Adrian ieri, volevo accertarmi fosse tutto ok, mi è sembrata veramente serena” le disse la mora
“si…. Quinn cui ha parlato oggi, e mi ha detto che l’ha trovata molto bene, la cura Sam le stà facendo molto più bene delle medicine” Brittany guardò nel vuoto e sospirò
Santana si accorse che c’era qualcosa che non andava
“e quindi cosa c’è amore che ti preoccupa?” chiese
“non lo so San…. spero solo che Sam non la faccia soffrire, perché crollerebbe all’istante” disse preoccupata, stringendola di più a sé
“Sam è un bravo ragazzo ed è molto più grande di lei, non credo che si sarebbe imbarcato in una cosa del genere, senza esserne estremamente sicuro” le accarezzò l’addome “ e poi, se la dovrà vedere con me se fa una cazzata del genere e farà del male alla mia piccola Adrian” Brittany sorrise
“ti vuole molto bene sai? Me ne sono accorta ieri quando ti ha salutato” affermò la bionda
“certo! voglio dire…. Amore chi è che non vuole bene ad un tipo figo come me?” si sollevò dal suo petto, spalancando le mani con ovvietà
“Dio Santana Lopez, dopo tutti questi anni, la stronzaggine non ti è passata nemmeno un pochino!” si buttò su di lei imprigionandola sul materasso, nonostante cercasse inutilmente di liberarsi

Si guardarono per un secondo intensamente negli occhi, Santana perse il respiro per l’ennesima volta, vedendo quegli occhi azzurri ad un centimetro dal suo viso, anche se li conosceva bene, anche se sapeva alla perfezione ogni minimo dettaglio.
“sei il mio sogno Brittany Pierce” disse facendosi seria
Brittany arrossì e si adagiò su di lei per stringerla e baciarla con passione.
 
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Grazie infinite a chi continua a seguire la storia, mettendo nei preferiti e seguiti ed a chi commenta con così tanta passione.
Prossimo capitolo New Direction on stage!!!! XD
 
Bacio
 
E.

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Capitolo 22
*** The End ***


Sentì due braccia delicate che le avvolsero la vita, mentre sorseggiava il suo caffè mattutino, immediatamente dopo, due labbra, che conosceva alla perfezione, le si avvicinarono sul suo collo.
Santana chiuse gli occhi e sospirò, non le sarebbe bastato mai, nemmeno dopo centinaia di anni, non si sarebbe mai stancata dei baci di Brittany, del suo corpo, del suo sorriso.

“Buongiorno” le sussurrò, facendole riaprire gli occhi
“buongiorno a te” la mora si girò ed, allacciando la vita della ragazza di fronte a lei, le diede un bacio
“pensavo di trovarti al mio fianco aprendo gli occhi” le mise una ciocca dei suoi scuri capelli dietro l’orecchio, per osservare meglio il suo bellissimo viso
“mi sono svegliata presto e non volevo disturbarti, sarei rimasta a rigirarmi inutilmente nel letto ed avrei finito per svegliarti” disse, per poi avvicinare il suo corpo verso di lei in un abbraccio
Brittany si accorse della tensione della sua ragazza, aveva imparato, in quell’anno, anche a decifrare lo stato d’ansia in base a quanto il suo corpo era rigido
“Andrà tutto bene amore” disse la bionda, quasi ad intuire i suoi pensieri, guardandola negli occhi
Santana annuì abbozzando ad un sorriso. Brittany la strinse di nuovo a sé e sentì il sospiro dell’altra.
“San…. Vuoi che venga con te?” le chiese poi
“no… è una cosa che devo fare io, e poi per lui starebbe peggio” rispose
Brittany annuì un po’ delusa
“anche se, per me, sarebbe la cosa più semplice” continuò sorridendole
Brittany le prese il viso trà le mani e la baciò dolcemente
 
