Non è mai troppo tardi..

di Rejoice96S
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** L'incubo. ***
Capitolo 2: *** Telefonate. ***
Capitolo 3: *** Uno strano biglietto. ***
Capitolo 4: *** Ritorno a Dublino. ***
Capitolo 5: *** E finisce così. ***



Capitolo 1
*** L'incubo. ***


Era tutto buio.
 Solo qualche luce gialla dei fanali delle automobili che sfrecciavano lungo le strade londinesi. Era una notte strana, inquietante. Per niente silenziosa. Non riusciva ad essere tale; i rombi delle auto e i loro clacson, le voci della notte.. Le grida di una donna. Due donne. Correvano lungo la strada di un quartiere piuttosto affollato, inseguite da un uomo che di buono prometteva davvero poco. Aveva una pistola con sé.
 
“Adrienne! Adrienne, muoviti che manca poco!”
“No.. Non ce la faccio, Brittney! Sono ore che scappiamo! Ci ucciderà!”
“Non abbiamo fatto nulla di male! Ti prego, resisti! Tra poco saremo in salvo!”
 
Adie e Britt correvano, veloci come il vento. Fuggivano, senza sapere da chi. Erano la paura, il terrore e l’angoscia che le inseguivano. Non potevano conoscerne il volto. Dopo un altro quarto d’ora passato a scansare gente passante e spari vaganti, giunsero fuori al portone di una casa di periferia. Una casa grigia ed oscura, sia fuori che dentro. Non era il luogo ideale dove cercare un rifugio, ma dovevano accontentarsi. Era il primo posto appartato che avevano trovato.
“Qui, presto! Adie, ce l’abbiamo fatta!” Gridò senza fiato Brittney, cercando di trovare un modo per entrare nel rifugio.
Ci riuscirono. Entrarono e sbarrarono porte e finestre con i mobili di quella casa apparentemente disabitata. Respirarono. Riacquistarono forze ed energie. Finalmente riuscivano di nuovo a riascoltare i loro pensieri e il battito del loro cuore. Avevano ancora paura, sapevano bene che non poteva finire lì. Adrienne prese in fretta il suo cellulare e compose il numero di suo marito. Sapeva che era inutile, li separavano milioni di chilometri, ma voleva provarci lo stesso. Niente. Non rispondeva. Con le lacrime agli occhi, ormai la donna sperava solamente in un segno divino.
 
“Non è mai troppo tardi..” Sussurrò Brittney, che si era accovacciata a terra, ascoltando quello strano silenzio.
Improvvisamente qualcosa violò quella teca di cristallo che si era creata attorno alla casa. Un soffio di brezza glaciale sfiorò i loro visi. Quell’essere senza nome né volto era ritornato. Era proprio dinanzi a loro, avvolto nell’oscurità e con una pistola puntata.
“No.. No! Ti prego, non farlo! Mike, aiuto.. MIKE!!!”
 
Poi ti svegliasti.
 
“Brittney!!” Urlasti, nel cuore della notte. Quelle ultime parole facevano ancora eco nella tua mente. Il tuo cuore batteva a mille, sudavi freddo. Respirasti a fondo cercando di riprendere coscienza il più velocemente possibile. Era solo un sogno. Forse no.
 
“Billie.. Billie svegliati!” Dicesti, scuotendo il tuo amico che dormiva beatamente affianco a te, ignaro di tutto.
“Eh.. Oh.. Che succede? Mike, stai bene?” Chiese, ancora frastornato, ma cosciente che qualcosa non andava bene.
“No! Ho fatto un sogno orribile. Un incubo. Ho paura che.. Che sia qualcosa di più che una fantasia della mia mente!”

 


Angolo dell'autrice:
Non so come sono riuscita a scrivere questo primo capitolo, è parecchio inquietante! Però tranquilli, nei prossimi capitoli non ci sarà tutta questa drammaricità...
Beh, che posso dirvi,spero che questo capitolo vi sia piaciuto, anche se i prossimi saranno più belli.. Recensite, grazie a tutti! =)

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Capitolo 2
*** Telefonate. ***


