Dark powers - Temptation

di Fiamma Erin Gaunt
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Cap 1 ***
Capitolo 2: *** Cap 2 ***
Capitolo 3: *** Cap 3 ***



Capitolo 1
*** Cap 1 ***


Cap 1
 
















 

Cloe sentiva chiaramente le voci di Melissa e Summer che provenivano dall' altra parte della porta del bagno. Stavano parlando di una qualche festa che si sarebbe tenuta l' indomani a casa di Summer e alla quale come al solito lei non era stata invitata. Sospirando rassegnata si decise ad aprire la porta, si stava dirigendo verso l' uscita quando Melissa le finì addosso.
- Oh scusami, non ti avevo vista - le disse la ragazza rivolgendole un rapido sorriso mortificato e tornando a parlare con l' amica.
Non era certo la prima volta che le accadeva, nessuno sembrava accorgersi di lei, era invisibile per tutti.
Cloe aveva imparato a convivere con quella situazione da quando era piccola, nessuno sembrava trovarla particolarmente interessante e le persone tutt' al più si limitavano a mostrarle una fredda cortesia.
L' unica persona che sembrava considerarla era il suo migliore amico Jake, perchè un tipo come lui sprecasse il suo tempo a parlare con una come lei, praticamente uno zero,era un vero e proprio mistero per Cloe.
Jake Strongold era tutto quello che Cloe avrebbe desiderato essere, bello e con la risposta sempre pronta,era l' anima della festa e tutti sembravano adorarlo. In altre parole era popolare. In quel momento il ragazzo stava parlando con un paio dei suoi compagni di squadra, appena scorse la sua chioma bionda salutò gli amici e si diresse verso di lei.

- Allora bimba, pronta per l' ultimo anno di scuola? - le chiese scompigliandole affettuosamente i capelli.
- Per un anno in cui non verrò considerata da nessuno come al solito? Non potrei essere più pronta di così - commentò sarcastica.
Jake le lanciò un' occhiata di profonda disapprovazione.
- Così non va, se parti con questa idea non andrai da nessuna parte -
- Certo, è facile parlare per te, tutti pendono dalle tue labbra - replicò piccata Cloe piantandolo li e dirigendosi a passo di carica verso l' aula di storia.

Stava sistemando le sue cose quando Jake fece il suo ingresso in aula, si sedette nel banco accanto al suo ma continuò a fissare ostinatamente la lavagna.
Magnifico, l' unica persona che sembrava rendersi conto della sua esistenza cercava di aiutarla e lei lo trattava male. Non c' era da stupirsi se non aveva delle amiche, pensò sconsolata.

- Jake, ehi Jake - lo chiamò sottovoce mentre il professore spiegava la guerra d' indipendenza. Il ragazzo si voltò verso di lei con aria perplessa.
- Che c' è Cloe? -

Cloe sentì una fitta al cuore, la chiamava per nome solo quando era arrabbiato con lei o si sentiva ferito.
- Volevo chiederti scusa - mormorò abbassando lo sguardo - me la sono presa con te che sei sempre così buono, e io non so proprio cosa mi sia preso...è che ho questo schifo di carattere che... -

Si interruppe quando la mano abbronzata di Jake si posò sulla sua.
- Ehi bimba non c' è problema, ti ho già perdonato - disse rivolgendole un sorriso luminoso.

Cloe sospirò sollevata, non ce l' aveva con lei, erano ancora amici. Ricambiò il sorriso e tornò a prendere appunti.

La campanella era appena suonata e stava mettendo via il quaderno con gli appunti quando Jake la chiamò. Cloe si voltò verso di lui e lo guardò con aria interrogativa.

- A Brandon servirebbero gli appunti di storia, sai che i miei non sono proprio il massimo così ho pensato che avresti potuto prestarglieli tu - le disse lanciandole un' occhiata maliziosa.

Brandon Minner era il quarter back della squadra di football della scuola, alto e muscoloso,assomigliava in modo impressionante all' attore Tom Welling. Insomma c' era ben più di un motivo se Cloe, proprio come tutte le altre ragazze, aveva perso la testa per lui.
Rendendosi conto che i due ragazzi la fissavano con aria interrogativa si sentì arrossire e mormorò un lieve - Certo -
Recuperò il quaderno dalla borsa e si diede mentalmente della stupida. Perchè per una volta non riusciva a sembrare sofisticata e sicura di sè come Melissa e Summer?

