Firelight -equilibrio-

di Elfa sognatrice
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** capitolo 3 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


cap I firelight Ciao! 
Questa storia inzia alla fine di Firelight LA RIBELLE. Quindi se non volete svelarvi il finale è meglio che leggiate tutto il libro.
A me non piaceva come si è concluso e ho deciso di allungare di qualche pagina la storia.
Ho scritto oggi tutto quanto, ero troppo coinvolta per smettere.
Questa ff sarà quindi di tre o quattro capitoli ancora, non molto lunga. Cercherò di postare con regolarità, visto che ho tutto pronto.
Fatemi sapere cosa ne pensate
Spero di non aver rovinato un libro davvero coinvolgente e fantastico.

Capitolo I

Piove. Mi ero dimenticata il profumo dell’erba bagnata. Ispiro a pieni polmoni, non li sentivo così leggeri da mesi, da quando ero andata nel deserto. È bello, però piango, ormai ho rinunciato a trattenermi, almeno quando sono sola. Will, ho il cuore distrutto, brucia peggio di del fuoco, peggio delle mie lacrime.
Sono sola nella camera del motel sulla strada verso il clan, sento Cassian muoversi nell’altra camera, dorme a bocca aperta, sembra davvero rilassato. Io non sono riuscita a dormire, ogni volta che chiudo gli occhi vedo Will, il suo sangue viola, il sangue di draki, e vedo mia madre, il volto stanco, vecchio, quando siamo arrivati davanti a casa. Mi ha guardato, poi ha abbracciato Tamra, l’ha guardata negli occhi e le ha chiesto cosa volesse fare. Lei ha guardato me, Cassian, la piscina, quella che era diventata la sua casa, e sceglie il mondo umano, lo dice a bassa voce. Cassian la guarda, credo che non lo facesse da anni, e annuisce, sapeva che loro potevano evitare di tornare al clan, forse è anche contento, senza di loro io ho meno possibilità di fuggire.
E così ora sono sola, anche mia madre e mia sorella mi hanno abbandonato.
Mi asciugo le lacrime, apro la finestra sporca e respiro l’aria umida, sentendo la forza farsi sempre maggiore, non mi sentivo così viva da mesi, proprio quando vorrei morire.
È assurdo.
Will ha detto che mi troverà. Nonostante tutto non posso dimenticare quelle parole, non riesco a non pensarci, ad abbandonare la speranza di poterlo rivedere.
Mi sento tremare al pensiero del clan, alla possibilità niente affatto remota che mi costringano a rimanere lì. Cassian non ne ha più parlato da quando siamo partiti, ma so che non si opporrà troppo.
Respiro e sento la forza crescere dentro, guardo il cielo cupo, scuro. Piove.
Avevo scelto di andarmene, di abbandonare mamma e Tamra, di cercare un altro posto dove vivere.
Loro hanno scelto, posso farlo anche io? Posso andare da qualche altra parte? Sono davvero costretta ad andare al clan?
Una strana speranza brucia dentro di me, la sento forte proprio come il mio corpo, ora che è vicino alla viva terra.
Cassian mi seguirà, però posso mettere una bella distanza tra di noi, ora dorme.
Non ci penso ancora, non ho più nulla da perdere, al massino rinvio solo il ritorno al clan. Non ho fatto nessuna scelta fino ad ora, e il mio mondo si è comunque rovesciato.
Mi svesto e mi lascio tornare draki, è molto più facile rispetto a quando ero nel deserto.
Raccolgo i vestiti, un paio di jeans e una maglietta che mia mamma mi aveva dato appena mi aveva visto. Dove li metto? Mi potrebbero servire se devo mangiare tra gli uomini. Infilo la roba nello zaino, ha anche una cinghia in vita, e lo posso allacciare così, senza che mi dia fastidio alle ali.
Non mi ero mai sentita così lucida, era la pioggia, la terra o la mia scelta? Forse dovevo trovare la forza di decidere, non l’avevo mai fatto. Mi ero sempre adeguata alle scelte degli altri: prima il clan e poi mamma. Forse la mia unica scelta era stata quella di non abbandonare il draki… e di permettermi di amare Will.
Be’ qualche scelta alla fine l’avevo fatta, ma solo negli ultimi tempi… stavo davvero crescendo?
Le gocce di pioggia mi bagnano non appena mi lancio e inizio a battere le ali, devo avvicinarmi alle nuvole per proteggermi dagli sguardi.
I venti sono impetuosi, rispetto a quelli del deserto, e mi sospingono con fin troppo impeto da una parte all’altra. Devo concentrarmi, smettere di pensare andare avanti, allontanarmi da Cassian più che posso.
Volo per tutta la notte, sono stanca, le ali sono pesanti da muovere. Non avevo mai volato così a lungo, mi rendo conto, e devo farlo ancora per mesi, se voglio riuscire a seminare Cassian.
Ora però so di dovermi fermare. Ho pochi soldi, quelli che mi ero presa per l’appuntamento, nulla di più, non posso permetterli di sprecarli per pagare un albergo.
Atterro quindi in un boschetto, non è grande come quello che circonda il clan, ma è una novità rispetto all’arsura vuota del deserto.
Sento la pelle viva, sono forte nonostante la stanchezza.
Mi arrampico sull’albero più grande e decido di dormire, al mangiare penserò dopo, ora sono davvero stanca.
Mi vesto e mi aggrego alla calca di ragazzi che escono da scuola, cercando di risultare normale, lo zaino in spalla, entro in un supermercato, compro delle scatolette di cibo in offerta e delle bottiglie d’acqua, non posso caricarmi troppo, faticherei a volare. Pago e mi domando se Cassian ha capito che sono fuggita volando, se mi sta seguendo o se ha deciso di tornare al clan. Forse andrà da mia mamma, forse la costringerà a tornare al clan. Non ci avevo pensato, ma anche mamma e Tamra devo essersi trasferite, per scappare ai cacciatori, Cassian impiegherà comunque del tempo prima di trovarle.
 

