'Cause you've got that one thing.

di c_underwater
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** From the moment I met you everything changed ***
Capitolo 2: *** Turned around, and you stole my heart ***
Capitolo 3: *** Every minute's like the last ***
Capitolo 4: *** You missed me all along ***
Capitolo 5: *** I don't know about you, girl, but I believe it ***
Capitolo 6: *** I don't know what it is ***
Capitolo 7: *** I've got you to keep me warm ***



Capitolo 1
*** From the moment I met you everything changed ***


From the moment I met you everything changed 
 
Entrai nella mia Mini azzurra con un piccolo salto e sbattei violentemente la portiera. Mi fermai un attimo, le mani congelate immobili sul volante. L’oscurità sembrava premere sui vetri dell’auto e circondarmi come una coperta non abbastanza calda. Quanto amavo il freddo!
Lanciai un’occhiata al quadrante dietro al volante, mentre uscivo dal parcheggio; era quasi mezzanotte. Imboccai la strada nera che mi avrebbe portato a casa accendendo la radio ad un volume non troppo alto.
Viaggiavo da appena venti minuti quando notai un movimento al ciglio della strada, e un paio di mocassini vennero illuminati dal faro sinistro della mia auto.
Oh, no. Gli autostoppisti no.
Vidi un ragazzo riccio gesticolare, ed altre tre – anzi, quattro – figure ridere.
Non sapevo esattamente cosa fare, se fermarmi o no, ma nel frattempo stavo rallentando.
Con un sospiro mi fermai del tutto e abbassai il finestrino per lo stretto necessario.
« Ciaaao. »
« Ehm, ciao » squadrai il ricciolino.
« Stiamo andando ad Axminster. Per caso passi di lì? »
Tutta me stessa mi gridava di lasciare quei cinque tipi sul ciglio della strada, ma qualcosa mi diceva di dare loro un passaggio. Guardando i sorrisi sulle loro labbra mi sciolsi.
« Non proprio di lì, ma posso fare una deviazione. »
« Oh, grazie davvero. Se Zayn avesse guardato l’ora non avremmo perso l’ultimo bus… » disse l’altro tipo con i mocassini aprendo la portiera del passeggero davanti.
Tutta questa confidenza da dove esce? pensai, mezza divertita mezza stizzita.
« Ehm, comunque non so se ci state tutti… » mi voltai e vidi che gli altri quattro erano strizzati sui sedili posteriori.
« Ok. Ok. Posso farcela » sospirai e premetti sull’acceleratore.
« Comunque ciao. Io sono Louis » con la coda dell’occhio notai una mano tesa verso di me.
« Ciao. Bonnie » dissi, stringendogli la mano. Louis mantenne la stretta più a lungo del necessario e mi voltai a squadrarlo; quasi mi venne un accidente quando incontrai i suoi occhi azzurri che splendevano anche nel buio.
Louis ridacchiò e si girò dal lato del finestrino.
Oddio.
Aveva dei denti stupendi, bianchissimi.
« Allora » sentii dietro di me. « Anche tu le ore piccole, eh? »
Non capii subito che si stavano rivolgendo a me, però riconobbi la voce del riccio.
« Veramente ero al lavoro. »
Sentii gli altri ridacchiare, mentre Louis era perso a scrutare fuori dal finestrino.
« Voi invece? Eravate a spassarvela in qualche sudicio pub? »
« Ti sembriamo gente da sudicio pub? » disse sempre il riccio. Guardai nello specchietto retrovisore e vidi che aveva un sopracciglio nascosto nei boccoli. Non ero mai riuscita ad alzare un solo sopracciglio, pensai ridicolmente.
« Veramente eravamo da Nando’s. C’era un’offerta speciale e non siamo riusciti a trattenere Niall » puntualizzò quello in mezzo con un mezzo sorriso che scoprì i denti splendenti.
Ma perché sono tutti così perfetti?pensai, dandomi una sistemata nervosa ai capelli.
Tutti guardarono quello biondo accanto al finestrino dietro di me che doveva essere Niall.
« Capisco » dissi, gli occhi fissi sulla strada, non sapendo cosa dire.
Passarono metà del viaggio a parlare dei fatti loro, e Louis mi riscosse dai miei pensieri dandomi le indicazioni per raggiungere casa loro.
Ma vivono tutti insieme? mi chiesi, immaginandomi l’orribile scena di una casa semidistrutta. Uomini.
Fu quasi all’entrata di Axminster che mi accorsi che ero praticamente a secco di benzina. Fu quasi un miracolo se riuscii ad arrivare davanti al loro grande cottage.
« Merda. »
« Che succede? » mi chiese Louis mentre facevo manovra per accostare.
« Niente di che, non ho quasi più benzina » bofonchiai.
« Oh. Se potessimo ti presteremmo la nostra auto, ma è dal meccanico. »
« Oh » ripetei. Louis sembrava perfettamente tranquillo. Certo, non era lui che avrebbe dovuto guidare fino a Dawlish all’una di notte.
« Non è che avete una qualche tanica di benzina là dentro? » chiesi mentre gli altri scendevano.
« Dubito. » Louis scese, chiuse la portiera e fece il giro della macchina per venire ad aprire la mia.
Che gentile, riuscii a pensare nella confusione. Come sarei arrivata a casa, secondo lui?
« Louis? »
Abbassò gli occhi fino ad incontrare i miei e mi guardò con curiosità.
« Come arrivo a casa? » scandii.
« Possiamo pensarci domattina, non pensi? »
Lo guardai. No, non aveva ancora capito il concetto.
« Va bene, pensiamoci domani mattina. Io nel frattempo vado a cercare un barbone a cui fregare le coperte, ok? »
« Ma scherzi? » mi prese per mano e mi fece uscire dalla macchina. « Puoi stare da noi, per stanotte. »
Lo squadrai con gli occhi spalancati.
« No, tu scherzi. Non posso fermarmi da voi, così, non ci conosciamo neanche… »
Louis sorrise.
« Allora conosciamoci. »



