Alex On The Spot

di _Willenna_
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Un prologo da brivido. ***
Capitolo 2: *** Capitolo 1. ***
Capitolo 3: *** Capitolo 2. ***
Capitolo 4: *** Capitolo 3. ***
Capitolo 5: *** Capitolo 4. ***
Capitolo 6: *** Capitolo 5. ***
Capitolo 7: *** Capitolo 6. ***



Capitolo 1
*** Un prologo da brivido. ***


Vorrei cominciare con il dire che questa storia è stata scritta ed eliminata più volte, ma sono arrivata alla conclusione, che se non la finisco sarei capace anche di suicidarmi. 

Punto 1. Ho cambiato il narratore, da personale ad impersonale, il che rende tutto più fico e fa un altro effetto.
Punto 2. Ho corretto eventuali errori, ma qualcuno mi sarà comunque sfuggito.
Punto 3. Avevo scritto questa storia con la mia, ex-migliore amica che io reputo ancora speciale e spero che legga questo prologo e soprattutto questa storia, perchè Alex è lei.
Punto 4. Sono più motivata a finirla e spero la recensirete in molti. So che ce ne sono di recensione, ma sono "basate" sui vecchi capitoli, il succo è quello ma mi sono fatta un mazzo per cambiare le cose principali e modo di scrivere che spero voi riconosciate :))

Direi che non c'è altro da dire...se non che Alex è Mila Kunis (se riuscirò a postare la foto dove ci sono i miei personaggi principali tutti insieme appassionatamente, allora mi farete santa) e la piccola Lilo è una bimba presa a caso su We Heart it che si è gentilmente prestata per farmi da prestavolto.

Grazie mille a tutti e Buona Lettura, carote :3
_Willenna_

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Capitolo 2
*** Capitolo 1. ***


Ad Alex, che è sempre rimasta nel mio cuore e sempre ci rimarrà.

“Maaaaaaaaaaaamma, Mamma! E’ il tuo compleanno! Svegliati, mamma?! Guarda che mi arrabbio! Mamma!” –Lilo, bambina di appena cinque anni, urlava come una forsennata, saltando sul letto della madre -“ Perché non ti svegli? E dai, Mamma!”-continuava a gridare la piccola.

Con voce ancora impastata dal sonno la madre, scivolò dal letto senza neanche rendersene conto. Risate incontrollate, uscivano da quella bimba peggio di qualsiasi cosa: Si fermò subito dopo per raggomitolarsi sul letto; I sui capelli neri come la pece incorniciavano quel viso olivastro e perfetto. La sue minuscole labbra si contorcevano ogni due o tre secondi e i suoi occhi verdi roteavano, come se volevano nascondere alla madre qualche cosa.

“Lilo?” – La richiamò- “Devi forse dirmi qualche cosa?”-Lei aggrottò la fronte, ma prima di poter sparare qualsiasi bugia sputò fuori tutto dicendo: “Papà ha chiamato. Ha detto che voleva parlarti e che lui, insieme agli zii saranno qui tra un’ora. Ho provato a dirgli che tu dormivi, ma ha detto che doveva parlarti e che era urgente”

Alex, la madre, respirò a fondo e mentre si punzecchiava un polpastrello del dito medio, sorrise amaramente. Lilo, invece scoppiò a piangere: Alex non aveva mai vietato di far vedere Lilo A Liam, ma non accettava che lui venisse in casa sua con la sua “Stupida” banda di amici.

“Lilo, non piangere, amore!” – Le disse mentre l’abbracciava- “ Tranquilla. Vorrà dire, che dovremmo prepararci, no? In più, oggi la mamma non lavora! Yeeee!” – Finii imitando un’esultazione felice.

“Va Bene” – Rispose  lei tirando su con il naso, poi aggiunse- “Comunque, buon Compleanno” – e subito dopo, sparii in camera sua a mettere in ordine. Per avere solo cinque anni era davvero molto ordinata e precisa.

Alex si portò il cuscino davanti alla faccia e scacciò fuori un urlo, che però fu represso dalle soffici piume dello “Scalda faccia” – Come lo chiamava Lilo.
Sbuffò sonoramente, facendo uscire da quello sbuffo tutto il nervoso possibile e mentre faceva il letto, si spogliò.

Una donna di appena ventisette anni, con capelli tinti più volte di un nero pece e delle lenti a contatto colorate di celeste finto, che si odia fino a non mangiare per giorni non è il massimo.
Alex fuma, beve, si incazza velocemente, soffre di emicrania, pesa 52 Kg, ed è alta 1.68.Le piacciono i suoi fianchi: Ne grandi , né piccoli; perfetti. E’ Italiana. Già, il nome non lo farebbe pensare, ma l’ha cambiato: si chiama Beatrice Sarastemi e arriva da Roma. Ora vive a Londra e dirige il nuovo successo di: “A Wonderful Love” con Lea Michele, Angelina Jolie, Cameron Diaz e Ashley Tisdale. Ha formato lei il cast, ricco di nascenti stelle e begli uomini. Soffre d’abbandono, ma  Malox, Oky e Aspirine levano tutto, o almeno è così che lei crede.

Dopo una leggera svista alla sua vita, prese un paio di jeans neri, molto stretti e ci abbinò una canotta nera, lunga anch’essa molto stretta. Si infilò i suoi stivaletti bassi neri firmati Prada e con una giacca rigorosamente di pelle nera, andò in bagno dove vi rimase per circa un’ora. Finito il suo rito, ammiccò davanti allo specchio e scese giù, dove trovò Lilo con un vestitino blu e dei pantacollant sotto. Indossava delle mini-converse e degli occhiali neri. Quella bambina era un vero e proprio mito.

“Ha richiamato papà” –dichiarò sedendosi sul bracciolo del divano. “E cosa ha detto?” – le rispose la madre, sbuffando- “Che lui e gli zii sono in anticipo e che sono qui fuori. Mi ha detto se gli aprivo, ma ho detto che aspettavo la mamma” – “Che brava mia figlia” –“Allora, apro mamma?” – Chiese subito dopo lei, esitante. “Certo, tesoro!” – le rispose la madre, fingendo entusiasmo.

Davanti alle due piccole donne  Liam, Louis, Harry, Niall e Zayn sorridevano come cretini, mostrando in bella vista denti e quant’altro.

“Amore di papà!” –disse Liam, prima di aprire le braccia verso di Lilo che gli corse in contro e se lo sbaciucchiò tutto.

“Ciao Alex!” – urlò con entusiasmo Zayn. “Ciao, ZEIYEN” – rispose la mora, sospirando.

“ Mi chiamo Zayn.” – sibillò lui di tutta risposta.

“'mora.” –sostenziò solo Niall, più freddo che mai.

Gli altri due la salutarono con un accenno di dita, che la ragazza non si preoccupò di ricambiare.
“Accomodatevi pure sul divano” – disse a denti stretti, mentre chiudeva la porta e vedeva entrare Liam che neanche la salutò.

Roteò gli occhi e si avviaò in salone, dove tutti erano seduti. La casa della ragazza era moderna, bianca e nera, fornita di otto diverse stanze ed ognuna composta da letto, armadio, tv al plasma e qualche sfizio diverso come vasca idromassaggio, piscina privata o banconi degli alcolici.

“Allora”- disse Liam- “ Siamo qui, per chiederti una cosa” – “Cioè?” – rispose Alexandra, mentre si appoggiava al muro, con nonchalance. –“ Vorremmo portare Lilo a trascorrere le vacanze
estive a casa di Danielle, in Irlanda, e volevamo chiedere il tuo consenso”- disse Louis, sorridendo nervoso.

La ventisettenne scoppiò a ridergli in faccia e subito dopo aggiunse un “No" secco. In quel momento, Liam sbottò con un: “Senti, lo so che sei sempre arrabbiata e non mi interessa. E’ anche mia figlia e voglio vederla. In più potrebbe respirare aria buona, invece di quella del tuo fumare, no?”

“No. Lilo non verrà con te, per il seguente motivo: Io e il mio produttore abbiamo programmato una vacanza in Nuova Zelanda dove finirò di girare una parte del film mentre ci godremmo quei paesaggi stupendi. Quindi, sei arrivato tardi. Lei rimane con me. Come d’accordo a te spettano le vacanze di Natale e di Capodanno, in più i Week-end. Ma l’estate è off/limits. Chiaro, Payne?” –Da lì, partì una litigata isterica dei due che si concluse con il peggior quarto d’ora del compleanno di Alexandra. Se ne andarono tutti, l’unico che rimase a fare compagnia alla mora fù Harry che si sedette meglio sul divano per poi mettersi Lilo sulle ginocchia e guardare intensamente quegli occhi celeste finto. In tutta risposta, la mora lo ignorò, facendosi cadere su quel gelido divano bianco di pelle per poi accendersi una sigaretta.

