I misteri di Duesville

di MichaelJimRaven
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** L'arrivo a Duesville ***
Capitolo 3: *** Prendere posizione ***
Capitolo 3: *** 3-Le truppe si posizionano ***
Capitolo 4: *** 4- Un lavoro da definire ***
Capitolo 5: *** Repost : Lily & Jason ***
Capitolo 6: *** Brad ***
Capitolo 7: *** Un giorno di relax ***
Capitolo 8: *** Revelations ***
Capitolo 9: *** Le indagini arrivano ad una svolta ***
Capitolo 10: *** la triade demoniaca ***
Capitolo 11: *** This time. ***
Capitolo 12: *** The hunt is started ***
Capitolo 13: *** When Bradley meet Rhodes ***
Capitolo 14: *** Final Match- What's goin on? ***



Capitolo 1
*** L'arrivo a Duesville ***


La piccola piazza del paese era all'inizio della propria giornaliera attività.
I negozi iniziavano ad aprire le serrande e le prime persone avevano cominciato le loro faccende di routine: Il barbiere aveva acceso l'insegna a spirale, l'edicolante aveva aperto la saracinesca del piccolo gazebo dei giornali, la barista stava togliendo le sedie dall'accatastamento notturno e cercava ri renderel presentabili per i regali fondoschiena dei suoi clienti abituali. Persone che passavano la giornata attendendo che il semaforo in fondo alla strada cambiasse colore, per discuterne .
Erano circa le sei e mezzo. Il sole non era ancora sicuro di voler sorgere. Le foglie secche dell'autunno inoltrato venivano fatte mulinare dal vento come se avessero vita propria.
Il vecchio orologio della torre campanaria, rintoccava ora le sette.
Sette colpi lunghi, lugubri e precisi..quasi agghiaccianti. Ogni persona aveva fermato la propria attività e si era voltata intimorita verso il campanile.
Erano rimasti tutti fermi,immobili, a fissare il vecchio quadrante stile "Big Ben" fino al veder la lancetta grande, piazzarsi sul dodici romano. Sembrava quasi che il respiro intero di un piccolo paese, si fosse fermato a quel suono. Una volta scandite le note dell'ora, gli abitanti avevano ripreso la loro attività con l'espressione di chi avesse appena scampato un pericolo imminente.
 
"Assurdo!" aveva commentato Mike, posato alla portiera chiusa della Firebird .Aveva osservato la scena ,rifiutandosi di credere ai propri occhi.
"Direi di sì. Parecchio inquietante!" seguito dal  tipico suono di scoppio che fa' un pallone di gomma da masticare quando esplode, Bradley aveva espresso la sua opinione sulla scena,aggiustandosi le maniche della camicia.
"Dico, non è che siamo capitati a Twin Peaks senza accorgersene?" Lily,seduta sul cofano della Firebird, stava guardando in maniera vogliosa il cartello del bar che recitava "brioche calde di forno , con crema o cioccolata!"
"Caffè?" Mike si era scollato dall'auto facendo segno ai due di seguirlo fino al bar. Se si volevano informazioni su un paese e sui suoi scheletri, il bar era sempre il punto più indicato per carpirne di buone.
"Cazzo, Sì! Decisamente, Mike!!" Lily si era catapultata giù dal suo "trono", precedendo il cacciatore. Teneva le mani infilate nelle tasche posteriori dei Jeans, mentre camminava. Bradley, aveva notato la cosa e aveva assunto un ghigno palesemente libidinoso.
A Mike, la cosa non era sfuggita..ma si era astenuto dal dire o commentare qualsiasi cosa. Era appena stato sorpassato dal collega nella camminata verso il bar. Lui non aveva fretta di bere caffè nero. Aveva solo mentalmente esaudito i desiderio della ragazzina di un acolazione abbondante e nutriente.
Lui non ne aveva bisogno.
Era appena arrivato a Duesville...e già gli prudevano le mani.
Era stato chiamato da una donna che aveva voluto rimaner anonima : " Mr Raven, deve venire a Duesville, nel Quebec . Ci sono troppe cose che non quadrano. Venga e capirà!"
Un eloquente telefonata che aveva solleticato l'istinto del cacciatore, il quale si era sentito in dovere di portarsi dietro un aiuto decisamente in gamba come Brad, e Lily, in qualità di assistente ed allieva.
Non era sicuro fosse stata una buona idea non appena aveva saputo dei trascorsi di "convivenza " tra i due.
Una sola cosa era certa: erano lì per lavorare, e se credevano di passare il tempo a flirtare, li avrebbe rispediti entrambi a casa col primo volo.
 
"Buongiorno, cosa posso servirvi, signori? "
Una donna sui 40 anni, piacente e spigliata aveva accolto i tre con un ampio sorriso. Il locale sembrava avere una decennale esperienza di avventori. i tavoli erano tipicamente anni 60, ma non per un fatto di stile. erano REALMENTE di quegli anni. I muri erano coperti da un improponibile carta da parati nocciola, che rendeva piuttosto tetro l'ambiente gia' di per se scuro.
Non vi era ancora nessun' altro oltre loro, ma il banco era già carico delle famose brioches e di alcuni panini dall'aspetto molto invitante.
" Un caffè doppio e tre brioches, per favore!!" Lily era stata rapida. Aveva ordinato la sua "dose" di dolcezza e aspettava che la donna sentisse le ordinazioni dei tre. Brad aveva invece deciso di sfottere: "Tre? Addirittura?  Non ti sembrano troppe? Rischi un aumento del fondoschiena, Lily! " e si era dipinto in faccia un sorrisetto beffardo che la ragazza aveva provveduto a smontare di botto, con una gomitata solenne alle costole.
Mike si era guardato attorno per qualche secondo, sorridendo. Aveva posato i gomiti sl bancone in acciaio , e stava fissando la donna con il tipico sguardo di chi non scopa da mesi.
Resosi conto dell'imbarazzo provocato nella barista  , che cercava invano di riordinare delle bustine di zucchero già perfette, aveva smesso di guardarla in quel modo.
"Mi scusi..Potrei avere un buon bicchiere di Whisky? "
"Certo..Ma credo che non sia indicato bere superalcolici al mattino presto!"
Alla risposta della barista, il cacciatore si era accigliato. Avrebbe voluto rispondere a tono a quella piccola puntualizzazione, ma non poteva. Doveva ancora "interrogare" la barista su eventuali stranezze del luogo.
"Questo paese e' simpaticamente tranquillo.." aveva commentato tra sè a voce alta, sperando che la donna iniziasse a dire qualcosa in proposito. Dietro di lui, Lily e Brad stavano litigando su chi dei due avesse il culo più grosso.
Dalle poche parole che riusciva a intuire, pareva che Lily avesse vinto: il più grosso era il suo.
"Tranquillo e' un complimento. Questo posto e' MORTO!"
"Addirittura morto? Non credo ,suvvia! Ma io, non vivendoci, forse non colgo le cose come dovrei.." aveva detto l'uomo, con un alzata di spalle, mentre riceveva il bicchiere di Southern Confort dalla donna.
Erano rimasti a fissarsi per qualche secondo quando lei disse: "E spero proprio per te che tu non decida di trasferiiti qui, bello mio!"
Il tono formale di poco prima, e l'uso del "lei", erano sprofondati sotto il peso dell'alchimia.
"...E se invece la mia intenzione fosse proprio quella?"
Alla risposta di Mike ,la donna aveva spostato lo sguardo verso Lily, che ora stava ridacchiando con Brad
"Quella è tua figlia?"
"Perchè?"
"Non e' un paese per donne giovani, questo."
E si era voltata, sparendo dietro il retro del locale, intenta evidentemente a metter ordine nel piccolo magazzino.
La frase della barista aveva lasciato il cacciatore con un enorme voglia di chiedere di più.
Avrebbe atteso la donna, consumando il suo whisky e osservando i due ragazzi scherzare.
Era solo l'inizio...ma già sentiva che la cosa non sarebbe stata semplice.

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Capitolo 3
*** Prendere posizione ***


"Muoviti,Lily! Non ho voglia di svernare in questo bar!"
Mike e Brad si erano già incamminati verso la piazzetta di Duesville, poco più avanti del bar. Lily si era attardata per farsi mettere in un sacchetto di carta, almeno altre sei brioche. Evidentemente temeva di fare qualche appostamento e non voleva trovarsi a corto di cibo. Brad era ,al contrario, fin troppo fremente di passare all'azione.
"Che ti ha detto la barista, Mike?"
Ora i due erano di diversi passi avanti a Lily. La cittadina stava iniziando ad essere trafficata dal solito via-vai di persone che si recavano a lavoro. Il cacciatore aveva appena portato entrambe le mani dietro al collo, massaggiandoselo ripetutamente. Stava rimuginando all'avvertimento della donna sull'età di Lily. Si era voltato per un secondo ad osservare la ragazzina che stava litigando con un grosso distributore di noccioline che , a detta sua, gli aveva "fottuto il resto".
"..Ha detto che non è un paese adatto a ragazze così giovani."
La risposta di Mike era risultata tanto diretta quanto irreale. Brad lo stava fissando con uno sguardo misto di incredulità e diffidenza.
"Mi prendi per il culo, Raven? Cioe'.. mi stai dicendo che quella milf non ti ha detto un santissimo cazzo di interessante? Che mi frega dell'età di Lily?"
Prontamente, l'uomo aveva portato l'indice della mano sinistra a posarsi sulle proprie labbra in un chiaro segno di "mutismo", rivolto al pivello.
" Zitto, Brad.. Non fare la voce alta. Meno Lily sà di questa precisazione e meglio è. Non vorrei mai che pensasse di fare chissà cosa. LA conosci anche tu e lo sai che razza di testa calda sia! Sarebbe capacissima di prendere la barista per il cravattino e farle sputare chissà quale storia!"
Brad si era zittito quasi subito alle parole di Mike. La scena di Lily che malmenava la barista era tremendamente reale davanti ai suoi occhi, e aveva deciso di levarsela di fronte con una potente scrollata di testa.
"Non mi convince lo stesso. E poi… Hai visto? " stava indicando il gruppo di persone che era a spasso con loro per la minuscola main street del paesino " ..Ho capito che e' mattino e che nessuno ama lavorare..ma, cazzo! Nessuno, dico, NESSUNO che parla!! Son tutti a muso duro!"
Mentre Brad faceva notare questo piccolo particolare,  Lily si era avvicinata ai due con un aria piuttosto interrogativa.
Mike non aveva risposto alla veritiera affermazione del collega e stava cercando di delineare nella sua mente un piccolo piano di lavoro sul "come" e soprattutto sul " da chi"  iniziare la ricerca del problema.
Non avevano elementi in mano per tracciare una qualsiasi linea. Solo una telefonata di avvertimento ed una considerazione monito,sull'età di Lily.
Troppo poco per considerarli una base di partenza.
I rintocchi del campanile stavano segnalando le ore nove. Nove lunghi rintocchi che avevano nuovamente bloccato qualsiasi attività delle persone del paese.
Accanto ai tre, c'era un uomo sulla sessantina che si reggeva al palo della fermata dell'autobus.
Stava fissando il quadrante del campanile con malcelato terrore.
Tremava.
Tutte le persone vicino a loro stavano subendo la stessa cosa: paura. Paura vera, non un attimo di spavento. Terrore. Come solo chi lo ha visto davvero, può temere.

"Credo sia ora di fare due chiacchiere fatte per bene con questa gente, Brad! "
La mano destra di Mike si era "abbattuta" sulla spalla del collega mentre un sorriso beffardo e ironico si era dipinto sul volto del cacciatore.
Brad aveva spostato lo sguardo dalla mano, al volto di Mike e ora stava con la bocca semi aperta e l'espressione tipica di chi è appena stato "incastrato".
"Non vorrai…."
"Voglio!"
"No..davvero.. Lo sai che io.."
"Fallo!"
Il sorriso di Mike si era allargato in maniera esponenziale. Era quasi divertito. Era al corrente della difficoltà di Bradley nell'approcciarsi agli informatori. Quale terapia migliore se non quella "d'urto"?
"Hai un paese intero a tua disposizione, Bradducciobbello!"
E ora, la mano di Mike scuoteva vivamente la spalla del biondo. Lily ridacchiava sotto i baffi,posando in maniera palesemente canzonatoria , la testa sul petto di Raven, sgranando gli occhi verso Brad.
"Shiiii Bradducciobbelllo!! Fammi vedere quanto sei "agente segreto". Tremendamente sexy, come cosa!"
Da qualche centimetro più sotto, il dito medio del biondo era salito a sventolare davanti al naso dei due.
"Fottetevi, stronzi! Beh…lo farà! Magic Brad fornirà a voi inetti le migliori basi di partenza per una riceda degna di tale nome!!"
Lily stava ancora ridendo per le parole del ragazzo,quando un ululato intenso e prolungato aveva di colpo spezzato il silenzio del paesino.
Proveniva dalla collina coperta di alberi di pino che sovrastava Duesville.
"Cazzo ! Lupi!" aveva detto Lily, portando istintivamente la mancina a tastare il calcio della pistola che teneva infilata nei Jeans.
"Speriamo lo siano, Lily.."
Mike fissava preoccupato la macchia d'alberi. Se c'erano lupi, l'unico problema era quello di avere delle  buone trappole.
Peccato che l'ululato somigliasse fin troppo a quello di un lupo a due zampe.

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Capitolo 3
*** 3-Le truppe si posizionano ***


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I misteri di Duesville-parte 3

 

 

Oramai era quasi sera. Il sole stava sparendo dietro le colline che circondavano Duesville e la gente cercava di ritornare nelle proprie abitazioni, dribblando il richiamo di birra, caffè ed aperitivi che i numerosi piccoli bar offrivano loro. Qua e là dei capannelli di persone fumavano le proprie sigarette appena fuori della porta di questi localini,discutendo della loro giornata.

Nulla di strano,quindi,parve pensare Mike. Brad era sparito da ore alla ricerca di qualcosa di buono in giro mentre Lily smanettava al portatile cercando notizie particolari su Duesville.

Era un orario serale stranamente calmo e pacato. Al solito quello doveva essere uno di quei settori della giornata dove la gente si sfogava,appunto, nei principali punti di aggregazione sociale.

Erano seduti al tavolo del bar dove avevano consumato la loro colazione oramai da quasi due ore.

“Forse ho trovato qualcosa di decente, in mezzo a questa feccia informatica!”

La voce esultante di Lily aveva avuto modo di distrarre Mike dal pensiero dell’ululato sentito qualche ora prima. Non poteva essere quello che pensava: mancavano gli elementi necessari e soprattutto, non c’erano voci di sparizioni recenti che riguardassero gli abitanti del posto.

Eppure, come aveva avuto modo di constatare nella giornata, non c’erano giovani della fascia di età di Lily.

Nemmeno uno.

“Fa vedere, piccola…”

Quasi con sforzo,aveva preso il portatile e l’aveva girato verso di se trovandosi a tu per tu con un articolo del Daily che parlava proprio di Duesville.

“Qui dice che uno degli studenti del Liceo è stato trovato morto dentro la torre campanaria”

“Esatto… ma se arrivi fino alla fine, troverai una cosa molto interessante!”

Lily aveva assunto un ghigno beffardo . Mike l’aveva guardata di traverso ,riportando pero’ nuovamente lo sguardo sullo schermo del Pc. Stava scorrendo il testo dell’articolo ed era giunto al rapporto del coroner: cuore asportato e lacerazioni sparse lungo tutto il torace e l’addome,SEMBRA , provocate da artigli .

“Secondo te, abbiamo a che fare con un licantropo?”

Mike aveva chiesto con un certo tono retorico ,la cosa a Lily che stava annuendo convinta.

“Certo! Tutto coincide! Artigli, cuore asportato,lacerazioni..” stava numerando le cose,contandole sulle dita come se fossero l’elenco di una serie di indizi alla Poirot , capaci di decretare il nome del colpevole.

Un vero peccato che i misteri della Christie fossero delle vere e proprie bazzecole in confronto a quello che lui aveva dovuto affrontare nella sua vita.

“…e in più, l’ululato di oggi è la prova inconfutabile che abbiamo a che fare con un licantropo!!”

La ragazza era sovraeccitata. Lo si capiva dal tono squillante della voce e soprattutto dalla maniera in cui gesticolava verso l’uomo, cercando di dar forza alle proprie parole.

“Dimmi, Lily… Qual’e’ la prima condizione per un licantropo?”

“La luna piena!!”

“Ottimo! …Ora , dimmi : a che ora abbiamo udito l’ululato? “

Il sorriso trionfante della ragazzina, si stava affievolendo proprio come il resto del suo corpo.Come se si stesse sgonfiando a causa di una valvola difettosa.

“…alle 2 del pomeriggio!”

Senza attendere altre domande, si era seduta nuovamente, visibilmente contrariata per la sua mancanza di attenzione.

“Tuttavia..” riprese Mike “ ..non credo che l’ipotesi sia del tutto da scartare. Il modus operandi dell’uccisione è esattamente quello di un licantropo…e l’ululato di oggi, prova solo che i boschi sono abitati da almeno una colonia di lupi. Comunicano tra loro così, per segnalare la propria presenza .

Lily sembrava meno triste ora che Mike aveva , in qualche modo, avallato la sua tesi.

“Vaffanculo , Mike. Giuro che la prossima volta che mi mandi a cercare informazioni.. ti riempio il culo di salgemma!!”

“Bentornato, Brad. Anche io ti amo tanto!”

Le labbra di Mike si erano chiuse a mò’ di bacio, verso il biondo che ,lì per lì, c’era rimasto stranito. Raramente il vecchio Raven si comportava come un ragazzino.

“….Cazzo! Pare che ogni famiglia del paese abbia perso un figlio! Soprattutto,sono proprio SPARITI . Nessuna traccia di nessuno, tranne che ..”

“..tranne che di James Rodhes, il figlio del pastore. Vero?”

Lily aveva nuovamente sbirciato il portatile, risalendo al nome del ragazzo trovato morto e sbranato dentro la torre campanaria.

“Esatto,bella! Proprio così. Il fottuto figlio del pastore!! Non ti dico la sequela di preghiere che mi son dovuto sorbire oggi da questa manica di bigotti del cazzo! Dio, devo bestemmiare un mese per disintossicarmi! “

Brad si era voltato e si era diretto verso il banco bar, dove aveva preso un whisky. Doppio.

“Sta proprio peggiorando,il pivello. Parlare con la gente lo manda proprio ai pazzi!!”

