Royal White Fur

di Lady H
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Lucky as usual! ***
Capitolo 2: *** Getting "catter"? ***
Capitolo 3: *** Blood, blood, gallons of the stuff! ***



Capitolo 1
*** Lucky as usual! ***


Non pubblico da un sacco, lo so. Ma senza ispirazione come si fa? Ad ogni modo, ecco una storiella fresca fresca, questa sarà di più capitoli, chiedo gia scusa per eventuali futuri ritardi.

Contiene: nudità e vaghi riferimenti sessuali (scriverò capitolo per capitolo cosa vi si trova ok?).

I personaggi non sono miei, appertengono a Yoshihiro Togashi, questa storia è stata scritta per puro divertimento e non a scopo di lucro.

Spero vi piaccia.




Royal White Fur


Chapeter 1 – Lucky as usual!

-Una donna nuda vestita da gatto?! Ma se questa frase non ha nemmeno un senso logico! O è nuda o è vestita da gatto!

-Dai Keiko non ti scandalizzare! Sicuramente è qualche pazza che si diverte a fare scherzi strani! Ad ogni modo è su tutti i telegiornali!
Yusuke si volta lievemente a guardare la ragazza che gli cammina accanto, non sembra convinta dalle sue parole ma quando incrocia il suo sguardo sorride e annuisce. Ha un sorriso stupendo e accomodante, di quelli che farebbero sentire a proprio agio chiunque, anche dopo aver insultato tutti i suoi defunti. La strada per la casa di Genkai non è più particolarmente lunga e si sente già il vociare tipico di Kuwabara che discute con Hiei e i suoi monosillabi. Sono sempre i soliti: litigano di continuo, ogni santo giorno, e certe volte fanno anche a botte, ma in fondo credo si vogliano addirittura bene. Anche perché se davvero Hiei non volesse che Kuwabara uscisse con la sua adorata sorellina credo che avrebbe gia provveduto a farlo fuori senza nemmeno curarsi di far sparire il suo cadavere. Yusuke scuote lentamente la testa pensando a quanto la testa di Hiei sia contorta e insensata agli occhi di chiunque. Solo Kurama sembra riuscire a capire cosa frulla nella testa di quel nanerottolo scontroso, e per quanto Hiei finga indifferenza tutti ormai hanno capito quanto lui tenga realmente a Kurama. Ora la radura davanti alla casa della defunta maestra è completamente visibile davanti  ai loro occhi, Kurama e Yukina stanno tranquillamente sorseggiando del  te seduti su una coperta stesa sul prato, il ragazzo le sta raccontando qualcosa e la ragazzina ride sommessamente lanciando qualche occhiatina alla figura nera di Hiei che ormai sta cercando di uccidere Kuwabara con i suoi occhi di fuoco.
-Per quanto tu dica di essere il demone più forte del Makai… resti un nano!
Lo sguardo di Kuwabara ha un non so che di sfida quando il “nano più forte del Makai” lo colpisce con il suo minuto piedino destro in piena faccia scaraventandolo contro un qualche albero nel bosco alle sue spalle. Gli occhi dello youkai brillano di soddisfazione mentre si dirige verso la sorellina e la volpe per sorseggiare il te appena versato in una tazzina decorata elegantemente con delle piccole rondini blu.
-Kuwabara?! Tutto bene?
La voce di Yusuke si perde nel bosco e pochi secondi dopo la voce di Kuwabara arriva con forza alle orecchie di tutti.
-Si sto bene! Quel nano mi ha fatto saltare le otturazioni ma non dirglielo!!
Kurama e Yusuke si guardano e scoppiano a ridere mentre Hiei accenna un sorriso bevendo sotto lo sguardo dolce di Yukina. Yusuke intanto risponde al compagno.
-Ok, tranquillo non glielo diciamo!
Il pomeriggio trascorre tranquillo a ridere e scherzare con i compagni di vecchie battaglie e a sorseggiare il delizioso te che solo Yukina sapeva preparare. Quando il cielo inizia a variare il suo colore con le tinte calde del tramonto Yusuke e Keiko si concedano per tornare a casa.
-Potevamo anche restare a cena!
La voce imbronciata di Yusuke irrita la ragazza che con tono fintamente pacato lo riprende.
-Devo fare i compiti… e pure tu dovresti farli!