“Mi spiace”- disse tutto d’un tratto- “ Non volevo che Lilo vedesse Liam in questo stato” – e subito dopo diede un buffetto alla piccola , che ancora spaventata fissava Harry.

“Ultimamente è strano. Non dorme la notte, non mangia, non canta, non vuole fare niente. Solo stare con Lilo.” – “Beh, poteva farsi un esame di coscienza prima di venire a casa mia e insultarmi di nuovo, il giorno del mio compleanno, davanti a mia figlia ed ai suoi amichetti. “ – rispose Alex, prima di buttare fuori il fumo.

“E’ inutile che ti dica Buon Compleanno. Non è più ‘buono’ o ‘bello’ , ma se sei d’accordo potrei…ecco io potrei rimediare. Insomma, se sei libera io, te e Lilo potremmo prenderci un bel gelato. Che ne dici?!” domandò lui, annaspando mentre balbettava qualche parola in più.

“Grazie, ma…passo. Potrebbero pensare male. Non vorrei che Liam ti rimproverasse perché sei uscito con la sua stupida e pazza psicopatica ex-moglie!” – e subito dopo fece cenno a Lilo di andare di sopra, e lei come un soldatino eseguì senza fiatare.

“Devi smetterla di preoccuparti di Liam.” – “Ma io, non mi preoccupo di lui. Ci rimetteresti tu e gli altri potrebbero seriamente odiarti. Harry, vai a casa. Fatti una diciottenne con un bel culo e delle tette mozzafiato. Non ha senso che rimani qui, a stare con me"-sospirò la ragazza, accavallando le gambe.

"Invece si. Questa sera, io e te. Se non vuoi Lilo, puoi lasciarla da Liam in maniera che si calmi. Non accetto un 'no' come risposta."- disse prima di alzarsi e di andare verso la porta.

"Io..."

"A stasera" - e prima di uscire le lanciò uno sguardo che la fece rabbrividire..

#Spero vi sia piaciuto :DD Come ho già detto, questo capitolo mi ricorda troppo la mia migliore amica, perciò lo dedico a lei. 
Se recensite, mi fate un groooosso regalo :D

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Capitolo 3
*** Capitolo 2. ***


Questo capitolo lo dedico a Sara, mia migliore amica e uno dei miei primi personaggi della mia prima storia.

Erano si e no le 17.00 p.m e due figure una sopra l’altra se ne stavano spaparanzate sul divano a guardare i cartoni, fino a quando una non prese a smanettare l’i-phone e proprio in quel momento il telefono trillò.

“Ti passo a prendere alle 20.00, Liam passerà da te alle 17.15 per prendere Lilo: Dorme da lui. Come ho già detto, non voglio ‘no’.  Xoxo Harry” 

La figura che ora si riusciva a distinguere, cinse per la vita l’altra, notoriamente più bassa e la trascinò con  forza al piano superiore. La gettò sul letto e gridò un: -“ Prepara la borsa! Tuo papà sarà qui a minuti, sacco di patate!” -la piccola, che scuoteva la testa in segno di disappunto, si fece convincere con qualche caramella Haribo ed in meno di dieci minuti entrambe le due ragazze erano davanti la porta dove un  Liam appoggiato allo stipite con la mano, completo di aria da duro, le aspettava. Alex sbuffò e senza guardarlo in faccia, si abbassò per baciare le guance della  piccola, che ricambiò velocemente.
Nel contempo in cui, la mora, realizzò che Liam la fissava, decise di optare per ignorarlo e di chiudere la porta: pessima mossa.
Lui la  bloccò con il piede ed entrando si ‘avvinghiò’ a lei, senza pudore per Lilo, baciandola forzatamente. La giovane donna non capii subito, cosa stesse succedendo, così quando si riprese dallo stato di ipnosi in cui era magicamente caduta, spinse via l’uomo e si pulì la bocca con la manica della giacca. Lilo, si nascose dietro la grande porta e Liam aprì la  bocca: “Scusa.” – disse solo, poi prese Lilo e si avviò verso l’uscita dello stretto giardino, ma la donna  lo richiamò: “LIAM!” – “Si?” – urlò lui prontamente.
“Cosa vuoi, ancora da me?” – domandò, a singhiozzi la ragazza, prima di scoppiare in un pianto isterico- “Ti ho dato tutto. Non mi hai mai amata. Cosa vuoi ancora, cosa?” – e subito dopo si accasciò a terra, moralmente distrutta. Non aveva forza per urlare. Si sentiva l’ultima ruota. L’ultima persona. L’ultima. “Beatrice, ti prego..” – la riprese lui, mentre si avvicinava- “Mi dispiace, non ci so più con la testa. Sto impazzendo...Beatrice, guardami” – “Non chiamarmi Beatrice. Sono Alex.” – “No, invece! Non lo sei. Tu sei Beatrice, quella che ho sposato. Io ho sposato Beatrice, non Alex” – “No! Tu hai sposato entrambe. Ma, la parte di cui ti sei innamorato è morta. Ora c’è questa.”- “Non, è vero” – gridò lui, mentre la faceva alzare. Guardandola negli occhi, le accarezzò quelle guance una volta olivastre e diventate rosee, troppo finte. Troppo holliwoodiane.-“Guarda come ci hai ridotto, Liam. Io e Lilo a vivere sole, sta crescendo senza un padre e so che vuoi vederla, ma non è così facile.” –“ Lo so, ma io non voglio vedere solo Lilo. Io voglio vedere anche te.” –“Che cazzo ti prende Liam? Tu mi ODI” – “I-io…non ne sono più certo.” – sussurrò lui, prima di guardarla sconvolto, prendere Lilo e caricarsela sulle spalle. “Devo andare” –aggiunse prima di correre in macchina, dove mise la cintura a Lilo e ‘partì a razzo’.

Rimase davanti alla porta a fissare il vuoto per interi minuti, chiedendosi cosa succedeva. Ma cosa prendeva a tutti?

