and so my life changed.

di gemstin
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** just him. ***
Capitolo 2: *** our eyes. ***
Capitolo 3: *** I promise. ***
Capitolo 4: *** The sea. In May. ***
Capitolo 5: *** two Pizze? ***
Capitolo 6: *** you were born to be mine. ***
Capitolo 7: *** Happy birthday Princess. ***
Capitolo 8: *** Our frist kiss. ***
Capitolo 9: *** I think I love you,no,I love you. ***
Capitolo 10: *** immaginavo che questo momento sarebbe arrivato,solo lo vedevo lontano. ***



Capitolo 1
*** just him. ***


*Driin* *Driiiiin*

E fu così che iniziò un'altra delle mie comuni giornate.
In casa,come sempre,ero sola. 
Mia mamma,come al solito,era a lavoro.
Mio papà,bhè,di lui non ricordo nemmeno il nome. Ci ha abbandonate quando io avevo appena pochi mesi.
Mi stropicciai gli occhi,sempre molto assonnata. Presi forza e mi alzai dal letto.Entrai in bagno, diedi una pettinata ai miei lunghi capelli rossi,indossai un paio di jeans e una delle mie solite t-shirt scesi le scale e,essendo in ritardo, afferrai il cornetto che mamma mia aveva lasciato sul tavolo di legno chiaro.
Zaino in spalla e via.
Come sempre percorsi il tragitto che mi portava da casa a scuola da sola,con un libro in mano.
Camminavo leggendo "just him" quello era il titolo,e oramai sapevo benissimo la trama a memoria.
Ad un tratto sentii un impatto con un'altro corpo. 
Ecco,la mia solita sbadataggine si era presentata ancora una volta.
Ero riuscita,in un tragitto di pochi metri, a imbattermi con una persona.
I nostri corpi erano a contatto.
Alzai lo sguardo per scusarmi e i miei occhi verdi si incontrarono con i suoi color nocciola.
Era un ragazzo abbastanza alto,moro,con i capelli che facevano "swish" e i suoi occhi erano forse i più belli che potessi aver mai visto.

"Scusami,sono la solita sbadata."
"Fa niente,tranquilla."                       

Ognuno riprese il suo cammino,come niente fosse.
Arrivai a scuola ed entrai in classe.
Mi sedetti al mio banco.
Come sempre nessuno mi saltò. 

Non avevo capito ancora bene il perchè,forse ero "la tipa strana" per loro,per tutti lo ero,persino per mia madre.
La mia compagna di banco era assente, così ne approfittai per starmene più comoda.

Iniziò la lezione.
Come succedeva spesso in classe ognuno faceva ciò che voleva,forchè ascoltare il professore che spiegava.
Alcuni sbadigliavano,altri dormivano,altri ancora disegnavano.
Ad un tratto qualcuno bussò alla porta e così quel rumore catturò la nostra attenzione.
"Scusate l'interruzione ragazzi,ma devo presentarvi un nuovo alunno.Frequenterà i vostri stessi corsi da quest'anno."
Il mio cuore si fermò.Vidi entrare da quella porta il ragazzo con cui avevo sbattuto poche ore prima.
Lo riconobbi subito. Una paio di occhi così non si scordano.

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Capitolo 2
*** our eyes. ***


"Buongiorno professoressa. Il mio nome è Justin, Justin Bieber."
"Piacere Justin,puoi sederti pure accanto a Nicole,dove c'è il posto libero."
"Certo."

Si avviò verso il banco vuoto accanto al mio.
La sua camminata era imbarazzante,quasi somigliante a quella di un pinguino.
Si sedette accanto a me,con un aria spensierata,per nulla impacciato,io al contrario ero tesa,ero tesa come se dovessi dimostrare di essere una di quelle ragazze perfette,una di quelle ragazze con la quale io non avevo niente a che fare.
Mi concentrai per capire di cosa profumasse...anzi non profumava,quell'odore che proveniva dalla sua felpa era odore di fumo.
Persi l'ora,mentre il professore spiegava, a guardarlo.
Era davvero un bel ragazzo.
I suoi capelli mori gli avvolgevano il capo,ed i suoi occhi,che puntavano dall'inizio dell'ora il professore,erano così profondi,dolci,erano uno dei paio di occhi più belli che avessi mai visto.
Una voce che pronunciava il mio nome mi richiamò alla "realtà", quella realtà che avevo perso guardandolo.

 "Signorina Hepburn,segua la lezione, quel bel giovanotto accanto a lei lo guarderà dopo,magari durante l'intervallo."

"Non importa professore,mi piace che lei mi guardi, i suoi occhi sono talmente meravigliosi che mi sento lusingato." 

rispose Justin,che probabilmente, si era accorto dall'inizio dell'ora che lo stavo fissando.
In classe si sollevò un "uuuh".
Il mio viso cambiò di colpo colorito.
Ero diventata completamente rossa.
Abbassai lo sguardo,ma notai ugualmente che Justin mi stava fissando con un sorrisetto,un sorrisetto meraviglioso.

Addirittura i suoi denti erano perfetti.
Dopo cinque ore passate nel completo imbarazzo la campanella,che segnalava la fine delle lezioni,suonò.
Presi la cartella e uscii dalla classe.
Presi la strada per tornare a casa con alcuni libri in mano.
Inizia a percorrere ,come ogni giorno, il tragitto da casa a scuola.
Non ero spensierata,bensì la mia testa era occupata dall'immagine del magnifico sorrisetto di Justin.
Ad un tratto sentì,stranamente,urlare il mio nome alle spalle.

