Royal White Fur di Lady H (/viewuser.php?uid=145335)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Lucky as usual! ***
Capitolo 2: *** Getting "catter"? ***
Capitolo 3: *** Blood, blood, gallons of the stuff! ***
Capitolo 1 *** Lucky as usual! ***
Non
pubblico da un sacco, lo so. Ma senza ispirazione come si fa? Ad ogni
modo, ecco una storiella fresca fresca, questa sarà di
più capitoli, chiedo gia scusa per eventuali futuri ritardi.
Contiene:
nudità e vaghi riferimenti sessuali (scriverò
capitolo per capitolo cosa vi si trova ok?).
I
personaggi non sono miei, appertengono a Yoshihiro Togashi, questa
storia è stata scritta per puro divertimento e non a scopo
di lucro.
Spero vi piaccia.
Royal White Fur
Chapeter 1 – Lucky as usual!
-Una donna nuda vestita da gatto?! Ma se questa frase non ha nemmeno un
senso logico! O è nuda o è vestita da gatto!
-Dai
Keiko non ti scandalizzare! Sicuramente è qualche pazza che
si diverte a fare scherzi strani! Ad ogni modo è su tutti i
telegiornali!
Yusuke
si volta lievemente a guardare la ragazza che gli cammina accanto, non
sembra convinta dalle sue parole ma quando incrocia il suo sguardo
sorride e annuisce. Ha un sorriso stupendo e accomodante, di quelli che
farebbero sentire a proprio agio chiunque, anche dopo aver insultato
tutti i suoi defunti. La strada per la casa di Genkai non è
più particolarmente lunga e si sente già il
vociare tipico di Kuwabara che discute con Hiei e i suoi monosillabi.
Sono sempre i soliti: litigano di continuo, ogni santo giorno, e certe
volte fanno anche a botte, ma in fondo credo si vogliano addirittura
bene. Anche perché se davvero Hiei non volesse che Kuwabara
uscisse con la sua adorata sorellina credo che avrebbe gia provveduto a
farlo fuori senza nemmeno curarsi di far sparire il suo cadavere.
Yusuke scuote lentamente la testa pensando a quanto la testa di Hiei
sia contorta e insensata agli occhi di chiunque. Solo Kurama sembra
riuscire a capire cosa frulla nella testa di quel nanerottolo
scontroso, e per quanto Hiei finga indifferenza tutti ormai hanno
capito quanto lui tenga realmente a Kurama. Ora la radura davanti alla
casa della defunta maestra è completamente visibile
davanti ai loro occhi, Kurama e Yukina stanno tranquillamente
sorseggiando del te seduti su una coperta stesa sul prato, il
ragazzo le sta raccontando qualcosa e la ragazzina ride sommessamente
lanciando qualche occhiatina alla figura nera di Hiei che ormai sta
cercando di uccidere Kuwabara con i suoi occhi di fuoco.
-Per
quanto tu dica di essere il demone più forte del
Makai… resti un nano!
Lo
sguardo di Kuwabara ha un non so che di sfida quando il “nano
più forte del Makai” lo colpisce con il suo minuto
piedino destro in piena faccia scaraventandolo contro un qualche albero
nel bosco alle sue spalle. Gli occhi dello youkai brillano di
soddisfazione mentre si dirige verso la sorellina e la volpe per
sorseggiare il te appena versato in una tazzina decorata elegantemente
con delle piccole rondini blu.
-Kuwabara?!
Tutto bene?
La
voce di Yusuke si perde nel bosco e pochi secondi dopo la voce di
Kuwabara arriva con forza alle orecchie di tutti.
-Si
sto bene! Quel nano mi ha fatto saltare le otturazioni ma non
dirglielo!!
Kurama
e Yusuke si guardano e scoppiano a ridere mentre Hiei accenna un
sorriso bevendo sotto lo sguardo dolce di Yukina. Yusuke intanto
risponde al compagno.
-Ok,
tranquillo non glielo diciamo!
Il
pomeriggio trascorre tranquillo a ridere e scherzare con i compagni di
vecchie battaglie e a sorseggiare il delizioso te che solo Yukina
sapeva preparare. Quando il cielo inizia a variare il suo colore con le
tinte calde del tramonto Yusuke e Keiko si concedano per tornare a casa.
-Potevamo
anche restare a cena!
La
voce imbronciata di Yusuke irrita la ragazza che con tono fintamente
pacato lo riprende.
-Devo
fare i compiti… e pure tu dovresti farli!
Il
ragazzo sorride mentre si fermano davanti alla porta di casa Yukimura.
Lei ricambia il sorriso e il silenzio si fa imbarazzante. Lui sa bene
cosa si aspetterebbe lei in questo momento, ma non è ancora
pronto a darle un bacio in piena regola, non gli dispiacerebbe, anzi!
Tuttavia non si sente di illuderla così quando lui stesso
non sa ancora cosa vuole veramente da lei, da loro. Inoltre da quando
è diventato un detective per conto del piccolo Enma la sua
vita è in costante pericolo e, non sa perché, ma
sente che se non la bacia lei non si affezionerà troppo a
lui. Spera che senza atti “ufficiali” lei forse
potrebbe dimenticarlo se morisse.
-Beh,
allora a domani!