**********
“devo ripeterti tutto quello che già ti ho detto?”
“non ce né bisogno, ho capito” rispose Sebastian con un sorrisino maligno
“se farai lo stronzo dentro quella stanza come tuo solito, giuro che te ne pentirai e, quella checca del tuo fidanzato, dovrà usare un microfono vero per cantarti le serenate, perché il tuo non potrà più usarlo”
“Whoa…. Hey! Questa era pesante Lopez!” il ragazzo si girò a guardarla scioccato per la frase appena sentita, mente Santana sorrideva soddisfatta incrociando le braccia
“era solo per chiarire ulteriormente la cosa” pronunciò poi
“non ti fidi di me… perché mi hai chiamato?” chiese il giovane avvocato
“perché sei gay e sei il ragazzo di un mio caro amico”
“non è vero! Mi hai chiamato perché sono il migliore!” le fece l’occhiolino
“si si certo… fattostà che voglio entrare lì dentro, salutare, firmare e poi arrivederci e grazie…. Ok?” disse così, ma si accorse che voleva vedere Adam, voleva sapere come stava e provare a fare una piccola chiacchierata con lui, ma era talmente agitata, che non sapeva nemmeno se, dopo averlo visto, le sarebbe uscito un minimo suono dalla sua bocca.

Arrivarono all’appuntamento nello studio legale dell’avvocato di Adam e la mora iniziò a sentire le gambe cedere, fece dei respiri profondi per calmarsi.
“Hey! Andrà tutto bene vedrai” Sebastian si accorse della tensione e le fece un sorriso, stringendole il braccio. La mora ricambiò ed entrarono


I due erano già seduti al grande tavolo della sala riunioni dello studio, Santana notò subito che, Adam, era nervoso, teneva le mani giunte sopra il tavolo e, da come il suo fisico si muoveva, sicuramente agitava nervosamente le gambe sotto il tavolo.
Adam sollevò lo sguardo e le sorrise immediatamente, come se non aspettasse altro che vedere il suo viso.
Santana si avvicinò e le diede un abbraccio sincero, per poi salutare il suo avvocato.

 
L’incontro, con tutte le pratiche per il divorzio, si conclusero in poco più di mezz’ora, Sebastian era stato gentile e non aveva obbiettato a nessuna delle richieste dell’avvocato di Adam, loro due erano rimasti per lo più in silenzio, facendo fare tutta la parte legale ai loro avvocati, Santana notò che, il suo ex marito, aveva tenuto per lo più lo sguardo basso ad osservare il tavolo, come se lo dovesse studiare  e, solo nel momento in cui firmarono le carte, la guardò velocemente negli occhi.
 

“bene…. Abbiamo fatto tutto mi pare” Adam le diede un ultimo abbraccio, pronunciando quella frase
“non tutto…” le disse Santana, guardandolo e sorridendogli, mentre l’altro corrucciò la fronte non capendo
“ti và un caffè? Mi piacerebbe salutarti meno formalmente e senza vampiri assetati di sangue intorno” fece uno sguardo agli altri due nella stanza, facendo sorridere Adam che rispose subito
“ok…”

 
******

“io dico che dobbiamo andarci piano Mike, sono fuori allenamento e non me la sento di fare prese pericolose, rischiando di rompermi l’osso del col…. “ Brittany si bloccò, sentendo due mani che, improvvisamente, le avvolsero la vita “ti chiamo più tardi tesoro”  disse, per poi chiudere la chiamata