Mike stava sorridendo, mentre si versava un ulteriore goccio del suo Thullamore.

Doveva parlare con Brad e farsi dire minuziosamente tutti i dettagli di quel che aveva detto.Niente escluso.

Aveva alcuni quesiti che iniziavano lentamente a formarsi nella sua mente, dandogli l’immagine di un quadro non definito.

“Ahh. ! Ora va meglio!”

Brad si era ora unito al tavolo dei due, facendo tintinnare il ghiaccio dentro al bicchiere che teneva in mano.

“Dovremmo andare a fare due parole con il pastore, non credete? “

“Certo.. è la priorità.Credo che questo compito tocchi a Lily. La chiesa è sempre più aperta , con delle ragazze indifese, no?”

Alle parole di Mike, Lily sorrise con un aria talmente angelica da risultare quasi stomachevole Si era alzata in piedi, contenta che fosse venuto il “suo turno”.

“Sarò una devota perfetta, cazzo!”

La frase della ragazza aveva fatto accigliare oltremodo Brad e Mike.

Se quella era la premessa, sarebbe stato un colloquio molto divertente.

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Capitolo 4
*** 4- Un lavoro da definire ***


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La chiesa non distava molto dalla piccola locanda dove i tre avevano preso alloggio. Mike e Brad in una camera, Lily in quella attigua anche se era sembrata alquanto contrariata dal venir estromessa in maniera discriminante.

“Non capisco perché non possa dormire con voi,Mike. Non sarebbe assolutamente un problema per me!”

Forse per lei non lo era realmente…ma la faccia che aveva fatto Brad quando la ragazza si era chinata a raccogliere alcuni fogli che erano volati per terra, la diceva terribilmente lunga sull’uso che il biondo avrebbe voluto fare ,del fondoschiena della ragazza.

“Preferisco così,Lily. E poi ora dobbiamo pensare a cosa farti dire al pastore, per carpire più informazioni possibili sul caso della morte del figlio. Troppe cose da definire e soprattutto non quadra il fatto che, in paese, non ci sia nessun avviso di scomparsa . A quel che mi hai detto, i giovani sono spariti praticamente tutti,chi per mano altrui chi per decisione personale, impauriti da quello che non sanno spiegarsi!”

Lily stava ripiegando in maniera sbrigativa la propria roba, per spostarsi nell’altra camera. Non aveva perso una sola sillaba del discorso di Mike e ora stava annuendo.

“Vero. La cosa puzza anche a me, ma sono seriamente più preoccupata per il mio ingresso in una chiesa! L’ultima volta che l ho fatto, il crocifisso si è girato dall’altra parte,.,”

“Si vede che non gli piacevi, piccola!”

Brad era apparso sulla soglia del bagno, con indosso solo un asciugamano a fasciargli il bacino. Si era appena fatto una doccia.

Lily era rimasta con la bocca aperta in una “o” di stupore misto compiacimento, per la presenza mezza nuda del ragazzo.

“Chiamami ancora piccola, e ti rendo una voce bianca!”

“Davvero? E come faresti? “ Brad aveva portato le braccia ad allargarsi, offrendo la totale disposizione del proprio torace, libero da difese.

“Facile, Scott. Potrei “involontariamente” tuffarmi di gomito a peso morto sul tuo pacco, mentre dormi!”

Quasi all’unisono, i due uomini rabbrividirono immaginando istantaneamente il suono dell’impatto del gomito di lei..in quella parte così delicata.

Mike aveva anche deglutito, come se se le fosse sentite realmente arrivare in gola.

Le facce dei due uomini avevano soddisfatto appieno Lily ,che aveva ottenuto l’effetto desiderato.

Ci vollero alcuni minuti prima che Mike riprendesse la parola, ancora vagamente turbato dal pensiero di una possibile “frattura scrotale”.

“Bene, direi di passare a cose meno truculenti e più serie. Vestiti tu, esibizionista.” Riferendosi a Brad che ,con un mesto saluto militare, si era voltato verso l’armadio a prendere una maglietta ed un paio di jeans.

“Ho un idea ,Mike. Devo indurre il pastore ad essere aperto con me, no?”

“Esattamente. Quindi?”

“Quindi potrei spacciarmi per un amica del figlio …Sai una specie di corrispondente via mail..cose così! Non è assurdo ai tempi di oggi, conoscere gente su internet, e diventarci amica!”

Mike stava soppesando il piano della ragazza e , per quanto considerasse effimera un amicizia puramente virtuale, il piano poteva essere buono.

“Non è una cattiva idea…ma ho una domanda da farti: cosa sai realmente di quel ragazzo?”

Come un abile giocatrice di poker, Lily stava estraendo dalla manica la sua mossa vincente. Il solito sorriso beffardo della ragazza era quasi intagliato nel suo viso trionfante.

“Ta-daaaaann!!” aveva appena voltato il portatile verso Mike.

“ E cosa sarebbe, quello?”

“Un blog, pezzo di troglodita!! Il “diario” dei nostri giorni. Il ragazzo ne teneva uno e io, che sono una fottutissima hacker, ho trovato la pass per accedere a cose che nemmeno il padre, potrebbe sapere!”

Doveva ammetterlo: la piccola ci sapeva fare con quegli aggeggi. Mike aveva appena iniziato a capirci qualcosa, ma lei..lei era un piccolo genio.

“Gran colpo, Addams! Ottimo lavoro!”

“Capirai….non ci vuole nulla!”

Brad si era rivestito e stava cercando di sminuire la presenza di spirito della ragazza,con una delle sue sparate da “so-tutto-io”

“Davvero? Perché non ci hai pensato tu, allora?”

“Perché IO ero intento a entrare nelle case delle Desperate housewives di questo fottuto paesello! E loro erano intente ad entrare nelle mie mutande!! Cazzo! Paese di represse ninfomani!”

A questa precisazione che prima era stata omessa, Mike assunse un sorriso divertito.

“Hanno cercato di carpire la tua virtù?” aveva chiesto alzandosi in piedi per rivolgersi all’uomi, incrociando le braccia con un aria tremendamente divertita.

“Diciamo che…..Insomma! A quanto pare qui gli uomini non fanno troppo il loro lavoro! Quasi tutte le donne che ho incontrato hanno lamentato l’assenza di sesso coniugale. Ma credo fosse solo una maniera per pararsi il culo sulla voglia di trasgredire che hanno!”

Lily aveva applaudito “Ovvio, Bradley.. a noi donne non serve nessun tipo di scusante se veramente vogliamo farci un uomo. La scusante la dobbiamo a voi uomini, insicuri e inetti.”

“Fottiti, pivella… e pensa a cosa dire a quel mangia ostie del pastore., ok?”

Da dietro il suo dito medio, Lily aveva annuito. Toccava a lei ora.

“Mike, dammi solo un ora per studiarmi un buon discorso strappalacrime…e poi mi fiondo in quel posto puzzolente di incenso e cera scaduta!”

“Non abbiamo fretta, Lily. Mentre tu studi il tuo monologo.. Io credo che andrò sulle colline.Devo verificare un paio di cose.”

“Ma sta per far buio. Sicuro di volerci andare da solo?”

“Certo Brad..Mi serve concentrazione. Con te attorno, non ci riuscirei! Ma ho un compito per te. Tieni d’occhio la famosa barista.. Secondo me sa di piu’ di quel che dice.

“Ma è vecchia! “

“Magari ti insegna qualcosa!” fece Lily, da dietro il suo portatile.

La sequela di improperi che i due si erano messi a scambiarsi, aveva fatto alzare gli occhi al cielo al cacciatore che in poco tempo, si era preparato la sacca con il materiale di controllo e aveva caricato le armi. Senza dire nulla ai due che ancora si stavano sfottendo a vicenda, era uscito sbattendo la porta, come avviso. Quasi istantaneamente, Lily e Brad avevano cessato il loro piccolo Alterco.

“Mi sa che Mike è nervoso”

“Non è un problema mio. Se scopasse di più, non lo sarebbe! “ aveva chiuso Brad.

 

Erano circa le otto di sera . Il paese era ancora in attività nonostante il buio avesse preso il posto della fioca luce dell’inverno canadese. Duesville si era riempita si luci.In fin dei conti, il Natale era alle porte. Agli angoli delle stradine , erano spuntati i venditori di caldarroste e i musicanti. Gente piena di pacchetti si aggirava tra le vetrine della main street e Lily respirava a pieni polmoni l’aria fresca della sera , per darsi coraggio.

Aveva passato il pomeriggio sul blog di James Rhodes, e ora sapeva praticamente tutto di lui. Conosceva la sua piccola storia, conosceva il nome di alcuni dei suoi migliori amici..e aveva fatto delle micro ricerche su ognuno di loro sempre sfruttando la rete dei Social Network. Aveva persino pensato di crearsi un account Facebook e chiedere loro l’amicizia per rafforzare la cosa..ma aveva quasi subito abbandonato l’idea, ricordandosi di quanto fosse lenta e mal organizzata la chat di quel sito.

Dopo almeno una ventina di minuti spesi per attraversare la main, era giunta davanti alla chiesa gotica di Duesville.L’edificio doveva aver più di un secolo.

Era la classica chiesa che si vede nei film dell’orrore: due torri alte, un rosone centrale e i tre ingressi. Il portone centrale e i due laterali, più piccoli. Alcune persone andavano e venivano dall’ingresso più grande e lei, aveva deciso di entrare proprio in quello. All’improvviso era arrivato un sms ,preceduto dal tipico “bip-bip” di segnalazione.

Era di Mike

“Il bosco è particolarmente interessante. Lily,parla col pastore. Stasera riunione in camera mia.alle ore 23.00 Brad: se ti presenti in ritardo, aiuto Lily a renderti eunuco.”

“Agli ordini, Raven…” aveva detto la ragazza, aggiustandosi il bavero del cappotto. Era ora di andare a conoscere il Pastore.

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Capitolo 5
*** Repost : Lily & Jason ***


La collina appena fuori di Duesville non era poi così diversa da tutte le altre.
Era costituita per lo più da alberi di pino molto alti, segno di un vecchio insediamento floristico che da secoli aveva attecchito in quella fertile landa ,producendo una delle più vaste zone conifere del Canada.
Duesville era infatti rinomata per il suo parco naturale dove alberi, piante e speci animali di diverso tipo e conformazione morfologica, avevano trovato giusto habitat per le loro esigenze di mantenimento e riproduzione
Il profumo del muschio e degli aghi di pino si mescolava velocemente con la resina e l’odore della terra bagnata dalla neve.
Il silenzio era innaturale.
Mike stava percorrendo la vecchia via dei Rangers per giungere al centro della foresta.
Aveva calcolato di impiegarci più o meno un paio d’ore…invece , con le pause che si era dato per analizzare particolari che potessero fornirgli indizi su cosa stesse realmente cercando, aveva sforato il tempo di una buona ora.
Stava proprio consultando l’orologio quando aveva udito uno strano fruscio provenire da un punto imprecisato alle sue spalle. Aveva deciso di romanere comnque  immobile,senza dar atto di aver udito la cosa.
Lentamente aveva portato la mano destra alla cinta dei pantaloni ed aveva estratto la pistola ,precedentemente caricata a proiettili “normali”anche se,per scrupolo, aveva alternato i colpi: 3 erano dei semplici proiettili calibro 44 mentre  e 3 erano proiettili addizionati di salgemma ed acqua santa.
Ancora, il fruscio si era ripetuto nella macchia dei primi cespugli di lichene, dando però la chiara idea di star allontanandosi dall’uomo.
“Cazzo! Il fifone sta cercando di prendere il largo!”
Il pensiero di Mike era stato rapido  quasi quanto il suo mettersi all’inseguimento di chiunque avesse prodotto quel rumore.
Forte delle sue capacità non propriamente umane, il cacciatore si era messo a correre ad una velocità talmente elevata da risultare quasi invisibile anche al più attento degli occhi. Poteva vedere chiaramente davanti a sé, il percorso di rami rotti e orme delineate ,nella fresca terra bagnata  che fungeva da tappeto a quella zona.
Lo seguiva rapido senza però riuscire a raggiungere o a scorgere, chi lo stesse tracciando.
Dopo qualche minuto di inseguimento tra la boscaglia ed il sottobosco,era giunto ad una radura.
Si era avvicinato di gran lunga al cuore della foresta, ed era terminato in mezzo a quello che sembrava uno spiazzo creato dall’uomo, non dalla casualità della nascita delle conifere: troppo delineato e troppo preciso per essere “vero”,.
Meccanicamente,  aveva preso il cellulare in mano, mandando un messaggio simultaneo a Lily e Brad.
Era necessario un piccolo “Brain Storming” per mettere assieme tutti i fatti che sarebbero riusciti a raccogliere nella giornata.
Un colpo di fucile,sparato in aria, aveva lacerato il silenzio del luogo e spaventato il cacciatore che stava ancora armeggiando con il cellulare,rischiando di farselo cadere dalle mani,in mezzo ad una sonora imprecazione.
L'ombra del sottobosco, celava ancora la misteriosa entità che aveva appena reso palese la sua presenza con quella scarica di pallettoni al cielo.
“Non devi stare qui. Lui ti troverà..Lui ti troverà!!”
Davanti a Mike, era apparsa una figura avvolta in un lungo e sudicio abito da cerimonia. Di quelli che usavano i vecchi sciamani delle tribù Irochesi,tipicamente nordiche e ornate di pellicce e denti di orso o di altri animali feroci. Aveva il volto segnato da cicatrici profonde, come se qualcuno si fosse divertito a tracciare dei solchi lungo il suo viso, per conferirgli un aria più truce.
Agitava il fucile ,mentre scrutava da dietro un paio di occhiali così mal ridotti ,da far dubitare  a chiunque che quel tipo riuscisse a distinguere alcunché.
Oltre a questo, sembrava fuori di senno.
“Ti troverà! E ti mangerà come ha fatto con  gli altri! Sei in pericolo. Siamo tutti in pericolo!”
Non stava urlando. Ripeteva quelle parole a voce bassa, appena udibile. Era meccanico e ripetitivo e continuava a guardarsi attorno impaurito.
Non c’era con la testa, era palese.
“Amico, con chi ce l’hai? Io sono in cerca di funghi!”
era stata la risposta del cacciatore, alle parole dell’eremita che ora si stava avvicinando a lui con passo inceerto e quasi intimorito.
“Non … non ci sono funghi, qui!!… Qui non c’e’ nulla!! Solo neve!Solo la pura neve..”.bofonchiava balbettando ,guardandosi i piedi per poi nuovamente voltarsi  impaurito verso il bosco che si stagliava silente dietro di lui. “Solo neve....e LUI! “
Si era fermato, puntando il calcio del fucile,verso una piccola fenditura tra la boscaglia :un percorso che continuava oltre la radura e che pareva inoltrarsi ancora più addentro la foresta, arrivando a ridosso della parete interna della montagna.
“Chi sarebbe questo...”LUI?” aveva quindi chiesto Mike,rivolgendo verso la figura ammantata ,uno sguardo carico di curiosità.
A quella domanda inaspettata. gli occhi dell’eremita si erano  ora allargati come quelli di una civetta. Il tremolio degli arti si era accentuato conferendo all’uomo la stessa stabilità di un ramoscello di sambuco in una bufera.
Si era inginocchiato lentamente, sempre lanciando occhiate furtive e preoccupate alla macchia dei cespugli, ed aveva preso a grattare furiosamente con le unghie sul terreno, scavando come un forsennato per almeno dieci lunghi minuti.
Mike era scombussolato da quel comportamento e  non sapeva cosa fare., ne come comportarsi.
 Era chiaro che al tizio mancasse qualche venerdì, ed era altrettanto chiaro che doveva esser stato un vagabondo  in  quella collina ,per dei  mesi.
Solo dopo una buona fetta di tempo passato a scavare a mani nude, fino a farsi sanguinare le dita, si era deciso a smettere emettendo un urlo di puro trionfo.
Si era nuovamente rimesso eretto e , ora,reggeva in mano quello che  a prima vista sembrava un osso.
Un osso umano.
“Porco Lucifero Fottuto ! “ Mike si era avventato sull'eremita, strappandogli di mano il macabro reperto. Lo stava esaminando: era chiaramente rosicchiato.
Lo sguardo del cacciatore si era ora spostato dall'osso al viso dell'invasato,che era visibilmente sovraeccitato.
“E’ stato LUI!! LUI li mangia tutti,..,.e poi viene QUI a seppellire le ossa! Si, Io l’ho visto. Ogni cambio di luna . Ad ogni! Sicuro! La luna! La luna è la sua signora!”
“... ad ogni cambio di luna…”  aveva mormorato Mike  ,mentre stava ancora con gli occhi fissi sull’osso umano,cancellando  dalla sua testa ogni idea precedente su quella “caccia”: non si trattava di un licantropo.