Lei
sorride con discrezione mentre lo saluta e lui si allontana ostentando
la sicurezza che in quei momenti perde del tutto.
Yusuke
passeggia da solo per le solite viuzze del quartiere residenziale dove
abita, lo fa quasi ogni sera per sgranchirsi le gambe e respirare
l'aria fresca che invade quella zona dopo cena. Passa accanto ai soliti
edifici silenziosi e giunge al parco, sorride guardando l'altalena su
cui dondolava ogni giorno quando era piccolo e sua madre doveva
spingerlo sempre più forte: da piccoli non è mai
abbastanza in alto. Vi si siede e con i piedi a terra dondola
delicatamente, le catene cigolano sotto il suo peso e sente il fruscio
del vento tra gli alberi. Un suono inusuale attira la sua attenzione,
è flebile ma acuto, breve e intervallato dal silenzio. Si
alza e tende l'orecchio per capire da dove proviene e da cosa potrebbe
essere prodotto, ora ha le caratteristiche tipiche di un lamento.
Sembra provenire dalla piccola "casetta" sotto allo scivolo blu, si
avvicina e il suono diventa più chiaro confermando la sua
provenienza. Appena fuori dalla struttura in compensato blu scuro
riconosce il suono come il tipico lamento di un gattino e si sporge
nella struttura con sicurezza.
-Ma
perché certe cose succedono solo a me?
Nel
piccolo spazio dentro alla struttura si distingue la figura esile e
sinuosa di una ragazza, plausibilmente sui 17 anni, dai capelli biondo
platino lunghi fino alle spalle, la pelle bianca come il latte e gli
occhi inaspettatamente grandi dal colore poco riconoscibile nella
penombra. La ragazza esibisce due grandi orecchie da gatto e una coda
foderate di pelo bianco con delle lievi tigrature grigie, con le mani e
la coda nasconde con scarsi risultati le parti più intime
del suo corpo completamente nudo.
-miao...
Il
ragazzo si toglie le giacca e gliela porge con calma ma la ragazza si
appiattisce contro la parete mentre un ringhio sommesso comunica il suo
disappunto.
-Dai,
prendila...
Allunga
la mano ulteriormente ottenendo come unico risultato un rapido miagolio
acuto e un graffio sulla mano sferrato ad una velocità
disumana, pulisce il sangue su un fazzoletto e chiama Kurama sul
cellulare.
-Dai...rispondi...Kurama?
Sono Yusuke! Sono al parco giochi dietro casa mia...si quello con lo
scivolo a forma di elefantino. Ho un problema, ho trovato qui la donna
di cui parla la tv... Ma non credo sia semplicemente vestita da
gatto…
Yusuke
si siede al suolo davanti all'entrata del riparo, la guarda mentre si
volta lentamente in una posizione più confortevole e, forse,
più sicura in caso di attacco, se ne accorge solo ora, i
suoi arti hanno una proporzione diversa rispetto a quella umana: i suoi
piedi paiono più lunghi e ne appoggia solo la punta, la
gamba pare più corta di quanto ci si aspetterebbe. Il suo
corpo è così curioso eppure nonostante tutto
resta sinuoso e morbido, quasi sexy. Lo sta guardando fisso negli
occhi, non sbatte le palpebre, le sue grandi orecchie sono chiaramente
ruotate verso di lui.
-Quindi...come
ti chiami?
-miao!
Il
classico miagolio a bocca aperta rivela dei sottilissimi canini che
scompaiono dietro alle labbra sottili e curvate al centro in un
conturbante sorriso involontario. Gira un orecchio verso destra senza
distogliere lo sguardo dal moro e pochi istanti dopo anche Yusuke sente
dei passi sulla ghiaia del parcogiochi.
-Yusuke?
-Kurama,
sono qui sotto allo scivolo!
Il
ragazzo si avvicina con calma continuando a parlare
-Scusa
il ritardo, ma cos'hai detto di aver trovato? Per telefono non ho
capito molto...oh!
-Ora
capisci?
Il
ragazzo da capelli rossi chinato accanto a Yusuke annuisce scambiando
degli sguardi intensi con la curiosa creatura, il movimento della sua
coda si fa più rapido e marcato mentre annusa l'aria in
direzione di Kurama. Si alza restando a gattoni, ora il suo fisico
risulta perfettamente adatto a procedere sui quattro arti mentre si
avvicina al rosso annusando con le labbra socchiuse. Lo Yoko allunga
delicatamente la mano verso di lei che lentamente si avvicina fino a
sfiorarla per poi strusciare con forza la guancia contro le dita esili.
-Che
gattina simpatica! Senti? Fa le fusa!
Yusuke
lo guarda allibito, il suo amico ha sempre avuto il tocco magico per
interagire con la gente ma non pensava fosse bravo fino a questo punto!
-Si,
lo sento ma...hai idea di cosa sia questa ragazza?
Kurama
scuote la testa mentre accarezza la ragazza sui capelli, lei sembra
gradire molto il contatto visto il consistente strusciarsi agli abiti
del ragazzo.
-Non
so cosa sia ma mi pare chiaro che non è umana...
Allunga
una mano sulla sua spalla.
-Forse
dovremmo portarla via prima che si ammali: è molto fredda.