VAS HAPPENIN'?
Hello! Oddio, sono riuscita a postare questa robaccia °-°
Guys, spero veramente che vi piaccia, anche se, come ho detto 367668 volte, a me non entusiasma più di tanto. 
Boh, ho già detto tanto nell'introduzione, non mi dilungo più di tanto :)
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Capitolo 2
*** Turned around, and you stole my heart ***


Turned around, and you stole my heart 
 
Finalmente anche gli altri quattro si presentarono.
Il signor Riccioli Castani si chiamava Harry; Niall era quello biondo; il ragazzo che faceva quell’irresistibile mezzo sorriso era Zayn e quello che era rimasto zitto tutto il tempo Liam.
Mi sedetti sul divano accanto a Louis, leggermente imbarazzata. Ero ancora nello stato Tutto va bene, dormirai in casa con degli sconosciuti che potrebbero essere stupratori barra rapitori di ragazze innocenti ma tutto va bene, e non mi preoccupavo affatto della fase successiva Dove cacchio mi trovo.
« Bene, conosciamoci. »
Louis sembrava parecchio divertito dalla situazione.
Liam mi scrutava con interesse.
Gli altri tre erano mezzo addormentati.
« Forse dovremmo dormire » suggerii. « Domattina devo andare al lavoro presto. »
« Ma va’ » replicò Louis noncurante. « Che lavoro fai? »
Mi arresi e mi appoggiai allo schienale del divano.
« Lavoro in una stupida gioielleria. »
« Cos’ha che non va la tua gioielleria? » mi chiese Liam. Aveva una voce molto calda e dolce.
« Tutto. Dalla merce alla clientela alla direzione » mi chiesi perché mi stessi lamentando del mio lavoro con cinque perfetti sconosciuti. Fissai la parete di mattoni e sospirai. « Se non fosse che devo pagarmi la casa me ne andrei subito. »
« Dove vivi? » mi chiese Zayn con curiosità sincera, risvegliandosi dal dormiveglia.
« A Dawlish. Un maledetto vecchiaccio mi affitta la casa, è il meglio che possa permettermi. » Feci una pausa e poi sorrisi. « Ora tocca a voi. »
« Siamo cantanti » disse fieramente Harry.
« Oh » esclamai sorpresa. « Un giorno mi farete sentire qualcosa. »
Niall si sporse dal divano e prese una chitarra posata sul tappeto.
« Perché non ora? »
Sorrisi, e Harry fece finta di schiarirsi la gola come un tenore. Zayn alzò gli occhi al cielo e mi sorrise mostrandomi i suoi denti bianchi e provocandomi un mezzo infarto.
Niall accordò la chitarra ed iniziò a suonare. Al primo You’re insecure di Liam capii tutto.
Erano qualcosa di sovrannaturale. La loro musica, le loro voci e i loro testi si fondevano perfettamente creando qualcosa che mi scombussolò lo stomaco e mi fece venire le vertigini. Bravi era poco. Qualunque cosa per loro era poco.
Notai con grande soddisfazione che Harry non sembrava così strafottente quando cantava.
La canzone finì con mio enorme dispiacere. Mi accorsi di avere gli occhi umidi quando Louis allungò una mano per asciugarmi la guancia.
Notai che i ragazzi si stavano scambiando occhiate divertite e mi affrettai ad asciugarmi gli occhi da sola.
« Beh, siete… siete davvero bravi. »
Liam diede un’occhiata al cellulare.
« Forse è davvero il caso di andare a dormire. »
« Dai, Liam, non rovinare tutto. Stiamo ancora un po’ qua, al massimo ci addormentiamo sul divano. Che trasgressione » sbadigliò Louis.
« Magari lei vorrebbe dormire su un letto decente » borbottò Liam indicandomi.
Arrossii.
« Non c’è problema… Cioè, non voglio creare disturbo… »
« Figurati. Quando vuoi andare dimmelo che ti faccio vedere la tua stanza. »
Gli sorrisi, sincera. Liam era di una dolcezza infinita.
« Grazie. »
Mi raccontarono come erano diventati un gruppo; ce la misi davvero tutta per seguire le loro voci che raccontavano tra un ricordo e l’altro, ma alla fine crollai in un sonno senza sogni.
 
Mi svegliai con un sospiro su qualcosa che non assomigliava affatto al mio cuscino: non era altrettanto morbido ma aveva un profumo più buono. Sollevai la testa di un paio di millimetri con gli occhi socchiusi e riuscii a distinguere un volto; sussultai, aprendo gli occhi completamente. Avevo dormito tutta la notte sul divano con un semisconosciuto. Grandioso.
« Cazzo, Louis » mugugnai mentre cercavo di liberarmi dal peso del suo braccio che mi circondava. Riuscii ad alzarmi e rischiai di pestare una mano – probabilmente quella di Liam.
C’era un silenzio innaturale; mi avvicinai alla finestra e mi venne un colpo.
« Nevica » sibilai incredula. Il giardino era completamente sommerso dalla coltre bianca. Con un sospiro spostai lo sguardo alla mia auto, della quale non si vedevano più le ruote. Con un gemito mi appoggiai al davanzale a scrutare con odio il panorama innevato. Adoravo la neve, ma in quel momento proprio no.
« Buongiorno » sentii alle mie spalle, e nonostante il malumore non riuscii a non sorridere quando Niall mi salutò con un bacio sulla guancia, sfiorandomi con la sua pelle morbida.
« Ciao, Niall. »
« Dormito bene? »
« Grazie, sì. Sembra che io sia destinata a rimanere bloccata qui, eh? » accennai sarcasticamente al giardino innevato.
« Se per te non è un problema » mi sorrise gentile. « Se continua a nevicare, stasera ci organizziamo meglio con la distribuzione dei letti. »
« Siete già stati molto gentili così… »
Niall mi sorrise di nuovo e si avviò verso la cucina.
« Frittelle? »
« Volentieri » approvai seguendolo. « Posso fare qualcosa? »
« Stai tranquilla. »
Mi sedetti al tavolo e osservai i suoi movimenti.
Zayn e Liam ci raggiunsero una decina di minuti dopo, sbadigliando.
« Programmi per oggi? » chiese Zayn con mezza frittella in bocca.
« Con tutta questa neve direi cazzeggio totale » fece Niall spalmando due o tre chili di marmellata sulla sua frittella.
Sembrava che ci fossimo conosciuti secoli prima, parlavamo come se fossimo stati vecchi amici. Stare con loro era maledettamente semplice.