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Capitolo 2
*** capitolo 2 ***


cap 2

Capitolo 2

Sono tre giorni che vivo di notte, probabilmente sulle montagne rocciose, ma non ne sono così sicura, so solo con certezza che non mi sto dirigendo verso il caldo. In pratica mi sto distanziando da Will. Non ho mai smesso di pensarci, mai. Mentre volo ricordo la prima volta che si eravamo visti, e quei giorni in cui avevamo parlato, quando ero stata me stessa, avevo guadagnato forza e amore da lui.

Mi manca tanto. Ora mi domando davvero sa riuscirà a trovarmi, probabilmente è concentrato verso il clan, è lì che sta facendo le sue ricerca, assieme alla sua famiglia, insieme ai cacciatori. Nonostante tutto sto male al pensiero di aver messo in pericolo il mio clan… ma sono convinta di aver fatto bene a scappare. Mia madre aveva proposto una soluzione, abbandonare il draki, ma so che non è possibile, mio padre invece aveva certo un'altra possibilità, e so che quella può essere davvero la soluzione.

Ma mi basta anche solo stare con Will, mi rendo conto mentre volo, non mi importa di trovare altri draki, di avere di nuovo un clan, che comunque non mi permetterebbe mai di stare con lui.

Mi fermo a mezz’aria sconvolta, perché non me ne ero resa conto prima? Perché ho sempre insistito a voler trovare un altro clan? Mi basta Will! Nonostante tutto, nonostante abbia sangue draki, nonostante sia il miglior cacciatore, voglio semplicemente rimanere con lui.

Questi pensieri non mi lasciano dormire, quando all’alba mi fermo, devo fare qualcosa, devo aiutare Will a trovarmi.

Mi vesto, sistemo al meglio i capelli e mi preparo a tornare nel mondo umano.