Yusuke
annuisce e propone di portarla da lui, casa sua è piuttosto
vicina e nessuno li avrebbe visti passare. Si alzano e appena Kurama
inizia ad allontanarsi la creatura lo segue camminando a quattro zampe
e miagolando sonoramente. Pochi minuti dopo arrivano a casa Urameshi,
sua madre non è in casa e la ragazza li segue con cautela
nel territorio inesplorato del salotto. Sembra da subito gradire
l'atmosfera calda e rilassata tanto che salta su un divano e si
raggomitola in un angolo senza perdere di vista Yusuke che seduto su
una sedia di fronte a lei la fissa confuso. Kurama entra nella stanza
con una scodella di latte tiepido e la appoggia al suolo davanti alla
ragazza che lo fissa curiosa annusando lievemente l’aria.
-Dai,
bevine un po'... È buono!
La
gatta continua a guardarlo finchè lui non bagna un dito nel
liquido e glielo passa sul naso che lei lecca ripetutamente.
-Oddio...ma
riesce a leccarsi il naso!- lo stupore di Yusuke è tangibile
-Non è umano!
-Beh,
questo mi pareva chiaro.
Il
sorriso scherzoso e naturale di Kurama cozza completamente con le sue
carezze sinuose sulla schiena nuda della ragazza mentre beve il latte
con rapidi schiocchi della lingua.
-Forse...dovremmo
metterle qualcosa addosso.
Kurama
segue lo sguardo fisso di Yusuke: forse Keiko l'avrebbe ucciso se
l'avesse visto guardare con aria languida i seni abbondanti della
ragazza strusciare ritmicamente contro il tappeto ad ogni lappata di
latte.
-Si,
forse hai ragione.
Qualche
ora dopo la ragazza finalmente si addormenta sul divano con addosso una
t-shirt di Yusuke e delle mutandine di sua madre appositamente bucate
per fare posto alla coda. Avrebbero voluto vestirla di più
ma la signorina aveva rimesso i suoi nuovi amici a posto con qualche
unghiata a Yusuke e qualche innocua zampata d'avvertimento per Kurama.
-Continuo
a chiedermi cosa può essere...
Kurama
la guarda e risponde sospirando.
-So
solo che il suo è un odore da youkai... Per il resto ne so
quanto te.
-Quindi
è un demone? A vederla così non sembra... Non
parla neanche! Sta lì e fa la gattina da salotto...
Riavviandosi
i lunghi capelli rossi il ragazzo scrolla le spalle, non sa nemmeno lui
perché la ragazza non parli e continui a comportarsi come un
comune gatto, ma soprattutto non ricorda di aver mai visto in tutta la
sua vita un demone simile a quello, demoni gatto ce ne sono molti,
certo ma sono tutti uomini grandi e muscolosi ricoperti di pelliccia
sulla schiena e sulle gambe, feroci e aggressivi. Mentre le femmine
sono dei veri e propri gatti, lunghe sui due metri e affamate di dolce
carne di youkai, ma comunque dei gatti. Che strana creatura
è quella che ora si rigira nel sonno sul divano?
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Capitolo 2 *** Getting "catter"? ***
Buonasera!
Tenterò di aggiornare ogni due settimane, dico
tenterò perchè sono in periodo di esami e quindi
devo studiare. Ad ogni modo ecco il secondo capitolo! Buona lettura!
Contiene: nudità.
Disclaimer: vedi cap. 1
Chapeter
2 – Getting “catter”?
Yusuke
apre gli occhi illuminato dal sole mattutino di quel caldo autunno, ha
dormito sulla sedia e nemmeno lui sa come ci sia riuscito senza
fracassarsi il cranio sul parquet dopo essersi assopito, si guarda
intorno e non vede ne Kurama, ne quella cosa miagolante. Se non si
fosse svegliato sulla sedia avrebbe pensato che fosse stato tutto un
sogno.
-Ehi!
No, non mi bagnare! Ahahahah
La
risata inconfondibile di Kurama lo attira fino al bagno dove sente
chiaramente l’amico ridere sovrastando un curioso rumore
d’acqua, apre lentamente la porta e un consistente schizzo
d’acqua lo lava da cima a fondo prima che lui riesca a
inquadrare chiaramente la ragazza immersa nella vasca e Kurama con le
maniche rimboccate fin sopra ai gomiti armato di spugna e sapone.
-Posso
ricordarti che è un demone potenzialmente pericoloso e non
una gattina innocua da mostra felina??
Kurama
si volta e sorridendo risponde.
-Il
fatto è che credo avesse sete e voleva bere dal
wc… e ci è scivolata dentro, lei voleva lavarsi
“da vero gatto” ma mi sembrava un po’
eccessivo così ho deciso di farle un bagno.
Yusuke
intanto si è avvicinato ai due e osservando la ragazza nota
una particolare che non ricordava dalla sera prima.
-Capisco…
comunque potrei sbagliarmi ma… non ricordavo
avesse la pelliccia.
Kurama
infila una mano nell’acqua come a cercare qualcosa e dopo un
attimo tira su quella che dovrebbe essere la mano destra della ragazza,
che invece è in tutto e per tutto simile alla zampa di un
gatto ricoperta anch’essa dalla corta e sottile peluria
bianca che ricopre tutto il suo corpo a parte il viso e la pancia.
