Esami di maturità

di Aimondev
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Una nuova minaccia ***
Capitolo 2: *** La mattina della prima prova ***
Capitolo 3: *** La prima prova ***
Capitolo 4: *** La seconda prova ***
Capitolo 5: *** La terza prova ***
Capitolo 6: *** Il Pre-orale ***
Capitolo 7: *** Orali ***
Capitolo 8: *** Finale a sorpresa ***



Capitolo 1
*** Una nuova minaccia ***


---Personaggi in ordine di apparizione---

 

Mauro: rubicondo e brioso vettovagliatore e barista nonché psicologo del pianeta Cavour. Ogni scuola ne possiede uno.

 

Susanna:  detto il Divoratore.  L'ipocondria la spinse alla follia e nel cibo ritrovò una cura.  Chiunque si frappone tra lei e la Cura avrebbe trovato morte.  Conosciuta in ogni scuola della regione per il grande numero di assenze fatte

 

DeStefanis:  crudele professoressa-schiavista di un'altra galassia, per esprimersi utilizza un antico linguaggio perduto nei secoli riproducibile solo dopo essersi ficcati una banana in gola. 

Seguì il canto ormonale di qualche maschio della sua specie che finì per fertilizzarla e costringerla ad abbandonare la galassia

 

egnnio:  uno schivo figuro dalle fattezze umanoidi.  Le sue capacità metamorfiche gli consentono di cambiare colore e forma del capello in ogni momento.  Venne scacciato dalla società dopo aver raggiunto la Forma Proibita

 

Lami:    brutale pitecantropo risalente al tardo pleistocene, soleva sbranare le sue vittime per soddisfare i suoi bisogni primi. Amava urlare a squarciagola accendendo e spegnendo la luce durante l'ora ricreativa

 

Romalda:   Una dea, un desiderio ricorrente, una venere...Per i cercopitechi vissuti nel periodo compreso tra l'1,1 e lo 0,4 milioni di anni fa, fedeli alla dea della fertilità 

 

Giansanti:    predone e leader dei mototeppisti della tangenziale. Sovente ruggiva durante lezione.

 

Calcagni:     L'incubo più atroce di chiunque, il ricordo più straziante.

Noto per avere lunghe allucinazioni uditive che lo portavano a gridare come un T-rex nel bel mezzo della  silenziosa quiete;  seguiva una lunga minaccia agli astanti puntando un dito verso il povero Giansanti ed un compito a sorpresa il giorno successivo.  Detto anche il BOMBIcigno

 

riganti :  personaggio surreale di un'altra dimensione.  Antiche leggende narrano che se si dice per tre volte il suo nome davanti allo specchio a mezzanotte c'è la possibilità di evocarlo in un angolo della propria casa...Nessuno ebbe mai il coraggio di provarlo

 

Coliandro:  Il gioviale professore dallo sbalzo di umore repentino: un attimo prima poteva sorriderti amabilmente ed un attimo dopo ti ritrovavi sulla forca

 

Parretti:   La risposta ad un sistema di docenti spietato e corrotto.  L'ultimo baluardo prima della strenua difesa studentesca.  La protettrice della giustizia, dispensatrice di speranza.

Aveva la capacità di spiegare quattro ore di fila senza mai fermarsi

 

Campoli:    Leggenda vivente, autoproclamatosi "di tutto madre e di tutto regina".  Amava stilare una retorica quanto enigmatica frase di radice greca sotto i 2 e mezzo (di incoraggiamento).

Rinomata in tutta la contea per l'atteggiamento stile Severus Piton:

romperti il culo per anni per rivelarsi la tua unica salvezza alla fine... Andò in pensione proprio l'anno degli esami dei nostri eroi.

Ricci: amico di sempre del protagonista, divenne una leggenda vivente quando uno dei tanti aguzzini, durante un'interrogazione spaccaculi, gli gridò contro il proprio disprezzo verso il suo afrore

 

Spaziani:  conosciuto come il Flagello del Gargano.  Rimasto cupo, tetro e silenzioso,  per innumerevoli eoni in lui si risvegliò una folle personalità aberrante  quando, pervaso da un raptus demoniaco, il demonio negli occhi,  scagliò dalla lontananza dell'ultima postazione  un aeroplanino cartaceo sull'inerme pelata del professore

 

CarmeloneGargano  aveva la certezza che tutti tramassero qualcosa alle sue spalle, così ordiva complotti con tutti contro tutti

 

Ceppa Secca:  je piace la porchetta

 

Il Paolo:  poeta e menestrello, narratore della storia

 

Quando giungemmo al Cavour, come tutti fummo esaminati:
fossimo stati esitanti nella trascrittura delle immani cazzate accatastate sulla punta della nostra biro; fossimo stati anche un pizzico meno rincoglioniti.. quel che bastava per mandare a farsi fottere i nostri aguzzini (cosa che avvenne per la DeStefanis);
fossimo stati poco più insicuri nelle nostre interrogazioni storpie, saremmo stati consumati miseramente, peggio di una pizzetta di Mauro nelle mani di Susanna.
Così come avvenne per i nostri onorati caduti, i nostri valorosi fratelli a cui va dedicato un encomio.
Così come avvenne per il povero Egnnio, vittima brutalizzata dalla società civile e sociale (troppo crudele per tollerare al suo interno un capello così astruso) che gli si abbatté impietosa contro lasciandoci di lui solo il ricordo e….Un primitivo graffito rupestre segnato sulla lavagna della prima classe che ne celebrava il suo Io e lo accostava alla società, sua rivale.
Così fu per il rapace Lami, indiscusso re delle scimmie, crollato poco prima della fine assieme a Romalda, di cui ci manca la grazia e la sensualità degna di una musa di somma magnificenza che deliziava i nostri sguardi cupi e spenti con la sua bellezza da Venere di Willendorf….
Un minuto di silenzio per Giansanti: possa il capo degli ambulanti aver pietà di lui, e della sua discreta rendita (plusvalorizzata da un proficuo mercato di calzini e Kleenex distribuiti a comando di un semaforo rosso) più di quanta ne abbia avuta un “Homo faber est suae quisque fortunae” di un Calcagni scatenato.
E Riganti........Riganti.........Riganti...............
trovate voi un’ omelia da destinargli poiché la mia serietà viene meno dopo la seconda sillaba.

