Piccoli Maghi e Piccole Streghe: Che l'avventura abbia inizio
Capitolo 1: Creature invisibili e acqua gelata
Rose adorava il viaggio verso Hogwarts sin dal suo secondo anno, lo scricchiolio delle ruote, il vento tra i capelli, i sedili caldi delle carrozze e anche i Thestral.
Lei non poteva vederli, ma quegli animali invisibili la affascinavano in maniera quasi morbosa, a casa infatti aveva interi album da disegno pieni di schizzi su di loro.
I suoi cugini e suo fratello chiedevano sempre allo zio Harry di descrivergli quegli strani cavalli, ma da sempre si tappava le orecchie per non sentirli. Non voleva sapere la vera natura di quelle creature magiche, voleva continuare a sognare e immaginare i diversi aspetti che potevano avere.
Dei cavalli bianchi, con delle grandi e morbide ali, la criniera lunga e mossa e due grandi occhi azzurri oppure dei semplici cavalli baii, non le piaceva l'idea ma a volte li aveva immaginati anche come animali scuri, un po' magri e dall'aspetto terrificante.
Anche in quel momento la sua mente viaggiava lontano, immaginando tutti i diversi Thestral del mondo, mentre la carrozza scivolava veloce sul terreno verso il castello.
“Non sei contenta Rose di tornare?”
Albus Severus era seduto affianco a lei, i capelli scuri e mossi dal vento, la carnagione pallida spruzzata di qualche timida lentiggine e due grandi occhi verdi.
“Non vedo l'ora di fiondarmi sui nuovi libri, e quest'anno poi abbiamo anche la possibilità di scegliere delle lezioni opzionali. Oh Albus sono così indecisa su quale scegliere.”
Una perfetta Corvonero la piccola Weasley, capelli ricci di un color castano ramato, un piccolo naso cosparso di lentiggini, due occhi scuri e un'intelligenza fuori dal comune. Proprio come la sua mamma del resto.
“Scommetto che hai già letto tutti i nuovi libri cuginetta.”
Albus diede alla cugina un piccolo buffetto sulla guancia.
Il loro non era mai stato solo un rapporto dovuto alla parentela, erano grandi amici, erano confidenti, si capivano con un solo sguardo e quando uno dei due aveva bisogno dell'altro lo capivano all'istante. Erano migliori amici.
La ragazza diede una piccola spinta al cugino ed entrambi cominciarono a ridere e a continuare ad infastidirsi a vicenda.
“Smettetela voi due. Non comportatevi come due bambini.”
Poco più in là sulla stessa carrozza stava un ragazzo poco più grande degli altri due, capelli neri sempre scompigliati, due piccoli occhi marroni e una carnagione color miele. James Sirius Potter il più spavaldo della famiglia, un ragazzo ribelle, sfrontato e un po' egoista.
“Dai Jamie smettila di fare lo scontroso solo perchè non sei riuscito a salire nella carrozza precedente dove stavano quelle ragazzine di Tassorosso.”
Una risata sarcastica uscì dalle labbra sottili del ragazzo.
“Sei proprio spiritosa cuginetta.”
James era famoso per essere il bello e tenebroso di Grifondoro, tutte le ragazze della scuola lo guardavano con occhi sognanti, le più fortunate avevano la possibilità di essere notate da lui. Ma il bel grifone non era certo tipo da fidanzamento, era un vero don giovanni, quindi la maggior parte delle volte le ragazze rimanevano deluse e in lacrime.
La carrozza continuava sfrecciare tra gli alti alberi ed il castello con le sue imponenti torri era sempre più vicino.
Non lontano da quelle carrozze delle piccole barche scivolavano leggere sulle acque del lago nero, non c'era nessuno che remava e alla prua di ogni barca era attaccata una lanterna.
Il viso pieno di lentiggini di Lily era illuminato proprio da una di queste lanterne, il sorriso sul suo viso si allargava sempre di più.
Al suo fianco il cugino era aggrappato saldamente alla barca.
“Ehi ragazzino ma che hai?”
