Endless love

di Fflang
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo+ personaggi ***
Capitolo 2: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 3: *** CAPITOLO 2 ***
Capitolo 4: *** CAPITOLO 3 ***
Capitolo 5: *** CAPITOLO 4 ***
Capitolo 6: *** CAPITOLO 5 ***
Capitolo 7: *** CAPITOLO 6 ***
Capitolo 8: *** CAPITOLO 7 ***
Capitolo 9: *** CAPITOLO 8 ***
Capitolo 10: *** Capitolo 10. ***



Capitolo 1
*** Prologo+ personaggi ***


Endless love


Fare sesso per la prima volta e rimanere incinta,decidere di andare avanti come se niente fosse. La paura di non farcela, la voglia di lasciare tutto e tutti. La storia di un piccolo segreto destinato a diventare sempre più grande.

Le cose cambiano, a volte talmente in fretta che non ci accorgiamo di nulla... però dobbiamo essere pronti, dobbiamo essere pronti a pagare le conseguenze delle nostre azioni. Perché le persone nascono e muoiono, gli amori finiscono e il mondo va avanti.



Prologo

-Grazie- mi disse sorridendomi in modo strano mentre pulivo il bancone del bar. -Per cosa?- gli chiesi non capendo perché mi stesse ringraziando. -Per avermi fatto vincere la scommessa, grazie Charlie.- rispose e in quel momento non so se fosse il bicchiere che tenevo in mano ad essersi rotto oppure il mio cuore. Ian, la persona di cui mi ero innamorata in quei due mesi, mi aveva preso in giro, mi aveva portata e letto ed io per lui non ero altro che una stupida scommessa da vincere. Dei soldi o forse altro. Lo guardai, si avvicinò a me e dandomi un bacio sulla guancia se ne andò. Lasciai tutto li e corsi via. Via da lui, anche se in futuro avrei scoperto che lui era diventato l'unico da qui non sarei riuscita a scappare neanche se avessi avuto le ragioni più importanti del mondo.







Personaggi


 CHARLIE MOORE 17 ANNI      IAN KING 18 ANNI


ALEXANDRA STEWART 17 ANNI
 MATTEW O'CONNELL 18 ANNI






COMMENTATE!!!!!! *-*

 

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Capitolo 2
*** Capitolo 1 ***


Capitolo 1
 

PovCharlie

Oggi è il primo giorno di scuola, l'estate è finita. Rivedrò tutti i miei compagni. Tutti i miei professori. Tutti.

Dopo essermi vestita scendo giù in cucina. -Tesoro pronta per il primo giorno di scuola?- mi dice mamma abbracciandomi forte e ridendo. Papà mi fissa sconsolato e la mamma gli sorride dolce allontanandosi da me tornando ai fornelli. Mi avvicino a lui e gli do un bacio sulla guancia. Prendo lo zaino ed esco di casa. Dietro il cancellino c'è Alex, la mia migliore amica, mia sorella. Le sorrido fintamente abbracciandola stretta. -Allora Charlina com'è andata l'estate?- sorridendomi. Mi fermò di colpo senza rendermene conto. Le lacrime pungono ai lati degli occhi per poter uscire. Ma non devo piangere, non posso piangere. Lei mi guarda e si avvicina mettendosi davanti a me. -Che succede sorellina?- dice asciugandomi le guance ormai bagnate. -Nulla.- dico scansandomi e tornando a camminare. Mi segue e mi ferma con un braccio. -No! Il fatto che tu abbia una faccia da morta e che piangi per una semplice domanda vuol dire che è successo qualcosa! Charlie, sono la tua migliore amica cazzo! Dimmelo!- scuoto la testa e continuo a camminare. -Charlie!!- mi urla. -E' andata bene. Ok?- le dico sgarbata e sentendomi subito in colpa. Annuisce e insieme ci dirigiamo a scuola. Entriamo in classe e troviamo tutti i nostri compagni intorno a un banco.

Ami, una nostra compagna, si avvicina a noi  urlacchiando. -Avete visto chi è tornato a scuola??- Alex la guarda malissimo e sorride cattiva. -No, il tuo bellissimo testone tinto mi copriva la visuale con quella degli altri. -Alexandra Stewart. Come dimenticare le tue battutine tristi.- quella voce, mi fece tremare di paura e venire dei terribili sospetti. Alex si girò e ringhiò. -Mattew O'Connell. Come dimenticare la tua faccia di merda.- perché se 'la faccia di merda' era nella nostra classe. Doveva per forza esserci anche il suo migliore amico. E qualcosa mi diceva chi il nuovo arrivato, che nuovo non era, era proprio lui. Una presenza alle mie spalle mi fece irrigidire. -Ciao.- la sua voce, non la sentivo da due mesi. Ed era come me la ricordavo. Calda, dolce ma allo stesso tempo capace di uccidermi senza neanche volerlo. -Oh ci sei anche tu! Come vedi Charlie i coglioni non vanno mai in giro separati ;)- dice Alex facendomi l'occhiolino. Senza risponderle mi avvio al mio posto sotto lo sguardo di tutti e tre che mi guardano sbalorditi. Già, perché un tempo avrei dato man forte alla mia amica. Avremo passato la giornata scolastica ad insultarci per poi finire tutti e quattro in punizione. Ma non potevo stare con loro. Non con lui. Con lui che mi aveva fatto credere di essere speciale e poi mi aveva buttata via come un pallone bucato. Il professore entrò e tutti si misero ai propri posti. Il professore ci guarda uno per uno finché il suo sguardo si sofferma su noi quattro. Spalanca gli occhi e scoppia a ridere. -Ragazzi, tutti insieme in classe? Santo cielo. Io non ho nulla da dire perché vi conosco. Ma quest'anno avete la maturità...vi prego non fate casini!- tutti scoppiano a ridere. Mentre io mi alzo velocemente e mi dirigo verso il prof. -Posso uscire per favore? Non mi sento bene.- dico ma senza lasciargli il tempo di rispondere sono già fuori diretta il più velocemente possibile in bagno.

PovAlex

Sono preoccupata per Charlie. Non è normale il suo comportamento...deve essere successo qualcosa. Qualcosa che non mi vuole dire. Il professore vedendo che non ritorna mi chiede di andarla a chiamare. Mi alzo e mi dirigo verso il bagno delle ragazze. Entro. -Charlie?- la chiamo. Un mugolio ricevo in risposta dall'ultima cabina. Mi avvicino e busso. -Avanti.- risponde così apro e la trovo seduta sul water con la testa appoggiata al muro. -Stai bene?- le chiedo. -Ho fatto sesso.- spalanco gli occhi. -cosa hai fatto?con chi? Quando?come è stato?-mi guarda in modo starno. -in campeggio, con il mio partner del gruppo educatori.-dice tenendosi la testa tra le mani. -Era questo che mi dovevi dire?- le domando e lei annuisce continuando a tenere la testa nello stesso punto. -O mio dio..non arai...- inizio a dire ma la campanella mi interrompe. Charlie si alza di scatto e velocemente esce dal bagno. La seguo in silenzio fino in classe. - Moore, tutto apposto?- chiede la professoressa vedendoci arrivare. Charlie annuisce e va a sedersi. -Ragazzi esco un minuto. Mi raccomando fate i bravi.- tutti annuiscono e non appena la porta si chiude dietro di lei tutti iniziano a farsi i cavoli propri. Mi volto verso di lei ritrovandola nella stessa posizione di prima. Sto per parlare quando quei due deficienti ci si parano davanti. -Come mai cosi zitte oggi?Avete deciso di fare le brave bambine?- dice Ian e Charlie lo guarda in modo strano. -Alex, capisco Charlie ma tu mi deludi...- dice Matt e io scoppio a ridere. -Sai Archibald... forse dovresti semplicemente smetterla di romperle le palle.- gli dice Charlie mettendosi le cuffie nelle orecchie e mettendosi a scarabocchiare il quaderno di matematica. Ian la fissa come del resto me e Matt. -Che cos'ha?- mi chiede Ian e non so come diavolo rispondere. La porta si apre e Sara Marker e e Jessica Cooper fanno il suo ingresso nella 4B. Si avvicinano a noi e ci porgono degli inviti. -Domani ci sarà la festa di inizio anno. Mi raccomando non mancate ;)- dicono facendo l occhiolino a Matt ed Ian. I ragazzi sorridono maliziosi. -Non mancheremo ragazze- dicono insieme e scoppiando a ridere. Sbuffo sonoramente attirando la loro attenzione. -Che c'è scimmietta..gelosa?- dice Matt. -Di te? Neanche se fossi l ultimo uomo sulla terra.- dico pregando che quella vecchia zitella della prof si dia una mossa. Per fortuna le mie preghiere vengono esaudite e la prof arriva. Tutti tornano al posto facendo silenzio e la lezione può iniziare.

Con l'ultima campanella il primo giorno di scuola finisce. Tutti si precipitano fuori dalla scuola. Eccetto noi due. -Allora?- dico quando la classe è completamente vuota. - E' vero?- chiedo ancora. Lei si volta verso di me e delle lacrime iniziano a scendere dai suoi occhi. -Credevo che fosse cambiato, credevo che mi amasse come l ho amato io, credevo che...non credevo che...oddio che cosa ho fatto!- mi avvicino a lei e l'abbraccio forte. -No non voglio avere un bambino, non sono pronta...- dice continuando a piangere stretta a me. Non so che dire. Non so come consolarla, perché non posso dirle che andrà tutto bene. Perché non andrà tutto bene. Lei è incinta. Incinta a sedici anni. 

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Capitolo 3
*** CAPITOLO 2 ***


Capitolo 2

PovIan

-Che diavolo ti succede?- mi urla Freddi mentre un altro pugno mi butta a terra. Mi rialzo, scendo dal ring e senza rispondere mi dirigo verso gli spogliatoi. Matt è dietro di me, lo sento. -Che hai oggi?- chiede fissandomi preoccupato. -Non lo so..- dico scuotendo la testa. In realtà lo so perché sono ridotto così. Per lei. Per quella ragazza che amo da morire, che con il suo sorriso ha fatto smettere di piovere facendo tornare il Sole, Lei che è diventata il mio Sole. La mia luce. È io da emerito coglione lo persa. Lo persa perché non mi sono accorto di cosa mi è caduto dal cielo. Matt mi fissa in attesa che io dica qualcosa. - Ho incontrato una ragazza in campeggio...- dico senza guardarlo. -E?- domanda. -E ci sono andato a letto..- continuo. -E dov'è la novità?- dice prendendo la bottiglietta dell'acqua e bevendone un pò. -E' Charlie.- rispondo facendogliela sputare. -Che cosa hai fatto?Ti sei rincoglionito tutto di un colpo??- mi urla asciugandosi la bocca con la mano. Mi alzo, prendo la mia roba e me ne vado. -Aspetta scemo... c'è qualcosa che non mi vuoi dire vero?- dice facendomi bloccare. Non mi volto così continua a parlare. -Il fatto che è Charlie, è che le vostre famiglie si odiano vuol dire che tu, brutto figlio di tua mamma che ti sopporta ti sei innamorato di lei. Vero?- dice mi volto di scatto fissandolo sbalordito. -Non guardarmi così, ti conosco da quando ci rubavamo il ciuccio nella culla. Ti conosco.- sorrido. -Grazie.- dico. -Quindi la domanda è...Perché sta mattina non vi siete rintanati a scopare come conigli nel bagno?- chiede scoppiando a ridere. -Ho fatto una cazzata...una grossissima cazzata.- rispondo abbassando la testa. -Dovevo immaginarlo che Ian Stanford non sa stare per più di un ora senza fare cazzate. Che hai fatto sentiamo.- dice sedendosi su una sedia. -Dopo che siamo stati insieme le ho detto che era stata solo una scommessa...che era solo un gioco estivo.- dico. -Ehi amico?- dice. -Si?- rispondo stranito dal suo comportamento. -Forse te lo sarai già detto ma...SEI UN GRANDISSIMO COGLIONE!- mi dice dandomi uno schiaffo e scuotendo la testa. -Aio! Lo sapevo già,grazie!- dico uscendo dallo spogliatoio seguito da lui che ride come un deficiente alle mie spalle. Evitando i richiami del allenatore usciamo dalla palestra incamminandoci alla macchina. -Che farai adesso?- mi chiede. -Che razza di domande fai? Me la vado a riprendere è ovvio!- dico e insieme ci dirigiamo verso casa di Matt.

PovCharlie

E' passato un quarto d'ora da quando io e Alex ci siamo chiuse in camera mia con un busta piena di test di gravidanza. Per il semplice fatto che Alex non si fida dei cinque fatti da me. -Allora?Questo che dice?- mi chiede seduta per terra con il PC sulle gambe. -Quello che dicono gli altri dieci che ho fatto prima...sono incinta Alex. E non smetto di esserlo se smetto di parlarne.- dico buttandomi sul suo letto. -Ti serve un medico...uno che non lo dice ai tuoi sia chiaro. -Forse il problema è proprio dirlo ai miei...- dico prendendo il cuscino e mettendomelo sulla faccia. -Il suicidio non risolverà la cosa.- dice togliendomelo dalla faccia. -Ho fame D: Voglio i nachos- dico alzandomi di scatto e facendola allontanare di poco. -O mio dio!! il mio incubo si è appena avverato..- dice fissandomi depressa. -Sarebbe?- chiedo. -Tu con gli ormoni sulla fascia del ozono e le voglie di cibo assurde, ecco cosa!- risponde scoppiandomi a ridere in faccia. Prendo il cuscino e glielo tiro beccandola dritta in faccia. Scoppio a ridere e corro di sotto inseguita da lei mentre ridiamo come due pazze. Per fortuna che i suoi non ci sono. -Ok, basta!- esclamo dopo aver terminato il secondo giro della casa. -Hai ragione...hai ancora fame?- domanda dirigendosi in cucina seguita a ruota da me. -E me lo chiedi?- dico prendendo il sacchetto dei biscotti al cioccolato e iniziando a rosicchiarli. -Charlie?- mi chiama. -shi?- rispondo a bocca piena. -Chi è il padre?- dice facendo la domanda a cui non avrei mai voluto dare una risposta. -io...ecco...beh...uhm...beh...forse..ehm..- Alex mi fissa indecisa se tirarmi il mandarino che si sta sbucciando o scoppiare a ridermi in faccia. -Charlie? Credi che sia diventata improvvisamente cieca o stupida durante l'estate?- dice scoppiando a ridere mettendo il mandarino da parte. -Ma certo che no...Che cosa hai fatto questa estate?- rispondo tentando di sviare la domanda ma un suo sguardo inceneritore mi fa tornare seria e dopo un po' di silenzio mi decido a rispondere. -Ian.- sussurrò ma sono sicura che lei lo abbia sentito benissimo. Come? Beh ha sputato il mandarino direttamente sulla mia faccia. -Charlie? Le vostre famiglie si odiano!- esclama. Lo so, penso. Beh forse dovrei spiegare perché le nostre famiglie si odiano. Quando io avevo sei anni e Ian sette, eravamo quasi amici. Ma la famiglia Stanford era ed è tutto ora una famiglia molto ricca. Mentre la mia non è ne ricca ne povera. Ma questo a suo padre non è mai importato. Così ha spedito il suo unico figlio in un istituto privato per allontanarlo dalle, come dice lui, 'Cattive strade'. E il bello che non si è tenuto i suoi pensieri per se. No! È venuto a casa nostra, dopo aver spedito suo figlio come se fosse un pacco postale, a dirci che per colpa nostra suo figlio non avrebbe vissuto con la propria famiglia e che noi eravamo gli unici responsabili. Da quel giorno non vidi più Ian, e quando otto anni dopo lo rividi alle superiori...beh il suo carattere completamente cambiato non mi fece ritornare la voglia di stare con lui come quando eravamo piccoli. Beh questo fino a questa estate.