-Io
non ricordo neanche che avesse queste zampe da gatto con tanto di
cuscinetti morbidi.
-Questo
vuol dire che sta diventando… “più
gatto”?
Kurama
alza le spalle continuando a stuzzicare la parte morbida e gommosa
sotto alla zampa della ragazza.
-Così
pare. Solo, non capisco perché.
-Non
lo starà facendo apposta?
Entrambi
fissano la ragazza che cerca di prendersi la coda schizzando acqua
ovunque mentre Kurama risponde perplesso
-Può
essere… ma non mi convince…
Yusuke
annuisce, effettivamente una trasformazione così lenta
è strana e anche la quasi completa assenza di
un’aura, pur essendo lei un demone, risulta anormale. Inoltre
il suo comportamento, sembra del tutto inconsapevole di ciò
che accade, sembra… una bambina. Il campanello distoglie il
moro dai suoi pensieri mentre Kurama sta asciugando la ragazza con
fatica visto che lei sembra più intenzionata a fare la lotta.
-Vado
ad aprire.
Dicendo
questo lascia il rosso alle prese con la gattina e si dirige verso la
porta, dallo spioncino vede lo sguardo rovente di Hiei che si guarda
attorno nervosamente. Apre la porta e il ragazzo entra senza troppi
complimenti.
-Hiei,
ciao!
-Mh.
Lo
youkai si guarda attorno con insistenza e poi si volta verso Yusuke, il
suo sguardo chiarisce da subito che quanto sta per dire non
è ne una battuta ne un convenevole di scarsa importanza.
-Dov’è
quella volpe?
-Hiei,
sono qui in bagno!
Le
iridi di sangue del piccolo demone guizzano verso la porta socchiusa in
fondo al corridoio, girandosi estrae la sua katana e con lunghe falcate
arriva davanti alla soglia, Kurama lo guarda interrogativo mentre si
asciuga le mani vigorosamente. Il piccolo youkai punta la
lama alla gola dello yoko.
-Hai
detto a Yukina che sono suo fratello?
-No!
Mi ha chiesto se avevi dei parenti e gli ho detto che hai una sorella.
Tutto lì.
-Mh.
Il
demone stizzito ritira nel fodero la sua lama, la volpe sembra sincera
sotto il suo sguardo crudele e fino ad allora non gli ha mai dato
motivo per dubitare delle sue parole. Torna a guardare il rosso negli
occhi e muove un passo verso di lui minaccioso.
-Non
osare mai più intrometterti tra me e Yuk-
-Miaaaah!
Aveva
già sbilanciato il suo corpo e solo quando tenta di portare
avanti la gamba sente un morbido ostacolo contro al suo stinco, la
frase gli muore in gola mentre atterra su qualcosa di soffice e caldo
che emette un verso di sorpresa e dolore impressionante. Ha chiuso gli
occhi, questo non si addice al suo spirito da combattente, forse
l’ha fatto per l’imbarazzo davanti allo yoko,
cadere così… per di più durante un
momento solenne di minaccia: che figura da idiota. Stringe le palpebre
più forte e si sente costretto a riaprirle lentamente quando
sente qualcosa di liscio e caldo sfiorargli il naso insieme ad un
ritmico spostamento di aria tiepida. Le sue iridi rosse si scontrano
con due enormi occhi dalle iridi verde chiarissimo decorato da un
infinità di sottili raggi argentati, un colore completamente
assente in natura a parer suo. Lui allontana lentamente il viso da
quegli occhi felini per osservare il volto della ragazza sulla quale
giace in modo scomposto, le sue braccia iniziano a tremare quando
realizza ciò che sta accadendo, continua a ripetersi che non
può essere vero che sicuramente sta sognando o che
è un brutto scherzo delle erbacce allucinogene di Kurama.
Qualcosa gli sfiora la guancia, sente chiaramente i morbidi cuscinetti
che irradiano il loro calore contro la sua pelle, la ragazza apre la
bocca ma non produce alcun suono, la richiude e lo guarda negli occhi:
il suo sguardo è sconvolto, probabilmente quanto il suo. Le
sue labbra si schiudono nuovamente e un filo di voce ne esce
frammentato e confuso, nei suoi occhi può leggere lo sforzo
nel pronunciare quella corta parola che sconvolge tutti i presenti.
-H…
Hie… i?
Il
suono del suo nome lo strappa dalle sue supposizioni fantasiose
riportandolo violentemente alla realtà.
-Akiko…
Quel
nome sfugge dalle sue labbra senza quasi muoverle, in un soffio quel
attimo di sorpresa svanisce e con un rapido salto si ritrova in piedi
mentre guarda la ragazza rimettersi sui quattro arti e guardarlo, uno
sguardo intenso di felicità, tristezza, sorpresa e forse
anche paura.
-…sei
nuda.
La
voce calma e pacata dello youkai sembra incrinata per
l’imbarazzo e le sue guance assumono una colorazione rosea
mentre tenta di staccare gli occhi dal corpo prosperoso e
sproporzionato della ragazza. Anche lei arrossisce e con
velocità fulminea si fionda nella prima camera che trova
nascondendosi sotto il letto di Yusuke insieme a dei vecchi calzini.
Nel corridoio il padrone di casa e Kurama fissano il piccolo demone di
fuoco che lentamente si riappropria del suo naturale colorito.
