Everything Burns

di virgily
(/viewuser.php?uid=95813)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***



Capitolo 1
*** capitolo 1 ***


Everything Burns

 
“Quella notte, grandi nuvole di fumo nero addensavano il cielo scuro, macchiandolo a tal punto da mascherare le candide stelle, come per volergli nascondere ció che stava succedendo in quella casa. Circondata dalle fiamme, la maestosa dimora perdeva lentamente il suo leggendario fascino, lasciando spazio ad un panorama di barbari scontri. Con passi sottili e quasi impercettibili, due figure si aggiravano nei meandri delle uniche stanze rimaste illese, guardandosi intorno con occhi ansiosi di scoprire il prossimo nemico venuto per abbatterli. Due amanti erano stati messi in gabbia nella loro stessa casa, nel loro pacifico nido d’amore che sembrava mostrarsi come la loro futura tomba. L’aria cominciava ad appesantirsi, mentre la testa della giovane donna cominciava a girare; tutto quel fumo nuoceva a lei tanto quanto alla creatura che portava nel suo gonfio grembo. Stringendo forte la mano del suo amato, la ragazza gli poggió la testa sulla spalla, quasi provando conforto nel profumo dolce e soave che quei folti capelli bruni emanavano
-Yukari resisti ancora, ti prego... – sentí la sua mano morbida e tiepida sfiorarle la guancia, scendendo lentamente ad afferrarle il mento, portando il suo dolce ovale vicino al suo viso. Per quanto fosse seria la sua espressione, Yukari leggeva dentro quei pozzi scuri un disperato desiderio di conforto. Sollevó dunque gli angoli delle labbra, e sorridendogli la donna annuí. Continuarono allora la ricerca di una qualsiasi via di fuga, sebbene le probabilitá di salvezza erano ormai scarse. Sentirono un enorme frastuono alle loro spalle, e voltandosi di scatto i due guardarono negli occhi quelle persone che tanto bramavano di ucciderli
-Non la passerai liscia, mostro!-
-Tzé... Che esseri insulsi!- affermó l’uomo lasciando che i suoi maestosi Shinigami comparissero per porre fine a quelle miserabili vite. Gli occhi del suo amato trasudavano odio, eppure Yukari non poteva fare a meno di amarlo; forse era il rispetto che provava nei suoi confronti, o forse era il fatto che la giovane donna soffriva del medesimo dolore che avvelenava il cuore del suo amante. E lo avrebbe seguito, fino in capo al mondo macchiandosi le mani del sangue di scettici che non capivano ció che erano veramente... Sarebbe arrivata perfino a dare la vita pur di fiancheggiarlo ancora, oh si lo avrebbe fatto. Ma il tempo si sa, non é misericordioso con nessuno, tantomeno con quella povera ragazza, che dopo essersi trovata di fronte ad una scelta non esitó a lanciarsi sulla via della morte:
C’erano, infatti, degli uomini che erano comparsi da una via a lei ignota, giungendo alle loro spalle. E non si sarebbero fermati, anzi avrebbero fatto quello che ritenevano piú giusto fare: uccidere quell’uomo che lei tanto amava e che presto sarebbe divenuto padre di suo figlio, o almeno avrebbe dovuto. In quel preciso istante il tempo sembrava essersi fermato, e Yukari Okamoto osservava per la prima volta il mondo attorno a lei andare a rilento. In un primo momento, i suoi occhi felini e magnetici fissarono gli uomini armati alle sue spalle, poi li fece risalire per tutto il profilo sinuoso e perfetto del giovane al suo fianco. Un sorriso era scolpito sulle sue soffici labbra. Un brivido scosse tutta la colonna vertebrale della ragazza, che prendendo un respiro profondo lasció che una lacrima amara solcasse la sua guancia. Slegando le dita dalla presa salda e protettiva del suo fidanzato, la fanciulla si portó ambo le mani al petto, serrando gli occhi. Brució nella sua cassa toracica quella forza brutale che tanto faticava a gestire, e per il suo ragazzo non fu per niente difficile percepire quel furyoku mastodontico provenire dall’esile figura. Gli occhi dello sciamano si sbarrarono di colpo, osservando l’opaca emanazione della sua forza materializzarsi tra quelle candide mani, prosciugando buona parte delle sue energie
-Cosa stai facendo? Yukari non sei in grado...- e con un scatto fulmineo agguantó la sua fidanzata per i fianchi, ma ormai era troppo tardi, e il tempo aveva ricominciato a scorrere rapido ed egoista
-Perdonami Hao...- fu tutto quello che le sue pallide labbra tremanti riuscirono a sussurrare, prima di ignettare quella grande energia nel pieno petto di un Hao Asakura incredulo. Quella forte ondata di furyoku catapultó lo sciamano dall’altro capo della sala, giusto un secondo prima che i loro assalitori potessero trapassarlo con lame affilate e punte aguzze. Si udirono due rombi metallici e violenti. Infine, un gemito. Per un secondo inteminabile ci fu un angoscioso silenzio scandito dal battito accellerato di un cuore, quello della piccola sciamana che respirava faticosamente con una lama nel petto e una nella schiena. Non aveva gridato, ma lasciava che singhiozzi gravosi ed affannati le riempissero la gola. Sangue purpureo e denso cominció a macchiare il sontuoso kimono di seta broccata, lasciando che una pozza calda e rossastra si diramasse per l’intera pavimentazione. Svuotata di ogni suo riprovevole ricordo, la testa della donna finalmente era leggera, proprio come il suo corpo che lentamente si accasciava al suolo
-Yukari! YUKARI!!!- sentiva la sua voce chiamarla con tutto il fiato che le rimaneva nel polmoni, lasciandola sussultare per l’ultima volta. Aveva sempre odiato il suo nome. Odiava esso assieme a tutta la sua persona. Ma da quando Hao l’aveva presa con se tutto era tornato ad avere un senso, ad avere un colore, un profumo. Amava il suo nome pronunciato da quella bocca morbida e tentatrice. Ma era troppo stanca per rispondergli; sentiva freddo, e i suoi occhi riuscivano a stento ad osservare il soffitto. Tante fiamme del colore dell’oro, dell’ocra e del sangue, che lei stessa aveva versato, arsero innanzi ai suoi occhi, e tutte quelle grida furono soltanto un ricordo.”
 
