My life would suck without you

di Ari_Chung
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** A Raining friday night ***
Capitolo 2: *** good shoes CAN save you this time ***
Capitolo 3: *** il risveglio ***



Capitolo 1
*** A Raining friday night ***


Le 6pm. Fuori piove, che dico diluvia. La mia amica Marine è fuori per lavoro quindi sono sola in casa, ancora per un pò almeno. La pioggia riesce sempre a mettermi addosso un pò di malinconia, si, quel tipo di malinconia che ti fa venir voglia di metter nello stereo le canzoni più tristi del mondo. Non ho nulla da fare, nessuno da chiamare e ovviamente nessuna voglia di uscire e bagnarmi! E non ho un ragazzo, o un cane, un gatto! L'unica cosa che mi vien da fare ora è sedermi sul divano, infilare nel lettore dvd il mio film preferito e farmi prendere dal carisma e dalla bellezza di Audrey Hepburn in "Colazione da Tiffany". Anche lei aveva le paturnie. Incoraggiante no? Ma quest'alternativa comunque non mi convince, così decido di andare in cucina, e farmi un caffè. Che piova o no il venerdì sera si esce e ci si diverte. Accendo una Marlboro rossa e prendo il cellulare, scrivo un sms a Marine spiegandole che su Twitter ho letto di una serata in un locale che potrebbe piacere a entrambe. Dopo neanche due minuti lei mi risponde "Certo cara, considerami già pronta! xxx". Adoro di lei, dopo il semplice fatto che è la mia migliore amica, che ha sempre voglia di star bene, di uscire, far baldoria, ma soprattutto che è la persona più intelligente e responsabile al mondo! Tutto questo fa affiorare un sorriso sulle mie labbra e da fashionista quale sono (o forse che la tv mi ha fatto diventare!) mi dirigo verso l'armadio e mi concentro sullo studio della mise migliore per la serata, che consiste in pratica in un live di una band che entrambe adoriamo. La produzione non mi ha mai permesso di invitarli al mio show purtroppo, e questo è uno dei motivi per cui ho deciso di abbandonarne la presentazione. Infatti, eccomi qua, in casa, senza nessuna prospettiva per il futuro nè alcuna intenzione di trovarmi un'occupazione sostitutiva, fin quando mi basteranno i soldi che ho guadagnato in questi anni, poi dovrò alzare il culo! Il solo pensiero mi ha fatto stancare quindi mi butto sul letto e dopo due minuti ho chiuso gli occhi. Mi sveglio sobbalzando sentendo un prolungato e fastidioso suono del citofono. Mi stropiccio gli occhi completamente stordita dal sonno e mi dirigo verso la porta. Sull'uscio c'è Marine che mi guarda come fossi un alieno, non importa, l'abbraccio con un sorriso a 32 denti e entrambe entriamo in casa. Ogni volta che sta via anche per due giorni, ho la sensazione che i suoi capelli siano sempre più lunghi. Sarà che io ho un caschetto sbarazzino e non riesco a immaginarmi diversamente. -Oh Ale sono così contenta di essere qui, andare dai miei è sempre una tortura, proprio non riesco a sopportare le loro cene-. Le faccio un piccolo sorriso e le dico -marine, parliamo di cose serie! Innazitutto, vuoi una birra? Su, cominciamo la serata! - Lei sprizzante di gioia mi si avvicina, apre il frigo, prende due Bud, le stappa, me ne offre una e brindiamo. -In pratica su Twitter ho letto che i Lostprophets suonano in un locale stasera e io voglio esserci. Così come anche tu no?- -Oddio, i Lostprophets, non voglio solo esserci, voglio stare in prima fila e portarmi i tacchi dietro, perchè dopo voglio assolutamente andare a conoscere Jamie!- Scoppio a ridere e riavvicino la mia birra alla sua per brindare, di nuovo. Se qualcuno ci vedesse riconoscerebbe la nostra espressione sul volto di un bambino al momento di scartare i regali di Natale. Sono fiera della nostra complicità, ed io che porto spesso le ballerine, sono anche fiera di avere il suo stesso numero di scarpe. Mi faccio prestare un paio di Louboutin: lei vuol conoscere Jamie, io credo che Ian sia decisamente troppo sexy da non entrare nel mio letto! Quindi, via, la missione sta per avere inizio!