“Cosa?! No. Non ci credo, ripetimelo ancora una volta!” Esclamò Billie sconvolto, dopo aver ascoltato il tuo sogno.
“Te lo ripeto per l’ultima volta: nel mio sogno c’erano Brittney e Adrienne che scappavano da.. da.. da uno uomo, non so chi. E ad un certo punto Adie prova a chiamarti, ma tu non rispondi e Britt urla il mio nome.. Poi mi sono svegliato.” Raccontasti, ancora scosso, con la voce tremante.
“Andiamo, non preoccuparti. Le ragazze sono a Londra per un week-end al femminile.. Ma sono sicuro che stanno alla grande! E’ solo suggestione, la tua! Se non vedi la tua bionda per un po’ vai in crisi!” Ti rispose con un aria noncurante.
“Ti prego, credimi! Allora.. Controlla sul tuo cellulare se c’è una chiamata persa di Adrienne.”
“Va bene, va bene.. Oh. Ci sono due chiamate perse. Una di Adrienne e una di.. Toh, guarda chi si rivede! Bono! Te lo ricordi? Ah, gli U2! Che fantastici ragazzi..” Dichiarò Billie con gli occhi sognanti, ricordando le avventure passate con gli Irlandesi.
“Ti sembra il momento di ricordare l’Irlanda?! Ci penseremo dopo a Bono! Hai visto che tua moglie ti ha chiamato?” Stavi sfuriando sempre più, e un senso di protezione e preoccupazione cresceva e cresceva.
“Okkei la chiamo.. Però dopo chiamo anche Paul.” Sottolineò il nano. “Che strano.. Adie non risponde.”
“Bill, io non mi sento sicuro. C’è qualcosa che non va, me lo sento.”
“Ce la metti tutta a farmi preoccupare eh? Dai, fatti dare un abbraccio, poi vediamo cosa fare.”
 
Billie ti strinse forte tra le sue braccia, trasmettendoti tutto il suo calore.
Anche tu lo abbracciasti. M anella tua stretta non c’era conforto, bensì ansia, preoccupazione, paura.. Ma anche amore. Non esisteva persona che ri volesse più bene, che ti capisse. Nonostante tuto, riuscisti a ritornare sui tuoi passi e a capire di nuovo come girava il mondo.
 
*DRIIIN DRIIIN*
 
Sussultasti. “Rispondi, potrebbe essere Brittney!”
“Subito! Ah, no.. E’ Bono! Pronto..?”
“Ehi, Americani! Come và lì?” Una voce squillante con un deciso accento irlandese stava parlando dall’altra parte del mondo.
“Beh, a dir la verità và un po’ maluccio.. Comunque, voi Irlandesi, invece?” Rispose Billie, cercando di non far trapelare la situazione che tu e lui stavate vivendo.
“Oh, se disturbo allora..”
“Nono... Figurati! Dimmi tutto!”
“Beh, anche qui non va benissimo! Questa notte Larry ha fatto un sogno terribile e crede che sia successo qualcosa di brutto ad Ann, Morleigh e ad Alison.”
“Un.. Un sogno?” Domandasti afferrando il cellulare del tuo amico. “Anche io ho fatto un uomo sconosciuto e alla fine cercano di contattarvi?”
“Ehi, ciao Mikey! Comunque sì.. Perché, hai fatto lo stesso ed identico sogno?” Chiese il frontman degli U2.
“Sì.. Il fatto strano è che Adrienne e Brittney sono veramente a Londra!”
“Anche Alison, Morleigh e Ann sono lì, per una vacanza... Senti, Larry e The Edge sono preoccupatissimi. Vogliono andare a Londra, ora!”
“Ed è quello che faremo anche noi! Facciamo così, visto che qui solo a stento le quattro di notte mentre lì a Dublino è quasi mezzogiorno, facciamo che tra quattro – cinque ore ci vediamo all’aeroporto londinese.. Ok?” Organizzò Billie con tono esperto.
 
Riattaccò, senza nemmeno salutare, buttò per aria le coperte dove vi eri caldamente avvolto, e ti scaraventò fuori dal letto, nonostante fosti in mutande. Così, seppur infreddolito come un pinguino, ti vestisti, prendesti una paio di caffè al volo e ti avventasti al posto guida della tua auto, con un Billie Joe Armstrong vestito con indumenti tuoi e con i capelli spettinati e arruffati come un leone che non ha mai visto un pettine.
Non è mai troppo tardi per salvare l’amore di una vita.