Una sottile brezza trasportó con se il pesante odore di tabacco, il quale immeditamente riportó la bella addormentata dal mondo dei sogni a quello dei vivi. Aveva il fiato corto, e dopo essersi sollevata di scatto, portandosi le ginocchia al petto, passó il dorso della mano sulla fronte madida di sudore
-Tutto bene Miyu?- una seconda ragazza, sua coetanea e compagna di viaggio, la osservó penetrandola con due occhi cristallini e limpidi, lasciando intendere un lieve velo di preoccupazione nei i suoi confronti
-Si Kat, stai tranquilla...- rispose sbuffando appena, lasciando che una foglia dell’albero sotto il quale si era addormentata dondolasse, cullata dal vento, sino alla sua folta chioma bruna, quasi adornandola come un fermaglio. La moretta dallo sguardo glaciale che sostava al suo fianco, dal canto suo, sorrise appena; in veritá non era molto convinta della sua risposta, ma se Miyu preferiva non parlarne lei di certo non l’avrebbe costretta a farlo. Si sfiló la sigaretta, ormai consumata, dalle labbra, comprimendola al suolo con la punta dell’anfibio nero. Poi afferró il pacchetto di sigarette dalla teschina della sua amata giacca di pelle, e con un gesto quasi meccanico ne sfiló una nuova di zecca. Poi osservó la castana dallo sguardo perennemente sperso nel vuoto e bofocchió
-Ne vuoi una?- lo aveva chiesto con un sorrisetto sgembo che mostrava il suo nuovo piercing. Kat conosceva bene quale sarebbe stata la sua risposta, ma non poteva farne a meno di chiederglielo. Tuttavia, quel pomeriggio Miyu non le rispose, al contrario con un gesto della mano ne afferró una portandosela direttamente alle labbra. Lasciadola dondolare tra le morbide pareti delle sua rosea bocca, osservó con i suoi occhi nocciola l’altro capo di quella piccola stecca dal sapore amarognolo ed appagante. La fissava intensamente, con bramosia e voglia di possesso. Fece sbattere le sue lunghe ciglia scure, e come d’incanto una nuvola opaca si dileguó nell’aria. Un piacevole trucco di magia, o per chi la conosceva bene, un uso sciatto e svogliato del suo furyoku. Ne aspiró profondamente una prima boccata mentre la sua amica sogghignava sotto i baffi
-Questi sí che sono i privilegi di avere un basilisco sputa fuoco come spirito-
-Kat, é un drago...- rispose Miyu sorridendo all’espressione imbronciata del piccolo fuoco fatuo dalle fauci piccole e due lunghi baffi che le svolazzava intorno
-Drago, basilisco... che differenza c’é? Giusto Marte?- sbuffó euforica, sollevando il suo angelico sguardo contro la figura evanescente del giovane dio della guerra che tanto stimava e adorava
-Se lo dite voi, padrona- questo s’inchinó lanciando uno sguardo folgorante contro la sua sciamana dai capelli corvini. Miyu non aveva mai capito quale genere di legame fosse quello che univa la sua amica con quella divinitá dal volto freddo e quasi inespressivo. Forse il loro carattere caparbio ed irascibile li accumunava piú di quanto pensasse. Eppure non riusciva a spiegarsi certi atteggiamenti, certi occhi languidi con cui quello spirito soggiogava la sua compagna
-Hai fatto di nuovo quello strano sogno?- domandó improvvisamente Kat distogliendo lo sguardo da quello del suo spirito, facendo uscire uscire la sua amica dal suo piccolo pensatoio privato.
Quel sogno, quella donna. Certamente si trattava di una sciamana, ma cosa voleva significare? Chi era Hao? Ma sopratutto: cosa c’entrava tutto questo con lei?
-Miyu? Ma insomma!- affermó l’altra scuotendola appena per una spalla, disincantandola nuovamente dai suoi chilometrici soliloqui senza via di fuga
-Cosa? Ah... Il sogno. Si é sempre lui- rispose osservando la sigaretta incastonata tra le sue dita. Mano a mano che ne traeva conforto questa si consumava lentamente, proprio come la sua pazienza nei confronti di quel maledetto sogno che la tormentava ogni qual volta che serrava lo sguardo
-Secondo me é lo stress. Dovresti bere una camomilla prima di coricarti- disse con autoritá la moretta aspirando sino al filtro, lasciando che il candido e libero fumo fuoriuscisse direttamente dalle sue narici
-Hem, Kat. Siamo in una landa desolata, abbandonata da Dio con nient’altro che i nostri spiriti, una tracolla ciascuna e la campanella dell’oracolo. Mi spieghi dove me la prendo una camomilla?!-
-Hmm. Non ci avevo pensato...- ridacchió la giovane guardandosi intorno. Avevano trascorso l’intero pomeriggio presso una piccola oasi, e forse era giunto il momento di cominciare ad avviarsi
-Hey, ma che fine ha fatto Jackline?!- domandó improvvisamente grattandosi impacciatamente la testa, lasciando che le goti della sua compagna sbiancassero del tutto. Per quanto Miyu si fosse concentrata a badare al suo sogno e alle folli uscite della sua compagna, non si era resa minimamente conto che la terza giovane con cui erano partite era letteralmente sparita
-E lo chiedi a me? Io stavo dormendo!- sottolineó la bruna sollevandosi di scatto da terra, passandosi alla buona le mani lungo i jeans chiari e strappati alle ginocchia
-Dove si sará cacciata? Porca miseria non ti puoi distrarre un attimo che quella si volatilizza!- ringhió Kat sollevandosi dal suo poggio, sgrullandosi di dosso i grumi di terra che si erano incastrati nelle maglie della sua calza a rete. Poi afferró il cellulare dalla tasca del pantaloncino di jeans, ma constatando che questo non presentava neanche il minimo segnale ne approfittó per imprecare giusto una decina di volte nel nome di quella testa bionda e boccolosa a cui davano le ricerche
-Cucú?- alle sciamane bastó voltarsi per ritrovare la loro compagna dispersa in tutto il suo bizarro ed euforico splendore, sfoggiando un sorrisetto divertito e fastidiosamente tirato
-Mi spieghi dove sei andata?- borbottó la moretta incrociando le braccia, inchiodandola con il suo sguardo polverizzatore e glaciale
-Io e Rosalinda siamo andate a fare una passeggiata. C’e’ una cittá non troppo lontano da qui. Potremmo dormire li e domani mattina proseguire!- ridacchió la terza fanciulla mostrando il suo grazioso spiritello dei fiori che elegantemente si era andata a posare sulla sua spalla
-Allora avviamoci no? Sta giá tramontando e onestamente non mi va di viaggiare con il buio...- rispose Miyu afferrando la tracolla che aveva precedentemente lasciato a terra come suo “cuscino alternativo”
-E dov’é il problema? Mettiamoci in marcia, anche perché io comincio ad avere fame- affermó la corvina mettendosi lo zainetto in spalla e le mani nelle tasche del suo shorts
-Cosa? Subito?! Kat tu stai male! Ci ho messo piú di un’ora e onestamente non mi va di rifarmi tutta quella strada con i tacchi adesso!- sbuffó la sciamana dalla chioma dorata sbattendo i piedi, lasciando risuonare i suoi tacchi alti per tutta l’area
-E chi te lo ha detto di metterti i tacchi?- ridacchió la piccola Miyu poggiandosi una mano sulle labbra, quasi nascondendole mentre emetteva quel vellutato suono
-Ahh... Vi odio!- ed esponendo un broncio buffamente finto e impostato, Jackline Key, la piú grande del gruppo, si avvió lungo la strada per la loro prossima tappa seguita a ruota dalle piú giovani. Non sapevano cosa sarebbe successo, chi avrebbero incontrato. Ma dopo tutto, é proprio questo il bello delle avventure, vero?