“hey! Devi smetterla di passare dal retro” disse poi, sentendo che Santana non voleva mollare la presa, ma la stringeva fortissimo, affondando il viso sulla sua schiena
“come te le faccio le sorprese altrimenti?” pronunciò con voce soffocata dalla schiena della bionda.
Brittany, con forza, cercò di girarsi, notando che c’era qualcosa che non andava
“hey!” le disse poi, sollevandole lo sguardo e notando per un secondo gli occhi lucidi, visto che Santana affondò di nuovo il viso trà il suo petto.
“Monique, vado in pausa 5 minuti!”  urlò alla sua collega che annuì
La prese e trascinò letteralmente, visto che non si voleva staccare da quell’abbraccio, nello spogliatoio del personale
Brittany continuò a stringerla, anche quando sentì che iniziò a piangere, la strinse più forte che potesse, aspettando che si calmasse, senza dire niente, ma ascoltando in silenzio in suoi singhiozzi
Dopo vari minuti la mora si calmò
“sono una brutta persona Britt, faccio soffrire la gente…” pronunciò poi, guardandola con gli occhi devastati dal pianto
“non è vero!” disse subito Brittany, notando che, quell’affermazione, non l’aveva per niente convinta
“San… guardami” le prese il mento e lo sollevò, perché potesse guardarla negli occhi
“io credo che l’avresti fatto soffrire di più, non essendo onesta con lui, ora avrà modo di rifarsi una vita e troverà anche lui una persona che lo amerà davvero e lo renderà felice” continuò.
Santana annuì e poi chiese
“tu sei felice Britt?”
La bionda sorrise a quella domanda così semplice, ma allo stesso tempo così dolce
“si… non lo sono mai stata così tanto in tutta la mia vita”  rispose, rubandole un sorriso
Santana si avvicinò per baciarla e richiedere di nuovo la stretta delle sue braccia sul suo corpo
“tu sei felice San?”
“si, perché ci sei tu qui con me” rispose, stringendola ancora di più a se
 
******

“Non se ne parla proprio canarino, lasci il tuo paziente a qualcun altro in quella cazzo di sala operatoria e ti precipiti a provare con noi! Ti do tempo due ore, stiamo andando a prendere Kurt e Rachel in aeroporto…” disse, gesticolando nervosamente e facendo gli occhi al cielo, ascoltando le scuse del suo collega dall’altra parte, mentre Brittany guidava divertita “Blaine, se stasera non verrai alle prove, giuro che te ne pentirai!!!” chiuse la chiamata senza dare nemmeno il tempo al ragazzo di controbattere.

“Britt, ricordami di mandare a quel paese Puckerman, la prossima volta che mi chiederà di andare a prendere la figlia a scuola! “ si girò verso di lei e la vide ridere
“che c’è da ridere?” chiese, incrociando le braccia
“sei adorabile in versione direttore artistico”
La mora non potè fare a meno di sorridere, vedendo il sorriso della persona affianco a lei
“Fai sbarcare la Berry e vedrai come prenderà lei in mano la situazione, prevedo scintille, appena scoprirà che abbiamo deciso il pezzo senza di lei” pronunciò
 
Quasi tutti gli ex del Glee club si ritrovarono all’auditorium del McKinley, come ai vecchi tempi, non succedeva da tantissimo e tutti erano emozionati. Kurt era quello più emozionato e teso, perché non li incontrava da tanto non essendo più tornato a Lima.

“ok Santana, capisco che c’era l’urgenza di decidere il pezzo per poter registrare le basi, ma almeno un consiglio potevate chiedercelo, voglio dire, io e Kurt siamo i più qualificati in questo campo” Rachel, come previsto, si stava lamentando per la mancata partecipazione alla decisone del pezzo per l’esibizione
“ohhh basta Berry, non ti voglio più sentire, l’ho fatto per quattro anni della mia vita e mi sembra sufficiente!” la latina si allontanò, lasciando il cerchio degli amici che, con pazienza, si sforzava di ascoltare Rachel e le sue lamentele, per avviarsi verso Kurt, che sorseggiava un po’ d’acqua, appartato in un lato del palco