Scopro che è sabato, è passata una settimana da quando ho lasciato il deserto, da quando ho lasciato Will, ma mi sembra molto più tempo.

Mi fermo ad un telefono pubblico, inserisco le monete e chiamo, chiamo i miei cacciatori. Suona diverse volte, ma nessuno risponde. Non sono a casa, lo sapevo che quella era una possibilità troppo facile.

L’idea di poter vedere Will entro breve tempo svanisce, lasciandomi stanca.

Me ne vado di nuovo, cammino lentamente per la strada, spossata, pur sapendo che farmi vedere in giro non è la scelta migliore, Cassian può trovarmi, come possono farlo anche i cacciatori.

 

La notte dopo riprendo a volare, sono meno stimolata, ho perso la determinazione, ora devo semplicemente trovare Will, ma non ho idea di come fare senza attirare anche i cacciatori e probabilmente Cassian, so che non posso tornare indietro ma so anche che non fuggirò ancora a lungo.

Sono di nuovo in mezzo ai miei soliti problemi, di nuovo stratta tra la morsa di proteggere i draki, il clan, ma al contempo di allontanarmi da loro, di tornare da Will.

Perché sono una sputafuoco? Mi trovo a domandarmi, perché devo essere diversa dagli altri? Perché mamma e Tamra non sono draki? Perché sono draki?

Le lacrime di tensione, rabbia e solitudine scivolano sulle guance di drako mentre volo.

Quella notte mi fermo prima dell’alba, non riesco a volare e mi domando se non è meglio tornare indietro, Will mi troverà al clan… sempre se questo non mi tagli le ali, tremo al pensiero e sento il fuoco salirmi alla gola, stimolato dalla paura.

Mi sveglio a terra e cerco di rilassarmi, inizio a camminare per quel bosco, alla fine gli Stati Uniti hanno ancora tanti boschi, penso.

Sento un sussurro, non è umano, è della terra. Sento il draki che vuole uscire, spinto da quel suono, una melodia silenziosa, il respiro della terra. Non l’avevo mai sentito in mezzo ad un bosco, mi sento tremare. Non capisco che cosa è, ma è un istinto primitivo forte.

Cerco di non manifestarmi, mi trattengo ma seguo quel canto che mi attira.

Arrivo vicino a una piccola polla d’acqua, è melmosa e l’acqua è bassa, ma sento il richiamo. Non può essere acqua, sono un drako sputafuoco, non certo acquatico.

Controllo se c’è qualcuno attorno, ma i miei istinti tacciono, mi svesto e torno drako, ora il richiamo della terra è ancora più forte, non credo di averlo mai sentito così potente.

Lo assecondo, tanto cosa ho da perdere ora?

Quando sento l’impulso di scavare nella fanghiglia della pozzanghera capisco. C’è una pietra, una pietra che mi sta chiamando.

Di solito capita soltanto ai draki adulti di trovare una pietra, forse perché solo loro che viaggiano.

La trovo, non è una pietra pura, è venata: verde, ambra. Sento le lacrime pungere, sono gli occhi di Will. Perché la mia prima pietra, che canta tra le mie mani sporche di fango, deve ricordarmi quello che non posso avere?

La stringo al petto, pulsa, muta. È ancora più forte di quelle del tesoro di famiglia, forse perché l’ho trovata io, perché mi ha chiamato.

Mi serve quella forza, quella determinazione. La fisso, e voglio rivedere quegli occhi, lo sento forte quel desiderio. Devo trovare Will, non posso stare ferma ad aspettarlo, viaggiando il lungo e in largo solo per seminare Cassian. Questa non è la mia vita. Mi basta vedere Will un'altra volta.

Devo pensare ad una soluzione, devo trovare una qualche possibilità.

Nel posto dove mi sono fermata non ci sono paesi, quindi non posso tornare a chiamare Will, perché non gli ho chiesto il numero di cellulare? Scalcio una pietra, sono di nuovo umana, e stringo, a trovare forza la pietra che ho trovato. Non è molto grande, la riesco a tenere bene nel mio pugno.