*Angolino di Virgy*
Beh, che dire? 
Vi presento la mia prima fiction su Shaman King e spero che l'inizio vi piaccia!
Lasciate una recensione se vi va... Mi farebbe piacere sapere se é di vostro gradimento fin dal principio ;P
Un bacio
-V-

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** capitolo 2 ***




Passando da una tonalitá calda e vellutata, il cielo aveva cominciato a tinteggiarsi di un freddo e umido blu che quasi sfociava in un oscuro nero tenebra. Se non fosse stato per la rassicurante presenza della luna e delle sue amiche stelle, quella notte sarebbe stata inquietante. Le tre giovani erano appena giunte presso l’ingresso al minuto villaggio, sperduto tra le profonde ramificazioni del canion, e proprio innanzi ai loro occhi un fitto via-vai di sciamani si destreggiava nella via principale, adornata da piccole locande e negozzietti di souvenir. Una cerchia di alberi dalle folte chiome verdeggianti si districavano tutti attorno alla zona. Un verde anello che pareva nascondere l’intero villaggio al suo interno
-Allora?- domandó impazientemente la giovane sciamana dalla folta chioma corvina che cominciava lentamente a sollevarsi, cullata dal vento fresco della notte che portava sollievo alla sua pelle accaldata
-Beh, cerchiamo una locanda e prendiamo una camera. Poi mangiamo e infine io propongo un bel bagno. Ci state?- propose Jackline sollevando ambo gli angoli delle sue labbra fine e rosee
-Oh si! Ho una fame!- sospiró la bruna scrollandosi appena le spalle, mentre sentiva le pareti del suo stomaco corrodersi dal famelico desiderio di ingurgitare qualcosa
-Sei un pozzo senza fondo Miyu!- borbottó la bionda mettendo la quinta a quelle sue belle gambe, puntando dritta dritta verso il primo ostello che le capitó sotto il suo sguardo attento
-Ma non é vero! Hey non correre dai!- affermó la giovane sciamana cercado di tenere il passo della compagna, mentre lentamente Kat le seguiva senza dire nulla. Si limitava a sventolare i suoi grandi occhi grigi qua e la per la strada, mentre si avvicinava sempre piú alla locanda. C’era veramente molta gente. La maggior parte portava una campanella dell’oracolo allacciata saldamente al braccio. Kat era solita studiare a fondo il territorio circonstante senza perdere mai la concentrazione. Non a caso era la “glaciale” del loro gruppo; da qualche anno a questa parte, Kat, pur essendo la piú giovane, viveva da sola nel quartiere malfamato di Londra vivendo di tatuaggi, ed era lí che aveva imparato a non abbassare mai la guardia . Amava disegnare, e incidere sulla pelle degli altri le sue piccole opere d’arte la compiaceva a tal punto che la sua vera gioia non era piú arrivare alla fine del mese. Amava la sua vita libera e ribelle, lontana dalla famiglia che detestava l’idea di una figlia “imperfetta”
-Padrona? Le altre sono entrate. Non credo che troveremo qualche minaccia questa notte...- la voce del dio alle sue spalle sembrava un soffio di vento freddo che le penetrava la carne per poi aggrapparsi alle ossa. Ed era un vero e proprio brivido; uno dei tanti che quella presenza le procurava da tanto tempo. Marte, il dio del massacro, il suo spirito. Sollevó appena lo sguardo e si perse nelle iridi altrettanto limpide e serie con cui la divinitá la stava trapassando. La corvina sorrise senza dire una parola, ancora non le sembrava vero ma lui aveva scelto lei
-Kat? Hey che ne dici riusciamo a entrare per ora di cena?- ridacchió Miyu fuoriuscendo dalla locanda quasi a passo di danza, giungendo al suo fianco
-Si, scusa stavo dando un’occhiata in giro...- rispose dando un lieve scossone alla testa
-Bene! Ora sbrighiamoci prima che Jackline si accaparri il letto piú comodo!- ridacchió la bruna dandole una pacca sulla spalla. Dopo averla esortata ad entrare, Kat finalmente si avvió all’interno del modesto ingresso al locale, mentre Miyu la seguiva a ruota, entrando per ultima. Ma proprio un decimo di secondo prima che riuscisse a varcare la soglia, la piccola castana sentí una pesante sensazione di angoscia crollare su di lei come un incudine di piombo. Non sapeva ne il come ne il perché, ma si sentiva osservata. Lo percepiva dal modo in cui la sua pelle divnetava ruvida e attraversata da violenti brividi freddi. Si voltó di scatto, cercando di trovare risposta a questa sua anomala reazione. Ma non vide nessuno.
***
In veritá, due occhi profondi e magnetici come buchi neri osservavano la fanciulla dall’alto. Nascosto tra le nuvole, in groppa al suo Spirit of Fire. Il suo corpo, prestante e asciutto, sembrava essersi irrigidito di colpo dopo averla intravista da lassú, nel cielo. E sentiva il sangue ribollire nelle sue vene, e un fuoco ardergli nel petto. Il vento della sera cominciava a infrangersi tra i suoi folti capelli castani, lasciando che il poncho candido ondulasse attorno a suo corpo
-Maestro?- accovacciato al suo fianco, un bimbo dagli splendidi ricci corvini e la pelle ambrata sembrava essersi appena risvegliato da uno splendido sogno. Gli rivolse i suoi grandi occhi scuri e profondi, come la notte che stava lentamente calando, e sul viso del ragazzo vide le sue labbra sollevarsi lentamente, dipingendo un sorriso carico di euforico stupore
-Siete felice?- gli domandó il piú piccolo con ingenua curiositá
-Si Opacho. Sono felice. Lei é tornata-
-Lei?- chiese il bimbo corrucciando le labbra e la fronte. Chi era lei? Perché non ne sapeva nulla? A quell’espressione buffa, lo sciamano non riuscí a nascondere un riso. Inoltró una mano nel folto afro del bambino, scompigliandolo con dolcezza
-Oh Opacho. Sono sicuro che ti piacerá- sussurró con altrettanta tenerezza
-Si unirá a noi?-
-Fidati, Non puó rifiutarsi...- rispose sicuro di se, mentre qualcosa cominciava a vagare nei suoi pensieri. Ricordi, ma non solo. Visioni sfumate si susseguivano nella sua testa, mescolate ad una miriade di pensieri che, dopo tanto tempo, non parlavano di Yoh.