“Signorina, deve entrare?”
La voce di una vecchia signora avvolta in un nero e sgualcito pastrano , aveva scosso Lily dalla sua piccola diatriba personale sul come avrebbe dovuto porsi, per parlare al pastore.
Si era spostata  poco più in la, liberando il passaggio alla donna che la stava oltrepassando senza  nessuna parola.
“ Mi scusi! Stavo solo..”
“Non mi interessa. Non lo voglio sapere. Solo, si sposti dal passaggio e lasci entrare chi deve raccomandare la propria anima a Nostro Signore!”
La secca e maleducata risposta ricevuta dall'anziana donna, aveva fatto venire alla ragazza l’improvvisa voglia di spintonare l’anziana fino a farla rotolare dentro la chiesa, per permetterle di “raccomandare la propria anima a Suo Signore” con un piccolo anticipo sui tempi.
Si era trattenuta dal farlo, solo per non rovinare il precedente lavoro di addolcimento che l’aveva portata a concepire un look così “casto e puro” da sembrare  quasi convincente.
Non aveva un filo di trucco. Aveva abbandonato il suo vestiario dark per un più “comune” jeans e maglioncino celeste,con collo a “v” che si apriva su una castissima e chiusissima camicetta bianca. Non ce l’aveva fatta a mettersi la gonna . Soprattutto perché Brad era scoppiato a ridere quando l’aveva vista in “prova”,quando aveva chiesto una conferma del proprio look, al biondo.
Per chiudere il tutto, aveva optato per un giaccone nero con cappuccio e bottoni a intreccio.
Era semplicemente “anonima”.
Cosa che lei odiava terribilmente.
Non era riuscita  a resistere alla tentazione di indossare il perizoma ed  in fondo chi se ne fregava? Un pastore non l’avrebbe sicuramente spogliata! E se avesse provato a farlo, beh…Avrebbe perso il suo pisello!Ci poteva giurare!
L’odore acre dell’incenso e della cera delle candele ,all'interno della chiesa,era così forte da mettere soggezione alla ragazza.
Aveva appena varcato la soglia del luogo di preghiera, ritrovandosi in mezzo ad una minuscola folla che stava  pregando a bassa voce.
Non vi era nessuna funzione in corso, ma le donne del paese sembravano tutte lì.
Poco più avanti si estendeva il grande abside della chiesa, dove  un uomo sulla quarantina con  lunghi capelli neri lasciati cadere lungo le spalle ,un viso dal tratto volitivo e gli occhi attenti e incisivi ,stava seduto sullo sgabello dell’organo a canne .
Era intento a leggere  uno spartito o almeno, così sembrava.
Sembrava piuttosto tranquillo e ,continuando ad osservare il proprio spartito,si era alzato  in piedi per armeggiare con i vari registri dello strumento ,regolandoli all'uopo per una decisa esecuzione.
 Lily non aveva potuto fare a meno di notare che si trattasse indubbiamente di un uomo interessante. E poi...era alto! E…attraente.
Decise di avvicinarsi a quel tipo ,cercando di carpire qualcosa anche a lui. Perché non unire l’utile al dilettevole, in fondo?
Camminava quasi come se stesse calpestando un fragile tappeto di cristallo. Non voleva farsi notare troppo ed era decisa a sembrare il più rispettosa possibile verso la sacralità di quel luogo, anche se a  lei , le chiese avevano sempre e soo dato fastidio per lo sfarzo che mostravano. Il cristianesimo era fondato su un avalanga di puttanate..e lei lo sapeva. Non era quella , però, la sede adatta per mostrare la sua anticlericalità .
L’organo si trovava a ridosso dell’altare, un po’ defilato dalla piccola folla che pregava. Risultava quasi più intimo e confidenziale di un confessionale.
Lily cercò di scacciare dalla sua testa la blasfema visione di due persone che scopavano dentro uno dei cubicoli, senza  però riuscirci del tutto.  
Era arrivata a ridosso della nicchia dell'organo con un sorriso serafico in faccia che faticava a mandar via.
Si prescrisse di smettere di avere quel sorrisino ebete in faccia, riuscendo a toglierselo giusto un attimo prima  del  lento movimento di busto dell’uomo che  si era voltato,vedendola.
Da così vicino,Lily poteva solo constatare che la sua prima impressione era esatta.
Un organista così farebbe la gioia di ogni devota..e di ogni agnostica o atea. La musica sacra stava improvvisamente prendendo un posto  di interesse nella mente della ragazza.
“Buonasera…”
La voce era di un sinistro tono basso e rauco, dovuto al fatto che l'uomo stesse senza dubbio parlando a basso tono, per abitudine.
In fin dei conti , si trovavano  sempre dentro ad una chiesa,per Dio!
Lo spartito che era retto dalla mano dell’uomo, era stato appoggiato con estrema cura sul leggio per poi riportare  l’attenzione nuovamente sulla ragazza, inclinando appena la testa, curioso.
“..Io…ehm..Beh, buonasera!…Cercavo ...Cercavo il pastore Rhodes. Sì.! Potrebbe indicarmi come trovarlo?”
La voce le era uscita come un suono di flauto tipicamente“civettuolo”. Peccato che non fosse l’intenzione della ragazza.
L’uomo aveva sorriso, tornando a sedersi sullo sgabello. Aveva preso in mano delle altre partiture e le stava mettendo un ordine, picchiettandole contro l’orlo del mobile per parificarle tra loro. Sembrava dare molta importanza all'ordine di quei fogli.
“Tempo di non potervi essere utile, signorina. Il reverendo Rhodes è sparito da mesi. Io stesso non l’ho mai visto di persona. Ho preso servizio in questo paese solo pochi mesi fa.”
“Stramaledetta boia!” aveva pensato la ragazza, mantenendo comunque un sorriso finto come una banconota da tre dollari.
Stava mentalmente imprecando: il suo “contatto” si era reso “uccel di bosco” e quindi, irreperibile. Cosa cazzo avrebbe dovuto inventarsi ora?
Notando l'espressione di disappunto di Lily, l'uomo aveva deciso di correre in soccorso.
Aveva terminato di sistemare le sue cose e si era nuovamente sporto verso la ragazza.
“Se avete qualche messaggio per lui, potete lasciar detto a me. Riferirò al pastore Bailey , che ha preso il suo posto.”
Il tono gentile ed il modo educato con cui l’organista si era proposto  come ambasciatore, aveva tolto Lily adall'impaccio di come  proseguire  l’indagine personale, fornendogli addirittura uno spunto.
“Oh, sareste oltremodo gentile., signor..?”
“Kovacs. Jason Kovacs. E voi, signorina? Come vi chiamate?”
La massiccia dose di “signorina” che stava ricevendo, iniziava a creare una piccola forma di itterizia nella ragazza , che aveva iniziato a grattarsi l’avambraccio come se avesse un tic.
“…mi chiamo Micaela. Micaela Scott!”
Ovviamente non avrebbe rivelato il suo vero nome… e la femminilizzazione e la fusione di quello dei suoi due colleghi, suonava quasi carino.
Si, lo avrebbe usato spesso.
Aveva scostato i capelli dal viso con un rapido colpo di collo ,regalando una sventagliata di Davidhoff Coolwater , a Jason.
“..Potreste riferire che sono un amica di James, il figlio del pastore Rhodes? Volevo portare le mie condoglianze alla famiglia. Purtroppo ero all’estero per studio e sono tornata da poco. Però mi tenevo in contatto con James tramite internet. Non abbiamo mai smesso di sentirci..fino a quando...” Con raffinata maestria e indubbia arte recitativa, la ragazza si era voltata di lato, fingendo un abbozzo di lacrima..asciugata di riflesso con la manica del cappotto.
Poco “elegante”, ma piuttosto efficace.
Jason parve estremamente compiaciuto dal tatto e dalla sensibilità della ragazza. Così compiaciuto,da chinare il capo in cenno di totale assenso.
“Sarò latore di questa vostra intenzione, miss Scott.Non abbiatene a dubbio.!”
“ Ma come cazzo parla ,questo? Sarà anche figo, ma sembra uscito da  Orgoglio e Pregiudizio, Diavolo!”
Era stato  il pensiero di  Lily che aveva ringraziato la gentilezza dell’organista con una riverenza plateale.
Troppo plateale.
Jason pareva vagamente incuriosito dal modo strano di fare della ragazza.
“Permettetemi una domanda. Siete qui da sola? “
“No, alloggio con due amici in un hotel.”
“Bene. Spero che i vostri amici non vi lascino girare da sola..specie alla sera. Non è un paese sicuro,questo. Specie per una ragazza giovane….e bella.”
Dopo le parole, l’uomo aveva rivolto un compiacente sorriso a Lily che era arrossita in maniera repentina.
“Non preoccupatevi,Jason.....sono ben protetta.”
“ Non direi.. siete giunta qui da sola. . Rientrerete da sola..e non sapete quanto pericolo ci sia, qui.”
La frase di Jason,detta con una naturalezza quasi irritante, aveva fatto  trasalire Lily.
Era vero.Non ci aveva pensato.
 Doveva fare a ritroso il percorso dalla chiesa all’hotel , ed erano più o meno un paio di isolati. Non era disarmata, ma non aveva idea di cosa avesse dovuto affrontare.
Nemmeno Mike sapeva ancora contro cosa avrebbero dovuto battersi.
“Prenderò un taxi, Jason. Non preoccupatevi.”
“Non mi preoccupo, infatti!” fece eco lui , sorridendo nuovamente.
L’aria dentro alla chiesa, si era fatta troppo pesante.
Con un sbrigativo cenno della mano, Lily si era congedata da Jason, voltandosi per incamminarsi verso l’uscita.
Era troppo presa dal come proseguire la sua piccola indagine e da come arrivare all'hotel incolume,.....per accorgersi che dietro di lei, Jason era svanito.

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Capitolo 6
*** Brad ***


Non cera molta gente in quel bar. Per lo meno non se ne vedeva molta ora. Brad aveva appena spinto la porta d'ingresso facendo suonare il campanellino di avviso.
Due o tre degli astanti avevano appena girato la testa verso di lui,per riportarla immediatamente  sulla loro consumazione ,appena appurato che il nuovo venuto non avesse nulla di interessante ai loro occhi.
La barista si teneva impegnata spolverando di buona lena la vetrina con le brioches e qualche sandwich, che oramai nessuno avrebbe più ordinato.
Il cacciatore si era scostato dall'uscio,  aggiustandosi il bavero del giaccone e sbuffando sulla sua malsana idea di spillare qualche parola a quella donna.
Non era molto abituato a "cacciare a parole".
Era un uomo d'azione , lui! Per Diavolo!.
"Che ti servo,bello?"
La voce della donna era di appena un decibel sopra le "white noises" della radio, che tra una gracchiata e l'altra, tentava di trasmettere un vecchio brano dei Deep purple.
Il profumo tipico del detergente per vetri aveva appena sfondato le narici di Brad, rendendogli vano qualsiasi tentativo di dribblaggio del nauseabondo fetore.
Non sarebbe stato in grado di apprezzare alcunché , ora che il suo naso era stato "sverginato" da quel solvente e non era più in grado di funzionare come conveniva.
"…Un semplice caffè, per favore." si era limitato a dire, accostandosi al bancone e posandosi a pochi centimetri dagli altri due astanti  che si erano messi a parlottare fitto tra loro,sottovoce.
La donna era rimasta piacevolmente colpita dalla risposta educata del ragazzo.
Non era sempre frequentato da persone così a modo, quel posto.
La macchinetta del caffè era stata messa in funzione ed aveva preso a lavorare il suo ordine, gocciolando pigra dentro la tazzina. Erano bastati solo pochi secondi per permettere  all'aroma del Brasilian Kind , di diffondersi per il minuscolo ambiente, solleticando le narici degli avventori.
"Ecco qua..Il miglior caffè di Duesville!"
Il tono di trionfo, accompagnato da uno smagliante sorriso , era dedicato al cacciatore.
Era un sorriso di pura cortesia, non ammiccante.
Questo , Brad , lo aveva subito notato.
"Quella porcheria, io,  non la spaccerei per caffè, Linda!"
Uno dei due avventori si era scostato dalla sua chiacchiera, per controbattere con un sorriso ironico la frase della donna. Un uomo sulla sessantina che doveva aver finito di lavorare poco prima. Aveva ancora indosso la tipica tenuta dei falegnami del nord: una camicia in flanella, parecchio pesante..e dei jeans talmente sgualciti e consunti che stupivano per la loro strenua resistenza.
Doveva essere un battibecco che succedeva spesso, visto che Linda nemmeno aveva degnato di una risposta l'uomo.
Brad aveva preso tra le mani la tazzina , cercando di trovare una frase ad effetto per iniziare una conversazione.
Li' per lì ,però ,non gli veniva in mente nulla di buono per poter carpire l'attenzione della donna.
L'occhio gli era involontariamente caduto su un articolo di giornale locale che parlava di alcuni incontri serali ,tenuti nella piccola sala riunioni adiacente la  chiesa, per " la pace dell'anima ed il conforto dello spirito".
L'itterizia anticlericale che aveva sempre contraddistinto la famiglia Scott aveva mosso lungo il viso di Brad una smorfia di incredulità palese che era successivamente mutata in un senso di disgusto.
La cosa non era passata inosservata agli occhi della barista, che si era affrettata a chiedere al cacciatore se il caffè " che lei aveva preparati con tanto amore", fosse davvero così pessimo.
" No, assolutamente! ..Anzi. Lo trovo squisito…..Linda!"
Aveva volontariamente usato il nome di battesimo della donna.Era un vecchio trucco per dimostrare di essere interessato ad una ragazza, che usava spesso: se tu chiamavi per nome una donna alla quale non ti avevano  ancora presentato direttamente..davi l'impressione di aver dimostrato interesse! Geniale, no?
 Questo escamotage, infatti, aveva provocato un sorrisetto divertito sul viso della mora che si era fatta subito più loquace,
"Bene, allora. E tu …ce l 'hai un nome,biondino?"
"Certo! Mi chiamo Bradley."
"Bene….. Bradley!.. E sentiamo: cosa ha portato qui te , ed i tuoi due amici?"
Ok, era arrivato al punto che voleva! La domanda era diretta ,cosa che non avrebbe potuto essere la sua risposta.
Non sarebbe stato saggio far capire che stavano indagando sulle sparizioni successe e sulla morte del figlio del pastore.
Solitamente, in quei paesini, la gente era tutta imparentata o strettamente amica…e poteva risultare molto facile incappare in qualcuno ,che poi avrebbe parlato con qualcuno , che  successivamente avrebbe parlato con qualcun'altro..e così via.
"Niente di che.Siamo solo di passaggio. Ci fermeremo qui qualche giorno,per riposarci."
Le mani della donna che non avevano cessato nemmeno un istante di rassettare e riordinare,si erano fermate dal loro lavoro di pulizia.
Il viso ,ora,era rivolto totalmente a Brad,e si era illuminato di un nuovo sorriso.
"Oh bene! Per qualche giorno ,allora, potrò vedere delle facce nuove!" aveva detto, lanciando un occhiata torva ai due uomini seduti, che ora stavano rispondendo a tono alla battuta che era stata loro lanciata.
Brad non se la sentiva di interrompere quel teatrino,ma non era stato un problema:  lo aveva chiuso subito Linda, per chiedergli informazioni su Mike.Sembrava parecchio interessata a Mr .Raven.
"Dimmi…è sposato? "
"Che sappia io, no!" era stata la veloce risposta, raggiunta poi da un puntualizzante". ..E nemmeno io, lo sono."
A quella precisazione,Linda aveva assunto la tipica aria della donna compiacente. Aveva un fisico in perfetta forma ed un viso accattivante. Forse un po' troppo truccata… ma indubbiamente una bella donna.Sembrava che ora stesse quasi usando una forma particolare di seduzione nei confronti del giovane  cacciatore. Si era posata sul bancone , proprio davanti al biondo. La camicetta si era aperta sullo scollo, rivelando una generosa porzione di seno che aveva calamitato per un istante l'occhio del cacciatore, facendogli assumere un ghigno piuttosto compiaciuto, anche se vagamente comico.
"… Non mi interessa di te, piccolo.Potresti  a malapena andar bene per mia figlia! Mi interssa di più sapere  di lui." con un tono di voce così fintamente consolatorio, da risultare quasi sgradevole.
Brad si era immediatamente ricomposto, cercando nervosamente la tazzina del caffè con le mani, rischiando di rovesciarlo sul bancone. Ora pareva decisamente a disagio.
Linda doveva essersi accorta della cosa, perché aveva subito messo davanti al naso del ragazzo, un piatto con una fetta di dolce fatto in casa.
"Omaggio del Bar, piccolo. Con il caffè, è ottima!" aveva detto, poi, ridacchiando.
Era chiaro che qualunque cosa quella donna avesse saputo , non l'avrebbe sicuramente detta a lui.
Ci voleva Mike.
Aveva deciso di addentare la fetta di torta per annegare i suoi pensieri nei dolci.
Dannazione! Non doveva fare l'oratore. Non era per nulla il suo modo di "cacciare". Lui era un marine, diavolo! Gli altri dovevano pianificare..e lui doveva agire. Punto.
Pochi minuti dopo, era nuovamente a spasso per le viuzze di Duesville. L'sms di Mike era arrivato tempestivo.
Avrebbe avuto ben poco da raccontare all'uomo.
A meno che non gli interessasse sapere che la barista se lo sarebbe scopato di cattiveria..e che lui sarebbe andato bene si e no per..
"…SUA FIGLIA!! PORCO DEMONIO!"
Brad aveva messo insieme i neuroni ed aveva , forse, trovato qualcosa di buono! La barista aveva una figlia.Doveva assolutamente saperne di più. Facendo delle rapide supposizioni, avrebbe potuto avere l'età di James Rhodes..e magari conoscerlo. Cazzo! Come aveva fatto a tralasciare la cosa così?
L'indomani, a colazione, avrebbe rimesso piede in quel bar e avrebbe cercato informazioni sulla figlia.
Ovvio, non direttamente.. ma qualcosa doveva carpire.
" Hey, sei qui anche tu?"
Lily stava venendo verso di lui con un espressione corrucciata.
"Si. Trovato qualcosa?"
"Meno di un tappo di sughero. Cazzo, il pastore e' sparito mesi fà! Ho parlato con il tizio che suona l'organo in chiesa… Boh!"
Anche lei sembrava piùttosto arenata.
Erano le nove e trenta. Tra un ora e mezzo sarebbero dovuti essere tutti e tre all'hotel per il confronto degli indizi.

