Era la prima volta dopo tanto tempo che Marco Ferrari poteva
finalmente gestire da solo un’indagine. Stava perlustrando la zona del reato.
Pochi indizi, quando il suo sguardo venne attratto da un biglietto da visita:
Flavio Parenti avvocato.
“Luzzi” disse Ferrari ad alta voce
“cerchiamo informazioni su questo Parenti”.
Cecilia stava suonando il piano forte, da quando aveva
scoperto che glielo aveva regalato Marco lo suonava ancora più intensamente,
era come se qualcosa lo legasse a lui, e nonostante litigassero spesso gli
voleva un bene infinito:
“Cecilia sei sempre che suoni!” disse Giulia accarezzandole
i capelli castani chiari, la piccola parve non curarsi di quello che aveva
detto madre e continuava a deliziare gli ospiti dell’angolo divino con la sua
musica. Azzurra era seduta accanto ad tavolino tondo e leggeva avidamente un
altro romanzo, le sue lunghe gambe accavallate mettevano in evidenza la
bellezza del suo corpo:
“Che belle scarpe! Sono nuove?” chiese Margherita che teneva
in mano un libro appena comprato:
COME ESEGUIRE UNA PERFETTA AUTOPSIA
Con in copertina un bel cadavere in bella mostra.
“Nuove? Ti sembrano nuove? Sono vecchie! Le ho comprate un
mese fa. Mio padre non mi passa un soldo da due mesi e io sto
diventando pazza!”si passò una mano fra i lunghi capelli neri, si alzò di
scatto e fece per andarsene:
“Io avrei notato le sue gambe …” una voce maschile si
intromise nel loro discorso
“Flavio … tu si che dimostri di essere un vero intenditore”
rispose Azzurra ammiccante
Margherita li guardò solo per un istante, il suo cuore era
ancora in America dal suo dottorino, o almeno così credeva.
“Flavio! Non ci posso credere! Sei proprio tu?” Suor Angela
era appena entrata e non le ci volle molto per riconoscerlo
“Suor Angela! Che piacere rivederla!” il giovane l’abbracciò
e se la tenne stretta Azzurra e tutti presenti la guardarono ammutoliti e si
chiesero chi fosse e la suora spiegò:
“Lui è un mio vecchio alunno! Quante me ne ha fatte passare …
Parenti di qua Parenti di là! Era un vero terremoto, ma anche tanto affettuoso!”
il ragazzo sorrise amabilmente e rispose
“E lei è sempre stata tanto buona con me!”
“Bene, dobbiamo smettere di cercarti, sei qua!” disse Marco
Ferrari appena entrato nella stanza. Per quanto dovesse essere abituato a certe
cose, ancora non riusciva a spiegarsi perché tutto ciò che cercava era sempre
attaccato a Suor Angela!
“Cos’è successo?” chiese Parenti
“E’ indagato per l’aggressione di Anna Molinaro”
“State scherzando vero? Anna è mia cognata!”
“No sto scherzando per niente, venga con me in questura”.
La sera era scesa sul convitto. Ognuno occupava la sua
stanza. Marco e Giulia erano nel chiostro a prendere il fresco, l’estate non
era ancora finita. Lui la teneva stretta fra le sue braccia e disse:
“Voglio dire la verità a Cecilia!”
“sei sicuro?” chiese Giulia accoccolandosi a lui.
“Di cosa state parlando?” chiese la piccola che era comparsa
all’improvviso col suo pigiama
Dopo un attimo di silenzio Giulia la prese sulle gambe e
lasciò che a parlare fosse l’uomo. Poco distante
Suor Angela stava osservando la scena e giungendo le mani implorò:
“Ti prego aiutalo tu! Fa che Cecilia continui ad essere
felice …”
“Vedi Cecilia –giunse la voce di Marco alle orecchie della
suora – c’è una cosa che devi sapere, anche io non lo sapevo fino a poco tempo
fa, ma ora ho avuto una notizia meravigliosa –tacque un istante e poi riprese –io
sono il tuo papà” allargò le sue labbra in un sorriso
“No! Non può essere –rispose la bimba –ti ho cercato tanto,
ti aspettato e tu ti presenti solo adesso?”
Il sorriso scomparve dalle labbra di Marco, non si aspettava
una reazione del genere
“Io non ti voglio come papà!” urlò contro di lui e scappò
nella sua stanza. Gli occhi azzurri di Marco cercarono quelli di Giulia e gli
fece una carezza e disse:
“Dalle tempo … d’altronde è testona come te” e corse dietro
alla figlia
“Visto? Ti chiedo un favore e tu che fai? Non aiuti? –Suor
Angela parlava col suo sposo un po’ impettita, ma subito si pentì –d’accordo lo
so, avrò fiducia in te, come sempre!” e si mise a dormire.
Azzurra ancora nel bar si stava preparando per andare a
dormire, ma fu fermata da Flavio:
“Una bella ragazza come te mi lascia solo?”
“si sono stanca e non sono una dama di compagnia!” rispose
secca la ragazza aprendo la porta. Era la prima volta che i complimenti di un
uomo le davano fastidio.
“Se vuoi ti faccio compagnia io! Tanto devo studiare …” si
propose Margherita porgendogli una fetta di torta.
“Grazie mille … non so come possano sospettare di me! Io voglio bene a mia cognata, e poi non farei
mai del male alla moglie di mio fratello!” si mise le mani tra i ricci e se la
tenne stretta
“Suvvia, se sei innocente tutto verrà chiarito … e qualcosa
mi dice che tu lo sei, se hai bisogno di qualcosa non devi far altro che
chiedere!”
Per la prima volta la guardò sul serio, e si accorse di
quanto fosse bella nella sua semplicità quella ragazza.