Omicidio in bianco

di FloxWeasley
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** La nevicata peggiore degli ultimi 20 anni ***
Capitolo 2: *** Pinguini nei corridoi ***
Capitolo 3: *** Scusate, siete voi i genitori di Jane? ***
Capitolo 4: *** Baby it's cold outside ***



Capitolo 1
*** La nevicata peggiore degli ultimi 20 anni ***


 

 

Omicidio in bianco

Capitolo primo – La nevicata peggiore degli ultimi 20 anni

 

La neve cadeva incessantemente su New York da diversi giorni, ormai.
La città, nonostante i mezzi spargisale attivi giorno e notte, era praticamente paralizzata per quella che si preannunciava essere la nevicata peggiore degli ultimi 20 anni.
E mentre sulle strade i clacson dei guidatori inferociti risuonavano ovattati, nel caldo loft di un certo scrittore...

-Alexis, tesoro, ti prego, ti prego, ti prego, ti prego, ti prego... - supplicò Castle inginocchiandosi davanti alla figlia.
-Me lo chiedi tutti gli anni!- sbuffò quella.
-Ma lo sai anche tu che questo sarà l'anno buono! Insomma, la nevicata peggiore degli ultimi 20 anni... quando di presenterà di nuovo un'occasione del genere? Sono sicuro che stasera entreremo davvero nel Guinness dei Primati per il pupazzo di neve più grande del mondo!
-E va bene, ma quest'anno vedi di lavorare anche tu! Non voglio che finisca come l'ultima volta, che hai passato il tempo a lamentarti del freddo!- lo minacciò lei.

Castle, ancora a terra, si buttò ai suoi piedi con aria melodrammatica.

-Te lo prometto! Lavorerò come non ho mai lavorato, verrà il pupazzo di neve più... -. Ma Alexis non seppe mai cosa venne dopo, perché il cellulare dello scrittore squillò e lui balzò in piedi senza finire la frase.
-Scusami, il telefono... ehi, Beckett! Oh, un omicidio, dici? Io direi piuttosto che ti mancavo e che... no, no, scherzavo, lo giuro! Ok, sì ci vediamo lì-. Riattaccò.

Alexis incrociò le braccia e lo guardò con espressione divertita.

-Potresti...- cominciò Castle, supplichevole.
-No! Non inizierò senza di te!- lo anticipò lei.

 

La scena del crimine era un piccolo parcheggio imbottigliato tra due grattacieli, occupato da ordinate file di macchine coperte da una spessa coltre di neve.
La polizia era affaccendata intorno ad un'unica auto.

-Ehi, Castle! Finalmente ci degni della tua presenza!- commentò Beckett vedendolo arrivare.

Il diretto interessato alzò un sopracciglio e le porse il suo caffè.

-New York è sepolta sotto mezzo metro di neve e tu hai il coraggio di rimproverarmiper il ritardo? Ma dico, hai idea di com'è la città in questo momento? Paralizzata,completamente. Per non saperlo devi essere venuta con la tua scopa volante!
-Il tuo sarcasmo è sempre molto opportuno, Castle. Piuttosto, non sei contento di avere sottomano un nuovo caso?- lo stuzzicò Beckett.
-Scherzi? Se Alexis e io non entreremo nel Guinness dei Primati per il pupazzo di neve più grande del mondo sarà solo colpa tua!
-Mia? Non l'ho ucciso io, Castle!- esclamò Beckett, indignata.
-Abbiamo sentito giusto?- si intromise Ryan.
-Hai detto pupazzo di neve, caro il mio scrittore?- gli fece eco Esposito.
-Ma certo! E voi tre siete invitati a dare una mano! Sì, sei tra quei tre, Beckett.
-Ci saremo!- ruggirono Ryan ed Esposito dandosi il cinque.

Beckett agitò una mano come ad allontanare quel discorso e bevve un altro sorso del caffè che le aveva portato Castle.