Angolo dell'autrice:
Beh, in questo capitolo è evidente che prevalgono i dialoghi.. L'ho fatto per accelerare la storia e per non restare in quel clima di inquietudine del primo capitolo (nessun infarto? :D) Ora subentrano anche le figure degli U2, che saranno fondamentali per lo sviluppo degli altri capitoli. Basta, non voglio dirvi nient'altro e non voglio scocciarvi, spero solo che questo secondo capitolo sia piaciuto! Accettasi recensioni xD

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Capitolo 3
*** Uno strano biglietto. ***


In circa cinque ore arrivasti, insieme al tuo migliore amico, all’aeroporto di Londra. Per la furia e l’ansia di rivedere tua moglie non ti accorgesti nemmeno di non aver portato con te una borsa, un qualcosa con abiti di ricambio, soldi.. Insomma, il minimo indispensabile.
Appena sbarcato dall’aereo, intravedesti Bono, Larry e The Edge che vi aspettavano. Senza esitazioni, Billie afferrò il tuo braccio e ti trascinò dai tre irlandesi. Vi salutaste e abbracciaste calorosamente come vecchi amici che non si vedevano da tempo quali eravate.
 
“Ragazzi! Finalmente siete arrivati! Da quanto tempo non ci vediamo eh?” Disse il chitarrista degli U2 abbracciandoti. “ Mica bevi ancora così tanti caffè?”
“Non ti preoccupare, lo controllo io il tipino qui presente..” Sorrise Billie scherzando. “E’ davvero passato tanto tempo... Sarebbe stato più bello incontrarci senza questo problema, però..”
“Beh, intanto pensiamo a risolverlo, poi vedremo di riorganizzarci per una scampagnata in campagna ok? Sono davvero sottosopra..” Aggiunse Larry con un tono che trasmetteva calore e freddo contemporaneamente. Era davvero felice di rivedere te e BJ, però la paura lo bloccava.
“A proposito.. Dov’è Trè?” Domandò Bono, che fino a quel momento aveva ascoltato in silenzio.
“Abbiamo provato a chiamarlo, ma non risponde.. Proveremo a vedere se più tardi ci raggiunge.”  Rispondesti. “E.. Adam?” Anche tu avevi notato che mancava qualcuno all’appello.
“Ehm.. Non c’è- Anche lui non si è fatto vivo. Bah..” Sorrise sornione Edge.
 
Dopo vari chiarimenti, chiacchiere sul vostro rispettivo lavoro musicale e spiegazioni su quello strano sogno, vi dirigeste verso il centro della città, decisi a iniziare le ricerche da lì.
 
“Nel sogno c’era una strada molto frequentata. Sarà difficile trovarla!” Eri un po’ scettico riguardo ciò.
“Guardate, non sembra proprio questa qui?” Chiese Larry indicando con il dito una strada dal nome alquanto bizzarro.
Era proprio la strada giusta! Ogni minimo particolare combaciava alla via del sogno! Il punto in cui Adrienne si era fermata, i lampioni della luce, tutta quella gente.. Tutto corrispondeva, tranne per il fatto che le donne non c’erano.
“Andiamo fino in fondo, magari troviamo qualcosa di utile.” Propose Billie, cercando di impersonare un abile detective.
 
Camminasti, camminasti e camminasti, senza fermarti, senza ascoltare la tua mente che diceva di fare una pausa, ma seguendo la strada che ti suggeriva il cuore.
“Mike, è un’ora che andiamo avanti così.. Fermiamoci un po’, siamo tutti sfiniti!” Ti suggerì The Edge.
“Va bene, però dopo cerchiamo almeno di trovare quella casa!”
“Ok” Annuì Bono, dandoti un amichevole pacca sulla spalla.
Vi appoggiaste  esausti ad un muretto pieno zeppo di muschio e murales, che affacciava al Tamigi. Non sembrava una zona molto frequentata, era una di quelle classiche vie di periferia di Londra.
“Ma quanto diavolo abbiamo camminato?” Urlò il tuo nano sfiacchito.
“Mah, a occhio e croce dire quattro chilometri e mezzo..” Calcolò il chitarrista irlandese con una velocità impressionante.
“Senti, Einstein.. Pensa a riprendere fiato che tra una decina di minuti ripartiamo alla ricerca della ca..” Larry improvvisamente si zittì.
“Che c’è, perché ti sei ammutolito di colpo? Hai visto un fantasma?” Scherzasti. Poi capisti anche tu. “Qu.. Quella..”  Sì. Era proprio lei. La casa dove tutto stava per finire.
“Guarda, c’è un biglietto appeso alla porta! Dice.. ‘Non è mai troppo tardi per una caccia al tesoro. E’ stato un lungo viaggio, ma gli Americani devono seguire gli Irlandesi nel loro luogo d’origine. Non è ancora tempo di arrendersi, ci sono persone che vogliono vedervi.’ Che vorrà dire?” Lesse Bono.