Il ragazzo sorride mentre si fermano davanti alla porta di casa Yukimura. Lei ricambia il sorriso e il silenzio si fa imbarazzante. Lui sa bene cosa si aspetterebbe lei in questo momento, ma non è ancora pronto a darle un bacio in piena regola, non gli dispiacerebbe, anzi! Tuttavia non si sente di illuderla così quando lui stesso non sa ancora cosa vuole veramente da lei, da loro. Inoltre da quando è diventato un detective per conto del piccolo Enma la sua vita è in costante pericolo e, non sa perché, ma sente che se non la bacia lei non si affezionerà troppo a lui. Spera che senza atti “ufficiali” lei forse potrebbe dimenticarlo se morisse.
-Beh, allora a domani!
Lei sorride con discrezione mentre lo saluta e lui si allontana ostentando la sicurezza che in quei momenti perde del tutto.
Yusuke passeggia da solo per le solite viuzze del quartiere residenziale dove abita, lo fa quasi ogni sera per sgranchirsi le gambe e respirare l'aria fresca che invade quella zona dopo cena. Passa accanto ai soliti edifici silenziosi e giunge al parco, sorride guardando l'altalena su cui dondolava ogni giorno quando era piccolo e sua madre doveva spingerlo sempre più forte: da piccoli non è mai abbastanza in alto. Vi si siede e con i piedi a terra dondola delicatamente, le catene cigolano sotto il suo peso e sente il fruscio del vento tra gli alberi. Un suono inusuale attira la sua attenzione, è flebile ma acuto, breve e intervallato dal silenzio. Si alza e tende l'orecchio per capire da dove proviene e da cosa potrebbe essere prodotto, ora ha le caratteristiche tipiche di un lamento. Sembra provenire dalla piccola "casetta" sotto allo scivolo blu, si avvicina e il suono diventa più chiaro confermando la sua provenienza. Appena fuori dalla struttura in compensato blu scuro riconosce il suono come il tipico lamento di un gattino e si sporge nella struttura con sicurezza.
-Ma perché certe cose succedono solo a me?
Nel piccolo spazio dentro alla struttura si distingue la figura esile e sinuosa di una ragazza, plausibilmente sui 17 anni, dai capelli biondo platino lunghi fino alle spalle, la pelle bianca come il latte e gli occhi inaspettatamente grandi dal colore poco riconoscibile nella penombra. La ragazza esibisce due grandi orecchie da gatto e una coda foderate di pelo bianco con delle lievi tigrature grigie, con le mani e la coda nasconde con scarsi risultati le parti più intime del suo corpo completamente nudo.
-miao...
Il ragazzo si toglie le giacca e gliela porge con calma ma la ragazza si appiattisce contro la parete mentre un ringhio sommesso comunica il suo disappunto.
-Dai, prendila...
Allunga la mano ulteriormente ottenendo come unico risultato un rapido miagolio acuto e un graffio sulla mano sferrato ad una velocità disumana, pulisce il sangue su un fazzoletto e chiama Kurama sul cellulare.
-Dai...rispondi...Kurama? Sono Yusuke! Sono al parco giochi dietro casa mia...si quello con lo scivolo a forma di elefantino. Ho un problema, ho trovato qui la donna di cui parla la tv... Ma non credo sia semplicemente vestita da gatto…
Yusuke si siede al suolo davanti all'entrata del riparo, la guarda mentre si volta lentamente in una posizione più confortevole e, forse, più sicura in caso di attacco, se ne accorge solo ora, i suoi arti hanno una proporzione diversa rispetto a quella umana: i suoi piedi paiono più lunghi e ne appoggia solo la punta, la gamba pare più corta di quanto ci si aspetterebbe. Il suo corpo è così curioso eppure nonostante tutto resta sinuoso e morbido, quasi sexy. Lo sta guardando fisso negli occhi, non sbatte le palpebre, le sue grandi orecchie sono chiaramente ruotate verso di lui.
-Quindi...come ti chiami?
-miao!
Il classico miagolio a bocca aperta rivela dei sottilissimi canini che scompaiono dietro alle labbra sottili e curvate al centro in un conturbante sorriso involontario. Gira un orecchio verso destra senza distogliere lo sguardo dal moro e pochi istanti dopo anche Yusuke sente dei passi sulla ghiaia del parcogiochi.
-Yusuke?
-Kurama, sono qui sotto allo scivolo!
