Meredith Swift Grey

di olor a libros
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Dealing with a remote control. ***
Capitolo 2: *** Meow. ***
Capitolo 3: *** On stage. ***
Capitolo 4: *** Sad tone. ***



Capitolo 1
*** Dealing with a remote control. ***


Ciao a tutti.
Anzi.
Miao a tutti.
Sono Meredith Grey.  Uhm, facciamo Meredith Swift Grey che altrimenti mi si confonde con Meredith Grey quella originale, da cui ho preso il nome.
Io no, io sono una gatta. Sono un batuffolo grigio con le orecchie schiacciate, e sono molto, molto morbidosa.
Penso mi conosciate, sono fra i gatti più famosi. Faccio parte della categoria dei gatti di celebrità. Celebrità di gatti.
E posso dire che mia padroncina è fra le celebrità più celebrità. Ha un enorme talento ed un enorme successo, qui tutti la conoscono come Taylor Swift, la cantante dei record. Ha vinto più di cento premi ufficiali, ha alle spalle una carriera di circa sei anni, è sui palchi
da quando era bambina ed ora è una donna di ventidue anni che ha da poco finito un grandioso tour mondiale.
Ma è anche la celebrità meno celebrità, da un certo punto di vista.
E' assolutamente diversa da tutti gli altri, ve ne renderete conto anche voi.
E' Taylor, la conoscete?
Spero di sì, spero lo sappiate che è un po'... pazza.
Quindi non vi spaventate se vi descrivo cosa sta facendo esattamente ora, vero?
Io la sto fissando con i miei oh oh oh, occhi di gaaatto dal bracciolo del divano - prima ero sulla sua pancia, ma adesso mi sono messa in salvo - e lei continua ad agitarsi ed urlare: "Andiamo, andiamo! Oh, cerca di collaborare. Non puoi abbandonarmi proprio ora. No. No...  Insomma!"
Ah no, nessuna chiamata da nessun ragazzaccio.
Ce l'ha con il telecomando della tele. Saranno due minuti che lo sbatte contro il cuscino. E' convinta che questo possa farlo resuscitare. Secondo me gli sta solo dando il colpo di grazia, poverello.
Ormai sarà morto, Taylor! Guarda un po' qua che sguardo indispettito ti lancio, questo solo noi gatti sappiamo farlo.
Oh, lasciamo perdere. Non mi capisce. In ogni caso, ormai la mia quiete felina è stata turbata.
Eccomi, Taylor, fammi spazio.
Una cosa buona di lei è che indossa questi maglioncini tutti lanosi, mi piace tanto tantissimo accoccolarmi lì al calduccio.
Vediamo se riesco a calmarla con i miei occhioni dolci.
Oh, sìsì. Non mi può resistere. Così l'attenzione passa dal telecomando direttamente a... me.
Dimentica il film e si mette ad accarezzarmi. E a me piace quando mi accarezza!
E' dolce, la mia padroncina. E' tanto tanto dolce.
Ora avvicina la faccia al mio muso, e io mi ritrovo davanti quei suoi occhi azzurrissimi.
"Miaaaao."
Ride.
Io la saluto, e lei ride.
Ma è okay, tanto è bella, la sua risata.
Miagolerò spesso, così la sentirò ancora e ancora.

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Capitolo 2
*** Meow. ***



Andiamo avanti da mezz'ora.
Taylor mi accarezza, poi all'improvviso smette. Quando smette, io miagolo.
Semplice, no?
Lei si diverte, così. E io mi prendo un po' di coccole.
Oh, si è fermata di nuovo.
"Miao!"
Che fai? Su, continua!
Ride. Però riprende anche ad accarezzarmi.
Ecco, brava.
Ti sto addestrando bene, sono fiera del mio lavoro.

Ma...
Ehi, tu lassù, perché smetti?
Dai, fai la brava... ancora un po' di coccole. Vuoi che miagoli?
"Miaaao."
Ride, mi chiede: "Mi stai allenando?"
Uh, l'hai capito! Sìsì, ti sto allenando.

"Miao!"
"Oh, eccoti. Mi ero dimenticata che fossi seduta lì."