Furono dei grandi uomini…ma le loro menti supreme erano ancora inadatte per essere sottoposte al battesimo del fuoco…impreparate per la prova finale.

Noi
Che siamo sopravvissuti
Noi
Che ci siamo distinti
Noi.
Che non ci siamo arresi, saremmo stati strappati dallo scazzo ed il cazzeggiamento totale per essere scaraventati in un mondo dove di coglioni sani se ne trovavano ben pochi; dove tutte le religioni, senza distinzione, avrebbero trovato una sinergica intesa in un unico “porco”: costantemente messi alla prova da esseri la cui funzione nel cosmo risulta essere ancora un’incognita.
Il Cavour: forgiato da 300 anni di una società di psicopatici scassapalle, in grado di rigettare nel mondo una nuova generazione di potenziali serial killer…

 

 

Ma alla fine gli indomiti ragazzi, dati per spacciati, rimpatriarono stringendo tra le mani il risultato di sideree stagioni di sofferenza e pena: molti furono spruzzati da una pioggia di misericordiosi 6 PGR che rasserenavano il cielo dei loro dì venturi…
Oramai chi poteva più sconfiggerli!? Nessuno gli avrebbe impedito di sfiorare gli apogei della grandezza e colmare gli apici della gloria…Facilmente aggirammo le giornaliere revisioni del buon Coliandro, grazie a film porno d’altri tempi provenienti dall’immane collezione elegiaca del Paolo, e fu un gioco da ragazzi restare incolumi alle interrogazioni del Bombicigno che mettevano alla prova la quadrangolarità dei nostri coglioni.
Chi ora poteva contrastare noi, che riesumammo un’innata volontà di resistere ore e ore prima di perdere i sensi durante le illimitate lezioni della Parretti?! Noi che avemmo la creanza di bestemmiare solo per pochi giorni quando apprendemmo che la Campoli ci aveva sfracellato il cazzo 2 anni per niente.

Sono passati cinque giorni dalla fine di quell’interminabile, fottuto incubo…ed ora come allora una belva si avvicina: una bestia fatta di chiusoni dell’ultimo giorno e conati di vomito, di Madonne abbattute prima di andare a dormire e di Cristi zucchificati in pieno giorno.
La bestia assapora il pasto imminente… annusa! E spero che Ricci abbia messo il deodorante ‘sta volta.
Sicuramente i nostri sotterfugi sarebbero risultati vani in questa occasione poiché persino i più zelanti tra noi avevano perduto la speme e sembravano svigoriti negli anni, quindi inefficienti.
Il valente scalda-banco Imetek Spaziani, aveva conosciuto un’epoca molto lontana in cui era veduto con occhi terrificati, e nomato a malapena con tremolanti sussurri dal grande professore Carmelo Gargano che, ansimante, affiancava alcuni di noi agognando cospiranti note di sostegno che accodava sempre con un “…ZITTO CAZZ…CE SENTE..”.
Ma lo Spazio che un tempo era ritenuto il genio della contraffazione era morto da tempo…oramai egli aveva un piede nella fossa, impallidito in volto e canuto di capelli era stato orribilmente stremato dalle sleali contromisure prese dagli avversari e appariva ora come lo spettro di mio nonno.
E Ceppa secca: l’ingegnoso e tramante Principe del Male, il brogliante falsario che agli albori del triennio la mise alacremente nelle natiche a tutti, aveva svoltato per la retta via dell’onestà.

Chi ora avrebbe potuto invocare l’aiuto del net eclissandosi nell’ombra per fare fronte alla nuova minaccia???

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Capitolo 2
*** La mattina della prima prova ***


Questo antico manoscritto è stato stilato eoni orsono, in un tempo immemorabile. Le memorie dei protagonisti sono ormai andate perdute, ma è bene che il lettore medio sappia che è per loro volontà che l'antico grido di battaglia venisse udito.
Chi  ha avuto abbastanza tempra da reggere la totale irriverenza verso il mondo ontologico e metafisico, la società, gli uomini e gli dei scatenatasi nel primo capitolo può ora sottoporsi alla prova del secondo.  Neppure l'autore stesso di questo testo riesce a capacitarsi delle aberrazioni concepite in quel periodo oscuro, pervaso com'era dallo Demonio personificato.



Ci crogiolavamo di uno statico ozio nelle nostre case quando la prima minatoria notizia si trovò ad attenderci nella casella dei messaggi di facebook; uno dei tanti schiavi del sistema divulgò una missiva di pre-ammonimento che minacciava la nostra incolumità

“Se la vita delle vostre medie vale più della vostra totale disfatta, prestatemi bene orecchio:

 

Prima che voi parliate sappiate che ogni domanda, finanche una richiesta di catabolismo deve essere proferita con sommo ossequio. Si richiede ivi puntualità assoluta, e si esige la mappa concettuale.
Un avvertimento: non tentate di emulare nulla poiché sarete eliminati in diretta.
La presidentessa o Capo Supremo analizza e perquisisce tutto ciò su cui il suo sguardo si posa: vocabolari, fogli, calzini, giacche….le sue ciavatte sono tanto deflagranti da far tremare gli animi al suo passaggio….Tutto quello che lei richiede è una semplice offerta di -preparazione e creanza-…un segno della nostra sottomissione al suo volere.”

sottomissione…. Questo poteva essere un problema; si mormorava che molti della I avessero già dimostrato una certa contumacia….e se quei filosofi, se quegli effeminati avevano trovato tanto ardore ovviamente la C aveva una reputazione da difendere!...

