Beauty and the Beast

di Snafu
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Lupus in fabula ***
Capitolo 2: *** Allunaggio ***
Capitolo 3: *** Once in a blue moon. ***
Capitolo 4: *** Non vuole mica la Luna. ***
Capitolo 5: *** Luna di traverso ***
Capitolo 6: *** Attenta al Lupo! ***
Capitolo 7: *** Balla coi lupi. ***
Capitolo 8: *** Senza titolo #1 ***



Capitolo 1
*** Lupus in fabula ***



Beauty and the Beast

Capitolo I
Lupus in Fabula



Michelle Duchamp della Casa dei Corvonero aveva appena terminato il suo allenamento come battitrice della squadra di Quidditch. Era una ragazza alta e ben proporzionata, aveva i capelli lunghi di un biondo cenere particolare e gli occhi grandi e scuri, le labbra carnose e il naso all’insù. Era molto bella, e chiaramente molto intelligente. Quando fu in perfetto ordine andò incontro all’amica Beauty, che l’aveva raggiunta al termine della preparazione in vista della prima partita di campionato. Novembre ormai era vicino.
«Com’è andata?» domandò la seconda.
«Le solite cose. Appena fa un po’ freddo mi si screpolano le mani e sono costretta a mettermi la crema, così la mazza mi scivola sempre...» si lamentò Michelle.
«Ma non dovresti usare i guanti?»
«Certo, ma non lo faccio. Per un fatto estetico, capiscimi...» ribatté.
«A proposito di fatti estetici: ho trovato Noctem con una frangetta di piume. C’entri qualcosa per caso?» Noctem era il fugo di Beauty, un bell’esemplare, in grado di portare anche grandi pacchi, di certo una creatura invidiabile.
«Stava sbattendo contro il muro perché non ci vedeva, povero... ho dovuto dargli una pettinata...»
In quel momento Beauty la ignorò, intimandole il silenzio. Stavano passando quattro ragazzi dei Grifondoro. Uno si avviò verso il campo, gli altri tre lo salutarono e si diressero agli spalti.
«OMMIODDIO!!» gridò Michelle.
«Che hai da urlare adesso?» domandò l’altra.
«Non fare la vaga con me: ho visto la faccia che hai fatto. Non avevi quella luce negli occhi dai tempi della cotta per Lucius Malfoy...»
«Quello era al primo anno, ne sono passati un po’, non continuare a martoriarmi con quella storia...» supplicò.
«Quindi? Chi hai puntato?» insistette la biondina.
«Ma nessuno...!» tentò l’altra.
«È Black? Daiiiii, a me puoi dirlo!» esclamò.
«N-no. Non te lo dirò mai, lasciami in pace adesso...»
«Uffa, non farti pregare.»
«Il tipo, ehm... quello con... seconda fila a sinistra.»
«Dai, ma come seconda fila a sinistra? Non che seconda fila a destra sia meglio...» asserì, guardando con orrore Codaliscia, poi ritornò con lo sguardo a Remus Lupin «ma la prima fila no?»



*



La Sala Grande era in fervore. Meno di una settimana dopo si sarebbe tenuta la festa di Halloween e già si iniziava a parlarne. I Malandrini erano al tavolo dei Grifondoro che cercavano/fingevano di studiare, ogni tanto scambiandosi qualche battuta.
Remus sembrava parecchio preoccupato per il tema di Storia della Magia il cui titolo doveva essere ‘Differenze e analogie tra i metodi di Merlino e Morgana e filoni di pensiero che da essi discendono.
Sirius gli tirò un’occhiata perplessa, poi, con una calma quasi divina appoggiò il suo specchietto al tavolo. Infine, perdendo la sua fittizia tranquillità, esclamò, spiaccicando un gomito nello stomaco di Potter:
«Oh, Ramoso! Pare che abbiamo trovato qualcuno che ha un debole per il nostro Lunastorta...»
Lupin, dalla carnagione di solito palliduccia e dalla postura un po’ ringobbita, si drizzò improvvisamente e avvampò violentemente non appena il suo soprannome fu pronunciato.
«Ci avevo fatto caso anch’io, ieri, all’allenamento di Quidditch, ma credevo stesse guardando te. Ora invece direi che è Remus che guarda...»
«E chi sarebbe?» domandò Minus, grattandosi la testa.
«Stanno scherzando, Peter.» tagliò Lupin, a cui quel tipo di giochetti non procuravano nessun tipo di divertimento.
«Però aspetta un attimo, mi è venuto un dubbio...» tentennò Black.
«Già,» gli diede man forte Potter «Remus, sorridi...»
Lupin abbozzò un sorrisetto di circostanza per un nanosecondo e poi ritornò con gli occhi puntati sulle pagine del libro, ticchettando con la punta delle dita sulla carta ingiallita.
«No, non ha niente tra i denti» Sirius confermò ad alta voce il pensiero di James.
«Su, fatela finita di prendermi in giro e rimettiamoci a studiare. Questa roba proprio non mi entra in testa...» si lamentò Lunastorta, contando le pagine che gli rimanevano.
«Non ti stiamo prendendo in giro, è la verità.» obiettò Black, inarcando un sopracciglio con aria infastidita in direzione dell’amico «Guarda tu stesso se non ci credi, alle mie spalle, tavolo dei Corvonero. Le due ragazze con i libri di erbologia, quella alla tua sinistra.»
«Chi è?» domandò il lupo mannaro, lanciando un’occhiata di sottecchi alla tipa in questione, non fingendosi troppo interessato. Era una ragazzina magrolina e insignificante dai capelli scuri legati in una coda di cavallo e una passata che evitava a eventuali ciuffi di caderle sugli occhi. Altro che libro di erbologia, stava leggendo l’ultimo numero di Trasfigurazione Oggi come se da quelle pagine fossero potute trasudare le risposte alle sue domande.
«Quella a destra è Michelle Duchamp Sheraton, quinto anno, battitrice dei Corvonero, figlia unica di Gilbert Sheraton, inglese, e Françoise Duchamp, francese, entrambi maghi purosangue.»
«Sì, ma non credo che a Lunastorta interessi della tipa che lo ignora.» commentò innocente Minus.
«E basta con questa storia!» sbuffò il poveretto.
«Ma poi, dì a me, Felpato, com’è che sai tutte queste cose? È una delle tue conquiste?» sogghignò Potter.
«No, però è nella lista delle donne che posso sposare secondo mia madre,» rise il ricciolo «e vorrei precisare che mi ricordo di lei solo perché il nome è piuttosto esilarante se lo leggi tutto di fila, ahah!»
«Via, allora vado a informarmi sull’altra tipa:» commentò James «alle volte sai essere davvero inutile, Felpato...»
«Nonono!» strillò Remus, sempre più rosso, attirando su di sé l’attenzione di tutta la Sala Grande.
Sirius concluse:
«Qui gatta ci cova...»



