angolo divino

di rospina
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** vissero tutti felici e contenti? ***
Capitolo 2: *** angolo divino ***
Capitolo 3: *** 3 ***
Capitolo 4: *** 4 ***



Capitolo 1
*** vissero tutti felici e contenti? ***


Suor Angela era nella sua stanzetta. Ormai la sera era calata su tutta Modena. Il velo lo aveva tolto per pregare il suo sposo. E così in ginocchio dialogava con lui, con il suo bel sorriso stampato sulle labbra:

“Ebbene si! Alla fine è tutto bene quel che finisce bene! Certo lo so che non avrei dovuto avere dubbi, però tu alle volte fai di testa tua ed io ero preoccupata! Lo so che hai sempre ragione, però … vedere Marco e Giulia insieme, per quella piccola bambina … hai visto com’era contenta Cecilia? Ma certo che lo hai visto! Tu vedi tutto!” e così con quell’aurea di felicità che sempre la circondava si mise a dormire nel suo letto.

Ma davvero era tutto finito? O era soltanto l’inizio?

Musmeci non doveva certo averla presa bene quella mattina, che Giulia non si era presentata in chiesa per il matrimonio … ed ancora non sapeva che lo aveva lasciato all’altare per lui, il suo  sottoposto:

 Marco Ferrari.

Mentre Azzurra, ormai aveva scoperto l’amore per la lettura, e soprattutto aveva scoperto che aveva un cuore che batteva d’amore, amore sincero, e forse anche lei aveva delle qualità tutte da scoprire: ma come?

Margherita invece stava sezionando una torta appena sfornata come se fosse un cadavere. Il suo sogno di diventare medico legale lo avrebbe realizzato. Ne era certa, ma il suo cuore? Carlo era dall’altra parte del mondo e chissà se la pensava ancora, suor Angela le diceva di guardarsi sempre attorno, ma lei non vedeva nessuno, o più semplicemente non guardava realmente.

Cecilia era nel suo lettino che dormiva sorridente. Finalmente anche lei aveva un papà, e non le interessava se non era il suo, lei gli voleva bene, sicuramente Marco sapeva volerle bene, più di quel papà che non l’aveva mai voluta vedere …

Giulia indossava ancora il suo abito da sposa e si accoccolava tra le braccia di Marco. Non le pareva possibile. Lui l’amava e per la prima volta glielo aveva confessato senza paure e senza remore.

“Pensi che Cecilia la prenderà bene sapere che sono suo padre?” chiese lui corrugando la fronte

“e tu come l’hai presa?” chiese invece lei sorridendogli sulle labbra

“Sono l’uomo più felice della terra … mi spiace solo di aver perso tanto tempo. Ma voglio recuperare!” concluse guardando il cielo. Accompagnò  la “sua” Giulia in camera. Dopotutto era un convento e non era proprio il caso di dormire insieme quella notte. Quando richiuse la porta attaccò un post-it e andò nella sua dependance.

Non dovette attendere molto. Giulia con indosso la camicia da notte, stava bussando furiosamente alla sua porta.

“Apri brutto pezzo … -la porta si spalancò – cosa significa tutto questo? Lo sapevo che era troppo bello per essere vero!” sventolava il post-it con su scritto

Perdonami, ma proprio non mi aspettavo questo finale …

Lui con i suoi grandi occhi verdi la avvicinò a se e baciandola mormorò:

“non mi sarei mai aspettato che finalmente io e te formassimo un noi … ed è un finale bellissimo”

Così dolcemente abbracciati passarono il resto della nottata in attesa di una nuova alba in quell’angolo Divino.

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Capitolo 2
*** angolo divino ***


 

 

 

 

Drin uno.

Drin due.

Drin tre.

“basta …” con la mano cercava di buttare giù le sveglie per farle tacere, ma per svegliare suor Angela in tempo per le lodi mattutine aveva dovuto ricorrere ad un marchingegno davvero curioso, attaccare un timer al ventilatore dove aveva attaccato dei nastrini, che una volta attivato grazie all’aria delle pale le sfioravano il volto.