-Charlie?- merda mi sono incantata di nuovo. -Oh scusa, mi sono persa...dicevi?- chiedo sorridendo. -Devi dirlo ai tuoi.- dice. -Quando sarà il momento, se lo riterrò opportuno lo farò.- rispondo. -Ma che stai sparando? Non vorrai abortire spero?- urla alzandosi in piedi. - Non lo so, e comunque non sono affari tuoi, ne di nessun altro. Devo andare a casa.- mi alzo in piedi e prendendo la mia roba mi precipito fuori incamminandomi verso casa.

PovMatt

Arriviamo davanti a casa mia e una scena alquanto strana si mostra davanti ai nostri occhi. Charlie che esce di corsa da casa di Alex in lacrime mentre quest'ultima le corre dietro. Ian si mette in mezzo e ferma Charlie per le spalle. -Che succede?- le chiede sorreggendola per le spalle. Lei non risponde abbassa solo la testa iniziando a guardarsi le scarpe. -Charlie scusami! Non avrei dovuto dirti quella cosa! Non mi sono comportata da amica...mi dispiace.- Alex arriva in quel momento parlando di non ho la minima idea di cosa al amica che si volta verso di lei sorridendole. -Non importa. Hai ragione tu, è per il mio bene. E tu lo hai detto per questo. Io non l ho capito è..ho paura Alex. Tanta.- dice e in pochi secondi Charlie è tra le braccia di Ian svenuta. -Charlieee!- urla Alex correndole incontro. -Andiamo portiamola da me.- dico avviandomi seguito da tutti dentro casa. Ian la poggia delicatamente sul divano accarezzandole la fronte. -Prendo dell'acqua...- dice Alex e io la seguo in cucina. -Cosa ha?- le chiedo e alla mia domanda s'irrigidisce. -Alex?- la chiamo avvicinandomi a lei. -Non posso.- dice guardandomi negli occhi. Ho sempre adorato i suoi occhi. Ho sempre adorato lei. Ma non sarà più mia. Non più. -Alex, ci conosciamo da un po'...puoi dirmelo.- le dico accarezzandole la guancia. -No! Non sono affari tuoi, stanne fuori.- dice scostandosi da me. - E' sempre stato così tra me e te vero? Tutto quello che mi riguardava non era mai affare mio...ma se tu stavi male era sempre e comunque colpa mia... sei solo una stupida egoista.- dico tenendola per un polso. -Io? Ogni volta che ti cercavo, Matt, tu non c'eri, tu non ci sei mai stato! Lo capisci?- mi urla contro iniziando a piangere. Odio vederla piangere. Ma è il momento di risolvere le cose. -Non c'ero? Ma ti senti quando parli? Ero io che veniva a prenderti quando piangevi, ero io quello che ti portava via quando i tuoi litigavano, ero io che ti portava la colazione ogni mattina, ero io che mollava i suoi amici per stare anche solo due minuti con la sua ragazza, ero io lo stupido ragazzino innamorato! E tu adesso mi dici che non ci sono stato?!Dimmelo Alex...perché io non riesco a capire in cosa non ci sono stato.- dico scuotendola per le spalle. - Perché continui a mentire?- chiede. -Mi spieghi di cosa stai parlando?- le chiedo spostandomi di poco da lei. -Quel giorno, Matt! Tu mi hai scaricata per andare a prendere lei! Te ne rendi conto? Sei andato a prenderla solo perché tua mamma ha sempre preferito lei a me. Lo hai fatto! E non mentirmi.- dice. -Alex...io..- non so che dire. Mi avvicino a lei e l'abbraccio. Lei inizia a divincolarsi. -No, non lo fare. Non puoi tornare dopo un anno e dirmi 'Alex io' come se tu non ne sapessi nulla. Perché io ti amavo davvero Matt. Tanto. E tu sei andato via. Senza dire nulla. Non ti sei più fatto sentire. Nessuna parola, nessuna spiegazione.- la guardo e ha fottutamene ragione. Perché l' ho lasciata sola. Sono stato mandato via, arrendendomi senza combattere. Senza combattere per lei. L'unica persona, che mi ha amato per quello che sono. E non per quello che rappresenta la mia famiglia.

Mi avvicino a lei e le asciugo le guance ormai completamente bagnate dalle sue stesse lacrime. Poggio la fronte sulla sua. -Perdonami piccola, fallo. Perché senza di te non sono nulla. Non sono mai stato niente senza di te.- dico abbracciandola. -Se senza di me non sei mai stato nulla...perché sei andato via?- chiede guardandomi. -Perché mi hanno costretto...mi hanno ingannato. E io sono stato uno stupido a credergli e a non pensare con la mia testa.- rispondo stringendola a me e sorridendole.

-Ragazzi?- domanda Ian entrando in cucina seguito da Charlie. - Alex, se avessi dovuto aspettare la tua acqua nel deserto non mi avresti mai trovata...avrei fatto prima a diventare sabbia anch'io -.- dice Charlie sospirando. -Vedo che ti sei ripresa?- dice Ian dandole il bicchiere d'acqua. -Oh semplice stress da inizio scolastico...- risponde Charlie, dicendo la bugia più grossa del secolo. E infatti io ed Ian scoppiamo a ridere come due deficienti. -Se avessi detto di avere il ciclo ti avremmo creduto di più..- dice Ian scoppiando a ridere. Io che dal canto mio ero ancora abbracciato ad Alex mi accorsi di come alle parole di quel deficiente si irrigidii, come del resto Charlie. Nessuno disse niente. -I tuoi non ci sono?- mi chiese Alex sorridendomi. Scossi la testa. -Vivo da solo...- risposi facendole l'occhiolino. -Che fortuna.- disse Alex andando a sedersi sul tavolo della cucina e tirando fuori il cellulare che aveva iniziato a squillare. -Pronto?- rispose. -Oh ciao...Tu sei?- chiese fissando Ian in modo strano. -Tomi?Quello del campeggio?- Ian le si avvicina accostando l'orecchio al telefono per sentire anche lui. -Oh..non lo so..non credo di riuscirci...- Charlie inizio a rispondere a una qualche domanda fatta da quel tipo ma Ian le strappo il telefono dalle mani e inizio a parlare al suo posto. -Ciao Tomi! Sono Ian. Volevo dirti che noi due ci siamo...e portiamo anche due amici.- disse e dopo averlo salutato attaccò e ripassò il telefono a Charlie. -Non ne avevi nessun diritto.- dice lei avvicinandosi a lui e puntandogli un dito contro. -dai sarà bello passare una settimana insieme!- esclama lui sorridendo. -Io non voglio passare le mie vacanze di natale con te! Ok?- risponde lei infuriata. -Perché?Paura forse?- domanda Ian. Amico mio, stai sbagliando tattica. Così invece di farti perdonare... ti fai uccidere! Scossi la testa e prendendo la mano di Alex, alquanto preoccupata devo dire, mi diressi in camera mia. -Non dovremo evitare che si uccidano a vicenda?- mi chiede. -Hahaha tranquilla. Non succederà.- rispondo. -Non le fa bene..-la sento sussurrare. -Cosa?- chiedo chiudendo la porta della camera. -Eh?- Alex si volta verso di me come se dalla sua bocca non sia uscito nulla. -Ho sentito Alex...dimmi che succede. Non lo dirò a nessuno.- dico sedendomi sul letto e battendo la mano sul materasso per farla sedere. -Nemmeno ad Ian? Anzi sopratutto ad Ian?- mi chiede fissandomi seriamente. -Promesso.- rispondo serio. -E va bene.- risponde iniziando a parlare.

PovCharlie

-Di che cosa dovrei avere paura sentiamo?- chiedo incrociando le braccia sotto il seno. Dannazione questa non ci voleva. Per dicembre sembrerò già un ippopotamo e sarà difficile che qualcuno non faccia 2+2. -Di nulla...- risponde Ian fissandomi serio. Lentamente si avvicina a me. Mette le mani sui miei fianchi...vicine alla pancia. Inconsciamente mi irrigidisco e lui lo nota. -Che cos'hai Lii?- domanda usando il sopranome che mi ha dato lui stesso quest'estate. Ricordandomi di quello che mi ha fatto una rabbia incontrollata inizia a crescermi dentro. Come può parlarmi così dopo quello che mi ha fatto? E infatti. -Mi chiedi cosa ho? Bene ti accontento subito perché di sicuro ti sei dimenticato.- mi allontano velocemente da lui. -Questa estate mi hai fatto innamorare di te! Ci sei? Bene! Mi hai portato al mare, mi hai fatto conoscere, quello che tu dicevi, essere il vero te. E dopo? Ah si! Mi hai scopato e poi lasciata! Come una cazzo di batteria usa e getta. E adesso tu! Stupido pezzo di merda, mi vieni a chiedere cosa ho? Ma sei coglione?- ho detto tutto talmente in fretta da avere il dubbio di non essere stata capita. Lo guardo in faccia ma e coperta dai suoi capelli. -Hai ragione.- sussurra. Rialza la testa e mi si avvicina. -Sono stato uno stupido. Non avrei mai dovuto farlo. Lii.. ti ho mentito.- inizia a dire, e io non ho la forza di muovere un muscolo. -Tu, non sei mai stata un gioco. È solo che avevo paura, tu eri sempre così perfetta, così dolce, così Tu! Mentre io, beh io ero, e sono, il solito coglione che pensa solo a se stesso. Certo questo finché non ti ho rincontrato. Quando mio padre mi ha portato via eravamo piccoli, tu eri piccola. Mentre adesso sei quasi una donna. Una quasi donna bellissima. Non avrei mai voluto andarmene, avrei voluto crescere con te...fare i giochi che facevano tutti i bambini..ma non è stato così. Ho inventato quella storia perché per un momento ho avuto paura, paura di quello che avrebbe pensato mio padre scoprendo che mi ero innamorato perdutamente di Te, di quella ragazza che anche sette anni prima aveva rapito come adesso il cuore del suo unico figlio. Quando mi sono reso conto della cazzata appena fatta...beh ho cercato di dimenticarti. Ma tu, il tuo corpo, il tuo odore, tutto di te era impresso come fuco nel mio cuore e nella mia testa. Ogni volta che provavo a dimenticare un pezzetto di te, mi tornava in mente il tuo splendido sorriso e perdevo la voglia di portarti via da me stesso. Ti amo Charlie, ti amo più della mia stessa vita.- per tutto il tempo aveva tenuto i suoi splendidi occhi blu puntati nei miei. E non vi avevo visto dentro neanche una piccolissima traccia di bugia. Non so che dire. Sono paralizzata dallo stupore. Lui mi ama. Ma mi avrebbe amato ancora sapendo del bambino... e che cosa farò? Come farò da sola? -Charlie?- mi chiama. -Uhm?- rispondo alzando il viso. -Dì qualcosa.- dice sorridendomi agitato. -Ian, io ti amo..ma.- inizio a dire. All'improvviso vedo Alex che corre verso di me con il suo telefono in mano. -Che succede?- chiedo. -Tua madre!- dice terrorizzata. Guardo l'orologio. Merda! Avrei dovuto essere a casa un ora fa! Prendo il telefono in mano. -Ehm pronto?- inizio a parlare e appena mamma sente la mia voce inizia a sbraitare come una pazza. -Charlotte Margareth Moore dove caspita sei finita!- esclama incazzata nera. -Mamma scusami ti prego...ecco io mi sono addormentata con Alex...e ho perso la cognizione del tempo scusa. Torno subito a casa.- dico facendo segno ad Alex di prendermi la roba. -Sono davanti a casa di Alex...sbrigati ad uscire.- risponde rassegnata e riattaccando il telefono. Sospiro sollevata. -Tieni, pazza!- dice Alex dandomi la mia roba. -Ciao a tutti...ehm ci vediamo a scuola.- dico e velocemente esco dalla casa. -Charlie!- urla Alex correndomi incontro. -Diglielo.- dice solo ed io annuisco. La saluto con la mano e mi avvio verso la macchina. Mia madre non ha nulla contro Ian e la sua famiglia. Beh perlomeno non contro di Ian. D: sono fottuta e sono qui a fare la deficiente.

Il cellulare vibra. Un messaggio.

Charlie...sto con Matt *-*

Hahaha ma brava! Che cosa avete combinato su in camera?

Tu che hai combinato giù in cucina? Eravate sconvolti O.O

Oh abbiamo parlato...

Lo sa?? Glielo hai detto??

Ma nooo!! abbiamo parlato di questa estate!

E adesso??? State insieme??

No! Sei arrivata tu, grazie al cielo!

Perché grazie al cielo?? non lo ami?

Certo che lo amo...ma ho una fottuta paura di dirgli che fra otto mesi diventerà padre!

Avrei paura anche io... credo che tu debba dirlo...più aspetti più la situazione diventerà un enorme problema!

Hai ragione...adesso vado, ci vediamo domani a scuola...Notte :3 ti voglio bene!

