Apro appena gli occhi, quanto
mi basta per accertarmi se è ora di alzarsi o no.
Le finestre sono
ancora serrate, forse è troppo presto. Mi guardo intorno: la stanza è
esattamente come l’ho lasciata ieri sera, ovvero in totale disordine.
Così, convengo che è decisamente ora di alzarsi almeno per mettere un po’ in
ordine. Raccolgo le prime forze mattutine e con un rapido movimento delle
gambe, balzo giù dal letto.
Mi guardo allo specchio e noto che
ho un’aria davvero spossata, probabilmente dovuta al fatto che ieri sera ho
bevuto troppo. Appena incontro Harry e Ron gliela faccio pagare...sono
stati loro ad insistere!
Mi appresto a rifare il letto e
inizio a raccogliere i vestiti sparsi un po’ ovunque sulle sedie.
Quando ho finito, la stanza è di nuovo in perfetto ordine.
Adesso però, sono più stanca di prima e dandomi mentalmente della stupida, mi
ricordo che avrei potuto usare la bacchetta al posto
del mio corpo. Quel che è fatto è fatto, così decido di farmi una doccia e
scendere nella sala grande. Ora sono leggermente più rilassata e meno
disordinata: ho lavato i capelli con lo shampoo alla camomilla che mi ha
regalato Harry, ed ora mi scendono ricci sulle spalle. Ricci, ma con un loro
ordine.
Mi piace lavarli, l’ho sempre
amato sin da quando ero piccola.
Mia madre dice che devo andar
fiera dei miei capelli, perché sono uno dei pochi casi
in cui dalla confusione si arriva alla perfezione.
E allora mi piace mostrarli in giro con tutti quei
boccoli che saltellano ad ogni mio passo.
In effetti, è vero: non sono riuscita
a trovare altro che portasse dal caos all’ordine. Più che altro, avviene il
contrario.
Con il profumo di camomilla che
avvolge i miei pensieri, arrivo all’ estremità della
rampa di scale trovandomi di fronte al silenzio più assoluto.
I quattro lunghi tavoli sono
vuoti e la sala si riempie solo dello scoppiettare della legna, nell’immenso
camino sulla parete adiacente a me.
Fa troppo freddo per gli
indumenti che ho addosso, così mi rannicchio nella poltrona più vicina al fuoco
e inizio a leggere un libro che trovo lì vicino.
Sulla copertina vi è un
orologio che funziona realmente. Leggo sul quadrante, con mio grande stupore,
che sono appena le cinque e mezza.
È ufficiale: non berrò mai più alcolici.
Un brivido percorre più volte
il mio corpo: ho freddo ma non ho intenzione di tornare in camera per prendermi
un maglione.
Raccolgo le gambe con le mie
braccia, stringendomele al petto sempre di più. Cerco di farmi calore con il
mio stesso corpo, ma non funziona. Il freddo batte la mia pigrizia, così mi metto
dritta sulla sedia e risistemo nuovamente il libro dove l’ho trovato. Mi alzo e
vado verso le scale, ma una voce leggera mi blocca.
-Hermione!-
Mi volto di
scatto e a pochi metri da me c’è Ron. Un urlo si libera dalla mia bocca,
ma lui me lo reprime tempestivamente mettendo la sua mano sulle mie labbra.
-zitta!vuoi svegliare tutta
Hogwarts?-
Quando si accorge che il mio viso è ormai più rilassato, mi
lascia parlare.
-Ron...-sussurro a bassa voce
-che ci fai qui?-
-potrei farti
la stessa domanda...- mi dice
sorridendo.
Ma perché deve sempre ironizzare su tutto?
-non avevo tanta voglia di
dormire, tu?- ribalto la domanda in modo da non far cadere l’attenzione sul
fatto che con un pò d’alcol in più, Hermione Jane Granger dà
i numeri e si sveglia presto la mattina.
-idem - risponde con l’aria di
chi non se l’è bevuta affatto. Infatti, dopo pochi istanti aggiunge:
-non è per la sbornia di ieri
sera, vero?-
Che odio! Ma perché mi conosce
così bene?
- e va bene, lo ammetto...è
solo che non lo reggo proprio l’alcol-
- si vede...non
sei affatto esperta!- questa volta ride di gusto, mantenendo sempre un
tono di voce basso.
- non è colpa mia se, mentre io
studio, tu ed Harry andate in giro ad ubriacarvi- rispondo
con tono serio, poi accenno un sorriso. Non riesco proprio a
prendermela con lui...mi basta guardarlo per perdonargli qualsiasi cosa.
Mi soffermo a pensare che è stato più previdente di me: indossa un pullover rosso e
dei jeans. Io sono in pantaloncini e maglietta aderente.
Un secondo...come diavolo mi è
saltato in mente di vestirmi in questo modo??? È
Dicembre ed io me ne vado in giro in pantaloncini e maglietta??? È ovvio che
poi sento freddo...stupida Hermione, stupida, stupida!
Mentre
continuo ad offendermi amabilmente, noto lo sguardo di Ron abbastanza divertito. E così si aggiunge un altro
motivo per farmi declamare “Miss stupidità dell’anno”. Non basta
il fatto che mi sto ibernando viva, ma accanto a me c’è Ron ed io sono quasi
nuda.
- hai freddo?- dice
squadrandomi.
- leggermente...- rispondo
abbassando lo sguardo. Le mie guance sono diventate purpuree.
- ma
ti pare modo di vestirti così, il sei dicembre?- ride, ride divertito.