"Nicole.Nicole."

Mi voltai.
Era Justin.

"Mmh..ciao Justin." 
"Senti,scusa la sfacciataggine,ma mi sembra di aver capito che tu sei la più brava della classe in matematica e io siccome non sono proprio una cima..."

Lo interruppi.

"Certo,ti aiuterò con molto piacere."

Scoppiò in una risatina e,a sua volta,lo feci pure io.

"Allora ci vediamo domani,dopo la scuola allo Starbucks più vicino?" mi disse.

"mmh...si,a domani." affermai.

E così per la prima volta qualcuno mi aveva rivolto la parola,qualcuno aveva parlato con "la tipa strana" e non lo aveva fatto per giudicarmi.

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Capitolo 3
*** I promise. ***


Suonò,ancora una volta,come tutti i giorni la mia sveglia. Mamma era a lavorare e io,come sempre mi sentivo abbastanza sola. Questa settimana l'avrei passata in completa solitudine visto che mia madre sarebbe stata di turno giorno a notte a lavoro.
Stranamente,data la situazione,mi sveglia con un piccolo sorisetto.
Justin.
Oggi lo avrei dovuto aiutare con la matematica.
Manco mi piaceva farla,però ero brava,come a tutte le altre materie. 
Non avevo mai niente da fare se non studiare,scrivere e leggere.
Amavo scrivere,scrivere storie sui miei sogni.
Ero una semplice ragazza di provincia ma avevo grandi sogni,puntavo in alto.
Mi vestii,scesi le scale e con il mio zainetto blu cobalto uscii di casa. 
Un'altra delle mie solite giornate,un'altra volta la solita routine.

"Un'altra volta questo viale da sola devo percorrere."esclamai.
"Non direi proprio sola."

Quella voce già la conoscevo. Era Justin.
Appoggiato al palo che sta di fronte a casa mia, aveva fra le mani una sigaretta.
Gli sorrisi. 

"Ciao" disse.
"Buongiorno" risposi.

"Ti va se ti accompagno?" le parole che volevo sentirmi dire da anni erano finalmente uscite da un ragazzo adorabile.

"Certo!" dissi entusiasta. 

Ci incamminammo. 

"Perchè lo fai?" gli dissi. 

"Fare cosa?" mi rispose con un'espressione che diceva : so che cosa intende ma non voglio rispondere.
"Fumare.Perchè fumi?"
"Non me lo aveva mai chiesto nessuno" disse,poi fece una piccola pausa e iniziò a raccontarmi del motivo per cui lo facesse,come se si stesse sfogando.
"Forse per dimenticare,mia mamma è morta quando io avevo tredici anni e così da quando è morta ho iniziato a fumare,mio papà ancora non se n'è accorto,a mala pena sa di che colore sono i miei occhi." disse con gli occhi lucidi.

Mi scese una piccola lacrima che mi abbracciò la guancia. 

"Ti capisco."risposi tenendo lo sguardo abbassato. "comunque i tuoi occhi sono color nocciola,sono di un colore meraviglioso." gli dissi,voltandomi.

Sorrise.
Mamma se era perfetto.
Mi guardò per un attimo e il suo sguardo si posò sul mio polso destro.
Un taglio.
Uno dei miei tanti tagli. 

"E tu,perchè lo fai?" mi si rivolse indicando il mio polso.
"Per il tuo stesso motivo,diciamo.Non sono abbastanza forte per superare tutto quello che è successo e che succede nella mia vita e,anche se forse è da stupidi,l'unico modo che ho per sfogarmi è questo."ribattei.

Ci fermammo. Eravamo uno davanti all'altro. Lui mi guardava il polso,io guardavo la sua mano che reggeva la sigaretta,oramai finita.

"Facciamo una cosa.Prometto che se tu la smetti di tagliarti io smetto di fumare.Prometti anche tu.

Lo guardai negli occhi.
Nessuno mai mi aveva detto una cosa del genere,nessuno si era legato a me con una promessa,nessuno si era interessato a me.
Deglutii.

"Prometto.Lo prometto." dissi decisa.

Mi guardò,sorrise e buttò a terra la sigaretta,quella sigaretta che,secondo la NOSTRA promessa, sarebbe stata l'ultima.

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Capitolo 4
*** The sea. In May. ***