Notte! Ti voglio bene anche io! :) riposati e non divorare nessuno ;)


 

Sono appena arrivata a casa e vedo mio padre che sta caricando delle valige nella sua macchina. -Papà?- lo chiamo e lui si volta sorridendomi. -Principessa!- mi saluta chiudendo il bagagliaio. -Che stai facendo con le valige?- domando stralunata. -Oh ehm...vado fuori per lavoro.- mi dice. -Ah..e quando torni?- gli chiedo. -Tra una settimana,credo.- mi risponde. Annuisco e lo abbraccio forte. -Ti voglio bene piccola mia...non dimenticarlo mai.- dice stringendomi forte. -Anche io papà...tanto.- rispondo sorridendogli. Rimango fuori fino a che la sua macchina non è scomparsa in fondo alla strada. Entro in casa con il sorriso sulle labbra che si spegne vedendo mia madre in lacrime seduta in cucina. -Mamma! Che succede?- le chiedo abbracciandola. -Oh tesoro! Nulla, va a cambiarti...la cena e quasi pronta.- risponde asciugandosi gli occhi e sorridendomi. La fisso e non sapendo cosa dire o fare salgo in camera mia. Deve essere successo qualcosa, qualcosa tra mamma e papà. Merda! Di bene in meglio devo dire. Ma che ho fatto di male??! -.-

Scendo in cucina e questa volta la trovo sorridente che mette la pasta nei piatti. -Spero tu non abbia fame...non mi andava di cucinare.- dice ridendo.

Ah mamma! Tu puoi dire di conoscermi...ma posso dire lo stesso di te! Scuoto la testa sorridendole. -Nono, tranquilla ma! Non ho fame così è perfetto – rispondo. Mangiamo in silenzio, e in silenzio ci dirigiamo nelle nostre stanze dopo aver lavato i piatti. Entrambe con i propri problemi...che molto presto sarebbero cresciuti, per tutti!

 

 

 


 


 


 


 


 


 


 


 


 


 


 


 

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Capitolo 4
*** CAPITOLO 3 ***



Capitolo 3
PovCharlie

Sono le sei del mattino. Sono sveglia da due ore e mezza e sto pensando al modo più semplice per dirlo a mia madre. Beh chiunque sarebbe d accordo che non c'è in assoluto un modo semplice per dire alla propria madre che aspettate un figlio. All'improvviso mamma fa la sua comparsa in cucina, senza notare la mia presenza inizia a preparare la colazione già perfettamente vestita per andare a lavoro. Dopo cinque minuti si accorge di me. -Charlie! Mi hai fatto paura!- dice portandosi la mano all'altezza del cuore. -Scusa- le dico stringendomi le braccia al petto. -Tesoro che succede?- domanda venendo verso di me. Povera mamma. -Aspetto un bambino.- dico. Beh potevo anche evitare di dirlo così. Dannata boccaccia! Mamma apre e chiude la bocca un paio di volte. -Che cosa?- -Aspetto...un bambino- dico di nuovo.

E più lo ripeto. E più lo dico a qualcun altro. A mia madre. E la cosa si fa reale. Sto per piangere. -Come?- -Avrò un bambino.- ripeto. Si avvicina al tavolo dove sono seduta e si siede di fronte a me. -Che vuole dire che avrai un bambino? È una specie di compito di scuola?- domanda stranita. -No,mamma...sono incinta?- domando perché non ho idea se mi posso definire così...ho solo sedici anni cavolo!! Mamma ride. -Charlie, non puoi essere incinta. È impossibile!- esclama scuotendo leggermente la testa. -Già,lo pensavo anche io. Ma lo sono.- rispondo asciugandomi una lacrima fuggita dai miei occhi. -Come lo sai?Come è potuto succedere?- domanda veloce. -Ho fatto dei test. Tanti test. Mamma non volevo che succedesse, ma è successo purtroppo.- dico sull'orlo di una grandissima, enorme crisi isterica. -E' uno scherzo?- domanda cercando una via di fuga. Scuoto la testa. -Vuoi farmi credere di essere incinta così da farmi pensare che quello che sta succedendo con tuo padre non sia così grave. Giusto?- spalanco gli occhi. Che diavolo centra mio padre? -Mamma! Sono davvero incinta!- dico e questa volta le lacrime scendono tutte insieme. -Basta Charlie! Guardami bene in faccia e dimmi la verità!- mi sgrida. -Ma te la sto dicendo la verità!- esclamo anche io. -Tu non puoi avere un bambino! Hai solamente sedici anni!- dice. A quanto pare siamo in due sull'orlo della crisi. -Mamma ti giuro! Non volevo che succedesse!- dico mettendomi le mani tra i capelli. -Che cosa? Non volevi fare sesso? O non volevi rimanere incinta?- mi chiede e non so cosa rispondere. -Credo...io credo di volere abortire.- dico asciugandomi le lacrime. -Vuoi...vuoi abortire?- mi chiede avvicinandosi a me e inginocchiandomisi davanti. -Io non voglio un bambino.- dico in lacrime. -Tesoro mio! Pensiamoci ok? Pensiamo e non facciamo le cose velocemente.- mi dice accarezzandomi la guancia. -Mamma ti giuro che se non mi lasci abortire io me ne vado. Voglio andare via. Non ci sono delle case per ragazze madri?- dico fissandola negli occhi e iniziando a singhiozzare. -Ma è questa la tua casa piccola!- dice iniziando a piangere anche lei. -Io non posso restare qui e avere un bambino.- dico scoppiando letteralmente in lacrime e in singhiozzi.

PovAlex

La campanella è già suonata e di Charlie neanche l'ombra. Dove sei Charlie? Ian mi fissa in modo strano. O per lo meno fissa il banco vuoto di fianco al mio. -Ragazzi buongiorno.- dice la prof entrando in classe. - Vi avviso che la nostra compagna Charlotte Moore non verrà a scuola questa settimana.- dice sorridendo. Io e Matt ci guardiamo negli occhi in una muta domanda. Dimmi che non stai facendo ciò che penso tu stia facendo, ti prego Charlie! Mi alzo ed esco dalla classe. Seguita da Matt ed Ian e anche dalla professoressa che minaccia di sospenderci tutti. Tanto meglio. Velocemente tiro fuori il cellulare dalla tasca e compongo il suo numero. Aspetto. Aspetto. Niente, segreteria. -Allora?- domanda Ian. Scuoto la testa. -Che diavolo ha Charlie?- ci chiede urlando. Abbassiamo la testa in silenzio. - Bene, vorrà dire che ci penserò da solo a scoprirlo.- si dirige verso le porte della scuola e senza esitazione esce seguito da noi due. -Alex, ferma.- mi dice Matt. -No!- dico cercando di camminare. -No, tu torna in classe! Sei minorenne! Noi no! Quindi adesso torni in classe e dici che eri preoccupata per Charlie, mentre io vado con Ian a evitare che faccia qualche cazzata. Ok?- mi dice serio. Annuisco impossibilitata a fare altro...anche perché sarebbe capace di portarmi in classe e legarmi alla sedia. - Ti chiamo appena scopro qualcosa. Ti amo.- mi dice baciandomi velocemente e correndo verso la macchina di Ian. In silenzio torno in classe in attesa di notizie. Belle...o brutte.

PovMatt

-Dimmi dov'è, Matt! Ti prego!- mi dice Ian guidando come un pazzo per la strada. -Non lo so, amico! Non lo so!- rispondo sincero. Non ho la minima idea di dove sia. -Dimmi almeno cos'ha!- domanda ancora sempre più disperato. -E va bene, ma fermati.- dico e mi ascolta. -Allora?- chiede. -Aspetta un figlio.- rispondo serio senza guardarlo. -E' incinta?- mi domanda. Annuisco. -Come? Di chi?- domanda incazzato. -Sei scemo?- gli domando. -No. Voglio solo sapere chi è il coglione che l'ha messa incinta così gli posso spaccare la faccia.- mi risponde. E se la situazione non fosse così tragica gli scoppierei a ridere in faccia. Lo guardo scettico. -Che sei un coglione non è una novità, ma davvero ti spaccheresti la faccia?- gli domando. Si irrigidisce e quasi esulto capendo che ha capito. -Vuoi dire che il padre sono io?- domanda. -Si pezzo di merda! Tra otto mesi diventerai papà.- rispondo sorridendogli. Lui scoppia a ridere. Felice. -Quel è l'ospedale più vicino?- mi domanda. -Sai, non credo sua madre l'abbia portata in ospedale...penso più a una clinica.- gli suggerisco. All'improvviso sento il cellulare squillare. Rispondo. -Pronto?- domando sotto lo sguardo di Ian. -Matt?- mi chiama Charlie con la voce rotta dal pianto. Mi agito. -Ehi, piccolina! Che succede?- le chiedo cercando di stare calmo. -Puoi passarmi Ian?- mi domanda con la poca voce che le rimane. -Certo che si...e qui!- le rispondo passando il cellulare ad Ian che capisce subito chi c'è dall'altra parte. Spero non abbia fatto quello che penso...perché non riesco a pensare ad altro che a quello.
 

Ringrazio chi commenta e Jennifer_Jareau e  Ramble Tamble che hanno messo la storia tra le seguite :)

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Capitolo 5
*** CAPITOLO 4 ***


CAPITOLO 4 It was a promise

 

PovCharlie

-Come ti senti?- mi domanda mia madre seduta vicino a me. -Bene.- rispondo asciugandomi a guancia. Mi guarda e mi accarezza. -Ti voglio bene, amore. E hai fatto la scelta migliore. Sono fiera di te.- le sorrido. All'improvviso la porta si apre e la dottoressa entra seguita da...Ian. Scendo dal lettino e corro ad abbracciarlo scoppiando a piangere. -Ehi, Shh non piangere piccola.- mi dice accarezzandomi i capelli. -Scusami, scusami..- inizio a dire. -Scusarti per cosa Charlie?- mi domanda. -Per non avertelo detto..- dico. -Non importa, lo capisco.- mi dice. -Anche dopo quello che stavo per fare?- gli domando fissandolo negli occhi. Mi fissa senza dire una parola. -Stavo per uccidere nostro figlio, Ian. Mi vuoi ancora?- continuo. -Charlie. Stavi per farlo, ma non l'hai fatto...ed è questo quello che conta. E anche se tu lo avessi fatto, beh non avrei detto nulla...hai 16 anni è normale che tu non voglia un figlio.- risponde abbracciandomi. -Ti amo.- sussurro al suo orecchio. -Anche io ti amo piccolo sole.- mi sussurra in risposta lui.

La mamma e la dottoressa entrano nello studio sorridenti. -Allora che cosa avete deciso?- ci domanda sedendosi alla scrivania. Io nulla, ma a quanto pare Ian non ha il mio stesso parere. -Terremo il bambino o bambina... e sposerò Charlie.- dice stringendomi la mano. Mi volto verso di lui come del resto fa mia madre. Non so che dire. -Ian, sono certa che tu sia serio. Ma è meglio che prima tu lo dica a tuo padre...sai bene quali sono i suoi pensieri sulla nostra...famiglia.- dice mia madre con lo sguardo basso. -Ian, mia madre ha ragione...dovresti dirlo prima a lui.- dico accarezzandogli una spalla e sorridendogli. -Sono maggiorenne e se amo la mia ragazza e nostro figlio, lui non mi impedirà di passare il resto della mia vita con loro.- mi dice sorridendo ma restando serio lo stesso. -Lo so, ma promettimi lo stesso che glielo dirai. Per favore, Ian.- gli chiedo seria. -Va bene, gliene parlerò.- risponde. -Bene. Allora Charlie, sei incinta di 7 settimane circa, quindi dovresti partorire verso la fine di maggio inizi di giugno..- inizia a dire. -Dovrò lasciare la scuola?- le domando. -Sarebbe meglio di sì, non devi affaticarti troppo negli ultimi mesi, non vorrei rischiare di fare nascere il bambino troppo presto.- mi risponde guardando le analisi. Annuisco, però non voglio lasciare la scuola. - Promettendo di non affaticarmi potrei andarci lo stesso?- domando fissandola. -Ehm...- inizia a dire fissando Ian e la mamma. -Charlie, hai sentito la dottoressa quando sarai avanti con la gravidanza sarai molto stanca...tesoro studierai a casa, parlerò io con il preside.- dice la mamma mettendomi la mano sulla spalla. -Non ho intenzione di passare tutto il tempo chiusa in casa senza fare nulla.- dico incrociando le braccia. -Non starai tutto il tempo chiusa in casa, ci saremo noi...e potrai uscire quando vuoi...è solo che la scuola è stancante già così figurati con un bambino...- mi dice Ian sorridendomi dolce. -Uffa...fate come vi pare.- dico alzandomi. -Dove vai?- mi chiede lui. -A mangiare! Ho fame.- dico uscendo fuori seguita da lui. - Non sarai per caso arrabbiata?- dice abbracciandomi da dietro. -Chi io? Scherzi? Sei tu che sei fissato.- dico continuando a camminare verso le macchinette. -Hahaha sei incazzata nera.- dice pagandomi il cibo. Lo fulmino con lo sguardo spingendolo via e fissando la macchinetta come qualcosa di dannatamente bello. -Quanto vorrei che mi guardassi come guardi quella macchinetta D: -dice sorridendomi dal vetro della dispensa cibo. -Quanto vorrei che chiudessi quella bocca.- dico avvistando dei tramezzini alquanto allettanti per i miei occhi. -Quanto la aprirei se mi dessi un bacio.- mi sussurra all'orecchio. Sorrido. E mi inchino per prendere i tramezzini. - Mi dispiace ma ti sto già tradendo con questi.- gli rispondo mostrandogli il mio 'amante'. Li fissa e scoppia a ridere. -Non credo che siano meglio di me in qualsiasi cosa...- risponde ridendomi in faccia. Io sbuffo e inizio a mangiucchiare.

-Siete incredibili.- dice Matt entrando nella clinica. Mi alzo e lo abbraccio. - Come stai scimmietta?- mi domanda sorridendo. -Benissimo.- rispondo staccandomi e continuando a mangiare. Devo chiamare Alex. O mio dio! Alex! Salto in piedi all'improvviso. -Che succede?- mi chiedono preoccupati. -Alex!!!- urlò e loro scoppiano a ridere. Li fisso incazzata. Sono incinta. Ho fame. E loro che fanno? Ridono di me! Io li mangio!! -Smettetela.- dico con il fuoco negli occhi. -Ho appena chiamato Alex, e le ho detto che stai bene.- mi spiega sorridendomi. Lo guardo scettica. -Alex è a scuola, e io sono appena uscita dalla porta con Ian, come diavolo hai fatto a sapere che sto bene e a dirglielo?- gli domando finendo di mangiare. -Ehm...e va bene, stavo origliando e quando ho sentito quello che dovevo sentire le ho mandato un messaggio.- dice lui e io scoppio a ridere. -Tesoro?- mi chiama mamma, mi volto verso di lei. -Andiamo a casa?- annuisco e mi alzo. Ian e Matt ci seguono. -Dove credete di andare voi due?- chiedo. -Con te.- risponde Ian guardandomi. -No amore mio, tu vai a scuola e cerchi di convincere il preside a non espellervi per essere scappati dalla scuola...- dico salendo in macchina con mamma. Abbasso il finestrino e Ian si avvicina e mi bacia. -Voglio stare con te. Con voi.- mi dice. -Anche io, ma tu hai scuola. E ci devi andare.- dico dandoli un buffetto sulla guancia. -Appena finisce torno da te.- mi dice baciandomi. -Ti aspetto.- gli rispondo sorridendogli. -Ti amo.- mi dice. -Ti amo anch'io.- rispondo salutandolo e mandandogli un bacio 'volante'.