“Oh Gesù mio le lodi!” per poco non cadde del letto e poco dopo era già nella piccola cappella del convento.

Giulia stava lavorando dietro il bancone del bar “Angolo Divino” quando apparve Marco, gli occhi ancora assonnati, ma quella mattina più verdi del solito. Avevano una luce nuova, che persino Giulia non aveva mai visto:

Era innamorato.

Si lanciarono uno sguardo d’intesa e lei le portò un caffè nero, si sfiorarono leggermente le mani, e solo quel contatto bastò per far percorrere ai due un brivido lungo la schiena. Cecilia arrivò con il suo zaino in spalla,  non era di molte parole, ma era evidentemente felice per ciò che era accaduto alla sua mamma.  Marco Ferrari era un fantastiliardo di volte meglio di Ruggero Musmeci; non sapeva spiegarsi la ragione, ma come papà preferiva Marco sempre e comunque, adorava litigare con lui, e soprattutto era l’unico a dargli il coraggio quando doveva suonare in pubblico il suo amato pianoforte, e con la sua voce sveglia chiese:

“E adesso? Che farai? Non parti più vero? Non vai a Roma!”

“Non ci penso minimamente” rispose lui restando nel suo sgabello, aveva chiesto il trasferimento e Musmeci pur di toglierselo di mezzo glielo aveva concesso, ma le cose erano andate un po’ diversamente da come aveva immaginato. Giulia togliendo la tazzina di Marco gli bisbigliò:

“Dovremmo dirglielo …”

“Dirmi cosa?” chiese vista la bimba

“Una cosa molto importante …” rispose Marco ma Giulia gli diede un pizzicotto ed allora concluse “ma è ancora un segreto”

Cecilia mise su il broncio. Un broncio finto, misto di curiosità e allegria. Suor Angela che aveva assistito alla scena disse alzando gli occhi al cielo:

“Che Dio ci aiuti!” sopirò e si sedette su uno sgabello, era giunto il momento di fare colazione, ma non appena provò ad assaggiare il suo caffè la voce di Azzurra la richiamò:

“Suor Angela, glielo dica lei che questo vestito è davvero orribile!” disse indicando Margherita, la giovane ragazza dai lunghi capelli ricci e rossi mise le mani sui fianchi dicendo:

“Ma la mamma mi ha sempre detto che stavo bene!” un pantalone classico ed un maglione

“Si vede che tua madre ha bisogno di un paio d’occhiali!” rispose piccata la bruna che aveva sempre avuto occhio e soldi per la moda d’alta classe. Suor Angela evitò di entrare in merito a quella discussione e disse:

“Margherita, non è l’abito che fa il monaco … se ti piaci resta così”

“A me piaci così …” mormorò Italo Luzzi. Collega ed amico di Marco Ferrari. Oramai anche lui faceva sempre colazione nell’angolo divino, perché aveva trovato il suo angelo, peccato che lei non lo degnasse di uno sguardo. Effettivamente non era uno che dava nell’occhio, con i suoi capelli ricci e radi e i grandi occhi scuri accompagnati da un naso aquilino; ma era tanto buono e soprattutto tanto innamorato della giovane aspirante dottoressa, che ancora una volta lo ignorò e chiudendo la discussione con Azzurra sentenziò:

“Ora me ne vado, oggi faremo il corso in obitorio! Non vedo l’ora!” e tutta sorridente con i libri in mano se ne andò.

“Chiudi la bocca che ti entrano le mosche!” disse secca Azzurra a Luzzi, che non aveva tolto di dosso gli occhi a Margherita.

 Ed Ora era li da sola. Cosa poteva fare? Lei non sapeva fare nulla, aveva ragione suo padre, ma adesso amava i libri, e così solo per pura curiosità decise di aprirne uno di diritto. Chissà magari stavolta qualcosa le entrava nella zucca vuota. Proprio in quell’istante entrò al bar un giovane dai grandi occhi azzurri e i capelli mossi castani, che allargo un sorriso si presentò:

“Piacere Flavio … sto cercando una tipografia …” .