Catherine! Mi viene in mente, sapeva dove abitata Will, forse sa anche il suo numero di telefono. Ringrazio la mia memoria, chissà come ho fatto a ricordarmi ben due numeri di telefono, forse sapevo che mi sarebbero serviti.

Ora mi serve semplicemente un telefono, sono così agitata che avrei voglia di partire subito, di volare via, ma è ancora giorno, devo aspettare.

Volo determinata quella notte, decisa ad arrivare in una citta prima dell’alba, e ce la faccio.

Mangio qualcosa aspettando che la città si svegli, se c’è gente per strada è meglio, do meno nell’occhio.

Non mi aspettavo di essere così intelligente, di sapere tutte queste cose, gli insegnamenti del clan sono serviti, allora.

Cerco un telefono pubblico e faccio il numero.

-pronto?-chiede Catherine, assonnata.

-ciao! – dico, forse è ancora presto –sono Jacinda – spiego.

-ciao! Ma dove sei finita? la sospensione è finita e la signora dove abiti ha detto che ve ne siete andati! –

-scusami, sono di corsa. Sono successe un sacco di cose… non posso spiegarti, affari di famiglia – con quanta facilità sto mentendo. Questa sono davvero io o è l’adrenalina che mi governa?

cambio posizione, rimanendo con la faccia rivolta verso il muro, mi sembra di essere una di quelle ricercate che non devono farsi scoprire… be’ in effetti non sono poi così diversa, solo che devo proteggere la mia vita.

-non è che hai il numero di telefono di Will? –chiedo.

Lei ride- secondo te ho il cellulare di Will? Ma ti sembra? – sospira- sapevo che mi stavi chiamando per lui. Anche la sua famiglia è sparita, non sono mai stati a pesca per così tanto a lungo –

Sospiro, quello lo avevo ipotizzato –ti chiamo ogni tanto, stai tranquilla. E se riesci ad avere il suo numero ti adoro! – dico – ma non dire che ti ho chiamato –aggiungo all’ultimo momento, proprio quando cade la conversazione perché sono finiti i soldi.

Mi rendo conto che non potrò più chiamarla, sono senza soldi. Spero che abbia capito il mio avviso.

Scoraggiata torno nel bosco. Vado a giorni alterni, quando mi vengono le idee sono determinata e forte, quando queste si rivelano inutili perdo tutta la mia convinzione.

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Capitolo 3
*** capitolo 3 ***


capitolo 3 scusate per il ritardo, ma davvero la scuola non mi da pace, tutti i weekend sono disastrosi per non parlare degli altri giorni.
sono stranamente sicura che questo capitolo vi piacerà....
Capitolo 3

Bene era un mese che vagabondavo, ormai era quasi giugno. Quasi tre mesi da quando avevo abbandonato il clan, e quanto ero cambiata.

Avevo trovato altri soldi, in fondo allo zaino, mamma forse aveva pensato che mi sarebbero potuti servire, e mi aveva anche dato una pietra di famiglia. Ne avevo due, potevo sempre venderle ma sono sicura che non lo avrei mai fatto.

Oggi ho usato gli ultimi soldi, per comprare le scatolette, non ne posso più di quella carne insipida ma sono le cose meno costose.

Devo stabilirmi da qualche parte, trovare un lavoro per avere altri soldi, ma ho paura che se mi fermo Cassian mi trovi.

Sono uscita dal supermercato quando vedo una Land Rover nera, con le luci ausiliarie sul tettuccio, sento un brivido di terrore correre lungo la schiena. Per ripentendomi che tanta gente ha una Land Rover, non posso non pensare ai cacciatori, a Will.

Devo nascondermi.

Mi infilo nel primo negozio che trovo, è di abbigliamento. In quel posto è ancora più visibile che i miei vestiti fanno schifo, sono sporchi, e non posso lamentarmi se la commessa mi guarda in quel modo schifato.