- Grazie mille..... ehm...Cleo? - replicò Brandon afferrando il quaderno e sorridendole con aria incerta.

Magnifico non sa neanche come mi chiamo, pensò sconsolata. Le prime lacrime cominciavano a pizzicarle gli occhi. Doveva andarsene di lì e alla svelta.

- Quasi, in realtà si chiama Cloe - intervenne Jake.

Il sorriso di Brandon venne sostituito da un' espressione desolata.

- Ti chiedo scusa, è che sai con i nomi sono un vero disastro -
- Non fa niente .... e ora scusatemi ma devo proprio andare - replicò Cloe afferrando la borsa ed uscendo dalla classe prima che Jake avesse il tempo di richiamarla.

Entrò rapidamente in bagno dove per fortuna non c' era nessuno e solo allora concesse alle lacrime di scendere copiose. Si lasciò cadere a terra,la schiena contro il muro e rimase così per un tempo che le sembrò infinito. Avvertì un rumore di passi,qualcuno era entrato in bagno ma non le importava,desiderava solo essere lasciata in pace.

Una mano pallida come l' alabastro entrò nel suo campo visivo e le asciugò una lacrima.
Cloe rimase sorpresa e si volse verso il proprietario.

Seduto accanto a lei c' era un ragazzo dai capelli neri leggermente mossi che contrastavano nettamente con il pallore del volto,gli occhi neri avevano una particolare sfumatura color mogano che gli conferiva l' aria di tizzoni ardenti. La fissava con aria indecifrabile, sembrava che il suo bel volto non fosse altro che una maschera imperscrutabile. Guardandolo Cloe si disse che era bello,di una bellezza che non aveva niente a che fare con quella da copertina di Brandon ma che proprio per questo risultava ancora più affascinante, irradiava un' aura di pericolo attorno a se.

- Questo è il bagno delle ragazze - dichiarò con tono indignato,la scocciava che un perfetto estraneo fosse stato testimone di quel suo momento di debolezza.
- Ma davvero? Devo essermi proprio sbagliato allora - commentò il ragazzo con aria ironica.
- Ho sentito piangere e sono venuto a dare un' occhiata - ammise poi continuando ad osservarla freddamente.
- Bè si piangevo, ma non mi va di parlarne - confessò Cloe cercando di tagliare corto.
- Non ti ho chiesto nulla, comunque credo che sia un vero peccato che un angelo così carino pianga in questo modo- replicò candidamente prima di alzarsi.
- Aspetta, come ti chiami? - gli gridò dietro Cloe.

Il ragazzo le rivolse un sorriso fugace prima di uscire dal bagno - Lucyfer -

Lucyfer....Lucifero....che nome singolare, pensò la ragazza mentre si dava una rinfrescata al viso. Lo specchio le restituì l' immagine di una ragazza dai capelli biondi leggermente ondulati e due occhi color cielo che al momento erano lucidi per le lacrime.

Quello strano ragazzo aveva detto che era carina,bè forse aveva ragione,pensò Cloe osservandosi attentamente. Il biondo dei suoi capelli mandava riflessi dorati e i suoi occhi azzurri ricordavano proprio il cielo primaverile, l' azzurro della maglietta poi li esaltava ancora di più.
Cloe era stupefatta,per la prima volta in diciassette anni non vedeva più la biondina dallo sguardo timido e indifeso, ma una ragazza dai lineamenti delicati e gli occhi da cerbiatta.
Uscì dal bagno e tornò in classe a testa alta, per una volta si sentiva sicura di sè. Durante il resto della mattinata non fece altro che pensare a quel ragazzo, possibile che in tre anni di scuola non lo avesse mai visto? Forse si trattava di un nuovo studente,si quella era la spiegazione più logica.

Si stava domandando quando avrebbe avuto l' occasione di incontrarlo nuovamente quando fece il suo ingresso in classe. Era l' ora di sociologia, l' unica materia che Cloe non condivideva con Jake. Lucyfer prese posto accanto a lei, ma non diede segno di averla riconosciuta.