Quel giorno in questura aleggiava un’aria strana, tutti avevano un sorriso ebete sulle labbra. Un po’ era perché Oscar Mario, l’ispettore più cretino d’Italia era in malattia e poi perché tutti sapevano che Musmeci  aveva atteso invano la sposa in chiesa. E non appena Italo Luzzi vide apparire Marco Ferrari entrare si diresse verso di lui:

“Marco! Che ci fai qui? Non dovevi essere a Roma?”

“Diciamo che avevo delle cose in sospeso!”

“Beh peccato che ieri non sei venuto! Giulia non si è presentata all’altare!”

“Davvero?” chiese con il suo solito tono pacato di chi non gliene frega niente, anche se in realtà era ben felice di sapere che era lui la causa del mancato matrimonio. Si sedette nella sua solita scrivania, piccola e piena di scartoffie. Quando una telefonata arrivò: c’era stato un tentato omicidio in una tipografia del centro.

“Sei tu il più alto in grado oggi! Muoviti!” disse Luzzi a Ferrari.

Una nuova indagine e finalmente forse  aveva mano libera; non appena giunto sul posto Marco disse:

“Ma non è che porti un po’ di sfiga?”

“Io volevo solo fare dei volantini per il nostro angolo divino” si giustificò Suor Angela, che era sempre al posto giusto al momento giusto; oppure nel posto sbagliato al momento al momento sbagliato. Dipendeva da come si guardava la questione.

“Si ma mi pare che lei non ci stia poi tanto nel suo angolo divino” concluse secco Marco che era ormai abituato ad avere Suor Angela nelle sue indagini.

 

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Capitolo 3
*** 3 ***


Era la prima volta dopo tanto tempo che Marco Ferrari poteva finalmente gestire da solo un’indagine. Stava perlustrando la zona del reato. Pochi indizi, quando il suo sguardo venne attratto da un biglietto da visita:

Flavio Parenti avvocato.

Luzzi” disse Ferrari ad alta voce “cerchiamo informazioni su questo Parenti”.

Cecilia stava suonando il piano forte, da quando aveva scoperto che glielo aveva regalato Marco lo suonava ancora più intensamente, era come se qualcosa lo legasse a lui, e nonostante litigassero spesso gli voleva un bene infinito:

“Cecilia sei sempre che suoni!” disse Giulia accarezzandole i capelli castani chiari, la piccola parve non curarsi di quello che aveva detto madre e continuava a deliziare gli ospiti dell’angolo divino con la sua musica. Azzurra era seduta accanto ad tavolino tondo e leggeva avidamente un altro romanzo, le sue lunghe gambe accavallate mettevano in evidenza la bellezza del suo corpo:

“Che belle scarpe! Sono nuove?” chiese Margherita che teneva in mano un libro appena comprato:

COME ESEGUIRE UNA PERFETTA AUTOPSIA

Con in copertina un bel cadavere in bella mostra.

“Nuove? Ti sembrano nuove? Sono vecchie! Le ho comprate un mese fa.  Mio padre  non mi passa un soldo da due mesi e io sto diventando pazza!”si passò una mano fra i lunghi capelli neri, si alzò di scatto e fece per andarsene:

“Io avrei notato le sue gambe …” una voce maschile si intromise nel loro discorso

“Flavio … tu si che dimostri di essere un vero intenditore” rispose Azzurra ammiccante

Margherita li guardò solo per un istante, il suo cuore era ancora in America dal suo dottorino, o almeno così credeva.

“Flavio! Non ci posso credere! Sei proprio tu?” Suor Angela era appena entrata e non le ci volle molto per riconoscerlo

“Suor Angela! Che piacere rivederla!” il giovane l’abbracciò e se la tenne stretta Azzurra e tutti presenti la guardarono ammutoliti e si chiesero chi fosse e la suora spiegò:

“Lui è un mio vecchio alunno! Quante me ne ha fatte passare … Parenti di qua Parenti di là! Era un vero terremoto, ma anche tanto affettuoso!” il ragazzo sorrise amabilmente e rispose

“E lei è sempre stata tanto buona con me!”