Nessuno di noi avrebbe accettato tale imposizione da qualcuno che portava le regole di una commissione maledetta sin sulle soglie delle nostre sacre bacheche, qualcuno che insultava la nostra classe, qualcuno che ci minacciava di umiliazione e bocciatura…
scegliemmo bene la nostra risposta a cotanta arroganza, e, per il giorno seguente, occultammo le nostre armi dove nessuno, neppure i professori, avrebbero potuto reperirle.


Prima del grande momento, iniziò la fase scaramantica; il superstizioso Eugenio, assieme al simbionte Gianluca e molti suoi accoliti, decise di effettuare un’antica pratica aborigena Zulù, peculiarità della nativa terra che si configurava in un arazionale lancio di sale lungo il percorso.

Il rituale ebbe l’effetto sperato!... Il dio Elio chiamò a sé un arroventato sole sorto dall’oscurità, e flagellò le teste dei nostri aguzzini con una torrida caldana ottenebrandone il campo visivo e limitandone la lucidità mentale! Magnifico!...
Guardiamo quei bastardi senza madre, patire per le loro stesse imperizie.
Solo uno tra noi conservò il suo spartano riservo…solo uno…solo l’incontentabile Eugenio.

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E finalmente giunse il grande giorno, colazione frugale, Jeans lunghi, divisa abbigliata … dalle abitazioni fluivano le schiere di studenti, decimate da una crudele preselezione.

Marciamo…per le nostre medie, per la nostra libertà…marciamo.
E finalmente ci incontrammo di nuovo tutti assieme, davanti al maledetto edificio che per 5 anni aveva tormentato la nostra anima.
Alcuni ripassavano i propri appunti, altri ripetevano il proprio sapere; in quel momento una seconda schiera si unì alla C…uno di loro ebbe il fervore di rivolgerci verbo senza consenso

“Paolo!?” domandò “tu vorresti affrontare gli esami con questo pugno di deficienti?…credevo che almeno la C avrebbe eguagliato la nostra preparazione….”

“non è cosi!” commentò il Paolo, poi si rivolse verso uno di loro
“….Tu, dimmi….. il secondo teorema di Delhospital?”
“Cosa?”
“e tu? Commentami la montagna di Cezanne esplicitando il suo grande merito nei movimenti artistici posteriori”
“Cezanne?!”
"e tu… chi era Saba?”
“un Ermetista?”

"un Ermetista…..” ripeté ironico
“RAGAZZI!!! CHI ERA SABA?!!”
“AUUU, AUUU AUUU”

“ma…non è una rispost-”
“visto caro amico!?.. siamo molto più preparati di te”

L’atmosfera si fece più palpabile, nauseabonda, stomachevole…e non era l’ansia

….dalle tenebre comparve un silenzioso, pallido figuro con vaghi tratti da rettile, che, con sguardo remissivo e docile, puntò lo schieramento: la testa ed il collo formavano un angolo di 90 gradi con le spalle mentre la somma interna degli angoli che formava il suo sopracciglio era 240.
la sua sacca era tracotante ed imbottita di Treccani e Garzanti tanto che mai occhio umano avrebbe creduto di poter scorgere tutti assieme.


“AO” tuonò incombente
“ragazzi, lasciatemi conseguire gli esami assieme alla vostra compatta unità…mia madre mi ha preparato in ogni materia, sono in grado di rispondere ad ogni tipo di quesito, so a memoria tutti gli autori di tutte le materie....saprò meritare la stima di mio nonno servendo VOI durante quest’ultima sfida!”

“uhm…da ciò che dici sembri un ottimo esaminando… ma, prova a passarmi un bigliettino”
“che…che cosa?” rispose confuso l’untuoso ranocchio.
“adesso, allungami un bigliettino più che puoi”
la monade strappò lentamente un pezzo di carta e si sforzò più che poté per alzare il braccio ma pareva non essere in grado di riuscirvi
“UUUUUUUH…..non…non….UHHHHHH”

“tua madre avrebbe dovuto insegnarti come agisce la nostra FALANGE”
“Uuuuh….non riesco…non riesco”
“noi durante i compiti agiamo come un’ unica, singola inafferrabile unità…Questa è l’origine dei nostri 7! Ognuno di noi, passa un bigliettino all’uomo alle sue spalle, coprendolo dalla coscia al collo! un solo punto debole…e la fila VA IN PEZZI……. Sono spiacente amico mio…ma non tutti siamo fatti per copiare, se vuoi essere d’aiuto ad una nostra vittoria…distrai i professori, fai loro delle domande, fai il tifo per noi….ma per quanto riguarda il passare bigliettini non possiamo far uso di te”

Gli squilli delle campanelle li ridestarono, e i maturandi si rimisero in marcia verso Nord , mentre il
ciclopico fagiolo rimase solo assieme al suo avvilimento
“MADRE! VI SBAGLIAVATE!!!”