*



Ventiquattrore dopo le due amiche della Casa del Corvonero passeggiavano tranquillamente per i corridoi, ovviamente discutendo dell’argomento all’ordine del giorno: la nuova cotta di Beauty.
«Ascolta non ci siamo proprio...» commentò Michelle.
Che la sua amica avesse una cotta per un tipo che secondo i suoi canoni era ‘inguardabile’ non andava bene per niente. Lucius Malfoy era ed era stato obiettivamente irraggiungibile, con la sua chioma biondo lucente e il fascino del bastardo, ne era consapevole, ma quello... quello è fin troppo raggiungibile! A guardarlo così non avrebbe neanche detto che avesse mai avuto una ragazza. Due volte l’aveva visto e due volte indossava un’aria malaticcia e trasandata, con una pessima cera, gli occhietti piccoli e i capelli in disordine. Aveva l’uniforme sgualcita, e non le sembrava neanche tanto intelligente. Soprattutto, però, Michelle non aveva idea di chi fosse: la cosa era piuttosto grave, visto che conosceva praticamente tutti almeno di vista in quella scuola!
«È tenero...» si limitò a commentare Beauty, non riuscendo a togliersi dalla faccia un sorrisetto ebete di quelli che si impossessano di noi nel periodo dell’infatuazione «E poi neanch’io sono questa gran figa, quindi...»
«No, guarda, tra te e lui proprio c’è un abisso eh!» commentò l’altra.
«Non ti ho chiesto di fare il giudice di bellezza! Ascoltami, io passo dalla biblioteca a vedere se trovo qualcosa di utile per il tema. Ci vediamo in sala comune prima di cena, d’accordo?»
«D’accordo, ma tu pensaci. Ritorna sui tuoi passi che il biondo è molto meglio!» tentò un’ultima volta Michelle, proseguendo a dritto per il corridoio.
Beauty svoltò distrattamente a destra. Dall’angolo sbucava in quel momento proprio Remus Lupin. Ci fu un vero e proprio frontale e i due caddero a terra per l’urto, facendo un gran casino con libri, bacchette, piume e tutto il resto.
«Ihih» sogghignò Michelle «Lupus in fabula.»






Desclaimers: I luoghi e i personaggi citati appartengono per la maggior parte a J.KRowling (vi prego non fatemi fare l’elenco o_o). Michelle, Beauty, Noctem e Gateaux sono miei personaggi (?). Eventuali canzoni citate non mi appartengono. Ad ogni modo ‘no infringment of copyright intended.’
Note: In caso di problemi con l’html o errori di scrittura mi farebbe molto piacere se me lo faceste presente. Spero di aver inserito nella sezione giusta perché ho visto che c'erano mille pairing e contesti @.@ =)
C.

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Capitolo 2
*** Allunaggio ***



Beauty and the Beast

Capitolo II
Allunaggio



Remus Lupin si rese conto solo con un certo ritardo di quello che era successo, ma fu comunque il primo. Beauty aveva pensato per prima cosa al suo aspetto (cadere con la gonna non era la migliore delle eventualità), poi che era il caso di controllare chi aveva urtato e se si era fatto male. Quando si accorse di chi si trattava pensò di essere vittima di un’allucinazione, anzi, lo sperò.
«Scusami» tentò con un mezzo sorriso sulle labbra.
«Fa niente... ero distratto anch’io» rispose il mago. Avrebbe voluto sorridere anche lui, ma Sirius e James lo mandavano sempre in paranoia con la supposizione di avere qualcosa tra i denti, quindi si limitò a fare una smorfia con gli angoli della bocca.
Iniziarono a raccogliere i libri e si drizzarono in piedi.
«Ma tu... tu sei... sei un caposcuola! Oh, scusami tanto!» domandò la ragazza. Tutte le informazioni che approdavano alle orecchie di Michelle e che lei prontamente le girava evidentemente servivano a qualcosa.
«Ehm, sì.» fece il vago lui, stringendo nervosamente i libri tra le mani.
«Io sono...» solo dopo aver iniziato la frase la ragazza si ricordò di quando ridicolo fosse l’accostamento tra il suo nome e il suo cognome, quindi si limitò a enunciare il primo «Beauty, Prefetto dei Corvonero. Ti stringerei la mano, ma sono un po’ incasinata con i libri. Comunque mi ha fatto piacere conoscerti, ci vediamo in giro. Ciao!» esclamò tutto d’un fiato e poi si volatilizzò.
Remus la guardò basito e si allontanò anche lui, grattandosi la testa.



*



La biondina osservava con attenzione la moretta che cercava la pagina del libro, tentando di estorcerle maggiori informazioni che l’altra non sembrava intenzionata a concedere.
«Guarda c’è poco di cui essere contenti. Puoi dire quello che vuoi, ma è stata una colossale figura di... di cacca, Michelle, una colossale figura di cacca.»
«Come quella che si sta accumulando nella lettiera di Gateaux, dovrei pulirla...» si rammaricò.
«Gratta e netta.» sussurrò la moretta, agitando la bacchetta in direzione del piccolo contenitore «Ora io devo fare questo tema e non mi riesce quindi ho bisogno di concentrazione! Ne riparliamo poi...»
«D’accordo. Sappi che sei una vera seccatura, comunque.» obiettò la battitrice dei Corvonero.
«Lo so.» concluse Beauty.
Passarono neanche cinque minuti, quando la ragazza esclamò di nuovo:
«Per il calderone bucato di mia zia Meridiana! Questo non è il mio libro!»
«Quel calderone ormai è una leggenda. Beh, un libro vale l’altro, che t’importa?» replicò Michelle.
«M’importa eccome, sul mio libro c’erano tutti gli appunti segnati sulle bande laterali delle pagine» piagnucolò Beauty.
«Beh c’è solo una persona che può averlo» sghignazzò la biondina con enorme soddisfazione.
«Cavolo, dici che ce li siamo scambiati?»