- Ehi ragazzo del bagno - lo apostrofò con tono scherzoso, non sapeva da dove le venisse tutta quella confidenza,ma voleva chiacchierare con lui. Ci teneva a parlargli, e questo era assurdo perchè Cloe non parlava con nessuno a scuola a meno che non si trattasse di Jake o di qualcuno che le chiedeva gli appunti.

- Ehi angelo - gli disse rivolgendole il solito sorriso sghembo.
- Sei nuovo vero -
- Sì, è il primo giorno di scuola - confermò Lucyfer.
- Bè, se hai bisogno di una mano per orientarti o roba varia chiedi pure - gli disse Cloe rendendosi conto con sconcerto di quanto le veniva naturale essere espansiva con quel misterioso ragazzo.
- Stare attorno a una bella ragazza? Mi sembra un' ottima idea angelo - replicò.

La lezione passò velocemente intervallata da qualche battuta tra i due. Cloe era decisamente soddisfatta e si ritrovò a rimpiangere l' arrivo della fine delle lezioni. Stava raccogliendo le sue cose quando notò che Jake la aspettava vicino alla porta dell' aula.

- Bè devo andare, ci vediamo domani - disse salutando Lucyfer con un cenno della mano.
- Ciao angelo - replicò il ragazzo osservandola mentre si dirigeva verso il ragazzo che la stava aspettando. Quella Cloe era decisamente interessante, sembrava timida e riservata ma nel profondo aveva la grinta e la determinazione di una tigre,forse dopotutto parlare con lei non sarebbe stato uno spreco di tempo.

- Chi era quello? - le domandò Jake quando erano ormai a pochi metri da casa di Cloe.
- Quello chi? -
- Non fare la furba bimba, sai bene di chi sto parlando, quel ragazzo dal fascino da duro - replicò lanciandole un' occhiata maliziosa.
Cloe si sentì arrossire - Oh nessuno, solo un nuovo arrivato -
- Se è nessuno allora perchè sei diventata tutta rossa? - ridacchiò Jake
Cloe avvampò ancora di più - Non sono affatto arrossita - replicò ostinatamente.
- Sì certo,come no - replicò il ragazzo sarcasticamente - Credevo che ti piacesse Brandon - aggiunse poi con aria pensierosa.
- Infatti mi piace Brandon, Lucyfer è.... - si interruppe, non sapeva con precisione neanche lei cosa volesse dire. Che era bello? Misterioso o semplicemente che la incuriosiva?

Jake sembrò percepire la sua confusione e si affrettò a dare un taglio alla discussione.
- Come non detto bimba, ne riparleremo poi. -
- Ok. Ci vediamo domani mattina, ciao - lo salutò Cloe stampandogli un bacio su una guancia.
- Ciao bimba -

Jake attese che la ragazza entrasse in casa e si chiudesse la porta alle spalle, che fosse al sicuro, poi ripartì a tutto gas.Lucyfer era in città e come se la cosa non bastasse sembrava anche interessato a Cloe, bè Jake non gli avrebbe permesso di farle del male, era suo compito proteggere quella ragazza.


















Spazio autrice:


Ecco una mia nuova storia, spero che vi piaccia. So di avere già molte storie in corso ma avevo l' ispirazione ed ho dovuto scrivere, è stato più forte di me. Comunque ci terrei molto a ricevere una recensione per sapere cosa ne pensate. Spero che questo primo capitolo vi sia piaciuto.
Baci baci,
               Bella_92


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Capitolo 2
*** Cap 2 ***


Cap 2
 











 

 

 

 

Jake si diresse verso la periferia di Chicago, la traccia astrale lo aveva condotto fino a lì. Dilatò il suo potere sondando la zona,Lucyfer doveva trovarsi nella villetta in stile vittoriano in fondo alla strada. La raggiunse e bussò leggermente alla porta, quelli della sua specie avevano un protocollo da seguire non potevano certo entrare a casa delle persone senza permesso.
Lucyfer gli venne ad aprire con un sorriso sprezzante dipinto sul bel viso.