-Non vi preoccupate per me... i freddi cadaveri sono molto meglio dei freddi pupazzi di neve... - sospirò con fare melodrammatico una voce da dentro l'auto.
-Scusami Lanie! Ovviamente sei invitata anche tu! E vedi di trascinarci anche Beckett, qui, che non mi sembra molto entusiasta- scherzò lo scrittore. Beckett lo fulminò con lo sguardo e Lanie ridacchiò, divertita.
-Contaci!- esclamò.
-Bene, direi che è il momento di tornare il classe, bambini! La ricreazione è finita- si intromise bruscamente la detective. -Castle, mi stupisco che tu non voglia sapere ogni particolare!
-Illuminami, detective!

-Bene, il cadavere è stato trovato da un bambino. A quanto pare lui e i suoi amici giocavano a palle di neve, così ha tolto la neve dal parabrezza di questa macchina per lanciarla e ha visto l'uomo. Si è messo a gridare ed è arrivata una vicina, che ci ha chiamato. La signora l'ha riconosciuto: Ted Williams, abitava qua vicino. La macchina era sua. Ryan, Esposito, cercate di scoprire qualcos'altro su quest'uomo e CATLE CHE DIAVOLO HAI DA RIDERE?-. Beckett si era voltata verso lo scrittore, che non aveva smesso un attimo di ridacchiare da quando lei aveva iniziato a parlare. L'uomo cercò di bloccare l'eccesso di risatine e si diede un contegno.

-È che... anche a me da ragazzino è successa una cosa del genere! Cioè, non ci ho trovato un cadavere, anche se credo che sarebbe stato meglio, probabilmente lui non mi avrebbe inseguito per tutto l'isolato con la cerniera dei pantaloni ancora giù- spiegò Castle, prima di essere di nuovo sopraffatto dalle risate.

Beckett scosse la testa e congedò Ryan ed Esposito, prima di affacciarsi dentro l'auto.

-Lanie?- chiamò.
-Dimmi, tesoro.
-Hai scoperto qualcosa?
-So solo che è stato soffocato... e a giudicare dalla neve sul parabrezza direi che è successo un paio di giorni fa- disse Lanie.

Beckett annuì e sbucò di nuovo dalla macchina, ma prima che potesse cercare Castle con lo sguardo si ritrovò una palla di neve in piena faccia.

-Oddio, ora mi ucciderà! Scusa, Beckett, scusa, scusa, non volevo colpirti in faccia! Perdonami! No, non uccidermi!- iniziò a strepitare lui.

Beckett ringhiò e si pulì il viso dalla neve, dopodiché ne raccolse un po' dalla macchina più vicina.

-Ti pentirai di essere nato, Richard Castle, oltre a pentirti per aver appena tirato una palla di neve in faccia alla sottoscritta- disse, con un ghigno che non prometteva niente di buono.

Castle deglutì. Avrebbe fatto meglio a darsela subito a gambe, perché quella volta persino Lanie si avventurò nel mondo dei vivi per assistere a Beckett che inseguiva lo scrittore e gli ficcava a forza la neve nel colletto della giacca, mentre lui urlava pietà.

 

 

Ok, ehm... salve!
Ovviamente la storia non è finita qua!
Lasciatemi dire un paio di cose, prima di correre a recensire (perché so che lo farete! Lo farete, vero?).
Prima di tutto ho deciso di pubblicare questa storia perché io amo la neve e quella di questi giorni mi ha ispirato. (Lo so, lo so, dappertutto ci sono stati disagi enormi e anche vittime, e questo mi dispiace tantissimo, ma a me la neve piace lo stesso, anche se da me non hanno chiuso le scuole xD).
Ormai si sta sciogliendo quindi dovevo pubblicare ASSOLUTAMENTE.
In realtà l'ispirazione è venuta da uno sclero, diciamo.
Volevo fare una palla di neve e ho preso la neve dal parabrezza di una macchina. Poi ho pensato: chissà se qualcuno ci ha mai trovato un cadavere, facendo così!?
Dopo questo pensiero mi sono messa a scrivere e n'è uscita questa... avevo voglia di qualcosa di allegro e spensierato ed eccomi qua :D
Non saprei che altro dire, quindi vi lascio.
Baci,
Fra.
PS: E viva la neve! *___*