***

Rannicchiata in posizione fetale nel suo letto, Miyu fissava il vuoto. Si sentiva strana, per la prima volta spaesata. Il fiato del suo drago pareva una calda carezza sulla sua guancia. Sebbene non fosse in grado di parlare, il suo spirito percepiva che qualcosa turbava l’animo della sua padrona, e avrebbe fatto di tutto per rassicurarla
-Ah da quanto tempo sognavo un bel letto!- ridacchió la bionda del gruppo riemergendo dal cuscino in cui aveva affontato il viso. I suoi occhi verdi osservarono le sue compagne: Kat che osservava il soffitto con le gambe all’aria, Miyu abbacchiata sul suo giaciglio con una espressione triste. Il sopraciglio di jackline si sollevó verso l’alto, e sbuffando appena disse
-Si puo sapere cosa diavolo vi é preso a voi due? Non eravate cosí qualche ora fa!- affermó riaddrizzandosi di scatto, mettendo le braccia conserte mentre minacciosamente riduceva i suoi occhi in due piccole fessure folgoranti
-Onestamente non mi piace questo posto. Ci sono troppi sciamani. Tutti potenziali nemici- rispose freddamente Kat, abbassando le gambe snelle e scalze per stenderle finalmente sul materasso. Non aveva degnato neanche di uno sguardo la sua compagna; piuttosto aveva puntato i suoi limpidi occhi sulla castana che ancora stentava a parlare. Miyu infatti, con lo sguardo velato da uno spesso strato di malinconia, rabbia, ansia e dolore, rimaneva muta aggomitolata in se stessa
-Tutto bene lí?- domandó la mora mentre, dal canto suo, Jackline si sollevava dal suo letto per dirigersi a passo veloce verso la sua amica
-Piccola stai bene?- domandó anche lei sedendosi all’angolo del suo letto, cercando di incontrare i suoi occhi tristi. La bionda le prese la mano con dolcezza, percependo i tremori e il gelo che questa emanava con veemenza, allarmandola
-Miyu stai tremando! E hai la pelle d’oca. Non dirmi che ti stai ammalando!- affermó trasferendo la sua mano sulla fronte della bruna, tentando di sentire se la sua amica avesse la febbre
-Ho un brutto presentimento...- rispose con un filo di voce mettendosi supina sul letto
-Che genere di presentimento Miyu?- le domandó Kat, che imitando Jackline s’appologlió all’angolo del suo letto
-Non lo so. Ma ho come la sensazione che sta per succedere qualcosa...- oh si, se lo sentiva a pelle, sopratutto sulla schiena, dove un bendaggio ben stretto mascherava una vecchia cicatrice, un marchio di cui soltanto Kat e Jackline ne erano a conoscienza. Tuttavia Miyu preferí non allarmare piú di tanto le sue due amiche, pertanto decise di soffocare il dolore nel silenzio
-Sentite. Rimarremo qui solo per questa notte. Io propongo di non farci troppi problemi. Quindi adesso andiamo a mangiare qualcosa giú alla tavola calda e andiamo a letto. Sono sicura che domani mattina presto alla nostra partenza tornerá tutto normale!- ridacchió Jackline tornando in piedi, toreggiando sulle altre. Tutto sarebbe tornato normale? Si forse. Ma almeno le due sciamane ci speravano tanto
-Bene, allora io comincio a scendere. Prendo un tavolo! Ci vediamo tra poco!- tornando a infilarsi gli stivaletti con i tacchi, la biondina si precipitó fuori dalla camera, chiudendosi la porta alle spalle. Non appena fu fuori, la bruna sbuffó appena voltandosi di scatto, stendendosi a pancia sotto. La cicatrice cominciava lentamente a recarle un bruciore quasi fastidioso, e il peso del suo corpo certo non giovava alla sua condizione
-Vuoi che gli dia una occhiata?- domandó la sua compagna intravedendo sul suo viso una espressione timidamente sofferente
-M-Magari. Mi faresti un favore enorme Kat...-
-Figurati- rispose senza trapelare alcuna emozione, come suo solito. Sollevandosi appena Kat afferró il suo zainetto, tirandone fuori una boccetta contenente uno strano liquido verdognolo, delle fasce di garza e dei dischetti di ovatta. Poi scostó appena la canotta della sua amica, scoprendole la vistosa fasciatura che le aveva fatto non appena avevano intrapreso il viaggio insieme
la cicatrice piú assurda che abbia mai visto” cosí Kat aveva definito la stella a cinque punte incisa sulla carne della sua amica
-Padrona guardate!- apparendo al suo fianco, Marte le indicó la parte lesa: pur essendo di piccole dimensioni, un forte rossore l’aveva resa piú vistosa del solito
-Da quanto tempo hai detto di averla?- domandó improvvisamente Kat mentre inumidiva per bene un dischetto di ovatta con il suo disinfettante verde prima di pulirle per bene quel marchio
-Praticamente da sempre. Ogni tanto torna a farmi male ma oggi il dolore é piú fastidioso del solito- rispose a denti stretti, stringendo fortissimo con le dita il suo guanciale, mentre la sostanza cominciava a penetrargli nella pelle quasi accentuando quella forte sensazione di bruciore che le stava letteralmente corrodendo i tessuti
-É strano. Una cicatrice in genere non dovrebbe comportarsi cosí. Peró c’é ancora una cosa che non mi é chiara: come hai fatto? Nel senso, una cicatrice a forma di stella non ti viene cosí!- disse fasciandole nuovamente quella zona con estrema cura. In quel preciso instante caló un silenzio quasi angosciante. Miyu era rimasta disarmata dall’affermazione della sua amica, e onestamente non aveva la piú pallida idea di cosa risponderle
-Beh... É passato cosí tanto tempo. Purtroppo non ricordo con precisione. Scusami- afferó mascherando i suoi occhioni nocciola al di lá della folta frangia bruna. Mentiva, e Kat lo sapeva. Lo aveva sempre saputo. Era come un sesto senso per lei, capire al volo quando una persona le stesse mentendo; eppure, quando si trattava di Miyu era sempre ben disposta a fare finta di niente, a non indagare troppo. C’era una spessa coltre di mistero che avvolgeva la sua amica, e preferiva mentenere la sua privacy piuttosto che metterla a disagio
-Non ti preoccupare- rispose sollevando appena l’angolo destro delle sue labbra fine e pallide. Per qualche decimo di secondo le due si fissarono dritte negli occhi: iridi limpide e quasi artiche da una parte, penetranti e dolci dall’altra. Due opposti che tuttavia non ruscivano a fare a meno di stare assieme, perché l’amicizia che le legava era piú forte delle loro diversitá
-TIENI GIÚ LE MANI MANIACOOOO!- un urlo, simile a un ringhio, squarció quel sottile momento di quiete che si era venuto a creare, e le due sciamane conoscevano bene quella voce
-Che le sará successo questa volta?- ridacchió Miyu coprendosi le labbra con la mano, nascondendo il suo lieve e vellutato della sua risata
-Ma che ne so! Andiamo a vedere che é meglio. Se conosco bene Jackline é capace che butti giú l’intero locale- rispose Kat scuotendo appena la testa mentre si sollevava in direzione della porta, seguita a ruota dalla sua amica. Cosa era successo a Jackline? Con chi avrebbero avuto a che fare questa volta? Solo di una cosa Miyu era certa: qualcosa stava per succedere.