- Gabriel quanto tempo .... o dovrei chiamarti Jake? - disse ironico inarcando un sopracciglio con aria di scherno.
- Lucyfer fammi entrare dobbiamo parlare - replicò pacatamente il ragazzo.

Il moro si fece da parte permettendo al suo ospite di varcare la soglia. Si diressero verso l' ampio salotto elegantemente ammobiliato.

- Bella casa, un po' grande per una persona sola però - commentò Jake guardandosi attorno.
- Magari rimarrò solo per poco tempo,chi può dirlo - replicò malizioso Lucyfer.
- Stai lontano da Cloe - lo ammonì il biondo.
- Altrimenti? - replicò aggressivamente Lucyfer.
- Te la vedrai con me -

Il moro scoppiò a ridere sinceramente divertito.

- Con te? Credi davvero che un Rintracciatore possa farmi paura? - domandò con studiata incredulità.
- So bene perchè tra tutti hanno scelto di inviare te, sei il Segugio migliore dell' Altrove ma non ti temo -
- Forse dovresti, angioletto - replicò Lucyfer calcando sarcasticamente sull' ultima parola.
- Te lo ripeto ancora, stai alla larga da Cloe -
- E perchè mai, è una biondina così graziosa e poi sai...credo di piacerle, potrebbe essere divertente passare un po' di tempo con lei - proseguì sorridendo malizioso.

Jake scosse la testa,temeva proprio quel tipo di risposta.I membri dell' Altrove avevano il divieto assoluto di intrecciare relazioni con gli esseri umani,la pena era la perdita dei loro poteri. Suo fratello aveva infranto quella legge molti anni prima ed era stato confinato sulla Terra,costretto ad invecchiare come un mortale qualunque. Jake era convinto che la pena sarebbe stata un deterrente sufficiente a tenere lontano Lucyfer dalla ragazza,ma a quanto sembrava il Segugio era davvero convinto che qualsiasi cosa avrebbe fatto l' avrebbe fatta franca.

- Non credo che il tuo Maestro ti abbia inviato qui solo per questo - disse cercando di cambiare discorso.

Lucyfer si accigliò per un attimo, ma ricompose in fretta la sua maschera di fredda indifferenza.

- No infatti, la mia missione coincide con la tua -
- E immagino che non sarebbe contento se il suo prediletto intrecciasse una relazione con una mortale -
- Oh ma lei non è una mortale, o almeno non lo sarà ancora per molto....non capisco poi perchè ti preoccupi tanto,non è solo per la tua missione,c' è dell' altro....a meno che... -

Lucyfer tacque pensieroso ed espanse il suo potere cercando di sondare la mente del ragazzo che aveva di fronte a sè.

- Ma certo, è così ovvio, lei ti piace. Questo renderà le cose molto più interessanti - ridacchiò soddisfatto.

Jake sentì montare la collera dentro di lui, era una sensazione con cui non si trovava granchè a suo agio e attinse a tutto il suo autocontrollo per mantenersi calmo.

- Ci tengo a lei e la proteggerò a costo della vita - decretò Jake guardando il suo avversario con aria di sfida.
Lucyfer sembrò soppesare con attenzione le sue parole, alla fine sorrise soddisfatto.

- Sarà una caccia insanguinata,ma fantastica per me -



Jake gli voltò le spalle ed uscì sbattendo la porta, era stato uno stupido a pensare di poter ragionare con Lucyfer; in fin dei conti anche se entrambi erano abitanti dell' Altrove appartenevano a due fazioni opposte e non sarebbero mai riusciti a trovare un accordo. Rimontò in macchina e prima di ripartire chiamò suo fratello.

- Michael, sono Gabriel, ho bisogno di vederti il prima possibile -
- Ci sono problemi? -
- Lucyfer è in città -
- Dammi dieci minuti e sono a casa tua -

Jake avviò la macchina e si diresse verso casa, magari Michael sarebbe stato in grado di dargli un buon consiglio.



Nel frattempo Lucyfer riaprì gli occhi e richiuse il contatto mentale che aveva istaurato con l' aura di Gabriel, e così l' angioletto si era rivolto al fratellone,bene era giunto il momento di attingere ai suoi rinforzi.
Chiuse nuovamente gli occhi e si concentrò lasciando che il suo potere vagasse lungo le strade di Chicago fino a raggiungere una mente distante miglia e miglia.



