Firelight -equilibrio- di Elfa sognatrice (/viewuser.php?uid=74071)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** capitolo 3 ***
Capitolo 1 *** Capitolo 1 ***
cap I firelight
Ciao!
Questa
storia inzia alla fine di Firelight LA RIBELLE. Quindi se non volete
svelarvi il finale è meglio che leggiate tutto il libro.
A
me non piaceva come si è concluso e ho deciso di allungare
di qualche pagina la storia.
Ho
scritto oggi tutto quanto, ero troppo coinvolta per smettere.
Questa
ff sarà quindi di tre o quattro capitoli ancora, non molto
lunga. Cercherò di postare con regolarità, visto
che ho tutto pronto.
Fatemi
sapere cosa ne pensate
Spero
di non aver rovinato un libro davvero coinvolgente e fantastico.
Capitolo I
Piove.
Mi ero dimenticata il
profumo dell’erba bagnata. Ispiro a pieni polmoni, non li
sentivo così leggeri
da mesi, da quando ero andata nel deserto. È bello,
però piango, ormai ho
rinunciato a trattenermi, almeno quando sono sola. Will, ho il cuore
distrutto,
brucia peggio di del fuoco, peggio delle mie lacrime.
Sono
sola nella camera del motel
sulla strada verso il clan, sento Cassian muoversi nell’altra
camera, dorme a
bocca aperta, sembra davvero rilassato. Io non sono riuscita a dormire,
ogni
volta che chiudo gli occhi vedo Will, il suo sangue viola, il sangue di
draki,
e vedo mia madre, il volto stanco, vecchio, quando siamo arrivati
davanti a
casa. Mi ha guardato, poi ha abbracciato Tamra, l’ha guardata
negli occhi e le
ha chiesto cosa volesse fare. Lei ha guardato me, Cassian, la piscina,
quella
che era diventata la sua casa, e sceglie il mondo umano, lo dice a
bassa voce.
Cassian la guarda, credo che non lo facesse da anni, e annuisce, sapeva
che
loro potevano evitare di tornare al clan, forse è anche
contento, senza di loro
io ho meno possibilità di fuggire.
E
così ora sono sola, anche mia
madre e mia sorella mi hanno abbandonato.
Mi
asciugo le lacrime, apro la
finestra sporca e respiro l’aria umida, sentendo la forza
farsi sempre
maggiore, non mi sentivo così viva da mesi, proprio quando
vorrei morire.
È
assurdo.
Will
ha detto che mi troverà.
Nonostante tutto non posso dimenticare quelle parole, non riesco a non
pensarci, ad abbandonare la speranza di poterlo rivedere.
Mi
sento tremare al pensiero del
clan, alla possibilità niente affatto remota che mi
costringano a rimanere lì.
Cassian non ne ha più parlato da quando siamo partiti, ma so
che non si opporrà
troppo.
Respiro
e sento la forza crescere
dentro, guardo il cielo cupo, scuro. Piove.
Avevo
scelto di andarmene, di
abbandonare mamma e Tamra, di cercare un altro posto dove vivere.
Loro
hanno scelto, posso farlo
anche io? Posso andare da qualche altra parte? Sono davvero costretta
ad andare
al clan?
Una
strana speranza brucia dentro
di me, la sento forte proprio come il mio corpo, ora che è
vicino alla viva
terra.
Cassian
mi seguirà, però posso
mettere una bella distanza tra di noi, ora dorme.
Non
ci penso ancora, non ho più
nulla da perdere, al massino rinvio solo il ritorno al clan. Non ho
fatto
nessuna scelta fino ad ora, e il mio mondo si è comunque
rovesciato.
Mi
svesto e mi lascio tornare
draki, è molto più facile rispetto a quando ero
nel deserto.
Raccolgo
i vestiti, un paio di
jeans e una maglietta che mia mamma mi aveva dato appena mi aveva
visto. Dove
li metto? Mi potrebbero servire se devo mangiare tra gli uomini. Infilo
la roba
nello zaino, ha anche una cinghia in vita, e lo posso allacciare
così, senza
che mi dia fastidio alle ali.