Passai quella giornata con un sorriso stampato in faccia,uno di quei sorrisi che non facevo da tanto,tantissimo tempo.
Aiutai Justin con la matematica,ma devo ammettere che non era poi tanto male.
Andai a dormire,molto più serena del solito.
Non so,era la prima volta che mi sentivo davvero felice.
Mi addormentai pacatamente.
Era mattina,ancora la sveglia doveva suonare e io l'avevo preceduta,svegliandomi,di pochi minuti.
Ero infatti sul dormiveglia quando ad un tratto sentii dei colpetti alla finestra che dava sul mio piccolo balcone.
Mi alzai,sempre con estrema calma.
Questo rumore si ripeteva. Mi avvicinai alla finestra. La aprii e uscii sul balcone.
Come prima cosa guardai il cielo.
Wow,che cielo meraviglioso.Era di un celeste chiaro e emanava pace.
Le nuvole sembravano zucchero filato.
Poi il mio sguardo si posò su un ragazzo che stava lanciando verso la mia finestra dei sassolini.
Era Justin.
"Wow"mi dissi. "Ma questo ragazzo diventa sempre più bello ogni giorno che passa."
Aveva un costume indosso. Un costume a strisce colorate e sopra una maglietta gialla. Madonna,il giallo gli stava davvero benissimo.
Ma la cosa che più mi colpì era che aveva un palloncino,si,uno di quelli gialli,ovali.
Mi guardò. Mi sorrise e lasciò che il palloncino volasse verso l'alto.Verso di me.
Lo presi, e lessi ciò che ci aveva scritto.
Buongiorno Principessa,andiamo sù,mettiti un costume,vestiti e scendi che oggi andiamo al mare.
Avevo un sorriso a trentadue denti,lo guardai,gli sorrisi e lui ricambiò facendomi cenno di sbrigarmi.
Entrai in casa,chiusi la portafinestra e corsi in bagno a prepararmi.
Presi una delle mie tante borse di plastica,una di quelle che usavo durante l'estate quando andavo al mare per leggere. 
Misi lì dentro le mie cose e uscii di corsa.
Lo vidi e me lo abbracciai,fino a stritolarlo.
La luce del sole rifletteva sul suo splendido volto.
Era come se non esistesse nessun altro. Solo io e lui.
Lo guardai e gli sorrisi come mai avevo sorriso a nessuno.
In secondo piano vidi una moto,una bellissima moto.
Gialla e nera con alcune strisce verdi fluorescenti.
Non ero mai montata su una moto,ero abbastanza preoccupata,insomma.
"Justin,sei sicuro di saperla guidare?" dissi basita.
Mi guardò con un aria superiore.
"Certamente altrimenti non me la sarai mai comprata,non credi?" 
"Ovviamente Nicole,che domande sciocche fai" mi dissi da sola,quasi rimproverandomi.
"No,sai perchè io non sono mai montata su una moto."
"Non c'è nessun problema,questa la guida Mr. Bieber."
"Bhè,allora ci da stare sicuri." dissi dandogli un piccolo colpetto sulla spalla destra.
Montammo sulla moto e mi porse un casco,fra l'altro davvero adorabile.
Ancora non eravamo pariti che mi strinsi,quasi soffocandolo,a lui.
Lui voltò appena il capo.
Io me ne accorsi e dissi "Ops,scusami." e allentai appena la presa.
"Ma vuoi scherzare?" mi disse ridendo "non c'è nessun problema,stringimi pure."
Così,dopo tutte le mie moine,partimmo.
Guidava davvero bene,perciò non avevo niente di cui preoccuparmi.
Arrivammo,dopo un'oretta di viaggio, alla spiaggia.
Scendemmo dalla moto e con un paio di asciugamani ci sistemammo.
La sabbia era così morbida,liscia e luccicante. 
Il mare era bellissimo. Un blu cobalto,come il mio zaino, su cui si rispecchiava il sole.
Per essere Maggio le giornate erano davvero bellissime.
Ci sedemmo entrambi a gambe incrociate,come due bambini.
Uno davanti all'altra. 
"Ti va di raccontarmi di tuo padre?" mi disse.
"Non c'è molto da dire. Mi ha abbandonata,anzi,ci ha abbandonate,me e mia madre,quando ancora ero piccola,avevo pochi mesi, ancora non capivo il motivo,ovviamente. Poi crescendo,un giorno,mia mamma mi disse che aveva cambiato continente in compagnia di una russa.Da quel giorno mi chiusi in me stessa,prima ero una ragazza solare,allegra,positiva,poi lui,mi ha fatta cambiare. Ho iniziato a capire molte cose della vita e a smettere di credere che tutto sia perfetto,in realtà questo mondo non ha niente di perfetto." ecco come risposi alle sua domanda.
Quasi mi stessi sfogando,come mai con nessuno avevo fatto.
Una lacrima mi scese dall'occhio sinistro e lui con il suo grande pollice destro me l'asciugò. 
"E' solo una.Prometto che è solo una lacrima,non ne farò scendere altre" gli dissi,scusandomi.
"Non c'è problema,non ci sono problemi,hai capito? E' giusto così,ti capisco."
Non avevo voglia di rovinare la nostra giornata pensando a quell'uomo che non si meritava neanche di essere nominato.
"Alzati andiamo" dissi con un sorriso in faccia. 
"Cosa vuoi fare?" mi rispose lui alzandosi.
"Cosa vuoi che voglia fare,siamo al mare,quindi,bho,un bagno?" risposi.
"Ah sì? un bagno"
"Sì un bel bagno,uno di quelli che durano ore,durante il quale non pensi a niente forche a stare bene."
Inaspettatamente mi prese di peso e mi portò in acqua. 
Era come se sapesse,sempre,in ogni occasione,cosa volevo fare,era come se mi conoscesse da sempre,ed era come se qualcuno lo avesse mandato da me per rendermi la vita meravigliosa.
Avevo capito,che mi avrebbe cambiato la vita.
O almeno lo speravo.