“tutto bene?” le chiese
“stupendamente, un bel tuffo nel passato” disse sarcastico
“di certo non mi mancavano gli starnazzi della tua amica” disse, rivolgendo lo sguardo al gruppo poco distante
Kurt sorrise, poi prese coraggio e chiese
“come mai non c’è? Ha cambiato idea e preferisce nascondersi?”
Santana si girò verso di lui, osservandolo meglio, sapeva che era teso come una corda di violino perché stava per rivedere Blaine dopo tanto tempo e che stava lottando per rimanere lucido, nonostante la tensione lo stesse facendo uscire fuori di testa
“senti…. Se non te la senti, posso chiamarlo e dirgli di non venire”
“no… no no no… scherzi? Stò benissimo Santana, voglio dire… è passato un bel po’ di tempo e si và avanti nella vita sai?” ripetè le stesse parole che Mercedes aveva detto a Blaine, come se le avesse imparate a memoria dalla sua amica, che gli aveva fatto quel discorso per convincerlo a tornare.
“mmmhmm….” Disse poco convinta
“Brittany è bellissima, è diventata una donna stupenda” Kurt cambiò argomento facendo sorridere Santana
“si…” rispose lei sognante, mentre sentirono Rachel urlare, per radunare tutti e far scaldare la voce con Beth che la seguiva
“sei sicuro di stare bene? Ti vedo un po’ pallido” le mise una mano sulla spalla, prima che si dirigessero di nuovo verso il gruppo
“si! certo che stò bene San! Non mi vedi? Sono solo un po’ stanco per il viaggio, tutto qui!” spalancò le braccia irritato e Santana potè notare che, la mano che stringeva la bottiglia d’acqua, tremava vistosamente. Sorrise scuotendo la testa e, prendendolo a braccetto, si diressero verso gli altri
 
“allora iniziamo con dei bei glissati ed avanzeremo di mezzo tono per ogni scala!” Rachel aveva preso pieno possesso della situazione con le New Direction schierate, davanti a lei, composte a scaldare la voce.
 
“Scusate il ritardo!” un Blaine trafelato, corse verso il gruppo, facendo voltare la mora ed attirando l’attenzione di tutti, per poi sfornare uno dei suoi più bei sorrisi
Santana sentì improvvisamente un tonfo affianco a lei e si girò improvvisamente
“oh mio Dio Kurt! Kurt?” gli altri non fecero in tempo ad accorgersi della cosa, che videro Santana inchinata verso Kurt svenuto sul pavimento


****

“Vi prego… ditemi che non sono svenuto, appena Blaine ha messo piede dentro la sala” disse, mentre era adagiato su una poltroncina e Santana gli sentiva il polso
“si tesoro…. È proprio così” rispose Rachel annuendo preoccupata
“Rachel potresti anche fingere, visto le condizioni in cui sono e dirmi che non è stato così” rispose irritato guardando l’amica
“stà un po’ zitto? Non riesco a sentirti il polso” pronunciò Santana
“Oddio, vuol dire che sono morto?”
“Kurt… Kurt tesoro ascoltami bene” Mercedes si mise di fronte a lui “sei troppo teso ok? Cerca di fare dei bei respiri e provare a fare finta di niente” disse, carezzandogli la guancia
“si… come se dovessi recitare ed avessi davanti a te il tuo nemico più grande…. Voglio dire, non è difficile, non hai bisogno nemmeno di immedesimarti, perché, se pensi a tutto quello che ti ha fatto, ti verrebbe voglia di ucciderlo e…”
“Rachel! Per l’amor di Dio ti prego…” pronunciò Kurt, mettendosi una mano in fronte, mentre l’altra era ancora trà le mani di Santana
“Dio Berry… ma uno a trent’anni dovrebbe essere cambiato, almeno un pochino…. Vedo che per te  la teoria proprio non vale” Santana la guardò, scuotendo la testa incredula
“bene… ho capito” disse Rachel, raddrizzandosi e lisciandosi la gonna “mi sembra che qui non ci sia più bisogno di me, sei in buone mani Kurt, vado da Beth a studiare la parte musicale del brano” concluse, piegando leggermente la testa di lato ed allontanandosi offesa

“Kurt ma come hai fatto a vivere con lei per tutti questi anni e non averla soffocata nel sonno?” chiese Santana schifata
“esatto! Sei sopravvissuto a Rachel Berry, direi che puoi sopravvivere anche a Blaine Anderson, per qualche giorno!” gli disse Mercedes, sorridendogli e facendo ridere gli altri due.