Angolo dell'autrice:
Non so che dire, non posso dire niente altrimenti rivelo parte del prossimo capitolo... Questa volta la suspance è al massimo, diventerò odiosa se continuo così xD
Buona lettura, commentate! :D

 

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Capitolo 4
*** Ritorno a Dublino. ***


“Genio, non è un messaggio criptato.. E’ chiaro che è stato scritto per noi! Mi sa che dobbiamo ritornare a Dublino.. Subito!” Dileggiò il batterista rivolgendosi all’amico occhialuto.
La situazione era questa: tu e Larry avevate fatto un incubo che coinvolgeva un po’ tutti, eccetto Adam e Trè. La stranezza era che ogni particolare del sogno stava avverandosi.
 
“Bene, ora.. Con la stessa velocità con cui siamo arrivati fin qui, prendiamo l’aereo e andiamo in Irlanda, ok?” Ordinasti freddamente. Non ce la facevi più a sopportare tutto ciò. Poteva anche trattarsi di una burla, ma dovevi rivedere Brittney al più presto.
“Ma, ma.. Dobbiamo ritornare a casa?” Balbettò Dave, deluso. Voleva scattare ancora qualche foto di Londra per pubblicarla poi su Twitter. Durante tutto il tour degli U2 infatti, passò più tempo a fotografare che a provare.
“Forza, posa quell’aggeggio e andiamo all’aeroporto. Sapete, non ho mai visto Dublino se non prima di qualche concerto.” Disse Billie allegramente.
“Così, presero il primo aereo diretto a Dublino, si imbarcarono e, in un’oretta, arrivarono a destinazione. Il tempo non era il massimo, stava quasi per piovere, ma andava bene così.
“Bene, siamo qui.. E ora?” Domandasti con non poca perplessità.
“Ehm..” Mugolarono in coro gli U2.
“Va beh.. Almeno lasciatemi chiamare un attimo Adam, magari ci può dare qualche consiglio.” Suggerì Bono. “Sssssh, fate silenzio!” Sta squillando!”
“Pronto?” Una voce alquanto goffa rispose al cellulare.
“Pronto sono io.. Ma che diamine hai combinato alla voce?!”
“Niente.. Gnam.. Sto solamente mangiando un cornetto al cioccolato.”
“Ingoia subito, e stammi a sentire: dove sei ora?”
“Dietro di te!”
“Non scherzare, bassista dei miei stivali! Dico seriamente!”
“Ma è vero! Giratevi, voialtri. Sono nella caffetteria dell’aeroporto, insieme a Trè! Ah, dice che vi saluta e vi manda un bacio!” Rispose Adam.
“Cooooosa?! Trè è qui?! Perché non ci ha detto niente?!” Urlasti.
“Gnam.. Hai idea di quanto costi una chiamata internazionale?” Rispose tranquillamente Trè afferrando il cellulare dell’amico. “Comunque.. Venite qui e spiegateci tutto, così vi prendete anche un caffè. Soprattutto tu, Mikey!” E riattaccò.
 