VAS HAPPENIN'?
Yeah buddie! Sono riuscita finalmente ad aggiornare; scusate l'attesa, ma ho avuto un paio di giornatacce a scuola. 
Questo capitolo mi fa più pena del primo, però dovevo mandare avanti la storia e.e Poi il titolo c'entra poco, però volevo far vedere che a Bonnie interessano i ragazzi anche musicalmente, quindi ho ripreso la parte in cui cantano. Ok si è capito poco ahahah
Ah, tra l'altro tutti i capitoli fino al 5 sono pronti, ma li devo riscrivere perché se li pubblicassi potrei anche autocancellarmi (?) dalla faccia della terra ahahah Patetici °-° Poi l'altro giorno ho scritto il capitolo più bello di tutta la trama, secondo me :'33 Non vedo l'ora di postarlo, è il primo capitolo scritto finora che mi piace davvero.
Beeene, dopo questo poema vi lascio :'3 
Grazie a quelle tre anime pie che si sono prese la briga di recensire :33
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Capitolo 3
*** Every minute's like the last ***


Every minute's like the last

Mentre Zayn sparecchiava la colazione mi avvicinai a Liam e gli chiesi dove avrei potuto farmi una doccia.
Mi accompagnò in bagno, raccontandomi di quando avevano trovato Louis nella vasca da bagno con la sua paperella di gomma che aveva ribattezzato Juliet. Non mi era servito molto tempo per capire che tipo di persona fosse Louis, e qualcosa mi diceva che Liam non stava affatto scherzando.
Mi portò anche vestiti e asciugamani puliti. Liam era così maledettamente gentile ed educato.
« Se hai freddo c’è anche questa » e mi mise in mano una felpa.
« Grazie davvero, Liam. »
Scrollò le spalle sorridendomi.
« A dopo. »
Entrai in bagno e posai gli abiti e gli asciugamani che mi aveva dato.
Ok. Stavo per farmi una doccia in presenza di cinque ragazzi. Rischioso.
Controllai la serratura e girai con sollievo la chiave.
Mi spogliai velocemente e mi ficcai sotto il getto d’acqua tiepida, riflettendo.
Probabilmente avrei passato lì dentro anche l’indomani mattina, se la neve non si fosse sciolta prima. Il fatto era che continuava a nevicare! E comunque dovevo ancora risolvere il problema della benzina.
Stare lì con i ragazzi non mi creava fastidio. Solo la mia coscienza si preoccupava del fatto che li avessi conosciuti la sera prima in mezzo alla strada, di fatto stavo bene.
Mi asciugai velocemente e mi vestii. Gli abiti profumavano di buono, profumavano di Liam. Diedi una strofinata veloce ai capelli e raccattai le mie cose.
Il salotto era deserto. Controllai in cucina ma non c’era più nessuno.
Mi infilai le scarpe e aprii la porta di casa lasciando che l’aria ghiacciata mi investisse. Ci ripensai, mi infilai la felpa di Liam e uscii. Arrancai verso la mia macchina – avevo lasciato tutto lì la sera prima.
Ero a qualche passo dalla macchina quando qualcosa di gelido mi colpì sulla nuca e scivolò sgradevolmente lungo la mia schiena.
Oh, cazzo. No.
Mi voltai pronta a scagliarmi su chiunque fosse stato.
Ovvio.
Harry stava gongolando alle mie spalle con un sorrisone. Sembrava ancora più bello, e la cosa mi infastidì parecchio.
Nello stesso istante in cui aprii la bocca per insultarlo altre quattro palle di neve mi colpirono inzuppandomi. Grugnii e mi chiusi in macchina, aspettando che la smettessero di imbrattare – più di quello che già era – la carrozzeria azzurra.
Il senso di vendetta mi pervase; senza farmi sentire aprii il finestrino dal lato opposto a quello in cui si trovavano loro, mi sporsi e raccolsi una consistente quantità di neve, congelandomi le dita. Conoscendo la mia scarsa mira cercai di calcolare bene la traiettoria prima di aprire la portiera, poi scagliai la neve a casaccio sperando di prendere qualcuno. Con estrema soddisfazione vidi Louis accasciarsi nella neve tenendosi la guancia sinistra. Scoppiammo tutti a ridere alla sua penosa esibizione teatrale, ma quando vidi che non si rialzava mi avvicinai e mi inginocchiai accanto a lui.
« Louis? »
Mugolò qualcosa e in un attimo si alzò a sedere e mi premette la faccia nella neve.
Che idiota che ero.
Provai a gridare proteste ma l’unico prevedibile risultato fu quello di inghiottire neve gelida. Miracolosamente riuscii ad alzarmi e mi scrollai i capelli.
« Louis! Cazzo, non mi sento più la faccia. » Mi tastai le guance fredde.
« Oh, no, scusami » disse, e mi abbracciò.
Posai la testa sul suo petto caldo mentre facevo i miei calcoli. Sicuramente non ce l’avrei fatta.
Attesi qualche secondo e poi lo spinsi con tutta la forza che avevo nelle braccia – poca. Louis perse l’equilibrio e cadde di schiena. Mi piegai con le ginocchia e con qualche bracciata di neve lo ricoprii sghignazzando.
« Ah ah! Pari! »
« Ok » si rialzò sputando neve. « Ora basta. »
Mi guardò con i suoi occhi celesti e in un secondo mi prese in braccio e arrancando rientrò in casa.
« Louis! » strillai agitandomi. « Mettimi giù! »
« Come vuoi » disse, e mi buttò sul divano.
Gli altri ci raggiunsero ridacchiando.
« Pagherai per questo. »
Louis annuì ironicamente.
« Quindi, a che ora vai via stasera? » mi chiese Niall, scrollandosi la neve di dosso.
Il tono con cui parlò mi stupì, tanto che mi voltai a guardarlo. Incrociai il suo sguardo; aveva gli occhi di un colore indefinibile, tra azzurro e grigio e verde. Mi sentii mancare.
« Già » tossicchiai.
Niall mi guardò in attesa di una risposta intelligente, con un mezzo sorriso.
« Voglio dire, appena sarò andata a prendere il carburante per la macchina. »
« Liam voleva proprio offrirsi per andare a prenderlo » fece Louis, tirando Liam per la camicia.
« Tanto lo sapevo che sarebbe toccato a me. »
« Secondo me dovrebbe andarci Louis » disse Zayn guardando per aria.
Fummo tutti d’accordo con Zayn, e riuscimmo a spedire Louis fuori di casa.
Poco prima del ritorno di Louis ci scambiammo i contatti. Mi dispiaceva lasciarli, lo ammisi. Erano come calamite, avevano una specie di influenza benefica che faceva desiderare di restare lì accanto a loro.
« So che ci vedremo presto » mi disse Liam salutandomi con un bacio sulla guancia.
« Sicuro » gli sorrisi mentre salutavo gli altri.
« Passa da queste parti ogni tanto, ok? » mi disse Louis guardandomi con quei suoi occhi chiari improvvisamente seri.
« Certamente. Voi fatevi trovare ancora sul ciglio della strada. Passerò io a salvarvi. »
Imboccai la strada di casa con la loro risata nelle orecchie.


