Lettere mai scritte in un cassetto dimenticato.

di HystericalFirework
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Always. ***
Capitolo 2: *** Mio fratello. ***
Capitolo 3: *** Se non te ne fossi andato. ***



Capitolo 1
*** Always. ***


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Memories in my Eyes

by Yiruma

 

To: Lily Evans
From: Severus Piton

 

Cara Lily,
il primo amore non si scorda mai. Io non ho ancora scordato il mio.
Ti scrivo questa lettera per dirti che mi manchi, mi manchi da morire. E, ovunque tu sia, vorrei essere con te. Vorrei vederti passeggiare per i corridoi di Hogwarts, sorridente.
E forse, se ti avessi qui, se potessi ammirare ancora una volta quella tua chioma rossa come il fuoco, quelle efelidi perfette, il sorriso lucente che mi rivolgevi, riuscirei anche a sopportare la vista delle tue mani intrecciate con quelle di Potter.
Ti amo, Lily Evans.
Ti amo, Lily Potter.
Ti ho sempre amata e continuerò a farlo fino a quando il sole smetterà di sorgere.
Ricordi quando eravamo giovani, quando passavamo ore e ore a parlare. E ridevamo, Lily. Ridevamo perché ci sembrava di essere eterni, immortali, ragazzini per sempre.
In quegli attimi desideravo davvero poter fermare il tempo, rimanere cristallizzato in quella dimensione in cui contavamo solo noi due, solo i nostri respiri, le nostre constatazioni, la tua voce armoniosa, il mio nome che scivolava dolce sulle tue labbra.
Quanto mi manca la tua voce, Lily.
Quanto mi manca poterti vedere per intero, poterti sfiorare anche solo con lo sguardo e sapere che ci sei, che non te ne sei mai andata.
Sai, da qui, dall’effimera posizione che occupo sulla Terra, proteggerlo, proteggere il tuo unico figlio, mi sembra l’unica cosa che io possa fare.
Lui è tutto ciò che rimane di te.
Ma non sai quanto sia doloroso guardare nei suoi occhi, i tuoi occhi.
Ma Lily, ti posso giurare che Harry si è dimostrato magnificamente e decisamente degno del fatto che io abbia sacrificato la mia vita per lui.

 
Sempre,
il tuo Sev.

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Capitolo 2
*** Mio fratello. ***


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Inside of Me

by Yiruma

 

 To: George Weasley
From: Fred Weasley

 
Caro George,

è così strano dover scrivere per raccontarti come sto. Di solito bastava un’occhiata, una risata per capire se uno dei due stava male, se c’era del dolore.
Ora io so come stai tu, ti vedo tutti i giorni. Vedo la tua famiglia, sorridente, gioiosa, piena di vita e ogni tanto provo un po’ d’invidia nei tuoi confronti.
Ogni tanto capita che voglia esserci io al tuo posto, e vorrei poter vivere.
Poi vedo tuo figlio e mi pento di tutto ciò che ho pensato: se in quella battaglia te ne fossi andato tu al posto mio, non l’avrei potuto sopportare. Il mio splendido nipotino non sarebbe mai esistito, non avrebbe mai sorriso alla vita come fa adesso, accanto ad un padre e ad una madre decisamente straordinari.
Certo, non ti nascondo che se mi avesse conosciuto gli avrei mostrato la Mappa del Malandrino, sarei stato uno zio perfetto, te lo giuro.
Gli avrei fatto assaggiare la burrobirra migliore del mondo, lo avrei viziato un po’ come è giusto che facciano i parenti.
Ma sai, penso sia meglio che questo destino infame sia toccato a me e non a te, perché se adesso fossi al tuo posto, non riuscirei a sopportare tutto il dolore che ti porti dentro. Non riuscirei nemmeno a sorridere a mio figlio, a mia moglie.
Mi manchi.
Mi mancano tutti, in questo momento.
Però, ehi!, quassù non si sta poi così male.
Sai, ho incontrato anche il professor Piton. E’ sempre il solito brontolone, ma tutte le volte che si ferma per un attimo a parlare con Lily, il suo viso viene illuminato da una luce nuova.
In effetti c’è un sacco di gente qui, e non c’è mai un momento per riprendere fiato: la luce, la bellezza, ti travolgono come un uragano e sei ogni minuto più meravigliato della gioia che penetra in ogni tuo poro.
Ogni volta che capita qualcosa di divertente, mi giro per condividere una risata con te, ma quello spazio è sempre vuoto qua dove sto.
Davvero, George.
Nonostante tutto sto bene. E voglio che stia bene anche tu.

Ti ricordi quando abbiamo messo i nostri nomi nel Calice di Fuoco e siamo diventati due vecchi con la barba?
Ecco, vorrei che noi due fossimo davvero finiti così.
Ma la vita va avanti, e di sicuro la tua sta andando per il meglio.
E io… beh, io sono fiero di te, fratello.

 
Con affetto,
Fred.


P.S: Saluta mamma, papà, Ron e Ginny da parte mia e dì ad Harry che James e Lily gli mandano un abbraccio.

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Capitolo 3
*** Se non te ne fossi andato. ***


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To: Tom Riddle Sr.
From: Suo figlio, Tom Orvoloson Riddle.

 

 
Caro papà,
non voglio dilungarmi. Non voglio concederti più attenzioni di quelle che meriteresti.
Ti scrivo questa breve lettera per raccontarti degli anni in cui sei stato assente.

Mia madre è morta, io sono finito in uno squallido e lurido orfanotrofio. Ecco, quello è stato il primo posto nel quale ho imparato che il potere è tutto nella vita, che senza di esso si è nullità.
E lì, negli anni che dovevano essere i più spensierati della mia vita, ho capito che il dolore che ci portiamo dentro ogni singolo giorno può essere annientato solo infliggendone una quantità maggiore al prossimo.
E io ne ero capace, papà.
Potevo torturare, far soffrire e distrarmi dalla tua assenza, dalla morte della mamma, da tutte le atrocità che mi era toccato subire.
E mi divertivo anche molto a rubare, a collezionare quelli che potrei chiamare i miei piccoli tesori dell’epoca: ironico che questa caratteristica, questo divertente passatempo, mi avrebbe mostrato in futuro come creare degli Horcrux.

Ma perché ne sto parlando con te, un babbano?
Perché ci saresti dovuto essere, perché mentre parlavo con i serpenti tu e mia madre mi avreste dovuto aiutare.
E io non sarei rimasto a marcire in un orfanotrofio per undici inutili anni.
Papà, forse se non te ne fossi andato non ci sarebbe mai stato un Signore Oscuro.
Ma ormai è troppo tardi, perché Voldemort è il mio passato, presente, futuro.

 
Sei tu la causa,
Tom.

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