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***




Scendendo le scale del primo piano all’impazzata, le due sciamane piombarono nella tavola calda preparandosi al peggio. Conoscevano bene Jackline e la sua impulsivitá eccessivamente marcata, e poiché non erano ben disposte a ripagare i probabili danni del locale, scrutarono l’intero ambiente con l’intento di ritrovare la loro amica e tranquillizzarla il prima possibile. Non ci volle molto, perché riconobbero immediatamente i boccoli dorati della loro compagna che quasi elettrizzati si gonfiavano sempre piú. Teneva la mano tesa contro la guancia di un ragazzo, piuttosto alto e i capelli che trasudavano brillantina da ogni dove, e sembrava che gliene stesse dicendo quattro
-Provaci ancora una volta e giuro che ti faccio a pezzi! Porco!- aveva gridato la bionda conquistandosi l’attenzione di tutta la tavola calda
-Ecco... Ci risiamo!- bofocchió la bruna portandosi una mano alla fronte
-Su andiamo Miyu- sbuffó Kat con uno sguardo seriamente scocciato. Ad ampie falcate allora la moretta si avvicinó alle spalle di Jackline, prendendola per una spalla. Questa, sentendosi quella mano fredda sulla pelle sobbalzò voltandosi di scatto. Le due ragazze si fissarono dritte negli occhi, e non appena le irigi grige di Kat fulminarono quelle della sua amica, Jackline immediatamente raffreddó i suoi bollenti spiriti. Raramente Kat sfoderava quello sguardo maligno, e quelle poche volte preannunciava una possibile catastrofe
-Tutto bene?- domandó dal canto suo Miyu, ponendosi nel mezzo tra lo sconosciuto e la sua amica
-Si, la tua amica é pazza!- rispose l’uomo sfiorandosi la guancia lesa
-Pazza io?! Questo qui mi ha toccato il sedere!- rispose la bionda tornando ad agitarsi, scattando in avanti ma finendo dritta dritta contro il corpo della giovane Miyu, che come uno scudo evitó che si lanciasse contro il ragazzo per staccargli la testa a morsi
-Ma si puó sapere che diavolo sta succedendo qui?!- una voce completamente estranea s’inoltró nel discorso, cogliento tutti e quattro di sorpresa. Un secondo ragazzo, probabilmente amico dello spilungone brillantinato, giunse sulla scena con passo lento e spavaldo; i suoi occhi dorati quasi brillavano, mostrando un accattivante audacia e sicurezza
-Ah non ti intromettere Ren...- sbuffó l’uomo sistemandosi il colletto della sua camicia viola
-Hey che mi sono perso? Che hai combinato eh Ryu?- nuova voce, nuovo ragazzo che sembrava essere sbucato dalle spalle del tipo con le iridi dorate. Questo dai folti capelli blu, avanzava con le braccia conserte e un sopracciglio sollevato verso l’alto, esponendo uno sguardo maliziosamente furbo. Ora anche altri giovani sembravano essersi avvicinati, salendo ad un numero complessivo di circa dieci persone tra ragazzi e ragazze, e per la maggioranza sciamani
“Questa non ci voleva...” pensó immediatamente Kat cominciando a studiare le persone che aveva davanti. Sembravano essere un bel gruppo compatto, quindi bastava inimicarsi un solo componente per ritrovarsi contro tutti, e onestamente la moretta non aveva la minima voglia di sprecare le sue energie per una questione tanto futile
-Sentite. Sono sicura che sia stato tutto un malinteso!- commentó Miyu cercando di trovare una soluzione diplomatica, e quasi venendole in contro un ragazzo giuse al suo fianco sostenendola con occhi dolci e profondi, e un sorriso che di primo impatto trasmetteva fiducia
-Hai ragione. Sono certo che il nostro amico Ryu non aveva cattive intenzioni...- ridacchió grattandosi appena il capo, facendo spostare di qualche centimetro i grandi cuffioni arancioni che gli incorniciavano il viso. Alla sua risposta Miyu sorrise quasi automaticamente, mentre con il suo solito fare disinteressato Kat sbuffava vistosamente. Era quasi sollevata in realtá, almeno adesso era certa che non ci sarebbe stata alcuna battaglia quella sera