*



Remus stava passeggiando con gli altri Malandrini per il corridoio.
«Ma no, vi dico che avete preso un abbaglio. Lei e la sua amica parlavano di uno biondo. E io non sono biondo! Sono castano chiaro!» raccontò ancora una volta il ragazzo. Dopo tutto il gossip che gli altri ne avevano fatto, quasi quasi un po’ gli dispiaceva.
«Sarà mica Codaliscia?» domandò Ramoso, ironico.
Tutti guardarono il ragazzino e lui si grattò i capelli.
«Boh.»
Fecero ancora qualche passo e Beauty, che li stava cercando da tutto il giorno, riuscì a placcarli.
«Lupin! Lupin!» gridò, con il fiato mozzato in gola.
Tutto il gruppo si arrestò, neanche avesse appena pronunciato una parola magica e Remus si voltò verso di lei, avvampando.
«Lo so, ho uno dei tuoi libri!» la anticipò e lei fece un sorriso a trentasei denti.
«Ma che carini vi siete scambiati i libri?» li prese in giro James.
«No, credo sia avvenuto accidentalmente» rispose lei, zittendolo con un battito di ciglia.
«Insomma, Remus, non ci presenti la tua amichetta?» insistette Potter.
«Ah, sì, certo... lei è Beauty... Prefetto della Casa dei Corvonero.»
«Molto piacere ragazzi» Beauty abbozzò un sorriso.
«Ma allora conosci anche qualcuno di popolare!» lo prese di nuovo in giro James e Remus lo fulminò, con gli occhi ridotti a due fessure.
«Certo, me per esempio.» intervenne Sirius, spavaldo «Io sono Sirius Black, molto piacere. Loro sono James Potter, campione della squadra di Quidditch e Peter Minus.»
«Sì, davvero molto piacere. Ragazzi scusate ma devo scappare... devo finire il tema a tutti i costi.»
«Ci sarai alla festa di Halloween?» domandò Black, mentre l’altra si allontanava.
«Beh, sì!»
«Allora ci vediamo lì!» gridò, poi sussurrò sconsolato «Corvonero... sempre a correre dietro ai libri e mai ai ragazzi.»

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Capitolo 3
*** Once in a blue moon. ***



Beauty and the Beast

Capitolo III
Once in a blue moon



Michelle era fuori di sé. Lei e Beauty erano in un angolo della Sala Grande a bofonchiare tra di loro, come sempre. A qualcuno avrebbero potuto sembrare perfino pazze.
«Ti ha detto così?» domandò la bionda alla mora, piuttosto allarmata.
«Sì, ha detto così.» rispose l’altra.
«Sirius Black ti ha detto ‘ci vediamo lì’?» ripeté la battitrice, scandendo bene le parole di modo che il concetto arrivasse integro all’amica.
«Sì, l’ha gridato nel corridoio» strillò anche lei.
«No, scusa, e me lo dici ora? Fortuna che ho usato la mia pozione per Capelli di Sleekeazy... la frangetta non ne voleva sapere di assumere una forma controllabile stasera» Michelle si sentì improvvisamente sollevata, passando una mano sulla sua fronte protetta dallo scudo di capelli biondi.
«Bene, sono felice per te... oddio...» si lamentò Beauty, come se avesse appena avuto una terribile fitta allo stomaco.
«Non scoppiare di entusiasmo, eh. Ah, guarda, eccoli!»
«Sì, e io sarò di nuovo in una situazione del cavolo, tanto non so mai cosa dire, finirò per chiudermi in bagno fino a che questa storia non sarà finita.»
«Drammatica! Devo dire che hai fatto la stessa cosa fino a che Malfoy non si è diplomato, e non è che sia servita a molto. I bagni non sono molto costruttivi.»
Beauty emise un verso molto trollesco, poi la sua melanina andò a farsi benedire e la sua carnagione assunse un colorito molto simile a quello di Lupin, in pieno tema Halloweeniano. Michelle puntò con gli occhi scuri e affilati i Grifondoro senza esitazione, mentre l’altra faceva la vaga, fingendo di cercare di aggiustare il lumino dentro la sua zucca.
I quattro si guardarono un po’ intorno, fino a che Sirius, avvicinandosi all’orecchio di Remus, sussurrò, indicandole sfacciatamente:
«Sono là.»
Entrambi i prefetti si sentirono morire, in tutti i sensi.
Potter non dovette neanche cercare un pretesto per avvicinarsi:
«Tanto vi massacreremo alla prima di campionato» minacciò tuonante e Michelle, che non aveva neanche capito a cosa si stesse riferendo, rimase in silenzio.
«Ciao Pupattole.» esordì Sirius con la sua inguaribile aria da marpione «Perché non la smettete di volare coi Corvonero e vi fate un bel giro su un Grifondoro? Offre la casa!»
«Non badate a Sirius, è in preda alle prime crisi ormonali.» Remus tentò di smorzare la situazione di silenzio imbarazzante che l’altro aveva creato con la sua battuta più gelida del passaggio di un Dissennatore.
«Ma senti chi parla...» commentò Black «Special guest della festa. Non esce mai, l’abbiamo trascinato qui con la forza, praticamente. È un evento epocale che ci abbia degnato della sua presenza.»
«Ahah sei un lupo solitario?» sghignazzò la morettina.
I malandrini fecero finta di niente, Remus si limitò a sorridere imbarazzato.
«Eheh...»
Potter fece giusto in tempo a individuare Lily Evans nel salone che era già sparito.
«Che modi...» borbottò Michelle, passandosi una mano sopra la frangetta.
«Hai ragione, se n’è andato senza presentarsi» le diede manforte il moro «Io sono Sirius Black, enchanté. Si on buvait quelque chose?°»
I due sparirono lasciando Beauty alle prese con Lunastorta e Codaliscia. I tre si guardarono nelle palle degli occhi con una faccia perplessa. La prima, che era molto intelligente, si sforzò in tutti i modi di trovare un argomento di conversazione.
«Allora, sei riuscito, cioè, siete riusciti a terminare il tema di Storia della Magia?» chiese, rivolgendosi prima al suo prediletto e poi anche al suo amico, per non escluderlo dalla conversazione.