Rachel si dirigeva ancora innervosita verso Beth che era al piano e studiava le armonizzazioni del pezzo da interpretare, vide che Blaine si piazzò improvvisamente davanti a lei

“Hey Rachel… come… come stà?” indicò nervosamente verso la parte dove Kurt era sdraiato con le sue amiche vicino
“chiediglielo tu stesso, sempre se ti interessa ancora qualcosa di lui” le rispose gelida per poi superarlo e riprendere la sua strada

Blaine si avvicinò timidamente verso il gruppetto e Kurt si accorse della cosa

“Oh mio Dio stà venendo qui…. Santana avanti, fammi alzare” disse nervosamente
“Kurt forse no…”
“stà zitta e fammi alzare!” pronunciò istericamente cercando di non farsi sentire
Santana ubbidì all’ordine
“hey… và tutto bene? Stai bene Kurt?” chiese Blaine abbastanza nervosamente
“si ha avuto un calo di pressio…” abbozzò Santana per poi essere interrotta da Kurt
“và tutto benissimo grazie….” Si sollevò ed iniziò a camminare per superarlo “non credo che poi siano affari tuoi” continuò per poi barcollare e farsi reggere da Santana.
 
*****

“San non sono proprio sicura di farcela… voglio dire…. Mike è un insegnante di danza bravissimo, ma siamo caduti varie volte e credo che l’emozione potrebbe giocare brutti scherzi e..”
“hey hey! Ssshhhhhh” La mora le chiuse la bocca con l’indice, per poi sostituirlo con le sue labbra
Brittany si rasserenò un pochino e le sorrise
“ce la fai benissimo, ne sono sicura, sarai stupenda su quel palco” disse poi
“lo credi sul serio?”
“non ho dubbi” rispose
“ed allora perché stai tremando?” Brittany la guardò, mentre la stringeva e non riusciva a tenere ferme le braccia, da quanto stava tremando
“devo andare a vedere come stà Kurt, non vorrei mi svenisse di nuovo sul palco” le diede un veloce bacio e scappò da quella situazione imbarazzante

 
“ok, credo di non farcela Quinn” si avvicinò all’altra bionda evidentemente agitata
“che cosa?” la guardò “certo che ce la fai! Dopo tutto il casino che ci hai obbligato a fare, solo per questo!”rispose Quinn
“si ma non sono più sicura di riuscirci… non è da me… voglio dire…” piagnucolò
“Santana! Tu ce la fai! Credimi! E fidati… una volta che inizierai, sarà tutto in discesa” le sorrise, tenendole fortemente le spalle per scuoterla
“ma riuscirà bene tutto?”
“riuscirà benissimo tutto, abbiamo fatto i salti mortali per realizzare questa cosa e l’abbiamo fatto per te!” la guardò dritta negli occhi
“ok… ok…” disse, per poi dirigersi verso Beth

“hey tutto ok allora? Mi raccomando non scordare niente” le disse
“scherzi? Non potrei mai… mi uccideresti” rispose la ragazzina, facendola ridere
“sei tesa?” chiese poi Beth
“stò per morire”
“ce la puoi fare San!” Beth le fece l’occhiolino, mentre l’assistente di scena li chiamò all’ordine per prepararsi ad entrare.
Santana fece un respiro profondo e si girò verso Brittany, che stava dall’altra parte del palco. Le due incrociarono i loro sguardi e si sorrisero, mentre la bionda le fece un occhiolino, prima di entrare in scena.