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Capitolo 5
*** two Pizze? ***


Di nuovo la sveglia?
Oh santo cielo,avevo dormito pochissimo.
Mi ero addormentata verso le quattro e alle sette già dovevo svegliarmi,infatti mi suonò la sveglia.
Colpa di Justin. 
Stetti tutta la notte a pensare lui.
Chissà se anche lui stesse pensando a me.
Avevo una voglia assurda di vederlo,come quando si ha voglia di Nutella o di caramelle.
Scesi dal letto e infilai i miei piedi freddi nelle pantofoline viola che avevo. 
Andai in bagno,mi sistemai,poi scesi le scale e trovai uno dei soliti biglietti di mia mamma.
Uno di quei biglietti che oramai conoscevo addirittura a memoria: "Buongiorno tesoro,oggi come tutti i giorni ti ho lasciato questo post it sul frigo  per farti sentire la mia presenza.
ps:ricordati di scongelare la carne."
Sarà stata più di una settimana che non vedevo mia mamma,mi mancava,mi mancava anche una delle sue piccole carezze.
Presi lo zaino e uscii di casa.
Il mio pensiero era rivolto costantemente a Justin.
Arrivai a scuola. Entrai in classe e mi sedetti al banco. 
La mia compagna ancora non era tornata.
Ma,nonostante questo,il banco accanto al mio era vuoto.
Justin non era a scuola.
Sentii suonare la campanella,ancora non era arrivato.
Forse si era sentito male,pensai.
Iniziò la lezione e pochi minuti dopo sentimmo bussare la porta.
"Avanti" pronunciammo in coro.
"Buongiorno Professoressa scusi il ritardo."
Era arrivato.
Mi guardò e si diresse verso il banco vuoto,cioè quello accanto al mio.
Mi sorrise e ricambiai,ovviamente.
Quelle cinque ore passarono velocemente e appena suonò la campanella.
"Come va Nicole?" mi sentii dire con una voce angelica.
mi voltai ed era Justin.
"Benissimo." risposi sorridendo.
Ripensai che sarei stata tutta la sera sola
"Justin,hai voglia di venire da me stasera? Sono sola e quindi magari se ti fa piacere mangiamo una pizza e guardiamo un film,poi se vuoi rimani pure a dormire?tanto ho il letto di mia mamma"
"Certo,passo io a prendere le pizze e il film e ci vediamo stasera."
Nel frattempo,durante la conversazione eravamo usciti dalla scuola. Così mi avvicinai a lui,gli lasciai un bacio sulla guancia destra e mi diressi verso casa.
Passai l'intera giornata a studiare,ma con la mente pensavo a lui.
Erano le otto,oramai.
Poi passarono i minuti.
Le otto e mezza.
Le nove.
Pensai si fosse scordato di me,quando verso le nove e dieci sentii suonare il campanello di casa mia.
Pensai sarà mia mamma che ha finito prima di lavorare e ha deciso di fare un salto a casa sua.
Andai ad aprire la porta.
Era lui.
Aveva in mano una scatola con due pizze e un film Titanic.
"Scusami,davvero." disse
"Ho avuto dei problemi con mio padre." disse.
Iniziò a tuonare e a piovere.
"Vieni entra che piove." dissi,in modo comprensivo. 
Entrò e mi dette un bacio sulla guancia che si era bagnata,nel tempo precendente,di una lacrima. 
Non tanto perchè non si era ancora presentato,ma perchè credevo,che ancora una volta qualcuno mi avrebbe abbandonato. 
Mi risultava spesso difficile fidarmi delle persone dopo la storia con mio padre.
A lui avevo dato la mia fiducia.
E se gliel'avevo data,voleva dire che se la meritava,vola dire che senti dentro di me che lui sarebbe riuscito a custudirla.
Non volevo che se ne andasse dalla mia vita.
Non ora.
Avevo bisogno di lui.
Infatti così non fu.
Lui non aveva tradito la mia fiducia.
Aveva fatto di tutto per essere lì,quella sera.

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Capitolo 6
*** you were born to be mine. ***


"Scusami ancora Nicole." mi risuonò,per tutta la sera,quella frase nella testa.
Justin continuava a scusarsi. Ma in realtà non doveva.
"Justin,ti ripeto che non c'è nessun problema. Anzi,cosa è successo?"
"Mio padre deve di nuovo trasferirsi e io non voglio. Insomma non avevo mai trovato,in nessuna città dove mi ero trasferito una persona che sapesse volermi bene,che si interessasse a me. Adesso ho te,non voglio andarmene.Tu mi servi." mi disse facendo scendere una lacrima dal suo occhi sinistro.
"E dov'è che dovresti andare? No,tu non te ne andrai,io ho bisogno di te.Io ti voglio bene." risposi tremando.
"Lo sento." disse.
"Cosa?"
"Sento che stai tremando. Smettila,non tremare.Non me ne andrò è una promessa. Non voglio andarmene."
"Ti prego,dimmi che non te ne andrai..." dissi staccandomi dal suo caldo corpo e guardandolo negli occhi.
"Ti giuro che non me ne andrò,però devo risolvere questa situazione e..." 
"Rimani qui." dissi interrompendolo
"In che senso Nicole?"
"Rimani a vivere qui, a casa mia. Il posto c'è e mia mamma sarà contenta di sapere che non passerò le mie giornate da sola."
"Ma dici sul serio?"
"Ti sembra che io abbia la faccia di una che scherza?" dissi indicando la mia faccia.
Era una delle idee migliori che potesse venirmi,ero fiera di me e del mio cervelletto.
Mi guardò negli occhi,sospirò e mi abbracciò.
Ero davvero felice di sapere che sarebbe rimasto con me,che avrebbe mantenuto la promessa.
Ero felice di aver trovato una persona con cui passare le mie giornate felicemente. Ero felice che quella persona fosse lui.
E così ci addormentammo,mentre fuori pioveva, in un caldo abbraccio.
 