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Capitolo 3
*** La prima prova ***


Saluto ancora i giovani lettori, e perdonatemi se non mi alzo dalla  sedia a dondolo per accogliere il vostro entusiasmo. Ma il  ricordo che ha scatenato in me queste irruenti righe (scritte nel pomeriggio stesso della prima prova, invece di studiare) mi ha provocato un turbolento attacco di emorroidi .



Divisi per schieramenti ci trovammo dinnanzi alla grande cinerea bestia: un rabbioso Calcagni s’approssimò con aria minacciosa mentre, oscillando su sé stesso, descriveva un doppio cono di rotazione attorno al proprio asse equatoriale e tentava di intimorirci con le mani in posizione da tirannosauro.
“Cialtroni! Gaglioffi! Sicofanti!” attirò l’attenzione
“Venite qui oloturie, opiniamo insieme!!....Non fate cazzate, PERCARITA’! sarebbe una pazzia copiare a questo punto quando la presidentessa è pronta a sbattere fuori ognuno di voi per tracotare la propria compiacenza…pensate ai vostri voti che tanto vigorosamente difendete, figurateveli ridotti in 4 per un suo capriccio….” non concluse la frase, come di consueto, e si ritirò dondolante.


Non ci lasciammo tediare da tali intimidazioni anche se, appresa la notizia dei controlli molti di noi furono costretti a depennare i microgrammi posti agli angolini dei propri vocabolari, per poi proseguire il proprio cammino.

Verso la palazzina B marciamo….nello stretto corridoio, marciamo…dove i loro controlli non contano niente….noi esaminandi, schiavi liberati, marciamo….per il futuro, per il 60 e lode, per la libertà…. marciamo….nella bocca dell’Ade…marciamo.

E finalmente li vedemmo, i professori… vecchi mistici malati. Inutili resti di un tempo che precedette il ‘68, resti di una tradizione senza senso….più animali che uomini, animali che persino noi dobbiamo supplicare: Innominati senza anima.
Mentre la vecchia crosta avvizzita di inglese sfoderava un secondo paio di occhiali da sovrapporre ai primi per incrementare i decimi della sua vista e localizzare anche la più distante trasposizione cartacea, il Calcagni rondava correndo lungo lo stretto corridoio, importunando in modo insidioso ogni fanciulla al suo passaggio perché si imprimessero bene i loro volti nella sua testa quando, quella stessa notte, si sarebbe recato in bagno…La bellezza era la loro maledizione, perché quel vecchio miserabile aveva i bisogni degli uomini e l’anima nera come l’Inferno.
D’un tratto la terra sotto i nostri piedi iniziò a tremare…
La presidentessa, dall’alto del suo metro abbondante, apparve in tutto il suo splendore, le sue ciavatte provocavano nelle particelle un’ oscillazione perpendicolare alla direzione di propagazione, le sue onde Love percorrevano tre volte il giro della classe.


“NON FATE I FURBI!” ci intimidì presentandosi con la sonorità di un citofono, poi iniziò uno sprezzante appello, mentre le tracce dei temi venivano distribuite.

Leopardi, Benito, Primo Levi, le Foibe....con quali MOSTRI avevamo a che fare?! Nessuno, né professore né supplente ci aveva mai lontanamente accennato la sola esistenza di tali personaggi…e Mussolini? Chi era? Stremammo i nostri neuroni per ripercorrere mentalmente l’ultradettagliato programma di storia…cosa ci disse di lui il Cogliandro nelle sue minuziose spiegazioni?
Possibile che avevamo radiato dalle nostre menti tutte quelle brillanti esegesi?....poi qualcosa riemerse dall’oscurità della dimenticanza
“….ha i baffi e gli occhiali….” riecheggiarono vaghe le criptiche parole di Giovanni nella nostra testa
“…ah dimenticavo…è nato ed è morto”; informazioni preziose erano quelle, ma come avere la certezza che il personaggio in questione rientrasse in quella descrizione? Stava a noi adesso concretizzare i sacri insegnamenti del grande professore.

Eppure i nostri boia discutevano sulla banalità delle nostre torture.
La presidentessa s’aggirava con aria torva per l’angusto stretto fulminandoci con sguardi biechi e sovrastandoci con la sua somma autorità di docente d’alberghiero, ma nonostante tutto molte persone contrattaccarono con una disinibita irriverenza, tale da fanculizzarla ad ogni giro di corridoio.
Le voci per una volta erano verititere: ogni dizionario o vocabolario che fosse, veniva perlustrato dalla prima all’ultima pagina; e mentre i suoi occhi erano puntati su quello del Paolo, egli si rese conto con orrore che, nonostante i saggi avvertimenti dello Spaziani, si era dimenticato di cancellare alcune lunghissime note riguardanti tutti i personaggi esistiti nel 900.

Ma prima che ella potesse scorgere quelle pagine corrotte, la voce di un filippino privo di permesso di soggiorno la distolse dal suo operato, regalandogli la salvezza.
Una schiera di professori lo scortarono in uno stanzino... da allora nessuno più lo vide… solo Dio sa quali orrori può aver patito quel povero orientale giunto sino al Cavour dall’altra metà del mondo….una cosa è certa: distraendo i nostri aguzzini ci aveva dato il tempo per raccogliere informazioni e salvarci tutti dalla Prima Prova.
“Quest’oggi non sgameranno nessuno!!!”

Un ottimo inizio.


Quando tornarono avvertendo verbosi confabulatoi e vittoriose risate, l’ossigenata presidentessa si riempì di collera:
“…fate presto a sghignazzare…ma prima di mezzogiorno di domani, dopo 6 ore di matematica, voi non avrete più niente da ridere: Dieci quesiti irrisolvibili stanno per piombare su di voi! I nostri grafici OXY oscureranno le schede operative! Se vi vedo copiare, siete fuori!”