Senza la più pallida idea su come quei due fossero lì, proprio in quel momento, vi avviaste verso la caffetteria. Prendeste qualche sedia e vi sedeste affianco ai due perdigiorno.
“Si può sapere cosa vi passa per la testa?” Li rimproverò Larry, sorseggiando un buon cappuccino.
“E va bene, ci avete scoperti. Volevamo organizzare una festa a sorpresa con voi, visto che qualche settimana fa era il compleanno del signor Armstrong.” Confessò Trè.
“Oh.. Insomma! Perché volete farmi sentire più vecchio? Ho quarant’anni.. Embè?” Disse Billie.
“Guarda che noi siamo al di sopra dei cinquanta! Quindi, per piacere, taci.” Sorrise The Edge, molto educatamente.
“Va bene va bene va bene.. Passiamo ai fatti!” Interruppe bruscamente Larry, visto che anche lui odiava l’argomento ‘vecchiaia’. Gli spiegò tutta la situazione, nei minimi particolari. Dal sogno in comune al biglietto rinvenuto a Londra.
“Uhm, è tutto molto strano.. Non può essere una semplice coincidenza! ‘ Gli Americani devono seguire gli Irlandesi nel loro luogo d’origine’ avete detto eh? Ma certo! Il Mount Temple School! E’ da lì che è iniziato tutto!” Gridò Adam.
“Giusto! Ma.. E’ domenica, sarà chiuso..” Sottolineò Dave scoraggiandosi.
“Mah, tentar non nuoce!” Aggiungesti con gli occhi che ti brillavano, ad indicare la ritrovata speranza.
“Forza! Tutti in macchina! Io e Adam avanti e voi dietro!” Saltellò Trè.
“Come?! In cinque sui sedili posteriori di una minuscola Trebant? Ti sei rincretinito?” Gli urlasti.
“Oh, dettagli.. Muoviamoci che non abbiamo molto tempo!” Spicciò Bono.
 
Ebbene, non si sa come, riusciste ad entrare in macchina. Vi avviaste. Adam guidava. Trè vi ammirava compiaciuto mentre eravate stretti come sardine.
“Non riesco a vedere dove andiamo!” Gemette Billie.
“Non ce n’è bisogno. Che c’è, non ti fidi di come guido?” Chiese scherzoso Adam.
“Mica tanto..” Rispose The Edge.
“Sempre meglio di Bono.”
“Adam, ti ho sentito! Ritira subito quello che hai detto, altrimenti...” Minacciò l’accusato.
“Altrimenti cosa? Mi fai il solletico? Comunque.. Siamo arrivati. Ecco il cancello della scuola.” Concluse rapidamente il bassista mentre apriva le portiere dell’auto per liberarvi da quella prigione con le ruote.
 
Entraste, lentamente. Gli U2, assaporando ogni ricordo. Voi Green Day, ammirando ogni bellezza.
“Ehi, ma quelle lì sono..” Esclamasti meravigliato. Non te l’aspettavi. Per niente. Rimanesti senza parole e con una lacrima di gioia che ti rigava il viso.



Angolo dell'autrice:
Ebbene, anche questa fanfiction sta per finire.. Il prossimo sarà l'ultimo capitolo. Spero che vi piaccia e, mi raccomando.. RECENSITE!!! :D

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Capitolo 5
*** E finisce così. ***


“Non ve l’aspettavate, neh?” Chiese ridente Trè.
No. Non te lo aspettavi proprio. Dopo un lungo viaggio, una ‘caccia a tesoro’, quattro chiacchiere  con dei buoni amici, non ti saresti mai immaginato che tutto sarebbe finito qui. La scuola era chiusa e, di fronte all’ingresso dell’edificio, vi era allestito un vecchio palco.
 
“Ma.. Ma.. Quello è il palco dove ci siamo esibiti per la prima volta!” Esclamò Dave Evans, visibilmente commosso. I suoi occhi azzurri erano lucidi, la sua voce tremava.
Proprio così. Quel minuscolo spazio adibito a far suonare gli studenti della scuola era proprio lì, dove gli U2 ricordavano perfettamente. Quante sensazioni, quante emozioni, quanti ricordi.
“Ti ricordi che è qui che ci siamo incontrati?” Domandò una voce molto familiare a Bono.
“Oh, ma sei tu! Ali, che fine avevi fatto? Come hai fatto ad arrivare qui? Ma tu non eri a Lon.. Ehm.. Ovvio che ricordo..” Arrossì.
“Sono sempre stata qui! Anzi, siamo.. Ci sono anche Ann, Morleight, Brittney ed Adrienne!” Ragazze, la sorpresa è fatta. Potete uscire!”
“Ma allora era tutto un piano organizzato da voi?”! Si stupì il nano.
“Ebbene sì.. Cosa credete, che le donne siano capaci solamente di cucinare?” Dichiarò la moglie di Edge. “Visto che voi non vi decidevate a incontrarvi, abbiamo organizzato tutto noi. Inoltre, ora ne approfittiamo per festeggiare Billie!”
“Hai una mente diabolica.. Ti amo.” Sussurrasti con le lacrime agli occhi alla tua Brittney. L’abbracciasti forte, fortissimo e la baciasti come se fosse stato l’ultimo bacio della tua vita.
Tutti gli altri ragazzi, vedendoti compiere il primo passo con la cosa più dolce e romantica che ci possa essere, decisero di imitarti. Tutti, tranne Trè e Adam naturalmente.
“Ehm.. E noi?” Domandò Adam imbarazzato dalla vista di cinque coppie innamorate.
“Noi, beh.. Oh, abbracciami, amico mio!”£ Rispose amorevolmente il batterista.
 