Questa storia sta diventando troppo facile. So che dovrei esserne felice, ma non ci riesco. Non riesco a stare tranquilla. Mi accarezzo la pancia. Tra sette mesi terrò in braccio mio figlio. Con Ian. Che mi ama. Ma non riesco a stare tranquilla.

-Tesoro tutto bene?- domanda la mamma. Annuisco. -Sono solo un pò stanca.- dico sorridendole. -Certo, adesso arriviamo a casa e ti riposi un pò.- mi dice accarezzandomi una guancia.

Prendo il cellulare.

Aleex :)

Charliee D: sono stata così in pensiero per te!!! Non farlo MAI più >_<

Hahaha va bene :P come va lì?

Bene :( mi manchi scimmietta...

Anche tu Monkey :( domani torno *-*

Davvero? :3 non vedo l'ora!!

Anche iooo *-*

Come sta la mia nipotina??

Hahaha Nipotina? Lei o lui sta bene :P

Hahaha certo nipotina! È una femmina di sicura!

XD Se ne sei sicura... oh perché non vai a lavorare come veggente al circo? O.o

Mi stai prendendo in giro?

Nono...

...-.-''

Per il culo :D

Fuck

Vado a letto, sono morta dal sonno u.u Ci sentiamo, ti voglio un mondo di beneeee <3

Riposati :D Ti voglio bene anche io ;)

Salutata Alex, mi dirigo in camera mia e mi lancio sul letto. Mi sto per addormentare quando sento il telefono vibrare. 1 messaggio.

Riposati. Ti amo. :) Ian.

Sorrido accoccolandomi tra le coperte e cadendo poi in un sonno profondo. Fatto di famiglie felici, amore e felicità.

PovIan

-Ian! Ciao!- mi saluta la mamma di Charlie aprendomi la porta di casa loro. Sorrido. -Charlie?- chiedo levandomi la giacca. -Oh sta ancora dormendo.- mi risponde. Sorrido. -La sveglio io..- rispondo e la signora ride. -Ricordati che è incinta!!- mi dice scappando in cucina e continuando a ridere. Scuoto la testa e mi dirigo in camera sua. Apro lentamente la porta e la trovo già sveglia che mi sorride. -Shh- mi dice mettendomi un dito sulla bocca. -Che diamine sta succedendo in quella testolina?- le domando. -Sorride. Ti devo fare vedere una cosa.- mi dice prendendomi la mano e aprendo una porta. Il suo armadio. -Perché stiamo entrando nel armadio?- domando. Lei ride. -Shh- risponde lasciandomi la mano e chiudendo la porta e voltandosi verso di me. -E luce fu.- dice e accende la luce. Scoppio a ridere. -Era questo il mistero?- le domando. Lei scuote la testa e ride. Tanto. Come non l ho mai vista ridere. Ed è la cosa più bella che io abbia mai visto. -Qui- inizia a dire scostando dei vestiti. -Qui ci siamo visti l'ultima volta. Mi hai detto che saresti tornato. E ci siamo fatti tante foto...ma io ne ho tenuta solo una. E poi mi hai detto 'Ovunque andrò sarò con te sempre con te perché la terra non è nulla senza il suo sole a qui girare intorno'- sussurra sorridendomi. L'abbraccio, stretta. -Come hai fatto a ricordartelo?- le chiedo. -Era una promessa. Tu hai promesso che saresti tornato ma io ho promesso che ti avrei aspettato.- risponde porgendomi una foto.

Siamo io e lei il giorno prima che partissi. Ero andato da lei per salutarla. Sorrido e la bacio. -Sono contento di aver mantenuto la mia promessa e che tu non te ne sia dimenticata.- le dico sedendomi per terra tenendola tra le braccia. -Non avrei mai potuto dimenticare il mio migliore amico. Mai.- mi dice accoccolandosi a me. -Sei stanca?- le domando. -No, semplicemente adoro il tuo profumo..- mi dice senza imbarazzo. Rido. - Adori solo quello?- le domando. -Hahaha no. Ma non vorrei che ti montassi la testa.- risponde lei scoppiando a ridere. -Hahaha molto spiritosa..ma adesso...arriva la vendetta!!!- urlo ridendo e iniziando a farle il solletico. -Aaaaa aiutooooo!! Hahahahah bastaaaaaaaaa!!- urla senza smettere di ridere e dimenandosi come un serpentello. -Amore mio bella! Sai bene cosa dovresti dire.- le dico tenendola ferma sotto di me. -Non parlerò se non in presenza del mio avvocato.- mi dice sorridendomi furba. -Oh io credo che parlerai invece, anzi posso anche dirti che mi dirai tutto.- le dico iniziando ad accarezzarla. -Non avrai intenzione di tortura una ragazza incinta spero?- dice guardandomi spaventata. -Hahaha credo che Mio figlio sarebbe fiero di quello che sto per fare alla sua bellissima mamma.- rispondo alzandole la maglietta e avvicinando il viso alla pancia non ancora evidente. -Ciao, piccolino. Sono il tuo papà. Fai il bravo con la mamma mi raccomando. E stai sempre dalla mia parte.- sussurrò facendola ridere. -Hahaha anche tu in fatto di simpatia non sei meno di me. E se fosse una femmina?- mi chiede. Sorrido. -Avrò un'altra bellissima principessa da proteggere.- le rispondo. -Stai diventando troppo dolce.- mi dice. -Ti dispiace?- le chiedo. -Non affatto.- risponde ridendo e io con lei. Mi alzo e l'aiuto a fare lo stesso. -Forza usciamo.- le dico uscendo dall'armadio seguito da lei. -Dove andiamo?- mi chiede. -Shh!- le faccio il verso e lei sbuffa facendomi ridere. -Dai! Vedrai che ti piacerà!- dico scendendo le scale. -Lo spero!- risponde mettendosi la giacca. -Uscite?- domanda Alliyson, sua madre. -Si! Però Ian non mi vuole dire dove.- risponde sbuffando e uscendo dalla porta. Sua madre ride e poi mi sorride. -State attenti.- mi dice e annuendo esco dalla casa.

PovCharlie

-Gelatoooooooo!!**- urlo avvicinandomi al carretto e prendendone uno. Il gelataio mi fissa sbalordito. E Ian scoppia a ridere pagando i due gelati. -Andiamo psicopatica.- mi dice spingendomi verso una panchina del parco. -Com'è?- mi chiede. -Buonissimissimo!!- esclamo godendomelo e facendolo ridere. Passiamo l'intero pomeriggio al parco a scherzare e a mangiare gelato. Oh beh anche se quella che mangiava gelati a ruota libera ero io. Ma vabbè. In quel momento ero felice e mi importava solo di stare lì, stretta al ragazzo che amavo, e che avrei amato per sempre.

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Capitolo 6
*** CAPITOLO 5 ***



Endless Love Trailer: http://mylifemydreams-claudia.blogspot.com/2012/02/endless-love-trailer-fan-fiction.html

 

CAPITOLO 5

PovIan

-L'hai detto ai tuoi?- mi domanda Matt seduto al mio fianco in classe. Scuoto la testa senza guardarlo. -Sono passati tre mesi,Ian. Non penserai di tenerglielo nascosto per sempre?- sorrido amaramente. -Perché no...- dico. -Mi spieghi di cosa hai paura?- mi domanda arrabbiato. -Di quello che potrebbero pensare di Lei...- dico triste. -Non devi...il tuo compito è quello di proteggerla amico, lei è, anzi, loro sono la tua vita. È non puoi permettere che qualcuno, specialmente i tuoi genitori, te li portino via.- mi dice Matt sorridendomi e dandomi una pacca sulla spalla. Abbasso la testa. - I miei genitori vogliono che sposi un'altra...- sussurro, e per un attimo spero che non mi abbia sentito. -Che cazzo hai detto?- mi domanda lui cercando di non urlarmi contro. -Hai sentito...- rispondo. -La TUA ragazza INCINTA lo sa? E tu, da quanto lo sai?- mi domanda stringendo i pugni. -Da quest'estate.- dico. Matt scatta in piedi e mi spinge per terra. -Sei un bastardo!- mi urla mentre tutti i nostri compagni si voltano a guardarci. Non mi muovo. -Dì qualcosa,cazzo! Ti rendi conto di quello che hai fatto?!- mi urla contro. Mi tira su per la felpa e mi tira un pugno dritto in faccia. - Sei un codardo Ian, credevo che fossi cambiato, non credevo potessi essere così... - Matt mi guarda pieno di disprezzo e poi se ne va sbattendo la porta dell'aula seguito dalle urla della professoressa. Mi alzo e mi avvicino alla prof – Si sente bene?- mi domanda. Annuisco. -Non dica nulla al preside. È stata colpa mia.- dico uscendo dalla classe.

PovMatt

Sono sulla terrazza della suola da un'ora. Come può quello stupido aver fatto una cosa del genere a Charlie. Dannazione. -Matt?- mi chiama Alex abbracciandomi da dietro. Ero talmente immerso nei miei pensieri che non mi sono accorto della sua presenza. -Ehi piccola! Da quanto sei qui?- le domando sorridendole. -Da abbastanza per accorgermi che qualcosa non va.- risponde sorridendomi ma con sguardo preoccupato. Sospiro e la stringo a me. -Ho preso a pugni Ian prima- le dico dandole un bacio sul collo. Mi allontana leggermente per guardarmi negli occhi. -Che vuoi dire?Cioè perché?- mi domanda. -Non l'ha ancora detto ai suoi, e ...- inizio a dire. -E?- mi domanda, ma io sto zitto. -Matt, dimmelo.- mi dice iniziando a preoccuparsi. -I suoi genitori gli anno combinato il matrimonio e lo sa da quest'estate.- dico tutto d'un fiato. Sgrana gli occhi. -Immagino che Charlie non sappia nulla di questa storia.- dice lei schietta e allontanandosi da me. Annuisco serio e mi volto verso la strada. -Adesso?- mi domanda avvicinandosi a me. -Non lo so.- rispondo. - E' la mia migliore amica, Matt! Ed è incinta!- esclama lei infervorata. -Lo so,Alex! Cosa credi che non le voglia bene?! Credi che non sia preoccupato??Credi che non glielo abbia detto ad Ian? Credi che lui non sappia a cosa va in contro?- urlò imbestialito. Alex inizia a piangere. L'abbraccio. -Scusa piccola, scusami.- le sussurro all'orecchio. Tira su la testa e mi sorride. -Tranquillo, è stata colpa mia.- mi dice. Annuisco e la prendo per mano. -Andiamo a casa, era l'ultima ora.- dico avviandomi con lei verso l'uscita.

PovIan

-Ian, ciao.- mi saluta la signora Moore. Sorrido e sorride anche lei finché non nota il mio labbro rotto. -Che ti è successo?- mi domanda preoccupata. -Niente, non si preoccupi. Piccola discussione tra amici.- rispondo. Lei annuisce. -Spero che con lei tu riesca a inventare una scusa migliore.- dice una voce. Mi volto e il signor Moore mi fissa glaciale. -Signor Moore, è un piacere rivederla.- dico sorridendogli. Mi squadra dalla testa ai piedi. -Senti, ragazzino. Sei il padre di mio nipote. Ed è solo per questo che non ti prendo a pugni in faccia e non ti butto fuori di qui. Spero che questa sia la prima e ultima volta che io ti debba dire queste parole. Giusto?- mi dice sorridendomi maligno. Annuisco terrorizzato finché la risata cristallina di Charlie non ci fa voltare entrambi. Sospiro sollevato. Si avvicina a noi e ci squadra. -Papà,guardalo, l'hai terrorizzato!- esclama accarezzandomi una guancia. Suo padre sbuffa. -Era il minimo dopo quello che ti ha fatto.- sussurra per poi andarsene in cucina con la moglie. Charlie mi guarda sorridendo. -Spero tu abbia avuto il tempo per inventare una scusa migliore di quella che hai detto a mia mamma, per questo.- mi dice posando il dito sul taglio. -Ho litigato con Matt.- dico. -E perché?- mi domanda. -Perché non l'ho ancora detto ai miei.- le rispondo. Lei ride. -Tranquillo amore, lo capisco. Capisco che non è facile. Ma ti prego diglielo prima che nasca. Ok?- mi domanda. L'abbraccio forte. -Dopo che glie l'avrò detto vorrei che venissi con me da loro. - dico sorridendole. Lei annuisce contenta. -Andiamo in camera?- mi domanda. -No, volevo andare adesso dai miei se non ti dispiace.- le dico. -Oh...certo, non ti preoccupare. Ci vediamo domani sera ok?- mi domanda. Sorrido e l'abbraccio. - Charlie, io Ti amo. Tu e il bambino siete tutta la mia vita. E ti prego non dubitarne mai, tutto quello che ho fatto. L'ho fatto per te. Anche se l'ho fatto male.- sussurro tutto al suo orecchio e senza aspettare che risponda me ne vado.

PovCharlie

-Charlie, tesoro, puoi venire in cucina.- mi chiama la mamma. Mi alzo dal divano e l raggiungo. Entrambi sono seri e mi fissano preoccupati. -Che succede?- domando ad entrambi. -Siediti.- dice papà. Faccio quello che mi dice e attendo che qualcuno parli. - Sai quando sono partito tre mesi fa?- mi domanda papà e io annuisco senza dire niente. -Bene e ti ricordi che avevo sempre quella brutta tosse che non mi andava mai via?- mi domanda, come se stesse parlando ad una bambina e questo mi sta agitando. Lo fisso seria e preoccupata. -Papà che sta succedendo? Dimmelo subito, senza giri di parole mi stai spaventando.- dico voltandomi a guardare la mamma con le lacrime agli occhi. Papà non parla. E questo mi agita all'invero simile. -Che diavolo sta succedendo??- urlo alzandomi in piedi. Papà si risveglia dal suo stato di trans e mi abbraccia. -Tesoro, io ho...beh ho il cancro, piccola.- mi dice con le lacrime agli occhi. Inizio a piangere. -Morirai?- gli chiedo fissandolo negli occhi. La mamma scoppia a piangere. Papà mi stringe ancora più forte.

E capisco. Capisco che il mio papà se ne andrà. Non so quando, so come, ma lo farà.

Mi allontano di un passo da papà. Lo guardo. Guardo il suo viso. E mi ritornano tutti quei momenti della mia infanzia. Quando mi comprava il gelato, anche se la mamma non voleva, quando mi portava in barca, quando mi alzava al cielo facendomi volare. Quando mi abbracciava e baciandomi la fronte mi diceva 'Ti amo vita mia.'.

