La neve di luglio

di Miss Valentine
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Wake up ***
Capitolo 2: *** I'm in a nightmare ***



Capitolo 1
*** Wake up ***


La neve di luglio

Wake up

Dove sono? Che succede? Oh mio dio! Koga! Dove sei? Amore mi manchi… Ho paura… I pugni non servono a niente, è tutto buio. Ho le guance bagnate, sto piangendo? Per paura? Sì, ho paura. Voglio uscire, mi fanno male le gambe. Devo uscire!

 

  -Siamo qui per dare l’ultimo saluto a Kikyo Higliomi che ci ha lasciato per un tragico…

Seduta in una delle ultime file della chiesa, la voce del prete mi entra nella testa come uno spillo nella pelle. Ma che me ne importa? Io questa nemmeno la conosco… Eppure quel bastardo era lì… Ma perché non mi faccio mai gli affari miei? Abbi pazienza Kikyo o come diavolo ti chiami, ti tirerò fuori.

  La messa è finita mi dirigo fuori, gli abiti e gli occhiali neri, cerco di non farmi notare. Imbucata ad un funerale…è il colmo!

  -Mi scusi?- Ce l’hanno con me, mi giro lentamente, una donna di mezza età mi sta davanti, gli occhi rossi, ha pianto…che fame!- Lei conosceva mia figlia? Mi sembra di non averla mai vista.

  -Ayame Fujita sto indagando sulla morte di sua figlia.- Mento sul mio nome e sulle mie intenzioni allungando la mano verso di lei, in fondo non è una completa bugia.- C’è il sospetto che Kikyo non fosse cosciente quando ha ingerito quelle pillole e che qualcuno l’abbia forzata a ingerirle. Ma non è il caso di parlarne qui passi domani in centrale. Buona Giornata.- “Buona giornata” Che cosa idiota che ho detto, sorrido cercando di essere rassicurante, ma questa donna ha appena assistito al funerale della figlia perché dovrebbe sorridermi? Mi allontano velocemente, immagino la faccia che faranno alla polizia quando quella donna ripeterà le stronzate che le ho detto ma che altro avrei potuto fare? Dire “mi scusi se mi sono imbucata al funerale m ho il sospetto che sua figlia esca dalla tomba”? No, la gente normale non capisce, a proposito di gente, mi è venuta fame. Uhm… Quell’uomo dà l’impressione di essere solo… Eh già, ho fame…

 

Sento dei colpi…Qualcosa sta cadendo sulla mia prigione…Terra! No! Aiutatemi! Non riesco ad urlare, non riesco a parlare! Non esce un solo suono dalla mia gola. Perché a me? Che è successo maledizione? Riesco a strappare la stoffa che è sopra di me, prendo a pugni il legno, una crepa! Si è fatta una crepa! Grazie a Dio! Continuo, le nocche mi fanno male, sanguinano ma non mi importa voglio uscire. Ho fatto un buco, la terra mi cade sulla faccia, in bocca. Continuo a rompere il legno, scavo nella terra, mi butto di testa, sono fuori! La testa è fuori! Continuo a scavare, riesco ad uscire. Respiro avidamente, mentre cerco di muovere le gambe atrofizzate.

  -Che dolore.- Riesco a dire

  -Ci credo!- Una voce mi fa sobbalzare, mi giro, c’è una donna seduta sulla mia lapide con le gambe accavallate.- Ce ne hai messo di tempo per uscire. Non aver paura, non voglio farti male. Alzati, ti porto a darti una ripulita, non sei un bello spettacolo.

  -Se…se sapevi che sarei uscita, perché non mi hai aiutato?

  -Neanche per sogno!- Il suo viso si contrasse in una sorta di smorfia di sdegno.- Io ce l’ho fatta da sola, ti ho già salvata da loro e non ho intenzione di farti da balia…

  -Loro?- Riesco ad alzarmi, ma barcollo. Chi è questa? Che è successo e chi sono loro? Dov’è Koga? Una sorta di flash back mi colpisce come un cazzotto. Koga ha le pillole in mano, me le infila in bocca…Perché amore? Ti amo. Perché? Piango. No amore non farlo. Mi riprendo, barcollo all’indietro, svengo. Lo vedo. Ciao Amore.