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Capitolo 2
*** Pinguini nei corridoi ***


 

 

Omicidio in bianco
Capitolo secondo – Pinguini nei corridoi

 

Castle entrò nell'ufficio di Beckett, Ryan ed Esposito con quattro caffè fumanti in equilibrio precario su un vassoio.
-Credo di aver appena visto un pinguino in corridoio, ma non ne sono proprio sicuro- commentò, porgendo le tazze ai detective. Loro lo ringraziarono e tornarono al lavoro.
-La caldaia ha scelto un bel periodo per non funzionare- proruppe Ryan ad un tratto, rigirandosi la tazza fra le mani per scaldarsele. Esposito, di fianco a lui, aprì di pochissimo gli occhi per non perdere l'estasi di scaldarsi con il vapore del caffè.
-Basta, io vado a parlare con Montgomery! Non si può continuare così!- disse Beckett, decisa, alzandosi e allontanandosi.
-Vai Beckett! Fatti valere!- esclamò Ryan. Esposito fischiò come ad uno scontro di wrestling, dimenticandosi del freddo.

Cinque minuti dopo Kate tornò con un'espressione arrabbiata.
-Non posso crederci! Il tecnico è bloccato dalla neve, non arriverà prima di qualche ora!- sbuffò, abbandonandosi sulla sua sedia con le mani in tasca.
Un coro di “Noooo” si alzò dalle scrivanie dei detective. Castle, invece, balzò in piedi.
-Idea- disse solamente, prima di allontanarsi.
-Ma che gli prende?- domandò Esposito.
-Conoscendolo, probabilmente tornerà con la caldaia ultimo modello intergalattica che gli ha portato Babbo Natale- ridacchiò Beckett, recuperando il buon umore.
Esposito e Ryan ghignarono.
-Scherzi a parte credo che dovremmo chiederla noi, a Babbo Natale, una caldaia. Non so voi, ma mi accontenterei di una funzionante, altro che ultimo modello!-.
Castle, che aveva seguito lo scambio di battute mentre aspettava l'ascensore, fece un sorrisino beffardo. Beckett non sapeva quanto ci era andata vicino.

-Una micro-stufa? Dove l'hai presa, Castle?-
Ryan ed Esposito la guardavano con tanto d'occhi.
-Il nostro caro scrittore ha scoperto l'aria calda- ghignò Beckett.
Il sorriso compiaciuto di Castle si sgonfiò di colpo.
-Che c'è, Castle? Mio Dio, sei davvero così permaloso?- fece lei alzando gli occhi al cielo. Ryan ed Esposito ridacchiarono.
-Dai, accendila!
-Già, sbrigati!
-Mentre vi salvo da un congelamento certo, che ne direste di aggiornarmi?-.
Beckett alzò di nuovo gli occhi al cielo e poi si arrese, facendo segno a Ryan di spiegare.
-Ted Williams, 31 anni, abitava di fianco al parcheggio dove l'hanno trovato. É stato un insegnante di scuola elementare, ma era momentaneamente disoccupato. Non era nemmeno impegnato in qualche relazione.
-Il che spiega perché nessuno ne abbia denunciato la scomparsa- si intromise Esposito.
-Giusto.
-Avete scoperto perché è stato licenziato?- chiese Beckett.
-Ci sono stati dei tagli il mese scorso e si è ritrovato per strada-. Kate annuì.
-Indaghiamo per prima cosa nell'ambiente scolastico.
-Ma non è finita qui: abbia scoperto che è stato fidanzato per sei anni con una certa Jenny Madison. Si sono lasciati quattro anni fa-.
Beckett annuì nuovamente.
-Bene, allora io e Castle andremo in quella scuola a fare qualche domanda, mentre voi due parlerete con la ex di Ted- disse Beckett.
Ryan ed Esposito annuirono e il mugugno di Castle giunse da qualche parte dietro alla scrivania.
-Che ti prende, Castle?- fece Beckett.
-Non riesco a farla funzionare!- si lamentò lui.
-Dai, piantala, tanto dobbiamo andare! Vieni o preferisci scoprire se ci sono anche degli orsi, oltre ai pinguini?-.