A Las Vegas una ragazza dai lunghi capelli neri,lucidi come le ali di un corvo,ebbe un tremito, qualcuno stava cercando di mettersi in contatto con lei. Chiuse gli occhi color topazio e attese.

- Zephyr, mi senti? -

Una voce fredda e penetrante, ma certo era lui,doveva aspettarselo.

- Lucyfer,sei tu? - domandò lasciando che lo spettro telepatico della sua voce assumesse il tono roco e sensuale dell' originale.
- Sì, ho bisogno che tu mi raggiunga a Chicago -
- Il motivo? -
- Ti spiegherò tutto quando arriverai. Mari's Street 21. Ti aspetto - le disse chiudendo bruscamente la comunicazione.

Zephyr sbuffò,era tipico di Lucyfer pretendere che lei facesse tutta quella strada senza neanche sapere cosa avrebbe dovuto fare. Comunque quando il braccio destro del Maestro ordinava si obbediva,senza discutere.
Tornò sui suoi passi e nel giro di una decina di minuti arrivò nell' appartamentino che aveva affittato,Chicago la stava aspettando.











Spazio autrice:

A tempo di record ecco il secondo capitolo,denso di rivelazioni. Bè spero sia di vostro gradimento.
Baci baci,
              Bella_92


 

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Capitolo 3
*** Cap 3 ***


Cap 3












Gabriel era arrabbiato e probabilmente se non fosse stato un angelo in quel momento si sarebbe messo ad imprecare contro Lucyfer e tutto il Lato Oscuro, ma lui apparteneva alla Luce e se non voleva rischiare di cacciarsi nei guai doveva proprio darsi una calmata.

Chiuse gli occhi e prese qualche respiro profondo, quando ebbe la certezza di essersi calmato varcò la soglia di casa e si diresse in salotto dove, i suoi sensi angelici lo percepivano chiaramente, si trovava suo fratello Michael. Rivederlo fu uno shock come sempre; del giovane diciassettenne dai tratti delicati non c' era rimasto più nulla, davanti a lui c' era un giovane uomo sui trent' anni con il volto che era un mix tra il più androgino degli umani e il più mascolino degli angeli.

- Sembra che tu abbia appena visto un fantasma - disse accogliendolo con il suo solito sorriso sornione, ecco quella era l' unica cosa che non era cambiata dopo la sua Caduta.

- Non sono dell' umore adatto per le battute di spirito - replicò sedendosi accanto al fratello e massaggiandosi le tempie con lenti movimenti circolari.

- Non ti fa bene caricarti così tanto di emozioni forti, Gabe, ti farà perdere il controllo -

- Detto dall' angelo che è Caduto per essersi innamorato di un' umana - replicò sarcastico.

Si rese conto solo in quel momento di quello che aveva appena detto e lanciò un' occhiata al fratello che lo guardava con aria più preoccupata che ferita.

- Scusami Mike, non so cosa mi sia preso -

- Io credo che tu lo sappia benissimo invece -

Aveva ragione, Gabriel sapeva benissimo perchè si stava comportando in quel modo: era tutta colpa di Lucyfer. Quel Segugio aveva l' innata capacità di fargli perdere le staffe, sembrava divertirsi immensamente nel vederlo in crisi e godeva nel farlo soffrire; ovviamente non c' era nulla di strano in tutto questo, in fin dei conti appartenevano alle due fazioni opposte dell' Altrove, ma sembrava che il risentimento che provavano l' uno per l' altro fosse dovuto ad altro, come se fosse causato da qualcosa di personale. Il problema era che Gabriel non aveva la benchè minima idea di quale potesse essere la causa che aveva originato quella rivalità così profonda.

- Stai pensando a lui vero? - domandò Michael scrutandolo con aria assorta.

- Sì, non riesco a capire perchè mi faccia questo effetto, voglio dire, gli altri Segugi non scatenano nessuna reazione violenta in me mentre lui mi fa venire una gran voglia di cancellargli quel suo sorrisetto compiaciuto a suon di pugni -

Strinse furiosamente in pugni e battendo un piede a terra,cercando di sfogare la rabbia in quel gesto infantile.