VAS HAPPENIN'?
Vas happening? It's happening che questa fanfic è veramente da gettare nel cesso. O da calpestare, calpestare forte con gli scarponi chiodati. Questo capitolo più che mai. :'3
Non so neanche perché la sto continuando, asknadfbkjak ç_ç 
Comunque, io continuerò finché voi non mi direte di smetterla. LOL
Anyway, perdonate l'attesa, come al solito la scuola. E poi ieri ero troppo agitata perché Lou mi ha seguito su Twitter *---* Tremavo e non riuscivo a dire cose sensate, figuratevi riscrivere il capitolo. LOL
Voi che recensite siete comunque fantastiche, poche ma buone. xx

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Capitolo 4
*** You missed me all along ***


You missed me all along

Erano ben tre settimane che non sentivo i ragazzi.
Potevano sembrare poche, ma su di me pesavano come macigni. Erano bastati pochi giorni per capire che mi mancavano i loro sorrisi, i loro occhi, le loro voci, il loro modo di fare, di porsi e di parlarmi. Avevo un bisogno disperato di vederli; ma non vederli qualche ora un pomeriggio, volevo averli accanto sempre.
Salii faticosamente le scale che mi avrebbero portato al mio appartamento, controllai distrattamente la cassetta della posta, presi l’unica busta bianca e mi infilai in casa. Lasciai la borsa sul divano e mi diressi in cucina, mentre aprivo la busta sbadigliando. La calligrafia era talmente disordinata che faticai a decifrare il messaggio.
« Sfratto » dissi con voce piatta.
Rilessi un paio di volte la lettera.
« Sfratto » ripetei ridacchiando. Mi davano lo sfratto; la situazione era talmente assurda che mi veniva voglia di ridere. Mi uscì una risata alla Bellatrix Lestrange e mi misi a canticchiare Die Die My Darling dei Metallica. Uno stupidissimo cugino che aveva deciso di trasferirsi dal Messico e che aveva bisogno di un posto dove stare. Ridicolo.
In quel momento mi squillò il cellulare.
« Pronto! » ruggii nel microfono.
« Ciao, dolcezza, sono Louis. Brutto momento? »
« Louis! » strillai di scatto in preda ai miei cambi d’umore istantanei, e il cellulare mi scivolò sotto il tavolo. Non feci in tempo a piegarmi per prenderlo che sbattei la fronte sullo spigolo del tavolo.
« Oh, cazzo! » recuperai il telefono mentre un dolore lancinante mi spaccava in due la testa. « Louis? »
« Cos’è successo? » mi chiese in tono divertito. Sicuramente aveva sentito tutte le mie imprecazioni.
« Niente, mi sono sbattuta sul tavolo… » soffocai un gemito di dolore. « Senti, Louis, puoi richiamarmi più tardi? Sono leggermente nella merda. »
« Cos’è successo? » ripeté con voce leggera.
Sbuffai.
« Mi hanno dato lo sfratto. Ho quindici giorni per liberare la casa. »
« Oh. Oh, no, mi dispiace, Bonnie. »
« Fa niente, tanto non mi piaceva qui. Solo che mi scoccia andare da mia madre » dissi, sbattendomi in fronte due cubetti di ghiaccio.
Louis scoppiò a ridere, urtando i miei fragili nervi.
« Ma sei scema? »
« No, Louis. Sono semplicemente molto incazzata. »
« Puoi venire a stare da noi. »
Sapevo che l’avrebbe detto.
No, non potevo accettare di nuovo.
« Ma sei scemo? » gli chiesi, facendogli un impeccabile verso.
« Bonnie. Dico sul serio. »
« Si tratterebbe di sopportarmi permanentemente. »
« Se la metti così sarebbe più difficile per te sopportare noi » ridacchiò. Come sempre sembrava a suo agio e padrone della situazione.
« Non credo che si possa fare, Louis… Insomma, sarebbe… »
« Ti piacerebbe, ammettilo » mi stuzzicò.
« Stavo per dire Sarebbe strano, ma in effetti… Sì, mi piacerebbe » sospirai. Sicuramente stavo delirando a causa della botta alla fronte. « Non possiamo almeno parlarne con gli altri? » gli chiesi, tentando di mantenere un tono di voce fermo. Dio, mi girava la testa in un modo impressionante.
« Certo. Sono già qua » mi disse Louis. Ovviamente non potevo vederlo, ma ero sicura che avesse un enorme sorriso stampato sulla faccia. « Ok, metto il vivavoce. »
Sentii il sovrapporsi di tre voci che tentavano di salutarmi; non riconobbi quella di Harry.
« Ehm, ciao, ragazzi. »
Sentii Louis spiegare agli altri la situazione, mentre mi stendevo sul divano con la borsa del ghiaccio in testa.
« Ehi, Bonnie, che problema c’è? » sentii che mi chiedeva la voce di Zayn.
« Ragazzi, è difficile… Potrebbe andare bene per un paio di giorni, ma devo trovare casa, eccetera… Credo che sarei solo d’impiccio. »
Scoppiarono a ridere. Quanto odio quando la gente trova stupidi i problemi che io trovo giganti. E di fatto, trovare una nuova sistemazione in due settimane era un problema gigante, punto.
« Bonnie, facciamo così. Tu vieni qua tranquillamente, stai un po’ da noi e nel frattempo tutti insieme cerchiamo un nuovo posto, ok? » mi disse Liam.
Oh, finalmente qualcuno di ragionevole con cui parlare.
« Beh… Lasciatemi pensare, d’accordo? »
« Va bene » disse Louis. Attese circa un nanosecondo, poi parlò di nuovo. « Hai pensato? Bene. Hai detto di sì. Veniamo a prenderti » e riattaccò.
« Louis! » strillai debolmente. Lasciai scivolare il telefono sul tavolino e nascosi la faccia nel cuscino, provando a nascondere un sorriso.
 