L’atmosfera si riscaldò, tutto acquistò un retrogusto misto a dolcezza e serenità. Il vostro cuore non parlava più di ansia, preoccupazione, paura. Solo amore e felicità.
“Però, una curiosità.. MA voi, come vi conoscete?” Chiese Larry, stringendo a sé Ann.
“In realtà abbiamo conosciuto Adrienne e Brittney solamente questa mattina. Tutta questa vostra faccenda del sogno, Londra, il ritorno a Dublino.. E’ tutta opera di qui due!” Rispose la donna, puntando il dito verso Clayton e Cool.
“A dirla tutta, noi avevamo un altro piano. Poi è subentrata questa faccenda dell’incubo in comune e vi abbiamo seguito cercando di portarvi qui. Come cavolo avete fatto a sognare le stesse cose?” Replicò Trè rivolgendosi a Larry e a te.
“Mah. Forse.. Forse è l’amore..” Rispondeste in corso tu e il batterista biondo.
“Bene. Ora.. Ecco, voi siete sette musicisti. Noi cinque mogli di musicisti. Lì c’è un palco. Qualche idea?” Sorrise Adrienne.
“Uhmmm.. Birra!! Andiamo a berci una bella birra irlandese!” Suggerì gioioso Trè.
“Idiota, prendi le bacchette, andiamo a suonare qualcosa!” Lo riprese Billie, dandogli uno schiaffetto amichevole sulla nuca.
 
Così, prendeste gli strumenti che le donne avevano nascosto accuratamente dietro il palco e iniziaste a suonare. Bono, The Edge, Adam e Larry. All I Want Is You. Tu, Billie e Trè. Last Night On Earth.
 
You say you want
Diamonds on a ring of gold
Your story to remain untold
Your love not to grow cold
All the promises we break
From the cradle to the grave
When all I want is you

 
With every breath that I am worth
Here on earth
I'm sending all my love to you
So if you dare to second guess
you can rest assured
That all my love's for you



Poi decideste di provare a suonare ognuno una canzone dell’altro gruppo. Gli U2 si cimentarono in una Church On Sunday, dopodiché a voi toccò Out Of Control. Niente da dire, le versioni originali erano sempre e comunque le migliori. Infine, decideste di concludere lo spettacolo dedicato alle vostre donne con The Saints Are Coming.

A drowning sorrow floods the deepest grief,
how long now?
Until the weather change condemns belief,
how long now?
And once was mainly coincidence believe,
What’s wrong now?
The saints are coming, the saints are coming
I say no matter how I try, I realise there’s no reply
The saints are coming, the saints are coming
I say no matter how I try, I realise there’s no reply
I say no matter how I try, I realise there’s no reply
I say no matter how I try, I realise there’s no reply


“Wow, ci voleva proprio una bella suonata!” Echeggiasti ancora con il basso tra le mani.
“Già, però ora una Guinness non ce la toglie nessuno! Non è vero, signore?” Domandò The Edge da buon gentleman quale era.
“Ovviamente! Non è mai troppo tardi per una birra!” Rispose Morleight.
Lasciaste il Mount Temple School. Vi dirigeste verso un buon vecchio pub irlandese. Parlaste, raccontaste, vi divertiste. Questa è la vera amicizia. Non è mai troppo tardi per stare insieme.

Non è mai troppo tardi per amare.
Non è mai troppo tardi per aver paura di perdere l’amore.
Non è mai troppo tardi per ritrovare dei vecchi amici.
Non è mai troppo tardi per un po’ di musica.
Non è mai troppo tardi per un’amicizia. 

Angolo dell'autrice:
E così finisce questa storia, non ho che da dirvi. Spero solo che vi sia piaciuto il racconto, che vi sia piaciuto il mio stile.
Se sì, potrò scoprirlo solo dalle recensioni. =)

 

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