- Calmati, devi essere lucido per pensare a Cloe - gli disse Michael stringendogli delicatamente una spalla.

Già, Cloe, la biondina che aveva osservato crescere e su cui aveva vegliato giorno e notte. Cloe, la sua bimba. Il pensiero dei suoi occhi che sembravano pezzi di cielo gli riempì la mente e riuscì a spazzare via la rabbia riportando la serenità interiore che contraddistingueva ogni angelo.

- Ecco,così va meglio - approvò Michael avvertendo la tensione del fratello che scemava fino a scomparire del tutto.

- Cosa pensi di fare con Cloe? -

- La terrò il più possibile lontana da Lucyfer, anche a costo di starle continuamente appiccicato -

- Sei sicuro di farlo solo per la missione? - gli chiese osservando la reazione di Gabriel.

Da un po' di tempo aveva l' impressione che il suo fratellino si fosse legato fin troppo a quella ragazza, e questo non andava bene, no decisamente non era una buona cosa. Michael non voleva che suo fratello finisse per fare la sua stessa fine, certo lui aveva trovato il vero amore e se avesse avuto la possibilità di tornare indietro avrebbe rifatto tutto dall' inizio alla fine, ma non era affatto sicuro che Gabriel sarebbe riuscito a sopportare la privazione dei poteri e del volo; si, era soprattutto la mancanza delle ali e della capacità di volare che mancava più di ogni altra cosa a Michael.

Non avrebbe permesso che Gabriel facesse la sua stessa fine, neppure per quella biondina destinata ad avere un futuro decisamente speciale.

- Io....certo che ne sono sicuro - replicò Gabriel consapevole del fatto che non sembrava affatto convinto di quello che stava dicendo.

- Lo spero....lo spero davvero -mormorò Michael.












 

 

 

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Lucyfer camminava avanti e indietro come una pantera in gabbia.

Se c' era una cosa che non sopportava era lo starsene con le mani in mano, il dover aspettare che accadesse qualcosa. Lui era un tipo impulsivo,viveva per l' azione e il dover aspettare che arrivasse Zephyr lo faceva andare ai matti.

Sospirando interruppe la sua folle marcia e si lasciò cadere sul divano in pelle, chiunque al suo posto sarebbe apparso sciatto in una posa del genere, lui invece appariva come un discinto giovane dio della guerra. Lucyfer donava quel tocco di sensuale mistero a qualsiasi situazione, anche la più banale come lo stare sdraiati ad attendere l' arrivo di un ospite. Chiuse gli occhi e dilatò il potere fino a toccare la mente di Zephyr; attraverso i suoi occhi vide che era in viaggio e che sarebbe arrivata a Chicago non prima della mattina seguente. Visibilmente scocciato si alzò e si diresse verso la sua camera, se proprio doveva attendere prima di cominciare la sua missione tanto valeva che impiegasse il suo tempo libero in modo divertente. Osservò per alcuni minuti l' armadio con aria assorta,ogni singolo capo era rigorosamente nero, e alla fine decise per un paio di jeans, una canottiera attillata e la sua inseparabile giacca di pelle; si concesse un' occhiata allo specchio scompigliandosi con la mano i capelli e rendendoli ancora più ribelli del solito: era stupendo. Rivolse un ultimo sorriso allo specchio e raccolse le chiavi della Ferrari, era pronto per uscire.

Dove sarebbe potuto andare? si chiese mentre la Ferrari sotto di lui faceva le fusa come un grosso felino. Un lampo di consapevolezza illuminò il suo sguardo, ma certo: Cloe. Si diede un' ultima occhiata allo specchietto retrovisore, rifletteva in pieno la sua essenza: distruzione,mistero,pericolo e cattiveria, in fin dei conti non si chiamava Lucyfer per niente. Soddisfatto di quello che vedeva partì sgommando, ovviamente sapeva dove abitava Cloe, l' aveva osservata per un paio di giorni stando attento a non farsi notare e, anche se non lo avesse fatto, avrebbe potuto trovarla in un batter d' occhio gli sarebbe bastato seguire la scia scintillante dell' aura della ragazza.