Si avvicina a me sorridendomi dolce -Sarai una buona madre,Charlie. Sono orgoglioso di te, principessa. Lo sarò sempre. Qualunque cosa succeda.- dice. La mamma si avvicina a noi e ci abbracciamo tutti insieme...meno uno. (?)

PovIan

Busso alla porta di casa e la cameriera mi viene gentilmente ad aprire. -Buona sera, signorino.- mi dice io annuisco e mi dirigo in sala, dove so, ci sono i miei genitori. Sono entrambi seduti sul divano a parlare. Con un colpo di tosse li faccio voltare verso di me e la mamma sorride felice venendo ad abbracciarmi. Sorrido anche io e ricambio. -Caro hai detto che non tornavi a cena...come mai questo cambio improvviso?- mi domanda serena. -Devo parlarvi.- le rispondo serio. Papà alza lo sguardo dal giornale per pochi secondi per guardarmi ma subito ritorna a leggere. -Ebbene? Parla.- mi dice lui senza guardarmi. -Ho una ragazza.- dico. La mamma mi accarezza la guancia triste. -Tesoro, ne hai avute tante. Perché ci vieni a parlare di lei?- mi domanda. La fisso. -Perché l'amo e perché aspetta un bambino.- le rispondo. Si porta una mano alla bocca e una lacrima le bagna la guancia. Non capisco la sua reazione. Mi avvicino a lei quando la voce di papà mi blocca. -Spero bene che tu non abbia intenzione di tenerlo.- dice freddo. Guardo la mamma disperato ma lei torna a sedersi al suo fianco senza guardarmi. -E' mio figlio! Non abbandonerò ne lui ne la donna che amo!- esclamo duro. -Tu non sei pronto per avere un figlio. E io non lascerò che per colpa di una ragazzina qualunque tu infanghi il nome della nostra famiglia!- esclama alzandosi in piedi. -Quindi è questo quello che ti interessa, vero papà? E' sempre stato questo ad interessarti...non io, non la mamma!- urlò mentre la mamma scoppia a piangere. Papà mi fissa freddo e prima che me ne posso accorgere un suo schiaffo mi è arrivato dritto in faccia. Lo fisso con disprezzo e mi volto dirigendomi velocemente verso la porto d'uscita. Non sarei rimasto in quella casa un minuto di più. -Dove stai andando?! Ian!- mi chiama seguendomi. Continuo a camminare senza rispondere. -Torna immediatamente qui!- urla ancora. Sorrido e mi volto. -Non sarò più una tua stupida pedina, non farò più quello che vuoi, non abbandonerò più le persone che amo per colpa tua, non sarò più quello che tu vuoi che io sia!- dico lentamente. -Se esci da quel cancello puoi smetterla di considerarti mio figlio.- mi dice fissandomi negli occhi. Sorrido sarcastico. -Sai, mi chiedo se tu mi abbia mai considerato davvero tuo figlio in questi anni.- dico voltandomi e dirigendomi verso la moto seguito costantemente dal suo sguardo scioccato. 



Ringrazio chi ha messo la mia storia tra le seguite:


1 - Jennifer_Jareau [Contatta]
2 - lady_rose [Contatta]
3 - Ramble Tamble [Contatta]
4 - Sweet Stella [Contatta]
5 - tokykia [Contatta]

 Chi l'ha messa tra le ricordate
:

 


1 - celest93 [Contatta]
2 - _Elisewin_ [Contatta]

Chi recensisce e chi legge soltanto :)

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Capitolo 7
*** CAPITOLO 6 ***


CAPITOLO 6

PovAlex
-Charlie ci sei?!- dico scuotendo leggermente la mia migliore amica. Si volta verso di me e mi sorride annuendo. -Sei sicura di stare bene?- le domando ancora e lei annuisce. -Con Ian tutto bene?- le domando cercando di non farle capire nulla del discorso con Matt. - Si, tutto bene.- dice mescolando il suo frappè. Annuisco e le sorrido. -Quando si saprà se è maschio o femmina?- le domando ancora. -Credo che la prossima ecografia sia quella decisiva.- mi risponde accarezzandosi il pancione e sorridendo. -Oh quando sarebbe?- dico bevendo un po' della mia coca-cola. -Martedì 14.- mi dice bevendo un sorso della sua ordinazione. -Ehi ma Charlie! È il tuo compleanno!- esclamo ricordandomi all'improvviso. Lei annuisce apatica. Dev'essere successo qualcosa. - Charlie, sei la mia migliore amica, lo sai vero che mi puoi dire tutto?- le sussurrò prendendole la mano. Le annuisce. -Alex, so che tu mi vuoi bene, ma non mi va di parlarne. Ok?- risponde alzandosi lentamente. La guardo e annuisco. -Vado a fare una passeggiata da sola. Ti dispiace?- mi domanda. -Nono, vai pure. Tranquilla.- le rispondo sorridendole. Le seguo con lo sguardo finché non sparisce dalla mia vista. Sospiro e mando un messaggio a Matt chiedendogli di raggiungermi.

PovIan

-Devo andare.- mi dice Matt prendendo la giacca dall'attaccapanni. Mi volto verso di lui e sorrido. -Alex?- domando. Lui annuisce felice. -Tu vedi di parlare a Charlie.- mi dice tornando subito serio e fulminandomi con lo sguardo. Annuisco. -Sto andando da lei.- gli svelo andando a prendere anche io la giacca. -Bravo, e cerca di evitare altri casini. Ok?- dice seguendomi fuori dalla porta. Rido. -Prometto che da oggi in poi farò il bravo bambino.- dico facendolo ridere. -Bisognerà che tu lo faccia comunque visto che stai per averne uno.- risponde salendo in macchina e accendendola. Annuisco e salgo sulla moto diretto a casa del mio amore.

PovCharlie
Mi guardo intorno osservando i bambini che giocano con gli amichetti mentre le mamme li tengono d'occhio felici dei sorrisi dei propri figli. Sorrido anch'io. Chissà se anche io sarò così. Chissà come sarai piccolo mio. Penso accarezzandomi la pancia. -Quanto manca?- mi domanda una donna sedendosi al mio fianco. Mi volto verso di lei. C'è qualcosa di famigliare in questa donna. La osservo in silenzio e la donna scoppia a ridere. -Scusa piccola. Non mi sono neanche presentata. Sono Elisabeth King.- dice porgendomi la mano. La osservo bene. È la mamma di Ian. Le porgo la mano. -Charlie. Lei è la madre di Ian vero?- le domando e lei annuisce. -Allora, come sta il mio nipotino?- mi dice sorridendomi e accarezzandomi la pancia. Rido. -E' molto agitato, ma sta bene.- rispondo sorridendole. Non assomiglia per niente a suo marito. Non so come diamine faccia questa donna dolcissima a sopportarlo. -E' un maschietto?- mi domanda dolce. Scuoto la testa. -Non lo so, ma io penso di sì.- le rispondo pensierosa fissandomi la pancia. -Hai già deciso come chiamarlo?- sposto lo sguardo verso di lei. -No, voglio aspettare per guardarlo negli occhi.- rispondo sorridendo. Lei annuisce e si fa seria. -Vedi, Charlotte. Io sono qui per un buon motivo. Forse penserai male di me dopo che ti avrò parlato, ma ti prego di ascoltarmi.- mi dice triste prendendomi le mani e racchiudendole tra le sue. Annuisco e lei sospirando inizia a parlare.

PovIan
Charlie non a casa. È l'unica cosa che riesco a pensare dopo essere uscito da casa sua. Dove sei amore mio? Non può essere con Alex sennò Matt non sarebbe mai uscito. Sto per mettere in moto la macchina quando il cellulare inizia a squillare. Lo prendo velocemente pensando che sia Charlie. Ma purtroppo è solo mio padre. A malincuore rispondo. -Cosa c'è?- dico freddo. -Possiamo incontrarci?- mi domanda con il mio stesso tono. Annuisco. Ma poi mi ricordo che lui non è li e così rispondo. -Sì.- dico. -Bene. Incontriamoci al Bar sulla 24strada.- mi dice riattaccando senza darmi il tempo di rispondere. Sospiro. Sono in pena per Charlie. Provo a chiamarla. Di nuovo. Segreteria telefonica. Merda.

Accendo la macchina e mi dirigo verso l'appuntamento con mio padre. Devo muovermi.

PovCharlie
-Vedi, quando avevo circa tre anni in più di te i miei genitori mi dissero che dovevo sposare il signor King. All'inizio fui felice. So che ti sembrerà strano. Ma per la mia famiglia era ormai una tradizione sposarsi senza amore. E lo credevo anche io fino a quando non mi sono innamorata. Stavo andando a scuola, ero da sola quel giorno. Stavo attraversando la strada quando un tizio in vespa mi venne addosso. Per fortuna riuscì a spostarmi. Ma ricordo che iniziai a urlargli dietro talmente tanto forte che tornò indietro, scese dalla vespa, e beh...mi scoppiò a ridere in faccia. Mi infuria così tanto che gli diedi uno schiaffo.- dice Elisabeth con gli occhi persi nei ricordi. Annuisco per farla continuare. - Da quel giorno ci incontrammo spesso. E non facevamo altro che litigare e insultarci. Ma a me piaceva. Non mi importava che non mi stesse vicino come io volessi. Mi bastava solo che lui ci fosse. Un giorno mi portò a fare una gita. E andò tutto bene. Ma poi un temporale ci costrinse a rifugiarci in un vecchio capanno per la caccia. Quel giorno facemmo l'amore. Quel giorno Ian fu concepito.- sgranai gli occhi a quell'ultima frase. La guardai terrorizzata. -E i suoi genitori? E Lui? E il signor King?- domandai velocemente. Lei mi sorride e torna a raccontare. -I miei genitori lo scoprirono poco tempo dopo e così anche il mio futuro sposo. Al contrario di quello che mi aspettai. Mio marito non mi chiese di abortire. Mi venne vicino e disse che avrebbe cresciuto quel bambino come se fosse suo. Stefan ama Ian. Ama Ian più di ogni altra cosa al mondo. Ama suo figlio più di quanto ama me.- mi disse con le lacrime agli occhi. L'abbracciai di slancio e iniziammo a piangere. -E il vero padre di Ian?- domando piano. -Gli dissi che non potevamo stare insieme, che non l'amavo. Quando mi disse che potevo fare quello che volevo perché per lui era stato solo divertimento mi sentii morire dentro. Ma non potevo, perché in cuor mio sapevo che era giusto così. Che era così che doveva essere.- mi risponde sospirando forte e asciugandosi le lacrime. - Mia cara Charlotte, ti ho raccontato questa storia per dirti che Ian, non è la persona per te. So che lo ami, che lo ami da impazzire, e che faresti di tutto per lui. Ma se ami tuo figlio e se ami te stessa devi trovare il coraggio di andare via. La nostra famiglia combina i matrimoni da generazioni ancor prima che i futuri eredi nascano. Questo per dirti che anche ad Ian è stata scelta una sposa.- mi spiega triste. Scuoto la testa velocemente. -Non voglio lasciarlo. Non voglio. Io lo amo!- urlo scossa dai singhiozzi. Mi stringe forte a se. -Lo so piccola. Lo so. Ma conosco mio marito e farà di tutto per separarti da lui. Non me ne sono mai andata perché c'era Ian, ma ogni giorno che passa vorrei poter aprire la bocca e urlare, urlare al mondo che questa non è la vita che ho scelto, non è la vita che volevo per me e per mio figlio. Io non avevo nessuno che mi dicesse di scappare, che mi dicesse che la vita rinchiusa in una prigione dorata è un inferno. Giorno per giorno passare sotto lo sguardo di persone che ti giudicano per ogni minima cosa. Non so neanche cosa avrei fatto se avessero scoperto che Ian non è il vero figlio di Stefan. Scappa Charlie, finché sei in tempo scappa.- mi dice portandosi una mano sulla fronte. -Ian sa che si deve sposare?- le domando con una morsa allo stomaco. -Da quest'estate.- mi risponde triste. Annuisco e mi alzo. -Grazie signora King. Adesso devo andare a casa.- dico voltandomi. Elisabeth mi ferma per un braccio e mi fa voltare. -Mi dispiace così tanto. Ma sei una brava ragazza e sono orgogliosa di Ian perché è riuscito a trovare una ragazza splendida e straordinariamente forte. Saresti stata una moglie perfetta per lui e una splendida famiglia in cui crescere un bambino. Non voglio che una persona come te o tuo figlio debbano vivere in questo mondo.- mi dice piangendo. Annuisco e le sorrido triste. -La ringrazio davvero per quello che ha fatto per me, per noi. Ma sappia che non m'importa. Non amerò nessun altro come amo Ian in questo momento se non mio figlio. Non smetterò mai di amarlo. Mai.- dico e senza lasciarla rispondere corro via da quel parco. Corro, ma non so dove, corro anche quando la pioggia inizia a cadere dal cielo, corro sotto lo sguardo scioccato delle persone che mi vedono. Non m'importa di quello che pensano. Non m'importa più di nulla.-

PovIan
-Non può essere.- dico fissando mio padre scioccato. -Io non ti credo!- esclamo alzandomi dal tavolo del bar. -Se non credi a me, forse crederai al referto medico.- dice papà tirando fuori una busta e porgendomela. L'apro. Sgrano gli occhi. Non può essere. Non può averlo fatto. -Ian, figliolo. Quello non è il tuo bambino.- mi dice papà alzandosi ed abbracciandomi forte. No. No. No. No. Le lacrime iniziano ad uscire. Lacrime di rabbia, di delusione. Mi allontano da mio padre e mi infilo la giacca. Devo trovarla. Ora.

Mi avvio verso l'uscita del bar. -Dove vai?- mi domanda papà. -A mettere fine a questa farsa.- dico sorridendo cattivo. Non permetterò a nessun'altra ragazzina di distruggermi come ha appena fatto lei. Non sono il pupazzo di nessuno.

La chiamo. Ma la segreteria continua a dirmi che non e raggiungibile. Mi infurio. Poi mi fermo e sotto il diluvio d'acqua che sta venendo giù la vedo. Le corro dietro vedendola entrare nella metropolitana. La seguo lentamente. Si siede su una panchina completamente fradicia. Chissà dov'è stata. Magari era con quello. Mi avvicino senza farmi vedere. Sta piangendo. Mi avvicino. -Charlie.- la chiamo freddo. Si volta verso di me triste e spaventata. -Ian? Che ci fai qui?- mi domanda. -Dobbiamo parlare.- le dico freddo senza rispondere. Lei non dice una parola, semplicemente annuisce.