Era presa da una coppietta di canarini che volavano insieme davanti a lei, quando si accorse della tarda ora che aveva fatto stando ferma, sul pianerottolo di casa.
Troppo tardi.
Scosse la testa e corsi in casa.
Arrivata nell’armadio prese un vestito nero, abbastanza corto, ma non troppo aderente con un po’ di tulle stile gotico. Mise dei tacchi, alti, neri, rifiniti sotto con pelle di un rosso acceso.
Si truccò e si lasciò i capelli, sciolti, mossi e incasinati già di loro. Finita di prepararsi, aspettò per ben tre ore e trentadue minuti l’arrivo di Harry, sul divano.
Non si presentò.
Il tempo passava e del giovane ragazzo riccio, nemmeno l’ombra.
E lei che credeva che gli avrebbe salvato la serata. Lei, che era stata illusa ancora una volta.
Trascorse la serata, rintanata in casa con un  vasetto di gelato al cioccolato.
Ma successo qualcosa.
Un qualcosa che la fece ricredere.
Mentre guardava il telegiornale delle 22.30 sentii, qualcuno bussare alla porta: Si trascinò dietro gelato e coperta e con aria trasandata aprii la porta: Harry la guardava dispiaciuto.
Non ci pensò nemmeno due volte a chiudere, ma da fuori un Harry determinato gridava alla fredda porta di legno d’acero.; “Ti prego, Alex aspetta!” - “Vattene Harry!” – le  risposi lei, mentre scivolava, accasciandosi a terra: la ragazza avvertii che il giovane fece lo stesso. “Scusa…” –continuò lui- “Ci sono stati diversi contrattempi. I ragazzi mi hanno buttato i vestiti e non volevano farmi uscire perché non sapevano dove sarei dovuto andare, in più mi si è bucata una gomma ed ha cominciato a piovere.
Mentre cambiavo la ruota, mi sono sporcato di fango e ne sono letteralmente ricoperto! In più, ti ho comprato dei fiori che si sono rovinati…mi dispiace di essere arrivato tardi; Volevo solo che passassi un compleanno allegro, con me.” –Ad Alex scese quasi una lacrima: era tanto che un uomo non le diceva cose del genere, che si preoccupava così tanto per lei. Si alzaò e gli aprii la porta: Anche lui aveva fatto lo stesso e la fissava dispiaciuto con un mazzo di rose rosse, bagnate e sporche di fango, ma comunque bellissime.
La ragazza senza indugio, in preda alle più grandi emozioni ed ai più frizzanti tremiti che le passavano per la mente lo tirò per il colletto della camicia, in casa. “Harry?” –le domandò ella, mentre già erano arrivati sul divano- “Si?” – rispose lui, mentre la fissava. “Sei completamente bagnato. In più, non voglio che ti prenda un raffreddore, perciò sbrigati a salire al piano di sopra.
Fatti una doccia, gli asciugamani li trovi, io intanto ti cercherò dei vestiti asciutti” – “Ma…io” – “non accetto un ‘no’ come risposta” – e subito dopo, sparì tra i corridoi della casa.
La giovane era riuscita a trovare una vecchia tuta del cugino, che aveva lasciato lì, così senza troppi preamboli entrò decisa in bagno. Immediatamente si coprii gli occhi per la brutta ed evidente figura che aveva fatto e lui di tutta risposta cominciò a ridere. La ragazza indicò i vestiti e li poggiò sullo sgabello, poi si dileguò velocemente.  
Approfittò anche lei per cambiarsi: pantaloncini e canotta; stava in casa e non aveva voglia di uscire, tanto meno dopo tutto quello che era successo.
Entrò in camera ed Harry, che si era infilato i pantaloni della tuta, lottava amaramente con la maglietta che non voleva sentir ragione di entrare.  “Mi sa che questa maglietta è giusto un po’ piccolina” – esordì lui, sorridendole, imbarazzato –“Già, mi sa anche a me!” – confermò Alex, con ovvietà. Harry lanciò la maglia sulla poltrona e le fece cenno con il dito di avvicinarsi: La ragazza, attratta dei suoi gesti, lo seguì sorridendo come un’ebete.  
I due si ritrovarono abbracciati sul letto a fissare il soffitto che quella sera appariva tremendamente bellissimo.
Disegnava sul suo petto piccoli ‘cerchi immaginari’ e lui sorrideva, sospirando ogni tanto. Alexandra, dopo troppo tempo di un impertinente silenzio, aprì il discorso, domandando indiscreta: “Cosa penserebbero i tuoi amici, di questo?” –“ Non mi interessa.” – “In che senso?” – “Non mi interessa il loro giudizio, perché sarebbe sempre una stupidaggine. In più, loro non hanno una bella ragazza nel letto” –“Woah! Frena, Styles. Stiamo conversano non..”- “non facendo”- “-facendo un quadro, ecco” –“Certo, un quadro” – e poi scoppiò a ridere. “Che c’è ti burli di me, stupido buzzurro?” – gli chiese lei, mentre si metteva in ginocchio davanti a lui –“Non potrei mai, mia padrona” – rispose lui imitando un accento alquanto africano, ma di cattivo gusto. “Harry?” –lo richiamò lei , tra un’occhiata e l’altra –“Si dimmi…” –“Dormi qui?” –“Solo se tu vuoi” – “Più di ogni altra cosa” – E senza dargli il tempo di rispondere si gettò letteralmente su di lui, baciando quelle labbra che alla sua vista apparivano così perfette. Lui non si scostò, anche se avrebbe dovuto. Insomma, era il primo appuntamento: niente baci, ne tanto meno a letto. Ma cosa potevano farci, l’atmosfera, le dolci parole sussurrate all’orecchio, i loro sguardi incrociati e la tensione che aumentava ad ogni minimo sospiro.

#Alloora? Che succederà, domani mattina? Ah, boh '-' Ahahaha, dai recensite, susù :))

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Capitolo 4
*** Capitolo 3. ***


Questo capitolo lo dedico a Rossella, amica di scuola e grandissima fan del gruppo. In più, 1/3 degli #thescenarytube, il nostro gruppo :) 
La mattina  il profumo di Harry  invadeva tutta la stanza.
Alex si svegliò a causa del bussare incessantemente alla porta, così con un balzo scattò fuori da quelle calde e profumate coperte e girò la maniglia; ad aspettarla, una Lilo scocciata per via dell’attesa. “Maaaaaamma! Ciao! Cos’hai fatto ieri? Cosa-cosa-cosa???” –“Niente di che, tesoro” – rispose spicciola, la madre, per poi aggiungere-“Bene, amore! Chi ti ha riportato?” – “Papà! Ma è dovuto collele via! Ha aspettato che entlassi, però! “–“Va bene, piccola!” –rispose la ragazza, prima di darle un buffetto e di guardarla correre verso la camera. Appena realizò dove stesse andando, la bimba si era già catapultata dentro. La madre non ci pensò due minuti, prima di scattare e di seguirla a ruota. Dentro, Harry era intento a fare il solletico al piccolo scricciolo, che si dimenava ridendo. “Che ci fa qui zio Harry, mamma?” – chiese tentando di trattenere una risatina- “Zio Harry…già. Che ci fa qui zio Harry?!”- “Zio Harry ha passato la serata a fare le coccole alla mamma, ma tu non lo devi dire a nessuno. E’…è un segreto!” –La salvò lui, mordendosi il labbro. “Le coccole? Come i fidanzati?” – “No”- “Si” – Dissero all’unisono, i due giovani. “Si, o no?” – chiese lei, impaziente –“La mamma e zio Harry sono…molto amici, ma tu non lo devi dire a nessuno!” – “Siete molto belli” –aggiunse prima di accoccolarsi tra le braccia di Harry, che guardandomi si fece quasi scendere una lacrima. “Lilo?” –la richiamò, lui- “Si?” – rispose lei, con voce piccola-piccola- “ Ti piacerebbe se…io e la mamma, continuassimo ad uscire insieme, che so…per altro tempo?!” – “Si! Mi piacerebbe tanto! Ma, io dovrei comunque non dirlo a nessuno?” – “Eh si! Devi fare giurin-giurello” –“ Va bene” – e subito dopo incrociò le dita. “Brava, piccola!” –dissie Alex, mentre la piccola balzava giù dal letto, gridando “ Starò buona, ma sta iniziando Grey’s Anatomy” .
“Hai visto?” – disse Harry, sorridendole – “Cosa?” – rispose lei, mentre si ‘appallottolava’ in braccio a lui –“ Tua figlia, mi adora!” – “E’ una grande attrice” – “Si, certo! Tutte le donne, mi adorano” – “E’ la convinzione che ti fotte. Io no.” – gli rispose, beffardamente, quasi ghignando, la mora dai capelli in disordine–“COSA?” – esclamò lui, spalancando quei grandi occhi verdi- “Hai capito bene” –aggiunse lei, ad un centimetro di distanza dal suo viso –“ Neanche se facessi, questo?” – domandò, prima di stamparle un bacio –“Mmmm, no” – “ e Adesso?” – Richiese, mentre faceva la stessa cosa. –“Direi, ancora di no” – Allora lei non mi lascia scelta, signorina. Dovrò…farle il solletico finché non ammetterà che sono il migliore!” – e subito dopo si buttò sopra di Alex, facendole il solletico da tutte le parti. “Harry, b-basta, DAI!” – “non smetterò finché non ammeterai che sono irresistibile” – “Okkey, okkey…sei irresistibile!” – in quel momento, Harry si placò. Come se fosse appena stato sedato. “Che succede?” – chiese lei,  guardandolo –“Niente…spero solo…solo che non sia una sbaglio”- “Credi che lo sia?” –“Si”-rispose lui prima di guardarla negli occhi; non quelli della sera, no.
Erano marroni, tendenti al verde scuro.
Erano veri. - “Il miglior sbaglio di tutta la mia vita”- e dopo quella frase, il giovane le diede uno di quei baci che non si scordano nemmeno nei sogni…uno di quei baci che senti essere dedicato a te e solo a te. Farfalle, grilli, arcobaleni…la ragazza si sforzava di paragonare le sue emozioni a qualcosa di reale ma quello che stava succedendo, non era assolutamente paragonabile.
Tutto e niente.
Ed anche la mattinata passò così, tra baci e carezze.