Un ragazzo dietro di loro continuava a fissare Hugo e il suo viso pallido. Aveva dei capelli a spazzola neri, due profondi occhi blu e la carnagione olivastra.
Lily distolse il suo sguardo dal castello per spostarlo prima sul cugino e poi sul loro compagno di viaggio.
Hugo era immobile, lo sguardo fisso sull'acqua, gli occhi sgranati e il suo incarnato era diventato biancastro, stringeva convulsamente il bordo della piccola imbarcazione.
“Hugo stai bene?”
La piccola rossa tese la mano premurosa verso la spalla del cugino, dei fremiti attraversavano il piccolo corpo di Hugo.
“Secondo me il pivello sta per vomitare tutto il pranzo e la colazione.”
Il ragazzo dietro di loro sogghignava in modo divertito dando una gomitata al suo vicino affinchè ridesse con lui.
“Stai un po' zitto.”
Nessuno in quella barca si aspettava una risposta così secca dalla piccola e fragile Potter, tra tutti il ragazzo dagli occhi blu rimase a bocca aperta.
“Non è colpa mia se il tuo amichetto è così cagionevole.”
Un'occhiataccia colpì il ragazzo.
“Bhè sicuramente se continui così non lo aiuti affatto.”
“E chi ti dice che io voglia aiutare questo pivellino?”
Una risposta sfrontata, secca e acida.
Lily si alzò in piedi in modo deciso a dispetto della barca che cominciò a ondeggiare paurosamente e che fece aumentare la stretta di Hugo sulla barca.
“Senti stupido ragazzino viziato non so chi tu sia ma se non la smetti di infastidire mio cugino giuro che te la fai a nuoto fino al castello. Sarò pure piccola e magra ma ci metto un attimo a spingerti giù da questa barchetta.”
Lo sguardo sicuro di se, il dito fisso puntato sul viso del ragazzo, una mano ancora sulla spalla del cugino e il tono di voce autoritario.
Il ragazzo decise che era meglio non ribattere e incrociò le braccia la petto in silenzio.
Lily tornò quindi ad occuparsi del cugino.
“Hugo stai bene?” chiese sottovoce, una nota di dolcezza e di premura nella voce.
“Non molto.”
Una risposte breve e secca, ma il ragazzo non poteva fare di meglio a causa dello stomaco che si contorceva e saltava su e giù.
Lily guardò per un attimo verso la loro meta.
“Manca poco al castello. Ascoltami devi respirare molto lentamente, inspira con il naso e poi espira con la bocca.”
Il cugino seguì il suo consiglio, chiuse gli occhi e cercò di concentrarsi sul suo respiro.
“Non pensare a dove ti trovi, non far caso alle piccole onde o al fatto che sei su una piccola barchetta in mezzo ad un grande lago e che...”
“Lily non mi sei affatto di aiuto ora.”
“Hai ragione scusa.”
Immerse allora una mano nell'acqua, era gelida, passò poi la mano umida sulla fronte del ragazzo.
“Un po' meglio così?”
“Si grazie.”
Un tonfo e una piccola scossa avvisarono i passeggeri che erano arrivati.
I due cugini si precipitarono fuori dalla barca.
Una per la troppa felicità si era lanciata sul molo ed era atterrata con grazia, aveva subito cominciato a correre avanti per paura di restare indietro.
L'altro invece si era gettato goffamente per la disperazione, avrebbe volentieri anche baciato il legno del molo ma si era trattenuto per non risultare ridicolo.
“Su Hugo muoviti.”
Lily era così eccitata, non vedeva l'ora di entrare nella Sala Grande, essere smistata dal cappello e sedersi al tavolo di Grifondoro assieme ai suoi fratelli.
Ecco a voi il primo vero capitolo di questa fanfic, spero che vi piaccia.
Ringrazio le due persone che hanno messo la mia storia tra le seguite, vorrei sapere cosa ne pensate, e naturalmente l'invito è esteso a tutti i lettori occasionali che passano di qui per sbaglio.
Sarah
|