Già, a volte sembra un po' tonta, la mia padroncina. Si diverte con poco, diciamo.
Ora ha anche fatto un video, così li vedono tutti questi nostri giochetti stupidi.
Eccolo, ve lo metto qui, guardate quanto sono puffosa!
http://www.youtube.com/watch?v=ggwKZh6TsNU

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Capitolo 3
*** On stage. ***


Una delle cose che più adoro è assistere ai preparativi dei concerti.
Taylor mi ci porta spesso, io gironzolo di qua e di là e mi becco tante coccole da tante persone diverse.
Inutile dire che chiunque, dai ragazzi della band ai ballerini, mi adora.
A me stanno tutti simpatici, soprattutto Grant, quello pazzo con i capelli da pazzo.
Mi piace passare il tempo con loro, mi sento una piccola star pelosa.

Ora sono proprio dietro il palco.
Ci sono davvero un sacco sacchissimo di persone al lavoro.
Io invece sto esplorando. E' assolutamente il posto perfetto, questo, per fare la gatta esploratrice. Tra passaggi segreti, spazi angusti con pedane da cui Taylor arriverà al palco,  e infiniti corridoi e aggeggi che prima ci sono e poi magicamente si spostano, si rischia di perdersi!  E infatti, forse...
Non vorrei dirlo, ma forse alla fine mi son persa.
Ohi ohi.
Ehm, "Miaaaao?"
Non mi sentono?
Perché fra tutta la gente che c'è sempre, proprio ora non passa nessuno?
Taylor...?
Di qui dove si va?
Oddio si sta muovendo. Sotto di me, si muove. Oddio oddio. Mi paralizzo.
Si sta sollevando, il coso sotto di me. Mi porta in alto, dall'alto arrivano delle voci.
E' la mia Taylor che sta cantando, la sento, sta provando sul palco.
Dall'alto arrivano le luci. Ora so dove sto andando, o meglio: dove il coso mi sta portando.
Spunto sul palco.
Quanta luce.
Però là davanti c'è Taylor, la vedo, in mezzo a tanta altra gente colorata.
"Miao!"
Si girano tutti verso di me, proprio mentre l'aggeggio che mi ha portato sù si ferma.
Mi guardano. Sono tutti zitti.
Poi Taylor scoppia a ridere.
Poi Caitlin scoppia a ridere. Poi Amos scoppia a ridere. Poi Liz. Poi Grant, e Paul, e Charity, e Mike, e Claire, e... e tutti.
Perbacco, ridono tutti.
"Meredith ha fatto la sua entrata da star!" dice la mia padroncina, ancora piegata in due dalle risate.
Qualcun'altro urla: "Attenta, Taylor, finisce che ti ruba il posto!"
E ancora tutti a ridere.
Ridono di me, ma in fondo sono simpatici. E' bello stare in mezzo a gente che ride.
"Miaaao."

Poi però tocca a me ridere.
Quando Taylor balla, ad esempio. Ci mette tutto l'impegno, per carità, ma ha quel modo tutto suo di ballare che è assurdamente comico, e quindi è incredibilmente buffa, fa morire, dovreste vederla.
Fa morire anche poi quando prova quella sottospecie di botola.
Salta fuori con quella sua faccina meravigliata, poi inizia a sclerare e indicarla, come dire: "Questa è la cosa più figa che abbiano mai inventato! Dovreste provarla!"
Manca solo più che si mettano tutti a fare un giro sulla botola, neanche fossero montagne russe. Penso che non resisterei, non credo che una gatta possa ridere così tanto!
Per fortuna ora è il momento di provare le scintille.
Mi allontano un po', non voglio finire arrostita.
Iniziano a sparare scintille, sembra debba andare tutto a fuoco da un momento all'altro.
Invece non succede niente, c'è semplicemente questo meraviglioso spettacolo che illumina tutto. Woah. Bello. Anche Taylor è contenta. Saltella tutto il tempo, urla: "Scintille!"
Sembra una bambina. Ha la luce che illumina quelle bambine tutte eccitate per un nulla.
E' bella, Taylor, quando è illuminata di quella luce.
Capita spesso, lei si illumina facilmente, e questo la rende ancora più bella.