Il pomeriggio il lavoro attendeva Alex che lasciò Lilo con Mary, una ragazza di appena 16 anni, nonché sua babysitter.
Mentre, sul set, si girava per la milionesima volta la quarta scena, del terzo ‘atto’, la mora si spazientì e ne urlò di tutti i colori ai tecnici del suono che avevano mandato più volte il microfono ‘ volante’ all’interno della scena. Alla fine del sesto tentativo, liquidò tutti con un: -“D’accordo, riprendiamo domani. Fatevi una dormita, chiaro James ed Eric?!” – e subito dopo, staccò le cuffie, acchiappò la borsa e firmando qualche scartoffia si diresse alla macchina. Mentre cercava le chiavi nella sua enorme ed incasinata borsa, due mani le coprirono gli occhi. “Ma che succede?” – Urlò lei, dimenandosi . –“ Shhhh. Volevo solo vedere come lavoravi” – in quel momento solo la voce di una persona le veniva in mente: Harry. Sorrise e girandosi lentamente verso di lui, levò le mani da sopra il suo volto. “Ciao, Styles” – “Mi sei mancata.” – subito dopo, la schiacciò alla macchina e la baciò con una passione talmente forte, che se sarebbe passato qualcuno avrebbe pensato di poterli denunciare per atti osceni in luogo pubblico. Le loro lingue si intrecciavano quasi stessero facendo una strana danza. Una danza travolgente e mai esasperante. “Harry…As-puetta!” – sibilò lei, mentre tentava di liberarsi dalla presa del ragazzo –“Io  ci lavoro, qui!” –aggiunse, appena ci riuscii. “Che c’è? Ti licenziano perché mi baci?” –“N-no, ma..”-“Ma, niente. Adesso, voglio che tu venga a casa mia per-“ Ma i ragazzi?” – chiese Alex, interrompendolo- “I Ragazzi sono usciti.”- “Non posso, Harry. Lilo è ancora con la Babysitter. Non posso lasciarla sola” –“ Ma devi cominciare a pensare a te stessa. Sei un donna. Sei la MIA donna, per la miseria!” –“ Harry, frena. Io…non credo di poterla lasciare sola..” – “Hai detto che c’è la Babysitter!” – “Si, però…” –“Alex, avanti. Sei un’ottima madre e io adoro Lilo, ma devi concederti anche del tempo per noi…cioè per te stessa!” – “Uffa…” – “Alex…” – disse lui, mentre le baciava il collo- “Non attacca con me, Harry” –“Dai…ti prego” –“ Sei una lagna. Mamma mia, va bene! Vengo!” – farfugliò mentre cercava il telefono per scrivere un messaggio a Mary. “Passeremo una bellissima not- cioè…serata!” – “Harry, levatelo dalla testa” –sussurrò lei, prima di sbuffare.

Arrivati davanti a quella casa, un miliardo di ricordi vennero di nuovo in mente alla ragazza. Era tanto che non entrava e non era cambiata una virgola. “Allora, che ti va di fare?” –domandò lei mentre posava la giacca, sull’attaccapanni- “Quello che vuole lei, milady” –La ragazza tirò un sospiro e lui le si avvinghiò intorno. Non fecero in tempo neanche ad avvicinare le loro labbra che furono interrotti dal rumore della porta che si apriva velocemente e dalle grida dei ragazzi e quelle di alcune ragazze. ‘Sono fottuta’ pensò, Alexandra.  Harry la guardò, sgranando gli occhi e senza pensarci due volte, la prese in braccio e corse come un razzo in camera sua, evitando di farsi vedere. “Ti prego, scusami…” – e subito dopo, la chiuse in camera senza darle il tempo neanche di parlare. 

Si distese sul letto: rimase in quella stanza più di tre ore e si stupiva del fatto che nessuno se ne fosse ancora andato, così afferrò la giacca, la borsa e scese giù.
Appena entrata in salotto, la faccia di Harry  appariva al quanto preoccupata e tutti gli altri la guardavano straniti, comprese le tre ragazze sedute in salotto. “Ciao…” – dissi Alex, nervosa. “Che ci fai tu qui?”- chiese Liam, stranito. “Ero venuta a prendere una bambola di Lilo che si era dimenticata ieri” - “e quando sei entrata?” – domandò Zayn, fissandola negli occhi. “Prima, non l’hai visto?” – “ehm… no, veramente no.”- “Mi ha aperto Harry!”- “Si le ho aperto io!” – disse lui il più credibilmente possibile. “Devo scappare!” – esclamò, dileguandosi e dirigendosi verso la porta, seguita da Harry, che si giustificò con un: “La  accompagno!”.  Entrarono in macchina ed Harry tirò su i finestrini oscurati, iniziando a sparare a raffica scuse di ogni tipo. “Mi dispiace… non volevo che… insomma” – “Harry, fa niente” –disse, stoppandolo, Alex. “Ma è tutta colpa mia… sei rimasta chiusa in quella camera per ore senza nessuno…  senza di me”. Sul volto della ragazza si dipinse un sorriso spontaneo, che piano piano si aprì: “Domani ho una giornata libera perché la truccatrice sta male quindi se ti va potremmo fare qualche cosa insieme, solo io e te”- “Mi sembra un’ottima idea, ma Lilo?” –chiese lui, preoccupato. “Lei va da una sua amica per tutto il giorno… l’hanno invitata, quindi sono liberissima” – “fino a che ora?” – “Penso fino alle otto circa.” – rispose, la regista sorridendo. Lui ammiccò per poi esclamare: “Allora abbiamo tanto tempo per stare insieme”.
Arrivarono davanti agli studi dov’era parcheggiata la rossa e fiammeggiante macchina della mora. Harry scese, le aprì lo sportello e porgendole  la mano, la aiutò a scendere.  “Allora ci vediamo domani” – disse lui, ma non fece in tempo a finire che le mani della ragazza lo afferrarono prontamente  per i lembi della giacca e lo attirarono a sé. Gli diede un lungo bacio con tanto di lingua, da farlo rimanere impietrito per alcuni secondi.  “Ah..Harry?!”- lo richiamò lei, entrando in macchina e abbassando il finestrino- “D-dimmi” -rispose lui, scuotendo la testa –“ Non fare tardi, questa volta” – “Assolutamente” – disse , sorridendo dolcemente.

#Tadà. Insomma, spero vi piaccia a che mi facciate felice, recensendo. Spolliciate, sù! Fate fare ginnastica a quei ditozzi!
Grazie mille a tutte :D

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Capitolo 5
*** Capitolo 4. ***


Questo capitolo lo dedico al mio gatto, che ogni giorno mi rallegra la giornata graffiandomi e mordendomi, come se avessi nient'altro da fare.