Il ragazzo si avvicina con calma continuando a parlare
-Scusa il ritardo, ma cos'hai detto di aver trovato? Per telefono non ho capito molto...oh!
-Ora capisci?
Il ragazzo da capelli rossi chinato accanto a Yusuke annuisce scambiando degli sguardi intensi con la curiosa creatura, il movimento della sua coda si fa più rapido e marcato mentre annusa l'aria in direzione di Kurama. Si alza restando a gattoni, ora il suo fisico risulta perfettamente adatto a procedere sui quattro arti mentre si avvicina al rosso annusando con le labbra socchiuse. Lo Yoko allunga delicatamente la mano verso di lei che lentamente si avvicina fino a sfiorarla per poi strusciare con forza la guancia contro le dita esili.
-Che gattina simpatica! Senti? Fa le fusa!
Yusuke lo guarda allibito, il suo amico ha sempre avuto il tocco magico per interagire con la gente ma non pensava fosse bravo fino a questo punto!
-Si, lo sento ma...hai idea di cosa sia questa ragazza?
Kurama scuote la testa mentre accarezza la ragazza sui capelli, lei sembra gradire molto il contatto visto il consistente strusciarsi agli abiti del ragazzo.
-Non so cosa sia ma mi pare chiaro che non è umana...
Allunga una mano sulla sua spalla.
-Forse dovremmo portarla via prima che si ammali: è molto fredda.
Yusuke annuisce e propone di portarla da lui, casa sua è piuttosto vicina e nessuno li avrebbe visti passare. Si alzano e appena Kurama inizia ad allontanarsi la creatura lo segue camminando a quattro zampe e miagolando sonoramente. Pochi minuti dopo arrivano a casa Urameshi, sua madre non è in casa e la ragazza li segue con cautela nel territorio inesplorato del salotto. Sembra da subito gradire l'atmosfera calda e rilassata tanto che salta su un divano e si raggomitola in un angolo senza perdere di vista Yusuke che seduto su una sedia di fronte a lei la fissa confuso. Kurama entra nella stanza con una scodella di latte tiepido e la appoggia al suolo davanti alla ragazza che lo fissa curiosa annusando lievemente l’aria.
-Dai, bevine un po'... È buono!
La gatta continua a guardarlo finchè lui non bagna un dito nel liquido e glielo passa sul naso che lei lecca ripetutamente.
-Oddio...ma riesce a leccarsi il naso!- lo stupore di Yusuke è tangibile -Non è umano!
-Beh, questo mi pareva chiaro.
Il sorriso scherzoso e naturale di Kurama cozza completamente con le sue carezze sinuose sulla schiena nuda della ragazza mentre beve il latte con rapidi schiocchi della lingua.
-Forse...dovremmo metterle qualcosa addosso.
Kurama segue lo sguardo fisso di Yusuke: forse Keiko l'avrebbe ucciso se l'avesse visto guardare con aria languida i seni abbondanti della ragazza strusciare ritmicamente contro il tappeto ad ogni lappata di latte.
-Si, forse hai ragione.
Qualche ora dopo la ragazza finalmente si addormenta sul divano con addosso una t-shirt di Yusuke e delle mutandine di sua madre appositamente bucate per fare posto alla coda. Avrebbero voluto vestirla di più ma la signorina aveva rimesso i suoi nuovi amici a posto con qualche unghiata a Yusuke e qualche innocua zampata d'avvertimento per Kurama.
-Continuo a chiedermi cosa può essere...
Kurama la guarda e risponde sospirando.
-So solo che il suo è un odore da youkai... Per il resto ne so quanto te.
-Quindi è un demone? A vederla così non sembra... Non parla neanche! Sta lì e fa la gattina da salotto...
Riavviandosi i lunghi capelli rossi il ragazzo scrolla le spalle, non sa nemmeno lui perché la ragazza non parli e continui a comportarsi come un comune gatto, ma soprattutto non ricorda di aver mai visto in tutta la sua vita un demone simile a quello, demoni gatto ce ne sono molti, certo ma sono tutti uomini grandi e muscolosi ricoperti di pelliccia sulla schiena e sulle gambe, feroci e aggressivi. Mentre le femmine sono dei veri e propri gatti, lunghe sui due metri e affamate di dolce carne di youkai, ma comunque dei gatti. Che strana creatura è quella che ora si rigira nel sonno sul divano?