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Capitolo 7
*** Un giorno di relax ***



La neve aveva iniziato a scendere copiosa già da qualche ora. Il portiere dell'hotel era fuori del portone principale, seduto su uno dei massicci gradini in pietra e stava fumando la sua pipa, beato. Doveva essere una delle poche pause che si concedeva, vista l'estasi che gli si era stampata in faccia al primo sbuffo di fumo del tabacco dolce. L'aroma di vaniglia e caramello aveva permeato quasi subito il piccolo cono di aria di cui l'uomo godeva ed il rumore delle poche auto attrezzate di catene per la neve pareva non guastare quell'idilliaco momento di pace. All'interno dell'albergo, il caminetto era acceso. Attorno ad esso si erano radunati alcuni degli ospiti che vi alloggiavano intenti a consumare bevande ad alta gradazione alcolica, in modo da controbattere il freddo che avevano patito trascorrendo il pomeriggio a passeggio per le strade di Duesville. Il Canada era un Paese piuttosto freddo, eppure aveva il suo fascino per molti, compreso Jason. L'organista della chiesa era arrivato molto prima di Lily e degli altri e si era seduto proprio accanto al portiere, sullo stesso gradino. Annusava compiaciuto il profumo del tabacco e lasciava che la neve gli imbiancasse i capelli corvini, senza scomporsi di un minimo."Mi piace il profumo della vostra fumata, amico.. E' rilassante quasi quanto una sonata di Chopin."
L'addetto alla reception, un uomo sui sessant'anni, ma dall'aspetto piuttosto giovanile, si era voltato compiaciuto verso l'uomo. Aveva sorriso e si era scostato la pipa dalle labbra per il tempo necessario alla risposta: "Lieto che vi aggradi, signore. Se posso permettermi, all'interno il nostro bar è fornito di un ottimo liquore, oltre che di un focolare acceso e ospitale. Sarei lieto di offrirvene un bicchiere, se vi andasse!"
Jason era rimasto in silenzio per qualche secondo, cercando di rubare al vento che aveva iniziato a soffiare veloce le ultime folate di tabacco aromatico. "No, grazie. Devo solo attendere l'arrivo di alcune persone per porgere un saluto. Se la cosa non vi è di disturbo, preferisco attendere qui."
L'uomo parve stranito dalla risposta del giovane. Aveva tirato ancora due copiose pipate e ora stava emettendo dei curiosi cerchi di fumo che raggiungevano pigri i capelli di Jason. Senza aggiungere nulla, si era nuovamente voltato dalla parte della strada, dando quasi le spalle all'organista. "Fate pure, non create alcuno scompiglio. Anzi.."
"Con chi ce l'avete?"Lily aveva appena svoltato l'angolo ed era arrivata praticamente davanti alla scalinata dell'hotel assieme a Brad che era entusiasta come un bambino per la neve: sovraeccitato e poco gestibile. Aveva udito le parole del fumatore e lo guardava ora con un'aria piuttosto interrogativa. Dietro di lei, la neve insisteva nello scendere.
"Oh, scusatemi signorina. Rispondevo semplicemente al ragazzo, proprio qui... dietro di me!"
Aveva indicato con il bocchino della pipa l'altra porzione di gradino palesemente vuota. Non vi era nessuno seduto o in piedi, nel posto indicato.
Senza dare atto di averlo preso per un visionario, la ragazza aveva annuito, oltrepassandolo per entrare nella hall. Brad si era messo a tirare palle di neve contro un lampione e urlava come un matto quando l'agglomerato di acqua ghiacciata esplodeva in mille pezzi contro la ferrea intelaiatura dell'illuminazione pubblica.
"Lo sai che potrebbero considerarti un teppista per questo?"
Dal lato opposto della strada, Mike stava attraversando veloce, zigzagando tra le poche auto che procedevano a passo d'uomo. Aveva in mano un sacchetto del Burger King con "la cena" per tutti e tre: Coca cola media, Burger Bacon e patatine. Si era rifornito nella main street di Duesville che si trovava a pochi minuti dall'Isaac, il loro hotel, e aveva passeggiato tra la gente che affollava negozi e strade per le ultime strenne. In fin dei conti erano piuttosto vicini al Natale, anche se per loro la festa era puramente utopica.
"Uffa, Mike! Non mi rovinare sempre tutto!"
"Cazzo, Brad. Oramai dovresti provare a crescere, almeno un minimo! Non dico tanto..ma almeno un pò!"
Non aveva il tono di un rimprovero, né quello di un tentativo di offesa: Mike stava ridendo, per quanto glielo concedesse il lavoro che si era imposto di portare a termine. Erano solo le dieci e si trovavano piuttosto in anticipo sulla tabella di marcia. Potevano riunirsi prima e, magari, finire anche prima. Si sentiva piuttosto stanco dopo la giornata passata sulla collina ad inseguire l'eremita. Se davvero era LUI, quello che aveva seguito ad una folle velocità lungo i sentieri meno battuti della foresta. I tre si erano affrettati a salire i gradini dell'ingresso per lasciarsi il più velocemente possibile alle spalle la neve ed il freddo della sera. Il tepore della hall aveva un qualcosa di magico e rassicurante. Non vi si percepiva, poi, tutto quel "tetro apparire" che si leggeva nei volti di tutti quando ci si trovava a dover girare per il paese. Dentro all'Isaac vi erano quasi solo turisti; era quindi piuttosto improbabile imbattersi nei visi impauriti dei cittadini di Duesville. Ma impauriti per cosa, alla fine? Ancora non erano riusciti a dare forma ed identità alla creatura che senza dubbio stava decimando la popolazione giovanile del piccolo paese.
"Cos'hai preso di buono?" Lily si era richiusa dietro le spalle la porta della camera dei due uomini e fissava incuriosita la busta del fast food. Sembrava piuttosto affamata.
"Hamburger, patate e coca cola. Nulla di eccezionale.." era stata l'evasiva risposta del cacciatore, mentre si era sporto verso di lei per porgerle la busta con il cibo.
"Magnifico! Rubbish food! Mi ci voleva… Odio mangiare verdura!!"
"Brava! Vedrai che il culo ti diventerà come quello della Serenity! Mondo Sfacelo! Quella donna è un insieme di malefatte fisiche! Darren la odia!"
Brad ridacchiava, mentre si era avventato come un pescecane affamato sulla sua cena. Il fisioterapista di Sacramento aveva l'incubo di quella donna vescicola e abnorme. In più, sapeva che Lily non sopportava di essere ripresa su quel che mangiava. Soprattutto non amava che si denigrasse il suo culo.
"Sei proprio un maledetto bastardo, Scott!" La ragazza aveva appena addentato con enorme lussuria culinaria il suo hamburger e aveva cercato di godere appieno dell'ammasso di gusti che vi erano racchiusi. Peccato che la frase di Brad l'avesse indotta ad immaginarsi con una specie di Tram attaccato alla schiena. Ora stava guardando il suo panino con un enorme senso di colpa dipinto in faccia, mentre la mancina era scesa a tastare la natica come se avesse fisicamente sentito l'ingrossamento della sua chiappa, dopo il morso dato. Mike non aveva preso parte al piccolo battibecco e si era già messo a riordinare le idee sul suo taccuino. Non poteva rischiare di dimenticarsi qualche particolare della giornata.Specie ora che gli altri due avrebbero portato le loro testimonianze. Stava riportando con minuziosa cura dei dettagli e dei tempi tutto quello che aveva avuto modo di riscontrare nel suo pomeriggio, senza tralasciare la minima virgola. Lily aveva descritto il suo particolare incontro con il suonatore, in chiesa, e aveva reso noto a Mike e a Brad che il pastore Rhodes era sparito da qualche mese. Brad, dal canto suo, si era limitato a riferire sul suo infruttuoso pomeriggio cercando di portare l'attenzione di Mike sulla presenza di una ragazzina: la figlia della barista. Era fondamentale, secondo il biondo, rintracciare la ragazza per parlare con lei della situazione del paese. Un giovane era di sicuro più addentro al problema di tutti quei genitori apprensivi.
"Ottimo... Puoi farlo tu. Le adolescenti non sono per nulla il mio forte, Scott."
"Vero... Tu hai più ascendente sulle mamme, vecchiaccio!" Brad si era ben guardato dal dire all'uomo del suo "colpo" fatto su Linda, la barista. Lily, dalla sua postazione accanto all'armadio, non si era espressa su quel penoso tentativo di sfottò tra i due: aveva solamente dato un ulteriore morso al suo panino, voltando entrambi gli occhi al cielo per disperazione.
"Ok, io mi occupo della ragazzina. Voi due cosa farete?"
"Io assolutamente nulla. Domani mi riposo. Oggi ho setacciato una foresta intera. Al massimo andrò a fare qualche domanda per il paese... e due chiacchiere con il portiere. E tu, Lily?"
"Io? Ovvio. Torno in chiesa! Mi è venuta un improvvisa vocazione per il canto." Il tipico sorrisetto che la ragazza sfoggiava ogni volta che pensava trasversalmente a quello che diceva, faceva apparire la sua frase per quello che esattamente era: un mero palliativo del vero interesse.
"Ti vuoi fare suora?"
"No, idiota. Al massimo mi voglio fare l'organista!"
Brad era rimasto di stucco. Aveva gli occhi spalancati come una civetta in caccia e la bocca spalancata. Lily si era alzata, lanciando al biondo uno sguardo carico di sfida ed un sorriso complice a Mike, come a dire: "Così' si sta zitto!".

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Capitolo 8
*** Revelations ***


Ora, era da decidere come proseguire nell’indagine. Avevano racimolato alcuni elementi ma non erano sufficienti per poter stabilire un piano d’azione ;soprattutto, non  avevano ancora dipanato il mistero sul tipo di creatura che si sarebbero dovuti preparare ad affrontare.
Seduto al piccolo scrittoio che arredava una delle pareti della camera in cui alloggiavano lui e Brad, Mike stava riorganizzando i suoi appunti integrandoli con le testimonianze di Lily e Brad.
Il profilo che ne era uscito, era corto ed incerto: un morto,nessuna testimonianza visiva, un pazzo che si aggirava per le colline, un pastore scomparso e, forse, l’unica ragazzina rimasta a Duesville che avrebbe potuto fornire qualche dato più utile a quella caccia  infruttuosa.
La frustrazione del cacciatore per quella noiosa situazione di stallo , era palpabile.
Il rumore sordo che proveniva dalle camere soprastanti non aiutava di certo la riflessione, anzi. Sembrava addirittura che gli altri ospiti dell’hotel si stessero allenando per una gara di tip-tap.
Era irritante.
Il soffitto della camera era in legno, così come l’intera rivestitura interna dell’albergo. Questa particolarità permetteva ai suoni di propagarsi fino alle estremità dell’edificio, con una buona  ed elevata percentuale di decibels.
L’architetto e l’arredatore dell’Isaac,dovevano esser sicuramente stati due perfetti idioti. Non si sarebbe stupito nel leggere il loro nome anche sui progetti primari del “World Trade Centre”.
Mike aveva portato entrambe le mani alle tempie cercando di chiudersi in un silenzio che non riusciva comunque ad ottenere. Aveva bisogno di una svolta. Doveva per forza trovare qualche elemento utile.
Non sembrava ci fossero minacce apparenti.. ne erano stati ritrovati altri cadaveri . Il tutto , pareva essersi concluso con la morte del figlio del pastore.
Ma allora, perché la gente aveva ancora paura? Perché i giovani non erano più presenti in quella cittadina? Doveva per forza esserci una motivazione logica  che avesse indotto  questi comportamenti.
Improvvisamente, un bussare insistente alla porta di Mike, aveva distolto il cacciatore dai suoi pensieri.
“ Signor Raven? Se si trova in camera, avrei bisogno di parlare con lei!”
L’uomo si era accigliato. Non si aspettava visite da nessuno. Men che meno da qualcuno che lo chiamasse “Signor Raven”.
Istintivamente  aveva sfiorato la fondina legata alla cintura , che conteneva la sua fidata calibro 44. Si era alzato dalla sedia, spostandosi dall’ ipotetico cono di azione creato dalla sagoma della  porta.
Lentamente si era portatoa contatto con il muro che delimitava l’ingresso alla camera,posandovi la schiena poi, una volta  accostato la guancia al bordo appena prima della porta.,aveva deciso di dare una risposta.
“ Un atttimo solo, arrivo subito.”
Stava prendendo tempo.
 Il suo olfatto aveva chiaramente sentito un potente profumo di incenso, al di là dell’uscio. La mano sinistra si era posata  sulla maniglia , abbassandola con cautela. La porta si era lentamente aperta,rivelando all’uomo un alta figura con lunghi capelli corvini ed un viso sinistramente pallido. Gli occhi neri come la pece sembravano luccicare nella penombra del pianerottolo. Alla vista dello schiudersi dell’uscio,si era fatto  più avanti, permettendo al cacciatore una migliore visuale di sé. L’uomo indossava un vestito grigio  e, sotto la giacca, portava una camicia nera tenuta sbottonata fin quasi a metà.
“Buonasera , Signor Raven. “
“Ci conosciamo?”
“No, non ci conosciamo. Il mio nome è Jason Kovacs. Sono l’organista della Chiesa di Duesville.Posso entrare?”
Mike non era abituato a quelle formalità: la porta era aperta , eppure, lo sconosciuto non aveva varcato la soglia. Era rimasto appena fuori della stanza,mantenendo una posizione innaturalmente  forzata.
Il viso del musicista non lasciava trasparire nessun tipo di espressione. Era semplicemente sorridente ed educato, anche se in maniera inquietante.
Mike,aveva capito.
“Non riesci ad entrare, vero MUSICISTA?”
La palese calcata di voce che Mike aveva posto sulla parola “musicista”,aveva fatto sorridere Jason. Era chiaro che non avesse avuto davanti a sé , uno sprovveduto. Ne si era mai permesso di credere di parlare con un novellino.
“Certo! E  voi, Mike, sapete anche il motivo per il quale io trovi piuttosto difficile entrare nella vostra stanza.”
I simboli che il cacciatore aveva tracciato sulla parte interna della porta di ingresso , erano un ottimo deterrente per qualsiasi entità demoniaca.
Jason , però, era riuscito ad oltrepassare indenne quelli nascosti nel corridoio,celati da mobili e tappeti.
Era chiaro che non si trattasse di un demone. Ne di  un licantropo.
Era un vampiro,
Il cacciatore lo stava fissando ,tenendosi come misura di sicurezza , a  due buoni metri di distanza. Non pareva avere intenzioni ostili nei suoi confronti, altrimenti avrebbe già cercato di forzare il suo ingresso nella camera.
E se ci avesse provato, il colpo calibro 44 caricato a nitrato di argento e acqua santa, avrebbe ridotto in un simpatico mucchietto di cenere il vampiro.
“Che cosa vuoi da me, Kovacs?”
A quella diretta domanda del cacciatore,il vampiro si era stretto nelle spalle scostandosi i lunghi capelli dal viso per liberare ulteriormente i suoi tratti volitivi alla luce fioca delle lampade del corridoio.
“Voglio semplicemente aiutarti , Raven. Sono al corrente di  alcune cose che tu, forse, non hai ancora recepito. Immagino che tu stia  indagando sulla morte del giovane James Rhodes, non è così?”
Mike non era riuscito a celare del tutto la sua sorpresa.
Jason aveva sorriso, chinando la testa per osservarsi  ,vago,la punta delle scarpe.
“Prendiamo tre nuovi arrivi in città: una ragazzina attraente che entra in una chiesa con una banale scusa, una barista chiacchierona che viene puntata da un giovane estraneo… e le entità di Common Peak che mi comunicano l’ingresso nella foresta di un uomo veloce come il vento.” Aveva numerato le cose, alzando le dita della mano come se stesse facendo una conta, sembrando particolarmente compiaciuto delle abilità non umane del cacciatore.
“Non mi ci è voluto molto per fare due più due e capire a cosa siete interessati. Duesville è una meta per coppiette in viaggio di nozze .. o per pensionati alla ricerca di qualcosa che nemmeno loro hanno realmente capito. Non offre attrattive di alcun tipo , se non la sua semplice tranquillità.”
Durante questa piccola spiegazione , il vampiro aveva provato più volte a varcare nuovamente la soglia della camera, fermando quasi sempre i propri davanti alla linea d’ingresso. Ora, fermo nella sua altera regalità, il vampiro guardava l’uomo con uno sguardo di muta ed educata richiesta.
“Prego, Jason Kovacs. Entra pure nella mia stanza. Sei il benvenuto.”
A queste parole di Mike, il sigillo arcaico che impediva ad ogni vampiro, anche il più potente, di entrare nelle case senza esserne invitato..si era magicamente sciolto. Ora, la via era libera.
Come se non si fidasse appieno, Jason si era incamminato con molta cautela, soppesando ogni suo passo come se stesse evitando delle mine antiuomo.
La cosa era così buffa a vedersi che Mike si era messo a ridacchiare.
“Non si può mai sapere quanto sincero sia un umano, Raven!”
“Oh!Non posso darti torto,succhiasangue. “
Stranamente, il vampiro non pareva aver colto la nemmeno troppo poca scarsa considerazione che l’uomo avesse nei confronti della sua razza.
Da millenni era consapevole di far parte di una minoranza più forte ..ma da sempre mal vista dai più. Continuava ad avanzare, osservando guardingo il pavimento.
“Ho quasi ventimila anni, piccoletto. Ho imparato a diffidare di diverse cose. Specie di persone che girano per la loro camera da letto con un orsacchiotto di peluche in mano!”
“E tu come cazzo lo sai?”
Mike pareva improvvisamente impaurito. Come se lo avessero denudato e messo alla pubblica berlina.
Nella valigia, sotto tutti i vestiti e le armi, Raven teneva il piccolo peluche che raffigurava un orsacchiotto.  Gli era stato  regalato da Reyes, molto tempo prima.
Lo aveva preso per sfotterlo sul suo modo di essere e ,soprattutto, sul suo carattere che spesso lo accomunava ad un vecchio orso  solitario
Quando lo aveva ricevuto dalla fulva donna, si era premurato di chiedere cosa rappresentasse quel piccolo pensiero.
LA donna,  aveva  semplicemente detto “Non tutti gli orsi fanno paura o sono cattivi Mick. Tu sei un orsacchiotto, non un Grizzly,come vuoi far credere!” e, con quelle parole, glielo aveva messo in mano con la promessa di non buttarlo MAI via..
Il cacciatore, che da sempre era innamorato della vampira, considerava quel piccolo peluche una specie di reliquia e, qualche volta, ci dormiva pure,abbracciandolo.
L’esser stato scoperto in questa sua piccola debolezza, lo aveva quasi fatto diventare paranoico. Girava per la camera in preda ad una sorta di agitazione.
Jason sembrava molto divertito.
“Tranquillo. Non lo dirò a nessuno,uomo rude e selvaggio! Sarà il nostro piccolo segreto!”
Le parole del vampiro non avevano per nulla rassicurato Mike ..però erano servite a far cessare il monotono girare intorno dell’uomo, che ora lo fissava assottigliando gli occhi.
“Ok, Kovacs..Veniamo a noi. Cosa sai di questa storia?”
“Del peluche?”
“ NO, PORCA PUTTANA!! DELL’OMICIDIO!!”
Jason si era fatto avanti, soprassiedendo alla piccola sfuriata di un uomo innamorato e impaurito dal suo stesso sentimento, e si era seduto sul bordo del letto.
Aveva preso in mano un lembo del lenzuolo e sembrava lo stesse analizzando con estrema cura.
Erano trascorsi alcuni minuti nei quali il vampiro non aveva emesso un fiato. Come se stesse riordinando secoli di vita.
Alla fine , aveva voltato lo sguardo, puntandolo deciso in quello del cacciatore. Era quasi compassionevole.
“Sono stato io.”