*



Sirius si stava dilettando con Michelle, sfoggiando uscite in francese, ogni tanto. Non solo era affascinante, ma con le ragazze ci sapeva proprio fare.
«Senti, perché non fai in modo che il tipo brutto se ne vada, così la mia amica resta da sola con quello bruttino?» domandò impertinente la bionda, rivolta al suo cavaliere. Black inarcò un sopracciglio, si mise accanto a lei, non di fronte, e si rese conto che Minus era ancora con quei due, e pareva oltretutto che si stesse divertendo un monte a conversare con loro. Il moro scosse la testa in un moto di disperazione. Altro che ‘Codaliscia’, dovevano chiamarlo ‘Reggimoccolo’...
«Beh?» insistette irriverente la ragazza.
«La tua amichetta ha davvero intenzioni serie con Remus?»
«Siamo Corvonero, non facciamo mica pozioni con calderoni sporchi. Il fatto è che il tuo amichetto mi sembra un po’ rincoglionito, detto tra noi: prima è andato a sbattere contro Beauty...»
«Ehi, ferma. È stata la tua amichetta ad andare a sbattere contro Remus!» precisò Sirius.
«No, io li ho visti! Tu non eri lì!»
Sirius tirò fuori tutta la sua boria.
«Ti dico che è stata lei, dopotutto lei lo ha notato per primo!»
«E tu che ne sai?»
Ci fu un momento di silenzio, poi i due scoppiarono a ridere.
«Dici che dovremmo organizzare qualcosa per quei due?»



° «Piacere di conoscerti. Se bevessimo qualcosa?»

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Capitolo 4
*** Non vuole mica la Luna. ***



Beauty and the Beast

Capitolo IV
Non vuole mica la Luna




Il gran giorno era arrivato. La partita di Quidditch stava per cominciare. Le tribune erano gremite quando fu dato il via alla competizione. In quella dei Grifondoro la tifoseria era infiammata. Sirius era armato di un binocolino e se ne stava seduto elegantemente sugli spalti, da buon membro dell’alta società, accanto a lui Remus e ancora più in là Peter.
«Si può sapere dove stai guardando? Ramoso è di là...» commentò il lupo mannaro, anche lui con il suo binocolo, un po’ più scassato per la verità.
«Stavo cercando la tua dama, poi ho visto Mocciosus e Lily che parlavano laggiù e mi sono distratto...» confessò Black.
«Basta con questa storia, ti prego, sta diventando un supplizio» sbuffò Lupin, girandosi dall’altra parte con l’aria offesa.
«Quanto sei tenero, almeno un po’ deve piacerti, questa tipa: diventi tutto rosso quando si parla di lei...» sghignazzò il moro.
«Guarda che non sei per niente simpatico. E poi non sono affari tuoi.» commentò il ragazzino, sempre più imbronciato.
«Uhuh guardala, è laggiù. Così bella, tutta sola!» insistette «Magari qualche malintenzionato potrebbe andare a darle fastidio...» suppose, malizioso l’altro.
«Sirius se non la fai finita ti ammazzo, non scherzo...» minacciò Lunastorta e Felpato rise.
«Cavolo, devi almeno provarci, voglio dire...»
«Sì, lo so che è la prima ragazza che si interessa a me da quando sono arrivato qui, ma so anche che per me non è facile gestire un rapporto del genere. Mi ci è voluto tempo per gestire quello con voi, figuriamoci con una femmina...»
«Sempre a farti i complessi, guarda che non volevo dire quello. Tu sei bellissimo. E lei non vuole mica la Luna!» Sirius tornò sui suoi passi e spostò una ciocca ricciola dal viso «Beh, in senso lato, intendo. Chiedile di uscire, andiamo!»
«Ci penserò...»



*



Grifondoro conduceva in modo talmente schiacciante che non vale la pena citare il punteggio.
Quando James afferrò il boccino pose fine al supplizio.
«Oh, oh, Lunastorta!» esclamò Sirius «La tua ragazza se ne sta andando!» il moro si voltò appena in tempo per vedere che Remus stava avvicinando le sue mani al suo collo con fare pericoloso.
«Stavi continuando a fissarla?» domandò l’altro sconvolto. «Sei uno stalker, Black.»
«Su, sbrigati, altrimenti poi non la becchi...»
«Guarda che se vado è solo per non essere tentato di ucciderti un’altra volta.»
Sirius gli sistemò il colletto e tentò come poteva di dare una forma ai suoi capelli spettinati.
«Prova sorriso?» domandò.
Lupin indietreggiò.
«Prima mi hai detto che sono bellissimo, ora mi agghindi: se continui di questo passo ci scambiano per una coppia di gay, allora sì che non ci sarà bisogno che io chieda a Beauty di uscire...» si lamentò, rimettendogli le mani a posto e cercando di alzarsi.
«Aspetta, aspetta, dove vai, almeno la prova sorriso!»



*



La folla era in delirio e riuscire a scendere non fu semplice. Era l’unico Grifondoro che se ne andava mentre tutti gli altri accorrevano per festeggiare. I Corvonero stavano lasciando le loro tribune e distinguere Beauty era piuttosto difficile in tutta quella folla.
Lupin sussultò, la ragazza era a pochi metri da lui e non se n’era neanche accorto. Prese un bel respiro e si fece coraggio.
«Hei ciao!» disse lei, una volta che i loro sguardi si furono incrociati. «Non sei con i tuoi amici a festeggiare?»
Si accostarono da un lato per parlare come le persone civili e scambiarono due parole sulla partita.
«Uff, bisogna che vada. Michelle sarà fuori di sé. Già è un po’ schizzata per conto suo... questa non ci voleva...»
«Tu devi sempre scappare da qualche parte?» ridacchiò Remus.
«Sì, ma... non è per colpa tua. Sono io che sono incasinata ahah»
«Senti mi chiedevo se qualche volta...»
«Sì?»
Fu in quel momento che una mazza da Quidditch cadde dal cielo colpendo in testa Beauty, che crollò seduta stante.

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Capitolo 5
*** Luna di traverso ***