Una ventina di minuti dopo sentii un gran trambusto per le scale e poi bussare alla porta.
« Arrivo » provai a gridare, mi buttai giù dal divano e mi avvicinai alla porta evitando per un soffio la distruzione di un vaso antico della padrona di casa.
Non saranno venuti tutti e cinque…
Aprii la porta. Certo, erano lì tutti e cinque.
« Ciaaao » mi fece Louis. « Santo Cielo, sei pallida come un morto. »
« Carino come al solito, mi raccomando » dissi con una smorfia. « La botta di prima. »
« Oh, sì. In effetti sembra che ti sia entrata nel cranio una pallina da tennis. »
« Ma smettila, Lou » sospirò Liam, che riuscì ad entrare in casa per primo. « Come va, Bonnie? »
« Mmh… Va » mi lamentai, tornando sul divano.
« Pensavamo, puoi venire ora a casa prendendo solo le cose che ti servono e nei prossimi giorni procediamo col trasloco » disse Niall come uno in quei film americani che aveva l’aria di aver organizzato un rapimento tutto da solo.
« Ehm, va bene… »
Preparai la borsa con l’aiuto di Liam e Niall, poi ci infilammo in macchina, diretti ad Axminster. Allegramente spiaccicata tra Harry e Zayn, ancora mi chiedevo perché avessi accettato.
Certo, perché ero un’idiota.
Naaah.
Perché ero ben consapevole del fatto che avrei trascorso i mesi successivi in compagnia di cinque favolosi ragazzi?
Probabile.
O semplicemente perché avevo bisogno di loro come dell’aria che respiro.
Sì, ecco perché.



VAS HAPPENIN'?
Yo bella gente. Dai, questo capitolo è un po' meglio, vero? *occhi da cucciolo(?)*
Comunque le vostre recensioni mi rendono felicissima, grazie *________* 
#love
xx

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Capitolo 5
*** I don't know about you, girl, but I believe it ***


I dont know about you, girl, but I believe it

« Oh, ti prego, basta » si lamentò Niall appoggiandosi sull’ennesimo scatolone pieno di mie cianfrusaglie.
« Per favore, Niall, per favore, un ultimo sforzo » supplicai sbuffando. « Pensa a… Ehm, pensa ad un muffin gigante, ok? Il muffin più grande che tu possa immaginare. Sarà tuo, va bene? Solo se mi aiuti a portare questi ultimi scatoloni. »
Mi rivolse un’occhiataccia.
Va bene, odiavo ricorrere a quei sotterfugi. Soprattutto se includevano il parlare come se mi stessi rivolgendo ad un bambino di cinque anni.
« Scusa. Comunque se finiamo oggi, andiamo ad ordinare il cinese, giuro. »
« Offri tu? » ammiccò con gli occhi luccicanti.
« Che galantuomo. Comunque sì, pago io. »
« Se paghi per tutti, porto su gli ultimi scatoloni saltellando su una gamba sola » intervenne Louis.
« Guarda che è capace di farlo sul serio » mi disse Liam ridendo.
« Ehm, non vorrei avere l’onore di assistere allo spettacolo, grazie » dissi incerta. « Comunque mi fa piacere fare qualcosa per voi, è il minimo che possa fare per ringraziarvi per tutto questo. »
Finimmo di portare in casa tutta la mia roba, dopo interi giorni di trasloco. Beh, a quel punto potevo abitare da loro ufficialmente.
Mi lavai le mani per pulirmi dalla polvere degli scatoloni e mi accasciai sul divano, vicino a Louis.
« Ora che abbiamo portato tutto, basta sistemare un po’ qui in casa e farai veramente parte della nostra famiglia » disse Zayn con tono importante.
Scoppiai a ridere.
« Beh, grazie. Davvero, grazie di tutto. »
Ci fu un commovente barra ridicolo abbraccio di gruppo, poi Niall ci ricordò del cinese e ordinammo per sei.
 