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Capitolo 9
*** Le indagini arrivano ad una svolta ***


Era l’ora dello stacco dal lavoro ,oramai e il piccolo Internet Cafè che si trovava lungo una delle laterali della main street,era affollato da quelle persone che cercavano nell’aperitivo, un momento di sfogo per la giornata di lavoro pesante, o una semplice e rilassante chiacchierata con qualche amico. L’età media era relativamente bassa. Si andava dai 17 anni dei ragazzini incollati ai monitor dei computer, ai più smaliziati 20-25enni che ridevano tra loro ricordando i momenti clou della loro giornata .
Il barista stava esibendosi in un laborioso free-style davanti a 2 ragazze che lo osservavano mangiandoselo con gli occhi.
L’uomo ,sulla trentina, era piacevole allo sguardo ed era  curato nel viso oltre che molto elegante nel vestiario. Sembrava perfettamente a proprio agio in quella particolare situazione, come se fosse la sua ideale collocazione.
 Le risatine ammiccanti delle due ragazze erano  però,quasi fastidiose  e  palesemente provocatorie.
Era chiaro che del cocktail ,preparato con tanta cura dall’uomo, a loro interessasse veramente poco.
Lily aveva arricciato il naso. Non era  assolutamente quello il modo di “provarci”: Ti piace uno? Bene. Glielo fai capire nella più ovvia delle maniere, senza fare tutti quei giochetti da pseudo donna fatale.
Per di più, avevano dimostrato alla ragazza di non esserne per nulla capaci.
Seduta su uno degli alti sgabelli del locale,  stava giocherellando con una ciocca di capelli. ed era decisamente più “se stessa”.
Indossava dei jeans aderenti,piacevolmente modellati sul fondoschiena.
Ai piedi, un paio di Converse nere ,tenute slacciate .Il busto era coperto da una maglietta nera con il logo di uno dei gruppi musicali che amava ascoltare e teneva i capelli sciolti sulle spalle. Non era truccata, se non per un filo di rimmel e un po’ di lucidalabbra che aveva la sola  funzione di ripararla dalle sferzate che il freddo vento canadese le depositava in viso.
Stava sorseggiando una birra scura ,cercando di ascoltare i discorsi dei ragazzi  per capire qualcosa di più su quello che stesse capitando a quel paese.
Ad un certo punto l’attenzione della cacciatrice era stata attirata ancora una volta dalle due ragazze che ora stavano litigando.
“Sei una stupida oca! Ti ho visto chiaramente alludere!”
“Io? Ma se gliel’hai sbattuta praticamente in faccia, puttana!”
“Puttana a me? Ma ti sei vista? Sembri la  sorella di Paris Hilton!”
Tra le due, era scoppiato un piccolo alterco. Non era per nulla difficile stabilire quale fosse stata la causa.
Il barista si stava gustando la scena, scuotendo mestamente la testa,anche se il ghigno divertito che aveva in volto, la diceva lunga sul fatto che la cosa non gli dispiacesse . Pareva quasi che  la stesse addirittura aspettando.
“Tornatene in quel tugurio di bar dove lavora tua madre!”
“Certo che ci torno, stupida! Almeno , lì, i cocktail li fanno bene! Al contrario di questa schifezza incolore! Tienitela tu!”  A quelle parole, la ragazza dai lunghi e folti capelli rossi e la divisa di un qualche college, aveva rovesciato addosso alla propria avversaria tutto il liquido contenuto nel suo bicchiere. I verdi occhi incastonati nel pallido ovale del viso, diventati sottili come quelli di una lince di montagna, erano ora rivolti al titolare del locale che ,stranamente, non stava più sorridendo.
“Ora basta, Stacey! Non è un saloon di frontiera questo. Dove credi di essere? Sono costretto a chiederti di uscire, per favore!”
Il barista si era allontanato dalla propria postazione dietro al banco del bar e si era messo al centro del locale a dividere le due ragazze che erano ora passate alle mani.  
Quella che era stata “annaffiata”, stava cercando di graffiare e scalciare Stacey, tenuta praticamente in braccio dall’uomo che la stava portando di peso  fuori del locale.
“Lasciami, Donnie. Maledetto!  Lasciami, ti dico! Voglio cavare gli occhi a quella fottuta troia!!”
“Datti una calmata, zucchero.  Ed è meglio se lo fai subito… o giuro che  ti butto dentro alla  fontana. Chiaro?”
La minaccia del barman sembrava aver sortito l’effetto desiderato sulla ragazza che si era fermata dal suo dimenarsi  e ora osservava con uno sguardo decisamente preoccupato la vecchia e zampillante fontana che arredava la piccola piazzetta adiacente al bar. Lo sposalizio tra freddo crescente e acqua bagnata,aveva del tutto tolto dalla mente della rossa, la voglia di disubbidire al suo aguzzino.
Sembrava non esserci più pericolo per l’uomo, che aveva lasciato andare la presa sulla ragazza  allontanandosi di qualche passo.
 Lily si era fatta sulla porta, incuriosita .
“Vai a casa, Stacey. Te lo chiedo per favore!”
Le parole di Donnie, pur se pronunciate con un insolita dolcezza , erano perentorie quasi quanto il suo sguardo.
Erano passati alcuni istanti nei quali gli occhi dei due erano fissi tra di loro. Si potevano quasi vedere le parole che non venivano dette.. e nessuna di esse, poteva esser ripetuta
 senza scadere nel turpiloquio. Alla fine, fu proprio la ragazza a prendere la parola.
“Fottiti,stronzo!”
Il dito medio di Stacey stava  salutando il barista.
L’uomo aveva deciso di non rispondere a quella provocazione e si era voltato verso il proprio locale, rientrandoci per chiudersi alle spalle la porta e le voci di scherno rivolte alla scena appena successa.
La ragazza, invece, dopo aver sputato decisa per terra stava raccattando la propria borsa e si apprestava a  tornare sui suoi passi.
Lily  aveva seguito tutto il teatrino con molto interesse ed aveva un sorriso in faccia così ampio che se non ci fossero state le orecchie a bloccarlo,  le avrebbe diviso la testa a metà: quella ragazza aveva stile, cazzo.
“Hey! Aspetta!”
Stacey si era voltata al richiamo di Lily e la stava guardando di traverso.
“Che cazzo vuoi? Non ti è bastato lo spettacolo?”
Le mani le si erano chiuse a pugno, aspettandosi la stessa reazione anche dalla cacciatrice che, invece, aveva alzato le proprie come se avesse una pistola puntata contro.
“Hey hey..Calma., ok? Volevo solo complimentarmi con te per come hai trattato quella mangiacazzi, dentro al bar! Stima totale, sorella!”
La faccia tosta della Addams era una cosa indecente. Era REALMENTE convinta di quello che aveva appena detto.
“Non sono tua sorella!” era stata  la risposta secca , seguita subito da un più malleabile “..ma grazie comunque, straniera!” accompagnato da un sorriso imbarazzato e da una mano tesa.
“Mi chiamo Stacey. Scusami.. Io….Io sono solo un po…. incazzata! Cristo! Quella brutta vacca di Lane si mette sempre in mezzo!”
Era indubbio che Lily trovasse istintivamente  molto affine quella Stacey! Cazzo, lei SI che aveva le palle! Altro che quella sciacquetta svampita che si erano appena lasciate alle spalle e che SICURAMENTE stava pagando con un pompino, la propria consumazione!
“Micaela Scott!.Davvero molto piacere ,Stacey.”
Si erano scambiate una stretta di mano durante la quale ,entrambe,stavano soppesando la qualità della forza dell’altra.
 “Senti… se non ho capito male, poco fa, hai detto che hai un bar. Sbaglio?”
Stupita da quella domanda, Stacey aveva fatto schizzare in alto le sopracciglia facendole quasi  sparire tra i capelli.
“ Non io. Mia madre. E’ all’ingresso del paese. Appena davanti al parcheggio della piazza.”
Bingo!  Un colpo di fortuna ,alla fine, era capitato. Era sicuramente incappata nella figlia di Linda.
Aveva trovato la persona che stava cercando ,o meglio, quella che stava cercando Brad.
Ora, rimaneva solo da capire quanto sapesse su quello che stava succedendo e , soprattutto, se avesse avuto rapporti con il figlio del pastore Rhodes.
Sarebbe stata una lunga chiacchierata.

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Capitolo 10
*** la triade demoniaca ***


Le parole di Jason avevano bloccato il via vai di Mike lungo l’asse  di deflusso della camera , in maniera così netta da sembrare innaturale.
Gli occhi del vampiro erano tristemente rivolti verso il viso del cacciatore che era rimasto a guardarlo sbalordito, mantenendo una “o” di stupore sulle labbra.
Il ticchettio regolare e incessante dell’orologio a muro scandiva in esatta misura la tensione che si stava creando all’interno di quello stretto spazio.
“…L’ho ucciso io.” Aveva ripetuto all’uomo,spostando nuovamente il proprio interesse verso le lenzuola del letto. Sembrava quasi che non si trovasse nemmeno lì, con lui.
 Era totalmente assorto nell’esame della qualità del tessuto, quasi apatico.
 Era semplicemente irritante.
 Nel confessare quell’omicidio, il suo viso non aveva tradito nessuna emozione, eccezione fatta per una velata tristezza iniziale che era scomparsa quasi subito.
Mike aveva ripreso la capacità di deambulare, sentendosi i piedi liberi di muoversi nella direzione verso la quale li aveva indirizzati. Il tepore della camera era in contrasto con il freddo che sembrava avergli riempito le vene.
“Perché?” era solamente riuscito a dire.
Stranamente non si sentiva furioso. Ne si sentiva in collera. Era solo guardingo: Jason non aveva l’aria del vampiro idiota che ammazza per noia. Nulla nel suo modo di fare lasciava trasparire una lucida e malata follia, tipica di chi si sente superiore e padrone delle anime altrui .
Questo stile di vita non era presente nell’essere millenario che sedeva davanti  a lui.
Il vampiro, sollevata nuovamente la testa ed  indirizzato verso Mike il suo sguardo freddo ed inespressivo, guardava l’uomo quasi con stupore, come se si fosse accorto solo ora di non essere solo in quella stanza,all’interno dell’ Isaac.
“Per evitargli una sorte peggiore, Raven.”
Sosteneva ancora lo sguardo del cacciatore, ma ora sembrava quasi che lo stesse sfidando,
“ Cosa può esserci di peggiore del finire smembrato e parzialmente divorato, Kovacs? Cristo! Aveva solo 19 anni! Cosa mai…”
“Era posseduto, Michael.” Jason aveva bloccato il tentativo di rimprovero del cacciatore, alzando la bianca mano vellutata,per zittirlo, riuscendo a fermare immediatamente il flusso di parole dell’uomo.  “… Da Lucifero.”
“Lucifero? Cioè Satana?! ..No, Calma..Stai cercando di dirmi che TU, un vampiro, hai  esorcizzato il demonio in persona?”
“Abbiamo combattuto, ed ho vinto!”
“Cazzate!” Il cacciatore era decisamente incline nel credere che il vampiro lo stesse palesemente prendendo in giro.
 “ Lucifero non è un demone qualsiasi. E’ un angelo! E’ il più forte degli angeli..ed è il primo dei demoni! Tu sei sotto di lui in potenza e capacità!”
Jason era stranamente divertito dalle parole che l’uomo stava proferendo con la stessa meccanicità di una poesia mandata a memoria.
Si era alzato in piedi ,ergendosi in tutta la sua considerevole altezza ed aveva spostato il proprio peso da una gamba all’altra come per soppesarne la stabilità.
Le lunghe mani affusolate si erano dirette con un inossidabile calma dentro al caldo rifugio delle tasche dei pantaloni.
“Proprio per merito della sua forza , mi è stato possibile fare quello che ho fatto… anche se questo, è costato la vita al giovane Rhodes. Una vita che , oramai, non sarebbe stata più la stessa dopo la possessione. Sai meglio di me come un “vettore inappropriato” venga ridotto dalla troppa energia che non riesce a contenere.” Il vampiro stava c3ercando di far capire al cacciatore come fosse divenuto impossibile evitare quell’epilogo.
“ Ferite, escoriazioni..per non parlare dell’invecchiamento precoce di tutte le cellule accelerate dal processo energetico.. Era diventato inguardabile ed irrimediabilmente compromesso. Il reverendo Rhodes credeva di avere a che fare con chissà quale malattia. Povero stupido! E’ impazzito quando ha scoperto quello che era realmente successo al figlio.”
Stava spiegando quelle cose, con la stessa emozione nella voce di quando si legge la cartella delle tasse. Mike era totalmente disorientato: stava cercando di mettere assieme tutti gli elementi che iniziava ad avere davanti,senza realmente trovare un senso a tutto quanto.
“Cosa voleva, Lucifero, da Duesville?..Cosa c’e’ di tanto importante in questo buco sperduto ai confini del mondo?”
Il vampiro aveva sorriso. Per la prima volta , da quando aveva canzonato l’uomo a causa della sua debolezza romantica.
Si era avvicinato ulteriormente a Mike, arrivandogli praticamente davanti al viso. Tra i due, vi erano almeno dieci centimetri di differenza, a favore di Kovacs.
“Da Duesville, non voleva nulla.Voleva qualcosa da James Rhodes e da Stacey Borren.”
Mike continuava a non capire. Come poteva pretendere di associare le cose?
“Chi diavolo è Stacey Borren?”
“La figlia di Linda Borren: la barista del Forgotten Lunch, il bar dove Brad si è recato ieri!”
La voce che era scaturita da un punto imprecisato da dietro alle spalle di Mike, era quella di Lily.
La ragazza era rientrata dalla sua personale indagine e si era diretta velocemente verso la camera del cacciatore.
Non aveva previsto di trovarvi anche Jason. Alla vista del musicista, era improvvisamente arrossita.
Non aveva più senso continuare la farsa,oramai.
“Buona sera, Mr.Kovacs. Noi due ci conosciamo già…”
“Buonasera, Lily. O devo continuare a chiamarti Micaela?”
“…Micaela?” era stata la constatazione di Mike, che si era voltato ad osservare l’ingresso della ragazza e iniziava a dubitare seriamente della sua già provata sanità mentale.
Lily aveva scosso la testa, indirizzando a Mike uno sguardo che voleva significare “Ne parliamo dopo!” .
Il cacciatore parve capire, limitandosi a portare nuovamente l’attenzione verso il vampiro che ora sorrideva compiacente alla nuova arrivata.. Piccolo particolare che non era passato inosservato agli occhi di Raven.
“Non ci pensare nemmeno, succhiasangue! Non mi interessa se hai vinto con Lucifero. Tocca lei, e ti faccio diventare il primo vampiro eunuco della storia!”
“Rilassati , Mike. Jason non ha alcuna mira su di me!”  lo aveva rassicurato Lily ,che stava rischiando di aggiungere un sentito “purtroppo!”  alla sua frase. Fortunatamente era riuscita a fermarlo con enorme sforzo schiacciandosi il palato con la lingua.
“..Ho appena concluso un interessante pomeriggio di chiacchiere con la cara Stacey Borren. e…Indovina?   Era la ragazza di James. Siamo stati fortunati!”
Jason  ,che aveva cercato ci controbattere alla minaccia di Mike, si era volutamente fermato per permettere la parola a Lily.
Un vero gentiluomo non interrompe mai una dama.
Era stato veramente un colpo di fortuna: il paese non era così grande da permettere dispersioni di persone, ma non era nemmeno così piccolo da sperare che la cerchia di amici fosse  talmente ristretta e facilmente individuabile. Le casualità, per una volta, si erano rivelate a loro favore.
“ Lo so. James era innamorato follemente di Stacey.Il padre però , non vedeva di buon occhio la cosa: il figlio del pastore non poteva assolutamente frequentare una ragazza di facili modi come quella… E.. “  la mano destra di Jason si era sollevata repentinamente per impedire a Lily di “difendere” in qualche modo il genere femminile   
“ ..lei lo è. Realmente. L’ho constatato in questi mesi e ho anche avuto l’accortezza di evitare le sue avances. La ragazza è estremamente curiosa ,e molto bendisposta verso gli uomini che le piacciono.*
Lily aveva digrignato i denti,senza però riuscire a dire nulla. Anche lei aveva fatto pensieri decisamente poco casti nei confronti dell’organista e, sicuramente, non si sarebbe tirata indietro se se ne fosse presentata l’occasione. In questo, si sentiva simile alla ragazza di Duesville. Da lì, però’ a farsi considerare una puttana, ne faceva passare parecchia di acqua sotto i ponti!
Era la solita eterna storia: se una ragazza si comportava come realmente voleva, era comunque in torto. Qualunque cosa facesse. Se invece era un uomo ad essere “libertino”, allora era un figo. Ma porco diavolo!  Società maschilista di merda!
“Ok..Ok! Fatemi capire.. “ dopo un buon periodo di silenzio, Mike sembrava finalmente aver rimesso il criceto sulla ruota. Cercava di uscire dal vorticoso mulinello di informazioni che aveva ricevuto in poco tempo.
Si era spostato verso il centro della stanza  per recarsi successivamente alla finestra della camera che dava sulla strada.
Sotto la luce dell’ingresso dell’ Isaac, si poteva vedere Brad , di spalle, giocare a palle di neve con due ragazzini che urlavano come matti.
 Mike aveva scosso la testa a quella vista, poco prima di ricominciare a parlare.
“..James ama questa Stacey, riamato Bene!. Il padre non appoggia questa cosa, il che mi conduce ad una sola soluzione: rapporto clandestino. Ben nuovamente! Ora… che  cazzo centra Lucifero con questi due?”
Lily aveva ripreso la parola non appena  il cacciatore aveva terminato la sua piccola deduzione, peraltro esatta.
“Stacey vedeva James di nascosto. Si incontravano fugacemente nei vicoli di Duesville oppure, quando ne avevano la possibilità, passavano ore nel seminterrato del Salone Delle Feste che è adiacente alla chiesa.”
“…Al quale si arriva anche da un vecchio passaggio che collega la base della torre campanaria allo stesso seminterrato dell’edificio”.
La precisazione di Jason era stata accolta da un cenno di assenso da  parte di Lily, che ora stava proseguendo il racconto.
“Pare che durante uno di questi incontri, il pastore li avesse scoperti, e avesse lanciato chissà quali maledizioni verso la ragazza che sicuramente stava trascinando il figlio sulla via della perdizione. James era andato su tutte le furie per quella reazione spropositata, maledicendo il padre, il suo lavoro e anche le sue idee. Ne era uscita una mezza colluttazione risoltasi poi a parole  schiette e gesti di comprensione. Almeno questo è quello che Stacey mi ha riferito. Sta di fatto che da quel giorno, i rapporti tra padre e figlio,prima ineccepibili,  si erano incrinati in maniera tangibile.”
“Esattamente! James aveva preso a saltare gli incontri di preghiera. Non cantava più con il coro e passava molto del suo tempo con due nuovi ragazzi ,schivi e poco socievoli. Erano comparsi poco dopo il litigio tra lui e suo padre”  
Jason aveva ora preso le redini del racconto, iniziando a spiegare diverse cose sugli ultimi avvenimenti che erano accaduti nei mesi precedenti, nella cittadina.
Pareva fosse diventato di uso comune per i giovani, ritrovarsi nella foresta per scorribande e riti strani che comprendevano anche sacrifici ed evocazioni. I due nuovi arrivati si erano rivelati essere degli apripista: due demoni che dovevano catechizzare più gente possibile”
Mike stava cercando di vedere più in là delle parole di Jason.
Qualcosa non era chiaro. Perché il vampiro, che sapeva tutte queste cose, non aveva cercato di impedire che i ragazzi del paese si riunissero per quei riti? Doveva assolutamente saperne di più.
“Scusami, Kovacs.. Perché questi demoni sono riusciti ad agire indisturbati senza che nessuno intervenisse? Tu ,dove eri? “
“Io ,semplicemente, non c’ero. Non ancora. Sono arrivato in paese una settimana prima della morte di James..ed ero, ovviamente, in incognito. Uso da sempre i tetti ed il cielo per i miei spostamenti. So essere praticamente invisibile, se lo voglio.”
“E come sei venuto a conoscenza di tutti questi fatti? “
Il cacciatore incalzava.
“La mia copertura di organista della parrocchia, mi ha permesso di entrare in confidenza con molti ragazzi …e con molte madri.”
La precisazione era volutamente marcata dal piccolo sorriso complice che il vampiro aveva nuovamente rivolto a Lily, che ora non era più disposta ad arrossire di fronte a quel misterioso personaggio.
“Vai avanti, damerino. E non mi sorridere!”
La risposta della ragazza aveva fatto voltare di scatto Mike, che la guardava con un totale compiacimento in viso. La “sua” piccola, stava crescendo!
Jason aveva sorriso di rimando, scusandosi con un cenno del capo. Dopo un profondo respiro ,la voce  era nuovamente fluida.
“Per un lungo periodo, molti demoni erano giunti in questa cittadina. Avevano trovato terreno fertile nelle menti soggiogate dei giovani del paese. Senza nessuna difesa era stato facile possederli ed usarli come sacrifici . Era grottesco. Si riunivano ogni sabato notte ed ogni sabato notte morivano un maschio ed una femmina. Questa cosa, si era ripetuta per 4 mesi, per un totale di 32 vittime!”  Il vampiro aveva  fermato il suo racconto ed ora stava guardando fisso Mike.
Il cacciatore si era illuminato in viso. Ora era tutto chiaro.
“..Il rituale del nuovo nato! “
Jason aveva annuito.
“Quei botoli d’inferno volevano creare la fertilità demoniaca! Cazzo! “
“Esatto, Raven! Avevano pensato di rendere adatta allo scopo una ragazza che comprendesse dei requisiti essenziali: chioma fulva, pelle nivea, dolore morale, compiacenza ed una particolare data di nascita. Tutte caratteristiche che erano racchiuse in una delle ragazze della compagnia.”
“Stacey!” Lily si era alzata in piedi battendo rumorosamente la  mano su una coscia
“Stacey è nata il sei di giugno!”
“Precisamente, il sei di giugno, alle sei di mattino, Lily. Particolare decisamente non trascurabile!”
Jason aveva fornito l’ultimo tassello alla triade demoniaca.
Il silenzio era sceso nella camera in maniera tanto repentina quanto innaturale. Jason e Mike sembravano parlare la stessa lingua, ma Lily era decisamente qualche passo indietro a loro.
“La fertilità demoniaca serve a far concepire dei demoni ad una ragazza umana, vero?”
La domanda della cacciatrice pareva aver smosso il silenzio del cacciatore che ora si era scostato dalla sua zona di stasi della finestra, ed aveva camminato fino ad affiancare Jason che manteneva il capo chino, intento ad esaminare le piastrelle del pavimento.
“ Non un demone  qualsiasi, Lily. Il figlio di Lucifero.”