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Capitolo 2
*** good shoes CAN save you this time ***


Spaventosamente troppo sexy per un concerto rock, io e Marine siamo sedute sul sedile posteriore di un taxi e io sono tutta prese dalla gente e i colori che mi sfilano affianco. Mi sento ancora una turista a Londra nonostante siano passati 5 mesi da quando io e Marine ci siamo trasferite. E forse adesso le darò anche l'ultimo saluto se non troverò nulla da fare. Fatto sta che i Lostprophets nella mia vita hanno avuto un grande ruolo. E Ian. Cavolo quanto ero innamorata di lui. Poi mi distrassi, un pò per il lavoro ad Mtv che mi impegnava ed eccitava 24 ore su 24, un pò perchè lui si era superfidanzatissimo con una ricca modella californiana: quando senti una cosa del genere, perdi tutte le speranze. Ian era il mio Brad Pitt, e conoscete voi una donna più bella di Angelina Jolie? Il locale sembra bello. Davanti a noi una trentina di giovani dai capelli di tanti colori diversi, e un tizio che con un entusiasmo pari a quello di uno che sta per suicidarsi, strappa con le sue mani giganti i biglietti a fans felicissimi di correre sotto il palco a scatenarsi! Io e Marine passiamo per lo stesso iter e appena dentro andiamo a sederci a uno dei due sgabelli liberi che troviamo al bancone. Resteremo lì per tutta la serata dando l'impressione di essere le groupies della band ma non importa. Mentre Marine sfiora con mosse rapide il display del suo i-phone ordino due cocktail. Dopo 5 minuti la band fa il suo ingresso accolta da urla e luci; io sorrido. E quando sento le note iniziali di Where we belong mi viene quasi da piangere. Ma decido di alzarmi, coinvolgere Marine e ballare lì davanti al bancone gustandomi lo spettacolo per quello che è, e le mie orecchie e i miei neuroni mi lanciano messaggi di gradimento. Tutto questo durà un paio d'ore. Un sacco di persone hanno ammirato la nostra performance adolescenziale ma ci siamo divertite come pazze. Il locale comincia svuotarsi e io vado alla toilette per rifarmi il trucco. Christian Dior e la tonalità di rosso 999 non mi ha mai tradito! Faccio un lungo sospiro e porto la mano alla maniglia della porta, ma qualcosa mi precede: alzo lo sguardo e quello che ho davanti è un dio greco di 1 metro 1 novanta quasi, moro, sudato. Ho incontrato Ian in un cesso. Non male. Lui non si scompone più di tanto, mentre io mi affretto a fare una risatina per sdrammatizzare "Ciao Ian, probabilmente due vanitosi come noi dovrebbero esser felici di essersi incontrati davanti uno specchio". "ahahah sei divertente come in tv" io gli rispondo "oh meno male che ridi, il mio sarcasmo ha fatto incazzare Jared leto, purtroppo non penso molto prima di parlare ". Ian mi guarda, come se gli importasse di conoscermi. Io invece sono un pò imbarazzata, quindi gli sorrido e vado via. Raggiungo Marine impegnata a sedurre il barman, e gli racconto l'accaduto. Marine si agita e saltellando crea parole strane che in realtà hanno il significato di "te lo sei scopato?", e mentre ridendo cerco di calmarla Dave che è anche il proprietario del pub mi chiede se fosse davvero questo il mio intento; lo guardo, guardo Marine, guardo lui gironzolare e cedersi per una foto e un autografo agli ultimi fans che sono ancora dentro, e io sto provando tantissime sensazioni diverse di cui non mi capacito "No Dave, non voglio violentarlo". Do un'ultima occhiata al palco e vedo la band sistemare alcune cose, sorrido ancora, prendo il cappotto e vado a fumare una sigaretta all'esterno, cerco di farlo capire a Marine, ma i suoi ormoni sono troppo concentrati sui muscoli del sexy Dave. Ha smesso di piovere ma fa freddo, mentre espiro il primo tiro un braccio mi tocca la spalla. Fatico a crederci anch'io ma è Mr. Watkins che mi dice "Ciao Ale, piacere di conoscerti", io lo guardo estasiata e annuisco. "Ti va di bere qualcosa?" mi dice passando in rassegna ogni cm delle mie gambe "Belle scarpe, vai sempre vestita così ai concerti?" mi dice con un'espressione che dice "tistoprendendoingiro". Mi sento una perfetta idiota, cosa diavolo mi ha fatto pensare che 12 cm di tacchi andassero bene per un concerto? Pur di salvare un attimino la faccia punto su una delle mie espressioni teatrali più sexy e gli sussurro che "..passavo di qui per caso e ai Lostprophets non potevo resistere". Lui pare camminare a tre metri di altezza, e questo mi diverte. Mi prende per un braccio e mi invita a bancone. Dopo due ore e una bottiglia di vodka liscia, balcollando leggermente io e Ian torniamo nel bagno del nostro primo incontro avvolti da una passione improvvisa tanto da non chiuderci la porta alle spalle. Dieci minuti meravigliosamente intensi: indipendentemente da quanto dotato, le sue mani, le sue braccia, i suoi tatuaggi e le sue labbra sarebbero rimasti in eterno impressi nella mia mente.