-Bhe?
Che c’è?!
La
voce di Yusuke tradisce la sua sorpresa mentre risponde
-Ah,
niente! Solo, non credevo la conoscessi.
Lo
sguardo di Hiei è indecifrabile e si dirige verso la porta
senza dire nulla, sfa scattare la serratura e un leggero miagolio lo fa
voltare per un attimo: la ragazza è dietro di lui, a pochi
passi e lo guarda con addosso quello che pare un copriletto, i suoi
occhi sono supplichevoli e aprendo di nuovo la bocca la sua voce
frammentata lo chiama.
-Hi…
ei…
Alza
lo sguardo feroce sui due ragazzi alle spalle della gatta e con voce
dura conclude prima di sbattersi la porta alle spalle.
-Tornerò
tra un po’.
I
tre fissano la porta dietro alla quale è appena scomparso il
piccolo demone, i loro occhi sono sconvolti e la voce di Kurama attira
l’attenzione del padrone di casa.
-Ha
detto che tornerà… non era mai successo.
Yusuke
annuisce mentre si gratta la testa confuso, sposta lo sguardo sulla
gatta che lo sta guardando e rabbrividisce.
-Kurama?
Quelli prima non li aveva… stavolta ne sono certo!
Il
rosso segue il dito dell’amico per poi fissare inorridito il
viso della ragazza che ora esibisce un naso felino con tanto di baffi e
labbro a “w”, ormai non ricorda quasi
più la ragazza che avevano trovato la sera prima nel parco e
il suo viso è deformato dalle nuove fattezze.
-Hai
ragione… sembra che stia mutando sempre più
velocemente…
La
gatta si acciambella sul divano e i due la seguono, guardandola ora
sembra in tutto e per tutto un gatto, fatta eccezione per i capelli
lunghi e per la forma del viso che per ora resta ovale e elegante.
Kurama la osserva con attenzione quando Yusuke lo interrompe.
-A
cosa pensi?
-Penso
che se almeno sapessi che tipo di demone è potrei cercare di
capire cosa le sta succedendo… per quanto ne sappiamo
potrebbe essere del tutto normale.
Tornano
a guardarla mentre dorme dando loro la schiena.
-Cavolo
almeno quello Hiei poteva dircelo prima di sparire.
Il
rosso annuisce sospirando.
-Poi
se lei potesse darci almeno un indizio…
Una
mosca vola sopra alle loro teste rompendo il silenzio col suo ronzio
solitario, di tanto in tanto si posa sugli oggetti in cerca di cibo
mentre i due ragazzi guardano la ragazza senza vederla realmente persi
nei loro pensieri, sperando che Hiei torni davvero e faccia presto. La
mosca si posa sulla pelliccia corta della ragazza che la caccia
malamente con la coda, pochi istanti dopo torna per posarsi
sull’orecchio che lei muove emettendo un lieve ringhio che
attira l’attenzione dei due.
-Guarda,
è arrabbiata con la mosca!
Yusuke
ride sommesso mentre la mosca torna a infastidire la gattina. Questa
volta si alza e segue con gli occhi la mosca che torna a svolazzare
fino a posarsi sul lampadario, una rapida contrazione sincrona dei suoi
muscoli la scuote e, sotto lo sguardo allibito dei due, dal corpo della
gattina bianca scaturisce una scarica elettrica di colore nero che non
solo uccide la mosca all’istante ma entra nel circuito e fa
esplodere la lampadina seminando pezzetti di vetro e
scintille ovunque. Dopo qualche istante la voce di Yusuke rompe il
silenzio
-Beh…
ti basta come indizio?
Discorso
dell'autrice
Allora
premetto che so bene che la parola "catter" non esiste, esiste "cater"
ma non vuol dire "più gatto" com'era inteso nel titolo del
capitolo. Ringrazio chi ha letto, chi l'ha messa tra le storie
preferite/seguite o quant'altro. Purtroppo so che questo manga/anime
non ha più moltissimi seguaci, è un po'
vecchiotto (ha la mia età) e quindi mi rendo conto di avere
un pubblico limitato per questa fanfic, per questo lancio un'appello:
vi prego recensite, anche solo per mandarmi al diavolo e dirmi che sono
brutta! Vorrei sapere cosa ne pensate per poter correggere il tiro nei
prossimi capitoli!
|
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Capitolo 3 *** Blood, blood, gallons of the stuff! ***
Scusate
il mostruosissimo ritardo! Oddio, mi sento in colpa da morire e mi
merito tutti i vostri insulti. Avevo gli esami e mi hanno pure segata
ç.ç chiedo pietà! Vi lascio subito
alla lettura e non ruberò altro tempo.
Contiene: nudità parziale, sangue.
Disclaimer: vedi cap. 1
Chapeter 3 –
Blood, blood, gallons of the stuff!
Hiei
salta da un ramo all'altro velocemente senza farsi vedere o sentire dai
ningen che sotto di lui passeggiano nel parco, si ferma su uno dei rami
più alti della grossa quercia in centro all'area verde.