 
“Signore e Signori, ho il piacere di annunciare, il gruppo che ha fatto la storia del McKinley, vincendo le nazionali nel 2012… ecco a voi le Neeeeeeew Direction!” urlò Will per presentarli
 

Si sentirono due colpi di cassa della batteria, intervallati da un battito di mani e partì “We Will Rock You” dei Queen con il pubblico che subito partecipò con le mani
Uscirono per primi Brittany e Mike, che fecero una coreografia con il solo ritmo di batteria e mani. Erano dei passi di danza contemporanea ed i due ballavano assieme, come se non avessero smesso mai in tutta la loro vita di ballare in coppia
Dopo poche battute, uscirono dai due lati opposti del palco, Beth e Puck con le chitarre elettriche in mano, che battevano le mani a tempo
 

Buddy, you're a young man, hard man
Shouting in the street,
gonna take on the world some day
You got blood on yo' face
You big disgrace
Waving your banner all over the place
 
Cantò Puck per primo, per poi essere aiutato da Beth
 

We will we will rock you'
Singing             (Beth invitò il pubblico)
'We will we will rock you'
 

Fù il turno di Beth, mentre, I due ballerini, continuarono a muoversi per il palco ed intorno a loro
 

Buddy, you're an old man poor man
Pleading with your eyes gonna make you some
peace some day
You got mud on your face
You big disgrace
Somebody better put you back into your place
 

Entrarono tutte le New Direction a tempo, battendo le mani e posizionandosi nelle scale in fondo al palco

We will we will rock you'
Singing
'We will we will rock you'
 
Beth e Noah a tempo e contemporaneamente, diedero una forte pennata alle loro chitarre elettriche e la biondina più piccola iniziò l’assolo, avanzando spavalda verso il centro del palco, con il padre che la guardava emozionato.
Beth terminò l’assolo e rimase la base del ritmo iniziale, Mike  e Brittany tornarono vicino ai loro compagni battendo le mani insieme a loro e cantando tutti insieme


All we hear is Radio ga ga
Radio goo goo
Radio ga ga
All we hear is Radio ga ga
Radio blah blah


Sam raggiunse il centro del palco e cantò


Radio what's new?
Radio someone still loves you

Si avvicinò a lui Santana cantando

You had your time you had the power
You've yet to have your finest hour
Radio


E poi tutti insieme ancora


All we hear is Radio ga ga
Radio goo goo
Radio ga ga
All we hear is Radio ga ga
Radio blah blah



La note si modularono, salendo di tonalità e, mentre Sam e Santana, tornarono al loro posto
Tutti cantarono

anybody find me somebody to looooooove?

Avanzò Rachel, iniziando a cantare

Each morning I get up I die a little
Can barely stand on my feet


La raggiunse Kurt cantando

Take a look in the mirror and cry
Lord what you're doing to me


Per poi cantare insieme

I have spent all my years in believing you
But I just can't get no relief, Lord!


Ed essere raggiunti da tutti gli altri che avanzando cantarono

Somebody, somebody
Can anybody find meeee


Mercedes andò al centro del palco riproducendo il suo storico assolo

somebody tooooooo  love?

Tutti I ragazzi, schierati secondo la coreografia ideata da Mike, si misero in posizione, sollevando il braccio destro per concludere il pezzo.

Brittany era felice, era riuscita a fare tutto senza sbagliare, sollevò fiera il braccio verso il cielo e cercò lo sguardo di Santana, ma non lo trovò nella posizione in cui sapeva dovesse essere, sgranò gli occhi, vedendo che, tutti i suoi compagni, si mossero in un’unica direzione, lasciandola da sola sul palco con il braccio ancora sollevato, era impossibile che si fosse dimenticata un pezzo di coreografia, l’avevano provata miliardi di volte.

Abbassò lentamente il braccio e cercò di defilarsi dal palco, quando sentì partire una musica ed i compagni rientrare sul palco che la guardavano sorridenti, confusa ricambiò il sorriso.

Sentì dietro di lei una voce conosciuta, che la chiamò sicura

“Brittany!” la bionda si girò, vedendo Santana sulla cime delle scale che sorrideva nervosamente e, sotto, i suoi compagni che le davano le spalle

Improvvisamente i ragazzi si girarono a turno e ciascuno aveva una lettera in mano con scritto

“M A R R Y   M E ?”