“Mammaaaaaa!” –Gridò Lilo, dalla cucina, mentre Alex rincasava, distrutta. “Tesoro”- le rispose la madre, mentre posava faticosamente la borsa a terra –“Buona sera signora!”- la salutò dolcemente Mary –“Per la miseria Mar…devi smetterla di chiamarmi signora, mi fai sembrare vecchia!” – “Oh...scusi signora” –“Mary…”- la richiamò Alex –“ Ah…scusi di nuovo” –“Smettila di chiedere scusa, Mary!”- disse lei, mentre rideva. “Prendi questi e fila a casa, ti aspetto dopo domani, d’accordo? –“Oh…certo Alex! Grazie mille e Arrivederci!” – sibilò l’adolescente, afferrando le 50 sterline che la mora aveva amabilmente tirato fuori dal suo portafoglio. “Allora, amore…hai mangiato?”- chiese rivolgendosi a Lilo, mentre si levava la giacca di pelle
–“Si, tutta la pasta” –“Ma che brava!” –“Lo so…però, c’è un problema!”- sbuffò lei, mettendosi a braccia conserte–“ Quale, piccola?”- le chiesi, mentre la prendeva in braccio –“Devo fare un disegno per scuola sulla mia famiglia, ma quale disegno? Papà lo metto, o no?” – “Tesoro…certo che si! Devi metterlo papà, chiaro?” –“Chiaro, ma …zio Harry? Lui non lo metto, vero?”- mugugnò, sospirando –“Ehm..no, tesoro, lui no!”- “D’accordo, mamma!” –rispose lei, prima di sbadigliare. Alexandra si alzò lentamente e aprendo la porta della camera da letto, posò Lilo, addormentata sul grande materasso ad acqua e si distese al suo fianco, lanciando le scarpe il più lontano possibile.
“Maaaaaaaaaaammaaaa!”- Ogni giorno Lilo svegliava Alex, urlandole nell’orecchio.
Mai un fottutissimo giorno che avesse potuto dire in giro di aver DORMITO.
“Maamma, Mamma, mamma! Devi portarmi da Juls! Dobbiamo fare i vestiti per la festaaa!” – ‘Stupida festa’- pensava la giovane.
La figlia era stata invitata ad una festa e dopo tutto avendo cinque anni poteva decidere di fare ciò che voleva, o almeno è così che le ripeteva ogni volta che le negava di non farsi la doccia. “Mamma, ti vuoi svegliareee!” – le riurlò Lilo, saltando su letto- “Si sono sveglia” – gridò di risposta lei, gettando le coperte dall’altra parte della stanza –“Preparati!” – “Subito, signorina”- obbedii lei, prendendo un paio di jeans neri strappati ed una canotta color crema. Si infilò prima i pantaloni e subito dopo la canotta, fissandola quasi con stupore. Maglietta chiara, niente male. Scuotendo la testa, afferrò dei sandali aperti con il tacco, rigorosamente neri e di Prada e correndo in bagno, si lavò la faccia, mise un po’ di mascara, matita, rossetto color pelle e facendo una coda alta, si allacciò i sandali.
Si guardò un minuto allo specchio e si rese conto di aver dimenticato una cosa: i denti. Nei suoi film, tutti gli attori che venivano ripresi in scene “mattutine” NON dovevano mai essere truccati, era la sua politica. Naturale è realistico e realistico piace.
“Mamma, sei pronta?” –domandò lamentosa Lilo, direttamente dal salotto –“Si, tesoro…e tu?”- “Si, da più di sei ore”- “Andiamo, allora!” – esclamò lei, prendendo le chiavi e correndo in macchina. In meno di dieci minuti Lilo era dalla sua amica ed Alex, visto che erano le 9.25 del mattino, non aveva assolutamente nulla da fare. Si accostai davanti ad un bar e le venne la brillantissima idea di svegliare Harry per poi darsi l’orario e il posto dell’appuntamento.
Uno squillo, due squilli, tre squilli…”Pronto?” – sentii dall’altra parte dell’apparecchio una voce impastata dal sonno, risponderle irritata –“Harry! Scusa se ti disturbo…volevo sapere dove…si, dove ti aggrada più per vederci”- esclamò lei, con tono mortificato –“Alex? Oddio scusami tu! Non preoccuparti assolutamente! Comunque, se vuoi possiamo vederci a…casa tua?” –“Perfetto!”- rispose la ragazza accennando un sorriso –“Tra…10 minuti, va bene?! –domandò lui, sbadigliando –“Certo ma, sei sicuro di farcela?” –“Sono praticamente già lì” – “Allora, a dopo Flash!” –e così dicendo, attaccò il telefono e riaccese la macchina. Guidò piano, godendosi gli angoli della strada vuoti, la pioggia che scendeva lenta sulle strade della fredda Londra, tanto amata. Arrivata davanti al suo cancello, parcheggiò e svoltando l’angolo, ritrovò Harry con un gigantesco mazzo di fiori di tutti i colori. “Buongiorno” –esclamò lui, porgendole i fiori –“Mio dio Harry! Sono bellissimi! Molto più belli di quelli dell’altra volta!” – “Lo so, volevo farmi comunque perdonare per ieri e in generale…” –“Harry, non devi farti perdonare proprio niente” – lo rassicurò lei, mentre annusavs il suo ‘regalo’ –“Davvero, grazie…”- aggiunse, prima di aprire la porta e di entrare. “Hey, frena. Non mi hai ancora salutato! Ti sei solo presa i MIEI fiori e detto un misero grazie. Non merito qualcos’altro?” –“Sapevo che c’era sotto qualcosa” –escamò con tono pacato, annuendo a se stessa–“Avanti è straziante baciarmi?” – “Al contrario” –sorrise lei, mentre gli metteva le braccia dietro il collo –“Allora, perché tutte queste storie?” – “Perché ne ho voglia, d’accordo?” – “No”- sussurrò lui ,prima che Alex iniziasse a baciarlo dolcemente, assaporando ogni contatto con le sue labbra, ogni minimo sussurro, ogni minimo gesto di esse. Togliendosi la giacca, Harry l’ afferrò sotto i glutei e, trasportandola in cucina, la posò delicatamente sul tavolo. “Non porti le lenti”- constatò lui, fissandole le pupille, incantate –“Perspicace”- ammise Alex, ridacchiando. “Sei bellissima” –aggiunse, spostandole una ciocca ribelle da davanti al volto.
In quel momento, la ragazza avvicinò le loro fronti e una volta toccata la sua , mise una mano dietro la sua nuca, come per non farlo andare via, per tenerlo con se…sempre. –“Prometti che non scapperai via” –sussurrò la ragazza, guardandolo negli occhi– “Lo prometto” – disse con voce roca a due centimetri dal suo orecchio – “Grazie” – sibilò lei, prima di sentire le sue soffici labbra posarsi sul lungo e sinuoso collo della ragazza e provocarle un miliardo di brividi lungo la schiena. Si svegliarono qualche ora dopo, nel letto di Alex, uno sopra l’altra. Alex rializzò cosa fosse successo e che si trovava sul liscio e muscoloso petto di Harry. In quel momento, balzò in piedi e si accorse di essere senza vestiti. Immediatamente si coprii con le mani ed afferrò la coperta, che era anche su di Harry. Improvvisamente un bellissimo anzi meraviglioso spettacolo si presentava di fronte a lei, quasi come una provocazione. Il bello era che lui, neanche se ne era accorto e continuava a dormire beato e tranquillo. Scosse la testa e si coprii la faccia con le mani, ma lui non fece che peggiorare la situazione, perché girandosi di traverso diede adito a rossori incontrollati sul viso della giovane madre.
Ella decise di non farsi troppi problemi e di ristendersi nel letto, accanto a lui, ma, fortunatamente, grazie ad uno starnuto capii quanto fosse poco ‘dignitoso’ il suo alito;
Le succedeva sempre, ogni volta che chiudeva gli occhi, a qualunque ora del giorno, si svegliava ed era un mostro;
così corse in bagno, si lavò la faccia, si struccò e ritruccò molto semplicemente, si lavò i denti e mise della biancherai nuova e molto sexy.
Sei minuti dopo era di nuovo nel letto o meglio, con la faccia sul petto di Harry, che continuava a sonnecchiare tranquillo e, (fortunatamente per la sanità mentale della ragazza) si era girato a pancia in giù.
Era perfetto: bello, simpatico, imbranato. Non sembrava quello che descrivono molte riviste, era molto cambiato, così cambiato che se le avessero presentato questo Harry quando stava con Liam non l’avrebbe riconosciuto. Alexandra si dilettò nel guardarlo per circa una ventina di minuti, assaporando il brivido del sostantivo che le sarebbe stato attribuito da lì a poco: ‘Maniaca’.
Concluse che era ora di svegliarlo, così iniziò a dargli piccoli bacetti su tutto il viso e lo vide sorridere, fino ad aprire gli occhi: “Mmm..che bel risveglio”- mugugnò, mentre una delle sue lunghe e muscolose braccia l’ avvolgevano. Eh si. Era non solo cambiato caratterialmente, ma anche fisicamente. Molto più alto e muscoloso, ma la sua pelle, era rimasta quelle bianchiccia e delicata, di un tempo. “Continua” – sussurrò mentre, con un balzo, si trovò davanti alla faccia, della giovane donna –“ No…ho capito che tra di noi non può funzionare. Non sei bello, né simpatico, né dolce e né …particolarmente dotato. Mi spiace Harry, ma credo che dobbiamo stroncare la nostra situazione” – ammisi lei, portando la mano davanti alla faccia con un gesto molto teatrale –“ Dobbiamo stroncarla sul nascere? Perché!?” gridò lui, guardando il soffitto – Andarono avanti così per un paio di minuti, a ridere e scherzare. Senza senso. Ad un certo punto, ragazzo chiuse la bocca, ammirando i lineamenti della compagna, ancora intenta a ridere. “Credo di amarti”- sputò fuori, il ragazzo, senza un minimo di preavviso, lasciando spiazzata la ragazza. Ella roteò gli occhi all’insù e si distaccò velocemente: -“Harry, ecco...è davvero una cosa irrazionale, insomma ci siamo divertiti sì, ma tu devi tornare alla tua vita ed io…”- si bloccò. Il suo volto era rigato da una lacrima. Un uomo stava piangendo per lei. ‘Surreale’, continuava a ripetersi. Non poteva mandare tutto all’aria, non questa volta : “Harry io…” – “No, hai ragione…è presto e da pazzi, noi..” –“Al diavolo. Ti amo anch’io” – buttò fuori velocemente quelle sei parole, ed in un lampo gli stampò un bacio sulle labbra.