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Capitolo 3
*** il risveglio ***


Mi sveglio di soprassalto. Corro in bagno e vomito anche l'anima. Nuda e ancora con gli occhi chiusi, mi stendo a terra e riprendendo fiato provo delicatamente a mettere in ordine i pezzi componenti la notte passata ormai da un pezzo. Mi si stringe lo stomaco quando la mia mente compone l'immagine delle pistole di Ian troppo vicine al mio corpo. Mi rialzo con fatica e mi trascino verso la mia camera. Sono esausta e mi fa molto male la testa. Sono le 14 e 35. Credo proprio che Marine non sia in casa e realizzo quindi che ieri sera c'era quel tipo del locale che.. Sul pavimento ci sono sparsi i miei vestiti e tutto quello che mi porto nella borsa. Acchiappo il portafoglio e pesco tra documententi, banconote e bigliettini da visita una compressa di analgesico. Nel frattempo avverto di nuovo la sensazione di vomito, ma dopo due secondi è passata. Afferro il cellulare e mi immergo di nuovo nelle coperte nascondendomi completamente. Sfoglio le e-mail ricevute e vedo che tramite Twitter Ian mi ha scritto un messaggio. Batto veloce l'indice destro sullo schermo e leggo: "Che risveglio di merda. Sono ancora ubriaco. è stato bellissimo stanotte. avrei dovuto conoscerti prima di decidere di sposarla. XXX". So come ci si sente finalmente. Non sono mai stata fidanzata seriamente e mai innamorata, o meglio era quello che credevo fino a venti secondi fa. Ora so quello che si prova, quando la gente piange e sta male. Cazzo se fa male. La prima sensazione è il panico che ti spezza il respiro, poi la sudorazione fredda, poi un crampo allo stomaco, poi la perdita totale delle forze fisiche. Tutto questo dura un'altra ventina di secondi. Mi guardo intorno e tutto mi sembra estraneo, quasi sento di non essere nemmeno io quella che sta in questo corpo. Proprio non riesco a capire quello che sta capitando, sono ancora troppo in preda alla non accettazione. Il fatto è che fino a ieri sera credevo che la vita mi stesse regalando la felicità. Fino a ieri sera credevo che tutte le cose brutte che mi sono capitate nell'arco dell'adolescenza, e anche dopo, fossero accadute solo per provare la mia forza e il mio istinito di sopravvivenza, premiandomi poi dopo con il tanto desiderato amore. Ora me ne rendo conto. E invece no. La vita mi ha concesso solo un ricordo, quel ricordo che ora è come un moscerino negli occhi che ti fa lacrimare. Mi abbraccio e mi riaddormento su un cuscino che più tardi mi accorgerò essere completamente bagnato.

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