« Allora, Harry, vieni a dormire da me stasera? » esordì Louis provando ad arrotolare gli spaghetti.
« Mmh. E va bene. Così abbiamo la camera libera » Harry finì la frase con una certa acidità.
Seguii quello scambio di battute leggermente confusa.
« Camera libera? Chi deve venire? »
Mi guardarono tutti e cinque. Le loro facce mi facevano presumere che avessi appena detto una cavolata.
« Tu, cara. Harry ti lascia la sua stanza. »
« Cosa? Oh, no, no, era proprio per questo che non volevo venire! Non voglio interrompere la vostra routine, o come si dice. Ognuno sta nella propria stanza, io posso stare sul divano… o… »
Liam mi interruppe.
« Assolutamente no, è perfetto così. Lascia organizzare noi, ok? » mi disse con un sorriso.
Non ero del tutto convinta, comunque mi fidai di Liam e degli altri. Alla peggio avrebbero potuto cacciarmi di casa.
« Così, ehm, voi due dormite insieme? »
Louis e Harry si scambiarono un’occhiata.
« Sì » fece Louis, « quando siamo in giro per concerti, per esempio, stiamo sempre insieme. »
« Ok. » In fondo poteva essere normale, erano amici. Allontanai schifata i pensieri poco casti riguardanti Louis e Harry insieme in un letto e mi concentrai sul mio riso con le verdure. Mi sentivo d’impiccio, ecco tutto. Ad ogni minuto che passava mi sembrava di aver interrotto quel qualcosa che legava un gruppo di amici abituati alle loro solite azioni, mi sembrava di essere in più.
« Non credo che sia una buona idea stare qui. Domani torno da mia mamma. »
Tutti quanti alzarono gli occhi su di me. Ressi con qualche difficoltà lo sguardo stupito e deluso di Niall, poi ripresi a mangiare.
« Ma tutto lo sforzo che abbiamo fatto con il trasloco? »
« Scusatemi, avete ragione, dovevo pensarci prima. Raccatterò tutte le mie cose da sola. »
« Ma perché? »
Ci fu silenzio dopo la domanda di Liam.
Sapevo benissimo cosa rispondere, ma non sapevo come.
« Sto distruggendo la vostra quotidianità. Da quando sono arrivata ho scombussolato tutto. »
« Ancora con questa storia » sbuffò Zayn. « Ora smettila di dire stronzate, mangiamo come al solito, andiamo in sala come al solito, guardiamo la tv come al solito e andiamo a dormire. Come al solito. »
« Sì, ma… Ecco, dovrete convivere con una presenza femminile. Oh. »
« L’unica cosa che può portare è un miglioramento in cucina » esclamò Niall con gli occhi accesi.
« E gli assorbenti in bagno » bofonchiò Harry.
Non sapevo per quale contorta ragione ce l’avessimo l’uno con l’altra, ma in quel momento concordai con Harry.
« Ecco. Assorbenti. Capelli in giro per la casa. Il bagno occupato per ore. »
« Non ti preoccupare. Per tutto questo c’è già Zayn. »
Una risata percorse il tavolo, ma io non mi unii subito ai ragazzi.
Sapevo benissimo com’ero fatta. Ero maledettamente paranoica, mi facevo mille problemi e non riuscivo mai a godermi le cose, non coglievo mai le occasioni. Era ora di farsi un po’ di coraggio e di prendere ciò che veniva.
E poi, mi dissi mentre sollevavo gli angoli della bocca, non dev’essere male stare con loro per un po’.
 
« Vieni, ti faccio vedere la tua stanza » mi disse Louis ad un certo punto della serata. Eravamo davanti alla tv, stavamo guardando la serie preferita di Zayn.
Mi alzai dal divano e alla sola luce del televisore cercai di non calpestare piedi e lembi di coperte.
Seguii Louis su per le scale che portavano alle camere al piano di sopra. La loro casa era un cottage piuttosto spazioso, diviso su due piani, con un grosso giardino e una veranda. Insomma, un rifugio accogliente in mezzo al verde.
« Strano che Harry abbia fatto storie per concederti la sua camera. Di solito è piuttosto disponibile. »
« Penso che ce l’abbia con me per qualche ignota ragione. »
« Avercela con te? Mmh, dubito. » Louis si fermò davanti alla seconda porta sulla destra, pensieroso. « Comunque, ecco qui. » Abbassò la maniglia della porta e l’aprì, rivelando una camera spaziosa, con un letto ad una piazza e mezzo e un grosso armadio a dominare la scena. Sicuramente, se fosse stato giorno, avrei notato anche che era molto luminosa.
« Harry ti ha liberato queste due ante » ed indicò l’estremità a sinistra dell’armadio, « ha già preso tutte le sue cose quindi non dovreste avere problemi. »
Io annuii, seguendolo in giro per la stanza.
« Ovviamente puoi usare il comodino e se hai bisogno di spazio ci sono gli ultimi due piani della libreria a tua disposizione. »
« Grazie, davvero, grazie mille. »
Dopo avermi mostrato dove tenevano le lenzuola e gli asciugamani di ricambio lo accompagnai alla porta.
« Se non ci foste voi non saprei davvero come fare, grazie » dissi per l’ennesima volta. In un angolo della mente mi annotai di essere meno ripetitiva.
« Non ti preoccupare assolutamente, ok? Lo facciamo volentieri. »
Mi appoggiai allo stipite della porta e gli sorrisi. Riuscivo ad intravedere i suoi occhi luminosi anche alla debole luce che filtrava dallo spiraglio della porta, visto che in corridoio non aveva acceso luci.
« Comunque, per quanto riguarda quello che hai detto prima, mentre parlavamo con gli altri a tavola… Beh, è vero. Da quando sei arrivata hai scombussolato tutto. »
Mi lasciò con un bacio sulla guancia e un’espressione idiota sul volto.



VAS HAPPENIN'?
Awww Ciao bella gente.
Non so, questo capitolo mi sembra un po' meglio, voi che ne dite? :33 Certo che se non lasciate recensioni non lo saprò mai, AHAHAH. Ok non voglio fare la sfigghi forever alone, quindi non vi implorerò di lasciare commenti. 
Sono una donna forte.
AHAHAH Va bene, basta con le tecniche di autoconvincimento. Tanto non funzionano mai.
Volevo inserire un po' di Larry Stylinson, non guasta mai. AHAHAH
xx

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Capitolo 6
*** I don't know what it is ***