“Allora ci passeremo nell’ombra” rispose una voce anonima.

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Capitolo 4
*** La seconda prova ***


Oh, salve di nuovo, non vi avevo visto.  E perdonate la mia nudità.  
Ero intento a farmi delle spugnature per rinvigorire la mia pelle ormai cadente, stremata e marcita dopo quello che accadde il giorno della seconda prova.  Eh, un tempo oramai lontano il mio epitelio d'alabastro emanava arcobaleni di bellezza solare...Prima degli esami.
Ma entrate, entrate pure! Mentre mi spazzolerete la schiena con lo scopettone vi narrerò ciò che trovo scritto su questa antica pergamena


E finalmente il grande giorno giunse.
“NON SPINGETEEEEEEEEE” gridavano alcuni supplenti che avevano avuto la sfortuna di trovarsi per le scale della palazzina B quando la campanella delle 8 squillò.

Percorremmo il miglio verde a testa alta appropinquandosi nelle nostre postazioni di combattimento e sguainando le nostre penne mentre il Calcagni distribuiva le sue prove.
Una cosa era temuta più delle altre.
Prima che lo scazzo e la stanchezza avessero imposto il loro tributo il Prof pazzo ci scaglia contro i suoi quesiti peggiori… la macchina da combattimento più letale di tutta Italia: i fattoriali.
Si parla di esercizi russi…già noti nei tempi antichi…non conoscono risoluzione o svolgimento…non queste tenebre, non questi Fattoriali


“Fattoriali…” sussurrò bobbo con occhi a palla “…mettiamo alla prova il loro nome…”

Miriadi di quesiti matematici apparsero sotto i nostri occhi e agonizzavano le nostre menti…dovevamo giocare di squadra per venirne a capo.
Aiuti inefficaci ci giungevano dalla trapezoidale bocca della Scardillo “dicono che il segmento sta dentro un cerchio” ma probabilmente era tutta una trappola orchestrata dalle alte sfere…non gli avremmo mai dato retta, oramai avevamo una certa esperienza con la Piras.

Oltre a questo eravamo vittime inermi di una crudele disposizione: man mano che si andava nel fondo le medie e le menti scemavano.
Ma nei meandri di quel lungo corridoio i più scemanti di noi riuscirono ad impossessarsi di Stolfi: una delle grandi menti che l’autorità scolastica aveva obliato. Non era poi tutto perduto.

Il team degli scemanti composto da Spaziani, Ricci, Stolfi, Paolo, Giordana, Giulia e la smilza della I si era messo in azione!
Subito cominciammo a selezionare i quesiti da liquidare, ma le nostre menti supreme non erano in grado di decifrarne neppure il testo…. Ci mettemmo ad integrare ogni cosa ci si parasse davanti senza nessuna distinzione, così che il -problema uno- e molti quesiti erano già stati messi fuori combattimento!


Le gocce di sudore sublimavano, masnade di professori rondavano per quella via il che rendeva impossibile lo scopiazzo…uno Spaziani in difficoltà non trovava il momento opportuno per consultare le sue fonti.
Poi la svolta…..All’orizzonte apparve un sant’uomo, colui che ci avrebbe portati alla vittoria ancora una volta: il prof di religione s’aggirava come un marocchino a distribuire quesiti e salvò in tempo più di una vita “QUESITO 1, QUESITO 2, PROBLEMA 1 OPZIONE 2”
Spaziani, Ricci e molti altri ricevettero i suoi doni di remagio con le lacrime agli occhi per la commozione; nessun professore ci aveva mai prestato il proprio apporto in nessuna circostanza, e quel gesto altruistico riportò in noi la speranza di un domani più roseo.


Ma ora restavano da sistemare gli altri, e molti di noi avevano trovato nel compagno davanti a sé un valido sostegno.
Mentre il sessa si affidava al bel principe rosa dinnanzi a lui, Ricci faceva fatica ad estrapolare dal partenopeo le informazioni necessarie per arrivare al 6/15 e ritrovò la consolazione nel Cristo alle sue spalle.
Contemporaneamente la tranquillissima giulia urlava con voce roca verso gli astanti antistanti:
“STOLFIIIIIIIII!!! L’AREA DEL CERCHIO, CAZZO!!!!!!!!”
Essendo stolfi finito in uno stato di catatonico trance ipnotico a seguito della lettura del problema 1, il paolo volle intervenire prendendo le sue veci quindi si voltò lentamente per prestarle soccorso ma dopo π/1000 radianti di rotazione venne immediatamente arrestato.
“VAFFANCULO PAOLO! CAZZO GIRATI TI VEDE!”
A questo punto la situazione si complicò…come poteva suggerire ai degni compagni retrostanti rimanendo inosservato?

Disperato tentò il tutto per tutto: strinse i denti e chiuse gli occhi voltandosi di scatto verso i compagni e gridando loro contro il suo sapere!!

Miracolosamente, in quel preciso momento, i mastini si abbatterono verso un’imprudente e sfrontata Giulia Spagnuolo che, senza un minimo di precauzione , si rivolse interrogativa verso il cammello alle sue spalle.
Un’altra vittima era caduta per permettere a noi altri di raggiungere la gloria.

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Capitolo 5
*** La terza prova ***


html> Cosa? Venite ancora a disturbarmi!?  Ma cosa volete da me?  Non vedete che sono intento ad ammirare l'autunno su questi antichi salici.
E va bene. Vi narrerò della terza prova. Ma prima portatemi un'altra coperta.