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Capitolo 4
*** Sad tone. ***


Un rumore. Scatto subito all'erta.
I miei occhi, si sa, vedono anche al buio, quindi mi ci vuole un attimo per scorgere la figura di Taylor dall'altra parte della stanza.
E' piegata in due, la sento imprecare sottovoce.
Si tiene il piede fra le mani, sembra le faccia male.
Uhm. Spigolo dell'armadio.
Già, lo becca più o meno tutte le notti. Eppure ormai dovrebbe saperlo che quello è sempre lì allo stesso posto, non si sposta.
Ora però sembra che il dolore le sia passato. Riprende a camminare, sparisce dietro la porta.
So dov'è diretta.
Saranno più o meno le due, come tutte le notti.
Scendo dal letto e, con passo felpato, mi avvio anch'io verso il salotto.
Eccola qua, come credevo.
E' seduta sul divano, e seduta su di lei c'è una chitarra.
Quella chitarra che spesso ruba il grembo della mia padroncina, ci si piazza lei al mio posto.
Soprattutto in momenti come questo, quando Taylor viene raggiunta dall'Idea - così la chiama - e, nel cuore della notte, compone canzoni.
Questa notte sono note tristi. Da diverse notti, ormai, sono note tristi.
I suoi capelli stanno svolazzando piano, sfiorano la chitarra, seguono i movimenti della testa e delle dita. Dalla bocca le escono suoni flebili, dolci, quasi clandestini nel silenzio di questo appartamento vuoto.
Non riesco a distinguere le parole, ma ormai conosco abbastanza i sentimenti umani per poter dire che  questo è dolore.
Oh, No. Una lacrima.
Quella è davvero una lacrima?
Non mi piacciono le lacrime. Gli umani hanno questa cosa strana delle lacrime.
Non lo capisco, ma credo che anche questo voglia dire dolore.
Perché ti scendono lacrime, Taylor?
Perché dolore?
Perché?
Chi?
Chi ti ha fatto del male?
E' il mio momento, devo fare la mia parte di gattina tenera e coccolosa.
A questo servo, no?
Tipo in questi momenti, quando Taylor è qui con il suo dolore; e la sua musica, c'è la sua musica. Ma ci sono anche io.
Mi faccio avanti, le sfioro la caviglia.
Sobbalza. Poi guarda giù, la sua faccia spunta da sopra la chitarra.
Poi mi vede. Poi sorride. Poi ride.
Poi una lacrima scivola giù e le bagna il sorriso.
Poi parla, e dice: "Ehi, Meredith! Sto iniziando una nuova canzone, sai? Sarai la prima a sentirla, contenta? Sei la prima a sentire ogni mia canzone, devi sentirti importante."
"Miaaao!"
Mi prende su, le sparo un altro "Miao" dritto in faccia.
Ride ancora, questa volta un po' più per davvero.
Finalmente molla la chitarra e si alza, con me in braccio.
Stiamo tornando in camera. Cammina piano, non vede quasi niente, lei, e il bello è che io sono letteralmente nelle sue mani - si schianta lei, mi schianto anch'io.
Ma in qualche modo riesce a raggiungere il letto.
Senza lasciarmi si infila sotto le coperte. Io mi accomodo per bene fra le sue braccia, appoggio la mia testolina sul suo collo. Lei preme il viso sulla mia schiena, ogni suo respiro mi smuove il pelo.
Rimaniamo così, io ad ascoltare il silenzio oltre il suo respiro, lei ad ascoltare chissà quali pensieri in quella sua testolina affollata.
Poi lei si addormenta. Lo sento, sento il suo respiro cambiare leggermente, sotto la mia gola.
E penso. Perché anche i gatti pensano.
E io penso che sono una gattina fortunata. Penso che voglio tanto bene alla mia Taylor, lo penso mentre ascolto il rumore del suo cuore.
Poi ascolto più in là. Ascolto il rumore che fa questa enorme casa vuota, che è ancora più silenzio di quanto non sia quello di una casa piccola. E' silenzio.
E' una casa grande, bella. Tutta per Taylor, la casa di una celebrità, la casa di Taylor Swift.
E' grande, è bellissima.
E'...
E' vuota.
E allora capisco. Capisco quale sia il problema, finalmente lo vedo: Taylor è sola in una casa immensa. Taylor è sola in una casa. Taylor è sola.
Ha un mondo intero, ad amarla. Appena esce di casa folle di ragazzi e flash di paparazzi la salutano.
Appena entra in casa?

E' Taylor Swift, è una grande superstar, è una grande, ma anche lei ha bisogno di qualcuno da abbracciare la notte, qualcuno da respirarci insieme.
In questo caso, qualcuno con zampette e orecchie schiacciate, qualcuno che le fa le fusa nelle orecchie, qualcuno che la fa ridere con i suoi miao, questo batuffolo di pelo che sarei io, Meredith Grey.

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