Ma porca miseria...io sono nell’imbarazzo più totale...e
lui che fa?Ride!
- è colpa tua infondo!!!se non fosse stato per ieri, avrei dormito di più...di
conseguenza quando mi sarei vestita, avrei avuto la mente più lucida ed ora non
starei qui con te a congelarmi!- dico con tono arrabbiato, poi mi stringo
dentro le mie braccia per cercare un po’ di calore...
- dai scema...tieni-
dice togliendosi il pullover e porgendomelo.
- no Ron, non è il caso...stavo
appunto salendo in camera a prendermene uno...non voglio
far morire te di freddo...-
- saprò resistere...- e mi fa
cenno di indossarlo.
Lo faccio senza troppi indugi,
perché è oltremisura difficile rinunciare a quel morbido tepore.
Quando lo dispongo su di me mi accorgo che mi va troppo largo. Meglio, almeno
copre anche le gambe.
Sento il suo profumo ora, che
si mescola con il mio: è un bell’ intreccio.
- grazie- sussurro a mezza voce,
con la paura di interrompere quella bellissima sensazione.
Vedo Ron che si avvicina a me,
e mi gira intorno con aria interrogativa.
- non ti sta male, sai? Dirò a
mamma di fartene uno simile...-
- mm mm...come vuoi...- mugugno
io mentre mi stringo sempre di più nel maglione. Chiudo gli occhi
spontaneamente e immagino di essere alla Tana, con Molly che me ne confeziona uno.
Quando li riapro Ron non c’è più. Guardo bene di fronte a me
cercandolo in ogni angolo.
Poi, sento qualcuno che mi
afferra le spalle: urlo di nuovo.
Nuovamente, Ron blocca quel
gridolino acuto tappandomi la bocca. Non lo vedo, perché è dietro di me. Mi
lascia respirare e sposta il suo braccio intorno alla mia vita, poi anche
l’altro.
E stiamo stretti lì in quell’abbraccio per parecchio. Sento i battiti del suo cuore pulsare, fortunatamente lui non può
sentire i miei.
Mi bisbiglia all’orecchio -ok,
forse ho un po’ di freddo-
Non rispondo, non so perché ma
non trovo le parole. Mi stringe di più ed io rimango lì fra le sue braccia.
- lo rivuoi?- mi decido a dire.
- no, no...è solo che ho
bisogno di un po’ di calore...- mi fa lui.
Lancio un’occhiata al libro e
leggo sul quadrante.
- sono le 6:10-
gli comunico.
- e
allora?- risponde con aria assente.
- tra venti minuti arrivano gli
elfi a preparare la colazione-
- e
allora?-
Mi stacco da lui e sento un
brivido freddo quando lo guardo: mi sta scrutando con quei suoi grandi occhi
turchesi.
- dai,
andiamo- faccio io sciogliendomi dal suo abbraccio.
Arrivo sino all’inizio della
rampa di scale, quando mi volto Ron è a pochi centimetri da me.
Sento il suo respiro. È
agitato.
- vuoi proprio andare?- mi chiede
Sposto la mia attenzione sul
suo corpo, modellato da anni di allenamenti di
Quidditch...
La mia mente è totalmente
occupata dal dubbio di rimanere oppure di andare.
Perché dovrei allontanarmi da lui?
Lo guardo e mi rispondo da
sola.
Non posso rimanere ancora, non
se non voglio raggiungere i 40 gradi Celsius e morire di infarto.
Il mio corpo non è ancora abbastanza forte, non ha gli anticorpi per il virus
Ronald Weasley.
Eppure mi spingo al suicidio, decido di rimanere in quella
sala...ampia e vuota...da soli...io e lui...
Così mi riavvicino alla mia
malattia senza medicine a portata di mano.
-in effetti possiamo rimanere ancora un po’- rispondo ormai
totalmente fuori di me.
Ci sediamo in un divanetto
vicino ad un consumato stendardo.
Ron prende una piuma trovata
per caso lì vicino ed inizia a giocherellarci.
Io prendo una ciocca dei miei
capelli e, chiaro sengno di imbarazzo, la intraccio
fra le mie dita.
-Hermione...posso farti una
domanda?- Ron interrompe quel silenzio ed io inizio a chiedermi perché sto qui
con lui.
-dimmi Ron-
-qual’è la cosa a cui pensi di
più?- continua a giocherellare con la piuma.
Lo sta facendo a posta. Lo
sento.
E va bene Ron...vuoi giocare?
-probabilmente al domani-
Finalmente alza lo sguardo
verso di me e inarca un sopracciglio.
-al domani?-
Cosa ti aspettavi che dicessi Ron?
“penso ai libri e a te!”no
Ron...troppo facile!
-già...-la sua espressione è
notevolmente delusa- tu?-gli chiedo con aria indifferente, ma in realtà muoio
dalla voglia di saperlo.
-in questo periodo sono
notevolmente preso dal Quidditch, ma di solito mi capita di pensare alla mia vita-
E invece che spegnere la mia curiosià, l’accende ancora
di più.
-non è giusto! “la mia vita” è
un argomento troppo vasto...devi specificare!-
gli faccio io.
-non mi sembra che “il domani”
sia molto più dettagliato! Se specifico io, devi farlo anche tu...va bene?-
Esito un po’, anche per
prendermi tempo per pensare a cosa poter dire.
-va bene- acconsento.
-io penso ai miei migliori
amici...ad Harry e a te-
Il mio cuore perde
un battito, poi lo recupera velocemente.