E sotto un vittorioso copia incolla generale, una presidentessa che si credeva un dio sentiva un brivido molto umano risalirle lungo la schiena…..

Ed ora persino i più pessimisti si concedono di sperare in qualcosa di più del 10/15. Una speranza folle, eppure esiste…contro gli sconfinati programmi di tutte le materie, contro la terza prova, contro ogni probabilità.
Possiamo farcela. Possiamo vincere.

L’Alba.
Volano i bigliettini, urlano i candidati!
Chi è nelle retrovie urla: “Stolfiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii!!!
Chi è davanti grida: “Baioccooooooooooo!!!!!”
Siamo testimoni dell’ennesimo grottesco spettacolo messo in scena dalla mente malata della Piras: “Preparatevi alla LUNA rega!” eppure ormai SAPEVAMO, e ci preparammo su tutto al di fuori di essa.


Quando le frodi falliscono, chiedono aiuto alla loro pura arteriosclerosi cerebrale: il punto di forza della scardillo; così ad ogni domanda postatale si poteva poi star certi che la risposta sarebbe stata un’immane cazzata, smentita da lei stessa solo agli orali.

Cento materie si abbattono su di noi! Domande su tutto il programma, ma in quell’angusto corridoio la loro complessità non contava niente.

Gli esaminandi si adattarono ai continui controlli, i bigliettini erano stati occultati ovunque: alcuni tra i più geniali avevano riscritto al computer un intero programma sopra il cartone degli ingredienti della coca cola; altri, tra i più arditi, avevano nascosto il proprio sapere nelle cupe profondità di un muffin o di altre merendine, altri ancora nei kleenex su cui veniva soffiato il proprio muco.

Se i bigliettini non erano sufficienti a liquidare i quesiti ci rivolgevamo verso i compagni circostanti, anche se non sempre trovavamo i giusti supporti: il Paolo e l’irrequieto, selvatico Salvetti, compagni di sventura, erano stati sopraffatti dall’essere alle loro spalle nomato Sinibo che, con acute strida lamentevoli, dava loro informazioni fasulle per placare la loro esagitata sete di sapere.
Furono salvati all’ultimo da un’impazzata manovra dell’Eugenio che, roteando su sé stesso numerose volte in modo astruso davanti agli stessi boia, riuscì a lanciarci infine i giusti ragguagli atti ad eliminare una volta per tutte quel cazzone di Nietzche che li aveva seguiti sin lì.

Sono risolte a decine le domande imposte ai giovani candidati: rimandiamo i quesiti risolti e le fragili domande ai piedi di Carmelina, la presidentessa.

Carmelina è scontenta dei suoi generali. Li castiga.
Gli studenti erano troppo celeri nella stesura delle loro prove.
Il Calcagni atterrito si aggirava grondante e bisunto di tiepido fluido tra le nostre collocazioni;
gli altri professori si rifugiarono sbigottiti nello stanzino nel quale giorni prima era stato giustiziato un indigente filippino.
Magnifico! Quanto spazio si era liberato per dare sfogo a tutta la nostra furia emulatrice.
Ed ora Carmelina cos’altro manderà contro di noi!?
E finalmente la campanella che sentenziava il compimento dei nostri strazi esigette il suo tributo
“Ora arrendetevi! Deponete le penne!!”
“VENITE A PRENDERLE!”

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Capitolo 6
*** Il Pre-orale ***


CALCAGNI SEI TU!?  
Oh, ma siete voi.  Giovinastri maledetti!  Vi pare il modo di prendervi gioco di un vecchio dalla vista debole.  Così volete sapere cosa  accadde dopo le 3 prove eh?  No, non posso farlo. Il solo pensiero di tanta sofferenza potrebbe causarmi un infarto in qualsiasi punto della narrazione...
Suppongo che quella bella fetta di torta iperglicemica possa farmi cambiare idea.


Molto tempo era trascorso da allora e ciò che avevamo appreso non lasciava presagire nulla di buono: diversi maliziosi messaggi su facebook rendevano i nostri sonni inquieti.
Si sussurrava che i temi erano stati viscidamente sub-valorizzati dalla furia della presidentessa che non lasciò scampo neppure a Bobbo il Savio.
Interminabili telefonate alla Piras ci fecero giungere a tale conclusione, ma come era possibile? La nostra falange aveva fallito!!

Poi arrivò il giorno del verdetto. Su facebook giravano messaggi di disfatta e sbaraglio.

A quanto pareva un gobbo maledetto aveva rivelato ai commissari le nostre macchinose trame
durante le 3 prove.

Si diceva che avevano azzerato tutti i quindicesimi, si diceva che gli orali sarebbero stati impossibili da sostenere, si diceva che ormai era tutto perduto.
“E’ una follia presentarci, ce la metteranno al culo!!!” abbondavano signorili i commenti

Ma cosa stavano dicendo? Possibile che solo due classi erano state castigate in modo così impietoso?

Corremmo diffidenti in fretta e furia verso scuola, sopraffatti dalla preoccupazione e lo spavento…quindi assistemmo supini ad uno spettacolo raccapricciante.

Mille sfumature di dolenza e spasimo coloravano i nostri volti; indistinti lamenti e guaiti accompagnavano la tragica scoperta dei voti maledetti.
Ovunque si trovava gente disperata, lunghi rivoli di lacrime solcavano i nostri giovani visi ingenui:
chi piangeva, chi gridava, chi imprecava verso la società ,chi rinnegava gli dei; la somma dei voti di molti di noi non raggiungeva neppure il 59.