Mentre uscivano dal 12mo Castle iniziò a giocare con le nuvolette di vapore che gli uscivano dalla bocca, cercando di fargli assumere forme strane.
-Stà a vedere, Beckett, lo so fare a forma di anello... -
Beckett osservò la nuvoletta che Castle aveva appena prodotto e poi alzò un sopracciglio.
-A me sembra uguale identica a prima, Castle-.
-No, no, aspetta, lo sapevo fare... -
Beckett scosse la testa e rise, distogliendo lo sguardo.
-La scuola è qua vicino... credo sia ancora ora di intervallo, magari trovo qualche bambino che potrebbe insegnarti mentre io interrogo il personale!- scherzò.
-Spiritosa! Io sono un campione di queste cose, farei un baffo a qualsiasi bambino di 10 anni... - si vantò l'uomo.
Beckett rise di nuovo e si voltò di nuovo verso Castle.
-Ti stai sul serio vantando di essere migliore di un bambino delle elementari? Il tuo gigantesco ego è andato in pensione o solo in vacanza?
-Non saprei, forse è andato in letargo per il troppo freddo...
-... o è rimasto congelato- rise Beckett.

Poco dopo arrivarono davanti al cancello della scuola. Dentro, un centinaio di bambini correvano da tutte le parti lanciandosi palle di neve.
Appena vide il distintivo della polizia, il commesso che stava all'entrata li fece entrare e si offrì di accompagnarli dentro.
Beckett declinò l'offerta ed entrò nel giardino, seguita dallo scrittore. Ma a metà vialetto l'uomo di fermò, improvvisamente distratto.
-Che c'è, Castle? Hai visto un bambino più bravo di te?- commentò la detective.
Castle scosse la testa e Kate seguì il suo sguardo: era fermo su una donna dai capelli castano chiaro, chinata all'altezza di una bambina in lacrime.
-La conosci, Castle?-
Rick non rispose e si avvicinò alla donna, piantando Kate in mezzo al vialetto.
-Hailey!- chiamò.
La donna si voltò e non appena riconobbe lo scrittore spalancò gli occhi.
-Rick?

 

 

Muahahha, e io il capitolo lo chiudo così! ù.ù
So di tornare dopo secoli, ma la mancanza di neve nella vita reale mi ha fatto crollare tutte le basi xD
Chi sarà la misteriosa Hailey?
Riusciranno i nostri eroi ad avere una caldaia nuova (o almeno una funzionante)?
Ma soprattutto, riuscirà Castle a battere qualche bambino in “soffia ad anello”?
Ok, la pianto di vaneggiare.
Spero che il capitolo vi sia piaciuto.
Al prossimo!

Baci.
Fra

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Capitolo 3
*** Scusate, siete voi i genitori di Jane? ***


 

Omicidio in bianco
Capitolo terzo – Scusate, siete voi i genitori di Jane?