Espira, gli pare di aver trattenuto il respiro dal momento in cui ha
riconosciuto i lineamenti fini della ragazza in mezzo a quel disastro
che è ora il suo corpo. Vorrebbe dire che il suo aspetto non
ha nulla di umano, peccato che, proprio come lui, di umano in lei ci
sia ben poco. Si siede sul ramo con la schiena contro al tronco solido
della pianta, chiude gli occhi e si sforza di ricordarla: è
sempre stata una ragazza piuttosto carina, uno di quei demoni dal viso
dolce e umano, non molto alta, gracile e agile. Ciò che ha
visto pochi minuti prima non era minimamente paragonabile alla figura,
o meglio, alle figure che compaiono nella sua mente pensando a lei,
l'aveva vista trasformata in diversi modi: nella sua versione "umana",
nella sua versione felina e poi nella sua tipica versione ibrida, nella
quale esibisce solo le orecchie e la coda da gatto. Ora pare una gatta
troppo cresciuta e null'altro, la sua trasformazione in gatto demoniaco
è molto diversa: si tratta di un felino di grosse
dimensioni, forse lungo due metri e mezzo, bianco con delle leggere
sfumature grigio-argentee. Il muso, tigrato più
pesantemente, ospita due grandi orecchie piramidali adornate con lunghi
ciuffi di pelo sulle punte. La bocca mostra sempre dei lunghi canini
bianchi mentre ruggisce feroce o miagola con dolcezza. Un sorriso
increspa appena le sue labbra mentre pensa a quel gigantesco felino
miagolare come un cucciolo smarrito. Subito il suo volto torna serio
ripensando all'attuale condizione di Akiko. “Cosa le
è successo?” i pensieri nella sua mente turbinano
senza sosta. Quando lui se n'era andato lei era rimasta nel Makai,
ricorda bene quell'aura espansa improvvisamente alle sue spalle senza
alcuna traccia di minaccia, odia ammetterlo anche solo a se stesso ma
l'aveva trovata accogliente mentre lo avvolgeva. Aveva quasi pensato di
restare lì fermo più a lungo, forse addirittura
di girarsi e cercarla con lo sguardo tra gli alberi che circondavano
quel piccolo passaggio tra le due dimensioni. Aveva sorriso in quel
momento, lo ricorda, aveva pensato di tornare per cercarla dopo aver
trovato Yukina, ma dopo le avventure col team Urameshi non aveva avuto
il coraggio di tornare nel Makai. Aveva vissuto nel Ningenkai con la
convinzione che non l’avrebbe vista mai più e che
lei avesse in qualche modo trovato il suo posto nel mondo dei demoni.
Invece ora è in un piccolo appartamento a qualche isolato
dal parco in cui si . tramutata in una sorta di gatta da salotto senza
un filo di aura demoniaca. Forse il suo potere è stato il
prezzo per passare nel mondo umano, un viaggio piuttosto caro
considerando che lei stessa avrebbe potuto aprirsi il varco con la
giusta quantità di energia. Allora forse ha perso la sua
energia proprio perché ha attraversato il kekkai, ma non per
questo si sarebbe tramutata in uno stupido gatto.
“…perché è venuta
qui?”. Il suo sguardo scruta il cielo azzurro sopra alla sua
testa riflettendo sul nuovo interrogativo. Nelle sue attuali condizioni
non sarebbe mai riuscita ad attraversare la barriera tra le dimensioni,
probabilmente le è successo qualcosa quando era
già nel Ningenkai, ma cosa l’ha portata fino a
qui? La mente dello youkai cerca inutilmente una motivazione abbastanza
valida che possa aver spinto la ragazza a rischiare la vita per
raggiungere il mondo umano. Anche fosse stata incaricata di rubare
qualcosa per conto di qualche signore del Makai non avrebbe mai messo a
repentaglio la sua vita per una stupida missione, non è mai
stata molto abile nella lotta, anzi, forse è sempre
sopravvissuta per puro caso a quei pochi combattimenti che ha
affrontato, tuttavia è sempre stata abbastanza furba da
farsi assoldare solo da demoni più deboli di lei: per questo
l’idea di un ricatto da parte di un cliente è
piuttosto inverosimile. Se cercava qualcosa era sicuramente qualcosa di
suo interesse personale, ma Hiei non ricorda che la gatta avesse mai
avuto interessi particolari, ne per oggetti preziosi ne per altro. Non
ha mai avuto uno scopo particolare nella vita, non l’ha mai
vista fare nulla per la pura volontà di farlo,
l’unica cosa che faceva senza che nessuno
gliel’avesse mai chiesto era tirarlo fuori dai guai e
medicarlo. Una leggera smorfia piega le sue labbra sottili mentre il
suo sguardo di sangue sembra maledire il cielo che lo sovrasta
“Quella gatta… non sarà venuta per
cercare… me?” quel pensiero dà per un
istante un senso compiuto alla situazione che sta vivendo, ma un
istante dopo quell’idea malsana si scioglie in un sorriso
ironico: non sarebbe mai venuta a cercarlo, è troppo
prudente, per non dire fifona. "So bene che mi seguiva solo per la
protezione che le davo… chissà come
avrà fatto senza di me... Non sa minimamente combattere."