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Capitolo 8
*** CAPITOLO 7 ***


 

CAPITOLO 7

 

PovCharlie

-Allora Charlie, quando avresti avuto intenzione di dirmelo?- mi domanda Matt sorridendomi cattivo e freddo. Lo fisso con le lacrime agli occhi. -Dirti cosa?- gli domando confusa. Lui ride cattivo. - Non sono un'idiota Charlie. Cosa credi che non l'avrei capito?! Dimmelo, cazzo!- urla prendendomi per le spalle. -Io non ho niente da dirti. Tu però forse avresti dovuto dirmi che ti saresti sposato.- urlò spingendolo via da me. Mi guarda infuriato e si avvicina velocemente a me stringendomi i polsi. -Già forse avrei dovuto. Ma tanto ormai non ha più importanza visto e considerato che la mia 'ragazza' aspetta un figlio da qualcun'altro.- mi dice freddo stringendo sempre di più. Inizio a piangere. [... se ami tuo figlio e se ami te stessa... farà di tutto per separarti da lui... non è la vita che volevo per me e per mio figlio...Scappa..].

Annuisco e lui si allontana da me. -Hai ragione, avrei dovuto dirtelo. Mi dispiace di averti tradito e mentito.- dico abbassando lo sguardo. Lo vedo alzare la mano per colpirmi ma si ferma. -Nonostante io ti odi, e tu non sai neanche quanto, non ho il coraggio di farlo.- sussurra guardandomi.

Si volta lentamente e inizia a camminare. -Mi hai deluso.- mi dice e poi sparisce su per le scale della metropolitana. Si allontana da me. Da noi. Lentamente inizio a scivolare per terra. Mi prendo la testa tra le mani e inizio a piangere. -Ti senti bene?- mi domanda un signore. Scuoto la testa senza dire una parola. -Vuoi che chiamo qualcuno?- mi domanda ancora. Scuoto la testa. -Hai dei genitori?- mi domanda. Annuisco. Papà. Tra un po' andrà via anche lui. -Vuoi che li chiamo?- scuoto la testa e cerco di alzarmi. Il signore mi aiuta a rimettermi in piedi. Lo osservo. È preoccupato per me. Sorrido. -Grazie. Adesso sto bene.- dico dandogli le spalle e iniziando a camminare. Accendo il telefono. 10 chiamate perse. 8 di Ian. 1 di Alex e 1 della mamma. Chiamo quest'ultima. -Tesoro dove sei? Stai bene?- dice la mamma terrorizzata dall'altra parte del telefono. -Verresti a prendermi?- le domando. -Certo, certo dimmi dove sei.- risponde velocemente mentre la sento aprire la porta di casa e salire in macchina -Sono alla stazione della metropolitana.- dico riattaccando il telefono. Mi siedo su una panchina e aspetto la mamma.

 

PovMatt

Sono sdraiato con Alex sul mio divano quando il mio migliore amico irrompe in casa come una furia e completamente bagnato. Alex mi fissa preoccupata e io ricambio con il suo stesso sguardo. Ci alziamo lentamente. -Io vado a casa e chiamo Charlie. Fammi sapere cosa è successo.- mi dice baciandomi e sorridendomi triste. Mi volto dopo aver chiuso davanti e mi ritrovo Ian davanti. È distrutto. -Amico, che ti è successo?- domando preoccupato. -Charlie.- dice freddo. -Che l è successo?- domando stranito dal suo tono. Si volta di scatto verso di me tirando fuori un foglio fuori dalla tasca dei jeans. Lo guardo. -Che cosa è?- domando. -Leggilo.- mi dice solo alzandosi e andandosene. -Test di paternità.- leggo ad alta voce. Leggo la risposta del referto. Negativo. Ian non è il padre del figlio di Charlie. Mi irrigidisco. Ian torna dalla cucina con una birra. -Che hai intenzione di fare?- gli domando. -Quello che avrei sempre dovuto fare. Quello che so fare bene. Lo stronzo.- mi risponde scoppiando a ridere. Scuoto la testa. Le cose stanno peggiorando. E troppo. Però se Charlie ha davvero mentito, posso solo stare al fianco di Ian come ogni amico farebbe. Lo abbraccio. -Allora dove andiamo?- gli domando. Mi sorride. -Tu resti a casa perché sei fidanzato. E io resto con te, perché credo di essermi preso qualcosa sotto il diluvio che c'è la fuori.- mi risponde scoppiando a ridere e io lo seguo a ruota. -Bene. Allora direi pizza e partita.- dico andando a buttarmi sul divano con il telefono seguito da Ian. Che per un piccolissimo istante si perde nel vuoto.

 

PovAlex

Corro come una disperata per le strade. Devo arrivare subito da lei. Busso ripetutamente alla porta per farmi sentire. Alyssa, la mamma di Charlie mi apre la porta con le lacrime agli occhi. -Alex, io non credo..- inizia a dire. -Non si preoccupi, mi ha chiamata lei.- le spiego così annuisce e mi fa entrare. Sto per salire ma mi ferma. -Alex, falla calmare. Non farla andare via.- mi dice triste. Annuisco e corro in camera sua. Apro la porta. Charlie e seduta per terra con in mano una foto. Entro lentamente, mi siedo al suo fianco e l'abbraccio. -Dovevo farlo? Capisci? Devo proteggerlo!- mi dice singhiozzando. -Charlie non capisco spiegami.- le dico scuotendola leggermente. Si alza in piedi e apre l'armadio tirando fuori una valigia. -Che stai facendo?- le domando urlando. -Devo andare via da qui.- mi dice infilandoci tutti i vestiti come capitano. Le prendo la testa tra le mani. -Charlie parlami.- le dico preoccupata. -Il bambino non è di Ian.- mi dice. Sgrano gli occhi. -Che vuol dire che il bambino non è di Ian??- le domando scioccata. -Quello che ho detto. E adesso se non ti dispiace, io farei i bagagli.- mi dice fredda. -Spiegami perché l'hai fatto.- le domando senza guardarla. Non riesco a crederle. Non l'avrebbe mai fatto. E poi le parole di prima non mi convincono. -Perché sì.- mi risponde. Quello che temevo. -Mi dispiace Charlie. Io non ti credo.- dico fermandola per un polso mentre sta per uscire dalla porta. -Ti scongiuro, Alex. Lasciami andare.- mi supplica lei. Che sta succedendo? -No, se non mi dici subito cosa sta succedendo.- dico tirandola indietro e mettendomi davanti alla porta. Lei abbassa la testa. -Ho parlato con la madre di Ian. Mi ha detto che se amavo mio figlio e me stessa me ne dovevo andare. Perché, perché la vita con Lui non era sicura.- dice lievemente. -Charlie non è vero. Lui ti ama. Lo sai.- le dico abbracciandola. -Lo credevo anche io. Finché non mi ha urlato contro che gli avevo mentito e che il bambino non era suo. Alex capisci? Lui non si fida di me. E bastato così poco per allontanarlo da me, da noi. Non posso pensare più a me stessa, lo capisci, avrò un bambino. È lui la mia vita adesso.- mi dice. Rimango ferma immobile senza dire una parola. Sorride triste e mi abbraccia. - Ti voglio bene, amica mia. Davvero. Ma non posso restare.- mi sussurra al orecchio. Annuisco. -Dove andrai?- le domando. -Da un amico.- mi dice sorridendomi.

Scendiamo giù dalle scale. I suoi genitori sono lì ad aspettarci. -Hai proprio deciso allora?- le domanda suo padre. Lei annuisce e lo stringe forte. -Mi dispiace, papà...proprio adesso che..- inizia a dire ma lui la ferma. -Shh, hai fatto la cosa più giusta piccola. Stai facendo quello che ogni persona farebbe in questo momento.- lei dice lui accarezzandole la guancia. Charlie si volta verso la mamma e scoppiano entrambe in lacrime. -Mamma! Mamma!- dice lei piangendo e singhiozzando. Alyssa le accarezza i capelli. -Sarai una buona madre angelo mio. Sei forte. E questo non è un addio. Verremo a trovarti. Ci saremo sempre per

voi. - le dice lei sorridendole e asciugandole le lacrime. Suo padre prende la valigia e seguito da noi due la carica in macchina. Charlie sale in macchina e io la guardo. - Ti voglio bene scimmietta. Non te lo scordare. - mi dice lei sorridendomi. Sorrido anche io. -Io non mi dimentico. Però non lo fare neanche tu.- le dico piangendo. -Non posso dimenticarmi di mia sorella.- mi dice sorridendomi dolce. Annuisco e la macchina si accende. -Alex?- mi chiama mentre inizio a camminare. Mi volto. Mi guarda. -Non lo dire a nessuno.- mi dice triste. Annuisco. E il minimo che io possa fare. - Scusami.- mi dice. La guardo e scuoto il capo negativamente. Ma non mi può vedere ormai la macchina è già partita. Lei se n'è andata chissà dove, con il suo bambino, il bambino di Ian. Anche se lui non lo sa. Non lo deve sapere. E quindi neanche Matt lo deve sapere. Mi prendo la testa tra le mani. Come faccio a mentirgli? Come faccio a mentire al mio ragazzo?

 

PovCharlie

E' successo tutto così in fretta, amore mio devo amarti...o devo odiarti? Mi accarezzo la pancia. Papà posa la sua sulla mia e mi volto verso di lui. Mi sorride. -Andrà tutto bene.- mi dice. Annuisco e poggio la testa sulla sua spalla chiudendo gli occhi. Vorrei tanto che fosse vero. Vorrei davvero che andasse tutto bene. Papà mi scuote leggermente. Sono stanchissima e sono le otto di sera. Sospiro e mi alzo dirigendomi verso la zona d'imbarco. Mi volto e papà mi sorride alzando la mano in segno di saluto e annuendo. Sorrido e mi volto. Salita sull'aereo mi siedo al mio posto vicino al finestrino. Guardo fuori. La pioggia continua a cadere da ore. Mi manchi amore mio. Mi manchi di già e non sono ancora andata via. Sto male e non riesco a credere di averti perso per l'ennesima volta, l'ultima; il tempo passerà e ho paura che cancelli tutto...paura sì, ma forse anche bisogno. Sì, perché ho bisogno di dimenticarti. Non posso vivere attaccata al tuo ricordo. Non adesso che devo prendermi cura del nostro bambino. Quel bambino che non vedrai mai crescere. Ma è giusto così. È per il bene di tutti. Le persone compiono dei sacrifici per se stesse e per la propria vita. Io lo compio per te. Perché sei tu la mia vita. Tu e il nostro piccolo. Adesso mi odi, e fai bene. Sarà tutto più facile. Io non ti odio, non ci riesco. So che sarebbe più semplice. Non ti sei fidato di me. Forse hai anche un po' di ragione. È difficile lasciare il proprio mondo di colpo come hai fatto tu. Per me. Forse il nostro amore non era poi così forte come tutti credevano. Come io credevo. Da quando ti conosco ti vedo in ogni cosa bella che mi colpisce gli occhi. Sei un brivido che mi percorre da mattina a sera, sei il desiderio di vedere il mondo solo per potertelo raccontare, sei un bisogno continuo, la sete assurda dei tuoi baci, lo stupore di aver vissuto 17 anni senza conoscerti e la paura di vivere i prossimi senza più averti. Volevo ringraziarti per avermi insegnato a sorridere veramente, perché a te piaceva che lo facessi, e adesso, ogni volta che sorriderò a un amico, a una cassiera, ad un passante, a nostro figlio, lo farò col cuore perché in realtà sto sorridendo a te. Volevo che sapessi che mi hai fatto sentire la regina del mondo, perché eri il mio re. Adesso non sto più così male per averti perso, invece mi sento felice, ricca e unica, più di quelli che solitamente invidio per la loro serenità, perché il tarlo che mi rode, il sentimento che mi infiamma, il tormento che mi tiene sveglia…hanno tutti il tuo viso, le tue sembianze, e li adoro come adoro te. Da ora in poi dovrò essere forte, sarò una buona madre. Amerò mio figlio come amo te. Forse mille volte di più. E per questo ti dico grazie amore mio, grazie per avermi lasciato, anche se inconsapevolmente, il regalo più bello che avessi mai potuto desiderare.

Addio, Ian.

 

PovAlex

Entro in casa di Matt completamente fradicia sotto il suo sguardo divertito. -Buona sera pulcino.- mi dice scoppiando a ridere. Annuisco seria senza ridere. -Che succede?- mi domanda. -Come se non lo sapessi.- dico incazzata. -Charlie?- mi domanda. -Si Matt, la mia migliore amica. Sai è appena andata via. È appena salita su un dannatissimo aeroplano diretta chissà dove, da sola, con il suo bambino. Lontana dalle persone che ama, Dalla sua vita, che è di là nel tuo salotto.- inizio a dire sull'orlo delle lacrime. -E non fare il finto tonto con me, so benissimo che Ian è qui. E che ti ha detto tutto. Ma sai Matt, voi non sapete niente. Ne tu ne quel deficiente del tuo migliore amico sapete niente. Niente.- dico riprendendo la giacca. Apro la porta. -Dove vai?- mi domanda il mio ragazzo senza guardarmi. -Vado a casa mia.- dico fredda. Mi ferma per un braccio tirandomi verso di lui. -Alex, piccola, scusami.- mi dice. -No, Matt. Non c'è niente per cui ti debba scusare. Qui, c'è solo da capire. Chi mente e chi dice la verità.- gli rispondo. -Che vuoi dire?- mi dice. Scuoto la testa. -Vado a casa. Ci vediamo domani a scuola.- dico dandogli un baco sulla guancia e uscendo fuori sotto il temporale.

 

PovIan

-Hai sentito tutto?- mi domanda Matt tornando a sedersi al mio fianco. Annuisco. -Che voleva dire?- mi domanda. -Non lo so. Credo che mio padre abbia falsificato il test di paternità.- dico prendendomi la testa fra le mani. Matt sgrana gli occhi. -Ccosaa?- mi dice balbettando scioccato. Mi volto verso di lui tirando fuori il certificato. Gli indico un punto. -Questo non è il mio gruppo sanguigno e questo non è quello di Lei. A quanto pare mio padre non a pagato bene il suo schiavetto per fare il lavoro tutto intero.- sussurro buttando il foglio sul tavolino. -Quando l hai scoperto?- mi domanda. -Quando stavi parlando con Alex.- rispondo. -Va da lei.- mi dice posandomi una mano sulla spalla. -A quale scopo? Mi odia. E non la biasimo per questo. Non mi sono fidato di lei, la persona più importante della mia vita. Non mi merito il suo amore, non l'ho mai meritato. Sono un emerito coglione e lei, lei è semplicemente Lei, i suoi sorrisi sono i miei, le sue lacrime sono la mia morte, i suoi baci la vita.- dico iniziando a piangere. - E allora diglielo. Perché Ian, se c'è una cosa che so è che lei ti ama, e che non vede l'ora che tu corra dai lei a riprenderla per riportarla qui a casa.- mi dice Matt. Mi alzo di scatto. E corro verso la porta. -Dove vai?- mi urla dietro. -Da lei.- rispondo e basta. Matt corre alla porta. -Sei un idiota. Non sai neanche dov'è!- esclama. Rido. -Io no, ma la tua ragazza può scoprirlo!- esclamo correndo alla casa di fianco, quella di Alex.