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Capitolo 11
*** This time. ***


Per lo meno si era iniziato a comprendere come mai la popolazione giovanile del paese era risultata scarsamente nutrita. Mesi di riti propiziatori avevano causato una moria di adolescenti considerevole. I genitori avevano allontanato i figli in età pericolosa,mandandoli altrove per paura  che venissero strappati dalle loro mani.,senza la possibilità di capire cosa fosse successo.
 Jason aveva terminato di spiegare quanto sapesse ai cacciatori e si era congedato dalla piccola stanza dell’Isaac, per recarsi verso la chiesa. A quel che aveva detto, era riuscito a strappare un alloggio alle case ricovero situate a fianco della chiesa stessa.
Mike e Lily erano rimasti in camera a rimuginare su tutto quello che avevano sentito e dedotto durante quell’incontro.
La ragazza stava riordinando le varie informazioni in un file word ,battendo veloce sui tasti e creando una sinfonia percussiva che aiutava a rendere lucido, il pensiero dell’uomo.
“Se sono realmente riusciti a rendere fertile Stacey, Lucifero tornerà. Jason ha avuto solo fortuna!” Stava ripensando a come fosse stato possibile per un semplice vampiro, anche se millenario, vincere il Demonio.
Quale arma aveva usato? Sarebbe stato in grado di usarla nuovamente per rimettere l’Angelo caduto nella sua gabbia? Erano quesiti che aveva voluto rivolgere direttamente al vampiro.
Peccato che questi avesse semplicemente sorriso,senza rispondere.
“Non credo sia stato semplicemente fortunato,Mike. Ha l’aria di essere uno che sa bene il fatto suo. In fin dei conti hai detto che ha 5.000 anni. Cazzo, se non sa lui cosa deve fare, chi altro potrebbe saperlo?” il ticchettio dei tasti era cessato, ora Lily si era fermata e stava guardando il cacciatore con un sorriso sornione . Non l’aveva dato a vedere prima, ma era rimasta piacevolmente colpita dall’istinto protettivo che l’uomo aveva dimostrato nei suoi confronti,in presenza di Jason. Si era comportato come un padre geloso, pronto a impallinare il classico corteggiatore ritenuto inadatto.
Il pc portatile era stato spento e spostato sopra il comodino. La spia della batteria stava lampeggiando quindi ,di li’ a poco , sarebbe stato completamente scarico.
“Devo trovare una presa per collegarmi. Mi sta lasciando, questo trabiccolo. La batteria dura sempre meno! “
Nello stesso istante, la porta si era nuovamente aperta rivelando un Brad coperto di neve. Stava scrollandosi di dosso gli ultimi ghiaccioli dal collo,spolverandosi energicamente le spalle ed il bavero del giaccone.
“Brrr! Freddino qui in Canada! “ esordendo come un cronista del meteo. Il viso del biondo era stranamente tetro. Non era il suo solito modo di fare: sembrava quasi che avesse visto o provato qualcosa di poco piacevole. Il cappotto e la sciarpa erano stati lanciati in malo modo sulla sedia accanto all’ingresso, rischiando quasi di farla rovesciare per la violenza del gesto.
“Hey! Che ti dice il cervello? “ la voce di Mike era direttamente rivolta verso Brad.
“Mi dice che ho passato il pomeriggio a parlare con un sacco di persone! E io ODIO parlare con persone che non conosco! E sai qual e’ la cosa bella? Non sono venuto a capo di nulla! Di NULLA, cazzo! Che pomeriggio di merda! “ si era scostato dall’ingresso per dirigersi verso il bagno. Sentiva il bisogno di mettere le mani sotto dell’acqua calda..
“Non mi freghi più, Mike! Io sono un uomo d’azione! Non posso mettermi a fare il detective Colombo di Pinguinolandia! Diavolo, questo fottuto paesino mi sembra Forks! Deve solo spuntare Coso-Cullen, lì..e poi siamo  a cavallo!”
Lily non era riuscita a reprimere una risatina ,allo sfogo di Brad. Era divertente vederlo così agitato.
“Beh, Brad, è arrivato il tuo momento..uomo d’azione!”
Mike si era alzato in piedi e stava passeggiando in tondo, lungo il bordo del tappeto che arredava il pavimento della stanza. Ne seguiva febbrilmente il contorno tenendo lo sguardo fisso sull’intreccio della trama al centro di esso.
“ Prepara un Psg1 con pallottole calibro 18. Acqua santa e salgemma. Mettiti le giberne: ti serviranno molti colpi. Lascia perdere i traccianti “
La testa di Brad era comparsa sulla soglia della porta del bagno, facendo capolino. Stava guardando Mike esattamente come un bambino guarda un distributore di dolci.
“Ricevuto, capo! “
“..E non scordare il Demon’s knife, la borsa termica e le granate al fosforo bianco. Sei di caccia, pivello!”
Lily non capiva. L’uomo aveva appena snocciolato l’armamentario per sedare un conflitto tra almeno 50 persone. Cosa credeva ci fosse da sgominare a Duesville?
“Credi che dovremmo armarci tutti, Mike?”
“No, Lily. Solo lui. Ci serve un uomo pronto a coprire il territorio con un attenta escursione nei boschi.”
Ora Brad era nuovamente rientrato nella camera e stava ascoltando con attenzione tutto quello che il cacciatore stava dicendo. In pochi minuti era stato messo al corrente di tutti gli avvenimenti che Jason aveva portato loro ,suscitando una buona dose di stizza nel biondo. Pareva decisamente contrariato di aver avuto aiuti esterni..e per d più da un vampiro!
“ Batterai la zona nord del bosco. Stai attento, troverai sicuramente il matto nel quale sono incappato io. E’ armato e quindi è potenzialmente pericoloso. In più conosce bene il bosco. Ho faticato a stargli dietro!”
Nuovamente , Lily aveva sorriso. Era una delle poche persone che conoscesse la vera natura di Mike. Non credeva per nulla al fatto che un semplice schizzato, fosse riuscito a seminare un mezzo demone; e se quel mezzo demone era Michael Jim Raven, la cosa era assolutamente ridicola da credere.
“Cosa devo cercare, Raven? Credi ci siano delle entità, nel bosco?”
“Una c’e’ di sicuro.. e non è innocua. Ricordi l’osso umano che ha disseppellito l’eremita? Quel tipo aveva parlato di cicli lunari. Farneticava sul fatto che quella cosa arrivasse nella radura solo nel periodo di cambio della fase lunare. Questo esclude che possa trattarsi di un licantropo. Quasi sicuramente abbiamo a che fare con dei Moonskin.! Sai cosa sono e come si cacciano?”
Brad non aveva perso una parola della piccola spiegazione di Mike e ora aveva assunto un aria fin troppo seria. Era ora di fare sul serio. Si era messo sull’attenti e , dopo aver preso un buon respiro, si era messo a spiegare:
“Bestia antropomorfa con artigli retrattili, pelle bianchissima che si illumina alla luce lunare. Udito sviluppato e canini estremamente lunghi ed affilati. Si arrampica, corre, salta più in alto e più in lungo di un essere umano. Fisicamente è forte come un orso adulto,ma ha  lo stesso quoxiente intellettivo di una stella marina: praticamente nullo! Per fermare un Moonskin ci sono due possibilità; esporlo alla luce del sole, il che lo riduce in cenere in pochi secondi, oppure ficcargli in testa un proiettile al fosforo. La luce potente li annienta!”
Mike aveva sorriso,dando una pacca sulla spalla al biondo. Lily,di rimando, aveva alzato il pollice in segno di totale assenso.
“Ottimo, Scott! Inoltre, voglio una mappatura definita della zona nord e di tutti i segni di insediamento umano che vi trovi. Jason ha detto che i riti sacrificali venivano eseguiti proprio ai margini della radura..e che i due demoni apripista erano i sacerdoti neri. Dubito che il Moonskin abbia a che fare con i riti, ma di sicuro era lui a provvedere alla “sparizione” dei cadaveri! Bocconi troppo ghiotti per lasciarli alle bestie della foresta!”
Il quadro sullo scenario dei boschi era ora completo. Lily stava aiutando Brad ad armarsi. Era sovraeccitata: le era capitato troppe poche volte di trovarsi in mezzo ad una caccia armata. Solitamente era Mike che “finiva il lavoro”, ritenendo ancora troppo pericoloso esporla al fuoco nemico. Cazzate! Lei era pronta da tempo. Aveva letto qualsiasi manuale di armi che aveva trovato nella casa del cacciatore ed era perfino arrivata ad allenarsi di nascosto con un paio di pistole che aveva portato via dalla vecchia casa di sua madre. Si sentiva pronta.
Era pronta.
“Io cosa farò?” aveva chiesto all’uomo , in attesa di una risposta che la facesse esultare.
Sempre continuando la sua nervosa passeggiata per la stanza, Raven aveva alzato il viso,fermandosi improvvisamente proprio davanti a lei. Era serio .Tremendamente serio.
“Incollati a Stacey, Lily. Non perderla di vista un solo istante. Non deve mai essere lasciata sola . Il rito e’ concluso,grazie ai sacrifici e sono sicuro che il nostro caro Satana sta aspettando il momento buono per prendersi le sue libertà con la donna che i suoi scagnozzi gli hanno preparato. La gravidanza demoniaca è veloce. Un feto di demone evolve in una settimana e cresce ,diventando adulto, in un giorno. Ho motivo di credere che nel nostro caso, avremo molto meno tempo: Lucifero non è un semplice parassita!“  la voce di Mike si era lentamente fermata ,per permettere all’uomo di prendere un profondo respiro “..E ,ovviamente, la madre e’ destinata a morire divorata dal proprio figlio.”
Lily stava rabbrividendo, raccapricciata dalla cosa . Era orribile al solo pensarla.
La torre campanaria stava battendo le otto di sera. Nelle strade la gente si stava affrettando a rientrare. Aveva ripreso a nevicare e il fondo della strada e dei marciapiedi era diventato pericolosamente scivoloso. Si poteva udire fin dentro alla stanza d’albergo , il suono della confusione di un paese che si rifugiava al sicuro delle proprie case, lontano dal pericolo della notte incombente.
“Cosa devo portare con me, Mike?”
La ragazza aveva appena spalancato la valigia delle armi e stava scegliendo con cura quelle più adatte per una missione stealth. Non doveva avere nulla di ingombrante addosso, ne di vistoso.
“Prendi la mia. Sarà sufficiente.”
Le mani di Lily si erano bloccate , assieme alla sua mandibola. Aveva voltato il viso verso l’uomo che ora le stava porgendo una Smith&Wesson calibro 44,di colore nero lucido. Il calcio era in madreperla bianco con delle venature grigiastre che sembravano formare una sinistra falce di luna. Era così lucida da sembrare nuova, appena fatta uscire dalla propria scatola. Il grilletto ed il tamburo erano così ben oleati da non porre alcuna resistenza all’attrito delle zigrinature.
Era perfetta.
Mike non dava mai la sua pistola ad altri.
“Prendila. E’ l’unica arma di cui hai bisogno.” Aveva detto, rafforzando ancora il gesto di porgerla verso di lei.
Lily non riusciva quasi a parlare. Sapeva fin troppo bene cosa significasse quella pistola per l’uomo. Era l’unica cosa che gli era rimasta della madre. Era la pistola con la quale lei andava a caccia. Mike aveva detto che solo Litha Sanders l’aveva tenuta in mano, e solo per pochi minuti.
Nonappena la mano della ragazza si era aperta, l’uomo aveva rilasciato la propria presa sull’arma, facendola passare dalla sua mano a quella di Lily che ora reggeva la pistola ,sentendone il considerevole peso.
Tra i due, era scattato uno sguardo intenso. Era una specie di “iniziazione”.
Dall’altra parte della stanza, il rumore di un caricatore inserito nel proprio alloggio con il tipico “Clack”,aveva riportato l’attenzione dei due verso Brad.
“Sono pronto,Mike!”
Erano le otto e venti.
Era ora di iniziare.