Beauty and the Beast

Capitolo V
Luna di traverso



«Ti dispiace raccontarmi di nuovo com’è andata di preciso?» chiese Beauty, mentre le due camminavano nel corridoio per dirigersi nell’aula di Pozioni.
«Beh, io ero terribilmente shockata per quello che ti era successo così Sirius si è preso cura di me e mi ha consolata e mi ha...» rispose la biondina.
«No, non voglio sapere della tua pomiciata con Black! Voglio sapere di come è successo che la tua mazza è caduta sulla mia testa proprio mentre stavo parlando con Remus!»
«Potter può dire quello che vuole, ma è stato un incidente! Non ho scaraventato la mia mazza per la rabbia! E ti ho già detto che mi dispiace!» sbuffò Michelle «Cerchi sempre di colpevolizzarmi!»
«Non cerco di colpevolizzarti, sei tu che sei un’irresponsabile.»
«Bah, è laggiù con la comare Black e l’inutile Minus, guardalo, il tuo principe azzurro.»
«Principe azzurro che tra parentesi non si è fatto più vedere da quando è successo il fatto: penserà che sono perseguitata dal malocchio e a dirla tutta ha tutte le ragioni per farlo!»
La bionda salutò in direzione dei quattro e Sirius rispose al saluto, insieme a Minus. Beauty fece un cenno con la mano e Remus sorrise.
James stava attaccando briga con Piton nel cortile. Niente di nuovo, insomma, visto che pareva non essere intenzionato a dargli tregua. Lupin si stava struggendo per le sue pene amorose, inesistenti per la verità, e Sirius si prendeva gioco di lui. Peter Minus, effettivamente, non stava facendo niente degno di attenzione.
«Lunastorta non ti si può vedere...» asserì Black, compassionevole.
«Lo so, manca una settimana ormai» costatò il ragazzino, facendo la conta dei giorni sulla punta delle dita. Poi buttò la testa all’indietro sull’erba e si coprì il volto con le mani.
«Ma no, dico, in preda a questa tristezza amorosa! Non ho capito perché non ti sei fatto più avanti, tentar non nuoce!»
«Figurati, penserà che sono la sua maledizione personale, e ha ragione: ogni volta che ci incontriamo le capita qualcosa di spiacevole.»
«Mamma mia quanto sei esagerato! Allora la prima volta è stata lei a venirti addosso, quindi non è colpa tua. E la seconda è andata piuttosto bene, invece. La terza è stata una coincidenza, sarebbe potuto capitare a chiunque, poteva parlare anche con me... dai, su, vai a chiederle di uscire!»
«Puoi scordartelo, poi ora è insieme alla sua donna ombra, altrimenti detta la scaraventatrice pazza di mazze da Quidditch o ragazza che si fa consolare da Felpato. Quindi non ci andrò mai.»
«Alla ragazza che si fa consolare da Felpato ci pensa Felpato, infatti» disse Sirius, alzandosi in piedi e pulendosi la tunica dall’erba che ci era rimasta appiccicata. «Tu prendi la mappa, quando mi sarò allontanato con Michelle saprai che puoi agire.»



*



«Allora ragazze? Facciamo ingelosire qualche Corvonero?»
Sirius comparve alle spalle delle ragazze all’improvviso, abbracciandole entrambe. Istintivamente Beauty gli puntò la bacchetta alla gola.
«Ah, Sirius sei tu! Mi hai fatto prendere un colpo!» esclamò subito dopo averlo identificato, scusandosi.
«E chi mai poteva essere? Il tuo porta-malocchio non è qui!»
«Questo lo vedo... povero Lupin, lascialo in pace, se attiro le sciagure non è di certo colpa sua.»
«Oh, su, non scoraggiarti, non attiri le sciagure, solo le mazze di Michelle. Per questo la porto via, ci tengo alla tua incolumità. Signorina, io e lei dobbiamo parlare» disse infine rivolto alla biondina, facendole l’occhiolino.
Lei annuì, piuttosto entusiasta di passare qualche minuto sola soletta con il suo Sirius.
«Ci vediamo in sala comune allora» borbottò Beauty, allontanandosi.
Quando se ne fu andata Black disse a Michelle.
«Mamma mia, quella starebbe proprio bene con Remus. Stanno sempre a deprimersi tra tutti e due.»
«E comunque non credo che il tuo amico possa trovare una ragazza più bella di Beauty in tutta la scuola. Oltre a me, intendo.»
«Scherzi spero, la tua amica non è questa bellezza...»
«Scherzi tu, spero! Beauty è bellissima, fuori e dentro. E lo dimostra il fatto che si interessi a un caso disperato come il tuo amico.»
«Ehi, vacci piano, quella che attira il malocchio è la tua amica. Anche Remus è un bel ragazzo ed è una brava persona, anche se è molto insicuro! Com’è che io e te finiamo sempre per litigare su queste cose?»
«Sei tu che mi hai preso da parte per dirmi queste cose...»
«No, ti ho preso da parte per un altro motivo, ma ovviamente non te lo dico. Insomma, dove andiamo di bello?»



*



Remus aveva avuto un attimo per ridere sul cognome di Beauty, Fool, scoperto dalla Mappa del Malandrino, e poi un altro per piangere, riscoprendosi uno stalker che la pedinava. Altro che Sirius...
Lei stava andando verso le serre e lui fece in modo di arrivare dalla parte opposta.
«Ciao!» fece il primo passo lei.
«Hey ciao, come stai?»
«Molto bene, grazie. Tu? Non hai una bella cera, devo essere sincera...»
«Quando mai!» scherzò lui e lei ridacchiò «Comunque sto bene, grazie.»
«Mi ha fatto piacere vederti, ora ovviamente devo scappare, ma già lo sai» gli fece l’occhiolino lei.
«Infatti, ne ero sicuro...»
«Ci vediamo tanto, no?»
«Sì, certo...» rispose, mentre lei si allontanava. «Ehm, Beauty?»
«Dimmi.» la sua camminata si arresto e lei lo guardò con aspettativa.
«Mi chiedevo, cioè lo so che effettivamente quando ci incontriamo la nostra vita è messa a repentaglio per qualche oscuro motivo, ma... non lo so, magari, ecco, mi domandavo se qualche volta non ti andrebbe di fare quattro passi insieme...» disse, tutto d’un fiato.
Sul viso della ragazza si dipinse un sorriso bellissimo e i suoi occhi si illuminarono. Lo guardò con aspettativa, come se spettasse a lui dare la risposta, e inclinò un po’ la testa, gongolandosi in quella strana felicità che si ottiene dalle prime scottature. Si mordicchiò un labbro, imbarazzata per quanto palese fosse la sua reazione, poi disse:
«Certamente. Quando vuoi! Con un amuleto, così siamo al sicuro!»

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Capitolo 6
*** Attenta al Lupo! ***



Beauty and the Beast

Capitolo VI
Attenta al lupo!



James Potter rientrò dall’allenamento di Quidditch a cui i suoi amici non avevano presenziato per preparare e sostenere Lupin, che quella sera avrebbe avuto il suo appuntamento con Beauty.
«Allora, come sta andando qui?» domandò, gettandosi esausto sul letto.
«Abbiamo fatto delle prove, ma niente, è molto impacciato» spiegò Sirius.
«Che tipo di prove?» domandò Ramoso spaventato. Lunastorta lo guardò con un’aria del tipo ‘lascia perdere’, ma lui proseguì: «Perché non provi a respirare, Remus?»
«Sei diventato tutto bianco, non vorrei che la tua amica credesse di avere appuntamento con un fantasma...» esordì Minus.
«Ti prego non mettertici anche te, Codaliscia, fino a ora eri sempre stato almeno in silenzio.»
«No, ma voglio dire, è normale che non hai una bella cera: si sta avvicinando quel periodo!»
«Lunastorta c’ha le sue cose...» commentò Ramoso sarcastico.
«Via, è ora.» annunciò Sirius. Nella stanza la temperatura si fece glaciale, neanche vi si fosse introdotto un dissennatore. «Prova alito?»