#Ebbene, ecco anche il 4° capitolo :DD E' inutile che faccio la paternale con commenti a cavolo, se volete recensire, mi fate un piacere, altrimenti fate pure i parassiti .-. 
Brutti e puzzolenti, parassiti V.v

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Capitolo 6
*** Capitolo 5. ***


Questo capitolo lo dedico ad Anastasya, nome sia della mia ispirazione (leggete in fondo), che della mia compagna di classe nonchè amica RUSSA che legge e commenta i capitoli, grazie.

Erano quasi due settimane che i due piccioncini si vedevano all’insaputa degli amici del ragazzo, ma la cosa non disturbava nessuno.
Alexandra, distesa sulla sedia girevole del suo ufficio, spulciava tra le notizie “scandalo” che in quel momento facevano parlare; grazie a dio, nessuno ma proprio nessuno sospettava, quindi due erano le opzioni possibili; o i paparazzi si erano rincretiniti tutto d’un colpo, o Harry li aveva minacciati con i suoi potenti muscoli, ma la prima era più probabile, anche se ad Alex piaceva pensare che la loro notizia non usciva allo scoperto, grazie ai bellissimi e perfetti legamenti di tessuto del suo potente fidanzato.
Fidanzato…suonava così strano, anche solo pensarlo.
Loro non lo erano, ma in fondo, Alex aspettava solo questo.
Mentre scorreva con il mouse sulla schermata ricca di gossip, le cadde l’occhio s’una notizia che la riguardava: “La sorella di Alexandra Potter, famosa regista italiana ed ex-moglie del cantante dei One Direction Liam Payne, arriva all’aeroporto di Gatwick in compagnia della famiglia, forse per fare una visita alla sorellona. Chi lo sa, se proprio in questo momento non si stiano prendendo un bel the, nella Londra moderna?”
Alexandra si limitò a leggere solo il titolo dell’articolo, perché, subito dopo, il suo assistente Dorian le porgeva un i-phone e gesticolava in una lingua incomprensibile.
La ragazza, afferrato il telefono, mimò un’aria felice e spensierata, ma dall’altra parte la voce della madre e della sorella coprivano quella disperata del padre, che gridava per strappare alla mora, informazioni su dove abitasse.

Due ore dopo, tutta la famiglia di ‘Alexandra Potter’ era riunita nel salone della ragazza e dopo saluti, baci, abbracci e anche torture alla piccola Lilo, che rimaneva ormai quasi impassibile ai pizzicotti della zia, la madre spiegò il perché della loro visita: “ Allora, amore lo so che dovevamo avvertire, ma ci mancavi tanto e visto che, grazie alla tua smisurata ricchezza” –“Annalisa, per favore..” –la riprese il padre –“ Si, scusa. Beatrice, io e tuo padre abbiamo faticato tanto nella nostra vita e non credevo che proprio nostra figlia, la nostra piccola bambina dovesse mantenere noi e quella scema di tua zia! Sono, anzi, siamo orgogliosi di te e se sei d’accordo, volevamo ufficialmente invitarti a visitare la nostra nuova casa in montagna. Sappiamo che sei sempre molto occupata, ma quella casa l’hai pagata tu…è tua, dopotutto. Che ne dici di venire a passare una settimana di ferie con la tua famiglia?”
La ragazza non sapeva cosa dire.
Non si vedevano spesso e anche se non amava le effusioni, il suo buon senso la fece correre in braccio alla madre, che felice di stringerla, si fece scappare qualche lacrima. La ragazza, una volta staccata non ci pensò due volte ad allargare l’abbraccio a tutti i componenti della famiglia Sarastemi.

Erano le 16.00 e l’intera famiglia della ragazza, lei compresa, se ne stava sbadacchiata sul divano a guardare un film, fin quando il campanello suonò e la mora, se pur con svogliatezza, si diresse ad aprire, ma non avrebbe dovuto farlo. Un bel ragazzo sulla trentina, dai ricci capelli e dagli occhi verdi, si fiondò sulle sue labbra, senza nemmeno accorgersi che la ragazza non era sola; quando, però, lo fece il suo imbarazzo era tale che le guance da bianchicce presero un colorito rosso peperone. “Questo è Harry, non ricordo se ve l’ho mai presentato, ma…beh è lui” –disse la mora, stringendo i denti ed imitando un falso sorriso, il quale si stampò anche sul volto del riccio –“Zio Hazzaaaaaa!” –ululò Lilo, ancora sulle gambe di Alice, la sorella di Alex. “Lilo! Oh ehm…signori, che piacere rivedervi. IO, mi ricordo di essermi presentato un…sei anni fa” –sibilò Harry, guardando prima Alex con aria torva e poi i genitori della ragazza che intanto si erano avvicinati –“Oh, è un piacere rivederti, giovanotto” –esclamò il padre, squadrandolo –“ Oh, Harry caro*, come potrei scordarmi di questi bellissimi occhi! Eri un bel ragazzo all’ora e lo sei anche adesso” –cigolò la madre, abbracciandolo e baciandogli le guance. Italiani, sempre così espansivi.
Harry rimase a cena e in quell’occasione, la mora poté dire alla famiglia di lei e del ragazzo; la madre, entusiasta, invitò anche Harry nella casa in montagna, e lui accettò senza esitare. L’unico problema che sorgeva era quale scusa inventare per Harry, ma soprattutto per Lilo ed Alex, visto che Liam era sempre più morboso in quel periodo.

“Ma ci pensi? Io e te, in Italia a scambiarci parole dolci, sotto le coperte in una casetta isolata nelle Alpi. Mio dio, Alex…sarà bellissimo” –sussurrò Harry, abbracciando la mora, che ormai sveglia alle 2.00 del mattino, sorrideva –“Wow…non ti facevo così romantico, mi sa che devo proprio ricredermi, riccio” –disse lei, iniziando a dargli baci casti sulle labbra, che furono interrotti dalle urla di Lilo, la quale entrava nella stanza: “Mamma ho avuto paura! C’era questo pagliaccio che usciva dall’armadio e voleva farti male! Mamma, voleva fare male anche a zio Harry!” –“Tesoro, non ti preoccupare, ora…” –“ora ti infili qui sotto con noi, piccola, e vedrai che passa tutto”- disse stoppandola, Harry, il quale fece posto alla piccola che gli si accoccolò vicino. Alexandra, strabiliata e compiaciuta mimò un ‘Ti amo’ per poi chiudere gli occhi e sentire la mano di Harry posarsi sulla sua.

“Allora, Dorian, hai capito tutto? Non c’è molto da fare, dato che Riley ha la mononucleosi e come sai, è la migliore nel truccare. Io sono la regista, perciò se torno e so che avete girato ANCHE solo una e dico una scena in più, vi strappo le interiora e le frullo insieme alle mie aspirine, chiaro?” –sibilò la mora, fissando il suo assistente spaventato, poco prima della partenza. “Ma c-certo, signora Potter” –balbettò lui, indietreggiando.
La ragazza lo guardò per qualche secondo e poi gridò un: “Abbracciami, dai!”- e lo strinse a se.
Il ragazzo rimase impietrito e una volto sciolto l’abbraccio, la ragazza montò in macchina e partì.
Dorian, il suo assistente, rimase fermo per qualche minuto, fuori dallo studio a contemplare qui primi momenti di ferie pagate, che si sarebbero protratti per una lunga e gioiosa settimana. “Chissà cosa si è sniffata quella pazza, per averci fatto un tale regalo”- pensò tra se e sé, il poveretto.

Harry Styles correva in giro per la sua stanza da letto, afferrando pile*, tute, jeans e scarponi da sci contemporaneamente.
Era talmente elettrizzato di passare un’intera settimana con la ragazza dai tacchi a spillo, che aveva fatto e disfatto la valigia una decina di volte. Era la sua occasione per riscattarsi, la sua occasione per far vedere che non solo era un bravo zio, ma anche un bravo…compagno.
Era strano definirsi così, non gli piaceva.
Lo avrebbe fatto.
Gliel’avrebbe chiesto, si! Era pronto e anche se si frequentavano da poco, il loro amore era imparagonabile.
Prese tutto quello che serviva, mise tutto in valigia e sorridendo si distese sul letto, osservando una scatolina rossa sul comodino.
Ripensava a come la loro prima uscita fosse stato un disastro e a come il loro primo incontro non era dovuto al fatto di un’attrazione fisica, ma solo da un semplice piacere.
Ebbene, il ragazzo non si era innamorato di lei a prima vista, aveva deciso di rallegrarle il compleanno perché Liam, ammorbava di fandonie la vita del gruppo.
Fandonie orribili che la riguardavano e che Harry, animo buono, non rispettava.
Quella semplice cortesia, fatta nei suoi confronti , si era trasformata in meno di tre giorni, in una storia di attrazione mentale, di magia tra baci scambiati sotto le coperte e carezze.
Le carezze più dolci che una donna gli avesse mai riservato; ed ora lei era solo sua.