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Capitolo 2
*** Getting "catter"? ***


Buonasera! Tenterò di aggiornare ogni due settimane, dico tenterò perchè sono in periodo di esami e quindi devo studiare. Ad ogni modo ecco il secondo capitolo! Buona lettura!

Contiene: nudità.


Disclaimer: vedi cap. 1


Chapeter 2 – Getting “catter”?
Yusuke apre gli occhi illuminato dal sole mattutino di quel caldo autunno, ha dormito sulla sedia e nemmeno lui sa come ci sia riuscito senza fracassarsi il cranio sul parquet dopo essersi assopito, si guarda intorno e non vede ne Kurama, ne quella cosa miagolante. Se non si fosse svegliato sulla sedia avrebbe pensato che fosse stato tutto un sogno.
-Ehi! No, non mi bagnare! Ahahahah
La risata inconfondibile di Kurama lo attira fino al bagno dove sente chiaramente l’amico ridere sovrastando un curioso rumore d’acqua, apre lentamente la porta e un consistente schizzo d’acqua lo lava da cima a fondo prima che lui riesca a inquadrare chiaramente la ragazza immersa nella vasca e Kurama con le maniche rimboccate fin sopra ai gomiti armato di spugna e sapone.
-Posso ricordarti che è un demone potenzialmente pericoloso e non una gattina innocua da mostra felina??
Kurama si volta e sorridendo risponde.
-Il fatto è che credo avesse sete e voleva bere dal wc… e ci è scivolata dentro, lei voleva lavarsi “da vero gatto” ma mi sembrava un po’ eccessivo così ho deciso di farle un bagno.
Yusuke intanto si è avvicinato ai due e osservando la ragazza nota una particolare che non ricordava dalla sera prima.
-Capisco… comunque potrei sbagliarmi ma…  non ricordavo avesse la pelliccia.
Kurama infila una mano nell’acqua come a cercare qualcosa e dopo un attimo tira su quella che dovrebbe essere la mano destra della ragazza, che invece è in tutto e per tutto simile alla zampa di un gatto ricoperta anch’essa dalla corta e sottile peluria bianca che ricopre tutto il suo corpo a parte il viso e la pancia.
-Io non ricordo neanche che avesse queste zampe da gatto con tanto di cuscinetti morbidi.
-Questo vuol dire che sta diventando… “più gatto”?
Kurama alza le spalle continuando a stuzzicare la parte morbida e gommosa sotto alla zampa della ragazza.
-Così pare. Solo, non capisco perché.
-Non lo starà facendo apposta?
Entrambi fissano la ragazza che cerca di prendersi la coda schizzando acqua ovunque mentre Kurama risponde perplesso
-Può essere… ma non mi convince…
Yusuke annuisce, effettivamente una trasformazione così lenta è strana e anche la quasi completa assenza di un’aura, pur essendo lei un demone, risulta anormale. Inoltre il suo comportamento, sembra del tutto inconsapevole di ciò che accade, sembra… una bambina. Il campanello distoglie il moro dai suoi pensieri mentre Kurama sta asciugando la ragazza con fatica visto che lei sembra più intenzionata a fare la lotta.
-Vado ad aprire.
Dicendo questo lascia il rosso alle prese con la gattina e si dirige verso la porta, dallo spioncino vede lo sguardo rovente di Hiei che si guarda attorno nervosamente. Apre la porta e il ragazzo entra senza troppi complimenti.
-Hiei, ciao!
-Mh.
Lo youkai si guarda attorno con insistenza e poi si volta verso Yusuke, il suo sguardo chiarisce da subito che quanto sta per dire non è ne una battuta ne un convenevole di scarsa importanza.
-Dov’è quella volpe?
-Hiei, sono qui in bagno!
Le iridi di sangue del piccolo demone guizzano verso la porta socchiusa in fondo al corridoio, girandosi estrae la sua katana e con lunghe falcate arriva davanti alla soglia, Kurama lo guarda interrogativo mentre si asciuga le mani vigorosamente. Il piccolo youkai  punta la lama alla gola dello yoko.
-Hai detto a Yukina che sono suo fratello?
-No! Mi ha chiesto se avevi dei parenti e gli ho detto che hai una sorella. Tutto lì.
-Mh.
Il demone stizzito ritira nel fodero la sua lama, la volpe sembra sincera sotto il suo sguardo crudele e fino ad allora non gli ha mai dato motivo per dubitare delle sue parole. Torna a guardare il rosso negli occhi e muove un passo verso di lui minaccioso.
-Non osare mai più intrometterti tra me e Yuk-
-Miaaaah!
Aveva già sbilanciato il suo corpo e solo quando tenta di portare avanti la gamba sente un morbido ostacolo contro al suo stinco, la frase gli muore in gola mentre atterra su qualcosa di soffice e caldo che emette un verso di sorpresa e dolore impressionante. Ha chiuso gli occhi, questo non si addice al suo spirito da combattente, forse l’ha fatto per l’imbarazzo davanti allo yoko, cadere così… per di più durante un momento solenne di minaccia: che figura da idiota. Stringe le palpebre più forte e si sente costretto a riaprirle lentamente quando sente qualcosa di liscio e caldo sfiorargli il naso insieme ad un ritmico spostamento di aria tiepida. Le sue iridi rosse si scontrano con due enormi occhi dalle iridi verde chiarissimo decorato da un infinità di sottili raggi argentati, un