***
 
 
Aprii gli occhi.
Mi ritrovai sul divano di casa mia abbracciata a Justin.
Non volevo muovermi,altrimenti lo avrei svegliato ed era davvero così bello quando dormiva.
Il plaid era a terra,le scatole della pizza pure e dalla finestra riusciva a trasparire un piccolo spiraglio di luce,proprio quello che mi aveva svegliata.
Avrei voluto chiudere la tenda per far sì che quello spiraglietto non ci disturbasse,ma non potevo di certo alzarmi.
Sospirai e mi fermai a guardarlo.
La sua pelle,rischiarita dalla luce del mattino,era liscia e pallida. Era davvero qualcosa di meraviglioso.
"Ma una creatura così perfetta può essere reale?" dissi a bassa voce,per non svegliarlo.
Continua a fissarlo e vidi spuntare sulla sua bocca un piccolo sorriso.
Come se mi avesse sentita e fosse sempre stato sveglio.
"Sono qui accanto a te,ti sto stringendo a me e ti ho fra le braccia.Sto per baciarti, e solo le persone reali possono baciare." rispose con un filo di voce lasciando gli occhi chiusi.

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Capitolo 7
*** Happy birthday Princess. ***


Ecco.
Mi aveva lasciata senza fiato.
Mi strinse i fianchi,cosa che io amavo,e si avvicinò a me.
Sentivo il suo respiro sulla mia pelle e,molto probabilmente avevo le farfalle nello stomaco. Non sapevo più cosa pensare.
Era così vicino a me che io,se non fossi stata già sdraiata,mi sarei dovuta sedere.
"Hey, i just met you, and this is crazy,but here's my number,call me maybe?"
Cazzo. Il mio fottuto cellulare,stava suonando in quel fottuto momento,così dovetti allontanarmi e abbassare lo sguardo per potere afferrare il cellulare e rispondere.
"Mamma,ciao."
" Ehi tesoro,come va?"
"Tutta bene mamma,tu?"
"Bene amore,sto a lavoro quindi ci sentiamo più tardi,okay?"
"Okay,a dopo."
Attaccai la chiamata e nel momento stesso in cui appoggiai il mio telefono sul tavolino che stava lì vicino sentii di nuovo quell'orecchiabile suoneria.
"Ciao Nicole,sono Summer,volevo invitarti,se ti va alla mia festa di compleanno di stasera,ti va di venire? so che è un pò tardi però,sei vuoi portare anche Justin fai pure."
" Mmh,fai conto che veniamo entrambi, grazie a domani!" dissi .
"Chi era?" disse Justin indicando il telefonino.
"Summer. Ci ha invitata alla sua festa domani sera,quindi andremo. Poi a mezzanotte è il mio di compleanni quindi..."
"Certo,ti passo a prendere stasera alle 8.00" disse Justin alzandosi dal divano e rimettendosi le sue supra rosse.
Si avvicinò alla porta. 
"Allora a dopo" dissi sorridendogli.
"A dopo" rispose stampandomi un bacio sulla guancia.
 
                                         ***
Avevo deciso,stranamente di mettermi un vestito nero con un paio di tacchi di ugual colore.
Era un vestito che mamma mi aveva comprato poco tempo prima,nero,abbastanza corto e con una scollatura che non ero abituata a portare.
Mi ero stufata dei miei felponi e dei jeans,così decisi di rivestirmi.
Wow,mi sentivo davvero a disagio.
Sentii suonare il campanello,così scesi le scale,mi infilai in fretta un tacco dieci e aprii la porta.
Justin.
Cavolo quanto era bello.
Aveva un paio di jeans neri con una maglietta rossa con su disegnata una chitarra. Il rosso gli stava davvero bene.
Ai  piedi aveva le sue solite supra rosse,che riprendevano così il colore della maglietta.
"Wow,siamo in tiro stasera." mi disse,forse perchè era abituato a vedermi in tuta o jeans.
"Per cambiare un pò.." risposi imbarazzata.
"Stai una meraviglia."
Arrossii come era mia solito fare e,prendendo la borsa,chiusi la porta e mi trovai davanti una Lamborghini nera.
"E questa da dove sbuca?"dissi a Justin riferendomi all'auto.
"Dai viveri di mio papà" ripose ridendo.
Montai su quell'auto davvero splendida. 
E in pochi minuti arrivammo a casa di Summer.
Era un'abitazione davvero carina. 
Scesi,e a causa del mio equilibrio,mi aggrappai a Justin,sorridendogli in modo impacciato.
Salutammo Summer,che era davvero uno schianto.
La casa era grande,ed era piena di gente che,non mi aveva mai notata e stranamente continuava a guardarmi.
Persino i ragazzi della squadra di calcio mi guardavano,eppure loro mi avevano sempre e solo presa in giro.
Mancavano due minuti alla mezzanotte,quando vidi Justin avvicinarsi al deejay.
Iniziò a parlarci e poco dopo mi voltai e lo vidi con il microfono in mano.
Le luci si spensero e la musica pure.
"Salve a tutti,probabilmente pochi di voi mi conoscono,però devo fare un annuncio importante.Innanzi tutto voglia ringraziarvi anche a nome di Summer per essere qui e poi vorrei dire anche un'altra cosa...E' mezzanotte e quindi è un altro giorno. Un giorno importante visto che è il compleanno della mia Principessa,che sicuramente è qua fra voi,quindi non posso fare altro che farle le auguri. Auguri Nicole. Tanti auguri Principessa." ecco,così concluse il suo discorso.
Dentro di me si scatenarono una serie di emozioni che non riuscivo a spiegarmi.
E non ci riuscii,non ebbi neanche il tempo di riuscire a capire cosa mi stesse succedendo che mi ritrovai abbracciata a Justin con un mazzo di rose rosse in mano.
Oh mio dio che cosa meravigliosa.
Quasi non riuscivo a spiccicare parola.
Sussurrai nell'orecchio di Justin un piccolo "Grazie,sei magnifico."
Mi strinse i fianchi e mi sorrise.
Non riuscivo a lasciarlo.
"Okay,tesoro,adesso puoi lasciarmi,no?"
Avrei voluto rispondere che sarei rimasta tutta la vita abbracciata a lui,ma non ce la feci.
"Okay" risposi sorridendo.
Mi staccai da lui e lo vidi sorridere,così anche lo feci pure io.
Non riuscivo ancora a crederci.
Quel ragazzo era qualcosa di meraviglioso.
Erano anni che nessuno,oltre a mia mamma, mi faceva gli auguri.
Mi sentivo davvero bene.