Lilo, legata al sedile dell’aereo, si dimenava vivamente, attirando le attenzioni delle hostess; Harry, cercava di mantenerla calma e di sostenere una conversazione con i genitori di Alexandra: -“Allora, come vi è sembrata Londra in questi giorni?”- “Una vera favola. Devi sapere Harry, che io conosco Londra come le mie tasche e girarla conoscendo esattamente dove devi andare è afrodisiaco. Un turista che si orienta perfettamente si vede solo nei film, ma io sono l’eccezione che conferma la regola” –disse, Massimiliano, il padre, specificando puntigliosamente le ultime parole –“ Ora capisci da chi Bea- cioè Alexandra ha preso la sua modestia” –contestò la madre, ridendo e trascinando con se anche Harry.

“Avanti, Alexandra! Questo non era pattuito dal giudice, non puoi portarla da una nazione all’altra senza un permesso.” –diceva Liam al telefono con la mora, che di tutta risposta gli sputò un: “Non vorrai mica fare la spia, Liam. Sei un trentenne che, dopo una qualche possibile droga, vuole trascorrere più tempo possibile con la figlia” –“Stai calma, per la miseria! A differenza tua, io, non sono così o devo forse ricordarti l’estate 2018?” –“Liam ti rendi conto che mi avevi portato via la bambina senza neanche avvisarmi? Non ti avrei mai negato di vederla, ma non mi hai avvisato. E’ normale che io abbia chiamato la polizia” –“Tu volevi portarmela via! Tu…sei così meschina” –“Liam, vai a farti fottere”- e detto questo, chiuse la chiamata, con un sonoro e poco gradito sbuffo. Due ore dopo, la famiglia Sarastemi , Harry e Lilo erano nella limousine, la quale li avrebbe trasportati fino all’inizio del piccolo paese in cui, la famiglia, aveva comprato casa. Un paese talmente piccolo ed isolato, che per salire la montagna che lo circondava, bisognava prendere appositi mezzi, come funivie e jeep (dotati di catene). Era il posto perfetto per due celebrità in fuga d’amore, con un piccolo inconveniente: una delle due, si era portata dietro la famiglia. 

 

*1------> Citazione presa da Harry Potter (Ya, sono una fan, ma probabilmente non vi frega niente)
*2------>pile= PAIL (per chi non l'avesse capito) sono i maglioncioni che si usano in montagna, avete presente? Quelli che si mettono sotto la tuta da sci é_é

#Mi è presa a scrivere, perciò posterò più capitoli il prima possibile, dato che, Anastasya (la mia ispirazione) è tornata come il ciclo, IMPROVVISAMENTE.
Spero vi piaccia e mi scuso per la lunghezza, il prossimo sarà più lungo! Allora, vi piace? Che ne dite? Lo so che la sorella di Alex (Alice) non ha tutto questo gran che di ruola, ma aspettate qalche capitolo e vedrete :D Ringrazio le ragazze hanno recensito il capitolo precedente, purtroppo non mi ricordo i nomi e sono talmente stanca e pigra da non volerli andare a leggerli che...beh, GRAZIE RAGAZZE, di tutto cuore! Spero che oltre loro ce ne siano altre, pronte a commentare, ma non solo con recensioni Positive! Sapete, le critiche RAFFORZANO! Fatevi avanti, giovani :D

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Capitolo 7
*** Capitolo 6. ***


Questo capitolo lo dedico a Roberta, mia vicina di casa e sorella da sempre  e , aggiungerei, compagna di sfuriate.
Al secondo piano del grandissimo chalet, Harold, Alexandra ed Annalisa, attraversavano i corridoi, ammirando saune, stanze con vasche idromassaggio, e palestre.
“E questa è la vostra stanza. Ho immaginato che vogliate dormire insieme, visto che beh…siete una coppia” –esclamò Annalisa, di fronte ad una porta di legno d’acero, intagliata a mano e così maledettamente accogliente. “La ringrazio signora, ma ora, se lei me lo concede, vorrei poter stare con la mia fidanzata. Non è che ci guarderebbe Lilo per un’oretta?” –chiese Harry con tono sicuro, guardando la donna dal sorriso gentile, negli occhi –“Ma anche due! Che problema c’è? L’importante è che usiate i…” –“Mamma! Per favore..” –sussurò, Alex interrompendola –“Amore, ma non c’è da vergognarsi! Vorrei solo che se voleste avere un’altra ‘Lilo’ dovreste prima programmarla!” –“Mamma!” –sibilò la regista, fissando con occhi sbarrati la madre. “Vi saluto!”- ululò lei, ripercorrendo al contrario il tragitto. “Quindi, siamo rimasti soli..” –sussurrò Harold, ad un centimetro di distanza dalle labbra della compagna- “Eh già riccio! Chi sa cosa potremo mai fare, noi due, al secondo piano di uno chalet disperso in Italia”- alluse la giovane ragazza madre – “Ti amo” –le sussurrò lui, prendendola in braccio ed attraversando la porta; all’interno, una stanza fantastica li aspettava. Lenzuola morbide, che profumavano di pini, ricoprivano un’enorme materasso ad acqua, morbido ed accogliente. Il ragazzo non ci pensò due volte a chiudere la porta e a posare la sua donna sul letto, ma prima che potesse fare qualcosa, la mora intervenne: “Ma…c’è una vasca idromassaggio.” –“Se non te ne sei accorta, luce dei miei occhi, questa casa ne è piena”- gli rispose il fidanzato, baciandole il collo –“Si, ma stavo pensando che potremo farci un bel bagno, insieme” –sussurrò lei, all’orecchio del fidanzato; quest’ultimo, preso da un’improvvisa scarica di adrenalina e imbarazzo mischiati assieme, arrossì, ma non si lasciò scoraggiare e, riprendendo la sua ragazza, la portò fino in bagno.

Venti minuti dopo, i due erano uno di fronte all’altro, nudi, nella vasca. Harold con un bicchiere di champagne in mano e Alexandra direttamente con la bottiglia.
“Allora, amore” –la chiamò Harry, sorridendole, ma venne interrotto dalla donna che ridendo gli rispose-“Ahahaha..amore, mi piace quando mi chiami amore, fallo ancora”- “Amore” –disse lui, baciandole la gamba –“Ancora” –“Amore, amore, amore”- gli rispose continuando a baciarla.
I due non si staccavano, rimanevano incollati come francobolli, assaporando l’uno le labbra dell’altro.
Alexandra sentiva i muscoli del fidanzato, contrarsi sotto di lei e le piaceva.
Mentre uscivano dalla vasca, ancora attaccati, il cellulare della mora squillò fastidiosamente.
“Devo rispondere”- mugugnò lei, coprendosi con un asciugamano –“No, sarà quell’imbecille del tuo assistente. Rimani” –ripose Harold levandole l’asciugamano –“No, fermo, Harry!”- gridò stizzita lei, afferrando l’asciugamano e il cellulare contemporaneamente. Il giovane sbuffò, alzando le mani al cielo e buttandosi, ancora bagnato, sul letto. La ragazza tirò un risolino e rispose contenta: “Alexandra Potter” –“ Alexandra! Che bello sentirti, volevo sapere come andava lì in Italia” –“Louis? Ma…chi ti ha dato il mio numero?”- chiese sconcertata la ragazza. Ebbene, il giovane dagli occhi azzurri, appariva felice e spensierato, al telefono. –“Oh, l’ho preso dal cellulare di Liam.” –“E come mai mi hai chiamato?” –“Ecco io…insomma, volevo sapere di Harry”- ripose lui, sussurrando –“H-Harry?” –domandò la ragazza retoricamente, lanciando un urletto stridulo che fece rizzare su, il giovane dai capelli ricci –“Alexandra, sappiamo benissimo che è lì con te”- pronunciò la voce di un Zayn che risultava roca e tranquilla –“Chi ve l’ha detto?” –chiese lei, mettendo il vivavoce e avvicinandosi ad Harry, che si copriva le sue nudità con un cuscino –“Lilo. Quando ha chiamato Liam, ha chiesto di parlarmi e si è lasciata sfuggire il fatto che Harry stesse lì, con te” –rispose Louis, accennando una risatina –“Liam, lo sa?” –domandò diretta la mora –“Assolutamente no” –gridò stizzito Zayn –“Meno male” –sussurrò Harold, che non passò inosservato ai due amici, dall’altra parte della cornetta –“HAZZA!” –urlarono all’unisono i due –“Allora, da quant’è che te la fai, è? Com’è, focosa?” –chiese Louis, ridendo –“Sei in vivavoce, Louis” –rispose la mora, scuotendo la testa. –“Ops…”- si udì dall’altra parte.