Non gli era mai piaciuto difendere i deboli ma con quella
stupida gatta aveva dovuto fare un'eccezione: era brava a medicare le
ferite e spesso e volentieri il suo spirito di fuoco lo aveva portato a
prendersele di santa ragione, anche se questo non lo avrebbe mai detto
a nessuno. L'aveva incontrata per caso durante una battuta di caccia
molti, moltissimi anni prima. Lei, da felino prudente, voleva solo il
cinghialetto poco cresciuto, il più piccolo della
cucciolata, lui, da youkai aggressivo, voleva la grande mamma
cinghiale. Probabilmente con il suo attacco violento e rude aveva
disturbato l'agguato elegante della gatta: ai tempi era più
irruento e considerava il mettersi sotto vento e
l’affievolire l’aura solo “stupidi
trucchi per demoni deboli”, ad ogni modo quella sera lui
prese la sua preda enorme e lei la sua più minuta. Avevano
mangiato a pochi metri uno dall'altro, sentivano le loro aure, e Hiei
poteva udire chiaramente le ossa del piccolo animale spezzarsi e
stridere contro i denti affilati della gatta mentre lui arrostiva la
sua cena. Da quel giorno gli parse che la bambina, giovane quanto lui
si direbbe, lo avesse seguito ovunque nascosta nella sua ombra,
avvicinandosi a lui solo per medicare le sue ferite quando giaceva al
suolo più vicino alla morte che alla vita. Fu in uno di quei
giorni che seppe il suo nome, glielo aveva chiesto con un filo di voce
mentre riprendeva i sensi e la sentiva allontanarsi : lei era Akiko e
lui Hiei, solo questo.
-…Akiko…
La
sua stessa voce lo attira fuori dai suoi pensieri: sentirsi emettere
quel nome è innaturale, lo mette a disagio e arrossisce
infastidito ricordando di averlo pronunciato anche poco prima quando
l’ha incontrata. Non che ci sia qualcosa di male nel dire lo
stupido nome di quella stupida gatta, tuttavia è
così estraneo per le sue corde vocali: non l’aveva
mai detto in precedenza. Allo stesso modo non aveva mai sentito il suo
nome detto da lei. Il ricordo lo fa rabbrividire. Non ci aveva mai
fatto caso, ma nonostante abbiano condiviso buona parte della loro
vita, non si sono mai chiamati, ne per nome ne diversamente, ogni volta
che era necessario erano presenti. Si alza lentamente e si stiracchia
guardando il profilo dei palazzi sul cielo azzurro, abbassa lo sguardo
sui ningen che percorrono le stradine del parco e rapidamente balza di
ramo in ramo verso l’abitazione di Yusuke.
Nel
vano scale il silenzio sembra quasi innaturale, sente solo il leggero
tocco delle sue scarpe che sfiorano appena i gradini mentre sale.
Arrivato davanti alla porta si ferma un attimo, sente delle voci
parlare sommessamente da dentro l’appartamento, non riesce a
capire cosa stanno dicendo ma sembra che stiano cercando di non farsi
sentire, cosa fin troppo strana da parte di Yusuke. Apre la
porta con la mano destra sulla katana, non che abbia intenzione di
usarla, ma non si è mai troppo prudenti.
All’interno le pareti del corridoio sono completamente rosse
e da ogni soprammobile un liquido rosso e denso cola fino al suolo.
L’odore pungente stuzzica le narici dello youkai che alza la
sua sciarpa bianca fin sopra al naso per attenuare il fastidio. Compie
ogni passo con prudenza per non scivolare e improvvisamente la porta si
chiude alle sue spalle, la guarda per un attimo con la coda
dell’occhio tornando a guardare davanti a se un attimo dopo
attirato da un verso che esprime puro terrore.
-Stupida
gatta vieni subito qui!
Da
quella che ricorda essere la porta del bagno vede uscire di corsa la
gatta, anche lei ricoperta di sangue, che zoppica vistosamente
inseguita da Yusuke che brandisce un coltello insanguinato. Sfodera la
katana con naturalezza e con un singolo passo si pone tra Yusuke e il
felino puntando la lama alla gola dell’umano. Sente la
pelliccia fradicia della gatta strusciare contro i suoi polpacci e
continua a guardare Yusuke negli occhi. La mano stretta attorno al
coltello di allenta e l’arma cade al suolo con un tintinnio
che fa rabbrividire la gatta.
-Hiei,
giuro che non è come pensi.
Il
piccolo youkai rimette rapidamente la sua lama nel fodero e si volta a
guardare Akiko: è più piccola di prima, ormai
sembra un comune gatto, se l’avesse incrociata per strada
sicuramente non l’avrebbe riconosciuta.
-Io
non penso niente. So solo tre cose. Uno: Akiko è ferita.
Due: tu avevi un coltello in mano. Tre: questo posto è
ricoperto di sangue.
-Ecco,
a questo proposito, questo sangue non è di Akiko!
Lo
sguardo del demone si muove appena sul viso di Yusuke contratto in un
sorriso nervoso e poco dopo sorride anche lui tendendo le sue labbra
sottili.
-So
che non è suo, non ti sembra un po’ troppo
perché sia di un piccolo gatto? Detto questo, con permesso.