colore completamente assente in natura a parer suo. Lui allontana lentamente il viso da quegli occhi felini per osservare il volto della ragazza sulla quale giace in modo scomposto, le sue braccia iniziano a tremare quando realizza ciò che sta accadendo, continua a ripetersi che non può essere vero che sicuramente sta sognando o che è un brutto scherzo delle erbacce allucinogene di Kurama. Qualcosa gli sfiora la guancia, sente chiaramente i morbidi cuscinetti che irradiano il loro calore contro la sua pelle, la ragazza apre la bocca ma non produce alcun suono, la richiude e lo guarda negli occhi: il suo sguardo è sconvolto, probabilmente quanto il suo. Le sue labbra si schiudono nuovamente e un filo di voce ne esce frammentato e confuso, nei suoi occhi può leggere lo sforzo nel pronunciare quella corta parola che sconvolge tutti i presenti.
-H… Hie… i?
Il suono del suo nome lo strappa dalle sue supposizioni fantasiose riportandolo violentemente alla realtà.
-Akiko…
Quel nome sfugge dalle sue labbra senza quasi muoverle, in un soffio quel attimo di sorpresa svanisce e con un rapido salto si ritrova in piedi mentre guarda la ragazza rimettersi sui quattro arti e guardarlo, uno sguardo intenso di felicità, tristezza, sorpresa e forse anche paura.
-…sei nuda.
La voce calma e pacata dello youkai sembra incrinata per l’imbarazzo e le sue guance assumono una colorazione rosea mentre tenta di staccare gli occhi dal corpo prosperoso e sproporzionato della ragazza. Anche lei arrossisce e con velocità fulminea si fionda nella prima camera che trova nascondendosi sotto il letto di Yusuke insieme a dei vecchi calzini. Nel corridoio il padrone di casa e Kurama fissano il piccolo demone di fuoco che lentamente si riappropria del suo naturale colorito.
-Bhe? Che c’è?!
La voce di Yusuke tradisce la sua sorpresa mentre risponde
-Ah, niente! Solo, non credevo la conoscessi.
Lo sguardo di Hiei è indecifrabile e si dirige verso la porta senza dire nulla, sfa scattare la serratura e un leggero miagolio lo fa voltare per un attimo: la ragazza è dietro di lui, a pochi passi e lo guarda con addosso quello che pare un copriletto, i suoi occhi sono supplichevoli e aprendo di nuovo la bocca la sua voce frammentata lo chiama.
-Hi… ei…
Alza lo sguardo feroce sui due ragazzi alle spalle della gatta e con voce dura conclude prima di sbattersi la porta alle spalle.
-Tornerò tra un po’.
I tre fissano la porta dietro alla quale è appena scomparso il piccolo demone, i loro occhi sono sconvolti e la voce di Kurama attira l’attenzione del padrone di casa.
-Ha detto che tornerà… non era mai successo.
Yusuke annuisce mentre si gratta la testa confuso, sposta lo sguardo sulla gatta che lo sta guardando e rabbrividisce.
-Kurama? Quelli prima non li aveva… stavolta ne sono certo!
Il rosso segue il dito dell’amico per poi fissare inorridito il viso della ragazza che ora esibisce un naso felino con tanto di baffi e labbro a “w”, ormai non ricorda quasi più la ragazza che avevano trovato la sera prima nel parco e il suo viso è deformato dalle nuove fattezze.
-Hai ragione… sembra che stia mutando sempre più velocemente…
La gatta si acciambella sul divano e i due la seguono, guardandola ora sembra in tutto e per tutto un gatto, fatta eccezione per i capelli lunghi e per la forma del viso che per ora resta ovale e elegante. Kurama la osserva con attenzione quando Yusuke lo interrompe.
-A cosa pensi?
-Penso che se almeno sapessi che tipo di demone è potrei cercare di capire cosa le sta succedendo… per quanto ne sappiamo potrebbe essere del tutto normale.
Tornano a guardarla mentre dorme dando loro la schiena.
-Cavolo almeno quello Hiei poteva dircelo prima di sparire.
Il rosso annuisce sospirando.
-Poi se lei potesse darci almeno un indizio…
Una mosca vola sopra alle loro teste rompendo il silenzio col suo ronzio solitario, di tanto in tanto si posa sugli oggetti in cerca di cibo mentre i due ragazzi guardano la ragazza senza vederla realmente persi nei loro pensieri, sperando che Hiei torni davvero e faccia presto. La mosca si posa sulla pelliccia corta della ragazza che la caccia malamente con la coda, pochi istanti dopo torna per posarsi sull’orecchio che lei muove emettendo un lieve ringhio che attira l’attenzione dei due.
-Guarda, è arrabbiata con la mosca!
Yusuke ride sommesso mentre la mosca torna a infastidire la gattina. Questa volta si alza e segue con gli occhi la mosca che torna a svolazzare fino a posarsi sul lampadario, una rapida contrazione sincrona dei suoi muscoli la scuote e, sotto lo sguardo allibito dei due, dal corpo della gattina bianca scaturisce una scarica elettrica di colore nero che non solo uccide la mosca all’istante ma entra nel circuito e fa esplodere la lampadina seminando pezzetti di vetro  e scintille ovunque. Dopo qualche istante la voce di Yusuke rompe il silenzio
-Beh… ti basta come indizio?