 
Spazio per l'autore:
eii lettrici.
Mi seguite tipo da sei capitoli e ancora non avevo messo lo "spazio per l'autore",ecco,adesso mi serviva. 
Sappiate che questo capitolo non è stato tutto ed intermanete merito mio.
Cioè,io l'ho scritto ma ho soltanto riportato,basandomi sulla storia che stavo scrivendo,una cosa che mi è successa il giorno del mio compleanno.
Quindi,niente,spero vi piaccia.
aaah,inoltre dedico il capitolo ad un ragazzo meraviglioso.
al prossimo capitolo.
Gems.

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Capitolo 8
*** Our frist kiss. ***


Stavo davvero bene.
In pochissimi minuti tutti si avvicinarono a me e mi fecero gli auguri.
La fine della serata passò in un attimo.
Io e Justin tornammo a casa e ci buttammo subito sul letto per dormire. 
Eravamo davvero stanchi.
La "nottata" passò velocemente e io e Justin ci risvegliammo la mattina stesi sul letto di mia mamma abbracciati.
Dalla finestra entrava un filo di luce e il tempo fuori era uno dei migliori.
Non avremmo dovuto alzarci per andare a scuola perchè era domenica. 
Ce la prendemmo comoda.
Cavolo quanto profumava.
Appoggiai la mia faccia sulla sua spalla. 
La sua pelle era morbidissima e liscia.
Mi strusciavo a lui guardandolo sorridere. 
Quando ad un tratto lo abbracciai,come per sentirlo,ancora una volta,mio.
Lui fece lo stesso e per pochi minuti mi sentii protetta.
Chiusi gli occhi e ripensai a quel giorno,in cui,per la prima volta mi persi nei suoi occhi color nocciola.
Li riaprii e appoggia il mio naso sul suo. 
"Hai il naso ghiaccio" dissi arricciando il mio.
"Lo so,mi si congela ogni volta che sono agitato." rispose,inaspettatamente.
"E adesso sei agitato?" risposi,lasciando i nostri nasi a contatto.
"Sì,parecchio." mi disse sorridendo.
Tremava.
Tirai fuori la mano da sotto le coperte e la appoggiai,caldamente,sulla guancia che lui non teneva appoggiata al cuscino.
La distanza fra le nostre labbra era sempre minore.
Mi strinse i fianchi.
A quel punto tremavo anche io.
Mi dissi: dai,adesso basta tremare,bacialo,ora.
Evidentemente lui si disse la stessa cosa e così le sue labbra toccarono le mie. 
Mi sentivo protetta.
Ero davvero felice e non mi sarei mai voluta allontanare da lui.
Quel baciò però finì e lui si allontanò dalla mia bocca per sorridermi.
Io feci la stessa cosa.
Lo guardai dritto negli occhi,quei meravigliosi occhi che incontrai per la prima volta grazie a la mia sbadataggine. 
"Grazie di tutto,davvero." dissi abbracciandolo.
"Grazie a te di esistere,davvero." mi rispose.
Rimasi come pietrificata.
Non mi aspettavo di certo una risposta del genere.
Nessuno mi aveva mai detto una cosa così meravigliosa.
Tutto ciò mi suscitò un sorriso,un sorriso che se ne era andato da tanto e probabilmente,senza Justin,non sarebbe tornato.
Lo strinsi di nuovo a me.
Il suo corpo adesso era caldo.
Buttai un occhiata alla sveglia.
Oh cavolo,erano le undici e mezza.
Dovevo ancora mettere apposto casa e cambiarmi.
Sarei andata a pranzo con mia madre,che mi mancava infinitamente da un'intera settimana.
"Justin,devo alzarmi. A mezzogiorno e mezza devo farmi trovare pronta per andare a pranzo con mia mamma." dissi.
"Certo,alziamoci su..ma prima..."
Non feci in tempo ad accorgermi di quello che stava succedendo che mi ritrovai stessa su quelle lenzuola lilla a ridere a causa del solletico che mi stava provocando Justin.
"Okay,adesso puoi lasciarmi."dissi a fatica fra una risata e un'altra.
"No,mai." rispose con un aria da finto malefico.
"Ah si,vuoi la lotta? e lotta sia." risposi con un'aria da superiore.
Lo rabaltai e adesso lui si trovava nella mia situazione di partenza.
"Avresti dovuto saperlo,noi donne vinciamo in partenza." dissi,lasciandomi cadere su di lui.