 

  Ma guardala, devo pure portarmela in spalla, vedi di svegliarti signorina non ho intenzione di starti a guardare mentre dormi. Devo portarle qualcuno o morirà di fame. Che idiota è già morta… La giusta espressione è che può andare in decomposizione. Ma in fondo a me che mi frega. Già quel pizzico di fastidiosa umanità che ancora mi ferisce senza mai uccidermi. Cos’era? Pietà… Uff, ma guardala, come dorme la stronzetta. Mica si preoccupa del fatto che possiamo crepare definitivamente da un momento all’altro. C’era molta gente al suo funerale, era voluta bene da molti. Da tutti.

 

  Mi sfrego i capelli con violenza, come se servisse a qualcosa… Sono sporca dentro, tutte le docce del mondo non servirebbero a farmi sentire bene, ma aiutano. Vado nell’altra stanza. Mi ha detto di chiamarsi Sango, non mi fido di lei, anche se mi ha dato da mangiare.

  -Ce l’hai fatta ad uscire dalla doccia… dì un po’ eri affamata? L’hai spolpato quel tipo!

  -Chi sono “loro”?

  -Tutto a suo tempo tesoro ora riposa.- Mi sorride, ma che vuole? Mi lancia qualcosa, la prendo al volo. E’ un documento.

  - Kagome Higurashi…chi è?

  -Sei tu bellezza, hai bisogno di una nuova identità siamo già in un'altra nazione.

  - Nuova identità? Nazione? Ma cosa? Quanto ho dormito?

  -Hai dormito tre settimane. Siamo nella California tesoro, qualcuno si sarebbe insospettito se in Giappone una morta avrebbe ricominciato a passeggiare in giro non credi?- Ha ragione ma non riesco a essere coerente adesso.- frequenteremo lo stesso liceo- Mi sorride. Oh mio Dio, ho paura. Che sorriso ebete.- …contenta?- E’ più forte di me…ora la strozzo.

  Mi allontano da lei, vado verso la mia stanza.

  -Buona notte.- Dico, lei non mi risponde, fa un cenno con la testa. Apro la porta, affondo la testa nel cuscino. Qualcosa di caldo e morbido mi sfiora la gamba, lo rifà, torna indietro. Mi irrigidisco, giro la testa, non vedo niente. Che cazzo è? Salto in piedi Ma non vedo niente, un suono stridulo arriva alle mie orecchie. Mi calmo, metto a fuoco. Un batuffolo nero spunta da sotto il letto. Gli occhi gialli, spaventosi, il pelo nero, angosciante, sorrido.- Allora, eri tu…-Prendo in braccio il gattino, gli guardo il collare poi la targhetta. Il gatto di Sango, c’è scritto sulla targhetta, Kirara, che razza di nome, sorrido di nuovo accarezzando il micio che mi fa le fusa. I pensieri dolci e il regolare rumore delle fusa spariscono pensando ad una sola cosa. Koga, ora sì che ricordo, è lui che mi ha ucciso, è per colpa sua che ora sono Kagome Higurashi, per questo l’ho mangiato! Ma Sango non può capire. Lei e il suo sorriso ebete non capiscono! Lei non ha passato quello che… Dimenticavo le sue parole mentre era con me, nel cimitero, sulla mia lapide. Mi ritorna in mente con le gambe accavallate e l’aria di superiorità. “Io ce l’ho fatta da sola…non ho intenzione di farti da balia!” Chissà cos’era in vita, ha più o meno la mia età, una studentessa? Me n’ero dimenticata, il gatto. Mi si è addormentato tra le braccia, lo metto sul letto disturbando il suo sonno, entro in bagno per poi uscirne poco dopo con una camicia da notte. Mi metto accanto al gatto, sotto le lenzuola. Metto un braccio sotto il cuscino e lo stringo alla guancia, tanto sono sicura, domattina mi sveglio, nel mio letto, mia madre mi bacerà la fronte e poi andrò a scuola, vedrò Koga e le mie amiche. Tutto, sarà come prima. Sì…sono sicura…

 

 

 

 

 

Salve sono la scrittrice di questa storia, molti possono aver equivocato che la protagonista sia Kikyo, in realtà la nostra eroina è Kagome, ma vista la situazione mi è sembrato opportuno utilizzare il nome della sacerdotessa Kikyo per quando era in vita. Un altro elemento importante è che la storia romantica che è alla base di tutto non è su Kagome e Koga (anche perché quest’ultimo è stato ucciso dalla stessa Kagome) ma su Kagome e… lo scoprirete leggendo ;)

Recensite in molti Ciao Ciao!!!!!!