Non
mi ero mai sentita così
lucida, era la pioggia, la terra o la mia scelta? Forse dovevo trovare
la forza
di decidere, non l’avevo mai fatto. Mi ero sempre adeguata
alle scelte degli
altri: prima il clan e poi mamma. Forse la mia unica scelta era stata
quella di
non abbandonare il draki… e di permettermi di amare Will.
Be’
qualche scelta alla fine
l’avevo fatta, ma solo negli ultimi tempi… stavo
davvero crescendo?
Le
gocce di pioggia mi bagnano
non appena mi lancio e inizio a battere le ali, devo avvicinarmi alle
nuvole
per proteggermi dagli sguardi.
I
venti sono impetuosi, rispetto
a quelli del deserto, e mi sospingono con fin troppo impeto da una
parte
all’altra. Devo concentrarmi, smettere di pensare andare
avanti, allontanarmi
da Cassian più che posso.
Volo
per tutta la notte, sono
stanca, le ali sono pesanti da muovere. Non avevo mai volato
così a lungo, mi
rendo conto, e devo farlo ancora per mesi, se voglio riuscire a
seminare
Cassian.
Ora
però so di dovermi fermare.
Ho pochi soldi, quelli che mi ero presa per l’appuntamento,
nulla di più, non
posso permetterli di sprecarli per pagare un albergo.
Atterro
quindi in un boschetto,
non è grande come quello che circonda il clan, ma
è una novità rispetto
all’arsura vuota del deserto.
Sento
la pelle viva, sono forte
nonostante la stanchezza.
Mi
arrampico sull’albero più
grande e decido di dormire, al mangiare penserò dopo, ora
sono davvero stanca.
Mi
vesto e mi aggrego alla calca
di ragazzi che escono da scuola, cercando di risultare normale, lo
zaino in
spalla, entro in un supermercato, compro delle scatolette di cibo in
offerta e
delle bottiglie d’acqua, non posso caricarmi troppo,
faticherei a volare. Pago
e mi domando se Cassian ha capito che sono fuggita volando, se mi sta
seguendo
o se ha deciso di tornare al clan. Forse andrà da mia mamma,
forse la costringerà
a tornare al clan. Non ci avevo pensato, ma anche mamma e Tamra devo
essersi
trasferite, per scappare ai cacciatori, Cassian impiegherà
comunque del tempo
prima di trovarle.
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Capitolo 2 *** capitolo 2 ***
cap 2
Capitolo 2
Sono
tre giorni che vivo di
notte, probabilmente sulle montagne rocciose, ma non ne sono
così sicura, so
solo con certezza che non mi sto dirigendo verso il caldo. In pratica
mi sto
distanziando da Will. Non ho mai smesso di pensarci, mai. Mentre volo
ricordo
la prima volta che si eravamo visti, e quei giorni in cui avevamo
parlato,
quando ero stata me stessa, avevo guadagnato forza e amore da lui.
Mi
manca tanto. Ora mi domando
davvero sa riuscirà a trovarmi, probabilmente è
concentrato verso il clan, è lì
che sta facendo le sue ricerca, assieme alla sua famiglia, insieme ai
cacciatori.
Nonostante tutto sto male al pensiero di aver messo in pericolo il mio
clan… ma
sono convinta di aver fatto bene a scappare. Mia madre aveva proposto
una
soluzione, abbandonare il draki, ma so che non è possibile,
mio padre invece
aveva certo un'altra possibilità, e so che quella
può essere davvero la
soluzione.
Ma
mi basta anche solo stare con
Will, mi rendo conto mentre volo, non mi importa di trovare altri
draki, di
avere di nuovo un clan, che comunque non mi permetterebbe mai di stare
con lui.
Mi
fermo a mezz’aria sconvolta,
perché non me ne ero resa conto prima? Perché ho
sempre insistito a voler
trovare un altro clan? Mi basta Will! Nonostante tutto, nonostante
abbia sangue
draki, nonostante sia il miglior cacciatore, voglio semplicemente
rimanere con
lui.
Questi
pensieri non mi lasciano
dormire, quando all’alba mi fermo, devo fare qualcosa, devo
aiutare Will a
trovarmi.
Mi
vesto, sistemo al meglio i
capelli e mi preparo a tornare nel mondo umano.