 

La donna si alzò e fissò Castle negli occhi, confusa, ma la bambina con cui stava parlando le tirò una manica per attirare la sua attenzione e lei si dovette chinare di nuovo alla sua altezza.
-Non posso farci niente se mentre i bambini si tirano le palle di neve rischiano di colpirti, tesoro. Non posso certo mettere in punizione tutta la scuola! Ma se proprio vuoi vai dentro, c'è la bidella e stai un po' con lei- le spiegò dolcemente.
La bambina tirò su col naso e annuì, trotterellando via.
Hailey si alzò di nuovo e mosse qualche passo incerto verso Castle.
-Rick, quanto tempo... - mormorò, studiando il suo viso.
-Troppo... Sei cambiata, ma sei sempre bellissima-. Hailey arrossì e sorrise.
-Tu non sei cambiato per niente... a parte il fatto che sei diventato straricco-.
Beckett fece qualche passo verso i due ma rimase a debita distanza, curiosa.
-Ricordo che il tuo sogno era insegnare ai bambini- fece Rick.
-E il tuo sfondare come scrittore. Direi che è andata bene a entrambi- sorrise lei.
Rick le sorrise di rimando. Beckett si avvicinò ulteriormente, innervosita.
Lo sguardo di Hailey si fece ad un tratto circospetto e prese ad andare da Beckett a Castle.
-Ma... tu che ci fai qui, Rick?- chiese.
-Sono la detective Beckett- si intromise Kate, mostrando il distintivo. -Il signor Castle collabora con la mia squadra. Siamo venuti a farle qualche domanda su Ted Williams.
-Hailey Barks, piacere. È successo qualcosa a Ted?- chiese la donna, allarmata.
-Signorina Barks... Ted Williams è morto. Mi dispiace-.
Gli occhi di Hailey si riempirono di lacrime.
-Che rapporto avevate?- chiese Kate.
-E-eravamo amici, tutto qui... sapete, essendo colleghi, l'assidua frequentazione... non lo vedevo dal licenziamento... non posso credere che sia morto!-.
Castle le appoggiò una mano sulla spalla e gliela accarezzò dolcemente.
Beckett alzò un sopracciglio e poi aggrottò la fronte. Lui alzò le spalle.
-Signorina Barks, mi sa dire altro sul signor Williams? Tutto può esserci utile.
-Io... io non lo so! So che da quando era stato licenziato non se la passava molto bene, ci siamo sentiti qualche volta per telefono e mi sembrava un po'
giù... ma nulla di che! Non vi so dire altro, mi dispiace- disse Hailey con voce rotta.

-Sicura? Non sapeva se avesse nemici, problemi con qualcuno...
-No! Non ne ho idea, non eravamo così intimi...
-Bene, se le viene in mente altro non esiti a contattarci- disse Kate.
La donna annuì e sfiorò la mano di Castle ancora appoggiata alla sua spalla.
-Rick...
-È tanto che non ci vediamo, ti lascio il mio numero così ci sentiamo, ok?-
Hailey annuì e fece un sorriso tirato. Beckett alzò gli occhi al cielo cercando di non farsi notare.

 

Stavano salendo le scale.
Castle sembrava immerso nei suoi pensieri, ma quando guardò Kate ghignò, beffardo.
-Muori dalla voglia di saperlo.
-Cosa?
-Non sai fare l'indifferente- insistette lui.
-Ma di che diavolo parli, Castle?
-Potresti chiedermelo e basta.
-Castle, ti avverto...
-Dai, ammettilo.
-... non una parola di più!- sibilò Beckett. Castle alzò le mani in segno di resa, divertito.
-Comunque Hailey è una mia ex. Non abbiamo rotto molto bene... ma ormai è acqua passata, io non ce l'ho con lei e lei sembra non avercela con me.
-Non te l'ho chiesto- fece Kate.
-Lo so. Ma fosse stato per te, non me l'avresti mai chiesto!- esclamò Castle.
Beckett alzò gli occhi al cielo e si curò di nascondere il sorriso che le era spuntato.