Discorso dell'autrice
Allora premetto che so bene che la parola "catter" non esiste, esiste "cater" ma non vuol dire "più gatto" com'era inteso nel titolo del capitolo. Ringrazio chi ha letto, chi l'ha messa tra le storie preferite/seguite o quant'altro. Purtroppo so che questo manga/anime non ha più moltissimi seguaci, è un po' vecchiotto (ha la mia età) e quindi mi rendo conto di avere un pubblico limitato per questa fanfic, per questo lancio un'appello: vi prego recensite, anche solo per mandarmi al diavolo e dirmi che sono brutta! Vorrei sapere cosa ne pensate per poter correggere il tiro nei prossimi capitoli!

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Capitolo 3
*** Blood, blood, gallons of the stuff! ***


Scusate il mostruosissimo ritardo! Oddio, mi sento in colpa da morire e mi merito tutti i vostri insulti. Avevo gli esami e mi hanno pure segata ç.ç chiedo pietà! Vi lascio subito alla lettura e non ruberò altro tempo.

Contiene: nudità parziale, sangue.

Disclaimer: vedi cap. 1

Chapeter 3 – Blood, blood, gallons of the stuff!

Hiei salta da un ramo all'altro velocemente senza farsi vedere o sentire dai ningen che sotto di lui passeggiano nel parco, si ferma su uno dei rami più alti della grossa quercia in centro all'area verde. Espira, gli pare di aver trattenuto il respiro dal momento in cui ha riconosciuto i lineamenti fini della ragazza in mezzo a quel disastro che è ora il suo corpo. Vorrebbe dire che il suo aspetto non ha nulla di umano, peccato che, proprio come lui, di umano in lei ci sia ben poco. Si siede sul ramo con la schiena contro al tronco solido della pianta, chiude gli occhi e si sforza di ricordarla: è sempre stata una ragazza piuttosto carina, uno di quei demoni dal viso dolce e umano, non molto alta, gracile e agile. Ciò che ha visto pochi minuti prima non era minimamente paragonabile alla figura, o meglio, alle figure che compaiono nella sua mente pensando a lei, l'aveva vista trasformata in diversi modi: nella sua versione "umana", nella sua versione felina e poi nella sua tipica versione ibrida, nella quale esibisce solo le orecchie e la coda da gatto. Ora pare una gatta troppo cresciuta e null'altro, la sua trasformazione in gatto demoniaco è molto diversa: si tratta di un felino di grosse dimensioni, forse lungo due metri e mezzo, bianco con delle leggere sfumature grigio-argentee. Il muso, tigrato più pesantemente, ospita due grandi orecchie piramidali adornate con lunghi ciuffi di pelo sulle punte. La bocca mostra sempre dei lunghi canini bianchi mentre ruggisce feroce o miagola con dolcezza. Un sorriso increspa appena le sue labbra mentre pensa a quel gigantesco felino miagolare come un cucciolo smarrito. Subito il suo volto torna serio ripensando all'attuale condizione di Akiko. “Cosa le è successo?” i pensieri nella sua mente turbinano senza sosta. Quando lui se n'era andato lei era rimasta nel Makai, ricorda bene quell'aura espansa improvvisamente alle sue spalle senza alcuna traccia di minaccia, odia ammetterlo anche solo a se stesso ma l'aveva trovata accogliente mentre lo avvolgeva. Aveva quasi pensato di restare lì fermo più a lungo, forse addirittura di girarsi e cercarla con lo sguardo tra gli alberi che circondavano quel piccolo passaggio tra le due dimensioni. Aveva sorriso in quel momento, lo ricorda, aveva pensato di tornare per cercarla dopo aver trovato Yukina, ma dopo le avventure col team Urameshi non aveva avuto il coraggio di tornare nel Makai. Aveva vissuto nel Ningenkai con la convinzione che non l’avrebbe vista mai più e che lei avesse in qualche modo trovato il suo posto nel mondo dei demoni. Invece ora è in un piccolo appartamento a qualche isolato dal parco in cui si . tramutata in una sorta di gatta da salotto senza un filo di aura demoniaca. Forse il suo potere è stato il prezzo per passare nel mondo umano, un viaggio piuttosto caro considerando che lei stessa avrebbe potuto aprirsi il varco con la giusta quantità di energia. Allora forse ha perso la sua energia proprio perché ha attraversato il kekkai, ma non per questo si sarebbe tramutata in uno stupido gatto. “…perché è venuta qui?”. Il suo sguardo scruta il cielo azzurro sopra alla sua testa riflettendo sul nuovo interrogativo. Nelle sue attuali condizioni non sarebbe mai riuscita ad attraversare la barriera tra le dimensioni, probabilmente le è successo qualcosa quando era già nel Ningenkai, ma cosa l’ha portata fino a qui? La mente dello youkai cerca inutilmente una motivazione abbastanza valida che possa aver spinto la ragazza a rischiare la vita per raggiungere il mondo umano. Anche fosse stata incaricata di rubare qualcosa per conto di qualche signore del Makai non avrebbe mai messo a repentaglio la sua vita per una stupida missione, non è mai stata molto abile nella lotta, anzi, forse è sempre sopravvissuta per puro caso a quei pochi combattimenti che ha affrontato, tuttavia è sempre stata abbastanza furba da farsi assoldare solo da demoni più deboli di lei: per questo l’idea di un ricatto da parte di un cliente è piuttosto inverosimile. Se cercava qualcosa era sicuramente qualcosa di suo interesse personale, ma Hiei non ricorda che la gatta avesse mai avuto interessi particolari, ne per oggetti