Matt mi corre dietro ridendo come un deficiente iniziando ad urlare il nome della ragazza fuori dalla sua finestra.

 

Aspettami amore mio, sto vendendo a prenderti.

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Capitolo 9
*** CAPITOLO 8 ***


Capitolo 8

PovIan

9Dicembre

-Allora?- domando agitato verso Alex dopo averla sentita salutare la mamma di Charlie al telefono. Sbuffa rumorosamente fulminandomi con lo sguardo. Rispondo con lo stesso sguardo. -Alex, scusami, ok? Quante volte te lo dovrò dire? Non volevo farle del male!- le dico serio posandole le mani sulle spalle. Si scosta bruscamente da me puntandomi un dito contro. -Se tu non credessi a tutto quello che la gente ti dice a quest'ora lei sarebbe qui!- mi urla arrabbiata. Abbasso la testa. -Lo so. Ma la amo, la amo come non ho mai amato nessuno. La amo davvero, Alex. È non m'importa di quello che pensi.- le rispondo serio come non lo sono mai stato. Mi fissa attentamente e poi sorride. -E' a Londra.- mi dice. Sgrano gli occhi. -Che ci fa a Londra da sola?- le domando stranito e preoccupato. - Infatti non è da sola.- mi dice lei sedendosi davanti al computer per cercare dei biglietti last-minute per tutti e tre. -Come non è da sola?- domando iniziando ad innervosirmi. -Calmati geloso! È da suo fratello Luka.- mi risponde ridendo. Annuisco sollevato. Luka è il fratello maggiore di Charlie. È andato via di casa due anni dopo che sono partito per il collegio. Non ho mai saputo perché se ne andò...

in quel momento arriva Matt vestito di tutto punto con in mano le chiavi della macchina. -Partiamo?- ci domanda. Io ed Alex iniziamo a fissarlo attentamente. -Che c'è?- ci domanda stranito. -Dove pensi di andare?- gli domando divertito. -A prendere Charlie.- ci risponde ovvio. Alex sospira. - Se tu hai una macchina così avanzata capace di attraversare l'oceano senza bagagli, buon per te, ma io prendo l'aereo.- gli dice passandomi il nostro foglio che sostituisce il biglietto di volo. -Ehi! Io credevo che dovessimo andare a prendere la piccola Moore, non in vacanza in Europa.- dice prendendo il biglietto che la sua ragazza gli porge e seguendola in cucina. Io scoppio a ridere come un pazzo, Alex si schiaffa una mano sulla fronte scuotendo la testa sconsolata. -E io credevo che avessi un minimo di intelligenza e di amor proprio.- gli dice per poi sedersi su una sedia della cucina e prendere un giornale. Matt la fissa e dopo poco le si avvicina lentamente abbracciandola da dietro. Io mi appoggio allo stipite della porta sorridendo divertito. -Amore, piccola mia, solo perché hai il ciclo, non vuol dire che puoi fare la stronza.- le dice dandole un buffetto sulla guancia e sorridendole. -Oh? Bene, allora solo perché tu hai un cazzo al posto del cervello, non significa che puoi comportarti da cazzone.- gli risponde lei sorridendogli dolce e baciandolo sul naso. Matt inizia a ridere come un pazzo. -E' terribilmente bello vedere che certe cose non cambiano mai!!- esclama felice facendoci ridere. -Beh allora? Andiamo a prendere Charlie e il mio nipotino!- continua correndo fuori di casa sotto il nostro sguardo scioccato. Alex sorride dolce. - Non avverti i tuoi?- le domando. -Ma no, sono fuori per lavoro. È tutto sotto controllo.- mi risponde prendendo uno zaino e mettendoci dei vestiti per lei e dei soldi. - Piuttosto andiamo a prendere la vostra roba prima che Matt parta in mutande.- mi dice seguendolo fuori per vedere che sta facendo. Annuisco e chiudiamo la porta per poi andare a casa di Matt e poi all'aeroporto diretti in Inghilterra.

 

PovCharlie

10Dicembre

-Cucciola?- mi chiama Luka scuotendomi leggermente per farmi svegliare dal mio sonno. Apro gli occhi e mi volto verso di lui che mi sorride dolce. -Come stai?- chiede osservandomi attento. -Stanca e affamata.- gli rispondo sorridendogli. Ride. -E' strano vederti così, con un pancione enorme intendo.- mi dice mettendoci una mano sopra. Annuisco. -E' strano anche per me, anche se ormai sono passati cinque mesi, beh ogni tanto abbasso lo sguardo e beh mi sorprendo e dico Ehi, c'è mio figlio qui dentro.- dico ridendo e lui con me. -Wow, sarò zio! Dimmi che è un maschietto!- mi dice con gli occhi che brillano. -Non lo so, ma spero di si.- rispondo alzandomi dal letto con il suo aiuto. Mi sento un ippopotama. Anzi mi correggo, sono un ippopotama. Non voglio nemmeno immaginare come sarò a Maggio. Sospiro. Luka si volta verso di me e mi guarda incuriosito. -Che c'è?- domanda. -Sono enorme!- esclamo stressata e lui ride. Lo trucido. -Non sei grassa cucciola, sei splendida.- mi dice abbracciandomi. Andiamo in cucina e lo osservo mentre ci cucina da mangiare.

Avevo nove anni quando è andato via di casa, aveva solo 17 anni. Era inverno, faceva freddo, e mancavano pochissimi giorni a Natale. Quel giorno tornò a casa ricoperto di tagli, un labbro rotto, un occhio nero, un polso rotto e ubriaco fradicio. Non appena mio padre lo vide iniziò ad urlargli contro che prima o poi si sarebbe fatto ammazzare. E Luka rise, rise di gusto rispondendogli che non era una guerra, che sapeva quello che faceva perché era bravo,dannatamente bravo. E mio padre lo sapeva, ma non riusciva ad accettare il modo in qui lui si stava rovinando. Non disse nulla quando mio fratello salì in camera sua per prepararsi la valigia, saluto me e la mamma con un sorriso triste e un bacio sulla fronte, uscendo dalla porta. Non lo vidi più se non in qualche foto che ogni tanto si ricordava di mandare.

-Che fai per vivere?- gli domando schietta. Alla mia domanda lo vedo irrigidirsi un poco. -Vuoi sapere come mi sono comprato l'appartamento o se continuo a fare incontri clandestini?- mi domanda voltandosi verso di me sorridendomi. -Sai benissimo che per quanto mi riguarda puoi fare quello che ti pare della tua vita. Vorrei solo che mi raccontassi quello che hai fatto in questi nove anni.- gli rispondo voltando lo sguardo verso la finestra.

-Bene. Sì combatto ancora. È nonostante tutte le persone che mi dicevano che questa vita non avrebbe portato a nulla sono felice.- mi dice ridandomi le spalle. -Papà non avrebbe mai voluto che tu te ne andassi. Ti voleva bene, voleva solo proteggerti.- dico alzandomi dalla sedia imbufalita. -Sul serio? Beh sorellina non sai molte cose allora.- mi dice freddo. Lo guardo confusa. E lui ride. -Smettila di pensare che le persone siano buone. Sapevo che prima o poi facendo la vita che facevo sarei potuto morire. Lo sapevo io, lo sapeva papà, lo sapeva Jazz. Cosa credi che ci fossero solo gli incontri? Charlie non era un buon periodo la droga, l'alcool erano una parte costante della mia vita. Mamma e papà mi dicevano di smettere che prima o poi mi sarei rovinato il futuro o che non c'è l'avrei avuto affatto. Ma sai a me che me ne fregava? Niente! Avevo 17 anni, volevo solo combattere, fare vedere a tutti di quello che ero capace. Finché... finché lui non è morto.- mi dice rivoltandosi a guardarmi. -Morto? Chi?- gli domando stranita. -Quel giorno Jaz aveva un incontro, combatte come non avevo mai visto. Ridusse quel poveretto a un colabrodo. Vinse ben mille dollari. Stavamo festeggiando sul ring la sua vittoria quando all'improvviso si è portato una mano al petto ed è crollato per terra. Ha avuto un infarto a 16 anni, il suo cuore non ha retto a tutte le droghe di cui si era fatto prima dell'incontro. Jason Roberts, il migliore amico, è morto a 16 anni con ancora tutta una vita davanti. Una vita che non avrebbe mai potuto essere vissuta e tutto questo per colpa mia. Io che lo spronavo a dare il meglio di se ma che per farlo vincere gli davo tanta di quella roba da stendere un cavallo.- mi dice mentre le lacrime gli rigano gli occhi. Mi avvicino a lui e lo abbraccio forte. -Non consolarmi, non me lo merito Char. Dovevi vedere gli occhi di sua madre, del suo fratellino che chiedeva dove fosse il suo Capo senza sapere che non l'avrebbe più rivisto.- mi dice stringendomi a se. -Non è colpa tua, eri solo un ragazzino, eravate dei ragazzini. E sono sicura che Jaz non c'è l'ha con te, è in un posto migliore e vorrebbe che tu fossi felice e che tu viva anche per lui.- gli dico accarezzandogli i capelli. -Non posso. Lui si fidava di me e guarda che ho fatto. L'ho ucciso. Ogni santissimo giorno mi sveglio con il rimorso di aver ucciso non un uomo, ma il mio migliore amico che consideravo un fratello. Sto male sorellina, dopo nove anni sto ancora male come quel giorno, come se il dolore non se ne fosse andato anzi e addirittura aumentato.- dice guardandomi negli occhi. -Non puoi dimenticarlo Luka, non puoi non pensarci, sarebbe impossibile. Ma devi tenerti stretto ogni singolo momento, fallo ogni giorno anche se questo ti fa detestare il mondo. La verità fa schifo ma Jaz non vorrebbe che il suo Alì fosse così, vorrebbe che tu sorridessi sempre come se lui fosse ancora qua a fare le cazzate che combinavate per il quartiere.- dico asciugandogli le guance bagnate. Lui annuisce. -Grazie cucciola.- annuisco sorridendogli.

-Allora questa pasta?- domando dopo poco. Luka mi guarda terrorizzato e si volta verso la pentola dell'acqua evaporata con la pasta tutta appiccicata. -Pizza?- mi domanda sorridendo. Annuisco ridendo. Chissà come avrà fatto a vivere in questi anni. -Toglimi una curiosità brutto idiota in questi anni hai vissuto solo di piazza?- gli domando prendendo la giacca. Lui ride seguendomi fuori dalla porta di casa. -No...anche di cinese, giapponese, Burger King e Mc Donalds.- mi risponde salendo in macchina mentre io lo guardo male. -Eddai il lato positivo è la cucina di casa non è ancora andata a fuoco ed è ancora nuova come quando la vecchia Sue mi ha venduto la casa.- mi dice nominando la sua ex padrona di casa. -Questo non è rassicurante. Che penseranno le donne di un uomo come te.- gli dico contrariata. -Sorellina le donne quando le donne vengono con me non parlano men che meno si interessano se so cucinare o meno.- mi risponde ridendo. -Non hai ancora avuto una ragazza?- gli domando. -No, però ne ho tante contemporaneamente. Credimi è molto più emozionante.- risponde accendendo la radio. Sospiro sconsolata. Avrà 26 anni ma di cervello ne ha ancora 16.

PovLuka

Arriviamo alla pizzeria pochi minuti dopo e scortati dal cameriere ci accomodiamo ad un tavolo vicino al bagno. Sotto minaccia di mia sorella. Sospiro. Dovrò tenere le ragazze lontane da casa per moooolto tempo. -Che c'è?- mi domanda fissandomi incuriosita. -Niente o meglio stavo pensando che dovrò tenere le mie ragazze lontane da casa per un po'.- le spiego vedendo i suoi occhi spalancarsi. -Spero ben per te. Non voglio che mio figlio cresca in un bordello.- dice facendomi scoppiare a ridere. Il cameriere arriva con le nostre pizze e due minuti dopo Charlie scappa in bagno a vomitare. Sospiro. Stiamo iniziando molto male. Un cellulare inizia a suonare e mi accorgo che è quello di mia sorella. Mi allungo e lo prendo. Alex. La sua amica. Rispondo. -Charlie?- domanda. -No, sono suo fratello.- dico. -Oh bene cercavo te. Ian, il tuo futuro cognato deve prostrarsi ai piedi di tua sorella per chiederle scusa. Quindi ci servirebbe il tuo indirizzo.- mi dice velocemente l'amichetta di Char. Scoppio a ridere. -In effetti non siamo a casa. Però direi che potete raggiungerci alla pizzeria Carlo's.- le dico col sorriso sulle labbra. -E dov'è?- mi domanda. -Mah chiedete in giro. Se Quello vuole davvero il perdono di mia sorella troverà il modo di chiederglielo. Fate in fretta. Bye-Bye.- dico riattaccando nel esatto momento in cui la cucciola esce dal bagno. Sorrido sornione. -Che c'è ancora?- mi domanda stressata. -Nulla.- rispondo tranquillo iniziando a mangiare lentamente la mia pizza. In fondo se è stato capace di venire fino a Londra per lei, un po' di tempo in più posso anche concederglielo. 

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Capitolo 10
*** Capitolo 10. ***


Scusate immensamente per il ritardo ma la scuola e momentanea perdita di vista mi hanno bloccata e non sono riuscita a postare D: Eccovi il capitolo! 


Capitolo 9

PovIan

 

-Siete sicuri che sia questo il posto?- domando davanti all'entrata della pizzeria in cui dovrebbe essere Charlie. Matt e Alex annuiscono controllando una cartina in cui un vecchio ci ha segnato la via. -Ne siamo sicurissimi. E poi il signore ha detto che è l'unica pizzeria dove c'è il giardino superiore.- mi dice Alex. Sorrido e le faccio l'occhiolino. -Devo parlare con il proprietario. Tu manda un messaggio a Luka e digli di far venire Charlie nel giardino.- Alex mi sorride e prende il cellulare mentre io mi dirigo all'interno della pizzeria senza farmi vedere da lei anche se il solo sapere che lei è lì dentro mi fa venire la voglia di correre da lei.