Scopro
che è sabato, è passata
una settimana da quando ho lasciato il deserto, da quando ho lasciato
Will, ma
mi sembra molto più tempo.
Mi
fermo ad un telefono pubblico,
inserisco le monete e chiamo, chiamo i miei cacciatori. Suona diverse
volte, ma
nessuno risponde. Non sono a casa, lo sapevo che quella era una
possibilità
troppo facile.
L’idea
di poter vedere Will entro
breve tempo svanisce, lasciandomi stanca.
Me
ne vado di nuovo, cammino
lentamente per la strada, spossata, pur sapendo che farmi vedere in
giro non è
la scelta migliore, Cassian può trovarmi, come possono farlo
anche i
cacciatori.
La
notte dopo riprendo a volare,
sono meno stimolata, ho perso la determinazione, ora devo semplicemente
trovare
Will, ma non ho idea di come fare senza attirare anche i cacciatori e
probabilmente Cassian, so che non posso tornare indietro ma so anche
che non
fuggirò ancora a lungo.
Sono
di nuovo in mezzo ai miei
soliti problemi, di nuovo stratta tra la morsa di proteggere i draki,
il clan,
ma al contempo di allontanarmi da loro, di tornare da Will.
Perché
sono una sputafuoco? Mi
trovo a domandarmi, perché devo essere diversa dagli altri?
Perché mamma e
Tamra non sono draki? Perché sono draki?
Le
lacrime di tensione, rabbia e
solitudine scivolano sulle guance di drako mentre volo.
Quella
notte mi fermo prima dell’alba,
non riesco a volare e mi domando se non è meglio tornare
indietro, Will mi
troverà al clan… sempre se questo non mi tagli le
ali, tremo al pensiero e
sento il fuoco salirmi alla gola, stimolato dalla paura.
Mi
sveglio a terra e cerco di
rilassarmi, inizio a camminare per quel bosco, alla fine gli Stati
Uniti hanno
ancora tanti boschi, penso.
Sento
un sussurro, non è umano, è
della terra. Sento il draki che vuole uscire, spinto da quel suono, una
melodia
silenziosa, il respiro della terra. Non l’avevo mai sentito
in mezzo ad un
bosco, mi sento tremare. Non capisco che cosa è, ma
è un istinto primitivo
forte.
Cerco
di non manifestarmi, mi
trattengo ma seguo quel canto che mi attira.
Arrivo
vicino a una piccola polla
d’acqua, è melmosa e l’acqua
è bassa, ma sento il richiamo. Non può essere
acqua, sono un drako sputafuoco, non certo acquatico.
Controllo
se c’è qualcuno
attorno, ma i miei istinti tacciono, mi svesto e torno drako, ora il
richiamo
della terra è ancora più forte, non credo di
averlo mai sentito così potente.
Lo
assecondo, tanto cosa ho da
perdere ora?
Quando
sento l’impulso di scavare
nella fanghiglia della pozzanghera capisco. C’è
una pietra, una pietra che mi
sta chiamando.
Di
solito capita soltanto ai
draki adulti di trovare una pietra, forse perché solo loro
che viaggiano.
La
trovo, non è una pietra pura,
è venata: verde, ambra. Sento le lacrime pungere, sono gli
occhi di Will.
Perché la mia prima pietra, che canta tra le mie mani
sporche di fango, deve
ricordarmi quello che non posso avere?
La
stringo al petto, pulsa, muta.
È ancora più forte di quelle del tesoro di
famiglia, forse perché l’ho trovata
io, perché mi ha chiamato.
Mi
serve quella forza, quella
determinazione. La fisso, e voglio rivedere quegli occhi, lo sento
forte quel desiderio.
Devo trovare Will, non posso stare ferma ad aspettarlo, viaggiando il
lungo e
in largo solo per seminare Cassian. Questa non è la mia
vita. Mi basta vedere
Will un'altra volta.
Devo
pensare ad una soluzione,
devo trovare una qualche possibilità.
Nel
posto dove mi sono fermata
non ci sono paesi, quindi non posso tornare a chiamare Will,
perché non gli ho
chiesto il numero di cellulare? Scalcio una pietra, sono di nuovo
umana, e
stringo, a trovare forza la pietra che ho trovato. Non è
molto grande, la
riesco a tenere bene nel mio pugno.