Lo Spaziani con gli occhi a palla e la bocca a forma di Omega maiuscola era rimasto per un minuto e mezzo nella stessa posa ad indicare il maligno 23 che aveva invaso la sua colonna.
Il Kenzo aveva scagliato al suolo il tanto amato casco, (intinto con il nijnja perduto tempo addietro) nel vedere la sua media già compromessa, essere decapitata dal principio; esce dai ranghi: è furente, assetato di sangue, le sue urla di dolore per la perdita dell’anno spaventano i professori più dei cupi lamenti degli sconfitti; ci vogliono tre uomini per tenerlo fermo e farlo tornare in sé.

La commissione non trova l’ardire per mostrarsi ai nostri occhi: alcuni si ritirano con le loro autovetture, altri si barricano all’ultimo piano della palazzina, solo uno di loro rimane a fissarci viscidamente nutrendosi dei nostri tormenti e trovando in quella paradossale situazione una vena comica.


Quando infine anche gli ultimi raggiunsero le bacheche non vi trovarono nessuno, la zona era desolata; vi restava solo un superstite disteso sulle scale privo di sensi: era Ricci, l’uomo dai 33 crediti, non aveva più la forza neppure per respirare.
Corsero in suo soccorso.

“…C’è silenzio ora…le belve sono arrivate dalle tenebre!....ci hanno afferrati con i loro 20….siamo perduti…tutti perduti” poi ritornò in coma.

Il loro ritorno a casa era più arduo, avrebbero voluto reagire alle ingiurie subite, ma bisognava rispettare la parola della commissione…..questa è la legge, e nessuno: della C o della I, uomo o donna, studente o professore è al di sopra della legge. Pomposi porci incestuosi, inutili! Malati! Putridi! CORROTTI!

I quindicesimi furono azzerati
Il giorno è perso…Nessuno apre libri. Nessuno entra su msn, nessuno trova notifiche su facebook.

…non era fatta per il sonno quella notte…
Non per il Paolo: ognuno dei suoi 19 anni ha tracciato una strada verso questo scintillante momento del destino…il suo unico rimpianto è di avere così pochi neuroni da sacrificare.

Molti rimasero malinconici a fissare le fasi lunari in quadratura angolare, maledicendo ora il fottuto astro che non era finito nella terza prova.
E nei giorni che seguirono anche il santo legame che ci univa venne meno: facebook fu in preda alla guerra civile con forbiti scontri dialettici in cui si metteva in discussione la valenza dei propri avi, che infestavano le bacheche.
Molti affermavano che prima che quell’estate avesse avuto termine, il mondo avrebbe saputo che persino una dea-presidentessa avrebbe potuto sanguinare.
…era l’inizio della fine.

Il grande giorno era arrivato…. La sorte aveva imposto il suo volere…
Quale gloria ci sarebbe stata in una tale disfatta? L’unico modo per scampare agli orali era la ritirata o la resa o la morte.
le interrogazioni avrebbero avuto il loro corso a partire dalla P…i morituri accettarono il proprio destino con onore e decisero che avrebbero guardato negli occhi per un ultima volta quei lupi famelici bramosi delle loro carni.

…E il paolo preparò la sua roba per la battaglia finale, nessuno avrebbe puntato nulla sulla sua vittoria, avendo esposto nella sua tesina gli stessi argomenti di un uomo che avrebbe anche potuto ruttare in faccia all’intera commissione e prendere comunque molto più di lui.
Preparò la colazione e mangiò tanto, perché quella sera avrebbe cenato nell’Ade.

prima che potesse uscire di casa la madre lo arrestò:
“Paolo!”
si voltò lentamente
“Ao…….’na volta che devi esse l’ultimo, sei il primo!!”
Il Paolo non rispose….ritornò malinconico per la sua strada…

-addio amore mio- ….non lo dice.
Non c’era spazio per la tenerezza durante quelle due settimane di merda…non c’era spazio per la solidarietà…non al Cavour….
solo i duri e i forti sopravvivono…solo i duri…solo i forti.

Esitante raggiunse la Stolfi-mobile e si diresse impavido verso il campo di battaglia dove non pochi compagni erano venuti ad assistere a quella che sarebbe stata un’esecuzione pubblica.
Prima di recarsi nella stanza si rivolse a Stolfi

“No…tu non verrai con me….va….va e diffondi la notizia: che ognuno dei professori che abbiamo avuto abbia coscienza di tutta la vita per la commissione che ci hanno mandato incontro, CHE OGNUNO DI LORO CERCHI NEL PROPRIO ANIMO…e visto che ci sei…cerca anche nel tuo!
E’ una grande storia da raccontare la nostra. Una storia di vittoria”

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Capitolo 7
*** Orali ***


E così siete giunti infine al mio letto di morte. Il mio freddo talamo non era abbastanza freddo per voi?  
Oramai non ho più la forza nemmeno per leggere queste poche righe quindi leggetele voi per me. Il ricordo perduto dei miei compagni mi darà conforto durante il mio viaggio verso l'inferno.


In molti vanno via, un manipolo resta, uno soltanto si guarda indietro chiedendosi curioso per quale motivo avrebbe dovuto guardare nel proprio animo

E mentre altri compagni si ritrovavano a pagare il prezzo del proprio cognome con la vita , Paolo rimase nelle latrine tremante a fissare i liberi uccelli ed il gironzolante Mauro sognando di divenire un giorno uno di loro.
E’ passato più di un mese dal termine dei loro supplizi, ed oggi come allora non è la paura a governarli ma l’irrequietezza, una cresciuta percezione delle cose: un incontestualizzato Improta spuntava affannato all’orizzonte mentre la brezza di un mare lontano ed agognato baciava di fresco il sudore sulle loro fronti.