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Capitolo 12
*** The hunt is started ***


Mike stava cercando di riassumere brevemente nella sua testa i vari passaggi di lavoro che lo avevano portato a compiere la scelta di dividersi per cercare di attaccare il problema su più fronti.
Lily era la mente fresca del gruppo,  e andava quindi affiancata ed indirizzata, in qualche maniera. Brad era il “braccio” di quel piccolo commando: pronto ed addestrato, e lui…beh, a lui spettava il compito di organizzare ,supervisionare e mantenere il controllo.
Non ci stava riuscendo.
Lily e Brad si erano messi subito  a litigare su chi dei due dovesse andare a cercare il Moonskin.
Erano rumorosi quanto una comitiva di scolaretti in gita per la prima volta senza genitori.
C’era poco tempo per riuscire a concludere quel caso. I sacrifici erano già stati portati tutti a termine e i demoni di avanscoperta avevano già eseguito il rituale completo per ottenere la fertilità demoniaca.
Stacey era destinata ad accoppiarsi con  Lucifero e , da come Lily aveva avuto modo di sentire direttamente da lei, la ragazza non era assolutamente al corrente della cosa. Pareva che il fatto di ritrovarsi in mezzo alla foresta ad assistere a quel tipo di macabro divertimento, fosse stato completamente rimosso dal suo subconscio. Le uniche cose che si ricordava, erano gli spinelli e le scopate che si era fatta con quelli che le piacevano. Il resto, era buio pesto.
“La piantate voi due? Non riesco nemmeno a pensare con tutto il baccano che state facendo!”
“E’ colpa di Brad! Continua a dire che io non posso andare a caccia! Sto gran rompiscatole! Ne so almeno quanto lui, se non di più, sulle creature!” il dito indice della ragazza si era piantato , quasi conficcato, sullo sterno del biondo che la osservava con un ghigno saputello in viso.
“Quante volte hai sparato ad un entità, Lily?”
La domanda di Mike era giunta del tutto inaspettata alle orecchie della ragazza:una specie di stilettata che non avrebbe voluto sentire e che , soprattutto, non si aspettava.
Alternava il proprio sguardo da Brad a lui con l’intensità tipica di chi vorrebbe incenerire con un semplice battito di ciglia.
“Nemmeno una, …Signore!”.
Lo sguardo del coinquilino di Lily era piuttosto eloquente: cercava di farle capire la praticità della cosa e la portata della missione. Non erano ammessi errori. Non se lo potevano permettere.
“Senti, Eloise…”
Nemmeno il tempo di finire la frase iniziata, che la mano di Lily era scattata verso la sua bocca con un inequivocabile gesto, atto a bloccare le successive parole dell’uomo.
 Il suo nome di battesimo non lo usavano mai. Lei stessa lo aveva quasi dimenticato. Solo Mike , ogni tanto, lo tirava fuori dal cilindro.. e lo usava sempre quando doveva riprenderla in maniera seria..
“Non serve che tu dica  altro, Mike. Ho già capito. Dimmi che devo fare..e io lo farò!”
Cercava di mantenere un contegno professionale e disponibile , ma era chiaro quanto lo sforzo di non saltargli alla gola per azzannarlo, fosse grande ed intenso.
Brad, stranamente, pareva aver capito il conflitto interno della ragazza e si era limitato ad un .dignitoso silenzio, interrotto solamente dal “clik clack” delle pistole che stava preparando.
Dopo qualche secondo, Mike aveva ripreso il discorso che non era riuscito a portare a termine.
“Mi servi incollata a Stacey, Lily. Sei l’unica che possa farlo senza insospettirla.. Siete quasi coetanee e in più sei una ragazza..Si sentirà sicuramente più libera di raccontarti cose e particolari che potrebbero esserci utili. Noi non potremmo avere le tue stesse possibilità. Brad , il Moonskin è tuo. Lo voglio secco prima dell’alba.!”  Stava impartendo ordini, esattamente come quando si trovava sotto le armi. I due ragazzi non davano il minimo cenno di dubbio. Anzi. Brad era praticamente “in missione” con la testa. mentre Lily ,aveva annuito rassegnata. “..A me tocca Jason. Quel vampiro non mi piace!”
“Dici che non ci abbia detto tutto?”
“Dico che non ci ha detto come mai non è intervenuto prima! Se è riuscito a fermare addirittura Lucifero ed il suo tramite, spiegatemi perché non ha fatto cessare prima questi cazzo di sacrifici!”
Vista dal questo punto di vista, le pieghe eventuali di un ragionamento contorto erano totalmente assenti.
Filava liscio come un dardo scoccato da una balestra.
“Stacey si trova al solito bar, da Donnie, per l’aperitivo serale. Sempre se non la cacciano anche stasera. Credo che mi recherò lì. Non va quasi mai al bar della madre, pare non siano in buoni rapporti.”
SI stavano preparando tutti per uscire. Il cielo era diventato buio all’improvviso. Duesville stava lentamente cambiando il suo manto da diurno a notturno: le insegne, i lampioni e tutte le luminarie natalizie che già erano attive da giorni.. L’atrio dell’ Isaac era deserto e privo del solito viavai che lo rendeva unico. Era l’ora della cena e tutti i clienti si trovavano nella sala ristorante, o sparsi per la cittadina in cerca di qualche locale tipico dove farsi spennare per una zuppa ed una bottiglia di buon vino.
La fresca aria della sera si stava insinuando come una subdola zanzara tra i capelli di Lily., la prima del gruppo. Brad la sguiva passo passo e Mike chiudeva la piccola comitiva. Si trovavano fermi , in circolo, davanti alla piccola panchina che fungeva da “”aspetto” per la corriera.
“A mezzanotte ci si ritrova qui. Con qualsiasi tipo di progresso. Niente notte fuori, Per nessuno, e per nessun motivo. Chiaro?”
“Nemmeno se trovo un affascinante vampiro che mi si vuole fare?”
“Non sei divertente, Lily!”
Mike aveva fissato in malo modo la rossa, facendole capire senza troppi problemi che aveva considerato decisamente fuori luogo quella battuta.
“ Hey, rilassati , Raven! Lo sai che amo solo te!”
Decisamente ironica, si era voltata incamminandosi lungo la via. Il suo movimento di gamba lasciava trasparire le forme dei glutei sui jeans.
Nello stesso istante, sia Brad che Mike si erano ritrovati a fissare quel ben di Dio e successivamente ad incrociare il proprio sguardo, dissimulando la cosa con un colpo di tosse, finto come i capelli del premier italiano.
“Beh..io vado , Mike. Ti aggiorno passo passo tramite cellulare, ok?”
“Stai attento, Brad. Il Moonskin è sicuramente meno pericoloso di quel pazzo che si aggira per la foresta. E’ armato ed imprevedibile!”
Un cenno della testa del biondo, aveva fatto capire a Mike che il messaggio era stato ricevuto ed assimilato. Nemmeno Brad ci teneva a farsi impallinare il culo da un emerito cazzone sciroccato..
I due si erano divisi, prendendo entrambi la direzione che era loro conferita: Brad aveva preso la via dei boschi , Mike quella della chiesa.
C’era un deciso traffico in quelle viuzze. Il Natale si stava facendo sentire in tutte le sue mielose forme commerciali.
I genitori venivano strattonati dai bambini, i fidanzati venivano minacciati di astinenza dalle fidanzate in caso di regalo non adeguato, e cose del genere.
Mike si sentiva decisamente a disagio in mezzo a quel consumismo indotto.
Le vetrine dei negozi erano attraenti e ammalianti come lo sguardo di una sirena. Per un uomo debole era impossibile resistere.
Come preso da un insolito istinto, era entrato in un piccolo negozio di giocattoli, attratto da un oggetto che aveva particolarmente colpito il suo sguardo: una bambola di porcellana dalle fattezze perfette e delicate. La pelle bianca e lucida, un vestito di fine 700 ed una cascata curata di capelli rossi. Si era fermato ad osservarla per alcuni minuti , nei quali si era totalmente scordato di cosa dovesse fare . Un lungo e triste sospiro aveva concluso quel breve attimo, destando i suoi sensi  e riportandolo all’attenzione presente.
Aveva un lavoro da fare ed un vampiro da trovare.
Peccato solo che non si trattasse di quel vampiro che lui amava e che quella bambola in vetrina, gli aveva per un istante ricordato.

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Capitolo 13
*** When Bradley meet Rhodes ***


La foresta non sembrava presentare troppi problemi per Brad. Si era inserito in maniera piuttosto semplice tra le alte conifere della tundra canadese ed era consapevole del suo operato. Soprattutto era felice di essersi levato dai piedi Mike. Quell’uomo era irritante. Bravo, è vero, ma decisamente troppo “per conto suo”. Lui preferiva avere dei compagni di caccia gioviali , con i quali spezzare la tensione con qualche battuta e magari un paio di sfide.
Con Mike, questo era decisamente impensabile. Non era nemmeno lontanamente prevista la parte goliardica di una missione, se c’era lui di mezzo.
Che due palle di uomo! E quando cazzo si divertiva, quello?
Era buio pesto oramai . Era decisamente ora di passare alla “modalità notte”.
Il bag del cacciatore conteneva tutto il necessario per ogni tipi di caccia, su ogni terreno ed in ogni condizione climatica o di visuale. La sera  ed il buio erano il “suo terreno”.
Con la dovuta rapidità che conveniva ad un esperto di surviving, Scott si stava levando lo zaino dalle spalle, facendo scattare la chiusura a fibbia per liberare la zip di contenimento .
La mano aveva frugato solo per pochi secondi all’interno del contenitore, ed era riuscita da esso con il carico di due occhiali piuttosto spessi: il visore notturno.
Era un piccolo ritrovato geniale che permetteva di individuare , al buio, ogni singolo elemento grazie alle onde cromatiche che esso emanava, amplificandole fino al punto da renderle visibili. Funzionavano anche da visori termici, captando le fonti di calore evidenziandole di un arancione molto vivo
Era proprio il momento adatto per inaugurare quei gioiellini, ottimamente accompagnati dal suo fedele Winchester calibro 44: fucile a pompa dall’ ALTISSIMO potere di arresto.
Solitamente, un colpo di quel gingillo non consentiva grossi ritrovamenti di parti integre, o parzialmente integre, del bersaglio.
Era un po’ come sparare con un obice verso un millepiedi.
Erano trascorsi solo pochi minuti dall’effettivo ingresso di Brad nella foresta di Duesville, ma qualcosa nell’aria lo aveva reso stranamente nervoso e decisamente adrenalinico.
L’aria prometteva battaglia. Riusciva a sentire distintamente i suoni che lo riconducevano alle deduzioni più dirette: rami secchi calpestati, suono ovattato dalla neve di passi e , soprattutto, un profumo nell’aria che non era sicuramente uno Chanel nr 5,
Non era solo.
A diverse decine di metri di distanza c’era qualcuno..o qualcosa.
“Ok , pare sia ora di far vedere alla bestia, chi è il vero macho, qui!” il rumore di passi stava sparendo a poco a poco nel fitto della foresta, senza però svanire del tutto. Rimaneva ad una distanza costante. Un piccolo “bip” aveva segnalato al cacciatore la corretta accensione dei suoi speciali visori e gli ci erano voluti circa cinque secondi prima che il plasma delle lenti , in relazione con la parte elaborativa della cpu degli occhiali, rendesse “visibile” l’intera zona.
Ora , era tutto molto più chiaro.
I cespugli, gli alberi ed il  fogliame, avevano assunto un sinistro colorito verde-blu, che ne definiva la staticità. Non vi era calore ne movimento attorno a Brad.
 L’uomo stava avanzando lentamente a piccoli e misurati passi  in mezzo al piccolo sentiero battuto. Stava guardandosi attorno con estrema attenzione, ma l’indicatore di calore e movimento era desolatamente muto.
Non si sentiva tranquillo, poiché i rumori continuavano ad esserci e lui li sentiva distintamente.
A ben ragionare si era reso conti di essere troppo allo scoperto, proseguendo lungo quel sentiero: doveva per forza passare alla “modalità stealth”
Doveva assolutamente dare il via a quell’azione di caccia.
Punto primo, definire dettagliatamente il problema. Il rumore si trovava davanti a lui e rimaneva sempre vicino, senza allontanarsi ne avvicinarsi ulteriormente. Punto due, non si trattava sicuramente del Moonskin.:  l ’essere lo avrebbe già attaccato senza troppi complimenti.
Erano prevedibili, quei cosi pelosi ed erano terribilmente meccanici e prevedibili: sentivano un rumore e già si preoccupavano di apparecchiare per il pasto.
Solitamente bastavano loro solo pochi minuti dall’udire la “preda” al fiondarvicisi sopra! Era quindi piuttosto improbabile che ancora non se lo fosse trovato davanti.
 Sicuramente doveva trattarsi del famoso eremita di Mike. Non meno pericoloso, a detta del capo, anche se sarebbe stato decisamente meglio per lui se non gli si fosse presentato davanti.
Una scarica di fucile lo avrebbe definitivamente messo fuori gioco, evitando di  permettergli  di continuare ad infastidire gli onesti cacciatori. Che diamine!
Il buio si stava facendo via via più  fitto ,ad ogni passo verso l’interno della foresta.
I rumori della vicina cittadina erano totalmente svaniti dietro all’ultimo cespuglio che il biondo aveva stava oltrepassando con circospezione.
Doveva stare attento.
Non doveva creare alcun rumore ed in realtà, la cosa non si prospettava per nulla difficile.
La neve attutiva i rumori dei suoi passi e  contribuiva anche a non far udire agevolmente il respiro affannato che l’uomo produceva a causa del peso del proprio armamentario.
Mentre cercava di rimanere all’erta verso il rumore che sentiva distinto, davanti a sé,aveva raggiunto la radura in mezzo alla zona boscosa  constatando che Mike aveva  avuto ragione nella sua analisi: non poteva essere naturale. Era stata creata ad arte. Troppo precisa e netta , in deciso contrasto con la crescita irregolare e sparsa del resto degli alberi. In mezzo alla zona libera, vi erano ancora i segni dello scavo a mano fatto dal pazzo. Le ossa, però, non erano più lì.
Evidentemente il Moonskin , aveva ragionato sul fatto che avessero scoperto la sua dispensa, prodigandosi per trovare un altro luogo  che fosse più adatto a quello scopo.
 Non erano mai molto felici del fatto che qualcuno frugasse nella loro privacy.
La luna aveva raggiunto oramai il punto più alto della sua parabola nel cielo. Non nevicava più e non vi era più vento. Se fosse stato lì come un fottuto turista, Brad si sarebbe senza dubbio entusiasmato. Era uno spettacolo naturale che raramente si poteva vedere: il disco lunare , alto nel cielo blu del Canada, rendeva quasi argentate le chiome dei pini e le montagne che li sovrastavano. La neve era diventata dello stesso colore del silver fuso e  sembrava  di trovarsi dentro ad un conio, tanto era vivido il colore.
Il freddo stava iniziando a pungere in maniera piuttosto intensa, come era prevedibile.
Si potevano toccare tranquillamente i -12 gradi, nella notte canadese, senza che la cosa potesse essere vista come un evento particolarmente degno di nota.
Fortunatamente la termica che fungeva da telaio interno della giacca di Bradley, lo stava preservando in maniera egregia da quelle fitte di ghiaccio puro che arrivavano dalle vette delle vicine montagne. Uno sbuffo di fiato, gli si era quasi solidificato davanti al viso.
“Appunto mentale. Dire a Mike che le prossime cacce si faranno solo ed esclusivamente in California.! A fanculo sto cazzo di Canada! Voglio bikini e mojitos, non granatine ed Inuit, cazzo!”
Aveva usato un tono di voce eccessivamente alto.
Se ne era reso conto praticamente subito, quando i rumori che stava seguendo in silenzio e con estrema attenzione da un bel po’ di tempo, erano cessati di colpo.
Brutta faccenda.
Chiunque fosse stato a produrre quei suoni, ora era SICURAMENTE al corrente della presenza , evidentemente indesiderata , di un'altra persona  in quella fredda ed inospitale tundra..
Non c’era tempo per pensare. Doveva agire come il soldato che era.
Di scatto, si era acquattato nel sottobosco, usando un cespuglio piuttosto voluminoso come punto di osservazione. Scavando con i gomiti e le ginocchia,  si era ricavato una specie di “cuccia” tra la neve ed i piccoli arbusti dell’amico verde, avendo anche l’accortezza di porsi controvento, in modo da non far notare il suo odore ne al Mooskin, ne ad eventuali altri indesiderati compagni di serata.
Non era esattamente un pokerino, quello che si apprestava a servirsi di lì a poco.
Era sopraggiunto un silenzio inquietante, rotto di tanto in tanto dall’evidente movimento di qualcosa che veniva verso di lui, dosando la distanza e misurando i propri movimenti per mantenersi celato alla vista del cacciatore.
I sensi di Brad erano allertati al massimo livello.
 Come un puma di montagna infagottato su se stesso;  tirato, come una molla alla quale è stata applicata una sicura. Avrebbe colpito in maniera letale,  non appena il meccanismo di blocco fosse stato fatto scattare.
Era in attesa.
Da dietro un nodoso vecchio pino,decisamente voluminoso e carico di neve, era appena apparsa una minuscola figura che avanzava verso di lui brandendo un fucile.
Camminava incerta, nella notte, stagliandosi contro la luce della luna che riusciva a filtrare dai rami degli alberi.
Il visore del cacciatore ,impostato preventivamente in modalità “warm” stava dando segno inconfondibile di una  massa arancione che si stava avvicinando al suo nascondiglio, alla sua trincea.
Era oramai alla portata stretta per un corpo a corpo. Sarebbero bastati ancora pochi passi.
La mano di Brad aveva abbandonato il fucile per armarsi di uno Steel Knife, dalla lama duplice a sega e liscia: taglio in entrata e strappo in uscita.
Impossibile rimarginare quel tipo di taglio. Troppo profondo e troppo ravvicinato per permettere qualunque sutura.
Come se fosse esplosa una specie di bomba acustica, un ululato agghiacciante e proveniente da alcuni metri proprio sopra Brad, era servito da preludio per l’ingresso in scena della bestia. Dagli alti rami del vecchio pino, la figura antropomorfa del Moonskin era saltata addosso all’eremita che non era riuscito ad eludere quell’attacco terribilmente veloce ed inaspettato.
Un colpo di fucile sparato di riflesso e senza mirare da parte dell’uomo sconosciuto, stava ancora facendo rimbalzare il suo suono tra gli alberi della foresta.
“Non mi ucciderai, bestia immonda! Non come hai fatto con mio figlio! IO ti ucciderò, demonio!! Io renderò la pace a James!”
La belva era atterrata davanti a quella esile figura , ma non la stava attaccando. Aveva fattto volare via il fucile con una robusta manata e ora, stava solamente spingendo l’uomo distante da se, senza aggredirlo.
Era MOLTO strano.
Se quello era realmente un Moonskin, era decisamente atipico.
Non brillava alla luce della luna e , soprattutto, non aveva la smisurata mascella da coccodrillo tipica di quel tipo di mostro. Gli mancavano un sacco di caratteristiche. Somigliava molto di più ad un licantropo.  Ma era infinitamente più grande..e decisamente molto più forte, a giudicare dai balzi che faceva e dai segni che lasciava sulle cortecce degli alberi.
Cosa cazzo era quello?
“Io ti ucciderò, bestia!! Tu non vivrai per uccidere ancora!! Hai capito?  ….IO TI UCCID..!!!!”
“Thud”
Un secco diretto alla mascella aveva prontamente messo K.O. l’eremita.
Era stato sferrato proprio dall’entità che ora, dopo essersi accertata dell’ effettiva inoffensività di quel pazzo urlante, aveva voltato il proprio sguardo verso il cespuglio dove Brad era ancora nascosto ed immobile. Lo stava decisamente fissando.
Per un secondo , gli occhi della bestia si erano illuminati di un intenso rosso fuoco, riuscendo a raggelare il sangue  nelle vene del biondo.
Non era possibile. Non poteva essere un Moonskin.
Brad stava ora ricostruendo meccanicamente quello che doveva essere successo: lo aveva visto, si era accorto del cacciatore da subito e lo aveva seguito lungo il percorso all’interno della foresta, senza attaccarlo. Avrebbe potuto farlo secco in ogni istante..e LUI nemmeno si era reso conto di avere un inseguitore!
Era impensabile.
All’improvviso, un altro ululato, ed un altro salto. Così come era apparso,  l’essere si era nuovamente celato agli occhi di Brad, sparendo verso l’alto, protetto dal buio della notte e dai rami degli alberi.
“Cazzo!”
Il tempo dell’esclamazione di stupore , era bastato al biondo per rimettersi in piedi .La scena era grottescamente buffa. Dall alto, si potevano ancora udire i rumori dei rami che sorreggevano la fuga del mostro,ed in basso, l’eremita si stava massaggiando la mascella con entrambe le mani, ripresosi malamente dal feroce pugno ricevuto.
Bradley aveva appena raccattato le sue cose, rimettendole nello zaino e gli si era avvicinat con un espressione in viso talmente schifata, che sembrava avesse appena assaggiato uno dei tentativi culinari di Mike.
“E tu chi cazzo saresti, vecchio? Il nonno di Chuck Norris?”con un tono di voce esterrefatto, nel porre quella domanda.
L’uomo era carponi e si muoveva emettendo un respiro strozzato e dei colpi di tosse, palesemente dovuti al ghiaccio del vento che stava cercando di assalire i suoi polmoni
Stava frugando freneticamente con le mani sulla neve.
“Dov’e’?! Dove è finita la mia arma?!” dopo alcuni minuti ,aveva finalmente ritrovato quello che stava cercando: il proprio fucile!
Era spezzato a metà, tranciato di netto dalla stilettata ricevuta dal presunto Moonskin e ora, teneva le due parti di quello che oramai era solo un inservibile ciocco di legno e metallo , tra le mani.
Stava piangendo disperato..
“Mio figlio! Quel mostro ha ucciso mio figlio! Nella cappella! Nella MIA CASA!”
Brad, che era rimasto in silenzio per tutta la durata di quel piccolo monologo recitativo, si era inginocchiato portandosi alla stessa altezza dell’uomo.
“Beh, pastore Rhodes..credo che sia oramai troppo tardi per la vendetta.”
Il mistero su chi fosse realmente l’eremita, era stato svelato dalle parole dell’uomo.
Era chiaro! Soprattutto, era chiaro perché fosse impazzito e fosse sparito di casa ,da mesi.
Doveva aver assistito alla morte del figlio, riconoscendo l’assassino e inseguendolo fino alle foreste, senza più avere una reale cognizione del tempo e delle cose. Era uscito di senno.
Ora, il problema si spostava sul colpevole dell’omicidio: se tutto quello che aveva sentito da Mike e Lily, corrispondeva  a verità, quella bestia che aveva appena visto e che stava scappando verso la città , aveva un nome ed un cognome.