Spinge
di lato l’umano e si dirige a passo deciso verso il bagno
seguito a passo svelto dalla gatta e poco dopo dal padrone di casa che
riflette ancora sull’argomentazione del piccolo demone. Nel
bagno Kurama sta versando un secchio di liquido rosso nella vasca quasi
piena, alle sue spalle una pianta dalle larghe foglie violacee fa bella
mostra di se mentre riempie un altro secchio in lamiera dello stesso
liquido che sgorga copioso da un’incisione nella corteccia
liscia del tronco.
-Effettivamente
puzzava un po’ troppo per essere sangue vero…
La
voce del demone di fuoco attira l’attenzione dello yoko che
si alza sorridendo con naturalezza nonostante sia coperto solo dai
boxer neri.
-Oh
ciao Hiei! Si, il sangue è finto: l’ho prodotto
con la pianta del pentimento.
Lo
youkai sposta lo sguardo fingendo indifferenza arrossendo vagamente.
-E
tutto questo in che modo giustifica la tua nudità?
-Beh,
non volevo sporcare i vestiti di sangue.
-Miao!
Lo
sguardo dei presenti si sposta sulla gatta che si struscia
insistentemente contro le gambe di Hiei, cerca di camminare tenendo
sollevata la zampa posteriore sinistra e di tanto in tanto si scrolla
il sangue di dosso con scarsi risultati. Gli occhi rossi del demone
sono eloquenti mentre scruta quelli di Kurama che sorride.
-Mentre
eri via abbiamo scoperto cos’ha.
Lo
sguardo del più basso insiste e il rosso sorride
più ampiamente.
-Credo
di poterlo risolvere.
La
volpe non aveva mai visto la tensione scivolare via dagli occhi del
gelido youkai in modo così palese e rapido, e soprattutto
non lo aveva mai visto con quello sguardo dolce che ora rivolge
alla gatta.
-Ora
però è meglio se ci sbrighiamo, dobbiamo fare
tutto prima che sorga la luna.
Dicendo
questo Kurama afferra delicatamente il felino e lo immerge nella vasca
piena di sangue fino alle spalle. La gatta, evidentemente contrariata,
ringhia e soffia in direzione della volpe schizzando sangue ovunque.
-Hiei,
prova a tenerla tu, Yusuke ha gia provato ma non sembra gradire molto
la sua compagnia.
La
risata del rosso invade la stanza mentre Yusuke imbronciato si
allontana dicendo qualcosa riguardo al corridoio, al sangue e ai
prodotti da usare per pulire. Nel frattempo il piccolo demone ha
afferrato saldamente l’animale che ora lo guarda con sguardo
interrogativo ma tranquillo.
-Abbiamo
scoperto che si tratta di una maledizione di sangue.
-Mh.
Con
le mani lo yoko versa piccole quantità di sangue sul muso e
sulla testa della gatta che, seppur con disappunto, accetta il
trattamento leccando via il sangue dal naso.
-Il
sangue verrà assorbito dal pelo legandosi alle particelle di
energia astrale che forma la maledizione e così,
più tardi, potrò estrarre la maledizione con
questa stessa pianta del pentimento.
Lo
youkai annuisce anche se in realtà non riesce a comprendere
a fondo il meccanismo che libererà Akiko dalla maledizione.
“…una maledizione…” a questa
possibilità non aveva proprio pensato, anche se ora sembra
il motivo più valido viste le condizioni in cui si trova la
ragazza.
-Come
avete fatto a capire che si tratta di una maledizione di sangue?
-Beh,
è successo per caso. Mentre eri via ha rotto la lampadina in
salotto con una scarica elettrica e mentre pulivamo si è
tagliata con un pezzo di vetro, per questo zoppica. Comunque ho capito
che era una maledizione quando ho cercato di lavare via il sangue per
medicarla, ma il pelo l’ha assorbito completamente e questo
succede solo se l’energia astrale della maledizione
è stata depositata usando il sangue.
Lo
sguardo di Hiei torna sulla gatta che tiene tra le mani e nota che il
livello del sangue nella vasca è sceso di qualche
centimetro: il pelo sta assorbendo il liquido tingendosi di un rosso
sempre più cupo, in particolare si notano delle linee
più scure che sembrano creare una rete di venature sempre
più fitta come se fossero le nervature di una foglia.
-Ecco,
vedi? Sta funzionando: quelle sono le linee di diffusione della
maledizione, partono tutte dalla fronte, proprio qui.
Le
dita affusolate del rosso indicano una macchia in mezzo agli occhi del
felino dalla quale si diramano tutte le linee che avvolgono il corpo
della creatura.
-Hiei…
vedrai che andrà tutto bene… te lo prometto.
-Hn!
Kurama
sorride: per quanto l’amico possa mostrarsi freddo, lui
può leggere nel suo sguardo la preoccupazione per quella
gatta che sorregge con falsa indifferenza in quella vasca di sangue.
Discorso dell'autrice
Domando scusa per il ritardo, spero di essere più puntuale
per la prossima pubblicazione! Spero che la storia vi stia
appassionando e ringrazio tutti coloro che mi hanno lasciato la loro
opinione: ho davvero apprezzato! Spero che continuerete a seguire la
mia storia e che questo capitolo fosse all'altezza delle aspettative!
Mi raccomando recensite che mi fa davvero moooolto piacere!Ah, il
titolo del capitolo è tratto dalla canzone "blood" dei My
Chemical Romance! Fa troppo ridere ascoltatevela se vi va! Buona
giornata! ;)
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