-Bene, allora visto che é tutto chiarito possiamo tornare al nostro tavolo ragazze...- disse afferrando Jackline per un braccio. Miyu osservó un ultima volta quello sciamano dall’aria tanto simpatica, sorridendo appena quando i suoi occhi s’incontrarono con i suoi. Fece per seguire le sue amiche quando una delle ragazze, una sua coetanea dai capelli biordi e lisci, parlo con voce sottile ma imponente; con tono fermo e imperante
-Questo é fuori discussione! Con una delle sue solite bravate, Ryu ha mancato di rispetto ad una vostra compagna. Pertanto come minimo lasciate che vi offra la cena- affermó lasciando sbiancare tutti i suoi compagni
-Anna ma sei impazzita?!- ringhió uno sciamano dal folto afro bruno e la pelle del dolce colore del cioccolato. Tuttavvia appena la ragazza vi voltó sembró che con i suoi occhi scuri lo avesse polverizzato. L’angolo sinistro delle labbra di Kat si sollevó appena, apprezzando il carattere forte della biondina, tuttavia disse
-Grazie ma non ne abbiamo bisogno...- e alla sua affermazione Anna la penetró con gli occhi. C’era qualcosa di strano in quelle ragazze, e l’unico modo per scoprirlo era tenersele il piú stretto possibile. Dal canto suo invece, Kat aveva ben intuito quali fossero le intenzioni della ragazza con la bandana rossa, ma evitando di parlare le rivolse semplicemente le spalle
-Dai non é una cattiva idea!- affermó il ragazzo che tanto ispirava fiducia a Miyu, cercando l’assenso sul volto di quest’ultima. La bruna si voltó in direzione delle sue amiche, e con un timido sorriso le invito ad aggregarsi a loro
-Come vuoi tu!- rispose Jackline sollevando le spalle, fiancheggiandola
-Si ma io vicino a lui non mi ci siedo! Piuttosto in piedi- ridacchió spavalda ammiccando allo sciamato amante del gel per capelli
-Tranquilla i posti ci sono!- ridacchió un ragazzino dai capelli dorati e uno zaineto grande quasi quanto lui. Miyu osservó la sua amica che nel frattempo si andava a sedere proprio accanto a quest’ultimo. Sebbene fino a qualche minuto prima la tensione si tagliasse con un coltello, come d’incanto sui visi di tutti sembrava essere calato un soffice velo di serenitá che quasi lasció disorientata la giovane sciamana
-Miyu. Io non mi fido- le sussurrò piano Kat prendendola in disparte, afferrandole prontamente il polso.
-Quando mai ti fidi di qualcuno tu?- rispose a tono scompigliandole appena la folta chioma corvina
-Dico sul serio. Ci metteranno nei guai...- rispose seriosamente fissandoli in cagnesco. La bruna sbuffò.
-No, io non credo. E poi magari un po’ di compagnia ci farà bene. Sembrano un gruppo molto unito…-  affermò scrutandoli di sottecchi con un lieve sorriso impresso sulle labbra.
-Sarà…- disse la sua amica –Ma ricordati, Miyu, che non partecipiamo al torneo per farci degli amici- Kat si scostò dalla sua compagna, avviandosi verso il primo posto libero che le capitò a tiro: incastonata tra il ragazzo dalla cresta aguzza e quello con la chioma bluastra. La castana guardò un’ultima volta le sue amiche; Jackline pareva essersi subito lanciata in una loquace discussione, come suo solito fare, con il bimbo biondo e la rosa. Kat al contrario restava immobile nella sua stoica austerità, senza degnare gli altri né di uno sguardo né di una parola…
-Hey! Vieni, qui c’è posto!- una voce calda e accogliente giunse al suo orecchio, il giovane dall’aria simpatica con le grandi cuffie arancioni le stava facendo cenno di sedersi accanto a lui, sul fondo del tavolo.