Catherine!
Mi viene in mente,
sapeva dove abitata Will, forse sa anche il suo numero di telefono.
Ringrazio
la mia memoria, chissà come ho fatto a ricordarmi ben due
numeri di telefono,
forse sapevo che mi sarebbero serviti.
Ora
mi serve semplicemente un
telefono, sono così agitata che avrei voglia di partire
subito, di volare via,
ma è ancora giorno, devo aspettare.
Volo
determinata quella notte,
decisa ad arrivare in una citta prima dell’alba, e ce la
faccio.
Mangio
qualcosa aspettando che la
città si svegli, se c’è gente per
strada è meglio, do meno nell’occhio.
Non
mi aspettavo di essere così
intelligente, di sapere tutte queste cose, gli insegnamenti del clan
sono
serviti, allora.
Cerco
un telefono pubblico e
faccio il numero.
-pronto?-chiede
Catherine,
assonnata.
-ciao!
– dico, forse è ancora
presto –sono Jacinda – spiego.
-ciao!
Ma dove sei finita? la
sospensione è finita e la signora dove abiti ha detto che ve
ne siete andati! –
-scusami,
sono di corsa. Sono
successe un sacco di cose… non posso spiegarti, affari di
famiglia – con quanta
facilità sto mentendo. Questa sono davvero io o è
l’adrenalina che mi governa?
cambio
posizione, rimanendo con
la faccia rivolta verso il muro, mi sembra di essere una di quelle
ricercate
che non devono farsi scoprire… be’ in effetti non
sono poi così diversa, solo
che devo proteggere la mia vita.
-non
è che hai il numero di
telefono di Will? –chiedo.
Lei
ride- secondo te ho il
cellulare di Will? Ma ti sembra? – sospira- sapevo che mi
stavi chiamando per
lui. Anche la sua famiglia è sparita, non sono mai stati a
pesca per così tanto
a lungo –
Sospiro,
quello lo avevo
ipotizzato –ti chiamo ogni tanto, stai tranquilla. E se
riesci ad avere il suo
numero ti adoro! – dico – ma non dire che ti ho
chiamato –aggiungo all’ultimo
momento, proprio quando cade la conversazione perché sono
finiti i soldi.
Mi
rendo conto che non potrò più
chiamarla, sono senza soldi. Spero che abbia capito il mio avviso.
Scoraggiata
torno nel bosco. Vado
a giorni alterni, quando mi vengono le idee sono determinata e forte,
quando
queste si rivelano inutili perdo tutta la mia convinzione.
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Capitolo 3 *** capitolo 3 ***
capitolo 3
scusate
per il ritardo, ma davvero la scuola non mi da pace, tutti i weekend
sono disastrosi per non parlare degli altri giorni.
sono
stranamente sicura che questo capitolo vi piacerà....
Capitolo
3
Bene
era un mese che vagabondavo,
ormai era quasi giugno. Quasi tre mesi da quando avevo abbandonato il
clan, e
quanto ero cambiata.
Avevo
trovato altri soldi, in
fondo allo zaino, mamma forse aveva pensato che mi sarebbero potuti
servire, e
mi aveva anche dato una pietra di famiglia. Ne avevo due, potevo sempre
venderle ma sono sicura che non lo avrei mai fatto.
Oggi
ho usato gli ultimi soldi,
per comprare le scatolette, non ne posso più di quella carne
insipida ma sono
le cose meno costose.
Devo
stabilirmi da qualche parte,
trovare un lavoro per avere altri soldi, ma ho paura che se mi fermo
Cassian mi
trovi.
Sono
uscita dal supermercato
quando vedo una Land Rover nera, con le luci ausiliarie sul tettuccio,
sento un
brivido di terrore correre lungo la schiena. Per ripentendomi che tanta
gente
ha una Land Rover, non posso non pensare ai cacciatori, a Will.
Devo
nascondermi.
Mi
infilo nel primo negozio che
trovo, è di abbigliamento. In quel posto è ancora
più visibile che i miei
vestiti fanno schifo, sono sporchi, e non posso lamentarmi se la
commessa mi
guarda in quel modo schifato.