 

 

  

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 2
*** I'm in a nightmare ***


I’m in a nightmare

  Apro gli occhi, lentamente. E’ stata lei! Maledetta! Ha spalancato le tende, la luce mi ha svegliato! Allora non era solo un incubo! Mi giro su me stessa mettendomi con il viso all’insù. Nell’aria c’è un dolce profumo di rose unito all’odore acre delle lenzuola pulite. Una bellissima sensazione mi percorre la schiena. Chiudo gli occhi per un attimo e mi lascio trasportare dall’odore fruttato che accompagna le luci del mattino. Forti raggi inondano la stanza dalle generose vetrate che coprono almeno la metà delle pareti gialline. Mi metto a sedere lasciandomi scorrere il lenzuolo fresco sulla pelle ancora calda. Mi giro verso la finestra, non c’è altro che prato a perdita d’occhio, devo ammettere che non mi dispiace questa pace. Il mio olfatto si fa per un secondo più acuto e un profumo dolce di rosa e mentuccia mi stuzzica i pensieri. Decido di alzarmi, seguo l’istinto del mio naso senza pensare all’incubo di questa notte, è sempre Koga il protagonista delle mie notti. Penso a lui scendendo le scale e percorrendo gli infiniti corridoi. Di nuovo quel ridicolo pensiero, come si chiama? Senso di colpa? Na è stato lui ad uccidermi, ho dovuto mangiarlo…Io volevo solo dire la verità…Aiutarlo…e lui…Basta! Caccio i cattivi pensieri e mi concentro sulla menta che mi entra nelle narici. Ho trovato la cucina, Sango smanetta con un bollitore. Passa un liquido verde in una tazza ampia. Mi vede, mi sorride.

  -Buon giorno.

 

  -Buon giorno.- Kagome è sveglia finalmente, le sorrido, sono stata insopportabile con lei ieri- Come hai dormito Kikyo?

  -Kagome.- Puntualizza lei. Abbasso gli occhi, non so cosa rispondere. Avrà avuto gli stessi incubi che ho io tutte le notti…

   -Come hai dormito, Kagome?- Ci riprovo, abbassa gli occhi. Ho indovinato. Le metto una tazza di tisana davanti e mi siedo alla tavola facendole cenno di accomodarsi davanti a me. Guarda la tazza fumante e aspira tutto il profumo della menta e delle rose che ci ho messo dentro. Il suo volto assume un’espressione tra lo schifato e lo sdegnato poi mi guarda. Io scuoto la testa sorridendo amorevolmente – No, non ne senti il sapore, è come bere acqua profumata, scusami non ci avevo pensato, io continuo a prenderlo perché ne ricordo il sapore, quando ero in vita ne bevevo spesso.- Mi guarda perplessa, ma si porta la tazza alla bocca e ne prende un lungo sorso.

  -Per me non ha alcun senso.

  - Allora non ne bere…vai a prepararti piuttosto, tra poco usciamo- Se ne va senza dire niente, senza aggiungere una parola. Finisco la mia tisana alle rose, sciacquo la tazza e la metto al suo posto, prendo quella di Kikyo, Kagome…o come diavolo si chiama, la svuoto nel lavandino e la rimetto a posto dopo averla lavata. Mi muovo pressata nei miei jeans da trecento dollari. Tutti i miei vestiti sono da almeno trecento dollari. E anche quelli che ho comprato per lei…Va bene voler compensare ma comincio a rendermi conto che ho esagerato. Sento dei passi e poco dopo vedo scendere Kagome dal piano di sopra. Un paio di Jeans attillati chiari e una maglia a maniche lunghe verde militare con le maniche bianche.- Stai benissimo.

  -Lo so.- Dice, modesta.- Ti aspetto in macchina.- Si avvia fuori. E’ ovvio che sia arrabbiata con me, ha pienamente ragione. Sono stata terribile. Vado anche io verso la macchina, lei è già dentro, il gomito appoggiato fuori al finestrino aperto e gli occhiali da sole sul naso. Salgo al posto di guida e metto in moto. Per tutto il tragitto non abbiamo spiccato una parola. Mi fermo. Scendo dalla macchina e lei dopo di me.- Sarebbe questa la scuola.

  -Si, questo è il tuo orarie lezioni.- Le passo un biglietto mentre ci avviciniamo alla scuola. Andiamo verso l’ufficio del preside. Diciamo di essere sorelle, mentiamo su tutto. Lui ci crede. Siamo studentesse straniere che sono venute per una specie di “gita”. Usciamo dall’ufficio e la vita ricomincia.