I don’t know what it is
 
Scaraventai l’ultima bracciata di vestiti sporchi accanto alla lavatrice e mi inginocchiai sulle piastrelle fredde, allungandomi nella nicchia dove tenevano i detersivi.
Non che fare la lavatrice fosse una delle mie mansioni domestiche preferite; anzi. Diciamo che più che altro me l’avevano appioppata. Avevamo deciso di dividerci i compiti sorteggiando, ma non ero del tutto sicura che c’entrassero il fato o la sorte con quella suddivisione: guarda caso a me era capitato lavare i piatti, i bagni e rifare i letti, oltre alla lavatrice, mentre per esempio Zayn doveva solo ricordarsi di chiudere a chiave la porta prima di andare a dormire. E sinceramente schifavo abbastanza i miei compiti, non si può mai sapere cosa può capitare con cinque ragazzi in casa. Comunque mi stava bene. Era un piccolo prezzo da pagare per l’ospitalità che mi davano. [Quanta ingenuità LOL NDA]
Svitai il tappo dell’ammorbidente e guardai il liquido fluire nel cassettino bianco, riempiendomi le narici di quel buon odore. Alla fine non è che servisse a molto tutto il detersivo che versavo, quei ragazzi si mettevano litri di profumo. Il più buono ce l’aveva Liam. Era un piacere stare nella stessa stanza con lui, e poi era un ragazzo veramente adorabile.
I miei pensieri furono interrotti all’improvviso dall’ingresso di Zayn nella stanza. Stava canticchiando una canzone.
« Ciao, sorella. Cosa si mangia per pranzo? »
« Ti ricordo che l’addetto alla cucina è Niall, fratello. Guarda caso. »
Scoppiò a ridere.
« Effettivamente non penso che la suddivisione dei compiti sia stata regolare. »
« Proprio tu lo dici? Sei sicuro di poterti ricordare tutto quello che devi fare? Non è che hai bisogno di un promemoria? »
« Ah-ha. Tu, piuttosto. Hai bisogno di una mano? » aprì la dispensa e agguantò un pacchetto di crackers.
Diceva sul serio?
« No, grazie, preferisco gestirmela da sola. »
« Okay. Fai dof’è Nia’? »
Gli scoccai un’occhiata disgustata e gli rubai un pezzo di cracker.
« Non lo so, ma spero che sia andato a fare la spesa. »
 
« Niall » esordì Zayn accasciandosi sullo schienale della sedia e massaggiandosi lo stomaco pieno, « posso adottarti? »
Niall ridacchiò.
« Allora » fece Liam sparecchiando, « oggi vi andrebbe di fare un giro nei dintorni di Londra? »
« Andiamo al luna park » gridò Niall in preda a chissà quale istinto infantile.
Non ci volle molto a farci convincere e dopo pranzo eravamo tutti in macchina.
Essendo il più grande, Louis era alla guida; arrivammo a Londra in un tempo decisamente minore rispetto agli standard.
Al luna park eravamo praticamente i più grandi. Eravamo circondati da masse di bambini sovreccitati e mamme isteriche, e rischiavo una crisi di nervi. Zayn mi rivolse un’occhiata tranquillizzante e mi sciolsi in un sorriso. Eravamo lì per divertirci, d’altronde. Louis sembrò leggermi nel pensiero, mi prese per le spalle e mi avvicinò le labbra all’orecchio.
« Ora ci divertiamo, Bi. » Avevano preso a chiamarmi Bi, e la cosa mi divertiva. « Ti porto in un posticino carino. »
« Cosa intendi con “posticino carino”? » chiesi; poi, vedendo che mirava ad un enorme scivolo, iniziai ad arretrare, e lui si ritrovò a tirarmi per una mano.
« Oh no, Louis, no, ti prego. Ho paura delle altezze… Louis… non sto scherzando! »
In qualche modo riuscì a spingermi sulle scalette di ferro e a quel punto eravamo bloccati in mezzo ai bambini.
« Se non vuoi ritrovarti a cantare come un istrice investito da un’auto, portami giù. »
« È ora di affrontare le tue paure, Bonnie » disse con aria da vecchio saggio cinese. Gli mancavano solo una tazza di tè fumante e un lungo tatuaggio di un dragone.
Liberandomi dall’immagine raccapricciante lo guardai negli occhi azzurri. Speravo che almeno mi avrebbe accompagnato nella scivolata, e invece no. Quando arrivò il mio turno mi premette delicatamente tra le scapole per farmi avanzare, e quando, tremante, riuscii a sedermi, mi spinse giù.
Lo insultai mentalmente e mi feci prendere dai brividi della velocità, mentre chiudevo gli occhi per non guardare giù. Non emisi neanche uno strillo: se avessi aperto la bocca, avrei vomitato. Mi abbracciai le ginocchia, attendendo la fine della tortura. Quello scivolo non era poi tanto alto, ma quando non mi trovavo con i piedi per terra non ci capivo più nulla. Poi finalmente – non era passato più di qualche secondo – arrivò la fine dello scivolo.
Ringraziai tutti gli dei dell’Olimpo e aprii gli occhi. Sperai di non aver consumato troppo la suola delle scarpe nel tentativo di frenare la scivolata.
Liam mi sfiorò il gomito e mi fece sedere su una panchina di legno vicino al carretto dello zucchero filato. Mi tremavano le ginocchia.
« Dov’è quell’idiota? »
Sentii ridere Harry e Louis dietro di me, e appoggiai la testa alla spalla di Liam.
« Grazie per non aver riso. »
« Ti ho visto impaurita. »
« Ho paura delle altezze da quando ero piccola. L’unica cosa che non mi spaventa sono le montagne russe. »
Purtroppo per me tutti quanti mi sentirono, così ci incamminammo verso l’altra ala del parco.
Harry non sorrideva più e si rifiutò di salire con noi sui vagoncini rossi.
Mi sentii subito in colpa. Avevo l’impressione ormai da giorni che Harry ce l’avesse con me, e avevo paura che non volesse stare con noi perché c’ero io. Chiusi gli occhi anche sulle montagne russe. Non avevo poi così tanta voglia di divertirmi. Davvero stavo rovinando l’amicizia dei ragazzi? Harry mi odiava così tanto?
Finito il giro notai che Harry si era tranquillizzato e partecipò addirittura spontaneamente ad un torneo salti su un enorme tappeto elastico con Louis e Niall.
Mentre li guardavamo saltare da uno spiazzo d’erba, chiesi a Liam del comportamento di Harry.
« Arrabbiato con te? » Liam scoppiò a ridere. Sembrava tranquillo. « Ma è ridicolo! Harry ha semplicemente paura delle montagne russe. »

VAS HAPPENIN'?
Ok, è una merda ç_ç 
Avevo bisogno di un capitolo di passaggio(?) D:
E poi il titolo non c'entra molto, comuuunque.
Grazie lo stesso per le recensioni, fiete belliffime. :3
Giuro che i prossimi capitoli saranno un po' meglio. e.e
#love

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Capitolo 7
*** I've got you to keep me warm ***


I’ve got you to keep me warm
 
Ero ancora nel mondo dei sogni quando sentii una voce che mi chiamava. Era talmente dolce che mi chiesi se fosse solo una produzione della mia fervida immaginazione.
Sogno o son desta?
« Bonnie? Svegliati, dai, ti devo portare in un posto. »
Ero desta, altroché.
« Louis? » mi alzai di scatto.
Sbadigliai.
« Buongiorno, dolcezza. »
« Cos’hai detto che dobbiamo fare? »
« Volevo portarti in un posto. »
« Louis, sono solo le cinque… » mi abbandonai sui cuscini.
« Lo so, è che dobbiamo guidare un po’ per arrivarci. Però se non vuoi venire… »
« No, no, vengo » esclamai. Non mi sarei persa un momento del genere per nulla al mondo.
Mi alzai dal letto troppo velocemente ed ebbi un giramento di testa. Louis mi sorresse mentre mi infilavo le pantofole e cercai di fare meno rumore possibile per non svegliare gli altri.
 