PovLuka
Il cellulare mi vibra nella tasca. Lo estraggo e un numero sconosciuto compare sullo schermo. Apro il testo. “Trova una scusa per far andare Charlie sul tetto della pizzeria. Alex” annuisco. -Chi è?- mi domanda mia sorella finendo la sua coca e alzandosi in piedi. -Nessuno. Dove vai?- le domando preoccupato. -Luka, voglio andare a casa, sono stanca e il bambino non smette di scalciare un attimo mi sta uccidendo.- mi dice stanca infilandosi la giacca. La guardo indeciso ma poi mi alzo velocemente e le sorrido. -Va bene andiamo a casa, adesso vado a pagare ma tu perché non vai di sopra sul tetto...c'è un giardino splendido.- le dico tentando di convincerla. Mi guarda sospettosa ma poi annuisce. Deve essere davvero stanca per non indagare come suo solito. E io sono fortunato, o meglio siamo, visto che non lo fa. La vedo avviarsi lentamente verso le scale e iniziando a farle lentamente, molto, molto lentamente. Sospiro e mi volto verso il cassiere. -Quanti scalini ci sono?- gli domando spostando lo sguardo su mia sorella a metà della prima rampa. Il ragazzo segue il mio sguardo. -Sono due rampe...e lei la ragazza della sorpresa?- mi domanda lui prendendo le banconote che gli porgo e mettendole nella cassa. -Sì è lei, il ragazzo è già su vero?- domando spostando lo sguardo verso le scale controllando che a nessuno venga in mente l'idea di vedere il famoso giardino. -Sì Ian è già su.- mi risponde una voce femminile. Sorrido e mi volto. -Amica di mia sorella, finalmente ci incontriamo.- dico avvicinandomi a lei e al ragazzo che l'accompagna. Alex annuisce sorridendomi. -Già,finalmente. Comunque lui è Matt, il mio ragazzo e migliore amico del idiota di sopra.- dice mentre io e Matt ci stringiamo la mano. -Allora visto che credo ne avremo per le lunghe di sopra io direi che una birretta e due chiacchiere ci stanno. Entrambi annuiscono e ci andiamo a sedere un po' preoccupati, un po' ansiosi.

 

PovCharlie

Alla fine delle due rampe di scale mi sento come se avessi appena percorso tutta la maratona di New York due volte nella stessa giornata. Oh andiamo chi me l'ha fatto fare di salire qui sopra? Ah già Luka -.- mi devo ricordare di prenderlo a calci quando scendo giù, se scendo giù. Sospiro e il profumo dei fiori mi entra nelle narici. È possibile? Ma quanti ce ne sono? Decido di scoprirlo aprendo la porta. La mia mano sulla maniglia si abbassa e spingo la porta in avanti. Entro nel terrazzo/giardino e mi guardo intorno.


Alberi non molto alti sono disposti per tutto il giardino, dalle foglie colorate,addobbati con luci che lo rendono un posto talmente magico che ho quasi paura di rovinarlo. Abbasso lo sguardo e un sentiero di sassolini mi invita a percorrerlo. Sorrido iniziando a guardarmi intorno. Ci sono dei tavoli sparecchiati con solo una soffice tovaglia bianca e delle candele accese sopra e delle aiuole colorate fanno la loro comparsa ogni tanto. Alla fine del sentiero un piccolo laghetto con al centro una fontana che spruzza acqua colorata dalle luci al suo interno. Quasi quasi resto qui. Mi dico. So che volevo andare a casa, ma adesso che sono qui sento che è l'unico posto in cui dovrei essere. Sorrido rilassata e in quel momento noto una panchina. Esulto felice di poter riposare i piedi ma quando mi avvicino noto che qualcuno ha avuto la mia stessa idea. Sbuffo, credevo di essere sola, a quanto pare mi sbagliavo. Mi volto lentamente, cercando di andarmene senza farmi sentire ma un ramo bastardo si mette tra i miei piedi e al mio desiderio di andarmene in silenzio. Impreco silenziosamente e senza voltarmi inizio a camminare per tornare giù. Adesso che ho trovato questo piccolo angolo di paradiso ci verrò un altra volta, da sola. Faccio due passi, solo due, perché una mano grande mi circonda il polso. Non mi fa male. Sto per urlare contro al mal capitato che dovrà subire i miei sbalzi ormonali quando lo sconosciuto mi abbraccia. Non appena il mio viso si scontra con il suo petto e le mie narici aspirano il suo profumo lo sconosciuto smette di essere tale e nella mia mente solo un immagine affiora. La sua. Inconsciamente circondo la sua vita con le mie braccia stringendolo forte. Ho paura che lui sia solo frutto della mia immaginazione, che non appena alzerò il viso per guardare i suoi occhi dannatamente azzurri,che Dio solo sa quanto mi sono mancati in questi due gironi, lui sparisca. E so, ne sono più che sicura, che questo mi ucciderebbe. Lui porta entrambe le mani a circondandomi il viso per alzarmelo ma scuoto la testa. -No.- sussurro con la voce spezzata. -Perché?- mi domanda avvicinando il suo volto al mio. -Perché ho paura che non appena ti guarderò tu scomparirai.- dico mentre le lacrime iniziano a rigarmi le guance. Chiudo gli occhi con forza mentre sento la sua bocca iniziare a dare piccoli baci sulle guance per cercare di fermarle. -Guardami, Charlie. Non impedirmi di vedere i tuoi occhi. E ti prego non piangere più perché il solo sapere di farti ancora soffrire dopo tutto il male che ti ho fatto mi uccide.- mi sussurra al orecchio per poi soffiarci dentro. A malincuore mi allontano dandogli le spalle e abbracciandomi tentando di coprirmi dal vento che improvvisamente gelido. -Charlie, sono reale. E ti giuro, ti prometto che non ti lascerò MAI più. Non so neanche come ho potuto pensare di riuscire a stare senza di te anche soltanto un secondo. Senza di voi.- mi dice avvicinandosi di nuovo e abbracciandomi da dietro e accarezzando la pancia dove sa che c'è il suo bambino. -Io ti amo piccola, amo te e nostro figlio più di qualsiasi altra cosa al mondo, le cose che ti ho detto, quello che ti ho fatto sono imperdonabili, e se non vuoi più stare con me, se non mi vuoi, se non mi ami, dimmelo. Dimmelo e io sparisco dalla vostra vita. Tu meriti molto di più di quello che ti posso offrire io, meriti un uomo capace di proteggerti, che ti ami, che non ti faccia soffrire. Anche se pensarti con un altro mi fa imbestialire, io lo devo fare perché ho imparato che amare qualcuno vuol dire anche lasciarlo andare.- 
sorrido alle sue parole e facendo un respiro profondo mi volto verso di lui. -Io non merito nessun altro se non te. Tu sei il mio passato, il mio presente e il mio futuro. Non potrei amare nessun'altro come ho amo te, no ne sarei capace. La mia mente e il mio cuore sono totalmente dipendenti da te. Ian è vero che quello che hai fatto, che mi hai fatto è orribile. Ma so per certo che se adesso io ti dicessi che non ti amo più direi una bugia, e farei l'errore più grande della mia vita. E probabilmente, avrai pensato che per me incontrarti tanto tempo fa sia stato un male, che fare un figlio a quest'età sia un male. Ma io penso, e continuerò a pensare sempre, qualunque cosa gli altri penseranno, che un uomo da amare e il frutto del loro amore, tu e il nostro bambino , siate la cosa più bella che una donna di qualsiasi età abbia desideri più di ogni altra cosa al mondo. Io desidero te Ian e non permetterò più a nessuno di separarmi da te.- dico sorridendogli e accarezzandoli una guancia. -Non dovresti perdonarmi così facilmente.- mi sussurra all'orecchio stringendomi forte. -Infatti dovrai fare tante cose per farti perdonare.- gli dico ridendo. Lui mi bacia una guancia. -Che ne dici se iniziamo subito?- mi domanda sorridendomi. Lo guardo confusa, senza sapere cosa fare. Poi lo vedo inginocchiarsi davanti a me e tirare fuori una scatola di velluto blu. Lo guardo scioccata e lui sorride malizioso aprendo la scatola. -Charlotte Eleanor Moore visto che ho tutte le intenzioni di farti più scappare via da me...Vuoi sposarmi e passare il resto della nostra vita insieme?- mi dice prendendomi la mano e infilandoci li bellissimo e semplice anello, di cui non mi azzarderò mai a chiedere il prezzo. Non dico un parola e continuo a fissarlo mentre lui non da cenno di volersi alzare da terra. -A questo punto dovresti darmi una risposta...- mi dice guardandomi con occhi da cucciolo abbandonato. Sorrido sadica e gli accarezzo una guancia.

PovIan

-A questo punto dovresti dire qualcosa..- le dico guardandola teneramente e preoccupato come non mai. Mi sorride sadica e mi accarezza la guancia. -Sei arrogante, pignolo, testardo, suscettibile e maschilista e spero che nostro figlio prenda il carattere da me. Ma ti amo e non vorrei sposare nessuno al di fuori di te. Quindi Sì, Ian King io voglio sposarti e passare il resto della mia vita con te, sperando sempre che il tempo ti metta un po' di sale in zucca.- mi risponde e senza darle il tempo di capire altro mi avvento sulle sue labbra, quella dannatissime labbra che ormai sono diventate il mio pane quotidiano, la mia aria. Anzi no, Lei è la mia aria. Sorrido stringendola a me e accarezzandole i capelli. -Ti amo, scimmietta.- le dico all'orecchio. Lei alza il viso e mi mima con le labbra un “Anche io, idiota”. Rido prendendole la mano per dirigermi di sotto dove ci sono gli altri che ci aspettano. -Aspetta.- mi dice mi volto verso di lei che mi sorride alzando un dito verso l'alto. Sposto lo sguardo e mi accorgo che ha iniziato a nevicare. Rido ricordando due anni fa, ci odiavamo. Ci odiavamo davvero. Aveva nevicato ed eravamo in montagna con la scuola. Lo lanciata giù dalla pista nera e si è rotta una gamba e io sono stato costretto a farle da baby-sitter per il resto della settimana, ed era solo lunedì. Lei capendo a quello che sto pensando scoppia a ridere, per poi darmi un pugno sulla spalla. -Ehi.- esclamo massaggiandomi facendole credere di essermi fatto male col suo misero pugnetto. -Te lo meriti!- mi dice facendomi la linguaccia. -Che ho fatto?!- le chiedo non capendo. -Mi hai buttato giù dalla discesa!- esclama incazzata. -E successo due anni fa, scommetto che non te lo ricordavi neanche!- le dico mettendole un braccio intorno alle spalle. Mi guarda male e sbuffa. -Forse, ma me ne sono ricordata, e il caso vuole che non te l'ho fatta ancora pagare per quello scherzetto di pessimo gusto.- mi dice iniziando a fare gli scalini uno alla volta: occhi puntati sui suoi piedi e lingua fuori per la troppa concertazione. A quel esilarante immagine scoppio a ridere come un idiota. Si volta verso di me. E credo che se non fosse incinta mi avrebbe buttato giù dalle scale. -Smettila. Subito. di. Ridere.- mi dice alterata. Faccio un breve calcolo. Mancano quattro mesi al parto. Quattro mesi di cambi d'umore. Sorrido, quattro mesi assolutamente magnifici. L'abbraccio. -Andiamo mammina, ho un cognato da conoscere prima che diventi zio.- le dico prendendola in braccio e scendendo le scale. Inizia a scalciare e a urlare. -Spiritoso, mettimi giù, sono capacissima di scendere le scale anche da sola.- esclama lei mettendo il broncio. Rido. -Ne sono sicurissimo scricciolo, ma se andiamo al tuo passo arriviamo in sala fra ottant'anni.- le rispondo sorridendole. Lei ghigna malefica. -Bene allora vorrà dire che fino a che non saranno passati questi famosi ottant'anni tu non ti avvicinerai alla mia zona bassa. Tutto chiaro amore della mia vita?- mi dice dolce e sbattendo le ciglia. Ringhio e lei scoppia a ridere. Le scale sono finite così la metto giù e l'abbraccio. -Non faresti mai un tale sacrificio.- le sussurro all'orecchio. Lei mi sorride. -Infatti non ho parlato di me, parlavo di te.- mi risponde dirigendosi verso gli altri. Rimango imbambolato e poi corro da lei. Appena arrivo al suo fianco alza la mano sinistra mostrando l'anello che le ho regalato. -Ci SPOSIAMOOOO!!!- urla venendo poi inghiottita da Alex e da suo fratello. Matt mi si avvicina malizioso. -Hai trovato l'unico modo per attaccartela al cuore eh, amico?- mi dice dandomi una pacca amichevole sulla spalle. Annuisco. -Non credo che riusciranno più a staccarmela di dosso, e sono fermamente convinto che se ci riuscissero la rincollerei.- gli rispondo facendolo ridere. Mi abbraccia. -Congratulazioni amico mio. Te lo meriti.- mi dice per poi staccarsi. -Per questo vorrei chiederti un favore...- inizio a dire. Lui annuisce incuriosito. -Mi fai da testimone?- gli domando. Lui annuisce felice e scoppia a ridere. -Immagino niente Nightclub per l'addio al celibato, vero?- mi dice triste. Le ragazze smettono improvvisamente di parlare e si voltano verso di noi con sguardo assassino io e il deficiente ci allontaniamo lentamente dalle arpie e sorridiamo preoccupati. -Tranquilla, Matt, stava solo scherzando, vero Matt che stavi scherzando?- gli chiedo dandogli una gomitata nelle costole. Lui annuisce sorridente e si avvicina ad Alex che dopo averlo guardato malissimo si fa abbracciare. Luka si avvicina a me, mentre gli altri si fanno improvvisamente serie. Mi porge la mano, che io stringo e mi sorride. -Spero per il tuo bene che l'errorino commesso non si ripeta più. Per il resto ben venuto in famiglia.- mi dice scoppiando a ridere per la mia faccia terrorizzata. Sospiro quando capisco che per adesso ho la vita ancora attaccata al corpo. Charlie mi si avvicina sorridendomi dolce. -Sono contenta che tu sia venuto a prendermi. Sono contenta di averti incontrato.- mi dice abbracciandomi. -Sono contento di aver ricominciato a girare intorno al mio sole.- le dico al orecchio e baciandola. Perché è vero, la terra non è nulla senza il suo sole a qui girare intorno e io non sono niente senza di Lei.



Ultimo capitolo ragazze :( o meglio penultimo...il prossimo sarà l'epilogo. Sono tristissima che la storia finisca, ma almeno ha un lieto fine. Sto pensando di fare una storia che parla di come si sono conosciuti i quattro ragazzi e di quello che hanno fatto prima dell'estate 2011 ;) Ditemi cosa ne pensate eh! :) Vi ringrazio TUTTE, anche chi non recensisce :) 
 A presto! <3

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