La bionda, incredula, spalancò la bocca, per poi mettersi le mani davanti ed alternava lo sguardo trà i suoi compagni che ridevano felici ed il sorriso teso di Santana là sopra
Beth si avvicinò al pianoforte e suonò una nota

Santana, sostenuta da Mike, scese lentamente le scale e cantò a cappella, con un ritmo lentissimo

It’s a beautiful night…..
We’re looking for something dumb to do.
Hey baby…..

Si avvicinò a lei e le prese la mano che tremava e, con gli occhi lucidi, cantò

I think I wanna merry you!

“Tu sei folle!” pronunciò la bionda, scuotendo la testa e con le lacrime agli occhi, mentre Santana continuava a stringerle la mano e cantava

Is it the look in your eyes,
Or is it this dancing juice?
Who cares baby

I think I wanna merry you

Finì lentamente, mentre partì la base della canzone e tutto il resto del Glee, lasciò le lettere per terra, per ballare e continuare a cantare la canzone attorno a loro
Brittany si avvicinò per avere un contatto più stretto con lei ma, nel momento in cui i ragazzi cantarono:

Don’t say no, no, no, no-no;
Just say yeah, yeah, yeah, yeah-yeah;
And we’ll go, go, go, go-go.
If you’re ready, like I’m ready.

Si avvicinò Beth, ballando in modo buffo e porse a Santanauna scatoletta, facendo ridere le due di gusto, per le facce buffe che faceva
Così, mentre tutti gli altri continuarono la canzone, la mora, emozionata, aprì la scatola con dentro l’anello che la bionda fissava con gli occhi sgranati.

Aspettò qualche secondo poi disse

“Britt…. Se non ti sbrighi a rispondere potrei morire d’ infarto qui…. Ora!” pronunciò, facendosi sentire solo da lei
“eh….?” Chiese ancora sotto shock l’altra
“è un si?” ribadì abbastanza terrorizzata, Santana
“oh… si…. Si certo amore!” esclamò Brittany, per poi buttarsi trà le sue braccia

Si abbracciarono, mentre gli altri loro amici  gli lanciavano coriandoli e petali di fiori addosso
Alle due sembrò un sogno, Santana si staccò dalle sue braccia, per guardarla negli occhi e dire

“ti amo Brittany Pierce e voglio vivere la mia intera vita con te” facendosi sfuggire una lacrima
Brittany avvicinò le labbra a quelle di Santana,  per baciarla dolcemente , trà le urla divertite ed eccitate degli amici intorno a loro
“Ti amo anche io Santana Lopez, per sempre”  si abbracciarono ancora, quando Brittany improvvisamente disse
“San… “
“si…”
“ho realizzato ora che siamo davanti a circa mille persone…” sgranò gli occhi spaventata
“oh….” Rispose la mora

Santana, come svegliata da un bellissimo sogno, si girò verso il pubblico tutto in piedi che applaudiva e, sorridendo nervosamente, salutò con la mano.

Poi prese la mano di Brittany e la portò via dal palco, per poterla baciare come si doveva, lontano da tutti quegli occhi curiosi, lasciando agli altri suoi compagni il palco.
 

Fine.

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Finita ….. :’(
Non voglio fare un elenco di tutte le persone che voglio ringraziare per avermi seguito in questa ennesima avventura. Ma sentite come se vi stessi abbracciando ciascuna personalmente!
Non è un granchè questo capitolo, probabilmente ci sono parecchie cose scontate, ma io mi sono emozionata nello scrivere, che vi devo dire…. Sono una romanticona.
Non credo di dovervi segnalare le canzoni che ci sono nel mashup dei Queen perché sono abbastanza famose. Santana nel momento Proposal canta “marry you” di Bruno Mars che dovreste conoscere perché i nostri Gleeks l’hanno cantata per il matrimonio di Carol e Burt.
Grazie davvero per tutte le bellissime parole che avete usato per recensire, per i consigli che mi avete dato e per chi mi è stato vicino.
Incrociamo le dita per stanotte, speriamo sia una puntata degna di essere vista e ci dia tante soddisfazioni.
E.

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