“Bene, dobbiamo smettere di cercarti, sei qua!” disse Marco Ferrari appena entrato nella stanza. Per quanto dovesse essere abituato a certe cose, ancora non riusciva a spiegarsi perché tutto ciò che cercava era sempre attaccato a Suor Angela!

“Cos’è successo?” chiese Parenti

“E’ indagato per l’aggressione di Anna Molinaro

“State scherzando vero? Anna è mia cognata!”

“No sto scherzando per niente, venga con me in questura”.

La sera era scesa sul convitto. Ognuno occupava la sua stanza. Marco e Giulia erano nel chiostro a prendere il fresco, l’estate non era ancora finita. Lui la teneva stretta fra le sue braccia e disse:

“Voglio dire la verità a Cecilia!”

“sei sicuro?” chiese Giulia accoccolandosi a lui.

“Di cosa state parlando?” chiese la piccola che era comparsa all’improvviso col suo pigiama

Dopo un attimo di silenzio Giulia la prese sulle gambe e lasciò che a parlare fosse l’uomo.  Poco distante Suor Angela stava osservando la scena e giungendo le mani implorò:

“Ti prego aiutalo tu! Fa che Cecilia continui ad essere felice …”

“Vedi Cecilia –giunse la voce di Marco alle orecchie della suora – c’è una cosa che devi sapere, anche io non lo sapevo fino a poco tempo fa, ma ora ho avuto una notizia meravigliosa –tacque un istante e poi riprese –io sono il tuo papà” allargò le sue labbra in un sorriso

“No! Non può essere –rispose la bimba –ti ho cercato tanto, ti aspettato e tu ti presenti solo adesso?”

Il sorriso scomparve dalle labbra di Marco, non si aspettava una reazione del genere

“Io non ti voglio come papà!” urlò contro di lui e scappò nella sua stanza. Gli occhi azzurri di Marco cercarono quelli di Giulia e gli fece una carezza e disse:

“Dalle tempo … d’altronde è testona come te” e corse dietro alla figlia

“Visto? Ti chiedo un favore e tu che fai? Non aiuti? –Suor Angela parlava col suo sposo un po’ impettita, ma subito si pentì –d’accordo lo so, avrò fiducia in te, come sempre!” e si mise a dormire.

Azzurra ancora nel bar si stava preparando per andare a dormire, ma fu fermata da Flavio:

“Una bella ragazza come te mi lascia solo?”

“si sono stanca e non sono una dama di compagnia!” rispose secca la ragazza aprendo la porta. Era la prima volta che i complimenti di un uomo le davano fastidio.

“Se vuoi ti faccio compagnia io! Tanto devo studiare …” si propose Margherita porgendogli una fetta di torta.

“Grazie mille … non so come possano sospettare di me!  Io voglio bene a mia cognata, e poi non farei mai del male alla moglie di mio fratello!” si mise le mani tra i ricci e se la tenne stretta

“Suvvia, se sei innocente tutto verrà chiarito … e qualcosa mi dice che tu lo sei, se hai bisogno di qualcosa non devi far altro che chiedere!”

Per la prima volta la guardò sul serio, e si accorse di quanto fosse bella nella sua semplicità quella ragazza.

 

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Capitolo 4
*** 4 ***


Per Suor Angela, aver ritrovato anche il suo Flavio Parenti, era stata una vera e propria sorpresa.

Quando aveva sentito la chiamata del Signore, non avrebbe mai immaginato che la sua vita sarebbe stata così piena di amore e soddisfazioni. E quando qualcuno le aveva domandato se non si era pentita di aver rinunciato a diventare mamma lei rispondeva sempre:

“Ancora figli? Ne ho già abbastanza!”