Era trascorsa poco più di un’ora, eppure mangiavano e conversavano come se si conoscessero da una vita. Ed era piacevole partecipare e sentire quel calore sincero e genuino che le tre giovani sciamane non avevano mai provato. Non erano abituate ad avere molti amici. Erano sempre state un trio. Non esisteva nessun’altro. Eppure, per quanto fosse difficile ammetterlo, non era per nulla sgradevole la loro compagnia. Jackline oramai sembrava sopportare le avances del capellone, che una volta presentatosi cortesemente, aveva posto le sue scuse per “l’incidente” accaduto poco prima. Persino Kat aveva cominciato a spiccicare qualche parolina con Horohoro, sebbene restasse sempre sulla difensiva, proprio come il giovane Tao Ren, che al contrario lo osservava di sottecchi.
-Come hai detto che ti chiami?- domandò improvvisamente il castano al suo fianco, facendo tornare la giovane sciamana con i piedi per terra.
-Come scusa?-
-Parliamo da più di mezz’ora e ancora non ho capito che ti chiami...- si chiarì il ragazzo, sorridendole dolcemente
-Oh…- arrossì appena –Mi chiamo Miyu Okamoto- rispose piano, aggiustandosi dietro l’orecchio, con lo sguardo basso, una ciocca di capelli color ebano. Lo sciamano udito quel nome espose un sorriso affabile, mentre la bionda che sedeva davanti a lei contriva la mascella, quasi sbiancando. La medium si sollevò di scatto dalla seggiola, facendola tremare. Senza dire una parola, se ne andò.
-Anna? Dove vai?- chiese il ragazza senza ricevere alcuna risposta. Miyu la osservò mentre si allontanava a passo svelto e sicuro, dileguandosi al di là della porta che dava alle scale del piano superiore
-Scusala, Anna avvolte è piuttosto impulsiva-
-Ho notato…-  Miyu tornò a fissarsi spaesata le mano poste sul suo grembo. Quella ragazza era strana. Appena aveva sentito il suo nome si era dileguata in quel modo talmente brusco che inevitabilmente le fece pensare che fosse proprio lei il problema, “E chi altri sennò?”
-Comunque piacere di conoscerti…- la bruna sollevò appena lo sguardo, ammirando quella bella mano affusolata puntata contro di lei, sollevò appena l’angolo sinistro delle labbra, avvolgendo le dita con le sue
-Io mi chiamo Yoh. Yoh Asakura – in quel preciso istante, un brivido sottopelle, colse alla sprovvista la povera sciamana. “Asakura…”
Lo scrutò in viso, facendo attenzione ai tratti affilati del suo viso, ai suoi occhi profondi e familiari. Ebbe un capogiro che la fece barcollare dalla seggiola:
“Yukari resisti ancora, ti prego... ” sentiva la sua voce nella testa, una voce calda, suadente, vellutata… e ritraendo di scatto la mano da quella dello sciamano, la bruna se la portò in viso, parandosi le orecchie con ambo le mani, non voleva ascoltare
-Hey tutto bene? Ti senti male?- la voce di Yoh tuttavia sembrava un sussurro ovattato in confronto a tutto quel frastuono che rimbombava nella sua testa
“Cosa stai facendo? Yukari non sei in grado...” chiuse gli occhi, avvinghiando le dita tra i capelli, le girava la testa e inevitabilmente scivolò giù portandosi con sé tutta la sedia. Prontamente, lo sciamano al suo fianco la cinse per le spalle, evitandole uno spiacevole incontro con il pavimento. Stringendola al petto, il giovane Asakura cercò i suoi occhi che roteavano senza sosta, socchiusi, spenti, svuotati
-Miyu?!- all’unisono, le sue due migliori amiche si sollevarono di scatto dal loro posto, fiancheggiando il ragazzo. Sebbene avesse tantissimi occhi puntanti addosso, non riusciva a vedere altro che tante fiamme del colore dell’oro, dell’ocra e del sangue:
“Yukari! YUKARI!!!” Miyu trasalì, serrando definitivamente le palpebre. E tutte quelle grida furono soltanto un ricordo.