*



«Guarda quanto sei bella, proprio degna del tuo nome» si complimentò Michelle.
«Devo andare...» rispose l’altra, un po’ nervosa.
«Stai tranquilla, sono sicura che andrà tutto bene.»
«Grazie. A dopo...»
Beauty era in anticipo e ne era cosciente, quindi prima di raggiungere il luogo dell’appuntamento fece una passeggiata per i corridoi. Era un po’ emozionata ed era sicura che anche lui lo fosse. Ne ebbe la dimostrazione quando si soffermò dietro il portico a guardare da lontano quando sarebbe arrivato... e lui era già lì: un nervosissimo Remus si sfregava le mani e guardava in tutte le direzioni, aspettando lei.



*



«Visto che tenera? Lo stava guardando da lontano e stava esitando...» commentò ad alta voce Sirius.
«Felpato, si può sapere che diavolo stai facendo? Li stai seguendo sulla mappa?» strillò James, quasi irritato.
«Beh... se la distanza tra loro due si accorcia e restano fermi in un punto per un po’ significa che si stanno baciando!» dedusse brillantemente il mago.
«Perdi tempo: Remus non la bacerà mai, neanche se lei si presentasse nuda all’appuntamento. Cerca sempre di tenere sotto controllo tutto quello che invece al suo controllo sfugge.»
«Scommettiamo?»
«Non voglio vincere facile.»
«Uh... la sta portando al lago! Ma che tenero
«Se non la smetti di usare quella parola ti taglio la lingua. E... Sirius, dove è Codaliscia? Non l’avrai mica mandato a...»



*




I due ragazzi stavano tranquillamente passeggiando ed erano arrivati fino al lago, parlando del più e del meno.
«...quindi in pratica Michelle ha chiamato il gatto Gateaux perché quando era piccola e diceva ‘gatto’ diceva ‘gatò’? Questa cosa è quasi sconvolgente.»
«Sì, lo so, ma quando convivi con lei non ci fai più caso, è un tipo piuttosto stravagante, ma è ok...»
«Immagino, ne conosco altri ahah» rise Remus, terrorizzato all’idea del suo ritorno nella sala comune, dove avrebbe dovuto rispondere a tutte le domande dei suoi amici curiosi.
Si sedettero su un sasso vicino alla riva e scrutarono la superficie buia e piatta. C’era silenzio, l’atmosfera era molto bella, tutti e due guardavano le stelle. Nessuno dei due voleva rompere la quiete, quindi rimasero a fissarsi, un po’ a distanza. Erano molto diversi e lo sapevano, ma a loro piaceva così. L’aria di contemplazione e venerazione era sovrastata dal cielo scuro, dominante con il suo aspetto severo. Un soffio increspò la tavola del lago.
«Credo che stia per piovere, si sta alzando il vento» commentò Beauty, infastidita dall’odore che il vento stava portando. Non era esattamente quello che si definisce una lieve brezza.
«E se andassimo ai Tre Manici di Scopa?» propose Remus con il sorriso sulle labbra.
«Mi pare una buona idea!»
I due si alzarono in piedi, quando avvertirono un altro soffio molto forte. Era caldo, umido, appiccicoso. Niente che ricordasse una giornata di metà novembre, comunque.
Si voltarono contemporaneamente verso la foresta alle loro spalle e fu in quel momento che videro, a meno di dieci metri da loro, un enorme Graphorn. La ragazza cacciò un grido e cadde all’indietro, sulle sponde del lago, bagnandosi i vestiti. Imprecò qualche cosa di incomprensibile, poi si alzò.
«Resta dietro di me...» ordinò Remus, estraendo la bacchetta da una tasca interna.
-Come no.- pensò Beauty, prendendo anche lei la sua bacchetta.
«Ahah ci siamo dimenticati l’amuleto» rise poi, e il ragazzo fece lo stesso.
Non era proprio il momento di ridere: la fiera si era avvicinata ancora, e loro stavano indietreggiando verso la riva del lago.
«Stupeficio!» gridò impaziente la moretta. Lo schiantesimo si abbatté con forza contro la bestia e ci fu un attimo di suspense in cui parve che stesse per decidere che cosa fare.
«Bella mossa!» commentò Lupin «Suggerirei di allontanarci lentamente per non destare sospetti...»
Mossero un paio di passi, allontanandosi dal campo visivo della creatura e a quel punto la furia della belva si manifestò dapprima con un fragore tremendo, poi con una corsa sfrenata nella loro direzione.
«Corri!»



*




«Ma che si son messi a fare?» domandò il ricciolo, accomodato sul letto a pancia sotto con le gambe per aria.
«SIRIUS!!!» gridò James.
«Ma stanno correndo!» commentò Black. «Che teneri, stanno correndo...»
«Vuoi capirlo che due persone che corrono non sono tenere? Com’è che ti sei fissato con questa parola oggi?»
«Sai che sei tenero quando ti arrabbi?»



*




Remus e Beauty arrivarono trafelati a Hogwarts. Stavano ridendo come due bambini: l’Impedimenta e l’Incarcerus di Lupin non erano valsi a molto con l’avversario in movimento, ma dopo aver lanciato il Locomotor Mortis la bestia era rimasta come incollata al terreno.
Il lupetto accompagnò la sua amica fino alla porta della sala comune. Ci fu un momento di esitazione da parte di entrambi, con un moto di lieve nervosismo.
«Che casino anche oggi» risero, un po’ impacciati.
«Sai, pensavo che magari, dovremmo fare qualcosa di meno pericoloso. Giovedì sera c’è il plenilunio, potremmo andare a guardarlo insieme dalla torre di astronomia...» propose Beauty.
Remus si sentì morire: la verità era quella, lui non avrebbe mai potuto portare la sua ragazza o presunta ragazza o chiunque fosse a vedere la luna piena, una delle cose più romantiche del mondo. Doveva mantenere la calma e rispondere con la solita balla, ma in modo convincente. Cercò di non far tremare la voce.
«Giovedì purtroppo non posso: mia madre non si sente molto bene, devo andare da lei, ho persino il permesso di Silente. Non sai quanto mi dispiace, però possiamo rimediare un’altra sera... sono stato... bene.» ammise, con un notevole sforzo.
«Anche io,» sorrise lei «allora fatti sentire quando tua madre si sente un po’ meglio...»
«Certamente lo farò. Buona notte!»
«Buona notte.»
Beauty rispose all’indovinello posto all’ingresso della sala comune senza troppi problemi. Non fece in tempo a entrare che Michelle era già lì.
«Allora? Devi assolutamente raccontarmi tutto.»