Si perché per lei, i suoi alunni erano i suoi figli, ed ora aveva Azzurra, Margherita, Marco e Giulia …

Quanti pensieri. Ed al suo fianco sempre Lui. Il migliore degli sposi.

Marco Ferrari, sbatteva ferocemente la sua pallina da ping-pong contro la parete, come se quel ticchettio potesse togliergli dalla mente tutti i suoi pensieri. Giulia e poi lei :

Cecilia.

Quanto amava quella bambina?  Non lo sapeva neppure lui. Di punto in bianco aveva scoperto di essere padre, e questa notizia gli aveva sconvolto la vita, non poteva credere che la bambina che più amava al mondo fosse sua figlia e della donna che aveva sempre amato, ma adesso Cecilia lo rifiutava. Per il suo cuore aperto da ancora poco tempo all’amore era una sofferenza atroce … ed ora si era messo anche questo nuovo caso. Chi voleva la tipografa morta?

Il cognato comparso sul luogo del delitto all’improvviso? Avrebbe un movente plausibile.  Una percentuale sui guadagni. Marco tirò più forte la pallina contro il muro e le rimbalzò sulla fronte, e proprio mentre si stava massaggiando la porta della sua stanza si aprì:

“Marco c’è qualcuno che vorrebbe parlarti” era Suor Angela che non aveva mai smesso di impicciarsi del caso. L’uomo sbuffando la raggiunse.

Una giovane donna stringeva un fazzoletto tra le mani e piangeva coperta dai suoi lunghi capelli rossi e lisci:

“Chi è?” mormorò l’ispettore capo superiore alla suora

“E’ la rilegatrice che lavorava nella tipografia …”

“Ah” rimase senza parole e non appena le si avvicinò la donna spiegò:

“Mi scusi se sono venuta qui, ma non me la sentivo proprio di venire in commissariato … sa stamattina quando sono arrivata in ufficio ho trovato la mia principale stesa a terra e al suo fianco un giovane dai grandi occhi azzurri …” alzò lo sguardo e non appena vide Parenti disse: “è lui”

Marco si alzò e si diresse verso l’avvocato. L’azzurro dei suoi occhi si era incupito e disse:

“I miei sospetti prendono forma!”

“No! Non sono stato io …” riconobbe la rilegatrice e le disse:

“Diglielo che non sono stato io ti prego! Non appena sono arrivato lei era li e poi è scappata!”

Marco rimase interdetto; cosa stava succedendo? La rossa incolpava l’avvocato e viceversa, qualcosa non tornava, allentò la presa e Flavio Parenti si divincolò e rifugiò il suo sguardo in quello dolce e mite di Margherita che poco distante stava preparando una torta. Azzurra come un ciclone stava correndo nel rostro del convitto e si ritrovò di fronte Musumeci. Cavolo era davvero messo male, il mancato matrimonio con Giulia lo aveva smagrito, ed ora era tornato  … la giovane intercettò lo sguardo nell’uomo che era rivolto verso l’alto. Marco e Giulia abbracciati … e poi Cecilia come un fulmine che rivolgendosi ad Azzurra disse:

“Non perdonerò mai Marco! Mi ha abbandonata quando ero piccola ed ora vuole tornare ad essere il mio papà”

Ruggero Musumeci rimase senza parole, nel giro di due giorni erano cambiate un sacco di cose.

Marco era il papà di Cecilia e Giulia lo aveva lasciato all’altare non per un altro qualunque, ma bensì per il suo sottoposto Marco Ferrari. Questo era davvero troppo.

Azzurra vedendo la sua faccia per poco non rise. Ma facendo ricorso a tutte le sue forze tenne la bocca chiusa e facendo spallucce disparve in chiesa.

 

ANGOLO AUTRICE

Scusate il ritardo immenso, ma proprio la mia ispirazione era scappata chissà dove … ora spero di non ritardare più nelle pubblicazioni, e soprattutto di ritrovarvi tutti …

Rospina

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