 

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Capitolo 9
*** I think I love you,no,I love you. ***


"Dai,adesso devo prepararmi." dissi sbuffando.
"Okay,alziamoci." rispose sorridendomi.
"Aspetta,e se venissi anche tu a pranzo con me e mia madre? Sono convinta che le farebbe piacere conoscerti!"
"Bhè,non vorrei essere di disturbo,insomma sono giorni che non la vedi,magari volete stare da sole."
"Non sei mai di disturbo." dissi alzandomi e tirandolo su dal letto.
"Dai,andiamoci a cambiare allora." rispose stringendomi i fianchi.
Cavolo quanto mi piaceva quando mi stringeva a se,come per farmi sentire sua.
"Che dici,mi metto la maglietta gialla o quella nera?" mi urlò da sotto la doccia.
"Quella gialla,quel colore ti dona." riposi.
Uscì dalla doccia e così ci scambiammo,io intanto avevo preparato i vestiti.
Avevo deciso stranamente di mettermi un paio di tacchi blu,con un paio di jeans scoloriti e una maglietta che amavo e che mi aveva regalato mia mamma.
Era blu,con sopra uno smile giallo e andava incrociandosi come una treccia sul fondo schiena.
Così,mentre Justin si cambiava io mi feci una doccia e in venti minuti eravamo pronti.
Stava davvero bene.
"Come ho già detto,il giallo ti dona parecchio."
"Tu stai bene pure con un sacco della spazzatura indosso." mi disse abbracciandomi e prendendo il marsupio blu che aveva sul tavolino.
"Adesso usciamo,la mamma ci aspetta al ristorante che fa angolo in fondo alla strada." dissi sbacchiando la porta.
Decidemmo di andare a piedi visto che il tempo era davvero bello.
Arrivammo davanti al ristorante e io tirai un sospiro.
Ogni volta che incontravo mia mamma per me era una sfida,avevo sempre paura di deluderla, riguardo qualsiasi cosa.
Entrammo e ci avviammo verso il tavolo dove era seduta mia mamma.
"Ciao mamma." dissi abbracciandola.
"Ciao tesoro!" rispose sorridendomi.
"Lui è Justin,il mio ragazzo." dissi,aspettandomi che mia mamma lo giudicasse in modo negativo e senza pudore,come d'altronde faceva sempre.
"Finalmente un baldo giovane con cui passare le tue giornate l'hai trovato Nicole. Brava,bella scelta." disse lasciandomi sbalordita.
"Sei davvero un bel ragazzo,e il giallo ti dona Justin." proseguì lasciandomi davvero senza fiato.
Justin mi guardò con la coda dell'occhi,sorrise e strinse la mano a mia mamma.
"E' davvero un piacere conoscerla signora Hepburn." disse stringendole compiaciuto la mano
"Piacere mio,chiamami pure Viviana."
Ci sedemmo al tavolo e il pranzo andò a gonfie vele.
Mia mamma non mi disse niente,non mi giudicò negativamente,stranamente era di buon'umore.
Dissi a mia mamma che Justin si sarebbe fermato da noi sin dalla prossima settimana e lei ne fu felicissima.
Poi tornammo a casa e mia mamma tornò a lavorare.
"Che ne dici se ce ne andiamo al cinema." propose Justin.
"Certo,ma cosa ci andiamo a vedere?" risposi.
"Twilight..lo danno per la sesta settimana di fila." mi disse.
"Okay dai,meglio che niente." 
Così tornammo a casa per studiare e verso le sei partimmo per andare al cinema.
Arrivammo là e la sala era praticamente vuota,soltanto la prima fila era occupata da alcune ragazze che continuavano a fissare Justin.
Certo era un bel ragazzo,come non guardarlo,però dico:contenetevi!
Così alla fine del film ci alzammo dalle nostre due poltroncine e,finalmente,ci avviammo verso l'uscita.
"Sei una tipa gelosa." mi disse Justin sorridendomi ironicamente e vedendo che ero un pochetto agitata.
"Si,non lo si era notato?" dissi sorridendogli.
"Non devi esserlo. Non ne hai motivo,io sono qui con te e non con quelle ragazze." rispose stringendomi a se e baciandomi.
Uscimmo dal cinema ed erano le sette e mezza.
"Andiamo al Mcdonald's." proposi entusiasta. 
Amavo andare a mangiare lì,preferivo mille volte quel posto che i ristoranti dove devi stare attenta a sporcarti e dove per passare poche ore per cenare devi spendere tanti di quei soldi che non guadagneresti in una settimana di lavoro.
Justin la pensava come me e così,andammo a cenare lì.
Uscii dal Mcdonald's con una patacca di olio sui pantaloni e sbuffando dissi " Certo che adesso mi ci voglio vedere a lavarli a mano." 
"Non è un problema,puoi sempre portarli in tintoria" rispose Justin fiero di se della sua uscita.
"Giusto." dissi
Poi abbassai lo sguardo e riflettei su quello che mia mamma ci aveva detto a pranzo.
"A mia mamma piace,e neanche poco."
"Menomale,così ho superato la prova del -conoscere i genitori- ,mi sento sollevato." disse ironicamente. 
"Insomma a chi non piaci,sei un ragazzo adorabile." 
Si fermò sul marciapiede,mi tirò a se e mi abbracciò.
"Grazie di tutto Nicole.Penso di amarti."
Avevo la testa appoggiata alla sua spalla,infatti,nonostante i miei dieci centimetri di tacco rimaneva più alto lui con le sue supra.
Mi sfiorò la guancia una lacrima fresca che poi finì per raggiungere la mia bocca per poi cascare sulla sua maglietta.
"Anche io penso di amarti Justin...anzi,io non penso di amarti,io ti amo." risposi sorridendo.