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Capitolo 7
*** Balla coi lupi. ***



Beauty and the Beast

Capitolo VII
Balla coi lupi.



«Queste uscite di gruppo mi mettono sempre a disagio, non so mai come pettinarmi...» si lamentò Michelle, sistemando la frangetta davanti allo specchio. Beauty la guardò con una faccia spiritata e digrignò i denti. «C’è una cosa che non mi è chiara però...»
La mora pensò che la bionda stesse per chiederle come mai i suoi capelli gonfiassero sempre con l’umidità, o perché il suo gatto fosse pelato.
«Vediamo se posso darti una risposta...» tentò.
«In pratica io sarei con Sirius, te con Remus, e James e Peter?»
«Faranno la coppia gay: l’autrice di questa storia ha già dei precedenti. Ma poi scusa, chi ti ha detto che verranno anche loro?»
«Nessuno, è una mia idea» rispose serafica l’altra.
«Anche se fosse, non mi sembra un grosso problema, dopotutto io non sono necessariamente con Remus, visto che ancora non si è fatto avanti...»
«Sei sempre frettolosa! Siete usciti solo un paio di volte!»
«Tu e Sirius non siete usciti mai se è per questo!»
«Beh ognuno ha i suoi tempi. Se tu prendessi l’iniziativa!»
«Se io prendessi l’iniziativa... succederebbe di sicuro qualcosa di brutto!!»
«Senti, andiamo a dormire che è meglio, abbiamo bisogno di un bel sonno di bellezza per domani. E togliti dalla testa che uno di vuoi due ha il malocchio!»



*



«Sono in ritardo...» commentò Remus. Stava camminando nervosamente avanti e indietro mentre Sirius, appoggiato al muro in una posizione da duro.
«Le donne sono sempre in ritardo, come James.»
«Non sarà successo qualcosa?» domandò il lupo mannaro «Dopotutto sappiamo tutti molto bene che Beauty attira le sciagure.»
«Le sciagure... e te!» lo prese in giro Sirius.
Proprio da quella via la morettina fece capolino da uno dei corridoi. Lunastorta divenne improvvisamente tutto rigido e il suo amico scoppiò a ridere.
«Ciao ragazzi...» esordì, salutandoli entrambi.
«Beh, dov’è la mia bella bionda?» domandò Felpato.
«Eh, per questo sono qui...»
«Il tuo malocchio serpeggia?» ridacchiò e Remus gli tirò una gomitata.
«Stanotte è venuto a mancare Gateaux, il fidatissimo gatto di Michelle. La sua famiglia lo possedeva da prima che lei nascesse, non vi rendete conto di che shock sia per lei.»
«Quindi vorresti farci credere che tu non c’entri nulla con questa morte?» Beauty si grattò la testa mora e iniziò a porsi delle domande anche lei. Sirius decise che non valeva la pena attendere tutto il tempo di cui lei aveva bisogno e intervenne nuovamente: «A Michelle ci penso io, voi due andate pure a divertirvi.»



*



Noctem stava per così dire ‘cinguettando’, tutto intorno, mentre la coppia girellava nei paraggi del castello. Remus stava ben attento a tenere le mani in tasca e gli occhi al cielo, sentendosi stranamente osservato da Beauty più del solito.
I due avevano parlato della scuola, degli esami, di Gateaux, poi di nuovo della scuola, esaurendo ogni argomento di conversazione. La ragazza si era seduta sotto un albero e lui l’aveva imitata, ma i due stavano a distanza di sicurezza, nel caso qualche strana creatura avesse deciso di lanciarsi giù dall’albero e metterli in fuga.
Dalle finestre del castello, ad un certo punto, una musica calma e soave aveva iniziato a muoversi nell’aria fino a loro, così Beauty, che sembrava essere sul punto di avere una crisi ormonale, propose:
«Vuoi ballare?»
Remus sbiancò più del previsto e non riuscì a formulare una risposta completa:
«Ma... io... non...»
«Oh, andiamo, neanch’io sono una ballerina. Ho capito che non vuoi baciarmi, ma almeno un ballo devi concedermelo!» gli fece l’occhiolino «Signorina, mi concede questo ballo?» gli porse la mano.
Remus l’afferrò. Oscillava tra varie tonalità di colore, era passato dal bianco pallido al rosso pomodoro.
«Ops, che brutti tagli!»
«Già, sono una frana nel tagliuzzare gli ingredienti per le pozioni...» improvvisò, sempre più imbarazzato. Altra bugia. Avrebbe dovuto mentirgli per sempre?
Beauty aiutò l’imbarazzatissimo licantropo a mettere le mani sui suoi fianchi, poi si strinse al suo collo e si appoggiò alla sua spalla. Al termine di quel ballo si sarebbero baciati: su questo non nutriva alcun dubbio.

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Capitolo 8
*** Senza titolo #1 ***


Beauty and the Beast

Capitolo VIII

 

” Il cuore è una  b e s t i a  della quale è prudente diffidare.

  Anche l’intelligenza è una  b e s t i a, ma perlomeno non  

  parla d’amore. “

 

Graham Greene, Il potere e la gloria

 

 

La domenica mattina nessuno avrebbe detto che a Michelle era morto il gatto da poco, tanto era felice. Cercava di giustificare quel sospetto atteggiamento dicendo che la gioia per i successi sentimentali per l’amica era di gran lunga superiore al lutto per la perdita del suo fedele animale domestico, ma Beauty pensava ‘Qui gatta ci cova…’. Naturalmente lo pensava e basta, perché se si fosse azzardata a pronunciare la parola gatto, Michelle sarebbe di nuovo scoppiata in lacrime. Con il tempo l’avrebbe convinta a farsi raccontare di quel luttuoso pomeriggio in compagnia di Black.

La sua preoccupazione maggiore, comunque, era doversi procurare alcuni ingredienti per la preparazione dell’Essenza di Dittamo, così lasciò la sua amica ai suoi bei ricordi e si avviò fuori in direzione della dispensa in cui venivano stipati gli ingredienti a disposizione di tutti gli studenti. Dentro di sé sperava di incontrare Remus in giro per qualche corridoio e non le importava se di sicuro non sarebbe stato solo.