Controllo
dalla vetrina, non c’è
più la macchina, esco e mi dirigo veloce verso il bosco.
Cerco
di convincermi che è stata
soltanto una casualità, che ci sono troppe poche
possibilità che i cacciatori
siano arrivati fin qua.
Quella
notte però aspetto un po’
di più prima di volare, ma alla fine parto e inizia
l’inferno.
Mi
sembra di essere tornato
indietro, a quel giorno, sento di nuovo sirene e luci nel buio,
intravedo le
moto e la Land Rover percorrere la stessa strada che ho fatto per
arrivare al
bosco.
Non
era stata una casualità, mi
hanno davvero trovata.
Sbatto
le ali, non mi sembra di
aver visto elicotteri, e infatti sono sento quel rombo tipico. Un
proiettile
fischia vicino al mio orecchio, devo alzarmi di quota, devo scappare.
Il
terrore mi da forza, le ali
sbattono più veloci, cerco di guadagnare terreno.
Non
guardo a terra, non voglio
vedere le macchine inseguirmi da sotto, ben attenti a non perdermi.
In
lontananza vedo altra luce,
vogliono trarmi in trappola, vogliono che vada verso quella direzione,
hanno
capito che il mio viaggio è sempre verso nord, zizzagando
lungo le montagne.
Non
mi fermo neanche a pensare,
compio diversi volteggi, per confonderli, allungo verso dove vogliono
mandarmi
e poi viro, salendo in alto e sbattendo le ali con forza, accelerando
nella
direzione opposta a quello che credono.
Cerco
il buio, ci alleniamo
sempre al buio perché loro sono limitati dalla notte,
è più facile nasconderci,
anche se ho la pelle che brilla per la paura.
Volo
per tutta la notte alla
maggior velocità che riesco, zizzagando cambiando direzione
così tante volte
che anche io non so bene dove sto andando adesso, e spero che anche
loro
abbiano le idee confuse, più di me.
Atterro
sfiancata poco dopo
l’alba, è più rischioso volare di
giorno che tornare umana, sono un bersaglio
troppo visibile. Nel bosco almeno mi posso nascondere.
Mi
lascio cadere a terra, non ho
la forza di fare altro se non ascoltare e sperare che non mi trovino.
E
invece sento una moto, non sono
riuscita a seminarli, cerco di alzarmi. Come hanno fatto?
Sento
le ali prudere, cerco di
trattenermi ma sono così indecisa che lascio prendere il
sopravvento al draki.
Mi
nascondo sull’albero proprio
come avevo fatto con Az, quel giorno, spero che la situazione sia
diversa
perché so di non avere abbastanza forze per scappare di
nuovo.
Il
rombo è solo di una moto da
cross, rumoreggia sempre più vicina.
Si
ferma a poca distanza da me,
appoggia un piede a terra e so già chi è. Will,
mi ha trovato. Ma ha anche
portato i cacciatori. I dubbi che avevo nascosto a me stessa su di lui
tornano
forti, legati alla paura che provavo, legati all’istinto. Ora
il draki non ha
bisogno di lui per sopravvivere, è più forte dopo
tutti questi giorno al quale
mi sono affidata solamente a quella parte.
Aspetto,
non so cosa fare. Voglio
stare con lui, ma ho paura. Sono egoista, molto egoista, voglio solo la
mia
salvezza. Will ha viaggiato in lungo e in largo per trovarmi e io ho
paura di
lui. Ma è un cacciatore
una voce mi
ricorda, ma mi ha salvata già una volta, ricordo.
Stringo
i rami con gli artigli
lasciandomi scivolare lentamente giù verso Will proprio
mentre lui si toglie il
casco.
-Jacinda
– mormora e la sua voce
è quello che mi serviva.
Scendo,
sono del tutta scoperta,
e sento la gola piena di fiamme per la paura.
-Jacinda
– sorride, abbandonando
la moto lì e correndo verso di me.
I
vestiti neri mi ricordano il
primo incontro. I capelli sono incollati alla testa come
l’altra volta. Questa
volta per il sudore però.