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Capitolo 10
*** immaginavo che questo momento sarebbe arrivato,solo lo vedevo lontano. ***


erano solo due parole "ti amo".
due parole così semplici da pronunciare,ma non facili da provare.
non avevo mai amato qualcuno,o forse si,mia mamma.
Il nostro era una amore diverso.
Lui mi completava.
Lui mi aveva capita sin dall'inizio.
Lui mi avrebbe cambiato la vita,mi avrebbe fatta diventare una persona diversa.
E pensare che furono i suoi occhi la prima cosa che notai di lui.
Quegli occhi color nocciola che ho sognato spesso.
**
 
Adesso mi trovo qui.
A distanza di quindici interi anni.
Sono qui a scrivere questo diario.
Si,ricordo tutto esattamente alla perfezione,dato che quel ragazzo mi ha davvero cambiato la vita.
Ci siamo sposati.
Abbiamo due splendide bambine,Summer e Jasmine.
La prima ha tre anni,l'altra uno soltanto.
Non potevamo scelta migliore e adesso che mi ritrovo qua a riflettere sul passato osservo i miei polsi.
Là sopra non vedo più cicatrici,ma un tatuaggio.
Sul polso sinistro ho scritto "Stay" sull'altro "Strong" .
Tutto ciò grazie a lui,a Justin.
Adesso che è mio marito penso di non poter desiderare cosa migliore.
Le miei bambine non avrebbero potuto avere padre migliore.
Spero di essere riuscita ad amarlo come lui si merita.
La cosa che più mi addolora è pensare a come potrò dire loro,dire a l'uomo che mi ha cambiato la vita che sono malata di cancro.
Vado avanti pensando alla mie bambine e a lui,al loro padre.
La cosa che più mi scalda il cuore è pensare che in un futuro ci sarà lui a occuparsi di loro.
Nonostante questa difficoltà,sono la donna più felice del mondo,poichè il mio essere solitaria,quando ero una ragazza,il mio voler sempre leggere ha fatto si che io conoscessi l'uomo che adesso è il padre delle mie bambine.
Ricordo come fosse ieri il titolo di quel libro che tengo sopra il comodino e che ogni mattina,mentre pettino i miei lunghi capelli rossi,guardo e grazie al quale ricordo ogni particolare della giornata nella quale ho visto per la prima volta Justin.
"Just him" è questo il titolo.
amo quel libro e non possa fare altro che sentirlo mio,sentirlo nel cuore,come se mi avesse salvato la vita.
So che un giorno Justin,leggerà questo diario,magari in mia assenza. 
Perciò è per lui che scrivo queste poche righe di ringraziamento.
"Grazie amore mio,grazie di avermi sempre aiutata,e di avermi cambiato la vita,come nessun'latro è riuscito a fare. Grazie per esserci sempre stato da quando mi hai incontrata. Grazie per aver sempre accettato i miei difetti,per avermi completato la vita,per avermi amata come avrei voluto. Grazie per essere stato il ragazzo,il migliore amico,il marito, il padre delle mie bambine ,migliore che potessi desiderare.Sei stato e sei tutto ciò che cercavo. Ti amo,tu sei la mia metà,la metà più fottutamente perfetta che potessi trovare.Grazie infinite,di tutto.
 
 Tua moglie"
 

 
ecco,come già immaginavo,il mio viso è tutto bagnato,bagnato da lacrime che contengono ricordi indimenticabili.





 
 SPAZIO PER L'AUTORE:

Innanzi tutto scusatemi per la lunga assenza,non avrei dovuto,soltanto che sono stata impegnatissima con la scuola e ho avuto qualche
problemino inoltre mi mancava l'ispirazione.
So che non vi aspettavate questa fine.
A dire la verità nemmeno io me lo aspettavo,poi mi sono messa davanti al pc ed ecco cosa ne è  vemuto fuori.
Ecco,la ff è finita.
Non mi aspettavo questo però ecco,mi è venuto e quindi,magari non vi piaceraà,però bho,è uscito questo
L'unica cosa che posso fare è ringraziarvi per essere arrivati a leggere fino a qui,fino alla fine.
Grazie per avermi seguita e considerata durante questo percorso.
Grazie lettrici.
Spero di tornare il prima possibile con un'altra ff o magari una os ,chi lo sà .
Un grande bacio.
Gems.

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