***
-Cosa hai detto Anna?!- la voce di Yohmei  Asakura dall’altro capo del telefono pareva tremante, trasudava stupore. Come immaginava, aveva colto nel segno…
-Sapete dirmi qualcosa su Miyu Okamoto? Se non sbaglio la sua famiglia era molto legata a quella degli Asakura tempo fa…- ripeté glaciale come suo solito, senza lasciar trapelare alcuna emozione, sebbene fosse curiosa di svelare quei dubbi che immediatamente le erano sorti, Anna aveva già sentito quel nome, e il fatto che l’attuale capofamiglia degli Asakura stentasse ancora a risponderle aumentava ulteriormente la sua sete di risposte
-Non è possibile…- sussurrò piano l’uomo
-È grave?-
-Sì, se ciò che mi stai dicendo è vero, allora siamo tutti in pericolo…-
-Addirittura? Mi perdoni signor Yohmei ma ho visto questa Miyu, e non mi sembra una sciamana pericolosa…-
-No. Non capisci. Lei… Maledetto Gidayu- Anna si morse un labbro, fremente
-Parli chiaro, una volta per tutte- ringhiò digrignando i denti, impaziente
-Non posso dirti la verità. Non ora Anna. Devo discuterne con il capofamiglia degli Okamoto prima. Ma ti prego, finché non avrai mie notizie, non perderla di vista. Mai. E se doveste incontrare Hao, per l’amor del cielo nascondetela-
-Hao? Cosa c’entra adesso Hao?-  non sapeva se fosse arrivata l’ora di agitarsi, ma cominciava asnetire un cerco scompiglio dentro il suo piccolo petto
-Fai come ti ho detto Anna. Se l’incontro con Giudayu Okamoto andrà per il verso giusto, allora potrò raccontarti tutto. A presto- e detto questo, senza aggiungere nient’altro, Yohmei Asakura attaccò. Più che rassicurata, adesso nella testa di Anna le domande erano aumentate. Chi diavolo era questa Miyu Okamoto? Perché spaventava così tanto il nonno di Yoh? Ma soprattutto, perché Hao doveva essere interessato ad una come lei?
-Miyu?!- sentì un grosso frastuono, e una baraonda propagarsi dal piano inferiore. lasciò il telefono, e strinse forte i denti, avviandosi verso le scale. Non si sarebbe data per vinta. Giurò a se stessa che avrebbe portato tutti i nodi al pettine, che non avrebbe mollato. Mai

*Angolino di Virgy*
Chiedo venia, sono secoli che non aggiorno. Tuttavia mi mancava questa fiction, e spero proprio di postare il prossimo capitolo, a cui sto già lavorando, al più presto. Recensite e fatemi sapere il vostro parere ;)
Un bacio
-V-

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=963051