La neve di luglio
Wake up
Dove sono? Che succede? Oh mio
dio! Koga! Dove sei? Amore mi manchi… Ho paura… I pugni non servono
a niente, è tutto buio. Ho le guance bagnate, sto piangendo? Per paura?
Sì, ho paura. Voglio uscire, mi fanno male le gambe. Devo uscire!
-Siamo qui per dare l’ultimo
saluto a Kikyo Higliomi che ci ha lasciato per un tragico…
Seduta in una delle ultime file
della chiesa, la voce del prete mi entra nella testa come uno spillo nella
pelle. Ma che me ne importa? Io questa nemmeno la conosco… Eppure quel
bastardo era lì… Ma perché non mi faccio mai gli affari
miei? Abbi pazienza Kikyo o come diavolo ti chiami, ti tirerò fuori.
La messa è finita mi dirigo
fuori, gli abiti e gli occhiali neri, cerco di non farmi notare. Imbucata ad un
funerale…è il colmo!
-Mi scusi?- Ce l’hanno con me, mi
giro lentamente, una donna di mezza età mi sta davanti, gli occhi rossi,
ha pianto…che fame!- Lei conosceva mia figlia? Mi sembra di non averla
mai vista.
-Ayame Fujita sto indagando sulla morte
di sua figlia.- Mento sul mio nome e sulle mie intenzioni allungando la mano
verso di lei, in fondo non è una completa bugia.- C’è il
sospetto che Kikyo non fosse cosciente quando ha ingerito quelle pillole e che
qualcuno l’abbia forzata a ingerirle. Ma non è il caso di parlarne
qui passi domani in centrale. Buona Giornata.- “Buona giornata” Che
cosa idiota che ho detto, sorrido cercando di essere rassicurante, ma questa
donna ha appena assistito al funerale della figlia perché dovrebbe
sorridermi? Mi allontano velocemente, immagino la faccia che faranno alla
polizia quando quella donna ripeterà le stronzate che le ho detto ma che
altro avrei potuto fare? Dire “mi scusi se mi sono imbucata al funerale m
ho il sospetto che sua figlia esca dalla tomba”? No, la gente normale non
capisce, a proposito di gente, mi è venuta fame. Uhm…
Quell’uomo dà l’impressione di essere solo… Eh
già, ho fame…
Sento dei colpi…Qualcosa
sta cadendo sulla mia prigione…Terra! No! Aiutatemi! Non riesco ad
urlare, non riesco a parlare! Non esce un solo suono dalla mia gola.
Perché a me? Che è successo maledizione? Riesco a strappare la
stoffa che è sopra di me, prendo a pugni il legno, una crepa! Si
è fatta una crepa! Grazie a Dio! Continuo, le nocche mi fanno male,
sanguinano ma non mi importa voglio uscire. Ho fatto un buco, la terra mi cade
sulla faccia, in bocca. Continuo a rompere il legno, scavo nella terra, mi
butto di testa, sono fuori! La testa è fuori! Continuo a scavare, riesco
ad uscire. Respiro avidamente, mentre cerco di muovere le gambe atrofizzate.
-Che dolore.- Riesco a dire
-Ci credo!- Una voce mi fa sobbalzare,
mi giro, c’è una donna seduta sulla mia lapide con le gambe
accavallate.- Ce ne hai messo di tempo per uscire. Non aver paura, non voglio
farti male. Alzati, ti porto a darti una ripulita, non sei un bello spettacolo.
-Se…se sapevi che sarei uscita,
perché non mi hai aiutato?
-Neanche per sogno!- Il suo viso si
contrasse in una sorta di smorfia di sdegno.- Io ce l’ho fatta da sola,
ti ho già salvata da loro e non ho intenzione di farti da balia…
-Loro?- Riesco ad alzarmi, ma barcollo.
Chi è questa? Che è successo e chi sono loro? Dov’è
Koga? Una sorta di flash back mi colpisce come un cazzotto. Koga ha le pillole
in mano, me le infila in bocca…Perché amore? Ti amo.
Perché? Piango. No amore non farlo. Mi riprendo, barcollo
all’indietro, svengo. Lo vedo. Ciao Amore.
Ma guardala, devo pure portarmela in
spalla, vedi di svegliarti signorina non ho intenzione di starti a guardare
mentre dormi. Devo portarle qualcuno o morirà di fame. Che idiota
è già morta… La giusta espressione è che può
andare in decomposizione. Ma in fondo a me che mi frega. Già quel pizzico
di fastidiosa umanità che ancora mi ferisce senza mai uccidermi.