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Capitolo 14
*** Final Match- What's goin on? ***


La piccola stanza dell’ Isaac Hotel era piuttosto affollata. Mike era steso sul letto e sembrava stesse dormendo. Lily, che aveva portato Stacey con sé per tenerla d’occhio, stava chiacchierando a proposito di un qualcosa su di un blog.
Brad, si trovava in piedi esattamente in mezzo a loro ed aveva la tipica espressione di chi cerca in tutti i modi di far passare una cazzata per una cosa reale.
“Vi dico che non era un Moonskin! Cazzo! L’ho visto! Non ci somigliava nemmeno un po’! “
Da una buona mezzora stava cercando di convincere tutti di quello che aveva visto e constato nella foresta poche ore prima. Stacey sembrava particolarmente interessata ai discorsi di Brad, anche se teneva dietro a Lily per non perdere il filo della loro chiacchierata.
La ragazza era stata messa al corrente della sua situazione e aveva preferito seguire la sua coetanea senza  scollarsi più dallo strano terzetto.
“Cazzo, Brad,… Sei pesante come un libro di Asimov! Te lo sei sognato: ecco tutto. Eri lì al freddo e l’ipotermia ti ha fottuto i neuroni, Magari era solo un innocuo Grizzly di montagna…e tu l’hai scambiato per chissà che cosa. E’ facile, conoscendoti!”
“Vai a farti fottere, Lily!”
 Il cordiale gesto di saluto che l’uomo aveva appena elargito alla ragazzina, aveva fatto sorridere Stacey, che si sentiva sempre più “un appestata” a causa di quello che le avevano fatto, senza che se ne accorgesse. Era diventata una possibile “incubatrice per demoni”.
La cosa le faceva senso. Si sentiva sporca .
“Mike, tu non dici nulla?”
Lily si era voltata verso il capogruppo: stava ancora steso sul letto con l’avambraccio a coprirsi il volto.
Non dormiva. Non avrebbe potuto, con quel casino, ma era ovvio che non volesse essere parte di quella inoperosa discussione.
Come in risposta alla domanda della ragazza, il cellulare dell’uomo si era messo a squillare.
Il vecchio Nokia era appoggiato sul lato del letto “sfitto”, ed il display al quarzo con luce verde,era ben visibile da tutti.
Il nome “Kovacs”, stava lampeggiando intermittente.
Finalmente , Raven si era deciso a tornare nel mondo dei vivi ed aveva afferrato il telefono mettendosi a sedere sulla sponda del letto , dando le spalle agli altri.
“Raven. Ciao, Jason. …Cosa vuoi?”
“Venite subito tutti alla chiesa. E’ importante”
Il “Click” di fine conversazione era risuonato nell’aria come il suono di una grossa roccia caduta su di un cristallo.
Non aveva detto altro. Nel silenzio che si era creato al suono del telefono, la voce del vampiro era riuscita ad essere quasi stentorea. Tutti avevano sentito quella richiesta di adunata.
“Beh, verginelli..avete sentito il nostro contatto, no?  Attrezzatevi! Si va alla corte di Dio!”



Jason stava ancora fissando il telefono con un espressione incerta.
Aveva fatto bene a chiamarli? Forse si o forse  no. Beh, la cosa era poco importante oramai. Lo aveva fatto, alla fine.
Con calma , senza fretta o movimenti bruschi, aveva rimesso il proprio telefono nell’alloggio per gli spartiti, proprio sopra la tastiera del monumentale organo a canne.
Si era stirato la giacca con un cenno della mano e rivolgeva ora lo sguardo all’uomo che aveva di fronte.
“Come stai, Lucifero?”
Seduto sulla prima panca davanti all’organo a canne, il Diavolo osservava con estrema attenzione tutta la chiesa. Sembrava rapito dai dipinti, dall’organo stesso e dal legno delle panche..Sfiorava quella su cui era seduto con una dolcezza quasi esasperata,come se temesse di spezzarla con un tocco meno delicato.
“Cos’,questa è la casa di mio Padre…” aveva detto, prima di alzarsi in piedi e portare le mani dentro le tasche dei pantaloni  bianchi che indossava. La giacca , anch’essa bianca, era appoggiata all’avambraccio destro. Una camicia scura, di un nero quasi vivo, copriva il petto del più pericoloso degli Angeli.
“..Non è magnifica, Jason?” continuava a passeggiare davanti al vampiro, beandosi di quelle opere d’arte che raffiguravano le gesta del Padre e dei suoi fratelli.
“E’ una bella chiesa, è vero, ma ce ne sono di migliori.. Ad esempio, la Cappella Sistina, a Roma.”
A quelle parole, quella precisazione, Lucifero si era fermato ,voltandosi nuovamente a guardare Jason, al quale rivolgeva ora un sorriso triste.
“Il Vaticano non ama mio Padre. Ama solo il potere che ha ottenuto grazie al suo culto. Gli uomini non potranno mai comprendere appieno la magnificenza di Dio. E nemmeno il perché della mia esistenza, della mia caduta. Gli umani , sono egoisti e inetti. Inadatti al potere. Non lo sanno gestire.”
Il vampiro stava seguendo con attenzione il monologo del Diavolo. Era certo che prima o poi avrebbe raggiunto il punto culminante di quella particolare scena.
Peccato che al demone piacesse parlare .. Fin troppo.
Era come inebriato dal suono della sua voce. Amava ascoltarsi.
“..Ho penato e sofferto. A lungo. Per secoli.. Per Millenni! Chi meglio di te può capire cosa voglia dire vivere a lungo, segregati e rinchiusi?”
“ Io non ho vissuto segregato, Lucifero. Ne rinchiuso. Solo, nascosto. Per mia volontà!”
Il demone continuava a sorridere. Si era avvicinato al vampiro e lo guardava nuovamente, compassionevole..
“Tu lo credi, Jason. Pensi di aver scelto il tuo modo di vivere…ma ti è stato imposto. Da Lui!. Dovresti odiarlo. Ed invece…invece sei qui! E canti inni a lui! E lo lodi, con la tua musica!”
Era decisamente compiaciuto della cosa. Si beava del fatto che una creatura della notte fosse dedita al culto di Dio.
Lui, che più di tutti lo aveva amato, così tanto da provocare una frattura talmente grande da condannarlo all’oblio dell’inferno. Ripudiato dai fratelli e disconosciuto dallo stesso uomo che amava più di ogni altra cosa. Ora era davanti ad un vampiro che teneva in enorme considerazione l’operato di Dio. Era una bestemmia , alle sue orecchie.
Jason sembrava aver capito il pensiero del Diavolo.
“Io non ho potuto scegliere la mia natura, Lucifero. Mi è stata imposta alla nascita. L’ho accettata e l’ho portata avanti . Per 5.000 anni!!!  Nemmeno tu puoi nulla contro di me. Te l’ho già dimostrato in più di una occasione…perciò risparmiami queste frasi  e dimmi perché sei venuto ancora a Duesville , dopo che io ti ho cacciato!”
La chiesa era vuota.. L’unico rumore che si poteva udire all’interno di essa, era proprio la voce del vampiro che  rimbalzava tra le arcate e gli alti soffitti.
Il diavolo si era improvvisamente accigliato.
Sembrava che avesse appena scoperto una cosa della quale non era a conoscenza .
“Tu mi hai cacciato?  Ne sei davvero convinto, Jason?”
Le pupille erano diventate di un rosso vivo. Non vi era più tristezza nel suo sguardo.
Ora era combattivo, quasi terribile da sopportare. Dietro di lui era apparso l’inferno: Jason poteva vedere le fiamme, lambire ogni angolo della chiesa, riducendola a cenere. Poteva udire le urla dei dannati implorare pietà per i loro peccati e per le loro mancanze, soggiogati da diavoli orrendi e crudeli che li torturavano.
 Poteva vedere anche volti a lui conosciuti nei secoli, di gente che aveva preso la cattiva strada , terminando al cospetto di Satana.
Satana, che ora lo stava guardando brandendo la propria mano come un artiglio.
 La scena apocalittica si era rimpicciolita fin quasi a scomparire nel palmo di Lucifero che non aveva smesso nemmeno per un attimo, di guardare negli occhi il vampiro cercando come di intimidirlo con quella dimostrazione.
“ Risparmiami il teatrino delle ombre, Satana. Non ho più l’età per giocare con i caleidoscopi!”
Ora, egli si era alzato dal suo sgabello e si era messo ritto  , in piedi. Sovrastava il tramite di Lucifero di almeno 15 centimetri.
La lunga chioma corvina, solitamente raccolta da un elegante elastico, era ora libera e sciolta sulle sue spalle, conferendogli l’aspetto di un antico guerriero.
Le nere iridi si erano infiammate , tingendo di giallo il contorno dell’occhio.
Era quasi più inquietante del Diavolo stesso, ora che avanzava verso di lui con la bocca aperta ed una fila di aguzzi denti simili a quelli delle fiere infernali, ben visibile
“Conosco il tuo punto debole,Satana..ma tu non conosci il mio! Tuo Padre mi ha creato più potente e più forte di te..e forse anche dei tuoi fratelli. Non sfidarmi, Diavolo. Potresti pentirtene amaramente! “
Due enormi e nere ali , si erano spiegate alle spalle di Jason.
Incredibili e forti, sbattevano nervose, spostando ingenti masse di aria che creavano dei turbini dento i quali volavano tutti gli oggetti della chiesa..
 Lucifero parve impressionato da quella dimostrazione di forza , da parte del vampiro.
I suoi occhi erano tornati del consueto blu, e della consueta tristezza.
Aveva atteso qualche attimo, prima di aprire nuovamente bocca.
“Perché dobbiamo combatterci, fratello? Io e te siamo uguali.”
“Noi non siamo fratelli! Non lo siamo, Lucifero. Io non voglio la morte degli umani. Io, come Michael, come Gabriel..come tutti i tuoi VERI fratelli, voglio preservarli. Uriel era un povero pazzo. L’ha dimostrato con la sua incapacità. Castiel è troppo avventato..ma è saggio. Io non sono un angelo. Ne un demone. Sono un vampiro. Sono il figlio di Arzemoht! Il primo vampiro. Il vampiro che tuo Padre ha ucciso , per la sua disobbedienza. Con lui, eri riuscito nella tua opera di offuscamento! Eri riuscito a portarlo dalla tua parte!! Ma io sono più forte di lui e non cederò alle tue moine, diavolo! E ora… VATTENE DALLA CASA DI TUO PADRE, ESSERE IMMONDO!”
Tutto si era svolto in un attimo.
Le ali di Jason si erano aperte a dismisura, ed erano volate a racchiudere Lucifero in esse.
Il diavolo aveva appena avuto il tempo di mostrare un ghigno terribile, prima di sparire nelle spire di quel nero abbraccio, per poi dissolversi e svanire nel nulla.
Jason era rimasto in piedi, a fissare il punto in cui prima era posato il Diavolo.
Respirava a fatica, tanta era la forza che aveva dovuto impiegare per riuscire a trasportare Lucifero in un'altra dimensione, dalla quale sarebbe tornato di sicuro di li a qualche tempo.
Il ginocchio destro cedette, facendolo crollare a terra. Era decisamente stanco.

“Kovacs!”
Mike e gli altri erano appena dentro all’arcata principale. Lo sguardo di Lily era atterrito. Stacey aveva la bocca spalancata  in una “o” di stupore.
Il vampiro aveva voltato il capo verso i suoi giovani colleghi di caccia.
“Siete arrivati, dunque. Da quanto? “
“Da abbastanza, da abbastanza!” era stata la risposta di Mike, che stava fissando il vampiro quasi impaurito.
Era la prima volta in tutta la sua vita, in cui  non avrebbe saputo cosa fare se si fosse scatenato contro di loro.
Ma Jason aveva sorriso.
Si era alzato da terra e ora stava camminando lento verso Mike.
Guardava lui, solo lui. Non pareva avvedersi degli altri.
Giunto dinanzi al cacciatore, aveva aperto la sua mano destra, posandola sulla fronte dell’uomo.
Nello stesso istante in cui il palmo di Jason aveva toccato la pelle del cacciatore, tutto  attorno a lui era diventato buio.


Il calore del sole che entrava dalla finestra della sala, era piacevole
Pareva coccolare il cacciatore.
Era seduto sul suo divano, nella sua casa, ed  era vestito come se fosse appena uscito di palestra. Tuta da ginnastica e scarpe da running.
Caius stava scodinzolando davanti a lui e, appena a fianco del divano, seduto su una vecchia sedia di legno, Jason lo guardava compiaciuto.
“Bentornato, Raven. E’ stato un viaggio piacevole? “
Si sentiva come se fosse stato preso in pieno da un camion in corsa. Altro che “Piacevole”!
Aveva portato le mani alla testa, massaggiandosi le tempie ed il collo.
Stava sciogliendo le spalle e facendo scrocchiare ogni singola sacca d'aria che aveva reso le sue ossa, leggermente tese.
Era intorpidito. Si sentiva perfino la lingua impastata..
Stava riordinando le idee, cercando di ripercorrere quel che si ricordava di quella giornata.
Il campanello che aveva suonato, Jason che si era subito presentato come un vampiro, il piccolo alterco sul pianerottolo al quale Mike aveva dato inizio, cercando di “cacciare” la sua preda e le frasi con cui Kovacs lo aveva convinto a farlo entrare : “Corriamo tutti un grande pericolo, Michael Jim Raven! Devi credermi!”
Jason che spiegava l'avvento dell’apocalisse, Lucifero che ritornava  sulla terra ed i problemi che ne sarebbero derivati. Il caos, la paura..il terrore.
Mike era comunque scettico, a quelle frasi per lui vuote di significato, ed era stato allora che il vampiro lo aveva come ipnotizzato.
Almeno, ora aveva capito cosa fosse realmente successo.
“Cazzo! Mi sento come se mi avessero frullato il cervello..Cristo!”
Il vampiro aveva avuto la premura di preparare del caffè. Stava rientrando in sala con un vassoio carico di due tazze ed una moka, carica.
“Bevi, ti aiuterà. So molto bene che il viaggio onirico è pesante quasi quanto uno reale. Rende faticoso anche quello che sogni!”
Mike aveva allungato la mano per prendere una delle due tazze già piene, e se l’era portata alle labbra per sorseggiare il miracoloso infuso arabo. Si muoveva come un automa.
“Succederà davvero, Kovacs? “
“Sì”
“Non possiamo impedirlo prima? “
“No, non possiamo. I Winchester lo faranno. Non si  possono cambiare quegli eventi,”
Tacque per alcuni istanti. Aveva assolutamente bisogno di altro caffè.
“Perché me lo hai mostrato, allora, se non posso evitarlo?”
Jason stava sorridendo Lo faceva fin troppo spesso. Questo irritava Mike . Non  sopportava le persone che credevano di risolvere tutto con un sorriso.
“Perché…così puoi documentarti e preparati per contrastarlo al meglio!..E forse anche vincerlo.”
Nuovo sorso di caffè.
Perché lui? C’erano molti altri cacciatori più in gamba e più esperti!
Soprattutto…una domanda gli era nata int esta , subito dopo il  “risveglio”.
“Chi erano quelli? Voglio dire.. Lily e Brad. Io.. io non li conosco!  E ...dove cazzo è Duesville?“
Jason si era alzato dalla sedia.
Aveva dato un veloce sguardo all'orologio che troneggiava sopra la mensola della sala e aveva incrociato le mani dietro la schiena. Fissava la foto di Aaron Winchester e di Rowena Raven.
Era ovvio che Mike non sapesse ancora molte cose. Era giovane..e molti eventi ancora non li aveva vissuti.
“Temo di non poterti rispondere, ancora. Ma ...li conoscerai. Conoscerai tutti. Anche Duesville!”
“E tu..tu non sei solo un vamprio. Vero?”
Ancora un sorriso. Ancora un irritante silenzio.
La tenda della finestra  si era mossa per un refolo di vento.
“Avremo modo di vederci ancora, Raven. Tieni le tue domande per i prossimi incontri!”
Ed era sparito, nell'esatto ritorno dell'oscillare della tenda.
Il giornale sul tavolo della sala era aperto sulla seconda pagina. I titoli a caratteri cubitali “Ronald Reagan Presidente degli Stati Uniti, a sorpresa, sbaraglia il precedente governo!”
Era il 1982
Molte cose dovevano ancora succedere.

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