La campanella suona e adesso finalmente si ritrova a guardare negli occhi i commissari.
Il cappello non era richiesto, gli limitava la visuale e lui deve rivedere le 3 prove;
la tesina era pesante, le 10 pagine dedicate a fisica fanno arrapare il Calcagni che però rimane imperscrutabile.
Non fa in tempo a sedersi che lo screzio generale si abbatte su di lui; in campo aperto la forza di noi studenti non vale più nulla.
Le domande riecheggiavano da tutti i fronti! Il cacacazzi di Nietzche si era rimaterializzato come domanda connessa alla sua tesina, non si sa come! Quella di latino come una furia non trovava attimo di esitazione e gli lanciava contro 1000 Senechi, Plini e Petroni! La scardillo sfogò le sue frustrazioni di professoressa di arte smentendo interi libri che vigorosamente erano stati scritti! Mentre un calcagni impazzito richiedeva di dimostrare le formule per cui Lorentz si tagliò le vene eoni addietro.
Il candidato fu preso da uno svenimento scoprendo la gola ai lupi che aveva attorno… cosa ne sarebbe stato della sua spoglia, della sua media del 6.7, del cosmo, della società ora che si trovava sull’orlo del baratro...
E quegli assassini non tergiversavano sommergendolo di crudeli domande su autori di cui ignorava persino l’esistenza: ma chi cazzo era SABA!!!

E mentre gli occhi gli si spegnevano intravide lo Spaziani ormai canuto di capelli….
”Paolo…è stato un onore farmi steccare il tuo stesso anno”
“è…stato un onore….ripetere l’anno al fianco del tuo”

E barcollante vide tutti i suoi compagni di viaggio ormai privi di forze.
Vide il cadavere di Kenzo che dava banchetto agli avvoltoi, vide Ricci che ormai contava solo sui suoi spartiti scritti in una notte di furore per ammaliare la commissione. Vide le menti supreme con le quali aveva condiviso i 2 per cinque anni cadere una dopo l’altra.

Ma non desistette, e prima che una pioggia di screzi potesse ghermirlo urlò più che poteva gli argomenti della sua tesina, l’unica cosa che aveva studiato
“E=MC2!!!!!!!!!!!!”
il suo urlo è prolungato e intenso, e per un istante gli parve di avvertire alle sue spalle il tocco dell’uomo che aveva proferito la formula per la prima volta contro mille opposizioni, perché i grandi spiriti hanno sempre incontrato profonda opposizione da parte delle menti mediocri.
……………………………….

… I nostri professori interni dicevano che noi della C discendiamo da Eracle, le prodezze e la temerarietà che mostrammo in quelle due gloriose settimane di Giugno 2010 davano testimonianza della nostra discendenza.

E=MC2…criptiche parole di vittoria…il tempo gli ha dato ragione, poiché da uomo libero a uomo libero si è tramandata la notizia che quella era la formula per superare gli esami, poiché ormai era assodato che essi equivalgono alla Memoria per il Culo al quadrato

Se un’anima libera dovesse arrivare in questo luogo, negli innumerevoli secoli di là avvenire, possano tutte le nostre voci sussurrargli dai banchi senza età: “Va a dire ai candidati viandanti, che qui secondo la legge di scuola, noi giacciamo…”

E quelli della I ritrovando nel sacrificio dei loro fratelli un esempio da seguire si batterono come poeti-guerrieri.....si batterono come studenti.... e riconquistarono la libertà.

Dite grazie ragazzi al quinto C e ai prodi 23.

 

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Capitolo 8
*** Finale a sorpresa ***




Appena un anno fa…A lungo abbiamo pensato al risultato di quegli esami…. Inconcepibili valutazioni di dissenno

 ….Ora….  Qui su questo aspro frammento di terra chiamata Università le orde dei rettori affrontano LA LORO DISFATTA!!
AUUUUUUU

Lì davanti i test d’ammissione  si raccolgono…. è nera la rabbia che ci tiene saldi….. i nostri cuori, frementi di furia,
conoscono molto bene la risoluzione degli impietosi quesiti sofferti, per le chiuse e gli sbrocchi durante le 3 prove

 …E ora fissano lo sguardo su queste facoltà dove ci sono 30mila candidati che ambiscono a un posto tra i primi 100 !!!

AUUUUUUUUU

La preparazione del Cavour li supera di ben 3 volte…un segno per tutti noi.
Questi mesi Noi riscatteremo il mondo dalle ingiustizie e le formalità e lo accompagniamo ad un futuro più radioso di quanto si possa immaginare…..

ALLA VITTORIA!!!!!!!!!!!!!

ricorderò chi eravamo



Studentelli maledetti, quindi avete capito il mio bluff.
Ebbene, non sono morto.  Quel remoto giorno di fine Luglio tutti noi sconfiggemmo i nostri demoni.  Nessuno di noi abbandonò quella durissima scuola,  nessuno di noi abbandonò l'altro e grazie ai nostri sforzi, alla dea bendata e forse ad un tempestivo aiuto dei veri professori interni prendemmo il massimo agli orali.  Quel remoto giorno di fine Luglio  piangemmo ridemmo e bevemmo festeggiando la nostra promozione e in seguito, il nostro brillante ingresso all'università.
Certe tra le migliori menti che abbia mai conosciuto andavano male a scuola, e certi tra i più bravi si sono arresi alla vita.
Quindi non scoraggiatevi davanti a un fallimento.  Si è veramente sconfitti quando ci si arrende.
La scuola non vuol dire niente a livello didattico, e vuol dire tutto a livello di carattere.
Arrivederci
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Mi sento un pò come la vecchiaccia del titanic.

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