Si
ferma a qualche metro da me,
sorride. –non ci posso credere – mormora.
–Jacinda –ripete.
Io
sorriso e mi tranquillizzo,
torno umana.
-Will
– rispondo altrettanto
contenta e lo abbraccio.
Il
suo profumo è forte, sento il
draki sveglio e pronto a liberarsi, è lì ma non
mi importa, ora sono davvero
completa.
Fisso
i suoi occhi cangianti, che
brillano, probabilmente quanto i miei.
-mi
ero quasi rassegnato. Non
pensavo di riuscire a trovarti -
mormora.
Ma
le parole non sono importanti,
ci baciamo. È il bacio più completo di tutti,
forte. Mi sento scaldare, il
draki è sempre più forte ma mi trattengo voglio
rimanere con lui e riesco,
forse anche ma parte draki ha bisogno di lui.
-sei
ancora più bella di quanto
ricordassi – ripete quando ci lasciamo andare, ansasti.
–e sei calda –sussurra
toccandosi le labbra e poi le mie. Che sono ancora calde a contatto con
le sue.
-scusa –mormoro
cercando di nascondere il
sorriso di felicità che sento vedendolo.
Ora
che sono tra le sue braccia
sento la stanchezza, non solo quella del volo ma di tutti quei giorni
di
tensione.
Sono
con lui mi sento al sicuro, nonostante
sia un mio nemico, nonostante teoricamente dovrebbe uccidermi.
-i..
cacciatori? –mormoro.
-ti
hanno persa – mi risponde,
accompagnandomi fin sotto all’albero, doveva avevo lasciato
lo zaino, si siede
e mi costringe a stargli in braccio –ho bisogno di sentirti
vicina –mormora.
–non sia quanta paura ho avuto, quando ho sentito che hanno
avvistato un drago
–
-non
sapevano che ero io? – gli
chiedo, contenta di stare fra le sue braccia. So che dopo devo
chiedergli
spiegazioni, sul suo sangue, ma ora non mi importa, ora voglio stare
con lui,
ascoltare la sua voce.
-io
si, loro no. Ti ho visto
davanti al supermercato, ti ho sentita più che altro, ma
Xander stava pensando
ad altro e non se ne accorto. –
-credevano
che fossi un altro
draki? –
-si,
non manca molto
all’insediamento del Canada – risponde.
-Canada?
Sono arrivata fino al
Canada? –
-si
siamo già oltre il confine. –
sorride –hai volato per un bel po’ di chilometri-
Poi
mi rendo conto di quello che
ha detto –sono vicina ad un altro clan?-
-secondo
le nostre ricerche si, è
per quello che non si sono stupiti di vederti volare in tondo.
–
-oh!
– alla fine sono
praticamente arrivata ad un altro clan senza volerlo, è
destino?
-hanno
deciso di avvicinarsi al
clan, non certo di tornare indietro, credono che tu debba tornare in
segno al
gruppo, prima o poi – spiega.
-quindi
sono salva?- gli domando.
-per
un po’ si –
-e
non ti staranno cercando?-
Lui
ride senza allegria –sono
diventato ancora più scostante da quando hanno capito di chi
mi ero innamorato,
e nonostante il mio fiuto non mi prestano molta attenzione. Xander ha
trovato
finalmente la scusa per dimostrare che è meglio di me
– mi disegna il viso con
le dita, delicato, sorridendo. –credevo che Cassian ti
volesse portare al clan.
–
-infatti
era quello che
intendeva, intende, fare… ma ho cambiato idea.
–sorrido tremula, non so cosa
dirgli, come spiegare quelle scelte, che ora mi sembrano irrazionali.
Perché
non ho mai le idee chiare? Perché ogni volta mi vengono un
sacco di dubbi? –non
mi avrebbero lasciata molta liberta, e visto che mamma e Tamra hanno
scelto la
loro strada, ho deciso di cercare un po’ di
libertà. Sono semplicemente
scappata, non l’ho fatta a Chaparral per via della mia
famiglia, ma adesso
posso –
-mi
spiace, Jacinda – mormora
Will.
Rimango
stretta fra le sue
braccia, le lacrime scivolano silenziose sulle mie guance, non voglio
parlare.
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