Controllo dalla vetrina, non c’è più la macchina, esco e mi dirigo veloce verso il bosco.

Cerco di convincermi che è stata soltanto una casualità, che ci sono troppe poche possibilità che i cacciatori siano arrivati fin qua.

Quella notte però aspetto un po’ di più prima di volare, ma alla fine parto e inizia l’inferno.

Mi sembra di essere tornato indietro, a quel giorno, sento di nuovo sirene e luci nel buio, intravedo le moto e la Land Rover percorrere la stessa strada che ho fatto per arrivare al bosco.

Non era stata una casualità, mi hanno davvero trovata.

Sbatto le ali, non mi sembra di aver visto elicotteri, e infatti sono sento quel rombo tipico. Un proiettile fischia vicino al mio orecchio, devo alzarmi di quota, devo scappare.

Il terrore mi da forza, le ali sbattono più veloci, cerco di guadagnare terreno.

Non guardo a terra, non voglio vedere le macchine inseguirmi da sotto, ben attenti a non perdermi.

In lontananza vedo altra luce, vogliono trarmi in trappola, vogliono che vada verso quella direzione, hanno capito che il mio viaggio è sempre verso nord, zizzagando lungo le montagne.

Non mi fermo neanche a pensare, compio diversi volteggi, per confonderli, allungo verso dove vogliono mandarmi e poi viro, salendo in alto e sbattendo le ali con forza, accelerando nella direzione opposta a quello che credono.

Cerco il buio, ci alleniamo sempre al buio perché loro sono limitati dalla notte, è più facile nasconderci, anche se ho la pelle che brilla per la paura.

Volo per tutta la notte alla maggior velocità che riesco, zizzagando cambiando direzione così tante volte che anche io non so bene dove sto andando adesso, e spero che anche loro abbiano le idee confuse, più di me.

Atterro sfiancata poco dopo l’alba, è più rischioso volare di giorno che tornare umana, sono un bersaglio troppo visibile. Nel bosco almeno mi posso nascondere.

Mi lascio cadere a terra, non ho la forza di fare altro se non ascoltare e sperare che non mi trovino.

E invece sento una moto, non sono riuscita a seminarli, cerco di alzarmi. Come hanno fatto?

Sento le ali prudere, cerco di trattenermi ma sono così indecisa che lascio prendere il sopravvento al draki.

Mi nascondo sull’albero proprio come avevo fatto con Az, quel giorno, spero che la situazione sia diversa perché so di non avere abbastanza forze per scappare di nuovo.

Il rombo è solo di una moto da cross, rumoreggia sempre più vicina.

Si ferma a poca distanza da me, appoggia un piede a terra e so già chi è. Will, mi ha trovato. Ma ha anche portato i cacciatori. I dubbi che avevo nascosto a me stessa su di lui tornano forti, legati alla paura che provavo, legati all’istinto. Ora il draki non ha bisogno di lui per sopravvivere, è più forte dopo tutti questi giorno al quale mi sono affidata solamente a quella parte.

Aspetto, non so cosa fare. Voglio stare con lui, ma ho paura. Sono egoista, molto egoista, voglio solo la mia salvezza. Will ha viaggiato in lungo e in largo per trovarmi e io ho paura di lui. Ma è un cacciatore una voce mi ricorda, ma mi ha salvata già una volta, ricordo.

Stringo i rami con gli artigli lasciandomi scivolare lentamente giù verso Will proprio mentre lui si toglie il casco.

-Jacinda – mormora e la sua voce è quello che mi serviva.

Scendo, sono del tutta scoperta, e sento la gola piena di fiamme per la paura.

-Jacinda – sorride, abbandonando la moto lì e correndo verso di me.

I vestiti neri mi ricordano il primo incontro. I capelli sono incollati alla testa come l’altra volta. Questa volta per il sudore però.