Uscirono dalla presidenza con aria afflitta.
-Non abbiamo niente. Niente! Speriamo che Ryan ed Esposito siano stati più fortunati con la ex fidanzata- commentò Beckett.
-Scusate, siete voi i genitori di Jane?- urlò un bidello corpulento dall'altro capo del corridoio.
Castle ridacchiò e Beckett arrossì di colpo, fulminando lo scrittore con lo sguardo.
-No, direi di no- fece Beckett. Il bidello si avvicinò.
-Polizia di New York, siamo venuti a fare qualche domanda su Ted Williams. Lo conosceva?
-Oh, scusatemi, ma Jane ha chiamato a casa e aspettiamo i genitori. Certo che lo conosco! Quel ragazzo! Che gli è successo?
-Signor...
-Lester.
-Signor Lester, il professor Williams è morto. Mi dispiace.
-Oh! Che colpo! Povero Ted... - fece il bidello impallidendo.
-Signor Lester, ci sa dire se Ted aveva dei problemi? Oppure se qualcuno ce l'aveva con lui- si intromise Castle.
-Ma certo! C'era un insegnante, James Doyle, mi sembra. È entrato in conflitto con lui da quando Ted è arrivato a scuola, e i rapporti si sono tesi ancora di più quando, un paio di anni fa, ci sono stati dei tagli e James si è trovato a spasso. So che hanno avuto problemi per un po', ma poi più niente. Credo che sia stato assunto da un'altra parte... - spiegò l'uomo.
-Grazie mille, Lester. Ci è stato molto utile- disse Beckett stringendogli la mano.
-Si figuri- rispose il bidello. Si allontanarono in silenzio.

-Perfetto, sta ricominciando a nevicare!- sbottò Beckett quando uscirono.
Castle camminò a naso per aria, emozionato come un bambino.
-Come fa a non piacerti la neve?
-Non è che non mi piace, ma così si esagera!- esclamò la detective.
Castle, troppo occupato a cercare di prendere al volo con la lingua i fiocchi di neve, non si accorse di una lastra di ghiaccio.
-Attento!- gridò Beckett. Troppo tardi.
In un attimo lo scrittore si ritrovò con il sedere per terra, tra le risate di Kate.
-Cosa ridi?- sbottò, imbronciato.
La detective lo aiutò a rialzarsi, senza smettere un attimo di ridere.
-Ora la neve mi piace molto di più... - disse, facendo l'occhiolino a Castle.

 

 

Allora?
Ho dissipato almeno uno dei dubbi che erano sorti con lo scorso capitolo?
Forse preferivate non sapere chi fosse Hailey... muhahaha :DD
Che ve ne pare?
Spero vi sia piaciuto, mi convince meno degli altri ma non mi sembra da buttare :3
Fatemi sapere!

Baci.
Fra
PS: ADORO la parte che da il nome al capitolo.
Almeno di quella vado fiera ù.ù

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Capitolo 4
*** Baby it's cold outside ***


 

Omicidio in bianco
Capitolo quarto – Baby it's cold outside

 

La pista della ex si dimostrò un buco nell'acqua. Ryan ed Esposito vennero spediti ad interrogare Doyle, e la detective e lo scrittore tornarono al Distretto. Rick stava smanettando con il suo iPhone, Kate fissava la lavagna in cerca di qualcosa di nuovo. Ad un tratto lui si lasciò sfuggire un'imprecazione:

-Porca palett-
-Castle!- sbottò lei.
-Scusa, Beckett.
-Cosa ti ha comunicato il tuo supercellualare?- domandò, sarcastica.
-Che ci sono -2° qui dentro- rispose lui.
-Porca palett-
-Beckett!- ripeté lui.
-Alla faccia!- si corresse lei.
-Puoi dirlo forte-.
Sedette tranquillo su una scrivania per qualche minuto, fissando un po' la lavagna e un po' la detective, poi guardò l'orologio e si alzò, infilandosi le mani in tasca.