preziosi ne per altro. Non ha mai avuto uno scopo particolare nella vita, non l’ha mai vista fare nulla per la pura volontà di farlo, l’unica cosa che faceva senza che nessuno gliel’avesse mai chiesto era tirarlo fuori dai guai e medicarlo. Una leggera smorfia piega le sue labbra sottili mentre il suo sguardo di sangue sembra maledire il cielo che lo sovrasta “Quella gatta… non sarà venuta per cercare… me?” quel pensiero dà per un istante un senso compiuto alla situazione che sta vivendo, ma un istante dopo quell’idea malsana si scioglie in un sorriso ironico: non sarebbe mai venuta a cercarlo, è troppo prudente, per non dire fifona. "So bene che mi seguiva solo per la protezione che le davo… chissà come avrà fatto senza di me... Non sa minimamente combattere." Non gli era mai piaciuto difendere i deboli ma con quella stupida gatta aveva dovuto fare un'eccezione: era brava a medicare le ferite e spesso e volentieri il suo spirito di fuoco lo aveva portato a prendersele di santa ragione, anche se questo non lo avrebbe mai detto a nessuno. L'aveva incontrata per caso durante una battuta di caccia molti, moltissimi anni prima. Lei, da felino prudente, voleva solo il cinghialetto poco cresciuto, il più piccolo della cucciolata, lui, da youkai  aggressivo, voleva la grande mamma cinghiale. Probabilmente con il suo attacco violento e rude aveva disturbato l'agguato elegante della gatta: ai tempi era più irruento e considerava il mettersi sotto vento e l’affievolire l’aura solo “stupidi trucchi per demoni deboli”, ad ogni modo quella sera lui prese la sua preda enorme e lei la sua più minuta. Avevano mangiato a pochi metri uno dall'altro, sentivano le loro aure, e Hiei poteva udire chiaramente le ossa del piccolo animale spezzarsi e stridere contro i denti affilati della gatta mentre lui arrostiva la sua cena. Da quel giorno gli parse che la bambina, giovane quanto lui si direbbe, lo avesse seguito ovunque nascosta nella sua ombra, avvicinandosi a lui solo per medicare le sue ferite quando giaceva al suolo più vicino alla morte che alla vita. Fu in uno di quei giorni che seppe il suo nome, glielo aveva chiesto con un filo di voce mentre riprendeva i sensi e la sentiva allontanarsi : lei era Akiko e lui Hiei, solo questo.
-…Akiko…
La sua stessa voce lo attira fuori dai suoi pensieri: sentirsi emettere quel nome è innaturale, lo mette a disagio e arrossisce infastidito ricordando di averlo pronunciato anche poco prima quando l’ha incontrata. Non che ci sia qualcosa di male nel dire lo stupido nome di quella stupida gatta, tuttavia è così estraneo per le sue corde vocali: non l’aveva mai detto in precedenza. Allo stesso modo non aveva mai sentito il suo nome detto da lei. Il ricordo lo fa rabbrividire. Non ci aveva mai fatto caso, ma nonostante abbiano condiviso buona parte della loro vita, non si sono mai chiamati, ne per nome ne diversamente, ogni volta che era necessario erano presenti. Si alza lentamente e si stiracchia guardando il profilo dei palazzi sul cielo azzurro, abbassa lo sguardo sui ningen che percorrono le stradine del parco e rapidamente balza di ramo in ramo verso l’abitazione di Yusuke.
Nel vano scale il silenzio sembra quasi innaturale, sente solo il leggero tocco delle sue scarpe che sfiorano appena i gradini mentre sale. Arrivato davanti alla porta si ferma un attimo, sente delle voci parlare sommessamente da dentro l’appartamento, non riesce a capire cosa stanno dicendo ma sembra che stiano cercando di non farsi sentire, cosa fin troppo strana da parte di Yusuke.  Apre la porta con la mano destra sulla katana, non che abbia intenzione di usarla, ma non si è mai troppo prudenti. All’interno le pareti del corridoio sono completamente rosse e da ogni soprammobile un liquido rosso e denso cola fino al suolo. L’odore pungente stuzzica le narici dello youkai che alza la sua sciarpa bianca fin sopra al naso per attenuare il fastidio. Compie ogni passo con prudenza per non scivolare e improvvisamente la porta si chiude alle sue spalle, la guarda per un attimo con la coda dell’occhio tornando a guardare davanti a se un attimo dopo attirato da un verso che esprime puro terrore.
 -Stupida gatta vieni subito qui!
 Da quella che ricorda essere la porta del bagno vede uscire di corsa la gatta, anche lei ricoperta di sangue, che zoppica vistosamente inseguita da Yusuke che brandisce un coltello insanguinato. Sfodera la katana con naturalezza e con un singolo passo si pone tra Yusuke e il felino puntando la lama alla gola dell’umano. Sente la pelliccia fradicia della gatta strusciare contro i suoi polpacci e continua a guardare Yusuke negli occhi. La mano stretta attorno al coltello di allenta e l’arma cade al suolo con un tintinnio che fa rabbrividire la gatta.
-Hiei, giuro che non è come pensi.
Il piccolo youkai rimette rapidamente la sua lama nel fodero e si volta a guardare Akiko: è più piccola di prima, ormai sembra un comune gatto, se l’avesse incrociata per strada sicuramente non l’avrebbe riconosciuta.
-Io non penso niente. So solo tre cose. Uno: Akiko è ferita. Due: tu avevi un coltello in mano. Tre: questo posto è ricoperto di sangue.
-Ecco, a questo proposito, questo sangue non è di Akiko!