Si ferma a qualche metro da me, sorride. –non ci posso credere – mormora. –Jacinda –ripete.

Io sorriso e mi tranquillizzo, torno umana.

-Will – rispondo altrettanto contenta e lo abbraccio.

Il suo profumo è forte, sento il draki sveglio e pronto a liberarsi, è lì ma non mi importa, ora sono davvero completa.

Fisso i suoi occhi cangianti, che brillano, probabilmente quanto i miei.

-mi ero quasi rassegnato. Non pensavo di riuscire a trovarti -  mormora.

Ma le parole non sono importanti, ci baciamo. È il bacio più completo di tutti, forte. Mi sento scaldare, il draki è sempre più forte ma mi trattengo voglio rimanere con lui e riesco, forse anche ma parte draki ha bisogno di lui.

-sei ancora più bella di quanto ricordassi – ripete quando ci lasciamo andare, ansasti. –e sei calda –sussurra toccandosi le labbra e poi le mie. Che sono ancora calde a contatto con le sue.

 -scusa –mormoro cercando di nascondere il sorriso di felicità che sento vedendolo.

Ora che sono tra le sue braccia sento la stanchezza, non solo quella del volo ma di tutti quei giorni di tensione.

Sono con lui mi sento al sicuro, nonostante sia un mio nemico, nonostante teoricamente dovrebbe uccidermi.

-i.. cacciatori? –mormoro.

-ti hanno persa – mi risponde, accompagnandomi fin sotto all’albero, doveva avevo lasciato lo zaino, si siede e mi costringe a stargli in braccio –ho bisogno di sentirti vicina –mormora. –non sia quanta paura ho avuto, quando ho sentito che hanno avvistato un drago –

-non sapevano che ero io? – gli chiedo, contenta di stare fra le sue braccia. So che dopo devo chiedergli spiegazioni, sul suo sangue, ma ora non mi importa, ora voglio stare con lui, ascoltare la sua voce.

-io si, loro no. Ti ho visto davanti al supermercato, ti ho sentita più che altro, ma Xander stava pensando ad altro e non se ne accorto. –

-credevano che fossi un altro draki? –

-si, non manca molto all’insediamento del Canada – risponde.

-Canada? Sono arrivata fino al Canada? –

-si siamo già oltre il confine. – sorride –hai volato per un bel po’ di chilometri-

Poi mi rendo conto di quello che ha detto –sono vicina ad un altro clan?-

-secondo le nostre ricerche si, è per quello che non si sono stupiti di vederti volare in tondo. –

-oh! – alla fine sono praticamente arrivata ad un altro clan senza volerlo, è destino?

-hanno deciso di avvicinarsi al clan, non certo di tornare indietro, credono che tu debba tornare in segno al gruppo, prima o poi – spiega.

-quindi sono salva?- gli domando.

-per un po’ si –

-e non ti staranno cercando?-

Lui ride senza allegria –sono diventato ancora più scostante da quando hanno capito di chi mi ero innamorato, e nonostante il mio fiuto non mi prestano molta attenzione. Xander ha trovato finalmente la scusa per dimostrare che è meglio di me – mi disegna il viso con le dita, delicato, sorridendo. –credevo che Cassian ti volesse portare al clan. –

-infatti era quello che intendeva, intende, fare… ma ho cambiato idea. –sorrido tremula, non so cosa dirgli, come spiegare quelle scelte, che ora mi sembrano irrazionali. Perché non ho mai le idee chiare? Perché ogni volta mi vengono un sacco di dubbi? –non mi avrebbero lasciata molta liberta, e visto che mamma e Tamra hanno scelto la loro strada, ho deciso di cercare un po’ di libertà. Sono semplicemente scappata, non l’ho fatta a Chaparral per via della mia famiglia, ma adesso posso –

-mi spiace, Jacinda – mormora Will.

Rimango stretta fra le sue braccia, le lacrime scivolano silenziose sulle mie guance, non voglio parlare.

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