 

 L’ho vista appena è entrata, è bellissima. Vorrei parlarle, ma…Basta vado da lei! E’ appoggiata alla ringhiera della terrazza e guarda giù. Mi appoggio alla ringhiera accanto a lei. Si gira verso di me, ha gli occhiali da sole, ma è lo stesso bellissima.

  -Ciao.- Le sorrido, si abbassa gli occhiali e mi mostra gli occhi marroni, stupendi.-  Miroku, piacere.- Le porgo la mano, lei me la stringe.

  -Sango, piacere tuo.- Spiritosa, mi piace in una ragazza.

  -Bel panorama da quassù.- Ignoro il suo commento e continuo, non mi arrendo così facilmente.

 

  Ma che vuole questo qui? Lo squadro dalla testa ai piedi, camicia bianca, jeans, e nike nere. Non gli rispondo, prende un pacchetto di sigarette e se ne accende una. Gli lascio fare un paio di tiri poi gliela tolgo da bocca prendendola tra le due dita e la metto in bocca.

  -Prego fai pure…-Sarcastico. Ma non c’era bisogno che me lo dicesse lui.- Hai in bellissimo nome.

  - Quanti altri bellissimi nomi conosci?

  -Che vuoi dire?

  -Conosco i tipi come te. Toglimi una curiosità, se la ragazza che hai adocchiato non è qui in terrazza, che battuta usi al posto di quella della “bella vista” per rimorchiare?- Sorride abbassando la testa, lo vedo con la coda dell’occhio.

  -Ce ne sono tante…-Sincero…almeno questo.

  -Mirokuuuuuuuuuuuuuu!- Una voce aspra e acuta lo chiama. Mi giro e una sorta di barbie si avvicina a noi- Mirokuccio che stavi facendo qui tutto solo?

  -Non sono solo Tsubasa.- Miroku mi sorride, la ragazza lo prende sotto-braccio e mi lancia un’occhiata velenosa. Il ragazzo se la scrolla di dosso e avvicina la bocca al mio orecchio sfiorando la mia guancia con la sua.- Il dovere mi chiama amore, a dopo.- Rimango impietrita, lascio cadere la sigaretta giù nel cortile. Mi bacia la tempia e io mia allontano con uno scatto dandogli uno schiaffo.

  -Ehi!- Barbie fa un passo avanti, battagliero. Miroku sorride come un idiota, mi fa l’occhiolino e poi si allontana prendendo per mano…come si chiama? Tsubasa? Va bhè quello che è…Che scemo quello lì!

 

  Troppi libri, troppi! Un tonfo e mi ritrovo con il sedere per terra.

  -Ehi! Guarda dove cammini!

  -Ma se eri tu che guardavi altrove!- Un tipo dai capelli neri sta in piedi davanti a me, mi guarda con superiorità. Ma chi si crede di essere?

  -Potresti almeno aiutarmi ad alzarmi!

  -Io? Non ci penso nemmeno! Mi hai preso per il tuo schiavo?- Mi alzo da sola, infuriata.

  -No! Si chiama educazione! Cosa che tu evidentemente non conosci!- Sento il sangue pulsare nelle vene. Ci mancava solo un idiota che si crede figo per completare l’incubo che tutti chiamano vita.

  -Come ti permetti, chi ti conosce!- Ha dei fogli in mano, forse documenti importanti. Con uno scatto glieli tolgo e glieli lancio spargendoli nel corridoio.

  -Piacere Kagome!- Mi allontano ancora più arrabbiata di quanto già non lo fossi. Ma che tipo!

 

  Ma chi diavolo era quella furia scatenata? Ora mi tocca rimettere apposto tutto! Mi calo a prendere tutti i miei documenti…E quelli? “Introduzione alla storia” “Opere dantesche” Devono essere di quel ciclone che è passato prima. Raccolgo tutto, libri compresi, non possono mica rimane qui…

 

Salve qui è l’autrice pazza che parla vorrei ringraziare quelli che hanno recensito la mia ff:

Pikkola Rin: Non preoccuparti, pian piano arriveranno tutti ;)

Elychan: Spero di aver sistemato un po’ i miei casini di nomi XD

Shikon: Che dire? Un kiss anche a te J

 

Recensite in molti o non andrò più avanti ;)

 

 

 

 

 

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