Nel giro di venti minuti era giunto a destinazione,aveva parcheggiato la macchina e aveva suonato il campanello; ora non gli restava che attendere che qualcuno venisse ad aprirgli. Aveva appena fatto in tempo a formulare quel pensiero che la porta si aprì mostrando una donna sulla quarantina che lo fissava con aria incuriosita, doveva essere sua madre considerò Lucyfer prima di sfoderare il più affascinante dei suoi sorrisi.

- Buonasera signora, sono Lucyfer e stavo cercando Cloe, è in casa? - domandò con tono soave.

La donna lo scrutò dall' alto in basso e annuì lentamente, Lucyfer intuì che non dovevano essere molti i bei ragazzi che si presentavano alla sua porta.

- Certo, la vado a chiamare - gli disse recuperando l' uso della parola e lasciandogli la porta aperta.

Si incamminò lungo le scale, era arrivata a metà strada quando si voltò e vide che il ragazzo attendeva sulla soglia della porta.

- Prego caro, accomodati pure Cloe sarà subito da te - lo invitò con un sorriso prima di riprendere a camminare.

Lucyfer sorrise soddisfatto e si diresse verso la piccola sala da pranzo che era stata attrezzata come salotto, a giudicare da quello che vedeva la famiglia del suo angelo non doveva passarsela molto bene. Mentre esaminava le foto che ritraevano Cloe da piccola udì la madre della ragazza trillare con voce allegra.

- Cloe,tesoro, c' è un ragazzo che ti cerca, l' ho fatto accomodare in salotto -

Non riuscì ad udire la risposta della ragazza.

Continuò ad esaminare le foto e un lampo di irritazione illuminò i suoi occhi scuri, in ogni singola fotografia era ritratto anche quel fastidioso rompiscatole di Gabriel. La signora Sunders interruppe il suo inveire mentalmente contro l' angelo.

- Ah, quello è Jake, il migliore amico di Cloe. Sai, si conoscono da quando avevano tre anni -

Lucyfer rimase interdetto per un attimo prima di ricordarsi che Gabriel si faceva chiamare Jake dagli umani anche se non gli era ben chiaro il motivo.

- Sì, ho avuto modo di conoscerlo. Sembra un bravo ragazzo - commentò cercando di mascherare il disprezzo nella sua voce, ma senza riuscirci del tutto.

La signora Sunders ridacchiò divertita e sembrò interpretarla come una manifestazione di gelosia da parte di quel misterioso ragazzo. Bè che la pensasse pure come preferiva, non sarebbe mai stata più lontana di così dalla verità.

Dieci minuti più tardi Cloe fece il suo ingresso, indossava una canottiera nera e degli shorts di jeans, ai piedi dei sandali alla schiava. Era una di quelle ragazze che non avevano bisogno di indossare striminziti e appariscenti vestitini per apparire bellissima, il fatto che non si rendesse conto di quanto lo era,poi, non faceva altro che accrescere il suo fascino agli occhi di Lucyfer.

- Ciao - lo salutò omaggiandolo di un sorriso luminoso.

- Ciao angelo -

La madre si congedò annunciando con una risatina che l' avremmo trovata lì se ne avessimo avuto bisogno.

- Come hai fatto a trovarmi? - domandò incuriosita.

- Non è stato poi così difficile, ho chiesto a Jake - replicò con tono indifferente.

In nome della Tenebra, avrebbe potuto vincere l' Oscar come migliore attore, pensò ridacchiando tra se e se.

Cloe sembrò soddisfatta dalla spiegazione anche se lo scrutava ancora con aria incerta.

- Come mai mi guardi così? Mi sono spuntati corna e forcone? - scherzò Lucyfer.

La ragazza rise e scosse lievemente la testa, per un attimo i capelli color dell' oro sembrarono formarle un' aureola attorno al capo. Non sarebbe mai accaduto, Lucyfer non avrebbe mai permesso che quella ragazza diventasse un angelo, no ci avrebbe pensato lui a farla arrendere alla Tenebra.

- No, è che sei... -

- Incredibilmente affascinante, mozzafiato, strepitoso,stupendo? - le suggerì il ragazzo.