Lo sguardo del demone si muove appena sul viso di Yusuke contratto in un sorriso nervoso e poco dopo sorride anche lui tendendo le sue labbra sottili.
-So che non è suo, non ti sembra un po’ troppo perché sia di un piccolo gatto? Detto questo, con permesso.
Spinge di lato l’umano e si dirige a passo deciso verso il bagno seguito a passo svelto dalla gatta e poco dopo dal padrone di casa che riflette ancora sull’argomentazione del piccolo demone. Nel bagno Kurama sta versando un secchio di liquido rosso nella vasca quasi piena, alle sue spalle una pianta dalle larghe foglie violacee fa bella mostra di se mentre riempie un altro secchio in lamiera dello stesso liquido che sgorga copioso da un’incisione nella corteccia liscia del tronco.
-Effettivamente puzzava un po’ troppo per essere sangue vero…
La voce del demone di fuoco attira l’attenzione dello yoko che si alza sorridendo con naturalezza nonostante sia coperto solo dai boxer neri.
-Oh ciao Hiei! Si, il sangue è finto: l’ho prodotto con la pianta del pentimento.
Lo youkai sposta lo sguardo fingendo indifferenza arrossendo vagamente.
-E tutto questo in che modo giustifica la tua nudità?
-Beh, non volevo sporcare i vestiti di sangue.
-Miao!
Lo sguardo dei presenti si sposta sulla gatta che si struscia insistentemente contro le gambe di Hiei, cerca di camminare tenendo sollevata la zampa posteriore sinistra e di tanto in tanto si scrolla il sangue di dosso con scarsi risultati. Gli occhi rossi del demone sono eloquenti mentre scruta quelli di Kurama che sorride.
-Mentre eri via abbiamo scoperto cos’ha.
Lo sguardo del più basso insiste e il rosso sorride più ampiamente.
-Credo di poterlo risolvere.
La volpe non aveva mai visto la tensione scivolare via dagli occhi del gelido youkai in modo così palese e rapido, e soprattutto non lo aveva mai visto con quello sguardo dolce che ora rivolge alla gatta.
-Ora però è meglio se ci sbrighiamo, dobbiamo fare tutto prima che sorga la luna.
Dicendo questo Kurama afferra delicatamente il felino e lo immerge nella vasca piena di sangue fino alle spalle. La gatta, evidentemente contrariata, ringhia e soffia in direzione della volpe schizzando sangue ovunque.
-Hiei, prova a tenerla tu, Yusuke ha gia provato ma non sembra gradire molto la sua compagnia.
La risata del rosso invade la stanza mentre Yusuke imbronciato si allontana dicendo qualcosa riguardo al corridoio, al sangue e ai prodotti da usare per pulire. Nel frattempo il piccolo demone ha afferrato saldamente l’animale che ora lo guarda con sguardo interrogativo ma tranquillo.
-Abbiamo scoperto che si tratta di una maledizione di sangue.
-Mh.
Con le mani lo yoko versa piccole quantità di sangue sul muso e sulla testa della gatta che, seppur con disappunto, accetta il trattamento leccando via il sangue dal naso.
-Il sangue verrà assorbito dal pelo legandosi alle particelle di energia astrale che forma la maledizione e così, più tardi, potrò estrarre la maledizione con questa stessa pianta del pentimento.
Lo youkai annuisce anche se in realtà non riesce a comprendere a fondo il meccanismo che libererà Akiko dalla maledizione. “…una maledizione…” a questa possibilità non aveva proprio pensato, anche se ora sembra il motivo più valido viste le condizioni in cui si trova la ragazza.
-Come avete fatto a capire che si tratta di una maledizione di sangue?
-Beh, è successo per caso. Mentre eri via ha rotto la lampadina in salotto con una scarica elettrica e mentre pulivamo si è tagliata con un pezzo di vetro, per questo zoppica. Comunque ho capito che era una maledizione quando ho cercato di lavare via il sangue per medicarla, ma il pelo l’ha assorbito completamente e questo succede solo se l’energia astrale della maledizione è stata depositata usando il sangue.
Lo sguardo di Hiei torna sulla gatta che tiene tra le mani e nota che il livello del sangue nella vasca è sceso di qualche centimetro: il pelo sta assorbendo il liquido tingendosi di un rosso sempre più cupo, in particolare si notano delle linee più scure che sembrano creare una rete di venature sempre più fitta come se fossero le nervature di una foglia.
-Ecco, vedi? Sta funzionando: quelle sono le linee di diffusione della maledizione, partono tutte dalla fronte, proprio qui.
Le dita affusolate del rosso indicano una macchia in mezzo agli occhi del felino dalla quale si diramano tutte le linee che avvolgono il corpo della creatura.
-Hiei… vedrai che andrà tutto bene… te lo prometto.
-Hn!
Kurama sorride: per quanto l’amico possa mostrarsi freddo, lui può leggere nel suo sguardo la preoccupazione per quella gatta che sorregge con falsa indifferenza in quella vasca di sangue.

Discorso dell'autrice
Domando scusa per il ritardo, spero di essere più puntuale per la prossima pubblicazione! Spero che la storia vi stia appassionando e ringrazio tutti coloro che mi hanno lasciato la loro opinione: ho davvero apprezzato! Spero che continuerete a seguire la mia storia e che questo capitolo fosse all'altezza delle aspettative! Mi raccomando recensite che mi fa davvero moooolto piacere!Ah, il titolo del capitolo è tratto dalla canzone "blood" dei My Chemical Romance! Fa troppo ridere ascoltatevela se vi va! Buona giornata! ;)

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