« Allora » dissi, masticando una frittella, « dove si va? »
« Questo resterà un segreto finché non arriviamo » cantilenò lui. Mi osservava con i suoi occhi, che avevano il potere di mandarmi il cervello in pappa, e nel frattempo tamburellava con le dita sul tavolo.
Lo guardai male.
« Uff. Dai, almeno un indizio. »
Scosse i capelli arruffati.
« Non cederò. »
Sparecchiò per me mentre correvo a lavarmi i denti, e dieci minuti dopo eravamo in macchina.
« Fammi almeno scegliere cosa ascoltare. »
Sorrise senza staccare gli occhi dalla strada e lo interpretai come segno positivo. Aprii il cassettino sul cruscotto e frugai nella miriade di cd di Louis.
 
I’m gonna pick up the pieces
And build a Lego house;
If things go wrong we can knock it down.
My three words have two meanings,
There’s one thing on my mind
And it’s all for you.
 
« Non pensavo ti piacesse Ed Sheeran. »
« Oh sì. Se vuoi te lo posso presentare. »
Alzai la testa dal poggiatesta e lo fissai aggrottando la fronte. Diamine, dovevo proprio imparare ad alzare un solo sopracciglio.
« Lo dici tanto per fare il figo. »
« No, dico davvero. È un amico di Harry. »
Mi riappoggiai sospirando.
« Che c’è? »
« Pensavo che dev’essere bello essere famosi. Innanzi tutto fai soldi. Poi conosci persone ovunque. Insomma, fai la bella vita. »
« Sì e no » mi corresse. « Ci sono gli svantaggi. Fotografi dappertutto, per esempio. E poi girare per concerti è stancante. »
« Ma sentitelo. Gira il mondo ed è stanco » alzai gli occhi al cielo.
« Se hai intenzione di prendermi per i fondelli per tutto il giorno ce ne torniamo a casa. »
« Sì, papà. A proposito, quanto manca? »
« Ci siamo. »
Louis svoltò in una stradina laterale ed iniziai a sentire il rumore delle onde e l’odore di sale.
Parcheggiò l’auto in uno spiazzo sulla ghiaia e finalmente potemmo scendere.
« Oh, Lou » sospirai teatralmente, « non ci posso credere, mi hai portato in Cornovaglia! »
« Sapevo che ti sarebbe piaciuto » disse, lievemente compiaciuto.
Ci incamminammo verso la riva.
Mi accorsi che Louis aveva un asciugamano solo quando lo stese sulla sabbia. Mi sdraiai accanto a lui con un sorriso.
« Come mai siamo qui, Lou? »
« Mmh… pensavo che avrebbe migliorato l’atmosfera. »
Poi con delicatezza mi prese per mano e mi circondò le spalle con un braccio. Nascosi il volto nel suo maglione e respirai forte il suo profumo. Quasi quasi era più buono di quello di Liam, pensai stupidamente.
« Hai freddo? » mi sussurrò all’orecchio, provocandomi un sacco di brividi che sicuramente non c’entravano nulla con il freddo.
« No. Ci sei tu che mi riscaldi. »
 
And it’s dark in a cold December,
But I’ve got you to keep me warm.
If you’re broken I will mend ya
And keep you sheltered from the storm that’s ragin on.
 
Louis intrecciò le sue dita alle mie e incontrò le mie labbra.
Rimasi inerme per qualche secondo, tale fu la sorpresa, poi scollegai il cervello e mi abbandonai alla dolcezza delle sue dita che mi sfioravano i capelli e delle sue labbra. Erano maledettamente morbide, e avevano un buon sapore.
Finalmente potevo perdermi liberamente nei suoi occhi chiari, potevo farmi abbracciare dalle sue braccia calde, la sua pelle morbida poteva sfiorarmi. Adesso era tutto più semplice, senza occhiate da lontano o timore di stargli vicino.
Si separò, ma io tenni gli occhi chiusi. La sua mano corse ad accarezzare la mia guancia, mentre io gli cingevo la vita con un braccio.
« Ehi. »
« Mmh? »
Avevo la testa a contatto con il suo petto, cosicché potessi ascoltare il battito del suo cuore. Andava veloce, almeno quanto il mio.
« Mi dici qualcosa? »
Aprii gli occhi.
« Cosa vuoi che ti dica, Lou? Che ho dimenticato di respirare, o che mi sento come se avessi appena vinto dieci Grammy Awards? »


VAS HAPPENIN'?
YO. Ce l'ho fatta, finalmente ho postato il mio capitolo figherrimo °-° E' stato il primo ad essere stato ideato e scritto, è da qui che ho sviluppato tutta la storia :33
A proposito, vorrei dire ad extraordinharry che so bene che un paio di tuoi capitoli romanticosi(?) sono ambientati in spiaggia, ma non c'è assolutamente intento di plagio(?) D: Anzi, questa parte l'ho scritta prima di conoscerti :3
BONNOUISSS!
Spero vi piaccia :'3 Ho cercato di non mettere quelle cose smielate e bimbominchiose tipo "Non sapevo dove iniziava lui e finivo io .-." (?) 
Comunque mi sono emozionata a scriverlo, avevo il batticuore :')
E inoltre volevo dedicare un capitolo ad una canzone di Ed, è così KGNVAKFDBNGAKJHNA.
Boh. Sparisco. Tanto nessuno mi caga, è inutile che stia qui a parlare da sola HAHAHAHAHA.

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