- No...volevo dire che sei l' ultima persona che mi sarei mai aspettata di vedere in casa mia -

- E perchè mai? - chiese con sincero stupore.

- Bè, diciamo che non mi è mai capitato che un ragazzo venisse a trovarmi a casa...bè escludendo Jake ovviamente - aggiunse in fretta e Lucyfer notò che era arrossita e che per qualche strana ragione il rossore che le colorava le guance la rendeva ancora più carina.

- Sul serio? - adesso si che era veramente incredulo,ma non ce li avevano gli occhi questi ragazzi umani?

- Già - confermò Cloe con aria imbarazzata.

- Bè, i ragazzi da queste parti devono essere proprio ciechi, se dalle mie parti ci fosse stato un angelo come te non me lo sarei mai fatto scappare, sarei stato a casa sua tutti i giorni. - replicò con il suo solito sorriso sghembo. In effetti era vero, se tra i Segugi dell' Altrove ci fosse stata una come lei....bè magari sarebbe riuscito a portare a termine la missione e a farla diventare una dei loro.

Cloe arrossì ancora di più, ma un sorriso compiaciuto le comparve sul volto.

- Comunque ero venuto qui per invitarti a cena....sempre se non hai niente altro da fare - aggiunse esitante.

- No, cioè non ho niente da fare e sì, sarei felice di venire a cena con te. Lascia solo che avvisi mia madre - replicò sorridendo radiosa.

- Certo vai pure, io ti aspetto qui -

Cloe sparì in cucina e Lucyfer si lasciò andare ad un' esultanza mentale, dopotutto questo prendersi del tempo libero stava fruttando decisamente bene.

Dopo una manciata di minuti Cloe ricomparve in salotto.

- Ok, possiamo andare -

I ragazzi uscirono in cortile e Cloe rimase a bocca aperta non appena vide la Ferrari.

- Wow, è stupenda -

- Già, la uso per conquistare le belle biondine impressionabili - scherzò Lucyfer.

- Ehi, non sono poi così impressionabile - rise Cloe salendo a bordo.

- Lo so angelo, sei una tipa tosta tu - replicò con aria solenne Lucyfer.

- Non prendermi in giro - disse dandogli uno scherzoso pugno sulla spalla e mettendo su il broncio.

Lucyfer non riuscì a trattenersi dal ridere, era adorabile quando faceva quella faccetta.

- Ok, musetto. Reggiti forte - annunciò mettendo in moto.

Solo mentre sfrecciavano lungo l' asfalto si rese conto di come l' aveva chiamata; erano anni che non chiamava più nessuno Musetto, da quando sua sorella Lysette era morta. Scacciò quei ricordi dolorosi dalla sua mente e si concetrò sulla guida.






                                                 


*******************************************









Gabriel parcheggiò fuori casa di Cloe e suonò il campanello.

- Ehi Jake, come mai da queste parti? - lo salutò allegramente la signora Sunders.

- Sono passato a fare un saluto a Cloe -

- Oh, mi dispiace caro ma non è in casa; è uscita venti minuti fa con un ragazzo molto affascinante - gli confidò con tono da cospiratrice.

- E chi era? -

- Un certo Lucyfer - replicò la signora.

- C' è qualcosa che non va caro? - aggiunse notando che il ragazzo si era rabbuiato.

Gabriel si sforzò di sorridere e la rassicurò - No,nessun problema. Mi saluti Cloe quando torna -

Detto ciò si diresse velocemente verso la macchina e mise in moto. Sintonizzò la sua aura sulla stessa frequenza di quella di Lucyfer e partì.

 















Spazio autrice:

Eccomi qui, dopo un ritardo scandaloso nell' aggiornare, ma ero vittima del tanto odiato e temuto blocco dello scrittore (o nel mio caso della scrittrice xD). Bè spero che questo nuovo capitolo vi piaccia. Fatemi sapere che ne pensate. Al prossimo capitolo (che giuro non tarderà ad arrivare).
Baci baci,

                Bella_92




Nel frattempo vi lascio le foto dei personaggi nominati, mano a mano che compaiono nella storia aggiungerò gli altri.



  Cloe Sunders


  Lucyfer


 Gabriel


  Zephyr



  Michael



































 

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