-Te ne vai già?- domandò lei, corrucciandosi.
-Mi dispiace, porto Hailey a cena fuori e devo prepararmi- rispose, imbarazzato.
Kate cercò di nascondere l'irritazione per ciò che lui aveva detto con del sano sarcasmo:
-E mi lasci qua da sola al freddo?
-Se vuoi provo a riparare la stufetta!- esclamò lui, illuminandosi per il desiderio di rendersi utile.
-No, grazie, Castle- rispose lei, gelida quasi più dell'ambiente circostante.
-Woh, fa già abbastanza freddo senza il tuo gelo! Qualcuno qui è geloso... - ridacchiò lui.
Lei lo fulminò con lo sguardo e tornò a concentrarsi sulla lavagna.
-Buona serata- replicò con sufficienza, senza nemmeno voltarsi a guardarlo.
Lui le lanciò uno sguardo un po' deluso, poi rincorse un pensiero e gli spuntò un sorriso sornione.
-Buona serata a te- ripeté.

 

 

Castle era uscito solo da dieci minuti e Beckett già aveva il morale a terra.
Come aveva potuto pensare che lui sarebbe rimasto lì con lei quando una delle sue sventole lo aspettava in un ristorante con un vestito da urlo?
Scosse la testa e cercò di concentrarsi sul caso, ma un rumore molesto glielo impedì.
Come di qualcosa che scivola sul pavimento.
Si chinò e vide la stufetta elettrica di Castle che andava verso di lei. Sopra una macchinina telecomandata. Scoppiò a ridere e si accucciò di fianco allo strambo espediente dello scrittore di esserle vicino. In quel momento, uno scalpiccio di passi si udì vicino all'ascensore. Si rialzò in piedi, cercando di darsi un contegno.
Castle stava lì, con il telecomando della macchinina in una mano, un sacchetto del take-away nell'altra e un'espressione colpevole sul viso.

-Perdonato?- domandò. Lei scoppiò a ridere.
-Tu sei pazzo, Castle-.
-Perdonato?- ripeté lui.
-Perdonato- confermò lei con un sorriso divertito.
Anche lui si lasciò andare in un sorriso soddisfatto.
-Menomale. Temevo che avessi il cuore di ghiaccio- sospirò con fare melodrammatico.
-E Hailey?
-Al diavolo Hailey! Lei ha il riscaldamento, per lo meno- sorrise Castle.

 

 

-Il mio turno è finito- gli fece notare lei un'ora e mezza dopo.
Avevano passato una bella serata, tenendo sotto controllo il tecnico della caldaia finalmente arrivato, e ora che se n'era andato, nessuno dei due aveva voglia di lasciare il tanto atteso calduccio dell'ufficio per avventurarsi nell'aria fredda di New York.
-Dannazione! Mi toccherà cantarti Baby it's cold outside- scherzò lui.
-Non sei stanco?- rise lei.
-Certo che no! La neve mi mette un'energia addosso che nemmeno ti immagini!
-Oh, immagino, immagino! Basta vederti ora: sei euforico come un bambino!
-Ma io sono un bambino- replicò lui. -Lo dici sempre anche tu!
-Allora sei giustificato?
-Certo che sì!-.
Risero a lungo. La neve fuori continuava a cadere, imperterrita, senza curarsi della Grande Mela che veniva paralizzata.
-Ti accompagno a casa, allora?- domandò infine Castle.
-Finalmente un'affermazione sensata- fece Beckett in risposta.
-But baby it's cold outside... - canticchiò lui.
-Con me non attacca- replicò lei, divertita.

 

 

 


{Sproloqui di fine capitolo della pazza autrice
Gente, quanto mi diverto a inserire battute idiote e senza senso sul freddo ahahah u.u
Ebbene sì, chi non muore si rivede... e a quanto pare il freddo non muore mai!
(Ecco, l'ho fatto di nuovo! È più forte di me, salvatemi!)

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