Cos’era? Pietà… Uff, ma guardala, come dorme la stronzetta.
Mica si preoccupa del fatto che possiamo crepare definitivamente da un momento
all’altro. C’era molta gente al suo funerale, era voluta bene da
molti. Da tutti.
Mi sfrego i capelli con violenza, come
se servisse a qualcosa… Sono sporca dentro, tutte le docce del mondo non
servirebbero a farmi sentire bene, ma aiutano. Vado nell’altra stanza. Mi
ha detto di chiamarsi Sango, non mi fido di lei, anche se mi ha dato da
mangiare.
-Ce l’hai fatta ad uscire dalla
doccia… dì un po’ eri affamata? L’hai spolpato quel
tipo!
-Chi sono “loro”?
-Tutto a suo tempo tesoro ora riposa.-
Mi sorride, ma che vuole? Mi lancia qualcosa, la prendo al volo. E’ un
documento.
- Kagome Higurashi…chi è?
-Sei tu bellezza, hai bisogno di una
nuova identità siamo già in un'altra nazione.
- Nuova identità? Nazione? Ma
cosa? Quanto ho dormito?
-Hai dormito tre settimane. Siamo nella
California tesoro, qualcuno si sarebbe insospettito se in Giappone una morta
avrebbe ricominciato a passeggiare in giro non credi?- Ha ragione ma non riesco
a essere coerente adesso.- frequenteremo lo stesso liceo- Mi sorride. Oh mio
Dio, ho paura. Che sorriso ebete.- …contenta?- E’ più forte
di me…ora la strozzo.
Mi allontano da lei, vado verso la mia
stanza.
-Buona notte.- Dico, lei non mi
risponde, fa un cenno con la testa. Apro la porta, affondo la testa nel
cuscino. Qualcosa di caldo e morbido mi sfiora la gamba, lo rifà, torna
indietro. Mi irrigidisco, giro la testa, non vedo niente. Che
cazzo è? Salto in piedi Ma non vedo niente, un suono stridulo arriva
alle mie orecchie. Mi calmo, metto a fuoco. Un batuffolo nero spunta da sotto
il letto. Gli occhi gialli, spaventosi, il pelo nero, angosciante, sorrido.- Allora, eri tu…-Prendo in braccio il
gattino, gli guardo il collare poi la targhetta. Il gatto di Sango,
c’è scritto sulla targhetta, Kirara, che razza di nome, sorrido di
nuovo accarezzando il micio che mi fa le fusa. I pensieri dolci e il regolare
rumore delle fusa spariscono pensando ad una sola cosa. Koga, ora sì che
ricordo, è lui che mi ha ucciso, è per colpa sua che ora sono
Kagome Higurashi, per questo l’ho mangiato! Ma
Sango non può capire. Lei e il suo sorriso ebete non capiscono! Lei non
ha passato quello che… Dimenticavo le sue parole mentre
era con me, nel cimitero, sulla mia lapide. Mi ritorna in mente con le gambe
accavallate e l’aria di superiorità. “Io ce
l’ho fatta da sola…non ho intenzione di farti da
balia!” Chissà cos’era in vita, ha più o meno la mia
età, una studentessa? Me n’ero dimenticata, il gatto. Mi si è addormentato tra le braccia, lo metto sul letto
disturbando il suo sonno, entro in bagno per poi uscirne poco dopo con una
camicia da notte. Mi metto accanto al gatto, sotto le lenzuola. Metto un
braccio sotto il cuscino e lo stringo alla guancia, tanto sono sicura,
domattina mi sveglio, nel mio letto, mia madre mi
bacerà la fronte e poi andrò a scuola, vedrò Koga e le mie
amiche. Tutto, sarà come prima. Sì…sono sicura…
Salve sono la scrittrice di
questa storia, molti possono aver equivocato che la protagonista sia Kikyo, in realtà la nostra eroina è
Kagome, ma vista la situazione mi è sembrato opportuno utilizzare il
nome della sacerdotessa Kikyo per quando era in vita. Un altro elemento
importante è che la storia romantica che è alla base di tutto non
è su Kagome e Koga (anche perché quest’ultimo
è stato ucciso dalla stessa Kagome) ma su Kagome e… lo scoprirete
leggendo ;)
Recensite in molti Ciao Ciao!!!!!!
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