Passeggiò con una calma praticamente innaturale, girovagando da un’ala all’altra del castello allungando la strada quanto più poteva (naturalmente senza che quel continuo peregrinare risultasse illogico) nella speranza di incrociare la strada del malandrino, ignara che lui, naturalmente sospinto da Sirius e, in misura assai minore, da James e Peter la stava seguendo. I quattro stavano usando la mappa ed erano costretti a tornare indietro ogni qual volta la ragazza prendesse senza preavviso un corridoio piuttosto che un altro.

«Ma dove diavolo sta andando?» domandò Ramoso spazientito.

Minus venturò la sua ipotesi:

«Magari sta fuggendo da noi…»

Sirius si fermò di colpo in mezzo al corridoio e domandò:

«Perché mai dovrebbe fuggire se non sa che la inseguiamo?»

«Magari ha uno spioscopio con sé… sa del pericolo che incombe…»

«C’è solo una cosa che può essere pericolosa per lei: Remus che le salta addosso dopo i miei insegnamenti… e non mi sto riferendo ad una notte di luna piena.»

James lo corresse:

«Credo che il suo timore maggiore sia che Remus e Sirius diventino una coppia gay, cosa che non è da escludere.»

«Quella che la prenderà peggio sarà Michelle, credimi.»

Fu una voce femminile a commentare, la voce di Beauty. James sobbalzò, rendendosi conto della presenza appena ed improvvisamente sopraggiunta alle sue spalle. Se non avesse avuto la faccia come il fondoschiena sarebbe morto sul colpo. La Corvonero, comunque, non perse molto tempo a badargli e si rivolse direttamente a Sirius per complimentarsi.

«Devi insegnarmi i tuoi trucchi, sembra che Michelle adesso stia molto meglio!»

«Trucchi?!» ripeté lui con disgusto «Questa è magia avanzata, pupattola!»

Lei alzò un sopracciglio con aria perplessa, poi chiese:

«Insomma, che cosa stavate guardando tutti?»

Fu in quel momento che tutti si resero conto che la Mappa del Malandrino era lì in bella vista e una Corvonero non ci avrebbe messo molto a capire di cosa si trattasse.

«A proposito dei miei trucchi» esordì Sirius «stavo giusto mostrando ai ragazzi il mio ultimo acquisto, una mappa dettagliata ed interattiva di Hogwarts che ho acquistato a Hogsmeade. Roba da maschi.» concluse, facendo sparire l’oggetto in un gesto tanto elegante quanto eclatante. «E tu invece? Cosa ti spinge a vagare senza meta in queste ale del castello tutta sola?»

«Sto andando a prendere alcuni ingredienti per una pozione.» confessò lei con naturalezza.

«Ah sì?» intervenne James «E che pozione?»

Beauty, che non voleva che tutti sapessero che voleva preparare dell’Essenza di Dittamo da regalare a Remus affinché curasse le sue mani, tentennò. Quell’esitazione fu però mal interpretata da Sirius che pensò si trattasse di un filtro d’amore e non ne fece mistero.

«Credi a me,» le disse, dando una gomitata tra le costole a Remus, che subito si allontanò «tu non hai affatto bisogno di un filtro d’amore.»

La ragazza aveva di nuovo un’espressione perplessa, così parlò con un sorriso tra le labbra:

«Va bene, vi lascio alle vostre cose da maschi e vado a preparare il mio filtro d’amore. Ci vediamo in giro!»

Li salutò e si avviò verso il prosequio del corridoio, incrociando le dita nella speranza che Remus la seguisse. Solo dopo si ricordò che la speranza le aveva portato solo il malocchio in quei giorni e allora desistette. La gioia esplose dalle punte dei capelli a quelle delle dita dei piedi quando sentì i passi del Grifondoro seguirla.

«Hey Beauty!» gridò, cercando allo stesso tempo di tener bassa la voce «Ti aiuto a portare i libri!» esordì, mentre lei si voltava.

Annuì e mentre i due si allontanavano udì la voce di James ripetere:

«Ti porto i libri? È questo che gli insegni quando non ci sono?»

«Mentre tu eri impegnato con il Quidditch sono stato io ad insegnare a Remus come baciare una ragazza!»

«Certo! Spero solo che tu non gli abbia insegnato come lo fanno i cani!»

Le voci sparirono via via che la giovane coppia si allontanava nel corridoio in direzione della dispensa, inghiottite dai muri e sovrastate da quelle di altri studenti più vicini. Raggiunsero la dispensa e si fermarono di fronte alla porta.

«Quindi stai preparando un filtro d’amore?» azzardò Remus.

«Perché no? Si tratta di un preparato interessante!»

«Ma tu non ne hai bisogno, no? Dopotutto, ce l’hai già un ragazzo!»

Beauty prese dalle braccia di Remus il libro che le serviva e lo guardò sorniona. Si sporse per dargli un bacio sulle labbra e sussurrò:

«Sì, ce l’ho già un ragazzo.»

 

*

 

Ben altre parole echeggiarono nella Torre di Corvonero quando Beauty vi fece ritorno.

«Come sarebbe a dire che gli hai detto che sembra che adesso stia molto meglio!» sbraitò una Michelle piuttosto fuori di sé dalla collera. Tutto quello che l’amica ebbe da dire in risposta mentre tutti gli altri (compresa la Dama Grigia) fuggivano dagli strilli della ragazza abbandonando le loro stanze come se fosse stato dato l’allarme generale, fu un suono senza apparente significato collegato alla lingua comune. Solo dopo un po’ trovò qualche parola per confortarla:

«Eddai, puoi sempre chiedergli aiuto per prepararti ai G.U.F.O.!»

Quella frase non fece altro che peggiorare le cose:

«COSA?!» l’ultima sillaba giunse più che mai acuta «Io sono una Corvonero! Di certo non vado a chiedere ripetizioni a un Grifondoro!»

Beauty cercò allora di giustificarsi:

«Io e Remus abbiamo deciso di trovare del tempo per studiare insieme, così posso portarmi avanti sul programma del settimo anno!»

«Ma se ancora devi frequentare il sesto?! Ho capito quale sia il vostro piano, comunque: giocate a cura delle creature magiche…»

«Non so a che cosa tu ti stia riferendo!» ribatté lei con sincerità.

«Eh, lo so io… un gioco molto popolare tra i ragazzi. A Babbanologia ho scoperto che i babbani lo chiamano giocare al dottore. Io e Sirius ci giochiamo spesso…»

«Francamente sono preoccupata» confessò Beauty.

«Sono convinta che prima o poi Remus ti insegnerà le regole del gioco…»

 

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