“Quindi, ora Zayn e Louis lo sanno”- esclamò la ragazza, appena terminata la telefonata –“Già”- sussurrò lui, guardandosi il petto –“Che succede, Harry? E’ perché sei tutto nudo? O povero piccolo” –mugugno lei, sorridendo beffarda –“Lascia stare che sono nudo! Io mi sono accorto che non ti ho ancora…fatto la proposta” –disse lui avvicinandosi al letto e coprendosi con il lenzuolo. –“Harry io non credo di essere pronta per risposarmi” –gli rispose lei, avvicinandosi a lui –“No! Ma che sposarsi, Alexandra! Vorrei che la nostra relazione diventasse ufficiale, insomma…vorrei poterti chiamare ‘fidanzata’, sul serio” –cigolò, tirando fuori una scatolina da fuori la valigia –“Classico. La scatolina, tu che mi guardi e io che ti dico…”- rispose lei fermandosi, guardandolo negli occhi –“Mi dici?” – insistette lui, avvicinandosi al corpo immobile della mora –“…si” –continuò lei, avvinghiandosi su di lui e facendogli scivolare via quel fastidioso lenzuolo.
I due si rotolarono tra le coperte per ore, mentre la passione continuava a crescere e le loro bocche non ci pensavano a staccarsi.
Appena qualche ora dopo, Harold e Alex si vestivano per andare a passeggiare in paese.
La mora non era molto felice; potevano esserci fotografi o peggio delle fan.
“Ti proteggo io” –le aveva detto il riccio –“E’ così bello qui, perché starcene rinchiusi in casa?” –aveva continuato.
La mora sbuffò, si infilò i doposci e la giacca nera. Aiutò sua figlia a fare la stessa cosa ed insieme aspettarono che Harry si preparasse.
Ci mise quasi quaranta minuti e nel frattempo Lilo si era addormentata.
“Sono pronto, amore” –ululò scendendo le scale –“Beh, ora esci da solo.” –gli gridò la regista, coprendo la figlia con una coperta  e stendendola sul divano. “Ma cosa ho fatto?” –chiese Harry, seguendola al piano superiore –“Quaranti minuti, Harold! Cosa mai avrai  fatto in quaranta minuti? Per la miseria, Styles!” –urlò entrando in camera.  Il riccio la raggiunse sull’uscio della porta, dove lei era pietrificata. “Ti piace?” –le sussurrò il riccio all’orecchio.
Davanti a lei, tutta la loro stanza era adornata da candele e l’atmosfera che esse creavano era fantastica. “Dove diavolo le hai trovate?” –domandò con occhi sbarrati –“Potrei dirti che me le ha date tua madre, ma non sarebbe romantico; perciò ti dirò che sono un fottuto mago e che le ho fatte comparire per magia”- le rispose il giovane baciandola. “E’ molto carino sì.”- mugugnò lei, entrando e sedendosi sulla poltrona –“Solo carino? Solo carino? Ho impiegato mezz’ora solo per accenderle! Non porto neanche i boxer, perché poi facevamo tardi e tu mi dici che è ‘molto carino’?” –sbottò lui, afferrandola per i polsi e schiacciandola al muro –“ Sei una tale stronza e visto che ora sei la mia fidanzata, convengo che tu sia la mia stronza.” –continuò il cantante, avvicinando le sue labbra a quelle della mora.
Respiravano uno l’aria dell’altra, ma nessuno dei due si era ancora mosso.
Alexandra si perse in quel profondo verde degli occhi del fidanzato. Più lo guardava, più le sembrava di affogare.
I suoi occhi, non erano nulla in confronto a quelli del giovane, che trasmettevano forza, sicurezza e rabbia.
Un rabbia inspiegabile, ma si.
Rabbia.
Un senso di possesso che lui aveva nei confronti di lei. Un senso di possesso che la donna riusciva a percepire, solo dell’intensità dei suoi respiri; poi d’improvviso, lui agguantò il lobo del suo orecchio sinistro, per torturarlo con baci e morsi.
La presa intorno ai suoi polsi si sciolse e si concentrò sotto i suoi glutei, che vennero sollevati di qualche centimetro dal muro.
Lui la stringeva possessivamente, continuando a baciarle il collo. “Harry, siamo ancora con le giacche, Lilo dorme e non so quando torneranno i miei, in più l’abbiamo fatto fino a meno d’un’ora fa.” –Sussurrò la giovane fidanzata, intenta ad ansimare ripetutamente –“Il che rende tutto più eccitante” –le rispose il riccio, spogliandola di scarpe, giubbotto e pantaloni della tuta –“Harry ma che ti prende” –gli soffiò ad un centimetro dalle labbra –“ Perché tu mi ossessioni. Insomma, sei sempre nella mia mente, I miei pensieri riguardano solo te. Il tuo odore, la tua risata, i tuoi vestiti splendidamente neri” –“E quindi diventi così aggressivo?!” –domandò retorica, levandosi il pile –“ Che c’è? Vuoi che torno il frocio, dolce e delicato che si trova nei tuoi film?” –“Ehy! I ragazzi nei miei film non sono froci smielati, sono solo molto dolci!” –gridò stizzita, prima di scoppiare a ridere, ma Harold non la seguì , anzi, si spoglio e caricandosi in braccio la fidanzata la portò in bagno, dove la fece entrare nella grande e calda doccia. La giovane lo guardò sbalordita e sentendo le sue mani slacciarle il reggiseno zuppo e sfilarle gli slip, si sentii strana. “Harold, ma che ti prende? Sembri un pazzo, porca puttana! Dacci un taglio con quest’aria da maniaco. Sotto c’è mia figlia che dorme e i miei sono usciti a fare una passeggiata! Non possiamo stare quattro ore a giocare ai ‘conigli’ chiusi in camera, te ne rendi conto? Non sono io a farti questo effetto, Harry. Dimmi cosa ti prende. Prima eri dolce, insomma non che non mi piaccia questa parte di te, ma cos’hai? Sei bipolare?” –quasi gridò lei, per via del forte rumore che le pesanti gocce provocavano andandosi a schiantare contro il fondo della doccia. –“Io ti amo, ma tu? Non mi avevi detto che Liam ti aveva baciata. Non mi avevi detto che gli mancavi. Stiamo insieme, no?” –ripose il ragazzo, fissandola negli occhi, mentre i ricci gli ricadevano ribelli davanti alla faccia. –“ Harry non volevo dirtelo perché avresti cominciato a farti problemi inutili. E ora vorrei capire chi è la testa di cazzo che te l’ha detto, per la miseria!.” –gli rispose fissando il fondo della doccia. –“Il tuo telefono, veramente. Liam ti ha lasciato un messaggio in segreteria, dicendo che doveva parlarti riguardo al bacio e che gli mancavate, anzi…mancavi.” –continuò alzandole il mento e fissandola con sguardo triste –“Sii il mio cambiamento Harry”- gli sussurrò all’orecchio, facendosi scendere una lacrima. Lui l’abbracciò, trasferendo il calore dal suo petto nudo a quello altrettanto nudo della ragazza, poi schiacciandola al muro della doccia, parlò con voce roca –“Tu sii la mia droga e vedrai che andremo d’accordo” –“Vedo che ti piace fare la parte dell’aggressivo” –terminò lei, sentendo il suo membro strusciargli s
opra le sue nudità. 

#Okkey, scusate se ci ho messo tanto per aggiornare, ma ecco a voi il capitolo! Spero vi piaccia e mi scuso per eventuali errori grammaticali, ma sapete quando le mie dite pigiano sulla tastiera, vogliose di comunicarvi qualcosa, è più forte di me. Non posso fermarmi e tornare indietro per correggere. Se me ne accorgerò, non esiterò a correggerli, però! 
Devo avvertrvi che dal prossimo capitolo avremo scene più "Hot", visto il genere della storia. Spero recensirete e beh, grazie anche a chi non lo farà, ma che ha letto la storia!

 

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